Al destino non si sfugge

di supermaan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Odio il campeggio ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Odio il campeggio ***


''ODDIO'' ci voltiamo di scatto ''Che è successo?'' ''I miei pantaloni, sono ROVINATI!'' guardo Alessandra, la mia migliore amica, con una faccia del tipo ma fa sul serio? Lei mi risponde con una delle sue risate fragorose. Rido anche io. D'un tratto qualcuno ci sfrattona per liberargli il passaggio, quindi ci incamminiamo anche noi verso l'autobus. Oggi la nostra scuola ha organizzato un campeggio per farci riscoprire le meraviglie della natura, cosa che ai professori sembrava istruttivo, altri la prendevano come una scusa per non fare lezione, per gli studiosi era un modo per staccare e poi ci siamo noi, a cui sembrava solo una perdita di tempo NOIOSISSIMA ed INUTILE. Personalmente odio il campeggio, e sembra che neanche Alessandra ne vada particolarmente entusiasta. Saliamo sull'autobus e, quando tutti hanno preso posto, sentiamo la professoressa che inizia con l'appello, seguita dal gruppo di 'simpaticoni' che si ostina a ripetere prega per noi  alla fine di ogni nome. ''Martina'' ''PRESENTE'' alzo la mano per farmi vedere in mezzo a quel macello che facevano i miei compagni. Prega per noi, mi giro di scatto e fulmino con lo sguardo Mario, che è uno di quelli che fa il coretto. Dio solo sa quanto mi irritano quando fanno così. Sono al secondo anno di liceo, mica in terza media! Dopo che anche Alessandra alza la mano per la professoressa e dopo il prega per noi che a quanto sembra è d'obbligo, ci guardiamo e dopo un secondo, quasi contemporaneamente, sprofondiamo nei sedili ed iniziamo ad ascoltare musica. Lei mi passa una cuffietta e mi dice ''Ehi! Senti che bella questa canzone!'' l' ascolto..''Bella! Di chi è?'' ''Di un tipo inglese, si chiama Ed Sheeran'' ''Wow, penso che andrò a cercare altre sue canzoni, è proprio bravo! Adesso ascolta tu questa, è diventata la mia droga'' parte il ritornello..
Carpe Diem,
Abattle cry,
Aren't we all too young to die?
Ask for reason and no reply,
Aren't we all too young to die?

''Green Day, giusto?'' abbasso lo sguardo ''E quando mai? Ahahaha'' continua lei. Mi conosceva proprio bene ormai. Adoro i Green Day, li trovo così spontanei, e mi danno un senso di libertà con la loro musica. Dopo circa una mezz'ora arriviamo al posto in cui ci sarebbo dovuti accampare, niente di che, uno spiazzale vuoto e intorno solo alberi e...silenzio. Sono solo le cinque e mezza del pomeriggio ma dato che è inverno, il sole è già tramontato, dando all'atmosfera un'aria ancora più solitaria e inquietante. Posiamo tutto per terra e iniziamo a montare le nostre tende, come stanno facendo tutti gli altri. Dopo un quarto d'ora non c'era più niente di vuoto e silenzioso: chi si rincorre, chi grida, e chi sta attorno ad un fuoco improvvisato ad arrostire marshmallows. Mi sentii chiamare: ''Ehi Marti!'' mi giro ''Ehi!'' era Mario, avevo una specie di cotta per lui da un po' di tempo, ma facevo finta di niente. ''Prendi la chitarra e suona qualcosa!'' faccio una smorfia di disapprovazione, sapeva che non mi piace suonare la chitarra, le uniche cose che ci fanno fare sono melodie lente e noiose..e anche accordi, ma soprattutto melodie, per questo non andavo quasi mai a lezione...''Dai non fare così! So che non ti piace ma..'' ''Ma cosa?'' ''Dai vieni che suoniamo 21 Guns, solo per te'' mi aprii in un sorriso a 360°, mi aveva convinto con sole due parole. ''Se proprio insisti! Ahaha'' sorrise anche lui. Iniziai a suonare e cantare con tutti gli altri
Do you know what's worth fighting for?
When it's not worth dying for?
Does it take your breath away?
And you feel yourself suffocating?

Does the pain weigh out the pride?
And you look for a place to hide?
Did someone break your heart inside?
You're in ruins

One, twenty-one guns
Lay down your arms
Give up the fight
One, twenty-one guns
Throw up your arms into the sky,
You and I
...
Un po' dopo finita la canzone, mi accorgo che tutti si stavano divertendo, parlando o facendo qualcos' altro, mentre io mi stavo annoiando a morte..e poi questo non è il mio posto, non sono fatta per le tende e il sacco a pelo. ''Ale?'' ''Si?'' ''Sono l'unica qui che si sta annoiando a morte?'' ''Ci sono anche io..."  "Che facciamo?" "Non ne ho idea"
Mi guardo intorno per trovare qualcosa da fare "Mmmh...Ale, non siamo venute qua per fare escursioni?" lei ci pensa un attimo e poi mi risponde "Si.." "Perfetto, iniziamo subito" la guardo con aria di sfida e lei mi risponde con un sorrisetto complice. Prendo al volo lo zaino con acqua e merendine per la 'cena'. Ci incamminiamo fra gli alberi, di sera, da sole e...un attimo.."Ale, dove cazzo siamo?"




Scusate per gli eventuali errori, non ho avuto il tempo di rileggerla,
Se a qualcuno è piaciuta, recensitela e continuo c:

Volevo aggiungere che AMO il campeggio e la chitarra, non vorrei che qualcuno (come per esempio scout o chitarristi) pensino che io li disprezzi c:

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Ci guardammo intorno, spiazzate più che impaurite. Il sentimento di impotenza era quello che odiavo di più. non sapevo dov'ero, in uno dei posti che odiavo di più e che in quel momento mi metteva una paura immensa. Rivolsi subito uno sguardo ad Alessandra. Giusto per vedere come stava. Avrei preferito non farlo. Il suo sguardo sembrava ancora più impaurito del mio. In preda al panico le presi la mano "stai tranquilla." alle mie parole sbottò, quasi come se avesse voluto parlare da anni ma nessuno la lasciava dire niente "COME FACCIO A STARE TRANQUILLA? NON SO SE TE NE SEI RESA CONTO MA SIAMO IN MEZZO AL NULLA, DI NOTTE, MENTRE TUTTI PENSANO CHE STIAMO DORMENDO. HO UNA FOTTUTA PAURA E TU MI DICI DI STARE TRANQUILLA?" intravidi delle lacrime scendere sul suo viso bianco semi coperto dall'oscurità. L'abbracciai forte "siamo nella stessa barca. Domani, col giorno, ritroveremo la strada, ne sono sicura." Lei ricambiò il mio abbraccio, ma sentì del bagnato nella mia spalla, stava piangendo. Appoggiai lo zaino che avevo portato per terra e estrassi un fazzolettino. Glielo porti e lei mi ringraziò con un sorriso. Spostai lo sguardo verso destra, vedendo uno spazio piano ma riparato, era perfetto. saremmo rimasti li per la notte, avremmo acceso un fuoco e uno alla volta avremmo fatto il turno. Sembrava così facile a dirsi.. Iniziai a stendere i sacchi a pelo, intanto Alessandra andò a cercare della legna èper il fuoco, ovviamente non allontanandosi. La paura non era scomparsa; ma, avendo un'idea sul da farsi, era diminuita. Sentì dei passi avvicinarsi. Indietreggiai, troppo impaurita per concentrarmi sul apire chi fosse. Quando sentì la sua voce "Martina?" scoppiai in una risata fragorosa. Era solo Alessandra. Lei mi guardava con aria dubbiosa quando le spiegai "MI HAI MESSO UNA PAURA TREMENDA" la spinsi indietro, come vendetta e lei mi spinse a sua volta. "Comunque ho portato della legna.." "Perfetto, mettiamola la'" indicai un posto vicino al sacco a pelo. Purtroppo non avevo tenuto conto del fatto che non avessi la più pallida idea sul come si accendesse un fuoco. L'ho visto fare in molti film, si. Ma farlo nella realtà è qualcosa di completamente diverso. Rimanemmo quasi un'ora per cercare di accendere quel fuoco quando, finalmente partì una scintilla, poi un'altra, e un'altra ancora fino a quando si accese una fiamma che pian piano andava bruciando tutto il resto della legna. Mi girai soddisfatta del nostro lavoro verso Alessandra che, con un sorriso enorme, affermò "siamo le migliori casiniste del mondo" ci battemmo il cinque e ci infilammo nel sacco a pelo. Dopo un po' di tempo nel decidere chi avrebbe fatto per prima la guardia notturna, decidemmo di far scegliere alla sorte, con una partita a 'carta, forbice, pietra' vinsi io, quindi lei sarebbe stata la prima a fare il turo, tutta via capii che forse sarebbe stato troppo pesante per lei da sola. Voglio dire ci eravamo appena perse e lei doveva stare sveglia di notte da sola..no. Non potevo permetterlo. Così uscì dalla tasca dello zaino il mio Ipod e gli passai una cuffietta. Lei mi guardò interrogativa “non dormi?” “Pensi davvero che ti lascerei da sola proprio adesso?” Ci mettemmo sdraiate a guardare io cielo ascoltando tutte le canzoni che passavano. Certo che era proprio bello quel cielo. Non avevo mai visto tante stelle in vita mia..In Città è difficile..quasi impossibile avere una vista notturna così limpida. Parlammo del più e del meno quando iniziai a vedere più nitidamente tutti gli oggetti. Inizialmente pensavo che mi fossi solo abituata all'oscurità ma, girando lo sguardo verso destra, mi accorsi che stava sorgendo il sole. Guardai l'orario: Erano le cinque e mezza del mattino. Non ero mai stata così contenta di vedere la luce. Voleva dire tornare a casa. Voleva dire tornare dai miei amici. Voleva dire TUTTO. Alessandra si alzò e mi prese per il braccio. Iniziò a saltare gridando “torniamo al campo! Dai veloce prendi tutto che dobbiamo tornare al campo!” se qualcuno dei nostri amici ci avesse viste in quel momento sarebbe probabilmente rimasto senza parole. Io e Alessandra, quelle serie, che odiano il campeggio, stavano ridendo e saltando per tornare a lavare pentole sporche e avere le gambe stanchissime dopo escursioni che durano mezza giornata. Ebbene si. Ero contentissima di tornare al campo. Feci più in fretta possibile a raccogliere le cose. In pochi minuti lo zaino era pronto. Ci incamminammo vero il campo, verso ovest. Quando mi sentì tirare dall'altra parte. Era Alessandra. “Dove stai andando? Il campo è di la” indicò l'est “Che cosa? No. E' ad ovest” “No, Martina. Siamo arrivati qui da quella parte. Quindi il campo è sicuramente verso Est” “Che stai dicendo? Siamo arrivati dalla parte opposta.” Ecco. Lo sapevo. Era tutto troppo facile per essere vero. Dov'era la strada per il campo?

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