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di Francysmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao, sono Elena. ***
Capitolo 2: *** Giochiamo ***
Capitolo 3: *** Gioco di sguardi ***
Capitolo 4: *** C'è qualcos'altro che dovrei sapere? ***
Capitolo 5: *** Dire tutto è bene, ma nascondere qualcosa è meglio.. ***
Capitolo 6: *** Forse essere feriti ha i suoi vantaggi.. ***
Capitolo 7: *** Guai in vista ***
Capitolo 8: *** Fuori controllo ***
Capitolo 9: *** Un colpo dritto al cuore ***
Capitolo 10: *** Schiava del passato ***
Capitolo 11: *** Un appuntamento insolito ***
Capitolo 12: *** Perché l'ho fatto? ***
Capitolo 13: *** La fine.. ne siamo veramente sicuri? ***



Capitolo 1
*** Ciao, sono Elena. ***


Era da tutto il giorno che Scott metteva in ordine la casa, forse per la prima volta in tutta la sua vita, con l'immancabile aiuto di Stiles, che però l'aveva dovuto abbandonare nel pomeriggio per un impegno. Sua madre lo aveva avvertito del fatto che in serata sarebbe arrivata una sua cugina dal Michigan, e che sarebbe rimasta lì fino alla fine dell'anno scolastico. Scott si chiedeva come sarebbe stato dividere la casa con una ragazza, per giunta della sua età.
Mentre tutti questi pensieri gli invadevano la mente, suonò il campanello. Sua madre si affrettò ad aprire la porta, ed ecco che una ragazza varcò la soglia. Indossava un paio di stivali scuri che le arrivavano sotto il ginocchio, dei leggins neri, una maglietta color verde smeraldo e un giubbotto nero. Aveva i capelli lunghi, di un castano lucente, non aveva un corpo prorompente come quello di Erica, pensò Scott, assomigliava più a Lydia, ma quello che la distingueva era un bellissimo sorriso, quasi disarmante, e due occhi azzurri che avrebbero fatto innamorare chiunque. Il licantropo era rimasto imbambolato a fissarla, fino a quando sua madre intervenne dicendo: - Benvenuta Elena, lui è mio figlio, Scott.
I due ragazzi si scambiarono un timido ''Ciao''.
Scott l'aiutò a portare su le valige, sistemandole nella stanza degli ospiti.
Ci mise un po' di tempo per rendersi conto che c'era qualcosa che non andava, forse perché troppo impegnato a scrutare le curve sinuose della ragazza, ma il suo olfatto aveva catturato un odore che lo metteva in allerta. Decise di non pensarci, perché per una volta non sarebbe stato male passare una serata in totale tranquillità. 

La cena iniziò con un silenzio imbarazzante, e fu Melissa la prima a prendere la parola.
- Allora Elena.. - I due ragazzi la guardarono con aria incuriosita, uno per paura che la madre potesse formulare qualche domanda imbarazzante, l'altra perché troppo concentrata su quello che stava mangiando per aver voglia di rispondere. - .. emozionata per domani?- continuò Melissa.
- Sì, abbastanza..
- Sai che Scott è il co-capitano della squadra di lacrosse?
- Lo immaginavo.. - madre e figlio la guardarono stupiti - Beh, voglio dire, me lo aspettavo visto il suo fisico.. - disse un po' in imbarazzo.
- A te non piace lo sport?
- Diciamo che so essere piuttosto atletica quando c'è n'è bisogno..


Il giorno dopo andarono a scuola insieme. Elena disse a Scott di aspettarla in corridoio, perché doveva incontrare il preside, ''questione di pochi secondi''. Nel frattempo Stiles era andato incontro al suo migliore amico, seguito da Allison, Lydia, Erica ed Isaac.
- Allora? Dov'è la tua cuginetta? - iniziò Stiles con il solito sorriso disegnato in volto.
- E' andata un attimo dal pres.. - non fece in tempo a finire la frase che nessuno lo stava più ascoltando, erano tutti girati, come se fossero incantati da qualcosa.
Scott si girò a sua volta, e incontrò gli occhi azzurri di Elena, che si stava dirigendo sicura verso di loro.
- Wow.. - era tutto quello che Stiles riuscì a dire, ma sicuramente era quello che stavano pensando tutti gli altri.
- Allora, questa è Elena - disse Scott quasi in imbarazzo - loro sono Isaac, Erica, Allison, Lydia e Stiles.
Fatte le presentazioni, si avviarono tutti verso l'aula di chimica. Il professore era stato avvisato dell'arrivo di una nuova alunna, quindi fece poco caso alla ragazza.
Elena decise di sedersi accanto ad Isaac, non sapeva perché, ma quel ragazzo la intrigava, e ci volle poco per capire che la cosa era reciproca.
In un giorno aveva legato un po' con tutti, anche con Jackson e Danny.
Usciti da scuola, fu sorpresa dal fatto che Erica ed Isaac si dirigessero verso una Camaro nera, bellissima. Ma quello che rapì la sua attenzione fu il ragazzo al volante. Si sentì subito attratta da lui, e si perse in quegli occhi verdi che la guardavano, o meglio, che la osservavano. Quando si accorse di avere Scott accanto, gli chiese:
- Chi è?
- E' Derek Hale..
- E perché loro vanno con lui?
- E' una lunga storia.. - disse con noncuranza.
- Per quanto ancora dobbiamo continuare con questa farsa, Scott? - lui la guardò stupito, non si aspettava una domanda del genere, e non sapeva neanche cosa risponderle..



L'angolo dell'autrice..
E questo era il primo capitolo! So che non è il massimo, ma spero comunque che questo piccolo assaggio vi sia piaciuto..
Spero solo di non aver dato vita ad una storia banale ù.ù
Sarei felice di sapere cosa ne pensate.. anche solo per vedere se è il caso di andare avanti o no.. ^^


 

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Capitolo 2
*** Giochiamo ***


Elena, Scott e Stiles si trovavano nella stanza di quest'ultimo. Lei era seduta sulla sedia girevole vicino alla scrivania, mentre gli altri due erano seduti sul letto a fissarla.
Avrebbe voluto dire tutto lì, davanti a scuola, in modo che anche Isaac, Erica e Derek potessero sentirla, ma non avrebbe goduto quanto ora. Amava quando le persone pendevano dalle sue labbra, amava avere il controllo della situazione.
- Allora tu sei una.. licantropa?!? - azzardò Stiles, gesticolando come sempre e riportando la mente della ragazza alla realtà.
- Non esattamente.. - disse lei mordendosi il labbro con fare malizioso, quasi provocatorio, che mandò definitivamente in tilt i due ragazzi.
Prima che Stiles potesse aggiungere altro, Elena si alzò, prese la borsa e uscì dalla stanza. Varcò la soglia di casa Stilinski con il sorriso in volto, sapeva di aver lasciato i due ragazzi senza parole, e questo le dava un piacevole senso di soddisfazione.

- Cosa vuol dire che che non è esattamente un licantropo?! - tuonò Derek. Ebbene sì, Scott e Stiles avevano avuto la brillante idea di andare a dirgli tutto.
- E che ne so io! E' l'unica cosa che ha detto! - rispose tutto d'un fiato Scott. I due erano circondati dall'intero branco, che stava seguendo la conversazione appena iniziata con grande interesse.
Calò il silenzio solo per qualche secondo, poi Isaac domandò: - E ora che facciamo?
- Dobbiamo capire se è una minaccia. - rispose l'Alpha.
- Beh, a me non sembra che.. - Stiles non fece in tempo a finire la frase che venne ammutolito da un ''Taci!'' del licantropo.
Derek odiava quando non era sicuro di quello che doveva fare, non voleva mettere in pericolo il suo branco, per quello bastavano gli Argent.
Respirò profondamente, come per riprendere il controllo perso qualche attimo prima.
- Ecco quello che faremo.. - disse stanco, come se fosse uno sforzo rivelare a tutti quello che aveva in mente.

- Derek ci ha convocati per un allenamento speciale, e vorrebbe che venissi anche te, così, per conoscerti meglio. - Scott non aveva usato proprio le parole dell'Alpha, ma il suo 'invito' gli era sembrato più cortese di un '' Portala qui per vedere con chi abbiamo a che fare. ''
- Allenamenti di lacrosse? - domandò divertita la cugina.
- Sai a cosa mi riferisco.. - disse l'altro alzando gli occhi al cielo.
Sì, Elena sapeva a cosa si stava riferendo, ma le piaceva giocare, specialmente quando era lei quella in vantaggio.

Arrivarono ad un.. rifugio? Non sapeva neanche come definirlo, vide solo che aveva un vecchio autobus incorporato, davvero di gran classe.
Erica ed Isaac erano alle prese con Derek, che riuscì a stenderli in meno di cinque secondi. Quando si accorsero dell'arrivo di Scott ed Elena si fermarono. Isaac le sorrise, contraccambiato, forse più per una questione di cortesia che per altro, perché gli occhi azzurri di lei si posarono subito sul corpo di Derek. Indossava un paio di jeans scuri e una canottiera bianca, che metteva in risalto i suoi muscoli scolpiti. Elena era affascinata da quella visione. Fortunatamente col tempo aveva imparato a controllare il suo battito cardiaco, ma sapeva che prima o poi avrebbe ceduto se non si fosse affrettata a concentrarsi su qualcos'altro.
- Adesso ci divertiamo.. - sussurò Erica, consapevole del fatto che tutti l'avevano sentita, infatti in risposta alle sue parole arrivò uno sguardo abbastanza preoccupato di Scott.
- Allora, tu e tu e voi due.. combattete. - disse Derek indicando il giovane licantropo, Isaac e poi le due ragazze.
Elena avrebbe voluto ridergli in faccia, ma si trattenne. Non era decisamente il tipo a cui piaceva ricevere ordini, e lui non era neanche il suo Alpha, quindi gli disse:
- Cosa ti fa pensare che abbia voglia di combattere?
Lui le si avvicinò, e lei lo sfidò con lo sguardo.
- Forse ti piacerebbe mettere in chiaro le cose. - disse indicando Erica.
Elena si girò a guardarla. La bionda si sentiva invincibile, era più che evidente, e stava morendo dalla voglia di umiliarla davanti a tutti.
Si incamminò verso la lupa con fare deciso, pronta a sfidarla. - Allora giochiamo. - sussurò per provocarla.
Derek aveva fatto bene i suoi conti. Aveva intuito che tra Elena ed Isaac c'era intesa, e molto probabilmente nessuno dei due avrebbe dato il massimo, invece con Erica vi era una sorta di rivalità, e lui voleva vedere fino a che punto la nuova arrivata si sarebbe spinta.






L'angolo dell'autrice..
Ed ecco il secondo capitolo! Non sono soddisfatta quanto del primo, ma spero vi piaccia comunque :)
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.. e buon 2013 a tutti!! ^_^

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Capitolo 3
*** Gioco di sguardi ***


Mentre Isaac e Scott si allenavano senza problemi, l'attenzione dell'Alpha si concentrò tutta sul combattimentro tra le due ragazze.
La prima ad attaccare fu Erica, con una serie di pugni prontamente schivati dall'altra. Dopo una brevissima pausa durata solo una manciata di secondi, la bionda puntò direttamente alla gola di Elena, che però bloccò la mano dell'avversaria fino a piegarle il polso, costringendo la licantropa ad inginocchiarsi.
- Tutto qui? - le disse, tirando con forza in dietro i capelli di Erica, in modo da poter vedere lo sguardo pieno di rabbia della lupa.
Dopo aver lasciato la presa, diede il tempo all'avversaria di rialzarsi e riattacare di nuovo. Questa volta Erica le si scaraventò addosso, spingendola contro il muro. Gli occhi di Elena divennero rossi, e per pochi istanti sul suo volto si disegnò un sorriso inquietante. Prese la lupa per la gola, fino a capovolgere completamente la situazione, ora infatti era Erica quella ad avere le spalle al muro. Cercò di liberarsi, ma ormai la morsa le bloccava il respiro, e non riusciva più a pensare razionalmente. Nei suoi occhi si leggeva il panico, lo stesso che la dominava durante gli attacchi di epilessia.
Nel frattempo Scott ed Isaac si erano fermati a guardare le due ragazze, senza sapere cosa fare.
A questo punto fu Derek ad intervenire:
- Ok, per oggi abbiamo finito.
- Dovresti allenare meglio il tuo branco, sai? - disse Elena, liberando Erica dalla sua mano, e lasciando che la bionda cadesse per terra ansimante.
Isaac aiutò la ragazza a rialzarsi, ed insieme a Scott raggiunsero la porta. Prima d'uscire si girò verso la cugina.
- Ti aspetto fuori, ok?
Lei si limitò ad annuire, troppo impegnata a cercare qualcosa.
Derek la guardò con sguardo quasi divertito, Elena se ne accorse, interruppe le sue ricerche e domandò:
- Sai per caso che fine ha fatto il mio telefonino?
Quel maledetto telefonino, lo lasciava sempre da qualche parte, passando a volte pomeriggi interi a cercarlo.
Lui non disse nulla, tirò fuori dalla tasca dei jeans un cellulare nero, e inarcando le sopracciglia glielo mostrò. Lei fece per prenderlo, ma il moro ritirò la mano.
Ci volle poco ad Elena per capire il gioco del licantropo.
Provò a raggiungere il telefonino con uno scatto fulmineo, ma Derek con altrettanta velocità si spostò. Non sarebbe stato facile come con Erica.
Sapeva che con lui non si sarebbe dovuta trattenere, ma forse non era la cosa più conveniente da fare.
Tentò allora con una serie di pugni, schivati come niente da lui. Sospirò, passandosi una mano tra i lunghi capelli, come se la cosa la stimolasse a riprendere concentrazione e a trovare un qualche modo per cogliere il licantropo di sorpresa.
Derek era sempre lì. La guardava pazientemente, in attesa di un nuovo attacco.
Lei invece gli porse semplicemente una mano, facendo intendere chiaramente di non voler combattere, e di voler riavere subito il suo cellulare. Lui le si avvicinò, costringendo Elena ad indietreggiare di un passo, che la portò a contatto con la superficie fredda del muro. Derek avanzò ulteriormente, lasciando che la ragazza percepisse il suo respiro sulla pelle.
- Accidenti! - pensò lei. Il suo battito era accellerato notevolmente, e non ci poteva fare nulla. Il suo volto non lasciava trasparire nessuna emozione, ma quella vicinanza la metteva in agitazione. Non perché ne avesse paura, ma perché gli sarebbe voluta saltare addosso, nel vero senso della parola. Si sorprese dei propri pensieri, lasciando trasparire un lieve sorriso.
Lo sguardo di Derek la scrutava, e si era accorto dell'effetto che aveva su di lei.
Dopo pochi attimi che sembrarono interminabili, il moro fece scendere lo sguardo, portando con sé quello di lei, fino alla sua mano. Il cellulare era ancora lì.
Elena riportò gli occhi sul volto di lui, mentre con la mano recuperava il telefonino. Le loro dita si sfiorarono dolcemente, e nessuno dei due aveva intenzione di porre fine a quel contatto. In quel piccolo gesto c'erano lussuria e passione, ma nessuno dei due, specialmente Derek, lo avrebbe mai ammesso.
Elena abbassò lo sguardo, e si diresse verso la porta.
Il licantropo si girò verso di lei, e prima che potesse uscire, domandò:
- Cosa vuol dire che non sei esattamente un licantropo?
- Indovina.. - fu la risposta maliziosa di lei.
- Elena, non ho voglia di giocare.
Sospirò profondamente, come se aspettasse da tempo quel momento, ma avesse paura di affrontarlo. Ritornò verso di lui, lasciando questa volta una distanza ragionevole tra i due corpi.
- Ok. Vuoi sapere cosa sono? Sono esattamente come a te. Posso uccidere chiunque senza problemi, i miei sensi sono più sviluppati di quelli di un semplice umano, ma non mi trasformo completamente, mi devo accontentare solo delle zanne e deli artigli e.. - fece una pausa. Aveva gli occhi lucidi e non sapeva neanche il perché. Cercò di trovare la forza per andare avanti, ormai doveva dire tutto.
- .. e le mie ferite non guariscono. Se mi rompo un braccio mi devono operare. Se mi graffio mi rimane il segno. Se una pallottola mi perfora il petto muoio. Soddisfatto ora?
Le sue parole erano piene di rabbia, non verso Derek, ma verso se stessa, perché era quello che la rendeva debole davanti agli occhi degli altri licantropi.
Il moro capì perché non aveva voluto combattere contro di lui, sarebbe potuta finire male.
- Chi ti ha trasformata? -
- Il mio ex. - rispose lei con uno sguardo malinconico.
Probabilmente Derek stava pensando al possibile arrivo di un nuovo Alpha, o forse voleva solo sapere di più su quella ragazza.
- Non ti preoccupare, è morto.. - disse Elena come se gli avesse letto nel pensiero.
Improvvisamente si ricordò che Scott la stava aspettando fuori, e si affrettò ad abbandonare il rifugio. Derek rimase lì, ripensando a quegli occhi azzurri che difficilmente avrebbero liberato la sua mente.
Scosse il capo, non poteva capitare a lui, non ancora.




L'angolo dell'autrice..
Ed ecco anche il terzo capitolo! Spero che vi piaccia! Se avete voglia di lasciare un vostro parere ne sarei veramente felice! :)
p.s. Mi ero dimenticata di dirvi che Boyd non c'è, anche se credo che l'abbiate immaginato, per il semplice motivo che come personaggio mi ispira poco >.<

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Capitolo 4
*** C'è qualcos'altro che dovrei sapere? ***


Passarono i giorni. Derek disse tutto quello che aveva scoperto su Elena ad Isaac e ad Erica, che ben presto lo dissero a Scott, e quindi anche a Stiles. In qualche modo poi lo vennero a sapere anche Allison e Jackson.
Nonostante ciò, c'era ancora una nube di mistero che avvolgeva l'arrivo della nuova ragazza. L'Alpha dubitava che gli avesse rivelato tutto, ricordandosi di quello che era successo al rifugio.
In quei pochi giorni, Elena trovò in Stiles l'amico che non aveva mai avuto. Scott era troppo impeganto con Allison e gli altri licantropi, e i due finirono con il passare insieme la maggior parte del tempo. Lui l'aggiornava sulle sue ricerche. Le aveva raccontato di come Derek avesse morso Erica ed Isaac, di Peter, che era fuori città chissà per quale motivo, dei suoi sentimenti per Lydia, che però stava con Jackson, ex-kanima, e della relazione del miglior amico con la cacciatrice.
A quelle parole Elena lo fermò.
- Allison è una cacciatrice?
- Beh, tecnicamente si ma..
- E cosa stavate aspettando a dirmelo?!
- N-non lo so.. - balbettò Stiles - ma è la sua famiglia quella che caccia, lei è come se fosse una del branco, diciamo.. insomma, è innamorata di un licantropo! Se ti devi preoccupare di qualcuno, beh, quello è suo padre.. anche se ultimamente le cose sembrano andare piuttosto bene.
Elena elaborò ciò che le era stato appena detto. Non aveva avuto ancora la possibilità di incontrare Chris, e forse era giunto il momento.
- Qualcos'altro che dovrei sapere? - disse mentre prendeva la borsa.
- No.. ah, sì.. il veterinario.. sembra che sappia molto su licantropi e cose del genere..
Elena sorrise. Il Dottor Deaton non era proprio cambiato.
Ringraziò Stiles, e si avviò verso la macchina che alcuni lontani parenti le avevano comprato. Nera, sportiva, veloce e bellissima.
Prima di mettere in moto telefonò ad Allison.
- Ciao! Senti, sono Elena. Ti andrebbe se ci vedessimo per ripassare chimica dato che domani c'è la verifica? Sì? Perfetto, arrivo subito.

- Ciao! Mio padre è uscito un attimo, quindi abbiamo tutta la casa libera. - le disse Allison facendola entrare.
Iniziarono a studiare alle sei del pomeriggio. Continuarono per due ore, nel frattempo Chris era arrivato a casa, ignaro della presenza di Elena.
Allison guardò l'orologio, e invitò l'amica a rimanere per cena. Lei ovviamente accettò.
Scesero per recarsi in cucina, sorprendendo il padre.
- Non sapevo che avessimo ospiti..
- Sì, scusa papà, lei è Elena, è appena arrivata in città..
Chris si rivelò estremamente gentile, felice che sua figlia avesse una nuova amica. Evidentemente Allison non aveva ancora detto niente al padre.
Passarono una piacevole serata, parlando del più e del meno.
Elena si incamminò verso casa un po' perplessa.. quello era veramente un cacciatore?! Scosse la testa incredula.
Doveva chiarirsi le idee, e pensò di far visita alla clinica veterinaria. Anche se c'era un cartello con scritto 'CHIUSO' in caratteri cubitali, le luci erano accese, e decise di entrare.
Il Dottor Deaton la salutò con un gran sorriso, che si mutò velocemente in un abbraccio caloroso.
- Mi avevano detto che eri arrivata. - lei gli sorrise. Era felice di rivederlo.
- Scott lavora qui, vero? - l'uomo annuì.
Elena si ricordava quando era lei la sua apprendista. Grazie a lui aveva imparato tanto, e le aveva salvato la vita più di una volta.
Lasciò la clinica tra mille pensieri. Quella giornata le aveva rivelato tanto, ma ora l'unica cosa che la preoccupava era ritornare a casa ad una ora decente per non far preoccupare Melissa.

Il giorno dopo non avevano scuola, era domenica. Uscì di casa dicendo che sarebbe rimasta fuori anche per pranzo. Si recò ad una palestra chiusa, ma trovò comunque il modo di entrare utilizzando una finestra che era rimasta aperta.
Doveva sfogarsi con qualcosa, quindi iniziò con il sacco. La rabbia repressa diede vita a potenti pugni. Era l'unico modo per distrarsi da quello che era il suo mondo e che i comuni esseri umani ignoravano.
Ad un certo punto qualcuno bloccò il sacco. Era Derek.
- Continua. - le disse, incitandola con lo guardo.
- Che ci fa qui? - gli chiese riprendendo a tirare.
Per un attimo Derek si pentì di averla seguita, ma sapeva che c'era ancora qualcosa che quella ragazza gli nascondeva.
- Perché sei venuta qui?
Elena lo guardò. Indossava un paio di jeans rigorosamente scuri, una canottiera grigia e sopra la giacca di pelle. Era dannatamente sexy, come sempre.
Per quanto le fosse possibile cercò di mantenere uno stato calmo e tranquillo, recuperò la borsa che giaceva ai suoi piedi e si allontanò.
Derek la raggiunse con un salto, le afferrò le spalle e la spinse contro il muro. Ultimamente era successo troppo spesso di trovarsi in quella situazione, con le spalle al muro, pensò Elena.
Gli occhi dell'Alpha erano diventati rossi, mentre quelli di lei erano ancora di un azzurro intenso.
- Non mi fai paura.
- Dovresti averne. - le rispose il moro.

- Non ti conviene sfidarmi.
- Devo ricordarti che sei tu quella a cui non guariscono le ferite?
Odiava sentirselo dire, odiava sentirsi debole.
Guardò Derek rassegnata, in fondo aveva ragione, portò una mano sull'addome di lui. Riusciva a percepire i muscoli scolpiti sotto la stoffa della canottiera. Gli diede una spinta in modo da poter passare. Lui si girò e le bloccò un braccio.
- Voglio veramente sapere. - i suoi occhi verdi erano sinceri, ma lo era ancora di più il suo battito.
Si sedettero su dei gradini, e lei iniziò a parlare.






L'angolo dell'autrice..
Alla fine sono riuscita a scrivere anche questo quarto capitolo! Spero che vi sia piaciuto!
Volevo ringraziare tutti quelli che leggono la storia, che l'hanno messa tra le seguite, ricordate o preferite.. e ovviamente chi ha recensito! ^_^

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Capitolo 5
*** Dire tutto è bene, ma nascondere qualcosa è meglio.. ***


Elena era seduta con la testa poggiata al muro, mentre a qualche metro di distanza c'era Derek. Aveva deciso di dirgli tutto. Aveva deciso di fidarsi, anche se conosceva quel ragazzo solo da pochi giorni, ma sentiva che non l'avrebbe tradita, che quei segreti del passato sarebbero rimasti tali.
Respirò profondamente, poi iniziò a parlare.
- Il mio fidanzato faceva parte di una famiglia di cacciatori, col passare del tempo mi disse tutto, e mi insegnò ad usare archi, pistole e cose varie..
Poi, un giorno, venne morso da un Alpha. Suo padre non sapeva cosa fare. Nei primi tempi fece finta di nulla. Durante una luna piena, Jake, così si chiamava, mi morse, e sinceramente non so come fece a non ammazzarmi. Decidemmo di non dire nulla ai suoi, ma evidentemente non bastò. Suo padre lo uccise nel bosco, io ero nascosta dietro un albero. Decisi di andarmene da quella città maledetta, e mi trasferì da alcuni parenti. E' passato quasi un anno da quel giorno..
Derek l'ascoltava in silenzio. Quella confessione gli aveva riportato alla mente il suo passato, quello che era successo.. i suoi occhi diventarono rossi, ed Elena se ne accorse subito.
- Tutto bene? - gli chiese. Lui annuì.
- E perché poi hai deciso di venire qui? - le domandò, cercando di non pensare alla sua casa che andava in fiamme.
- Sapevo che qui lavorava il Dottor Deaton, e di norma dove c'è lui c'è sempre qualcosa - anche se avrebbe voluto dire qualcuno - di interessante.. - gli rispose rivolgendogli un sorriso divertito.
Forse avrebbe potuto dirgli altro, ma per il momento le sembrò abbastanza. Prese la borsa e s'incamminò verso la finestra che aveva usato per entrare, seguita da Derek.
- Ci si vede in giro - gli disse Elena, poi entrò in macchina e partì.
Si sentiva sollevata dopo avergli detto tutto. Per quello che aveva sentito non era la persona più raccomandabile del mondo, e la sua parte umana emergeva raramente, ma non le importava, ne era troppo affascinata per non sognarlo durante la notte, per non pensarlo durante le spiegazioni di chimica.. anche se la cosa stava seriamente inizando a preoccuparla.

Il giorno dopo, all'uscita da scuola Elena fermò Scott per un braccio.
- Mi vuoi spiegare che cavolo ti sta succedendo?! Ti sei comportato in modo strano per tutto il giorno!
- Sì, scusa, è che Peter è ritornato in città, e non so cosa abbia in mente..
- Non credi che sia passata la fase in cui avrebbe fatto qualsiasi cosa per averti nel branco? - il ragazzo annuì - ecco, quindi calmati.. anzi, sai cosa faremo? Andremo a trovarlo. In questo modo io lo potrò conoscere, e tu potrai fargli tutte le domande che vuoi, ok? - Scott annuì di nuovo. Era troppo facile convincerlo a fare qualcosa, pensò soddisfatta.

Si diressero verso casa Hale, per il momento non c'era pericolo di un improvviso attacco dei caccatori, quindi Derek aveva deciso che sarebbero potuti stare lì.
Quando arrivarono trovarono zio e nipote che parlavano, mentre Isaac ed Erica stavano in religioso silenzio, cercando di sentire quello che dicevano. In pochi secondi tutti gli sguardi si puntarono su Scott e la cugina.
Fu Peter il primo ad avvicinarsi.
- Tu devi essere Elena.
- La mia leggenda mi precede. - gli rispose con tono ironico.
- Stavamo iniziando ad allenarci.. volete unirvi a noi?
- Certo. - rispose la ragazza, sependo bene che all'uomo interressava  poco Scott, almeno per il momento, e che voleva solo rendersi conto di quello che era in grado di fare. Per l'ennesima volta doveva dimostrare quanto valeva. Si ritrovò a  combattere contro Peter. Era lui che aveva formato le coppie, Isaac ed Erica e Scott con Derek, anche se il nipote, nonché Alpha del branco, non era molto d'accordo, ma aveva preferito non mettere in scena una discussione con lo zio. Perciò era stato zitto, anche se la sua espressione aveva fatto intendere che ne avrebbero discusso dopo.
L'ex-Alpha rimase sorpreso dall'agilità della ragazza. Riusciva a schivare i suoi colpi, seguiva i suoi movimenti con estrema attenzione, e alla fine, nonostante la maggior esperienza di lui, nessuno dei due ebbe la meglio sull'altro. Elena aveva il fiatone, ma rivolse a Peter un grande sorriso che voleva dire tanto. Era soddisftta di se stessa. Non aveva ceduto, ed era riuscita a mettere in difficoltà uno come lui. Nonostante quello fosse solo un semplice allenamento, Peter capì che la ragazza era nettamente superiore di livello ad Isaac, Erica e Scott.. sarebbe stato interessante vedere come si sarebbero sviluppate le cose da lì a poco, pensò.
Lei non riusciva a capire perché il cugino si preoccupasse così tanto di Peter. Sapeva cosa era successo, ma quello che aveva davanti era un uomo dall'aspetto distinto e dai modi eleganti, anche se a volta un po' inquietanti. Si vedeva che era nato per essere un leader, e forse anche l'età era dalla sua parte, dato che in pratica viveva in mezzo a un branco di ragazzini.

Quella notte Elena non riuscì a prendere sonno. Decise di andare a fare una passeggiata nel bosco, apparentemente più sicuro se confrontato con le strade deserte di Beacon Hills alle due di notte. Per tutto il tragitto le parve di essere seguita da qualcuno, ma ogni volta che si voltava non c'era nessuno. Quando ormai stava vagando da più di un ora, sentì un rumore. Cercò di fare più silenzio possibile, sapeva di non essere sola.







L'angolo dell'autrice..
E anche questa è fatta! Sono consapevole che non succeda quasi nulla, ma ho usato questo capitolo come introduzione per quello dopo.. scusatemi!
Spero che vi sia piaciuto comunque, e sarei veramente felice se lasciaste una recensione per dirmi cosa ne pensate.. ^_^

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Capitolo 6
*** Forse essere feriti ha i suoi vantaggi.. ***


Cercò di non perdere la concentrazione, e per pochissimo riuscì a deviare una freccia. Ci dovevano essere dei cacciatori, anche se le sembrava strano. Per quello che aveva capito Chris era più il tipo da pistole e fucili, mentre Allison non l'avrebbe mai fatto.
Si guardò intorno, quando finalmente scorse tra gli alberi una figura femminile che si stava dirigendo verso di lei. Gli occhi di Elena si iniettarono di rosso, le spuntarono i canini e gli artigli. Era pronta a combattere, non aveva paura.
La donna non aspettò molto, e le scagliò contro un'altra freccia, che venne però respinta. Elena avvertì un rumore nelle vicinanze, e per una frazione di secondo abbassò la guardia. Bastò per sentirsi ardere le carni, lacerate da una freccia. La cacciatrice aveva approfittato di quel momento per mirare al fianco. Si accasciò per terra contro un albero, cercando con tutte le sue forze di non gridare dal dolore, mentre le lascrime le rigavano il volto. La donna si stava avvicinando con l'arco teso, pronto a scoccare, quando Elena sentì improvvisamente una presenza dietro di lei, era Derek. Il licantropo ringhiò contro la cacciatrice, che si fermò. Si abbassò poi per accertarsi delle condizioni della ragazza, senza perdere di vista la donna armata. Aveva entrambe le mani ricoperte di sangue, che cercavano invano di bloccare l'emorragia.
Ad un certo punto entrambi avvertirono un rumore. Era Chris. Si fermò accanto alla cacciatrice, e dopo aver visto in che condizioni era Elena, tirò la donna per una spalla urlandole contro.
- Ma che diavolo ti è preso! Sei impazzita?
- E' come loro!
- Ma è solo una ragazza! Abbiamo un codice!
- E infatti lo sto rispettando! - l'uomo la guardò senza capire.
Le forze stavano abbandonando Elena, quando i suoi occhi incontrarono quelli verdi del licantropo. Avrebbe voluto baciarlo, le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza, ma lei gli prese il volto con una mano, lasciando che le loro pelli si accarezzassero, fino a che non raggiunse l'orecchio di lui.
- Portami via.. - gli sussurò.
Derek posò lo sguardo sulla ferita di lei, doveva essere profonda, perché non smetteva di sanguinare. La prese in braccio, lanciando ai due cacciatori un'occhiata che sembrava più una minaccia.

Arrivarono alla clinica che ormai era sempre aperta, almeno per loro.
- Che cosa è successo?! - chiese allarmato il Dottor Deaton, mentre indicava a Derek di appoggiare il corpo di Elena sul lettino.
- Una cacciatrice, è nuova, non l'ho mai vista prima. - rispose il licantropo.
Elena aveva ormai perso i sensi, ma Deaton l'anestetizzò comunque. Il sangue continuava a scorrere, e non sembrava aver intenzione di fermarsi.
- Derek, presto, premi qui. - gli disse indicando la ferita ricoperta da garze.
Il moro fece subito quello che gli aveva detto senza pensarci un attimo. Si sentiva colpevole di non essere arrivato prima, di non aver potuto fare niente.
Passò tutta la notte nell'ambulatorio, senza mai distaccare lo sguardo da Elena.
Era ormai tarda mattinata quando riprese conoscenza. Cercò di mettersi a sedere, ma il dolore lancinante glielo impediva. Sospirò, poi ritentò di nuovo. Derek andò verso di lei, pronto ad aiutarla.
- Non ti preoccupare, faccio da sola.. - gli disse, fermandolo con un gesto della mano.
Tentò di scendere dal lettino, ma una fitta al fianco la fece scivolare, salvo poi trovare il sostengno di lui.
- Grazie. - gli sussurò, cercando di non barcollare. Il licantropo la stava ancora arreggendo, quando arrivò il Dottor Deaton.
- Vedo che stai meglio.. - disse sollevato - .. ma credo che dovresti stare un paio di giorni a riposo, altrimenti la ferita rischia di non rimarginarsi.
Lei lo fulminò con lo guardo.
L'uomo capì subito, e si corresse: - Almeno dovresti cercare di camminare il meno possibile. - disse facendo segno a Derek di prenderla in braccio. Il licantropo non era molto convinto, e dopo aver alzato gli occhi al cielo, fece per prenderla, ma lei si spostò subito.
- Ma siete impazziti? Io non ho bisogno né di riposo né di altro. Abbiamo un problema ben più grande da affrontare, quella figlia di.. - non riuscì a finire la frase che un'altra fitta la fece gridare dal dolore.
- Ha un paio di stampelle? - chiese rassegnata al dottore.
- No, ma sono sicuro che Derek sarà più che felice di accompagnarti a comprarle. - rispose guardando il lupo.

Uscì dalla clinica con la ragazza in braccio.
- E non pensare che mi faccia piacere.
- Sicuro? - gli domandò mentre abbracciava il collo di lui.
Forse essere feriti aveva i suoi vantaggi, pensò con il suo solito sorriso in volto.




L'angolo dell'autrice..
Prima di tutto ringrazio quelli che leggono la storia, che l'hanno messa tra le preferite, seguite o ricordate.. e ovviamente grazie mille a chi ha recensito e a chi lo farà, perché mi fa davvero piacere sapere cosa ne pensate della storia..
Spero che questo capitolo vi piaccia ;)

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Capitolo 7
*** Guai in vista ***


Chiese a Derek di portarla a scuola, forse gli altri erano ancora lì.
Appena arrivarono Scott corse incontro alla Camaro nera.
- Ma che fine avevi fatto?! E che ci fai con Derek?!?
Elena sospirò. Si immaginava la reazione del cugino, come biasimarlo.
- Ti spiego tutto dopo, non ti preoccupare. - disse, mentre cercava di scendere dall'auto. Derek fece prima di lei, e un po' seccato, o forse era solo quello che voleva far vedere, le passò le stampelle.
Intanto gli altri si avvicinarono incuriositi.
Elena li guardò un po' stranita, perché non erano ancora andati a casa?
- Perché siete tutti qui? - domandò.
- Il padre di Allison doveva venirla a prendere, ma è in ritardo. - si affrettò a rispondere Scott.
Dopo pochi minuti ecco arrivare un'enorme jeep nera. Era Chris, ma non era solo.
Scese dalla macchina seguito da una donna dai capelli neri, lisci, e dal fisico snello.. con l'immancabile giacca in pelle.
Derek ed Elena si guardarono increduli, per poi riportare la loro attenzione sui due cacciatori.
La donna le lanciò uno sguardo di sfida, insieme ad un sorriso strafottente. Elena non ce la fece più. Scaraventò le stampelle chissà dove e s'incamminò spedita verso la mora. Fortunatamente non erano molto lontane, e la mezza licantropa fece affidamento a tutti i suoi poteri sovrannaturali per ignorare il dolore. Le si piazzò davanti e le tirò un gancio destro con tutta la potenza che aveva in corpo. La cacciatrice cadde a terra, portandosi una mano sul volto. Evidentemente non si aspettava una reazione del genere.
- Stronza - sussurò.
- Ah, sarei io la stronza?! - urlò Elena mentre cercava di darle un calcio, ma venne prontamente fermata e allontanata da Isaac e Scott.
La guardava con gli occhi infuocati, mentre cercava di far ritornare il cuore ad un battito regolare. Si liberò dai due ragazzi che ancora la tenevano, prese le stampelle che Stiles aveva recuperato e s'incamminò verso la Camaro nera.
La cacciatrice intanto si era alzata, andando via con Chris ed Allison, che fece per chiedere qualcosa al padre che però l'ammutolì con un gesto della mano.
Derek era ancora accanto alla sua auto, e mentre stava per risalire e mettere in moto, sentì un 'Grazie' sussurato, come se avesse paura di essere udito, ma era sincero. Si fermò per pochi secondi, per poi entrare in macchina e partire. Elena non si aspettava certo una risposta dal licantropo, ma glielo doveva, dopo tutto era grazie a lui se era ancora viva.
Isaac le si avvicinò, seguito dagli altri.
- Tutto bene? -
- Si, ma ora abbiamo un problema.. è per colpa di quella là se devo andare in giro con questi affari.. - disse con tono pacato ma pieno di rabbia.
Sospirò. Doveva calmarsi, lo sapeva, o la situazione sarebbe potuta degenerare.
Dopo poco tutti tornarono a casa, e Stiles accompagnò Scott ed Elena a casa. Ovviamente non riuscì a trattenersi. Tempestò per tutto il tragitto la ragazza di domande. Perché era con Derek, chi era quella donna, cosa ci faceva nel bosco a quell'ora.. Lei gli rispose tranquillamente, se lo aspettava da Stiles, lui era fatto così. Prendere o lasciare, ma lo adorava anche per questo.
Passò la notte senza chiudere occhio. La ferita non la lasciava dormire, e poi c'erano quegli occhi verdi che non riusciva a togliersi dalla mente.
Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri. Doveva occuparsi di quella cacciatrice, non poteva aspettare, o sarebbe stato troppo tardi.
Kara era, ovviamente, ospite degli Argent. Elena mandò a quel paese la ferita, e si introfulò nella casa in piena notte. Aveva subito trovato la camera della cacciatrice. Le si avvicinò, e con una mano le tappò la bocca. La donna si svegliò agitata, afferrando la mano.
- Sta zitta, o potrei ucciderti anche qui, ma non conviene a nessuna delle due. - disse Elena con una freddezza che contrastava con il suo carattere solare. - Ascoltami attentamente, perché non ho intenzione di ripeterlo due volte. Domani mattina prendi tutte le tue cose e scompari da questa città. Dì pure a Chris quello che vuoi, anche che sono stata io a minacciarti, non mi interessa, ma vattene. Hai capito?
La donne rimase immobile. - Sai che non avrei problemi a squarciarti la gola, vero? - aggiunse Elena mentre i suoi occhi si coloravono di un rosso vivo.
La cacciatrice la stava sfidando con lo sguardo, un'altra volta.
Elena sorrise. Non pensava che sarebbe dovuta arrivare a tanto.
- Come si chiama? Dan? E quanti anni ha.. 23? Se solo sapesse che cosa fa sua madre.. potrei fargli visita uno di questi giorni..
Improvvisamente gli occhi della donna si spalancarono, chiedendo pietà per il figlio.
- Non mi costringerai a farlo.. vero? - la donna negò con la testa. - Ecco brava, domani, quando uscirò di casa per andare a scuola non ti voglio più vedere.
Detto questo se ne andò da dove era entrata, ossia dalla finestra. Quandò tornò a casa si tastò la ferita, aveva ripreso a sanguinare. - Dannazione. - Si medicò come le aveva detto di fare il Dottor Deaton, poi si riaddormentò, sapendo che quelle minacce non sarebbero bastate.
La mattina dopo andò a scuola insieme a Scott con la sua macchina. Passò davanti a casa degli Argent. Sembrava tutto tranquillo, ma sapeva che Kara ne avrebbe discusso con Chris.
Quando arrivarono trovarono subito Isaac ed Erica.
- Che fine hanno fatto le stampelle? - chiese lui.
- Le ho riportate al negozio, mi avevano stancata. - rispose senza perdere il suo sorriso che il licantropo amava tanto. Isaac poteva avere anche l'aspetto da bullo, specialmente con quella giacca in pelle che però gli stava benissimo, ma in fondo era un ragazzo dolce.
Incontrarono poi Stiles in corridoio che parlava con Lydia, forse perché Jackson non era nelle vicinanze, rise fra sé Elena.
Allison arrivò dopo, prendendo sotto braccio il fidanzato e portandoselo chissà dove.
Quando finalmente finirono le lezioni, uscirono da scuola, e si sorpresero di trovare Derek con la sua Camaro ad aspettarli.
- Che cosa ci fai qui? - chiese Scott, temendo che fosse successo qualcosa.
- Entra. - si limitò a dire, riferendosi però ad Elena.
- Non posso, devo riaccompagnare Scott a..
- Entra. - ripetè il licantropo, questa volta facendo intendere che non era una richiesta, ma un ordine.
Elena sospirò, alzando gli occhi al cielo. Non le piaceva essere trattata in quel modo. - Tieni, e vedi di riportarla a casa sana e salva. - disse poi, dando le chiavi dell'auto al cugino.

In macchina era caduto il silenzio più assoluto. Ormai erano dieci minuti che nessuno apriva bocca.
- Allora, a cosa dobbiamo questo rapimento? - chiese alla fine Elena, guardando il licantropo.
Dovette attendere qualche secondo prima di ricevere una risposta.
- Che cosa ci facevi dagli Argent in piena notte? - domandò lui freddamente.
- E tu come cavolo fai a saperlo?! - poi capì - Tu.. tu mi stavi seguendo!! - disse come se l'avesse tradita in qualche modo.
- Non hai risposto alla mia domanda.
- Niente..
Derek frenò bruscamente.
- Ma sei impazzito?
- Senti, se ti metti in qualche guaio con i cacciatori, poi è anche un problema mio! - sbottò lui.
- E perché mai? Io non faccio parte del tuo branco!
- Sì, ma ci sei legata comunque, e qualunque cosa succeda ci andremo di mezzo anche noi. Non puoi agire pensando solo a te stessa.. lo capisci?!
Derek era realmente preoccupato, aveva già abbastanza problemi.
Elena sospirò, in fondo aveva ragione.
- Beh.. diciamo che la scorsa notte avrei potuto evitare di minacciare quella cacciatrice.. - disse lei, sentendosi terribilmente in colpa.
Il licantropo chiuse gli occhi. Non ci poteva credere.
Elena si sentiva a disagio, non sapeva cosa dire. Ad un certo punto aprì lo sportello della macchina e se ne andò. Derek rimise in moto, affiancandosi a lei.
- Dai, sali.
- Lasciami stare, vado a casa a piedi. - rispose seccata lei. Il licantropo strinse il volante con forza, premette sull'accelleratore e sfrecciò via.
Elena aveva bisogno di pensare, forse aveva fatto veramente una cavolata minacciando la cacciatrice. Mentre escogitava un modo per rimediare, sentì il rumore di un auto rallentare dietro di lei.
- Vattene Derek.. - disse voltandosi, ma si sorprese quando non vide la Camaro nera, bensì un'enorme jeep con i fari puntati su di lei.







L'angolo dell'autrice..
Spero che questo capitolo vi piaccia, perché ho parecchi dubbi al riguardo, dato che alla fine le cose sono andate diversamente da come le avevo pensate..
Come sempre ringrazio tantissimo chi legge la storia, chi l'ha messa tra le preferite, seguite o ricordate.. e ovviamente grazie mille a chi commenta!! :)

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Capitolo 8
*** Fuori controllo ***


Non si meravigliò più di tanto quando vide Kara scendere dalla jeep.
Senza dire niente la cacciatrice tirò fuori una pistola, e gliela puntò addosso.
Elena sentì tutta la rabbia e il disprezzo che provava per quella donna avere il sopravvento. Gli occhi divennero rossi, e a quel punto lasciò che l'animale che era in lei facesse il resto. Prima che Kara potesse fare qualcosa, Elena le si era scaraventata contro. Aveva gettato la pistola a terra, e prendendo la donna da dietro, le spezzò il collo con estrema facilità, forse troppa per essere la prima volta.
Il corpo della cacciatrice cadde a terra senza vita. Elena le si avvicinò e le morse la gola. In questo modo la polizia avrebbe pensato ad un attacco di un animale.
Abbandonò il cadavere, ed iniziò a camminare lungo la strada. Le ci volle qualche minuto per rendersi conto di quello che aveva appena fatto. Aveva la bocca sporca di sangue e le lascrime iniziarono a rigarle il viso. Aveva ceduto. Aveva lasciato che la bestia che era dentro di lei, e che era riuscita a nascondere per tutto questo tempo, venisse fuori. Aveva lavorato tanto su quell'aspetto, Jake le aveva insegnato tutto, le aveva insegnato a controllarsi, ma ora qualcosa si era rotto, aveva fatto sì che le emozioni avessero la meglio su di lei.
Instintivamente di era diretta a casa Hale, forse perché non aveva nessuna voglia di raccontare a Scott quello che era successo, sapendo la reazione che avrebbe potuto avere il cugino.
Trovò Peter sul portico. Non dovette dire niente che il licantropo capì.
- Dov'è?
- A qualche kilometro da qui, sul ciglio della strada, accando ad una jeep.. - rispose Elena.
Era sicura che Derek gli avesse raccontato della notte in cui avevano incontrato per la prima volta la cacciatrice.
- Non ti preoccupare, ci penso io. - le disse, e scomparve nel bosco.

Si sedette sugli scalini della casa, senza sapere cosa stava aspettando. Poi ecco che sentì un odore familiare. Non ebbe bisogno di girarsi per capire che Derek si trovava dietro di lei.
Si sedette accanto ad Elena, sospirò, e poi le chiese che cosa fosse successo, nonstante avesse già una vaga idea.
Elena lo guardò negli occhi, sperando che potesse leggerci dentro, come era successo con Peter, non aveva voglia di parlare.
Quando Derek vide il sangue che le sporcava il volto non ebbe più dubbi.
 - Come stai? - fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Lei lo guardò con gli occhi pieni di lascrime, respirò profondamente.
- Non ce l'ho fatta Derek, c'ho provato, davvero, ma non ce l'ho fatta. Non voglio essere così, non voglio essere un mostro. Devi aiutarmi, devi aiutarmi a controllarmi, non posso permettermi di scattare alla prima provocazione. Non posso.
Era disperata, si era resa conto che non poteva più andare avanti così, avrebbe finito col far male a qualcun'altro, non poteva rischiare.
Restarono in silenzio per qualche minuto, poi Derek di alzò. - Ok, ti aiuterò. Passo a prenderti domani a scuola. - disse senza guardarla, con un tono freddo che non lasciava trasparire la minima emozione.
 Elena si asciugò il viso, ed annuì.  Fece per avviarsi verso casa, ma il licantropo la fermò.
- Dai, vieni, ti do un passaggio.
Il viaggio in macchina fu dominato dal silenzio, e la prima cosa che Elena fece appena entrò in casa fu cercare Scott, ma evidentemente era con Allison, perché non lo trovò da nessuna parte. Salì in camera, e si meravigliò quando vide Isaac al centro della stanza.
Peter gli aveva detto tutto, lo si leggeva nei suoi occhi.
I due si andarono incontro, fino a quando Elena non cinse i fianchi del ragazzo con le braccia. Era quello di cui aveva bisogno. Isaac l'abbracciò a sua volta, cercando di tranquillizzarla.
Si sedettero sul letto, e iniziarono a parlare. Più che altro era lei che aveva bisogno di sfogarsi, aveva bisogno di qualcuno che l'ascoltasse.
- Sai cos'è che mi fa più paura? Che quando l'ho uccisa ho provato uno piacevole senso di soddisfazione, ero fiera di me. - lo disse con lo sguardo perso nel buio, poi lo riportò sugli occhi chiari del ragazzo.
- Grazie. - gli disse con un sorriso appena accennato ma sincero.

Come promesso Derek si fece trovare fuori dalla scuola con la sua Camaro. Elena salutò gli altri e salì in macchina. Avevano deciso che si sarebbero allenati al rifugio, lontani da occhi indiscreti. Durante la settimana l'Alpha doveva occuparsi anche di Erica ed Isaac, quindi decisero che si sarebbero visti più o meno due volte ogni sette giorni.
- Devi trovare un'ancora, qualcosa a cui attaccarti. Un ricordo, una persona, un sentimento..
- Qual'è la tua àncora?
- La rabbia.
Elena non fu sorpresa da quella risposta, in fondo si trattava sempre di Derek.
Ogni volta che entravano nel cuore del combattimento, o che il licantropo sembrava avere la meglio, gli occhi di lei si accendevano di un rosso intenso, e ogni volta che succedeva il moro si fermava.
- Devi controllarti, devi tenere sotto controllo le tue emozioni. Pensa con la testa. - le diceva lui tutte le volte. - Ancora. - e continuavano a combattere.
Derek la doveva sempre riportare a casa, dato che andava anche a prenderla. Ormai aveva imparato a conoscere quella ragazza, era fiero dei suoi progressi, e a forza di allenarsi insieme, si era creata una certa intesa. Tra loro c'era chimica, non si poteva negare.

Nei primi tempi fu Scott quello che reagì peggio quando seppe che sua cugina aveva ucciso una cacciatrice, e che era quindi un'assassina. All'inizio non riusciva neanche a guardarla negli occhi. Poi se ne fece una ragione, in fondo era nella sua natura, non poteva farci niente, o quasi.
Stiles, invece, quando lo venne a sepere non ci poteva credere. Non riusciva a smettere di balbettere, gesticolando con movimenti ampi delle braccia, come sempre. Ma non appena incrociò gli occhi di Elena non potè far altro che perdonarla, d'altronde era un suo amico, e per lei ci sarebbe sempre stato.
Jackson non disse nulla, anche perché era il 'killer' del gruppo, per via di tutte le vittime che aveva mietuto quando era un kanima.
Allison cercò di starle accanto, non la giudicava, stessa cosa valeva per Isaac ed Erica.
Lydia riuscì solo a dire un 'Ah..', senza tornare più sull'argomento.

Gli allenamenti con Derek procedevano bene, ora si controllava molto meglio, le sembrò di essere tornata in dietro nel tempo, quando niente e nessuno riusciva a metterla in crisi, quando se ne fregava del resto, rimanendo sempre lucida.
Ogni tanto Elena portava qualcosa da mangiare tra una sessione di allenamenti e l'altra.
La prima volta che lo fece, stava per addentare il suo panino, quando sollevò lo sguardo, trovandosi Derek a qualche metro di distanza con le braccia incrociate sul petto e con le sopracciglia alzate, come se si aspettasse che c'è ne fosse uno anche per lui. Da quel giorno portò qualcosa sia per lei che per il licantropo.
 Non passò molto, forse un mese o più, quando entrambi persero il controllo.
Sembrava un allenamento normale, tra un pugno e l'altro Elena lanciava al licantropo delle occhiate divertite, ormai se la cavava bene. Poi, senza riuscirselo a spiegare, dopo una serie di movimenti, si trovò con le spalle al muro, e Derek a pochissimi centimetri da lei. Era già capitato altre volte di trovarsi in quella situazione, quando il moro la scaraventava a terra, ritrovandosi sopra di lei. Ogni volta si guardavano per una manciata di secondi negli occhi, per poi rialzarsi e tornare a combattere, come se niente fosse. Ma sapevano che in quegli sguardi c'era pura passione.
Ad un certo punto Elena si ricordò di quello che era successo la prima volta che si scontrò con Derek. Il respiro caldo di lui sulla sua pelle, la canottiera bianca che sfregava contro la sua maglietta, gli occhi che non potevano smettere di fissarsi, esattamente come ora, pensò.
Le mani del moro le sfioravano i jeans, e lei sapeva che non sarebbe stato lui a fare la prima mossa. Stava ardendo dal desiderio di baciarlo, ma aveva paura di potersene pentire. Forse sarebbe dovuta andare via, facendo finta di niente, invece prese il volto del licantropo tra le mani, e azzerò la distanza che separava le loro labbra. Si abbandonarono ad un bacio appassionato, quasi violento. Derek la sollevò da terra, permettendo ad Elena di cingergli i fianchi con le gambe. Lei con una mano gli stringeva i capelli, mentre con l'altra gli abbracciava il collo. Il licantropo invece teneva con entrambe le mani i fianchi della ragazza.
Le loro lingue si cercavano affamate, da troppo tempo aspettavano quel momento, forse senza neanche saperlo.
Ad un certo punto entrambi avvertirono un rumore, fu solo per quello che si staccarono. Elena tornò con i piedi per terra, mentre Derek si avvicinò alla porta. Quando l'aprì vide Erica ed Isaac. Si era dimenticato di aver convocato un allenamento extra.
I due guardarono incuriositi Elena, che si passò una mano tra i capelli imbarazzata, recuperò la borsa e si avviò verso l'uscita. - Ci vediamo a scuola. - disse prima di andarsene.
Si fermò quasi subito. Dove credeva di andare senza auto? Era indecisa se rientrare e chiedere un passagio a Derek, o chiamare Scott per farsi venire a prendere. Si incamminò, mentre chiamava Stiles.
Tornata a casa, dopo essersi assorbita la parlantina dell'amico, ripensò a quello che era successo. Aveva veramente baciato Derek Hale?! Ed era stata anche ricambiata?!
Ora si chiedeva solo come avrebbe reagito il licantropo. Sarebbe stato tutto come prima, o avrebbero dovuto interrompere gli allenamenti? Forse non le avrebbe neanche più rivolto la parola..

Il sonno sembrava aver avuto la meglio su di lei, quando si svegliò improvvisamente. Il cuore le batteva a mille, e le gocce di sudore le bagnavano la fronte. Aveva sognato di trovare i corpi senza vita di tutti i suoi amici, da Stiles ad Isaac, da Allison a Scott, e un uomo vestito in nero che si allontanava con un pugnale sporco di sangue.
Solo allora realizzò che non c'era stata ancora nessuna conseguenza per l'omicidio di Kara. Non ci aveva mai pensato, non fino a quel momento. Era talmente presa da Derek che si era dimenticata che nessuno era venuto a cercarla per vendicare la cacciatrice. Era strano, troppo strano.









L'angolo dell'autrice..
Beh, dovevate aspettarvi una cosa del genere, ormai era nell'aria ;)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, mi farebbe tanto piacere leggere una vostra opinione!
Buon week-end a tutti ^_^

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Capitolo 9
*** Un colpo dritto al cuore ***


Elena decise che non avrebbe parlato con nessuno del sogno, né tantomeno del bacio con Derek, anche se avrebbe voluto dirlo a qualcuno, giusto per non tenersi tutto dentro, ma sapeva che non sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Stava andando in macchina a scuola, accompagnando anche il cugino e Stiles, la cui jeep era dal meccanico per l'ennesimo guasto.
All'ora di pranzo erano tutti allo stesso tavolo ed Elena ne approfittò per chiedere a Scott una cosa che la tormentava da tutta la mattina.
- Sai cos'ha Allison? Si è comportata in modo strano per tutto il giorno.. - solo dopo aver finito la frase si rese conto che anche gli altri l'avevano sentita, logico dato che erano licantropi!
Tutti avevano lo sguardo rivolto verso Scott, compreso Stiles, anche se non sapeva il motivo.
Il povero licantropo scrollò le spalle.
- Non lo so - disse - avrà problemi con il padre.. comunque non mi ha detto niente, se questo vi fa sentire meglio..
Finalmente arrivò la sua ragazza, e tutti fecero finta di niente, forse anche per mancanza di un reale interesse, ma Elena sapeva che c'era qualcosa che turbava la cacciatrice.
Non si sbagliava, infatti durante l'ora di chimica sentì il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni. Cercò di leggere il messaggio, nell'intento di non farsi scoprire dal professor Harris.
'' Dobbiamo parlare. Allison. ''
Sì, dovevano parlare, era ufficiale.
'' Ci vediamo dopo a casa mia, Scott ha gli allenamenti.''
Le rispose Elena. Se si trattava di quello che pensava, era meglio che il cugino non sentisse la loro conversazione.

Erano circa le cinque del pomeriggio, quando il campanello di casa McCall suonò. Fu Melissa ad aprire la porta, sorridendo ad Allison e facendola entrare.
- E' per te Elena! - disse con un tono sufficientemente alto, in modo tale che la nipote la potesse sentire, anche se teoricamente sarebbe bastato un sussurro. - Scusa, ma devo scappare a lavoro, divertitevi! - disse rivolgendosi all'ospite, mentre si affrettava a raggiungere la porta e ad uscire.
Allison era visibilmente a disagio quando vide Elena scendere le scale e andarle incontro. Si guardava intorno, non ce la faceva a sostenere lo sguardo della ragazza.
- Tutto bene? - le chiese Elena nonostante sapesse la risposta. La mora negò con la testa. - Ok, vieni, andiamo in camera mia.
Nella stanza era calato il silenzio. Nessuna delle due aveva osato aprire bocca.
Allison capì che l'amica stava aspettando lei, quindì iniziò a parlare.
- Devo dirti una cosa - disse con tono preoccupato - mio padre.. credo che sappia che sei stata te ad uccidere Kara.
Elena non si sorprese più di tanto, d'altronde Chris era presente quando aveva rifilato un pugno alla cacciatrice.
- Cosa vuol dire ''credo che sappia''? Non ne sei sicura?
- Non proprio, ma ne parlava con un suo emm.. 'socio'. Non ne hanno la totale certezza, ma per il momento sei l'indiziata maggiore..
- Indiziata? Hanno aperto un'indagine? - chiese Elena ironicamente, per spezzare la tensione che si era creata.
Allison sorrise lievemente.
- Stà attenta. - disse alla fine, preoccupata per quello che sarebbe potuto accadere di lì a poco.
- Non ti preoccupare, ci vediamo domani a scuola. - rispose Elena.
Passò l'intero pomeriggio a pensare a cosa avrebbe potuto ideare Chris per fargliela pagare.. sicuramente non avrebbe agito da solo, su questo era sicura. Guardò fuori dalla finestra. A quell'ora sarebbe dovuta essere con Derek ad allenarsi, ma il lupo non si era fatto vivo. Sospirò. Forse avrebbe fatto meglio a toglierselo dalla testa.
Era passato qualche giorno dall'incontro che aveva avuto con Allison, ma non era successo niente, non ancora almeno.
All'uscita da scuola Isaac le si portò accanto.
- Senti, ti andrebbe di uscire.. non so, tipo stasera? - chiese quasi con noncuranza, come se la risposta fosse scontata. Con una mano reggeva lo zaino che aveva in spalla, mente l'altra era dentro la tasca dei pantaloni. Aveva il suo fascino, non si poteva negare.
- Sì, perché no.. chiedi anche a Scott e Allison. - sorrise lei.
- Certo, un'uscita a quattro.. - non ne era molto entusiasta.
Fissarono per le otto di sera.
Prima di preparasi per uscire, Melissa le aveva affidato alcune commissioni da fare, sapendo che il figlio non ne avrebbe portata a termine neanche una. Si accorse di essere rimasta senza benzina, quindi si fermò a fare il pieno. In giro non c'era nessuno, e già questo le parve abbastanza strano. Mentre cercava di capire come funzionasse la pompa della benzina, sentì una macchina avvicinarsi alla sua. Ne scesero due uomini, uno di loro era Chris, seguito da uno che non aveva mai visto.
- Serve aiuto? - chiese il cacciatore.
- Sì.. - rispose lei poco convinta.
Chris le si avvicinò, mentre l'altro, senza fare il minimo rumore, si portò alle sue spalle. Era circondata.
- Sei stata tu? - le chiese Chris.
- Non so a cosa tu ti stia riferendo.
- Elena, mi piacerebbe che da quest'incontro ne uscissimo tutti illesi.
- Sì, anche a me dispiacerebbe dover mandare all'ospedale il padre di una mia amica.
A quel punto l'uomo che era dietro di lei le iniettò qualcosa all'altezza del collo. Lei si girò togliendosi la siringa ormai vuota.
- Ma che ca... - non fece in tempo a finire la frase che cadde a terra priva di sensi.
Chris sospirò, evidentemente scocciato di essere dovuto arrivare a tanto.
- Caricala in macchina. - disse all'altro.

Elena si svegliò in una stanza senza finestre, con solamente una lampada al centro. Era legata ad una sedia, non poteva muovere né le mani né i piedi. Davanti a lei c'era Chris che la fissava, mentre dietro al cacciatore riuscì a scorgere la figura dell'uomo che le aveva iniettato il sonnifero. Era alto, muscoloso, pelle scura, capelli neri e corti . Aveva sentito Chris chiamarlo Will.
Riportò lo sguardo sugli occhi azzurri del cacciatore.
- Allora - incominciò lui - sei stata te a uccidere Kara?
- Ah, è morta? Le mie condoglianze. - rispose Elena sorridendo.
- Senti, se ammetti che sei stata te potremmo trovare un compremesso.
- Perché non mi uccidete così la facciamo finita?
Chris sospirò. Non gli piaceva fare la parte del cattivo, soprattutto con una ragazza che aveva la stessa età di sua figlia e che le era pure amica.
- Perché è il tuo primo omicidio e..
- Cosa ti fa credere che sia stato il mio primo omicidio? - lo interruppe Elena.
Il cacciatore la guardò stupito, non si aspettava una risposta del genere.
Non fece in tempo ad aggiungere altro che Will puntò una pistola contro Elena, e senza pensarci due volte sparò dritto al petto della ragazza.
Lei cadde a terra portandosi con sé la sedia. Una pozzanghera di sangue le si stava formando tutt'attorno.
- Ma che diavolo hai fatto?! - urlò Chris a Will. Quest'ultimo non rispose, troppo preso dal fatto che la ferita non si rimarginasse.
- Chris, guarda. - disse indicando la ragazza.
Il cacciatore non capiva. Non poteva essere umana, aveva visto i suoi occhi cambiare colore. Solo allora si accorse che forse non conosceva tutta la storia.
In quel preciso momento irruppero nella stanza Derek, Isaac, Scott ed Allison. Si erano insospettiti del fatto che Elena non si fosse presentata all'appuntamento, e grazie a Danny, che aveva rintracciato il telefono della ragazza, si erano diretti in quella specie di rifugio.
L'Alpha andò subito contro al cacciatore che teneva ancora fra le mani la pistola, scaraventadolo contro il muro.
Scott ed Isaac corsero verso Elena. Non riuscivano a credere a quello che vedevano.
- Allison chiama un'ambulanza, subito! - urlò Scott, mentre l'altro licantropo slegava Elena dalle catene.
Will aveva perso i sensi, probabilmente per le botte subite da Derek, che si scagliò contro Chris.
- Si può sapere cosa ti è preso? - ringhiò mentre lo spintonava contro la parete.
- Non sapevo che non fosse come voi, davvero. - si affrettò a chiarire - ora dobbiamo solo pensare a lei. - disse indicando la ragazza che giaceva ancora a terra.


Elena fu operata d'urgenza. I medici avevano detto che la situazione era grave, ma che avrebbero fatto del loro meglio. Erano tutti all'ospedale, sperando di ricevere buone notizie. C'era anche il Dottor Deaton. Melissa aveva voluto subito avere spiegazioni sul perché sua nipote fosse in fin di vita. Fu Chris a rispondere.
- E' stato un incidente, era a casa mia per studiare con Allison, avevo lasciato una delle mie pistole sul tavolo carica, l'ha presa e per sbaglio ha premuto il grilletto..
Era la stessa cosa che aveva detto ai medici, in questo modo la colpa non sarebbe ricaduta su nessuno.

Passarono i giorni, ed Elena non rimase mai sola. Gli altri si erano organizzati in turni, in modo che ci fosse sempre qualcuno con lei. La situazione era diventata stabile, nonostante avesse perso molto sangue.
Nell'ospedale si trovava anche Will, a causa di una commozione cerebrale. Derek lo aveva conciato proprio bene.
Ed era proprio l'Aplha che passava tutte le notti fuori dalla stanza di Elena, senza mai perdere di vista la macchina che segnava i battiti cardiaci delle ragazza.
Ci volle una settimana perché riaprisse gli occhi. Gli altri le facevano visita quotidianamente, contenti di vederla sorridere. Parlava a bassa voce, ma per loro non era un problema.
Accanto al letto c'era un tavolino pieno di regali. Li avrebbe aperti quando si sarebbe sentita meglio, pensò. Ogni tanto le prendevano delle forti fitte al petto, e quando succedeva, uno dei licantropi le passava una mano sopra, cercando di alleviarle il dolore.
Era da parecchi giorni che non camminava, non ce la faceva più a rimanere in quel letto. Era notte fonda, quando decise di alzarsi. Ignorando il dolore sgattaiolò fuori dal letto, lanciando una tenera occhiata a un Derek che si era addormentato sulla sedia appena fuori dalla stanza. Era ancora debole, quindi ad ogni passo si doveva arreggere al muro. Non c'era neanche un'infermiera in giro, i corridoi erano bui, quello che sentiva era solamente qualche paziente russare. Decise di tornare indietro, a malapena si reggeva in piedi. Appena si voltò incontrò gli occhi verdi di Derek.
- Mi hai spaventato. - disse come per giustificare l'improvviso acceleramento dei suoi battiti.
- Dovresti riposare. - si limitò a dire lui. Elena annuì.
Aveva sentito la mancanza di quegli occhi, cerchò di guardarli il più a lungo possibile, fino a che non fu lui a distogliere lo sguardo. Il lupo fece per tornare indietro, quando si accorse che Elena non lo stava seguendo. Si girò, e la trovò per terra, appoggiata contro il muro. Era stremata. Respirava prodondamente, come per ritrovare le forze per rialzarsi, ma non ci riuscì. Allora Derek le si avvicinò, e senza dire niente la prese in braccio, fino a raggiungere la sua stanza. Elena aveva lo sguardo perso nel vuoto, in quel momento la vicinanza al corpo del licantropo non le faceva nessun effetto. Lui l'adagiò delicatamente sul letto, come se fosse di cristallo. Uscì dalla stanza, per ritornare a sedersi sulla sedia. Elena si addormentò, e quando riaprì gli occhi Derek era sparito, come ogni mattina. Accanto a lei c'era Peter.
- Buongiorno. - le disse il licantropo.
- 'Giorno. - riuscì a dire lei.
Tutte le infermiere si erano prese una cotta per lui, come biasimarle.
Era sabato, e verso pomeriggio la stanza si riempì.
- Non hai più scuse, quei regali stanno aspettando solo te. - iniziò Lydia.
- Ok, ok.. partateli qua. - disse rassegnata Elena.
Le saltarono subito agli occhi un paio di palloncini colorati con la scritta ''Guarisci presto''.
- Emm.. quelli sono miei.. - disse in imbarazzo il cugino, ricevendo un'occhiata divertita da parte di tutti.
- Molto originale Scott, questo è da parte mia e di Jackson. - disse Lydia porgendole un pacchetto rosso ed oro.
Elena lo scartò, trovando una trousse di trucchi. Trucchi! Ne aveva bisogno, anche se dedusse che non doveva essere un completo disastro, dato che nessuno era scappato dal terrore.
- Grazie mille. - disse alla rossa e al rispettivo fidanzato - immagino che Jackson abbia scelto la carta da regalo. - a quelle parole si levò una risata generale.
- Questo invece è da parte nostra. - intervenne Erica, orgogliosa del pacco che porse ad Elena.
Quandò l'aprì fu piacevolmente sorpresa di trovare una giacca in pelle nera.
- Wow! E bellissima, davvero.. grazie mille. - disse rivolgendo un'enorme sorriso ad Erica, Isaac e Peter. Derek ovviamente non c'era.
Allison le dette il suo regalo, un braccialetto in swarovski.
Mancava solo Stiles.
- Beh, io.. ecco.. non so se.. - disse balbettando, mentre porgeva imbarazzato un pacchetto che sembrava fatto da un bambino di cinque anni.
Elena ne tirò fuori un lupacchiotto di peluche.
- Io.. io non so neanche perché l'ho preso.. se non ti piace lo posso restituire..
- Non ti ci azzardare Stiles, è carinissimo, davvero.. - lo rassicurò, mentre stringeva tra le mani il peluche.

Era ormai sera, tutti se ne erano andati, e Derek era tornato alla sua solita postazione.
Un'infermiera stava buttando via tutte le carte dei regali, quando raccolse un biglietto.
- Butto anche questo?  - chiese porgendolo ad Elena. Lei lo prese.
''Per la nostra mezza licantropa. Erica, Peter, Isaac e Derek.''
I nomi erano scritti in calligrafie diverse, ognuno aveva firmato per sé, anche l'Alpha.
Elena posò lo sguardo sul licantropo che si trovava fuori dalla stanza. Come se avesse avvertito gli occhi azzurri di lei sul suo corpo, si girò istintivamente.
Elena gli mostrò il biglietto. Lui accennò un lieve sorriso, quasi impercettibile, per poi tornare a darle di spalle.






L'angolo dell'autrice..
Scritto anche questo capitolo! Mi è venuto più lungo del solito.. Spero che vi piaccia :) Mi farebbe tanto piacere leggere una vostra recensione per sapere cosa ne pensate ^-^
Grazie mille a tutti quelli che leggono la storia, che l'hanno messa tra le preferite, seguite o ricordate.. e ovviamente grazie a chi commenta!

p.s. Le firme del biglietto dovevano essere tutte scritte diversamente, ma il programma del sito me le riportava tutte uguali >.<

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Capitolo 10
*** Schiava del passato ***


Era rimasta in ospedale per poco più di un mese.
Si era rimessa in pari con tutte le materie, anche se rimpiangeva il fatto che Derek non sarebbe stato più tutte le notti a vegliare su di lei, ma forse si sbagliava.
Sarebbe rientrata a scuola lunedì, ma si svegliò in ritardo. Scott era andato con Stiles, almeno loro sarebbero arrivati puntuali.
Finalmente, dopo aver fatto lo zaino, corse verso la macchina, premette sull'acceleratore e si avviò verso scuola sperando di essere in tempo. Alla fine arrivò addirittura in anticipo. Gli altri erano a parlare, mentre aspettavano il suono della campanella.
Si voltarono tutti insieme, rimanendo a bocca aperta, come se fosse la prima volta che la vedessero.
Elena scese dalla macchina con un movimento sinuoso, si passò una mano tra i capelli come d'abitudine e si diresse spedita verso di loro. Non aveva niente di strano: tacchi alti, jeans attillati, una maglietta neanche scollata più di tanto e una sciarpa in seta chiara. Cosa c'era che aveva lasciato senza parole i ragazzi? La giacca in pelle nera, che dava alla sua figura un aspetto più aggressivo e al tempo stesso sensuale.
- C'è qualcosa che non va? - chiese credendo di aver esagerato.
- No niente... stai benissimo. - rispose Scott scuotendo la testa.
Passarono una mattinata tranquilla, senza inconvenienti.
L'unica preoccupazione di Elena era la cicatrice che le aveva procurato la pallottola. La maglietta era scollata quel tanto che bastava per lasciarla scoperta, quindi cercava di nasconderla abbassando un po' la sciarpa. Quando Isaac se ne accorse, e fu anche l'unico, le si avvicinò da dietro, portando le sue labbre all'orecchio di lei.
- Sei bellissima. - le sussurò, per poi baciarla delicatamente sulla guancia.
A quel gesto Elena sorrise, un po' per l'imbarazzo e anche perché non le dispiacevano tutte quelle piccole attenzioni che riceveva dal licantropo.

Tornata a casa Melissa le dette una lettera.
- E' per te. - le disse porgendogliela.
Elena l'esaminò. Non c'era scritto chi la mandava. L'aprì, nonostante avesse un brutto presentimento.
'' Giochiamo, ma le regole le faccio io. ''
Dopo aver letto quella frase, un brivido le corse lungo la schiena. Si guardò attorno spaventata. Corse in camera e nascose la lettera in un cassetto. Dette un calcio ad una maglietta che si trovava sul pavimento. Era arrabbiata, frustrata.. sperava di aver chiuso con il passato, ma non era così. Si lasciò cadere a terra, portandosi le mani sul volto. Pianse in silenzio. Sapeva cosa sarebbe poututo succedere, e doveva fare di tutto perché non accadesse.
Non voleva mettere a rischio la vita dei suoi amici, quindi sarebbe stato meglio non dirlo a nessuno.. o forse no. Non sapeva cosa fare.
Alla fine chiamò il Dottor Deaton, informandolo che stava per arrivare, e dal suo tono di voce non era difficile intuire che non si trattava di buone notizie.
Quando entrò nella clinica Elena fu sorpresa di trovare anche Peter e Derek.
- Che ci fanno loro qui? - chiese allarmata.
- Li ho chiamati io. - rispose calmo il dottore.
Elena non ne capiva il motivo, ma non aveva voglia di discutere.
Lasciò cadere sul tavolo la lettera. Deaton la lesse. Scosse la testa. Sapeva quello che era successo, e perché Elena era tanto agitata, ma non sarebbe stato lui a dire tutto.
Derek sollevò le sopracciglia, come per chiedere spiegazioni.
Elena sospirò, poi iniziò a parlare.
- Quando il padre di Jake, Richard, l'ha ucciso c'era la luna piena, era una delle prime per me, e ogni volta che succedeva diventavo come un'assassina assetata di sangue. Quella notte decisi di farmi giustizia da sola. Uccisi sua moglie e sua figlia, volevo che si sentisse solo, come lo ero io, volevo che si pentisse. Adoravo vedere la pietà negli occhi di chi uccidevo, e non posso dare la colpa solo alla luna piena. - per un istante gli occhi le diventarono rossi.
- E' lui quello che ha scritto la lettera? - chiese Derek, mentre cercava di rimettere insieme i pezzi di quel puzzle.
Elena annuì.
- Dobbiamo prepararci allora, è un cacciatore, sa come combattere, dobbiamo essere pronti per quando attaccherà.- intervenne Peter.
- Ok, ma non ditelo agli altri, non voglio che ci vadano in mezzo. - disse quasi supplicante Elena.
- E' troppo tardi. Punterà a chi hai di più caro, devono sapere. - rispose l'ex-Alpha.
Da quella notte, Derek intensificò gli allenamenti con Isaac ed Erica. Ogni tanto Scott si aggiungeva a loro. Elena non gli aveva detto tutto, solo che c'era una minaccia dalla quale si sarebbero dovuti difendere. Aveva preferito omettera la parte in cui lei uccideva un'intera famiglia.
Stava cercando di risolvere gli esercizi di chimica, quando le vibrò il telefono. Era un messaggio di Derek.
''Allenamenti alle 17.''
Elena sorrise. Finalmente avrebbero potuto parlare di quello che era successo qualche mese prima.
Si presentò al rifugio. Scott stava combattendo con Isaac, quindi dedusse che dovesse allenarsi con Erica. Le due ragazze iniziarono a sferrare colpi e a schivarli. Nonostante fossero diventate buone amiche, tra loro c'era sempre una certa competitività.
- Ok, per oggi può bastare. - disse l'Alpha dopo qualche ora.
Gli altri ringraziarono il cielo, erano stremati. Se ne erano andati tutti, eccezion fatta per Elena.
- Dobbiamo parlare.. - disse poco convinta.
Derek fece finta di non sentirla, e la cosa la irritò notevolmente.
- Cavolo Derek, ti degni almeno di guardarmi quando ti parlo?! - sbottò lei.
Lui si girò sbuffando, incontrando gli occhi azzuri della ragazza.
- E non ti azzardare a sbuffare! - era incazzata, decisamente incazzata - Io.. - non sapeva neanche più quello che doveva dire, quegli occhi verdi l'avevano ipnotizzata. - Fottiti. - disse alla fine, dirigendosi verso la porta e facendola sbattere dietro di sé.
Cavolo, ma si può essere così stupidi? pensò Elena. Di sicuro da ora in poi non avrebbe avuto più il coraggio di guardare il licantropo negli occhi. Per lei non era un problema ammazzare la gente e cose varie, ma quando si trattava di ragazzi.. beh, andava completamente in tilt.
Tornò a casa. Gli esercizi di chimica erano ancora lì ad aspettarla. Non provò neanche a farli.
Guardò l'orologio: 23.30. Forse sarebbe stata l'ora di andare a letto, quando avvertì un rumore, si voltò, incontrando quegli occhi verdi che la tormentavano da sempre. Che diavolo ci faceva Derek Hale in camera sua?! I battiti aumentarono notevolmente, merda.
Il licantropo indossava i soliti jeans scuri, canottiera bianca e l'immancabile giacca in pelle.
- Vattene. - disse Elena, cercando di sembrare il più fredda possibile.
Il lupo le si avvicinò lentamente.
- Ho detto vattene! - ripetè in modo più autoritario.
- Non vuoi che me ne vada. - sussurrò il licantropo, avvicinandosi ulteriormente.
- E invece sì, la finestra è quella. - rispose sprezzante lei.
- Menti. - gli occhi di Derek si erano fatti rossi, pieni di desiderio.
Elena deglutì, facendo un passo indietro e scontrandosi contro l'armadio.
Il licantropo ormai era a pochi centimetri da lei. Cavolo quant'era sexy.
- Derek io.. - tentò di dire, cercando di uscire da quella situazione, ma improvvisamente i suoi occhi si colorarono di rosso, come quelli del lupo, e senza pensarci, come se fosse l'instinto a guidarla, o l'attrazione che la spingeva verso quel corpo, prese Derek per i capelli, premendo contro le sue labbra. La reazione del licantropo non si fece aspettare. Ricambiò avidamente, mentre lei gli levava la giacca in pelle, lasciando che le mani scivolassero lungo le spalle muscolose del moro.
Lui la tirò su, gettandola poi sul letto, e portandosi sopra di lei.
Le loro lingue si cercavano, le loro mani andavano alla scoperta dei loro corpi, quelle di Derek sui fianchi di lei, mentre quelle di Elena si spostavano dai capelli del moro alla sua schiena e viceversa. Assaporavano ogni attimo, ogni bacio, come per paura che fosse l'ultimo.
Ad un certo punto il licantropo le bloccò i polsi, guardandola dritto negli occhi. Quelli di lei erano tornati  al loro colore naturale, a differenza dei suoi.
Riprese a baciarla con foga, per poi staccarsi. Si rialzò, facendo per andarsene, ma Elena lo prese da dietro, costringendolo a stendersi in pancia in su sul letto, con i piedi che poggiavano sul pavimento. La guardò con sguardo interrogativo, lei ricambiò con un'occhiata divertita, per poi bacialo delicatamente sulle labbra.
- Come dicevo prima, quella è la finestra. - disse poi indicandogliela. Derek se ne andò, dimenticandosi di riprendere la giacca che giaceva in un angolo della camera.
Se ne ricordò solo quando era ormai arrivato a casa. Tornò indietro, intrufolandosi dalla finestra, ormai era un'abitudine. Ispezionò la stanza, trovando la sua giacca in un angolo. Se la mise, per poi posare il suo sguardo su Elena. Il sonno aveva avuto la meglio su di lei. Si chiese quanti segreti nascondesse ancora quella ragazza.

Elena arrivò a scuola con un enorme sorriso disegnato in volto. Non sapeva neanche lei il perché di tanta felicità.. e va bene, sì, lo sapeva. L'incontro con Derek l'aveva resa particolarmente di buon umore.
Passò la maggior parte della mattinata in compagnia di Isaac. Quel ragazzo la faceva sentire bene.
Richard non si era fatto ancora vedere, ma molto probabilmente la seguiva di nascosto.
Tornata a casa, salì subito in camera. Le suonò il cellulare. Era un numero privato.
- Pronto? - non rispose nessuno, ma sapeva di chi si trattava. - Azzardati a far del male a qualcuno, e ti ammazzo. - appena lo disse Elena se ne pentì. Il cacciatore non aspettava altro, e riattaccò. Scaraventò il cellulare sul letto. Doveva trovarlo.
Prese la pistola che custodiva gelosamente dentro una vecchia scatola, e si diresse verso casa Argent.
Suonò il campanello. Fu Allison ad aprire.
- Dov'è tuo padre? - le chiese.
- E' andato fuori con un suo amico eh..
- Merda.
Si diresse velocemente verso la sua macchina. Doveva assicurarsi che tutti stessero bene. Se l'aveva veramente seguita in tutti quei giorni, sarebbe andato da Isaac, ed era lì che si diresse.
Arrivò davanti alla casa del licantropo. Le luci erano spente, non c'era nessuno.
Lo chiamò al cellulare, sperando che rispondesse. Ma non fu così. Chiuse gli occhi, cercando di individuare la suoneria del telefono. Gli aprì di scatto, e corse verso il bosco.
Cercò di fare silenzio, ma capì subito di essere sola. Ad un certo punto sentì un battito irregolare, affaticato: era Isaac. Corse in quella direzione il più velocemente possibile. Alla fine lo trovò, accasciato a terra, dolorante, mentre dalla bocca gli usciva uno strano liquido scuro. Gli avevano sparato con dei proiettili all'aconito.
- Isaac, riesci a sentirmi?! - gli chiese allarmata, mentre lo scuoteva. Non ricevette nessuna risposta. Prese il telefono e chiamò Derek.
Si diressero alla clinica veterinaria, il Dottor Deaton gli stava aspettando. Iniziò a curare le ferite del licantropo. Se fossero arrivati troppo tardi, non avrebbe più potuto far nulla.
- Cos'è successo? - le chiese l'Alpha.
- Sono stati i cacciatori.. è tutta colpa mia.. - cercò di trattenere le lascrime, che poco dopo iniziarono a rigarle il volto. - è tutta colpa mia Derek, non sarei mai dovuta ritornare qui.. questo non sarebbe successo.. - sapeva che era solo l'inizio.
Il licantropo l'abbraccio instintivamente. Era da tanto, troppo tempo che non lo faceva. Tra quelle braccia Elena si sentiva protetta, ma sapeva che in questo modo l'avrebbe messo in pericolo. No dissero nulla, rimasero in silenzio, come se quel gesto valesse più di mille parole.




L'angolo dell'autrice..
Cavolo quant'è lungo o.O Spero che il capitolo vi piaccia comunque! Se mi lasciaste una vostra recensione per dirmi quello che ne pensate ne sarei immensamente felice!
Come sempre ringrazio chi ha messo la storia tre le preferite, seguite o ricordate.. e ovviamente grazie mille a chi commenta!

p.s. Per curiosità.. anche voi quando leggete un FF siete soliti mettere una canzone di sottofondo? :)

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Capitolo 11
*** Un appuntamento insolito ***


La mattina dopo Isaac era già sveglio, e della ferita non c'era più traccia. Elena aveva tirato un sospiro di sollievo, abbracciando calorosamente il licantropo. Non avrebbe sopportato l'idea di perderlo a causa sua.
Decisero di riunirsi tutti al rifugio, dovevano parlare di quello che era accaduto. Sapevano che si sarebbero dovuti scontrare con i cacciatori. C'era anche Stiles. Allison non era potuta venire, Chris le aveva proibito di uscire.
Erano tutti seduti nell'autobus, a discutere su come fare per cogliere i cacciatori di sorpresa, quando poi Scott domandò:
- Ma perché ci vogliono morti?
Lo guardarono tutti stupiti, non bastava il fatto che fossero licantropi?
Fu quello che gli fece notare Stiles.
- Sì, ho capito, ma io non ho ucciso nessuno, stessa cosa vale per Isaac ed Erica.. devono rispettare il codice.. no?
- A quanto pare non gli importa. - intervenne Peter.
- Ok, ma perché ora? - non riusciva proprio a capire.
Derek ed Elena si scambiarono un'occhiata che agli altri non sfuggì.
- Ci state nascondendo qualcosa? - chiese Isaac, che ormai si era insospettito.
- No, niente, non pensateci più, me ne occupo io. - Elena era stanca, stanca di mentire e di mettere in mezzo gente innocente. Se la sarebbe cavata da sola.
Fece per uscire dal rifugio, ma Derek la seguì, bloccandola per un braccio. Lei si voltò, aveva assunto un'espressione fredda.
- Lasciami! - gli ordinò.
- No. Non ti lascierò andare. Non puoi affrontarli da sola, hai bisogno di noi.
- Non mi interessa.. ti rendi conto che stavano per uccidere Isaac?! E tutto per colpa mia! - urlò liberandosi dalla presa del licantropo.
Intanto gli altri si erano avvicinati, senza capire a cosa Elena si stesse riferendo.
- Non importa quello che hai fatto. Noi per te ci saremo sempre, siamo.. siamo un branco. - fu Stiles a dirlo, e si soprese delle parole che gli uscirono dalla bocca.
- Stiles, io non.. - non potè finire la frase che il ragazzo la interruppe.
- No, non dire niente.. tanto ormai siamo abituati a combattere contro cacciatori e cose varie.. beh, loro sono abituati.. - ci tenne a precisare.
Ritornarono dentro al bus per parlare del loro piano. Nessuno le chiese cosa avesse fatto per meritarsi di essere perseguitata, anche se la curiosità li stava divorando.

Nelle notti successive non mancarono gli incontri notturni con Derek. Era pura attrazione fisica o c'era anche qualcos'altro che spingeva il licantropo a irrompere in camera sua in piena notte? Elena cominciò a chiederselo.
Era circa mezzanotte quando entrò dalla finestra. Si andarono incontro, poi lui iniziò a baciarle il collo dolcemente, tenendola per i fianchi. Quando cercò di baciarla sulle labbra, lei lo fermò, portando una mano sul petto di lui.
Il lupo sollevò un sopracciglio senza capire il perché di quel gesto. La risposta di Elena non si fece attendere.
- Senti Derek, non possiamo andare avanti così. Quello che facciamo..
- Non mi sembrava che ti dispiaccia.. - disse l'Apha cercando di azzerare la distanza che li separava.
- No Derek - lo fermò prontamente Elena - se vuoi continuare con questa.. cosa.. - non sapeva neanche come definirla, relazione? No di certo. Forse relazione con problemi di comunicazione sarebbe stato più appropriato - devi invitarmi ad uscire. - disse tutto d'un fiato, spaventata da quale sarebbe potuta essere la reazione del licantropo.
- Un appuntamento? - chiese lui meravigliato.
- Beh.. diciamo di sì.
Il lupo alzò gli occhi al cielo. Temeva che prima o poi ne avrebbero parlato.
- Facciamo così.. vediamo quanto tempo riesci a resistere senza di me. - sussurò, sfidandolo con lo sguardo.

Si videro durante la settimana per gli allenamenti, ma lei cercò di evitarlo, non avrebbe ceduto finché non le avrebbe chiesto di uscire.
Le vibrò il telefono. Era un messaggio di Derek.
'' Passo a prenderti alle 20.00 ''
Elena si morse un labbro con piacere. Finalmente si era deciso! Non che avesse molte alternative..
Scott era da Allison, mentre Melissa era a lovoro. Derek l'aveva fatta apposta.
Non sapeva cosa mettersi. Vestito elegante o jeans e giacca? Rise tra sé, ricordandosi che aveva appuntamento con un licantropo che non avrebbe badato a cosa si sarebbe messo. Decise di fare la stessa cosa. Jeans blu scuri, maglietta bianca e giacca in pelle.
Suonò il campanello. Le si illuminarono gli occhi. Scese velocemente le scale, cercando di non inciampare. Aprì la porta. Derek era lì. Giacca in pelle, maglietta scura e jeans. Al pensiero che quella visione fosse venuta per lei le si disegnò un lieve sorriso in volto.
- Andiamo? - chiese lui, come se non aspettasse altro.
Si diressero in macchina, verso una destinazione ignota ad Elena.
- Dove andiamo? - chiese curiosa.
- Vedrai.

Si addentrarono nel bosco. Elena seguì Derek senza dire niente. Arrivarono al lago. La luna si rifletteva nell'acqua, era bellissimo.
- Ma.. abbiamo da mangiare? No, perché io c'avrei anche fame. - disse, credendo che il licantropo se ne fosse dimenticato.
- Aspetta. - disse lui. Tornò con due panini avvolti nella carta.
Elena non ci poteva credere.. ma stava scherzando?! Tenne i suoi pensieri per sé.
Mangiarono in silenzio, sedendosi sulle foglie secche. Quell'appuntamento se l'era immaginato diverso, molto diverso.
- Facciamo un bagno? - chiese all'improvviso.
Lui la guardò sperando di aver sentito male.
Elena gettò la giacca tra le foglie e si tuffò completamente vestita, senza aspettare la risposta del licantropo. Era già passato qualche secondo, ma non era ancora riemersa.
Derek si allarmò, alzandosi da terra.
- Elena? - provò a chiamarla, ma non ricevette nessuna risposta.
Si tolse la giacca e si tuffò. Appena in acqua, Elena riemerse prendendo fiato.
- Cavolo, te ce n'è voluto di tempo - disse sorridendo.
- Ma sei impazzita?! - urlò lui.
Quell'apparente rabbia scomparve non appena incontrò gli occhi azzurri della ragazza. Erano entrambi completamente bagnati, con i vestiti che aderivano ai loro corpi, l'acqua era a dir poco ghiacciata, ma non ci fecero caso.
Quello sarebbe stato il momento perfetto, ma Elena uscì dal lago tremante, seguita da Derek.
Si rimise la giacca, ma non smise di tremare. Il licantropo riprese la sua e gliela mise sulle spalle. Si avviarono verso la macchina, anche se non erano molto convinti dell'idea di salirci bagnati. Le cose erano due, o si levavano i vestiti o andavano a piedi. Optarono per la seconda.
Dopo un po' arrivarono davanti a casa McCall. Mellissa e Scott non erano ancora rientrati. Elena aprì la porta, per voi voltarsi. Derek era rimasto a qualche metro di distanza.
- Guarda che se entri non ti mangio mica.. e poi sei tutto bagnato. Dai, entra, così ti asciughi.
Elena lo condusse in bagno, dandogli un paio di asciugamani puliti e una maglietta di Scott.
- Spero che ti vada bene, sfortunatamente non avete la stessa taglia di pantaloni..
Si asciugarono entrambi, mettendosi dei vestiti puliti, ognuno in una stanza diversa, s'intende.
Derek fece per andarsene dalla finestra, ma Elena gli si parò davanti. Voleva sapere se provava qualcosa per lei, se quell'appuntamento aveva avuto veramente senso, voleva sentirselo dire, non le bastavano più gli sguardi al posto delle parole. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma il licantropo ne appofittò per baciarla. Era un bacio delicato, niente a che vedere con quelli passionali che si scambiavano il più delle volte.
Passarono l'intera notte a parlare sul letto, uno tra le braccia dell'altra.
Per quanto potesse sembrare strano, fu Derek quello a parlare per la maggior parte del tempo. Le raccontò tutto quello che era successo da quando Scott era stato morso.
Lei ascoltava in silenzio. Amava sentire la sua voce, stare a contatto con la sua pelle..
Passarono la notte insieme, confessando segreti che non avevano mai detto a nessuno.
Quando Elena si svegliò era sola. Portò una mano dove prima era sdraiato Derek. Era ancora caldo, se ne era andato da poco.

Si ritrovarono al rifugio. Ormai era diventato una sorta di quartier generale.
Non potevano aspettare che fossero i cacciatori ad attaccare per primi, dovevano anticiparli.
- Cosa facciamo allora? - chiese Isaac.
- Dobbiamo attrarli in luogo che conosciamo.. emm, che conoscete bene, dove sappiate come muovermi.. dove possiate essere in vantaggio. - Stiles quando si trattava di inventare piani strategici era un genio.
Tutti annuirono.
- Ok, allora dobbiamo portarli nel bosco. Scott, fà in modo che Allison gli faccia sapere che saremo lì. - disse Derek.
Ci sarebbero stati lui, Peter, Erica, Isaac e Scott. Jackson non era ancora pronto, e poi non faceva parte del branco, non avrebbe saputo come difendersi, e sarebbe stato solo d'intralcio. Stiles sarebbe rimasto a una certa distanza con la sua jeep, pronto a correre in loro aiuto nel caso ne avessero avuto bisogno.
- E io?! - chiese alla fine Elena, credendo che si fossero dimenticati di lei.
- Tu starai con Stiles, non puoi combattere, rischieresti di farti uccidere. - disse severo l'Alpha.
- Ah, perché voi no?! - urlò lei.
- Sai a cosa mi riferisco.
Sì, lo sapeva, e la cosa la faceva andare su tutte le furie.
Avrebbero agito l'indomani.
Quella notte Derek si presentò in camera di Elena, come di consuetudine.
Lei gli riservò uno sguardo freddo, arrabbiato.
- Cosa c'è? - chiese il lupo alzando gli occhi al cielo.
- C'è che voi sarete fuori a combattere contro dei cacciatori mentre io me ne dovrò stare buona da una parte senza fare niente, ecco cosa c'è!
- Elena, lo sai perché non puoi venire..
- Allora mordimi.
Quelle parole stupirono non poco il lupo. Il silenzio calò per qualche secondo.
- Sei stata già morsa e..
- Allora qual'è il problema? Se sai già che non mi succederà nulla, cosa ti costa provare?
Derek sospirò profondamente, non aveva tutti i torti.
- Sicura? - gli chiese sperando di ricevere un '' no '' come risposta. Ovviamente avvenne il contrario.
Si abbassò, sollevandole di poco la maglietta, portando la sua bocca sul fianco destro di lei. Esitò qualche secondo, poi affondò i denti, lacerandole le carni. Elena cercò di non urlare con tutte le sue forze, stringendo con le mani i capelli e la canottiera del licantropo.
Il sangue scorgava ininterrottamente, sporcandole i vestiti. Si mise una garza sulla ferita, premendo per fermare l'emorragia. Derek la guardò negli occhi. Non notò nessun cambiamento.
- Visto? Non è successo nulla. - gli disse come per rassicurarlo.

La mattina dopo Elena si svegliò, fece per cambiarsi la garza, ma non appena la levò si esaminò il fianco incredula.
'' Vieni subito qui. '' messaggiò a Derek.
Cinque minuti dopo il lupo era in camera sua.
- Che c'è? - chiese allarmato.
Elena si sollevò la maglietta. La ferita era sparita.






L'angolo dell'autrice..
Ed ecco anche l'undicesimo capitolo! E' incentrato sopratutto sul rapporto tra Elena e Derek, dovevo dedicargli un po' di spazio ù.ù Spero che vi sia piaciuto comunque, e mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate!
Come sempre ringrazio chi legge la storia, a chi l'ha messa tra le preferite, ricordate o seguite.. e ovviamente grazie mille a chi commenta!! :)

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Capitolo 12
*** Perché l'ho fatto? ***


Si stavano dirigendo al rifugio, Derek era al volante della sua Camaro nera mentre Elena gli siedeva accanto.
- Credi che dovremmo dirglielo?
- Che ti ho morsa e che non sappiamo cos'è successo? No. - rispose lui serio.
- Ma Derek, sai perfettamente cosa sono diventata! La ferita è guarita!
- Non ne abbiamo ancora la certezza, e fino a quel momento faremo finta di niente, prima dobbiamo occuparci dei cacciatori.
- Ma potrei esservi d'aiuto e..
- Elena no! Rimarrai con Stiles come avevamo deciso. - odiava quando qualcuno lo contraddiceva.
Lei sbuffò, non sopportava l'idea di non far niente, di essere considerata debole.

Ultimarono i dettagli del piano, poi si diressero tutti nel bosco.
Elena era con Stiles, nella jeep era caduto in silenzio a dir poco imbarazzante e alquanto strano, vista la famosa parlantina dell'amico, ma era troppo agitato per parlare, preferiva di gran lunga tamburellare con le dita sul volante.
- Allison verrà? - gli chiese alla fine.
- Che? Ah, non lo so, Chris la terrà sotto controllo, quindi non cre..
- Vuoi dire che Chris non verrà?!?
- Sì.. perché? - lui la guardò meravigliato, senza capire il motivo di tanta agitazione.
- Perché Chris era l'unica speranza che avevamo.. se non c'è, gli altri cacciatori non avranno pietà. Lui, per esempio, non ucciderebbe mai Scott, sa che è troppo importante per Allison..
Stiles ci riflettè un attimo. Aveva ragione.
Stettero in silenzio per qualche secondo, avevano bisogno di pensare.
- Facciamo così, va dal Dottor Deaton, scommetto che ci servirà il suo aiuto, almeno dopo il combattimento..
- E tu che farai? - era preoccupato, sapeva che aveva qualcosa in mente.
- Andrò con loro.
- Peccato che tu non sia una werewolf a tutti gli effetti.
- Non ti preoccupare di questo. Allora, siamo d'accordo?
- Sì, ok.. sta attenta. - sapeva che sarebbe stato inutile discutere con lei, era testarda almeno quanto l'Alpha, non ci poteva fare niente.
Elena scese dalla jeep, guardando per qualche secondo Stiles. Sperava solo che dopo quella notte tutto rimanesse uguale.
Lui mise in moto, e si allontanò.
Rimase da sola, maledicendo se stessa per aver cacciato tutti i suoi amici in quella situazione.
Improvvisamente avvertì qualcosa nell'aria. Si girò di scatto, riuscendo a schivare una freccia. Questa si conficcò in un albero, per poi dar vita ad una specie di flash.
Elena acadde a terra stordita. Vedeva tutto sfuocato e non potè far nulla quando si sentì trascinare via.
La portarono dentro una jeep nera. L'uomo che era al volante si girò: era Richard.
- Sai Elena, non è molto prudente andare in giro da sola nel bosco.. - le disse. - .. forse è meglio se andiamo dai tuoi amici, no? - pronunciò quelle parole con la consapevolezza di aver in mano le redini di quel gioco che aveva portato via la vita alle persone che più amava.

Il branco era disposto in cerchio in mezzo al bosco. Si erano allenati tanto per quel momento, si sentivano carichi. Udirono subito l'avvicinarsi dei cacciatori, saranno stati almeno una decina.
- Derek.. - sussurò Erica spaventata. Saranno stati anche licantropi, ma i loro nemici avevano tutte le armi necessarie per distruggerli.
- Ok, Derek coprimi le spalle, mentre voi tre occupatevi di quelli alla vostra destra. - disse Peter. Essendo quello con più esperienza sapeva come preparare un attacco, non aveva problemi ad uccidere.. ma aveva dei dubbi sugli altri.
Vide infatti i più giovani esitare, gli si portò accanto e sussurò:
- Non c'è bisogno che li ammazziate, pensate solo a distrarli, al resto ci penserò io.
- Peter non so se.. - provò a dire Scott, ma l'ex-Alpha lo bloccò subito.
- Senti, se stai pensando di tirarti indietro ormai è troppo tardi. Ma fa come vuoi, se vuoi morire, oggi è il tuo giorno. Lo stesso vale per voi due. - disse riferendosi ad Isaac ed Erica.
- Non finirà bene,  vero? - chiese Derek allo zio, anche se sapeva già la risposta.

Ormai erano pronti, ma all'improvviso uno dei cacciatori cadde a terra con una freccia che gli perforava il petto. Tutti si guardarono senza capire.
- E' Allison. - sussurrò Scott, in modo che solo i compagni potessero sentirlo. La ragazza era nascosta tra gli alberi, pronta a dare una mano.
L'Alpha fu il primo a trasformarsi, anche se non del tutto. Tirò fuori gli artigli e ringhiò con tutta la rabbia che aveva dentro contro i cacciatori. Il resto del branco lo imitò.
Non appena iniziò il combattimento apparve Richard. Teneva stretta per le braccia Elena, che aveva la bocca tappata dallo scotch.
- Vedi? Moriranno tutti, e sarà solo colpa tua. Guardali, guardali mentre combattono senza sapere neanche il perché. L'unica cosa che ti meriti è vederli morire.
Le lascrime iniziarono inevitabilmente a rigarle il volto. Cercò di liberarsi da quella stretta, di urlare, ma l'unica cosa che sentì fu la risata del cacciatore.
Rivolse lo sguardo verso quelli che l'avevano sempre sostenuta senza giudicarla. Giocavano di squadra, ma i risultati tardavano ad arrivare. Avevano i vestiti strappati e ricoperti di sangue, anche se non sapeva bene se era loro o dei cacciatori.
Alcuni cadaveri giacevano a terra, come promesso era stato Peter a fare il lavoro sporco con l'aiuto di Derek.
Ad un certo punto un cacciatore trafisse Isaac con un attrezzo accuminato. Scott lo allontanò subito dall'amico spingendolo indietro, dove trovò Peter pronto a squarciargli la gola.
Anche Erica era in serie difficolà, ma fortunatamente poteva contare su Allison. L'antipatia che c'era sempre stata tra le due era come sparita, e ora pensavano solo a guardarsi le spalle a vicenda.
Rimanevano solo cinque cacciatori, ma i licantropi erano allo stremo delle loro forze.
Riuscivano a mala pena a schivare i colpi dei pugnali, non sapevano fino a quanto avrebbero resistito.
Improvvisamente un cacciatore scoccò una freccia che si fermò non appena entrò in contatto con un albero. Un lampo di luce costrinse i lupi a chiudere gli occhi, e gli altri ne approfittarono.  
Quasi tutti si trovarono con una lama conficcata nel petto. Allison non potè far nulla, non voleva rischiare di colpire uno dei licantropi.
A quel punto Elena riuscì a liberarsi dalla presa di Richard, si  strappò via lo scotch e urlò con tutte le sue forze, ma ben presto quelle urla si mutarono in ringhi. Sfoderò gli artigli, mentre gli occhi lampeggiavano di rosso. Si girò verso l'uomo che aveva odiato da sempre, che le aveva rovinato la vita. Gli conficcò gli artigli nel torace, per poi farlo cadere a terra senza vita. Si diresse verso gli altri. Rabbia e vendetta la stavano guidando ed uccise i cacciatori uno ad uno. Schivò i loro colpi, e quelle poche ferite che le inflissero si rimarginarono subito.
Aveva le mani sporche di sangue e gli occhi increduli di Peter e Derek puntati su di lei.
- Elena.. - la chiamò l'Alpha. Non appena sentì il suo nome ritornò in se stessa. Guardò terrorizzata quella moltitudine di cadaveri, per poi portare lo sguardo su Erica ed Isaac che giacevano a terra privi di sensi mentre Scott si stava rialzando con l'aiuto di Allison.
Gli occhi le diventarono lucidi, colmi di lacrime.
- Presto, dobbiamo andare da Deaton. - intervenne Derek, portando tutta l'attenzione sui due Beta. Guardò per un attimo Elena. Avrebbe voluto abbracciarla, ma c'era qualcosa che glielo impediva.

Quando arrivarono alla clinica veterinaria Stiles gli corse incontro.
- Come state?! - chiese allarmato mentre vedeva Peter e Derek portare in braccio Erica ed Isaac.
Scott zoppicava, sostenuto da Allison.
- Non c'è male. - disse Peter, cercando di far apparire la situazione meno grave di quanto non fosse in realtà.

Il Dottor Deaton iniziò a prendersi cura di Erica, lasciando Isaac nel lettino accanto.
- Te ne occupi tu? - chiese ad Elena mentre puliva le ferite della lupa che faticavano a rimarginarsi.
Elena non disse nulla, si alzò e iniziò a disinfettare il ragazzo che a poco a poco stava riprendendo conoscenza.
Quando aveva un po' di tempo libero andava sempre a far visita alla clinica, e il Dottor Deaton le insegnava a curare gli animali.. e ovviamente i licantropi.
Isaac le sorrise lievemente, ma lei non disse nulla, aveva la mente occupata da mille pensieri. Non riusciva a spiegarsi una cosa del genere, non riusciva a capire come avesse potuto uccidere tutte quelle persone, non che fosse la prima volta, ma credeva di essere cambiata, di essere diventata una persona migliore.. invece era il solito mostro.
- L'hai fatto perche gli vuoi bene.
Quelle parole la fecero tornare alla realtà. Guardò il Dottor Deaton che le sorrise. Che sapesse leggere nel pensiero?
- Io direi più perché non mi so controllare. - disse lei.
- Non credo.. cosa hai provato mentre li vedevi combattere?
Elena ci pensò un attimo.
- Rabbia, vendetta.. - disse con lo sguardo perso nel vuoto.
- E perché?
Aveva ragione, ormai erano diventati come una famiglia, ma non sopportava l'idea di fargli correre continuamente rischi a causa del suo passato.
Doveva andarsene, lontana da Beacon Hills, lontana da loro.











L'angolo dell'autrice..
Dopo un capitolo stra-romantico, eccone uno d'azione! Ormai siamo arrivati quasi alla fine di questa FF, non so quanti capitoli scriverò ancora.. spero comunque che questo vi sia piaciuto! Mi farebbe piacere leggere cosa ne pensate ^-^.. e come sempre grazie mille a chi commenta la storia e a chi l'ha messa tra le preferite, seguite o ricordate!

p.s. Nella parte in cui Elena perde il controllo, se così possiamo dire, o comunque nel combattimento in generale, vi consiglio di ascoltare '' Immediate music - Pandora '' è semplicemente fantastica**

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Capitolo 13
*** La fine.. ne siamo veramente sicuri? ***


Era già passato qualche giorno dal combattimento contro i cacciatori e niente sembrava essere più come prima. Tutti si erano isolati dagli altri, come se avessero bisogno di riflettere, o forse solo per paura di affrontare la realtà.
Elena passava le giornate a studiare, cercando di tener occupata la mente, e nonostante vivesse con Scott gli rivolgeva a malapena la parola. Lui, d'altronde, era sempre fuori.
Stiles non si era fatto più sentire, stessa cosa valeva per gli altri. Era come se quell'equilibrio che si era creato tra di loro si fosse improvvisamente spezzato, e tutto per colpa sua, continuava a ripetersi Elena.
Ormai aveva deciso, doveva andarsene, anche se questo significava abbandonare tutte le persone a cui voleva bene, gli unici che la potevano capire, gli unici che le erano sempre stati accanto.
Aveva già fatto le valige e avvertito Melissa.
In casa non c'era nessuno, scese in cucina e lasciò un biglietto sul tavolo.

'' Grazie di tutto, non dimenticherò mai quello che avete fatto per me,
Vi voglio bene, Elena. ''

 

Uscì di casa, caricando i bagagli in macchina. Decise di non salutare nessuno, se non una persona. Si diresse alla clinica veterinaria.
Varcò la soglia con un sorriso di circostanza, cercando di apparire il più serena possibile.
Il Dottor Deaton le andò incontro, fino a che  non si ritrovò faccia a faccia con lei.
- Allora hai deciso, te ne vai? - la conosceva troppo bene, sapeva perfettamente quello che voleva fare.
- Già.. - risposte lei con un filo di voce.
- Sai che scappare non è la giusta soluzione, vero?
- Io non sto scappando..
- Sì, invece. E' quello che hai sempre fatto: scappare dai problemi, senza affrontarli. Ma c'è un altro modo: restare.
- Lo faccio per liberarli da me.. per liberarli dai miei problemi.. - ormai aveva gli occhi lucidi.
- Ma loro ti vogliono bene..
- E anche io gli voglio bene, ed è proprio per questo che devo farlo.. - in un attimo si ritrovò il volto ricoperto di lascrime.
Il Dottor Deaton la cinse in un caloroso abbraccio, per lui era come una figlia.
- Gli altri che hanno detto? - le chiese poi.
Lei abbassò lo sguardo, si sentiva una codarda per non averlo detto a nessuno se non a lui.
- Devo andare.. - le parole le uscirono dalla bocca di malavoglia, non avrebbe mai voluto abbandonare quel luogo. Si affrettò a raggiungere la porta e ad uscire.
Non aveva avuto il coraggio di dirlo agli altri perché sapeva che le avrebbero fatto cambiare idea, ecco perché non aveva voluto salutarli.
Si incamminò verso la macchina, ma non appena alzò lo sguardo incrociò gli occhi verdi di Derek.
Si bloccò, cercando di trattenere le lascrime che continuavano comunque a scendere. Tutti ma non lui. Eppure era lì, con la sua immancabile giacca in pelle che la fissava.
Lei scostò lo sguardo, dirigendosi verso la macchina facendo finta di niente. Che stupida.
Lui la bloccò per il braccio, fino a che non incontrò quegli occhi azzurri che l'avevano fatto impazzire dal primo momento.
Non poteva andarsene, non lei. Dopo anni era l'unica persona per cui provava veramente qualcosa, l'unica a cui pensava costantemente, l'unica che desiderava con tutto se stesso.
La teneva ancora per il braccio e non aveva intenzione di lasciarla andare.
- Derek, ti prego.. - cercò di dire lei. Non riusciva neanche a guardarlo negli occhi. Non voleva ferirlo, ma doveva comunque farlo. Lui non disse niente, le asciugò delicatamente le lascrime con i pollici, mentre lei si godeva quel contatto. Come avrebbe fatto senza di lui?
Si lasciò stringere in un abbraccio, un abbraccio che avrebbe voluto non finesse mai. Si sentiva al sicuro tra quelle braccia, si sentiva protetta, voluta.
Per un attimo pensò di restare, poi si scostò dal petto di Derek, lo guardò per un istante. In quegli occhi verdi poteva leggere tutto il dolore che aveva provato nella sua vita e lei non avrebbe mai voluto causarne altro, ecco perché doveva andarsene.
Se c'era una cosa che amava della loro relazione è che non avevano bisogno di futili parole, bastava uno sguardo ed erano in grado di leggere dentro l'anima dell'altro. Lo ringraziò in silenzio per questo, perché se avesse dovuto dirgli addio non ce l'avrebbe mai fatta.
Lo baciò delicatamente sulle labbra. In quell'istante Derek ebbe il tempo di sfiorarle i fianchi e di contaccambiare. Non sapeva se l'avrebbe mai rivista, ma era inutile provare a farle cambiare idea, ormai aveva deciso.
Elena abbandonò quelle labbra che sognava ogni notte per poi entrare in macchina e mettere in moto. Premette con tutta la forza che aveva sull'acceleratore. Stava scappando, è vero, e doveva farlo il più velocemente possibile. Non sapeva neanche lei dove stesse andando. Pianse per tutto il viaggio, pensando alle mille avventure che aveva affrontato con quei ragazzi. Scosse la testa. Era per loro che lo faceva. Guidò per diversi giorni, ignorando le chiamate di Stiles, Isaac, Scott ed Erica. Dormiva in macchina, fermandosi di tanto in tanto in qualche fast-food.
Arrivò fino in Arizona, e fu lì che si pentì di esser partita.
Si fermò a mangiare un boccone in una pizzeria che trovò per strada. Prima di entrare non potè far a meno di notare delle bellissime moto parcheggiate fuori.
Appena varcata la soglia un odore che conosceva bene la mise in allerta. Non era l'unico licantropo lì. Si apprestò ad ordinare qualcosa da mangiare, mentre esaminava uno ad uno i pochi clienti della pizzeria. Alla fine li vide. Erano in cinque, una ragazza e quattro ragazzi, due dei quali gemelli. Li guardò attentamente. Lei aveva la carnagione più scura, capelli lunghi di un castano-ramato. I due gemelli era identici, ovviamente, biondi, bel fisico.. uno indossava una canottiera bianca con sopra la giacca in pelle, l'altro invece ce l'aveva grigia. Insieme a loro c'erano altri due uomini, decisamente più grandi. Il primo era muscoloso, forse anche troppo, mentre l'altro aveva un aspetto distinto, camicia chiara, capelli ordinati.. doveva essere il capo.
Anche loro avevano avvertito la sua presenza, perché aveva tutti e dieci gli occhi puntati addosso.
Si sedette ad un tavolino ed iniziò a mangiare in silenzio il suo trancio di pizza. Uno dei due gemelli le si avvicinò. Lei lo fulminò con lo sguardo.
- Ti va di unirti a noi? - le chiese lui, indicando gli altri.
- Grazie, ma passo. - rispose lei.
Il biondo sorrise quasi divertito.
- Sai cosa succede a chi non ha un branco, vero?
- Questo non ti deve interessare, perché se lo volessi potrei mettervi tutti e cinque KO. Quindi aria. - disse sprezzante Elena. La parte della stonza le riusciva piuttosto bene. Il giovane si allontanò, raggiungendo gli altri.
Finì la sua pizza con calma, sentendosi osservata dal gruppo di licantropi. Si alzò, pagò il conto ed uscì. Uno dei due gemelli le corse dietro, e prima che lei potesse entrare in macchina le chiese:
- Davvero riusciresti a metterci tutti e cinque KO?
- E tu davvero vorresti scoprirlo?
- Facciamo così - disse lui - se riesci a batterci, ti lasciamo in pace, altrimenti ci dovrai un favore.
- Che genere di favore?
- Se sei così sicura di vincere perché ti dovrebbe interessare? - chiese con un sorriso disegnato in volto.
Il fatto è che non ne era sicura. Insomma, loro erano in cinque, mentre lei era sola. Sarebbe finita male, lo sapeva.
- Non ho tempo da perdere.
- Non è perché hai paura, vero? - sapeva che con quella provocazione avrebbe ceduto, infatti fu così.
Si addentrarono nel bosco che costeggiava il ciglio della strada. Ma perché era stata così stupida?!
I lupi la circondarono. Fu l'unica ragazza del branco ad attaccare per prima. Era veloce, ma Elena lo era ancora di più. Riuscì a schivare tutti i colpi, per poi infliggerle un calcio sul fianco. L'avversaria indietreggiò solo di poco. In quella pausa i gemelli si fecero avanti contemporaneamente. Elena non aspettò ed attaccò subito con una serie di pungni, prontamente deviati dai due. Uno di questi le bloccò la mano a pochi centimetri dalla sua faccia, per poi rigirarle il polso. Elena si inginocchiò dal dolore, soffocando a stento un grido.
- Ci aspettavamo un po' di più da te. - disse quello che le bloccava il polso.
I suoi occhi si iniettarono di un rosso vivo, sfederò gli artigli e gli lacerò il polpaccio. La ferita però si rimarginò velocemente, troppo velocemente.
- Ok, lasciatela a noi. - intervenne il più grande che fino a quel momento era rimasto a guardare insieme al presunto capo del branco.
Elena provò a colpiro, ma lui schivò i colpi fino a che non si portò dietro di lei per stringerle il collo con il braccio. Non riusciva a muoversi, era come paralizzata da quella morsa. Quello con la camicia bianca le si avvicinò minacciosamente. Gli occhi erano ancora azzurri, non c'era segno degli artigli o dei canini affilati.. quell'uomo aveva un grandissmo autocontrollo, senza dubbio, e da una parte lo invidiava per questo.
- Che volete? - chiese poi lei.
- Ci devi un favore, ricordi? - le disse lasciano pochi centimetri di distanza tra i loro volti.





L'angolo dell'autrice..
E siamo arrivati alla fine di questa FF.. mentre scrivevo quest'ultimo capitolo non pensavo di farne anche un seguito, ma più andavo avanti e più idee mi venivano in mente per come far andare avanti la storia.. quindi mi sa che ritroverete Elena molto presto ^-^
Ovviamente GRAZIE a chi ha letto la storia, a chi l'ha messa tra le seguite, ricordate o preferire.. e GRAZIE MILLE a chi ha commentato!
p.s. per il gruppo di licantropi mi sono ispirata a quelli che ci dovrebbero effettivamente essere nella terza stagione, se girate in giro per il web dovreste trovare qualche foto ;)
p.p.s. se qualcuno fosse così gentile da leggere la mia OneShot su Stiles e Derek e dirmi cosa ne pensa ne sarei veramente felice!!

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