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di Gold_Coast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo uno ***
Capitolo 2: *** capitolo due ***
Capitolo 3: *** capitolo tre ***
Capitolo 4: *** capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** capitolo cinque ***



Capitolo 1
*** capitolo uno ***


Cammino per le strade di Londra l'aria è frizzante, la primavera è fatta così, ad un tratto noto un piccione in volo, magari fossi libera come lui, non dipende da niente, non è costretto a fare nulla, perchè anche io non sono un uccello libero, che fa quello che vuole?perchè devo stare sotto il controllo dei miei genitori?perchè devo andare a quei stupidi allenamenti di pallavolo, perchè?perchè se non mi piace?perchè devo continuare ad andarci?si ok, sono bravina, ma solo perchè mi impegno, se fosse per me,io in questo momento sarei in giro a fare shopping con la mia migliore amica, e magari a rimorchiare qualche bel ragazzo. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi di essere già arrivata in palestra “un altro pomeriggio sprecato” pensai. Entrai negli spogliatoi e notai che solo Letizia era arrivata.

-Ciao Lety- la salutai

-Ciao Megan- ricambiò il saluto, Letizia era una ragazza alta come me, capelli castano chiari e occhi marroni, portava l'apparecchio, ma stava bene, era una ragazza simpaticissima, trovava sempre il modo di tirarti su di morale, e faceva le battute giuste al momento più adatto, un' amica perfetta.

-E' già arrivato Thomas?- chiesi, Thomas era il mio allenatore, che di lavoro faceva l'idraulico, era un tipo tutto strano, a me dava sempre sberle sulla testa quando sbagliavo e se si infuriava ci tirava le palle addosso, insomma in poche parole un mostro, però quando voleva e sottolineo quando voleva, era bravo, e simpatico.

-Si e oggi è più nervoso del solito- disse allacciandosi le scarpe sulla panca messe ai lati dello spogliatoio, e lo stesso feci io.

-Bene, preparati a mezz'ora di corsa su e giù dagli spalti- dissi con tono sofferente, quando era nervoso ci faceva correre per più di mezz'ora con una palla medica da cinque chili in mano, insomma una vera sofferenza.

Intanto, anche le altre entrarono, mentre io e Letizia andammo in palestra Thomas era a montare la rete di pallavolo

-Ragazze venite qui, montatela voi la rete mentre io vado a prendere le palle- ci disse

Così ci mettemmo all'opera dopo che inciampai nella- rete riuscimmo a montarla in pochi minuti, direi...non molto bene ecco!

-Ragazze ma è tutta storta!però ora non dovete stare li a fare un cazzo anche perchè è difficile da fare!- ecco che è uscita la parte pervertita di Thomas -Visto che ero sono entrate le ragazze cominciate a riscaldarvi, su dai mezz'ora di corsa e se qualcuna si ferma aggiungo dieci minuti in più!su via correre- continuò, ci mettemmo tutte a correre, a coppie così nel frattempo potevamo parlare, io mi misi in coppia con Denise

-Sai che mia mamma ha detto che da domani Thomas non ci sarà più arriverà un nuovo allenatore-disse entusiasta, sua madre aveva comprato la squadra quindi, bè era lei che assumeva il peersonale.

-O mio Dio, che bello!niente più schiaffi sulla testa!-dissi entusiasta

-Si ma Meg che ne sai che l'allenatore che verrà non sarà peggio di Thomas?-

-Me ne farò una ragione- dissi, però infondo mi sarebbe mancato Thomas, insomma ho passato quasi tutti i pomeriggi degli ultimi sei anni in sua compagnia, un po' mi ci ero affezionata.

-Si per caso quanti anni ha?- chiesi curiosa

-venti appena compiuti l'ho conosciuto l'altro ieri è venuto a casa mia per firmare il contratto e devo dire che è davvero un ragazzo bono- disse

-Ma Denise!è il tuo allenatore!-dissi sconvolta, ci mancava solo questa, ci mancava solo che Denise si prendesse una cotta per questo ventenne, che ancora era uno sconosciuto

-Lo so, infatti ho detto solo che è bono, non che mi piaceva o varie smancerie del genere, anche tu però!- disse ridendo

-Ok ok scusa- dissi ridendo, la sua risata era una di quelle contagiose.

Finiti gli allenamenti e dopo essermi presa ben due pallonate in faccia da Thomas per farmi vedere come si attacca forte mi feci una bella doccia insieme alle altre, non avevo vergogna eravamo una squadra, e non c'erano segreti tra noi, siamo tutte migliori amiche.

Andai a casa, accesi la luce, e solo ora mi accorsi che non c'era nessuno in casa, nessuno che mi chiede come era andata a scuola, nessuno che mi chiede come stavo, nessuno che mi chiede come ero andata a pallavolo, nessuno che mi chiede come erano andate le verifiche che voti avevo preso, cosa avevo mangiato, nessuno che mi abbraccia, nessuno che mi da un bacio sulla guancia, non c'era nessuno ad accogliermi in casa, solo uno stupido bigliettino : 'non ritorniamo prima di due settimane ci siamo presi una vacanza primaverile, mamma e papà xxx'

Perfetto, che genitori interessati alla mia vita che avevo!che genitori menefreghisti della mia vita, che genitori schifosi.

 

*ciao ciao ciao ciao ciao ciao principessa*

Ciao ragazze :):) questa è la mia prima ff, questa idea
mi è venuta...mentre giocavo a pallavolo xD

e no, il mio allenatore non è bello, è un cesso da paura.

RECENSITE :D

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               grazie mille dolcezze <3

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 xxx

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Capitolo 2
*** capitolo due ***


La mattina seguente mi svegliai, e notai che Londra quella mattina cera soleggiata. In cielo splendeva un bellissimo sole, una giornata bellissima, quelle che non capitano quasi mai, perché Londra è quasi sempre nuvolosa.
Non avevo scuola oggi poiché era sabato, così controllai l’ora e l’orologio segnava le dieci del mattino, mi alzai feci colazione e mi vestii pronta per uscire a fare compere.
Camminavo per le strade affollate di Londra godendomi un meraviglioso panorama davanti a me: il big ben. Qualcuno ad un tratto mi diede una spallata facendo rovesciare tutte le buste che avevo in mano.
-Idiota- dissi a denti stretti
-Stai attenta a dove metti i piedi- mi ringhiò contro, alzai lo sguardo su di lui, era un ragazzo sulla ventina, i ricci li ricadevano morbidi sul viso dandoli un aria incredibilmente tenera, e gli occhi sembravano due smeraldi, verdi, erano semplicemente bellissimi.
-Sei tu che mi sei venuto addosso coglione!- li risposi
-Ma vaffanculo- mi disse
-Vacci te- dissi, mi chinai per raccogliere le buste e poi me ne andai…pff chi credeva di essere un Dio greco?be, non c’era molta differenza però…insomma era un maleducato, con un carattere di merda da quanto ho potuto capire.
Finito il mio giro mi diressi verso casa per prepararmi un pranzo leggere poiché verso le due di pomeriggio avrei avuto gli allenamenti di pallavolo, e morivo dalla voglio di veder chi fosse il mio nuovo allenatore.
Mangiai una mela, perché il frigorifero era completamente vuoto.
Andai in camera mia per vedere se mi era arrivato qualche messaggio sul cellulare, e ne trovai uno di Letizia ‘Ciao bella passo a prenderti io e andiamo agli allenamenti insieme ok?xxx’
Letizia era un ottima amica, la considero una sorella, perché in questi anni abbiamo legato tantissimo, non so cosa farei senza di lei.
‘ok a dopo :) ‘ li risposo
Incominciai a prepararmi mettendomi i pantaloncini e una maglietta a maniche, piena di sponsor di ogni genere, dal meccanico alla farmacia, una cosa assurda; misi sopra una felpa e dei leggins, preparai il borsone con una bottiglia d’acqua i un litro, le ginocchiere e le scarpe.
Andai in bagno, mi tolsi il trucco e mi feci una coda alta mettendoci mille mollette, ecco questo era il difetto di chi giocava a pallavolo: mettersi mille mollette, perché non si sa mai, qualcuna può averne bisogno di una molletta, oppure mentre giocavi se ti ricadeva un ciuffo di capelli in faccia lo aggiustavi subito con una delle mille mollette, tutte ne mettevamo molte.
Sentì il campanello suonare così corsi giù in fretta e furia dalle scale, inciampando su me stessa e cadendo fratturandomi l’anca.
-Cazzo che male- urlai, cercai di aggrapparmi alla ringhiera della scala, e a missione compiuta andai ad aprire alla porta con espressione dolorante
-Caduta di nuovo Meg?- mi disse Letizia con un’ espressione divertita in volto
-Si, andiamo?- dissi prendendo il borsone
-Ok- mi rispose
 
***
-Tu lo sai che Thomas oggi se ne va e arriva un allenatore nuovo?- chiesi
-Oddio no, non vedo l’ora di vedere chi sarà, però un po’ mi dispiace per Thomas, ci segue da quando avevamo sei anni a malapena- mi disse leggermente triste
-Si va be ma anche a me dispiace, però è bello cambiare, insomma, niente più sfuriate, niente più pallonate nella schiena se sbagliavi, cioè è il paradiso- dissi entusiasta, lei rise di gusto
-Ma che ne sai?magari questo che arriva è peggio- disse, io feci spallucce –E poi quanti anni ha questo?- continuò
-Denise mi ha detto sulla ventina- risposi indifferente
-Oh, quindi giovane, sarà piuttosto imbarazzante credo-
-Già- risposi
Arrivati alla palestra, entrammo negli spogliatoi, salutai tutte con un bacio sulla guancia e un abbraccio, erano le mie sorelle, una squadra per giocare bene deve conoscersi bene, sapere che mosse potrebbe fare l’altra e così via. Mi misi le ginocchiere e le scarpe, e uscimmo tutte dallo spogliatoio contemporaneamente, chiacchierando e scherzando come delle sceme.
Letizia era la più simpatica del gruppo, secondo lei faceva delle battute squallide, non so il motivo, ma le battute squallide fanno sempre ridere.
Il nuovo allenatore non era ancora arrivato così incominciammo a montare la rete e tirare fuori le palle da uno scatolone e metterle nei carrelli, quelli della spesa che avevamo rubato due anni fa.
Vedendo ancora che non arrivava nessuno incominciammo a giocare a pallavolo, mi misi in quattro, cioè in attacco.
Letizia mi alzò una palla perfetta, così con grande fatica feci un grande salto e schiacciai la palla nell’angolino in fondo al campo, facendo rimanere tutte sbalordite, e avendo segnato un punto esultai con le compagne che avevo nella mia squadra, battendogli il cinque.
Mentre stavo ancora esultando, sentimmo un applauso, e ci girammo tutte in quella direzione, aspetta, aspetta, aspetta. Quello era il ragazzo che mi ero scontrata quella mattina, ma che ci faceva qui?
-Lei è?- chiese Denise
-Il vostro nuovo allenatore, bell’attaco…?- disse
-Megan- risposi
-Megan- ripetè lui, con un sorriso, sulle sue guance comparirono delle fossette
-Dai su continuate io vi guardo- ci disse
Continuammo a giocare, ogni tanto facevo qualche errore per distrazione, poi esultavamo perché facevamo punto, diciamo che il nostro esultare era andare al centro del campo in cerchio e fare qualche pettegolezzo sul nuovo allenatore, che sicuramente sentiva.
Dopo una buona mezz’oretta ci fermò.
-Bene ragazze, quanti anni avete?- ci chiese
-ne abbiamo tutte diciassette- rispose Letizia
-Ok, io sono Harry- disse –Voi?- ci chiese
Tutte si presentarono con un gran sorriso
-Bene io direi di fare degli spostamenti in campo, per esempio, Meg, passa in seconda linea, in sei, in mezzo- mi disse, avevo sempre odiato quel posto, tutte le palle che tirava la squadra avversaria andavano sempre in mezzo, in sei.
Sbuffai e andai nella mia postazione un po’ scazzata
-Qualcosa non va?- mi chiese lui con aria di sfida
-No- dissi mentendo
-Ti ho messo lì per vedere come te la cavi in difesa- mi spiegò, io annuì aspettando che assegnasse i posti anche alle altre, e come previsto cambiò i posti a tutte
Incominciammo a giocare, eravamo tutte un po’ impacciate, non avendo mai provato quelle postazioni, era difficile abituarsi
-No no stop- disse urlando Harry –Megan perché non hai preso la palla?- mi domandò
Io non seppi rispondere, insomma, non l’avevo vista
-Ma non vi hanno insegnato le cadute?- ci chiese
Tutte scuotemmo la testa in modo negativo, Harry si avvicinò a me, mi prese per un finco, io sussultai a quel contatto, mi prese la mano, e piano piano mi fece scivolare a terra, facendomi vìfare una caduta perfetta, quella posizione era davvero imbarazzante.
Finito l’allenamento andai a casa pensando che il nuovo allenatore, Harry, mi stava antipatico, e credo che il sentimento fosse reciproco.




scusatemi per il terribile ritardo >.<
mi dispiace D:
ringrazio le tue magnifiche persone
che hanno recensito lo scordo capitolo ** grazie <3

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Capitolo 3
*** capitolo tre ***


Domenica passò in fretta, e il lunedì arrivò, ho sempre odiato il lunedì, forse perché iniziava la scuola, ma improvvisamente mi ricordai che a scuola mi aspettava il mio ragazzo: Zayn
Subito un sorriso apparve sul mio volto, ogni volta era così, pensavo a lui e la giornata diventava più bella.
Mi preparai e andai a scuola a piedi, entrai nel cancello e salutai le ragazze, la mia squadra andava tutta nella mia stessa scuola; guardai tra l’ammasso di ragazzi che aspettavano che suonasse la campanella e intravidi la cresta di Zayn, ma quello che non vorrei mai vedere mi si presentò davanti ai miei occhi.
Zayn faceva il ‘lavaggio delle tonsille’ a una stupida moretta, la rabbia e la delusione mi assalì, e una lacrima mi scese sul viso.
 


Credo che quando tutto finisce ogni cosa
torna alla mente come dei flash.
Avete presente no?
E’ come un caleidoscopio di ricordi;
tutto torna indietro. Ma lui no.
Penso che una parte di me sapesse
Che sarebbe accaduto dall’istante
In cui l’ho visto.
Non è qualcosa che ha detto o che ha fatto
È stata la sensazione che è arrivata in quel momento.
E la cosa folle è che non so se mi sentirò
mai di nuovo così. Ma non so se dovrei.
Sapevo che il suo mondo si muoveva troppo
Velocemente e bruciava troppo luminoso, ma ho pensato:
“come può un ‘demone’ essere intrappolato in qualcuno
che sembra un angelo quando ti sorride?”
Forse lui lo sapeva quando mi ha vista,
Credo di aver perso il mio equilibrio.
Penso che la parte peggiore non sia stata perdere lui.
È stata perdere me.
 



Scappai, corsi tra la folla di Londra per tornare a casa mia e seppellirmi nel mio letto.
Ad un tratto sentì qualcuno prendermi per un polso, e riconobbi subito la mano: era Letizia che mi guardava con dispiacere, non mi disse niente, e mi portò subito a casa, arrivate lì scoppiai in un pianto isterico.
-Tesoro, è solo uno stronzo non ti merita- mi disse abbracciandomi e accarezzandomi la schiena
Al suo tocco delicato mi addormentai, le immagini di noi continuavano ad apparirmi davanti a me, e questo faceva davvero male, ma dovevo mettermi in testa che era solo uno stronzo che non mi meritava, non meritava il mio cuore, che come una stupida glielo avevo donato.
 

Sentì qualcuno scuotermi ripetutamente, cercai di aprire gli occhi ma la troppa luce me li fece richiudere immediatamente, così mi misi una mano davanti lentamente li riaprì trovandomi davanti Letizia che correva da tutte le parti.
-Che succede Lety?- chiesi con la voce ancora impastata dal sonno
-Dai su alzati abbiamo gli allenamenti- mi disse
-Io non ne ho voglia- mi lamentai
-No tu vieni, hai bisogno di sfogarti- mi disse
Così di malavoglia mi alzai e mi trascinai fino al bagno, la figura che si rifletteva allo specchio era orribile. Avevo i capelli tutti arruffati, e stranamente non avevo né occhi gonfi né occhiaie, forse perché mi ero addormentata subito.
Mi feci una doccia veloce e poi mi vestì con i soliti pantaloncini e la maglietta, mi misi sopra la solita felpa e leggins e con il mio borsone in spalla mi incamminai insieme a Letizia verso la palestra, entrammo nello spogliatoio, e notai una ragazza sulla ventina, deve esser nuova.
-Ciao- le dissi
-Ciao- mi rispose con un sorriso ‘amabile’ mi stava altamente sulle pale già a vederla.
-Chi sei?- li chiesi curiosa
-La ragazza del tuo allenatore lola- rispose, però si era dato da fare.
Mi cambiai insieme alle altre e come al solito scherzammo lasciando Lola fuori dalla discussione.
-Allora come andate a scuola?- ci chiese per entrare nella conversazione
-A piedi- risposi, il suo sorriso si spense lasciando posto ad un’ espressione sbalordita
Sentì le altre trattenere una risata, e io con un sorrisino vittorioso in faccia mi diressi verso la palestra seguita dalle altre.
-Bene ragazze, avete conosciuto Lola?- ci chiese
-Si- rispose Denise ridendo

Ci fece giocare subito, io ero un po’ giù quindi non ero in gran forma.
-Megan cos’hai?tira fuori le palle- mi urlò
-Sono una femmina- li gridai dietro innervosita, così mi tirò da parte e mi diede una palla in mano
-Attacca sul muro- mi disse, feci come richiesto, ma mi venne fuori una schifezza assoluta.
-Cos’è?perchè sei molle?ti ha lasciato il fidanzatino?- disse mentre continuavo a schiacciare sul muro davanti a me, appena disse quelle parole un senso di rabbia mi invase il corpo, così sbattei la palla al muro con un attacco, talmente forte che avevo paura che potesse formarsi una crepa sul muro.
-Uh, così ti ha lasciato il ragazzo veramente?- mi sfottè lui.
-Non sono affari tuoi- li risposi acidamente
-Poverina, stai bene?- continuò non ascoltando le mie parole, ancora la rabbia andò a mille, facendomi giocare benissimo.
Finiti gli allenamenti andai verso lo spogliatoio dove le altre erano già entrate, qualcosa me lo impedì perché Harry mi prese per un polso e mi sussurrò all’orecchio
-Così brava, mi piaci aggressiva- mi disse con un sorrisino odioso
-Vaffanculo Harry- risposi per poi entrai negli spogliatoi, lo sentì dietro di me che rideva di gusto. Che coglione.




Ciao ragazze:) volevo ringraziarvi per le 4 recensioni ricevute nello scorso capitolo:)
grazie mille :):)
Ah la parte sottolineata è 'I knew you were trouble'
di taylor swift, non odiatemi c:
ciaooo<3

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Capitolo 4
*** capitolo quattro ***


La luce filtrava tra le tapparelle della mia camera e ogni tanto il parquet scricchiolava facendomi sobbalzare dalla paura, era piena notte, e io non riuscivo a dormire, forse era un po’ per il mal di pancia causato dal ciclo, e forse un po’ ero preoccupata per mio fratello che sarebbe tornato a momenti, di ritorno dalla sua settimana bianca.
Ero in un dormi-veglia, ma un rumore secco mi fece svegliare del tutto.
-Niall, sei tu?- chiesi, nessuna risposta, allora provai a scendere le scale.
-Niall!- gridai più forte, sentì un altro rumore provenire dalla cucina, così andai a vedere…cazzo ma è possibile che è appena tornato a casa e già è dentro al frigo.
-Niall che cazzo ci fai nel frigo?- urlai fuori di me, lui sobbalzò e si girò con aria innocente verso di me con un frullato in mano.
-Ma ciao Meg- disse venendomi incontro abbracciandomi forte, io ricambiai la stretta lasciandomi andare tra le braccia del mio fratellone rompi coglioni.
-Allora com’è andata?- li chiesi
-Uh benissimo, il primo giorno sono caduto dagli scii molte volte fratturandomi il l’oso sacro e poi gli altri giorni sono andato meglio, poi c’era la signorina della reception, bellissima, siamo anche…anche- guardò il suo frullato in modo strano ma che cazz..?- ma no, mi è finito il frullato- disse con una faccia da cucciolo
-Madonna Niall, sai pensare solo al cibo?!?- li chiesi
-Si- mi guardò stranito –che domande mi fai!?!?-
Lo lasciai perdere, tanto era un caso perso e ritornai a dormire.
La mattina seguente mi svegliai con le urla di mio fratello e probabilmente quelle dei suoi amici, di andare a scuola non ne avevo la minima voglia, quindi decisi di starmene a casa, in fondo era la prima assenza che faccio in tutto l’anno.
Ad un tratto sentì Niall chiamarmi.
-Che c’è?- li urlai a mia volta.
-Scendi che ti devo presentare una persona-
-No- li risposi
-Meg scendi subito!- mi sgridò
-Ho la terza guerra mondiale nei pantaloni ok?io non mi muovo dal mio letto- li ulrai, troppo tardi però perché sentì due persone salire le scale, Niall aprì la porta mentre diceva:-Meg lui è Harry- mi disse, davanti si presentò la figura, o meglio, la persona che non avrei mai desiderato vedere.
La bocca formò una ‘O’ perfetta e anche la bocca del mio allenatore
-T..Tu!- boccheggiai
-Cazzo- riuscì solo a dire lui
-Vi…vi conoscete?- domandò confuso mio fratello guardando prima me e poi Harry, me e Harry, me e Harry, non suonava male…oh accidenti basta!
-E’ il mio allenatore di pallavolo- dico io ancora sbalordita
-Ah quello che dicevi che era un coglione e che ti stava sulle palle?- disse mio fratello non curandosi che c’era anche Harry lì con noi ad ascoltarci.
-Si, anche se evitavi di dirlo magari…-dissi a denti stretti
-Oh non fa niente- disse Harry non interessato
I ragazzi e il mio allenatore se ne andarono, anche perché Harry aveva gli allenamenti con me.
Mi preparai come al solito e mi incamminai da sola verso la palestra.
Arrivata tutte mi accolsero con un caloroso abbraccio e bacio
-Meg, lo sai che sei nei guai?- mi informò Azzurra, l’unica che non veniva nella nostra scuola
-Perché?-dissi confusa
- prima ero  fuori dalla palestra aspettando che Harry aprisse la palestra , è venuto con un suo amico e mi ha salutato però dopo l’ho sentito blaterare tra sé e sé ‘questa Meg me la paga’ però non ho capito a cosa si riferisse-
Forse per il coglione?mah…
Tutte pronte ci dirigemmo in palestra, e vidi ancora una volta una persona, una persona indesiderata. Letizia mi prese la mano come per dire ‘tieni duro ci sono io’, questo mi tranquillizzò leggermente ma non del tutto.
-Ragazze tutte qui- disse Harry
Ci avvicinammo tutte, io con un po’ di paura, dovevo essere forte.
-Lui è il mio amico Zayn, mi ha accompagnato starà qui per tutta la lezione- disse io lo fulminai con lo sguardo. Lui presentò tutte, e poi arrivò anche il mio turno
-Meg, lui è Zay- disse, non lo feci nemmeno finire di parlare
-Lo conosco, lui non è Zayn, è uno stronzo- dissi
-Meg, non essere volgare non ti ha fatto niente- mi disse il mio allenatore
-Non mi ha fatto niente?- incominciai ad alzare la voce –Lui è uno stronzo mi ha tradito- dissi tirando uno schiaffo in pieno viso a Zayn, lui se ne stette zitto e abbassò lo sguardo, bè doveva aspettarselo da una come me.
-Ora possiamo incominciare- dissi dirigendomi con le altre a prendere le palle sentì dire Harry dire a sottovoce “aggressiva la ragazza”, lo avrei preso a pugni se solo non fosse stato il mio allenatore.
Cercai di dare il meglio di me in partita, visto che avevo gli occhi puntati addosso al traditore, finiti gli allenamenti mi avviai in spogliatoio, zayn era già andato via, mi sentì prendere per una mano, mi girai con lo sguardo di fuoco.
-Che cazzo c’è?- chiesi
-Non parlare con me in questo modo- mi rimproverò. Sbuffai e girai gli occhi al cielo.
-Senti, tu non ti sei impegnata abbastanza come le tue compagne di squadra quindi ora rimani un’altra ora qui, ti alleni con me, ho avvisato tuo fratello, e ora CORRERE!- mi disse, non ci potevo credere, non avrei resistito tutto questo tempo con lui e fare un’altra ora di allenamenti.
Andai sugli spalti e incominciai a correre per un quarto d’ora mentre lui mi fissava.
-Ok ora vieni- mi disse, io mi avvicinai.
-La vedi questa palla- mi disse indicando una palla nella sua mano, io annuì- ecco prendila- disse lanciandomela lontano, io incominciai a correre, e presi la palla con un palleggio.
Poi lui incominciò a tirarne altre, le presi tutte a parte una
-Devi correre- mi disse con un sorriso furbo
-Io…io ti odio- dissi debolmente, e con il fiatone
-Anche io- mi disse tranquillamente

Spesso ci si auto convince di odiare una persona,
sopprimendo quel sentimento
così profondo e forte che è l’amore

 

Ciao ragazze :) scusatemi per il ritardo çç
spero che il capitolo vi piaccia
e ringrazio le 5 recensioni del capitolo
precedente
grazie cioè per me sono
tantissime siete cndjwqofcqonxw #sclerotime
ok, recensite ci tengo ai vostri pareri :)
with love 
-Julie

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Capitolo 5
*** capitolo cinque ***


-Io…io ti odio- dissi debolmente, e con il fiatone
-Anche io- mi disse tranquillamente
Spesso ci si auto convince di odiare una persona, sopprimendo quel sentimento così profondo e
forte che è l’amore…o forse no.
 
La mattina seguente, non mi alzai, erano appena iniziate le vacanze primaverili.
Restai a dormire fino a mezzo giorno, fino a che qualcosa non si buttò sopra al mio letto, ridendo.
Mi girai per vedere cosa fosse, cercando di aprire gli occhi impastati dal sonno.
Appena focalizzai di cosa si trattasse, sorrisi istintivamente.
-Liam, che cazzo ci fai qui  all’alba?- dissi facendo la finta arrabbiata
-Sono venuto a svegliare la mia migliore amica, all’alba di mezzo giorno- disse ridendo
Con un colpo secco tolsi le coperte sopra di me, e un brivido mi percorse la schiena.
-Dai signorina, ti sei dimenticata che hai gli allenamenti alle 13?- mi chiese
-Ma io non ho voglia- dissi, si ero una scansa fatiche
Dopo mangiato mi vestii, e mi incamminai per la palestra sperando che non mi tenesse lì un’ora in più.
Arrivai ed entrai in spogliatoio, e subito tutte applaudirono.
-Ma che cazzo vi siete fumate?- dissi
-Eeee raccontaci Meg, cos’hai fatto con Harry ieri?- mi disse
-Allenamento, non pensate male perfavore- detto questo uscimmo dagli spogliatoi tutte pronte aspettando che Harry ci desse dei comandi.
-Ciao ragazze, oggi si corre in giardino- ci annunciò, tutte uscimmo e incominciammo a correre dopo una buona mezz’oretta avevo il fiatone e andavo lenta, ad un tratto sentì Harry affiancandomi
-Su su su corri corri!- mi urlò
-N…non..ce…la faccio…più- dissi faticando a parlare
-Si che ce la fai, lo so che ce la puoi fare- mi disse
-E invece no, non…non posso- li dissi
-Io dico di si, credo in te e io so che ce la farai, ancora cinque minuti- mi disse correndo di fianco a me
Passarono cinque minuti, e Harry soffiò dentro il fischietto segno che quella tortura era finita, mi distesi sull’erba bagnata sfinita, come tutte le mie compagne.
Giocammo a pallavolo, questa volta diedi il meglio di me così Harry non mi poteva tenere lì ancora un’altra ora. Mi diressi verso lo spogliatoio, ma ancora una volta una mano mi prese per il polso. ‘non ancora’ pensai.
-Non ti sei impegnata, ancora. E neanche la tua amica Denise, quindi voi due starete qui ancora per un po’-
Sbuffai e ritornai in palestra con Denise di fianco. Il nostro allenatore cominciò a tirarci palle ovunque e noi dovevamo correre a prenderle.
- Ho sbagliato- dissi
-Infatti impegnati di più- mi sgridò Harry
Sbuffai e ricominciai l’allenamento con Denise
-Scusa ho sbagliato- mormorò Denise
-Oh…be non fa niente la prossima volta ti verrà meglio- la rassicurò Harry…no cioè ma vaffanculo!Lo odio ne sono sicura. Dopo un po’ che continuavano così i due mi stufai e scappai in spogliatoio. Possibile che ogni cosa che io faccia sia sbagliata?possibile che io sono così sbagliata..e…e diversa?perchè non riesco a farne una giusta?Mi rinchiusi in bagno e lì mi sfogai.
Piangevo. Piangevo per lo stress, per sfogarmi, piangevo perché il problema di tutto ciò ero io. Io che non ne combinavo una giusta, io che…volevo solo che il mio allenatore fosse fiero di me. Ma evidentemente non è così.
Sentì la porta dello spogliatoio aprirsi, e dei passi veloci venire verso la mia direzione.
Cercai di trattenermi coni singhiozzi, ma fu inutile. Sentì bussare alla porta, non risposi, mi limitai a singhiozzare forse ancora più forte.
-Meg apri perfavore- sentì dire, ma quella non era la voce di Denise, era Harry. L’unica persona che non mi sarei mai aspettata di sentire, l’unica voce.
-No- dissi
-Perfavore, dai- mi disse con voce dolce
Aprì la porta di scatto sorprendendomi, guardò nella mia direzione, lo vidi guardarmi…come se soffrisse anche lui.
Si sedette di fianco a me, senza guardarmi, guardando in avanti, un punto indefinito.
-Perché piangi?- mi chiese
-Perché non riesco mai a farne una giusta!perchè vorrei che il mio allenatore fosse fiero di me-
-Io sono fiero di te- mi disse
-Non è vero- dissi
-Si invece-
-Perchè fai così, cosa ti ho fatto?-li chiesi
-Io ti odio- mi disse tranquillamente
-Perchè?- non li avevo fatto niente, non aveva un valido motivo per odiarmi
-Ti odio perchè non riesco ad odiarti- mi rispose
In quel momento i nostri visi si avvicinarono, i nostri respiri si confondevano e in un attimo le sue labbra erano sulle mie, erano calde, e dolci, sapevano di fragola.
La sua lingua chiese accesso alla mia bocca, cosa che gli diedi subito, facevano una danza, una danza bellissima, una danza che non avevo mai provato con nessun ragazzo, era diversa, molto diversa.
Quando ci staccammo, quasi lo implorai con lo sguardo, non potevo, non volevo era il mio allenatore e questo non mi piaceva affatto.
-Beh, io riesco ad odiarti, infatti ti odio tutt’ora, non voglio che risuccedi ancora una volta- li dissi fredda e distaccata, ma in realtà non era quello che volevo.


AMATEMI! sono le 3.30 di notte in australia e io sono ancora sveglia per pubblicarvi il capitolo!:)
posso chiedervi un favorino ino ino ino?
passate da qui?è la mia nuova ff
Is really physical attraction?
grazie mille:)
recensite, io vado a dormire:)
buonanotte:)
with love<3
-Julie

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