Unbroken

di Winry977
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo in California. ***
Capitolo 2: *** Biglietti ***
Capitolo 3: *** La fonte di Kay ***
Capitolo 4: *** Preparativi ***
Capitolo 5: *** Concerto. Emozioni irrefrenabili. ***
Capitolo 6: *** Timidezza. ***
Capitolo 7: *** Rompere il ghiaccio ***
Capitolo 8: *** You're barely sleeping, no longer dreaming... ***
Capitolo 9: *** Frank ***
Capitolo 10: *** Circostanze. ***
Capitolo 11: *** Marc, io ti ammazzo. ***
Capitolo 12: *** Shock mattutini ***
Capitolo 13: *** Ad occhi chiusi. ***
Capitolo 14: *** Mari, oceani... acqua. ***
Capitolo 15: *** Battiti ***
Capitolo 16: *** Piatti rotti e scommesse. ***
Capitolo 17: *** Sigarette alla ciliegia ***
Capitolo 18: *** Scarpe chiodate. ***
Capitolo 19: *** Gentilezza. ***
Capitolo 20: *** Film mentali. ***
Capitolo 21: *** Kay, avevi ragione. ***
Capitolo 22: *** Dentifricio. ***
Capitolo 23: *** Vendette e brutte cere. ***
Capitolo 24: *** Nient'altro che noi. ***
Capitolo 25: *** Progetti. ***
Capitolo 26: *** Au revoir. ***
Capitolo 27: *** "Per Narniaaaa!" ***
Capitolo 28: *** Fuochi d'artificio mentali. ***
Capitolo 29: *** Unbroken. ***



Capitolo 1
*** Arrivo in California. ***


Eccomi qua. In aereo. Oggi è il mio ventesimo compleanno e come regalo ho deciso di andarmene dall'Italia. Ho passato due anni a Venezia, a racimolare soldi per andarmene, e ora finalmente è arrivato quel momento. Andrò a studiare in California, nei dintorni di Cincinnati, ma comincerò gli studi verso settembre; non a caso oggi è una giornata di luglio.

Ma comunque, sono in aereo, ed in pratica sto sonnecchiando con la testa appoggiata al finestrino. Mi sveglio di soprassalto: l'aereo è appena atterrato. Appena metto la faccia fuori dall'aeroporto vengo invasa da un calore intenso, e il sole troppo forte mi costringe a portarmi una mano sopra gli occhi per vedere meglio dove metto i piedi. In lontananza sento una voce femminile chiamarmi.

-Raaaaiiin!!!- già, i miei genitori mi hanno chiamata “Rain”, vale a dire, “Pioggia”.

Vado incontro alla voce femminile e, come previsto, a chiamarmi è stata la mia futura coinquilina, Kaylah, che ho conosciuto su un social network e che poi ho incontrato in diversi viaggi, i quali sono serviti a rafforzare la nostra amicizia.

Ci abbracciamo, e dopo aver chiacchierato un po' sotto il sole cocente ci dirigiamo verso un taxi. Mentre ci dirigiamo verso il nostro appartamento io guardo fuori dal finestrino. Sono così estasiata dal questo nuovo mondo che rimango a bocca aperta. Tanto che Kaylah se ne accorge e mi sussurra:- Benvenuta in California, cara!-

--

Arrivate al condominio in cui vivremo per giorni e giorni vengo a sapere che il nostro appartamento è all'ultimo piano, e che, accidentalmente, l'ascensore è rotto. In pratica devo fare sette piani di scale a piede. Che bellezza.

Arrivo al settimo piano col fiatone, mentre Kaylah è praticamente fresca come una rosa. In pratica prima di articolare qualche parola passano circa cinque minuti, nei quali sono particolarmente impegnata a respirare. Poi, mi accorgo che ci sono solo due appartamenti, di cui uno è il nostro.

-Hey Kay, chi vive in quell'appartamento?

-Ancora nessuno. Ma gira voce che arriverà qualcuno a viverci.

-Speriamo che non sia una vecchietta urlante!

E scoppiamo a ridere.

Entriamo in casa. Rimango a bocca aperta. E' molto più spaziosa di quanto immaginassi. Ricordo che Kay me l'aveva fatta vedere tramite foto e con la sua webcam, ma non avevo realizzato quanto fosse spaziosa.

Sono così entusiasta di essere nella nuova casa che nello spazio di dieci minuti ho girato tutto l'appartamento. Arrivo nella camera di Kaylah e noto che è già tappezzata di poster di musicisti e band metal. I suoi mobili sono di colore rosso acceso, e sopra un enorme cassettone noto un poster gigantesco con cinque uomini vestiti e truccati di nero. Li riconosco. Sono una delle nostre band preferite: i Black Veil Brides.

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Capitolo 2
*** Biglietti ***


Dopo aver comprato l'occorrente per arredare la mia stanza e averla riordinata io e Kaylah ci dirigiamo verso il negozio di CD. “E' vastissimo!” è stata l'unica frase che mi ha trapassato le tempie, dopo tutte le cose da comprare. Ci siamo subito fiondate verso il reparto magliette. Abbiamo cercato tantissimo e alla fine abbiamo trovato ciò che cercavamo da mesi: le magliette dei Black Veil Brides. Sembra roba da poco, ma noi non le trovavamo neanche su Internet, quindi appena le abbiamo viste le abbiamo quasi strappate dagli attacca panni.

Dopo questo abbiamo comprato altri gadget e poster, e siamo tornate a casa.

In serata Kaylah mi dice che deve parlarmi...

-Dimmi pure.- Le dico con aria preoccupata

-Rain...

-Si?

-Sto per darti una notiziona. Quindi respira profondamente, non ti agitare, non morire o svenire, o qualsiasi altra cosa... Insomma mantieni la calma.

-Dai! Non tenermi sulle spine!

-Io... Ho... Due biglietti per il concerto dei Black Veil Brides!!

Rimango sbalorditamente a bocca aperta.

-Oddio!! Ma come li hai ottenuti?? Saranno costati un occhio della testa!

-Da una certa fonte...- Risponde con un sorriso malizioso.

-Dai! Chi? Chi??

-Lo conoscerai presto!

-A-ha! Quindi è un lui!

Scoppia a ridere, sbattendosi una mano sulla fronte.

-Vedrai- Mi dice sorridendo -Vedrai.-

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Capitolo 3
*** La fonte di Kay ***


Il concerto è previsto per questo sabato, ed oggi è ancora mercoledì. In pratica sono in fibrillazione, e dato che le giornate qui sembrano lunghissime, sto cercando, quasi furiosamente, di farle trascorrere occupandole il più possibile. Come ho detto, è mercoledì. Più precisamente è mattina ed io mi sono appena svegliata con l'intento di trovarmi un lavoretto part-time. Mi stiracchio, apro le finestre e mi guardo attorno: la mia camera è praticamente tappezzata di poster, ovviamente dei Black Veil Brides, e di gadget darkettoni.

Guardo la sveglia. Il mio viso sbianca, il battito cardiaco aumenta e il cuore avrà già percorso 30 km, e credo che mi sia uscito pure del fumo dalle orecchie.

Altro che mattina, è mezzogiorno! Devo uscire a fare compere!

Mi vesto in fretta e furia. Percorro il corridoio, che in questo momento mi sembra così stretto che potrei sbattere o magari rimbalzare da una parete all'altra, fino ad arrivare in cucina, dove si trova Kaylah che guarda fuori dalla finestra, sotto la quale abbiamo accostato un tavolo per magiare.

E' tranquillissima e sovrappensiero. Sta persino fumando una sigaretta!

-Ma cos'hai fatto finora?!- esclamo.

-... Eh?

-Oh! Lascia perdere! Esco! Vado a fare compere!

-Cosa?! Aspetta, Ra...

Non le do neanche il tempo di completare il mio nome che sono già fuori dalla porta e mi sono già scontrata con un inquilino.

-Rain! Ho già fatto io la spesa! Ma... Che ci fai lì per terra addosso il nostro nuovo vicino?!

Mi ritrovo addosso ad un perfetto sconosciuto. Lo osservo, e noto che ha una capigliatura nera e corta. Degli occhi neri profondissimi, che mi fissano come per dire “Ehm, scusa sei ancora sopra di me.”

Ricado nel mondo reale, realizzo che sono addosso al nostro nuovo vicino di casa e che non devo più andare da nessuna parte, quindi mi rialzo di scatto, aiutando di conseguenza a fare alzare la mia vittima.

Mi scuso con il quasi sconosciuto, e lo invito ad entrare in casa.

-Scusami tu. Comunque il mio nome è Marc, vengo da Cincinnati e...

-Aspetta. Vivevi a Cincinnati e sei venuto qui?!

-Ehm si, perché lì ero anche troppo conosciuto e non c'era più privacy...-

-Cioè?-

-Ehm... diciamo che sono un amico abbastanza stretto di un componente della band...

-Sul serio??! Mamma che fortuna!!

-Eh già.- mi dice sorridendo. Poi si rivolge verso Kay:- Hai ricevuto la mia busta?-

-Si, certo.

-Aspetta! Voi già vi conoscevate?! E di quale busta parla??- mi intrometto io rivolgendomi a Kaylah.

-Si, ci siamo conosciuti proprio a Cincinnati, in una libreria, alla ricerca delle biografie dei BVB. In ogni caso, lui parla della busta che conteneva i biglietti del concerto, che non a caso sono stati regalati proprio dal suo amico/componente-dei-BVB. E siccome ci conoscevamo da tanto abbiamo deciso di andare insieme al concerto.

-Caspita! Mi sta salendo l'adrenalina!

-Non dirlo a me!- esclamano all'unisono Kaylah e Marc.

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Capitolo 4
*** Preparativi ***


Prayin' for what your heart brings, not to escape and bloodshoteyes. You're barely sleeping, no longer dreaming, now what you do to feel alive. Rise up! And celebrate you life! You're no alone in our ritual...!”

-... Pronto?

-Rain?!

-.. Che c'è?

-Svegliati! Oggi è il giorno del concerto! Dobbiamo partire tra tre ore!

Spalanco gli occhi:- Cooosaa?! E' vero! Dopo tutta quell'adrenalina, me ne stavo dimenticando! Ma quanto ho dormito? Che ore sono? E soprattutto perché

mi stai chiamando sul cellulare dato che viviamo nella stessa casa? Dove sei?-

-Sono a casa di Marc! E sono le 11 passate! Quando ti comprerai una sveglia?! Sbrigati! Vestiti e preparati per il concerto! Mangiamo da Marc e partiamo subito!-

Riattacco e mi fiondo verso l'armadio. Sono giorni che mi preparo per i fatidico evento: i vestiti sono già pronti. Indosserò la maglietta che ho comprato con Kaylah, ovviamente dei Black Veil Brides, dei jeans neri stretti e delle semplici converse nere. Quasi tutto è nero. Indosso anche dei bracciali e la collana a forma di stella della mia amata band e mi avvio verso l'appartamento di Marc.

La porta è praticamente aperta e quei due stanno chiacchierando mentre cucinano allegramente.

-Oh sei arrivata finalmente!- Esclama Kaylah.

-Bel completo nero.- Nota Marc.

-Grazie. E' il mio colore preferito, seguito dal rosso.

Mi accingo ad osservarli mentre cucinano e noto che Kaylah è vestita in modo totalmente diverso dal mio. Indossa i suoi soliti occhiali neri, una maglietta viola con delle figure dai colori “fosforescenti”, e dei jeans azzurri stretti quanto i miei. Anche lei ha dei gadget: al collo ha un porta-chiavi lungo fino alla fine delle costole con appesa la mia stessa stella, e svariati bracciali di colori diversi con sopra scritta la sigla dei Black Veil Brides. Sta bene lo stesso, come sempre del resto.

-Ah Rain, io e Marc abbiamo avuto un'ottima idea. Prima di partire ci potremmo truccare come Andy o qualche altro componente! Lui ha i trucchi adatti. Vero?- dice rivolgendosi verso Marc, quasi come se dipendesse da lui. Annuisce, continuando a cucinare.

Dopo aver mangiato ed esserci truccati ci guardiamo allo specchio. Io sembro Andy, Kaylah assomiglia ad Ashley e Marc è una via di mezzo tra CC, Jinxx e Jake. Giusto per tirarli tutti in ballo.

Il concerto avrà luogo a Saint Louis. Abbiamo davanti cinque ore e mezza di macchina. Credo che dormirò in macchina.

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Capitolo 5
*** Concerto. Emozioni irrefrenabili. ***


Mi addormento con la testa appoggiata al finestrino del sedile posteriore della macchina. Nelle cuffie sento risuonare “Rebel Yell”, e mi lasciò cullare dalla voce calda e roca di Andy. Dormo per circa quattro ore, al punto che quando mi sveglio gli occhi mi bruciano.

Mi guardo attorno: Marc sta ancora guidando e Kaylah sta blaterando qualcosa a proposito dell'ultimo libro che ha letto. Probabilmente Sartre.

-Ragazzi... dove siamo?- la interrompo con tono assonnato.

-Oh, ben svegliata! Siamo quasi arrivati a S. Louis. Ci manca pochissimo, circa mezz'ora.

-Oddio! Perché non mi avete svegliata prima?!

-Beh, dormivi alla grande! Non volevamo svegliarti.- si giustifica Marc.

Mugulo qualcosa tra me e me, e mi accingo a guardare fuori. Il cielo è grigio, ma non sembra promettere pioggia. “Ci mancava!” pensai sospirando di sollievo.

Finalmente arriviamo al parcheggio vicino l'area del concerto. E' già pieno di macchine e di persone intente a truccarsi a vicenda o a spettegolare tra loro. Mi guardo nello specchietto retrovisore. Il trucco è rimasto come quello di prima, non si è rovinato. Mi coglie un brivido di freddo, a causa del vento gelido. Ma non mi scoraggio: il concerto è in all'interno di una specie di teatro, quindi non dovrebbe fare freddo.

Ci avviamo verso l'entrata. Appena si aprono le porte veniamo colti da una musichetta che non ci è nuova: “Fallen Angel”. Che bella accoglienza, che dolci quelli dello staff, vogliono farci sentire a casa nostra. Ci guardiamo attorno: tutto è tappezzato di poster dei Black Veil Brides e della rivista Kerrang. Effettivamente è meglio che sentirsi a casa.

Entro di nuovo in “fibrillazione-mode”, e indico a Kaylah e a Marc il negozietto di gadget e magliette. Ci fiondiamo là dentro, e ci compriamo una loro felpa, le sciarpe e una loro borsa. Abbiamo fatto il pieno. Usciamo dal negozietto tra uno spintone e l'altro, da parte degli altri fan, sfegatati quanto noi.

Prendiamo posto nella sala. Non ci sono poltroncine o roba simile. Si sta in piedi. La sala non è tanto piena, quindi riusciamo a farci spazio in prima fila. Di lì a poco, comincia lo spettacolo. La sala si riempie nello spazio di pochi secondi. Prendo per mano Kaylah, impaziente di vederli cantare. E' il mio primo concerto, e l'adrenalina è a mille. Le luci si spengono.

-Oddio. Non ce la faccio più!- esclamo a Marc, che è accanto a me.

-Forza, forza. Ora cominciano!

Ed è così. Il palco viene illuminato da una luce bianca, sotto la quale compare proprio lui, Andy Biersack, seguito da Jake, Jinxx, CC ed Ashley.

-Salve a tutti! Siamo i Black Veil Brides! Che il concerto abbia inizio!- urla Andy al microfono.

Jake comincia a suonare, seguito dagli altri della band. Il primo brano è “Knives and Pens”. La folla si scatena e noi ci troviamo schiacciati dalle altre persone. Tutti si scatenano. Alziamo le mani al cielo, urlando le parole dei brani che cantano senza troppe interruzioni o giri di parole. Andy si muove sul palco, cantando a squarciagola, CC sembra scaternarsi dietro la batteria e gli altri si muovono seguendo senza troppi problemi Andy e scuotendo i lunghi capelli. Vengo colta da un brivido di eccitazione. “Santo iddio, vorrei restare qui per sempre!” penso tra me e me.

L'ultimo brano del concerto è “Children Surrender”. Il concerto si conclude, ma noi della folle vogliamo il bis. Dopo un quarto d'ora i BVB sono pronti per l'ultimo bis della serata, e cantano un'unica canzone: “Perfect Weapon”.

A concerto terminato la sala si svuota e tutti si recano verso il corridoio. All'infuori di esso, troviamo lo staff che ci invita a spostarci in altra sala ancora, in caso volessimo gli autografi e le foto con la band. “In caso?? Ma è ovvio che li voglio!” penso freneticamente. Io e Kaylah siamo ancora mano nella mano e ci dirigiamo in tutta fretta verso l'altra stanza.

Lì troviamo i cinque membri della band alzati,che parlano tra loro, ma a un certo punto Jake sembra guardare nella nostra direzione. Arrossisco e mi volto a guardare Marc, ricordando che è amico di uno di loro. Anche lui fissa Jake, e gli sorride, facendogli un cenno col capo. “Occristo” è il mio unico pensiero.

La fila scorre lentamente, i fan si fanno le foto con i musicisti, scambiano con loro qualche parola, fanno video, ricevono gli autografi... Arriva il nostro turno, ed io comincio ad avvampare. Stringo la mano di Kaylah.

-Stai calma! Non mordono mica!- dice lei avvicinandosi a Jake.

Arriva il mio turno, sorrido e faccio la prima foto con lui, più che entusiasta. Mi fa tenere in mano la sua chitarra e sorride verso l'obiettivo della macchina fotografica. Mi stringe la mano e mi fa un autografo su una foto, che poi passa a Jinxx. Intanto Kaylah si lascia andare, e le scende una lacrima dagli occhi truccati di nero. Jake le mette una mano sulla spalla. E le fa tornare il sorriso. -Oddio non sono mai stata più felice!- esclama con le lacrime agli occhi.

Proseguiamo verso Jinxx, che mi rivolge la parola. -Ciao! Come ti chiami?- arrossisco dall'emozione. -Rain.- rispondo cercando di darmi un tono.

-Mi piace molto il tuo nome. Allora dedico a te questo autografo.- dice sorridendo. -Vuoi anche una foto?- mi domanda. Annuisco. Kaylah mi aiuta a fare la foto, e poi viceversa, io la faccio a lei.

Proseguiamo, nella direzione di CC, che ci accoglie battendoci il cinque. -Heilà! Piaciuto il concerto?

-Certo!- esclamiamo in coro, mentre lui ci firma le foto già firmata da Jinxx e Jake. Kaylah si lascia andare un'altra volta, stavolta parlando a macchinetta. -CC, devo dirti che ti adoro! Sono rimasta folgorata dal tuo talento sin dalla prima volta che ti ho visto e...- continuò ad adularlo finché lui non scoppiò a ridere. -Dai, che sarò mai! Comunque grazie, apprezzo molto quello che dici. Come ti chiami?- stavolta è lei ad arrossire. Ma a lei succede in modo molto più rapido di me. -K... Kaylah...- Balbetta.

-Kaylah...- ripete CC concludendo il suo autografo -Kaylah e Rain. Mi piace questa coppia-

Annuiamo, felici di aver avuto una conversazione con il nostro batterista preferito e di esserci fatte un'altra foto con un membro della band.

Poi ci avviamo verso Ashley, che ci aspettava.

Gli porgiamo le foto. Lui ci sorride e si fa fare le foto con noi, facendo delle facce strane ma simpatiche. Firma le foto, aggiungendo ad entrambe una dedica. Stavolta sono io che mi lascio andare, come Kaylah per Jake. Arrossisco violentemente e gli occhi mi si inumidiscono. Ashley se ne deve essere accorto, perché mi saluta con un abbraccio dicendomi -Tranquilla, non stai sognando- beh, non è proprio quello che ho pensato, ma... chi se ne frega! Ho appena abbracciato Ashley Purdy! O. Mio. Dio!

Finalmente arriviamo ad Andy, ed io rischio di avere un innalzamento di pressione perché comincia a conversare con noi.

-Ciao ragazze! Vi è piaciuto il concerto?

-Ovvio!- esclamo io -I tuoi assoli sono favolosamente da brivido!- diciamo all'unisono. Credo che la presenza di Andy ci abbia rese telepatiche.

-Oh, grazie! Beh, come ti chiami?

-Kaylah.- dice con voce tremante Kay. Andy le poggia un braccio attorno alle spalle e le dice.- Beh, facciamoci una bella foto allora, mia cara!- Arrossisce anche più di prima. Io scatto la foto. Poi porgo la macchina fotografica a Kaylah.

-Tu come ti chiami invece?- mi chiede guardandomi dritta negli occhi. Il mio rossore si era placato, ma credo che si sia installato nuovamente sulle mie guance, che si riscaldano.

-Rain!- esclamo cercando di calmarmi.

-Rain... che nome insolito. Mi piace. Non me lo scorderò, Rain. Non mi scorderò né del tuo nome, né dei tuoi occhi profondamente verdi, né di tutta te stessa.

-Occristo, Andy Biersack, tu vuoi uccidermi!- esclamo senza pensarci troppo, cosa che poi mi fa sbiancare e poi arrossire. Lui scoppia a ridere. Poi mi solleva da terra, mi prende in braccio, capovolgendomi e mettendomi a testa in giù, pronti per la foto. Io mi sorreggo a lui. “Stai calma” penso con i capelli che sfiorano il suo ginocchio. “Stai calma. Sei solo in braccio al tuo cantante preferito, nonché Andy Biersack. Con i piedi all'aria e la testa sottosopra. Kaylah ti sta facendo la foto. Sorridi. Sforzati. Oh no! Non mi rimettere a terra! Portami con te!” Ovviamente tutti questi pensieri si susseguono nella mia testa per tutto il tempo della foto, durante il quale Andy assume l'espressione che usa di solito quando si muove sul palco cantando gli assoli e quando usa la voce roca che mi trasmette brividi indescrivibili. Ok, in sintesi, assume la faccia di uno che urla. La mia felicità è alle stelle. Prima di andarcene mi dice che non mi dimenticherà davvero, che gli sono piaciuta. Non ce la faccio più. Scoppio in lacrime. Lui ridacchia un po' e mi abbraccia. Poi, dopo aver firmato le foto, ci saluta. E noi ce ne andiamo.

-Cristo! Voglio tornare indietro nel tempo!- esclamo mentre aspettiamo che Marc ci raggiunga. Io fisso Andy.

-Hey...- mi chiama Kaylah. Stacco gli occhi da Andy. La guardo, fissa negli occhi scuri. Poi scoppio in lacrime e la abbraccio. Come il trucco non si sia rovinato non riesco ancora a spiegarmelo. Mi fa calmare. Poi, mi rigiro verso Andy, soffiandomi il naso. Appena mi riprendo, noto che sta parlando tranquillamente con Marc. Poi si girano entrambi verso di noi, e Marc ci indica.

-Ma che fa, vuole farmi venire un infarto?!- esclamo io voltando mi verso Kaylah e coprendomi il viso con i capelli. Lei si gira pure di scatto verso di me.

Marc ci raggiunge. -Insomma vuoi ucciderci?- esclamo io. -Perché ci hai indicate??

-Lo scoprirete presto.- ridacchia lui. -Molto presto.

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Capitolo 6
*** Timidezza. ***


 

Il concerto è finito da un pezzo, e sono le nove di sera passate. Non sappiamo cosa fare di preciso, anche perché sarebbe impossibile guidare fino a casa con questo buio pesto.

-E se ci fermassimo in albergo?- propone Kaylah.

-E con quali soldi? Io quei pochi che mi ero portata li ho spesi tutti.- rispondo io.

-Mi sa che ci possiamo accampare in macchina ragazze.- interviene Marc. -Io sono pure al verde.

Restiamo un po' in silenzio. Poi, come se fossimo connesse telepatiche, io e Kaylah ci guardiamo negli occhi e capiamo che pensiamo la stessa cosa. Ci voltiamo a guardare Marc con aria maliziosa.

-Ehm... che c'è?

-Tu... hai detto di essere amico di qualcuno che fa parte della band...- comincia Kaylah fissandolo dritto negli occhi.

-E con questo?- poi si ferma. -Oh, no. No, no, no. Non se ne parla. Non abuserei mai di loro. E' fuori discussione che io gli chieda di ospitarci. E anche quando, come e dove? Loro stanno in una roulotte quando viaggiano!

-Fico, in una roulotte con i Black Veil Brides!- ignoro le sue proteste, rivolgendomi a Kaylah sgranando gli occhi dall'eccitazione. Torniamo a fissare Marc.

-No, ragazze. Ve l'ho già detto.

Ci avviciniamo con fare minaccioso.

-No, non cederò.

Alla fine, tanto lo preghiamo e torturiamo, che lui acconsente a chiamare Jake.

-Ma non insisterò più di tanto!- sfila dai jeans strappati il cellulare e compone un numero che non ci permette di vedere.

-Ehm... Jake? Sono Marc. ... Eh, si. Scusa il disturbo, ma sono in un piccolo pasticcio...

Intervengo sotto voce: -Digli che siamo senza benzina!- annuisce.

-Eh, si. Vedi siamo senza benzina, e non abbiamo soldi per dormire in un hotel. ... Beh... Ecco... Mi chiedevo, se per voi non è un disturbo se... ... Oh, davvero? Sei sicuro? Non vi causiamo dei guai? Non disturbiamo? ... Oh, grazie davvero! Come vi troviamo? ....... Perfetto, allora arriviamo. Grazie ancora!- chiude la chiamata e ci guarda con uno sguardo indecifrabile. Poi ci fa cenno di seguirlo.

Io e Kay ci teniamo per mano, e ci lo seguiamo col cuore che batte forte in petto. Entriamo in un piccolo vicolo che non si sa da dove spunti e vediamo un uomo poco distante da noi. Stringo la mano di Kaylah, e lei ricambia la stretta, però continuiamo a camminare con lo stesso passo con cui siamo partite.

Quando arriviamo davanti l'uomo, come pensavamo, scopriamo che è Jake.

-Ehilà. Tutto a posto?- si rivolge a Marc.

-Insomma.- fa spallucce lui.

-E voi, ragazze? Tutto a posto? Vi vedo un po' tese.- “Mah, niente di che. Per quello che ho capito sto SOLO per passare la notte nella roulotte della mia band preferita. Cose che capitano tutti i giorni.” penso tra me e me. E sarei pure tentata da dirglielo, ma mi trattengo. Jake deve aver capito la nostra tensione, si avvicina e ci mette le sue mani sulle nostre spalle.

-Suvvia, che sarà mai? Dai, andiamo.- se ha provato a calmarmi, non ci è riuscito.

Ci guida fino alla sua roulotte, e io e Kaylah siamo inseparabili. Siamo in fibrillazione e curiosissime di conoscere dal vivo quei ragazzi.

Arrivati lì, troviamo la porta aperta.

-Ragazzi? Sono arrivati!- chiama Jake affacciandosi sull'entrata.

-Si!- strilla CC dall'interno -Credo che possano entrare!

-Credi?

-E si, dai!

Jake ci fa cenno di entrare, e noi restiamo sbalordite. La roulotte è spaziosissima, elegantissima, e buona parte di essa è tinta in nero. Cerco di rilassarmi, ma la stretta di Kaylah me lo impedisce. Jinxx ci viene in contro da non si sa quale stanza.

-Oh, buonasera! Mi avevano detto che avremmo avuto ospiti, ma non sapevo che ci fossero due belle ragazze.- ci sorride.

Kay arrossisce violentemente, e anch'io mi sento avvampare il viso.

-Jinxx! Sono delle fan, non puoi dirle una cosa del genere! Le uccideresti!- ci voltiamo nella direzione di CC, che è appena arrivato da non si sa dove. -Benvenute. Vi ho appena preparato un posto dove dormire- ci sorride anche lui.

-Ehi, Marc! Come te la passi, amico?- sentiamo la voce di Ashley, ma non sappiamo bene da dove provenga, così seguiamo lo sguardo di Jinxx, che è rivolto verso il soffitto della roulotte. Ed è proprio lì che c'è una specie di letto a castello, sopra il quale c'è steso a pancia in giù Ashley, che ammira la scena dall'alto.

-Bene, ma... ci siamo visti quale mezzora fa!- Marc assume un'espressione tra il divertito e il perplesso, che mi fa venire da ridere.

Dall'entrata della roulotte sento provenire dei passi, che mi portano a girarmi, seguita da Kay. E' proprio lui, Andy. Per fortuna con lui entra anche una folata di vento fresco, che mi fa tornare in me stessa, perché altrimenti potrei svenire da un momento all'altro. -Scusate, mi stavo fumando una sigaretta. Oh, salve.- si rivolge a noi. -Marc, sapevo che il nostro...- si interrompe, Marc deve avergli fatto cenno di non continuare a parlare. Mah. -Oh, giusto. Beh, benvenute. Mi avevano detto che avremmo avuto ospiti, ma non mi aspettavo che arrivaste così in fretta.- ci fissò, e io mi persi nei suoi occhi. -Mi ricordo ancora i vostri nomi... Kaylah e Rain, giusto?

Mi prende un mini infarto. “Si ricorda i nostri nomi!!”

Kay annuisce con convinzione.

-Ragazze, non avete ancora emesso una singola parola! Dai, di solito non siete così!- fa notare Marc. Lo guardo, guardo Kaylah, mi guardo attorno, e non so né come né perché, ma scoppiamo a ridere.

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Capitolo 7
*** Rompere il ghiaccio ***


Dopo quella sonora risata, CC ci propone di struccarci, e noi accettiamo di buona voglia; anche perché io comincio a sentirmi il trucco appiccicaticcio sulle guance. Io sono la prima a chiudermi in bagno con in mano lo struccante. Mi guardo allo specchio. “Ok, Rain. Sei solo nella roulotte dei tuoi idoli, nonché i Black Veil Brides. Mantieni la calma e togliti tutto questo nero dalla faccia!” penso mentre respiro profondamente nella speranza di riacquistare controllo di me stessa, e mi tolgo il trucco. A opera conclusa mi sciacquo la faccia ed esco dal bagno.

-Ok, a chi tocca?- chiedo io, tornando dove tutti si erano riuniti. Mi trovai gli occhi di tutta la band puntati addosso. “Oddio che imbarazzo!” il mio viso avvampò.

-Vado io!- rompe il ghiaccio Kay, che è sicuramente più rossa di me in viso.

-Wow, anche senza trucco i tuoi occhi verdi spiccano sul tuo viso!- esclama Jinxx fissandomi.

-Jinxx te l'ho detto prima. Non puoi dire una cosa del genere a una fan! La potresti uccidere!!- lo richiama CC di nuovo. Sorrido, e non so neanche perché.

Marc mi fissa, seduto su un divano-letto. -Hai intenzione di restare lì? Dai, vieni!

Mi avvicino e mi siedo accanto a lui.

-Beh? Che si fa? Volete una birra?- propone Ashley.

-Ash, l'ultima te la sei scolata tu!- gli ricorda Jake. Ridono. “Che bella risata” li adoro mentalmente.

-Sentite, non sono neanche le dieci. Facciamo qualcosa! Io a quest'ora non vado di certo a letto!- esclama CC.

-Giochiamo a carte?- propone Jinxx.

-Dimmi che scherzi. Passiamo le ore solo a giocare a carte!- interviene Andy. -Facciamo un gioco che stuzzichi la curiosità di tutti. Tipo quello che fanno gli adolescenti... come si chiama? “Obbligo o Verità”?

Annuisco, e penso alla reazione di Kaylah quando verrà a sapere che stiamo per fare un gioco così assurdo con la nostra band preferita, e che lei odia tra l'altro.

-Quindi va bene? Giochiamo a quel “coso”?

-D'accordo!

In quello stesso momento, Kay torna dal bagno, e anche lei si trova gli occhi di tutti puntati addosso. Stavolta Jinxx sta per aprire bocca, ma CC gli molla una gomitata. Lei arrossisce lo stesso, e tiene lo sguardo fisso sul pavimento. Poi mi si avvicina e si siede accanto a me, e in qualche modo -invisibile a chi ci sta attorno- mi prende per mano. Marc si alza e si dirige verso il bagno per struccarsi anche lui. “Bene, e ora?” penso, guardandolo allontanarsi.

Ashley attacca discorso. -Beh? Qual'è il vostro paese d'origine?

-L'Italia.- rispondo io sospirando. In parte mi manca, ma la California è quello che ho sognato per una vita, quindi sono ben felice di essere qui.

-Fico! Com'è la pizza?- domanda Jake. -Non credo che la pizza che fanno qui sia al pari di quella italiana.

-Eh, già. Beh, comunque è molto buona, ma bisogna trovare pure la pizzeria giusta.

-Che figata. E come mai sei venuta qui?- stavolta è Ashley a parlare.

Guardo Kaylah. -Per lei, e perché ho sempre sognato di vivere qui.- “E per voi, ovviamente” penso.

-Eppure hai un nome inglese...- nota Ashley.

-Beh, si. Mia madre era inglese e mio padre americano. E dato che la pioggia li ispirava parecchio, mi hanno appioppato questo nome.

-E' molto bello.- commenta Jake. Stavolta non mi si riscalda il viso, ormai mi sono abituata all'ambiente, e per di più sto conversando con loro senza troppi problemi. Solo che a differenza di me, Kaylah non si è ancora ambientata, e il suo rossore non è scomparso.

-E tu, Kaylah?- chiede Andy.

Lei salta praticamente sul cuscino su cui è seduta. -Io? Oh, niente di che. Vivo in un paesino lontano cinque ore da qui. Con lei.- mi indica.

-Uh, Californiana dalla nascita?

-Eh già!- si sta calmando anche lei.

Marc torna dal bagno, ma nessuno lo fissa come fissavano noi. -Bella storia! A loro due tutti gli sguardi incantevoli, e io non sono neanche considerato!- scoppiamo a ridere.

-Beh, ora che ci siamo tutti, possiamo cominciare il gioco!

-Che gioco?- Chiede Kaylah rivolta ad Ashley che aveva appena parlato.

-”Obbligo o Verità”.

Kaylah si gira a guardarmi, e con lo sguardo mi comunica una frase che capirebbe chiunque “PERCHE' GIUSTO “OBBLIGO O VERITA'”???” Cerco di non scoppiare a ridere.

Lei sospira.

 

Passiamo la serata divertendoci e scherzando. La più bella della mia vita. Verso mezzanotte, ci cominciamo a stancare ed Andy propone di andare a letto.

-Vi abbiamo organizzato i letti. Ragazze, voi che siete minute potreste dormire insieme nel divano-letto. Vi sta bene?- chiede CC.

-O preferite dormire con uno di noi?- domanda Jinxx. Non sappiamo cosa rispondere, perché veramente lo vorremmo. Jinxx se ne rende conto, e scoppia a ridere. -Stavo scherzando!- e apre il divano-letto, che si dimostra parecchio spazioso. Io lo guardo. Ho la tentazione di lasciarmi andare sul materasso, ma da una parte mi trattengo, perché so che apparirei strana. Kaylah non si fa la mia stessa problematica. Si sdraia senza pensarci troppo, e ci osserva tutti, come un cucciolo. “Come non detto.” mi siedo sul materasso.

-Marc, tu per te abbiamo preparato una specie di branda accanto la finestra. Ti va bene lo stesso, amico?

La branda consiste nel trasformare una mensola attaccata ad un finestrino in un letto costituito da un piumone come materasso e una coperta. Lui fa spallucce. -Mi adatto.

Nel frattempo tutti si stanno struccando, andando in bagno a turno; e io e Kay guardiamo quel periodico andirivieni. In pratica è quasi l'una di notte e loro non hanno ancora finito, e infatti noi due siamo le prime a crollare dal sonno. Stanche di quella meravigliosa giornata.

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Capitolo 8
*** You're barely sleeping, no longer dreaming... ***


-Raaaain...

-...

-Eeeehi....

Mi sento smuovere un po'.

-Sveeegliatiii....

Socchiudo gli occhi, e vengo invasa da una luce fortissima. Davanti a me c'è Marc che mi fissa con i suoi occhioni profondi. Richiudo gli occhi e mi giro dall'altro lato, portandomi la coperta fin sopra la testa.

-Certo che non sarà facile farla alzare.- commenta una voce lontana che mi ricorda quella di Andy.

-Ehi, Ash. Provaci tu. Magari fai più effetto.

-Io? Ok.

Sento dei piccoli sprofondamenti nel materasso, ma non gli do molta importanza. Sono troppo stanca per svegliarmi. Lentamente la coperta sopra la mia testa viene scostata ed io vengo colpita dallo stesso fascio di luce di prima.

-Indovina chi sono.- mi sussurra nell'orecchio. Come se non l'avessi capito. Piglio un cuscino e me lo metto in faccia.

-Ehi, ma non c'è verso! E Kaylah dorme più profondamente di lei. Che facciamo?

Finalmente tacciono un po' ed io posso tornare ai miei sogni. Ma neanche il tempo di riassopirmi che sento la suoneria del mio cellulare, e parte “Perfect weapon”. Se magari il cellulare fosse stato sul materasso lo avrei pure lasciato squillare. Peccato che è nella mia tasca della felpa. Si, perché la sera prima ci eravamo addormentate vestite. In pratica salto in aria, con la pancia che mi vibra e con Andy che strilla le parole di quella canzone. Mi metto a sedere sul materasso senza guardare chi mi sta attorno, mi sfilo il cellulare dalla tasca e fisso lo schermo con gli occhi mezzi annebbiati. Sul display compare il numero di Marc.

Il mio sguardo vaga per la stanza alla ricerca della faccia di Marc, e quando me lo ritrovo alla mia sinistra, piglio il cuscino e glielo sbatto in faccia, per poi ributtarmi sul materasso.

Sento delle risate. -Certo che queste italiane sono proprio cocciute la mattina!-

-Ehi, Andy, perché non provi a svegliarla con un urlo?

-Tipo quello di “Perfect Weapon”? No, dai, sarebbe troppo crudele. Le verrebbe un infarto.

-Beh, ma dovrà pur alzarsi! Non posso mica buttarle addosso un secchio d'acqua!- esclama Marc.

“Basta mi arrendo. Non c'è verso di dormire.” socchiudo gli occhi, e mi metto a sedere, con non so quale energia.

-Oh...

-Era ora! E' da un pezzo che cerco di svegliarti! Sei proprio cocciuta! E ora devo passare a Kaylah! E...

-Marc! Quanto diamine parli?- lo zittisco. Come si fa a parlare così tanto di prima mattina? Mi stiracchio, mi guardo attorno. Alla mia destra, seduto sul letto c'è Ashley che mi fissa come se venissi da un altro pianeta. Ai piedi del letto c'è Andy con in mano una tazza di caffè, e dal piccolo corridoio che collega quella stanza al bagno si intravede Jake che ammira la scena lavandosi i denti. Cerco Kaylah nel letto e ne scorgo le ginocchia rannicchiate dietro le gambe incrociate di Ashley.

-Non si è ancora svegliata?

-Già. Sarà un impresa.

-Naah, so il suo punto debole.

Ashley si gira nella direzione di Kaylah, mentre io scendo dal letto a piedi scalzi. Arrivo dal lato di Kaylah e guardo Ashley, che ricambia il mio sguardo.

-Non ti consiglio di restare da quel lato, il suo risveglio è sempre un trauma per chi le sta vicino.

-Allora non corro il rischio.- e indietreggia, sedendosi dove dormivo io poco prima.

Poggio il mio sguardo sul viso angelico di Kaylah. Le scosto i capelli dalla guancia rivolta verso l' alto e chino il mio viso su di lei. Le soffio dentro l'orecchio, e mi scosto subito. La sua reazione è immediata: si alza di scatto e gemendo, si porta le mani alle orecchie e comincia a dondolarsi avanti e indietro su se stessa.

-Wow, è stato più facile di quanto pensassi.- osserva Marc dall'altro capo del letto. Faccio spallucce.

-Buongiorno Kay.

-Buongiorno un corno. C'era bisogno di ricorrere a quel metodo per svegliarmi?

-Non ne conosco altri!

 

Poco dopo ci troviamo a fare colazione con tutto i Black Veil Brides al completo. Ci gustiamo una tazza di caffè, per riscaldarci. Nonostante sia pieno luglio, di prima mattina e di sera tarda si muore di freddo. Che clima contraddicente.

-Certo che siete una strana coppia voi due.- commenta Jake. -Ieri sera, dopo che mi ero tolto tutto quella specie di make-up che usiamo sempre, vi ho trovato l'una abbracciata all'altra, e stamattina sembravate due specie di cuccioli addormentati, l'uno accanto all'altro. Poi, come se niente fosse, cambiate di botto, e per svegliarvi non bastano neanche le cannonate. Almeno con te, Rain.

-Aspetta. Dormivamo abbracciate?- interviene Kay.

-Si, si!- conferma Jinxx, che è seduto accanto a me. -Che dolci, eh?

Mi immagino già la scena. Io che abbraccio Kaylah e lei che mi ricambia, mentre dormiamo. Che cosa strana da vedere, considerate le nostre indoli così diverse e scontrose quando ce n'è bisogno.

 

Finita anche la colazione, arriva il momento di andarcene.

Io e Kaylah siamo molto dispiaciute, ma ci ripromettiamo di andare ad un altro loro concerto. Salutiamo a malincuore i nostri idoli, e ci avviamo verso la macchina. Marc la accende, e si accorge che siamo davvero quasi senza benzina. Quel poco che abbiamo ci basterà per arrivare al primo autogrill. Partiamo, e dopo aver fatto il pieno, io mi perdo nei miei pensieri. E, con le cuffie nelle orecchie, vengo travolta dai ricordi di quella sera e della mattina appena vissuta.

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Capitolo 9
*** Frank ***


Sono passate diverse settimane da quando siamo state al concerto dei Black Veil Brides, e ormai le nostre vite, mia e di Kaylah, sono ricominciate a scorrere normalmente. Io ho cominciato a lavorare in una piccola libreria in zona, per cominciare ad accumulare soldi per l'università. Mi trovo abbastanza bene lì, anche se tra il personale c'è solo una persona dal mio stesso stile ed è un ragazzo dallo stile metallaro e che si chiama Frank. Avrà circa vent'anni, come me; ha i capelli molto corti, quasi rasati in stile militare, ha dei tatuaggi sul petto che cerca di non dare troppo a vedere e un piercing al naso.

La cosa che può colpire maggiormente di questo ragazzo, non è quel piercing al naso a forma di anello, ma gli occhi verdi, che cerca di non dare troppo a vedere, non si sa perché ma lo imbarazzano, e che con la luce del sole danno l'impressione di variare dal grigio all'arancio.

Sono letteralmente infatuata di quel ragazzo, e al lavoro non faccio altro che lanciargli occhiate di sbieco, e solo una volta ho incrociato il suo sguardo, ed è stata una sensazione spettacolare.

Quando mi risveglio dal prato che si estende nei suoi occhi, mi accorgo che mi sta porgendo dei libri da sistemare in uno scaffale. “Male figure: mode on” penso sfiorando accidentalmente le sue dita mentre prendo i volumi. Un brivido mi attraversa la schiena, e cerco di non farmi avvampare il viso, quindi mi decido a svolgere il mio lavoro e basta.

 

Nel tempo che è trascorso, finalmente una mattina mi parla.

-Ehm, puoi darmi un passaggio a casa?

Le mie orecchie si riscaldano, il cuore percorre 30 km, le pupille mi si dilatano, e l'unica cosa che riesco a pensare è: “Cosa?”. Di tutti i pensieri che potevano passarmi per la testa, me ne è passato uno dei più idioti.

-Ehm, ok!- e ringrazio mentalmente Kaylah per aver affittato una macchina, per avermela prestata e i miei amici italiani che mi hanno insegnato a guidarla.

Lui mi rivolge un sorriso abbagliante e torna a sistemare libri, mentre io passo il tempo a guardare l'orologio che scandisce i minuti così lentamente che lo romperei.

Finalmente finisce il nostro turno di lavoro, e dopo aver recuperato le nostre cose, ci dirigiamo verso la mia macchina, anche se in silenzio. Entriamo e gli chiedo di indicarmi dove vive.

-In Booked Street, hai presente?

Ricordo perfettamente quella via: proprio lì c'è il negozio di CD dove ho comprato i gadget dei Black Veil Brides prima di scoprire che Kaylah avesse i biglietti del concerto.

Annuisco e accendo la macchina, e involontariamente parte l'iPod, che ho lasciato attaccato al cavetto in riproduzione casuale: partono i Black Veil Brides con Beautiful Remains.

-Uh, adoro quella band!- esclama quando vede che sto per mettere in pausa la musica. -Non spegnere, ti prego. Una freccetta mi trafigge il cuore. “Gli piacciono i BVB. Posso morire felice.”

-Ti piacciono davvero?

-Eh, si.- sorride lui.

-Wow, qual'è la tua canzone preferita?

-New Religion, e la tua?

-Sto ancora pensando quale dirti- ridacchio -Non so scegliere.

Lui mi sorride, e intanto siamo quasi arrivati in Booked Street. Da una parte mi dispiace, però non posso farci nulla. Quando mi fermo al numero che lui mi ha indicato, lui aspetta qualche secondo prima di scendere dalla macchina e mi volge una domanda. -Senti, ti va di uscire qualche sera? Sarebbe fico conoscerci, dato che lavoriamo insieme ma non ci siamo mai rivolti la parola fino ad oggi, se non per qualcosa che riguardasse i libri.

Stavo per morire. -V... Va bene. Magari poi ci accordiamo al lavoro, ti va?- mi lisciai nervosamente i capelli.

-E' perfetto, allora a domani- mi sorride ed esce dalla macchina con una grazia tale che mi incanto a fissarlo mentre cammina sul marciapiede.

 

Appena arrivo a casa, Kaylah mi guarda storto.

-Perché ci hai messo tanto? Il tuo piatto si è raffreddato ormai!

Casco dalle nuvole. -Eh?

-Rain! Ma ci sei?

-Eh? Oh, si.

-Senti, raramente hai quella faccia trasognata. Dimmi che ti è preso. Hai ascoltato i BVB e ti sei emozionata?

-Uh, no. Però li ho ascoltati con...- mi interrompo pensando a Frank.

-Con...?

-F...

-F? Senti, non ti fare tirare le cose con la pinza!- è esasperata.

-Fraaaaank...- sospiro io.

-Frank? Dici quello per il quale ti sei infatuata?

Annuisco pensando a lui. Lei mi molla una pacca sulla spalla.

-Ahi!

-Beh, almeno sei tornata tra noi. Com'è che c'era lui con te?- incrocia le braccia.

-Voleva un passaggio e l'ho accompagnato. E mi ha chiesto di uscire. E io ho detto si. E sto morendo.- rispondo sedendomi a tavola.

-E si vede! Dai mangia.- mi mette sotto il naso un piatto di spaghetti all'italiana, nonché i miei preferiti. E per questo mi arrabbio con lei. Non sono in condizioni di mangiare, e lei mi prepara il mio piatto preferito. Non è giusto.

 

Il giorno dopo entro in libreria e trovo Frank impegnato con dei clienti, ma appena mi vede mi fa un cenno con la testa in segno di saluto. Lo ricambio e cerco di non sbavare sul pavimento. Si, sono decisamente persa.

Quando la libreria si svuota lui mi rivolge la parola.

-Che ne dici di uscire sabato?- mi dice mentre controlla gli ultimi arrivi. Sento il capo che ci fischietta dietro le spalle, mentre io pulisco uno scaffale dalla polvere.

-Sabato? Oh, ma è domani. Direi che è perfetto!

-Ok, dove ci incontriamo?

Ci penso un po' su. -Che ne dici davanti al negozio di CD nella tua via?

-Oh, perfetto. Allora alle sette e mezza?

-E' perfetto!- gli sorrido io, buttando la pezza impolverata, mentre il capo tossisce sempre alle nostre spalle. “Impiccione.” penso io. “Devo dare la notizia a Kaylah!” penso freneticamente, chiedendo un piccolo break al capo, che acconsente.

Il cellulare squilla.

-Pronto?

-Kay! Non sai cosa mi è appena successo!

-Rain, sono al lavoro, e ho dei tavoli da servire io! Che c'è? Che è successo?- si, lei fa la cameriera.

-Mi ha chiesto di uscire!

-Chi, Frank?

-E chi altro sennò?!- esclamo io tutta eccitata.

-Senti, sono felice per te, ma la proprietaria sta per lanciarmi un coltello, quindi se ci tieni ad avermi come coinquilina e a trovarmi incolume questo pomeriggio, ti conviene staccare!

-E va bene! A più tardi!- e chiudo.

“Cristo, Cristo, Cristo. Quando diamine arriva domani?!”

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Capitolo 10
*** Circostanze. ***


Finalmente il sabato pomeriggio è arrivato e io non so come vestirmi, e obbligo Kaylah ad aiutarmi.

Optiamo per una camicia nera con delle catene attaccate ai fianchi e una minigonna dal tema scozzese, anche quella con varie catene e cinture attorno ai fianchi, con panta-collant neri. È fico, ma io mi sento ancora disadatta e manca qualcosa.

-Che scarpe, che scarpe??- chiedo mettendomi le mani ai capelli.

-Ballerine?

-Le odio.

-Converse?

-Ma ci stanno?

-Si, provatele.- è più esasperata di me. Le provo e sono perfette.

-Si, ma...mi sento una quindicenne!- obietto io.

-Ma santo Dio! Rain, tu vedi altre alternative?

Osservo l'armadio con tutti i vestiti sparpagliati sul letto.

-Dammi retta, vai benissimo. E ora, se permetti, anche io ho un appuntamento.

-Tu? E con chi??- la fisso incuriosita.

-Indovina.- mi guarda con aria maliziosa.

-E che ne so, io!

-Marc.- abbassa lo sguardo arrossendo.

-Coooooooooooooosa?! Scherzi vero? Parliamo di Marc, il nostro vicino di casa? Il ragazzo che ci ha portate al concerto e che ci ha fatte miracolosamente dormire con i Black Veil Brides?!

Annuisce timida e diventando un pomodoro.

-Che carini!! E state già insieme?

-Rain... mi ha solo chiesto di uscire un paio di volte...- si tocca i capelli.

-Un paio di volte?? Quindi vi frequentate, eh? Beh, non mi stupirei se qualche notte non tornassi a casa, allora!- e me la svigno fuori dalla stanza perché so che Kaylah mi sta per uccidere a sprangate sulle gengive.

 

Alle sette e mezza spaccate sono davanti il negozio di CD, e sul mio stesso marciapiede vedo Frank che mi viene in contro. E' vestito quasi come me: maglietta nera con al collo una catena, solito piercing al naso, jeans strappati con diverse cinture, anfibi. Pensavo di essere vestita in modo troppo appariscente, ma il fatto che lui sia come me mi mette a mio agio.

-Wow, stai benissimo. A confronto sono un sempliciotto.- si complimenta lui.

-Ma dai, stai bene anche tu.- sdrammatizzo.

-Ti va di entrare?- indica il negozio e la porta automatica si apre.

Annuisco, e sono felice, perché appena entriamo un pezzo rock ci invade i timpani. Ci dirigiamo nel reparto Rock e guardiamo insieme dei CD.

-Ti piacciono i My Chemical Romance?- mi chiede lui.

-Oh, si. Io adoro Gerard Way.

-Io stimo il chitarrista ritmico, Frank Iero. E non solo perché si chiama come me.- ridacchia lui.

-Che mi dici dei Green Day? E di Marilyn Manson?

-Uh, dei Green Day mi piace qualcosina, mentre per Manson provo una stima unica.- risponde lui, fissando uno dei suoi ultimi CD.

-Mmm... Band preferita?

-Avenged Sevenfold.- risponde lui facendosi comparire un mega sorriso sulla bocca. -E tu?

-Black Veil Brides.- Stavolta sono io a fissare Set The World On Fire, e mi perdo nei ricordi del mio primo concerto.

Usciamo dal negozio e ci decidiamo ad andare a mangiare da qualche parte, e ci ritroviamo davanti l'Hard Rock. Neanche il tempo di guardare l'insegna, che con uno sguardo di intesa ci siamo già catapultati dentro per ordinare da mangiare, con come accoglienza gli AC/DC. Mentre mangiamo ci perdiamo in chiacchiere e scopriamo di avere un sacco di cose in comune, a parte la musica. Io però mi perdo soprattutto nei suoi occhi. “Sono cotta.” penso mentre lui si offre di pagarmi la cena. “Ed è gentilissimo. Speriamo che finisca come nei miei film mentali!”

La serata prosegue, e alla fine di essa lui mi riaccompagna alla macchina, che ho lasciato davanti il negozio di CD. Quando vi giungiamo restiamo un paio di secondi in ascolto della musica proveniente dall'interno del negozio: Die for you, dei miei amati BVB. “E' una continua citazione, eh?” penso con soddisfazione fissandomi le scarpe, che ad un tratto si sono fatte molto interessanti.

-Beh, dai. Ci vediamo al lavoro, che dici?- ok, il fatidico momento del saluto si avvicina.

-Eh, già. Dai, a lunedì allora.- e lo saluto normalmente. Giuro, mi sarei aspettata qualcosa di più del solito bacio sulla guancia, usato in tutto il santissimo mondo, ma niente. Niente.

 

Torno a casa, delusa. E noto che Kaylah non è ancora tornata.

Mi dirigo in camera mia e stramazzo sul letto, dopo aver avviato i Black Veil Brides nello stereo.

Che tristezza. “Se stasera qualcuno mi viene a bussare per via del volume troppo alto gli sbatto la porta in faccia.” penso crogiolandomi nella mia delusione.

 

-Magari è gay...- mi dice Kaylah la mattina dopo.

-Si, vabbè. Kay, tu farnetichi. Mi ha chiesto lui di uscire!

-Ah si? Allora prova ad uscirci altre volte e vediamo cosa ne esce. E poi, poteva pure avertelo chiesto perché era solo interessato ad averti come amica!

Sbuffo. Non voglio credere che sia così, anche perché ci parliamo a malapena da quattro giorni.

-Tu piuttosto... com'è andata ieri sera?

Lei diventa violentemente rossa. Ormai è chiaro, ogni volta che le si chiede qualcosa sulla persona di cui è innamorata, arrossisce di colpo.

-B... Bene.

-Ma fammi capire, state insieme?- insisto io con tono malizioso.

-Ehm... beh ecco... si.- si porta una mano al collo.

-Lo sapevo!- esclamo soddisfatta.

-O... ok, cambiamo argomento, va bene?

 

“E' pazzesco.” penso mentre entro in libreria. “Persino Kaylah si è trovata il ragazzo, e io sono una Forever Alone con i fiocchi. Che tristezza.” noto che Frank è già arrivato, e io appoggio borsa e giacca all'attaccapanni e mi siedo al pc a controllare i nuovi arrivi, mi occupo di qualche cliente e torno al pc, senza guardare Frank. Non ho cosa dirgli, anche quando, e sono stanca dalla nottata insonne che ho passato.

-Ehi, tutto ok?- mi chiede il capo.

-Si, scusi. Solo un po' di stanchezza.

-Perché non ti fai offrire un caffè da Frank? Ehi, Frank!- lo chiama, mentre lui è dall'altra parte del negozio.

-Si?

-Offri un caffè a Rain, che è distrutta. Vi concedo un break!

-Ok.

-Grazie, signore.- mi rivolgo a lui mentre indosso la giacca.

Usciamo dal negozio e mentre attraversiamo la strada, Frank mi parla. -Che hai?-

“No, niente, ho solo un'infatuazione per te, non ho chiuso occhio stanotte perché pensavo su una tua possibile omosessualità e perché ieri sera ho mangiato peperoni a tutto spiano, e sai com'è... i peperoni sono pesanti.” penso tra me e me. -Niente, sono solo un po' stanca.- sminuisco quello che ho appena pensato.

-Uh, allora ti ci vuole proprio un bel caffè nero!- esclama lui contento. E il suo buon umore mi contagia: infatti torno in libreria con un bel sorriso stampato in faccia.

-Oggi hai da fare?- mi chiede prima di mettere piede nel negozio. Mi si accende una lampadina mentale.

-No, oggi no. E tu? Devo fare un secondo turno qui, ma finisco alle sei. Ti va di uscire per una passeggiata in città?

Annuisco, ci mettiamo d'accordo per l'orario ed entriamo.

 

-Ok, questa volta ci deve scappare qualcosa di più!- esclamo entrando in casa e facendo sobbalzare Kaylah.

-Cosa?- chiede lei curiosa.

-Ho un appuntamento con Frank per le sei. Vediamo come va a finire!- sono determinata. Se un ragazzo ti chiede un secondo appuntamento dovrà pur esserci qualcosa sotto!

Alle sei lo vado a prendere in libreria, e la serata trascorre quasi come quella precedente, senza però andare al negozio di CD o all'Hard Rock. Arriva il momento di salutarci e la scena dell'ultima volta si ripete, e io torno a casa delusa per la seconda volta.

Il giorno dopo mi si presenta la stessa occasione di uscire con lui e accetto, ma stavolta le cosa andranno diversamente.

Passiamo la solita serata a parlare, gironzolando per i negozi e per le strade della nostra cittadina e quando si avvicina il momento di andare a casa lui si offre di accompagnarmi fin sotto casa. Per fortuna siamo nei dintorni, e ci possiamo andare a piedi. E' perfetto. Il fatidico momento si avvicina e stavolta, quando siamo vicinissimi, sono io a prendere l'iniziativa, e lo bacio sul serio. Le nostre labbra entrano a contatto e a me sembra di udire un fuoco d'artificio in lontananza, ma si spegne subito. Perché avverto che c'è qualcosa che non va.

Ci stacchiamo e lui sembra scioccato. “Ahi, mi sa che non è andata come speravo.”

-Ecco... Vedi Frank... io...

-Scusami.- mi ferma lui, mentre io mi acciglio. -Non pensavo di averti fatto “quel tipo di effetto”. Io... ti vedo solo come amica.- strinsi i pugni. -Ecco... ammetto che mi piaci, ma... io ho già una ragazza.

-C...come?- spero di aver capito male.

-Si, io ho già una ragazza... Rain, mi dispiace. Non volevo illuderti...- si passa una mano sulla testa rasata.

-No, no... tranquillo. Avrei dovuto capirlo. Scusami tu. Beh, ci vediamo al lavoro allora?- ho fretta. Voglio salire a casa, buttarmi sul mio letto, far partire i BVB e piangere.

-Ok... ciao...- non ha neanche il tempo di finire il saluto che mi ho già oltrepassato la porta dell'entrata in lacrime.

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Capitolo 11
*** Marc, io ti ammazzo. ***


-Sono una stupida!- esclamo in lacrime. Mi sto compiangendo, a farmi compagnia ci sono i BVB, Kaylah e Marc, e io sono buttata sul letto con il viso affondato in un cuscino inzuppato.

-Ma no.- Kaylah mi accarezza la testa, dopo aver raccontato quello che mi è successo a Marc, sotto il mio permesso e le mie precisazioni. -Non sei stupida, non lo sapevi e basta.

-Proprio perché non lo sapevo! Potevo almeno supporre che avesse la ragazza! Sono una scema!- mi metto a sedere al centro del letto, e abbasso il volume dell'iPod.

Marc mi porge un fazzoletto e io mi asciugo gli occhi. -Beati voi che state insieme.- li invidio, lo ammetto. Anch'io vorrei avere qualcuno, e avrei davvero desiderato che quel qualcuno fosse Frank. E invece niente. Osservo le mani di Marc, che cingono il ventre di Kaylah, chiudendola in una specie di abbraccio, poi risalgo al viso di quest'ultima, e la vedo rossa in viso. “Ecco lo sapevo, ho parlato troppo.” mi viene da ridere.

 

Il mattino dopo non ho il coraggio di alzarmi, e chiamo il capo per dirgli che non andrò al lavoro per due giorni. Lui si preoccupa, ma mi mette in malattia, perché sa che il mio lavoro è sempre buono e costante. Passo quei due giorni stramazzata sul letto, con la musica dell'iPod sparata nelle casse e a sentire Kay che mi rimprovera dicendo di voltare pagina. Facile per lei, che si è trovata il ragazzo che è pure il nostro vicino di casa.

Al terzo giorno mi decido ad andare al lavoro, e scopro che per recuperare le ore lavorative perse devo stare il libreria pure di pomeriggio per i due giorni che seguono.

Non ho il coraggio di guardare in faccia Frank, e quando lui cerca di parlarmi io cerco un accidentale cliente che possa aver bisogno di me. Però i miei tentativi non sono tutti fondati, e una volta sola Frank riesce a prendermi alla sprovvista, la mattina del mio ultimo giorno in cui mi devo trattenere nel negozio per il pomeriggio. Cerca di parlarmi di quello di cui discutevamo di solito, ma io mi trattengo sul vago. La sua presenza mi fa soffrire, e io sono ancora invaghita di lui.

Quando arriva la mia pausa pranzo lui si offre di pranzare con me, e dopo una serie di insistenze, lui mi porta nel bar davanti che fa anche panini squisiti.

Mi lascio andare al sapore dell'insalata e della carne, finché lui non mi fa una domanda che per poco non mi fa strozzare.

-Sei ancora triste vero?- sto per morire strozzata per davvero, e lui mi porge premurosamente un bicchiere d'acqua. -L'ho capito quando non sei venuta per due giorni al lavoro.- cos'è vuole pure indovinare cosa ho fatto a casa e cosa mi ha detto la mia migliore amica per tirarmi su di morale?

-Mi dispiace.- si scusa lui. E di che?

-Scusami tu, sono stata stupida e inappropriata. Non sapevo nulla sulla tua situazione sentimentale e mi sono lasciata andare.- rispondo osservando il bicchiere d'acqua mezzo vuoto.

Si offre di nuovo di pagare al mio posto, ma stavolta mi oppongo e pago io.

La pausa pranzo è finita, e lui deve tornare a casa. “A meno che non abbia intenzione di fare gli straordinari.” penso io, fissandolo negli occhi verdi mentre lo saluto.

 

Il pomeriggio passa con una lentezza unica che mi installa dentro una flemma che mi distrugge. Quando arriva il momento di tornare a casa, alle otto, mi ricordo che quella mattina sono uscita a piedi. Quindi cammino per le strade illuminate dai lampioni con grande stanchezza addosso. Ad un certo punto mi sembra persino di udire qualche passo lento quanto il mio alle mie spalle, e, sentendomi una brutta sensazione affretto gradualmente il passo. Spero sinceramente che non sia un maniaco o qualcosa del genere, fatto sta che appena arrivo alla mia palazzina tiro un respiro di sollievo, perché chi mi stava seguendo ha appena svoltato l'angolo. Spero solo che sia stato un mio film mentale. Salgo a piedi i sette piani di casa e appena arrivo ho lo stesso fiatone del primo giorno in cui sono arrivata in quella casa. Mi riprendo, cerco le chiavi che ho buttato a caso nella borsa nera, e infila la chiave nella toppa della porta. Sento un leggero brusio provenire dall'interno dell'appartamento, e mi convinco che dentro Kay e Marc si sono dati “da fare” in mezzo alla cucina.

Giro la chiave e apro lentamente la porta, trovandomi davanti Kaylah a occuparmi tutta la visuale.

-Rain! Ben tornata!- mi abbraccia.

-Ok, sei troppo ruffiana. Che succede?- la saluto io.

-Bel saluto! E io che ti ho appena abbracciata!- assume un'aria demoralizzata molto teatrale. Poi torna a sorridere. -Ti perdono solo per questa volta. Non ho bisogno di nulla. Solo che in questi giorni non ci sei stata e mi sei mancata!

-Tranquilla, domani sono a casa tutto il giorno. Il capo mi ha concesso un giorno di vacanza a sue spese. Dice che non mi vede molto in forma.- dico con tono piatto mentre entro in casa e mi tolgo la giacca, che mi viene sfilata dalle mani da Kaylah che ha un sorriso che va da qui fino all'Italia stampato in faccia. -Kay. Che ti prende? Sei più premurosa del solito oggi.

-Oh, ma io sono sempre così.- dice lei dolcemente. Faccio spallucce e mi avvio verso la mia camera. -Mi faccio un bagno e mi metto in tenuta casalinga. Sono troppo stanca.- le dico mentre mi perseguita in camera mia. Tiro fuori da un cassetto la biancheria pulita, una maglietta degli AC/DC e dei jeans larghi, neri e pieni di tasche. -Più che tenuta casalinga mi sembra di vestirmi come una negoziante di CD... ma va bene lo stesso.- borbotto tra me e me, mentre Kaylah osserva attentamente la mia scelta di vestiti.

Mi segue fino al bagno. -Senti, hai intenzione di entrare con me nella vasca?- chiedo io.

-No, no. Figurati.- poi sento un rumore provenire dalla sua stanza.

-Che è stato?

-Uh, no niente. E'... Marc... l'ho depositato nella mia stanza quando sei arrivata.

-Allora pensavo bene. Vi siete dati da fare voi due... brava, brava.- le patto la spalla, mentre lei arrossisce come sempre. Poi mi chiudo in bagno, e mi rilasso tra il vapore, l'acqua calda e la schiuma, mentre sento la mia coinquilina smanettare in cucina. Le cade persino una pentola.

-Ehi, Kay! Tutto bene di là?- le urlo dal bagno.

-Si, è tutto a posto!- risponde lei.

-Meglio così.- mormoro immergendomi nell'acqua.

 

Quando riemergo dal mio bagno di bollicine, mi asciugo, indosso i vestiti ed esco dal bagno, facendomi inondare dall'aria fresca delle altre stanze e dalla luce più forte di quella del bagno, che per un millesimo di secondo mi abbaglia.

Mi avvio verso la mia stanza per posare i vestiti usati, e superando il tavolo attaccato alla finestra dove di solito mangiamo, non noto che c'è qualcuno di più di Marc e Kaylah. Lo supero, però mi rimane una strana sensazione addosso, quindi appena entro in camera mia, mi viene un dubbio.

-Aspetta un attimo!- esclamo buttando i vestiti di una giornata nella cesta dei vestiti sporchi, tornando al tavolo con i capelli che mi bagnano le spalle -la maglietta degli AC/DC ha delle semplici spalline che mi coprono poco le scapole- e sentendo delle risate soffocate provenire dall'altra stanza.

Appena mi affaccio alla mia stanza, vedo il viso di Marc seduto al tavolo, con qualcuno che indossa una giacca nera in pelle. Cammino affrettatamente e rimango col fiato sospeso. Seduti al tavolo ci sono TUTTI, e dico TUTTI, i Black Veil Brides, a partire da Jake fino ad Andy. Mi viene da piangere, e scoppio in lacrime, mentre Kaylah invece scoppia a ridere, venendomi in contro e abbracciandomi.

-Marc, giuro che ti ammazzo.- ironizzo asciugandomi le lacrime, mentre i ragazzi mi vengono incontro salutandomi.

-Uhm... qualcuno mi ha detto che la nostra Rain aveva il morale a terra, quindi ci siamo presi la briga di venirti a portare un po' di buon umore e buona musica.- mi saluta Jake porgendomi un altro fazzoletto. Io gli salto addosso in pratica, non riesco a contenermi. Questo si che è un modo per tirarmi su di morale. Dopo aver salutato tutti mi rivolgo a Kaylah.

-E meno male che vi eravate dati da fare!- esclamo guardando prima lei poi Marc, che arrossiscono insieme, tenendosi per mano.

Ci sediamo a tavola, e io mi ritrovo tra CC ed Ashley, e quasi quasi non riesco a mangiare.

-Rain, rilassati. Non mordono di solito.- mi fa notare Marc, accanto Kaylah e al lato della finestra, mentre ingolla una forchettata di pasta.

Per poco non mi affogo, ma scoppio a ridere. -Di solito?

Passiamo una serata indimenticabile, e io non penso minimamente a Frank, il cui pensiero si è estinto dalla mia mente, e ne sono felice.

 

Credo di essermi ubriacata, perché quando la mattina mi sono svegliata non ricordavo nulla dalla prima birra che mi sono scolata. Appena apro gli occhi mi trovo dei capelli neri sotto il naso. Starnutisco e la testa mi scoppia a causa dell'emicrania. Allungo la testa per capire chi è stato il mio compagno di letto: Jinxx.

“Fico” penso. “Ho dormito col chitarrista ritmico dei BVB. Frank gli fa un baffo.” penso senza troppi problemi. La testa mi scoppia e mi avvio verso la cucina, superando un Ashley dormiente sulla moquette.

-Kaaaay! Hai qualcosa per l'emicrania?-

Arrivo al centro della stanza e trovo una specie di manicomio. Jake dorme sul tavolo, CC sulla panca in legno appoggiata al muro, e su quella opposta c'è Andy. Mi chiedo come non si siano ancora svegliati con la luce che gli colpisce in pieno il viso. Cerco Kaylah nella sua stanza, e la trovo semi nuda sopra Marc che è a petto nudo. “Ah perfetto.” mi giro subito su me stessa, chiudendomi piano la porta alle spalle. Non credo che sia il caso che i miei idoli li trovino in quelle condizioni. In parte però esulto per la mia amica: “Brava Kay.”.

Intanto cerco tra gli scaffali della cucina qualche medicinale per calmare l'emicrania, e dopo aver quasi fatto cadere una scatola di cereali, riesco a individuare una confezione di pillole per mal di testa. Mi metto in punta di piedi, nella speranza di riuscire a prenderle, ma una mano maschile arriva prima di me, e le prende, per poi porgermele. Io mi giro, e mi trovo davanti gli occhi azzurri di Andy. Mi perdo nel cielo che si estende all'interno di essi e ad un certo punto realizzo che non me ne facevo niente di Frank, dato che avevo il mio idolo a disposizione. O almeno di questo sono convinta.

Lui mi fissa, come io fisso lui, ed i nostri occhi si staccano solo quando sentiamo un certo rumore provenire dalla mia stanza.

-Che diamine ci faccio per terra?!- esclama Ashley, per poi emettere un mugolio. Lo raggiungiamo e lo troviamo per terra, seduto a gambe incrociate, con la maglietta salita per metà sulla pancia -in modo da poter individuare il suo meraviglioso tatuaggio “Outlaw” e i suoi splendidi addominali- e con le mani portate alle tempie.

-Anche tu hai i postumi della sbornia, eh? Dai, vieni in cucina. Oggi spaccio medicinali anti mal di testa.- lo incito io dalla soglia della porta della mia stanza. Lui si alza e ci segue in cucina, dove rimane a fissare CC e Jake che dormono rispettivamente sulla panca di legno e sul tavolo.

-Beh, almeno io ho dormito sul morbido.- e fissa la moquette.

Mentre cerco i bicchieri per l'acqua, sento una botta provenire dal tavolo, e poi un'altra ancora. Jake e CC si sono svegliati sbattendo entrambi la testa contro la sporgenza in marmo sotto la finestra.

Entrambi si mettono a sedere massaggiandosi la testa, e fissandoci. Io li guardo, piglio in mano la confezione di pillole e faccio una delle mie sparate. -Mal di testa?- e gli metto sotto il naso la scatoletta di medicinali. Sono proprio scema, ma almeno si sono messi a ridere. Sono così di buon umore che preparo due bicchieri pure per Kaylah e Marc, che ci raggiungono qualche minuto dopo mentre noi siamo tutti mezzi addormentati con le teste sul tavolo. Io mi devo essere appisolata, perché ad un certo punto sento qualcuno che mi smuove leggermente.

-Rain?- mi ritrovo il viso di Ashley appiccicato al mio.

-Eh? Uh? Ah già. Mi ero addormentata.- mi stropiccio gli occhi.

Mentre Kaylah prepara il caffè per tutti io mi illumino. -Ma Jinxx non si è alzato!- esclamo avviandomi verso la mia camera e trovandolo sul bordo del letto, nel rischio di cadere per terra. Mentre io cerco di evitargli che questo accada, i ragazzi mi raggiungono e Jake lo fa scivolare giù dal letto con “grande delicatezza”, rendendo vani tutti i miei sforzi di salvarlo da quel destino crudele.

-Svegliati Jeremy.

Lui salta sull'attenti. -Chi mi ha chiamato Jeremy?!

-Io, idiota. Alzati, siamo tutti svegli da un pezzo.- gli porge una mano, per aiutarlo ad alzarsi.

-Ehi, Rain, certo che sei proprio fissata con noi!- mi giro a guardare CC che sta rimirando i loro poster attaccati al mio muro.

-Chi io? Noooo, ma che dici.- sventolo la mano su e giù come un'idiota. Mi sa che sono ancora un po' brilla.

 

Mentre tutti facciamo colazione Kaylah chiede che programmi hanno i ragazzi per quei giorni.

-Siamo in vacanza.- dice semplicemente Jinxx.

-E alloggiamo per un po' da Marc, vero amico?- dice Jake, ottenendo subito un segno di assenso. Io e Kaylah ci giriamo a rallenty verso chi è appena stato interpellato, e lui si volta a guardare fuori dalla finestra fischiettando.

-E non ci dici niente?!- esclamiamo all'unisono.

-Eh... ehm... sorpresa!- esclama lui.

-Ma levati un po'!- esclamo io. -“Sorpresa”.- lo mimo bevendo il mio caffè.

-Quanti giorni state?

-Tipo due settimane.- Ashley fa il vago.

-Tipo?- interviene Marc. -Ragazzi, voi restate per un mese! Almeno finché non tornate in tourné!- quando vedo Andy annuire con addosso un'aria felice il mio cuore percorre un giro attorno al mondo nel giro di qualche secondo. I Black Veil Brides si stabiliscono per un mese a casa del ragazzo della mia coinquilina, nonché migliore amica. E lui, ovviamente, abita nella porta davanti alla nostra. Credo che mi stabilirò da Marc per un po' di tempo.

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Capitolo 12
*** Shock mattutini ***


Sono passati tre giorni e ancora nessuna di noi, né io né Kay, abbiamo avuto il coraggio di andare a suonare alla porta di Marc. Persino lei, che è la sua ragazza, non ha avuto il coraggio di andargli a chiedere dello zucchero quando era finito, e abbiamo finito per bere cioccolata calda amara.

La mattina del quarto giorno, che io ho preso di riposo, ci svegliamo con comodo e decidiamo di fare una visita a sorpresa a Marc. O meglio, a quei cinque ragazzi che alloggiano a a casa sua, perché persino Kaylah è più incuriosita da loro che dal suo ragazzo, e si vede a un miglio di distanza, anche se cerca di nasconderlo.

Ci pigliamo per mano, come tutte le volte che siamo intimidite o emozionate, e attraversiamo il largo corridoio che separa la nostra porta da quella della casa di Marc. Prima di bussare alla porta appoggiamo le orecchie per sentire che rumori ci sono all'interno dell'appartamento.

Dopo un lungo silenzio sentiamo una voce.

-CC! Dove sono i miei pantaloni!- è Ashley, e noi stentiamo a trattenere una risata. -Muoviti a trovarli! Mi servono diamine! Non posso uscire in mutande!

-Tanto farebbe “solo” una strage di ammiratrici se uscisse senza jeans!- sussurro a Kay.

-Ma a che ti servono? E poi, lasciami dormire!- ribatte con tono assonnato CC, la cui voce ci risulta più lontana.

-Come a che mi servono! Devo uscire io! Mi sono finite le sigarette!- mi tocco la tasca posteriore dei jeans: ho un pacchetto di sigarette intero, intoccato.

-Oh! Se non li trovi, indossane un altro paio! Tiè ti presto i miei!

-Idiota! Non mi stanno i tuoi!

Stiamo per morire soffocate dalle risate, ma finalmente ci decidiamo a bussare.

-Oh, cazz... come faccio ora? Alzati pigrone e vai ad aprire, mentre io cerco quei jeans dannatissimi!

-E va bene!

Stacchiamo le orecchie dalla porta giusto in tempo, e un Christian Coma in pigiama ci apre.

-Oh, buongiorno ragazze. Siete mattiniere, eh? Ditemi, avete bisogno di qualcosa?

Effettivamente non ci abbiamo pensato... siamo uscite di casa senza sapere cosa proporre di fare. Poi ci illuminiamo, dopo esserci rivolte uno sguardo reciproco.

-Ehm... abbiamo finito il caffè, e ci chiedevamo se potevamo prenderlo con voi... anche perché Marc ne ha scatole piene di caffè!- esclama Kay.

-Come fai a sapere che è strapieno di caffè?- le chiedo sorpresa.

Lei arrossisce. -Ehm... ecco... lo so e basta!

CC scoppia a ridere. -Beh, dai, entrate, ma vi avverto, c'è un po' di disordine. E... non fate caso ad Ashley. Ha un piccolo problemino.

-Piccolo? Non trovo i miei jeans!- ci giunge la sua voce dall'altra stanza, mentre noi entriamo e non possiamo fare a meno di restare sbalordite da ciò che ci circonda. C'è un casino pazzesco: vestiti buttati ovunque (certo che il bassista non trova i suoi pantaloni!), cibo sparso sul tavolo e persino uno shampoo sul lavandino della cucina. Le nostre bocche non possono fare a meno di spalancarsi e i nostri occhi si sgranano come non mai. CC si muove agilmente tra il disordine, come se fosse un percorso ad ostacoli, poi si ferma, si gira e ci guarda. -Dai, non è così catastrofico. Ci si può tenere in allenamento!

Non riusciamo ancora ad articolare una parola, e io non riesco a distogliere gli occhi dalla bottiglietta di shampoo sul lavello.

-Ragazze, di questo passo vi entreranno delle mosche nella bocca!

Cammino tra le “macerie” e dopo un po' trovo dei jeans.

-Ashley, che taglia porti di jeans?

-Non ricordo! Ne hai trovato un paio?

-Si, sono neri... con delle borchie sulle tasche e strappati...

-Sono loro!- esclama di gioia e ci corre incontro senza aver indossato né jeans né maglietta, e noi non possiamo fare a meno di arrossire... “Oh andiamo!” penso io cercando di non guardare “Hai solo davanti il tuo bassista preferito in boxer! Che sarà mai!” non riesco neanche ad auto sminuirmi.

-Ash! Non puoi gironzolare in mutande davanti gli ospiti!- lo rimprovera CC, mentre lui scappa a vestirsi in un'altra stanza.

-Senti...- comincia Kaylah che si sta riprendendo dal suo stato di ebollizione. -Noi armeggiamo un po' qua dentro, ok? Voi.. fate con comodo...

-Uh, ok. Grazie.- e si dirige verso il bagno. -Ehi, dov'è il mio shampoo?

Mi sbatto una mano sulla fronte e glielo porto.

Tornata in cucina, Kaylah sta sgomberando il lavello da piatti, bicchieri e tazzine varie, e io mi metto a raccogliere i vestiti lasciati con noncuranza ovunque. Ne avrò raccolti come minimo una decina e volendo potrei allestirci pure una bancarella rivendendomeli. Li raccolgo tutti e li poggio su una sedia dopo pochi minuti, cominciando poi a sgomberare il tavolo da quello che vi è di sopra: posacenere, cereali, ketchup, un piatto di pasta, uno di pesce e una scodella con un miscuglio violaceo non identificato.

Quando il tavolo è libero, e Kaylah è riuscita a lavare tutto quello che pochi minuti prima era presente sul lavello, Ashley entra in cucina senza maglietta, ma per fortuna con addosso i jeans che gli ho trovato nel precedente macello, lasciando intravedere il suo tatuaggio “Outlaw” sulla pancia. Questa è la prima volta che lo vedo dal vivo senza trucco che gli ricopre i pettorali, e lo trovo meravigliosamente fico.

Lui mette un solo piede fuori dalla camera e rimane sbalordito nello stesso modo in cui lo eravamo noi quando eravamo entrate.

-Ma che è successo qui?

-Eh. È passato un turbine chiamato “ordine”.- risponde Kaylah, che si sta forzando a non fissare gli addominali del bassista, nel timore che arrivi Marc da un momento all'altro.

-E si vede! Dai, certo che voi donne siete una forza! In cinque minuti avete fatto una strage! C'è un ordine che non vedo da quando me ne sono andato di casa! Ehi, Jake! Jaaake! Vieni qua!

-Mmm... che c'è?- arriva il chitarrista strascicando i piedi e con addosso un pigiama larghissimo. Appena sorpassa la soglia della sua stanza sobbalza. -Che diamine è successo qui?!
-Ordine. Si chiama ordine.- risponde Kay ridendo, mentre accende il fuoco sotto la caffettiera e cerca una piastra per riscaldare i Waffel che abbiamo portato dal nostro appartamento. Io intanto ho sgomberato anche il tavolo, che ho apparecchiato decentemente e ora sto cercando lo sciroppo d'acero o del cioccolato sciolto da mettere sui Waffel.

La stessa reazione di Ashley e Jake si ripete con il resto delle persone che fino a quel momento erano addormentate e con CC che era uscito dal bagno con addosso un accappatoio.

-Ehm... Rain? In quella massa di indumenti c'è qualche maglietta?- mi chiede Ashley.

-Oh, si.- gli porgo le magliette che ho trovato, e quando lui ne indossa una, nascondendo il suo magnifico tatuaggio, io gli metto in mano il mio pacchetto di sigarette.

-Ehi, ma come fai a sapere che volevo le sigarette?

-Eh... sapessi...- dico, rivolgendo uno sguardo a Kay, che nello stesso momento ne rivolge uno nei miei confronti.

-Ehi, non ditemi che mi avete sentito!

-Chi, noi? Ma no, ma che dici.- dico io cercando di non ridere, ma non ci riesco.

 

Finalmente tutti ci raggiungono al tavolo e si sedendosi non resistono a lungo all'odore dei Waffel. Mangiamo tutti di gusto e Marc non riesce ancora a capacitarsi del nostro operato.

-Mamma mia, non voglio immaginare cosa combinereste se entraste nelle nostre stanze!- esclama mentre sparecchiamo, come se fossimo a casa nostra.

-Perché le vostre camere in che stato sono?- chiedo io stampandomi in faccia un sorrisetto malizioso.

-Uh ci sono solo più percorsi a ostacol...- CC viene interrotto da una gomitata di Jinxx.

-Che c'è?

-Uh, mi sa che vi siete fregati.- dice Marc. -Si sono già fiondate nelle vostre camere.

Ed è così. Entriamo nella prima stanza che troviamo alla nostra destra e c'è un casino pazzesco, e qui i vestiti sono buttati veramente dappertutto! C'è persino un calzino sul lampadario! Individuiamo la chitarra di Jake, e ci mettiamo subito all'opera, nonostante tutti cerchino nel frattempo di salvare le loro cose dalla nostra ossessione del pulito. Se qualcuno ci dovesse vedere, sembreremmo le madri che riordinano le stanze ai loro figli, che cercano di salvare per davvero i loro “giocattoli” più preziosi.

In tutto questo Marc osserva la scena tutto divertito, e non muove un muscolo per fermarci. Conclusa l'ultima stanza, ne notiamo una con la porta chiusa.

-Qui che c'è?- chiediamo all'unisono.

-La mia stanza.- risponde lui semplicemente.

Apriamo la porta, e vi troviamo un ordine che non si era mai visto fino a quel momento.

-E questa che novità è?- chiedo io.

-Tanto semplice. Io non faccio sport fisico, quindi non sopravvivo ai percorsi ad ostacoli.

Scoppiamo a ridere.

Appena ci chiudiamo la porta alle spalle troviamo ogni componente della band affacciato alla sua stanza con una faccia stralunata.

-Ma voi chi siete?- chiede Jinxx avvicinandosi a noi e guardandoci come se fossimo due alieni.

Rido, e mi volto a guardare Andy, che sta ancora immobile davanti alla sua stanza. -Ehi, tutto bene?- chiedo io cominciando a preoccuparmi.

-Uh, si. Solo che non sono sicuro di essere nella camera giusta.- dice passandosi una mano tra i capelli in modo quasi imbarazzato e alzando le sopracciglia in un modo che mi fa rabbrividire.

“E' figo pure quando si sente spaesato. Di questo passo morirò.” penso scrutandolo con adorazione.

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Capitolo 13
*** Ad occhi chiusi. ***


Sono al lavoro, e mi sto letteralmente rompendo le scatole. Non ci sono clienti, e non so cosa fare per far passare quest'ultima mezzora lavorativa. Sono le otto e mezza di sera e la libreria chiude alle nove. Non ne posso più, e sono un paio di giorni che Frank mi ronza attorno, proprio come una mosca fastidiosa. Cerca in continuazione di attaccare discorso, ma io non sono più disponibile, mi ha ferita molto e mi ha pure fatta illudere, quindi in parte ne soffro ancora anche solo vendendolo cercare di approcciarsi con me. “Nulla è facile come sembra.” penso tra me e me, ma mi rendo subito conto che non è il caso di mettersi a filosofeggiare.

Passa quella dannatissima mezzora e finalmente io posso chiudermi la porta vetrata della libreria alle spalle e posso finalmente avviarmi verso casa, anche se a piedi perché la macchina di Kaylah è stata “accidentalmente” schiacciata da un camion in retromarcia.

Sospiro divertita, ricordando come lei avesse reagito solo vedendo la sua macchina schiacciata a metà come se fosse una lattina di coca cola. Mentre cammino per le varie viuzze mi fermo a guardare qualche negozio in chiusura e mi lascio accarezzare il viso da una leggera brezza serale di fine estate che mi scompiglia di poco i capelli. Penso a quanto tempo sia passato da quando me ne sono andata da Venezia, e mi sorprendo di non aver ancora sentito i miei parenti o i miei amici di quel posto. Mentre cammino mi lascio invadere da quei piacevoli ricordi italiani e dal calore che proviene dall'interno di ogni negozio che sorpasso.

Sono così persa nei miei pensieri che non mi accorgo di qualche passo sospetto alle mie spalle e del quale mi accorgo qualche dopo qualche minuto, mentre cammino in una zona poco illuminata e con dei negozi già in chiusura, come ormai è la libreria in cui lavoro. Il suono dei passi resta lontano da me, ma la cosa mi inquieta non poco, perché nel giro di poco mi rendo conto di quanto le strade siano desolate e senza alcuna persona a parte me e quella persona che mi da l'impressione di seguirmi. Deglutisco, e cerco di vedere con la coda dell'occhio chi mi sta dietro, fingendo di guardare delle scarpe -orribili per di più- in una vetrina.

Finalmente arrivo a casa, e posso tirare un sospiro di sollievo solo quando mi richiudo la porta alle spalle, e cominciando a salire le solite scale per smaltire l'ansia appena vissuta.

 

Per la seconda volta mi sento inseguita da qualcuno, e ormai è diventata una sensazione insopportabile. “Dannazione a quel tipo che ha schiacciato la macchina a Kay! Ora devo camminare con l'ansia che qualcuno mi sta alle costole!” penso con un brivido di paura, e affretto il passo. Ovviamente anche il mio inseguitore lo affretta, e io ormai non guardo neanche dove metto i piedi, al punto che inciampo e cado a terra, prendendomi una sonora storta alla caviglia destra. Non riesco ad alzarmi e mi sento come in uno di quei film horror in cui la protagonista perde tempo per rialzarsi e infine viene ammazzata. Prego una possibile divinità di non farmi uccidere, e tutto ad un tratto mi ritrovo faccia a faccia con il mio inseguitore. E' un uomo, ma al buio non riesco a scorgerne il viso. Lo fisso terrorizzata, mentre lui armeggia con qualcosa nelle sue tasche. Io intanto cerco di riprendermi e di allontanarmi, ma lui mi afferra per la caviglia dolorante e mi riporta sotto la sua visuale, mentre mi accorgo che in mano stringe qualcosa di lungo e di affilato. Cerco di dimenarmi, ma non riesco a togliere la sua mano dalla mia caviglia, e quando vedo quello che si è rivelato un coltello alzato sopra la mia testa chiudo gli occhi. Il tempo sembra rallentare, mentre sento bruciare la pelle sotto i vestiti. Il fianco destro, lo stesso lato sul bacino, l'avambraccio sinistro, la mascella. Quando mi accorgo che tutto è finito, riapro gli occhi e mi trovo da sola, stesa sul pavimento, e con il sangue che mi sporca i vestiti che ho addosso. Mi guardo attorno, e mi rendo conto che manca solo un isolato alla mia palazzina. Mi rialzo tremante, e comincio a correre verso casa mia. Arrivo al settimo piano col fiatone e grondante di sangue.

Entro in casa e con mia grande fortuna non c'è nessuno. Sul tavolo trovo un bigliettino: -Hey, Rain! Stasera torno tardi. Baci, Kay.-

“Beh, almeno non dovrà preoccuparsi del fatto che la sua coinquilina è stata assalita e ferita da un maniaco. Mi fa male tutto, e corro in camera mia a cambiarmi i vestiti. Metto qualcosa di largo, che non aderisca con le ferite, e mi fiondo nello sgabuzzino dove teniamo la lavatrice per mettere a lavare i vestiti insanguinati. Fatto questo volo in bagno a disinfettare le ferite. Sono poco profonde ma fanno un male cane ed il sangue non accenna a smettere di scendere. Faccio una delle cose che un qualsiasi medico sconsiglierebbe perché causerebbero un'infezione: le bagno con dell'acqua, e finalmente il sangue sembra rallentare, anche se il bruciore aumenta.

Le disinfetto e le bendo con delle fasce trovate nell'armadietto delle emergenze che Kaylah è solita a tenere e la benedico per questo. Quando finisco di incerottarmi e fasciarmi fianco e bacino sussulto. Hanno appena bussato alla porta, e io temo che sia Kay.

Dopo una manciata di secondi sistemo tutto e vado ad aprire la porta, sebbene con molto nervosismo, e mi trovo davanti Jake.

-Ciao Rain.- è tutto pimpante. -Hai dei Marshmallows? Sai com'è CC ha voglia di cioccolata calda alle dieci di sera e non si può bere la cioccolata calda senza accompagnarla con i Marshmallows!

-Uh... oh... ehm.. Marshmallows. Si. Un attimo. Entra pure nel frattempo.- mi gratto la testa cercando di ricordare dove siano. E comincio ad aprire i vari cassetti e scomparti a casaccio. Poi avverto un bruciore alla mascella. “Diamine! Ho scordato di fasciarla!” cerco di coprirla con i capelli. Jake deve aver notato che mi sono bloccata davanti un cassetto, perché mi si avvicina e mi chiede se va tutto bene.

-Uh... si, tutto ok.- rispondo io, ricominciando a cercare.

-Ehi, se non ce li hai non fa niente. CC può comunque sopravvivere.- si interrompe. -Ma sei sicura che vada tutto bene? Non mi sembri tanto in forma.- mi ferma un attimo, mettendosi davanti a me, e la sua faccia sbianca.

-Ma tu... perdi sangue!

Mi acciglio, ma so perfettamente da dove proviene quel sangue. Corro in bagno a disinfettare per l'ennesima volta la ferita, e nel prendere il disinfettante, che prima avevo riposto malauguratamente troppo in alto, la maglietta a maniche lunghe mi si rialza fino alla ferita sul fianco e la manica sinistra riscende fino al gomito. “Perfetto. Ora penserà che mi taglio o chissà che.” penso mentre mi sento il suo sguardo addosso.

-E questi? Rain... da dove escono? Prima non li avevi.

Mi sta fissando, ed io non riesco a sorreggere il suo sguardo troppo a lungo, quindi abbasso il mio.

-Non pensare che sia autolesionista o cose del genere. Non me li sono fatti da sola...- dico tutto d'un fiato, mentre ricordo l'aggressione e mi scende la prima lacrima della giornata.

-E allora chi?- chiede lui cercando un pezzo di cotone disinfettato per asciugare il sangue proveniente dalla mascella. Sotto il suo tocco la pelle brucia, e altre lacrime non possono fare a meno di scendere dai miei occhi a causa del dolore.

-Se te lo dico, prometti di non reagire male e di non dirlo agli altri?

Lui indugia un po', ma poi annuisce, e io gli racconto l'accaduto. A storia finita lui rimane in silenzio con in faccia un'espressione scioccata.

-Ti prego, non dire nulla.- lo prego io. -Non dire nulla agli altri...

-E perché? È una cosa grave questa. Non hai visto chi era il tuo aggressore?

Scossi la testa. -Non dire nulla, te ne prego.

Lui sospira, ma restando con un'espressione perplessa sul viso. -D'accordo...

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Capitolo 14
*** Mari, oceani... acqua. ***


Non mi faccio vedere da nessuno da tre giorni. Ho chiamato il capo e ho esplicitamente dichiarato che sto male e che non posso andare al lavoro. Ovviamente lui ha sottolineato il fatto che dovrò recuperare le ore lavorative restando anche di pomeriggio in libreria per due giorni filati, e io solo a quel pensiero ho cominciato a farmi dei possibili film mentali su cosa potrebbe succedere tornando a casa. “Magari è soddisfatto del suo operato e non mi verrà più a perseguitare.” cerco di rassicurarmi, mentre mi rigiro nel letto.

Persino Kay si è accorsa che c'è qualcosa che non va e mi tormenta in continuazione chiedendomi cos'ho e cosa non ho, mentre io me ne sto rifugiata sotto le coperte del mio amato letto per nascondere le varie ferite. Non mi faccio neanche vedere in casa e quando devo mangiare cammino con addosso una coperta, neanche avessi una broncopolmonite. La mia è una pura esagerazione, ma il timore è grande e io ho paura che Kaylah si faccia strane idee vedendo i miei tagli, come temevo se le facesse anche Jake quando li ha visti. In ogni caso, da quando li ha visti, è venuto a farmi spesso visita negli orari in cui Kay non era presente e cercava di tranquillizzarmi e di spronarmi a tornare al lavoro, ma io avevo sempre negato impaurita.

 

Oggi ho finalmente deciso di tornare al lavoro, e dovrò stare in libreria tutto il giorno. E' terribile il disagio che provo anche quando vado solo al bar per la pausa pranzo. Sto a disagio in un qualsiasi posto che non sia casa mia o la libreria.

E' sera, ed è arrivato il fatidico momento di tornarmene a casa. Cammino per le strade a passo svelto, e nel silenzio dei vicoli che percorro, non mi sembra di essere seguita. Forse si è ritenuto soddisfatto quell'unica volta, e ha deciso di non seguirmi più. Rallento un po' il passo quando mi accorgo che mancano solo tre isolati alla mia palazzina e mi rilasso un po'. Ed è proprio in quel momento che, da dietro un angolo spunta una mano che mi afferra e mi porta in una zona completamente buia. La stessa mano mi tappa la bocca e mi fa appoggiare al torace dell'aggressore. Sento il suo respiro trapassarmi i capelli e sfiorarmi il collo, finché non sento qualcosa pressare contro la mia spalla destra e scendere, tagliente, fino a metà braccio. La stessa sensazione si manifesta sulla coscia destra in senso orizzontale e io mi rendo conto che se non mi muovo questo qui mi farà un'altra dozzina di taglia. Mi dimeno, e riesco a liberarmi dalla sua stretta, indietreggio e mi metto sotto il palo della luce che illumina il mio sangue sui miei arti. Rimango lì, a osservare il buio, ansimante di paura ma in attesa che lui entri sotto il fascio di luce che mi avvolge. Dopo poco lo fa e io riesco a scorgerne le forme ma non la faccia. E' magro e poco più alto di me, incappucciato e con una sciarpa che lo copre fino al naso. Non vedo nulla del suo viso, ma intuisco che c'è qualcosa di familiare in lui solo tramite il movimento di una sua mano, che va a posizionarsi all'interno della sua tasca dei pantaloni larghi. Ho già visto quel gesto, quasi meccanico, ma non so dove e chi lo eseguisse. Lui fa un passo avanti, ma poi, quasi come se ci ripensasse, si gira e se ne va, portando anche l'altra mano in tasca.

Io rimango lì, con la schiena appoggiata al lampione, lo sguardo atterrito, un batticuore della Madonna e la mano che stringe il braccio ferito, nell'inutile speranza di fermare la fuoriuscita di sangue. Il mio respiro trema, e io mi decido a muovermi verso casa.

Mentre salgo le scale, guardo fisso il pavimento mentre gli occhi mi si inondano, e non mi accorgo che, mentre attraverso un pianerottolo che conduce ad un'altra scalinata, vado a sbattere contro qualcuno. Mi scuso con un tono di voce che somiglia ad un mugolio di un cane bastonato e proseguo per la mia strada, accorgendomi che la mia gamba sta sanguinando più di prima a causa dello sforzo fatto per salire le scale. Non mi rendo conto però che la persona contro cui ho sbattuto mi sta seguendo e chiama il mio nome cercando di fermarmi.

Credo che sia qualcuno della band, o forse sono tutti loro che mi stanno seguendo su per le scale, fatto sta che ad un certo punto una mano calda si posa sulla mia spalla destra, ferita per di più, trasmettendomi un dolce calore che però me la fa bruciare come non mai, e mi ferma.

-Aspetta!- dice la voce di Ashley ansimante. Emetto un gemito di dolore e lui scosta la mano.

-Ma tu... sanguini!- “Sbaglio o ho già sentito una frase simile a questa?” penso amareggiata, mentre il mare che mi si è formato negli occhi si tramuta in oceano.

Non so ancora come non sono morta dissanguata, ma riprendo a salire le scale, mentre i ragazzi riprendono a perseguitarmi su per le scale, e quando finalmente giungo sull'uscio di casa mia, loro mi fermano e mi inducono in casa di Marc, che temporaneamente è assente. Io non ho ancora spifferato una parola, e non so neanche perché non mi sono opposta e perché non sono entrata nel mio appartamento. Boh, sarà che sono distrutta.

Intanto mi ritrovo seduta al tavolo di Marc, con lo sguardo fisso per terra e con i ragazzi che cercano disinfettanti e robe del genere.

-Diamine, non trovo nulla! Certo che se Marc si tagliasse con un coltello da cucina morirebbe dissanguato!- esclama CC in vena di ironia.

Io finalmente mormoro le prime parole dopo tutto l'accaduto. -A casa mia ci sono disinfettanti e tutto il resto. Vado lì.- e mi alzo, dirigendomi verso la porta.

-... Ok, ma noi veniamo con te!- ribatte Jake, seguendomi.

Giunti a casa mia, mi dirigo in bagno, mi cambio di vestiti, anche quelli ormai insanguinati, e indosso una canottiera dalle spalline sottili e dei pantaloni in stile militare molto larghi.

Lascio respirare i tagli precedenti, che per tutto il tempo in cui sono rimasta a casa ho tenuto in cattività sotto strati e strati di coperte e vestiti. Ormai quel sangue si è solidificato, ma non quello delle nuove “ingiurie” che si manifestano da mano di un'ora a questa parte sulla mia pelle.

Uscita dal bagno, nel quale mi ero rinchiusa, trovo i ragazzi seduti al mio tavolo, con Jake che sta spiegando l'accaduto della volta precedente. Lo guardo contrariata, ma ormai è troppo tardi, e mi aspetto già una tempesta di domande.

E invece no. Ashley si alza, mi viene incontro e mi abbraccia. Niente di più. Sa in che situazione mi trovo, o capisce il mio stato d'animo (sotto shock per di più); non lo capisco. Fatto sta che finalmente i miei occhi acquosi lasciano cadere l'acqua racchiusa in essi.

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Capitolo 15
*** Battiti ***


Mi sono richiusa in casa. Ora è passata una settimana da quello che mi è successo, e le ferite sono ancora ben visibili sulla mia pelle. Soffro, e più che “leccarmi” le ferite e stare a letto, non ho il coraggio di fare altro. Ormai l'accaduto è stato scoperto pure da Marc e Kaylah, alla quale è praticamente preso un colpo non appena lo ha scoperto. Ora si è praticamente trasferita in camera mia, tenendomi compagnia e seguendomi ovunque io vada.

-Kay, hai intenzione di perseguitarmi anche in bagno?- le chiedo al terzo giorno in cui sto a casa.

Dopo qualche ora mi innervosisco, ma cerco di mantenere la calma. -Kay. Per favore, vorrei restare un po' da sola per rilassarmi.

La sua faccia non cambia: è preoccupata e accigliata.

-Kay, non ho tentato il suicidio, e ti assicura che sarebbe il mio ultimo pensiero. Ma ti prego, non mi guardare così, sorridi. Sto bene, ho solo paura di mettere piede fuori casa, tutto qui.- le prendo una mano e la stringo per rassicurarla, e lei sembra tranquillizzarsi, quindi lascia la camera.

Resto sola, ma non passa molto che torna a bussare alla porta.

-Kay, che c'è?- sospiro da sotto le coperte.

La porta si apre, e chi entra? Tutti i Black Veil Brides, dal primo all'ultimo; e a me prende un infarto.

-Ma che cazz... Che ci fate qui??

-Sai com'è... non ti facevi vedere da tre giorni..- accenna CC, sedendosi in fondo al letto. Li osservo da sotto le coperte calde, che mi coprono il viso fino alla punta del naso. Gradualmente tutti si siedono attorno al mio letto e io comincio a sentirmi in imbarazzo, e mi copro tutto il viso.

-Che fai, ti vergogni?- scherza Ashley.

-Chi io? Nooo... Ma che dici... siete solo in cinque in una stanza con una sola ragazza -perché mi sembra ovvio che Kay sia andata da Marc- in pigiama. Niente di che...- ironizzo io scoprendo gli occhi. Mi sento una bambina, e nel giro di poco ci troviamo tutti a scherzare, facendomi dimenticare una mia qualsiasi paura.

-E' bello vederti ridere,- dice Andy dopo un po' -Eravamo preoccupati.

Sospiro, mettendomi a sedere sul letto e lasciando che le coperte scoprano le mie ferite, per niente rimarginate, per niente cicatrizzate. -State tranquilli. Al momento ho solo paura del mondo esterno, ma poi va tutto bene. Davvero.- Jinxx inarca un sopracciglio. -Si, beh. Sono ancora un po' traumatizzata, ma niente di che...

-Senti, i fatti sono i seguenti: o ti trovi una macchina, o cammini in compagnia.- disse Jake con aria sapiente. -Non vogliamo che ti capiti qualcosa di più brutto di questo..

-La macchina non posso permettermela, a meno che Kay non se ne compri un'altra... quanto a non camminare da sola.. boh...

-Mmm...

 

Alla fine della mia settimana chiusa in casa mi decido a riaffacciarmi al mondo esterno. Sembro fare parte di una scena di un film, solo che la città è sempre la stessa e non c'è alcun super eroe in circolazione o balle del genere. Devo passare una settimana in libreria per recuperare le ore perse. “Yuppi!” penso tra me e me desiderando di restare lì a dormire per la notte, cosa oltretutto infattibile.

Passa la prima giornata, interminabile tra l'altro, perché Frank ha deciso di perseguitarmi ovunque io vada, e sinceramente non ne posso più. Ad un certo punto mi giro e gli faccio notare che se la smettesse di seguirmi come un cagnolino mi farebbe un favore immenso. Lui sembra offendersi e se ne va. In serata devo tornare a casa a piedi, come sempre. “Vediamo se devo chiudermi in casa per l'ennesima volta.” penso con ansia. Poi però appena apro la porta a vetri mi trovo davanti Andy che fuma una sigaretta appena accesa.

-Ma che ci fai qui?- chiedo sorpresa.

-Ho risolto il tuo problema. Non puoi camminare da sola per le strade dopo quello che ti è successo.

-Ma dai, sei gentile. Grazie.

Camminiamo per un po' chiacchierando di quello che abbiamo fatto durante il giorno, e quando giungiamo nell'area in cui sono stata aggredita, rallento di qualche passo.

-E' successo qui?- mi chiede lui, tornando indietro.

Annuisco, indicando l'angolo buio dell'ultima aggressione.

-Ci passeremo insieme.- dice mettendomi un braccio attorno le spalle. -Un passo alla volta.

Riprendiamo a camminare, e con orrore io guardo quel vicolo oscuro. Però a Andy non sembra interessare: tira dritto, e lo superiamo. Quando arriviamo a casa, lui si gira a guardarmi.

-Visto?

-Eh, già.

-Ora ti posso rivelare una cosa che potrebbe inquietarti?- mi fissa serio negli occhi.

-S... si, dimmi pure.

-Da principio, un tizio ci seguiva...- manco un battito -Però, ha smesso quando si è accorto che non ci saremmo divisi per tutto il tragitto.

Il cuore mi batte all'impazzata, ma lui mi continua a tenere il braccio attorno alle spalle, e mi da un senso di tranquillità.

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Capitolo 16
*** Piatti rotti e scommesse. ***


Ormai sono passate due settimane da quando i Black Veil Brides si sono stabiliti a casa di Marc. Più precisamente stanno nell'appartamento accanto al nostro da sedici giorni contati. Dato che siamo a metà mese, per “coronarlo” -come ha detto Kaylah- abbiamo deciso di organizzare una cena a casa di Marc stesso. Si sono addirittura offerti di cucinare CC e Jake.

Mentre ci prepariamo, io e Kaylah parliamo da una stanza all'altra commentando quanto fossimo felici di quella cenetta amichevole, con un sottofondo musicale di una certa band.

-Beh, alla fine noi abbiamo solo proposto l'idea! Stanno facendo tutto loro!- le urlo dalla mia camera mentre butto una serie di vestiti sul letto e li studio attentamente.

-Già!- mi risponde dalla sua stanza. -Sembra che ci abbiano invitati loro e che abbiano proposto tutto loro! Eh, ma voglio i diritti di autore! Nessuno può rubarmi le idee!- disse ironicamente. Restiamo in silenzio in ascolto della musica proveniente dallo stereo, finché lei non mi chiama con tono quasi disperato. -Raaaaaaaaaaaaaaaain!! Aiutamiiii!

Mi accorro nella sua stanza e trovo un disordine peggiore di quello che abbiamo trovato nella casa accanto qualche giorno prima. Lei fa avanti e indietro semi nuda fissando accigliata il letto ricoperto di vestiti e mangiandosi le unghie. -Non so come vestirmi!- esclama.

Sospiro. -Quanti problemi che ti fai, Kay! Hai più vestiti di me e non sai cosa metterti?

-Esatto!

-Kay, non andiamo ad una cena di lavoro o con chissà quale celebrità...- lei inarca un sopracciglio. -Beh, si, in effetti è vero... ma che ti aspetti? Che ci siano i camerieri, lo champagne e che loro siano in Frac? Forza, mettiti qualcosa di fico, e andiamo! Non hai neanche un'idea?- scuote la testa, ed io comincio a proporle abbinamenti su abbinamenti finché non riesco a convincerla: gonna di jeans lunga fino metà coscia, pantacollant neri fino il ginocchio, converse nere, t-shirt monospalla a strisce nere e viola. E' bellissima. La lascio nella sua camera a truccarsi, mentre io volo a decidere cosa indossare. Opto per una canottiera leopardata lunga fin sotto l'inguine, dei pantacollant neri e le solite converse scafazzate ma non troppo. -Forse le spalle sono troppo scoperte...- mormoro guardandomi allo specchio. Frugo nei cassetti e trovo un coprispalle che mi sta giusto giusto. Un velo di matita sugli occhi e sono pronta.

-Kay! Sei pronta?- la chiamo dalla mia stanza mentre cerco il cellulare e le sigarette per Ashley, che sarà sicuramente a secco.

-Un minuto! Mi sto rimettendo il trucco per la milleduecentesima volta!

Sospiro divertita, all'idea di come le possano tremare le mani mentre si mette l'eyeliner.

Dopo un quarto d'ora siamo finalmente pronte e sull'uscio di casa. Guardo l'orologio appeso alla parete. -Meno male che ci siamo cominciate a preparare due ore fa! Siamo pure in anticipo ora! Mancano dieci minuti! Già che ci siamo, Kay, mi spieghi una cosa, mentre cerco le chiavi di casa?

-Si, dimmi pure.- mi sorride lei.

-Tu... ti “trattieni” molto in presenza dei ragazzi, o sbaglio?

Mi giro a guardarla mentre frugo nello zaino buttato a terra. E' rossa in volto, ma accenna ad un sì.

-E' per via dei ragazzi? Lo so che in fondo sei sempre stata cotta di loro tanto quanto me! Specialmente per Jake! Giusto?- E' rossa quanto il suo stesso sangue, e continua ad accennare degli assensi a quello che dico. Poi finalmente si decide a parlare, nello stesso momento in cui realizzo che le mie chiavi non si trovano nello zaino, e ci spostiamo in camera mia a cercare la borsa, seppellita dai vestiti.

-Si, ho sempre avuto una cotta per Jake, e ora che ci posso avere a che fare... beh, da una parte... insomma! Io amo Marc, ma Jake... oh uffa!- balbetta. E' visibilmente in imbarazzo. Mi avvicino a lei, smettendo di buttare i vestiti all'aria. La abbraccio, lasciandola interdetta.

-Ti capisco, Kay. Fai quello che ti senti di fare. In ogni caso, Jake per ora non va da nessuna parte, quindi hai tutto il tempo per capire cosa provi per lui e per Marc.- lei ricambiò l'abbraccio, e mi aiutò a frugare tra i vestiti. Troviamo la borsa, e con essa le stracercate chiavi.

Usciamo di casa che mancano pochi minuti all'ora dell'appuntamento, ma prima di bussare sentiamo un forte rumore provenire dall'interno della casa. Come di piatti frantumati.

-Andy! Per l'amor di Dio! Basta, non mettere più mani in cucina! Siediti da qualche parte e stattene buono buono a rigirarti i pollici! Stasera sei proprio negato per tutto!- esclama il batterista dall'altra parte della porta. Volgo uno sguardo mezzo divertito a Kaylah che mi ricambia con una punta di perplessità. Bussiamo e nel giro di pochi secondi Ashley ci apre, ed io gli metto davanti il naso il pacchetto di sigarette.

-Tu devi essere veggente, come fai a sapere ogni volta che mi finiscono le sigarette?

-Tutta questione di istinti, mio caro... e di udito...- ridacchio, entrando con Kaylah.

Jinxx ci si para davanti allegro e con un'espressione di stupore sul viso. -Ragazze, ma siete strafighe stasera! Wow! Dai, accomodatevi!

 

A tavola parlottiamo del più e del meno, e, affrontando il mio problema col fatidico stalker, Andy mi fa una proposta.

-Che ne dici se ti vengo a prendere sempre io al lavoro? Tanto sono in vacanza e non ho nulla da fare attualmente. Ti va?- mi sorride. Mi sembra di volare.

-Uh.. ehm... si, ok, va bene, certo.- a volte mi chiedo quanto sia ricco il mio vocabolario.

Quando io e Kay salutiamo dando la buona notte ai ragazzi e chiudendoci la porta alle spalle, lei mi fissa con uno strano sorriso in faccia. Quasi malizioso.

-Che c'è?- le chiedo corrugata.

-Sapessi cosa ho notato, stasera.- ridacchia maliziosamente.

-Cosa?- le chiedo con insistenza.

-Mah... c'era una certa persona... che ti fissava in un certo modo...- si portò un dito sul mento e con gesto teatrale mimò una persona che pensava, guardando lateralmente verso l'alto.

-Ma chi?- chiedo di nuovo.

-Andy, Rain. Andy ti fissava!- risponde lei con un pizzico di eccitazione.

-E non è mai stata una cosa casuale! Ad un certo punto si era proprio impallato! E quando si è accorto che io lo avevo notate mi ha fatto pure cenno di lasciare perdere o una cosa del genere! Dai, che qui ci nasce qualcosa!!- quasi quasi salta. Effettivamente dovrei saltare io, ma non riesco ancora a crederci, né a capacitarmi della cosa.

-Mah... secondo me è capitato e basta. Non vedo perché si dovrebbe interessare di una come me.

Lei si ferma, mi guarda e inarca un sopracciglio. -Vieni con me.- mi prende per un braccio e mi trascina in camera mia, davanti il mio specchio.

-Che cosa vedi?-

-Una bella ragazza dietro di me, che arrossisce facilmente e molto simpatica. Poi una “cosa” davanti a lei, con una marea di problemi e il complesso dell'affrontare il mondo.- dissi con aria vaga.

-Scema! Sei una ragazza molto bella, Rain. Renditene conto, dannazione! Non vedo perché non dovresti avere gli occhi di Andy addosso. Sai che facciamo? Una scommessa. Se lui ti da un bacio prima di partire vinco io. Ci stai?- mi porge una mano.

-Ok, tanto la vinco io.- gliela stringo.

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Capitolo 17
*** Sigarette alla ciliegia ***


Ormai è passata una settimana e tre giorni dalla sera in cui io e Kaylah abbiamo fatto la fatidica scommessa su Andy. Ovvero, lui mi deve baciare prima di partire. Secondo me non succederà, non ho nulla che lo possa attrarre, mentre la mia coinquilina continua a sostenere il contrario. Mah.

Fatto sta che il fatidico vocalist continua a venirmi a prendere al lavoro e a volte mi accompagna pure di mattina. A volte quando esco lo trovo assorto nei suoi pensieri mentre fuma una sigaretta, oppure, attraverso le vetrate della libreria mi accorgo che mi fissa dall'esterno pure un'ora prima della mia uscita. Forse Kay ha ragione. Che mi faccia il filo, intendo. Che io sia una ragazza poco attraente resta una mia ferma convinzione.

Anche mentre camminiamo a volte lo colgo ad osservarvi di sbieco, anche quando fa battute vedo come i suoi occhi si spalancano alla mia risata e Kay è fermamente convinta che sia uno dei modi per manifestare quel tipo di interesse che lui dovrebbe provare per me. A furia di rimuginarci sopra in me è nata una piccola speranza.

“Ok, ammettiamolo” penso tra me e me, mentre bevo una cioccolata calda da sola seduta al tavolo della nostra cucina attaccato alla finestra dalla quale riesco ad intravedere dei bambini che giocano con bombette e fuochi d'artificio. “Chiunque a prima vista si innamorerebbe di Andy. Cioè.. oh, andiamo! E' troppo bello per non piacere! Ed è estroverso, simpatico... adorabile! E' impossibile non innamorarsene! Solo che... solitamente è una cotta destinata ad essere seppellita, perché nessuno si immaginerebbe mai che il tuo cantante preferito, nonché tuo idolo, venga a passare un mese nella porta accanto alla tua e che si offra di venirti a prendere al lavoro! Diamine!” Si vede che sono in crisi?

 

Una sera nel condominio saltò la luce ed tutti noi ragazzi ci riunimmo sul pianerottolo.

-Ma che è successo? Non è colpa nostra vero? Perché Jake ha attaccato un amplificatore di troppo, mi sa!- esclamò Jinxx.

Per fortuna riuscivamo a distinguerci perché gli occhi erano già abituati da un pezzo al buio. Per una manciata di minuti restiamo tutti in silenzio nella speranza che succeda qualcosa. Ma niente.

-Ragazzi, che ne dite se due di noi scendono al pianterreno a riattaccare i contatori?- propone Marc.

-Ok, vado io.- mi offro.

-Ti seguo.- dice la voce tranquilla di Andy. Sempre al buio, Kaylah, che in tutto quel tempo non si era staccata dal mio braccio, al quale era avvinghiata per timore di sbattere contro qualcuno o qualcosa, mi molla una gomitata.

-Ahi! Kaylah! Mi hai mollato una gomitata!- esclamo io massaggiandomi il braccio colpito, nonché il destro.

-Oh, scusami, non ti avevo vista!

-Come se mi potessi vedere! Andy! Ovunque tu sia, ti consiglio di attaccarti alla parete di sinistra, cioè la mia, e di camminare verso le scale, nella speranza di non cadere e romperti una gamba.

-Ma che augurio portatore di fortuna che gli hai dato!- rise CC, mentre sentivo qualcuno sbattere contro il muro.

-Ehm... ho trovato il muro. O meglio, lo ha trovato la mia testa.- la voce di Andy proveniva da dietro le mie spalle. Ridacchiai.

-Perfetto, sei dietro di me. Andiamo va. Ci attendono sette piani di scale! E chi sa che non ci andiamo a schiantare contro qualcosa o qualcuno!

-Certo che oggi porti proprio fortuna!- ride Ashley, mentre io ed Andy ci avviamo verso il pianterreno incerti su dove mettere i piedi e sulla quantità di gradini che stiamo affrontando. Inciampiamo solo una volta, per fortuna, quando arriviamo al piano zero, e vaghiamo tastando l'aria per qualche minuto finché le luci non si accendono di nuovo nel pianerottolo in cui ci trovavamo.

Andy era davanti l'interruttore di tutti gli appartamenti, e ridacchiava sommessamente.

-Perché ridi?

-Per come stavamo per cadere dalle scale pochi minuti fa.

-Ah, quello. Beh, si, sai com'è... stavo per spiattellarmi la faccia per terra se non mi fossi aggrappata a qualcuno.- lo fisso, sottolineando la parola qualcuno per evidenziare il fatto che parlassi di lui.

-Peccato che questo qualcuno per salvarti la pelle ha rischiato di spaccarsi il naso contro una parete!

Scoppiai a ridere, e pochi secondi dopo lui fece lo stesso.

Quando ci fermammo, ci fissammo a lungo, come la prima volta che lui aveva dormito a casa mia. Occhi negli occhi. Sono timida sotto il suo sguardo, ma lui non è messo meglio di me: ha uno sguardo da cucciolo che fa crescere quella piccola cotta che avevo per lui in qualcosa di più grande. Siamo vicinissimi, a tal punto che i nostri respiri si sfiorano tra loro. Non reggo i suoi occhi del colore del mare, e chiudo le palpebre, nel desiderio che quello che penso si avveri.

Aspetto, ma quello che penso non si realizza. Avrei desiderato davvero baciarlo, anche se nella speranza che lui prendesse l'iniziativa. E invece lui che fa? Mi abbraccia. Così, per sostituire quel semplice gesto che mi aspettavo. Non è una delusione comunque. Le sue braccia mi stringono forte, come se richiedessero del conforto per chissà quale fatto spiacevole, ed io più che ricambiare quella stretta non posso fare. Sento il suo diaframma alzarsi ed abbassarsi, i suoi lunghi capelli mi solleticano la guancia poggiata contro la sua; sento un leggero odore di sigaretta alle ciliege, facili da trovare nella nostra cittadella, e mi lascio trascinare dal quell'odore.

 

Torniamo sopra, e sono ancora tutti sul pianerottolo ad attenderci.

-Ce ne avete messo di tempo? Ma siete caduti per le scale per caso?- chiede CC venendoci in contro.

Kaylah fa lo stesso, diretta verso di me. Mi si para davanti con un'aria di qualcuno che la sa lunga. -Fidati, Chris. Può essere successo tutto, ma questi due non sono caduti dalle scale.

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Capitolo 18
*** Scarpe chiodate. ***


Non sono neanche passate ventiquattro ore complete da quando ieri Andy mi ha abbracciata, e non riesco ancora a togliermelo dalla testa. E' un ricordo che mi perseguita, e non posso smettere di farmi film mentali. Da quando è saltata la luce nella palazzina e io ed Andy siamo tornati con i nostri comodi, Kay non ha smesso di guardarmi con aria maliziosa e ansiosa di ricevere risposte. Ha ripreso a perseguitarmi per la casa e a sommergermi di domande. Che se fossero varie, almeno potrei anche decidere di rispondere, ma lei mi fa sempre la stessa e a me sta esplodendo il cervello, tanto che ci potrei elaborare una canzoncina con quella frase.

Passo la giornata in libreria anche oggi, in compagnia di Frank. Continua a starmi appresso. Non so chi è peggiore tra lui e la mia coinquilina. Il bello è che ormai non mi fa né caldo né freddo il fatto che mi abbia scaricata nel peggiore dei modi, perché la mia mente è completamente altrove. Quando arriva la pausa pranzo mi sento terribilmente sollevata, anche perché non lo vedrò fino a domani, dato che lui ha deciso di fare solo il turno mattutino, mentre io, che ho bisogno di soldi per pagarmi l'università dell'anno prossimo, devo lavorare mattina e sera, con poche e rare pause. Per fortuna il capo si è deciso ad istallare una radio con un'acustica decente nel negozio, e così possiamo anche passarci il tempo, in assenza di clienti, a canticchiare qualche brano che conosciamo mentre rassettiamo gli ultimi libri arrivati, mentre riordiniamo i cataloghi o mentre facciamo cose banali come riscaldarci i caffè.

Arrivata la sera finalmente posso richiudermi la porta a vetri alle spalle, ma con mia grande sorpresa, per la prima volta, non trovo Andy davanti alla porta, e non lo intravedo neanche per la strada che facciamo di solito. Con un po' di ansia faccio spallucce e intraprendo la solita strada. Camminando, nel silenzio cittadino, cerco di non pensare alle violenze che ho subito nei periodi prima che Andy si proponesse di venirmi a prendere.

Mi viene un leggero batticuore quando mi accorgo che alle mie spalle c'è qualcuno che cammina con passo falsamente felpato. Ovvero, credo che lui ci provi a non farsi notare, ma non gli riesce proprio, e so che se io aumenterò il passo lo farà anche lui, e la cosa non finirà bene. Per accertarmi della presenza del fatidico inseguitore che non si faceva vivo da mezzo mese, cerco di spiare tramite il riflesso del mio telefono chi mi sta alle spalle. Con mia grande sorpresa mi accorgo che c'è solo una vecchietta dietro di me, e tiro un sospiro di sollievo. La tipa ha in mano un sacchetto di stoffa che a contatto con i vestiti fa un rumore simile allo struscio di jeans larghi; e i suoi piccoli tacchetti emettono un suono che non farebbero delle comuni scarpe da uomo. Scuoto leggermente la testa e ripongo il cellulare in tasca, superando il primo vicolo buio sulla strada di ritorno. Ad un tratto il rumore dei tacchi della vecchietta si allontana un po' troppo, fino a non arrivare più ai miei timpani, ed io mi acciglio. Resto un attimo in ascolto, e voltandomi verso l'altra sponda del marciapiede opposto mi rendo conto che l'anziana signora è passata di lì. Il mio batticuore rinvigorisce, e io cerco freneticamente il cellulare in tasca. Trovatolo e riuscendo ad individuare la figura alle mie spalle, poco distante da me riesco a spiare una figura maschile ed incappucciata. “Mio. Dio. No.” penso preoccupandomi. Mi guardo attorno, e mi rendo conto che ora che la signora di prima è scomparsa sono completamente sola insieme al mio inseguitore.

Abbasso gli occhi verso il terreno, mentre cammino e mentre il mio passo rallenta involontariamente. In qualche modo riesco persino ad immaginare quello che sta per succedere, finché non sento un nuovo rumore. Sento dei passi dal passo più accelerato provenire dal sentiero davanti a me. Mi acciglio. “Che ce ne sia un secondo?” alzo lo sguardo e mi illumino. Davanti a me vedo Andy con un fiatone dell'altro mondo e chino sulle ginocchia.

-A...Andy...- lo chiamo io, con voce tremante.

-S... Scusami... ho.. perso tempo...- mormora lui mentre cerca di riprendere fiato. Si rizza sulla schiena e poi si acciglia. Credo che abbia visto la mia faccia. -Che hai?

Io mi mordo il labbro e gli faccio capire che c'è qualcuno alle mie spalle. Lui allunga di poco lo sguardo, ma non si muove. Poi mi si avvicina, e accosta il suo viso al mio orecchio.

-Vuoi fare una pazzia? Solo se te la senti però.- mi sussurra.

-Ovvero?

-Te la sentiresti di girarti nella direzione di colui che ti insegue e di smascherarlo insieme a me?

Deglutisco. E' un impresa per niente facile. E che mi intimorisce non poco. Però mi prendo di coraggio ed annuisco.

-Perfetto.- si rimette dritto, e osserva la strada davanti a sé. Mi giro anch'io, e mentre osservo il fatidico inseguitore fermo sulla sua posizione, Andy mi mette un braccio attorno alle spalle. Non scorgiamo l'espressione dell'uomo, ma io comincio a scorgere in lui dei particolari a me mooooolto familiari. Mani in tasca, corporatura magra e alta, spalle larghe ma curve. Lui fa un passo indietro, e si ferma. Solo tramite quel piccolo passo, un dubbio atroce mi assale, e senza accorgermene spalanco gli occhi e mormoro: -Che sia...-

-Mh? Hai detto qualcosa?- mi chiede Andy.

-Mmm... ho un dubbio... molto brutto... ma non sono sicura.- lui mi stringe la spalla con un braccio, poi si rivolge al ragazzo o uomo che sia.

-Ascolta! Non mi interessa chi sei- “A me si, veramente” penso io senza interromperlo. -Ma sei pregato di non seguire più questa ragazza!- il tizio rimane fermo, poi fa un passo avanti. Un altro. E un altro ancora. -Non ti interessa, eh? Vuoi provocarmi, di grazia? Non mi costa nulla farti stramazzare a terra.- dice convinto di sé, mentre a me si accorcia il respiro. Un passo indietro, mentre Andy si stacca da me e ne fa due avanti. Il tizio si gira e fa per scappare, ma il cantante lo acchiappa giusto in tempo e lo fa cadere a terra. Credo che sia caduto sull'osso sacro, perché ha difficoltà ad alzarsi e non la smette di massaggiarsi il posteriore mugolando a tratti qualche gemito di dolore. Andy non è soddisfatto, e quando vede che il “caduto” sta per rialzarsi, lo alza per la collottola della giaccia e lo smaschera, letteralmente. L'ansia che mi aveva trapanata per giorni e i dubbi svaniscono nel giro di quei pochi attimi: davanti a me e sotto gli occhi severi del vocalist si erge la testa rasata di Frank oppressa in una smorfia di dolore.

-Tu...- sussurro io acida e irata, mentre l'ansia scompare, i dubbi combaciano con la realtà ed io mi avvicino. -Tu!- esclamo mentre sono ad un passo da lui, e gli mollo un pugno in pieno viso. Più precisamente sul suo “adorabile” nasino, mentre Andy si fa da parte giusto in tempo.

-Eri tu che mi perseguitavi! Sei stato tu a ferirmi! A infliggermi le ferite che ancora non scompaiono dalla mia pelle! Bastardo!- gli urlo contro infuriata.

Frank è ancora per terra, immobile, con il fiato mozzato, una mano sul naso che perde sangue e lo sguardo atterrito ed incredulo a causa del mio cazzotto. -Perché lo hai fatto?!- gli urlo contro mentre lo minaccio di un calcio nelle parti basse con le mie converse chiodate ai lati.

Lui si riscuote alla vista dei chiodi appuntiti ai lati delle scarpe. -P... Perché mi hai trattato male per tutto il tempo dallo stesso momento in cui ti ho rifiutata! E il bello è che qualche giorno dopo la mia stessa ragazza mi ha scaricato! E perché? Perché mi ha visto in giro con te, Rain! E... ed io ero furioso con te, solo che all'inizio non pensavo di farti nulla, ma quando hai.. cominciato a trattarmi con sufficienza, ad evitarmi in tutto, mi sono imbestialito! E ammetto che...- si interrompe, notando lo sguardo serio di Andy, che non accenna ad allontanarsi.

-“Che” cosa?- lo incalzo io.

-... Che ci provavo pure gusto a farlo! Perché te lo meritavi, oltretutto!- lo alzo per la collottola come pochi minuti prima ha fatto Andy.

-Tu... tu non hai idea di quanto io abbia sofferto per il tuo rifiuto. Non hai idea! E sono altamente convinta che tu ti sia meritato il mio comportamento freddo nei tuoi confronti, perché mi hai scaricato nel peggiore dei modi, e dicendomi pure una frase che non si sentiva dai tempi del liceo, se non prima! “Ti vedo solo come amica”!- lo imito. -Non hai idea del peso delle parole che hai utilizzato! Ti sei meritato tutto! Tutto! Compreso...- gli tiro il fatidico calcio tra le gambe. -... compreso questo!- lo lascio cadere per terra, mi giro e me ne vado, seguita da Andy.

-W...Wow! Rain, sei stata fantastica!

Faccio un mezzo sorriso. Non credo che tornerà a rompermi e a perseguitarmi dopo questa lezioncina. -Andy...

-Si?

-Grazie.

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Capitolo 19
*** Gentilezza. ***


Oggi è l'ultimo giorno che i BVB restano a casa di Marc. Ed io ho praticamente vinto la scommessa con Kaylah. Era ovvio che non sarebbe successo nulla, per quanto le mie speranze non siano completamente morte. Mi aspettavo che non ci saremmo baciati o cose del genere.

Sospiro, all'idea che da domani non vedrò più quegli splendidi ragazzi. Non che ci fossimo frequentati poi così assiduamente, eh. Abbiamo cenato tutti insieme, ci siamo divertiti, ma mica tutti i giorni: io avevo il mio lavoro, Kaylah il suo, e loro invece se ne stavano in vacanza a casa di Marc o in giro per la città. Che tristezza.

Sospiro per l'ennesima volta, mentre sono stesa sul letto a fissare il soffitto e ascolto l'album “We stitch these wounds”, che riparte per l'ennesima volta. Sarà un pomeriggio che sto a letto a non fare niente, e Kaylah non appena è tornata dal lavoro è stramazzata sul suo letto addormentandosi per via della nottata passata a fare la guardia al ristorante. Dorme da stamattina e non è nemmeno venuta a pranzare quando l'ho chiamata. Ma pazienza... la capisco, oltretutto. E poi è domenica.

Nello stesso momento in cui comincia “Children surrender” sento bussare alla porta dell'entrata.

-Kay!!- la chiamo nella speranza che risponda e che vada ad aprire alla porta. -Vai tu??- niente, il silenzio. Nella mia pigrizia, mi alzo e trascinandomi, mi avvio verso la porta.

Apro e mi trovo davanti Jinxx con dei jeans distesi sulla spalla sinistra. -Ehm... Ciao Rain... ci chiedevamo se ci potevate dare una mano con le valige... sai com'è... è un pomeriggio che cerchiamo di fare entrare le cose in valigia, ma quella scoppia ogni tre secondi. Vi va' di aiutare dei poveri musicisti in difficoltà?- mi fa lo sguardo da cucciolo, e mi fa scoppiare a ridere.

-Ma certo!- mi viene da scompigliargli i capelli di quanto mi sembra infantile e adorabile. -Però mi serve sia il tuo aiuto sia quello di qualcun altro per svegliare il ghiro che dorme di là.- indico la camera di Kaylah. -Non si sveglia da stamattina.- Jinxx ci pensa un po', poi chiama CC, che ci raggiunge subito con una maglietta viola scuro in testa. Rido vedendolo. -Si, avete decisamente bisogno del nostro aiuto.- dico raccogliendo ordinatamente la maglietta che il batterista aveva buttato sulla testa.

-Chris...- comincia il chitarrista ritmico. -Ci serve il tuo aiuto per svegliare Kaylah.- il viso del batterista si illumina.

-Uh, che bello! Adoro svegliare le persone!- e comincia a saltellare verso la camera di Kay seguito da noi.

Arrivati lì, la troviamo a pancia in giù abbracciata ad un cuscino e con un faccino angelico tutto assopito nel sonno. Esattamente come la avevo trovata all'ora di pranzo. -Quasi quasi mi dispiace svegliarla...- dice Jinxx osservandola.

-Fidati, dorme anche da troppo tempo.- rispondo io, mentre mi avvicino al lato destro del letto e CC al sinistro. -CC? Qual'è il tuo piano?

Lui ridacchia. -Guarda, ho imparato questa tecnica da una certa ragazza circa un mese fa... e devo dire che si è pure rivelata utile di recente.- lancia uno sguardo di intesa a Jinxx che sospira come se fosse stato lui la sua vittima. Credo di aver intuito quello che sta per fare il batterista ed indietreggio di due passi. Lui si china su di lei, le scosta i capelli dall'orecchio e ci soffia dentro, allontanandosi immediatamente. Kaylah sobbalza sul materasso e si mette subito a sedere con le mani sopra le orecchie e guardandosi attorno tutta impaurita.

-Ah, però. Hai appreso bene, eh?

-Eh già. Dalla migliore!- esclama lui compiaciuto.

Torno a guardare Kaylah che mi fissa ancora impaurita. -Ma.. ma.. perché lo avete fatto? Stavo sognando J...- si interrompe. Persino io so di chi sta parlando e lei mi guarda come se fosse indifesa e a rischio di vita. Piccola, mi sembra un cucciolo. La abbraccio sul materasso.

-Su, su. Kay. Questi musicisti in crisi hanno bisogno di aiuto per fare le valige. Domani tolgono le tende!- lei ha gli occhi lucidi.

-M... me ne ero completamente dimenticata!- salta giù dal letto, si stiracchia un po' e ci fissa piena di energie. -Forza, allora! Al lavoro! Ma... Jinxx, perché hai dei jeans sulla spalla?

Lui si gira a guardarli. -Oh, me ne ero dimenticato!

 

Entriamo nel loro appartamento e troviamo una situazione peggiore di quella dell'ultima volta: migliaia di vestiti sono sparpagliati per la cucina, sul tavolo su cui si mangia, alcuni formano un sentiero fino al bagno ed altri conducono alle varie stanze.

-Ma che cosa...?- io e Kaylah strabuzziamo gli occhi davanti a quel casino.

Da una stanza si vede volare una T-Shirt nera oltre la porta. -Non c'è verso!- esclama la voce di Ashley da quella stanza. Lo raggiungiamo e troviamo il suo bagaglio tutto sfatto e lui sul letto che cerca di chiuderlo. -Forse se ci facessi sopra un tuffo a bomba riuscirei a chiuderlo, voi che dite?

-Dico che noi ragazze ci portiamo a presso meno roba di voi uomini quando viaggiamo.- nota Kaylah sollevando da per terra la maglietta volata. -Ma quante cose avete??

Alle mie spalle sento dei passi. -Ragazzi spero che abbiate portato con voi le nostre salvatrici, perché non so proprio come mettere la mia roba in valigia!- è Jake. -Oh, ragazze!- esclama appena ci vede. -Allora ci siete! Chi mi aiuta di là?

Io fisso Kay, e rispondo al suo posto, prima che possa dire una qualsiasi cosa. -Viene Kay con te, qui mi sa che prima di chiudere questo malloppo ci vorrà un bel po', e lei è molto svelta in queste cose. Ok, Kay?- la guardo maliziosamente e mentre lei mi scongiura di non lasciarla da sola con il suo chitarrista preferito con lo sguardo. -Oh, vedo che sei d'accordo! Bene. Su, su. Vai!- la spingo verso Jake, e loro si avviano verso l'altra stanza mentre il viso della mia amica si dipinge di un forte rosso.

-Bene. Si comincia!- mi giro io verso il bassista che sta cercando di piegare delle magliette senza riuscirci. Mi sbatto una mano sulla fronte e rimboccandomi le maniche comincio a mettermi all'opera.

Nel giro di un quarto d'ora tutto è risolto, la stanza è pulita, e un quarto di casa è libero dei vestiti del mio bassista preferito, mentre Kaylah è riuscita a sistemare la valigia di Jake con più difficoltà di me. So che quando è nervosa comincia ad andare nel pallone, ma so anche che ha un grande autocontrollo di sé. Quindi potrebbe anche essere riuscita a fare il tutto senza rompere qualcosa o senza destare troppi sospetti.

Passo nella “sezione” Christian Coma, e la situazione non è tanto diversa, solo che i suoi vestiti non ci sono e sono sparsi tutti per la casa, e sono proprio quelli che formano il fatidico sentiero verso il bagno. Sospiro, mentre Kaylah esce dalla stanza di Jake e mi viene incontro, prendendomi un attimo da parte per parlarmi sottovoce.

-Tu! Perché lo hai fatto?? Non sai che imbarazzo! E poi, lui era così gentile e simpatico con me! Diamine! Che faccio? Che faccio?!

Le metto le mani sulle spalle e le faccio cenno con gli occhi di calmarsi se non vuole rischiare di fare sentire tutto quello che dice ai ragazzi. -Kay, rilassati. Va tutto bene. Piuttosto, hai capito cosa provi per lui? E per Marc?

Lei si rabbuia. -Io e Marc abbiamo litigato spesso in questi giorni. È... è irritante, Rain! Ogni cinque minuti mi accusa di non dargli abbastanza attenzioni e mi dice che pensa che io lo tradisca e balle del genere! Oh, Rain. Non credo che riuscirò a sopportarlo ancora a lungo! E poi..- abbassa lo sguardo. -J... Jake è tutto il suo opposto.

La guardo per un po'. E' timida e carina in ogni sua espressione. Riuscirà a conquistare Jake, ne sono più che certa. Ora però ha bisogno di conforto. La abbraccio. -Tranquilla, andrà tutto bene, Kay.- lei mi ricambia, con voce tremula. -Grazie, Rain.

-Ehm...- si intromette una voce. -Non vorrei interrompervi, anche perché sembrate due sorelline in questo momento, ma avrei bisogno dell'aiuto di una di voi, e credo che valga lo stesso per Andy.- ci fa notare Jinxx poco distante da noi.

Ci stacchiamo, e stavolta è lei a guardarmi con sguardo quasi malevolo. -Certo, Jinxx. Scusaci. Ti aiuto io. Rain, tu va da Andy.- “Ecco, sapevo che si sarebbe presa una piccola vendetta!” penso tra me e me. Poi mi viene un dubbio.

-Ma in tutto questo, Marc dov'è?

Kay si rabbuia.

-E' uscito stamattina, e da allora non è più tornato.- risponde Ashley dalla stanza accanto. Guardo di sbieco Kay, ma lei si sta fissando le scarpe. Sospiro.

-Beh, dai. Al lavoro.

Mi avvio verso la camera di Andy seguita dal bassista, che è stato il primo a sbrigare il suo bagaglio. Sul letto del vocalist vedo vestiti e oggetti non identificati di tutti i tipi. Tutto tranne lui. Io ed Ashley squadriamo meglio il letto e notiamo un piede sbucare fuori dalla montagna di vestiti. Scostandoli riusciamo a trovare tutto il corpo di Andy, addormentato tra il calore dei vestiti.

Ashley lo scuote un po', e lui si sveglia tranquillamente, stropicciandosi gli occhi e guardandosi attorno con sguardo spaesato.

-Idiota, ti sei addormentato sotto i vestiti! Ma come hai fatto?- lo richiama l'amico.

-E che ne so! Fatto sta che c'era un bel calduccio! Oh, ciao Rain. Che ci fai qui?- mi sbatto una mano sulla fronte.

-Sono venuta a darvi soccorso, tra tutte queste macerie di abbigliamento. E di là c'è Kay che sta finendo di sistemare la valigia di Jinxx. Dai, alzati, che sistemiamo anche la tua.

È ancora più divertente di quanto lo sia stato con gli altri, perché lui non sa proprio dove mettere mani, fa cadere quasi apposta i vestiti ed è completamente impacciato. Ashley lo richiama in continuazione: persino lui ha imparato a piegare le sue magliette.

 

Alla fine della serata siamo tutti esausti, e per rilassarci ci sediamo al tavolo della cucina, ormai sgombro, a berci delle birre; e quando vediamo che Marc non accenna a tornare e che si è fatto tardi ci avviamo verso il nostro appartamento.

-Ah, Ash!- chiamo io il bassista frugando in tasca ed estraendo un pacchetto di sigarette. -Credo che queste ti faranno comodo!- e gliele lancio.

Lui le prende al volo. -Grazie, Rain! Sai sempre quello di cui ho bisogno!

-Ma domani riusciremo a vedervi prima di partire?- chiede Kay sbirciando il viso pacato di Jake.

-Forse... ma si dai, vi passiamo a chiamare noi, anche se un po' presto.- risponde il vocalist.

-Perfetto! Tanto domani mattina devo andare al lavoro, perciò è ok!- rispondo io.

Andy ci accompagna fino alla porta e quando Kay ci lascia soli, lui mi da la buonanotte solo dopo avermi fissata intensamente per qualche secondo. Mi chiedo se questo fissarci avrà mai fine.

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Capitolo 20
*** Film mentali. ***


Ho passato la notte in bianco ad immaginare come sarebbe stato vivere quel lungo mese senza quei temporanei vicini rumorosi. “Che depressione che sarà non svegliarsi più sentendo uno di loro assillare gli altri perché non trova i jeans o le sigarette...” penso attorno alle quattro del mattino, quando finalmente riesco a prendere sonno. Dopo neanche un'ora sento bussare alla porta di casa e fatico persino a mettermi le pantofole per andare ad aprire. Per miracolo arrivo alla porta ed aprendola non mi trovo nessuno davanti. Mi affaccio sul pianerottolo, e sento dei passi camminare lungo di esso, finché nel buio mattutino non intravedo una figura maschile che si staglia in esso.

-Andy?- lo chiamo con voce assonnata. La figura si gira.

-Oh, ci avevo perso le speranze.- torna indietro. Si, la mia vista da animale notturno non fallisce mai.

-State partendo?- chiedo io sbadigliando.

-Già. Mi sembri assonnata... hai fatto le ore piccole?

Mi sorprendo. -Da cosa si intuisce?

-Sei pallida... a me capitava sempre ai tempi del liceo quando studiavo per gli esami. Qualcosa ti preoccupa?

-No, macché. Solo che mi mancherete. Un mese non è una cosa da niente.

-Parli come se fossimo sposati tutti e cinque con te...- ridacchiò lui, suscitando in me la stessa reazione. Poi lui si zittisce per un po'.

-Damn, non ho molto tempo...- riprende poi. -Rain... ascolta... io... tu...- “Un giorno riuscirà a formare una frase completa” penso io tra me e me con ironia. -Tu... mi piaci molto, Rain.- dice infine tutto d'un fiato. Credo di essere ancora in stato di sonnambulismo, perché non ho capito bene quello che mi ha detto.

-...Cosa?- chiedo io sotto shock per la dichiarazione. Lui sospira.

-Te lo ripeterò solo un'ultima volta, Rain. Tu mi piaci molto.

No, non sto sognando. Non sono in coma o in uno stato di trance o roba del genere. Lui... lo ha detto per davvero! “OCCRISTO” penso io riscuotendomi. Lo fisso, sgranando gli occhi. Nel buio sento il suo respiro vicinissimo al mio, sento il suo odore alla ciliegia, e sinceramente prego che non mi abbracci come l'ultima volta.

E infatti, non lo fa. Le sue morbide labbra si poggiano timidamente sulle mie, sento il piercing al suo labbro riscaldarsi nel giro di pochi secondi, la sua mano sinistra fresca mi circonda il collo trasmettendomi un piacevole brivido, ed io lo ricambio. Con tutta me stessa, perché è quello che ho desiderato sin dalla volta in cui è saltata la luce nel palazzo.

Dopo un po' lui si stacca, timido e restiamo in silenzio. Poi mi decido a spifferare le prime parole.

-Perché non me lo hai detto prima?

-A...Avevo paura di una tua qualsiasi reazione...

-Secondo te cosa sarebbe successo se lo avessi fatto prima?

-Io... io non...- non gli do neanche il tempo di rispondere, lo riavvicino a me e ricambio il suo bacio precedente, e quando ci stacchiamo rispondo al suo posto.

-Ecco, sarebbe successo esattamente questo.

Restiamo di nuovo in silenzio, poi sentiamo la voce di Ashley giungere dal pianterreno.

-Cacchio, devo andare... R..Rain...

-Dimmi solo una cosa.

-Cioè?

-Ci rivedremo?

-Si.

Ci salutiamo tristemente e quando rientro in casa, mi ritrovo davanti Kaylah che mi fissa con aria soddisfatta ma che mi fa prendere un colpo per la sua apparizione. Se la ride, lei.

-Ok, Kay... d'accordo. Lo ammetto. Hai vinto la scommessa.

 

Passano uno, due, tre giorni, ed io comincio a pensare che forse non dovrei illudermi. “Insomma, dai.”penso “Un cantante, guarda caso il mio preferito, si innamora di me e mantiene il suo sentimento costante per non si sa quanto tempo? Ma per favore. Forse è meglio che io non fantastichi troppo su questa storia e che conservi il bacio dell'altra mattina come ricordo da raccontare ai miei futuri figli, tra l'altro, di un povero uomo sfaccendato e che si ubriaca dalla mattina alla sera, tra l'altro.” Forse mi sto facendo troppi film mentali.

Decido di confidarmi con Kaylah e Marc in una di quelle poche serate in cui i due non litigano per chissà quali motivi e si ritrovano a cenare con noi.

-Dai dai... se ti può confortare... torneranno.

-T...Torneranno??- chiediamo io e Kay all'unisono.

-Già. Tra un mese esatto.- risponde lui di buon umore, come se stesse già pregustando il momento in cui quei cinque casinisti ritorneranno.

-Oddio! Che bello! Allora potrebbe succedere pure qualcosa di più! Potrei pure...- mi interrompo. La mia mente ha deciso di ricominciare a vagare nei meandri dell'universo “Andrew Biersack”. Mi rabbuio. -Devo smetterla di farmi film mentali.

-E perché scusa?- interviene Kay. -Sei innamorata di lui, e si vede, perché smettere di pensarci? Solo perché è un cantante? Ma dai. Fidati, che lui ti ricambia, e ritornerà.- disse convinta di sé.

-Sono d'accordo.- sottolinea Marc. -Piuttosto, ora dovrai farti la strada di ritorno a piedi da sola. Come farai?

-Ho già provveduto a questo.- rispondo. -Grazie ad Andy, ho capito chi era il maniaco violento.

-E cioè?- chiedono loro curiosi.

-Indovinate un po'.... Frank.

-Si vabbé. Frank? Quello che ti ha rifiutata?- chiede Marc incredulo.

-Si! E ironia della sorte, sapete che gli è successo qualche giorno dopo che lo ha fatto? La sua ragazza l'ha mollato! E lui faceva tutta quella roba solo per vendicarsi! Ma ho avuto anche io la mia vendetta! Probabilmente l'ho reso sterile, quello lì!- rido beffarda. Se lo meritava, dopo tutto.

-Ma ora viene al lavoro?

-No... ha smesso e si è licenziato con chissà quale motivazione.

-Comunque Rain... è meglio se per un po' usi la mia macchina... non si può mai sapere che ritorni con chissà quale cattiva fantasia...- riprende Kay.

-Perché hai di nuovo la macchina?- chiede Marc innalzando un sopracciglio.

-Si, me l'hanno ridata la mattina della partenza dei BVB.

-E quando avevi intenzione di dirmelo?- chiede lui scocciato.

-Perché? Era una notizia rilevante? Tanto neanche mi vieni a prendere a lavoro!

-Cosa c'entra questo?!

-Sapete cosa? Io sparecchio.- intervengo io alzandomi da tavola.

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Capitolo 21
*** Kay, avevi ragione. ***


Ho passato un mese intero a fare il conto alla rovescia e a cancellare i giorni sul calendario. E' stato sfissiante e tremendo! Non lo farò mai più! Sono giunta finalmente alla fine del mese e ormai a giorni dovrebbero tornare i Black Veil Brides a casa di Luke. O almeno di questo sono convinta. Oggi è il 28 agosto, ed è passato un mese esatto da quando io ed Andy ci siamo baciati sul pianerottolo davanti casa mia. “Secondo i miei calcoli dovrebbe tornare o oggi o domani...” penso mentre metto un'ultima “x” sul giorno di oggi.

Sospiro mentre faccio colazione con Kaylah e lei alza lo sguardo dalla sua tazza di caffè.

-Rain è l'ennesima volta che sospiri, e mi sa che ho capito pure perché...- si interrompe e si versa dei cereali in una ciotola, mangiandoli senza alcuna traccia di latte o caffè che sia. Non le sono mai piaciuti col latte, fatta eccezione per i cereali al cioccolato, proprio come me. Ma dato che sta mangiando fiocchi d'avena il problema non le si pone. -E' per via di Andy, vero?- per poco non mi affogo col mio thè mattutino. -Indovinato... Rain, sta tranquilla, non ti ha né dimenticata né altro.

-Diciamo che questo lo constaterò non appena lo avrò visto.- risposi io cercando di respirare.

-A proposito, Rain... oggi ho bisogno della macchina. Mi sa che devi andare a lavoro a piedi.

Faccio spallucce. -Ok.

-Devo dare un passaggio a Marc...- continua lei incupendosi. -Gli si è rotto il motore della moto...

-Non va molto bene tra voi due, vero?

Lei fa segno di negazione e sospiriamo insieme. Io le prendo una mano e gliela stringo. -Andrà tutto bene.- le sorrido.

Scendiamo giù dal condominio insieme a Marc, che chissà come mai è di mal umore. Arriviamo davanti il portone della palazzina e davanti a noi si stagna uno spettacolo che ci lascia tutti e tre a bocca aperta: la macchina di Kay è stata tamponata da un furgone. Anzi, tamponata è dire poco. La macchina è stata schiacciata contro il palo del parcheggio e ora ha la forma di una “v”. “Wow, neanche un mese e già non la possiamo più usare.” penso io sarcastica, girandomi verso Kaylah, che si mette una mano sulla bocca e sbianca... segno che sta trattenendo un'imprecazione. Marc invece scoppia a ridere. Io e Kaylah ci giriamo verso di lui e lo guardiamo in cagnesco.

-Che c'è? Non è una cosa buffa?- continua a ridere lui.

-No, è buffo il fatto che ci andrai a piedi al lavoro!- ribatte lei, girandosi e dirigendosi verso il proprietario del furgone. Marc la ferma tenendola per un braccio.

-Quale a piedi, tu vieni con me in metropolitana!

-Hai idea di quanto sia lontana la metro?! Ed io ci metto pochi minuti ad andare a piedi al mio ristorante!- replica lei alzando i toni.

-E io come ci vado al mio di lavoro?!

-Te l'ho detto! Con la metro! Cos'è hai paura che ti rapiscano gli alieni di Men In Black?!

-Spiritosa, lei! Senti un po' tu...

-Basta! Per l'amor del cielo!- intervengo io.

-Ognuno vada per la sua strada! Marc, ti accompagno fino alla metro e poi da lì vedrai cosa fare da solo. Kay...- mi avvicino a lei, che per lo meno con quella sfuriata ha ripreso colore. -Calmati, ok?

-Oh, Rain...- le trema la voce. -Non ce la faccio più.. ti rendi conto? Per la metropolitana stiamo litigando!

-Lo so, lo so. Ma vedrai, tutto si aggiusterà.

 

Passo una giornata noiosa al lavoro. Frank non c'è più da un mese e i miei colleghi non se ne chiedono neanche il perché. Effettivamente anche il loro numero è diminuito da un po' di tempo a questa parte: ormai siamo meno di dieci a lavorare in quella piccola libreria di città. Ma poco male: più spazio per me.

Quando finalmente sta per arrivare l'ora di chiusura per l'ora di pranzo, il capo mi ferma sull'uscio della porta. -Rain, ho bisogno che tu resti di pomeriggio.

-Cosa? E perché?

-Roba... familiare, ma niente di che. Mi serve che tu stia qui.

Sospiro. -E va bene.. pranzo e torno.

E così devo passarci pure il pomeriggio in libreria. “Damn.” penso mentre addento seccata un panino imbottito. “Meno male che mi ha concesso un giorno di riposo per domani!”

Dopo una giornata noiosa -perché ovviamente tutti i miei colleghi senza la forza energica del capo hanno una flemma peggiore degli zombie- torno a casa, e con mio grande disgusto, mi accorgo che le strade sono più desolate del solito.

-Che cosa inquietante...- borbotto tra me e me. -E' come tornare ad un mese fa...

Cammino a testa bassa per non farmi tornare in mente quei brutti ricordi. “Però mi piace pensare che con una bella vendetta ho quasi reso sterile Frank.” sorrido beffarda, e mi accingo ad evitare di calpestare una serie di chewingum gettate per terra fresche fresche. Alzo lo sguardo verso la strada davanti a me per vedere quanti isolati mancano alla mia palazzina e vedo una figura che cammina nella mia direzione. Non mi è nuova: alta, capelli lunghi che oscillano perché vanno contro corrente, si sente persino il tintinnio di una catena. Mi sorge un dubbio. “No... non è lui... non ci credo...” il mio cuore accelera i battiti, e quando il ragazzo entra sotto un fascio di luce di un lampione il respiro mi si spezza. E' Andy. Non mi muovo più, non sto camminando, sono ferma, immobile sotto un altro lampione. Anche lui è fermo, ora e mi sorride.

Non resisto. Gli corro contro e gli salto addosso, gettandogli le braccia al collo. -Non ci posso credere!

Per poco non cadiamo all'indietro, ma lui ride e mi stringe a sé. -Credevo che mi avessi dimenticata...

-E come potrei, Rain?

Solo sentirlo pronunciare il mio nome mi rasserena, e senza pensarci troppo mi stacco da lui e poi lo bacio. E restiamo così, avvolti in un lungo bacio appassionato. “Kay, avevi ragione.”

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Capitolo 22
*** Dentifricio. ***


Ritorniamo insieme a casa, mano nella mano, e neanche entriamo nel condominio che sentiamo un vocio provenire dal nostro piano. Sogghigno. Mi era mancato il tepore delle risate dei ragazzi, e solo sentirne le voci mi riscalda il cuore. Stringo la mano di Andy, che mi accarezza le dita stringendola a sua volta, e cominciamo a salire i gradini. Ad ogni scalino il mio cuore accelera i battiti perché solo ora mi sto accorgendo di quanto io ami il ragazzo accanto a me, e di quanto sia importante per me. Mi accorgo di quanto siano importanti anche i nostri amici e che senza di loro non sarei potuta sopravvivere. “Fino a qualche mese fa non ero niente meno che una loro fan, e guarda adesso come mi ritrovo? Innamorata follemente del mio idolo, che per giunta mi ricambia. Dio, potrei levitare!” penso mentre cerco di scaricare l'eccitazione sui gradini.

Quando giungiamo a destinazione troviamo le porte dei nostri appartamenti spalancate. Solo che nel mio appartamento non c'è nessuno, in quello di Marc invece c'è una burrasca di saluti, abbracci e risate.

Neanche il tempo di entrare che Ashley mi viene incontro salutandomi e abbracciandomi. In pratica mi ha gettato le braccia al collo, ed io rischio di cadere addosso ad Andy. -Ash! Che bello rivederti!

-Non dirlo a me! A proposito... hai delle sigarette?

Rido, e dopo averle cercate nella borsa gliele porgo. -Sai sempre quello di cui ho bisogno tu!- e mi da un bacio sulla guancia. A sua volta, Jinxx mi corre contro e quasi non ci ribaltiamo di nuovo addosso ad Andy, che ora mi sorregge le spalle, ma cerca con lo sguardo Kaylah e Marc.

Dopo un po' li intravedo che parlottano con Jake, e vedo gli occhi della mia amica brillare ad ogni parola che dice, ignorando Marc che di tanto in tanto la richiama e la riscuote. In pratica pende dalle labbra del chitarrista. Scuoto la testa e la chiamo. Lei si gira, e vedendo Andy, corre ad abbracciarlo.

-Il nostro vocalist preferito è tornato e non mi dici niente?! E...- osserva il modo in cui ora mi cinge il fianco. -E ho vinto la scommessa a quanto pare.- dice lei guardandomi maliziosa e con l'aria di una che la sa lunga.

-Quale scommessa?- chiede Andy girandosi verso di me.

-Uh, niente, niente...- sventoliamo su e giù una mano io e Kay, per poi ridere.

Dal bagno esce CC che si sta lavando i denti e alla nostra vista rimane quasi scioccato.

-Ma? Pothevathe dimmelo che e'avate qui!- cerca di confabulare con il dentifricio in bocca. Si gira a guardarmi. -Rain!- spalanca le braccia all'aria e mi abbraccia.

-Ok, CC, se mi trovo il tuo dentifricio tra i capelli te la vedrai con me.- rido io minacciandolo scherzosamente. La stessa sorte tocca a Kay, ma lei ne esce sana tanto quanto me. CC si gira a guardare Andy.

-Lo shapevo che non me la contafi ciusta, tu! Fieni qui, fatti abb'acciare anche tu!- ormai si capisce a stento quello che confabula e tutti stiamo morendo dalle risate.

-Ehm... CC.. prima che tu faccia una qualsiasi cosa... vatti a sciacquare la bocca.

-Ma come? Non ti p'ace l'odore di dentif'cio tra i capelli?- fa per avvicinarsi.

-No! Piantala!- lo allontana, ma più CC si avvicina più Andy indietreggia, in modo tale da cominciare a correre per la stanza con CC e lo spazzolino in bocca che lo rincorre allegramente. Sembrano due bambini.

 

La sera ormai siamo tutti che stiamo cenando allegramente. Andy alla fine ha ricevuto la sua razione di dentifricio di CC su una guancia e da quel momento guarda in cagnesco il batterista.

-Su, dai, Andy! Ti donava quella schiumetta bianca sulla guancia!- sdrammatizza lui.

-Ma per favore!- ribatte lui. -Vedi che ti combino domani mattina!

-Sapete...- CC si rivolge a lui. -Credo che mi chiuderò a chiave nella mia stanza per le prossime ventiquattro ore. Marc, hai la chiave della stanza, vero?

Lui trattiene una risata. -Erhm....

-Ti prego, dimmi di si.

-Purtroppo... no. Diciamo che sono tutte un po' mescolate e disperse per la casa...

Accanto a me, Kay alza gli occhi al cielo, ma Marc non la nota.

Ormai è chiaro che lei sta con lui solo per un motivo: Jake. Teme che se si lascia con Marc, lui non le concederà più di entrare in casa sua per stare con l'amico, quindi deve attenuarsi a sopportarlo. Ma la sera, ogni volta che lei ha un incontro con lui, torna a casa irata o in lacrime, ed io non so più che fare per tranquillizzarla.

Stasera Marc le manda ogni cinque minuti frecciatine con frasi colme di sarcasmo o solo con lo sguardo, e credo che entro ben poco tempo Kay esploderà. All'ennesimo sguardo, lei si alza da tavolo, si congeda scusandosi ed esce, tornando a casa nostra.

Gli altri sono perplessi e preoccupati, a eccezione di Marc, che non ci fa neanche caso.

Io lo guardo con disapprovazione. -Marc, hai finito di fare l'idiota?

Lui si gira e mi guarda storto. -Che ho fatto?

-Non fare il finto tonto. Secondo te per colpa di chi se n'è andata?

Lui inarca il sopracciglio. -Per colpa mia? Ma per favore!

-Ehm.. ci siamo persi qualcosa?- interviene Jinxx.

-Già.. sicuro che vada tutto bene tra voi?- chiede Jake, il che mi sorprende.

-Si, benissimo.- altro sarcasmo.

-Non direi...- replico io.

-Che vorresti dire?- Marc stringe di poco gli occhi mentre mi osserva.

-Dai, è una serata che parli con sarcasmo di una qualsiasi cosa che la possa riguardare! Per non parlare di quando le hanno ammaccato la macchina! Senti, va a chiederle scusa, va!

Marc ha gli sguardi di tutti puntati addosso, e sospirando rumorosamente si alza e va nell'altra casa.

Quando è fuori Ash si gira e mi chiede cosa gli sia preso.

-Uh, niente di che. Sai, io e Kay abbiamo una teoria. Voi maschi avete sempre qualche traveggola che gira male durante un mese specifico, però tutto sommato potete aggiustarla se ci arrivate. Beh, questo non succede a Marc, e ha deciso di passare al Lato Oscuro Della Forza, rovinando quel bel marchingegno che gli centrifuga nel cervello.

 

Dopo un po' che Marc non torna cominciamo a preoccuparci di quello che possa essere successo dall'altra parte del pianerottolo e ci accostiamo alla nostra porta, ascoltando quello che avviene all'interno.

-Non ne posso più, per la miseria!- esclama Kay.

-Senti chi parla! Sei tu che ad ogni cosa che dico ti arrabbi! Sembra che sei sempre in periodo!

-A me sembra che non ti funzioni bene qualche traveggola!- faccio un cenno ad Ash, mimando il discorso che gli ho fatto poco prima.

-Senti ci hai rotto! Per quanto ancora vogliamo andare avanti così, eh Kaylah?- Marc torna all'attacco, ormai le loro voci sono così udibili che non c'è neanche bisogno di tenere le orecchie attaccate alla porta.

-Lo chiedo a te! Sono stufa dei tuoi comportamenti menefreghisti, approfittatori e superficiali! Io con te ho chiuso!

-Lo stesso vale per me!

La conversazione è sulla via della conclusione ed io faccio cenno ai ragazzi di tornare in fretta nella cucina dove eravamo prima. Correndo siamo tutti sotto shock.

Quando ci sediamo esausti dalla breve corsa, Jake è il primo a parlare.

-Certo che hanno dei polmoni quei due!

Ridacchiamo, mentre Andy mi circonda le spalle con un braccio nello stesso momento in cui entra Marc senza Kay. Noi ci giriamo a guardarlo ed in pratica pendiamo dalle sue labbra. Lui ci guarda, sbuffa, prende la giacca e borbotta che esce, e se ne va, lasciando la porta aperta.

-Che dite andiamo da Kay?- propone Jinxx guardandola porta.

-Non penso sia una buona idea..- risponde Andy.

-Già... conoscendola starà affrontando una crisi di pianto...- mormoro io preoccupata. E invece no... sulla soglia della porta, rossa in viso compare la mia migliore amica, che mi guarda con occhi lucidi e supplichevoli. Io mi alzo di scatto e le vado contro, trascinandola fuori dall'appartamento la cui porta ormai è spalancata da quando Marc è andato a “parlare” con Kay.

Usciamo, e al buio del corridoio, Kay scoppia in lacrime. Io la abbraccio, e cerco di tranquillizzarla. -Andrà tutto bene, Kay. Tutto bene.

-Si, ma che bene e bene!- esclama lei, mentre comincio a sentire le sue lacrime trapassare la maglietta. -Non potrò più vederlo!- so che non parla di Marc. Lo so perché è chiaro che ormai lo odi a morte per i suoi trattamenti ipocriti.

-Potrai, potrai. Magari, mentre sarai presente tu e Marc non vi rivolgerete la parola, ma potrai avere a che fare con lui. Dammi retta. Tutto andrà bene.

Lei tira su col naso, alzando lo sguardo dalla mia spalle e trovandosi faccia a faccia con me. -S...Se lo dici tu, R..Rain. Mi fido della tua parola...

Le sorrido e lei ricambia. -Ecco, così mi piaci: quando sorridi. Non pensare a quell'idiota, ormai è finita, perciò dovrebbe essere un problema risolto, no?

Lei annuisce. -Te la senti di entrare?- accenno all'appartamento di Marc. Lei indugia un po', ma dopo aver respirato a fondo ed essersi asciugata le lacrime, annuisce ed entriamo, nonostante lei sia praticamente nascosta dietro di me. Ma neanche il tempo di entrare che Ashley le va incontro abbracciandola e stringendola forte in segno di conforto. Credo che lei si sia lasciata andare a quell'abbraccio, perché lo sta ricambiando e la vedo affondare il viso nella t-shirt del bassista.

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Capitolo 23
*** Vendette e brutte cere. ***


Il mattino dopo quella serata piena di emozioni sento bussare alla porta nello stesso momento in cui mi sto riscaldando il caffè in un tazzone verde a strisce bianche. Vado alla porta con la tazza in mano e mentre la sorseggio apro e mi trovo davanti Andy con addosso una sorta di pigiama che consiste semplicemente in un paio di pantaloni larghissimi -che mi fanno pensare a come non abbia freddo- e che mi fa un sorriso grande quanto tutto il nostro paesello quando vede il mio viso quasi immerso nella tazza. Mi fa ridere solo per il modo in cui mi guarda e non riesco a bere, e mentre lo invito ad entrare con un cenno della mano, mi asciugo le labbra dal caffè.

-Dimmi.- dico poi posando la tazza ed il tovagliolo.

-Prima di tutto...- sento il suo respiro sul mio collo ed un suo dito che mi fa girare nella sua direzione spingendo semplicemente una spalla. -... Buongiorno.- e preme le sue labbra contro le mie, togliendomi il fiato. Mi piace questo modo di avviare la giornata, ma le mie guance stanno andando leggermente a fuoco.

-Mmm... buono questo caffè.- dice poi staccandosi da me e leccandosi le labbra. -Quanto zucchero ci metti?

Ok, ormai il mio viso sarà dello stesso colore delle ciliege e non so come raffreddare le orecchie che mi si stanno infuocando. -C...cinque cucchiaini...- balbetto imbarazzata e passandomi una mano tra i capelli.

-Cinque? Oddio, sarà dolcissimo!- mi osserva un po'. -Però con quest'aria intimidita tu lo sei molto di più.- mi sorride dandomi un altro bacio.

-Hai per caso deciso di uccidermi, Andrew Dennis Biersack?

Lui scoppia a ridere, poi si calma e mi fa una proposta. -Ti va di aiutarmi a vendicarmi dello scherzetto del dentifricio con CC? Potremmo chiamare anche Kay, per tirarla su di morale.

Getto uno sguardo fugace alla porta della stanza di Kay. -Per me va bene, ma per lei non so... ieri sera è tornata a casa che era distrutta, non so come potrebbe reagire... forse è meglio lasciarla per i fatti suoi... non voglio essere inopportuna.

Lui ci pensa un po', poi concorda con me.

-Beh, in cosa consiste questa vendetta?- cambio io discorso.

-Uh, ora vedi, ora vedi.- replica maliziosamente, prendendomi per mano e portandomi nell'altro appartamento, dove tutti giacciono addormentati, e mi conduce nella stanza del batterista che dorme beatamente a pancia in su. Il vocalist si allontana dalla stanza un attimo e torna quasi subito con in mano del dentifricio.

-Ma che ci vuoi fare?- bisbiglio io.

-Gli farò... la barba!- mormora lui con un filo di eccitazione.

-Oddio, se si sveglia io non c'entro niente!

Lui fa spallucce e si mette all'opera. Stappa il tubetto e lo spreme un po'. Quando il dentifricio esce un po' dal contenitore lui comincia a spalmarlo delicatamente sul viso del nostro amico, e quando ha prescritto un perimetro biancastro attorno la sua mandibola e sulle sue guance e CC è sulla via del risveglio, viene da me e si nasconde dietro la mia schiena. -Ma guarda un po' tu!- mormoro io guardandolo di sbieco e ridacchiando. Non ci vuole molto perché CC si svegli, e ci guardi perplesso.

-Oh, ragazzi.- sbadiglia. -Che ci fate qui? E perché Andy si nasconde dietro di te, Rain?- un pezzettino di dentifricio gli cade dalla guancia e lui guarda perplesso le coperte.

Dietro di me Andy mi sussurra qualcosa nell'orecchio. -Rain... al mio tre ci precipitiamo fuori di qui.- io lo guardo perplessa, ma annuisco.

CC si sta rigirando tra le mani l'impasto biancastro, poi si illumina e si sfiora una guancia.

-Uno...- CC stacca la mano dalla guancia. -Due...- si acciglia, poi ci guarda come se avesse capito tutto. -Tre!- mi prende per mano e si precipita nella camera del bassista ridendo e suscitando in me la stessa reazione. Ashley dorme ancora, ma al vocalist non importa. Salta sul suo letto e gli urla di proteggerlo, mentre lui salta in aria e lo guarda con occhi iniettati di sangue.

-Andy, ma che cazz...

-Proteggimi Ash! Mi sono vendicato, ma non so come reagirà!

Il bassista guarda lui, poi guarda me e la porta, sulla quale si affaccia un Christian Coma con del dentifricio spalmato sulla faccia che fissa il cantante con aria sbigottita dal sonno e con un'altra indecifrabile. Non sa cosa dire nemmeno lui, è evidente. Non sa se arrabbiarsi o saltagli addosso e alla fine tutto si smentisce in una sonora risata e con il nostro bassista che si mette un cuscino in testa per riaddormentarsi.

 

Alla fine ci riduciamo tutti a fare colazione a casa mia in pigiama, dove c'è ancora la mia tazza di caffè ormai raffreddato ad attendermi ed un'altra quantità sproporzionata di caffè preparata per errore.

-E Marc?- chiedo impensierita.

-Stanotte non è tornato.- dice Jinxx.

-E Kaylah?- chiede invece Jake con un certo cipiglio.

-Sono qui...- mormora la voce della mia amica che compare dal nulla, mentre lei si stropiccia gli occhi assonnati e cerca di sistemare i capelli un po' aggrovigliati. In pratica Jake è saltato sulla sedia. -Buongiorno...- borbotta lei per poi andare a chiudersi in bagno.

Jake si gira a guardarmi. -Non ha una bella cera.- ha ragione. E' pallida, gli occhi sono arrossati e si trascina ovunque ella vada. Annuisco tristemente. Per quanto odiasse Marc, lei lo aveva amato, quindi era normale che soffrisse.

Poco dopo uscì dal bagno sempre strascicando i piedi. -Rain mi presti il telefono? Chiamo al ristorante e dico che non vado al lavoro per... boh, non so neanche io per quanto non ci andrò.- annuisco. Non è che non ha una bella cera; ha il morale sotto i piedi. Di solito la mattina è tranquilla e di buon umore, oggi è tutto l'opposto.

Le porgo il cellulare e lei compone lentamente il numero del ristorante a cui lavora. -Pronto? Si, sono Kaylah. Mi passi la proprietaria? ... Buongiorno, le volevo dire che non verrò al lavoro per... per una settimana. ... si, no, è che non... non sto bene... si... ok, grazie. A rivederci.- chiude la telefonata e ringraziandomi mi porge il telefono. Poi si gira e si dirige verso la sua stanza. Prima che chiuda la porta le chiedo se vuole qualcosa da mangiare. Lei non risponde, si avvicina agli scaffali della colazione, prende un contenitore di biscotti, ne sfila un po', e mangiucchiandoli se ne torna in camera sua, chiudendo la porta.

Tutti abbiamo assistito alla scena in silenzio, che interrompo io. -Jake.. per rispondere alla tua domanda... eccola.

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Capitolo 24
*** Nient'altro che noi. ***


Sono passati due giorni da quando Kaylah e Marc si sono lasciati, e lui ancora non è tornato a casa. La cosa comincia a farsi preoccupante, ma almeno senza che lui sia presente alle nostre riunioni, Kay può riprendersi con la sua calma. Nello spazio di questi due giorni ha ripreso vitalità e ha ricominciato a pendere dalle labbra di Jake per ogni cosa dicesse. Forse gli unici momenti in cui si deprime sono quelli in cui non sono presenti i ragazzi e lei resta da sola, perché per il resto, mi sembra stia tornando la solita di sempre anche in mia presenza, e questo mi rallegra. “Meno male” penso. “Il problema sarà quando Marc tornerà...” questo è il mio grande dilemma. Eppure, finché non si fa vivo il problema non mi ci si pone. Ora che lei è tornata single, ho una vaga impressione che Jake le dedichi pure più attenzioni del solito... ogni cinque minuti le chiede un parere o chiacchiera con lei di qualcosa, e di tanto in tanto la fissa. “Cosa può succedere nello spazio di due giorni!” penso mentre mi avvio verso la mia libreria.

 

Passano altri tre giorni, e di Marc neanche l'ombra. A Kaylah non si pone il problema, e a me neanche sinceramente, perché non c'è mai stato tutto questo gran rapporto di amicizia.

Devo fare il turno del pomeriggio in libreria, ma ho una noia pazzesca, e persino il capo se n'è accorto, tanto che quando sono con la testa altrove mi riscuote con un colpo di tosse o richiamandomi per fare un lavoro tra gli scaffali. Non ci posso fare niente, oggi ho la testa solo per Andy. Non riesco a smettere di pensarlo; per colpa del lavoro non lo vedo spesso, ma non posso neanche smettere di lavorare: il periodo universitario si avvicina, ma a pensarci bene io non ho tutta questa voglia di studiare.

“Ok, lo ammetto. Sono in dubbio sul da farsi. Non ho voglia di studiare, ma non posso neanche continuare a fare la commessa qui!” penso dubbiosa. “Forse parlandone con Kay posso chiarirmi di più” penso quando finalmente il mio turno è finito e già attraverso la vetrina riesco a vedere Andy che mi aspetta fuori.

Prendo le mie cose ed in pratica gli salto addosso non appena lo vedo. -Ehi!- ridacchia lui stringendomi a se. -Ti sono mancato?- per tutta risposta gli do un bacio. -Mi sa di si.- mi rivolge uno dei suoi splendidi sorrisi che potrebbero illuminare tre città intere se non uno stato e ci avviamo scherzando verso la nostra palazzina. Mentre cerco le chiavi per aprire, lui mi tamburella sulla spalla destra ed io mi giro. Neanche il tempo di chiedergli di cosa abbia bisogno o di cosa vuole parlarmi, che mi ritrovo le sue labbra attaccate alle mie. -Mi sa che anche io sono mancata a qualcuno, eh?

-Tu non sai quanto...- dice lui dandomi un altro bacio. Faccio fatica persino ad infilare la chiave nella toppa: non riesco a staccarmi da lui; lui che mi accarezza le spalle con un tocco così delicato che mi fa rabbrividire, scendendo fino alle braccia, sorpassando i gomiti e discendere nei fianchi.

Entriamo nel pianterreno, ma non accenniamo a salire le scale, scherzando e scambiandoci gesti dolci. Ad un certo punto lui si ferma e si guarda attorno, soffermandosi sugli interruttori degli appartamenti.

-Ehi, Rain... ti ricordi quella volta che è saltata la luce in tutto il condominio?- mi guarda con aria maliziosa.

-Che vuoi fare?- ridacchio io sotto il suo sguardo quasi perverso. Lui non risponde, si avvicina al contatore della luce e abbassa l'interruttore generale, facendo calare il buio in tutto l'edificio.

Mi viene da ridere. -Oddio, se qualcuno ci becca ci uccide.

-Vabbé, cose che capitano.- parliamo a bassa voce mentre già dal primo piano si odono delle voci. Poi restiamo un attimo in silenzio, ed io lo chiamo, ma non mi risponde.

-Perfetto, mi hai lasciata da sola, qui a morire in balia dei vicini di casa?

Di nuovo silenzio. -Andy?

Ad un tratto delle mani mi spingono contro il muro freddo dal quale sono poco distante. Neanche il tempo di richiamarlo, che mi trovo le labbra del mio vocalist attaccate alle mie, mentre il suo piercing entra a contatto con me e mi fa rabbrividire piacevolmente. Quando le voci aumentano, Andy si decide a riattaccare la corrente, mentre io sono ancora in uno stato di ebrezza amorosa contro il muro.

Lui mi sventola una mano davanti gli occhi, risvegliandomi dall'universo “Andrew Biersack”, e risaliamo le scale tenendoci per mano. Arrivati al sesto piano, lui si ferma, mi guarda e poi senza dir nulla mi solleva da terra e mi prende in braccio a mo' di sposa. Mi fa ridere. Trova una qualsiasi scusa per suscitare in me questa reazione e questo è uno dei motivi per cui sono follemente innamorata di lui. Arriviamo a casa, e restiamo in ascolto delle voci che possono provenire sia dal mio che dal suo appartamento. Dal suo provengono diverse voci mescolate, tra le quali riesco ad individuare quella di Kaylah. Deve esserci riuscito anche lui, perché si è voltato a guardarmi, senza lasciarmi mettere piede a terra, e mi dice: -Quindi Kay non è in casa, eh?

Mi fa ridere, ma da una parte immagino cosa può succedere se entriamo in camera mia, soli io e lui, e la cosa non mi dispiacerebbe affatto.

Entriamo, e senza smettere di sorreggermi entriamo in camera mia, e dopo che lui mi poggia sul letto, va a chiudere la porta, poi si gira ed inarca un sopracciglio. Io sto ridendo come non mai, e non so neanche il perché. Lui mi fissa divertito, mentre io sono in preda ad un attacco di ridarella che non si sa da dove spunti, poi lo chiamo.

-Vieni qua, scemo! Togliti quella maglietta!- lo incito io, ridendo.

-Ah! Ecco dove volevi arrivare!- si illumina lui.

-Come se tu non volessi!

Lui fa il vago e fischietta. -Chi io? Ma che dici? Io avevo le più nobili intenzioni!- guarda il soffitto come se niente fosse, poi abbassa lo sguardo su di me, e quasi mi corre contro, saltando sul letto e facendomi ridere. Lo trovo sopra di me a cavalcioni, mentre i suoi capelli sfiorano il mio viso facendomi il solletico. Mi bacia di nuovo, poi si fa serio.

-Rain... lo hai mai fatto?

Capisco al volo di cosa parla. -...no...

-E.. vorresti con me?

Annuisco. “Lo desidero da una vita in pratica!”. Lui sorride, quasi maliziosamente.

E' la nostra notte, e la viviamo pienamente, mentre i nostri respiri si uniformano, i nostri corpi si uniscono e dividono ritmicamente e dolcemente. Ci amiamo. Si sentono solo i nostri respiri e le nostre dolci parole nella stanza. Nient'altro che noi.

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Capitolo 25
*** Progetti. ***


Il mattino dopo mi sveglio tra le braccia del mio vocalist, e ne sento il respiro sui miei capelli, scompigliandoli un po', mentre lui mi stringe a se facendomi poggiare il capo al suo petto; in modo tale da concedermi di sentirne il diaframma che si alza e si abbassa. I nostri corpi, nudi, sembrano formare una cosa sola ed il calore che emettiamo potrebbe riscaldare anche altre due persone.

Dopo un po' si sveglia, ma neanche lui si muove e comincia ad accarezzarmi i capelli.

-Rain?- mi chiama piano, come se avesse il timore di svegliarmi. “Ma tanto lo sono già.”

Alzo la testa verso di lui, e senza pensarci troppo mi da un bacio sulla fronte che mi fa arrossire.

“Quanto miele, eh?” penso stringendomi a lui. Poi... *driiiin*! Momenti sdolcinati finiti: suona la mia sveglia, ovvero quella che mi impone di alzarmi ogni santa mattina per andare al lavoro.

Mi giro e la spengo. -Devo togliermi l'abitudine di puntarla dalla stessa mattina in cui suona.- guardo quell'aggeggio infernale in cagnesco ed Andy si mette a ridere.

Ci alziamo, ci vestiamo, e poco dopo usciamo mano nella mano dalla mia stanza.

Quando entriamo in cucina ci troviamo tutti i ragazzi con Kaylah ad attenderci, e appena ci vedono in pratica è come se festeggiassero il Capodanno: ci vengono incontro, pacche sulle spalle, risate e felicitazioni. “Mai stata più in imbarazzo in tutta la mia vita.” penso mentre il sangue mi sale alle guance e guardo Kaylah che mi sorride.

 

-

 

Passano alcuni giorni, e ormai siamo entrati definitivamente nel mese di settembre. Manca pochissimo alla mia entrata all'università, ma sono ancora dubbiosa sul da farsi.

-Non ho tutta questa gran voglia di studiare, ma non voglio neanche avere un brutto futuro... cioè, non voglio lavorare per il resto della mia vita in una libreria!- dico a Kaylah mentre pranziamo insieme, da sole.

-Scusa, tu che vorresti fare, Rain?- mi chiede lei alzando il viso dal piatto di spaghetti da me preparato.

-Sono in dubbio... ho frequentato un liceo linguistico, quindi so abbastanza bene lingue come inglese, francese e tedesco... ma poi ho lavorato per due anni filati, fino ad ora. Se ora entrassi all'università di lingue orientali potrei accrescere le mie conoscenze linguistiche, e la cosa mi gratificherebbe, ma...

-Ma non hai voglia di stare buttata sui libri fino a mezzanotte. Giusto?- mi incalza lei.

-Esattamente.- le punto contro la forchetta dandole ragione. Poi la sventolo in aria, mentre rimugino sul da farsi. -Potrei entrare, vedere come va, ed in caso mollare se non me la sento...

-Si potrebbe fare anche questo.- concorda lei. -Dipende da te. Ma metti che molli dopo un mese. Dopo che fai? Traduci libri? Mi sembra che tu ne abbia abbastanza di avere a che fare coi libri, e cominciare a tradurli potrebbe giovarti economicamente e culturalmente, ma ti piacerebbe?

Faccio una smorfia. -Non lo so, non lo so...- sospiro, immaginandomi alla presa con una trilogia di più di mille pagine. -Diamine, a fine giornata il cervello mi andrebbe in fumo, ma non credo che se andassi all'università la cosa sarebbe diversa. Se voglio tradurre qualcosa... voglio farla per persone che mi ascoltano dal vivo.

-Tipo in politica?- inarca lei le sopracciglia.

-Si, vabbè! Anche per quello ci vorrebbe l'università! E poi mi ci vedi lì? Tra i politici a tradurre i loro discorsi assurdi e diplomatici? Ma anche no!

Kaylah scoppia a ridere. Mi sa che si è immaginata la scena.

-Veramente pensavo a qualcosa in cui non mi vedono per forza dal vivo. Tipo traduttrice nei Talk Show o alle radio...- vagheggio io, sparecchiando il mio piatto.

-Ok, ai Talk Show non ti ci vedo, ma alla radio si!- esclama lei, mentre prende le omelette da lei preparate.

-Oddio, ti immagini? Tipo: “Salve a tutti metallari! Come va? Oggi vi traduco un brano molto allettante dei Black Veil Brides!”

-Scusa ma allora tanto vale farti un programma tutto tuo!

Illuminazione numero due. -TU SEI UN GENIO! Ommamma, potrei chiedere ai ragazzi se possono aiutarmi a trovare una radio che potrebbe prendermi! Santiddio, sto avendo un sacco di illuminazioni! Musica da proporre, gente da intervistare... wow!

-Frena un attimo... se anche volessi farlo devi avere un'ampia cultura musicale e devi sapere avere a che fare con la gente, devi stuzzicare la loro curiosità. Sai farlo?

Questo mi da molto da pensare. -Penso che ci vorrà una preparazione e che andrò al negozio di CD.- in quel momento bussarono alla porta. -Vado io...- dico pensierosa.

Apro la porta e mi trovo davanti Jinxx con una strana espressione in faccia.

-Jinxx! Qual buon vento ti porta nella nostra baracca?

Lui ridacchia. -Ehm... non so che genere di notizia vi può risultare, ma.. dopo giorni e giorni, Marc è tornato.

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Capitolo 26
*** Au revoir. ***


Mi si trancia il fiato, ed istintivamente mi giro nella direzione di Kaylah. “Che fare ora?”. Jinxx segue il mio sguardo, e mi precede in fatto di domande.

-Vuoi venire?

La mia amica si passa una mano tra i capelli e abbassa lo sguardo, poi lo rialza e comincia a scuotere violentemente la testa da un lato all'altro, quasi con rabbia. Jinxx annuisce, -Resti qui, allora?- lei annuisce con la stessa foga e si va a rifugiare nella sua stanza.

-Rain, tu vieni?- mi si rivolge dopo.

-Eh? Si, certo che vengo!

Ci affrettiamo ad attraversare il pianerottolo ed entriamo nell'altra casa dove troviamo Marc che parla al tavolo con i ragazzi. Si gira a guardarci e assume un certo cipiglio non appena mi vede. -Sei qui per conto di quella là?- si riferisce a Kaylah.

-No. Sono qui come tua amica e basta.- rispondo io seria avvicinandomi e sedendomi su un a sedia libera, mentre Jinxx fa lo stesso.

-Bene, la faccio breve.- comincia lui. -Sono tornato per un semplice motivo: mi trasferisco da questo paese.

Tutti ci accigliamo, e persino Jake spalanca la bocca dallo stupore. -Non è una decisione presa in base a...- guarda la porta. -... a lei. Il mio lavoro qui è terminato e sono stato richiesto altrove, quindi tolgo le tende. Ragazzi, voi che farete?

Cala il silenzio per un po'. Nessuno si aspettava una notizia così immediata e stracciante. Io non riesco a smettere di pensare ai ragazzi che se ne vanno e a me che non riesco più a vedere Andy per la lontananza. Lo guardo sottecchi, e lo trovo a fare la stessa cosa. Istintivamente gli prendo la mano e la stringo sotto il tavolo, e lui ricambia la stretta.

Ad un tratto Jake parla. -Aspetta... se tu te ne vai questa casa rimane in affitto, giusto?

Marc lo fissa. -Ehm...si, perché?

-Perfetto. Ragazzi, io affitto questa casa a partire dal momento in cui Marc se ne va.

Da accigliati, tutti strabuzziamo gli occhi. -Pardon, ma... sei serio?!- esclama CC.

-Mai stato più serio di così. Senti il punto è questo. Io mi trovo bene qui e non ho alcuna intenzione di andarmene, anche perché ci sono Rain e Kaylah, ed ormai mi sono affezionato a queste due maniache del pulito.- mi sorride. -... e poi ho una questione in sospeso con una persona... di queste parti. Quindi non posso andarmene. Se non vi unite alla spesa non c'è problema, pago io l'affitto.

Marc non dice niente, evidentemente gli va a genio l'idea, o forse non gliene può fregare di meno.

-Io condivido le spese con te.- si schiera subito Andy stringendomi la mano. -Non posso sopportare di lasciare questa tizia che mi sta seduta accanto.

Mi giro trattenendo una risata. -E così sarei una tizia? Senti un po', tizio! Tu togli le tende ed io te ne faccio pentire!

-Wow, combattiva lei.- interviene Ashley che non ha ancora detto una sillaba. -Beh, mi associo anche io, mi piace questo posto, e poi chi me le da le sigarette senza neanche il bisogno di chiedergliele?- mi strizza l'occhio.

-Idem per me, resto e pago.- si associano all'unisono CC e Jinxx.

Marc sospira. -Beh, allora problema risolto. Io me ne vado domani, giusto il tempo di raccogliere la mia roba.- si alza dalla sedia e se ne va. Io guardo i ragazzi, dal primo all'ultimo, poi arrossisco e mi sento una strana sensazione allo stomaco.

-Rain? Tutto bene?- mi chiede CC.

Io alzo la testa che prima avevo chinato. -Si, è che... mi viene da saltarvi addosso ad uno ad uno per quello che avete deciso di fare.

-Awww che dolce lei!- Ashley si alza e spalanca le braccia. -Vieni qui, fatti spupazzare!

 

Più tardi raggiungo Kaylah nell'altra casa seguita da tutti i ragazzi e la troviamo in camera sua sul suo letto con nello stereo la nostra band preferita, lì presente per di più.

Alza lo sguardo dalle coperte che sta aggrovigliando malinconicamente. -Ragazzi, che ci fate qui?

-Lo vuoi sapere?- chiedo io felice. -Questi qui si trasferiscono nell'appartamento di Marc, che domani se ne va! Oddio, ti rendi conto?- in pratica salto sul letto e le finisco addosso, abbracciandola dalla felicità. Lei non ha ancora realizzato bene la notizia.

Ci mettiamo a sedere e lei guarda i ragazzi che ci osservano a loro volta sogghignando. -Voi... voi venite a vivere qui?

-Diciamo che sarà la nostra seconda casa.- sorride Jake facendo colorare il viso della mia amica. Lei si alza e gli getta le braccia al collo. -Oddio, ma è fantastico!

Noi scoppiamo a ridere, e vediamo che anche lui acquista un certo colorito in viso alla sua stretta.

CC mi si avvicina. -Sai.. credo di aver capito di quale persona parlasse quando ha detto che ha una questione in sospeso con qualcuno di queste parti...- me lo sussurra nell'orecchio, ed io gli rivolgo un sorriso di intesa.

-Io e tu ci capiamo al volo, mi sa.- ci battiamo i pugni e ci guardiamo furbamente, mentre Jake ci squadra con aria interrogativa.

 

Il mattino dopo, mentre faccio colazione, sento la porta dell'appartamento accanto al nostro aprirsi e delle voci che si salutano. Mi accosto alla porta con una tazza di caffè in mano e resto in ascolto.

-Beh, allora a presto ragazzi, ci becchiamo a qualche concerto.- saluta Marc.

Gli altri ricambiano il saluto, ma Jake si offre di accompagnarlo sotto, anche perché deve andare a parlare con la padrona di casa per affittare l'appartamento. In quello stesso momento bussano alla porta ed io trasalisco rischiando di versare il caffè per terra.

Apro e mi trovo davanti lo stesso Marc con i Black Veil Brides alle spalle.

-Ehm... ciao Rain. Me ne vado.- mi da un bacio sulla guancia e si accorge che alle mie spalle c'è Kaylah. Lui indurisce il suo volto, ma lei ci raggiunge, e con alta serietà gli dice un semplice: -Arrivederci.- e senza lasciare che lui ribatta, lei si gira e torna alla sua occupazione al tavolo, per concludere la colazione e prepararsi al lavoro che la attende.

Marc non dice nulla, mi fa un cenno con la testa e se ne va con Jake che mi sorride e che lo segue, mentre i ragazzi restanti si avvicinano a me.

-Non l'avete presa poi così male.- commenta Ashley.

-Io no di certo.- commenta di rimando Kaylah dall'altra parte della stanza.

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Capitolo 27
*** "Per Narniaaaa!" ***


Quella sera stessa mangiamo tutti insieme nell'appartamento dei ragazzi, ormai non più di Marc che ha tolto definitivamente le tende. Kaylah ne è particolarmente sollevata anche se si vede lontano un miglio che non è abituata all'assenza di quel ragazzo che tanto le aveva portato la testa. Tutto sommato però si adagia bene in compagnia di Jake, ed entrambi si lanciano occhiate oblique da un lato all'altro ad intervalli irregolari, e quando i loro sguardi si incontrano uno dei due trova un pretesto per avviare una nuova conversazione.

Mi viene quasi da ridere a guardarli. Sospiro, ridendomela interiormente e cercando di concentrarmi sul mio piatto. “Quanto ci metteranno per mettersi insieme?” penso mentre loro blaterano di qualcosa che non riesce ad interessarmi.

Quando tutti se ne stanno per andare, Andy mi prende da parte e mi sussurra: -Ehi, che ne dici di inaugurare la mia camera da letto restando con me stanotte?

Le mani prendono a formicolarmi e sento un vuoto allo stomaco. -Certo che tu sei proprio un maniaco, eh?- gli bisbiglio ridacchiando. -Sempre un pretesto cerchi, eh?

Lui sorride e si avvia saltellando verso la sua camera da letto, sotto gli sguardi degli altri che lo guardano come se fosse un marziano.

-Sicuri che non ci avete messo niente nel cibo? Mi sembra un po' andato con la testa!- dico scherzando con i ragazzi prima di avviarmi verso la sua stanza da letto.

-A me sembrava un po' fumatello, invece...- si acciglia CC osservando la porta della sua stanza.

-Dici?- vado verso la sua stanza, e prima di chiuderla Jinxx mi chiama.

-Rain... ma tu resti qui?

-Chi io?- guardo un attimo Andy all'interno della stanza, e vedo che si è nascosto dentro l'armadio, il che mi fa pensare che effettivamente potrebbe essersela fatta una cannetta. -Naaaaah, c'è questo fumato che vuole farmi vedere qualcosa dentro l'armadio nel quale si è chiuso... forse ha trovato il passaggio per Narnia.

Loro scoppiano a ridere, mentre io chiudo la porta e mi avvicino all'armadio. Apro un anta e trovo Andy che mi fissa spaesato. Poi si riprende e urla: -Per Narniaaaaa!- si alza, mi prende in braccio e mi lascia letteralmente cadere sul letto, e senza neanche darmi il tempo di dire qualcosa si mette a cavalcioni su di me ridendo come un idiota e contagiando anche me.

-Tu per me sei suonato, oltre che fumato!- rido a crepapelle e lui comincia a farmi il solletico ovunque gli capita, scoprendo che ne sono particolarmente sensibile.

-Chi è il fumato, eh? Chi?- mi fa ridere come non mai fino a sfinirmi, ma nell'attimo che mi concede di riprendere fiato io parto all'attacco.

-Tu!- e prendo a solleticargli i fianchi, fino a ritrovarmi io a cavalcioni su di lui. -E questo era per Narnia!- continuo facendogli mancare il fiato dalle risate.

-Aspetta! Hahaha! Aspetta! Noi combattiamo per la stessa patria allora!

Io mi blocco ansimante.

-Se combattiamo per Narnia stiamo dalla stessa parte, no?

Inarco un sopracciglio, e faccio passare le mani che prima erano sul collo fino al petto, coperto da una semplice canottiera nera, che si alza e abbassa ad una certa velocità. Lui sorride, alza una mano e me la passa tra i capelli. -Vieni qua, combattente.- mi fa abbassare e mi bacia.

 

Il mattino dopo usciamo insieme dalla stanza solo che io al posto dei miei vestiti indosso solo i miei jeans della sera prima e una sua maglietta nera di Batman che mi sta larghissima. Troviamo CC in cucina che fa i pancakes, e Jinxx con la testa che a momenti cade dentro la tazza di cappuccino. Appena il batterista mi vede inarca un sopracciglio, mentre il chitarrista ritmico si gira all'udire i miei passi e anche lui inarca il fatidico sopracciglio.

-Allora, avete oltrepassato l'Armadio ed incontrato la regina delle nevi?

-Non so tu Rain, ma io quella regina l'ho trovata molto sexy.- risponde Andy guardandomi malevolmente.

-Io dico che il nostro Edmond se l'è spassata stanotte con la sua regina.- ribatto ironica.

-Oddio, non so se ridere o smettere di ascoltarvi.- se ne spunta Ashley da una stanza, con addosso solo un paio di pantaloni del pigiama.

-Parla per te, che tu sei quello più in vena di perversione qua dentro!- ribatte Andy.

-Lo so, ma io ne vado fiero.- replica il bassista contento di sé.

Io non posso fare a meno di ridere, mentre arriva anche il nostro chitarrista che ci guarda perplesso con aria assonnata.

-Perché ridi?

-Long pervert story, my dear.- replica Jinxx che si è risvegliato dal suo coma apparente.

Scuoto la testa divertita. -Sentite, vado a chiamare Kay e mangiamo tutti insieme, ok?

-Wait, wait. Vado io a chiamarla.- si offre Jake e si avvia verso casa mia.

CC si gira a guardarci. -Secondo voi quanto ci metteranno a mettersi insieme quei due?

-Sai, me lo chiedo anch'io da un po' di tempo.- rispondo guardando la porta.

 

-

 

Passano ancora i giorni, ed io ho deciso di dare uno sguardo ad un paio di libri scolastici, anche perché a giorni si terrà l'esame di ammissione all'università. Ho deciso di andarci e di seguire il consiglio di Kaylah: se non me la sento di andare avanti mi fermo e mi cerco un lavoro decente. Attualmente ho solo detto al capo della libreria che posso andare a lavoro solo di pomeriggio, e lui non ha obbiettato minimamente.

Purtroppo questo implica passare meno tempo con Andy ed i ragazzi, ma almeno arriverò all'università preparata. La settimana prima degli esami la prendo di riposo, e mi dedico corpo e mente ai libri. Una volta ho sentito Kay parlare di me con Jake e gli diceva che secondo lei a momenti mi sarebbe uscito il fumo dalle orecchie. Ma poco male, io sono contenta di quello che sto assorbendo da questi libri.

Di sera mi sono pure fatta interrogare nelle varie lingue dai Kay, che ha le stesse conoscenze linguistiche, sotto gli occhi dei ragazzi che ci osservavano sconcertati da tutto quel parlare, parlare, parlare. Tedesco, francese, italiano e inglese. Quello sentivano, ma era evidente che la lingua meno comprensibile a loro era il tedesco, ed infatti ci fissavano perplessi.

Quando arriva il fatidico esame Kaylah è più nervosa di me che devo sostenerlo. Io veramente sono tranquilla: sono preparata e non vedo perché debba diventare un fascio di nervi.

Esso consiste in una prova scritta e orale, e la cosa non mi spaventa affatto.

Affronto tutte le prove, e ogni volta che una di quelle si concludeva mi veniva semplicemente detto che mi avrebbero fatto sapere se sarei stata ammessa per posta e che, sempre per posta, mi avrebbero detto quando e se sarei potuta entrare a scuola.

Esco tranquillamente e già Kay è fuori ad attendermi. -Allora? Allora? Com'è andata?

-Beh, grazie a te e alle tue interrogazioni ho ricordato tutto. Direi che è andata bene.- le sorrido.

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Capitolo 28
*** Fuochi d'artificio mentali. ***


Dal momento che ho fatto gli esami posso riprendere la mia vita normale fino a che non arriva la lettera, quindi mi prendo un giorno di riposo dal lavoro e mi rilasso con i ragazzi a casa nostra.

-Ed ora brindiamo a Rain che ha fatto gli esami!- esclama Jinxx a cena, che ha passato la serata a bere champagne ed ora è mezzo brillo.

-Jinxx, se vuoi bere fai pure. Ma guarda che è la quarta volta che dici di brindare alla salute di Rain.- lo rimprovera CC.

Lui si gira a guardarlo con gli occhi lucidi. -Mmm...

-Per me con questo “mmm” ha dichiarato che è sbronzo. Voi che ne dite?- dice Kay ironizzando.

-Dico che se lo portiamo nell'altro appartamento evita di sporcarvi il pavimento.- dice Andy notando il viso del chitarrista ritmico che sta impallidendo.

-Dai, vi aiuto.- si offre Kay, prendendo un braccio di Jinxx e mettendoselo attorno al collo. In pratica tutti li seguono a parte me e Jake che lo osserviamo divertiti per poi sparecchiare piatti, bicchieri e posate.

-Rain, ti posso chiedere una cosa?- parla lui ad un tratto.

-Certo, dimmi pure.

-Kaylah... è innamorata di me?

“Era ora. Ci è arrivato.” però faccio finta di non sapere niente per vedere come reagisce. -E chi lo sa. Perché non glielo chiedi.- mi giro a guardarlo mentre lavo un piatto e lui me ne porge un altro. E' arrossito. -Aspetta un po'...- dico io maliziosamente, mentre il suo rossore aumenta. -Piace anche a te, non è vero?- è un pomodoro in pratica.

-Ehm... ecco... io... insomma... probabilmente... si.- “Lo ha ammesso, eh?”

-E bravo Casanova! Che ci aspetti a dichiararti?

-Io... ho paura della sua reazione...

-Si vabbè! Senti, parliamo di Kaylah, la ragazza più dolce che io conosca. Fidati che ti dirà di si. Devi cogliere solo l'occasione adatta.

Lui sospira.

 

-

 

Passano una, due, tre settimane, e ancora la fatidica lettera non arriva. “Forse dovrei rassegnarmi all'idea che non arriverà e che non entrerò.” sospiro il venerdì sera della terza settimana tornando a casa da sola dopo il lavoro. Andy non è potuto venire a prendermi perché grazie a CC si sono ritrovati imbottigliati nel traffico della Metro e non sanno quando riescono a tornare a casa. “Pazienza.” sospiro quando arrivo sotto il portone della palazzina. Alzo lo sguardo verso l'ultimo piano, dove si affaccia la finestra del mio appartamento sotto la quale è appoggiato il nostro amato tavolo. La luce è accesa. “Kay starà cucinando?” penso mentre infilo le chiavi nella toppa della porta e dopo essere entrata mi avvio verso la solita lunga scalinata.

Arrivo finalmente stremata al mio piano e sento un po' di trambusto provenire dall'interno. “Ma che sta combinando?” apro la porta e me la ritrovo davanti con un enorme sorriso stampato in faccia.

-Questo sorriso non mi è nuovo. E' identico a quello di quella volta che i ragazzi sono venuti a casa nostra per la prima volta.

Lei sventola una mano su e giù a mezz'aria. -Mannò, ma che dici.

Sospiro. -Kay, cosa c'è?

-Ma niente, niente.

C'è poco da fare e da dire. Entro in casa e trovo tutti i ragazzi davanti a me che mi osservano con lo stesso sorriso di Kaylah. -Ma insomma! Che diamine vi è preso?!

Andy mi si avvicina. -Niente, tesoro. Niente.

-Andy, non dirmi che non è successo niente! Avete tutti lo stesso sorrisetto in faccia da quando sono entrata!

-Mannò, mannò.- Ashley sventola una mano su e giù con lo stesso fare di Kaylah. Sto per esplodere, poi Jinxx mi fa cenno di guardare il tavolo, ed io lo guardo. Sopra c'è una busta bianca.

-O porca paletta!- mi avvento sulla lettera e la prendo in mano. E' dell'università. Respiro un attimo e la apro. La leggo un attimo a mente, poi sospiro.

-Quindi?- mi chiede CC.

Io mi giro a rallenty, con aria delusa.

-Rain?- mi si avvicina Andy.

-Mi hanno presa!- esclamo buttandogli le braccia al collo.

-Oddio, mi hai fatto prendere una paura della Madonna!- esclama Jake venendomi incontro insieme agli altri.

“Ora si che c'è da brindare!” penso, prendendo le birre che tengo in frigo e dandole ai presenti.

 

A metà serata, le birre sono già finite, ma ci sono persone che ne replicano ancora.

-Jake, valle a prendere di là, a casa nostra...- biascica Jinxx che è il più brillo di tutti.

-Pfff... devo proprio?

-Si... vai vai... prendi tutte e quattro le confezioni. Tanto sono cinque birre ciascuna.

-Ma da solo non ce la farò mai!- obbietta lui.

-Tranquillo, viene con te Kaylah.- dico io notando che lei è tra quelli che hanno bevuto di meno insieme a me. Lei sbianca.

-Eh? Cosa?

-Dai, forza. C'è gente che reclama birre qui!- esclamo io fingendomi sbronza e li spingo fuori dall'appartamento.

Andy mi si avvicina da dietro non appena socchiudo la porta. -Sarà stata una buona idea quella di lasciarli da soli?

-Eccome, mio caro, eccome.- mi giro e lo bacio.

-Sicura di non aver bevuto troppo?

-Naaah, ho bevuto solo una bottiglia. Non come quello là che se n'è scolate almeno quattro.- indico Jinxx che a momenti cade per terra. Andy ride e scuote la testa.

 

Passano cinque, dieci, quindici minuti, ma di quelle fatidiche birre non se ne vede neanche l'ombra. All'ennesimo boato di un Jinxx che muore di sete noi meno sbronzi ci affacciamo alla porta per vedere cosa stiano facendo quei due, ma subito ci blocchiamo. Le birre sono appoggiate semplicemente per terra, la schiena di Kay è attaccata alla parete alla mia destra, i loro bacini sono attaccati quanto le loro labbra e non accennano a staccarsi. Le mani di Kaylah sono avvolte attorno il collo di Jake, mentre quelle di lui attorno ai suoi fianchi. Credo che nella testa di Kaylah dei fuochi d'artificio stiano scoppiettando allegramente.

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Capitolo 29
*** Unbroken. ***


Tre mesi dopo

 

Alla fine ho deciso di non lasciare l'università. È cominciata meglio di quanto pensassi, e i corsi di lingua mi interessano un sacco. Mi sono fatta anche un paio di amici, dai miei stessi gusti musicali e dal mio stesso stile per di più, e ormai lavoro in libreria solo di pomeriggio per staccare però quando il cielo sta per oscurarsi. Il capo ormai sa che devo studiare, quindi, perché sono io, ha detto lui, mi concede di tornarmene prima senza diminuire la paga.

Sono contenta di non aver mollato, mi sta piacendo l'idea di ricominciare ad apprendere cose nuove in un ambiente che mi piace particolarmente. Persino Kaylah è tentata dall'iscriversi di quanto gliene parlo bene, ma anche lei, alla fin fine, ha la sua di università da pagarsi.

Già, anche lei ha intrapreso una via tutta sua. Ha deciso di andare a studiare in un accademia di belle arti. Effettivamente negli ultimi mesi si era appassionata di fotografia e di disegno, ma si pensava che fosse solo una passione come hobby, e invece un giorno se ne spunta con un ritratto di Jake che suona la chitarra e dichiara che forse potrebbe interessarsi di arte. E infatti eccola lì ora, che ritrae la prima cosa che gli capita sotto tiro. Una volta mi ha disegnata mentre mi ero addormentata sui libri che stavo studiando ed ha appeso quel ritratto sulla superficie del frigo, e mi ha minacciata di morte se mi azzardo a toglierlo.

 

Ovviamente alla fine lei si è messa con Jake, e viene fuori che quella fatidica sera in cui Jinxx moriva di fame, è stata proprio lei a dichiararsi, nello stesso momento in cui lo stava per fare Jake. -Telepatia, eh?- sogghigna lui guardandola sottecchi, mentre lei arrossisce e si fissa le scarpe stringendo la mano del suo compagno.

Che dolci. Ma non dimentichiamoci di me ed Andy!”. Quel pervertito mi viene a fare visita tutte le sere con un pretesto qualsiasi, ma del resto anche io lo faccio, solo che a differenza di lui, non uso il pretesto -Ho perso un calzino nell'armadio di Narnia- per stare con lui. Ancora rido a quel ricordo, e di tanto in tanto glielo ricordo. Lui per tutta risposta mi avvolge i fianchi con le mani e comincia a farmi il solletico cercando di farmi smettere di parlare. “Si, ci amiamo come due adolescenti, ma ammettiamolo. Non riusciamo a stare l'uno senza l'altra, e viceversa.”

 

Un sabato pomeriggio in cui io sono uscita a fare una spesa di CD nel negozietto che mesi e mesi fa frequentavo con Frank, tornando a casa trovo un bigliettino di Kay ad aspettarmi sul tavolo come benvenuto.

-Wow, fico trovarsi un bigliettino come accoglienza serale.- ironizzo io sarcasticamente e lo leggo.

Vieni di là” mi acciglio. Mi affaccio alla sua stanza ma lei non c'è. Parla della mia camera allora? Mi affaccio anche a quella, ma non c'è nessuno. Poi una lampadina mentale mi si accende.

L'appartamento dei ragazzi. Mi sbatto una mano sulla fronte, e dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua -mi stavo essiccando- mi dirigo nell'altro appartamento.

Entro e davanti a me trovo tutti i ragazzi con gli strumenti ed Andy che impugna un microfono, mentre Kay mi fa ciao-ciao con la manina dalla sua postazione in prima fila davanti a loro seduta comodamente su una sedia. Ashley alza lo sguardo dal suo basso.

-Uh, sei arrivata, non ci speravamo più.

Andy prende una sedia e la accosta a quella di Kay. -Prego, si accomodi, my lady.

-Ok, che ti sei fumato stavolta? Crack? Ashish?

Loro ridono. -Nulla. Stasera mini concerto. C'è una novità che stiamo per pubblicare al mondo, ma vogliamo che voi la udiate.

Il mio cuore percorre mille miglia, mentre CC fa delle prove con la batteria, che non si sa da dove sia spuntata.

-Come si chiama??- chiediamo all'unisono io e Kaylah.

Tutti ci sorridono insieme. -Unbroken.

 

-Allora, siete pronte?- chiede Jinxx.

-E chi non lo è mai stato?- esclamiamo noi eccitate.

-Allora si comincia.- dice Jake, guardando principalmente Kaylah. Poi CC comincia a muoversi sulla batteria e Jake comincia a suonare quasi subito al suo seguito.

Siamo in uno stato di trance, le parole solo bellissime, la voce di Andy calda e sembra parlare di un'armata indistruttibile. Anzi, effettivamente ne parla. A brano concluso io e Kaylah siamo praticamente morte, e più che riunirci in un abbraccio di gruppo non possiamo fare. Loro sono il nostro tutto, e ci hanno appena fatto un bellissimo regalo.

-Ora però pretendo questa canzone nel mio iPod!- esclamo io saltando addosso ad Andy.

 

If we stand together we will be unbroken!

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