Welcome to London,Madison.

di xhelloidols
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuta a casa,Mad. ***
Capitolo 2: *** Hi Harold. ***
Capitolo 3: *** Il sorriso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano. ***
Capitolo 4: *** Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.” ***
Capitolo 5: *** 'Nei suoi occhi intravedevo quello che potevo finalmente essere'. ***
Capitolo 6: *** Il mio odio verso il mondo svanì nel momento in cui lui sorrise. ***
Capitolo 7: *** Last First Kiss. ***
Capitolo 8: *** Se ami qualcuno,lascialo libero. ***
Capitolo 9: *** L'amore è un coltello. ***
Capitolo 10: *** 'Perdonami Madison.' ***
Capitolo 11: *** E il passato non torna. ***
Capitolo 12: *** 'Le mie labbra,la mia mente ed il mio cuore chiedevano di Madison.' ***
Capitolo 13: *** 'La voglia di dimenticare' ***
Capitolo 14: *** New York City. ***
Capitolo 15: *** Baby let me be your last first kiss. ***
Capitolo 16: *** Ringraziamenti. ***



Capitolo 1
*** Benvenuta a casa,Mad. ***


La guardai con attenzione. Quella sarebbe stata la nostra 'tana' per chissà quanto tempo ancora. Una costruzione di pietra grigia,con un giardino ben tenuto e un vialetto accogliente che conduceva all'ingresso principale. Appoggiai le valigie sull'asfalto e sfiorai dolcemente la mano di mia sorella Stacey: la nostra nuova vita cominciava quel giorno e nessuna delle due se ne rendeva bene conto. 'Cambiare aria ci avrebbe fatto bene' sosteneva a gran voce mio padre. La realtà era che dopo la morte della mamma lui non ci voleva tra i piedi,anche se Stacey non lo aveva ancora capito. Credeva che ci avesse comprato questa bella dimora nei pressi di Londra per il nostro bene,perché rimanere in un ambiente pieno zeppo di ricordi ci avrebbe fatto male. Nonostante io e Stacey fossimo gemelle, e avessimo quindi la stessà età,lei amava vivere in un mondo tutto suo, in un mondo rosa e fiori. Nemmeno la terribile malattia che ci aveva portato via la mamma in qualche mese era riuscita a svegliarla, anzi sembrava averla imbambolata ancora di più. Io invece ero da sempre stata realista,e di conseguenza pessimista. A diciannove anni mi ero trovata a dover accudire una mamma con poche probabilità di guarire, a dover sistemare le faccende di casa e a dover guidare una sorella con qualche rotella non funzionante. I miei genitori erano separati da sette anni e quando la mamma si ammalò mio padre non mostrò particolari sentimenti: subito dopo la sua morte,visto che avevamo entrambe raggiunto la maggiore età, ci trovò una sistemazione a migliaia di km da lui, in modo che potesse stare tranquillo con la sua mogliettina ventenne senza cervello.
Quindi eccoci qui, mentre stiamo per imboccare il vialetto del futuro. Mia sorella sembra incoscente del fatto che una volta entrate da quella porta saremmo dovute diventare 'due donne' in un batter d'occhio,senza che mamma e papà ci dovessero accudire ad ogni mossa. Entrammo in casa, con le valigie che buttammo subito sul parquet appena lucidato. Un salotto enorme si aprì ai nostri occhi: un immenso divano di pelle bianca circondato da due poltrone anch'esse di pelle bianca, un tappeto dello stesso colore e un caminetto con vetro.
'Woooow, papà è un grande!' disse mia sorella come se fosse una bambina smarrita in un negozio di caramelle.
'Stronzo' aggiunsi sottovoce.
'Vado a scegliermi la camera!' disse lanciando le valigie al bordo delle scale.
Pensai che non ce l'avrei mai fatta con una cazzo di psicopatica così in casa. Chiesi aiuto mentalmente alla mamma. Poi salii sulle scale e vidi una porta bianca socchiusa. Vi entrai e scelsi che quella doveva essere camera mia: un letto, una scrivania, un pc, due comodini: mi bastava. Un'ampia finestra dava sulla casa di fianco alla nostra: una dimora decisamente più lussuosa della nostra, che esaltava la bellezza del quartiere. Vidi un ragazzo con un cappotto grigio lungo il vialetto della casa, ma la mia intensa miopia non mi permetteva di mettere a fuoco l'immagine. Poi sentii un urlo inquietante. Proveniva dalla stanza di fianco: Stacey. Corsi immediatamente di là, sbattendo la porta con violenza. La trovai, tremante di fronte alla finestra. Urlava ancora e stava prendendo le sembianze di una capra isterica. 'CHE COSA MINCHIA HAI?'
Gli dissi con aria allibita. 'G-G-uarda.' Mi disse con le lacrime agli occhi indicando fuori dalla finestra. Vidi il ragazzo di poco prima lungo il vialetto. 'Sai che non vedo una mazza da lontano.' 'Bhe allora ti dico io chi è...H-H-H-' 'Ma vuoi parlare come una cazzo di persona normale?' 'E' HARRY STYLES.' Lo disse tutto d'un fiato. Scoppiai a ridere. Quella ragazza aveva una fantasia emozionante. 'Tu sei tutta scema!' Stavo per uscire dalla stanza sogghignando quando mi bloccò il polso. 'Ti prego vai in giardino a vedere, io non sono nelle condizioni adatte, mi sta per venire un attacco di cuore.' Sempre sogghignando acconsentii. Tanto quel tizio non era sicuramente Harry Styles. Scesi di corsa le scale, presi un innaffiatoio e con la scusa di annaffiare i fiori del giardino uscii di corsa. Il ragazzo se ne stava di spalle con il telefono tra le mani, intento a mandare chissà quali sms. Diedi un'occhiata alla finestra e vidi Stacey ancora in lacrime che mi invitava ad avvicinarmi di più alla figura. Lo feci,sempre divertita dalla situazione alquanto ridicola. Il ragazzo si voltò. E credetemi quando vi dico che l'unica parola che mi uscì fu : 'OSSANTAMARIAVERGINE.' La miopia mi aveva veramente fottuto: l'individuo di fronte a me era Harold Edward Styles, 1/5 del mio iPod.
Lui cominciò a ridere. 'CCCCCCCCIAO.' dissi visibilmente imbarazzata. 'Ciao, piacere sono Harry!' disse tendendomi la mano. No guarda non lo sapevo che eri Harry. 'Il piacere è mio, io sono M-M-M-ad..' 'M-M-M-M-M-A-D-N-E-S-S'. disse intonando Madness,la nuova canzone dei Muse. Scoppiammo entrambi a ridere, probabilmente arrossii come un pomodoro per la figura di merda appena compiuta. 'No, sono Madison!' 'Ah, sei la nuova vicina allora?' 'Bhe, in realtà siamo due, quella là dietro alla tenda della finestra è mia sorella, sta piangendo come una cretina perché credeva di averti visto e bhe,aveva ragione.' dissi indicandola mentre se ne stava appostata dietro alla tenda. Harry la salutò sorridendo con la mano. E lei cominciò ad urlare ancora più forte. 'E' una causa persa'. Gli dissi sorridendo. Lui ricambiò il sorriso e prese parola. 'Madison, è stato davvero un piacere conoscerti,ora devo scappare! Spero di vederti presto!' 'Bhe,non siamo poi così distanti.' Mi fece l'occhiolino sorridendo, poi salii in auto e scomparve dietro l'angolo. Mi voltai sorridendo verso Stacey, che tanto per cambiare stava ancora sbraitando come un panda in calore.

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Capitolo 2
*** Hi Harold. ***


Tornai dentro casa con uno strano brivido nel corpo: non era cosa da tutti i giorni scoprire che una delle celebrità più famose del momento abitava esattamente di fronte a casa tua. I miei pensieri vennero interrotti da Stacey che, rischiando di battere la testa diverse volte, scese le scale con foga,ansimando. 'Dimmi per filo e per segno quello che ti ha detto,ti supplico.' lo disse quasi tutto d'un fiato. Così le raccontai per filo e per segno la mia breve conversazione con Harry Styles, facendola andare nel panico più totale. 'Oh mio Dio, devo portarmelo a letto prima della fine del mese.' Quell'affermazione mi fece incazzare di brutto. Perché era così superficiale? Mi domando se fossimo realmente gemelle. Già fisicamente non c'entravamo nulla: bionda e occhi azzurri lei, mora e occhi verdi io. E tanto per cambiare Stacey aveva il cervello dalle dimensioni di una nocciolina. Ma perché mi stavo incazzando così? Era come se dal corpo mi fosse uscito un senso di protezione verso Harry Styles. Ma cos'era lui per me? Una voce mischiata ad altre cinque nel mio iPod. Un viso che avevo visto migliaia di volte sulle copertine dei giornali o sui canali della musica in tv. Un estraneo. Anche se qualcosa mi suggeriva che non fosse proprio così. Ignorai il pensiero per le ore successive, ignorando insieme ad esso anche Stacey. Erano le otto di sera quando il campanello suonò. Stavo per alzarmi dal divano per aprire, quando Stacey piombò giù dalle scale precipitandosi alla porta. O meglio, sembrava Stacey quella ragazza con un miniabito addosso e truccata come una sgualdrina. Mi venne voglia di ucciderla quando spalancò la porta svelando Harry Styles, con il suo cappotto grigio, che rimase visibilmente stupito dalla 'mise' di mia sorella. 'Voglio ammazzarla' tuonò una vocina stridula nella mia mente. Mi nascosi dietro al divano, notando che i miei abiti non erano proprio simili a quelli di mia sorella. Volevo sparire,giuro. 'Tu devi essere Stacey..' disse Harry. 'Certo certo sono io, è davvero un piacere Harold!' Ed esplose in una risatina isterica che lui accolse con un certo imbarazzo. 'Tua sorella Madison non c'è?' *digli di no,digli di no,digli di no* 'Certo, è dietro al divano!' 'Fottiti' tuonò la mia mente. Mi sollevai pian piano da terra, con la speranza che una voragine mi inghiottisse. 'Oh stavo pulendo il tappeto,ciao Harry che ci fai qui?' 'Oh, volevo invitarvi tutte e due a uscire con me e i ragazzi tra un'ora..che ne dite?' 'Certamente, ci vediamo tra un'ora Harry!' E Stacey gli chiuse la porta in faccia. Per tutta risposta mi limitai ad alzarle il dito medio.

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Capitolo 3
*** Il sorriso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano. ***


L'attimo dopo in cui Harry svanì dietro alla porta andai nel panico. Tra un'ora sarei dovuta uscire con i cinque ragazzi che costituiscono il 90% del mio iPod ed ero in uno stato pietoso. Ero certa che non avrei saputo cosa dire, ero certa che avrei passato l'intera serata ad annuire come una bambolina mentre Stacey sarebbe stata la protagonista come sempre,con quel suo miniabito che nascondeva ben poche cose. Speravo solo che i One Direction fossero davvero i ragazzi delle loro canzoni, quelli che vogliono farti sentire bella anche se devi stringerti nei tuoi jeans. Mi precipitai in bagno, acchiappai trucchi, fondotinta,creme,maschere di bellezza,piastra: sembrava che avessi allestito un salone di bellezza. Scaraventai tutto sul letto della mia camera, per ficcare il naso nell'armadio: tute,tute e tute. E ancora tute. Stacey bussò alla porta: 'Ti serve una mano?' sussurrò entrando. 'Si. Mi serve che tu sparisca dal pianeta Terra,grazie.' 'Vedrai che ti divertirai, sarà un esperienza meravigliosa.' 'Si,sarà stupendo quando io apparirò completamente insignificante rispetto a te e non riuscirò a spiaccicare parola.' Stacey mi prese per mano, posizionandomi di fronte allo specchio. 'Madison. Guardati. Sei meravigliosa. Il problema è che non sai di esserlo: ti serve solo qualcuno che ti dia una piccola spintarella.' Poi abbandonò la stanza per ritornare qualche secondo dopo con un bagaglio di vestiti tra le mani. Optai per un paio di jeans chiari attillati, una maglietta a mezze maniche di un blu elettrico, una giacca nera di pelle e un paio di tacchi di pelle nera. Lasciai i capelli neri sciolti lungo le spalle e con qualche piccolo ritocco, feci risaltare gli occhi verdi con un po' di ombretto. Non l'avevo mai detto ma..mi piacevo. Era come se la vecchia Madison avesse lasciato posto ad una ragazza che ha voglia di lasciare che il passato diventi passato e non un fantasma che si ripresenta ogni giorno. Ero pronta ed il campanello suonò proprio in quell'istante. 'Benvenuta al mondo,Madison.' Io e Stacey ci scaraventammo letteralmente giù per le scale. Questa volta aprii io, trovandomi Harry di fronte. Sorrise. E qualcosa accadde quando sorrise. Mi sentii veramente stupida: era solo un sorriso. Per quanto bello potesse essere. 'Wow, sei davvero bellissima!' arrossii leggermente. 'Grazie mille, anche tu stai molto bene.' Poi arrivò Stacey con la finezza di un uragano a interrompere il nostro scambio di sguardi. Salimmo in auto e una decina di minuti dopo arrivammo. Ero in ansia. Arrivammo di fronte ad un locale di nome Celebrity,come testimoniava l'immensa insegna che lampeggiava sul davanti. Fuori dal locale c'era una fila immensa,perlopiù composta da ragazze urlanti e armate di foglietti di carta e poster. Harry si allontanò scusandosi verso la folla e firmò autografi,fece foto, il tutto sempre sfoderando quel sorriso che mi mandava in tilt. Ero incantata dall'amore che provava per le sue fans, non si tirava indietro a nessuna richiesta e le ringraziava per essere lì,per essere lì per lui e per i ragazzi. Fu la prima delle numerose volte in cui Harry Styles mi stupì. Una volta accontentate tutte le fans, raggiungemmo Harry e in pochi secondi ci trovammo all'interno del Celebrity. Era un locale incredibilmente affollato, così Harry mi prese per mano e ci inoltrammo nella folla, con Stacey che guardava la mia mano tra quella di Harry visibilmente infastidita. Raggiungemmo una stanzina appartata dove vidi gli altri quattro ragazzi che ci stavano aspettando. Oddio,ero nel panico. Appena ci videro si avvicinarono a noi sorridendo ed uno per uno vennero a salutarci, abbracciandoci con affetto. I One Direction non erano all'interno dello schermo di un pc, erano a pochi metri da me. E sembrava tutto così...irreale.

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Capitolo 4
*** Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.” ***


Ci sedemmo tutti insieme attorno ad un tavolino e dopo le presentazioni di rito sentii accadere qualcosa di strano dentro me: ero stranamente a mio agio.Cominciai a scherzare con i ragazzi come se li conoscessi da una vita. Proprio in quell'istante capii che i One Direction erano veramente i ragazzi delle loro canzoni. Poi Zayn prese parola, visibilmente provato dall'alcol. Era trascorsa circa un'ora e anchio non mi sentivo completamente sobria. 'Facciamo il gioco della bottiglia' propose esaltato. In una situazione normale avrei garbamente rifiutato ma la vodka cominciava a farsi sentire annebbiandomi il cervello. Ci sedemmo tutti insieme a terra in cerchio, posizionando la bottiglia di vodka vuota al centro. Mi sentivo stranamente allegra: e anche se non me lo aspettavo il più sobrio sembrava essere Harry; gli altri erano visibilmente andati. La bottiglia puntò dritta verso di me, per poi colpire Harry. 'Vediamo un po' Harold..' cominciai con un tono che non mi apparteneva. 'Cos'hai pensato oggi pomeriggio quando ci siamo conosciuti?' Lui sorrise. Ancora. Quel sorriso era..il sole. 'Solitamente i miei vicini di casa mi sono sempre stati sui coglioni. E ho pensato che con una bella ragazza come te, non potevo avere problemi. Anzi.' Sorrise. Ancora. L'alcol e l'emozione mi fecero barcollare. Abbracciai Harry di scatto: mi ero totalmente rincoglionita. Ma forse la vodka mi aveva dato un coraggio che la vita non aveva mai saputo darmi. Lui ricambiò l'abbraccio calorosamente, accompagnato da un 'uuuuuuuh' di Louis. Gli lanciai uno sguardo omicida, per poi ricominciare il gioco. Andammo avanti così per chissà quante ore: un bicchiere di vodka, una girata di bottiglia e così via. Poi, il buio. Harry. Ci salutammo tutti, Stacey e Zayn si allontanarono dal gruppo per andare chissà dove. Avevo detto a Zayn di fermarsi, gli avevo ricordato di Perrie ma l'alcol l'aveva mandato completamente in tilt. Stacey, anche lei ubriaca, sembrava però più consapevole di quello che stava facendo. E sembrava prenderne gusto. Stacey e Madison erano gemelle ma in realtà, per quello che avevo avuto modo di capirne io, non si assomigliavano per niente. Eravamo rimasti solo io e Madison,o quello che restava di Madison. Era completamente ubriaca: ebbi la sensazione che non si divertisse da un po', da molto molto tempo. La vidi barcollare durante il tragitto alla macchina,così la presi tra le braccia per condurla in auto. Mi accadde qualcosa di strano. Il contatto col suo corpo mi procurò degli strani brividi. Che cosa cazzo mi stava succedendo? La guardai negli occhi verdi: era bellissima. Ma non era solo la sua bellezza a colpirmi: aveva un brillio dentro. E dovevo scoprire di che cosa si trattava.

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Capitolo 5
*** 'Nei suoi occhi intravedevo quello che potevo finalmente essere'. ***


Mi risvegliai la mattina dopo, con un terribile mal di testa. Tentai di riprendere il contatto con la realtà e notai che ero completamente vestita (scarpe comprese). Chissà che cosa avevo combinato. Diedi uno sguardo veloce al comodino e notai che sopra di esso vi era ripiegato con cura un bigliettino bianco. Lo afferrai e lo aprii con ansia: 'Buongiorno principessa,ti sei finalmente svegliata? Se la risposta è sì, questo è il mio numero: chiamami appena ti è passata la sbronza che andiamo a farci un giro! Harry x'. Il panico tornò a farsi sentire: avevo bisogno di schiarirmi le idee, di tentare di capire quello che era successo la sera precedente e di riconnettermi con la realtà. Decisi di andare in bagno per lanciarmi letteralmente sotto la doccia. Durante il tragitto verso il bagno passai di fronte alla camera di Stacey,aprii la porta delicatamente convinta di trovarla stesa nel suo letto,ancora sbronza. Il letto era completamente rifatto. Stacey non aveva dormito in casa quella notte. Fui assalita da una nuova ondata di panico. Così mi lanciai sotto la doccia, mi infilai dei vestiti puliti e chiamai Harry di fronte alla finestra,per verificare se fosse o no in casa.
'Buongiorno tesoro,come stai?'
'Male Harry. Stacey non è tornata a casa e io non mi ricordo nulla di quello che è successo ieri sera,non ho la più pallida idea di dove sia. Vieni qui subito,ho bisogno di te.'
'Arrivo piccola, tu però stai tranquilla, risolveremo tutto ok?'
Dopo qualche secondo Harry era già sotto casa mia,così gli aprii la porta e ci sedemmo sul divano. Indossava un paio di pantaloni della tuta grigi, una maglietta a mezze maniche nera e una berretta grigia. 'Harry, tu ricordi qualcosa di quello che è successo ieri? Sono nel panico.'
'Stai tranquilla..ho visto Stacey andarsene con Zayn..ho tentato di fermarlo ma erano tutti e due completamente sbronzi e non mi hanno dato retta.'
'Oddio, e Zayn dove abita?'
'Seguimi,ora ci andiamo.'
Mi alzai di scatto ma Harry mi trattenne per un polso.
'Che c'è?' gli chiesi.
Lui si avvicinò a me, prendendomi il viso tra le mani.
'Devi promettermi di stare tranquilla,ok? Ci sono io con te,quindi non succederà nulla di male. Troveremo Stacey e Zayn e daremo un taglio a tutta questa storia. Insieme. Ok?'
Mi lasciai cadere in un pianto liberatorio. Lui mi abbracciò di scatto,ripetendomi che sarebbe andato tutto bene. Mi sciolsi dall'abbraccio,ringraziandolo.
Durante il viaggio in auto verso la casa di Zayn pensai a quanto Harry fosse meraviglioso. Non avrei mai pensato che una persona potesse farmi sentire al sicuro in qualsiasi situazione,specialmente dopo il trauma subito dopo la morte di mia madre. Arrivammo in una decina di minuti a casa di Zayn, dove Harry bussò chiamandolo più volte. Dopo un paio di minuti Zayn aprì, con mio stupore completamente vestito. 'Zayn,dov'è mia sorella?'
'E' qui,ma dovrebbe stare in un fottuto manicomio.'
'Oddio,che ha combinato?'
'Mi ha detto che avevate litigato e che quindi non aveva nessun posto in cui dormire. Allora le ho detto di venire da me perché qui c'è una stanza degli ospiti. Stavo andando a dormire, quando mi è quasi saltata addosso. Cazzo,sono fidanzato io!'
Lì ebbi la conferma di una domanda che mi perseguitava da 19 anni: mia sorella era deficiente? Si. Lo era. Completamente.
'Mi dispiace Zayn, dimmi dov'è che la porto via immediatamente.'
'Nella stanza degli ospiti.'
Andai a recuperarla e la trovai ancora vittima della sbronza: la presi per un braccio e la trascinai via, chiedendo ancora scusa a Zayn.
Lei mi disse di calmarmi, ma per tutta risposta la mandai sonoramente a farsi fottere,notando la risatina divertita di Harry.
Salimmo in macchina. 'Spero che tu sia contenta ora: Zayn pensa che tu sia una penosa sgualdrina! Che ti è saltato in mente?'
'Ero completamente ubriaca e mi trovavo in una stanza con Zayn Malik, che dovevamo fare, giocare a scacchi?'
Harry scoppiò a ridere,ma quando lo fulminai con uno sguardo che trasmetteva tutto, tranne amore e affetto, soffocò la risata.
'Ma tu hai un fottuto cervello? Non credo proprio dio santissimo! E se vi beccava un paparazzo? Se finivi in prima pagina? Se Perrie veniva a sapere di quello che avevi intenzione di fare? Riconnettiti con l'umanità!'
'E tu piantala di tentare di prendere il posto della mamma, non potrai mai sostituirla!'
A quelle parole mi voltai e le diedi uno schiaffo. Arrivammo a casa pochi minuti dopo. Stacey si rifugiò in casa e io ed Harry ci fermammo sul vialetto.
Tentai di trattenere le lacrime.
'Bhe..mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a una scena così..grazie Harry.'
Lo abbracciai di scatto,affondando il viso contro il suo petto.
'Io ci sono sempre per te,non ringraziarmi. Ah, oggi cancella tutti gli appuntamenti che hai per oggi: si va al mare.'

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Capitolo 6
*** Il mio odio verso il mondo svanì nel momento in cui lui sorrise. ***


'Ma..'
'Te l'ho detto, non accetto un no come risposta. Sono gentile, quindi ti lascio una mezz'ora per prepararti,ma solo mezz'ora, non un minuto di più!'
Mi schioccò un bacio sulla guancia e mi rifugiai in casa,per mettere degli abiti più adatti. Stacey si era rifugiata in camera sua , ma non m'interessava sinceramente: quello era un pomeriggio che volevo dedicare ad Harry e sono certa sarebbe stato meraviglioso. Mi lanciai letteralmente nell'armadio e alla fine optai per un paio di shorts, una maglietta bianca a mezze maniche e un paio di converse blu. Misi un filo di eye-liner,un po' di matita e acchiappai gli occhiali da sole: ero pronta. E infatti,pochi istanti dopo il campanello suonò. Corsi giù per le scale rischiando di battere la testa contro il muro più volte: ero semplicemente felice. Aprii la porta e mi trovai Harry di fronte: indossava un cappello da rapper (?), un paio di pantaloncini neri e una canotiera bianca.
'Capitan Styles, al suo servizio!' dissi accennando una posa da militare.
'Allora salga in macchina Madison, ci aspetta un viaggio mooolto lungo.'
E in effetti fu così: un paio di ore dopo arrivammo a Bath. Parcheggiamo l'auto ed Harry aprì il bagagliaio prendendo due teli da mare e un cesto da picnic enorme.
'Hai rapinato un ristorante?' gli chiesi divertita.
'Può darsi,mia cara Madison!' E facendo altre battute idiote arrivammo su una spiaggetta isolata, costeggiata da enormi scogli che la racchiudevano in un piccolo angolo di mare.
Posizionammo i teli sotto ad una palma e cominciammo a mangiare: Harry aveva portato  hot dog, sandwich, patatine fritte ed enormi lattine di coca cola.
'Manco fossi Niall Horan!' sogghignai ironica. Harry esplose in una risata divertita,per poi farsi più serio.
'Tesoro,cos'è successo a tua madre? Sempre se vuoi parlarmene.'
Abbozzai uno sguardo triste verso il mare,come per trovare le parole giuste. Poi ritornai da lui, immergendo i miei occhi nei suoi.
'E' successo tutto talmente in fretta. Era una donna piena di vita, aveva dedicato la sua vita per me e Stacey. Era sempre stata sana come un pesce , finché iniziò a provare dei forti mal di testa. Eravamo tutti convinti che fossero dei normalissimi mal di testa,che con un aspirina avrebbe ricominciato a stare bene. Decise per sicurezza di consultare il medico di famiglia che gli disse che i forti mal di testa che sentiva erano causati da un tumore al cervello, che si era ormai esteso sulla maggior parte della superficie del cervello. Gli diede un mese di vita, ma in venti giorni mia madre se ne andò. I miei erano ormai separati da dodici anni e quando mio padre lo venne a sapere la sua maggior preoccupazione fu quella di trovarci una sistemazione ben lontana da lui, di modo che se ne potesse stare tranquillo con la sua mogliettina ventenne. Da un anno a questa parte ho assunto un ruolo che come dice Stacey non  mi appartiene, ma qualcuno doveva pur mandare avanti la famiglia. Scusa, non voglio annoiarti con i miei problemi è che..'
Harry venne di scatto verso di me, abbracciandomi con una forza che non avevo mai capito che avesse: mi sentivo protetta in quell'abbraccio. Era come se le sue braccia fossero un luogo sicuro, dove nemmeno il male più forte poteva arrivare. Il mio odio verso il mondo svanì nel momento in cui lui sorrise. Mi prese le mani,avvicinandosi al mio viso ed immergendo i suoi occhi nei miei: poi,prese parola. 'Ascolta con attenzione queste parole,Madison: io voglio proteggerti. Dal dolore,dal male,dal mondo: voglio avere la possibilità di farti sentire al sicuro. Con questo non voglio essere affrettato,tranquilla. Ma..io sento di essere molto preso da te..voglio che tu mi conosca fino in fondo e se poi quello che vedrai ti piacerà vorrei che tu diventassi la mia ragazza. Ma fino ad allora permettimi di starti accanto.'
Sentivo le lacrime pungermi gli occhi,insistentemente.
'Nessuno mi aveva mai detto delle cose così..io voglio conoscerti Harry, voglio conoscere per bene la persona che sei e non voglio amarti per quello che canti, per la quantità di fans che hai o per quello che guadagni. Voglio conoscerti per quello che sei veramente.'
'Nessuno non mi dice queste cose da un bel po'. Tutti sono interessati ad Harry Styles, il cantante degli One Direction. Mai nessuno si era interessato semplicemente ad Harry. Ma sento che con te posso essere il vero Harry. Lo sento.'

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Capitolo 7
*** Last First Kiss. ***


Tornammo a casa alle otto di sera circa: Harry mi salutò schioccandomi un sonoro bacio sulla guancia. Poi lo vidi scomparire dietro l'angolo per recarsi ad un intervista. Quando rientrai in casa mi sentii più leggera, era come se stessi volando: non riuscivo a togliermi dalla testa le parole di Harry. Insomma,perché tra milioni di ragazze che poteva avere con uno schiocco di dita lui voleva me?
Non me ne capacitavo. Poi Stacey mi riportò alla realtà, in piedi di fronte a me con un pigiama larghissimo.
'Ho pianto tutto il giorno.' annunciò.
'E io che cosa devo farci?'
'Perdonami Madison...è stata proprio una frase cretina..sai che non la penso realmente..io ti sono grata per tutto quello che fai per me tutti i giorni e so che la mamma sarebbe fiera di te.'
La sentii parlare con un tono di voce che non le apparteneva: era come se fosse d'un tratto diventata matura e responsabile delle sue azioni. Decisi di perdonarla, correndole in contro per darle un abbraccio. 'Tranquilla Stacey, non avrei dovuto trattarti così.'
'Sorelle come prima?'
'Sorelle come prima!'
Poi Stacey annunciò trionfante che era sconvolta dagli eventi accaduti e che quindi aveva bisogno di dormirci su. Le augurai la buonanotte e mi buttai sotto la doccia.
Con l'acqua che correva sul mio corpo ripercorrevo le parole di Harry, rivedevo i suoi gesti, i suoi sorrisi e risentivo il calore dei suoi abbracci.
Quel ragazzo mi stava prendendo seriamente ed era un sentimento incontrollabile: si limitava a crescere e crescere sempre più, senza che io potessi far nulla per placarlo.
In sua compagnia mi sentivo rinascere,mentre senza di lui avevo la sensazione che mi mancasse qualcosa.
Erano le nove e mezza quando sentii la macchina di Harry rientrare a casa. Così decisi che la nostra giornata non doveva finire sulla spiaggia di Bath: mi infilai un paio di jeans, una felpa blu larga, un paio di converse e scesi per fare i popcorn. Dopo una decina di minuti mi ritrovai di fronte alla porta di Harry, con due enormi sacchetti di popcorn tra le mani. Suonai il campanello ed ecco che lo vidi esattamente di fronte a me con un sorriso che esplose qualche secondo dopo.
'Ciao Harold, hai per caso qualcosa da fare?'
'No, sono completamente libero signorina Madison. Lei che ci fa con quei due enormi sacchetti di popcorn tra le mani?'
'Mh, mi annoiavo e pensavo che vedere un film insieme gustandoci questi popcorn poteva essere carino!'
'Bella idea! Entra pure!' disse facendomi spazio.
'Visto che tu hai portato i popcorn io scelgo il film. Intanto vai a prendere le coperte, sono nella stanzetta qui di fianco!'
Presi le coperte e ritornai in salotto ma sentii Harry alle spalle che mi posizionò le mani sugli occhi.
'Che cosa stai facendo, scemo?'
'Ho scelto il film!' disse ritornando di fronte a me con un dvd fra le mani.
Misi a fuoco l'immagine: Paranormal Activity. Sgranai gli occhi. Harry non sapeva che i film horror facevano uscire una parte di me che non amavo molto mostrare: quella di una bimbetta urlante che comincia a piangere ad ogni scena.
'Oh, scusa Harry io devo andare ciaao.' E m'incamminai verso la porta. Harry mi bloccò per un polso sghignazzando.
'Non avrai mica paura..'
'Chi? Io? Ma se li guardo sempre i film horror! Era solo per cambiare un po' genere!' E scoppiammo entrambi a ridere.
Poi ci lanciammo sul divano: io me ne stavo per bene nel mio angolo e lui nel suo. Quella situazione m'imbarazzava un po'.
Poi il film iniziò. Mi rannicchiai per bene nella mia coperta:ogni tanto vedevo Harry che mi guardava trattenendo una risata e così cercavo di indurire il mio sguardo come se non fossi per niente spaventata dalle scene inquietanti di Paranormal Activity. Poi arrivò un punto in cui non riuscii più a trattenere la paura.
'Cambiamo film, dai.'
'Ahahah, sapevo che avresti avuto paura.'
'Ma non è che ho paura..è che..'
'Vuoi venire qui, vicino a me?'
Oddio. Che cosa avrei dovuto rispondere?
'Ma no tranquillo,sto bene..'
'Madison..'
Ci fu una scena raccapricciante,così cominciai ad urlare e mi lanciai dritta tra le braccia di Harry , schiacciando il viso contro il suo petto.
'Tesoro, su girati, è solo un film e poi ci sono qui io..'
'Ok, mi giro, ma se fanno rivedere quello spirito inizio a piangere.'
'Ahahahah, non preoccuparti ci sono io con te.' E mi schioccò un bacio sulla fronte.
Il film proseguì fino a giungere al termine.
'Ti è piaciuto?' disse Harry al di sopra della mia testa.
'Emozionante,davvero.'
Scoppiò a ridere scompigliandomi i capelli, poi prese parola.
'Amo stare con te.'
Mi posizionai di fianco a lui per sentire meglio le sue parole.
'Harry io ti devo dire una cosa..visto che oggi a Bath hai parlato di più tu.. ok, io non sono molto brava con le parole, quindi non le userò.'
E subito dopo appoggiai le labbra sulle sue. Con Harold Edward Styles avevo trovato un coraggio che in diciannove anni la vita non aveva mai saputo darmi.
Lui ricambiò il bacio, prendendomi il viso tra le mani. Il baciò finì e i nostri sorrisi si unirono: aveva la capacità di mandarmi in Paradiso.

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Capitolo 8
*** Se ami qualcuno,lascialo libero. ***


HARRY P.O.V.
Quella notte ci addormentammo avvinghiati sul divano, avvolti da una coperta di lana. La guardavo dormire, con dei ciuffi neri che le ricoprivano il volto. Dormii poco quella notte: averla tra le braccia era un emozione che mi teneva sveglio e non mi permetteva di dormire. Era talmente bella e aveva sofferto talmente tanto. Mi domandavo perché una ragazza meravigliosa come lei dovesse soffrire: meritava tutto il meglio che il mondo potesse offrirle ed io volevo essere una fonte di gioia per lei. L'unico mio desiderio era essere motivo del suo sorriso. La notte passò troppo in fretta e quando accesi il telefono trovai il nome di Liam che lampeggiava insistentemente sul display. Mi alzai delicatamente dal divano per evitare di svegliare Madison e andai in cucina per rispondere.
'Ciao Liam, dimmi tutto.'
'E' la ventesima volta che ti chiamo,dove cazzo eri finito?'
'Ero a dormire, tu non puoi capire come sono felice..'
'E allora mi dispiace interrompere la tua felicità,amico. I manager sono parecchio incazzati, non ci hanno detto per cosa,ma vogliono parlarti. Vieni alla sede della Modest al più presto,Harry.'
'Mi faccio una doccia e sono lì.'
Cosa cazzo volevano ancora? Li avevo assecondati in tutto: 'è per il bene della band' dicevano.
Mi lanciai sotto la doccia, lasciai un bigliettino per Madison e salii in macchina.
Appena arrivato alla sede londinese della Modest capii che tirava una brutta aria: entrai nel corridoio e vidi i ragazzi in fila fuori dall'ufficio del direttore.
'Ti sta aspettando.' disse Zayn a bassa voce.
Avevano tutti lo sguardo rivolto verso il pavimento: mi allarmai.
Entrai nell'ufficio,dove trovai il direttore seduto sulla sua poltrona marrone in pelle. Appena mi vide mi invitò a sedermi.
'Voleva vedermi?'
'Si,Harry. Stai prendendo strade sbagliate che non vanno a favorire la notorietà della band.'
'Cioè? Che ho fatto di sbagliato?'
'Tenendoti d'occhio abbiamo notato che stai frequentando una ragazza di nome Madison Botton. E' una storia seria,Harry?' disse puntando i suoi occhi grigi nei miei, quasi accecandomi.
'Si,ma non vedo cosa c'entri Madison con gli affari della casa discografica.'
'I One Direction sono sulla cresta dell'onda,amico. Non possiamo permettere che una nuova boy band vi superi. E tu Harry,non puoi permetterti di avere una relazione con una ragazza..normale.'
Pronunciò quella parola come se la normalità fosse qualcosa di riluttante.
Poi riprese parola. 'Ti abbiamo fissato un appuntamento con Taylor Swift: ha bisogno di pubblicità per il suo nuovo album e qualche foto in prima pagina di alcune vostre 'effusioni'  non farà male a nessuno.
'No. Non ho intenzione di farlo,Jack. Io amo Madison, voglio stare con lei. Trovati un altro pupazzetto da manipolare.'
'Oh, tu ami quella ragazza,caro Harry Styles? Bhe, se la ami non ti piacerebbe vedere piazzata in prima pagina la tragedia della malattia che colpì sua madre un anno fa. Mi vedo già i titoli: Harry Styles consola piccola orfana disperata. Sarebbe invasa dai paparazzi e ti odierebbe per sempre.'
A quelle parole tirai un pugno sulla scrivania di quel fottuto pezzo di merda. L'avrei ucciso se i ragazzi non fossero entrati e mi avrebbero sfrattonato via dalla stanza.
'Hai 48 ore per lasciarla, ci si vede!' furono le ultime parole che sentii prima che i ragazzi mi portarono in un'altra stanza.
'Harry,abbiamo sentito tutto, calmati ti prego.' M'implorò in lacrime Niall. Tirai nuovamente un pugno al muro, ma questa volta cominciai a sentire dei terribili crampi alla mano.
Poi scoppiai in un pianto liberatorio.
'Non posso permettere che piazzino la storia di sua madre in prima pagina..non si merita di soffrire..non ancora..e non per causa mia.'

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Capitolo 9
*** L'amore è un coltello. ***


MADISON P.O.V
 
Mi svegliai,convinta di trovare Harry alle mie spalle. Harry non c'era, testimone della sua presenza un bigliettino bianco appoggiato sul tavolino di vetro.
'Buongiorno principessa. Avrei voluto tanto svegliarmi con te, ma sono dovuto correre alla Modest. E..Ti amo. A dopo. Harry.'
Sorrisi nel leggere quelle parole. La persona che amavo mi amava: cosa ci poteva essere di più bello?
Sentii la macchina di Harry rientrare nel garage, così mi drizzai sul divano. Avevo voglia di vederlo, di sentire il suo profumo e di baciare di nuovo le sue labbra.
Decisi di posizionarmi dietro alla porta, per fargli venire un colpo. Così appena entrò lo assalii posizionandogli le mani sugli occhi.
'Sono una stalker!' urlai ridendo. Poi posizionandomi di fronte a lui gli diedi un bacio.
'Com'è andata alla Modest? Ci sono novità? Nuove canzoni all'orizzonte?'
Ero talmente emozionata che solo dopo qualche minuto mi resi conto che Harry nascondeva un qualcosa di strano nella sua espressione.
'H-Harry..ho detto qualcosa di sbagliato?'
'No..tranquilla..sediamoci un attimo.'
Mi prese per mano e lo seguii fino al divano.
'Mi puoi dire che succede? Sei strano..'
Provai una strana sensazione di panico. Andava tutto a meraviglia poche ore prima e in quel momento i suoi occhi avevano assunto un espressione che non conoscevo. Non sembrava Harry: sembrava un ragazzo che si era impossessato di lui, ma non il ragazzo di cui mi ero innamorata. Era freddo,distaccato e non riusciva a guardarmi negli occhi.
'Harry..' lo esortai.
'Allora Madison, ci ho pensato stanotte e credo che tra noi due non possa funzionare..Apparteniamo a due mondi completamente diversi e continuare sarebbe solo una perdita di tempo.'
'Io-io..non capisco..' le lacrime cominciarono a sgorgare come fiumi in piena. Lui aveva lo sguardo rivolto verso il basso,non aggiungeva niente: si limitava a fissare un punto non preciso nel pavimento.
'Mi dispiace.' lo disse tutto d'un fiato.
Ricordo solo che cominciai a correre fuori dalla casa: cominciai a correre via da quelle parole, da quegli occhi immersi nel gelo, da un Harry che non avevo mai conosciuto.
Entrai in casa sbattendo la porta per rifugiarmi in camera mia. Cominciai a bagnare il cuscino di lacrime pesanti come macigni e taglienti come lame. Quelle parole continuavano a rimbombare nel cervello,come una cantilena. Volevo solo svanire in un buco nero, perché nulla aveva più senso in quel momento e forse sarebbe rimasto tutto fottutamente insensato per sempre.
HARRY P.O.V
Appena Madison uscì piangendo cominciai a buttare tutto all'aria. Cominciai a dare pugni ai mobili del salotto, a quelli della cucina, ai tavoli, alle sedie.
Io la amavo ed ero stato costretto a pugnalarla per evitarle un dolore più grande.
Ma lei questo non l'avrebbe mai saputo.

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Capitolo 10
*** 'Perdonami Madison.' ***


MADISON P.O.V.

Ero sconvolta. Avevo bisogno di staccare la spina. Così alzai il volto dal cuscino inondato di lacrime, mi levai gli ultimi residui di trucco ormai colati e scesi in garage per prendere la macchina.
Ero certa che guidare avrebbe azzerato i miei pensieri, mi avrebbe calmata e distratta dalla dura realtà. Diedi un ultimo sguardo triste alla casa di Harry,immersa nel silenzio come non mai, poi misi in moto. Avevo nella mente quegli occhi gelidi, quelle parole dette quasi sottovoce e quel viso che sembrava tutt'un tratto essere sconosciuto. Partii volando su quell'asfalto grigio con gli occhi appannati dalle lacrime e dai ricordi. Con Harry io mi sentivo rinascere: era diventato parte di me. I suoni dei suoi baci si ripercuotevano nella mia mente come schegge affilate accompagnati dal rumore delle sue parole sulla spiaggia di Bath. Cos'ero stata io per Harry Styles? Un passatempo. Forse voleva semplicemente provare il brivido di stare con una ragazzina qualsiasi, una fan in mezzo ad altre milioni. Non sapevo cosa fossi stata per lui, ma sapevo benissimo quello che lui era stato per me: un luogo sicuro dove nascondermi, dove poter rinascere sotto una luce più splendente. Io amavo Harry, Dio solo sa quanto lo amavo: questo fu l'ultimo pensiero prima di un tonfo fortissimo che mi catapultò nel buio più totale.

STACEY P.O.V
Tornai a casa convinta di trovare Madison ad aspettarmi: ma di lei non c'era traccia. Andai per sicurezza in camera sua ma trovai il letto completamente disfato e il cuscino umido. Poi, qualche secondo dopo, il telefono squillò. Corsi giù per le scale,poi risposi.
'Salve,parlo con Stacey Botton?'
'Si, sono io, con chi parlo?'
'Siamo la polizia stradale londinese: sua sorella Madison ha avuto un incidente stradale circa una mezz'ora fa: è stata appena trasportata al Saint Anne di Londra. Ci dispiace.'
Sentii il cuore perdere i battiti,per poi azzerarsi completamente. Madison aveva avuto un incidente e non avevo idea di come fosse successo e perché. Mi sentivo svenire, incapace di parlare. Così mi limitai ad abbassare la cornetta,senza dare segni di vita all'altro capo del filo. Mi appoggiai una mano sul cuore, tentando di trattenere le lacrime invano.
'Dio salvala. Non prenderla con te. Non anche lei. Non la mia sorellina.'
In quel momento capii che dovevo essere razionale, per quanto potesse essere difficile esserlo. Così mi precipitai fuori da casa, per poi bussare alla porta di Harry.
Il sesto senso di sorella gemella mi disse che la mia sorellina avrebbe avuto bisogno di lui.

HARRY P.O.V
Quante ore erano passate? Due? Forse tre? Anche il tempo aveva perso il suo valore, così come avevo perso Madison. Da quando se ne era andata via piangendo me ne ero rimasto lì, con la testa appoggiata all'armadietto di legno della cucina. Poi un 'cloc cloc' alla porta mi distolse da quei pensieri lancinanti.
Andai ad aprire, tentando di nascondere le numerose lacrime fuoriuscite dai miei occhi fino a pochi secondi prima.
Quando aprii la porta e vidi Stacey in lacrime esattamente di fronte a me, sentii il cuore frantumarsi.
'Che è successo Stacey?' gli chiesi sbarrando gli occhi.
'Madison..' disse tra le lacrime '..ha avuto un incidente stradale..l'hanno portata al Saint Anne..'
Fu in quel momento che la mia anima morì. Il mio corpo era rimasto di fronte a Stacey, immobile e incapace di muoversi, ma la mia anima era andata in pezzi,insieme al mio cuore.
Era salita in macchina sconvolta per causa mia: aveva avuto un incidente a causa mia. Sentii lo stomaco contorcersi in una morsa terribile.
Senza dire niente acchiappai le chiavi dell'auto per andare al Saint Anne con Stacey. Durante il tragitto mi venne voglia di scoppiare a piangere più volte, ma la barriera creata dal senso di colpa ebbe la meglio. Dovevo essere io vittima di tutto quel male che stava provando Madison, non lei che era solo stata vittima di un gioco sporco.
Arrivammo in ospedale, dove chiedemmo informazioni su Madison. Ci portarono al terzo piano, dove un medico ci venne incontro.
'Per favore, ci dica come sta Madison Botton.' dissi quasi tutto d'un fiato.
Avevo il terrore della risposta che quell'uomo mi avrebbe dato da lì a pochi secondi. Ero completamente terrorizzato.
'Madison ora è abbastanza stabile, ma fino a poco fa era in una fase molto critica. Ora è in coma farmacologico, un coma indotto che durerà fino a domani pomeriggio.'
'P-Possiamo vederla?' dissi con il cuore stretto in una morsa.
'Solo uno di voi, ma per pochi minuti.'
'Vai tu,Harry.' disse Stacey guardandomi con gli occhi umidi.
Mi feci condurre dal medico in una stanza bianca, dove Madison giaceva immobile su un letto d'ospedale, uguale ad altri mille.
Il medico ci lasciò da soli e il pianto che stavo trattenendo da un'ora esplose come una bomba ad orologeria.
Scoppiai a piangere, sedendomi sulla sedia verde di fianco al letto. Le presi la mano ed appoggiai il viso sulle lenzuola.
'Devi perdonarmi amore mio..è tutta colpa mia..io meritavo di stare in questo fottutissimo letto d'ospedale,non tu. Se solo sapessi quanto mi faccio schifo. Sono una marionetta,Madison: uno stupido pupazzetto mosso da dei grandi padroni. Se ho rinunciato al tuo amore è stato perché non volevo rovinarti la vita, ma ho combinato un disastro. Perdonami,Madison.'

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Capitolo 11
*** E il passato non torna. ***


HARRY P.O.V
Qualche secondo dopo sentii il telefono vibrare,così lo presi tra le mani. Appena lessi il nominativo che lampeggiava sul display sobbalzai: modest.
'Ciao Harry. Vedo proprio che non vuoi ascoltarci. Se non lasci entro due minuti l'ospedale, in prima pagina, oltre alla tragica morte di sua madre comparirà anche il suo terribile incidente. Ti immagini l'ospedale pieno zeppo di paparazzi? Io si.' Rimisi il telefono in tasca e notai un tremolio che si impossessò in qualche secondo di tutto il mio corpo. La guardai distesa su quel letto d'ospedale e pensai a quanto le avessi rovinato la vita. Io che volevo solamente renderla felice, starle accanto e vederla vivere col sorriso l'avevo ridotta nel peggiore dei modi. Dovevo andarmene. L'avrei amata per sempre, ma a distanza. Dovevo uscire dalla sua vita,non per un mese o per un periodo, per sempre. Così le diedi un ultimo bacio sulla fronte, lasciandomi sfuggire una lacrima gelida che le cadde sulla guancia. Poi mi tolsi un bracciale e glielo misi al polso: almeno avrebbe avuto qualcosa di me in futuro. Di quello che eravamo stati. Uscii dalla stanza incrociando Stacey nel corridoio.
'Stacey,devo parlarti.' gli dissi in tono sbrigativo.
'Dimmi Harry.'
'Quando Madison si sveglierà, probabilmente chiederà di me: tu dille che io non sono mai stato qui.'
'Perché dovrei farlo Harry?'
'E' per il suo bene..' mi dissi voltandomi per andarmene. Poi mi fermai, quando mi accorsi di aver dimenticato di dirle la cosa più importante. 'Stacey..abbi cura di lei.'
Poi uscii dall'ospedale e uscii dalle loro vite.
'Bravo.' sosteneva un messaggio inviato dalla modest subito dopo essere uscito dall'ospedale.

MADISON P.O.V

Riaprii gli occhi debolmente: anche le luci più piccole sembravano trafiggermi le pupille. Quando qualche secondo dopo riuscii a mettere a fuoco le immagini, vidi il volto sorridente di mia sorella Stacey di fronte a me. Gli feci un debole sorriso. Non avevo energie, mi sentivo veramente a pezzi. Alzare un mignolo era una missione impossibile.
'Eccola qui la mia sorellina, mi hai fatto tanto spaventare.'
'Tranquilla,sto bene.'
Si Stacey,sto bene ok? Fisicamente forse sono ancora qui, qui con te, con voi. Ma qualcosa è morto dentro me. La mia anima, il mio cuore. Non so. So solo che qualcosa di è spezzato e anche se ricevessi tutto l'amore del mondo, niente e nessuno potrebbe ricongiungere i pezzi del mio cuore. O forse qualcuno poteva farlo. E' ironico no? Le persone che ci spezzano il cuore sono le uniche in grado di poterne rimettere insieme i pezzi. Chi ci provoca dolore, è l'unico in grado di placarlo.
Poi entrò il dottore ad interrompere tutti i miei pensieri.
'Salve Madison,come si sente?'
'Bene Dottore. Quando potrò tornare a casa?'
'Credo che domani mattina potremo dimetterti. Ora cerca di riposare.'
Così feci. Passai la notte in ospedale, poi Stacey venne a prendermi per riportarmi a casa.
Non spiaccicai parola per tutto il tragitto verso casa: ma quando arrivammo ad imboccare il vialetto mi voltai verso la casa di Harry.
Nel giardino era piantato un enorme cartello: 'Vendesi.' Fu lì che capii che Harry Styles era ufficialmente diventato un dolorosissimo, irrazionale, tagliente e meraviglioso capitolo del mio passato.
E il passato non torna.

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Capitolo 12
*** 'Le mie labbra,la mia mente ed il mio cuore chiedevano di Madison.' ***


MADISON P.O.V

Dopo una settimana mi ripresi fisicamente: il coma indotto non aveva lasciato particolari effetti collaterali ed ero pronta per ricominciare la mia vita, da un punto di vista fisico. Psicologicamente ero a pezzi: non facevo altro che muovermi per le stanze di casa, per poi affacciarmi alla finestra,spostare un angolino della tenda e guardare la casa di Harry: l'avevano ormai svuotata completamente e di lui nessuna traccia. Un altro pensiero mi tormentava dai sette giorni in cui avevo ricominciato a vivere: al mio risveglio dopo il coma indotto mi ritrovai al polso un braccialetto con un'incisione in corsivo : ' I'm in love with you.', con una piccola H anch'essa in corsivo. Così avevo chiesto a Stacey se Harry era passato in ospedale: lei mi aveva detto che lui non era mai venuto e che probabilmente non sapeva nemmeno che avessi fatto un incidente. 'Stacey, vieni un po' qui con me a guardare la tv.' disse urlando Stacey seduta sul divano in salotto.
'Arrivo.' dissi con poco entusiasmo, richiudendo la tenda e lanciandomi sul divano. Proprio appena Stacey accese la televisione,ecco che li vidi, entrambi elegantissimi.
'Harry Styles e Taylor Swift sfilano insieme sul Red Carpet degli MTV Music Awards.' annunciava strabiliato il cronista.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Stacey fece per cambiare canale, ma io la fermai con un rapido gesto della mano.
'Siamo riusciti ad intervistarli, guardate che ci hanno detto i due piccioncini.'
'Taylor, allora credo sia doveroso ufficializzare la tua storia con Harry Styles!'
'Assolutamente sì, lo voglio urlare al mondo intero. Stiamo insieme, è davvero una storia meravigliosa.' disse la Swift sprizzando gioia da tutti i pori.
Dalle sue spalle comparve Harry.
'E tu Harry che ci dici?'
Aveva gli occhi vuoti. Nessun ombra di un sorriso sul suo volto, che appariva stanco e frustrato. O forse era tutto frutto della mia immaginazione ed Harry era l'uomo più felice del pianeta. Ma la risposta che diede al cronista mi fece pensare che un po' di ragione ce l'avessi.
'E' tutto ok.'
'Su Harry,non essere timido.' Lo spronò Taylor lanciandogli uno sguardo severo.
Lui si limitò ad accennare un finto sorriso e la telecamera passò ad inquadrare gli altri ospiti.


HARRY P.O.V
Era stato più duro del previsto fingere. Dire quelle tre parole era stato come sollevare pesantissimi macigni. Ero a pezzi. Pensavo solo a Madison, mi chiedevo come stava, dov'era,a quanto poteva odiarmi e a quanto potevo amarla. Chissà che stava facendo, proprio in quel momento. Il contatto con le sue labbra mi mancava a tal punto da uccidermi e la consapevolezza che non l'avrei mai più sfiorata non migliorava certo le cose.
'Potevi metterci un po' d'impegno eh.' disse Taylor entrando nello stanzino, inviperita per l'accaduto.
'Che cosa dovevo fare? Chiederti di diventare mia moglie in diretta tv?'
'Un po' di entusiasmo Harold,su.' Volevo essere ingoiato da un buco nero.
Le mie labbra,la mia mente e il mio cuore chiedevano di Madison.



* Ciao a tutti carissimi lettori, innanzitutto volevo dirvi che sono veramente felice che la storia vi piaccia. E' la prima volta che aggiungo uno spazio per l'autrice. Spero che il capitolo non ci deluda e che in qualche modo vi siate affezionati a Madison e a Harry.
Grazie sempre, continuate a seguirli.
Mic xx

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Capitolo 13
*** 'La voglia di dimenticare' ***


MADISON P.O.V


Fu qualche secondo dopo la fine del servizio che decisi di prendere in mano la mia vita. Tornai in camera sbattendo la porta e piangendo le ultime lacrime amare che mi erano rimaste. Me ne stavo lì, con le ginocchia sul pavimento e una domanda nella testa: che cos'ero diventata? Non lo sapevo più nemmeno io. Avevo smarrito per strada la forza che avevo ereditato dalla mia mamma. Ero sicura che se lei fosse stata ancora al mio fianco avrebbe saputo consigliarmi e tirarmi fuori dalla voragine da cui ero stata inghiottita. Diedi uno sguardo fuori dalla finestra, per l'ennesima volta porgendo lo sguardo verso la casa di Harry. In pochi istanti mi passarono di fronte agli occhi le immagini di noi due, taglienti come coltelli ma allo stesso splendide come diamanti. Appoggiai una mano sopra la finestra, come per accarezzare quei ricordi e richiuderli  in un cassetto della mia mente e del mio cuore che per molto tempo non sarei stata più in grado di aprire. Così, mi rialzai da terra per ritornare da Stacey.
'Me ne vado sorellina.' le dissi accennando un sorriso che lei non sembrò cogliere.
'Cosa?! Dove?'
'A New York. Qualche settimana fa ho ricevuto una lettera che mi diceva che ero stata presa al college di psicologia a cui avevo fatto richiesta prima di venire qui.'
'E che ne sarà di me? Me ne dovrò stare qui a Londra da sola?'
'Ce la farai,Stacey. Non hai idea di quanto tu sia maturata in questi ultimi tempi. Sono molto orgogliosa di te,sorellina e sono certa che anche la mamma lo sarebbe.'
Dopo quelle parole mi venne incontro singhiozzando, per poi abbracciarmi forte. Ero molto fiera di Stacey: era arrivata a Londra che era una bambina e in pochi mesi era diventata una donna, una donna indipendente di cui non dovevo più preoccuparmi.
'Vai sorellina. Vai e sii felice.'
La settimana seguente ero già con le valigie pronte sul vialetto di casa. Diedi un forte abbraccio a Stacey e salii sul taxi che mi avrebbe condotto in aereoporto.
Dopo una mezz'ora scaricai i bagagli dal taxi e andai ad attendere il mio aereo all'interno dell'aereoporto. Mentre ero di spalle sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla.
Louis Tomlinson.
'Ciao Louis!' gli dissi mentre mi avvolse in un tenero abbraccio.
'Ciao Madison, come te la passi?'
'Ho visto tempi migliori, tu come stai?'
'Io bene..non si può dire lo stesso di Har..ma questa è un'altra storia! Dove te ne vai di bello?'
'Vado a New York, a studiare all'università.'
'Oh..allora divertiti alla scoperta di New York. Speriamo di beccarci presto!'
Mi disse abbracciandomi di nuovo per poi scomparire tra la gente.
Poco dopo salii sull'aereo che mi avrebbe condotto alla mia ennesima nuova vita. Mi chiedevo se New York sarebbe stato il posto giusto.
Non ne potevo più di scappare da luoghi che non facevano altro che farmi soffrire,volevo trovare un luogo che mi potesse dare un po' di pace e tranquillità. Chissà se New York sarebbe stata la mia tana. Continuavo a domandarmelo, mentre Londra diventava ormai un lontano ricordo.


Dopo qualche ora arrivai a New York: l'aereoporto non era troppo distante dall'università, così in una ventina di minuti la raggiunsi.
Era un moderno complesso con le pareti di un colore azzurro acqua e delle enormi finestre distanziate da pochi centimetri tra loro.
Sorrisi all'edificio ed entrai.
'Salve, sono Madison Botton, una nuova studentessa.' dissi rivolgendomi ad una signora bionda che se ne stava dietro ad un bancone.
Controllò un lungo elenco poi mi rivolse la parola.
'Oh,benvenuta Madison. La tua stanza è la quattrocentodue. Questa è la chiave e benvenuta alla Julianne.'
'Grazie mille.' dissi giocherellando con il mazzo di chiavi.
Raggiunsi la mia stanza: due letti ricoperti da lenzuola celesti, due scrivanie, due armadi e un enorme finestra che dava sulla città.
Poi sentii un rumore provenire dal bagno, da cui uscì una ragazza dall'aspetto incasinato.
Aveva dei lunghissimi capelli biondo platino, visibilmente tinti e gli occhi di un grigio luminoso.
'Oh, tu devi essere Madison! Sono la tua coinquilina, mi chiamo Lize!'
'Ciao Lize,sono felice di conoscerti!'
'Anche per me è un piacere.'
'Cosa ti porta da queste parti?'
'La passione per la psicologia..e la voglia di dimenticare.'

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Capitolo 14
*** New York City. ***


I giorni correvano veloci e l'anno stava per giungere al termine. Stare all'università tutto sommato mi piaceva,anche se ero impegnata a studiare la maggior parte del tempo. Ma tenere la mente occupata stava facendo sì che i fantasmi del mio passato non arrivassero fino a New York,ma se ne stessero immobili nel cemento di Londra. Non avere tempo per pensare e di conseguenza di realizzare le cose accadute nell'ultimo periodo, mi dava uno strano senso di sicurezza. Con la mia coinquilina Lize poi stavo stringendo un'amicizia splendida, anche se caratterialmente eravamo una l'opposto dell'altra: festosa e aperta lei, chiusa e sedentaria io. Ma si sa, come diceva un tale, gli opposti si attraggono. Quella frase mi fece ritornare mentalmente ad Harry, ma nel giro di pochi secondi tentai di scacciare il pensiero. Poi,mentre ero immersa nei libri di psicologia, Lize spalancò la porta tutta emozionata.
'Lize,che è successo?' le chiesi mentre saltellava per la stanza.
'Ho vinto i biglietti per un concerto all'ultimo dell'anno e devo portare un'amica!' disse tutta emozionata.
'Di che concerto si tratta?' le chiesi facendomi coinvolgere dall'energia che sprizzava da tutti i pori.
'Lo scoprirai quando saremo sotto il palco,in seconda fila con esattezza!!'
'Certo, magari è un concerto di metallari!' dissi scoppiando in una risata divertita.
'No fidati, se non sapessi che è il tuo genere non te lo avrei mai proposto!'
'Ok,voglio fidarmi. Ma se è un concerto di drogati, te la vedrai con me!' dissi puntandole il dito contro scherzosamente.
E così iniziai a fantasticare sul concerto a cui saremmo andate la sera successiva. Avevo bisogno di evadere dall'università, di confondermi con le urla della folla in delirio e di lasciarmi cullare dalla musica. Si sa, i concerti sono i contesti migliori dove essere più pazzi e scatenati del solito. E forse avevo bisogno anche di abbandonare questa mia costante razionalità che cominciava a pesare come un macigno. 'Vivi.' tuonò una voce nella mia testa.



HARRY P.O.V

Avevo sempre amato New York. Le luci, i palazzi, il caos. E amavo con tutto il cuore la New York che avevo davanti agli occhi: un immenso spazio caotico macchiato di una timida neve che stava cadendo da qualche minuto. Per l'ultimo dell'anno avevamo un mega concerto, un'arena di ventimila persone sold out in una trentina di secondi. Eravamo davvero emozionati e io avevo decisamente bisogno di riscattarmi: le mie ultime performance non erano state proprio brillanti. Avevo costantemente la testa altrove e nemmeno la musica, che era stata sempre un'efficace medicina, era riuscita a togliermi Madison dalla mente e dal cuore. Perfino i ragazzi mi avevano detto che non sembravo più il vecchio Harry. Anzi sostenevano che sembravo vecchio e basta. Come dare loro torto? Nemmeno io mi riconoscevo più. L'unica cosa positiva era la scadenza del contratto con la Modest all'inizio del 2013. Avremmo cambiato casa discografica e chiedendo informazioni a qualche altro artista capii che la nuova major che puntava su di noi era decisamente più tollerante della Modest. Sapevo però che la mia storia con Madison era semplicemente irrecuperabile: anche cambiando casa discografica,il male che le avevo fatto non poteva svanire. 'L'avrei scordata un giorno' sosteneva la mia mente, che veniva subito però contraddetta dal mio cuore: non avrei scordato Madison nemmeno se mi avesse improvvisamente colpito un'amnesia lancinante,ma mi rassicurava per qualche secondo l'idea che un giorno avrei potuto fare a meno di lei. Passavamo le giornate nella sala prove: questo concerto doveva essere perfetto e qualcosa mi diceva che lo sarebbe stato. L'idea di finire l'anno su un palco, facendo quello che amo e con le nostre fans mi riempiva il cuore di gioia: volevo solo che l'anno delle mie directioners cominciasse bene. Volevo dare loro speranze quella sera, dire loro che tutto quello che va male poi si sistema. Ma come potevo trasmettere un messaggio così, se in fondo non ci credevo nemmeno io? Non ne avevo idea sinceramente. Dovevo ritornare padrone della mia vita: dovevo rimettermi in carreggiata,dovevo metterci tutto me stesso.
Per me,i ragazzi e anche se non volevo ammetterlo anche per lei, Madison.

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Capitolo 15
*** Baby let me be your last first kiss. ***


MADISON P.O.V

Il 31 Dicembre 2012 era finalmente arrivato. Mancavano circa due ore e poi saremmo partite per andare al concerto tanto misterioso. Avevo implorato Lize per tutto il giorno,affinché mi disse chi fossero gli artisti tanto misteriosi che saremmo andate a vedere, ma lei sosteneva che le sorprese sono sorprese e che non aveva intenzione di rivelarmi nemmeno un piccolo, insignificante indizio. Non lo nego, ero in totale ansia mentre ero immersa nell'armadio. Nessun vestito mi sembrava adatto: troppo elegante,troppo sportivo,troppo scomodo,troppo di qua,troppo di là. Lize optò per un miniabito senza spallini di un blu elettrico,mentre io continuavo a fissare l'armadio senza sapere come muovermi. Lize notò la mia difficoltà e si posizionò di fianco a me,esattamente di fronte all'armadio da dove prese un paio di jeans chiari, una maglietta nera brillantinata, una giacca lucida ma non troppo e dei tacchi neri di pelle anch'essa lucida. Decisi di tenere i capelli sciolti e di truccarmi abbastanza semplicemente, stendendo un ombretto sulle tonalità del grigio sulle palpebre, un po' di matita, del mascara e un rossetto non troppo appariscente. Ci guardammo entrambe allo specchio e l'immagine che si proiettò piacque a tutte due. Eravamo pronte per uscire: salimmo in auto e dopo una quindicina di minuti ci trovammo di fronte ad un'arena enorme.
'Il concerto comincerà tra un quarto d'ora.' disse Lize posizionandomi una benda nera sugli occhi.
'Ma sei scema?' gli dissi scoppiando a ridere.
'Tu fidati di me,scemina!' disse partecipando anche lei alla risata.
Mi feci guidare da Lize, mostrammo i biglietti alle guardie posizionate di fronte all'ingresso ed entrammo nell'Arena. Le voci che percepivano erano perlopiù femminili e sembravano piuttosto giovani,adolescenziali direi. Sentivo Lize dietro alla mia schiena che mi conduceva ai posti indicati sul biglietto. Mi tremavano le gambe, i concerti mi facevano sempre questo effetto.
Poi, esattamente quando arrivammo ai nostri posti la gente cominciò ad urlare, probabilmente il concerto stava per cominciare. Così Lize mi levò la benda sorridendomi per lasciarmi ammirare l'enorme palco che potevo toccare con le dita. Si poteva dire che eravamo sul palco,talmente eravamo vicine. Le luci si abbassarono, alimentando così le urla delle ragazze in delirio.
Mi voltai verso la folla e un cartello sbucò dal buio: 'ONE DIRECTION'. Il cuore perse tutti i suoi battiti e il corpo s'irrigidì di scatto. Ero diventata incapace di muovermi.
Il palco s'illuminò d'un tratto e una melodia decisamente conosciuta s'innalzò sempre più insistente. Poi uscirono sul palco scompigliando decisamente l'ordine dell'Arena.
Lo vidi, con il microfono tra le mani, una maglietta bianca, un paio di jeans e il sorriso di cui mi ero innamorata. Di cui sono innamorata. Incominciai a piangere e quando Lize mi notò pensò che fosse stata l'emozione del vederli: non sapeva che quella sul palco era la persona che amavo di più al mondo.
Liam cominciò ad intonare le note di Last First Kiss che casualmente era la nostra canzone.
Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, non riuscivo a smettere di pensare di quanto mi ero illusa nel credere di poterlo finalmente dimenticare, di poter vivere senza di lui.
'Girl what would you do? Would you wanna stay if i were to say.' intonò a gran voce spostando gli occhi da una parte all'altra del pubblico.
Poi si bloccò di scatto. Spalancò la bocca quando i nostri occhi si incontrarono. Gli altri ragazzi cantavano scioltamente, vagando da una parte all'altra del palco,mentre Harry era completamente immobile e perso nei miei occhi. Arrivò il momento in cui toccava a lui cantare, ma non gli uscì nemmeno un suono. Ma Louis prontamente lo sostituì,prendendo in mano la situazione. Così decisi che era meglio andarmene. Cominciai a farmi spazio tra la folla per raggiungere l'uscita,con gli occhi annebbiati dalle lacrime. Poi sentii la melodia farsi sempre più vicina,finché mi voltai.
Harry era esattamente alle mie spalle che  con il microfono tra le mani e gli occhi pieni di lacrime cantava: 'I wanna be last yeah, baby let me be your last, your last first kiss.'
Lasciai che le lacrime di gioia e nostalgia cadessero sulle mie guance come fiumi in piena. Quella volta diedi retta al cuore e mi buttai fra le sue braccia. Anche Harry piangeva e il mondo sembrò azzerarsi. Quando si sciolse dall'abbraccio diede un'occhiata al palco dove Zayn urlò a gran voce ' Vai Harry vai!'. Così lui mi prese per mano e uscimmo dall'arena,trovandoci sotto una New York innevata come non mai. La neve cadeva impertinente sui nostri volti sorridenti, che non potevano fare a meno di guardarsi come per studiare ogni dettaglio dei nostri volti, per imprimerli nella mente e non scordarli più. 'Mi sei mancata tantissimo tesoro mio.' mi disse Harry prendendomi il volto pieno di lacrime tra le mani.
'Perché l'hai fatto Harry? Perché mi hai lasciato?' gli chiesi mentre la neve si mischiava con le lacrime.
'L'ho fatto per proteggerti amore mio.' mi disse. Mi raccontò della Modest, delle minacce ricevute, di quanta paura avesse avuto e di quanto avesse sofferto per colpa dell'incidente.
'Oddio..quindi tu..tu l'hai fatto per proteggermi?' dissi con gli occhi sbarrati. Non potevo credere che quella gente malvagia avesse ricattato così schifosamente Harry.
'Si amore mio..non sapevo che cosa fare..non avrei sopportato che tormentassero anche te piazzando il tuo passato in prima pagina. Poi quando venni a trovarti in ospedale..'
'Cosa? Tu sei venuto?' gli chiesi incredula dalle rivelazioni che stavo scoprendo a poco a poco.
'Certo amore. Da dove credi che provenga il braccialetto che porti al polso?' disse prendendomi il braccio destro tra le mani.
'Non hai idea di quanto io  ti ami, Harold Edward Styles.'
'Io di più. I wanna be last yeah, baby let me be your last, your last first kiss.' disse appoggiando le sue labbra sulle mie, mentre la neve sfiorava i nostri visi innamorati.

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Capitolo 16
*** Ringraziamenti. ***


Non mi piacciono molto gli addii, preferisco pronunciare sonori arrivederci.
La storia di Harry e Madison, dopo tanti ostacoli si conclude con un lietofine. Spero che questa fan fiction vi abbia fatto provare qualche emozione.
Spero che abbiate partecipato con il cuore alle sciagure e alle gioie di Harry e Madison, spero di avervi coinvolte e di avervi in qualche modo fatto affezionare alla loro storia e alla loro vita.
Spero che avrò tempo a disposizione per cominciare al più presto una nuova storia , dove i protagonisti saranno sempre i miei meravigliosi idoli.
Ci tengo a ringraziare tutte quelle persone che hanno dedicato tempo e cuore a questo scritto, alle persone che mi hanno seguito fino a qui e che hanno lasciato una piccola recensione in cui dicevano di apprezzare il mio lavoro. Siete state davvero meravigliose e gentili e mi avete dato la voglia di portare Harry e Madison fino alla fine.
Vi ringrazio di cuore.
A presto.
Micaela xx

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