Senki.

di Lady_SoulEater
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Starbucks. ***
Capitolo 2: *** Starbucks pt.2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo. ***
Capitolo 4: *** Vortha Otornasse. ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto. ***



Capitolo 1
*** Starbucks. ***


Kendra aveva i capelli corti e corvini, la carnagione chiara e gli occhi di un marrone delicato. Occhi incantevoli. Occhi che trasmettevano mille emozioni.
Era alta più o meno quanto tre mele messe l'una sull'altra.
Era timida e riservata. Preferiva stare al suo posto, nell'anonimato. Ma, tanto per farlo a posta,aveva la strana ossessione di voler essere ricordata.
A Londra nevicava.
E Kendra era felice.
Decisamente felice.
Sorrise e mentre aveva il volto alzato, a guardare i nuvoloni minacciosi che avvolgevano la città, un piccolo fiocco di neve le si posò sul naso.
Si trovava davanti ad uno starbucks. Spinse la porta ed entrò.
C'era un chiacchiericcio in sottofondo. Ordinò una cioccolata calda e si sedette in un tavolino appartato, sperando di non attirare troppo l'attenzione.
Soffiò sul liquido caldo, e si bruciò la gola bevendo.
Prese la grande borsa che portava con sè e ci frugò dentro.
Non le era mai sembrata così immensa.
Dopo parecchi minuti trovò quello che cercava. Lo alzò trionfante emettendo un piccolo urletto di gioia. Si ricordò di non essere sola quando un colpo di tosse chiamò la sua attenzione.
Un ragazzo, dai tratti orientali le stava davanti, rosso in volto.
Kendra rimase colpita dal sorriso, era davvero dolce, e la fece arrossire
-posso sedermi?- chiese. Kendra annuì e accennò un sorriso.
Il ragazzo si sedette davanti a lei.
Era nervoso e tra le mani stringeva una tazza di cioccolata calda.
Si morse il labbro e Kendra, arrossendo, non potè far altro che pensare che era molto carino.



Ciaaaao, sono Melissa
Sono tornata con una storia completamente diversa, che tratta di cose completamente diverse.LOL.
Non so da dove diamine mi è uscita, maaa è qui.
E' molto corto, lo so, ma è solo il prologo. uu
Pubblicerò il prossimo capitolo dopo un certo numero di recensioni....in caso che non ci siano...in caso di un certo numero di visualizzazioni, se non ci sono neanche quelle....beh, quando finisco di scrivere il prossimo.
Non so ancora come chiamare la storia, lo cambierò più tardi..
Bye, Melissa. <3

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Capitolo 2
*** Starbucks pt.2 ***


Era nervoso e tra le mani stringeva una tazza di cioccolata calda.
Si morse il labbro e Kendra, arrossendo, non potè far altro che pensare che era molto carino.
-Mi chiamo Doi- cominciò lui, sorridendo.
Kendra si sentì sciogliere.
-Ma...- il ragazzo abbassò la voce - dalle mie parte mi chiamano Lotë*-.
Subito la ragazza, senza saperne il motivo, pensò alla neve, che scendeva, fuori.
Bianca, candida e gelida..
-Come la neve- sussurrò, prima di rendersi conto di quello che aveva detto.
Si mise una mano sulla bocca, per impedire che altre parole uscissero.
Ma Doi sembrò soddisfatto -Esattamente, sei proprio tu, Ri'u*-
Ri'u? Alla ragazza sembrava familiare, ma ogni secondo che passava sentiva montare dentro l'ansia -non capisco..- balbettò.
-Ti faccio vedere un posto, vieni con me- disse il ragazzo, sorridendo.
Si alzò e le porse la mano.
-Non credo che sia una buona idea, Doi. E' tardi e fa già buio. Devo tornare a casa.- pensò frenetica ad una scusa -i miei saranno preoccupati.- abbassò lo sguardo sulla tazza ancora piena e sul libro che tanto aveva faticato a trovare dentro l'immensa borsa. 'Elfi'. Lei li aveva sempre amati.
Il ragazzo seguì il suo sguardo e appena notò il libro sorrise.
-So di te, Ri'u. I tuoi non li conosci, sei stata adottata e vivi da sola da qualche mese, è vero?-
Kendra alzò lo sguardo battendo velocemente le palpebre.
Le pizzicarono gli occhi.
Era prossima alle lacrime.
-Come...come fai a sapere tutto questo? CHI SEI?- alzò la voce, ma si pentì quando gli sguardi delle persone presenti nel bar si posarono su di lei.
Arrossì ancora.
-Se vieni con me, ti mostrerò..non ti succederà nulla e tornerai presto a casa non ti farò nulla. E' una promessa...Ar an weere*-.
Qualcosa nello sguardo del ragazzo, o forse le parole che aveva pronunciato, la convinsero.
-Va bene..ma aspetta. Voglio finire la mia tazza di cioccolata- per lei era un lusso mangiare o bere qualcosa fuori orario, ormai.
Quando si era trasferita aveva deciso di essere indipendente.
Voleva fare l'attrice, a teatro. Ma a quanto pare, nessuno la reputava brava.
Doi annuì e rimase ad aspettarla. Continuava a tirarsi un berretto di lana sulla testa, cercando di coprirsi il più possibile.
Finalmente la ragazza si alzò. Raccolse le sue cose e, senza una parola, si incamminò verso l'uscita, seguita da Doi.

* Lotë= neve
  Ri'u= ricordo
  Ar an weere= è una promessa

in teoria sono tradotte in elfico(?) le ho prese da un sito, che vi pubblicherò al più presto.

Ciauuu!
Non mi sono fatta spettare, eh? LOL
Scuuuuusaaaaaaaate...è davvero cortissimo. Cercherò di farmi perdonare nei prossimi capitoli!
Comunque, non so ancora come chiamare la storia D:
Ma vabby...a primo impatto come vi sembra Doi? e Melissa?
Ammetto di aver scritto questa storia perchè la mia vita è troppo noiosa LOOL
Alla prossima!

ps. mi immagino Doi così... http://weheartit.com/entry/47983714/via/express999
Pubblicerò il prossimo capitolo dopo un certo numero di recensioni....in caso che non ci siano...in caso di un certo numero di visualizzazioni, se non ci sono neanche quelle....beh, quando finisco di scrivere il prossimo.

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Capitolo 3
*** Capitolo terzo. ***








C'era qualcosa in quelle piccole parole, che Kendra aveva capito anche senza aver mai sentito prima quella lingua, fatta di fruscii e sussurri, che la portava a dare ascolto alle parole del ragazzo.
Contro la suo volontà.
Sbuffando, cercò di stare dietro ai passi delle lunghe gambe del ragazzo.
-Mi dici dove stiamo andando?- cercò di richiamare la sua attenzione.
-No.- il ragazzo la guardò e sorrise.
Sbuffò ancora. Piantò i piedi per terra.
-Hylia!*- sussurrò il ragazzo.
I piedi di lei ricominciarono a muoversi. Rabbrividì.
Doi sembrava teso e nervoso.
Senza preavviso la prese per il braccio e la trascinò in un vicoletto.
'Ecco cosa succede ad andare con gli sconosciuti'.
Cercò di liberarsi dalla stretta, senza risultati.
Stava per urlare, quando il ragazzo la poggio al muro e le mise una mano sulla bocca.
Lei sussultò, la parete era ghiacciata e bagnata.
-Din vinya!* Yee.*- le sussurrò. Le labbra di Ri'u si sigillarono e il ragazzo sorrise, divertito.
La guardò negli occhi, intensamente.
La ragazza non potè far altro che ammettere a sè stessa che erano bellissimi.
Qualche minuto prima, al bar, le erano sembrati grigi.
Lui sbattè le palpebre. Il tempo di un secondo. Chiuse e aprì gli occhi. E per un secondo, neanche mezzo, vide le pupille allungarsi e restringersi come quelle di un gatto.
Poi tornarono normali.
O quasi.
Infatti, Kendra notò, ancora più stupefatta, che erano più scuri. Grigi, sì. Ma più scuri di prima.
Sbattè ancora le palpebre. Ancora più scuri.
Lui sorrise, divertito dallo stupore perfettamente percepibile nei sui occhi.
-E non hai ancora visto il resto..- le sorrise, a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
La ragazza era spaventata.
Il ragazzo profumava di muschio.
Rabbrividì.
Che voleva dire?
Lui rise, ancora.
Lei arrossì, e cerco di allontanarlo.
Non ci riuscì.
Il ragazzo si tolse la cuffietta che da prima continuava a spingersi sulla testa fino a poco prima.
Orecchie. Da gatto. Sì. Proprio così.
Delle morbide orecchie da gatto, sulla sua testa ricoperta da meravigliosi capelli biondi.
-Fammi indovinare....hai anche la coda?- sussurrò lei.
Sperando in un 'no' e in un 'era solo uno scherzo! Ci sei cascata!' Poi lui avrebbe riso, la avrebbe stretto in un abbraccio. I cameraman e le loro video camere sarebbero uscite da tutti gli angoli, ridendo fragorosamente. Il giorno dopo lei sarebbe andata in televisione. Poteva sentire le risate, il rossore che le saliva nelle guance per l'imbarazzo.
-Si- le sussurrò, sorridendo.
Lei chiuse gli occhi. Prese un grande respiro.
Lui le prese la mano.
-è uno scherzo? Ti prego. Ho bisogno di sentirmi dire che è uno scherzo.-
La mano le bruciò. Come se un coltello l'avesse tagliata.
Aprì gli occhi.
Effetivamente, un coltello, che ora Doi stava pulendo con l'interno della felpa, le aveva lasciato un taglio, il sangue le scorreva sul palmo della mano.
-CHE HAI FATTO?- il mondo cominciò a girare vorticosamente.
-Nulla..capirai se mi ascolti- Lui la scosse per le spalle, preoccupato.
La ragazza ormai non riusciva più a ricordare come si respirava.
Le sembrava di avere del ghiaccio che le scorreva in tutto il corpo.
Si sentì mancare. Le girava la testa. Aveva freddo. Cominciò a tremare.
-Doi...- sussurrò.
-Apri gli occhi! DANNAZIONE.-
Lei ci provò.
Lui la scosse ancora.
Gli occhi le si chiudevano.
Finalmente, con difficoltà, riuscì a riempire i polmoni d'aria.
Vedeva sfocato.
Sbattè le palpebre ripetutamente. Finchè non riuscì a vedere una per una le striature degli occhi del ragazzo. Si stupì di trovarli leggermente lucidi.
-Stai meglio? Abbiamo poco tempo- la informò lui, sbrigativo.
Dalla tasca prese una scatola, la aprì. C'era un pugnale.
Aveva il manico in avorio, senza intarsi.
Ma la lama.....Ri'u non aveva mai visto qualcosa di simile.
-La lama è stata lavorata dai nani. E' uno speciale metallo che si trova solo nelle loro miniere. In generale ne fanno poche all'anno. Sei fortunata. Si chiama Senki.-
Lui sorrise. Lei no.
Aveva una paura matte.
Il cuore le batteva forte.
Sarebbe morta.
Lo sapeva.
La lama era bianca, opaca. Bellissima.
Le passò sulla lama di piatto sulla ferita.
Il metallo bianco era gelido al tatto.
Come se l'avessero lasciato per giorni sotto la neve. Solo che non si riscaldò.
Quando lui le fece togliere la mano  le gocce di sangue vennero assorbite, senza lasciar traccia, e la ferita si rimarginó, lasciando solo una piccola cicatrice rosa.
Ma cominciò ad emanare qualcosa....di oscuro e potente.
Kendra lo sentì.
Dopo un primo brivido di disagio, però la sensazione cominciò a renderla più sicura.
Lo prese in mano.
Solo allora mi accorsi che Doi tremava. Guardava il pugnale con disgusto e terrore.
-E' un pugnale molto pericoloso. Con questo...un taglietto....e sei morto..il tuo sangue...con il tuo sangue non ti può fare nulla. Il veleno non entra in azione.-
Era proprio sconvolto.
-E' tuo.- si allontanò.
La ragazza non riusciva ancora a spiccicare parola.
-E' stupendo...- riuscì a sussurrare, senza alzare lo sguardo dalla lama. Lo sentiva pulsare, come se fosse vivo. Vide un liquido scuro scorrere al suo interno. Era forse il veleno di cui lo sconosciuto aveva parlato?
Lui non rispose.
Lo sentiva suo. Parte di sè.
Sorrise. Un sorriso incerto, che pareva una smorfia.
Dimenticò le orecchie da gatto, gli occhi, il freddo, la paura.
-sta indetro..- le sussurrò.
Alzò lo sguardo.
Lui le dava le spalle.
Si allungò per vedere oltre la sua alta spalla.
Due figure alte, massiccie e incapucciate si avvicinavano dalla fine del vicolo.

***
Seguimi-Hylia
Ascolta!-Yee
Zitto Din-vinya



ZAAAU.
eccomi, dopo taaaaaaaanto.
Si scusatemi ee
Aaaaalloraaa, vi lascio il sito che vi avevo promesso..
Alcuni termini (tipo Hylia=seguire cambiato in Hylia=seguimi) li ho cambiati, perchè non li trovavo..
Beeene, ditemi cosa ne pensate.
Ah, pensavo di chiamare la FF 'Senki', cosa ne pensateee?
Grazie per le recensioni, ogni volta che le vedo sono tipo 'urfjdfhjikjxms' HAHAAH
So che per voi era un po' strano che va con il primo che passa...così ho provato a spiegare meglio perchè lo segue..
Dizionario elfico: http://flame.altervista.org/flame_dizionarioelfico2.html

<3

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Capitolo 4
*** Vortha Otornasse. ***


Si allungò per vedere oltre la sua alta spalla.
Due figure alte, massiccie e incapucciate si avvicinavano dalla fine del vicolo.

Si avvicinarono lentamente.
Dei lunghi mantelli neri li coprivano da capo a piedi, ondeggiando ad ogni passo, frusciando.
I capucci oscuravano il volto.
Il leggero strato di neve che si era posato, al loro passaggio, si scioglieva.
Un odore di marcio li precedeva.
-Vortha Otornasse*- sussurrò Doi.
-Si. Siamo noi, piccolo Lotë- sussurrò uno.
Come se stesse parlando ad un moribondo.
Odiato, ma moribondo.
Come la maledizione sussurrata.
-Il piccolo Lotë e la sua amata mezza elfa. Sei riuscita a trovarla, finalmente. Ma ora piccola Ri'u Hitjasdaughter, morirai. Come sono morti i tuoi genitori.-
Si abbandonarono in risate sguaiate, che non avevano a che fare con i sussurri precedenti.
Ma non avevano nulla a che fare con le risate.
Fredde, gelide.
Sembrava lacerassero le carni, come mille aghi.
Uno dei due fece un passo avanti.
Alzò la mano, continuando a ridere, per poi calara.
Doi tremò e cadde sulle ginocchia.
La ragazza stringeva convulsamente Senki tra le mani, vicino al petto.
Sentiva il pugnale gelato battere come il cuore di un uccellino.
Abassò gli occhi a guardarlo.
Brillava.
Chiuse gli occhi.
Adrenalina.
Adrenalina.
Buio.
Urla.
Una bambina paffuta che cantava sotto un limone.
Fuoco.
Un bambino che correva verso il limone.
Urla.
'Ri'u....i tuoi genitori.....'
'NO!'
Sangue.
Quando riaprì gli occhi stava in piedi davanti a due cadaveri.
I mantelli neri andavano a fuoco.
In una mano stringeva Senki.
Nell'altra un cuore.
Un piccolo cuore nero, morto.
Era sporca di sangue non suo.
Strizzò l'organo vitale con rabbia.
Un ragazzo la scosse dalla spalla.
Chi era?

                        "Orecchie a punta, baffi e una piccola coda da gatto......"

Canzoni.
Risate ovattate.
Risate che vivono solo nei ricordi.
Un bambino che correva verso di lei.
Scuoteva le braccia.
Ora qualcuno scuoteva lei.
- Lotë? Sei tu?- sussurrò lei.
-Si, Ri'u...sono io. Sono qui!-
-Cosa ho fatto, Lotë?-
Lui non rispose.
Buio.


*Vortha Otornasse= fratellanza della morte

Uuuh, ciau
Si, ho aggiornato(?)
Ok, non so che dire, uau.
HAHAHA
Quindi che ne dite di chiamare la storia Senki?
La devo smettere di sniffare cacca di unicorno.
Sto male.
Comunque, cosa ne pensate? Non faccio in tempo a rileggere!
Avvertitemi se ci sono (o)errori!
Pubblicherò il prossimo capitolo dopo un certo numero di recensioni....in caso che non ci siano...in caso di un certo numero di visualizzazioni, se non ci sono neanche quelle....be', quando finisco di scrivere il prossimo.
<3

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Capitolo 5
*** Capitolo quinto. ***


Capitlo cinque.

L'aria del mattino che entrava dalla finestra spalancata la svegliò, come una dolce carezza sulle braccia scoperte.
La ragazza si stiracchiò, avvolta nelle coperte vaporose.
Il vociare e i passi della gente proveniente dall'esterno animavano la stanza.
Socchiuse gli occhi, immaginandosi già i poster, cadenti dal soffitto, invece la accolse, nel suo abbagliante candore, un soffito bianco.
Spalancò gli occhi, spaventata, e si mise a sedere.
La stanza in cui si trovava era bianca, quasi accecante alla luce del primo mattino, rotonda.
Il letto su cui stava seduta era affiancato da un comodino, su cui era poggiato Senki, luccicante, fremente di sete di sangue. Una enorme finestra e un armadio di legno bianco occupavano lo spazio restante.
Questa scena le sembrava quasi familiare.
Anzi, si ritrovò ad associare quella strana atmosfera, e fino ad ora sconosciuta, alla sua infanzia.
Ancora avvolta nelle bianche lenzuola (ma era tutto bianco?) si massaggiò le tempie.
Cominciò a ricordare quello che era successo.
Gli incappucciati.

Una bambina paffutella, con gli occhi a mandorla e lucenti capelli neri raccolti in una treccia, stava seduta sotto l'ombra di un limone, cantando una dolce melodia, sbagliando le parole e ridacchiando, sola.
Due figure nere scesero dal cielo.
Probabilmente non si accorsero neanche della sua presenza.
Avevano piccoli occhi lucenti, ciechi, e lunghi becchi al posto della bocca.
Si coprirono il capo con il cappuccio del mantello.
La piccola interruppe il suo canto, curiosa.
I due entrarono nella sua casa, ma lei, abituata alle numerose visite che ricevevano i loro genitori, non ci fece caso.
Un bambino minuto correva nella sua direzione, urlando il suo nome: -Ri'u! Ri'u!-
Lei sorrise, dimenticandosi delle visite e aspettò che arrivasse.
-Lotë?- chiese lei sorridendo quando lui, sfinito, si buttò sotto l'ombra del limone, cercando di riprendere fiato.
Dopo parecchi minuti lui si mise seduto, ancora rosso in volto, con i baffetti da gatto che cominciavano a crescere frementi e la coda scattante.
-Vieni con me? Ho trovato una casetta abbandonata ai piedi della Amma*!- detto questo, neanche la fece replicare, le tirò la mano e la trascinò verso il bosco.

Scostò le lenzuola, scocciata.
Si accorse di non avere nulla addosso, a parte una canottiera.
Rabbrividendo, girò intorno al letto, trovando, a terra, dei vestiti spiegazzati.
Probabilmente erano stati posati sul letto mentre dormiva ma erano stati buttati giù dai suoi bruschi movimenti nel sonno.
Raccolse una leggera tunica azzurra e se la infilò, sperando che alleviassero quella sensazione di gelo causata dai ricordi.
Vestita si sedette nuovamente sul letto.
Prese il pugnale d'avorio.
Gelido pure quello.
Lo sentì palpitare nelle sue mani, chiudendo gli occhi giurò di vederlo brillare. Lì come una presenza oscura...ma benevola nei suoi confronti.
Si spogliò nuovamente e squarciò la canottiera, ricavandone una lunga striscia che si legò in vita.
Arrotolò il resto della tela maltrattata intorno alla lama per evitare di tagliarsi e infilò il tutto tra la striscia di tessuto e la pelle. Sentiva il metallo gelato pure così.
Si infilò nuovamente la tunica, notando un leggero rigonfiamento all'altezza del pugnale. Decisa ad ignorarlo si guardò intorno, diede una sistemata al letto stravolto e uscì, chiudendosi la porta alle spalle il più silenziosamente possibile.
Un piccolo atrio, bianco anche questo, la accolse.
Era tutto terribilmente vuoto e abbagliante nella luce del sole che filtrava dalle tende delle enormi finestre.
'Che posto strano..mi sembra di trovarmi nel limbo' pensò mentre attraversava in lunghi passi l'atrio.
L'unica cosa che si trovava in quella stanza, a parte la porta che aveva appena attraversato, era un'altra porta.
Grande e scura. In netto contrasto con tutto il resto. Sembrava stonare nell'immacolato candore di quel luogo.
La aprì decisa e se la chiuse alle spalle, con lo sguardo basso per la luce accecante del sole.
Avanzò, ma alzando lo sguardo per scegliere la direzione in cui incamminarsi, rimase scioccata, tanto che fece qualche passo all'indietro.
Creature di ogni tipo passavano per la strada, ognuno seguendo la propria linea immaginaria, o vagando senza una una destinazione.
Vide ragazzi e ragazze con fiamme vive ai posto dei capelli, o uomini e donne alti e flessuosi, con lunghi capelli lisci raccolti con strisce di cuoio, che si muovevano in modo aggraziato. Le sopracciglia alte, gli occhi a mandorla e le orecchie a punta. Vide gatti, che le ricordavano Doi. Per un secondo si chiese dove lui fosse, ma venne distratta subito dagli esseri.
Una fenice le passò sopra la testa. Sollevando gli occhi vide che, al disopra di alti palazzi di marmo antico, un'altra città stava sospesa nell'aria, le case collegate da ponti di corda.
Lì si aggiravano creature con grandi ali candide, ali di farfalle, ali di pipistrello, ali di corvo.
Il sole venne oscurato da un'enorme drago verde, che passeggiava per i cieli.
Qualcosa le toccò la gamba. Spaventata, Ri'u, si scansò, ma abbassando gli occhi notò che era stata una volpe argentata con più code che la annusava curiosa. Si sedette sulle zampe posteriori e la osservò con occhi persino troppo intelligenti per essere animali.
Si chinò per toccarle la testa, combattendo contro il fastidio che le recava i pugnale al fianco
Solo sfiorando la sua morbida pelliccia, sentì una fitta alla testa.
Ma cosí com'era venuto, il dolore era andato via.
Le lasció, peró, una strana sensazione, come se qualcuno fosse dentro di lei, dentro la sua testa.
'Amarath'.




Da quand'è che non aggiorno? LOL
Scusatemi, Ditemi se vi piace! *3*
So che è cortissimo cwc
Mi sono impegnata più che negli altri capitoli e devo dire che ne sono fiera hfdjidksj
Vado avanti ad un certo numero di recensioni uu
-Mel

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