Airplane

di Iteh in heaven
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Airplane ***
Capitolo 2: *** Airplane part 2 ***



Capitolo 1
*** Airplane ***


Airplane

 

 

Passeggiava sorseggiando il suo caffè per le vie di New York, come sempre Jared gli aveva chiesto di accompagnarlo per andare a trovare Terry e come sempre solo lui era rimasto a fare i soliti scatti. Fioccava, il giubbotto di pelle era umido e non aveva completamente voglia di pensare dove mettere i piedi o stare attento a scansare le persone. Era un periodo della sua vita in cui non voleva neanche guardarsi allo specchio per vedere a che punto era arrivata la sua barba o fino a che punto i suoi capelli dovevano allungare. Era stufo di pensare alla sua immagine esteriore, ma era più che pronto ad affrontare i primi cambiamenti del suo carattere, voleva affrontare qualcosa di più importante, sperando anche che fosse significativo per la sua vita.

Prese il cellulare e notò alcune chiamate perse da parte di suo fratello, lesse uno degli ultimi messaggi e si preparò mentalmente per il ritorno a LA, la città pronta a tormentarlo e che gli teneva sempre fresco il ricordo della vita delle star.

 

 

 

 

 

 

 

L'aeroporto non era molto pieno, fuori nevicava sempre più forte e il gelo era aumentato. Jared tornò irritato mentre teneva i biglietti in mano confrontandoli, gliene porse uno e si sedette elegantemente sulla sedia di metallo.

-Abbiamo posti differenti, erano quasi tutti pieni e qua non c'è nessuno!-borbottò incrociando le braccia al petto con fare buffo.

E poi come un piccolo lampo nel cielo, la vide che correva trascinandosi dietro un piccolo trolley grigio, tenendo a penzoloni un libro con la copertina celeste. Ogni suo passo sembrava leggere, aggraziato e pieno di musica, quella ragazza senza saperlo sprigionava un'energia che lo stava percorrendo. I lunghi capelli castani le ricadevano lungo la schiena coperta da un maglione di un grigio chiaro. Un bocca carnosa che tentava i baci e degli occhi di un colore indefinito, un colore che solo pasticciando mille colori si poteva ottenere. Si alzò senza un motivo e prese la macchina fotografica mentre il fratello cercava di raccogliere alla rinfusa le sue borse. La seguì e si imbarcò senza pensare alle sue azioni, ma non sentendo le lamentele del fratello capì che era la direzione giusta da prendere. La vide salire sull'aereo e prima di sedersi si legò i capelli lasciando scoperto il collo perfetto, le sue curve erano arte ai suoi occhi. Controllò svogliatamente il biglietto e ogni volta che scorreva di un posto il suo cuore scalpitava dolcemente. Si sedette e cercò di controllare il respiro, dandosi dello stupido.

-Ti senti bene? Sai non sono un'esperta di queste situazioni, ma devi respirare-disse la ragazza con una voce armoniosa gesticolando non sapendo cosa fare per aiutarlo.

-Tranquilla, tra un po' passa. Sono abituato a queste procedure pre-volo-ci scherzò sopra Shannon sorridendole, incrociò i suoi occhi incantevoli in quel momento di un verde chiaro. Notò il piccolo blocco che aveva scambiato per un libro e fece un cenno -Scrivi?-

-No, faccio recensioni di libri-spiegò la mora senza abbandonare quel sorriso così ottimista che metteva il buon umore -Che sbadata, piacere Kathrin-

-Shannon-ricambiò la stretta di mano, la dolce ragazza con un nome elegante aveva una mano bianca affusolata con un piccolo anellino nell'anulare.

-Indovino...sei un musicista che torna nella sua dolce città caotica-raccontò lei cercando qualcosa dentro la borsa nera con le cinghie dorate.

-Indovino...sai già chi sono-disse Shannon osservando i suoi movimenti, fotografandoli come se fosse l'ultima volta.

-Beh non posso non sapere, senza informarmi, che band evitare-scherzò la mora sorridendogli e Shannon poté notare i suoi occhi brillare diventato più chiari, senza volerlo sorrise anche lui. L'hostess chiese di mettere le cinture ed iniziarono a decollare lentamente, Jared in qualche fila più avanti stava scrivendo qualcosa al computer. Kathrine stava guardando fuori dal finestrino, la testa appoggiata alla mano e una che picchiettava sulla coscia silenziosamente.

-Tutto bene?-le chiese Shannon slacciandosi la cintura di sicurezza prima del previsto.

-Non te la puoi togliere! Ancora non è andato via il segnale-commentò la ragazza indicando il piccolo sensore sopra le loro teste.

-Le regole sono fatte per essere violate, no?-ribatté il batterista sfoggiando uno splendido sorriso sghembo che fece arrossire la mora.

-Non quando c'è in gioco la salute delle persone, e se per caso al pilota viene un calo di sonno e sbandiamo? Tu verrai disperso nell'aria e chissà cosa ti accadrà-farneticò lei con gli occhi più aperti del solito, Shannon rise facendola imbronciare.

-Non si può sbandare con un areo, si può perdere quota-la schernì divertito scostandole una ciocca dal volto senza pensarci.

-Non prendermi in giro, non sto scherzando sulla tua barba o sui tuoi capelli-disse Kathrine sorridendo puntandogli un dito sul petto muscoloso.

-Sono così brutti?-cercò di fare l'offeso non riuscendoci bene, la mora gli tolse il capello e gli passò la mano fra i capelli, sicura di se e senza timore negli occhi.

-Non sono i capelli a farmi giudicare una persona, se piacciono a te non occorre che piacciono a qualcun altro- rispose la ragazza mettendosi il cappello dell'altro -Mi sta bene?-

-Perfetta-rispose lui accendendo la macchina fotografica, tolse il flash e scattò varie foto alla ragazza che assumeva pose sempre più buffe, poi gliela rubò e la situazione si rigirò. Scattarono anche foto insieme, loro due sorridenti, lei che gli baciava la guancia e pose sempre più assurde.

A metà viaggio presero l'ipod della ragazza, iniziarono ad ascoltare musica, alcune canzoni di Frank Sinatra che furono apprezzate dal batterista, alcune canzoni dei Pink Floid, Led Zeppelin e altre ancora.

-Sono stanca-sbadigliò Kathrine scivolando leggermente lungo il sedile e inclinò la testa per poggiarla sulla spalla del batterista che le passò un braccio dietro accarezzandole i capelli -Sai Shannon, sei la persona con cui abbia passato più tempo-

-Penso che questa sia una piccola bugia-le disse all'orecchio facendola rabbrividire, la ragazza si alzò e lo guardò intensamente con la testa leggermente inclinata di lato.

-Non mi credi? So che posso sembrare una ragazza che andrebbe con tutti, ma non è vero. Non mi avvicino quasi mai ai ragazzi, specialmente a quelli che sono molto più grandi di me-disse Katherine con gli occhi un po' lucidi.

-Credi nei colpi di fulmine, Kathrine?-le chiese il batterista portando la mano sulla guancia di quella che lo guardava immobile scuotendo la testa. Shannon si avvicino di più e vide gli occhi della ragazza socchiudersi pronta per ricevere qualcosa, come previsto poggiò le sue labbra su quelle morbide della ragazza che gli poggiò la mano sul petto, fu un semplice bacio che li fece rabbrividire, un qualcosa che li fece unire per qualche minuto.

Rimasero a guardarsi per qualche secondo in più, lei abbassò lo sguardo portandosi alcune ciocche dietro l'orecchio e si appoggiò al sedile socchiudendo gli occhi. Shannon, dall'altra parte, stava morendo dietro per l'elettricità che gli aveva percorso tutta la schiena spingendolo quasi a trattenerla in quel bacio che sarebbe diventato famelico.

-Dove vivi Shan?-chiese la ragazza guardandolo ancora con quello sguardo così desideroso di informazioni.

-A Los Angeles, New York. Spesso sono queste le città in cui stiamo-spiegò Shannon accarezzandole la mano che aveva lasciato sul bracciolo.

-Vai mai da tua madre?-gli chiese toccandogli con un dito la piccola triad dietro l'orecchio -E' molto affascinante questo-

-Lo so. Per le festività, quando ci troviamo nei paraggi-rispose Shannon sorridendo spensierato, quella ragazza gli faceva smettere di pensare a qualsiasi cosa, lo tranquillizzava -Tu non sei americana-

-Si vede tanto?-rispose tranquillamente la mora alzando gli occhi verso il batterista che annuì divertito -Francese, signor Leto-

-Mi fai sentire tanto vecchio. Quanti anni hai?-domandò ancora annotandosi ogni informazione nella mente.

-24, sono troppo piccola?-chiese Kathrine passandogli un dito sulla barba che le creava una piacevole sensazione.

-Ci leviamo un bel po' di anni-disse solamente baciandole il dito che stava passando il contorno delle sue labbra.

-Sei vecchio e basso. Che cosa brutta. Come ci si sente?-chiese Kathrine ridendo, Shannon strabuzzò gli occhi ed iniziò a farle il solletico per fargliela pagare.

Passarono le ore così, a scherzare, un po' a dormire, a parlare e a farsi domande sulla vita privata. Poi arrivò il momento più brutto, la discesa, la brutta sensazione della perdita, del cambiamento. Kathrine era rimasta per tutta la discesa a guardare il vuoto con un dito vicino alla bocca e la mano che tamburellava il bracciolo vicino Shannon. Il batterista le fermò la mano intrecciandola con la sua e le sorrise cercando di rassicurarla.

-Paura della discesa?-le chiese sapendo in sé che la sua paura non era quella della discesa.

-Non mi preoccupa la discesa, mi preoccupa cosa verrà dopo l'atterraggio-confessò la mora confermano i pensieri dell'altro che abbassò lo sguardo pensieroso -Finisce qua tutto?-

-Vuoi che finisca qua?-domandò leggermente confuso facendole girare il viso verso di lui.

-Non voglio, voglio continuare qualsiasi cosa sia nata in questo aereo-disse freneticamente portandogli una mano sulla guancia, insinuò una mano fra i suoi capelli e lo baciò di nuovo. Ma questa volta il bacio era più frenetico, più voglioso, pieno di passione e desideri nascosti.

Si staccarono, si slacciarono la cintura e seguirono tutti gli altri passeggeri verso l'uscita, quando entrarono nell'aeroporto si ritrovarono Jared con le braccia conserte e la faccia sospettosa.

-Suppongo che eravate voi a fare tutto quel rumore in aereo, mentre le persone cercavano di dormire-li rimproverò il cantante guardandoli torvo.

-Tu invece sei il cantante che si spoglia durante i concerti-disse Kathrine indicandolo con un sorrisetto divertito e impertinente, Jared aggrottò le sopracciglia -Piacere Katherine-

-Ovviamente sai già come mi chiamo-borbottò il cantante ricambiando la stretta della ragazza. Shannon da dietro gli sorrise e aspettarono l'arrivo dei bagagli.

 

 

 

 

 

Jared aveva deciso di prendere un taxi da solo, aveva salutato educatamente Kathrine e si era avviato verso casa. Shannon e Kathrin erano fermi davanti casa della mora con il taxista irritato dentro la macchina.

-Ti va di venire a casa mia? Una notte soltanto-disse Shannon accarezzandole il braccio, poi si rese conto della sua richiesta-Per dormire pacificamente, abbiamo diverse stanze, oppure vieni soltanto a cenare e poi ti riaccompagno, o se vuoi andare a cen—Zitto Shannon, vengo con te. Dammi solo cinque minuti per cambiarmi-

La ragazza prese il bagaglio e si avviò verso la sua abitazione, passarono cinque minuti precisi e scese con nuovi vestiti, stivaletti neri calze nere che le arrivavano fino al ginocchio, dei pantaloncini di un violetto chiaro e una felpa nera. Shannon rimase incantato a guardarla scendere le scale con grazia, era bellissima, con qualsiasi cosa addosso e in qualunque situazione riusciva sempre a mostrare quella sua delicatezza.

-Perchè?-le chiese Shannon sorridendo vedendo l'espressione confusa sul viso di Kathrine -Perchè sei sempre così bella-

-Ci siamo conosciuti solo poche ore fa, e non mi hai visto di mattina-borbottò la ragazza superandolo e si infilò nel taxi. In meno di venti minuti si ritrovarono davanti ad una villa, chiusa da una recinzione nera, la villa era completamente bianca e a due piani. Superarono il cancello principale e si ritrovarono nel giardino dell'abitazione, Jared era sdraiato su una sdraio vicino alla piscina illuminata. La ragazza si avviò verso l'interno superando Shannon e si guardò intorno con meraviglia.

-E' la casa più bella che abbia mai visto-sbottò togliendosi la giacca e rimase con una maglietta nera con un segno della pace in bianco.

-Bene, cosa vuoi mangiare?-chiese il batterista portandosi una mano alla nuca un po' confuso.

-Ordiniamo pizza?-chiese la ragazza appoggiandosi al bancone della cucina.

-Ottima idea-disse Shannon annuendo più che convinto, prese il cellulare e chiamò. Kathrine si fece un giro in cucina e prese un cappello di lana se lo mise e sorrise, iniziò a girare per il salone andando in cerca di qualcosa per prenderlo in giro. Arrivò in una stanza al cui centro troneggiava una tavolo bianco da biliardo, attraversò la sala e in un salone arredato rigorosamente di bianco c'era una pianoforte lucido che attirava le persone a poggiare le mani sui suoi tasti. Passò oltre e andò in cucina a vedere che fine aveva fatto Shannon, lo trovò seduto sul divano a smanettare con il cellulare, si sedette vicino al batterista e vide che stava controllando le mail.

-Problemi?-chiese la ragazza cercando di capire cosa ci fosse scritto in quella pagina.

-Solo...niente. Niente di preoccupante-concluse Shannon bloccando il cellulare e avvolgendola con un braccio muscoloso.

-Ci sarà qualcosa, ed è evidente che non vuoi parlarne con me. E' lecito-disse la ragazza intrecciandosi la mano con quella dell'altro.

-Fatto il giro della casa?-chiese dopo averle baciato la tempia.

-Solo questo piano, mi manca quello di sopra-disse la ragazza aggiustandosi il cappello di lana.

-Allora l'accompagno io, se me lo permette signorina-disse Shannon alzandosi, le tese una mano che lei strinse con un sorriso e partirono per le scale. In quel piano c'erano sette stanze, tre per ogni parete e una porta alla fine del corridoio, le prime due stanze erano quelle degli ospiti, le altre due erano i bagni e le ultime erano le stanze di Shannon e di Jared. L'ultima stanza era insonorizzata, vari strumenti musicali erano messi in ordine e alcune chitarre attaccate alla parete. Poi c'era la batteria, la fantastica Christine come l'aveva chiamata lui, che troneggiava al centro della stanza, lucida e perfettamente intatta.

-Quindi è qua che passi il resto della tua giornata-commentò la ragazza passando un dito sulle corde di una chitarra.

-Pensi che non esca durante il giorno o la sera? Sono molto impegnato rispetto ad altre persone che stanno tutto il tempo a leggere libri-ribattè il batterista facendo voltare la ragazza.

-Sicuramente avrai ragione, Mr Sono il più figo dell'universo, amatemi!-lo prese in giro la ragazza indietreggiando fino a trovarsi davanti alla porta aperta, così girandosi di colpo alzò i tacchi e corse verso la stanza di Shannon, mentre la sua risata riecheggiava per tutto il corridoio. L'altro andò a bussare alla porta della sua stanza e cercò di capire cosa stessa facendo Katherine.

-Non puoi entrare è chiuso-urlò da dentro e si poté sentire il rumore dei libri nello scaffale -300 modi per una scopata! E' davvero questo che leggi Shannon?-chiese aprendo la porta tenendo il libro davanti, un'espressione sconvolta.

-Non è assolutamente vero, e poi funzionano!-balbettò prendendo il libro ed entrando nella stanza.

-O ti prego, mettilo in atto. Sono curiosa di vedere il fallimento-lo sfidò la ragazza sedendosi comodamente sul letto.

-Fai finta di essere in un pub, musica ad alto volume e duemila persone che ballano-iniziò Shannon guardandola bene.

-Duemila persone? Un po' improbabile-borbottò la ragazza mordendosi il labbro per non ridere.

-Tu immagina e fa silenzio. Bene, sto iniziando-annunciò Shannon ammiccando, si avviò verso la ragazza e ci si sedette accanto -Ti ho visto da lì, ho notato che sei l'unica a non ballare. Manca qualcosa in pista-

-Scusa? Non ti sento mi dispiace, la musica è troppo alta!-fece la ragazza scoppiando a ridere davanti l'espressione disgustata di Shannon che la buttò sul letto bloccandola con il suo corpo, le portò le mani in alto e la osservò bene, poi la baciò e la forza della ragazza se ne andò lentamente, le sue braccia finirono per avvolgere il suo collo e attorcigliare i suoi capelli.

-Rimani stanotte, per dormire-propose il batterista scostandole i capelli dal volto, lei fece un piccolo sorriso e gli accarezzò la guancia.

-Non voglio arrivare a domani e sapere che sono stata solo una nottata-disse tristemente la ragazza.

-No, no! Assolutamente no. Farò tutto per dimostrartelo, solo resta questa notte per far sì che tutto questo sia davvero reale. Che tu non sia solo un magnifico sonno, una mia immaginazione-disse Shannon baciandola di nuovo, prendendo quella bocca con tanto desiderio, che così poco avevo conosciuto.

-Bene, allora spegni la luce e chiudi le tende non riesco a dormire se entra un filo di luce-borbottò la ragazza togliendosi le scarpe, si infilò dentro le lenzuola e aspettò che Shannon l'avvolgesse con un braccio -Sia chiaro Leto, prova ad oltrepassare i miei indumenti e ti ritroverai castrato-

-Certamente-sussurrò baciandole la nuca, insieme dormirono fino alla mattina seguente, la seguente e la seguente.

 

 

 

 

 

 

 

 

4 anni dopo

 

 

 

 

 

 

 

Questo era il terzo colpo che riceveva alla testa, poi aprì gli occhi e si ritrovò un libro sollevato sulla testa, senza che se lo aspettasse il libro gli cadde sulla faccia provocando un leggero bruciare.

-Oddio Shan, mi hai fatto spaventare!-disse la ragazza che era a cavalcioni su di lui, spostò il libro e gli prese il viso tra le mani.

-Dovresti scusarti per avermi buttato il libro in faccia, ragazzina!-mormorò lui avvicinandola con una mano e baciandola. Dopo anni la sua passione, il desiderio e l'amore nei suoi confronti non si erano smarriti, si erano soltanto ingigantiti e vivevano più che bene nella solita casa condivisa con il fratello ancora single.

-Ho fame, ho preparato la colazione. Giù fra cinque minuti!-ordinò come sempre faceva, schioccò un dolce bacio a fior di labbra e scappò al piano inferiore. Il batterista si alzò, si vestì e seguì la ragazza, scese le scale e si ritrovò la cucina piena di cibo, Jared che mangiava mentre parlava con Katherine.

-Senti JJ non ti fare condizionare dalle persone! Come disse Skyward Sword...-iniziò lei.

-”Chiunque abbia qualcosa di speciale e raro verrà sempre invidiato da qualcuno. Purtroppo è la natura delle cose”-concluse Shannon baciandole la nuca da dietro mentre lei annuiva soddisfatta.

-Lo stare vicini vi sta facendo impazzire-borbottò Jared continuando a mangiare dal suo piatto pieno di pietanze.

-E' lui che ruba le citazioni- ribatté la ragazza mangiando un pancake con lo sciroppo d'acero. Jared se ne andò via dalla cucina rispondendo al cellulare mentre Shannon era seduto con una mano a reggere il mento e lo sguardo perso nel vuoto.

-A cosa stai pensando?-gli chiese Kathrine avvicinandosi e sedendosi nello sgabello vicino a quello del batterista.

-Al nostro primo incontro, sei così bella Kat- disse sospirando -Non capisco ancora come possa tu stare con me-

-Beh, ti fai le mie stesse domande, amico-scherzò lei accarezzandogli la guancia ispida -Sto con te perchè ti amo Shannon, perchè sei una persona fantastica e stando con me sei meraviglioso-

-Tu sei meravigliosa-disse lui attirandola verso di sé, la baciò ancora sentendosi completo come ogni volta che la sfiorava -Allora non ti dispiacerà se ti chiedo di sposarmi vero?-

-Cosa?-chiese lei ritornando per un attimo seria, poi lui uscì una scatolina nera di velluto e la aprì scoprendo un anello luccicante con un diamante al centro, la ragazza portò le mani alla bocca e si scostò dall'abbraccio -Oddio! Dimmi che non me lo stai chiedendo davvero-

-Sfortunatamente sì piccola-cercò di sdrammatizzare Shannon, anche se era preoccupato per la reazione della ragazza.

-Certo che sì! E non pensare che sia per l'anello-esclamò lei puntandogli un dito contro e poi gli saltò addosso abbracciandolo e baciandolo.

-Insieme all'infinito?-le sussurrò all'orecchio sorridendo per la felicità e per questo peso che si era tolto.

-Infinito moltiplicato per infinito-

-E' molto tempo-

-Perché è quello che voglio passare a guardarti e ad amarti Shannon-

-Speriamo anche a scopare allora-

-Porco! Sei un maniaco-

 

 

 

 

 

 

 

The end
 


Spero solo che vi sia piaciuta :) 




 

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Capitolo 2
*** Airplane part 2 ***


 

Airplane part 2

 

 

 

Con i miei più grandi elogi, affinché questo sia il matrimonio più elegante e più duraturo di tutti gli altri, vi offro il mio cottage ancora non usato alle Hawaii , una parte tranquilla e sempre toccata dal sole, affinché ogni giorno il vostro matrimonio sia luminoso e prospero.

I migliori auguri

Jonathan McKile”

 

 

-Ancora non riesco a capire perché le persone ti stanno offrendo alloggi in ogni parte del mondo-chiese la ragazza mentre rileggeva tutti i regali proposti dagli invitati al matrimonio -Fortuna che erano solo amici stretti, e dieci di questi ti hanno proposto soggiorni a Londra, Mosca, Firenze, Parigi, Istanbul-

-Sono un uomo molto famoso e di qualità apprezzabili Kat- mormorò Shannon affaticato per preparare qualcosa sul letto che portava via tutta la sua concentrazione e pazienza -Ti devi portare qualcosa di più sofisticato?-

-Perchè stai facendo la mia valigia, invece di fare la tua? Sono responsabile, vaccinata e sposata guarda qua?- disse Katherine riportando l'attenzione del batterista su di lei come voleva e come le piaceva.

-Per vedere cosa hai intenzione di portarti, e soprattutto di farti fretta conoscendo le tue abitudini di fare le valige il giorno stesso- borbottò il batterista piegando per bene tutto quello che tirava fuori dalla cabina armadio piena di vestiti di entrambi.

-Sono la più organizzata di questa casa! Almeno io non dimentico niente-si imbronciò la mora sistemandosi ancora nel divano della camera. Sentì Shannon avvicinarsi si inginocchiò davanti a lei e le tolse i biglietti dalle mani posandoli sul tavolino di vetro, gli occhi della ragazza vagarono sul batterista sempre vogliosi di qualcosa di più emozionante e di nuovo.

-Voglio stare più tempo possibile da solo con te, io e te. Da soli. Voglio un po' godermi i giorni con mia moglie in una città pacifica e senza alcun tipo di preoccupazione-sussurrò Shannon con la sua voce calda e così convincente, lei sbuffò e chiuse gli occhi gettando la testa indietro.

-Riesci sempre a farmi stare zitta. Non lo sopporto-borbottò riaprendo gli occhi -Hai quegli occhi che mi incantano e che non prendono mai un colore preciso. Sei la perfezione Shannon, mescolato con la perversione, con la malizia e con i p- -Non c'è bisogno di continuare, giusto?-

-No, Shan-rise lei schioccandogli un bacio all'angolo della bocca, lo guardò cercando nei suoi occhi qualcosa, qualcosa che assomigliava al solito luccichio quando si baciavano, quel qualcosa che illuminava i suoi occhi e che faceva rabbrividire lei. Si avvicinò di nuovo e questa volta il bacio fu profondo, più consistente e pieno di amore, lo stesso amore che spinse Katherine sempre di più verso il batterista che le aveva portato una mano dietro la nuca per averla, per controllarla e per farla sua. E ritornò con la mente a giorni prima, quando ancora non erano sposati.

 

-Jared non essere così insistente! Non mi piace, è troppo...sgargiante!-si lamentò ancora Katherine sedendosi su una poltrona del negozio. Era il giorno della scelta del suo abito da sposa, era l'unico posto in cui Shannon non poteva accompagnarla, la sua sola ancora di fermezza e felicità.

-Io non sono insistente Kat! Sto cercando di aiutarti, e per come sei venuta vestita significa che non ti importa molto-ribattè il cantante puntandole contro il suo blackberry come se fosse un'arma o uno scettro.

-Non criticare! Scelgo io, tu ed Emma potete anche aspettare, non ho bisogno che nessuno scelga per me- disse la mora alzandosi e iniziando a spostare tutti gli abiti bianchi e troppo sgargianti. Poi lo vide come se si facesse largo in mezzo agli altri, un corpetto stretto che terminava prima della vita, e si allargava con un tulle del medesimo colore, come se fosse l'abito di una delle principesse Disney, solo meno sfarzoso e senza diamanti. Lo prese e si chiuse nel grande camerino senza badare agli sguardi del cantante e della sua assistente. Ebbe un po' di difficoltà prima di capire come infilarlo ma ci riuscì dignitosamente, e pensò di aver scelto il più bello, l'ansia del matrimonio si fece sentire e si dovette sedere sulla poltroncina, mentre si guardava al grande specchio. Prese il cellulare dalla felpa buttata in un angolo e compose il solito numero, e al primo squillo rispose.

Ehi, come sta andando?”

-Sono così confusa Shannon, sembra che non mi vada bene niente, e questo vestito appena uscirò sarà riempito di critiche-si lamentò la ragazza scostandosi i capelli dal volto.

Vuoi che venga? Sono nei paraggi, vado dove vuoi. Facciamo quello che vuoi-disse Shannon sentendola trattenere il fiato -Anche se vuoi annullare, si fa come vuoi tu Kat”

-No! Io ti voglio sposare Shan, lo voglio più di ogni altra cosa, ma ho bisogno di te. Ho bisogno di un tuo aiuto.-

Bene, allora esci da quel camerino ed esci dal negozio, non chiudere la chiamata”

Katherine sorrise alzandosi automaticamente dalla poltrona, si aggiustò i capelli ed si precipitò fuori dal camerino sorprendendo Jared che alzò lo sguardo su di lei, rimanendo sbalordito per l'eleganza e la perfezione della ragazza, che svelta tenendosi con una mano il vestito si avviava verso l'uscita.

-No! Io so cosa state combinando. Ferma lì- quasi urlò il cantante afferrandole il braccio, ma lei trascinandolo uscì dal negozio e si guardò intorno.

Guarda di fronte, principessa”sussurrò con la sua solita voce calda. E lo vide là sul ciglio della strada con il cellulare all'orecchio e con un sorriso soddisfatto e rassicurante.

-Che ne pensi?-sussurrò Katherine facendo un giro su se stessa cercando di fargli vedere tutto.

Sei bellissima e ti amo”

-Ti amo anche io, mi cambio e torno con te! Aspettami-pigolò la ragazza salutandolo con la mano e rientrò di fretta dentro il negozio, si cambiò. Sbatté l'American Express di Shannon sul bancone bianco del negozio e dopo aver pagato andò via, schioccando un bacio al cantante che le sorrise dolcemente come se fosse una sorella minore e poi la seguì con lo sguardo fino a quando non la ritrovò con Shannon che l'avvolgeva.

 

 

 

 

 

 

 

-Dove è Jared?-mormorò la ragazza tirando il piumone per coprirsi bene, il batterista l'avvolse con un braccio e le fece appoggiare la testa sul suo petto.

-Doveva sbrigare qualcosa in studio, perché?- le chiese accarezzandole i capelli facendola sospirare per il piacere.

-Stavo ricordando quando mi ha accompagnato a scegliere l'abito da sposa, sembrava più nervoso di me-disse sorridendo dolcemente.

-Per non parlare di tutti i film sui matrimoni che ha proposto il giorno prima delle nozze- rise il batterista baciandole i capelli aspirando il suo odore così dolce -Dove vuoi andare?-

-Scegli tu, mi piace quando cerchi di indovinare- mormorò la ragazza accarezzandogli il petto e baciandoglielo. Lui le fece alzare il mento e la baciò ancora, e ancora.

-Allora domani partiamo, ho già prenotato il volo-disse Shannon chiudendo gli occhi preso da una pesante stanchezza.

-La vecchiaia si fa sentire-scherzò la mora spostandosi dal suo petto e accucciandosi dalla sua parte, ma in meno di un minuto Shannon l'avvolse stringendosela addosso.

 

 

 

 

 

-Sembri stressato, perchè non ti concedi una bella vacanza?-propose Kat passandogli una bicchiere con del succo.

-Devo lavorare, non posso prendermi pause. Ora che Shannon parte il lavoro sarà tutto su di me e voi vi dovete godere la vacanza, quindi devo essere preparato-disse sorridendogli con aria stanca.

-Vai a letto, non c'è bisogno che ci accompagni, se Shan non se la sente guido io! Porta il tuo culo a letto e buona dormita. Ti voglio risentire domani sera con la tua solita aria da rompipalle!- disse la ragazza ridendo mentre il cantante saliva le scale e l'altro le scendeva, Jared gli diede una pacca sulla spalla e si dileguò. Il batterista prese il posto del fratello e si accasciò sul bancone, non riuscendo a tenere gli occhi aperti. Katherine gli posò sotto il naso una tazza di caffè e si sedette sorridente e piena di vita, Shannon le accarezzò la mano e le rivolse un sorriso debole.

-Fortuna che ci sono io in questa casa, o vi ritrovereste a strisciare tutto il giorno- borbottò finendo il caffè e posando la tazza dentro il lavabo.

-Lavora donna, ti aspettano cinque giorni di no stop. La prossima a non volersi svegliare sarai tu- mormorò aprendo leggermente gli occhi.

-E' una minaccia o una comunicazione?-chiese sorridente la mora, che aveva girato il bancone e si trovava nello sgabello vicino a Shannon.

-Io lo interpreterei come un avvertimento-sorrise scompigliandole i capelli, Kat sbuffò e lo osservò mangiare e svegliarsi completamente, pronto per il lungo viaggio in aereo.

 

 

 

 

 

 

 

-Dobbiamo aspettare ancora?-borbottò Katherine aggiustandosi gli occhiali da sole che le coprivano gli occhi perfettamente truccati di nero, che le allungavano l'occhio definendoglielo.

-Ancora cinque minuti. Hai fame?-le chiese accarezzandole un braccio, la ragazza scosse la testa e sbadigliò stanca di aspettare ancora il momento per imbracarsi -Ora possiamo andare!-

Katherine si alzò e prese la sua valigia seguendo Shannon che sembrava conoscere benissimo l'aeroporto pieno di gente che andava o arrivava. Imbarcarono la valigia, poi lui le prese la mano e la trascinò fare il check-in, dopo aver superato i controlli Katherine capì finalmente la meta, rimase senza parole poi la sua felicità esplose e si buttò su Shannon che rideva. Salirono sull'aereo e come previsto Shannon aveva preso dei posti in prima classe dove c'erano poche persone che già gustavano la loro vacanza.

-Grazie-sussurrò Kat baciandogli una guancia, il batterista le accarezzò i capelli e le sorrise -Spero che tu non abbia sbagliato a fare qualcosa, come fai sempre-

-Si mi sono dimenticato di chiedere il divorzio- scherzò lui rimettendosi gli occhiali da sole.

-Bastardo!- disse la mora ridendo e tirandogli un pugno sulla spalla muscolosa, poi prese l'ipod e si mise ad ascoltare musica mentre Shannon mandava messaggi probabilmente a suo fratello.

Non si accorse di quanto tempo passò, era così rilassata che non si era neanche accorta di essersi addormentata, una cuffia non era più nel suo orecchio ma in quello del batterista che guardava fuori dal finestrino con lo sguardo perso così come i suoi pensieri. Le piaceva vederlo così, senza il suo solito sguardo da cacciatore e da ammaliatore, gli piaceva vedere il suo Shannon come era veramente con poche persone, senza la sua maschera da uomo sempre attivo e pronto ad attaccare. Uno Shannon quasi sensibile e tanto, tanto dolce e comprensivo.

-Assottigli gli occhi quando pensi- disse Shannon toccandole una tempia, la mora si appoggiò al sedile di pelle e sorrise.

-Quando penso alle persone vecchie. Fortuna che non russano- disse Katherine ridendo mentre Shannon fermandole le braccia iniziava a farle il solletico come la prima volta, come quando si erano incontrati.

Signori siete pregati di allacciare le cinture, inizio del dell'atterraggio”

-Si arriva!-squittì la mora allacciandosi la cintura e stringendo la mano al batterista che sorrise compiaciuto per la scelta del viaggio.

 

 

 

 

 

 

 

-Non ci credo! Non possiamo dormire qui- esclamò esterrefatta Katherine portandosi una mano davanti la bocca, aveva posato la valigia. Da fuori si poteva vedere tutto, una piscina enorme all'esterno con una vasca idromassaggio già in funzione. C'era un grande salotto aperto che dava sulla piscina, un salotto interno molto sofisticato ed elegante e varie pareti in vetro che rendevano la villa più luminosa e grande. Una cucina molto grande con un bancone al centro, la sala da pranzo che dava sul mare con una parete in vetro, salì al piano superiore e poté contare cinque stanze da letto ognuna con un letto matrimoniale, una televisione, le pareti di vetro, alcune poltrone e un balcone con un tavolino di vetro e sedie del medesimo materiale. Poi entrò nel bagno e sbarrò gli occhi, una vasca e una doccia idromassaggio, due lavandini e uno specchio che riempiva tutta la parete, un bagno turco e un'altro estremamente in vetro. L'ultima stanza era una palestra con una parete sempre di vetro che dava sul mare calmo e cristallino.

-Oh mio Dio! Shannon, hai visto? Questo è il paradiso!- esclamò Katherine saltellando per tutta la casa, mentre Shannon era sdraiato su un letto comodissimo. La ragazza prese la valigia, portò in bagno qualcosa ed uscì con il costume e i capelli legati in un quasi perfetto chignon.

-Io vado a farmi un bagno- comunicò la ragazza ammiccando mentre si allontanava dalla stanza sentendo gli occhi di Shannon che la squadravano come se fosse una preda.

Kat scese giù prese un bel respiro e si tuffò nell'acqua, una bellissima sensazione l'avvolse e si sentì libera, spensierata. Dopo non molto venne raggiunta da Shannon che rimase seduto a bordo piscina con le gambe immerse nell'acqua, stava pensando e guardava il panorama davanti a lui. Sentì due mani che si poggiavano sulle sue ginocchia e osservò Kat che aveva inclinato la testa di lato e lo osservava con un sorriso.

-Finita la nuotata?-le chiese Shannon giocando con una delle sue mani affusolate e girò la fede nell'anulare.

-Non mi piace nuotare da sola, non vuoi venire?- chiese Kat intrecciando le sue mani con quelle del batterista.

-Non vuoi andare a cenare fuori?-ribatté quello perdendosi ancora nei suoi pensieri, la ragazza annuì, uscì dalla piscina, si avvolse in un asciugamano e prima di entrare dentro la casa guardò Shannon che stava ancora seduto a bordo piscina immerso nei colori del tramonto. La ragazza salì in camera sentendosi un po' persa e isolata, si fece una doccia calda, prese una gonna rossa scura a vita alta, infilò una canottiera nera con alcune conchiglie bianche, mise una cintura marrone, e dei tacchi neri. Si sedette in punta al letto e si perse nei suoi pensieri.

 

 

 

 

 

Non capiva cosa le stesse accadendo, aveva paura che tutto diventasse insostenibile, che qualcosa prima o poi si sarebbe rotta, forse lei si sarebbe rotta con tutte quelle emozioni e quei pensieri che riempivano la sua testa fino a farla esplodere. Si guardò le mani, le stavano tremando, quella stanza sembrava così vuota, non riusciva più a lavorare da quando le aveva chiesto di sposarlo, non riusciva più a chiudere gli occhi, perchè l'immagine dei suoi genitori la spaventava troppo per avere pensieri felici sul matrimonio. Ma aveva accettato, senza pensare, senza riflettere sulle conseguenze, aveva accettato perchè l'amava più di ogni altra cosa. Si scostò i capelli davanti al viso, prese un po' di soldi dalla borsa e uscì di casa, passò in un bar e prese un pacchetto di sigarette, poi senza pensieri si diresse in un bar qualunque, aveva solo bisogno di calmarsi. Entrò in un bar nelle vicinanze, si sedette al bancone e ordinò della vodka mentre ancora con le mani tremanti si portava una sigaretta alla bocca e l'accendeva. Quando arrivò la sua bibita aveva già finito la prima sigaretta, bevve in un solo sorso tutto il bicchiere e sotto lo sguardo scioccato del barista, un signore sulla quarantina, ne ordinò un altro, e un altro ancora. Arrivata a metà sera, aveva finito quasi tutte le sigarette e consumato tanti drink, aveva la testa poggiata sul bancone gli occhi persi nel vuoto. Ad un certo punto si alzò la testa e bevve l'ultimo goccio rimasto nel bicchiere, accese un'altra sigaretta e si mise ad osservare il barista che serviva birre ad altri clienti.

-Un altro?-le chiese il barista ormai abituato alla ragazzina che stava ipnotizzando metà dei clienti di quel piccolo bar di periferia.

-Sai...non mi ricordo il tuo nome scusa-borbottò la ragazza indicandolo, mentre la piacevole sensazione dell'alcool l'avvolgeva -Mi ha chiesto di sposarlo ed io accettato, e ora non so cosa ho fatto. Lui è così bello, dolce, dannatamente bravo a scopare, non sai quanto. Suona, è il batterista di una splendida band. E io cosa sono? Soltanto una ragazza che scrive recensioni sui libri, non ho niente da offrire e sono così strana!-

-L'amore, ragazzina. Mi chiamo John, e questo è il mio bar-commentò soltanto l'uomo che si era appoggiato al bancone ad ascoltare la ragazza che buttava il fumo dalla bocca che un'espressione tormentata.

-Cosa è l'amore se non infatuazione, se non l'essere apprezzati. Ho conosciuto l'amore solo nei libri, come farò a capire se è un vero amore il nostro se non lo posso paragonare a nulla-singhiozzò la ragazza abbandonandosi sul bancone con la sigaretta fra le labbra. -Non ho nulla da offrire-

-Eppure sembri una ragazza tanto coraggiosa, oltre a sembrare disperata. E hai anche degli occhi molto belli, un sorriso ingenuo e affettuoso. Capisco perchè si sia innamorato-disse il barista passandole un altro bicchiere di vodka.

-Mi stai dicendo che si è innamorato di me perché sono bella e stupida?-chiese la ragazza aspirando e ispirando il fumo addosso al barista che rise -Sono così stupida da non capire che finirà tutto male, non ci sarà un lieto fine. Dammene un altro, John-

Erano le due di notte, c'era ancora gente nel bar e Katherine, completamente ubriaca, era ancora seduta con la testa fra le mani, borbottava ogni tanto qualcosa di incomprensibile. Il barista sapeva di chi stava parlando la ragazza, lo sapeva perchè lì nel quartiere la voce si era sparsa, così non ci mise molto a rintracciarlo e a farlo venire nel suo bar. Poi lo vide entrare, anche se non lo vedeva da molto non era cambiato, era sempre il solito Shannon Leto che conquistava con il suo sguardo magnetico, lo vide squadrare il bar e adocchiare la ragazza dispersa accasciata al bancone. Si avvicinò e le si sedette accanto, la ragazza lo guardò un attimo e continuò a perdersi nel vuoto.

-Ti ha dato fastidio?-chiese il batterista a John che scosse la testa sorridendo.

-Penso solo che mi abbia finito quasi tre bottiglie di vodka, non starà per niente bene domani mattina, ma lo ha retto bene-disse John andando poi dagli altri clienti.

-Torniamo a casa?-chiese il batterista mentre toglieva di mezzo il pacchetto di sigarette, la mora scosse la testa senza guardarlo, perchè ora che era là non poteva pensare bene, ogni parte del suo corpo era attratta da lui in una maniera assurda.

-Voglio camminare, da sola-disse Kat alzandosi e uscendo dal bar dopo aver dato un'occhiata a Shannon che non esitò a seguirla -Hai ripensamenti, Katherine?-

-Mia madre-iniziò la ragazza sedendosi sul ciglio della strada guardando come sempre, in quella strana sera, il vuoto -Si è sposata presto, era una scrittrice. Non una famosa, ma aveva I suoi ideali, il suo bel carattere. Dopo che si sposò non potè più scrivere, mio padre non glielo permetteva, lui era un lavoratore, per lui I soldi si guadagnavano solo con il sudore, con la fatica. Non scrivendo, non cantando, non ballando, come se gli artisti non lavorassero ma stessero tutta la vita a non fare niente. Mia madre dopo le nozze era il nulla, non era interessante, aveva perso tutte quelle carattistiche che la facevano amare, si faceva usare da mio padre, era sottomessa e aveva perso la luce negli occhi. Non viveva. Non mi trasmise niente quando sono nata, la passione dei libri probabilmente l'avrò ereditata, perchè l'ho sempre vista come in uno stato vegetale. Mio padre la picchiava e lei non faceva niente, mi diceva solo di stare in silenzio, fino a quando un giorno me ne andai. Senza rimorsi, senza pianti, ero felice di essere finalmente andata via è stata la sensazione migliore del mondo. Poi mia madre mori, non so come. Di mio padre non ho notizie, e non ho neanche voglia di averle sto bene senza. E' solo un incubo quella parte della mia vita-

-Cosa ti spaventa? Che io ti picchi o che ti vieta di continuare a leggere e a scrivere?-le chiese Shannon accomodandosi vicino alla ragazza che ora non staccava più gli occhi dai suoi.

-Un giorno mi lascerai, ti stancherai. Perchè sono giovane, bella...un giorno perderò queste caratteristiche e non avendo altro perderò il tuo interesse e mi abbondenarai. Tu sei così pieno di vita, una carriera promettente, una passione per la musica, un bel carattere. Io non ho niente da offrirti-singhiozzò la mora coprendosi il viso con le mani.

-Tu mi ami, mi ami non perchè sono Shannon Leto, mi ami da quando ci siamo conosciuti in quell'aereo, mi ami per come sono in ogni momento della giornata, mi ami anche quando mi odi, mi ami con tutti I miei difetti, con tutte le mie distrazioni tu mi ami come non ha fatto nessuno, e mi fai sentire sempre apprezzato, speciale e non me l'hai data subito- concluse facendo ridere fragorosamente la ragazza che si asciugò le lacrime con le mani.

-Ti amo, scusa per tutto-si scusò Kat portandogli una mano dietro la nuca, gli avvicinò la testa e lo baciò. Quel bacio la riscaldò, la riportò al presente e annullò definitivamente tutte le preoccupazioni. Si, era giusto quello che stava facendo, e l'avrebbe fatto anche per sua madre.

 

 

 

 

-Sei pronta?-chiese Shannon guardandola assorta nei suoi pensieri, mentre stava seduta.

-Sì, andiamo-disse prendendo il cellulare e seguì il batterista che neanche l'aspettò prima di uscire. In macchina nessuno parlò e la preoccupazione di Kat aumentava di più in ogni minuto, le tremavano ancora le mani e le chiuse entrambe a pugni. Arrivarono in un ristorante che dava sul mare, c'era molta gente seduta la cui cena era allietata da un piccolo gruppo musicale di musica da sala. Seguì Shannon fino al tavolo che aveva prenotato, in un angolo appartato della sala aperta. Un cameriere arrivò per prendere le ordinazioni, dopo aver annotato tutto se ne andò. Non passò tanto tempo che quell'insopportabile silenzio fu interrotto dall'arrivo delle portate, Shannon iniziò a mangiare non facendo caso a Kat che sperava in qualche sua occhiata, in qualche sua attenzione, carezza, sorriso, un bacio che non riceva da troppe ore ormai. Bevve un goccio di vino, prese il cellulare e andò via lasciando Shannon seduto da solo in quel tavolo, uscì e si ritrovò su una stradina illuminata da varie torce a terra, non smise di camminare fino a quando non si ritrovò inginocchiata a terra con le mani a terra. Sentì dei passi veloci dietro di se che rallentavano piano piano, Kat sostendosi su una mano si alzò senza togliere le scarpe , non si girò perchè sapeva chi c'era dietro. Sentiva le ginocchia bruciare e questo la distrasse dalle lacrime che cercavano di scendere, poi una rabbia improvvisa esplose dentro di sé, si girò e si ritrovò Shannon che l'osservava.

-Mi dispiace-sussurrò la ragazza prima di dargli uno schiaffo che fece girare la faccia di Shannon stupito. Kat vide Shannon toccarsi la guancia e guardarla in cerca di spiegazioni, ma la ragazza stava già camminando. La ragazza entrò in spiaggia, si tolse I tacchi e proseguì verso il mare, immerse una mano dentro l'acqua e se la passò sopra le ginocchia scorticate e un po' sanguinanti, si sedette sulla spiaggia e si sdraiò portando le braccia in alto, esausta e arrabbiata oltre a sentirsi sola e persa. Non ricordò quanto tempo rimase distesa sulla spiaggia, ricordò solo di essersi alzata e aver camminato fino a casa, la porta era chiusa, così entrò dal giardino, la vetrata era aperta e fu semplice entrare nella villa. Posò le scarpe in un angolo, salì le scale senza fare rumore, entrò in una camera vuota e si stese sul letto guardando il vuoto. Due braccia l'avevano avvolta, un corpo l'aveva riscaldata e due gambe si erano intrecciate con le sue, e lei non aveva più la forza di respingerlo perchè ne aveva bisogno.

-E' tutta colpa mia-le disse biandole la spalla fredda -Sono stato così bastardo da non accorgermi che non ti stavo dando attenzioni. Durante la luna di miele, non ci sono scuse. Sono solo coglione-

-Che hai Shan?-le chiese la ragazza trattenendosi di scoppiare a piangere e stringersi per smepre a lui.

-Ho paura. Ho così paura di perderti, così paura di questo amore che ho per te, che mi rende ansioso. Ho paura prima ancora di fare, come se ti potessi rompere o scivolare tra le mani. E ti amo, e ora mi sento legato solo a te, perchè tu riesci a tenermi intero e qui-le confessò con la voce leggermente tremante.

-Non vado da nessuna parte, solo con te. Ricordi? Per sempre-gli disse la ragazza poggiando le sue mani su quelle di Shannon che le baciò la spalla.

-Sei così perfetta per essere mia, così tanto bella anche per essere vera-le disse intrecciando le mani con le sue.

-Shanimal, così mi fai impazzire-borbottò la ragazza allontandosi dal suo braccio, si mise in ginocchio e si tolse la gonna restando solo con la canotta nera, poi si distese vicino a Shannon, gli baciò il collo, il mento e poi la bocca. Appoggiò la testa sul petto del batterista e sentì le mani di lui stringerla, accarezzarle la schiena, poi scesero al sedere e alle cosce, fino a risalire lentamente fino alla schiena, mentre la mora rabbridiva e si stringeva contro lui. Si sentì girare e si ritrovò sopra Shannon che le baciava e mordeva il collo, mentre le teneva ferme le braccia, scese fino al seno che morse delicatamente, le aprì I bottoni della canotta, e continuò a darle piccoli baci e morsi. Risalì, ipnotizzandola con quegli occhi felini.

-Potremmo risvegliare-iniziò a dire, e il resto lo sussurrò all'orecchio della ragazza che sorrise rabbrividendo e avvolse il ragazzo con le gambe tirandoselo addosso. Si decisamente potevano fare ciò che aveva in mente Shannon, perchè lei voleva quello, voleva il suo amore, voleva le sue carezze, voleva tutto di lui.

 

Era seduta su una sedia aspettando che la chiamassero per entrare in chiesa, aveva deciso di entrare insieme a Jared che era rimasto davvero colpito da questa scelta.

Si guardò nello specchio e sospirò pronta per piangere, si sentiva dannatamente spaesata in quel momento. Si alzò nervosamente ed uscì dalla stanza, percorse un tratto del corridoio ed entrò delicatamente chiudendosi la porta alle spalle. Shannon era vicino alla finestra che la guardava sbalordito, soddisfatto, innamorato, fece alcuni passi avanti e l'avvolse, la strinse e le baciò I capelli.

-Sei così bella, non riesco a credere che ti sia innamorata di me-le sussurrò portandole una mano sulla guancia, e la baciò.

-Dì sì e sarò per sempre tua-sussurrò Kat con gli occhi lucidi mentre il batterista le avvolgeva la vita.

-Tra poco-rispose soltanto mentre la porta improvvisamente si aprì facendo allontanare I due.

-Shan non trovo più Kat, hai idea di dove pos-disse Jared fermandosi di colpo, alzò gli occhi al cielo -Quando non si trova più Kat è perchè sarà attaccata a Shannon ovviamente, due calamite. Su principessa, è ora di entrare, e tu animale devi fare la tua entrata-

-A tra poco-mormorò la mora baciandogli le labbra, poi si dileguò con Jared che la teneva per mano.

 

 

 

 

 

 

 

-Vuoi tu Shannon Leto prendere come tua legittima sposa la qui presente Katherine Sanchez per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?-disse il prete.

-Sì, lo voglio-disse il batterista guardando la ragazza che tratteneva un sorriso.

-E tu Katherine Shanchez Vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Shannon Leto, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?-

-Sì, lo voglio-disse la ragazza facendo l'occhiolino a Shannon che sorrise dolcemente.

-Per il potere conferitomi dalla Chiesa vi dichiaro marito e moglie! Puoi baciare la sposa!-disse infine il prete, e Shannon come se non aspettasse altro baciò sua moglie lentamente gustandosi le sue labbra e il suo dolce sapore.

Tanti applausi e alcuni fischi sommersero la Chiesa, I due sposi uscirono e vennero sommersi da petali di qualsiasi fiore, usati in sostituzione del riso, per scelta di Jared.

 

 

 

-Scusate, ecco grazie per essere qui. Al mio matrimonio, questa la voglio dedicare a mia moglie perchè è la sua canzone preferita, è strano dirlo Kat ma lo sei. Se Jared si degnasse di salire sarebbe ancora meglio-disse Shannon sedendosi su uno sgabello e sistemò la chitarra. Iniziò a suonare, e Kat si perse nelle note della chitarra e nella voce di Jared.

-Did we create a modern myth-iniziò a cantare il cantante, e I due incantarono tutta la sala, tutti gli invitati. Mancava solo il violino con Tomo e sarebbe stato tutto perfetto. Guardò Shannon assorto mentre suonava “A modern Myth” era l'uomo più bello e perfetto che avesse mai visto, il più dolce e il più talentuoso.

Kat si perse ancora a guardare le sue mani esperte, e quando la canzone finì tutti applaudirono calorosamente, e Shannon invitò la ragazza a ballare.

-Grazie-sussurrò Kat mentre il batterista la faceva girare in mezzo alla sala -Sei perfetto, tutto è perfetto. Siamo sposati-

-Ti amo, piccola-le sussurrò sulle labbra il cantante, e intrappolò le sue labbra fra le sue con dolcezza, ma con bisogno.

 

 

 

 

 

Si svegliò riposata, era solo avvolta con il lenzuolo bianco del letto, allungò la mano ma non trovò Shannon. Raccolse la maglietta del batterista da terra e la indossò dopo essersi messa l'intimo. Scese giù e lo trovò a preparare la colazione.

-Shan-lo chiamò la ragazza facendolo voltare, il batterista le fece l'occhiolino adocchiando il suo abbigliamente a lui gradevole visto che non copriva molto. Kat fece il giro del bancone e si sedette su di esso osservando I movimenti del marito.

-Fragole?-le chiese accarezzandole la coscia nuda, la mora annuì e si ritrovò davanti le labbra una fragola con la punta di cioccolato, la morse, la assaporò. Tirò il braccio di Shannon per attirarlo vicino a lei, portò le sue braccia al collo e lo baciò, sentì disperdersi il suo sapore dolce e di fragole nella sua bocca e gemette.

-Secondo round?- le chiese Shannon sorridendo nel bacio, e la ragazza annuì, fu presa di peso da Shannon, la portò in piscina e dopo essersi spogliati la gettò in acqua, la raggiunse anche lui e continuarono il loro amore lì, dentro l'acqua, stretti uno nell'abbraccio dell'altro. Si stavano perdendo nelle loro passioni, nei loro amori e nei loro desideri. Si erano amati sin dall'inizio, così come faranno alla fino alla fine. E come ogni aeroplano, anche loro lasceranno la loro scia che resterà fino ad un tempo indeterminato nel cielo pronta a lasciare il proprio segno in qualcosa che è più grande, ma troppo piccolo per amare per sempre.

 

 

 

-Ma sei stato veramente con Lana Del Ray?-chiese la ragazza staccandosi un attimo dal batterista.

-Possiamo riprendere il discorso più tardi?-chiese Shannon cercando di continuare ciò che avevano interrotto.

-No, ma con quelle labbra non ti sei sentito immerso. Neanche le mie scherzano però le sue sono enormi-continuò Kat alzandogli il mento, ma Shannon alzò gli occhi al cielo.

-Amo solo le tue di labbra, specialmente quando- -Shannon!-urlò la ragazza scandalizzata, scoppiando subito a ridere per la perversione di lui -Quindi, ci sei stato davvero?-

-Kat! Piccola, sono...-cercò di dire ma la ragazza non smetteva di fantasticare su Lana e lui -Kat! Sono terribilmente arrapato, ho bisogno di scopare! Parliamo dopo-

-Ormoni anche a 41 anni-brontolò la mora tirandoselo addosso, e finirono ciò che aveva iniziato senza più interruzioni.

-Sano sesso-

-Depravato-

-Sempre, quando sono con te-

-Sarà meglio-

-Anche se Lana...-

-Ti castro-

-Ti amo anche io-

 

 

 

 

 

Fine






Salve, ecco la seconda parte di Airplane, grazie alle 99 persone che hanno letto la prima parte anche se la seconda non era programmata. Penso che questa sia definitiviamente l'ultima.
Grazie a 25lena25 che recensito la prima parte e spero davvero che ti sia piaciuta anche questa. Grazie a chi l'ha messa nei preferiti e chi nelle ricordate. E come disse Tony Stark "I limiti sono fatti per essere superati!" non so cosa c'entra ma lo adoro quindi c'entra sempre! Recensite vi prego ç_ç sono una povera disperata! 
A presto! 

 

 

 

 

 

 

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