One Mission For Our Love

di GreySky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Arrivederci? ***
Capitolo 2: *** 2. I ricordi servono. ***



Capitolo 1
*** Un Arrivederci? ***


Dopo aver rispedito Thor e fratello ad Asgard i vendicatori si sono separati e Fury ha dichiarato di non essere sulle loro tracce.
“Bene, Nat. Cosa farai adesso?”- Chiese Clint.
“Non so, vedrò gli aerei in partenza, ne sceglierò uno e volerò in una parte del mondo dove non ci sia la neve e faccia caldo”- Rispose Natasha.
“Io, andrò a Dubai. Amo il deserto”Rispose Clint prendendo il suo borsone.
Natasha si limitò a sorridere, e lo guardò andare via e scomparire nella folla.
“Clint. Vieni con me” – sussurò Natasha, ma era troppo tardi. La vedova nera non ci pensò tanto, prese un biglietto e volò a Miami.
Arrivata in hotel, nello svuotare la valigia ad un tratto si fermò. La sua tuta era lì, tutta sporca e piena di calcinacci residui dalla battaglia.
-Odio tutto questo. Odio dover scomparire dopo una battaglia, odio essere sotto copertura persino quando dormo, odio tutto, odio Budapest e odio aver conosciuto Clint.. - mille erano i pensieri che passavano per la mente di Natasha.
Toc-Toc, bussano alla porta.
“Avanti”
“Signorina Rushman, c’è un pacco per lei”
“Un pacc.. Lasci pure sul tavolo grazie”
Il cameriere lascia il pacco sul tavolo e Natasha si affretta ad aprire.
Il pacco contiene un biglietto.

Sono Fury. Ho una missione per te.
Chiama il 08.553.2
Non è lo SHIELD.

Natasha compone il numero.
“Pronto.”
“Sono in vacanza Fury, non se ne parla.”
“Certo, molto furba registrarti alla reception come Natalie Rushman.”
“Vai avanti.”
“Bene. Il Tesseract ormai non è più nelle nostre mani, e questo credo che tu lo sappia. Ma il problema è un altro. Una banda di trafficanti di armi della Serbia ha in mano il traffico illegale di armi, nucleari e non, in tutta Europa.”
“Cosa c’entra lo SHIELD?”
“Niente. Infatti mi è stato di chiesto da degli esterni di chiamarti, sono molto bravi i trafficanti e allora è stata richiesta l’abilità molto speciale di una spia.”
“Non posso sapere per chi lavorerò?”
“No. Accetta agente Romanoff?”
“…Si.”
“Bene, ricomponi le valigie, vai all’aeroporto. Aereo 632. A destinazione incontrerai il tuo partener, abile assassino anche lui.”
Fury attaccò. Natasha pagò il conto e scomparì.
Una volta arrivata all’aeroporto, salì sull’aereo 632.
“Salve e benvenuti a bordo della Russian Airlines. Alle ore 20.00 partiremo per Mosca.”
Natasha fece un sorrisino.
L’ultima volta Mosca l’aveva vista all’età di 8 anni.  Ed era già in missione.

 

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Capitolo 2
*** 2. I ricordi servono. ***


Il freddo e Natsha erano come anime gemelle. Si sentiva molto a suo agio nella neve. Era fuori all’aeroporto che attendeva il suo partener, mentre sorseggiava un caffè caldo.
Ad un tratto si sentì toccare la spalla.
“Sei qui per la missione dei trafficanti?”
“Si.”
“Allora sei la mia partener.. NATASHA??!”
“CLINT?”
“Cosa.. Come.. Perché?”
“Mi ha chiamata Fury.”
“Anche a me.”
“Bene.”
“Dovremmo collaborare, come Budapest.”
“Clint, a Budapest non stavamo proprio collaborando. Tu eri venuto ad uccidermi.”
“Bè, poi però mi hai aiutato ad uccidere dei soggetti ostili allo SHIELD…”
“Dettagli. Bene, adesso cerchiamo di avere qualche informazione su questa banda.”
“Io so che il capo è Serghiey Kalstros, ha origini greche, e opera in questo settore dopo che il padre gli ha ceduto le redini della banda, a soli 18 anni. A 21 anni è stato dentro per spaccio di droga a New York e poi si è trasferito in Europa di nuovo dopo essere stato in America con i suoi per tanti anni.”
“Quindi erano emigrati in America i genitori? Degli europei che decidono di emigrare…”
“Già strano. Adesso andiamo in centro. Fury ha detto che all’hotel avremo maggiori informazioni.”
I due si avviarono in hotel al centro di Mosca.
“Salve. Rushman, ho prenotato una stanza.”- Si presentò Natasha.
“Si, Rushman e compagno. Una doppia.”- Rispose il signore alla Reception.
“No, preferiremmo avere due staze diverse…”- Affermò Clint.
“Mi dispiace, ma al momento siamo pieni. C’è una convention e quindi le stanze sono per la maggior parte occupate da relatori e ospiti..”
I due si avviarono verso la stanza.
“Bene Clint, tu dormirai sul divano immagino…”
“Natasha, adesso solo perché sei la donna, non vuol dire che tu abbia diritto al letto. Non potresti dormire nella vasca?!”
“Nella vasca? IO?!”
“Certo. Sacrificio, ci vuole sacrificio per arrivare agli obiettivi della vita.”
“OH, ma smettila e vai a svuotare il mini bar!”
I due iniziarono a svuotare le valigie. Poi Clint (dopo aver svuotato veramente il mini bar) si addormentò.
Natasha rimase seduta vicino alla finestra, ammirando il Cremlino. Le lacrime iniziarono a scenderle sul viso, i ricordi erano troppi, pur avendo vissuto pochissimo nella sua città natale.
“Nat?”
“Dimmi Barton.”
“Perché piangi?”
“Niente.”
“Comunque mi è arrivata adesso una mail sul cellulare. Ah, dobbiamo buttarli. Comunque Fury ci incontrerà in periferia alle 20.00.”
“Do… Dobbiamo buttare i nostri cellulari.. Con cosa ci terremo in comunicazione? *Sniff Sniff*”
“Non so ci dirà lui. Comunque ci vediamo in questa via.”
Clint mostra a Natasha la foto di un quartiere abbandonato. La spia annuisce, focalizzando bene il posto. Poi, i ricordi la assalgono, come un fiume in piena.
“Qui è dove.. Dove mi hanno presa.”
“Ma di che cosa parli Nat?”
“Qui. Io sono stata “reclutata” qui, dove si trovava il mercato. Vivevo a sud, e un giorno con mia madre siamo andate al mercato per comprare gli ingredienti per lo stufato. Mio padre amava lo stufato. Poi mi sono persa di vista con mia madre e dei signori mi hanno presa e detto che mia madre non esisteva più per me, che avrei dovuto imparare a campare da sola. Che sarei stata lontana da casa per molto. A quel punto, mentre piangevo, mi hanno messa su un macchinone, sai come quelli che si usano allo SHIELD, e mi hanno portata via. E’ stato proprio in quel momento che ho visto mia madre salutarmi, come se stessi partendo per andare in gita. Avevo 7 anni. Tornai a Mosca solo l’anno dopo, ma stavo seguendo agenti in missione, servivo da esca.”
“Terribile. Ho i brividi. Non me ne avevi mai parlato prima. Neanche a Budapest”
“Lo so, a parte te questa storia la so solo io..”
I due erano molto vicini. Clint sentiva di doverla abbracciare, ma non si muoveva forse colpa dell’imbarazzo.
“Allora, è questo è molto strano, vestiti ti porto a vedere Mosca”- Disse Clint.
“Ok, e alle sette ci metteremo in viaggio per raggiungere Fury però.”- Rispose Natasha.
Il pomeriggio fu forse il più bel pomeriggio della loro vita. Il Cremlino, la piazza, i bar.
“Guarda uno scenario fantastico!”- Urlò Natsaha con il bicchierone del caffè in mano.
“Spettacolare.”- Disse Clint, pieno di buste dalla testa ai piedi.
“Dai, posa tutto facciamoci una foto.”- Disse Nat.
Clint prese la polaroid e scattò due foto, una per lui e una per Natasha.
“Sono le più belle le Polaroid.”- Disse Clint.
“Già.”- Rispose Natasha.
“Dai passiamo in hotel a posare i tuoi acquisti e andiamo da Fury”- Disse Clint.
“Si.”
Natasha si fermò a guardare Clint camminare.

Fissò la foto e sorrise, forse era questo che aveva sempre cercato.

                                                                                                                                                                                                    Un po’ di spensieratezza.

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