Non siamo selvaggi.

di Francy950
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Naufragio. ***
Capitolo 2: *** Caccia e Villaggio. ***



Capitolo 1
*** Naufragio. ***


La ragazza aprì gli occhi lentamente, ma rimasero offuscati per una ventina di secondi e dovette sbatterli più volte per togliersi la sabbia dalle ciglia lunghe. Si sentiva la bocca impastata, come se non bevesse da ore, e probabilmente era così. 
Cominciò ad alzarsi piano, indolenzita e bagnata dalla testa ai piedi; le faceva male la testa, così fece mente locale di ciò che le era successo: - Ok, vediamo un po', mi chiamo Radhi, ho 17 anni, abito a Roma, ero su un aereo diretto in Australia con il mio ragazzo... il mio ragazzo! Dov'è il mio ragazzo?!? 
Si guardò intorno e vide un ragazzo svenuto, disteso a faccia in giù sulla sabbia. Corse in quella direzione e lo girò e si accorse che era una faccia a lei sconosciuta. Un  ragazzino che doveva avere circa 14-15 anni e si ricordò che l'aveva visto seduto due sedili più indietro di lei sull'aereo, vicino a una ragazzina che doveva essere sua sorella.
Quando lo tirò un po' su il ragazzo si sveglio e tossì un po' di sabbia che gli era rimasta in bocca.
- Come ti chiami, ragazzo?
- Sono.. sono Marco.. Marco Palletti! - il ragazzo rispose con un filo di voce e senza aprire gli occhi.
Nonostante la giovane età, era un ragazzo atletico e allenato, probabilmente da corridore, notando le cosce più sviluppate del resto del corpo. I suoi riccetti neri e il suo sorriso un po' bizzarro, però, gli davano ancora l'aria innocente della sua giovinezza.
Radhi lo fece alzare e lo portò all'ombra sotto le palme che aprivano una vasta foresta di una vegetazione sconosciuta che si estendeva per chissà quanto. La ragazza lo costrinse a parlare, un po' per fargli riprendere conoscenza, un po' per sapere di più di lui e se sapeva qualcosa di quel luogo. 
- Allora, Marco Palletti, sai dove sei?
- In Australia?
- A quanto pare no, credo che sia successo qualcosa all'aereo prima che arrivassimo...
- L'aereo! L'aereo... l'aereo è caduto! Stavamo precipitando... qualcosa nei motori...- Marco era spaventato e confuso. Radhi provò a calmarlo, ma anche nella sua mente cominciarono a tornare le immagini dell'incidente in aria. Si ricordò che mentre dormiva un rumore fortissimo l'aveva svegliata, poi l'annuncio del comandante di stare calmi, le bombole per l'ossigeno che erano scese, l'aereo che sicuramente non era più in posizione orizzontale e dal finestrino il mare che si avvicinava e si avvicinava.
- Calmo, dai è tutto ok, adesso non siamo più in pericolo.
I due parlarono un po' e poi Radhi pensò e sperò che non fossero i soli ad essersi salvati. Si guardò intorno e la spiaggia era bianca e vuota; poi guardò il mare, piattissimo e calmo, prima azzurro, poi verde-acqua e poi verde più lontano. Si perse a guardare l'orizzonte, pensando che era splendido e quel posto per un po' gli sembrò un paradiso e non si preoccupò più di nulla.
- Guarda quella conchiglia! Mio padre ha un libro con tutte le conchiglie e ne ha anche alcune. Questa se non sbaglio è una di quelle che suonano.
Marco fece uscire Radhi da uno di quei pensieri in cui era entrata e sapeva che poteva rimanerci per ore intere. La ragazza andò verso di lui e esaminò quella meraviglia bianca con striature rosee.
- Davvero suona? E fa un rumore forte?
- Sì, credo. Costa davvero tanto, noi non siamo così ricchi da poterne avere una.
- Potremmo usarla per chiamare tutti quelli che sono sull'isola! Andiamo su quella collinetta di sabbia, così potranno vederci se arriva qualcuno.. cioè sicuramente arriverà qualcuno!
I due si spostarono sull'altura e la ragazza provò a suonare quello strano strumento. Si ricordò di quando suonava la tromba alle medie e spinse fuori il fiato allo stesso modo. Il suono della conchiglia era alto e solenne, tanto da sembrare una di quelle trombe che suonano i militari per mettersi tutti in riga.
Non arrivava nessuno. Suonò e suonò più volte finché non rimase senza fiato.
Cominciò ad arrivare gente dalla foresta e ad avvicinarsi sull'altura. Questo diede a Radhi la voglia di riprendere una grande boccata d'aria e ricominciare a suonare più forte che poteva. Arrivò anche la sorellina di Marco, che corse ad abbracciare il fratello con un sorriso a 80 denti. Arrivarono ragazzi dai 6 ai 17 anni, nessun adulto e Radhi si chiedeva il perché. Poi ricordò che il suo era un viaggio di scambio alla pari, a cui partecipavano solo ragazzi minorenni e l'unico adulto era il pilota, che molto probabilmente era morto.
Aspettò che i ragazzi arrivassero tutti sulla collinetta, poi finalmente vide uscire dalla foresta anche il ragazzo, con i capelli biondi, la carnagione più bianca del normale e i suoi soliti occhiali che gli davano un'aria colta. Il corpo muscoloso mostrava i 10 passati dei suoi 17, facendo nuoto agonistico.
Vinta dalla gioia, buttò in fretta la conchiglia nelle mani di Marco, e corse verso di lui abbracciandolo e baciandolo. Salirono sulla collina insieme agli altri e vide gli occhi curiosi e allegri dei bambini piccoli e quelli preoccupati dei più grandi che la fissavano. Riprese la conchiglia e lanciò un ultimo suono per richiamare il silenzio.
- Salve a tutti! - disse con assoluta tranquillità – bene, credo che tutti sappiamo cosa sia successo..
Mentre diceva questo, si sentirono dei suoni aumentare da lontano.
“Uno! Due! Uno! Due!” accompagnato dal rumore regolare di piedi che marciavano verso la collina. Ragazzi in tenuta militare erano schierati in tre file da tre, e davanti a loro un ragazzo che gridava più forte e dava il ritmo. Si avvicinarono marciando alla collinetta, finché non furono a qualche passo e il capo gridò “Attenti”, così tutti si fermarono dritti come candele.
- Siamo stati richiamati e chiediamo di parlare con il suonatore di tromba. - disse lo stesso ragazzo in testa. Aveva dei folti ricci rossi sotto il cappellino militare e gli occhi verde smeraldo penetranti, ma stranamente tristi, come se fossero coperti da un velo grigio di dolore e delusione. Quegli occhi avevano tanto da nascondere e Radhi se ne accorse subito: lei era brava a capire le persone fin dal primo sguardo.
Non era difficile capire perché quel ragazzo era il capo: la pelle bronzata ricopriva i muscoli allenati e possenti di un ragazzo formato di 17 anni. Eppure il suo corpo non era sgraziato e gonfio, ma tirato e tonico, atletico come quello di un nuotatore, ma le sue cicatrici facevano capire che non si era fatto i muscoli nuotando, ma combattendo e facendo duri percorsi militari.
- Io ho suonato la conchiglia e l'ho fatto proprio per radunare tutti quelli che sono sull'isola...
- Ancora non sappiamo se è un'isola! - ribatté il ragazzo.
- Lo scopriremo - disse il ragazzo di Radhi con aria saccente - e non parlare con questo tono alla mia ragazza!
Il rosso non parlò, ma gli lanciò un occhiata da far rabbrividire.
- Non cominciare a litigare, attaccabrighe! - lo riprese Radhi - Tornando a noi, sì lo scopriremo, ma prima ci sono molte cose più importanti da fare. Intanto mi presento: sono Radhi, ho 17 anni e vivo a Roma. Questo è il mio ragazzo, Ralph, lui è inglese, ma vive a Roma per lo studio e abbiamo la stessa età. Prima che fossimo interrotti dalla marcia, stavo dicendo che tutti sappiamo cosa è successo. Eravamo diretti in Austria per un viaggio culturale, ma qualcosa è andato storto e l'aereo è precipitato...
Sui volti dei bambini cominciò ad apparire il terrore del ricordo. Alcuni scoppiarono a piangere, e poi tutti insieme.
- Calmi bambini, calmi! Purtroppo è successo, adesso siamo tutti in salvo su questa bella isola, vedete? Questa dobbiamo considerarla tutti come una bella vacanza, senza neanche un grande che ci rompa le scatole! Siamo liberi di giocare quanto vogliamo! 
I bimbi si calmarono e smisero di piangere.
- Allora, adesso dovremo organizzarci e mettere delle regole. Prima di tutto, tutti dovremmo avere dei compiti e dovremmo collaborare sull'isola, o quello che è, per aiutarci...
- Ferma, chi ti ha eletto capo? - La interruppe il rosso - Anzi credo che qui il capo dovrei essere io, che sono più abituato a comandare. Mettiamola ai voti!
Ma i ragazzi erano già stati catturati dalla calma e dall'organizzazione di quella bella ragazza dalla pelle scura e con la voce suadente, mentre il capo militare faceva un po' paura e le votazioni finirono inevitabilmente per eleggere a capo Radhi. Il ragazzo si fece rosso in viso dalla rabbia e l'umiliazione.
- Calmati, rosso! Va bene, mi avete eletto capo, ma come stavo dicendo, qui ognuno dovrà avere un compito, e tu potrai rimanere capo dei tuoi militari. Voi sarete i cacciatori, Infatti è importante che qualcuno ci procuri del cibo. Intanto, come ti chiami?
Il ragazzo tornò ad avere il suo colorito normale e l'idea gli piacque.
- Mi chiamo Merridew, Jack Merridew. Anche io sono inglese, ma vivo nella caserma militare di Milano, dove sono comandante del secondo bastimento di cadetti. Ho 17 anni, come i miei uomini, e siamo abituati a vivere nelle peggiori condizioni, a uccidere a sangue freddo, e vi procureremo il cibo.
- Ok, Jack Merridew, adesso è importante che tutti diciate il vostro nome. Amore, tu che hai una buona memoria, dovrai imparare il nome di tutti e ti occuperai, con un paio di grandi, di badare ai più piccoli. Chi è esperto di frutta e erbe? I ragazzi dagli 11 ai 12 anni dovranno cercare frutti buoni nel bosco guidati da lei, quanti anni hai te, come ti chiami? 16 e mezzo? Perfetto Laura, mi raccomando guidali tu.I ragazzi dai 12 ai 14 dovranno costruire rifugi per la notte e per il mal tempo. Devono essere sempre guidati da un ragazzo più grande. Infine quelli dai 14 ai 16 dovranno cercare legna per accendere in fuoco e cercare acqua potabile. Ragazzi dai 6 ai 10 voi è importante che non corriate via da tutte le parti perché, quando verrà una nave a salvarci, può darsi che in quel momento sarete nel bosco da soli, e non vi vedono, capito?
La ragazza diede ordini precisi, come se fosse già esperta. In realtà aveva solo letto tanti libri sull'organizzazione e sulle isole deserte. Sapeva che sarebbe stato più difficile di quanto non sembrasse.
- Bene, mentre fanno l'appello, andremo a verificare se quest'isola è davvero un'isola. Jack Merridew, tu verrai con me, poi vieni anche tu, stampella. - disse infine, indicando una ragazza dai capelli neri, magra e bianca come la morte e con gli occhiali spessi. Non aveva ancora detto una parola.
I tre si incamminarono e decisero di salire sulla montagna più alta dell'isola. Dovevano stare attenti a dove mettere i piedi e a non rimanere incastrati tra i rovi e le liane di quella fitta foresta.
- Allora, ragazza, come ti chiami? - chiese Radhi alla mora.
- Sara.
- Quanti anni hai?
- Quasi 16.
- Di dove sei?
- Abruzzo.
- Sei spaventata?
La ragazza non rispose e la guardò da dietro gli occhiali, con gli occhi nerissimi e lucidi.
- Non devi. Verranno a prenderci! Sanno che non siamo arrivati e cercheranno su tutte le isole dall'Italia all'Australia sulla rotta del nostro aereo! Capito?
La ragazza annuì timidamente e tornò a guardarsi i piedi.
Allora Radhi si rivolse a Jack e aveva un incredibile voglia di chiedergli cosa l'aveva ferito nel profondo e perché aveva gli occhi così tristi. Perché lei sapeva che qualcosa lo consumava dentro da tempi immemorabili e non l'aveva mai detto a nessuno; anzi, lo nascondeva dietro alla maschera della rabbia e della durezza. Radhi non disse nulla, ma gli sorrise.
Lei aveva un sorriso incredibilmente bello, così sincero e aperto che sembrava dire “io sono tua amica e puoi dirmi tutto ciò che vuoi” e Jack se ne accorse. Ne fu un po' imbarazzato e gli piacque, ma non lo diede a vedere.
- Che vuoi? - disse sgarbatamente.
- Devi per forza essere così testa di cazzo? - Era una ragazza molto diretta, perché aveva capito che girare intorno alle cose non faceva altro che renderle più insensate - Qui siamo tutti sulla stessa barca. Fai un po' il simpatico, che aiuta.
Quella sincerità e schiettezza piacquero molto a Jack; non sapeva neanche perché. Era la prima volta che trovava due pregi nella stessa persona. Nella stessa ragazza. Così le sorrise involontariamente, quasi come se tirasse fuori la voglia avere un amico che aveva represso per tutti quegli anni.
- Bravo, così va meglio! Sei anche quasi carino quando ridi.
Il cammino fu lungo e faticoso, ma quando arrivarono su videro che quella era effettivamente un'isola, non troppo grande, e non sembrava neanche abitata. Radhi si perse di nuovo nell'orizzonte e respirava forte quell'aria così fresca e pulita. Quel luogo, così ostile e sconosciuto, da un altro punto di vista sembrava così tranquillo e lontano da tutto. I tre ragazzi, lassù, si sentivano bene, quasi felici.
Quando tornarono giù l'appello era stato finito e tutti si muovevano come lei aveva ordinato . Radhi conosceva il suo ragazzo: era metodico e preciso, infatti quando tornò gli disse tutti i nomi, indicandoli.

Ragazzi dai 6 ai 10

  • Matteo: 6 anni, da Torino, biondo con gli occhi azzurri.

  • Camilla: 6 anni, da Milano, castana con le lentiggini.

  • Enrico: 8 anni, da Napoli, con una voglia di mora sulla guancia.

  • Paolo: 9 anni, da Firenze, rosso con gli occhi azzurri.

  • Martina: 10 anni, da Roma, capelli neri e occhiloni.

Ragazzi dagli 11 ai 12

  • Simone: 11 anni, da Roma, capelli e occhi neri.

  • Arianna: 11 anni, da Padova, magra con un neo sulla guancia destra.

  • Matteo: 12 anni, da Perugia, capelli e occhi marroni.

Ragazzi dai 12 ai 14

  • Giada: 13 anni, da Roma, ha una voglia sulla spalla.

  • Mario: 13 anni, da Napoli, è cicciotto con gli occhiali.

  • Asia: 14 anni, da Firenze, ha i capelli biondi e lunghi fino ai piedi.

Ragazzi da 14 ai 16

  • Claudia: 15 anni, dall'Aquila, ha i capelli corti a caschetto.

  • Laura: 15 anni, da Perugia, le orecchie a sventola e i capelli neri.

  • Mirko: 16 anni, da Palermo, riccio e alto.

  • Marco: 16 anni, da Roma, riccio e occhi marroni.

  • Sara: 16 anni, da Abruzzo, bianca e capelli neri.

Ragazzi di 17: oltre me e te sono tutti del commilitone di Jack.

  • Jack: 17 anni, da Milano, rosso e antipatico.

  • Federica: 17 anni, da Milano, bionda con le tette grosse.

  • Marco: 17 anni, da Milano, moro con le spalle grandi.

  • Domenico: 17 anni, da Milano, capelli cortissimi e occhi marroni.

  • Denni: 17 anni, da Milano, capelli rasati e un tatuaggio.

  • Charlie: 17 anni, da Milano, occhi grandi e una cicatrice sulla guancia.

  • Maria Chiara: 17 anni, da Milano, quella con il naso grosso.

  • Simone: 17 anni, da Milano, bassino e muscoloso.

  • Davide: 17 anni, da Milano, spalle larghe e capelli ricci.

  • Giulio: 17 anni, da Milano, alto e magro.

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Capitolo 2
*** Caccia e Villaggio. ***


La prima notte sull'isola era passata con il rumore dei pianti dei bambini_ buia e fredda, rendeva tutto irreale e spaventoso. La terra civilizzata era lontana e ignara di quei poveri ragazzi dispersi chissà dove nell'oceano.
All'alba Radhi sentì l'assoluto bisogno di avere qualcosa che si avvicinasse alla civilizzazione e radunò un'assemblea. Suonò forte la conchiglia e tutti si alzarono e si radunarono intorno alla loro leader, che dava loro un senso di sicurezza e di civiltà. Jack rimase lontano, ancora ferito di non essere stato eletto capo; inoltre sentiva di odiare un po' quella ragazza dall'aria così sicura e tranquilla. Odiava la sua autorità, odiava il fatto che il giorno prima gli aveva trasmesso un senso di fiducia, odiava anche il fatto che quella notte l'aveva pensata. L'aveva pensata nuda e vestita solo di quel sorriso così accattivante e aveva sentito il bisogno di masturbarsi su quell'immagine. L'odiava tanto perché aveva l'impressione che cominciava a piacergli, non tanto fisicamente, perché da quel punto di vista Radhi sarebbe piaciuta a chiunque: le sue origini, probabilmente miste, indiane e italiane, le avevano donato un fisico invidiabile, atletico, ma anche addolcito dalle curve un po' prosperose dei fianchi e del seno, ricoperti da una pelle dorata e perennemente abbronzata; probabilmente le piaceva anche caratterialmente.
- Ho convocato quest'assemblea per fare un resoconto delle nostre scoperte: Ieri, io, Jack e Sara abbiamo accertato che questo posto e un'isola, ed è veramente bellissima. Ralph ha fatto l'appello e siamo in 28. Gli esploratori hanno trovato una piscinetta di acqua potabile con tanto di cascata dall'altra parte della montagna, quindi tutti ci trasferiremo lì in modo da avere sempre acqua buona a disposizione. I raccoglitori hanno portato frutta e verdura buona per fare una bella colazione e anche la legna. I cacciatori hanno visto diversi animali da cacciare, tra cui maiali e pecore, da cui potremo prendere anche il latte e la lana. Adesso faremo una colazione abbondante, perché dobbiamo camminare abbastanza, e raccogliere pietre da appuntire e noci di cocco come borracce.

A discorso terminato tutti fecero come la ragazza diceva e si avviarono alla piscinetta naturale. Si fecero il bagno, desiderosi di pulirsi dalla sabbia e dall'acqua di mare, che corrodeva la pelle: I più piccoli si spogliarono nudi, mentre i grandi con l'intimo. Tutti riempirono le borracce e prepararono la legna per il fuoco, poi si resero conto di non sapere come accenderlo, finché a Ralph non venne un colpo di genio: prese gli occhiali di Mario, che protestò un po', ma poi lo lasciò fare. Ralph indirizzò i raggi del sole verso il legno secco, che prese presto fuoco.
Tutti erano felici e cominciarono a cantare. Inoltre il fuoco mandava su una cortina di fumo molto alta e Radhi indicandola disse: - Questo sarà il nostro segnale. Grazie al fumo le navi ci potranno avvistare anche da molto lontano, quindi è necessario che qualcuno tenga sempre in fuoco acceso: faremo dei turni.

Tutti erano d'accordo e felici alla prospettiva che qualcuno li potesse vedere e i piccoli si misero a ballare in cerchio, alcuni ancora nudi com'erano. Poi si accorsero che il fuoco cominciava a diventare troppo forte e i grandi lo spensero appena in tempo, prima che cominciasse a bruciare tutta la foresta.
- Forse è meglio trovare un punto migliore per accendere il fuoco, magari più verso la cima della montagna! - disse Denni. Tutti furono d'accordo.

I giorni passavano inesorabilmente e nessuno sapeva più la data precisa. Lentamente i ragazzi cominciavano ad abituarsi a stare lì: a svegliarsi nella sabbia, a stare tra le piante, a mangiare frutta. Amavano tutti le assemblee, perché trasferivano un forte senso di civiltà e di organizzazione. I bambini avevano imparato dove fare i loro bisogni e a volte a trovare il cibo buono da soli. I più grandi erano diventati esperti nel costruire rifugi (anche se spesso cadevano) e ad accendere piccoli fuochi dove capitava, per riscaldarsi soprattutto. Erano riusciti ad appropriarsi e allevare un piccolo gregge di pecore, da cui prendevano la lana, grazie alle pietre appuntite che si costruivano da soli. La carne di quelle pecore non era molto buona, perché era dura e vecchia, ma ci si accontentava. Alcuni erano riusciti a farsi dei "vestiti", legandoli con le liane e con i pezzi di cocco. Le proteine riuscivano a prenderle anche dal latte, in mancanza di altro.

Durante un assemblea, in cui si parlava del modo per procurarsi del sapone (Mirko aveva il padre che era un ricercatore chimico e gli aveva insegnato che poteva farsi il sapone con la cenere e il grasso animale), uno dei bambini, quello con la macchia sulla faccia, volle parlare: - Cosa volete fare della bestia?
- Quale bestia?
- Ieri notte, quando mi sono svegliato per fare pipì ho visto una cosa che si muoveva nella foresta. Era grande e si gonfiava e poi mi voleva acchiappare!
- Oh, povero piccolo, avrai fatto un brutto sogno! E' tutto apposto. Non c'è nessuna bestia. - Lo rassicurava Ralph.
- No no! Io ero sveglio e l'ho visto. Io ho paura.
- Non bisogna avere paura di nulla. Qualunque bestia, se ci sia, io e la mia tribù lo uccideremo. - Intervenne Jack da lontano.
Ormai lui e i cacciatori non partecipavano neanche quasi più alle riunioni, ma stavano là vicino ad ascoltare.
- Intanto, non siete una tribù ma il nostro gruppo di cacciatori. Poi non c'è nessuna bestia piccolo non preoccuparti.. poi tu non riesci neanche a uccidere un maiale, figurati una bestia! - alle parole di Radhi tutti risero, e Jack diventò rosso di rabbia e di vergogna. Avrebbe voluto strozzarla, ma nel suo coraggio c'era qualcosa che lo attirava ancora di più.
- Sta zitta! Bambini io e i cacciatori, non solo uccidere un maiale per sta sera, ma andremo anche a caccia della bestia.
A queste parole tutti tacquero, rimasero incantanti dalla sicurezza di Jack e applaudirono. Poi Radhi andando via passò vicino Jack e avvicinò il suo viso a pochi centimetri da quello del ragazzo e disse: - Non provare più a dirmi "sta zitta". Vedi di mantenere la promessa o sta sera tutti rideranno di te.
Si girò e proseguì dritta, senza lasciare a Jack il tempo neanche di pensare.
Il rosso era talmente furioso che gli venne un'incredibile voglia di picchiare qualcuno, ma si limitò a dare un pugno all'albero vicino, quando tutti se ne andarono. Leccò il poco sangue che gli era uscito da una nocca, poi, con quello si sporcò la faccia. Improvvisamente, gli venne un lampo di genio: pensò alle divise mimetiche e capì che per cacciare meglio doveva nascondersi. Si dipinse la faccia con la creta e il fango fino a rendersi irriconoscibile. Si guardò nell'oceano: quello che vedeva gli piaceva e decise di far dipingere così tutte le facce dei suoi cacciatori.
- Ragazzi, adesso entreremo in quella foresta e non ne usciremo finchè non avremo preso un maiale. Ne va del nostro onore. E' chiaro?
Jack aveva convocato i cacciatori e gli parlava da sopra una roccia, con la lancia in mano e la faccia dipinta come un selvaggio.
- Sì signore. - risposero i ragazzi.
- Non ho sentito.
- Sì signore. - gridarono più forte.
- Bene, si va a caccia.

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