Im Zimmer 483

di Cioccorana
(/viewuser.php?uid=1975)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Was?! ***
Capitolo 2: *** So schwierig... ***
Capitolo 3: *** Till&Bom....PFFFF!XDXD ***
Capitolo 4: *** Nach Hause ***
Capitolo 5: *** Zusammen ***
Capitolo 6: *** So einfach... ***
Capitolo 7: *** Ende ***



Capitolo 1
*** Was?! ***


Was?|

 

 

Ecco la versione riveduta e corretta! Grazie a quelli che hanno segnalato il cambio di tempo! Ci starò attenta, ma è probabile che ricapiti perchè sono molto distratta e a volte dalla prima persona passo alla terza senza pensarci (specie quando devo descrivere i sentimenti!); intoltre faccio casino anche quando traspongo un testo in versione HTML, spesso metà pezzi rimangono da una parte e altri se ne vanno in tutt'altra direzione (non chiedetemi come sia possibile...)

Comunque grazie, continuate a segnalare gli errori! Aggiornerò il prima possibile!

Aspettate...ok, dico la verità, SPERO di riuscire ad aggiornare, perchè io ho il "Blocco dell'Aggiornamento" ovvero inizio a scrivere qualcosa, posto i primi capitoli e poi, anche se magari la storia è finita non scrivo più perchè mi dico che è uno schifo e che non vale la pena di pubblicare... Ehi, è la prima volta che lo scrivo così spudoratemente, magari questa è la volta buona che finisco di pubblicare una storia! Ahah! Va bè, non fateci caso, prendiamolo come un gesto scaramantico!^^

Per quelli che non lo sanno Andreas è un grande amico dei Tokio, si occupa della gestione del loro website e di altre piccole cose, ma è principalmente un loro amico (per chi ha i CD in tedesco se leggete i ringraziamente in fondo lo trovate nominato da Bill...Forse anche in quello in inglese, ma sinceramente non me lo ricordo-_-')

Scusate ancora per gli errori, cercherò di essere meno distratta!-_-'

 

 

 

Im Zimmer 483

(Nella Camera 483)

 

La prima volta che sentii mio fratello vomitare stavo sfogliando le pagine dell’ultimo numero di Bravo; non mi è mai piaciuto molto quel giornale, ha sempre scritto un sacco di cazzate, ma è vero che ci ha aiutato molto con tutta la pubblicità che ci ha fatto e che continua a farci. Stavo leggendo un articolo su Samy Deluxe; adoro la sua musica. L’articolo parlava del suo ultimo concerto e dell’uscita del suo nuovo album. Non dimenticherò mai quella foto di Samy, l’unica cosa che ha ricambiato il mio sguardo in quei momenti terrorizzanti, mentre sentivo l’ultimo piatto di pasta che mio fratello aveva mangiato ricadere nel cesso.

Non stava male, di questo ne ero sicuro perché fino a qualche minuto prima stavamo scherzando insieme e lui era tranquillo e sereno. Non stava male, no.

E poi, lo sentivo. Sentivo che quello di mio fratello non era il vomito di una persona che sta male. Mi sembrava di vederlo, lì, nella stanza accanto alla mia, separati solamente da una sottile parete di cartongesso, piegato sulla tazza, gli anelli posati sul lavandino bagnato e due dita occupate a spingere più fondo che possono nella sua gola, gli occhi lacrimanti per lo sforzo. Riuscivo a immaginarlo anche troppo bene. E ogni conato che sentivo meno riuscivo a muovermi; ero immobile sul letto, fissando il giornale, incapace di gridare "Ehi, tutto ok?". Non ce l’ho fatta, sono rimasto in silenzio fino a quando non ho sentito tirare lo sciacquone e aprire l’acqua del lavandino.

Sono rimasto immobile.

Scusami Bill.

***

 

La mattina seguente avevamo le prove per incidere la nuova canzone Spring Nicht. Ero tremendamente assonnato, la gran parte della notte avevo pensato a cosa fare; parlare con Bill? Fare finta di niente? Alla fine avevo deciso di non dire niente, magari stavo esagerando e non era come credevo, magari davvero Bill non stava bene. Sapevo bene di star mentendo a me stesso, ma riuscii ad autoconvincermi che era quella la cosa da fare, ovvero non fare nulla.

"Tom, hai svegliato tu Georg?"

"’Giorno Gustav. No, io non l’ho visto…"

"Ma perché, perché quel ragazzo deve essere sempre in ritardo?!" Gustav odiava i ritardi di Georg, e il fatto che lui fosse il più puntuale del gruppo probabilmente incideva sulla cosa.

"Dai, vado a dire a quelli della reception di fargli suonare il telefono in camera, così si sveglia."

"Grazie Tom. Vorrei solo che fosse un po’ più responsabile con queste cose."

"Ehi, bello, tranquillo, siamo star, ritardare è un nostro diritto!" per fortuna riesco a far ridacchiare Gustav, mentre mi avvio alla reception, dove una ragazza abbastanza carina mi guarda sorridendo cortesemente.

"Buongiorno. E’ possibile chiamare la camera di Georg Listing?"

"Certo." La ragazza compone il numero della camera e mi passa la cornetta.

Dopo ben dieci squilli un Georg ancora mezzo addormentato mi risponde.

"Mmmh…?"

"Georg, sai che dovresti già essere giù nella hall?"gli dico io, non riuscendo a trattenere un sorrisetto.

"Ma…che ore sono?"

"Le otto e mezzo."

"Ah. Sì…Bè…Comunque sono pronto, mi stavo infilando le scarpe…"

"Sì, certo, vallo a dire a Gustav. Muoviti!" Riattacco.

Torno da Gustav, con lui c’è anche Bill ora. Sembra che stia bene.

"’Giorno Tom." Mi sorride; adoro quando sorride, per fortuna lo fa spesso.

"Belli, voi avete già fatto colazione?" domando.

"Io stavo andando a farla."risponde Bill.

"Io l’ho già fatta prima; prendete i cornetti, sono buonissimi."
"Gustav, Gustav, tu dovresti mangiare solo insalata…altrimenti poi le nostre fan diranno che sei un maialino!"ride Bill; gli piace particolarmente provocare Gustav.

"Io alle nostre fan piaccio così! E poi non so se hai visto i miei addominali!"

"Non li ho visti perché sono nascosti sotto la tua bella pancetta!"
"Bill, che palle che fai, sei sempre il solito narciso. Andiamo a fare colazione, scemo"lo trascino via, mentre con la coda dell’occhio vedo che Gustav si solleva furtivamente la maglia, per controllare se ha davvero la pancetta. Finisce sempre col credere a quello che gli dice Bill; una volta lo beccai mentre leggeva un libro che spiegava come perdere 5Kg in una settimana. Lo presi così tanto in giro che penso ne sia rimasto traumatizzato.

La colazione è a buffet. Io odio le colazioni a buffet, anzi diciamo pure che odio qualsiasi cosa sia a buffet. Preferisco scegliere da un menu e ordinare. Non mi piace dover prendere il mio cibo dallo stesso piatto degli altri, mi vengono in mente le cose più schifose, come che qualcuno possa aver preso una pastina appena dopo essersi messo le dita nel naso. Bleah, mi passa la fame.

Bill invece non si fa molti problemi, scorrazza felice davanti ai vassoi e prende due cornetti alla crema dalle dimensioni enormi. Io mi limito a prendere una waffel ben tostato e un po’ di marmellata alla fragola.

Ci sediamo.

Quando Bill addenta il primo cornetto mi viene spontaneo pensare se finirà anche quello in fondo al cesso.

Scaccio immediatamente quel pensiero.

"Stamattina dobbiamo provare Spring Nicht, giusto?"chiedo tanto per avviare un minimo di conversazione.

Bill annuisce, pulendosi la bocca col tovagliolo. "Sì, ma sinceramente non me la sento più di tanto di cantare stamattina…"

"E perché?"

"Boh, non ne ho molta voglia e basta. A te non capita mai di non avere voglia di suonare?"

"Sì, a volte…Ma che ci possiamo fare, è il nostro lavoro!"
Bill sbuffa. "Già, lo so…E’ solo che cantare quella canzone mi mette di malumore, non so perché… Mi fa diventare triste…"

E’ sempre stato così, fin da quando eravamo due piccoli e innocenti gemellini; Bill è sempre stato un sensibilone, si lascia influenzare dalle cose più insignificanti.

"Bè, e tu non pensare alle parole allora."
Bill alza gli occhi al cielo"Oooh, certo, e come faccio a cantare?"

"Non ti viene automatico?"

"In che senso?"
"Nel senso che, non ti basta sentire la musica? Le parole non ti vengono da sole? Io quando suono non penso agli accordi che devo fare, o almeno ci penso, ma solamente le prime volte che suono una canzone. Poi dopo viene automatico. Dai, non ci credo che tu, ad ogni canzone di ogni concerto pensi ad ogni singola parola che canti. Anche perché parecchie volte ti ho sentito scazzare di brutto!"

Bill mi rifila un’occhiataccia. Odia quando le sue capacità di cantante vengono messe in dubbio.

"Il fatto è che ancora non ho…come posso spiegare….diciamo che non ho preso confidenza con la canzone."

Stavolta sono io a sbuffare. "Come sei complicato…"

"Non è vero!" S’imbroncia. "E’ lo stesso discorso che hai fatto tu! Dopo che una canzone l’abbiamo provata e riprovata e dopo che l’ho cantata tante volte mi basta cominciare e poi la voce va da sola!"

Ridacchio; il suo lavoro di cantante è un tasto dolente per Bill; basta sfiorarlo nel modo sbagliato che subito s’infervora e si impegna a spiegarti il suo punto di vista.

"Va bè, dai, allora facciamo che dopo che abbiamo finito le prove di Spring Nicht suoneremo un paio di volte una canzone che ti mette su di morale."
"Ne proviamo una di Nena?"

Faccio una smorfia; Nena non è un granchè da suonare…

"Daaaaaiiiiii….Pleaaaaseeeee….."

"Se anche Gustav e Georg sono d’accordo, altrimenti ne suoniamo un’altra! Ma non ti è ancora passata la fissazione per Nena?"

Bill scuote vigorosamente la testa, sorridendo sornione. "No! E poi dopo che ho doppiato insieme a lei, sono ancora più innamorato!"

Saki sbuca alle spalle di Bill. "Senti, innamorato, ci diamo una mossa con la colazione? Tra mezz’ora dobbiamo essere in studio."

"Buongiorno Saki. Io sono pronto, manca solo Georg all’appello."

"E’ sceso anche lui, è di là nella hall con Gustav, dice che non vuole fare colazione."

"Bè non gli do torto, questa roba non è il massimo. Ti prego, Saki, trovaci un altro albergo! Il cibo che fanno qui è cattivo!"

"Tom, stai diventando proprio viziato, sai?"sorride Saki scuotendo la testa. "Se avete finito andiamo."

Bill si ficca in bocca l’ultimo pezzetto di cornetto, e si pulisce le mani alla mia maglia, cosa che odio ma che fa sempre.

"Bill, ti ucciderò se lo fai di nuovo."

"Non potresti mai uccidere il tuo dolcissimo e bellissimo gemellino adorato. Moriresti di noia dopo. E la band, senza uno bello, carismatico, simpatico, dolce, gentile e capace come me fallirebbe subito."

"Bill?"

"Mh?"
"Stai zitto, ti prego."

" Voi due finirete per sposarvi alla fine!"ride Saki.

"Oh no! Saki mi sono scordato il berretto in camera! Mi aspettate un secondo?"
"Sì, ma sbrigati. Ti aspettiamo nella hall."

Nella hall quasi non sento quello che Gustav e Georg mi dicono; che starà facendo Bill? Starà davvero solo prendendo il berretto?

Per fortuna torna giù subito e sembra a posto. Sono sicuro che i suoi cornetti sono rimasti al loro posto nel minuscolo stomaco di mio fratello. Tiro un sospiro di sollievo.

Raggiungiamo il grande e lussuoso ingresso.

Cazzo.

Sempre la solita storia.

"Siete pronti?"ci chiede Saki, improvvisamente serio.

Noi annuiamo, prendendo un profondo respiro, quasi stessimo per immergerci.

"Andiamo. Lucas ci aspetta fuori dalla porta con altri due bodyguard."

Gustav è il primo ad uscire. Non appena si aprono le porte le urla acute ci perforano gli orecchi: decine di fan sono appostate fuori dall’hotel e cominciano a scalpitare.

Esce anche Georg, poi Bill e infine tocca a me.

La folla di ragazze comincia subito a spingere. Durante i concerti le urla e il casino della folla è tremendamente meraviglioso ed eccitante, ma essere assordato, strattonato e spinto alle otto di mattina non è esattamente eccitante e neppure meraviglioso. Il bodyguard mi sta appiccicato in modo imbarazzante, ma le fans sono particolarmente agitate.

Per fortuna raggiungiamo la macchina.

"Wow, siamo vivi! Pensavo seriamente di morire stamattina!" dice Georg, guardando fuori dal finestrino le ragazze trattenute dai bodyguard, mentre la macchina si allontana.

"Già. Non potrebbero fare a meno di urlare, almeno la mattina? Cavolo, non ci sento più!"Gustav si stura un orecchio con aria sofferente.

"Ragazzi, ci amano, c’è poco da fare."sospira Bill sdraiandosi con un odioso sorrisetto stampato in faccia sul sedile dell’auto, incurante dei nostri sguardi esasperati.

 

***

 

"Bene ragazzi, per oggi è tutto. Direi che ci siamo con questa canzone, basterà riprovarla un altro paio di volte e penso che potremo archiviarla definitivamente."

Dalla mia postazione vedo che Bill tira un sospiro di sollievo. E’ strano, non capisco perché quella canzone gli crei così tanta angoscia, l’ha scritta lui e sembrava esserci particolarmente affezionato. Nonostante siamo gemelli e nonostante io sia la persona che meglio conosce e capisce Bill, a volte ci sono tratti del suo carattere che mi rimangono oscuri. In seguito mi sarei amaramente pentito di non essermi impegnato abbastanza a capire quei lati misteriosi, ma allora pensavo che se c’era qualcosa che non voleva dirmi doveva avere le sue buone ragioni.

Anche se ammetto che la cosa mi scocciava alquanto; speravo almeno che, poiché non parlava con me di ciò che lo rendeva insofferente, almeno non ne parlasse con nessun altro.

La sera siamo stanchi morti, il pomeriggio avevamo avuto tre interviste, ma nonostante ciò decidiamo di uscire tutti e quattro; Andreas ha organizzato un party da sballo a casa dei suoi zii e non ce lo perderemmo per niente al mondo.

Il taxi che ci accompagna alla villa ha i vetri oscurati, per fortuna.

Arriviamo che sono già le undici e quaranta, ma la festa è appena iniziata.

Il grande cancello di ferro si apre lentamente e noi entriamo. A darci il benvenuto è la cameriera, che si offre di prendere i nostri giacchetti.

Come prima cosa cerchiamo Andreas. Lo troviamo che si sta scolando un CubaLibre e sembra già abbastanza alticcio.

"Ehi amico!" lo saluto con una spallata.

"Tom! Bill! Siete arrivati! Ciao Georg! Gustav! Ragazzi, non vi avrei mai trovato in mezzo a tutta questa folla…"

In effetti le grandi stanze della villa sono piene di ragazze e ragazzi, tutte piccole star della televisione o della musica.

"C’è un bel casino…."osserva Gustav guardandosi intorno.

"Già…I miei zii mi uccideranno quando torneranno dalle Bahamas…! Spero che la casa sia tornata in ordine per allora!"

"Non ci confiderei troppo amico!"ride Georg, afferrando una bottiglia di birra dal tavolo più vicino. Lo imito, servendomi e passando una bottiglia anche a Gustav. Bill solitamente non beve, lui non regge l’alcol.

"Bè, io vado a fare un giro, per vedere chi c’è!"Georg decide di abbandonarci subito.

"Vengo anche io con te."Gustav lo segue, sparendo tra la folla. Intanto Andreas barcolla un po’, ridacchiando.

"Andreas, quanto hai bevuto?"gli chiede Bill con uno sguardo non proprio lusinghiero.

"Oh, non molto…Ma sai, cominci e dopo non tieni più il conto!" e scoppia a ridere.

Io intanto mi guardo intorno e subito vedo una ragazza piuttosto carina che mi fissa con fare ammiccante; questo è un record, non è neppure dieci minuti che sono arrivato e già mi trovo una ragazza. Viva me! Tom the best!

"Ok, ragazzi, io vado a divertirmi un pò.."dico maliziosamente, prendendo un lungo sorso di birra e avviandomi verso la ragazza che non smette di fissarmi.

"Ciao" le dico.

"Bel cappello."mi risponde lei.

"Grazie. Sei un’amica di Andreas?"

Lei annuisce, bevendo un sorso dal suo bicchiere. "Sì, mi chiamo Laureen."

"Io sono…"

"Tom Kaulitz" conclude lei per me. Ehi, sono famoso!….cioè, ovvio che lo sono-_-‘

Sorrido. "Mi conosci?"

"Certo, ci avete fatto due palle così con Durch den Monsun!"

Inarco un sopracciglio. Come come?

"Alla radio non facevano altro che passare quella stupida canzone. Dopo la decima volta che la sentivo ho cominciato ad odiarla."

Ok. O questa ragazza è totalmente ubriaca o è una provocatrice nata. Dal sorrisetto e dallo sguardo furbo che ha, opterei per la seconda ipotesi. Decido di stare al gioco.

"Adesso stiamo incidendo un nuovo CD. La radio lo passerà così tante volte che impazzirai! Alla fine l’unica cosa che sarai capace di pensare sarà Tokio Hotel!"

"Oddio, spero di scampare a questa sciagura!"

"Ehi!"esclamo facendo una faccia offesa " non mi dirai che non ti piace il mio gruppo!"

"Il tuo gruppo no, ma tu sì…"

E’ fatta, scacco matto. Adesso apriamo le danze.

"Bè…chissà…magari posso convincerti che oltre ad essere carino faccio anche della buona musica…"Mi avvicino a lei lentamente, per tastare il terreno, ma lei sembra del tutto disponibile, e non si fa pregare quando le passo una mano intorno alla schiena e la bacio.

Ci appoggiamo ad una colonna e…bè…ci lasciamo un po’ andare, così, tanto per "conoscerci" un po’. Poi lei si stacca, mi guarda e mi dice: "Sai, su ci sono delle camere molto comode…"

Raccolgo immediatamente l’invito, afferro altre tre bottiglie di birra e saliamo al piano di sopra.

La casa degli zii di Andreas è davvero lussuosa, tanto che ho quasi soggezione a fare sesso in una di quelle camere. Ma non abbastanza da fermarmi.

Laureen un po’ mi bacia e un po’ mi trascina per le scale, ridendo.

Quando arriviamo al primo piano apriamo la prima porta, che però non rivela nessuna camera, bensì il bagno. Ci abbandono dentro una delle bottiglie di birra che intanto mi sono scolato. Inizia a girarmi la testa. E’ piacevole. Adoro il mix alcol+sesso, è una delle cose migliori del mondo, dopo la musica, naturalmente.

Raggiungiamo sempre più smaniosi la seconda porta, ma non appena la apro, le mie risate si spengono immediatamente, come se avessi ricevuto una secchiata d’acqua in piena faccia.

Quella probabilmente doveva essere la camera di Andreas. Ma non è questo a scioccarmi, no, anche se a colpo d’occhio trovo che l’arredamento sia di gusti discutibili.

Laureen mi è venuta a sbattere addosso quando mi sono bloccata di colpo; istintivamente cerco di bloccarle la visuale, mentre il mio cervello cerca di elaborare ciò che i miei occhi hanno appena visto.

Sul letto, arrotolato tra le coperte c’è Andreas, a petto nudo, e sotto di lui, tra le sue braccia, impegnato in quello che sembra un bacio mozzafiato c’è….Bill.

Si accorgono di noi e immediatamente si bloccano. Andreas mi guarda con un’aria strana, quasi vincente. Bill invece abbassa lo sguardo. E’ troppo, devo uscire.

Faccio retrofront e scendo di corsa le scale abbandonando Laureen, le bottiglie di birra ancora strette tra le mani.

"Ehi Tom, ho trovato una ragazza molto…ehi dove vai?!"Sorpasso Gustav senza degnarlo di uno sguardo ed esco il più velocemente possibile in giardino.

Grazie a Dio trovo un angolo deserto.

Mi siedo e mi bevo tutto d’un fiato la prima bottiglia di birra. Faccio un bel rutto e mi scolo anche la seconda, poi le lancio via. I vetri si fracassano sul sentiero di ghiaia del giardino, facendomi venire immediatamente voglia di spaccare qualcos’altro.

Cazzo, quello era Bill. Con Andreas. Bill. Andreas.

Bill e Andreas.

Insieme.

E di certo non stavano facendo la lotta.

Da quanto tempo va avanti questa storia? Perché mio fratello gemello non me ne ha mai parlato prima?

Ci siamo sempre detti tutto, conosciamo ogni cosa dell’altro, gli ho sempre raccontato ogni mia avventura con ogni ragazza e Bill ha fatto lo stesso… Allora perché mi ha taciuto una cosa così importante?

E…è innamorato di Andreas? Dio, non voglio nemmeno pensarci. Noi non possiamo innamorarci, certo, possiamo scopare e fare quanto sesso ci pare, ma sono solo scappatelle, niente che dura più di una notte. Non possiamo legarci a qualcun altro perché ci apparteniamo a vicenda. Siamo gemelli, per Dio!, ci conosciamo da…da sempre! Siamo stati sempre insieme e sempre lo saremmo rimasti. E adesso Bill infrangeva una delle nostre regole, la più importante di tutte.

Ma in fondo a me cosa interessa? Non devo essere così morboso, Bill ha il diritto di innamorarsi di chi vuole, di legarsi a colei o colui ritenga adatto a se stesso...

Anche se così mi ferirebbe a morte… Ma probabilmente questo lui non lo immagina.

Mi prendo la testa fra le mani, soffocando un gemito.

Sono così confuso, non capisco perché soffro così intensamente. Perché, perché fra tutte le persone che ci sono Bill ha scelto proprio Andreas?! Perché lui?! E' diverso che andare con la prima ragazza disponibile, è qualcosa di più importante, di più…serio. Ed è proprio questo che mi spaventa.

Ho perso la sensazione del tempo, non so da quanto sono seduto qui, ma sono stufo. Chiamo un taxi e mi faccio riportare in albergo.

La porta della camera di Bill è chiusa e da dentro non proviene nessuna luce.

Deve essere ancora alla festa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** So schwierig... ***


Was?|

 

Im Zimmer 483

Nella stanza 483

 

Il giorno seguente dovevamo prendere il TourBus per spostarci in Francia. Si prospettava un lungo viaggio.

Rimasi in camera mia fino a quando non sentii bussare alla mia porta.

"Tom, sono Georg. Dobbiamo muoverci, il Bus è già qui fuori!"

Gli aprii la porta.

"Dio che faccia spaventosa che hai! Che hai combinato stanotte, eh?"mi dà una gomitata complice. "Io ne ho fatte delle belle…Ho conosciuto una ragazza davvero carina, Brenda una tipa tutto pepe. Ci siamo divertiti parecchio…"mi strizza l’occhio.
Bofonchio quello che vorrebbe essere un cenno di approvazione, ma che probabilmente assomiglia di più ad uno sbadiglio.

"Mi aiuti a portare giù le valigie?"

"Ok, ma muoviamoci."Georg, con i suoi bei muscoli, afferra le mie due valigie più voluminose e si avvia giù per le scale.

Io prendo il rimanente della mia roba e lo seguo.

Nella hall ci sono già tutti. Non appena arrivo, Bill mi lancia uno sguardo che io evito accuratamente.

"Avete preso tutto?"ci chiede Saki mentre salda il conto dell’hotel. "Andiamo, il Bus è qui. Non ci sono fans oggi, perciò possiamo andare tranquillamente."

Non appena saliamo sul Bus io raggiungo il mio letto e mi ficco sotto le coperte con le cuffie nelle orecchie, con la chiara intenzione di trasmettere il messaggio DON’T DISTURB. Ma a quanto pare le mie intenzioni non sono molto chiare, perché non appena passato il confine della Germania, sento qualcuno che mi batte sulla spalla.

Apro gli occhi e mi ritrovo di fronte quelli truccati e luccicanti di Bill.

Mi tolgo le cuffie e lo guardo senza dire niente. Non so perché ma sono furioso.

"Possiamo parlare?" mi sussurra, lo sguardo implorante e contemporaneamente infastidito.

"Non adesso."

"Per favore."

"Non qui, Bill."mi rimetto le cuffie per chiudere la discussione e mi giro dall’altra parte, dandogli la schiena.

Vedo la sua ombra allontanarsi e mi sento ancora più triste.

 

***

 

Nel tardo pomeriggio arriviamo finalmente in albergo. Un cinque stelle, wow. La casa discografica ha deciso di ricompensarci stavolta.

"Ho una fame da lupo!"esclama Gustav non appena entrati nella hall. "Saki, dov’è che si mangia?"

"Penso che la sala da pranzo sia da quella parte. Ma non so se servono qualcosa a quest’ora. Comunque

tra meno di un’ora serviranno la cena, perciò ti conviene aspettare."

Gustav non replica ma la sua pancia borbotta in segno di disapprovazione, cosa che fa scoppiare a ridere Georg.

"Bene, andate a sistemare i bagagli nelle vostre camere. Ci fermiamo in questo albergo per tre giorni, domani l’altro torniamo in Germania. La mia camera è la 213, nel caso aveste bisogno di qualcosa."

"Sì mamma."ridacchia Georg, beccandosi una pacca da Saki.

"Ahia! Tooom, la mamma mi ha picchiato!"

"Prova a chiamare il telefono azzurro."gli suggerisco con un mezzo sorriso.

"Io direi il WWF!"suggerisce invece Gustav, beccandosi un calcio da Georg.

"Sei proprio un animale!"gli grida in risposta il batterista ridendo, poi afferra la sua valigia e scappa verso la sua camera.

"Ti faccio vedere io chi è l’animale, batterista dei miei stivali!"Georg lo insegue per la hall, barcollando sotto il peso delle valigie.

La donna che sta alla reception segue la scena con una smorfia di disapprovazione che fa ridere Saki.

"Queste sono le vostre chiavi. Ci vediamo a cena."Saki se ne va, lasciando me e Bill da soli.

In silenzio ci avviamo verso le nostre camere, situate nella parte dell’hotel opposta a quelle di Gustav e Georg.

"La mia stanza è la 342."dico più a me stesso che a Bill.

"La mia la 341."

Raggiungiamo le proprie stanze e ognuno entra dentro la sua senza parlare.

Mi richiudo la porta alle spalle e mi tuffo letteralmente sul letto morbido.

Mi tolgo il cappello e la fascia e li lancio a terra. Cosa devo fare? Dovrei andare di là da Bill?

Il bussare alla porta pone fine ai miei quesiti.

"Arrivo!"esclamo sbuffando, alzandomi a fatica.

Apro e mi trovo davanti Bill, che entra senza fare troppi complimenti.

Richiudo la porta. "Già disfatto i bagagli?"dico sarcastico.

"Certo, in meno di due minuti" risponde lui altrettanto sarcastico sedendosi sul letto. Io rimango in piedi di fronte a lui. A questo punto esigo spiegazioni e le esigo subito.

"Allora?"chiedo, rude.

Bill si guarda i piedi."Mi dispiace di non averti detto niente."

"Perché? Perché non me l’hai detto?! Pensavo che tu mi dicessi tutto! Io lo faccio con te!"

"Lo so è che…Non sapevo come fare…"

Sospiro."Perché si tratta di Andreas, giusto?"

Bill annuisce.

"Da quanto tempo vi frequentate?"chiedo. Bill alza di scatto la testa, sorpreso.

"Cosa?"chiede con un’espressione di stupore.

"Da quanto tempo state insieme?!"esclamo arrabbiato; perché mi costringe a ripeterlo?! Ogni parola fa male.

"Chi?"chiede ancora più stupito, ottenendo solo l’effetto di farmi incazzare.

"Bill ma sei idiota?! Come chi?! Tu e Andreas!"esclamo arrabbiato.

Bill mi guarda. Sembra un pesce lesso in questo momento. Ha la bocca spalancata, tanto che vedo il luccichio metallico del piercing.

"Quindi tu pensi che io stia insieme ad Andreas?"
"Bè, mi sembravate molto intimi ieri sera, o no?"ringhio.

"S-sì, ma non…non stiamo insieme."mi dice, guardandomi negli occhi.

Lo fisso. Adesso suppongo che la faccia da pesce lesso sia la mia.

Non stanno insieme. Allora…significa che non ne è innamorato? Non stanno insieme! Non stanno insieme! Ah, fottiti Andreas! Non so perché ma sono felice. Però ho il dubbio che mi tormenta e prima che riesca a mordermi la lingua apro la bocca per sputarlo fuori. "Ma…sei innamorato di lui?"

Bill sembra pensarci su un momento e quando mi risponde vedo che si torce le mani. "Mmmh…No, non sono innamorato di lui. Mi piace, sì, e, bè, come hai visto a volte ci…ci divertiamo un po’ insieme, ma è solo tutto qui. Non sono innamorato."

"Ah." Non so se fidarmi delle sue parole, non sembra convinto. Ma la mia voglia di credere che sia davvero così, prevale sulla mia diffidenza, perciò decido di fidarmi. Se fossi solo penso che mi metterei a saltare dalla gioia. Bill è ancora mio, siamo ancora solo noi due.

Poi, improvvisamente lui scoppia a ridere.

"Sei pazzo?"gli chiedo.

"No, è solo che credevo tu fossi infuriato con me perché…bè, perché Andreas è un maschio."

Di nuovo le sue parole mi colpiscono come un secchio di acqua gelida e di nuovo la mia faccia deve assomigliare a quella di un pesce lesso.

Cavolo. E’ vero. Non ci avevo proprio pensato. Non so perché ma non mi sono minimamente preoccupato del fatto che mio fratello potesse essere gay.

"Sei gay?"gli domando allora a bruciapelo.

"No, penso di essere bisex…Se così si può dire…Cioè, mi piacciono le persone indifferentemente dal fatto se sono maschi o femmine…Io penso…non è facile da spiegare…quando ti piace qualcuno ti piace per la persona che è,no? Non ti piace perché è maschio o femmina… Ti innamori della persona in sé, della persona completa, non del fatto se è maschio o femmina. L’amore dovrebbe essere qualcosa che va oltre al solo scopo riproduttivo, no? Quindi l’amore può esistere anche tra persone dello stesso sesso…Se…non so…Se metti caso fossimo fatti tutti allo stesso modo, se avessimo tutti lo stesso aspetto fisico e lo stesso corpo, l’amore esisterebbe ugualmente, ma ci innamoreremmo di qualcuno tale e quale a noi. Questo prova che quando ti piace qualcuno ti piace per quello che è dentro. Per il suo fascino, il carisma, il carattere, quello che vuoi."Ha una faccia pensierosa mentre afferma ciò, come se stesse ripetendo la lezione di matematica e non volesse sbagliare.

Questa è proprio una risposta degna di Bill.

Rimango immobile e lo fisso, mentre una marea di pensieri mi fluttua nella testa, ondeggiando da una parte all’altra del mio cervello.

Lui mi sorride.

"Che hai da sorridere?"

"Se non eri preoccupato per il fatto che fossi gay,allora perché ti sei scioccato così tanto solo perché mi hai trovato a letto con Andreas?"

"Perché pensavo fossi innamorato di lui."butto fuori tutto d’un fiato.

"E cosa ci sarebbe di male?"mi risponde con un’alzata di spalle.

Già, cosa ci sarebbe di male? Niente…Ma poi immagino Bill abbracciato a qualcuno che è riuscito a conquistare il suo cuore, a qualcuno che improvvisamente è diventato più importante di me e…qualcosa dentro di me esplode.

Non può essere. Semplicemente non può succedere. Io devo essere l’unico per Bill.

E, non so perché, non so da dove è venuto fuori, ma improvvisamente capisco una cosa, una cosa fondamentale, il pezzo mancante del puzzle dei miei pensieri e della mia vita; capisco il perché di tante cose…

Io devo essere l’unico per Bill perché…perché Bill è l’unico per me.

Come ho fatto a non capirlo prima? Come è stato possibile ignorare questa cosa per tutto questo tempo?

Io…oddio…sono innamorato di mio fratello…Bill…Oddio…E’ spaventoso, è contro natura, è perverso! Oh Mio Dio! Questo sentimento…perché ne capisco solo adesso l’esistenza? E’ possibile riscoprirsi innamorati così all’improvviso? Ed è possibile innamorarsi del proprio gemello, dello stesso sangue che scorre nel mio corpo, dei miei stessi occhi?

Mi gira la testa e improvvisamente mi sale la nausea.

Arrossisco, quasi temendo che Bill possa capire quello che sto pensando, quasi possa capire tutto.

Mi accascio a terra, improvvisamente privo di forze.

Bill si precipita subito accanto a me.

"Ehi, tutto ok?"mi sfiora una spalla e lo spingo via.

"N-non toccarmi."sussurro. Mi accorgo di stare tremando. Sono stravolto.

Da adesso niente sarà più come prima, ora che ho la consapevolezza di questo osceno sentimento.

Non posso pensare a Bill come a un qualcosa che sia più di un fratello. Ma allo stesso tempo non posso non pensare a Bill come all’unica persona capace di completarmi.

Bill mi guarda preoccupato, mentre mi premo una mano sulla bocca, tentando di calmarmi senza successo.

"Tom stai bene? Vado a chiamare qualcuno?"

Lo guardo e arrossisco di nuovo.

Perché proprio Bill?

"No…sto bene…E’ che n-non mangio da ieri."

"Sicuro?"mi chiede con fare indagatore.

Annuisco.

"Adesso però lasciami un po’ da solo, mi sdraio cinque minuti e poi scendo per la cena."

"Io non ti lascio solo in questo stato! Tom stai tremando!"

Lo guardo implorante. "Ti prego. Ti assicuro che non è niente. Ma devo stare un attimo da solo."

Mi fissa negli occhi per una manciata di secondi, secondi di puro panico per me, poi si alza e se ne và.

Mi lascio cadere completamente, sdraiandomi a terra.

Il soffitto bianco mi tranquillizza un poco e smetto pian piano di tremare.

Bill. Mio fratello. Siamo nati insieme. Abbiamo trascorso tutta la nostra vita insieme. Ci siamo dati tanto affetto, ci siamo sempre aiutati, siamo sempre stati uniti. E adesso questo enorme macigno mi colpisce e sconvolge ogni cosa.

Cerco di mettere meglio a fuoco quello che provo, per capire cosa realmente si annida dentro di me.

Bill per me è…tutto, semplicemente tutto. Ogni cosa. Non posso immaginare un me senza Bill. E’ come se fossimo complementari, come se Bill&Tom fossero i fattori inseparabili dello stesso polinomio, un assioma inscindibile.

Bill è la persona che per me conta di più al mondo ed è l’unica persona capace di capirmi veramente, a volte con un solo sguardo. Forse il fatto di essere gemelli conta qualcosa di più in questo caso? Non lo so…

Cosa dovrei fare ora? Sarò capace di andare avanti come se niente fosse? Non posso parlarne a nessuno, una cosa del genere è illegale e immorale, è proibita.

Non posso avere mio fratello. Anche se adesso mi accorgo che è l’unica cosa che ho sempre desiderato. Come potrò guardarlo in faccia senza temere che capisca ciò che provo?

Sospiro forte, e le lacrime mi inumidiscono gli occhi. Le asciugo con un gesto brusco, con rabbia. Ma quelle affiorano di nuovo, prepotenti e dispettose. Le asciugo di nuovo, con più rabbia, ma quando sento la prima lacrima scivolare lenta lungo la guancia mi arrendo e lascio che quelle lacrime bastarde e impure scorrano sulla mia faccia.

Se solo avessi saputo come sarebbe andata a finire avrei fatto di tutto per impedire quelle lacrime e sarei corso da te, Bill. Ti avrei tenuto stretto e ti avrei confessato tutto, godendomi ogni attimo insieme a te.

Ma rimasi sdraiato a fissare quel soffitto così bianco.
Sono stato un vigliacco.

 

 

 

 

 

 

 

Secondo capitolo!! Aiuto, l'idea di un twincest mi sta prepotentemente e sensualmente accarezzando...Mmmh...Bah, ho le idee un pò confuse, vedremo cosa ne viene fuori.

Comunque....Uuuuah, grazie a quelli che hanno recensito^_^

Judeau: Andreas è un grande amico dei Tokio Hotel, gestisce il lor website e altre cose... Ti stai facendo una cultura sui Tokio Hotel?? Eheh, ora che sono arrivati anche in Italia è inevitabile, soprattutto se hai delle amiche fan!! Sto leggendo la tua FF! Mi piace molto!^^

Dragon-fly: ...grassssie...^____^ Spero che continui a piacerti!

DiruInside: Come ho detto a Judeau Andreas è un amico dei Tokio. Ehi, che nick figo che hai! Deriva da qualcosa o l'hai inventato tu???
Akim: Come va a finire non posso proprio dirtelo....perchè non lo so neppure io!^___^ Grazie, spero che ti piaccia almeno un pò anche questo chapter!

Meggie: UUUUUAAAAHHHHH!! Grazie per aver recensito e per aver letto la mia storia!! Che bello, proprio tu!!! La tua Verbrennen mi ha colpito tantissimo, me la sono stampata tutta e l'ho riletta non so quante volte!!! Volevo giusto chiederti se sul Forum dei Tokio Hotel posso mettere il link della tua storia! E' così bella, la devono leggere anche le altre fan! Ti prego aggiorna presto!^_^ Sei bravissima!! Bill morirà? O no? Sono straziata da questo dilemma! Devo sapere^_^! Complimenti ancora!

BambolinaRossa: Grazie per quello che hai scritto e scusa per il casino con i tempi, è vero può dar fastidio (ha dato fastidio anche a me quando ho riletto!^^). Non so se continuerà ad essere una Bill/Andreas...Vedremo. Bill bulimico? Non sai quante volte guardando le sue foto mi sono chiesta se davvero la sua magrezza fosse tutta merito della sua costituzione...Così ho ficcato pure quello nella storia.^_^ Spero ti piaccia il proseguimento!

Zoe'92: Grazie mille! Posso chiederti una cosa? Il nick l'hai preso da Zoe Trope, la scrittrice di Scusate se Ho 15 anni??? Ciao ciao!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Till&Bom....PFFFF!XDXD ***


Was?|

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACHTUNG: Devo scusarmi...Qualcuno che ha letto la mia storia mi ha inviato un Messaggio Privato, ma io ho cambiato e-mail, perciò c'è stato un disguido e i miei genitori hanno cancellato l'e-mail pensando che fosse pubblicità...Chiedo scusa a chiunque mi abbia scritto quel messaggio, se hai voglia di riscrivermelo lo leggo volentieri!^__^

 

Mammina, sto leggendo le varie FF sui Tokio che cominciano a spopolare...Sono quasi tutte Twincest!! O_o Poveri gemelli, gli faremo venire il complesso...Alla fine leggi e rileggi queste storie (se loro le leggono, non quelle in italiano ma quelle in tedesco!) va a finire che cominciano a farsi delle domandine...XD Uhuhuh...Basta, sono perversa...Ma come si fa a non avere questi pensieri con due come loro??? ^_^ Buona lettura, spero vi piaccia!

 

Im Zimmer 483

(Nella Camera 483)

 

 

 Quando scesi per la cena dovevo essere in uno stato pietoso. Ero riuscito un po’ a riprendermi, ma lo shock era ancora grande e sentivo un nodo stringermi lo stomaco.

“Tutto ok?” mi domanda Bill non appena mi siedo al tavolo, dove ci sono anche Georg e Gustav.

“Sì.”

“Tutto ok cosa?”chiede curioso Georg mentre rigira il cucchiaio dentro il piatto pieno di una strana brodaglia non molto invitante.

“Tom si è sentito poco bene prima.”chiarisce Bill.

“E’ stata colpa del viaggio in bus, probabilmente. Lo sai che ti fa male l’auto, no?”dice Gustav.

L’auto gli fa male, non il bus, scemo.”replica Georg.

“Se soffri di mal d’auto significa che ti viene da vomitare su qualsiasi cosa si muova, no?! Cosa cambia, scusa?”
”Cambia che l’auto è l’auto e il bus è il bus!”

“Georg, ho paura che il tuo quoziente intellettivo tra poco sarà così basso che non sarai più neppure capace di strimpellare quelle quattro corde che suoni.”esclama Gustav sarcastico, scuotendo la testa.

Per tutta risposta Georg gli tira una cucchiaiata su una mano. “Gustav, stai zitto e mangia.”

“E come faccio a mangiare questa roba? Non mi piace il cibo francese!”si lamenta; il suo piatto è pieno della stessa brodaglia che c’è nel piatto di Georg e Bill.

“Che cos’è?”gli domando, mentre una cameriera arriva prontamente a servirmi un piatto pieno della stessa roba.

“Bouillabaisse marseillase.”risponde prontamente Bill con un buon accento francese. “E’ una specie di zuppa di pesce. Non dar retta a loro, è buona. Mangiala.”

“Zuppa…di pesce?”faccio una smorfia che viene ricambiata da Georg e Gustav.

Oui, mon amour. Dai, assaggiala, hai bisogno di riempirti lo stomaco.” Bill riempie il mio cucchiaio e me lo ficca in bocca. "Com'è?"

Georg e Gustav mi guardano ansiosi, come se si aspettassero di vedermi morire da un momento all'altro.

"Apparte il fatto che penso tu mi abbia rotto un dente, non è malaccio. Certo non regge minimante il confronto con una bella pizza, ma va abbastanza bene."

Georg e Gustav guardano i loro piatti non troppo convinti. Poi incrociano lo sguardo e fanno entrambi un sorrisetto furbo. Ormai conosco quel sogghigno, so cosa vuol dire: Game On.

"Chi finisce prima?"annuncia Gustav, sempre sogghignando.

"Ci sto."

"Facciamo che...mmmh...chi perde dovrà camminare per tutto il corridoio dell'albergo in accappatoio."ridacchia Gustav.

"No, in mutande."rilancia Georg, perfido.

"Ok, però decido io che tipo di mutande."

"Ci sto." Si stringono la mano, poi guardano Bill, che come ogni volta che decidono di cimentarsi in una delle loro scommesse, fa da arbitro.

“Cucchiai alla mano…Pronti…VIA!"

Georg e Gustav cominciano a trangugiare la zuppa, schizzando la tovaglia di brodo.

Io scoppio a ridere e anche Bill, proprio nel momento in cui passa di lì la signora che sta alla reception. Ci guarda con puro disgusto e ciò fa ridere me e Bill ancora di più.

Alla fine il vincitore è Gustav.

"Ah! Hai perso! E stavolta giuro che ti riprendo e che metto il filmato su YouTube, così tutte le tue fan vedranno quanto sei scemo a camminare in mutande per l’albergo!"
Georg si massaggia lo stomaco, pieno di Bouillab..Bollu...Bollab...insomma di quella roba francese.

"Invece penseranno sicuramente che sono un gran fico in mutande."
"Mmmh...Non so..."dice Gustav. "Perchè ho giusto giusto in valigia un paio di mutande perfette per te...Un ricordino che mi ha lasciato la ragazza che ho incontrato alla festa di Andreas."

A sentire nominare la festa il mio stomaco fa una capriola. E' stato l'inizio di tutto...

"COSA?!"esclama Georg.

"Mi dispiace, ma i patti erano questi!"ride Gustav. Bill, accanto a me, batte i pugni sul tavolo, in preda ad un attacco di risate isteriche.

"Ma...e dove lo metto tutto il mio armamentario? Non c'entrerà mai in un paio di slip da ragazza!!"

"Oh, c'entrerà invece, scommetto che non hai di questi problemi!"

"Gustav, forse il tuo armamentario può entrare nelle mutande da donna, ma non il mio!"

Bill ride ancora più forte e quando appoggia la sua testa addosso a me, io mi sento arrossire fino la punta dell'ultimo dread.

Mi alzo di scatto, quasi facendo cadere Bill.

"Scusate, io torno in camera, ho bisogno di dormire. E, Gustav, mi raccomando fai tante foto, voglio proprio vederlo Georg in mutande da donna!”

"Puoi giurarci!"

 

***

 

 

Dormire non si rivela una cosa semplice. I pensieri sono tornati a torturarmi e non ne vogliono sapere di lasciarmi in pace.

E' bastato che lui mi si appoggiasse addosso per farmi arrossire.

Come posso continuare a stargli accanto se è bastato un suo tocco per farmi scappare via?

Ho paura che tutto ciò finirà per compromettere il lavoro della nostra band e lo stesso legame che ho con Bill.

Non sapevo quanto avessi ragione.

"OH MIO DIO!" L'urlo fuori dalla mia camera mi fa fare un salto di trenta centimetri per lo spavento. Nel lungo discorso scandalizzato che sento riesco solo a capire le parole “ragazzo” e “mutande”. Il mio francese non è un granchè.

Scoppio a ridere, immaginandomi Georg che gira su e giù per il corridoio con un paio di slip a cuoricini.

E poi, per fortuna riesco ad addormentarmi.

Ma non faccio sogni felici.

 

**

 

 

La giornata successiva andiamo a fare un pò di shopping a Parigi, e ci facciamo anche un breve giro turistico, nascosti il più possibile da sciarpe e cappelli per non farci riconoscere. Per fortuna è Febbraio, altrimenti saremmo morti di caldo.

Nel primo pomeriggio abbiamo un'intervista e un servizio fotografico, dove noi quattro ci divertiamo a scegliere le pose più sceme. Purtroppo sono rari i servizi nei quali possiamo fare quello che vogliamo, solitamente dobbiamo assumere sempre quella che io chiamo la "Posa Da Palo Nel Culo", ovvero quella dove sembriamo degli stoccafissi imbalsamati. Ma i fotografi dicono che abbiamo un'aria sexy in quel modo, perciò...palo nel culo sia.

Finito il lavoro ce ne torniamo in albergo. Io me ne vado a letto, anche se sono solo le sei e mezzo. Ma sono davvero stanco, non ho riposato bene. Chissà perchè, eh?

Punto la sveglia sulle 21, l'ora giusta per farmi una doccia e per uscire con gli altri. C'è un locale molto carino, ogni volta che veniamo in Francia ci piace andare lì.

Chiudo gli occhi.

Aaah, che bella sensazione. Adoro poltrire. Ma non faccio in tempo a scivolare tra le braccia di Morfeo che sento un rumore che mi allarma immediatamente.

Nella stanza accanto.

No, Dio, non un'altra volta.

Bill, sta vomitando.

Cazzo, Bill, perchè?

Rimango fermo, il respiro corto.

Un altro conato.

Basta, non posso più sentirli.

Mi alzo di scatto ed esco, arrivo davanti la porta di Bill che è accanto alla mia, ma la trovo chiusa.

Allora comincio a bussare forte.

"Bill, apri!"

Niente. Continuo a bussare forte.

"BILL APRIMI!"

Per fortuna la porta di legno scuro si apre. Bill mi guarda incuriosito.

"Che hai da bussare così?"

Io lo spingo dentro e chiudo la porta.

"Che stavi facendo?!"ringhio.

"Io? Ero in bagno! Scusa se non ti ho aperto subito, non c'è bisogno di agitarsi così!"

"Che stavi facendo in bagno?!"

Lui mi guarda allibito, assumendo l’aria più innocente possibile.

E’ inutile che fai così, so che stai mentendo, stupido.

"Bè, devo dirti pure quello che faccio in bagno, adesso?"s'incupisce e incrocia le braccia, sulla difensiva.

"Sì, se quello che fai è vomitare tutto quello che mangi!!"grido io senza controllarmi.

E a quelle parole vedo la sua faccia andare in mille pezzi.

Ti ho tolto la maschera, eh, Bill? E adesso come ti difendi?

"Ma che cazzo stai dicendo?!"grida a sua volta.

Il fatto che gridi anche lui è solo un'altra conferma che indica che ciò che ho detto è vero.

"Dico che ti ho sentito vomitare! Sei bulimico?"

"Bulimico? No! E tu sei un'idiota, per caso?!"ringhia in risposta.

"No, sono solo preoccupato per te."

Lui si zittisce un minuto e distoglie cupo lo sguardo da me. E' arrabbiato, lo vedo.

"Bill, ma che ti è saltato in testa? Non ti sembra assurdo quello che stai facendo?"provo a dirgli usando un tono più dolce. “Sei già anche troppo magro, che bisogno hai di fare quello?!”

Non fare così...

Perchè non vuoi più parlare con me di quello che ti succede? Perchè hai deciso di affrontare questa cosa da solo, senza di me?

Mi guarda e il suo sguardo è infuocato, furioso.

"Dovresti cominciare a lasciarmi più spazio, Tom. Non voglio che tu ti impicci delle mie cose. Il fatto che siamo fratelli gemelli non ti dà diritto di farmi da mamma. So da solo quello che devo o non devo fare. Non c’è bisogno che me lo dica tu."

Crac.

E' un rumore piccolo, uno schiocco sordo e veloce, ma rimbomba nelle mie orecchie come un colpo di pistola. In quel momento quello che avevo dentro di me, si è spaccato.

Non so cosa rispondere ad un'affermazione del genere e soprattutto non so come rispondere a quello sguardo così arrabbiato.

L'unica cosa che sono capace di fare è uscire il più velocemente possibile da quella camera e rinchiudermi nella mia.

Mi appoggio alla porta, affidandole tutto il mio peso.

Non voglio che tu ti impicci delle mie cose.

Sbatto un pugno sulla porta così forte da farmi male.

Dovresti cominciare a lasciarmi più spazio, Tom.

Merda.

Perchè fa così male?! Perchè quelle parole proprio ora, proprio nel momento meno appropriato?!

Indosso con rabbia le scarpe e me ne vado.

Per adesso non voglio semplicemente pensare. Basta.

 

 

**

 

 

Quello che ho in mano è il sesto bicchiere di Gin, dopo i primi tre di rum.

Ma non è abbastanza, perchè gli occhi furiosi di Bill ancora mi fissano.

Mando giù un altro sorso, nonostante sia nauseato.

L'orologio segna l'una e mezzo di notte. Sono stato in giro fino alle undici, poi mi sono rinchiuso qui. Adesso sono rimasto l'unico cliente.

Che ho fatto...Ho davvero rovinato ogni cosa.

Si è...si è davvero spezzato tutto quello che c'era noi due?

"Ragazzo è ora di chiusura. Mi dispiace."il barista mi liquida con queste parole.

Finisco quel che rimane del Gin, pago e me ne vado.

In strada mi accorgo che camminare non è un impresa da poco. Sembra che le mie gambe non siano più capaci di tenersi su e che i miei piedi non ne vogliano sapere di andare a diritto.

La testa gira e gira e gira, senza fermarsi.

Ma almeno non c'è Bill nei miei pensieri.

Da che parte era l'albergo? Non lo ricordo...Dovrei chiamare un taxi.

Già, ma quale era il numero del servizio per prenotarne uno? Non ricordo neppure quello.

Eppure l'hotel non deve essere lontano, visto che sono arrivato qui a piedi.

Sono sicuro di non essermi allontanato troppo.

Già, ma che direzione era? E' buio pesto e non c'è nessuno a giro a cui chiedere. E io sono ubriaco fradicio.

Mi appoggio al muro, mentre il resto del mondo continua a girare.

Se Saki scopre che sono fuori da solo a quest'ora e in questo stato mi uccide...

E se lo scopre Bill è ancora peggio.

Bill...

Gli occhi si riempiono di lacrime di rabbia.

E' l'unico che vorrei qui in questo momento, l'unico che potrebbe aiutarmi, poichè è lui la causa di tutto questo.

Il mio amore per lui è la causa di tutto questo...

Tiro un calcio al muro e mi costringo a incamminarmi nuovamente, stringendo i denti e ricacciando indietro le lacrime.

Dove cazzo è l'hotel?! E' pericoloso girare da solo a quest'ora.

Non faccio in tempo a finire di formulare questo pensiero che sento delle voci di ragazzi venirmi incontro. Sono un gruppo di cinque, sei...Almeno mi sembra, perchè la vista è sfuocata.

Merda.

Barcollo, tentando di rimanere in piedi, chino la testa per cercare di non farmi riconoscere. Sono uscito in fretta e furia e non mi sono minimamente preoccupato di cambiarmi o camuffarmi.

Mi sorpassano e sembra che il mio anonimato sia rimasto al sicuro. Non mi hanno notato, presi come sono a scherzare tra di loro.

Poi, maledettamente, inciampo nei miei jeans. Camminare in uno stato di ebrezza con questi jeans è un attentato a se stessi.

Nel sentire l'imprecazione che esce dalla mia bocca mentre rovino a terra i ragazzi si girano a guardarmi.

Cerco di tirarmi su, ma casco di nuovo. Se solo la testa la smettesse di girare sarebbe già un bel passo avanti.

Ahia. Sono fritto. Tra le parole in francese del ragazzo ho sentito chiaramente Tokio Hotel. E non era un bel tono quello con cui ha parlato.

Riesco a rimettermi in piedi. L'unica cosa che devo fare adesso è allontanarmi il più velocemente possibile da qui.

Comincio a correre, se correre si può definire l'arrancare a destra e sinistra, sorreggendosi ad ogni appiglio possibile.

Sento uno dei ragazzi gridare. Mi raggelo quando sento i passi di tutti corrermi dietro.

Erano tutti maschi perciò temo che non vogliano chiedermi un autografo.

Argh, perchè esistono anche gli Anti Tokio Hotel? Le persone a cui non piace la nostra musica non potrebbero semplicemente lasciarci in pace? No! Devono odiarci e ci mettono pure impegno nel farlo!

Scappo, ma non ho abbastanza lucidità e casco di nuovo. E' la fine.

Li sento che si avvicinano e che mi urlano addosso in francese. Non capisco niente, ma il tono è canzonatorio.

Poi uno di loro mi tira un calcio dritto nello stomaco. Cazzo, se fa male.

Se fossi lucido glielo ritirerei volentieri a quel figlio di puttana.

Approfitto del momento in cui ridono tra di loro, riesco a rialzarmi e ricomincio a scappare.

Vedo una stradina stretta e buia, mi ci infilo e mi nascondo dietro un vecchio cassonetto dell'immondizia sporco di fuliggine.

Rimango immobile finchè non sento che mi sorpassano e si allontanano.

Riprendo respiro, gli occhi ancora lacrimanti per il calcio che mi hanno tirato, le mani e il viso sporche di fuliggine, i pantaloni strappati. Porca miseria, mi piacevano un sacco questi pantaloni! Anti Tokio Hotel della minchia!

Esco e mi incammino di nuovo, con la testa che adesso gira il doppio.

Non so quanto tempo passa, ma alla fine riesco a trovare l'hotel.

Sbaglio due volte la porta della camera, ma leggere i numeri scritti sulle targhette delle porte si rivela molto complicato. Meno male che vado letteralmente a sbattere contro la 342.

E' la mia camera!

Ce l'ho fatta! Sono sporco, triste, incazzato, ubriaco ma ce l'ho fatta!

Metto la mano sulla maniglia ma mi sento afferrare per un braccio.

Non saranno di nuovo quei bastardi che mi hanno seguito, vero?!

Mi giro e scorgo una matassa nera di capelli che mi trascina nella sua stanza.

Solo lui ha quei capelli a pazzo. E solo la sua mano è così calda e confortante.

Cazzo, mi salgono di nuovo le lacrime! No! Le asciugo, macchiandomi ancora di più con la fuliggine.

Bill mi fa entrare e chiude la porta.

“Dove sei st….Ma che hai fatto?!”sussulta quando vede il mio viso sporco.

“Niente.”biascico, andando letteralmente in estasi quando vedo il letto. Dormire è l’unica cosa che voglio.

“Come niente?! Vai via senza dire niente e torni a quest’ora, sei tutto sporco di fuliggine, hai i pantaloni rotti, sei ubriaco e tu hai il coraggio di dire niente?!”grida Bill guardandomi come se mi fossero spuntate le ali.

“Aahh…ti prego non urlare…La testa mi scoppia…”

“Ma quanto hai bevuto, deficiente?! Dimmi che è successo! Sembra che tu ti sia rotolato in un camino…”

“Sì, c’era anche… Mary Poppins…”

Bill mi tira una pacca sulla testa. “Idiota, non sto scherzando!”

“Uffa…Sono stato a bere, poi….dei ragazzi mi hanno tirato un calcio…degli Anti…mi sono nascosto…e ora sono qui…”

“Ti hanno picchiato?!”esclama allarmato.

“Solo un calcio nello stomaco…Sto bene…”strascico le parole.

“Che bastardi! Accidenti…”improvvisamente la voce di Bill si addolcisce. “Mi dispiace…E’ stata colpa mia…Se non ti avessi detto quelle cose…Poteva finire seriamente male...Dai, vieni, datti una sciacquata.”Mi prende per le braccia e mi lava il viso e le mani, togliendo la fuliggine.

L’acqua fresca e le mani delicate di Bill mi fanno sentire un po’ meglio.

“AHI! Mi hai graffiato…con le unghie! Te le vuoi tagliare?! Sei… una donna?!”mi lamento mentre Bill mi asciuga la faccia ridendo per la mia parlata strascicata da ubriaco.

“Le mie bellissime unghie restano così!”Poi, mi fissa negli occhi. “Tom…mi dispiace per quello che ti ho detto. Non volevo ferirti. E’ solo che ero arrabbiato, e furioso, e spaventato anche, perché so che quello che ho fatto non fa bene alla mia salute e mi dispiaceva non avertene parlato, ma…ogni cosa è così complicata ultimamente che neanche io riesco a stare dietro a tutto.”Sospira.

“Perché non ne hai… parlato con me?”

“Perché mi vergognavo e non sapevo come affrontare il discorso…”

Rimango in silenzio, troppe cose mi passano per la testa e troppe premono per uscire. Devo stare attento a non farmi scappare niente di bocca.

“Bill, lo sai che con me puoi sempre parlare… Sempre. Di tutto…”sbadiglio. Non ho più forze.

Mi stendo sul letto e Bill si stende accanto a me. Inconsciamente mi accoccolo vicino a lui.

“Lo so che tu ci sei sempre per me. Ma ci sono cose che non ho la forza di dire.”

Già. Lo capisco benissimo. Anche io vorrei trovare la forza di arrendermi a ciò che provo e confessarti tutto. Non sai quanto, Bill.

Senza quasi che me ne renda conto comincio a piangere di nuovo.

“Tom?”mi sussurra mio fratello, stringendomi tra le sue braccia.

Ma io non  lo sento neppure e continuo a piangere fin quando non mi addormento, stretto tra le sue braccia ossute.

Se c’è una cosa che voglio ricordare di noi, Bill, è questo momento così innocente.

 

 

**

 

 

Ho un mal di testa allucinante e un livido sullo stomaco e sul ginocchio.

Per non parlare degli occhi: sembro drogato.

“Biiiilll…Aiutami…Se Saki mi vede così mi ammazza!”lo supplico per la terza volta mentre lui si pettina davanti allo specchio.

“Non ho nessuna intenzione di aiutarti! Ti sta bene se Saki ti ammazza, così impari a ubriacarti!”

“E’ stata colpa tua!”frigno, “Se non mi avessi detto tutte quelle cose cattive me ne sarei rimasto buono buono in camera mia!”

Vedo il riflesso di Bill che mi fa il verso nello specchio; so che si sente in colpa per quello che mi ha detto ieri. Anche se comunque la questione non è ancora risolta del tutto. Ero troppo ubriaco per parlare seriamente con lui, dovremo tornarci sopra in un momento più tranquillo. Non ricordo tutto quello che è successo ieri sera, ricordo solo che si è scusato e che ha detto che non riusciva a parlare di certe cose…E poi ricordo il calore delle sue braccia…

“Biiiiiiill…”lo chiamo di nuovo con una voce insopportabilmente lamentosa, sapendo che sta per cedere.

Infatti mi lancia un’occhiata dallo specchio e sorride, illuminandosi tutto.

“Mi è venuta un’idea…”

“Cioè?”

Lo vedo fare un ghigno malefico e poi…NO!

“Oddio!! Che cosa hai intenzione di fare con quella?! Stai lontano da me, pervertito!”Terrorizzato cerco di buttarmi giù dal letto e di scappare dalla camera, ma Bill è più veloce di me e mi salta addosso, sedendosi cavalcioni sopra di me e bloccandomi con il suo gracile peso.

Io mi dimeno come un ossesso, ma lui mi blocca le braccia. Mi sento avvampare nel sentire il suo corpo sopra il mio e penso che impazzirò se non scende immediatamente. Scalcio e grido come un matto, ma lui rimane saldo sopra di me.

“Eddai, ‘sta fermo Tom! Vedrai che così Saki non si accorgerà di niente!”ride perfidamente lui, impugnando un’arma terribile: la sua matita nera per occhi.

“B-bill non avrai davvero intenzione di truccarmi, eh? Eddai…Lo sai che ti voglio bene, non puoi farmi questo!”lo imploro, mentre dentro di me continuo a ripetermi di calmarmi.

Per tutta risposta lui si fionda su di me e comincia ad armeggiare con i miei occhi, mettendomi la matita in posti che io neppure sapevo esistessero nella zona oculare. Un paio di volte, siccome non collaboro molto e tento di scappare, me la ficca pure negli occhi.

“Mi hai accecato, maledetto! Tu e la tua stupida matita!”

“Ecco fatto!”mi guarda, soddisfatto del suo lavoro. “Ehi, adesso sì che sembriamo davvero gemelli. Certo, io rimango comunque il più bello, ma non sei male neanche tu.”

“Io non sarei male? Io sono assolutamente il più meraviglioso dell’universo!”rido.

Per tutta risposta mi tira un pugno sul braccio, ma scivola sui miei vestiti e mi atterra addosso ridendo.

Mi si mozza il respiro nel vedere quanto il suo viso sia vicino al mio. I suoi occhi ridenti mi guardano felici e improvvisamente la voglia di abbracciarlo e baciare quelle labbra è così intensa che penso non sarò capace di trattenermi.

“Ehi, che c’è?”mi chiede lui, aprendo quelle labbra così morbide. Intravedo il suo piercing. Oddio, rette mich!

“Niente, niente” rispondo in fretta, evasivo, girando il viso per l’imbarazzo. Un secondo ancora e penso che non avrei resistito. Questa situazione sta cominciando seriamente a pesarmi.

“Dai, guardati allo specchio!”esclama tirandomi per una manica tutto eccitato.

Mi alzo e vado in bagno. Quello che mi restituisce lo sguardo è un Tom che m’impressiona; i capelli e i vestiti sono ancora i miei, ma gli occhi…gli occhi adesso sono davvero identici a quelli di Bill.

Mi fisso scioccato. Sembra che qualcuno si sia divertito a prendere due nostre foto e a fare un collage con i vari pezzi. Non sono più abituato a questa somiglianza: da piccoli eravamo indistinguibili,ma crescendo non solo Bill è diventato più alto di me (BASTARDO!), ma ci siamo anche differenziati parecchio, al punto che molte persone spesso non capiscono che siamo gemelli fin quando non gli viene detto.

“Che forza, eh?! Aspetta!” lo vedo che si alza dal letto e apre la sua valigia. Rovista buttando a terra tutto il contenuto, poi estrae una minuscola maglia nera con un teschio gigante e mi guarda tutto emozionato.

“Facciamo come quando eravamo piccoli! Scambiamoci di ruolo!” mi guarda con i suoi occhioni luminosi, felice come da tempo non lo vedevo.

Odio non sapere dire di no a Bill.

 

**

 

 

Mi vergogno come un matto a uscire dalla camera in quelle condizioni, ma vedo Bill che si diverte da morire. Magari si tira un po’ su e scorda per un po’ i suoi problemi, quali essi siano.

Si è struccato e ha raccolto i capelli in una coda alta che gli dona molto. Poi è andato in camera mia e si è appropriato dei miei jeans, della mia maglia nera con le stelle rosse, della mia fascia e del mio cappello NY.

Ha indossato il tutto alla velocità della luce, ansioso di vedere il risultato.

Poi si è voltato verso di me gridando “Tadaaaan!”

Sono scoppiato a ridere. Penso sia la prima volta nella mia vita che vedo Bill vestito con abiti larghi il triplo di lui.

Ma non è finita qui! Oltre alla sua maglia nera mi ha costretto ad indossare dei jeans attillatissimi. E’ imbarazzante camminare con quei cosi che ti tirano dappertutto! E poi lui li tiene così a vita bassa…

Mi ha anche obbligato a sciogliere i capelli. Era un secolo che non li scioglievo. Ho avuto un fremito mentre la sua mano scompigliava i miei dread, ma per fortuna non se ne è accorto.

Arriviamo in sala per la colazione e io tento di fare retro-front; non ho il coraggio di vedere le facce di Georg e Gustav. Bè, se non altro il rossore agli occhi non si nota più.

Ci avviciniamo al tavolo.

“Buongiorno belli!” salta Bill imitandomi.

Georg e Gustav trasaliscono e ci guardano con gli occhi spalancati.

Poi scoppiano a ridere come matti.

“Ehi, perché ridete?!”mi arrabbio io.

Intanto Bill assume tutte le pose che assumo solitamente io, arricciando le labbra come uso fare io e torcendosi le mani. Allora per tutta risposta anche io comincio ad imitarlo, mettendomi in posa indicando con l’indice davanti a me, storcendo la bocca e leccandomi le labbra, proprio come gli ho visto fare un migliaio di volte.

Gustav e Georg si rotolano dalle risate, ululando come pazzi.

Guardo Bill che sta facendo finta di rappare e scoppio a ridere anche io.

Cosa farei senza di lui?

La voglia di stringerlo mi assale di nuovo, bloccandomi, mentre la ridarella si spegne lasciando il posto ad un sorriso amaro.

Bill, ti prego dimmi che ami Andreas o qualcun altro, uccidimi con un colpo letale, ma ti prego, metti fine a questa agonia.

“Per caso c’è qualcuno che stamattina si è svegliato con una crisi d’identità?”Saki ci ha raggiunti e scoppia in una fragorosa risata mentre Bill si esibisce di nuovo nella mia perfetta imitazione.

 

“E avete mai pensato che sareste diventati così famosi?”ci chiede il giornalista di turno.

Come sono noiose le interviste, ci fanno sempre le solite domande. Ormai le conosco a memoria. Fortuna che Bill è un logorroico, parlerebbe tutto il giorno, se poi l’argomento della discussione è lui o i Tokio Hotel, ancora meglio.

“Bè, abbiamo iniziato quando eravamo solo dei bambini, ma ci piaceva già scrivere dei testi nostri e comporre delle melodie. Ci siamo esibiti in molti pub e a molte fiere, lo facevamo perché ci piaceva, ma l’idea di un successo internazionale non ci sfiorava neppure.”

Sorrido mentre Bill parla e gesticola come al solito.

La prossima domanda sarà quale è il nostro rapporto con le fan, ci scommetto.

“Bene. E…in che rapporto siete con le vostre fan?”

Bill ci trae di nuovo tutti in salvo. Se la prossima domanda riguarda quello che facciamo con i pupazzi e i reggiseni (che poi io questa cosa dei reggiseni non l’ho mai capita! Le ragazze pensano davvero che noi teniamo i loro indumenti usati e sudati?) che ci lanciano sul palco giuro che mi metto ad urlare. Ecco, Bill ha finito di parlare e adesso questo monotono giornalista ci chiederà…

“Che tipo di rapporto c’è fra te e Tom?”

Per un attimo mi si gela il sangue e il cuore mi schizza in gola.

ODDIO. In che senso che tipo di rapporto?! Mi calmo, tentando di non dare nell’occhio, ripetendomi che nessuno si immagina neanche lontanamente che io possa provare qualcosa di così osceno per mio fratello.

“Io e mio fratello siamo legati fin dalla nascita, abbiamo sempre fatto tutto insieme, dove c’era lui c’ero anche io”Bill snocciola una parola dietro l’altra con naturalezza, “La musica poi ci ha unito ancora di più e sono sicuro che non ci separeremo mai, perché è troppo forte il legame che ci unisce. Siamo come due migliori amici d’infanzia.”

Pfui, Bill se la cava alla grande. Ma in fondo questo è quello che lui pensa sul serio, no? Lui non ha nulla da nascondere, almeno uno dei due è sano di mente-sempre che uno come Bill possa essere definito sano di mente…Mmmh…Mi correggo, diciamo che è abbastanza sano di mente.

Però mi incupisco un poco.

Ad ogni sua parola mi sento sbattere in faccia la realtà.  Niente di quello che vorrei potrà mai realizzarsi.

“E tu Tom, vuoi aggiungere qualcosa?”si rivolge a me il giornalista.

“Ehm…Penso che abbia detto tutto Bill. Non vorrei ripetere le solite cose che ha detto lui. Nulla da aggiungere.”sorrido. Un sorriso così spudoratamente falso che pure Bill se ne accorge e mi guarda in modo strano. Ma come posso essere sincero, Bill, quando in realtà ciò che vorrei aggiungere alle tue parole sarebbe così scandaloso che probabilmente ti allontanerebbe da me per sempre? Non è meglio la falsità allora?

“Perfetto, abbiamo finito. Adesso potete accomodarvi nell’altra stanza, facciamo qualche foto e concludiamo qui.”

 

 

**

 

 

“Sarebbe una bella idea fare un servizio conciati come eravamo stamattina, eh? Potrebbe intitolarsi…mmmh…’Crisi d’Identità’…oppure ‘Bom & Till’!!”Bill scoppia a ridere da solo.

Stiamo viaggiando in macchina e siamo di ritorno all’albergo. Domani torneremo in Germania.

“Bom & Till?”chiede perplesso Gustav.

“Sì, invece che Bill & Tom! Scambiamo le iniziali così come ci scambiamo i vestiti!”ride di nuovo mentre noi altri lo guardiamo allucinati. “Ehi,Saki, perché non ce lo fai fare davvero un servizio così? Sarebbe interessante!”

“Sicuramente sarebbe curioso, sì, ma non potete fare una cosa del genere. Il pubblico ha di voi delle immagini ben definite e dovete rispettare quelle.”

A quelle parole vedo il sorriso di mio fratello eclissarsi di colpo, insieme alla sua euforia.

Lo guardo mentre si rabbuia e osserva fuori dal finestrino. Tira fuori il suo I-pod, lo accende e si mette le cuffie a tutto volume, isolandosi completamente.

C’è qualcosa che decisamente non va in lui ultimamente.

Devo capire cosa.

 

 

 

 

 

Fine terzo capitolo! Sono andata parecchio avanti nello scrivere, perciò questo terzo capitolo è un pò più lungo, altrimenti ci metto trent'anni ad aggiornare tutto e non vorrei che il Blocco dell'Aggiornamento mi cogliesse proprio a metà...Sono a scrivere un punto della storia un pò incasinato, non so bene come andare avanti...Va bè, intanto pubblico quello che ho già scritto, anche se devo praticamente prendermi le ferie ogni volta che decido di pubblicare visto che sono imbranata come una foca e mi ci vuole mezzo secolo per fare le cose nel modo giusto...

Magari Bill e Tom facessero davvero un servizio fotografico del genere...Sarei così curiosa di vederli con i vestiti scambiati.. Che carino Bill al FestivalBar... "CCrazie Milanooo!" <333

Grazie di cuore a tutti quelli che hanno commentato, I hope you like it!

 

Dragon-Fly: Yap! Ecco il terzo! Bah, questa storia sta prendendo una piega un pò strana... Però sono contenta di essere salva dal Blocco Dell'Aggiornamento XD Grazie per il commento!! <3

Meggie: T_T mi hanno tolto il link con la tua storia dal forum perchè non ho il permesso di pubblicarla...Sorry...Io ci ho provato! Allora la struttura della storia è un pò strana: Tom racconta al presente, ma ogni tanto c'è qualche prolessi, così, per dare una sorta di anticipazione. Perciò la storia è raccontata al presente, ma è praticamente già avvenuta...Non so se mi sono spiegata...  Ho descritto apposta la "presa di coscienza" di Tom in modo così affrettato. Il fatto che lui capisca di aver sempre amato suo fratello è uno shock e proprio per questo archivia prima che può l'intera faccenda. Quando Tom pensa a Bill, pensa a lui in modo affrettato, netto e senza troppi fronzoli, perchè sa che quello che lui prova per Bill non è esattamente ciò che un fratello dovrebbe provare. Per questo è così affrettato, perchè si vergogna ed è recalcitrante a tutto quello che sente... ^_^ Comunque grazie per avermi fatto notare tutto questo!

Lidiuz93: Grazie, spero continui a piacerti! Sincermente anche io ero rimasta un pò perplessa di fronte alle twincest, però poi ne sono stata travolta! ^_^

Diruinside: No, non li conosco, ma mi scaricherò qualcosa allora^__^ La tua storia l'avevo salvata tra i preferiti, ma non l'avevo commentata... Bè, quello che penso te l'ho scritto nel commento! "Tom, i nostri occhi sono uguali, ma perchè io il mondo non lo riesco a vedere?"...se ci ripenso mi tornano un pò le lacrimuccie...;( Sono contenta che ti sia piaciuto! Anche io la penso come Bill! Cioè, Bill la pensa come me...Cioè, quello che ho fatto dire a Bill sull'amore è quello che penso io! Oh, ce l'ho fatta a dirlo XD! Hope you like this chapter! ^__^ Thanks per il commento!!! .........ma Love Is Dead non la continui? T_T

Judeau/VerdammtKind ^_^: Lo so, il twincest non me l'aspettavo neppure io, ma alla fine è venuto fuori! Eheh... Sì, stavolta è Tom che s'innamora per primo, non è giusto che sia sempre Bill XD! Ma in Germania i ragazzi tedeschi come li vedono i Tokio Hotel?? Quando ho letto la tua FF ed ho scoperto che eri un ragazzo sono rimasta un pò sorpresa, perchè non ci sono molti ragazzi che scrivono FF... Grazie per il commento, giuro che non ho la più pallida idea di come finirà la storia.

BambolinaRossa: ......grazie....Piii....Mi vergogno.... Grazie per quello che hai scritto, mi ha fatto tantissimo piacere!! Tom è venuto fuori come un personaggio molto particolare, un misto tra comicità, irruenza, un pò di egoismo e tanta confusione interiore... Ti ringrazio per i complimenti, sono arrossita, anche perchè generalmente sono una che tende a disprezzare tutto ciò che fa, perciò quello che hai scritto mi aiuta a continuare a scrivere! Gustav e Georg non ricoprono un ruolo centrale, ma non ho voluto ignorarli del tutto, i miei amorucci, d'altra parte i Tokio Hotel sono quattro, no due, no?^__^ E poi loro hanno sempre un'aria buffissima! Spero davvero che ti piaccia anche questo chap! Grazie ancora per la recensione, a me fa piacere se scrivi tanto!

Zoe'92: E' il tuo vero nome???? Uaaah, che bello, mi piace un sacco il nome Zoe!!! A me è piaciuto tanto anche il libro Scusate Se Ho 15 anni! Grazie mille per il commento^__^

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Nach Hause ***


Was?|

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hallo!! Chiedo umilmente scusa per il ritardo con cui aggiorno, ma Internet ha fatto un pò di capricci... Poi tra il lavoro, le varie situazioni incasinate che si sono create, la voglia di poltrire a letto, le numerose ubriacature, il tempo che dedico all'aggiornamento si riduce notevolmente. Comunque ho finito di scrivere la storia... Mi sono quasi messa a piangere...E adesso che farò per tutto questo tempo? Uff... Quasi quasi cancello tutto e riscrivo ogni cosa dall'inizio... Eeeh...Probabilmente da adesso in poi i capitoli saranno un pò più lunghi, perchè altrimenti l'intera storia viene troppo lunga...

Ok, chissenefrega di queste ciance, passo alla storia.

Bill Kaulitz du bist so geil!!! Sei una continua fonte d'ispirazione per me! ^_^

 

 

Im Zimmer 483

(Nella Camera 483)

 

Dopo cena vado da Bill. Sono davanti la sua porta e sento un gran tramestio provenire da dentro la stanza. Busso e immediatamente il tramestio si blocca.

"Bill?"

Silenzio.

"Bill??"

"Che cosa c’è?"mi risponde lui da dentro. Ha una voce strana. "Ho già detto a Gustav e Georg che non ho voglia di uscire."

"Non è per quello, loro se ne sono già andati. Posso entrare?"

"Adesso….no…c’è disordine…"

Io sono sempre più insospettito.

"Che diavolo stai facendo lì dentro?! Ti stai facendo qualcuno?! "esclamo tentando allo stesso tempo di farlo ridere e di fargli capire che sono preoccupato.

"Aspetta un attimo."

Lo sento armeggiare con qualcosa, poi gira la chiave nella toppa.

Non appena mi apre capisco che è ancora di pessimo umore. E che ha pianto. Probabilmente ha provato a pulirsi la faccia con le mani per nascondere gli occhi rossi, ma non si è accorto che il trucco gli è colato disegnando delle spettrali lacrime nere sulle sue guance.

Se Bill piange allora la cosa non deve essere semplice. L’ho visto arrabbiato, l’ho visto triste, incazzato, euforico, gioioso, scatenato, ma sono davvero poche le volte in cui l’ho visto piangere.

La camera è in un disordine tremendo, tutte le valigie sono state rovesciate e mescolate, i beauty case svuotati sul tavolino e numerosi quaderni sono capovolti sul pavimento.

"E’ scoppiata una bomba qua dentro?"cerco di sdrammatizzare.

Bill si getta sul letto e io vado a sedermi accanto a lui.

"Che cosa vuoi?"La sua voce mi giunge flebile, poiché ha il viso nascosto nel cuscino.

Vorrei che tu sorridessi.

"Che ti succede?"gli chiedo.

"Niente."

"E…"esito un attimo, sperando che quella che mi accingo a percorrere sia la strada giusta. "…allora perché stavi piangendo?"

Bill alza di scatto la testa e mi guarda stupefatto.

"Non sono un indovino, è che ti è colato il trucco sulle guance."gli sorrido dolcemente per non metterlo in imbarazzo.

Lui nasconde di nuovo la testa sul cuscino, scuotendola.

"Così finirai per macchiare tutta la federa."

"Non mi importa."bofonchia. E’ proprio a terra. Mi fa male vederlo così.

Gli poggio una mano sulla schiena, tentando di consolarlo.

"Cosa devo fare con te?"sospiro rassegnato, sicuro che neanche oggi mi rivelerà cosa lo tormenta.

La sua risposta mi accarezza come una piuma. "Abbracciami, per favore." Ha ancora il volto nascosto nel cuscino e ringrazio il cielo per questo, così non vede la vergogna dipinta sulla mia faccia.

Mi stendo vicino a lui e, piano, delicatamente, tendo le mie braccia fino a cingere le sue spalle. Lui si accosta a me, rannicchiandosi con la testa sul mio petto.

"Bill, ascolta…"

"Non dirmi niente…per piacere…"

Lo accontento, e mi limito a stringerlo.

E mentre penso che non c’è nessun’altra cosa al mondo che vorrei fare se non stringere Bill tra le mie braccia, sento le sue lacrime bagnarmi la maglia.

Comincia a singhiozzare piano e io lo tengo ben stretto a me fin quando il suo respiro pesante mi fa capire che si è addormentato.

Sono rimasto accanto a lui tutta la notte.

 

***

 

"Germania ti amooooo!!!"canta Georg col naso spiaccicato al finestrino."Panino con wurstel e formaggio, salsa speziata, krauti, aspettatemi!!! Patate ripiene arrivo!!! E LA BIRRAAAAA!!! WUUUUU!!!"

Il bus sta parcheggiando nel parcheggio della casa discografica.

Da oggi abbiamo qualche giorno di pausa, ognuno se ne torna a casa sua. Abbiamo bisogno di un po’ di relax.

Scendiamo dal bus e raccattiamo le nostre valigie.

La mamma ci viene subito incontro, sorridente come al solito.

"Amori! Come state?"abbraccia me e Bill nello stesso tempo.

"Ciao mamma."la salutiamo noi in coro. Non la vediamo molto spesso, di solito quando noi siamo a casa lei è via per lavoro o viceversa, ma ci sentiamo spesso per telefono.

"Salve ragazzi!"

"Salve signora Kaulitz!"la salutano Georg e Gustav.

"Saki, allora me li posso riprendere?"mia mamma si rivolge al nostro manager.

"Penso proprio di sì, ma se ti posso dare un consiglio ti suggerisco di stare in guardia. Ogni tanto questi due mi fanno paura! Dovevi esserci in Francia, si sono presentati con i vestiti scambiati e, da non crederci, Tom era pure truccato!"

"Oh mio Dio!"mia mamma ci guarda con la bocca spalancata. "Erano secoli che non facevate una cosa del genere! I miei bambini!"improvvisamente ci riabbraccia di nuovo. "Allora non siete cambiati poi tanto da quando eravate degli affarini piccoletti, eh?"
Ok, sto incominciando a imbarazzarmi sul serio. "Invece c’è qualcosa che in me è cresciuto moltissimo"dico a Bill sorridendo a mo di sfottimento. "Quello che penso invece a te sia rimasto sempre delle solite dimensioni!"

"Quando Tom si imbarazza comincia sempre a parlare della sua virilità. Mmmh, la trovo una cosa un po’ sospetta."sogghigna Georg sfoderando uno dei suoi sorrisi sghembi.

"Va beeeene, e con questo io direi, cara mammina, che ce ne possiamo anche andare e lasciare questi zotici qui."

"Sì, ce ne andiamo a casa."ride mia mamma. "Avete preso tutte le valigie?"

Finiamo di prendere la nostra roba, salutiamo tutti e saliamo in macchina.

"Allora? Come mai avete fatto di nuovo questo tuffo nel passato, in Francia? Era da quando avevate sette o otto anni che non facevate più una cosa del genere!"

"E’ stato divertente, mamma! Dovevi vedere Tom tutto truccato! Non era bello come me, ma sembrava davvero un’altra persona!" Bill comincia a raccontare euforico e io lo ascolto.

"Quando eravate piccoli mi ricordo che a Bill piaceva fare le sfilate di moda e ti costringeva sempre a partecipare, Tom. Mi ricordo che una volta, Bill, colorasti le vostre facce col pennarello blu, poi venisti da me e m dicesti ‘Adesso non ci riconosci più nemmeno tu, mamma! Solo io e Tom sappiamo chi siamo, vero Tom? Siamo solo io e lui e tutto il mondo non ci conosce!’. Me lo ricorderò per sempre, perché eravate davvero convinti che nessuno vi avrebbe più riconosciuti e non volevate più lavarvi la faccia."
Sorrido, pensando a un piccolo Bill che pronuncia quelle parole.

Siamo solo io e lui e tutto il mondo non ci conosce! Eheh, pura ingenuità infantile…Ma sarebbe davvero bello se fossimo realmente solo io e te…

Cerco di incrociare lo sguardo di Bill, ma mi accorgo che si è incupito di nuovo. Accidenti.

Gli sfioro una spalle e lui mi fa un sorrisetto rassicurante. Sto bene, vuole dirmi. Bugiardo, gli dico invece io, ma lui ignora il mio messaggio telepatico e guarda fuori dal finestrino.

Bill, sei stato davvero uno stupido a non afferrare mai la mano che ti porgevo.

Ti odio a morte per questo.

E odio a morte me stesso per non averti costretto ad afferrare quella mano.

Ma ho capito ogni cosa troppo tardi. E la mano che ti porgevo era un’altra.

 

***

 

Il biglietto sul tavolo dice che la mamma è dovuta partire per lavoro e che tornerà solamente tra tre giorni. Io e Bill siamo soli a casa nostra. Non so se ciò mi rende felice o se mi spaventa a morte. Fatto stà che ho un brutto presagio.

"Cosa facciamo?"gli chiedo per la millesima volta mentre siamo svaccati sul divano a guardare la TV, Bill con in mano una ciotola di dolci e io con in mano una bottiglia di birra.

"Non. Lo . So. E’ inutile che me lo chiedi!"
"Usciamo?"

"E se ci vede qualcuno?"

"Ma se è ora di cena! Chi vuoi che ci sia in giro a quest’ora?"protesto.

"E dove andiamo?"

"Non so…Noleggiamo un porno!"esclamo poi entusiasta.

"Ma senza le battute di Georg e Gustav non è la stessa cosa…"

"Mh. Allora andiamo a comprare qualcosa da cucinare!"

"Non ho fame, mi sono rimpinzato di dolci."
"Che spero rimangano nel tuo stomaco."lo ammonisco.

Lui alza gli occhi al cielo. "Sì, sì, quante volte te l’ho giurato che non lo faccio più?"

"Bravo bambino."Gli tiro il tappo della birra, sorridendogli. "Però rimane il fatto che non sappiamo cosa fare!"

"Giochiamo alla Play Station?"

"Nuuu."

"Giochiamo al Nintendo?"

"Nuuu."

"Giochiamo all’ X-Box?"

"Nuuu."

"Ehi, essere ricco e famoso ti rende insofferente, lo sai?!"mi lancia a sua volta un dolcetto, che io afferro e mangio. "Guardiamo qualcuno di quei video su Internet fatti dalle nostre fan in cui io sono così figo?"

"Bill, io sarò anche insofferente ma tu sei veramente vanitoso."

"E’ perché sono bello!"

"Sìsìsì…Certo…" Non sai quanto hai ragione.

Rimane pensieroso per un attimo, poi si illumina.

"NO! Ti prego quando fai quella faccia significa sempre che hai avuto una pessima idea!"lo supplico.

"Giochiamo a nascondino!"

"Cooosaaa??"
"Dai,dai!! Giochiamo a nascondino! Ci giocavamo sempre!"

"Bill tu sei matto. Lo zucchero ti fa male, dammi i dolci, forza!"gli strappo di mano la ciotola. "E adesso fila a letto!" Con me.

Oddio! Basta, la devo smettere di pensare queste cose!! Sono un pervertito! E’mio fratello, cazzo, mio fratello! Me lo devo mettere in testa, devo pur avere un cervello capace di recepire questo messaggio, sotto tutti questi dreadlock, no? E allora lavora, stupido cervello, e fammi andare in brodo di giuggiole per qualcuno che:

A: non sia del mio stesso sesso (Bill può dire quello che vuole, ma un paio di belle tette sono sempre il massimo!)

B: non sia un mio parente o consanguineo o animale o qualunque cosa sia proibita, immorale, illegale, oscena e anormale.

Datti da fare, cervello.

Perché io sto davvero cominciando a cedere e ciò può diventare pericoloso per tutti.

"Allora! Dai, solo una volta!"

"Nemmeno per sogno!"rispondo ben deciso a non cedere, girando un po’ il viso per nascondere il rossore provocato dai miei pensieri immorali.

Il nostro battibecco è interrotto dal telefono di Bill che squilla.

"Pronto?……Ciao Andreas!"

Mi congelo. Che cosa vuole quello lì?!

"Aha. Sì…Io ora sono a casa…"

Sei a casa con me, specifica grazie.

"Non so…Non sono sicuro sia una buona idea...Aspetta un momento."tappa il telefono con la mano e si rivolge a me. "E’ Andreas. Ho bisogno di parlarci un attimo da solo."

"Io da qui non mi muovo."rispondo stizzito, sprofondando ancora di più nel divano con le braccia incrociate.

Lui alza gli occhi al cielo poi si alza dal divano e se ne và. Sento che sale le scale e poi la porta di camera sua chiudersi.

Se pensa che basti questo ad ottenere un po’ di privacy si sbaglia di grosso, dovrebbe averlo capito avendo a che fare con branchi di ragazzine esagitate ogni giorno. Ma mio fratello è un puro ingenuo.

In punta di piedi mi alzo e salgo le scale; mi accuccio dietro la sua porta, da dove riesco a sentire le parole di Bill, anche se un po’ attutite.

"Andreas non lo so…Va bene così, una volta ogni tanto, ma se poi cominciamo a vederci troppo spesso non è che la gente si insospettirà? Voglio dire, già ci ha scoperti mio fratello……..…Sì, ma come è stato lui poteva essere benissimo qualcun altro! Senti, non cominciare sempre col solito discorso………Non possiamo farci vedere perché se la gente venisse a sapere che Bill Kaulitz se la spassa con un ragazzo ci sarebbe uno scandalo pazzesco! Non posso mettere a rischio la band!……………Lo so, ma cosa posso farci io, Andreas?! Credi che non abbia cercato una soluzione?!"Bill si sta surriscaldando, sento che cammina su e giù per tutta la camera. "Ascoltami, questo è un discorso che abbiamo già fatto mille volte………..Ma certo che mi piaci, scemo, sennò non verrei a letto con te!"

Se in quel momento avessi pestato un chiodo a piedi nudi sono convinto che mi sarei fatto meno male. Ma allora Bill è o non è innamorato?

Dio, questo dolore che mi soffoca è insopportabile…Ma non posso cedere, non posso dire niente a nessuno. E’ un segreto il mio dolore così come lo è il mio amore.

Devo rimanere in silenzio e stringere i denti perché ciò che voglio non posso averlo. E la colpa è solo mia.

Stupido Tom, stupido Bill e stupido idiota coglione Andreas. Giuro che non ti rivolgerò mai più la parola, cretino. Ho una voglia pazzesca di prenderlo a calci quel bastardo. Se è riuscito a far innamorare Bill di lui lo faccio licenziare, è una promessa solenne.

"Va bene…………D’accordo………."la conversazione sta per finire, a giudicare dal tono conclusivo di mio fratello. "Allora passami a prendere col taxi tra un’ora………..Sì………Fai suonare il campanello dall’autista, mi raccomando! A dopo, ciao." Riattacca.

Mi alzo e scappo silenziosamente giù per le scale, tuffandomi sul divano. Mezza ciotola di dolci finisce a terra.

Mio fratello scende due minuti dopo.

"Che voleva Andreas?" Apparte uccidermi di dolore?

"Tra un’ora passa a prendermi."

"Ah." Mi fa tanto piacere quanto potrebbe farmene l’essere morso da un cobra."E vai a casa sua? O magari vi fermate in qualche hotel a ore sull’autostrada?" il mio tono è più arrogante di quanto avessi voluto e Bill si gira a guardarmi con un sopracciglio inarcato. "Perché mi guardi così? Non sono certo io quello che si va a scopare un ragazzino che è solo in cerca di fama." Ma che sto blaterando?! Oddio, qualcuno mi fermi, vi prego! Non sono io che parlo, è la gelosia!

Bill spalanca la bocca. "Che cazzo dici?" Ahia, l'ho fatto arrabbiare.

"Dico che, nel caso tu non l’avessi ancora capito, quel biondo ossigenato ti sfrutta solo per ottenere un po’ di notorietà! Non l’hai ancora capito?!"Sto davvero gridando? Tom chiudi il becco! Stai zitto! Le parole scivolano fuori dalla mia bocca una dietro l’altra e non riesco a fermarle.

"Tom, e tu pensi che tutte le ragazzette che ti porti a letto non vengano con te solo per vantarsi?! Pensi che il fatto che tu sia un chitarrista famoso non influisca sulla loro disponibilità?!"grida lui in risposta.

Mi alzo e gli corro incontro come una furia, fermandomi a qualche centimetro da lui.

"Non puoi paragonare una cosa del genere! Quelle non significano niente, sono solo puro sesso! E invece quello che c’è fra te e Andreas non è la stessa cosa!"urlo, infuriato; ormai ho perso ogni controllo. Ma l’immagine di Bill nel letto di Andreas mi fa imbestialire. "Ti sta prendendo in giro, non lo capisci?! Lo vedo che sei innamorato di lui, LO SO! So che se anche dici che non è così è questa la verità!! Ma lui ti sta imbrogliando, Bill!!"

"MA COSA TE NE FREGA DI QUELLO CHE C’E’ FRA ME E ANDREAS, SI PUO’ SAPERE?!? COSA TE NE IMPORTA SE MI STA IMBROGLIANDO?!"grida lui ancora più forte e arrabbiato.

"STUPIDO, ME NE IMPORTA PERCHE’ CI TENGO A TE!! ME NE FREGA PERCHE’ NON VOGLIO CHE CI SIA NESSUN ALTRO FRA ME E TE! ME NE FREGA PERCHE’ VOGLIO ESSERE IO L’UNICO A CUI TU PENSI! ME NE FREGA PER QUESTO…."e senza che mi renda conto dell’enorme stronzata che sto facendo afferro Bill per la maglia e lo attiro a me, baciandolo sulle labbra.

In un attimo sento il mio corpo andare in fiamme. E’ una sensazione fortissima, che divampa dentro di me come un incendio. Non mi era mai successo di provare una cosa così…intensa; è come se qualcuno avesse improvvisamente premuto un potente interruttore che fino a quel momento era rimasto spento. Non spengetelo più, vi prego.

Ma quando mi allontano dalle sue labbra e vedo i suoi occhi sgranati, mi rendo finalmente conto di quello che ho fatto e il mio corpo passa da una temperatura bollente ad una di gelo polare.

O porca puttana.

O porca puttana.

O PORCA PUTTANA CHE CAZZO HO FATTO?!?!

Oddio…Oddio…Oddio….Ho baciato Bill…Oddio…Ho baciato Bill!! L’ho baciato!! L’ho baciato maledetto me e lui e Andreas e ogni cosa!!! MERDA! Questa era l’ultima cosa che doveva succedere!

Bill mi fissa ancora allibito, apparentemente svuotato di ogni scintilla vitale.

Lo guardo terrorizzato, poi scappo in camera mia.

Non avevo mai salito le scale di casa mia in meno di quattro secondi. Record.

 

***

 

Il campanello suona ma io non mi muovo dal pavimento della camera su cui sono seduto. Sento la porta che si apre e poi si richiude, infine il taxi che riparte.

Bill se ne è andato.

Con Andreas.

Merda.

Merdamerdamerdamerda.

Mi copro la faccia con le mani, chiedendomi per la milionesima volta cosa cazzo ho combinato.

Ho rovinato tutto. In un totale di tre secondi, tre lunghissimi, meravigliosi secondi, ho spezzato tutto quello che c’era tra me e Bill.

I tre secondi più belli della mia vita saranno la mia condanna da adesso in poi.

Non mi viene neppure da piangere, mi sento…non so…svuotato. Ma allo stesso tempo, odio doverlo dire, mi sento anche sollevato. Adesso finalmente Bill sa. E’ come se il macigno enorme che avevo sullo stomaco fosse esploso in mille pezzi, liberandomi del suo peso. L’unica nota dolente è che al suo posto ne è arrivato subito un altro, grande e pesante il doppio, formato interamente da una catena di parola che dicono: cosa succederà adesso? Tom sei anormale, non si può innamorarsi del proprio gemello! Bill mi odierà. Sarà la fine della band. Come farai a guardarlo di nuovo in faccia, caro Tom?

Stupido, bastardo macigno. Quanto cazzo pesano queste parole, rinchiuse dentro di me? Mi schiacciano lo stomaco, i polmoni e il cuore.

Potrei provare a dire a Bill che stavo scherzando, che mi ha frainteso…Come se si potesse davvero fraintendere il significato di un bacio. Un bacio…Ho baciato mio fratello…Mi accorgo che la mia mente vaga, salta da una parola all’altra, da un sentimento all’altro, procurandomi solo un’immensa confusione. Desidererei non aver mai ascoltato quella conversazione telefonica e non aver mai commesso alcuna azione stupida.

Bill, so che può sembrare assurdo vista la situazione, ma ti assicuro che quel bacio è stato il più puro e il più innocente che io abbia mai dato.

Credimi.

 

 

 

 

Yap! Aggiornato anche questo capitolo! La storia tra i gemellini comincia ad evolversi. Certo che è ganza la denominazione Twincest, ci pensavo prima ^_^ Chissà se Bill e Tom hanno mai letto storie Twincest su di loro. Su Youtube ho trovato dei video che fanno morire dalle risate, il cui soggetto è proprio il twincest Bill/Tom. Ok, io lo so che non dovrei aggiornare dopo che ho bevuto, poi deliro. Perdonatemi! Hope you like it!

BambolinaRossa: Sappi che mi sono follemente innamorata di te!!!!!^__^ Grazieeee!! Davvero, mi fa tantissimo piacere quello che hai scritto...<3 Bè, io i Tokio me li immagino scemi così, un pò come lo siamo tutti, anche loro scazzeranno ogni tanto, no? Inoltre mi piace che in una storia ci siano diversi momenti e siano descritti diverse sensazioni, gioia, allegria, tristezza, rabbia...Per questo cerco di variare il più possibile. Che fortuna che sei stata a Parigi!!! Com'era? Trovato tante fan dei Tokio?? ^__^ Grazie ancora per la recensione, davvero grazie di cuore! XD

Auty91: Eh sì, qui è Tom il primo a cadere vittima dell'amour... Eheh...Altrimenti sempre Bill, poverino^_^ Sono felice che ti siano piaciuti questi tre capitoli, spero ti sia piaciuto anche questo!

GinevraMalfoy: Io sarei curiosissima di vedere come stanno i gemelli con i vestiti scambiati!! Dobbiamo riuscire a proporglielo in qualche modo, sarebbe favoloso! Chissà come starebbe Tom truccato.... Grazie per la recensione!!^__^

Judeau/VerdammtKind-A-Cui-Non-Piacciono-i-Tokio: XD Ehi! Ciaooo! Bè, gli Zero Assoluto non mi piacciono ma quando sei lì dalle quattro del mattino, schiacciata sulle transenne da altre 150.000 persone che spingono, ti ritrovi ad urlare perfino ai bodyguard!^_^ Comunque posso facilmente immaginare che non siano apprezzati dalla popolazione maschile... Va bè, de gustibus! ^_^ Se vedi che cominci ad osservare il fondoschiena di tuo fratello con un pò più di interesse del dovuto allora SMETTI DI LEGGERE LE TWINCEST! XDXDXD In effetti anche io se penso di baciare mio fratello...Bleeeeeh!!!!!!! 'cchifo! Ma adesso che hai finito la tua FF sui Tokio non ne scriverai altre??? Ehi, e le crisi di sovrap...cosa sarebbero???????XD Ciao, alla prossima! Grazie per essere andato avanti con la lettura nonostante non ti interessi nè il genere nè il soggetto! Danke crucco!^_^ ....ogni volta che leggo che hai vissuto in Germania un'invidia omicida mi investe...Mi viene quasi voglia di lasciare una cattiva recensione alla tua storiaXD Scherzo! Ciao!

Meggie: Uh, che bello il seguito di Verbrennen! Ultimamente siamo sempre di più a scrivere FF sui Tokio! Il fatto è che il corsivo lo uso già per evidenziare i pensieri di Tom; avevo pensato di scriverlo sottolineato, ma l'effetto visivo non era un granchè, perciò ho lasciato tutto così e ammetto che forse è la soluzione migliore, secondo me. Mi piace che ci sia questa sfumatura che confonde e amalgama un pò le cose! Spero che la storia continua a piacerti!^__^ Grazie mille per la recensione, corro a leggere il seguito di Verbrennen!

Silvia: Uuuaaahm (ma io devo sembrare proprio scema con tutti questi versetti che scrivo! Non fateci caso, è che sono davvero così!), grazie mille per la recensione! Che carina! Grazieeee! Spero davvero tanto che anche questo capitolo ti sia piaciuto!!! Ciao ciao, grazie mille <3

Naysha13: Alla fine mancano ancora un pò di capitoli. Ma adesso che ho finito di scrivere tutta la storia cecherò di aggiornare più in fretta! Sono contenta che ti piaccia, mi fanno tanto piacere queste recensioni positive! Grazie mille!!

MiticSammy: I problemi di Till verranno fuori tra un pò...E' quel ragazzo è uno che si fa mille seghe mentali, nella mia storia, sì... ^_^ Grazie per la recensione, spero continui a piacerti la storia.

Zoe92: Lo ripeterò all'infinito, non so cosa pagherei per vedere i gemelli con i vestiti scambiati!!! ^_______^ Penso che la cosa sarebbe un pò comica...XD Grazie per la recensione!^_^

Bell_Lua: Gli Anti-TokioHotel sono detestabili! Poveri Tokio, lasciateli in pace!! Le fan che vogliono vedere i gemelli con i vestiti scambiati sono sempre più numerose! Dobbiamo fare una petizione!!!!^_^ Grazie per la recensione, spero che la storia continui a piacerti almeno un pochino!! Tschuuus!

Lidiuz93: Till&Bom...Quando l'ho scritto sono scoppiata a ridere come una scema! Te lo immagini se Tom si chiamasse Bom??? Bom Kaulitz!! Ahahah!!!! Oddio! XD Grazie per la recensione!!! Ciao ciao!!!^__^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Zusammen ***


Was?|

 

 

 

 

 

 

 

 

Im Zimmer 483

(Nella Camera 483)

 

 

Svegliarsi si rivela una pessima idea; la sera precedente, tra un vaneggiamento e l’altro, mi sono addormentato sul pavimento. Mi alzo a fatica, il collo dolorante e i vestiti sgualciti (e neppure troppo profumati, se vogliamo dirla tutta).

Bill? Sarà tornato?

Mi accosto alla parete che confina con la camera di Bill: nessun rumore. Però non significa nulla, potrebbe benissimo star dormendo.

Appoggio la mano sulla maniglia. Non trovo il coraggio di girarla.

Cosa farò quando lo vedo? Questa non è una cosa che si può risolvere facendo finta di niente.

E se scappassi? Potrei prelevare dei soldi dalla banca e fuggire via, in un posto dove i Tokio Hotel non sono conosciuti, come l’India, per esempio! Ma poi mi viene in mente che non ho la più pallida idea di dove siano i miei soldi, né su quale conto né in che banca, perciò l’idea della fuga è accantonata.

Potrei rinchiudermi qui dentro e cominciare una vita ascetica. Potrei anche riuscire a raggiungere il Nirvana, dopo qualche anno di esercizio.

Oppure potrei obbligare Dio, la società, la scienza o chiunque sia che detta le regole in questo mondo schifoso che l’incesto non è assolutamente anormale. Amore libero, dico io!

Uff, cosa sto blaterando… E’ inutile tentare di ironizzare, la situazione è tragica.

Voglio uscire di qui. Voglio mettere le cose a posto. E voglio Bill. Se non altro voglio scusarmi. Forse sono ancora in tempo per non rovinare definitivamente tutto. O forse no?

Certo è che, se rimango chiuso in camera mia, con la mano che stringe la maniglia d’ottone, non risolverò un bel niente.

Faccio un respiro profondo. Vai.

La mia mano non si muove di un millimetro e la porta rimane chiusa.

Dai Tom, dai. Ce la puoi fare. E magari Bill ancora non c’è. Ecco, questo è un buon pensiero su cui fare leva

Faccio un altro respiro. Vai Tom, che Bill è ancora a scoparsi Andreas!

Stavolta la mia mano reagisce, al pensiero di Bill+Andreas stritolo praticamente la maniglia.

Il cuore mi batte all’impazzata mentre mi avvicino in punta di piedi alla camera di Bill. La porta è mezza spalancata e da dentro non proviene alcuna luce. Nel più completo silenzio mi affaccio quel tanto che basta per guardare all’interno. Invece che del letto mezzo sfatto e di una massa informe di capelli neri, mi trovo di fronte a un letto ancora immacolato e vuoto.

E’ rimasto fuori per tutta la notte.

Il cuore mi sprofonda sotto i piedi, mi sembra quasi di vederlo arrampicarsi giù per l’ombelico, saltare sulle ginocchia, atterrare sui piedi e cominciare a scavare una piccola buca nel pavimento per seppellircisi.

Povero cuore di Tom.

Scendo le scale, deciso a fare colazione e a calmarmi un minimo.

Se solo ci fossi stato ieri sera, calmo, tutto questo non sarebbe successo.

Malediz….

Mi blocco.

Invece che del divano immacolato e vuoto, mi trovo di fronte a un divano sgualcito e occupato da una massa informe di capelli neri.

Cos’è, uno scherzo? Non è affatto divertente.

Per fortuna Bill non si è svegliato nel sentirmi scendere le scale.

Rimango bloccato come uno scemo di fronte al divano, valutando quale delle tre opzioni che mi frullano per la testa sia quella giusta da scegliere:

1. tornare di corsa in camera mia e procedere con la vita da ascetico (improvvisamente mi sembra uno stile di vita tremendamente allettante).

2. scappare in cucina e prepararmi la colazione, conservando quel minimo di dignità che mi resta (se mi resta)

3. avvicinarmi a Bill

Tra tutte le opzioni, naturalmente scelgo quella più stupida e impulsiva. Ovvio, altrimenti non mi chiamerei Tom Kaulitz.

Mentre il mio cervello mi grida di scappare via, le gambe si muovono verso il divano/Bill.

Sembra profondamente addormentato. I capelli sono scompigliati e la maglia che indossa è al rovescio.

Il trucco è sfatto ed è colato sulle guance. Ha…ha pianto? Di nuovo?

Rivedo il mio cuore scavare ancora più a fondo, pensando che potrei essere io la causa di quelle lacrime.

Dorme raggomitolato, le gambe magre ripiegate, le mani strette sotto il viso.

Non ha un’aria serena, e posso capirlo benissimo.

Sospiro tristemente, decidendo di optare per l’opzione 1, troppo scoraggiato per affrontare Bill ora che l’ho visto in questo stato.

"Mmmh…Tom?" Porca di quella miseria. "Aspetta…"borbotta mio fratello nel momento esatto in cui il mio piede sale sul primo gradino.

Non mi resta altra cosa da fare che girarmi a guardarlo.

Lui si tira su a sedere, passandosi le mani sulla faccia, rovinando ancora di più il trucco; assomiglia a un dalmata che ha appena preso la scossa.

"Non volevo svegliarti."mi scuso, guardando il pavimento.

Lui rimane muto. Preferirei vederlo tirarmi un vaso dietro, piuttosto che essere succube di questo torturante minuto di perfetto silenzio.

"Possiamo parlare?"mi chiede alla fine.

Io faccio un cenno vago col capo, rifiutandomi di guardarlo negli occhi. Sento il sangue pulsare nelle orecchie.

"Ieri sera…"

Ieri sera è successo l’inferno.

"…io non…non dovevo scappare via così."

Sgrano gli occhi. Ogni parola mi aspettavo, ma non queste.

"E’ solo che ho avuto…paura, credo. Non sapevo bene cosa dovevo fare. Tom perché non mi hai mai detto niente?"il suo tono di voce è dolorante e straziato, come se invece di star parlando con me stesse parlando con un torturatore impegnato a trafiggerlo con degli spilli appuntiti.

"Pensi che fosse facile?"sussurro.

Lui sospira. "No."

Finalmente mi decido ad alzare gli occhi su di lui e vedo che è sul punto di piangere. Ti prego, non distruggerti per colpa mia…

"Bill…Io…Ti giuro che mi dispiace." sussurro ancora più piano, mentre tutto intorno a me comincia a girare vorticosamente.

Bill chiude gli occhi per un istante, con aria tremendamente sofferente. "Tom…Tu mi ami?"

Come posso risponderti se mi guardi con quegli occhi, eh, Bill? Come posso dirti che, sì, ti amo, e che me ne vergogno da morire?! Non capisci che ho cercato di rinnegare tutto ciò fino lo stremo? Come posso fare per far cessare tutto questo? Non l’hai ancora capito? Non hai ancora capito che sei la persona a cui io tenga di più in assoluto?

"Io…"ma le parole mi muoiono in bocca. Il macigno che ho dentro mi sta soffocando, nel senso letterale. Sento l’aria sparire dai polmoni, le pareti della gola chiudersi improvvisamente. Annaspo, alla ricerca di ossigeno.

"Tom?"sento Bill che mi chiama perplesso.

Comincio a tossire forte, nel disperato tentativo di respirare. Cado in ginocchio.

Dove è finita l’aria? Dov’è?! Perché non riesco a respirare?

Bill si precipita al mio fianco, abbracciandomi e gridandomi di calmarmi e di respirare lentamente, senza tossire. Poi sparisce.

Mi ha abbandonato?

Alla fine hai deciso di lasciarmi?

Gli occhi si riempiono di lacrime per la mancanza di ossigeno e per il dolore pungente.

Bill se ne è andato. Non posso dargli torto.

Merito di stare da solo.

Sono anormale, io. Merito tutto questo.

Tutto si fa sempre più buio e sento che sto per svenire.

Prima che possa chiudere gli occhi però, una mano provvidenziale arriva in mio soccorso. Mi fa sdraiare e mi circonda la bocca con una busta di carta.

"Respira, Tom, respira lentamente. Tranquillo, sono qui."

Perché sei stato così crudele quel giorno con me, Bill?

Perché non mi hai abbandonato e non mi hai lasciato solo?

Lo meritavo, per averti sconvolto la vita. Ma alla fine sei tu che hai sconvolto la mia.

 

***

 

Se Bill non fosse stato attento alle lezioni di Pronto Soccorso della scuola probabilmente sarei mezzo morto per asfissia. A volte la scuola può rivelarsi utile.

Sono disteso sul divano, Bill è seduto accanto a me. Mi accarezza la fronte e io mi beo del suo tocco fresco e delicato, fingendo di non essere ancora del tutto cosciente.

"Ti senti un po’ meglio?"

Annuisco.

"Mi hai fatto spaventare a morte."

"Ma hai avuto un bel sangue freddo. Grazie" Tento di sorridere e poi fisso il soffitto. "Sai, Bill, tutti mi hanno sempre contraddistinto come una persona forte, un po’ superficiale, capace di venirsene fuori da situazioni complicate con una battuta sparata alla leggera. La cosa più bella è che anche io credevo di essere così. Ma arrivato a questo punto penso di non essere affatto forte come pensavo".

Continuo a fissare il soffitto finchè non vedo un’ombra nera coprirmi la visuale.

Non capisco cosa sia fin quando sento le labbra calde di Bill toccare le mie.

E’ un attimo, un semplice tocco caldo, ma quell’interruttore che mi fa provare emozioni così forti e così nuove si è già acceso. E’ bastato solo un lieve tocco delle sue labbra per scatenare un monsone (^_^) dentro di me.

Lo guardo, incapace di assumere un’espressione vera e propria.

"C-che significa questo?"chiedo con una voce malferma, respirando lentamente per non causare un altro attacco.

"Io…Non lo so…"si prende la testa tra le mani.

Che diavolo sta succedendo? Non era così che dovevano andare le cose! Bill doveva ripugnarmi per sempre, guardarmi con aria schifata, gridarmi "Maniaco pervertito!", ma non avrebbe dovuto baciarmi a sua volta! Che succede al mondo?! Che anche mio fratello….provi lo stesso per me? Oh mio Dio, a pensarla così l’intera faccenda mi sembra doppiamente oscena e scaccio immediatamente il pensiero che fulmineamente mi ha attraversato il cervello.

"Bill, perché l’hai fatto?"chiedo alzandomi a sedere, la mia faccia paonazza a cinque centimetri dalla sua.

Lui sbatte i pugni sulle ginocchia quasi con rabbia. "Perché ho pensato e ripensato a quello che mi hai detto ieri sera. Non sono riuscito a togliermelo dalla testa neanche per un secondo, Tom, neppure per un fottuto secondo! Ero con Andreas e non sono neppure riuscito a sfiorarlo perché pensavo a te, alle tue parole e al tuo dannato bacio!"si alza in piedi di scatto, agitato. "Non so cosa significa, non chiedermelo! Ma so che non ho fatto altro che pensare a quello! E che adesso ho…un fuoco che brucia qui"si picchia una mano sul petto e mi guarda con una rabbia e una tristezza che non gli avevo mai visto addosso. "Ho provato a scordare immediatamente quello che mi avevi detto, ma non ci sono riuscito! Ed è il perché io non sia riuscito a dimenticare le tue parole che mi terrorizza a morte! Tom, come farei, come cazzo farei se scoprissi che sono innamorato di te?! Che cosa dovrei fare?! Io pensavo che Andreas fosse il ragazzo giusto per me, pensavo che lui riuscisse a soddisfarmi e che fosse lui quello che mi serviva per completarmi! Ma forse…forse non è così…In passato, lo ammetto, a volte ho pensato che il nostro rapporto fosse…fosse più complicato di un normale rapporto tra fratelli, ma ho sempre ricacciato ogni sentimento che fosse illecito, ho sempre tenuto tutto sepolto dentro di me, senza neanche rendermi conto che forse mi stavo reprimendo, senza neanche prendere in considerazione un sentimento che potesse andare oltre l'amore fraterno…E ora..Io…Non lo so…Ma è tutto così sbagliato, così dannatamente sbagliato!"si afferra il viso tra le mani, nascondendolo alla mia vista.

Sono stravolto. Ogni parola è un dolore e una gioia.

Come farei se scoprissi che sono innamorato di te?!Ma è tutto così sbagliato, così dannatamente sbagliato!

Bill…

Ho sempre ricacciato ogni sentimento che fosse illecito…

Quindi…quindi era destino? Doveva essere così? Io e Bill…siamo destinati a questo?

Mi alzo e lo abbraccio, avvolgendo interamente il suo corpicino tra le mie braccia. Lo sento tremare mentre si appoggia a me.

"Bill, ascoltami. Tu…tu non devi sentirti obbligato, capisci? Non devi pensare di essere…"Cristo, com’è difficile pronunciare quelle parole, quasi lottassero per rimanere uncinate alla mia lingua, rimanendo, così, impronunciate. "….innamorato, non sei costretto. Quello di ieri sera è stato un tremendo errore e ti giuro, ti giuro dal più profondo del mio cuore Bill, che non avrei mai voluto causarti tanta sofferenza." Lui struscia il viso sulla mia maglia, abbracciandomi. "Torna da Andreas, è con lui che devi stare. Non con me. E tu lo sai."gli sussurro alla fine, pronunciando le parole più autolesioniste di tutta la mia vita.

Bill rimane abbracciato a me.

"Io non so se voglio tornare da Andreas. Non adesso che mi hai mostrato quello che provi. Non adesso che ho capito quello che io provo."mormora.

Gli accarezzo i capelli, come ho già fatto in mille altre occasioni. Stavolta però è diverso.

Mi sciolgo dall’abbraccio e lo guardo in faccia.

"E allora cosa facciamo?"

"Non ne ho idea, Tom. Davvero non ne ho idea."

 

***

 

Passiamo tutta la mattina e tutto il resto del pomeriggio a parlare, del più e del meno. Cerchiamo di ignorare entrambi quello che è successo, ma dalle lunghe e intense pause che si creano nei nostri discorsi capiamo che nella nostra mente non c’è posto per nessun altro argomento che non riguardi ciò che è accaduto tra noi due.

Io ancora non riesco a crederci.

Proprio non riesco a realizzare.

Sono convinto che da un momento all’altro mi sveglierò e mi renderò conto che è stato tutto un sogno. Bello o brutto non saprei dirlo. Ed anche questa è una cosa che mi lascia piuttosto perplesso. Sì, perché avrei pensato che sarei stato al settimo cielo nel ricevere un bacio da Bill, e lo sono infatti, ma la verità è che mi sento anche molto triste. E angosciato.

Non riesco a fare a meno di chiedermi cosa succederà.

Siamo seduti sul divano, la TV è accesa su VIVA, ma nessuno dei due la sta guardando. Con la coda dell’occhio vedo Bill che si morde le dita e che mi lancia qualche occhiatina furtiva.

Cosa starà pensando?

Si è pentito di quello che ha fatto e detto? Non potrei dargli torto.

Io non so se voglio tornare da Andreas. Non adesso che mi hai mostrato quello che provi. Non adesso che ho capito quello che io provo… Le sue parole non fanno altro che tornarmi in mente. Ammetto che ho paura. Tanta paura. Mai e poi mai avrei pensato che una situazione del genere avrebbe potuto davvero realizzarsi, pensavo fosse solo una scandalosa mia fantasia. Eppure, eccoci qui, seduti uno accanto all’altro, fratelli innamorati.

Cristo, che situazione.

Sospiro e in quel momento esatto sullo schermo vedo comparire in primo piano la faccia di Bill. E’ l’ultimo video che abbiamo girato, Wir schliessen uns ein.

"Ehi, c’è il nostro video!"esclamo, concentrandomi davvero sulla TV. "Guarda che faccia che hai, Bill!" esclamo sforzandomi di ridere.

"Guarda Georg! Ha la solita espressione in ogni scena!"ride Bill indicando lo schermo.

"Ma possibile che riprendano sempre e solo te?!"esclamo scandalizzato, cercando di recuperare uno stralcio di normalità e di alleggerire la tensione che si è creata.

"E’ perché sono il più bello, lo sai. Quando ti rassegnerai all’idea?"mi sorride malizioso, venendomi addosso e tirandomi una pacca sulla nuca, probabilmente con il mio stesso intento.

Ma quando incrocia il mio sguardo il sorriso gli si congela e scompare lasciando il posto ad un’espressione imbarazzata.

Capisco al volo e arrossisco, maledicendomi per questo. Adesso che tra di noi le cose hanno preso questa piega, come dobbiamo comportarci? E’ inutile far finta di niente, ogni più piccolo gesto potrebbe nascondere un significato diverso o essere frainteso.

"Tom, come…come dobbiamo comportarci?"sussurra.

"Io…non lo so. Tutto questo mi sembra così irreale."

"Non dirlo a me."

Sospiriamo contemporaneamente.

"E’ tutta colpa tua, comunque."afferma convinto Bill.

"Cosa?"

"Se tu non mi avessi baciato non ci ritroveremmo in questa situazione!"esclama; so che non parla sul serio, ma mi sento punto sul vivo.

"Bè, se tu non mi avessi fatto perdere le staffe osannando Andreas non ti avrei baciato!"esclamo.

"E cosa potevo saperne io che eri geloso?"dice battendo un piede per terra.

"Bè, potevi percepirlo o intuirlo o immaginarlo!"

"Tom, è vero che siamo gemelli, ma non siamo sensitivi!"esclama girandosi verso di me. Ci ritroviamo con i volti a un centimetro e ci paralizziamo.

Il mio cuore batte a mille e senza accorgermene trattengo il respiro.

Sento una vocina che mi sussurra Fallo, bacialo, bacialo adesso! e un’altra che invece grida contrariata Non pensarci neanche, mostro incestuoso!

Continuiamo a guardarci negli occhi, entrambi sconvolti dallo stesso dilemma interiore, fin quando vedo Bill che si protende verso la mia bocca.

"Bill."lo blocco.

Stupido, stupido Tom! Poteva essere tuo!

Lui mi guarda con aria colpevole e io pronuncio le parole che odierò per il resto della mia vita.

"Tronchiamo questa cosa insana prima che prenda il sopravvento."

Lui abbassa lo sguardo.

"Hai ragione."risponde, anche se dal tono della sua voce capisco che in realtà sta pensando il contrario, esattamente come me.

Non so dove trovo il coraggio e la forza di farlo, ma mi alzo dal divano e sparisco su per le scale.

La porta della mia camera si chiude con un sonoro clac.

Tom sei un vigliacco. Tom sei uno stronzo bastardo.

Sbatto un pugno sulla porta.

Cristo! Cristo! Fa male, fa male da morire tutto questo!

Non volevo che succedesse, non volevo!

Immagino Bill che fissa il vuoto ancora seduto sul divano.

Mi dispiace immensamente, non volevo trascinarlo in questo inferno.

Lo giuro.

Mi fa male lo stomaco per la tensione e le mani prudono follemente. Ho la sensazione che tra qualche secondo imploderò, se non faccio qualcosa.

Poi vedo la salvezza, lì in un angolo.

Mi avvicino e afferro la custodia polverosa della mia vecchia chitarra.

La tiro fuori e l’accarezzo, sfiorandone la superficie liscia e lucente.

L’attacco all’amplificatore.

E suono.

Suono, suono, suono, sfiorando le corde con le dita, aggrappandomi ad ogni nota che produco. La melodia è dolce e un po’ malinconica, sgorga pura e incorrotta direttamente dalle dita, diffondendo quello che è dentro di me nell’aria.

E poi, dapprima piano, poi sempre più forte, sento la voce di Bill provenire dal piano di sotto. Non riesco a capire le parole che sta cantando, ma il suo tono è triste e tenero e si amalgama perfettamente con la mia melodia.

E allora suono ancora più forte, mentre piango lacrime amare, per trasmettergli tutto quello che voglio dirgli ma che non posso.

Questa melodia è per te, Bill.

Per dirti che ti amo.

E che ti sarò sempre vicino.

Sempre.

Non dimenticherò mai quel momento, Bill. Nonostante fossimo divisi, la tua voce si univa alla mia musica e insieme ad essa sprigionava un sentimento che straziava i nostri animi. La tua voce e la mia musica si univano come noi non avremmo mai potuto fare.

Ma forse per te non è stato abbastanza, eh, Bill?

 

***

 

Sto piangendo. Solo, in silenzio nel mio letto, lascio che le lacrime scorrano via da dentro di me, sperando che con esse se ne vada anche tutto il dolore. Ma questo è impossibile.

Bill è ancora in soggiorno, non l’ho sentito salire in camera.

Forse si è addormentato sul divano.

Nella mia testa riecheggia ancora quella melodia ma stavolta ad accompagnarla non c’è la voce di mio fratello, bensì le lacrime.

L’intera casa è avvolta dal silenzio. Se nostra madre tornasse adesso penserebbe che siamo morti visto che casa nostra è sempre stata molto rumorosa quando ci siamo io e Bill: urla, battibecchi, stereo a tutto volume, canti…

Invece ora c’è solo un grande, assordante, silenzio.

Guardo l’orologio: sono le nove e mezzo. La notte è ancora lunga e io vorrei fosse già fosse domani.

Poi sento un tonfo giù al pianterreno. Drizzo le orecchie, ascoltando. Niente, di nuovo tutto tranquillo.

Ma poi sento tossire. Insistentemente.

Bill.

Mi alzo e mi fiondo giù in soggiorno. Sul pavimento ci sono cereali, pane, dei pomodori morsicati, pacchetti di patatine vuoti, caramelle mangiucchiate, alcune croste di formaggio e delle foglie sgualcite d’insalata. Sembrerebbe quasi che qualcuno si sia divertito ad aprire il frigo e a buttare tutto il suo contenuto sul pavimento.

Sento altri colpi di tosse e dei conati.

Corro verso il bagno e mi lancio contro la porta, che però trovo chiusa a chiave.

"Bill!! Bill apri!"grido, picchiando contro la porta.

Lui non risponde, ma sento che continua a vomitare.

"BILL CAZZO APRI LA PORTA!! BILL!!!"urlo, picchiando più forte che posso.

"V-vattene!"mi grida lui dall’interno, la voce rauca per lo sforzo di vomitare fuori tutto quello che ha ingurgitato.

"BILL APRIMI SUBITO O SFONDO LA PORTA!!"urlo preso dal panico.

Nel sentire un altro conato comincio davvero a prendere a calci la porta, mentre continuo a gridare di aprirmi.

Poi dentro tutto tace.

"Bill…?"

Non mi risponde.

"Bill, ti prego…"la voce mi trema, lotto contro le lacrime.

"Tom…"mormora mio fratello da dentro il bagno. "Non ti arrabbiare…"la voce è incrinata.

"Bill, ti prego, ti prego aprimi! Non mi arrabbierò, te lo giuro!"

Per tutta risposta lo sento scoppiare in lacrime.

"Bill aprimi!"lo imploro.

Finalmente la mia richiesta viene esaudita.

Lo spettacolo che mi si presenta davanti non è uno di quelli che vorrei ricordare. Bill è seduto per terra, con la schiena appoggiata al water sporco di vomito.

La sua faccia è una maschera di trucco nero e di puro dolore.

Singhiozza disperatamente, e io gli corro incontro e lo abbraccio più forte che posso.

Lo sento che si aggrappa alla mia maglietta, bagnandomi il collo di lacrime.

"Va tutto bene…"gli sussurro, accarezzandogli i capelli.

"Non va tutto bene, Tom…"

Lo tengo stretto stretto a me, aspettando che finisca di piangere.

Il mio Bill.

Quando sento che ha finito lo aiuto ad alzarsi e gli lavo la faccia, esattamente come lui aveva fatto con me quando ero ubriaco. L’acqua fresca lo aiuta a calmarsi e a rilassarsi un po’.

Lo prendo da sotto una spalla e lo guido in camera sua. Lui si lascia docilmente adagiare sul letto.

Si addormenta quasi subito.

Ha un’aria davvero distrutta…

Se metti caso fossimo fatti tutti allo stesso modo, se avessimo tutti lo stesso aspetto fisico e lo stesso corpo, l’amore esisterebbe ugualmente, ma ci innamoreremmo di qualcuno tale e quale a noi. Questo prova che quando ti piace qualcuno ti piace per quello che è dentro.

Stavi pensando a noi due mentre dicevi questo, Bill? Vorrei solo che le tue parole fossero accettate dall’intera umanità…

 

 

Ed anche questo capitolo termina... Povero Bill... In questa storia accenno alla bulimia...Ragazzi, la bulimia è davvero una brutta bestia, mi raccomando cercando di statene più alla larga che potete. Se dovete sfogarvi in qualche modo prendete a calci il muro o vostro fratello (a seconda di chi è più vicino), scrivete canzoni, urlate, ma non fatevi del male. Ci tenevo a dirlo. E specifico che ora sono sobria (una volta ogni tanto!).

Ancora una volta....GRAZIE PER TUTTE LE RECENSIONI!!! Grazie di cuore, davvero, ogni volta che aggiorno leggo con un pò di batticuore tutti i vostri commentini dicendomi "Gli sarà piaciuto questo capitolo? Avrò sbagliato?"...Grazie di cuore, non mi stancherò mai di dirlo!

Ci sentiamo al prossimo capitolo! Kuss!

Whity: Anche io adoro il cucciolotto Bill!! Da quando ho scritto questa storia, ogni volta che nelle interviste dei Tokio Hotel leggo il nome di Andreas (di solito sempre collegato alla domanda "Chi chiamate più spesso?" Puntualmente o Bill o Tom rispondono "Il nostro miglior amico Andreas!") non riesco a trattenermi dal ridere immaginandomi la tresca Bill/Andreas! Mi fa tanto piacere che hai provato tutte quelle emozioni, davvero, è una delle cose più belle che mi abbiano scritto in una recensione...Grazie per la correzione, devi sapere che io studio tedesco a scuola, ma che purtroppo SONO UNA FRANA TOTALE!! T_T E dire che lo amo... Sigh... Grazie! Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Ciao!

BambolinaRossa: Invece hai mantenuto pienamente la tua promessa, perchè la tua recensione, esattamente come le altre, mi ha fatto tanto piacere!!! Accidenti, il 14 suonano in Francia??? Nuuu, voglio vederli!!! Tom è sempre un pò coglione, sì, è un "dolcione" cronico...!! Ti ringrazio davvero tanto per aver letto e recensito anche se eri in un Internet Point T_T Spero che tua nonna non ti butti via i poster (sacrilegio!!!!). Baciuz! Tokio 4ever!!!

Meggie: ihihih, penso che in questo capitolo tu abbia trovato la risposta alle tue domande. Diciamo che Andreas era un pò il sostituto....Povero Bill, è un pò idiota, nel senso che è un pò bambino, non capisce bene i suoi sentimenti fino a che non ci va a sbattere contro! Grazie mille per la recensione ^__^ Tra quanto aggiorni il seguito di Verbrennen?????????? Non per stressarti, eh, ma.....sono così curiosaaaa!!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

Zoe92: Yap, grazie!!! Questo ti è piaciuto (almeno un pò?)? Direi che si comincia ad entrare nel vivo della storia...Anche se mi dispiace per Bill, poverino......Oddio, sono scema, in fondo la storia l'ho scritta io e sono io che decido i sentimenti di Bill, potrei anche evitare di farlo svomitazzare ogni tre per due, ma in un certo senso è come se la storia si scrivesse da sola...Sono posseduta? Naaah...Scusa il delirio^^ Grazie mille per la recensione Zoe! Ciauz!

Yuma: Grazieeee....Oddio, davvero hai pianto? Mi dispiace, non volevo! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo (e spero di non averti fatta piangere!). Grazie tante per il tuo commento....<3

Ginny002: Allora ti ringrazio davvero tantissimo per aver recensito!! Sono davvero felice che ti piaccia questa storia! Sai, anche io pensavo di non riuscire a scrivere le twincest, però questa storia si è scritta praticamente da sola! Forse devi solo aspettare il momento giusto! Ti ringrazio tanto per aver recensito mi fa piacere che, anchse se avevi solo letto, hai deciso di lasciarmi un commento! Spero continui a piacerti!^^

Auty91: Ecco qua la reazione di Bill. Pura, semplice, ingenua e incasinata, in perfetto stile Bill Kaulitz made by Cioccorana. Grazie per i complimenti...XD Oh madrina madrinosa??? Aahah! Figo! Al prossimo capitolo! Ciao ciao!

Ginevra Malfoy: Ecco qua. Spero ti piaccia!^__^

MiticSammy: E no, no, no. Till invece, invece, invece se ne è andato proprio via con Andreas, Andreas, Andreas. Ma è tornato (della serie Torna a casa Till!). Grazie per la tua MiticRecensione, troppo buffa, buffa, buffa! XDXDXD Spero ti sia piaciuto-o-o-o!! Ahahah!^__^

MissZombie: Uaaah, grassieeee.... I'm happy that you like my Fan Fiction! Spero solo che continui a piacerti! Quando scrivi la tua storia fammelo sapere! Sciao! P.S.: mi piace un kasino il tuo nick!!!!!

Judeau/VerdammtKind-Stra-Fortunato-Che-Se-Ne-Va-a-Berlino: Dal nuovo nick che ti ho appioppato capisci che in questo momento mi sto rodendo il fegato....Che fortunaaaaaaa!!!! Anche io voglio venire!!! Chiedi al tuo Magnus personale se ha un posto anche per meeeee!!!! Che fortuna, parlerai crucco... AH, ti vedrai i Tokio Hotel dappertutto (della serie che ti sogni Bill che sbraita "Sono il tuo peggior Incubo!")^__^ Mi piace il nome Pralinschen! Davvero cioccolatinoso! Eheh, sono contenta che la mia storia ti "intrippi" (non l'avevo mai sentita questa parola!). Uff, dai, fatti venire l'ispirazione che io voglio leggere qualcos'altro scritto da te...........Non è che ti metterai a scrivere le twincest anche tu, eh????? Che bella cosa il fatto che scrivi a mano (però poi, hai ragione, è una palla ricopiare il tutto al computer!); io invece le storie le devo scrivere sempre al PC, non so perchè, forse perchè mi piace battere i tasti della tastiera e poi si scrive più veloce^__^ Kuss susser, ci sentiamo al prossimo capitolo...E stai lontano da tuo fratello >_^, eheh... P.S. i papiri sono sempre accettati di buon grado, soprattutto se sono simpatici come i tuoi!

DaisyPotter: vielen dank per aver recensito (scusa se ti cito qui da ultima ma ho visto solo ora la tua recensione, l'hai fatta esattamente mentre io sto scrivendo i ringraziamenti^__^). Continua a leggere e se ti va lascia un commento a me fanno piacere! ^__^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** So einfach... ***


Was?|

 

 

 

 

 

 

 

Im Zimmer 483

 

Nella Camera 483

 

La telefonata che ho appena ricevuto mi tranquillizza moltissimo.

Era David, mi ha detto che domani ripartiamo di nuovo. Ricomincia il tour.

Grazie al cielo.

La situazione qui a casa è pesante, per non dire insostenibile.

Bill è ancora in camera, che dorme nel suo letto.

Quello che è successo ieri sera mi ha spaventato a morte.

Sta precipitando ogni cosa e sta precipitando ad una velocità preoccupante.

Sto mettendo in ordine tutto il casino fatto da Bill ieri sera, la mamma dovrebbe tornare tra poco e come le spiegherei il cibo sparso a terra e il bagno sporco di vomito?

Mentre ripulisco trovo altro cibo oltre a quello che avevo visto la sera precedente. Sotto al tavolo della cucina ci sono delle buste vuote di merendine e dentro il secchio della spazzatura numerose bucce di banana.

Cavolo, deve essersi veramente ingozzato.

Mi sembra così strano e assurdo pensare che mio fratello sia capace di fare una cosa del genere. Ha sempre avuto un rapporto sereno con il cibo, non ha mai mangiato né troppo né troppo poco, quando gli andava mangiava i dolci, o la pizza, o qualsiasi cosa volesse, senza farsi problemi. Siamo entrambi molto fortunati e siamo esili e magri per natura. Bill non si era mai fatto problemi con il cibo fino a questo momento. Non capisco da dove sia venuta fuori questa cosa, non capisco perché abbia scelto proprio questo come valvola di sfogo. So solo che mi sento in parte responsabile.

Porto fuori l’ultimo sacco di spazzatura e dò un’ultima occhiata in giro per vedere se ho tralasciato qualche cosa. No, sembra tutto pulito.

Mi lascio cadere su una sedia, sfinito. Questi due giorni sono stati così intensi che mi sembra di aver fatto quattro concerti di fila. Ho proprio voglia di una sigaretta. Mi alzo per andare a prendere il pacchetto nascosto nella mia giacca, ma non faccio in tempo a prendere l’accendino che sento la macchina di mia madre parcheggiare nel vialetto di casa. Nascondo tutto nuovamente nella giacca con uno sbuffo scocciato. La cosa buffa è che non posso fumare liberamente neppure fuori casa, perché se quei rompicoglioni dei paparazzi (non c’è cosa che odio di più al mondo) mi fotografano mentre fumo sia mia madre che Saki che David s’incazzerebbero da morire. “Non puoi fumare, ti fa male, morirai di cancro!”, direbbe mia madre. “Non puoi fumare, che immagine daresti alle tue fan?!”, direbbe Saki (affatto preoccupato della mia salute). “Non puoi fumare, quelli della casa discografica non sarebbero d’accordo!” E che palle!

Una bella sigaretta era giusto giusto quello che mi ci voleva per rilassarmi un attimo.

Vado incontro a mia mamma e le apro la porta. Mi saluta con un abbraccio e un bacio.

“Ciao Tomi.”

“Ciao mamma. Come è andato il viaggio?”

“Niente da fare, non ho concluso nulla.”sospira lei mentre si toglie le scarpe e appoggia la borsa sul divano.

“Mi dispiace. Vedrai che la prossima volta andrà meglio.”

Lei mi guarda, un po’ insospettita da questa gentilezza che di solito non mi appartiene.

“E voi? Che avete fatto?”

Bè, Bill mi ha fatto incazzare perché faceva il “gatto morto” con Andreas, allora l’ho baciato, poi lui mi ha baciato, ci siamo dichiarati un sentimento che generalmente farebbe venire il voltastomaco a due fratelli normali, ci siamo uccisi di dolore a vicenda tentando di reprimere tutto quello che proviamo, Bill si è svuotato la dispensa e dopo l’ha riversata tutta giù per il cesso. E non ho potuto fumare nemmeno una cazzuta sigaretta. Mi verranno altro che rughe… “Niente di particolare.”

“Sarà, ma hai delle occhiaie spaventose. Non appena le vede Saki ti uccide.”

“Oh no, si notano così tanto?!”

Lei annuisce ridacchiando, mentre corro a specchiarmi nello specchietto appeso accanto alla porta.

“Ti costringerà a darti tre passate di fondotinta!”mi dice mia mamma.

“Che palle, io odio quell’affare, mi sento tutto appiccicoso dopo.”mi lamento strusciandomi gli occhi.

“A volte vi truccate più voi di me, ragazzi.”ride prendendomi in giro. “Ho visto delle vostre foto in vi avevano messo tre quintali di rossetto!”

“Mamma ti prego non dirmelo…Ci credo che poi la gente dice che siamo tutti gay…”

Mia mamma ride, ma a quelle parole si fa un po’ più seria e si avvicina a me.

“A proposito…”sussurra con fare cospiratorio. “Per caso tuo fratello…ti ha detto qualcosa?”

Arrossisco di colpo.

“I-in che senso?”

“In quel senso…”gesticola con la testa tentando di farmi capire qualcosa che io non afferro. Che abbia capito cosa abbiamo combinato? Forse essendo nostra madre lei aveva già afferrato tutto prima di me e Bill? Se così fosse penso che sarò costretto a scappare di casa per il turbamento.
Quale senso?!”

“Nel senso se…bè, gli piacciono le ragazze……o no?”

Strabuzzo gli occhi.

Mamma, non puoi sapere quanto io sia la persona meno indicata per rispondere a questa tua domanda.

“I-io non lo so…Non mi ha detto niente…”mi allontano da lei, dirigendomi in cucina fingendo di aver una sete impellente.

Bill non è gay, lui ama. Ama le persone. S’innamora dell’animo delle persone.

Questo dovrei risponderle. Ma per qualche oscuro motivo non dico niente.

E io? Io sono gay? Mi piace mio fratello e questo fa di me, oltre che un maniaco, anche un gay?

Ci rifletto un istante mentre bevo l’acqua che mi sono versato.

Bill mi piace. Ok. Questo l’ho fottutamente capito ed ha fatto un male cane rendersene conto.

Ma non sono attratto da altri ragazzi.

Solo da Bill…

Perché Bill è Bill.

Maschio, femmina…Bill è semplicemente Bill. Per me è solo questo. Ed è lui che voglio.

Mi rifiuto di farmi altre seghe mentali e chiudo questa discussione mentale pensando che non mi sono mai ritrovato a fissare con la bava alla bocca nessun fondoschiena maschile. Non sono gay, sono innamorato di Bill.

Lui è un caso a parte.

“Quindi…Bill non ti ha detto niente?”torna all’attacco mia mamma, che evidentemente non ha capito niente di quello che è successo tra i suoi unici due figli. Chissà cosa farebbe se lo scoprisse?

“No.” Mi ha detto che è innamorato.

Di me.

Però non posso dirlo a nessuno per quanto mi riesca sempre più difficile rimanere in silenzio ad osservare la nostra lenta  autodistruzione.

 

 

***

 

 

 

“TOM! Che diavolo hai combinato per avere quelle occhiaie?!”mi urla Saki non appena mi vede.

“Nooo, Saki ti prego, non arrabbiarti!”

“Quante volte te lo devo dire che devi stare attento a non avere una faccia stravolta?! Sai quante storie potrebbero inventarci sopra i giornalisti?! Vuoi che ti accusino di essere un drogato o che altro?!”continua a sgridarmi.

“Perdono!”supplico tentando d’intenerirlo.

“Altro che perdono! Appena saliamo sul pullman ti darai tre strati di fondotinta, capito?”

Fulmino con un’occhiata mia madre, mentre la vedo che si trattiene dal scoppiare a ridere.

“Ciao Tomi, fai il bravo e datti il fondotinta.”mi dice mentre mi saluta.

“Mamma non ti ci mettere anche tu!”

“Dai retta a Saki, mi raccomando! E chiamami ogni tanto!”

La saluto con la mano mentre salgo sul nostro pullman, dove Georg e Gustav sono già stravaccati.

“Ehi belli!”li saluto cercando di sembrare disinvolto. Sono agitato, ho paura che da un momento all’altro Gustav o Georg possano saltare su e dirmi che finirò all’inferno per aver baciato il mio gemello. Non sono mai stato così nervoso in loro presenza. E Gustav probabilmente se ne accorge perché mi guarda un po’ strano. Faccio finta di niente, poso la mia roba e dal finestrino vedo mia mamma che abbraccia Bill.

Si è svegliato che erano le due meno un quarto.

Non ho avuto tempo di parlare da solo con lui. Ci siamo a malapena salutati.

Vorrei solo che mi dicesse che sta bene, il resto non conta.

“Ciao Bill!”lo saluta Gustav non appena sale.

Lui sorride, anche se si vede che avrebbe voglia di fare tutt’altro.

Sento una stretta allo stomaco.

“Che hai fatto in questi giorni?”chiede Gustav mentre accende il suo I-Pod.

Bill fissa il finestrino. “Niente.”

La stretta allo stomaco si fa più forte.

Bill, dimmi solo che stai bene. Solo questo.

 

 

**

 

 

Mi sveglio di soprassalto. Qualcuno mi sta picchiando in faccia con quello che sembra un fastidioso spolverino.

“Puah!”sputacchio, sputando un pelo che mi è finito in bocca. Apro gli occhi e trasalisco nel vedere la figura di Saki torreggiare sopra di me.

“Sta fermo, razza di idiota. Guarda come ti sei conciato…”bofonchia. Mi rendo conto che quello con cui mi sta “dolcemente picchiando” sulla faccia non è uno spolverino ma un batuffolo da cipria. Tossisco, annaspando nella nuvola di cipria che Saki si ostina a spargermi su tutta la faccia

“Ecco, adesso va già meglio.”mi guarda soddisfatto.

“Era proprio necessario? Stavo dormendo, nel caso tu non te ne fossi accorto!”

“Siamo arrivati e davanti all’hotel ci sono i fotografi e le fan. Devi essere presentabile. E tu Georg ti sei pettinato quei capelli?!”grida.

“Sì, sì…”risponde svogliatamente Georg, passandosi la spazzola tra i lisci capelli, poi borbotta qualcosa che somiglia a un’imprecazione e Saki gli lancia dietro il batuffolo da cipria, colpendolo dritto in faccia. Gustav esplode in una sonora risata.

“Voi tre sciagurati dovreste prendere esempio da Gustav, lui sì che è l’uomo perfetto!” Guastav si esibisce strizzando gli occhi in un’espressione da cucciolo felice. “Muovetevi, dobbiamo scendere!”dice Saki, ma dalla voce si capisce che gli scappa da ridere.

Vedo Bill che si sta ritoccando il trucco.

Anche lui non ha una bella cera.

Fuori è già buio e fa piuttosto freschino. Sinceramente non ho neanche la più pallida idea di dove siamo.

Tanto lo sa Saki, no?

Quando mettiamo piede a terra le fans urlano come matte.

Firmiamo un paio di autografi al volo e ci rintaniamo nell’hotel.

Eccoci di nuovo nell’ennesimo hotel, dove passeremmo l’ennesima notte, per fare l’ennesimo concerto. L’ennesima rassicurante routine.

Eppure mi sento come se tutto questo fosse estraneo a me.

Lancio un’occhiata veloce a Bill e lo vedo che scruta la hall.

E’ tutto estraneo perché adesso la situazione è completamente diversa.

Ho voglia di scappare via e di portare Bill via con me.

Prendo un respiro profondo.

Calmati, Tom.

Andrà tutto bene. Basta che eviti di fare stronzate.

Come se fosse facile. La filosofia del non fare stronzate non funziona con me.

Saki torna da noi con le chiavi delle camere e ce le consegna.

Ti prego non accanto a Bill, ti prego non accanto a Bill, ti prego non accanto a….

“Georg hai la numero 479, Gustav hai la camera 478, di fronte a quella di Georg mi hanno detto, tu Tom hai la 481 e Bill invece la 483. Stavolta siete tutti vicini. La mia è la camera 466, penso sia un piano sotto al vostro. Mi raccomando ragazzi, non fate confusione. E niente passeggiate in mutande, per cortesia.”minaccia Georg con uno sguardo che dice chiaramente Fai-qualcosa-di-stupido-e-ti-uccido.

“Ok Saki, faremo i buoni.”risponde Georg con un sorrisetto.

Tutti insieme ci avviamo verso l’ascensore. L’hotel è veramente bello, un quattro stelle, ma veramente eccezionale.

“Le nostre camere sono all’ultimo piano.”dice Gustav leggendo le targhette scritte sulla pulsantiera dell’ascensore.

Ci stringiamo tutti dentro e riusciamo a far entrare anche tutte le nostre valigie.

Il silenzio che ci avvolge non è consono a noi e infatti ci guardiamo piuttosto straniti, come a dirci “Bè, che diavolo sta succedendo?”. Nonostante ciò,nessuno osa aprire bocca.

Le porte si aprono con un lieve bip e noi usciamo, l’unico rumore è quello dei nostri passi e delle ruote delle valigie che scivolano sul pavimento di legno.

“477,478…Eccola, 479!”annuncia Georg.

Gustav traffica con la serratura di fronte a quella di Georg.

“Io e te abbiamo sempre la camera di fronte, è possibile?”dice Gustav.

“E’ un segno del destino, dolcezza…Stasera vengo a farti una visitina in privato.”ammicca Georg strizzando l’occhio a Gustav, che per tutta risposta finge di vomitare, poi si rivolge a me e Bill. “Ci troviamo tra mezz’ora giù in sala pranzo?”chiede.

Io guardo Bill, che apre la porta della sua camera, ma lui non risponde. Non ha quasi proferito parola in tutto il giorno.

“Ok.”rispondo infine io per entrambi.

Entro nella mia camera. E’ grande e confortevole, con un letto enorme e un bagno altrettanto grande.

Non apro nemmeno una valigia, ma frugo nella tasca della mia giacca ed estraggo le sigarette, poi esco sul terrazzino privato della camera. L’aria fresca mi fa rabbrividire.

La vista non è un granchè, siamo lontani dal centro della città (ho chiesto a Gustav dove ci hanno portato e lui mi ha risposto che siamo a Lubecca…) e quello che si stende davanti a me non è altro che una distesa di boscaglia incolta.

Mi accendo la tanto agognata sigaretta e aspiro profondamente.

Aaaah… Nicotina ti amo, sei tu il mio vero amore, e nessun altro. Altro che belle tette e relazioni incestuose, un bel tiro di sigaretto nel momento più opportuno è una delle cose più soddisfacenti del mondo.

Mi siedo sul muretto della terrazza e guardo per un attimo di sotto, assaporando la sensazione di vertigine. Siamo al quarto piano, è piuttosto alto. Scuoto la sigaretta e osservo la cenere svolazzare via.

Le finestre dell’hotel sono quasi tutte illuminate. Scruto nella camera di Bill, ma le tende sono tirate e non s’intravede niente all’interno.

Ho bisogno di parlare con lui.

Ho bisogno di lui.

Spero solo che riesca a distrarsi un po’ con il concerto che faremo domani. Lo spero davvero tanto.

 

 

**

 

 

A cena Bill non spiccica parola e non tocca cibo.

Georg e Gustav gli domandano più volte se si sente male e lui replica che è semplicemente stanco.

Sì, certo, e io in realtà mi chiamo Carolina.

Sbuffo, giocherellando con quello che ho nel piatto.

“Ragazzi, dai, non fate quei musi lunghi! Domani abbiamo il concerto! Non avete voglia di fare un po’ di casino?!”esclama Georg tentando di animarci.

“Ho solo voglia di dormire.”mormora Bill.

“Eddai, Bill! Non sei tu quello che proclama fieramente Leb’ die Sekunde? E allora coraggio, su col morale! E se sei stanco vai a letto, fatti una delle tue mega dormite e domani ti alzerai con l’energia di un leone! La criniera tanto già ce l’hai…”il suo tentativo di farlo ridere fallisce miseramente.

In questo momento squilla il cellulare di Bill. Lo vedo che guarda lo schermo e s’incupisce ancora di più. Mi sporgo in avanti per sbirciare e immediatamente capisco il perché: Andreas.

Ma che cazzo vuole?!

Bill mi guarda con un’espressione intimorita.

“Rispondi.”gli dico, cercando di mantenere un’aria indifferente.

“Lui esita ancora un attimo poi preme il pulsante che avvia la chiamata.

“Pronto?” Georg e Gustav chiacchierano a bassa voce tra di loro. “Sono a Lubecca, domani abbiamo un concerto.” Bill mi lancia un’occhiata veloce. “…………..No………Lo so…….Mi dispiace….” Ogni secondo che passa il suo sguardo si rabbuia sempre di più. “E’ che…….è successo un po’ di casino……..” Adesso Georg e Gustav lo fissano, curiosi, così lui si alza dal tavolo e si sposta sul fondo della sala.

Lo vedo che cammina qua e là, giocherellando nervosamente con i suoi grandi (e a mio parere orrendi) anelli.

Non capisco quello che dice, ma mi sembra alquanto nervoso.

“Con chi sta parlando?”mi chiede Gustav mentre addenta un panino.

“Non lo so.”mento.

Gustav si volta a guardare Bill che in quel momento si sta passando una mano tra i capelli e sta discutendo vigorosamente.

Sono indeciso se raggiungerlo e stargli vicino o se rimanere in disparte: forse è una cosa che vuole affrontare da solo…

“…NON E’ VERO!”ruggisce ad un certo punto Bill, attirando su di sé gli sguardi di tutti i presenti nella sala. “ALLORA LA VUOI SAPERE UNA COSA? SE DICI QUESTO SIGNIFICA CHE NON HAI MAI CAPITO NIENTE DI ME!!”e urlato questo chiude la conversazione, premendo la tastiera del cellulare così forte che penso l’abbia rotta. Bill fissa per un attimo lo schermo del cellulare poi prende e lo scaglia a terra. Ok, suppongo sia il momento di intervenire, non posso vederlo così. Mi alzo e lo raggiungo.

“Che cavolo è successo?”gli sussurro prendendolo per un gomito e trascinandolo più in disparte, cercando di distogliere l’attenzione dei presenti da noi.

“Lasciami stare, Tom!!”strattona via il suo braccio da me e se ne va, uscendo dalla sala a passi veloci con la sua andatura mezza gobba, apparentemente incurante degli sguardi e dei mormorii degli altri commensali.

Rimango lì come uno scemo; raccolgo il cellulare, lo schermo si è incrinato e un pezzo della cover è saltato via.

Torno a sedermi a tavola, lasciandomi letteralmente cadere sulla sedia. Sbatto il malcapitato telefono sul tavolo, afferro un panino e me lo ficco in bocca con rabbia, ingoiandolo senza neppure masticarlo.

Georg e Gustav fissano i loro piatti, in silenzio.

C’era bisogno di scacciarmi così?! Volevo solo offrirgli un minimo di aiuto! Idiota! Bill sei un idiota!

“Ma che cos’avete voi due, si può sapere?”si rivolge  a me Gustav. “Avete litigato mentre eravate a casa?”

Io scuoto la testa. “Non è successo niente.”mormoro.

“E allora perché siete in queste condizioni?”

“Non lo so.”sibilo, stritolando una briciola di pane.

“Cavolo, ormai vi conosciamo abbastanza per capire quando c’è qualcosa che non va e stavolta c’è qualcosa che non va!”

“Gustav, non lo so, ok?! E’ inutile che me lo chiedi!”mi alzo e me ne vado, lasciando i miei due amici allibiti.

Lo so, lo so, non mi sarei dovuto comportare così. Ma non ho molta pazienza da distribuire, se non si fosse notato sono piuttosto al limite.

Raggiungo camera mia e mi chiudo dentro.

Mi tolgo con rabbia il cappello e la fascia, le scarpe, la maglia e tutto il resto e mi ficco sotto la doccia, aprendo l’acqua alla massima potenza.

Come usciamo da questa situazione di merda?

Cosa si saranno detti Bill e Andreas? Non sono sicuro di volerlo sapere. Temo di non riuscire a sopportare un altro peso o un’altra questione a cui pensare. Anche se ammetto che vorrei vederlo polverizzato, quel verme che si è scopato mio fratello e che lo fa stare male. Uff, è difficile capire ogni cosa; la situazione tra me e Bill è già abbastanza ardua, non c’è bisogno di complicarla ulteriormente! Maledetto Andreas…

Rimango sotto la doccia per più di quaranta minuti.

Esco senza preoccuparmi di sgocciolare per terra; il bello degli alberghi è che c’è qualcuno che ripulisce e riordina al posto tuo e che lo fa particolarmente bene se il padrone dell’hotel sa che sei una star. Perciò me la prendo comoda.

Frugo dentro la valigia e indosso i boxer comodi con cui dormo. Mi sdraio sul letto e accendo la TV.

Non c’è nulla di interessante così mi ritrovo a guardare uno stupido programma comico, che di comico non ha niente, anche se probabilmente ciò è da imputare al mio umore e alla mia totale mancanza di concentrazione. In questo momento penso che perfino vedere Georg vestito da fata turchina mi lascerebbe indifferente.

Che palle… Perché mi sono ficcato in una situazione del genere?

Bill è solo ad una camera di distanza dalla mia. Chissà se sta già dormendo. Chissà come si sente. Chissà cosa pensa… Chissà se mi odia…Chissà, chissà…Che cazzo me ne faccio di tutti questi chissà?! Io so per certo che in questo preciso istante non vorrei essere qui, ma vorrei essere dall’altra parte di questo muro, con Bill, a stringerlo e a dirgli che andrà tutto bene, che troveremo il modo per far funzionare le cose, che lui non è solo, che se vuole posso tirare ad Andreas un bel calcio dove non batte il sole. Vorrei che mi parlasse, Santo Dio, chiedo tanto?!

Stringo i pugni e i denti.

E poi non resisto più, indosso i jeans e la maglia, ed esco dalla mia camera, richiudendomi la porta alle spalle.

Busso alla porta della camera accanto alla mia, al cui interno c’è l’unica persona di cui ho bisogno.

Busso per un po’ e alla fine mi viene aperto.

Deve aver fatto la doccia anche lui, perché indossa i pantaloni della tuta e la sua maglia “da casa”, ed i suoi capelli non assomigliano più agli aculei di un porcospino, scendono lisci lungo le spalle, incorniciando il viso ripulito dal trucco nero.

“Posso entrare?”gli domando.

Lui si fa da parte senza dirmi niente.

Le valigie sono aperte e sul letto sono sistemati i pantaloni che usa come pigiama.

“Stavi davvero andando a dormire?”

Lui alza le spalle, permettendomi di dare la risposta che più mi aggrada alla mia domanda.

Sospiro. Lasciamo stare i preamboli.

“Bill…Non possiamo fare così…”

“E cosa vuoi che faccia?!”scatta subito in risposta.

Io rimango un attimo spiazzato da tanta aggressività, dovrei essere io quello arrabbiato! Decido di fare finta di niente. “Dobbiamo…dobbiamo cercare di comportarci normalmente.”rispondo grattandomi la nuca, a disagio.

“Bè, non so se te ne sei reso conto, ma quello che è successo tra noi negli ultimi giorni non si può certo definire normale.”

Lo so, razza di cretino!, vorrei gridare, ma riesco a trattenermi dal farlo anche se non riesco a non arrossire.

“Bill…”

“No, niente Bill! Come puoi pretendere che riesca a comportarmi come se niente fosse?! Eh?! Come puoi anche solo immaginare che riesca a fare finta di nulla?!”grida lui arrabbiato.

“Pensi che per me sia facile?!”grido io in risposta. “Cazzo, pensi che io ci stia bene?! Credi forse che non mi interessi?! Sono preoccupato e spaventato e geloso di Andr….”ma non riesco a finire la frase perché Bill mi afferra per le spalle e mi sbatte letteralmente contro il muro, facendomi male, pressando le sue labbra contro le mie.

In un attimo dimentico tutto quello che stavo pensando e mi perdo in un’orgia di sensazioni così potenti che mi tremano le ginocchia.

Sento le mani di mio fratello che si aggrappano alla mia maglia e che mi graffiano il collo.

Trascinato dalle emozioni che provo mi avvinghio a lui, passandogli una mano dietro la nuca e stringendolo più forte a me.

Non capisco più niente, sento solo il mio corpo in fiamme, sconvolto da un’estasi che non avevo mai provato prima. E dire che non sono certo un novellino in queste cose. Ma baciare Bill è scoprire di non aver mai baciato veramente prima.

Quando si stacca dalla mia bocca, lui preme energicamente la sua fronte contro la mia, respirando forte, quasi con violenza, come se fosse riemerso dopo un apnea durata fino al massimo limite possibile.

Rimango aggrappato a lui.

“Tom e tu vuoi dirmi che tutto questo è normale…?”sussurra a un centimetro dalla mia bocca.

Lo fisso un momento .

“No.”rispondo e poi mi impossesso nuovamente di lui.

Non è normale.

Va contro tutte le etiche.

E’ osceno.

E’ sbagliato.

Ma non posso farne più a meno.

Il corpo spigoloso di Bill aderisce al mio e la sensazione che provo è quella di essere tutt’uno con lui.

Ma in fondo è proprio questa la sensazione che ho sempre sentito pensando a Bill, di essere una sola cosa con lui.

E’ così semplice da capire... E allora perché nessuno ci riesce?

Lo sento gemere piano e istintivamente bacio il suo collo sottile, sfiorando la sua pelle con le labbra, saziandomi.

“Tom…”

Torno a baciargli il viso ma lo trovo umido.

Apro gli occhi e mi accorgo che quelle che sto baciando sono lacrime salate.

“Tom…”sussurra di nuovo Bill tra le mie braccia.

Smetto di baciarlo e lo stringo forte, più forte che posso, ma improvvisamente lui si irrigidisce e mi spintona via con una forza tale che cado a terra.

“Ehi, ma che ti prende!?”esclamo stupito. Lui mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, ma sul suo volto leggo la rabbia.

“Cosa stiamo facendo?!”grida. “COSA STIAMO FACENDO!?”urla, i pugni serrati con forza, le spalle che tremano.

Mi alzo e corro da lui, cerco di abbracciarlo ma mi respinge, spingendomi via.

“Bill lasciati abbracciare…”gli sussurro con gli occhi pieni di lacrime. Lasciati sostenere da me.

Ma lui continua a scacciarmi, singhiozzando e alla fine mi tira uno schiaffo in piena faccia, poi si scaglia contro di me colpendomi con una scarica di pugni.

Cerco di proteggermi come meglio posso, ma non riesco a evitare che i pugni chiusi di Bill mi colpiscano.

Lo sento che singhiozza e piange disperatamente mentre si avventa contro di me.

Bill…se sono io la causa di tutto questo tuo dolore allora distruggimi…me lo merito…

Mi tira un altro colpo, poi si blocca, continuando a singhiozzare, un pugno ancora levato in aria.

Mi immobilizzo, un lieve bruciore che s’impossessa della guancia colpita da Bill.

Mio fratello mi guarda con gli occhi lacrimanti spalancati.

Geme e si lascia cadere in ginocchio, piangendo rumorosamente.

Mi porto una mano alla guancia e quando la osservo vedo che è macchiata di sangue. Bill deve avermi graffiato con le unghie. Improvvisamente ho una nausea spaventosa e una voglia di urlare che penso non sarò in grado di sopraffare. Vorrei spaccare tutto, scagliare qualsiasi cosa contro la parete, ho bisogno di sentire qualcosa che si rompe sotto le mie mani.

Ma vedo Bill ripiegato su stesso che piange disperatamente e subito ogni emozione che provo è azzerata. Bill viene prima di tutto.

Mi accovaccio vicino a lui, ricacciando indietro le lacrime. Devo essere forte, ora più che mai.

Gli prendo il mento tra le mani e gli sollevo il viso, costringendolo a guardarmi.

“Tranquillo…Calmati…Tutto a posto…”sussurro piano.

“Tom, s-scusami…Ho perso il controllo…”singhiozza.

Abbozzo un sorriso. “Non fa niente…Capita, soprattutto agli isterici come te.”

Lui si avvicina di più a me, poggiando la testa contro la mia spalla. Lo abbraccio.

“Non ce la faccio a tenere sotto controllo ogni cosa….N-non ci riesco…” Gli accarezzo la schiena, spronandolo a continuare a parlare, sperando che butti fuori tutto una volta per tutte. “A-Andreas mi ha detto che l’ho…l’ho usato e basta…Ha detto che mi sono solo…”singhiozza ancora. “…divertito con lui….”

Quando lo vedo giuro sul mio onore che gli spacco la faccia a quel bastardo.

“Bill, lascia perdere quello che dice Andreas, va bene? Tu lo sai che non è così, tu sai quello che è successo, sei stato…travolto da una cosa più grande di te.” E sono stato io a travolgerti.

Singhiozza di nuovo, non accennando a voler smettere di piangere.

“Sono qui, Bill. Non sei solo.”

“E’ questo il problema. Vorrei davvero essere solo.”dice queste parole e poi singhiozza e si stringe a me ancora più forte, facendomi male con le sue dita ossute.  “Tom perché tutto questo è sbagliato? Cosa stiamo facendo di così tanto male? ”

“Io…io non riesco a capirlo.”

Lui continua a piangere, stringendo la mia maglietta tra le sue dita, singhiozzando disperatamente.

Dentro di me sento un dolore lacerante e penso che darei tutto ciò che possiedo, rinuncerei a tutti i risultati che ho conquistato, smetterei di vivere, solo per far cessare le lacrime di mio fratello.

 

 

 

**

 

 

Io e Bill non siamo mai stati due che piangono facilmente; in questi giorni oserei dire che abbiamo pianto tutte le lacrime che non avevamo pianto in questi anni. Ci siamo rifatti tutto d’un colpo. Bell’affare.

Mi giro e trovo il suo viso proprio di fronte al mio.

Sembra libero da qualsiasi preoccupazione mentre dorme.

Ma non appena si sveglierà l’inferno lo inghiottirà nuovamente ed io non sarò capace di salvarlo.

Gli sposto un ciuffo ribelle che gli copre gli occhi. I vestiti sono tutti spiegazzati, abbiamo dormito con quello che avevamo indosso.

Se solo potessi lavare via tutte le tue sofferenze, Bill, sarei davvero felice e non mi importerebbe niente altro.

Tocco con un dito il graffio che mi ha fatto, la prova tangibile della sua sofferenza. Da bambini ci siamo picchiati spesso quando litigavamo. Erano anni però che non ci mettevamo le mani addosso. Deve aver seriamente perso il controllo, anche perché non è mai stato un tipo manesco. Tutto ciò significa che è davvero al limite.

Ed è tutta colpa mia.

E’ stato l’errore più grande di tutta la mia vita baciarti.

Ma è stato un errore che avrei sicuramente commesso prima o poi.

Sfioro la sua guancia con una mano, lievemente.

Andreas mi ha detto che l’ho usato e basta… Ogni volta che ripenso a queste parole mi viene una voglia tremenda di prendere il telefono e dire due dolci paroline a quel coglione. Se era davvero tanto affezionato a Bill, che bisogno c’era di dirgli quelle cose?! Maledetto cretino! E’ ovvio che uno come Bill si sente subito in colpa, soprattutto adesso che è implicato in una situazione alquanto complicata.

Dopo essersi tranquillizzato un po’ Bill mi ha chiesto il cellulare ed ha inviato ad Andreas un sms in cui gli diceva che era finita. Quando ha inviato il messaggio ha fatto un enorme sospiro di sollievo. Ed io con lui.

Ammetto che mi sono sentito anche un po’ lusingato…e, sì, sì, va bene, anche tremendamente gasato. Ahah, ho vinto io. Fanculo biondo del cavolo, i Kaulitz vincono sempre! Torna a postare le nostre foto sul nostro sito web, da adesso in poi il culo di Bill lo potrai guardare solo lì!…Sì, lo so, mi sbilancio un po’ troppo, dovrei cercare di reprimere questi attacchi di puro odio nei suoi confronti e limitarmi a odiarlo perché ha fatto del male a Bill. Ma che ci posso fare, sono sempre stato un tipo possessivo. E competitivo. Se poi in questione c’è Bill allora tutto viene raddoppiato al quadrato. Perciò è logico che mi alteri un po’ più del dovuto, no? Poi mi passa…Più o meno.

Sono le nove.

Tra meno di un’ora dobbiamo essere pronti per andare a fare le prove.

Scrollo Bill per una spalla, delicatamente.

Lui apre gli occhi e in quel momento sembra un bambino senza alcun pensiero.

“Buongiorno.”sorrido

Lui si stiracchia gemendo. “Mmmh…Nooo….E’ già ora di alzarsi?”sbadiglia.

“Sì. Anzi, direi che siamo in ritardo visto che tra quaranta minuti dobbiamo essere pronti e visto che tu impieghi sempre trent’anni per prepararti.”

Lui sorride appena e io gli do un piccolo buffetto sul naso, combattendo la vergogna. Mi sento impacciato come non mai, anche se non è certo la prima volta che mi sveglio accanto a lui.

“Dai dormiglione, alzati e preparati. E fatti una doccia: puzzi!”ridacchio, cercando di non fargli pensare a niente di quello che è successo ieri sera, cercando di essere il più normale possibile.

“Ehi!”esclama indignato lui, la voce impastata di sonno.

“Ci vediamo nella hall tra poco. Mi raccomando non ti riaddormentare.”Mi alzo ed esco dalla camera, per andare a prepararmi. Prima di aprire la porta della mia stanza mi fermo un attimo e sorrido; torno indietro e riapro la porta di Bill.

Come immaginavo.

Sorrido ancora, prendo una maglia dalla valigia spalancata di Bill e gliela tiro addosso facendolo sussultare. “Ti avevo detto di non riaddormentarti!”

“Uffa…Va bene, va bene, mi alzo…”

“Bravo Billuccio!”

 

 

**

 

 

Lo stadio in cui ci esibiremmo questa sera non è certo uno dei più grandi in cui abbiamo suonato, ma non ci lamentiamo. A volte è ancora più bello suonare per un pubblico più ristretto. Mi dà un senso di maggior intimità; intimità in senso relativo perché Saki ci ha informato che ci saranno 4.000 persone a vederci. Dopo un po’ però ti ci abitui. E allora 4.000 persone diventano la tua intimità.

“Ehi Saki io non riesco a sentire bene il resto del gruppo!”urla Georg a Saki che è dall’altra parte del palco.

Stiamo provando già da due ore e mezzo e io sono stanco morto oltre che sudato fradicio. Bleah.

“Riprova adesso, Georg.”urla Saki.

Attacchiamo di nuovo a suonare l’intro di Der Letzte Tag e Georg annuisce vigorosamente. “Sì, è ok adesso.”

“Bill, il microfono va regolato!….Bill!…..Biiiillll!!!”Dal centro del palco Bill sussulta quando si accorge che Saki si sta rivolgendo a lui.

“Bill che hai oggi? Sei così distratto!”gli urla Saki. “Forza ragazzo, non puoi mollare adesso!”

Bill sospira, tornando a scrutare la distesa vuota che si erge di fronte a lui, con l’aria di chi non ha affatto la concentrazione sufficiente per sostenere un concerto.

Saki lo guarda preoccupato. “Tom, tu? Tutto ok con il soundcheck?”

Faccio un arpeggio e un breve assolo. “Sì, tutto ok, l’acustica è buona riesco a sentire tutti.”

“Bene.”approva Saki. “E tu Gustav?”

“Sì, però qui mancano le bacchette di ricambio. Puoi farmele mettere al solito posto Saki? E magari se invece di due me ne fai mettere quattro è meglio, al concerto scorso ne ho spaccate tre!”

“Il nostro Gustav picchia duro!”esclama             Georg, che al contrario di Bill sembra pieno di energia. “Possiamo riprovare un momento l’attacco di Beichte, per favore?Prima ho scazzato un paio di volte…Bill, ci sei?”

Lui annuisce e Gustav dà il ritmo con le bacchette.

Quando è il mio momento faccio scorrere le dita veloci sulla chitarra, sfiorando e pizzicando, mentre una goccia di sudore mi scende giù per il collo. Sono stanco, è vero, ma non appena comincio a suonare non penso più a niente se non alla musica e alle note che escono dalla mia chitarra. Un vero toccasana. Mi accorgo che però c’è qualcosa che non va, che stona nella canzone: Bill è in ritardo con la voce rispetto alla melodia; io e Georg incrociamo lo sguardo e con un cenno rallentiamo la melodia di comune accordo, cercando di star dietro a Bill. Quando però lui prende una stoccata pazzesca ci fermiamo.

“Bill, che ti prende?”chiede Georg  mollando il basso e avvicinandosi a lui.

Io lo guardo di sottecchi, facendo finta di essere impegnato ad accordare la chitarra.

“Io…Sono stanco…”

“E io dovrei credere a questa stronzata?”esclama Georg serio. “Ti ho visto non avere la forza di alzarti dal letto per poi arrivare sul palco con l’energia di una tigre!”Si fa un attimo pensieroso, portandosi teatralmente un dito al mento per assumere un’aria interrogativa. “Ti facevi di cocaina, per caso?”
”No, scemo.”dice Bill, stirando finalmente le labbra in un sorriso a cui Georg risponde prontamente.

“E allora, dai, forza, ce la caveremo alla grande anche questa sera. Siamo o non siamo i Tokio Hotel, i quattro ragazzi con le palle più quadrate di tutta la Germania? Forse su Gustav non ci metterei la mano sul fuoco, ma…”si abbassa al volo per scansare una bacchetta lanciata dal batterista offeso, “..io, tu e Tom siamo i figli di puttana più in gamba che siano mai saliti su questo palco.”

Bill sorride di nuovo ed io torno a respirare: quando vuole Georg sa essere davvero mitico.

“Che ne dite, facciamo pausa?”ci grida Georg.

“Sì, ottima idea, ragazzo con le palle quadrate!”approva Gustav alzandosi dal seggiolino della batteria e sgranchendosi le gambe.

Georg torna di nuovo a guardare Bill per un istante e gli stringe affettuosamente una spalla. “Dai grand’uomo, andiamo a scolarci un po’ della tua adorata Red Bull.”

 

 

 

 

 

Capitolo un po’ più lungo…Bill che fa a cazzotti con Tom… E’ proprio al limite, povero ragazzo.

 Non ho visto bene quanto sia lunga la fine, ma penso che il prossimo capitolo sia l'ultimo... Credo, devo vedere come suddividere quel che rimane del troiaio che ho scritto.

Mmmh, questa settimana mi sono ripromessa di non toccare neppure una goccia d'alcol, visto che venerdì sera mi sono sentita un mix tra Tom ubriaco e Bill vomitoso... Direi di fare un piccolo PitStop. Non c'entra niente, ma scriverlo qui è come "formalizzare" la faccenda^__^ Una  cretinata, lo so, ma che ci volete fare?

Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno letto e recensito, scusate se non mi prolungo più di tanto nei ringraziamenti ma sono le tre e mezza di notte e ieri notte non ho dormito perciò...se trovate qualche errore sapete a cosa è dovuta la colpa!!

BELLISSIMO HARRY POTTER E L'ORDINE DELLA FENICEEEEEE!!!

MiticSammy: Ciao ciao ciao!! Anche questo capitolo è un pò più triste degli altri...Ci avviciniamo alla fine, e quindi devo rispondere del rating "Triste, Drammatico" che ho dato alla storia^_^ Sai, quello che ho scritto nella frase che ti piace è quello che io penso veramente... Purtroppo tante persone non lo capiscono...Ma va bè, il mondo è bello perchè è vario! Ehi, io ho appena mangiato le patatine! Nuuuu! Però magari il tiramisù è peggio perchè si infila tra i tasti...Grazie per il consiglio, provvederemo a mangiare i dolci solo davanti alla TV!^_^ Grazie per la recensione!!!!

Ely91: Uaaah, grazie per la recensione!!!!! In effetti a pensarci il twincest è un po’ strano, se non altro molto particolare…^_^ Grazie per quello che hai scritto, mi fa piacere che la pensi così! Magari poi ti appassioni al genere (ci sono tante bellissime storie!), anche se ammetto che ultimamente le twincest sui Tokio stanno davvero diventando numerose…Forse un po’ troppo… Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, siamo ormai alla fine e si va più sul triste/drammatico! Grazie ancora per il commento, mi ha fatto tantissimo piacere e chiedo scusa se ho aggiornato un po’ in ritardo…^_^ Kuss!!

Meggie: concordo con te, anche io odio la banalità e infatti ho revisionato questo capitolo da cima a fondo, perché ultimamente, adesso che le twincest sui Tokio stanno divagando in modo esagerato, mi sembra di leggere sempre le solite cose, per quanto ci siano persone che le descrivano meglio e altre che invece non riescano bene a trasmettere ciò che vogliono dire. La parte centrale veloce? Mmmh…Ti riferisci a quella del bacio? Bè, l’ho fatto apposta. Inizialmente c’erano più “fronzoli” che poi ho però deciso di eliminare. Ormai ha questa storia ho dato un taglio ben preciso, ovvero il dosare la parte più sentimentale, cercare di trasmetterla attraverso frasi messe qua e là. Quella scena è frettolosa perché nella realtà si svolgerebbe così (anzi, mi sembrava di aver esagerato e di averla fatta troppo lunga!). La bulimia per Bill è una (brutta) valvola di sfogo, non riesce a stare dietro ad ogni cosa e si lascia sopraffare. Non so se approfondirò pienamente questo aspetto (sinceramente pensavo di scrivere un’altra storia più in qua per descrivere questo aspetto di Bill). Comunque, anche se ormai tutta la storia è già scritta, mai dire mai, visto che alla fine modifico sempre qualcosa (penso che lo facciano un po’ tutti^_^). Purtroppo ora non ho tempo, ma appena posso corro a leggere il secondo capitolo della tua FF!!^_^

Zoe92: Bill sta sclerando di brutto, come puoi vedere!^_^ Eh, sì, il sadismo regna sovrano, eheheh! Poveri Kaulitz!!! Grazie per la recensione, penso che il prossimo capitolo sarà l’ultimo!! Ciauz!

Ginny002: Pfffff XD La tua recensione mi ha fatta scoppiare a ridere!!! Grazie mille <3 …Questo capitolo è un pochino più triste…Scusa se ho aggiornato tardi, spero tu sia uscita da camera tua XDXD Grazie a te, per aver recensito!!! Hope you like it! Ciao ciao, fammi sapere cosa ne pensi!! ^__^

Judeau/Susser/VerdammtKind: Uelaaaaa!!! CIAAAAOOOO!!! Come puoi ben vedere il drammatico sta prendendo il sopravvento!!!! ^__^ Spero che tu non abbia vomitato troppo nel leggere di Bill e Tom che si BACIANO!!! Eheheh… Ribadisco: CHE FORTUNAAAAAA!!!!! Anche io voglio andare a Berlinoooooo!!!!! Sono contenta che comunque la storia continua a piacerti (anche se magari storci il naso ogni tre righe^__^). E secondo te, a Berlino, non ti ritroverai la faccia di Bill dappertutto????Eh no, mio caro, mi dispiace ma almeno questo lo devi subire visto che te ne vai lassù!!!^__^ Un’ora al telefono con Magnus? Quando me lo hai detto mi è venuto in mente Kurt che stava un’ora al telefono con Bill…! A proposito! Ho letto la tua nuova FF, quella dove c’è la ragazza che si chiama Ester, con i Tokio Motel (troppo buffi!!!!), mi è piaciuta tanto (se non ricordo male penso di averti lasciato una recensione…)! E prima, mentre scorrevo i vari titoli, ho visto che ne hai sfornata un’altra e sempre sui Tokio Hotel!!! Eeeehi, non è che ti stai affezionando a Bill Tom Georg e Gustav, eh??­??? Ciao ciao Schatz!! Al prossimo papiro/sempre ben accetto!!!!

PER QUELLI CHE LEGGONO I COMMENTI DA QUI IN POI SCUSATE SE NON C- E PUNTEGGIATURA NE ACCENTI O APOSTROFI MA NON SO PERCHE MI SI SONO INCASINATI I TASTI DEL PC!!!!

Yuma: Stavolta invece sono in ritardo con l*aggiornamento…Ops….Aiuto, si va sempre piu sul tragico…!! Comunque ti capisco, anche io quando leggo una FF che mi piace dopo confondo la realtà con quello che invece non lo e*… Quindi non sei troppo strana…O magari siamo strane entrambe!!+__+ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Il prossimo probabilmente sara* l-ultimo…. Aiuto, ho dei problemi con la tastiera, mi si sono spostati tutti i tasti, pigio il tasto dell-apostrofo e me ne esce questa lineetta-! Pigio quello dell-accento e mi viene fuori questo [!! Scusa quindi se il commento e un po illeggibile, senza accenti ed apostrofi, non so perche, prima non lo faceva!!! Aiutooooo!! Nooo, come faccio a scrivere cosi___ Stupido PC!!! Scusa ancora, e grazie tantissimo per la recensione!!!! Siauuuu!!!+?+…e questa che cavolo di faccina e Nooo rivoglio i tasti normaliiiii

Mary: Purtroppo la bulimia non e cosi rara come si pensa… Ed e bruttissima, come tutte le malattie di questo genere… Spero che il vero Bill Kaulitz ne stia alla larga!! Grazie per la recensione!!!! Kiss!!!

MissZombie: Eheh, manca solo un capitolo… Percio se qualcosa deve succedere succedera presto… In effetti e cosi, per ora e tutto sospeso *ARGHHHH!!! MA COME SI FA A SCRIVERE CON QUESTI TASTI____!!!! NON CI SI CAPISCE NULLA!!!!! Uff… Scusa… Comunque grazie per la recensione! Anche io purtroppo ne so qualcosa di bulimia…Mi dispiace che ne sai qualcosa anche tu…Pero almeno capisci quanto sia brutta… Eeeh, si cerca di vivere nel miglior modo possibile ma a volte non e cosi facile… Ciao ciao…Grazie! Aspetto di leggere la tua storia!!

GinevraMalfoy: Anche questo e abbastanza lungo, visto__ Spero ti sia piaciuto!!! Al prossimo capitolo ciao ciaooooo!!!

 

…….TASTIERA DEL CAVOLO…….

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ende ***


Was?|

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Im Zimmer 483

 

 

Mancano meno di quaranta minuti al concerto. Dopo il soundcheck Bill è sparito. L’ho cercato per tutto lo stadio, ma non c’è. Probabilmente sarà nel suo camerino. Ammetto che sono in pensiero; dopo ieri sera non mi stupirei se stesse brandendo una lametta contro se stesso o se invece stesse facendo allegramente un solitario. A volte è davvero complicato capire cosa gli passa per la testa; ti aspetti da lui una reazione e, puntualmente, Bill Kaulitz te ne scodella un’altra. Ti aspetti che si arrabbi e cominci a strillare istericamente con la sua vocetta odiosa? Allora sappi che probabilmente ti scoppierà a ridere in faccia. Se invece ti aspetti che si pieghi in due dalle risate, quasi sicuramente ti si scaglierà addosso infuriato (non tentare di capire per quale recondito motivo, perché non ci riuscirai mai). Definirei mio fratello un po’ lunatico. Anzi, non un po’, diciamo pure decisamente lunatico. Ma d’altronde è fatto così. Che ci si può fare? Prendere o lasciare. Io ormai purtroppo non sono più in grado di lasciare, ma a qualsiasi altra persona consiglio caldamente di stare alla larga da quel degenerato di mio fratello! Ne va della propria salute mentale (e anche fisica; più di una volta le sue lamentele petulanti mi hanno causato atroci mal di testa).

Comunque è meglio non lasciarlo troppo solo. Decisamente no. Soprattutto ora come ora.

Decido di raggiungerlo, ma vengo fermato da Georg, che mi viene incontro lisciandosi il ciuffo; sospetto che sia vanitoso quanto Bill ma al contrario suo lui cerca di tenerlo nascosto…

“Tom, non è che per stasera mi puoi prestare la tua maglia grigia?”

“Quale, quella della Nike?”

“Sì.”

“Cosa mi dai in cambio???”sogghigno.

Georg assume un’espressione esageratamente maliziosa, sbattendo le ciglia:“Bè…Se vuoi…ti donerò la mia virtù!”

“BLEAH! Georg, ti prego, stasera dopo il concerto prenditi la prima fan che incontri e fattela!! Ultimamente devi avere gli ormoni in subbuglio! Prima ci provi con Gustav e ora con me!”faccio finta di vomitare, ridacchiando e Georg si finge offeso.

“Allora se non vuoi accettare la mia virtù, non abbiamo più niente da dirci noi due!”si volta e fa qualche passo sculettando.

“Oh, no, se però mi fai la camminata sculettante temo di non resistere al tuo fascino…”

Lui si volta verso di me e mi getta le braccia al collo.

“Allora mi presti la tua maglia grigia?”dice sbattendo nuovamente le ciglia.

“Come posso dire di no ad un faccino così angelico?”

“Lo so, nessuno riesce mai a dirmi di no quando sfodero il mio fascino.”

“Già, lo immagino…”rido. “Ehi, hai visto Bill?”gli chiedo prima che se ne vada.

“No, ma penso sia nel suo camerino.”

“Allora lo raggiungo lì.”

Lui annuisce e si fa improvvisamente serio. “Senti…Ma che cos’ha che non va? Tu lo sai? In questi ultimi tempi non è più lo stesso…Ha sempre un’aria così sofferente…”

Abbasso lo sguardo per un secondo, mentre il mio stomaco compie una fastidiosa capriola. “Non lo so. Forse è solo un po’ di stress.”

“Va bè, vacci a parlare tu, magari riesci a tirarlo su di morale.” Certo, io sono la persona più adatta per tirare su di morale Bill, ora come ora.

Sbuffo e raggiungo il camerino di Bill.

Mi sento come una tigre in gabbia, vorrei sbattere la testa da qualche parte per la frustrazione, ma come minimo sarei fermato da Saki che mi urlerebbe di stare fermo, altrimenti dopo il cappellino non mi entra più se ho dei bernoccoli sulla testa.

Sbuffo di nuovo, busso alla porta ed entro.

“Frontman disgraziato, ti ho cercato dappertutto.”esclamo richiudendomi la porta alle spalle.

E’ in piedi davanti allo specchio, sta cercando di agganciarsi una collana. E’ già vestito per il concerto.

“Mi stavo preparando.”risponde fissando la sua immagine nello specchio.

“Vuoi una mano con quella collana?”

Lui rimane in silenzio, continuando a fissarsi nello specchio con sguardo vuoto.

“Senti…”mi trastullo arrotolando con le dita un lembo della maglietta, mentre tento di scegliere le parole più adatte. “Non devi preoccuparti per quello che è successo ieri sera.”

Attendo una risposta o una qualche reazione, ma l’unica reazione che ottengo da Bill è quella di fargli pettinare con più vigore i capelli. Sospiro, scoraggiato.

“Bill, hai intenzione di dirmi qualcosa o vuoi continuare ad armeggiare con quei tuoi capelli osceni?!”sbotto.

Lui mi fissa accigliato.

“I miei capelli non sono osceni.”borbotta e io alzo gli occhi al cielo. Faccio per andarmene, ma non appena metto mano sulla maniglia lui mi blocca.

“Tom…” Mi volto speranzoso. “Mi dispiace seriamente di averti picchiato. Non volevo.”

Sorrido.

“Lo so.  A me dispiace che tu stia così male, invece.”

Nei suoi occhi vedo balenare un lampo di tristezza; inghiotte, come per buttare giù un grosso nodo che gli serra la gola, farlo sparire insieme alla saliva, nasconderlo dentro di sé per non doverlo affrontare.

“Non è colpa tua…”bisbiglia, posa la spazzola e torna a tentare di agganciarsi la collana.

Mi avvicino a lui e gliela prendo di mano.

“Fatti aiutare, che tu sei un impedito.”dico piano, tentando di dare alla mia voce il tono più dolce possibile.

“Il gancino è difettoso e non si chiude bene.”si giustifica lui.

“Perché compri quintali di questa paccottiglia, si può sapere?”

“Per lo stesso motivo per cui tu compri quintali di cappelli!”

Si solleva i capelli dal collo, rivelando il suo primo tatuaggio che ritrae il nostro simbolo.

Chiudo il gancio della collana e sfioro con un dito i contorni del tatuaggio, non riuscendo a trattenermi dal farlo.

Riflesso nello specchio vedo che Bill socchiude gli occhi per un brevissimo istante e a quel gesto sento che il mio cuore accelera i battiti.

Non sono sicuro di star agendo nel modo giusto dopo quello che è successo ieri sera, ma non riesco a fermarmi: mi avvicino a lui, circondandolo con le braccia da dietro, cercando di farlo sentire al sicuro.

Voglio solo proteggerti, Bill, voglio solo vederti sorridere.

“Ti ricordi quando decidesti di farti il tatuaggio?”gli sussurro in un orecchio.

Lui annuisce, gli occhi chiusi, il corpo rilassato contro il mio.

Chissà se sente quanto veloce sta battendo il mio cuore in questo momento…

“Venisti da me e gridasti tutto entusiasta che avevi avuto un’idea bellissima. Cominciasti a saltare sul letto e a gridare per tutta la stanza…Mi chiedesti di accompagnarti, te lo ricordi?”

“Sì…Avevo una fifa nera!”sorride Bill, perso nella sua memoria.

“Già. Ma non ti sei tirato indietro. Sei sempre stato così, quando decidi di fare una cosa non ti ferma nessuno.”

“Sono sempre stato cocciuto, lo so, e tu non hai mai smesso di dirmelo.”

Gli do un piccolo bacio sul collo e lo sento tremare appena tra le mie braccia.

“Tranquillo…”sussurro. “Siamo solo tu ed io. Noi due. Come sempre.”

Lo sento rilassarsi di nuovo. Gira lentamente la testa verso di me, fino a che non incontra la mia bocca. Allora si gira e mi abbraccia, approfondendo il bacio e tenendomi più stretto. Gli cingo le spalle con le braccia, rispondendo al bacio con tutta la dolcezza di cui sono capace. Perché è solo questo che voglio darti, Bill, dolcezza. E tutto il mio amore.

Mi sento esplodere di gioia nel sentirlo così vicino a me e nel vederlo così sereno per la prima volta dopo tanto tempo. Dovrebbe restare tutto così per sempre, esattamente come è in questo momento.

Penso che potrei morire in questo preciso istante e non mi importerebbe niente, perché morirei felice. So che è assurdo da dire, soprattutto per uno come me che non ha mai cercato niente di serio, ma…questo è quello che provo.

Vorrei essere capace di dirtelo, di rivelarti ogni cosa che penso, ma la vergogna mi blocca. Forse perché è la prima volta in tutta la mia vita che provo qualcosa del genere. O forse semplicemente perché sei tu.

Sorrido appena contro le sue labbra, mentre Bill mordicchia il mio piercing. Se continua così temo che dovremo rimandare il concerto causa improvvisa pazzia del chitarrista. Il mio viso è in fiamme, sento le guance bruciare d’imbarazzo e anche un po’ d’eccitazione, ma riesco a rilassarmi quel tanto che basta per non scappare via.

Voglio godermi ogni attimo possibile, voglio assaporare tutto ciò che di lui mi è proibito, non voglio avere rimpianti.

Vorrei solo provare ad essere felice e vorrei che Bill lo fosse con me, per quanto questo sembri così impossibile.

“Non hai intenzione di picchiarmi stasera?”gli sorrido.

Lui mi tira uno scappellotto. “Se la cosa ti fa piacere posso anche prenderti a calci.”risponde, e nella sua voce scorgo una punta di malizia che mi attrae irresistibilmente. Lo bacio di nuovo, con più foga e lo sento rispondere con altrettanto trasporto.

Dio…Questo è il paradiso…Non sapevo di poter provare sensazioni del genere…Non credevo esistesse qualcosa di così….così…come definirlo? Grande? Meraviglioso? No, è qualcosa di ancora più incisivo, è qualcosa che ti stravolge il corpo e la mente e tutti i sensi, qualcosa che ti fa sentire forte come un Dio e debole come il più misero essere, qualcosa che vorresti urlare al mondo intero ma allo stesso tempo vuoi tenere nascosto nel più profondo di te stesso, qualcosa che ti fa venire una voglia matta di ridere e di piangere…E’ il sentirsi per la prima volta, veramente completi.

Adesso, solo in questo momento, io sono davvero Tom Kaulitz.

Adesso sono totalmente me stesso.

Non penso potrò più farne a meno.

Non ti lascerò mai andar via.

Ormai sei mio. E io sono tuo. Per sempre.

“Bill…”sussurro pianissimo sulle sue labbra.

E’ una frazione di secondo.

Un battito di ciglia spazza via ogni cosa con una forza mostruosa.

Tutto va a puttane.

La porta si spalanca.

“Non sono riuscito a trovare….”la voce di Georg si affievolisce di colpo davanti la visione che gli si para davanti.

Io e Bill ci giriamo trasalendo verso di lui e ci allontaniamo di botto l’uno dall’altra.

Georg ci guarda con l’espressione di chi ha visto un fantasma, un fantasma molto molto brutto.

E’ orripilato.

In mano stringe una delle mie magliette.

Il silenzio è così assordante che mi viene voglia di urlare per colmare questa mancanza di rumore che mi appare più frastornante di qualsiasi suono, ma dalla mia bocca non esce alcun suono.

“Oddio…”sussurra Georg con un filo di voce, continuando a fissarci. “Che cazzo succede qui?”

Io e Bill rimaniamo immobili come statue di cera.

Georg apre la bocca e poi la richiude, sempre più scioccato.

E, così all’improvviso come era venuto, se ne va di corsa, sbattendosi la porta dietro.

Rimango a fissare il muro come un idiota.

Da quella porta è appena entrata la nostra fine.

Siamo fottuti.

Dannazione.

Perché proprio adesso?

 

 

***

 

 

 

Ho la bocca secca e faccio fatica a respirare e a riprendere il controllo del battito del mio cuore che martella contro la mia cassa toracica; se continua così penso che mi schizzerà fuori dal petto lasciandosi dietro una cupa scia di sangue.

Cerco di respirare profondamente per evitare un altro attacco di panico come quello che avevo avuto a casa nostra.

Sento Bill tremare accanto a me.

Con uno sforzo enorme mi giro a guardarlo: gli occhi fissano spalancati il vuoto, le mani sono aperte e tremanti, le braccia rigide lungo i fianchi.

Cosa diavolo dovrei fare ora?

Georg…Dove sarà andato? Starà dicendo a Gustav quello che a visto? O a Saki? Dio, non riesco neppure a pensare quello che potrebbe succedere se Saki venisse a sapere una cosa del genere.

Mi sento come se avessi un blocco di ghiaccio intrappolato dentro la gola.

Cosa. Diavolo. Dovrei. Fare. Ora?!

Non riesco a pensare a niente di concreto, me ne sto qui con la bocca spalancata e il terrore che circola nel sangue.

Siamo stati scoperti. Non pensavo potesse seriamente accadere.

Improvvisamente Bill si accascia a terra di botto, cadendo sulle ginocchia.

Mi rianimo e mi avvicino immediatamente a lui, che però non sembra neppure accorgersene, continua a fissare il vuoto.

“Bill…”sussurro sfiorandogli una spalla con mano malferma. Non risponde.

“Bill.”dico più forte, quasi stessi parlando con un sordo; stringo più saldamente la presa sulla sua spalla.

Se non mi risponde sono certo che i miei nervi cederanno.

Lo scuoto forte.

“GUARDAMI, MALEDIZIONE!”urlo alla fine, non riuscendo a calmarmi. La mia voce esce roca e tremante.

Come se si fosse accorto solo in quel momento della mia presenza Bill gira la testa e mi guarda: ha ancora lo stesso sguardo spaventato sul volto. Si prende la faccia tra le mani.

“Bill, alzati, dobbiamo fare qualcosa.”farnetico sputando una parola dopo l’altra, il caos che regna nella mia testa.

“Cosa?”mormora lui.

“Qualsiasi cosa, qualsiasi!”mi accuccio vicino a lui, sempre stringendolo per una spalla: ho un fottuto bisogno di avere un minimo di contatto fisico con lui in questo momento.

Lui sussurra qualcosa che non riesco a capire.

“Cos’hai detto?”

“E’ finita.”

Il mio stomaco si ribella a quelle parole e sussulta, facendomi quasi vomitare.

Non riesco a replicare, né a consolarlo. Non riesco a fare assolutamente niente.

“E’ finita.”ripete.

Dovrei uscire e rincorrere Georg, fargli giurare di non dire niente, di dimenticare tutto ciò che ha visto. Ma al solo pensiero di dover leggere nei suoi occhi il puro disgusto rischio nuovamente di vomitare.

“E’ finita.”sussurro quasi involontariamente. E non appena mi rendo conto di quello che ho appena detto capisco che è finita davvero.

 

 

***

 

 

 

Rimaniamo lì, a fissare il vuoto davanti a noi, seduti sul pavimento.

Senza dire una parola.

Senza scambiarci uno sguardo.

Senza le forze necessarie per sperare.

Soli.

Ma insieme.

Udiamo a malapena il bussare alla porta. E’ Saki. Georg gli ha detto tutto? Vuole dirci che siamo due empie e oscene creature che non meritano quel che hanno? E’ la fine per i Tokio Hotel? Ho paura di quello che vedrò nei suoi occhi, così decido di puntare vigliaccamente i miei sulle sue ginocchia che avanzano irrimediabilmente verso di noi; ogni suo passo rimbomba nella mia testa in modo irreale. Sto perdendo il senno?

Si ferma esattamente davanti a noi e ci fissa con sguardo freddo, severo. Un brivido mi attraversa la schiena.

Poi sorride.

“Bè? Che fate lì in raccoglimento? Cos’è, un nuovo rito portafortuna?”Si ferma un momento, ma noi rimaniamo in silenzio. “Forza disgraziati, altro che riti portafortuna, se tra dieci minuti non salite sul palco vi spenno!”sorride di nuovo. “Dovreste vedere che folla urlante di fans scatenate vi attende! Le stenderete!”

Lo guardo e il suo sorriso mi sembra una delle cose più frustranti che abbia mai visto in vita mia: non sa quello che è appena accaduto in questa stanza, non sa che una condanna è appena piombata su me e Bill. Semplicemente Saki non sa niente. Lo invidio.

“Forza ragazzi, andiamo. Vi vedo piuttosto straniati, stasera…Che succede?”

Farfuglio quello che dovrebbe essere un niente.

“Dai, dai, che tra poco vi passa tutto. Non vi agitate così, sono solo poche persone stasera e non è presente neppure la stampa. Perciò state tranquilli, potete sbizzarrirvi quanto volete.”

 

 

 

***

 

 

 

Per tutto il tragitto che io e Bill compiamo dal camerino fino al backstage del palco, mi sembra di essere sotto l’effetto di un allucinogeno. Non vedo e non sento niente, solo rumori confusi e ombre distorte. Mi sembra di essere sospeso in una dimensione sconosciuta dove niente è reale, niente è definito. Regna solamente il caos.

Qualcuno mi sbatte in mano la mia chitarra, ma in questo momento mi sembra solamente un pezzo di legno freddo, non vedo in lei nessuna salvezza, nessun conforto, non più l’amica fidata che è sempre stata per me. Solo legno e metallo.

Bill è accanto a me, pallido come un cencio.

Sembra svuotato da ogni sentimento, una bambola di porcellana dall’aria malinconica.

Vorrei stringergli la mano ma non ne sono in grado, mi lascio semplicemente trasportare da Saki dietro il backstage. Si sentono i cori e le urla delle fans. Generalmente sentire il mio nome urlato da migliaia di ragazzine mi ha sempre dato alla testa, caricato al massimo.

Stasera vorrei invece che qualcuno spegnesse l’audio.

Voglio il silenzio.

Perché mi sento morto dentro.

“Ci siamo. Tra tre minuti entrate, ok? Sul palco è tutto predisposto come abbiamo deciso oggi.”ci grida Saki negli orecchi, per sovrastare il rumore della folla.

Poi arrivano Georg e Gustav.

Dall’occhiata che Gustav ci lancia capisco immediatamente che Georg deve avergli detto ogni cosa. E dall’espressione che assume Bill deduco che anche lui lo ha capito.

Sembrano tremendamente a disagio, come se volessero essere in qualsiasi posto all’infuori che nei sessanta centimetri quadrati in cui sono ora.

Bill comincia di nuovo a tremare. Le urla della folla non riescono neppure minimante a penetrare il silenzio tedioso che si è creato tra noi quattro.

“Cerchiamo di affrontare questo concerto come meglio possiamo.”dice Georg piantando lo sguardo sul suo basso. “Di tutto il resto ce ne occupiamo dopo.”

Una condanna a morte è appena uscita dalla sua bocca.

Di tutto il resto ce ne occupiamo dopo.

Nessuno dice niente, nessuno ne ha la forza né il coraggio e i tre minuti che precedono l’entrata sul palco sembrano espandersi, diventare infiniti, illimitati, una tortura crudele.

Ho l’impressione di aver ingoiato un serpente vivo, dentro di me tutto si annoda e si contorce, mi sembra di essere estraneo al mio corpo, ad ogni sensazione. Mi sento come se stessi osservando l’intera scena dall’alto e non dal corpo di Tom Kaulitz. Mi sento semplicemente così male che non riesco a capacitarmene.

Saki ci raggiunge di nuovo.

“E’ il momento! In bocca al lupo, ragazzi!”mi dà una pacca sulle spalle.

Gustav entra sul palco senza augurarci buona fortuna come fa di solito e così fa anche Georg.

Il pubblico esplode in un boato che a me appare come il terribile ruggito di un leone pronto a sbranarci pezzo dopo pezzo, impietosamente, crudelmente, nel modo più sanguinario possibile. Non sono sicuro di essere capace di affrontare una simile bestia. E lo stesso vale per Bill.

Respiro profondamente e mi sale un conato di vomito. Chiudo gli occhi e faccio un altro respiro.

Concentrati Tom, concentrati, devi solo fare quello che hai sempre fatto. Al resto ci pensi dopo…

Il mio tentativo di autoconvinzione non sortisce alcun effetto ed entro sul palco come se fossi condotto al patibolo. Non ho un briciolo di energia in corpo. Il concerto è l’ultimo dei miei pensieri in questo momento.

La folla urla il mio nome.

Tom Tom Tom Tom Tom Tom Tom Tooooom

E’ come se centinaia di demoni stessero reclamando la mia anima…Basta…Smettetela…

Cerco disperatamente Bill e lo vedo impalato sulla soglia del backstage. Le luci fanno sembrare il suo volto ancora più pallido e scavato.

Saki si avvicina e gli dà una piccola spinta per incitarlo.

Bill incontra il mio sguardo, e una piccola scarica mi percuote dolorosamente.

Coraggio, tento di comunicargli.

Fa un passo verso il palco ma si blocca.

E poi si gira e scappa via.

Ogni cosa si cristallizza, tutto perde consistenza e importanza, l’unica immagine che i miei occhi vedono è quella di mio fratello che se ne va.

Lo vedo scappare dietro il backstage, i capelli scossi dalla corsa, le collane e i braccialetti che tintinnano, l’intera scena scorre davanti ai miei occhi come fosse al rallentatore.

Vedere Bill correre via in quel momento è come ricevere una pugnalata nel petto.

L’unico mio appiglio, l’unico sostegno, se ne sta scappando via lontano da me.

Adesso sono totalmente solo.

Mi sento soffocare.

Tento di respirare, per evitare un attacco, ma stavolta non ce la faccio e crollo a terra, premendomi una mano sul petto e annaspando.

Georg e Gustav corrono subito da me. Il sipario si chiude sul palco, riducendo di un poco le grida allarmate delle fan. Tutto si fa nero; chiudo gli occhi, mentre la terra sembra girare sotto ai miei piedi.

Sento Gustav e Georg che mi dicono qualcosa, ma non capisco nessuna delle loro parole.

Bill…

Bill…

Bill…

Dove sei Bill?

Ha bisogno di me, non posso lasciarlo solo. E’ pericoloso.

Non fare stronzate, Bill.

Devo andare da lui, devo farcela!

Lentamente il pavimento rallenta e torna stabile sotto i miei piedi.

Cerco di fare un respiro profondo e stavolta finalmente sento l’aria invadermi i polmoni.

Respiro ancora, mentre Gustav mi massaggia la schiena.

“Bravo Tom. Stai calmo.”mi dice, ma il suo volto trasmette tutto tranne che tranquillità.

Mi giro e vedo Saki urlare ordini a destra e a manca.

“Dov’è andato Bill?”chiedo non appena ho accumulato abbastanza fiato per parlare.

“E’ corso via. Lo stanno cercando.”mi risponde Georg, scrutandomi in viso. Non ho tempo di cercare di capire cosa stiano pensando i miei due amici, adesso è solo Bill la mia priorità.

Faccio degli altri respiri profondi, raccolgo le energie e mi alzo, barcollando un po’.

“Andiamo in infermeria, è meglio se ti fai dare un’occhiata. Penseranno loro a Bill.”dice Gustav prendendomi per un braccio, pronto a trascinarmi via.

Ma io non voglio. Loro non posso occuparsi di Bill. Solo io ne sono in grado.

Mi libero dalla stretta di Gustav e corro via, infilandomi tra la miriade di operatori tecnici, assistenti, addetti alla sicurezza che corrono di qua e di là come formiche, ciascuno occupato a ricoprire il proprio ruolo, cercando Bill Kaulitz, il cantante che ha dato di matto ed è scappato a gambe levate prima di salire sul palco, comportandosi da ragazzino viziato e fuggendo lasciando tutti nella merda, chiamando i manager, avvisando altra sicurezza… Corro e m’infilo veloce tra tutti gli altri corpi, filando via, captando qualche acido commento nei confronti di mio fratello, scansando ogni cosa.

Raggiungo il camerino di Bill, e lo trovo invaso dai bodyguard; di Bill però neppure l’ombra. Corro di nuovo via.

Dove sei Bill? Dove? Lasciati raggiungere da me.

E in questo istante capisco dove è andato Bill.

Me lo dice lui stesso, non so come, ma è lui a guidarmi.

So dove è Bill.

Esco di corsa dallo stadio, dall’uscita di sicurezza laterale e mi fiondo letteralmente sul marciapiede, dove parcheggiati ci sono i vari Taxi che attendono il personale che si occupa del concerto, per portarli a casa. M’infilo nel primo che trovo.

“Hotel Zenith, più veloce che può!”grido in faccia al tassista che mi guarda, sconvolto da tanta agitazione.

“Non ho capito…”mi dice il tassista.

Esplodo in un gemito di rabbia. “HOTEL ZENITH! PRESTO!!”urlo.

Il tassista non fa altre domande e s’immette velocemente sulla carreggiata.

Devo fare in fretta.

Bill aspettami, ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Aspettami, ti prego.

Continuo a ripetere queste parole dentro di me per tutto il tragitto, cercando di comunicarle al mio gemello.

Le hai sentite, Bill? Le hai sentite le mie preghiere per te quella sera?

 

 

 

***

 

 

 

Scendo di corsa dal Taxi lasciando lo sportello aperto e non pagando, mi fiondo dentro l’hotel e corro su per le scale, corro più veloce che posso, con il respiro che sembra quasi inesistente.

Devo sbrigarmi, ogni secondo che passa è vitale, lo so, lo sento.

Salgo le scale fino all’ultimo piano e inciampo nell’ultimo gradino.

Mi rialzo con un gemito e corro da lui, il cuore che martella nel mio petto.

Zimmer  483.

Fisso per un attimo quella targhetta.

Non la dimenticherò mai.

Di ottone, squadrata, con inciso Zimmer 483 in un’elegante calligrafia.

Zimmer 483.

Chi avrebbe mai detto che quella stanza avrebbe assunto un significato così importante?

La porta è socchiusa, uno spicchio di luce lunare colpisce i miei piedi.

La spalanco ed entro dentro.

La stanza è esattamente nello stesso stato in cui era stamattina, la stessa mattina che ora sembra lontana anni luce. Mi sono davvero svegliato qui?

La finestra è aperta e il freddo e la brezza entrano dalle imposte aperte, facendo svolazzare le tende leggere.

E lì, dietro quelle tende, vedo Bill.

Non faccio un fiato, non emetto un suono, ma ogni cosa dentro di me si paralizza.

E’ in piedi, sul muretto della terrazza, faccia a faccia con il vuoto. E la morte.

Lo raggiungo, lentamente, piano, in silenzio.

Ma prima che riesca a trascinarlo giù lui si gira verso di me.

Ci guardiamo, in silenzio.

“E’ finita.”Le sue parole sono accompagnate da una nuvoletta di vapore causata dal freddo. Non riesco a dire niente, un nodo mi serra la gola. “Io non sono più all’altezza di questa situazione, non ho abbastanza forza per continuare a vivere a questi ritmi. Dobbiamo fare miliardi di cose e dobbiamo farle sempre con la massima precisione, non possiamo mai sbagliare, dobbiamo sempre essere perfetti”Tutto quello che non mi ha mai detto sta venendo fuori ed io ascolto ogni parola con un’intensità tale che sembrano entrare direttamente dentro di me, senza passare per le orecchie. “Oramai non riesco più a sentirmi vivo, Tom. Mi sento solo…usato. Usato da persone a cui non importa niente di me, a cui non interessa se sto bene o invece sto male. A loro interessa solo che io sorrida. Ma io odio questo sorriso, Tom. E’ falso. Non è il mio. Lo odio con tutto me stesso. Io…non so più chi sono… Sono davvero io questo Bill? O è ciò che gli altri vogliono che io sia? Questa immagine è davvero quella che vorrei dare di me? E’ diventato tutto così…difficile…E l’unica…”inghiotte, mentre la sua voce trema un poco. “…l’unica cosa che riesce a farmi sentire veramente me stesso, l’unica cosa che riesce a farmi sentire vivo…sei tu Tom. Sei la mia unica salvezza. Ma…”inghiotte di nuovo e mi fissa dritto negli occhi, trasmettendomi tutte le sue sensazioni. “…è una salvezza che non potrà mai essere tale. Te ne rendi conto anche tu, vero? Questa mia salvezza è solo un’altra via che ci porterà a distruggerci. Lentamente, piano, ma in modo logorante e definitivo. Non c’è modo di scappare. Non c’è. Nessuno ci accetterà mai. E io sono stufo di non poter essere me stesso, di dover fingere di esser un Bill Kaultiz che non sono. Non ho la capacità di vivere sentendomi solo un burattino che non può più riscattarsi, che non ha alcuna salvezza di fronte a sé. Voglio essere libero, Tom.”posa il suo sguardo su di me e mi stupisco di quanto adesso sia sereno e tranquillo, libero da tutto ciò che l’avevo fatto soffrire.

Ora capisco. Capisco cosa c’era che non andava in lui. Capisco tutti i suoi sbalzi di umore e tutti i suoi rabbuiamenti, capisco perché si costringeva a vomitare. Bill non può essere felice se non può essere se stesso, è sempre stato così, fin da piccolo ha dovuto affrontare numerose critiche e numerose battaglie per riuscire ad essere sempre quello che voleva essere, per camminare a testa alta orgoglioso di ciò che era. L’essere diventati famosi ci ha imposto molte restrizioni, troppe per lui. E’ arrivato ad un punto in cui non riesce più a riconoscersi, obbligato a seguire regole e imposizioni che non gli permettono di essere veramente quello che è, incapace di capire se la persona che gli restituisce lo sguardo ogni mattina nello specchio sia veramente Bill Kaulitz. L’evoluzione del nostro insano rapporto ha complicato ogni cosa, la situazione è ancora più difficile. Se solo avessi capito prima quello che stava provando, forse la situazione sarebbe potuta andare diversamente, forse insieme avremmo potuto trovare una soluzione, trovare una via di fuga o un altro modo di guardare le cose. Forse sarei riuscito a non farti sentire usato prima che questa sensazione penetrasse così profondamente dentro di te. Avremmo scoperto che aspetto ha il vero Bill Kaulitz, ti avrei aiutato a ritrovare te stesso…

Per tutto questo tempo io ero lì con te, non te ne sei accorto? Perché non mi hai chiesto aiuto?

Ora che finalmente capisco, ci sono. Sono con te. Ma non ho la minima intenzione di lasciarti andare via.

La notte è scura, il cielo stellato, la brezza fredda si insinua sotto i nostri vestiti, e la luce della luna si riflette pallida sul volto di mio fratello, regalandogli un’aurea particolare, rendendolo ancora più bello. Sembra un dio.

“Bill…”è l’unica cosa che riesco a sussurrare, una preghiera non detta che arriva direttamente dal cuore. E gli porgo la mia mano.

Ti prego, afferrala, Bill.

Non puoi lasciarmi qui da solo.

Non puoi abbandonarmi.

Non puoi. Non puoi. Non puoi farmi questo.

So che puoi capirmi, Bill.

Non puoi lasciarmi, morirei senza di te.

Mi sorride dolcemente e quando sento le sue dita fredde chiudersi sopra le mia, un fiotto di calore e di sollievo mi investe.

Non mi ha abbandonato, non mi lascerà solo.

Saremo ancora insieme.

Ha capito che lasciarmi solo sarebbe stato come uccidermi.

Non mi lascerà solo, no.

Stringo la sua mano e con una piccola spinta salgo sul muretto, accanto a Bill.

Guardiamo entrambi il vuoto, poi Bill guarda me. Mi sorride e io faccio altrettanto, stringendo ancora di più la sua mano che adesso è calda.

Sento le lacrime affiorare e il nodo che mi stringe la gola farsi soffocante.

In quel momento, Bill comincia a cantare.

 

 

...Ich will da nicht allein sein                         

lass uns gemeinsam                                     
In die Nacht                                                  
Irgendwann wird es Zeit sein 
Lass uns gemeinsam
In die Nacht

Du bist
alles was ich bin
und alles was durch meine Adern fließt...

 

La nostra canzone.

L’unico momento di pura unione che abbiamo mai condiviso.

Quel giorno, a casa nostra, quando Bill cantò sulla mia melodia, non riuscii a capire le parole che stava cantando. Adesso, mentre le ascolto, le lacrime scendono calde sulle mie guance, bruciando come lisciva pura.

La nostra canzone.

Bill finisce di cantare e si volta verso di me. Sta piangendo anche lui, ma trova la forza di sorridermi di nuovo tra le lacrime. Un sorriso dolcissimo che racchiude tutto il suo amore.

Singhiozzo.

Mi avvicino a lui e gli do un tiepido bacio a fior di labbra.

Sei tutto quello che sono io, Bill. E tu sei tutto ciò che io sono.

Entrambi l’abbiamo sempre saputo.

Non possiamo dividerci. Mai.

Saremo pazzi, saremo anormali, saremo forse criminali, ma siamo certi di quello che proviamo.

Le nostre mani si cercano e stringono ancora di più.

“Tom…grazie.”

Altre lacrime cadono dai miei occhi e volano scintillando giù nel vuoto, frantumandosi al suolo.

Reprimo un piccolo singhiozzo.“Senza di te non ci sarebbe un me. Sono io che ti ringrazio.”

Ci guardiamo.

Non sarà questa l’ultima volta che lo facciamo, ne sono sicuro. E anche Bill lo sa.

“Pronto?”sussurra, e la sua voce è così dolce e calma che mi accarezza come un guanto di velluto.

Annuisco.

Insieme, da questo momento per sempre, facciamo un passo avanti, un passo che ci condurrà verso la libertà infinita. Da questo momento in poi non dovremo più nasconderci. Saremo tutto quello che vorremo essere.

Io e te.

Liberi.

Sai Bill, sono felice di aver compiuto quel passo insieme a te.

Ma non c’è bisogno di dirtelo perché tu lo sai già.

Ti amo.

Sai anche questo, lo so.

Ma volevo dirtelo.

 

 

 

Fine

 

 

Incredibile. Quasi non ci credo. L'ho pubblicata tutta! Ce l'ho fatta!

Il finale è molto drammatico, lo so, ma è venuto fuori di getto e non ho voluto pensare ad un atro finale. Non riuscivo proprio a immaginare che uno dei due gemelli lasciasse solo l'altro. Non era possibile. Spero di non aver fatto errori durante l'arduo processo di trasposizione in HTML (quanto ODIO dover fare questa cosa!Ci metto sempre un'eternità e ho sempre paura che mi sparisca qualche pezzo di FF...).Non capisco perchè in questi due ultimi capitoli la scrittura è diversa dai precedenti...Probabilmente perchè li ho copiati da MicrosoftWord e non da WordPad...Pazienza!

Siiiigh...Ammetto che un pò sono triste...Però sono anche molto felice...

Un MEGA GRAZIE a tutti coloro che hanno letto o recensito, grazie, grazie davvero!

Grazie tantissimo a Yuma, JudeauVerdammtKinder (Uuuh, incredibile, ce l'hai fatta a leggere fino alla fine senza vomitare???^_^ Troppo bello il trucchetto per il tedesco...Lo userò anche io!), Ginny002, MiticSammy, Ely91, MyLadyOfSorrow, GinevraMalfoy, Zoe92, Meggie, DaisyPotter, Mary, Whity, MissZombie, BambolinaRossa, Auty91, Dragon-Fly, DiruInside e a tutti coloro che hanno letto questa piccola storia!

 

E naturalmente.....GRAZIE TOKIO HOTEL!!!!!!!(e muovetevi a fare un concerto in Italia, bitte!)

 

Bè...che altro dire?? Direi che ho rotto abbastanza, no? Ciao a tutti, ci vediamo in giro, tra le varie recensioni e le varie storie...^_^

Tschusssss.....^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=143769