Im Zimmer 483 di Cioccorana (/viewuser.php?uid=1975)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Was?! ***
Capitolo 2: *** So schwierig... ***
Capitolo 3: *** Till&Bom....PFFFF!XDXD ***
Capitolo 4: *** Nach Hause ***
Capitolo 5: *** Zusammen ***
Capitolo 6: *** So einfach... ***
Capitolo 7: *** Ende ***
Capitolo 1 *** Was?! ***
Was?|
Ecco la versione riveduta e corretta! Grazie a quelli che hanno segnalato il
cambio di tempo! Ci starò attenta, ma è probabile che ricapiti perchè sono molto
distratta e a volte dalla prima persona passo alla terza senza pensarci (specie
quando devo descrivere i sentimenti!); intoltre faccio casino anche quando
traspongo un testo in versione HTML, spesso metà pezzi rimangono da una parte e
altri se ne vanno in tutt'altra direzione (non chiedetemi come sia
possibile...)
Comunque grazie, continuate a segnalare gli errori! Aggiornerò il prima
possibile!
Aspettate...ok, dico la verità, SPERO di riuscire ad aggiornare, perchè io ho
il "Blocco dell'Aggiornamento" ovvero inizio a scrivere qualcosa, posto i primi
capitoli e poi, anche se magari la storia è finita non scrivo più perchè mi dico
che è uno schifo e che non vale la pena di pubblicare... Ehi, è la prima volta
che lo scrivo così spudoratemente, magari questa è la volta buona che finisco di
pubblicare una storia! Ahah! Va bè, non fateci caso, prendiamolo come un gesto
scaramantico!^^
Per quelli che non lo sanno Andreas è un grande amico dei Tokio, si occupa
della gestione del loro website e di altre piccole cose, ma è principalmente un
loro amico (per chi ha i CD in tedesco se leggete i ringraziamente in fondo lo
trovate nominato da Bill...Forse anche in quello in inglese, ma sinceramente non
me lo ricordo-_-')
Scusate ancora per gli errori, cercherò di essere meno distratta!-_-'
Im Zimmer 483
(Nella Camera 483)
La prima volta che sentii mio fratello vomitare stavo sfogliando le pagine
dell’ultimo numero di Bravo; non mi è mai piaciuto molto quel giornale, ha
sempre scritto un sacco di cazzate, ma è vero che ci ha aiutato molto con tutta
la pubblicità che ci ha fatto e che continua a farci. Stavo leggendo un articolo
su Samy Deluxe; adoro la sua musica. L’articolo parlava del suo ultimo concerto
e dell’uscita del suo nuovo album. Non dimenticherò mai quella foto di Samy,
l’unica cosa che ha ricambiato il mio sguardo in quei momenti terrorizzanti,
mentre sentivo l’ultimo piatto di pasta che mio fratello aveva mangiato ricadere
nel cesso.
Non stava male, di questo ne ero sicuro perché fino a qualche minuto prima
stavamo scherzando insieme e lui era tranquillo e sereno. Non stava male, no.
E poi, lo sentivo. Sentivo che quello di mio fratello non era il vomito di
una persona che sta male. Mi sembrava di vederlo, lì, nella stanza accanto alla
mia, separati solamente da una sottile parete di cartongesso, piegato sulla
tazza, gli anelli posati sul lavandino bagnato e due dita occupate a spingere
più fondo che possono nella sua gola, gli occhi lacrimanti per lo sforzo.
Riuscivo a immaginarlo anche troppo bene. E ogni conato che sentivo meno
riuscivo a muovermi; ero immobile sul letto, fissando il giornale, incapace di
gridare "Ehi, tutto ok?". Non ce l’ho fatta, sono rimasto in silenzio fino a
quando non ho sentito tirare lo sciacquone e aprire l’acqua del lavandino.
Sono rimasto immobile.
Scusami Bill.
***
La mattina seguente avevamo le prove per incidere la nuova canzone Spring
Nicht. Ero tremendamente assonnato, la gran parte della notte avevo pensato a
cosa fare; parlare con Bill? Fare finta di niente? Alla fine avevo deciso di non
dire niente, magari stavo esagerando e non era come credevo, magari davvero Bill
non stava bene. Sapevo bene di star mentendo a me stesso, ma riuscii ad
autoconvincermi che era quella la cosa da fare, ovvero non fare nulla.
"Tom, hai svegliato tu Georg?"
"’Giorno Gustav. No, io non l’ho visto…"
"Ma perché, perché quel ragazzo deve essere sempre in ritardo?!"
Gustav odiava i ritardi di Georg, e il fatto che lui fosse il più puntuale del
gruppo probabilmente incideva sulla cosa.
"Dai, vado a dire a quelli della reception di fargli suonare il telefono in
camera, così si sveglia."
"Grazie Tom. Vorrei solo che fosse un po’ più responsabile con queste cose."
"Ehi, bello, tranquillo, siamo star, ritardare è un nostro diritto!" per
fortuna riesco a far ridacchiare Gustav, mentre mi avvio alla reception, dove
una ragazza abbastanza carina mi guarda sorridendo cortesemente.
"Buongiorno. E’ possibile chiamare la camera di Georg Listing?"
"Certo." La ragazza compone il numero della camera e mi passa la
cornetta.
Dopo ben dieci squilli un Georg ancora mezzo addormentato mi risponde.
"Mmmh…?"
"Georg, sai che dovresti già essere giù nella hall?"gli dico io, non
riuscendo a trattenere un sorrisetto.
"Ma…che ore sono?"
"Le otto e mezzo."
"Ah. Sì…Bè…Comunque sono pronto, mi stavo infilando le scarpe…"
"Sì, certo, vallo a dire a Gustav. Muoviti!" Riattacco.
Torno da Gustav, con lui c’è anche Bill ora. Sembra che stia bene.
"’Giorno Tom." Mi sorride; adoro quando sorride, per fortuna lo fa spesso.
"Belli, voi avete già fatto colazione?" domando.
"Io stavo andando a farla."risponde Bill.
"Io l’ho già fatta prima; prendete i cornetti, sono buonissimi." "Gustav,
Gustav, tu dovresti mangiare solo insalata…altrimenti poi le nostre fan diranno
che sei un maialino!"ride Bill; gli piace particolarmente provocare Gustav.
"Io alle nostre fan piaccio così! E poi non so se hai visto i miei
addominali!"
"Non li ho visti perché sono nascosti sotto la tua bella pancetta!" "Bill,
che palle che fai, sei sempre il solito narciso. Andiamo a fare colazione,
scemo"lo trascino via, mentre con la coda dell’occhio vedo che Gustav si solleva
furtivamente la maglia, per controllare se ha davvero la pancetta. Finisce
sempre col credere a quello che gli dice Bill; una volta lo beccai mentre
leggeva un libro che spiegava come perdere 5Kg in una settimana. Lo presi così
tanto in giro che penso ne sia rimasto traumatizzato.
La colazione è a buffet. Io odio le colazioni a buffet, anzi diciamo pure che
odio qualsiasi cosa sia a buffet. Preferisco scegliere da un menu e ordinare.
Non mi piace dover prendere il mio cibo dallo stesso piatto degli altri, mi
vengono in mente le cose più schifose, come che qualcuno possa aver preso una
pastina appena dopo essersi messo le dita nel naso. Bleah, mi passa la fame.
Bill invece non si fa molti problemi, scorrazza felice davanti ai vassoi e
prende due cornetti alla crema dalle dimensioni enormi. Io mi limito a prendere
una waffel ben tostato e un po’ di marmellata alla fragola.
Ci sediamo.
Quando Bill addenta il primo cornetto mi viene spontaneo pensare se finirà
anche quello in fondo al cesso.
Scaccio immediatamente quel pensiero.
"Stamattina dobbiamo provare Spring Nicht, giusto?"chiedo tanto per avviare
un minimo di conversazione.
Bill annuisce, pulendosi la bocca col tovagliolo. "Sì, ma sinceramente non me
la sento più di tanto di cantare stamattina…"
"E perché?"
"Boh, non ne ho molta voglia e basta. A te non capita mai di non avere voglia
di suonare?"
"Sì, a volte…Ma che ci possiamo fare, è il nostro lavoro!" Bill sbuffa.
"Già, lo so…E’ solo che cantare quella canzone mi mette di malumore, non so
perché… Mi fa diventare triste…"
E’ sempre stato così, fin da quando eravamo due piccoli e innocenti
gemellini; Bill è sempre stato un sensibilone, si lascia influenzare dalle cose
più insignificanti.
"Bè, e tu non pensare alle parole allora." Bill alza gli occhi al
cielo"Oooh, certo, e come faccio a cantare?"
"Non ti viene automatico?"
"In che senso?" "Nel senso che, non ti basta sentire la musica? Le parole
non ti vengono da sole? Io quando suono non penso agli accordi che devo fare, o
almeno ci penso, ma solamente le prime volte che suono una canzone. Poi dopo
viene automatico. Dai, non ci credo che tu, ad ogni canzone di ogni concerto
pensi ad ogni singola parola che canti. Anche perché parecchie volte ti ho
sentito scazzare di brutto!"
Bill mi rifila un’occhiataccia. Odia quando le sue capacità di cantante
vengono messe in dubbio.
"Il fatto è che ancora non ho…come posso spiegare….diciamo che non ho
preso confidenza con la canzone."
Stavolta sono io a sbuffare. "Come sei complicato…"
"Non è vero!" S’imbroncia. "E’ lo stesso discorso che hai fatto tu! Dopo che
una canzone l’abbiamo provata e riprovata e dopo che l’ho cantata tante volte mi
basta cominciare e poi la voce va da sola!"
Ridacchio; il suo lavoro di cantante è un tasto dolente per Bill; basta
sfiorarlo nel modo sbagliato che subito s’infervora e si impegna a spiegarti il
suo punto di vista.
"Va bè, dai, allora facciamo che dopo che abbiamo finito le prove di Spring
Nicht suoneremo un paio di volte una canzone che ti mette su di morale." "Ne
proviamo una di Nena?"
Faccio una smorfia; Nena non è un granchè da suonare…
"Daaaaaiiiiii….Pleaaaaseeeee….."
"Se anche Gustav e Georg sono d’accordo, altrimenti ne suoniamo un’altra! Ma
non ti è ancora passata la fissazione per Nena?"
Bill scuote vigorosamente la testa, sorridendo sornione. "No! E poi dopo che
ho doppiato insieme a lei, sono ancora più innamorato!"
Saki sbuca alle spalle di Bill. "Senti, innamorato, ci diamo una mossa con la
colazione? Tra mezz’ora dobbiamo essere in studio."
"Buongiorno Saki. Io sono pronto, manca solo Georg all’appello."
"E’ sceso anche lui, è di là nella hall con Gustav, dice che non vuole fare
colazione."
"Bè non gli do torto, questa roba non è il massimo. Ti prego, Saki, trovaci
un altro albergo! Il cibo che fanno qui è cattivo!"
"Tom, stai diventando proprio viziato, sai?"sorride Saki scuotendo la testa.
"Se avete finito andiamo."
Bill si ficca in bocca l’ultimo pezzetto di cornetto, e si pulisce le mani
alla mia maglia, cosa che odio ma che fa sempre.
"Bill, ti ucciderò se lo fai di nuovo."
"Non potresti mai uccidere il tuo dolcissimo e bellissimo gemellino adorato.
Moriresti di noia dopo. E la band, senza uno bello, carismatico, simpatico,
dolce, gentile e capace come me fallirebbe subito."
"Bill?"
"Mh?" "Stai zitto, ti prego."
" Voi due finirete per sposarvi alla fine!"ride Saki.
"Oh no! Saki mi sono scordato il berretto in camera! Mi aspettate un
secondo?" "Sì, ma sbrigati. Ti aspettiamo nella hall."
Nella hall quasi non sento quello che Gustav e Georg mi dicono; che starà
facendo Bill? Starà davvero solo prendendo il berretto?
Per fortuna torna giù subito e sembra a posto. Sono sicuro che i suoi
cornetti sono rimasti al loro posto nel minuscolo stomaco di mio fratello. Tiro
un sospiro di sollievo.
Raggiungiamo il grande e lussuoso ingresso.
Cazzo.
Sempre la solita storia.
"Siete pronti?"ci chiede Saki, improvvisamente serio.
Noi annuiamo, prendendo un profondo respiro, quasi stessimo per
immergerci.
"Andiamo. Lucas ci aspetta fuori dalla porta con altri due bodyguard."
Gustav è il primo ad uscire. Non appena si aprono le porte le urla acute ci
perforano gli orecchi: decine di fan sono appostate fuori dall’hotel e
cominciano a scalpitare.
Esce anche Georg, poi Bill e infine tocca a me.
La folla di ragazze comincia subito a spingere. Durante i concerti le urla e
il casino della folla è tremendamente meraviglioso ed eccitante, ma essere
assordato, strattonato e spinto alle otto di mattina non è esattamente eccitante
e neppure meraviglioso. Il bodyguard mi sta appiccicato in modo imbarazzante, ma
le fans sono particolarmente agitate.
Per fortuna raggiungiamo la macchina.
"Wow, siamo vivi! Pensavo seriamente di morire stamattina!" dice Georg,
guardando fuori dal finestrino le ragazze trattenute dai bodyguard, mentre la
macchina si allontana.
"Già. Non potrebbero fare a meno di urlare, almeno la mattina? Cavolo, non ci
sento più!"Gustav si stura un orecchio con aria sofferente.
"Ragazzi, ci amano, c’è poco da fare."sospira Bill sdraiandosi con un odioso
sorrisetto stampato in faccia sul sedile dell’auto, incurante dei nostri sguardi
esasperati.
***
"Bene ragazzi, per oggi è tutto. Direi che ci siamo con questa canzone,
basterà riprovarla un altro paio di volte e penso che potremo archiviarla
definitivamente."
Dalla mia postazione vedo che Bill tira un sospiro di sollievo. E’ strano,
non capisco perché quella canzone gli crei così tanta angoscia, l’ha scritta lui
e sembrava esserci particolarmente affezionato. Nonostante siamo gemelli e
nonostante io sia la persona che meglio conosce e capisce Bill, a volte ci sono
tratti del suo carattere che mi rimangono oscuri. In seguito mi sarei amaramente
pentito di non essermi impegnato abbastanza a capire quei lati misteriosi, ma
allora pensavo che se c’era qualcosa che non voleva dirmi doveva avere le sue
buone ragioni.
Anche se ammetto che la cosa mi scocciava alquanto; speravo almeno che,
poiché non parlava con me di ciò che lo rendeva insofferente, almeno non ne
parlasse con nessun altro.
La sera siamo stanchi morti, il pomeriggio avevamo avuto tre interviste, ma
nonostante ciò decidiamo di uscire tutti e quattro; Andreas ha organizzato un
party da sballo a casa dei suoi zii e non ce lo perderemmo per niente al
mondo.
Il taxi che ci accompagna alla villa ha i vetri oscurati, per fortuna.
Arriviamo che sono già le undici e quaranta, ma la festa è appena
iniziata.
Il grande cancello di ferro si apre lentamente e noi entriamo. A darci il
benvenuto è la cameriera, che si offre di prendere i nostri giacchetti.
Come prima cosa cerchiamo Andreas. Lo troviamo che si sta scolando un
CubaLibre e sembra già abbastanza alticcio.
"Ehi amico!" lo saluto con una spallata.
"Tom! Bill! Siete arrivati! Ciao Georg! Gustav! Ragazzi, non vi avrei mai
trovato in mezzo a tutta questa folla…"
In effetti le grandi stanze della villa sono piene di ragazze e ragazzi,
tutte piccole star della televisione o della musica.
"C’è un bel casino…."osserva Gustav guardandosi intorno.
"Già…I miei zii mi uccideranno quando torneranno dalle Bahamas…! Spero che la
casa sia tornata in ordine per allora!"
"Non ci confiderei troppo amico!"ride Georg, afferrando una bottiglia di
birra dal tavolo più vicino. Lo imito, servendomi e passando una bottiglia anche
a Gustav. Bill solitamente non beve, lui non regge l’alcol.
"Bè, io vado a fare un giro, per vedere chi c’è!"Georg decide di abbandonarci
subito.
"Vengo anche io con te."Gustav lo segue, sparendo tra la folla. Intanto
Andreas barcolla un po’, ridacchiando.
"Andreas, quanto hai bevuto?"gli chiede Bill con uno sguardo non proprio
lusinghiero.
"Oh, non molto…Ma sai, cominci e dopo non tieni più il conto!" e scoppia a
ridere.
Io intanto mi guardo intorno e subito vedo una ragazza piuttosto carina che
mi fissa con fare ammiccante; questo è un record, non è neppure dieci minuti che
sono arrivato e già mi trovo una ragazza. Viva me! Tom the best!
"Ok, ragazzi, io vado a divertirmi un pò.."dico maliziosamente, prendendo un
lungo sorso di birra e avviandomi verso la ragazza che non smette di
fissarmi.
"Ciao" le dico.
"Bel cappello."mi risponde lei.
"Grazie. Sei un’amica di Andreas?"
Lei annuisce, bevendo un sorso dal suo bicchiere. "Sì, mi chiamo
Laureen."
"Io sono…"
"Tom Kaulitz" conclude lei per me. Ehi, sono famoso!….cioè, ovvio che lo
sono-_-‘
Sorrido. "Mi conosci?"
"Certo, ci avete fatto due palle così con Durch den Monsun!"
Inarco un sopracciglio. Come come?
"Alla radio non facevano altro che passare quella stupida canzone. Dopo la
decima volta che la sentivo ho cominciato ad odiarla."
Ok. O questa ragazza è totalmente ubriaca o è una provocatrice nata. Dal
sorrisetto e dallo sguardo furbo che ha, opterei per la seconda ipotesi. Decido
di stare al gioco.
"Adesso stiamo incidendo un nuovo CD. La radio lo passerà così tante volte
che impazzirai! Alla fine l’unica cosa che sarai capace di pensare sarà Tokio
Hotel!"
"Oddio, spero di scampare a questa sciagura!"
"Ehi!"esclamo facendo una faccia offesa " non mi dirai che non ti piace il
mio gruppo!"
"Il tuo gruppo no, ma tu sì…"
E’ fatta, scacco matto. Adesso apriamo le danze.
"Bè…chissà…magari posso convincerti che oltre ad essere carino faccio anche
della buona musica…"Mi avvicino a lei lentamente, per tastare il terreno, ma lei
sembra del tutto disponibile, e non si fa pregare quando le passo una mano
intorno alla schiena e la bacio.
Ci appoggiamo ad una colonna e…bè…ci lasciamo un po’ andare, così, tanto per
"conoscerci" un po’. Poi lei si stacca, mi guarda e mi dice: "Sai, su ci sono
delle camere molto comode…"
Raccolgo immediatamente l’invito, afferro altre tre bottiglie di birra e
saliamo al piano di sopra.
La casa degli zii di Andreas è davvero lussuosa, tanto che ho quasi
soggezione a fare sesso in una di quelle camere. Ma non abbastanza da
fermarmi.
Laureen un po’ mi bacia e un po’ mi trascina per le scale, ridendo.
Quando arriviamo al primo piano apriamo la prima porta, che però non rivela
nessuna camera, bensì il bagno. Ci abbandono dentro una delle bottiglie di birra
che intanto mi sono scolato. Inizia a girarmi la testa. E’ piacevole. Adoro il
mix alcol+sesso, è una delle cose migliori del mondo, dopo la musica,
naturalmente.
Raggiungiamo sempre più smaniosi la seconda porta, ma non appena la apro, le
mie risate si spengono immediatamente, come se avessi ricevuto una secchiata
d’acqua in piena faccia.
Quella probabilmente doveva essere la camera di Andreas. Ma non è questo a
scioccarmi, no, anche se a colpo d’occhio trovo che l’arredamento sia di gusti
discutibili.
Laureen mi è venuta a sbattere addosso quando mi sono bloccata di colpo;
istintivamente cerco di bloccarle la visuale, mentre il mio cervello cerca di
elaborare ciò che i miei occhi hanno appena visto.
Sul letto, arrotolato tra le coperte c’è Andreas, a petto nudo, e sotto di
lui, tra le sue braccia, impegnato in quello che sembra un bacio
mozzafiato c’è….Bill.
Si accorgono di noi e immediatamente si bloccano. Andreas mi guarda con
un’aria strana, quasi vincente. Bill invece abbassa lo sguardo. E’ troppo, devo
uscire.
Faccio retrofront e scendo di corsa le scale abbandonando Laureen, le
bottiglie di birra ancora strette tra le mani.
"Ehi Tom, ho trovato una ragazza molto…ehi dove vai?!"Sorpasso Gustav senza
degnarlo di uno sguardo ed esco il più velocemente possibile in giardino.
Grazie a Dio trovo un angolo deserto.
Mi siedo e mi bevo tutto d’un fiato la prima bottiglia di birra. Faccio un
bel rutto e mi scolo anche la seconda, poi le lancio via. I vetri si fracassano
sul sentiero di ghiaia del giardino, facendomi venire immediatamente voglia di
spaccare qualcos’altro.
Cazzo, quello era Bill. Con Andreas. Bill. Andreas.
Bill e Andreas.
Insieme.
E di certo non stavano facendo la lotta.
Da quanto tempo va avanti questa storia? Perché mio fratello gemello non me
ne ha mai parlato prima?
Ci siamo sempre detti tutto, conosciamo ogni cosa dell’altro, gli ho sempre
raccontato ogni mia avventura con ogni ragazza e Bill ha fatto lo stesso… Allora
perché mi ha taciuto una cosa così importante?
E…è innamorato di Andreas? Dio, non voglio nemmeno pensarci. Noi non
possiamo innamorarci, certo, possiamo scopare e fare quanto sesso ci pare, ma
sono solo scappatelle, niente che dura più di una notte. Non possiamo legarci a
qualcun altro perché ci apparteniamo a vicenda. Siamo gemelli, per Dio!, ci
conosciamo da…da sempre! Siamo stati sempre insieme e sempre lo saremmo rimasti.
E adesso Bill infrangeva una delle nostre regole, la più importante di tutte.
Ma in fondo a me cosa interessa? Non devo essere così morboso, Bill ha il
diritto di innamorarsi di chi vuole, di legarsi a colei o colui ritenga adatto a
se stesso...
Anche se così mi ferirebbe a morte… Ma probabilmente questo lui non lo
immagina.
Mi prendo la testa fra le mani, soffocando un gemito.
Sono così confuso, non capisco perché soffro così intensamente. Perché,
perché fra tutte le persone che ci sono Bill ha scelto proprio Andreas?! Perché
lui?! E' diverso che andare con la prima ragazza disponibile, è qualcosa di più
importante, di più…serio. Ed è proprio questo che mi spaventa.
Ho perso la sensazione del tempo, non so da quanto sono seduto qui, ma sono
stufo. Chiamo un taxi e mi faccio riportare in albergo.
La porta della camera di Bill è chiusa e da dentro non proviene nessuna
luce.
Deve essere ancora alla festa.
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Capitolo 2 *** So schwierig... ***
Was?|
Im Zimmer 483
Nella stanza 483
Il giorno seguente dovevamo prendere il TourBus per spostarci in Francia. Si
prospettava un lungo viaggio.
Rimasi in camera mia fino a quando non sentii bussare alla mia porta.
"Tom, sono Georg. Dobbiamo muoverci, il Bus è già qui fuori!"
Gli aprii la porta.
"Dio che faccia spaventosa che hai! Che hai combinato stanotte, eh?"mi dà una
gomitata complice. "Io ne ho fatte delle belle…Ho conosciuto una ragazza davvero
carina, Brenda una tipa tutto pepe. Ci siamo divertiti parecchio…"mi strizza
l’occhio. Bofonchio quello che vorrebbe essere un cenno di approvazione, ma
che probabilmente assomiglia di più ad uno sbadiglio.
"Mi aiuti a portare giù le valigie?"
"Ok, ma muoviamoci."Georg, con i suoi bei muscoli, afferra le mie due valigie
più voluminose e si avvia giù per le scale.
Io prendo il rimanente della mia roba e lo seguo.
Nella hall ci sono già tutti. Non appena arrivo, Bill mi lancia uno sguardo
che io evito accuratamente.
"Avete preso tutto?"ci chiede Saki mentre salda il conto dell’hotel.
"Andiamo, il Bus è qui. Non ci sono fans oggi, perciò possiamo andare
tranquillamente."
Non appena saliamo sul Bus io raggiungo il mio letto e mi ficco sotto le
coperte con le cuffie nelle orecchie, con la chiara intenzione di trasmettere il
messaggio DON’T DISTURB. Ma a quanto pare le mie intenzioni non sono molto
chiare, perché non appena passato il confine della Germania, sento qualcuno che
mi batte sulla spalla.
Apro gli occhi e mi ritrovo di fronte quelli truccati e luccicanti di
Bill.
Mi tolgo le cuffie e lo guardo senza dire niente. Non so perché ma sono
furioso.
"Possiamo parlare?" mi sussurra, lo sguardo implorante e contemporaneamente
infastidito.
"Non adesso."
"Per favore."
"Non qui, Bill."mi rimetto le cuffie per chiudere la discussione e mi giro
dall’altra parte, dandogli la schiena.
Vedo la sua ombra allontanarsi e mi sento ancora più triste.
***
Nel tardo pomeriggio arriviamo finalmente in albergo. Un cinque stelle, wow.
La casa discografica ha deciso di ricompensarci stavolta.
"Ho una fame da lupo!"esclama Gustav non appena entrati nella hall. "Saki,
dov’è che si mangia?"
"Penso che la sala da pranzo sia da quella parte. Ma non so se servono
qualcosa a quest’ora. Comunque
tra meno di un’ora serviranno la cena, perciò ti conviene aspettare."
Gustav non replica ma la sua pancia borbotta in segno di disapprovazione,
cosa che fa scoppiare a ridere Georg.
"Bene, andate a sistemare i bagagli nelle vostre camere. Ci fermiamo in
questo albergo per tre giorni, domani l’altro torniamo in Germania. La mia
camera è la 213, nel caso aveste bisogno di qualcosa."
"Sì mamma."ridacchia Georg, beccandosi una pacca da Saki.
"Ahia! Tooom, la mamma mi ha picchiato!"
"Prova a chiamare il telefono azzurro."gli suggerisco con un mezzo
sorriso.
"Io direi il WWF!"suggerisce invece Gustav, beccandosi un calcio da
Georg.
"Sei proprio un animale!"gli grida in risposta il batterista ridendo, poi
afferra la sua valigia e scappa verso la sua camera.
"Ti faccio vedere io chi è l’animale, batterista dei miei stivali!"Georg lo
insegue per la hall, barcollando sotto il peso delle valigie.
La donna che sta alla reception segue la scena con una smorfia di
disapprovazione che fa ridere Saki.
"Queste sono le vostre chiavi. Ci vediamo a cena."Saki se ne va, lasciando me
e Bill da soli.
In silenzio ci avviamo verso le nostre camere, situate nella parte dell’hotel
opposta a quelle di Gustav e Georg.
"La mia stanza è la 342."dico più a me stesso che a Bill.
"La mia la 341."
Raggiungiamo le proprie stanze e ognuno entra dentro la sua senza parlare.
Mi richiudo la porta alle spalle e mi tuffo letteralmente sul letto
morbido.
Mi tolgo il cappello e la fascia e li lancio a terra. Cosa devo fare? Dovrei
andare di là da Bill?
Il bussare alla porta pone fine ai miei quesiti.
"Arrivo!"esclamo sbuffando, alzandomi a fatica.
Apro e mi trovo davanti Bill, che entra senza fare troppi complimenti.
Richiudo la porta. "Già disfatto i bagagli?"dico sarcastico.
"Certo, in meno di due minuti" risponde lui altrettanto sarcastico sedendosi
sul letto. Io rimango in piedi di fronte a lui. A questo punto esigo spiegazioni
e le esigo subito.
"Allora?"chiedo, rude.
Bill si guarda i piedi."Mi dispiace di non averti detto niente."
"Perché? Perché non me l’hai detto?! Pensavo che tu mi dicessi tutto! Io lo
faccio con te!"
"Lo so è che…Non sapevo come fare…"
Sospiro."Perché si tratta di Andreas, giusto?"
Bill annuisce.
"Da quanto tempo vi frequentate?"chiedo. Bill alza di scatto la testa,
sorpreso.
"Cosa?"chiede con un’espressione di stupore.
"Da quanto tempo state insieme?!"esclamo arrabbiato; perché mi costringe a
ripeterlo?! Ogni parola fa male.
"Chi?"chiede ancora più stupito, ottenendo solo l’effetto di farmi
incazzare.
"Bill ma sei idiota?! Come chi?! Tu e Andreas!"esclamo arrabbiato.
Bill mi guarda. Sembra un pesce lesso in questo momento. Ha la bocca
spalancata, tanto che vedo il luccichio metallico del piercing.
"Quindi tu pensi che io stia insieme ad Andreas?" "Bè, mi sembravate molto
intimi ieri sera, o no?"ringhio.
"S-sì, ma non…non stiamo insieme."mi dice, guardandomi negli occhi.
Lo fisso. Adesso suppongo che la faccia da pesce lesso sia la mia.
Non stanno insieme. Allora…significa che non ne è innamorato? Non stanno
insieme! Non stanno insieme! Ah, fottiti Andreas! Non so perché ma sono felice.
Però ho il dubbio che mi tormenta e prima che riesca a mordermi la lingua apro
la bocca per sputarlo fuori. "Ma…sei innamorato di lui?"
Bill sembra pensarci su un momento e quando mi risponde vedo che si torce le
mani. "Mmmh…No, non sono innamorato di lui. Mi piace, sì, e, bè, come hai visto
a volte ci…ci divertiamo un po’ insieme, ma è solo tutto qui. Non sono
innamorato."
"Ah." Non so se fidarmi delle sue parole, non sembra convinto. Ma la mia
voglia di credere che sia davvero così, prevale sulla mia diffidenza, perciò
decido di fidarmi. Se fossi solo penso che mi metterei a saltare dalla gioia.
Bill è ancora mio, siamo ancora solo noi due.
Poi, improvvisamente lui scoppia a ridere.
"Sei pazzo?"gli chiedo.
"No, è solo che credevo tu fossi infuriato con me perché…bè, perché Andreas è
un maschio."
Di nuovo le sue parole mi colpiscono come un secchio di acqua gelida e di
nuovo la mia faccia deve assomigliare a quella di un pesce lesso.
Cavolo. E’ vero. Non ci avevo proprio pensato. Non so perché ma non mi sono
minimamente preoccupato del fatto che mio fratello potesse essere gay.
"Sei gay?"gli domando allora a bruciapelo.
"No, penso di essere bisex…Se così si può dire…Cioè, mi piacciono le persone
indifferentemente dal fatto se sono maschi o femmine…Io penso…non è facile da
spiegare…quando ti piace qualcuno ti piace per la persona che è,no? Non
ti piace perché è maschio o femmina… Ti innamori della persona in sé, della
persona completa, non del fatto se è maschio o femmina. L’amore dovrebbe essere
qualcosa che va oltre al solo scopo riproduttivo, no? Quindi l’amore può
esistere anche tra persone dello stesso sesso…Se…non so…Se metti caso fossimo
fatti tutti allo stesso modo, se avessimo tutti lo stesso aspetto fisico e lo
stesso corpo, l’amore esisterebbe ugualmente, ma ci innamoreremmo di qualcuno
tale e quale a noi. Questo prova che quando ti piace qualcuno ti piace per
quello che è dentro. Per il suo fascino, il carisma, il carattere, quello
che vuoi."Ha una faccia pensierosa mentre afferma ciò, come se stesse ripetendo
la lezione di matematica e non volesse sbagliare.
Questa è proprio una risposta degna di Bill.
Rimango immobile e lo fisso, mentre una marea di pensieri mi fluttua nella
testa, ondeggiando da una parte all’altra del mio cervello.
Lui mi sorride.
"Che hai da sorridere?"
"Se non eri preoccupato per il fatto che fossi gay,allora perché ti sei
scioccato così tanto solo perché mi hai trovato a letto con Andreas?"
"Perché pensavo fossi innamorato di lui."butto fuori tutto d’un fiato.
"E cosa ci sarebbe di male?"mi risponde con un’alzata di spalle.
Già, cosa ci sarebbe di male? Niente…Ma poi immagino Bill abbracciato a
qualcuno che è riuscito a conquistare il suo cuore, a qualcuno che
improvvisamente è diventato più importante di me e…qualcosa dentro di me
esplode.
Non può essere. Semplicemente non può succedere. Io devo essere
l’unico per Bill.
E, non so perché, non so da dove è venuto fuori, ma improvvisamente capisco
una cosa, una cosa fondamentale, il pezzo mancante del puzzle dei miei pensieri
e della mia vita; capisco il perché di tante cose…
Io devo essere l’unico per Bill perché…perché Bill è l’unico per
me.
Come ho fatto a non capirlo prima? Come è stato possibile ignorare questa
cosa per tutto questo tempo?
Io…oddio…sono innamorato di mio fratello…Bill…Oddio…E’ spaventoso, è contro
natura, è perverso! Oh Mio Dio! Questo sentimento…perché ne capisco solo adesso
l’esistenza? E’ possibile riscoprirsi innamorati così all’improvviso? Ed è
possibile innamorarsi del proprio gemello, dello stesso sangue che scorre nel
mio corpo, dei miei stessi occhi?
Mi gira la testa e improvvisamente mi sale la nausea.
Arrossisco, quasi temendo che Bill possa capire quello che sto pensando,
quasi possa capire tutto.
Mi accascio a terra, improvvisamente privo di forze.
Bill si precipita subito accanto a me.
"Ehi, tutto ok?"mi sfiora una spalla e lo spingo via.
"N-non toccarmi."sussurro. Mi accorgo di stare tremando. Sono stravolto.
Da adesso niente sarà più come prima, ora che ho la consapevolezza di questo
osceno sentimento.
Non posso pensare a Bill come a un qualcosa che sia più di un fratello. Ma
allo stesso tempo non posso non pensare a Bill come all’unica persona
capace di completarmi.
Bill mi guarda preoccupato, mentre mi premo una mano sulla bocca, tentando di
calmarmi senza successo.
"Tom stai bene? Vado a chiamare qualcuno?"
Lo guardo e arrossisco di nuovo.
Perché proprio Bill?
"No…sto bene…E’ che n-non mangio da ieri."
"Sicuro?"mi chiede con fare indagatore.
Annuisco.
"Adesso però lasciami un po’ da solo, mi sdraio cinque minuti e poi scendo
per la cena."
"Io non ti lascio solo in questo stato! Tom stai tremando!"
Lo guardo implorante. "Ti prego. Ti assicuro che non è niente. Ma devo stare
un attimo da solo."
Mi fissa negli occhi per una manciata di secondi, secondi di puro panico per
me, poi si alza e se ne và.
Mi lascio cadere completamente, sdraiandomi a terra.
Il soffitto bianco mi tranquillizza un poco e smetto pian piano di
tremare.
Bill. Mio fratello. Siamo nati insieme. Abbiamo trascorso tutta la nostra
vita insieme. Ci siamo dati tanto affetto, ci siamo sempre aiutati, siamo sempre
stati uniti. E adesso questo enorme macigno mi colpisce e sconvolge ogni cosa.
Cerco di mettere meglio a fuoco quello che provo, per capire cosa realmente
si annida dentro di me.
Bill per me è…tutto, semplicemente tutto. Ogni cosa. Non posso
immaginare un me senza Bill. E’ come se fossimo complementari, come se
Bill&Tom fossero i fattori inseparabili dello stesso polinomio, un assioma
inscindibile.
Bill è la persona che per me conta di più al mondo ed è l’unica persona
capace di capirmi veramente, a volte con un solo sguardo. Forse il fatto di
essere gemelli conta qualcosa di più in questo caso? Non lo so…
Cosa dovrei fare ora? Sarò capace di andare avanti come se niente fosse? Non
posso parlarne a nessuno, una cosa del genere è illegale e immorale, è proibita.
Non posso avere mio fratello. Anche se adesso mi accorgo che è l’unica cosa
che ho sempre desiderato. Come potrò guardarlo in faccia senza temere che
capisca ciò che provo?
Sospiro forte, e le lacrime mi inumidiscono gli occhi. Le asciugo con un
gesto brusco, con rabbia. Ma quelle affiorano di nuovo, prepotenti e dispettose.
Le asciugo di nuovo, con più rabbia, ma quando sento la prima lacrima scivolare
lenta lungo la guancia mi arrendo e lascio che quelle lacrime bastarde e impure
scorrano sulla mia faccia.
Se solo avessi saputo come sarebbe andata a finire avrei fatto di tutto per
impedire quelle lacrime e sarei corso da te, Bill. Ti avrei tenuto stretto e ti
avrei confessato tutto, godendomi ogni attimo insieme a te.
Ma rimasi sdraiato a fissare quel soffitto così bianco. Sono stato un
vigliacco.
Secondo capitolo!! Aiuto, l'idea di un twincest mi sta prepotentemente e
sensualmente accarezzando...Mmmh...Bah, ho le idee un pò confuse, vedremo cosa
ne viene fuori.
Comunque....Uuuuah, grazie a quelli che hanno recensito^_^
Judeau: Andreas è un grande amico dei Tokio Hotel, gestisce il lor
website e altre cose... Ti stai facendo una cultura sui Tokio Hotel?? Eheh, ora
che sono arrivati anche in Italia è inevitabile, soprattutto se hai delle amiche
fan!! Sto leggendo la tua FF! Mi piace molto!^^
Dragon-fly: ...grassssie...^____^ Spero che continui a piacerti!
DiruInside: Come ho detto a Judeau Andreas è un amico dei Tokio. Ehi, che
nick figo che hai! Deriva da qualcosa o l'hai inventato tu??? Akim:
Come va a finire non posso proprio dirtelo....perchè non lo so neppure
io!^___^ Grazie, spero che ti piaccia almeno un pò anche questo chapter!
Meggie: UUUUUAAAAHHHHH!! Grazie per aver recensito e per aver letto la
mia storia!! Che bello, proprio tu!!! La tua Verbrennen mi ha colpito
tantissimo, me la sono stampata tutta e l'ho riletta non so quante volte!!!
Volevo giusto chiederti se sul Forum dei Tokio Hotel posso mettere il link della
tua storia! E' così bella, la devono leggere anche le altre fan! Ti prego
aggiorna presto!^_^ Sei bravissima!! Bill morirà? O no? Sono straziata da questo
dilemma! Devo sapere^_^! Complimenti ancora!
BambolinaRossa: Grazie per quello che hai scritto e scusa per il casino
con i tempi, è vero può dar fastidio (ha dato fastidio anche a me quando ho
riletto!^^). Non so se continuerà ad essere una Bill/Andreas...Vedremo. Bill
bulimico? Non sai quante volte guardando le sue foto mi sono chiesta se davvero
la sua magrezza fosse tutta merito della sua costituzione...Così ho ficcato pure
quello nella storia.^_^ Spero ti piaccia il proseguimento!
Zoe'92: Grazie mille! Posso chiederti una cosa? Il nick l'hai preso da
Zoe Trope, la scrittrice di Scusate se Ho 15 anni??? Ciao ciao!
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Capitolo 3 *** Till&Bom....PFFFF!XDXD ***
Was?|
ACHTUNG: Devo scusarmi...Qualcuno che ha letto
la mia storia mi ha inviato un Messaggio Privato, ma io ho cambiato e-mail,
perciò c'è stato un disguido e i miei genitori hanno cancellato l'e-mail
pensando che fosse pubblicità...Chiedo scusa a chiunque mi abbia scritto quel
messaggio, se hai voglia di riscrivermelo lo leggo
volentieri!^__^
Mammina, sto leggendo le varie FF sui
Tokio che cominciano a spopolare...Sono quasi tutte Twincest!! O_o Poveri
gemelli, gli faremo venire il complesso...Alla fine leggi e rileggi queste
storie (se loro le leggono, non quelle in italiano ma quelle in tedesco!) va a
finire che cominciano a farsi delle domandine...XD Uhuhuh...Basta, sono
perversa...Ma come si fa a non avere questi pensieri con due come loro??? ^_^
Buona lettura, spero vi piaccia!
Im Zimmer
483
(Nella Camera
483)
Quando scesi per la cena dovevo essere in
uno stato pietoso. Ero riuscito un po’ a riprendermi, ma lo shock era ancora
grande e sentivo un nodo stringermi lo stomaco.
“Tutto ok?” mi domanda Bill non
appena mi siedo al tavolo, dove ci sono anche Georg e
Gustav.
“Sì.”
“Tutto ok cosa?”chiede curioso Georg
mentre rigira il cucchiaio dentro il piatto pieno di una strana brodaglia non
molto invitante.
“Tom si è sentito poco bene
prima.”chiarisce Bill.
“E’ stata colpa del viaggio in bus,
probabilmente. Lo sai che ti fa male l’auto, no?”dice
Gustav.
“L’auto gli fa male, non il
bus, scemo.”replica Georg.
“Se soffri di mal d’auto significa
che ti viene da vomitare su qualsiasi cosa si muova, no?! Cosa cambia,
scusa?” ”Cambia che l’auto è l’auto e il bus è il bus!”
“Georg, ho paura che il tuo
quoziente intellettivo tra poco sarà così basso che non sarai più neppure capace
di strimpellare quelle quattro corde che suoni.”esclama Gustav sarcastico,
scuotendo la testa.
Per tutta risposta Georg gli tira
una cucchiaiata su una mano. “Gustav, stai zitto e
mangia.”
“E come faccio a mangiare questa
roba? Non mi piace il cibo francese!”si lamenta; il suo piatto è pieno della
stessa brodaglia che c’è nel piatto di Georg e Bill.
“Che cos’è?”gli domando, mentre una
cameriera arriva prontamente a servirmi un piatto pieno della stessa
roba.
“Bouillabaisse marseillase.”risponde
prontamente Bill con un buon accento francese. “E’ una specie di zuppa di pesce.
Non dar retta a loro, è buona. Mangiala.”
“Zuppa…di pesce?”faccio una smorfia
che viene ricambiata da Georg e Gustav.
“Oui, mon
amour. Dai,
assaggiala, hai bisogno di riempirti lo stomaco.” Bill riempie il mio cucchiaio
e me lo ficca in bocca. "Com'è?"
Georg e Gustav mi guardano ansiosi,
come se si aspettassero di vedermi morire da un momento
all'altro.
"Apparte il fatto che penso tu mi
abbia rotto un dente, non è malaccio. Certo non regge minimante il confronto con
una bella pizza, ma va abbastanza bene."
Georg e Gustav guardano i loro
piatti non troppo convinti. Poi incrociano lo sguardo e fanno entrambi un
sorrisetto furbo. Ormai conosco quel sogghigno, so cosa vuol dire: Game
On.
"Chi finisce prima?"annuncia Gustav,
sempre sogghignando.
"Ci sto."
"Facciamo che...mmmh...chi perde
dovrà camminare per tutto il corridoio dell'albergo in accappatoio."ridacchia
Gustav.
"No, in mutande."rilancia Georg,
perfido.
"Ok, però decido io che tipo di
mutande."
"Ci sto." Si stringono la mano, poi
guardano Bill, che come ogni volta che decidono di cimentarsi in una delle loro
scommesse, fa da arbitro.
“Cucchiai alla
mano…Pronti…VIA!"
Georg e Gustav cominciano a
trangugiare la zuppa, schizzando la tovaglia di brodo.
Io scoppio a ridere e anche Bill,
proprio nel momento in cui passa di lì la signora che sta alla reception. Ci
guarda con puro disgusto e ciò fa ridere me e Bill ancora di
più.
Alla fine il vincitore è
Gustav.
"Ah! Hai perso! E stavolta giuro che
ti riprendo e che metto il filmato su YouTube, così tutte le tue fan vedranno
quanto sei scemo a camminare in mutande per l’albergo!" Georg si massaggia lo
stomaco, pieno di Bouillab..Bollu...Bollab...insomma di quella roba
francese.
"Invece penseranno sicuramente che
sono un gran fico in mutande." "Mmmh...Non so..."dice Gustav. "Perchè ho
giusto giusto in valigia un paio di mutande perfette per te...Un ricordino che
mi ha lasciato la ragazza che ho incontrato alla festa di
Andreas."
A sentire nominare la festa il mio
stomaco fa una capriola. E' stato l'inizio di tutto...
"COSA?!"esclama
Georg.
"Mi dispiace, ma i patti erano
questi!"ride Gustav. Bill, accanto a me, batte i pugni sul tavolo, in preda ad
un attacco di risate isteriche.
"Ma...e dove lo metto tutto il mio
armamentario? Non c'entrerà mai in un paio di slip da
ragazza!!"
"Oh, c'entrerà invece, scommetto che
non hai di questi problemi!"
"Gustav, forse il tuo
armamentario può entrare nelle mutande da donna, ma non il
mio!"
Bill ride ancora più forte e quando
appoggia la sua testa addosso a me, io mi sento arrossire fino la punta
dell'ultimo dread.
Mi alzo di scatto, quasi facendo
cadere Bill.
"Scusate, io torno in camera, ho
bisogno di dormire. E, Gustav, mi raccomando fai tante foto, voglio proprio
vederlo Georg in mutande da donna!”
"Puoi
giurarci!"
***
Dormire non si rivela una cosa
semplice. I pensieri sono tornati a torturarmi e non ne vogliono sapere di
lasciarmi in pace.
E' bastato che lui mi si
appoggiasse addosso per farmi arrossire.
Come posso continuare a stargli
accanto se è bastato un suo tocco per farmi scappare via?
Ho paura che tutto ciò finirà per
compromettere il lavoro della nostra band e lo stesso legame che ho con Bill.
Non sapevo quanto avessi
ragione.
"OH MIO DIO!" L'urlo fuori dalla mia
camera mi fa fare un salto di trenta centimetri per lo spavento. Nel lungo
discorso scandalizzato che sento riesco solo a capire le parole “ragazzo” e
“mutande”. Il mio francese non è un granchè.
Scoppio a ridere, immaginandomi
Georg che gira su e giù per il corridoio con un paio di slip a
cuoricini.
E poi, per fortuna riesco ad
addormentarmi.
Ma non faccio sogni
felici.
**
La giornata successiva andiamo a
fare un pò di shopping a Parigi, e ci facciamo anche un breve giro turistico,
nascosti il più possibile da sciarpe e cappelli per non farci riconoscere. Per
fortuna è Febbraio, altrimenti saremmo morti di caldo.
Nel primo pomeriggio abbiamo
un'intervista e un servizio fotografico, dove noi quattro ci divertiamo a
scegliere le pose più sceme. Purtroppo sono rari i servizi nei quali possiamo
fare quello che vogliamo, solitamente dobbiamo assumere sempre quella che io
chiamo la "Posa Da Palo Nel Culo", ovvero quella dove sembriamo degli
stoccafissi imbalsamati. Ma i fotografi dicono che abbiamo un'aria sexy in quel
modo, perciò...palo nel culo sia.
Finito il lavoro ce ne torniamo in
albergo. Io me ne vado a letto, anche se sono solo le sei e mezzo. Ma sono
davvero stanco, non ho riposato bene. Chissà perchè, eh?
Punto la sveglia sulle 21, l'ora
giusta per farmi una doccia e per uscire con gli altri. C'è un locale molto
carino, ogni volta che veniamo in Francia ci piace andare
lì.
Chiudo gli occhi.
Aaah, che bella sensazione. Adoro
poltrire. Ma non faccio in tempo a scivolare tra le braccia di Morfeo che sento
un rumore che mi allarma immediatamente.
Nella stanza
accanto.
No, Dio, non un'altra
volta.
Bill, sta vomitando.
Cazzo, Bill,
perchè?
Rimango fermo, il respiro
corto.
Un altro
conato.
Basta, non posso più
sentirli.
Mi alzo di scatto ed esco, arrivo
davanti la porta di Bill che è accanto alla mia, ma la trovo
chiusa.
Allora comincio a bussare
forte.
"Bill, apri!"
Niente. Continuo a bussare
forte.
"BILL APRIMI!"
Per fortuna la porta di legno scuro
si apre. Bill mi guarda incuriosito.
"Che hai da bussare
così?"
Io lo spingo dentro e chiudo la
porta.
"Che stavi
facendo?!"ringhio.
"Io? Ero in bagno! Scusa se non ti
ho aperto subito, non c'è bisogno di agitarsi così!"
"Che stavi facendo in
bagno?!"
Lui mi guarda allibito, assumendo
l’aria più innocente possibile.
E’ inutile che fai così, so che stai
mentendo, stupido.
"Bè, devo dirti pure quello che
faccio in bagno, adesso?"s'incupisce e incrocia le braccia, sulla
difensiva.
"Sì, se quello che fai è vomitare
tutto quello che mangi!!"grido io senza controllarmi.
E a quelle parole vedo la sua faccia
andare in mille pezzi.
Ti ho tolto la maschera, eh, Bill? E
adesso come ti difendi?
"Ma che cazzo stai dicendo?!"grida a
sua volta.
Il fatto che gridi anche lui è solo
un'altra conferma che indica che ciò che ho detto è vero.
"Dico che ti ho sentito vomitare!
Sei bulimico?"
"Bulimico? No! E tu sei un'idiota,
per caso?!"ringhia in risposta.
"No, sono solo preoccupato per
te."
Lui si zittisce un minuto e
distoglie cupo lo sguardo da me. E' arrabbiato, lo vedo.
"Bill, ma che ti è saltato in testa?
Non ti sembra assurdo quello che stai facendo?"provo a dirgli usando un tono più
dolce. “Sei già anche troppo magro, che bisogno hai di fare
quello?!”
Non fare
così...
Perchè non vuoi più parlare con me
di quello che ti succede? Perchè hai deciso di affrontare questa cosa da solo,
senza di me?
Mi guarda e il suo sguardo è
infuocato, furioso.
"Dovresti cominciare a lasciarmi più
spazio, Tom. Non voglio che tu ti impicci delle mie cose. Il fatto che siamo
fratelli gemelli non ti dà diritto di farmi da mamma. So da solo quello che devo
o non devo fare. Non c’è bisogno che me lo dica tu."
Crac.
E' un rumore piccolo, uno schiocco
sordo e veloce, ma rimbomba nelle mie orecchie come un colpo di pistola. In quel
momento quello che avevo dentro di me, si è spaccato.
Non so cosa rispondere ad
un'affermazione del genere e soprattutto non so come rispondere a quello sguardo
così arrabbiato.
L'unica cosa che sono capace di fare
è uscire il più velocemente possibile da quella camera e rinchiudermi nella
mia.
Mi appoggio alla porta, affidandole
tutto il mio peso.
Non voglio che tu ti impicci delle
mie cose.
Sbatto un pugno sulla porta così
forte da farmi male.
Dovresti cominciare a lasciarmi più
spazio, Tom.
Merda.
Perchè fa così male?! Perchè quelle
parole proprio ora, proprio nel momento meno appropriato?!
Indosso con rabbia le scarpe e me ne
vado.
Per adesso non voglio semplicemente
pensare. Basta.
**
Quello che ho in mano è il sesto
bicchiere di Gin, dopo i primi tre di rum.
Ma non è abbastanza, perchè gli
occhi furiosi di Bill ancora mi fissano.
Mando giù un altro sorso, nonostante
sia nauseato.
L'orologio segna l'una e mezzo di
notte. Sono stato in giro fino alle undici, poi mi sono rinchiuso qui. Adesso
sono rimasto l'unico cliente.
Che ho fatto...Ho davvero rovinato
ogni cosa.
Si è...si è davvero spezzato tutto
quello che c'era noi due?
"Ragazzo è ora di chiusura. Mi
dispiace."il barista mi liquida con queste parole.
Finisco quel che rimane del Gin,
pago e me ne vado.
In strada mi accorgo che camminare
non è un impresa da poco. Sembra che le mie gambe non siano più capaci di
tenersi su e che i miei piedi non ne vogliano sapere di andare a
diritto.
La testa gira e gira e gira, senza
fermarsi.
Ma almeno non c'è Bill nei miei
pensieri.
Da che parte era l'albergo? Non lo
ricordo...Dovrei chiamare un taxi.
Già, ma quale era il numero del
servizio per prenotarne uno? Non ricordo neppure quello.
Eppure l'hotel non deve essere
lontano, visto che sono arrivato qui a piedi.
Sono sicuro di non essermi
allontanato troppo.
Già, ma che direzione era? E' buio
pesto e non c'è nessuno a giro a cui chiedere. E io sono ubriaco
fradicio.
Mi appoggio al muro, mentre il resto
del mondo continua a girare.
Se Saki scopre che sono fuori da
solo a quest'ora e in questo stato mi uccide...
E se lo scopre Bill è ancora
peggio.
Bill...
Gli occhi si riempiono di lacrime di
rabbia.
E' l'unico che vorrei qui in questo
momento, l'unico che potrebbe aiutarmi, poichè è lui la causa di tutto
questo.
Il mio amore per lui è la causa di
tutto questo...
Tiro un calcio al muro e mi
costringo a incamminarmi nuovamente, stringendo i denti e ricacciando indietro
le lacrime.
Dove cazzo è l'hotel?! E' pericoloso
girare da solo a quest'ora.
Non faccio in tempo a finire di
formulare questo pensiero che sento delle voci di ragazzi venirmi incontro. Sono
un gruppo di cinque, sei...Almeno mi sembra, perchè la vista è
sfuocata.
Merda.
Barcollo, tentando di rimanere in
piedi, chino la testa per cercare di non farmi riconoscere. Sono uscito in
fretta e furia e non mi sono minimamente preoccupato di cambiarmi o
camuffarmi.
Mi sorpassano e sembra che il mio
anonimato sia rimasto al sicuro. Non mi hanno notato, presi come sono a
scherzare tra di loro.
Poi, maledettamente, inciampo nei
miei jeans. Camminare in uno stato di ebrezza con questi jeans è un attentato a
se stessi.
Nel sentire l'imprecazione che esce
dalla mia bocca mentre rovino a terra i ragazzi si girano a
guardarmi.
Cerco di tirarmi su, ma casco di
nuovo. Se solo la testa la smettesse di girare sarebbe già un bel passo
avanti.
Ahia. Sono fritto. Tra le parole in
francese del ragazzo ho sentito chiaramente Tokio Hotel. E non era un bel tono
quello con cui ha parlato.
Riesco a rimettermi in piedi.
L'unica cosa che devo fare adesso è allontanarmi il più velocemente possibile da
qui.
Comincio a correre, se correre si
può definire l'arrancare a destra e sinistra, sorreggendosi ad ogni appiglio
possibile.
Sento uno dei ragazzi gridare. Mi
raggelo quando sento i passi di tutti corrermi dietro.
Erano tutti maschi perciò temo che
non vogliano chiedermi un autografo.
Argh, perchè esistono anche gli Anti
Tokio Hotel? Le persone a cui non piace la nostra musica non potrebbero
semplicemente lasciarci in pace? No! Devono odiarci e ci mettono pure
impegno nel farlo!
Scappo, ma non ho abbastanza
lucidità e casco di nuovo. E' la fine.
Li sento che si avvicinano e che mi
urlano addosso in francese. Non capisco niente, ma il tono è
canzonatorio.
Poi uno di loro mi tira un calcio
dritto nello stomaco. Cazzo, se fa male.
Se fossi lucido glielo ritirerei
volentieri a quel figlio di puttana.
Approfitto del momento in cui ridono
tra di loro, riesco a rialzarmi e ricomincio a scappare.
Vedo una stradina stretta e buia, mi
ci infilo e mi nascondo dietro un vecchio cassonetto dell'immondizia sporco di
fuliggine.
Rimango immobile finchè non sento
che mi sorpassano e si allontanano.
Riprendo respiro, gli occhi ancora
lacrimanti per il calcio che mi hanno tirato, le mani e il viso sporche di
fuliggine, i pantaloni strappati. Porca miseria, mi piacevano un sacco questi
pantaloni! Anti Tokio Hotel della minchia!
Esco e mi incammino di nuovo, con la
testa che adesso gira il doppio.
Non so quanto tempo passa, ma alla
fine riesco a trovare l'hotel.
Sbaglio due volte la porta della
camera, ma leggere i numeri scritti sulle targhette delle porte si rivela molto
complicato. Meno male che vado letteralmente a sbattere contro la 342.
E' la mia
camera!
Ce l'ho fatta! Sono sporco, triste,
incazzato, ubriaco ma ce l'ho fatta!
Metto la mano sulla maniglia ma mi
sento afferrare per un braccio.
Non saranno di nuovo quei bastardi
che mi hanno seguito, vero?!
Mi giro e scorgo una matassa nera di
capelli che mi trascina nella sua stanza.
Solo lui ha quei capelli a pazzo. E
solo la sua mano è così calda e confortante.
Cazzo, mi salgono di nuovo le
lacrime! No! Le asciugo, macchiandomi ancora di più con la
fuliggine.
Bill mi fa entrare e chiude la
porta.
“Dove sei st….Ma che hai
fatto?!”sussulta quando vede il mio viso sporco.
“Niente.”biascico, andando
letteralmente in estasi quando vedo il letto. Dormire è l’unica cosa che
voglio.
“Come niente?! Vai via senza dire
niente e torni a quest’ora, sei tutto sporco di fuliggine, hai i pantaloni
rotti, sei ubriaco e tu hai il coraggio di dire niente?!”grida Bill
guardandomi come se mi fossero spuntate le ali.
“Aahh…ti prego non urlare…La testa
mi scoppia…”
“Ma quanto hai bevuto, deficiente?!
Dimmi che è successo! Sembra che tu ti sia rotolato in un
camino…”
“Sì, c’era anche… Mary
Poppins…”
Bill mi tira una pacca sulla testa.
“Idiota, non sto scherzando!”
“Uffa…Sono stato a bere, poi….dei
ragazzi mi hanno tirato un calcio…degli Anti…mi sono nascosto…e ora sono
qui…”
“Ti hanno picchiato?!”esclama
allarmato.
“Solo un calcio nello stomaco…Sto
bene…”strascico le parole.
“Che bastardi!
Accidenti…”improvvisamente la voce di Bill si addolcisce. “Mi dispiace…E’ stata
colpa mia…Se non ti avessi detto quelle cose…Poteva finire seriamente
male...Dai, vieni, datti una sciacquata.”Mi prende per le braccia e mi lava il
viso e le mani, togliendo la fuliggine.
L’acqua fresca e le mani delicate di
Bill mi fanno sentire un po’ meglio.
“AHI! Mi hai graffiato…con le
unghie! Te le vuoi tagliare?! Sei… una donna?!”mi lamento mentre Bill mi asciuga
la faccia ridendo per la mia parlata strascicata da
ubriaco.
“Le mie bellissime unghie restano
così!”Poi, mi fissa negli occhi. “Tom…mi dispiace per quello che ti ho detto.
Non volevo ferirti. E’ solo che ero arrabbiato, e furioso, e spaventato anche,
perché so che quello che ho fatto non fa bene alla mia salute e mi dispiaceva
non avertene parlato, ma…ogni cosa è così complicata ultimamente che neanche io
riesco a stare dietro a tutto.”Sospira.
“Perché non ne hai… parlato con
me?”
“Perché mi vergognavo e non sapevo
come affrontare il discorso…”
Rimango in silenzio, troppe cose mi
passano per la testa e troppe premono per uscire. Devo stare attento a non farmi
scappare niente di bocca.
“Bill, lo sai che con me puoi sempre
parlare… Sempre. Di tutto…”sbadiglio. Non ho più forze.
Mi stendo sul letto e Bill si stende
accanto a me. Inconsciamente mi accoccolo vicino a lui.
“Lo so che tu ci sei sempre per me.
Ma ci sono cose che non ho la forza di dire.”
Già. Lo capisco benissimo. Anche io
vorrei trovare la forza di arrendermi a ciò che provo e confessarti tutto. Non
sai quanto, Bill.
Senza quasi che me ne renda conto
comincio a piangere di nuovo.
“Tom?”mi sussurra mio fratello,
stringendomi tra le sue braccia.
Ma io non lo sento neppure e continuo a piangere
fin quando non mi addormento, stretto tra le sue braccia
ossute.
Se c’è una cosa che voglio ricordare
di noi, Bill, è questo momento così innocente.
**
Ho un mal di testa allucinante e un
livido sullo stomaco e sul ginocchio.
Per non parlare degli occhi: sembro
drogato.
“Biiiilll…Aiutami…Se Saki mi vede
così mi ammazza!”lo supplico per la terza volta mentre lui si pettina davanti
allo specchio.
“Non ho nessuna intenzione di
aiutarti! Ti sta bene se Saki ti ammazza, così impari a
ubriacarti!”
“E’ stata colpa tua!”frigno, “Se non
mi avessi detto tutte quelle cose cattive me ne sarei rimasto buono buono in
camera mia!”
Vedo il riflesso di Bill che mi fa
il verso nello specchio; so che si sente in colpa per quello che mi ha detto
ieri. Anche se comunque la questione non è ancora risolta del tutto. Ero troppo
ubriaco per parlare seriamente con lui, dovremo tornarci sopra in un momento più
tranquillo. Non ricordo tutto quello che è successo ieri sera, ricordo solo che
si è scusato e che ha detto che non riusciva a parlare di certe cose…E poi
ricordo il calore delle sue braccia…
“Biiiiiiill…”lo chiamo di nuovo con
una voce insopportabilmente lamentosa, sapendo che sta per
cedere.
Infatti mi lancia un’occhiata dallo
specchio e sorride, illuminandosi tutto.
“Mi è venuta
un’idea…”
“Cioè?”
Lo vedo fare un ghigno malefico e
poi…NO!
“Oddio!! Che cosa hai intenzione di
fare con quella?! Stai lontano da me, pervertito!”Terrorizzato cerco di
buttarmi giù dal letto e di scappare dalla camera, ma Bill è più veloce di me e
mi salta addosso, sedendosi cavalcioni sopra di me e bloccandomi con il suo
gracile peso.
Io mi dimeno come un ossesso, ma lui
mi blocca le braccia. Mi sento avvampare nel sentire il suo corpo sopra il mio e
penso che impazzirò se non scende immediatamente. Scalcio e grido come un matto,
ma lui rimane saldo sopra di me.
“Eddai, ‘sta fermo Tom! Vedrai che
così Saki non si accorgerà di niente!”ride perfidamente lui, impugnando un’arma
terribile: la sua matita nera per occhi.
“B-bill non avrai davvero intenzione
di truccarmi, eh? Eddai…Lo sai che ti voglio bene, non puoi farmi questo!”lo
imploro, mentre dentro di me continuo a ripetermi di
calmarmi.
Per tutta risposta lui si fionda su
di me e comincia ad armeggiare con i miei occhi, mettendomi la matita in posti
che io neppure sapevo esistessero nella zona oculare. Un paio di volte, siccome
non collaboro molto e tento di scappare, me la ficca pure negli
occhi.
“Mi hai accecato, maledetto! Tu e la
tua stupida matita!”
“Ecco fatto!”mi guarda, soddisfatto
del suo lavoro. “Ehi, adesso sì che sembriamo davvero gemelli. Certo, io rimango
comunque il più bello, ma non sei male neanche tu.”
“Io non sarei male? Io sono
assolutamente il più meraviglioso dell’universo!”rido.
Per tutta risposta mi tira un pugno
sul braccio, ma scivola sui miei vestiti e mi atterra addosso
ridendo.
Mi si mozza il respiro nel vedere
quanto il suo viso sia vicino al mio. I suoi occhi ridenti mi guardano felici e
improvvisamente la voglia di abbracciarlo e baciare quelle labbra è così intensa
che penso non sarò capace di trattenermi.
“Ehi, che c’è?”mi chiede lui,
aprendo quelle labbra così morbide. Intravedo il suo piercing. Oddio, rette
mich!
“Niente, niente” rispondo in fretta,
evasivo, girando il viso per l’imbarazzo. Un secondo ancora e penso che non
avrei resistito. Questa situazione sta cominciando seriamente a
pesarmi.
“Dai, guardati allo
specchio!”esclama tirandomi per una manica tutto eccitato.
Mi alzo e vado in bagno. Quello che
mi restituisce lo sguardo è un Tom che m’impressiona; i capelli e i vestiti sono
ancora i miei, ma gli occhi…gli occhi adesso sono davvero identici a quelli di
Bill.
Mi fisso scioccato. Sembra che
qualcuno si sia divertito a prendere due nostre foto e a fare un collage con i
vari pezzi. Non sono più abituato a questa somiglianza: da piccoli eravamo
indistinguibili,ma crescendo non solo Bill è diventato più alto di me
(BASTARDO!), ma ci siamo anche differenziati parecchio, al punto che molte
persone spesso non capiscono che siamo gemelli fin quando non gli viene
detto.
“Che forza, eh?! Aspetta!” lo vedo
che si alza dal letto e apre la sua valigia. Rovista buttando a terra tutto il
contenuto, poi estrae una minuscola maglia nera con un teschio gigante e mi
guarda tutto emozionato.
“Facciamo come quando eravamo
piccoli! Scambiamoci di ruolo!” mi guarda con i suoi occhioni luminosi, felice
come da tempo non lo vedevo.
Odio non sapere dire di no a
Bill.
**
Mi vergogno come un matto a uscire
dalla camera in quelle condizioni, ma vedo Bill che si diverte da morire. Magari
si tira un po’ su e scorda per un po’ i suoi problemi, quali essi
siano.
Si è struccato e ha raccolto i
capelli in una coda alta che gli dona molto. Poi è andato in camera mia e si è
appropriato dei miei jeans, della mia maglia nera con le stelle rosse, della mia
fascia e del mio cappello NY.
Ha indossato il tutto alla velocità
della luce, ansioso di vedere il risultato.
Poi si è voltato verso di me
gridando “Tadaaaan!”
Sono scoppiato a ridere. Penso sia
la prima volta nella mia vita che vedo Bill vestito con abiti larghi il triplo
di lui.
Ma non è finita qui! Oltre alla sua
maglia nera mi ha costretto ad indossare dei jeans attillatissimi. E’
imbarazzante camminare con quei cosi che ti tirano dappertutto! E poi lui li
tiene così a vita bassa…
Mi ha anche obbligato a sciogliere i
capelli. Era un secolo che non li scioglievo. Ho avuto un fremito mentre la sua
mano scompigliava i miei dread, ma per fortuna non se ne è
accorto.
Arriviamo in sala per la colazione e
io tento di fare retro-front; non ho il coraggio di vedere le facce di Georg e
Gustav. Bè, se non altro il rossore agli occhi non si nota
più.
Ci avviciniamo al
tavolo.
“Buongiorno belli!” salta Bill
imitandomi.
Georg e Gustav trasaliscono e ci
guardano con gli occhi spalancati.
Poi scoppiano a ridere come
matti.
“Ehi, perché ridete?!”mi arrabbio
io.
Intanto Bill assume tutte le pose
che assumo solitamente io, arricciando le labbra come uso fare io e torcendosi
le mani. Allora per tutta risposta anche io comincio ad imitarlo, mettendomi in
posa indicando con l’indice davanti a me, storcendo la bocca e leccandomi le
labbra, proprio come gli ho visto fare un migliaio di
volte.
Gustav e Georg si rotolano dalle
risate, ululando come pazzi.
Guardo Bill che sta facendo finta di
rappare e scoppio a ridere anche io.
Cosa farei senza di lui?
La voglia di stringerlo mi assale di
nuovo, bloccandomi, mentre la ridarella si spegne lasciando il posto ad un
sorriso amaro.
Bill, ti prego dimmi che ami Andreas
o qualcun altro, uccidimi con un colpo letale, ma ti prego, metti fine a questa
agonia.
“Per caso c’è qualcuno che
stamattina si è svegliato con una crisi d’identità?”Saki ci ha raggiunti e
scoppia in una fragorosa risata mentre Bill si esibisce di nuovo nella mia
perfetta imitazione.
“E avete mai pensato che sareste
diventati così famosi?”ci chiede il giornalista di turno.
Come sono noiose le interviste, ci
fanno sempre le solite domande. Ormai le conosco a memoria. Fortuna che Bill è
un logorroico, parlerebbe tutto il giorno, se poi l’argomento della discussione
è lui o i Tokio Hotel, ancora meglio.
“Bè, abbiamo iniziato quando eravamo
solo dei bambini, ma ci piaceva già scrivere dei testi nostri e comporre delle
melodie. Ci siamo esibiti in molti pub e a molte fiere, lo facevamo perché ci
piaceva, ma l’idea di un successo internazionale non ci sfiorava
neppure.”
Sorrido mentre Bill parla e
gesticola come al solito.
La prossima domanda sarà quale è il
nostro rapporto con le fan, ci scommetto.
“Bene. E…in che rapporto siete con
le vostre fan?”
Bill ci trae di nuovo tutti in
salvo. Se la prossima domanda riguarda quello che facciamo con i pupazzi e i
reggiseni (che poi io questa cosa dei reggiseni non l’ho mai capita! Le ragazze
pensano davvero che noi teniamo i loro indumenti usati e sudati?) che ci
lanciano sul palco giuro che mi metto ad urlare. Ecco, Bill ha finito di parlare
e adesso questo monotono giornalista ci chiederà…
“Che tipo di rapporto c’è fra te e
Tom?”
Per un attimo mi si gela il sangue e
il cuore mi schizza in gola.
ODDIO. In che senso che tipo di
rapporto?! Mi calmo, tentando di non dare nell’occhio, ripetendomi che
nessuno si immagina neanche lontanamente che io possa provare qualcosa di così
osceno per mio fratello.
“Io e mio fratello siamo legati fin
dalla nascita, abbiamo sempre fatto tutto insieme, dove c’era lui c’ero anche
io”Bill snocciola una parola dietro l’altra con naturalezza, “La musica poi ci
ha unito ancora di più e sono sicuro che non ci separeremo mai, perché è troppo
forte il legame che ci unisce. Siamo come due migliori amici
d’infanzia.”
Pfui, Bill se la cava alla grande.
Ma in fondo questo è quello che lui pensa sul serio, no? Lui non ha nulla da
nascondere, almeno uno dei due è sano di mente-sempre che uno come Bill possa
essere definito sano di mente…Mmmh…Mi correggo, diciamo che è abbastanza
sano di mente.
Però mi incupisco un poco.
Ad ogni sua parola mi sento sbattere
in faccia la realtà. Niente di
quello che vorrei potrà mai realizzarsi.
“E tu Tom, vuoi aggiungere
qualcosa?”si rivolge a me il giornalista.
“Ehm…Penso che abbia detto tutto
Bill. Non vorrei ripetere le solite cose che ha detto lui. Nulla da
aggiungere.”sorrido. Un sorriso così spudoratamente falso che pure Bill se ne
accorge e mi guarda in modo strano. Ma come posso essere sincero, Bill, quando
in realtà ciò che vorrei aggiungere alle tue parole sarebbe così scandaloso che
probabilmente ti allontanerebbe da me per sempre? Non è meglio la falsità
allora?
“Perfetto, abbiamo finito. Adesso
potete accomodarvi nell’altra stanza, facciamo qualche foto e concludiamo
qui.”
**
“Sarebbe una bella idea fare un
servizio conciati come eravamo stamattina, eh? Potrebbe intitolarsi…mmmh…’Crisi
d’Identità’…oppure ‘Bom & Till’!!”Bill scoppia a ridere da
solo.
Stiamo viaggiando in macchina e
siamo di ritorno all’albergo. Domani torneremo in
Germania.
“Bom & Till?”chiede perplesso
Gustav.
“Sì, invece che Bill & Tom!
Scambiamo le iniziali così come ci scambiamo i vestiti!”ride di nuovo mentre noi
altri lo guardiamo allucinati. “Ehi,Saki, perché non ce lo fai fare davvero un
servizio così? Sarebbe interessante!”
“Sicuramente sarebbe curioso, sì, ma
non potete fare una cosa del genere. Il pubblico ha di voi delle immagini ben
definite e dovete rispettare quelle.”
A quelle parole vedo il sorriso di
mio fratello eclissarsi di colpo, insieme alla sua euforia.
Lo guardo mentre si rabbuia e
osserva fuori dal finestrino. Tira fuori il suo I-pod, lo accende e si mette le
cuffie a tutto volume, isolandosi completamente.
C’è qualcosa che decisamente non va
in lui ultimamente.
Devo capire
cosa.
Fine terzo capitolo! Sono andata
parecchio avanti nello scrivere, perciò questo terzo capitolo è un pò più lungo,
altrimenti ci metto trent'anni ad aggiornare tutto e non vorrei che il Blocco
dell'Aggiornamento mi cogliesse proprio a metà...Sono a scrivere un punto della
storia un pò incasinato, non so bene come andare avanti...Va bè, intanto
pubblico quello che ho già scritto, anche se devo praticamente prendermi le
ferie ogni volta che decido di pubblicare visto che sono imbranata come una foca
e mi ci vuole mezzo secolo per fare le cose nel modo
giusto...
Magari Bill e Tom facessero davvero
un servizio fotografico del genere...Sarei così curiosa di vederli con i vestiti
scambiati.. Che carino Bill al FestivalBar... "CCrazie Milanooo!"
<333
Grazie di cuore a tutti quelli che
hanno commentato, I hope you like it!
Dragon-Fly:
Yap!
Ecco il terzo! Bah,
questa storia sta prendendo una piega un pò strana... Però sono contenta di
essere salva dal Blocco Dell'Aggiornamento XD Grazie per il commento!!
<3
Meggie: T_T mi hanno tolto il link con la
tua storia dal forum perchè non ho il permesso di pubblicarla...Sorry...Io ci ho
provato! Allora la struttura della storia è un pò strana: Tom racconta al
presente, ma ogni tanto c'è qualche prolessi, così, per dare una sorta di
anticipazione. Perciò la storia è raccontata al presente, ma è praticamente già
avvenuta...Non so se mi sono spiegata...
Ho descritto apposta la "presa di coscienza" di Tom in modo così
affrettato. Il fatto che lui capisca di aver sempre amato suo fratello è uno
shock e proprio per questo archivia prima che può l'intera faccenda. Quando Tom
pensa a Bill, pensa a lui in modo affrettato, netto e senza troppi fronzoli,
perchè sa che quello che lui prova per Bill non è esattamente ciò che un
fratello dovrebbe provare. Per questo è così affrettato, perchè si vergogna ed è
recalcitrante a tutto quello che sente... ^_^ Comunque grazie per avermi fatto
notare tutto questo!
Lidiuz93: Grazie, spero continui a piacerti!
Sincermente anche io ero rimasta un pò perplessa di fronte alle twincest, però
poi ne sono stata travolta! ^_^
Diruinside: No, non li conosco, ma mi scaricherò
qualcosa allora^__^ La tua storia l'avevo salvata tra i preferiti, ma non
l'avevo commentata... Bè, quello che penso te l'ho scritto nel commento! "Tom, i
nostri occhi sono uguali, ma perchè io il mondo non lo riesco a vedere?"...se ci
ripenso mi tornano un pò le lacrimuccie...;( Sono contenta che ti sia piaciuto!
Anche io la penso come Bill! Cioè, Bill la pensa come me...Cioè, quello che ho
fatto dire a Bill sull'amore è quello che penso io! Oh, ce l'ho fatta a dirlo
XD! Hope you
like this chapter! ^__^
Thanks per il commento!!! .........ma Love Is Dead non la continui?
T_T
Judeau/VerdammtKind ^_^:
Lo so, il twincest
non me l'aspettavo neppure io, ma alla fine è venuto fuori! Eheh... Sì, stavolta
è Tom che s'innamora per primo, non è giusto che sia sempre Bill XD! Ma in
Germania i ragazzi tedeschi come li vedono i Tokio Hotel?? Quando ho letto la
tua FF ed ho scoperto che eri un ragazzo sono rimasta un pò sorpresa, perchè non
ci sono molti ragazzi che scrivono FF... Grazie per il commento, giuro che non
ho la più pallida idea di come finirà la storia.
BambolinaRossa: ......grazie....Piii....Mi
vergogno.... Grazie per quello che hai scritto, mi ha fatto tantissimo piacere!!
Tom è venuto fuori come un personaggio molto particolare, un misto tra comicità,
irruenza, un pò di egoismo e tanta confusione interiore... Ti ringrazio per i
complimenti, sono arrossita, anche perchè generalmente sono una che tende a
disprezzare tutto ciò che fa, perciò quello che hai scritto mi aiuta a
continuare a scrivere! Gustav e Georg non ricoprono un ruolo centrale, ma non ho
voluto ignorarli del tutto, i miei amorucci, d'altra parte i Tokio Hotel sono
quattro, no due, no?^__^ E poi loro hanno sempre un'aria buffissima! Spero
davvero che ti piaccia anche questo chap! Grazie ancora per la recensione, a me
fa piacere se scrivi tanto!
Zoe'92: E' il tuo vero nome???? Uaaah, che
bello, mi piace un sacco il nome Zoe!!! A me è piaciuto tanto anche il libro
Scusate Se Ho 15 anni! Grazie mille per il commento^__^
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Capitolo 4 *** Nach Hause ***
Was?|
Hallo!! Chiedo umilmente scusa per il ritardo con cui aggiorno, ma Internet
ha fatto un pò di capricci... Poi tra il lavoro, le varie situazioni incasinate
che si sono create, la voglia di poltrire a letto, le numerose ubriacature, il
tempo che dedico all'aggiornamento si riduce notevolmente. Comunque ho finito di
scrivere la storia... Mi sono quasi messa a piangere...E adesso che farò per
tutto questo tempo? Uff... Quasi quasi cancello tutto e riscrivo ogni cosa
dall'inizio... Eeeh...Probabilmente da adesso in poi i capitoli saranno un pò
più lunghi, perchè altrimenti l'intera storia viene troppo lunga...
Ok, chissenefrega di queste ciance, passo alla storia.
Bill Kaulitz du bist so geil!!! Sei una continua fonte d'ispirazione per me!
^_^
Im Zimmer 483
(Nella Camera 483)
Dopo cena vado da Bill. Sono davanti la sua porta e sento un gran tramestio
provenire da dentro la stanza. Busso e immediatamente il tramestio si
blocca.
"Bill?"
Silenzio.
"Bill??"
"Che cosa c’è?"mi risponde lui da dentro. Ha una voce strana. "Ho già detto a
Gustav e Georg che non ho voglia di uscire."
"Non è per quello, loro se ne sono già andati. Posso entrare?"
"Adesso….no…c’è disordine…"
Io sono sempre più insospettito.
"Che diavolo stai facendo lì dentro?! Ti stai facendo qualcuno?! "esclamo
tentando allo stesso tempo di farlo ridere e di fargli capire che sono
preoccupato.
"Aspetta un attimo."
Lo sento armeggiare con qualcosa, poi gira la chiave nella toppa.
Non appena mi apre capisco che è ancora di pessimo umore. E che ha pianto.
Probabilmente ha provato a pulirsi la faccia con le mani per nascondere gli
occhi rossi, ma non si è accorto che il trucco gli è colato disegnando delle
spettrali lacrime nere sulle sue guance.
Se Bill piange allora la cosa non deve essere semplice. L’ho visto
arrabbiato, l’ho visto triste, incazzato, euforico, gioioso, scatenato, ma sono
davvero poche le volte in cui l’ho visto piangere.
La camera è in un disordine tremendo, tutte le valigie sono state rovesciate
e mescolate, i beauty case svuotati sul tavolino e numerosi quaderni sono
capovolti sul pavimento.
"E’ scoppiata una bomba qua dentro?"cerco di sdrammatizzare.
Bill si getta sul letto e io vado a sedermi accanto a lui.
"Che cosa vuoi?"La sua voce mi giunge flebile, poiché ha il viso nascosto nel
cuscino.
Vorrei che tu sorridessi.
"Che ti succede?"gli chiedo.
"Niente."
"E…"esito un attimo, sperando che quella che mi accingo a percorrere sia la
strada giusta. "…allora perché stavi piangendo?"
Bill alza di scatto la testa e mi guarda stupefatto.
"Non sono un indovino, è che ti è colato il trucco sulle guance."gli sorrido
dolcemente per non metterlo in imbarazzo.
Lui nasconde di nuovo la testa sul cuscino, scuotendola.
"Così finirai per macchiare tutta la federa."
"Non mi importa."bofonchia. E’ proprio a terra. Mi fa male vederlo così.
Gli poggio una mano sulla schiena, tentando di consolarlo.
"Cosa devo fare con te?"sospiro rassegnato, sicuro che neanche oggi mi
rivelerà cosa lo tormenta.
La sua risposta mi accarezza come una piuma. "Abbracciami, per favore." Ha
ancora il volto nascosto nel cuscino e ringrazio il cielo per questo, così non
vede la vergogna dipinta sulla mia faccia.
Mi stendo vicino a lui e, piano, delicatamente, tendo le mie braccia fino a
cingere le sue spalle. Lui si accosta a me, rannicchiandosi con la testa sul mio
petto.
"Bill, ascolta…"
"Non dirmi niente…per piacere…"
Lo accontento, e mi limito a stringerlo.
E mentre penso che non c’è nessun’altra cosa al mondo che vorrei fare se non
stringere Bill tra le mie braccia, sento le sue lacrime bagnarmi la maglia.
Comincia a singhiozzare piano e io lo tengo ben stretto a me fin quando il
suo respiro pesante mi fa capire che si è addormentato.
Sono rimasto accanto a lui tutta la notte.
***
"Germania ti amooooo!!!"canta Georg col naso spiaccicato al
finestrino."Panino con wurstel e formaggio, salsa speziata, krauti,
aspettatemi!!! Patate ripiene arrivo!!! E LA BIRRAAAAA!!! WUUUUU!!!"
Il bus sta parcheggiando nel parcheggio della casa discografica.
Da oggi abbiamo qualche giorno di pausa, ognuno se ne torna a casa sua.
Abbiamo bisogno di un po’ di relax.
Scendiamo dal bus e raccattiamo le nostre valigie.
La mamma ci viene subito incontro, sorridente come al solito.
"Amori! Come state?"abbraccia me e Bill nello stesso tempo.
"Ciao mamma."la salutiamo noi in coro. Non la vediamo molto spesso, di solito
quando noi siamo a casa lei è via per lavoro o viceversa, ma ci sentiamo spesso
per telefono.
"Salve ragazzi!"
"Salve signora Kaulitz!"la salutano Georg e Gustav.
"Saki, allora me li posso riprendere?"mia mamma si rivolge al nostro
manager.
"Penso proprio di sì, ma se ti posso dare un consiglio ti suggerisco di stare
in guardia. Ogni tanto questi due mi fanno paura! Dovevi esserci in Francia, si
sono presentati con i vestiti scambiati e, da non crederci, Tom era pure
truccato!"
"Oh mio Dio!"mia mamma ci guarda con la bocca spalancata. "Erano secoli
che non facevate una cosa del genere! I miei bambini!"improvvisamente ci
riabbraccia di nuovo. "Allora non siete cambiati poi tanto da quando eravate
degli affarini piccoletti, eh?" Ok, sto incominciando a imbarazzarmi sul
serio. "Invece c’è qualcosa che in me è cresciuto moltissimo"dico a Bill
sorridendo a mo di sfottimento. "Quello che penso invece a te sia rimasto sempre
delle solite dimensioni!"
"Quando Tom si imbarazza comincia sempre a parlare della sua virilità.
Mmmh, la trovo una cosa un po’ sospetta."sogghigna Georg sfoderando uno dei
suoi sorrisi sghembi.
"Va beeeene, e con questo io direi, cara mammina, che ce ne possiamo anche
andare e lasciare questi zotici qui."
"Sì, ce ne andiamo a casa."ride mia mamma. "Avete preso tutte le
valigie?"
Finiamo di prendere la nostra roba, salutiamo tutti e saliamo in
macchina.
"Allora? Come mai avete fatto di nuovo questo tuffo nel passato, in Francia?
Era da quando avevate sette o otto anni che non facevate più una cosa del
genere!"
"E’ stato divertente, mamma! Dovevi vedere Tom tutto truccato! Non era bello
come me, ma sembrava davvero un’altra persona!" Bill comincia a raccontare
euforico e io lo ascolto.
"Quando eravate piccoli mi ricordo che a Bill piaceva fare le sfilate di moda
e ti costringeva sempre a partecipare, Tom. Mi ricordo che una volta, Bill,
colorasti le vostre facce col pennarello blu, poi venisti da me e m dicesti
‘Adesso non ci riconosci più nemmeno tu, mamma! Solo io e Tom sappiamo chi
siamo, vero Tom? Siamo solo io e lui e tutto il mondo non ci conosce!’. Me lo
ricorderò per sempre, perché eravate davvero convinti che nessuno vi avrebbe più
riconosciuti e non volevate più lavarvi la faccia." Sorrido, pensando a un
piccolo Bill che pronuncia quelle parole.
Siamo solo io e lui e tutto il mondo non ci conosce! Eheh, pura ingenuità
infantile…Ma sarebbe davvero bello se fossimo realmente solo io e te…
Cerco di incrociare lo sguardo di Bill, ma mi accorgo che si è incupito di
nuovo. Accidenti.
Gli sfioro una spalle e lui mi fa un sorrisetto rassicurante. Sto
bene, vuole dirmi. Bugiardo, gli dico invece io, ma lui ignora il mio
messaggio telepatico e guarda fuori dal finestrino.
Bill, sei stato davvero uno stupido a non afferrare mai la mano che ti
porgevo.
Ti odio a morte per questo.
E odio a morte me stesso per non averti costretto ad afferrare quella mano.
Ma ho capito ogni cosa troppo tardi. E la mano che ti porgevo era
un’altra.
***
Il biglietto sul tavolo dice che la mamma è dovuta partire per lavoro e che
tornerà solamente tra tre giorni. Io e Bill siamo soli a casa nostra. Non so se
ciò mi rende felice o se mi spaventa a morte. Fatto stà che ho un brutto
presagio.
"Cosa facciamo?"gli chiedo per la millesima volta mentre siamo svaccati sul
divano a guardare la TV, Bill con in mano una ciotola di dolci e io con in mano
una bottiglia di birra.
"Non. Lo . So. E’ inutile che me lo chiedi!" "Usciamo?"
"E se ci vede qualcuno?"
"Ma se è ora di cena! Chi vuoi che ci sia in giro a quest’ora?"protesto.
"E dove andiamo?"
"Non so…Noleggiamo un porno!"esclamo poi entusiasta.
"Ma senza le battute di Georg e Gustav non è la stessa cosa…"
"Mh. Allora andiamo a comprare qualcosa da cucinare!"
"Non ho fame, mi sono rimpinzato di dolci." "Che spero rimangano nel tuo
stomaco."lo ammonisco.
Lui alza gli occhi al cielo. "Sì, sì, quante volte te l’ho giurato che non lo
faccio più?"
"Bravo bambino."Gli tiro il tappo della birra, sorridendogli. "Però rimane il
fatto che non sappiamo cosa fare!"
"Giochiamo alla Play Station?"
"Nuuu."
"Giochiamo al Nintendo?"
"Nuuu."
"Giochiamo all’ X-Box?"
"Nuuu."
"Ehi, essere ricco e famoso ti rende insofferente, lo sai?!"mi lancia a sua
volta un dolcetto, che io afferro e mangio. "Guardiamo qualcuno di quei video su
Internet fatti dalle nostre fan in cui io sono così figo?"
"Bill, io sarò anche insofferente ma tu sei veramente vanitoso."
"E’ perché sono bello!"
"Sìsìsì…Certo…" Non sai quanto hai ragione.
Rimane pensieroso per un attimo, poi si illumina.
"NO! Ti prego quando fai quella faccia significa sempre che hai avuto una
pessima idea!"lo supplico.
"Giochiamo a nascondino!"
"Cooosaaa??" "Dai,dai!! Giochiamo a nascondino! Ci giocavamo sempre!"
"Bill tu sei matto. Lo zucchero ti fa male, dammi i dolci, forza!"gli strappo
di mano la ciotola. "E adesso fila a letto!" Con me.
Oddio! Basta, la devo smettere di pensare queste cose!! Sono un pervertito!
E’mio fratello, cazzo, mio fratello! Me lo devo mettere in testa, devo pur avere
un cervello capace di recepire questo messaggio, sotto tutti questi dreadlock,
no? E allora lavora, stupido cervello, e fammi andare in brodo di giuggiole per
qualcuno che:
A: non sia del mio stesso sesso (Bill può dire quello che vuole, ma un
paio di belle tette sono sempre il massimo!)
B: non sia un mio parente o consanguineo o animale o qualunque cosa sia
proibita, immorale, illegale, oscena e anormale.
Datti da fare, cervello.
Perché io sto davvero cominciando a cedere e ciò può diventare pericoloso per
tutti.
"Allora! Dai, solo una volta!"
"Nemmeno per sogno!"rispondo ben deciso a non cedere, girando un po’ il viso
per nascondere il rossore provocato dai miei pensieri immorali.
Il nostro battibecco è interrotto dal telefono di Bill che squilla.
"Pronto?……Ciao Andreas!"
Mi congelo. Che cosa vuole quello lì?!
"Aha. Sì…Io ora sono a casa…"
Sei a casa con me, specifica grazie.
"Non so…Non sono sicuro sia una buona idea...Aspetta un momento."tappa il
telefono con la mano e si rivolge a me. "E’ Andreas. Ho bisogno di parlarci un
attimo da solo."
"Io da qui non mi muovo."rispondo stizzito, sprofondando ancora di più nel
divano con le braccia incrociate.
Lui alza gli occhi al cielo poi si alza dal divano e se ne và. Sento che sale
le scale e poi la porta di camera sua chiudersi.
Se pensa che basti questo ad ottenere un po’ di privacy si sbaglia di grosso,
dovrebbe averlo capito avendo a che fare con branchi di ragazzine esagitate ogni
giorno. Ma mio fratello è un puro ingenuo.
In punta di piedi mi alzo e salgo le scale; mi accuccio dietro la sua porta,
da dove riesco a sentire le parole di Bill, anche se un po’ attutite.
"Andreas non lo so…Va bene così, una volta ogni tanto, ma se poi cominciamo a
vederci troppo spesso non è che la gente si insospettirà? Voglio dire, già ci ha
scoperti mio fratello……..…Sì, ma come è stato lui poteva essere benissimo
qualcun altro! Senti, non cominciare sempre col solito discorso………Non possiamo
farci vedere perché se la gente venisse a sapere che Bill Kaulitz se la spassa
con un ragazzo ci sarebbe uno scandalo pazzesco! Non posso mettere a
rischio la band!……………Lo so, ma cosa posso farci io, Andreas?! Credi che non
abbia cercato una soluzione?!"Bill si sta surriscaldando, sento che cammina su e
giù per tutta la camera. "Ascoltami, questo è un discorso che abbiamo già fatto
mille volte………..Ma certo che mi piaci, scemo, sennò non verrei a letto con
te!"
Se in quel momento avessi pestato un chiodo a piedi nudi sono convinto che mi
sarei fatto meno male. Ma allora Bill è o non è innamorato?
Dio, questo dolore che mi soffoca è insopportabile…Ma non posso cedere, non
posso dire niente a nessuno. E’ un segreto il mio dolore così come lo è il mio
amore.
Devo rimanere in silenzio e stringere i denti perché ciò che voglio non posso
averlo. E la colpa è solo mia.
Stupido Tom, stupido Bill e stupido idiota coglione Andreas. Giuro che non ti
rivolgerò mai più la parola, cretino. Ho una voglia pazzesca di prenderlo a
calci quel bastardo. Se è riuscito a far innamorare Bill di lui lo faccio
licenziare, è una promessa solenne.
"Va bene…………D’accordo………."la conversazione sta per finire, a giudicare dal
tono conclusivo di mio fratello. "Allora passami a prendere col taxi tra
un’ora………..Sì………Fai suonare il campanello dall’autista, mi raccomando! A dopo,
ciao." Riattacca.
Mi alzo e scappo silenziosamente giù per le scale, tuffandomi sul divano.
Mezza ciotola di dolci finisce a terra.
Mio fratello scende due minuti dopo.
"Che voleva Andreas?" Apparte uccidermi di dolore?
"Tra un’ora passa a prendermi."
"Ah." Mi fa tanto piacere quanto potrebbe farmene l’essere morso da un
cobra."E vai a casa sua? O magari vi fermate in qualche hotel a ore
sull’autostrada?" il mio tono è più arrogante di quanto avessi voluto e Bill si
gira a guardarmi con un sopracciglio inarcato. "Perché mi guardi così? Non sono
certo io quello che si va a scopare un ragazzino che è solo in cerca di fama."
Ma che sto blaterando?! Oddio, qualcuno mi fermi, vi prego! Non sono io che
parlo, è la gelosia!
Bill spalanca la bocca. "Che cazzo dici?" Ahia, l'ho fatto arrabbiare.
"Dico che, nel caso tu non l’avessi ancora capito, quel biondo ossigenato ti
sfrutta solo per ottenere un po’ di notorietà! Non l’hai ancora capito?!"Sto
davvero gridando? Tom chiudi il becco! Stai zitto! Le parole scivolano fuori
dalla mia bocca una dietro l’altra e non riesco a fermarle.
"Tom, e tu pensi che tutte le ragazzette che ti porti a letto non vengano con
te solo per vantarsi?! Pensi che il fatto che tu sia un chitarrista famoso non
influisca sulla loro disponibilità?!"grida lui in risposta.
Mi alzo e gli corro incontro come una furia, fermandomi a qualche centimetro
da lui.
"Non puoi paragonare una cosa del genere! Quelle non significano niente, sono
solo puro sesso! E invece quello che c’è fra te e Andreas non è la stessa
cosa!"urlo, infuriato; ormai ho perso ogni controllo. Ma l’immagine di Bill nel
letto di Andreas mi fa imbestialire. "Ti sta prendendo in giro, non lo capisci?!
Lo vedo che sei innamorato di lui, LO SO! So che se anche dici che non è così è
questa la verità!! Ma lui ti sta imbrogliando, Bill!!"
"MA COSA TE NE FREGA DI QUELLO CHE C’E’ FRA ME E ANDREAS, SI PUO’ SAPERE?!?
COSA TE NE IMPORTA SE MI STA IMBROGLIANDO?!"grida lui ancora più forte e
arrabbiato.
"STUPIDO, ME NE IMPORTA PERCHE’ CI TENGO A TE!! ME NE FREGA PERCHE’ NON
VOGLIO CHE CI SIA NESSUN ALTRO FRA ME E TE! ME NE FREGA PERCHE’ VOGLIO ESSERE IO
L’UNICO A CUI TU PENSI! ME NE FREGA PER QUESTO…."e senza che mi renda conto
dell’enorme stronzata che sto facendo afferro Bill per la maglia e lo attiro a
me, baciandolo sulle labbra.
In un attimo sento il mio corpo andare in fiamme. E’ una sensazione
fortissima, che divampa dentro di me come un incendio. Non mi era mai successo
di provare una cosa così…intensa; è come se qualcuno avesse improvvisamente
premuto un potente interruttore che fino a quel momento era rimasto spento. Non
spengetelo più, vi prego.
Ma quando mi allontano dalle sue labbra e vedo i suoi occhi sgranati, mi
rendo finalmente conto di quello che ho fatto e il mio corpo passa da una
temperatura bollente ad una di gelo polare.
O porca puttana.
O porca puttana.
O PORCA PUTTANA CHE CAZZO HO FATTO?!?!
Oddio…Oddio…Oddio….Ho baciato Bill…Oddio…Ho baciato Bill!! L’ho baciato!!
L’ho baciato maledetto me e lui e Andreas e ogni cosa!!! MERDA! Questa era
l’ultima cosa che doveva succedere!
Bill mi fissa ancora allibito, apparentemente svuotato di ogni scintilla
vitale.
Lo guardo terrorizzato, poi scappo in camera mia.
Non avevo mai salito le scale di casa mia in meno di quattro secondi.
Record.
***
Il campanello suona ma io non mi muovo dal pavimento della camera su cui sono
seduto. Sento la porta che si apre e poi si richiude, infine il taxi che
riparte.
Bill se ne è andato.
Con Andreas.
Merda.
Merdamerdamerdamerda.
Mi copro la faccia con le mani, chiedendomi per la milionesima volta cosa
cazzo ho combinato.
Ho rovinato tutto. In un totale di tre secondi, tre lunghissimi, meravigliosi
secondi, ho spezzato tutto quello che c’era tra me e Bill.
I tre secondi più belli della mia vita saranno la mia condanna da adesso in
poi.
Non mi viene neppure da piangere, mi sento…non so…svuotato. Ma allo stesso
tempo, odio doverlo dire, mi sento anche sollevato. Adesso finalmente Bill
sa. E’ come se il macigno enorme che avevo sullo stomaco fosse esploso in
mille pezzi, liberandomi del suo peso. L’unica nota dolente è che al suo posto
ne è arrivato subito un altro, grande e pesante il doppio, formato interamente
da una catena di parola che dicono: cosa succederà adesso? Tom sei anormale,
non si può innamorarsi del proprio gemello! Bill mi odierà. Sarà la fine della
band. Come farai a guardarlo di nuovo in faccia, caro Tom?
Stupido, bastardo macigno. Quanto cazzo pesano queste parole, rinchiuse
dentro di me? Mi schiacciano lo stomaco, i polmoni e il cuore.
Potrei provare a dire a Bill che stavo scherzando, che mi ha frainteso…Come
se si potesse davvero fraintendere il significato di un bacio. Un bacio…Ho
baciato mio fratello…Mi accorgo che la mia mente vaga, salta da una parola
all’altra, da un sentimento all’altro, procurandomi solo un’immensa confusione.
Desidererei non aver mai ascoltato quella conversazione telefonica e non aver
mai commesso alcuna azione stupida.
Bill, so che può sembrare assurdo vista la situazione, ma ti assicuro che
quel bacio è stato il più puro e il più innocente che io abbia mai
dato.
Credimi.
Yap! Aggiornato anche questo capitolo! La storia tra i gemellini comincia ad
evolversi. Certo che è ganza la denominazione Twincest, ci pensavo prima ^_^
Chissà se Bill e Tom hanno mai letto storie Twincest su di loro. Su Youtube ho
trovato dei video che fanno morire dalle risate, il cui soggetto è proprio il
twincest Bill/Tom. Ok, io lo so che non dovrei aggiornare dopo che ho bevuto,
poi deliro. Perdonatemi! Hope you like it!
BambolinaRossa: Sappi che mi sono follemente innamorata di te!!!!!^__^
Grazieeee!! Davvero, mi fa tantissimo piacere quello che hai scritto...<3 Bè,
io i Tokio me li immagino scemi così, un pò come lo siamo tutti, anche loro
scazzeranno ogni tanto, no? Inoltre mi piace che in una storia ci siano diversi
momenti e siano descritti diverse sensazioni, gioia, allegria, tristezza,
rabbia...Per questo cerco di variare il più possibile. Che fortuna che sei stata
a Parigi!!! Com'era? Trovato tante fan dei Tokio?? ^__^ Grazie ancora per la
recensione, davvero grazie di cuore! XD
Auty91: Eh sì, qui è Tom il primo a cadere vittima dell'amour...
Eheh...Altrimenti sempre Bill, poverino^_^ Sono felice che ti siano piaciuti
questi tre capitoli, spero ti sia piaciuto anche questo!
GinevraMalfoy: Io sarei curiosissima di vedere come stanno i gemelli con
i vestiti scambiati!! Dobbiamo riuscire a proporglielo in qualche modo, sarebbe
favoloso! Chissà come starebbe Tom truccato.... Grazie per la
recensione!!^__^
Judeau/VerdammtKind-A-Cui-Non-Piacciono-i-Tokio: XD Ehi! Ciaooo! Bè, gli
Zero Assoluto non mi piacciono ma quando sei lì dalle quattro del mattino,
schiacciata sulle transenne da altre 150.000 persone che spingono, ti ritrovi ad
urlare perfino ai bodyguard!^_^ Comunque posso facilmente immaginare che non
siano apprezzati dalla popolazione maschile... Va bè, de gustibus! ^_^ Se vedi
che cominci ad osservare il fondoschiena di tuo fratello con un pò più di
interesse del dovuto allora SMETTI DI LEGGERE LE TWINCEST! XDXDXD In effetti
anche io se penso di baciare mio fratello...Bleeeeeh!!!!!!! 'cchifo! Ma adesso
che hai finito la tua FF sui Tokio non ne scriverai altre??? Ehi, e le crisi di
sovrap...cosa sarebbero???????XD Ciao, alla prossima! Grazie per essere andato
avanti con la lettura nonostante non ti interessi nè il genere nè il soggetto!
Danke crucco!^_^ ....ogni volta che leggo che hai vissuto in Germania un'invidia
omicida mi investe...Mi viene quasi voglia di lasciare una cattiva recensione
alla tua storiaXD Scherzo! Ciao!
Meggie: Uh, che bello il seguito di Verbrennen! Ultimamente siamo sempre
di più a scrivere FF sui Tokio! Il fatto è che il corsivo lo uso già per
evidenziare i pensieri di Tom; avevo pensato di scriverlo sottolineato, ma
l'effetto visivo non era un granchè, perciò ho lasciato tutto così e ammetto che
forse è la soluzione migliore, secondo me. Mi piace che ci sia questa sfumatura
che confonde e amalgama un pò le cose! Spero che la storia continua a
piacerti!^__^ Grazie mille per la recensione, corro a leggere il seguito di
Verbrennen!
Silvia: Uuuaaahm (ma io devo sembrare proprio scema con tutti questi
versetti che scrivo! Non fateci caso, è che sono davvero così!), grazie mille
per la recensione! Che carina! Grazieeee! Spero davvero tanto che anche questo
capitolo ti sia piaciuto!!! Ciao ciao, grazie mille <3
Naysha13: Alla fine mancano ancora un pò di capitoli. Ma adesso che ho
finito di scrivere tutta la storia cecherò di aggiornare più in fretta! Sono
contenta che ti piaccia, mi fanno tanto piacere queste recensioni positive!
Grazie mille!!
MiticSammy: I problemi di Till verranno fuori tra un pò...E' quel ragazzo
è uno che si fa mille seghe mentali, nella mia storia, sì... ^_^ Grazie per la
recensione, spero continui a piacerti la storia.
Zoe92: Lo ripeterò all'infinito, non so cosa pagherei per vedere i
gemelli con i vestiti scambiati!!! ^_______^ Penso che la cosa sarebbe un pò
comica...XD Grazie per la recensione!^_^
Bell_Lua: Gli Anti-TokioHotel sono detestabili! Poveri Tokio, lasciateli
in pace!! Le fan che vogliono vedere i gemelli con i vestiti scambiati sono
sempre più numerose! Dobbiamo fare una petizione!!!!^_^ Grazie per la
recensione, spero che la storia continui a piacerti almeno un pochino!!
Tschuuus!
Lidiuz93: Till&Bom...Quando l'ho scritto sono scoppiata a ridere come
una scema! Te lo immagini se Tom si chiamasse Bom??? Bom Kaulitz!! Ahahah!!!!
Oddio! XD Grazie per la recensione!!! Ciao ciao!!!^__^
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Capitolo 5 *** Zusammen ***
Was?|
Im Zimmer 483
(Nella Camera 483)
Svegliarsi si rivela una pessima idea; la sera precedente, tra un
vaneggiamento e l’altro, mi sono addormentato sul pavimento. Mi alzo a fatica,
il collo dolorante e i vestiti sgualciti (e neppure troppo profumati, se
vogliamo dirla tutta).
Bill? Sarà tornato?
Mi accosto alla parete che confina con la camera di Bill: nessun rumore. Però
non significa nulla, potrebbe benissimo star dormendo.
Appoggio la mano sulla maniglia. Non trovo il coraggio di girarla.
Cosa farò quando lo vedo? Questa non è una cosa che si può risolvere facendo
finta di niente.
E se scappassi? Potrei prelevare dei soldi dalla banca e fuggire via, in un
posto dove i Tokio Hotel non sono conosciuti, come l’India, per esempio! Ma poi
mi viene in mente che non ho la più pallida idea di dove siano i miei soldi, né
su quale conto né in che banca, perciò l’idea della fuga è accantonata.
Potrei rinchiudermi qui dentro e cominciare una vita ascetica. Potrei anche
riuscire a raggiungere il Nirvana, dopo qualche anno di esercizio.
Oppure potrei obbligare Dio, la società, la scienza o chiunque sia che detta
le regole in questo mondo schifoso che l’incesto non è assolutamente anormale.
Amore libero, dico io!
Uff, cosa sto blaterando… E’ inutile tentare di ironizzare, la situazione è
tragica.
Voglio uscire di qui. Voglio mettere le cose a posto. E voglio Bill. Se non
altro voglio scusarmi. Forse sono ancora in tempo per non rovinare
definitivamente tutto. O forse no?
Certo è che, se rimango chiuso in camera mia, con la mano che stringe la
maniglia d’ottone, non risolverò un bel niente.
Faccio un respiro profondo. Vai.
La mia mano non si muove di un millimetro e la porta rimane chiusa.
Dai Tom, dai. Ce la puoi fare. E magari Bill ancora non c’è. Ecco, questo è
un buon pensiero su cui fare leva
Faccio un altro respiro. Vai Tom, che Bill è ancora a scoparsi Andreas!
Stavolta la mia mano reagisce, al pensiero di Bill+Andreas stritolo
praticamente la maniglia.
Il cuore mi batte all’impazzata mentre mi avvicino in punta di piedi alla
camera di Bill. La porta è mezza spalancata e da dentro non proviene alcuna
luce. Nel più completo silenzio mi affaccio quel tanto che basta per guardare
all’interno. Invece che del letto mezzo sfatto e di una massa informe di capelli
neri, mi trovo di fronte a un letto ancora immacolato e vuoto.
E’ rimasto fuori per tutta la notte.
Il cuore mi sprofonda sotto i piedi, mi sembra quasi di vederlo arrampicarsi
giù per l’ombelico, saltare sulle ginocchia, atterrare sui piedi e cominciare a
scavare una piccola buca nel pavimento per seppellircisi.
Povero cuore di Tom.
Scendo le scale, deciso a fare colazione e a calmarmi un minimo.
Se solo ci fossi stato ieri sera, calmo, tutto questo non sarebbe successo.
Malediz….
Mi blocco.
Invece che del divano immacolato e vuoto, mi trovo di fronte a un divano
sgualcito e occupato da una massa informe di capelli neri.
Cos’è, uno scherzo? Non è affatto divertente.
Per fortuna Bill non si è svegliato nel sentirmi scendere le scale.
Rimango bloccato come uno scemo di fronte al divano, valutando quale delle
tre opzioni che mi frullano per la testa sia quella giusta da scegliere:
1. tornare di corsa in camera mia e procedere con la vita da ascetico
(improvvisamente mi sembra uno stile di vita tremendamente allettante).
2. scappare in cucina e prepararmi la colazione, conservando quel minimo di
dignità che mi resta (se mi resta)
3. avvicinarmi a Bill
Tra tutte le opzioni, naturalmente scelgo quella più stupida e impulsiva.
Ovvio, altrimenti non mi chiamerei Tom Kaulitz.
Mentre il mio cervello mi grida di scappare via, le gambe si muovono verso il
divano/Bill.
Sembra profondamente addormentato. I capelli sono scompigliati e la maglia
che indossa è al rovescio.
Il trucco è sfatto ed è colato sulle guance. Ha…ha pianto? Di nuovo?
Rivedo il mio cuore scavare ancora più a fondo, pensando che potrei essere io
la causa di quelle lacrime.
Dorme raggomitolato, le gambe magre ripiegate, le mani strette sotto il viso.
Non ha un’aria serena, e posso capirlo benissimo.
Sospiro tristemente, decidendo di optare per l’opzione 1, troppo scoraggiato
per affrontare Bill ora che l’ho visto in questo stato.
"Mmmh…Tom?" Porca di quella miseria. "Aspetta…"borbotta mio fratello nel
momento esatto in cui il mio piede sale sul primo gradino.
Non mi resta altra cosa da fare che girarmi a guardarlo.
Lui si tira su a sedere, passandosi le mani sulla faccia, rovinando ancora di
più il trucco; assomiglia a un dalmata che ha appena preso la scossa.
"Non volevo svegliarti."mi scuso, guardando il pavimento.
Lui rimane muto. Preferirei vederlo tirarmi un vaso dietro, piuttosto che
essere succube di questo torturante minuto di perfetto silenzio.
"Possiamo parlare?"mi chiede alla fine.
Io faccio un cenno vago col capo, rifiutandomi di guardarlo negli occhi.
Sento il sangue pulsare nelle orecchie.
"Ieri sera…"
Ieri sera è successo l’inferno.
"…io non…non dovevo scappare via così."
Sgrano gli occhi. Ogni parola mi aspettavo, ma non queste.
"E’ solo che ho avuto…paura, credo. Non sapevo bene cosa dovevo fare. Tom
perché non mi hai mai detto niente?"il suo tono di voce è dolorante e straziato,
come se invece di star parlando con me stesse parlando con un torturatore
impegnato a trafiggerlo con degli spilli appuntiti.
"Pensi che fosse facile?"sussurro.
Lui sospira. "No."
Finalmente mi decido ad alzare gli occhi su di lui e vedo che è sul punto di
piangere. Ti prego, non distruggerti per colpa mia…
"Bill…Io…Ti giuro che mi dispiace." sussurro ancora più piano, mentre tutto
intorno a me comincia a girare vorticosamente.
Bill chiude gli occhi per un istante, con aria tremendamente sofferente.
"Tom…Tu mi ami?"
Come posso risponderti se mi guardi con quegli occhi, eh, Bill? Come posso
dirti che, sì, ti amo, e che me ne vergogno da morire?! Non capisci che ho
cercato di rinnegare tutto ciò fino lo stremo? Come posso fare per far cessare
tutto questo? Non l’hai ancora capito? Non hai ancora capito che sei la persona
a cui io tenga di più in assoluto?
"Io…"ma le parole mi muoiono in bocca. Il macigno che ho dentro mi sta
soffocando, nel senso letterale. Sento l’aria sparire dai polmoni, le pareti
della gola chiudersi improvvisamente. Annaspo, alla ricerca di ossigeno.
"Tom?"sento Bill che mi chiama perplesso.
Comincio a tossire forte, nel disperato tentativo di respirare. Cado in
ginocchio.
Dove è finita l’aria? Dov’è?! Perché non riesco a respirare?
Bill si precipita al mio fianco, abbracciandomi e gridandomi di calmarmi e di
respirare lentamente, senza tossire. Poi sparisce.
Mi ha abbandonato?
Alla fine hai deciso di lasciarmi?
Gli occhi si riempiono di lacrime per la mancanza di ossigeno e per il dolore
pungente.
Bill se ne è andato. Non posso dargli torto.
Merito di stare da solo.
Sono anormale, io. Merito tutto questo.
Tutto si fa sempre più buio e sento che sto per svenire.
Prima che possa chiudere gli occhi però, una mano provvidenziale arriva in
mio soccorso. Mi fa sdraiare e mi circonda la bocca con una busta di carta.
"Respira, Tom, respira lentamente. Tranquillo, sono qui."
Perché sei stato così crudele quel giorno con me, Bill?
Perché non mi hai abbandonato e non mi hai lasciato solo?
Lo meritavo, per averti sconvolto la vita. Ma alla fine sei tu che hai
sconvolto la mia.
***
Se Bill non fosse stato attento alle lezioni di Pronto Soccorso della scuola
probabilmente sarei mezzo morto per asfissia. A volte la scuola può rivelarsi
utile.
Sono disteso sul divano, Bill è seduto accanto a me. Mi accarezza la fronte e
io mi beo del suo tocco fresco e delicato, fingendo di non essere ancora del
tutto cosciente.
"Ti senti un po’ meglio?"
Annuisco.
"Mi hai fatto spaventare a morte."
"Ma hai avuto un bel sangue freddo. Grazie" Tento di sorridere e poi fisso il
soffitto. "Sai, Bill, tutti mi hanno sempre contraddistinto come una persona
forte, un po’ superficiale, capace di venirsene fuori da situazioni complicate
con una battuta sparata alla leggera. La cosa più bella è che anche io credevo
di essere così. Ma arrivato a questo punto penso di non essere affatto forte
come pensavo".
Continuo a fissare il soffitto finchè non vedo un’ombra nera coprirmi la
visuale.
Non capisco cosa sia fin quando sento le labbra calde di Bill toccare le
mie.
E’ un attimo, un semplice tocco caldo, ma quell’interruttore che mi fa
provare emozioni così forti e così nuove si è già acceso. E’ bastato solo un
lieve tocco delle sue labbra per scatenare un monsone (^_^) dentro di me.
Lo guardo, incapace di assumere un’espressione vera e propria.
"C-che significa questo?"chiedo con una voce malferma, respirando lentamente
per non causare un altro attacco.
"Io…Non lo so…"si prende la testa tra le mani.
Che diavolo sta succedendo? Non era così che dovevano andare le cose! Bill
doveva ripugnarmi per sempre, guardarmi con aria schifata, gridarmi "Maniaco
pervertito!", ma non avrebbe dovuto baciarmi a sua volta! Che succede al mondo?!
Che anche mio fratello….provi lo stesso per me? Oh mio Dio, a pensarla così
l’intera faccenda mi sembra doppiamente oscena e scaccio immediatamente il
pensiero che fulmineamente mi ha attraversato il cervello.
"Bill, perché l’hai fatto?"chiedo alzandomi a sedere, la mia faccia paonazza
a cinque centimetri dalla sua.
Lui sbatte i pugni sulle ginocchia quasi con rabbia. "Perché ho pensato e
ripensato a quello che mi hai detto ieri sera. Non sono riuscito a togliermelo
dalla testa neanche per un secondo, Tom, neppure per un fottuto secondo! Ero con
Andreas e non sono neppure riuscito a sfiorarlo perché pensavo a te, alle
tue parole e al tuo dannato bacio!"si alza in piedi di scatto, agitato. "Non so
cosa significa, non chiedermelo! Ma so che non ho fatto altro che pensare a
quello! E che adesso ho…un fuoco che brucia qui"si picchia una mano sul petto e
mi guarda con una rabbia e una tristezza che non gli avevo mai visto addosso.
"Ho provato a scordare immediatamente quello che mi avevi detto, ma non ci sono
riuscito! Ed è il perché io non sia riuscito a dimenticare le tue parole
che mi terrorizza a morte! Tom, come farei, come cazzo farei se scoprissi che
sono innamorato di te?! Che cosa dovrei fare?! Io pensavo che Andreas fosse il
ragazzo giusto per me, pensavo che lui riuscisse a soddisfarmi e che fosse lui
quello che mi serviva per completarmi! Ma forse…forse non è così…In passato, lo
ammetto, a volte ho pensato che il nostro rapporto fosse…fosse più complicato di
un normale rapporto tra fratelli, ma ho sempre ricacciato ogni sentimento che
fosse illecito, ho sempre tenuto tutto sepolto dentro di me, senza neanche
rendermi conto che forse mi stavo reprimendo, senza neanche prendere in
considerazione un sentimento che potesse andare oltre l'amore fraterno…E
ora..Io…Non lo so…Ma è tutto così sbagliato, così dannatamente sbagliato!"si
afferra il viso tra le mani, nascondendolo alla mia vista.
Sono stravolto. Ogni parola è un dolore e una gioia.
Come farei se scoprissi che sono innamorato di te?!Ma è tutto così sbagliato,
così dannatamente sbagliato!
Bill…
Ho sempre ricacciato ogni sentimento che fosse illecito…
Quindi…quindi era destino? Doveva essere così? Io e Bill…siamo destinati a
questo?
Mi alzo e lo abbraccio, avvolgendo interamente il suo corpicino tra le mie
braccia. Lo sento tremare mentre si appoggia a me.
"Bill, ascoltami. Tu…tu non devi sentirti obbligato, capisci? Non devi
pensare di essere…"Cristo, com’è difficile pronunciare quelle parole, quasi
lottassero per rimanere uncinate alla mia lingua, rimanendo, così,
impronunciate. "….innamorato, non sei costretto. Quello di ieri sera è stato un
tremendo errore e ti giuro, ti giuro dal più profondo del mio cuore Bill, che
non avrei mai voluto causarti tanta sofferenza." Lui struscia il viso sulla mia
maglia, abbracciandomi. "Torna da Andreas, è con lui che devi stare. Non con me.
E tu lo sai."gli sussurro alla fine, pronunciando le parole più autolesioniste
di tutta la mia vita.
Bill rimane abbracciato a me.
"Io non so se voglio tornare da Andreas. Non adesso che mi hai mostrato
quello che provi. Non adesso che ho capito quello che io
provo."mormora.
Gli accarezzo i capelli, come ho già fatto in mille altre occasioni. Stavolta
però è diverso.
Mi sciolgo dall’abbraccio e lo guardo in faccia.
"E allora cosa facciamo?"
"Non ne ho idea, Tom. Davvero non ne ho idea."
***
Passiamo tutta la mattina e tutto il resto del pomeriggio a parlare, del più
e del meno. Cerchiamo di ignorare entrambi quello che è successo, ma dalle
lunghe e intense pause che si creano nei nostri discorsi capiamo che nella
nostra mente non c’è posto per nessun altro argomento che non riguardi ciò che è
accaduto tra noi due.
Io ancora non riesco a crederci.
Proprio non riesco a realizzare.
Sono convinto che da un momento all’altro mi sveglierò e mi renderò conto che
è stato tutto un sogno. Bello o brutto non saprei dirlo. Ed anche questa è una
cosa che mi lascia piuttosto perplesso. Sì, perché avrei pensato che sarei stato
al settimo cielo nel ricevere un bacio da Bill, e lo sono infatti, ma la verità
è che mi sento anche molto triste. E angosciato.
Non riesco a fare a meno di chiedermi cosa succederà.
Siamo seduti sul divano, la TV è accesa su VIVA, ma nessuno dei due la sta
guardando. Con la coda dell’occhio vedo Bill che si morde le dita e che mi
lancia qualche occhiatina furtiva.
Cosa starà pensando?
Si è pentito di quello che ha fatto e detto? Non potrei dargli torto.
Io non so se voglio tornare da Andreas. Non adesso che mi hai mostrato quello
che provi. Non adesso che ho capito quello che io provo… Le sue parole non
fanno altro che tornarmi in mente. Ammetto che ho paura. Tanta paura. Mai e poi
mai avrei pensato che una situazione del genere avrebbe potuto davvero
realizzarsi, pensavo fosse solo una scandalosa mia fantasia. Eppure, eccoci qui,
seduti uno accanto all’altro, fratelli innamorati.
Cristo, che situazione.
Sospiro e in quel momento esatto sullo schermo vedo comparire in primo piano
la faccia di Bill. E’ l’ultimo video che abbiamo girato, Wir schliessen uns
ein.
"Ehi, c’è il nostro video!"esclamo, concentrandomi davvero sulla TV. "Guarda
che faccia che hai, Bill!" esclamo sforzandomi di ridere.
"Guarda Georg! Ha la solita espressione in ogni scena!"ride Bill indicando lo
schermo.
"Ma possibile che riprendano sempre e solo te?!"esclamo scandalizzato,
cercando di recuperare uno stralcio di normalità e di alleggerire la tensione
che si è creata.
"E’ perché sono il più bello, lo sai. Quando ti rassegnerai all’idea?"mi
sorride malizioso, venendomi addosso e tirandomi una pacca sulla nuca,
probabilmente con il mio stesso intento.
Ma quando incrocia il mio sguardo il sorriso gli si congela e scompare
lasciando il posto ad un’espressione imbarazzata.
Capisco al volo e arrossisco, maledicendomi per questo. Adesso che tra di noi
le cose hanno preso questa piega, come dobbiamo comportarci? E’ inutile far
finta di niente, ogni più piccolo gesto potrebbe nascondere un significato
diverso o essere frainteso.
"Tom, come…come dobbiamo comportarci?"sussurra.
"Io…non lo so. Tutto questo mi sembra così irreale."
"Non dirlo a me."
Sospiriamo contemporaneamente.
"E’ tutta colpa tua, comunque."afferma convinto Bill.
"Cosa?"
"Se tu non mi avessi baciato non ci ritroveremmo in questa
situazione!"esclama; so che non parla sul serio, ma mi sento punto sul vivo.
"Bè, se tu non mi avessi fatto perdere le staffe osannando Andreas non ti
avrei baciato!"esclamo.
"E cosa potevo saperne io che eri geloso?"dice battendo un piede per
terra.
"Bè, potevi percepirlo o intuirlo o immaginarlo!"
"Tom, è vero che siamo gemelli, ma non siamo sensitivi!"esclama girandosi
verso di me. Ci ritroviamo con i volti a un centimetro e ci paralizziamo.
Il mio cuore batte a mille e senza accorgermene trattengo il respiro.
Sento una vocina che mi sussurra Fallo, bacialo, bacialo adesso! e
un’altra che invece grida contrariata Non pensarci neanche, mostro
incestuoso!
Continuiamo a guardarci negli occhi, entrambi sconvolti dallo stesso dilemma
interiore, fin quando vedo Bill che si protende verso la mia bocca.
"Bill."lo blocco.
Stupido, stupido Tom! Poteva essere tuo!
Lui mi guarda con aria colpevole e io pronuncio le parole che odierò per il
resto della mia vita.
"Tronchiamo questa cosa insana prima che prenda il sopravvento."
Lui abbassa lo sguardo.
"Hai ragione."risponde, anche se dal tono della sua voce capisco che in
realtà sta pensando il contrario, esattamente come me.
Non so dove trovo il coraggio e la forza di farlo, ma mi alzo dal divano e
sparisco su per le scale.
La porta della mia camera si chiude con un sonoro clac.
Tom sei un vigliacco. Tom sei uno stronzo bastardo.
Sbatto un pugno sulla porta.
Cristo! Cristo! Fa male, fa male da morire tutto questo!
Non volevo che succedesse, non volevo!
Immagino Bill che fissa il vuoto ancora seduto sul divano.
Mi dispiace immensamente, non volevo trascinarlo in questo inferno.
Lo giuro.
Mi fa male lo stomaco per la tensione e le mani prudono follemente. Ho la
sensazione che tra qualche secondo imploderò, se non faccio qualcosa.
Poi vedo la salvezza, lì in un angolo.
Mi avvicino e afferro la custodia polverosa della mia vecchia chitarra.
La tiro fuori e l’accarezzo, sfiorandone la superficie liscia e lucente.
L’attacco all’amplificatore.
E suono.
Suono, suono, suono, sfiorando le corde con le dita, aggrappandomi ad ogni
nota che produco. La melodia è dolce e un po’ malinconica, sgorga pura e
incorrotta direttamente dalle dita, diffondendo quello che è dentro di me
nell’aria.
E poi, dapprima piano, poi sempre più forte, sento la voce di Bill provenire
dal piano di sotto. Non riesco a capire le parole che sta cantando, ma il suo
tono è triste e tenero e si amalgama perfettamente con la mia melodia.
E allora suono ancora più forte, mentre piango lacrime amare, per
trasmettergli tutto quello che voglio dirgli ma che non posso.
Questa melodia è per te, Bill.
Per dirti che ti amo.
E che ti sarò sempre vicino.
Sempre.
Non dimenticherò mai quel momento, Bill. Nonostante fossimo divisi, la tua
voce si univa alla mia musica e insieme ad essa sprigionava un sentimento che
straziava i nostri animi. La tua voce e la mia musica si univano come noi non
avremmo mai potuto fare.
Ma forse per te non è stato abbastanza, eh, Bill?
***
Sto piangendo. Solo, in silenzio nel mio letto, lascio che le lacrime
scorrano via da dentro di me, sperando che con esse se ne vada anche tutto il
dolore. Ma questo è impossibile.
Bill è ancora in soggiorno, non l’ho sentito salire in camera.
Forse si è addormentato sul divano.
Nella mia testa riecheggia ancora quella melodia ma stavolta ad accompagnarla
non c’è la voce di mio fratello, bensì le lacrime.
L’intera casa è avvolta dal silenzio. Se nostra madre tornasse adesso
penserebbe che siamo morti visto che casa nostra è sempre stata molto rumorosa
quando ci siamo io e Bill: urla, battibecchi, stereo a tutto volume, canti…
Invece ora c’è solo un grande, assordante, silenzio.
Guardo l’orologio: sono le nove e mezzo. La notte è ancora lunga e io vorrei
fosse già fosse domani.
Poi sento un tonfo giù al pianterreno. Drizzo le orecchie, ascoltando.
Niente, di nuovo tutto tranquillo.
Ma poi sento tossire. Insistentemente.
Bill.
Mi alzo e mi fiondo giù in soggiorno. Sul pavimento ci sono cereali, pane,
dei pomodori morsicati, pacchetti di patatine vuoti, caramelle mangiucchiate,
alcune croste di formaggio e delle foglie sgualcite d’insalata. Sembrerebbe
quasi che qualcuno si sia divertito ad aprire il frigo e a buttare tutto il suo
contenuto sul pavimento.
Sento altri colpi di tosse e dei conati.
Corro verso il bagno e mi lancio contro la porta, che però trovo chiusa a
chiave.
"Bill!! Bill apri!"grido, picchiando contro la porta.
Lui non risponde, ma sento che continua a vomitare.
"BILL CAZZO APRI LA PORTA!! BILL!!!"urlo, picchiando più forte che posso.
"V-vattene!"mi grida lui dall’interno, la voce rauca per lo sforzo di
vomitare fuori tutto quello che ha ingurgitato.
"BILL APRIMI SUBITO O SFONDO LA PORTA!!"urlo preso dal panico.
Nel sentire un altro conato comincio davvero a prendere a calci la porta,
mentre continuo a gridare di aprirmi.
Poi dentro tutto tace.
"Bill…?"
Non mi risponde.
"Bill, ti prego…"la voce mi trema, lotto contro le lacrime.
"Tom…"mormora mio fratello da dentro il bagno. "Non ti arrabbiare…"la voce è
incrinata.
"Bill, ti prego, ti prego aprimi! Non mi arrabbierò, te lo giuro!"
Per tutta risposta lo sento scoppiare in lacrime.
"Bill aprimi!"lo imploro.
Finalmente la mia richiesta viene esaudita.
Lo spettacolo che mi si presenta davanti non è uno di quelli che vorrei
ricordare. Bill è seduto per terra, con la schiena appoggiata al water sporco di
vomito.
La sua faccia è una maschera di trucco nero e di puro dolore.
Singhiozza disperatamente, e io gli corro incontro e lo abbraccio più forte
che posso.
Lo sento che si aggrappa alla mia maglietta, bagnandomi il collo di
lacrime.
"Va tutto bene…"gli sussurro, accarezzandogli i capelli.
"Non va tutto bene, Tom…"
Lo tengo stretto stretto a me, aspettando che finisca di piangere.
Il mio Bill.
Quando sento che ha finito lo aiuto ad alzarsi e gli lavo la faccia,
esattamente come lui aveva fatto con me quando ero ubriaco. L’acqua fresca lo
aiuta a calmarsi e a rilassarsi un po’.
Lo prendo da sotto una spalla e lo guido in camera sua. Lui si lascia
docilmente adagiare sul letto.
Si addormenta quasi subito.
Ha un’aria davvero distrutta…
Se metti caso fossimo fatti tutti allo stesso modo, se avessimo tutti lo
stesso aspetto fisico e lo stesso corpo, l’amore esisterebbe ugualmente, ma ci
innamoreremmo di qualcuno tale e quale a noi. Questo prova che quando ti piace
qualcuno ti piace per quello che è dentro.
Stavi pensando a noi due mentre dicevi questo, Bill? Vorrei solo che le tue
parole fossero accettate dall’intera umanità…
Ed anche questo capitolo termina... Povero Bill... In questa storia accenno
alla bulimia...Ragazzi, la bulimia è davvero una brutta bestia, mi raccomando
cercando di statene più alla larga che potete. Se dovete sfogarvi in qualche
modo prendete a calci il muro o vostro fratello (a seconda di chi è più vicino),
scrivete canzoni, urlate, ma non fatevi del male. Ci tenevo a dirlo. E specifico
che ora sono sobria (una volta ogni tanto!).
Ancora una volta....GRAZIE PER TUTTE LE RECENSIONI!!! Grazie di cuore,
davvero, ogni volta che aggiorno leggo con un pò di batticuore tutti i vostri
commentini dicendomi "Gli sarà piaciuto questo capitolo? Avrò
sbagliato?"...Grazie di cuore, non mi stancherò mai di dirlo!
Ci sentiamo al prossimo capitolo! Kuss!
Whity: Anche io adoro il cucciolotto Bill!! Da quando ho scritto questa
storia, ogni volta che nelle interviste dei Tokio Hotel leggo il nome di Andreas
(di solito sempre collegato alla domanda "Chi chiamate più spesso?" Puntualmente
o Bill o Tom rispondono "Il nostro miglior amico Andreas!") non riesco a
trattenermi dal ridere immaginandomi la tresca Bill/Andreas! Mi fa tanto piacere
che hai provato tutte quelle emozioni, davvero, è una delle cose più belle che
mi abbiano scritto in una recensione...Grazie per la correzione, devi sapere che
io studio tedesco a scuola, ma che purtroppo SONO UNA FRANA TOTALE!! T_T E dire
che lo amo... Sigh... Grazie! Spero ti sia piaciuto questo capitolo!
Ciao!
BambolinaRossa: Invece hai mantenuto pienamente la tua promessa, perchè
la tua recensione, esattamente come le altre, mi ha fatto tanto piacere!!!
Accidenti, il 14 suonano in Francia??? Nuuu, voglio vederli!!! Tom è sempre un
pò coglione, sì, è un "dolcione" cronico...!! Ti ringrazio davvero tanto per
aver letto e recensito anche se eri in un Internet Point T_T Spero che tua nonna
non ti butti via i poster (sacrilegio!!!!). Baciuz! Tokio 4ever!!!
Meggie: ihihih, penso che in questo capitolo tu abbia trovato la risposta
alle tue domande. Diciamo che Andreas era un pò il sostituto....Povero Bill, è
un pò idiota, nel senso che è un pò bambino, non capisce bene i suoi sentimenti
fino a che non ci va a sbattere contro! Grazie mille per la recensione ^__^ Tra
quanto aggiorni il seguito di Verbrennen?????????? Non per stressarti, eh,
ma.....sono così curiosaaaa!!! Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto!
Zoe92: Yap, grazie!!! Questo ti è piaciuto (almeno un pò?)? Direi che si
comincia ad entrare nel vivo della storia...Anche se mi dispiace per Bill,
poverino......Oddio, sono scema, in fondo la storia l'ho scritta io e sono io
che decido i sentimenti di Bill, potrei anche evitare di farlo svomitazzare ogni
tre per due, ma in un certo senso è come se la storia si scrivesse da
sola...Sono posseduta? Naaah...Scusa il delirio^^ Grazie mille per la recensione
Zoe! Ciauz!
Yuma: Grazieeee....Oddio, davvero hai pianto? Mi dispiace, non volevo!
Spero che ti sia piaciuto questo capitolo (e spero di non averti fatta
piangere!). Grazie tante per il tuo commento....<3
Ginny002: Allora ti ringrazio davvero tantissimo per aver recensito!!
Sono davvero felice che ti piaccia questa storia! Sai, anche io pensavo di non
riuscire a scrivere le twincest, però questa storia si è scritta praticamente da
sola! Forse devi solo aspettare il momento giusto! Ti ringrazio tanto per aver
recensito mi fa piacere che, anchse se avevi solo letto, hai deciso di lasciarmi
un commento! Spero continui a piacerti!^^
Auty91: Ecco qua la reazione di Bill. Pura, semplice, ingenua e
incasinata, in perfetto stile Bill Kaulitz made by Cioccorana. Grazie per i
complimenti...XD Oh madrina madrinosa??? Aahah! Figo! Al prossimo capitolo! Ciao
ciao!
Ginevra Malfoy: Ecco qua. Spero ti piaccia!^__^
MiticSammy: E no, no, no. Till invece, invece, invece se ne è andato
proprio via con Andreas, Andreas, Andreas. Ma è tornato (della serie Torna a
casa Till!). Grazie per la tua MiticRecensione, troppo buffa, buffa, buffa!
XDXDXD Spero ti sia piaciuto-o-o-o!! Ahahah!^__^
MissZombie: Uaaah, grassieeee.... I'm happy that you like my Fan Fiction!
Spero solo che continui a piacerti! Quando scrivi la tua storia fammelo sapere!
Sciao! P.S.: mi piace un kasino il tuo nick!!!!!
Judeau/VerdammtKind-Stra-Fortunato-Che-Se-Ne-Va-a-Berlino: Dal nuovo nick
che ti ho appioppato capisci che in questo momento mi sto rodendo il
fegato....Che fortunaaaaaaa!!!! Anche io voglio venire!!! Chiedi al tuo Magnus
personale se ha un posto anche per meeeee!!!! Che fortuna, parlerai crucco...
AH, ti vedrai i Tokio Hotel dappertutto (della serie che ti sogni Bill che
sbraita "Sono il tuo peggior Incubo!")^__^ Mi piace il nome Pralinschen! Davvero
cioccolatinoso! Eheh, sono contenta che la mia storia ti "intrippi" (non l'avevo
mai sentita questa parola!). Uff, dai, fatti venire l'ispirazione che io voglio
leggere qualcos'altro scritto da te...........Non è che ti metterai a scrivere
le twincest anche tu, eh????? Che bella cosa il fatto che scrivi a mano (però
poi, hai ragione, è una palla ricopiare il tutto al computer!); io invece le
storie le devo scrivere sempre al PC, non so perchè, forse perchè mi piace
battere i tasti della tastiera e poi si scrive più veloce^__^ Kuss susser, ci
sentiamo al prossimo capitolo...E stai lontano da tuo fratello >_^, eheh...
P.S. i papiri sono sempre accettati di buon grado, soprattutto se sono simpatici
come i tuoi!
DaisyPotter: vielen dank per aver recensito (scusa se ti cito qui da
ultima ma ho visto solo ora la tua recensione, l'hai fatta esattamente mentre io
sto scrivendo i ringraziamenti^__^). Continua a leggere e se ti va lascia un
commento a me fanno piacere! ^__^
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Capitolo 6 *** So einfach... ***
Was?|
Im
Zimmer 483
Nella
Camera 483
La telefonata che ho appena ricevuto
mi tranquillizza moltissimo.
Era David, mi ha detto che domani
ripartiamo di nuovo. Ricomincia il tour.
Grazie al
cielo.
La situazione qui a casa è pesante,
per non dire insostenibile.
Bill è ancora in camera, che dorme
nel suo letto.
Quello che è successo ieri sera mi
ha spaventato a morte.
Sta precipitando ogni cosa e sta
precipitando ad una velocità preoccupante.
Sto mettendo in ordine tutto il
casino fatto da Bill ieri sera, la mamma dovrebbe tornare tra poco e come le
spiegherei il cibo sparso a terra e il bagno sporco di
vomito?
Mentre ripulisco trovo altro cibo
oltre a quello che avevo visto la sera precedente. Sotto al tavolo della cucina
ci sono delle buste vuote di merendine e dentro il secchio della spazzatura
numerose bucce di banana.
Cavolo, deve essersi veramente
ingozzato.
Mi sembra così strano e assurdo
pensare che mio fratello sia capace di fare una cosa del genere. Ha sempre avuto
un rapporto sereno con il cibo, non ha mai mangiato né troppo né troppo poco,
quando gli andava mangiava i dolci, o la pizza, o qualsiasi cosa volesse, senza
farsi problemi. Siamo entrambi molto fortunati e siamo esili e magri per natura.
Bill non si era mai fatto problemi con il cibo fino a questo momento. Non
capisco da dove sia venuta fuori questa cosa, non capisco perché abbia scelto
proprio questo come valvola di sfogo. So solo che mi sento in parte
responsabile.
Porto fuori l’ultimo sacco di
spazzatura e dò un’ultima occhiata in giro per vedere se ho tralasciato qualche
cosa. No, sembra tutto pulito.
Mi
lascio cadere su una sedia, sfinito. Questi due giorni sono stati così intensi
che mi sembra di aver fatto quattro concerti di fila. Ho proprio voglia di una
sigaretta. Mi alzo per andare a prendere il pacchetto nascosto nella mia giacca,
ma non faccio in tempo a prendere l’accendino che sento la macchina di mia madre
parcheggiare nel vialetto di casa. Nascondo tutto nuovamente nella giacca con
uno sbuffo scocciato. La cosa buffa è che non posso fumare liberamente neppure
fuori casa, perché se quei rompicoglioni dei paparazzi (non c’è cosa che odio di
più al mondo) mi fotografano mentre fumo sia mia madre che Saki che David
s’incazzerebbero da morire. “Non puoi fumare, ti fa male, morirai di cancro!”,
direbbe mia madre. “Non puoi fumare, che immagine daresti alle tue fan?!”,
direbbe Saki (affatto preoccupato della mia salute). “Non puoi fumare, quelli
della casa discografica non sarebbero d’accordo!” E che palle!
Una bella sigaretta era giusto
giusto quello che mi ci voleva per rilassarmi un attimo.
Vado incontro a mia mamma e le apro
la porta. Mi saluta con un abbraccio e un bacio.
“Ciao Tomi.”
“Ciao mamma. Come è andato il
viaggio?”
“Niente da fare, non ho concluso
nulla.”sospira lei mentre si toglie le scarpe e appoggia la borsa sul
divano.
“Mi dispiace. Vedrai che la prossima
volta andrà meglio.”
Lei mi guarda, un po’ insospettita
da questa gentilezza che di solito non mi appartiene.
“E voi? Che avete
fatto?”
Bè, Bill mi ha fatto incazzare
perché faceva il “gatto morto” con Andreas, allora l’ho baciato, poi lui mi ha
baciato, ci siamo dichiarati un sentimento che generalmente farebbe venire il
voltastomaco a due fratelli normali, ci siamo uccisi di dolore a vicenda
tentando di reprimere tutto quello che proviamo, Bill si è svuotato la dispensa
e dopo l’ha riversata tutta giù per il cesso. E non ho potuto fumare nemmeno una
cazzuta sigaretta. Mi verranno altro che rughe… “Niente di
particolare.”
“Sarà, ma hai delle occhiaie
spaventose. Non appena le vede Saki ti uccide.”
“Oh no, si notano così
tanto?!”
Lei annuisce ridacchiando, mentre
corro a specchiarmi nello specchietto appeso accanto alla
porta.
“Ti costringerà a darti tre passate
di fondotinta!”mi dice mia mamma.
“Che palle, io odio quell’affare, mi
sento tutto appiccicoso dopo.”mi lamento strusciandomi gli occhi.
“A volte vi truccate più voi di me,
ragazzi.”ride prendendomi in giro. “Ho visto delle vostre foto in vi avevano
messo tre quintali di rossetto!”
“Mamma ti prego non dirmelo…Ci credo
che poi la gente dice che siamo tutti gay…”
Mia mamma ride, ma a quelle parole
si fa un po’ più seria e si avvicina a me.
“A proposito…”sussurra con fare
cospiratorio. “Per caso tuo fratello…ti ha detto
qualcosa?”
Arrossisco di
colpo.
“I-in che
senso?”
“In quel senso…”gesticola con
la testa tentando di farmi capire qualcosa che io non afferro. Che abbia capito
cosa abbiamo combinato? Forse essendo nostra madre lei aveva già afferrato tutto
prima di me e Bill? Se così fosse penso che sarò costretto a scappare di casa
per il turbamento. ”Quale senso?!”
“Nel senso se…bè, gli piacciono le
ragazze……o no?”
Strabuzzo gli
occhi.
Mamma, non puoi sapere quanto io sia
la persona meno indicata per rispondere a questa tua
domanda.
“I-io non lo so…Non mi ha detto
niente…”mi allontano da lei, dirigendomi in cucina fingendo di aver una sete
impellente.
Bill non è gay, lui ama. Ama
le persone. S’innamora dell’animo delle persone.
Questo dovrei risponderle. Ma per
qualche oscuro motivo non dico niente.
E io? Io sono gay? Mi piace mio
fratello e questo fa di me, oltre che un maniaco, anche un
gay?
Ci rifletto un istante mentre bevo
l’acqua che mi sono versato.
Bill mi piace. Ok. Questo l’ho
fottutamente capito ed ha fatto un male cane rendersene
conto.
Ma non sono attratto da altri
ragazzi.
Solo da Bill…
Perché Bill è
Bill.
Maschio, femmina…Bill è
semplicemente Bill. Per me è solo questo. Ed è lui che voglio.
Mi rifiuto di farmi altre seghe
mentali e chiudo questa discussione mentale pensando che non mi sono mai
ritrovato a fissare con la bava alla bocca nessun fondoschiena maschile. Non
sono gay, sono innamorato di Bill.
Lui è un caso a
parte.
“Quindi…Bill non ti ha detto
niente?”torna all’attacco mia mamma, che evidentemente non ha capito niente di
quello che è successo tra i suoi unici due figli. Chissà cosa farebbe se lo
scoprisse?
“No.” Mi ha detto che è
innamorato.
Di me.
Però non posso dirlo a nessuno per
quanto mi riesca sempre più difficile rimanere in silenzio ad osservare la
nostra lenta
autodistruzione.
***
“TOM! Che diavolo hai combinato per
avere quelle occhiaie?!”mi urla Saki non appena mi vede.
“Nooo, Saki ti prego, non
arrabbiarti!”
“Quante volte te lo devo dire che
devi stare attento a non avere una faccia stravolta?! Sai quante storie
potrebbero inventarci sopra i giornalisti?! Vuoi che ti accusino di essere un
drogato o che altro?!”continua a sgridarmi.
“Perdono!”supplico tentando
d’intenerirlo.
“Altro che perdono! Appena saliamo
sul pullman ti darai tre strati di fondotinta, capito?”
Fulmino con un’occhiata mia madre,
mentre la vedo che si trattiene dal scoppiare a ridere.
“Ciao Tomi, fai il bravo e datti il
fondotinta.”mi dice mentre mi saluta.
“Mamma non ti ci mettere anche
tu!”
“Dai retta a Saki, mi raccomando! E
chiamami ogni tanto!”
La saluto con la mano mentre salgo
sul nostro pullman, dove Georg e Gustav sono già
stravaccati.
“Ehi belli!”li saluto cercando di
sembrare disinvolto. Sono agitato, ho paura che da un momento all’altro Gustav o
Georg possano saltare su e dirmi che finirò all’inferno per aver baciato il mio
gemello. Non sono mai stato così nervoso in loro presenza. E Gustav
probabilmente se ne accorge perché mi guarda un po’ strano. Faccio finta di
niente, poso la mia roba e dal finestrino vedo mia mamma che abbraccia
Bill.
Si è svegliato che erano le due meno
un quarto.
Non ho avuto tempo di parlare da
solo con lui. Ci siamo a malapena salutati.
Vorrei solo che mi dicesse che sta
bene, il resto non conta.
“Ciao Bill!”lo saluta Gustav non
appena sale.
Lui sorride, anche se si vede che
avrebbe voglia di fare tutt’altro.
Sento una stretta allo
stomaco.
“Che hai fatto in questi
giorni?”chiede Gustav mentre accende il suo I-Pod.
Bill fissa il finestrino.
“Niente.”
La stretta allo stomaco si fa più
forte.
Bill, dimmi solo che stai bene. Solo
questo.
**
Mi sveglio di soprassalto. Qualcuno
mi sta picchiando in faccia con quello che sembra un fastidioso
spolverino.
“Puah!”sputacchio, sputando un pelo
che mi è finito in bocca. Apro gli occhi e trasalisco nel vedere la figura di
Saki torreggiare sopra di me.
“Sta fermo, razza di idiota. Guarda
come ti sei conciato…”bofonchia. Mi rendo conto che quello con cui mi sta
“dolcemente picchiando” sulla faccia non è uno spolverino ma un batuffolo da
cipria. Tossisco, annaspando nella nuvola di cipria che Saki si ostina a
spargermi su tutta la faccia
“Ecco, adesso va già meglio.”mi
guarda soddisfatto.
“Era proprio necessario? Stavo
dormendo, nel caso tu non te ne fossi accorto!”
“Siamo arrivati e davanti all’hotel
ci sono i fotografi e le fan. Devi essere presentabile. E tu Georg ti sei
pettinato quei capelli?!”grida.
“Sì, sì…”risponde svogliatamente
Georg, passandosi la spazzola tra i lisci capelli, poi borbotta qualcosa che
somiglia a un’imprecazione e Saki gli lancia dietro il batuffolo da cipria,
colpendolo dritto in faccia. Gustav esplode in una sonora
risata.
“Voi tre sciagurati dovreste
prendere esempio da Gustav, lui sì che è l’uomo perfetto!” Guastav si esibisce
strizzando gli occhi in un’espressione da cucciolo felice. “Muovetevi, dobbiamo
scendere!”dice Saki, ma dalla voce si capisce che gli scappa da
ridere.
Vedo Bill che si sta ritoccando il
trucco.
Anche lui non ha una bella
cera.
Fuori è già buio e fa piuttosto
freschino. Sinceramente non ho neanche la più pallida idea di dove siamo.
Tanto lo sa Saki, no?
Quando mettiamo piede a terra le
fans urlano come matte.
Firmiamo un paio di autografi al
volo e ci rintaniamo nell’hotel.
Eccoci di nuovo nell’ennesimo hotel,
dove passeremmo l’ennesima notte, per fare l’ennesimo concerto. L’ennesima
rassicurante routine.
Eppure mi sento come se tutto questo
fosse estraneo a me.
Lancio un’occhiata veloce a Bill e
lo vedo che scruta la hall.
E’ tutto estraneo perché adesso la
situazione è completamente diversa.
Ho voglia di scappare via e di
portare Bill via con me.
Prendo un respiro profondo.
Calmati, Tom.
Andrà tutto bene. Basta che eviti di
fare stronzate.
Come se fosse facile. La filosofia
del non fare stronzate non funziona con me.
Saki torna da noi con le chiavi
delle camere e ce le consegna.
Ti prego non accanto a Bill, ti
prego non accanto a Bill, ti prego non accanto a….
“Georg hai la numero 479, Gustav hai
la camera 478, di fronte a quella di Georg mi hanno detto, tu Tom hai la 481 e
Bill invece la 483. Stavolta siete tutti vicini. La mia è la camera 466, penso
sia un piano sotto al vostro. Mi raccomando ragazzi, non fate confusione. E
niente passeggiate in mutande, per cortesia.”minaccia Georg con uno sguardo che
dice chiaramente Fai-qualcosa-di-stupido-e-ti-uccido.
“Ok Saki, faremo i buoni.”risponde
Georg con un sorrisetto.
Tutti insieme ci avviamo verso
l’ascensore. L’hotel è veramente bello, un quattro stelle, ma veramente
eccezionale.
“Le nostre camere sono all’ultimo
piano.”dice Gustav leggendo le targhette scritte sulla pulsantiera
dell’ascensore.
Ci stringiamo tutti dentro e
riusciamo a far entrare anche tutte le nostre valigie.
Il silenzio che ci avvolge non è
consono a noi e infatti ci guardiamo piuttosto straniti, come a dirci “Bè, che
diavolo sta succedendo?”. Nonostante ciò,nessuno osa aprire
bocca.
Le porte si aprono con un lieve bip
e noi usciamo, l’unico rumore è quello dei nostri passi e delle ruote delle
valigie che scivolano sul pavimento di legno.
“477,478…Eccola, 479!”annuncia
Georg.
Gustav traffica con la serratura di
fronte a quella di Georg.
“Io e te abbiamo sempre la camera di
fronte, è possibile?”dice Gustav.
“E’ un segno del destino,
dolcezza…Stasera vengo a farti una visitina in privato.”ammicca Georg strizzando
l’occhio a Gustav, che per tutta risposta finge di vomitare, poi si rivolge a me
e Bill. “Ci troviamo tra mezz’ora giù in sala
pranzo?”chiede.
Io guardo Bill, che apre la porta
della sua camera, ma lui non risponde. Non ha quasi proferito parola in tutto il
giorno.
“Ok.”rispondo infine io per
entrambi.
Entro nella mia camera. E’ grande e
confortevole, con un letto enorme e un bagno altrettanto grande.
Non apro nemmeno una valigia, ma
frugo nella tasca della mia giacca ed estraggo le sigarette, poi esco sul
terrazzino privato della camera. L’aria fresca mi fa rabbrividire.
La vista non è un granchè, siamo
lontani dal centro della città (ho chiesto a Gustav dove ci hanno portato e lui
mi ha risposto che siamo a Lubecca…) e quello che si stende davanti a me non è
altro che una distesa di boscaglia incolta.
Mi accendo la tanto agognata
sigaretta e aspiro profondamente.
Aaaah… Nicotina ti amo, sei tu il
mio vero amore, e nessun altro. Altro che belle tette e relazioni incestuose, un
bel tiro di sigaretto nel momento più opportuno è una delle cose più
soddisfacenti del mondo.
Mi siedo sul muretto della terrazza
e guardo per un attimo di sotto, assaporando la sensazione di vertigine. Siamo
al quarto piano, è piuttosto alto. Scuoto la sigaretta e osservo la cenere
svolazzare via.
Le finestre dell’hotel sono quasi
tutte illuminate. Scruto nella camera di Bill, ma le tende sono tirate e non
s’intravede niente all’interno.
Ho bisogno di parlare con
lui.
Ho bisogno di
lui.
Spero solo che riesca a distrarsi un
po’ con il concerto che faremo domani. Lo spero davvero
tanto.
**
A cena Bill non spiccica parola e
non tocca cibo.
Georg e Gustav gli domandano più
volte se si sente male e lui replica che è semplicemente
stanco.
Sì, certo, e io in realtà mi chiamo
Carolina.
Sbuffo, giocherellando con quello
che ho nel piatto.
“Ragazzi, dai, non fate quei musi
lunghi! Domani abbiamo il concerto! Non avete voglia di fare un po’ di
casino?!”esclama Georg tentando di animarci.
“Ho solo voglia di dormire.”mormora
Bill.
“Eddai, Bill! Non sei tu quello che
proclama fieramente Leb’ die Sekunde? E allora coraggio, su col morale! E se sei
stanco vai a letto, fatti una delle tue mega dormite e domani ti alzerai con
l’energia di un leone! La criniera tanto già ce l’hai…”il suo tentativo di farlo
ridere fallisce miseramente.
In questo momento squilla il
cellulare di Bill. Lo vedo che guarda lo schermo e s’incupisce ancora di più. Mi
sporgo in avanti per sbirciare e immediatamente capisco il perché:
Andreas.
Ma che cazzo
vuole?!
Bill mi guarda con un’espressione
intimorita.
“Rispondi.”gli dico, cercando di
mantenere un’aria indifferente.
“Lui esita ancora un attimo poi
preme il pulsante che avvia la chiamata.
“Pronto?” Georg e Gustav
chiacchierano a bassa voce tra di loro. “Sono a Lubecca, domani abbiamo un
concerto.” Bill mi lancia un’occhiata veloce. “…………..No………Lo so…….Mi dispiace….”
Ogni secondo che passa il suo sguardo si rabbuia sempre di più. “E’ che…….è
successo un po’ di casino……..” Adesso Georg e Gustav lo fissano, curiosi, così
lui si alza dal tavolo e si sposta sul fondo della sala.
Lo vedo che cammina qua e là,
giocherellando nervosamente con i suoi grandi (e a mio parere orrendi) anelli.
Non capisco quello che dice, ma mi
sembra alquanto nervoso.
“Con chi sta parlando?”mi chiede
Gustav mentre addenta un panino.
“Non lo
so.”mento.
Gustav si volta a guardare Bill che
in quel momento si sta passando una mano tra i capelli e sta discutendo
vigorosamente.
Sono indeciso se raggiungerlo e
stargli vicino o se rimanere in disparte: forse è una cosa che vuole affrontare
da solo…
“…NON E’ VERO!”ruggisce ad un certo
punto Bill, attirando su di sé gli sguardi di tutti i presenti nella sala.
“ALLORA LA VUOI SAPERE UNA COSA? SE DICI QUESTO SIGNIFICA CHE NON HAI MAI CAPITO
NIENTE DI ME!!”e urlato questo chiude la conversazione, premendo la tastiera del
cellulare così forte che penso l’abbia rotta. Bill fissa per un attimo lo
schermo del cellulare poi prende e lo scaglia a terra. Ok, suppongo sia il
momento di intervenire, non posso vederlo così. Mi alzo e lo
raggiungo.
“Che cavolo è successo?”gli sussurro
prendendolo per un gomito e trascinandolo più in disparte, cercando di
distogliere l’attenzione dei presenti da noi.
“Lasciami stare, Tom!!”strattona via
il suo braccio da me e se ne va, uscendo dalla sala a passi veloci con la sua
andatura mezza gobba, apparentemente incurante degli sguardi e dei mormorii
degli altri commensali.
Rimango lì come uno scemo; raccolgo
il cellulare, lo schermo si è incrinato e un pezzo della cover è saltato
via.
Torno a sedermi a tavola,
lasciandomi letteralmente cadere sulla sedia. Sbatto il malcapitato telefono sul
tavolo, afferro un panino e me lo ficco in bocca con rabbia, ingoiandolo senza
neppure masticarlo.
Georg e Gustav fissano i loro
piatti, in silenzio.
C’era bisogno di scacciarmi così?!
Volevo solo offrirgli un minimo di aiuto! Idiota! Bill sei un
idiota!
“Ma che cos’avete voi due, si può
sapere?”si rivolge a me Gustav.
“Avete litigato mentre eravate a casa?”
Io scuoto la testa. “Non è successo
niente.”mormoro.
“E allora perché siete in queste
condizioni?”
“Non lo so.”sibilo, stritolando una
briciola di pane.
“Cavolo, ormai vi conosciamo
abbastanza per capire quando c’è qualcosa che non va e stavolta c’è
qualcosa che non va!”
“Gustav, non lo so, ok?! E’ inutile
che me lo chiedi!”mi alzo e me ne vado, lasciando i miei due amici
allibiti.
Lo so, lo so, non mi sarei dovuto
comportare così. Ma non ho molta pazienza da distribuire, se non si fosse notato
sono piuttosto al limite.
Raggiungo camera mia e mi chiudo
dentro.
Mi tolgo con rabbia il cappello e la
fascia, le scarpe, la maglia e tutto il resto e mi ficco sotto la doccia,
aprendo l’acqua alla massima potenza.
Come usciamo da questa situazione di
merda?
Cosa si saranno detti Bill e
Andreas? Non sono sicuro di volerlo sapere. Temo di non riuscire a sopportare un
altro peso o un’altra questione a cui pensare. Anche se ammetto che vorrei
vederlo polverizzato, quel verme che si è scopato mio fratello e che lo fa stare
male. Uff, è difficile capire ogni cosa; la situazione tra me e Bill è già
abbastanza ardua, non c’è bisogno di complicarla ulteriormente! Maledetto
Andreas…
Rimango sotto la doccia per più di
quaranta minuti.
Esco senza preoccuparmi di
sgocciolare per terra; il bello degli alberghi è che c’è qualcuno che ripulisce
e riordina al posto tuo e che lo fa particolarmente bene se il padrone
dell’hotel sa che sei una star. Perciò me la prendo
comoda.
Frugo dentro la valigia e indosso i
boxer comodi con cui dormo. Mi sdraio sul letto e accendo la TV.
Non c’è nulla di interessante così
mi ritrovo a guardare uno stupido programma comico, che di comico non ha niente,
anche se probabilmente ciò è da imputare al mio umore e alla mia totale mancanza
di concentrazione. In questo momento penso che perfino vedere Georg vestito da
fata turchina mi lascerebbe indifferente.
Che palle… Perché mi sono ficcato in
una situazione del genere?
Bill è solo ad una camera di
distanza dalla mia. Chissà se sta già dormendo. Chissà come si sente. Chissà
cosa pensa… Chissà se mi odia…Chissà, chissà…Che cazzo me ne faccio di tutti
questi chissà?! Io so per certo che in questo preciso istante non vorrei essere
qui, ma vorrei essere dall’altra parte di questo muro, con Bill, a stringerlo e
a dirgli che andrà tutto bene, che troveremo il modo per far funzionare le cose,
che lui non è solo, che se vuole posso tirare ad Andreas un bel calcio dove non
batte il sole. Vorrei che mi parlasse, Santo Dio, chiedo
tanto?!
Stringo i pugni e i
denti.
E poi non resisto più, indosso i
jeans e la maglia, ed esco dalla mia camera, richiudendomi la porta alle
spalle.
Busso alla porta della camera
accanto alla mia, al cui interno c’è l’unica persona di cui ho
bisogno.
Busso per un po’ e alla fine mi
viene aperto.
Deve aver fatto la doccia anche lui,
perché indossa i pantaloni della tuta e la sua maglia “da casa”, ed i suoi
capelli non assomigliano più agli aculei di un porcospino, scendono lisci lungo
le spalle, incorniciando il viso ripulito dal trucco nero.
“Posso entrare?”gli
domando.
Lui si fa da parte senza dirmi
niente.
Le valigie sono aperte e sul letto
sono sistemati i pantaloni che usa come pigiama.
“Stavi davvero andando a
dormire?”
Lui alza le spalle, permettendomi di
dare la risposta che più mi aggrada alla mia domanda.
Sospiro. Lasciamo stare i
preamboli.
“Bill…Non possiamo fare
così…”
“E cosa vuoi che faccia?!”scatta
subito in risposta.
Io rimango un attimo spiazzato da
tanta aggressività, dovrei essere io quello arrabbiato! Decido di fare finta di
niente. “Dobbiamo…dobbiamo cercare di comportarci normalmente.”rispondo
grattandomi la nuca, a disagio.
“Bè, non so se te ne sei reso conto,
ma quello che è successo tra noi negli ultimi giorni non si può certo definire
normale.”
Lo so, razza di cretino!, vorrei
gridare, ma riesco a trattenermi dal farlo anche se non riesco a non
arrossire.
“Bill…”
“No,
niente Bill! Come puoi
pretendere che riesca a comportarmi come se niente fosse?! Eh?! Come puoi anche
solo immaginare che riesca a fare finta di nulla?!”grida lui
arrabbiato.
“Pensi che per me sia facile?!”grido
io in risposta. “Cazzo, pensi che io ci stia bene?! Credi forse che non mi
interessi?! Sono preoccupato e spaventato e geloso di Andr….”ma non riesco a
finire la frase perché Bill mi afferra per le spalle e mi sbatte letteralmente
contro il muro, facendomi male, pressando le sue labbra contro le
mie.
In un attimo dimentico tutto quello
che stavo pensando e mi perdo in un’orgia di sensazioni così potenti che mi
tremano le ginocchia.
Sento le mani di mio fratello che si
aggrappano alla mia maglia e che mi graffiano il collo.
Trascinato dalle emozioni che provo
mi avvinghio a lui, passandogli una mano dietro la nuca e stringendolo più forte
a me.
Non capisco più niente, sento solo
il mio corpo in fiamme, sconvolto da un’estasi che non avevo mai provato prima.
E dire che non sono certo un novellino in queste cose. Ma baciare Bill è
scoprire di non aver mai baciato veramente prima.
Quando si stacca dalla mia bocca,
lui preme energicamente la sua fronte contro la mia, respirando forte, quasi con
violenza, come se fosse riemerso dopo un apnea durata fino al massimo limite
possibile.
Rimango aggrappato a
lui.
“Tom e tu vuoi dirmi che tutto
questo è normale…?”sussurra a un centimetro dalla mia
bocca.
Lo fisso un momento
.
“No.”rispondo e poi mi impossesso
nuovamente di lui.
Non è normale.
Va contro tutte le
etiche.
E’ osceno.
E’ sbagliato.
Ma non posso farne più a
meno.
Il corpo spigoloso di Bill aderisce
al mio e la sensazione che provo è quella di essere tutt’uno con
lui.
Ma in fondo è proprio questa la
sensazione che ho sempre sentito pensando a Bill, di essere una sola cosa con
lui.
E’ così semplice da capire... E
allora perché nessuno ci riesce?
Lo sento gemere piano e
istintivamente bacio il suo collo sottile, sfiorando la sua pelle con le labbra,
saziandomi.
“Tom…”
Torno a baciargli il viso ma lo
trovo umido.
Apro gli occhi e mi accorgo che
quelle che sto baciando sono lacrime salate.
“Tom…”sussurra di nuovo Bill tra le
mie braccia.
Smetto di baciarlo e lo stringo
forte, più forte che posso, ma improvvisamente lui si irrigidisce e mi spintona
via con una forza tale che cado a terra.
“Ehi, ma che ti prende!?”esclamo
stupito. Lui mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, ma sul suo volto leggo la
rabbia.
“Cosa stiamo facendo?!”grida. “COSA
STIAMO FACENDO!?”urla, i pugni serrati con forza, le spalle che
tremano.
Mi alzo e corro da lui, cerco di
abbracciarlo ma mi respinge, spingendomi via.
“Bill lasciati abbracciare…”gli
sussurro con gli occhi pieni di lacrime. Lasciati sostenere da me.
Ma lui
continua a scacciarmi, singhiozzando e alla fine mi tira uno schiaffo in piena
faccia, poi si scaglia contro di me colpendomi con una scarica di
pugni.
Cerco
di proteggermi come meglio posso, ma non riesco a evitare che i pugni chiusi di
Bill mi colpiscano.
Lo
sento che singhiozza e piange disperatamente mentre si avventa contro di me.
Bill…se
sono io la causa di tutto questo tuo dolore allora distruggimi…me lo
merito…
Mi tira
un altro colpo, poi si blocca, continuando a singhiozzare, un pugno ancora
levato in aria.
Mi
immobilizzo, un lieve bruciore che s’impossessa della guancia colpita da
Bill.
Mio fratello mi guarda con gli occhi
lacrimanti spalancati.
Geme e si lascia cadere in
ginocchio, piangendo rumorosamente.
Mi porto una mano alla guancia e
quando la osservo vedo che è macchiata di sangue. Bill deve avermi graffiato con
le unghie. Improvvisamente ho una nausea spaventosa e una voglia di urlare che
penso non sarò in grado di sopraffare. Vorrei spaccare tutto, scagliare
qualsiasi cosa contro la parete, ho bisogno di sentire qualcosa che si rompe
sotto le mie mani.
Ma vedo Bill ripiegato su stesso che
piange disperatamente e subito ogni emozione che provo è azzerata. Bill viene
prima di tutto.
Mi accovaccio vicino a lui,
ricacciando indietro le lacrime. Devo essere forte, ora più che
mai.
Gli prendo il mento tra le mani e
gli sollevo il viso, costringendolo a guardarmi.
“Tranquillo…Calmati…Tutto a
posto…”sussurro piano.
“Tom, s-scusami…Ho perso il
controllo…”singhiozza.
Abbozzo un sorriso. “Non fa
niente…Capita, soprattutto agli isterici come te.”
Lui si avvicina di più a me,
poggiando la testa contro la mia spalla. Lo abbraccio.
“Non ce la faccio a tenere sotto
controllo ogni cosa….N-non ci riesco…” Gli accarezzo la schiena, spronandolo a
continuare a parlare, sperando che butti fuori tutto una volta per tutte.
“A-Andreas mi ha detto che l’ho…l’ho usato e basta…Ha detto che mi sono
solo…”singhiozza ancora. “…divertito con lui….”
Quando lo vedo giuro sul mio onore
che gli spacco la faccia a quel bastardo.
“Bill, lascia perdere quello che
dice Andreas, va bene? Tu lo sai che non è così, tu sai quello che è successo,
sei stato…travolto da una cosa più grande di te.” E sono stato io a
travolgerti.
Singhiozza di nuovo, non accennando
a voler smettere di piangere.
“Sono qui, Bill. Non sei
solo.”
“E’ questo il problema. Vorrei
davvero essere solo.”dice queste parole e poi singhiozza e si stringe a
me ancora più forte, facendomi male con le sue dita ossute. “Tom perché tutto questo è sbagliato?
Cosa stiamo facendo di così tanto male? ”
“Io…io non riesco a
capirlo.”
Lui continua a piangere, stringendo
la mia maglietta tra le sue dita, singhiozzando disperatamente.
Dentro di me sento un dolore
lacerante e penso che darei tutto ciò che possiedo, rinuncerei a tutti i
risultati che ho conquistato, smetterei di vivere, solo per far cessare le
lacrime di mio fratello.
**
Io e Bill non siamo mai stati due
che piangono facilmente; in questi giorni oserei dire che abbiamo pianto tutte
le lacrime che non avevamo pianto in questi anni. Ci siamo rifatti tutto d’un
colpo. Bell’affare.
Mi giro e trovo il suo viso
proprio di fronte al mio.
Sembra libero da qualsiasi
preoccupazione mentre dorme.
Ma non appena si sveglierà l’inferno
lo inghiottirà nuovamente ed io non sarò capace di
salvarlo.
Gli sposto un ciuffo ribelle che gli
copre gli occhi. I vestiti sono tutti spiegazzati, abbiamo dormito con quello
che avevamo indosso.
Se solo potessi lavare via tutte le
tue sofferenze, Bill, sarei davvero felice e non mi importerebbe niente
altro.
Tocco con un dito il graffio che mi
ha fatto, la prova tangibile della sua sofferenza. Da bambini ci siamo picchiati
spesso quando litigavamo. Erano anni però che non ci mettevamo le mani addosso.
Deve aver seriamente perso il controllo, anche perché non è mai stato un tipo
manesco. Tutto ciò significa che è davvero al limite.
Ed è tutta colpa mia.
E’ stato l’errore più grande di
tutta la mia vita baciarti.
Ma è stato un errore che avrei
sicuramente commesso prima o poi.
Sfioro la sua guancia con una mano,
lievemente.
Andreas mi ha detto che l’ho usato e
basta… Ogni volta
che ripenso a queste parole mi viene una voglia tremenda di prendere il telefono
e dire due dolci paroline a quel coglione. Se era davvero tanto affezionato a
Bill, che bisogno c’era di dirgli quelle cose?! Maledetto cretino! E’ ovvio che
uno come Bill si sente subito in colpa, soprattutto adesso che è implicato in
una situazione alquanto complicata.
Dopo essersi tranquillizzato un po’
Bill mi ha chiesto il cellulare ed ha inviato ad Andreas un sms in cui gli
diceva che era finita. Quando ha inviato il messaggio ha fatto un enorme sospiro
di sollievo. Ed io con lui.
Ammetto
che mi sono sentito anche un po’ lusingato…e, sì, sì, va bene, anche
tremendamente gasato. Ahah, ho vinto io. Fanculo biondo del cavolo, i Kaulitz
vincono sempre! Torna a postare le nostre foto sul nostro sito web, da adesso in
poi il culo di Bill lo potrai guardare solo lì!…Sì, lo so, mi sbilancio un po’
troppo, dovrei cercare di reprimere questi attacchi di puro odio nei suoi
confronti e limitarmi a odiarlo perché ha fatto del male a Bill. Ma che ci posso
fare, sono sempre stato un tipo possessivo. E competitivo. Se poi in questione
c’è Bill allora tutto viene raddoppiato al quadrato. Perciò è logico che mi
alteri un po’ più del dovuto, no? Poi mi passa…Più o meno.
Sono le nove.
Tra meno di un’ora dobbiamo essere
pronti per andare a fare le prove.
Scrollo Bill per una spalla,
delicatamente.
Lui apre gli occhi e in quel momento
sembra un bambino senza alcun pensiero.
“Buongiorno.”sorrido
Lui si stiracchia gemendo.
“Mmmh…Nooo….E’ già ora di alzarsi?”sbadiglia.
“Sì. Anzi, direi che siamo in
ritardo visto che tra quaranta minuti dobbiamo essere pronti e visto che tu
impieghi sempre trent’anni per prepararti.”
Lui sorride appena e io gli do un
piccolo buffetto sul naso, combattendo la vergogna. Mi sento impacciato come non
mai, anche se non è certo la prima volta che mi sveglio accanto a lui.
“Dai dormiglione, alzati e
preparati. E fatti una doccia: puzzi!”ridacchio, cercando di non fargli pensare
a niente di quello che è successo ieri sera, cercando di essere il più normale
possibile.
“Ehi!”esclama indignato lui, la voce
impastata di sonno.
“Ci vediamo nella hall tra poco. Mi
raccomando non ti riaddormentare.”Mi alzo ed esco dalla camera, per andare a
prepararmi. Prima di aprire la porta della mia stanza mi fermo un attimo e
sorrido; torno indietro e riapro la porta di Bill.
Come
immaginavo.
Sorrido ancora, prendo una maglia
dalla valigia spalancata di Bill e gliela tiro addosso facendolo sussultare. “Ti
avevo detto di non riaddormentarti!”
“Uffa…Va bene, va bene, mi
alzo…”
“Bravo
Billuccio!”
**
Lo stadio in cui ci esibiremmo
questa sera non è certo uno dei più grandi in cui abbiamo suonato, ma non ci
lamentiamo. A volte è ancora più bello suonare per un pubblico più ristretto. Mi
dà un senso di maggior intimità; intimità in senso relativo perché Saki ci ha
informato che ci saranno 4.000 persone a vederci. Dopo un po’ però ti ci abitui.
E allora 4.000 persone diventano la tua intimità.
“Ehi Saki io non riesco a sentire
bene il resto del gruppo!”urla Georg a Saki che è dall’altra parte del palco.
Stiamo provando già da due ore e
mezzo e io sono stanco morto oltre che sudato fradicio.
Bleah.
“Riprova adesso, Georg.”urla
Saki.
Attacchiamo di nuovo a suonare
l’intro di Der Letzte Tag e Georg annuisce vigorosamente. “Sì, è ok
adesso.”
“Bill, il microfono va
regolato!….Bill!…..Biiiillll!!!”Dal centro del palco Bill sussulta quando si
accorge che Saki si sta rivolgendo a lui.
“Bill che hai oggi? Sei così
distratto!”gli urla Saki. “Forza ragazzo, non puoi mollare
adesso!”
Bill sospira, tornando a scrutare la
distesa vuota che si erge di fronte a lui, con l’aria di chi non ha affatto la
concentrazione sufficiente per sostenere un concerto.
Saki lo guarda preoccupato. “Tom,
tu? Tutto ok con il soundcheck?”
Faccio un arpeggio e un breve
assolo. “Sì, tutto ok, l’acustica è buona riesco a sentire
tutti.”
“Bene.”approva Saki. “E tu Gustav?”
“Sì, però qui mancano le bacchette
di ricambio. Puoi farmele mettere al solito posto Saki? E magari se invece di
due me ne fai mettere quattro è meglio, al concerto scorso ne ho spaccate
tre!”
“Il nostro Gustav picchia
duro!”esclama
Georg, che al contrario di Bill sembra pieno di energia. “Possiamo
riprovare un momento l’attacco di Beichte, per favore?Prima ho scazzato un paio
di volte…Bill, ci sei?”
Lui annuisce e Gustav dà il ritmo
con le bacchette.
Quando è il mio momento faccio
scorrere le dita veloci sulla chitarra, sfiorando e pizzicando, mentre una
goccia di sudore mi scende giù per il collo. Sono stanco, è vero, ma non appena
comincio a suonare non penso più a niente se non alla musica e alle note che
escono dalla mia chitarra. Un vero toccasana. Mi accorgo che però c’è qualcosa
che non va, che stona nella canzone: Bill è in ritardo con la voce rispetto alla
melodia; io e Georg incrociamo lo sguardo e con un cenno rallentiamo la melodia
di comune accordo, cercando di star dietro a Bill. Quando però lui prende una
stoccata pazzesca ci fermiamo.
“Bill, che ti prende?”chiede
Georg mollando il basso e
avvicinandosi a lui.
Io lo guardo di sottecchi, facendo
finta di essere impegnato ad accordare la chitarra.
“Io…Sono
stanco…”
“E io dovrei credere a questa
stronzata?”esclama Georg serio. “Ti ho visto non avere la forza di alzarti dal
letto per poi arrivare sul palco con l’energia di una tigre!”Si fa un attimo
pensieroso, portandosi teatralmente un dito al mento per assumere un’aria
interrogativa. “Ti facevi di cocaina, per caso?” ”No, scemo.”dice Bill,
stirando finalmente le labbra in un sorriso a cui Georg risponde
prontamente.
“E allora, dai, forza, ce la
caveremo alla grande anche questa sera. Siamo o non siamo i Tokio Hotel, i
quattro ragazzi con le palle più quadrate di tutta la Germania? Forse su Gustav
non ci metterei la mano sul fuoco, ma…”si abbassa al volo per scansare una
bacchetta lanciata dal batterista offeso, “..io, tu e Tom siamo i figli di
puttana più in gamba che siano mai saliti su questo
palco.”
Bill sorride di nuovo ed io torno a
respirare: quando vuole Georg sa essere davvero mitico.
“Che ne dite, facciamo pausa?”ci
grida Georg.
“Sì, ottima idea, ragazzo con le
palle quadrate!”approva Gustav alzandosi dal seggiolino della batteria e
sgranchendosi le gambe.
Georg torna di nuovo a guardare Bill
per un istante e gli stringe affettuosamente una spalla. “Dai grand’uomo,
andiamo a scolarci un po’ della tua adorata Red Bull.”
Capitolo un po’ più
lungo…Bill che fa a cazzotti con Tom… E’ proprio al limite, povero ragazzo.
Non ho visto bene quanto sia lunga la
fine, ma penso che il prossimo capitolo sia l'ultimo... Credo, devo vedere come
suddividere quel che rimane del troiaio che ho scritto.
Mmmh, questa settimana mi
sono ripromessa di non toccare neppure una goccia d'alcol, visto che venerdì
sera mi sono sentita un mix tra Tom ubriaco e Bill vomitoso... Direi di fare un
piccolo PitStop. Non c'entra niente, ma scriverlo qui è come "formalizzare" la
faccenda^__^ Una cretinata, lo so,
ma che ci volete fare?
Ringrazio come sempre tutte
le persone che hanno letto e recensito, scusate se non mi prolungo più di tanto
nei ringraziamenti ma sono le tre e mezza di notte e ieri notte non ho dormito
perciò...se trovate qualche errore sapete a cosa è dovuta la
colpa!!
BELLISSIMO HARRY POTTER E
L'ORDINE DELLA FENICEEEEEE!!!
MiticSammy:
Ciao
ciao ciao!! Anche questo capitolo è un
pò più triste degli altri...Ci avviciniamo alla fine, e quindi devo rispondere
del rating "Triste, Drammatico" che ho dato alla storia^_^ Sai, quello che ho
scritto nella frase che ti piace è quello che io penso veramente... Purtroppo
tante persone non lo capiscono...Ma va bè, il mondo è bello perchè è vario! Ehi,
io ho appena mangiato le patatine! Nuuuu! Però magari il tiramisù è peggio
perchè si infila tra i tasti...Grazie per il consiglio, provvederemo a mangiare
i dolci solo davanti alla TV!^_^ Grazie per la
recensione!!!!
Ely91: Uaaah, grazie per la
recensione!!!!! In effetti a pensarci il twincest è un po’ strano, se non altro
molto particolare…^_^ Grazie per quello che hai scritto, mi fa piacere che la
pensi così! Magari poi ti appassioni al genere (ci sono tante bellissime
storie!), anche se ammetto che ultimamente le twincest sui Tokio stanno davvero
diventando numerose…Forse un po’ troppo… Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto, siamo ormai alla fine e si va più sul triste/drammatico! Grazie ancora
per il commento, mi ha fatto tantissimo piacere e chiedo scusa se ho aggiornato
un po’ in ritardo…^_^ Kuss!!
Meggie: concordo con te, anche io
odio la banalità e infatti ho revisionato questo capitolo da cima a fondo,
perché ultimamente, adesso che le twincest sui Tokio stanno divagando in modo
esagerato, mi sembra di leggere sempre le solite cose, per quanto ci siano
persone che le descrivano meglio e altre che invece non riescano bene a
trasmettere ciò che vogliono dire. La parte centrale veloce? Mmmh…Ti riferisci a
quella del bacio? Bè, l’ho fatto apposta. Inizialmente c’erano più “fronzoli”
che poi ho però deciso di eliminare. Ormai ha questa storia ho dato un taglio
ben preciso, ovvero il dosare la parte più sentimentale, cercare di trasmetterla
attraverso frasi messe qua e là. Quella scena è frettolosa perché nella realtà
si svolgerebbe così (anzi, mi sembrava di aver esagerato e di averla fatta
troppo lunga!). La bulimia per Bill è una (brutta) valvola di sfogo, non riesce
a stare dietro ad ogni cosa e si lascia sopraffare. Non so se approfondirò
pienamente questo aspetto (sinceramente pensavo di scrivere un’altra storia più
in qua per descrivere questo aspetto di Bill). Comunque, anche se ormai tutta la
storia è già scritta, mai dire mai, visto che alla fine modifico sempre qualcosa
(penso che lo facciano un po’ tutti^_^). Purtroppo ora non ho tempo, ma appena
posso corro a leggere il secondo capitolo della tua FF!!^_^
Zoe92: Bill sta sclerando di
brutto, come puoi vedere!^_^ Eh, sì, il sadismo regna sovrano, eheheh! Poveri
Kaulitz!!! Grazie per la recensione, penso che il prossimo capitolo sarà
l’ultimo!! Ciauz!
Ginny002: Pfffff XD La tua recensione
mi ha fatta scoppiare a ridere!!! Grazie mille <3 …Questo capitolo è un
pochino più triste…Scusa se ho aggiornato tardi, spero tu sia uscita da camera
tua XDXD Grazie a te, per aver recensito!!! Hope
you like it! Ciao ciao, fammi sapere
cosa ne pensi!! ^__^
Judeau/Susser/VerdammtKind:
Uelaaaaa!!!
CIAAAAOOOO!!!
Come puoi ben vedere il drammatico sta prendendo il sopravvento!!!! ^__^ Spero
che tu non abbia vomitato troppo nel leggere di Bill e Tom che si BACIANO!!!
Eheheh…
Ribadisco: CHE FORTUNAAAAAA!!!!! Anche io voglio andare a
Berlinoooooo!!!!! Sono contenta che comunque la storia continua a piacerti
(anche se magari storci il naso ogni tre righe^__^). E secondo te, a Berlino,
non ti ritroverai la faccia di Bill dappertutto????Eh no, mio caro, mi dispiace
ma almeno questo lo devi subire visto che te ne vai lassù!!!^__^ Un’ora al
telefono con Magnus? Quando me lo hai detto mi è venuto in mente Kurt che stava
un’ora al telefono con Bill…! A proposito! Ho letto la tua nuova FF, quella dove
c’è la ragazza che si chiama Ester, con i Tokio Motel (troppo buffi!!!!), mi è
piaciuta tanto (se non ricordo male penso di averti lasciato una recensione…)! E
prima, mentre scorrevo i vari titoli, ho visto che ne hai sfornata un’altra e
sempre sui Tokio Hotel!!! Eeeehi, non è che ti stai affezionando a Bill Tom
Georg e Gustav, eh????? Ciao ciao Schatz!! Al prossimo papiro/sempre ben
accetto!!!!
PER QUELLI CHE LEGGONO I COMMENTI DA QUI IN POI
SCUSATE SE NON C- E PUNTEGGIATURA NE ACCENTI O APOSTROFI MA NON SO PERCHE MI SI
SONO INCASINATI I TASTI DEL PC!!!!
Yuma:
Stavolta invece sono in ritardo con l*aggiornamento…Ops….Aiuto, si va
sempre piu sul tragico…!! Comunque ti capisco, anche io quando leggo una FF che
mi piace dopo confondo la realtà con quello che invece non lo e*… Quindi non sei
troppo strana…O magari siamo strane entrambe!!+__+ Spero che questo capitolo ti
sia piaciuto! Il prossimo probabilmente sara* l-ultimo…. Aiuto, ho dei problemi
con la tastiera, mi si sono spostati tutti i tasti, pigio il tasto
dell-apostrofo e me ne esce questa lineetta-! Pigio quello dell-accento e mi
viene fuori questo [!! Scusa quindi se il commento e un po illeggibile, senza
accenti ed apostrofi, non so perche, prima non lo faceva!!! Aiutooooo!! Nooo,
come faccio a scrivere cosi___ Stupido PC!!! Scusa ancora, e grazie tantissimo
per la recensione!!!! Siauuuu!!!+?+…e questa che cavolo di faccina e Nooo
rivoglio i tasti normaliiiii
Mary: Purtroppo la bulimia non e
cosi rara come si pensa… Ed e bruttissima, come tutte le malattie di questo
genere… Spero che il vero Bill Kaulitz ne stia alla larga!! Grazie per la
recensione!!!! Kiss!!!
MissZombie:
Eheh,
manca solo un capitolo… Percio se qualcosa deve succedere succedera presto… In
effetti e cosi, per ora e tutto sospeso *ARGHHHH!!! MA COME SI FA A SCRIVERE CON
QUESTI TASTI____!!!! NON CI SI CAPISCE NULLA!!!!! Uff… Scusa… Comunque grazie
per la recensione! Anche io purtroppo ne so qualcosa di bulimia…Mi dispiace che
ne sai qualcosa anche tu…Pero almeno capisci quanto sia brutta… Eeeh, si cerca
di vivere nel miglior modo possibile ma a volte non e cosi facile… Ciao
ciao…Grazie! Aspetto di leggere la tua storia!!
GinevraMalfoy:
Anche
questo e abbastanza lungo, visto__ Spero ti sia piaciuto!!! Al prossimo capitolo
ciao ciaooooo!!!
…….TASTIERA DEL
CAVOLO…….
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Capitolo 7 *** Ende ***
Was?|
Im Zimmer 483
Mancano meno di quaranta minuti al
concerto. Dopo il soundcheck Bill è sparito. L’ho cercato per tutto lo stadio,
ma non c’è. Probabilmente sarà nel suo camerino. Ammetto che sono in pensiero;
dopo ieri sera non mi stupirei se stesse brandendo una lametta contro se stesso
o se invece stesse facendo allegramente un solitario. A volte è davvero
complicato capire cosa gli passa per la testa; ti aspetti da lui una reazione e,
puntualmente, Bill Kaulitz te ne scodella un’altra. Ti aspetti che si arrabbi e
cominci a strillare istericamente con la sua vocetta odiosa? Allora sappi che
probabilmente ti scoppierà a ridere in faccia. Se invece ti aspetti che si
pieghi in due dalle risate, quasi sicuramente ti si scaglierà addosso infuriato
(non tentare di capire per quale recondito motivo, perché non ci riuscirai mai).
Definirei mio fratello un po’ lunatico. Anzi, non un po’, diciamo pure
decisamente lunatico. Ma d’altronde è fatto così. Che ci si può fare?
Prendere o lasciare. Io ormai purtroppo non sono più in grado di lasciare, ma a
qualsiasi altra persona consiglio caldamente di stare alla larga da quel
degenerato di mio fratello! Ne va della propria salute mentale (e anche fisica;
più di una volta le sue lamentele petulanti mi hanno causato atroci mal di
testa).
Comunque è meglio non lasciarlo troppo
solo. Decisamente no. Soprattutto ora come ora.
Decido di raggiungerlo, ma vengo
fermato da Georg, che mi viene incontro lisciandosi il ciuffo; sospetto che sia
vanitoso quanto Bill ma al contrario suo lui cerca di tenerlo
nascosto…
“Tom, non è che per stasera mi puoi
prestare la tua maglia grigia?”
“Quale, quella della
Nike?”
“Sì.”
“Cosa mi dai in
cambio???”sogghigno.
Georg assume un’espressione
esageratamente maliziosa, sbattendo le ciglia:“Bè…Se vuoi…ti donerò la mia
virtù!”
“BLEAH! Georg, ti prego, stasera
dopo il concerto prenditi la prima fan che incontri e fattela!! Ultimamente devi
avere gli ormoni in subbuglio! Prima ci provi con Gustav e ora con me!”faccio
finta di vomitare, ridacchiando e Georg si finge offeso.
“Allora se non vuoi accettare la mia
virtù, non abbiamo più niente da dirci noi due!”si volta e fa qualche passo
sculettando.
“Oh, no, se però mi fai la camminata
sculettante temo di non resistere al tuo fascino…”
Lui si volta verso di me e mi getta
le braccia al collo.
“Allora mi presti la tua maglia
grigia?”dice sbattendo nuovamente le ciglia.
“Come posso dire di no ad un faccino
così angelico?”
“Lo so, nessuno riesce mai a dirmi
di no quando sfodero il mio fascino.”
“Già, lo immagino…”rido. “Ehi, hai
visto Bill?”gli chiedo prima che se ne vada.
“No, ma penso sia nel suo
camerino.”
“Allora lo raggiungo
lì.”
Lui annuisce e si fa improvvisamente
serio. “Senti…Ma che cos’ha che non va? Tu lo sai? In questi ultimi tempi non è
più lo stesso…Ha sempre un’aria così sofferente…”
Abbasso lo sguardo per un secondo,
mentre il mio stomaco compie una fastidiosa capriola. “Non lo so. Forse è solo
un po’ di stress.”
“Va bè, vacci a parlare tu, magari
riesci a tirarlo su di morale.” Certo, io sono la persona più adatta per
tirare su di morale Bill, ora come ora.
Sbuffo e raggiungo il camerino di
Bill.
Mi sento come una tigre in gabbia,
vorrei sbattere la testa da qualche parte per la frustrazione, ma come minimo
sarei fermato da Saki che mi urlerebbe di stare fermo, altrimenti dopo il
cappellino non mi entra più se ho dei bernoccoli sulla testa.
Sbuffo di nuovo, busso alla porta ed
entro.
“Frontman disgraziato, ti ho cercato
dappertutto.”esclamo richiudendomi la porta alle spalle.
E’ in piedi davanti allo specchio,
sta cercando di agganciarsi una collana. E’ già vestito per il
concerto.
“Mi stavo preparando.”risponde
fissando la sua immagine nello specchio.
“Vuoi una mano con quella
collana?”
Lui rimane in silenzio, continuando
a fissarsi nello specchio con sguardo vuoto.
“Senti…”mi trastullo arrotolando con
le dita un lembo della maglietta, mentre tento di scegliere le parole più
adatte. “Non devi preoccuparti per quello che è successo ieri
sera.”
Attendo una risposta o una qualche
reazione, ma l’unica reazione che ottengo da Bill è quella di fargli pettinare
con più vigore i capelli. Sospiro, scoraggiato.
“Bill, hai
intenzione di dirmi qualcosa o vuoi continuare ad armeggiare con quei tuoi
capelli osceni?!”sbotto.
Lui mi fissa
accigliato.
“I miei capelli non sono
osceni.”borbotta e io alzo gli occhi al cielo. Faccio per andarmene, ma non
appena metto mano sulla maniglia lui mi blocca.
“Tom…” Mi volto speranzoso. “Mi
dispiace seriamente di averti picchiato. Non volevo.”
Sorrido.
“Lo so. A me dispiace che tu stia così male,
invece.”
Nei suoi occhi vedo balenare un
lampo di tristezza; inghiotte, come per buttare giù un grosso nodo che gli serra
la gola, farlo sparire insieme alla saliva, nasconderlo dentro di sé per non
doverlo affrontare.
“Non è colpa tua…”bisbiglia, posa la
spazzola e torna a tentare di agganciarsi la collana.
Mi avvicino a lui e gliela prendo di
mano.
“Fatti
aiutare, che tu sei un impedito.”dico piano, tentando di dare alla mia voce il
tono più dolce possibile.
“Il gancino è difettoso e non si
chiude bene.”si giustifica lui.
“Perché compri quintali di questa
paccottiglia, si può sapere?”
“Per lo stesso motivo per cui tu
compri quintali di cappelli!”
Si solleva i capelli dal collo,
rivelando il suo primo tatuaggio che ritrae il nostro
simbolo.
Chiudo il gancio della collana e
sfioro con un dito i contorni del tatuaggio, non riuscendo a trattenermi dal
farlo.
Riflesso nello specchio vedo che
Bill socchiude gli occhi per un brevissimo istante e a quel gesto sento che il
mio cuore accelera i battiti.
Non sono sicuro di star agendo nel
modo giusto dopo quello che è successo ieri sera, ma non riesco a fermarmi: mi
avvicino a lui, circondandolo con le braccia da dietro, cercando di farlo
sentire al sicuro.
Voglio solo proteggerti, Bill,
voglio solo vederti sorridere.
“Ti ricordi quando decidesti di
farti il tatuaggio?”gli sussurro in un orecchio.
Lui annuisce, gli occhi chiusi, il
corpo rilassato contro il mio.
Chissà se sente quanto veloce sta
battendo il mio cuore in questo momento…
“Venisti da me e gridasti tutto
entusiasta che avevi avuto un’idea bellissima. Cominciasti a saltare sul letto e
a gridare per tutta la stanza…Mi chiedesti di accompagnarti, te lo
ricordi?”
“Sì…Avevo una fifa nera!”sorride
Bill, perso nella sua memoria.
“Già. Ma non ti sei tirato indietro.
Sei sempre stato così, quando decidi di fare una cosa non ti ferma
nessuno.”
“Sono sempre stato cocciuto, lo so,
e tu non hai mai smesso di dirmelo.”
Gli do un piccolo bacio sul collo e
lo sento tremare appena tra le mie braccia.
“Tranquillo…”sussurro. “Siamo solo
tu ed io. Noi due. Come sempre.”
Lo sento rilassarsi di nuovo. Gira
lentamente la testa verso di me, fino a che non incontra la mia bocca. Allora si
gira e mi abbraccia, approfondendo il bacio e tenendomi più stretto. Gli cingo
le spalle con le braccia, rispondendo al bacio con tutta la dolcezza di cui sono
capace. Perché è solo questo che voglio darti, Bill, dolcezza. E tutto il mio
amore.
Mi sento esplodere di gioia nel
sentirlo così vicino a me e nel vederlo così sereno per la prima volta dopo
tanto tempo. Dovrebbe restare tutto così per sempre, esattamente come è in
questo momento.
Penso che potrei morire in questo
preciso istante e non mi importerebbe niente, perché morirei felice. So che è
assurdo da dire, soprattutto per uno come me che non ha mai cercato niente di
serio, ma…questo è quello che provo.
Vorrei essere capace di dirtelo, di
rivelarti ogni cosa che penso, ma la vergogna mi blocca. Forse perché è la prima
volta in tutta la mia vita che provo qualcosa del genere. O forse semplicemente
perché sei tu.
Sorrido appena contro le sue labbra,
mentre Bill mordicchia il mio piercing. Se continua così temo che dovremo
rimandare il concerto causa improvvisa pazzia del chitarrista. Il mio viso è in
fiamme, sento le guance bruciare d’imbarazzo e anche un po’ d’eccitazione, ma
riesco a rilassarmi quel tanto che basta per non scappare via.
Voglio godermi ogni attimo
possibile, voglio assaporare tutto ciò che di lui mi è proibito, non voglio
avere rimpianti.
Vorrei solo provare ad essere felice
e vorrei che Bill lo fosse con me, per quanto questo sembri così impossibile.
“Non hai intenzione di picchiarmi
stasera?”gli sorrido.
Lui mi tira uno scappellotto. “Se la
cosa ti fa piacere posso anche prenderti a calci.”risponde, e nella sua voce
scorgo una punta di malizia che mi attrae irresistibilmente. Lo bacio di nuovo,
con più foga e lo sento rispondere con altrettanto
trasporto.
Dio…Questo è il paradiso…Non sapevo
di poter provare sensazioni del genere…Non credevo esistesse qualcosa di
così….così…come definirlo? Grande? Meraviglioso? No, è qualcosa di ancora più
incisivo, è qualcosa che ti stravolge il corpo e la mente e tutti i sensi,
qualcosa che ti fa sentire forte come un Dio e debole come il più misero essere,
qualcosa che vorresti urlare al mondo intero ma allo stesso tempo vuoi tenere
nascosto nel più profondo di te stesso, qualcosa che ti fa venire una voglia
matta di ridere e di piangere…E’ il sentirsi per la prima volta, veramente
completi.
Adesso, solo in questo momento, io
sono davvero Tom Kaulitz.
Adesso sono totalmente me stesso.
Non penso potrò più farne a meno.
Non ti lascerò mai andar
via.
Ormai sei mio. E io sono tuo. Per
sempre.
“Bill…”sussurro pianissimo sulle sue
labbra.
E’ una frazione di
secondo.
Un battito di ciglia spazza via ogni
cosa con una forza mostruosa.
Tutto va a
puttane.
La porta si
spalanca.
“Non sono riuscito a trovare….”la
voce di Georg si affievolisce di colpo davanti la visione che gli si para
davanti.
Io e Bill ci giriamo trasalendo
verso di lui e ci allontaniamo di botto l’uno dall’altra.
Georg ci guarda con l’espressione di
chi ha visto un fantasma, un fantasma molto molto brutto.
E’ orripilato.
In mano stringe una delle mie
magliette.
Il silenzio è così assordante che mi
viene voglia di urlare per colmare questa mancanza di rumore che mi appare più
frastornante di qualsiasi suono, ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
“Oddio…”sussurra Georg con un filo
di voce, continuando a fissarci. “Che cazzo succede qui?”
Io e Bill rimaniamo immobili come
statue di cera.
Georg apre la bocca e poi la
richiude, sempre più scioccato.
E, così all’improvviso come era
venuto, se ne va di corsa, sbattendosi la porta dietro.
Rimango a fissare il muro come un
idiota.
Da quella porta è appena entrata la
nostra fine.
Siamo fottuti.
Dannazione.
Perché proprio
adesso?
***
Ho la bocca secca e faccio fatica a
respirare e a riprendere il controllo del battito del mio cuore che martella
contro la mia cassa toracica; se continua così penso che mi schizzerà fuori dal
petto lasciandosi dietro una cupa scia di sangue.
Cerco di respirare profondamente per
evitare un altro attacco di panico come quello che avevo avuto a casa
nostra.
Sento Bill tremare accanto a
me.
Con uno sforzo enorme mi giro a
guardarlo: gli occhi fissano spalancati il vuoto, le mani sono aperte e
tremanti, le braccia rigide lungo i fianchi.
Cosa diavolo dovrei fare
ora?
Georg…Dove sarà andato? Starà dicendo a
Gustav quello che a visto? O a Saki? Dio, non riesco neppure a pensare quello
che potrebbe succedere se Saki venisse a sapere una cosa del
genere.
Mi sento come se avessi un blocco di
ghiaccio intrappolato dentro la gola.
Cosa. Diavolo. Dovrei. Fare.
Ora?!
Non riesco a pensare a niente di
concreto, me ne sto qui con la bocca spalancata e il terrore che circola nel
sangue.
Siamo stati scoperti. Non pensavo
potesse seriamente accadere.
Improvvisamente Bill si accascia a terra
di botto, cadendo sulle ginocchia.
Mi rianimo e mi avvicino immediatamente
a lui, che però non sembra neppure accorgersene, continua a fissare il
vuoto.
“Bill…”sussurro sfiorandogli una spalla
con mano malferma. Non risponde.
“Bill.”dico più forte, quasi stessi
parlando con un sordo; stringo più saldamente la presa sulla sua
spalla.
Se non mi risponde sono certo che i miei
nervi cederanno.
Lo scuoto
forte.
“GUARDAMI, MALEDIZIONE!”urlo alla fine,
non riuscendo a calmarmi. La mia voce esce roca e
tremante.
Come se si fosse accorto solo in quel
momento della mia presenza Bill gira la testa e mi guarda: ha ancora lo stesso
sguardo spaventato sul volto. Si prende la faccia tra le
mani.
“Bill, alzati, dobbiamo fare
qualcosa.”farnetico sputando una parola dopo l’altra, il caos che regna nella
mia testa.
“Cosa?”mormora
lui.
“Qualsiasi cosa, qualsiasi!”mi accuccio
vicino a lui, sempre stringendolo per una spalla: ho un fottuto bisogno di avere
un minimo di contatto fisico con lui in questo
momento.
Lui sussurra qualcosa che non riesco a
capire.
“Cos’hai
detto?”
“E’
finita.”
Il mio stomaco si ribella a quelle
parole e sussulta, facendomi quasi vomitare.
Non riesco a replicare, né a consolarlo.
Non riesco a fare assolutamente niente.
“E’
finita.”ripete.
Dovrei uscire e rincorrere Georg, fargli
giurare di non dire niente, di dimenticare tutto ciò che ha visto. Ma al solo
pensiero di dover leggere nei suoi occhi il puro disgusto rischio nuovamente di
vomitare.
“E’ finita.”sussurro quasi
involontariamente. E non appena mi rendo conto di quello che ho appena detto
capisco che è finita davvero.
***
Rimaniamo lì, a fissare il vuoto davanti
a noi, seduti sul pavimento.
Senza dire una
parola.
Senza scambiarci uno
sguardo.
Senza le forze necessarie per
sperare.
Soli.
Ma insieme.
Udiamo a malapena il bussare alla porta.
E’ Saki. Georg gli ha detto tutto? Vuole dirci che siamo due empie e oscene
creature che non meritano quel che hanno? E’ la fine per i Tokio Hotel? Ho paura
di quello che vedrò nei suoi occhi, così decido di puntare vigliaccamente i miei
sulle sue ginocchia che avanzano irrimediabilmente verso di noi; ogni suo passo
rimbomba nella mia testa in modo irreale. Sto perdendo il
senno?
Si ferma esattamente davanti a noi e ci
fissa con sguardo freddo, severo. Un brivido mi attraversa la schiena.
Poi
sorride.
“Bè? Che fate lì in raccoglimento?
Cos’è, un nuovo rito portafortuna?”Si ferma un momento, ma noi rimaniamo in
silenzio. “Forza disgraziati, altro che riti portafortuna, se tra dieci minuti
non salite sul palco vi spenno!”sorride di nuovo. “Dovreste vedere che folla
urlante di fans scatenate vi attende! Le
stenderete!”
Lo guardo e il suo sorriso mi sembra una
delle cose più frustranti che abbia mai visto in vita mia: non sa quello che è
appena accaduto in questa stanza, non sa che una condanna è appena piombata su
me e Bill. Semplicemente Saki non sa niente. Lo invidio.
“Forza ragazzi, andiamo. Vi vedo
piuttosto straniati, stasera…Che succede?”
Farfuglio quello che dovrebbe essere un
niente.
“Dai, dai, che tra poco vi passa tutto.
Non vi agitate così, sono solo poche persone stasera e non è presente neppure la
stampa. Perciò state tranquilli, potete sbizzarrirvi quanto
volete.”
***
Per tutto il tragitto che io e Bill
compiamo dal camerino fino al backstage del palco, mi sembra di essere sotto
l’effetto di un allucinogeno. Non vedo e non sento niente, solo rumori confusi e
ombre distorte. Mi sembra di essere sospeso in una dimensione sconosciuta dove
niente è reale, niente è definito. Regna solamente il
caos.
Qualcuno mi sbatte in mano la mia
chitarra, ma in questo momento mi sembra solamente un pezzo di legno freddo, non
vedo in lei nessuna salvezza, nessun conforto, non più l’amica fidata che è
sempre stata per me. Solo legno e metallo.
Bill è accanto a me, pallido come un
cencio.
Sembra svuotato da ogni sentimento, una
bambola di porcellana dall’aria malinconica.
Vorrei stringergli la mano ma non ne
sono in grado, mi lascio semplicemente trasportare da Saki dietro il backstage.
Si sentono i cori e le urla delle fans. Generalmente sentire il mio nome urlato
da migliaia di ragazzine mi ha sempre dato alla testa, caricato al massimo.
Stasera vorrei invece che qualcuno
spegnesse l’audio.
Voglio il silenzio.
Perché mi sento morto
dentro.
“Ci siamo. Tra tre minuti entrate, ok?
Sul palco è tutto predisposto come abbiamo deciso oggi.”ci grida Saki negli
orecchi, per sovrastare il rumore della folla.
Poi arrivano Georg e Gustav.
Dall’occhiata che Gustav ci lancia
capisco immediatamente che Georg deve avergli detto ogni cosa. E
dall’espressione che assume Bill deduco che anche lui lo ha
capito.
Sembrano tremendamente a disagio, come
se volessero essere in qualsiasi posto all’infuori che nei sessanta centimetri
quadrati in cui sono ora.
Bill comincia di nuovo a tremare. Le
urla della folla non riescono neppure minimante a penetrare il silenzio tedioso
che si è creato tra noi quattro.
“Cerchiamo di affrontare questo concerto
come meglio possiamo.”dice Georg piantando lo sguardo sul suo basso. “Di tutto
il resto ce ne occupiamo dopo.”
Una condanna a morte è appena uscita
dalla sua bocca.
Di tutto il resto ce ne occupiamo
dopo.
Nessuno dice niente, nessuno ne ha la
forza né il coraggio e i tre minuti che precedono l’entrata sul palco sembrano
espandersi, diventare infiniti, illimitati, una tortura
crudele.
Ho l’impressione di aver ingoiato un
serpente vivo, dentro di me tutto si annoda e si contorce, mi sembra di essere
estraneo al mio corpo, ad ogni sensazione. Mi sento come se stessi osservando
l’intera scena dall’alto e non dal corpo di Tom Kaulitz. Mi sento semplicemente
così male che non riesco a capacitarmene.
Saki ci raggiunge di
nuovo.
“E’ il momento! In bocca al lupo,
ragazzi!”mi dà una pacca sulle spalle.
Gustav entra sul palco senza augurarci
buona fortuna come fa di solito e così fa anche
Georg.
Il pubblico esplode in un boato che a me
appare come il terribile ruggito di un leone pronto a sbranarci pezzo dopo
pezzo, impietosamente, crudelmente, nel modo più sanguinario possibile. Non sono
sicuro di essere capace di affrontare una simile bestia. E lo stesso vale per
Bill.
Respiro profondamente e mi sale un
conato di vomito. Chiudo gli occhi e faccio un altro
respiro.
Concentrati Tom, concentrati, devi solo
fare quello che hai sempre fatto. Al resto ci pensi dopo…
Il mio tentativo di autoconvinzione non
sortisce alcun effetto ed entro sul palco come se fossi condotto al patibolo.
Non ho un briciolo di energia in corpo. Il concerto è l’ultimo dei miei pensieri
in questo momento.
La folla urla il mio
nome.
Tom Tom Tom
Tom Tom Tom Tom Tooooom
E’ come se centinaia di demoni stessero
reclamando la mia anima…Basta…Smettetela…
Cerco disperatamente Bill e lo vedo
impalato sulla soglia del backstage. Le luci fanno sembrare il suo volto ancora
più pallido e scavato.
Saki si avvicina e gli dà una piccola
spinta per incitarlo.
Bill incontra il mio sguardo, e una
piccola scarica mi percuote dolorosamente.
Coraggio,
tento di comunicargli.
Fa un passo verso il palco ma si
blocca.
E poi si gira e scappa
via.
Ogni cosa si cristallizza, tutto perde
consistenza e importanza, l’unica immagine che i miei occhi vedono è quella di
mio fratello che se ne va.
Lo vedo scappare dietro il backstage, i
capelli scossi dalla corsa, le collane e i braccialetti che tintinnano, l’intera
scena scorre davanti ai miei occhi come fosse al
rallentatore.
Vedere Bill correre via in quel momento
è come ricevere una pugnalata nel petto.
L’unico mio appiglio, l’unico sostegno,
se ne sta scappando via lontano da me.
Adesso sono totalmente
solo.
Mi sento soffocare.
Tento di respirare, per evitare un
attacco, ma stavolta non ce la faccio e crollo a terra, premendomi una mano sul
petto e annaspando.
Georg e Gustav corrono subito da me. Il
sipario si chiude sul palco, riducendo di un poco le grida allarmate delle fan.
Tutto si fa nero; chiudo gli occhi, mentre la terra sembra girare sotto ai miei
piedi.
Sento Gustav e Georg che mi dicono
qualcosa, ma non capisco nessuna delle loro parole.
Bill…
Bill…
Bill…
Dove sei
Bill?
Ha bisogno di me, non posso lasciarlo
solo. E’ pericoloso.
Non fare stronzate,
Bill.
Devo andare da lui, devo
farcela!
Lentamente il pavimento rallenta e torna
stabile sotto i miei piedi.
Cerco di fare un respiro profondo e
stavolta finalmente sento l’aria invadermi i
polmoni.
Respiro ancora, mentre Gustav mi
massaggia la schiena.
“Bravo Tom. Stai calmo.”mi dice, ma il
suo volto trasmette tutto tranne che tranquillità.
Mi giro e vedo Saki urlare ordini a
destra e a manca.
“Dov’è andato Bill?”chiedo non appena ho
accumulato abbastanza fiato per parlare.
“E’ corso via. Lo stanno cercando.”mi
risponde Georg, scrutandomi in viso. Non ho tempo di cercare di capire cosa
stiano pensando i miei due amici, adesso è solo Bill la mia
priorità.
Faccio degli altri respiri profondi,
raccolgo le energie e mi alzo, barcollando un po’.
“Andiamo in infermeria, è meglio se ti
fai dare un’occhiata. Penseranno loro a Bill.”dice Gustav prendendomi per un
braccio, pronto a trascinarmi via.
Ma io non voglio. Loro non posso
occuparsi di Bill. Solo io ne sono in grado.
Mi libero dalla stretta di Gustav e
corro via, infilandomi tra la miriade di operatori tecnici, assistenti, addetti
alla sicurezza che corrono di qua e di là come formiche, ciascuno occupato a
ricoprire il proprio ruolo, cercando Bill Kaulitz, il cantante che ha dato di
matto ed è scappato a gambe levate prima di salire sul palco, comportandosi da
ragazzino viziato e fuggendo lasciando tutti nella merda, chiamando i manager,
avvisando altra sicurezza… Corro e m’infilo veloce tra tutti gli altri corpi,
filando via, captando qualche acido commento nei confronti di mio fratello,
scansando ogni cosa.
Raggiungo il camerino di Bill, e lo
trovo invaso dai bodyguard; di Bill però neppure l’ombra. Corro di nuovo
via.
Dove sei Bill? Dove? Lasciati
raggiungere da me.
E in questo istante capisco dove è
andato Bill.
Me lo dice lui stesso, non so come, ma è
lui a guidarmi.
So dove è
Bill.
Esco di corsa dallo stadio, dall’uscita
di sicurezza laterale e mi fiondo letteralmente sul marciapiede, dove
parcheggiati ci sono i vari Taxi che attendono il personale che si occupa del
concerto, per portarli a casa. M’infilo nel primo che
trovo.
“Hotel Zenith, più veloce che può!”grido
in faccia al tassista che mi guarda, sconvolto da tanta
agitazione.
“Non ho capito…”mi dice il tassista.
Esplodo in un gemito di rabbia. “HOTEL
ZENITH! PRESTO!!”urlo.
Il tassista non fa altre domande e
s’immette velocemente sulla carreggiata.
Devo fare in fretta.
Bill aspettami, ti
prego.
Ti prego.
Ti prego.
Aspettami, ti
prego.
Continuo a ripetere queste parole dentro
di me per tutto il tragitto, cercando di comunicarle al mio
gemello.
Le hai sentite, Bill? Le hai sentite le
mie preghiere per te quella sera?
***
Scendo di corsa dal Taxi lasciando lo
sportello aperto e non pagando, mi fiondo dentro l’hotel e corro su per le
scale, corro più veloce che posso, con il respiro che sembra quasi inesistente.
Devo sbrigarmi, ogni secondo che passa è
vitale, lo so, lo sento.
Salgo le scale fino all’ultimo piano e
inciampo nell’ultimo gradino.
Mi rialzo con un gemito e corro da lui,
il cuore che martella nel mio petto.
Zimmer 483.
Fisso per un attimo quella
targhetta.
Non la dimenticherò
mai.
Di ottone, squadrata, con inciso Zimmer
483 in un’elegante calligrafia.
Zimmer 483.
Chi avrebbe mai detto che quella stanza
avrebbe assunto un significato così importante?
La porta è socchiusa, uno spicchio di
luce lunare colpisce i miei piedi.
La spalanco ed entro
dentro.
La stanza è esattamente nello stesso
stato in cui era stamattina, la stessa mattina che ora sembra lontana anni luce.
Mi sono davvero svegliato qui?
La finestra è aperta e il freddo e la
brezza entrano dalle imposte aperte, facendo svolazzare le tende
leggere.
E lì, dietro quelle tende, vedo
Bill.
Non faccio un fiato, non emetto un
suono, ma ogni cosa dentro di me si paralizza.
E’ in piedi, sul muretto della terrazza,
faccia a faccia con il vuoto. E la morte.
Lo raggiungo, lentamente, piano, in
silenzio.
Ma prima che riesca a trascinarlo giù
lui si gira verso di me.
Ci guardiamo, in
silenzio.
“E’ finita.”Le sue parole sono
accompagnate da una nuvoletta di vapore causata dal freddo. Non riesco a dire
niente, un nodo mi serra la gola. “Io non sono più all’altezza di questa
situazione, non ho abbastanza forza per continuare a vivere a questi ritmi.
Dobbiamo fare miliardi di cose e dobbiamo farle sempre con la massima
precisione, non possiamo mai sbagliare, dobbiamo sempre essere
perfetti”Tutto quello che non mi ha mai detto sta venendo fuori ed io
ascolto ogni parola con un’intensità tale che sembrano entrare direttamente
dentro di me, senza passare per le orecchie. “Oramai non riesco più a sentirmi
vivo, Tom. Mi sento solo…usato. Usato da persone a cui non importa niente
di me, a cui non interessa se sto bene o invece sto male. A loro interessa solo
che io sorrida. Ma io odio questo sorriso, Tom. E’ falso. Non è il mio.
Lo odio con tutto me stesso. Io…non so più chi sono… Sono davvero io
questo Bill? O è ciò che gli altri vogliono che io sia? Questa immagine è
davvero quella che vorrei dare di me? E’ diventato tutto così…difficile…E
l’unica…”inghiotte, mentre la sua voce trema un poco. “…l’unica cosa che riesce
a farmi sentire veramente me stesso, l’unica cosa che riesce a farmi sentire
vivo…sei tu Tom. Sei la mia unica salvezza. Ma…”inghiotte di nuovo e mi
fissa dritto negli occhi, trasmettendomi tutte le sue sensazioni. “…è una
salvezza che non potrà mai essere tale. Te ne rendi conto anche tu, vero? Questa
mia salvezza è solo un’altra via che ci porterà a distruggerci. Lentamente,
piano, ma in modo logorante e definitivo. Non c’è modo di scappare. Non c’è.
Nessuno ci accetterà mai. E io sono stufo di non poter essere me stesso, di
dover fingere di esser un Bill Kaultiz che non sono. Non ho la capacità di
vivere sentendomi solo un burattino che non può più riscattarsi, che non ha
alcuna salvezza di fronte a sé. Voglio essere libero, Tom.”posa il suo sguardo
su di me e mi stupisco di quanto adesso sia sereno e tranquillo, libero da tutto
ciò che l’avevo fatto soffrire.
Ora capisco. Capisco cosa c’era che non
andava in lui. Capisco tutti i suoi sbalzi di umore e tutti i suoi rabbuiamenti,
capisco perché si costringeva a vomitare. Bill non può essere felice se non può
essere se stesso, è sempre stato così, fin da piccolo ha dovuto affrontare
numerose critiche e numerose battaglie per riuscire ad essere sempre quello che
voleva essere, per camminare a testa alta orgoglioso di ciò che era. L’essere
diventati famosi ci ha imposto molte restrizioni, troppe per lui. E’ arrivato ad
un punto in cui non riesce più a riconoscersi, obbligato a seguire regole e
imposizioni che non gli permettono di essere veramente quello che è, incapace di
capire se la persona che gli restituisce lo sguardo ogni mattina nello specchio
sia veramente Bill Kaulitz. L’evoluzione del nostro insano rapporto ha
complicato ogni cosa, la situazione è ancora più difficile. Se solo avessi
capito prima quello che stava provando, forse la situazione sarebbe potuta
andare diversamente, forse insieme avremmo potuto trovare una soluzione, trovare
una via di fuga o un altro modo di guardare le cose. Forse sarei riuscito a non
farti sentire usato prima che questa sensazione penetrasse così profondamente
dentro di te. Avremmo scoperto che aspetto ha il vero Bill Kaulitz, ti avrei
aiutato a ritrovare te stesso…
Per tutto questo tempo io ero lì con te,
non te ne sei accorto? Perché non mi hai chiesto
aiuto?
Ora che finalmente capisco, ci sono.
Sono con te. Ma non ho la minima intenzione di lasciarti andare via.
La notte è scura, il cielo stellato, la
brezza fredda si insinua sotto i nostri vestiti, e la luce della luna si
riflette pallida sul volto di mio fratello, regalandogli un’aurea particolare,
rendendolo ancora più bello. Sembra un dio.
“Bill…”è l’unica cosa che riesco a
sussurrare, una preghiera non detta che arriva direttamente dal cuore. E gli
porgo la mia mano.
Ti prego, afferrala,
Bill.
Non puoi lasciarmi qui da
solo.
Non puoi
abbandonarmi.
Non puoi. Non puoi. Non puoi farmi
questo.
So che puoi capirmi,
Bill.
Non puoi lasciarmi, morirei senza di
te.
Mi sorride dolcemente e quando sento le
sue dita fredde chiudersi sopra le mia, un fiotto di calore e di sollievo mi
investe.
Non mi ha abbandonato, non mi lascerà
solo.
Saremo ancora
insieme.
Ha capito che lasciarmi solo sarebbe
stato come uccidermi.
Non mi lascerà solo,
no.
Stringo la sua mano e con una piccola
spinta salgo sul muretto, accanto a Bill.
Guardiamo entrambi il vuoto, poi Bill
guarda me. Mi sorride e io faccio altrettanto, stringendo ancora di più la sua
mano che adesso è calda.
Sento le lacrime affiorare e il nodo che
mi stringe la gola farsi soffocante.
In quel momento, Bill comincia a
cantare.
...Ich will da
nicht allein sein
lass uns
gemeinsam
In die Nacht
Irgendwann wird es Zeit sein
Lass uns gemeinsam In die Nacht
Du bist alles was ich
bin und alles was durch meine Adern fließt...
La nostra canzone.
L’unico momento di pura unione che
abbiamo mai condiviso.
Quel giorno, a casa nostra, quando Bill
cantò sulla mia melodia, non riuscii a capire le parole che stava cantando.
Adesso, mentre le ascolto, le lacrime scendono calde sulle mie guance, bruciando
come lisciva pura.
La nostra
canzone.
Bill finisce di cantare e si volta verso
di me. Sta piangendo anche lui, ma trova la forza di sorridermi di nuovo tra le
lacrime. Un sorriso dolcissimo che racchiude tutto il suo
amore.
Singhiozzo.
Mi avvicino a lui e gli do un tiepido
bacio a fior di labbra.
Sei tutto quello che sono io, Bill. E tu
sei tutto ciò che io sono.
Entrambi l’abbiamo sempre
saputo.
Non possiamo dividerci.
Mai.
Saremo pazzi, saremo anormali, saremo
forse criminali, ma siamo certi di quello che proviamo.
Le nostre mani si cercano e stringono
ancora di più.
“Tom…grazie.”
Altre lacrime cadono dai miei occhi e
volano scintillando giù nel vuoto, frantumandosi al
suolo.
Reprimo un piccolo singhiozzo.“Senza di
te non ci sarebbe un me. Sono io che ti ringrazio.”
Ci guardiamo.
Non sarà questa l’ultima volta che lo
facciamo, ne sono sicuro. E anche Bill lo sa.
“Pronto?”sussurra, e la sua voce è così
dolce e calma che mi accarezza come un guanto di
velluto.
Annuisco.
Insieme, da questo momento per sempre,
facciamo un passo avanti, un passo che ci condurrà verso la libertà infinita. Da
questo momento in poi non dovremo più nasconderci. Saremo tutto quello che
vorremo essere.
Io e te.
Liberi.
Sai Bill, sono felice di aver compiuto
quel passo insieme a te.
Ma non c’è bisogno di dirtelo perché tu
lo sai già.
Ti amo.
Sai anche questo, lo
so.
Ma volevo
dirtelo.
Fine
Incredibile. Quasi non ci credo. L'ho pubblicata
tutta! Ce l'ho fatta!
Il finale è molto drammatico, lo so, ma è venuto
fuori di getto e non ho voluto pensare ad un atro finale. Non riuscivo proprio a
immaginare che uno dei due gemelli lasciasse solo l'altro. Non era possibile. Spero di non aver fatto errori durante l'arduo processo di trasposizione in HTML (quanto ODIO dover fare questa cosa!Ci metto sempre un'eternità e ho sempre paura che mi sparisca qualche pezzo di FF...).Non capisco perchè in questi due ultimi capitoli la scrittura è diversa dai precedenti...Probabilmente perchè li ho copiati da MicrosoftWord e non da WordPad...Pazienza!
Siiiigh...Ammetto che un pò sono triste...Però sono
anche molto felice...
Un MEGA GRAZIE a tutti coloro che hanno letto o recensito, grazie,
grazie davvero!
Grazie tantissimo a Yuma, JudeauVerdammtKinder
(Uuuh, incredibile, ce l'hai fatta a leggere fino alla fine senza
vomitare???^_^ Troppo bello il trucchetto per il tedesco...Lo userò anche
io!), Ginny002, MiticSammy, Ely91, MyLadyOfSorrow, GinevraMalfoy, Zoe92,
Meggie, DaisyPotter, Mary, Whity, MissZombie, BambolinaRossa, Auty91,
Dragon-Fly, DiruInside e a tutti coloro che hanno letto questa piccola
storia!
E naturalmente.....GRAZIE
TOKIO HOTEL!!!!!!!(e muovetevi a fare un concerto in
Italia, bitte!)
Bè...che altro dire?? Direi che ho rotto abbastanza,
no? Ciao a tutti, ci vediamo in giro, tra le varie recensioni e le varie
storie...^_^
Tschusssss.....^_^
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