Human Life?

di Shark Attack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kitten ***
Capitolo 2: *** We're in Danger ***
Capitolo 3: *** DNA ***



Capitolo 1
*** Kitten ***


Human Life

Human Life?

 

La bambina sorrise mostrando i suoi piccoli dentini bianchi e si voltò a guardare nuovamente il gattino nero accucciato sul suo cuscino. Quando l’aveva trovato per strada aveva due grandi fiocchi bordeaux, uno sul dorso del collo e uno sulla coda con un campanellino dorato; lei aveva sciolto il secondo fiocco perché sua madre le aveva permesso di tenere il micio solo se non dava fastidio e un campanellino sulla coda non avrebbe rispettato quella condizione.

- Stai comodo gattino? – chiese la bambina avvicinandosi ancora un po’ al micio – Vuoi del latte?

Il gatto miagolò e mostrò un lato del nastro bordeaux che la piccola ancora non aveva notato. C’era qualcosa scritto sopra, ma la bambina ancora non sapeva leggere quel carattere. Non era giapponese.

In preda alla curiosità, prese in braccio il micio nero e lo portò subito dal fratello maggiore che da quell’anno scolastico studiava l’inglese.

- Katsumoto, Katsumoto! – gridò la piccola senza accorgersene – Cosa c’è scritto qui?

E tirò su il gatto ignorando i suoi miagolii di lamento. Il ragazzo esaminò il gattino e per prima cosa notò che era una femmina e spiegò alla sorella come capirlo. Lui aveva 7 anni in più della bambina ed era un fratello distaccato ma premuroso e lei, Ruiko, gli voleva bene.

- C’è scritto.. “Mi chiamo Ichigo e non ho una casa.. mi tieni con te?”

- Sì! Sì!!! – gridò Ruiko con viva gioia nella voce mentre riprendeva fra le sue braccia la gattina – Certo che ti voglio tenere con me! Saremo amicissime, vedrai!

La gattina chiuse e riaprì lentamente gli occhi, segno che molti esperti di felini spiegano con un consenso.

 

Un click secco e Ryo rimise il tappo al pennarello nero che aveva lasciato sulla sua scrivania. Ora Ichigo era salva, ma presto sarebbe toccato anche a lui, e forse anche a tutte le altre ragazze del MewMew Project.

Udì bussare alla porta metallica e Kyle, senza aspettare risposta, fece capolino nella stanza.

- Puoi venire un attimo al computer? Credo di aver individuato il gene da modificare.

- Benissimo, arrivo subito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ciao a tutti!

Spero che questa nuova fic vi possa piacere, per quanto mi riguarda era un idea che mi rifrullava in testa da un bel po’ e ora, mentre leggevo un libro per la scuola mi è tornata in mente e mi è venuta da scrivere!

Ditemi in tanti che ne pensate!

Ciao!!

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** We're in Danger ***


Human Life

Human Life?

 

 

- Quindi ha già trovato un posto dove stare?

Mint sollevò la tazza di the decorata a mano e se la portò alle labbra, sorseggiandone solo poche gocce. La posò sul piattino che reggeva nell’altra mano e con i suoi occhi scuri e profondi tornò a osservare la sua amica Retatsu mentre parlava al telefono. Anche in quella situazione riusciva ad agitarsi senza controllo. Reggeva la cornetta con entrambe le mani e guardava nervosamente da tutte le parti, cercando di evitare il più possibile gli altri sguardi.

- Va bene, noi restiamo qui e.. il gene? Lo avete trovato?

Mint aumentò l’attenzione dell’ascolto.

- .. Sì, okay.. a dopo, allora.

Ma Mew verde posò con cautela la cornetta sull’apparecchio e sospirò profondamente.

- Era Ryo..

- Lo so.

- Ha detto che..

- Ho sentito. Dimmi del gene.

Retatsu si voltò a guardare l’amica, per quella notte sua ospite. Anche lei era nervosa, ma con quel the in mano non lo dava per niente a vedere. Si chiese se non fosse camomilla o qualche altra tisana tranquillante..

- Keichiro lo ha trovato e ora stanno andando da Zakuro a fare una prova, per vedere se effettivamente è quello giusto.

- Da Zakuro?!? Perché lei? – il tintinnio delle stoviglie ruppe quella tensione che si era creata nella stanza e vi portò agitazione. Finalmente.

- Ha detto che si è offerta lei..

- Lo sapevo.. e se fosse il gene sbagliato, e se non tornasse più in forma umana?!?

- Rimarrebbe un lupo a vita.

- Grazie Retatsu, da sola non ci arrivavo – rispose la ragazza dagli chignon color corvino con una voce gelida che fece rabbrividire l’amica – Ma io non posso vivere senza di lei, non posso pensare di passare una vita intera senza la mia Zakuro! Ohh!

Qualcuno suonò il campanello e la Mew verde si gettò di corsa alla porta d’ingresso lasciando Mint in camera a continuare il suo drammatico monologo.

Dallo spioncino non vide nulla. Guardò di nuovo, ma non vide nessuno. Proprio mentre stava per andarsene il campanello suonò di nuovo e la ragazza vide un ombra al di là della porta. Qualcuno c’era, allora.. si era semplicemente spostato dalla zona visiva.

Si sistemò le trecce dietro la schiena e girò la chiave nella toppa. Tre mandate.

Aprì la porta con grande cautela ma quella le sbattè addosso, chiunque avesse suonato voleva entrare con irruenza.

Retatsu non fece in tempo ne a vedere chi fosse ne a urlare qualsiasi cosa che una scossa elettrica la intorpidì da capo a piedi, e cadde a terra priva di sensi.

 

Ichigo sentiva uno strano prurito verso la spalla, ma non aveva idea di come fare per grattarsi. Provò col muso, poi con l’altra zampina e dopo svariati tentativi riuscì finalmente a trovare sollievo. La bambina era andata al parco a giocare con la mamma e i suoi amichetti, così la gattina dal pelo grigio scuro decise di fare un giretto per la casa.

Ogni oggetto era completamente diverso da come potrebbe vederlo un umano e questo incuriosì tantissimo Ichigo. In cucina notò per prima cosa, dall’altra parte della stanzina, la sua ciotola. Ruiko ci aveva già scritto su il suo nome e l’aveva riempita amorevolmente di croccantini. Tanto per togliersi la curiosità, Ichigo andò a vedere come fossero quei croccantini, o almeno che gusto avessero. L’odore non era tanto sgradevole, anche se ricordava perfettamente che, da umana, il solo annusarli le dava la nausea. Tentò di assaggiarne uno. Lo sputò all’istante.

Dopo aver sputacchiato per qualche minuto entrò Katsumoto per prendere la sua merenda dal firgo. Aveva percepito lo strisciare delle sue ciabatte fin da quando si era alzato dalla sedia in camera sua. A Ichigo piacevano tantissimo le orecchie da gatto, anche quando si trasformava nella MewMew eroina di tutta Tokyo

- Anche tu stai facendo merenda, Ichigo? – chiese il ragazzo guardandola di sottecchi – Sono buoni i tuoi croccantini? Naaa, ma che te lo chiedo a fare.. tanto non puoi rispondermi, giusto?

Ichigo miagolò. Non è del tutto giusto.

Il ragazzo però non l’aveva curata per niente.

 

Mint finì il suo monologo non appena il campanello suonò la seconda volta. Non fosse stata sua ospite, gliene avrebbe gridate quattro a Retatsu, scesa così di corsa per poi far scomodare l’ospite che attende alla porta facendolo suonare ancora. Inammissibile. Fosse stata una cameriera in casa sua, avrebbe dovuto pensare molto seriamente al suo licenziamento.

Udì lo sbattere della porta contro il muro e poi il suo rimbalzo verso lo stipite. Vento? Retatsu non aveva neanche salutato. Sentì un tonfo sordo provenire proprio dall’ingresso e si mise in guardia, sull’attenti. Certo, Retatsu poteva anche essere inciampata come suo solito, ma in una situazione di pericolo come quella che stavano vivendo poteva capitare di tutto.

Non udì passi all’interno della casa, ma solo un paio sullo sterrato di fronte alla porta.

L’ospite non era entrato?

Per Mint la situazione era troppo strana e sospetta, così uscì cautamente dalla stanza e, misurando ogni passo e aguzzando l’udito al massimo percorse la casa fino all’ingresso.

Retatsu era stesa a terra, gli occhiali gettati non molto distanti da lei. La porta non era ne chiusa ne socchiusa, ma lasciata parzialmente aperta.

Ma lei.. la ragazza..

Mint la raggiunse con uno scatto rapido e la girò a pancia in su. Aveva una strana bruciatura al collo, sul lato sinistro. Per il resto era a posto, quella sembrava essere la sua unica ferita.

Diede uno sguardo all’esterno della casa, ma era vuoto e desolato come sempre.

La Mew verde tossicchiò e sputò una strana sostanza di un colore a metà strada tra il viola spento e il grigio. Le sentì il polso. Era praticamente impercettibile.

Senza mai staccare lo sguardo dalla ragazza, Mint allungò un braccio verso il telefono nella stanza accanto e compose rapidamente il numero del Cafè.

 

Ichigo fece un balzo sulla fioriera e diede uno sguardo alla strada sottostante. Il rumore delle macchine lo sentiva esattamente come quando era un umana. Chissà quando avrebbe potuto tornare al suo vero aspetto..

Con la mente tornò ai recentissimi avvenimenti, quando Ryo le aveva detto che presto sarebbero risaliti a lei e alle altre e che erano in guai troppo grossi per potersi rifugiare in qualsiasi paese del mondo sperando di non essere trovati subito in meno di un mese.

Ichigo era al colmo della disperazione, non credeva che una cosa così stupida avrebbe potuto metterli tutti in un guaio così grande. Quando il biondino la sentì singhiozzare piano, per non farsi sentire da colui che continuava a sgridarla, a dirle di essere forte, si voltò verso di lei e le sussurrò all’orecchio..

- Forse ho trovato una soluzione..

Subito dopo la rossa sentì le loro labbra unite in un caldo contatto e, immediatamente dopo, un formicolio su tutto il corpo e, come da copione, si trasformò in una gattina dal pelo grigio scuro.

- E’ l’unico modo che mi è venuto in mente per poterti salvare, credimi! – le aveva detto – Ora devi solamente recitare la parte del bravo gattino di casa e aspettare che le acque si calmino..

Poi le aveva slegato il fiocco al collo e, col pennarello, le aveva scritto un messaggio per chiunque si fosse interessato a lei.

L’ultima volta che si erano visti era su una panchina del parco. Ryo se n’era andato senza voltarsi e Ichigo era rimasta lì, sola, con la più strana delle missioni da compiere: convincere un bambino ad adottarla come gattino domestico.

 

- Oh, maledizione Keichiro.. RISPONDI!!!

Un click interruppe lo squillare del telefono. – Cafè Me..

- C’è un emergenza, vieni subito qui, a casa di Retatsu, svelto!!!

Il ragazzo perse qualche secondo a capire chi fosse al telefono e cosa stesse dicendo, ma si riprese subito e, meno di un minuto dopo, era già a bordo della sua spider.

 

 

 

 

 

 

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Scusatemi tutte, non avevo detto che era un prologo!! ^^”

Sorry! Me lo ero dimenticato!

Spero di esser riuscita a farmi perdonare con questo capitolo, molto più lungo del precedente e con qualche chiarimento in più.. pochi, ovviamente!

 

Ho ricevuto ben 4 recensioni, quindi ringrazio tantissimo ECA90, Pichan, Danya91 e roll per i loro gentili commenti!

Vi aspetto anche al prossimo capitolo!

Ciao!

 

 

 

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Capitolo 3
*** DNA ***


Human Life?


Mint sentì il rumore delle ruote sulla strada polverosa davanti casa di Retatsu. Aprì la porta e cominciò a gesticolare con le braccia per far velocizzare Keichiro, ma quando quello arrivò era troppo tardi per qualsiasi racconto. Il giovane si caricò subito la MewVerde fra le braccia e, aiutato da Mint, la posò in macchina e tutti e tre andarono immediatamente al pronto soccorso più vicino.
Dopo le prime analisi preliminari, i medici che uscirono dalla sala dove era stata ricoverata Retatsu avevano un'espressione cupissima in volto.

Eccola. Eccoli.
Era il giorno della festa di compleanno della piccola Ruiko, cinque anni tutti da giocare. Ichigo si era tormentata per tutto il giorno: ricordava benissimo le feste che i bambini fanno ai gattini e come loro ne siano infastiditi.. manine piccole e appiccicaticcie al profumo di patatine che toccano e stropicciano il pelo in ogni suo punto, ignari delle perpetue cure che i felini vi dedicano. E la coda, poi, quella è la più tormentata di tuttoi l corpo, e in seconda posizione ci sono le orecchie e i baffi.
La porta s'aprì di scatto e otto bambini capitanati dalla piccola Ruiko fecero la loro entrata nella stanza. Ichigo saltò subito giù dal letto e fece per nascondersi sotto la rete, ma qualcuno la trascinò indietro afferrandola per la coda.
Con quel gesto iniziò l'inferno.


Ryo sfogliò le pagine dei suoi files sul MewProject e sospirò, chiedendosi come se la stessero passando Ichigo e Zakuro, entrambe in corpi animali. Erano già passate tre settimane, a giorni era un mese che non le vedeva in giro. Sperava solo che non venissero scoperte. Ichigo poteva anche venir scoperta con più facilità, visto che bastava baciarla per farla tornare umana..
Si riportò allo schermo del pc, cliccò su un programma e lo avviò. Era il programma che analizzava i DNA delle ragazze.
Cliccò sulla cartella “Progetto Ichigo” e lo aprì, e un paio di clik successivi lo portarono all'elenco di geni della ragazza.
Doveva trovare il modo di rendere definitivo a tempo determinato il suo processo di trasformazione.
Ryo alzò gli occhi, pensando che forse poteva modificare in quel modo non solo il suo DNA..


La ragazza si fece avanti, tremante.
Allora, signorni dottori? Come sta la nostra amica?
I dottori si guardarono tra di loro, senza mutare le loro espressioni. - E' una reazione particolare, anomala a dir poco.. E' molto strano come quella scossa elettrica che le ha procurato la ferita al collo, agendo sulle arterie e sul sistema nervoso abbia avuto il potere di ridurla in simile stato. La scossa era ad altissimo voltaggio, avrebbe steso chiunque e forse tutti noi stessi saremmo andati all'altro mondo.
Keichiro posò le mani sulle spalle di Mint.
I dottori continuarono.
-La ragazza è sopravvissuta, ma il suo malore inspiegabile è forse da ricercare addiritura in un'anomalia del DNA, in natura non c'è nessuna premessa perchè avvenga una reazione simile, ne tantomeno nel corpo umano. Per questo non potete vederla, non sta affatto bene, è in lotta continua.
Mint abbassò gli occhi, poi si voltò a guardare Keichiro, come per parlargli solo attraverso gli occhi. Se non fosse stata una MewMew, Retatsu sarebbe morta.. ma a quale prezzo?
Era una sofferenza continua..

-Se la malattia, la reazione, le condizioni fisiche.. se tutto non esiste in natura non può esistere neanche un antidoto! - Furono le prime parole di Ryo dopo che gli venne riportato l'accaduto.
- Potremmo agire ancora sul DNA e eliminarle i geni anomali..
-Non hai capito, Keichiro.. sono proprio quei geni la causa di tutto!- sbottò Ryo, cominciando ad alterarsi – Sono quei geni la “cosa anomala” in Retatsu, e non appena i medici li avranno scoperti cominceranno a fare domande, interverrà la polizia, diventerà un caso di Stato e allora sì che non ci saranno coperture a proteggerci!
Keichiro fece come per ribattere, ma il giovane biondino incalzò ancora il suo discorso.
-E non è tutto! Credo di non sbagliare affatto dicendo che è stata proprio quella scossa elettrica a farle marcire i geni che abbiamo inserito! Loro sono qui, sapevano dove eravate nascoste tu e Retatsu, Mint! Dobbiamo modificare anche i tuoi geni, devi volare lontano e nasconderti, prima che colpiscano ancora..
Mint non riuscì a trattenere una lacrima che scivolò rapida sulla sua guancia.


Ichigo, nascosta sotto il letto, fra polvere e giocattoli, maledì il giorno in cui Ryan le disse di dover diventare un gattino domestico. Era riuscita a sfuggire al primo assalto dei bambini ma tremava all'idea di ritrovarsi di fronte alla famigerata scopa che i marmocchi avevano minacciato di prendere..



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Mi spiace solo che non riesco a fare capitoli più lunghi, ma se facessi un'altra suddivisione della storia rovinerei tutti gli effetti di suspance e mistero che voglio..
Perdonate il ritardo, ho avuto moltissimo da fare!! ç_ç
Spero che questo capitolo vi piaccia, recensite in molti così potrò andare ancora avanti e più in fretta! ^^

Alla prossima, ora devo continuare altre fic se no non sarete gli unici lettori ad uccidermi..

Ciao!

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