Endless love (Due gemelle scatenate II)

di San e Rachel
(/viewuser.php?uid=1189)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 - Nobody wants to be lonely ***
Capitolo 3: *** 2 - Fantasmi del passato ***
Capitolo 4: *** 3 - Dominick alla riscossa ***
Capitolo 5: *** 4 - Sole Spento ***
Capitolo 6: *** 5 - Un figlio conteso ***
Capitolo 7: *** 6 - Il nuovo amico di Dominick ***
Capitolo 8: *** 7 - Sentimenti perduti e scordati, sentimenti ritrovati. ***
Capitolo 9: *** 8 - Amarsi ancora ***
Capitolo 10: *** 9 - Ritorno ***
Capitolo 11: *** 10 - Come un amico, come un papà ***
Capitolo 12: *** 11 - Il marchio maledetto ***
Capitolo 13: *** 12 - EVASIONE ***
Capitolo 14: *** 13 - Il piano ***
Capitolo 15: *** 14 - La nuova dimora ***
Capitolo 16: *** 15 - Notizie a non finire ***
Capitolo 17: *** 16 - Otto litigi per una fuga ***
Capitolo 18: *** 17 - Tutti insieme, come un tempo ***
Capitolo 19: *** 18 - Esploriamo il corpo umano ***
Capitolo 20: *** 19 - La terza gemella, la seconda zia ***
Capitolo 21: *** 20 - Scoperte Scottanti ***
Capitolo 22: *** 21 - L'Apocalisse?! No... sono solo le gemelle Dickinson... di nuovo! ***
Capitolo 23: *** 22 - Uno smistamento movimentato ***
Capitolo 24: *** 23 - Lezioni e punizioni ***
Capitolo 25: *** 24 - Memorie dal futuro ***
Capitolo 26: *** 25 - Per le mie mani ***
Capitolo 27: *** 26 -La sfida ***
Capitolo 28: *** 27 – Quel dannato pennuto d'oro ***
Capitolo 29: *** 28 - Il gioco delle coppie ***
Capitolo 30: *** 29 - Sconvolgimenti ***
Capitolo 31: *** 30 – Riappacificazioni & Sospetti ***
Capitolo 32: *** 31 – L’idea della pace ***
Capitolo 33: *** 32 – Suppliche o convinzioni? ***
Capitolo 34: *** 33 - Un ballo per altre verità ***
Capitolo 35: *** 34 - La sfilata ***
Capitolo 36: *** 35 - Ed ora? Il caos. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

PROLOGO

 

L

a spuma del mare, resa dorata dagli ultimi raggi splendenti del sole, lambiva i suoi piedi ogni qual volta si avvicinava un po’ di più alla riva, le onde ormai calme dopo un lungo giorno di impeto giocavano con lei arrivando quasi a toccarla e poi ritraendosi come ad invitarla a provare a raggiungerle, e la brezza fresca e profumata di sale accarezzava piano le sue gote e i capelli mentre lei le correva incontro… In realtà, pensò, non correva incontro a niente, stava solo scappando.

La sabbia sotto i suoi piedi era bagnata e compatta, zuppa dell’acqua di mare e della pioggia che aveva portato il temporale della notte precedente, e tutto intorno le nuvole, la spiaggia, le barche, le case, tutto era illuminato appena dalla fievole luce aranciata del sole che da lì a pochi minuti sarebbe del tutto tramontato.

Gradualmente San fermò la sua corsa, rallentando un po’, passo dopo passo; si fermò, e si gettò sulla sabbia. Le cuffie continuavano a passarle musica a tutto volume, così alta da impedirle di pensare; spalancò gli occhi e il cielo immenso sembrò inghiottirla… Chiuse gli occhi… e rimase così per alcuni minuti, la musica finì, i pensieri sembravano svaniti, aprì gli occhi giusto in tempo per vedere l’ultimo spicchio di sole immergersi in acqua portandosi dietro l’ultimo raggio… Era ora di tornare a casa.

Si alzò in piedi, rivolse le spalle al mare e alla spiaggia e si incamminò verso la piccola cittadina fatta di viottoli e di case tutte uguali, dal tetto rosso e le mura bianche, adesso appena tinteggiate dell’azzurro della sera che avanzava. Salì i due gradini che portavano alla strada e l’attraversò, incamminandosi per un viottolo fatto di ciottoli e di pietre che saliva su fino alla parte più alta del paese, e arrivava proprio a casa sua. L’aria si era rinfrescata dopo il temporale, e ora che aveva corso per un paio d’ore sulla spiaggia era sudata e aveva freddo. Correre vicino al mare la rilassava sempre, la rigenerava, l’aiutava a riflettere.

Immersa nei suoi pensieri era giunta a casa, mise la chiave nella vecchia serratura del portoncino e si infilò nella palazzina, salì la scalinata stretta e fu a casa. Casa sua non era molto distante dallo stile della cittadina,aveva pareti bianche e luminose e ampie finestre che davano sul mare e dalle quali poteva vedere tutto il paese con i suoi tetti rossi. Aveva un lungo corridoio, e sui due lati si alternavano la cucina, il salottino e le camere da letto, mentre in fondo c’era il bagno. Non era molto grande,ma era molto graziosa e arredata con gusto. San l’adorava, perché erano racchiusi molti ricordi tra quelle mura, alcuni tristi, altri gioiosi, con le sue sorelle, ed i suoi genitori. Appena entrata, una forte corrente di vento le scompigliò i capelli, portandole alle narici il familiare e rassicurante odore di lavanda che caratterizzava casa sua; il suo paesino, una piccola landa situata nei pressi di Tolone, era molto tranquillo, e così quando usciva si permetteva di lasciare aperte tutte le finestre della casa. Chiuse la porta, posò il walkman sul vecchio tavolo della cucina, e subito tornò in corridoio per dirigersi verso il bagno. Aprì l'acqua della doccia, si spogliò in fretta e ci si ficcò sotto. Quel pomeriggio le era presa una strana smania, la mattina si era svegliata irrequieta, i soliti pensieri erano tornati a tormentarla e da quando si era alzata tutto quello che aveva fatto era stato un tentativo di sfogarsi, placare i pensieri, ma ancora adesso, in tardo pomeriggio,non c'era riuscita. Si rilassò un poco sotto il getto dell'acqua tiepida, poi uscì dalla doccia,avvolse un asciugamano attorno al corpo abbronzato e lasciando che i capelli castani gocciolassero lungo le spalle, si diresse nella cucina che fungeva anche da salottino.

Un dolce profumo di biscotti l’assalì; lo riconosceva bene quel profumo, erano i biscotti della gemella, che le andò incontro sorridente come al solito.

- Ti stavo aspettando, San. Sei stata sulla spiaggia tutto il pomeriggio? Ho fatto i biscotti farciti, ne vuoi uno? Volevo farti una sorpresa…-, e così dicendo le andò vicino e le posò una amorevole carezza sulla guancia, alla quale San ricambiò con un amabile sorriso. Guardò verso il tavolo a centro della stanza. Dominick, il figlio della sorella, un bimbo dolcissimo di cinque anni, dai capelli biondi e gli occhi cerulei, di un misto tra il verde smeraldo e l’azzurro acquamarina, era seduto a giocare con delle macchinine. In un angolo della stanza, invece, scorse molte valige e borsoni.

- Bentornata Rachel -, fu tutto ciò che uscì dalle sue labbra in risposta, prima di abbracciare la sorella.

 

Continua…

 

Visitate il nostro sito su Harry Potter, Unforgettable

Iscrivetevi ad UNFORGETTABLE HOGWARTS, GdR on-line del sito unforgettable 24 su 24 di Harry Potter!

Iscrivetevi alla HOGWARTS SCHOOL, la scuola virtuale del sito unforgettable.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1 - Nobody wants to be lonely ***


Capitolo 1

Capitolo 1 - Nobody wants to be lonely

Il rumore dei piatti sotto la fontana era l'unica cosa che, di tanto in tanto, distraeva il piccolo Dominick dai suoi giochi, seduto sul piccolo divanetto turchino della cucina. San era in piedi accanto al lavandino, ad asciugare i piatti che si stavano autolavando, guidati dalla bacchetta della ragazza, posata a mezz'aria e puntata verso le stoviglie.

Rachel era seduta al tavolo della cucina, che osservava un po' il figlio, un po' la sorella, sorridendo.

- Era tutto squisito, non sapevo avessi imparato a cucinare... ma immagino che per stare da sola e sopravvivere, hai dovuto imparare per forza.-, disse Rachel posando il suo sguardo sulla gemella, che si irrigidì. Posò il piatto a suo posto, e ordinò alla bacchetta di guidare anche la pezza per asciugare. Si girò verso la sorella, slacciando il grembiule. Era ora di affrontare quel discorso.

- Mi dispiace... averti lasciata sola tutto questo tempo... credimi non volevo farlo, ma Dominick é ormai grande, e io dovevo assolutamente fare quel viaggio di lavoro a Londra... abbiamo la possibilità di aprire una filiale a Diagon Alley, capisci?!

San si sedette accanto a lei. La guardò qualche istante, mentre il piccolo Dominick giocava con una ciocca di capelli della mamma, richiamando la sua attenzione. Vedendo la zia e la madre sedute al tavolo si era avvicinato anche lui, per dare modo alla sua sete di curiosità di placarsi. Aveva ancora cinque anni, ma era molto curioso, fin troppo.

- Non ti porto rancore Rachel... non preoccuparti, ma non ho intenzione di aprire una filiale a Diagon Alley... mi basta il nostro negozietto, non chiedo altro...

- Se ti mancasse Ares, la penseresti diversamente...-, disse Rachel corrugando la fronte. - E i nostri amici? Sei stata sola due anni, non hai voglia di tornare un po' lì? Hermione é diventata avvocato ed ha aperto uno studio a Diagon Alley sai, proprio come desiderava... staremo vicino a lei. E poi io vorrei continuare ad andare a trovare Ginny all'ospedale... é ancora in coma, starle così lontano non ti fa nemmeno un po' male? Quel povero ragazzo di Harry va a trovarla tutti i giorni... cambia fiori sul suo comodino tutti i giorni... spesso va anche di notte... povero caro...-, disse mentre un groppo le si formava in gola. Harry non si era mai perdonato ciò che cinque anni a questa parte, era successo a Ginevra. Per quanto riguardava Ron e famiglia, ormai avevano quasi del tutto perso le speranze di avere la piccola di famiglia di nuovo a casa.

- Certo... certo che mi dispiace per Ginny... vorrei anche rivedere gli altri, ma la cosa non mi interessa, io sto bene qui! Ho tutto quello che potrei desiderare e poi... non mettere in mezzo Ares, per favore... Sono già abbastanza perseguitata dai sensi di colpa!

La ragazza si alzò e riprese a lavare i piatti, voltando le spalle alla gemella che sospirò. Prese in braccio Dominick e iniziò a cullarlo fra le braccia.

- Mami... perché zia San si é arrabbiata?-, chiese innocentemente il piccolo, spostando i suoi occhi grigi dal volto della madre, a quello della zia.

- La zia San non si é arrabbiata, tesoro...

- Ma ha detto che é perpetuata dai sensi di colpa!-, ribadì lui deciso.

San e Rachel si guardarono.

Perpetuata?! E questa da dove gli era uscita?

- Ah, ah, ah... perseguitata, Dominick, perseguitata!-, disse Rachel stringendo forte il suo cucciolo, strapazzandolo un po'. Era troppo dolce, quel bimbo.

San si avvicinò al piccolo facendogli un piccolo buffetto sulla guancia, sorridendogli dolcemente.

- Non ti preoccupare paperotto, la zia sta bene e non è arrabbiata con te o la mamma...

Non osò alzare lo sguardo su Rachel, per i primi istanti, era convinta che non potesse capirla, o forse che la capisse fin troppo. Aveva capito che stava scappando, che era solo una codarda e che non voleva riaffrontare tutto il passato?

Le due donne guardarono il bambino, che si era portato una mano al mento, in un buffo fare meditabondo.

- Ahmm... però io volevo tornare a casa di zio Ron, dove mamma mi lasciava prima di andare a lavoro... mi divertivo lì, perché c'erano anche i figli dio zio Fred e zio George! Mamma ci torniamo poi? Qui siamo soli, io mi scoccio!

Rachel roteò gli occhi, divertita: si era fissato a chiamare zii, tutti gli adulti che incontrava.

- Ci torneremo, cucciolo, non preoccuparti... se la zia San si decide!-, rispose l'amorevole mamma, scoccando uno sguardo infuocato alla sorella, incenerendola.

San riprese il suo fare sbuffante, che tanto la caratterizzava, praticamente poteva essere soprannominata caffettiera o locomotiva.

- Guarda che non sei obbligata a rimanere qui, Rachel, se tu vuoi aprirlo puoi benissimo farlo, anche senza di me... In fin dei conti sei sempre stata tu, la migliore, io ho sempre odiato la scuola... perciò ogni minimo trucchetto l'hai imparato tu, non io...

Rachel roteò gli occhi. Solo in quel momento, volgendo lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete di fronte, si accorse di quanto fosse tardi. Erano le 22.00.

- Ne riparliamo domani, é tardissimo, Dominick dovrebbe essere a nanna da un pezzo!-, si agitò, facendo scendere il figlio dalle proprie gambe. Lo prese per mano ed andò verso la loro camera da letto, la stessa che era appartenuta anni prima a Rachel, quando i genitori erano ancora vivi. In quella stanza tutto era categoricamente rosa confetto, dalle tende di lino, alle lenzuola di cotone, alla stoffa che ricopriva il lampadario.

San li seguì, e si appoggiò con la spalla allo stipite della porta.

- Mami... me lo metto da solo il pigiamino, così zia San vede come sono diventato bravo!!!-, disse lui gonfiando il petto di orgoglio.

Dominick era un bambino dolcissimo, ma anche poco modesto, questo perché, per via dell'assenza del padre, Rachel e San lo avevano cresciuto viziandolo in ogni modo possibile.

San ridacchiò, nel vedere il bimbo che tentava di mettere il pigiama incastrandocisi dentro. Rachel tentò di aiutarlo diverse volte, ma lui continuava a rifiutare l'aiuto, ne andava del suo orgoglio, diceva. Quando finalmente riuscì ad indossarlo fece il segno della vittoria in direzione della zia, sorridendo allegramente.

- Si vede che sei proprio cresciuto, ormai sei diventato proprio un ometto! E bravo il mio nipotino preferito! -, disse avvicinandosi al bimbo e scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia.

- Zia sei proprio sciocca... sono il tuo unico nipote!!!-, disse lui scuotendo il capo, rassegnato al fatto che aveva scoperto da tempo, e cioè che gli adulti erano proprio strani certe volte. Fece spallucce, si passò le manine lattee tra i capelli per aggiustarseli, e si ficcò con la testa sotto il lenzuolo, poi con tutto il corpo, e girandosi con strani aggrovigliamenti di gambe e braccia, rispuntò fuori con la testa.

Le due donne continuarono a ridacchiare, era troppo tenero. San salutò Dominick con un altro bacio sulla guancia, rimboccandogli meglio le coperte, salutò Rachel con un cenno della mano e un flebile "notte" e si allontanò per il lungo corridoio, dirigendosi verso il salotto.

- Mami... perché zia San é triste?-, chiese lui sprofondando con la testolina nel cuscino.

- Non é triste piccolino, non preoccuparti. Ora dormi, io ti raggiungo fra poco... vuoi che ti lasci la luce accesa?-, chiese mettendo un dito sull'interruttore della lampada da notte, sul comodino. Il bimbo scosse la testa, in segno di sì: aveva paura del buio, perché quando si addormentava senza luce sognava sempre uno strano fantasma molto simile alla mamma, però con due trecce castane e tanto, tanto sangue sul candido vestitino di seta bianca.

Rachel rivolse un sorriso alla sua piccola creatura e, lasciando la luce accesa, chiuse la porta, augurandogli la buona notte. Si diresse in salotto, sedendosi accanto alla sorella che stava "guardando" la televisione, girando i canali a casaccio.

- Non dovevi andare a dormire sorellina?

- Hai notato quanto, persino nei gesti, gli somigli? Che cosa buffa... il figlio di Micheal Corner, assomiglia a Draco Malfoy, signore e signori...-, disse lei con una risatina sarcastica, guardando distrattamente il film sul canale che aveva scelto San.

- Sì... è incredibile, se non fosse perchè eri incinta prima di andare a letto con Draco, direi quasi che sia figlio suo... Ma era questo di cui volevi parlarmi?

Spense la televisione e rivolse tutta la sua attenzione alla gemella dai capelli lunghi, accendendo una piccola lucina su un mobiletto affianco al divano.

Rachel sospirò.

- No... volevo dirti che nessuno vuole essere solo... men che meno tu... perché ti ostini tanto a non venire con me? Prima di partire stamattina, mentre ero all'aeroporto, Hermione non faceva che chiedere di te... voleva tu tornassi lì... andiamo, San...-, chiese con un tono speranzoso.

San chiuse un momento gli occhi, lasciandosi sprofondare completamente nel divano.

- Prendimi per una codarda, pensala come vuoi, ma non me la sento di tornare lì... mi sento tormentata già lontana da tutti loro, sono sicura che tornando a frequentarli sarebbe ancora peggio, e io non ho la forza necessaria, per ora, per affrontare il tutto.

- Fallo per me... fallo per Dominick... ti vuole così bene... quando stavamo lì, chiedeva di te tutti i giorni... ti prego San, ne sono certa che, anche tu, come me, hai bisogno di avere degli amici accanto... e poi lì c'è Zio Albus, non ti piacerebbe rivederlo? E' come se fosse nostro padre...

San si alzò dal divano, avvicinandosi ad una delle finestre del salotto, che davano sul mare. L'aprì e lasciò che il vento le scompigliasse i capelli, mentre si inebriava del profumo particolare che il mare emanava.

- Preferirei di no... sarò egoista, ma preferirei di no... Se vuoi posso darti una mano a mettere a posto il nuovo negozio, sistemando tutti i prodotti e mettendolo a nuovo, in modo che tu possa iniziare subito l'attività, ma poi dopo tornerei qui... E poi il nostro negozio vende bene, sarebbe un peccato chiuderlo, ci perderemmo un sacco di soldi!

Rachel prese un cuscino, appoggiandoselo sul torace ed abbracciandolo. Chiuse gli occhi. Ma cosa doveva fare per convincerla?!

Improvvisamente un'idea le balenò per la testa...

- Va benissimo, dopo tornerai qui!-, disse furbescamente. Portarla lì già era qualcosa, poi ci avrebbe pensato quel geniaccio di Hermione a convincerla.

San sembrò intuire la sua idea e le rivolse uno sguardo corrucciato.

- Non ci sperare, non mi farai mai cambiare idea!

- Sì, sì... buonanotte... vado da Dominick, prima che abbia un altro dei suoi incubi.

Si alzò con un saltò, lanciò il cuscino chissà dove ed abbracciò la sorella.

- Non te ne pentirai!!

Fine 1° Capitolo

Ed eccoci di nuovo qui, sempre fra i piedi!!! Per il bellissimo prologo ringraziate Rachel, anche se non lo ammetterà mai, è tutto frutto della sua mente! È rimasta a rimuginarci tutta la notte, o quasi, cambiando continuamente perchè non si sentiva soddisfatta, ma alla fine ce l'ha fatta, ecco il capolavoro! Credetemi se vi dico che nemmeno lo considerava speciale, che gemella che mi ritrovo! (Nun è veroOoOoO ç///ç ndRachel)(È verissimo invece, ti fanno tutti i complimenti e tu pensi ancora non sia speciale, stupida! ndSan)(Ma io... ç///ç ndRachel)(Shhh! ndSan)
Volevamo ringraziare chi ha già preso a leggere il seguito di "due gemelle scatenate" e soprattutto chi ci ha già recensito!!!


Ninphadora: Tutto merito di Rachel, assicurato! È lei che ha deciso il cambio di metodo, soprattutto vedendo che vi è piaciuto! Mitica sorellina!
claudia: Eheh, ecco a te il primo capitolo! Ancora buone vacanze e, per l'immagine di Ares, ti chiediamo di aspettare ancora un poco, arriverà presto in ogni caso, non preoccuparti! Ci stiamo lavorando!
Ginny: Come già detto, tutto merito di Racheluccia! Ora, infatti, come detto in precedenza, abbiamo addottato questo stile, sperando piaccia di più anche a voi! Tutto molto più descritto e profondo!
Lisa: Accidenti, siamo contente ti abbia fatto questo effetto, tanto da portarti a recensirlo! Speriamo che il metodo di scrivere, che stiamo prendendo, ti continui a piacere! Facci sapere! ^.- I consigli ci tornano sempre utilissimi, sono preziosissimi!
mary1986: Poro Ares? ç.ç Shi, è vero, ma putroppo non diremmo solamente "povero Ares"! Ecco a te l'aggiormento, sperando continui a piacerti!
Elisa: Eh no, proprio mai! Come vedi, infatti, siamo di nuovo qui! XP

Al prossimo chap!!!

Rachel&San Dickinson

Visitate il nostro sito su Harry Potter, Unforgettable

Iscrivetevi ad UNFORGETTABLE HOGWARTS, GdR on-line del sito unforgettable 24 su 24 di Harry Potter!

Iscrivetevi alla HOGWARTS SCHOOL, la scuola virtuale del sito unforgettable.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 2 - Fantasmi del passato ***


Capitolo 2 -

Capitolo 2 – Fantasmi del passato

L

a camera da letto era ancora avvolta in una leggera penombra, e oltre il rumore delle onde infrante sulla spiaggia e sugli scogli, nessun altro rumore giungeva dalle finestre aperte. Rimase a rigirarsi un paio di volte nel letto, attenta a non svegliare il figlio, che ancora dormiva come un angioletto. Lo guardò, sorrise, e gli spostò una ciocca di capelli biondi, che era caduta disordinatamente lungo la fronte, e gli pizzicava una palpebra.

- Santo cielo, quanto gli somigli, piccolo mio...-, sussurrò la giovane donna, abbandonandosi all'ultimo ricordo che aveva di Draco, quello della litigata. Chiuse gli occhi, quando, improvvisamente, un dolce aroma di caffé giunse alle sue narici, destandola del tutto. Si alzò, mise le pantofole, ed uscì dalla stanza rosa pastello. Percorse il corridoio ed arrivò in cucina. Sua sorella San era seduta in un angolo del divano azzurrino, con una grossa tazza di latte e caffé in una mano, ed un album di foto in un'altra. Sfogliava l'album mentre, a piccoli intervalli, soffiava sul latte macchiato, raffreddandolo, e ne beveva piccoli sorsi.

Si avviò in cucina, prendendo anche lei una tazza di caffé, senza però aggiungerci latte. Le piaceva forte. Si sedette accanto alla sorella e prese a sfogliare con lei le vecchie fotografie. Erano racchiusi tanti di quei bei ricordi in esse... eppure in quel momento sembravano portare solo tanta, tanta tristezza. Rimasero entrambe in silenzio, mentre davanti agli occhi si paravano le figure dei loro genitori e di... di Allie. San chiuse di scatto il grande album e lo lanciò sulla poltrona affianco, rannicchiandosi sul divano e finendo il suo caffèlatte.

- Che noia... piove... e io che contavo di andare a correre un pochino sulla spiaggia... -

- Oh...-, fece Rachel,-... tu non contavi proprio nulla... alle 10.00 abbiamo l'aereo, e se non ti sfugge, sorellina cara, dobbiamo ancora preparare le valige... e sono già le cinque!

La gemella dai capelli corti prese il telecomando e accese la televisione, fermandosi sul primo canale privo di pubblicità.

- Sì... sì... tanto tu le valige non le hai nemmeno disfatte e una borsa con qualche ricambio per me è sufficiente!

Rachel sorrise raggiante.

- Se lo dici tu!-, disse, simulando un colpetto di tosse poco credibile, per nascondere una risatina ironica.

San roteò gli occhi percorrendo con lo sguardo tutta la stanza, per poi fermarsi sull'esile figura della gemella.

- Ti diverti proprio a provocarmi, vero?

Rachel si guardò intorno, poi guardò la sorella, puntando un dito contro se stessa.

- Stai parlando con me?

- No, ma cosa te lo fa pensare? Io stavo parlando con il muro dietro di te! -, disse indicando la parete alle spalle della giovane donna. Si alzò, mise a posto gli album delle foto e si fermò all'altezza della porta, rivolgendo un ultimo sguardo a Rachel.

- Te lo dico e te lo ricorderò sempre: la mia casa è qui, non a Diagon Alley! Non ho assolutamente intenzione di fermarmi a lungo lì, ma soprattutto non ho intenzione di andare a cercare quei maledetti ricordi perduti, che tanto vuoi farmi recuperare!

Senza accorgersene stava giocherellando con la catenina che portava sempre al collo, procurandosi uno sguardo di rimprovero da parte di Rachel, che scosse la testa.

- Sapevo fossi stupida, ma non credevo fino a...-, le parole della gemella dai capelli lunghi furono interrotte dal trillo del telefono. Avanzò versò il mobiletto nell'angolo e prese in mano il cordless.

- Pronto?

Due secondi di silenzio, poi San vide gli occhi della sorella illuminarsi.

- Davvero? DICI SUL SERIO? Ma é fantastico... oh Hermione, sono contentissima per te e... ma sì... certo... sicuro... va bene... va bene... ah-ahm... d'accordo! Ok, a stasera!

Spense il telefono portatile e lo rimise al suo posto, sul caricabatteria. Guardò la sorella.

- SAN! Hermione é incinta!-, urlò saltando al collo della sorella, abbracciandola.

- Oh... -, riuscì solamente ad emettere la gemella dai capelli corti.

Rachel non la smetteva più di saltellare per la stanza, trascinandosi dietro San, che tentava in tutte le maniere di farla smettere. Dominick comparse sulla soglia del salotto, stropicciandosi gli occhi e guardando quasi shockato la mamma e la zia, credendo di stare sognando.

- AMORE!-, disse Rachel catapultandosi verso il piccolo. - La sai la novità? Zia Hermione aspetta un bambino!

Gli occhi azzurri del bimbo si riempirono di sorpresa e curiosità.

- Aspetta un bambino? Dove? Alla fermata dell'autobus dove la incontriamo sempre, prima che lei torni a casa?

Rachel lo guardò perplessa e poi, insieme a San, scoppiarono tutte e due a ridere a crepapelle, mentre il piccolo Dominick le guardava offeso. Che aveva detto di strano questa volta?

- Cucciolo... significa che é incinta... che un bimbo sta crescendo nel suo pancione... capito, amore della mamma?-, disse la ragazza, lasciando il bambino ed inginocchiandosi di fronte a lui, appoggiandogli le mani sulle spalle.

Un sorriso si dipinse sulle sue labbra: avrebbe avuto un altro amico con cui giocare! Si mise a saltellare anche lui per la stanza, tirando la mamma per un lembo della vestaglia.

- Sono completamente senza parole... hai preso la pazzia di tua madre, paperotto! -, fece San scuotendo la testa con fare rassegnato e divertito allo stesso tempo.

Dominick, fece dimenticare alle due ragazze il loro battibecco di poco prima e, temporale permettendo, erano pronte a partire.

***

Erano le 10.00, e all'aeroporto avevano appena annunciato ritardi per tutti i voli, dovuti ai forti temporali sparsi in tutta la Francia.

- Che disdetta, questa non ci voleva.-, disse Rachel, posando le sue valige accanto ad un sedile. Prese posto, e Dominick salì goffamente sulle sue ginocchia, accoccolandosi in braccio alla mamma. Quella mattina si era svegliato presto, ed ora i suoi occhietti erano rossi dal sonno, e le sue palpebre si facevano sempre più pesanti.

- Dormi, amore... tanto prima di oggi pomeriggio, di qui non ci muoviamo!-, disse la gemella dai capelli lunghi, accarezzando la testa del figlioletto, che aveva chiuso gli occhi ed aveva appoggiato la testa su una spalla di lei.

- Poco male... vorrà dire che ci rilasseremo un po'... vado a prendere qualcosa di caldo da bere, ho quasi freddo, vuoi qualcosa?

Rachel annuì e San si avviò verso il bar dell'aeroporto, completamente affollato. Dopo dieci abbondanti minuti d'attesa riuscì finalmente ad avvicinarsi al bancone e ad ordinare due caffé e del latte caldo per Dominick. Tentò di fare lo slalom tra gli altri clienti, vassoio in mano, non appena riuscì a pagare, ma la sfortuna volle che venisse urtata. Finì sopra ad un uomo distinto, all'incirca della sua età, rovesciandogli addosso tutto il contenuto delle tre tazze.

- Accidenti che mummia di gente che gira! -, affermò spazientita. Vedendo il danno fatto prese a scusarsi con il povero malcapitato. - Davvero non l’ho fatto apposta, mi dispiace molto!

Lo sconosciuto alzò il volto verso di lei, e il suo volto si contorse in una smorfia, quasi di dolore.

- Non... non importa... non preoccuparti...

San scrutò bene il volto dell'uomo, capì che non doveva avere più di 21 o 22 anni. Lo guardò attentamente, e si rese conto improvvisamente di aver già visto quello sguardo malinconico... quando, cinque anni prima, nell'infermeria di Hogwarts, non aveva riconosciuto Ares.

Il ragazzo, perché era troppo giovane per definirlo già uomo, si alzò in piedi, e le tese una mano, aiutandola ad alzarsi a sua volta.

San lo guardò pensierosa, decisa sul da farsi. Doveva essere lui, quell'espressione... quegli occhi... non poteva sbagliarsi. La perseguitavano ogni notte, in sogno, facendola rodere dai sensi di colpa.

- Tu sei... Lestrange, vero? Ares Lestrange, se non erro! -, disse abbozzando un sorriso.

Le labbra di Ares si schiusero in un sorriso amaro.

- Ormai non speravo davvero tu mi riconoscessi... come stai, Dickinson?-, fece lui, senza lasciar trasparire la minima emozione.

- Beh... direi bene, credo… E te? -, domandò squadrandolo bene in viso. Come avrebbe potuto non riconoscerlo? Era praticamente impossibile. Benché l'avesse dimenticato completamente, non avrebbe mai potuto scordare quel volto.

"Il volo 12, diretto a Parigi, é in partenza sulla pista otto. Ripeto, il volo 12, diretto a Parigi..."

Il ragazzo guardò l'orologio, poi si specchiò negli occhi di San.

- Si tira avanti... ora... scusa, ma é il mio volo... mi... mi ha fatto piacere, rivederti, ancora una volta... sei più bella di come ti ricordavo. Ciao San, stammi bene... fai un salto a Londra qualche volta, così ci vediamo ogni tanto.-, detto questo raccolse da terra la bottiglia d'acqua che aveva appena comprato, le fece un piccolo sorriso, un po' tirato in effetti, e se ne andò.

San rimase a fissarlo fino a quando non riuscì più a scorgere la sua figura in mezzo alla grande folla di gente. Sospirò.

- Ci rincontreremo più presto di quanto tu creda, a quanto pare...

Corse in direzione della gemella e del nipote, che erano in uno stato totale di dormiveglia e, dopo averli svegliati completamente, si diressero insieme in direzione dell'imbarco al loro volo, che era stato anch'esso appena annunciato.

Fine capitolo 2

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito di RachelDickinson sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Augha gente! Scusate l'enorme ritardo con cui pubblichiamo questo chappy, ma le vacanze si sono abbattute anche su di noi! Putroppo non siamo riuscite a sentirci per diverse settimane, e di conseguenza non abbiamo potuto scrivere! Ma ora siamo di nuovo qui, pronte a ripartire a tutta birra!

SarahEdison: Grazias, grazias! Siamo contente ti piaccia tanto quel frugoletto paperottoso di Dominick! Piace tanto anche a noi!

mary1986: Ed ecco a te il nuovo capitolo, con diversi colpi di scena, direi anche!

Lulù Black: Grazie mille!!! Siamo contentissime che anche a te piaccia tanto Dominick!!!

lallotta12: Mitiche addirittura? ^///^ Ma dai... così ci fai arrossire! Grazie mille per il complimento!!!

claudia: Grazie come sempre! Direi che la storia finita sarà un po' difficile leggerla così presto! Andrà per le lunghe, assicurato!

MARY: Grazie mille!!! Siamo contente ti piaccia!!!

Trinity Granger: Avida di sapere, vero? Non per niente porti il cognome di Hermione, eheh! Grazie per i complimenti, ma per scoprire la verità e chiarire tutti i tuoi dubbi non ti resta altro che continuare a seguirci, perchè noi abbiamo le labbra sigillate!!! XP

Ci si sente al prossimo chappy! Tao tao tao!!!

Rachel e San Dickinson

Iscrivetevi ad UNFORGETTABLE HOGWARTS, GdR on-line del sito unforgettable 24 su 24 di Harry Potter!

Iscrivetevi alla HOGWARTS SCHOOL, la scuola virtuale del sito unforgettable.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 3 - Dominick alla riscossa ***


Capitolo 2 – Fantasmi del passato

Capitolo 3 - Dominick alla riscossa

 

I

l viaggio in aereo fu abbastanza tranquillo, fino ad un certo punto. San e Rachel erano sedute vicine, mentre Dominick aveva insistito per mettersi nel sedile dietro, da solo accanto ad un signore dall'aria distinta, che ricordava vagamente una persona con la puzza sotto il naso. Dominick aveva insistito per dimostrare ancora una volta alla zia che lui era grande e forte. Rachel non voleva saperne, ma il bimbo si era fatto prendere da crisi di pianto che stavano disturbando tutti i passeggeri, e così alla fine l'aveva vinta lui, come al solito.

Stava guardando il signore con aria incuriosita.

- Signore, cosa leggi?-, disse con tono ingenuo. Rachel si girò...

- Dominick zitto, non dare fastidio al signore e torna a giocare con i soldatini... lo perdoni!-, disse poi sorridendo gentilmente allo sconosciuto, che la ignorò.

- Che scorbutico...-, disse la ragazza rigirandosi avanti, verso la

Dominick strappò di mano il libro al signore, guardandolo assai interessato.

- Peccato tu lo stia leggendo a testa in giù! -, bofonchiò l'omaccione, tentando di riprendersi l'oggetto.

Il bambino se lo strinse forte al petto, nascondendolo sotto la maglia. L'uomo, infuriato nero, prese un fazzolettino di stoffa che portava nel taschino della giacca. Si tamponò la fronte, asciugandosi le goccioline di sudore che gli insudiciavano il viso, dalla rabbia. Dominick gli strappò di mano il fazzoletto, ci sputacchiò sopra, e, alzandosi in piedi, prese a pulirgli la lucida testa, priva di capelli.

- Che diavolo stai facendo moccioso?!

- Beh... eri sudato signore... e così ti pulisci prima... -, disse innocentemente. Ed, in effetti, credeva di non aver fatto nulla di male. - Mammina, guarda come sono bravo, ho bagnato il fazzoletto, e ora sto pulendo il sudore del signore.

Rachel e San sgranarono gli occhi ed urlarono in coro.

- DOMINICK!!! SANTO CIELO!!

La "premurosa" zia, strappò violentemente di mano al bimbo il fazzoletto, mentre Rachel, quasi cadendo all'indietro dal suo sedile, strappò il libro dalle mani del bimbo.

- TALE E QUALE A QUELLO SCAPESTRATO DI TUO PADRE! COMBINI SOLO GUAI! Lo scusi, sono mortificata, davvero, non so come... oh... DOMINICK, SENZA FARE STORIE ORA PASSI AVANTI ACCANTO A ZIA SAN E FAI SEDERE ME DIETRO!

Gli occhi del bambino si velarono di lacrime, mentre iniziò ad essere scosso dai singhiozzi. In pochi secondi scoppiò in lacrime, attirando su di se l'attenzione di tutti i presenti.

- Accidenti! Dai paperotto vieni qui! -, disse San alzandosi e andando a prendere il nipotino, cullandolo fra le braccia, mentre Rachel tentava in tutte le maniere di scusarsi con il signore, che si irritava ogni secondo di più.

Infine, Rachel si girò verso il bimbo, che smise di piangere e guardò la mamma preoccupato.

- Tu... tu... ahhh... sei una piaga! Sei... sei impossibile... ma cosa devo fare con te?! Vedi di smetterla di fare sempre i capricci, che non attacca più... mi metti sempre in imbarazzo davanti a tutti, sei davvero un bimbo cattivo... e non ricominciare a piangere, perché la prossima volta qualche bella sculacciata non te la toglie nessuno!

Il bambino si strinse alla gemella dai capelli corti, sperando di trovare una difesa in lei. San scosse la testa e prese a scompigliare i capelli biondi di Dominick.

- La mamma, in parte, ha ragione paperotto. Non è giusto infastidire gli altri signori e fare i capricci perchè si viene sgridati!

- Io non la voglio più quella come mamma, io voglio te come mamma, Rachel é cattiva!-, disse singhiozzando un po'. Poi guardò la madre e le fece una linguaccia. Rachel scosse il capo, rassegnata.

- Ma magari diventassi figlio suo, sei un rompiscatole... -, disse sedendosi accanto al signore incavolato, chiedendogli scusa un'ultima volta. Inforcò un paio di occhiali, aprì un libro e cominciò a leggere, ignorando i capricci del figlio. L'aveva viziato troppo, e una bella sgridata ogni tanto non gli faceva male. E soprattutto, doveva imparare a non coccolarselo subito, appena piangeva. Quel bambino era un combinaguai, e tra l'altro era anche arrogante. Non si sarebbe sorpresa se, una volta ad Hogwarts, fosse diventato Serpeverde...

Già, Serpeverde... in tal caso la somiglianza con Draco si sarebbe fatta sentire ancora di più. Chiuse il libro e scosse il capo. Mai possibile che ogni volta che litigava con Dominick, gli venisse in mente Draco? Si alzò, si sedette avanti e prese il figlio dalle braccia della sorella.

- Sei un indisponente, lo sai?

Il bimbo si asciugò gli occhietti e guardò

La mamma, come un cucciolo bastonato. Lei sorrise e lo abbracciò.

- Ti voglio bene, Dominick… scusa per prima… mi hai fatta arrabbiare… ma ti voglio sempre bene, ricordatelo, ok?

Il bimbo sorrise.

- Voglio bene a zia San come ad una mamma, però voglio comunque che la mia mammina rimanga tu…’cusa mami…

San sorrise e prese a guardare fuori dal finestrino, assorta nei suoi pensieri. Rachel, intanto, decise di rimanere a sedere accanto alla sorella con Dominick in braccio, si sarebbe spostata solo per l'atterraggio, per via delle cinture di sicurezza da allacciare.

- Manca ancora molto sorellina? -, domandò con fare noncurante San, come fosse semplicemente una scusa per attaccar discorso.

- Mhhh... tanto quanto basta per permettere al signorino qui di dormire un po'... eh, cucciolo? Dai che ti sei svegliato presto e ti se agitato per tutto il viaggio. Stasera andiamo a trovare zia Hermione, non sappiamo che ora si fa, quindi vedi di dormire un po'.

Il bimbo annuì.

- Posso andare in braccio a zia San? Voglio addormentarmi guardando il cielo.

Rachel sorrise. Ci mancava solo un bimbo malinconico e poeta...

San ridacchiò e prese il suo paperotto in braccio. Lui guardò le nuvolette bianche, che sembravano panna montata, in quel cielo limpido, e si addormentò, contento che il temporale fosse passato, e sicuro che tra le braccia della zia, quella cattiva ragazza che c'era in quel momento riflessa nell'oblò, non l'avrebbe seguito anche in sogno.

Diverse ore dopo arrivarono in prossimità dell'aeroporto e, pochi minuti dopo, atterrarono, finalmente. Le due gemelle erano alla ricerca delle loro valige, quando Rachel partì in quarta in direzione di una donna che veniva loro incontro, tutta sorridente.

-Finalmente Rachel! Che bello rivederti!

- HERMIONE!

Rachel posò a terra Dominick, che improvvisò un piccolo balletto della vittoria per non aver vomitato come l'ultima volta in aereo, mentre sua mamma era corsa tra le braccia di Hermione.

- 'mione, che bello vederti! Oh, ma che dico, ci siamo separate ieri... OH MA CHI SE NE IMPORTA, MI SEI MANCATA!

La donna rise, saltellando assieme all'amica. San, dopo aver recuperato tutte le valige, si avvicinò alle due, salutando Hermione con un cenno della mano.

- Ehilà Herm, contenta di rivederti!

- SAN!!! Oddio Rachel allora ce l'hai fatta! -, esultò la brunetta. Ma la gioia del momento svanì quasi subito nel vedere lo sguardo corrucciato lanciato da Rachel in direzione della gemella.

- Mi sorprendo di quanto tu possa essere idiota!-, disse Rachel accigliata. Prese Dominick in braccio, un po' triste per non aver finito il suo balletto, e, preso il carrello con le sue valige, si avviò fuori dall'aeroporto, aspettando un Taxi, nel tempo in cui Hermione e San si salutavano.

- E poi dice a me  che sono testarda... -, borbottò San, prendendo in mano la sua borsa. - Se no tu come stai Herm? Ah, complimenti! So che sarai presto mamma!

- Ah... beh... sì... -, Hermione arrossì, quando si accorse che forse San non era molto contenta di rivederla, o almeno non quanto lo era lei.

- Ehm... senti... oh, senti San, senza troppi peli sulla lingua, non contiamo davvero niente per te? Mentre eravate all'aeroporto, Rachel mi ha mandato un sms dicendo che hai rivisto Ares... a questo punto, tanto vale, se l'hai rivisto, perché non resti? Ormai, peggio di così non credo possa andare...

San sentì il cuore salirle in gola, dannazione, possibile che non potesse avere un segreto una santa volta? Doveva sempre essere scoperta da Rachel! Ora che scusa avrebbe potuto usare per non rimanere in quel dannato posto? Non che fosse una scusa, ma sicuramente non sarebbe mai risultata credibile continuando ad insistere con questa versione dei fatti.

- Non ho mai detto che voi non contate niente per me, siete miei amici... E Rachel farebbe meglio a starsene un po' zitta, una volta tanto! E peggio di così potrebbe andare benissimo!

- Io non ti capisco... beh... comunque stasera io e Rachel andiamo all'ospedale con Harry... sai, da Ginny... puoi tenerlo tu Dominick?-, disse prendendo una valigia dell'amica e cominciando ad avviarsi verso l'uscita.

- Si, nessun problema... -, rispose lei con fare noncurante. - In ogni caso Hermione, Ares verrà qui... come vedi le cose possono peggiorare ancora.

Accelerò il passo portandosi davanti ad Hermione, avviandosi verso l'uscita alla ricerca di un taxi libero.

 

Fine capitolo 3

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

Urgh... le situazioni si complicano qui, eh beh! Vedremo come proseguirà! Ringraziamo sempre di cuore chi ha letto e recensito la nostra ff!

 

claudia: Bentornata claudia! Ecco a te il prox capitolo!

 

mary1986: eheh grazie, ecco anke a te il prossimo capitolo, che aspetta solo di essere letto!

 

Lulù Black: Aggiornato abbastanza in fretta? Ihih, grazie per i complimenti!

 

Grazias a tutti!!!

 

San & Rachel Dickinson

Iscrivetevi ad UNFORGETTABLE HOGWARTS, GdR on-line del sito unforgettable 24 su 24 di Harry Potter!

Iscrivetevi alla HOGWARTS SCHOOL, la scuola virtuale del sito unforgettable.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 4 - Sole Spento ***


Capitolo 4 -

Capitolo 4 – Sole spento

 

I

Erano appena arrivate a casa Weasley, ormai così la si poteva definire. Ron ed Hermione, infatti, erano sul punto di sposarsi, anche per la futura nascita del bambino. Hermione precedette l'amica, che ancora teneva il broncio. Mise la chiave nella toppa, le fece girare ed aprì con una piccola spintarella la porta. All'entrata del piccolo appartamento trovarono una Rachel piuttosto infuriata, per il largo ritardo delle due, che non avevano trovato un taxi immediatamente. Dominick era invece impegnato a giocare con alcuni pupazzi che avevano dimenticato i figli dei due gemelli Weasley, mentre Ron, andò incontro alle due donne, salutandole calorosamente.

- Ehi San, contento di rivederti!!! -, disse il rosso dopo aver stampato un bacio sulle labbra di Hermione.

- Altrettanto Ron!

Sorrise, anche se all'apparenza era un sorriso forzato. Hermione sbuffò un pochetto e si rivolse alla gemella dai capelli lunghi.

- Ah Rachel, starete nel tuo appartamentino o per caso l'hai venduto, pensando ti ritornare a Tolone? Ieri mi sono dimenticata di chiedertelo...

- L'ho venduto... ho racimolato un bel gruzzoletto!! Ho preso un appartamentino nella strada babbana, adiacente a Diagon Alley. Dominick deve frequentare la scuola materna babbana, prima di andare ad Hogwarts... non ho i mezzi per permettermi insegnanti privati, così lo mando alla scuola babbana... ed ho pensato sia meglio per lui abitare a Londra babbana, perché se facesse amicizia con qualche bambino, mi dispiacerebbe se non potesse mai invitarlo a giocare...-, disse la donna, prendendo in braccio il suo frugoletto.

- Vero tesoro? Avrai tanti amichetti!!

Dominick sorrise alla mamma e l'abbracciò. Aveva solo cinque anni, ma sapeva quanto costava alla mamma abitare nel mondo babbano, ed era contento l'avesse fatto per lui. Zia San, dal canto suo, pensò Nick guardando la gemella con i capelli corti, sembrava altrettanto felice di non vivere a Diagon Alley, o in una delle strade della Londra magica. Lei adorava abitare tra i babbani. Non che sua mamma li odiasse, ma lei  era affezionata così tanto quell'appartamentino, perché l'aveva lasciato loro in eredità il papà, e separarsene doveva essere stato un brutto colpo.

- Capisco... beh, mi sembra un'ottima idea!! -, esclamò Hermione entusiasta.

Invitò le due amiche ad avviarsi verso la cucina con Ron, mentre lei andava ad indossare qualche abito più comodo. Il rosso offrì loro un tè caldo, malgrado fosse giugno, con l'acquazzone che c'era stato, faceva piuttosto freddo.

- Quando pensi che potrai avviare la filiale, Rachel? -, domandò Ron curioso, - Hermione mi ha tenuto piuttosto all'oscuro sulla situazione...

- L'avvierà al più presto,  perché il negozio sarà pronto in breve tempo -, s'intromise San, continuando a sorseggiare il suo tè.

- Ohh... ci sono così tante cose da fare... Per ora ho solo comprato i locali, ma si deve ristrutturare, arredare, aspettare che arrivi tutto il necessario dal nostro negozio di Tolone... oh, io non credo ci metteremo meno di cinque o sei mesi!!!-, disse soddisfatta. San fece scivolare la sua tazza, che cadde a terra. Fortunatamente non si ruppe, ma tutto il suo contenuto si sparse sul parquet. Ron impallidì: Hermione ogni volta che trovava una macchia sul pavimento di legno, lo sgridava. Corse a prendere asciugamani, smacchiatore, varie ed eventuali.

- Ma che combini?-, la riprese Rachel, quando Ron uscì dal salotto per correre a prendere l'occorrente.

- Ci-cinque o sei mesi?! -, balbettò lei, - No, no mi rifiuto... basterà usare la magia e i tempi si ridurranno ampiamente!

Sembrava soddisfatta della sua trovata, per mettere su un negozio, in fondo, non ci si poteva mettere così tanto tempo, ne era sicura. Rachel la guardò storto e scosse la testa, ultimamente erano veramente su linee d'onda completamente diverse.

Rachel si alzò dal divanetto. Si avvicinò ad una finestra, spostò la tendina di lino, in tinta con le pareti azzurro pastello, e si affacciò su quella che era la strada più famosa della Londra magica, Diagon Alley. Guardò un paio di secondi il passeggio, senza vederlo in realtà. Era assorta nei suoi pensieri.

Continuò a tenere le spalle alla sorella, ma cominciò a parlare, quasi in un sussurro. San dovette drizzare bene le orecchie per ascoltare tutto.

- Non volevi venire per Ares... che ti sentivi in colpa per lui eccetera... ma dopo ciò che sto per dirti, non sarai più tanto scontrosa...-, disse con voce spezzata. Non voleva davvero che la sorella venisse a saperlo così, ma non c'erano alternative.

San la fece voltare verso di sé, richiamando la sua attenzione con qualche colpetto di tosse, decisamente innervosita.

- Cosa dovresti dirmi, Rachel? Cosa di così importante da farmi cambiare idea?

Rachel si girò verso la gemella, con le lacrime agli occhi. E se, nonostante lei non ricordava nulla di Ares, quella notizia l'avrebbe ferita? E se il suo cuore lo amava ancora, anche se lei ne era all'oscuro?

Si guardò intorno, in cerca di una scusa.. non poteva dirglielo... non voleva... ma DOVEVA!

Si avvicinò al divanetto dove era seduta la sorella, prese posto accanto a lei e sostenendo il suo sguardo, seppur aveva gli occhi pieni di lacrime, prese la mano di San tra le sue, e con voce grave, le diede la notizia più terribile che avesse mai potuto sentire.

- Ares é fidanzato, fra cinque mesi si sposa con Helen Parkinson, la sorella di Pansy!

Un sorriso si dipinse sulle labbra della gemella dai capelli corti, un sorriso che più falso non avrebbe potuto essere.

- E... allora? -, domandò - Non mi sembra una brutta notizia, non trovi? Io mi sento in colpa lo stesso... i fatti non cambiano, anche se ora lui si è rifatto una vita... L'ho dimenticato, capisci? Sono riuscita a dimenticare quello che, a quanto mi hai raccontato, era... no beh, lasciamo perdere. Io non ne farei una tragedia sorellina, magari lei non è come Pansy, forse lo sa rendere felice!

Resse lo sguardo di Rachel, sforzandosi per non abbassarlo. Le scompigliò i capelli affettuosamente, per rassicurarla che tutto andava per il meglio, ma la gemella sembrava non berla.

- Tu sei cambiata... sei... così cambiata... -, disse Rachel, portandosi le mani sul volto.

San la guardò preoccupata. Alzò una mano verso di lei per vedere se stesse bene, ma Rachel la spinse via.

- DA QUANDO SEI COSì FALSA? TU NON SEI SAN! TU... QUANDO HAI PERSO LA MEMORIA, HAI PERSO ANCHE IL BUON SENSO!

Detto questo corse verso l'ingresso, prese il primo impermeabile che le era capitato, ed uscì di casa, sotto la pioggia, senza neanche un ombrello. Scese le scale del palazzo in tutta fretta. Non voleva sentire, non voleva saperne niente, che San continuasse a bollire nel suo stesso brodo, lei voleva solo aiutarla... ma era convinta che non si può aiutare una persona falsa come lo era diventata sua sorella.

Hermione, che aveva sentito il battibecco delle due, si avvicinò alla ragazza.

- Che è successo? Perché Rachel si è arrabbiata? -, domandò innocentemente la brunetta, come se non avesse sentito nulla.

San la fulminò con lo sguardo, sapeva benissimo che aveva sentito tutto. Hermione era famosa soprattutto per sapere ogni cosa, in qualunque situazione.

- Fammi un favore, tenete Dominick per un po' di tempo, vado a recuperare Rachel, grazie! -, disse sbrigativa, avviandosi verso l'ingresso, indossando le scarpe ed uscendo senza nemmeno prendere l'impermeabile.

Scese le scale in tutta fretta, quando si scontrò con qualcuno. Cadde all'indietro, sbattendo sull'orlo di un gradino, e facendosi parecchio male all'osso sacro.

- Ahia che male...-, sentì pronunciare dalla persona che aveva investito.

Quella voce...

Spalancò gli occhi, e si ritrovò faccia a faccia con Harry. Anche lui era molto cambiato. Era riuscito a "domare" i suoi capelli, tagliandoli, non portava più gli occhiali, si era alzato di parecchi centimetri ed irrobustito. Ma la cosa che più la colpì furono gli occhi... tremendamente freddi e spenti.

- Ah... ciao Harry... Scusa, stavo cercando di riprendere Rachel che... lascia stare...

Il ragazzo le porse una mano, aiutandola a rialzarsi.

- Grazie...

Si sentiva a disagio, ammetteva che lei era proprio l'ultima a doverlo fare, davanti ad Harry, essendo cambiata almeno quanto lui, ma non poteva farne a meno. Era così diverso... sembrava quasi fosse morto interiormente, solo a guardarlo, e non poteva di certo biasimarlo.

- Come stai?-, chiese Harry, senza guardarla nemmeno. Ma dove diavolo era finito quel ragazzo dolce e gentile che conosceva?

Disse qualcosa tipo "così e così", ma lui non ci fece neanche caso più di tanto.

- Bene... ci si vede ok?-, rispose distrattamente il moro. Fece un cenno con la mano e riprese a salire le scale, verso il suo appartamento, che, solo in quel momento San ci fece caso, era proprio sul pianerottolo di Ron ed Hermione, di fronte.

La ragazza scosse la testa. Una  volta avevano il problema "Allie", è vero, ma la loro vita era decisamente molto più bella, quasi perfetta... ora invece era solamente un disastro ambulante. Erano cambiati tutti. Chi più chi meno, ma in ogni caso si sentiva. Sbuffò un pochino e si diresse verso l'uscita del palazzo, solcò la soglia e uscì sotto la fredda pioggia, in cerca della sorella. Non aveva nulla da spiegarle, anche perché lei stessa non sapeva spiegarsi il motivo per cui era diventata così, sapeva solamente che non poteva farne a meno. Non riusciva a non mentire. Forse perché non voleva fare preoccupare gli altri, o forse perché era semplicemente un'egoista? Decise di non pensarci, si torturava già abbastanza ogni giorno con questi pensieri, doveva trovare Rachel e basta.

Camminò a lungo sotto la pioggia... non se ne era nemmeno resa conto, avesse ricominciato a piovere. Alzò il viso verso il cielo, spostando i capelli bagnati che le pizzicavano gli occhi e le guance. Nuvole nere, e gonfie di pioggia, lampi e rimbombi di tuoni: era una giornata pessima non solo in senso figurato! Si guardò intorno. I vari negozi erano tutti aperti, eccezion fatta per qualcuno, sulla cui saracinesca spiccava il cartello "Chiuso per ferie". Che tempo orribile, per essere Giugno. Ma dove poteva essersi cacciata Rachel. Improvvisamente, seppur tutto intorno a lei continuava a piovere, non sentì più la pioggerella fitta, caderle copiosamente sul corpo. Alzò di nuovo lo sguardo, e vide un ombrello sopra di lei. Si girò, per incrociarsi con uno sguardo di ghiaccio, pelle lattea, labbra sottili e pallide, e capelli biondi e sottili, tanto da sembrare fili dorati. I lineamenti erano delicati, ma decisamente da uomo, e seppur cambiato, non poteva non riconoscere Draco Malfoy.

Strizzò qualche volta gli occhi, stropicciandoli un pochino con la manica della maglia, incredula. Lo guardò a bocca aperta, mentre lui le fece un cenno di saluto.

- Dickinson... quanto tempo...

- Malfoy... -, disse ancora incredula.

Il ragazzo mosse qualche passo, incitandola a seguirlo. Camminarono per qualche minuto, finché non arrivarono sotto un portico di un piccolo bar della zona. Sembravano mancare le parole, in fin dei conti cosa avrebbero potuto dirsi? Non lo sapevano.

- Ah, scusa io stavo cercando... ecco sì Rachel... -, esclamò come risvegliandosi da un sogno.

- Probabilmente avrà già trovato un riparo... -, disse lui asciutto - ... e ancora un po' che tu giri in queste condizioni, di sicuro a casa intera non ci arrivi.

Cosa avrebbe potuto dirgli?

"Come stai o come te la passi" sarebbe stato troppo banale. Accidenti lui e la sorella si erano lasciati in un modo orribile, non si vedevano da cinque anni, non era proprio il caso, secondo lei, di parlare amichevolmente, come ai vecchi tempi, e magari litigare.

- Grazie dell'aiuto e dell'interessamento, ma non posso stare qui al riparo, senza essere sicura della cosa!

Il biondino rigirò lo sguardo, facendo passare il paesaggio intorno a lui, tornando infine sul volto della ragazza.

- Vedo che sei rimasta testarda, Dickinson!

San sbuffò un pochino. Ma voleva proprio litigare dopo tutto quel tempo che non si vedevano? Era davvero pazzesca la cosa! Lei e Draco Malfoy sarebbero mai riusciti, in vita loro, a tenere una conversazione seria senza litigare per due minuti?!

- Malfoy, hai intenzione di provocarmi dopo dieci minuti che ci siamo rivisti, tanto per non rincominciare a litigare?

Draco la osservò un paio di secondi, poi le sorrise dolcemente.

- Mi sei mancata... o meglio, mi mancavano le nostre litigate, perché tu non mancheresti nemmeno alla persona più sola del mondo...-, si corresse, facendole l'occhiolino. Anche San sorrise. In fondo, pensò, MOLTO in fondo, si volevano bene.

- Dimmi...-, disse lui tornando serio. - Come mai Rachel piangeva? Ero seduto alla gelateria di Florian Fortebraccio, che rivedevo alcuni appunti di lavoro, gustando un bel gelato, quando la vedo travolgere tutto e tutti, e piangeva come una fontana, bada bene... volevo seguirla, ma poi ho pensato fosse meglio di no... in fondo, credo stia molto meglio senza di me, non sarebbe giusto entrare di nuovo nella sua vita, ora. Poi ti ho vista, camminare sola soletta, bagnata fradicia, senza ombrello né impermeabile...

- Abbiamo litigato... o meglio... credo di averle mentito per l'ennesima volta, e lei mi ha urlato dietro... -, disse sorvolando l'argomento, - Effettivamente forse a vederti si sarebbe spaventata, però, non credo ti avrebbe respinto, scappando. Probabilmente t'avrebbe salutato come un vecchio amico, facendo finta non fosse successo niente, ai tempi.

- Ah, ha sempre il vizio di essere dolce e gentile persino con il suo peggior nemico?-, chiese lui accigliato. Scosse un po' la testa, non era il momento di fare il simpatico ironico.

- Ho sentito Ares via gufo, qualche ora fa... mi ha detto di averti incontrata all'aeroporto...

- Rachel è sempre Rachel, maturata ma sempre lei, non è cambiata di una virgola... credimi... -, lanciò un'occhiata fuggiasca dietro il ragazzo, poi tornò a guardarlo negli occhi, - Ah, Ares sì... effettivamente ci siamo... scontrati... gli ho rovesciato addosso involontariamente due caffè e del latte caldo.

- Capisco... del latte caldo? Ah già, a Rachel piaceva il caffè macchiato...

San si schiaffò mentalmente una mano sulla bocca. Che stupida, lui non sapeva nemmeno dell'esistenza di Dominick! O meglio, poteva immaginarlo, ma forse credeva che alla fine Rachel avesse abortito, o non avesse tenuto il bambino, o chissà cosa... Doveva dirglielo? No, in fondo, non era mica il padre del bambino? O sì? Che situazione complicata...

- Ah, il caffè macchiato? Giusto, giusto... comunque si è fatto tardi, è meglio che vada, provo a cercarla ancora un po'... -, sorrise, - Ci vediamo, allora, Malfoy, felice di averti rivisto...

Gli fece un cenno con la mano e uscì di nuovo sotto l'acqua, alla ricerca di sua sorella.

 

Fine capitolo 4

 

Alhoa a tutti gente, fedeli lettori e recensori. Passato bene le vacanze?! Speriamo tanto di sì, a noi non sono andate tanto male, no no! Passiamo subito a ringraziarvi, cosa che non ci stancheremo mai di fare!!!

 

mary1986: Grazias, grazias! Davvero ti mettono allegria? Ne siamo veramente contente!!! È bello sapere che la nostra fan fiction metta felicità alla gente!

 

Lulù Black: Ahah, avevamo ispirazione e tempo per scrivere, ed ecco il capitolo sfornato!!! Ed ecco a te il prossimo capitolo, per continuare un poco!

 

Ciao ciao a tutti e al prossimo chappy!!!

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

 

Iscrivetevi ad UNFORGETTABLE HOGWARTS, GdR on-line del sito unforgettable 24 su 24 di Harry Potter!

Iscrivetevi alla HOGWARTS SCHOOL, la scuola virtuale del sito unforgettable.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 5 - Un figlio conteso ***


Capitolo 5 - Un figlio conteso

R

achel era seduta su una panchina coperta da una piccola tettoia. Le mani strinte a pugno, posate sulle ginocchia, lo sguardo fisso su di esse. Le strade erano deserte e silenziose, malgrado fosse ancora giorno, la pioggia sembrava aver fatto sparire tutte le persone che, di solito, popolavano Diagon Alley. Il silenzio era rotto solamente da piccoli singhiozzi emessi dalla giovane donna, che man mano che passava il tempo si affievolivano.

Improvvisamente, una voce la destò dai suoi pensieri.

- Ma tu guarda chi abbiamo qui... -, disse lo sconosciuto, sedendosi accanto a lei, e posandole una mano su una gamba.

Rachel si voltò di scatto e rabbrividì. Era cambiato, tremendamente cambiato, ma come si potrebbe scordare il viso della persona che ti ha violentato più volte, facendoti sentire sporca, senza che tu possa chiedere aiuto a nessuno?! Credo siate d'accordo sul fatto che é praticamente impossibile!

Micheal Corner sorrise malizioso, mentre con la mano saliva sempre di più, accarezzandole la gamba per tutta la sua lunghezza.

- Noto che la mia preda preferita è rimasta sempre un gran bel pezzo di... mhhh... donna... -, le passò una mano fra i capelli, sfiorandole la punta del naso con le sue labbra.

La ragazza lo spintonò violentemente, scattando in piedi, ritrovandosi di nuovo sotto la pioggia gelida. Si strinse nel suo impermeabile, mentre lui si alzava da terra, ghignando perfidamente.

- Ancora tu?! Si può sapere che vuoi? Non ti é bastato rovinarmi la vita ad Hogwarts? Va al diavolo Corner, io e te non abbiamo nulla da dirci... Né DA FARE!

- Oh, nei sei così sicura? Io no, decisamente no... voglio vedere mio figlio, Rachel... -, un ghigno divertito si dipinse sulle sue labbra, mentre l'espressione della giovane donna apparve terrorizzata. Cosa diavolo aveva in mente quel... quel viscido serpente? Voleva toglierle una delle poche cose preziose che le erano rimaste nella vita?!

- Sc-scordatelo... Quel bambino non é tuo figlio, quindi gira al largo...-, disse cominciando a tremare. Sentiva gli occhi pizzicarle di lacrime. Non Dominick. Non lui!!! Il suo unico, grande, tesoro. Che non provasse a toccarlo. In quel momento giurò a sé stessa che se avesse provato a toglierle suo figlio, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani!

- È anche mio figlio, ti ricordo che sono stato io a metterti incinta... E non ti consiglio di contraddirmi, voglio vederlo, te lo sei tenuta per ben cinque anni, senza nemmeno farmi sapere che era nato ed era sano!!! Sai che per un tribunale questa sarebbe una causa considerata un ottimo affare perché già vinta? In fin dei conti... tu non hai le prove di come è stato concepito il marmocchietto...

- COSA CREDI ESISTANO A FARE I VERITASERUM?-, gridò lei esasperata. Basta! BASTA! Che vita assurda! Perseguitata da questo porco maniaco, una sorella che non riusciva più a riconoscere come sua sorella, una delle sue migliori amiche ancora in coma dopo cinque anni, uno dei suoi migliori amici praticamente morto nel cuore, e suo figlio che voleva tanto un padre... un padre che lei non riusciva a dargli! Che madre snaturata! Che vita inutile... ma perché era ancora in vita? Ah già... quella sera stava per buttare una dose massiccia di sonnifero nel whisky incendiario... ma c'era Dominick, che madre stupida sarebbe stata, lasciandolo da solo. Il suo piccolo angelo biondo. E ORA SI PRESENTAVA QUESTO FOTTUTO STRONZO CHE LA MINACCIAVA DI PRENDERSELO! CHE SCLERO!

- I veritaserum sono vietati dal ministero... hai le mani legate, Rachel... fammi vedere mio figlio! Altrimenti, cara mia, sarò costretto a riprendermelo!

Sogghignò, le prese una mano e si avviò in una direzione a casaccio, trascinando la donna in lacrime che tentava di fare resistenza.

- Non fare la cretina e portami da lui!

- No... NO... ti prego Micheal, resta fuori dalla vita di mio figlio!

Ma in realtà doveva dire "NOSTRO" figlio, lo sapeva bene, ma non ci riusciva. Dominick era suo figlio. Solo e soltanto suo figlio. Era uno sconosciuto, non poteva piombare così, ora, dopo cinque anni, nella vita del bambino, e portarlo via dalla mamma.

- Nostro figlio, NOSTRO FIGLIO! -, urlò lui piuttosto irritato, - Tu me l’hai portato via per cinque anni, cinque lunghi anni, e chissà che gli hai raccontato sul mio conto! Dovresti schifarti da sola, l'hai privato di un padre!!!

- L'ho privato di un padre, ma per il suo bene, perché quel padre non gli avrebbe mai dato l'affetto necessario. Tu... TU SEI UN MOSTRO, INCAPACE DI PROVARE SENTIMENTI, FIGURATI DI VOLER BENE AD UN BAMBINO!!! LASCIAMI ANDARE, STRONZO CHE NON SEI ALTRO, NON ENTRERAI NELLA VITA DI DOMINICK, SONO STATA CHIARA?

- Tu che ne sai... che io non gli voglia bene e che non gli avrei dato affetto? -, domandò con gli occhi luccicanti di rabbia, ridotti ormai a due piccole fessure, - Tu sei la stronza, tu gli hai rovinato la vita, facendolo sentire diverso perché viveva solo con la madre! E io, io ho tutti i diritti di riavere parte nella sua vita, e se non mi lascerai fare di tua volontà, dovrò ricorrere ai metodi forti... ma stai pur certa che il tuo piccolo, caro, Dominick... potevi anche dargli un nome più decente, per l'appunto... in quella situazione non lo vedresti mai più!

- Non ti azzardare... bada... non ti azzardare a dire ancora che il suo nome é brutto... -, disse lei, mentre i suoi occhi cominciavano ad acquistare pian piano un colorito grigiastro, acquoso, ed infine azzurro ghiaccio. - ERA IL NOME DI MIO PADRE, BRUTTO IDIOTA! ALLONTANATI! VATTENE IMMEDIATAMENTE, PERCHé ORA COME ORA, NON C'è MALFOY A TRATTENERMI COME L'ULTIMA VOLTA! VAI VIA, O TI AMMAZZO, HAI CAPITO?

Il ragazzo lasciò la presa, deglutendo rumorosamente e indietreggiando il più possibile.

- Tu sei un mostro, non una madre! Una simile donna non può nemmeno considerarsi una mamma! Ma sappi che non ti lascerò rovinare in questo modo la vita di mio figlio, se non accetti di tua volontà, accetterai con la forza, apparendo davanti al tribunale!

Rigirò i tacchi e si allontanò correndo, impaurito da Rachel. Non aveva di certo intenzione di trovarsi di nuovo faccia a faccia con la sua versione in naiade.

"...Tu sei un mostro..."

Un mostro

Solo un mostro!

Quante altre volte doveva sentirselo ripetere?

Per quanto ancora la gente non avrebbe accettato la sua natura di mezza-ninfa?

Si inginocchiò a terra, mentre la pioggia cominciava a cadere più fitta, sull'asfalto scivoloso, sul suo corpo, tra i suoi capelli, e sul suo volto, mischiandosi alle lacrime.

***

San era tornata a casa, dopo un'altra ora di ricerche. Non sapeva dove la sorella si fosse cacciata, ma era uscita senza ombrello, rischiava una broncopolmonite con i fiocchi... Era meglio aspettare che spiovesse, perché rimanendo fuori avrebbe trovato, forse, la sorella, ma sarebbe morta lei, poi!

Uscì dal bagno, dopo una bella doccia. Aveva l'accappatoio addosso, ed un asciugamano avvolto sui capelli. In salotto, vide Hermione giocare sul tappeto davanti alla TV con il piccolo Dominick.

- Ehi San, hai finito?-, le chiese Hermione, in una domanda retorica. Che stupida, era lì avanti, per forza aveva finito. Ma non aveva smesso ancora di darsi mentalmente della stupida, che vide il volto di San rigato di lacrime.

Con un palmo della mano se le asciugò prontamente, ma aveva ancora la voce rotta dal pianto.

- Sì... sì ho finito, ha smesso di piovere? -, domandò volgendo lo sguardo verso le finestre, che avevano le tende tirate. Rachel non era ancora tornata a casa e questo la preoccupava parecchio, pregava perché avesse smesso, doveva cercarla ancora. La brunetta accanto a Dominick fece spallucce, non era stata attenta al tempo in quelle ultime ore. San si avvicinò ad una finestra e scostò un poco una tenda: piovigginava.

- Forse è meglio che mi vesta e vada a cercarla ancora... ormai piove poco, con un ombrello dovrei evitare di bagnarmi ancora come prima...

- Forse é meglio che aspetti Ron, ti accompagnerà lui... Harry é uscito di nuovo cinque minuti fa, é tornato all'ospedale da Ginny, altrimenti avrei chiesto a lui di accomp...oh... hai sentito? E' il rumore della chiave inserita nella toppa della porta... forse é Rachel!-, spiegò Hermione, con il suo caratteristico tono gentile, sorridendo in direzione del piccolo Dominick. - Sentito? Forse é tornata la mamma...-, disse poi.

Dominick si rallegrò. Non sapeva cosa fosse successo, ma aveva visto la zia San e la zia Hermione molto tristi, e sapere che la mamma era tornata e loro si erano rallegrate, rallegrava anche lui. Poi assunse un'espressione rassegnata...

- Ehhh... ma come si deve fare con quella? Glielo dico sempre di non stare troppo fuori che gli altri si preoccupano, ma lei mica mi da ascolto?!

Hermione sorrise, Dominick era un bimbo davvero particolare. San, invece, stringeva i pugni e tremava un poco. Era lei. Le due donne udirono qualche passo percorso di fretta e poi videro Rachel, che corse ad abbracciare forte il figlio, guardandolo e stringendolo a se come fosse scappato da lei, e l'avesse ritrovato solo dopo molte ore, spaventandola molto.

Rachel, che ti è successo? -, domandò Hermione posando una mano sulla spalla della gemella dai capelli lunghi, abbracciandola in un secondo momento.

Ho incontrato Micheal... -, disse lei con la voce spezzata dal pianto, stringendosi nell'abbraccio di Hermione e stringendo a sua volta il suo piccolo tesoro.

Hai... hai incontrato Corner?! -, domandò incredula l'amica, - Che diavolo voleva?! Non ti ha fatto male, vero? Non ti ha messo ancora le mani addosso... giusto?

- No... ma voleva ... ehm... Dominick vai a guardare la televisione in camera con zio Ron... -, si bloccò lei. Fece alzare il figlio, gli diede un bacio sulla guancia e con un piccolo buffetto su una spalla lo fece allontanare un po', gentilmente. Lui le sorrise.

- Sono contento che stai bene mamma...-, disse ingenuamente. Non sapeva cosa fosse successo, ma Micheal Corner sapeva chi era. Sua mamma gliel'aveva detto l'anno prima, perché diceva che anche se piccolo, doveva sapere chi fosse suo padre... e così gli raccontò che quell'uomo cattivo era suo padre. L'unica cosa che non aveva mai capito era che, se sua madre lo considerava brutto e antipatico, perché ci aveva fatto un figlio, ossia lui? Beh, tanto da grande l'avrebbe scoperto. Sorrise alla mamma e trotterellò via, in direzione della stanza di Ron ed Hermione, dove Ron, sdraiato sul letto, si era appisolato davanti alla TV. Scosse la testa, anche stavolta rassegnato. Ma quei grandi erano proprio stupidi, continuava a pensare allibito. Spense la TV allungando il braccino ed alzandosi sulle punte, poi si avvicinò a zio Ron, gli rimboccò le coperte e si sdraiò accanto a lui, al posto di Hermione, addormentandosi dopo poco.

- Voleva? -, domandò poi Hermione, appena il bambino si fu allontanato, pendendo dalle sue labbra.

Rachel sospirò, si alzò dal pavimento, facendo alzare anche l'amica e tenendola a braccetto si diresse verso il divano, facendola sedere accanto a lei. Nel frattempo San era rimasta immobile vicino alla finestra, non aveva mosso un solo muscolo da quando era entrata la sorella.

Rachel si girò verso San...

- Sorellina... mi dispiace per prima, non volevo dire... ciò che ho detto... ecco... scusa... ma.. ora non mi va di parlarne... ho incontrato Micheal... é stato orrendo...-, fu di nuovo sopraffatta dai singhiozzi. San non poté più resistere. Corse verso la sorella, presa dal pianto, perdendo l'asciugamano dai capelli nel suo veloce spostamento dallo stipite della porta al divano, dove abbracciò la sorella.

- Non devi dispiacerti Rachel, avevi ragione... ma… ma Corner... che diavolo voleva? Che ti ha fatto per farti piangere in questo modo, questa volta?

- VUOLE NICK! LUI HA DETTO CHE PRENDERà DOMINICK, CHE NON PERMETTERà CHE SUO FIGLIO CRESCA CON UN MOSTRO COME ME... e questo l'ha detto quando mi sono arrabbiata e stavo per trasformarmi... lui... lui HA DETTO CHE NON SONO DEGNA DI ESSERE MADRE DI SUO FIGLIO... io sono solo un mostro!

- LUI NON PUÒ RIPRENDERSELO IN QUESTO MODO! -, saltò su Hermione, - Glielo impediremo con tutte le nostre forze, conta su di me Rachel!!! Legalmente non può riprenderselo!!! Non si può nemmeno definire suo figlio, non ha mai fatto nulla per lui! Ha già perso in partenza quel bastardo!!!

- Sorellina, non pensare mai che quello che Corner ha detto sia vero, MAI!!! Lo sai che lo fa solo per provocarti, per ferirti!

- Ma sono una Naiade... e non ci sono prove che lui mi abbia violentata, sono passati cinque anni, ha tante possibilità di vincere quante ne ho io... ed non ho nemmeno un avvocato.

- Credo di sentirmi offesa!-, intervenne Hermione, ricordandole che lei ERA un avvocato, rinomato, famoso in tutto il mondo della magia per aver perso una sola causa... e il suo cliente era un sospetto mangiamorte, per cui giravano voci l'avesse fatto apposta a perdere!

- Non abbiamo prove... è vero... ma abbiamo una quantità infinita di testimoni... è una buona cosa, vero Hermione?

- Sì, è un inizio promettente, anche se i testimoni non sono tutto... purtroppo potrebbero pensare semplicemente ad una combutta, dato che siamo tutti amici o parenti vostri... dovremo riuscire a trovare le prove, qualcosa per schiacciarlo, e ce la faremo, ve lo giuro!!!

Rachel sospirò, sperando le due avessero ragione. Si asciugò il volto con una manica della camicia, ottenendo l'effetto contrario, essendo tutta inzuppata, fino al midollo. Si girò verso la finestra: ormai era buio pesto, ma non aveva ancora smesso di piovere. Ed Harry non era ancora tornato...

Fine capitolo 5

Iscrivetevi al GdR di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS - Scegliete il vostro personaggio preferito della saga ed impersonatelo, scrivendo il suo diario, comportandovi come lui nella Sala Grande (chat) e visitate la Bacheca (forum) con tutte le ultime novità riguardanti il sito e il GdR. La scuola del GdR aprirà il 15 Settembre, correte ad iscrivervi!

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito dedicato al pairing DRACO/GINNY, UNEQUALLED LOVE

Ringraziamo coloro che continuano a seguirci solo leggendo, ma soprattutto chi ci recensisce.

Lulù Black: Scusa per il ritardo con l’aggiornamento, ma purtroppo abbiamo avuto qualche contrattempo!

Castalia: Grazie!!! Benvenuta e buona fortuna con la tua primissima Fan Fiction!!!

Lallotta21: Grazie, speriamo di non deludere le tue aspettative!!!

Iscrivetevi ad UNFORGETTABLE HOGWARTS, GdR on-line del sito unforgettable 24 su 24 di Harry Potter!

Iscrivetevi alla HOGWARTS SCHOOL, la scuola virtuale del sito unforgettable.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 6 - Il nuovo amico di Dominick ***


Capitolo 6 –

ISCRIVETEVI al GdR di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS - Scegliete il vostro personaggio preferito della saga ed impersonatelo, scrivendo il suo diario, comportandovi come lui nella Sala Grande (chat) e visitate la Bacheca (forum) con tutte le ultime novità riguardanti il sito e il GdR.

ISCRIVETEVI alla scuola virtuale, UNFORGETTABLE HOGWARTS SCHOOL

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito dedicato al pairing DRACO/GINNY, UNEQUALLED LOVE

Capitolo 6 – Il nuovo amico di Dominick

 

E

rano passati ormai già tre giorni dall'orrendo incontro con Corner e Rachel sembrava tornata la stessa di sempre. Con il sostegno ricevuto sembrava aver dimenticato la vicenda. Una mattina, mentre San dormiva ancora, siccome aveva fatto la nottata in bianco, decise di andare a fare la spesa con Dominick. Il bimbo era sveglio ormai già da un'oretta e, dato che il frigorifero cominciava ad essere vuoto, sembrava proprio inevitabile. Uscì piano di casa per evitare di svegliare la sorella e, tutta allegra, prese il suo piccolo tesoro per mano, avviandosi verso il negozio d'alimentari.

- Mamma, mentre vai dentro, posso rimanere qui a giocare allo scivolo nel piazzale vuoto del parcheggio?-, chiese innocentemente il bimbo, pregando per un sì.

Rachel guardò verso le altalene e lo scivolo: c'erano molti bambini, e Dominick non si era mai fatto male su quelle giostre piccole, e poi era questione di dieci minuti, perché non lasciarlo a giocare un po'?! Sorrise al figlio...

- Va bene, ma stai attento. Il bimbo tutto allegro sorrise e corse verso lo scivolo, dove cominciò subito a giocare con gli altri bambini.

La donna entrò nel negozietto, ben intenta a fare in fretta, per non lasciare troppo tempo solo Dominick. Certo era in compagnia d’altri bambini, ma non si fidava troppo lo stesso. Dominick si fermò con il fiatone, davanti a lui si trovava un uomo, uno sconosciuto, o meglio, le gambe di uno sconosciuto. Lo stava osservando insistentemente da diversi minuti, se n'era accorto lui! La cosa iniziava a dargli fastidio, ma non ci diede peso, inizialmente, perché "quello" teneva le adeguate distanze... ma ora se l'era trovato a pochi centimetri dal naso.

- Ciao... -, bisbigliò incerto l'uomo, - Come ti chiami bimbo? Sei Dominick, o mi sbaglio?

- Secondo te vado a dire il mio nome ad un perfetto sconosciuto, per di più brutto come te?-, chiese il bimbo, ricordando molto il fare saputo di Hermione.

- Tsk... hai un bel caratterino, tu! Sappi che se io sono brutto, tu lo sei almeno quanto me... -, grugnì con fare spazientito.

- Neanche fossi il mio papà... vattene, ora, sto giocando, mi disturbi, non vedi?-, disse il bambino, cominciando a spazientirsi.  L'uomo, che altri non era se non Micheal Corner, lo afferrò per un braccio, strattonandolo, arrabbiato.

- Non osare quel tono con me! Neanche fossi il mio papà... ebbene, vedo che quella vipera di tua madre non si è nemmeno degnata di mostrare a nostro figlio che faccia abbia suo padre! -, sbottò inginocchiandosi di fronte al bambino, posandogli le mani sulle spalle e guardandolo diritto negli occhi. -, Guarda, guardami! Questa è la faccia di tuo padre, del tuo unico e vero padre!

Il bimbo stava per mettersi ad urlare, piangere, invocare il nome della madre... ma non lo fece. Appena una lacrima si era formata al bordo di un occhio, e scivolata via lungo la guancia, che un altro uomo si avvicinò, appoggiando una mano sulla sua spalla. Alzando il viso, vide un uomo alto alto, biondo proprio come lui, con gli occhi chiarissimi, la pelle lattea, i lineamenti delicati, eppure in un qualche modo forti, virili.

C'é qualche problema? -, domandò il misterioso uomo, facendo al piccolo un occhiolino. - Per caso questo signore ti sta disturbando, tentando di corromperti in qualche maniera?

- Come ti permet...

Non fece tempo a rispondere che fu fulminato dallo sguardo del nuovo arrivato, uno sguardo cattivo e raggelante. Metteva i brividi.

Micheal stette zitto. In chissà quale modo, Dominick riuscì a capire che il buono era il tipo biondo, e non l'uomo moro inginocchiato di fronte a lui. Decise di stare al gioco. Sorrise all'ultimo arrivato e lo abbracciò, sorridendo raggiante.

Tutto a posto papà, questo signore mi stava dicendo delle cose senza senso... andiamo da mamma?

Corner deglutì rumorosamente, che avesse sbagliato bambino? No, a meno che Dominick non avesse un gemello era praticamente impossibile! Il giovane uomo biondo prese per mano il bimbo, dopo aver ricambiato il suo abbraccio. Ignorò Micheal Corner, ancora inginocchiato a terra, e si diresse all’entrata del negozio, dove la mamma del bambino era appena comparsa. Dominick le corse incontro, staccandosi per un momento da lui.

- Ehi Dominick... non avevi detto che mi avresti aspettato fuori?-, disse Rachel abbassando il volto verso il figlioletto. Dominick sorrise, la prese per mano e la guidò verso il suo "salvatore"

- Mamma, questo signore mi ha salvato da un tipo brutto e antipatico che voleva rapirmi!

Il biondo sconosciuto stava ancora guardando verso Micheal, che non accennava ad abbassare lo sguardo e distrarsi, li continuava ad osservare, in segno di una qualche debolezza, qualcosa che accertasse la sua ipotesi, ossia che era un bluff. Ma l'ipotesi di Micheal fu mandata in frantumi, quando il biondo si curvò un po' su Rachel, dandole un bacio sulle labbra. Rachel rimase un po' scossa inizialmente, ma poi chiuse gli occhi, assaporando quel momento... assaporando quelle labbra di un sapore agrodolce conosciuto.

Corner tirò un pugno sul palmo dell'altra sua mano. Dannazione, aveva rischiato grosso sbagliando perfino bersaglio. Si alzò in fretta e furia nel tentativo di allontanarsi il prima possibile. Il salvatore di Dominick si staccò dalle labbra di Rachel.

- Mi scusi, non avevo intenzione di baciarla in questo modo, senza permesso, ma quell’uomo non sembrava avere buone intenzioni con suo figlio... se non l'avessi fatto non avrebbe mai credu...

Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò schiaffeggiato dalla donna, che gli lasciò le cinque dita ben impresse sulle guance.

- COME... COSA... AHHHH... NON DOVEVA PERMETTERSI!!! Dominick andiamo...-, detto questo prese la mano del figlio, dimenticandosi delle buste che le erano cadute precedentemente a terra, e uscì fuori nel parcheggiò. Aprì uno sportello, facendo entrare Dominick, che aveva continuato per tutto il piccolo tragitto a guardare lo sconosciuto, tristemente. Quel signore era gentile, era stato bravo con lui e con la mamma, allora perché la mamma lo trattava così?

Il biondo sconosciuto rimase un paio di secondi immobile, perplesso, sconcertato. Poi vide le buste della spesa a terra. Le prese e corse verso l'automobile dove stava salendo Rachel.

- Aspetti la sua spesa!!! -, gridò a perdifiato.

La donna gli andò incontro, prendendogli di mano poco delicatamente le buste, con fare stizzito.

Dannazione, le ho chiesto scusa, che altro vuole?! La prossima volta lascerò che un malintenzionato porti via suo figlio, dato che questo è il suo ringraziamento!!!

Rachel prese la sua borsetta, la fece roteare un paio di volte in aria per caricare la potenza, e poi la sbatté violentemente in testa al biondo, ripetutamente.

- COME-SE-LEI-AVESSE-AVUTO-BUONE-INTENZIONI! MA SAPPIA CHE IO NON MI FACCIO MOLESTARE DAL PRIMO ARRIVATO, ACCIDENTI! SOLO PERCHé OGGI HO INDOSSATO UNA GONNA, NON SIGNIFICA CHE SONO UNA SGUALDRINA!-, urlò lei con gli occhi fuori dalle orbite dalla rabbia. Dopo l'ultimo colpo violento all'uomo, che era finalmente riuscito a fermarla per i polsi e ora distava pochi centimetri da li, le caddero gli occhiali da sole, rivelando infine il suo volto, al quale vide lo sconosciuto rabbrividire, una volta trovatoselo dinnanzi agli occhi.

Come era potuto essere così stupido? Quella voce, quei capelli, quelle labbra... come aveva fatto a non riconoscerla?

E anche lei si era fatta le stesse domande. Senza lo scuro degli occhiali, ora che lo poteva guardare per bene, si era data mentalmente dell'idiota. Come aveva fatto a non riconoscere Draco?

- Sei sempre la solita violenta... -, brontolò Malfoy lasciando andare Rachel, - Quello era Corner... allora alla fine il bimbo l'hai tenuto per davvero... -, constatò poi riguardando Dominick, - È un giovanotto in gamba, vanne fiera...

Strizzò nuovamente l'occhio al piccolo, inginocchiandosi di fronte a lui e scompigliandogli affettuosamente i biondissimi capelli.

La ragazza, approfittando della distrazione di Draco, si asciugò i bordi degli occhi, da cui volevano cadere insistenti perle d'acqua. Si guardò le mani... tutte nere, oltre che bagnate... accidenti si era sciolta la matita! Prontamente si mise gli occhiali da sole, e con un fazzolettino si asciugò le lacrime, mentre il giovane uomo era ancora impegnato a giocare con il bimbo, che rideva divertito.

Draco alzò lo sguardo su di lei, sorridendole dolcemente, prese il bimbo in braccio e gli fece fare l'aeroplano, girando su se stesso tenendolo in alto. Dominick rideva come non mai, quel signore gli piaceva tanto. Appena smisero di giocherellare, dopo un richiamo di Rachel, i due si riavvicinarono a lei, con fare colpevole.

- Scusa... -, farfugliò lui impacciato, - Se no ... come stai?

Rachel tentò di sorridere, ma l'espressione che uscì fuori fu solo un tentativo mal riuscito di sorriso: sembrava più avesse mal di denti e fosse costretta a rimanere a labbra serrate... insomma, una cosa tutta strana, fu la sua espressione in quel momento.

- Si tira avanti...-, fu la sua risposta, semplice.

- Ahm sì... forse è meglio che vada... sono... sono contento di averti rivista, stammi bene e buona fortuna con Dominick. -, si abbassò ancora una volta per essere all'altezza del bimbo che lo salutò con un caloroso abbraccio, cosa che lasciò letteralmente spiazzata Rachel.

- Te ne vai già, signore?-, chiese Dominick, un po' dispiaciuto. - Non sei un amico di mamma? Mammina, vero che é tuo amico?-

- Chiamami Draco, piccolino... in ogni caso sì, purtroppo devo andare a lavorare... non è colpa della tua mamma!

Il bimbo mise il broncio, inarcò le sopracciglia contrariato, e lasciandosi scappare qualche lacrimuccia, per fare un po' di scena (era un bravo attore), cominciò a sbattere il piede ripetutamente a terra, lagnandosi un po'.

- NO NO NO! MAMMA INVITALO A CENA, SUBITO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! GUARDALO, È MAGRO, DEVE NUTRIRSI CON UNA DI QUELLE COSE IPER-CALORICHE CHE SOLO TU SAI CUCINARE, VERO MAMMA? SEI TROPPO MAGRO, VERO SIGNORE DRACO?-, disse il bimbo tutto d'un fiato, urlando ed aggrappandosi ai Jeans di Draco, deciso a non lasciarselo sfuggire. Era il primo amico di sua madre che gli era simpatico, diamine!!!
Rachel aveva ormai gli occhi fuori dalle orbite, mentre Draco pareva assai imbarazzato. Lui aveva tentato di svignarsela senza troppi rammarichi, non voleva rientrare nella vita di Rachel, non era giusto… e quel bimbo cosa faceva? Lo tratteneva e lo incastrava completamente!!!
- Ah… beh ecco Dominick, non mi sembra il caso che io venga da voi, a cena, stasera! E poi sono così di costituzione, non ingrasserei a mangiare quello che cucina la tua mamma! -, giocherellò lui con le parole, tentando di trarsi d’impaccio.

Dominick si fermò, lo guardò ed assunse uno sguardo omicida, che ricordava vagamente quello che Draco aveva fatto poco prima a Micheal.

- STASERA TU VIENI DA NOI, PUNTO E BASTA!

Dettò così salì in macchina, si mise la cintura, ed aspettò che i due adulti lo raggiungessero, fiero di se stesso.

Draco guardò perplesso Rachel, indeciso sul da farsi.

- B-Beh... ha un bel caratterino deciso eh...

Rachel rimase un paio di secondi immobile, guardando la macchina con una pesante dose di perplessità negli occhi. Poi si girò verso Draco.

- Se... ehm... ti fa piacere... puoi accontentarlo... -, poi ci rifletté su ed aggiunse - ovviamente lo dico per Dominick, pare si sia affezionato!

- Sì è chiaro sia per lui... ma, non ti da fastidio la cosa? Inoltre non vorrei disturbare...

Rachel lo guardò torva, da quando Draco Malfoy si faceva problemi di quel genere?

- Che mi dia fastidio o meno é uguale, l'importante é che Dominick sia contento... "... e che tu venga. Ti prego Draco, accetta, accetta, accetta!!!"-, lo guardò con una certa nota di speranza stampata in volto.

- Va bene ho capito, spero solo che tu non faccia davvero una di quelle cene iper caloriche, Rachel, magari pure avvelenata! Non vorrei rimetterci la pelle! -, scherzò lui. La donna lo guardò con fare offeso, gli pestò un piede e si avviò stizzita verso la macchina, mentre Dominick si schiaffeggiava una mano sulla fronte: che stupido uomo era il suo nuovo amico!!!

Rachel entrò in macchina, sbatté violentemente la portiera e mise in moto, quando le venne un dubbio. Si sporse dal finestrino e lo guardò...

Ma tu lo sai dove abitiamo?

Draco la guardò stralunato.

- E come diavolo faccio a saperlo?! Che razza di domanda!!! Purtroppo non ho ancora la sfera di cristallo, anzi, peggio ancora, non sono ancora quella pazza della Cooman, quella che ci insegnava divinazione ad Hogwarts!!!

Rachel, ancora più stizzita, prese una penna e scrisse l'indirizzo dietro il biglietto da visita del negozio. Allungò il braccio verso l'uomo, che si avvicinò e prese il biglietto, sfiorandole la mano. Rimasero un po' a guardarsi, quando lei accennò un sorriso.

- Mi fa piacere averti incontrato così... in una situazione normale sarei stata in imbarazzo e basta... ci vediamo stasera!-, ritirò il braccio, spinse un po' sull'acceleratore e partì, senza aspettare neanche che lui le rispondesse. Fino all'uscita del cancello del discount, rimase fissa con gli occhi sullo specchietto retrovisore. Lui sorrideva, con quel sorriso dolce che solo lui sapeva fare, e continuò ad osservarli andare via finché la macchina non ebbe svoltato dietro l'angolo. E Rachel ebbe un tuffo al cuore...

"Oh no ... ho quasi-flirtato con lui... oh no, oh no, oh no ... Rachel, svegliati, é DRACO!!!"

 

Fine 6° capitolo

 

ISCRIVETEVI al GdR di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS - Scegliete il vostro personaggio preferito della saga ed impersonatelo, scrivendo il suo diario, comportandovi come lui nella Sala Grande (chat) e visitate la Bacheca (forum) con tutte le ultime novità riguardanti il sito e il GdR.

 

ISCRIVETEVI alla scuola virtuale, UNFORGETTABLE HOGWARTS SCHOOL

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito dedicato al pairing DRACO/GINNY, UNEQUALLED LOVE

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 7 - Sentimenti perduti e scordati, sentimenti ritrovati. ***


Capitolo 7 -

ISCRIVETEVI al GdR di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS - Scegliete il vostro personaggio preferito della saga ed impersonatelo, scrivendo il suo diario, comportandovi come lui nella Sala Grande (chat) e visitate la Bacheca (forum) con tutte le ultime novità riguardanti il sito e il GdR.

 

ISCRIVETEVI alla scuola virtuale, UNFORGETTABLE HOGWARTS SCHOOL

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito dedicato al pairing DRACO/GINNY, UNEQUALLED LOVE

 

San & Rachel Dickinson

 

Capitolo 7 – Sentimenti perduti e scordati, sentimenti ritrovati

 

R

achel aveva passato tutto il pomeriggio ai fornelli, combinandone una peggio dell'altra. Era un'ottima cuoca, ma in quel momento sembrava solo una ragazzina inesperta che rischiava di mandare a fuoco la casa. San era seduta su una sedia, appoggiata al tavolo della cucina, in un fare sonnecchiante, che la osservava incuriosita.

Ancora non ho capito perché ti stai ostinando a cucinare una ricetta di quel libro, manco dovessimo fare un galà... Tanto siamo solo noi tre, perché ti ostini a voler cucinare qualcosa di speciale?

Dominick, che era seduto sul tappeto ai piedi del divano, intervenne con fare saputo.

- Ma come zia, non lo sai?! Stasera viene un mio amico a cena!-, scosse la testa, contrariato.

- Un tuo amico? Hai conosciuto qualche bimbo oggi? -, domandò la zia incuriosita.

Il bambino fece segno di no con la testa, mentre Rachel iniziava a sudare freddo. San guardò la sorella. In effetti quel comportamento nervoso era strano...

- No... é un vecchio amico della mamma che mi ha salvato da Micheal Corner, il mio papà, quello brutto e cattivo, lo conosci? La gemella dai capelli corti si aggrappò appena in tempo al tavolo, stava per cascare a terra. Si era messa a dondolare sulla sedia e per poco non volava all'indietro.

- Corner ha visto Dominick?! Rachel perché non me l'hai detto?! Accidenti a te! Ah, paperotto, chi sarebbe questo vecchio amico della mamma? Cioè, come si chiama? -, chiese al piccolo, sapendo che dalla sorella non avrebbe avuto risposta. Rachel cominciò a tagliuzzare le verdure con tanta potenza, che volarono ovunque schegge di legno del tagliere. San  e Dominick la guardarono, poi si guardarono e risero.

- Il mio amico si chiama Draco!!!

San sorrise.

- Ah Draco, deve essere davvero tanto simpatico per averti conquistato in questa maniera... Dominick...

Rachel si fermò un momento a riprendere fiato, guardò il tagliere e si mise le mani fra i capelli, lasciandosi scivolare a terra. Ora doveva ricominciare la ricetta da capo, un'altra volta. Il poco che aveva preparato era ormai sparso per tutta la cucina, accompagnato da tanti piccoli pezzetti di legno come contorno. San si avvicinò alla sorella, si inginocchiò accanto a lei e le mise una mano sulla spalla, in segno di incoraggiamento.

- Sono un disastro...-, bofonchiò Rachel, chiudendo gli occhi.

- Non è vero che sei un disastro, sei semplicemente troppo nervosa... Senti, qui ormai gli ingredienti sono andati, che ne dici di preparare qualcos'altro, magari un po' più semplice? Se vuoi ti do una mano!

Si alzò un pochino in modo da raggiungere il libro delle ricette, lo prese e iniziò a sfogliarlo, alla ricerca di qualche altra ricetta.

Rachel intanto era rimasta appallottolata a terra, con le gambe portate al petto e tenute strette con le braccia, il mento appoggiato sulle ginocchia e gli occhi arrossati per la voglia di piangere, puntati sulla sorella.

Forse sto facendo male... insomma perché sono così euforica? L'ultima volta... beh... lui non meriterebbe una seconda possibilità da parte mia e... e poi io non sono più innamorata di lui!

Ne sei proprio sicura Rachel? -, domandò San senza distogliere lo sguardo dal libro di ricette, - Io non ci metterei troppo la mano sul fuoco... Oh, questa ricetta mi sembra adatta alle circostanze: semplice da preparare, ma fa la sua bella figura, non credi?

Rachel scoccò uno sguardo assassino alla sorella.

- La ricetta, ora, é l'unica cosa che...

DLIN DLON

Rachel impallidì.

- Non... non può essere già qui, vero?

San diede una rapida occhiata all'orologio che portava al polso: erano le 18.00.

Beh... è possibile sai? Il pomeriggio è volato in un lampo... quasi, quasi direi di usare un incantesimo per preparare il tutto, che dici? Se vuoi ci penso io, intanto tu trattieni un po' Draco, in salotto!

La gemella dai capelli lunghi annuì, togliendosi il grembiule ed annotandosi mentalmente di uccidere Malfoy il prima possibile... NON POTEVA PRESENTARSI ALLE 18.00!

Poi le venne un tuffo al cuore. Si guardò... era un disastro.

- AHHH!!! NO!!! NON POSSOOOO!!! NON HO FATTO NEMMENO LA DOCCIA, IMPOSSIBILE, DEVO CAMBIARMI, PETTINARMI, TRUCCARMI...

Dominick, che fino a quel momento era stato buono, buono, a seguire i discorsi delle due, scosse la testa, rassegnato.

- Vai mamma, lo intrattengo io, il mio amico...-, disse cominciando a camminare verso l'ingresso, con la sua andatura un po' paperottesca.

Si alzò un poco sulle punte, fece girare la chiave nella serratura e aprì la porta. Sorrise, il suo nuovo amico era arrivato, ora finalmente avrebbe smesso di annoiarsi. Lo prese per una mano e lo trascinò in casa, dirigendosi di corsa verso il salotto, senza nemmeno lasciargli il tempo di togliersi le scarpe, completamente infangate.

- Calma, calma piccolino! Se tua madre mi vede con le scarpe ridotte così in casa come minimo mi decapita!!!

Dominick lo guardò, poi guardò perplesso le scarpe e incuriosito il pavimento dietro di loro. Era tutto sporco... ops!

Tornarono indietro e fece mettere un paio di pantofole all'amico, mentre lui corse in bagno a prendere un panno bagnato, che, una volta tornato, passò frettolosamente a terra... rovinando tutto il parquet!

- Oh-ho... ops... mi sa... che forse... dovevo usare il detersivo che usa mamma...

Draco si schiaffò una mano in fronte. Prese in mano la bacchetta e formulò un incantesimo. Dominick non capì cosa aveva bisbigliato l'uomo, ma si rallegrò nel vedere il pavimento tornato alla normalità. Ora la mamma non avrebbe potuto sculacciarlo!!! Un colpetto secco di tosse alle loro spalle richiamò l'attenzione dei due. San stava dietro di loro, sembrava aver visto tutto.

- Ah... ehm... ciao San...

La ragazza si avvicinò ai due, con fare poco rassicurante, lo sguardo corrucciato. Draco e Dominick deglutirono rumorosamente, indietreggiando un pochino. Quella ragazza arrabbiata faceva paura anche all'incredibile Hulk!!!

- Ciao Malfoy... Dominick...

Un sorriso beffardo si dipinse sulle sue labbra, mentre fece l'occhiolino ai due, che tirarono un sospiro di sollievo. In quel momento arrivò pure Rachel, in una scivolata pazzesca, finendo addosso a San e stendendola a terra. Aveva corso talmente veloce, indossando ai piedi solo i calzini, che non era riuscita a fermarsi.

Malfoy andò subito ad aiutare le due ragazze a rialzarsi, mentre Dominick era preso da piccoli spasmi, provocati da risatine isteriche soffocate.

Mentre Rachel si rialzava, appoggiandosi ad un braccio di Malfoy, notò qualcosa sul suo braccio, quando la manica si alzò. Era uno strano tatuaggio.

- Non sapevo... avessi tatuato un teschio con un serpente sul braccio...-, disse la ragazza un po' disgustata.

- Ah... dunque... è imbarazzante la cosa da raccontare... una... una sera, in giro con amici... beh... mi hanno fatto ubriacare e alla fine non so come, siamo finiti tutti per farci un tatuaggio... ci eravamo lanciati una sfida di chi si facesse il tatuaggio più brutto!!! -, raccontò arrossendo un poco.

- Che cosa stupida Malfoy... degna di te!

Rachel non ascoltò nemmeno il commento sarcastico della sorella. Una cosa era certa, se era lì per perdonarlo, aveva avuto una caduta vertiginosa ai suoi occhi. Ubriacarsi, farsi un tatuaggio... Se prima c'era la minima possibilità che tornassero insieme, ora le possibilità erano meno di zero. Prima cosa, lei doveva occuparsi di Dominick, e un padre degenerato così non andrebbe bene, sul serio.

- In ogni caso... -, continuò la gemella dai capelli corti -, Volevo avvisarvi che la cena è pronta...

- San che cucina?! No, non ci credo!!! Rachel le hai fatto il lavaggio del cervello?

In tutta risposta si beccò un pugno dalla ragazza, alquanto irritata. Rachel scosse la testa rassegnata, non si vedevano da cinque anni, ma il loro rapporto era sempre lo stesso. In un certo senso li invidiava, non le sarebbe dispiaciuto se anche per lei la situazione fosse stata la stessa...

Si sedettero a tavola, e mentre Draco e San, tra una litigata e l'altra, chiacchieravano animatamente, e Dominick si intrufolava nei discorsi. Rachel rimase in silenzio tutta la sera, e fu questo che fece prendere quella decisione a San...

Si alzò da tavola, incuriosendo i presenti, e si diresse verso la porta d'entrata.

- Allora Dominick? Vieni o no? Mi avevi chiesto di portarti al Luna Park, questa sera, e ancora un po' che aspettiamo chiudono!!! -, disse facendo l'occhiolino al bimbo, assicurandosi di non essere vista dalla sorella e da Draco. Il bambino all'inizio sembrò riluttante, non voleva separarsi dal suo amico, ma anche lui aveva notato lo sguardo triste della mamma...

Decise fosse meglio lasciarli a chiacchierare, perché aveva notato che tra loro non correva buon sangue. Scese dalla sedia, paperottò fino all'ingresso, fece ciao ciao con la manina verso il suo amico e uscì dando la mano alla zia.

Nella stanza calò il silenzio. Rachel continuava a guardare fissa il suo piatto, mentre tra un boccone e l'altro lanciava un'occhiata all'orologio. Draco invece la guardava fisso.

- Non mi racconti nulla di nulla? -, domandò, tentando di rompere il ghiaccio.

- Non... non ho molto da raccontare... non é successo nessuna cosa ... straordinaria... in questi ultimi anni.

- Mhhh... beh qualcosa avrai da raccontare sicuramente, no? Anche se non è nulla di straordinario...

Rachel posò la forchetta ed alzò lo sguardo verso di lui, abbozzando un sorriso.

- Cosa vuoi sapere?

Draco sorrise a sua volta. Gli era mancato quel sorriso, anzi, a dire il vero gli era mancato tutto di lei. Anche il suo bel caratterino. Istintivamente le prese una mano fra le sue.

- Non so... però, so che sono felice di averti incontrata di nuovo, anche se è egoistico da parte mia ripiombare in questo modo nella tua vita...

Lo sguardo di Rachel saettò verso le loro mani intrecciate.

Perché lui doveva essere sempre così... così dolce... e... e ... un momento?! Quel tatuaggio... accidenti, lei l'aveva già visto... ma dove?! Non riusciva a ricordarsi, ma aveva la sensazione che fosse legato a nulla di buono. Istintivamente ritrasse la mano, e si alzò, cominciando a sparecchiare la tavola, senza aprire bocca. Quel tatuaggio... quel marchio... perché era un marchio di certo... dove... l'aveva già visto?

Draco rimase seduto a tavola per qualche minuto, infine si alzò e andò a sedersi sul divano, accendendo la televisione. Rachel quando lo vide per poco non cadde a terra. Ma chi si credeva di essere? Era mica a casa sua? Accidenti a lui e a i suoi modi di fare!!!

Cominciò a lavare le pentole, sbatacchiando tutto lo sbatacchiabile, rompendo tre piatti e infine graffiandosi con una scheggia di un bicchiere che le era scivolato di mano. Si inginocchiò a terra, tenendosi il dito, con una fitta abbastanza dolorosa. Draco la vide scomparire oltre il tavolo. Si alzò e quando la vide appallottolata a terra, con espressione dolorante, si precipitò da lei, tutto preoccupato.

Si sedette accanto a lei, facendo attenzione a non sedersi sui cocci del piatto, sarebbe stato assai dolorante! Le prese il dito dolorante tra le mani e le tirò via la scheggia rimasta nella ferita. Un po' titubante fece fermare il sangue che sembrava non voler smettere di uscire dalla ferita, facendo alzare la ragazza e facendole mettere la mano sotto il getto d'acqua del lavandino.

- Dove tieni in cerotti? Così vado a prenderteli e, appena smette di uscire così tanto sangue, ne possiamo mettere uno...

Abbassò lo sguardo verso la ragazza, quando non arrivò risposta. Capì il perché di quel silenzio. In effetti, le aveva fatto mettere il dito sotto la fontana, si, ma siccome era dietro di lei, la stava praticamente avvolgendo con le sue braccia. Arrossì anche lui e si spostò un po'. Il rossore violento sulle guance di Rachel si affievolì.

- Ehm... scusa... -, farfugliò con fare imbarazzato.

Lei scosse la testa e gli indicò un armadietto che si intravedeva dal bagno, dove stavano i cerotti. Draco ne prese uno e tornò da lei, le fece togliere la mano da sotto l'acqua, e gliela fece asciugare accuratamente, infine, le mise il cerotto.

- Ecco fatto! Adesso dovrebbe piano, piano sparire il dolore!

La ragazza annuì e alzò la testa. E fu lì che i loro sguardi si incrociarono e si legarono, come non succedeva da cinque, lunghi, anni. Pochi centimetri distanziavano i loro volti e i loro corpi. Draco alzò una mano e le accarezzò una guancia.

Non sentì l'istinto di allontanarsi da lui, ma si perse in quel dolce gesto, così semplice, eppure che le dava tanto. Era la cosa giusta? Non era la cosa giusta? Non lo sapeva, ma in quel momento non le poteva importare proprio nulla. Voleva stare solo con lui, e questo era quanto. Non le importava delle conseguenze. Draco si sporse un po' su di lei e le diede un bacio sulla fronte.

Rachel alzò un po' il viso, e lui le bacio le guance, ancora la fronte, accarezzandole la testa, perdendo le dita in quei soffici e setosi capelli castani. Si curvò ancora un po' su di lei e la distanza tra le loro labbra era quasi nulla, quando...

*BRRIPP BRRIPP*

Rachel scattò, allontanandosi da lui, ritornando alla realtà.

- Ah.. é... il mio... sì, è il mio...-, disse, un po' distrattamente, ancora agitata e con il fiato grosso, correndo verso il mobile all'entrata della cucina, dove aveva posato il suo cellulare. Sul display c'era il nome di sua sorella. Non aveva un buon presentimento...

Rispose solo dopo parecchi secondi, rimasta immobile ad osservare il telefonino. Perché la stava chiamando? Che fosse successo qualcosa a Dominick?

Sentiva che la sorella aveva il fiatone e la sua voce sembrava rotta.

- Ra-Rachel... mi... mi sono voltata un secondo... che stupida... non volevo... mi dispiace io... non trovo Dominick da nessuna parte... quando mi sono rigirata verso di lui, per dargli in mano il gelato... era... era sparito...

A Rachel per poco non cadde il cellulare di mano. Dominick, il suo piccolo tesoro, era sparito? Ma che gli era saltato in mente di allontanarsi da San, da solo, a quell'ora? Chissà dov'era ora, magari si era perso, magari stava piangendo... e se avesse incontrato qualche malintenzionato?

Con la voce rotta, Rachel cercò di prendere in mano la situazione.

- Ok... senti dove sei adesso? Vengo lì!

- No, non puoi venire qui! E se Dominick volesse tornare da te e non ti trovasse a casa? Al massimo manda Draco, tu devi rimanere lì! Rachel... mi dispiace... non solo per questo...

Rachel mugugnò qualcosa che pareva molto un “sì d’accordo” e attaccò, mettendo fine alla conversazione, mentre due lacrime le rigarono le guance. Draco le si avvicinò e l’abbracciò, lasciandola sfogare. Dominick sicuramente stava bene, doveva stare bene, ne era certo.

 

 

Fine capitolo 7°

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 8 - Amarsi ancora ***


Capitolo 8

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Capitolo 8 – Amarsi ancora

U

n leggero bussare sulla porta richiamò l’attenzione dei due. Rachel smise di singhiozzare, mentre un groppo si formava in gola. Draco lasciò andare la ragazza e si diresse verso la porta, che aprì stranamente piano, piano, quasi con cautela. Un piccolo tornado gli piombò addosso, abbracciandolo. Si abbassò alla sua altezza, mentre Rachel si portò le mani alla bocca, tentando di trattenere qualche lacrima. Dominick era tornato a casa. Accidenti, ma che gli era saltato in testa a quel bimbo? Lui si asciugò qualche lacrimuccia, probabilmente si era spaventato, forse non trovava più la strada di casa, e fece un largo sorriso alla mamma e all’amico, facendo il segno della vittoria.
- Dominick! Che cavolo ti è saltato in testa di sparire all’improvviso in quella maniera?! Saresti dovuto rimanere con San!!! Sei stato fortunato, chissà cosa poteva succederti!!! Avresti potuto incontrare qualche malintenzionato!!! -, lo rimproverò Draco.
Dominick assunse un'espressione offesa, quasi indignata.

- MA SENTITELO!!! Io vengo qui, rischio la mia vita attraversando la strada da solo, e tu mi dici questo? Sono tornato per giocare con te!!!-, disse lagnandosi, mentre altre lacrime cominciarono a scendergli per le guance. In effetti, aveva avuto molta paura.

- Avresti dovuto avvertire San. Di certo ti avrebbe portato a casa! Accidenti Dominick, non immagini nemmeno lo spavento che ci hai fatto prendere! Abbiamo avuto paura, sai?

Rachel era ancora ferma sulla porta, passaggio dall'ingresso al salotto. Dominick diede una sbirciata oltre Draco, gli sussurrò qualcosa all'orecchio e Draco annuì. Mortificato il bimbo lasciò andare l'amico e corse verso la mamma, abbracciandola.

- Scusa mamma, non credevo che ti saresti preoccupata tanto...

Rachel abbracciò il bimbo, dandogli dello sciocco, ma il suo tono dolce e terrorizzato lasciò presto posto alla rabbia. In fin dei conti era scappato senza dire nulla a sua sorella, non poteva perdonargliela così facilmente, come finiva per fare sempre. Prese in mano in cellulare, compose il numero della sorella e lo diede in mano al bimbo.

Il bimbo, lo prese titubante, pronto a beccarsi una strigliata dalla zia.

- Pronto... ehm... zia San?!

- DOMINICK!!! -, urlò lei tutto d'un fiato, -, SEI UN INCOSCIENTE!!! Ma che cavolo ti è passato per la testa?! Potevi almeno avvertirmi che volevi tornare a casa! Mi hai fatta preoccupare, accidenti! La mamma è lì? E Draco?

- Shi... shi... loro... sono qui...-, disse il bimbo con la voce spezzata da un nodo in gola, formatosi per non scoppiare a piangere.

- Cribbio… l’importante è che mi prometti di non farlo più, d’accordo? Ora passami un attimo la mamma per favore…

Il bimbo annuì, saluto in un filo di voce e passò il telefono alla sua mamma, che, dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, per assicurarsi che stesse bene e che fosse davvero lì davanti a lei, si portò il telefono vicino ad un orecchio.

- ... San...

- Non si è fatto niente… vero? Sta davvero bene? -, domandò con un filo di voce la gemella dai capelli corti, mentre il suo fiato cominciava a farsi meno affannato.

- Sì, non preoccuparti. Scusa se ti ha fatto preoccupare, di solito non si allontana mai...

- Non hai nulla di che scusarti, sono stata io ad essere disattenta, senti, volevo avvisarti che già che sono in giro, penso che sto fuori un po’… vado a bere qualcosina ad un bar qui vicino, che ho sete, quindi non aspettarmi alzata.

- Come vuoi... allora a dopo, o se torni quando sono già a letto, a domani.

San ricambiò il saluto e Rachel spense il telefono.

Draco prese il bimbo in braccio e si fece indicare dov'era la sua stanza. Dopo tutta quell'agitazione, ma soprattutto per via dell'orario, non era il caso che lui si trattenesse ancora e che il bimbo rimanesse alzato. Lo aiutò a prepararsi per la notte, anche se lui insisteva per fare tutto da solo per fargli vedere, come sempre, che era grande. Gli rimboccò le coperte e gli diede un bacio sulla fronte della buonanotte. Lasciò accesa la lucetta sul comodino del bimbo e socchiuse la porta, dirigendosi poi in salotto. Rachel stava seduta sul divano, aveva un'espressione indecifrabile sul volto. Le poggiò una mano sulla spalla e le diede un bacio sulla guancia.

- Credo che sia meglio che vada, Dominick è a letto, grazie mille della cena...
Rachel si alzò, per accompagnarlo alla porta, ma quando si trovò vicino a lui, e i loro occhi si incrociarono, le lacrime le rigarono le guance, e lei gli gettò le braccia al collo, appoggiando la testa sul suo petto, e pianse...

- Resta... ancora un po'... ti prego...

Lui ricambiò l’abbraccio, stringendola forte a se. Le sussurrò qualche parola per confortarla, ma in quel momento non servivano a molto, e lo sapeva. Doveva solo sfogarsi, ne aveva bisogno. In quei cinque anni aveva accumulato troppe cose tutte insieme, ed era arrivato il momento in cui sentiva la pressione di tutte queste cose, lo sentiva. Crescere da sola un figlio, lui che l’aveva abbandonata, il lavoro, la lontananza dagli amici, la morte e la vendetta della sorella, la morte dei genitori…

- Non so più cosa fare, Draco. Dominick ha bisogno di una figura paterna, ed io sono così stupida che non riesco a fare neanche questo... i suoi sogni sono incubi tutte le notti, Allie non lo lascia in pace, mai... San é depressa, non riesco a risollevarla... e Dominick non sa dei miei poteri di Naiade, e se li scoprisse... oddio... e poi c'é Micheal... Micheal che vuole portarmi via il mio bambino... -, si strinse forte a lui, come per cercare un appiglio, per non sprofondare. - Aiutami Draco, da sola non ce la faccio!-, disse, infine, presa dalla disperazione più totale.

- Rachel io… cinque anni fa ho fatto la cosa più stupida del mondo. Malgrado sapessi quanto erano forti i miei sentimenti per te sono stato così codardo da abbandonarti… perché avevo paura… mi sentivo troppo giovane per avere un figlio… però sappi che questa volta non ho intenzione di tirarmi indietro, voglio stare al tuo fianco… voglio aiutarti, sappi che potrai sempre contare su di me. Troveremo una soluzione per ogni problema, non temere…

Rachel alzò il volto verso di lui.

Lo amava.

Lo amava ancora...

Si era lasciata andare, ma qualcosa ancora la bloccava, ancora le diceva che non avrebbe dovuto. Lo sguardo di Draco era sincero, ma... qualcosa ancora non andava. C'era qualche conto che non tornava. Inconsciamente il suo sguardo saettò sul tatuaggio sul suo braccio. Dove aveva già sentito parlare di tatuaggi a forma di teschio con un serpente?? ACCIDENTI, proprio non se lo ricordava.

Scosse la testa.

Era un tatuaggio. Solo uno stupidissimo disegno sulla pelle. Si asciugò le lacrime, si alzò in punta di piedi e diede un bacio sulla guancia di Draco.

- Grazie, ti voglio bene...-

In realtà voleva dire ti amo. Ma non era pronta. Non era ancora il momento.

- Anche io Rachel, più di quanto tu possa mai immaginare... -, disse accarezzandole una guancia. In risposta al bacio della ragazza gliene diede uno sulla fronte, poi sorrise.

- Forse è meglio che ora vada anche tu a dormire, sei rimasta piuttosto scossa da questa serata, non potrebbe che farti bene...

Lei annuì. Lo prese per mano e lo accompagnò alla porta. Lui uscì sul pianerottolo, poi si girò verso di lei. Si tenevano ancora per mano. Lei gli sorrise dolcemente, e Draco non poté più trattenersi. Si curvò un po' su di lei, dandole un bacio a fior di labbra. Rachel chiuse gli occhi, assaporando le sue labbra.

- Allora... ci vediamo... magari domani... ah, tieni! -, disse porgendole un biglietto da visita, provvisto di numero di telefono, - Se hai bisogno chiamami, mi raccomando...

Rachel si mise in tasca il bigliettino senza però lasciare la mano del ragazzo, continuando a fissarlo negli occhi.

- Certo... contaci!

Rachel lasciò la sua mano e lui le diede un altro bacio a fior di labbra, prima di allontanarsi giù per le scale. Era troppo presto per riprendere il rapporto, in fin dei conti era finito per colpa sua. Non voleva metterle fretta, ma sapeva che se fosse rimasto lì un solo minuto in più non sarebbe riuscito più a separarsi da lei.

Qualcosa frullava nella testa di Rachel. Perché lo stava lasciando andare? Perché non voleva fargli capire che lo amava con tutta se stessa? Il cervello le trasmetteva un messaggio, il cuore un altro. Alla fine i sentimenti ebbero il sopravvento sui pensieri.

- DRACO!!-, lo chiamò senza ben capire cosa stesse facendo, sapeva solo di star facendo la cosa giusta... forse.

Lui si voltò e la guardò con uno sguardo interrogativo. Per quale motivo l'aveva fermato?

- Sì?

- Ehm... ecco... io... -, perché l'aveva fermato? Cosa avrebbe dovuto dire? Improvvisamente fu tutto più chiaro.

- Io... non mi ricordo più perché ti ho fermato... però...-, corse verso di lui abbracciandolo. Si alzò sulle punte, avvicinando le labbra al suo orecchio destro. -... però, dato che l'ho fatto, siccome non é poi tanto tardi, che ne dici di rimanere un altro po'?

Draco si curvò un po' su di lei, in modo da arrivare all'altezza del suo orecchio destro.

- Dico che mi va... però sappi che potrei non rispondere delle miei azioni...

La ragazza lo guardò perplessa, era diventato pure pervertito, ora? Draco scosse la testa divertito, non aveva di certo in mente di saltarle addosso. La prese in braccio e la portò di corsa su per le scale, facendole prendere uno spavento.

- Draco... che... che stai facendo?-, chiese lei aggrappandosi a lui per non cadere.

- Ti riporto in casa in braccio, no? Sei a piedi nudi... prenderesti freddo, no? -, le rispose con un ghigno divertito.

Rachel boccheggiò come un pesce un paio di volte. Era imbarazzatissima, per aver pensato a certe cose, sollevata da una parte, ma delusa dall'altra. Non é che le sarebbe dispiaciuto poi tanto...

Draco la portò in casa, chiudendo la porta alle sue spalle. La fece scendere piano, assicurandosi che non si facesse male, facendola sedere sul divano, sedendosi poi accanto a lei, fissandola negli occhi.

- Non so se te l'ho già detto stasera, ma anche se l'avessi fatto, voglio ripetertelo... Sono davvero felice d'averti rivista e poi... sei diventata ancora più bella...

Rachel divenne scarlatta sulle gote e sorrise. Draco era sempre dolcissimo... e si prospettava proprio un bel fine serata!

***

Fece cenno al barista di portarle un altro bicchiere. Era la prima volta che si ubriacava. Soprattutto era la prima volta che beveva il whisky incendiario, e non era proprio una cosina dolce e leggera.

Non pensava di arrivare davvero ad ubriacarsi, ma un bicchiere stava tirando l'altro. Quella faccenda di Dominick l'aveva sconvolta più del previsto, ma non era il fatto in se che l'aveva fatta ridurre in quello stato. Si sentiva un'incapace, uno schifo... viscida e falsa... e non poteva fare a meno di continuare a recitare quella parte. Perché? Non lo sapeva nemmeno lei. Quella sera non era nemmeno riuscita a badare ad un bimbo di cinque anni, le era sfuggito nel giro di un attimo, senza che nemmeno se ne accorgesse. Che schifo di vita. Ecco cosa continuava a ripetersi.

Improvvisamente, mentre beveva l'ennesimo bicchiere, forse il decimo, le venne una strana sensazione di morsa allo stomaco, e il primo pensiero che le trasmise il cervello fu: datemi un gabinetto, devo vomitare. Si alzò velocemente dal tavolino, con la vista appannata, l'affanno e le gambe deboli. Cadde a terra priva di sensi. Si risvegliò dopo… beh, sinceramente nemmeno lei sapeva dopo quanto si risvegliò. Sentiva solamente la testa che le girava, con la sensazione che scoppiasse da un momento all’altro. Era stato tutto un sogno? Non sentiva più la forte musica che prima c’era nel locale. Non riusciva a mettere a fuoco bene dove si trovasse, ma se stava sognando era a casa sua… altrimenti… altrimenti dove poteva trovarsi se non nel bar? Sentì qualcuno che le metteva una pezza bagnata e fredda sulla fronte, asciugandole il sudore.

- Ti sei svegliata...-, disse la voce dello sconosciuto accanto a lei.

- Dove cavolo sono finita? -, domandò un po' titubante. Piano, piano stava iniziando a mettere a fuoco anche le cose che le stavano intorno, così come il viso dello sconosciuto. Fu colta da un'altra fitta alla testa.

- Che schifo... penso che non toccherò mai più whisky in vita mia...

- Non credevo ti piacesse bere, San...-, replicò il giovane uomo, bagnando un altro panno e passandoglielo sul volto. San sgranò gli occhi.

- Credo di aver capito male... al momento non connetto molto... -, rigirò lei il discorso. Non era ancora sicura di aver capito chi fosse lo sconosciuto, anzi, ad essere sincera non l'aveva capito per niente, ma a quanto pareva lui la conosceva... che figura di cacca, pensò.

Lui sorrise, portandosi una mano alla bocca, socchiudendo un po' gli occhi, in un espressione dolce e pacata.

- Wow, ti sei dimenticata di me per la seconda volta, che record!-, disse ridacchiando amabilmente.

Improvvisamente il cervello di San sembrò riconnettere almeno un po', giusto il necessario per capire chi si trovava di fronte.

- Ah... Ares... no, non me ne sono scordata, uffa... ACCIDENTI!!!

Lui le mise una mano sulla spalla.

- Non preoccuparti, lo so che non ti sei scordata, sei solo ancora un po' brilla. Dai rilassati, e distenditi, ti vado a preparare un caffè.

- A preparare un caffè? Sei il proprietario del bar? Il caffè è amaro... no... lascia stare... è cattivo, con un cattivo gusto!

- Stai delirando? Non stiamo al bar, siamo a casa mia, a Nocturne Alley!

- Oh... oh... non sapevo che ti piacessero i posti lugubri, oh! Il caffè è un po' lugubre, no?

- Stai delirando eh?-, disse lui alzandosi ed andando in cucina, divisa dal salotto da una porta scorrevole a due ante.

- No, sono sana come un pesce! Dieci Whisky sono una bazzecola, reggo bene l'alcool, io!

Tentò di portarsi a sedere, dopo essersi distesa un attimo prima, ma dovette rinunciarvi e si rilasciò sprofondare nel grande divano.

Lui le dava le spalle, mentre sciacquava la macchinetta del caffé, e quando sorrise, lei non poté vedere il suo sguardo un po' malinconico.

- Sai... forse l'idea del caffè non è tanto pessima... grazie... oh... certo che questo divano è proprio comodo!

Per un attimo le venne la tentazione di mettersi a saltellare su di esso, ma cambiò idea quasi immediatamente. Se avesse voluto ammazzarsi, quello sarebbe stato il metodo migliore, veramente.

Lo sguardo di San fece il giro del salotto, scrutandolo in ogni minimo dettaglio. Si posò infine su una fotografia di Ares con una ragazza... una bella ragazza, doveva ammetterlo... ma sembravano quasi estranei, che si fossero solo messi in posa. Che strano, se era la sua ragazza avrebbero dovuto essere felici, no? O magari li avevano fatti troppe foto ed erano stanchi?

- AreEeEsSsS, in questa foto non eri contento! La tua ragazza si offenderà! E poi tieni solo una sua foto!

Il ragazzo, che stava versando il caffè nelle tazze, perse la presa della macchinetta che, scivolandogli dalle mani, rovesciò il contenuto sul suo braccio, scottandolo.

- OH PORC--... -, si fermò in tempo per darsi un contegno. Mise il braccio sotto l'acqua fredda e dopo qualche secondo raggiunse San, strappandole la foto dalle mani. Sembrava arrabbiato, ma sorrise comunque, affabilmente.

- Ero contentissimo, invece. Solo che era stata una brutta giornata allora non mi sentivo troppo bene... ma non sono mai stato tanto contento, quanto i momenti che passo con Helen!

San sorrise radiosa, ma in realtà il suo cuore piangeva. Perché?

- Non ti ho chiesto giustificazioni... sarebbe meglio che tu mettessi del ghiaccio su quel braccio, o tra qualche ora urlerai di dolore... -, disse lei, continuando a guardarsi in giro, evitando lo sguardo del ragazzo, - Mh... carino questo appartamento, almeno non è tutto rosa... in quello di Rachel domina solo quel colore...

Ares si lasciò sfuggire una risatina divertita. San non sarebbe mai cambiata.

- Eh... ehm... che mi racconti?-, disse porgendole una tazza di caffè che era riuscito a salvare dalla confusione di poco prima, in cucina.

San prese la tazza fra le mani e iniziò a sorseggiarne il contenuto, lasciandosi scappare una piccola smorfia, era davvero amaro.

- Boh... non è successo nulla di emozionante nella mia vita. Rachel è partita per lavoro per diversi anni, insieme a Dominick, io sono rimasta a Tolone a mandare avanti il negozio. Ora sono qui per aiutarla ad avviare una filiale e poi tornerò a casa. E tu, che racconti?

- Oh... niente... ho finito Hogwarts... e... beh, ora sono un Indicibile all'ufficio misteri, al ministero della magia.

- Oh... però... ed è lì che hai conosciuto la Parkinson? Cioè, Helen, scusa... oppure si era trasferita ad Hogwarts?

- Helen... é una guaritrice al San Mungo... -, disse lui serio, con una freddezza di cui nemmeno lui stesso era a conoscenza di possedere. Ma era proprio in quei momenti che San si rendeva conto fino in fondo del fatto che nelle vene di Ares scorresse il sangue dei Black e dei Lestrange. - Lei... mi é stata vicina quando, durante un esperimento per il mio lavoro, rimasi ferito. Passai due mesi all'ospedale, mesi in cui la conobbi... fu così che mi sono innamorato di lei.

Lo stomaco di San fece un triplo salto mortale con doppio avvitamento.

- Beh... è una bella cosa... credo... -, finì il discorso.

Continuò a sorseggiare sempre più nervosamente il caffè, sentendo la tensione del momento salire, dovuta soprattutto dal silenzio che era calato nella stanza. Quando finì di bere, appoggiò la tazzina sul tavolino del salotto e prese a fissarsi i piedi, come se fossero stati la cosa più interessante del mondo.

- Ho chiamato Rachel, mentre dormivi. Sta venendo a prenderti... é rimasto Draco con Dominick.

- Ah, grazie, ma non era necessario... meglio che le vada incontro!

Sì alzò frettolosamente dal divano, ricascando quasi subito. Non demorse e provò a rialzarsi una seconda volta. Voleva andare via da quell'appartamento, non ce la faceva più a rimanere. Sentiva il cuore scoppiarle in petto, preso da un dolore che mai avrebbe immaginato di poter provare. Nei suoi incubi aveva sognato spesso il momento in cui l'avrebbe rivisto perché, ne era sicura, non sarebbe riuscita a scappare per sempre, evitandolo. Ma non avrebbe mai creduto che sarebbe stato tanto doloroso. Continuava a chiedersi perché l'aveva dimenticato... perché doveva trovarsi in una situazione simile, ma ad ogni domanda sembrava non trovare nemmeno una risposta logica.

Improvvisamente rabbrividì, quando sentì il rumore di una chiave inserita nella toppa, girata e il cigolio di una porta che si apriva. Dopo quelli che sembrarono i 30 secondi più lunghi della sua vita, una ragazza entrò nel salotto, con in mano una borsa da medico. Si girò verso i due.

- Ah, si é svegliata... -, disse sorridendo. Si avvicinò a San e le porse la mano.

- Molto piacere, Helen Parkinson! Ares mi ha detto che vi conoscete dai tempi di Hogwarts, lieta di conoscerti!

Bene. Se prima le era sembrato che il mondo le crollasse addosso, ora come doveva sentirsi? Accidenti a quella sottospecie di Pansy andata a male! Doveva proprio arrivare in quel momento? Non poteva aspettare che lei fosse andata via? Ricambiò per educazione la stretta di mano della ragazza, anche se in quel momento avrebbe voluto direttamente stritolargliela.

- San Dickinson... anche se credo che tu sappia già chi io sia! Sì, è vero... ci conosciamo da... Hogwarts... credo…

Ares dal canto suo avrebbe preferito sprofondare sotto terra.

- Oh, già che sei qui... Ares vai a prendere gli inviti per San e sua sorella, no? Che maleducazione!!!-, disse sorridendo divertita Helen. Non aveva proprio nulla che ricordasse Pansy, solo il cognome.

Non sapeva perché, ma odiava già quella ragazza. Poteva essere la persona più perfetta del mondo, ma sentiva di detestarla. Cribbio! Quando sarebbe arrivata Rachel? Dannazione! Se solo non si fosse ubriacata non si sarebbe mai trovata in quella situazione! Ares acconsentì con un cenno del capo e uscì dal salotto. A San parve quasi una sfida. Quella ragazza ce l'aveva con lei, se lo sentiva come marchiato a fuoco sulla pelle.

Quando Ares se ne fu andato, l'espressione di Helen cambiò radicalmente. Non era più allegra e sorridente, ma i suoi occhi erano carichi di paura.

- ... ti... prego... -, bisbigliò quasi impercettibilmente, portandosi una mano davanti alla bocca, la voce spezzata dal pianto. - Ti prego, non portarmi via Ares... é la persona che ho di più cara al mondo e... da quando ti ha incontrato all'aeroporto, lui è così strano, credo voglia annullare il matrimonio... ma io lo amo... se mi lasciasse credo che mi ucciderei... ti prego, non prenderti Ares...

San sospirò. Accidenti... forse l'aveva valutata male. In fin dei conti era una brava ragazza, però alla fine... non sapeva nemmeno lei cosa.

- Ti sembra che io sia una ruba-uomini? Se Ares ti ama davvero non dovresti temere nulla, no? Non ti fidi di lui? E poi... io purtroppo non mi ricordo dei momenti passati al suo fianco... non ricordo nulla... e non ne so nemmeno il motivo... sono cinque anni che l'ho scordato... quindi, perché... dovrei... portartelo... via?

Ecco, ora aveva pure consolato Helen, quando invece era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare. Quanto si sentiva stupida!

Helen si asciugò gli occhi con una manica, come una bimba piccola, ed a San sembrò estremamente indifesa. La ragazza rialzò il capo ed abbozzò un sorriso dolce.

- Grazie... sei gentile, San... ti prometto che non lo farò soffrire, io lo amo con tutto il cuore.

- ECCOMI QUI!!!-, disse il ragazzo allegro, tornando in salotto con in mano due inviti per il matrimonio. Si avvicinò a San e glieli porse. La ragazza non voleva accettarli, non voleva andare a quella stramaledetta cerimonia, ma decise di prenderli... ci avrebbe fatto andare solo Rachel!

- Vado a cambiarmi, sono esausta. Felice di averti conosciuta San!-, Helen fece un cenno con il capo e uscì dal salotto. Salì le scale ed andò in camera sua dove si cambiò, dopo aver fatto una bella doccia ghiacciata, soddisfatta della sua recitina da ragazza perfetta. Quella stupida di Dickinson ci era cascata come un'idiota.

Ares e San erano rimasti soli, ancora una volta.

- Rachel sarà contenta di un invito ad un matrimonio, li adora... sai com'è fatta... ma per caso ti ha detto a che ora sarebbe arrivata? -, domandò guardando l'orologio che portava al polso.

- Non so... penso che ci metterà un po', un tratto di strada deve farlo a piedi, non può entrare a Diagon Alley in macchina!

- Mh... già... -, sembrò immergersi nei suoi pensieri per qualche secondo, poi si alzò, questa volta senza ripiombare a terra, - Le vado incontro... forse è meglio... tanto la sbronza l'ho quasi smaltita del tutto.

La ragazza si girò, fece per andare all'ingresso, ma Ares la fermò per un polso.

- ...aspetta...

- Che c'è? -, domandò. Tirò un sospiro silenziosamente e si voltò verso di lui. Non voleva che pensasse che fosse gelosa. Non era gelosa e nemmeno arrabbiata!

Sentirono il rumore della doccia provenire dal bagno, segno che Helen era occupata.

- Io... non volevo dartelo l'invito... perché... sto pensando di annullare il matrimonio. Le voglio bene, quando l'ho conosciuta ... quando mi sono innamorato, cioè, credevo di essermi innamorato, pensavo di averti dimenticata... ma quando ti ho visto all'aeroporto, santo cielo, ho pensato che tu fossi la creatura più bella e dolce che io avessi mai visto. Io... non posso sposare Helen in queste condizioni... non posso sposare Helen se amo te!

San sgranò gli occhi mentre iniziò a scuotere la testa. Quella notizia in un certo senso aveva alleggerito il peso che sentiva nel cuore, ma dall'altra parte glielo appesantiva ancora di più. Lei non si ricordava di Ares!!! L'avrebbe fatto soffrire di nuovo!

- Ma... ma che stai... dicendo? Lei... lei è innamorata di te... dice... dice che tu sei... tutto il suo mondo...

- MA LEI NON È IL MIO! San non faccio che pensare a te... di giorno ti penso, di notte ti sogno... e mi faccio schifo perché l'ultima volta che ho fatto l'amore con Helen, mi venivi in mente tu e... Cristo Santo, io non posso dimenticarti... tu l'hai fatto, ma non me ne importa niente... dammi una possibilità ti prego, mi hai amato una volta, puoi farlo di nuovo... ti supplico!

- Tu... tu mi stai prendendo in giro... ti stai per sposare, ti rendi conto? Stai mandando all'aria cinque anni della tua vita, mentre io sono stata nella tua per un anno circa! In più, io nemmeno me lo ricordo questo anno!!! Ares... ma che ti salta in mente?

Ci mancava pure la voce rotta. Se doveva essere convincente aveva proprio fallito. Bene, ora sì che era davvero in un bel guaio.

- Non me ne importa niente... non posso sposare una persona che non amo... e poi senti, Helen é dolce e tutto, ma da quando conviviamo, da tre mesi a questa parte, io ho conosciuto una parte di lei... strana... sembra falsa... quasi ipocrita... e poi.... sono due anni, non cinque, io l'ho conosciuta due anni fa.

- Non mi sembra tanto falsa se dice di amarti al punto di uccidersi se ti porto via da lei!!!

Si tappò la bocca con una mano. Perché aveva detto quella frase? Perché difendeva quella ragazza che detestava dal primo momento che l'aveva vista? Stava fuggendo di nuovo, stava rifilando ad Ares le stesse frasi formato scappatoie che usava sempre con la sorella.

- Capisco...

*Dlin Dlon*

Doveva essere Rachel. Ares non andò nemmeno ad aprire. Guardò San, tristemente, abbozzò un sorriso gentile, come sempre e le fece un cenno con il capo.

- Volevi andarle incontro, addirittura, non farla aspettare ancora. Ci vediamo San...

Rimase ferma davanti a lui per qualche minuto, mentre il campanello trillava ancora. Ad un certo punto udì la voce di Rachel dall'esterno imprecare contro di lei.

- Forse... sì forse è meglio... altrimenti Rachel mi ammazza... sicuramente dopo mi farà una ramanzina che non finirà più... eheh...

Prima che andasse via, si accorse che lui le teneva ancora il polso. Ares arrossì, bisbigliando un 'ops' distratto. Si curvò e le diede un bacio a fior di labbra, togliendole anche gli inviti da mano. Quando si staccò da lei, le sussurrò qualcosa sulle labbra.

- Questi... non credo ti servano più. Ciao piccola, stammi bene.

San abbassò lo sguardo e lo trattenne per la manica della camicia.

- Mi dispiace di averti dimenticato... scusami... -, bisbigliò lasciando la presa ed avviandosi verso la porta, sperando che la sorella evitasse di farle domande.

Prima che aprisse la porta, Ares le corse dietro e l'abbracciò, cogliendola di sorpresa.

- Ti amo San, non dimenticarlo mai... almeno questo, non farlo... non voglio altro... -, le sussurrò all'orecchio, dopo averle baciato una guancia.

- Per favore... lasciami andare Ares... -, disse impercettibilmente mentre una lacrima le rigava una guancia.

Lui sospirò e non si fece dire altro. La lasciò andare, le asciugò la lacrima ed aprì la porta.

- OH! FINALMENTE!!!-, borbottò Rachel. - Avrei un bambino a casa solo con uno scapestrato più bambino di lui, rendetevi conto!!!.

- Ciao scema... scusa, ma San ha conosciuto Helen, si sono messe a chiacchierare, gran pettegole che sono!-, disse Ares cordiale, senza minima traccia della tristezza di poco prima.

Rachel guardò prima la sorella e poi l'amico. Ballista. Glielo leggeva in faccia, eh no, a lei non gliela faceva! Sua sorella non era chiacchierona, soprattutto nell'ultimo periodo. Gli tirò uno scappellotto dietro la testa e gli fece la linguaccia al quale il ragazzo ricambiò. San scosse la testa divertita, chissà se anche ai tempi di Hogwarts litigavano in quel modo.

- Scusa Rachel per averti fatta venire fino a qui, forse è meglio andare prima che litighiate e Dominick si preoccupi...

San e Rachel uscirono sul pianerottolo.

- Buonanotte Rachy, buonanotte... San... -, disse Ares prima di chiudere la porta.

L'ultima cosa che Rachel vide prima che il ragazzo chiudesse, fu il suo volto con dipinta un espressione da funerale, di profonda tristezza.

Ma non fece domande a San. Non voleva litigare di nuovo con quella testona, tanto più che probabilmente, quando sarebbe stata pronta, gliene avrebbe parlato lei stessa.

Fine capitolo 8

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 9 - Ritorno ***


Capitolo 8

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Capitolo 9

Capitolo 9- Ritorno

S

tava cambiando i fiori sul suo comodino, quando si soffermò a guardala, di nuovo. Stava crescendo, senza saperlo, stava diventando una giovane donna, anche molto bella. Ormai la maggior parte delle persone che conoscevano la piccola Weasley aveva perso la speranza di rivederla un giorno aprire gli occhi, come se si fosse svegliata da un lungo sonno. I medici erano sempre più scettici sul da farsi. Lasciarla dormire ancora, o mettere fine alla sua vita? Ma come potevano anche solamente pensare di uccidere la sua Gin?! Tirò un pugno al muro della stanza. Erano cinque anni che era in coma, come potevano pensare una cosa simile? C'erano persone che erano state in coma per molti più anni!!!

Qualcuno bussò alla porta.

Il moro si girò ed incrociò lo sguardo della sua migliore amica, Hermione.

- Harry... E' la quinta volta oggi che cambi i fiori... dai torna a casa, sarai stanco, hai bisogno di mangiare e dormire.-, disse la bruna con gli occhi pieni di lacrime. Entrare in quella stanza le metteva sempre una grande angoscia.

- Lei... lei merita solo i fiori più belli... -, bisbigliò il ragazzo, guardando la rossa stesa sul letto, - Fame? Sonno? Non so più cosa sono Hermione... Voglio solo stare qui, con Gin... la mia piccola Gin...

Hermione si portò una mano alla bocca, per trattenere i singhiozzi. Quello non poteva essere Harry, non era più il suo migliore amico... era solo un'anima distrutta che continuava a vivere, giorno per giorno, come un automa. Viveva solo grazie alla speranza di poter rivedere Ginny... il resto, per lui non era importante. E lei se ne rendeva conto sempre di più.

Uno spiffero, appena entrato dalla porta spalancata, le solleticò il collo, portandole i brividi. Era un'aria frizzante, decisamente strana, quasi un soffio di vita. Si asciugò gli occhi, sperando che quel soffio di vita che aveva colto lei, l'avrebbe colto anche Ginny. Si avvicinò ad Harry e lo abbracciò.

- Si risveglierà. Ma questo non dipende dai fiori, né se tu resti qui o vai a casa a farti una doccia rinfrescante, un buon pasto e una dormita rigenerante. Magari... Ginny potrebbe svegliarsi domani, e tu sarai qui, ben nutrito e riposato, pronto ad accoglierla!

- Oh magari potrebbe risvegliarsi oggi, quando io non ci sono, perché sono a casa a farmi una stupida doccia! -, tuonò il moro, liberandosi dell'abbraccio dell'amica.

Avvicinò una sedia al letto di Ginny e vi si sedette sopra, stringendole una mano, mentre con l'altra le accarezzava i lunghi e rossi capelli.

Hermione scosse il capo.

- Tu non sei più Harry... sei accecato dal dolore... ti capisco, Harry, Ginny é la mia migliore amica... ma la vita va avanti... Ginny si risveglierà, tu sarai pronto a darle una mano, ma questo non accadrà ora...

- E tu questo come fai a dirlo con certezza? Sei per caso una veggente? Una medium? -, chiese assai irritato, alzandosi bruscamente dalla sedia, che cadde a terra con un tonfo sordo. La situazione si stava facendo pesante ed Hermione decise di lasciar perdere. Era un testone, non avrebbe mai cambiato idea.

- Quando Ginny é andata in coma ci é andato anche Harry. Ma non sono sicura che quando Ginny tornerà, tornerà anche Harry...

Detto questo uscì dalla stanza, lasciandolo solo, a rotolarsi nel suo dolore, come da ormai cinque lunghi anni. Si appoggiò al muro del lungo corridoio, lasciandosi scivolare a terra. Non ce la faceva più a reggere quella situazione, se non fosse stato per Ron e per i suoi amici... sarebbe stata tentata anche lei di lasciarsi andare insieme ad Harry, ma non poteva... in qualche modo era convinta che sarebbe riuscita ad aiutarlo!

Dopo pochi minuti, Harry uscì dalla stanza. Hermione alzò il viso rigato di lacrime verso di lui.

Harry tentò di abbozzare un sorriso di ringraziamento verso l'amica, per ringraziarla, ma non ci riuscì. Come si sorrideva? Lui... lui non ricordava più come si sorrideva. Si accasciò accanto ad Hermione, l'abbracciò e pianse tutte le sue lacrime... era sbalordito che dopo tutto quello che aveva pianto, avesse ancora delle piccole gocce che gli rigavano il volto. Hermione lo strinse forte, forte a se, coccolandolo come una mamma con il suo bambino. Sapeva che Harry non voleva dire quelle cose... sapeva che lui in realtà era diverso... che voleva essere diverso. Quando il ragazzo si fu calmato un po' gli scompigliò i capelli, spettinandolo ancora di più, per quanto fosse possibile. Gli asciugò le lacrime e gli diede un bacio sulla guancia, con fare materno.

- ... forse... beh... credo che verrò a casa con te... vado a prendere la mia giacca, e a salutare Ginny.

Il ragazzo si rialzò lasciando Hermione soddisfatta per averlo convinto.

Entrò nella stanza, prese la giacca dall'attaccapanni accanto alla porta e si girò verso Ginny.

... verso Ginny... che in teoria doveva essere sdraiata, ma era alzata a sedere e lo guardava un po' confusa.

- Gi... -, il ragazzo lasciò la presa della giacca che cadde a terra. Indietreggiò di qualche passo fuori la porta senza togliere lo sguardo dalla rossa, che si guardava intorno quasi con curiosità, cercando di ricordare perché fosse lì, da quanto fosse lì, e perché Harry era stranamente più alto e muscoloso.

Harry non tolse lo sguardo da quello della ragazza, per paura che rigirandosi lei sarebbe stata di nuovo sdraiata, in coma, ma allungò un braccio verso Hermione, facendole segno di avvicinarsi.

Hermione sussultò, mentre le lacrime ripreso a scorrerle lungo le guance.

- Beh? Ho qualcosa di strano in faccia? -, domandò la piccola dei Weasley, sempre più confusa.

Hermione corse verso di lei, abbracciandola forte, mentre Harry rimase lì, a guardarla come un ebete. Sembrava quasi una statua di pietra. Doveva essere felice in quel momento. Avrebbe dovuto fare come Hermione, ma perché non riusciva a muovere neanche un passo?

Forse per paura. Aveva paura che forse Ginny non lo amava più. O magari che quello era solo un sogno, ed aveva paura di lasciarsi andare alla felicità, per poi scoprire che in realtà era solo la sua fantasia che stava correndo troppo. Hermione si avvicinò a lui e lo trascinò davanti alla rossa.
- No Harry, non è un sogno… -, disse asciugandosi le lacrime con una manica, - Ginny è qui, sveglia, è tornata da noi…

Harry apriì la bocca e la richiuse un paio di volte.

... la sua Ginny...

... era sveglia...

Hermione sorrise raggiante e corse fuori, un po' per lasciarli soli, un po' per chiamare i Weasley, Rachel, San e Fleur.

- Harry? Che hai? Ma che è successo? - domandò la rossa spaesata. Lui rimase spiazzato qualche minuto, in seguito l'abbraccio senza riuscire a trattenere delle lacrime di gioia.

La strinse forte, per assicurarsi che fosse lei, che fosse vera e che finalmente fosse davvero viva.

- Ginny... Ginny... oddio quanto mi sei mancata... piccola, dolce Ginny... amore mio...-, disse prendendole il viso tra le mani ed alternando le parole a piccoli baci a fior di labbra.

La ragazza non chiese spiegazioni. Si lasciò solo trasportare dalle coccole del ragazzo e dai suoi dolci baci. Non capiva, non sapeva cos'era successo, e al momento, non le importava. Le bastava rimanere così, fra le braccia di Harry... il suo Harry...

- Come ti senti?-, chiese lui una decina di minuti dopo, seduto accanto a lei, mentre continuava ad abbracciarla.

- Un po' piena di cavetti qua e là... ma per il resto direi più che bene... Harry... che è successo? Perché mi trovo qui e non a casa mia? Perché... tu ed Hermione siete rimasti così tanto sorpresi a vedermi?

Il ragazzo le accarezzò i capelli. Doveva dirglielo? Toccava a lui dirglielo? Beh... tanto presto o tardi l'avrebbe saputo.

- Vedi.. Ginny... ricordi quando abbiamo combattuto contro Voldemort?

- Certo che me lo ricordo, che domande stupide mi fai, Harry!!! Ah, ora credo di avere capito!!! Sono rimasta ferita nella battaglia di ieri, quindi mi avete portata in ospedale... che sciocca... effettivamente il lampadario addosso non era una cosa da poco eheh...

Il ragazzo la guardò un po' imbarazzato. Perché toccava a lui quell'arduo compito?

- Ginny... sono... passati... cinque anni... da quel giorno...

La rossa lo guardò perplesso e poi rise di gusto. Che schiocchino che era il suo Harry, se voleva farla spaventare ci era quasi riuscito!

- Dai Harry, non prendermi in giro... Okey, mi è caduto un lampadario in testa, sono ingenua, ma non fino a questo punto! Non ci casco!

Però Ginny nemmeno era convinta di ciò che aveva detto. Ed Harry non sembrava proprio un ragazzino di 16 anni. Si guardò... nemmeno il suo seno sembrava quello di una ragazza di quindici anni. Guardò di nuovo Harry, perplessa...

- Harry... dimmi la verità... da quanto tempo sono qui?

Il ragazzo la strinse forte, non voleva che lei lo vedesse con le lacrime agli occhi, o si sarebbe spaventata ancora di più.

- cinque anni... Ginny... sei stata in coma... cinque anni.

Il cuore di Ginny perse un battito. Cinque anni era stata in coma. Cinque anni... non aveva aperto gli occhi. Era rimasta ferma, in quel letto d'ospedale, a lasciarsi morire. Cinque anni non aveva visto la luce... E ora riusciva anche a capire la strana assenza di luce negli occhi di Harry. Infatti, l'aveva visto sorridere gioiosamente, ma non c'era traccia di quel vecchio brillio negli occhi, segno di amore per la vita, che l'aveva fatta innamorare di lui dal primo momento in cui l'aveva visto.

Non sapeva cosa pensare... si sentiva una debole... come aveva potuto lasciarsi andare per cinque anni, abbandonando tutte le persone a lei più care e facendo ridurre Harry in quello stato? Il flusso dei suoi pensieri fu però interrotto da una gran massa di gente che accorse tutta nello stesso momento all'interno della stanza. La famiglia Weasley era a capo di tutti, seguita a pochi passi da Rachel che teneva per mano San e Dominick, affiancate da Hermione e Fleur. Poco più indietro c'era Draco insieme a suo cugino Ares, quest'ultimo accompagnato dalla sua ragazza, Helen, che gli stava azzeccata al braccio peggio di una super colla. A quanto pareva il biondino non aveva ancora parlato per la ragazza e lei, a sentire che anche San si sarebbe diretta al capezzale di Ginny, non aveva voluto sentire ragioni, voleva andare con lui. In più era una guaritrice, non poteva di certo mancare! Ginny rimase un po' confusa, tutti tentavano di abbracciarla e di chiederle una miriade di cose tutte nello stesso momento... le stavano letteralmente mandano il cervello in pappa!!!

Qualche settimana più tardi Ginny era stata dimessa dall'ospedale. L'unica condizione però, era che non dovesse mai stare sola, altrimenti avrebbero dovuto tenerla in osservazione ancora per un po' di tempo. Harry avrebbe tanto voluto che lei andasse a vivere da lui, ma era praticamente impossibile. Lui lavorava, doveva guadagnare per mantenerla, e al momento, non gli era possibile rinunciare al suo impiego. Hermione e Ron, avendo una stanza in più, l'avrebbero ospitata più che volentieri, ma Rachel e San li convinsero a lasciar perdere. In fin dei conti erano in attesa di un bambino e la stanza sarebbe servita per lui, inoltre erano sul punto di sposarsi, avevano diritto ad un po' di privacy! Rachel, non trovando altri appartamenti, aveva finito per acquistare quello in cui vivevano attualmente, troppo grande per due ragazze e un bambino. Avevamo diverse stanze in più e ospitare Ginny non sarebbe stato un problema, inoltre, San non lavorava, aiutava solo Rachel ad aprire la filiale, in questo modo non si sarebbe mai trovata sola.

- Ragazze, davvero, non vorrei disturbarvi, continuo ad insistere che dovrei andare alla Tana...-, disse Ginny quasi mortificata, mentre le due gemelle portavano su a fatica le sue valige. Erano pur sempre in un palazzo babbano, non potevano usare la magia, e guarda caso l'ascensore si era guastato proprio quella mattina. MGinny così saliva le scale dietro le due affaticate gemelle, portando Dominick per mano, che vedendo le due donne così ansanti si divertiva. Che bimbo sadico, non poté fare a meno di pensare la rossa.

- Non dirlo neanche per scherzo Gin! -, saltò su San, lasciando involontariamente andare una valigia che le ricadde sul piede. Si mise a saltellare dolorante su e giù per due o tre scalini, ululando quasi dal male. E mentre San si dimenava come una pazza dal dolore, Rachel inciampò sotto il peso di un'altra valigia, e scivolò, sbattendo con il sedere sul bordo di un gradino. Inutile dire che vide le stelle, le stese che aveva visto la sorella. Dominick rise a più non posso. Ginny si portò una mano davanti alla bocca, preoccupata, ma guardando l'espressione di Rachel, e subito dopo quella di San, riuscì a stento a trattenersi dalle risate. Fu così scossa da piccoli risolini divertiti, mentre tentava di camuffarli in colpetti di tosse mal riusciti.

- Puoi anche ridere Ginny... nessuna offesa... tanto c'è già un paperotto che si sta divertendo troppo! -, fece notare San, mangiandosi con lo sguardo quella peste di un nipote.

- Scu-scusate... mpf... pfff...

Ginny non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata, contagiata da quelle del piccolo Dominick. Intanto Rachel, con lo sguardo corrucciato e con due lacrimucce che le facevano Din-Don dai grandi occhioni verdi, si stava massaggiando il fondoschiena, appuntandosi di preparare ben presto una bambolina woodoo della valigia, da poter torturare a suo piacimento.

Distratta dal dolore, Rachel non sentì arrivare qualcuno alle sue spalle. San e Ginny si gettarono un'occhiatina complice e risero, mentre il volto di Dominick si illuminò ancora di più.

Rachel si sentì alzare di peso, presa per la vita, come un sacco di patate. Si girò innervosita, per incontrare lo sguardo di Draco e il suo sorriso dolcissimo. Anche lui era divertito, e per la prima volta dopo cinque anni, Rachel lo vide sorridente e sereno.

- Dra... Draco...-, disse lei rassettandosi la gonna, tentando di darsi un contegno e domare la lunghissima treccia castana, da cui sfuggivano disordinatamente miriadi di ciocche.

- Portare le valigie é una cosa da uomini. -, disse facendole l'occhiolino. - Date a me, le porto io, non vorrei che vi faceste ancora male, dolci fanciulle. -, gettò un'occhiata a San. - ... forse dovevo farlo al singolare quel complimento.

Dominick, colto il senso della battuta dopo un minuto pieno di ragionamenti, scoppiò a ridere, dopo che San aveva già ringhiato e se ne era andata da un pezzo con la sua valigia. Divertito, Draco la seguì e prese il bagaglio pesante dalle sue braccia.

- Che diavolo vuoi?! -, ringhiò lei -, Ridammi il bagaglio, non sono una pappamolle!!! Non ho bisogno che la porti te!!!

Tentò di riprendersi la valigia dalle mani del ragazzo, che rideva divertito, facendo un bello sforzo per tenere la grande borsa al di sopra della sua testa, dove la ragazza non arrivava a prenderla, essendo più bassa di lui. Dominick si era messo a fare il tifo per l'amico, mentre Rachel saliva le scale scuotendo la testa divertita, seguita a ruota da una Ginny sghignazzante.

Quando Rachel inserì la chiave nella toppa della porta e l'aprì, Dominick, tutto contento di avere una nuova amica che abitava con loro, prese la mano della rossa per portarla dentro e mostrarle la casa, ma quando le loro mani si intrecciarono, Ginny si bloccò, assumendo uno sguardo vuoto.

- Zia Ginny?-, chiese il bimbo titubante. Guardò verso la madre e notò con disappunto che anche lei era preoccupata.

Rachel, San e Draco si guardarono. San si avvicinò all'amica e le passò una mano davanti agli occhi.

-Sembra partita per un altro pianeta... -, constatò nel notare che la rossa non reagiva.

Draco si mise davanti a lei e provò a far schioccare le dita, seguito da Dominick, che al contrario di farle schioccare si stava arrabbiando perché non ci riusciva.

- Sembra caduta in trance... non è che questo appartamento ha qualcosa di strano che le porta brutti ricordi?

San gli tirò uno scappellotto dietro la nuca. Ma come diavolo gli veniva? In quell'appartamento non ci era mai stata, ma soprattutto non aveva nulla di anormale che potesse far venire in mente brutte cose. L'unica anormalità che si poteva trovare era il fatto che fosse addobbato tutto in colori di tonalità rosa... era pur sempre l'appartamento di Rachel, l'ex big-bubble gigante!

-E chi altri avrebbe potuto arredarlo...

La piccola dei Weasley si portò una mano alla testa, massaggiandosi una tempia con un dito, formando piccoli cerchietti.

- Chiedo scusa, ho avuto un piccolo capogiro... prima...

Dominick però le lasciò la mano. Era fredda, sudata, tremava e non gli dava più quel senso di sicurezza di poco prima. Si guardò la piccola manina paffuta, quando Draco si inginocchiò accanto a lui.

- Qualcosa non va, campione?

Il bimbo abbassò lo sguardo e scosse la testa. Draco gli scompigliò i capelli e portò all'interno dell'appartamento, più precisamente nella nuova stanza di Ginny, le valigie che avevano lasciato all'entrata, mentre Rachel aveva fatto sedere la rossa sul divano del salotto e San si era diretta in cucina a prepararle un tè caldo. Dominick era rimasto fermo nel corridoio dell'entrata, ad osservare la nuova zia, quasi con timore, ma dopo pochi minuti sembrò sparire ogni dubbio dalla sua mente e, tutto radioso, corse verso di lei e le si sedette affianco, facendole vedere i suoi nuovi giocattoli.

Fine capitolo 9

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 10 - Come un amico, come un papà ***


Il mattino successivo Ginny fu svegliata da un delizioso aroma di caffé, che aleggiava per tutta la casa, dalla cucina alle st

Ancora una volta, grazie a tutti quelli che continuano a seguirci e che recensiscono.

 

San & Rachel Dickinson

 

Visitate il mio sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il mio sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Capitolo 10 – Come un amico, come un papà

 

I

l mattino successivo Ginny fu svegliata da un delizioso aroma di caffé, che aleggiava per tutta la casa, dalla cucina alle stanze interne, spinto dalla sottile brezza estiva che penetrava dalle finestre. Il mese prima, con il risveglio di Ginny, era tornato anche il bel tempo. Rachel sapeva che era solo una coincidenza, ma le piaceva sognare come una bimba, e pensare che il bel tempo fosse tornato proprio grazie al ritorno dell'amica.

La giovane madre dai lunghi capelli castani, raccolti in una treccia ordinata, su cui mancavano tanto le meches rosa che le davano quel tocco sbarazzino e vivace, era in piedi accanto al lavello della cucina. Sentì Ginny entrare nella stanza, chiuse la fontana e si girò verso la più piccola dei Weasley.

- Buondì, Ginny.-, sorrise affabilmente, spostando una sedia dal tavolo, facendola accomodare per servirle la colazione.

- Preferisci una colazione all'americana, con uova e bacon, o un caffé, magari macchiato, con biscotti farciti?-, disse Rachel facendole l'occhiolino. Sapeva che Ginny non avrebbe resistito ai suoi biscotti al cioccolato, glieli aveva fatti assaggiare a Hogwarts e la rossa n’andava matta.

- Biscotti! Ho tanta, tanta voglia di dolci e se ingrasso... chi se ne importa!!! -, affermò con gli occhi sbriluccicosi la rossa.

Rachel sorrise divertita e le porse un piattino su cui aveva posato i biscotti, preparati il giorno precedente. Ginny ne divorò diversi, quasi con avidità, sorseggiando di tanto in tanto il suo caffé macchiato. Rachel, inizialmente perplessa, ridacchiò, sedendosi al tavolo insieme con lei. Prese a sorseggiare il suo caffé, tenendo il viso nascosto dal giornale “La gazzetta del profeta”. Aveva preso l'abitudine di leggerlo ogni mattina, perché voleva sempre essere informata sulle novità del momento.

- Ha telefonato Harry poco fa... voleva darti il buongiorno, ma l'ho sgridato... non mi sembrava il caso di svegliarti alle otto solo per il buongiorno!-, disse Rachel sorridendo divertita. Ginny ricambiò il sorriso, ringraziando. La sera precedente erano andate a dormire molto tardi, avevano parlato un sacco, l'avevano aggiornata su tutte le novità, ed avevano fatto anche una festicciola tra amici per il suo risveglio. Insomma, era stanca, e Rachel aveva ragione, alle otto non si sarebbe svegliata in ogni caso se l'avessero chiamata, nemmeno con le cannonate.

- Povero Harry... si sarà sicuramente offeso... -, ridacchiò, - Senti, per caso dopo potrei usare il telefono? Mi ha dato il numero del suo cellulare, dove poterlo rintracciare... probabilmente era anche preoccupato, così, lo rassicurerei un po'...

- Ehi, Ginny, ora abiti qui, questa é casa tua, non c'é bisogno di chiedere il permesso per niente... mi basta che non organizzi troppe feste, o Dominick potrebbe scatenarsi, é già abbastanza peste così...

Le due donne si guardarono e risero insieme, di gusto. Dopo poco arrivò anche Dominick, che si buttò subito addosso alla sua nuova zia, che era tanto simpatica e dolce con lui. Uno strano lampo attraversò gli occhi di Ginny, notò il bimbo, ma non ci fece caso, perché sua madre non se n’era accorta, quindi non era nulla di preoccupante.

Improvvisamente suonò il campanello.

- Oh... ne riparliamo, dopo. Vado ad aprire.

La ragazza con i lunghi capelli castani corse all'ingresso, dove trovò la sorella che, piuttosto irritata da quella scampanellata, era scesa dal letto tutta trasandata e ora stava litigando con l'ospite: Draco.

- Ciao, Draco... -, disse Rachel sorridendo. Diede una gomitata alla sorella dai capelli corti, facendola spostare. Abbracciò il biondo, poi sorrise divertita. - Capiti a fagiolo! Ho bisogno di qualcuno che accompagni Dominick e Ginny al parco, oggi. Ti spiacerebbe? Io e San dobbiamo andare a parlare con il tizio che ci ha venduto i locali per la filiale... cose burocratiche.

- Ciao Rachel... -, le scoccò un bacio sulla guancia, - Al parco dici? Lo farei volentieri, ma... il problema è che io oggi pomeriggio lavoro...

Tanti fulmini dardeggianti partirono in direzione di Draco. Rachel gli pizzicò il braccio e gli pestò il piede. Accidenti a lui, non poteva prendersi un giorno di permesso? Anzi, nemmeno un giorno, un pomeriggio! Tanto era ricco... che gli cambiava?

Il ragazzo scosse il capo contrariato. Non poteva pretendere che stesse ai suoi ordini, accidenti, non poteva mica rimandare il piano, per accompagnare un moccioso e una convalescente al parco!!!

- Sei incorreggibile!-, detto questo Rachel lo spinse fuori e gli chiuse la porta in faccia. San scoppiò in una grossa risata, ma quando Rachel se ne fu andata nell'altra camera, pensò che Draco gli faceva un po' pena. Riaprì la porta e vide il ragazzo con una faccia perplessa.

- Mi ha... sbattuto la porta in faccia...

San ridacchiò ancora e poi gli sorrise.

- Non prendertela... è solo preoccupata per Ginny... dato che Dominick è una peste, e sapendo che lui sta buono con te, ci contava...

Draco scosse la testa, rassegnato, guardando nella direzione in cui la gemella dai capelli lunghi si era diretta. Ok, aveva affermato che non l'avrebbe abbandonata e che l'avrebbe aiutata, ma non poteva iniziare a saltare il lavoro per una sciocchezza simile.

San e Draco rimasero a chiacchierare un po’. Il loro, era uno strano rapporto d’odio/amore, ma quando non trovavano scuse per litigare, andavano abbastanza d'accordo. Avevano lo stesso carattere, in fondo. Lei lo fece accomodare nel salotto, e urlò alla sorella di preparare un caffé. Quando Rachel andò in salotto con il caffé, San tornò in camera sua per vestirsi, dopo una bella doccia rinfrescante. Dominick seguì a ruota la madre e si gettò tra le braccia di Draco.

Rachel era un po' arrabbiata con Draco, ma tutto sommato lui non aveva nessun legame con Dominick o Ginny, non poteva costringerlo a fare qualcosa che non poteva o non voleva. Eppure, vedere come giocava con Dominick, come lo coccolava, come lo faceva sentire importante chiamandolo "campione", le metteva addosso un senso di pesantezza. Lui con Dominick si comportava come avrebbe fatto un padre, ma Draco NON era il padre di suo figlio, né lo sarebbe mai stato, doveva metterselo in testa questo. Vide di nuovo di sfuggita il tatuaggio sul suo braccio, disgustata.

- Perché non ti togli quel coso odioso? Fa impressionare Dominick.

Il bimbo guardò la mamma, scuotendo la testa ripetutamente. A lui non faceva impressione anzi, come gli piaceva dire, lo trovava fico! Gli piaceva dire quella strana parola, l'aveva sentita tempo prima guardando un film.

- Non mi sembra gli faccia impressione e poi... non posso più toglierlo! Purtroppo non va via in nessuna maniera... -, fece una linguaccia imbarazzata.

Rachel sbatté il vassoio sul tavolo e, dopo avergli lanciato un'occhiata agghiacciante, tornò in cucina. Dominick e Draco si guardarono.

- Scusala... é fatta così... ogni volta che deve incontrare qualcuno per il lavoro diventa una cannibale solo con lo sguardo...-, disse il bimbo, con fare saccente, scuotendo la testa.

Draco sorrise al bimbo, un sorriso complice. Lo sapeva bene lui, come diventava Rachel quand'era sotto stress. Ai tempi di Hogwarts aveva avuto modo di accorgersene a sue spese... delle volte c’era mancato poco che lo sbranasse vivo, anzi no, una volta l'aveva addirittura morso come una cannibale, anche se il motivo del litigio era un altro!

- Non preoccuparti, lo so fin troppo bene... -, fece l'occhiolino al piccolo, - Che ne dici se facciamo un gioco? Prima di iniziare a lavorare ho ancora qualche ora libera...

Il bimbo saltellò prima su un piede, poi sull'altro, ripetutamente, mentre la sua risata vivace e cristallina si espandeva nell'aria.

- Sì! Sì! GIOCHIAMO!!!

- È incredibile come Dominick si sia affezionato a Draco... e pensare che in genere era sempre quello più freddo e scorbutico! -, esclamò Ginny, che osservava divertita i due giocare con i soldatini, dalla cucina. Rachel scosse la testa, finendo di asciugare le stoviglie della colazione. Quei due andavano d'accordo semplicemente perchè erano troppo simili, ecco tutto.

Ginny la guardò perplessa. E ora che aveva di strano Draco? Era dolce ed affettuoso con lei. Era un ottimo padre nei confronti di Dominick. Aveva un ottimo posto di lavoro, a quanto pareva, e un bel po' di soldi da parte. Rachel lo amava e lui ricambiava. Dominick gli voleva un bene infinito. Che altro avrebbe voluto da un uomo?

- No davvero, sospetti di che tipo Rachel? Perchè io proprio non ti capisco...

- Se ci dicessi cosa ti preoccupa sorellina, potremmo aiutarti a scoprire questa fantomatica verità... -, disse San guardando la rossa che annuì in segno di consenso.

- Ora non posso... -, tentò di svicolare Rachel. - Porto Dominick al San Mungo, stanotte ha avuto un po' di febbre, sono preoccupata. Ginny te lo porto qui per le cinque, ok? Meglio uscire quando il sole é più basso, ma non troppo.

- Sì, sì va bene, ma non credo che per un po' di febbre sia necessario portarlo all'ospedale, in più non dovete andare ad un colloquio di lavoro?

- Sì, ma nel pomeriggio, e poi andiamo con la polvere volante, non ci vorrà molto.

La ragazza si tolse il grembiule, sciolse i capelli e tornò in salotto.

- Nick amore, vieni, la mamma ti porta un po' fuori.

Era meglio non dire a Dominick che sarebbero andati al San Mungo: lui odiava gli ospedali.

Il bimbo mise il broncio. Lui voleva stare ancora un po' con il suo amico... era appena arrivato!!! Sembrò ubbidire alla mamma solamente perchè aveva intuito quanto fosse di malumore, ma soprattutto, perchè si trascinò dietro pure Draco.

I tre si avviarono all'ospedale, usando la polvere volante, lasciando sole Ginny e San.

- Eppure... sembrano già una famigliola così felice...

- Mh... Rachel avrà avuto i suoi buoni motivi, credimi... -, detto questo la gemella dai capelli corti si spostò in salotto dove, come suo solito, prese a guardare la televisione girando a casaccio i canali.

Ginny si avvicinò un po' timorosa all'amica.

- San... ehm... so che non ti piace fare shopping, ma volevo chiederti se ti andrebbe di accompagnarmi a comprare dei vestiti nuovi. Sai, sono un po' a corto... Lo chiederei a Hermione, ma oggi aveva una causa importante, e Rachel é troppo indaffarata tra figlio e lavoro.

Gli occhi di San sembrarono diventare due chiocciole che non smettevano mai di girare. Lei, a fare compere? Ok, quella era la sua condanna a morte. Ma come poteva dire di no all'amica? In fin dei conti dopo cinque anni in coma, era ovvio che non avesse più vestiti adatti alla sua età e taglia da indossare. Acconsentì con un cenno della testa in direzione dell'amica, spense la TV, e si diresse all'ingresso, per mettersi le scarpe. Nel frattempo la rossa la guardava divertita, la reazione di San, anche se non l'aveva data a vedere più di quel tanto, era stata troppo buffa.

- Ehi Gin, allora andiamo o no? -, sentì urlare dall'entrata di casa.

Ginny corse all'ingresso, prese una borsa di jeans dall'attaccapanni, che si mise a tracolla, ed uscirono, richiudendo la porta a chiave.

 

***

 

Un urlo squarciò il silenzio del corridoio, seguito subito dopo da un pianto, quasi disperato. Rachel si schiaffò una mano in fronte, che figuraccia tremenda...

- Dai, è normale che da piccoli si ha paura di una puntura e si pianga! -, ridacchiò Draco.

- No... non é normale... Dominick non si lamenta mai... é perché ora ci sei tu e vuole che tu vada da lui e lo coccoli come fossi...-, la ragazza si bloccò, sgranando gli occhi. Che diavolo stava dicendo? Come fosse suo padre? MA LUI NON ERA SUO PADRE!

- Come fossi? -, la incitò lui, - In ogni caso credo che se pianga è perchè gli fa male davvero, è un bimbo forte, non credo faccia i capricci per un non nulla...

- Oh... ma che ne vuoi sapere tu... -, sbottò lei contrariata.

Draco sbuffò. Ma che aveva detto ora di male? Possibile che, anche se non avesse ragione, dovesse fare l'offesa e litigare?

- Ma si può sapere che hai contro di me? No, perchè mi sembra che qualsiasi cosa io dica a te non vada bene!

Rachel si fermò, si girò di nuovo verso di lui e lo guardò piuttosto irritata.

- Non ho niente contro di te... é contro quel tatuaggio che ho qualcosa! Non mi piace, mi porta a brutti ricordi, vorrei tanto sapere perché. Non so cosa significhi quel teschio con...

Un lampo improvviso le attraverso gli occhi verdi.

-... con un serpente...

Si portò le mani sulle labbra, nascondendo l'espressione di stupore che si era dipinta sul volto.

- Oddio... oddio… oddio... un teschio con un serpente... che stupida... quel tatuaggio... quel MARCHIO... perché é un marchio vero? Come ho fatto a non accorgermene...-, disse scuotendo la testa in movimenti sempre più increduli, mentre i capelli ondeggiavano di qua e di là, turbinosamente.

Lui la guardò gelido.

- Che diavolo stai farneticando Rachel? Un marchio? È semplicemente uno stupido disegno sulla pelle... sei proprio insistente... non ti va mai bene niente, mai! Per un tatuaggio tiri fuori una tragedia, accidenti!

Si alzò dalla sedia e si avvicinò ad una delle finestre del corridoio, che dava sul parco dell'ospedale San Mungo. Si affacciò alla finestra, dopo averla aperta. Una piacevole brezza gli scompigliava i capelli biondi, mentre osservava il paesaggio davanti a lui, senza realmente farci caso.

- Non so se è perchè sei mamma, ma sei diventata davvero troppo apprensiva... per ogni minima cosa che è al di fuori del normale drizzi le antenne...

Si girò verso la ragazza, deciso, ma qualcosa gli arrivò addosso: era la borsa di Rachel.

- NON FARTI MAI PIU' VEDERE DA ME! STAI LONTANO DA DOMINICK! NON OSARE AVVICINARTI MAI PIU' A NOI, SONO STATA CHIARA?-, urlò la ragazza, in preda alle lacrime. Non recuperò neanche la borsa, che corse via, ed entrò nell’astanteria dove stavano vaccinando Dominick. Ringraziò la guaritrice di turno e prese il figlio in braccio, con fare protettivo. Si smaterializzò, ed arrivò a casa.

Il bimbo guardò la mamma, molto arrabbiato.

- Mami, ti ho sentito gridare in corridoio contro Draco... perchè sei tanto cattiva con lui? È il mio migliore amico, e io voglio vederlo! -, si dimenò dalle braccia della madre finché non toccò terra, atterrando di sedere.

La ragazza si accasciò a terra, piangendo.

Voleva essere forte davanti suo figlio. Non voleva che lui la vedesse piangere.

Ma in quel momento le sembrò l'unica cosa logica da fare.

- Non puoi vedere più Draco, Dominick. Lui é cattivo... se lo incontri non salutarlo. Se lo vedi non rincorrerlo... non avvicinarti più a lui, fallo per la mamma...-, disse nascondendo il volto tra le mani, stremata dalla rabbia, dal pianto e dalle continue ferite al cuore che Draco le aveva inferto.

- LUI NON E' IL TUO PAPà!-, urlò la donna. - LUI NON PUò ESSERE IL TUO PAPà PERCHé HA DECISO DI STARE CON I CATTIVI! POTREI BENISSIMO STARE CON LUI, MA NON LO FACCIO PERCHE' TI METTEREI IN PERICOLO, CHIARO?

Rachel cadde nello sconforto più totale. Aveva alzato la voce contro suo figlio, solo perché si era illuso che Draco fosse come il suo papà. Aveva urlato contro un bimbo di soli cinque anni, solo perché aveva bisogno di un padre… ciò che lei non riusciva a dargli. Questo era veramente troppo. Abbracciò il figlio, in preda ai singhiozzi, mentre anche lui piangeva tutte le lacrime che aveva.

- Scusa Nick... perdonami... mi dispiace... anche io vorrei che Draco fosse il tuo papà, ma questo non é più possibile, purtroppo. Draco é cattivo, capisci?

- Mami... sniff... perchè Draco è con i cattivi? Lui non è cattivo... ne sono certo!

Dominick strinse forte nelle mani un lembo della gonna della mamma, mentre si lasciava coccolare dalla donna. Perchè il suo migliore amico, che era come il suo papà, doveva essere dalla parte dei cattivi? Faceva forse la spia per i buoni? Gli sembrava tanto un angelo, con quegli occhi azzurro-grigi... i capelli biondi... i lineamenti tanto delicati... a suo parere gli mancavano solo le ali per essere uno di loro!

- N’ero certa anche io, amore... n’ero certa anche io.

Rimasero abbracciati a lungo. Era ora di pranzo quando San e Ginny tornarono e li trovarono anche insieme, sul pavimento del salotto, a piangere.

- Oddio! Rachel, Dominick... cosa é successo?-, chiese la rossa, agitata, mollando all'ingresso buste e pacchi vari e correndo verso i due.

- E' successo che i miei sospetti erano fondati...-, disse Rachel, alzando lo sguardo verde, brillante di lacrime.

 

Fine 10° capitolo

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 11 - Il marchio maledetto ***


Capitolo 11

Ringraziamo Claudia e Janice per il supporto morale datoci nelle recensioni del capitolo 10!

 

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Capitolo 11- Il marchio maledetto

 

S

- Ma... Rachel... sei sicura che quel marchio... é ... beh... Voldemort?-, chiese Ginny spaventata dalla rivelazione dell'amica.

Rachel annuì. Era pomeriggio inoltrato, le tre erano in salotto, Dominick si era addormentato appoggiando la testa sulle gambe della mamma. Rachel, tra una carezza e l'altra al suo tesoro, aveva raccontato ciò che era successo, alle due ragazze, partendo da quando aveva rivisto Draco la prima volta ed aveva notato il marchio.

- Mhh... ma dove l'avevi già visto quel marchio Rachel? Non ho ben capito... Sicura che non sia solo un caso? Non sono mica tanto convinta... -, domandò la gemella dai capelli corti.

- Senti… -, la voce di Rachel si fece quasi stridula, mentre in un sussurro raccontava ciò che aveva visto. - Quel marchio era lo stesso che c'era sulle braccia di Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy. Lo stesso marchio che c'era sul braccio di Allie, quando era diventata umana. Lo stesso marchio scolpito nella pietra e nell'oro del suo trono, nel trono di Voldemort. Quello é il distintivo dei mangiamorte!

- Accidenti... non ci avevo mai fatto caso... ehm... davvero, non mi era nemmeno passato per la testa!

- L'abbiamo notato San... -, sghignazzò Ginny, tornando subito dopo seria. Non era certo il momento più opportuno per ridere, non erano certo in una bella situazione... Se Draco era davvero un mangiamorte... non voleva nemmeno pensarci. Ma come diavolo aveva potuto allearsi a colui-che-non-deve-essere-nominato?! Aveva perso Rachel? Era anche colpa sua! In ogni caso non era di certo la soluzione migliore quella di passare dalla parte del male. Anche Ares aveva perso San, ma non aveva finito per fare una cosa così stupida!

*DLIN DLON*

San scattò in piedi, corse all'ingresso, aprì la porta e quando aprì si ritrovò di fronte a due occhi azzurro ghiaccio, decisamente incavolati.

La ragazza richiuse la porta in faccia al "visitatore" e corse di nuovo in salotto, sudando freddo.

- Chi é?-, chiese Rachel, mentre Dominick si strofinava gli occhietti. Il campanello l'aveva svegliato.

*DLIN DLON*

San scattò in piedi, corse all'ingresso, aprì la porta e quando aprì si ritrovò di fronte a due occhi azzurro ghiaccio, decisamente incavolati.

La ragazza richiuse la porta in faccia al "visitatore" e corse di nuovo in salotto, sudando freddo.

- Chi é?-, chiese Rachel, mentre Dominick si strofinava gli occhietti. Il campanello l'aveva svegliato.

- Nessuno, cercavano i vicini di sotto, hanno sbagliato piano! Probabilmente erano dei loro parenti! -, si giustificò, calmandosi immediatamente e dando l'impressione di essere assolutamente tranquilla.

*DLIN DLON*

Il campanello trillò nuovamente. A quanto pareva non era assolutamente intenzionato ad andarsene. Si congedò nuovamente dalle due, aprì la porta e se la chiuse alle spalle.

- Che vuoi? Non mi pare il momento opportuno per venire a farci una visita di piacere o non!

- DEVO PARLARE CON RACHEL! Se non vuoi farmi entrare, falla venire qui, ma devo parlarle! Non é stato molto carino da parte sua smaterializzarsi con Dominick e impedirmi di venire ricoprendo, casa vostra di incantesimi anti-materializzazione!

- Draco... ehm... Rachel non c'è, no, no! Siamo solo io, Ginny e Dominick! Era tornata a casa, ma poi è corsa da Hermione...

Roteò gli occhi per poi tornare a guardare l'ex serpeverde, ancora più infuriato di prima. Ok, sembrava lo stesse prendendo per scemo, lo ammetteva, ma non poteva dirgli che Rachel era in casa, anche se lo sapeva benissimo.

- RACHEL! Per l'amor del cielo, ci sei! Questa stupida ha detto che eri da Hermione.

San sgranò gli occhi. Si voltò e alle sue spalle trovò Rachel che teneva Dominick per una mano e nell'altra... UN COLTELLO!!!

- Ehm... Rachel... che vuoi fare con quel coso?

- TI. AVEVO. DETTO. CHE. NON. DOVEVI. FARTI. VEDERE. MAI PIÙ. DA ME E DOMINICK! -, disse tra i denti, mentre gli occhi si arrossavano e riempivano di lacrime. - VAI VIA! Siamo in un luogo babbano, non posso fare magie, ma nessuno mi impedisce di ficcarti questo coltello su per la gola!

Ovviamente non diceva sul serio, l'aveva detto anche a Dominick di non spaventarsi, doveva dire quelle cose per spaventare Draco e farlo andare via dalle loro vite. Così il bimbo non aveva dato alcun cenno di paura o altro, mentre la mamma minacciava il suo ex-amico. Era solo triste, perché voleva bene a Draco.

Ma era un bimbo intelligente, sapeva che la mamma lo stava facendo per il suo bene.

- TI SEMBRANO COSE DA DIRE DAVANTI A DOMINICK?-, tuonò Draco, con fare paterno.

- E A TE SEMBRA IL CASO CHE DOMINICK CONOSCA UN MANGIAMORTE??? SEI L'ULTIMA PERSONA CHE PUÒ DIRMI COSA FARE O NON FARE DAVANTI A MIO FIGLIO! VAI VIA, ESCI DALLE NOSTRE VITE, TI PREGO!!!

Il coltello le cadde di mano, cadendo a terra con un tonfo. Anche lei cadde a terra, il pianto si era di nuovo impossessato di lei.

San si inginocchiò accanto a lei, stringendola forte a se, tentando di farle forza e farla rialzare, per riportarla in casa.

- Paperotto, tu entra e va dalla zia Gin, rimango io con la mamma...

Il bimbò annuì, ma non andò diretto in salotto, si nascose dietro alla porta di entrata. Voleva vedere cosa succedeva, voleva capire se Draco tentasse di giustificarsi, di fare capire che in realtà non era cattivo, così da poter tornare il suo amico-papà.

- Ma-mangiamorte? -, balbettò Malfoy, iniziando a sudare freddo.

Rachel alzò lo sguardò verso di lui.

- Perché...? Perché sei diventato... perché sei uno di loro?

Draco abbassò per un momento lo sguardo, ma poi tornò a guardare la ragazza fieramente, diritta negli occhi.

- Cosa cambierebbe a te saperne il motivo? Tu non sai che vita ho fatto in questi ultimi anni e non potrebbe importartene di meno. In più, se prima avevi poca fiducia e considerazione di me, ora non ne avrai più del tutto... quindi raccontarti la mia versione dei fatti a te non cambierebbe niente, perché non mi crederesti mai!

- Allora... lo ammetti...

Rachel riabbassò lo sguardo.

Non si era giustificato. Aveva semplicemente detto che lo era, ma che era inutile spiegarne il motivo. Non aveva fatto resistenza. Non aveva detto nulla.

Draco era davvero un mangiamorte.

- Allora... allora mi dispiace... ma... non posso proprio lasciarti andare...-, disse la ragazza, mentre il suo sguardo si spegneva sempre di più.

Draco spalancò gli occhi. Cosa intendeva dire?

Dopo poco sentì una botta sulla testa, e poi il nulla, il buio più totale si impossessò di lui. Ma prima di svenire, cadde a terra e volgendo lo sguardo alle sue spalle, riconobbe una figura alta, mora, con gli occhiali e due splendenti occhi verdi. L'Auror Harry Potter aveva catturato il mangiamorte Draco Malfoy.

- Sei arrivato al momento giusto Harry...-, disse Ginny, che aveva assistito a tutta la scena.

- Avevo una pausa, volevo venire a trovarti... Draco, eh? e chi se lo aspettava...-, rispose il ragazzo sopravvissuto, abbassandosi su di lui ed ammanettandolo, con speciali manette anti-magia. San intanto era sconvolta sì, ma non quanto la sorella, che le svenne tra le braccia.

Un'ora e mezza più tardi si ritrovarono tutti nel salotto di casa Dickinson. Harry aveva consegnato Draco nelle mani di altri Auror, dopo di che era tornato dalle ragazze. Teneva stretta fra le braccia Gin, che singhiozzava silenziosamente. Dominick stava in braccio alla mamma, che a sua volta si teneva stretta a San, piangendo disperatamente. Perché Draco non le aveva detto che si sbagliava? Perché non aveva negato tutto facendola sentire una povera stupida? PERCHÉ ERA DIVENTATO UN MANGIAMORTE?! STUPIDO, IDIOTA, CRETINO CHE NON ERA ALTRO!!!

- Io... Io e Harry portiamo un po' Dominick fuori, va bene Rachel? Così... avrai tempo di parlare con San.-, disse Ginny dolcemente, sedendosi accanto all'amica ed abbracciando sia lei che San. Si alzò, prese una mano del bimbo, che, mogio, mogio, salì in braccio ad Harry.

I tre uscirono e San e Rachel rimasero sole.

Sulla casa calò il silenzio, rotto solo dai singhiozzi di Rachel, dal ticchettio degli orologi e da alcune gocce che cadevano ripetutamente dalla fontana della cucina, infrangendosi nel lavandino.

- Lo porteranno ad Azkaban?-, irruppe Rachel, improvvisamente, strappando violentemente la sorella dai suoi pensieri.

- Non lo so... Forse se viene a saperlo lo zio, potrebbe tentare di salvarlo... di farlo tornare dei buoni... ma se viene riconosciuto colpevole, beh... potrebbe anche essere... condannato al bacio del dissenatore...

Deglutì rumorosamente. Era scema? Sì, sì decisamente. Sapeva che doveva essere sincera con la sorella, perché non era scema, ma in quel momento aveva bisogno di sentirsi confortata, e lei che faceva? Le sputava in faccia la verità come stava, senza un minimo di tatto!

- Allora... allora io scrivo un gufo allo zio... forse... forse lui può fare qualcosa. Tu vai a chiamare Ares... oh, non fare quella faccia, stupida, muoviti, è una cosa urgente, lo sai meglio di me!

- Non faccio una faccia stupida! Non... non mi pare il momento buono perché io parli con lui! Senti, invertiamoci i ruoli, ok? -, disse sforzando un sorrisino supplichevole.

Rachel lanciò un'occhiataccia alla sorella.

- Vai al diavolo, tu e le tue paure idiote! Sei solo egoista, ecco tutto.

Detto questo si alzò e corse in camera sua, dove cominciò a scrivere un gufo per Albus silente, incurante di aver detto delle cose davvero tremende alla sorella.

San sospirò. Sua sorella aveva ragione... in quel momento stava solo pensando a lei stessa... ma se Ares se la fosse trovata davanti avrebbe avuto uno shock doppio!!! Se invece andava Rachel era meglio! No, un momento, perché non telefonargli? Che scema che era! Un altro piccolo dettaglio le passò per la mente... lei non aveva il numero di Ares! Accidenti! Andò in direzione della camera della sorella, dove bussò due volte.

- Ahem... Rachel... ma tu hai il numero di Ares dove poterlo chiamare, vero?
- Ares abita nella Londra magica, li i telefoni non esistono e anche se ci fossero non funzionerebbero, troppa magia nell'aria li manda in TILT!-, rispose la sorella, atona, continuando a scrivere.

San prese a picchiettare la testa contro lo stipite della porta. Stupida, stupida, STUPIDA!!! Mogiamente si diresse all'entrata di casa, infilò le scarpe, indossò un pullover, e si diresse di corsa in direzione di Diagon Alley.

 

***

 

- San... che... cosa... che ci fai qui?-, chiese Ares che aveva appena aperto la porta, addosso solo un paio di jeans.

- Ma... ma... -, balbettò arrossendo, - SEI INDECENTE! TI PARE IL MODO DI PRESENTARTI QUANDO APRI LA PORTA ALLA GENTE?!

- Che ne sapevo che eri tu? E poi ero sotto la doccia quando hai bussato, mi sono messo la prima cosa che ho trovato. -, disse in tono pacato. - Vieni, entra, accomodati... dimmi tutto... come mai questa visita?

La ragazza entrò, facendo qualche passo, incerta sul da farsi. Lui richiuse la porta alle sue spalle.

- Beh... in ogni caso potevi mettertela una maglia... senti, sorvolando... devo parlarti di una cosa importante... -, esitò un poco. E se lui fosse già stato a conoscenza della vera identità di Draco? Avrebbe solamente fatto la figura dell'idiota e dell'impicciona... accidenti a sua sorella!

- Dimmi tutto.-, disse entrando in salotto, seguito dalla ragazza, facendola accomodare su uno dei divani.

- Mhh... Helen è in casa, per caso? -, domandò. Non era il caso che la ragazza sentisse tutto... era una situazione piuttosto delicata, e se ne avesse sparlato in giro? Meglio evitare una situazione del genere.

- Helen? No... lei... si é trasferita... ci siamo lasciati. -, rispose lui, come nulla fosse, versando una burrobirra in due bicchieri. Ne diede uno a San e uno lo tenne per sé.

Lei tenne il bicchiere in mano, osservando il liquido al suo interno, senza però berne nemmeno un sorso. Allora... L'aveva lasciata davvero... decise di sorvolare, non era quello il momento di discutere per un motivo simile.

- Mh... sono qui per... per parlarti... di Draco...

Il ragazzo appoggiò il suo bicchiere sul tavolo, rimase in piedi, dandole le spalle.

- Draco?-, disse lui senza far trasparire nessun sentimento. Ma San non poté fare a meno di pensare che fosse geloso, forse, perché lei andava a casa sua non per parlare di loro, ma per parlare di suo cugino... in effetti, era strano.

Si lasciò scappare un sorriso divertito.

- Ma che hai capito? -, disse in tono allegro, tornando poi ad uno piuttosto cupo, - Il problema è ben più grave... sai, Rachel casualmente ha scoperto che Draco si era fatto un tatuaggio, a quanto diceva lui era stato fatto in un momento in cui non era sobrio... Il problema è che... Rachel si è ricordata del suo significato... e... beh... diciamo che ha capito che quella di Draco era stata soltanto una frottola... e quando gli ha domandato se i suoi sospetti erano fondati... lui non ha fatto niente per... per negarlo...

Ares si girò verso la ragazza, si avvicinò al divano e si sedette accanto a lei.

- Cosa... stai tentando di dirmi... San?

Sospirò. Come faceva a dirgli una cosa simile? Come poteva dirgli che suo cugino era… un mangiamorte?

- Beh... si ecco... tu non conosci nessun tipo di tatuaggio con un significato non tanto... ehm... positivo?

Un lampo attraversò gli occhi di Ares. Aveva capito.

- Vuoi... stai dicendo che... oddio... mangiamorte?

Lei annuì in silenzio, poi riprese parola.

- Harry era dietro di noi e ha sentito tutto ed, essendo un Auror... beh... insomma... l'ha... consegnato...

-... lo metteranno ad Azkaban? Il processo quando sarà? Rachel come sta? Lui si é opposto? Ha negato? Dominick come l'ha presa? Devo andare subito da lui, devo parlargli!

- Calmo... al momento non è possibile parlare con Draco... lo tengono ben custodito... e Rachel ha reagito malissimo così come Dominick... anche se il piccolo, grazie alla mamma, sembra un poco più tranquillo... e... della sentenza che gli daranno e quando sarà il processo non si sa ancora nulla...

- Ma é andato qualcuno con lui vero? Non l'avete lasciato solo!

- Harry si è smaterializzato davanti ai nostri occhi, portando con se Draco... l'ha consegnato ai suoi superiori probabilmente e, anche volendo, nessuno avrebbe potuto fermarlo o andare con lui... mi dispiace...

Ares la guardò shockato. Non era possibile, suo cugino non poteva essere un mangiamorte, doveva esserci stato un equivoco!

- Avete avvisato Silente?
- Ci sta pensando Rachel... speriamo che grazie all'aiuto dello zio possiamo provare l'innocenza di Draco o, in caso non lo sia, che riusciamo a farlo tornare dalla nostra parte...

Il ragazzo si buttò sul divano, portandosi le mani davanti agli occhi.

- Porca vacca, ma che combina quell'idiota... ma che gli é venuto in mente? Siete sicure non sia una spia dell'ordine, come Piton?

San scosse la testa, con fare rassegnato.

- Purtroppo non credo proprio... prima di essere colpito da Harry... diceva che noi non potevamo capirlo... non potevamo sapere come aveva passato gli ultimi anni... e ho quasi la sensazione che sia passato dalla parte dell'oscuro signore per buttarsi alle spalle la storia con Rachel...

- Che idiota...-, disse Ares in un soffio. - Se lui e Rachel si lasciarono fu per colpa sua, perché non voleva essere il padre di Nick...

Lei si rannicchiò un poco, portando anche le gambe sul divano, tirandole a se.

- In fin dei conti lo capisco... non è tanto idiota come potrebbe sembrare... quando cadi nell'oblio totale... quando non trovi più quella piccola luce, la speranza che ti aiuta ad andare avanti... e non hai nessuno che ti aiuti... se poi ci sono persone che riescono solo a farti cadere ancora più nell'oscurità... è difficile... Penso che abbia accumulato troppe cose tutte insieme...

- E se fosse stato convinto con l'Imperius? Pensaci, non sarebbe tanto strano... ha frequentato Durmstrang, e tutti sanno che Karkaroff insegnava ai suoi studenti le maledizioni senza perdono.
- Non lo so... non vorrei dire una scemenza, ma ne dubito molto... forse potrebbe essere successa una cosa simile che gli ha fatto prendere la decisione finale... beh, in ogni caso non ha importanza come è successo, dobbiamo riuscire a tirarlo fuori da questo pasticcio...

- Se l'é meritato...-, sentenziò infine Ares. San non riusciva a credere alle sue orecchie.

Alzò lo sguardo sul ragazzo, per guardarlo attentamente negli occhi. Ma stava davvero pensando quello che aveva detto? Ma come poteva? Era pur sempre suo cugino, doveva conoscerlo meglio di tutti, perché l'aveva continuato a frequentare in quegli anni!

- Ma come puoi dire che Draco si è meritato… una cosa così... orrenda?

- Senti, é tremenda, sì, é mio cugino, é come un fratello per me, ma di certo non l'ho costretto io a diventare mangiamorte.

Gli occhi di San si riempirono di lacrime. Ares si diede dello stupido.

- Ehi... San... non piangere dai... era una cosa così, detta, ma non pensata...

- Sei un deficiente! Non l'hai costretto tu, e ci mancherebbe, ma come puoi anche solamente pensare che si meriti di essere mangiamorte?!

Si asciugò frettolosamente una lacrima che le aveva rigato una guancia con il palmo della mano, e si alzò dal divano.

- Non sono tanto sicura che tu voglia tutto il bene che dici a Draco... ok, ora forse ho detto io una cosa stupida, ma da questa ultima frase lasci solo intendere questo! Probabilmente... si era semplicemente sentito solo... male... molto male!

Ares scosse il capo.

- Tu non puoi capire... Draco... accidenti lui... é sempre stato il mio esempio... ha la mia età, ma era come un fratello maggiore per me... sai cosa significa scoprire una cosa del genere? Sai cosa significa scoprire che la persona che più ammiri al mondo, fa parte della schiera di Tu-sai-chi?

- Certo che lo so! Lo so bene! Io ho scoperto che una delle mie gemelle mi odiava e voleva uccidermi, assieme a Rachel, in più si è messa contro tutti i miei amici, pur di ottenere i suoi scopi... ed infine è pure passata dalla parte di quel... quel... quell'essere orrendo... nei panni della sua sposa per giunta!

Ares si diede di nuovo dello stupido, ancora e ancora.

Era davvero STUPIDO!

Ma come si era permesso di dire quelle cose a San?

Si schiaffò una mano in fronte.

- Scusa... io... cavolo me ne ero dimenticato...

Era quasi sicuro di sentire qualche battutina sarcastica di San, tipo "Beato te", ma stranamente non sentì nulla... solo singhiozzi. Alzò lo sguardo. La ragazza si era fatta piccola piccola, e ora stava piangendo.

Da quanto tempo San non esternava i suoi sentimenti davanti a lui?

Si avvicinò alla ragazza, cautamente. Appoggiò piano le mani sulle sue spalle, per paura di un suo rifiuto, rifiuto che non arrivò, perché fu lei stessa ad avvicinarsi a lui ed abbracciarlo.

Ares la strinse forte, sussurrandole qualcosa che sperava servisse a tirarla un po' su... almeno un po'.

- calmati. Si sistemerà tutto. Draco verrà scagionato, tornerà da Rachel, e non sarai più costretta a ricordare i brutti momenti come questo o come quelli di cinque anni fa... io sono con te.

Le accarezzò i capelli, e le diede un bacio sulla fronte. Le sorrise dolcemente, rassicurandola.

- Ehi, non piangere, dai...

- Io... io ho una brutta sensazione... come... come se per via di questo fatto... rincominciasse qualcosa di grosso... se, se Draco è davvero un mangiamorte, come non ha negato d'essere... sicuramente è uno della cerchia più stretta dei seguaci di tu-sai-chi e... e quindi rivorrà prenderselo...

Ares scosse la testa, tentando di dimostrarsi convincente. In quel momento l'ultima cosa a cui avrebbero dovuto pensare era ad un'opportunità simile... sarebbe stata davvero la fine... La strinse ancora più forte a se, mentre lei continuava a sfogarsi, liberandosi almeno un pochino da quei pensieri opprimenti.

- Sono sicuro che Draco se la caverà, ok? Dai, stai su. Dobbiamo stare vicino a Rachel. Se mi aspetti un secondo vado a vestirmi, così ti accompagno, ok?

Lei acconsentì con un cenno della testa, lasciando andare il ragazzo e asciugandosi le lacrime con una manica nel pullover.

- S... sì, ti aspetto qui...

Lui si girò, fece due passi, poi come preso da un improvviso lampo, si girò di nuovo verso di lei e, prendendole il viso tra le mani, le diede un bacio sul viso, asciugandole una lacrima.

- Comunque, so che non é il momento, ma sono contento sia venuta tu.

La ragazza si lasciò scappare un flebile, ma allo stesso tempo dolce, sorriso.

- Vai a vestirti... ti ricordo che sei ancora indecente...

- Ops... giusto, sono indecente!-, disse lui con un sorrisetto birichino. Le fece l'occhiolino e corse nella stanza accanto.

 

 

Fine capitolo 11

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 12 - EVASIONE ***


Capitolo 12

Ringraziamo Claudia, Lulù Black e Janice per i commenti ^_^ Simpaticissime e gentilissime, come sempre, grazie!

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

San & Rachel Dickinson

Capitolo 12 – Evasione

S

tavano correndo a perdifiato per Nocturne Alley. Erano quasi arrivati allo sbocco per Diagon Alley, quando Ares si fermò improvvisamente, completamente senza fiato. Si appoggiò al muro per riprendere un pochino le forze, era decisamente scoppiato.

- Ares, dai muoviti, non possiamo lasciare Rachel troppo a lungo da sola!

San lo prese per mano, tentando di trascinarlo via da quell'appoggio indesiderato, usando tutte le sue forze per farlo allontanare e ricominciare a correre.

- AreEeEeEeEeEeSsSsSsSs!!!

In un primo momento Ares sembrò cedere, ma poi si rifiutò. Era stanchissimo, correvano da mezz'ora, non si sentiva più le gambe.

Indispettita, San decise di lasciarlo lì. Si girò, riprese a correre, ma dopo aver fatto una linguaccia al ragazzo, si voltò nuovamente avanti e andò a sbattere contro un palo della luce.

La ragazza cadde rumorosamente a terra, inizialmente quasi strisciando contro il lampione, mentre un bernoccolo le si formava proprio al centro della fronte. Che botta tremenda, cavolo! Dopo qualche secondo si ritirò seduta e prese a massaggiarsi la fronte, che le faceva un male da morire.

- Che... che male... -, piagnucolò contrariata.

- Stai bene?

Alzò lo sguardo. Ares era inginocchiato accanto a lei, per assicurarsi sul suo stato, ed ecco che un flash le apparve nella mente... come quella volta, ad Hogsmeade, cinque anni prima, quando si erano scambiati il primo bacio dopo la sua disastrosa botta contro un palo.

Rimase stordita qualche secondo. Se lo stava immaginando? La botta le aveva dato alla testa? Oppure... oppure finalmente era riuscita a riacquistare un ricordo legato a quel ragazzo?

- Io... io ho l'impressione... di aver già visto questa scena... anzi di averla già vissuta... anche se in altre circostanze!

Gli occhi di Ares si illuminarono. Diede un bacio sulla guancia della ragazza.

- Meglio così...

Ma meglio così cosa? Allora era un ricordo VERO? Era successo davvero?

- Dai, aggrappati, ti aiuto ad alzarti!

- No, aspetta... è successo davvero qualcosa del genere? Mi è sembrato... mi è sembrato di vedere anche te e che... ehm... nulla...

Si aggrappò alla mano che il ragazzo le stava porgendo e si fece aiutare a rialzarsi. Barcollò un pochino, prima di riuscire a stare in piedi, le girava un po' la testa, ed era comprensibile!

Il ragazzo le spostò una ciocca di capelli dal volto.

- Se... davvero stai ricordando qualcosa... meglio che non ti sforzi. Tutto tornerà, tutti i tuoi ricordi, tutti i tuoi sentimenti... ma non forzare i tempi.

San arrossì di botto. Quella scena... eccome se la ricordava, cribbio! Scosse violentemente la testa, prese per mano il ragazzo e ricominciò a correre a perdifiato.

- Almeno ti sei staccato da quel muro, a questo punto direi che il palo ed io siamo pari! -, ridacchiò.

***


Arrivarono sotto il condominio, videro delle persone camuffate da babbani, ma si vedeva lontano un miglio che non lo erano.

- Auror. Staranno facendo il terzo grado a tua sorella, perché é stata lei a scoprire tutto... poverina, l'abbiamo lasciata sola in un momento come questo.

Ma quando entrarono nell'appartamento, oltre lo stuolo di giornalisti della "Gazzetta del profeta", di RadioStrega 2000 e TeleMago 1, c'erano anche Hermione, Ron ed Harry. A quanto pareva, Dominick era rimasto al parco con Ginny.

Rachel sedeva sul divano, accanto ad Hermione che le stringeva forte la mano, piangeva. Ma che diavolo era saltato in testa a quei buffoni di giornalisti e di Auror? San entrò in casa con fare autoritario, trascinandosi dietro il povero Ares e mettendosi davanti alla sorella.

- Si può sapere che diavolo state facendo qui? Levatevi dai piedi giornalisti idioti! Vi piace così tanto far soffrire la gente, per una stupida foto o una stupida dichiarazione, eh?! -, urlò.

- Calma San... mi pare ovvio che vogliano sapere come stanno le cose, abbiamo catturato un mangiamorte! Uno dei seguaci di Voldemort, capisci?

La ragazza lo fulminò con lo sguardo.

- Ma sta zitto Harry! Hai catturato solo un componente del tuo vecchio gruppo di amici! Ti sei dimenticato il suo passato, eh? Non hai pensato ad una spiegazione plausibile della situazione? Non hai pensato a mia sorella e a come si sentisse?! Idiota!

Harry aprì la bocca due o tre volte, deciso su cosa dire, ma poi capiva che stava per dire una sciocchezza e la richiudeva.

- Mi sono offerta come avvocato per Draco.-, disse Hermione alla gemella dai capelli corti. - Domani Ron ed Harry mi accompagnano nella cella di sicurezza dove é stato portato... devo parlare con lui. Il processo si terrà il mese prossimo, questo stesso giorno. Credo che Rachel voglia offrirsi come garante per lui fino alla data prestabilita, non vuole che sia rinchiuso ad Azkaban tutto questo tempo, almeno non prima di essersi accertata della sua colpevolezza. Se saremo un po' fortunati, il giudice sarà Silente, che é capo del Wizengamot, e non Caramell, lo sbatterebbe dentro senza pensarci due volte.

San annuì, segno che era d'accordo, mentre cercava di buttare fuori di casa tutti gli estranei abusivi, minacciandoli anche di tirargli un calcio sul fondoschiena, se non si fossero eclissati al più presto dalla sua vista. Ares nel frattempo si era accomodato assieme agli amici su uno dei divani del salotto.

- L'unica cosa che non mi rassicura e mi lascia un po' perplesso... -, bofonchiò Ron, - ... è che Rachel faccia da garante a Draco... Potrebbe rivelarsi pericoloso... e se lui facesse qualcosa di sbagliato, ne andresti in mezzo tu... e di conseguenza anche il piccolo Dominick!

- Draco, mangiamorte o no, non faràmai del male a Rachel e...

* DLIN DLON*

- ... ci mancava...-, sbuffò Hermione, come una caffettiera. - Andò all'ingresso, aprì la porta e sul suo viso si dipinse un vago senso di disgusto.

- Corner. Che diavolo vuoi?

- Fammi entrare... Granger... devo parlare con Rachel!

La brunetta si piazzò per bene davanti alla porta, ben intenta a non farlo entrare. Ci mancava solo lui... una giornata peggiore non sarebbe potuta esserci!

- Scordatelo, coglione...-, disse Ron, appena arrivato alle spalle della moglie. - Togliti dai piedi Corner, non é giornata per ricevere cazzoni in questa casa...-, continuò, noncurante dell'occhiata indispettita lanciatagli da Hermione alla sua poca finezza.

- Rachel, quella cara e gentile ragazza... sta mettendo in pericolo la vita di mio figlio, facendoli frequentare persone come quel viscido Malfoy... un... puah... mangiamorte! Io, rivoglio mio figlio e voglio parlare con lei! Toglietevi di mezzo! -, brontolò tentando di farsi largo fra i due giovani sposini.

- TU NON VEDRAI RACHEL E DOMINICK FINCHE' NON SARANNO PRONTI GLI ESAMI DEL SANGUE! So com'é la legge, e credimi idiota, babbeo di uno stronzo corvonero, vedi di smetterla di importunarli. Secondo la legge non puoi vedere Dominick finché non saranno pronte le analisi, il che avverrà domani, siccome il prelievo é stato fatto questa mattina, prima del vaccino. Rachel non é una sprovveduta, tu non assomigli nemmeno un po' a quel bambino, non c'é la certezza matematica che tu sia il padre, perché, caro il mio demente, Rachel rischiò l'aborto, ma ebbe un altro rapporto, il che significa, se il tuo cervelletto di cacca non ci é ancora arrivato, che hai solo il 50% delle possibilità di essere il padre di Nick.

- Te la farò pagare... maledetta so-tutto-io! -, grugnì lui, afferrando poco delicatamente il braccio di Hermione, - È una promessa...

Lasciò il braccio della ragazza e si allontanò in fretta e furia dai due, scendendo velocemente le scale della palazzina. Hermione tirò un sospiro di sollievo. Aveva avuto paura... E se Corner non avesse accettato le condizioni e avesse tentato di entrare con la forza?

Ron l'abbracciò da dietro, tranquillizzandola. Sembrava aver colto i suoi pensieri.

- ... se ti avesse fatto qualcosa, non ci avrei pensato due volte di più a tirar fuori la bacchetta e fargli saltare tutti gli arti, chi se ne importa che siamo nella Londra babbana.

Hermione si strinse a lui, dandogli un leggero bacio a fior di labbra. Ritornarono in casa, chiudendo la porta alle loro spalle. Tornarono in salotto, dove stava il resto del gruppo. Rachel sembrava finalmente riuscita a calmarsi, almeno un poco. Sedeva sul divano con aria assente, sorseggiando una tazza di camomilla. Ares e San ogni tanto le lanciavano qualche occhiata preoccupata.

***

- Zia Ginny...-, disse il bimbo, atono.

La donna abbassò lo sguardo verso di lui. Era seduto sulla panchina, accanto al lei, nel parco. Stava leccando il suo gelato, impiastricciandosi le mani e sbrodolandosi tutto intorno alle labbra. Ma si era fermato bruscamente, dopo dure o tre leccate al suo maxicono a sei gusti.

- Zia Gin, senti... ma mamma perché mi ha fatto prendere il sangue dal braccio, questa mattina? Mi hanno fatto male!

- Ehm... a dire il vero penso che sia meglio che questo te lo spieghi la mamma Nick... In ogni caso non aveva intenzione di farti male...

Ginny gli fece una carezza sulla guancia, ridacchiando un po', ritrovandosi la mano impiastricciata di gelato. Prese da una tasca dei jeans un fazzolettino di stoffa e, dopo essersi pulita l'altra mano, pulì un poco il viso di Dominick.

E ad ogni contatto, capiva che avrebbe perso presto il controllo. Non era stata una buona idea rimanere sola con Nick, perché LUI non poteva chiedere di meglio.

- Appena finisco il gelato, voglio andare a casa, dalla mamma... non voglio pianga da sola, voglio piangere con lei!

Ginny sorrise. Sì, in fondo era meglio riportarlo a casa, dove ci sarebbero stati due auror che l'avrebbero protetto da lei.

Se ne stava rendendo ogni giorno più conto... più il tempo passava e meno era la sua forza di volontà per respingerlo. Dominick era la sua preda più ambita... già... ormai lei era a conoscenza di tutte le sue mosse, o quasi. Non se ne era reso conto lui... no... ormai i ricordi le rimanevano impressi nella mente, senza che lui se ne accorgesse. Nick aveva racchiusa nel cuore Allie... già, proprio quella dannata anima... L'oscuro signore era riuscito a racchiuderla nel cuore del bimbo, quando ancora stava nel grembo della mamma, prima che esalasse del tutto l'ultimo respiro e si smaterializzasse, per darle una seconda possibilità di avere un corpo suo con cui agire, con cui vendicarsi... con cui tornare al suo servizio. E non poteva rivelare nulla a nessuno... doveva contare solo sulle sue forze.

Sapeva anche che Voldemort era evaso, i dissennatori si era ritorti contro le guardie umane e gli Auror, ed avevano fatto fuggire tutti i prigionieri. Voldemort doveva essere giustiziato anni prima, si chiedeva come mai non l'avessero fatto. Forse perché avrebbe trovato comunque il modo di tornare in vita? Forse perché le normali magie non avevano funzionato su di lui? Forse i dissennatori si erano rifiutati di baciarlo? Beh, probabile dato che era leggermente bruttino. Scosse il capo. Non era il momento di fare battute sarcastiche tra sé e sé. Non l'aveva detto ad Harry che lei sapeva, come non aveva detto a nessuno che, se era rinvenuta, era solo perché Voldemort si era impossessato di lei. Quel figlio di un cane aveva trovato altri mezzi per risalire al potere, ancora una volta.

Improvvisamente sentì una fitta, mentre il suo sguardo cominciava a perdersi nel vuoto e il freddo l'avvolgeva. Eccolo.

- Nick... Nick va a giocare al parchetto con gli altri bimbi...

- Eh? Ma scherzi? Io voglio andare a casa, finisci il tuo cono e andiamo!-, disse il bimbo, spicciamente.

- Dominick sbrigati! Devo chiamare la mamma, quindi ci metterò ancora un poco, tu va! Ti prometto che dopo andiamo a casa, sbrigati!!! -, disse mentre le si incrinava la voce ed iniziava a tremare.

Il bimbo scosse il capo, esasperato.

- Voi grandi siete proprio strani...

Si cacciò il resto del cono in bocca e corse verso gli scivoli, dove prese a fare il cascamorto con una bella bambina dagli occhi azzurri e i boccoli biondi.

- Malfoy, Malfoy? -, tuonò una voce proveniente dal corpo della ragazza, che non disse più nulla.

***

Sussultò. Gli era parso di sentire la voce di... no, eppure non poteva essere così, l'oscuro signore non avrebbe mai rischiato tanto per uno dei suoi servi. Eppure la voce che l'aveva contattato, o meglio, che aveva sentito nella sua testa, pareva la sua.

- MALFOY! -, tuonò nuovamente la voce di poco prima, parlandogli attraverso la legilimanzia.

- Ah... PADRONE! -, disse scattando, forse per alzarsi in piedi, girarsi intorno, non lo sapeva nemmeno lui. Era incatenato al muro, sia mani che piedi, ed era impossibile per lui muoversi.

- Devi fuggire Malfoy, sei stato una vergogna! Questa sera preparati, mando qualcuno a prenderti... mi servi per avvicinare le due Dickinson! Ricordatelo! Dobbiamo tenere d'occhio il marmocchio e farla risvegliare!

Il ragazzo abbassò lo sguardo, se possibile, ancora di più, maledicendo il giorno in cui, ubriaco fradicio, si era presentato al cospetto del padre ed aveva chiesto di diventare mangiamorte. Non disse nulla, e Voldemort sparì dalla sua testa, sapendo che il suo silenzio equivaleva ad una risposta affermativa.

***

Questione di un attimo e sentì che era tornata violentemente in possesso del suo corpo. Dannato, l'aveva fatto di nuovo. Si pulì con il fazzoletto un poco il jeans, rimasto impiastricciato di gelato quando le era caduto di mano, nel momento in cui non era stata più padrona del suo corpo. Si alzò in fretta e furia e si avvicinò a Dominck, prendendolo per mano e trascinandolo via con la forza dalla biondina boccolosa.

- Sbrigati, torniamo a casa!

- COSA? EHI, NO! STAVO PER CONVINCERLA A DARMI IL NUMERO DI TELEFONO!!

Ginny si schiaffò una mano in fronte.

- Nick... cresci ancora un po' prima di pensare alle ragazze... vivi la tua infanzia, e ora andiamo!

- Ma... va beeeneee... tanto ho già altre tre fidanzate che ho conosciuto all'asilo, l'anno scorso!!-, disse lui tutto compiaciuto, trotterellando accanto alla zia.

Ginny per poco non finì diretta a terra. Era un bambino fin troppo precoce, ma a quanto pareva aveva già un fascino fatale per le bimbe della sua età... chissà quando sarebbe stato più grande cosa avrebbe combinato... sicuramente sarebbe stato uno dei tipici "rubacuori".

***

Arrivarono a casa poco dopo il tramonto. Ares, Hermione, Harry e Ron erano rimasti con Rachel e San.

- Ginny. Quando tutti questi giornalisti ed auror se ne andranno, verrete da noi. Rachel e tu starete con me, Dominick e San con Hermione e Ron. -, spiegò il moro.

Ginny li guardò spaesata. Perché dividere Rachel e Dominick?

- Dominick non corre pericoli, per cui anche se Ron esce, basteranno Hermione e San a scacciare giornalisti e balle varie. Ma Rachel é meglio che resti con me, la mia missione é finita, Ron ha altre tracce da seguire invece!

Ginny scosse la testa e guardò Rachel: perché non diceva nulla a riguardo? Dominick era una delle persone più importanti della sua vita, insieme a San, perché accettava di essere separata da loro?

- Ginny, senti, chissà quanto tempo questi giornalisti mi assilleranno, meglio che non vedano Dominick lo tartasserebbero, ha solo cinque anni, meglio che resti con San. E poi credo noterebbero anche loro la somiglianza con Draco!!!

Rachel aveva chiesto a Silente di prendere le analisi per lei. L'aveva fatto e le aveva inviato i risultati via gufo. I suoi sospetti erano fondati. Pensare che fino a quella mattina sarebbe stata contenta di quei risultati...

Ma era meglio non parlarne ancora con gli altri ed andare a preparare le valige.

Si alzò ed andò in camera da letto, dove rimase per tutto il resto della giornata. Alle dieci in punto mise Dominick a letto e si chiuse in camera sua, chiedendo esplicitamente di non essere disturbata.

A mezzanotte anche Ginny, stanca, andò a dormire. Hermione, Harry, Ron ed Ares salutarono San (questi ultimi due avevano deciso di convivere pacificamente per il bene di Rachel), e se ne andarono. Poco più tardi il silenzio calò nella grande casa, dopo che anche San fu andata a dormire. Erano le due e qualcosa quando, svegliata da uno spiffero proveniente dalla finestra aperta, Rachel si svegliò, con la sensazione che qualcuno la stesse osservando dormire.

Fine capitolo 12

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 13 - Il piano ***


Capitolo 13

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Capitolo 13 – Il piano

 

T

enne gli occhi chiusi per qualche istante, quando sentì una mano sfiorare il volto, accarezzarglielo... Aprì di scatto gli occhi sussultando, sapeva benissimo chi era. Si trovò faccia a faccia con lui. Aveva lo sguardo basso, triste... ma non le fece pena. In fin dei conti era sempre e solo un mangiamorte, nient'altro.

- Rachel... -, bisbigliò lui, accarezzandole nuovamente il viso.

- Come hai fatto ad entrare? Anzi, come hai fatto ad uscire, più che altro!-, chiese ironicamente, con sguardo tagliente.

- Non ha importanza come sono uscito da quel posto... avevo bisogno di parlarti...

Si sedette sul letto accanto a lei, appoggiando una mano sulle sue, guardandola attentamente negli occhi. Era un mangiamorte con una missione ben precisa, e riguardava proprio le Dickinson. Ma non poteva far del male a San, Rachel e men che meno Dominick.

- Esci immediatamente dalla stanza, o do l'allarme!-, rispose lei, sorvolando sul suo bisogno di parlarle.

Draco sbuffò, roteando gli occhi per tutta la grandezza della stanza. Quella ragazza doveva prendersi una camomilla, saltava troppo facilmente di nervi.

- Ho detto... che... devo parlarti! -, ringhiò il biondino.

- Ma io non devo parlare con te... , disse lei pacata, socchiudendo gli occhi. Li spalancò improvvisamente, puntando con un dito in direzione della porta. - FUORI DI QUI!

Lui ridacchiò divertito.

- Tu non devi parlare a me, ma io devo farlo con te... a proposito, evita di urlare in quel modo, rischi di farti apparire le rughe! -, la provocò lui. Non voleva farla arrabbiare, assolutamente, non era così scemo. Era terribile in quelle situazione. Semplicemente voleva farle abbassare le difese.

La ragazza, inviperita, si alzò dal letto e prese in mano la sua cara, vecchia, adorata, fidata racchetta da tennis: adorava quello sport babbano.

- Senti, vattene o te la spacco sul tuo bel musetto!

- Oh... così alla fine hai deciso di mettere fine alla tua pigrizia e a praticare uno sport? Non l'avrei mai detto!

- Sei venuto per sfottere?-, chiese lei abbassando la racchetta e guardandolo arcigna.

Lui si passò una mano tra i sottili capelli platinati che, alla luce della luna che filtrava dalla finestra, sembravano quasi argentei, eterei. Fece finta di pensare, poi il suo volto si illuminò.

- In questo momento vorrei tanto poter affermare ciò e dirti: hai fatto bingo. Ma sai benissimo anche tu che siamo in ben altra situazione.

Si risedette sul bordo del letto della ragazza, guardandola attentamente. Perché si ostinava tanto a non volerlo nemmeno sentire parlare? Non chiedeva molto, solo di essere ascoltato!

- Dammi una sola, buona ragione per cui io debba ascoltarti, schifoso serpentello!-, disse lei, rialzando le difese. Era pur sempre un mangiamorte, e forse sapeva anche cosa voleva: non era stupida, sapeva che nell'interno del cuore di Nick, dimorava sua sorella Allie, ed era più che certa che Draco volesse il bambino. Non sarebbe stata di certo tanto stupida da dirgli che le analisi avevano rivelato che era lui, e solo lui, l’effettivo padre di Dominick.

Perché... quella che tu credi una frottola, in parte è la verità e credo sia giusto che tu ne sia al corrente. So che non te ne può importare nulla, ma è importante che tu lo sappia.

- Bene, spara...

Il ragazzo si guardò nervosamente in giro. Di che aveva paura, ora? Era stato estremamente deciso a rivelarle questi fantomatici fatti fino a quale istante prima, perché ora esitava?

- Senti... quando ho fatto la mia scelta, ero davvero ubriaco... non ero sobrio al punto da poter fare una scelta, ma l'ho fatta. E la peggiore, potrei dire...

- Non credi di averlo capito un po' tardi, genio?

- Mi hai preso per scemo?! -, domandò leggermente seccato, scrutando a fondo Rachel, - Non l'ho capito troppo tardi, semplicemente ora non posso più tirarmi indietro, sai cosa comporterebbe? Ho le mani legate!

- Bene, arriva al dunque, ti sei fatto un po' logorroico.-, replicò lei, algida.

- Cribbio... quanto fai così non so cosa potrei arrivarti a fare, talvolta...

- Toccami con un solo dito, e rivedrai una vecchia conoscenza dai capelli blu, al momento stipata dentro di me!-, non fece una piega Rachel.

- E chi ti tocca?! Maledizione a te e al tuo caratterino del cavolo! Uno viene intenzionato a parlarti ed a chiarire vari punti e tu che fai? Lo provochi fino a fargli perdere la pazienza e finire ancora dalla parte del torto più marcio!

- C'eri già nel torto più marcio, odio questo tuo affibbiarmi tutte le tue colpe!!!

La ragazza cominciava ad agitarsi.

- Non ti sto appioppando niente... parlavo in generale...

- Senti, mi hai stancata, dì quello che vuoi dirmi e poi... beh ti direi vattene, ma non posso lasciarti andare, anche se sono certa che, prima dell'arrivo degli Auror, sarai già scappato.

- E perché non tenti di trattenermi? Ne saresti in grado, sai? Anzi, dato che in questo momento lasci intendere solo un grande odio e disprezzo dietro di te, il che potrebbe rivelarsi come una condanna diretta a me, volendo potresti anche riuscire ad uccidermi. Ne saresti contenta, vero?

Lo fulminò con il solo sguardo.

- Secondo te ne sarei contenta? SECONDO TE GODREI AD UCCIDERE IL PADRE DI MIO FIGLIO?

Si portò le mani sulla bocca, sorpresa di se stessa e delle sue parole. Più e più volte si era ripromessa di non dire nulla a Draco, ma accecata dalla rabbia, gli aveva spiattellato tutta la verità, cogliendolo di sorpresa, come non avrebbe fatto nemmeno schiaffeggiandolo o buttandolo sotto una doccia d'acqua ghiacciata o bollente.

Una risatina poco convinta arrivò di risposta dal ragazzo.

- Ma... ma che stai dicendo Rachel? Il padre di quel bambino è Micheal Corner...

- Sì, é vero, scusa, deliravo...-, un barlume di speranza si accese nel cuore di Rachel. Forse, non aveva mandato tutto a puttane... forse.

Si girò verso la finestra, stringendosi nelle spalle. La chiuse violentemente, stava entrando un vento gelido. Si fece piccola, piccola, nella sua camicia da notte bianca, merlettata. Improvvisamente si accorse di essere sola con Draco, e di sentirsi decisamente "nuda", con solo quel vestitino di lino sottile e gli slip. E in più, piccolo dettaglio, trascurabile, ma importante, era che Draco ERA un MANGIAMORTE, e lei sapeva bene cosa facevano i mangiamorte quando attaccavano una famiglia e tra loro c'erano delle ragazze giovani e, soprattutto, non sterili.

Il ragazzo la guardò confuso... e se... e se alla fine Rachel aveva davvero perso il bambino... e quella notte passata insieme... non avevano usato protezioni... quanto era stato stupido! Lo sentiva. Si stava indebolendo un'altra volta e davanti a lei non poteva darlo a vedere. Le diede le spalle.

- È meglio... che io vada... tanto parlare con te è risultato inutile, non è cambiato nulla, solo peggiorato... ho perso il mio tempo...

La ragazza, se non fosse stato scortese, probabilmente avrebbe esultato di gioia. Ancora non sapeva che due occhietti azzurri, appartenenti al bimbo identico a Draco, li avevano spiati tutto quel tempo da dietro la porta, che, prima che Draco potesse uscire dalla finestra, cigolò e si aprì, rivelando un confuso Dominick, con le lacrime agli occhi, arrossati.

- Papà... -, mormorò il bimbo. I due lo guardavano con un moto di apprensione allo stomaco, come se qualcuno li avesse presi con una pinza per l'ombelico e trascinati per chilometri.

- Tu sei il mio papà...-, ripeté Nick, portandosi le piccole manine lattee sulle labbra, per coprire i singhiozzi.

Rachel alternò lo sguardo terrorizzato prima su Dominick, poi si Draco... Questa proprio non ci sarebbe voluta. Prima lo considerava il suo migliore amico, come suo padre... ed ora aveva scoperto che era realmente un suo parente così stretto. Accidenti a lei, doveva essere più cauta. Si diede mentalmente della stupida mentre corse ad abbracciare il suo piccolo tesoro, che però si dimenò dalla presa. Corse in direzione di Draco, prendendo dei lembi dei pantaloni. Alzò lo sguardo, gli occhi erano pieni di lacrime che cadevano da essi, rigandogli le guance.

- Papà!!! Tu sei il mio papà!!!-, si intestardì ed incalzò Dominick, sperando che il suo papà, grande e forte come l'aveva sempre immaginato, si abbassasse e lo prendesse in braccio, avvolgendolo nella sua calda stretta, proteggendolo da tutto e da tutti.

- No... no, non credo proprio... sai Nick... prima il tuo papà era Micheal Corner... poi magicamente sono io... credo che la mamma abbia le idee un po' confuse a riguardo. Tentativo di mettere in difficoltà il suo nemico... o semplicemente la pura verità?

Si inginocchiò all'altezza del bimbo, che lo guardava perplesso. Ma non gli importavano le parole che erano appena uscite dalle sue labbra. Lui se l'era sentito... era il suo papà, ne era certo! La mamma si era sbagliata a credere fosse quel cattivone di Micheal Corner! Buttò i braccini addosso al biondo mangiamorte, abbracciandolo forte, forte, continuando a piangere. Rachel, dal canto suo, era rimasta ferma ed immobile ad osservare la scena.

Fece alcuni passi verso di loro, indecisa sul da farsi, ma quando vide che Draco stringeva forte il bimbo, un flash le attraversò il cervello, e si sentì come se avesse sempre saputo cosa fare. Si avvicinò velocemente a loro, ed inginocchiandosi a terra, li abbracciò entrambi.

- Sì, Draco... -, disse scoppiando a piangere. - Gli esami non mentono, tu sei il padre di Dominick. -, pregò in cuor suo perché Draco accettasse la questione, e non scappasse ancora una volta, una seconda volta.

Lui allentò un po' la presa sul bambino, lasciandola definitivamente dalla parte in cui si trovava Rachel. Le passò il braccio intorno alla vita e la strinse a se, dandole un bacio sulla fronte, uno sulla guancia, seguiti infine da uno sulle labbra, tornando a stringere forte anche suo figlio.

Pochi minuti dopo, tutti e tre si calmarono. Dominick crollò esausto, un po' per il pianto, un po' per la shockante notizia, un po' per l'ora. Erano le tre passate, quando Si alzarono dal pavimento. Rachel prese ll figlio in braccio e lo mise nel suo letto, coprendolo ben benino.

Si girò verso Draco.

- Ora... cosa intendi fare?-, disse, cercando di ricomporsi, darsi un tono, e riprendere la sua aria gelida. Cosa praticamente impossibile dopo che la scottante verità era giunta anche davanti agli occhi di Draco.

- Rachel, almeno quando parli con me, togliti quella dannata maschera... non mi piace... sii te stessa per una volta! -, decise di lasciar perdere, non era certo quello il momento di litigare per il tono della ragazza, - Cosa intendo fare? Bella domanda... Al momento ho tante di quelle cose da valutare... dovrò trovare il modo di trarmi di impaccio...

- Ok, allora saluta Dominick, non credo vi vedrete più...-, replicò lei, acida.

- Che cavolo stai dicendo adesso? Mh... ma cribbio! -, alzò per un momento la voce irritato, possibile che capiva sempre fischi per fiaschi? Accidenti a lei, forse non si era resa conto della gravità della situazione in cui si trovava. Tradire Voldemort non era di certo una passeggiata... decisamente no!

- LO SO COSA STO DICENDO!!!!-, sussultò, tappandosi la bocca. Non era il caso di svegliare Dominick, o si sarebbe appiccicato a Draco come un Koala cucciolo fa con la mamma. E si ordinò anche mentalmente di non ridere per la visione, appena formatasi nel suo cervello, del bambino avvinghiato al ragazzo come un Koala!!! Riaprì la bocca, stavolta un filo di voce uscì dalle sue labbra. - So quello che dico. Sei un mangiamorte, per di più ricercato, perché sei evaso, e per quanto io ti voglia bene non ho la minima intenzione di nasconderti qui e mettere in pericolo mio... nostro figlio.

- Non ho mai detto di volermi nascondere qui... sciocchezze... non lo farei mai, non sono tanto stupido come credi, sai? -, domandò ironicamente, - Semplicemente sai benissimo anche tu che con lui no si scherza, soprattutto non si progettano tradimenti facili, da un giorno all'altro per di più!

Il ragazzo si voltò verso la finestra (uscire dalla porta non era proprio una cosa cauta da fare), l'aprì e fece per uscire, ma si senti abbracciare da dietro. Rachel aveva appoggiato il viso contro le sue spalle.

-... l'allarme non é stato ancora dato. Torna nella cella, domani verrà Hermione, io mi offrirò come tuo garante, avremo un mese di tempo per dimostrare che sei innocente. Non fare sciocchezze ti prego, segui il mio consiglio, ed avremo buone probabilità di dare a Dominick anche un padre.

Lui annuì, un po' incerto ovviamente, stringendo una mano di Rachel.

- C'è solo un problema... io come ci torno in cella? I miei scagnozzi, o meglio, quelli di tu-sai-chi non accetteranno con il sorriso sulle labbra il mio ritorno lì... aspetta! -, un'idea sembrò balenargli nella mente, come un fulmine a ciel sereno. E se lui avesse scoperto questa cosa indagando? L'oscuro signore a trovarlo in quella situazione sarebbe stato alquanto contento. Stava sempre con le Dickinson, poteva girare liberamente senza camuffarsi... e sarebbe stato probabilmente discolpato!

Il ragazzo si girò verso di lei, le prese il viso tra le mani e, curvandosi un po', fece incontrare le loro labbra in dolce e casto bacio.

- Draco, ma...-, tentò di dire qualcosa Rachel. Draco le appoggiò un dito sulla bocca ed uscì dalla finestra. Scese giù e si smaterializzò, scomparendo così velocemente, tanto quanto era comparso.

Non riusciva a capire cosa frullasse per la mente del ragazzo, ma sperò fosse qualcosa di buono. Intanto, era meglio non dire ancora agli altri di quell'incontro...

 

Fine capitolo 13

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 14 - La nuova dimora ***


Capitolo 14

Capitolo 14 – La nuova dimora

 

L

a mattina dopo Rachel si svegliò con delle occhiaie bluastre che le contornavano gli occhi. Dopo l’uscita di scena dalla finestra di Draco non era più riuscita a chiudere occhio. E come biasimarla? Fortunatamente Dominick era riuscito a dormire, apparentemente in un sonno senza incubi. Andò in bagno, si lavò il viso e, alzandolo, si fermò ad osservare la sua immagine riflessa nello specchio. Aveva un aspetto a dir poco orrendo, a parere suo. Tornò in camera per dare un’occhiata al suo piccolo tesoro; dormiva ancora beatamente. Gli diede un bacio sulla fronte, dopo avergli rimboccato meglio le coperte, che dormendo erano scivolate quasi del tutto a terra. Chiuse la porta della stanza e scese al piano di sotto, da dove arrivava un aroma di caffè, come ogni mattina o quasi. San stava seduta in cucina a leggere distrattamente un giornale, era già vestita. Probabilmente era uscita a correre. Salutò con un cenno della mano la gemella e si versò una tazza di caffè bollente, sedendosi al tavolo con lei.

- San... avete... ehm... sentito strani movimenti per casa, stanotte?-, chiese Rachel, come nulla fosse, per assicurarsi che la sorella non sapesse nulla.

- Mh... no, io dormivo beatamente... ma perché me lo chiedi? È successo qualcosa? -, domandò con uno sguardo inquisitore.

Aveva appoggiato il giornale sul tavolo, assieme alla tazza di caffélatte e aveva preso ad osservarla attentamente, anzi, a scrutarla.

Rachel prese un paio di zollette di zucchero, le buttò con poca delicatezza nel suo cappuccino, e prese a ruotare il cucchiaino all'interno del beverone, vorticosamente. Le sue braccia tremavano, era decisamente nervosa.

- No, nulla, é che mi sono svegliata sentendo dei rumori, tutto qui...

San inarcò un sopraciglio.

- Oh sì, se mi dicessi che hai dormito male sarei anche piuttosto d'accordo... hai delle occhiaie da paura... ma se mi dici che ti sei svegliata sentendo dei rumori non ti credo. E poi, se li avessi sentiti svegliandoti, non mi avresti chiesto se avevo sentito rumori nella nottata. -, riprese a sorseggiare con fare noncurante il suo caffè, riprendendo a leggere il giornale.

Che ragionamenti... La testa di sua sorella era davvero un caos. Decise di non dare peso alla cosa, perché comunque San non aveva scoperto nulla. Dopo poco arrivò anche Ginny in cucina, e successivamente un boato spaccatimpani si levò dall'ingresso. Hermione, Harry e Ron erano entrati in casa e stavano tentando di chiudere la porta, cosa piuttosto difficile, visti tutti i giornalisti che li avevano inseguiti.

Ginny roteò gli occhi, e corse all'ingresso dai tre, che erano finalmente riusciti a chiudere la porta.

- Dannazione, lo sapevo, questo posto non è più sicuro, ma nemmeno casa nostra e casa tua! Sono dovunque!

- Buongiorno Gin! -, disse Harry scoccando un bacio a fior di labbra alla sua ragazza, ignorando il rosso che gli predicava dietro.

- Potresti anche degnarti di ascoltarmi quando parlo, Harry!

- Quanto sei bella stamattina amore, ma quando mai tu non lo sei?

Ron tirò uno scappellotto dietro la nuca di Harry. Non lo credeva idiota fino a quel punto.

Arrivò dopo poco Rachel con Dominick in braccio, che si era svegliato di soprassalto ed aveva le lacrimucce agli occhi per il pianto.

Rachel gli aveva fatto appoggiare la testa sulla spalla, cullandolo, e ora stava facendo segno ai ragazzi di abbassare la voce.

- Scusa Rachy. -, sussurrò Hermione, sorridendo dolcemente in direzione del bimbo dagli occhi azzurri, che li apriva e li richiudeva sempre più lentamente, ricadendo tra le braccia di Morfeo.

- Allora... da chi si va?-, chiese Ginny, titubante.

Harry scosse la testa, Ron fece spallucce, Hermione si portò una mano al mento, con fare meditabondo.

Già, da chi potevano andare? Alla Tana? No sicuramente anche quella era assaltata dai giornalisti, e Grimmauld Place n°12 pullulava di Auror, era meglio non inoltrarsi lì.

Dopo poco Rachel e San, che li aveva appena raggiunti in salotto, si guardarono.

- Ares... -, mormorò Rachel, sorridendo luminosa.

La sorella la guardò torvo.

- Non ci pensare nemmeno, levatelo dalla testa! -, ribadì decisa.

Rachel sogghignò, guardando il gruppo di amici, che al contrario di San, sembravano piuttosto d'accordo.

- Io penso sia un'ottima idea! Vive a Nokturne Alley, no? Nessuno penserà che in una situazione simile ci rifugiamo proprio lì, inoltre, nessuno sa dove abita!

- Ma Ares è il cugino di Draco, è possibile vengano a saperlo benissimo!

- Quasi nessuno sa che sono cugini... Ad Hogwarts non facemmo girare la notizia, ricordi? Lo sapevano solo quelli che erano sempre con noi, i professori e qualcuno esterno al gruppo, tipo Luna, o il suo amico Blaise Zabini, o Pansy. Ma tanto Pansy, l'unica che lo racconterebbe a tutti, é un po' morta e un po' seppellita, per poter spifferare ancora pettegolezzi.

- Non è detto che lui accetti...

- Basterà chiederglielo... -, disse Harry vittorioso, - Mi dispiace solo che Gin non potrà stare con me...

- Harry... -, lo rimproverò Hermione, - Non mi sembra il momento!

Ginny, dal canto suo, ignorò il commento di Hermione e si buttò addosso ad Harry, che era seduto su una poltrona, dove lo abbracciò e lo baciò, ridendo divertita.

Rachel roteò gli occhi ed andò nell'altra stanza. Era meglio che Dominick non vedesse certi atteggiamenti, una volta sveglio. Era già troppo precoce ad avere tre fidanzatine, non voleva ci facesse pure qualcosa, con quelle fidanzatine.

- Ah, a proposito... Ron, Harry, si anche tu, richiedo la tua attenzione su di me per qualche secondo, dimenticando Ginny! Ricordatevi che oggi dobbiamo andare da Draco, mi raccomando! Non perdetevi via in non-so-che!

- Ma sì... lo sappiamo... -, fece Harry sbrigativo continuando a coccolarsi la piccola dei Weasley.

Ron fece sedere la futura moglie sulle sue ginocchia, accarezzandole il pancione e dandole tanti piccoli baci sul viso.

- Non preoccuparti tanto, saremo puntuali... fidati per una volta...

- E' quel "per una volta", che mi preoccupa. -, mormorò Hermione sospirando, prima di lasciarsi andare al coccolare di Ron, mentre Rachel, rimesso Dominick a dormire, scriveva un gufo ad Ares.

Tornò al piano di sotto, solo dopo averlo inviato al destinatario. Ora dovevano solo attendere una risposta, che già conosceva. Ridacchiò un poco, quel ragazzo non le avrebbe mai negato un favore simile, anche perché l'avrebbe trucidato in caso di risposta negativa. L'avrebbe messo nel forno, con una mela in bocca e arrostito insieme alle patate, assicurato. Inoltre, ne era certa, sarebbe stata un'ottima occasione per sua sorella. Chissà, magari finalmente avrebbe smesso di fare la parte della fredda ragazza menefreghista, sempre sull'attenti quando si parlava del ragazzo... era sempre stata una tipa piuttosto distaccata, però... chissà... ai tempi di Hogwarts era riuscita a mettere da parte almeno un po' questa sua indole, e questa situazione poteva avere anche dei risvolti positivi, almeno da un lato.

 

***

 

- Mi fa piacere che tu abbia accettato!-, disse Rachel aprendo la porta ad un Ares in preda ad un attacco cardiaco. Aveva corso così velocemente per la felicità che sarebbero andati da lui, che ora aveva l'affanno, sembrando un cane in calore. (scusate x il brutto paragone ndRachel =P)

- Di... di nu... di nulla... Ci ho anche messo un po' per seminare per le scale i giornalisti, fammi entrare, presto, prima che arrivino!

La ragazza si scostò di lato e lo fece entrare richiudendo subito dopo la porta. Lo accompagnò in salotto, dove sedevano una San imbronciata, intenta a guardare la televisione, e due coppie di piccioncini intenti a farsi coccole a tutto spiano. Rachel sospirò, facendo accomodare Ares e chiedendogli se gradiva qualcosa da bere. Hermione, Ron ed Harry erano rimasti ancora lì, data l'impossibilità di uscire senza farsi notare. Sarebbero andati via solo una volta affidate le ragazze e il bimbo ad Ares, per raggiungere Draco.

- Un bicchiere d'acqua... anzi, tutta la bottiglia, fai prima!-, rispose il ragazzo alla domanda di Rachel, ancora affannato.

Rachel ridacchiò di gusto ed andò in cucina, dove prese una bottiglia di acqua fresca e un bicchiere e li portò ad Ares.

Quando Rachel andò in camera sua a prendere una cosa, gli altri si guardarono.

- E' così da quando si é svegliata. - , spiegò Ginny ad Ares.

- Mi stai dicendo che si é svegliata tutta allegra e pimpante?-, chiese lui, sorpreso.

Hermione sospirò.

- Beh, se non altro sta meglio.

- Spero solo non stia fingendo... -, disse Harry, cupo.

- Ma no, vedrai che se ne sarà fatta una ragione, tutto qui... Magari crede che Draco non é colpevole... o cose così... -, intervenne Ron.

- Oh, vi preoccupate troppo! Se Rachel è allegra vuol dire che sta bene, altrimenti lo farebbe vedere! Siamo tutti nello stesso brodo, no? -, intervenne inadeguatamente San.

I presenti la squadrarono un po' storto.

- Ma che stai dicendo? Se noi siamo nello stesso brodo, lei è nella zuppa direttamente! È più partecipe, dato che c'è di mezzo Draco, no?!

- Sono d'accordo con Ginny, San... anche se riuscissimo a scagionarlo e a farlo risultare innocente, sicuramente la situazione risulterà difficile per lei!

- Anche se riuscissimo a scagionarlo, non significa che lui non sia colpevole. -, spiegò Harry. - E comunque... non so se Rachel lo voglia ancora, tutto sommato, l'ha trattata davvero male la prima volta, e ora l'ha delusa di nuovo.

- Ohhh, ma quanto siete tutti complessati qui dentro! Non fasciatevi la testa prima di romperla! -, brontolò la gemella dai capelli corti, alzandosi e dirigendosi in cucina, per frugare nel frigo.

- Ma che le prende? -, domandò Ron piuttosto contrariato, scuotendo la testa.

- E' nervosa perché deve venire a casa mia...-, disse Ares improvvisamente, abbassando lo sguardo, mogio.

- No, no sono sicura che è la situazione in se! Lo sappiamo tutti che è testarda! -, si allarmò Ginny.

- Sì, è possibile... non è detto sia perché debba venire a casa tua, no?

- Avanti ragazze, sappiamo benissimo che è per quello, è inutile che lo illudiate del contrario!

- Harry sei un'idiota! Non è detto!

- No, Harry ha ragione... é per quello... beh pazienza... -, si alzò e si diresse verso la finestra. Guardò fuori, immerso nell'educato silenzio della stanza. Dopo un po' si girò verso di loro, con un sorriso smagliante.

- Tanto si sta ricordando di me!

- Davvero?! -, domandarono in coro Ginny ed Hermione entusiaste.

 Il ragazzo annuì, alzando le braccia e facendo il segno della vittoria con le mani.

- Ah... beh... se lo dici tu...

 

***

 

Poco più tardi, dopo aver preparato le valige, le ragazze ed il bimbo erano finalmente pronti a partire alla volta della dimora Lestrange.

Il ragazzo era estremamente nervoso, tanto che, quando Rachel posò una mano sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione, fece un salto di almeno mezzo metro mettendosi ad urlare come una gallina spennacchiata. La giovane mamma scosse la testa, schiaffandosi una mano sulla fronte. Forse sarebbe stata più dura del previsto.

- Ares, la smetti di urlare come una donnetta? -, bofonchiò San piuttosto irritata.

- Ehm... sì... sì... scusa... ora mi calmo...-, rispose una volta tornato a terra, facendo un sorrisetto tremante in direzione delle due gemelle, che lo guardavano senza parole, mentre Dominick allungava le braccia al soffitto, e tentava di saltare, per imitare Ares.

Rachel prese una mano del bambino e lo strattonò leggermente.

- NON-FARE-QUELLO-CHE-FA-ARES! Per carità! Mai più!!! Non ci provare neanche!

Il bimbo si fece venire due lacrimucce agli occhi, mentre il ragazzo la guardava offeso.

- Dai... meglio andare... altrimenti qui si fa notte! -, disse Ginny incerta, continuando a guardare verso il soffitto. Come diavolo aveva fatto a saltare così in alto quel ragazzo? Alla faccia dei nervi tesi! Ares annuì, sbuffando un poco pensando all’orrenda situazione in cui si era cacciato, ancora una volta.

Entrarono nel camino uno dopo l'altro, Dominick con Rachel, ed arrivarono in pochi secondi a casa di Ares.

- Ahiaaa mamma sono atterrato sul popò!!!-, si lamentò Dominick, ma Rachel non gli prestò attenzione, troppo intenta a scrutare con aria divertita sua sorella e il ragazzo, che le era caduto addosso e pareva non udire le proteste di San, troppo occupato a contemplarla nella sua bellezza semplice e fresca.

Dominick offeso tirò la mamma per la gonna, urlandole nuovamente che si era fatto, come diceva lui, estremamente male! Nel frattempo San aveva scaraventato il povero Ares quasi dall'altra parte della stanza, urlandogli dietro a squarciagola che era un demente e che con il suo dolce peso la stava facendo diventare una sardina.

- Ehm... Dominick cuciti la bocca, non é il momento, e tu San, calmati, non é il momento neanche per questo!!! Ora, Ares, gentilmente, evitando di fare il demente che non sei altro, ci mostreresti le nostre stanze? Grazie. -, disse Rachel, pacata, rivolgendosi a tutti e tre come una mamma con i figli. Niente da fare, da quando era diventata mamma, la sua indole materna la rivolgeva a tutti quelli che la circondavano, non solo a suo figlio.

Ares si diede una grattatina alla testa e fece segno al gruppetto dietro a lui di seguirlo. Ginny si mise a ridacchiare. Solitamente quel ragazzo parlava fin troppo, mentre ora era diventato stranamente muto.

- Oh... a proposito Ares, grazie mille dell'ospitalità! Non so se te l'avevo già detto, ma meglio due volte che nessuna, no? -, sorrise la rossa, - In fin dei conti ti stiamo portando via tutta la privacy, praticamente!

Ares arrossì di botto.

- Err... ehm... dunque... si... ecco... -, il suo sguardo sfrecciò su San e si illuminò improvvisamente. - Ma figuratevi!! E' un piacere! Un onore! Meglio con voi che solo!!!! E poi... beh... ohohoh... sono troppo contento che siete qui, davvero!

Rachel ridacchiò e gli diede una gomitata nelle costole.

- Gh gh gh... contento che siamo qui? Io direi “Contento che SAN E' qui!”

Il ragazzo iniziò ad arrossire fino ad essere paragonabile ad un bel pomodoro maturo, mentre dalle sue orecchie iniziava ad uscire fumo come da una vecchia caffettiera. Lanciò di sfuggita, di nuovo, uno sguardo verso San che guardava fuori da una finestrella lì vicino, con aria assai annoiata. Sospirò e si girò verso Rachel iniziando a tirarle i capelli ed a farle il solletico per vendetta.

- AHIIAAA!!!

Per vendetta la ragazza si girò di scatto e gli mollò uno schiaffo ben assestato sul volto.

- I MIEI CAPELLI NON SI TOCCANO!!!!!-, disse furibonda.

Dominick incrociò le braccia ed annuì, con fare saccente.

- E' vero, i capelli di mamma non si toccano, l'ultima volta che zia San glieli ha tirati, si é ritrovata con un morso sul braccio...

- CANNIBALE!!!-, scattò Ares, allontanandosi da lei e nascondendosi dietro Dominick.

Il bimbo sbuffò e li guardò con aria di superiorità, avviandosi verso il piano superiore della casa. Ma dove era finito? I suoi compagni dell'asilo, lui compreso, erano molto più adulti! Cominciava a pensare che loro, invece, erano dei bambini appena nati intrappolati nel corpo di adulti.

Si girò un attimo, mentre saliva le scale, e scosse la testa esasperato, mentre Rachel rincorrva Ares per il salotto. Continuò a salire, noncurante di quei bambini. Ginny e San si guardarono sconcertate. Decisero di ignorarli e, prendendo le valige, si avviarono anche loro al piano di sopra.

- Ginny... una curiosità... ma hanno sempre fatto così? -, chiese scrutando la rossa, che stava di spalle, con lo sguardo verdino.

- Così?? No... no... certo che no... facevano di peggio!!! Ricordo che una volta, durante una lezione di pozioni, cominciarono a litigare e buttarono vari ingredienti nella pozione dell'altro, fecero esplodere tutto il sotterraneo di Piton, e il professore li mise in punizione per due settimane... dovettero anche ripulire tutto. E mentre ripulivano, litigavano...

Se solo avesse avuto le mani libere dalla presa delle valigie si sarebbe schiaffata una mano in fronte.

- Che idioti... almeno fossero cresciuti un poco... ma a quanto pare va sempre peggio... Mi decadono ancora di più!

- Ma no dai... in fondo si divertono. Quando esplose il sotterraneo di Piton si guardarono e scoppiarono a ridere, e si chiesero scusa a vicenda. Si vogliono bene, il problema é che sono incompatibili, tutto qui... ma io sono certa che si considerino un po' come fratelli... sai, se ad esempio Rachel stesse male, sono pronta a scommettere che Ares, in assenza di Draco, non abbandonerebbe per nessuna ragione il suo capezzale... non l'abbandonerebbe mai. In fondo... é la sorella della ragazza che ama, no? Se ama te, un po' gli piace sicuramente anche lei, siete identiche!

- Ma per favore… se si vogliono bene è perché fra di loro c’è questo sentimento, non perché Rachel è la mia gemella! Lei ed io, inoltre, ci assomigliamo solo d’aspetto… per il resto lo sai bene anche tu che siamo i due poli opposti! E poi che significa che se gli piace una gli piace anche l’altra? Ridicolo!

San affrettò il passo e superò Ginny sulla scalinata. Arrivata in cima posò le valige e si sedette appoggiata ad una parete, in attesa che i due eterni bambini si decidessero a salire.

- Beh... forse ho detto una cretinata, é vero... ma non é detto... potrebbe anche essere... e poi lui assomiglia a Draco nei lineamenti, no? Chissà... io credo che tra loro potrebbe nascere qualcosa.. tanto é inutile, lei non tornerà con Malfoy e lui non ha speranze con te... cosa faresti tu, se loro si mettessero insieme?

Un colpo al cuore.

Per San, la domanda di Ginny, fu un colpo al cuore.

Ares e Rachel?

No, era impensabile!!

Beh... a lei non importava niente, ma non voleva che la sua sorellina stesse con un decerebrato del genere.

Però...

NO! No, no e no! A lei non importava niente di Ares Lestrange, se la cosa non le andava giù era solo per la sorella...

... o no?

Ginny e Dominick si guardarono e il bambino sorrise alla rossa. Si avvicinò a lei.

- Zia Ginny, sei proprio cattiva!!!

Ginny fece segno al bimbo di stare zitto, e gli fece l'occhiolino.

No, non era cattiva. Voleva solo risvegliare i sentimenti di San... in fondo, sapeva che le avrebbe dato fastidio un cambiamento di opinione su di lei da parte di Ares.

- Che facciano quello che vogliono... e poi tanto Rachel ama Draco... non si metterebbe mai con quell'idiota...

Ginny fece un girò su se stessa, pestando pesantemente i piedi a terra. Possibile che quella ragazza doveva sempre trovare l'ultima parola in qualche modo? Lei tentava di spronarla per farla ricordare e San rispondeva con fare noncurante!

- San... tu... tu... ahhh... sei odiosa, ecco!!!

Detto questo prese la sua valigia ed entrò nella prima delle tre camere da letto. C'erano due lettini, sicuramente lì avrebbero dormito lei e San, perché Rachel doveva dormire con Dominick.

Posò il suo bagaglio ai piedi del letto accanto alla finestra, che spalancò per far prendere aria alla stanza, che doveva essere stata chiusa per molto tempo.

San la seguì a ruota, posò, o meglio buttò, la valigia sul fondo di uno dei due letti e ci si buttò sopra anche lei. Respirò a pieni polmoni l'aria fresca che stava entrando nella stanza, si rigirò dalla schiena sulla pancia e chiuse gli occhi. Fece un piccola smorfia per l'odoraccio che emanava il copri lenzuolo di quel letto, ma non ci diede molto peso. Ginny prese a disfare la valigia e a mettere molto ordinatamente i capi in una delle ante del grande armadio di legno lavorato. Dominick guardò la scena allibito... forse sarebbe stato meglio che quelle due non avessero dormito insieme, non sembravano andare molto d'accordo le sue ziette, pensò.

Dopo un paio di minuti, quando Ginny stava già disfacendo i bagagli, e posando i capi d'abbigliamento nell'armadio, Rachel bussò leggermente alla porta socchiusa.

- Toc toc, é permesso?-, chiese dopo che era già entrata.

Prese in braccio suo figlio, che appoggiò la testolina bionda sulla spalla della madre, chiudendo gli occhietti azzurri, arrossati per il sonno.

- Ehi, piccolo, hai già sonno? Non é neanche mezzogiorno...

Il bimbo, in risposta, emise un grugnito stanco, mischiato ad uno sbadiglio, e si accoccolò meglio tra le braccia della mamma.

La giovane donna sorrise e lo lasciò riposare. Si girò prima verso Ginny, tutta intenta a canticchiare mentre riponeva le sue cose nei cassetti, e poi verso la sorella, sdraiata sul letto, con un muso imbronciato tipo bambina che aveva appena ricevuto una sgridata.

Ridacchiò un pochino e si avvicinò alla gemella, sussurandole all'orecchio.

- Ehi sorellina dai aiutami a disfare le valige, ci divertiamo. Ricordi? Come quando da piccole tornavamo dalle vacanze... ci divertivamo a disfarle, scambiandoci i vestiti... mamma odiava quando lo facevamo, perché poi non ci riconosceva, quando io mettevo i tuoi pantaloni e tu le mie gonne.

- No... non ho voglia di riporre i vestiti nell'armadio... meglio che se ne stiano in valigia... tanto prima o poi dovrei rifarla...  -, rispose bofonchiando San, voltandosi dall'altra parte. Prese ad ammirare la parete di fronte a lei con fare assai interessato, scrutando ogni minima venatura del muro ed il suo colore bianco, ormai grigiastro per il tempo che si portava appresso. Rachel roteò gli occhi e li posò su Ginny, che ancora canticchiava allegramente.

 

***

 

Erano le undici e mezza, ed Hermione, scortata da Ron ed Harry, era pronta ad attuare il suo piano. Solo che c'era un piccolo problema: non avevano pensato che Rachel doveva andare con loro, per dichiararsi come garante di Malfoy.

- Beh... tanto non credo il processo sia subito... giusto? Abbiamo tutto il tempo di andarla a prendere... ci può pensare Harry ad andare, smaterializzandosi ci metterà pochi minuti a tornare.-, la rassicurò Ron.

La brunetta scosse la testa, non andava bene, se iniziavano a perdere punti preziosi sin dall'inizio non avrebbero mai vinto la causa.

- Harry... mancano ancora una decina di minuti, per favore vai a prendere Rachel, altrimenti partiremo svantaggiati! Lei sarà uno dei primi punti da mettere in chiaro!

- Sissignora!!!-, disse lui con molta enfasi, portandosi una mano sul volto, imitando un soldato, e smaterializzandosi all'istante.

Ron intanto si stava innervosendo ogni secondo di più, tanto che, a un certo punto, per calmarsi, prese a massaggiare le spalle della sua futura moglie. Hermione si stava rilassando, e rilassandosi lei, si rilassava anche lui. Strano, ma vero!

Dopo qualche minuto arrivarono Harry e Rachel.

- Scusa Hermione. Che stupida! Devo essere sua garante e mi dimentico di venire...

- Oh, Rachel! Non è colpa tua figurati... purtroppo abbiamo tutti la testa altrove! -, sorrise e portò lo sguardo al raffinato orologio che portava al polso, - Bene, giusto in tempo direi, tra cinque minuti dobbiamo essere in aula, direi che potremmo cominciare ad entrare! Ron? Ron?! Puoi anche lasciarmi andare sai, tesoro?

Il giovane uomo si scosse improvvisamente, staccandosi dalla donna con riluttanza.

- Ehm... scusa...-, disse spicciamente, ignorando le risatine di Harry e Rachel.

Dopo qualche minuto il gruppetto, con Hermione a capo, entrarono nel tribunale, dove il giudice e la giuria erano già pronti.

- Oh... guardate. Ecco Malfoy!-, disse Harry indicando l'entrata del tribunale, dove l'affascinante braccio destro di Voldemort stava facendo il suo ingresso, ben ammanettato e con una scorta di una ventina di auror al seguito, pronti per ogni evenienza o tentativo di fuga.

Rachel, la cui testa era tempestata da flash di quella notte, fece per correre verso di lui, quando i loro sguardi si incrociarono, ma fu fermata da Hermione, che le sussurrò di non fare sciocchezze in pubblico. Se avessero saputo che tra loro c'era una storia d'amore, non l'avrebbero accettata come sua garante.

Presero posto in uno dei due banchi collocati direttamente davanti al giudice e di fianco alla giuria, quello assegnato alla difesa del testimone. Poco dopo si alzarono in piedi per accogliere un simpatico vecchietto, dalla lunga barba bianca. Sospirarono di sollievo, nel vederlo, fortunatamente il giudice che avevano assegnato alla causa non era altri che Silente, che, quale presidente del Wizengamot, aveva ritenuto più giusto partecipare in prima persona alla causa di Draco Malfoy, essendo stato allievo della sua scuola e... ehm... "caro amico" delle sue nipotine.

Passarono diverse ore molto combattute. Hermione faceva tutto il possibile per difendere Draco, o meglio, per portare la verità in un modo che non equivalesse alla condanna di Malfoy. Ma gli avversari non mollavano ed, essendo il giovane uomo veramente un mangiamorte, la situazione risultava sfavorevole alla brunetta. Ma lei sapeva come giocare in modo corretto le sue carte ed infatti ottenne quello che voleva. Tempo un mese per dimostrare l'innocenza di Malfoy o, in caso di torto, di dimostrare che in lui c'era del buono. Rachel fu nominata sua gerente, ma ad un'unica condizione: non avrebbe mai, mai dovuto lasciare Draco da solo fino al processo successivo.

Rachel accettò la piccola clausola con infinito piacere, il che fece insospettire non poco la giuria. Ma il giudice era Silente, punto e basta, e questo era un punto a loro favore, perché anche lui, come loro, voleva scagionare Malfoy.

Silente fissò la data del successivo processo esattamente lo stesso giorno, ma del mese dopo e sciolse la seduta con due colpi secchi del martelletto che teneva sull'angolo destro del suo banchetto.

 

Fine capitolo 14

 

 

Ciau a tutti gente!

 

*San e Rachel in ginocchio*

 

Chiediamo perdono per non esserci fatte sentire per tanto tempo, ma soprattutto per non aver aggiornato per tutta questa eternità! Eh... purtroppo la scuola ci tiene un impegno indecifrabili, inoltre abbiamo avuto alcuni problemi personali che ci hanno impedito di andare avanti a scrivere.

Ma ora siamo qui! Probabilmente per motivi che non stiamo a raccontarvi e per la scuola non aggiorneremo spessissimo, ma sappiate che non abbiamo abbandonato questa ff, né abbiamo intenzione di farlo!

Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenute e continuano a farlo leggendo, recensendo e inviandoci e-mail!

 

Al prossimo chap, chap!

 

San&Rachel Dickinson

 

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 15 - Notizie a non finire ***


Capitolo 15

Capitolo 15 – Notizie a non finire

 

Q

uella notte Rachel non riusciva a prendere sonno. Non riusciva a dormire con il pensiero che Draco era nel letto affianco a quello dove dormivano lei e Dominick. Erano le tre circa, quando si svegliò per l'ennesima volta.

"Beh... almeno sono riuscita a dormire dieci minuti stavolta...", pensò sarcasticamente, rigirandosi sotto le coperte. Si girò verso il letto di Draco, e, sebbene la luce fosse spenta, lo vide chiaramente sveglio, seduto su un lato del letto, con il viso appoggiato tra le mani. A cosa stava pensando? Non riusciva proprio a immaginarselo. Magari era felice di essere lì con loro... con lei e con suo figlio. O forse si era pentito di essere tornato ad Azkaban la sera prima, e aveva paura delle conseguenze che ci sarebbero state, una volta che l'oscuro signore avesse scoperto il loro piano. O magari semplicemente pensava che per un mese erano "costretti" a stare insieme giorno e notte... o chissà a quante altre cose poteva pensare. Erano passati così tanti anni da quando si erano lasciati... non escludeva che in quel momento potesse star pensando ad un'altra donna...

Lo vide coricarsi nuovamente a letto, sdraiandosi con il viso rivolto verso Dominick e lei stessa. Rachel chiuse gli occhi e deglutì nervosamente. Sentiva il suo sguardo puntato su di lei con fare insistente, penetrante. Non sapeva perché, ma era certa che lui la vedesse distintamente. Si rigirò nel letto e abbracciò forte il suo bimbo, rabbrividendo. Tirò le coperte fino all'altezza del naso e decise di fermare il flusso dei suoi pensieri, così da riuscire ad addormentarsi una volta per tutte.

Ma forse anche il destino era contro il farla dormire quella notte. Infatti, dopo pochi minuti il giovane mangiamorte era seduto sul bordo del suo letto.

Era inutile far finta di dormire, sapeva che lui non lo poteva prendere in giro facilmente.

Si alzò a sedere e si guardarono un paio di minuti, avvolti dal silenzio della notte.

- Non riesco a dormire... -, disse infine lei, dopo cinque minuti buoni.

Il ragazzo ridacchiò.

- L'avevo notato... ma sai, nemmeno io riesco a dormire... sono ancora... un po' scosso...

Passò un mano tra i capelli color dell'oro del suo piccolo bambino, che in quel momento risultavano argentei, dall'assenza di luce che c'era nella stanza.

- È così piccino... eppure allo stesso tempo è così grande...

Le faceva male.

Le faceva troppo male quella visione.

Era troppo chiedere una famiglia normale? Suo figlio posseduto dal fantasma di sua sorella defunta ormai anni prima... l'uomo che amava e padre del suo bambino mangiamorte... il tutto con la ciliegina sulla torta che lei doveva fargli da garante, senza nemmeno poter essere sicura se fidarsi o meno di lui, e se lui sbagliava ne avrebbe pagato anche lei le conseguenze, con l'ulteriore e peggiore conseguenza che Dominick sarebbe rimasto senza una madre, né un padre.

Ma cavolo, sembrava succedessero tutte a lei!! Si portò le mani a nascondere il viso, prossimo ad un'inondazione di lacrime.

Draco la tirò più vicina a se e le carezzò la testa, appoggiandoci successivamente il volto.

- Non piangere Rachel... so che è egoista da parte mia dirlo, ma vedrai che riusciremo a risolvere tutto... Dominick non rimarrà solo e, se tu vorrai, quando finalmente questa storia sarà finita potremo vivere, finalmente, come una famiglia normale...

La ragazza alzò lo sguardo sul giovane, facendogli alzare il viso. Si guardarono lunghi istanti negli occhi e, dopo un brivido provato da Rachel, scostarono lo sguardo l'uno dall'altro. Accidenti... come faceva a capire tutto quello che le passava per la mente? Era incredibile, estremamente incredibile.

Si divincolò con delicatezza dalla presa di lui e sospirò.

- Meglio tornare a dormire... non vorrei che le nostre chiacchiere svegliassero Dominick, per una volta che quella...-, si tappò la bocca con una mano, velocemente.

Draco la guardò incuriosito. Cosa stava per dire? Per una volta che cosa?

- Per una volta che quella? Eh? Ma di che stai parlando? -, scoccò un rapida occhiata al bambino che dormiva profondamente e, successivamente, riposò il suo sguardo spaesato su Rachel.

- Niente... scusa... la stanchezza mi fa delirare...

Ma che stava dicendo? Gli stava nascondendo di nuovo qualcosa? L'ennesima cosa su suo figlio? Sul loro bambino?

Posò una mano su quelle di Rachel, che stringeva due lembi della vestaglia con fare nervoso.

- Cosa c'è che non va? Non mi sembra che la stanchezza ti faccia delirare sai? A me sembra, piuttosto, che tu mi nascondi qualcosa! Che cavolo ha Nick?!

La ragazza sussultò.

Si stava preoccupando per suo figlio, era una cosa naturale no? E allora perché lei non voleva che lui sapesse del problema di Dominick?

- Lui... ha... Dominick ha...

Draco le posò le mani sulle spalle, con fare incoraggiante. Doveva sapere la verità. Cosa aveva suo figlio?!

- Dominick... lui é...

Poche parole. Bastavano pochissime parole. Perché era così difficile pronunciarle? Forse perché non voleva dare un dispiacere a Draco? O non voleva che pensasse che lei era stata una cattiva madre, che non aveva saputo crescere il proprio figlio fuori dai pericoli della sua vita?

Draco le diede un bacio sulla fronte, sospirando.

- Sono preoccupato seriamente, lo ammetto, ma se non te la senti di dirmelo, in questo momento... puoi sempre dirmelo domani, d'accordo? Cioè... ormai oggi eheh... Abbiamo oltrepassato la mezza da diverse ore.

Si alzò dal letto di Rachel e la invitò ad accomodarcisi, le rimboccò le coperte mentre lei lo guardava spaesata e le diede un lieve bacio sulle labbra, dopodiché si coricò anch'egli nel suo letto.

Era dolce... premuroso... gentile... con Dominick era fantastico, e solo Dio sapeva quando la facesse sentire bene la sua vicinanza. Ormai non stava così bene da anni.

Doveva dirgli la verità, non poteva mentirgli. Era il padre di Dominick, aveva diritto di sapere.

Ci avrebbe pensato l'indomani mattina.

Ora era stanca. Le sue palpebre lentamente calarono, e dopo qualche movimento della testa per sistemarsi meglio sul cuscino, cadde finalmente tra le braccia di morfeo, con una nuova leggerezza nel cuore, data dalla vicinanza di Draco.

 

***

 

La mattina si svegliò di soprassalto, diede una rapida occhiata alla sveglia e cacciò un urlo. Erano le 13.00.  Si guardò intorno e non vide né Dominick né Draco. Accidenti, aveva lasciato solo il suo protetto e non aveva nemmeno preparato la colazione al figlio, anche se nella casa ci avrebbero potuto pensare sua sorella o altri. Corse in bagno, si lavò in fretta e furia il viso, lavò i denti e, tornata nella stanza, indossò la prima cosa che trovò in cima alla pigna di abiti. Si diede una rapida pettinata ai capelli, legandoli in una coda bassa e scese velocemente i gradini dell'appartamento di Ares.

Saltò gli ultimi quattro tutti insieme, il che lasciò San, che stava nel salotto a leggere un libro, leggermente perplessa: non era un tipo molto agile, e l'ultima volta che aveva provato a saltare solo due scalini insieme era caduta faccia a terra, con il naso schiacciato sul pavimento. E invece ora ne aveva saltati quattro senza problemi. Doveva essere successo qualcosa.

Infatti, vide la sua gemella dai capelli lunghi schizzare verso la cucina e sbraitare contro Draco per essersi allontanato da lei e non averla svegliata.

Sentì il ragazzo imprecare, affermava di essere stato un galantuomo, invece, siccome l'aveva lasciata dormire, stanca com'era. Il tutto fu susseguito da una tirata di orecchie da parte di Rachel e da un Dominick che non la smetteva più di ridere, a vedere i genitori litigare in quel modo così buffo. Scosse la testa sconcertata e si immerse nuovamente nella lettura, ma quando rialzò lo sguardo si trovò faccia a faccia con un Ares intento a farle le boccacce. Fece per cacciare un urlo, ma molto "gentilmente", preferì tirargli il libro in testa.

- Idiota! Che cavolo fai?!

In risposta, Ares, le fece un'altra smorfia, premendo con le mani sulle guance, in modo da avere una testa pseudo-schiacciata. Insomma, voleva far saltare i nervi a San, dato che farla arrabbiare era l'unico modo per parlare con lei. O litigavano, o lo ignorava, era la regola.

La ragazza gli tirò nuovamente il libro in testa e prese a scrutarlo attentamente. Quel ragazzo era davvero scemo, per i suoi gusti, si chiedeva che cosa lo spingeva a fare tanto il buffone.

- Hai finito o cosa? Vorrei continuare a leggere, grazie!

E, come nelle migliori delle litigate, lui rispose con un'altra smorfia, sperando di irritarla al punto che lei si fosse avvicinata per dargli uno schiaffo o cose del genere, e a quel punto avrebbe potuto tirarla e sé e... oh, ma che stava pensando? Che stupido. Abbracciarla o no, che cambiava? Lei lo odiava... Eppure lui desiderava così tanto stringerla a sé. Così, nonostante l'idea fosse stramba, continuò a sperare che lei lo colpisse, in modo poi da prenderla alla sprovvista...

Infatti, all'ennesima linguaccia, lei si alzò, pronta a dargli un bel cinquino, e lui era già tutto contento che il "piano" (ridicolo tra l'altro) stesse per funzionare... quando...

- Zio Ares, zia San, venite, mamma e papà stanno attaccati come due ventose, che schifo, non si staccano, sono incollati!!! -, disse Dominick, che era rimasto shockato...

Ares sorrise. Evidentemente Draco aveva attuato il suo stesso piano... farla arrabbiare per poi prenderla alla sprovvista... però... povero Nick.

San arrossì di botto e si schiaffò una mano in fronte. Prese il piccolo e si sedette nuovamente sul divano, tenendolo seduto sulle sue gambe. Accese la TV e cercò disperatamente un canale di cartoni animati per distrarre il bambino.

- Non preoccuparti, mamma e papà sono attaccati come due ventose perché si vogliono bene.

Dominick la guardò incuriosito e con un’aria ancora altamente disgustata, ma poi decise di dedicare tutta la sua attenzione alla scatola nera che trasmetteva, tra l'altro, il suo cartone preferito.

Improvvisamente, un gran fracasso rimbombò dalla cucina, per tutta la casa. San, con Dominick in bracco, ed Ares, corsero in cucina, per trovare tutto sottosopra. Rachel e Draco erano a terra, tutti infarinati e sporchi degli ingredienti della torta che stava preparando Ginny, che non era da meno in quanto ad infarinatura. Albus Silente si era appena materializzato, prendendo i due piccioncini di sorpresa, che per lo spavento erano caduti all'indietro, rovesciando tutto quello che c'era sull'isola dove stava lavorando Ginny.

- La... la mia torta... -, piagnucolò la rossa con due lacrimucce che le facevano *Din-Don-Dan" dagli occhietti cerulei.

Ares scoppiò a ridere, mentre Silente prese a darsi una grattatina alla barba. Forse doveva smetterla di materializzarsi senza avvisare nessuno, poteva provocare serie conseguenze.

Rachel, completamente rossa in viso, anche se ormai il tutto era celato dal colore biancastro della farina, si rimise in piedi e prese ad osservare il soffitto. Era certa che suo zio avesse visto tutto, il che era alquanto imbarazzante. Sapeva che lo zio era a conoscenza del rapporto fra lei e Draco, e che lui fosse anche il padre di Dominick, ma essere sorpresa in quella maniera a baciarlo... era alquanto sgradevole!

- Beh... buongiorno Silente... -, borbottò Draco rialzandosi a fatica. Si era preso una bella botta e gli faceva ancora male.

Silente decise di non dare peso alla cosa, e passare subito al dunque.

- Questo non é un posto sicuro. Dovete trasferirvi, tutti, nella Londra babbana, mescolarvi tra la gente comune, e sparire per un po' dal mondo magico.

- Oh, finalmente qualcuno che ragiona!!! -, borbottò allegramente San.

- La Londra babbana? Che bello! Vendono tante di quelle cose carine!!!

Ginny si mise a fare una piroetta allegra immaginando già tutti gli accessori carini che avrebbe potuto trovare nei raffinati negozietti che possedevano i babbani. Draco guardò perplesso Silente, fece per replicare, ma si zittì immediatamente. Non era più un mocciosetto, aveva una famiglia da difendere e non era il momento di mettersi a fare stupide storie perché doveva vivere nel mondo dei babbani, che aveva sempre disprezzato. Era pur sempre un Malfoy, dopotutto, e aveva vissuto sentendosi ripetutamente dire che i babbani erano essere inferiori, che non servivano a niente. Per questo motivo, ovviamente, la situazione gli risultava difficile, scomoda.

- Verranno anche zio Harry, zio Ron e zia Hermy con noi? -, chiese il piccolo Dominick, tirando un lembo del mantello di Silente per attirare la sua attenzione.

- Sì, piccolino. Manderò con voi anche Bill e Fleur. Sono stati coinvolti nella faccenda di Allie e di Voldemort, non é sicuro nemmeno per loro questo posto, ora.

Dopo aver ascoltato attentamente le parole di suo zio, Rachel prese parola.

- Ma zio, perché così all'improvviso? Che pericolo c'é, ora? Allie dorme... ehm... tu sai dove... -, scoccò un'occhiata preoccupata verso Draco. - E Voldemort... beh... lui é ad Azkaban, no?

Silente e Draco si guardarono, ma fu Ginny a rispondere, prendendo tutti di sorpresa.

- Credevi davvero che Azkaban potesse fermare il grande signore oscuro?

Rachel scosse la testa, abbassando lo sguardo. No, certo che non lo credeva, ma in cuor suo lo sperava ardentemente. Non se la sentiva, onestamente, di affrontare nuovamente il nemico, ed era certa che anche per gli altri era così, o almeno per sua sorella. L'idea di riaffrontare la gemella perduta e l'oscuro signore, dopo tutte le sofferenze che avevano già passato, non era di certo una bella prospettiva, soprattutto ora che c'era Dominick. Loro, ormai, erano adulti e vaccinati, ma il suo bambino era solo una piccola creatura incapace di difendersi e sapeva, infatti, che il nemico voleva servirsi di lui per arrivare a vendicarsi di lei e di San, ma soprattutto di Harry. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Prese parola Draco.

 - D'accordo... ma dove andremo? Per acquistare un appartamento e sistemarsi ci vuole un sacco di tempo che noi non abbiamo...

- Non é un problema, ho già provveduto io all'appartamento... dovete allontanarvi da qui. Avrei preferito mandarvi all'altro capo del mondo, ma mi é parso esagerato, così ho deciso di mandarvi a Boston. Lontano da qui, ma nel caso di pericolo da lì non vi sarà difficile mettervi in contatto con Grimmauld place e la caserma auror.

- Un appartamento? Ma zio, non vorrai rinchiuderci tutti in un misero appartamento, vero?

- Beh... ma San, affittarne più di uno... viene a costare molto caro, no? -, domandò Ginny innocentemente, portandosi una mano sotto il mento, con fare pensoso.

- Effettivamente tornare come ai tempi della stanza della necessità non è che mi fa fare i salti di gioia -, constatò Draco, ripensando a quanti litigi inutili erano nati per la poca privacy ed il poco spazio.

- No, ragazzi, ho detto che dovete stare tutti insieme, questo é quanto. I poteri vi verranno tolti questa sera, mi vedo costretto a privarvi di essi, come ho detto dovrete mischiarvi con i babbani. Preparate i bagagli, partirete alle 24.00 precise, ad attenervi a quell'indirizzo ci saranno già Bill, Hermione e gli altri, e ovviamente la vostra casa sarà tenuta sotto controllo dagli auror.

- Però in caso di pericolo, senza i nostri poteri, non potremo difenderci... Abbiamo sempre vissuto, almeno Rachel ed io, fra i babbani a Tolone. Ed anche Hermione, e non ci hanno mai scoperti...

- Lo so ragazze, ma se siete maghi possono trovarvi in qualsiasi modo. E' vero che non potrete difendervi da voi, ma é meglio che non vediate ciò che  vi accade intorno.

- Cioè in pratica se ci assale un dissennatore meglio che non lo vediamo, giusto zietto?-, chiese Rachel, con tono ironico.

- Beh, potremmo andare in giro a tirare calci e pugni all'aria tutto il tempo... magari così scampiamo almeno a qualche malintenzionato, sorellina!

Silente scosse la testa, quelle due non erano affatto cambiate, erano proprio due diavoletti viventi. Si divertivano sempre a metterlo in difficoltà, per non parlare del trio di Harry! Tre zucche più dure del marmo. Dominick si arrampicò letteralmente sulle ginocchia del padre, che si era seduto su una delle sedie della cucina rimaste in piedi, salì sul tavolo e si batté un pugno sul petto.

- Non preoccuparti mammina! Ti difenderò io! Sono forte!

Tutti lo guardarono senza parole, ma il silenzio generale fu seguito da uno scoppio di ilarità da parte di tutti i presenti.

- Ahahah, si giusto, non ci avevo pensato!-, disse la giovane mamma, avvicinandosi al tavolo e prendendo in braccio il suo angioletto custode.

Silente nascose una risatina sotto i baffi e poggiò una mano sulla spalla di Rachel, attirando così l'attenzione dei presenti.

- Andate a prepararvi adesso, è già tardi... -, disse rivolto ai presenti, - Rachel, e anche tu Draco, voi rimanete un attimo per favore, devo parlarvi di un'ultima cosa.

Tutti uscirono dalla cucina. Ci vollero un paio di minuti per scollare Dominick da una gamba del padre. Il bambino era ben deciso a non perdersi una sola parola di Silente, e solo dopo cinque minuti buoni di lamenti, urla, morsi e piagnistei, San ed Ares riuscirono a portarlo fuori.

L'anziano uomo si schiarì la voce, ma stranamente non lanciò nessuno dei suoi incantesimi di protezione dalle persone con le orecchie troppo lunghe. Che volesse, in fondo, che anche gli altri sapessero?

- Credo che voi sappiate benissimo su cosa voglia mettervi in guardia, soprattutto tu, Rachel. Ebbene sì, per Dominick sarà pericoloso il doppio di voi, perché come ben sapete lui è la chiave di tutto, è ciò che il nemico più brama e, purtroppo, in un certo senso è il nemico stesso.

- Ah... ehm... zio zietto ziettuccio ziettino adorato... tappati quella bocca, perché... ehm... vedi... Dra... ehm... Malfoy... lui ancora non...

Silente scosse il capo, deluso.

- Non gliel'hai ancora detto, Rachel?

- Ehm... beh... dunque... sono stata impegnata sai... ehm...

- Dì piuttosto che non sapevi come dirmelo Rachel... sei un salame ambulante!!! -, bofonchiò offeso il biondino, - Vorreste spiegare anche a me... per favore?

- Stavo scherzando... -, sospirò lui, passandosi nervosamente una mano fra i capelli. Aveva i nervi a fior di pelle. C'era qualcosa che non andava nel suo bambino e lui voleva sapere cosa, o meglio, né voleva la conferma. L'oscuro signore gli aveva già detto perchè quel bambino era così importante per l'ascesa del male, ma lui non riusciva a crederci, a capacitarsi della situazione, non voleva prenderne atto... sperava solamente che tutto quello che gli era stato detto era uno sbaglio, una fandonia, ma da quando era tornato da Rachel ed il piccolo Dominick tutte le sue certezze crollavano come un frammento di cristallo stretto troppo forte e tutti i suoi peggiori timori sul piccolo sembravano avverarsi uno ad uno.

- Vedi. Ricordi quando uccidemmo Allie? Io la sentii, Draco...-, la giovane donna si sedette. Possibile che così giovane doveva già essere stanca della vita?. -Io la sentii... il suo pianto, le sue grida di disperazione, le sue minacce di un non lontano ritorno... e la sua maledizione. La sua maledizione fatta a me e alla piccola vita che si stava formando nel mio gembro. Voleva la mia morte, e quella di tutti i miei cari... e giurò che mi avrebbe portato via la cosa più cara... la persona più cara... Se non poteva avere me, avrebbe avuto il sangue del mio sangue, la carne della mia carne... mio figlio!

Draco poggiò i gomiti sul tavolo della cucina, sospirò profondamente, e tirò un forte pugno sulla sua superficie.

- MA NON È GIUSTO!!! QUELLA NON PUÒ PRENDERSI ANCHE DOMINICK!!! -, susseguirono altri pugni, questa volta più possenti, - Non può far del male ad una creatura indifesa con Nicky...

- Calmati, ragazzo. Sfogare la tua rabbia sfondando l'isola di questa cucina non ti sarà d'aiuto...-, disse Silente, con il suo solito tono pacato, che ebbe l'effetto opposto, far irritare Draco ancora di più. Ma come facevano ad essere così tranquilli, dannazione? Era per questo che aveva imparato a detestare i maghi buoni, negli ultimi anni... sempre così dannatamente fiduciosi, così schifosamente tranquilli... cosa c'era da essere sereni, lui non riusciva a capirlo!

Sì alzò da tavola rabbioso e uscì dalla cucina a passo pesante, sbattendo la porta in malo modo.

- Io vado a preparare le valige!!! Almeno è una cosa utile da fare che non mi fa rimanere con le mani in mano!

Silente ridacchiò.

- Vedo che gli è rimasto quel bel caratterino che lo caratterizzava già ai tempi di Hogwarts.

- Gli é rimasto? SOLO rimasto? Gli é peggiorato!!! Dannato lui!!!-, sbraitò Rachel. - Comunque, dicevi, a proposito di Dominick?

- Beh, dicevo... forse sarebbe più saggio che lui venga con me ad Hogwarts...

La giovane donna per poco non cadde a terra. Dominick?! Ora che finalmente aveva ritrovato anche il padre doveva andare a vivere ad Hogwarts con lo zio? No, era fuori discussione!

- So che tu non sarai molto d'accordo... ma pensa al suo bene... sarebbe sicuramente molto più al sicuro.

- No! Zio, Dominick ha appena conosciuto Draco... hai visto prima che confusione ha creato, solo per allontanarsi dal padre per cinque minuti... immagina per un anno o chissà quanto! No, non se ne parla nemmeno... il mio bambino rimane con me, grazie dell'offerta, ma devo declinare.

- D'accordo... so che è inutile insistere, tanto sei una testa dura e non cambieresti idea per nulla al mondo, ma sappi che se le cose si complicano sarà inevitabile. È meglio che io mi congedi e che tu inizi a preparare le valige, ci vediamo stasera, Rachel cara. -, fece l'occhiolino e salutò con la mano la nipotina, smaterializzandosi all'istante.

Rachel sospirò. Perché doveva sempre essere inevitabile che le cose si complicassero?

 

***

 

- Scusa... oddio.... San... non l'ho fatta apposta a buttarti il trolley sul piede... davvero.. mi dispiace...-, farfugliò Ares con le lacrimucce agli occhi, dovute allo schiaffo in pieno viso che aveva appena avuto dalla dolce San, dopo che le aveva fatto cadere la valigia sui piedi.

- Scusa San, non l'ho fatto apposta! -, fece il verso lei imitando la voce del ragazzo, - Dannazione! Fai di tutto per provocarmi, per farmi incazzare come una bestia! Non ti sopporto più!

La ragazza prese a massaggiarsi il piede destro, che le faceva un male bestiale, sbuffando come una vecchia caffettiera sul fuoco. Dire che aveva i nervi tesissimi era dire nulla.

- No, dico davvero, mi é scivo... AHHH!!!-, e così, inciampando nei lacci delle sue stesse scarpe mentre si rialzava da terra, Ares cadde in avanti, finendo addosso alla gemella dai capelli corti. Tutto ciò che accadde dopo, Ares l'avrebbe ricordato come un avvenimento molto simile all'Apocalisse.

Intanto Ginny stava trafficando su e giù per le scale, perché ogni volta che chiudeva la valigia, si ricordava di aver dimenticato qualcosa in qualche stanza... e pensare che erano lì da un solo giorno!

Forse l'idea di San di non disfare la valigia non era stata così pessima. Ad un certo punto si imbatté nel piccolo Nick, che sembrava stressato il doppio di lei.

- Mamma mi dice di fare una cosa. Papà mi dice di fare la cosa opposta. Io fra poco divento pazzo! Era meglio che stavano attaccati come ventose!!!

La rossa ridacchiò e prese ad accarezzare la testa del bimbo arruffandogli tutti i capelli.

- Sono solo nervosi, Nick, vedrai che quando saremo nella nuova casa si calmeranno.

- ADESSO BASTA NON SONO UN ARROSTINO DA AMMAZZARE!

Un asciugacapelli le sfrecciò davanti agli occhi, seguito poi da un Draco infuriato nero.

- Si può sapere che diavolo combini, cugino?-, chiese Ares, che aveva deciso fosse meglio lasciar stare un po' San, prima che decidesse di ucciderlo davvero.

- Io?! Che combino io?! Non puoi nemmeno farle una misera osservazione che ti lancia appresso la valigia!!!

Ares ridacchiò seguito a ruota da Ginny.

Dominick scosse il capo rassegnato...

- Adulti... sempre i soliti stupidi!

Alzò lo sguardo verso Ares, che con aria minacciosa lo sfidava a ripeterlo di nuovo.

Ginny stava ancora tentando di capire chi dei due fosse più bambino, quando, due minuti dopo, si materializzò Harry davanti a loro.

- RAGAZZI!-, disse allarmato, richiamando tutti i presenti all'ordine.

San si affacciò dalle scale, Rachel uscì dalla camera da letto dalla quale aveva lanciato il phon appresso a Draco, tutti gli altri si calmarono e guardarono Harry con aria interrogativa.

- Tesoro, che é successo?-, chiese Ginny, preoccupata.

- Si tratta di Hermione...-, rispose il moro, la cui pelle era di un pallore cadaverico, e il viso imperlato da gocce di sudore. Sembrava sconvolto.

 

Fine capitolo 15

 

 

Tadatadantadan!!!

 

Nuovo capitolo, nuovo aggiornamento!!!

Eh, che osservazione stupida!

Grazie ad Ares e Dominick, o meglio a Areick per le recensioni! :P Siamo contente che ci segui e ci sostieni! Grazie di cuore!

Ma un grazie speciale va a Didi!!! Eh già... sai, è proprio grazie a te che siamo riuscite a scoprire che entrambe potevamo e volevamo tornare a scrivere! Grazie di cuore, veramente!!!

E grazie anche a tutti coloro che leggono, ma non recensiscono, anche se ci farebbe piacere lo facessero! :P Ahah!!!

 

Al prossimo chapo bella gente!

 

 

San&Rachel Dickinson

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 16 - Otto litigi per una fuga ***


Capitolo 16

Capitolo 16 – Otto litigi per una fuga

 

D

iede un calcio a quella lattina di Diet Coke che si trovava sull'asfalto, da farla schizzare in aria, dritta, dritta su un lampione. Fortuna che quella strada era semi-deserta...

Ma perché quell'idiota di Ares doveva essere così... così... Idiota?!?!?

E perché, se lui si era perso in mezzo a Boston, perché anziché urlare nel camino con la polvere volante l'indirizzo della casa aveva semplicemente detto Boston, doveva essere proprio lei a cercarlo?

Se ne erano usciti tutti con scuse idiote... beh... Ron ed Hermione no... poverini... Hermione aveva appena perso il bambino... ricordava ancora la faccia di Harry quando, poche ore prima, aveva detto che Hermione aveva avuto un incidente, che stava bene, ma aveva avuto un'emorragia interna ed aveva perso il feto.

Ginny era andata con Harry all'ospedale, ma non potendo andare tutti, avevano deciso di cominciare il trasloco, prendendo anche le cose di Hermione e Ron... e quel demente di Ares che faceva? SI PERDEVA IN MEZZO A BOSTON!!! Ma si poteva essere più scemo di così? Come se non ci fossero stati già abbastanza problemi...

Sbuffò e si strinse di più nel pullover, ormai era sera inoltrata e di lui, dopo due ore o forse più di corse per tutta Boston, non c'era traccia.

- RAZZA DI DEMENTE! -, si ritrovò ad urlare tirando un calcio ad un bidone della spazzatura che le intralciava il cammino.

Almeno Draco e Rachel avrebbero potuto darle una mano... per il trasloco c'era tempo! Si ritrovò a grugnire nuovamente. Si sentiva uno schifo in quei giorni, facevano di tutto per farla rimanere sola con Ares, il quale non faceva altro che continuare a provocarla, tirandole i nervi a fior di pelle.

Cadde in preda allo sconforto e si sedette sui gradini di un palazzo. Era stanca, aveva fame, aveva freddo e, anche se non l'avrebbe mai ammesso davanti agli altri, era preoccupata per quello stupidone di Ares... chissà in che guai si era cacciato...

In che guai si era cacciato lui? E lei stessa? L'avevano mandata a cercare Ares, in una città gigantesca, mai vistata prima e di cui non sapeva nulla, nemmeno dove si trovasse il nuovo appartamento. Era priva di poteri magici. Proprio una bella prospettiva, davvero.

- Magari poi quello scemo è a fare il gallinaccio con qualche ragazza frou frou in qualche bar di lusso... o magari se ne è gia tornato a casa...

Si guardò in giro. Quel posto le metteva i brividi... era finita in un vicolo buio e poco frequentato. Erano sicuramente già le dieci inoltrate e non le piaceva stare in un paese sconosciuto, sola, in una strada forse mal frequentata, a quell'ora.

Sì alzo dalla scalinata e prese a percorrere il vicolo, sperando di sbucare in una strada con qualche forma di vita più accennata. Dopo qualche minuto che camminava per la lunga via sentì dei passi leggeri, ma perfettamente udibili, che si avvicinavano sempre più a lei. Deglutì rumorosamente, ma si ripromise di mantenere la calma.
- Probabilmente è solo un altro passante come me… e sicuramente si starà dirigendo a casa sua… dalla sua famigliola…  -, pensò non molto convinta.

Ad un certo punto i passi si fecero vicinissimi e, per riflesso incondizionato, si voltò di scatto. Non c’era nessuno. Le vennero i brividi, quando abbassò lo sguardo e vide un cagnolino, se ino si poteva dire, nero che la guardava con quei suoi curiosi occhi nocciola. Prese a farle la festa allegramente, scodinzolando a più non posso e gettandosi a terra a pancia all’aria, per farsi fare qualche coccola. Allungò cautamente una mano, quando il cane cambiò improvvisamente sguardo e fece per brancarla, con quei suoi aguzzi dentini.

Si chiese se anche i cani fossero lunatici in quell'ultimo periodo, proprio come lo era sua sorella Rachel.

Arretrò di qualche passo. Che guaio essere senza poteri! Non poteva difendersi, se quel cane avesse avuto una qualche voglia di sbranarla, non si sarebbe salvata.

Indietreggiò piano, piano, facendo attenzione a non irritare di più la bestiola.

- Ci mancava il cane accidenti... -, un secondo ringhio la fece sussultare, - No, cioè, che dico! Che bello! Ho incontrato questo bel cagnone nero! Ma ora devo andare, eh! Il tuo padrone non è qui nei dintorni?! Va da lui che ti coccola!

Si sentì altamente stupida. Stava parlando con un cane... con un cane!!! Doveva essere impazzita, anche lei, del tutto.

Arretrò ancora quando l'avanzata dell'animale si fece più minacciosa.

Successe tutto molto velocemente, e San non riuscì mai a spiegarsi precisamente cosa fosse successo.

Infatti cadde all'indietro e il cane stava per avventarsi contro di lei, che per la paura strinse gli occhi, pregando che qualcuno la salvasse. Quando li riaprì si chiese se fosse già morta. La risposta arrivò presto: No! No, perché qualcuno l'aveva davvero salvata. Il cane era a terra, mentre in piedi, davanti a lei di spalle, c'era un ragazzo alto, forte, bello... era il suo Ares.

Un momento... il SUO Ares? Ok... doveva aver battuto la testa cadendo.

- Stai bene, piccolina?-, chiese lui, senza mai dare le spalle alla bestiola, che, spaventata dalla mazza di metallo che aveva in mano Ares, si alzò e mugulando sconfitta corse via, impaurita.

- No! Sì! Cioè... ARES! RAZZA DI DEMENTE! DOVE SEI STATO TUTTO IL POMERIGGIO?! -, urlò infuriata nera, - Ti ho cercato dappertutto dannazione... e di te nemmeno l'ombra! -, disse con la voce che le si incrinava ogni parola di più.

Si alzò da terra senza guardare il ragazzo negli occhi.

Fece per superarlo ed uscire da quel vicolo, quando si sentì tirare una mano. Ares l'attirò a sé e l'abbracciò da dietro.

- Che paura... ma sono stupidi ad aver mandato te? E poi quello stupido di Draco non ti ha detto che io sono cresciuto a Boston? Se arrivavo solo un secondo più tardi era la fine... che paura che ho avuto, piccola San... paura di perderti di nuovo, per sempre...-, le sussurrò, con la voce rotta da strani singhiozzi. Sembrava stesse trattenendo a stento lacrime di gioia.

La ragazza si voltò verso di lui e lo guardò attentamente negli occhi.

- Come sarebbe a dire... che tu... sei cresciuto a Boston?! Io lo ammazzo quel deficiente... Riguardo al cane però... un cagnetto simile di certo non mi avrebbe potuta ammazzare... dai... però... grazie Ares... sinceramente sentire i suoi bei dentini nella carne non era di certo una prospettiva allettante... eheh... -, sorrise, ma dentro di se lo sapeva benissimo che se Ares non fosse arrivato, probabilmente lei non sarebbe stata lì a raccontare quella sua stramba avventura alla ricerca del ragazzo. E gliene era grata. Non era proprio il suo sogno nel cassetto morire azzannata da un cane in un lurido vicolo di Boston.

Il ragazzo sorrise a sua volta e le passò una mano sulla testa, scompigliandole affettuosamente i capelli.

- Dai, vieni, ti porto a casa... sarai stanca, poverina.

Continuarono a tenersi per mano per tutto il tragitto. Ares non sembrò nemmeno farci caso, ma San era imbarazzatissima. Tutto sommato, Ares non era proprio male... Era dolce, forse un po' troppo buffone, ma con lei era gentile, carino, ed era un gran bel pezzo di ragazzo!

Fece scorrere lo sguardo alle vetrine che popolavano la strada in cui stavano passando, quando si trovarono davanti ad un negozio di dolci. Si fermò improvvisamente strattonando Ares all'indietro, che perse l'equilibrio e cadde rovinosamente sedere a terra. San guardò attentamente la vetrina del negozio, con fare sospetto. Eppure... eppure quella situazione le ricordava qualcosa...

- Oh... guarda...-, disse Ares tutto pimpante, mentre si rialzava da terra e massaggiava il fondoschiena dolorante. - Sembra la vetrina di mielandia, quando andammo insieme ad Hogsmeade, ricordi? Quando dovevamo essere io, tu, Rachel e Draco, ma ci lasciarono soli... ah... ops... giusto... tu non ricordi... -, si rabbuiò improvvisamente. Quei ricordi erano solo suoi. Li aveva vissuti con San, ma a lei non rimaneva nulla dei momenti passati insieme. Quei ricordi erano solo suoi...

- Ecco perché aveva un aspetto familiare... in questi giorni ci veniamo? Purtroppo ora è chiuso... però... no niente... forse è meglio andare, è già tardi...

Si staccò dalla vetrina e percorse qualche passo, girandosi poi verso il ragazzo.

- Non vieni?

- San... tu... forse hai ancora quei ricordi... magari... sforzando un po' la mente...

Era egoista? Era una pretesa egoistica chiederle di ricordare? Lo faceva solo per sé? O anche per lei? Che diavolo stava succedendo... si sentiva così strano... aveva una voglia matta di stringerla, di urlarle che voleva che ricordasse, perché l'amava, e voleva che ricordasse il sentimento che aveva provato nei suoi confronti. Il sentimento reciproco che avevano provato l'uno per l'altra.

- Non lo so... purtroppo le poche cose che mi ritornano in mente arrivano solo a frammenti e se tento di ricordare, sforzandomi il più possibile, mi coglie un dolore alla testa, come se qualcosa non volesse farmi ricordare... mi dispiace... vorrei anch'io ricordare le cose passate insieme, non è una bella situazione così... ho due sentimenti in completo contrasto dentro di me!

Ma che diavolo stava dicendo? La botta di prima doveva averle dato veramente alla testa. Provava veramente quello che aveva appena descritto ad Ares, ma lui doveva essere l'ultima persona al mondo a saperlo!!! Nemmeno Rachel ne era a conoscenza, perché allora dirlo proprio a lui?!

Il ragazzo si avvicinò a lei. Le posò una mano su una guancia e accarezzò la sua pelle liscia... che dolce sensazione era ritrovare la morbidezza della sua pelle. Avere un contatto con lei lo faceva rabbrividire sempre allo stesso modo, sempre come anni addietro.

- Come posso fare, San? Non riesco a dimenticarti... santo cielo stavo per sposarmi con quella che credevo fosse finalmente la donna giusta per me... ma non lo era... io... lo so... l'ho sempre saputo... fin dal primo momento che posai lo sguardo su di te San... tu sei l'unica per me...

Si curvò un po' su di lei, quel tanto per far si che i loro visi fossero a distanza minima. Sfiorò le sue labbra con le proprie. Non poté fare a meno di pensare che sapevano ancora di fragola. San chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel minimo contatto. Perché rifiutarlo? In fondo... perché rifiutare Ares? Lui l'amava... forse l'avrebbe resa felice... forse... lui... lei... erano destinati a stare insieme, se anche dopo aver perso la memoria, il sentimento che provava per lui non si era spento.

Quando Ares di allontanò un po' da lei, la guardò bene in volto. No... non avrebbe dovuto baciarla... anche se forse ora lei poteva pensar che potevano stare insieme, se ne sarebbe pentita. Come sempre. Lei si era sempre pentita di averlo fatto avvicinare... perché in quel momento avrebbe dovuto essere diverso?

San si soffermò a guardarlo negli occhi... di quel verde salvia, misto al colore del mare, che tanto riuscivano a metterle i brividi ed a farle crollare tutte le sue certezze. Anche lui era immobile e silenzioso, come lei. Ormai riusciva a leggergli distintamente in faccia quello che pensava, l'insicurezza che provava, la paura che vedeva navigare nei suoi occhi... aveva un forte intuito per queste cose. Ed aveva ragione, probabilmente se ne sarebbe pentita, perché ogni volta che lui le era stato vicino, se lo sentiva come marchiato a fuoco sulla pelle, aveva rischiato la vita inutilmente. Aveva sofferto e soffriva tuttora. Perché non potevano avere una storia normale, se dovevano averla, come tutti? Forse non era destino che così fosse? Si morse il labbro inferiore nervosamente. Non riusciva a ricordarsi di lui, ma sentiva due sentimenti ben distinti che riguardavano quel ragazzo. Odio e amore. Perché? Lo aveva dimenticato senza una precisa ragione, senza un apparente spiegazione. Ma lei voleva ricordare... ci provava con tutte le sue forze... ma c'era come una barriera impenetrabile che glielo impediva. Non era giusto.

- Mi dispiace... -, si ritrovò nuovamente a dire.

Non erano di certo le parole più adatte in quel momento, ma furono le uniche che riuscì a sillabare. Sentiva come un blocco, un nodo alla gola, che le impediva di parlare, di dire una frase di senso compiuto... che le impediva di spiegargli tutto quello che provava, tutto quello che voleva dirgli, fargli sapere. Scosse la testa e abbassò lo sguardo, era proprio un disastro di ragazza. Si sfregò le mani fra loro, per scaldarle dal fresco della sera. Erano in estate, ma sembrava di essere quasi in autunno. Anche il tempo era incerto su quale fosse il suo vero essere. Doveva esserci un clima caldo, eppure faceva freddo. Ed Ares continuava ad osservarla silenziosamente, senza dire nulla. Non meritava che lui le dicesse niente, ma lo sperava ardentemente, voleva che lui parlasse, che le dicesse qualcosa che avrebbe in qualche modo potuto chiarire tutti i suoi dubbi. Ma lui che poteva dirle? Cosa poteva fare? L'unica responsabile di tutto era lei, non Ares.

- Non importa...-, rispose semplicemente, lui. Forse si stava abituando ai suoi rifiuti, ormai non ci faceva più neanche tanto caso. La superò di qualche passo, poi si voltò verso di lei e le fece cenno di seguirlo. Era ora di tornare a casa...

 

***

 

Rachel continuava a fare avanti ed indietro per l'enorme appartamento. Ma dove diavolo si era cacciata sua sorella? E se Ares non l'avesse trovata? Accidenti a loro e la stupida idea di mandare San a cercare il ragazzo, per lasciarli soli!!!

- Rachel... fra poco sfondi il pavimento... lo stai consumando a furia di fare avanti indietro, siediti una buona volta e rilassati, la troverà! -, disse atono Draco che stava giocando con Dominick.

Rachel si girò di scatto verso il biondino, furente.

- NON OSARE DIRMI COSA DEVO FARE!!!-, brontolò a denti stretti. Non l'aveva ancora perdonato per quella mattina... anche se a dire il vero non si ricordava nemmeno perché stessero litigando.

Il ragazzo sbuffò e le lanciò un'occhiata stanca.

- Calma i bollenti spiriti una santa volta... devi sempre essere nervosa tu!

Si alzò dal pavimento, dove stava giocando ai soldatini con Nick, prese Rachel per una mano e la obbligò a sedersi sulle sue gambe, una volta seduto sul divano, abbracciandola forte.

- Guarda che se continui ad essere così nervosa rischi di diventare piena di rughe!

Dominick guardò i genitori e decise di girarsi dall'altra parte. Non aveva voglia di assistere a quegli spettacoli vomitevoli, come quello di quella mattina... erano ... proprio... beh... vomitevoli, non c'erano altre parole per esprimere il suo disgusto!

In quel momento entrarono Harry e Ginny, di ritorno dall'ospedale che interruppero i due.

- Che silenzio... -, fece notare Ginny togliendosi il giacchetto, che appese all'attaccapanni, e le scarpe.

Harry ridacchiò un poco.

- Credo sia perché siamo entrati in un momento un po' inopportuno... -, disse indicando i due piccioncini.

Rachel si alzò e si avvicinò a Ginny.

- Come sta Hermione?

Ginny scosse il capo.

- Si rifiuta di parlare con tutti... non ha voluto neanche Ron vicino a sé... si sente stupida per essere caduta dalle scale... ma a tutti capita... se poi una é incinta é facile che perda l'equilibrio... ma lei non vuole sentire ragioni... In più... beh... il medico dice che non potrò più avere figli.... non ho ben capito cosa sia successo all'utero... comunque... non é più in condizioni di ospitare un embrione o un eventuale feto.-, spiegò Harry, mentre Ginny si asciugava le lacrime. Perché proprio ad Hermione doveva accadere? La ragazza più dolce, sensibile e responsabile che conoscevano...

Rachel si portò una mano alla bocca scuotendo la testa. Si rimise seduta, sentendo le gambe cederle. Draco prese il piccolo Nick che guardava la scena confuso, e lo portò in camera sua. Non era il momento che si mettesse a formulare qualche eventuale ed innoportuna domanda.

- Quello che più mi preoccupa è che non vuole nemmeno più Ron al suo fianco... -, ammise Ginny, - Non vorrei finisse per chiudersi del tutto in se stessa...

- Più che altro, non vorrei finisse per rompere con Ron... ha la testa dura, quella... sarebbe difficile poi farli riappacificare... e al punto in cui siamo direi che la situazione é già preoccupante...-, disse Harry, stancamente, sedendosi accanto a Rachel e portandosi due dita ad una tempia. Con tutto questo andare avanti e indietro, e tutti quei problemi, aveva mal di testa.

Ginny si sedette accanto ad Harry con le lacrime agli occhi. Quello era stato davvero un duro colpo per Hermione ed in più si trovavano in una situazione a dir poco orribile.

Sentirono la serratura della porta scattare nuovamente ed intravidero due sagome, che apparentemente sembravano di due fantasmi. Erano entrambi zitti e con un muso che non finiva più. Ci mancavano solo loro due che, a quanto pareva, avevano nuovamente litigato.

- San, Ares, sedetevi e ascoltate attentamente tutti quanti...-, disse Harry in tono solenne, mentre Draco tornava nella stanza, dopo aver messo Dominick a dormire.

 

***

 

- Ron...-, esclamarono San e Ares in coro, richiamando l'attenzione del ragazzo rossiccio, in piedi accanto alla porta n°95, del sesto piano dell'ospedale St. Mungo per malattie e ferite magiche.

- Oh... ragazzi, ciao... -, stava per chiedere cosa ci facessero lì, ma la cosa era alquanto scontata e la domanda sarebbe sembrata stupida, anzi, sarebbe stata stupida. - Mi aspettavo di vedere Ginny ed Harry... come mai siete venuti voi?

- Perché Harry voleva stare un po' con Ginny, e Ginny é meglio non si allontani troppo da casa...-, rispose prontamente Ares.

San lo guardò in un modo strano. Si sentiva di ghiaccio... perché non provava pena o compassione per il povero Ron o la povera Hermione? Possibile avesse il cuore così di pietra? Poi capì... Lei aveva dimenticato solo Ares, gli altri amici li ricordava, ma non ricordava comunque gli avvenimenti di quell'anno ad Hogwarts, per cui per lei Ron, Hermione... e sì, anche Harry, Ginny, Draco... erano tutti estranei per lei. Per non parlare di Bill e Fleur. Provava pena per i due che avevano appena perso il bambino, sì, ma non come l'avrebbe provata per i suoi migliori amici... Si sentiva esclusa...

Ron sorrise.

- Ah... sì è evidente... se volete potete provare ad entrare ma... non so se servirà a qualcosa... anche se lo spero...

Ares diede una pacca sulla spalla a Ron. Capiva come si sentiva, in un certo senso erano in una situazione simile, anche se forse per Ron era ancora più dura...

I tre entrarono nella stanza di Hermione, e riuscirono a schivare all'ultimo istante due cuscini.

- Andatevene!!!-, disse la ragazza sdraiandosi e girandosi di spalle alla porta.

- Hermione noi...-, iniziò Ares, che si ritrovò subito con un vaso pieno di fiori appresso, che lo mancò di pochi centimetri, infrangendosi contro la parete, rvesciando tutti i cocci, i fiori e l'acqua sul pavimento.

- Hermione, dai non  essere così scon...-, Ron non poté finire la frase, perché gli era arrivato un cuscino in pieno volto, zittendolo.

San guardò la scena allibita. E ora lei che cavolo poteva dire? Accidenti... provò ad avvicinarsi quatta, quatta alla ragazza. Era riuscita ad arrivare al letto, quando Hermione alzò lo sguardo e la vide davanti ai suoi occhi, infuriandosi non poco.

- Ho... detto... di... andare via!!!

San deglutì e le porse un mazzetto di fiori che erano andati a comprare prima di arrivare lei ed Ares.

- Scusa... volevo solo darti questi...

I tre cercarono per tutto il pomeriggio di calmare Hermione, con ben pochi risultati...

 

***

 

- Rachel, ma non puoi... insomma, ti é stato proibito!!!

- Sono tua garante, ciò non significa che io debba stare con te 24 ore su 24... l'importante é che non mi allontani a più di un chilometro da te. E la biblioteca sta molto più vicina di un chilometro, per cui, io domani ci andrò... Tanto hai detto che volevi rimanere qui in casa con Dominick no? Il problema non si pone. Voglio trovare un lavoro, Silente ha detto che dobbiamo avere un lavoro!!!

- Ma non puoi trovare un lavoro e lasciare Dominick a me!!! Sei tu la madre non io! Mi ci vedi con un grembiule rosa tutto pizzetti e trine a cucinare e pulire la casa?!

- Che c'entra? Troverò un part-time... sarò a casa per l'ora di pranzo. Non voglio rimanere chiusa in casa tutto il giorno.

Ginny ed Harry erano seduti sul divano, con Dominick tra di loro, e tutti e tre guardavano curiosi lo scambio di battute tra i due, che, in piedi al centro del salotto, non perdevano occasione per lanciarsi frecciatine con lo sguardo, fulminando l'altro.

- Almeno davanti a Nicky potrebbero evitare questi ridicoli litigi... si provocano, si provocano, ma alla fine si divertono... però per lui non penso sia un bello spettacolo... -, sbuffò Ginny.

- Beh, però io sono d'accordo con Draco... a mio parere una madre dovrebbe rimanere a casa con il figlio...

La rossa lo fulminò con lo sguardo. Da quando Harry era tanto maschilista?

- Ehi... non fraintendere... però...-, il moro non sapeva come scusarsi.

Dominick si schiaffò una mano in fronte.

-... adulti...-, bofonchiò irritato il bimbo dai capelli biondi.

Il bambino si alzò dal divano e uscì dall'appartamento con l'aria infuriata, sbattendo rumorosamente la porta. Scese i gradini del palazzo a due a due. Era stufo di tutti quei litigi. Zio Ron e zia Hermy erano in crisi totale. Zia Ginny e zio Harry non erano da meno, per non parlare della zia San e dello zio Ares che riuscivano a litigare anche essendo dalla parte opposta di Boston! E in più ci si mettevano i suoi genitori... finalmente vivevano tutti sotto lo stesso tetto, erano una famiglia, e loro litigavano per ogni stupidata! Era veramente seccato... lui non aveva mai litigato con le sue fidanzatine!

Erano le 11 e mezza inoltrate quando San ed Ares tornarono a casa, sfiniti. Ares era anche bagnato, perché per sfuggire ad un vaso di fiori era scivolato sull'acqua dell'altro vaso, cadendo a terra pesantemente sul deretano.

- Ma che vi é successo? Siete andati a fare la guerra?-, chiese Ginny, che aveva appena smesso di litigare con Harry.

- Hermione... é.. ehm… un pochetto irritabile...-, disse Ares, rabbrividendo al solo pensiero. Beh, come darle torto, voleva stare sola e loro invece aveva insistito per farle compagnia. Che stupidi. Sarebbe stato meglio lasciarla sola fin da subito.

Improvvisamente un urlo squarciò la "calma" della casa.

- IL MIO BAMBINO! DOV'é DOMINICK?-, chiese Rachel correndo fuori dalla camera da letto, dove era andata a controllare che Dominick dormisse. Il colorito delle guance era spento, gli occhi attraversati da lampi di terrore.

San si avvicinò alla gemella.

- Sarà in giro per casa... è talmente grande questo appartamento che potrebbe essersi nascosto dovunque! -, tentò di rassicurarla.

Ma Rachel non si calmò, passò stanza per stanza disperatamente a cercare il bimbo, in tutti i possibili nascondigli in cui avrebbe potuto trovarsi. Draco la seguì a ruota.

Era una villetta a tre piani, al pian terreno c'erano la cucina, un bagno, salotto e sala da pranzo, e in nessuna di queste c'era Dominick. Al secondo piano, quello delle camere da letto di Rachel e Dominick, San, Ares e Draco neanche c'era e all'ultimo piano, dove c'erano le rimanenti camere, due bagni e la soffitta, il risultato fu lo stesso. Dominick sembrava essersi dissolto nel nulla. Ginny ebbe l'idea di aprire lo scantinato, pensando che forse il bimbo era rimasto chiuso dentro, ma neanche lì c'era. Andarono in giardino, nel garage, nel parco giochi al di la della strada, ma del bambino nessuna traccia.

Rachel iniziava ormai a temere il peggio. E se il nemico avesse preso il suo bambino? Forse lo zio aveva ragione, doveva andare ad Hogwarts con lui dove sarebbe stato sicuramente più al sicuro! Si lasciò a cadere a terra, la testa le girava terribilmente. Draco la fece rialzare e la strinse fra le sue braccia.

- Non è il momento di lasciarsi andare... tesoro, tu resta a casa con San e Ginny, in caso torni Dominick... Ares, Harry ed io andremo a cercarlo! Non può essere andato tanto lontano, lo troveremo!
- No, io… io vengo con te! È il mio bambino!

- Cosa?! Io vengo a cercare Nick con voi, non me ne resto qui con le mani in mano!!! -, ribatté la gemella dai capelli corti, tanto preoccupata quanto infuriata.

- San, non mi sembra il momento, non vorrei finissimo per dover venire a cercare anche te!!! -, rispose Draco che ormai era sull'orlo di una crisi, anche se non lo dava a vedere.

Senza ammettere repliche, Rachel, Harry ed Ares uscirono di casa velocemente, prima che San potesse ribattere. Quando si diceva la testa dura...

Setacciarono tutte le strade del circondato, ma fu a mezzanotte  passata che lo ritrovarono. Infatti, a mezzanotte e un quarto i quattro si divisero in tre direzioni diverse, Draco e Rachel andarono verso i giardinetti e fu lì che vide Dominick seduto su una panchina, a parlare e ridere con un uomo. Rachel si allarmò e corse verso i due, prendendo Dominick tra le braccia, riempiendolo di baci e stringendolo forte.

- Dominick... santo cielo... il mio tesoro... perché ti sei allontanato? -, le lacrime lasciarono il posto alla rabbia. - TI HO DETTO MILLE VOLTE DI NON ALLONTANARTI! DI NON USCIRE DI CASA DA SOLO! QUANDO IMPARERAI AD UBBIDIRE A TUO PADRE!!!-, disse scuotendolo un po', con il cuore che le batteva a mille per l'apprensione.

- Mi ero scocciato di vedere voi otto adulti a litigare come i bambini... io con le mie fidanzate non ci ho mai neanche discusso... tsk... adulti... Comunque ho passato il tempo con Andrew...-, disse indicando il giovane uomo.

- Dovreste fare più attenzione a non litigare davanti al piccolo, i bambini sono molto sensibili... ma credo lei lo sappia bene signorina... Dominick è un bambino veramente intelligente e sveglio, sono certo che abbia preso da lei... -, sorrise.

- Ehy tu! Grazie di avere trovato il bambino, ma evita di fare il lecchino con Rachel!!!

Andrew sorrise nuovamente, quasi estasiato.

- Rachel? Che nome incantevole, rende onore alla sua proprietaria... davvero un fiore raro, affascinante.

Draco prese per mano Rachel, che a sua volta aveva in braccio Dominick e la trascinò via. Come diavolo si permetteva quel pallone gonfiato di cercare le grazie di Rachel e Nick?! Buffone!

Rachel si divincolò dalla presa di Draco.

- Uno: mi stai facendo male. Due: Non stiamo insieme, non fare il geloso Tre: Quella persona gentile ha badato al nostro bambino, cosa che tu non hai mai fatto, quindi vedi di darti una calmata!-, disse lei stizzita. Fece dietro-front e tornò alla panchina dove era seduto. Rachel non poteva certo dire che era brutto: era un tipo davvero affascinante. Alto, non quanto Draco, ma quasi. Capelli neri come la pece ed occhi dello stesso colore, non si vedeva neanche la pupilla, tanto che erano scuri. Davvero bello da guardarsi.

- Scusi il mio "amico"...-, ci tenne a sottolineare la parola amico. - Vede la preoccupazione per Dominick gli ha fatto scordare le buone maniere.-, disse lei riavviandosi i capelli. Draco stava diventando rosso di gelosia: era un'impressione, o stava flirtando con quel tizio?

Il biondino si avvicinò di più ai tre e si piazzò davanti allo sconosciuto.

- Non so che intenzione hai, brutto maniaco, ma ti avverto! Stai alla larga da Rachel e Dominick se vuoi tenere intatto quel tuo bel faccino!!! Non osare provare a torcere loro un solo capello o ad allungare una di quelle tue luride mani, o te la vedrai con me!!!

L'uomo si alzò dalla panchina su cui era seduto e guardò Malfoy diritto negli occhi.

- Non credo noi ci conosciamo, signore, e non amo che le persone abbiano pregiudizi del genere su di me. -, alzò una mano, quasi volesse sferrargli un pugno, ma invece gli porse la mano, - Non amo la violenza, non preoccuparti... piacere di conoscerti, Draco...

Rachel sorrise. Avevano un nuovo amico, evviva! Appena arrivata a Boston, che colpo di fortuna conoscere subito qualcuno di quelle parti. E in tutto l'entusiasmo, non si accorse una cosa di cui persino Dominick si era reso conto: come faceva Andrew a sapere il nome di Draco?

L'uomo si avvicinò a Rachel e fece il baciamano, accarezzando poi la testa al piccolo NIck e scompigliandogli i capelli argentei, per la luce della luna.

- Molto piacere anche per quanto riguarda voi, ovviamente, ma a Nicky questo l'ho già detto. Scusate molto la mia maleducazione, ma devo congedarmi da voi. Purtroppo è molto tardi e devo ancora svolgere delle faccende di lavoro molto importanti.

Nicky?! NICKY?! Ma come diavolo si permetteva di prendersi tanta confidenza pure con suo figlio?! Questo era veramente troppo! L'odiava! L'odiava a morte quell'uomo sbucato da non sapeva dove!

- Oh di già? Peccato... -, disse Rachel un po' delusa. - Spero di rivederti presto Andrew, un giorno di questi potremmo prendere un caffè insieme!-, disse poi, prendendo coraggio.

L'uomo sorrise, fece un piccolo inchino con il capo in cenno di saluto e se ne andò, scomparendo nello stesso nulla dal quale era venuto. Rachel sospirò. Draco sbuffò.

- Che uomo affascinante, dolce e misterioso... un vero galantuomo... non è vero, Rachel cara? -, borbottò Draco prendendo in braccio Dominick, - Sbrigati o ti lasciamo qui!

Rachel si girò di scatto, diede uno scappellotto dietro la testa del biondo mangiamorte e si riprese il figlioletto.

- Va al diavolo, Malfoy!-, disse facendo una linguaccia degna di una bimba dell'asilo. Si avviò verso casa, mentre Draco rimase indietro, rassegnato. Il loro rapporto non si sarebbe mia evoluto.

 

Fine capitolo 16

 

 

Oh oh oh oh !

Oh che capitolo incasinato! Ma chi sarà mai questo misterioso Andrew? Che coraggio a fare la corte a Rachel con Draco in sua presenza, no? :P Ahah! E siamo arrivate al sedicesimo capitolo, yeah!!! Però abbiamo notato che le letture sono calate, e purtroppo dai capitoli precedenti sono scese anche le recensioni e questo ci dispiace molto, ci sostenevano tantissimo!!! :’( Sigh, sigh, se ci lasciate qualche commentino ci fa piacere, eh! Giuriamo!!!
Intanto ringraziamo di cuore chi ha comunque continuano a leggere la ff, anche se non ha recensito… e soprattutto chi ha recensito!!! Ovvero un grazie di cuore ad Albert RIddle e Didi !!!
Al prossimo capitolo!!!

San&Rachel Dickinson

 

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 17 - Tutti insieme, come un tempo ***


Capitolo 17

Ringraziamo dal profondo dei nostri cuoricini tutti coloro che hanno recensito e non, tutti quelli che continuano a seguirci assiduamente, che ci spronano a continuare persino via e-mail. Grazie, non sapete come il vostro sostegno ci sia d’aiuto. Chiediamo scusa per il ritardo che abbiamo fatto nel postare questo capitolo, purtroppo una di noi due si è dovuta assentare per un mese da casa, per cause di forza maggiore. Ma ora siamo tornate, più decise che mai a portare a termine questo progetto, che va ormai avanti da Giugno, e che speriamo ci accompagni ancora per un po’, per divertirci e per divertirvi. Grazie di cuore, ancora una volta!

Capitolo 17 – Ancora insieme, come tanto tempo fa

 

S

i svegliò di soprassalto al suono della sveglia. Erano appena le otto. Uscì quatta, quatta dalla stanza, evitando di fare rumore e svegliare Draco e Dominick. Chiuse cautamente la porta e, dopo essersi preparata, uscì di corsa di casa. Non voleva rischiare di essere nuovamente fermata da lui. Doveva, o meglio, voleva, trovarsi un lavoro, anche se part-time, e questo era quanto.

Entrò nella biblioteca, all'entrata della quale era affisso un volantino, che spiegava che erano in cerca di ragazze e ragazzi, anche senza esperienza, per catalogare i libri delle centinaia di scaffali dell'edificio. Impresa ardua, ma a Rachel andava bene tutto, purché potesse rendersi autonoma, senza aver bisogno dei maschi o dei soldi che le offriva suo zio. I soldi guadagnati con il negozio non potevano arrivarle, perché, ovviamente, per precauzione, nessuno doveva sapere che lei e San si trovassero lì, e questo significava che non potevano mettersi in contatto con la Gringott.

Si avvicinò al bancone dove stava un'anziana signora, intenta a controllare le entrate  e le uscite del materiale della biblioteca in un enorme librone nero. Rachel le si avvicinò pian, pianino. Non aveva un aspetto rassicurante e non voleva rischiare che le urlasse contro, ancor prima di aver sentito la sua domanda. La signora alzò lo sguardo, scrutandola con due occhi color grigio tortora,  e si sistemò meglio gli occhiali sul naso aquilino.

- Desidera signorina?

Quella signora aveva uno strano accento inglese, per abitare a Boston. Ora che ci pensava, anche nel modo di parlare di Andrew, la sera prima, non c'era stata traccia di accento americano. Prese un lungo respiro e si fece forza.

- Ho visto il volantino. Sono in cerca di lavoro, e volevo sapere se l'offerta fosse ancora disponibile.

L'anziana donna la scrutò da cima a fondo.

- No, lei é troppo volgare per una biblioteca.

Rachel rimase a bocca asciutta. Volgare? Lei volgare? E se avesse visto Helen Parkinson che avrebbe detto, che era una pornostar???

- Oh, la prego signora, mi faccia provare!

La donna si alzò in piedi, osservandola con quello sguardo spento e severo.

- Vede il mio aspetto? È così che ci si presenta, non nel modo sciatto in cui si trova lei! Con quei capelli lunghi due chilometri sciolti e quel vestito... è così volgare, da contadinella aggiungerei! Lei inizi a curare un poco di più il suo aspetto e a levarsi quel trucco volgare dal viso, potremo poi riparlarne signorina... se vuole scusarmi ho del lavoro da svolgere, io. -, detto questo si risedette alla grande scrivania che stava dietro al bancone e riprese a sfogliare il grande libro nero.

Rachel fece per andarsene, ma poi decise che non gliel'avrebbe data vinta a quella zitellaccia.

- Senta un po', ho un figlio a carico, mio marito non lavora "Tanto vale forzare un po' la mano, io non sono neanche sposata...", ho bisogno di lavorare, e non sono affatto volgare, quella volgare é lei, che alla sua età... quanti ne ha? 80?90? Beh... é lei la volgare che alla sua età si é messa quella camicia trasparente con il reggipetto nero da sotto e una collana d'oro giallo con un sole grande quanto il suo collo!!!-, disse tutto d'un fiato, gesticolando rabbiosamente e sbattendo ripetutamente il pugno sul bancone.

- Ma come si permette?! Senta, non sono io che gestisco queste cose! Si rivolga al direttore, anche se non credo la riceverà mai!

- Signorina Halliweel, cos'è tutto questo trambusto? Non è da lei urlare in questa maniera! Oh, Rachel cara, salve! Che deliziosa coincidenza incontrarla qui!

Alla ragazza per poco non prese un infarto, Andrew, il misterioso uomo che la sera prima aveva salvato il suo Nicky, era lì davanti a lei. Sentì un brivido percorrerle la schiena e le gambe che tremavano come due budini.

Quell'uomo... era così affascinante... le giocava uno strano scherzo... riusciva a raddolcirla in un attimo e la faceva sentire assolutamente impotente su tutto.

- Ma... Signor Andrew, lei cosa...-, cominciò la gemella da capelli lunghi, ma non continuò quando l'uomo si inchinò un po' prendendole la mano e baciandogliela. Si stava letteralmente sciogliendo. Com'era gentile, davvero un galantuomo... altro che Draco!!!

- Sono il proprietario della biblioteca. -, spiegò lui, senza lasciarle la mano e guardandola dritto negli occhi.

La signorina Halliweel guardò allibita l'uomo che faceva il cascamorto, letteralmente, con quella ragazza che trovava a dir poco volgare, oltre che estremamente maleducata.

- Non sarà mai una buona moglie! -, farfugliò inviperita congedandosi dai due.

Andrew scosse la testa, ridacchiando.

- È troppo particolare quella donna, credo non vi abbia preso troppa in simpatia. Ma non temete, sarà solo questione di tempo, perché lavorando insieme dovrete per forza andare d'accordo, no?

- Vuol dire che... mi assume?-, chiese lei con gli occhi sbrilluccicosi.

Lui sorrise e le accarezzò una guancia.

- Non desidero di meglio...-, sussurrò con un tono che a Rachel parve estremamente sensuale. Mio Dio, quell'uomo la faceva impazzire.

- Venga con me, signorina Dickinson, le mostrerò il suo lavoro.-, disse porgendole il braccio. Lei accettò più che volentieri quell'inaspettata galanteria, e anche stavolta non fece caso ad un particolare: come faceva a sapere il suo cognome?

***

Tornò a casa tutta allegra e pimpante, Andrew le aveva permesso di lavorare subito e l'aveva aiutata tutto il tempo. Si sentiva troppo su di giri, avvampare, il cuore che andava a mille. Quell'uomo era davvero troppo affascinante. Finalmente le sue giornate avevano avuto una svolta positiva, per una volta. Poteva lavorare tutti i giorni al fianco di quell'uomo, come poteva non essere felice?

Camminava talmente con la testa fra le nuvole, entrando nel vialetto di casa, che non si accorse nemmeno di avere un Draco infuriato nero davanti a sé.  Lo salutò semplicemente con un freddo cenno della mano ed entrò in casa, abbracciò il suo tesoro e si buttò sul letto a fantasticare. Draco era allibito, completamente.

- Ma che diavolo le è preso adesso?! Ah! Io queste donne non le capirò mai!!!

- Ehm... Drachino, Dracuccio...-, disse Ares alle sue spalle. Draco si girò infuriato e mollò un pugno sul naso del cugino, dal quale uscì il sangue.

- AHIA!!! ANIMALE!!! Non ho fatto niente, bel ringraziamento per essermi preso il disturbo di venire qui a dirti cos'ha Rachel!!!

Draco lo osservò sospettoso e decise di abbassare, temporaneamente, la guardia.

- Tu? Sei troppo stupido per sapere cos'ha... ma sentiamo, potrei almeno farmi qualche risata...

- Bene. Ero uscito a fare colazione siccome le femmine non si sono ancora sbrigate a fare la spesa... così sono entrato nel bar di fronte alla biblioteca e dal mio tavolo accanto al finestrone indovina chi vedo?

Draco alzò un sopracciglio...

- Ma Rachel, stupido!!! Comunque... decido di seguirla, per vedere perché fosse andata alle otto di mattina in una biblioteca e quando entro la vedo litigare prima con una vecchietta e poi parlare con un tipo... che... beh... devo dire la verità, se non fossi stato maschio credo che gli sarei caduto ai piedi, un tipo davvero affascinante...

Draco per poco non si prese un infarto, e ci mancò poco che perdesse l'equilibrio e finesse lungo e disteso a terra. Afferrò Ares per il colletto della maglia e lo guardò negli occhi con fare minaccioso.

- Spero per te che questo non sia solamente uno scherzo di pessimo gusto perché, in caso contrario, te la faccio pagare cara! -, detto questo lasciò il cugino ed entrò in casa pestando i piedi pesantemente. Sembrava che un elefante imbizzarrito stesse entrando in casa come un ciclone. Ares scosse la testa. Era inutile che continuava a fare il geloso, se poi non faceva nulla per tenersi davvero stretta Rachel.

Ginny uscì fuori la porta, interdetta.

- Si può sapere che gli hai detto a quel poverino? Non dirmi che gli hai detto quello che hai riferito a me poco fa, perché ti ammazzo!-, disse lei, intimidatoria.

Ares deglutì. Forse aveva fatto un errore.

- Ehm... mi sono ricordato che... ho da fare... ciao!-, e detto questo corse via, verso i giardini pubblici, tenendosi fuori dalla portata delle urla di Ginny.

La ragazza entrò infuriata nera in casa, tirando una pacca dietro la nuca ad Harry.

- Voi uomini siete proprio stupidi!!! Vado a parlare con Rachel!!!

E, detto questo, infuriata nera fece per dirigersi in camera di Rachel e Draco, quando un pensiero le balenò per la mente. Forse non era il caso che entrasse, sicuramente c'era già lì Draco e, come ben si dice, fra moglie e marito non metterci il dito!

Si appoggiò con l'orecchio alla porta e trasalì quando le urla dei due cominciarono a rimbombare per tutta la casa. Dopo poco, infatti, la rossa fu raggiunta da Harry e Fleur, che si era trasferita con loro quella mattina insieme a Bill e i loro figlioletti Catelyn e Arthur, rispettivamente di tredici mesi e di tre e mezzo.

Una piccola manina tirò Ginny per la gonna.

- Zia Ginny, perchè state tutti con le orecchie accostati alla porta di mami e papi? -, domandò il bimbo biondo, arrivato in quel momento, quando i genitori avevano smesso per un attimo di urlare.

La rossa prese in fretta e furia il bambino in braccio, che si dimenava non poco, si infilò le scarpe e corse fuori di casa. Non era il caso che il bimbo sentisse nuovamente i genitori litigare, l'ultima volta c'era rimasto talmente male che era fuggito di casa. Bill scosse la testa e, prendendo moglie e figlia per mano, si allontanarono anche loro dalla porta della stanza.

- Sento aria di tempesta... -, disse tristemente Bill.

- Non ci credo... ma davvero Rachel ha flirtato con un altro davanti a Draco? Mio Dio...-, farfugliò Fleur allibita, ascoltando le urla di Draco.

- Da quanto mi ha detto mia sorella, non è stato proprio così... ma probabilmente Draco l'ha presa male, e non lo biasimo. Diamine, hanno anche un figlio, potrebbero decidersi una buona volta a fare gli adulti e a pensare a quel povero bambino! Finalmente ha ritrovato un papà e spera in una famiglia felice con i genitori e loro non fanno altro che stuzzicarsi!

- Papà...

Una vocina piagnucolante mise fine alla discussione fra i due, Bill aveva alzato un po' la voce e la sua figlioletta si era spaventata nel vedere il padre, solitamente tranquillo, completamente infuriato. Si abbassò fino ad essere all'altezza della bimba e la prese in braccio, stringendola forte a sé.

- Scusa Caty, papà non era arrabbiato con te...

Catelyn, una dolce bimba di tredici mesi, che non faceva che gattonare avanti e indietro per la casa, aveva ereditato le caratteristiche della madre, occhi azzurrissimi, pelle lattea, ma aveva gli stessi, inconfondibili capelli color carota dei Weasley. Dominick sosteneva che era la sua fidanzatina numero uno e che una volta cresciuti l'avrebbe sposata, perché era troppo bella. Rachel e gli altri ci ridevano sopra, ma Dominick parlava sul serio. Ma c'era un piccolo ostacolo, nella certezza di Dominick e si tratta di Arthur,  primogenito di Fleur e Bill.

Arthur era gelosissimo della sua sorellina, seppure fosse un bimbo di soli tre anni e mezzo. Ginny diceva sempre che gli ricordava un sacco come si comportava Ron nei suoi confronti, quando erano più piccoli, e tutto sommato lo faceva ancora: quando sapeva che Ginny ed Harry passavano la notte insieme, storceva il naso.

Fleur scosse la testa, avrebbe tanto voluto capire cosa passava per la testa dell'amica, anche se in un certo non poteva biasimarla. Amava Draco, ma aveva sofferto troppo per poter sperare di avere ancora una normale storia con lui, e per questo si stava infatuando di questo misterioso uomo. E, da quanto diceva Ares, era davvero un galantuomo, di quelli che fanno girare la testa fino a farti cedere le gambe, ed era proprio il tipo di uomo che piaceva a Rachel. Improvvisamente una porta sbattè e ne uscirono un Draco infuriato che si piazzò sul divano a guardare la televisione, precisamente un canale sportivo, e una Rachel infuriata il doppio che, presa la borsetta, se ne uscì di casa.

***

Era passata una settimana ed Hermione fu dimessa dal St.Mungo, privata dei suoi poteri, insieme a Ron e riportata a casa tramite polvere voltante. Ron non aveva avvisato nessuno se non Harry del loro imminente ritorno, così quel pomeriggio, quando Ares, seduto in salotto a leggere, la vide sbucare come un fantasma dal camino, senza né salutare, né niente, diretta immediatamente in camera  da letto dove si chiuse dentro, credé di aver visto un fantasma.

- AHHHHHHHHHHHH!!! AIUTOOOOOOOOOOOO!!!!-, disse il ragazzo, mentre una pallida e depressa Hermione saliva le scale, dopo essere passata accanto alla sua poltrona.

- Che c'é? Che succede?-, si svegliò Harry che stava sonnecchiando sulla poltrona lì affianco.

- UN FANTASMAAAAAAAAAAAAAAAAA!!-, rispose il figlio di Bellatrix Lestrange, saltando dalla poltrona in braccio ad Harry, tremante come una foglia.

Harry lo sbattè poco delicatamente a terra.

- Ma che sei scemo? Non ci sono fantasmi qui!!!

Ares lo guardò con due lacrimucce che gli facevano Din-Don-Dan dagli occhi, affermando che non stava mentendo e che l'aveva visto davvero, e se ne intendeva di fantasmi lui, sosteneva, dopo la storia con Allie.

- Non so che diavolo hai visto Ares, ma di certo non era una fantasma!

Un grande frastuono rimbombò per il salotto.

Era Ron, che uscito dal camino, era caduto dolorosamente con il sedere a terra e quattro valige in testa.

- Ciao ragazzi, Hermione é passata di qui?-, chiese alzandosi, massaggiando il fondoschiena dolorante.

Ares spalancò gli occhi.

- Hermione é morta?!?!?

Ron spalancò gli occhi

- COSA??!?!?!

- Era una domanda, non un'affermazione...-, precisò Harry, massaggiandosi la testa. Riecco che ricompariva l'emicrania.

- Ah...-, disse Ron perplesso. - No, certo che non é morta... perché?

- E' appena passato il suo fantasma...-,rispose innocentemente Ares.

- COSA?!?!?!?!?

Harry diede uno scappellotto ad Ares.

- NON ERA IL SUO FANTASMA, STUPIDO!!! Ron, Hermione io non l'ho vista, ma se é depressa come credo, Ares l'ha vista passare silenziosamente... credo si sia rinchiusa in camera da letto...-, spiegò il moro.

Il biondino guardò perplesso il moretto che si risistemava gli occhiali sul naso. Lo guardò come per domandargli se stesse parlando seriamente o cosa, ma in compenso si prese un'ulteriore sgridata da Harry, che era sul limite di un esaurimento nervoso.

- Ti do una mano con i bagagli, Ron! -, disse prendendo praticamente tutte le valige del rosso e avviandosi verso la camera da letto.

- Qualcosa mi dice che è nervoso... -, ridacchiò il Weasley allegramente.

Era felice di essere di nuovo con tutti gli amici di un tempo, anche se la causa non era delle più allegre, ma forse in questo modo anche la sua Herm avrebbe potuto riprendersi. Sicuramente da solo non ce l'avrebbe mai fatta a risollevare il morale della brunetta, ma con un buffone come Ares in casa, ad esempio, come si poteva non ridere?

 

Fine capitolo 17

 

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 18 - Esploriamo il corpo umano ***


***

Capitolo 18 - Esploriamo il corpo umano

 

I

nfuriata nera, tanto per cambiare, stava camminando pesantemente per le vie di Boston. Non fece nemmeno caso alle innumerevoli vetrine che le sfrecciavano di fianco, voleva solo allontanarsi al più presto da casa. Corse velocemente, scendendo le scale del sottopassaggio che conducevano alla metropolitana, prendendola per un soffio. Era in un paese nuovo, anche molto bello, e non era intenzionata a rimanere rinchiusa per sempre nel suo quartiere, voleva fare, almeno per quel giorno, la turista a tutti gli effetti.

Così scese ad una fermata a caso, e si ritrovò al centro della città. Entrò nei negozi, fece un sacco di spese, usava lo shopping come scacciapensieri. dopo un paio d'ore di spese senza freni, si fermò ed entro in un bar, dove, per gli "strani casi della vita", incontrò niente di meno che Andrew. Si guardò in giro, sembrava fosse solo, il suo sguardo era rilassato, segno che, apparentemente, non aspettava visite. Si avvicinò timidamente a lui poggiandoli una mano sulla spalla e, appena l'uomo si voltò, sorrise dolcemente. Andrew posò la mano su quella di Rachel, sorridendole a sua volta e baciandogliela, da perfetto gentiluomo. Scostò un po' la sedia di fianco a lui invitandola a sedersi al tavolo.

- Che magnifica sorpresa vederti qui, Rachel. Non avrei mai creduto di incontrarti in questa parte della città, proprio in una giornata come questa, ma devo ammettere che ciò mi lusinga e mi rende veramente felice.

- Forse -, sorrise lui, - ma anche sincero, te lo assicuro!

- Allora non posso far altro che accettare i complimenti, e ringraziarti di cuore. Cosa posso fare per ringraziarti?-, disse lei ammiccando. Stava spudoratamente flirtando con il suo capo.

Andrew poggiò una mano sulla sua spalla, sporgendosi un poco verso di lei, in modo da avere le sue labbra all'altezza dell'orecchio sinistro di Rachel.

- La tua compagnia è il più grande ringraziamento che potresti offrirmi...

La brunetta arrossì visibilmente sulle gote. Santo cielo, quel uomo la faceva impazzire, come non le accadeva da anni... con Draco.

Già, Draco...

Improvvisamente le riaffiorarono alla mente i ricordi di Hogwarts.

Il primo incontro "scontro" con lui e suo cugino Ares, le loro litigate, la storia delle bodyguards, i momenti passati nella stanza delle necessità, la seduta spiritica, e ancora il sigillo dei morti viventi, il ballo del ceppo, la sua dichiarazione con anello... Quante ne avevano passate insieme in pochi mesi.

La notte passata insieme... il concepimento di un bambino. Quello stesso dolce bambino che ora era l'unica ragione della sua vita.

Quel bambino era di Draco, non di Micheal Corner, doveva ficcarselo in testa... ancora non riusciva nemmeno a crederci.

Draco... il suo Draco.

Andrew la vide distratta e le accarezzò una guancia, chiedendole se ci fosse qualcosa che non andava.

Lei si tirò indietro, e scosse il capo, in segno di diniego.

Lì doveva esserci Draco, non Andrew. Perché diamine stava perdendo tempo in quel bar? Doveva tornare a casa. Da suo figlio. Dall'uomo che amava davvero.

Andrew le posò le labbra sulla fronte.

- Sei tutta rossa e pare tu abbia la mente completamente da un'altra parte... ma fortunatamente non sembra influenza... vuoi che t'accompagni a casa?

Abbassò lo sguardo sulla giovane donna, trovandosi il viso a pochi centimetri da quello di lei, che diventò visibilmente più rosso.

- No... no, io... credo che ora tornerò a casa... é stato un piacere vederti, Andrew, ci vediamo a lavoro...-, detto questo prese la sua giacca, posò alcuni spiccioli sul bancone e uscì velocemente dal bar, diretta verso la fermata dell'autobus. Avrebbe voluto smaterializzarsi, così da arrivare direttamente tra le braccia di Draco. Lo ammetteva, il casto bacio di Andrew l'aveva scossa, ma ciò non significava niente. Era un uomo dolce, gentile, affascinante... ma lei amava Draco, e Draco soltanto. Questo era quanto.

Intanto, nel bar, una ragazza si sedette sulle ginocchia di Andrew, abbracciandolo e posandogli le labbra sulle sue.

- C'è mancato poco che mi vedesse...-, gli sussurrò lei in un orecchio, prima di leccargli il lobo con fare seducente. Andrew le passò le braccia in vita, stringendola forte a sé, per sentire i suoi seni aderire al suo petto.

- Vero, piccola. Se ti avesse vista, avrei dovuto ucciderla, lo sai...

La donna dai capelli rossi e gli occhi cerulei sorrise, baciandolo di nuovo, stavolta con più desiderio, mentre l'eccitazione di lui le premeva sulla coscia, mandandola in estasi.

- Che peccato sarebbe stato ucciderla. Ma in fondo, abbiamo bisogno del suo bambino, no?-, chiese passando a baciargli il collo.

- Esattamente mia cara... esattamente... ma anche lei ci tornerà utile, lo sai che vuole vendicarsi delle Dickinson e tutti gli altri babbei, no? Soprattutto... non vedo l'ora di togliere dalla circolazione quel santarellino di un tuo ragazzo...

- Chi? Harry? Mpf... quello é l'ultimo dei suoi problemi... é uno stupido idiota, sarebbe capace anche di sacrificarsi per me... Ehi, che idea... dovevo pensarci prima!-, disse Ginevra, sorridendo maliziosamente.

L'uomo prese a baciarle avidamente il collo, giocando con i suoi capelli di fuoco. La fece alzare e la condusse nel retro del locale, dove si smaterializzò con lei.

- Illustrami il tuo piano... dopo...

Detto questo, si distese sul letto dove si erano materializzati, sopra di lei...

 

***

DLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN-DLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOON

Scampanellò furiosamente, dopo cinque minuti che nessuno era andato ad aprirle. Sentì un tonfo sordo, come di un capitombolo per le scale, ed aprì la porta un Ron piuttosto acciaccato, affannato e scomposto.

- Ehilà...-, disse il rosso prima di strisciare via, con l'osso sacro dolorante.

- Eh... ehilà...-, rispose Rachel perplessa, mentre richiudeva la porta. Superò l'essere che strisciava su per le scale, velocemente ed entrò in camera da letto, buttandosi sul letto dove Draco sonnecchiava ed abbracciandolo forte. Il biondo si svegliò di soprassalto, con uno spavento ed un urlo.

- Scusa, non volevo spaventarti.-, disse innocentemente la brunetta, strusciando una guancia sul suo petto.

Draco la guardò perplesso, scostandole la frangetta dalla fronte.

- E successo qualcosa per caso? Mi sembri particolarmente... affettuosa... -, fece alzare la ragazza, praticamente stravaccata su di lui, e la guardò attentamente negli occhi, mentre lei si guardava in giro con fare imbarazzato e arrossiva come una ragazzina alla sua prima cotta.

Tornò a guardarlo.

Com'era bello il suo amore. Ma perché tra loro non funzionava? Perché litigavano sempre?

Gli gettò le braccia al collo, cominciando a baciarlo con foga, sussurrandogli che lo amava e che voleva passare il resto della vita con lui.

Lui la strinse più forse a sé, ricambiando il bacio con passione. Fece scivolare una mano sulla gamba di lei, prudentemente, per paura lo respingesse. Vedendo che Rachel non reagiva salì più in alto, arrivando all'altezza della sua gonna. Fece voltare la ragazza, in modo da farsi lui sopra di lei.

Le baciò il collo, accarezzandola nelle sue parti più intime, e tra alcuni gemiti, lei decise di dirgli ciò che pensava sul serio.

- Non ricordo da qua... ah... da quanto tempo... aspettavo questo momento... io... ah... Draco, io ti a...-, improvvisamente la porta cigolò, e la testolina bionda di Dominick sbucò fuori, camminando allegramente.

- Papà ho fatto la cacca, però non arrivo allo scarico quindi dovresti...-, si bloccò improvvisamente. Rachel e Draco, che si erano girati di scatto verso il bimbo, si fecero di tutti i colori. Cercarono di scollarsi, ma il braccialetto di Rachel si era impigliato nei capelli di lui, e l'orologio di lui, all'interno della gonna di lei, così che la mano rimase in quella posizione molto sconveniente. Due lacrimucce si formarono ai bordi degli occhi del bambino, che cacciò un urlo da spaccare i vetri delle finestre. Cosa diamine stavano facendo quei due?

Al piano di sotto, Ron, Harry, San ed Ares si guardarono perplesso. I primi due scossero la testa, il biondino prese a ridacchiare e San, imitando inizialmente il rosso e il moro, si alzò e decise di salire al piano di sopra, per raggiungere il nipotino.

Draco guardò il figlio con il viso arrossato e le lacrimucce che gli scendevano dagli occhietti azzurri. Si sentiva disperato.

- No... aspetta Nick... non è come credi... la mamma voleva farmi uno scherzo e il suo braccialetto è poi rimasto incastrato fra i miei capelli!

Al piano di sotto, Ron, Harry, San ed Ares si guardarono perplessi. I primi due scossero la testa, il biondino prese a ridacchiare e San, imitando inizialmente il rosso e il moro, si alzò e decise di salire al piano di sopra, per raggiungere il nipotino.

Draco guardò il figlio con il viso arrossato e le lacrimucce che gli scendevano dagli occhietti azzurri. Si sentiva disperato.

- No... aspetta Nick... non è come credi... la mamma voleva farmi uno scherzo e il suo braccialetto è poi rimasto incastrato fra i miei capelli!

- Sì... -, farfugliò il bambino. - E la tua mano é rimasta incastrata nelle sue mutande...-, disse con il viso rosso di rabbia. Si buttò addosso ai genitori e diede un morso sul braccio del padre. Ok che era suo padre, ma sua mamma non la doveva toccare!!!!

Rachel guardo perplessa il figlio e il quasi marito. Quest'ultimo, con la mano libera, aveva afferrato il bimbo per la collottola della maglia.

- Ma Nick che stai dicendo?! Come pensi che tu sia venuto al mondo?! Bambino pestifero!

Ululò nuovamente dal dolore, quando il bambino riuscì a liberarsi dalla debole presa del padre e ad affondare nuovamente i denti nella sua carne.

Arrivarono Ares e San, che alla buffa scenetta scoppiarono a ridere, seguiti a ruota da Harry e Ron che li avevano seguiti. Improvvisamente si sentì un boato provenire dalla stanza di Hermione, e un urlo, quando la sua porta si aprì ed uscì la brunetta incavolata nera. Draco e Dominick smisero di litigare e si rannicchiarono dietro Rachel, spaventati.

- ORA BASTA! MAI POSSIBILE CHE IN QUESTA CASA NON SI PUò MAI ESSERE TRANQUILLI?!?!?!?-, urlò l'ex grifondoro, facendoli sentire in colpa. Ron si avvicinò alla donna, tentando di calmarla, e in cambiò si beccò uno sguardo omicida e una voltata di spalle, quando lei tornò indietro, in camera, e si rinchiuse dentro a chiave.

Tutti sospirarono. Si erano salvati dall'ira funesta di Hermione, sì, ma ora era arrabbiata ancora di più. Povero Ronald...

- Sempre colpa tua, papà...-, bofonchiò Dominick, che ricevette in risposta uno schiaffo dietro la testa dalla madre.

- PICCOLA PESTE!!!

Nick si mise a piagnucolare nuovamente. Lui voleva solo difenderla e lo puniva ancora. Draco sospirò e prese ad accarezzare i capelli del bimbo.

- Ehm... forse qui siamo di troppo, eh? -, sorrise San nel vedere Draco e Rachel ancora mezzi incastrati fra loro.

- No, aspetta San, di troppo un corno, questi due non si scioglieranno più se non li aiutiamo...-, disse Ares, pregustando la veduta sotto la gonna di Rachel, quando per caso li avrebbe aiutati a disincastrare l'orologio di Draco. Cogliendo i suoi pensieri, San gli mollò un pugno in testa, urlando un "MANIACO!" a tutto fiato, poi lo trascinò fuori dalla stanza, tirandolo per il colletto della camicia.

Harry volse uno sguardo triste a Ron che, mogio, mogio, usciva dalla stanza. Tirò un piccolo sospiro e si congedò dai tre, sicuro che avrebbero dovuto discutere fra loro in privato, seguendo il rosso.

Si sedettero tutti e tre sul letto, Dominick tra le braccia della mamma e Draco di fronte a loro.

- Nick, é giunta l'ora di fare un discorsetto...-, cominciò Rachel.

- Ma' guarda che lo so come nascono i bambini...-, disse lui in tono saccente.

Draco e Rachel si guardarono a bocca aperta e poi urlarono insieme.

- ARESSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS!!!-,gridarono all'unisono. Ares, che stava origliando da dietro la porta con San, cadde nella stanza. La ragazza gli cadde addosso.

- Ouch... ahi... San... sei una piuma... anff.. coff... mi sei sullo stomaco...-, disse il biondino, senza fiato, rosso per la mancanza d'ossigeno.

La ragazza prese ad arruffargli i capelli con fare infuriato.

- Se sono una piuma non lamentarti! Che cavolo hai detto a mio nipote razza di idiota?!

Draco, invece, si avvicinò con fare infuriato al cugino, ed Ares, giurò di vedere del fumo uscire dalle sue orecchie ed un vero e proprio incendio negli occhi solitamente color del ghiaccio.

- Non fraintendete!!!-, disse tentando di schivare i colpi di San e Draco. Rachel dal canto suo era sul letto con due lacrimucce PLIC-PLIC agli occhi, che abbracciava il figlio.... come se avesse perso la verginità o chissà cosa!

- Povero bimbo mio... ascoltare le chiacchiere di questo decerebrato!!!-, piagnucolò la gemella dai capelli lunghi, affranta.

Ares, schivato l'ennesimo colpo di Draco, prese parola.

- Ehi... non avete ascoltato tutto. Dominick raccontagli cosa ti ho spiegato!!!!-, pregò quasi suo nipote, per essere salvato.

- Zio Ares...-, cominciò Dominick,-... mi ha detto che i bambini vengono portati dallo struzzo!!

Draco si fermò perplesso, mentre San e Rachel si guardarono un paio di volte, chiudendo ripetutamente le palpebre, come per svegliarsi da un sogno.

Uno struzzo? Ma un tempo non era la cicogna?

- E che altro ti ha detto dello struzzo? - Lo incitò a parlare San, non essendo del tutto convinta.

Il bambino si guardò un po' in giro e fissò la mamma, preoccupato.

- Dì al papà cos'altro ti ha detto questo zio demente! -, domandò con fare impaziente Draco, che aveva abbandonato il cugino sul pavimento ed era tornato al fianco del suo piccolo.

- Beh... ehm... ecco.... si... che lo struzzo arriva, scende giù dal camino e mette i bambini nella calza appesa all'albero di natale!-, disse, soddisfatto della sua perfetta bugia.

San si schiaffò una mano in fronte, guardando quel biondino idiota che era ancora spiaccicato sotto di lei.

- Sei veramente un'idiota Ares... -, affermò sinceramente rassegnata.

Rachel e Draco, al contrario, si guardarono sconcertati. Ok, Dominick non sapeva la verità, ma a questo punto la situazione peggiorava di gran lunga, sembrava un bambino idiota!

Dominick dal canto suo aveva paura. I genitori e sua zia non sembravano convinti, e lui non voleva sapessero che zio Ares gli aveva fatto vedere quelle videocassette, quella mattina, quando alcuni dormivano e altri erano usciti. Decise di calcare un po' la mano.

- Ha detto anche che in alternativa vengono portati nelle uova al cioccolato dal coniglio pasquale, in occasione del ferragosto che si festeggia negli anni bisestili!

Improvvisamente suonò il campanello. Ginny era tornata, così decisero di scendere, per pranzare.

Dominick e Ares rimasero indietro e si guardarono. Il bimbo sorrise, soddisfatto di stesso. Nessuno avrebbe mai saputo che lo zio Ares gli aveva fatto vedere le cassette di "Esploriamo il corpo umano", con quella orrenda sigla di Cristina D'Avena. Insomma far sapere a tutti che aveva visto quelle cassette con QUELLA sigla era un suicidio sociale!!!!!!

 

Fine 18° capitolo

 

Rachel: Che spavento… credevo che Ares avesse detto chissà cosa al mio bambino…

San: Ma figurati… quello è così ritardato che secondo me non lo sa manco lui come nascono i bambini.

Ares: Credo che dovrei sentirmi offeso…

San: E’ quello l’intento!!!

Draco: Su, calmatevi T_T’

Dominick: “L’importante è che nessuno sappia che mi piace la sigla della D’Avena…”

Harry: Mi chiedo dove sia stata Ginny tutto questo tempo…

Ginny e Andrew si guardano. Poi parlano all’unisono.

Ginny: Al mini-market… c’erano gli sconti sulla carne… non resisto!

Andrew: In biblioteca a studiare per recuperare gli anni di studio persi.

Ron: Non sapevo mia sorella potesse stare in due posti contemporaneamente… o.O’

Rachel & San: Tu non sai mai niente…

Bill: Vi siete dimenticati di me e Fleur ç.ç

Fleur: E anche dei nostri bimbi ç.ç

Draco: Io manco mi ricordo come si chiamano i vostri mocciosi…

Ron: *bussando alla porta dove è chiusa Hermione* Tesoro? Cara? E’ ora di pranzo, devi mangiare qualcosa…

Un ringhio sommesso si eleva dalla camera da letto. Ron decide che tutto sommato Hermione può stare qualche altro giorno senza mangiare.

Rachel: Ehm… passiamo a cose serie…. I RINGRAZIAMENTI!!!

 

Didi: No, guarda, non ce ne eravamo proprio rese conto lo aspettassi :p Come puoi vedere anche da questo chap, si… ad Ares vanno sempre tutte le colpe. E’ d’OBBLIGO! =P Grazie di continuare a seguirci e sostenerci ^_-

 

No_Name: Ciao Alby :p Grazie dei complimenti, entusiasta come al solito eh? Eh eh XD Tvtttttttttttb! By la tua sorellina Rachy

 

Ale89: Ci fa piacere ti abbia lasciata entusiasmata, è sempre bello sapere di avere nuovi lettori a cui piace la nostra storia ^^ Continua a seguirci mi raccomando ^_- Grazie!!

 

Visitate il nostro sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il nostro sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 19 - La terza gemella, la seconda zia ***


Capitolo 18 - Esploriamo il corpo umano

Visitate il mio sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il mio sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Capitolo 19 - La terza gemella, la seconda zia

 

E

rano tutti riuniti, per la prima volta da quando erano in quella casa, in salotto davanti al fuoco. Erano riusciti a convincere Hermione a scendere che, molto bruscamente, aveva tentato di mordere il braccio di Harry e Ron, che la tenevano ai due lati per farla scendere al piano terra. Dopo la storia di come nascono i bambini, Rachel si era resa conto che aveva nascosto troppe cose al suo Nick. La verità su suo padre ora era stata risolta e, anche se in un modo alquanto ridicola, anche quella sulla nascita, ma c'era un'altra cosa di cui aveva sempre tenuto all'oscuro Dominick, Allie. Sapeva la verità su ciò che successe ai nonni, ma purtroppo su una delle sue zie naturali nulla, nemmeno la sua esistenza. Ciò che la giovane mamma temeva più al mondo, era che, se in caso di pericolo, si fosse trovato davanti la defunta gemella sarebbe stato ingannato come niente e finito nelle mani del nemico. Proprio per questo motivo avevano ritirato fuori tutti i vecchi album di fotografie, quelli di quando Rachel e San erano piccole, di quando Allie era ancora nel mondo che tutti conosciamo.

Così, Dominick era seduto tra la mamma e la zia sul divano di fronte al camino, Draco e Ares a terra sul tappeto, che mangiucchiavano dei dolcetti preparati da Rachel e Ginny, mentre Ginny ed Harry su una poltrona al lato del divano, e Ron ed Hermione su quella all'altro lato. Arrivò la foto che Rachel e San cercavano. Le tre gemelle Dickinson all'età di Dominick.

- Ma... mamma... qui c'é una gemella in più, la foto é sbagliata!-, fece notare Dominick, sicuro ci fosse un errore.

San gli passò la mano sui capelli, scompigliandoglieli appena. Sorrise al bambino e scosse leggermente la testa.

- No, Nick... non è sbagliato... lei si chiama Allie, anche lei è tua zia... più o meno... sai, come il nonno e la nonna se ne è andata tanto tempo fa...

Due lacrimucce si formarono ai bordi degli occhietti del bimbo.

- E' salita in cielo?-, chiese con il labbro tremolante.

Rachel si portò una mano sulle labbra, trattenendo a stento le lacrime. Si alzò e salì velocemente le scale. Non voleva che il figlio la vedesse piangere ancora, cosa avrebbe pensato di lei. Draco e San si guardarono.

- Draco, meglio vada tu...-, disse Ares. - Qui ci pensiamo noi, con Dominick.

San guardò Ares, mentre si sedeva sul divano con lei, accanto a Dominick. Si soffermò nuovamente a guardare la fotografia... quanti anni erano passati... quante cose erano cambiate... Prese nuovamente fiato, decisa a spiegare una volta per tutte al nipotino come stavano le cose.

- Sì, la zia Allie è salita al cielo Nick... ma non perchè era giunta la sua ora, l'ha voluto lei... Dopo è tornata dalla mamma e da me, ma purtroppo non era più la persona che conoscevamo. Era diventata cattiva, tanto cattiva. Fortunatamente siamo riuscite, con l'aiuto di tuo papà, di zio Ares,di zia Hermione, zia Ginny, zio Ron, zio Harry, zia Fleur e zio Bill a placare un poco la sua rabbia, così è potuta tornare in cielo... ma purtroppo, forse, è riuscita a tornare ancora... Ecco... se ti capitasse di vederla piccolino... non devi assolutamente assecondarla, devi venire subito da uno di noi e dircelo!

- Sì, la zia Allie è salita al cielo Nick... ma non perchè era giunta la sua ora, l'ha voluto lei... Dopo è tornata dalla mamma e da me, ma purtroppo non era più la persona che conoscevamo. Era diventata cattiva, tanto cattiva. Fortunatamente siamo riuscite, con l'aiuto di tuo papà, di zio Ares,di zia Hermione, zia Ginny, zio Ron, zio Harry, zia Fleur e zio Bill a placare un poco la sua rabbia, così è potuta tornare in cielo... ma purtroppo, forse, è riuscita a tornare ancora... Ecco... se ti capitasse di vederla piccolino... non devi assolutamente assecondarla, devi venire subito da uno di noi e dircelo!

Il bimbo si guardò intorno, osservando uno per uno i "suoi zii". Mancavano Bill e Fleur all'appello.

- Ma perché non ci sono zia Fleur e zio Bill se vi hanno aiutati?-, chiese ingenuamente.

- Perché...-, prese parola Hermione, facendo alzare Ares e sedendosi accanto al bambino. - Non ci sembrava giusto questa storia la udissero anche i loro figli.

Dominick non capiva. Ma stavano scherzando o cosa? Era vera quella storia? Allora il fantasma che vedeva sempre nei suoi sogni, non era solo frutto della sua fantasia.

- Non è una bella storia Dominick, ma purtroppo è reale... -, fece Harry stringendo più a se Ginny, che guardava il piccolo con avidità, avidità che però nessuno riuscì a leggere nei suoi occhi.

- Lo zio Harry ha ragione, ma era importante tu lo sapessi... perchè se in qualunque situazione lei tentasse di avvicinarsi a te... se tu... ecco noi... dobbiamo proteggerti... sì... -, disse San, mentre la voce le si incrinava. Allie aveva procurato già abbastanza guai in passato, non doveva osare toccare suo nipote, non lui.

Dominick chiuse gli occhietti e la figura di Allie gli si parò davanti. No, no, no... non era vero... era tutto uno scherzo... solo uno stupido scherzo.

- Siete dei bugiardi! E i fantasmi non esistono!!!

Ares spalancò gli occhi. Un momento... forse Dominick non sapeva di avere anche lui dei poteri come i genitori? O magari non sapeva nemmeno che i genitori l'avessero.

... ma Dominick c'era stato nel mondo magico, a Diagon Alley, doveva saperlo per forza.

- Dominick... -, fu Ron a prendere parola, stavolta. - ... tu hai poteri magici come i tuoi genitori?

Ares ammiccò verso Ron. A quanto pareva avevano fatto lo stesso pensiero.

- Io... non... intendi come quelli della mamma?-, chiese il bimbo, mentre si preparava ad una crisi di pianto.

- Sì, come quelli della mamma... o simili, o qualcosa del genere! Sei stato a Diagon Alley, no? O almeno... almeno... cioè, lo sai che ci sono i babbani e i maghi, giusto?

San si alzò e si avvicinò al nipotino, stringendolo a se.

- Per il momento, da quanto ne sappiamo noi, Dominick non ha mai manifestato nessun potere...

Hermione, che era stata al fianco del rosso per tutto quel tempo, raggiunse la gemella dai capelli corti e il bimbo biondo, che ormai era irrimediabilmente confuso.

- Nessun potere? Com'è possibile? È figlio di due maghi... dovrebbe aver già manifestato i poteri da pochi mesi dopo la nascita!

Sapeva che non doveva ridere, ma non poteva farci niente, pensò Ares, mente tratteneva uno scoppio di risate sguaiate. Insomma, il figlio di un Malfoy era un magonò? Non si poteva davvero fare altro, se non ridere... o al massimo piangere.

Prese in mano il vecchio album di fotografie, deciso a distrarsi. Non poteva ridere, non in un momento come quello. Si soffermò a guardare la foto delle tre gemelle all'età di Dominick. Rachel era vestita in modo molto femminile, come sempre, un vestitino degno di una bambina di buona famiglia, rosa, come tutte le cose che possedeva. Allie portava una maglia con una A ricamata sopra, di colore rosso. La gonna era dello stesso colore e ai piedi portava degli stivaletti. San, infine... una salopette azzurrognola, irrimediabilmente spettinata, anche se portava una mezza coda sul lato destro della nuca... non c'era altro da dire, non era per niente cambiata in tutto quel tempo. Gli venne nuovamente da ridere.

San lo notò in preda ad attacchi di risatine isteriche soffocate. Gli mollò uno scappellotto.

- Che hai da ridere?-, chiese Hermione, irritata.

In risposta, Ares indicò la foto delle tre gemelle. Rachel femminilissima, come sempre, una bambolina di porcellana. Allie era la più normale delle tre, né maschiaccio, né perfettina. E poi c'era San... che sembrava essere appena uscita da una rissa con dei maschi. I capelli spettinati, un vestito tipicamente maschili e le mani sporche di roba verdognola, simile ai residui della plastilina. Era adorabilmente , e irrimediabilmente, un maschiaccio in tutto e per tutto. E lui l'adorava!

- Che diavolo ha di tanto strano quella foto?! -, chiese ancora più irritata la brunetta.

Il ragazzo le indicò la sua figura.

- Embè? Si può sapere che ha di tanto divertente?

- E'... pfff... uahahha... San... era un maschiaccio delizioso!-, disse scoppiando finalmente in una risata colossale, tanto che Dominick lo seguì a ruota, non divertito dalla foto, ma dalla sua faccia contorta dalle risate.

La ragazza gli tirò un’altra sberla, prendendogli via dalle mani l'album delle foto.

- E allora?! E poi chi ti ha dato il permesso di vederlo?! -, sbottò arrossendo, - Ti ricordo che stavamo parlando di una cosa seria!!!

- Scusa... ma non ho resistito... eri troppo carina, se non fosse stato per i lineamenti delicati e i capelli lunghi, ti avrei presa per un bambino!-, disse lui continuando a ridere, incurante dell'ennesima sberla ricevuta.

- Idiota! Meglio essere un maschiaccio che un effeminato come te!!! -, grugnì lei nuovamente, indifferente alle risate di sotto fondo che stavano riservando loro gli altri.

Ares si fermò e la guardò.  suoi occhi erano pieni di lacrime e il viso rosso di rabbia.

- Dai, non te la sarai mica presa?-, chiese in apprensione. Forse l'aveva combinata grossa.

- No, affatto, perchè dovrei prendermela?! Lo so benissimo anche io che non sono perfetta come Rachel, che è incredibilmente femminile, o come Allie, che è un via di mezzo! Scusa se sono fatta così! -, urlò adirata, mentre riponeva il libro in una delle mensole in salotto.

Dominick li vide litigare. Guardava una volta la zia, una volta Ares, poi la zia, poi Ares... Si schiaffò una mano in fronte. Erano proprio dei bambini! Insomma, stavano parlando di cose serie e loro si mettevano a litigare. Guardò Hermione, Ron ed Harry e Ginny.

- Zii... io vado su a vedere come sta mammina...-, disse il bimbo, esasperato. Senza aspettare nessuna risposta salì le scale, lasciandosi alle spalle le urla di San e le preghiere di scusa di Ares.

Si fermò titubante davanti alla porta della camera dei genitori. Rachel stava piangendo, ancora, fra le braccia di Draco che la cullava dolcemente, dandole piccoli baci sulle gote, per asciugarle le lacrime. Nick tese un poco le orecchie per udire ciò che si stavano dicendo, o meglio ciò che suo papà stava dicendo alla mamma. Sembravano solo parole di conforto, ma gli sembrava di aver udito anche il nome della zia Allie.

- Ma Draco, tu non capisci... Allie... lei... sta rovinando l'infanzia di Dominick! Quel povero bambino... così piccolo... é posseduto da un fantasma... assopito, sì, ma pur sempre un fantasma! Se si svegliasse all'improvviso... non oso immaginare cosa potrebbe accadere al nostro bambino!-, disse stringendosi di più al biondo.

Dominick sentì una fitta improvvisa. La zia Allie stava dormendo dentro di lui...

- Vedrai che troveremo una soluzione, per ora non ha manifestato alcuna cosa che ci abbia fatto pensare ad un suo prossimo risveglio...

- E poi mi preoccupa il fatto che, con ogni probabilità, lui sia un magonò... in questo modo le sue difese contro Allie sono davvero bassissime... santo cielo!-, la giovane donna si sedette sul letto, e si portò le mani sul viso. Perché doveva essere sempre tutto così complicato? Perché Dominick non poteva essere un semplice bambino come tanti altri? La sua vita era un caos totale. Dentro di lui dormiva Allie, quindi facile preda dei mangiamorte e di Voldemort stesso, che sicuramente rivorrebbe la naiade nelle sue file. I suoi genitori non stavano insieme, e uno dei due era addirittura mangiamorte, mentre l'altra era mezza-naiade. Povero bambino... non poteva pensare a nient'altro se non questo. Non ci riusciva.

Sentirono il cigolio della porta, mentre il bambino entrava nella stanza. Si avvicinò ai genitori, arrampicandosi sul letto e sedendosi in grembo alla madre, lasciandosi coccolare un po'. Non voleva che la mamma soffrisse così per lui, era forte, era sicuro che sarebbe riuscito a sconfiggere la cattiva zia e a manifestare i suoi poteri!

Quella sera Ares e San rimasero soli in casa. Harry e Ron andarono a lavoro, Bill, Fleur, i loro figli, Ginny ed Hermione andarono a cena dai Weasley (tramite polvere volante) e Draco e Rachel uscirono insieme, con Dominick, per passare una seratina in famiglia, prima al cinema (per convincere Draco ad entrare in quel luogo babbano ci erano voluti alcuni ricatti) e poi al ristorante (idem che per il cinema).

Ares aveva passato tutto il pomeriggio nella sua stanza, dove si era appisolato sul letto. Non sapeva gli altri fossero usciti.

Fu alle dieci di sera che  si alzò dal letto, madido di sudore. L'aveva sognata ancora, ed ancora una volta l'aveva persa. Scosse la testa, mentre un brivido prese a scorrergli lungo tutta la schiena, facendolo letteralmente rabbrividire. Ormai quel sogno si faceva largo nella sua mente sempre più spesso, quasi ogni notte. Si girò dall'altra parte risistemandosi le coperte azzurrine sulle spalle, rigirandosi più volte per trovare una posizione comoda che gli conciliasse il sonno, ma quando si accorse di non riuscire più ad addormentarsi, decise di scendere in cucina a prendere qualcosa da bere. La casa era avvolta nel silenzio più totale, infranto solo dal ticchettio del grande orologio a pendolo. Iniziò a scendere la gradinata che lo separava dal piano sottostante e, ad ogni passo, sentiva lo scricchiolio del legno, provocato dai suoi passi e dal suo peso di gradino, in gradino, al suo passaggio. Entrò in cucina e, dopo aver preso un bicchiere dalla mensola posta sopra al lavandino ed averlo riempito con l’acqua del rubinetto, prese a sorseggiarne il contenuto. Lo rimise nel lavandino, una volta vuoto, e solo allora si accorse del grande caos che regnava lì dentro. C'erano tutte le bottiglie d'alcolici sparpagliate sul grande tavolo di noce, molte di loro con il tappo aperto e, in effetti, storse il naso, dal forse odore che emanavano. Decise di sorvolare, magari Harry e Ginny, o Rachel e Draco, avevano deciso di fare una piccola festicciola privata. Fece per avviarsi verso la scalinata che conduceva al piano superiore quando udì un singhiozzo che l'allarmò. Allora non era l'unico ad essere sveglio.

 

Fine 19° capitolo

 

Visitate il mio sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il mio sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 20 - Scoperte Scottanti ***


Si diresse quatto, quatto verso il salotto e fu lì che la vide

Visitate il mio sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il mio sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi alla scuola virtuale, HOGWARTS SCHOOL

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Capitolo 20 – Scoperte scottanti

 

S

i diresse quatto, quatto verso il salotto e fu lì che la vide. Indossava solo una canottiera nera e il sotto di una tuta, dello stesso colore, probabilmente era uscita a correre, come tutti i pomeriggi. Stava sorseggiando un liquido alquanto indefinito, dato lo strano colore della bevanda. Posò il bicchiere sul tavolino di vetro al centro della stanza e strinse una catenina che portava al collo, mentre un'ennesima lacrima le scendeva silenziosamente lungo la guancia. Ares aguzzò un pochino lo sguardo, avvicinandosi ancora un poco alla ragazza che sussultò e si voltò verso di lui, con lo sguardo terrorizzato, mentre asciugava frettolosamente il viso.

- Ah... sei tu Ares... -, lasciò andare la catenina, sperando che il ragazzo non la notasse, o che pensasse fosse un oggetto comune, come un altro, ma il biondino incuriosito si avvicinò e l’afferrò con l’indice ed il pollice destro, riconoscendola. Un intreccio di oro bianco che reggeva un piccolo ciondolo, una stellina che, voltata, lasciava intravedere due lettere ben distinte: S&A. La guardò spaesato, mentre lei iniziò nuovamente a parlare.

- Sai... è sempre stato più forte di me, non sono riuscita a toglierla, a separarmene... mai...

Ares rimase spiazzato. Non era mai riuscita a toglierla? Che significava? Che forse in fondo al suo cuore si ricordava di lui? Che forse quel sentimento era ancora in lei, solo che assopito? Aveva qualche speranza con la dolce San?

Notò come fosse completamente ubriaca. La ragazza alzò di nuovo il gomito, dopo aver riempito un altro boccale di whisky incendiario, ma Ares glielo strappò di mano, bevendolo lui tutto d'un sorso. Sentì la rabbia montargli dentro, gettò via il bicchiere, che si frantumò in mille pezzi contro una parete del salotto.

- Quello era il mio Whisky! -, urlò lei, guardandolo minacciosamente. - Senti ciccino, non so che diavolo ti passa per la testa, ma se tanto ti interessano le mie sorelle tentaci con loro! Ah, giusto dimenticavo, una è crepata e una è la fidanzata di tuo cugino, purtroppo sono io l'unica con questa faccia rimasta single!

Ares la guardò quasi con disgusto, ma che diavolo le stava saltando in mente a quella matta?!

Si sedette accanto a lei, che fece per colpirlo. Lui le bloccò entrambi i polsi facilmente, con le sue mani. Essendo perdutamente ubriaca, aveva i riflessi lenti. Anche lui cominciava a sentire l'alcool scorrere nel sangue, ma era ancora abbastanza sobrio da ragionare con almeno una parte del cervello.

- San, ma come ti sei ridotta? Ti stai facendo del male da sola, non vedi?

No, non lo vedeva! L'unico che le aveva fatto male era lui, e lui soltanto! La sua reazione era solo una conseguenza dei comportamenti di Ares nei suoi confronti. Lei lo amava. Lo sapeva. E lui invece la considerava solo un maschiaccio... Lo sapeva bene, lei, che se Rachel non fosse stata innamorata persa di Draco, ci avrebbe provato con sua sorella. In fondo, a chi poteva piacere San Dickinson, pensò mentre le lacrime le riempirono gli occhi e le rigarono le guance. Non voleva lui la vedesse piangere. Non voleva la vedesse piangere per LUI!!! Provò a divincolarsi dalla sua stretta, con movimenti impacciati per la forte presa del ragazzo, cominciò a colpirgli il petto, implorando di lasciarla andare, tra le lacrime.

- Ares piantala, lasciami andare! Non ti voglio vedere! Lasciami stare! Basta così... -, disse smettendola di pestare i pugni sul suo petto e distogliendo lo sguardo dal ragazzo, che continuava a guardarla con quell'espressione... sempre quella... compassione... disgusto... ecco cosa leggeva nei suoi occhi. Si chiese perchè non poteva essere anche lei come Rachel, perchè non poteva veramente piacere ad Ares, perchè non poteva essere davvero la sua ragazza... perchè lui non avesse potuto apprezzarla veramente e non solo perché aveva lo stesso viso delle sue gemelle.

- San. Non capisco, perché ti comporti così? Io... accidenti... -, la voce del ragazzo era spezzata. Un nodo in gola gli impediva di continuare. Perché ora lo cacciava via in quel modo?

- Tu cosa?! Io mi comporto solo di conseguenza a come mi vedo trattata! Dai, siamo seri, si vede lontano un miglio che se Rachel non si fosse innamorata di Draco tu... tu avresti scelto lei...

Si aggomitolò sul grande divano del salotto, facendosi piccola, piccola, nascondendo il viso.

Ares spalancò gli occhi. Ma parlava sul serio?

- Ma... ma... ma sei pazza? Ma dici sul serio, San? Ma ti rendi conto? Credi che saremmo a questo punto se io non ti amassi davvero? Ma con cosa ragioni? Io proprio non capisco. HO FATTO DI TUTTO E DI PIÙ PER FARMI VOLER BENE DA TE, MA TU NIENTE. SEMPRE ALGIDA, SEMPRE UN GHIACCIOLO VIVENTE!!! Ma sai che ti dico? Mi sono un po' rotto di questa situazione. Amare vuol dire anche saper aspettare, ma sono passati cinque anni, diamine, non credi di avermi fatto aspettare troppo? Se qui c'è uno che può dire di essere stato usato, di essere stato preso in giro... per di certo non sei tu, ma io... IO SOLTANTO!!!

San fermò le lacrime e lo guardò, confusa, disorientata. Il ragazzo sbuffò, fece un cenno del capo in segno di buona notte, si alzò, salì le scale tre gradini alla volta ed entrò in camera sua, sbattendo la porta violentemente.

La ragazza riabbassò il capo. Aveva ragione lui, aveva sempre e dannatamente ragione lui. Il problema era lei, non Ares, come sempre. Pensava di avere ragione, almeno in parte, ma l'aveva di nuovo fatta cadere nel torto marcio. Helen... era una ragazza così terribilmente femminile... la prima volta che l'aveva vista si era convinta che, alla fine, anche ad Ares piacevano le ragazze come lei, quelle fragili, dolci e indifese. E lei non era così. Si alzò dal divano, riordinando le bottiglie rimaste sparpagliate sul tavolo e raccogliendo i cocci di bicchiere che giacevano sul pavimento. Salì lentamente al piano di sopra, diretta nella sua stanza, ma sentì un impulso irrefrenabile, quando passò davanti a quella di Ares. Si avvicinò alla porta in punta di piedi, poggiando l'orecchio contro essa. Dall'interno non proveniva il minimo rumore. L'aprì leggermente, assicurandosi che non scricchiolasse. Il ragazzo era disteso nel letto, profondamente addormentato. Si avvicinò piano, piano a lui. Si sentiva attratta come da una calamita. Il suo viso... le faceva così male vederlo triste, eppure era stata lei a renderlo così. Si sedette sul bordo del materasso, carezzandogli una guancia.

- Ares io... scusami... io... ricordo la sensazione che provammo quando ci baciammo la prima volta ad Hogsmeade. I lineamenti del tuo volto ti assicuro che non hanno abbandonato la mia mente nemmeno per un secondo, da quando ho perso i ricordi, mi hanno sempre accompagnata nei pensieri, nei sogni... negli anni... e la premura che mi riservavi ogni volta, ogni singolo giorno, ogni ora... ogni minuto... la ricordo... anche se mi sembra così lontana... Non ricordo di preciso come successe tutto ciò, come gradualmente mi innamorai perdutamente di te, ma so solo che non sarei mai riuscita ad amare nessun altro come ho amato te... e come ti amo anche adesso. Sono una vigliacca, eh? Riesco a sussurrarti queste parole solo dopo averti ferito... solo adesso che sei assopito in un sonno profondo... Che stupida che sono...

Gli diede un piccolo bacio a fior di labbra, approfittando del sonno profondo in cui giaceva il ragazzo. Le labbra di Ares... erano sempre le stesse: Sempre lo stesso sapore, sempre lo stesso calore, sempre lo stesso profumo. Quanto amava quelle labbra? Quanto amava lui? Solo Dio sapeva dirlo con certezza...

Si alzò dal letto e fece per andarsene, ma qualcosa la bloccò, facendola ricadere pesantemente seduta sul materasso. Chiuse gli occhi dallo spavento e quando li riaprì pochi attimi dopo si ritrovò tra le braccia di Ares.

Voltò lo sguardo sbigottita per un paio di secondi, prima di rendersi conto che il ragazzo, in realtà, aveva solamente finto di dormire. Diede uno strattone, tentando di liberarsi dalla presa di lui. Si sentiva terribilmente in imbarazzo, che figura ci aveva fatto? Se prima Ares era rimasto deluso da lei ed il suo comportamento, ora cosa avrebbe pensato? Non osava nemmeno pensarci, sentiva solo i brividi per l'accaduto e la stretta di lui in contemporanea invaderle il corpo.

Dal canto suo, Ares, non intendeva lasciarla. La sentì agitarsi tra le sue braccia, e più lei si agitava, più lui stringeva. Basta! Era finito il tempo di scappare. Non le avrebbe permesso di fuggire di nuovo da lui.

- Calmati San, non ti farò del male, lo sai... voglio solo parlare... voglio solo sentirti un po' vicina.

Nella posizione in cui stavano (lui la teneva stretta da dietro), gli risultò facile appoggiare il viso nell'incavo tra il collo e la spalla di lei, inebriandosi del suo profumo un po' agrodolce. Perché San era proprio così: un misto tra dolce e qualcos'altro che non sapeva bene cosa fosse, ma non di certo acido o amaro. No, la sua San non era acida, era solo un po' timida, e per questo risultava scorbutica. Era la sua unica difesa dal mondo esterno. In fondo, e lui lo sapeva bene, era vissuta da sola per ben due anni. Era normale si fosse chiusa in se stessa. La strinse ancora un po' più forte, quasi toccando la soglia del farle male, sfiorandola addirittura per un pelo. Ma non le fece male, questo mai. San, da lui, avrebbe avuto tutto, ma mai il male. MAI!

Riuscì a strattonare leggermente la presa del ragazzo, che si allentò. Si volto verso di lui, congiungendo le sue labbra con quelle di Ares. Non ce la faceva più. Voleva stare con lui, voleva solo lui. Tra le sue braccia si sentiva protetta, come mai nessun altro avrebbe potuto farla sentire. Quando Ares precedentemente se n'era andato infuriato, aveva sentito il vuoto impossessarsi di lei, la paura fare capolino più penetrante che mai. Aveva aperto gli occhi. Sapeva che se fosse andata avanti scappando avrebbe perso anche lui, non solo la sorella con cui ormai non aveva quasi più rapporti, anche se vivevano sotto lo stesso tetto. Eppure il suo corpo l'aveva fatta reagire nuovamente così, ma Ares non l'aveva lasciata andare, di nuovo. Lo sentiva ora più che mai, era lui la persona giusta, colui che il destino aveva deciso che doveva essere suo. Presa dalla foga del momento aiutò il ragazzo a levarsi la maglia del pigiama. Questa volta non sarebbe più scappata. Voleva essere sua e voleva che lui le appartenesse.

 

***

 

Era mezzanotte passata quando Rachel, Draco e Dominick si ritirarono. Sulla strada del ritorno dal ristorante, Dominick si era addormentato in braccio al papà, e lui e Rachel avevano avuto modo di parlare del più e del meno, cosa che non accadeva da tempo. Così avevano passeggiato fino a casa per una buona mezz'ora, e solo davanti la porta dell'abitazione si erano lasciati la mano. Rachel prese le chiavi ed aprì l'uscio. Entrarono e subito notarono la strana quiete che regnava incontrastata. Ron ed Harry avevano il turno di notte, e a quanto pareva Ginny, Hermione, Bill, Fleur e i loro bambini dovevano ancora ritirarsi.

- San e Ares sono stati soli tutta la sera... spero non abbiano litigato di nuovo...-, disse la giovane donna, che saliva le scale accanto a Draco. Lui fece spallucce, e appena arrivati al pianerottolo del primo piano entrarono nella loro camera. L'uomo mise Dominick sul letto ed uscì dalla stanza. Rachel rimase a mettergli il pigiama.

- Dai amore della mamma, vieni che ti cambio.

Aveva quasi finito di abbottonare la camicia di sopra al figlio, che vide Draco entrare con una facci più pallida che mai.

- E' successo qualcosa?-, chiese mentre rimboccava le coperte al piccolo Nick.

- Ehm... vieni con me, appena finisci con Dominick.

Rachel lo guardò disorientata. Diede un bacio sulla fronte del figlio e seguì Malfoy fuori dalla stanza. Si diressero verso quella di Ares.

- Ma... perché veniamo qui? Dai starà dormendo, lasciamolo riposare...

- No, no... devi vedere!-, disse lui, ancora bianco come un lenzuolo. Aprì piano la porta, attento agli scricchiolii, quel tanto che bastava a Rachel per gettare un'occhiata verso il letto.

Ares e San giacevano entrambi lì, abbracciati, nudi, e in un sonno profondo.

Rachel guardò la gemella, che stava addormentata fra le braccia di Ares, il quale le cingeva quasi con avidità. Aveva la fronte poggiata contro il petto del ragazzo, così come il resto del suo corpo, che giaceva sfiorando quello di lui, come per nascondere la sua nudità. La coperta azzurrina copriva entrambi fino all’altezza della vita. Sentì il labbro tremolo impossessarsi nuovamente di lei. Era felice? Non era felice? Certo, sua sorella era finalmente diventata donna e in più con l’uomo che amava, ma… ma era pur sempre la sua sorellina! Fece per lanciare un urlo, che avrebbe squarciato il silenzio della nottata di tutta Boston, ma fu fermata giusto in tempo da Draco che le tappò la bocca con un mano, facendole cenno di tacere.

- Mhhhh... nghhmmmgjhhh...-, disse Rachel.

Draco la guardò perplesso.

- ... che tradotto significherebbe?-, le chiese il biondo lasciandola libera di respirare.

- Che tradotto significherebbe che mi stavi soffocando!-, rispose la brunetta pestandogli un piede.

Draco soffocò un urlo di dolore e prese la ragazza in braccio, portandola fuori dalla stanza.

- Sgrunf, donna del cavolo, ti pare il caso di pestarmi il piede in un momento del genere?!

- Donna del cavolo a me? UOMO DEL CAVOLO A TE, SEMMAI!-, disse lei indispettita, cominciando ad agitare gambe e braccia, e colpendolo non poche volte in punti "vitali".

Il ragazzo per poco non perse la presa di lei, rischiando di farla precipitare a terra come un sacco di patate.

- Rachel accidenti sta calma se non vuoi finire a terra e romperti quel gran bel sedere che ti ritrovi!

Si curvò un pochino facendole mettere i piedi a terra.

La ragazza divenne rossa, dall'imbarazzo e dalla rabbia. Gli mollò uno schiaffo ben assestato dietro la testa e se ne andò stizzita. Entrò in camera da letto e lo chiuse fuori a chiave. Quella notte si sarebbe accontentato di dormire sul divano.

- Poteva dirmelo anche prima che era indisposta... -, commento sghignazzando l'ex serpeverde, scendendo in salotto, pronto psicologicamente ad una nottata alquanto scomoda.

Mentre scendeva le scale sentì il rumore della chiave della loro camera da letto, si girò e trovò una Rachel su in fondo alle scale, più nera che mai, fumante di rabbia. Scese velocemente le scale verso di lui e gli diede un calcio nel posteriore, in modo da fargli scendere gli ultimi due grandini in un modo non molto piacevole.

- Indisposta un corno, brutto cafone che non sei altro!

-E dai amore, stavo solo scherzando... volevo solo lanciarti una frecciatina per avermi obbligato a dormire sul divano! - sbuffò lui, massaggiandosi il fondoschiena dolorante.

Guardò la compagna, che arrossiva sempre di più. Si chiese se era una conseguenza al suo fascino o se semplicemente stava fumando di rabbia.

Rachel stava per lanciare a sua volta una frecciatina, quando sentirono le chiavi girare nella toppa dell'ingresso di casa. Andarono insieme all'ingresso, dimenticandosi della litigata, e videro che c'erano solo Bill e Fleur.

- Dove sono Hermione e Ginny?-, chiese Rachel.

- Sono andate a fare un giro nei dintorni. Hermione ha detto che voleva parlare con Ginny... sai é stata taciturna tutta la sera, e alla fine ha anche preso a litigare furiosamente con la madre... le ha detto un sacco di cattiverie...-, spiegò Fleur, che teneva in braccio la piccola Catelyn, persa già nel mondo dei sogni. Arthur dal canto suo era sveglio e arzillo, e dopo aver dato la buonanotte a tutti, corse velocemente le scale e scomparve nella sua camera. Bill prese Catelyn dalle braccia della moglie e la portò a letto. Draco lo accompagnò, forse era meglio lasciare che le donne parlassero da sole.

- Cosa le sarà successo? Non mi pare abbia problemi con Harry, no?-, chiese Rachel con fare pensoso. Le due andarono in cucina e si prepararono una bella camomilla. Sapevano entrambe che quella notte non avrebbero chiuso occhio. C'era qualcosa di strano nell'aria... qualcosa che aveva sicuramente a che fare con Allie. Erano già un paio di giorni che tutti avvertivano quella sensazione, e infatti erano sempre tutti tesi come corde di violino. Stava per succedere qualcosa, ormai ne erano certi.

La donna bionda scosse leggermente la testa.

- No, Harry non c'entra... anzi, lui quasi non si è nemmeno accorto delle stranezze che Ginny manifesta ultimamente... Non lo biasimo, in fin dei conti con il lavoro è meno presente di noi a casa, ma credo siano comunque molto evidenti... ehhh... forse occhio innamorato, occhio cieco.

Rachel guardò l'amica acconsentendo decisamente. Harry non era uno stolto e sicuramente aveva notato qualcosa di diverso nella rossa, ma probabilmente aveva camuffato a se stesso la cosa, come una confusione dovuta alla quantità di anni passati in coma dalla piccola dei Weasley. Fleur appoggiò la tazzina contenente la camomilla sul tavolino, soffermandosi ad osservare Rachel negli occhi.

- Non vorrei essere precipitosa sai... non ci tengo ad allarmare le persone per sciocchezze, ma in Ginny c'è qualcosa di troppo strano per essere una semplice conseguenza degli ultimi anni... è troppo... troppo...

-... cattiva...-, Rachel non riuscì a completare la frase diversamente. Fleur annuì. La pensavano tutti allo stesso modo, allora?

- Devo confessarti che la cosa mi puzza assai... non mi sento più tranquilla ad averla in casa con noi... mi sembra quasi... quasi di avere il nemico in casa. Santo cielo, non è più Gin, e ne sono certa. -, finì nascondendo il viso fra le mani, non riuscendo a trattenere qualche singhiozzo.

Rachel guardò il contenuto della sua tazza. Dannazione, aveva studiato o no Divinazione? Sì, ma allora perché non riusciva in nessun modo a vedere qualcosa in quelle stupide foglie di tè? Che cosa snervante. Non era possibile prevedere il futuro, ma lei avrebbe voluto tanto vedere cosa sarebbe successo più in là...

La mezza veela ridacchiò, vedendola intenta ad osservare la sua tazza di tè mentre corrugava la fronte in una buffa espressione.

- Tenti di ricordare ciò che ti insegnava la Cooman?

- Tento di ricordare ciò che NON mi insegnava la Cooman...-, disse guardando l'amica in un sorrisetto complice. Ed era vero, loro dalla Cooman e da Fiorenzo non avevano appreso un emerito cavolo.

- Mh... effettivamente... -, rise di gusto.

Finì di sorseggiare il suo , ripose la tazza nel lavello e salutò Rachel con un cenno della testa.

- Vado a controllare Bill, sai, non vorrei avesse svegliato la piccola. È un ottimo padre, ma non è per niente delicato! È troppo brusco nei movimenti, tanto è abituato a saltare di gioia quando scopre qualcosa per il lavoro!

Rachel sorrise. Come invidiava Fleur. Lei e Bill avevano una famiglia meravigliosa. Nella sua invece vigeva il caos più totale. Lei Naiade, il suo compagno mangiamorte e il loro figlio posseduto da un fantasma... evviva!

Decise di raggiungere anche lei gli altri, era adulta e vaccinata, ma in quel momento non si sentiva sicura a rimanere sola in quella casa gigantesca. Salì a due a due, con non poca fatica per mantenere l'equilibrio e non rotolare di sotto, le scale andando a sbattere contro la schiena di Draco, non appena arrivata in cima.

- Ah, eccoti qui, se ti sei decisa a non farmi dormire sul divano direi di andare a riposare un po'... da quanto mi ha spiegato Bill, domani dovremo fare qualche ricerca sulla Weasley!

Rachel annuì.

- Va bene, per stanotte ti sei salvato!-, disse con un sorrisetto malizioso. Lo prese per mano, quando si ricordò che in camera con loro dormiva anche Dominick. Dannazione, i suoi piani sfumavano tutte le sere. Avrebbe dovuto chiedere a qualcuno di tenersi quella peste, una volta tanto.

 

Fine Capitolo 20

 

Ma che capitolo scottante gente! :P Grazie per continuare a leggere questa fan fiction e, per chi lo fa, a recensirla!!!

lallotta12: Aggiornato abbastanza in fretta? :D Siamo contente ti piaccia tanto!

Albert: Ciao recensore ambulante! :D Wow, grazie, sempre troppo gentile! :P Ghghgh!

Didi: Ma sciau Didi! Eh, ma quanti complimenti riceviamo! Grazie, grazie!!!

 

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 21 - L'Apocalisse?! No... sono solo le gemelle Dickinson... di nuovo! ***


Una ragazza dall'aria sbarazzina, con grandi e brillanti occhi verdi e lunghissimi capelli castani, spezzati qui e lì da grazi

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS


Capitolo 21 - L'Apocalisse?! No... sono solo le gemelle Dickinson... di nuovo!

 

 

U

na ragazza dall'aria sbarazzina, con grandi e brillanti occhi verdi e lunghissimi capelli castani, spezzati qui e lì da graziose meches rosa shocking, era appostata tra il binario 9 e 10 della stazione King's Cross a Londra.

Con in mano un cellulare, stava componendo un SMS.

"Ma dove si saranno cacciate quelle sceme?"-, pensò scrutando la folla in cerca delle sorelle.

Il treno sarebbe partito pochi minuti dopo, e lei di certo non aveva intenzione di perderlo! Era troppo entusiasta all'idea di andare lì, ad Hogwarts. Era sempre stato il suo sogno, non che la scuola di prima la detestasse, ma Hogwarts era Hogwarts, punto e basta.

Improvvisamente scorse due figurine identiche a lei, con l'unica differenza che i capelli arrivavano ad una poco più su delle spalle, l'altra all'incirca a metà schiena, correre a perdifiato, andando a sbatacchiare di qua e di là con il carrello.

- MA INSOMMA DOVE ERAVATE FINITE! NON AVEVATE DETTO CHE DOVEVATE SOLO FERMARVI A COMPRARE UN MANGA ALL'EDICOLA?

- Scusa Rachel, ma non trovavamo il manga! Quello stupido edicolante lo nascondeva! - , piagnucolò la gemella dai capelli corti.

La terza gemella, quella dai lunghi capelli raccolti in due graziose trecce con fermacapelli a forma di fiore, annuì divertita, confermando la versione di San, la gemella dai capelli corti. Rachel bofonchiò qualcosa di incomprensibile, poi si girò verso la barriera e l'attraversò senza troppi preamboli, noncurante della folla di babbani che passava accanto a loro, avanti e indietro, tutti troppo distratti dalla fretta di non perdere il proprio treno per poter degnare loro di un solo sguardo.

Attraversata la barriera, inciampò nel suo stesso carrello, finendo addosso a qualcosa... o meglio, qualcuno.

Si rialzò in apprensione, facendo migliaia di inchini e farfugliando un accozzaglia di scuse senza senso, pregando lo sconosciuto di perdonarla.

- Mi dispiace... mi scusi, davvero. Si é fatto male? Non immagina quanto sono mortificata... -, disse inchinandosi mille volte, imbarazzata.

San ed Allie, la terza gemella, passarono anche loro la barriera, ridacchiando.

- Non dovresti dargli del lei, sai, credo abbia all'incirca la nostra età.

- Rachel… sei proprio stupida… -, continuò a ridacchiare a crepapelle San.

- Sì, è veramente, estremamente stupida… ma come diavolo hai osato cadermi addosso? Tu non dovresti nemmeno sfiorarmi, nemmeno guardarmi!

Chi aveva parlato era un ragazzo biondo, dai capelli impomatati, dagli occhi di ghiaccio, e che indossava la divisa di Hogwarts portando fieramente lo stemma di serpeverde e la spilletta di prefetto. Si voltò verso l’altro ragazzo biondo, affianco a lui, dopo aver lanciato un ulteriore sguardo di disprezzo alla brunetta ancora a terra.
- Andiamo… non abbiamo tempo da perdere con queste qui!

Rachel alzò lo sguardo verso l'arrogante serpeverde, una strana atmosfera la circondava.

- Cosa hai detto?-, chiese stringendo i denti. Si era scusata, più e più volte, si era umiliata, e lui aveva osato trattarla in quel modo. Evidentemente non sapeva che non si scherza con il fuoco.

Si alzò in piedi e gli tirò dietro una delle sue ballerine di vernice nera, beccandolo in pieno dietro la testa. Il ragazzo si fermò, si grattò dietro il capo, si girò verso di lei e la fulminò con lo sguardo.

- Ops... mi sa che si é incavolato... -, sussurrò tra sé e sé l'altro ragazzo biondo, questo con gli occhi verde smeraldo.

- Ma come diavolo hai osato brutta sgualdrinella da strapazzo?! Diamine, Ares oggi siamo veramente sfortunati! Questi orrendi stampini ci stanno facendo rischiare di perdere il treno, ci cadono addosso, ci insultano e ci lanciano scarpe!!! -, urlò infuriato il serpeverde, avvicinandosi pericolosamente alla brunetta.

San si mise fra lei ed il ragazzo.

- Attento a quello che dici... razza di effeminato ambulante!

- Ahm... San... forse non dovresti... -, disse Allie, guardandosi intorno impaurita.

Malfoy, il ragazzo biondo colpito in testa dalla scarpa della gemella dai capelli lunghi, fece scostare le due, trovandosi di nuovo a faccia a faccia con Rachel.

- Chiedimi immediatamente scusa! Anche per queste due babbee che ti porti appresso!

- NON.OSARE.CHIAMARE.MAI.PIù.BABBEE.LE.MIE.SORELLE!-, gridò Rachel mentre la sua testa fumava come un vulcano in eruzione. Gli mollò un cinquino su una guancia con tutta la forza che aveva, sbuffò, riprese il suo carrello e fece per andarsene, quando la sua marcia diretta fu interrotta da un ragazzo poco più basso degli altri due biondini, biondo anche lui, con raggianti occhi blu ed un sorriso amichevole, che le saltò addosso, chiamandola "Mamma".

La ragazza cadde all'indietro, sotto il peso del ragazzo, spalancando gli occhi perplessa.

- M-mamma? Ra-Rachel non sapevo avessi un figlio... -, disse Allie preoccupata portandosi una mano sulle labbra. Si beccò un pugno in testa da San, che le urlò di essere una zuccona e che sicuramente Rachel non poteva avere un figlio della sua stessa età!

- Rachel, ma è possibile che ti devi sempre beccare tutti gli sfigati che ci sono in giro? Accidenti, stamattina ne hai beccati addirittura tre! Tutti biondi con gli occhi chiari... ma è una maledizione! -, brontolò seccata la gemella dai capelli corti, squadrando i tre biondini.

- Chi sarebbe lo sfigato scusa?! -, grugnì Malfoy, zittito da una gomitata in pieno stomaco di suo cugino.

Il terzo ragazzo, quello appena arrivato, continuava frattanto a strusciare la sua guancia contro quella di Rachel, che era rimasta bloccata a terra alquanto scandalizzata. Come poteva chiamarla mamma un ragazzo tanto gnocco? Era veramente ingiusto!

- Sc... scusa ma... c-credo c-che c-ci s-sia un errore pe... perché... e' impossibile che t-tu sia mio... i-insomma... che io s-sia tua... -, la ragazza, schiacciata dal peso dello sconosciuto, non riusciva a completare la frase.

San ebbe un altro eccesso di risatine.

- Oddio, questa è da riportare da qualche parte... è troppo... mpf... RIDICOLA!!! -, continuò a ridere.

Allie si avvicinò alla gemella schiacciata dallo sconosciuto, pronta ad aiutarla, ma il ragazzo dagli occhi verdi la fermò per un braccio, indicando il cugino che sghignazzava divertito.

- Sc... scusi mi lasci andare, p-per favore... mia s-sorella... devo aiutarla... -, farfugliò Allie con le lacrimuccie agli occhi, pregando con lo sguardo il biondino perché la lasciasse andare.

Lui le portò un dito sulle labbra, facendole segno di far silenzio, allentando leggermente la presa sul suo braccio, per non farle male.

- Muah... che scena disgustosa, Allie, quello ci sta provando con te! In ogni caso, Rachel, hai notato che il tuo spasimante che ti chiama mamma sembra il leccato dalla mucca?

- Ma che stai dicendo, deficiente?! Non mi assomiglia per niente!

- Ti senti preso in causa? Allora lo ammetti anche tu che sei un leccato dalla mucca! -, rise San.

Il biondino, ormai al limite, si avvicinò di più alla ragazza, pestandole poco garbatamente un piede.

- Attenta a ciò che dici... sporca mezzosangue!

- Mezzosangue a chi, brutto serpentello da strapazzo!!!-, urlò Rachel liberandosi dal peso morto che aveva addosso, scacciandolo via con un calcio e facendolo capitombolare a qualche metro di distanza da loro. Si alzò infuriata, si avvicinò al biondo e gli saltò addosso da dietro, stringendogli un braccio intorno al collo.

- CHIEDI SCUSA A MIA SORELLA O TI STROZZO!!!!!-, urlò la brunetta con le meches rosa, infuriata.

Il ragazzo la scaraventò a terra poco garbatamente, puntandole addosso la bacchetta, incavolato nero.

- Ti ho detto, di non osare toccarmi... stupida, viscida, disgustosa e pietosa MEZZOSANGUE!

Ares si guardò intimorito intorno, mentre le persone intorno a loro si fermarono a guardare la scena perplessi. Lasciò andare la gemella dalle lunghe trecce, facendole l'occhiolino per tranquillizzarla, dato che tremava come una foglia, e si avvicinò al cugino, levandogli la bacchetta di mano.

- Ora basta, Draco. Hai giocato abbastanza, andiamocene...-, disse serio il biondino, ficcandosi la bacchetta del cugino in tasca e avviandosi verso il treno con il suo carrello.

Draco sbuffò e lo seguì, senza risparmiargli uno schiaffo dietro la testa.

Rachel sospirò.

- Quel ragazzo é un animale... -, bofonchiò stizzita, mentre un ragazzo moro con occhi verdi le si avvicinava e le porgeva una mano, in segno d'aiuto.

La ragazza sorrise e prese la mano volentieri.

- Grazie mille...-, sussurrò imbarazzata. Gli occhi del moro sorrisero dietro gli occhiali, mentre quelli della ragazza schizzarono sulla cicatrice a forma di saetta che aveva sulla fronte.

Fu preceduta da San, che cacciò un urlo portandosi una mano davanti alle labbra.

- Oh, ma non è il famoso Harry Potter? -, domandò incuriosita Allie, puntando lo sguardo sul moretto, giacché il biondo con gli occhi verdi era sparito dalla sua visuale.

- Come sarebbe a dire non è il famoso Harry Potter?! Certo che è lui!

- Si... l'avevamo capito, non c'era bisogno di urlarlo ai quattro venti!-, puntualizzò Rachel, che come al solito faceva la saccente tra le tre.

Si avvicinarono dopo poco una ragazza  molto carina con i capelli castani, una minuta quanto graziosa ragazza dai capelli lisci e rossi e un ragazzo alto e dinoccolato, anch'egli dai capelli rossi.

- Ehi Harry, fatto nuovi incontri eh? Sempre pronto ad aiutare le donzelle in difficoltà...-, disse Ron, il ragazzo alto e dinoccolato, dandogli una gomitata nelle costole. Harry sbuffò, massaggiandosi il fianco dolorante, e gli disse di tacere, che faceva un favore alla comunità.

- Almeno lui, Ronald, qualche volta aiuta qualcuno! -, fece notare la brunetta al rosso, che sbuffò annoiato.

La ragazzina dai capelli rossi e gli occhi cerulei si avvicinò a Rachel, tendendole una mano.

- Voi siete nuove, vero? Accidenti! Siete state davvero sfortunate ad iniziare l'anno incontrando Malfoy!

Rachel si portò una mano dietro la nuca, mentre porse l'altra alla ragazzina stringendole la sua. Sì, quell'anno era decisamente iniziato strambamente. Si guardò un po' intorno, alla ricerca del terzo biondino. Lui le era simpatico, infondo. Guardò un po' in tutte le direzioni, fra la folla, ma si rassegnò quando non riuscì a scorgerlo. Probabilmente era già salito sul treno.

- Abbiamo assistito alla scena. -, spiegò Harry. - Bella presa al collo di Malfoy, se stringevi un po' di più e ce lo levavi di torno avresti accontentato il mondo intero! Sarà per la prossima volta, eh eh...

Ron annuì, mentre Ginny, la rossa, e Hermione, la bruna, sorrisero in direzione delle altre due gemelle e si presentarono.

- Che ne dite di venire nel nostro scompartimento? Dato che non conoscete nessuno... -, chiese Ginny gentilmente.

- Oh sì, sì! Sarebbe veramente un onore! E poi già, già non conosciamo nessuno. Andiamo? -, disse tutto d'un fiato accompagnata da uno stupido sorriso la gemella dai capelli corti.

- San... ci metti in imbarazzo facendo così... -, le fece notare Allie, iniziando a giocare con una delle sue trecce.

- Accidenti... Harry è veramente considerato un idolo! Peccato che nessuno conosca anche il suo bel caratterino! -, sghignazzò Ron, prendendosi una pacca dietro la testa da Hermione.

- Finiscila di fare il cretino! In ogni caso è vero, meglio che ci sbrighiamo, a momenti parte il treno e non vorrete finire come uno degli anni passati, vero? Non ci staremmo tutti nella macchina volante!

Harry e Ron fecero una linguaccia e si avviarono avanti, con sorriso complice. La macchina volante... Che bei ricordi!

- Beh... sarà meglio che andiamo anche noi!-, sentenziò Ginny. Le cinque ragazze si avviarono verso l'espresso di Hogwarts.

 

***

 

- Uahh! Uahhhh! Kyyyaahhh!-, Rachel scoppiò in mille urletti eccitati quando salì sul treno. - Che  bel treno! Ahhh! L'espresso di Beuxbatons non era così bello! Uaahhh!!!-, saltellò eccitata lungo tutto il vagone sette, imbattendosi nuovamente in Malfoy e ricadendogli addosso.

- Ma non è possibile! Che schifo! Ares levami questo stampino ambulante di dosso! Non la sopporto veramente più! -, disse esasperato il ragazzo.

- Malfoy... possibile che debba essere sempre tra i nostri piedi in ogni momento?

Il biondo serpeverde si alzò a fatica, levandosi Rachel di dosso, e vece una smorfia al gruppo di grifondoro.

- Ed è mai possibile che io debba sempre imbattermi in voi schifosi maghi da quattro soldi? Quest'anno si preannuncia veramente penoso... anzi, che sto dicendo? Sarà molto divertente, invece, perché io, in quanto prefetto di serpeverde, mi divertirò un mondo a togliere punti alla vostra casa di pezzenti!

- Tu togline a noi, e noi li leviamo a voi!-, disse Ron puntandosi un dito sulla sua spilla da prefetto. Hermione zittì tutti e due puntando un dito sulla sua nuova e splendente spilla da caposcuola.

- Fatela finita adesso... sempre con questi litigi del cavolo...

- Oh, guardatela, ha parlato la so-tutto-io! -, rise Malfoy tirando una gomitata a suo cugino, troppo impegnato a fissare le tre gemelle, per dargli man forte.

- Uffa Draco, ora basta. Questa poveretta non é che ti cade addosso apposta, sai! E' un caso. UN CASO!-, sottolineò Ares, scocciato. Lui voleva fare amicizia con quelle tre splendide ragazze, ma con Draco che faceva lo stronzo era alquanto impossibile.

Allie gli si avvicinò, sorridendogli gentilmente.

- Mi dispiace per tutti questi inconvenienti, sono davvero mortificata, non volevamo provocarvi tanto!

- Veramente dispiace solo a te, Allie. -, disse con fare noncurante San, senza levare lo sguardo insistente dal povero Harry, che si beccò un’occhiataccia da Ginny, la sua ragazza.

La rossa ignorò i serpeverde e si sedette nello scompartimento affianco a loro, che era vuoto, seguita poco dopo da Rachel, che aveva appena fatto una linguaccia a Malfoy, Harry, Ron, ed Hermione. Fece per entrare anche San, ma si fermò ad osservare Allie, completamente arrossita davanti al biondo con gli occhi verdi, che la guardava con una punta di avidità e di perversione negli occhi. Era evidente che voleva provarci.
- Eh no, così non va bene! Non mi farete perdere uno spettacolo come quel moro mozzafiato!

Tirò un calcio dove non batte il sole a quel pervertito di Ares e uno nel sedere a quell’arrogante di Malfoy.

- Lasciate stare le mie sorelle, maniaci! -, urlò trascinando Allie nello scompartimento e chiudendolo dietro di lei.

Draco osservò un secondo la porta, mentre il cugino ululava dal dolore, le tirò un calcio e si diresse dall’altra parte del treno, appuntandosi di farla pagare a quelle maledette streghe.

 

Fine capitolo 21

 

Nuovo anno, nuovo capitolo. E... molto speciale! Eh sì, vi sentirete confusi, vero? Ma probabilmente inutirete anche voi cos'è successo. Non è un nostro errore, no no! Ma come è successo? Beh, continuate a leggere, le cose si fanno più interessanti che mai! Scusate il ritardo che abbiamo messo a postare, ma purtroppo abbiamo avuto diversi problemi che non stiamo qui ad elencarvi. Ma l'importante è che noi torniamo sempre e non abbandoniamo mai questa Fan Fiction! Non sperateci!

 

Buon 2005 dalle vostre gemelline preferite! : D Ok, forse questa battuta era un po' tanto presuntosa!

Pace ed amen! Al prossimo chappo!

 

P.S. Grazie per le recensioni che ci lasciate, ma purtroppo il tempo scarseggia e non possiamo ringraziarvi uno per uno! GRAZIE DI CUORE A TUTTI, CHI LEGGE E SOPRATTUTTO CHI COMMENTA!

 

 

San&Rachel Dickinson

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 22 - Uno smistamento movimentato ***


Capitolo 22 -

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

Capitolo 22 - Uno smistamento movimentato

 

 

O

rmai era pomeriggio inoltrato quando l'espresso si fermò alla stazione di Hogsmeade. In lontananza le tre gemelle poterono scorgere le tante lucine provenienti dalle finestre del castello di Hogwarts. Intorno a loro riuscivano a respirare un'aria agitata ed euforica, per i bambini del primo anno, ma anche per studenti più grandi.

Quell'atmosfera di festa se la portarono dietro fino alla hall del castello, dove tutti gli studenti entrarono in sala grande, tranne loro e gli studenti più piccoli. Allie notò deliziata la presenza del cugino di Malfoy accanto a loro.

- Anche tu nuovo studente?-, chiese Rachel, curiosa, come suo solito.

Ares trasalì e si girò sorpreso verso le tre. Non sapeva che anche loro fossero nuove iscritte. In effetti gli era parso di sentire un vago accento Francese.

- Ah... Rachel, giusto? Ed Allie e San... che bello!!-, disse tutto contento, beccandosi un'occhiataccia di San con relativo "Pervertito" bofonchiato sottovoce. - Si, anche io sono nuovo studente. Vorrei finire in Serpeverde. Voi in Grifondoro, immagino?!

Allie annuì arrossendo.

Rachel invece scosse il capo in segno di diniego.

- No! In Grifondoro no! Tutti troppo perfetti! Che barba! E poi se sei un Grifondoro non puoi sbagliare... solo per Allie andrebbe bene quella casa... io vorrei essere Corvonero, decisamente... San non saprei... non credo Serpeverde, ma neanche Tassorosso... forse Grifondoro... -, non la smetteva più di parlare, Allie e San dovettero tapparle la bocca.

- Ehy, ma che ti è ripresa la parlantina? Accidenti... e poi mi ci vedi a me in Grifondoro, che non faccio altro che un errore dietro l'altro? L'unica cosa che mi dispiace... è che con i nostri caratteri differentissimi sicuramente ci separeranno...

Rachel ed Allie annuirono tristemente. Ares si diede una grattatina dietro la nuca, dicendo loro che si sarebbero potute vedere in ogni caso, ma San lo fulminò con lo sguardo.

- Smettila di fare il lecchino, non è per questo che guadagni punti in simpatia per conquistare Allie!

La ragazzina dalle lunghe trecce si portò una mano davanti alle labbra.

- Dai San, basta... sei sempre indelicata poverino... non ha fatto nulla di male!

- Ti ha messo gli occhi addosso, è più che sufficiente!

Rachel scosse il capo, ignorandole e riprese a parlare come un mitra verso Ares, che lanciava occhiate d'aiuto verso le altre due gemelle. Rachel fu bloccata solo cinque minuti dopo da un ticchettio di dito sulla sua spalla. Si girò e il suo sorriso si illuminò. Era il ragazzo che quella mattina le era saltato addosso chiamandola mamma.

- Ciao mamma! -, disse il biondino sorridendole. Una gocciolona si formò dietro la testa di Ares, Allie e San, che smise all'istante di sgridare Allie.

Rachel si schiaffò mentalmente una mano in fronte, ripetendosi di non ridere, né di scioccarsi nuovamente. Allie emise un piccolo colpetto di tosse.

- Per caso Rachel assomiglia alla tua mamma? No, perché, scusa la franchezza, ma è un po' piccola per essere lei...

Ares riprese a sghignazzare, vedendo il ragazzo che ignorava Allie e abbracciava nuovamente la gemella dai capelli lunghi.

- Oddio... questo sarà un lungo anno scolastico... -, disse esasperata San, guardandosi intorno.

- Se-senti... ok chiamami pure mamma... ma almeno dimmi chi sei, come ti chiami, quanti anni hai e di che casa sei!! Ah, e anche il numero di telefono, non si sa mai, sei così carino... -, disse Rachel facendogli l'occhiolino. Il ragazzo rise.

- Mi chiamo Dominick, ho 16 anni e sono nuovo, devo ancora essere smistato.

- Rachel ma sei stupida? Il numero di telefono quando starà qui ad Hogwarts per un anno? Ma che diavolo farnetichi? -, esclamò San, sedendosi a terra e appoggiandosi alla parete.

Allie ridacchiò, avvicinandosi alla gemella dai capelli lunghi ed iniziando a discutere con lo strano biondino, invitando Ares ad unirsi alla conversazione. Voleva aiutare Rachel e far colpo su Dominick ma, a pensarci bene, arrivò alla conclusione che probabilmente il suo intervento sarebbe risultato inutile.

Allie aveva sempre questo difetto da quando era piccola: buttarsi giù, credere che ogni sua azione fosse inutile, e sentirsi esclua dalle sorelle, così diverse da lei. Tutto sommato, era depressa dalla nascita, anche se non voleva darlo a vedere. Rachel e San non capivano mai cosa le passasse per la testa. Si chiudeva in se stessa, non si confidava con loro, né usciva mai con loro e le altre amiche. Preferiva rimanere da sola e basta.

Era esattamente il contrario delle sue gemelle. Se una era estremamente bambolina di porcellana, sempre perfetta ed elegante, e l'altra era sportiva, una sottospecie di maschiaccio, dal look a tratti punk, lei era l'unica normale fra le tre. Ma dimostrava solamente che lei si adattava al corso degli eventi, senza realmente crearsi un carattere e farlo emergere nelle varie situazioni. Lo dimostrava anche l'assenza di meches rosa shocking che, invece, erano sparpagliati sulle teste delle sue sorelle. Era una persona che si affezionava facilmente agli altri, una volta conosciutoli, questo sì, ma con loro preferiva sempre avere un atteggiamento distaccato, in un certo senso. Lo dimostrava il fatto che passava la maggior parte del tempo in casa, a leggere libri di fiabe, a scrivere e a pensare a nuove storie da raccontare a San e a Rachel.

Da quando erano piccole c'era la "tradizione" che prima di andare a dormire, le tre gemelle si sedevano davanti al fuoco e Allie raccontava alle sorelle tante storie, romantiche, horror, d'azione, una più bella dell'altra. Quello era l'unico momento della giornata che passavano in completa sintonia, tutte e tre insieme, da sempre, come tre bimbe piccole. Allie in cuor suo cominciò a far crescere la paura di perderle, ora che anche quell'unico momento insieme a loro sarebbe saltato, dato che lo smistamento le avrebbe separate per ben 10 mesi.

Ares le poggiò una mano sulla spalla, intuendo la sua paura. Le sorrise, come per rassicurarla e le fece notare che appartenere a case diverse non rovinava i rapporti fra le persone, in un caso come il loro.

La ragazza lo ringraziò arrossendo un poco sulle gote e asciugandosi le lacrime che minacciavano di cadere e rigarle le guance. San scosse la testa disgustata. Quel ragazzo era davvero viscido, perché ne era sicura, sicuramente l'avrebbe fatta soffrire. Si alzò e fece per dirgliene quattro, ma fu interrotta dalla McGranitt che fece loro cenno di seguirla verso la sala grande, per eseguire lo smistamento.

Davanti alla scalinata, in cima al quale era appostato il cappello parlante sullo sgabello, tutti i ragazzini del primo anno fecero silenzio, mentre Rachel si beccò tre pugni in testa da San perché non la smetteva di chiacchierare con Dominick e con due suoi amici che aveva appena presentato loro, Arthur e Catelyn, che li chiamavano continuamente zii.

Furono chiamati ad uno ad uno, iniziando dai ragazzi che avrebbero frequentato il primo anno fino ad arrivare a loro. Arthur e Catelyn Weasley e Dominick Dickinson furono i primi. Quando le tre gemelle sentirono il cognome del biondino rimasero alquanto spiazzate. Era veramente un caso strano, dato che portavano lo stesso cognome, ma da questo si spiegarono il motivo per cui il ragazzo chiamasse affettuosamente “mamma” la povera Rachel. Furono assegnati rispettivamente in Grifondoro i primi due e in Corvonero il secondo. Poi fu il turno di Allie, che arrossì vistosamente dall’imbarazzo del trovarsi di fronte a tante persone che la osservavano. Si sedette sullo sgabello con i nervi tesissimi e dopo un attimo di silenzio il cappello che le avevano messo sulla testa urlò: “TASSOROSSO”!

Rachel e San si lanciarono un'occhiata preoccupata. L'unica casa che voleva evitare Allie era Tassorosso, si sentiva già sfigata di suo, ci mancava solo quello ora...

Fu il turno di San, che senza esitazione fu mandata a Serpeverde, sotto le urla di protesta sue e di Rachel che piombarono insieme addosso al cappello, scuotendolo e colpendolo forte. Furono fermate dai professori, che risero di gusto, poi fu il turno di Rachel, che dopo un attimo di titubanza, fu mandata a Corvonero. La ragazza fece un segno della vittoria davanti a tutti e si fiondò accanto a Dominick. Le piaceva troppo quel ragazzo così dolce!

Fu il turno di Ares Lestrange, infine, che per sua grande gioia fu mandato in serpeverde, come desiderava inizialmente. Scoccò un'occhiata divertita a San e si sedette accanto al cugino, che stava prendendo in giro il gruppo di Potter, unendosi a lui. San strinse i pugni, sbattendoli sul tavolo. Accidenti a quell'emerito idiota, se lo sentiva che stava solo prendendo in giro la povera Allie. In realtà era un povero deficiente come suo cugino. Si avvicinò ai due, dando uno schiaffo dietro alla nuca ad entrambi.

- Ma che diavolo vuoi mezzosangue schifosa?! -, disse irritato Malfoy, massaggiandosi la nuca.

Lei fece una smorfia, guardandolo con disgusto, per poi rivolgersi al secondo biondino.

- Senti ciccio bello, te lo dico chiaro e tondo per l'ultima volta, dato il tuo bel caratterino strafottente, stai alla larga da Allie, chiaro?

- Ah... capisco... sei gelosa! Eh sì, dato il mio fascino era ovvio ti saresti innamorata di me, ma non credevo così presto, no no...-, disse divertito, scoccando un'occhiata complice al cugino, che rise di gusto.

- Ma che diavolo stai dicendo? Non sono ancora ridotta così male da interessarmi ad una sottospecie di rospo come te! -, disse lei adirata, tirandogli nuovamente una pacca dietro la nuca, questa volta più forte.

Malfoy l'afferrò per un polso, tirandola di più a se.

- Non ti consiglio di fare tanto la superiore con noi due. Ti ricordo che siamo dei purosangue, al contrario di te, e che apparteniamo alle nobili famiglie Malfoy e Lestrange. Non so come tu ci sia capitata in serpeverde e non voglio nemmeno saperlo, perché tu non sei certo degna di questa casa, ma ormai tutti lo sanno che quel capelli è vecchio e decrepito. Se ci tieni alla pellaccia, ti consiglio di starci lontana, chiaro Dickinson?

In tutta risposta, Malfoy si beccò un calcio volante da Rachel, che era accorsa insieme ad Allie per aiutare la sorella... o meglio, lei era accorsa trascinandosi dietro anche la povera gemella.

Ares si alzò dalla tavolata tutto pimpante, avvicinandosi alla sua vittima prediletta, chiedendole se le era mancato, dato il suo immenso fascino. La ragazzina balbettò delle mezze frasi, confusa dall'improvviso atteggiamento del ragazzo. Ma che gli era preso? Prima era così gentile e dolce... invece ora... si portò le mani davanti agli occhi, iniziando a singhiozzare. San e Rachel si guardarono, annuendo contemporaneamente. Si avvicinarono al biondo dagli occhi verdi e gli tirarono uno schiaffo nello stesso momento, una su una guancia e una sull'altra.

- Stronzo! -, urlò San.

- State dando uno spettacolo indecente...-, farfugliò Hermione dal tavolo accanto, tentando di calmarli. Udì le risa divertite del professor Silente, così decide di lasciar perdere e concentrarsi sul suo arrosto con patate.

Allie guardò il preside che le sorrise dolcemente e sembrò calmarsi. San e Rachel fecero una linguaccia ai due serpeverde e si diressero insieme verso il tavolo grifondoro, sedendosi a fianco dei loro nuovi amici ed iniziando a chiacchierare allegramente, dimenticando quegli emeriti idioti che avevano rovinato loro la giornata.

 

 

Fine capitolo 22

 

 

Salve gente della nostra fan fiction! Ghghgh! Muah, questo capitolo non era il massimo per animare la fan fiction e continuare a spiegare gli eventi, ma ovviamente è necessario! Come si fa senza smistamento? Ma non temete… piano, piano il mistero di questo tuffo nel passato, stravolto, verrà a galla!

 

Gea: Siamo felici che la consideri meravigliosa, malgrado il forte cambiamento, ma ti assicuriamo che c’è un motivo nella fan fiction stessa che lo esige. Ma per ora, vi lasciamo nel mistero… eh beh, per le coppie è tutto da vedere, non credi? Si conoscono appena da una mattinata, mai dare nulla per scontato! Anche se, degli eventi li legano ancora a ciò che hanno vissuto fino ad ora, non trovi? :P Buona lettura e grazie per la recensione!

 

Lallotta12: Ahah! Scusarci, non volevamo far ammattire te e gli altri lettori, ma come detto in precedenza a Gea, tutto ciò è necessario per la continuazione della storia, perché lo è lei stessa! Per la spiegazione non preoccuparti che arriverà, nel frattempo continua a leggere, ci saranno indizi interessanti a lungo andare! Buona lettura anche a te e grazie per la recensione! :P

 

Aiuto! Abbiamo svelato forse un po’ troppo, con questi ringraziamenti. Ok, chiudiamo qui, al prossimo capitolo, eh? :P

 

San&Rachel Dickinson

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 23 - Lezioni e punizioni ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

Capitolo 23 – Lezioni e punizioni

 

 

Un genio della trasfigurazione, ecco cos'era Rachel. San ed Allie dovevano tenerla a bada, perché ogni qual volta avesse voglia di cambiare pettinatura, prendeva un oggetto qualsiasi e lo trasformava in una nuova e sorprendete parrucca. E se Allie si disperava perché per giorni non trovava suoi oggetti, San non faceva che sgridare la gemella dai lunghi capelli, cercando di farle capire che i suoi capelli erano splendidi così com'erano, e non c'era bisogno di cambiare ogni giorno. Ma Rachel non voleva sentire ragioni, e così, quella mattina del primo giorno di scuola, quasi prese un infarto ad Hermione e Ginny, che videro le tre gemelle sedute al tavolo Grifondoro, e Rachel con dei setosi e liscissimi capelli rosa shocking. Si ripresero solo quando San, con una venuzza pulsante di rabbia in testa, spiegò loro questa mania di Rachel.

- Guardate, io le ho provate tutte, ma questa qui non la smette con questa abitudine del cazzo! -, terminò poco finemente la gemella dai capelli corti.

Ginny ridacchiò divertita, osservando meglio i capelli di Rachel.

- Sinceramente io li trovo deliziosi! È un'ottima idea cambiare look di tanto in tanto, fa sentire meglio!!!

San scosse la testa. Purtroppo Rachel non cambiava colore ai capelli ogni tanto, ma ogni giorno, e questo la faceva sembrare una pazza psicopatica, a suo parere.

Rachel però ignorò le occhiataccie della sorella e saltò addosso a Ginny, abbracciandola.

- Ginnuzza tu si che mi capisci!!!-

Allie scosse il capo ridacchiando, mentre San riprese a mangiare i suoi corn-flakes ignorando la sorella.

Improvvisamente Rachel sentì una pacca dietro la testa. Si girò, incrociando lo sguardo verde smeraldo di Ares Lestrange.

- Che vuoi?-, disse secca.

- Sembri una big-bubble gigante! -, rispose lui guardandola come fosse una pazza uscita dal manicomio. Draco arrivò dopo pochi secondi e scoppiò in una risata di scherno molto rumorosa.

- Oddio che è quello schifo? Sembra una sottospecie di confetto formato umano! Terribile!

- Vi prego smettetela, non è una cosa carina offendere una persona! -, disse disperatamente Allie, cercando un minimo di considerazione.

Il labbro inferiore di Rachel prese a tremare, mentre sentiva delle lacrimucce salirle agli occhi. San, con fare noncurante, si voltò verso i due, pestò ad ognuno un piede e tornò alla sua colazione. Hermione scosse la testa, mentre Ginny guardava i due arroganti serpeverde con disgusto.

- Vi prego... ditemi che le mattine non saranno tutte così... -, sbuffò la caposcuola.

- Ho paura di sì, Herm... -, rispose rassegnatamente la rossa.

Rachel scoppiò in lacrime. Potevano offendere tutto di lei, ma non i capelli!!! San l'abbracciò, un'espressione esasperata e rassegnata dipinta sul volto. Malfoy la guardò ghignando.

- Sei proprio una bambina Dickinson. Che schifo... meglio tua sorella!-, disse passando un braccio intorno alle spalle si Allie e tirandola a sé. In risposta si beccò un pugno contemporaneo da San e Rachel, mentre Ares sghignazzava come un matto.

- Non bastava tuo cugino a provarci con lei! -, brofonchiò San massaggiandosi le nocche della mano destra, mentre guardò in cagnesco l'altro biondo, minacciandolo di riservargli lo stesso trattamento.

Allie rimasta lì, immobile, come pietrificata. Guardando alternativamente i due boriosi serpeverde. Rachel, vedendola tanto spaesata, si risedette a fianco a lei e la strapazzò di coccole, riempiendola di baci.

- Ares oddio... queste sono pure lesbiche! -, continuò a sghignazzare Draco.

- ORA BASTA! ANDATEVENE AL VOSTRO TAVOLO, ANZICHè ROMPERE LE SCATOLE A NOI!-, urlò Hermione, che, sorprendendo tutti, aveva perso il controllo, e la sua caratteristica calma.

- 'm-mione... calmina, su... -, provò a farfugliare Ron, con il sostegno di Harry, ma si beccò un calcio della ragazza nei cosiddetti.

- Brrrr! Che paura! La Granger si è arrabbiata! Guardatemi, sto tremando come una foglia!

Harry si alzò in piedi, guardando dritto negli occhi il ragazzo.

- Adesso piantala, mi hai proprio rotto! Tornatene al tuo tavolo!

Il serpeverde fece finta di spolverarsi la divisa, con fare snob, per poi guardare il moro con aria di superiorità.

- Paura Potter? No, non temere, la tua disgustosa consorte puoi anche tenertela! Figurati se io mi interesso ad una babbanofila come la Weasley!

Hermione perse del tutto le staffe.

- 10 PUNTI IN MENO A SERPEVERDE, E STASERA VOI DUE SERPENTELLI IN PUNIZIONE DA GAZZA!-, gridò soddisfatta, anche dall'occhiatina che le aveva rivolto la McGranitt. La professoressa era pienamente d'accordo, e se non l'avesse fatto Hermione, presto o tardi li avrebbe messi lei in punizione.

Il ragazzo fece una smorfia, guardandola con disgusto.

- Allora devi mettere in punizione anche questi due stampini che hanno osato alzare le mani, sporca mezzosangue! Se sei caposcuola, devi essere anche razionale. Quindi, a stasera disgustose Dickinson!

Fece segno ad Ares di seguirlo e, continuando a ridere, si diressero verso l'aula di pozioni.

- Che cavolo si ride quel deficiente? Non ci hai messe in punizione, no, Hermione?-, chiese Rachel speranzosa.

Hermione scosse la testa.

- ... mi dispiace... -, disse solo prima di raccogliere le sue cose e avviarsi a lezione. Ron la seguì, per cercare di farla ragionare.

- Mi spiace sia finita così...-, disse solo Harry prima di dare un bacio a Ginny e seguire i due amici.

La piccola dei Weasley scosse la testa e, salutando con un cenno della mano le tre gemelle, prese a seguire il trio.

- Merda... -, fu solo in grado di dire San, mentre Allie continuava a scusarsi con le sorelle.

Rachel sorrise ad Allie, abbracciandola.

- Smettila, sciocchina... se siamo in punizione é colpa nostra, l'avrei picchiato comunque, anche se non avesse fatto il demente con te.-, fece l'occhiolino e si cacciò in bocca una fetta di pane imburrato con marmellata.

- Sì... ma... mi dispiace tanto... -, continuò mortificata.

- Beh, prendiamola con filosofia. Nemmeno sono iniziate le lezioni e noi siamo già in punizione, anche se per colpa di due deficienti. È un record, no? -, disse soddisfatta San, con uno stupido ghigno dipinto sulle labbra. - In ogni caso sarà meglio che ci sbrighiamo anche noi, se non vogliamo arrivare anche in ritardo.

Finì di bere il suo succo di zucca, afferrò qualche biscotto dalla tavolata, se ne ficcò uno in bocca e fece segno alle sorelle di sbrigarsi.

 

***

 

San si chiese se quella non si chiamasse sfortuna. A lezione di Pozioni, il professor Piton l'aveva messa a lavorare in coppia con Malfoy, mentre Rachel con quel tizio di nome Dominick. Allie era andata bene, seduta accanto ad Hermione, davanti ad Harry  e Ron. La solita fortunata...

Tirò uno scapellotto dietro la testa del ragazzo, per sfogare la sua rabbia e fargli smettere di sbadigliare con aria svogliata in continuazione.

- Ma che sei scema?! -, tuonò lui attirando l'attenzione di tutti i presenti in classe.

- Qualcosa non va, signor Malfoy? -, sibilò minaccioso Piton in direzione dei due, squadrando San dall'alto in basso. La ragazza sbuffò e si girò da un'altra parte.

- No, professor Piton, va tutto benissimo! -, continò poi a sottovoce, - apparte la mia compagnia di lavoro... tsk!

San gli pizzicò, questa volta, la mano.

- Finiscila e vedi di lavorare, non voglio mica prendere un brutto voto per te!

Il biondino la guardò indignato massaggiandosi la mano, e lanciò un'occhiataccia ad alcuni compagni di classe voltati verso di loro, che ridevano.

Tutti zittirono.

Rachel dal canto suo chiacchierava animatamente con Dominick, che sembrava molto contento di poterle stare vicino. Ogni tanto quando il professore era distratto, l'abbracciava da dietro e sfregava la guancia affettuosamente contro quella della ragazza. Rachel arrossiva e ogni volta non poteva fare a meno di pensare quanto fosse dolce e carino.

Era convinta che, malgrado lui si ostinasse a chiamarla mamma, avrebbe potuto avere una bella relazione con il ragazzo. Lo conosceva da due giorni, era vero, ma sentiva già di volergli un mondo di bene. Dominick, per di più, era un gran bel pezzo di ragazzo e, se si fossero messi insieme, lei non sarebbe potuta essere più felice.

Per non parlare delle occhiatine gelose che le rivolgevano le sue compagne. Non c'era dubbio, Dominick Dickinson era uno dei ragazzi più ambiti di Hogwarts insieme a Draco Malfoy, Ares Lestrange, Harry Potter e Micheal Corner. Ma questi ultimi due erano entrambi fidanzati, per cui tutte le orde di fan si riversavano sui primi tre.

Allie fece ruotare lo sguardo per tutta l'aula, cercando lo sguardo delle sorelle, in apparenza, ma poi andò a posarlo frettolosamente su Ares Lestrange, che era troppo concentrato in quello che faceva per darle attenzione. Tornò a guardare la sua pozione, con lo sguardo triste, triste.

- Senti... Herm... cosa ti ha fatto capire che ti piaceva Ron?

Dalla sorpresa, Hermione rovesciò la boccetta in cui stava riversando il contenuto del calderone, la pozione già pronta, beccandosi una rara sgridata dal professore.

- Beh... -, disse mentre puliva il tavolo da lavoro dal liquido giallastro. - Io e Ronald litigavamo sempre sai... però poi quando facevamo pace mi rendevo conto che senza di lui non potevo più stare. Non facevo che chiedermi com'era la mia vita prima di incontrarlo, e arrivavo al punto che doveva essere davvero noiosa. Certo, voglio bene anche ad Harry, loro sono stati i miei primi amici... sai da piccola non ero esattamente come ora, ero decisamente antipatica... ma loro mi hanno accettata così com'ero, salvandomi da un Troll di montagna. Eh eh... col passare dei mesi, degli anni, mi sono resa sempre più conto che quando stavo vicino a lui il battito del mio cuore cambiava, le gambe mi tremavano come budini e... e nell'ultimo periodo, prima che lui mi si dichiarasse, stavo perdendo la mia caratteristica principale: sgridare tutti a destra e a manca. Non volevo sapere più nulla, l'unica cosa che mi interessava era stare con lui. So che non é bellissimo, che é un pasticcione, che non é perfetto... ma io lo amo, e questo mi basta!

Le labbra di Allie si dipinsero di un radioso sorriso, mentre guardava estasiata e con una punta d'invidia l'amica, aiutandola a pulire.

- Accidenti... piacerebbe molto anche a me innamorarmi ed essere ricambiata, per poi vivere una bella storia... -, disse arrossendo, ma poi lo sguardo tornò cupo e triste, - Ma forse io sono troppo sognatrice e troppo ancorata alle favole...

Hermione scosse il capo.

- No, semplicemente devi ancora trovare la persona giusta. -, sorrise, posandole una mano sul capo con fare materno. - Sei piccola, c'è tutto il tempo del mondo per trovare qualcuno adatto a te.

- Sì... sono piccola forse... però mi piacerebbe tanto!

Sospirò, sorridendo nuovamente e finì di ripulire il bancone. Ripresero subito a preparare la pozione, questa volta senza intoppi. Frattanto Draco e San continuavano a litigare, cercando di non farsi notare troppo dal professor Piton, non volevano di certo una doppia punizione già dal primo giorno. Continuavano a darsi a vicenda dell'incompetente e altri insulti vari, mentre Ares, dietro di loro, rideva a più non posso, non riuscendo a concentrarsi adeguatamente nella pozione, grazie ai due.

- INSOMMA, MA COS'HA QUESTA CLASSE OGGI? UN PO' DI SERIETà CHE DIAMINE! PER PUNIZIONE FORMERò GRUPPI DI SEI, E DOVRETE FARE UNA POZIONE AVANZATA TRA QUELLE CHE VI DARò PER IL MESE PROSSIMO!-, urlò Piton indispettito e decisamente irritato.

- È tutta colpa tua... -, sibilò a denti stretti la gemella dai capelli corti, tirando da sotto il banco un calcio al compagno di pozioni, che si alzò di scatto ululando dal dolore.

Piton si avvicinò ai due, guardandoli in cagnesco ed intimandoli di smettere. Non era di certo intenzionato a togliere punti alla sua casa, ma aveva i nervi decisamente al limite.

- Ci scusi, professor Piton... -, disse con fare sdolcinato Malfoy.

Il professor Piton annuì e tornò alla cattedra, mentre San non poté far a meno di far finta di vomitare.

- Sei proprio disgustoso... -, fece notare al ragazzo.

Lui fece spallucce, sorridendo con quel suo odioso fare arrogante.

- Semplicemente io so tenermi nelle grazie delle persone giuste, al contrario di te. Perché tu sei solo una povera idiota! Sei solo una sporca mezzosangue completamente devota alle sorelline... oh già, dimenticavo che sei lesbica e per questo stai sempre con loro!

Fu la goccia che fece traboccare il vaso. La ragazza puntò la bacchetta contro il prefetto serpeverde, mentre la rabbia si impossessava di lei. Malfoy giurò quasi di vedere addirittura il colore dei suoi occhi mutare in azzurro, un azzurro ghiaccio, come velato da una strana patina. E questa volta, il professor Piton, non poté far a meno di perdere le staffe.

- ORA BASTA! MALFOY E DICKINSON IN PUNIZIONE! E dato che siete già in punizione stasera, verrete domani sera da me... e anche tu Lestrange! Smettila di ridere come un deficiente!

San si risedette al suo posto, posando la bacchetta ed iniziando a pestare ripetutamente la testa sul tavolo. Ares, dietro di loro, li fulminò con lo sguardo. Per colpa di quel cretino di suo cugino e di quella deficiente di una Dickinson era finito ancora in punizione, quando la sua unica colpa era quella di esser divertito dai due. Scosse la testa appuntandosi di farla pagare almeno alla ragazza, dato che a Draco era meglio non andar contro. Rachel, seduta qualche banco più avanti, guardò con sguardo preoccupato la gemella, notando la stessa reazione in Allie.

- Dominick... credo che San ed Allie litigheranno... -, sentenziò affranta. Dominick annuì.

- Sì lo credo anche io, mamma...-, scosse il capo con fare saccente.

- Credo sia gelosa che San sia stata messa in punizione con Ares ben due sere di seguito... ed é troppo stupida per arrivare col cervello a farsi mettere in punizione anche lei... Poi siccome non lo ammetterebbe mai, userà sicuramente la scusa che San stava per rivelarsi nel suo aspetto di Naiade... ops! -, si schiaffò una mano sulle labbra e guardò preoccupata Dominick. Il ragazzo non sembrava sorpreso.

Il biondino annuì, abbracciando forte Rachel. Le accarezzò affettuosamente la testa, dandole un bacio sulla guancia. La ragazza arrossì un pochino, ma non si liberò dalla presa. Si sentiva troppo bene con quel ragazzo. Gli aveva involontariamente rivelato il loro segreto e lui, o aveva fatto finta di non cogliere il vero significato di quelle parole, o come più appariva non gli importava. Si sentiva felice, anche se lo giudicava un atto egoistico, data la situazione in cui si trovavano le sue gemelle, ma non le importava in quel momento. Si sentiva bene e basta. Sentiva che fra le braccia di Dominick era al sicuro e che nessuno, grazie a lui, avrebbe potuto farle del male.

 

 

Fine capitolo 23

 

 

Ciau, ciau gente! Passiamo subito ai ringraziamenti per chi recensisce e anche per chi non lo fa!

 

Gea: Aggiornata abbastanza in fretta? :D Facciamo una piccola anticipazione... nel prossimo capitolo viene svelato il mistero di questo strano cambiamento, per la gioia soprattutto di lallotta! Siamo veramente contente che ti piaccia tanto, e speriamo continui a piacerti in futuro!

Al prossimo chappo genteee!

San&Rachel Dickinson

 

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 24 - Memorie dal futuro ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

Capitolo 24 – Memorie dal futuro

 

 

Salutò in fretta e furia con un cenno della mano e un bacio sulla guancia Dominick, poco dopo la fine delle lezioni. Aveva perso di vista Allie e San e questo non le ispirava nulla di buono. Correndo per i corridoi della scuola, da una finestra che dava sul giardino, vide le due discutere animatamente. Le raggiunse più veloce che poteva, mettendosi fra di loro.

- CHE DIAVOLO STATE FACENDO? NON E' IL CASO DI LITIGARE!!! -, disse, schivando un calcio volante di San e un incantesimo di Allie.

- Spostati Rachy, non  ti riguarda!

- E invece si! -, disse la gemella dai capelli lunghi stizzita. Prese Allie per le trecce e la fece sedere a terra tirandola giù. Diede un piccolo calcio dietro il ginocchio di San, facendo cadere anche lei.

- Ora ci mettiamo qui tutte e tre, tanto belline, e chiariamo la questione!-, disse guardandole intimidatoria.

- Non c'è un cazzo da chiarire! Se tanto di piace quel cafone di Lestrange, perché è chiaro che te la stai prendendo con me per questo, sposatelo! A me non interessa quel cafone dalla doppia faccia! -, aggrottò le sopraciglia e incrociò le braccia.

Allie fece per saltarle addosso ma fu bloccata da Rachel, che la fece risedere.

- Devi sempre prendermi in giro, devi sempre criticare quello che faccio, devi sempre criticare chi frequento allontanandomi da loro! Sei crudele San! -, terminò Allie, iniziando a piangere.

- Allie... non piangereEeEeeEeEee ... -, farfugliò Rachel con le lacrime agli occhi prima di mollare un pugno in testa a San . -Accidentaccio a te! Le piace Ares? E faglielo piacere!!! Di certo non la violenta, e se ci prova poi si imbatterà nella mia trasformazione, per cui... -, ricominciò a parlare a raffica. Allie smise di piangere, e la guardò rassegnata insieme a San.

- Ho capito che le piace... ma lui non ha intenzioni serie, con lei, e l'hai capito anche tu. Cosa dovrei dirle? Affezionati ancora di più a Lestrange e mettiti con lui, che poi soffrirai come un cane perché ti ha presa in giro?

Allie abbassò lo sguardo, puntandolo poi su Rachel, aspettando il suo parere.

- Bah... per me è semplicemente un viscido verme e basta, se le piace, affari suoi. Io mi sono rotta. -, disse alzandosi da terra e allontanandosi dalle due, tornando all'interno del castello.

Allie riprese a singhiozzare.

- Forse dovrei darle retta... forse sto sbagliando tutto... io... io sono un stupida... - , farfugliò fra le lacrime la gemella dalle lunghe trecce, abbracciando Rachel.

Rachel le sussurrò parole dolci e le disse di non preoccuparsi. San era solo preoccupata, tutto qui.

- E poi, signorinella, non dovresti essere gelosa di San, sai? E' tua sorella gemella... -, puntualizzò quando Allie si fu calmata. Allie la guardò, si sentiva in colpa. Annuì e si alzò, andando in cerca di San. Rachel rimase seduta sotto l'albero accanto al lago, quando improvvisamente si sentì abbracciare da dietro.

- Oh, ecco mio figlio!-, scherzò lei girandosi verso Dominick, che sorrise dolcemente.

Rachel arrossì. Quel ragazzo le piaceva troppo...

 

***

Affacciato da una finestra della torre corvonero, osservo mia mamma e le mie zie discutere, sedute sotto un salice piangente accanto al lago di Hogwarts.

Poco più in là vedo i miei zii Hermione, Ron, Harry e Ginny, seduti su alcune panchine a studiare allegramente. Infine, voltandomi verso il campo di Quidditch, vedo mio padre e zio Ares che si allenano: zio Ares é il nuovo portiere della squadra serpeverde.

Decido di scendere da mia madre, e per il corridoio, tra un saluto a Catelyn in compagnia delle sue amiche ridarelle, ed ad Arthur, che gioca a gobbiglie con alcuni Grifondoro, arrivo in cortile e la osservo sorridere da lontano. Mi chiedo quando si ricorderà di tutto ciò che é successo, prima che fossimo catapultati in questo passato alternativo.

 

***FLASH BACK***

 

Boston - Ore 10.30 AM

 

- DOMINICK E' SPARITO!-, gridò Rachel catapultandosi nella camera dove Ares e San si stavano rivestendo.

La gemella dai capelli corti inciampò a terra, nel goffo tentativo di coprirsi meglio prima che la sorella facesse strane domande. Poi realizzò le sue parole.

- Come Dominick è sparito?! -, domandò con una punta di terrore nella voce, - Sicura che non sia uscito con Ginny o altri, e che non si trovi al parco giochi?

- No... Draco l'ha cercato dappertutto... qualcuno l'ha reso non rintracciabile, perché nemmeno i gufi lo trovano e noi non possiamo provare a materializzarci da lui, non abbiamo ancora i poteri!!-, disse con il volto rigato di lacrime. Voleva suo figlio. Voleva rivederlo, sapere che stava bene. Improvvisamente un urlo di Fleur squarciò la falsa quiete della casa.

- ARTHUR E CATELYN! ARTHUR E CATELYN NON CI SONO PIù!!!

Ares sentì un brivido scendergli lungo la schiena. Ma che diavolo stava succedendo? Domandò alle altre, dopo che Fleur li ebbe raggiunti, se fosse stato possibile che i tre avessero acquisito i poteri di maghi e stessero solamente giocando a nascondino, ma le due donne scossero la testa. Improvvisamente arrivò Harry, che a momenti non cadde a terra dalla brusca frenata.

- Ginny! Ginny è spuntata all'improvviso in salotto come se si fosse appena materializzata ed è svenuta! È ferita! Ti prego Fleur aiutala!

Tutti giù in salotto, il tentativo di Fleur di aiutare Ginny, la corsa verso il San Mungo e il suo risveglio. Ginny chiede scusa tra le lacrime, le chiedono per cosa, e lei dice di essere stata posseduta dal signore oscuro e che lui le ha ordinato di rapire Dominick.  Ha dovuto rapire anche Arthur e catelyn perché si sono svegliati grazie ai lamenti di Dominick, nel tentativo di rapimento. Spiega che i tre bambini ora sono nella sede ricostruita del signore oscuro, nella ex Beauxbatons, dove tenterà di far risvegliare Allie, assopita nel cuore di Dominick.

Così nel giro di poche ore si fanno ridare i poteri da Silente e partono per Beauxbatons, dove imporvvisamente tutti svengono, davanti al corpo di Dominick che giace a terra senza sensi, e la sagoma di Allie che si é materializzata davanti ai loro occhi.

Il buio.

 

***Fine Flash Back***

 

In quel momento Voldemort ci ha rimandati indietro nel tempo, ma forse per qualche errore temporale i loro ricordi sono stati cancellati. Solo io, Arthur e Catelyn ricordiamo tutto. Questa doveva essere l'occasione di zia Allie per vendicarsi, ma non sono più così sicuro che ce la farà. Mi chiedo se i ricordi mai torneranno, e se torneremo nel nostro mondo. Essermi risvegliato a sedici anni é stato uno shock, ma forse ora potrò aiutare mamma e papà.

 

***

 

Erano rinuiti tutti a cena. Allie, Rachel, Dominick e San si erano uniti al tavolo Grifondoro, per stare in compagnia dei loro amici. Malfoy, dal tavolo affianco, assieme al cugino, continuava a lanciare frecciatine verso Harry, Ron ed Hermione, prendendo in giro soprattutto gli ultimi due. Hermione perse l'appetito e minacciò i due serpeverde di levar loro punti, e la pace sembrò temporaneamente tornare. Più tardi Ginny in compagnia di Harry, e Ron in compagnia di Hermione, si appartarono vicino al caminetto. Allie rimase seduta al tavolo, leggendo un libro e scrivendo le sue storie, come d'abitudine, con Dominick che la osservava curioso, mentre Rachel e San, alquanto seccate, si diressero da Gazza, dove incontrarono di nuovo i loro nemici per eccellenza.

- In ritardo... -, sghignazzò Ares guardando le due.

- Va al diavolo, Lestrange... -, sbottò Rachel irritata.

Malfoy fece una smorfia.

- Siete fortunate solo perché Gazza non si è ancora visto, altrimenti prendevate una terza punizione! Divertente, vero? -, rise falsamente divertito.

San si sedette in un angolino della stanza, ignorando i due. Non aveva voglia di litigare nuovamente. Rachel, frattanto, giocava a botta e risposta con loro, irritandosi ogni momento di più.

- Oh, ma hai finito di rompere sottospecie di confetto? Cominci veramente a darmi su i nervi!

- Confetto?-, il labbro inferiore di Rachel cominciò a tremare.

- Si, confetto, big-bubble gigante... siamo lì!-, rincarò la dose Ares.

Rachel si portò le mani al viso e scoppiò in lacrime.

- Oddio rieccola che piange... ma che palle... sei una lagna! -, le fece notare Draco. - Dai, adesso basta, non vorrai veramente finire in punizione una seconda volta? Calmati per piacere! -, finì posandole le mani sulle spalle, udendo i passi di Gazza avvicinarsi, seguito dai miagolii di Mrs. Purr.

Ares sghignazzo, tirando una gomitata nelle costole al cugino.

Di tutta risposta, Malfoy si beccò un pugno in faccia.

- Sei un cafone, Malfoy!-, disse la gemella dai capelli lunghi, poi corse verso la sorella e l'abbracciò. San al consolò, con fare esasperato, lanciando occhiatacce verso i due serpentelli.

- Siete veramente una palla... -, fece notare loro, accarezzando i capelli della sorella.

- Siete voi che siete delle frignone! -, terminò Malfoy, zittendosi all'istante per l'arrivo di Gazza.

L'uomo sorrise, con quel suo ghigno falso ed irritante, che sembra quasi augurare la morte a chi lo riceve e li intimò di seguirli.

I ragazzi lo seguirono senza fare commenti. Arrivarono dopo poco davanti la foresta proibita.

- L-la... foresta... -, cominciò Rachel.

- ... p-proibita???-, terminò Ares, deglutendo.

- Sì. Andrete qui dentro e ci starete fino a domani mattina... sempre se qualcosa non vi mangia prima. 'notte 'notte. -, così dicendo, Gazza se ne andò, sogghignando maleficamente.

- MA È DEFICIENTE?! -, tuonò San non appena l'uomo uscì dalla visuale, - Nella Foresta proibita, di notte, con due maniaci pervertiti! Siamo fuori di testa?!

- Chi si deve lamentare siamo noi, in giro con due galline che non tengono la bocca chiusa un secondo!Siete una maledizione vivente!

Ares e Rachel si guardarono, poi guardarono San e Malfoy che litigavano animatamente. Decisero di lasciarli indietro ed addentrarsi nella foresta. Meglio imbattersi in un lupo mannaro, che sentire quei due litigare.

E, in questo modo, pensò Rachel, avrebbe potuto fare "quel" discorsetto a Lestrange.

- Senti... -, cominciò a dire quando le urla degli altri due erano ormai lontane. - Devo parlarti!-, fece seria.

Il ragazzo annuì, guardandola incuriosito.

- Che devi dirmi? -, domandò diventando improvvisamente serio, - Oddio non dirmelo, ti sei innamorata di me!

Rachel ignorò l'affermazione, e proseguì.

- Che intenzioni hai con Allie?-, buttò fuori in una volta, sicura.

Ares la guardò sorpreso, poi sorrise. Non era un sorriso malefico, però.

- Non ho nessuna intenzione, Dickinson. Se potessi scegliere tra voi tre, sicuramente non sceglierei Allie... per carità, é molto dolce, carina, simpatica, gentile, femminile... ma non é il mio tipo.-, spiegò, spostando da galantuomo alcuni rami che impedivano il passaggio di Rachel. Lei ringraziò con un cenno del capo.

- E allora... chi sceglieresti?-, chiese agitata, pregando in cuor suo perché non fosse lei.

Ares sorrise ancora, questa volta molto dolcemente.

- Credo di avere una bella cotta per quel maschiaccio che sta litigando con mio cugino, in questo stesso istante.

La ragazza per poco non cadde a terra, inciampando in una radice che sbucava dal terreno. Evitò la caduta per un soffio, grazie alla presa salda di Ares. Lo guardò ad occhi sbarrati, mentre lui arrossì un pochino, distogliendo lo sguardo da lei. Scosse la testa, prevedendo già la fine del mondo. Allie era cotta di Ares, il quale era cotto di San, la quale lo riteneva solo un viscido verme. Perfetto, che poteva succedere di peggio? Un urlò squarciò il silenzio inquietante nella foresta, facendo temere a Rachel il peggio.

 

***

 

- Ma si può sapere che hai da urlare brutta strega?!

- Cos'ho da urlare?! Siamo finiti in un luogo tempestato da ragni, ecco cos'ho!!! -, piagnucolò la gemella dai capelli corti, attaccandosi al ragazzo.

Era un maschiaccio e non era mai stata disgustata particolarmente dagli insetti, ma i ragni erano un eccezione. Non c'era cosa al mondo che le facesse più schifo, erano una delle poche cose che le facevano crollare tutte le sue difese.

- Insomma, non lamentarti, é colpa tua se siamo finiti qui... -, disse lui secco. In realtà i ragni facevano schifo anche a lui.

La ragazza si strinse ancora di più a Draco, disgustata.

- Non è vero, sei tu che hai iniziato a provocarmi! E così abbiamo perso anche Rachy e tuo cugino!

- Si, si... ok... ma ora ti staccheresti dal mio braccio, possibilmente senza tirartelo appresso?-, chiese lui, con una venuzza pulsante di rabbia in testa.

La ragazza lo spinse via malamente, iniziando ad incamminarsi per la foresta, tentando di evitare il più possibile di imbattersi in qualche ragno. Si girò un momento, quando non vide nemmeno più il ragazzo.

- MALFOY! Razza di idiota, vuoi sbrigarti? -, silenzio, - Guarda che non è uno scherzo divertente!

Si girò, ignorando il silenzio di quel demente, trovandosi faccia a faccia con un'acromantula gigante. Cacciò un urlo terrorizzato, così forte che forse l'avevano sentita anche al castello.

 

***

 

- Oddio... ma questa é San!!!-, disse Rachel spaventata. - FA CHE TUO CUGINO LE STA FACENDO QUALCOSA DI SCONVENIENTE!!!-, disse incavolata nera, una vaga tonalità di azzurro prese a farsi strada negli occhi verdi, quando prese Ares per il colletto, indemoniata.

Il ragazzo deglutì rumorosamente, scrollandosi la gemella dai capelli lunghi di dosso ed iniziando a correre nella direzione in cui aveva sentito il grido. Rachel gli urlò dietro di aspettarla.

- Se aspetto una polenta ambulante come te, che inciampa ad ogni passo, credimi che se mio cugino le sta facendo qualcosa, arriveremo troppo tardi! -, bofonchiò lui abbastanza forte da farsi sentire dalla ragazza.

Rachel si arrese e si accasciò a terra con l'affanno. Lei e il suo dannato odio innato per l'attività fisica. Sentì una mano posarsi sulla sua testa, affettuosamente. Alzò lo sguardo spaventata, ma fu lieta di scoprire che era solo Malfoy. MALFOY?!??! CHE CI FACEVA MALFOY LÌ? SAN ERA DA SOLA? MA SE SAN ERA SOLA COSA STAVA SUCCEDENDO?

- Hai... lasciato... mia sorella da sola... -, disse con le lacrimucce agli occhi.

- Veramente lei ha visto un ragno, si è attaccata a me peggio di una ventosa... e dopo mi ha spinto via, iniziando a spostarsi nella foresta alla velocità di un fulmine. -, appuntò lui, dandosi una grattatina alla guancia, con fare disinteressato.

Rachel prese per il colletto della camicia anche lui, totalmente infuriata. Sua sorella aveva visto un ragno, cosa di cui aveva terribilmente paura, e Malfoy l'aveva lasciata andare avanti da sola?! Era più deficiente di quello che pensasse!

- IO-TI-AMMAZZO!!!-, disse minacciosa, mentre tra i capelli rosa shocking comparivano strane ciocche blu oceano.

Il ragazzo indietreggiò un poco spaventato, cadendo rovinosamente a terra.

- Ma... ma che diavolo ti prende? Tu sei strana... Tu sei pazza! -, osservò con la voce incrinata.

Rachel si calmò, mentre le lacrime si fecero largo ancora una volta nei suoi occhi. Era una fontana umana, quella ragazza, pensò Draco.

- Sc-scusa.. é solo che mia sorella.... non voglio abbia paura... lei... uuaahh!!!-, scoppiò a piangere accasciandosi a terra.

- Dai, ti prego calmati, non è il momento di piangere! -, fece lui, nuovamente allarmato, - Andiamo a cercare tua sorella, così non ha più... paura... oddio... d'accordo?

L'aiuto a rialzarsi, ma la ragazza continuava a far il peso morto, finché ad un certo punto gli buttò le braccia al collo, continuando a piangere.

- Oddio... Dickinson... cioè, Rachel, per favore staccati mi stai soffocando!

- Non so perché ... -, disse tra le lacrime. - Ma lo sai che mi sembra di conoscerti da sempre? Cioè con tutto che mi tratti sempre male, non riesco ad odiarti... -, disse affranta e imbarazzata.

- Effettivamente... -, ammise imbarazzato il serpeverde, - ... anche io ho un poco questa sensazione... è una cosa strana...

La ragazza alzò lo sguardo, incrociò quello glaciale del biondo serpeverde.

Pensò che quel volto le era fin troppo familiare. E non riuscì a spiegarsi quella strana voglia di baciarlo, di accarezzarlo, di sfiorare quelle labbra con le sue. Era una sensazione strana, paradisiaca, ma ora che si trovava tra le sue braccia, sentiva di non volersi più staccare.

Draco la strinse più forte a sè, appoggiando la testa sulla sua spalla.

- Anche quello strano ragazzo, quello che ti sta sempre appiccicato... mi incuriosisce non poco... inoltre, mi assomiglia in un modo impressionante... vorrei proprio sapere che cavolo sta succedendo... e soprattutto, perché sto abbracciando te, che nemmeno ti conosco? Sei "nella mia vita" da due giorni!

Rachel si strinse di più a lui.

- Mi chiama mamma... ed é strano perché io mi sento davvero sua mamma... dopotutto mi piaceva, era molto carino... però se penso a lui inevitabilmente mi vieni in mente tu, Malfoy... non capisco...

- Devo prenderla come una dichiarazione? -, rise lui, - Parleremo poi con lui, così vediamo di chiarire da dove sbuca, ora andiamo a cercare Ares e la demente, prima che li perdiamo del tutto!

La lasciò andare, fece qualche passo, si girò e la prese per mano, riprendendo a camminare.

Rachel camminava poco più dietro di lui. Ma cosa stava facendo? Possibile fosse attratta a quel punto da quel ragazzo? Arrossì in volto, e lo abbassò, sperando lui non la vedesse. Tutto sommato, però, doveva ammettere, guardando la sua schiena, che anche lui sembrava parecchio imbarazzato.

Arrivarono in una fitta radura, dove videro San accasciata a terra, abbracciata ad Ares, che le accarezzava i capelli, sussurrandole di calmarsi.

Il ragazzo sorrise verso i due. Rachel lasciò andare la mano di Malfoy e corse verso la sorella, iniziando a parlare a raffica, domandandole come stava, cos'era successo e perchè si era allontanata da quel cretino di Draco, che avrebbe dovuto perlomeno proteggerla. San si staccò dal serpeverde, rassicurando la sorella che stava bene.

- Davvero... non è successo nulla di grave...

Improvvisamente Rachel si bloccò, stranamente senza che nessuno le avesse tappato la bocca.

- ... ma perché eravate abbracciati?-, chiese con tanti puntini interrogativi in testa, prima che Malfoy la tirasse via per il colletto della divisa, imbarazzato.

- Eh?! E chi era abbracciato?! Sono solo caduta e lui mi ha sorretta, inizialmente, cadendo pure lui! Vero Ares? -, chiese fulminandolo con lo sguardo.

- Una scusa più scema non poteva proprio trovarla... -, pensò fra se e se Draco.

Rachel scosse il capo, si girò e si ritrovò anche lei faccia a faccia con quella simpatica acromantula gigante. Fece per urlare, ma Draco la tirò a sé, tappandole la bocca, e sparò un paio di incantesimi verso il ragnone, cacciandolo via.

- G-grazie... -, sussurrò lei, arrossendo, ma accoccolandosi tra le sue braccia. Quanto le piaceva il profumo di quel serpeverde...

- E perchè tu e Draco siete abbracciati? -, chiese con fare noncurante la gemella dai capelli corti.

- Non rompere Dickinson... sei una vera palla! -, ribattè Malfoy, lasciando andare Rachel.

Quest'ultima guardò in cagnesco la sorella. Una delle poche volte che Draco era gentile, doveva proprio litigarci di nuovo?

- E' l'alba... io direi che é ora di poter tornare al castello, vorrei dormire almeno un'oretta prima delle lezione... -, bofonchiò Ares sbadigliando.

- Io non ci voglio proprio andare a lezione... -, fece notare San, iniziando ad incamminarsi verso il castello.

- Tua sorella ha pessimi voti, vero? -, domandò Malfoy, facendo ben attenzione a non farsi sentire dalla ragazza.

- Si mantiene su A, ossia Accettabile... -, disse Rachel camminando al fianco del ragazzo. I due si tenevano per mano.

- Ci avrei giurato... che stupida... -, rise lui.

Ares, che camminava dietro di loro, li guardava con una punta di invidia, ma ne approfittò per prenderli un poco in giro. Era da una vita che voleva prendersi gioco almeno un poco del cugino.

- Ehi... siete proprio una bella coppia!!! -, disse il figlio dei Lestrange, sorridendo divertito. In risposta si beccò un calcio volante da San, un pugno in testa da Draco e una pestata di piedi da Rachel.

- Scherzavo... -, disse prima di accasciarsi a terra, dolorante.

- Mia sorella non starebbe mai con un demente simile! -, bofonchiò la gemella dai capelli corti, prima di entrare nel castello, che avevano appena raggiunto.

Rachel guardò il ragazzo, che a sua volta la osservava con sguardo complice e fecero finta di niente, passando anche loro per il grande portone, seguiti pochi secondi dopo da un Ares piagnucolante.

 

Fine capitolo 24

 

 

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 25 - Per le mie mani ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Capitolo 25 – Per le mie mani

 

Ares e San erano andati diretti verso le loro camere, al contrario di Rachel e Draco che erano in giro per il castello a cercare Dominick, sperando fosse già sveglio. Iniziarono a cercare dalla sala comune Corvonero, per poi passare alla Sala Grande ed altri luoghi del castello, quando Malfoy si sedette rassegnato su un muretto.

- Basta... starà ancora dormendo, ci parleremo un'altra volta... sono stanco morto, quasi, quasi salto anche io le lezioni come tua sorella!

La ragazza si sedette accanto a lui.

- Io non posso assentarmi... ho avuto già una punizione, non voglio fare assenze inutili che possano influire sul giudizio globale.-, spiegò lei seria.

Il ragazzo si mise a ridere.

- Sì, ma tu stasera non devi scontare una seconda punizione con Piton... pensa se mi addormentassi in quel momento! -, rabbrividì al solo pensiero, - Sarebbe una tragedia, come minimo...

Rachel sorrise.

- Beh, dai... non farla tanto tragica... sei il suo figlioccio, chiuderà un occhio.

Improvvisamente Rachel spalancò gli occhi. Come diavolo faceva a sapere che Piton era il padrino di Malfoy? Guardò il ragazzo, anche lui era sbalordito quanto lei.

- Come diavolo... come cavolo fai a saperlo?! Qui ad Hogwarts lo sappiamo solo io, lui e Silente! Non è che quel vecchiaccio di tuo zio ti ha spifferato qualcosa? -, domandò tappandosi immediatamente la bocca. Suo zio? Ma che diavolo andava dicendo?

- Eh? E tu come fai a sapere che Silente é mio zio?!-, chiese lei spaesata!

Improvvisamente sentì un inconfondibile ticchettio sulla sua spalla. Si girò e, infatti, le saltò addosso Dominick.

- CIAO MAMMA!!!-, urlò il ragazzo contento di vederla di prima mattina.

Il biondino si girò poi verso il serpeverde, saltando addosso pure a lui e chiamandolo allegramente "papà". Malfoy se lo scrollò di dosso in due millesimi di secondi, piuttosto disgustato.

- Ma sei deficiente? Non osare mai più toccarmi con quelle tue sudice manacce!

In risposta Malfoy si beccò un pugno in testa da Rachel.

- NON TRATTARE COSì TUO FIGLIO NICKY, BRUTTO SERPENTELLO DA STRAPAZZO!!!-, urlò, tappandosi poi subito le labbra, cercando di dare una spiegazione logica a ciò che aveva appena detto.

- Ma che sei scema? Ti pare che io possa avere un figlio della mia età? -, domandò Malfoy, alzando un sopracciglio con fare contrariato.

Rachel scosse la testa, mentre Dominick la strinse nuovamente fra le sue braccia. Eppure... eppure era convinta che quel ragazzo non mentisse, quando la chiamava mamma. Doveva sicuramente avere un motivo valido per chiamarla così! Una venetta iniziò a pulsare sulla tempia di Draco, che strattonò poco delicatamente il braccio di Dominick, facendolo staccare dalla ragazza.

- Evita queste melense scenette davanti ai miei occhi, chiaro?!

Dominick si liberò dalla presa sorridendo in tono di sfida.

- Io Rachel l'abbraccio come e quando mi pare!-, disse, con una faccia seria e uno sguardo malizioso.

- Invece tu non abbracci proprio nessuno!!! -, rispose lui in tono intimidatorio, tirando a se la gemella dai capelli lunghi. - Va al diavolo bamboccio!

Rachel arrossì. Si sentiva vagamente l'eroina di quei film in cui due uomini litigavano per la sua mano.

- Ehm.. non... c'è bisogno di... arrabbiarsi... -, bofonchiò con il volto schiacciato sul petto del ragazzo, rossa come un semaforo.

- Non c'è bisogno di arrabbiarsi?! Questo ci sta provando con la mia ragazza, non so se rendo l'idea! -, realizzò solo due secondi dopo ciò che aveva appena detto, allontanando bruscamente Rachel, - Io... ma che diavolo sto dicendo? Il sonno mi ha dato alla testa... Bah, ci vediamo mezzosangue!

Bofonchiò un poco e ,salutando con un cenno della mano, si diresse verso i sotterranei che conducevano alla sala comune di serpeverde, per ritirarsi nella sua stanza.

Rachel era rimasta sconvolta, perplessa, scioccata. La sua ragazza?? E questa da dove gli era uscita?!?!?

 

***

 

Era arrivata ora di pranzo, Rachel era tornata da lezione di Aritmanzia e si era seduta al tavolo Grifondoro, mentre San entrava in sala con un'aria fresca e riposata: aveva davvero saltato le lezioni.

- Buongiorno! -, la salutò allegramente, rubacchiando una patata dal piatto di Allie, che si era distratta dall'arrivo della terza gemella.

Rachel la guardò con aria grave, ok che Silente era loro zio, ma non per quel motivo avrebbe passato l'anno senza doversi preoccupare di studiare ed essere presente alle lezioni.

Dominick, seduto accanto a Rachel, aveva le lacrimucce agli occhi.

- Ma che ha?-, chiese Ginny guardando il biondino.

- Pretende di essere imboccato....-, rispose Rachel con una gocciolina di sudore sul volto, esasperata.

- Ehm... non è un po' grandino? -, domandò Allie, seriamente sconcertata.

Harry e Ron ridacchiarono, prendendosi uno scappellotto dietro la testa da Hermione.

- Non è una cosa su cui ridere, ma è seria! Non è normale che un ragazzo della sua età pretenda di farsi imboccare!

- Perchè no Herm? In fin dei conti fra fidanzatini non è una cosa tanto anomala... -, fece notare Ron.

Hermione lo fulminò con lo sguardo.

- Prova a chiedermi di imboccarti e ti sviscero!

Ron si stette zitto.

- Che donna crudele... -, bisbigliò fra se e se prendendosi una forchettata sulla nuca, da parte della diretta interessata.

San guardò Ginny che sedeva al fianco di Harry, Ron a quello di Hermione e Dominick a quello di Rachel. Successivamente guardò Allie.

- Mi sa che siamo un po' fuori luogo... -, le fece notare, indicando il resto del gruppo.

La gemella ridacchiò, cercando poi con lo sguardo Ares, che era anche lui entrato da poco in sala, dopo una bella dormita.

Rachel sorrise verso San.

- Ma scherzi? Io e Dominick non siamo insieme... io sono sua madre!!!-, rispose indignata, per poi tapparsi la bocca, come quella mattina. - Oddio.. San aiutami. è da stamattina che io e Malfoy diciamo cose senza senso...

- L'amore rende cretini... l'ho sempre detto io! -, disse con una punta di malizia, ridacchiando.

Allie guardò esterrefatta la gemella dai capelli lunghi.

- TISEIMESSACONMALFOY?! -, domandò tutto in un soffio, alzando un po' troppo, forse, la voce.

Rachel guardò Allie con tanti punti interrogativi in testa.

- Mi sono messa con Malfoy? Davvero??!!?!-, chiese agitata.

San le passò una mano davanti agli occhi.

- Oddio questa è andata... stare con Ares e Draco le fa veramente rivoltare il cervello!

Allie sbuffò, guardando le due gemelle con fare sospetto.

- Perché, che avete fatto questa notte, al posto di dormire nei vostri letti?

- Eravamo in punizione Allie. Ricordi? La punizione che abbiamo preso per proteggerti da Malfoy!-, le fece notare Rachel mentre versava un po' di succo di zucca nel calice maschiato Grifondoro.

Allie abbassò la testa.

- Già, per colpa mia...

Rachel sputacchiò ciò che aveva bevuto nel calice, prima di ingoiarlo.

- NO! NON PER COLPA TUA! ACCIDENTI TU E IL TUO VITTIMISMO! BASTA, IO VADO AL MIO TAVOLO!-, si alzò, prese il suo zaino con i libri e se ne andò tra i Corvonero, Dominick che la seguiva come un cagnolino.

Entrò Malfoy nella sala grande, e subito la cercò con lo sguardo. La vide di nuovo appiccicata a quel bamboccio, ed una rabbia insormontabile si fece strada nel suo cuore. Si sedette accanto ad Ares, senza perdere di vista la ragazza nemmeno una volta.

- Ma perché deve sempre stare appiccicata a quel bamboccio? Che schifo! I mezzosangue Dickinson che fanno gruppo! Dove andremo a finire di questo passo?! -, chiese quasi a se stesso, bevendo tutto di un sorso il contenuto del suo calice e riappoggiandolo poco delicatamente.

- Guarda Dracuccio -, disse Ares facendolo incavolare ancora di più, -... che le tre Dickinson, e anche quel tipetto lì, sono purosangue...-, puntualizzò mentre esaminava quella strana zuppetta che gli era apparsa nel piatto, che assomigliava più ad escrementi di qualcosa, che ad una zuppa di verdure.

- Non sono purosangue! Ne sono certo! Hanno qualcosa... qualcosa di diverso... -, disse scrutando meglio le tre, che si tenevano il muso a vicenda, - Chiamala sensazione o come cavolo ti pare... ma a mio parere... quelle sono delle mezzosangue! Il piccoletto palloso non lo so, ma loro tre sicuramente! Hai notato anche tu, inoltre, gli strani fenomeni che manifestano ogni tanto, no? Ai maghi purosangue non succede ciò...

- Tipo le meches blu apparse sulla testa della big-bubble, o le venature azzurre negli occhi di San?-, chiese l'altro curioso, mentre decideva che era meglio lasciar perdere la zuppa e concentrarsi su un bel peperone imbottito con carne, pane e olive. Da quando si allenava a Quidditch mangiava il triplo.

Draco gli tirò un scappellotto dietro la testa.

- Sei un maiale! Tra poco diventerai peggio di Tyger e Goyle, e dopo come diavolo te la conquisti la Dickinson deficiente?!

Ares smise di sgranocchiare una fetta di pane e lo guardo perplesso.

- La Dickinson? E tu che ne sai che mi piace una Dickinson? Non te l'ho detto mica!

Draco prese a rimestare la zuppa, con fare noncurante.

- Oh, beh, l'abbracciavi tanto per fare, non è vero? Quando eravamo nella foresta, intendo, l'hai consolata perché ha fatto la lagna vedendo quel ragnetto insignificante...

Ares sghignazzò.

- La conosci la mia filosofia: ogni volta che puoi toccare, fallo!

Draco lo guardò con quel suo sguardo arrogante che tanto lo caratterizzava.

- Le tue parole ti salvano, ma il tuo sguardo ti tradisce, cugino!

- Sei una palla, Dracuccio!-, detto questo si ficcò un'altra fetta di pane in bocca e si alzò, dirigendosi fuori dalla sala, un'ondata di ragazzine che lo seguivano a debita distanza.

- E tu sei un'idiota a correre dietro ad una che nemmeno ti considera, quando puoi avere qualunque altra ragazza -, pensò, mentre decise di lasciar perdere anche lui la zuppa, che di certo non aveva un aspetto invitante.

 

***

 

Liberatosi dalle sue "fan" il biondino dagli occhi verde smeraldo si appostò vicino alla Sala Grande, in uno dei tanti corridoi. Doveva parlare. Perché la conosceva da due miseri giorni e provava questo per lei? Perché anche suo cugino arrivava a credere che era già cotto di lei? Essendo seri, era praticamente impossibile. I colpi di fulmine, credeva possibile esistessero, ma non nel suo caso. E anche il colpo di fulmine, ne era convinto, non poteva portare ad una situazione simile.

Si era reso conto di conoscerla: i suoi pregi, i suoi difetti, cosa amava, cosa odiava. Com'era possibile? Qualcosa non quadrava, lui sapeva tutto di lei!!!

- Ti aspettavo... -, disse quando la vide arrivare, diretta verso il bagno.

Lei lo squadrò da capo a piedi, riprendendo poi i suoi passi, mentre lui la seguiva.

- Si può sapere che diavolo vuoi? Io non ho niente da dirti, tranne di lasciare in pace Allie!

Preso da uno scatto di rabbia incontenibile, la fermò per un polso e la fece entrare in bagno, sbattendola contro il muro con violenza.

- ORA APRI BENE LE ORECCHIE! -, urlò lui irritato. Si diede mentalmente dello scemo per averla trattata così, e si calmò. -Ascoltami, per favore. Non voglio prenderti in giro, né niente, devo parlarti di una cosa seria!

Uno sguardo d'odio saettò negli occhi della ragazza.

- Mollami immediatamente o ti castro!!! -, disse con fare intimidatorio, tentando di liberarsi dalla presa di lui.

- San, ti prego... -, la calmò, accarezzandole una guancia. Fu attirato da un luccichio sul petto della ragazza, scoperto dalla camicia sbottonata. Prese tra le mani uno strano ciondolo a forma di stella, e questo gli portò alla mente strane immagini di esperienze passate, cose già vissute... Il ricordo, se così si poteva chiamare, che gli rimase tarchiato a fuoco quando lasciò il gioiello, fu quella di due ragazzi non molto più grandi di loro, in un letto di un'immensa villa alla periferia di una città che pareva essere Boston.

- Lascialo stare... quel ciondolo... è molto importante per me! Allora, che cosa vuoi dirmi, ti ascolto... -, disse a malavoglia la ragazza, distogliendo lo sguardo verdino da quello di Ares, non prima di avergli levato il pendente dalle mani.

- Chi... chi te l'ha regalato?-, chiese lui, mentre sentiva il corpo tremare come una foglia, le gambe ridotte a gelatina.

Lei lo guardò confusa. Già, bella domanda, chi cavolo gliel'aveva regalato?

- Io... non lo so... un ragazzo mi pare... boh... -, disse confusa, tornando a guardarlo negli occhi, e continuò quasi allarmata, - Non è una bugia te lo assicuro! È che... a volte mi sembra quasi ci sia una specie di buco nero nella mia testa... sarà che sto impazzendo. Senti, ma non dirmi che mi hai trascinata in bagno per chiedermi chi mi ha regalato questa catenina...

- No... veramente ti ho trascinata in bagno per chiederti se sono solo io che sono impazzito, o anche tu... perché ho la sensazione di conoscerti da sempre, e provo qualcosa per te che di solito non si prova per una persona che si conosce da due giorni... per non parlare del fatto che so praticamente tutto di te, anche chi ti ha regalato quel ciondolo!

La mascella della ragazza per poco non toccò terra.

- Tu sei completamente pazzo, secondo me ti sei drogato con quella sottospecie di zuppa che ci hanno servito a tavola! -, si liberò della presa del ragazzo e si avvicinò al lavandino, aprì l'acqua da un rubinetto e si sciacquò il viso.

- Mi sembra di... San, io credo... che quel ciondolo... te l'abbia regalato io... -, disse incerto, mentre si avvicinò a lei da dietro e le posò le mani sulle spalle. Le guardò il collo, e fu preso da una voglia matta di accarezzarlo e baciarlo. Forse aveva ragione lei, era impazzito!

La ragazza ruotò lo sguardo esasperata. Ma che aveva fatto di male per trovarsi quell'idiota fra i piedi?

- Sì, certo, come no... senti, ti sei reso conto che siamo nel bagno delle donne, e per di più ti stai incollando a me da perfetto maniaco quale sei? Se hai carenza d'affetto, perché non vai da una delle tante ragazze che ti sbava dietro?

- Perché non amo loro... io sono innamorato di te... credo... forse... ehm... ma che sto dicendo? Oddio... ho bisogno di una cura di ferro... o fosforo... o ... oh che mal di testa... -

Gli occhi di San uscirono letteralmente dalle orbite, deglutì talmente furiosamente che per poco non si strozzò. Prese a tossire a più non posso.

- Tu... tu... tu non sei normale! -, fece notare al ragazzo, fra un colpo di tosse e l'altro.

San non ricevette risposta. Alzò lo sguardo e vide quello di lui rabbuiato. Le si avvicinò, e l'abbracciò, appoggiando il capo sulla sua spalla. Lei tentò inizialmente di divincolarsi, ma poi ammise a se stessa che quella stretta non la infastidiva per nulla, anzi le sembrava quasi di averlo già abbracciato altre volte. Ma come?

- Ares... senti... non mi sembra il caso... io... Allie... lei è innamorata di te e io non voglio farla soffrire... -, disse rassegnata, senza nemmeno tentare di liberarsi dall'abbraccio del ragazzo. Ares alzò lo sguardo su di lei.

- E... se Allie... se lei non provasse niente... io avrei qualche possibilità... di... ?-, non riuscì a terminare la frase. Le labbra di San erano a pochi centimetri dalle sue, e lei non si ritraeva, questo per lui equivaleva ad essere un invito.

Le sfiorò le labbra, con le sue, piccoli contatti, pochi istanti, ma appena si allontanavano, si riavvicinavano. Non dovevano, non potevano... eppure qualche forza più forte di loro li spingeva l'uno verso l'altra.

Continuarono a baciarsi a lungo, mantenendo sempre una certa pudicizia in quel contatto, ma ad un certo punto la ragazza si staccò da lui, come risvegliata da un lungo sonno... da un bel sogno.

- No... no mi dispiace io... Allie è troppo importante, è una parte di me, non voglio e non posso tradirla in questa maniera. Smettiamola qui. In fin dei conti io non conosco te e tu non conosci me. È impossibile che proviamo qualcosa di profondo, siamo sempre in tempo per cambiare.

Ares fece per allontanarsi, ma improvvisamente gli venne in mente il motivo di una canzone delle sorelle stravagarie, al momento al vertice della HIT-PARADE. La strinse di nuovo e cominciò a canticchiarle alcuni pezzi, dolcemente, sussurrando così piano che persino lei dovette concentrarsi per capirne le parole.

 

"Anche se non puoi... anche se non mi vuoi... io non forzerò... "

 

Le accarezzò i setosi e ricci capelli castani con una mano, mentre con l'altra si divertiva ad accarezzarle la schiena facendola rabbrividire.

 

"... quello che sei non si può scrivere... é troppo forte... é più grande di me..."

 

Passò ad accarezzarle il viso, e si allontanò qualche centimetro da lei, quel tanto che bastava per poterla guarda nel profondo di quegli occhioni verde prato.

 

"... ma nella mia mente... per le mie mani... resti comunque la cosa più bella che c'è..."

 

San sentì le lacrime salirle agli occhi. Com'era possibile che non volesse separarsi da una persona che vedeva da due giorni, nemmeno per sua sorella gemella? Insomma... lei doveva essere molto più importante, ma allora perché aveva quel blocco che non le permetteva di respingerlo definitivamente? Scosse la testa, appoggiando la fronte sul petto di lui.

- Io... io... -, riusciva solo a balbettare.

 

"Basta coi tuoi sogni, libera il tuo cuore, da quelle paure che non ti fanno vivere. Serve più calore, basta col dolore, che ti toglie il sonno e l'anima. Per poter provare, tutta l'emozione, per donare amore e riceverlo. Guarda che ci sono, sono qui vicino, a te..."

 

Smise di canticchiare e la strinse forte a sé.

- San, io non so cosa stia succedendo, l'unica cosa che posso dirti é che non voglio lasciarti andare... ti conosco da due giorni, lo so, sono pazzo, può darsi... ma, sai piccolina, io sento di amarti da sempre. Forse significa questo quando la gente dice "trovare l'anima gemella?". Io non lo so. Non so niente di niente. Però una cosa la so... cioè che non voglio Allie... non avrebbe possibilità nemmeno se io non amassi te... io voglio te, e basta!

La gemella dai capelli corti sorrise. Fece per farfugliare qualcosa d'impacciato al ragazzo, quando si voltò di scatto, terrorizzata. Aveva sentito un vento gelido sfiorarle la pelle e qualcosa di ancora più freddo toccarle la spalla. Si guardò un secondo intorno, quando si ritrovò a faccia a faccia con il viso del fantasma di Mirtilla Malcontenta.

San e Ares sbarrarono gli occhi, e si abbracciarono alla vista del fantasma, schizzando dall'altra parte del bagno, accovacciandosi a terra terrorizzati.

- COME AVETE OSATO DISTURBARMI! QUESTO E' IL MIO BAGNO, NON LO SAPETE? ANDATEVENE A POMICIARE IN BIBLIOTECA SE PROPRIO VOLETE FARLO!-, urlò il fantasma tra le lacrime.

- Ma... ma quella chi diavolo è?! -, chiese ad occhi sbarrati la brunetta, stringendosi di più al ragazzo. Se c'era una cosa che non poteva proprio soffrire, assieme ai ragni, erano proprio i fantasmi. Non le avevano fatto niente ma... ma aveva paura da sempre di loro. Come se qualcosa... qualcosa di indefinito la portasse a provare quel sentimento, come con Ares. Mirtilla Malcontenta si avvicinò nuovamente ai due, squadrandoli con lo sguardo corrucciato.

- Allora?! Siete ancora qui? Volete proprio far del male alla povera Mirtilla?!

- Mirtilla... Mirtilla... Malcontenta?!? Accidenti ma io ti conosco... cioè... conosco il tuo nome... -, si bloccò e guardò San con aria interrogativa. - Perché conosco il suo nome?!

- E io che ne so? Magari è stata la tua ragazza in passato! -, disse con una punta di gelosia.

- No, impossibile, troppo brutta... -, e appena finì di parlare, Mirtilla scoppiò a piangere a dirotto, chiamandolo insensibile.

San gli tirò uno scappellotto, scusandosi con il fantasma per l'arroganza del biondino. Si alzò, si spolverò la divisa e si recò a passo spedito fuori dal bagno. Si appoggiò alla porta, lasciandosi scivolare a terra.

- Ma che diavolo sto facendo... -, disse fra se e se.

Sentì delle urla provenire dal bagno. Ares e Mirtilla stavano litigando. Quando Mirtilla si ritirò nel suo cubicolo piangendo, dopo un insulto non molto fine di Ares (che per rispetto a voi non scrivo XD ndRachel), quest'ultimo uscì dal bagno e la vide acciambellata a terra. Si inginocchiò di fronte a lei, in attesa di qualche sua parola.

San scosse la testa.

- Anche con un fantasma devi litigare... Beh, senti, io è meglio che vada, Rachel ed Allie mi staranno sicuramente cercando, e se non mi trovano, chissà che pensano... poi ho già saltato le lezioni del mattino ed è meglio che non riaccada con quelle del pomeriggio e beh... ti saluto, eh! -, borbottò poco convinta alzandosi da terra.

Lui la prese per l polso e la fece risedere, tirandola a sé.

- Non ti lascio andare finché non mi dici cosa provi... perché é ovvio che provi qualcosa, dato che hai pianto, e non ti sei ritirata quando ti ho baciata!

- Non provo proprio un bel niente! Ah, accidenti sta arrivando Allie! -, urlò indicando un punto indefinito dietro al ragazzo che si voltò. Si alzò di scatto e iniziò a correre per il corridoio. Ok, era stata la prima cosa che le era passata per la mente, ed era anche alquanto stupida, ma probabilmente lui lo era il doppio per cascare in un trucchetto così vecchio.

Stava già per esultare dalla vittoria, quando sentì tirarsi per il cappuccio del mantello. Cadde all'indietro, ma la botta fu attutita dal corpo di Ares, che era caduto sotto di lei per evitare che si facesse male.

Il biondo serpeverde scosse la testa... Ma lo faceva veramente così stupido?

- Sì, ti facevo veramente così stupido... -, disse fin troppo sinceramente, neanche avesse letto i suoi pensieri, - E mi facevo un po' più agile e veloce di te... che mangi peggio di un maiale...

Lui sorrise.

- Mangerò pure peggio di un maiale, ma faccio sport, tesoro mio! -, disse stringendola forte, forte.

- Stai parlando con la regina dello sport... mettitelo nella zucca... Senti, ma vuoi lasciarmi andare? Dico seriamente, non ho intenzione di farmi bocciare e perdere un anno! Per di più ho ancora una punizione da scontare! -, iniziò a strattonare il ragazzo per liberarsi dalla presa, prendendo poi a fargli il solletico, ridacchiando. -,Allora? Mi molli? Non so se rendo l'idea, ma ci troviamo in mezzo ad uno dei corridoi in genere più frequentati!

Resistendo agli attacchi di ridarella, riuscì a girarsi, in modo da stare sopra di lei. Senza esitare riprese a baciarla, e San non fece nulla per mandarlo via. Anzi, rispose con foga al bacio. Perché si sentiva così in paradiso ad ogni suo minimo tocco?

Non riusciva a resistergli, non riusciva a respingerlo, non voleva farlo. Voleva bene ad Allie, non c'era dubbio, era pur sempre una delle sue gemelle, ma Ares... lui... fermò immediatamente il flusso dei pensieri che le stavano passando per la mente. Già, cos'era Ares per lei? Non provava un sentimento normale per lui, questo era quanto. In passato era stata cotta di alcuni ragazzi, ma nulla di più. Invece per lui provava amore, lo sapeva. L'unica cosa c ancora non le era chiara era il perché.

- Forse... qui potrebbe vedervi qualcuno... -, una voce li fece sobbalzare. Era... sembrava... Allie?

Si alzarono di scatto e guardarono la figura. No... no, meno male, era solo Rachel. Eppure per un attimo aveva avuto il terrore che fosse Allie. Questo perché le voci erano troppo simili, soprattutto quelle di Rachel ed Allie, più alte della sua di un'ottava.

- Oh merda... -, scosse la testa scrollandosi di dosso il ragazzo, che ancora l’abbracciava , - Ehm... Rachel... che ci fai qui? Non eri a lezione?

Sorrise incerta alla gemella, che la guardava con aria riluttante. Smise di ridere, tornando seria e abbassando lo sguardo. Sapeva cosa voleva dirle... e aveva ragione, l'aveva fatta veramente grossa.

Ma improvvisamente lo sguardo di Rachel si ammorbidì, e le sue labbra si schiusero in un sorriso.

- E' successo anche a voi, a quanto vedo... beh.... siete stati un po' più precipitosi di me e Malfoy... però... insomma... è insopportabile quella sensazione ci conoscersi già, vero?-, chiese, cominciando a parlare a raffica.

- Sì... soprattutto nel vedere i tuoi sentimenti mutare in un attimo... quando realmente tu questa persona non la conosci affatto... -, la interruppe la gemella, - Rachel... io... come faccio, ora? Allie non me lo perdonerà mai...

Stava ancora vicino al ragazzo, allungò un poco la mano dietro di lei fino ad intrecciare le sue dita con quelle di lui.

Rachel cominciò a rimuginare.

- Mhhh... mhhh.. mhhhhhhhhhhhhhhhh.... mhhh....

- Hai finito di muggire?-, chiese Ares con aria di sufficienza, che gli fece beccare un calcio volante di Rachel in pieno stinco.

- Zitto, sto pensando, mi disturbi!

Il ragazzo prese ad ululare dal dolore, tirando subito dopo i capelli a Rachel.

- Accidenti state zitti!- , si fermò due secondi a meditare, - Non le dirò niente, ho deciso! Evitiamo inutili litigi e sofferenze e poi beh, in futuro si vedrà! E ora vado a lezione! Ciao, ciao belli!

La gemella dai capelli corti si allontanò, lasciandoli uno con le mani nei capelli dell'altra (quel giorno lilla con meches blu, ricci e lunghissimi), e lei con le mani sulle guance di lui, a deformargliele.

I due si guardarono, facendo spallucce.

- Si può sapere che diavolo state facendo?!

Ares guardò il cugino e la terza gemella deglutendo assai, mentre Rachel lo guardava preoccupata. Ecco, ora sicuramente tutti e due avrebbero pensato che loro due stavano insieme. Bella mossa, stupenda. Si diede mentalmente della stupida, mollando il ragazzo e tirandogli un calcio sul fondoschiena. Si avvicinò ad Allie e Draco, assumendo lo sguardo di un cocker spaniel che aveva appena fatto il bisognino sul tappeto ed attendeva la punizione del padrone.

- Perché ci guardi così? NON STAVATE VERAMENTE FACENDO QUALCOSA, VERO?!

Rachel sorrise dolcemente.

- Ah... meno male... avevo paura credessi qualcosa di male!!!-, disse attaccandosi al braccio di Draco. Non capiva da dove avesse preso tutto quel coraggio, ma con lui riusciva ad essere più naturale che con molti altri ragazzi.

Malfoy si diede una grattatina alla guancia, passò un braccio intorno alla vita di Rachel e si avviarono insieme per il corridoio, lasciando Ares ed Allie da soli.

 

 

Fine capitolo 25

 

 

 

Wow, wow! Quante recensioni e quante letture per questi capitoli! Siamo veramente contente, grazie mille ragazzi e ragazze! ^o^

 

Elyna91: Eheh, brava, brava! Ma era così evidente? :P Speriamo di no, volevamo ottenere un po’ di effetto sorpresa!

 

Gea: Wow, quanti complimenti, grazie mille! ^o^ Beh, credici, un motivo logico per il quale sono grandi c’è… vedresti dei bambini dai 5-6 anni in giù a frequentare Hogwarts? :P

 

Didi: Sììììì! Le gemelline sono tornate all’attacco! :D Grazie mille per i compliments!

 

Ron: Eheh, bravo, bravo pure te! Wow, ma oggi è proprio la giornata dei complimenti! Grazie di cuore anche a te!

 

 

Embè che altro dire… ecco, una cosa importantissima! La canzone ch Ares canticchia a San è la splendida "Per le mie mani" di Luca Dirisio. Vi consigliamo davvero di ascoltarla, non é stupidotta come le altre sue canzoni (senza offesa per i suoi fans)!

 

Al prossimo chapo gente!

 

San&Rachel Dickinson

 

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 26 -La sfida ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

Capitolo 26 – La sfida

 

 

Si sbottonò alcuni dei bottoni della camicia, facendosi un leggero massaggio al collo. Era appena uscito dall’aula di Piton, dove aveva appena scontato il castigo insieme ad Ares e San, con la quale non aveva fatto altro che litigare, di nuovo. Fortunatamente il suo padrino era stato per la maggior parte del tempo assente, lasciandoli da soli a lavorare. Per il corridoio si imbatté in Harry, che aveva appena svoltato un angolo, finendogli rovinosamente addosso.

- Potty Potter è troppo stupido per guardare dove va? -, lo provocò.

Quella non era decisamente la sua giornata fortunata. Il moro lo ignorò deliberatamente, si alzò e fece per riprendere a correre, quando si sentì tirato all’indietro e cadde all’indietro, finendo sedere a terra.

- Dove credi di andare così di fretta, senza nemmeno chiedermi scusa? Cos’è, la tua consorte ha preparato un nido d’amore apposta per voi due e ti stavi affrettando per provarlo il prima possibile?

- Non sono affari che ti riguardano, Malfoy, e ora togliti di mezzo! -, rispose brusco il moro, irritato dall'arroganza del serpeverde.

- Ok, ok... ti lascio raggiungere l'amore della tua vita! -, rise lui, incamminandosi per il corridoio, - A mai più rivederci Potter!

Si avviò in sala grande, sentendo lo stomaco brontolare, visto che aveva saltato la cena. Fece per addentare una fetta di pane, quando vide davanti al camino Rachel che dormicchiava beatamente fra le braccia di Dominick. Lanciò un urlo che riecheggiò per tutto il castello; nel vedere quella scena si era morso la lingua.

Rachel aprì piano gli occhi e osservò un paio di secondi le fiamme. Alzò lo sguardo verso Dominick.

- Che é successo? Ho sentito un urlo... hanno ucciso qualcuno?-, chiese stiracchiandosi e strofinandosi gli occhioni verdi.

Il  biondino scosse la testa rassegnato.

- Papà... -, disse indicando un Draco ululante al tavolo serpeverde, - Ti ha vista con me e si è morso la lingua, mangiando una fetta di pane..

Rise.

Rachel sorrise, poi scosse la testa perplessa.

- Eh? E perché?-, le era sembrato un gesto carino, ma poi ci aveva pensato su: che cavolo c'era da allarmarsi tanto?

Dominick ridacchiò, indicando prima lui e poi lei. Poi voltò nuovamente verso Draco, che li guardava piuttosto infuriato.

- Capito?

Lei annuì, anche se in realtà era piuttosto confusa. E lo divenne ancora di più quando il biondo prefetto serpeverde si avvicinò al divano e prese Dominick per il colletto, facendolo alzare bruscamente e scuotendolo, adirato.

- Senti tu, ciccio bello, te lo devo dire in arabo per farti capire che Rachel è la mia ragazza, e che tu devi tenere le mani ben lontane da lei?! -, urlò infuriato.

Rachel li guardò, incredula.

- Vorresti sfidarmi, Malfoy?-, chiese Dominick con un sorrisino malizioso degno di suo padre.

- Contaci, marmocchio. Ma sappi che vincerò io! E allora dovrai stare per sempre alla larga da Rachel. Tu ed io, assieme alle nostre squadre. Una partita di Quidditch... semplice, no? Oppure sei troppo imbranato per poter anche solamente volare su una scopa?

Dominick deglutì, cominciando a sudare freddo.

- M-ma certo che no... ah ah ah... io volo tutti i giorni sulla mia Firebolt 2005!!!

Tutti spalancarono la bocca, sussurrando eccitati di non aver mai visto in azione l'ultimo modello di Firebolt. Rachel si avvicinò a Dominick e gli sussurrò qualcosa, preoccupata.

- Nick... ma sei sicuro di avere proprio la Firebolt 2005?-, chiese lei sospettosa, senza farsi sentire da Draco.

Dominick deglutì di nuovo.

Draco rise.

- Bene, allora sarà una sfida equa, pensavo di dover già tornare alla mia vecchia scopa, per non partire troppo avvantaggiato! Detto fra te e me, però, lo sono comunque! Ah, e ricordami di chiederti, un giorno o l'altro, perchè sei sbiancato all'improvviso... paura eh, Dickinson?

Detto ciò fece cenno veloce a Nick, in segno di saluto, e si avviò fuori dalla Sala Grande trascinandosi dietro la gemella dai capelli lunghi, tenendola per mano.

Rachel non aprì bocca, finché non fu lui a fermarsi e girarsi verso di lei. La ragazza alzò il viso verso di lui, e lo guardò con fare interrogativo.

Lei sbatté le palpebre un paio di volte, ancora perplessa.

- Perché é mio amico, ed é molto dolce con me. -, fu la sua semplice, quanto ingenua, risposta.

Il ragazzo, la prese per le spalle, facendola sbattere contro il muro poco delicatamente.

- DIAMINE RACHEL, TI RICORDI CHE SEI MIA MOGLIE?! VUOI FORSE IL DIVORZIO? AMI QUELLO LÌ?!-, la lasciò andare immediatamente, tappandosi la bocca, - Ma che sto dicendo?

Si schiaffeggiò mentalmente.

- Tu hai qualche rotella fuori posto...-, disse accigliata, guardandolo come se avesse davanti uno schiopodo sparacoda molto minaccioso.

Malfoy scosse la testa, portandosi due dita su una tempia.

- Non sono pazzo... non sono pazzo... NON SONO PAZZO! -, si tappò nuovamente la bocca-, Ok, sono pazzo, ammetto che nemmeno io so da dove mi sia uscita questa... ma... ecco...

Rachel ebbe uno strano sussulto, quando lo vide abbassare il capo e ragionare. Le sembrò quasi di averlo già visto in un passato lontano. Di aver già interagito con lui. Di averlo già frequentato, e baciato. Com'era possibile? Si avvicinò a lui di qualche passò e alzò una mano verso il suo volto, fino a sfiorargli le labbra con le dita lattee.

- No... -, sussurrò dolcemente. - No, è vero... non sei pazzo...

Si alzò un po' in punta di piedi e gli diede un piccolo bacio a fior di labbra.

Draco sembrò esitare un pochino, quando appoggiò le mani intorno alla vita della ragazza. Le accarezzò il volto, passandole una mano fra i lunghi e setosi capelli. Sembrò marcare i tratti di quel viso nella sua mente, sembrò ricordarli, ancora una volta.

- Io... io ti conosco bene, ne sono certo... no so come, non so quando né perché... ma io ti conosco... -, detto questo l'avvolse fra le sua braccia. Si inebriò del suo profumo, quel profumo che tanto gli era mancato ed infine, le alzò un poco il volto, posando le labbra su quelle di lei.

Rachel si lasciò andare a quel bacio. Le piaceva. Le piaceva quel contatto. Quel profumo. I brividi che le trasmetteva. E le piaceva il suo sapere. Decisamente, il sapore di Draco Malfoy le faceva perdere i sensi.

Ma improvvisamente, fu come se una scossa le fosse passata attraverso tutti i muscoli, e l'avesse risvegliata da quella specie di paradiso.

Lo spinse via con quanta forza aveva in corpo, guardandolo confusa. Era veramente uscita di senno, non poteva lasciarsi andare con lui, con Draco Malfoy! Sicuramente avrebbero pensato tutti che fosse una ragazza facile, ma soprattutto lui non faceva sicuramente sul serio. Rabbrividì.

- Che... che ti prende?

- No... n... io non vo... glio... cioè... tu... non... -, balbettò così, qualcosa di incomprensibile ed indecifrabile. Invero, neanche lei sapeva cosa volesse dire esattamente. Sapeva solo che non poteva. Voleva, ma non poteva!

Il ragazzo abbassò lo sguardo, cupo. Si avvicinò a lei e le prese le mani.

- Sarai confusa immagino... ma è chiaro anche il motivo... a te realmente piace Dominick... e ti sei lasciata andare con me solo perché siamo simili d'aspetto...

Alzò lo sguardo su di lui, indignata.

- Mi... ritieni davvero... così frivola e superficiale? Credi davvero che io tratti queste questioni con una tale insufficienza?-, chiese con gli occhi lacrimanti di rabbia e delusione.

- No, non ti faccio frivola e superficiale, semplicemente vedo ciò che sei. Una ragazza confusa, almeno quanto lo sono io!

Le accarezzò una guancia, sorridendole dolcemente.

- Credo che stia accadendo tutto troppo in fretta... abbiamo solamente bisogno di un altro po' di tempo... non credo che correre come tua sorella ed Ares sia un'ottima idea! -, ridacchiò facendole l'occhiolino.

Mille pensieri presero a girare vorticosamente per la mente di Rachel.

Possibile che quello fosse davvero  l'arrogante Draco Malfoy? E se anche lo era, perché la trattava così dolcemente? E perché era stato geloso di lei e Nick, poco prima? Perché l'aveva sfidato? Perché l'aveva baciata? Cosa diamine stava succedendo?

Queste, e mille altre domande, non l'abbandonarono neanche quando, pochi minuti dopo, non ricevendo nessuna risposta da lei, lui si allontanò, salutandola con un freddo cenno della mano e tornando al suo sguardo di ghiaccio.

 

***

 

Corse a perdifiato per tutta la scuola. Non c'era, da nessuna parte. Aveva bisogno di lui, questa volta si era veramente messo in guai seri. No, non voleva avvicinare loro, ora, voleva solo uscirne a testa alta. Inciampò in un laccio della scarpa, cadendo rovinosamente addosso ad un altro studente. Si alzò a fatica, iniziando a farfugliare una miriade di scuse al povero malcapitato. Il ragazzo in questo, lo tranquillizzò, assicurandogli che stava bene. Si voltò, e si sentì travolgere nuovamente dal "figlio" di Rachel, che questa volta lo stava abbracciando volontariamente.

- Ca... calma! Nick così mi stai soffocando! -, urlò il moro, tentando di levarsi di dosso il giovane corvonero.

- Zio Harry per fortuna ti ho trovato!!!!!-, gridò tutto eccitato. - HO BISOGNO DI TE, TI PREGO!!!-, due lacrimucce DIN-DON-DAN scesero dai suoi occhi come due campanelle.

Harry scosse la testa, tentando di staccare Dominick dal suo collo.

- Senti... staccati... che cosa ti serve? Staccati!!! -, guardò i suoi occhioni azzurri lacrimanti e rinunciò all'impresa, - Che è successo?

- Insegnami! Insegnami a giocare a Quidditch!!!

Harry lo guardò con aria interrogativa, quando una lampadina si accese sulla sua testa. La sfida con Malfoy!

- Dominick... vuoi dire... che tu non hai mai giocato a Quidditch?

Il biondo smise di piangere, si allontanò qualche passo e si grattò la testa.

- Beh... sarebbe più corretto dire che non sono mai salito su una scopa in vita mia e che non ho una Firebolt... ma è la stessa cosa, più o meno...

Il moro si schiaffò una mano in fronte. Doveva insegnargli a giocare e imprestargli la scopa... veramente perfetto... non poteva scegliere una cosa peggiore in cui chiedergli aiuto.

- E... fra quanto sarebbe questa sfida? -, osservò il biondino sorridere in modo stupido, deglutendo, - Chissà perché ho paura della tua risposta...

- Oh... beh... c'è tempo, io apprendo in fretta!!!-, sorrise ancora di più.

Harry strinse i denti, guardandolo torvo.

- Nick... quand'é la sfida?

- Dopodomani!!-, disse semplicemente Dominick, sorridendo come un fesso.

il grifondoro perse l'equilibrio, cadendo a terra. Guardò esterrefatto il ragazzo, scuotendo la testa.

- No, scordatelo, è impossibile! Neanche se tuo padre fosse un grande giocatore, apprenderesti così in fretta!

Dominick riflettè due minuti.

- Però mio padre é un grande giocatore... o almeno lo é stato a scuola, da quello che mi racconta sempre mia mamma!-, spiegò soddisfatto.

- Era una cosa ironica Nick! Anche se tuo padre era un gran giocatore, io non posso insegnarti il Quidditch in due giorni! Posso insegnarti le regole e ciò che ne deriva, ma non posso farti diventare un grande giocatore in così poco tempo! -, finì disperato Harry.

Il biondino riflettè due istanti, poi scoppiò a piangere, portandosi i pugni chiusi sugli occhi, come un bimbo piccolo.

- Ueee... n-non... non é g-giusto... ueeeee... ok che devo perdere, ma non voglio fare una brutta figura davanti Catelyyyyn!!!-, piangeva a dirotto.

- Non mi fai pena neanche un po'... -, continuò, trattenendosi a stento dal ridere, - Beh, senti... io posso insegnarti le regole... ma non ti assicuro niente...

Il corvonero smise subito di piangere, sfoggiando un sorriso raggiante.

- Hai un cuore d'oro, zietto!

- No... sono solamente pazzo... -, concluse esasperato Harry.

Sorrise, scompigliandogli i capelli biondi.

- Beh, vogliamo andare? Direi che ci conviene iniziare il prima possibile e... guarda caso a quest'ora il campo è libero...

- Sììììììì!!-, rispose euforicamente l'altro, alzando le braccia, contento. Si avviò avanti, trotterellando, mentre Harry lo osservava divertito. Gli sembrava di conoscere quel ragazzo da così tanto...

 

Fine capitolo 26

 

 

Ciao, ciao lettori cari e adorati! ^O^ Grazie come sempre anche a chi legge e non solo a chi recensisce!!

 

Gea: Eheh, siamo contente ti sia piaciuto sto chappy, che all’apparenza ha ristrutturato un poco qualche coppia! Grazie mille per continuare a seguirci e a recensirci. ^O^

 

Castalia: Yeah! Che bello che ti siano piaciuti! Speriamo che non ti deluderà con l’andare dei capitoli! Grazie, grazie! ^O^

 

Lily89: Siamo contente tu ci segua dall’inizio, e che tu ci recensisca! Wow, grazie per i complimenti!!! ^O^ Sì, sì, modestamente anche noi adoriamo questa coppia, proprio tanto, tanto! (*Rachel tira in testa la scopa a San.* A te piace questa coppia, io e Draco siamo più carini! >O>)(A lei piacciamo noi! Nd, San)(No, siamo più stupendosi noi, lei l’ha detto solo perché le facevate pena! >.> NdRachel)(Buuuuh! ç__ç Che crudele, ma lasciamo perdere, poverina! Lei è stata tanto gentile… )(°O° Chiedo perdono, chiedo scusa, mi dispiace! Grazie, grazie per la recensione, ci ha fatto veramente piacere! ^O^) E POI TI VORREMMO VERAMENTE RINGRAZIARE DI CUORE PER LA TUA PROPOSTA DI FARE IL FUMETTO! CI SENTIAMO ESTREMAMENTE ONORATE!!! GRAZIEGRAZIEGRAZIE! *O*

 

Al prossimo chiappo chap!

 

San&Rachel Dickinson

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Iscrivetevi al GdR (gioco di ruolo) di Harry Potter, UNFORGETTABLE HOGWARTS

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 27 – Quel dannato pennuto d'oro ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

Capitolo 27 – Quel dannato pennuto d'oro

 

 

C

orrevano per il castello. Appena lo aveva saputo, si era precipitata a raccattare le sorelle, trascinandole per i corridoi di tutta Hogwarts, mentre loro le richiedevano disperatamente di fermarsi.
- Non ce n’è il tempo materiale! -, urlò la gemella dai capelli corti, per nulla affannata.

Arrivarono pochi minuti dopo al campo da Quidditch, dove i giocatori erano già in divisa da gioco, schierati sul campo. Dominick, presa in prestito la divisa del cercatore di Corvonero, si trovava a faccia a faccia con Malfoy. Aspettavano solo il via, per iniziare la partita. Rachel si portò una mano davanti le labbra. Non avrebbe mai creduto che sarebbero arrivati veramente a farlo, lei pensava scherzassero! Accidenti a quei due!
Allie e San andarono a sedersi accanto a Hermione, Ron, Harry e Ginny. San drizzò le orecchie sentendo qualcosa che si stavano dicendo Harry e Ginny.

- Non so se é stata una buona idea... -, fece la rossa, guardando il suo ragazzo.

- Ma si... vedrai che se la caverà egregiamente.

- E' ovvio che se la cavi... é nella squadra da così tanto tempo. Ma se vi scoprono...

- Non succederà!

- Sei troppo tranquillo...-, terminò la rossa, in apprensione.

San inarcò le sopracciglia. Qualcosa non quadrava. Chi era nella squadra da tanto tempo? Malfoy? Tifavano per Malfoy? Di certo non era Dominick che poteva cavarsela.

Rachel intanto era seduta alla panchina dei Corvonero, accanto a Cho Chang, che non giocava avendo preso temporaneamente Dominick il suo posto. Guardava in apprensione prima Draco poi Dominick.  Era certa che prima o poi, prima del fischio che determinava la fine della partita, uno dei due si sarebbe fatto male.

Era iniziata. Incredibilmente Dominick era partito come un missile alla volta del boccino, guidando egregiamente la sua scopa, evitando i bolidi che scendevano in picchiata da vari angoli del campo. Malfoy rimase un attimo interdetto, fissandolo con sorpresa, ma si riprese immediatamente, iniziando a sfrecciare dietro al boccino, passato a pochi centimetri dal suo viso.

Rachel guardò incuriosita i due ragazzi che si battevano per lei. Sapeva che non era il caso di pensare una cosa simile, ma si sentiva veramente su di giri e sentiva l'adrenalina scuotere i suoi sensi. Quante volte capitava che due ragazzi, alquanto dei gran bei pezzi di bellezza, per definirli con finezza, si fronteggiassero per una donna, guarda caso lei? Lanciò un urletto eccitato, iniziando ad urlare grida d'incoraggiamento ad entrambi.

Harry guardò stralunato Rachel.

- Ma che fa? Incoraggia entrambi?

Ron ed Hermione risero. Ginny invece guardava Dominick sfrecciare in aria, con apprensione.

"Dio, fa che non si faccia male...", era la sua tacita preghiera.

San guardò Harry, che ignorava Ginny per parlare allegramente con Ron ed Hermione delle prestazioni dei due ragazzi. Osservò poi Ginny, intenta a mangiarsi Dominick con lo sguardo. No... qui qualcosa decisamente non quadrava.

- Certo che Dominick oggi è veramente... mh... possente! Non trovi anche tu? Sembra quasi più figo del solito -, fece notare alla rossa sospirante con aria noncurante.

Ginny arrossì, guardando la gemella.

- Eh? Come? Cosa? Dominick?-, Ginny guardò Harry. Si morse la lingua. - Ehm... Dominick a me sembra sempre lo stesso...-, bofonchiò tornando a guardare i due cercatori, rossa come un semaforo.

San la guardò ancora più sospettosa e decisa a scoprire la verità la punzecchiò ancora un pochino.

- Davvero? Eppure a me sembrerebbe di sì... insomma, un ragazzo che impara in così poco tempo a giocare a Quidditch è veramente miracoloso!

Ginny si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e sorrise nervosamente. - Si vede che è Corvonero... impara in fretta... é molto intelligente!

Harry si portò una mano in fronte. Di quel passo li avrebbero scoperti.

San sorrise nervosamente di contraccambio.

- Certo, è intelligente... ma in fin dei conti l'intelligenza da sola non può portare l'esperienza sul campo, non trovi? -, fece saettare uno sguardo incerto ed inquisitore sulla piccola dei Weasley. Sentiva puzza di bruciato da un miglio di distanza.

- S-San... s-stai insinuando qualcosa...?-, chiese Allie, che fino a quel momento era stata in disparte, un po' preoccupata.

Rachel intanto era quasi caduta un paio di volte sporgendosi dalla ringhiera, quando prima Draco stava per essere disarcionato da un bolide, e quando poi Dominick era quasi andato a sbattere contro un cacciatore, nella sua sfrenata corsa verso il boccino. Di quel passo le sarebbe presto venuto un collasso cardiaco.

Cho Chang, non troppo volentieri, l'aveva ritirata su tutte le volte e la teneva a sedere, stufa di doverla soccorrere. Ormai la partita stava quasi agli sgoccioli e, le due squadre, erano ferme sul pari merito. La stanchezza dei giocatori iniziava a farsi sentire, gli errori erano sempre più frequenti. Arrivando da due posizioni opposte, alla volta del boccino, ci mancarono meno di due millimetri affinché Draco e Dominick si scontrassero. Il piccolo biondino riuscì subito a tirarsi nuovamente sulla scopa, mentre Malfoy vi rimase appeso per le mani.

Draco imprecò contro tutti i santi. Odiava quelle situazioni. Si tirò su, ma ormai era troppo tardi. Dominick aveva tra le mani il boccino, mentre, in piedi sulla scopa, faceva un giro dello stadio per farlo vedere a tutti.

- Che esibizionista... -, fu il commento acido di Ginny. Dominick rise. Era proprio da Harry. Dopotutto era figlio di James Potter, l'egocentrico per eccellenza.

-Sii buona Ginny, è una vittoria meritata! -, affermò entusiasta Hermione.

San si portò una mano sotto il mento, con fare pensoso, mentre Allie la guardava preoccupata.

- Dominick non farebbe mai una cosa simile... a meno che Harry non gli abbia fatto il lavaggio del cervello, oltre ad allenarlo... -, affermò decisa.

Ron scosse il capo. Quello non è Dominick.. è Harry... e questo non è Harry... é Dominick... hanno fregato una pozione polisucco dalla camera di Piton.

Allie rise, divertita. San scosse il capo, rassegnata. Ron si beccò due scappellotti, prima da Ginny e poi da Hermione, mentre Harry, cioè... Dominick guardò San.

- Ti prego, non dirlo a mamma... mi odierebbe... -, disse mogio, mogio, abbassando il capo con le lacrimucce agli occhi. Uno spasmo involontario attanagliò lo stomaco di Ginny, cui faceva uno strano effetto vedere Harry che piangeva per una cosa del genere. Fortuna che quello non era Harry...

San guardò Dominick, alquanto indignata.

- Tanto lo scoprirà sicuramente da sola e se non lo scopre lei lo scoprirà Malfoy! -, scosse la testa sorridendo, - Beh, almeno sappiamo che non sei un ragazzo prodigio, mi sarei preoccupata se nel giro di due giorni diventavi la nuova promessa del Quidditch!

Il ragazzo sorrise dolcemente abbracciando la gemella dai capelli corti e chiamandola allegramente zia, la quale non apprezzò troppo il gesto. Frattanto Rachel era già corsa in campo ad abbracciare Dominick e a fargli i complimenti per la vittoria. Si voltò in direzione di Draco, che aveva il viso contorto in un'espressione di pura rabbia. Aveva perso contro un moccioso che giocava a Quidditch da due miseri giorni. Come diavolo era stato possibile? Non riusciva a capacitarsene. Di una cosa, però, era certo: aveva veramente dimostrato di essere un emerito imbecille.

Rachel osservò il viso stizzito del povero Serpeverde, che si girò e decise di andarsene negli spogliatoi.

- Torno subito Nicky...-, disse scompigliandogli affettuosamente i capelli. Corse dietro a Malfoy e lo fermò, abbracciandolo da dietro.

- Sei stato grande...-, sussurrò in modo che solo lui potesse sentirla. Appoggiò il viso contro la sua schiena e stettero così un paio di minuti buoni. Lui immobile, pietrificato, con il suo "imbarazzometro" che segnava i livelli massimi.

- Ra… Rachel non mi sembra il caso… e poi ho perso… questa è stata la peggiore umiliazione che potessi mai subire… L’ho fatto per averti e ho perso miseramente! -, sbatté con rabbia un pugno contro il muro affianco.

La gemella dai capelli lunghi alzò lo sguardo verdino sul viso del Serpeverde. Aveva un’aria così… triste, immensamente triste, anche se rimaneva sempre celato dalla sua orgogliosa maschera.

Sorrise. Com'era dolce. A modo suo, ma lo era. Lo fece girare verso di lei e alzandosi sulle punte gli diede un piccolo bacio sulla guancia.

- Avrai perso, é vero, ma non significa niente. Io non sono un oggetto che si vince o si perde... La vostra sfida non mi interessa, mi avrà chi mi conquisterà e non chi vince una stupida partita. E sai, Draco, io sospetto che chi mi sta conquistando è un certo serpeverde di nostra conoscenza...

Il ragazzo la guardò confuso.

- Non ho mai insinuato tu fossi un oggetto, ma... volevo dimostrarti che valgo qualcosa, volevo vincere per te, al posto di perdere come un povero incapace! Volevo potermi sentire alla tua altezza perchè, a tuo confronto, non sono altro che una misera nullità! Ora come ora io non ti merito, non merito nemmeno di potermi ammaliare della tua bellezza, della tua dolcezza... di tutta te stessa... -, si passò nervosamente una mano fra i setosi capelli biondi, scuotendo leggermente la testa.

Rachel sbattè le palpebre un paio di volte poi buttò la testa all'indietro, ridendo di cuore, i lunghi capelli castani che l'accompagnavano in un dolce dondolio. Draco mise il broncio offeso.

- Ok... ok... scusa... non dovevo ridere... ma eri... così... buffo... ah ah ah... Ok, basta, la smetto. -, stavolta non si alzò sulle punte, ma lo tirò per il colletto della divisa, facendolo chinare un po' verso di lei e lo baciò. Lo baciò con tutta se stessa. Draco rimase un po' spiazzato, gli occhi spalancati come un ebete, ma poi mando al diavolo chi li guardava incuriositi, gettò via la scopa e la strinse forte a sé, ricambiando. Se era un sogno, beh era meglio non lo avessero svegliato, perché sarebbe stato capace di uccidere qualcuno, Voldemort in persona.

 

 

Fine capitolo 27

 

 

Tadadadan! Eh sì, le gemelle Dickinson sono tornate all’opera pronte a stupirvi! Beh, diciamo che siamo impegnatissime con la scuola, ma finalmente abbiamo trovato un soffio di tempo anche per internet e per scrivere. Tra vari problemi di computer e grandi impegni scolastici e privati ci era risultato assai impossibile continuare.

 

Gea: Certo che ci divertiamo a ribaltare nei modi più assurdi le situazioni! :D Siamo contente ti facciano ridere!

 

Castalia: Grazie, grazie! Siamo contente ti diverta e, se prima Draco era dolce, ora che cos’è? Uno zucchero? Possibile, possibile! Forse sta diventando fin troppo melenso, no? :D

 

 

lily89: Grazie mille! Ma, a proposito, tu dove sei scomparsa? Noi aspettiamo ancora con ansia i tuoi disegni eh, ci contiamo! ;)

Al prossimo chaaaaaaappo!


San&Rachel Dickinson

 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 28 - Il gioco delle coppie ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

Capitolo 28 – Il gioco delle coppie

 

E

ra la terza settimana di scuola. L'aria cominciava a diventare più frizzante, con l'avvicinarsi d’Ottobre e le giornate più noiose. Tutto si ripeteva ogni giorno. Colazione, lezioni, pranzo, studio, cena, riposo. Era una routine esasperante. Ma a rianimare il tutto c'era il Quidditch, la cui prima partita si avvicinava velocemente, programmata per il primo d’Ottobre, e i fine settimana a Hogsmeade. Così, quel Sabato di fine Settembre, Rachel ebbe una brillante idea.

- E se andassimo tutti al Sushi Bar appena aperto da alcuni maghi proprio Giapponesi, poco lontano da Zonko?

Tutti, seduti al tavolo Grifondoro (esclusi Ares e Malfoy) sbiancarono. Ron si morse la lingua, Ginny emise un gemito a metà tra lo spaventato e il confuso, Harry fece cadere la forchetta ed Hermione guardava la gemella dai capelli lunghi un po' allibita. Allie rise nervosamente. San tirò uno scappellotto alla gemella.

- AHIA!!!-

Iniziò ad indicare Rachel, alternandosi poi la terza gemella.

- Stai dando di matto? Ti ricordo che Allie non mangia cadaveri! Per di più, ne sono certa, nessuno ha intenzione di andarci! -, continuò poi sottovoce, in modo che la sentisse solamente la sorella dai capelli lunghi, - E se io vado a mangiare Giapponese, ci vado solamente con te! È una tradizione!

Due lacrimuccie spuntarono dagli occhi di Rachel.

- Ma io volevo... volevo portarci Draco e Nicky... e andare insieme tutti quanti sarebbe stato divertente...

La ragazza iniziò ad esclamare, esasperata. Allie prese parola.

- Ma... d-dai, non litigate... posso, posso evitare di mangiare il pesce e mi nutrirò solo di riso...

San la ignorò, al contrario di Rachel che diventò più insistente, dando il via ad un putiferio. Non riusciva ancora a capacitarsi, dopo tanto tempo, di come la gemella dai capelli corti potesse essere tanto testarda. Ginny si alzò, mettendosi fra le due, e prese parola.

- Se Rachel ci tiene tanto, per me, possiamo benissimo andarci! Sarei estremamente curiosa di provare la cucina Giapponese! Herm, sei con noi? -, domandò alla brunetta che sorrise in segno di consenso.

Ron guardò Hermione e si schiarì la voce. - B-beh... verrò anche io... chissà se cucinano davvero cavallette come si dice in giro!!!-, chiese curioso.

Harry rise e si aggregò calorosamente, mentre Rachel dava un calcio volante a Ron e riatterrava aggraziatamente come nulla fosse successo. - No che non cucinano cavallette... ignorante... quella è la Thailandia!

Ron arrossì in zona orecchie. - Oh! Scusatemi…

San si girò preoccupata verso Allie, che era diventata di un pallore cereo. Cavallette... cucinate... Quello non andava bene per la povera terza gemella, che era abituata a mangiare solo cucina vegetariana.

La bruna dai lunghi capelli abbracciò forte, forte Dominick e, successivamente, corse allegramente verso il tavolo Serpeverde, dove stavano seduti i due cugini, a riferire la notizia.

- Stai cercando di insinuare che dovrei mangiare con degli scadenti bastoni di legno un ancor più scadente pesce crudo?! -, esclamò con una vena di disgusto il giovane erede dei Malfoy. Fece una smorfia. - Fossi matto! Io mangio solamente alimentari di prima qualità, ben cotti! Ho un palato raffinato io... tsk tsk!

Ares lo guardò sorridendo. - Un palato raffinato... ma mi facci il piacere va... (Sì OK c'è un piccolo riferimento a Totò, ma piccolo, piccolo XDDD ndRachelDickinson)-, disse ridendo di gusto. - Comunque é OK Rachy, noi veniamo!

La ragazza sorrise raggiante e tornò al tavolo Grifondoro dagli amici, mentre Draco si afflosciava sul tavolo e guardava in cagnesco suo cugino.

 

 

***

 

 

Era una giornata abbastanza caldo, per essere fine settembre. Quella mattina si alzarono tutti un po' prima del solito, per arrivare giusto all'ora di pranzo alla meta prestabilita qualche giorno prima. Si erano dati appuntamento davanti al grande portone del castello verso le dieci. Rachel, tutta pimpante, arrivò al luogo in questione, in ritardo, con ancora il lucidalabbra e lo specchietto in mano, seguita a ruota da dominick che le reggeva la borsa. Draco e Ares erano arrivati pochi minuti prima, siccome il figlio dei Lestrange aveva dovuto trascinare il cugino per tutta la rampa di scale. Harry, Ginny, Ron ed Hermione erano arrivati puntuali, come al solito. Erano piuttosto allegri e parlottavano ininterrottamente fra di loro. Allie, invece, era in un angolino pallida come un cencio con San che la osservava assai preoccupata.

- BENE! -, disse Rachel assicurandosi che ci fossero tutti. - Mi sono permessa di invitare anche Catelyn, Arthur, il professor Bill e Fleur. - , spiegò, mentre gli altri quattro raggiungevano il gruppo. - Ho prenotato ieri pomeriggio tramite gufo un tavolo per tutti. In tutto siamo quattordici. La regola é questa: i maschi pagano tutto il conto. Un po' ciascuno non fa male a nessuno... -. Sorrise e si avviò verso la carrozza trainata da Thestral che li avrebbe condotti al villaggio, con Draco che imprecava contro tutti i santi. Non solo non voleva andare, ma doveva ANCHE PAGARE. Quella ragazza era una furia implacabile. Faceva di tutto per farlo incavolare.

Intanto Allie rimase dietro a tutto. Si sentiva svenire.

- Quei poveri pesciolini... -, sussurrò con occhi pieni di lacrime che minacciavano di scendere copiosamente lungo le guance.

Ron le diede una pacca sulla spalla.

- Dai Allie... in fin dei conti non dei mica mangiarli, no? E poi sei ben abituata a vedere gli altri che mangiano delle succulenti bistecche e altri deliziosi piatti!

Fu colpito in pieno da uno scappellotto dietro alla nuca, ben piazzato da Hermione.

- Non vedi che sta già male?! Devi farla stare peggio! Sei proprio un'idiota, Ronald!

Due lacrimucce presero a fare DIN-DON-DAN dagli occhi del rosso.

- Ma... Ma... io...

Ginny scosse la testa, aggrappandosi al braccio di Harry e appoggiando la testa sulla sua spalla.

- Tu che ne pensi dell'andamento di questa giornata? -, domandò la rossa sospirando.

Il moro scosse la testa, passandosi una mano fra gli indomabili capelli, mentre faceva passare l'altro braccio intorno alla vita sottile della ragazza.

- Sarà una giornata divertente... -, affermò con un sorriso, rassicurandola.

San nel frattempo aveva raggiunto Rachel e continuava a tirarle una manica della camicetta color confetto, per attirare la sua attenzione.

- Ti dico che è una pessima idea! Nostra sorella si sta sentendo male! Mi stai ascoltando Rachel?!

Rachel lanciò uno sguardo di disprezzo alla gemella.

- Bene... poteva anche non venire, lei e la sua fissazione per i cibi vegetariani... sapeva che andavamo lì, poteva anche starsene a scuola.-, rispose algida. Si allontanò da San e si portò accanto a Dominick, prendendogli una mano e sorridendogli. San sentì improvvisamente caldo. Si girò verso destra e notò con orrore la testa di Draco andare a fuoco. Forse era un po’ geloso…

La gemella dai capelli corti sorrise nervosamente, poi le balenò per la mente un'idea. Si avvicinò a Draco e lo prese a braccetto. Ora fu Ares ad iniziare ad ardere.

- Non credere lo faccia con piacere, ma se continui così finirai per farti odiare. Per questo ti dico: calmati, fingi per due secondi che io sia mia sorella e che lei non sia con Dominick e, infine, prova ad accettare questa sua stramba idea e ad assecondarla un po', se non vuoi litigarci!

Il biondino la guardò con quei suoi occhi color del ghiaccio, assai spaesato.

- Tu sei tutta scema! -, affermò sicuro, vedendo la ragazza appiccicata al suo braccio.

Rachel lanciò un'occhiata a quei due, dietro. Divenne verde di rabbia. Guardò la sorella con occhiate assassine, poi prese Dominick sotto braccio, scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia.

- Oh, Dominick, mi piaci tanto!!!-, disse quasi gridando, in modo che tutti potessero sentire. Draco la ignorò. fece in modo che San gli lasciasse il braccio e poi lo passò sulle spalle della ragazza, che arrossì, il fumo le usciva per la testa. La battaglia era cominciata.

Harry, Ron, Hermione, Ginny, Bill e Fleur si guardarono sospettosi, mentre Arthur e Catelyn sghignazzavano osservando Dominick che tentava di far ragionare sua madre ("Mamma, ma che dici?", tuonò indignato.). Ares era in procinto di ammazzare il cugino.

- San, sai che a vederti bene sei pure carina? Effettivamente non sei poi tanto male come credevo... ti avevo valutata male! Sei Serpeverde, oltretutto, perfetto direi! -, aggiunse soddisfatto, lasciando scivolare il braccio intorno alla vita della ragazza, che arrossiva sempre di più, senza nemmeno più riuscire a balbettare uno straccio di parola. Era confusa. Sapeva che Draco lo faceva solamente per far ingelosire Rachel, ma la cosa la intrigava parecchio, a dire il vero. A dirla tutta, insomma, non capitava spesso che un ragazzo tanto gnocco e altezzoso come Malfoy ti regalasse le sue attenzioni. Passò a sua volta il braccio intorno alla vita di lui, per averlo ancora più vicino a se, sorridendo maliziosa.

- Penso che, infondo, questa giornata non sarà tanto orrenda come immaginavo!

Rachel e Ares si guardarono, gli occhi fuori dalle orbite, i menti che toccavano terra.

-Che diamine stanno combinando?-, chiese Ares con delle lacrimucce Din-don-dan.

Rachel scosse la testa e provò ad ignorarli. Entrò in carrozza con Hermione e gli altri, lasciando Draco e San in carrozza con Bill, Fleur, Arthur, Catelyn ed Allie.

Quando arrivarono ad Hogsmeade Rachel fu la prima a scendere dalla carrozza e, assieme a Dominick, conduceva il gruppo per evitare di vedere i due piccioncini che pomiciavano liberamente. Si sentiva offesa, tradita. Odiava entrambi in quel momento. Il suo buon umore si era immediatamente trasformato in rabbia e tristezza. Cominciava a capire come si sentiva Draco, quando lei stava con Dominick, ma era certa che la situazione fosse diversa. Ares non sembrava in una situazione tanto diversa. Lanciò uno sguardo verso il biondo dagli occhi smeraldo, che sospirava tristemente, alzando raramente lo sguardo da terra.

Si avvicinò a lui e gli diede una pacca sulla spalla.

- Su, su... passerà...-, tentò di suonare incoraggiante. Il risultato fu pessimo.

Dominick intanto sbuffava come una locomotiva a vapore. Era la prima volta che vedeva il ragazzo così di pessimo umore.

- E' successo qualcosa, Nicky?-, chiese Ginny, mentre Fleur ed Hermione si occupavano della povera Allie, che ormai stava per svenire. Ron ed Harry sventolavano tutto lo sventolabile davanti al volto della terza gemella, che si sentiva sempre più attanagliata dalla nausea.

- Mamma non è felice perchè papà è un cretino! Questo mi procura molta rabbia! -, affermò deciso, sventolando un pugno in aria.

Ginny sorrise dolcemente, prendendo la mano del ragazzo fra le sue e facendogliela abbassare.

- Non credo tu debba preoccuparti, penso che Malfoy faccia questo solamente per capire se la mamma tiene veramente a lui!

Harry intanto lanciò un'occhiatina ai due. Non gli piaceva. No, non gli piaceva per niente.

Hermione e Ron si guardarono. Quel giorno erano gli unici a non essere gelosi di niente? Persino Bill stava litigando con dei passanti che guardavano troppo la sua Fleur. E, poco prima, Dominick e Arthur avevano fatto una battaglia muta, a colpi di occhiate agghiaccianti, perché Dominick riserbava troppe attenzioni per Catelyn e ad Arthur questo non piaceva.

Hermione fece spallucce.

- Beh... almeno noi, per oggi, cerchiamo di non litigare, OK? -, il rosso acconsentì tutto pimpante, prendendo per mano la sua ragazza.

Arrivarono poco dopo al ristorante giapponese, dove furono accolti molto calorosamente. Rachel sembrò riprendere il buon umore. Si sedettero ad un'enorme tavolo rotondo. Rachel sedeva fra Dominick ed Ares, accanto a lui sedeva San con di fianco Draco. Accanto a Dominick stava Catelyn, successivamente c'erano Arthur, Bill, Fleur, Ginny, Harry, Hermione e per chiudere, accanto a Draco, Ron.

Una cameriera giapponese molto graziosa, si avvicinò al tavolo sorridendo.

- Volete ordinare?-, disse con un forte accento orientale.

Rachel prese parola per tutti.

- Sì. Dunque vorremmo... -, contò velocemente tutti. - Tredici porzioni di tutte le portate che avete sul menù (Draco stava per avventarsi di nuovo sulla ragazza e strangolarla, ma fu bloccato tempestivamente da San), e una porzione di tutte le portate che non contengano cadav... cioè.... robe mor... no... beh... carne e pesce. Grazie.

La cameriera puntò la bacchetta su una piuma che cominciò ad appuntare frettolosamente tutte le parole della ragazza.

- Bene, sarà tutto pronto entro due minuti, il tempo di dare le ordinazioni ai nostri elfi.-, la cameriera se ne andò, beccandosi qualche imprecazione da parte di Hermione, che era ancora fissata con la sua idea del C.R.E.P.A. e che minacciava di non mangiare niente, se erano stati sfruttati, come lei li chiamava, poveri elfi domestici. Ron le disse che certe volte era proprio testarda e che avrebbe preferito fosse come Rachel. Hermione allora strillò che se gli piaceva tanto, poteva anche mettersi con quel confetto ambulante. Rachel fece finta di non offendersi. Quella giornata aveva una brutta piega e lei non voleva rovinarla ancora di più, zittendo Hermione con un insulto poco grazioso.

Ron iniziò a sbuffare.

- Sempre molto fine e gentile tu! Miss grazia! Maledizione... volevo solo che fossi più aperta! Vabbè, lasciamo perdere! -, chiuse il discorso iniziando ad ingozzarsi con una porzione di sushi appena arrivata.

Allie, frattanto, guardava il suo piatto, alternando lo sguardo con quello degli amici.

- I pesciolini... poveri pesciolini... sono così... così morti... -, continuava a ripetere, sul punto di piangere.

Draco armeggiava molto faticosamente, al contrario degli amici, con i bastoncini. Tentava di afferrare il sushi ed immergerlo nella salsa di soia, ma ogni risultato finiva con il pezzetto da lui afferrato che ricadeva nel piatto. Riuscì, infine, a prenderne uno. Arrivato all'altezza della salsa di soia fece per immergerlo quando si senti un "ploff". San rise di gusto, asciugando il viso del biondino con un tovagliolo.

- Non è tua abitudine usare le bacchette per mangiare, vero? -, chiese ironica beccandosi uno sguardo infastidito del ragazzo, - Beh, dai, ormai quello è annegato nella salsa di soia...

Afferrò decisa dal suo piatto la prima cosa che le capitò a tiro e iniziò a tentare di imboccare Draco a suoni di "ahhhhhhhm". Malfoy arrossì visibilmente e, malgrado il forte imbarazzo e l'affronto al suo orgoglio, aprì la bocca, vinto dall’atroce fame.

Le bacchette che Ares aveva in mano si spezzarono in due.

- Ora... ora... ORA BASTAAAAAAA!!! MI SONO STANCATOOOOOOOOO!!!-, urlò alzandosi e rovesciando il contenuto del suo piatto addosso ad Allie, che urlò disperata quando un pezzo di Sashimi le volò davanti agli occhi. Svenne, mentre il figlio di Bellatrix si riversava contro Draco e tentava di strangolarlo. Nella confusione generale (Dominick che urlava "Vai zio, uccidi papà"), Rachel divenne rossa di rabbia. Mai si sarebbe aspettato un colpo così basso dalla gemella. La odiava! La odiava con tutto il cuore.

- Vai al diavolo... e restaci... -, mimò con le labbra quando la sorella si girò momentaneamente dalla sua parte. Gli occhi le si riempirono di lacrime di rabbia. Prese il suo mantello, se lo rimise ed uscì dal locale, pagando la sua parte.

San decise di ignorare la sorella e si scagliò su Ares, afferrandolo per il braccio, tentando di fargli lasciare Draco che non riusciva a ribellarsi.

- Cazzo Ares, mollalo! COSÌ LO AMMAZZI, LASCIALO ANDARE!

- E' QUELLO LO SCOPO FINALE!!!-, sbottò Ares spazientito, beccandosi un sonoro ceffone dalla ragazza. Lasciò andare Draco e si portò una mano sulla guancia. Abbassò lo sguardo, in un primo momento, rassegnato, ma poi la guardò nuovamente.

- Mettiamo il caso che a te non te ne freghi niente di me... Anzi no, siamo sicuri che a te non te ne frega niente di me... ma alla povera Rachel ci hai pensato? Secondo me avrebbe fatto bene a prendere la bacchetta e lanciarti un Avada Kedavra. Non l'avrei biasimata. Sei proprio stronza... -, disse sicuro, senza rimangiarsi niente. Uscì anche lui dal locale, dopo aver pagato la sua parte. Calò il silenzio, rotto solo da Dominick che scoppiava a piangere. Di quel passo, se i genitori continuavano così, non avrebbero mai fatto QUELLO e di conseguenza lui non sarebbe mai nato. Allie, appena rinvenuta, osservò Dominick, e per un attimo le sembrò fosse diventato quasi trasparente.

Stava scomparendo.

Bene.

 

 

Fine capitolo 28

 

 

 

Tatatatatatatan, tatatatatatatatanehhhhhm! Salve nostri cari lettori e recensori, come va la vitaccia? Eh, a noi bene, anche se ormai siamo in una situazione un po’, scusate il termine, di merda!
Siamo tanto cattive, vero? Chiudere il capitolo in un modo così… eh, già! Alimentiamo la vostra curiosità, non credete? :D Speriamo tanto di sì!

 

Gea Kristh: Chiediamo perdono per l’attesa, ma purtroppo come già spiegato, ci è stato impossibile aggiornare prima! Brava che l’hai intuito in fretta, e grazie per trovarlo, in ogni caso, ingegnoso! :D


Saluti a tutti e al prossimo chappo!

 

 

San&Rachel Dickinson

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 29 - Sconvolgimenti ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

Capitolo 29 – Sconvolgimenti

 

Quella volta nessuno era andato a cercarla. Nemmeno il suo Nick. Si sentiva delusa e con il cuore infranto e, non per niente, stava evitando tutto il suo gruppo d'amici. Quella lezione, infatti, si era messa di banco con un ragazzo assai carino. Non conosceva il suo nome, anzi sinceramente nemmeno le era parso di averlo mai visto. Aveva i capelli neri come la pece, lucidissimi. Gli occhi risplendevano di un blu oltreoceano che le mettevano i brividi. La carnagione era piuttosto chiara, quasi lattea, ma la muscolatura del suo corpo era comunque piuttosto ben messa, non aveva il tipico aspetto da malatino. A pensarci bene forse qualche volta l'aveva visto. Era il ragazzo che insieme a lei ed Hermione era risultato miglior studente del primo trimestre. Però se lo ricordava completamente diverso. Innanzitutto ricordava avesse i capelli più lunghi, che gli coprivano gli occhi di quel colore così bello. Inoltre portava gli occhiali, e se la memoria non la ingannava era sempre solo a pranzo. Però era strano vederlo così cambiato. Ora sembrava una persona sicura di sé, completamente diversa dalla persona che era prima. La campanella trillò, destandola dai suoi pensieri. Guardò l'orologio e si meravigliò di quanto fosse tardi. Aveva passato l'intera ora a sbuffare ripensando agli amici e ad osservare il ragazzo. Ma come si chiamava? Pensandoci ancora meglio non era la prima volta che sedeva accanto a lui. Anzi, a pozioni collaboravano sempre sullo stesso calderone. Come mai non lo aveva riconosciuto? Beh, inizialmente le era apparso una persona così strana. Prese il coraggio a due mani e fermò il ragazzo prima che si dileguasse. Lui appoggiò l'alta pila di appunti e la guardò interrogativo.

- Hai bisogno di qualcosa Dickinson? -, domandò cortesemente. Lei si diede una grattatina alla testa, pensando che in effetti non aveva bisogno proprio di nulla.

- Io... io... non... ho preso appunti... me li presteresti? -, chiese nascondendo il quaderno con gli appunti che aveva preso meccanicamente durante la lezione. Ormai per lei prendere appunti era una cosa tanto ovvia che non ascoltava nemmeno la spiegazione, ma pensava ai fatti suoi, e gli appunti riusciva a prenderli lo stesso, precisi e ordinati.

Lui ridacchiò.

- Tu che non prendi appunti? Mi sembra poco credibile, soprattutto dato il tuo voluminoso quaderno. Ma se hai bisogno di qualche confronto, te li presto più che volentieri. -, disse smistando i vari fogli e porgendole quelli scritti nella lezione.

La ragazza sorrise e li prese.

- Wow, ma sono ordinatissimi. Caspita che bella scrittura che hai, complimenti!!!-, disse senza accorgersi che il ragazzo aveva già voltato le spalle e se ne stava andando. Mollò i fogli sul banco e si avviò verso di lui, sbarrandogli la strada.

- Aspettaspettaspettaspetta!- disse tutto d'un fiato. Lui la guardò accigliato.

- Sì? -, domandò guardando l'orologio che portava al polso, quasi a farle capire avesse fretta.

Mentre lui spostava di nuovo il suo sguardo su di lei, sentì il suo cuore saltare un battito. Accidenti, era davvero bello.

- Scusami... magari sei di fretta... ma... ti andrebbe di studiare insieme, qualche volta?- chiese arrossendo sulle gote, ma sorridendo dolcemente, ignorando Dominick che le era passato accanto e l'aveva guardata accigliato.

Lui sembrò pensarci un attimo.

- Nemmeno conosci il mio nome e vuoi studiare con me? Non è un po' imprudente da parte di una bella ragazza come te?

Rachel lo guardò un'altra volta, scavando nei suoi ricordi...

- Timothy... - disse semplicemente. Lui la guardò un momento confuso: allora lo sapeva il suo nome.

Sorrise dolcemente, mentre prese fra le sue mani una ciocca dei lunghi capelli della ragazza, portandoseli al naso e inebriandosi del loro dolce profumo.

- Quando avrai bisogno, saprai dove cercami. Ci vediamo, Rachel.

Detto questo si allontanò, dirigendosi verso la biblioteca, mentre infilava il naso in un vecchio libro.
La ragazza lo guardò andare via, il viso sconvolto, il cuore batteva a mille, le gote dello stesso colore purpureo della divisa da Quidditch grifondoro. Dominick tornò indietro verso di lei e le passò una mano davanti agli occhi. Rachel rimase immobile.

- Nicky... oh Nicky... io... io credo... di essermi innamorata... -, disse con voce sognante, sospirando.

Dominick sentì qualcosa spezzarsi dentro di sè e per un attimo gli era sembrato che il tempo si fosse fermato, come se per pochi secondi lui non fosse più esistito in quel mondo.

- Non... non puoi! MAMMA TU AMI SOLO PAPÀ! -, disse mentre tante lacrime iniziarono a scendergli copiose lungo il viso, - Lo vuoi ferire un'altra volta con le tue stupide cotte da quattro soldi?!

Storse il naso mentre abbassava lo sguardo, sbiancando completamente. La sua mano... era ormai trasparente. La nascose in fretta nella tasca del mantello.

Rachel si voltò verso Dominick.
- Che stai blater... Nick... oh Nicky... non piangere, ti prego... -, lo abbracciò, stringendolo forte. - Nicky... io non capisco di cosa tu stia parlando... ma quando ti vedo triste sento un dolore qui, nel mio petto... qualcosa che non riesco a spiegarmi... mi sembra di amarti come una madre amerebbe suo figlio, ma tu non puoi essere mio figlio... non lo sei! Credo sia il momento che tu la smetta con questo stupido gioco di chiamare me e Malfoy come se fossimo i tuoi genitori... non lo siamo... e se sei orfano mi dispiace, ma io non posso prendere il posto di tua madre, ho semplicemente la tua stessa età!

Il ragazzo la guardò grave.
- Io non sono un bugiardo e non monto storie. Non ti chiamo mamma solo perchè penso tu sia come lei. Tu sei mia madre e questo stupido mondo lo odio! Voglio tornare nei nostri tempi, voglio che tu mi coccoli ancora, mi leggi le storie e mi porti al parco giochi, dove ci sono le mie fidanzatine! Sono stufo di vedere tu e papà giovani che litigate solo, facendomi morire!

Detto ciò il ragazzo le lanciò la borsa con i libri e corse via. La ragazza si inginocchiò a raccogliere i libri, pensando alle parole di Dominick. Era tutto così strano. Lo sentiva dentro il suo cuore, Dominick non era un bugiardo. Allora cos'era quella storia? Era davvero figlio suo e di Malfoy? Ma lei e Malfoy non stavano neanche insieme, anzi... lei lo odiava! Odiava lui e odiava anche sua sorella San che faceva la stupida con lui.
Raccolse le cose di Dominick, poi prese le sue e uscì dall'aula, fuori dalla quale sbattè contro qualcuno. Alzò lo sguardo e solo in quel momento realizzò di star piangendo, e che calde lacrime le rigavano il volto e le bagnavano la divisa. La persona di fronte a lei, Timothy, la guardò stranito.
- Ah... se... sei tu... ecco... se vai in sala grande porteresti questa a Dominick Dickinson? Io... devo andare in infermeria, non mi sento molto bene... credo che... -, non completò la frase che perse i sensi pensando che in quel momento avrebbe voluto vedere il volto di Malfoy.

***

Il fumo di un unico calderone riempiva l'intera aula di pozioni. La ragazza mosse le braccia, facendo risultare il tutto una scenetta buffissima.
- Bene, qui sul libro dice che è normale. Dunque vediamo un po'... ah, ma è troppo complicata questa cosa! Dannato Piton... lui e i suoi compiti! Sgrunf!
- Come ha detto, signorina Dickinson?- chiese una voce gelida alle sue spalle. San rabbrividì e si mise un libro in testa per nascondersi, bofonchiando qualcosa di simile a "Occupato, ripassate più tardi, grazie."
Tutti i serpeverde e i grifondoro presenti in aula risero, con disappunto di Piton che prese il libro dalla testa della ragazza che tentava di svignarsela e glielo ributtò appresso. San cadde a terra con un tonfo sonoro, e si rialzò massaggiandosi il posteriore e lanciando uno sguardo di puro odio al professore di Pozioni.
Buttò il primo ingrediente a caso, che lesse fosse necessario per la pozione, e lo gettò poco delicatamente nel calderone.
"Dannato viscido serpente untoso!" -, bofonchiò fra i suoi pensieri, iniziando a mescolare a più non posso la sostanza.
La guardò a lungo. Non riusciva proprio a capire perché la sua fumasse e quella delle altre no. Eppure colore e consistenza erano identici! Piton le si avvicinò, prelevò un po' della sua pozione e la mise nella fiaschetta, dopodiché ripulì il suo calderone. La ragazza spalancò la bocca, frastornata. Non le aveva fatto finire il lavoro!
- Dickinson sei un pericolo pubblico. Esci dalla mia classe... e poi torna quando suona la campanella, devo parlarti.
San sbuffò. Raccolse le sue cose e salutò Draco, che quel giorno si era seduto accanto a lei.

Si mise seduta contro il muro dell'aula. Fortuna che mancavano meno di venti minuti alla campanella. Prese dalla cartella un lettore mp3, una versione babbana modificata e comprata a Diagon Alley, ed iniziò ad ascoltare una musica piuttosto potente lasciandosi trasportare dai suoi pensieri. Ares non la degnava nemmeno di uno sguardo e questo le dispiaceva. Ma non si sarebbe mai abbassata a chiedergli scusa, questo mai. Non era colpa sua. Ok, aveva flirtato con Draco, ma all'unico scopo di aiutare la sorella. E poi non doveva pretendere nulla da lei, non stava assieme a Lestrange. La ridestò poco più tardi Draco, indicandole il professor Piton piuttosto contrariato che l'attendeva. Ringraziò il ragazzo e si diresse dall'unticcio uomo, che le fece chiudere il portone, facendole poi segno di avvicinarsi.

- Dickinson. Dimmi cosa hai sbagliato nella pozione.
La ragazza stava per irrompere in un sonoro "NIENTE DI NIENTE" ma dovette tenere a freno la lingua, se non voleva essere bocciata in pozioni. A lei comunque pareva di non aver sbagliato niente...

- Sinceramente non saprei professore... ero sicura di aver seguito alla lettera le istruzioni, ma a quanto pare ho sbagliato. -, si difese, con una strana espressione angelica.

Piton si passò una mano nei capelli unticci (al che San fece un'espressione disgustata, sperando seriamente che non colasse olio da qualche parte) e sospirò.
- Sei la mia maledizione Dickinson. Tua sorella è una sciocca corvonero, eppure in pozioni è persino più brava di Hermione Granger e Draco Malfoy messi insieme... sei davvero la mia maledizione.. ha aggiunto tre dita in più di saliva di schiopodo!!!!- le fece notare adirato. - Ecco perché la tua pozione puzzava e fumava... saliva di schiopodo in più... ben tre dita!!!

- Ah davvero? -, domandò seriamente sorpresa,- Ehm... ehm... cosa devo fare adesso? Chiederle scusa? Beh sì ecco, scusi e non ricapiterà più!
Sorrise nervosa. Sentiva un brutto voto in arrivo...

Lui si alzò di scatto, facendola indietreggiare di qualche passo, spaventata.
- Bevi!-, disse porgendole la fiaschetta. - Per non sbagliare più, devi sapere cosa costano i tuoi errori.

- No che schifo! -, urlò mettendo davanti a sé le braccia, formando una X. - Non voglio bere quello schifo, sembra un marciume putrefatto! Mi sorprende se non è stato tirato fuori da un cadavere!

- Bene... allora sarò costretto a metterle una T, signorina Dickinson!

- Ok la bevo! -, disse tirando via di mano con poca delicatezza la fialetta ed ingurgitando in un sorso il contenuto.

Sentì uno strano pizzicore alla gola ed un'improvvisa fitta alla testa. Chiuse gli occhi e il tutto durò un attimo. Quando li riaprì cacciò un urlo e saltò in aria almeno tre metri. I SUOI CAPELLI. I suoi splendidi capelli corti ora erano lunghi come quelli di quella perfettina di Rachel.

- NoOoOoOoOoOo!!! -, piagnucolò prendendo in mano con ribrezzo i capelli, - Professore, questa schifezza fa allungare i capelli come le proprie gemelle?!

Piton ci pensò un po' su.
- No... li fa allungare, e basta!- detto questo si alzò, prese il registro ed uscì dalla classe, senza neanche salutarla e lasciandola sola con i propri capelli.

San raccolse scocciata le sue cose. Doveva raggiungere il dormitorio serpeverde il prima possibile, senza farsi vedere da nessuno. Probabilmente nemmeno avrebbero fatto caso al fatto che Rachel avesse la divisa di serpeverde, ma non voleva imbattersi in qualcuno che le conosceva. Sarebbe stato imbarazzante. Iniziò a correre per i corridoi, quando arrivò ad un bivio. Si nascose dietro l'angolo e mise il naso nel corridoio di destra, per controllare non passasse nessuno.

Quatta, quatta si avviò verso la sua meta, attenta ad accertarsi che non ci fosse nessuno nè avanti nè dietro di lei, ogni volta che girava l'angolo. Alla fine si stava quasi tranquillizzando, mentre era in un corridoio del terzo piano, quando improvvisamente sentì il rumore di una porta che si apriva: quella del bagno dei ragazzi.

Ne spuntò una testa bionda troppo inconfondibile per i suoi gusti. Si guardò intorno terrorizzata, ma prima che potesse trovare un nascondiglio, gli occhi verdi del ragazzo si puntarono su di lei.
"Merda" -, pensò insieme a tante piccole scuse per svignarsela.

Ares si avvicinò alla ragazza, sorridendo. San si chiedeva come mai sorridesse. Non avevano litigato?
- Ciao Rachy!-, disse lui tutto allegro, dandole una pacca sulla spalla. San sbiancò. Rachy? L'aveva scambiata per Rachel?

Ok, quel ragazzo era veramente cretino. San prese a sventolare un poco il mantello, cercando di far notare ad Ares che portava la divisa serpeverde, ma lui sembrò non notarlo. Gli fece ciao, ciao con la manina e tentò di svignarsela, ma la presa salda del ragazzo sul suo polso la fermò. Perchè ora nemmeno Rachel gli parlava? Che lo detestasse per il pugno scagliato a Draco?

- Ehi... aspetta Rachy... mi dispiace di aver picchiato Draco, perdonami... ero acciecato dalla rabbia... so quanto lo ami... ma d'altronde non sono riuscito a fermarmi... vedere San strusciarsi addosso a lui a quel modo... è stato troppo... ero geloso marcio... perdonami, dai... - tentò di spiegarsi, impacciato.

San annuì con il capo, sorridendogli forzatamente. Non voleva parlargli. Voleva solo andarsene. Diede una pacchetta sulla spalla ad Ares, indicandogli il polso che ancora serrava nella sua mano.

Ares era però convinto a non volerla lasciare.
- Rachel... tu sei innamorata di Draco... puoi capirmi... eppure... non lo disprezzi dopo ciò che è successo l'altro giorno? Io non riesco a fare a meno di disprezzare tua sorella... San... lei è... stata... davvero stronza... con me, ma soprattutto con te... è una sorella che io non vorrei, se fossi al posto tuo... beh, non che Allie sia meglio... quella lì è una finta santarellina... puoi non credermi, ma sta tramando qualcosa, lo vedo da come vi guarda, a te e a San!

Qualcosa colpì il cuore di San.
- Osi dubitare di Allie? -, domandò, limitando al minimo le parole e cercando di ignorare le parole che le avevano lacerato in due il cuore.

Ares scosse il capo.
- Lo so... non dovrei parlarne con te che sei sua sorella... Allie è una ragazza dolcissima ma... è troppo finta per essere vera.... cioè... come faccio a spiegartelo? Non possono esistere ragazze dolci, pure e indifese come lei... è esageratamente dolce pura e indifesa... e poi... beh lei odia San... ho sentito che ne parlava con Ginny, quelle due sono diventate molto amiche... e un giorno ero in cortile che studiavo con Draco e abbiamo sentito Allie dire a Ginny che odia San e che se potesse la cancellerebbe dalla faccia della terra...

La ragazza sentì il mondo caderle addosso. Allie la odiava? Com'era possibile? Voleva dire che nemmeno delle sue gemelle poteva fidarsi? Una la detestava, l'altra ora idem. Ares la trovava disgustosa e i suoi amici? Ma quali amici? Sicuramente anche loro la pensavano tale e quale.
- Ma siamo gemelle... non può... sei un bugiardo!

Ares le lanciò uno sguardo di ghiaccio.
- Non potrei mai mentire su una cosa che ha a che fare con te o le tue sorelle... sopratutto con San... -, le posò le mani sulle spalle e con un'espressione distrutta lasciò che alcune lacrime gli rigassero il volto. - Rachel hai mai la sensazione che vada tutto storto? Io ce l'ho quando sono con San... la amo... la adoro... lei è la mia dea, e non so perché, ci conosciamo da così poco... ma farei di tutto per lei... io arriverei ad uccidere qualcuno, se lei me lo chiedesse. Per quanto possa fare la civetta con Draco... io la amo... e mai... MAI mentirei su qualcosa che la riguarda... - spiegò prima di cadere in ginocchio e portarsi le mani sul volto per coprirsi le lacrime. Che diamine stava facendo? Si stava umiliando, ancora, per quella ragazza così dolce che però non lo amava affatto. Anzi, forse lo detestava.

La ex gemella dai capelli corti lo guardò torva.
- Ma sei tutto scemo Ares?! Hai appena detto che la detesti, che cavolo ti spari ora?! Forse la persona falsa qui sei tu, non mia sorella! -, urlò tappandosi immediatamente la bocca.
Accidenti, quello non era il modo di parlare di Rachel, se non stava attenta l'avrebbe scoperta subito, sempre che non l'aveva già fatto. Voleva saperne di più. Faceva male, è vero... ma aveva bisogno di sapere.

Ares alzò lo sguardo verso di lei.
- Lanciami pure tutti gli insulti che vuoi... tanto non mi arrendo... cazzo, ho questa dannata sensazione che ci sia qualcosa che non va in tutto questo... io e San... io e lei siamo fatti per stare insieme... e non è presuzione Rachel, ti giuro... lo sento davvero... come so che tu senti che tu e Draco... beh lo sai... lo so che lo sai e so anche che hai la mia stessa identica sensazione!

- Io non sento proprio niente Ares... proprio niente... anzi, sinceramente al momento mi sento alquanto vuota. Mi sento come se mi avessero strappato tutti gli organi del mio corpo, da quando è accaduto quel fatto al Sushi Bar. Se mi uccideste ora, mi fareste solo un piacere.

- Chiedilo ad Allie, ne sarebbe contenta... lei odia anche te, direi... non per nulla stamattina gironzolava intorno a Draco... chissà cosa vuole fare, quella pazza... -, disse lui dimenticando per un attimo San. Si alzò e si sfregò gli occhi arrossati. San non potè davvero fare a meno di notare che erano così irritati da sembrare quelli di un coniglietto impaurito.

Le fece tenerezza per un momento e fu scossa da un singhiozzo. Strinse forte gli occhi per ricacciare indietro le lacrime.
- Allie non farebbe del male ad una mosca... probabilmente voleva solamente parlare con Draco per chiarire la situazione con Ra... me. Sai... quello che è successo non era per far soffrire nessuno. Malfoy non sapeva se le... io lo amavo... mi vedeva troppo insicura... l'unica soluzione era la gelosia... funziona ogni volta... ma purtroppo non sempre come sperato a quanto pare...

Lui la guardò sospettoso.
- Perché parli balbettando? E ora che ci penso... hai la voce più bassa di almeno un'ottava... sei raffreddata?

Lo sguardo verdino quasi le saettò fuori dalle orbite.

- Ah... sì, un pochino... -, mentì lei, - Senti io vado eh... qui non credo ci sia più niente da dire, sei stato fin troppo... cristallino...

Lui le prese il braccio e la guardò bene. Effettivamente Rachel era davvero strana.

- Perché oggi hai i capelli castani e basta? E perché non porti lentine di nessuno dei tuoi colori strambi tipo lilla, rosa e rosso? E poi... - improvvisamente lo sguardo cadde sulla sua divisa. - Rachel... perché... indossi la divisa di tua sorella?- chiese senza neanche rifletterci, troppo occupato ad osservare la catenina che la ragazza aveva al collo, una stellina che aveva visto sempre a San e che il solo guardarla gli procurava forti fitte alla testa, come se volesse ricordare qualcosa che non riusciva a tornargli in mente.

- Oh sai... avevo voglia di rimanere un po' naturale, con i miei capelli castani e solo le meches rosa... inoltre San ed io abbiamo fatto pace e per sentirci più unite ci siamo scambiate la divisa e gli effetti personali! -, disse lei un po' ironica mentre una lacrima le sfuggiva lungo la guancia, - Sei un babbeo se nemmeno ti accorgi che stai parlando con la gemella sbagliata... Un solo taglio di capelli ti raggira tanto? Deludente. Ma in fin dei conti cosa potrei aspettarmi da una persona che ciancia tanto, dicendo di amarmi, quando pensa io sia una frivola troietta? Proprio niente... non puoi nemmeno dire di conoscermi, non osare più farlo, perché tu non sai proprio niente di me! -, finì urlando fra i singhiozzi.

Ares spalancò gli occhi, incassando in colpo non troppo bene.

- Lo sapevo che qualcosa non andava... Rachel mi avrebbe ascoltato, non mi avrebbe fatto capire di essere un cretino, mi avrebbe risollevato il morale... con lei litigo sempre ma... in realtà mi tratta molto meglio di te... che nonostante conosci i miei sentimenti fai la sgualdrina con chiunque ti capiti a tiro, persino con il marito di tua sorella!!!-, si tappò immediatamente la bocca. Ma che cavolo aveva detto nell'ultima frase?

- Ma allora perchè non te la sposi Rachel?! Sei solo uno stronzo! Draco sta male, sta male perchè Rachel è tanto frivola da non accorgersi che lui ha bisogno di sicurezza, di averla al suo fianco! Ma lei no, deve civettare con tutti i ragazzi carini che incontra. Perchè allora non renderla gelosa? Magari rivoltando la situazione si sarebbe accorta di come si soffre, ma no! Sono ancora io la stronza? Ma allora sai che cosa vi dico?! Andate al diavolo, uscite tutti dalla mia vita! Tanto non sarebbe la prima volta, no?! I miei anni da sola me li sono fatta e non ho problemi a ripeterli.

Già. Aveva passato diversi anni della sua vita da sola, ma quando? Non se li ricordava proprio.

Ares le prese un polso e la tirò verso di sé, a terra. La bloccò sul freddo pavimento e le si fece sopra.

- Sei un'egoista... - sussurrò soffocando il pianto. - SEI UNA STRONZA EGOISTA! HAI PENSATO SOLO A TE, A TUA SORELLA E AL TIPO DI TUA SORELLA... E IO SAN?... e io? NON C'È PROPRIO SPAZIO PER ME? Anche io ho bisogno di sicurezze... SICUREZZE CHE DA TE NON AVRÒ MAI! - serrò più forte la presa sui suoi polsi, in modo da bloccarla a terra senza via di scampo. Si abbassò verso di lei, baciandola. San fu sorpresa nel constatare che, a differenza della forte presa sulle sue braccia, quel bacio fu molto dolce... dolce, ma salato per le lacrime che entrambi versavano.

Lo assaporò con tutta se stessa, perchè fu certa che sarebbe stato anche il loro ultimo contatto di quel tipo.

- Forse tutto ciò significa che noi due non siamo destinati a stare insieme, come tu credi. Sono un'egoista, no? Una puttana, una stupida, una viscida schifosa, giusto? Allora non ostinarti con me, perché a quanto pare io non sarò mai in grado di darti nulla. L'hai appena dichiarato. Forse è il momento di guardare in faccia la realtà e chiudere tutti questi falsi contatti, che ci portano solo alla guerra. Ognuno per la sua strada, da solo. Perchè tanto nella vita non potrai mai contare su nessuno, mai.

- Ma per quanto mi hai fatto soffrire, dolce San, anche tu hai sofferto... ne sono conscio... è per questo che con te non mi arrendo... e se non sei mia ora, lo sarai un giorno... non mi scappi... non so da dove viene questa ostinazione... non dovrei amarti così... ma San... a me... - le accarezzò una guancia - … sembra di conoscerti da sempre... ti amo con tutto me stesso... e se mi odi, dimmi di gettarmi dalla torre più alta di Hogwarts direttamente nello stagno della piovra... io lo farò... perché non posso vivere sapendo che tu mi disprezzi! -, si avvicinò a lei, i loro corpi erano premuti l'uno contro l'altro, e lui si accasciò un po', nascondendo il viso tra la spalla e il collo di lei, quel posto che tanto aveva desiderato baciare, e che emanava un profumo unico, afrodisiaco. E così, in quella posizione, pianse tutte le sue lacrime. Perché l'amava ed era disposto a calpestare quel poco orgoglio che gli rimaneva pur di farle capire quanto ci tenesse a lei. Quando il ragazzo e lei stessa si furono calmati, San prese nuovamente parola. Questa volta il suo sguardo non era carico solo di tanta rabbia e tristezza, ma celava un'infinita dolcezza. Dolcezza perchè capiva i sentimenti del ragazzo e non poteva ignorarli.

- Io... non ce la faccio... non posso più vivere così. Voglio ricominciare la mia vita da capo, cambiare tutte le svolte sbagliate che ho fatto, ma con tutti voi al mio fianco non ce la farò mai. Mi influenzate troppo, tu soprattutto. Non voglio accada più. Per un periodo preferisco mi lasciate cuocere nel mio brodo, voglio chiarire tutti i miei dubbi, le mie incertezze e chissà... probabilmente passerà tanto di quel tempo che scorderete anche i sentimenti che provavate per me... ma ho bisogno di farlo, sento che è giusto così. Voglio conoscere gente nuova, voglio cambiare ambiente. Voglio cambiare vita.

Ares si alzò un po', e i loro visi erano a poca distanza.

- Se è quello che vuoi... a me va bene... - si alzò in piedi e l'aiutò ad alzarsi. Non si permise di fare nient'altro. - Questo è un addio?

- Non lo so... credi quello che vuoi, se questo ti può far stare meglio. Io so solo che più di così non posso toccare il fondo e che posso solo risalire, risalire in direzione del piedistallo da cui sono caduta. Ero lì messa per forza... da tutti voi, da te soprattutto. Si vede che io non meritavo quella posizione, non me la sono guadagnata, solamente l'ho presa. Questa volta voglio far fatica a risalire la china e, forse allora, avrò le risposte che cerco. -, si guardò le mani, - Guardami... nemmeno il mio corpo è quello di una persona normale... per metà appartiene ad una Naiade... È già una confusione la mia nascita, figuriamoci la mia mente...

Ares sentì le gambe crollare sotto il suo peso e cadde a terra, esterrefatto.

- N... naiade?- chiese stupito, ricordando di aver letto qualcosa su queste creature d'acqua dolce. Ninfe, se non ricordava male.

- Ti schifa, vero? Già, tu purosangue di una nobile famiglia. Ti penti di apprezzare questa viscida mezzosangue? Non sei l'unico. Se solo si sapesse ciò la mia vita e quella delle mie sorelle finirebbe. In passato successe una catastrofe. Ma ora basta. Ucciderò chiunque minaccerà di farci del male, di rivelare il nostro segreto... o anche solo ci verrà contro. Attento a te quindi, Lestrange.

La ragazza si girò, in uno sventolio di mantello e capelli, e fece per andarsene, ma ancora una volta lui la fermò, questa volta semplicemente parlando.

- Sono solo sconvolto... non sono schifato... non potrei mai esserlo di te... anzi, ora mi piaci ancora di più... beh, ma forse hai ragione, non è destino... chissà, lo sarà in un altra vita... -, detto questo girò sui tacchi e se ne andò. La ragazza rimase immobile: come si era già arreso? Tutto qua? Non la rincorreva? Non cercava di strapparla a futuri possibili ragazzi? Era finita?

Un dolore lancinante le colse il petto. Ma cancellò immediatamente la parola che il suo cervello aveva associato a quel dolore: non era affatto, né sarebbe mai stato, AMORE!

Si avviò in direzione del dormitorio serpeverde, dove tagliò scalati i capelli, fino a farli arrivare un poco più sopra della metà della sua schiena. Grazie a qualche flaconcino che ancora le era rimasto per le meches, fece in modo che rimanesse solo il castano dei suoi capelli, che scurì un poco. Ora erano un castano quasi nero, che però le risaltava molto gli occhi. Li lisciò ed infine si guardò allo specchio. Era diversa. Certo, ora nessuno l'avrebbe più scambiata per Rachel od Allie. Ora lei era solo San, persona solitaria in cerca di cambiamenti. Quello era l'inizio della sua nuova vita.

 

 

Fine capitolo 29

 

 

Salve a tutti. Grazie per seguirci continuamente e grazie di cuore a Gea Kristh, Didi e Castalia che ci hanno sostenuto anche con le recensioni. Ci scusiamo per non ringraziarvi personalmente, ma tra una cosa e l'altra non facciamo mai a tempo e finiamo per aggiornare sempre tardissimo. Grazie di cuore a tutte, in ogni caso. Speriamo di riuscire a non fare più pause così lunghe con la fic, ma ahimé con la scuola sarà tosta. In vacanza perchè si va via, a scuola perchè si studia... e che vita!

 

Al prossimo chappo,

 

San&Rachel Dickinson

 

 

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 30 – Riappacificazioni & Sospetti ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

 

Capitolo 30 – Riappacificazioni & Sospetti

 

L

'inverno era giunto. Rigido come si era prospettato già qualche settimana prima. Era Novembre inoltrato, nevicava nebbia fitta e gelida e tutte le attività come Quidditch o lezione di cura delle creature magiche erano sospese per via del terreno inagibile. La neve era così tanta che era impossibile uscire al di fuori del castello. Il gruppo delle gemelle Dickinson era ormai ridotto in poltiglia. Si erano formati tanti piccoli gruppi di due o tre persone. Il famigerato trio di Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley se ne stava sempre sulle sue, senza dare mai conto a nessuno. Dominick passava il suo tempo con Catelyn ed Arthur, così come ormai Allie stava sempre e solo con Ginny  e Draco con Ares. Per quanto riguardava le altre due gemelle, San e Rachel non spiccicavano parola con gli altri, ma anche fra di loro, da quasi un mese. Un bel giorno San era semplicemente entrata in sala grande completamente diversa dal solito, aveva ignorato tutti e non aveva mai guardato Rachel. Così Rachel aveva preso ad avere lo stesso comportamento, ignorando tutti e passando il suo tempo solo in compagnia del suo nuovo amico Timothy, di cui pareva essersi presa una bella sbandata. Anche San aveva fatto nuove amicizie, tra cui spiccava un certo Ryan. Un ragazzo molto simpatico che subito l'aveva trattata come un'amica di vecchia data e con cui subito ci aveva provato. Così nel giro di poco tempo avevano iniziato a frequentarsi. Il ragazzo era tanto influente, su di lei, che l'aveva pure convinta a tornare al vecchio look o, perlomeno, al suo colore naturale e ai suoi ricci, malgrado i capelli fossero più lunghi e privi di meches. Rachel, seduta in biblioteca accanto a Timothy, osservò la sorella per la prima volta da tanto tempo e non poté fare a meno di pensare che fosse proprio, a suo parere, diventata un'oca. Lei, tanto riservata, che si lasciava influenzare così tanto dal primo belloccio serpeverde arrivato? Era proprio decaduta.

- Ehy, a che pensi di bello? -, la richiamò il ragazzo.

Rachel si voltò verso di lui e lo osservò. Il suo Timothy invece era proprio un bravo ragazzo: colto, intelligente, gentile e maturo. E poi era bello, cosa si poteva volere di più? Beh, che diventasse il suo ragazzo, tanto per dirne una.

- Niente, scusa.... riprendiamo... - disse abbassando di nuovo il capo sugli appunti di pozioni. Sentì lo sguardo del ragazzo su di lei e lo guardò. - Ehm... cosa c'è?- chiese perplessa.

- Oggi mi sembri distratta e per niente vogliosa di studiare... che ne dici se facciamo uno strappo alla regola e lasciamo perdere? -, domandò sorridendole dolcemente.

Lei sorrise. - Tu che non vuoi studiare? Nooo... non ci credo... hai la febbre? - scherzò ridacchiando.

- Ehy posso dire altrettanto, sai? -, fece una pausa dove si soffermò ad osservarla, - Ne vuoi parlare?

La ragazza si fermò un istante, poi fece spallucce. Ma come faceva a leggerle così nel profondo dell'animo?

- Mi mancano... - fu tutto ciò che riuscì a dire prima di curvarsi verso il tavolo e nascondere il viso nel libro di pozioni per nascondere le lacrime. La sua voce, infatti, era risuonata tremendamente distrutta.

Timothy le fece abbassare il libro, guardandola dritta negli occhi.

- È normale che ti mancano, sono le tue gemelle. Per quanto, poi, ti convinci che non hai bisogno di loro e che sono cambiate in negativo, ti fai sempre più male. So che sei orgogliosa, ma se ci soffri tanto dovresti metterlo da parte e, perlomeno, parlare con loro.

Lei annuì. - Si... ma non solo loro... da quando io e San abbiamo litigato tutto il gruppo si è sgretolato... mi mancandole litigate con Ares, le giornate di studio con Hermione, le coccole di Dominick e... si... mi mancano anche le gelosie inopportune di Malfoy... - disse quasi senza accorgersene. Le lacrime ormai le scendevano a fiotti dagli occhi, lungo le guance. Le mancava Draco. Per quanto Timothy fosse speciale... non riusciva a vederlo sotto quella luce strana con cui vedeva Draco. Era ancora innamorata persa di lui. Ma lui era così dannatamente stronzo... Timothy le accarezzò dolcemente la testa, porgendole un fazzoletto.

- Se non ci provi non potrai mai sapere se non si può mettere tutto a posto. Non hai niente da perdere, in questa situazione. Se ti va bene riuscirai a riappacificarti con loro, se va male beh... non cambierà nulla.

Il ragazzo sospirò. Gli dispiaceva vedere Rachel così legata a "quelli", soprattutto a "quello". Era per questo che non aveva mai lasciato trasparire i suoi sentimenti verso la ragazza, se non quelli di un'amicizia. Sapeva benissimo che quello che lei provava per lui non era amore, ma semplicemente un'amicizia esaltata dalla sua sofferenza.

Rachel annuì e lo guardò. - Come farei senza di te, Tim? - chiese alzandosi dalla panca e sedendosi sulle sue ginocchia, abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia. - Ti voglio bene... - fu tutto ciò che disse prima di alzarsi e saltellare verso la sua prima mèta: San.

- Dobbiamo parlare. - disse alla gemella.

La ragazza la guardò stranita, salutò Ryan con un bacio sulla guancia e si congedò da lui, seguendo Rachel.

- Senti, io credo che non ci sia niente di cui parlare... -, buttò fuori San, non appena la gemella si fermò in un corridoio deserto.

Rachel le lanciò un'occhiataccia. - Lo sai che sei diventata proprio un'oca? Non solo... sei diventata un'oca stronza, ecco cosa sei! - disse acida, sicura di colpirla nell'orgoglio. Infatti la reazione di San fu immediata. Le diede un sonoro schiaffo.

- Io almeno non me la faccio con un altro senza chiarire prima la situazione con il ragazzo che frequentavo prima! L'unica oca e stronza qui, sei tu Rachel! Io non ho fatto nulla di male, ho semplicemente chiuso un capitolo della mia vita e ne ho ricominciato uno nuovo! -, si calmò un mezzo secondo, prendendo un respiro profondo, - Se è per Ares, che mi accusi, sappi che con lui ci ho parlato e ho chiarito tutto, prima di cominciare a frequentare altre persone e un altro ragazzo.

- Chi se ne frega di Ares... -, disse, anche se in realtà le importava eccome. - Sto parlando delle tue sorelle... per te non contano proprio più nulla? Hai cominciato ad ignorarmi, quando a fare la stronza sei stata prima tu, facendo tutta la civettuola con Draco... beh io con Draco non ho niente da chiarire, è lui che se l'è voluta... la prossima volta non accettava le avances di un'altra, soprattutto se questa è identica a me fisicamente... mi ha fatto schifo... per lui una vale l'altra? Perfetto, con me non ha più nulla a che vedere... Timothy è un ragazzo splendido e sai che ti dico? Quel Ryan ti ha ridotta proprio come tutte le altre serpeverde... una stupida, stupida, stupida ragazza che pensa solo ai ragazzi, al trucco e ai vestiti. Mi hai delusa davvero, e se mamma fosse ancora con noi direbbe lo stesso!

San scosse la testa, sedendosi sul freddo pavimento.

- Tu non hai proprio capito niente di me... -, disse trattenendo le lacrime, - Sei stata tu quella che ha iniziato ad ignorarmi, per quella storia di Draco, e non il contrario. E, credimi, a me se non come amico di lui non può fregarmene di meno. Tu non ti sei mai resa conto di quanto lui soffrisse per colpa tua e della tua frivolezza nel prenderti le cotte per i ragazzi, ed era geloso di Dominick. Per che credi che io ti abbia fatta diventare gelosa? Per rubarti il ragazzo? Semplicemente per aiutare lui, che ha capito al volo le miei intenzione. Credimi, non c'è modo migliore di capire quanto tieni ad una persona quando la stai perdendo. E a quanto pare ha funzionato, in parte. Lui ti ha sempre amata e ti ama sicuramente anche ora, non valiamo l'una quanto l'altra anche se con lo stesso aspetto, per lui. E se tanto ti piace vedermi sotto la luce di una serpeverde beh, renditi conto che lo sono. Se semplicemente sto più attenta al mio aspetto non è per fare l'oca, e poi la prima a pensare sempre a questo, delle tre, sei stata tu!

Rachel si asciugò gli occhi. - Non... poteva essere geloso di nostro figlio... - disse quasi senza rendersene conto. San la guardò con un cipiglio. Ma che stava blaterando?

- Quando ti renderai conto che Dominick non è tuo figlio, Rachel?! È un ragazzo come tutti gli altri, con i suoi ormoni e le sue cotte! Ovvio che ne sia geloso! Lui voleva te e Dominick lo stesso. Punto della situazione? Rivalità.

Scosse la testa più volte, sorprendendosi ancora di quanto potesse essere ingenua sua sorella.

- No! Magari Draco mi voleva... ma Dominick no... non... non è stato nemmeno realmente lui a giocare a Quidditch, quello era Harry trasfigurato in Dominick sotto la pozione polisucco! Dominick non voleva stare con me... San ti giuro che non so cosa mi stia succedendo, ma per me è esattamente come un figlio... e quando lui mi chiama mamma io penso sia vero... la settimana scorsa disse una cosa che non dimenticherò mai... disse "Sto scomparendo mamma... se tu non mi concepirai entro pochi mesi, io scomparirò! Sarà come se non fossi mai esistito..." . Te lo giuro San, io gli credo!

- Non so... non riesco a capacitarmene... ma avresti dovuto chiarire le cose con Malfoy, al posto di lasciarlo nella sua sofferenza. Io non ti sto qui a fare prediche o accuse, perchè la prima che ha sbagliato in questo ambito sono io, ma questo non ti leva le tue colpe.

- Se davvero voleva stare con me come dici, sarebbe venuto lui da me per chiarire... ma così non è stato... non ho capito che facevate finta, per farmi ingelosire, e allora? Non ho comunque nessuna colpa... quando ho frainteso voi non avete provato a giustificarvi... da qui si vede la grande considerazione che avete di me e il bene che mi avete voluto... complimenti San, hai perso una sorella... cerca di non perdere anche l'altra...- disse infine, voltandosi e camminando via, a passo normale. Non era scossa più di tanto, se lo aspettava quasi, dopotutto.

San la fermò solo con le parole, al che la gemella si frenò e si voltò.

- Ricordati chi è stata a disprezzarci ed a evitarci... e ricordati come è fatta la persona che ami. Allora forse troverai le risposte alla tue domande. In fin dei conti conosci noi e te stessa... o forse quest'ultima troppo poco. Smettila di invittimarti perchè sai benissimo che, per quanto il rapporto si sia spezzato fra noi, io ti voglio e ti vorrò sempre bene e non posso farne a meno.

Detto questo iniziò a correre per i corridoi, levandosi il più presto possibile dalla visuale della gemella. Aveva promesso a se stessa di non avere più nulla a che fare con loro, perlomeno finché non avesse chiarito tutti i suoi dubbi e non avesse fatto ordine nella sua vita. Aveva fatto uno strappo alla regola, e di questo in parte se ne pentiva, ma ora era il momento di realizzare che la via che stava percorrendo era un'altra e fino al prossimo bivio non avrebbe avuto più a che fare con quelle persone... già, proprio quelle che le mancavano così tanto.

Rachel guardò la sorella correre via, ma non fece nulla per fermarla. Si voltò nuovamente e tornò in sala grande, con la convinzione che ormai era finita. Si avvicinò al tavolo serpeverde, le lacrime le rigavano le guance. Draco, che stava appuntando alcune cose sul quaderno di incantesimi, parve accorgersi subito della sua presenza e alzò il viso di  scatto, così velocemente che si fece male al collo e gli occhiali gli scivolarono via dal viso, cadendo con un tonfo sordo sui fogli sparpagliati intorno a lui. La osservò per un attimo che sembrò infinito. Rachel non ebbe il coraggio di dire tutto ciò che voleva, ma capì che forse non ce n'era bisogno quando Draco si alzò e le si avvicinò appoggiandole una mano sul capo, come si fa con un bambino. Lei strinse gli occhi e serrò le labbra in un'espressione sofferente. - Sono proprio stupida... é per questo che non hai voluto chiedermi scusa, forse? Magari... magari non vuoi avere a che fare con una stupida come me... - gli chiese senza alzare il volto.

Draco scosse la testa.

- No, volevo solo lasciare sbollire la tua rabbia, perchè sapevo benissimo che a sforzare la situazione avrei solo peggiorato il tutto. Non sei stupida Rachel, non per niente sei corvonero, no? -, ironizzò con un sorriso.

Rachel lo guardò. - Però potevate dirmelo che lo facevate apposta... - disse quasi mettendo il broncio. Draco rise, dandole ragione.

Improvvisamente la gemella dai capelli lunghi sentì qualcuno tirarle questi ultimi con forza e le venne in mente una sola persona che potesse farlo in un momento del genere. - Ares, finiscila!- disse senza nemmeno voltarsi a guardarlo. - Oh no, mi hai beccato!- disse lui senza essere molto convincente.

- Ares, lascia stare Rachy. Possibile che non sai fare altro che infastidirla?! Noi stavamo parlando di cose serie, cretino! -, disse mollandogli uno scappellotto dietro la nuca.

Il biondino con gli occhi verdi fece una linguaccia al figlio di Lucius e abbracciò Rachel stretta, stretta.

- Rachy, tesorina mi sei mancata da morire, mi annoiavo senza poter sfottere nessuno... - disse coccolandola con tante carezzine e bacettini sulle guance. Rachel rise e si sistemò meglio tra le sue braccia.

- Anche tu mi sei mancato, Ares!

Draco dal canto suo li guardò incavolato, tirò un orecchio di Ares per farlo staccare dalla SUA Rachy.

- Non è possibile Ares, con tutte le ragazze che girano qui intorno come fai a sentirti così in carenza da buttarti addosso a Rachel?! Trovatene un'altra, tanto fanno la fila per uno solo sguardo da te! -, disse tirando a sé la ragazza  fino ad avvolgerla fra le sue di braccia.

Rachel arrossì. Quanto aveva sognato quel momento? Si accoccolò meglio, facendolo sedere e sedendosi sulle sue ginocchia. Lo abbracciò forte, forte, sussurrando "Sei l'unico per me".

- Oh-hoooo... Dracuccio è arrossito... cattiva Rachel non si fa... che gli hai detto?- scherzò Ares per allentare l'atmosfera da diabete.

Draco iniziò a fumare di rabbia, tanto che la gemella dai capelli lunghi pensò di dover prendere un estintore.

 -Taci cretino! Cercati qualche tipa con cui spassartela e lasciaci in pace!

Ares si portò le mani dietro la nuca. - Ma così non è divertente!- sbuffò voltandosi. Una lampadina si accese sulla sua testa e parlò, senza voltarsi nuovamente verso loro due. - Rachel... il tipo li... quel tuo amico... mi sembra leggermente distrutto... cioè... non è da lui osservare il libro senza aprirlo e tenersi la testa tra le mani con fare disperato...-, disse come nulla fosse. Rachel e Draco si guardarono. - Torno subito!- disse lei e si divincolò velocemente dalla stretta del biondo serpeverde, correndo verso il tavolo corvonero.

Draco osservò il ragazzo, mentre una smorfia gli dipinse il viso.

- Quello è cotto di lei... e spero non osi mai provare a portarmela via, come ha tentato di fare finora, perchè come minimo gli spacco la faccia.

Draco lo fulminò con lo sguardo, lanciandogli appresso il suo libro.

- Va al diavolo!

- Ma perchééé... ho solo detto la verità!!! Uffa non si può nemmeno più essere sinceri... -, borbottò andando via, ridacchiando sotto i baffi. Far arrabbiare Draco era sempre un'emozione stupenda.

 

***

 

"Timothy", sentì chiamare alle sue spalle. Non alzò nemmeno lo sguardo, sapeva benissimo di chi si trattava. Si voltò con un sorrisone, falso ovviamente.

- Rachy! Sono veramente felice che tu sia riuscita a mettere a posto le cose con i tuoi amici!

Lei sorrise e si sedette accanto a lui abbracciandolo. - E' tutto merito tuo...

Lui scosse il capo. - Oh non fare il modesto ora... senti, ti andrebbe di venire li con me? Così ti presento ad Ares e Dr.. Malfoy!

Sentì una fitta al cuore invaderlo. Bene, ora doveva conoscere perfino i suoi rivali? Ma nemmeno morto. Poi non volevo di certo avere a che fare con dei serpeverde, soprattutto se si trattava di Malfoy e Lestrange!

- Non mi sembra il caso... io avrei ancora da studiare.

Rachel lo guardò con occhioni languidi. - Oh ti prego, dolcezza... solo un po'!

Oh no! Ci era ricascato. Ma come faceva a dirle di no quando lo guardava con quegli occhi e lo chiamava dolcezza?

- Ma... Rachy io... e va bene... -, si arrese poco convinto.

Si alzò dalla lunga tavolata e ripose il libro nella cartella, seguendo la ragazza.

Rachel lo teneva per mano, saltellando pochi passi avanti a lui. Giunsero vicino ai due. - Ragazzi, lui è Tim!- disse la ragazza raggiante.

Draco alzò un sopracciglio e Timothy fu certo di sentire una ventata gelida invaderlo.

- Ciao. -, disse secco.

Ares, che aveva il viso e le mani tutte impiastricciate del gelato che stava mangiando porse la mano a Timothy, che la strinse e la ritrasse quasi subito disgustato. Rachel rise e prese il fazzoletto nero e blu corvonero dalla sua cartella. Prese la mano di lui tra le sue e gliela pulì. Tim arrossì e distolse lo sguardo, lanciando un'occhiataccia al ragazzo che stava divorando un cono a fragola e limone.

- Ares, ti rovinerai la cena... e non praticando nemmeno più il Quidditch, se vai avanti a mangiare di questo passo, diventerai grasso come un maiale! -, commentò Draco, guardando sempre di sottecchi il ragazzo corvonero ed ignorando la risposta del cugino.

 

***

 

Harry, Hermione e Ron ormai erano distaccati da tutti, persino dai loro compagni di casa e soprattutto anche da Ginny. Con quest'ultima non era perché lo volessero loro, semplicemente era lei che li snobbava, rendendo il povero Harry sempre nervoso e malinconico, tanto che Ron non lo sopportava più.

Quel giorno di fine novembre erano chiusi in biblioteca a studiare per un compito di Trasfigurazione, quando per l'ennesima volta Ron ed Harry cominciarono a litigare.

- BASTA, SMETTETELA!- ululò Hermione stanca e soprattutto incavolata nera perché avevano rovesciato il calamaio sui suoi fogli degli appunti.

- Ma Ginny... -, non fece in tempo a finire la frase perchè fu interrotto da una furia di capelli rossi.

- Sta zitto Harry, non sei l'unico a cui manca mia sorella, ma non è colpa nostra se ci evita e se ne sta sempre con quella santarellina di Allie! Personalmente mi avete stancato entrambi!

Harry si rimise a sedere, incrociò le braccia al petto e mise il broncio.

- Però non è giusto... quella Allie non me al conta nemmeno giusta...

- Si anche secondo me... - disse Ron

- Infatti... - concordò Hermione. I tre si guardarono, poi Hermione riprese parola. - Hem... ragazzi... abbiamo avuto tutti la stessa impressione? - chiese sorridendo nervosamente. Allora non era stata l'unica a vedere in Allie una potenziale esponente del lato oscuro?

- Secondo me quella è falsa come la cosa più falsa che esiste su questo pianeta, cioè lei. -, bofonchiò irritato Ron. In fin dei conti quella strega si stava portando via la sua sorellina.

Hermione acconsentì con un cenno del capo.

- Mentre ero in biblioteca, non più di tre settimane fa, ho visto quelle due prendere un libro contenenti incantesimi particolari. In genere per ritirare quel libro ci vuole perfino il permesso di un professore.

- E loro avevano quel permesso? - chiese Harry seriamente, cominciando a preoccuparsi davvero. Hermione lo guardo un attimo, poi scosse il capo. - Madama Pince si era assentata temporaneamente per andare in presidenza da Silente... l'hanno potuto prendere indisturbate... non ho detto nulla perché li per li non ci ho fatto caso.

- Bene, prepariamoci alla più grande catastrofe del mondo, quindi! Perchè a mio parere fra non molto dovremo scontarci, tanto per cambiare, con Voldemort o i suoi seguaci!

- Augurati di no, Ronald. Perchè questa volta non credo ne usciremmo indenni come le volte scorse.

Harry guardò Hermione.

- E perché mai? - chiese inarcando un sopracciglio.

- Perchè... perchè me lo sento, semplifichiamola così che è meglio.

 

Fine capitolo 30

 

Hello! E siamo arrivate anche al trentesimo capitolo, fra una cosa e l’altra siamo anche riuscite ad aggiornare. Stupöööööööööndo! :D Ne approfittiamo per pubblicizzare anche una nostra seconda “opera” (se e poi? XD), della categoria originali. Si tratta di “Truly Madly Deeply” e la trovate a questo links: http://www.egoio.net/efp/viewstory.php?sid=41614&i=1
Ci farebbe un immenso piacere sapere cosa ne pensate! :DD

Ringraziamo sempre tanto chi legge la nostra fic e soprattutto chi la commenta!

 

Gea_Kristh: Beh, forse al momento è triste… però si vede che era necessario! :D Chissà come si evolveranno da qui le cose… per ora almeno Rachel è tornata a fare la pace con una parte del gruppo… chissà se con gli altri le cose si metteranno a posto!

 

Faith: Addirittura sul punto di piangere? Daaii! :D Speriamo di non portare solo sensazioni negative! Timothy è difficile tu lo ricordi, siccome è appena entrato in scena. Certo, ovviamente è un personaggio che per forza deve esistere, non può spuntare di punto in bianco e per questo gli abbiamo costruito, più o meno, una storia. Però è praticamente il suo vero primo approccio con lui, nel capitolo scorso.

 

Al prossimo chappo!

San&Rachel Dickinson

 

Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Visitate il sito sul pairing Draco/Ginny, UNEQUALLED LOVE

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 31 – L’idea della pace ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

 

Capitolo 31 – L’idea della pace

 

G

iunse Dicembre, e Hogwarts era tutto un fremere di preparativi per il ballo del ceppo di Natale, per i ragazzi dal quarto anno in su che rimanevano ad Hogwarts, e di partenze per gli studenti sotto i quattordici anni. Il giorno della partenza era Domenica 22, così il giorno prima fu organizzato l'ultimo fine settimana ad Hogsmeade, prima delle vacanze Natalizie.

I negozi più affollati, come sempre, erano quelli come Zonko, per regali divertenti, e Mielandia.

Rachel era insieme ad Hermione, e mentre la Grifondoro cercava gli zuccotti di zucca che le piacevano tanto, la corvonero era intenta a leccare con gusto il suo lecca-lecca a cioccolata e banana.

- Ultimamente vedo te e Ron spesso da soli, senza Harry... posso chiederti come mai? - chiese Rachel, incuriosita.

Hermione alzò il capo dagli scaffali, che ospitavano tutti i tipi di dolci possibili, e guardò incuriosita l'amica.

- Ecco... -, si portò una mano al mento con fare rimuginante, - Sinceramente Harry ultimamente è diventato piuttosto pesante da sopportare, non fa altro che parlare di Ginny e della sua freddezza. Per carità, capisco sia depresso, ma chiudersi in se stesso e litigare ogni secondo con Ron non mi sembra la soluzione migliore!

La ragazza fece spallucce, continuando la sua ricerca.

- E poi ultimamente stiamo svolgendo alcune indagini. Harry è possibile lasciarlo lavorare da solo, ma Ronald no. Siccome loro due litigano ci dividiamo in due gruppi, anche per fare più in fretta. Ah, eccoli qui!

Gli occhi verdi di Rachel non si spostarono neanche per un secondo dal volto di Hermione. Era nervosa e preoccupata, e non sapeva nasconderlo.

- Ginny ed Allie hanno fatto comunella... io non so cosa stia succedendo. Ti dirò, Allie è sempre stata un po' strana... so che è mia sorella proprio come San, non dovrei avere preferenze... tuttavia ho sempre preferito la compagnia di San... io e lei siamo più legate... Allie... Allie è un po' schizzata... mi dispiace dirlo, ma le manca qualche rotella...- disse incerta. Sapeva che stava dicendo cose orribili, ma Allie non era propriamente sana di mente. Aveva sempre causato problemi, dando poi la colpa a San. I genitori non credevano mai a San, così doveva sempre prendersi la colpa delle marachelle di Allie. Era cattiva, e lei lo sapeva bene, erano state varie le volte in cui avevano rischiato la vita entrambe per colpa della terza gemella.

La bruna grifondoro si voltò di scatto verso l'amica.

- Come hai detto? -, domandò incerta.

Aveva sentito un tuffo al cuore quando la ragazza aveva pronunciato quelle parole. Era la chiave in più che stava cercando. Fondamenta riguardanti Allie, la terza gemella. Su Ginny già aveva qualche idea, conoscendola meglio, ma quella ragazza era un mistero. E lei l'aveva vista sorridere maligna, quando le sue sorelle si erano messe a litigare. Era capitata per caso nel corridoio dove San e Rachel stavano discutendo, e aveva visto Allie spiarle e godere dell'odio che sembrava essere nato fra le due. "Semplice coincidenza o qualcosa non quadrava", si era domandata. Ed ora aveva la risposta.

- Cosa... tu cosa intendi affermando che Allie sia strana?

Rachel si guardò intorno, accertandosi che nessuno la sentisse.

- Allie non è strana... - sussurrò sporgendosi verso l'orecchio dell'amica. - E' completamente pazza! Se esistesse ancora un manicomio, lei sarebbe la prima ad essere ricoverata. - disse affranta. Era la sua gemella. Era una parte di sé. Ma non poteva più negarlo. La piccola follia che ogni tanto Allie si concedeva stava degenerando. Stava peggiorando. Presto il suo cervello sarebbe partito del tutto.

Hermione annuì con la testa, rivolgendo nuovamente lo sguardo a Rachel.

- Nel vostro passato... come ha agito Allie? Nel senso... ha fatto qualcosa di particolare per farti fare queste affermazioni? Sono piuttosto gravi da parte di una delle sue gemelle...

Era sicura che nel passato di Allie ci fosse il tassello mancante per completare il puzzle ed arrivare alla conclusione della storia. Sì, perchè quella che stavano vivendo era una storia. Aveva consultato diversi libri, studiato il comportamento dei suoi amici, analizzato i pensieri che le raccontavano, aveva calcolato tutto, insomma, ed era arrivata alla conclusione che non stavano vivendo la realtà. Erano come... come in una specie di universo alternativo. Dominick era stata la sua conferma. Il ragazzo le aveva raccontato tutti i suoi ricordi. Le era capitato di vederlo lampeggiare, come stesse scomparendo, e si era offerta di ascoltarlo. E così si era spiegata anche perchè lui continuasse a chiamare Rachel e Draco "mamma e papà".

Rachel ci rifletté due secondi. Pensandoci bene non ricordava assolutamente cosa avesse fatto Allie. Cioè, si, ma era pura fantasia, perché lei era viva in carne ed ossa, non era un fantasma che appariva per i corridoi di Hogwarts tentando di ucciderle. O si?

- Io... io credo di avere confusione in testa... scusa... improvvisamente mi è venuta in mente l'immagine di Allie fantasma grondante sangue ovunque... non capisco perché...- disse cominciando a sudare, passandosi una mano tra i capelli castani, lo sguardo spaventato rivolto al pavimento.

- Io però lo so il perché... non posso ancora rivelartelo, ma ho bisogno che mi racconti quello che ricordi di Allie, anche se ti sembra assurdo! -, la incitò la grifondoro, con gli occhi supplicanti.

Dominick le aveva spiegato alcune cose, relativamente però. In fin dei conti lui non era ancora nato allora e, in realtà, era ancora un bambino piccolo. Sicuramente non gli avevano raccontato tutti i dettagli della vicenda, sarebbe stato da incoscienti.

Rachel la guardò un attimo, poi vide entrare Allie e Ginny in negozio. Osservò Ginny, e nonostante la rossa ridesse e chiacchierasse un po' con tutti, le sembrò sciupata e con lo sguardo completamente vuoto. Era colpa di Allie, lo sentiva. Sospirò.

- Va bene... ma andiamo via da qui... andiamo in un posto dove nessuno possa sentirci... I tre manici di scopa andrà bene, è sempre così affollato che con tutta quella confusione nessuno ci sentirà.

 

***

 

Camminavano mano nella mano per le vie di Hogsmeade, apparentemente sereni. Il più e il meno tra di loro usciva spontaneo e mai mancava il discorso. Ryan le aveva raccontato di un luogo stupendo, ma babbano, dove era andato in vacanza con la sua famiglia. Cosa assai strana, per un serpeverde figlio di maghi purosangue.

- Ma dai... e avete vissuto come dei babbani per un'intera settimana? Sembra incredibile! Poi ad un concerto non ti ci vedo proprio! -, ridacchiò San, sinceramente contenta.

Era questo che le piaceva di Ryan. Erano della stessa casa, ed entrambi apprezzavano il mondo babbano e tutte le sue più strambe invenzioni. Soprattutto amavano entrambi la sua musica. Ryan non amava particolarmente le persone che lo abitavano, come ormai lo portava a fare il sangue che scorreva nelle sue vene, ma era comunque piacevole il fatto lo apprezzasse per le cose materiali.

Ryan sorrise e le passò un braccio intorno alle spalle, tirandola più a sé. San era diversa dalle altre serpeverde. E, a pensarci bene, era diversa anche da tutte le altre ragazze della scuola. Aveva un pizzico di ingenuità che mascherava maestralmente con la sua faccia di bronzo, con il suo coraggio, con la sua estroversia. Era una ragazza fantastica, e certamente non avrebbe mai capito come avesse fatto quell'ameba di Ares Lestrange a farsela scappare. Sapeva bene che c'era stato qualcosa tra loro, tutta la scuola ne aveva parlato al tempo, e lui era stato molto geloso perché lei gli piaceva dal primo giorno di scuola.

- Io... mhh... mi farebbe piacere se qualche volta venissi ad un concerto con me... - disse cauto, sperando di non ricevere qualche schiaffo per quella richiesta improvvisa.

La ragazza sorrise radiosa, dandogli un buffetto sulla guancia.

- Sei un'idiota! -, lo incalzò, - Te l'ho proposto io prima, ma tu mi stavi ascoltando?! Io pensavo di puntare a qualcosa sul genere punk, è quello che preferisco!

Lui la guardò accigliato, con la faccia disgustata.

- Punk? Hai detto... proprio punk? - si passò una mano tra i capelli. Lui odiava il punk. Metallaro nel cuore, non sarebbe mai andato ad un concerto punk.

La ragazza si voltò a guardarlo, lo sguardo corrucciato.

- Cos'è questa vena di disgusto, caro il mio Ryan? -, Lo prese per un orecchio, massacrandoglielo finché non diventò più rosso di un pomodoro maturo, - Stai per caso disprezzando la musica Punk?!

Ryan le pizzicò la mano, facendogliela ritrarre dolorante.

- NON PERMETTERTI MAI PIÙ!!! - la sua vena serpeverde uscì improvvisamente fuori. Odiava essere trattato come un cretino da qualcuno, soprattutto se questo qualcuno era una stupida ragazza. Si calmò. - Ok, scusa... odio la musica punk d'accordo? Preferisco il metal!

- Sei un cretino! Non capisci un piffero acuto! Ok, il metal non è male, ma non puoi insultare il punk! È la base di tutto, è ciò che ti svaga! Cos'è il metal? Un ammasso di teste che fanno roteare i capelli?! Santi punkettari, cosa mi tocca sentire! -, bofonchiò tirandogli un ulteriore scappellotto

Il ragazzo le prese un polso, stringendo le dita intorno alle piccole ossa della ragazza.

- MA SEI COCCIUTA! Ho... detto... che... non... devi... toccarmi!- le intimò a denti stretti, facendole un po' male al polso.

Il volto di San sembrò prendere fuoco. Come si permetteva quel "coso", come lo chiamava lei quando era arrabbiata, di toccarla e farle pure male? Fece per ribellarsi quando sentì delle risate di scherno riecheggiare per il viale deserto.

- Il pupillo si è fatto la ragazza! Che carino! -, esclamò la prima figura che apparse davanti a loro, ammiccando in direzione di San.

Ryan quasi si pietrificò. La ragazza vide chiaramente il colorito del ragazzo diventare di un cereo quasi cadaverico. Cosa stava succedendo? E chi erano quei tizi? C'era da dire che erano brutti quanto La Fame. Non c'era modo per descriverli, se non dire che se li avesse visti La Morte, sarebbe scappata a gambe levate.

- Non è il momento, ragazzi...- disse Ryan sudando freddo, alcune vene gli pulsavano freneticamente nelle tempie.

- Oh, io direi che è il momento. L'appuntamento era per oggi, non è colpa nostra se ti sei trovato un occupazione che ti ha deviato dal tuo dovere! -, continuò una seconda figura.

- ... io direi di tagliargli qualche parte del corpo a lui e all'amichetta! Magari gli passa la voglia di fare il furbo! -, minacciò una terza presenza.

Il primo ragazzo, il più bassino ma decisamente il più intelligente, riprese parola.

- Bene... allora castrate lui e lasciate lei intatta, è molto carina, mi divertirò un po'...- sorrise.

San si ritrovò a pensare per qualche secondo. Ok, quelli erano pazzi psicopatici, era chiaro. Fermò improvvisamente il flusso dei suoi pensieri, ben decisa a non farsi mettere le mani addosso da qualche essere piccolo, viscido ed altamente schifoso. Prese Ryan per una mano ed iniziò a correre a perdifiato, minacciando di prendere in braccio il ragazzo se non avesse fatto muovere un po' più velocemente quelle sue gambette.

"Almeno Ares sapeva starmi dietro!" -, si ritrovò a pensare, maledicendosi immediatamente.

Riuscirono per chissà quale miracolo a seminarli e si ritrovarono in un vicolo buio e stretto, proprio dietro "I tre manici di scopa".

- Entriamo nel locale... - sussurrò lui. - E' troppo affollato, non possono farci nulla li!

La ragazza annuì, sospirando preoccupata. Seguì il ragazzo che la trascinava per una mano all'interno del locale, continuando a scrutarlo. Non appena varcata la soglia San lo fermò.

- Esigo una spiegazione.

Lui sbuffò.

- Te la darò dentro, ora sbrigati...- sbottò irritato, spingendola verso il bancone.

San ordinò due burrobirre, sedendosi successivamente ad un tavolo. Sentì un senso di nostalgia avvolgerla, mentre la figura di Ares ripiombava nella sua mente. La neve che aveva ricominciato a cadere, la lite che era in corso fra una coppietta poco distante da loro, le riportava un ricordo. Il ricordo di un bacio, un bacio tanto voluto, ma respinto con una fretta inaudita. Ed era proprio in quel periodo, perchè sapeva che c'entrava pure il ballo del ceppo. Prese a sorseggiare il contenuto del suo bicchiere, spostando poi la sua attenzione sul bruno seduto di fronte a lei.

- Ryan...

Il ragazzo si sfregò le mani per riscaldarle e la guardò preoccupato. Le pupille dilatate dalla paura.

- San... sono nei guai fino al collo... ho un debito di denaro con quella gente... non posso chiedere soldi ai miei, mi diserederebbero se sapessero che facevo scommesse con certi maghi dei bassifondi... è la fine... quelli mi ammazzano...- spiegò con la voce spezzata dal fiato corto e dal freddo che gli era penetrato fin dentro le ossa.

La ragazza abbassò lo sguardo, prendendo a fissare il tavolo e a seguire le venature del legno con un dito.

- A quanto ammonterebbe questo debito? -, domandò seriamente preoccupata della risposta.

Il ragazzo si diede una grattatina alla testa.

- Mhh... vediamo... cinqua... mhhh... no... cen... no aspetta... centose... no... ah si... circa duecento galeoni!!- disse contento di essere riuscito a fare il calcolo in appena trentasei secondi netti.

San, che aveva preso una sorsata di burrobirra, sputacchiò di qua e di là, fra un colpo di tosse e l'altro.

- MA SEI SCEMO?! -, riuscì ad urlare fra una fase di strozzamento e l'altra, - TI RENDI CONTO DI QUANTI SOLDI SONO?!

Il ragazzo ci rifletté un attimo, poi sorride trionfante. - LO SO, LO SO!! SONO 3400 FALCI D'ARGENTO!!! OSSIA 98600 ZELLINI DI BRONZO!!!

La brunetta batté poco delicatamente il calice sul tavolo, guardandolo truce.

- E te ne vanti pure?! Sei un cretino, uno stupido, un deficiente! Ce n’est pas possible!!! Tu es trés stupid! Un garçon aussi stupid ne peut pas vivre! -, ululò infuriata, nemmeno rendendosi conto di parlare un'altra lingua-

Il ragazzo la guardò perplesso.

- Ehm... che tradotto significherebbe...?- rise nervosamente, non molto contento di avere tutta gli sguardi di tutta la sala puntati su di sé.

- È irrilevante! -, bofonchiò lei, rendendosi conto della figura di cacca che aveva appena fatto. Era una vita che non le capitava di urlare in francese, una volta arrabbiata. Si risedette sulla sedia, che nel suo momento di sclero aveva abbandonato, e guardò Ryan.

- Come diavolo pensi di pagarlo? Facendo il gigolo?!

Ryan parve seriamente pensare a questa possibilità, così San alzò una mano prima che lui rispondesse con qualcosa di osceno. Si guardò intorno. Non se lo meritava, ma doveva aiutarlo. Non poteva lasciarlo in quello stato. Improvvisamente, come due antenne paraboliche, i suoi occhi captarono la presenza di sua sorella Rachel e di Hermione. L'ascia di guerra con Rachel non era ancora sepolta, ma non poteva farci nulla. Lei non era brava a trovare soluzioni ai problemi, di solito era Rachel che pensava e lei quella che agiva. Si alzò dal tavolo, facendo segno a Ryan di seguirla, e si avvicinò al tavolo delle due, con una faccia di bronzo degna di rispetto.

- Rachel, ho bisogno di te. -, le disse semplicemente. La gemella alzò gli occhi e sospirò. Non c'erano bisogno di parole fra lei e San, ormai si capivano senza la necessità di parlare, quasi fossero telepatiche. Ryan aveva un problema e lei doveva trovare la soluzione... evviva!

Rachel osservò attentamente la sorella guardarsi intorno con la tipica aria che sarebbe stata bene su Luna Lovegood, ossia l'aria da "Cosa diamine ci faccio io qui?". - Dimmi pure...- disse la gemella dai capelli lunghi, sorridendo. La sorella aveva qualche problema e lei doveva aiutarla. Era normale. Quasi logico. Non avevano fatto pace, ma sapeva che per spingere San a calpestare il suo orgoglio, il suo problema doveva essere enorme, praticamente un macigno

- Dunque... - si voltò verso il ragazzo che le stava alle spalle, assai contrariato - Lui è Ryan! Buttò fuori il tutto arrossendo. Si sentiva un'idiota. Non poteva dire una frase più idiota. "Lui è Ryan?", ma va? Nessuno l'avrebbe mai detto!

Ma Rachel ed Hermione non dissero nulla. Hermione tese la mano verso il bruno, ma lui la ignorò completamente. La ragazza fece spallucce, senza prendersela più di tanto. Era un serpeverde, e come tale non si aspettava nulla di più da lui. - Si... e quindi?- chiese Rachel, irritata dal comportamento del ragazzo con l'amica.

San lanciò un'occhiata di fuoco a Ryan, pestandogli un piede. - Voi metallari e il vostro dannato orgoglio! - ritornò a rivolgere lo sguardo alla sorella e ad Hermione, cercando di farsi forza e tirare fuori tutta la sua tola - So che non dovrei chiedertelo, ma abbiamo un problema. Questo essere idiota è arrivato a fare un debito assurdo, che non sa pagare. Tu hai sempre ottime idee e, visto che non è il caso vada a fare il gigolò, volevo chiederti se per caso non hai una qualcuna delle tue idee!

Rachel ed Hermione si guardarono un attimo. Hermione prese parola. - Beh potremmo fare una colletta. A quanto ammonta il debito?- chiese al ragazzo, cortesemente.

Lui la guardò con aria superficiale. - Oh... nulla di che... una cosina da niente... 200 galeoni d'oro. Il succo al mirtillo che Rachel stava sorseggiando le andò di traverso, e sputacchiò un po' dappertutto, San compresa. - DUECENTO? FORSE INTENDEVI 200 FALCI?- chiese scattando in piedi, indignata.

- Io te l'ho detto che è cretino... - bofonchiò San, cercando un fazzoletto per ripulirsi. Hermione guardò sconcertata il bruno serpeverde. Come diavolo si faceva ad arrivare ad un debito simile? Se hai soldi li spendi, altrimenti no. Beh, dopotutto era un avido serpeverde, non c'era da sorprendersi poi così tanto... - San, scusa se te lo dico, ma a questo punto che si trovi un lavoro!

- ... nel regolamento di Hogwarts è previsto che gli studenti si dedichino solo alla scuola... pena: l'espulsione!- spiegò Rachel osservando il ragazzo insistentemente, senza scollargli gli occhi di dosso, in cerca di un'idea, che arrivò quasi subito. - Facciamo un'asta! - sorrise, raggiante, e soddisfatta di se stessa bevve un abbondante sorso di succo.

San la guardò curiosa, sedendosi accanto a lei. - Un'asta? Di che tipo? - posò lo sguardo su Ryan per un momento, chiedendosi se lui aveva compreso.

Rachel ammiccò verso il ragazzo con uno sguardo di apprezzamento. - I nostri amici sono tutti ragazzi stupendi... Ergo, le ragazze sarebbero felici di averli per sé per un giorno intero... magari per la prossima uscita ad Hogsmeade, a San Valentino!

Il mento di San quasi non toccò la superficie del tavolo. San Valentino? Che idea... che idea... - Geniaaaaaaaaaale! - ululò soddisfatta della proposta della gemella - Così mi compro qualche ragazzo gnocco e poi lo vendo al doppio del prezzo! No... magari un qualcuno me lo tengo e mi faccio servire e riverire! Hermione si schiaffò una mano in fronte. - Non penso proprio Rachel intendesse comprare la loro schiavitù!

Rachel annuì. - Beh... ognuno lo intenda come vuole... Si può comprare come fidanzato per un giorno, come schiavo per un giorno, come altro... la scelta è libera, saranno le ragazze a decidere. Io direi di convincere tutti i ragazzi più carini della scuola a partecipare. Ovviamente ci sarà una tassa d'iscrizione anche solo per assistere come semplici spettatori... direi... mezzo galeone. Mentre il prezzo dei ragazzi parte da 5 galeoni in su. Che ne dite?

- Sarebbe una forza! - annuì contenta San, così prendeva due piccioni con una fava. Aiutava Ryan e poteva stare con un ragazzo carino. A parte che, si ritrovò a pensare, sicuramente se non avesse comprato il bruno questi si sarebbe offeso a morte. Un senso di rabbia la avvolse per un momento, no, non era lui che voleva. Ryan fece una smorfia disgustato. Lui era un essere stupendo, mica poteva permettersi di essere venduto. A meno che...

- Bene... ma deve comprarmi San!- disse lui sorridendo per la prima volta. Rachel lo osservò. - E chi ti dice che tu sarai messo all'asta? Ti consideri così bello? A scuola ci sono tanti ragazzi molto più belli di te... come... Ares Lestrange, ad esempio!- sorrise cattiva, lanciando uno sguardo a San. Notò che si era irrigidita. Ryan per poco non la uccise, anche se solo metaforicamente. Non poteva torcerle un capello, anche se l'avrebbe tanto voluto. Che diavolo metteva in mezzo quell'idiota di Lestrange? Se si era lasciato scappare San era solo colpa sua! Ora stava con lui, punto e basta. Era più bello di Ares e sentiva di meritarsi questa superiorità. Hermione scosse il capo. Ma come faceva San a stare con un fanatico del genere? Era totalmente, completamente, irrimediabilmente innamorato di se stesso. Narcisista fino al midollo osseo. San, decisa a cambiare discorso, tirò uno scappellotto a Ryan per la sua modestia. - Avete già qualche idea per l'organizzazione? Dovremmo chiedere il permesso... e trovare un giorno in cui sappiamo la cosa possa funzionare! Rachel chiuse gli occhi, meditando due secondi. - Io direi che l'epifania andrà più che bene. Saranno tornati tutti per il sei Gennaio, e non è un giorno molto lontano quindi lui non corre il rischio di essere ucciso nel frattempo. E poi è l'ultimo giorno di vacanza. Chiederemo il permesso a zio, sarà più che entusiasta. Hermione chiuse gli occhi ed annuì. - Credo sia un'ottima idea... cercherò di convincere Harry a partecipare, con lui rimedieremo un sacco di soldi! San e Rachel annuirono, mentre un furbo sorriso si dipingeva sulle loro labbra. - E ovviamente non può mancare Draco, anche lì arriveranno soldi a tonnellate! Poi Rachel si bloccò un secondo. - Ehi... io a questo punto direi di far partecipare anche Dominick. E Ron ultimamente è molto carino, c'è Lavanda Brown che farebbe a pugni per averlo un giorno tutto per sé!!! Poi direi di chiedere ai ragazzi di convincere qualcun'altro... Ares comunque parteciperà di sicuro... se glielo chiede San.

La ragazza si girò truce verso la sorella, ma fu Hermione a parlare per prima. - Io non credo sia una buona idea... - sembrò riflettere qualche secondo - Ron già ha la ragazza!

Rachel osservò Hermione. - Uhuh gelosa? Beh, cara mia, anche Harry ha già la ragazza. E se vogliamo essere pignoli anche Dominick. E Ares non proprio, ma è innamorato di una ragazza. Questo coso, qui, Ryan ha la ragazza... tutti sono impegnati!

- Beh... forse direi di cercare un'altra idea eh... perchè io ad Ares non chiedo niente! - sbottò nervosa San, picchiando una manata sul tavolo, e facendosi pure male. Un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto di Ryan. Un'infinità a zero per lui! Hermione si passò una mano fra i capelli, passando una ciocca dietro l'orecchio destro. - Non c'è un'altra idea che possa funzionare... e vorrà dire che Ron me lo comprerò io! - disse soddisfatta, sorridendo alla gemella dai bizzarri capelli (quel giorno erano verde mare, con meches bianche).

 

Fine Capitolo 31

 

Hello! Eccoci finalmente con il nuovo capitolo! Passiamo subito ai ringraziamenti che facciamo ai lettori, ma soprattutto a chi recensisce, che il tempo scarseggia!

 

DianaBlack: Didi, addirittura siamo le tue gemelline preferite? Eh, ma così ci fai arrossire! ^///^ Anche se tu li definisci commenti non originali, sappi che a noi fanno un piacere immenso! La cosa più bella, quando si pubblica un capitolo, è vedere che c’è qualcuno che lo legge e lo recensisce, per dare il proprio parere! Che sia positivo, che sia negativo, non importa. Se è negativo lo prenderemo come spunto per migliorarci e correggere i nostri errori! Qualunque sia la sua natura ci da la carica per continuare a scrivere a gogo!

 

Gea_Kristh: Beh… casini ormai ci sono sempre, altrimenti non sarebbero le gemelle Dickinson, no? :D Per le riappacificazioni, come sempre invitiamo a leggere e leggere e ancora leggere! :D

 

Fragolina: Sempre più bella? Lo speriamo vivamente! Incasinata… rimandiamo al “altrimenti non sarebbero le gemelle Dickinson”! Eheh! Ed ecco a te, come atteso, il nuovo capitolo!

 

 

Smack a tutti e al prossimo chappo!


San&Rachel Dickinson

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 32 – Suppliche o convinzioni? ***


Endless Love

Capitolo 32 – Suppliche o convinzioni?

 

 

N

ella sala comune grifondoro regnava un silenzio incontrastato, rotto solo dal ticchettio di un ragazzo moro, che batteva nervosamente il piede a terra. Hermione aveva il naso in un libro e Ron... beh, lui fissava la ragazza completamente estasiato, tanto per cambiare. Ad un certo punto il silenzio fu rotto da un esclamazione della bruna. - Ragazzi, sentite... Io sono sicura che Allie in realtà sia una persona viscida... mi dispiace dirlo, ma ormai ho le prove sufficienti per dimostrarlo! O perlomeno... mi manca solo la prova schiacciante!

Harry e Ron la guardarono perplessi. - E quali sarebbero queste prove? - chiese Harry, scettico.

Hermione arrossì un poco, non sicura che i due l'avrebbero capita. - Ho parlato con Rachel e Dominick e mi hanno raccontato fatti strani che ricordano, ma che non riescono ad abbinare né al presente, né al passato. Per di più ho trovato diversi libri che parlano di una situazione simile. Pare che grazie ad una magia nera di livello altissimo si possa far vivere ad una o più persone una vita irreale, come fossero in un universo parallelo... e credo sia quello che stia succedendo a noi!

Ron non riuscì a trattenere una risatina. Harry ignorò il rosso e scattò in piedi. - LO SAPEVO!!! DIAMINE, LO SAPEVO!!! Mi sembrava tutto così strano. E le uniche che non sembrano essersene accorte sono Allie e Ginny. Oh, io lo so... è quella Allie... le ha fatto il lavaggio del cervello!- disse battendo una mano sul tavolo, ripetutamente, come a voler sfidare chiunque a dire il contrario. Hermione annuì. - Lo penso anche io. Beh, sentite... a questo punto chiederò a Rachel di cambiare le regole dell'asta... direi di far mettere all'asta anche ragazze... convincerò Ginny in qualche modo, anche facendole bere una pozione se devo... Harry tu non parteciperai, ma visto che puoi permettertelo sbaraglierai chiunque volesse comprarla, vincerai l'asta di Ginny e finalmente potrai stare con lei un giorno intero. Ron tu invece devi vincere Allie. Però tu devi essere all'asta, così io potrò vincerti... a quel punto potremo passare una giornata intera con Allie e capirne di più su di lei!- disse tutto d'un fiato la brunetta, gli occhi che le brillavano di una nuova speranza.

Harry e Ron annuirono in concordanza con Hermione. Ora la cosa più importante era capire qual'era la vera natura di Ginny e d Allie.

- Però... - s'intromise Ron - Devo ammettere che mi scoccia passare San Valentino perfino con Allie... volevo fosse una giornata speciale con te...

Si passò imbarazzato una mano fra i capelli, mentre le sue guance iniziavano a prendere un allegro colorito.

Hermione gli lanciò un'occhiata tenerissima, si avvicinò a lui e lo abbracciò, dandogli un dolce bacio a fior di labbra.

Harry si voltava ovunque tranne che verso di loro, completamente imbarazzato e rosso fuoco sulle gote. Si alzò, raccolse velocemente le sue cose e uscì dalla biblioteca, pensando che forse era meglio lasciarli soli per questa volta. Camminando per uno dei corridoi incontrò Ginny ed Allie.

- Ah... Ginny, finalmente. Devo chiederti una cosa!!- disse allarmato, sperando che quella rompiscatole di Allie avesse un po' d'educazione e se ne sarebbe andata. Aveva sperato a vuoto, Allie non si era schiodata di mezzo millimetro, ma lo osservava con uno strano sguardo d'apprezzamento. Cosa cavolo voleva quella da lui?

La rossa si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lo guardò annoiata.

- Ah... che vuoi? - domandò guardando l'orologio che portava al polso.

Harry strinse i pugni convulsamente. Ma dove diavolo era finita la sua Ginny? Quella bella, coraggiosa e tanto dolce? La ragazza che aveva davanti, o meglio l'automa, non aveva un briciolo di vita nello sguardo, era un burattino vivente e stronza, sì, altamente stronza!

- Cazzo, ora basta!- sbottò irritato. La mano destra scattò e si chiuse intorno al polso di lei. Cominciò a correre e portarsela dietro, sperando che quella vipera di Allie non li seguisse. Si voltò e vide la ragazza con le trecce correre dietro loro. - Ma non si arrende mai, 'sta qui?- strizzò gli occhi in 'un'espressione sofferente e si concentrò sull'incantesimo. "ACCIO FIREBOLT!". Nulla. Ci riprovò. "ACCIO... ACCIO... PORCA VACCA ACCIO QUELLA CAZZO DI FIREBOLT!" pensò infine, e la scopa uscì dalla finestra della sua stanza della torre grifondoro, girò intorno al castello e in meno di cinque secondi era da Harry. Lui la prese, vi salì e fece salire una Ginny piuttosto contrariata. Dopo poco sparirono dalla vista di Allie.

- NO! ME L’HA FATTA! DANNATO SAN POTTER!- disse lei, sperando che il suo Lord non sarebbe mai venuto a conoscenza di questo piccolissimo particolare trascurabile.

 

***

 

-Draco? Ehilà?! – il ragazzo non dava segno di svegliarsi – Ma insomma! Io mi faccio introdurre abusiva nella sala comune Serpeverde e tu non ti svegli?! Preferisci un divano a me?!

La gemella dai capelli lunghi fulminò San. Possibile che sapesse essere così idiota? Scosse la testa e si avvicinò al biondino, che ancora dormiva profondamente.

- Non c’era mica bisogno imitassi la mia voce!!!- disse la gemella dai capelli lunghi.

- E quante storie che fai Rachy cara… – rispose sua sorella, avvicinandosi a Draco e pizzicandogli il naso – Ha troppo la faccia da santarello, non gli si addice!

Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, trovandosi Rachel e San a poca distanza dal suo viso. Si chiese se stesse sognando o fosse desto, perché vedeva due Rachel. Doveva essere un sogno, era davvero bello.

Mugugnò qualche secondo, stropicciandosi gli occhi.

- Oh, l’angioletto si è svegliato! -, scherzò San, schivando un pugno di Rachel – E va bene, e va bene! Vi lascio da soli!

Rachel guardò la sorella allontanarsi un po’, poi si voltò di nuovo verso Draco. Com’era bello appena sveglio, San aveva detto bene, sembrava proprio un angioletto.

- Ciao paperino… come va?- disse lei in tono scherzoso, sedendosi sul divano accanto a lui.

- Paperino a chi? – le domandò con la voce più roca del solito, segno che ancora dormiva, dandole un bacio a fior di labbra.

Lei rise. – A te. Senti volevo chiederti una cosa... però mi devi promettere che mi aiuterai. - disse con espressione indecifrabile, segno che non prometteva nulla di buono.

Draco scosse la testa e si mise seduto, volgendo lo sguardo al fuoco che ardeva nel camino.

- Tu dimmi di che si tratta ed io ti dirò se ti aiuterò.

Lei mise il broncio.

- Sei un essere senza cuore...

Si alzò, i capelli castani si mossero in una lunga cascata ondulata, provocando un piacevole fruscio a contatto con il mantello della divisa che indossava in quel momento. Si mise di spalle al ragazzo, braccia conserte, una voglia immonda di fare capricci l'aveva appena assalita.

Draco non si scompose, era stufo di farsi impietosire da lei.

- Rachy... - tentò di richiamarla - Se non me lo domandi nemmeno, al 100% saprai che non ti aiuterò.

Lei gli lanciò un'occhiataccia di sbieco.

- Bene, se non vuoi aiutarmi vattene al diavolo... sono venuta in questo puzzolente sotterraneo (e qui ci fu un grugno di San) per nulla.

Si avviò verso il passaggio ed uscì, richiudendoselo alle spalle. Non poteva mai fare affidamento su Draco. Bene. Sarebbe andata da Timothy.

Draco si voltò in direzione di San, con un espressione da zombie.

- Ma che ho fatto di male? - domandò, ricevendo in risposta un'alzata di spalle.

-  ti consiglio di alzare il sedere da quel divano e correrle dietro... non si farà mai dire di no e, a mio parere, è diretta da Timothy... - si guardò svogliatamente la punta dei piedi - Ovviamente è una mia idea... sta a te verificarlo.

- Cazzo! - fu solamente in grado di dire lui, mettendo il turbo.

 

***

 

Sorrise, sentendo Draco correrle dietro. Aveva fatto bene a dire alla sorella che se lui no avesse accettato avrebbero dovuto convincerlo nominando "Timothy".

La fermò per un polso, per poi attirarla a sé e abbracciarla da dietro.

- Rachy dai... dimmi di cosa hai bisogno... - appoggiò le sue labbra sul collo di lei, sentendosi svenire. Quella ragazza aveva un profumo a dir poco afrodisiaco.

Lei rimase immobile. Accipicchia non si aspettava una reazione del genere. Avrebbe dovuto farlo ingelosire più spesso. Ringrazi mentalmente Timothy, poi si voltò verso di lui, senza divincolarsi dalla stretta, che anzi ricambiò, baciandolo sulle labbra con una foga che Draco non avrebbe mai creduto possibile da quella ragazzina perfettina. Quando il contatto fu interrotto per riprendere fiato lei gli sorrise.

- Wow... certo che baci come un gigolo esperto... - lo punzecchiò lei.

Draco sembrò indispettirsi.

- Ehi... - le diede un buffetto sulla guancia - Cosa vorresti insinuare?

- Oh... nulla di che... pensavo che le ragazze farebbero a gara per stare con te... penso anche che PAGHEREBBERO GALEONI E GALEONI per passare un solo giorno insieme a te... - rispose lei vagamente, cominciando poi a fischiettare come nulla fosse.

Cosa diavolo gli stava nascondendo quella strega (in tutti i sensi)?

Draco si diede una grattatina alla testa, guardando la ragazza davanti a sé.

- E allora? A me loro non interessano... - affermò, chiedendosi se lo stava mettendo alla prova.

Lei sorrise raggiante, ma non era questo che voleva sapere, anche se le faceva piacere. Gli passò una mano tra i capelli dorati, sospirando.

- Sei così bello... fai sport quindi hai un fisico da urlo... potresti fare... che so... il modello... - buttò li, spianandosi la strada per arrivare pian piano a dirgli ciò che voleva lui sapesse.

Il biondo serpeverde sembrò rifletterci un momento.

- No... è decisamente troppo squallido come mestiere...

Gli occhi di Rachel si riempirono di lacrime.

- Oh... oh... certo... hai ragione... io come... come ho potuto pensare a... oh perdonami Draco, è solo che... no... non posso chiederti una cosa del genere... sarebbe scorretto... non è possibile...- girò sui tacchi e camminò verso l'uscita del sotterraneo, facendo finta di asciugarsi le lacrime. In realtà moriva dalla voglia di ridere.

Draco sgranò gli occhi e rimase immobile qualche secondo, finché non fu spintonato poco garbatamente. Suo cugino, sbucato dal nulla, l’aveva colpito ed era sparito nuovamente, come dissolto.

- Ares! Cretino che diavolo fai?! - voltò lo sguardo di scatto verso la corvonero - Rachel, aspetta!

Rachel affrettò il passo, facendo sentire distintamente alcune parole come "scusa!" o "che stupida" o ancora "perdonami, Draco". Il ragazzo le corse dietro fermandola nuovamente. Rachel nascose il sorrisino divertito e imitò la stessa espressione affranta di San quando le si toglieva il cibo davanti prima che finisse.

Esasperato le appoggiò le mani sulle spalle, quasi supplicandola di smetterla con quella sceneggiata.

- Vuoi spiegarmi cosa c'è che non va, al posto di mettere il turbo alle tue gambette Rachel?! - sospirò - Vuoi arrivare al dunque e dirmi di cosa hai bisogno?

Lei sorrise angelicamente, anche se Draco immaginò due cornini rossi sulla sua testa e un tridente rosso tra le sue mani.

- Tesoro mio... - disse appoggiando una mano sul petto di lui. -... parteciperesti ad una sfilata di... mhhh... beneficenza?- gli chiese lentamente, con una voce sensuale da far accapponare la pelle, passandogli le braccia intorno al collo e alzandosi sulle punte, in modo che i loro visi fossero a poca distanza l'uno dall'altro.

La pelle lattea dell'erede dei Malfoy iniziò ad assumere una tinta purpurea, mentre aumentava la distanza fra il suo viso e quello della ragazza, per poterla guardare negli occhi.

- Una sfilata che? - domandò temendo il peggio.

- Di beneficenza... - ripeté candidamente, il volto si avvicinava di nuovo pericolosamente a quello del biondo.

- Ah, sì va bene. Tanto sono ricco sfondato, posso darti qualunque cifra! - sorrise raggiante, pensando già alla prossima scusa da appioppare al padre.

Ancora non immaginava quale destino avesse in serbo per lui il fatto, perché non aveva connesso il discorso precedente della ragazza alla richiesta, troppo concentrato ad ammirarla. Sapeva solamente che, se si fosse avvicinata ancora un poco a lui, avrebbe assai faticato a tenere le mani al proprio posto.

Lei lo guardò interrogativa.

- Ma non voglio donazioni... voglio il tuo corpo sulla passerella, per venderti per un giorno a qualche studentessa disposta a pagare più di cinque galeoni.

Lui la guardò scandalizzato. Cos'era quella storia? E poi davvero pensava che lui valesse cinque miseri galeoni? Ne avrebbero dovuti pagare almeno cinque miliardi per averlo!

Draco scosse la testa più volte, tanto che il suo collo fece un crack sinistro, quasi si volesse staccare.

- Cosa?! Mi vuoi mettere all'asta come fossi un gigolo da quattro soldi?! Io non valgo cinque miseri galeoni!!! E poi non voglio di certo finire con qualche oca giuliva per un giorno interno, fossi matto! Magari poi con Pansy? Nemmeno voglio pensarci!

Gli occhi della ragazza si riempirono di nuovo di lacrime.

- Oh... oh certo.. .scusami... hai ragione, perdonami.... - disse abbracciandolo e tremando. Era una grande attrice, non c'era dubbio. Draco però sembrò crederle, e si schiaffeggiò mentalmente per averla fatta piangere. Odiava sentirla tremare tra le sue braccia.

La strinse forte, dandole un bacio fra i capelli.

- Dai Rachy... non piangere... se per te è tanto importante lo farò... ma solamente se la mia offerta parte dai cinque galeoni in su! - sorrise furbo.

Gli andava bene accontentarla, ma ogni cosa ha il suo prezzo. E lui valeva molto, oh ne era certo!

Lei alzò il viso, sorridendo soddisfatta. Lo allontanò e lo ringraziò con una veloce stretta di mano.

- Bene, allora facciamo da 10 in su se vuoi, ok? Ora devo andare, ti ringrazio. Timothy mi aspetta per studiare pozioni. Ci si becca in giro...

Si girò e se ne andò velocemente, lasciandolo a bocca asciutta.

- Dannazione... mi ha fregato su tutta la linea! - la maledì.

Girò sui tacchi, il viso in fiamme per la rabbia. Oh, questa di certo non gliel'avrebbe fatta passare liscia. Le sarebbe costato caro quell'affronto, estremamente caro!

 

***

 

Giunse in sala comune ignorando il "cretino" poco gentile rivoltogli dal cugino. Doveva assolutamente trovare quell'altrettanto cretino di Blaise Zabini, che gli doveva ancora dei soldi per una scommessa. Quest'ultima in questione era "Quanto tempo ci avrebbe messo Draco per ricascare ai piedi di Rachel". Aveva vinto lui, perché Zabini aveva puntato su "Non prima di sei mesi." Ora voleva i suoi soldi.

Fece per entrare nel dormitorio maschile quando si fermò attirato da una buffa scenetta.

Draco, per sua sfortuna, si era imbattuto nella Parkinson, la quale gli era saltata al collo iniziando ad emettere acuti urletti pronuncianti il suo nome. Rivolse uno sguardo ad Ares, che lo guardava sghignazzando. Idiota. Non poteva dargli una mano?!

- Ohhhh Drakie, Drachino... hai la pelle così morbida ahhhh! Che bello averti fra le mie braccia! - civettò la moretta, strusciando la sua guancia contro quella del bel biondino.

- PaAaAaAaAaAaAaAaNnSsY! Vuoi lasciarmi andaree?! Ares aiutami! Muoviti deficiente!

Il suo sguardo si incupì del tutto quando notò il figlio dei Lestrange fargli "ciao ciao" con la manina e avviarsi verso il dormitorio maschile. Ne era certo. Rachel ed Ares erano nati per mettergli i bastoni fra le ruote, ora ne era più certo che mai.

 

***

 

Per poco non subì infarto. Non appena si fu voltato, deciso a trovare Zabini e i suoi soldi, andò a sbattere contro un esile figura, sicuramente femminile. Maledì la ragazza mentalmente. Possibile che le serpeverdi dovessero sempre cercare di entrare nei dormitori maschili? Sì alzò da terra, pronto a dirgliene quattro, ma appena alzò il viso si impietrì.

- Oh.... oh... oh beh... oh ... - non fu capace di dire altro il ragazzo, avvampando alla vista della ragazza che ancora popolava i suoi sogni: San. Possibile dovesse incontrarla ovunque? Era sorpreso non l'avesse ancora incontrata in un bagno.

La ragazza si rialzò, spolverandosi la divisa. Prese a mordersi il labbro inferiore, abbassando lo sguardo da quello di Ares. Maledizione. Possibile che con tutte le persone che poteva incontrare, doveva vedere proprio lui? Lei doveva trovare Ryan, doveva metterlo al corrente dei dettagli della sfilata! Beh no... in un certo senso anche di Ares aveva bisogno... Se non gli avesse gentilmente proposto di partecipare, Rachel avrebbe fatto in modo di farla rimanere senza dolci per almeno un mese, una vera e propria tragedia! Tirò un sospiro, pensando a come avrebbe potuto chiederglielo. Di certo un "devi venire alla sfilata di Rachel, per aiutare Ryan e per non farmi togliere la mia razione giornaliera di dolci" non avrebbe mai funzionato.

Ares si diede una grattatina alla testa, completamente avvolto dall'imbarazzo. Perché ogni volta che la vedeva doveva diventare di pietra, immobile e duro come il marmo?

- A... llo... ra... ehm... - non riuscì ad aggiungere altro. La osservò sperando lei non se ne accorgesse (anche se non la faceva così scema). Il corpicino era avvolto nella divisa nera con lo stemma verde, ma poté vedere chiaramente che sotto la tunica non portava i vestiti abituali delle studentesse, ossia gonna nera, camicia bianca e pullover nero, bensì indossava un paio di jeans. Immaginò di vederla con quella magliettina nera che le aveva visto spesso, avvitata e abbastanza scollata. Dio, perché non poteva più vederla così? Oltre a mancarle lei, mentalmente e psicologicamente, gli mancava anche fisicamente. Non l'aveva mai avuta davvero, eppure sentiva nel profondo del suo cuore che c'era stato qualcosa tra di loro, che andava oltre un semplice bacio, non riusciva a ricordare quando questo fosse avvenuto, ma si fidava del suo istinto.

- Senti Ares... - prese il coraggio - Avrei una domanda da porti. Non ci parliamo da quell'ultima nostra discussione e mi sembra veramente da stronza chiederti ciò, come prima cosa, ma è veramente importante.

Sentì lo sguardo curioso di lui cercare il suo. No, non ce la faceva a guardarlo in faccia. Dopo quello che gli aveva fatto passare si sentiva troppo viscida nei suoi riguardi. Sembrava veramente lo usasse solo per i suoi comodi e questo non le andava giù. In quel tempo che era stata da sola, che aveva cambiato compagnia insomma, aveva riflettuto molto, soprattutto su di lei ed Ares. Si era domandata cosa fosse realmente per lei ed era arrivata ad un'unica conclusione: una persona importante. L'unica risposta che ancora le sfuggiva era il perché lei sembrasse rifiutarlo ogni volta, perché finisse solo per farlo soffrire ed usarlo. Non lo capiva. Non l'aveva capito in passato, nel presente e forse mai l'avrebbe capito. Non voleva ciò, non lo voleva affatto, ma il suo schifoso orgoglio da serpeverde la faceva agire così. Aveva voglia di abbracciarlo? Bene, ma cosa finiva per fare? Mandarlo al diavolo. Una cosa incomprensibile.

Le si avvicinò di qualche passo, pregando che lei non arretrasse.

- Per me l'importante è che tu mi stia rivolgendo la parola... anche se non è per qualcosa che riguarda noi, ma per qualcosa di cui hai bisogno tu... a me va bene... purché possa parlarti.

- Rachel ha organizzato una sfilata di beneficenza... stiamo raccogliendo ragazzi carini che facciano da modelli...  - si tappò immediatamente la bocca.

Era stupida o cosa? Ragazzi carini?! Non poteva dire semplicemente ragazzi che hanno successo con le donne?!

Lui ci mise qualche secondo per connettere il cervello. Raccoglievano ragazzi carini? E lui era un ragazzo carino da raccogliere? Fico!

- Ok, ci sto.

San lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.

- Ci stai? - lo guardò quasi un po' delusa - Ero convinta di doverti pregare in ginocchio per fartelo fare... vabbé, meglio così.

Prese dalla tasca del mantello una pergamena e fece un visto vicino al nome di Ares.

- Perfetto, gli incassi saliranno alle stelle di questo passo. - sorrise radiosa - Bene, ti faremo sapere per i dettagli.

Lui annuì.

- Ci sto... ad una sola condizione. - disse improvvisamente, come se una lampadina si fosse appena accesa sulla sua testa.

"Lo sapevo... era troppo facile... " - pensò - E quale sarebbe?

Aveva timore di sapere qual'era e se la prospettiva era quella, la situazione si metteva veramente male.

Ares la osservò un attimo, divertito.

- Rilassati, sei così rigida... non è niente di che, non crederai mica che ti chieda un appuntamento o cose simili? Tu sei fidanzata, non sei più affare che mi riguarda... - disse con una risatina. - Devi solo promettermi che verrai sempre tu ad aggiornarmi sugli sviluppi della faccenda.

- Ah... eh... se ci tieni... e comunque non siamo fidanzati, ci frequentiamo solamente... non è una storia seria...

L'aveva fatto di nuovo. Non poteva chiudere quella boccaccia che si ritrovava ed andarsene? Non erano fatti di Ares il rapporto fra lei e Ryan! In fin dei conti lei non era più affare che gli riguardava, come aveva appena affermato e a lei di lui non importava in questo senso. Già... allora perchè sentiva una dolorosa stretta allo stomaco?

Lui le posò una mano sulla testa con fare affettuoso.

- Dai San. Non agitarti. Non è con me che devi giustificarti. Beh, ora cerco Blaise... ci si becca... - la sorpassò e si avviò nuovamente verso l'uscita della sala comune verde-argento, una volta appurato che Zabini non fosse lì.

La ragazza lo seguì con lo sguardo finché non uscì dalla sua visuale. Sospirò, notando in lontananza quello che avrebbe dovuto essere il suo ragazzo. No, in quel momento proprio non aveva voglia di vederlo, aveva bisogno di Rachel.

 

Fine capitolo 32

 

 

Accidenti! Ben quattro recensioni per questo capitolo! :D Che bello! Behhhh come al solito ringraziamo tutti i lettori, alias chi ci segue e bla bla bla! Ghgh! Vabbè, siamo fuse, passiamo ai ringraziamenti singoli che è meglio!

 

 

Gea_Kristh: Ecco a te il continuo di questa strampalata idea! Ma, purtroppo per te, per realizzarla ci vorranno ancora un po’ di capitoli! :D

 

Elie_chan92: Grazie dei complimenti! Per San ed Ares… beh, ormai sono un caso perso! Ma chissà mai in futuro come svolgeremo la situazione… magari decadrà del tutto o migliorerà incredibilmente! Non si sa mai cosa ci passa per la testa!

 

Ninphadora: Accidenti, allora si vede che ci tocca aggiornare più in fretta! Purtroppo molto spesso non è fattibile per via di impegni personali, ma vedremo di fare il possibile! Per Allie e Ginny… possiamo solo dirti: continua a leggere! Sarebbe peccato rivelare cosa accadrà in futuro, altrimenti che gusto c’è a leggere un capitolo, se già si conosce il contenuto? :DD Siamo spiacenti di avvisarti, però, che Endless Love è quasi giunto alla conclusione. Non sappiamo per quanti capitoli andrà ancora avanti la storia, per via dei vari dettagli dei contesti, ma sappiamo già l’idea base di  come arrivare al termine. Abbiamo notato, però, che ci stai seguendo anche con Truly Madly Deeply. Non sarà la stessa cosa, ma speriamo di riuscirti ad appassionare realmente anche con quella storia! Riguardo alle fic di Harry Potter, per il momento, non ne abbiamo in progetto nessuna… ma non si sa mai cosa prevede il futuro!

 

MakiChank: Sei riuscita a leggerla tutta in tre giorni? Complimenti! Ci ha fatto molto piacere! :] Mhhh… i personaggi… riguardo San cade nel superfluo perché nemmeno lei, alla fine, sa cosa vuole e con la perdita di memoria è peggiorato il tutto. Riguardo a Rachel, invece, a pensare alla situazione in cui si trova troviamo normale sia diventata anche un po’ piagnona. In un universo parallelo, con un figlio della sua stessa età, problemi con entrambe le sue gemelle e pure con Draco… cosa può esserci di peggio? Per il piccolo nick, invece, non sappiamo risponderti. Come detto in precedenza a Ninphadora non siamo ancora consapevoli di quanti capitoli mancano alla fine della vicenda, quindi nemmeno di quando riapparirà piccolo.

 

Al prossimo chappo gente!

San&Rachel Dickinson

 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 33 - Un ballo per altre verità ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Capitolo 33 – Un ballo per altre verità

 

 

I

l ballo del ceppo. Vestiti, accessori, tanta musica, un cavaliere, divertimento... questo normalmente doveva essere. Per Rachel e San, invece, no. Avevano entrambe un cavaliere, ma quella sera avrebbero dovuto pubblicizzare l'avvenimento della sfilata. Le due gemelle, ancora in divisa, si erano ritrovate per discutere gli ultimi dettagli. Avevano appena finito di appendere volantini per tutta la sala e, ora, si stavano organizzando come dividersi, per non finire a chiedere dieci volte la stessa cosa alla stessa persona.

- E con questo credo sia tutto... - disse Rachel sospirando, scrivendo l'ultimo appunto sulla cartelletta che ormai portava dietro da giorni, e che era piena di geroglifici di idee scritte in tutta fretta, e che nessuno riusciva a tradurre eccetto lei.

San, dal canto suo, ripassò velocemente con uno sguardo la lista dei ragazzi che avrebbero partecipato.

- Direi che con Draco e Ares gli incassi saliranno alle stelle. Anche senza bisogno degli altri ragazzi, probabilmente riusciremmo a tirar dentro la cifra che ci serve solo con loro due. Le ragazze serpeverde sono tutte in fermento... ti assicuro che entrare nella mia stanza è impossibile, tutte mi chiedono di far sì che uno dei due capiti fra le loro mani!

- Rachel annuì. - Le corvonero non sono da meno... non sono mica perfettine come le grifondoro o le tassorosso... certo sono secchione... ma alcune sono davvero pessime... prendi Cho Chang come esempio... l'unica che sembra non essere interessata è Luna Lovegood. - spiegò guardandosi intorno in cerca di qualche bel ragazzo o bella ragazza da far partecipare all'asta.

- Immagino... sarà dura, ma speriamo di risolvere il problema. - chiuse il discorso mettendosi la pergamena in tasca - Peccato non potersi godere il ballo però... siamo destinate a lavorare sia stasera che alla sfilata! Che palla!

Si passò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sospirando triste. Non le sarebbe dispiaciuto approfittare della serata per distrarsi un poco.

Rachel fece spallucce.

- Non preoccuparti... avrai tutta la sera dell'asta per indossare il tuo megagalattico vestito. - disse sghignazzando. E certo, quel mirabolante vestito l'aveva fatto lei stessa, non poteva che essere megagalattico. Dopotutto Rachel avrebbe voluto diventare una stilista da grande. - Non vedo l'ora che Are... ehm... ehm...coff... cough... ti vedano tutti...- si schiarì un po' la voce, prendendo poi a fischiettare.

San la guardò un po' triste.

- Non capisco perché vuoi ostinarti a farmi attirare l'attenzione... è una cosa che preferirei evitare.

Sospirò. Se Ryan l'avesse vista con un vestito simile avrebbe di nuovo tentato di allungare le mani su di lei e questo non le andava giù. Già una volta, che indossava una maglietta un poco scollata, c'era mancato poco le toccasse spudoratamente il seno. Si era preso un pugno così forte che era finito per due giorni in infermeria!

Rachel le scoccò uno sguardo dardeggiante. - Ciò che posso o non posso fare non sei tu a deciderlo... mentre ciò che tu devi fare lo decido IO! Quindi ora muoviti, vai ad appendere questi volantini nella tua sala comune... - disse porgendole una pila pesantissima di volantini sbucata dal nulla.

- Sorella dittatrice, la mia vita la decido io! - le fece una linguaccia, e iniziò a correre a più non posso nella direzione indicata da Rachel, ridendo come ormai non faceva da tempo.

Rachel si diede una grattatina alla testa. Cosa cavolo aveva da ridere? Come faceva a ridere nella situazione in cui si trovava con Ares? Lei non ci trovava proprio nulla di cui gioire.

San era innamorata di Ares, non voleva ammetterlo, così faceva soffrire lui e si ricopriva di una maschera lei...

- Perché cavolo ride???- si chiese ad alta voce. Improvvisamente sentì una pacca sulla spalla. Si voltò. - Ah... eri solo tu Ares.. ARES? COSA CI FAI QUI? TU DOVEVI ESSERE NELLA VOSTRA SALA COMUNE... TI STA ASPETTANDO... OH NO... MUOVITI!!!- disse dandogli un calcio dolorante sul sedere.

Il ragazzo la guardò confuso, non capendo cosa intendesse la bruna. Sala comune? Aspettando? Chi? Tirò una ciocca di capelli alla ragazza, sorridendo ebete. Proprio non capiva cosa intendesse.

Due lacrimoni di rabbia si formarono ai bordi degli occhi smeraldini di Rachel.

- VAI IN SALA COMUNE... TI PREGOOO...- disse con il labbro inferiore tremulo.

Una lampadina sembrò accendersi nella testa di Ares.

- Ah, ma se avevi bisogno ti chiamassi Draco potevi dirmelo prima. Comunque è in sala grande, non in sala comune!

Quello era il colmo!

La brunetta alzò la mano destra, gli fece capire visibilmente che era aperta, con ogni dita lontana dall'altra e sorrise frustrata. Caricò più forza possibile nel braccio alzato e partì come un fulmine, colpendolo in pieno viso con meno delicatezza possibile. Il ragazzo girò la testa con un forte bruciore improvviso alla guancia, e si voltò dall'altra parte così velocemente che si fece anche male al collo. Ci mise qualche secondo per incamerare ciò che era successo, poi si voltò verso di lei e la guardò, stralunato.

Gli occhi si riempirono di lacrimucce, mentre il viso gli si contorceva in una strana smorfia di dolore.

- Rachel... sei una strega... che ho fatto di male per prendermi una sberla simile? Sniff... sniff... - piagnucolò tenendosi la guancia. - Sei cattivaAaAaAaAaAaAa!!!

Lei si passò una mano tra i capelli, cercando di calmarsi. Ok, non era il momento di perdere il controllo. Lo guardò truce e digrignò i denti.

- VAI-SUBITO-IN-SALA-COMUNE-SERPEVERDEEEEE....- disse infine con una specie di sibilo finale che lo fece rabbrividire.

Ares, dopo aver assunto lo sguardo colpevole, come quello di un cane quando fa la pipì sul tappeto, si iniziò a dirigere a passo di lumaca in direzione della sala della sua casa. Si voltò solo due millesimi di secondo per guardare ancora la ragazza.

- Rachel, non è che hai le tue cose?

La ragazza si pietrificò, ma subito dopo si sciolse e divenne di tutti i colori.

- COME TI PERMETTI, IMBECILLE? MUOVITI, SPARISCI DALLA MIA VISTA, BRUTTO DISGRAZIATO, PRIMA CHE TI AMMAZZI!!!- disse cercando furiosamente la sua bacchetta in una tasca del mantello.Ares se ne accorse, si spaventò e corse via. Rachel poté giurare di aver sentito un distinto "Caì caì" mentre il ragazzo correva via.

 

***

 

Nella sala le prime coppie già iniziavano a ballare ed Harry teneva orgogliosamente a braccetto la sua dama. Quel giorno era riuscito a fare pace con Ginny, perlomeno all'evidenza. Aveva tentato di parlarle, farle dire cosa ne pensava del rapporto che c'era fra di loro, ma nulla. Alla fine la piccola dei Weasley lo aveva abbracciato, mentre tenere lacrime le rigavano il viso. Un "ti amo" aveva detto e l'aveva baciato. Sorrise, ricordando l'avvenimento. Non aveva risolto del tutto i problemi fra di loro, ma perlomeno ora era sicuro che non lo odiasse. Notò in fondo alla sala Hermione e Ron, che già litigavamo. Fece spallucce e condusse la sua dama in direzione dei due amici. Si prospettava una serata movimentata, anche perché Allie, nascosta fra la folla, non levava loro gli occhi di dosso, pronta a riprendersi la rossa.

 

***

 

Tappezzò l'intera sala comune di volantini pubblicizzanti l'asta e i nomi dei ragazzi e delle ragazze che avrebbero partecipato. La serata si sarebbe svolta in modo elegante, come desiderava Rachel. Grazie al permesso dello zio Albus avevano potuto fare le cose in grande e la gemella dai capelli lunghi aveva richiesto esplicitamente smoking per i ragazzi e vestito elegante per le donzelle. Sarebbe stato sicuramente un successone. Così avrebbero aiutato Ryan, e lei avrebbe potuto finalmente lasciarlo senza il rimorso di averlo abbandonato al suo destino. Guardò la lunga pila di volantini ancora da attaccare nelle camere da letto. Lo avrebbe fatto l'indomani mattina, Rachel non l'avrebbe mai saputo (forse). Si voltò bruscamente, volantini in mano, per portarli in camera da letto e nasconderli quando... una pioggia di pergamene riempì l'intera sala. Aprì gli occhi, chiedendosi come mai ancora non aveva toccato il pavimento, quando notò due forti braccia sostenere la sua quasi rovinosa caduta. Il ragazzo aveva un volantino in testa, che gli copriva a metà il viso, ma non poté non riconoscerlo.

Il suo cuore stranamente saltò un battito e le pupille le si dilatarono. Il respiro affannato e irregolare e le mani cominciavano a sudare furiosamente. Ma lei non diede peso più di tanto a questi "sintomi", definendolo nella sua mente un semplice alzamento improvviso di temperatura corporea. Piuttosto si allontanò velocemente da Ares, che le aveva appena impedito di farsi molto male in una rovinosa caduta contro lo spigolo di un tavolo. Doveva ringraziarlo, ora? Bene, adesso era anche in debito con lui.

- Stai bene?- chiese lui, visibilmente preoccupato.

- Ah... io... sì, grazie... - rispose, sentendosi avvampare.

Si lasciò scappare una risata, nell'osservare il ragazzo. Le aveva domandato con voce così seria se stava bene, ma con quella pergamena in testa il tutto risultava un ridicolo miscuglio. Si alzò in punta di piedi per raggiungerlo e levarlo dalla testa del ragazzo.

- Oh... quella... si... ops... - disse lui lasciando che le sue gote si tingessero di un rosso acceso, senza far nulla per nasconderlo. Ultimamente Ares era così freddo. Che fosse imbarazzato o in vena di scherzare, triste o arrabbiato, aveva sempre la stessa espressione. Certo il suo corpo lasciava trasparire il suo stato d'animo, facendolo sudare o arrossire, ma ciò non cambiava nulla. Lui non si comportava più in modo naturale con lei.

Lo sguardo di San tornò ad incupirsi. Già... sempre la stessa espressione... Una volta viveva con il sorriso stampato sulle labbra, ora al massimo faceva qualche piccola smorfia, che doveva assomigliarci.

- Come mai sei ancora in divisa? Non partecipi al ballo? - era una domanda che le era balenata così, come un lampo. Forse sbagliava a fare conversazione con lui, visto che logicamente la stava respingendo con tutte le sue forze, ma... forse in qualche modo avrebbe potuto vederlo ridere ancora una volta. Anche solo una...

Lui scosse il capo.

- No... molte ragazze mi hanno chiesto di partecipare con loro, ma non ne avevo proprio voglia... tutta quella confusione... preferisco andare a dormire presto, tutto qui... - spiegò inginocchiandosi e cominciando a raccogliere i fogli caduti alla ragazza.

- Ah... lascia stare, faccio io... è colpa mia! - lo precedette, raccogliendo un volantino che stava per prendere lui - Forse non sono la persona più giusta per dirtelo... ma secondo me dovresti svagarti un po'... sei... così strano...

Lasciò che la sua mano si posasse su una guancia di Ares, scivolando un pochino per formare una carezza.

L'espressione di lui non cambiò. Allontanò come nulla fosse il viso dalla mano di lei e riprese a raccogliere i fogli. Una volta terminato di impilarli, dopo dieci minuti buoni di silenzio tra i due, glieli porse e la guardò con durezza.

- No, infatti... non sei la persona giusta per dirmelo.

L'espressione del viso di San tornò fredda, anche se al contempo celava tristezza. Se l'avessero trafitta con una stalattite di ghiaccio, sicuramente le avrebbe fatto meno male. Ma non poteva lamentarsi, questo mai. Non ne aveva diritto.

- Pensala come vuoi, io ci tenevo a dirtelo. Buona serata e grazie dell'aiuto! - fece per voltarsi ed andarsene, quando si rigirò verso di lui e gli porse un volantino - Ah, dimenticavo. Leggi attentamente questo, avrai quasi tutti i dettagli della manifestazione. Se hai ancora qualche dubbio fammelo sapere e vedrò di chiarirtelo.

L'espressione si mascherò di una finta gentilezza e le sorrise.

- Ti ringrazio. Ci si becca in giro, eh?- disse mentre si girava e si dirigeva ai dormitori maschili serpeverde. Frenò l'impulso di correre via. Era così doloroso parlare con la piccola San. Troppo, troppo doloroso. Così tanto da morirne quasi ogni volta.

La ragazza non si mosse di lì, finché la figura di lui non sparì all'interno della sua stanza. Tirò un sospiro di sollievo, maledicendosi come ormai era sua consuetudine fare. No, non andava così. Ares, colui che giocava a fare lo scemo in persona, non poteva andare in giro come fosse uno zombie.

- Si rivedrà anche lui... era una tua particolarità troppo bella ed importante.

Voleva rivedere il suo sorriso, ormai se l'era posta come obiettivo, e non avrebbe mai ceduto al proposito.

Non le passò per la mente, neanche per un istante, la domanda sul perché si preoccupasse tanto per lui. Ciò che contava in quel momento era solo riportare Ares al suo antico splendore. Non provò neanche ad ammettere la possibilità che potesse provare qualcosa per lui. Lei voleva rivedere quel sorriso che la faceva stare bene. E basta.

 

***

 

Rachel era già in sala grande a saltellare qua e là con una pila enorme di fogli in mano. Certi ragazzi avevano provato a pizzicarle il sedere e ad invitarla a ballare, ma lei era così fulminea che nemmeno se ne rendeva conto, o meglio, nemmeno riuscivano ad attuare i loro obiettivi. Aveva il cervello in fumo, completamente. Le cose che aveva per la testa erano veramente troppe. Riuscì a farle fare una pausa solamente San, che la travolse letteralmente, facendola quasi cadere a terra.

- Rachel! Ho bisogno di te, non posso spiegarti i dettagli, ma... ecco... ho bisogno di te! Non so nemmeno per cosa precisamente, a dire il vero... - notò portandosi una mano al mento, con fare pensante.

Rachel la guardò sospirando. - Dimmi... - disse in preda alla tristezza più acuta. Osservò le ragazze in giro per la sala, tutte vestite con abiti principeschi, gioielli luccicanti e pettinature impossibili. E lei invece aveva i capelli scompigliati e indossava una normale gonna di jeans con una camicia bianca. Non era giusto...

Ma ora ciò che più la interessava, comunque, era sapere cosa era successo tra la sorella e Ares. Perché era logico che qualcosa fosse successo.

San sorrise, osservando la sorella guardarsi intorno e confrontarsi in silenzio con le altre ragazze.

- Perché non lasci continuare me e non stai un po' con Draco? Se continui a sfuggirgli in questo modo te lo ruberanno! -

Le diede una piccola spinta, in direzione del bel serpeverde che non aveva smesso per un momento di guardare la gemella dai capelli lunghi.

Rachel lo guardò con gli occhietti sbrilluccicosi, ma poi cambiò idea. Scosse la testa, ritornando sulla terra, e si voltò verso la sorella.

- Cosa è successo con Ares?

- Ne possiamo parlare dopo, non c'è fretta... su va... ancora un po' che lo fai aspettare e quel povero ragazzo subirà un collasso!

Le prese i volantini che le rimanevano in mano e la incitò nuovamente ad andare dal ragazzo. Ora era più importante sua sorella, al suo obiettivo. Di sicuro non poteva raggiungerlo quella sera, quindi perché non lasciar svagare per una volta Rachel?

Rachel era quasi commossa. Sua sorella... la sua sorellina... era così buona da quando avevano fatto la pace.

Prima di arrivare da Draco lo guardò. Si, era decisa. Sapeva bene di essere bella, e come lei anche le sue sorelle. Ma Allie era troppo magra, quasi anoressica, e di conseguenza sciapita. Se lei stessa non si preparava, San era in assoluto la più bella della scuola, soprattutto dal periodo in cui aveva cominciato a vestirsi più nello stile delle sorelle, copiando soprattutto Allie, e abbandonando quello stile casual/punk. Il ragionamento filava. L'unico modo per far svegliare Ares e San era rendere il primo geloso. E quale modo migliore che una bella serata dove tutti gli occhi erano puntati addosso a San? Dopotutto il vestito adatto c'era, lei era bellissima, e se l'avesse truccata Rachel sarebbe stata divina.

Arrivò accanto a Draco e sorrise.

- A te piaccio anche se non mi vesto come le altre ragazze che vedi qui, ora, in sala, vero?- chiese dolcemente. Draco non capì il senso della domanda, ma annuì sorridendole. Rachel allora decise che il vestito che aveva comprato per la sera dell'asta, poteva rimanere appeso nell'armadio ancora per un bel po', perché lei non l'avrebbe indossato. La sera del sei Gennaio tutta Hogwarts sarebbe stata solo ai piedi di San. Era ciò che serviva per dare una mossa a quei due eterni indecisi.

Decise di lasciarsi cullare fra le braccia del suo amato serpeverde, inebriandosi del dolce profumo che emanava. Quanto le era mancato in quei giorni. Era così presa da tutto quel lavoro che aveva dimenticato la cosa più importante di tutte: se stessa. Il ragazzo le passò una mano fra i capelli, dandole un bacio sulla fronte.

- Che tu sia truccata, al naturale... che tu sia vestita con un abito da regina o degli stracci... ai miei occhi sarai sempre la più bella Rachel...

Si abbassò un poco, fino ad arrivare alle morbide labbra della ragazza ed unirle con le proprie. Quando gli era mancato quel dolce sapore, quanto gli era mancata lei.

Da lontano, intanto, San guardava la scena soddisfatta. Bene. E ora con chi doveva parlarne di Ares? Perché sicuramente non avrebbe riavuto Rachel prima della fine del ballo, ma lei era stanca e presto sarebbe andata a dormire. Forse avrebbe potuto parlarne con Allie? Era da tanto che non si parlavano. Sembrava quasi che la stessero escludendo. Eppure un tempo erano sempre tutte e tre insieme... cosa stava succedendo?

Notò la sorella guardare poco convinta Harry e Ginny, che danzavano allegramente accanto a Ron ed Hermione, che pensavano solamente a pomiciare per far pace. Le si avvicinò da dietro, facendole un piccolo "buh" che la fece spaventare non poco.

- Scusa Allie, non volevo spaventarti. Perchè non cerchi qualche bel cavaliere, che guardare interrottamente quei due? Il fortunato in questione ne sarebbe decisamente felice!

Allie abbassò lo sguardo.

- Ares... mi ha rifiutata... non ha voluto... accompagnarmi... eppure era solo... perché non ha voluto venire con me?- chiese con voce leggermente tremante.

San sentì un tuffo al cuore. Giusto... ad Allie piaceva Ares, se n'era praticamente scordata. Si guardò un attimo intorno, notando alcuni ragazzi rivolti verso di loro.

- Ares? Pfui... ha rifiutato tutte lui, ha riferito che preferiva una serata a dormire! Lo sai che è una larva assurda! - tentò di scherzarci sopra - Guarda piuttosto quei ragazzi là, continuano a fissarti! Perchè non tenti con uno di loro? Sono carini...

Allie non guardò neanche nel punto indicatole dalla sorella.

- Venendo in Inghilterra ho perso Francois... anche se l'avevo comunque perso prima, visto che aveva preferito te... ma bada, San... stavolta vincerò io... Ares non sarà mai tuo, perché tu sei cattiva e non lo meriti!- spiegò pacatamente, con un falso sorriso dipinto sul volto. La gemella con le trecce stava dimostrando appieno quanto odiasse sua sorella. Improvvisamente smise di sorridere e la guardò piena di disgusto. - E comunque è inutile che continui ad imitare Rachel, vestendoti come lei, tutta confettosa. Tu non sarai mai lei. Hai capito? MAI!

Lo sguardo di San si fece cupo. Che diavolo le era preso ora ad Allie? Non aveva senso... Non poteva andarle contro in questa maniera... o forse... le tornarono in mente le parole di Ares, l'ultima volta che avevano parlato per davvero. Lui le aveva detto che aveva sentito Allie la odiasse. Allora era vero...

Non sentendo arrivare alcuna risposta, Allie girò sui tacchi e si allontanò, lasciandola sola con il tarlo del dubbio.

San era disorientata, non sapeva cosa fare, né come comportarsi. Sapeva solo che Allie aveva ragione, lei non poteva stare con Ares, non ne era all'altezza.

Tuttavia non voleva più ammettere quel pensiero. Perché lei voleva stare con Ares, era la verità più pura e più semplice che esistesse.

 

 

Fine capitolo 33

 

 

Ciaaaooo siamo tornate ^___^ Ci aspettavate? (No -.- ndVoi) (Che cosa crudele ç.ç ndRachel) (Cretina, smettila, mi metti in imbarazzo... basta, io non ti conosco... ndSan_che_si_allontana_da_Rachel)

 

Dunque, non abbiamo molto tempo, ma come sempre ringraziamo tutti quelli che hanno letto, e dei ringraziamenti speciali vanno a coloro che ci hanno voluto lasciare un loro piccolo parere. Ormai l'abbiamo ripetuto mille volte, ma non ci stancheremo mai di dirlo: grazie a voi che ci consigliate, o ci dite se qualcosa non va, o vi complimentate con noi, etc, riusciamo a trovare la forza necessaria a portare avanti questa storia, ormai aperta da un anno, e giunta quasi al suo termine. Cosa accadrà al gruppo? Riusciranno a tornare nella loro realtà? Restate con noi e lo scoprirete ^^ (Ormai è questione di pochissimi capitoli ^^ ndRachel)

 

MakiChank: In tre giorni l'hai letta tutta, prima serie compresa? Sei un mostro o.o Hai avuto il coraggio di leggere 26 capitoli di quella più 32 di questa il prologo di questa, in soli tre giorni? Non offenderti, è detto con simpatia, ma tu non sei molto normale XD Però il tuo entusiasmo ci infonde molta buona volontà. Cecio? Uahah noi diciamo gnocco, ma non è che cambi molto, il concetto rimane quello!!! E' vero San si lascia trasportare troppo dal suo orgoglio... ma come vedrai già da questo capitolo, le cose cominciano a mutare nel suo cuore... si vedrà... E' vero, Rachel piange troppo, ma che ci vuoi fare, è una persona sensibile, e si è trovata (e tutt'ora si trova) in una situazione piuttosto difficile... forse un po' tutte noi avremmo reagito come lei, non credi? La sua vita per un periodo è diventata impossibile, dopotutto. E' vero, Dominick é il migliore ^^ anche noi speriamo di poterlo rivedere presto in baby-version, era così cucciolotto, non credi?^^ Continua a seguirci.

 

elie_chan92: E' vero >O< Allie è insopportabile >.< Abbasso Alliiieeee buuuhhh.... Ok, basta fare le sceme, un po' di contegno, su su... E' vero, la speranza è l'ultima a morire, e già da questo capitolo i tuoi sforzi nello sperare che le cose migliorino magari cominceranno ad essere ricompensati anche se un minimo, x ora... Speriamo finisca bene, eh? Ormai la storia ci è totalmente sfuggita di mano, neache noi sappiamo più dove andrà a finire ahah =D

 

Ninphadora: Di nuovo qui? Ci incontriamo sempre noi, eh? XD Come già nelle risposte ai commenti di Truly (nel capitolo 19) abbiamo detto, possiamo considerarci amiche XDDD Le Dickinson sono un mito, vero? vero? :D Modestamente XD Riguardo San, ti rimandiamo alla risposta data a MakiChank, è vero è caduta nel ripetitivo, ma dopotutto è un'orgogliosa serpeverde, no??? Povero Ares, non vorremmo essere neanche noi al posto suo...

 

DianaBlack: Ci fa piacere che continui a seguirci ^o^ Ormai il nostro stile si può dire che è consolidato, e ci rende contente il fatto che piaccia a qualcuno. Continua a seguirci sempre come ora, perchè ci fa davvero tanto, tanto piacere avere tuoi pareri ^o^

 

Al prossimo chappo!

San&Rachel Dickinson

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 34 - La sfilata ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

Capitolo 34 – La Sfilata

 

R

achel trotterellava allegra per tutto il castello, mettendo a punto gli ultimi preparativi della sfilata. Ormai era giunto il giorno del grande avvenimento e lei era in piedi già dalle sei del mattino per far sì che il tutto fosse perfetto. Quel giorno non sarebbe dovuto andare storto niente. Erano circa le nove ed entrò in sala grande per fare colazione, dopo tre ore di lavoro ininterrotto. San la guardò arrivare, finalmente, e si meravigliò di quanto fosse puntigliosa sua sorella. Lo aveva sempre saputo, ma con quella sfilata aveva superato ogni sua immaginazione.

- Buongiorno!- canticchiò tutta contenta la gemella dai capelli lunghi, sedendosi accanto a Draco al tavolo serpeverde, tra lui e San.

Un grugnito si levò dal biondo, che si cacciò un biscotto in bocca, dopo averle dato un bacio a fior di labbra.

- Penso fosse inteso come buongiorno... - ridacchiò San.

Amava troppo stuzzicare Draco, era uno dei suoi passatempi preferiti.

- Tu pensi troppo, per i miei gusti!

Rachel sorrise. - Beh... magari pensa troppo per compensare il fatto che il suo Ryan non pensa mai!!!- continuò canticchiando, mentre addentava una fetta di torta al cioccolato, il suo dolce preferito dopo i biscotti al cioccolato che cucinava lei stessa.

- Non è il mio Ryan... smettila... - le fece notare la gemella, assai contrariata.

Non gliene importava nulla di quel maniaco... o, perlomeno, non nel senso che intendeva Rachel. Ci era stata assieme, era vero, ma non era una storia seria. Era più che altro lui a spingerla a dire che erano fidanzati.

- Ma ccoooomeee? Se lui non fa altro che andare su e giù per la scuola a dire che state insieme? - chiese Rachel in tono soave. San sentì l'impulso irrefrenabile di darle un pugno sul naso, ma si bloccò.

- Lui, appunto! Non io, lui! LUI! È un tocco di gnocco, ma se non come amico non mi importa di lui, è troppo maniaco! - fermò improvvisamente il suo sclero, indicando un ragazzo biondo che si stava avvicinando - Rachy, guarda, sta arrivando Dominick. È un bel po' che non vi vedo insieme... hai litigato anche con lui o era troppo impegnato a sbavare dietro a Catelyn?

Rachel fece spallucce. - In realtà mi ha aiutato molto a cercare candidati per la sfilata.... è un bambino così dolce... - disse guardandolo sognante.

Una gocciolina si formò dietro la testa di San. Bambino? Ehm... aveva qualcosa da ridire in proposito. E a quanto pareva anche Draco aveva qualcosa da ridire.

- Ti sei accorta che hai appena chiamato bambino uno della tua età? E poi perchè passi tutto questo con lui, quando invece potresti dedicarti a me? - le fece notare, passandole un braccio intorno alla vita e tirandola più vicina a sé.

Di rimando Rachel gli pizzicò la mano, che lui prontamente ritirò, irritato.

- Mi danno fastidio queste effusioni in pubblico. Le ragazze che lo fanno le classifico come poco serie, e non ho voglia di essere classificata anche io così.. - disse lanciandogli un occhiata fredda con i suoi occhioni color smeraldo. Si alzò e si avviò verso Dominick, prendendolo a braccetto e portandoselo via. I due presero a parlare fitto, fitto e una venuzza cominciò a pulsare nella tempia destra di Malfoy. San sorrise nervosamente. Si prevedeva una luuuuunga giornata.

 

***

 

Allie, che gironzolava per il castello affiancata da Ginny, era alla ricerca di Ares. Aveva tutte quante le intenzioni di comprarlo alla sfilata della serata, per strapparlo alla sorella, e voleva già iniziare a lavorarselo per il futuro appuntamento che avrebbero avuto. Ma ancora non sapeva del piano che aveva elaborato il famigerato trio. Harry doveva assolutamente stare il più possibile con Ginny, evitando stesse con la gemella dalle lunghe trecce e Ron doveva assolutamente vincere quest'ultima, in modo che lui ed Hermione le potessero parlare. Si prospettava un piano complicato, dato che Allie si sarebbe ribellata in tutte le maniere, ma doveva funzionare assolutamente, quella storia durava da troppo tempo.

 

***

 

- Allora è tutto pronto per questa sera? Se avete chiarimenti da chiedere, fatelo subito, dopo non ci sarà tempo... - disse Hermione con enfasi, come se quella sera sarebbero arrivate le risposte di tutti i quesiti che si era posta negli ultimi quattro mesi.

- No, dovrebbe essere tutto chiaro... Cioè... io devo vincere quella racchia di Allie ed Harry mia sorella... più chiaro di così...

Una gocciolina si formò sulla testa di Harry, che lo guardò divertito.

- Veramente intendeva se era chiaro come raggirare Allie su tutta la linea...

Ron aprì la bocca come un baccalà, ma non disse nulla. Hermione posò una mano sotto il suo mento e glielo spinse in su. - Meglio non far prendere troppa aria al tuo cervello già ammuffito. - disse scoppiando a ridere insieme al moro.

Il rosso mise il muso, che solamente un bacetto di Hermione riuscì a farlo togliere. Possibile che tutti lo prendessero sempre per stupido? Non era giusto... era solamente un po' ingenuo, non idiota al cubo.

- Però non vale... subirmi Allie per un giorno intero sarà tremendo... spero che il tuo piano vada veramente in porto, Herm... altrimenti mi fucilo! Io un'altra giornata con quella strega non la passo!

Hermione sorrise. - Vi ho mai delusi?- disse con espressione da furbetta che li fece rabbrividire.

- No, direi di no... siamo sempre stati nelle tue mani. - sorrise il moro, guardando l'amica.

- Bene, allora che il piano abbia inizio!

 

***

 

La sala grande era addobbata a festa, ma non in modo semplice come il giorno di Natale, al ballo del ceppo. Stavolta le cose erano state fatte davvero in grande. Dal soffitto scendeva una polverina dorata, che si dissolveva prima di arrivare all'altezza degli studenti. Tutto era di ghiaccio e, all'entrata, affianco al grande portone, troneggiavano due enormi statue di puro cristallo, rappresentanti due Folletti del Natale, delle creature graziose e carine, con occhioni dolci e adorabili alucce a forma di agrifoglio. Anche il pavimento era di cristallo, delicato e lucido, che insieme a vari incantesimi luminosi sparsi qui e li per la sala, creava un gioco di luci impressionante.

Insomma tutti capirono che l'organizzatrice Rachel non si era affatto risparmiata, in senso estetico.

Al centro della sala era allestito un grande palco che, al centro, aveva una parte rettangolare che faceva da passerella per l'asta, in modo da poter far sfilare i partecipanti. Le tende che nascondevano il palcoscenico era di un pregiato velluto rosso, che contrastava con il color ghiaccio della sala. Sul retro avevano perfino allestito dei camerini, evitando così di perdere qualche candidato. Insomma... il tutto era decisamente perfetto.

Rachel era "dietro le quinte" del palcoscenico, che girava avanti e indietro in cerca di San. Ma dove cavolo si era cacciata quella scema?

Non guardando avanti, andò a sbattere contro qualcuno. Si voltò e sorrise. Era Ares, vestito con uno stupendo ed elegantissimo completo babbano.

- Ares. Accipicchia stai benissimo, ti cascheranno tutte ai piedi più del solito. - sorrise conciliante.

Il ragazzo arrossì, portandosi una mano dietro la nuca, con fare imbarazzato.

- Non dire sciocchezze... e poi lo faccio solo per fare un favore a voi due, non ci tengo ad allargare il mio fan club... già ora non me le levo di dosso, figurati dopo. - rise.

Anche lei rise divertita. Poi si morse un labbro, indecisa se  fargli o no quella domanda.

"Ma si, o la va o la spacca... ", pensò prendendo coraggio. - Sai dov'è San?- chiese chiudendo poi gli occhi, aspettandosi un qualche scappellotto per aver chiesto a lui una cosa riguardo la gemella serpeverde.

Lo sguardo di lui tornò indifferente, indicandole un'esile figura alle sue spalle.

- Dietro di te... - disse con un'alzata di spalle, pronto a svignarsela per non vederla.

Rachel subito si girò.

- SAN! Finalmente. Accidenti a te, ti ho cercata ovunque, ma dove sei stata? Non dirmi che ancora eri in camerino, sentendoti in imbarazzo per come ti ho deliziosamente rivoluzionata! - constatò felice, parlando come una  macchinetta e sparando domande a raffica.

La ragazza, tutta messa in tiro, la guardò confusa, aspettando che finisse con la sua solita parlantina.

- Come mai tu sei ancora vestita con la divisa? È la tua serata... - domandò contrariata. - ... ed hai agghindato me, con capelli, trucco e vestito esagerati!

Rachel sorrise.

- Non preoccuparti, sotto il mantello sono già vestita di tutto punto. Ho optato per qualcosa di semplice, niente vestiti pomposi. Sono la presentatrice, non una concorrente!!!- spiegò saltellando impaziente. Non vedeva l'ora di cominciare.

-Ma quasi nessuno è concorrente... eppure tutti sono vestiti il meglio possibile. - cercò con lo sguardo dietro Rachel, avendo notato la figura di Ares allontanarsi non appena la sorella le era venuta in contro. Sbuffò.

Dopo poco arrivò Hermione, mezza confusa.

- E' tutto pronto... ci sono tutti... cominciamo? Che si fa? Non ci sto capendo più niente, gente che mi fa domande da tutte le parti... stavolta neanche io sono in grado di gestire la situazione, hai fatto scoppiare una confusione totale, là fuori... - disse affannata per la corsa di qua e di là per finire gli ultimi preparativi con gli altri.

Rachel sorrise soddisfatta e tranquilla. Sì, era finalmente ora. L'asta poteva avere inizio. Fece comparire un microfono che sembrava fatto di cristallo ed iniziò a dirigersi verso il palco.

Salì le scalette dietro le quinte ed apparve sulla pedana, al centro, accompagnata da applausi e urla degli studenti, maschi soprattutto. Sorrise radiosa e si avvicinò al microfono.

- Buonasera a tutti, signori e signore. Prima di cominciare vorrei ringraziare tutti voi per aver aderito con tanto entusiasmo a questo progetto. - altri applausi ininterrotti per cinque minuti buoni. Rachel era emozionatissima. Molto bene. Sono lieta di poter finalmente annunciare l'apertura della sfilata.

Seguì un altro applauso. Lei arretrò di qualche passo e si sistemò ad un lato del palco. La musica partì e Rachel poté pronunciare il primo nome, spiegando anche il modello che indossava.

- Il concorrente numero uno è una ragazza. Appartenente alla casa Grifondoro, quindici anni, capelli rossi, profondi occhi cerulei, un sorriso magnifico e il volto latteo costellato di tante graziose efelidi. Ginny Weasley.

Sentitasi chiamare, una fremente Ginny, emozionata ed impacciata, uscì da dietro le quinte, e cominciò a camminare in avanti, verso Rachel, sentendosi gli occhi di tutti i pervertiti della scuola puntati addosso. Indossava un bellissimo vestito di raso rosso, che combaciava alla perfezione con il colore dei suoi capelli ramati. Le labbra carnose rese lucenti da un po' di gloss, e sulle palpebre una polverina dorata che attirava l'attenzione sul suo sguardo. Harry deglutì: era stupenda. Ed era solo sua.

Alcuni ragazzi, situati proprio sotto il palco, iniziarono a dire cifre, su cifre. La posta in gioco stava salendo ed Harry ancora non aveva cercato di vincere la sua Ginny. Non c'era bisogno di farlo. Finché Rachel non avesse iniziato a contare, perlomeno. Lì, allora, avrebbe fatto la sua offerta, evitando di sembrare uno di quegli animali che cercavano di prendersi la ragazza. E l'avrebbe vinta, sicuramente. Perché lui se la poteva permettere, a confronto di altri ragazzi, che erano decisamente più a corto di soldi. Avrebbe passato un giorno solamente con la sua Ginny. Non aspettava altro, da ormai troppo tempo.

Rachel avvicinò nuovamente il microfono alle labbra e cominciò a parlare, alzando la voce per sovrastare la confusione.

- Bene. Il prezzo di partenza é di otto galeoni. - scoppiò un boato, con gente che gridava prezzi di qua e di là e Rachel contava. - Nove... Nove e 50... Attenzione Quindici galeoni signori... diciassette... E Harry Potter offre venticinque galeoni... qualcuno offre di più? Venticinque e uno... Venticinque e due... Aggiudicata per venticinque galeoni d'oro al signor Harry Potter di Grifondoro!- disse allegramente. Si stava divertendo un mondo, aveva sempre sognato di farlo.

Ginny guardò in direzione di Harry. Si sentiva mancare, si sentiva confusa... ma sapeva benissimo cosa voleva. Solamente abbracciare quel ragazzo, solamente quello. Perché lei, anche se le era stato impedito, voleva farlo.

Frattanto Rachel cominciò a presentare il prossimo partecipante alla sfilata, questa volta un ragazzo. La sfilata si sarebbe alternata fra maschi e femmine, per non rischiare di far perdere interesse al pubblico. Una volta per uno.

- Ma chi abbiamo qui? Ohhh... perfetto. Questo sarà molto interessante, per le signorine, ne sono certa. Corvonero del quarto anno, capelli biondi e profondi occhi azzurri e splendenti. Ecco a voi DOMINICK DICKINSON!!!- allungò una mano ad indicare la persona appena salita sul palco, con un completo babbano stupendo. Grigio, sia giacca che pantaloni classici di raso, con una camicia nera con i primi due bottoni slacciati, e una cintura dello stesso colore in vita, con su lo stemma D&B - Dolce&Babbana. Mille urla stridenti si alzarono nella sala, grida assordanti e spaccatimpani. I ragazzi, infatti, rimasero sconcertati dal comportamento animalesco assunto dalle donne. Tutte si accalcavano sotto il palco, prendendosi a gomitate e spingendosi. Rachel sorrise cattiva.

- Il prezzo di questo esemplare di maschio affascinante parte da... SEDICI GALEONI! - vide molte braccia afflosciarsi. Era stata cattiva, era vero, ma odiava che tutte quelle oche urlassero al suo piccolo Nicky.

Contrariamente a quanto si aspettava Rachel, però, le offerte furono anche più del dovuto. Una voce un po' acuta amplificata dall'incantesimo sonorus, infatti, si alzò dal fondo della sala, offrendo ben venti galeoni per il piccolo Nicky.

Lo sguardo di tutti gli studenti si puntò su quella donna. La McGranitt? Aveva fatto un offerta per Dominick? Che fosse pedofila?!

La McGranitt ritirò subito la mano e rise nervosamente. - Ohoh... che sciocchi ci avete creduto? Ma ragazzi siate seri... scherzavo... eheheheh... eh... ops... - disse con una voce acuta e tremante. Molti risero, Dominick era leggermente sconcertato e imbarazzato al massimo. Comunque alla fine lo vince Catelyn per ventitrè galeoni.

Ora era il momento cruciale della serata. Allie. Lei ancora non sapeva che avrebbe partecipato alla sfilata. Rachel si schiarì la voce e iniziò a cercare la figura della gemella per l'intera sala, senza però notarla. L'unica soluzione, ora, era richiamarla sul palco.

- A sorpresa, c'è un concorrente ... ehm... voluto proprio da voi caro pubblico. Ci sono state molte richieste. Per favore, fate salire la signorina Allie Dickinson sul palco... - disse sperando che qualcuno vedesse Allie e la trascinasse accanto a lei. E così fu. Era Ares, a cui Rachel aveva spiegato la situazione quel pomeriggio, e che le aveva dato la sua parola di aiutarla a trascinare Allie nel bel mezzo dell'asta.
Allie aveva le guance arrossate e le mani portate davanti le labbra per la sorpresa. Volevano lei sul palco? E proprio Ares la stava accompagnando? Doveva essere un sogno. Si avvinghiò al braccio del ragazzo, facendosi accompagnare fin sul palco, non lasciandolo nemmeno per un momento.
- Oh... sorellina... veramente tocca a me? Non me l'aspettavo... che bello!
Rachel sorrise. - Bene... chi fa offerte? Il prezzo di partenza é... 20 falci.
Allie impallidì. Solo 20 falci per lei? Perché???
Rachel vide la mano di Ron schizzare in mano e gridare "21 Falci". - 21 falci e uno... 21 falci e due... Aggiudicata dal signor Ronald Weasley di Grifondoro!- disse allegramente, ignorando le offerte di tutti gli altri ragazzi, che andavano anche oltre i 10 galeoni.
Lo sguardo di Allie si fece di ghiaccio, mentre guardò la sorella con odio. Come osava venderla per ventun miseri falci?! Lei valeva decisamente di più, al contrario di quanto pensasse la gemella dai capelli lunghi. Questa gliel'avrebbe pagata. Non solo su San sarebbe caduta la sua vendetta, ma anche su Rachel. Questo era troppo. Venderla a Ron Weasley poi, che disgusto! Non poteva comprarla Ares? Perché nemmeno aveva provato a comprarla?! Lui e lei avrebbero dovuto passare il giorno di San Valentino insieme!

Ares diede un'incoraggiante pacca sulla spalla ad Allie.
- Mi spiace, non ho fatto in tempo, che peccato... magari qualche volta usciamo insieme. - disse sorridendo dolcemente.
Allie arrossì e meccanicamente scese dal palco, dimenticandosi della vendetta contro Rachel, che guardò Ares ridacchiando. - Scemo, così ci crede davvero che vuoi portarla fuori...
Ares fece spallucce. - Che illusa...
Rachel sorrise, sentendosi da una parte sollevata. Diede una piccola spinta al ragazzo, invitandolo a sfilare sulla passerella. Già che era sul palco, poteva benissimo presentare lui, ora. Per Draco, invece, ancora non era l'ora. Rachel aveva deciso che sarebbe stato l'ultimo concorrente, così la maggior parte delle ragazze sarebbe stata impegnata con altri ragazzi e lei, forse, non avrebbe dovuto rinunciare al biondino.
Così lo spinse un po' verso il centro della passerella. Scoppiò un boato, se possibile, ancora più assordante di quello con Dominick. Ares Lestrange era in palio? Molte ragazze gridavano distrutte che se lo avessero saputo prima si sarebbero procurate dei soldi in più alla Gringott.
San, che al momento stava a lato della sala, corrucciò lo sguardo, iniziando a portarsi davanti al palco. A costo di impiegare i risparmi di una vita l'avrebbe vinto lei. Non se lo poteva lasciar scappare in nessunissima maniera.

Ares arrossì vedendo San avvicinarsi ai piedi del palco. Era avvolta in quel vestito stupendo che le aveva visto anche prima dell'inizio della gara. Il corpo fasciato in quel bianco perlaceo era semplicemente sublime. I suoi movimenti erano così leggeri ed aggrazziati, sembrava quasi che la sua pelle volesse catturare tutta l'aria circostante. Gli occhi verdi brillavano di una luce che non vedeva da tanto. Una luce di pura determinazione. Gli sembrò quasi non vedesse quegli occhi da una vita. Dio, quant'era bella? Finalmente dopo tanto poteva rivedere San. Non era più la copia sputata di Rachel, come gli era apparsa nelle ultime settimane. Quell'espressione era di San, solo di lei. Ed era l'espressione più bella del mondo.

 

***

 

Per darvi un'idea di come è vestita San eccovi una foto http://hpdickinson.altervista.org/SanAstaBeneficenza.jpg  e questo é il sito da cui é stata presa http://www.sposachic.it/  , fategli una visitina, ok?

 

***

Scosse la testa, rattristato. Peccato non fosse rimasta la solita San di sempre, anche nell'ultimo periodo. Era testarda, orgogliosa... aveva un casino di difetti, era vero. Però... però lui l'aveva amata sia per questi che per i pregi. Un sacco di tempo sprecato. Ormai si era deciso a scordarla e così aveva fatto. Non poteva starle a correre dietro tutta la vita ed era stufo di soffrire. Se con tutto quello che era successo, soprattutto con i flashback misteriosi che assediavano la loro mente, erano solamente riusciti ad essere più lontani, allora significava che non erano destinati a stare insieme. Gli aveva fatto male ammettere una cosa simile, ma non poteva rincorrere un sogno per l'eternità.
Così alla fine era riuscito a scacciarla dalla sua mente per sempre. E anche se pensava che era bella, non l'amava più.
La voce canterina di Rachel lo ripescò dai suoi pensieri...
- Quarantadue galeoni e uno... quarantadue galeoni e due... AGGIUDICATO PER QUARANTADUE GALEONI ALLA SIGNORINA SAN DICKINSON DI SERPEVERDE!!! - e qui Rachel non potè trattenere la felicità. Fece un segno di vittoria a San sorridendo raggiante e poi abbracciò Ares.
- E' tutta tua!!! - gli sussurrò scherzosa. Lui era sbigottito.
Lo sguardo di San, fiero e orgoglioso, si incrociò con quello di Ares. Accidenti, questa non ci voleva. Perché ora si era messa in testa una cosa del genere? Le piaceva così tanto prenderlo in giro? Maledizione. Allontanò gentilmente Rachel da sé, mentre il suo sguardo prendeva un aspetto sempre più infuriato.
- Sai che affare... - farfugliò alla gemella dai capelli lunghi, maledicendo se stesso per aver partecipato alla sfilata.
Rachel lo guardò stranita. Cosa intendeva? Perché non era entusiasta della notizia? Eppure avrebbe dovuto fare i salti di gioia.
Scosse la testa, incredula. Aveva bisogno di un periodo di riposo, ora aveva anche le allucinazioni.
Mandò via Ares con un cenno della mano e chiamando il prossimo concorrente. Ne passarono ancora una ventina, almeno, fra ragazze e ragazzi, tra cui Ryan. Rachel potò notare tutta la sua irritazione, quando non vide San davanti al palco pronta a vincerlo. Chiamò, infine, l'ultimo concorrente: era Draco. Lei restò un momento muta vedendolo acclamato dalle bramose donne sbavanti ai piedi del palco. Alzò un sopracciglio e avvicinò il microfono alle labbra con fare deciso. - Scusate, questo è un pezzo della collezione, non è in vendita. - borbottò vagamente. Lasciò il microfono e la musica in sala partì per la festa dlel'epifania, mentre tutti i presenti guardavano confusi Rachel che trascinava Draco dietro le quinte.
Draco frenò la corsa della ragazza, puntando i piedi a terra.
- Ra-Rachel che ti prende? - domandò confuso - Mi hai pregato così tanto per partecipare a questa sfilata e ora mi trascini giù dal palco?
Lei lo spinse malamente contro la parete e lo inchiodò al muro, alzandosi sulle punte e avvicinando il suo viso a quello si lui.
- Zitto e non parlare. Non mi va... che quelle ti guardino in quel modo sbavante... tu sei solo mio e non ti cedo a nessuno... né ora né mai!- disse decisa, prima di annullare la distanza tra le loro labbra. Draco non aveva davvero capito perché era così nervosa, ma tutto sommato andava bene così, se ciò comportava essere trattato da lei in modo così importante era pronto a subire questo attacco di rabbia e altro.
La strinse più forte a sé, coinvolgendola in un appassionato bacio. Non appena i due si staccarono per riprendere fiato Draco la prese per mano, trascinandola nel camerino e chiudendo la porta a chiave.
- Qui non potrà vederci nessuno, così non temerai più gli sguardi di quelle ragazze che tanto ti infastidiscono... - disse riprendendo a baciarla e facendo scivolare le mani lungo la sua schiena, fino a posarle sul suo sedere.
Lei rimase un attimino perplessa da quella mancanza di pudore di lui, ma tutto sommato andava bene così. Dopotutto non era solo lui a desiderare che quella cosa accadesse.

Fine capitolo 34

 

Ed eccoci agli sgoccioli gente, inizia il conto alla rovescia alla fine di endless love. Ci teniamo veramente tanto a ringraziare chi ci ha seguito fino a qui e ancora ci sta seguendo! Ci avete aiutate veramente molto e, con ogni vostra recensione, ci avete fatto anche crescere, consigliandoci e sostenendoci! Vi ringraziamo molto.

 

Gea_Kristh: Certo che quella zucca di San si sta iniziando a svegliare! È anche ora, eheh! Mah… diciamo che la cosa era piuttosto calcolata. Noi siamo della teoria che ci si rende veramente conto di quanto si tiene ad una persona solo quando la si perde… tu che dici? No, purtroppo “l’uccidiamo Allie Fan Club” ancora non esiste, ma se hai voglia di aprirlo te ne lasciamo l’esclusiva!

MakiChank: Esattamente, San finalmente sta crescendo e si sta svegliando, ma finalmente si è resa conto di ciò che conta per lei Ares (hallelujah). Come detto a Gea, l’unico modo per farglielo capire era che perdesse Ares… ed ecco la situazione realizzata e… beh, diremmo che ha avuto successo, sorvolando che ora è lui il problema. W Ares lo gnocco, siamo d’accordo! (Ehy… Ares è MIO, solo MIO, tutto MIO! Vade retro! NdSan)(Sciagurata, taci! Tu proprio non puoi permetterti di parlare! >O<*** ndRachel)

 

Ninphadora: Capiamo la tua rabbia verso Allie… e ti rimandiamo all’idea di Gea. “L’uccidiamo Allie Fan Club”, ispira anche a te? :D A noi moltissimo! Sorvolando che nella prima serie, a dire il vero, è già morta… forse potreste trovare un’alternativa al nome… mhhh… magari un “facciamo sparire per sempre Allie dalla nostra vista”? Ahah! Come hai potuto notare sì, hai azzeccato in pieno. Ecco a te la tanto attesa sfilata! Purtroppo (Ma che purtroppo! NdRachel), come hai potuto notare, Draco non ha sfilato per niente… però… se l’è spassata in un altro modo!

 

Al prossimo chappo bella gente!

San&Rachel Dickinson

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 35 - Ed ora? Il caos. ***


Visitate il sito su Harry Potter, UNFORGETTABLE

VISITATE LA NOSTRA COLLECTIVE:
San & Rachel Dickinson * Our Collective ~ http://hpdickinson.altervista.org ~ La nostra collective in cui sono raccolti tutti i nostri siti ^^

 

Capitolo 35 - Ed ora? Il caos.

 

E

ra il quattro febbraio.

La sfilata di Rachel era passata da quasi un mese, ormai, ma le cose non sembravano cambiate poi molto. Tranne fra Draco e Rachel. Sembravano una coppia di sposini novelli, il che faceva gioire Dominick, che finalmente era tornato tranquillo. Non rischiava più di scomparire, finalmente era tornato del tutto corporeo, segno che fra i genitori andava tutto a meraviglia. Ma un'altra cosa cambiava la routine quotidiana di questo giorno d'inverno. Era il compleanno delle gemelle.

-Eccole, stanno arrivando!!!- disse Dominick tutto contento al resto del gruppo, vedendo San e Rachel entrare in sala grande, seguite in lontananza da Allie, che ormai le ignorava del tutto.

Le tre si sorpresero nel notare tutto il gruppo d'amici insieme. Si domandarono incuriosite come mai un avvenimento simile. Loro erano state così prese dalla loro vita che non si erano nemmeno ricordate che giorno fosse.

- Come mai tutti qui? Mi fa paura 'sta cosa... - domandò San, con vena ironica.

Dominick non rispose, ma saltò addosso a Rachel, abbracciandola forte e provocando spasmi d'ira a Draco.

- AUGURI MAMMMAAAAA!!! E ANCHE A TE ZIA SAN!!!- urlò eccitato, ignorando Allie.

Draco tirò un pochino da parte Rachel, per non essere completamente al centro dell'attenzione del gruppo. Le diede un bacio su di una guancia, tirandola un po' a sé.

- Ahm... Rachel... avrei una cosina da darti... - disse vago, le guance leggermente arrossate.

Era evidentemente in imbarazzo, che carino!

Rachel sorrise radiosa. - Cos'è, cos'è? Sono curiosa!!! - disse saltellando un po', come una bimba piccola.

Lui sorrise intenerito, prese qualcosa dalla tasca e le prese la mano, infilandole un anello stupendo all'anulare. Lei arrossì, imbarazzata. Era l'anello della famiglia Malfoy. E voleva lo tenesse lei. Quello... era il più bel giorno della sua vita. Lo abbracciò forte, commossa. - Grazie, Draco... grazie, davvero... è il regalo più bello che potessi ricevere in questo giorno... - disse con voce rotta, trattenendo le lacrime dalla felicità.

Lui le diede tanti piccoli baci sulle gote, asciugandole una piccola lacrima sfuggita lungo la guancia.

- Volevo farti sapere quanto sei importante per me, volevo dimostrarti che con te faccio seriamente. Volevo che avessi qualcosa d'importante e di valore che potesse ricordarti sempre che tu sei la mia donna, che tu sei colei che amo, che tu sei colei a cui tengo di più al mondo.

La strinse forte a sé, dandole un leggero bacio sulle labbra.

Era tutto così perfetto. Che strano, però, quando le aveva dato l'anello aveva avuto una strana sensazione di deja-vu. Un'immagine le aveva attraversato la mente, come se avesse rivisto lui e se stessa litigare per qualcosa, e sentiva nel cuore una strana sensazione, come se già una volta lui avesse provato a darglielo e lei l'avesse rifiutato. Che strano. Questi flash si facevano sempre più frequenti. Che fossero allucinazioni? Magari era pazza...

Decise di ignorare quelle immagini. In fin dei conti lei stava bene in quel momento con lui, perché dover rovinare tutto per delle sensazioni che nemmeno sapeva se fossero vere o meno? Sarebbe stato stupido. Sì lasciò cullare dalle braccia del ragazzo, assaporando ogni attimo di quel momento.

Intanto, nella fila di amici che si spingevano per dare gli auguri a San, era giunto il turno di Ares. Le si parò davanti e sorrise normalmente, come avrebbe sorriso a qualsiasi altra ragazza il giorno del suo compleanno.

- Beh, auguri... - disse tendendo una mano.

San lo classificò come un gesto molto freddo.

Abbassò lo sguardo, guardando di lato. Non prese nemmeno la sua mano.

- Ah... grazie...

Ares la guardò due secondi, poi fece spallucce e si allontanò, per fare spazio ad una Hermione in vena di festeggiamenti, che abbracciò forte l'amica, quasi strozzandola. Ron intanto stava buttando coriandoli in aria e usava una trombetta amplificata dai gemelli Fred e George, che faceva un casino abnorme. San non ricambiò l'abbracciò dell'euforica Hermione, ma guardò Ares, malinconicamente. Il cuore le faceva male, troppo. Perché lui non era più innamorato di lei? Ah, si, la sapeva la risposta. Perché lei era stata una maledetta stronza. E lui aveva fatto bene a dimenticarsela. Vide improvvisamente una ragazza avvicinarsi ad Ares, sorridendo. Si dissero qualcosa e anche Ares rise. Lei lo prese sotto braccio e si avviarono verso l'uscita della sala grande. Ma cosa ci faceva con quell'oca di Helen Parkinson? Si fermò a riflettere due secondi. Lei non conosceva affatto quella ragazza, come diamine faceva a sapere il suo nome???

Si congedò gentilmente dagli amici e decise di seguire la neo-coppietta. Le dava fastidio quella sensazione... troppo. Era come se l'avesse già vissuta una volta e non le andava giù una seconda. Non poteva ridere con una strega come quella, una di quelle biondone da far paura! Tutte tette e corpo. Che schifo.

 

***

 

Il grande parco che circondava il castello era illuminato da pochi raggi di sole fiacchi, il cielo era leggermente rannuvolato, e probabilmente per la sera avrebbe cominciato a piovere. San uscì dal castello seguendo i due quatta, quatta, e quando loro si fermarono ai piedi di un grande salice, lei si sentì mancare. Quel salice. Ricordava tante cose di quel salice, seppur fosse convinta di non averle mai vissute. Ma una cosa era certa, non voleva che quello stupido di Lestrange e la sua amichetta si mettessero a coccolarsi e fare moine là sotto. QUELLO ERA IL SUO SALICE! Davvero. Era quello dove aveva studiato con Draco, Ares e Rachel per il compito speciale per Piton, all'inizio dell'anno, e dove loro avevano scoperto che lei e la gemella fossero Naiadi. Beh, in realtà non era sicura fosse accaduto o meno. Però ricordava così distintamente Rachel cadere quasi nel lago, attirata dal fantasma di Allie. Ma Allie era viva!!! Che accidenti succedeva nella sua testa? Perché aveva ricordi di cose sicuramente mai accadute??? Forse era davvero impazzita.

I due si sedettero ai piedi dell'albero. Ares guardava in avanti, verso il lago. Helen ancora attaccata al suo braccio aveva appoggiato la testa sulla spalla di lui. E non sembrava nemmeno infastidito.

- Ares... lo sai che tu mi piaci... - prese parola Helen.

San tentò di aguzzare le orecchie. Accidenti, dalla posizione in cui si trovava non sentiva assolutamente niente.

Tentò di avvicinarsi un po' di più e si accostò proprio dietro il tronco del salice accanto al quale loro erano seduti.

- Non sono uno stupido, Helen... credevi non me ne fossi accorto?- chiese atono, continuando a guardare la superficie del lago incresparsi ad ogni piccolo colpo di brezza invernale.

La ragazza arrossì, portandosi una mano davanti alle labbra.

- No... è che... era giusto te lo dicessi... perché non è la solita cottarella di questa età che provo per te, lo sai?

Ares rise un po', divertito.

- Si, Helen, lo so... e se devo essere sincero, la cosa mi fa piacere, non so perché... credo sia perché tu sei davvero una ragazza bellissima, e poi sono appena uscito da una brutta fase, in cui amavo senza essere ricambiato, anzi ero sempre bistrattato, quindi non può che essere piacevole il sentimento che tu provi per me.

Helen sorrise, attaccandosi di più a lui e avvicinando di più il suo viso a quello del ragazzo.

- Quindi, se io ci provassi con te... tu ci staresti, vero? Non finiresti per abbandonarmi e tornare da quell'idiota di una Dickinson?

Lui scosse un po' il braccio, strattonandolo e facendola allontanare.

- Ho detto che mi fa piacere, non che mi piaci, Helen... chiama San come diavolo vuoi tu, ma lasciami in pace.

Si alzò e si voltò, facendo per andarsene, trovandosi San di fronte. Un'altra persona sarebbe sbiancata di botto, ma lui non fece caso all'espressione furiosa di San.

Come aveva potuto dire "Chiama San come diavolo vuoi tu, ma lasciami in pace"??? Era davvero uno sporco bastardo. Dov'era finito tutto l'amore che predicava di aver provato? Sparito così, all'improvviso? Ma l'amore non può sparire se è vero. Lui era solo un bugiardo.

- Sei furbo tu... proprio furbo...

Tremava, tremava di rabbia, di stupore... di disgusto.

- Tu... tu mi fai capire che mi disprezzi per come mi vesto e finisci per sceglierne una ancora peggio. Che pensa solamente ai soldi, al trucco e al suo aspetto. Che fa ciò perché è proprio così, un essere orrendo che fa le cose solo per interesse. - deglutì furiosamente, scandendo per bene le parole e trattenendosi dal non scoppiare a piangere - Tu mi hai sempre detto tante cose... tante parole... mi hai fatto capire che ero tutto il tuo mondo, che per te ero troppo importante e ora... e ora dici così? Ma lo sai che sei proprio viscido? Forse la verità è che tu sei veramente troppo bravo solo a parole sai? Non è che forse ti faceva solamente comodo la mia presenza e non mi amavi veramente, ma te ne sei solo convinto per non schifarti da solo di stare con me?

Helen raggiunse i due, un sorriso soddisfatto. Rise, malefica. Si vedeva proprio che era una Parkinson, la brutta copia di un'ancora più orrenda Pansy.

- Ahah, ma dai Dickinson... non avrai mica pensato veramente che lui fosse innamorato di te? Ma andiamo... Sai la verità? Noi ci stiamo frequentando da tanto tempo... una volta pure ci siamo baciati, quando lui ancora diceva di amare te, lo sai? Siamo anche stati promessi sposi... i nostri genitori ci vogliono insieme, è destino. Che stupida che sei... una stupida illusa! Non sai nemmeno soddisfare le voglie di colui che ami? Guarda me, ho un corpo da favola, che tutti i ragazzi vorrebbero anche solamente sfiorare... pensi veramente che lui preferirebbe te a me?! Ama Dickinson, ama e soffri, perché questo è il tuo destino! Il destino di una sporca mezzosangue! - guardò Ares e rise ancora - Vi ho sentiti mesi fa, nel corridoio... tu gli hai rivelato di essere per metà una Naiade... sei veramente disgustosa! Non meriti di essere serpeverde!

Ares avrebbe voluto mantenere la maschera fredda e rigida che si era costruito, ma non ci riuscì. Si voltò verso Helen e le diede uno schiaffo così forte da farla cadere rovinosamente al suolo. La ragazza si portò una mano alla guancia, gli occhi pieni di lacrime. Perché?

- Se qui c'è una persona che fa schifo, quella sei tu. Credi davvero di piacere ai ragazzi per quello che sei? Sei così contenta di aver un bel fisico? Beh, sappi però che sarai anche carina, ma il tuo cervello è anche più piccolo di quello di tua sorella. Va' al diavolo Helen, e cerca di non tornare mai più, perché se mi passi di nuovo davanti uno schiaffo non basterà a placare la mia ira. - serrò la mascella in un'espressione sofferente. E ora come risolveva con San? Lui non aveva mia baciato Helen, ma la brunetta sicuramente non gli avrebbe mai creduto.

Helen si dileguò, non piangeva, semplicemente era visibilmente furiosa.

- Va al diavolo Lestrange, che tu sia maledetto a vita!!!

Ares si voltò nuovamente verso San. La ragazza aveva il viso arrossato, segno della forte rabbia che provava, e tremava, terribilmente. Gli occhi erano lucidi e rossi.

- San... San... ehm... guarda che io ed Helen non ci siamo mai baciati... e... prima... non ti ho difesa dalle sue parole non perché non volevo, ma perché non potevo... perché se l'avessi fatto, tutti gli sforzi per dimenticarti che ho fatto negli ultimi mesi sarebbero andati in fumo. Cazzo... - si irritò con se stesso, mollando un pugno al tronco del salice. La sua mano cominciò a sanguinare, ma lui non ci fece caso. Ora la questione a cui dare la priorità era "Farsi perdonare da San".

Lei non parlava, era lì, zitta ed immobile. Lo sguardo perso nel vuoto. Non solo le cose con Ares erano diventate uno schifo per colpa sua... ora per lei e le sue sorelle sarebbe diventato un incubo. Avrebbero saputo tutti che erano per metà naiadi. Sarebbe successo il caos. Sarebbe finita come a Beauxbatons.

Ares non fece molta fatica a cogliere i suoi pensieri.

- Non... permetterò che Helen... spifferi a tutti la questione delle naiadi... io... lo sapevo che ci aveva sentiti... è per questo che stavo uscendo con lei... volevo convincerla a non dire nulla... accidenti, oggi ho rovinato tutto... ma San, ti giuro che sistemerò tutto, credimi... - il suo sguardo era più serio che mai. Le appoggiò le mani sulle spalle e la scosse un po', come per chiederle una risposta.

Lei alzò lo sguardo. Lo guardava, ma non lo vedeva. Boccheggiò un poco, come per dire qualcosa, ma non uscì neanche un suono dalle sue labbra. Scosse la testa più volte, mentre alcune lacrime cominciavano a rigarle le guance. Era evidentemente scossa. Non solo per la faccenda di Helen, ma soprattutto per lui. Allora non era veramente diventato così... faceva, faceva solo finta.

Lui la scosse ancora un po'.
- Ehi, San... dai non piangere... non fare così... ti giuro che sistemerò tutto con quella scema... e non pensare a quello che ha detto... io non ci trovo nulla di male ad essere di sangue misto... anzi tu sei davvero figa quando ti trasformi... - disse tutto allegro, tentando di farla ridere.

Lei però non rise, al contrario. Si buttò fra le sue braccia iniziando a piangere, disperatamente.
- Perché non me l'hai detto prima che non eri veramente così?! Mi hai fatto paura, terribilmente paura. Pensavo... io pensavo... pensavo di averti perso per sempre, ed era tutta colpa mia! Sono stata una stupida, solo una stupida! Mi Dispiace io... io non volevo farti soffrire... non volevo!
Ares era rimasto di sasso, come impietrito. Ma da quando San esternava così i suoi sentimenti? Le aveva fatto davvero così tanta paura? Lui credeva che non gliene importasse nulla di come si comportava, così non si era dato pena a spiegarle la situazione. L'aveva fatta soffrire. Che idiota era stato. L'abbracciò, stringendo forte il suo corpo minuto. E pensare che aveva sempre creduto che tra le sue sorelle, lei era la più forte. Dio, quanto si era sbagliato. San era proprio la più fragile.
- Shh... dai piccolina, calmati... mi dispiace, ti chiedo scusa... non volevo... non sapevo... sono stato proprio un'idiota... San... San, mi permetti di continuare ad amarti? Non voglio nulla in cambio, ma posso continuare a starti vicino? Ti prego...
Lei si asciugò
le lacrime con la manica della maglia, per poi alzare lo sguardo. Lo guardò dritto negli occhi, ma non disse niente. Che stupido che era... perché ora le chiedeva scusa? Era lei la colpevole della situazione. Se lui aveva reagito in quel modo era per colpa sua, solamente. Sospirò, alzandosi un poco in punta di piedi e circondandogli il collo con le braccia.
- Ares... - fece una piccola pausa che innervosì ancor di più il biondo - Ti amo...
Disse queste ultime parole unendo le sue labbra a quelle del ragazzo.

Dopo quell'attimo, che sembrò lungo un eternità, Ares rimase frastornato per il resto della settimana.

 

***

 

Fu la mattina di San Valentino che San riuscì finalmente a trovare quell'idiota di Ryan e a mollarlo definitivamente, sotto gli occhi divertiti della sorella che si teneva per mano con Draco, pronta a partire alla volta di Hogsmeade. Ginny ed Harry erano già usciti e sembravano tornati i piccioncini di un tempo, inseparabili. Sembrava quasi che la Ginny lugubre e strana fosse sparita nel nulla e la cosa aveva rassicurato tutti, anche se non sapevano quanto fosse veramente affidabile la ragazza. Ron ed Hermione, invece, si stavano trascinando dietro proprio in quel momento la terza gemella, assai contrariata. Dominick, invece, era sparito da quella mattina assieme a Catelyn.
- C'è qualcosa che ti preoccupa? -, domandò Draco, notando la sua espressione assorta.

- Niente di importante... solo che... ultimamente sento che Dominick si sta allontanando da noi, vero?- mugolò afflitta. Non voleva che Draco pensasse male su ciò che provava per Dominick, ma non riusciva a non parlarne con lui. Lei credeva davvero che Dominick fosse suo figlio, non riusciva a spiegarsi questa cosa, ma le dava uno strano senso di malinconia vederlo uscire con una ragazza. Improvvisamente prese un fazzolettino rosa ricamato dalla tasca interna del mantello e si soffiò il naso, asciugandosi le lacrime. - Il mio bimbo... è cresciuto... ormai è un ometto... - disse con voce nasale e gli occhi rossi di commozione.

Draco la guardo scandalizzato, allontanandosi un poco da lei.
- Tu sei tutta matta! - esclamò, scoppiando poi in una risata cristallina - Non potevi di certo pretendere che Nicky rimanesse per tutta la vita a casa, al nostro fianco, a farci da balia, no? Fortuna che non è uno sfigato, ma è un ometto di successo! Eh... ha preso tutto da me!

Rachel sorrise, poi sbiancò. I due si guardarono. Ma che diavolo stavano dicendo?
- Ok... ok... è la conferma... siamo impazziti!

Draco scosse la testa, sorridendo.
- Io non credo che siamo pazzi... semplicemente che ci sia qualcosa di più. Ho parlato con la so-tutto- io e anche lei crede che non sia pazzia... non mi ha detto in dettaglio cosa ha scoperto, semplicemente che le cose strane che succedono non sono frutto della nostra immaginazione, ma realtà camuffata.

Rachel si diede una grattatina alla testa.
- Ah... beh... allora sono tranquilla... beeenneee allora significa che posso coccolare Dominick? Evvivaaa!!!- disse saltellando.

Draco le lanciò un'occhiataccia. Era irrecuperabile!

- Non ho detto questo! Aspettiamo che la Granger assieme a lenticchia si decidano a far sputare il rospo a tua sorella... poi sarà il momento della verità... intanto... - fece un espressione triste - Perchè non coccoli me che sono tanto in carenza d'affetto?

Lei lo guardò come fosse un alieno. Gli mollò uno schiaffo che lasciò il segno delle cinque dita e si allontanò da lui sbuffando e borbottando qualcosa che suonava molto come "Maniaco!".

 

***

 

Frattanto ad Hogsmeade fra Ron, Hermione ed Allie regnava il silenzio più assoluto. I primi due si tenevano per mano e guardavano dritti negli occhi la ragazza. Stavano seduti da Madama Piediburro. Hermione prese coraggio e iniziò a parlare.
- Senti Allie... noi ti dovremmo parlare.
La terza gemella la fulminò con uno sguardo che sapeva tanto di "Ma va? Non me n'ero accorta!".
- Ehm... perché sei diventata così scontrosa con le tue sorelle? Avete litigato? - provò ad attaccar discorso in un modo più amichevole.

Allie sbuffò, senza dare risposta. Ron cominciava ad irritarsi.
- Senti cocca, non so perché sei sempre di mal'umore, né mi interessa... ma tu sai sicuramente qualcosa di questi flashback che continuano ad apparire nelle teste di tutti noi, so benissimo che non siamo pazzi, quindi dimmi immediatamente cosa sta succedendo!!! Sei l'unica a cui i flashback non sono mai apparsi, quindi significa che sei l'unica che ha memoria di tutto ciò.

- Oh Ronald... sei così sicuro di quello che dici? Sei sicuro che a me non siano apparsi frammenti di immagini a me sconosciute? - si spinse più in avanti, guardandolo diritto negli occhi. - Sai quale è stato il più bello? Quello di quando mi sono buttata giù dal castello di Beauxbatons, maledicendo le mie sorelle. Ma... il più bello in assoluto... sarà quello dove vi ammazzerò tutti con le mie mani!
Sorrise malefica, tornando poi ad un espressione dolce.
- Scherzavo...

Hermione e Ron cominciavano a sudare freddo. Era pazza. Una folle. Completamente andata di matto.
Hermione era sbiancata, così fu Ron a continuare.
- Tu hai qualche rotella fuori posto... dicci immediatamente che diavolo succede, Dickinson, o non risponderò delle mie azioni!

Lei si arricciò un ciuffo di capelli su di un dito, quel giorno lasciati liberi sulle spalle.
- Perché sta succedendo qualcosa? A me non risulta... tranne che tutti siete antipatici con me e fate di tutto pur di evitarmi.

- Siamo antipatici con te, perché non ci fidiamo... dai Allie, ormai ti abbiamo scoperta, sputa il rospo, non ho voglia di stare qui fino a stanotte... - borbottò Ron, agitato.

Lei sbuffò con l'aria annoiata.
- E cos'avresti scoperto di grazia?

Hermione si diede una grattatina alla testa. Ma era scema o lo faceva apposta? Propendeva per la prima possibilità.
-Che ci stai ingannando tutti...

Questa volta guardò dritta negli occhi a brunetta.
- Ingannando per cosa? Ti rendi conto di cosa stai insinuando?! Mi stai dando della bugiarda!

- Forse perché lo sei?- disse Ron senza troppi preamboli, sospirando. Cominciava a scocciarsi.

Allie si alzò di scatto, fulminandolo con lo sguardo. Ma come diavolo osava quel rosso da strapazzo darle della bugiarda? Non lo era. Semplicemente celava la sua vera identità, non era ancora momento che sapessero, altrimenti il suo piano sarebbe fallito. Avrebbero avuto il tempo d'organizzarsi e contrastarla, non andava bene.
- Sentite, se mi avete trascinata qui solamente per insultarmi io me ne vado! Mi sono rotta!

- NOI SAPPIAMO UN SACCO DI COSE SUL TUO CONTO, SMETTILA DI NASCONDERTI. Ginny non è se stessa solo quando sta con te. Sappiamo inoltre che non stiamo vivendo la realtà, è solo un mondo fittizio e assurdo, e tu lo sai... è colpa tua. Ammettilo! - Ron era paonazzo di rabbia e sbatteva ripetutamente la mano sul tavolo. Era giunto al limite.

L'espressione di Allie si contorse. Accidenti... non li faceva così svegli.

- Dannazione... - borbottò fra sé e sé, tornando poi a guardarli con aria di sfida. - Ok, lo ammetto... siete stati furbi... ma non abbastanza! Giuro che questa me la pagherete cara!

Estrasse fulminea dal mantello la bacchetta, ridendo a più non posso.

Hermione però fu più veloce di lei e gridò Expelliarmus. La bacchetta di Allie volò via, ma lei non vi diede peso. Era una maga sicuramente più esperta di loro, ricordando perfettamente ciò che Lord Voldemort in persona le aveva insegnato. Così semplicemente disse l'incantesimo in mente, e questo funzionò, senza bisogno della bacchetta.

 

***

 

Un grido allarmante riecheggiò per tutta Hogsmeade, attirando l'attenzione di tutti. Flussi di studenti e maghi correvano al di fuori del locale di Madama Piediburro, avevano l'aria terrorizzata.

Rachel e Draco, che avevano appena incontrato San ed Ares a Mielandia, corsero nel luogo da cui proveniva l'urlo. Cosa stava accadendo?
- Ma cos'è tutta questa confusione?- chiese Rachel facendo slalom tra le persone terrorizzate che correvano nella loro direzione. Ares si illuminò vedendo poco lontano Ron ed Hermione, entrambi sdraiati a terra, come privi di sensi. Quando si avvicinarono, fortunatamente videro che stavano bene, erano solo sporchi di terra ed avevano qualche graffio. Ron, più forte, si rialzò subito, mentre San e Rachel si avvicinarono ad Hermione, aiutandola.
- Cosa è successo?- chiese Ares al rosso.

- Allie... Ahi... - si portò una mano dietro la nuca dolorante - Si è finalmente rivelata per la vipera che è.
Draco lo guardò sconvolto.
- Come sarebbe a dire che si è rivelata? Cosa intendi?

Hermione si spolverò la gonna dalla polvere e poi con sguardo serio cominciò a parlare, il tono grave.
-Non sappiamo spiegarvi bene... ma, sapete, credo che non ce ne sarà bisogno... presto torneremo nella nostra realtà originale... Allie per ora ci è sfuggita, ma credo che appena ci riuniremo tutti, ci sveglieremo da questo sogno.
I quattro non avevano capito del tutto, ma tutto sommato decisero di fidarsi delle parole di Hermione. Non era una che parlava a vanvera. E poi loro avevano sempre avuto l'impressione di non appartenere a quel posto.

- Sei sicura che torneremo alla nostra realtà Hermione? - domandò San che stringeva la mano di Ares, visibilmente in ansia.
Lei annuì decisa. Non fece però a tempo a dire nessuna parola, perchè fu preceduta da Dominick, arrivato in quel momento a mano con Catelyn.
- Sì, è solo questione di tempo. Al prossimo attacco della zia Allie tornerà tutto come prima... - gli vennerò le lacrimucce agli occhi - Così finalmente mamma e papà non mi prenderanno più per un pazzo maniaco!

Catelyn fu l'unica a ridere. Nessun'altro capì la battuta del ragazzo.
Rachel sbattè le palpebre un paio di volte.
- Aspetta, aspetta... Catelyn... anche tu ricordi le cose che ricorda Dominick?
Catelyn annuì.
- Non nel dettaglio... nella realtà io ho un paio d'anni... non ricordo quasi nulla... però ricordo le vostre facce... e quelle dei miei genitori... - spiegò velocemente.
- I tuoi genitori?- chiese Bill appena unitusi al gruppo con Fleur, Harry e Ginny, e a cui Hermione aveva spiegato subito tutto.
- Si... tu e Fleur.... siete i genitori miei e di Arthur... - la ragazza si illuminò. - Oh, ecco che arriva Arthur... lui ricorda i particolari meglio di me, ha solo un anno meno di Dominick.

Il brunetto, che guardò subito torvo Dominick che ancora era appiccicato alla sorella, si unì al gruppo. Catelyn gli spiegò vagamente la situazione e lui confermò la versione della ragazza.
- Anche io non conosco i dettagli, papà e mamma hanno preferito non dirceli... solo Dominick è il fortunato a cui è stato rivelato il tutto! Tsk!
- Beh, ovvio... è il diretto interessato! - fu la voce di Ginny.
In fin dei conti chi meglio di lei, oltre ad Allie, conosceva la situazione attuale di tutti.

Harry guardò Ginny confuso.
- Ah... tu sai tutto... certo che potevi spiegare anche a me!!!
La rossa fece spallucce. - E che bisogno c'era? Tanto lo saprai fra... esattamente... due secondi...
Tutti si guardarono allarmati, e, come previsto da Ginny, nel giro di due secondi un'abbagliante luce verde scoppiò dal punto in cui si trovava Allie, poco lontano da loro. Tutto fu inghiottito da quel bagliore accecante, e in pochi attimi il buio totale li circondò.
Quando ripresero i sensi, si trovarono tutti gli uni di fronte agli altri, in strane capsule piene di liquido giallognolo disposte in cerchio, e impossibilitati a muoversi. Però ricordavano tutto.

 

Fine Capitolo 35

 

 

Tic- Tac, Tic- Tac. Sentite il ticchettio dell’orologio che porta la fine di questa lunga saga? :D

Gea_Kristh: Eri perplessa riguardo San ed Ares… e ora? Contenta? :D Come vedi i nostri due eterni bambinoni alla fine si amano davvero e non desiderano altro che stare insieme. Semplicemente… sono due tonti, ecco! Sicuramente noi due ci iscriveremo al tuo fan club! Al rogo allie! >O<

 

NaughtyDia: Solo tre giorni per leggere tutta questa spatafiata? Accidenti! Complimenti! :D Davvero trovi si cambi lo stile? *O* Che figo, allora significa che siamo migliorate e siamo riuscite a stabilirci su di una forma più professionale (eh adesso! Non esageriamo! ndTe)(Sigh! ç_ç ndNoi).Comunque non ti sei dilungata troppo, ci fa piacere sentire i tuoi pareri sulla storia! ^o^

 

Castalia: Ma quanto tempo, siamo felicissime di riaverti fra noi! Ohhh, fa nulla se non sei riuscita a commentarli, l’importante è che continui a seguirci e, magari, ci dai una tua impressione su come finirà il tutto! Tranquilla che aggiorniamo… una volta a settimana, ce lo siamo prefissate! Così riusciamo a tirare avanti sia questa fic (e a concluderla) sia Truly Madly Deeply!

 

Ninphadora: Eh sì, ormai la nostra Rachel non cambierà mai! Mito è e mito rimane! Forse è proprio per questo che è riuscita a conquistare e a tenersi stretta Draco! Come vedi Ares cercava solamente di portare una maschera per evitare di soffrire, ma il fatto che sia riuscito a celare per tanto tempo i suoi sentimenti fa capire che, malgrado sia sempre il solito tontolone, sia comunque maturato. Ed era ora! Eh sì, San è riuscita sicuramente nel suo intento anche grazie alla sorella, che buona com’è vuole solo la sua felicità! Come vedi il coraggio di San era dettato anche da qualcos’altro, forse anche lei ha cominciato a maturare un po’ e ha capito che l’amore è insostituibile e, se capita l’occasione di trovare quello vero, non bisogna farselo sfuggire! Vedi le gemelle come degli esempi da seguire? Ci fa molto piacere! ^^ Vuole dire che allora come personaggi non ci sono usciti male! Per l’aspetto… ti rimandiamo alla nuova sezione aperta in http://fanficdickinson.altervista.org che potrai anche trovare nella collective. Fra poco faremo in modo da poter lasciare dei commenti e dei consigli, così potremo avere il parere dei lettori: se preferiscono un/un’ altro/a attore/attrice… se trovano sia adatto/a quello da noi scelto/a… insomma, quello che volete, ecco! Ormai Allie si sa, la odiano tutti! Stronza com’è chi potrebbe amarla? Tranquilla che non sei troppo cattiva! E non hai parlato troppo, ci ha fatto piacere sapere le tue impressioni! ^^ Grazie ancora per i complimenti!

 

Al prossimo chappo gente!

San&Rachel Dickinson

 

VISITATE LA NOSTRA COLLECTIVE:
San & Rachel Dickinson * Our Collective ~ http://hpdickinson.altervista.org ~ La nostra collective in cui sono raccolti tutti i nostri siti ^^

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=15157