Thema n.1 di MissZombie (/viewuser.php?uid=27694)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Achtung, fertig, los und lauf. ***
Capitolo 2: *** Was kommt ist unbekannt ***
Capitolo 3: *** .Leb Die Sekunde ; Zeit läuft . ***
Capitolo 4: *** .An Deiner Seite. ***
Capitolo 5: *** .Was Hast Du Mit Mir Gemacht?. ***
Capitolo 1 *** Achtung, fertig, los und lauf. ***
Premessa: i
Tokio Hotel(purtroppo) non mi appartengono e tutto ciò che
è scritto in questa storia è frutto della mia
mente insana ^_^
Detto
ciò,buona lettura
*****
Una luce accecante.
Poi
il buio.
E
poi mille altri flash, potenti come i fari di un'auto prima di un
terribile incidente frontale.
Il
cuore che accellera impetuosamente il suo battito,
mozzando
il respiro tra il petto e la gola.
Ogni
sensazione che si amplifica all'altezza delle tempie,
le
membra come atrofizzate.
KAPITEL 1 .Achtung,
fertig, los und lauf.
Meine Augen schaun´
mich müde an und finden keinen Trost
Ich kann nicht mich
nich´ mehr mit ansehn´ -bin ichlos
Alles was
hier mal war, kann ich nich´ mehr in mir finden
Alles weg- wie im Wahn
Ich
seh mich immer mehr verschwinden
-Berlino.Novembre 2007-
Antje richiuse con innaturale delicatezza la porta di legno
bianco dietro di sè,appoggiandovisi con la schiena,e chiuse
gli occhi.
Incredibile.
Tutto era incredibile, a partire da quel bagno che si presentava come
il suo momentaneo rifugio,luminoso e caldo.
Mille specchi dalle più svariate forme e dimensioni
riflettevano l'immagine di una giovane donna sull'orlo di una
crisi di nervi mista ad un'euforia esagerata.
I capelli color cioccolato cadevano lisci e morbidi sulle sue
spalle,creando riflessi rossicci sotto la luce soffusa del lampadario
di cristallo che troneggiava al centro del soffitto.
Due grandi occhi nocciola truccati di nero osservavano poco convinti
quell' immagine ormai sfocata che si ostinava a sorridere
anche durante la sua solitudine,
anche durante i brevi momenti di rassicurante calma che si concedeva
ogni sera,scappando in qualche stanza deserta.
La pelle candida interrotta dal nero di quel vestito di seta
semplice,ma forse troppo corto,stonava con le luci aranciate e rosso
fuoco che la attendevano di là,
dietro quella porta.
La vita di Antje era incredibile.
A partire da quel bagno raffinato,passando per i party più o
meno sfrenati a cui partecipava ogni notte grazie alle sue ormai
numerose comode conoscenze,
proseguendo per gli interminabili viaggi in giro non solo per la
Germania,ma per tutta l'Europa.
Ma soprattutto,era incredibile perchè al centro di tutto
questo c'era l'essenza della vita: immortalare emozioni.
Ogni sera,una ragazza si nascondeva dietro ad una macchina
fotografica,si posizionava sotto al palco della Hall dove avrebbe
suonato la band a lei assegnata per quel mese,e racchiudeva
dentro a semplici foto l'essenza della felicità,della
tristezza,
dell'adrenalina e della musica.
Antje Strauss era una delle fotografe più brave in
circolazione.
Tutti erano bravi a scattare una foto,ma nessuno riusciva ad
immortalare l'essenza della vita dentro ad esse.
Nessuno tranne lei.
Eppure era sempre stata una ragazza modesta,semplice,piena di complessi
e scarseggiante di amicizie vere.
Nonostante questo,viveva un po' come un'ombra all'interno del music
business.
Dietro alle rockstars c'era lei,silenziosa,con gli occhi che brillavano
per l'eccitazione e la voglia di scoprire qualcosa di più su
quelle persone che gli altri vedevano come dèi
irraggiungibili,ma che per lei erano soltanto cuori e coscienze da
scoprire.
Aveva sempre trovato i musicisti le persone più
interessanti sulla faccia della terra,la musica era la sua vita,e amava
la fotografia
mescolata alle emozioni che si provano nei momenti più
fugaci in presenza delle più piccole e insignificanti cose.
Aveva unito tutto questo,ed era riuscita a farne il lavoro della sua
vita e a completarsi.
Era riuscita a raggiungere un'importante traguardo personale,e ne era
appagatissima.
Nonostante questo,c'era qualcosa che le punzecchiava orgoglio e cuore.
I grandi occhi scuri si abbassarono fino a sfiorare le piastrelle a
scacchi bianchi e neri del pavimento, in un attimo di incertezza.
Lei era un'ombra,e non sarebbe stata niente di più.
La normalità la disgustava,e l'eccesso la trascinava su come
un'onda,ma poi la riportava sempre a riva,in un purgatorio
di solitudine e silenzi.
Non aveva veri amici,aveva abbandonato da giovanissima la sua casa in
campagna per trasferirsi a Berlino e frequentare
corsi di fotografia che riuscissero a realizzarla.
Aveva lasciato tutto alle sue spalle,pronta a costruirsi una vita sulle
orme di nient'altro che i suoi sogni.
Forse la sua ingenuità non l'aveva aiutata.
Si passò con un gesto stanco ma risoluto le mani sul
viso,consapevole del fatto che non aveva possibilità
nè voglia di lottare
per essere diversa.
Forse per il semplice fatto che non sapeva cosa volesse diventare,in
realtà.
Era giovane,ed era cresciuta troppo in fretta. Ciò che le
era rimasto in mano era solo tanta confusione e poche certezze.
Soltanto diciott'anni e sulle spalle solo lavoro,nomi importanti e
sorrisi sospesi a mezz'aria,dimenticati col tempo a causa della
consapevolezza che sarebbero rimasti tali.
Soltanto diciott'anni e nemmeno un istante per pensare a sè
stessa,riflettere. E forse le andava bene così.
"Antje ti muovi?E' mezz'ora che sei chiusa qua dentro,e DEVO
presentarti il prossimo gruppo con il quale lavorerai.
E' importante,esci da lì!!"
La voce di Alaric,il suo capo,la svegliò dal turbine di
pensieri nel quale era placidamente immersa.
Si diede una rapida occhiata allo specchio e aprì la
porta,trovandosi davanti quasi due metri di uomo.
"Forza,forza..Sono convinto che allaccerai importanti rapporti con
questi ragazzi,credimi.Hanno la tua età,sarà
tutto più facile,e se
riesci a farteli amici o a portarteli a letto magari ti ingaggiano per
dei photoshoots e qualcosa di più importante..Pensa se tu
diventassi la loro
fotografa UFFICIALE!Non posso crederci..Vieni,vieni"
blaterava,trascinando la povera ragazza dietro di sè in
mezzo alla folla
che ballava al centro della pista del locale,sotto luci di mille colori.
Antje adorava la schiettezza di quell'uomo alto,biondo e baffuto,ma a
volte esagerava,e in quel momento si sentì punta
nell'orgoglio.
"Io non ho mai fatto l'amore con una rockstar per abbonarmela e
assumere un ruolo più importante nel mio lavoro.."
protestò,offesa,ma Alaric non sembrava ascoltarla,troppo
preso a fantasticare come un bambino di 5 anni.
La ragazza sbuffò,spazientita,e scrollò il
braccio indispettita, sgusciando via dalla presa dell'uomo fin troppo
entusiasta.
"Mi hai sentita???" urlò,la voce sovrastata dalla musica
troppo alta.
"No,ma sono sicuro che hai detto qualcosa di molto intelligente,come
sempre.Sei una ragazza così acculturata,Antje!!
Ora,però,ci sono i Tokio Hotel che ci stanno aspettando"
rispose lui,alzando gli occhi al cielo e facendosi largo tra la gente,
diretto verso un tavolino di cristallo,tondo,circondato da un divanetto
di pelle bianca occupato da alcune persone..
*
Zurück zum Nullpunkt
Jetzt kommt eure zeit
Lasst sie wissen wer ihr
wirklich seid
"Mi raccomando,cercate di non far scappare la nuova
fotografa come avete fatto con Elrich,okay?" raccomandò
David,
il manager dei Tokio Hotel,
ricordandosi di come i ragazzi erano riusciti ad esasperare il loro
precedente fotografo personale con i loro capricci e
le loro battutine pungenti.
Tom si stravaccò meglio sul divanetto,appoggiandosi allo
schienale con i gomiti e lottando per muoversi nei suoi vestiti
extralarge senza rimanere incastrato,
e incurvò l'angolo sinistro e piercingato della sua bocca in
un ghigno divertito. "Se dici che è una fotografa,articolo
FEMMINILE,
stai certo che IO non farò nulla per farla scappare"
affermò,solenne,sistemandosi la visiera del suo cappellino
nero e riavviandosi i lunghi rasta biondicci dietro le spalle con un
gesto noncurante della mano.
Il riflesso di Tom,seduto di fianco a lui,ovvero suo gemello
Bill,scosse il capo,esasperato,e si lisciò la camicetta nera
sul petto,
squadrando il rasta con i suoi occhi nocciola leggermente a mandorla
truccati pesantemente di nero,e chiedendosi come diavolo
potesse suo fratello avere ancora quel chiodo fisso. Insomma,dopo 6
anni una persona cambia interessi,apre la propria mente a
spazi più vasti..O almeno così la
pensava Bill.
Bill e Tom erano estremamente diversi,ma questa differenza tra loro non
faceva che unirli di più,renderli completi assieme.
Ai gemelli bastava un'occhiata per capire cosa pensavano,e Tom,dopo
aver visto l'espressione di Bill mentre lo squadrava,roteò
teatralmente gli occhi,sbuffando.
"Bill,non dire nulla." lo ammonì. Questi si strinse nelle
spalle,storgendo le labbra ben disegnate in una smorfia contrariata,e
si
voltò verso il manager,
cercando di tranquillizzarlo con un sorriso tranquillo.
"Tranquillo David,cercheremo di fare i bravi" promise.
A chiunque sarebbe apparso come un angelo di ragazzo,ma David Jost
sapeva benissimo che il signorino Bill Kaulitz,
con i suoi atteggiamenti e le sue pretese da prima donna,era
esasperante tanto quanto quel diavolo di suo fratello Tom,
sempre pronto a sparire per ore anche durante le ore di lavoro che per
loro erano più noiose,per imboscarsi con qualche ragazza.
A volte quei due erano veramente insopportabili,ma in fondo avevano
solo 18 anni,non c'era da stupirsi..Georg e Gustav,invece,
erano più tranquilli e socievoli,e sicuramente non era stata
colpa loro se il precedente fotografo,parecchio bravo e professionale,
aveva avuto da un giorno all'altro la brillante idea di lavorare con
un'altra band tedesca.
Georg si riavviò i morbidi capelli castani,si
stiracchiò e poi sorrise,pacifico. "Almeno faccela
vedere,poi decideremo come comportarci." ,disse,battendosi il cinque
con Tom.
David scosse il capo,chiudendo gli occhi e inspirando
profondamente,autoconvincendosi che quei ragazzi erano degli adorabili
angioletti,
ma non ottenne risultati convincenti.
Gustav dilatò impercettibilmente le narici,contrario ai
commenti appena fatti da Tom e Georg,ma rimase in silenzio,come era
solito fare.
"David,rieccomi!!" esclamò improvvisamente un vocione
possente,sovrastando la musica che si diffondeva potente tra le pareti
del locale.
I ragazzi alzarono tutti contemporaneamente lo sguardo,puntandolo sulla
figura di Alaric,il fotografo amico d'infanzia di David
che poco prima era andato da loro ad annunciare l'imminente arrivo
della loro futura fotografa.
Ovviamente la vista di un uomo simile a uno di quei vichinghi grandi e
grossi disegnati sui libri di fiabe per bambini non era stata molto
d'aiuto all'idea che avevano cercato di farsi su questa fotografa.
"Magari è come lui,simile ad un armadio con un paio di
trecce bionde!!"
aveva ipotizzato Georg poco prima,facendo scoppiare tutti a ridere.
"Hallo!!Tu devi essere Antje,vero?" disse David,alzandosi e stringendo
la mano alla giovane ragazza di fianco ad Alaric,stupito di tanta
semplicità accompagnata da altrettanto fascino. Lei
sorrise,facendo un passo avanti ed arrossendo leggermente mentre
percepiva gli sguardi
curiosi e indagatori di quattro ragazzi su di sè.
"Si,è lei!Ascolta,perchè non la lasciamo qui a
parlare con i ragazzi mentre noi andiamo a prenderci una bella
birra?Dopotutto sono loro quelli che dovranno essere fotografati,mica
tu!!" esclamò Alaric,dando una pacca al manager della band e
trascinandolo verso il bancone.
Tom fu il primo ad alzarsi,allungandosi attraverso il tavolo per
stringere la mano di Antje.
"Piacere,io sono Tom,il chitarrista della band."
Sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi sghembi e le strinse
la mano con decisione,osservando i tratti del viso di lei.
Era molto carina,particolare,non aveva i classici tratti della donna
tedesca,e nonostante la dolcezza dei suoi lineamenti quegli occhi
nocciola lampeggiavano di voglia di fare e dire. In una frazione di
secondo Tom lasciò scivolare lo sguardo sulla scollatura
abbondante e poi sulle forme morbide ma ben disegnate del corpo della
ragazza,infine tornò a sedersi,soddisfatto.
Sì,gli piaceva.
Bill notò il rapido viaggio visivo del fratello e
sospirò,rassegnato,poi si alzò e si
allungò sul tavolo per stringere la mano ad Antje e
stamparle due baci sulle guance.
"Ciao Antje,io sono Bill" disse quasi in un sussurro gentile,mentre una
piacevole scossa gli pizzicava le dita che stringevano la mano di lei.
"Purtroppo questi due sono gemelli,e sono uno peggio dell'altro,mi
spiace per te che dovrai sopportarli ogni giorno d'ora in poi,
ma almeno ci farai compagnia!!"
disse una voce simpatica e profonda alle spalle di Bill.
Antje sorrise e allungò la mano al ragazzo "Io sono
Georg,comunque" disse questi,dopo essersi beccato uno schiaffetto di
rimprovero sulla spalla da parte di Bill.
Gustav sorrise,alzandosi e presentandosi alla ragazza,dopo averla
osservata in silenzio e aver constatato che,fortunatamente,
non era una razza di bionda donna-armadio come Georg temeva.
Ognuno tornò a mettersi comodo al suo posto sul
divanetto,Antje invece si accomodò su una poltroncina di
pelle nera e ordinò
una birra dal cameriere di passaggio.
"Così voi siete i famosi Tokio Hotel.."
constatò,pensierosa,osservando i visi dei ragazzi.
"Non hai mai sentito nulla di nostro?" chiese Bill,curioso. Non sapeva
contenersi,aveva sempre un sacco di domande da fare e
adorava ricevere un sacco di domande alle quali
rispondere,era un po' come un bambino alla scoperta del mondo.
Antje sorrise "Sì,ho sentito qualcosa in radio,ma ad essere
sincera per esprimere un giudizio dovrei ascoltarvi dal vivo." rispose,
lasciando tutti a bocca asciutta.
"Bhè,ora che sei la nostra fotografa ci sentirai ogni sera"
constatò Tom,socchiudendo gli occhi nocciola e fissandoli in
quelli di lei,
che invece di sciogliersi come neve al sole come ogni ragazza che
veniva da lui osservata,alzò le spalle e sostenne lo sguardo
quasi in segno di sfida.
"Non è ancora detto. Sono qua per parlare con voi,se
deciderò che potrei anche sopportarvi,diventerò
la vostra fotografa."
spiegò,sorseggiando un po' della birra che il cameriere le
aveva appena portato.
Tom fece una smorfia,stizzito. Era la prima ragazza che osava
rispondergli in quel modo piuttosto di saltargli addosso,
e la cosa non gli andava giù.
"Non sarebbe molto conveniente per te,sai?" le chiese,fingendosi
tranquillo.
"Oh,bhè,non ho bisogno di navigare nell'oro per essere
felice,sai?" rispose lei pacatamente,sorridendo.
Bill ridacchiò,osservandola. Oltre ad essere bella era molto
intelligente,e il fatto che punzecchiava Tom in quel modo era soltanto
un altro punto a suo favore.
Una persona con così tanto carattere doveva sicuramente
lavorare molto bene.
Georg e Gustav si guardarono,e il primo si sporse verso il
secondo,sussurrandogli "La sfida ha inizio!".
Gustav ghignò,scuotendo il capo,ma felice che Antja fosse un
puntino colorato in mezzo a tanto bianco e tanto nero.
Sapeva distinguersi,sapeva rispondere a tono ma con gentilezza,e questo
sicuramente influiva sul suo modo di lavorare.
Sicuramente gli sarebbe piaciuto.
I ragazzi e Antje rimasero a chiacchierare per due ore buone,con loro
che la tempestavano di domande e lei che rispondeva pazientemente.
"Come mai hai deciso di fare la fotografa?"
"Hai altre passioni?"
"Sei giovanissima,cioè hai la nostra età..come
diavolo fai ad essere così decisa in quel che fai?"
"Con che band hai lavorato prima?" e via dicendo.
Soprattutto Bill era incuriosito da quella ragazza così
piena di vita ma dagli occhi tristi e macchiati d'indecisione.
Gli altri non sembravano averlo notato,ma a lui non sfuggiva nulla,e
subito sentì un disperato bisogno di saperne di
più.
Il suo buonsenso però gli suggerì che sarebbe
stato un po' avventato interromperla mentre parlava per chiederle
"Ma sei sicura di essere felice?No,sai,è che i tuoi occhi
non sembrano poi così felici come dici",così
rimase in silenzio e cercò di imprimere
nella mente ogni sua parola per analizzarla a dovere.
"Bene,ragazzi..Siamo desolati di dover interrompere le vostre
chiacchiere,ma sono le cinque di mattina e dovreste andare a letto,
dato che domani avete un concerto" disse David,avvicinandosi al tavolo
e appoggiando le mani sulle spalle di Gustav.
Antje si alzò e fece qualche passo indietro,mettendosi di
fianco al suo capo.
Tom alzò un sopracciglio mentre incrociava gli occhi di
lei,che sembravano lanciargli una sfida silenziosa:
vista di fianco a quell'uomo armadio in quella situazione gli sembrava
quasi inquietante.
Tom era stupito,ma non riusciva a capire se era piacevolmente stupito,o
sgradevolmente.
Antje era diversa,e per quanto questo potesse scocciarlo,non faceva che
aumentare il suo interesse per lei,questo doveva ammetterlo.
Lui era solito frequentare ragazze che lo veneravano come un
dio,ragazze senza cervello e accondiscendenti..
"Allora,domani inizi a lavorare con questi quattro pazzi?" chiese
Alaric,cingendole le spalle con un braccio.
Lei guardò con aria di sufficienza Tom,poi fissò
i suoi occhi in quelli del suo capo.
"Bhè,il chitarrista non mi va molto a genio,ma credo che
potrei provare a lavorare con loro e vedere come va." rispose.
Bill sorrise,entusiasta,e si alzò in piedi.
"Perfetto,allora ci vediamo domani mattina davanti al nostro hotel,l'NH
Hotel Berlin-Mitte,poco distante dal Brandenburg gate..Hai presente?"
disse,avvicinandosi ad Antje.
Lei annuì,poi si sporse e,come lui aveva fatto per
presentarsi,gli stampò un paio di baci sulle guance calde,
e lo stesso fece con Gustav e Georg.
Tom si alzò,avvicinandosi a lei,pregustando la sua reazione
quando lui,invece di accontentarsi di due semplici e amichevoli baci
sulle guance,
si sarebbe voltato e le avrebbe sfiorato le labbra con le sue,facendola
cadere ai suoi piedi e vincendo la sfida...
"Buonanotte,allora..A domani!"
la voce di lei,che si allontanava,lo risvegliò bruscamente
dal sui limbo di pensieri.
"Che c'è,dopo esserti comportato così ti
aspettavi anche un bacino?"lo sfottè Georg,spintonandolo
giocosamente.
Tom sbuffò e si infilò le mani nelle tasche dei
sui jeans oversize "Cadrà presto ai miei piedi,vedrete."
decise.
Bill rise "Mi spiace Tomi,stavolta la ragazza non allargherà
le gambine!"
disse,soddisfatto.
Tom lo fulminò con lo sguardo,ma il fratello lo
abbracciò e gli sorrise "Andiamo via,dai."
Incredibile.Bill era l'unico essere vivente capace di provocarlo in
quel modo e poi,
con un semplice sorriso,farsi perdonare.
Tom sorrise,sospirando,e seguì Bill che lo stava aspettando
davanti alla porta d'uscita.
*******
Ebbene sì,alla fine credo di aver vinto la lotta contro la
mia ispirazione(o almeno lo spero ^_^)
Per me è sempre una faticaccia scrivere i "primi capitoli",
perchè devono saper presentare la storia bene e io invece
sono un disastro in queste cose,
quindi perdonatemi se è troppo banale o cose del genere.
Bando alle ciance,tra qualche giorno dovrei postare il secondo
capitolo..
Nel frattempo,spero di trovare taaante recensioni (anche
negative,purchè costruttive,danke) *.*
Kuss
|
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Capitolo 2 *** Was kommt ist unbekannt ***
<
KAPITEL
2 .Was kommt ist unbekannt.
Ihr steht immer
pünktlich auf
Und verpennt was bei uns geht
Ich seh was was du nicht siehst
-Berlino. NH Hotel
Berlin-Mitte. Ore 07:00-
"Tomiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!"
Bill
si passò una mano tra i lunghi capelli neri striati di
platino che,morbidi e lisci,gli ricadevano lungo le spalle magre.
Gli
occhi nocciola,perfettamente truccati di nero,si guardarono
attorno,disperati.
"TOMIIIII,SVEGLIATI
TI PREGOOO!!!!!!" sbraitò ancora,appoggiandosi
stancamente al muro con la schiena e fissando la finestra aperta del
bagno.
Un
grugnito proveniente dalla stanza da letto lì a fianco gli
fece capire che il suo gemello non aveva la minima intenzione di
alzarsi,e Bill non aveva la minima intenzione di fare un solo passo per
andare a svegliare quello sfaticato,perciò si
riempì d'aria i polmoni e lanciò uno strillo
capace di spaccare i vetri di tutti gli specchi di quel bagno..
"MA
SEI CRETINO????"
Ecco,Tom
si era svegliato.
Bill
si voltò verso la porta,incrociando le braccia sul suo petto
e guardando la figura del fratello entrare nella stanza..
Gli
occhi semichiusi erano ancora gonfi dal sonno,un dread si era ribellato
dalla presa dell'elastico per capelli e ora ricadeva sulla spalla
sinistra del ragazzo,che si stava grattando la pancia piatta e soda
brontolando quanto Bill fosse più simile a un bambino
capriccioso che a un ragazzo ormai maggiorenne.
"Io
non ti capisco,ma hai visto che ore sono?No perchè se non
hai visto,telo dico io:E' L'ALBA!!!E per quale stupido motivo tu mi
avresti sveglia..."
Tom
si interruppe non appena aprì gli occhi per fulminare il
fratello,shokkato da quello che si trovò davanti.
Il
bagno,che la sera prima si era presentato come un ampio spazio dalle
pareti blu decorate da fili argentati che si intrecciavano sul soffitto
fatto di specchi, pulito e splendente come solo nelle
pubblicità di prodotti per la casa si vedeva,era ora
più simile a una discarica.
Le
pareti sembravano essere state tappezzate dalla pelliccia di un
centinaio di dalmata,visto che erano chiazzate di nero in
più punti, la vasca idromassaggio era straripante di
asciugamani di ogni tipo e dimensione,alcuni sporchi di nero,altri
ancora puliti ma stropicciati,il tappeto azzurro era stato buttato
sopra al wc,e sul lavandino giacevano scatole colorate aperte e la
trousse di Bill,appoggiata sul phon ancora attaccato alla presa.
"No..Non
ho capito.." gemette Tom,stropicciandosi gli occhi e sperando di
riaprirli senza ritrovarsi quel casino davanti.
Purtroppo
quando li riaprì,tutto era come prima,compresi gli occhi
sgranati di Bill che lo imploravano silenziosamente.
"Cosa
hai combinato?????" gemette ancora il rasta,guardando sconvolto la
stanza alle spalle di Bill che gli si era ora parato davanti.
"Niente,ho
rifatto la tinta sulla ricrescita..Ma non è questo il
problema!!!" rispose sconvolto questi,che non sembrava minimamente
interessato al casino che era stato in grado di combinare nel giro di
neanche un'ora.
"E
quale sarebbe il problema,genio???"
"NON
TROVO PIU' LA MIA LACCA!!!" strillò Bill,isterico,mettendosi
le mani sui fianchi e squadrando Tom come se fosse stato lui il
presunto ladro.
"Perchè
mi guardi così?Mica penserai che te l'abbia rubata io?Cosa
me ne farei???Io non vado in giro pettinato come un'istrice,Bill!!!"
disse tranquillamente Tom,scuotendo il capo e guardando scettico il
gemello che aveva preso a percorrere il bagno a grandi falcate.
"No,infatti,tu
hai i capelli da cretino,non usi la lacca.." meditò.
"Cretino
a chi????" rispose offeso Tom,avvicinandosi a Bill minacciosamente,ma
un bussare insistente alla porta della loro stanza,seguito dalla voce
di Georg che li chiamava, li distrasse.
Mentre
Tom guardava con sgomento quel disastro,Bill corse alla
porta,trovandosi davanti due volti alquanto preoccupati: Georg e Gustav.
"Ehi..Ma
che succede?Ti abbiamo sentito urlare,stai bene???" chiese il
primo,riavviandosi i capelli chiari e sporgendosi oltre la spalla di
Bill per controllare che non fosse morto nessuno dentro la sua camera.
Gustav si appoggiò con una spalla allo stipite della
porta,osservando scettico Bill che sorrideva, conscio del fatto che
ogni volta che lui faceva certi sorrisini falsamente innocenti,ne aveva
combinata una delle sue.
"Bhè
niente..Mi sono rifatto la tinta..Tom si è incazzato
però." disse,rabbuiandosi,e facendosi da parte per far
entrare i suoi amici.
Georg
ridacchiò,immaginandosi l'ennesimo litigio dei due
gemelli,ma la sua riasata divertita scemò non appena
varcò la porta del bagno per raggiungere Tom.
"MEIN
GOTT!!" esclamò,richiamando l'attenzione di Gustav,che senza
muoversi di un solo centimetro dalla sua postazione,portò lo
sguardo verso il bagno;
dalla
camera da letto non si notava nulla,ma sapeva benissimo in che
condizioni riduceva i bagni Bill quando si combinava qualcosa ai
capelli.
"Ragazzi,non
è per dire,ma tra due ore esatte dobbiamo andare,e voi siete
ancora qui a sbraitarvi contro.." disse saggiamente.
"E
poi io ho fame.." brontolò Georg,raggiungendo l'altro.
"Si,ma
io non trovo la mia lacca!!!!" piagnucolò Bill,abbassando le
spalle,deluso,a causa del poco interessamento da parte degli altri nei
confronti dei suoi dilemmi esistenziali.
"Bill,sai
che ti dico?Cazzi tuoi..Così impari a metterti a posto le
tue cose invece di pretendere che gli altri te le trovino in mezzo al
casino che fai!!" sbottò Tom,voltandosi e frugando nella sua
valigia alla ricerca della sua maglietta nera con disegnata sul davanti
la mano di Fatima,una delle sue preferite.
"Tomi..Ma
io come faccio?" piagnucolò Bill,sedendosi con noncuranza
sulla valigia di Tom,che sbuffò spazientito.
"Senti,adesso
chiamiamo Saki e gli diciamo se te ne va a prendere una okay?"
rispose,esasperato.
Il
viso di Bill si illuminò,seguito da una risata argentina e
dalle sue braccia attorno al collo di Tom.
"Grazie
Tomi,sei il mio eroe!" esclamò Bill,schioccandogli un bacio
sulla guancia,poi si voltò verso gli altri due.
"Allora,scendiamo
per la colazione???" chiese,già dimentico di tutto
ciò che aveva combinato poco prima.
Georg
scoppiò a ridere,annuendo e uscendo dalla stanza,Gustav
scosse il capo,rassegnato,e seguì il suo amico.
"Dai,cosa
ci fai ancora in boxer?Infilati un paio di jeans,una maglietta e
andiamo,che ho fame!!" disse Bill,voltandosi verso il fratello e
guardandolo con aria di rimprovero.
"Bill,sai
una cosa?" chiese Tom ridendo,contagiato dall'allegria del suo gemello.
"Cosa?"
"Sei
proprio insopportabile!".
-Berlino. Stadtmitte. Ore 09:00-
Strade larghe e pulitissime,circondate da alti palazzi
eleganti ma sobri.
Gente che cammina tranquilla per le strade,scambiandosi opinioni sul
proprio lavoro, seguita da altre persone più frettolose e
indaffarate.
Gente osservata da gente seduta sulle comode poltroncine di Starbucks.
Gente. Gente di Berlino.
Perchè Berlino è come uno stato a
parte,è diversa da ogni altra città e paese.
A Berlino trovi il caos ma anche la tranquillità,a Berlino
trovi musica e silenzio, colori e bianco e nero.
Berlino è da vivere.
*
Bis du mir das erste mal erscheinst
Stell´ ich mir vor dass du von oben
Mit den Wolken für mich weinst
"Scheiß!!"
esclamò Antje,mentre una fredda goccia di pioggia le cadeva
dritta sul naso.
La ragazza alzò lo sguardo al cielo cupo,coperto da
minacciose nuvole nere cariche di pioggia.
"Ma proprio oggi doveva piovere?" borbottò una vecchietta in
bicicletta passando lì di fianco,e Antje non potè
fare a meno di trovarsi d'accordo con lei.
In più era in estremo ritardo,erano già le nove e
lei avrebbe dovuto essere nella hall dell'albergo dei Tokio Hotel ad
aspettarli;
già si immaginava le frecciatine che il chitarrista rasta le
avrebbe tirato non appena fosse arrivata.
"Dai..Ancora dieci minuti e sono lì.."
pensò,facendosi coraggio e aumentando il passo,mentre la
milza dolorante implorava pietà.
Lanciò un'occhiata alle strade: qualche auto osava anche
strombazzare.. No,di prendere un taxi non se ne parlava,avrebbe
rischiato di arrivare più tardi ancora.
Ritardo.Lei odiava i ritardi,eppure non riusciva MAI ad essere
puntuale,e per una volta che la era,il suo capo l'aveva fatta
esasperare cercando di convincerla a vestirsi in modo elegante
(tailleur e tacchi a spillo che lei aveva categoricamente
rifiutato),facendole solo perdere tempo.
Il cellulare nella sua borsa a tracolla nera prese a vibrare,ma non
aveva tempo di rispondere,troppo presa a farsi largo tra la gente e
correre verso l'hotel che si vedeva già in lontananza,per
fortuna.
"Un ultimo sforzo.." bisbigliò,senza fiato,stringendo tra le
mani la seconda borsa,più grande dell'altra,contenente tutta
l'attrezzatura necessaria per fare foto.
Nonostante la temperatura fosse decisamente rigida,Antje
arrivò davanti all'hotel con le guance dipinte di
rosso,accaldata e trafelata,con la sciarpa bianca che le ricadeva sulla
schiena scoprendole il collo invece di proteggerlo dall'aria gelida.
Il cellulare nella borsa riprese a vibrare,costringendo la ragazza ad
appoggiare a terra le sue attrezzature ed estrarre quell'aggeggio
infernale.
"Pronto??"
"Sei arrivata in tempo spero??" la voce tuonante di Alaric costrinse
Antje ad allontanare il cellulare dal suo orecchio.
"Ehm..Bho sono appena arrivata.."
"Ma sono le nove e dieci!"
"Eh,si,ma qua fuori non vedo nessuno.." balbettò
lei,cercando una scusa decente per chiudere la chiamata..
"Sei in ritardo alla tua prima giornata di lavoro!Lo sai cosa succede
se ti licenziano????" sbraitò lui dall'altro capo del
telefono.
Antje rimase in silenzio per qualche istante,fingendo di perdere tempo
a pensare alle conseguenze di un suo ritardo.
"Ti ritroveresti senza la tua più brava e richiesta
fotografa e finiresti a non avere più un euro e a doverti
lavare le mutande in qualche fontana con un sapone comprato con il 90%
di sconto in qualche supermercato in periferia??" chiese lei.
"Non permetterti di parlarmi così,sai??" rispose offeso il
suo capo,facendo sbuffare spazientita Antje,ma qualcuno la stava
chiamando e quindi,salvando da quell'improbabile litigio telefonico.
"Scusa Alaric mi stanno chiamando..Sono sicura che andrà
tutto benone..Kuuuss!" disse lei,ridendo e chiudendo la chiamata.
"Sei in ritardo!!!" urlò una voce poco simpatica alle sue
spalle.
Antje chiuse per un istante gli occhi,inspirando profondamente,e si
voltò,trovandosi faccia a faccia con Tom Kaulitz.
"Bhè?Arrivi in ritardo e non solo non ti scusi,nemmeno mi
saluti??" continuò questi,mentre sul suo volto si dipingeva
un sorrisino sghembo.
"Se mi devo scusare con qualcuno,quello non sei tu,caro. E comunque
nemmeno tu mi hai salutata." rispose lei,riavviandosi i capelli scuri
mentre qualche goccia di pioggia
si stampava sul cemento del marciapiede.
"Sei proprio insopportabile,lo sai???" borbottò Tom.
"Ma oggi sopporti qualcuno?" chiese una voce scherzosa alle sue
spalle."Ciao Antje!" continuò Bill,sporgendosi verso Antje e
dandole due baci sulle guance.
"Ciao Bill..Scusa il ritardo,davvero,è che.."
iniziò lei,abbassando lo sguardo,in cerca di una scusa
decente,ma Bill scosse il capo
"Tranquilla,anche noi siamo in ritardo,come vedi." disse,indicando gli
altri uscire dall'hotel spintonandosi scherzosamente a vicenda.
"Veramente se siamo in ritardo è solo colpa tua e della tua
maledetta lacca.." sibilò Tom,puntando un dito contro il
fianco destro di Bill.
Antje osservò i capelli di Bill, accuratamente cotonati e
sparati in aria come la pettinatura di una vera rockstar richiede.
"Non è vero,non è colpa mia,ma di Georg che si
stava soffocando con la sua terza brioche" rispose prontamente
Bill,offeso, facendo una linguaccia al gemello e mettendo in bella
mostra il suo piercing alla lingua.
"Qualcuno sta parlando di me?" chiese Georg,avvicinandosi e portandosi
i capelli dietro le spalle con un gesto del capo.
"Ciao caro..No no,nessuno parla mai male di te,a parte quando rischi di
morire soffocato per la tua ingordigia!!" esclamò
scherzosamente Bill,ridendo assieme al fratello.
Georg fece una smorfia,scuotendo il capo e borbottando che sono cose
che capitano a tutti,poi salutò Antje,seguito a ruota da
Gustav,che le sussurrò
"Comunque la vera colpa è di Bill e della sua lacca!",per
poi ridere e tornare ad immergersi nel suo silenzio.
"Okay,ragazzi,andiamo?" li chiamò David dalla lussuosa ed
enorme auto nera che li aspettava.
Antje seguì i quattro sopra di essa,salutando il manager;
i sedili erano rivestiti di pelle nera morbida e calda, ed era
incredibile quanto fosse ampio lo spazio lì dentro.
Tom si stravaccò di fianco al finestrino,appoggiando i piedi
sul sedile davanti al proprio. Bill lo seguì,sedendosi
più compostamente,e invitando Antje a sedersi di fianco a
lui.
Gustav e Georg invece,dopo aver leggermente spostato una gamba di
Tom,si sedettero di fronte agli altri,ripassando il programma della
giornata.
"Dunque,oggi abbiamo il soundcheck e poi stasera il concerto..Ma adesso
dove stiamo andando?" chiese Georg,alzando un sopracciglio.
"Ora avete l'intervista per Bravo,poi pranziamo da qualche parte e
andiamo al Columbiahalle per il soundcheck e il meeting con le
fans.Lì Antje vi farà un po' di foto per il sito
ufficiale,d'accordo?" spiegò David dal sedile di fianco al
tassista,davanti.
Bill sbuffò "Il Columbiahalle?Ma ci suonavamo due anni fa.."
brontolò,pensando a quanto piccolo fosse quel posto in
confronto alle Hall dove a volte riuscivano a suonare.
"Bill,zitto e mosca,almeno ci sarà meno gente a rompere.
Pochi fan ma buoni." disse Gustav.
Antje sorrise. Quel ragazzo,quelle rare volte che apriva bocca,diceva
cose molto sensate.
Mentre Bill,Tom,Georg e Gustav progettavano cosa mangiare a
pranzo,Antje ne approfittò per immergersi nei suoi pensieri
come era solita fare.
Era strano guardare la gente al di fuori del finestrino
oscurato,osservare ogni loro minimo gesto,espressione facciale,
raccogliere una piccola fetta della loro vita,e pensare
che loro nemmeno potevano ricambiare lo sguardo,perchè a
dividerli c'era quel vetro nero. Chissà come si sentivano i
ragazzi a riguardo.
La vita da rockstar era bella,piena di comodità e
divertimenti,ma anche piena di buche dove ogni due secondi si rischiava
di cadere e spaccarsi le caviglie.
Si voltò a osservare i visi così giovani dei
Tokio Hotel.. Rockstar appena 18enni.. Come diavolo facevano a
mantenere certi ritmi da anni??
Lei aveva appena iniziato la sua carriera da fotografa,e aveva
acquistato una certa notorietà,ma le era costata lacrime e
fatiche.. Per loro non era così?
Com'era possibile che accettassero di rinunciare alla vita privata,alle
gioie regalate dalle piccole cose,a stare un po' soli ad ascoltare le
proprie canzoni preferite riflettendo su ciò che li
circondava?Bhè,forse era proprio quello il punto: non
avevano ancora avuto occasione di estraniarsi dal mondo intero e
riflettere. Erano stati semplicemente inghiottiti da tutto quello che
vivevano.
"Sta bene secondo voi?" la voce di Bill fece svegliare Antje dalla
voragine di pensieri.
La ragazza alzò lo sguardo,giusto per trovarsi davanti la
faccia sbigottita di Georg che la osservava.
"Ah sei viva.." sussurrò,sconvolto.
Antje soffocò una risata divertita vista la faccia da pesce
lesso del ragazzo,poi si voltò,trovandosi davanti un Bill
sorridente e un Tom piuttosto scettico.
"Io l'ho sempre detto che questa ha dei seri problemi di
socializzazione." affermò questi.
Antje sbuffò,alzando gli occhi al cielo.
"E io l'ho sempre detto che questo è un intellettualoide."
"Un che???Cosa sarei io?"
"Intellettualoide,persona che crede di essere intelligente e colta
senza esserlo nemmeno un po',caro Tom Kaulitz."
"Intendi dire che sono stupido??"
"Dimmi,sei per caso caduto da piccolo,sbattendo la testa??"
Bill scoppiò a ridere,seguito a ruota anche da Georg e
Gustav.
Tom,arrabbiato e ferito nell'orgoglio,si voltò e prese ad
osservare il paesaggio fuori dal finestrino.
Non era possibile che una stupida ragazzina della sua età
gli mettesse i piedi in testa così.
No.No e poi no.
"Si è offeso...Non ci far caso,poi gli passa..Senti,hai
qualche foto di quelle che fai tu?Sono curioso.." chiese
Bill,sporgendosi verso Antje.
La ragazza lo guardò sgranando gli occhi: era la prima volta
che qualcuno dei musicisti con i quali lavorava le chiedesse di
mostrarle come lavorava; queste cose di solito passavano in secondo
piano,a loro bastava essere fotografati e apparire belli in foto e
tutto andava bene.
"Si,certo.." balbettò Antje,interdetta,tirando lentamente la
zip della sua borsa nera e aprendola con lentezza misurata,le mani
lievemente tremanti tra le cartelle colorate contenenti le foto di
alcuni degli ultimi gruppi con i quali aveva lavorato durante i loro
concerti lì in Germania..
"Quali vuoi vedere?" chiese,alzando gli occhi e fissandoli in quelli
del suo stesso colore,nocciola,di Bill.
"Tutte." rispose lui,con un sorriso,spazzandola ancora di
più.
Con uno strano senso di smarrimento che le attanagliava lo
stomaco,Antje passò le cartelle a Bill,trattenendo il fiato
in attesa di un giudizio.
Solitamente non si era mai preoccupata del giudizio dei musicisti con i
quali lavorava,perchè aveva sempre lavorato con la certezza
che nessuno di loro avrebbe mai voluto esprimere opinioni e
interessarsi a lei e a quello che faceva.
Stavolta,invece,era diverso.
La ragazza prese a giocherellare con una ciocca dei suoi
capelli,attorcigliandosela spasmodicamente attorno alle dita,osservando
con apprensione Bill,Georg e Gustav,chini
sulle foto. Tom,invece,non si era degnato di voltarsi per
guardare,nonostante la curiosità lo stesse pizzicando
fastidiosamente all'altezza dello stomaco.
Bill ,al contrario del suo solito,non aveva ancora aperto
bocca,osservava semplicemente quei piccoli pezzi di paradiso immersi
nell'inferno: le foto di Antje.
Era assurdo come riuscisse a immortalare i musicisti nelle loro
espressioni più vere e vive,sembrava quasi di poter toccare
i loro pensieri e le loro emozioni.
Georg e Gustav sembravano entusiasti.
"Sei bravissima,accidenti,non ho mai visto foto
così..così..vere!" esclamò
Georg,sorridendo euforico ad Anje. Gustav allungò la mano
fino ad afferrare quella di lei e scuoterla vigorosamente
"Complimenti." disse,solenne,facendola arrossire. Non era abituata a
tutti quei complimenti,di solito riceveva ricompense in denaro e fine
della storia.
Bill le porse le sue cartelle,senza aprire bocca.
"Tu che ne pensi?" chiese infine lei,non riuscendo più a
trattenere la sua curiosità e la sua apprensione.
Bill scosse il capo "Sono perfette,Antje. Non riesco ad esprimermi a
riguardo,sono vita,le tue foto..Assurdo,davvero" disse più
come se fosse una riflessione a voce alta.
Antje sentì le sue gote scaldarsi e diventare roventi,quindi
balbettò un timido ringraziamento e rimise le sue foto al
loro posto,
mentre l'auto si fermava davanti agli uffici di Bravo.
********
Grazie
mille per le recensioni,sono pochine ma è anche colpa mia
che non aggiorno mai,sono di una lentezza esasperante a scrivere,lotto
in continuazione con l'ispirazione che va e viene,ma ultimamente che
è venuta fuori la notizia che presto i Tokio Hotel
torneranno in Italia(anche se non per un concerto,ma
vabè,dettagli!Per quelli
aspetterò Nizza e Tolone *_*),un po' di
ispirazione ha iniziato a farsi sentire,per fortuna ^_^
Bhè,che
dire..Spero che il capitolo non faccia schifo,è che
introdurre in qualche modo,con i primi capitoli,una storia,è
sempre difficile..Più che altro,è difficile farlo
per bene..Mi sono divertita parecchio ad immaginarmi il casino che
c'è nella stanza di Bill (se è come me quando
faccio tinte e cose del genere,non invidio chi condivide il bagno con
lui!)
Judeau: Grazie
per la recensione ^_^ Bhè,ho rivelato molto della ragazza
perchè alla fine,essendo la protagonista,va inquadrata per
bene..Anche se,visto il mio umore altalenante,renderò
altalenante anche pensieri e sentimenti dei personaggi,quindi niente
è scontato ^^ Spero questo capitolo ti piaccia e non faccia
schifo..Uff mi sento sempre un po' in soggezione,soprattutto
perchè adoro come scrivi e sapere che leggi quello scrivo mi
mette un po' in apprensione =P
Kuss
RubyChubb: Che
onoreeeee *.* Adoro come scrivi e la tua nuova storia mi piace un
sacco,quindi grazie mille per la recensione =) Spero il capitolo sia di
tuo gradimento,anche se bhè..Siamo solo all'inizio!
Kuss
My Lady Of Sorrow: Mwhaaa
si che te l'ho detto che avevo postato,te l'ho detto appena sono
arrivata da te..Antipatica..Tanto lo so che adori come scrivo,quello
che scrivo e soprattutto me che lo scrivo! Ich liebe
dich =*
Juliet: Sei
una pervertita!Ma ti adoro
lo stesso XD Grazie per la recensione..Si,tu mi romperai
perchè vorrai i capitoli nuovi,e io perchè
vorrò le tue recensioni..Affare fatto??? =P
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Capitolo 3 *** .Leb Die Sekunde ; Zeit läuft . ***
KAPITEL
3 .Leb Die Sekunde ; Zeit läuft .
Dein Leben
sinnentleert, Deine Schatten tonnenschwer.
Und alles was Du jetzt
brauchts, hast Du nicht.
Du suchts den Regenbogen.
Antje non era mai entrata in uffici così grandi,
il suo lavoro si limitava a farla piazzare sotto un palco con la sua
macchina fotografica,
non a seguire le band nelle sedi enormi di giornali tedeschi e
assistere alle loro interviste..
Era decisamente una novità,e nonostante cercasse di
nasconderlo e di soffocare con tutte le sue forze l'entusiasmo, lei
amavo le novità e in quel momento,mentre seguiva quelle
quattro figure davanti a sè lungo i corridoi degli uffici di
Bravo, sguazzava nella sua frivola felicità.
"Non ho voglia di fare l'ennesima stupida intervista dove l'argomento
principale sarà la nostra presunta verginità
piuttosto che le nostre canzoni" esordì ad un tratto
Georg,sbuffando e mettendosi le mani nelle tasche dei suoi jeans
scuri,mentre un'impercettibile ombra di indisposizione gli si dipingeva
in volto.
"Dai,pensa che stasera potrai sfogarti sul tuo basso mentre suoniamo.."
cercò di rassicurarlo Gustav,dandogli una sonora pacca sulle
spalle in modo solidale.
"A me non dispiace fare queste interviste,lo trovo divertente." disse
Bill,storcendo le labbra verso destra,pensieroso.
Il suo gemello gli diede un lieve spintone,ridacchiando "Ma tu sei una
primadonna,ormai lo sanno tutti!!!" lo sfottè gentilmente,
beccandosi una linguaccia come risposta.
Antje sorrise,e in quel momento si sentì tanto come seduta
sul divano di casa sua,intenta a guardare qualche diario di mtv sulla
band di turno,e una forte sensazione di disagio le si
abbattè contro,facendola sentire come schiacciata a terra da
una forza immensa.
Era lì dietro di loro,come un'ombra silenziosa pronta a
scattare foto per immortalare ogni loro sorriso,ogni loro minimo e
naturale gesto,raccogliendo frammenti delle loro vite e le venne
spontaneo chiedersi se mai un giorno ci sarebbe entrata anche lei,in
qualche modo,in quelle vite.
"Stupida,smettila di farti seghe mentali e fai il tuo lavoro,nemmeno li
conosci" le rispose una vocina graffiante dentro di sè,e
subito si sentì meglio.
Mentre i Tokio Hotel si incoraggiavano a vicenda prima di affrontare
l'ennesima intervista della loro vita,entrarono in una sala grande tre
volte la camera da letto di Antje;al centro troneggiava un lungo tavolo
di vetro circondato da una decina di sedie girevoli di pelle nera,
dietro ad esso la parete non esisteva,perchè sostituita da
una enorme vetrata dalla quale si poteva vedere gran parte della
città dall'alto.
"Ciao ragazzi,io sono Kristian,l'assistente della vostra truccatrice.."
una voce maschile acuta costrinse la ragazza a smettere di ispezionare
l'ufficio dove si trovavano per guardare quell'ometto basso dai lunghi
capelli biondi e mossi e il sorriso degno di una pubblicità
di qualche dentifricio,che stringeva tra le mani una valigetta di pelle
nera.
"Truccatrice?" chiese Tom,appoggiandosi lievemente ad Antje con una
spalla,forse senza rendersene conto.
"Esatto..Gioie mie,sarete lieti di sapere che oltre all'intervista il
nostro fotografo dovrà scattarvi alcune foto per decorare
bene l'articolo che verrà pubblicato nel numero di gennaio!"
esclamò Kristian,sfregandosi le manine in modo spastico,e si
diresse verso un cordless rosso vivo posto al centro del
tavolo,ancheggiando vistosamente.
"Classico esempio di frocio." le sussurrò Tom all'orecchio,e
lei non potei fare a meno di scoppiare a ridere nel modo più
discreto possibile.
"Ahhh,ridi!Allora non mi odi poi così tanto."
constatò poi il rasta,sorridendole maliziosamente.
Subito lei fece un passo indietro,alzando gli occhi al cielo "Non farti
troppe illusioni,Kaulitz." borbottò,contrariata.
"Non risponde..Per la miseria..Io sono solo il suo assistente,non sono
in grado di truccare nessuno.." disse Kristian ripondendo il telefono
al suo posto e appoggiando la sua valigetta sul tavolo,per poi aprirla
e mostrarne il contenuto,ovvero la trousse di trucchi più
fornita che Antje avesse mai visto in vita sua.
"Beh,io sono già truccato se è per questo.." si
pavoneggiò Bill,sorridendo e posando una mano sul suo fianco
destro,sistemandosi i lunghi capelli corvini striati di platino.
"Tu sì,caro,ma gli altri no..Guarda che brufoli" disse
Kristian,prendendo tra le mani il viso di Tom e indicando un paio di
foruncoletti sulla sua fronte. Il rasta fece una faccia schifata e si
dimenò,fino a sfuggire dalla presa del loro nuovo
"amico",mentre la fotografa se la rideva di gusto.
"Signorina!!!!" esclamò ad un tratto Kristian,avvicinandosi
a lei e passandole un braccio attorno alle spalle,sorridendo
amabilmente.
"Ho paura di rispondere.." sussurrò lei,facendolo scoppiare
a ridere. "Suvvia non faccia la timida.. Sono certo che lei
saprà truccare questi ragazzi al meglio."
decise,trascinandola davanti alla trousse e tornando dai ragazzi per
pescare il primo che avrebbe deciso di torturare,o meglio,di far
torturare da lei.
"Ma..Kristian,io non credo di.." balbettò ancora, cercando
una scusa degna di quel nome,ma l'ometto le piantò davanti
Gustav,facendolo sedere su una sedia pressandolo per le spalle e le
sorrise "Tranquilla gioia,sono certo che farai il tuo lavoro
benissimo..TI PREGO!!!!" la implorò,mordendosi il labbro
inferiore,preoccupato.
"Ma io.."
"Per favore,cara..Non voglio rischiare il mio posto di lavoro,ti
pagheremo,ovviamente,devi solo truccare questi tre ragazzi prima che
vengano intervistati..".
Povero Kristian,le faceva pena,in fondo sarebbe stata una paga in
più e dare una pennellata di phard in faccia a tre musicisti
sarebbe stato un gioco da ragazzi,perciò decise di accettare.
Si voltò verso la valigetta e prese il tubetto di
correttore,che le sembrava la cosa più logica da usare per
coprire qualche brufoletto,poi si voltò verso Gustav,che la
guardava con gli occhi spalancati.
"Gustav..Non sono un'incapace,fidati,sarà una cosa rapida e
indolore!!!" cercò di tranquillizzarlo,ma lui
deglutì rumorosamente.
"No,è che..Sai..Io odio farmi truccare dai professionisti,e
quindi sai,sono un po' nervoso.." si scusò,abbassando gli
occhi.
"Dai,stai tranquillo..Farò in fretta e sarai uno
splendore,promesso." disse lei,sorridendo.
Lui fece lo stesso,quindi lo prese come un invito a procedere e
cominciò a coprire le imperfezioni della sua pelle con il
correttore,tamponandolo poi con le dita per sfumarlo.
"Tutto bene fin'ora?Io avrei paura ad essere in mano a quell'arpia!!!!"
urlò Tom dall'altra parte della stanza.
"Quando toccherà a te ti caverò via gli occhi con
le dita invece di coprirti i brufoli,Kaulitz!!" urlò la
ragazza di rimando,poi sorrise gentilmente a Gustav prima di cominciare
a passargli con una spugnetta un po' di fondotinta sul viso.
Lui strizzò gli occhi e serrò le labbra,e Antje
non potè trattenere le risate,ci sarebbe voluta una foto,ma
in mancanza della sua macchina fotografica si accontentò di
imprimere nella sua mente quell'espressione,per poi ricordarla in
futuro e sorridere.
Passò un pennello intriso di phard sul viso di Gustav e poi
sorrise,invitandolo ad alzarsi.
"Allora non è stato così tremendo come
pensavo..Grande!!!!" disse lui,allontanandosi e lasciando spazio a
Georg,che si sedette sulla sedia e si riavviò i capelli,in
attesa che la "truccatrice" iniziasse. Sembrava molto più
tranquillo di Gustav,infatti Antje fece il suo lavoro più in
fretta e in men che non si dica si ritrovò Tom stravaccato
sulla sedia a guardarla,scettico.
"Tom,avanti,siediti bene e levati il cappellino e la
fascia,così facciamo in fretta e voi sparite per un po'
dalla mia vista per fare l'intervista.." gli disse,mettendosi le mani
sui fianchi,ma lui non si mosse di mezzo centimetro,anzi,sul suo viso
si dipinse quel maledetto sorrisino sghembo che lei odiava con tutte le
sue forze,perchè era segno di una sfida.
"No,se vuoi,mi trucchi così." rispose,strafottente.
Antje pregò tutti i santi chiedendo di farla stare
calma,quindi decise di rispondegli per le rime,in modo discreto.
"Se non te li vuoi levare vorrà dire che te li ritroverai
sporchi di fondotinta,e a me non interessa se ciò
accadrà,dopotutto hai più cappellini che
mutande,scommetto." lo avvertì, facendolo sbuffare e
costringendolo a toglierseli e lanciarli malamente sul tavolo.
Senza tutto quell'ambaradan in testa stava decisamente meglio,aveva un
bel viso,i lineamenti dolci come quelli di Bill,e senza una stupida
visiera a nasconderli era molto meglio,ma ovviamente non gliel'avrebbe
mai e poi mai detto.
Si mise al lavoro,ma il continuo sbuffare e muoversi di Tom la
costrinse a impiegare un quarto d'ora per truccarlo,e alla fine si
ritrovò stizzita e nervosa per colpa sua,mentre lui si
rialzava tranquillamente e si infilava la sua fascia nera e si calcava
in testa il suo cappellino a strisce verticali avorio e nere.
"Bravissima tesoro,ora ragazzi andiamo,siete in ritardo per
l'intervista." disse Kristian,battendo le mani e richiamando
l'attenzione di tutti.
Tom indicò Antje "E' colpa sua se siamo in ritardo,ci ha
messo un sacco di tempo per truccarmi." disse,fingendosi offeso.
Lei spalancò gli occhi,irritata "Kaulitz,stai
zitto,è tutta colpa tua se ci ho messo di più per
truccarti,razza di stupido!" inveì,ma Bill le
tappò la bocca con un gesto rapido della mano.
"Shhh dai non litigate,lascialo perdere..Ci vediamo dopo l'intervista!"
le sorrise,inclinando lievemente il capo di lato,poi seguì
gli altri dentro la stanza per le interviste,sparendo dietro la porta e
dalla sua vista.
Lei si avvicinò,curiosa di ascoltare l'intervista e
speranzosa di riuscire a sbirciare un pochino da qualche fessura,per
accontentare la sua curiosità,ma una mano la
trascinò nella stanza di prima.
"Vieni cara,ti devo ancora pagare e mi devi aiutare a mettere a posto
la trousse" ordinò Kristian,allontanandola dai Tokio
Hotel,dall'intervista,e dalla sua speranza segreta di poter
entrare,almeno un po',a far parte delle loro vite.
*
Ich bin hier
irgendwo gelanded
Kann nicht mehr sagen
wer ich bin
Hab die Erinnerung
verloren
Die Bilder ergeben
keinene Sinn
-Berlino.Columbiahalle.Ore
17:00-
Era incredibile. I ragazzi stavano semplicemente facendo il
soundcheck e da dentro la Hall si sentivano echeggiare le urla dei fans
di fuori,accalcati contro alle transenne,che
cantavano a squarciagola ed emettevano gridolini di gioia.
Antje sorrise,quelle urla scaldavano il cuore a lei,figuriamoci ai
Tokio Hotel.
Da una parte poteva immaginare quanto felici potessero essere tutte
quelle persone che erano in fila da interminabili ore,contenendo
bisogni fisiologici e facendosi addormentare le membra per mantenere il
loro posto davanti,eccitate perchè di lì a poco
avrebbero sentito la loro musica entrare nei loro cuori..
Dall'altra parte,invece,si sentiva incredibilmente triste,come spesso
succedeva,perchè si rendeva conto che il lavoro le aveva
rubato l'adolescenza e le pazzie che tutte le ragazze della sua
età facevano per,come esempio,seguire le band che adoravano.
Non sapeva cosa volesse dire essere fan,come quelle persone che in quel
momento scalpitavano fuori dal Columbiahalle,o come quelle che si
facevano kilometri e kilometri solo per un concerto o la speranza di
incontrarli.
Non sapeva quali emozioni si provassero.
Non sapeva nulla,il lavoro le aveva portato via le piccole gioie che si
provano a quell'età,l'aveva allontanata dagli amici
veri,dall'amore,dalla famiglia.
Era sola,nuda davanti a un mondo pronto a sbranarla,e se ne rendeva
conto giorno dopo giorno. E si rendeva anche conto che pure i Tokio
Hotel si trovavano nelle sue stesse condizioni,forse erano un po' meno
in pericolo perchè si sostenevano l'uno con l'altro,mentre
lei era completamente sola.
Tutto questo le fece anche rendere conto che forse era per quel motivo
che sperava di poter entrare a far parte delle vite di quei
ragazzi:perchè erano estremamente simili a lei e nonostante
volesse mostrarsi forte e indipendente,aveva un gran bisogno di
confrontarsi con persone della sua età e di essere protetta.
"Che due cretini!"
La voce di Georg,amplificata dal microfono,risvegliò la
ragazza dalla corrente di pensieri nella quale stava affogando e la
costrinse a farsi forza per alzare lo sguardo fino al palco,stringendo
la sua amata macchina fotografica professionale Canon tra le mani.
Tom e Bill erano schiena contro schiena,il primo che si dimenava in
assoli improvvisati e alquanto improbabili,il secondo che canticchiava
"It's raining man" sculettando vistosamente, entrambi ridendo di gusto
e brillando di una luce propria,quella luce che solo loro potevano
emanare,insieme. Erano una cosa sola,quei due: anima e corpo,divisi in
una metà netta.
Antje sorrise,avvicinandosi a loro e scattando un paio di
foto,immortalando le loro risate e la loro felicità,la loro
spensieratezza,la loro voglia di vivere.
"Ehiii stavo ridendo come un cretino,non vale!Le foto ce le dovevi fare
dopo il soundcheck!" esclamò Bill,indignato, con le braccia
conserte e un sopracciglio alzato.
Antje scoppiò a ridere e gli fece una
linguaccia,mostrandogli un piercing alla lingua uguale al suo.
"No,caro. Non voglio farvi foto sterili e noiose con voi in posa,io
immortalo ogni piccolo istante dove voi siete VOI,siete veri!"
rispose,sorridendo e voltandosi di scatto verso
Georg,che stava ridacchiando con Gustav prendendo in giro i gemelli,una
gamba appoggiata alla grancassa della batteria e il basso in grembo,e
scattò loro una foto.
"Beccati!" li prese gentilmente in giro la fotografa,ridendo serena e
spostandosi verso il lato destro del palco,mentre i ragazzi scuotevano
il capo e riprendevano il soundcheck.
Antje ne approfittò per fare altri scatti.
Lavorare con quei ragazzi si era rivelato molto più
interessante e appagante di quanto pensasse:erano diversi da ogni band
con la quale aveva lavorato,erano così veri,puri,pieni di
energia e di vita che le foto sembravano nascere direttamente dalle
loro essenze,tra ombre,luci e colori.
Quando il soundcheck finì,Bill si avvicinò ad
Antje e le picchettò su una spalla con un dito,sorridendo.
"Quando potrò vedere le foto?" le chiese,curioso.
Lei sorrise. "Domani,promesso!Stanotte ci lavorerò su.."
disse,incamminandosi verso i camerini,con il rumore dei tacchi degli
stivali del cantante come segno che la stava seguendo.
"Stanotte?Cioè non dormirai quasi niente per sviluppare
queste foto e farmele vedere?" chiese,stupito,affiancandola.
Lei alzò gli occhi fino a incontrare quelli nocciola e
truccati di nero di lui,curiosi e onorati di un fatto come quello.
"Bhè non solo per fartele vedere,ma..sì." rispose
Antje,stringendosi nelle spalle ed appoggiandosi al muro bianco fuori
dal loro camerino.
Bill sorrise,eccitato "Adoro le tue foto,non vedo l'ora di vedere
queste,davvero..Sono speciali."
Antje sentì le guance avvampare,e abbassò lo
sguardo per un paio di secondi.
"Grazie Bill,davvero." rispose poi,rialzando lo sguardo e fissandolo in
quello di lui.
Quegli occhi sapevano rassicurarla,sconvolgerla e ipnotizzarla allo
stesso tempo,era incredibile.
Rimasero così,in silenzio,a guardarsi negli occhi,scoprendo
l'uno un po' di anima dell'altra,finchè una voce stizzita
non ruppe quel contatto.
"Avete intenzione di restare a guardarvi nelle palle degli occhi ancora
per molto?".
Bill sbuffò e passò oltre la spalla di suo
fratello,entrando nel camerino.
"Ti piace Bill?" chiese Tom,appoggiandosi con una spalla al muro di
fianco ad Antje e osservandola.
Lei alzò gli occhi al soffitto,poi li puntò in
quelli di lui,stupendosi di quanto fossero simili a quelli del suo
gemello.
"No,non mi piace Bill,e comunque dovresti imparare a farti gli affari
tuoi." rispose,tranquilla,lasciandosi scivolare contro il muro fino a
sedersi.
Tom fece lo stesso. "Perchè litighiamo sempre?" chiese.
"Non litighiamo Tom..Ci punzecchiamo e basta." rispose lei,alzando le
spalle.
"Si, ma perchè lo facciamo e non andiamo d'accordo?Tu e Bill
andate d'accordo..E anche con Georg e Gustav."
"Perchè tu sei una testa di cazzo." rispose ridendo lei,e
zittendolo per qualche istante.
"Bhè ma che c'entra?" esordì lui poi,mettendo su
il broncio.
Antje sospirò,massaggiandosi le tempie. "C'entra,c'entra. Se
tu avessi voglia di parlare con una ragazza,invece di portartela solo a
letto,e quindi di avere un confronto mentale con lei,uno scambio di
opinioni eccetera,forse ti renderesti conto di quello che voglio
dire.Invece ti limiti a scopare,mangiare,suonare,andare a dormire,e hai
anche il coraggio di lamentarti se non andiamo d'accordo.." rispose.
Tom fece una smorfia "Almeno io le mie esperienze le faccio. Tu hai la
mia età e lavori come una cinquantenne,non vivi la tua
vita,preferisci nasconderti dietro cosa?Ah si,il tuo lavoro,ovviamente.
Lavoro,lavoro,lavoro,e poi cerchi di andare d'accordo con chi popola la
tua vita per un mesetto e poi sparisce,come noi,perchè speri
di riuscire a sorridere un po' siccome hai perso tutte le persone che
riuscivano a farti stare bene. Sai che ti dico,Antje Strauss?Impara a
vivere la vita invece di attaccare chi non cerchi nemmeno di conoscere
veramente per paura di affezionartici troppo e poi
lasciarlo,perchè se non vivi il momento e non prendi la vita
come viene,rischi di ridurti peggio di quanto tu ti sia ridotta fino ad
ora."
Antje sentì un piccolo CRAC dentro il suo petto, e poi un
piccolo e sordo urlo che le si diffondeva nella testa,sfiorandole il
cervello e facendole tremare ogni singolo osso del suo corpo,mentre un
dolore silenzioso e acuto le stringeva in una morsa unica cuore,stomaco
e polmoni,facendole mancare il respiro.
"Vuoi andare d'accordo con me,Tom Kaulitz?" chiese,voltandosi verso di
lui e fronteggiandolo con lo sguardo,cercando di reprimere le lacrime
che pungevano come spilli dietro i suoi occhi scuri.
"Sì."
"Allora impara ad avere più rispetto nei miei confronti e a
morderti la lingua quando sai che stai per dire qualcosa di sbagliato."
rispose,alzandosi,poi entrò in camerino come una
furia,raccogliendo le sue cose e infilandosi il suo doppiopetto nero.
"Cosa succede?" bisbigliò Georg a Gustav,che gli fece cenno
di stare zitto,le sopracciglia aggrottate.
"Dove vai Antje?" chiese Bill,avvicinandosi a lei e appoggiandole una
mano sulla spalla.
Lei si allontanò,gli occhi lucidi e le gote arrossate.
"Per oggi ho finito qui,vado casa..Buona serata." rispose,imponendosi
di restare calma e indifferente,ma la voce era spezzata dalla delusione
e dalla voglia di piangere,mentre una lacrima minacciava di uscire dal
suo occhio destro,quindi si voltò e uscì,percorse
il corridoio con grandi falcate e uscì nel retro del
Columbiahalle,appoggiandosi ad un muro e lasciando,con un
singhiozzo,che tutte le sue lacrime uscissero fuori e si sfogassero.
Pioveva a dirotto,le gocce fredde le colpivano il viso con violenza e
il vento freddo la fece rabbrividire,ma poco importava.
Le parole di Tom le rimbombavano in testa,pesanti come macigni.
Facevano male,tagliavano come delle lame,perchè erano
maledettamente vere,e odiava ammetterlo ma lui aveva ragione.
Non era MAI successo. Mai prima di quel momento qualcuno dei musicisti
con i quali lavorava si era premurato di capirla,conoscerla,invece i
Tokio Hotel erano diventati in meno di 48 ore i suoi primi amici dopo
quelli che lei aveva abbandonato per il suo lavoro, e per quanto lei si
sforzasse di odiare Tom,era il primo che aveva avuto il coraggio di
sbatterle in faccia la verità,per quanto essa potesse far
male,ed era stato il primo ad averle mostrato a parole di conoscerla
nonostante tutto.
La folla dentro la Hall urlava,si sentiva persino da fuori. Quelle urla
sovrastavano il pianto delle gocce di pioggia che si schiantavano
contro il terreno e sovrastavano ogni pensiero di Antje,che si
accasciò a terra e chiuse gli occhi,cercando di calmarsi.
Rimase lì un'ora buona,finchè non
sentì le urla della folla amplificarsi,e alcune note di
chitarra diffondersi fino alle sue orecchie.
Il concerto stava iniziando.
Non voleva rientrare,ma nemmeno prendere un taxi e tornare a casa.
Rimase semplicemente lì,sotto la pioggia,mentre la musica
dei Tokio Hotel la investiva e la completava.
Non le importava se il giorno dopo si sarebbe svegliata con 40 di
febbre,non le importava di nulla, perchè stava semplicemente
vivendo il momento e prendendo la vita così come
veniva,seguendo inconsciamente il consiglio che Tom le aveva dato sotto
forma di insulto.
****************
E anche questo capitolo è andato ^_^
Ho voluto incentrarmi più sui pensieri di Antje e descrivere
la sensazione di disagio che prova stando con quei quattro ragazzi che
invece sembrano essersi subito affezionati a lei,insomma la paura che
prova nei loro confronti e nei confronti della vita in
generale,perchè si rende conto che ha bisogno di aprire gli
occhi..
Nel prossimo capitolo invece mi concentrerò più
sui Tokio Hotel,ma non svelo nulla di nulla.
Mi scuso per il ritardo con il quale posto,ma oltre a dover fare a
botte in continuazione con la mia ispirazione,da domani sarò
per un po' di giorni da mia cugina al mare(eh si,anche i cadaveri come
me hanno bisogno di un po' di sole a volte =P),quindi per almeno una
settimana niente quarto capitolo..
Spero di trovare tante recensioni al mio ritorno,che mi piacciono tanto
*.*
Grazie a chi invece fino ad ora ha commentato la mia:
Juliet: Sei
sempre la solita,tu e il tuo Tomi =P Non ti garantisco che il bacio
arriverà,mi piace mantenere l'alone di mistero(o
più semplicemente non lo so nemmeno io XD).. Però
se accadrà dai,scriverò facendo finta che Antje
sia te =* Ti adoroh.
Judeau: Noo
io adoro i tuoi excursus gemanistici,poi se sono su Berlino come quello
che mi hai fatto *.* Io amo quella città,me ne sono
innamorata,è da vivere veramente,sotto ogni sfumatura,in
ogni sua parte,dettaglio..E' Berlino,diamine XD Grazie per i
complimenti comunque,fatti da te sono ancora più apprezzati
^_^ Kuss
FrankieLou:
Tesora,grazie mille =) Lo so,lo so che i Tokio Hotel proprio non ti
piacciono(tranne Rette Mich =P)..Quindi un grazie grande il doppio
<3
MyLadyOfSorrow:
E la vedrai Berlino con me..Manca poco a dicembre,se ci pensi,dai..Non
vedo l'ora nemmeno io *.* E non dire cazzate,l'alunna non ha superato
la maestra... PerciòWeißt du
daß ich dich hasse? che la
maestra continui a commentare anche se ora è in campeggio <3
Perchè i suoi commenti sono quelli più attesi.
Ich liebe dichhhh.
RubyChubb:
Ehhh anche io adoro la fotografia,e uno dei miei tanti sogni sarebbe
anche fare il lavoro che fa Antje in questa ff: fotografare le band
durante i loro concerti..E' un modo per immortalare le loro emozioni,e
rivederle sulle foto..Grazie x la recensione *.* Sappi che sei il mio
idolo,sei un genio e voglio presto il continuo della tua =P Kussss
mary: Grazie
mille,sono contenta che la storia ti piaccia ^^ Fammi sapere se ti
è piaciuto questo capitolo anche se è un filino
più triste. Kuss
Elychan:
Nono,tu non hai visto la mia di camera..Ogni volta che entra qualcuno
mi dice che sembra che ci abbiano buttato dentro una bomba e poi
abbiano richiuso la porta alle loro spalle XD Per quanto riguarda
Tom..ehhh non è tanto lui che non digerisce lei,ma
viceversa..Ma chissà che le cose non cambino? Kuss
Un GRAZIE enorme anche a chi ha commentato la mia oneshot
Weißt du
daß ich dich hasse?
Kuss
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Capitolo 4 *** .An Deiner Seite. ***
KAPITEL 4
.An Deiner Seite.
Ein halber Mond versinkt
vor mir war der eben noch bei dir?
Und hält er wirklich was er mir verspricht.
Ich weiss das ich dich finden kann
Hör deinen Namen im Orkan
Ich glaub noch mehr dran glauben kann ich nicht
-Berlino.
Columbiahalle.Ore 00:15 -
Lo show era stato spettacolare.
Gli show dei Tokio Hotel lo erano sempre,soprattutto in patria, dove i
loro fans sembravano donare tutto il loro cuore a quei quattro ragazzi
capaci di emozionarli.
Il boato del pubblico scemò qualche minuto dopo che i
ragazzi erano spariti nel backstage,ringraziando.
"E' già finito tutto..Peccato,cazzo,stasera mi stavo proprio
divertendo!" esclamò Georg,battendo le mani e sorridendo ai
suoi amici.
Gustav annuì "Sì,a forza di suonare in Francia e
in Polonia mi ero dimenticato cosa volesse dire suonare QUI.Berlino
è fantastica!" esclamò,entusiasta,mentre Tom si
avvicinava a loro tenendosi i larghi jeans con le mani per non
inciampare ad ogni passo.
"No Gusti,non è Berlino,sono le nostre fans che sono
fantastiche!" esclamò,dandosi il cinque con Georg,mentre
Gustav alzava gli occhi al cielo e prendeva a giocare con le sue
bacchette,facendole roteare abilmente tra le dita.
Le risate divertite dei ragazzi e i loro commenti sul live furono
interrotti da uno strillo proveniente dal bagno.
"TOMIIIIIIIIIIIII!!!"
Georg alzò le braccia in segno di arresa e si
allontanò verso il tavolo,sul quale erano state appoggiate
delle bottigliette di coca cola,annunciando che lui non voleva averci
nulla a che fare.
"Sono d'accordo!" esclamò Gustav,seguendo il bassista e
ridendo,lasciando a Tom l'arduo compito di andare a controllare cosa
stesse succedendo all'egocentrico cantante.
Tom sbuffò,maledicendo i suoi amici,e brontolando
imprecazioni sottovoce si avviò verso la porta del
bagno,socchiusa,dalla quale filtrava una debole luce bianca che
illuminava il corridoio buio.
"Bill?" azzardò,sottovoce,alzando un sopracciglio e
spingendo appena la porta di legno scuro.
"TOMI!E' TERRIBILE!" urlò Bill non appena il rasta ebbe
aperto la porta.
"Che cosa?Cos'è successo?"
Bill lo afferrò per le spalle e chiuse la porta con un
calcio lieve,stando attento a non rovinare i suoi stivali a punta
neri,poi sgranò gli occhi nocciola e guardò il
suo gemello.
"Non vedi?"
"...No."
"COME NO?"
Tom sbuffò,scrollandosi di dosso il fratello e
guardandolo,scettico,in attesa di una spiegazione.
"Devo essermi steso male l'ombretto,perchè mi si
è sbavato il trucco,vedi?"
piagnucolò Bill,avvicinandosi e piantando il proprio viso a
due centimetri da quello del fratello,con un dito sotto l'occhio destro.
"Proprio qui." aggiunse,con voce lamentosa.
Tom scrutò il trucco di Bill,e non vi notò nulla
di strano,se non una piccolissima e quasi invisibile sbavatura
sull'angolo.
"Bill,non si vede niente.."
"NO NON E' VERO!L'avranno notato tutti,e le foto del mio trucco sbavato
finiranno su tutti i giornali,ODDIO!" disse,spalancando gli occhi e
aggrappandosi alla maglietta
oversize di Tom,che sbuffò.
"Ma dai,non dire cazzate,si vede appena!" tentò di
rassicurarlo,ma Bill lo strattonò avanti e indietro.
"ALLORA LO AMMETTI CHE SI VEDE!oddio...ODDIO!"
strillò,continuando a scuotere il fratello con disperazione.
Tom alzò gli occhi al cielo e posò le sue mani
sulle spalle di Bill,guardandolo negli occhi.
"Bill...."
"Sì?"
"Vaffanculo."
Neanche mezz'ora dopo erano tutti e quattro sul retro del
locale,stretti nelle loro giacche e sciarpe,pronti a salire sul loro
furgoncino nero dai vetri oscurati, che li avrebbe portati dritti al
loro hotel.
Tom stringeva gelosamente tra le mani un pacchetto di plastica fucsia
contenente caramelle gommose a forma di gatto, e masticava con gusto la
manciata che si era appena messo in bocca.
Saki,la loro guardia del corpo tutto fare, aprì le portiere
del furgoncino,e Gustav e Georg vi si buttarono subito dentro per
accaparrarsi i posti vicino al finestrino.
Bill invece indugiò alle spalle del suo gemello,gli occhi
fissi sul pacchetto di Süßigkeiten che tanto
bramava,mentre la sua mano pallida si allungava per fregargliene una,ma
uno schiaffetto sul dorso di questa da parte del fratello lo costrinse
a mugolare un "Ahiii.." e arrendersi,salendo sul furgoncino
con il broncio.
"Il posto vicino al finestrino è il MIO..."
disse,offeso,puntando il dito contro Georg e Gustav,che si guardarono
disperati.
"Io non cedo il mio posto." annunciò
Georg,solenne,così Gustav ebbe il buon senso di spostarsi e
lasciare che Bill si sedesse al suo posto vicino al finestrino,per
evitare la strage,ovvero i suoi capricci mortali.
Tom entrò nel furgoncino proprio mentre Saki metteva in
moto,sorridendo ai quattro dallo specchietto retrovisore,ridendo dei
loro semi-litigi che erano all'ordine del giorno.
"Allora,mie piccole rockstars,come vi è parso il concerto di
stasera?" chiese, uscendo dal cancello della Hall.
Mille flash e urla penetrarono la carrozzeria del furgone,travolgendo i
ragazzi.
"Bene,è stato fantastico!" disse Georg,sorridendo distratto
mentre osservava la marea di fans accalcate ai lati della strada che
urlavano come impazzite verso di loro.
"Tomi?"
Bill appoggiò il capo sulla spalla del fratello,strusciando
la guancia contro la sua maglietta.
"Mmh?" borbottò questo in risposta,masticando ancora le sue
adorate caramelle.
"Me ne dai una?Ti prego..." implorò Bill,aprendo la bocca.
Tom sbuffò,pescò un gatto verde dal mucchio e lo
ficcò in bocca al gemello senza tanti complimenti.
"Però adesso stai zitto,eh!" ordinò,facendogli
una linguaccia e lanciando una rapida occhiata fuori dal finestrino.
Al primo semaforo rosso il cuore sembrò inciampare e
rallentare il suo battito per qualche secondo,mentre i suoi occhi si
soffermavano dubbiosi sulla figura che usciva da un
piccolo bar in procinto di chiudere.
Era Antje,ne era sicuro.
I lunghi capelli scuri le si erano appiccicati alle spalle e alla
pelle,ancora fradici a causa della pioggia che aveva appena cessato di
cadere.
Gli occhi erano gonfi e arrossati,segno che aveva pianto,e il trucco
nero le si era sbavato sulla palpebra inferiore,appesantendosi.
Tom avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere una ragazza dopo il
concerto,ma non lei.
Non lei,e non conciata così,per colpa sua.
Era stato uno stronzo,non aveva dosato le parole nella maniera adeguata
e l'aveva ferita.
Un conto era ferire le ragazze perchè le portava a letto e
il giorno dopo nemmeno si ricordava il loro nome,perchè
tanto poi non le avrebbe mai più riviste,un conto era
cominciare ad allacciare un rapporto umano e amichevole con una ragazza
e poi pugnalarla proprio all'altezza del cuore con qualche frecciatina
troppo pesante.
"Quella non è Antje???"
la voce di Gustav costrinse Tom ad abbassare lo sguardo,ostentando
indifferenza.
"Si,è lei..Oddio ma che le è successo?" disse
Georg,sconvolto,premendo il naso contro il finestrino.
"E' colpa di Tomi. Hanno litigato." disse Bill,leggermente scocciato e
infastidito alla vista della ragazza ridotta in quelle condizioni per
colpa di quel cretino del suo gemello.
"Non è vero,non è colpa mia!" tentò di
difendersi questi,senza guardare negli occhi nessuno,consapevole di
avere torto marcio.
"E' una vostra amica quella ragazza?" chiese Saki, indicando Antje con
un cenno del capo.
"Sì,e ora Tom si alzerà,scenderà da
questo furgoncino, e la farà salire con noi qui,e la
riporteremo a casa,vero Tom?" disse Bill,piantando un dito nel fianco
del rasta, che
sbuffò,consapevole di dover obbedire.
*
Ich will
nicht störn, und ich will auch nicht zu lange bleiben.
Ich bin nur hier um Dir,
zu sagen.
Ich bin da, wenn Du
willst.
Faceva freddo.
Tanto freddo.
Antje si maledì per essere rimasta seduta sulla ghiaia
bagnata con una temperatura così bassa,ad ascoltare il
concerto.
Il giorno dopo si sarebbe svegliata con una febbre da cavallo,ne era
certa; le girava la testa e continuava a tremare,erano segni
inconfondibili quelli.
Nemmeno il caffè appena bevuto era riuscito a farla
riprendere un po',e tutto questo malessere fisico non faceva che
aumentare la sua rabbia verso quel deficiente di Tom
Kaulitz,perchè se ora stava così era solo ed
esclusivamente colpa sua.
"Coglione." sussurrò,mentre la voce di Tom ancora le
rimbombava nelle tempie,fastidiosa eppure così vera.
"Antje?"
Così vera. Tom che la chiamava.
Tom che la chiamava????
La ragazza si voltò,trovandosi davanti la figura di Tom,con
tanto di rasta,fascia,cappellino e vestiti extralarge,con le mani
infilate nelle tasche e lo sguardo basso,la coda tra le gambe.
"Cosa ci fai qui?Anzi no,cosa vuoi??" chiese lei, incrociando le
braccia sul petto e guardandolo sprezzante.
"Ehm..Gli altri han detto se vuoi che ti diamo un passaggio."
balbettò lui, sforzandosi di sembrare gentile e di non farle
capire quanto era teso.
"Dì pure agli altri che sono gentili,ma posso benissimo
tornare a casa da sola" rispose lei,acida,voltandosi e accingendosi ad
attraversare la strada, mentre il suo orgoglio
ancora offeso le urlava di mandarlo a quel paese una volta per tutte e
far vedere quanto lei fosse superiore.
"Antje dai.." farfugliò Tom,chiamandola e costringendola a
voltarsi,sorpresa.
"Che c'è,Kaulitz?"
Tom sbuffò, tirando un calcio ad una lattina lasciata
lì per terra da qualcuno.
"C'è che non stai bene,si vede,fa freddo e per quanto ti
conosco potresti dirmi che abiti qua dietro,mentre magari casa tua
è dall'altra parte di Berlino..Quindi dai,andiamo.."
borbottò Tom, alzando lo sguardo con una fatica immane.
Questa volta fu la ragazza ad abbassare gli occhi e fissare le proprie
scarpe inzuppate,mentre dentro di sè una tempesta di
emozioni la distruggeva.
Da una parte c'era la sua dignità ferita e calpestata che
non voleva saperne di passare un istante in più con quello
strafottente chitarrista,
dall'altra parte la voglia di perdonarlo e provare ad essere amici,dato
che in fondo erano simili.
"Manca una parola alla tua frase,sai?" disse,tornando a guardare gli
occhi leggermente a mandorla di Tom,che storse le labbra in una smorfia
dubbiosa.
"Come?"
"Dai pensaci...Cosa manca?" lo punzecchiò lei.
Se lui le avesse chiesto scusa,forse avrebbe potuto dargli una seconda
possibilità. In fondo le sarebbe piaciuto diventare sua
amica,e diventare amica anche degli altri
tre,dato che li trovava persone estremamente interessanti.
Ma se non le avesse chiesto scusa,non gli avrebbe più
rivolto parola,e forse sperava che succedesse così.
"Non capisco..." borbottò Tom,ma gli si poteva benissimo
leggere negli occhi che non voleva abbassarsi fino a quel punto,per
quanto fosse in torto.
"Allora buonanotte." rispose lei, alzando gli occhi al cielo e
voltandosi,con le spalle leggermente abbassate per la delusione.
In fondo credeva che lui le avrebbe chiesto scusa,sarebbero saliti su
quel furgoncino e avrebbe potuto ancora respirare quell'aria pura e
profumata che solo i Tokio Hotel fino
a quel momento le avevano dato possibilità di respirare.
Erano così veri,così puri..Possibile che uno di
loro non potesse fare uno sforzo minimo?
Era a metà strada,con un piede sull'altro capo del
marciapiede,quando la voce di Tom la bloccò.
"Scusa!Dai,andiamo o no???".
Uno strano calore le si diffuse dalla testa ai piedi, mentre il sorriso
le illuminava il volto,e si voltò, ripercorrendo la strada
appena fatta e prendendo sottobraccio
Tom,visibilmente imbarazzato.
"Bravo Kaulitz,così ti voglio..Andiamo,su!"
esclamò lei, trascinandolo verso il furgoncino dal quale
spuntavano tre teste curiose in attesa di spiegazioni.
"Ciao Antje!!!" sbraitò Bill,sbracciandosi e facendole cenno
di sedersi di fianco a lui.
Georg e Gustav approfittarono del momento di distrazione dei gemelli
Kaulitz per impossessarsi delle caramelle,si spiaccicarono in un angolo
dell'autoveicolo,nascondendolo,e si ficcarono in bocca più
caramelle possibili,ridendo quasi fino a soffocarsi.
Antje sorrise,notando quanta allegria le trasmettessero quei ragazzi
anche solo dopo qualche secondo che stava con loro.
"Dai,siediti qui!" insistette Bill,battendo la mano affusolata sul
sedile di pelle,scostandosi appena per farle spazio.
Lei obbedì,dandogli un bacio sulla guancia per salutarlo,e
notò solo in quel momento un uomo al volante.
"E così te sei la famosa amica dei pazzi..Piacere di
conoscerti,io sono Saki!" disse questi,prontamente,allungando una mano
fino a stringere la sua.
Antje arrossì violentemente,mentre il cuore
iniziò a battere come impazzito, come se una potente scarica
elettrica si fosse improvvisamente scatenata dentro il suo petto.
La famosa AMICA dei pazzi. Quindi gli avevano parlato di lei. Quindi
gli avevano detto che era una loro amica.
Quindi era una loro amica?
Sorrise,stringendo la mano a Saki "Sì,sono
io..Piacere,Antje!" esclamò,piena di entusiasmo.
Saki si voltò,rimettendo in moto,e il furgoncino
sfrecciò per le strade di Berlino,diretto verso casa
Strauss,che come prevedeva Tom,si trovava dall'altra parte di Berlino.
*****
Non
so come nè perchè ma son riuscita a farmi venire
l'ispirazione anche per questo capitolo ^_^
Non
è molto lungo,purtroppo,ma dentro c'è tutto
quello che ci deve essere,per quanto mi riguarda.. Sono curiosa di
sapere se la pensate come me,quindi aspetto taaante recensioni,anche se
so che siete tutti in vacanza =( Maledettiii!
Ad
ogni modo ringrazio tutti quelli che hanno recensito fino ad ora,vi
adoro <3
Elychan: Bhe non
dirmi niente, quando metto a posto dopo neanche cinque minuti sembra
che qualcuno abbia ributtato una decina di bombe nella stanza..Sono
disordinata,non ci posso fare niente...Ma vedo che tu mi capisci XD
Grazie
per la recensione,comunque..Eh sì, Tom e Antje si sono
parlati..Bhè si sa,lui non è molto espansivo in
certi tipi di rapporti,ma chissà che qualcuno non riesca a
cambiarlo almeno un pochino?Forse Antje avrà da insegnare
qualcosa a tutti e 4 i Tokio Hotel... ;) Kuss.
RubyChubb:
Sisi,cantiamo tutti insieme allegramente,con Bill davanti che fa tipo
da insegnante di aerobica con i suoi ballettini osceni,e noi tutte
lì davanti a cercare di imitarlo inutilmente! Comunque
grazie per i complimenti *.* Eh si,Antje cerca di essere forte,ma i
Tokio Hotel riescono a far crollare le sue difese comunque...
Chissà che non sia anche il contrario? =) Allora..A quanto
una tua nuova storia? Io aspetto ansiosa eh!Nel
frattempo grazie grazie grazissimo per tutte le recensioni che mi lasci
^.^ Kussss
Judeau:
NOOOOOOOOOO MALEDETTO! Anche io voglio venire a Berlinoooo! Potevi
dirmelo e mi chiudevo nella valigia,no? E ci stai fino al 3
settembre..Oh ma non ti fai schifo? XD Uff...L'invidia,brutta bestia,lo
ammetto XD
Comunque grazie x la recensione, comunque quando tornerai non ti sarai
perso molto,sai che ho problemi di ispirazione e non posto molto,quindi
non dovrai recuperare un granchè della storia XD Bhe sono
quasi onorata di sapere che Antje ti ricorda il personaggio che volevi
fosse Astrid, davvero!
Sì,forse Antje è più
triste,effettivamente per il passato che ha avuto e non ha potuto
vivere per bene,ma ora diciamo che si sta rifacendo..No???
Kussss e goditi Berlino anche per me *.*
MyLadyOfSorrow:
Come era ora che qualcuno facesse il culo ad Antje??MA POVERINA!Cioè,quello
stronzo di Tomi l'ha praticamente insultata e tu mi dici che ha fatto
bene??AHOOOO MA IN CHE MONDO SIAMO?? XD Pffff tu sei sempre di
parte,tipo dove c'è Kaulitz c'è casa, NON VALE!
Comunque
grazie per le recensioni che mi lasci sempre e so che mi lascerai
sempre (forse xke sarò io a costringerti XD),e grazie per
quello che mi dedichi nelle tue storie,per tutto insomma. <3
Detto
questo,spero di avere ispirazione presto per il quinto capitolo,pregate
per me!
Bacibacibaci
Aspetto
tante recensioni (VI PREEEEGO detto in modo molto disperato)
Martina
|
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Capitolo 5 *** .Was Hast Du Mit Mir Gemacht?. ***
KAPITEL
5 .Was Hast Du Mit Mir Gemacht? .
Es beginnt jeden Morgen es klingelt um 7
der Wecker und ich bleiben erstmal schön
liegen
Ich bin immer zu
spät
- Berlino. Strauss Hause.
Ore 09:00 -
Antje si rigirò per l'ennesima volta nel suo letto,
affondando il viso assonnato nel cuscino candido e morbido e aprendo
lentamente un occhio per sbirciare la sveglia sul suo comodino..
"Le nove.. E' l'alba.." borbottò, richiudendo gli occhi e
tirandosi le coperte rosse fin sopra il naso, ma una vocina stridula e
fastidiosa all'interno della sua testa le diceva di aprire gli occhi,
canticchiando "Le nove, le nove, è tardi Antje, sono le
nove..".
"COSA? SONO LE NOVE???" urlò la ragazza di colpo, mettendosi
a sedere e scalciando via le lenzuola dai suoi piedi, inciampando in
esse e finendo sul pavimento.
Con il fiato corto e il cuore in gola allungò una mano verso
il comodino, afferrando il suo cellulare e trovandovi ben cinque
chiamate senza risposta del suo capo.
"Merda... Merdamerdamerda, io uccido i Tokio Hotel, e Tom Kaulitz me lo
tengo per ultimo, così posso riservargli una morte lenta e
crudele.." disse, alzandosi e aprendo l'armadio per poi estrarvi un
paio di jeans neri e una camicetta bianca, ovvero le prime orribili
cose che le capitarono in mano, per poi dirigersi verso il bagno
saltellando con una gamba già infilata nei jeans e l'altra
ancora nuda.
"Però alla fine se non fosse stato per loro sarei arrivata a
casa ancora più tardi e magari non mi sarei nemmeno
svegliata questa mattina.." continuò, pensierosa,
chiudendosi la porta del bagno alle spalle e osservando la sua immagina
riflessa nello specchio sopra il lavandino: i semi-boccoli castani le
cadevano arruffati sul viso e sulle spalle, mentre un paio di occhiaie
le sottolineavano gli occhi scuri e una smorfia le incurvava un angolo
delle labbra carnose.
"Certo che se non fossi stata costretta a seguirli fino al
Columbiahalle per quelle stupide foto magari sarei tornata a casa
presto e mi sarei anche ricordata di mettere la sveglia." concluse,
sciacquandosi il viso con vigore e sbuffando sonoramente.
Antje odiava i ritardi, eppure era sempre ed inesorabilmente in
ritardo. A volte la sveglia non suonava, a volte le capitavano
imprevisti, a volte semplicemente perdeva tempo inutilmente e finiva
con il ritardare e rischiare il licenziamento ogni santa volta.. Se non
fosse stato per Alaric sicuramente si sarebbe già
trovata a dormire insieme a qualche barbone per le strade di Berlino..
Con una mano iniziò a passarsi la matita nera attorno agli
occhi, con l'altra ad abbottonarsi la camicetta, mentre il cellulare
ricominciava a squillare.
"Vita maledetta sappi che ti odio!" sbraitò, finendo di
truccarsi alla velocità della luce e rispondendo al
cellulare un istante prima che questo smettesse di trillare.
"Alaric TUT MIR LEID, i ragazzi mi hanno riportata a casa tardi ieri
sera e la sveglia non è suonata, e sono per strada, sto
arrivando, così sviluppo le foto e avrai tutto pronto entro
due ore, te lo prometto!" esclamò, senza prendere fiato
nemmeno per un istante e chiudendo gli occhi preparandosi a una
strigliata dal suo capo.
"Tranquilla piccola, mi hanno avvertito, ero solo preoccupato.. Allora
ti aspetto! Ah, ha chiamato David Jost per informarmi che il prossimo
concerto è tra due giorni ad Amburgo, a dopo!"
ridacchiò il vocione possente di Alaric, lasciando poi
spazio al "tu-tu tu-tu" che segnalava la fine della chiamata.
Antje a volte proprio non riusciva a capire quell'uomo..
Corse come un fulmine fino alla sua camera, infilandosi un paio di
stivali neri sopra ai jeans e la sua giacca doppiopetto, afferrando la
sciarpa con una mano e la sua "borsa da lavoro" con l'altra, correndo
poi fuori dall' appartamento..
Il cielo sopra Berlino era grigio e cupo nonostante non ci fosse la
presenza di una sola nuvola, e il freddo era assolutamente secco,
probabilmente presto avrebbe iniziato a nevicare..
Antje sorrise, sistemandosi la tracolla e tirandosi la sciarpa sopra al
naso, aumentando il passo e dando qualche spallata alla gente che
camminava per le vie del centro.. Le piaceva la neve, la trovava
romantica e le metteva tranquillità.. "E poi sarebbe bello
se nevicasse così tanto da coprire la porta di casa mia,
così dopodomani non dovrò andare a fotografare
quei quattro.." si ritrovò a pensare, lanciando una veloce
occhiata ad una signora con tanto di pelliccia bianca addosso che
l'aveva appena urtata e nemmeno le aveva chiesto scusa.. Antje adorava
vivere a Berlino, ma a volte era difficile sopportare la gente che
passava nella zona del Zoologischer Garten, dove si trovava l'ufficio
dove lavorava..
Erano già le dieci, e pensare che avrebbe dovuto iniziare a
lavorare alle otto la fece solo innervosire, mentre aumentava il passo
iniziando quasi a correre, ma qualcuno che era appena uscito dal
negozio di Armani sulla sua destra le finì addosso,
facendola quasi cadere sul marciapiede..
"Idiota, mi hai fatto cadere tutte le borse per terra!" la
rimproverò il qualcuno che le era finito addosso, che si era
chinato per raccogliere le quattro borse sparse per il marciapiede.
"Scusi, non stavo guardando dove andavo.." farfugliò Antje,
raccogliendo un paio di borse e porgendole alla persona davanti a lei..
Aveva lunghi capelli neri striati di biondi che ricadevano morbidi
sulle sue spalle, un cappotto nero e una sciarpa a righe, e un paio di
enormi occhiali da sole firmati Chanel nonostante in cielo ci fosse
tutto tranne che il sole..
"Certo che c'è gente strana a Berlino.." pensò
Antje, alzando una mano in cenno di saluto e voltandosi per poi correre
verso il suo ufficio, era decisamente in ritardo.
"Eccola qui la mia piccola fotografa preferita!" esclamò
l'omone biondo non appena Antje mise piede dentro l'ufficio.. Con un
sorriso lo salutò, appoggiando la borsa sul tavolo di vetro
e togliendosi la sciarpa. "Dovresti abbassare il riscaldamento, fa
troppo caldo qua dentro rispetto al freddo che c'è fuori.."
borbottò, togliendosi anche la giacca e alzando un
sopracciglio. "Sei di cattivo umore?" chiese curioso Alaric, sedendosi
su una sedia rivestita di pelle nera che fece uno strano rumore sotto
il peso dell'uomo.
"No, è che non volevo arrivare in ritardo, e giù
in strada sono pure finita addosso a una ragazza che usciva dal negozio
di Armani e mi avrebbe volentieri uccisa, credo.." spiegò
lei, aprendo la sua tracolla ed estraendovi i rullini da sviluppare. "E
poi giù di sotto mi è anche toccato svegliare
Angela perchè stava dormendo con la testa appoggiata alla
scrivania e il telefono in mano." concluse, riferendosi alla segretaria
che si trovava nel suo ufficio di fianco all'entrata.
Alaric si alzò, scuotendo il capo. "Non mi dire che ieri
sera si è di nuovo ubriacata e ha intenzione di dormire
tutto il giorno sulla scrivania!" esclamò, fingendosi
arrabbiato e afferrando il cordless dal tavolo. "Nein, l'ho svegliata
io, non ti preoccupare." lo rassicurò Antje, riavviandosi i
capelli dietro la schiena e allineando i rullini sulla superficie
pulita del tavolo, nel quale essi si riflettevano.
Era proprio curiosa di vedere come erano venute le foto, doveva
ammettere di essersi divertita parecchio a fotografare i ragazzi mentre
sbadigliavano, mentre ridevano e mentre facevano piccole lotte tra di
loro invece che fotografarli unicamente quando questi si mettevano in
posa con dei sorrisi falsissimi e patetici stampati in volto..
Il cordless che Alaric teneva in mano iniziò a squillare,
distraendo Antje dai suoi pensieri e facendola voltare verso il suo
capo, curiosa. Di solito non ricevevano chiamate la mattina.
"Oh.. Angela.. Chi? Oh.. Okay, fallo salire, tranquilla.." Antje si
avvicinò ad Alaric, chiedendogli con il labiale chi fosse,
ma lui la ignorò deliberatamente.
"E guai a te se ti addormenti ancora!" aggiunse, minaccioso, chiudendo
la chiamata e giocherellando con il cordless facendoselo scivolare da
una manona all'altra.
"Bhè? Chi sta salendo?" chiese Antje, mettendosi
le mani sui fianchi.
L'uomo si limitò a fare un cenno con il capo verso la porta
d'entrata, che si stava aprendo timidamente.
"Ehm.. E' permesso?" chiese un voce insicura, mentre una scarpa da
ginnastica bianca e nera faceva capolino da uno stipite della porta,
lasciando poi spazio a delle lunghe gambe fasciate da dei jeans scuri,
un busto magro coperto da un cappotto nero, e un viso delicato e
simpatico che faceva capolino da una sciarpa a righe.
"E tu cosa ci fai qui??" chiese Antje, spalancando gli occhi e
appoggiandosi con le mani ai bordi del tavolo.
Bill si tolse gli occhiali da sole e sorrise, salutando con un cenno
della mano Alaric e poi Antje.
"Ehm.. Mi sei venuta addosso mentre uscivo da un negozio e ho pensato
di seguirti.. Ti spiace?" chiese, appoggiando a terra le sue borse.
Antje rimase un attimo ad osservarlo, perplessa.. Prima l'aveva
scambiato per una ragazza, e soprattutto non l'avrebbe mai e poi mai
riconosciuto senza i capelli sparati in aria con litri di lacca e con
così poco trucco attorno agli occhi.. Sembrava quasi un
altra persona, un semplicissimo ragazzo dai lineamenti fini e dal
sorriso bellissimo, e non una rockstar senza difetti, odiosa nella sua
perfezione.
"No, non mi spiace.." rispose, finalmente, osservandolo come fosse
stato un alieno.
"Bene, perfetto.. Perchè volevo invitarti a prendere una
cioccolata calda, offro io!" esordì lui, con gli occhi che
brillavano.
Antje lasciò che il suo stomaco facesse una capriola, poi si
strinse nelle spalle.. Avrebbe voluto uscire con Bill, così
avrebbe avuto modo di conoscerlo un po' meglio e scambiarci due parole
dato che sembrava una persona interessante, ma era arrivata tardi a
lavoro e non poteva accettare..
"Io.. Mi piacerebbe molto, ma devo lavorare.." farfugliò,
portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro e abbassando
lo sguardo.
"Su, non scherzare, ci penso io a sviluppare le foto, tu prenditi un
bel giorno di riposo e goditi la cioccolata calda con questo bel
giovanotto!" esclamò Alaric, alzandosi di colpo e sorridendo
amabilmente ad Antje mentre i suoi occhi esultavano perchè
l'interesse di un cantante per la sua piccola fotografa non poteva che
essere una buona cosa.
"Benissimo!" esclamò Bill, affrettandosi a prendere la
giacca e la sciarpa di Antje e porgerle alla ragazza, per poi
raccogliere le sue borse dal pavimento.
"Perfetto, buon divertimento, e tu Bill salutami David!"
esclamò Alaric, spingendo i due ragazzi fuori dall'ufficio e
sorridendo soddisfatto.
*
Ich weiß
nich´ mehr, wer ich bin- und was noch wichtig ist
Das ist alles irgendwo,
wo du bist
Ohne dich durch die
Nacht- ich kann nichts mehr in mir finden
Was hast du mit mir
gemacht?
- Berlino. Studio
Fotografico Schwarz. Ore 11:00 -
"Dammi qua, ti aiuto.." disse Antje, prendendo due borse dalle mani di
Bill e sorridendogli, rabbrividendo mentre una folata di vento freddo
le investiva il viso..
"Danke.. Hai freddo?" chiese lui, osservando la ragazza mentre cercava
di nascondere il proprio naso sotto la sciarpa di lana.
Era davvero carina nella sua semplicità accattivante, erano
le prime caratteristiche che l'avevano colpito, e dopo averla
incontrata per caso per le strade di Berlino mentre faceva shopping si
era reso conto che forse era il momento buono per chiacchierare un po'
con lei e conoscerla meglio, e magari farsi perdonare per il
comportamento che suo fratello aveva avuto con lei il giorno prima.
"Eh? Freddo?" ripetè lei, alzando lo sguardo e incrociando
quello di Bill, per poi abbassarlo repentinamente e sorridere appena.
"Sì, un po'..Quanto manca al bar?" chiese, guardandosi
attorno.
Erano rimasti in centro, ma avevano imboccato una viuzzola nascosta dai
palazzi altissimi, dove passava poca gente e non c'era ombra di
traffico.
"Poco.. E' più o meno a cento metri da qui..Vedrai che la
cioccolata ti farà dimenticare il fatto di aver camminato
troppo!" esclamò Bill, allungando il passo e sorridendo,
entusiasta.. Finalmente giunsero davanti ad una vetrina enorme e
pulitissima, dalla quale si intravedevano dei tendaggi scarlatti e
divanetti di pelle nera.. Bill spinse la porta d'entrata, lasciando che
il tintinnio che annunciava l'entrata di nuovi clienti aleggiasse fin
dietro il bancone, dove un ragazzo con i capelli platinati
saltò sulla sua sedia, sorridendo.
"Bill?? Cosa ti porta qui? Una giornata di shopping sfrenato??" chiese,
allungandosi sul bancone per dare una pacca sulle spalle di Bill e
baciarlo sulla guancia.
"Ciao Andy.. No, sono qua con una mia amica per farle provare la
cioccolata migliore di tutta Berlino!" disse, solenne, facendosi da
parte per far avvicinare Antje al bancone..
"Uh, piacere, io sono Andreas." sorrise il ragazzo, porgendole la mano.
La ragazza sorrise, allungando una mano e stringendo quella del biondo
. "Antje, piacere.." disse, squadrandolo per qualche istante e poi
spostando lo sguardo su Bill, che stava prendendo due menu da dietro il
bancone.
"Comunque era una giornata di shopping sfrenato prima che incontrasse
me.." sussurrò complice ad Andreas, poi sorridendo si
diresse verso un divanetto vicino alla vetrina. Il locale era molto
carino, accogliente e caldo, con tende color porpora ovunque e piccole
candele tonde al centro dei tavoli, e musica rock soffusa.
Bill rimase fermo di fianco al bancone, osservando ogni movimento di
Antje, dal modo in cui appoggiava delicatamente le borse sul divanetto,
a come si toglieva lentamente la sciarpa e si guardava attorno,
sinceramente incuriosita.. C'era qualcosa in lei che lo attirava
all'inverosimile, ed essendo sempre stato un tipo molto impulsivo, non
voleva nemmeno rifletterci troppo sopra, era veramente felice di essere
lì con lei quella mattina.
Con un sospiro si strinse i menu al petto e la raggiunse, scivolando
silenziosamente sulla poltroncina di fronte a lei e inclinando
lievemente il capo verso sinistra.
"Tieni, i menù.. Qua fanno la cioccolata a qualsiasi gusto,
ti conviene guardare con calma." le suggerì, sorridendo e
aprendo poi il suo menù senza staccarle gli occhi di dosso..
Lei sembrava leggermente nervosa, ma poi si sciolse in un sorriso e
alzò le spalle. "Invece sai che ti dico? Prendo quello che
prendi tu.. Sono curiosa di vedere i tuoi gusti." decise, alzando le
spalle e richiudendo il menù che teneva tra le mani.
Bill rimase spiazzato, dato che le uniche volte che aveva chiesto a una
ragazza di uscire quelle facevano di tutto per fare scelte nei
menù che lo intrigassero, e ordinavano cose come fragole e
champagne facendogli sorrisini maliziosi da sopra il menù..
Antje invece non aveva fatto nulla di forzatamente interessante, aveva
semplicemente risposto la prima cosa che le era passata per la testa,
ed era riuscita a disorientare Bill più di quanto fosse
già prima..
"Oh.. Okay.. Andy, portaci due cioccolate calde al lampone!"
urlò al suo amico, che da dietro il bancone alzò
i pollici e si mise a trafficare con delle tazze.
"Ottima scelta.." disse Antje, sorridendo e appoggiandosi con i gomiti
sul tavolo.. Bill sorrise, torturandosi nervosamente le mani l'una con
l'altra.. Non era come Tom, non sapeva come comportarsi con le ragazze,
dopotutto non aveva una storia da qualcosa come tre anni e mezzo.. Che
cosa avrebbe dovuto pretendere?
"Parlami un po' di te..In fondo è la prima volta che abbiamo
modo di conoscerci un po'.." disse infine, appoggiandosi anche lui con
i gomiti sul tavolo imitando la ragazza e osservandola, interessato.
Antje alzò le spalle "Bhè.. Cosa posso dirti?"
borbottò, pensierosa..
Bill si battè con il dito indice sul mento "Fammi pensare..
Di te so che ti chiami Antje Strauss, che sei di Berlino e fai la
fotografa.. Quindi regolati tu, voglio sapere tutto il resto." disse
poi, alzando un sopracciglio.
Lei sembrò rabbuiarsi un po', ma poi prese fiato ed
iniziò a parlare, perdendosi nelle iridi nocciola di Bill.
"Bhè, cosa posso dirti? Ho diciotto anni, vivo da sola in un
appartamento, ho lasciato la mia casa in campagna qualche anno fa,
quando mi sono trasferita qui a Berlino per seguire un corso di
fotografia che mi ha portata fin qui.. Non ho una brutta vita tutto
sommato, sono una delle fotografe più richieste dai gruppi
musicali e dalle riviste, vengo pagata abbastanza bene, viaggio molto e
ho la possibilità di conoscere gente famosa e partecipare a
party stupendi, non ho di che lamentarmi.." disse, abbassando lo
sguardo non appena notò il sopracciglio traforato dal
piercing di Bill alzarsi.
Qualcosa gli puzzava, lui era bravo a leggere negli occhi delle persone.
"Non ci credo. Non che io non creda a quello che tu dici, Antje,
ma..Sicuramente c'è qualcosa che non va, te lo si legge in
faccia.. Hai amici? La tua famiglia? E un ragazzo?" chiese, sporgendosi
lievemente verso di lei da sopra al tavolo, guardandola intensamente e
sperando di poterle fare alzare lo sguardo in questo modo..
"La mia famiglia l'ho lasciata nel mio passato, amici qui non ne ho,
come potrei averne, Bill? Sono sempre in giro per lavoro.. E un ragazzo
anche, contando il fatto che l'ultima cosa di cui ho bisogno
è stare male per amore..Sto bene così." disse,
senza staccare gli occhi dalle scheggiature nel tavolo di legno..
"Ne sei sicura?" insistette Bill, in un sussurro.
Antje sorrise, alzando lo sguardo. "No." ridacchiò, alzando
le spalle, poi si sporse sul tavolo e con la punta di un dito
sfiorò una guancia di Bill.
"Oh..Hai la matita sbavata.." disse, pensierosa, con una smorfia
concentrata che le arricciava le labbra..
Bill sentì il cuore fermarsi, non sapeva dire se era per il
tocco di Antje o semplicemente perchè aveva il trucco
sbavato, e si portò le mani sotto agli occhi, sgranandoli.
"Oh Gott..Davvero? Dove??" chiese, ma lei scoppiò a ridere.
"Bill.. Non ti ricordi nemmeno di esserti messo pochissimo trucco
stamattina e che quindi la possibilità che ti si sbavi
è remota?" chiese.
"Però la possibilità che succeda c'è
sempre.." disse lui, incrociando le braccia sul petto e guardandola
offeso. "Quindi mi stavi sfottendo?"
"Solo un pochino.." ammise lei, ridendo, mentre arrivava Andreas e
metteva sul tavolo due grosse tazze di cioccolata fumante e profumata e
un cestello pieno di biscottini.
"Andy sei un mito!" esclamò Bill, uscendo dalla sua sfera di
indignazione e allungandosi per prendere un biscotto e ficcarselo in
bocca.
Il biondino sorrise ammiccando ad Antje e poi se ne tornò al
lavoro dietro al bancone.
"Cosa pensi di me?" chiese Bill con la bocca piena, notando che la
ragazza lo fissava.
"Penso che non si parla con la bocca piena.." iniziò lei,
con un sorrisetto beffardo dipinto in volto, ma lui le fece cenno di
continuare, sventolando una mano per aria.
"Penso che ti credevo una sorta di diva, ma allo stesso tempo molto
interessante, e non mi sbagliavo." disse schiettamente, sorseggiando un
po' della sua cioccolata.
Bill quasi si soffocò con un biscotto, tossicchiando e
abbassando lo sguardo.
"Mi trovi interessante?" chiese, sinceramente sorpreso.
"Bill, che c'è di strano? Tutta Europa ti trova
interessante, non lo sapevi?" rispose lei, ridendo.
Bill si guardò attorno, nervosamente.. Quella ragazza lo
metteva in difficoltà, non riusciva a capire se lo stava
semplicemente sfottendo oppure se era seria nelle sue affermazioni,
magari Tom avrebbe saputo capire il vero senso delle sue frasi, ma lui
no, lui aveva troppa poca esperienza in quel campo..
"Oh.. Okay.." borbottò, osservando una scheggiatura dello
smalto su una sua unghia, poi alzò lo sguardo, confuso.
"Ma.. Quindi scherzavi? O mi trovi interessante? Perchè sai,
se tu mi trovassi interessante allora io potrei anche dirti che anche
io ti trovo interessante, ma se tu mi stessi solo prendendo per il culo
allora non te lo direi e me lo terrei per me, perchè.."
Antje alzò una mano davanti al viso di lui, interrompendolo.
"Prendi fiato, Bill! Così rischi di morire soffocato!"
esclamò.
Un piccolo sbiadimento in mezzo a tutto quel colore nel cuore di Bill.
Allora lo stava semplicemente sfottendo! Si rinfilò gli
occhiali da sole e si alzò di scatto, con le guance
arrossate dall'imbarazzo e dalla rabbia e si infilò il
cappotto, sbuffando. "Dove vai?" chiese Antje, curiosa, ma Bill era
già con la mano sulla maniglia della porta d'uscita, con
Andreas che gli urlava dietro di pagarlo.
"E io che ero anche preso! Scheisse!" sibilò Bill,
ficcandosi le mani in tasca e percorrendo il marciapiede a grandi
falcate, finchè una mano non lo prese per il bordo del suo
cappotto, costringendolo a voltarsi e trovarsi davanti ad Antje,
ansimante per la corsa, senza cappotto che rabbrivideva sotto la sua
camicetta..
"Che c'è? Hai deciso di smetterla di sfottermi?" chiese
Bill, tirando un calcio ad un sassolino sotto il suo piede.
Antje scoppiò a ridere, portandosi le mani sulle labbra per
soffocare le sue risatine divertite, e Bill fu convinto che si stesse
veramente divertendo a prendersi gioco di lui che invece era seriamente
interessato a parlarle e la credeva diversa...
"Fottiti Antje.." disse, voltandosi, ma lei si parò davanti
a lui, improvvisamente seria.
"Bill, non ti stavo prendendo in giro! Pensi che perderei tempo qui con
te per prenderti in giro? Ti sembro così?" chiese,
allungando una mano e togliendogli gli occhiali per poterlo guardare
negli occhi..
"No.. Non mi sembri così.." rispose, confuso, giocherellando
nervosamente con un lembo della sua sciarpa, malamente attorcigliata
attorno al collo.
Perchè lei riusciva a farlo sentire così
inadeguato nonostante fosse abituato ad interagire con ragazze e
ragazzi di qualsiasi età ogni giorno??
In fondo lui era indipendente, a soli tredici anni se ne era andato ad
abitare da solo con la sua band ad Amburgo sopra allo studio nel quale
avevano registrato i loro album, aveva girato tutta Europa e aveva
imparato a vivere contando solo su se stesso.. Bhè, anche
con l'aiuto di Tom, ma eran solo dettagli.. Insomma, era indipendente e
maggiorenne, come era possibile che una ragazza appena entrata nella
sua vita lo sconvolgesse così tanto?
"Se non ti sembro così, vuol dire che non la sono.. Non
volevo offenderti..Io penso davvero che tu sia interessante, mi piace
parlare con te, tu mi capisci.." disse, sorridendogli e cercando il suo
sguardo..
Bill sentì ogni punta di rabbia svanire dentro di
sè, e si illuminò, sorridendo.
"Davvero?"
"Davvero." confermò la ragazza, prendendolo sottobraccio e
stringendosi a lui per scaldarsi un po', mentre qualche fiocco di neve
cominciava a cadere dal cielo, posandosi con delicatezza tra i capelli
dei due, o sul marciapiede umido.
Bill sorrise,guardando dall'alto il naso delizioso di Antje e le sue
labbra ben disegnate, poi alzò lo sguardo verso il cielo.
"Mi piace la neve.." disse.
Antje sospirò, annuendo. "..E' romantica." concluse, poi
punzecchiò un fianco di Bill e lo trascinò verso
il bar di Andreas.
"Però fa tanto freddo e ho bisogno di finire la cioccolata,
perchè era buonissima e potrei ucciderti se mi fai prendere
la febbre!" aggiunse.
Bill sorrise, socchiudendo gli occhi mentre le sue labbra,
silenziosamente, formulavano una breve e impercettibile frase.
"Cosa mi hai fatto?"
*****
Ebbene
sì, lo so che credevate fossi morta, invece era
semplicemente morta la mia ispirazione, io tiro avanti, tranquilli ^_^
Bhè,
spero di riuscire a riprendere in mano questa fanfiction e lavorarci un
po' sopra nei prossimi giorni, ma evito di fare promesse
perchè come avrete notato a volte sparisco per troppo
tempo..
Che
dire di questo capitolo? Ho messo un attimo da parte tre dei TH per
lasciare un po' più di spazio a Bill, nei prossimi capitoli
vedremo che succederà, anche se la Silvia (meglio conosciuta
qui sopra come RubyChubb) sa già qualcosa e mi ha dato
qualche suggerimento, insomma, non voglio che questa storia sia pesante
o triste, è sotto "commedia" , quindi vi lascio immaginare
cosa potrebbe succedere in attesa del prossimo capitolo che spero non
tardi ad arrivare (capito ispirazione???? *monologo con la mia
ispirazione*)
Grazie
mille, comunque, a chi ha sempre recensito questa storia e spero non la
abbandoni ^^
A
presto.
Martina
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