Burbon di HarveyDubleFace (/viewuser.php?uid=260323)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In questa vita ci sono anch'io ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 1 *** In questa vita ci sono anch'io ***
Ero al pub come ogni sera; era il mio lavoro e anche se mi costava ammetterlo mi piaceva. C’era sempre bella musica, la mettevo io ovviamente, e poi conoscevi sempre gente interessante, una volta è entrato un ragazzo e un paio di suoi amici, Julian così si chiamava, Bob li conosceva (Bob è il titolare del locale dove lavoro), non c’è bisogno di dire che alla fine della serata sono letteralmente caduta tra le sue braccia. Sono scivolata di brutto su qualcosa e mi sono ritrovata in braccio a lui. Adesso solo a pensarci mi viene da ridere fino alle lacrime. Ero totalmente innamorata di lui ma avevo solo 18 anni quando ci siamo conosciuti quella sera, anche per lui è stato amore a prima vista. Siamo stati insieme tre anni e mezzo poi ho scoperto un parte di me che ha cambiato totalmente la mia vita, così dovetti lasciarlo perché non potevo più stargli vicino, avrei potuto fargli del male e io gli volevo troppo bene per permetterlo, così lo lasciai stare, non gli raccontai cosa avevo scoperto e ancora oggi lui non lo sa, da quel giorno, sono passati 127 lunghi anni. Ma no non sono una vampira o un licantropo, sono semplicemente un immortale, vivrò per tutta l’ eternità o almeno finché la terra o l’universo non avranno fine.
Mi ritengo fortunata non sono da sola con me, e soprattutto uguali a me ci sono altri nove ragazzi:
Liam, Louis, Niall, Zayn, Harry, Eleonor, Perry, Danielle, Lauren e io.
Siamo tutti nati bambini immortali, siamo cresciuti fino al complete sviluppo e adesso non invecchieremo per il resto della nostra vita.
Oookey, giovini ecco una FF nuova di zecca, non so cosa dire anche perchè il prologo dice già tutto. quindi ciao e buona notte domani c'è scuola
:( purtroppo -.-'
Baci <3
Americas :)
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Capitolo 2 *** capitolo 1 ***
CAPITOLO 1
Se devo raccontarvi la loro storia è meglio se inizio dal principio, senno non capireste niente.
Emily era al lavoro come ogni sera, ma quella sera al pub entrarono 8 ragazzi, apparentemente sembravano dei comuni ragazzi, si accomodarono ad uno dei tavoli liberi quella sera. Uno di loro si avvicinò al jukebox , si era un locale retrò ma aveva il suo fascino moderno, evidentemente voleva cambiare canzone.
Bob “spero per te che tu non voglia avvicinarti più di così a quel jukebox, potresti rimetterci qualcosa”
X “bè allora rischierò, questa musica fa schifo”
Bob “io me ne vado non voglio rischiare”
Emily “scusami?”
X “si si certo ti scuso”
Emily “non era un affermazione”
X “bè allora cosa vuoi?”
Emily “voglio che non tocchi quel jukebox e che te ne torni al tuo tavolo a bere il tuo burbon”
X “tu non sei nessuno per dirmi quello che devo fare”
Emily “si e tu vali ancora meno di me qui dentro”
Detto questo si arrese e si allontanò, Emily già non lo sopportava, non poteva pensare che qualcuno che non ti conosce poteva comportarsi così maleducatamente.
Nel frattempo era entrato Julian con i suoi amici
Julian “hey Em che voleva quel tizio?”
Emily “voleva cambiare canzone”
Julian “hahahahaha..non ci è riuscito a quanto sento”
Emily “esatto non c’è riuscito, la musica è la mia vita e nessuno me la porterà via finchè sono qui dentro”
Julian “è per questo che ti amo se una cosa è tua, è tua per sempre” la baciò, un semplice bacio, poi aggiunse “ci vediamo a casa Em”
E se ne andò lasciando Emily al suo lavoro.
Mr. X pov
Finalmente avevamo trovato l’ultimo pezzo mancante, lei, lei era l’ultima che completava il nostro cerchio, restava solo una cosa da fare conoscerla e dirle la verità al momento giusto. Credo però che sarà più difficile del previsto, è molto chiusa forse è anche triste, lo si vede nei suoi occhi.
Il primo in contro tra lei e colui che le svelerà la verità non è andato a buon fine, anzi forse è stata una catastrofe.
Erano ormai passate tre settimane dall’ultimo incontro tra lei è lo sconosciuto Mr. X oramai Em era sicura che non lo avrebbe più rivisto, eppure in se aveva un presentimento, o forse solo una sensazione che forse lui sarebbe ricomparso un giorno e che quel giorno la sua vita sarebbe cambiata, ma la sua paura più grande era quella di cambiare in peggio, ciò che proprio non voleva.
In effetti lo sconosciuto ritornò, questa volta era da solo, nessuno era al suo seguito come la prima volta, si sedette ad uno degli sgabelli del bancone e ordino un burbon, proprio come la prima volta. Em glielo servì e lui la guardò negli occhi un solo istante, a lei quel solo istante basto per essere triste di nuovo, poi sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori, e usci dal locale per un attimo a prendere una boccata d’aria, negli occhi di quello straniero aveva rivisto gli occhi di suo padre. Lui era morto qualche anno prima insieme alla madre di Emily, per lei che andava ancora a scuola fu una batosta insuperabile poi invece il lavoro al pub e Julian le avevano risollevato la vita.
Senti la porta aprirsi segno che qualcuno stava o entrando o uscendo, era lui lo straniero che se ne andava, non la degno di uno sguardo.
Il misterioso ragazzo ritorno al pub per almeno tre mesi sempre alla stessa ora e tutte le volte ordinava un bicchiere di burbon, lo beveva e poi se ne andava. Andò avanti così finchè una sera inizio una strana conversazione con Emily.
X “sai che i miei genitori vivevano qui una volta” disse tutto d’un fiato.
Em “anche i miei, ma…sono morti 3 anni fa”
X “anche i miei genitori sono morti, avevo solo 5 anni quando l’auto dove viaggiavamo per colpa della nebbia a deragliato, loro sono morti invece io sono sopravissuto, quando mi hanno tirato fuori dalla macchina pensavano fossi morto, invece mi sono svegliato e non avevo neanche un graffio. Strano vero?”
Em “più che strano direi inquietante, è successa la stessa cosa anche a me”
Restarono in silenzio entrambi poi il ragazzo del mistero se ne uscì con un “come ti chiami?”
Em “Emily, Emily Sophia Adelaide Grant, per gli amici Emy o Em”
X “io non sono un amico” disse.
Em “giusto non so nemmeno il tuo nome”
X “mi chiamo Harold Edward Styles, per gli amici Harry o Hazza”
Em “ma noi non siamo amici”
Harry “già è vero…non capisco perché ti sto dicendo tutte queste cose su di me”
Em “è l’effetto del pub, ti fa sentire a casa, io non sono una semplice barista, io so ascoltare”
Harry “allora ti faccio conoscere i miei amici così potranno porti i loro problemi e tu con la bacchetta magica glieli risolverai” disse con tono di sfida.
Em “non ho detto questo, e poi la vuoi finire di tramutare ogni parola che dico in qualcosa di insensato!” gli rispose raggelandolo. “Sono anche io parte di questo mondo ma nessuno sembra accorgersene, adesso non pensare che io sia una scema senza un briciolo di vita sociale, senza un fidanzato o cose del genere”
Harry “scusa mi dispiace di essere un emerito coglione, ricominciamo?”
Em “no e adesso scusa ma ho altro da fare”
Hola!! come va??
io non tanto bene sono a casa con l'appendicite infiammata, spero di non mirire per questo.
ditemi per favore se la storia è interessante, se fa schifo, se devo cambiare qualcosa se devo scrivere i capitoli più lunghi o non lo so, qualsiasi cosa vogliate scrivere scrivetela, anche Americas sei una cretina va bene!!! |
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Capitolo 3 *** capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Harry ed Emily erano decisamente partiti con il piede sbagliato, non erano riusciti ad entrare in sintonia ...
Strano perché di solito due persone così simili si sarebbero dovute capire fin dall’inizio invece loro no, forse perché nella loro somiglianza erano quelli più diversi, forse perché lei non sapeva e lui sapeva troppo.
Dopo quell’ultima conversazione non si sono più visti forse perché Emily non è andata al lavoro. In effetti una di quelle sere Harry era tornato al pub.
H”portami un burbon come al solito”ordino Harry guardandosi attorno cercando qualcuno o forse cercando lei.
B”come vuoi, ma smettila di guardarti attorno lei sta sera non uscirà da quella porta e non urlerà quando qualcuno vorrà cambiare canzone, e non litigherà con te” disse Bob sorridendo.
H”di chi stai parlando?” domando fingendo di non sapere di cosa stesse parlando.
B”potrai fingere con lei ma non con me, perché credi che gli permetta di non venire a lavorare per giorni, se non sapessi chi è”
H”perché Emily cos’è?” mentì lui sapeva bene cos’era.
B”non serve che ti dico niente, tu sei come lei, e se non la porterai via di qua non avrà una vita facile, ha già perso abbastanza, non voglio che perda anche Julian, non se lo merita, ne lui ne lei, quindi vedi di sbrigarti a portarla via” Bob era stato fin troppo convincente, ma Harry ancora non sapeva come fare a portarla via, di certo non poteva dargli un colpo in testa e portarla via non si sa dove senza il suo consenso.
H”quindi lo sai che se rimanesse qui con quel ragazzo vedrebbe morire tutto quello che la circonda e resterebbe sola. Il problema è che non so come fare” disse preoccupato, probabilmente di fallire.
B” falla innamorare, falle perdere la testa per te, e ti seguirà ovunque, è una ragazza e se le fai capire che può fidarsi si fiderà”
H”farla innamorare? No non ci penso proprio”disse ridacchiado
B”ascolta qualcuno di molto più vecchio di te, è l’unica maniera, tanto tu anche se lo neghi ne sei già innamorato ti resta solo ammetterlo a te stesso, ho visto come la guardavi in questi giorni, come la hai sorriso quando per sbaglio ti ha sfiorato, e come ti si illuminano gli occhi quando lei ti lascia senza parole, e tu la fai arrabbiare dicendole tutto il contrario di quello che dice” Bob lo disse con così tanta semplicità che Harry quasi si irrito, raccolse le sue cose e usci dal locale.
Era più di un’ora che camminava per le strade di quella cittadina così anonima quanto misteriosa, intanto ripensava alle parole che Bob gli aveva messo in testa, in quel momento mise le mani nelle tasche del giaccone e si accorse di avere un biglietto, lo estrasse e ne lesse le parole:
violet ville 4562
Novel Streat
Lesse quel bigliettino e decise di andare a vedere cosa c’era a quell’ indirizzo, si accorse di non essere molto lontano, in una decina di minuti arrivo davanti ad una casa, una semplice casa, che non aveva nulla di particolare, neanche il colore, era semplicemente normale, una normalità che quasi infastidiva.
Avanzò nel vialetto e si ritrovò davanti una porta, suonò e con sua sorpresa si ritrovò davanti lei, che di lui non voleva più saperne, che non vedeva l’ora che sparisse dalla sua vita, ma lui non se ne sarebbe andanto, almeno non senza di lei.
H”ciao, non mi fai en…”no riuscì a finire la frase che la porta si richiuse.
Così risuonò, o si sarebbe piantato li davanti a quella porta anche con una tenda se era necessario. Risuonò più e più volte finche Emily in preda ad una crisi di nervi non gli apri di nuovo la porta.
EM”che vuoi?” disse secca.
H” volevo scusarmi e chiederti se ti andava di venire a fare una passeggiata con me, lo so che mi odi ma dai ti prego, così mi fai vedere un po’ la città” inventò una scusa che faceva davvero pena.
EM”bè non c’è niente da vedere, e poi è più di un mese che sei qui dovresti conoscerla la “città” come la chiami tu” disse mimando le virgolette e facendo la voce grossa per imitarlo.
H”dai Emily ti prego, se dopo oggi mi odierai ancora giuro….”ci pensò su un attimo “giuro che tornerò ancora finche non cambierai idea e inizierò a starti un po’ simpatico” finì dopo con un sorriso.
EM”bè forse potrebbe andarmi bene solo se mi chiedi scusa per come mi hai trattata l’altra sera”disse rimanendo un po’ sulle sue.
H”perdono perdono perdono” implorò.
EM”ok, dammi 5 minuti che mi sistemo, intanto tu entra, sono a casa da sola, Julian non c’è è ancora al lavoro e non tornerà prima delle 9 di sta sera”disse andando verso il piano di sopra.
H”perché mi dici queste cose?e poi chi è Julian?”chiese con molta nonscialans guardandosi attorno.
EM”così sai per che ora devo tornare a casa, Julian è il mio fidanzato” rispose sorridendo mentre scendeva le scale, legandosi e lunghi capelli rossi in una coda alta.
H”oh…capisco”disse un tantino dispiaciuto.
Uscirono, chiacchierarono e chiacchierarono ancora, risero soprattutto Emily, non aveva mai riso così tanto in vita sua. Per un breve istante mentre lei ancora rideva per l’aneddoto divertente che Harry le aveva raccontato, lui si perse a guardarla, e fu in quel momento che Harry si rese conto che Bob aveva completamente ragione, se ne era innamorato, si era innamorato del suo sorriso, e questo era il problema, doveva essere il contrario sarebbe dovuta essere lei a cadere hai suoi piedi. Emily si accorse che la stava guardando e per un momento anche lei si perse nel guardarlo, voleva trovare un piccolo dettaglio che nessuno aveva mai notato, una lentiggine che forse non esisteva, o una sfumatura nei suoi occhi che nessuno aveva mai notato.
In quell’istante una canzone la riportò alla realtà, era la suoneria del suo telefono, “fix you” dei coldplay lesse il nome sul display: Bob
EM”pronto Bob! Dimmi che succede?”
BoB”dove sei?”
EM”sono nei pressi di Meson bridge perché?”
Bob”con chi sei?”
EM” con Harry il tipo del pub, ma che succede?”
Bob”bene rimani con lui, fidati ti terrà al sicuro e sta sera non venire al pub, non serve, anzi sei licenziata, ma non volermene, ma lo faccio per te, ti voglio bene EM”
Attacò, era una delle poche persone che avevano trattato Emily da adulta, era come un padre per lei e se lui le aveva detto di fidarsi di Harry lei lo avrebbe sicuramente fatto, si rivolse verso Harry che intanto si guardava le scarpe, o un punto indefinito del marciapiede.
H”hey tutto bene, hai una faccia!”
EM” credo di si, ma Bob mi ha appena licenziato e poi mi ha detto di non presentarmi sta sera e che devo fidarmi di te”finì quella frase guardando Harry negli occhi.
ohllala...come state belle signorine? spero bene....io non tanto, però vado avanti...bè vi prego non limitatevi a leggere soltanto, ovvio che sono contenta di quello, però mi farebbè piacere che mi diceste qualcosa, un parere, una piccola parolina ina ina ina (faccio anche l'eco)
vabbè ciao donne <3
Americas :) |
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Capitolo 4 *** capitolo 3 ***
CAPITOLO 3
EM”mi ha licenziata…” disse Emily per poi sedersi in una delle panchine che erano a pochi passi da loro, incrociare le braccia al petto e accavallare le gambe, non sembrava dispiaciuta o disperata, sembrava più arrabbiata.
H”Emily stai bene?” le chiese Harry visibilmente preoccupato, lei gli annuì, e non spiccicò parola,
non capiva perche Bob l’avesse licenziata così senza uno straccio di motivazione plausibile, in fondo non aveva mai dato problemi, e anche se ogni tanto stava a casa due tre giorni lui non gliene aveva mai fatto una colpa. E adesso che pensava a tutte queste cose non capiva perche non l’avesse mai trattata come una dipendente normale: lei poteva stare a casa quando voleva, non doveva chiedere il permesso per niente, era come se la padrona di quel pub fosse stata sempre lei.
Erano passate quasi due ore da quando si era seduta in quella panchina, con le braccia incrociate e con le gambe accavallate, e ancora non si decideva a muoversi. Il cielo iniziava anche a scurirsi, segno che tra poco avrebbe piovuto.
H:“Emily… sta per piovere, è meglio se andiamo a casa”
EM”…non portarmi a casa, o almeno non a casa mia”
H:”e allora dove ti porto?”
EM:”oh…anche a Timbuctu se ne hai la possibilità!!”
H”Dio tu mi tenti ragazza, non dirmi così potrei anche farlo”
EM”allora andiamo” prese a camminare spedita verso un luogo indefinito…
H”ma dove stai andando??? Torna indietro!!”
EM”e dove andiamo allora?”
H”dai ti faccio conoscere il resto dei miei amici, non che coinquilini, quelli della prima sera che ci siamo conosciuti” disse rificcandosi le mani nelle tasche della giacca.
Camminavano da qualche decina di minuti, quando ormai troppo tardi perché il sole rispuntasse, la pioggia smise di cadere, e una luna quasi piena spuntò nel cielo. Emily si fermò a contemplare quel bagliore quasi sovranaturale, sembrava rapita da quella luna, Harry si era fermato poco più distante di lei e la guardava, stava con il naso al in sù e guardava la luna e le stelle. Improvvisamente abbasso lo sguardo verso Harry e incastro il suo sguardo scuro con quello verdognolo del ragazzo, gli andò vicino e lo abbraccio, così senza rendersene conto aveva abbracciato la persona che forse odiava di più al mondo. Emily a questo punto non sapeva più cosa pensare, quel ragazzo le era indifferente, o almeno così pensava prima di incastrare i loro sguardi e abbracciarlo, non capiva neanche lei cosa provava, di una cosa era sicura, si sentiva tranquilla, come forse non si sentiva da tanto tempo, quando è Julian ad abbracciarla non si sente così, anzi si sente in apprensione, non perché si senta in pericolo lei, ma sente che lui più le sta vicino e più potrebbe vivere qualche disavventura.
Si sciolse dall’abbraccio e l’unica cosa che seppe dire fu “io non so perché lo fatto ma ne avevo bisogno…scusa”
Lui non disse niente, ricominciò a camminare in silenzio davanti a lei, che ormai si chiedeva cosa stesse pensando, si sarebbe aspettata un –tranquilla non devi scusarti per un semplice abbraccio, dopotutto non è mica un reato abbracciare qualcuno- per lei questo sarebbe valsa la sua amicizia.
Rewind…..:sarebbe valsa la sua amicizia…..sarebbe valsa la sua amicizia…
Quindi Emily avrebbe considerato Harry come amico se lui le avesse dato uno straccio di risposta.
Mentre Emily pensava e mentre pensava faceva facce strane, Harry si fermò improvvisamente e lei gli ando a sbattere contro.
H”ma non sei capace di pensare di meno e guardare dove vai…con tutti i tuoi perché e come e pensieri su pensieri, mi hai fatto venire il mal di testa...”
EM”ma.. mi prendi per il culo, vuoi dire che tu hai sentito tutto quello che io ho pensato, e dato che l’hai sentito non ti sei neppure sprecato e dirmi non serve che ti scusi…sei davvero uno…”era quasi alla fine della frase stava per dargli dello stronzo quando si accorse di essere davanti ad una casa immensamente enorme, pensava non ne esistessero.
EM“è una cosa terribilmente fantastica, sembra una casa da film” disse sbarrando gli occhi dallo stupore”
H”dai cenerentola entriamo”aprì la porta d’entrata, e subito un forte odore di vaniglia la scombussolò.
Erano tutti seduti in salotto. Una strana ragazza, capelli rosa occhi blu, vestita o meglio svestita indossava un paio di culotte e una canottiera che non le copriva niente, si avvicinò.
X“Harrycuccio…cosa hai portato a casa questa volta, un'altra principessina senza cervello…non ti basto io!”disse provocante.
H“ciao Lauren”
EM “no ma questa è normale? Io non la capisco, si da della stupida da sola!” disse Emily rivolta ad Harry che soffocò una risata.
H “tu lasciala stare che va bene così, Lauren vive in un mondo tutto suo, da come hai visto lei si comporta come una grupi degli anni ‘80”
EM “oh..non c’erano dubbi”
H”bè andiamo avanti con le presentazioni, loro sono: Liam, Louis, Niall, Zayn, Harry, Eleonor, Perry, Danielle”
I ragazzi fecero accomodare Emily, e iniziarono a chiacchierare del più e del meno, erano tutti simpatici e sembravano anche tutti felici di averla conosciuta, tranne una sola persona che proprio felice non era, Lauren, lei si era appartata in un angolino e si limitava a lanciare qualche provocazione ad Harry e fare il verso a Emily se solo diceva una parola, e di questo iniziava ad essere seccata, sopportava quasi tutto ma non le provocazioni e le offese…
EM”sapete una cosa, una sera Harry…” stava raccontando di quando lei ed Harry una sera al pub hanno litigato, quando una vocina stridula iniziò ad imitarla.
Stava per alzarsi in piedi quando un qualcosa che a lei sembrava la voce di Harry la fermò. Si girò a guardarlo, non capiva era in silenzio, non batteva ciglio.
EM”tu hai parlato? Non sono pazza”
H”no io non ho detto niente, ti sarà sembrato, magari era Lauren”
EM”no non era la sua voce stridula era la tua..ne sono sicura”
H”vieni ti porto a casa, forse hai bisogno di dormire”
La prese per un braccio e la trascinò fuori da quella casa.
H”Sali in macchina muoviti, dobbiamo parlare, sta succedendo qualcosa di strano, qualcosa che non è mai successo prima, e io non capisco perché succede a noi due”
Amoriiii....finarmente mi sono risvegliata dalle mi stesse cenerei (come la fenice)
volevo ringraziare la mia quasi amica...(non so bene come definirti) Swang Masta From Doncasta
che ha recensito e anche tutte le lettrici silenziose che leggono la storia...
avete letto cosa sta succedendo, Lauren sembra gelosa, ed Emily e Harry hanno questo dono in comune: possono leggersi nel pensiero...chissa se possono farlo con tutti o se funziona solo tra loro due? ma chissa...arrivederci al prossimo capitolo.
Aurora<3 |
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Capitolo 5 *** capitolo 4 ***
CAPITOLO 4
Il resto dei ragazzi in quella casa era rimasto perplesso dopo l’accaduto, non capivano di cosa parlava Emyli, se non fosse stata per il fatto che quel giorno era stato un po’ anormale, l’avrebbero presa per pazza, e tralasciando quel particolare, giunsero alla conclusione che Emyli era proprio una ragazza simpatica e carina, Eleonor aggiunse anche intelligente e misteriosa, disse che seppur avesse gli occhi cristallini, non si riusciva a vederne il fondo, come invece era possibile fare negli occhi di Louis, Niall e Lauren.
Intanto nella macchina di Harry un litigio era in corso:
EM”allora mi vuoi dire cos’è tutta questa fretta di riportarmi indietro, prima hai fatto tutta una moina per uscire con me e poi mi riporti indietro così…Harry dimmi che succede perché ti leggo nel pensiero, non mentirmi lo sentirei”
H”ti sbagli…non ti sto portando a casa”
EM”bè allora potresti almeno avere l’accortezza di dirmi dove stiamo andando…ho il diritto di saperlo”
H”diciamo pure che è casa mia”
EM”ma tu una casa già c’è l’hai…ci siamo appena stati…”
H”no quella era la nostra casa…mia e dei ragazzi..questa di cui parlo è un'altra casa…nessuno di loro sa che esiste…”
EM”ma adesso lo saprò io…questo non ti spaventa, volendo potrei scoprire qualcosa su di te, andare la loro a riferirlo e sputtanarti per l’eternità” disse sottolineando la parola eternità…
Harry sentendo quella parola frenò bruscamente….
H”eternità…tu lo sai?”
EM”ma sei pazzo..potevi amazarmi…comunque cosa dovrei sapere?”
H”no no niente…non hai sentito cosa ho pensato?”
EM”no..ma avrei dovuto…così almeno adesso saprei di cosa stiamo parlando” disse guardandolo storto, e lui capì che la verità non poteva più aspettare, doveva essere detta.
H”senti quando arriveremo a casa, ho bisogno di parlarti…di una cosa che ti riguarda…e che tu non immagini neppure”
EM”ok..ma così mi spaventi”
Restarono in silenzio per qualche minuto, poi la macchina si fermò, e come predetto da Harry un oretta prima aveva iniziato a piovere, anzi sembrava che ci fossero stati idranti che gettavano acqua, praticamente per aver fatto due metri erano zuppi d’acqua, entrarono in casa, si asciugarono per quanto potessero, Harry aveva acceso il camino e l’aria aveva iniziato a intiepidirsi.
EM”allora..” lo incitò Emyli che non si era dimenticata della conversazione finita in macchina.
H”allora cosa?” chiese sperando che volesse sapere altro.
EM”allora cosa devo sapere che non immagino neppure” disse sedendosi in una delle poltrone, accavallando le gambe e incrociando le braccia al petto…la sua solita posizione di attenzione…
H”oh…quella cosa la…”
EM”ti serve un vocabolario per trovare le parole o c’è la fai anche da solo?”
H”non mi serve un vocabolario…ho un cervello anche io sai, non sono stupido”
EM”allora muoviti”
H”ok ma non ti scaldare..e soprattutto non spaventarti…allora devi sapere che ad ogni certo periodo di tempo, nescono dei bambini a cui non batte il cuore, ma che non sono morti, questi bambini di solito nascono da due individui immortali…ma di recente due casi di bambini immortali nati da esseri umani mortali ha richiamato l’attenzione di molti, vedi quei due bambini sono nati lo stesso giorno, nello stesso ospedale, alla stessa ora, ma sono completamente diversi, come il giorno e la notte…Emyli quei due bambini siamo noi”
EM”…”
H”Emyli…stai bene, ti prego parla non fare sempre scena muta quando qualcosa ti sconvolge” era in ginocchio davanti a lei, ma lei era persa nel mondo del -devo digerire questa cosa e farmene una ragione-
EM”si si ci sono…ma wow…è strano…io ho sempre pensato di essere diversa ma non pensavo di esserlo così tanto…”
H”ecco qui sorge un altro problema…il fatto che ci leggiamo nella mente…”
EM”magari ci riusciamo anche adesso”
H”proviamo…pensa a qualcosa che non mi hai detto..tipo il nome di tuo padre o il colore degli occhi di tua madre”
EM“mmm…ok fatto”
H”allora…allora…rokye…hai un cane che si chiama rokye…è questo che stai pensando vero?”
EM”no.. stavo pensando che sei uno stronzo...e pure inventa frottole”
H”non sono stronzo…bè forse un po’…ma non racconto frottole..e poi dovevo pur inventarmi qualcosa signorinasonolapiùintelligentediquestomondo…”
EM”potevi semplicemente dire che non ci riuscivi”
H”oddio mi fai incavolare”
EM-povero piccolo chissa che paura quando si arrabbia-“bè rilassati”
H”io non faccio paura quando mi arrabbio…ma tu faresti bene ad averne…”
EM”oddio Harry mi hai letto nel pensiero”
H”si cambia discorso adesso”
EM”no davvero…io non ho mai detto quella frase sulla paura..ma tu l’hai sentita lo stesso”
H”questo vuol dire che posso leggerti nel pensiero se sono arrabbiato con te…quindi dovrei arrabbiarmi ogni volta per capire cosa ti passa per la testa”
EM”questo non lo so, magari le emozioni forti intensificano il potere”
Quella conversazione non ebbe nessun risvolto perché invece di capire perché continuarono ad alternare momenti di calma assoluta a picchi di ira, cosa assolutamente non positiva.
Passarono la notte in quella casa Emily sulla poltrona e Harry sul divano.
Ormai era giorno e i raggi di un sole fiacco entrarono timidi dalla finestra andando a scagliarsi contro il viso pallido di Emily, che apri gli occhi controvoglia. Si accorse così di essere in una casa diversa e non nel suo letto e che con lei non c’era il suo Julian, si accorse così che un ragazzo riccio dormiva ancora nel divano di fronte a lei, gli andò vicino si sedette nel tappeto e si mise a fissarlo, guardò ogni singolo particolare di quel viso, ogni piccola smorfia che i sogni lo portavano a fare. Uno strano istinto la portò ad accarezzargli i capelli ricci. Tornò a fissarlo e mentre lo fissava si accorse del piccolo sorriso dipinto nel volto del ragazzo che pian piano apriva gli occhi verdi.
H”vacci piano a fissarmi o mi consumerai”disse ridacchiando”comunque buon giorno” disse alzandosi.
EM”B-buongiorno” rispose lei incerta mentre le guance le si arrossavano facendola diventare ancora più bella di quanto già non fosse.
H”pensi di rimanere li seduta per sempre o ti alzi che andiamo a casa”
EM”si si andiamo subito, solo potresti essere più gentile”
H”ma che hai sta mattina? Sei strana non hai la stessa irritante, cocciutaggine che ti caratterizza, oggi sei succube di qualcosa, sembra che tu sia vittima di una specie di incantesimo.
Emily non rispose a quella specie di domanda, lei in cuor suo sapeva benissimo cosa le stava succedendo, aveva visto quegli occhi così belli aprirsi davanti hai suoi, aveva visto un non curante sorriso aprirsi del viso di quel ragazzo e aveva sentito quella morbida chioma castana intrappolarle le dita quando glieli aveva toccati. Desiderò fare e rifare tutto ciò ancora e ancora, non voleva separarsi, quando leu le aveva detto che continuando così lo avrebbe consumato e come reazione le si colorarono le gote, non potè fare altro che desiderare di diventare talmente piccola e di non essere più vista, la sua mascherà era caduta, ma lui ancora non se ne era accorto, pensava stesse male, ora però Emily non sapeva come riconquistare la sua, già nota, fama di stronza. Sapeva che non sarebbe stato facile.
H”lo sai vero che da adesso dovrai smettere di vederlo” ero in viaggio verso casa e Harry non seppe più trattenersi, era riuscito a metterla a disagio quella mattina, aveva scoperto una piccola parte del suo lato tenero, aveva fatto una piccola crepa nella sua maschera, ora doveva riuscire a romperla del tutto, quella notte mentre la guardava dormire anche lui l’aveva osservata parecchio, quella visione per lui divenne quasi un sogno, avrebbe voluto vederla dormire ogni santa notte, e ogni notte avrebbe voluto baciarla di nascosto, come aveva fatto quella notte mentre lei ancora sognava, si era chianto su di lei e con estrema dolcezza aveva unito le loro rosee labbra in un semplice, morbido e caldo bacio.
EM”chi dovrò smettere di vedere?” faceva finta di non capire e mentiva a se stessa, non voleva lasciarlo, lui era tutto ciò che le restava, tutta la sua famiglia, il suo mondo. Ma ormai sapeva benissimo che la cosa migliore sarebbe stata quella di lasciarlo andare per la sua strada, che per quando oscura e pericolosa sarebbe stata sicuramente più facile a confronto con quella che avrebbe dovuto affrontare lei.
H”il tuo fidanzato, lo sai che se sta con te tu lo vedrai morire e lui non capirà perché all’età di 70 anni tu sarai bella e piena di vita come adesso, mentre lui forse starà per morire, e tutti ti scambieranno per sua nipote o per sua figlia, io lo dico per te lascialo non farlo stare male, un giorno chissà vi rincontrerete, magari in un'altra vita quando le sorti saranno invertite”
EM” credo tu abbia ragione, penso che prima glielo dirò prima potrò convincermi di aver fatto la cosa giusta, e poi non posso più illuderlo”
H”illuderlo? Di cosa parli?”
EM”del fatto che io non…lo amo, io non lo amo più, o forse non lo mai amato, credo di averlo incontrto e di aver sostituito con lui la mia famiglia, forse per il fatto che con lui mi sono sempre sentita protetta, ma in quest’ultimo periodo, non abbiamo passato un solo giorno insieme, dice di essere al lavoro, ma so benissimo che non è al lavoro che va alle dieci di sera, so benissimo che va da quella Maya”
H”come sai tutto questo?”
EM”lo so e basta”
H”dimmi come fai a saperlo”
EM”no è troppo strano”
H”Emily dimmi come cazzo fai a sapere tutte quelle cose, ci sono tre possibilità: a) lo hai seguito, cosa abbastanza improbabile vista la tua costante pigrizia, b) lo hai sognato, c) lo hai sognato e dopo lo hai seguito a te la scelta”
EM”lo sognato, non credevo fosse vero e così lo seguito, ma come facevi a saperlo?”
H”ti ho sognato, ormai ti sogno quasi ogni notte, dalla prima volta che ci siamo parlati”
Emily era impassibile, ma un sorrisino comparve sul suo viso, la maschera che Emily portava si era definitivamente spezzata.
H”siamo arrivati”
EM”Harry… mi sei antipatico”
H” vorra dire che dovrò tornare” |
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Capitolo 6 *** capitolo 5 ***
CAPITOLO 5
Per Harry quelle parole furono la
conferma di ciò che
provava verso quella ragazza. Pensava davvero di poter sfuggire
così a qualcosa
di molto più grande di lui, di lei e di loro, no certo che
no. Non si può
scappare da qualcosa che nemmeno conosci, e lui stava imparando a
conoscere
lei, e più la conosceva e più le piaceva.
Per Em le cose erano più
complicate sotto un certo punto di
vista e meno per qualche altro motivo. Si era chiusa la porta alle
spalle e si
era accasciata al suolo con un sorriso ebete in faccia, si sentiva
leggera,
come se tutto ciò che aveva dentro fosse rimasto a Harry, e
questa è la parte
difficile, lei un ragazzo già ce l’aveva, quindi
non poteva piacerle qualcun
altro.
Scaccio questi pensieri dalla mente,
si alzò e andò in
cucina a prendersi un bicchiere d’ acqua, magari
l’avrebbe aiutata a schiarirsi
le idee.
Chiamò Julian
insistentemente al telefono, gli mandò mille
sms, ma niente, sembrava come sparito nel nulla, erano due giorni che
non lo vedeva
e non aveva sue
notizie, ma Em sapeva
che lui era abbastanza adulto da cavarsela anche senza di lei. Se ne
andò in
camera, si buttò letteralmente sul letto, e appoggiando la
testa sul morbido
cuscino si accorse di un biglietto, lo prese e lo lesse.
“Amore mio, mi dispiace
solo di non aver potuto vedere i
tuoi splendidi occhi, e non averti baciato l’ultima volta, ma
è tempo per me di
andarmene, di cambiare vita, città, amici, e soprattutto di
cambiare me stesso,
mi sono accorto che la cosa più importante della mia vita,
non è più mia, ormai
sei sua, e tu lo sai, me ne sono accorto quando ti ho visto salire
nella sua
auto, tu non te ne sei accorta ma io da tempo sapevo che questo giorno
sarebbe
arrivato, ma ho fatto finta di niente e ho lasciato vivere,
perché se ami
qualcuno devi lasciarlo libero.
Tuo sempre, per sempre
Julian”
Le cadde il mondo addosso, era stata
troppo impegnata a
pensare a Harry che non aveva dato abbastanza attenzioni al suo Julian,
ma la
cosa che anche lei riteneva incredibile era che anche in quel momento
il suo
pensiero fu Harry, l’impulso di chiamarlo fu troppo forte.
H”si pronto?”
EM”ciao” disse
tra un singhiozzo e l’altro.
H”Emily? Che
succede?”
EM”si sono io, succede che
se ne andato”
H”chi se ne andato? Aspetta
5 minuti e sono da te”
Non aspettò neppure la
risposta della ragazza e dopo cinque
minuti esatti era da lei.
Emily aveva i lacrimoni, ma non
capiva ancora perché se pur
sentendosi completamente vuota le venisse da piangere, insomma era
chiaro che
per Julian non sentiva più niente, riusciva a stare separata
da lui per giorni
e non ne sentiva la mancanza, ma ora era triste perché lui
se n’era andato.
Forse stava così male perché averlo vicino era
un’abitudine non una necessità,
come stava diventando Harry, lei ancora non lo sapeva ma lentamente la
sua
barriera si stava sfaldando, e lui riusciva a vedere la piccola Emily,
sempre
sola, sempre diversa, sempre strana, la solita ragazzetta che non aveva
amici,
se non quelli necessari, solo che a lei piaceva la solitudine. Ora
però aveva
bisogno di un amico e quell’amico era Harry.
H”ti
senti un po’ meglio adesso?”
EM
“credo di…si, mi sento in colpa, perché
adesso mi mancherà tanto, e poi ora
sono completamente sola, e ciò non rende le cose
facili”
H
“tu non sei sola”
EM
“oh..si che lo sono, questa casa è troppo grande
per me, dovrò trovare una
soluzione, un inquilina, si ma che dico, questa casa ha 5 camere!
H”bè
noi abbiamo il problema contrario, le nostre coinquiline, ci vogliono
fuori di
casa al più presto, perché non ci stiamo e siamo
troppo casinisti”
Restarono
un attimo in silenzio, finchè a Emily venne
un’idea.
EM”
Ho un’idea, potreste venire qui, le camere non mancano, e poi
a me la
confusione non da fastidio, ho solo una mania, i numeri pari, se avete
cose,
oggetti dispari, teneteli lontani da me”
H”si,
signora, non vorremmo alterare la vostra salute mentale”
A
Emily scappo un sorriso, e nel giro di qualche giorno i ragazzi si
erano
sistemati a casa di Emily:
Liam
aveva preso la stanza delle arance, soprannominata così per
il colore arancio
delle pareti, Niall quella della luna, aveva una luna disegnata sul
soffitto,
Zayn volle quella con le pareti gialle, diceva che gli metteva
allegria, Luois
in fine volle quella azzurra, a Harry rimaneva la scelta tra quella
rossa e la
mansarda, decise di andare in mansarda, perché quella stanza
era già di Emily e
gli sembrava scortese mandarla via dalla sua camera.
Quello
stesso pomeriggio dopo aver finito il trasloco, andarono tutti a fare la spesa. E fu in quel
momento che Emily si
vergognò talmente tanto che volle quasi mandarli via di
casa, quei ragazzi
erano come dei bambini, in ogni reparto che entravano volevano
qualcosa, e si
vedeva che non avevano idea di cosa ci volesse in una casa, il peggio
arrivò
quando Louis iniziò a flirtare con la commessa, le diceva
cose tipo “hei bella
commessa chi ti ha costretta a questo lavoro” o “ti
piacerebbe uscire con un
così bel ragazzo?”
Voleva
picchiarlo, quando arrivarono a casa, avrebbe voluto fargli del male,
ma la sua
assoluta calma interiore le permise di mantenere una certa compostezza,
fino ad
un certo punto.
EM
“ma sei scemo, tu non verrai mai più a fare la
spesa, non puoi comportarti così
e poi…oh dio tu non mi stai neppure ascoltando, io parlo e
tu non mi ascolti, e
non farmi il verso, Louis no, ti ho detto di non farmi il
verso!”
Dopo
quella frase parti un sonoro ceffone, che finì direttamente
nella guancia di
Lou, lui non se l’aspettava di certo una reazione di questo
tipo, nessuno si
era mai permesso di dargli una sberla, forse perché
risultava difficile, era
alto e muscoloso, metteva un po’ d’ansia ritrovarsi
faccia a faccia con un
Louis arrabbiato, ed Emily ci si trovava con entrambe le scarpe.
L”
Ma sei cretina, piccola stronza, come ti permetti, non mi conosci
neppure e mi
metti le mani addosso, se non fossi una ragazza ti avrei già
picchiata a sangue
troia”
EM”Vivi
a casa mia e ti permetti di chiamarmi cretina, stronza e troia, vedi di
moderare il linguaggio, e poi quando qualcuno parla lo si ascolta e di
certo
non gli si fa il verso, capito bene, se voglio posso sbatterti fuori in
qualsiasi momento, non costringermi a farlo, sembrerò anche
piccola, giovane, indifesa,
ma ti assicuro, anzi vi assicuro che non lo sono, quando sono venuta a
questo
mondo poco a poco ho perso tutto e credetemi che non è una
bella vita, vedere
ogni tuo amico e familiare abbandonarti e lasciarti continuare la tua
vita da
sola senza una spalla dove piangere se mai ne avessi avuto bisogno, ho
attraversato tutta la regione, finchè non sono arrivata qui
e ho incontrato Bob
e Julian, pensavo finalmente di aver finito di perdere e di aver
finalmente
guadagnato qualcosa, ma come vedete ho perso anche loro, probabilmente
non mi
merito niente, quindi non venire ad insultarmi se prima non mi conosci!
E
con le lacrime agli occhi Emily prese cappotto e chiavi di casa e usci
lasciando tutti con un palmo di naso.
H”Hai
esagerato, non c’è dubbio, non la conosci, hai
fatto il deficiente tutto il
giorno, e mentre ti parlava le hai fatto il verso, te lo sei
meritato”
L”Senti
Harry non venire a farmi la morale, solo perché quella
stronzetta ti piace non
deve piacere per forza a tutti, dico bene ragazzi”
Li”a
me veramente sta simpatica, e credo che avesse ragione lei, non dovevi
essere
così maleducato, in fine lei è stata molto buona
con noi, ci ha dato una casa,
e non ci ha proibito niente, l’unica regola è
quella di essere persone civili,
e tu l’hai infranta il primo giorno”
L”ti
ci metti anche tu Liam”.
Z”be
veramente anche io e Niall siamo d’accordo con Liam ed
Harry”
L”andate
tutti al diavolo”
Intanto
Emily camminava e piangeva allo stesso tempo, si era scontrata con
diverse
persone, finchè non fù qualcun altro a scontrarsi
con lei, le era sembrato un
tipo apposto, le aveva chiesto scusa, e poi le si era avvicinato
all’orecchio e
le aveva sussurrato “io so chi sei, so cosa sei, so che sei
una di loro, sei
come loro Emily” e un ghigno sinistro si era fatto largo sul
viso di quest’uomo
misterioso, Emily si era spaventata a tal punto che si era girata e
aveva
iniziato a correre all’impazzata verso casa, quando
arrivò entrò in casa come
una furia e si chiuse la porta alle spalle con un tonfo e ci si
appoggiò con le
spalle contro, facendosi scivolare fino al pavimento, lasciandosi
andare ad un
attacco di panico ormai fuori controllo, Harry aveva sentito la porta
sbattere
e così si era precipitato giù, la vedeva ora
seduta sul pavimento che quasi non
respirava.
H”Emily,
oddio che ti è successo, Em, Em, rispondimi cristo santo,
calmati, adesso sei
al sicuro” l’abbracciò, ma Emily non
dava segni di riprendersi, così chiamò gli
altri.
Li”Oddio
ma che le è successo”
H”Non
lo so, non riesco a farla calmare, dobbiamo portarla di sopra, avanti
datemi
una mano”
Così
la presero e la portarono al piano di sopra, dove Zayn e Nial avevano
già
aperto il getto della doccia, la buttarono direttamente sotto il getto
freddo,
ma non riuscivano a farla stare in piedi, così anche Harry e
Liam entrarono con
lei, quando finalmente si riprese si rese conto di essere fradicia e
che l’acqua
era congelata.
EM”Harry,
ho freddo”
H”Finalmente,
ho freddo anche io sai, l’acqua congelata in questa stagione
non è
particolarmente piacevole, usciamo e asciughiamoci, pensi di farcela da
sola?”
EM”Si
si tranquillo, ci sono, adesso sto meglio”
H”Ok,
va a vestirti, muoviti, e poi ci racconti cos’è
successo”
Passarono
più di dieci minuti e finalmente Emily scese in cucina dove
tutti l’aspettavano.
N”Finalmente,
era ora, stavo facendo la muffa ad aspettarti sai”con quelle
parole l’abbracciò.
EM”Grazie,
ho appena realizato quello che è successo”
Z”Appunto,
cosa ti è successo, per aver avuto un attacco di panico del
genere deve esserti
successo qualcosa di grave”
EM”
si in pratica stavo camminando per strada e un uomo
all’apparenza normale, mi
è venuto addosso, ma poi mi ha detto che
lui mi conosce, che sa chi sono, cosa sono e che sono come
voi”
H”Ragazzi
abbiamo un problema, mi sa che dobbiamo chiamare le ragazze, fare i
bagagli e
andarcene”
L”Perché
dobbiamo andarcene?”
H”Perché
ci hanno trovati”
Emma
Stone-alias-Emily Sophia Adelaide Grant
Rachel Korine-alias- Lauren
poi vorrei aggiungere che
Perrie è una pagliaccia <3
#IloveIittleMix
Ciaooo ragasse, come va,
lo so che è tanto che non aggiorno, (tanto in questo caso
è un eufemismo) ma non avevo idee poi ho avuto problemi con
la scuola e di scrivere non ho avuto tempo, poi quest'estate sono
andata a lavorare e quindi non ho avuto neanche il tempo di uscire con
i miei amici, e il più lontano abita a 800 metri -.-' lo so
sono un mostro, odiatemi pure. se volete farlo più
apertamente fatelo su twitter e facebook
spero che sia scritto bene e non come al solito con 4567886543 errori!
Baci
Aurora :) |
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Capitolo 7 *** capitolo 6 ***
CAPITOLO
6
Erano
stati due giorni di continuo trambusto, ragazzi che vanno, ragazze che
tornano,
tutto un via vai di gente che passava anche dove non doveva, ed Emily
che era
estremamente riservata non lo sopportava, era nella sua camera che
preparava la
valigia, e tutto il resto delle sue cose, i libri, i ricordi e tutto
ciò che di
più caro aveva, quando una Lauren esaltata e a quanto pare
molto arrabbiata
entrò come un uragano urlandole contro.
LA”bene
sarai contenta, insomma adesso hai tutto quello che volevi, e per colpa
tua
dobbiamo andare via da qui, non mi sembra giusto, è una vita
che scappo, anzi è
una vita che scappiamo, perché tutti noi siamo sempre stati
insieme, e ora
arrivi tu principessina che a parere mio sei bruttina e non hai niente
di
speciale a rovinare la mia, la nostra vita, ma a quanto pare sei
abituata a
prendere tutto quello che vuoi”
EM”
Senti io non volevo niente di tutto questo, credi che abbia sempre
avuto tutto,
ma in realtà no non ho mai avuto niente dalla vita, e ora
per la prima volta
sento che anche io posso essere felice con una famiglia, quindi ora se
vuoi
scusarmi gradirei che tu uscissi dalla mia camera e che chiudessi la
porta
mentre te ne vai. Grazie!”
Lauren
non se l’aspettava proprio una risposta così
razionale, il suo intento era
quello di farla scoppiare in lacrime e farla fuggire, ma Emily era
troppo
orgogliosa per piangere davanti al nemico, proprio com’era
successo con Lou
qualche giorno prima, e in effetti così fu quando Lauren
chiuse la porta e finì
di scendere le scale Emily scoppiò in lacrime, quelle parole
le avevano
ricordato tutto quello che aveva perso durante la sua vita, aveva solo
18 anni
ma aveva già perso tutto!
Dopo
qualche minuto sentì bussare alla porta.
EM”chi
è?” disse con un la faccia immersa del cuscino,
H”Qualcuno
preoccupato per te”
EM”Entra”
H”Che
è successo? Ho visto Lauren uscire di casa un pochino
arrabbiata” disse
sedendosi accanto a lei che nel frattempo si era leggermente ricomposta.
EM”E’
entrata come una furia e mi ha dato la colpa se dobbiamo andare via e
che non
so cosa vuol dire perdere qualcuno, ma tu lo sai che non è
vero”
H”Emily,
piccola Emily, chi più di te può capire cosa
significa perdere qualcuno, io ho
sempre avuto loro, tu invece hai sempre perso tutti, ma ora non
sarà più così,
ora ci siamo noi con te, sarà difficile all’inizio
ma sono sicuro che staremo bene,
è poi ora hai me, io e te siamo la stessa cosa, e poi
ricorda che dobbiamo
capire quella cosa del leggersi nella mente, anche perché
voglio capire se può
funzionare anche se siamo tranquilli e non solo quando urliamo
l’uno contro
l’altra.
Finalmente
un sorriso sincero si distese nel viso di Emily, da tanto forse troppo
tempo
non sorrideva così.
Qualcun
altro bussò alla porta di Emily.
EM”avanti”
L”Ciao,
disturbo per caso?”
EM”
No no tranquillo”
L”Ma
è successo qualcosa? Sei praticamente sconvolta”
H”Bé
io vado, meglio che vi lasci da soli”
EM”si
certo vai, io e Louis abbiamo tanto di cui parlare”sorrise
L”Ci
vediamo amico-aspettò che si chiudesse la porta alle spalle-
Emily ma che
diamine è successo qui?”
EM”Lauren”
L”che
ti ha fatto”
EMӏ
entrata nella mia stanza urlando come un ossesso dicendo che era colpa
mia se
dobbiamo andarcene, mi ha anche detto che io non so cosa vuol dire
perdere
qualcuno, ma tu perché sei qui?”
L”che
stronza, penso che qui nessuno ha mai perso tanto quanto te! Comunque
io volevo
chiederti scusa per la sfuriata che ti ho fatto, per averti offesa
soprattutto,
non volevo, è stato un riflesso incondizionato, non so
neppure io il perché”
EM”tranquillo
Lou è tutto sistemato, andiamo giù”
L”si
andiamo”
Al
piano di sotto c’era un tale trambusto, tutti uscivano con
valige in mano, e
anche Emily aveva la sua, era ora di partire, e lei lo sentiva nella
pelle,
nelle ossa, lungo la schiena, sentiva che ora davvero stava perdendo
tutto,
anzi adesso stava lasciando tutto, lasciava la casa che
l’aveva ospitata per lungo
tempo, dove aveva giocato a rincorrersi con Julian, dove le serate a
guardare i
film finivano sempre per vederla addormentata sul divano, in quel luogo
dove
aveva imparato a essere donna, ora doveva lasciarlo per salvaguardare
la sua
vita.
Ormai
erano tutti fuori, le valige erano state caricate nelle auto, era
rimasta solo
lei davanti al entrata, con una nuova vita al di là della
porta che doveva
oltrepassare, in quei brevi istanti ripensò alla sua vita, a
come sarebbe stata
se non avesse incontrato Harry quella, se invece di prendere possesso
del
jue-box l’avesse lasciato cambiare canzone e se le sere
successive invece di
fare amicizia si fosse limitata a portargli il suo dannato burbon, non
avrebbe perso
Julian e ora non dovrebbe lasciare la sua casa.
Mentre
questi pensieri affollavano la sua mente un abbraccio caldo la avvolse.
Sapeva benissimo
di chi erano quelle braccia che ora in un certo senso la stavano
consolando.
EMӏ
ora immagino”
H”si
mi dispiace che devi lasciare tutto questo”
EM”sai
che ti dico, prima me ne vado, prima assorbo il colpo, meno ci
starò male”
Ciaooo ragazze, il pulcino
è nato, non è come lo volevo ma mi
accontento, volevo salutare la mia amica heysecsiboyss__
Recensite mi raccomando voglio
sapere che ne pensate!
|
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Capitolo 8 *** capitolo 7 ***
CAPITOLO
7
Erano
ormai
parecchie ore che viaggiavano, Emily seduta sul sedile posteriore
accanto al
finestrino, non faceva altro che guardare il paesaggio strisciare
fuori, era
ormai cambiato parecchie volte da quando erano partiti, ma nessuno
sembrava
rendersene conto. Accanto a lei era seduta Danielle e un posto
più in l’ha
c’era Eleonor, Lou guidava ed Harry dormiva, anzi russava
pure. Ma Emily pareva
non accorgersene, e Danielle lo aveva notato.
D”Hei,
ragazza
non lasciarti abbattere così, sorridi, ora ci siamo noi e
noi non ce ne andremo
mai, anche dovessimo oltrepassare l’Atlantico per
proteggervi, vi vogliamo
bene, e poi sei ancora più bella quando sorridi”
EM”Grazie
Dani,
sei una buona amica”
D”mm
lo so, ti
voglio bene piccola”
EL”Oh
anche io
ti voglio bene”
L”Non
dimenticarti
di me”
H”neanche
-sbadiglio- di me”
EM”anche
volendo
non potrei, fate parte della mia vita”
L”non
vorrei
rovinare questo momento di assoluta tenerezza, ma
siamo arrivati”
In
effetti
l’auto stava rallentando e a pochi secondi si sarebbe
fermata, scesero tutti
dalla macchina e si fermarono a contemplare la villa in cui avrebbero
abitato,
per lungo tempo, forse.
EL”mio
Dio,
questa casa esce da un film o è reale, non ho
parole”
L”chi
ha le
chiavi? così entriamo”
Tutti
sgranarono
gli occhi, e si guardarono per poi finire con un “io
no”
L”bene,
quindi
come facciamo ad entrare”
H”aspettiamo
gli
altri, non credi, le avranno loro le chiavi”
EM”si
ma dove
sono finiti, insomma erano dietro di noi, e non sono ancora arrivati, e
sta
iniziando a fare buio!
D”Emily
ha
ragione, ora provo a chiamare Liam- passò qualche minuto-
Liam non risponde,
provate a chiamare voi Zayn o Niall!
EM”io
chiamo
Niall”
H”io
chiamo
Zayn”
Provarono
e
riprovarono a chiamarli, ma niente, sembravano isolati dal mondo, e il
buio
inesorabilmente calava, l’aria fredda schiaffeggiava
dolcemente le loro gote,
erano tutti seduti fuori in veranda, chi nelle sedie chi nel dondolo,
tutti
battevano i denti finche Harry non si stufò di aspettarli al
freddo.
H”io
vado in
macchina, e accendo il riscaldamento, non ho intenzione di morire
congelato
perché loro sicuramente si sono fermati in qualche posto a
bere”
EL”io
ti seguo,
e penso di parlare a nome di tutti”
Così
fù,
andarono in auto e li stettero, parlarono, giocarono, risero si
raccontarono gli
uni degli altri e poi crollarono tra le braccia di Morfeo che li
cullò finche
qualche imbecille non si schiantò contro la loro auto, e chi
poteva essere se
non uno Zayn fuori di se, così adesso avrebbero dovuto far
sistemare l’auto. Ma
quello era il più piccolo problema che avevano, Emily ed El
avevano sbattuto la
testa nell’ impatto e non avevano ripreso conoscenza.
L”ma
sei fuori
di testa, potevi ammazzarle, idiota! Vorrei ucciderti a bastonate lo
sai, e non
ridere che poteva andare peggio, ora sparisci, e renditi conto di
quello che
stavi facendo, che hai fatto e che potevi fare!”
H”dici
sia
meglio andare al pronto soccorso?”
L”ti
devo
ricordare cosa sono o ci arrivi da solo”
H”si
lo so cosa
sono, ma magari stanno peggio di come sembra”
L”Hazza
so che sei
in pensiero per Emily, so quanto ci tieni a lei e so anche quanto sia
difficile
per te vederla li, senza poter ammirare la luce nei suoi occhi, senza
vedere il
sorriso illuminare il suo volto, e senza veder i suoi capelli lunghi
seguire il
vento”
H”tu
sei
innamorato di El”
L”se
devo dirti
la verità si, e non da poco, ho sempre cercato di mantenere
le distanze perché
credevo che lei non mi volesse, ma poi ho visto i suoi occhi quando
l’ho
abbracciata e ho capito tutto, credo che quando si sveglierà
le chiederò di
essere la mia lei”
H”Lou
sei un
bravo ragazzo, e sono sicuro che lei ti ama e non poco”
Passavano
i
minuti, le ore, ma le due ragazze non si decidevano a svegliarsi, Harry
non
aveva mai lasciato la stanza di Emily, non aveva voluto mangiare,
neppure per
tutto l’oro del mondo si sarebbe alzato da quella sedia, le
teneva la mano, e
intanto ammirava le sue gote rosee scolorirsi, sentiva la luce sparire,
sembrava che un sottile velo trasparente si fosse posato su di loro,
sentiva il
calore della sua mano farsi sempre più fiacco, si accorse
così che Emily aveva
freddo, sebbene avesse le coperte addosso lei congelava ogni secondo di
più,
così in un tentativo che anche per lui che ci credeva in
quello che stava
facendo sembrava non servire a nulla, si stese accanto a lei e
provò a
scaldarla, passavano i minuti e finalmente Emily aveva smesso di
tremare e
aveva ripreso una temperatura normale, Harry invece fu colto
improvvisamente da
una strana sensazione, sentiva come qualcosa che lo chiamava, poi
capì che doveva
concentrarsi anche lui sulla ragazza che aveva affianco, e finalmente
dopo
tanti sforzi, lesse nella sua mente, lei lo chiamava, lo chiamava a
gran voce e
lo supplicava di svegliarla, perché il buio le faceva paura,
voleva uscire da
quelle tenebre ma non riusciva a vedere nulla se non buio pesto. Fu
così che
decise improvvisamente che avrebbe messo fine a tutto,
l’avrebbe svegliata, in
un modo nell’altro l’avrebbe riportata nel suo
mondo, così la scuotè forte, la
chiamava, ma lei non si svegliava, così decise che avrebbe
fatto che il
principe Filippo, avrebbe provato con un bacio, si avvicinò
alle sue labbra e
in quel momento si ricordò della prima volta che
l’aveva baciata di nascosto,
anche all’ra stava dormendo e anche allora lei non si era
svegliata, ma sta
volta sarebbe andata come aveva deciso lui, l’avrebbe
riportata nella luce.
EM”Harry,
ho
avuto tanta paura” mugugnò aprendo gli occhi, e
fiondandosi tra le sue braccia,
iniziando a piangere come una bambina.
H”tranquilla,
è
tutto finito, ora sei sveglia, non succederà più
te lo prometto, non starai più
male, non starai più da sola, e poi adesso so di cosa hai
paura”
EM”e
di cosa
avrei paura sentiamo”
H”ma
del buio mi
pare ovvio”
EM”oh
non è
vero,in questa stanza c’è buio, ma io non ho
paura, e vuoi sapere perché?”
H”mm…direi
di
si”
EM”perché
tu ci
sei e poi c’è sempre il lampadario da poter
accendere”
H”ah
la metti
così c’è il lampadario, bè
ti toglierò tutte le lampadine carina, e non
scherzo”
EM”sai
che ti
dico, che ho una fame pazzesca, andiamo a mangiare la pizza
fritta?”
H”sai
che ti
dico, che anche io ho fame, non mangio da quando sei svenuta, e poi non
volevo
lasciarti sola, non volevo che ti svegliassi e non trovassi nessuno,
sei stata
sola per troppo tempo”
EM”che
dolce, ma
dimmi El si è svegliata?”
H”si
qualche ora
fa”
EM”oh
bene,
allora siamo entrambe sane e salve”
H”certo
avevi
dubbi, ti ricordo che sei immortale”
EM”scusa
ma devo
ancora farci l’abitudine, insomma ho passato 18 anni della
mia vita a chiedermi
perché gli altri bambini si ammalassero e io no!”
H”vero
scusa,
avevo rimosso il fatto che tu lo sai da poco tempo”
Uscirono
insieme, mangiarono, erano affamati, e poi decisero che sarebbe stato
bello
fare una passeggiata, camminavano uno accanto all’altra,
entrambi con le mani
nelle tasche del cappotto, con la sciarpa che li copriva fino al naso e
il
berretto che teneva al caldo le orecchie di lei. A Harry il cappello
non
serviva data tutta la lana che ha in testa. Si fermavano ad ogni
vetrina che
Emily notava, ma al contrario di ogni ragazza Emily non cercava un
negozio di
vestiti o di scarpe, lei ne cercava uno di musica, e quando sul punto
di
arrendersi, stava per dire torniamo indietro, passarono davanti un
negozio di
dischi, e si stupì di trovarlo ancora aperto,
così senza aspettare un secondo
aprì la porta che fece suonare una campanella.
EM”vieni
Hazza,
guarda che bello, qui è il paradio, ci sono i Nirvana, i
Kiss, i Queen, Pink Floyd,
questo è la cosa migliore che potessero fare in questa
cittadina sperduta”
H”ti
piace
freddie, allora”
EM”oh
si, penso
di amarlo, se fosse vivo, avesse qualche anno in meno e non fosse gay,
sicuramente
sarei sua moglie”
H”oh
davvero…attenzione
attenzione Emily Sophia Adelaide Grant si è dichiarata,
domani troveremo un
articolo di giornale”
EM”e
dai scemo,
smettila di gridare e usciamo”
H”dimmi
che ti
sono antipatico e usciamo”
EM”mi
sei
antipaticissimo, ora usciamo”
H”e
tu sei una
scema”
Una
volta fuori
dal negozio, la conversazione andò avanti, e Harry non
vedeva ancora fine di
quella discussione amichevole che avevano iniziato, su quanto fosse
antipatico
l’uno e scema l’altra. In quel momento si sentivano
come dei bambini, bastava
poco per divertirsi insieme, una barzelletta una spintarella
amichevole, Emily
che si fingeva arrabbiata e prometteva che non gli avrebbe
più rivolto la
parola, e invece poi si tradiva mandandolo al diavolo, e ricordandogli
la sua
antipatia.
Ma
che di
Antipatia si trattasse sul serio? No era tutto il contrario, proprio
come la prima
volta che lui si era presentato alla sua porta, e le aveva detto
“se poi ti
starò antipatico tornerò”
E
lei alla fine
della giornata gli aveva risposto “si mi sei
antipatico”
Ora
quella
parola per loro aveva cambiato significato, era diventato il loro modo
per
dirsi ti voglio bene.
H”Sai
una cosa?”
EM”no,
non la so
se non me la dici, genio”
H”
hai mai
provato a pensare come sarebbero le nostre vite se io non fossi entrato
nel pub
di Bob e tu non avessi litigato per la musica, se io non avessi
continuato a
venire, se non mi
fossi accorto che eri
tu che stavo cercando, la mia notte, io probabilmente starei ancora
vagando per
trovarti, e tu, tu cosa faresti adesso?”
EM”io,
bè io
sicuramente non sarei qui, non sarei qui a contare le stelle, non
sentirei ciò
che pensi, probabilmente starei ancora con Julian, o forse no, forse ci
saremmo
lasciati comunque, nell’ultimo periodo lo sentivo talmente
lontano, forse
starei ancora in quella casa, sicuramente avrei ancora i miei complessi
del
tipo, perché non mi ammalo mai, forse tra qualche hanno mi
chiederei perché tutti
invecchiano mentre io resto sempre uguale, forse tu mi avresti trovato
lo
stesso, o forse prima di te mi avrebbero trovato gli altri, forse ora
sarei già
morta senza il mio giorno, credo che poi tutto questo sia successo per
qualche
motivo, la sai la storia del filo rosso?”
H”no
racconta”
EM”Si
dice che
ogni bambina nata abbia attaccato al mignolo della mano destra un capo
di un
filo rosso, l’altro capo invece si attacca al mignolo della
mano destra di un
bambino, si dice che questo prima o poi sono destinati ad incontrarsi.
È come
un puzzle a due tasselli, si incastrano l’uno con
l’altro, anche se nella vita
incontrassero migliaia di fili rossi che si attorcigliano tra loro,
alla fine
ritrovano sempre il loro compagno, un po’ come io e te, tu
sei il giorno e io
la notte, il filo rosso ci lega, non si vede ma lo senti, lo senti
quando ci
leggiamo nel pensiero, o con un abbraccio, se mi tieni la mano, io lo
sento e
tu?”
H”si anch’io
lo
sento” si chinò così a baciarla, questa
volta sul serio, con uno di quei baci,
che aspetti solo la pioggia per darli, dove le mani fredde si scaldano
in
cinque secondi, e le guance si colorano di rosso, e le dita indugiano
nei
capelli l’uno dell’altra.
S.A.
lo so lo so, fa schifo
è corto e non ha senso, ma le idee sono poche e confuse
perdonatemi, vorrei dare di più per questa storia ma la mia
povera testolina ultimamente non collabora, sarà
perchè è presa con le bombe per l'inizio della
scuola che dopo due settimane ho già da studiare due
capitoli da 20 pagine l'uno, comunque la coppia Harly o Emirry, mi
piace di più Harly, si sta formando, ma tranquilli, non
sarà di certo questo che li metterà insieme
definitivamente,poi c'è la dichiarazione di lou a cui
assisteremo nel prossimo episodio...
recensite
e ditemi che ne pensate!
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