We must protect her

di C_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** AVVISO ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Quella tiepida notte autunnale era quasi giunta agli sgoccioli, avevano passato tutta la notte su vecchi tomi, rispolverando vecchie leggende alla ricerca della soluzione di quell’ennesima minaccia sovrannaturale. Quando Bobby guardò l’orologio erano le tre passate e decisero di concedersi qualche ora di sonno per affrontare con lucidità il problema la mattina seguente.
Mentre lasciavano il soggiorno Dean stese una coperta sulla ragazza addormentata sul divano. Ogni volta che la guardava a Dean si stringeva il cuore, ogni volta che vedeva i suoi occhioni blu, quegli occhi così simili all’uomo, pardon all’angelo, che nel tempo aveva occupato un  posto d’onore nel cuore del cacciatore; ogni volta che osservava i suoi capelli di quel colore così simile ai suoi. La ragazza aveva trascorso la notte aiutandoli nella loro ricerca e poche ore prima si era addormentata esausta sul malconcio divano nel soggiorno di Bobby. Dean aveva sempre sperato in un futuro diverso per colei che era giunto a considerare una figlia ma il destino, Dio o chissà chi avevano deciso altrimenti; trovava un briciolo di consolazione nelle parole che gli rivolgeva la ragazza ogni volta che la fissava mentre caricava e puliva le armi, studiava il diario di John Winchester o chiedeva consigli a Bobby su cosa fare in caso di attacco: << A me piace questa vita, è quella che mi sarei scelta e sono sicura che non potrei fare nient’altro>>.
 
Il cacciatore ricordava come se fosse ieri il giorno in cui Castiel si era presentato con quel fagottino piangente e tremante tra le braccia…
La sera stava man mano declinando in una fredda notte invernale mentre il cacciatore trascorreva quelle ore libere da caccie o altre schifezze sovrannaturali guardando un po’ di tv. Dopo pochi minuti che aveva cominciato un compulsivo zapping alla ricerca di qualcosa di decente, senti quel fruscio d’ali che aveva imparato ad amare e si girò con un genuino sorriso sulle labbra ma quello che vide gli gelo il sangue; il suo angelo sembrava sconvolto, il suo bellissimo viso era stravolto dalla preoccupazione e i suoi occhi sembravano rivelare tutti insieme i secoli che pesavano sulle spalle di quella celestiale creatura. Sotto il trench stropicciato, l’angelo stringeva convulsamente un piccolo fagotto il cui contenuto era celato a Dean.
<< Cass … cos’è successo??>> chiese esitante il cacciatore avvicinandosi lentamente all’angelo che si guardava intorno circospetto.
Fu allora che Dean vide muoversi il fagotto e senti provenire da esso un gemito acuto, avvicinandosi maggiormente poté costatare che era un bambino il tesoro che l’angelo sorreggeva con una presa al tempo stesso delicata ma salda.
Le parole di Castiel ruppero il silenzio che era venuto a crearsi nella fatiscente camera del motel: << Dean dobbiamo proteggerla … se la trovano la uccideranno e uccideranno anche me>>.
Il terrore che traspariva dalle sue parole scioccò Dean … neanche nei momenti più tragici che si erano trovati a condividere aveva sentito una tale preoccupazione appesantire la melodiosa voce del suo angelo.
<< Castiel dove hai preso quella bambina?? … chi la vuole uccidere?? … da chi la dobbiamo proteggere??>>
Castiel vedendo Dean assalito dal panico si calmò un po’ e con voce ferma disse << Non l’ho presa da nessuna parte lei è mia>>.
 
⊶⊷⊶⊷⊶⊷⊶⊷
 
Castiel si era sfilato il trench e lo aveva steso sul letto per poi adagiarci sopra la piccola che ora dormiva serena e si era messo di fianco, granitico, a osservarla adorante, Dean avvertiva il bisogno di una birra e si servì al mini frigo della camera. I suoi pensieri erano come un fiume in piena, così impetuosi da essere quasi indefinibili, solo uno si ergeva tra quella tempesta interiore. Cosa vuol dire“lei è mia”?
Come un argine a quel maremoto giunsero le parole di Castiel: << Dean come credi siano creati gli angeli?>>
<< Attraverso del sesso tra le nuvole>> disse il cacciatore con un sorrisetto impertinente, cercò di metterla sul ridere, non era certo di volerlo sapere; una certa gelosia covava in lui sapendo che Castiel aveva avuto una figlia e lui era certo di non aver contribuito.
<< No – disse serio l’angelo – quelli come me nascono dall’amore di Dio che prende forma nella nostra grazia che in seguito cresce fino a essere matura all’interno di un altro angelo>>.
<< Mi vuoi dire che ogni tanto l’amore divino si solidifica in una scintillante grazia e puff compare un nuovo esserino piumato?!?!>> chiese sarcastico Dean.
<< Sì una cosa del genere … se la vogliamo dire in parole semplici>>.
<< Quindi Dio ha deciso di affidarti la solidificazione del suo amore e tu hai accettato?!>>
<< No Dean, è molto tempo che Dio non si occupa di noi e non ci sono state più nascite da molto molto tempo … lei è nata da un altro tipo di amore…>> Castiel si fermò a guardare quell’umano che era divenuto la più importante se non l’unica sua ragione di vita e Dean comprese.
<< È stato l’amore che ho per te e quello che tu hai per me a dar vita a questo miracolo>>.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Dean rimase immobile cercando di assimilare quell’improbabile notizia, nella sua mente si rincorrevano i pensieri più disparati, non riusciva a crederci, forse il suo pennuto aveva imparato a fare gli scherzi, ma quella bambina era sicuramente sua: li accomunavano gli stessi occhi; in fondo lui aveva sempre desiderato una famiglia, dei figli, certo non lo aveva mai immaginato in quel modo.
Castiel osservava il viso del cacciatore su cui erano perfettamente leggibili le emozioni, i dubbi e le domande che lo attanagliavano; gli occhi di Dean correvano dalla bambina all’angelo e ritorno. Quando per l’ennesima volta i suoi occhi si fermarono sul viso di colui che l’aveva salvato dall’Inferno, i loro occhi si incontrarono e, come succedeva ogni volta, Dean si perse nelle profondità di quel mare che riposava negli occhi del compagno; a quel punto capì, era tutto vero, Cass non gli avrebbe mai mentito, soprattutto non su una cosa così importante. Mentre il cacciatore veniva rassicurato da questa consapevolezza un vagito proruppe dalle labbra della piccola.
Castiel corse dalla bambina, la sollevò e cominciò a cullarla come aveva fatto in precedenza ma la minuscola creaturina non accennava a calmarsi così l’angelo alzò gli occhi su Dean con una muta richiesta di aiuto.
Il suo cacciatore si avvicinò cauto << Forse ha fame… >> tentò; ma capì che Cass non sapeva cosa ciò comportasse << I piccoli angeli non hanno bisogno di mangiare… >> disse a mo’ di giustificazione, allora con movimenti sicuri, che lo sorpresero, Dean sfilò la bambina dalle braccia dell’angelo e se la sistemò tra le sue.
<< Cass mi servirà un biberon di latte tiepido, non è che potresti - >> prima ancora che finisse la frase l’angelo aveva allungato un braccio e gli porgeva esattamente ciò che aveva chiesto.
<< Vedi, devi assicurarti che il latte non sia troppo caldo o la scotterai – così dicendo si versò una goccia sul dorso della mano e reputando idonea la temperatura avvicinò la tettarella alla boccuccia – vedi come beve di gusto! >>.
Sul viso di Dean sbocciò un meraviglioso sorriso mentre osservava quel miracolo, come l’aveva definita Castiel, svuotare il biberon per poi rivolgergli uno sguardo assonato mentre la sua boccuccia si apriva a disegnare una paffuta O.
In Castiel crebbe una felicità fino ad allora sconosciuta mentre osservava il suo cacciatore e la sua piccola bambina, le due cose che amava di più, nella tremolante luce di una lampada.
Dean riprese a parlare, unendo alle parole i gesti che stava descrivendo, come se non si fosse mai interrotto << Ora devi appoggiarla sulla spalla e darle dei piccoli colpetti sulla schiena >>.
<< Perché? >> chiese ingenuamente Castiel, ma il piccolo ruttino che la bambina fece risultò sufficiente come risposta.
Dean rimise la piccola comoda tra le sue braccia e iniziò a cullarla mentre rivolgeva un dolce sorriso al suo angelo; si ritrovò quasi inconsciamente a canticchiare Hey Jude, proprio come faceva sua madre.
Dopo pochi minuti la bambina scivolò in un dolce sonno e il cacciatore la adagiò con delicatezza sul trech, girandosi poi verso Castiel << Dobbiamo parlare … >> disse quasi bisbigliando per non disturbare lo scricciolo.
<< Lo so Dean … mi dispiace essere piombato qui, ma non sapevo da chi altro andare… >>
<< Cass tranquillo, non c’è l’ho con te … voglio solo sapere perché e soprattutto chi vuole far del male a nostra figlia >> quel nostra rimase sospeso un attimo nell’aria e scatenò in entrambi un senso di sicurezza, Dean lo trovava strano ma al contempo, in qualche modo e inevitabilmente giusto; Castiel capì che era al sicuro, non importa quello che sarebbe successo, chi sarebbe arrivato o cosa tentassero di fargli, Dean ci sarebbe stato, avrebbe protetto lui e la loro bambina.
<< Noi angeli siamo stati creati per essere impassibili osservatori, non dobbiamo provare emozioni, siamo destinati ad amare solo nostro padre di un amore puro … ma io sono caduto, caduto in tanti modi e uno di questi è il fatto che ho iniziato a provare emozioni umane. Ho iniziato a preoccuparmi per te, mi dicevo che era solo perché tu eri importante e mi era stato ordinato di salvarti, ma non era così. Questo sentimento che ancora non comprendo a pieno è cresciuto, si è evoluto >> Castiel si fermò per guardare Dean, conosceva il suo cacciatore, era certo che anche lui lo amasse ma quando era con lui un’inusuale, per un Angelo del Signore, insicurezza gli attanagliava la bocca dello stomaco.
<< Io ho tradito l’essenza stessa di un angelo … i miei fratelli non permetterebbero mai a un “abominio” del genere di vivere >> disse tremando, soprattutto sulla parola con cui gli angeli si sarebbero riferiti alla piccola se avessero saputo della sua esistenza; neanche a Dean piacque quella parola e istintivamente strinse i pugni.
<< Non è possibile che una creatura così pura possa essere un male – disse Dean trattenendo a stento la rabbia e il tono di voce – che vengano! Non la toccheranno, non glielo permetterò! >>.
Gli occhi di entrambi corsero alla bimba stesa sul letto. Dormiva serena, ignara della cattiveria del mondo e di chi la minacciava, i pugnetti chiusi poggiati di fianco alla testolina, coperta da una quantità sorprendente di capelli.
Mentre entrambi guardavano incantati la piccolina un fruscio d’ali mise ambedue in allarme, Castiel si parò davanti alla bambina e Dean estrasse la pistola, ricordandosi solo dopo che i proiettili non avevano nessun utilità sui messaggeri divini.
<< Calma calma … sono io ragazzi!! >> disse Balthazar alzando le mani sopra la testa.
<< Cosa ci fai qui? >> sputò Dean con sospetto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


<< Hey salve anche a te Mr Simpatia >> rispose a tono l’angelo << cercavo mio fratello … hai piani alti abbiamo bisogno di te >> disse rivolgendosi a Castiel che nel frattempo si era rilassato e scostatosi un po’ diede modo a Balthazar di vedere la piccola che dormiva sul letto.
<< Dean dove hai preso quella bambina?? >> chiese vedendo quell’elemento completamente fuori posto nella cadente camera del motel.
<< Ehm … è la figlia di un mio cugino, zio, lontano parente … >> rispose esitante il cacciatore, lo sguardo che gli rivolse il nuovo arrivato fu più che eloquente, a interromperli giunsero le parole di Castiel << Possiamo dirgli la verità … mi fido di lui >>.
<< Sicuro Cass >> chiese titubante Dean.
<< La verità su cosa?? >>
 
⊶⊷⊶⊷⊶⊷⊶⊷
 
Durante la spiegazione che gli fornì Castiel, il viso di Balthazar assunse una statuaria espressione seria; Dean un po’ preoccupato si rese conto che quella era probabilmente la prima volta che vedeva l’angelo serio e non con quel suo onnipresente ghigno.
Finito di raccontare Castiel si mise in attesa di una qualsiasi reazione da parte del fratello, ma quello che successe né lui né Dean se lo sarebbero mai aspettati.
Sul viso di Balthazar si aprì un largo sorriso ed una risatina proruppe dalla sua gola, << Cosa c’è da ridere? >> chiese perplesso Castiel << No niente, è solo che sono appena diventato zio >> disse con una voce allegra mentre si avvicinava alla bambina per vederla meglio. Con una vocetta infantile si rivolse alla sua nuova nipotina << Ci divertiremo un sacco io e te, quando sarai un pochino più grande >>.
Vedendo l’inusuale reazione di Balthazar, Castiel si rilasso un pochino seguito anche dal cacciatore.
 
Fu in quel momento che la porta si aprì facendo entrare, insieme a Sam imbacuccato nel giaccone, anche un arietta fredda che preannunciava neve.
Sam si blocco di fianco alla porta vedendo quell’insolita scena, in poco più di un metro quadro stavano il fratello e Castiel proprio di fronte a Balthazar ma la cosa che lo stupì maggiormente fu la neonata che dormiva placida sul letto del fratello.
Con una certa nota di preoccupazione Sam esclamò << Ragazzi, dove avete preso quella bambina??>>
Dean si era completamente dimenticato del fratello, Sam era uscito qualche ora prima non ricordava più se per fare ricerche, la spesa o semplicemente un giro ed ora era lì, un gigante fermo in mezzo alla stanza che li guardava con la più buffa espressione dipinta in faccia.
Prima che Dean o Castiel cominciassero a chiarire le idee a Sam, Balthazar si congedò dalla strana combriccola << Torno a trovare presto la mina nipotina – disse indirizzandole un bacio – ma visto che credo tu non abbia intenzione di staccarti da lei vado a occuparmi di un paio di questioni là su >> disse alzando gli occhi al cielo e in un battito di ciglia si volatilizzò.
 
⊶⊷⊶⊷⊶⊷⊶⊷
 
Questa volta toccò a Dean spiegare al fratello come stavano le cose e lui ebbe una reazione un po’ più “normale”, una certa preoccupazione gli si dipinse in volto << Dean che cosa vuoi fare con lei? >>
<< Cosa voglio farci? Cosa si fa con i bambini? Li si cresce, gli si da attenzione e tutto ciò di cui hanno bisogno!! Ecco cosa farò!! >> disse rendendosi conto di essere stato esageratamente aggressivo.
Castiel mentre i due fratelli parlavano si era seduto accanto alla bambina per guardarla dormire e tirò su lo sguardo sentendo la voce alterata di Dean.
<< Hai ragione, scusa, ho fatto una domanda stupida. È solo che se queste sono le tue intenzioni dobbiamo portarla in un posto più adatto. >> si scusò Sam.
A entrambi venne subito in mente l’unico posto che potevano chiamare casa, dove era sempre stati al sicuro, protetti e dove avevano ricevuto una buona dose di affetto.
<< Da Bobby >> dissero all’unisono.
 
Una mezz’oretta più tardi Sam stava caricando la macchina dopo averle fatto il pieno e aver saldato il conto del motel.
<< Cass prendi la bambina in braccio, la terrai tu durante il viaggio >>
<< Potrei spostarci più velocemente con i miei poteri >> disse logicamente l’angelo
<< Lo so .. ma vorrei evitare che tu comparissi davanti a Bobby con una neonata in braccio, rischiando di fargli venire un infarto >>
 
Il viaggio fu tranquillo, Dean al volante della sua baby con al fianco suo fratello, dietro il suo l’angelo che stringeva tra le braccia loro figlioletta. Lei come un angioletto dormì per tutto il viaggio mentre i tre uomini stettero quasi sempre in silenzio ad ascoltare i suoi respiri regolari.
Arrivarono presso la casa di Bobby che albeggiava, Dean sperava che il vecchio cacciatore fosse sveglio poiché poteva diventare irritabile se veniva buttato giù dal letto così presto.
Sam busso e dopo poco Bobby aprì la porta, era già al lavoro.
Per Bobby non era insolito veder comparire i fratelli Winchester sulla porta di casa sua, erano come figli per lui ed era contento quando venivano a trovarlo. Si era abituato anche a Castiel, l’angelo che raramente si staccava dal fianco di Dean. Li accolse calorosamente, saluto Sam con affetto ma rimase di stucco quando vide Castiel con in braccio una neonata e Dean al loro fianco con una mano sulla spalla dell’angelo.
<< Abbiamo bisogno del tuo aiuto … >> disse il maggiore dei Winchester.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Dean portò in cucina i piatti con gli avanzi degli snack di quella notte e si diresse in salotto per controllare per un ultima volta sua figlia; gli anni iniziavano a essere visibili sul viso del cacciatore ma quegli ultimi diciotto anni erano stati i più felici della sua vita, non aveva importanza che avesse continuato a fare la sua pericolosa vita, quegli anni erano costellati di bellissimi ricordi. L’arrivo della sua bambina aveva dato avvio ad una infinita sequenza di giorni felici, Castiel era diventato il nuovo sceriffo ai piani alti ma nulla lo fermava dal venire da sua figlia e da lui.
Dean ricordava ogni giorno, ogni piccolo traguardo, ogni secondo passato con la sua strana famiglia: lui, Castiel e la bambina; ma non poteva certo dimenticare Sam e Bobby e, date le sue frequenti visite alla nipotina nemmeno Balthazar.
 
Dean si fermò a ricordare la prima parola della sua piccola.
Era un settembre insolitamente caldo, Dean stava assistendo la bambina che con delicatezza e precisione professionale mangiava la minestrina; il cacciatore sentì il fruscio d’ali che contraddistingueva l’arrivo del suo angelo, ma prima ancora che si girasse per salutarlo, quel mostriciattolo lasciò cadere il cucchiaino dritto nel piatto schizzando la minestrina tutta addosso a Dean e nel frattempo con voce cristallina esclamava << Cass!! >> tendendo le braccine paffute all’angelo perché la sollevasse.
I due uomini si guardarono reciprocamente e quando negli occhi dell’altro videro la conferma di ciò che era accaduto due larghi sorrisi illuminarono i loro volti.
Per quanto Castiel potesse essere impacciato a relazionarsi con qualsiasi cosa  umana, perdeva ogni traccia di goffaggine quando si trattava di sua figlia; con due ampie falcate raggiunse il seggiolone e sollevo la piccola facendola roteare regalandole il più magnifico dei sorrisi che per un attimo fermò il cuore a Dean.
<< Bene, è il tuo turno papà piumato … tienila mentre vado a darmi una pulita >> disse il cacciatore guardandosi la maglietta imbrattata di verdure e pastina.
 
Quando dopo pochi minuti Dean tornò nella stanza pulito e con una maglietta in condizioni migliori si fermò ad osservare la scena sulla soglia della porta, l’angelo era seduto per terra davanti alla bambina in una chiazza di sole che filtrava dalla finestra.
<< Dillo di nuovo … >> incitò la piccola che scoppio in un sonante risolino dopo aver pronunciato il suo nome e aver ricevuto un applauso dall’angelo.
<< E Dean lo sai dire?!? >> la stuzzicò di nuovo l’angelo <> , la bambina fece una piccola smorfia cercando di imitare il padre ma il suono che uscì non si avvicinava nemmeno lontanamente al nome pronunciato dall’angelo.
<< Va bene, per oggi può bastare >> intervenne Dean << e poi mi sento trascurato se non dedichi un po’ di tempo anche a me >> disse mettendo un finto broncio e trascinando l’altro a sedersi sul divano.
I due si misero a guardare la bambina mentre Dean giocava distratto con i capelli del moro, la piccola intanto si passava tra le mani la sua bambola distrattamente e la fronte corrucciata dimostrava che la sua attenzione era altrove; dopo una ventina di minuti la bambina lasciò cadere la bambola e quando ebbe l’attenzione dei genitori, con una smorfia buffissima esclamò:
<< Dan >> attirandosi le risate divertite e fiere dei due uomini.
 
Dean ricordava anche i primi passi del suo mostriciattolo.
Odiava andare a caccia e lasciare sola la figlia ma quella volta non aveva potuto fare altrimenti, dopotutto anche Sam contava su di lui; comunque la figlia non era sola, Bobby si sarebbe preso cura di lei per quei quattro giorni e Castiel sarebbe andato da lei in continuazione ma nemmeno questo pensiero riusciva a tranquillizzarlo.
Per fortuna la caccia era stata più facile del previsto ed era potuto tornare a casa con un giorno di anticipo anche se per far ciò aveva guidato tutta la notte.
All’arrivo alla rimessa di Bobby erano le otto e mezza, non fece in tempo a parcheggiare l’Impala che Sam lo vide schizzare fuori e corre nella casa.
Quando Bobby vide spalancarsi la porta non saltò neanche sulla sedia avendo riconosciuto il rombo dell’Impala ma Castiel, che non si era accorto di niente troppo assorto nel guardare il suo piccolo tesoro, si tirò in piedi si scatto per poi rilassarsi quando i suoi occhi incontrarono quelli del cacciatore.
Nel frattempo la bambina che si teneva dritta attaccata alla sedia si lasciò e invece di cadere sul sedere come aveva sempre fatto negli ultimi tre mesi, mosse qualche incerto passo e provata la stabilità trotterellò verso Dean che la guardava esterrefatto come d'altronde tutti i presenti.
La bambina gli si schianto contro una gamba e gli rivolse un sorrisino soddisfatto.
 
Dopo una meravigliosa serata in compagnia delle persone a cui tenevano di più, compreso Balthazar che era comparso affermando di essere in astinenza dai sorrisi della sua nipotina prima di prenderla in braccio e coccolarla per tutto il tempo, Dean e Castiel si ritrovarono davanti alla culletta della piccola ad osservarla dormire beata. Il braccio di Castiel cinse i fianchi di Dean che, nonostante non si fosse ancora abituato a quel grado di intimità tra lui e il suo angelo, provava sempre un brivido di piacere lungo la schiena quando l’angelo lo sfiorava.
<< Dovremmo andare a letto anche noi >> disse il cacciatore stravolto dalla caccia e dalle forti emozioni non rendendosi conto di quanto ambigua potesse risultare quell’affermazione ma per fortuna il suo angelo era forse il più ingenuo del creato.
Così dopo alcuni minuti Dean già dormiva sereno tra le braccia di Castiel che pensava a quanto fosse stato fortunato: per quell’umano aveva voltato le spalle al Paradiso ma lui l’aveva ricompensato con un amore inossidabile e il loro piccolo miracolo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Castiel si era sempre dimostrato un padre fantastico, non importava quanto fosse impegnato, stanco o afflitto, lui c’era sempre per la loro piccola e anche per lui. Grazie alla sua presenza Dean aveva cominciato a sentirsi finalmente a casa, le sue parole gentili, il suo conforto gli avevano permesso di ritrovare quella serenità che credeva di aver perso per sempre quel maledetto 2 novembre del 1983. 
 
Il ricordo che Dean custodiva più gelosamente risaliva a quando la bambina aveva pochi mesi ed era una settimana che non lo lasciava dormire una notte intera. Come cacciatore doveva essere abituato alle notti insonni ma le poche ore di sonno sommate alla caccia e a uno scricciolo che di giorno pretendevano tutta la sua attenzione lo stavano sfinendo.
Quella notte venne svegliato dal pianto della bambina che era riuscito a far addormentare non più di un’oretta fa; aprendo gli occhi vide la radiosveglia sul comodino segnare le 3 e 35.
Prima ancora che si svegliasse del tutto la sua attenzione fu catturata dall’inconfondibile frullio d’ali e dall’apparizione del suo angelo in trench davanti alla culletta.
Erano un paio di giorni che Cass mancava da casa, un problema serio ai piani alti; si era scusato mille volte con Dean per il fatto di doversi assentare per alcuni giorni ma lui lo capiva, anche il suo angioletto aveva un lavoro da fare.
Castiel si chinò sulla culla e sollevò la piccola adagiandola nell’incavo del suo braccio, iniziò a sussurrarle parole dolci alcune delle quali in enochiano, pensò Dean non comprendendole. La bambina si calmò all’istante e Cass tenendola stretta si accomodò sulla poltrona e la cullò fino a farla addormentare recitando quella che sembrava un antica filastrocca angelica.
Dean aveva osservato tutta la scena con gli occhi socchiusi quasi trattenendo il respiro per non disturbare quel momento così delicato ma appena la bambina si fu addormentata Cass sollevò la testa e si mise a fissarlo: << Guarda che lo so che sei sveglio … >> disse dolcemente.
<< Sei tornato?! >> chiese Dean incerto, si ritrovò a temere che da un momento all’altro l’angelo sarebbe scomparso di nuovo.
<< Si sono tornato >> disse l’angelo deponendo il fagottino nella sua culla.
Avvicinandosi al letto di sfilò il trench, che finì sulla poltrona, e le scarpe per poi distendersi a fianco del cacciatore.
Dean si accoccolò quasi istintivamente sul suo petto e mentre Cass lo stringeva con un braccio con l’altra mano iniziò a giocare con i capelli del suo umano.
Quell’abbraccio sapeva di casa, di un porto sicuro durante la tempesta e Dean si beò dell’odore di bucato fresco steso al sole che irradiava l’angelo.
<< Tutto a posto ai piani alti? >> domandò con la voce impastata dal sonno ma la domanda sottintendeva molto di più ‘rimarrai con noi adesso? Non ci lascerai soli per altro tempo? Ci sei mancato tanto!’
Ovviamente Cass capì tutto ciò che Dean non disse, aveva l’innata capacità di leggergli l’anima, di carpire ogni suo pensiero, ce l’aveva avuto sin dal loro primo incontro ‘credi di non meritare di essere salvato?!’
<< Si tutto a posto in Paradiso … comunque anche voi mi siete mancati, ogni attimo >>
Dean si ritrovò a sorridere come un ebete, non avrebbe mai pensato di potersi fidare di quel frigido essere incontrato in un capannone tappezzato di inefficaci simboli di protezione e ora invece era accoccolato tra le sue braccia a malapena sveglio cullato dal battito del suo cuore e dal respiro regolare della loro figlioletta.
<< Ora dormi Dean ci penserò io alla bambina e a te >> disse mentre accarezzava dolcemente la sua guancia.
Prima di sprofondare in un sonno tranquillo e soprattutto lungo, Dean si ritrovò a pensare che dopotutto sua madre aveva ragione un angelo vegliava veramente su di lui.
⊶⊷⊶⊷⊶⊷⊶⊷
 
Nonostante tutti gli anni passati tra gli umani Castiel conservava ancora la sua innocenza e ingenuità, spesso davanti a una cosa nuova esibiva ancora la faccia sorpresa ma curiosa tipica dei bambini; osservandolo insieme a sua figlia, spesso Dean li aveva trovati così simili nelle reazioni verso il mondo.
 
Ricordava ancora la prima volta che Castiel aveva avuto a che fare con la neve; la bambina aveva più o meno cinque anni, Dean si trovava con Bobby a cercare di trovare informazioni sul caso di un altro cacciatore e Castiel era seduto sul divano osservando alternativamente Dean e la piccola che seguiva estasiata i volteggi dei fiocchi di neve alla finestra.
Di colpo la piccola corse nella stanza, si pianto al fianco del padre e aspetto da brava che Dean smettesse di parlare con Bobby e le rivolgesse l’attenzione. Quando la ottenne cominciò a saltellare felice << Dai papà andiamo, hai detto che quando avesse smesso di nevicare saremmo potuti andare a giocare >>, effettivamente Dean si era lasciato scappare questa promessa quando la bambina un paio d’ore prima lo aveva guardato con occhietti imploranti da cucciolo, scongiurandolo di lasciarla andare a giocare con la neve.
Quello sguardo l’aveva ereditato dal suo zietto Sammy, erano identici quando mettevano su quell’espressione, ma era stato sicuramente lo zio Balthazar a insegnarle quando giocarlo come arma vincente; così aveva ceduto e ora doveva rispettare la promessa.
Appena la bambina vide i primi segni di cedimento negli occhi del padre gli butto le braccia al collo e dopo un bacione sulla guancia cominciò a trascinarlo verso l’esterno.
Passando di fianco al divano agguantò il braccio di un sorridente Castiel cominciando a trascinare anche lui << Andiamo papà, su forza >> disse quasi cinguettando per la felicità.
 
Appena uscita all’aperto, non prima di essere stata infagottata nel piumino, nella sciarpa e nel cappellino, lasciò la presa sulle braccia dei genitori e cominciò a saltellare in mezzo alla neve lasciando piccole improntine.
Cass, Dean e Bobby, che li aveva raggiunti, si fermarono a guardarla dalla veranda ma subito lei tornò all’attacco prese Cass per un braccio e lo condusse in mezzo allo spiazzo candidamente ricoperto di neve. << Dai papà gioca con me >> disse prima di buttarsi di schiena sul manto immacolato e cominciare a muovere su è giù le braccine e le gambette, quando si ritenne soddisfatta fisso il padre e gli disse << Hai visto? Adesso sono anche io un angelo come te!! >>
<< Si tesoro sei un angelo bellissimo >> rispose incantato Castiel.
Nel frattempo anche Dean si era avvicinato e quatto quatto aveva raccolto un po’ di neve che fece scivolare nel colletto a Cass.
<< Perché? >> chiese confuso l’angelo inclinando la testa di lato.
<< Perché è divertente! >> rispose raggiante Dean, supportato dalla risata cristallina della piccola.
 
Passarono tutto il pomeriggio a giocare nella neve: giocarono a palle di neve, costruirono pupazzi e alla fine l’intero spiazzo era ricoperto di angeli impressi nella neve tanti quanti non ce ne erano neanche in Paradiso come aveva detto scherzosamente Dean.
Dopo un intero pomeriggio di giochi la neve cominciò a cedere leggera su di loro e Dean si ritrovò ad osservare sua figlia e il suo angelo nella medesima posizione: sguardo rapito verso l’alto e  bocca dischiusa. Entrambi cercarono di acchiappare qualche fiocco e poi li osservarono sciogliersi sulle loro mani.
Alla fine erano tutti e tre infreddoliti e ricoperti di neve ma immensamente felici.
Bobby si offrì di preparare una cioccolata calda, contagiato anche lui da quell’aria rilassata; Castiel si lo seguì in cucina per aiutarlo e quando tornò nel salotto con in mano due tazze fumanti rimase rapito dalla visione che gli si presentò.
Dean  teneva in braccio la bimba che si era addormentata e anche lui dormiva con la testa dolcemente posata su quella della piccola; e fu così che Sam li ritrovò al suo ritorno un oretta dopo, la piccola e Dean addormentati abbracciati sul divano, Cass di fianco a loro che li osservava e nei suoi occhi era visibile la gioia che gli gonfiava il cuore e gli faceva tremare la Grazia al pensiero della meravigliosa giornata passata con i suoi due tesori più preziosi.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Balthazar era diventato parte della famiglia e passava con loro decisamente molto – troppo, avrebbe detto Dean – tempo.
Quella sera il salotto di Bobby stava ospitando una scenetta molto casalinga: Dean era seduto sul divano che divorava una fetta di torta gigante, al suo fianco stava Castiel che lo sfiorava appena mentre alla scrivania stavano Bobby; tutti e tre fissavano Sam e la bambina intenti a costruire la torre di costruzioni più alta della storia.
Il gigante e la bambina, aveva pensato sorridendo Dean.
 
La tranquillità di quella scena venne momentaneamente interrotta da un frullio d’ali seguito immediatamente da una fastidiosa vocetta, aveva immediatamente pensato Dean, che esclamava << Bonsoire >>.
<< Ciao Balthazar >> disse tranquillamente l’altro angelo nella stanza.
<< A cosa dobbiamo la tua visita?? >> chiese sospettoso il maggiore dei Winchester.
<< Tio!! >> esclamò sorridente la bambina.
<< Sono venuto a trovare la mia meravigliosa nipotina >> rispose a Dean senza degnarlo di uno sguardo mentre si inginocchiava davanti alla bambina << Guarda cosa ti ha portato lo zio Balthy >> continuò facendo comparire un orsetto di peluche decisamente enorme e porgendolo alla bambina.
<< Finirai con il viziarla >> disse sorridendo Castiel.
<< Non è forse questo il compito degli zii!! Vero Sam?? >> continuò imperterrito lo spaventapasseri.
<< Mi trovi perfettamente d’accordo >> esclamò convinto l’altro zio della situazione.
 
La serata finì con Dean che aveva sbranato almeno altre tre fette di torta, impiastricciandosi tutta la faccia, sotto lo sguardo divertito di Castiel; mentre anche Balthazar si era messo a giocare con le costruzioni insieme a Sam e la bambina o sarebbe meglio dire solo con Sam poiché la bambina aveva deciso che era più divertente rimanere abbracciata al suo nuovo amico peloso guardando gli zii discutere su quale fosse il modo migliore di costruire la torre più alta.
 
⊶⊷⊶⊷⊶⊷⊶⊷
 
Da quando quel piccolo terremoto di sua figlia aveva fatto irruzione nella sua vita, quest’ultima era divenuta ancora più sorprendente, strano a dirsi per una cacciatore che aveva sventato l’Apocalisse.
 
Quando Dean doveva tornare da una caccia particolarmente lunga la bambina aveva l’abitudine di andare ad aspettarlo in un parco poco lontano da casa, sedendosi su una vecchia panchina di pietra sotto un albero decisamente molto vecchio.
Anche quella volta Dean fermò la macchina all’ingresso del parco e si avviò al solito posto, sua figlia aveva di certo ereditato quell’amore per la natura da Castiel che insieme al piccolo mostriciattolo lo obbligavano a lunghe scarpinate immersi nel verde.
Quando giunse in prossimità della panchina, vide un uomo di una certa età seduto a conversare con la piccola; immediatamente la chiamò trattenendo a stento la preoccupazione, dopo tutto poteva essere qualsiasi tipo di mostro.
Sentendosi chiamare la bambina si voltò e, appena visto il padre, un enorme sorriso le fiorì sul viso dopo di che si materializzò di fianco a Dean con un lieve frullio d’ali – lui non si sarebbe mai abituato a vedere sua figlia comparire da un posto all’altro.
Decisamente più sollevato avendola vicino chiese: << Chi è quell’uomo tesoro? >> indicando con una cenno della testa l’uomo che ancora li guardava gentile dalla panchina.
<< Il nonno >> disse la bambina come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Il cacciatore rimase decisamente sconvolto, quello sulla panchina non era suo padre John, quindi chi diavolo era?!
Si accorse che la bambina gli stava strattonando la manica e quando abbassò lo sguardo lei aprì la manina porgendogli qualcosa: << Ha detto di darti questo … tu avresti capito! >> disse tutta sorridente.
La piccola gli stava porgendo la sua collana, quella che aveva cestinato in uno sperduto motel tanti anni prima dopo che le speranze del suo angelo erano state spazzate via; ma il ciondolo aveva qualcosa di diverso, era illuminato da una luce brillante e quando lo prese in mano lo sentì caldo al tocco.
Appena capì Dean tirò su lo sguardo incrociando quello del vecchio uomo che dopo un saluto con la mano e un sorriso dolce scomparì.
<< Andiamo a casa adesso?! Papà sarà contento di vederti!! >> lo ridestò la bambina da quello stato di choc.
 
Erano passate un paio d’ore dal loro arrivo, nelle quali la bambina aveva raccontato entusiasta il suo pomeriggio con il nonno, quando Castiel comparì nella cucina della casa di Bobby.
Subito la piccola gli saltò in braccio e dopo averla stretta Castiel si avvicinò a Dean per posargli un lieve bacio sulle labbra.
<< Ciao, Dean >>
<< Ciao, Cass >> esclamò sorridendo il cacciatore.
<< Cos’hai in mano?? >> chiese l’angelo notando Dean giocherellare distrattamente con qualcosa dall’aria familiare.
<< Niente di che … solo la mia collana >> disse tradendo un po’ di inquietudine il Winchester.
<< Ma … tu l’avevi … quando … >> replicò leggermente confuso Castiel, non gli piaceva ricordare il periodo in cui aveva perso la fede in suo padre.
<< Si, io l’avevo buttata. Chiedi a tua figlia dove l’ho presa? >> disse indicando l’esserino ancora in braccio all’angelo che giocava con il colletto del suo trench.
<< Tesoro, dove hai preso la collana di papà? >> chiese scostandola un po’ dal suo petto << Me l’ha data il nonno, ha detto che papà Dean ci teneva molto quando era piccolo come me >> rispose la bambina sorridendo gioiosa.
<< John Winchester è stato qui? Come fantasma? >> chiese leggermente allarmato Castiel stringendo inconsciamente il suo piccolo miracolo.
<< No Cass, l’altro nonno >> disse il cacciatore con una strana inflessione nella voce.
A Castiel servì più di un attimo per capire cosa intendesse il suo compagno ma quando ci arrivò i suoi occhi si aprirono all’inverosimile e la voce assunse un inflessione leggermente tesa: << Lui è stato qui?>> - disse guardandosi introno come se si aspettasse di vederlo seduto poco più in là nella piccola cucina di Bobby - << Cosa ha detto?>>
<< Chiedilo a tua figlia, sembra che il grande capo sia venuto a passare il pomeriggio con la sua nipotina! >> disse e sarebbe potuto sembrare ironico se Castiel, che lo conosceva perfettamente,  non avesse notato quella nota preoccupata che tentava di nascondere probabilmente per il bene della loro più che perspicace figlioletta.
Castiel posò a terra la bambina e poi le si chinò davanti per essere alla sua altezza mentre parlava cercando di rimanere tranquillo << Piccola che cosa ti ha detto il nonno?>>
<< Ha detto che è fiero di te e che stai facendo un buon lavoro in Paradiso, ha detto che magari un giorno mi porterà a vederlo >> la bambina si illuminò al ricordo prima di continuare << ha detto che hai fatto delle brutte cose ma che hai rimediato e lui ti perdona >>.
Poi si rivolse a Dean << Si è scusato per non essere venuto prima a conocermi, ha detto che ti somiglio e che spera abbia preso la tua perseveranza >>.
<< Prima che papà arrivasse ha detto che sarebbe tornato a trovarci, vuole conoscere di persona papà Dean >> concluse la bambina raggiante.
Castiel non riuscì a trattenersi dall’abbracciarla forte e Dean li guardò sorridente, sapeva che nonostante lui non avesse mai riposto fede in Lui, per Castiel era importante sapere che suo Padre lo aveva perdonato e non era del tutto indifferente.
Lui lo aveva perdonato ed era stato felice di passare del tempo con la piccola che quindi non considerava un abominio come si aspettava, forse le cose sarebbero anche potute andare per il meglio, pensava Castiel stringendo la sua piccola che lo abbracciava si rimando.



Note:
Scusate il ritardo ma ho avuto un po' di problemi tra i cui la mia ispirazione che ha deciso di prendersi una lunga vacanza!! 
Spero vi sia piaciuto il capitolo ... grazie a tutti quelli che hanno letto!! 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sua figlia era sempre stata molto coraggiosa, sin da piccola.
Era sera e Dean stava guidando per una strada sperduta, sul sedile posteriore, nel suo seggiolino, dormiva tranquilla la figlia; erano stati al lago, tutta la giornata a divertirsi correndo e giocando nei prati. Era stata un bella giornata ma veramente sfiancante e appena aveva sistemato la bambina nel seggiolino lei era scivolata in un sonno tranquillo stringendo l’orsetto regalatole dallo zio Balthazar.
Mancavano ancora un paio di ore di viaggio e la benzina stava finendo così Dean si  era fermato alla prima stazione di servizio che era apparsa all’orizzonte ed era sceso a fare benzina.
Pochi momenti dopo un’altra auto si era fermata e due uomini erano scesi e dopo averlo osservato per alcuni minuti si erano avviati verso di lui.
Il cacciatore portò la mano al coltello che portava alla cintura e il suo sguardo corse alla piccola addormentata nella macchina.
<< Winchester … come mai tutto solo in questo posto sperduto?! >> disse uno dei due uomini mentre gli occhi di entrambi diventavano neri.
Dean cercò di trattenersi dal fare qualche battutina sarcastica, non poteva rischiare, non con la piccola nell’auto; con tutto se stesso rivolse una preghiera a Castiel sperando che ovunque lui fosse potesse correre a salvare la loro bambina.
Mentre pensava a ciò il demone che aveva parlato gli si era fatto più vicino, Dean non si accorse nemmeno del cazzotto che gli diede il demone e sarebbe finito a terra se l’altro demone non lo avesse afferrato da dietro.
<< Papà!! >> il sangue gli si gelò nelle vene, avrebbe sopportato di tutto pur che la sua bambina fosse rimasta al sicuro addormentata nella macchina.
<< Come Winchester? Sei diventato papà e non ce l’hai detto?! Ti avremmo mandato dei fiori … >> disse il demone chinandosi di fronte alla piccola appena scesa dall’auto e passandogli una mano tra i capelli biondicci.
<< Sai ti assomiglia>>
<< Levale le mani di dosso, figlio di puttana >> urlò il cacciatore ma appena cercò di divincolarsi ricevette un altro pugno dal demone che lo teneva.
<< Lasciate stare il mio papà >> disse la bambina con voce ferma che a Dean ricordò il tono di Castiel quando gli aveva detto che lui era un soldato e che l’avrebbe rimandato all’inferno se non gli avesse portato rispetto.
Il demone si era voltato verso la bambina con un ghigno e aveva riso con disprezzo della supplica della bambina.
La piccola non si era scomposta, aveva appoggiato la manina sul viso del demone e una luce aveva cominciato ad irradiarsi dagli occhi dell’essere, dopo pochi istanti il corpo privo di vita si era accasciato sull’asfalto della stazione di servizio.
L’altro demone scioccato dagli avvenimenti aveva allentato la presa sul cacciatore che girandosi era riuscito a pugnalarlo per poi correre dalla piccola.
Nell’esatto istante in cui la bambina aveva posato la mano sulla guancia del demone Castiel era comparso a non più di qualche passo da lei.
<< Stai bene piccola? >> disse Dean spostandole qualche ciocca che le era ricaduta sul viso.
<< Sto bene >> disse la bimba, anche se visibilmente impaurita, gettandoglisi al collo.
Dean credeva che gli unici poteri ereditati da Castiel fossero quello di poter svolazzare liberamente e guarire un po’ più in fretta del normale, cose che avevano scoperto intorno all’anno di vita della piccola.
<< Gli è l’hai insegnato tu? >> chiese Dean girandosi verso l’angelo ma lo sguardo misto di terrore e sorpresa sul suo volto furono una risposta più che eloquente.
La bambina intanto non aveva smesso di abbracciarlo e alcune gocce avevano iniziato a rigarle il faccino.
<< Mi dispiace, io credevo che gli avrebbero fatto del male .. >> disse la piccola sommessamente rivolgendosi all’angelo che era rimasto immobile a qualche passo da loro.
Castiel capì che la piccola doveva aver frainteso la sua immobilità come un rimprovero allora le si avvicinò e la prese dolcemente dalle braccia del padre e accarezzandole delicatamente la guancia per portare via le lacrime della piccola disse << No, no amore … sei stata bravissima, sono solo preoccupato per voi … quei demoni avrebbero potuto … >> ma si interruppe incapace anche solo di finire di formulare quel pensiero atroce.
<< Su forza torniamo a casa … qui qualcuno dovrebbe essere già a letto da ore >> intervenne Dean in soccorso del compagno, cercando di sdrammatizzare un po’ la situazione.
Così rimisero la bambina in macchina e partirono, dopo mezz’oretta la bambina si era di nuovo addormentata sotto lo sguardo vigile di Castiel e quello di Dean che spesso la guardava dallo specchietto retrovisore.
Non fu una notte tranquilla, tant’è che la bambina volle rimanere nel letto con loro, ma stavano tutti bene e sapere che la loro bambina era in grado di difendersi rendeva Dean e Castiel forse un po’ più tranquilli.
 
 
NOTE:
Perdonatemi se questo capitolo è un po’ più corto del solito ma con l’esame di maturità incombente le mie facoltà mentali si stanno esaurendo impendendomi di scrivere più di tanto. =(
Ne approfitto per anticipare le mie scuse nel caso non dovessi riuscire ad aggiornare per un po’ … perdonatemi.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e vi ringrazio di averlo letto, commentato, ecc… =D

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Capitolo 8
*** AVVISO ***


Lo so che il ritardo nell'aggiornamento di questa stora é imperdonabile ma il prossimo capitolo é finalmente pronto solo che sono senza computer e dal telefono non riesco a pubblicare (non riesco a ottenere l'html) :( Abbiate pazienza cercherò di aggiornare il prima possibile!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Una delle più grandi paure che erano nate in Dean Winchester all'arrivo della bambina riguardava come avrebbe reagito Bobby: dopotutto l'anziano cacciatore era come un padre per i Winchester e per quanto Dean si dimostrasse forte e alle volte indifferente la sua opinione avrebbe sempre contato.

La preoccupazione di Dean, come avevano pronosticato sia Castiel che Sam, risultò del tutto inutile. Il burbero cacciatore si lascio subito intenerire dalla piccola.
Erano passate poche ore dal loro arrivo e dopo le dovute spiegazioni ad un incredulo Bobby, Dean e Castiel si erano messi a riordinare la camera che gli era stata offerta per la piccola.
Servivano una marea di cose ma avere un angelo in grado di far apparire tutto il necessario in un battito di ciglia è sicuramente un bell'aiuto.
Forse a causa del fatto che uno fosse fuori allenamento in fatto di bambini e l'altro completamente impreparato riguardo ai piccoli umani, il cacciatore e l'angelo impiegarono un attimo più del normale a realizzare che quel pianto infantile provenisse dal piano di sotto e più precisamente da quello scricciolo che era loro figlia.
Realizzato i due accorsero nel salotto, materializzandosi al centro della stanza uno e caracollando giù dalle scale l'altro, ma rimasero entrambi basiti: Bobby aveva sollevato la piccola con movimenti incerti e ora la stava cullando delicatamente. Accortosi del silenzio che ora regnava nella stanza il cacciatore più vecchio sollevo lo sguardo per ritrovarsi fissato con aria sorpresa dagli altri due cacciatori mentre Castiel osservava con tenerezza la bambina ora tranquilla.
<< Cosa avete da guardarmi in quel modo?? >> disse cercando di apparire burbero ma attento a non agitare la bambina, mentre alternava occhiataccia ai due fratelli.
<< Guardate che non è il primo bambino che vedo, secondo voi chi si è preso cura di voi due quando vostro padre vi scaricava qui??>>.
<< Giusto >> dissero all'unisono i due mentre un sorriso aleggiava su i loro visi al ricordo dei giorni felici, per quanto lo possano essere quelli di due bambini come loro, passati con Bobby.
<< Lo sai che i tuoi compiti di padre prevedono che tu debba occuparti di lei ... vuoi far morire di fame questa povera creatura?!?! >> e le sue parole, solo all'apparenza serie, furono accompagnate da un urletto concorde della piccola.
Sam scoppiò a ridere alla vista del fratello sgridato anche dalla sua neonata figlia credendosi al sicuro dai rimproveri del cacciatore più vecchio.
<< È tu vedi di preparare qualcosa da mangiare anche per noi ... non solo la piccola ha fame >> continuò invece Bobby mentre adagiava dolcemente la piccola tra le braccia dell'angelo.
<< Grazie Robert >> 
Bobby rispose con un gesto della mano come a scacciare scocciato le parole di Castiel ma prima di buttarsi nuovamente a capofitto tra vecchi tomi rivolse un sorriso carico di affetto alla piccola che lo fissò tranquilla con i suoi incredibili occhioni, fotocopia di quelli del padre.

Bobby si era affezionato a quella bambina immediatamente come d'altronde tutti loro. 
La piccola era meravigliosa ed una bambina bravissima ma la sua natura angelica aveva creato, ogni tanto, qualche problemino, pensò Dean sorridendo al ricordo ...
La piccola aveva circa un anno e mezzo ed era un vulcano di energie, sempre ad esplorare e studiare tutto ció che la circondava; anche quella sera era intenta ad analizzare con attenzione le nuove costruzioni che gli aveva regalato lo zio Sam solo qualche giorno prima.
Quella sera Dean era veramente esausto, quella settimana era stata distruttiva e non vedeva l'ora di buttarsi a letto e dormire fino al week-end seguente.
Deciso ad ottenere il suo più che meritato riposo si avvicinò alla bambina seduta su un plaid a scacchi steso sul pavimento della stanza di motel che avrebbero occupato per quella notte e la sollevo oltre la sua testa provocando una serie di risa cristalline intervallate da piccoli urletti ogni volta che la riportava verso il suo petto.
<< Andiamo a letto signorina >> disse Dean con un bel sorriso incoraggiante ma la bambina non era d'accordo e dopo aver scosso energicamente la testa si volatilizzò dalle sue braccia per ricomparire sul plaid in mezzo ai suoi giochi.
<< Ehi!! Dove credi di andare?!?! >> esclamò il cacciatore riprendendo in braccio la piccola fuggiasca << e ora di andare a dormire, papà è stanco e tu ... >> ma non riuscì a terminare la frase che la piccola era di nuovo sparita per ricomparire sulla scrivania dove Sam stava facendo delle ricerche. Quest'ultimo fece davvero fatica a non scoppiare a ridere alla vista della faccia esausta di suo fratello e a quella furbetta di sua nipote.
<< Su scricciolo, fa la brava >> disse Sam prendendo la piccola in braccio e riconsegnandola al padre.
Per non si sa quale miracolo divino la piccola decise di rimanere accoccolata tranquilla sul petto di Dean che dopo aver augurato la buonanotte a Sam era entrato nella stanza attigua e per prima cosa aveva messo la bambina nella culletta.
Ma appena si era girato per buttarsi sul suo letto senza neanche la forza di svestirsi si era ritrovato due occhioni  che lo guardavano fin troppo svegli.
<< letto papa >> aveva quindi esclamato con enfasi la piccola accompagnando il tutto con un sorriso che avrebbe sciolto anche la pietra.
<< E no signorina >> disse Dean chinandosi sul letto per riacciuffarla << lo sai che devi dormire nel tuo lettino >> continuò mettendo di nuovo la piccola nel box.
<< no e mio ettino >> rispose contrariata la bambina mettendo su un tenerissimo broncio.
<< Lo so che non è il tuo lettino questo, ma è solo per questa notte stiamo andando a trovare zia Charlie, ricordi? >> cercò di blandirla Dean ma appena si girò di nuovo verso il suo letto ritrovò di nuovo la piccola seduta in mezzo al letto che lo guardava con aria speranzosa.
<< No, smettila di fare i capricci >> disse rimettendola nel box con tono ormai spazientito.
La piccola lo guardò con gli occhietti umidi di lacrime.
<< Non iniziare a piangere, ti prego >> ma la voce gli uscì decisamente meno ferma di quanto volesse e la bimba intravedendo una possibilità comparve nuovamente al centro del letto.
Dean abbatte la testa sconsolato << Se non la smetti di scomparire e apparire così giurò che ti chiudo in un cerchio di olio sacro >> disse girandosi ma questa volta ad osservarlo sgranati non c'era uno ma ben due paia di occhioni blu.
<< Non dirai sul serio >> disse l'angelo vagamente allarmato.
<< Certo che no, sono solo esausto >> rispose il cacciatore al limite della sopportazione.
<< E allora perché non dormi un po'? >> chiese ingenuamente Castiel, inclinando la testa.
Dean si schiaffò sonoramente la mano sulla fronte << È quello che stavo cercando di fare, ma tua figlia - disse indicando la bambina ancora al centro del letto - sembra non essere d'accordo >>
Castiel allora rivolse uno sguardo interrogativo alla piccola che rispose come se fosse la cosa più ovvia << io letto papa >> enfatizzando il concetto indicandosi il petto e poi si girò verso il padre con sguardo supplicante.
<< No signorina ... >> cominciò ma venne interrotto dal suo angelo.
<< Su Dean, falla dormire con noi, solo questa notte; qui è tutto diverso e lei è spaesata >> accompagnando il tutto con il medesimo sguardo supplicante che ancora sua figlia gli rivolgeva.
Sospirando Dean si arrese << E va bene, ma solo per questa notte >> 
<< Grazie >> gli disse Castiel premiandolo con un lieve bacio a fior di labbra che il cacciatore si premurò di approfondire.
E fu così che quella notte Dean dormì egregiamente abbracciato dai suoi angeli preferiti.

NOTE:
Alla fine ho dovuto aspettare di rientrare in possesso del mio computer per poter aggiornare. =(
Perdonatemi per l’attesa e spero che il capitolo sia piaciuto. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Da quando la bambina era entrata nelle loro vite, queste si erano per certi versi normalizzate; avevano assunto alcune abitudini da famiglia “normale” come l’ormai tradizionale barbecue con gli amici per il 4 luglio.
La prima volta che lo avevano organizzato la piccola aveva all’incirca cinque anni e Sam l’aveva trovata una buona idea per inaugurare la villetta bifamiliare che lui e il fratello avevano comprato poco lontano dalla rimessa di Bobby, inoltre Dean non aveva potuto opporsi allo spirito patriottico che aveva invaso sua figlia e anche in parte il suo compagno.
Così i giorni precedenti al 4 luglio tutti e tre si erano ritrovati a comprare, come la famiglia tipo, tutto l’occorrente per la festa, abbondando in fiocchi, coccarde e decorazioni.
 
Quella mattina Dean si era svegliato come ormai d’abitudine nell’abbraccio confortante di Castiel, prima ancora di aprire gli occhi aveva iniziato a strusciare la guancia sul cotone ruvido della t-shirt che Castiel aveva preso l’abitudine di indossare sopra i boxer quando si levava il completo per dormire o quando era Dean a strapparglielo di dosso per attività un po’ più movimentate.
<< Buongiorno Dean >> disse Castiel passando la mano tra i capelli del cacciatore.
<< ‘Giorno >> aveva risposto Dean con voce assonnata non del tutto sicuro di volersi svegliare.
<< Pronto per il gran giorno ?! >> continuò Castiel trattenendo a stento l’entusiasmo, ma prima che Dean potesse rispondere nella stanza si sentì un leggero bussare.
<< Avanti >> dissero in coro i due, la porta si aprì e la loro piccola sgusciò all’interno catapultandosi poi sul loro letto con tanto di orsacchiotto al seguito.
<< Buongiorno scricciolo >> disse sorridendo Dean, guadagnandosi un bacione dalla sua piccola che poi si infilò nell’abbraccio dei suoi genitori per salutare anche Castiel.
<< Dormito bene tesoro? >> disse amorevolmente l’angelo << Si si papà, adesso andiamo a mettere su le decorazioni?! >> rispose euforica la piccola.
<< Ancora cinque minuti >> mugolò Dean imitando quello che la piccola gli diceva ogni mattina quando la andava a svegliare per portarla all’asilo e nascondendo la faccia nel collo della piccola facendo ridacchiare sia lei che Castiel.
 
<< Oh che quadretto tenero … sono in anticipo?? >> esordì Balthazar appena materializzatosi al centro della stanza, dovendo evitare subito dopo un cuscino lanciatogli dal suo adorato cognato.
<< Zio Balth >> disse la bambina sgusciando fuori dall’abbraccio dei genitori per correre tra le braccia dello zio.
<< Ciao principessa >>
<< Non sono una principessa >> rispose la piccola scuotendo la sua chioma riccioluta << sono una guerriera >> continuò gonfiando il petto e alzando il mento fiera.
<< Ma non hai paura dei draghi?? >> chiese sorridendo l’angelo biondo.
<< No, certo che no e poi nel caso ci sono i miei papà >> disse girandosi per sorridere ai sopracitati.
<< Ok allora cacciatrice di draghi, andiamo a prepararci e a mettere a posto per il barbecue?? >>
<< Si si >> disse la piccola saltellando sul letto << venite anche voi? >> disse rivolta ai genitori.
A rispondere per loro fu Balthazar << No loro stanno ancora un po’ qui a giocare >> disse con tono allusivo che fece arrossire Castiel e gli regalò un’occhiataccia di Dean.
<< Anche io voglio giocare con papà >> affermò la piccola continuando a saltellare sul letto.
<< No piccola a questo gioco non potrai giocare ancora almeno per una decina di anni >> disse Balthazar sollevandola dal letto insieme al suo orsetto e portandola fuori.
<< Facciamo anche per una ventina >> gli urlo dietro Dean prima che Castiel lo attirasse a se per reclamare il bacio del buongiorno che gli spettava.
 
 
 
La giornata trascorse allegramente e in una stupenda atmosfera di festa.
La piccola aveva passato la mattinata a correre in giro per il giardino giocando a rincorrersi con la zia Charlie e lo zio Balthazar, poi aveva riso come una matta mentre lo zio Sam la portava sulle spalle passando in mezzo alle mille decorazioni che avevano messo in giardino mentre Dean e Bobby preparavano la brace con una birra in mano e Castiel sorrideva alla piccola che lo chiamava in continuazione per mostrargli le sue prodezze.
Nel pomeriggio poi Dean aveva tentato di insegnare a Castiel a fare qualche tiro di football con risultati alquanto esilaranti finché la bambina non era giunta in soccorso del padre chiedendogli di spingerla un po’ sull’altalena; così a giocare con la palla erano rimasti i fratelli Winchester.
La sera poi Dean e Sam si improvvisarono fuochisti mettendo in atto un piccolo spettacolo pirotecnico gemello di quello della loro infanzia mentre la bambina guardava estasiata i fuochi d’artificio in braccio ad un altrettanto estasiato Castiel.
Alla fine dello spettacolo la piccola sbadigliava e si sfregava i pugnetti sugli occhi così Dean si era avvicinato e lei si era allungata per dargli il bacio della buonanotte biascicando un ‘notte prima che Castiel la portasse nel suo lettino.
Quando la piccola si fu addormentata Castiel tornò in giardino accomodandosi di fianco a Dean che gli circondò le spalle con un braccio e gli rivolse uno dei suoi più bei sorrisi in cui era perfettamente leggibile la sua felicità per quella giornata magnifica e per l’affetto della famiglia e degli amici  che li circondavano. 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


La bambina stava tranquilla sulle gambe di Castiel giocando con un sonaglietto colorato che finiva continuamente e inevitabilmente nella sua boccuccia.
Castiel la guardava con sguardo apprensivo, stringendo inconsciamente la presa sulla sua piccola schiena ogni volta che lei si muoveva più energicamente. La bimba era appena guarita da una brutta influenza che le aveva fatto passare diversi giorni con la febbre ma quello più provato dalla prima influenza della piccola era sicuramente l’angelo, Castiel si era sinceramente spaventato trovandosi completamente impreparato a fronteggiare i malanni umani a cui, nonostante il retaggio angelico, la piccola sembrava non essere immune; di conseguenza il moro aveva passato i passati due giorni a tenere praticamente sempre la bambina in braccio.
 
Dean guardava la scena appoggiato con le braccia incrociate allo stipite della porta del salotto di Bobby; l’ultimo mese non era stato un periodo particolarmente positivo per nessuno, oltre all’influenza della piccola, Sam e Dean avevano dovuto affrontare alcune caccie alquanto complesse che avevano lasciato in regalo a Sam una gamba rotta e un lieve trauma cranico e a Dean una mappa di lividi violacei e qualche nuova cicatrice.
Facendo scorrere lo sguardo per la stanza, sperando in un’illuminazione per risollevare il morale, Dean incrociò gli occhi di Bobby e proprio da lui giunse la soluzione.
<< Vieni con me, fannullone >> aveva borbottato il cacciatore più vecchio a Dean prima di spingerlo “gentilmente” verso le scale.
Arrivati al piano superiore aveva aperto un armadio e ci si era immerso, così tanto che Dean credette sarebbe ricomparso a Narnia, per tirare fuori diversi scatoloni dall’aria alquanto vissuta e ordinando a Dean di portare tutto in salotto.
 
Dopo alcuni minuti anche Bobby raggiunse la stanza trasportando un abete né troppo grande, né troppo piccolo; agli sguardi perplessi degli altri due cacciatori e a quello curioso dell’angelo rispose sbuffando.
<< Qui sembra un mortorio >> decise finalmente di spiegare << è quasi Natale e dopotutto è il primo Natale dello scricciolo >> continuò la piccola che lo guardava sorridendo dall’abbraccio del suo papà.
Accorgendosi degli sguardi ancora puntati su di lui continuò: << Pensi di darmi una mano o pensi che l’albero si addobbi da solo? >> chiese retorico a Dean che scatto iniziando a frugare negli scatoloni.
 
Cominciando a tirare fuori l’occorrente, Dean si accorse di riconoscere la maggior parte di quegli addobbi: erano quelli con cui lui e Sam avevano decorato l’albero i Natali passati da Bobby quando erano piccoli.
 
Castiel dopo essersi premurato di far sapere a tutti le inesattezze di quella festa dal punto di vista religioso, aveva finito per incuriosirsi e ora era seduto a terra di fianco ad una scatola, con la bambina tra le gambe, passando palline e addobbi a Dean e Bobby mentre nella casa aleggiavano le note delle più conosciute canzoni natalizie che Sam, bloccato sul divano, aveva fatto partire sul suo laptop.
 
La piccola era estasiata da tutti quei colori e luci e camminava traballante intorno all’albero mentre il padre riempiva di addobbi e festoni.
<< Hey piccola vieni qui >> disse sorridendo Dean e quando la bambina si fu avvicinata le arrotolò addosso un festone dorato, << su va a far vedere a papà quanto sei carina>> la incitò sorridendo radioso.
La piccola trotterellò festante verso l’angelo ma inciampo all’ultimo volando tra le braccia del padre ridendo contenta e contagiando tutti i presenti con la sua risata gioiosa.
 
Dopo aver aggiunto uno sfavillante angelo sulla punta dell’albero Dean e Bobby fecero un passo indietro per ammirare il loro capolavoro ricevendo un fischio ammirato da parte di Sam e un sincero << E’ molto bello >> da parte di Castiel.
 
Dean si andò a sedere di fianco a Castiel cingendogli le spalle con un braccio e usando l’altra mano per solleticare il pancino di sua figlia.
<< Allora ti piace mostriciattolo? Lo teniamo? >> chiese sorridendo, continuando a fare il solletico alla piccola che si agitava tra le braccia del padre.
<< Ti, ti >> disse contenta la bambina allungandosi per stampare un bacione sulla guancia del padre e poi tornare ad accoccolarsi tra le braccia di Castiel ed incantarsi ad osservare i giochi di luce delle luminarie.
 
Passarono così tutta la serata, loro tre abbracciati seduti davanti all’albero, Sam al computer e Bobby chino sui libri ma tutti quanti con un genuino sorriso sulle labbra e le musichette natalizie che ancora riempivano l’ambiente.
 
Quello fu solo il primo di una serie di felici Natali trascorsi tutti insieme, fare l’albero nel salotto di Bobby divenne una tradizione, la preferita della piccola.
 
 
NOTE:
Lo so, forse è un po’ presto per le storie natalizie ma in giro ci sono già le prime decorazioni e io non ho potuto resistere ^_^
Spero il capitolo vi sia piaciuto tanto quanto a me è piaciuto immaginarlo e scriverlo.
Ringrazio tanto tutti quelli che lo hanno letto e anche chi segue, recensisce o anche solo legge questa mia storia. =)

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Nonostante l’arrivo della piccola, Dean aveva continuato a cacciare poiché anche se non gli piaceva ammetterlo Zaccaria aveva ragione, lui era nato per questo.
Alla fine si era ritrovato con entrambe le vite che desiderava, quella del cacciatore e la tipica american apple pie life, perfettamente fuse insieme.
Questi erano i pensieri di Dean mentre guidava su una strada deserta ritornando a casa: ecco una delle cose che adorava, dopo le caccie ora non doveva tornare con suo fratello in squallidi motel a trangugiare birra aspettando di addormentarsi per essere svegliato di li a poco dagli incubi. Ora dopo le caccie tornava a casa dove c’era ad attenderlo il suo compagno che insieme alla loro figlioletta si prendeva cura di lui.
 
Lui e Sam erano riusciti a risolvere il problema perfettamente nei tempi stabiliti e così lui sarebbe potuto arrivare a casa a un orario decente e Sam non fare tardi all’appuntamento con quella ragazza carina che Dean sperava potesse essere quella giusta o almeno non facesse una fine tragica.
 
Dean parcheggiò l’Impala nella rimessa di Bobby che erano da poco passate le due del pomeriggio e avvicinandosi alla porta poté udire chiaramente la risata cristallina di sua figlia accompagnata da quella più roca di Castiel.
<< Credo che il bagno di questa mattina non sia servito a niente >> stava dicendo allegro il suo angelo.
Aprendo di poco l’uscio la vista della cucina di Bobby lasciò basito il povero cacciatore, il pavimento e parte dei mobili così come il suo compagno e sua figlia erano ricoperti da una sottile polvere bianca che Dean identificò come farina grazie al pacco rovesciato sul tavolo.
Entrando di qualche passo la sua presenza fu tradita dallo scricchiolare di un asse del pavimento, immediatamente i due occupanti della cucina si erano voltati con faccette colpevoli e Dean non era riuscito al trattenersi dal ridere vedendo in che stato versavano.
Il suo compagno, il potentissimo angelo del Signore, aveva i baffi di marmellata e la sua maglietta era macchiata in più punti di quello che sembrava uovo e qualcos’altro; anche sua figlia era in condizioni simili.
 
<< Che state combinando? >> chiese il cacciatore quando riuscì a smettere di ridere
<< Em .. io .. noi .. >> iniziò a balbettare l’angelo mentre sua figlia lo guardava con un sorrisino angelico cercando di apparire il più innocente possibile.
La ricerca di una spiegazione da parte dell’angelo venne interrotta dal suono del timer del forno, solo a quel punto il cacciatore si rese conto dell’odore di cannella che aleggiava in cucina e riportando l’attenzione sui suoi angeli li vide intenti a trafficare con il forno per poi porre di fronte a lui una torta che magari a vedersi non era splendida ma già solo l’odorino ti faceva venire l’acquolina in bocca.
<< Volevamo farti una sorpresa >> disse Castiel incoraggiato dal sorriso raggiante che Dean gli aveva dedicato.
Sua figlia si arrampicò su una delle sedie della cucina per giungere alla giusta altezza e scoccare un sonoro bacio sulla guancia del padre.
<< Tanti auguri >> disse pimpante la bambina e Dean non poté far altro che stringerla in un abbraccio gigante tirando in mezzo anche Castiel.
 
Dopo l’enorme abbraccio di famiglia si misero a tagliare la torta e a distribuirne fette anche a Bobby e Sam che lo aveva guardato sorridente dicendogli << Credevi davvero potessi abbandonarti il giorno del tuo compleanno?! >>.
Mangiando la sua fetta di torta, che si era dimostrata davvero squisita, Dean si ritrovò a guardare la sua famiglia: suo fratello che cercava di spiegare una battuta che Castiel non era riuscito a comprendere mentre sua figlia se la rideva seduta sulle gambe di Bobby mentre quest’ultimo sorrideva scuotendo la testa.
Dean si ritrovò a pensare che dopotutto anche se aveva passato l’Inferno, letteralmente e non, ne era sicuramente valsa la pena.
           
 
 
NOTE:
Non è uscita esattamente come me l’ero immaginata ma non sono riuscita a fare di meglio e volevo assolutamente pubblicarla in tempo … spero vi piaccia. A presto e grazie per aver letto. =)

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