HIGH FULLMETAL

di bianfre
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** le mie scuse ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***



PROLOGO

“perché?perchè?PERCHÉ!?!?”
Con livore alzava e abbassava nervosamente il finestrino della vettura come a voler sfogare la sua ‘frustrazione’su di questa.
 Il biondo lanciò un ultima occhiata alla sua destra: il finestrino ormai mostrava solo verdi campagne e bianche montagne all’orizzonte.
 Che schifo.
 “dai fratellone, calmati!non c’è niente di male a voler vivere in un'altra città!guarda i lati positivi: stare con nostro padre, conoscere gente nuova e incontrare la ragazza dei nostri sogni!” l’ultima frase venne rimarcata con un lungo sospiro da parte del minore, perso ormai nelle sue innocenti fantasie.
 Il fratello lo guardò di sbieco.
“i lati positivi?I LATI POSITIVI!?!?!? primo: io mio padre lo odio! non sai quanto ero stato felice di non rivederlo mai più! secondo: io i miei amici ce li ho, anzi, ce li AVEVO già! terzo: al momento non ne ho bisogno!”e tornò repentino a voltare lo sguardo al paesaggio. Erano partiti in mattinata per raggiungere loro padre a Rezembool, una cittadina di montagna poco distante dalla fabbrica dove lavorava.
 -Saputa la notizia che quello ‘stupido vecchio’ aveva finalmente trovato lavoro, mia madre non ci ha pensato due volte e in quattro e quattrotto siamo saliti sul treno per raggiungerlo…e ora sono qui a scazzarmi come un coglione nel tentativo di far cambiare idea a mia madre, così da tornarcene a casa!
- Peccato che i tentativi siano stati vani.
 L’improvviso fischio del treno destò il ragazzo dai suoi pensieri ‘benevoli’, costringendolo ad alzarsi frettolosamente per prendere il suo bagaglio.
 Erano arrivati.
 Un’orda di gente si muoveva a destra e a manca per salire e scendere dal vagone.
 Mai vista tanta gente.
“figli miei, eccoci qui finalmente!”disse allegramente Trisha scendendo dal treno e stiracchiando le braccia.
L’improvviso vento gelido la fece rabbrividire leggermente, cosi da portarla a coprirsi con uno shalle.
 “…yuppi….”rispose di rimando Ed mentre aiutava Alphonse a portare i suoi bagagli.
La bruna lo squadrò con la coda dell’occhio.
 “Edward, ne abbiamo già parlato!non provare a discutere, è chiaro?”minacciò al biondo che rispose con un timido cenno del capo.
“molto bene…ci siamo tutti?”chiese per sicurezza. “si mamma!”rispose sorridendo il più piccolo per poi incontrare lo sguardo contrariato del fratello.
 Perché solo lui doveva soffrire per questa situazione!?
 Usciti dalla stazione, chiesero in giro dove trovare un taxi e dopo mezzora caricarono le valige per poi partire verso la loro nuova casa.






Avviso subito che questa storia è scritta da me e dalla mia nee-chan!abbiamo buone idee per il seguito!vi prego di leggere anche il seguito!e, ovviamente, è una RoyxEd!!!!!!!!!!

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


CAPITOLO 2


Siamo arrivati a Rezembool quando era ormai impossibile scorgere il sole oltre i monti.
La nostra casa si trova a due passi dall'unico supermercato di alimentari.
'una vera fortuna', sostiene mia madre.
A cinque minuti dal centro, ci trovammo difronte alla nostra nuova casa.
A prima vista poteva sembrare una piccola casetta di campagna con giardino,ma entrati ci ricredemmo.
 Costruita su due piani,l'ingresso si estendeva per buona parte della stanza fino ad incontrare la porta che conduceva alla ' futura cucina '.
 Le scale erano state costruite con legno d'abete, cigolanti ma molto resistenti.
 Il secondo piano era composto da cinque stanze: il bagno e le due camere da letto a sinistra, lo studio di mio padre e un piccolo ripostiglio affianco alle scale.
 Il giorno dopo vennero a farci visita i primi abitanti dandoci un caldo benvenuto, invitandoci alla festa del paese.
 Una palla mortale.
 Mio padre lo vedo solo alla sera, quindi è come se non ci fosse, visto che faccio il possibile per non cenare insieme a lui.
 Nei giorni a venire sono arrivati tutti i mobili di cui avevamo bisogno, compreso il mio adoratissimo computer! si....adorato, non ho nemmeno il cavo per Internet!



 Dalla finestra della camera che condivido con mio fratello si ha una bella vista del centro del paese, con al centro il campanile della chiesa e alcuni abeti attorno.
Il clima è perfetto se non fosse per qualche vento di troppo.
Spero tanto di rivederti e di poter tornare al più presto!




Saluti,

Edward








“tze, cosi sembra quasi che mi diverta a stare qui!”
Con la destra ridusse il foglio ad una pallina per poi buttarlo insieme agli altrettanti fogli nel cestino.
Era lì da ormai una settimana e il giorno dopo sarebbe cominciato il nuovo anno scolastico al suo nuovo liceo.
Era ancora troppo presto, non era pronto a sostenere il primo giorno di scuola da perfetto estraneo in un edificio pieno di bambocci di campagna.(se qualcuno abita in montagna, prego di perdonarmi!non è mia intenzione offendere nessuno!ndA)
Sbuffò girandosi a guardare suo fratello dormire tra le lenzuola con un sorriso beato sulle labbra.
Lui si che era entusiasta all'idea di conoscere dei nuovi amici.
-ed eccolo lì, a dormire felice mentre io sto qui all'una della mattina a scrivere lettere assurde...-
Aveva provato più volte a prendere sonno ma senza risultato.
Così, alla fine optò per una breve uscita mattutina.
Senza far rumore, si alzò dalla sedia per poi uscire cautamente dalla porta. S'infilò le scarpe e, dopo due mandate la serratura scattò,aprendo la porta. L'improvviso vento gli fece chiudere gli occhi mentre con le mani andava ad alzare la zip della giacca rossa.
I pochi lampioni piazzati ai lati della strada illuminavano debolmente il marciapiede sottostante, ricoperto da foglie secche e da vecchi giornali.
Il frinire dei grilli faceva da colonna sonora in quella notte buia e silenziosa.
Venne sorpassato da un'auto nera, che prima di svoltare l'angolo, gli suonò due o tre volte.
-deficiente...-pensò infastidito.
Però questo lo fece sorridere.
Allora i deficienti in macchina c'erano pure in campagna.
Camminò ancora di qualche passo fino a che non vide una panchina sotto un lampione ricoperta da alcune foglie,cadute probabilmente dall'albero affianco.
Passata la mano su questa per ripulirla, vi si sedette tirando un lungo sospiro.
Che pace.

 ...

PAM!


Sentendo qualcosa vicino al piede si chinò in avanti raccogliendo lo stano oggetto.
-un pallone da basket?-pensò incuriosito.
“EHI TU!SCUSA, ME LA PASSI!?”una voce squillante richiamò l'attenzione del biondo.
Si sedette affianco a lui senza farsi troppi problemi.
Era un ragazzo sui vent'anni,capelli neri e occhi del medesimo colore. Indossava un paio di pantaloncini corti e una canottiera blu a strisce.
Sedutosi sulla panchina buttò indietro il capo,ansimando pesantemente.
 “p-per fortuna l'hai presa!mi hai risparmiato altri 3 km di buona corsa!”disse indicando il resto della strada in discesa.
Edward non potè far altro che annuire, porgendo la palla al moro.
“tieni..”disse solo.
 “grazie mille piccolo!”lo ringraziò sorridendo il ragazzo.
 -p-piccolo...!?-ed divenne rosso come un peperone.
 “CHI SAREBBE L'ULTRA-MICRO-NANO!?!?!?!?”urlò irritato mentre l'altro scoppiava in una fragorosa risata per la sfuriata del biondo.
 “ha ha ha!...m-ma che urli!?ha ha ha!ma lo sai che sei proprio un bel tipo?!hihihi..dai scusa,mi è scappato,non ti scaldare..”cercò di ricomporsi il moro, smettendo di ridere.
Per tutta risposta, il biondo si voltò da tutt'altra parte, incrociando le braccia al petto.
“feh!non vale la pena prendersela con uno che se ne va in giro all'una della mattina in pantaloncini!”disse infastidito il più giovane.
 “scusa tanto se stavo discutendo una partita di pallacanestro! tu piuttosto, che ci fai in giro a quest'ora?i bravi bambini dovrebbero essere a letto già da un bel po'!”lo schernì.
“HO SEDIC'ANNI COMPIUTI E QUELLO CHE FACCIO ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA NON E' AFFAR TUO!”rispose repentino,alzandosi dalla sua postazione.
“e dai stavo scherzando!non arrabbiarti...”si scusò facendoli segno di risedersi.
“ma te lo sogni che io resti ancora qui! basta me ne torno a casa!”e a passo deciso s'incamminò per la via prima intrapresa.
 “SPERO DI RIVEDERTI PRESTO, TRECCINA D'ORO!”urlò al biondo che prontamente lo fulminò con lo sguardo.
“NON CHIAMARMI TRECCINA D'ORO!”lo minacciò.
“SE NON SO IL TUO NOME, UN SOPRANNOME DEVO PUR DARTELO!”si giustificò.
“EDWARD!MI CHIAMO EDWARD ELRIC!”urlò con quanto fiato avesse in gola.
“PIACERE EDWARD!IO SONO ROY MUSTANG, DICIANNOVE ANNI, LICEALE, ATTRAENTE, FIGO E TUTT'ORA SINGLE!QUINDI SE CONOSCI QUALCUNA CHE VALE LA PENA DI PRESENTARMI NON ESITARE!”urlò pomposo il giocatore di basket che per tutta risposta ricevette il dito medio del biondo prima di svoltare l'angolo.
 -Edward Elric.....hihi ci sarà da divertirsi!-







Ecco qui il secondo capitolo!spero vi piaccia!e visto che ci sono voglio lasciare il mio indirizzo msn x chi volesse mex con me!alla prossima! “akari91@hotmail.it”

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


CAPITOLO 3



 Un fulmine lontano squarciò il cupo cielo,seguito poi da un sordo eco.
 La pioggia scendeva prepotente dal cielo per poi infrangersi sull'ombrello nero che reggeva in mano.
 Edward camminava velocemente per il lungo marciapiede che conduceva alla scuola: non doveva assolutamente ritardare il primo giorno.
 Fermo al ciglio della strada, aspettando che il semaforo diventasse verde, guardava confuso la cartina che gli aveva dato sua madre la sera prima per raggiungere il liceo Fullmetal.
 -che razza di nome...-pensò esterefatto.
 Prese dalla tasca il cellulare controllando l'ora.
 Mancavano ancora dieci minuti al suono della campanella e visti molto ragazzi affiancarlo per la medesima direzione, non doveva essere poi molto lontano.
 -perfetto-
rimesso il cellulare in tasca, sistemò meglio il colletto della giacca.
 “ma che cazz....merda i capelli!”imprecò toccandosi la treccia umida d'acqua.
 Strizzò leggermente l'estremità, bagnando leggermente lo zaino.
 Non se ne preoccupò.
 O almeno non dopo aver visto i suoi vestiti.
Perchè neanche un secondo dopo passò un ragazzo in bici che prendendo la pozzanghera ai suoi piedi, lo bagno dalla testa ai piedi.
 “uaaah!ehi stronzo!guarda dove vai razza d'idiota!”urlò incazzato il biondo. Peccato che il ragazzo in questione aveva già svoltato l'angolo.
Ma perchè succedevano tutte a lui!?!?
-facciamo una buona impressione ai nuovi compagni, insomma!-ringhiò lanciando uno sguardo alla felpa nera impregnata d'acqua.
 Cercò di non pensarci.
Camminò ancora una decina di metri per poi trovarsi davanti alla sua nuova scuola.
-ma che è un carcere!?-
Alto tre piani, l'edificio grigio e il giardino erano circondati da una cancellata infinita di pali intrecciati, appuntiti alle estremità.
Le finestre si presentavano nelle stesse condizioni.
Al centro del parco stava la statua rappresentante un drago, simbolo della scuola, ‘ornata’ da scritte offensive da parte degli studenti.
 Riprese il cellulare.
Mancavano ancora cinque minuti al suono della campana.
 -bene, ok, sono arrivato.....e adesso!?-
Cominciò a guardarsi in giro, cercando qualcuno a cui chiedere informazioni.
Peccato che tutti sembravano troppo occupati a parlare con altrettanti ragazzi.
Probabilmente nessuno lo aveva notato.
“ehi tu,scusa.saplesti dilmi dove posso tlovale l’ufficio infolmazioni?” Beh…non proprio tutti.
“come scusa?”chiese voltandosi.
Bagnato fradicio, un ragazzo moro col codino se ne stava sotto l’acqua dietro di lui.
Indossava un paio di jeans larghi a vita bassa e una giacca indiana coperta dall’impermeabile.
 “ti ho chiesto se pel caso sapevi dove posso tlovale l’ufficio infolmazioni…oh scusa folse sei di plima e non lo sai neanche tu…”si scusò grattandosi il capo, imbarazzato.
 Edward cercò di trattenere a stento la rabbia.
D'altronde era il primo ragazzo con cui parlava.
Doveva cercare di andarci d’accordo.
 “ehm…veramente faccio la terza…è che sono nuovo di qui…”spiegò sforzandosi di fare l’indifferente.
 “anche tu sei nuovo?oh meno male!pensavo di essele l’unico a non conoscere nessuno…ma davvero fai la terza?”
Ed ecco che una vena cominciava a farsi vedere sulla fronte del biondo. “s-si…”cercò di sorridere.
 Se glielo avesse chiesto un'altra volta gli avrebbe di sicuro tirato un pugno. -calmo ed…sta CALMO!-
“ah ok…quindi non sai dove dobbiamo andare per sapere in che classe siamo velo?”
 “no mi dispiace..”


La prima campana suonò intermittente per alcuni secondi, avvisando gli studenti che le lezioni sarebbero cominciate da li a poco.
I ragazzi più diligenti cominciarono a salire in fretta gli scalini che portavano all’entrata principale, seguiti da altri che volevano solo ripararsi dalla pioggia.
Certi se ne stavano ad aspettare gli amici ritardatari mentre i restanti tiravano le ultime boccate di fumo dalle loro sigarette.
E loro se ne stavano li, sperduti in quella marea di gente.
“forse ci conviene chiede informazioni a qualcuno..”propose Ed al moro. “sono d’accoldo…io mi chiamo Ling, vengo da Xiao…tu?”disse porgendogli la mano.
“Edward, Edward Elric..piacere”
Si stinsero la mano e in quel mentre un ragazzo dai lunghi capelli verdi passò affianco al moro, sbattendogli contro.
 “ma che cavolo…!?” imprecò lo straniero, cercando chi lo aveva spinto. Guardando in basso notò che il ragazzo si stava rialzando, massaggiandosi dolorante il fondoschiena.
 “ma dico gualdale dove vai no, eh!?”disse furioso mentre l’altro raccoglieva lo zaino da terra.
 “colpa tua che eri in mezzo alla strada!”rispose di rimando.
 Edward che finora se ne era stato zitto, guardò più attentamente il malcapitato.
-Pelle chiara, occhi viola e capelli verdi…proprio un bel tipo!ma tanto vale chiedere…-
 “senti non è che puoi dirci dove possiamo trovare l’ufficio informazioni?”si intromise nel discorso il biondo.
 Il ragazzo lo guardò di sbieco.
 “prima mi fate perdere tempo e poi pretendete che vi aiuti!?siete fuori..!”e messosi lo zaino in spalle fece per andarsene.
Però Ed lo trattenne dalla giacca. “se non ce lo dici ti teniamo qui…scambio equivalente no?”disse minaccioso.
 Si voltò.
 Ma tanto che gli costava dirgli dov’era?
 “infondo al corridoio a sinistra e ora non scassatemi più i coglioni!”e liberandosi dalla presa se ne andò.
 “ploplio un bel tipo!”disse guardandolo.
“con quei capelli poi….caro il nostro amico PALMA!”
 Entrambi si misero a ridere mentre salivano la scalinata che li avrebbero condotti nella loro nuova scuola.







 Eccoci qua!!!il terzo capitolo!mamma mia sta mattina mi sono venute le mie cose e ho un mal di pancia!!!mentre la mia nee-chan è qui con un mal di gola..beh volente o nolente lo abbiamo scritto!vi prego di continuare a leggerlo!alla prossima!^_^

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4




“in fondo al corridoio a sinistra” così gli avevano detto.
Il pavimento articolato da piastrelle giallo-ocra, leggermente bagnate dall'acqua piovana, si estendeva fino a formare un lungo corridoio, tappezzato di quadri e vari poster applicati ai lati.
 Probabilmente opere di alcuni studenti.
Le porte delle aule erano azzurrine con delle sfumature blu ai lati, con ciascuna un numero scritto nel mezzo di una piastrina d'acciaio, seguita da una “x” in oro.
Non ne capiva il significato.
Più avanti si trovavano le scale che conducevano al secondo piano, rese meno pericolose da uno scorri-mano d'acciaio posizionato nel mezzo.
 I gradini erano in marmo, resi meno scivolosi da una pellicola di plastica posta al limitare di ogni scalino.

Ormai non c'era più nessuno.
Gli studenti avevano raggiunto le proprie classi pronti per cominciare un altra noiosissima giornata di scuola. Non smetteva di piovere.



Non avendo nulla da fare, si era messo a fissare la porta-finestra che da cui era entrato.
“Ehi Edward, andiamo”gli disse il moro facendogli segno di seguirlo.


 Si ritrovarono davanti a una porta alta come la parete con una grande “x” disegnata nel mezzo di questa.
 E sotto scritto c'era scritto, a caratteri maiuscoli:



' UFFICIO EMERGENZA ALUNNI,CHI HA DEI PROBLEMI O DEVE SEMPLICEMENTE ESSERE GIUSTIZIATO,SI RECHI QUI!'



 L'avevano trovato.
“stlano..pensavo che ciò che ci avesse detto quel lagazzo fosse una plesa in giro e invece...”disse esterefatto lo staniero, portando una mano al mento.
 Il biondo rilesse più attentamente la scritta riportata sulla porta.
Guardò moro.
 “prego,lascio a te l'onore!”disse arretrando di un passo per lasciar passare l'amico.
Ling lo squadrò da capo a piedi.
 “non dilmi che hai paula ?”chiese inarcando un sopracciglio.
 “io?paura?ma va! è solo che non ne ho voglia, tutto qui...”sorrise nervoso. Bussarono.


 TOC TOC


 “mmh?”mormorò una voce dietro alla porta.
“ehm...”disse leggermente teso il moro.
“siamo due studenti che si sono appena isclitti...vollemmo..”
“ah già!arrivo subito..”
 Dalla stanza provenne una voce femminile, dal tono calmo e dolce, seguita dal rumore di una sedia spostata e dal suono dei tacchi sul pavimento.
“solo un attimo...”disse prima di girare due mandate di serratura.
Un ultimo 'tlak' e la porta si aprì.
Allo stipite della porta comparve una giovane donna, occhiali rossi e capelli corti castani.
Vestiva con un lungo abito rosso,cintura nera e tacchi neri abbinati.
Sorrise.
“benvenuti al liceo Fullmetal. Io sono Glacier, la segretaria.” disse porgendo loro la mano.
“io sono Ling Yao. Vengo da Xiao, una cittadina del nold della cina”
”io mi chiamo Edward Elric. Mi sono trasferito qui da Central City.”
A turno, un po imbarazzati, i due le strinsero la mano , cercando di solliderle a loro volta.
 Era davvero una berra donna.
 “piacere di conoscervi. Venite pure dentro e scusate il disordine.”disse mentre si richiudeva la porta alle spalle .
L ufficio era arredato con antichi mobili del seicento, disposti i modo da consentire un passaggio alle persone da uno scaffale all'altro.
Nel mezzo stava un largo tavolo con sopra una marea di fogli e registri da compilare e affianco il computer, collegato ad una stampante di vecchia data.
“dunque...”disse sistemandosi meglio gli occhiali sul naso e cominciando a spostare blocchi fogli in giro.
 I due intanto si erano seduti sulle sedie vicino all'entrata, osservando attentamente ogni movenza della donna.
Stette a frugare sulla scrivania per un bel po', fino a che trovò quello di cui aveva bisogno.
 “ah eccolo”disse tenendo tra le mani un librone blu, cominciando a sfogliarne le pagine.
Molto probabilmente quello era il registro.
 “eccovi qui!Edward e Ling...siete fortunati, vi hanno messo nella stessa classe..”
I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, battendosi un 'cinque' con un sonoro 'clap' delle mani.
“dio che fortuna!”sorrise il biondo mentre l'altro annuiva ricambiando il gesto.
 Glacier li guardò interrogativa.
 “fortuna?se facevate la terza tutti e due è normale che siate nella stessa classe.”disse ovviamente.
 “si, ma magari ci avrebbero messo in classi separate no?è una fortuna che fra tutte le terze siamo riusciti a finire nella stessa classe!”spiegò a grande linee il più piccolo.
 “ 'fra tutte le terze' ?” ripetè la segretaria come a non aver capito.
 ”qui c'è né solo una terza, Elric .Come c'è solo una prima, seconda , quarta e quinta.”
 Edward spalancò gli occhi, incredulo.
“ehi Ed”lo richiamò il moro“ a pensarci bene, in campagna non ci sono poi molti lagazzi quindi può anche essele che ci sia solo una classe per ogni anno...”
Annuì.
 “già è vero...scusi, è che in città la cosa è un diversa..”disse ridacchiando leggermente.
 “nessun problema...avete già visitato la scuola vero?”
 “si!”
 “no!”
 I due squadrarono il biondo.
 “che c'è!?sono arrivato da meno di una settimana!non ho avuto tempo...”si giustificò imbarazzato.
“ah ok...senti Ling, gliela mostri tu la scuola durante la ricreazione?” “nessun ploblema!”sorrise.
“grazie..la vostra classe è la terza 'f', al secondo piano. La lettera è scritta sopra la porta, quindi la troverete facilmente”
“grazie mille”
“grazie a voi e buona scuola!”
 E con un ultimo saluto, uscirono dala stanza.







 “terza 'f'....è questa no?”
“si..cledo di si..”
 Erano davanti all' aula da ormai una decina di minuti e nessuno dei due aveva il coraggio di entrare.
“ma ne sei sicuro?”
 “ce scritto così, no?”
 E da dieci minuti non facevano che farsi le stesse domande(alquanto stupide).
“folse dovlemmo entlale...”
“si...”
“...”
“ma siamo sicuri che sia questa?”
 “e io come faccio a saperlo?”
 “...”
“torniamo domani?”
“ma che vuol dile 'tolniamo domani'!?”
“e allora bussa!”
 “bussa tu!”
 “bus--”
non fece neanche in tempo a ribattere, che la porta venne aperta dall'interno. Davanti a loro stava un ragazzo biondo, alto quasi quanto Ling e con due grandi occhi azzurri. Portava una camicia bianca, infilata in malo modo dentro i pantaloni e un paio di jeans neri a vita bassa. Questo stette a scrutarli per un po', prima guardò Ling, poi i suoi occhi si posarono su Ed.
 Il biondo lo guardò a sua volta, stupito.

-questo ragazzo..assomiglia tantissimo a...-



“Alphonse..?”

l'altro sorrise.
“ci conosciamo?”








Ed ecco qua il quarto capitolo!!!!!!!(clap clap!)uff, è stata dura metterlo giù questa volta..anf...beh alla fine eccolo qui!un baciotto a tutti\e e alla prossima!

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Capitolo 5
*** le mie scuse ***


No mi spiace ma questo non é il capitolo 5... Mi scuso con tutti quelli che stavano seguendo questa fic ma per diversi problemi(tra cui il fatto che la mia nee-chan non intende più proseguire)questa fic non verrà terminata. Chiedo ancora scusa ai miei lettori. In questo caso, se qualcuno volesse usare questa idea per ri-scrivere la fic o andare avanti al posto mio, io non ho nessun problema. Mi scuso ancora e alla prossima... FINE

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