HIGH FULLMETAL di bianfre (/viewuser.php?uid=12817)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** le mie scuse ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
PROLOGO “perché?perchè?PERCHÉ!?!?” Con livore alzava e abbassava nervosamente il finestrino della vettura come a voler sfogare la sua ‘frustrazione’su di questa. Il biondo lanciò un ultima occhiata alla sua destra: il finestrino ormai mostrava solo verdi campagne e bianche montagne all’orizzonte. Che schifo. “dai fratellone, calmati!non c’è niente di male a voler vivere in un'altra città!guarda i lati positivi: stare con nostro padre, conoscere gente nuova e incontrare la ragazza dei nostri sogni!” l’ultima frase venne rimarcata con un lungo sospiro da parte del minore, perso ormai nelle sue innocenti fantasie. Il fratello lo guardò di sbieco. “i lati positivi?I LATI POSITIVI!?!?!? primo: io mio padre lo odio! non sai quanto ero stato felice di non rivederlo mai più! secondo: io i miei amici ce li ho, anzi, ce li AVEVO già! terzo: al momento non ne ho bisogno!”e tornò repentino a voltare lo sguardo al paesaggio. Erano partiti in mattinata per raggiungere loro padre a Rezembool, una cittadina di montagna poco distante dalla fabbrica dove lavorava. -Saputa la notizia che quello ‘stupido vecchio’ aveva finalmente trovato lavoro, mia madre non ci ha pensato due volte e in quattro e quattrotto siamo saliti sul treno per raggiungerlo…e ora sono qui a scazzarmi come un coglione nel tentativo di far cambiare idea a mia madre, così da tornarcene a casa! - Peccato che i tentativi siano stati vani. L’improvviso fischio del treno destò il ragazzo dai suoi pensieri ‘benevoli’, costringendolo ad alzarsi frettolosamente per prendere il suo bagaglio. Erano arrivati. Un’orda di gente si muoveva a destra e a manca per salire e scendere dal vagone. Mai vista tanta gente. “figli miei, eccoci qui finalmente!”disse allegramente Trisha scendendo dal treno e stiracchiando le braccia. L’improvviso vento gelido la fece rabbrividire leggermente, cosi da portarla a coprirsi con uno shalle. “…yuppi….”rispose di rimando Ed mentre aiutava Alphonse a portare i suoi bagagli. La bruna lo squadrò con la coda dell’occhio. “Edward, ne abbiamo già parlato!non provare a discutere, è chiaro?”minacciò al biondo che rispose con un timido cenno del capo. “molto bene…ci siamo tutti?”chiese per sicurezza. “si mamma!”rispose sorridendo il più piccolo per poi incontrare lo sguardo contrariato del fratello. Perché solo lui doveva soffrire per questa situazione!? Usciti dalla stazione, chiesero in giro dove trovare un taxi e dopo mezzora caricarono le valige per poi partire verso la loro nuova casa. Avviso subito che questa storia è scritta da me e dalla mia nee-chan!abbiamo buone idee per il seguito!vi prego di leggere anche il seguito!e, ovviamente, è una RoyxEd!!!!!!!!!! |
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Capitolo 2 *** capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Siamo
arrivati a Rezembool quando era ormai impossibile scorgere il sole
oltre i monti.
La
nostra casa si trova a due passi dall'unico supermercato di alimentari.
'una
vera fortuna', sostiene mia madre.
A
cinque minuti dal centro, ci trovammo difronte alla nostra nuova casa.
A
prima vista poteva sembrare una piccola casetta di campagna con
giardino,ma entrati ci ricredemmo.
Costruita
su due piani,l'ingresso si estendeva per buona parte della stanza fino
ad incontrare la porta che conduceva alla ' futura cucina '.
Le
scale erano state costruite con legno d'abete, cigolanti ma molto
resistenti.
Il
secondo piano era composto da cinque stanze: il bagno e le due camere
da letto a sinistra, lo studio di mio padre e un piccolo ripostiglio
affianco alle scale.
Il
giorno dopo vennero a farci visita i primi abitanti dandoci un caldo
benvenuto, invitandoci alla festa del paese.
Una
palla mortale.
Mio
padre lo vedo solo alla sera, quindi è come se non ci fosse,
visto che faccio il possibile per non cenare insieme a lui.
Nei
giorni a venire sono arrivati tutti i mobili di cui avevamo bisogno,
compreso il mio adoratissimo computer! si....adorato, non ho nemmeno il
cavo per Internet!
Dalla
finestra della camera che condivido con mio fratello si ha una bella
vista del centro del paese, con al centro il campanile della chiesa e
alcuni abeti attorno.
Il
clima è perfetto se non fosse per qualche vento di troppo.
Spero
tanto di rivederti e di poter tornare al più presto!
Saluti,
Edward
“tze, cosi sembra quasi che mi diverta a stare qui!”
Con la destra ridusse il foglio ad una pallina per poi buttarlo insieme
agli altrettanti fogli nel cestino.
Era lì da ormai una settimana e il giorno dopo sarebbe
cominciato il nuovo anno scolastico al suo nuovo liceo.
Era ancora troppo presto, non era pronto a sostenere il primo giorno di
scuola da perfetto estraneo in un edificio pieno di bambocci di
campagna.(se qualcuno abita in montagna, prego di perdonarmi!non
è mia intenzione offendere nessuno!ndA)
Sbuffò girandosi a guardare suo fratello dormire tra le
lenzuola con un sorriso beato sulle labbra.
Lui si che era entusiasta all'idea di conoscere dei nuovi amici.
-ed eccolo lì, a dormire felice mentre io sto qui all'una
della mattina a scrivere lettere assurde...-
Aveva provato più volte a prendere sonno ma senza risultato.
Così, alla fine optò per una breve uscita
mattutina.
Senza far rumore, si alzò dalla sedia per poi uscire
cautamente dalla porta.
S'infilò le scarpe e, dopo due mandate la serratura
scattò,aprendo la porta.
L'improvviso vento gli fece chiudere gli occhi mentre con le mani
andava ad alzare la zip della giacca rossa.
I pochi lampioni piazzati ai lati della strada illuminavano debolmente
il marciapiede sottostante, ricoperto da foglie secche e da vecchi
giornali.
Il frinire dei grilli faceva da colonna sonora in quella notte buia e
silenziosa.
Venne sorpassato da un'auto nera, che prima di svoltare l'angolo, gli
suonò due o tre volte.
-deficiente...-pensò infastidito.
Però questo lo fece sorridere.
Allora i deficienti in macchina c'erano pure in campagna.
Camminò ancora di qualche passo fino a che non vide una
panchina sotto un lampione ricoperta da alcune foglie,cadute
probabilmente dall'albero affianco.
Passata la mano su questa per ripulirla, vi si sedette tirando un lungo
sospiro.
Che pace.
...
PAM!
Sentendo qualcosa vicino al piede si chinò in avanti
raccogliendo lo stano oggetto.
-un pallone da basket?-pensò incuriosito.
“EHI TU!SCUSA, ME LA PASSI!?”una voce squillante
richiamò l'attenzione del biondo.
Si sedette affianco a lui senza farsi troppi problemi.
Era un ragazzo sui vent'anni,capelli neri e occhi del medesimo colore.
Indossava un paio di pantaloncini corti e una canottiera blu a strisce.
Sedutosi sulla panchina buttò indietro il capo,ansimando
pesantemente.
“p-per fortuna l'hai presa!mi hai risparmiato altri
3 km di buona corsa!”disse indicando il resto della strada in
discesa.
Edward non potè far altro che annuire, porgendo la palla al
moro.
“tieni..”disse solo.
“grazie mille piccolo!”lo
ringraziò sorridendo il ragazzo.
-p-piccolo...!?-ed divenne rosso come un peperone.
“CHI SAREBBE
L'ULTRA-MICRO-NANO!?!?!?!?”urlò irritato mentre
l'altro scoppiava in una fragorosa risata per la sfuriata del biondo.
“ha ha ha!...m-ma che urli!?ha ha ha!ma lo sai che
sei proprio un bel tipo?!hihihi..dai scusa,mi è scappato,non
ti scaldare..”cercò di ricomporsi il moro,
smettendo di ridere.
Per tutta risposta, il biondo si voltò da tutt'altra parte,
incrociando le braccia al petto.
“feh!non vale la pena prendersela con uno che se ne va in
giro all'una della mattina in pantaloncini!”disse infastidito
il più giovane.
“scusa tanto se stavo discutendo una partita di
pallacanestro! tu piuttosto, che ci fai in giro a quest'ora?i bravi
bambini dovrebbero essere a letto già da un bel
po'!”lo schernì.
“HO SEDIC'ANNI COMPIUTI E QUELLO CHE FACCIO ALLE PRIME LUCI
DELL'ALBA NON E' AFFAR TUO!”rispose repentino,alzandosi dalla
sua postazione.
“e dai stavo scherzando!non arrabbiarti...”si
scusò facendoli segno di risedersi.
“ma te lo sogni che io resti ancora qui! basta me ne torno a
casa!”e a passo deciso s'incamminò per la via
prima intrapresa.
“SPERO DI RIVEDERTI PRESTO, TRECCINA
D'ORO!”urlò al biondo che prontamente lo
fulminò con lo sguardo.
“NON CHIAMARMI TRECCINA D'ORO!”lo
minacciò.
“SE NON SO IL TUO NOME, UN SOPRANNOME DEVO PUR
DARTELO!”si giustificò.
“EDWARD!MI CHIAMO EDWARD ELRIC!”urlò con
quanto fiato avesse in gola.
“PIACERE EDWARD!IO SONO ROY MUSTANG, DICIANNOVE ANNI,
LICEALE, ATTRAENTE, FIGO E TUTT'ORA SINGLE!QUINDI SE CONOSCI QUALCUNA
CHE VALE LA PENA DI PRESENTARMI NON ESITARE!”urlò
pomposo il giocatore di basket che per tutta risposta ricevette il dito
medio del biondo prima di svoltare l'angolo.
-Edward Elric.....hihi ci sarà da divertirsi!-
Ecco qui il secondo capitolo!spero vi piaccia!e visto che ci sono
voglio lasciare il mio indirizzo msn x chi volesse mex con me!alla
prossima!
“akari91@hotmail.it”
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Capitolo 3 *** CAPITOLO 3 ***
CAPITOLO 3
Un fulmine lontano squarciò il cupo cielo,seguito
poi da un sordo eco.
La pioggia scendeva prepotente dal cielo per poi infrangersi
sull'ombrello nero che reggeva in mano.
Edward camminava velocemente per il lungo marciapiede che
conduceva alla scuola: non doveva assolutamente ritardare il primo
giorno.
Fermo al ciglio della strada, aspettando che il semaforo
diventasse verde, guardava confuso la cartina che gli aveva dato sua
madre la sera prima per raggiungere il liceo Fullmetal.
-che razza di nome...-pensò esterefatto.
Prese dalla tasca il cellulare controllando l'ora.
Mancavano ancora dieci minuti al suono della campanella e
visti molto ragazzi affiancarlo per la medesima direzione, non doveva
essere poi molto lontano.
-perfetto-
rimesso il cellulare in tasca, sistemò meglio il colletto
della giacca.
“ma che cazz....merda i
capelli!”imprecò toccandosi la treccia umida
d'acqua.
Strizzò leggermente l'estremità,
bagnando leggermente lo zaino.
Non se ne preoccupò.
O almeno non dopo aver visto i suoi vestiti.
Perchè neanche un secondo dopo passò un ragazzo
in bici che prendendo la pozzanghera ai suoi piedi, lo bagno dalla
testa ai piedi.
“uaaah!ehi stronzo!guarda dove vai razza
d'idiota!”urlò incazzato il biondo.
Peccato che il ragazzo in questione aveva già svoltato
l'angolo.
Ma perchè succedevano tutte a lui!?!?
-facciamo una buona impressione ai nuovi compagni,
insomma!-ringhiò lanciando uno sguardo alla felpa nera
impregnata d'acqua.
Cercò di non pensarci.
Camminò ancora una decina di metri per poi trovarsi davanti
alla sua nuova scuola.
-ma che è un carcere!?-
Alto tre piani, l'edificio grigio e il giardino erano circondati da una
cancellata infinita di pali intrecciati, appuntiti alle
estremità.
Le finestre si presentavano nelle stesse condizioni.
Al centro del parco stava la statua rappresentante un drago, simbolo
della scuola, ‘ornata’ da scritte offensive da
parte degli studenti.
Riprese il cellulare.
Mancavano ancora cinque minuti al suono della campana.
-bene, ok, sono arrivato.....e adesso!?-
Cominciò a guardarsi in giro, cercando qualcuno a cui
chiedere informazioni.
Peccato che tutti sembravano troppo occupati a parlare con altrettanti
ragazzi.
Probabilmente nessuno lo aveva notato.
“ehi tu,scusa.saplesti dilmi dove posso tlovale
l’ufficio infolmazioni?”
Beh…non proprio tutti.
“come scusa?”chiese voltandosi.
Bagnato fradicio, un ragazzo moro col codino se ne stava sotto
l’acqua dietro di lui.
Indossava un paio di jeans larghi a vita bassa e una giacca indiana
coperta dall’impermeabile.
“ti ho chiesto se pel caso sapevi dove posso
tlovale l’ufficio infolmazioni…oh scusa folse sei
di plima e non lo sai neanche tu…”si
scusò grattandosi il capo, imbarazzato.
Edward cercò di trattenere a stento la rabbia.
D'altronde era il primo ragazzo con cui parlava.
Doveva cercare di andarci d’accordo.
“ehm…veramente faccio la
terza…è che sono nuovo di
qui…”spiegò sforzandosi di fare
l’indifferente.
“anche tu sei nuovo?oh meno male!pensavo di essele
l’unico a non conoscere nessuno…ma davvero fai la
terza?”
Ed ecco che una vena cominciava a farsi vedere sulla fronte del biondo.
“s-si…”cercò di sorridere.
Se glielo avesse chiesto un'altra volta gli avrebbe di sicuro
tirato un pugno.
-calmo ed…sta CALMO!-
“ah ok…quindi non sai dove dobbiamo andare per
sapere in che classe siamo velo?”
“no mi dispiace..”
La prima campana suonò intermittente per alcuni secondi,
avvisando gli studenti che le lezioni sarebbero cominciate da li a
poco.
I ragazzi più diligenti cominciarono a salire in fretta gli
scalini che portavano all’entrata principale, seguiti da
altri che volevano solo ripararsi dalla pioggia.
Certi se ne stavano ad aspettare gli amici ritardatari mentre i
restanti tiravano le ultime boccate di fumo dalle loro sigarette.
E loro se ne stavano li, sperduti in quella marea di gente.
“forse ci conviene chiede informazioni a
qualcuno..”propose Ed al moro.
“sono d’accoldo…io mi chiamo Ling, vengo
da Xiao…tu?”disse porgendogli la mano.
“Edward, Edward Elric..piacere”
Si stinsero la mano e in quel mentre un ragazzo dai lunghi capelli
verdi passò affianco al moro, sbattendogli contro.
“ma che cavolo…!?”
imprecò lo straniero, cercando chi lo aveva spinto.
Guardando in basso notò che il ragazzo si stava rialzando,
massaggiandosi dolorante il fondoschiena.
“ma dico gualdale dove vai no, eh!?”disse
furioso mentre l’altro raccoglieva lo zaino da terra.
“colpa tua che eri in mezzo alla
strada!”rispose di rimando.
Edward che finora se ne era stato zitto, guardò
più attentamente il malcapitato.
-Pelle chiara, occhi viola e capelli verdi…proprio un bel
tipo!ma tanto vale chiedere…-
“senti non è che puoi dirci dove
possiamo trovare l’ufficio informazioni?”si
intromise nel discorso il biondo.
Il ragazzo lo guardò di sbieco.
“prima mi fate perdere tempo e poi pretendete che
vi aiuti!?siete fuori..!”e messosi lo zaino in spalle fece
per andarsene.
Però Ed lo trattenne dalla giacca.
“se non ce lo dici ti teniamo qui…scambio
equivalente no?”disse minaccioso.
Si voltò.
Ma tanto che gli costava dirgli dov’era?
“infondo al corridoio a sinistra e ora non
scassatemi più i coglioni!”e liberandosi dalla
presa se ne andò.
“ploplio un bel tipo!”disse guardandolo.
“con quei capelli poi….caro il nostro amico
PALMA!”
Entrambi si misero a ridere mentre salivano la scalinata che
li avrebbero condotti nella loro nuova scuola.
Eccoci qua!!!il terzo capitolo!mamma mia sta mattina mi sono
venute le mie cose e ho un mal di pancia!!!mentre la mia nee-chan
è qui con un mal di gola..beh volente o nolente lo abbiamo
scritto!vi prego di continuare a leggerlo!alla prossima!^_^
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Capitolo 4 *** CAPITOLO 4 ***
CAPITOLO 4
“in fondo al corridoio a sinistra” così
gli avevano detto.
Il pavimento articolato da piastrelle giallo-ocra, leggermente bagnate
dall'acqua piovana, si estendeva fino a formare un lungo corridoio,
tappezzato di quadri e vari poster applicati ai lati.
Probabilmente opere di alcuni studenti.
Le porte delle aule erano azzurrine con delle sfumature blu ai lati,
con ciascuna un numero scritto nel mezzo di una piastrina d'acciaio,
seguita da una “x” in oro.
Non ne capiva il significato.
Più avanti si trovavano le scale che conducevano al secondo
piano, rese meno pericolose da uno scorri-mano d'acciaio posizionato
nel mezzo.
I gradini erano in marmo, resi meno scivolosi da una
pellicola di plastica posta al limitare di ogni scalino.
Ormai non c'era più nessuno.
Gli studenti avevano raggiunto le proprie classi pronti per cominciare
un altra noiosissima giornata di scuola.
Non smetteva di piovere.
Non avendo nulla da fare, si era messo a fissare la porta-finestra che
da cui era entrato.
“Ehi Edward, andiamo”gli disse il moro facendogli
segno di seguirlo.
Si ritrovarono davanti a una porta alta come la parete con
una grande “x” disegnata nel mezzo di questa.
E sotto scritto c'era scritto, a caratteri maiuscoli:
'
UFFICIO EMERGENZA ALUNNI,CHI HA DEI PROBLEMI O DEVE SEMPLICEMENTE
ESSERE GIUSTIZIATO,SI RECHI QUI!'
L'avevano trovato.
“stlano..pensavo che ciò che ci avesse detto quel
lagazzo fosse una plesa in giro e invece...”disse esterefatto
lo staniero, portando una mano al mento.
Il biondo rilesse più attentamente la scritta
riportata sulla porta.
Guardò moro.
“prego,lascio a te l'onore!”disse
arretrando di un passo per lasciar passare l'amico.
Ling lo squadrò da capo a piedi.
“non dilmi che hai paula ?”chiese
inarcando un sopracciglio.
“io?paura?ma va! è solo che non ne ho
voglia, tutto qui...”sorrise nervoso.
Bussarono.
TOC TOC
“mmh?”mormorò una voce dietro
alla porta.
“ehm...”disse leggermente teso il moro.
“siamo due studenti che si sono appena
isclitti...vollemmo..”
“ah già!arrivo subito..”
Dalla stanza provenne una voce femminile, dal tono calmo e
dolce, seguita dal rumore di una sedia spostata e dal suono dei tacchi
sul pavimento.
“solo un attimo...”disse prima di girare due
mandate di serratura.
Un ultimo 'tlak' e la porta si aprì.
Allo stipite della porta comparve una giovane donna, occhiali rossi e
capelli corti castani.
Vestiva con un lungo abito rosso,cintura nera e tacchi neri abbinati.
Sorrise.
“benvenuti al liceo Fullmetal. Io sono Glacier, la
segretaria.” disse porgendo loro la mano.
“io sono Ling Yao. Vengo da Xiao, una cittadina del nold
della cina”
”io mi chiamo Edward Elric. Mi sono trasferito qui da Central
City.”
A turno, un po imbarazzati, i due le strinsero la mano , cercando di
solliderle a loro volta.
Era davvero una berra donna.
“piacere di conoscervi. Venite pure dentro e
scusate il disordine.”disse mentre si richiudeva la porta
alle spalle .
L ufficio era arredato con antichi mobili del seicento, disposti i modo
da consentire un passaggio alle persone da uno scaffale all'altro.
Nel mezzo stava un largo tavolo con sopra una marea di fogli e registri
da compilare e affianco il computer, collegato ad una stampante di
vecchia data.
“dunque...”disse sistemandosi meglio gli occhiali
sul naso e cominciando a spostare blocchi fogli in giro.
I due intanto si erano seduti sulle sedie vicino all'entrata,
osservando attentamente ogni movenza della donna.
Stette a frugare sulla scrivania per un bel po', fino a che
trovò quello di cui aveva bisogno.
“ah eccolo”disse tenendo tra le mani un
librone blu, cominciando a sfogliarne le pagine.
Molto probabilmente quello era il registro.
“eccovi qui!Edward e Ling...siete fortunati, vi
hanno messo nella stessa classe..”
I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo, battendosi un 'cinque'
con un sonoro 'clap' delle mani.
“dio che fortuna!”sorrise il biondo mentre l'altro
annuiva ricambiando il gesto.
Glacier li guardò interrogativa.
“fortuna?se facevate la terza tutti e due
è normale che siate nella stessa classe.”disse
ovviamente.
“si, ma magari ci avrebbero messo in classi
separate no?è una fortuna che fra tutte le terze siamo
riusciti a finire nella stessa classe!”spiegò a
grande linee il più piccolo.
“ 'fra tutte le terze' ?”
ripetè la segretaria come a non aver capito.
”qui c'è né solo una terza,
Elric .Come c'è solo una prima, seconda , quarta e
quinta.”
Edward spalancò gli occhi, incredulo.
“ehi Ed”lo richiamò il moro“ a
pensarci bene, in campagna non ci sono poi molti lagazzi quindi
può anche essele che ci sia solo una classe per ogni
anno...”
Annuì.
“già è vero...scusi,
è che in città la cosa è un
diversa..”disse ridacchiando leggermente.
“nessun problema...avete già visitato la
scuola vero?”
“si!”
“no!”
I due squadrarono il biondo.
“che c'è!?sono arrivato da meno di una
settimana!non ho avuto tempo...”si giustificò
imbarazzato.
“ah ok...senti Ling, gliela mostri tu la scuola durante la
ricreazione?”
“nessun ploblema!”sorrise.
“grazie..la vostra classe è la terza 'f', al
secondo piano. La lettera è scritta sopra la porta, quindi
la troverete facilmente”
“grazie mille”
“grazie a voi e buona scuola!”
E con un ultimo saluto, uscirono dala stanza.
“terza 'f'....è questa no?”
“si..cledo di si..”
Erano davanti all' aula da ormai una decina di minuti e
nessuno dei due aveva il coraggio di entrare.
“ma ne sei sicuro?”
“ce scritto così, no?”
E da dieci minuti non facevano che farsi le stesse
domande(alquanto stupide).
“folse dovlemmo entlale...”
“si...”
“...”
“ma siamo sicuri che sia questa?”
“e io come faccio a saperlo?”
“...”
“torniamo domani?”
“ma che vuol dile 'tolniamo domani'!?”
“e allora bussa!”
“bussa tu!”
“bus--”
non fece neanche in tempo a ribattere, che la porta venne aperta
dall'interno.
Davanti a loro stava un ragazzo biondo, alto quasi quanto Ling e con
due grandi occhi azzurri. Portava una camicia bianca, infilata in malo
modo dentro i pantaloni e un paio di jeans neri a vita bassa.
Questo stette a scrutarli per un po', prima guardò Ling, poi
i suoi occhi si posarono su Ed.
Il biondo lo guardò a sua volta, stupito.
-questo ragazzo..assomiglia tantissimo a...-
“Alphonse..?”
l'altro sorrise.
“ci conosciamo?”
Ed ecco qua il quarto capitolo!!!!!!!(clap clap!)uff, è
stata dura metterlo giù questa volta..anf...beh alla fine
eccolo qui!un baciotto a tutti\e e alla prossima!
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Capitolo 5 *** le mie scuse ***
No mi spiace ma questo non é il capitolo 5...
Mi scuso con tutti quelli che stavano seguendo questa fic ma per diversi problemi(tra cui il fatto che la mia nee-chan non intende più proseguire)questa fic non verrà terminata.
Chiedo ancora scusa ai miei lettori.
In questo caso, se qualcuno volesse usare questa idea per ri-scrivere la fic o andare avanti al posto mio, io non ho nessun problema.
Mi scuso ancora e alla prossima...
FINE |
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