Impossible

di cecyxx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Like ever ***
Capitolo 2: *** Boyfriend impossible ***
Capitolo 3: *** obbligo o verità ***
Capitolo 4: *** terrible party ***
Capitolo 5: *** Hi and goodbye ***
Capitolo 6: *** Peace and Love! ***
Capitolo 7: *** Trouble ***
Capitolo 8: *** Don't finish here ***
Capitolo 9: *** If I really broke her heart? ***
Capitolo 10: *** You know that if I now find myself so, it's your fault. ***
Capitolo 11: *** What I did? ***
Capitolo 12: *** things get interesting ***
Capitolo 13: *** Happiness ***
Capitolo 14: *** cloudy ***



Capitolo 1
*** Like ever ***



Ecco… Sento qualcosa… La porta si apre di scatto ed ecco che entra all’improvviso Sophie,la madre di Celeste, che come tutte le altre mattine si mette a sbraitare tentando di svegliarla.”Ma dopo 17 anni che ci conosciamo non l’ha ancora capito che io non ho bisogno che si mette ad urlare come una pazza per svegliarmi?!?” Questo è ciò che Celeste si chiede tutte le santissime mattine. Celeste era una ragazza di origini per metà inglesi e per metà italiane, in quanto suo padre era italiano, ma in cerca di lavoro si è trasferito qui, in Inghilterra. Poco dopo ha incontrato Sophie ed assieme avevano avuto una figlia a cui avevano dato un nome italiano, ma preferendo il cognome inglese della madre per farla stare più a suo agio in Inghilterra. Il padre di Celeste scoprì che le persone là erano molto accoglienti e fece subito amicizia con i genitori delle future Luna e Crystal. Con i genitori di Luna si era trovato particolarmente d’accordo, tanto che influisse sulla decisione del nome della figlia, appunto italiano. Alzandosi ancora mezza addormentata, si diresse verso la cucina, mentre la luce proveniente dalle finestre delle altre stanze,che rispetto alla sua erano luminosissime, la accecava e per questo socchiuse gli occhi. Arrivata in cucina fece fatica a trovare la sedia con gli occhi socchiusi,ma andando a tentoni l’afferrò e si sedette,mentre beveva il latte caldo. Ormai tutte le mattine andavano così, soprattutto nell’ultimo periodo nel quale dopo circa otto mesi di scuola, compiti e un sacco di corbellerie successe, una vacanza era l’unica cosa a cui, se glielo avessero chiesto, avrebbe risposto di sì. Ma per fortuna era riuscita a resistere fino agli ultimi giorni. Cercò di fare in fretta: ormai era in ritardo, la sua mica Luna la sarebbe passata a prendere tra non molto tempo. Si guardò allo specchio,rituale che ormai praticava tutte le mattine: ma la prima cosa che guardò non era mica il viso come le normalissime ragazze,ma se stava ingrassando. Era diventata una mania, sarà che mangiare sempre dolci e odiare tutti i frutti e le verdure non giovava molto. In verità però erano soltanto scuse: aveva una bellissima linea, probabilmente per tutto lo sport che faceva, un viso carino con dei grandi occhi azzurri con piccolissime tracce verdi e degli splendenti capelli castani lisci. Anche lei guardandosi allo specchio non si vedeva brutta e nemmeno lei sapeva qual’era la ragione di continuare a controllare se ingrassava. Si era sempre ritenuta strana. Si vestì, prendendo qualche vestito a casaccio dal disordinatissimo armadio,ma prima di trovare la combinazione giusta dovette provare una marea di vestiti e così, mentre Luna suonava al citofono, lei si precipitò giù per le scale,con la paura di cadere, perché la pesantissima cartella sulle spalle le impediva di stare in equilibrio: -Bye, ma’,ci vediamo ‘sto pomeriggio, ciao!- Disse lei,mentre Sophie rispose: -Non puoi lasciare così la tua camera,è un disordine unico!- - Cosa me lo ricordi e fare mamma, tanto lo sai che non la riordinerò!- Celeste continuò a scendere e fece appena in temo a vedere sua madre scuotere la testa stressata. Anche oggi aveva fatto un buon lavoro. Non che era una ragazza cattiva a cui piaceva far disperare i suoi genitori… Ma come a tutti non piaceva troppo faticare ed aveva in testa mille ragioni per cui non avrebbe eseguito il suo ordine, che adesso non sto qui a raccontarvi perché ci vorrebbe una vita. Far disperare era quasi diventata la sua passione ed anche se suona male a dirlo,si divertiva parecchio. Divertirsi era tra le poche cosa a cui pensava: “in fondo di vita ce n’è una sola,perché sprecarla studiando e lavorando? Meglio godersela al meglio che posso!”. Per ora aveva sempre funzionato. Intanto uscì dal suo palazzo a cinque piani, che ovviamente doveva fare tutti a piedi, facendo un mucchio di trambusto. Spesso saltava degli scalini per fare più in fretta, facendo un caos che la metà bastava e qualche volta uscivano le anziane signore dal palazzo a lamentarsi. Ma per quello che importava a lei potevano anche starsene comode sulle loro poltroncine. Celeste era una ragazza decisa,determinata, una di quelle ragazze che sanno quello che vogliono. Ma se vi state dicendo che allora era una di quelle che si credono fighe, allora vi sbagliate. Per lei era come un insulto: non sarebbe mai diventata come loro, non voleva diventare una ragazza di quelle che in una gita in montagna si mettono lo smalto sulle unghie. Ovviamente si truccava un po’ e ce l’aveva lo smalto sulle unghie, ma non se lo metteva di certo in montagna mentre aveva tutto il tempo per divertirsi con le amiche! Raggiunse Luna che aprì il cancello del suo palazzo proclamando un bel… -Buongiorno!- Luna era una ragazza carinissima: Occhi verdi e capelli biondi boccolosi che le ricadevano dolcemente sulle spalle, arrivando circa all’altezza del seno. Si abbracciarono e si diressero verso la scuola insieme. L’argomento di cui preferivano parlare erano i ragazzi,ma ultimamente non accadeva niente di nuovo e gli argomenti scarseggiavano. Passarono prima a chiamare Crystal, un’altra loro amica che aveva un anno in meno di loro,aveva diciassette anni,ma non interamente,perché era nata al gennaio dell’anno dopo il loro. Aveva dei capelli lunghi più o meno come quelli di Luna, Ma erano ondulati e castani chiaro. Gli occhi erano di un blu molto intenso,ma troppo scuro per i gusti di Celeste. Arrivate alla stazione presero il treno per Londra,dove le tre avrebbero frequentato per il primo anno il college. Sarebbero state nella stessa stanza,ne erano sicure, a costo di lamentarsi per tutto l’anno. Comunque era ancora tutto da scoprire. Celeste era molto emozionata il primo giorno di scuola. Diciamo che lo era ogni volta che doveva fare qualcosa per la prima volta. Le metteva ansia,cominciavano a sudarle le mani e alla fine si scatenava un putiferio. Tutte e tre adoravano cantare e per questo si esercitavano insieme, componendo dei piccoli brani che poi cantavano insieme con il suono di sottofondo della chitarra di Celeste che aveva imparato a suonare a dodici anni. Sarebbe piaciuto loro tantissimo diventare cantanti. Trasferirsi al college con le sue due migliori amiche non era affatto una tragedia per lei: le adorava. Luna invece era sempre stata fedele ed obbediente ai suoi genitori,voleva loro molto bene, quindi Celeste pensò sempre che fosse stato più difficile per lei lasciare la sua famiglia,anche se si potevano sentire spesso. Stessa cosa per Crystal che litigava con loro qualche volta, ma facevano sempre pace e li coccolava,come una tenerissima cucciola (non a caso Celeste la chiamava cucciola). Per quanto riguarda Crystal, non si sa come diavolo aveva fatto a convincere i suoi, dato che erano molto “appiccicosi”, molto apprensivi nei suoi confronti, ma sta di fatto che ci riuscì. E come al solito il metodo più strano l’aveva adottato Celeste: gli aveva fatto venire i capelli bianchi,facendo un sacco di sciocchezze cercando di convincerli, tanto che li portò all’esaurimento e alla fine pur di avere una pausa dissero che andava bene. Un’altra missione compiuta. Tornavano a casa loro, una cittadina non molto distante da Londra, ma completamente differente, solo nel fine settimana o quando avevano uno spazio libero. Loro tre si divertivano un sacco assieme e per questo stavano veramente bene quando erano tutte e tre unite. Avevano delle personalità completamente diverse tra loro,ma nonostante tutto andavano d’amore e d’accordo. La maggiore era Celeste, ma era anche quella che si faceva prendere di più la mano,anche se conosceva bene il limite. Era fatta così,non c’era nulla da fare. Le piaceva prendere decisioni azzardate, era un po’ impulsiva, diciamo in modo sintetico che era una “fan dei guai” come si definiva lei. Crystal invece era un tipo dolcissimo che amava la tenerezza e si affezionava facilmente a tutto e a tutti. Non c’era persona sulla faccia della Terra che riusciva a resisterle. Luna invece seguiva troppo le regole per loro due,ma le volevano un bene dell’anima. Insieme erano un trio perfetto e nessuno poteva batterle. La sera tornate da scuola, prima di andare a letto (tardi come al solito) chiacchieravano un po’, o meglio sognavano ad occhi aperti ed ogni sogno era più dolce o entusiasmante dell’altro. Ovviamente tutte fantasticavano di incontrare l’anima gemella, ma quella non si era mai fatta avanti. Finalmente il treno si fermò e Celeste assieme alle altre si diresse all’entrata del college. Il primo giorno probabilmente non avrebbero fatto molto, ma solo fatto un giro del tipo “guida turistica” o simile e per questo loro lo adoravano. Per prima cosa vennero accolte dalla preside: -Buongiorno ragazzi e ben arrivati al college “MusicLife”. Io sono la signorina Tunderson e nel corso dell’anno scolastico sarò la preside della scuola. Adesso faremo un giro nella scuola,così vi farò vedere i posti che frequenterete maggiormente e come orientarvi. Seguitemi.- Luna dovette scuotere Celeste prima di muoversi,perché si stava addormentando sulla sua spalla. Probabilmente la signorina Tunderson parlava troppo lentamente per lei, ed anche se Luna non aveva proprio qualcosa contro le prof se ne era accorta ed era rimasta sveglia per miracolo. Fecero il prima passo, quando sentirono dei violenti botti che sembravano come una massa d’elefanti che stava passando accanto a loro. In realtà erano solo cinque ragazzi,probabilmente del secondo anno, uno più bello dell’altro che poi si fermarono appena videro la signorina Tunderson,che si mise ad urlare: -Ragazzi,in ritardo anche il primo giorno? Non dovrò ricominciare dal primo giorno a mandarvi in presidenza!- I ragazzi con il fiatone cercarono di giustificarsi, intervenne prima una ragazzo con dei capelli castani lisci e due grandi occhi blu che disse: -Scusi prof,non accadrà più, è stata tutta colpa del treno che è arrivato tardi!- -Mi spiace Louis, ma anch’io sono venuta in treno e non c’è stato nessun ritardo! Cercate delle nuove scuse per quest’anno! Forza, raggiungete la segreteria e chiedete alla signorina Smallhorse di darvi le chiavi delle vostre stanza. Anche gli orari vi aspettano lì. - Replicò la signorina. I ragazzi ringraziarono e si diressero come consigliato alla segreteria. Celeste si trattené dallo sbavare davanti a quei bellissimi ragazzi. A quanto pareva anche tutte le altre ragazze del primo anno non erano messe meglio. -Non preoccupatevi ragazzi, non sono tutte come loro le persone qua dentro.- Celeste sussurrò a Crystal che era lì vicino: -Preoccuparci? Di che? Se i ragazzi fossero tutti così,altro che da preoccuparsi ci sarebbe, ci sarebbe da gioire!- -Già, ma non fatevi troppe illusioni, con tutte le ragazze che ci sono che sbavano ai loro piedi, sarebbe veramente una fortuna se sapessero il nostro nome!- Disse Luna, che venne frustata a forza di sguardi dalle due: -Devi sempre rovinarci i nostri sogni tu! Sei perfida!- Replicarono scontrose,ma vennero interrotte dalla signorina Tunderson che guardava verso di loro a braccia conserte con aria di rimprovero. Loro si zittirono all’istante e guardarono verso il basso. Perfetto,si erano già fatte notare. Intanto tutti si diressero verso un lunghissimo corridoio. -Bene ragazzi, questo è il corridoio principale della scuola. Là in fondo c’è la sala comune, mentre la porta prima conduce alla mensa. Se avrete fretta o semplicemente voglia, potrete ovviamente decidere di mangiare in camera vostra, o dove vi consiglio di più io, nella nostra bellissima serra,molto accogliente. La porta di fronte invece è la presidenza, che spero che voi non dobbiate conoscere mai. Di fianco alla mensa invece possiamo trovare l’aula video, che è provvista di strumenti ad alta tecnologia che sono sicura che adorerete. Sempre su questo corridoio potrete trovare un sacco di belle stanze, tra cui le vostre aule: arte, scienze, matematica, storia, italiano… Dalla sala comune si può accedere alle vostre stanze, divise in dormitori maschili e femminili. Ed è lì che ci dirigeremo ora.- -Benissimo,questa è la sala comune dei ragazzi e delle ragazze,dove vi potrete divertire insieme,ovviamente senza fare troppo casino. Qui potrete anche trovare la signorina Smallhorse, la segretaria. Ora ragazzi mettetevi in fila e prendete il vostro orario con calma.- Continuò a spiegare. Qualcuno aveva sentito per caso il “Con Calma”? Pareva di no, perché come ogni volta gli alunni erano tutti ammassati a cercare di sorpassare. Mentre aspettavano il proprio turno le ragazze diedero un’occhiata ai dintorni nella stanza. Era molto bella e accogliente. C’era una tv al plasma non troppo grande, ma neanche piccola, due divani piazzati di fronte alla Tv, poco più in là c’era una bacheca per gli avvisi piazzata sopra ad un bel caminetto. Sparsi qua e là c’erano anche delle sedie e un sacco di cuscini di svariate dimensioni. Le pareti erano di un arancione accogliente e sparsi sul pavimento c’erano tanti tappeti in abbinamento ad esse. -Lei è?- Una vocina la riscosse e riportò nella realtà. -Emm… Celeste Cox. E loro sono Crystal Campbell E Luna Baker -Starete nella stessa stanza, d’accordo? -Sì perfetto- risposero all’unisono. Presero l’orario delle lezioni e tornarono vicino alla signorina Tunderson. Aspettarono qualche minuto prima di poter andare nelle proprie camere, la gente era davvero molta. Quando tutti ebbero avuto l’orario la segretaria si alzò e la signorina Tunderson disse: - Allora ragazzi: i maschi seguiranno me che li condurrò nelle rispettive stanze. Le ragazze invece seguiranno la nostra segretaria. Ma prima di proseguire dobbiamo spiegarvi le regole: 1) I ragazzi possono stare nella stanza delle ragazze e viceversa solo dalle 14:30 alle 18:30 per evitare inconvenienti. 2) Si può uscire liberamente dal college nell’orario dalle 9:00 alle 12:00 e poi dalle 14:00 alle 19:00 3) Il pranzo si terrà alle 12:30 nella mensa. La cena si terrà alle 19:30 sempre nella mensa. 4) Ci sono alcune stanze in cui è severamente vietato accedere, quindi è molto sconsigliabile entrare nelle stanza con un cartello con una X sopra. Bene, adesso andiamo ai dormitori.- Quella scuola sembrava fatta unicamente di corridoi, come del resto i dormitori. C’erano delle scale a chiocciola che portavano ai piani superiori e lì c’erano i dormitori, sempre ambientati sui corridoi. Ovviamente, la solita fortuna delle tre ragazze imperversò anche in quell’occasione: - Bene e questa è l’ultima stanza in fondo al corridoio…. Cox, Campbell e Baker, dove siete?- Le tre di malumore si fecero avanti: -Eccoci, siamo qua…. -Bene, questa è la vostra stanza. Le lezioni inizieranno già domani, quindi preparatevi e sistematevi bene nella stanza. A domani!- Lo disse con talmente tanta felicità ed entusiasmo che Celeste fece fatica a resistere dal gridarle che avevano la stanza in fondo al corridoio, magari anche la più brutta. Intanto le ragazze entrarono. Beh, non era così male. Anzi era parecchio carina. Le pareti erano ad alternanza azzurre e lilla, C’erano un letto a castello ed uno singolo belli morbidi e con delle coperte molto carine, con disegnati dei disegni vari in azzurro e violetto, come le pareti a sfondo bianco. Avevano anche un piccolo divano bianco che sembrava molto invitante. C’erano anche un armadio bello grande e tre comodini, uno ciascuna. Sul pavimento c’era un bel tappeto sempre abbinato alle pareti ed una porta-finestra coperta da una soffice tenda bianca si affacciava su un bel balcone, non troppo spazioso, ma carino. Qualche sedia era sparsa qua e là, ma di per sé la stanza era molto accogliente. Le ragazze si cimentarono sui letti. Celeste scelse il letto più in alto del letto a castello, Crystal quello sotto e Luna quello a parte. La stanza era completa di un piccolo bagno bianco. Le tre passarono la giornata a dare una sistemata alle loro borse: Luna fece molto in fretta, così prese il suo cellulare e inviò un messaggio ai suoi dicendo che tutto filava liscio ed aspettando che le altre finissero di prepararsi ascoltò un po’ di musica. Crystal e Celeste finirono quasi insieme, Crystal pochi secondi prima. Di solito Crystal era l’ultima, ma Celeste era talmente incasinata con la borsa… Non aveva quella gran quantità di cose, ma piuttosto il problema era che tutte le cose che aveva erano buttate nella borsa “alla come viene”, nel modo in cui lo definiva Celeste. Celeste era parecchio disordinata, ma nel suo disordine si trovava bene. Riordinava solo sotto ordine dei genitori, ma era molto peggio una camera ordinata, da come la definiva lei: mancava di personalità diceva. Comunque le era capitato più di una volta di perdere qualcosa quando la camera è in ordina, mentre quando era in disordine sapeva dov’era il posto per ogni cosa. Ormai era andata tutta la mattina e metà del pomeriggio. Tutto era al proprio posto e così le ragazze decisero di dare un’occhiata in giro. Passarono per prima cosa nella mensa: era un locale gigantesco, non si riusciva neanche e vedere l’orizzonte tra un po’. Lì di fianco c’era un giardinetto molto carino, con alcune altalene. Ma non siamo un po’ grandi per le altalene? Probabilmente questo fu il pensiero di tutte e tre perché si guardarono insieme con un sopracciglio alzato. Tutto il resto del giardino era molto belle armonioso: l’erbetta verde, le grandi querce… Ma non erano di certo la parte migliore del giardino le querce, o gli altri alberi, o l’erba… La parte migliore erano di sicuro loro. Quegli splendidi ragazzi che avevano intravisto la mattina se ne stavano lì, seduti sull’erba a chiacchierare e ridere fra loro. Ora che ci pensavano e che li guardavano bene, pensavano che la mattina li avevano giudicati in modo sbagliato. Non erano così carini. Erano bellissimi. Anche Luna si soffermò a guardarli estasiata. La loro visione fu però fermata dalla valanga di persone che stavano passando di lì e così loro si riscossero e decisero di girarsi e di non guardarli più perché avevano paura di non riuscire più a staccare lo sguardo. Continuarono il giro turistico passando nella sala video: era una cosa meravigliosa: c’era un televisore al plasma gigantesco, più parecchi computer e cose informatiche d’alta tecnologia. Sembrava un sogno. - Se volete, tutti i computer sono a vostra disposizione.- Le informò una voce. Era un ragazzo, sui trent’anni circa. -Siete nuove? Noi mi pare che non ci siamo mai incontrati. Io sono il professore di informatica Smith. Piacere.- Disse lui allungando la mano alle tre ragazze. Loro si presentarono e gli strinsero la mano, quando il cellulare del professore squillò. Lui si scusò ed andò a rispondere lasciando le ragazze sole. Purtroppo si era fatto tardi e dovettero recarsi alla loro stanza: bisognava andare a letto presto o la mattina avrebbero fatto fatica ad alzarsi presto per arrivare in tempo alle lezioni. La sera arrivò in fretta. Erano tutte parecchio stanche e scosse dalla lunga giornata che decisero di andare a dormire verso le dieci e mezza. Celeste non era molto convinta di riuscirci, era stanca, ma troppo eccitata. Comunque si mise a letto e mentre le altre dormivano lei era ancora lì, sveglia a pensare agli affari suoi. Si alzò e scostò la tenda,guardando il bel cielo che si vedeva là fuori con una bella luna piene come ciliegina sulla torta. Si sentì a riportarla alla realtà un improvviso botto e dei rumori che provenivano… dalla parete. Impossibile. Le pareti non hanno voci umane. Chissà di chi era la stanza vicino alla loro se era l’ultima. Che strano. Cercò di non pensare alla chiacchierate che si tenevano al di là del muro e tornò a dormire. Hey ragazze! Come state? A me va come sempre tutto bene. Scusate il ritardo sull’uscita del capitolo, ma ci hanno riempito di compiti a scuola! Pensate che ieri ho studiato dalla tre e mezzo fino all’ora di andare a letto! Ma a voi giustamente non ve ne può fregar di meno. Allora che ne pensate del capitolo? Scrivetemelo in una recensione please! Spero che vi piaccia. alla prossima

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Capitolo 2
*** Boyfriend impossible ***


Cap.2

 
Era passata un’oretta dal sorgere del sole, quando un forte botto scaraventò Celeste giù dal letto. Cercò di rialzarsi con le ossa doloranti, mentre Luna, che si era svegliata a causa del forte rumore, mugugnò, si alzò e ancora assonnata cercò il letto di Celeste. Forse un po’ troppo assonnata, perché non vedendola sul letto si mise a gridare:
-Celeste… Celeste… Dove sei Celeste!!!- Celeste, assordata, borbottò qualcosa, facendosi notare da Luna:
-Sono qua, brutto babbuino!- Disse lei scherzosa, mentre Luna si chinò per darle una mano a rialzarsi.  Con le ossa che le facevano male si mise in piedi e tornarono al piano terra del letto.
- Che casino questa mattina! Chissà chi è che fa tutto questo trambusto cosi' presto!
- Sì, appunto, è un continuo, stanno facendo rumore da un sacco di tempo!
-Beh, dai non esagerare, è il primo botto!- Replicò Luna che sembrava non essersi accorta delle lunghe chiacchierate della sera prima:
- Cosa?!? Non li hai sentiti ieri? Dovevi avere un sonno bello pesante!
- L’hanno fatto anche ieri sera?- Chiese lei con una bocca a O. – Io non ho sentito niente! E tu eri sveglia?
-Sì, non avevo sonno e mi sono messa a guardare la luna. Era piena, bellissima, proprio come un’altra Luna che conosco!- Disse celeste con tono dolce e un po’ divertito, aspettandosi già la reazione dell’amica. Infatti quella prese il cuscino del suo letto e cominciò una lotta di cuscini sfrenata fra le due ragazze, mentre Luna continuava a gridare di non dire cavolate. Celeste si divertiva a prenderla in giro, ma senza oltrepassare il limite. Quando finirono tornarono alla questione del caos:
-Da dove pensi che venga?- Chiese Luna ancora con il fiatone per la lotta di poco tempo fa.
- Mi crederai pazza, ma mi pare che venga dalle pareti… Strano, visto che siamo nell’ultima stanza.-
-Già, ma pare così anche a me. Tu Crystal cosa ne pensi?- Le ragazze si girarono verso la terza e poi si guardarono lentamente a vicenda con uno sguardo impressionato.  Crystal stava ancora dormendo profondamente sotto le coperte, senza curarsi delle altre due. Si precipitarono a svegliarla, ma si fermarono senza far rumore, per un’idea di Celeste:
- Che dici, glielo facciamo uno scherzetto da primo giorno?- Ghignarono insieme e ognuna prese qualcosa per pasticciarle la faccia, matite, dentifricio, varie cose, tanto per divertirsi un po’. Quando Crystal si svegliò si ritrovò dei baffi giganteschi, degli occhiali tondi disegnati con la matita per gli occhi nera, gli occhi che sembravano allungati come quelli di una cinesina o egiziana e un sacco di altre cose divertenti. Quella si mise ad urlare appena si vide allo specchio, correndo poi a rincorrere le altre due che si nascosero prontamente sotto il letto scappando da quel mostro. Continuarono a scappare per un quarto d’ora buono, finché Crystal  le prese, per fortuna troppo stanca per fargliela pagare. Mentre Crystal era in bagno a sciacquarsi la faccia le altre due si sdraiarono sul letto, quando Celeste notò l’orologio e cadde dal letto per il panico: erano le sette. La colazione era già cominciata. Secondo il regolamento,  bisognava essere sempre puntuali. Così prese dal panico si misero a correre di qua e di là cercando di fare il più in fretta possibile. Quando tutte e tre furono pronte si precipitarono giù per la scala a chiocciola saltando qualche scalino e facendo un fracasso terribile e per la troppa velocità.Presto la scala fini' e Celeste non riuscì a fermarsi e da capo fila andò a sbattere contro una figura che si stava dirigendo insieme agli altri ragazzi con lui in mensa, anche loro di fretta, ma senza correre. Andò a sbattere contrò il suo petto e quando si staccò arrossì di botto e fece un passo indietro, mentre il ragazzo, riccio, con i capelli castani e un bellissimo fisico (senza contare lo sguardo che può incantare a distanza di kilometri) le chiedeva scusa.
- Emm. Mi dispiace tanto.. è tutta colpa mia- disse Celeste, guardando verso il basso. Le altre due ragazze invece non dissero niente.
- Non ti preoccupare. Io sono Harry. Harry Styles.- Si presentò porgendo una mano vellutata. Celeste la accolse e notò che lui era uno dei ragazzi che aveva notato il giorno prima, uno di quei bellissimi ragazzi. Bellissimo… Pensò lei incantata. I due si guardarono un istante, poi si fecero avanti gli altri quattro ragazzi, che si presentarono:
-E noi siamo Niall, Louis, Liam e Zayn.-  Anche Le altre due si presentarono:
- Crystal e Luna. Piacere!- Si guardarono un istante e poi ripresero:
-Dove state andando?- Chiese Harry.
- Beh.. In teoria dovevamo andare in mensa, per la colazione, ma penso che sia troppo tardi…
- Anche voi? Finalmente qualcuno che ci fa compagnia in tutti i nostri ritardi!- Sorrise Louis, guardando Crystal, che sorrise a sua volta.
- Beh, diamo un’occhiata se riusciamo a mangiare qualcosa prima delle lezioni?- Propose Liam. Allora si diressero tutti in mensa, correndo, arrivando lì con il fiatone, per niente purtroppo perché vennero fermati tutti dalla signorina Tundersoon:
- Eh no ragazzi, è troppo tardi per la colazione!!! Andate subito nelle vostre classi senza mangiare!! Subito, forza e così imparerete a non fare tardi! E voi Harry, Zayn, Louis, Niall e Liam, vedete di non influenzare queste povere ragazze con le vostre stupide abitudini! Ora andate!- Desolate le ragazze girarono al largo.
-Scusate se vi abbiamo fatto fare tardi… Ci dispiace tanto.- Dissero insieme tutti i ragazzi.
- Sono io che sono venuta addosso a Harry, se la colpa è di qualcuno, è mia!-
Disse Celeste. Purtroppo nella prima ora Celeste non era assieme a Crystal o Luna, così entrò in classe da sola. Nell'aula di fianco però c’era Styles, così mettendosi strategicamente in ultima fila, riusciva a vederlo dalla porta aperta. Durante l'intera lezione di fisica, non  ascoltò una parola. Un’ottima partenza! Ma non era finita qui! Spesso non era concentrata e guardava quel bellissimo ragazzo qualche metro più in là e una volta lo salutò pure. Le era sembrato qualche volta che anche lui la guardasse, ma quando si girava lui fissava dritto davanti a se', quindi probabilmente si era immaginata tutto. Il professore purtroppo se ne accorse e le disse:
-         -Adesso le metto una nota se non la finisce Williams!-
-Non stavo facendo niente prof!
- Certo signorina, compreso ascoltare la lezione!
- No… Prof stavo ascoltando!- Le parve di vedere ancora una volta Styles girato verso di lei, ma ora non poteva controllare.
- Bene.. Allora risponda a questa semplice domanda:- Domanda? Facile? Cavolo, se quella era una domanda facile, non voleva conoscere una domanda difficile. In verità non aveva capito un’acca, quindi non rispose mormorando vari "eem..." ed il prof lo scrisse sul registro. Che bell’inizio! Intanto anche Styles si era girato e stava parlando, con la prof, probabilmente.
- E si ricordi che quest’oggi lei invece di andare a pranzare resterà qui a pulire l’aula!- Perfetto. Peggio di così poteva andare? Probabilmente no. Cercò di concentrarsi, con tutte le sue forze per la fine della lezione, ma senza riuscita. All’ora di pranzo allora, lei resto' in classe a spolverare tutto. Le sue amiche le inviarono un messaggio chiedendole dov’era. Lei prese il cellulare e scrisse loro che era in punizione e avrebbe spiegato loro tutto dopo. Poi ricordò loro che non voleva essere aiutata, perché dovevano mangiare, avevano già saltato la colazione e la punizione era la sua. Loro le mandarono una faccina trista scrivendole che avrebbero tanto voluto darle una mano. Celeste non rispose e riprese lo straccio della polvere.
Intanto  Crystal e Luna avevano preso posto nella mensa. Presto i ragazzi le raggiunsero:
-Ehi ragazze! Come state? Bella la prima lezione?- Chiese Zayn.
- una roba!!!! Una lezione veramente fantastica!- Risposero loro all’unisono, in senso ironico.
-me l’aspettavo questa risposta…- Rispose Zayn. Evidentemente era per tutti così.
- Ragazze, dov’è Celeste? Non l’ho vista uscire dall’aula, pensavo che vi avesse già raggiunte.- Chiese Harry, vedendo che mancava un componente al gruppo.
-Purtroppo è dovuta rimanere in classe. È in punizione. Ci ha chiesto di non andare a darle una mano.  Ci tiene molto a noi.- Disse Crystal.
-Vado a darle una mano io. Ci vediamo più tardi ragazzi!- Disse Harry mentre correva dirigendosi verso l’aula di fisica. Gli altri non fecero neanche in tempo a salutarlo.
-Allora, che aspettate a sedervi, un invito ufficiale?- Chiese Luna scherzosa. I quattro si sedettero ed iniziarono una lunga e movimentata conversazione,piena di risate.
 
Harry arrivo' all’entrata dell’aula di fisica e bussò alla porta, già aperta, per farsi sentire da Celeste che era ancora presa nell’intento di riuscire a togliere la polvere da quei vecchi mobili.
-Hey- Salutò lui.
-Ciao Harry. Come va?
-Tutto bene. Per te non troppo vero?
-Il primo giorno di scuola e sono già in punizione. Direi che ho fatto un record, no?
-Nah, a me mi hanno messo in punizione il primo giorno del primo anno ai primi cinque minuti.
-Wow, c’è la concorrenza in questa scuola allora!- Sorrise Celeste con aria scherzosa.
-Sì. Beh, allora vuoi una mano?
-No, grazie non ti preoccupare, anche tu hai saltato la colazione, dovresti andare a mangiare qualcosa.- Celeste avrebbe tanto voluto chiedergli di darle una mano. Aveva pensato a lui tutto il tempo e le sarebbe piaciuto moltissimo averlo vicino ancora un po’. Però pensava a lui, che in fondo aveva bisogno pur di mangiare per stare in piedi e non era giusto che ci rinunciasse per causa sua.
-Dai, ti do una mano, così finisci prima. Ti avverto che non è una domanda, forza, cosa vuoi che ti aiuti a fare?
-Te l’ho già detto, niente.
-Che bel caratterino. Dai,  tanto resto qui finché non vai via anche tu, quindi è meglio che ti dia una mano, giusto?
-Va bene, dai, tu finisci di fare la polvere, intanto io passo l’aspirapolvere sul pavimento. Grazie, comunque. Sei un buon amico.- Celeste stava davvero bene assieme a quel ragazzo. Ma non voleva assolutamente pensarci. Lui era come su un altro pianeta, troppo distante da raggiungere. Insieme finirono molto in fretta di pulire, ma non abbastanza da andare a mangiare qualcosa.
-Tu che materia hai adesso?
-Matematica purtroppo- Rispose Celeste sconsolata.
-Anch’io! Che bello, siamo insieme!- Rispose lui felice. Anche Celeste era felice e gli sorrideva, probabilmente con una faccia da ebete. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo, ma doveva toglierselo dalla testa. Andarono a lezione insieme. Chiacchierarono durante tutta l’ora, ma per fortuna la professoressa non se ne accorse.  Si divertirono moltissimo insieme ed entrambi erano dispiaciuti che la lezione era finita, per la prima volta in vita loro. Avrebbero voluto continuare a stare insieme, ma dovevano tornare a casa a fare i compiti. La scuola e' una rovina, si sapeva.
Intanto anche Crystal non se la passava male: Era finita prima di pranzo nella stessa classe di Louis , che non facendo caso alle regole continuava a tempestarla di messaggi divertenti col cellulare. La professoressa una volta stava spiegando e Crystal si era dovuta trattenere dal scoppiare in una fragorosa risata, tanto che le faceva male la pancia. Si era divertita parecchio assieme a Louis.  Continuava a guardare il cellulare in caso di eventuali messaggi, ma preferiva guardare il soggetto dal vivo, che era molto più carino. Per questo era di buon umore.
Luna stava più che bene in compagnia: c’era Zayn seduto due bianchi più in là del suo che spesso la guardava, mentre masticava la penna in cerca di una risposta al quiz. Spesso aveva chiesto a Zayn se sapeva la risposta, non proprio perché non la sapeva, ma più perché aveva voglia di sentire la sua bellissima voce. Beh, non si poteva dire che sapeva molto delle risposte, ma spesso l’aiutò ed alla fine uscirono insieme dall’aula. Luna adorava il suo sguardo, quei bellissimi occhi neri che le penetravano dentro. Era davvero bellissimo.
Lentamente arrivò la sera. Per fortuna la giornata era finita. Celeste stava per addormentarsi sui libri. Era stanca morta, poi non aveva ancora mangiato niente e pensava che sarebbe potuta svenire da un momento all’altro. Andò in mensa, prese qualcosa da mangiare e si avviò verso la camera. Era in pessimo stato, così preferì non andare in mensa, ma tenersi al calduccio nella sua camera. Si mise a guardare fuori dalla finestra. Non sapeva perché, ma adorava guardare fuori. Qualsiasi cosa facesse, che parlasse al telefono, mangiasse, o semplicemente non avesse niente di meglio da fare, guardava sempre fuori, immersa nei suoi pensieri. Da una parte era felicissima. La scuola era fantastica, le persone erano fantastiche…. No, le persone non erano fantastiche. Doveva toglierselo dalla mente, una volta per tutte. Le cose non stavano andando troppo bene proprio per questo punto di vista. Guardò verso l’alto, nel cielo: stava cominciando a nevicare. Era proprio abbattuta. Aveva già saltato pranzo e colazione, stata messa in punizione e innamorata di un ragazzo. Il primo giorno di scuola. Non avrebbe mai pensato che il mondo potesse cambiare dalla sera al mattino come quel giorno.
A distoglierla dai suoi pensieri, più o meno, ci pensarono le sue amiche, appena entrate in stanza, tornate dalla mensa. Quando videro Celeste triste le chiesero subito:
-Hey Celeste, c’è qualcosa che non va?
-No ragazze, niente, perchè vi pare che ci sia qualcosa che non va?- Rispose lei con disinvoltura. Era bravissima e nascondere le sue emozioni, anche alle persone più care che aveva, come Crystal e Luna.  Ma questa volta aveva proprio bisogno di stare un po’ con loro e di parlarne.
-Dai Celeste, raccontaci tutto!- Disse Crystal, che aspettava una risposta alla domanda “perché la mia amica sta così male” che la faceva sentire veramente inutile. Le due la trascinarono sul letto di Luna e aspettarono la risposta.
-È… Per Harry.-
-Harry?!?- dissero in coro le due.
-Sì, che c’è di strano?
-Harry è un così bravo ragazzo, perché ti preoccupi tanto?- Nello stesso momento in cui lo diceva, sia lei sia Luna capirono il problema.
-Hai una cotta per lui?- Chiese senza troppi giri di parola Luna
-Penso di sì. Non so, non riesco a pensare ad altro che a lui e questo mi sta complicando la vita. Insomma,il primo giorno ho saltato colazione e pranzo, mi hanno messo in punizione, mi hanno messo una nota, tutto per lui.
-Beh, non c’è niente di male ad essere innamorati di un ragazzo, poi uno come Harry Styles, è assolutamente normale!-
-Sì, appunto, solo che con tutte le ragazze che ha ai suoi piedi, è parecchio difficile che venga dietro a me. Insomma, io sono una delle tante e rimarrò scottata un’altra volta.
-Secondo te, un ragazzo che salta la colazione e il pranzo per darti una mano, vuoi che ti odia? Non è detto e poi  avrebbe tutte le ragioni per amarti, tu sei bella , intelligente, spiritosa, simpatica… - Cercò di convincerla Luna.
-Non lo so. Ho paura che se mi innamorerò di lui mi scotterò. Perché giocando col fuoco ci si scotta.
-Non ti preoccupare troppo Celeste. Conoscetevi meglio e poi si vedrà. Tanto qua c’è poco da fare. All’amor non si comanda.- Disse Crystal tentando di tirarle un po’ su il morale.
-Ah sì? Allora raccontami un po’, come vanno le cose tra te e Louis, Crystal?- Disse in tono provocatorio Celeste.
-Tu… Come cavolo fai a saperlo???-
-Si vede dagli sguardi.- Risposte Luna al posto di Celeste.
-Anche tu te ne sei accorta? Non pensavo si notasse così tanto!
-Ti piace?- Si incuriosì Celeste
-Penso di sì… Certo che a voi non si può nascondere proprio niente!
-E già che ci siamo, fatemi indovinare l’ultima cosa: a te Luna, a te piace… Zayn!-
-Cosa sei, un indovina?- Chiese lei colta in flagrante. Celeste in verità era solo molto intuitiva e voleva molto bene alle sue amiche, sapeva quindi leggere loro negli occhi come stavano le cose, era impossibile mentirle. Per fortuna lei invece ci riusciva. Alcune cose era meglio tenerle per sé.
-Comunque penso che dovremmo stare attente. Sono i ragazzi più popolari della scuola. È una fortuna che li abbiamo conosciuti.
-Oh, stiamo forse dicendo che siamo state fortunate a fare tardi a colazione, perché così sei riuscita ad andare addosso a Styles?- La provocò Crystal.
-Ehy, non l’ho fatto apposta! Nonostante tutto è lo stesso il primo giorno, quindi non posso neanche dirvi se mi sono presa davvero una cotta per lui o no. Quindi, lasciamo stare, ok? E adesso andiamo tutte a letto, siamo arrivate all’ora del coprifuoco. Luna, puntala tu la sveglia ok?
-Perfetto, a domani ragazze!- Salutò Luna.
-Buonanotte!- Rispose Crystal, ed infine ci fu Celeste:
-Notte e sogni d’oro amiche.-
 

 

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Capitolo 3
*** obbligo o verità ***


Cap. 3

         

La sveglia suonò. Celeste aprì lentamente gli occhi.  Si attaccò alle sponde del suo letto, sperando vivamente di non essere catapultata giù, ma non ci contava troppo. Invece era tutto tranquillo. Niente botti, niente cadute violente sul freddo pavimento (tanto per un buon risveglio), niente, sembrava una tranquillissima mattina. Luna era già sveglia, era già vestita e tirata a lucido, pronta per andare a colazione. Celeste quasi si arrabbiò con lei, pensando: ma come caspita a fatto  a fare così in fretta!?! Lei non si era neanche alzata. Si tirò su a fatica e diede un’occhiata al cielo stranamente limpido, soprattutto contando il tempo che aveva fatto nei giorni precedenti. Ormai erano due settimane che era al college. Si stava divertendo moltissimo e le giornate sembravano non finire mai, tanto erano divertenti. Ancora pensava ad Harry, senza riuscire a toglierselo dalla testa, ma finora se l’era cavata abbastanza bene a gestire bene la situazione.  Si vestì in fretta, prendendo qualche vestito dall’armadio, per poi rimetterlo a posto convincendosi che non le stava bene. Intanto Luna era intenta a buttar giù dal letto Crystal, che come tutte le mattina non si alzava. Per fortuna non fecere tardi a colazione come il primo giorno. La mensa era molto buona, si mangiava davvero bene, a differenza di tutte le altre mense che Celeste aveva testato. Quando tutte furono pronte, uscirono dalla stanza e si diressero verso la stanza comune aspettando lo squillare della campanella e l’inizio delle lezioni. Si sedettero sul divano, dove poco dopo i cinque ragazzi le affiancarono. Era nata una bella amicizia. O qualcosa di più.  Decisero di aspettare giocando ad obbligo o verità. Celeste aveva sempre adorato quel gioco, ma farlo insieme ai cinque ragazzi  più belli della scuola non era il massimo. Bastava una domanda che parlasse di ragazzi e la sua copertura sarebbe andata con un filo diretto in spazzatura. Aveva paura che potessero farle una domanda imbarazzante o scoprire che le piaceva Harry, così sceglieva spesso obbligo, ma per non far insospettire nessuno, qualche volta tentava la strada della verità. Forse era la più giusta da seguire. Boo, questo non lo sapeva nemmeno lei, ma ciò di cui era sicura era che non era la più semplice. Non era facile passeggiare nei corridoi della scuola. Non solo perché c’era tanta gente, quello era il problema minore. Piuttosto perché il corridoio era disseminato da alcune ragazze che ogni volta che passavano loro smettevano di chiacchierare come se stessero parlando di loro e non se ne vergognassero  e farlo notare. In più pareva che sparlassero di questo con tutti. Se ne erano accorte grazie a Isabel, una ragazza del loro stesso anno che stava nella stanza accanto alla loro. Erano diventate amiche durante il corso di geometria. Celeste aveva sempre odiato tecnica o geometria. Non se la cavava molto bene con le squadre in mano e per non far la figura della stupida chiese aiuto a Isabel invece che al professore. Isabel era una ragazza molto carina. Aveva una carnagione molto chiara, come quella di Celeste, I capelli neri, leggermente mossi e dei bei occhi verdi. Non era altissima, ma non si poteva dire che fosse grassa. Era magra e forse era per questo che rubava tanti cuori dove passava. Se la cavava abbastanza nelle materie. Diciamo che era molto brava in palestra, arte e immagine e geometria. Poi lei si definiva un genio perché le altre materie erano sopra il sei. Celeste aveva tra il sette e l’otto come voti, il che le andava benissimo. La scuola non era quindi tra i suoi principali problemi. Per il momento l’unico problema era Harry. Dopo la nota e la punizione che aveva preso il primo giorno si era messa d’impegno e aveva recuperato. All’inizio pensava di non farcela, ma raccolse tute le sue forze e riuscì nell’impresa.
Stava ancora aspettando nella sala comune mentre giocava con i ragazzi a obbligo o verità. Stava un po’ divagando con i pensieri. Era arrivata parecchio lontana, non si ricordava neanche come.
-         Celeste, obbligo o verità?-. Le chiese Louis.
-         Mmm… Scelgo… Obbligo.- Louis si avvicinò un attimo a Harry e gli altri del gruppo e disse qualcosa loro in privato. Le tre invece si guardavano chiedendosi cosa stessero dicendo. Poi loro annuirono e Louis si mise a parlare dall’altra parte del divano facendo in modo che potesse vedere dietro di lui senza dare nell’occhio e senza indicare e disse:
-         Lo vedi il ragazzo laggiù? Là, dietro di me, quello con la giacca lunga.- Celeste cercò di scorgere il massimo che poteva, finché lo notò. – Lo sai chi è? Lui è l’organizzatore di alcune feste qua nella scuola. Però solo un numero ristretto di persone ci possono andare. Tutti lo conoscono, ma pochi hanno il coraggio di sfidarlo. Non tutti sono ammessi, ma sono sicuro che se riuscirai a convincerlo che sei la persona adatta per le feste ti darà gli inviti.-
-         Ma voi siete i ragazzi più b…- Celeste si fermò appena in tempo  per cambiare l’ultima parola. – popolari della scuola, se gli chiedete l’invito lui ve lo darà di sicuro!-
-         Infatti noi ce li abbiamo già.- Disse Zayn mostrando di nascosto i biglietti. – Ma vogliamo che ci siate anche voi.-
-         Di solito i ragazzi se ne devono invitare una ad uscire glielo chiedono, normalmente. Cos’è, siete un caso a parte?- Sbottò Celeste – Sapete che vi dico? Mi piace. Vedrete che per domani avrò quegli inviti per tutte e tre.- La campanella squillò e Celeste si diresse in classe assieme a Isabel che l’avrebbe accompagnata in classe. A Celeste piaceva Isabel probabilmente perché riusciva a farla ridere e trovare in maniere pericolose una soluzione. Celeste prese quella di Louis come una sfida, decisa ad accoglierla e portarla al termine, costi quel che costi. Durante la lezione di ginnastica, mentre correvano in palestra, Celeste raccontò il tutto a Isabel, che le chiese:
-         Wow!!! E allora come farai a trovare gli inviti? Non penso sarà facile e non tutte le ragazze del primo anno sono invitate, per non dire che sono invitate praticamente solo quelle tre del primo anno. - Fece segno con la testa indicando le tre ragazze che di solito la guardavano male in corridoio. Ancora loro. Che avevano mai di tanto speciale?
-         Dobbiamo trovare un modo per avere quei dannatissimi inviti. E tu mi darai una mano. - Disse Celeste con aria maliziosa.- Faremo così, ascolta…-
Dopo aver deciso il piano si avviarono nella stanza di Isabel, che pareva avere tutto l’occorrente. Poco dopo erano già in corridoio. Il piano era perfetto. Beh… forse non proprio perfetto. Insomma… avrebbe funzionato di sicuro. Questo era l’importante. Erano in corridoio, vestite come delle dive. pantaloni neri attillati con un vestitino corto con le pallets  che  brillavano alla luce del sole. I capelli splendevano e ondeggiavano al vento, coperti da un cappellino alla moda. Gli occhi erano  coperti da occhiali da sole, le unghie rosse e la cicca in bocca. Ok, piano con riuscita sicura, ma non certo perfetto, ammettiamolo. Si fermarono vicino all’individuo dei biglietti. Fecero finta di non saperne niente. Per fortuna nei dintorni non c’era nessuno che conoscevano, si sarebbero vergognate incredibilmente a farsi notare così. Si misero a chiacchierare, facendo in modo che l’individuo sentisse.
-         Oh, che sfiga, tra poco saremo costrette ad entrare a scuola!- Cominciò Isabel.
-         Non dirlo a me, sono proprio stanca, ancora primo di cominciare!-
-         Sai, sono stufa, mi si toglierà lo smalto!- Bisognava ammettere che le due erano veramente brave attrici, perché l’individuo parve notarle bene, e un sorrisetto comparve sulle sue labbra. Ma i biglietti ancora non era pronto a darli. Così Celeste fu costretta a dargli il colpo finale. Non voleva farlo, ma se quello era l’unico modo l’avrebbe fatto. Poi era solo per questa volta… Cosa mai poteva succederle?
-         Sai, se ci fosse una festa, una cosa qualunque, tanto per scatenarsi, lo farei anche ad occhi chiusi, potrei perfino ballare con chiunque mi inviti, magari anche ad un altro scopo…-  Perfetto, peggio di così non poteva andare, era stata veramente scorretta. Lo sapeva. Né il suo istinto, né la sua coscienza glielo negavano. In compenso, la felicità spiccò in lei quando l’individuo le si avvicinò e le porse gli inviti per due persone.
-         Hey bellezze, volete una festa? Eccola qua. La fregatura? Non c’è. Venite e non ne sarete deluse.-
-         Come ci piacerebbe venire, ma purtroppo ci servirebbero quattro biglietti e lei ne ha solo du…- Non fece a tempo a finire la frase che gli inviti divennero quattro.
-         Ci saremo.- Dissero loro.
 
Celeste di sicuro aveva pensato che non ci fosse nessuno nelle vicinanze quando era uscita dalla stanza. Sì, molto probabilmente non lo sapeva. Non sapeva che  lui era lì. Non sapeva che aveva osservato tutto fin dall’inizio. Non sapeva che dopo l’ultima frase era scappato nella sua camera, trattenendosi dal piangere. Questo non lo sapeva di certo. Poi si era fermato in camera sua per un po’ di tempo finchè sentì i passi dei suoi compagni dirigersi verso la camera. Prese un libro, facendo finta di star studiando e guardando dalla parte opposta, tanto per non far capire che qualcosa non andava ai suoi amici. Loro entrarono. Stavano ridacchiando. Probabilmente Celeste aveva mostrato che era riuscita ad avere gli inviti per la festa.
-         Hey Harry! Pensavo fossi fuori, è ancora presto per starsene in camera!- Disse Louis.
-         Devo studiare Louis, ti pare che se no resterei in camera?- Rispose Harry. Era distrutto dentro, per cui cercò di ridurre al meno la conversazione. Probabilmente Louis e gli altri se ne accorsero lo stesso. Non era bravo a nascondersi dietro ad altre spoglie. Sapevo solo essere sé stesso, nessun altro. Loro continuarono a chiacchierare, ma capendo che Harry non voleva parlarne, cercarono altri argomenti, senza chiedere a lui niente a cercando di pensare ad altro. Ci riuscirono, perché anche Harry riuscì a tirarsi leggermente su di morale, dopo una gara a chi riusciva a mangiare più patatine lanciandole in aria e prendendole con la bocca. Si era divertito parecchio, così cercò di farsi forza per il giorno successivo.
 
Celeste era orgogliosa di sé stessa. Era riuscita ad avere quei biglietti. E per quanto sapeva lei, tutto era andato per il meglio.  Era ansiosa di fare vedere gli inviti ai ragazzi, soprattutto a Louis, che l’aveva sfidata, ma decise che era più opportuno aspettare a farglielo vedere più tardi, giusto il tempo di cambiarsi. Non era una buona idea farsi vedere così. Soprattutto se Harry era come al solito con loro.  Ringraziò Isabel per averla dato una mano e averle prestato il materiale e poi andò a cercare i ragazzi nel giardino dove stavano loro di solito. Li raggiunse e mostrò loro i biglietti urlando dalla gioia:
-Hey ragazzi!! Guardate, sono finalmente riuscita a prendere questi inviti. Allora, sono stata brava?
-Sapevo che saresti riuscita a prenderli, era normale aspettarselo da una come te. Allora ci vedremo alla festa di domani.
-Ma ragazzi, non so se è una buona idea. Insomma, una festa proibita, in piena notte. Non mi pare una grande idea. - Commentò Luna.
-Non ti preoccupare, piccola, ti porto io. – la rassicurò Zayn. Pareva a guardare da lontano che Luna si sciogliesse sotto il suo sguardo. Come lo sguardo di tutti i ragazzi, era micidiale. Poteva lasciarti senza fiato dandoti una minima occhiata, come se ti avesse colpito con una pallottola. In senso positivo, ovvio. Luna si lasciò convincere e le tre salutarono e corsero velocemente nella loro camera. Celeste aveva notato che Harry non c’era con la compagnia. Meglio così, si sentiva come se l’avesse tradito, anche se alla festa voleva andarci con lui, per questo si era procurata gli inviti. Appena arrivate in camera, non insorse in loro sicuramente il dubbio di cosa fare. Avevano già cominciato a mettere sottosopra tutta la camera, alla ricerca sfrenata di un vestito, delle scarpe e il trucco perfetto. Celeste fu l’ultima a trovarsi pronta. Non sapeva proprio cosa mettersi. Voleva essere perfetta per Harry. Così mentre le altre sceglievano scarpe e trucco, lei era ancora alla ricerca di un vestito, quando scorse incastrato tra il legno dell’armadio un invito alla festa. Oltre l’armadio ci saranno le persone che nei giorni scorse avevano fatto tanto casino. Un sospetto già ce l’avevano. Ed era azzeccato.
Sì erano loro. Quei ragazzi con cui si vedevano spesso erano gli stessi che le avevano fatte stare in pensiero e fatte chiedere se ci fosse un mostro là dietro. Invece erano solo loro, quello era l’invito di Zayn Malik. E chi altri poteva perderlo, se non uno di quei cinque?Si avvicinò alle ragazze, mostrando loro l’invito di Zayn:
-         Ragazze: indovino indovinello: chi c’è nella stanza a fianco che da quando siamo qua fa tutto questo casino?-
-         Che domanda sarebbe questa? Io non ne ho la più pallida idea. - Disse Crystal. Luna concordò pienamente con lei.
-         Guardate qua: invito di Zayn Malik ad una certa festa. Allora? Solo lui poteva perdere l’invito e guarda caso lo troviamo noi!- Disse Celeste per tuta risposta.
-         Hey, non è colpa di Zayn, gli sarà per caso sfuggito di mano, capita a tutti di perdere l’invito ad una festa!- Passò in sua difesa Luna. Celeste e Crystal si scambiarono un’occhiata con un sorriso malizioso:
-         Allora riportalo tu a Zayn!
-         Spiritose! – Rispose lei fingendosi offesa.
-         Piuttosto ragazze guardate qua! Sembra che la parete dell’armadio non sia fissata molto bene…- Disse Celeste cambiando argomento. Prese la parete dell’armadio per l’estremità. Era veramente sottile. La alzò lentamente e quando riuscì a toglierla completamente si ritrovò davanti le facce di Niall e Liam che spaventati urlarono e si ritrassero indietro. Quando videro le loro facce esclamarono:
-         Ma siete forse pazze?!? Da quando la gente sbuca fuori dagli armadi?!?- Le ragazze si misero a ridere. Poi notarono che erano anche loro tirati a lucido e si stavano preparando per la festa.
-         Anche voi vi preparate?- Azzardò Crystal.
-         Pèerchè pensi che ci andiamo in mutande?- Scherzò Niall – Piuttosto, com’avete fatto a sbucare da lì? C’è la vostra camera? Siete voi che fatte tutto questo casino?
-         NOI?!? Siete voi che fate casino! Noi non facciamo troppo rumore! Comunque sì, di qua c’è la nostra stanza. Ma se dormitori maschili e femminili sono divisi, voi che ci fate qua?- Rispose Celeste.
-         Hey ragazzi che succede?- Sentirono una voce. Era quella di Louis. Quando si affacciò all’anta dell’armadio probabilmente aspettandosi di vedere dei normali vestiti, si ritrovò davanti le tre si spaventò. Invece Crystal ne rimase incantata, tanto che Celeste le tirò uno schiaffo per farla rinvenire. Bisogna ammettere che i ragazzi vestiti così erano veramente bellissimi.
-         Voi che ci fate qua?- Chiese lui sbigottito, intanto anche Zayn si affacciava dallo specchio, mentre faceva eco a Louis.
-         Il nostro armadio è collegato col vostro, anche se siamo in dormitori diversi. Aspettate un attimo:  voi siete nell’ultima stanza del vostro dormitorio?- Chiese Luna.
-         Ho capito! Dato che entrambi siamo nell’ultima stanza, le nostre stanze sono collegate. Così possiamo venirvi a fare una visita ogni volta che ci pare!- Esclamò Zayn. Forse era il più sveglio in quel gruppo di imbecilli che amavano tanto.
-         Giusto! Ma non approfittatene eh!-  Scherzò Crystal.
-         Non puoi chiederci una cosa simile!- Rispose Louis. Tra quei due c’era proprio feeling!
-         Sveglia ragazzi, tra dieci minuti inizia la festa! E dobbiamo ancora finirci di preparare!-
-         Sì anche noi, diamoci una mossa.- Fecero per richiudere l’anta, quando Celeste chiese:
-         Ragazzi, ma dov’è Harry?- Era stata abbastanza silenziosa poco prima, continuando a chiederselo.
-         Penso che sia in bagno. Si starà preparando per te. Se viene…
-         Come se viene?
Sembrava un po’ scosso… Non ti preoccupare, ci sarà lo stesso per te, conosco bene Harry.- Lei ringraziò e richiusero l’armadio.

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Capitolo 4
*** terrible party ***


Cap.4

-         Poco dopo si ritrovarono alla festa. Era in un capannone, con una vista stupenda. Si vedeva un laghetto, un metro circa più in basso di loro, non troppo profondo. E poi si vedeva in lontananza il bel sole che tramontava. Era un paesaggio bellissimo. Celeste e le altre erano già arrivate, i ragazzi prima di loro. E come c’era da aspettarsi Celeste saltò subito su Harry. O almeno avrebbe tanto voluto farlo, ma Louis aveva detto che era un po’ scosso per qualcosa, e poi le cose stavano andando troppo in fretta. Gli si avvicinò piano e lui la salutò:
-         Hey stupenda, come stai? Sei bellissima oggi.
Sembrava letteralmente incantato da lei. Ma figuriamoci se Celeste se ne accorgeva, era messa peggio di lui. Le sembrava un angelo, un bellissimo angelo. Tutto andava bene, così non approfondì la questione in quanto a ciò che aveva detto Louis.
-         Beh, la musica è partita, che dici balliamo?- Disse lui porgendole quelle sue bellissime mani da angelo… Ok, stava diventando pazza. Lei accolse la mano e iniziarono a ballare. Indovinate chi c’era sul lato della pista? Quelle tre smorfiosette che le guardavano male in corridoio. Forse si era fatta un po’ troppi pregiudizi, è vero, ma quelle tre non le spiravano proprio. Insomma, a chi spirano tre ragazze, che sono sempre troppo truccate, non sorridono mai, si passano la piastra almeno tre volte al giorno e se la tirano con tutti? Penso a nessuno. Eppure se c’erano alla festa, a qualcuno dovevano pur piacere. Anche Louis e Crystal o Luna e Zayn, pareva che non se la passassero male. Anzi, se la passavano benissimo. Luna e Zayn ballavano talmente vicini che ancora un po’ si scontravano, mentre Crystal non smetteva di ridere per un secondo. Quanto erano felici. Lei invece si sentiva attratta come una calamita al metallo o le falene alla luce. Si, Harry sembrava la luce che illuminava il suo mondo. Era fantastico. Ormai non riusciva neanche più a resistere alla cotta che aveva per lui. E in fondo non voleva. E poi ci sarà stato un motivo se ha chiesto di ballare proprio a lei, giusto? Poco dopo notò in lontananza Isabel, mentre ballava con Liam, sembrava che si divertivano molto.
-         Ehi, andiamo a prendere qualcosa da bere?- Chiese Harry dopo un po’ di canzoni che ballavano assieme.
-         Comincia ad andare, io ti raggiungo subito, devo solo dire una cosa alle mie amiche.- Lui si avviò, mentre Celeste andò incontro a Isabel che era rimasta momentaneamente da sola.
-         Hey Isabel!
-         Ciao celeste, come stai?
-         Tutto benissimo. Vedo che te la passi bene con Liam eh?
-         Già. Ci stiamo divertendo molto.- Celeste fece per fare una domanda, quando sopraggiunse Crystal arrabbiatissima, chiedendole se aveva un fazzoletto.
-         Ehy, regina del terrore che hai?- Scherzò Celeste, facendo quasi ridere Isabel che si trattenne vedendo che Crystal era seriamente arrabbiata.
-         Molto spiritosa, ma quella ragazza là mi ha tirato un cocktail in testa. E di farmi vedere così davanti a Louis non ne avevo nessuna voglia…- Era triste, si sentiva nella voice. Ci aveva messo ore per prepararsi e tutto era stato rovinato da quella biondina.  Louis andò incontro alla ragazza bionda per difendere Crystal:
-         Ciao- Cominciò a breve. Magari si era fatto false impressioni, meglio non cominciare con un tono troppo aggressivo, magari non l’aveva neanche fatto apposta. Sì, tutte balle, perché neanche lui ci credeva. Nessuno poteva toccare le persone a cui teneva. Le aveva sempre difese e si era ripromesso che l’avrebbe sempre fatto.
-         Chi sei tu, cosa vuoi da me e perché mi stai parlando?- Disse lei squittendo come uno stupido scoiattolo, senza neanche girarsi. Ma quando si girò, avrebbe voluto averlo fatto prima ritrovandosi Louis davanti.
-         Poco piacere, Louis Tomlinson. Tu piuttosto chi sei? Anzi, chi ti credi di essere per poter tirare un cocktail a chiunque ti passa per la testa? Non sei nessuno, quindi vedi di andare a rompere le scatole da un’altra parte, perchè qua nessuno ti vuole!- Esclamò, stupefatto dal menefreghismo della ragazza nei suoi confronti e in quelli di Crystal, che intanto assisteva alla scena da lontano.
-         Ehy tu, che hai da urlare contro la mai ragazza?- Era l’organizzatore della festa che parlava.
-         Sei il suo ragazzo?!? Stai con una vipera come questa?- Azzardò Louis pensando a quella terribile scelta.
-         Già, io sono Nick il ragazzo di questa bellissima pupa. E tu Louis Tomlinson giusto? Non dovresti permetterti di parlare così alla mia ragazza Priscilla.
-         Io mi permetto eccome, perché è stata lei a lanciare cocktail in faccia alla gente, lei!-
-         Tu stai accusando Priscilla?
-         Già hai sentito bene!
-         Nessuno può accusare la mia ragazza!- Intanto che loro continuavano a discutere, Priscilla, così si chiamava, aveva incrociato le braccia e fatto la vittima. Quella sporca traditrice… Se Crystal avesse voluto, l’avrebbe potuta prendere per i capelli e sbatterla a terra, ma sapeva che era meglio lasciarla perdere. Si stava anche accumulando una bella folla intorno ai due, che dopo poco iniziò a urlare:
-         -RISSA! RISSA! RISSA!- Se Crystal fosse stata lì l’avrebbe fermata di sicura, ma invece era andata in bagno, accompagnata da Isabel, mentre Celeste stava Raggiungendo Harry, che le stava venendo incontro, probabilmente anche per dare un’occhiata alla folla che si era riunita attorno a Nick e Louis. Si avvicinarono appena in tempo per sentir dire:
-         Allora ci vediamo qua, tra una settimana, preparati ad essere stracciato!- Proposto da Nick.
-         Io non ne sarei così convinto se fossi in te!- Ribattè Louis prima di andarsene verso Crystal che era appena uscita dal bagno e chissà come non si era accorta di niente. Intanto, Harry stava ancora camminando verso Celeste, quando si fermò vedendo che una ragazza si era messa chiacchierare con lei. Un’altra di quelle smorfiose bionde.
-         Tu sei la ragazza che gironzola ai piedi di Styles?- Chiese arrogante lei.
-         Io ho un nome, Celeste Cox. Tu ce l’hai un nome o sei troppo insignificante?- Chiese tenendole testa.
-         Io sono Katherine.  Strano che tu non mi conosca, mi conosce tutta la scuola. O almeno quelli che sono delle persone degne di questo nome, ma pare che tu non ce l’abbia. Poi dai dell’insignificante a me? Ti sei mai guardata allo specchio?
-         Certo che mi sono guardata allo specchio, ma non mi sono messa a vantarmi tutto il tempo come avresti fatto tu se lo specchio non si fosse rotto prima alla vista di questa terribile immagine! E adesso me ne vado, grazie della grande ospitalità!- Fece per andarsene, quando la ragazza le diede un forte strattone, facendola quasi cadere giù nel lago. Per fortuna intervenne Harry, che riuscì a prenderla, ma purtroppo la terza ragazza delle club delle smorfiose intervenne, come se niente fosse, facendo finta fosse un incidente di staccare la mano che stava aiutando Celeste ad alzarsi. Non andò probabilmente come previsto da loro alla fine. Harry venne sbalzato in avanti, e perdendo l’equilibrio cadde nel lago, mentre Celeste era già a buon punto nell’issarsi su e quindi non cadde. Poi si sentirono alcune urla del tipo: tutti in ritirata!!!!
E i ragazzi andarono tutti a nascondersi, chi dietro il divano, chi in bagno.  Intanto Celeste, Crystal, Luna, e compagnia, uscirono, andando a vedere come stava Harry. La ritirata era stata proclamata perché la preside era andata a fare una passeggiata notturna e probabilmente aveva sentito  un po’ troppo rumore : musica, il coro di RISSA! O magari il rumore dell’acqua quando Harry è caduto. Per fortuna non notò niente di strano e presto  se ne andò dalla festa. Quel posto era veramente forte da questo punto di vista: sembravano attrezzatissimi in casi di emergenza. Infatti, chi prendeva quello, chi quell’altro, per quando arrivò la preside gli oggetti della festa erano spariti, le briciole c’erano sempre, ma la preside non ci faceva mai troppo caso, quindi non se ne preoccupavano. Appena se ne andò, Harry e gli altri andarono nella camera dei ragazzi, lasciarono Harry e tornarono giù, dove la festa era ripresa. Celeste era uscita una ttimo dalla stanza, per permettergli di cambiarsi, ma lgi altri la trascinarono giù e quando ebbe un attimo libero, fece per andare a parlare con Harry, ma li già dormiva. Si sentiva veramente uno schifo. La serata  perfetta era andata in briciole. Insomma, Harry era caduto nel lago, Louis aveva inaugurato una rissa, mentre Crystal si era presa un cocktail in testa. Peggio di così non sarebbe potuto andare. Risposta sbagliata: si sa che questa frase porta sfortuna.  Tornando in stanza Luna era caduta sotto .lo sgambetto di una ragazza chiamata Lucrezia. L’ultima del club per fortuna.  Celeste non aveva assistito alla scena, stava già a letto. Non si può certo dire che stava dormendo, però almeno ci provava, tanto per scordarsi di quel giorno. Intervennero però le compagne, che dopo essersi fatte una doccia si misero a chiacchierare, come tutte le sere:
-Serata sinonimo di impossibile da reggere ragazze!- Commentò Crystal
-La prima parte non è stata così terribile. Il finale non era il massimo.
-è diverso, era il preciso contrario di massimo, il minimo, peggio di così non poteva andare!- replicò Crystal.
-Prima che arrivassero quelle tre era andato tutto bene. Da oggi è guerra con loro.- proclamò Celeste. – Dovremmo darle un nome a quelle smorfiosette.- propose.
- Idea: il club delle smorfiosette!- Disse Luna.
-Un premio per l’originalità!- Disse Celeste in senso ironico.
-Io ho un’idea: Smorfinator!- Propose Crystal.
-Bello questo! – Dissero le altre due.  Poi andarono a letto, ma mi sa che nessuna riuscì a dormire o ebbe un sonno tranquillo.
 
Appena la sveglia suonò, Liam alzò le tapparelle della camera e tutti, chi con più fatica e chi con meno si alzarono e corsero a prepararsi. Tranne Harry. Harry non si svegliava e quando Louis si avvicinò per buttarlo giù dal letto come tutte le mattine in cui non voleva alzarsi, sentì che scottava. Così decisero di chiamare un infermiera che si sarebbe prese cura di lui mentre loro erano a lezione. Arrivati nella sala comune, Celeste chiese subito dov’era Harry perché doveva parlargli. Loro spiegarono che era rimasto in camera perché non stava bene e che stava dormendo. Celeste rimase giù per tutto il tempo scolastico, come al solito più o meno. Quell’anno non sembrava promettere troppo bene. Incrociare le dita era come al solito l’unico metodo che conosceva per uscire dalle terribili situazioni come quella. Ma affidarsi alla fortuna non era sempre la cosa migliore da fare. Se ora pensate che le sfortuna sia finita vi sbagliate. Già. Quando la preside venne a sapere che Harry Styles era stranamente malato cominciò a tenerlo sempre più d’occhio, come con le ragazze. Tutti si chiedevano perchè avevano scelto proprio loro. Va bene che n on erano proprio studentesse modello, ma non erano così terribili rispetto agli altri! Tanto la loro opinione non valeva niente per la preside, quindi si limitarono a seguire le regole quando la avevano vicino.
Qualche ora più tardi, mentre gli altri ragazzi erano ancora a lezione, Celeste passando dall’armadio per non farsi vedere (era diventato un ottimo metodo di passaggio), entrò nella stanza di Harry. C’era solo lui, sdraiato a pancia in su, mentre dormiva. Sul comodino c’era il termometro, che non era ancora stato scosso: segnava trentanove. Si sentiva veramente in colpa. Se lei non fosse entrata nella sua vita, ora non sarebbe là. Continuava a ripetersi che aveva solo peggiorato le cose per lui. Finché lei non c’era, di scuro stava meglio. Non ci voleva molto a star meglio di così. Ci sarebbe dovuta essere lei al suo posto, era lei la vittima di Katherine, lei che si era procurata il uso odio. Harry non c’entrava niente. Le veniva da piangere. Non aveva fatto neanche a tempo a dirgli solo grazie. Un semplice grazie. Tutto per colpa sua. Era proprio una stupida. E poi c’era sempre il tormento che Louis aveva detto che Harry era già scosso, senza che cadesse in un lago. Una lacrima le scese sulla guancia, scorrendo lentamente fino ad arrivare al mento. Stava malissimo. Si avvicinò lentamente ad Harry, mentre dormiva finché le loro bocche si incontrarono e lei gli scoccò un lento bacio. Lo considerava un bacio d’addio. Non poteva rendere la vita impossibile a tutti solo perché ne aveva voglia. Era stata perfida abbastanza. Tornò nella sua stanza con gli occhi pieni di lacrime.
 
Hey ragazze!
Siamo al capitolo quattro! Dovevano essere uno solo il tre e questo, ma veniva un po’ lunghino ed ho preferito dividerveli. Va bene? Beh, come state? Io tutto bene, vi piace il capitolo? È un po’ triste, lo so, ma serve a dare un po’ di emozioni alla storia. Continuate a leggerla se vi piace. VVTTTTTB!!! Mi lasciate una piccola recensione please? Grazie!

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Capitolo 5
*** Hi and goodbye ***


cap.5

P.V. CELESTE
Un altro giorno era cominciato. Un’altra mattina era all’orizzonte, mentre il sole si nascondeva tra le nubi. Mi sembrava di somigliargli. Siamo molto simili, tutti e due ci stiamo nascondendo da una dura realtà che non vogliamo affrontare, come se fosse la cosa giusta da fare. Non lo era di certo, ma io non sapeva proprio cosa fare, come davanti ad un vicolo cieco. Harry di sicuro sarebbe stato molto meglio senza di me. Sono la causa di tutto ciò di male che gli accade.
-Celeste.. Celeste… Ci sei Celeste???- Mi svegliò dai miei pensieri Luna. Diciamo che ci provò piuttosto.
-Terra chiama Bella Addormentata…- Mi rifugiai sotto le coperte. Di voglia di andare a scuola proprio non ne avevo. Di solito sì, tanto per vedere Harry, ma stavolta era diverso. Non avevo voglia di far niente piuttosto.  Allora Crystal prese un bicchiere d’acqua, vidi le coperte scostarsi e un getto d'acqua arrivarmi in faccia, mentre chiusi gli occhi.
- Hey!!!!! Ma ti pare il modo di svegliare una persona?- Sbraito arrabbiata mentre mi dirigo verso il bagno per asciugarmi la faccia. Luna e l’altra si guardano sopprimendo un sorrisino.  Appena pronte ci dirigemmo verso la mensa per la colazione, dove come tutti i giorni incontrarono i ragazzi. Harry non era ancora con loro.
-Ciao belle.- Ci salutarono loro. Noi sorrisimo, o almeno chi riusciva. Io sussurrai  solo un lieve ciao, mentre continuai a fare colazione.
- Harry non sta ancora bene? Dovrei parlargli.- Chiesi ai ragazzi. Avrei almeno dovuto dirgli qualcosa riguardo a ciò che aveva fatto per me. Avevo deciso di scrivergli una lettera, tanto per non dovergli parlare di persona o rispondere ad alcune sue domande.
- No, ancora dorme, non sappiamo quando si rimetterà. Però probabilmente domani riprenderà le lezioni, anche se penso che avrà ancora un po’ di febbre.- Rispose Liam. Io tornai pensierosa, mentre gli altri continuarono a ridere e chiacchierare. La mattinata passò in fretta, mentre fuori dal nuvoloso si passò ad una violenta tempesta. Io adoro i temporali da un lato, mentre li odio dall’altro. Li odio perché mi mettono tristezza e non si può uscire, mentre li adoro dall’altro perché il suono che rimbomba insistentemente dei tuoni o la pioggia sul tetto che si sente benissimo dalla mia camera, mi aiutano a rilassarmi. Era così bello quell’insistente ticchettio. Ormai non mi chiedevo neanche più come facevano a piacermi certe cose, mi ero abituata all’idea di essere completamente fuori. Intanto mi era riuscita a distrarre abbastanza, così ora pensavo ad altro e ridevo durante il pranzo con i ragazzi e le mie amiche.
-Giochiamo a obbligo o verità?- Propose Niall, che aveva sempre voglia di giocare,ti pareva.
-Sì!!- Annuirono tutti convinti, compresa io.
-Ok, inizio io. Obbligo o verità Celeste? – Chiese Louis.
-Obbligo, è più divertente.- 
Louis ci pensò un po’ su e poi disse:
- Ok, allora devi…- Cominciò, mentre gli altri facevano il sottofondo di quando si aspetta qualcosa, il classico:
-ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooohhhhh- (?)
- Devi tirare un hamburger alla preside!-
- Ma sei diventato pazzo??? Mi fucila se mi scopre!
-Non farti scoprire!
-Oook…- Dissi io poco convinta. Tanto peggio di così non poteva andare. Aspettai l’arrivò della preside, ma pensai che mi sarebbe piaciuto di più mangiarmelo il mio panino con  hamburger. E avevo un conto in sospeso con qualcuno… Che guarda caso stava al tavolo lì a fianco. Passai vicino al tavolo delle Smorfinator (?), mentre loro erano andate al bagno, come tutte le volte insieme e rubai dal panino l’hamburger. Aspettai che fossero lì vicine e mi nascosi sotto il tavolo dalla lunga tovaglia gialla e lanciai l’hamburger. Colpii la preside in piena faccia e intanto io mi godevo il momento in cui lei si tolse l’hamburger dagli occhi per poter fissare in modo maligno il tavolo delle tre ragazze. Quando la vidi dovetti soffocare una risatina: era davvero ridicola con il sughetto dell'hamburger a innondarle la faccia.
-Ok, chi è stato di voi tre?- Chiese la  preside con fare accusatorio.
-Nessuno, noi non abbiamo fatto assolutamente niente!-
- Ah no?- Chiese la preside constatando che nel panino di Katherine mancava l’hamburger. Intanto gli occhi di tutti gli alunni nella mensa si erano voltati nelle loro direzione.
-Ma non è possibile!- Si giustificò lei con quella voce da gallina che si ritrovava.
-Ora lei viene subito in presidenza con me!- Ribattè l’altra prendendola per un braccio e trascinandola via seguita da quelle oche delle sue amiche, mentre tutte e tre urlavano come oche cercando di trovare una motivazione plausibile per spiegare che loro non avevano colpa Io sbucai da sotto il tavolo appena gli occhi di tutti i ragazzi che fissavano la scena a bocca aperta si voltarono da un’altra parte. Raggiunsi gli altri che mi schiacciarono il cinque e si congratularono con me. Mi ero anche vendicata. Forse le cose non andavano male come pensavo. Mentre stavo per andarmene, una voce mi chiamò da lontano gridandomi:
- Celeste aspetta un secondo! – Era Louis. Io mi fermai e lui mi venne incontro.
-Che hai tanto da urlare?- Gli chiesi io con un po’ di ansia.
-Volevo solo dirti che Harry si è svegliato, quindi se dovevi dirgli qualcosa ora puoi!-  Io mi rabbuiai di colpo, cercando di non farmi notare, poi dissi:
- Perché non gli dai questa? Penso varrà di più delle mie parole.- Gli porsi la lettera. Lui la prese e poi si salutarono, dirigendosi ognuno nelle rispettive stanze.
 
P.V HARRY
Appena i miei compagni lasciarono la stanza, presi la lettera ed iniziai a leggerla:
Ciao Harry,
Devo dire che non ho molto da dirti, ma ho preferito scriverti una lettera,
non so bene neanche io il perché. Comunque,
volevo ringraziarti per quello che hai fatto. So che ci sarei io al tuo posto,
se tu non fossi intervenuto. Per questo veramente, grazie. Spero che tu starai presto meglio, spero di averti reso felice, prima di questo piccolo incidente, spero tanto che d’ora in poi tutto andrà nel verso giusto per te. Quindi, grazie e tanta fortuna.
 
Ops, Celeste si era dimenticata di dirgli che l’avrebbe evitato per tutto il resto del tempo. Certo, se l’era dimenticato. Nascosi la lettera nel cassetto del mio comodino e tornai a dormire, addormentandomi con un sorriso stampato sul volto. Insomma,  non stavo certo benissimo, ma mi ero guadagnato la fiducia di Celeste, finalmente pareva che lei mi fosse vicina. Sentirglielo dire di persona sarebbe stato meglio, ma mi andava bene anche così.
 
P.V CELESTE
Il giorno dopo fummo di nuovo a scuola. Un’altra giornata in cui diluviava. Almeno non aveva smesso di piovere proprio nella notte, il momento in cui mi piaceva di più la pioggia perché mi cullava nel sonno. Di solito nella mia città, smetteva di piovere al momento migliore.  Mi alzai a fatica dal letto e come stabilito dalla routine di tutti i giorni, andai insieme alle mi amiche a fare colazione. Io odio la routine, preferisco fare cose nuove. Ma quel giorno avrei preferito la routine, soprattutto quando incontrai Harry, mentre stavo raggiungendo le ragazze che erano già al tavolo con gli altri. Mormorai un “ciao” e un “devo andare” e tornai in camera, evitandolo, come stabilito dal piano. Anche a lezione cercai di evitarlo. Si può dire che io ed Harry ci eravamo messi d’accordo come per il primo giorno, di metterci sempre in ultima fila, così potevamo vederci tutte le volte dalla porta aperta. Ed io tanto per cambiare mi misi in seconda fila, quello che bastava per non essere vista. Come se non bastasse, sentivo le voci delle tre oche alle mie spalle, che oltre a fare il filo ad Harry (?) dalla classe, avevo capito che architettavano una vendetta nei miei confronti. In teoria eravamo pari, ma loro dovevano averla sempre vinta. Capii poco o niente della lezione di matematica e poi corsi verso la mensa, tanto per riuscire a prendermi qualcosa da mangiare e portarmelo in camera prima che arrivassero tutti. Ecco, questa era la mia nuova routine. Carina? Non troppo. Per niente. Ma dovevo farlo, per Harry. Sono disposta a qualsiasi cosa per lui.
 
P.V HARRY
- Hey Harry !- Mi salutò Louis entrando in stanza. Io rimasi a testa bassa, immerso nei miei pensieri.
- Harry,  è per Celeste? – Chiese lui preoccupato, mentre si abbassava tanto per riuscire ad intravedere i miei occhi. Io invece cercavo di nasconderli alla sua vista. E intanto mi chiedevo come aveva fatto a capire che si trattava di Celeste. Evidentemente mi conosceva meglio di quanto mi conoscessi.
- Che cosa è per Celeste?- Chiesi facendo finta di niente.
- Dai Harry non fare il finto tonto. Si vede lontano un miglio che c’è qualcosa che non va ed ogn…- Si bloccò di colpo pensando che non fosse la cosa più adatta da dire.
-Che cosa? Vai avanti. – Lo incitai io, curioso di sapere che cosa ne pensava l’amico.
- No, niente.-
- Come niente? Dai Louis che stavi dicendo?
- Ok, stavo dicendo che ogni problema ha sempre lo stesso nome, Celeste.-
Quella fu la goccia che face traboccare il vaso: un lacrima mi percorse la guancia, finoad arrivare al mento e cadere.
-         Non intendo accusarla di niente, ma ti sta distruggendo Harry. Devi reagire. Fai qualcosa invece di piangere.
-         Non riesco Louis, cerca di capirlo!- Esplosi io, mentre le lacrime continuavano a scendere. Poi Louis mi lasciò solo a riflettere. Tanto succedeva sempre così, di solito mi diceva la verità dura e cruda e alla fine mi lasciava riflettere: aveva sempre funzionato, perché dopo averci pensato un po’ su accoglievo i suoi consigli e guarda caso funzionavano la maggior parte delle volte.
 
Il giorno dopo decisi che era il momento di fare qualcosa. Ma non avevo la più pallida idea di che cosa. La mattina purtroppo non riuscii a vedere Celeste. Avevo passato tutto il tempo a scrutarmi intorno senza notare nemmeno una persona lontanamente somigliante a Celeste. Anche le sue amiche parevano preoccupate. Tutti parevano preoccupati. Si guardavano intorno come matti e gli occhi sembravano le biglie del flipper. A lezione non riuscivo a pensare ad altro, anche quando il prof di scienze continuava a guardarmi. Non sentivo tutto il casino che facevano i compagni, nè quello che il prof diceva.
-         Styles! Chissà quante volte sono che la riprendo! È così difficile prestare attenzione alla lezione?
-         Eh prof?- Dissi io per tutta risposta.
-         Se non ha voglia di ascoltare la lezione può anche andarsene fuori! Lei è deprimente, non voglio vedere alunni così annoiati durante la mia lezione!
-         Ma se fosse per me prof può anche deprimersi, così sarebbe più interessante la sua lezione, riusciremmo a capire perché è sempre così scorbutico con tutti! Forse è per questo che è single… - Dissi, mentre delle risate di gusto aleggiavano nella classe.
-         Styles! Vada subito fuori dall’aula!- Mi condannò il prof. Mi alzai ed uscii silenzioso. Mi appoggiai ad un armadietto, quando vidi Celeste dirigersi verso la sua aula. Le andai incontro. Appena lei si accorse della mia presenza cercò di fuggire, ma io la afferrai per il polso:
-         Aspetta Celeste, parliamo!
-         Tu che ci fai qui?
-         Mi hanno sbattuto fuori dall’aula. TU piuttosto, che ci fai qui?
-         Devo rientrare in classe, lasciami!- Disse con fretta di lasciarmi lì da solo. Io però non mollai la presa.
-         Non puoi andartene così! Anzi, tu non te ne vai finchè non mi dici che succede!-
P.V CELESTE
Inizialmente c’ero rimasta davvero male quando Harry mi rivolse quello sguardo così duro e inespressivo. Poi mi chiesi cosa dovevo aspettarmi dopo averlo evitato per giorni.
-         Allora resteremo qui in eterno!-
-         Ma perché non me lo vuoi dire?-
Perché manderei tutto all’aria.
Non ti sei mai chiesta perché ti ha cercato?
Oh, perfetto ci mancavi solo tu.
 Non era la prima volta che la sua coscienza le parlava. Era successo già un milione di volte, tanto che ci aveva fatto l’abitudine e non le dava più retta.
Non ti sono mancata neanche un pochino? È da un po’ che non ci sentiamo!
Si stava meglio! Perché sei tornata?
Perché ad una cretina come te serviva proprio una mano.
Cretina vallo a dire a tua sorella!
Guarda che io sono te e noi non abbiamo sorelle!
Era un modo di dire! E poi vieni a chiamare cretina me?
Perché invece di discutere non rispondi alla mia domanda? Forse c’è un motivo se ti sta cercando. Forse così lo ferisci di più.
Io non risposi. Non sapevo cosa dire. E se avesse ragione?
Certo che ho ragione, io ho sempre ragione!
Finiscila di dire cavolate e se non è troppo difficile per te cerca di stare zitta.
Non posso stare zitta, questo è il mio lavoro.
Vai a lavorare da un’altra parte!
-Celeste, allora ti vuoi decidere a dirmelo? Perché mi eviti così?- Mi risvegliò dalla mia discussione accesa Styles, che ora aveva uno sguardo cupo e duro. Mi vennero le lacrime agli occhi, ma la voce di un prof intervenne fortunatamente.
- Styles ? Willson? Che ci fate qua? Non dovreste essere a lezione?- Harry dovette lasciarmi, così io mi precipitai in classe, mentre lui se ne restava là fuori aspettando la fine dell’ora.
 
P.V  HARRY
 
Non sapevo che stesse succedendo. Sentivo solo un gran casino attorno a me. Poi dei passi. Forse erano i miei. Sentivo come se mi stessi muovendo, ma che non fossi più io a dettare i miei movimenti. Non so dove stessi andando. Non vedevo chiaramente ciò che ci fosse intorno a me. Mi stavo chiedendo se ero davvero io. Mentre penso che stessimo camminando, mi sono accorto di non sentire più il terreno sotto i piedi. Quel poco che si vedeva si nascose, come tutto il resto. Il buio fu l’unica cosa che si parò davanti ai miei occhi.
 
Mi svegliai. O almeno penso che stessi dormendo. Di quello che era successo non ricordavo più niente. Ero in una stanza. La mia stanza.  Vidi Louis che stava guardando il computer portatile su una sedia girevole davanti alla scrivania.
- Louis?- Chiesi io che non ero molto sicuro nemmeno che fosse lui.
- Harry, ti sei svegliato finalmente.- Rispose. Sì, era Louis.
- Che è successo?
- Non te lo ricordi? – Mi chiese preoccupato. Cominciai a pensare di aver fatto qualcosa che non andava. Scossi il capo.
- Forse non sono la persone giusta a dirtelo…-
- Dai Louis, spara che è successo? Non può essere così grave!
- Tu dici?
- Sì, dimmi che è successo!
- ok… Ieri sera… Ecco.. Non so come dirtelo… - feci per alzarmi, ma mi sentivo troppo debole.
- Tu stai calmo Harry. Ora non puoi alzarti.
- Mi dici che caz… cavolo ho fatto ieri sera!?!
- Ti sei ubriacato!
- Che? Non è possibile!
- Invece è così!-  Non capivo. Com’era potuta succedere una cosa simile? Come? No, non era mai accaduta, era tutto un sogno.
Ero distrutto. Lì c’era quella ragazza che mi faceva girare la testa, che si nascondeva sotto un cappuccio per non farsi riconoscere da me. Ma lei non sa che io la riuscirei a riconoscere fra mille altri cloni. Io so chi è lei e non può farci nulla. Me lo ricordo. Mi ricordo perfettamente la scena. Da quando l’avevo afferrata per il braccio a quando il prof ci aveva interrotti.  Poi mi ricordo che l’avevo ancora rivista per i corridoi. Ma poi me n’ero andato senza dire niente.  Quella ragazza mi faceva girare la testa. Mi avrebbe fatto impazzire, già allora lo sapevo. Non ci voleva un granché a capirlo.  Aveva stravolto la mia vita da quando era arrivata. Sì, ma in meglio.  So solo che dopo tante difficoltà mi ero arreso. Volevo dimenticare. Ed è quello che è successo. Mi ero allontanato nel cuore della notte facendo attenzione a non svegliare i ragazzi. Mi ero diretto verso una festa lì nell’accademia, una tra le proibite. Non c’ero mai andato perché non c’era gente che mi piaceva molto. Tutti fumavano o si ubriacavano o drogavano. Per questo era il posto migliore per ricominciare. Poi avevo iniziato a bere. Quando avevo deciso di fermarmi però era già troppo tardi. Il controllo non ce l’avevo già più. Ho continuato ad andare avanti e avanti, finchè non ho più retto.
Ora ricordavo tutto.  In fondo era andato tutto come previsto. Ma come c’ero arrivato in camera?
-         Ora ricordo Louis. Ma qui come ci sono arrivato?- Lui sembrò pensarci su, come a non sapere bene cosa dire.
-         Beh… Ti ha trovato la preside. Lo sapevi che ti pedinava. L’avevamo intuito tutti. Perché l’hai fatto Harry?- Chiese Louis di colpo, come voler nascondere qualcosa.
-         Louis… Mi hai detto tutto?- Chiesi sperando in un sì, anche se ero certo che non lo era.
-         Ecco… La preside ha convocato i tuoi genitori e…
-         E…
-         Probabilmente dovra'…- Non fece a tempo a finire la frase che la porta si spalancò di botto. Erano tutti i ragazzi, più Crystal e Luna. Di Celeste neanche l’ombra.
-         Harry!!! Stai bene?- Chiesero tutti, chi in un modo, chi nell’altro.
-         Tutto bene ragazzi, state calmi!- Risposi io sorridendo, per tranquillizzarli. Per fortuna non si notò che era un sorriso falso.
-         Come facevate a sapere che ero sveglio?- Chiesi curioso.
-         Louis ha lasciato la chat. Sapevamo che se avrebbe lasciato la chat per così tanto tempo l’unico motivo potevi essere tu, così siamo accorsi subito, dopo aver chiamato le ragazze.- spiegò Niall. Quel suo fare sempre così allegro mi metteva di buon umore.
-         Celeste non so dove sia finita, non era in stanza e non ci ha detto dove andava. In verità non l’abbiamo neanche vista uscire.-
-         Siamo tutti così felici che ti sia svegliato! Ci hai fatto preoccupare tremendamente Harry! – Disse Liam.
-         Sì, non provarci mai più!- Concordarono le ragazze in coro.
-         Be, festeggiamo?- Esordì Zayn mostrando un vassoio pieno di cose buone.
 
P.V SIGNORINA TUNDERSOON
- Buongiorno signori Styles. Vi prego accomodatevi.- Non ero proprio molto sicura su ciò che dovevo dire, o meglio, sapevo come sarebbe andata a finire, ma non come esporlo ai genitori. Era il secondo giorno dopo che l’aveva visto ubriacarsi. Aveva deciso di aspettare a fermarlo per vedere fino a che punto si sarebbe spinto. E per essere andato così a fondo doveva essere successo qualcosa di grave.
- Come vi ho già esposto per telefono, abbiamo avuto qualche problema con vostro figlio.  In questi giorni, beh dall’inizio dell’anno avevamo notato che aveva qualcosa di diverso. Più del solito intendo. Sembrava sempre distratto, pensava ad altro ed era veramente difficile riuscire a cogliere la sua attenzione. All’inizio tutto andava abbastanza bene, ma poi non so cosa sia successo, ma la situazione è degradata incredibilmente. Penso che Styles abbia cominciato a frequentare delle feste. Ovviamente potrebbe essere un motivo secondario, ma…-
- Perché, voi organizzate delle feste?!?
- Ovviamente non le organizziamo noi, ma i ragazzi.
- E voi lo sapete e non fate nulla per fermarli?- Il padre di Harry pareva un po’ scioccato.
- Il problema è che non possiamo fare niente per fermarli. Ma tornando a vostro figlio. Come sapete, una settimana fa si era stranamente ammalato. Avevo il sospetto che fosse successo tutto ad una festa, ma non ne ero sicura. Così ho cominciato a tenerlo d’occhio per il suo bene. Fino a quando l’altra sera è andato ad una festa e non so il perché, ma si è ubriacato. Sta di fatto che si è spinto al limite. Quando poi l’ho trovato insieme ad alcune infermiere l’abbiamo curato e portato nel suo letto. Ora si è ripreso. Pare si ricordi di nuovo di cosa sia successo. Io purtroppo parlandoci non sono riuscita a capire cosa possa essere. Quindi credo che sia opportuno che Harry torni a casa per tre giorni, in modo che magari possiate parlare con lui, cercare di capire qualcosa, e magari prendersi una pausa per vedere se il problema è a scuola. Possiamo dargli il programma delle lezioni, così potrà svolgere il tutto da casa. Cosa ne pensate?-
I signori Styles si guardarono. Poi il signor Styles annuì  ed entrambi andarono a prendere il figlio e a ritirare il programma.
 
P.V. HARRY
- Harry, dobbiamo tornare a casa. È solo per pochi giorni, solo per aiutarti.
- Non ne ho bisogno, voglio restare qua.- Mi opposi alla richiesta dei miei genitori. Andarsene sarebbe come abbandonare Celeste. Ed era l’ultima cosa che volevo fare.
- Non fa niente Harry se non vuoi, ormai è deciso, devi tornare a casa. Poi saranno tre giorni, dopo tornerai qua.- Io non dissi niente e abbattuto presi alcune cose indispensabili da portare a casa, mentre il resto decisi di lasciarlo là per il mio ritorno. I miei genitori ora mi stavano aspettando in macchina, mentre io stavo salutando i compagni e il college. Mi diressi verso l’auto, quando sentii una voce che mi chiamava:
- Harry! Aspetta un secondo!- Mi girai di scatto e notai Celeste che mi correva incontro. Correva gridando il mio nome e dicendomi di aspettarla. Io feci qualche passo verso di lei. Quando finalmente arrivò cinse le mani al mio collo e mi baciò. All’inizio ero veramente sorpreso. Poi decisi di lasciarmi andare e le cinsi i fianchi. Dopo qualche minuto ci staccammo.
- Eem.. Lo so che in questi giorni non sono stata molto d’aiuto e ti ho fatto passare delle cose orribili. Però sul serio, mi dispiace, io non volevo sol…- Non fece in tempo a finire la frase che la baciai ancora. Non riuscivo più a starle lontano. Mi ero trattenuto fin troppo. Mi staccai tanto perché si era fatto tardi e perché volevo che comunque finisse di dirmi ciò che aveva cominciato prima.
-Solo che pensavo di essere la causa di tutto ciò che ti è accaduto in questi giorni, ero distrutta. Ma io non voglio che tu te ne vada. Resta ti prego. Non lasciarmi sola.
- Per prima cosa, tu non sei la causa di tutto ciò che mi è successo, ma la soluzione. Tu sei la luce che illumina il mio mondo. Io non sarei niente senza di te. Per seconda cosa, io non vorrei mai lasciarti andare, vorrei restare con te per sempre, anche se tu mi evitassi ancora. Tornerò il prima possibile te lo giuro. Tu mi stavi evitando, solo per il mio bene quindi? Solo per questo?- La vidi puntare lo sguardo verso il basso. Le alzai il viso con due dita e la vidi triste, con le lacrime all’orlo degli occhi.
- Ti aspetterò. Sarò sempre qua. Scrivimi messaggi. Mi mancherai.- Sussurrò lei
- Lo farò, te lo prometto. Ora devo andare.- Ci salutammo e feci per dirigermi verso l’auto, quando Celeste si girò verso di me,io verso di lei e le nostre bocche si incontrarono di nuovo. Come avrei fatto a sopravvivere senza di lei? Mi rivolse un ultimo sorriso e ci lasciammo andare a malavoglia.
 
Hey ragazze!
Vi piace il capitolo? A me solo l’ultima parte! Spero tanto che a voi piaccia. Mi lasciate una piccola recensione? Ne sarei felice.. Ed io ricambio sempre!! Viprevipregovipregovipregovipregovipregovipregovipregovipregovipregoviprego… Potrei andare avanti all’infinito! Comunque! Avete qualche consiglio per la storia? Vi avviso che io so già come sarò il prossimo: tanto romanticismo tra le coppie Louis/Crystal e Zayn/Luna. Vi piacciono queste coppie? Spero di sì. Nel prossimo Celeste verrà messa un po’ in ombra, ma ha spiccato tanto in questo e negli scorsi capitoli. Se avete qualcosa da dire, bello o brutto che sia, scrivetemelo, vorrei tanto sapere ch ene pensate e poii le vostre recensioni mi incoraggiano sempre! Comunque, grazie a tutte le ragazze che hanno messo la storia tra le preferite,seguite o ricordate, vvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb a tutte! Un grazie speciale alle ragazze che recensiscono anche se sono poche, Vi voglio davvero un bene dell’anima!!! Beh, ci sentiamo al più presto ciao a tutte!! 
 

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Capitolo 6
*** Peace and Love! ***


Cap.6

P.V  CELESTE
Era il primo giorno senza Harry. Se n’era appena andato a già mi mancava da morire. Come poteva essere? Soprattutto contando il fatto che nonostante tutto ci eravamo messaggiati per tutta la notte, ora più ora meno. Ero felice che le cose si erano sistemate, ma si sentiva che nel gruppo mancava qualcosa. Forse la sua allegria, forse il suo sorriso, forse i suoi occhi… in una parola, mancava lui. Tornai alla cronologia dei messaggi per ricordarmi di Harry. Le ragazze ancora dormivano, era mattina presto ed anch’io me ne stavo sotto le coperte non staccando gli occhi dal cellulare. Saranno stati dieci minuti che non sentivo Harry, mi aveva scritto che era stanco, così gli avevo proposto di farsi una bella dormita. Mi sembrava così strano però pensare che per me si era ubriacato. Non mi sembrava possibile. Tutto quello che stava succedendo non mi sembrava possibile. Andare insieme alle mie amiche in un college, incontrare un ragazzo disposto a tanto per me, troppo, fare amicizia con i ragazzi più popolari e simpatici di tutto il college… Sembrava veramente un sogno. Aprii la cronologia ed iniziai a leggere gli ultimi messaggi, perché pensai che leggerli tutti sarebbe stato troppo lungo:
Celeste: non sei stanco a stare sveglio tutta la notte?
Harry: niente mi stanca se sto insieme a te.
Celeste: mi manchi. Quando torni?
Harry: non è neanche un giorno che sono andato via bellezza!
Celeste: ma un minuto per me diventa un’eternità.
Harry: anche per me, ma finché le cose non si saranno sistemate non penso che potrò tornare al college.
Celeste: i tuoi genitori ti hanno chiesto qualcosa? *faccinachesimangialeunghie*
Harry: certo, ma ho preferito non dire niente. Insomma, mi sono ubriacato, ci manca solo che non mi chiedano niente!
Celeste: già, che domanda stupida.
Harry: è questo che amo di te! <3
Celeste: ami la mia stupidità?
Harry: ahah, no, amo te.
Celeste: me too.
E la lista di messaggi proseguiva all’infinito, ma si era fatto tardi e dovevo andare a fare colazione.
P.V CRYSTAL
 Si capiva che Celeste non stava troppo bene. Per questo era scusata. Ma se non fosse per questo sarei arrabbiata veramente con lei. Si vedeva lontano tre chilometri che era felice e triste insieme per Harry. I suoi problemi non glieli toglieva nessuno per sua sfortuna. Solo che non mi pareva che io e Luna ce la spassassimo quel bene che la metà basta. Insomma, qualche giorno fa sì, ma forse adesso sono un po’ gelosa. Celeste era riuscita a mettersi insieme a Harry, o comunque si vedeva che lo vorrebbero entrambi, si può dire che abbiano raggiunto il loro obbiettivo. E io invece? Ancora mi stavo chiedendo perché Louis non mi filasse di striscio. O forse io pretendevo troppo. In fondo mi  mandava messaggi dolci e divertenti, mi guardava con quei grandi occhi dolci color del mare che si ritrovava, ma io vorrei di più. Sì, forse pretendevo troppo da quello che lui poteva darmi. Staremo a vedere.
Sì, stai a vedere, magari prima o poi noterà che esisti.
Vuoi mettermi di buon umore, come sei gentile e come mi capisci bene!
Io l’unica cosa che voglio è far entrare in quella testa del cavolo che se starai qua “a vedere” come andranno le cose, non otterrai mai niente!
E allora cosa dovrei fare sapientona?
Questo sta a te sceglierlo. 
P .V Luna
Non mi pareva una buona giornata. Sentivo aria intorno troppo fredda. O forse era solo una mia impressione. Non stavo parlando del tempo atmosferico, precisiamo. Sarà Malik che arrivando con quella sua aria da duro si portava via tutta la dolcezza che c’ era nell’aria. Mi chiedevo proprio come facevano i ragazzi a starci insieme. Ma forse la risposta la sapevo già: lui faceva lo str***o solo con me, con gli altri era sempre così gentile e premuroso… Si poteva sapere che gli avevo fatto io? I primi giorni tutto andava a gonfie vele, andavamo super d’accordo, poi qualcosa è cambiato. Se era cambiato in me non saprei dire, ma in lui di sicuro. Insomma, sembravamo due calamite dalla parte opposta: se non si riesce a rivoltarle non si attrarranno mai. Era la stessa cosa. Lui arrivava con quell’aria da figo mentre si divertiva coi suoi compagni, rideva e scherzava anche con Crystal e Celeste, poi arrivavo io e si metteva a litigare. Che avrò qualcosa che scatena la sua forte suscettibilità? Oh, te guarda, parli del diavolo e spuntano le corna: ecco Zayn che si avvicinava: occhiali da sole addosso,giacca nera, aria da duro. Era inconfondibilmente lui, in tutta la sua bellez… in tutta la sua spavalderia.
-Guarda un po’ chi si vede!
- Malik, se sei venuto a rompere, sgombera il passaggio.
-Mi stai dicendo che sono ingombrante?
-Forse tu no, ma il tuo forte ego sì, quindi, sloggia, vattene, perché non tutti qui hanno voglia di sentire le tue solite lamentele o i classici “mio Dio, quanto sono bello”!
-Oh, senti chi parla, la Principessa sul pisello!
-Oh, ma perché resti qua se devi solo litigare? A me se una persona sta antipatica me ne vado e spero di non incontrarla più.
-Allora come mai sei ancora qui?
-Semplicemente te ne devi andare tu Malik, perché tu sei arrivato per ultimo.- Dico io alzandomi dal muretto su cui ero seduta e avvicinandomi a Zayn puntandogli un dito contro.
-Senti senti, la signorina non mi vuole nei paraggi.
-Che ci trovi di tanto strano? Non sono mica una di quelle oche che ti vengono dietro tanto perché te ne vai in giro con quest’aria!
-Che aria tesoro? Io me ne vado in giro come di norma!
-Uno: non mi chiamare tesoro. Due: allora tu di norma te ne vai in giro come un bastardo? In effetti, potrei anche crederci.
-Mettila come vuoi, ma i bastardi pare facciano strada.- Disse lui mostrandomi tutte le ragazze alle spalle. Quanto avrei voluto tirargli un pugno in faccia!
-Va bene Malik, allora resta qua a farti figo con le oche che hai attorno, intanto io me ne vado, dato che tu sei talmente cocciuto da non capire che dovresti farlo tu.
P.V ZAYN
Porca miseria, quella ragazza era strana forte. Era la prima che mi respingeva qualcuno. Forse pensare ogni volta che avrei sempre avuto tutto non mi aveva giovato troppo. Quando aveva detto che se ne sarebbe andata non ci ero rimasto troppo bene, ma non l’avevo dato a vedere ed ero rimasto con le altre. Non che mi importasse davvero qualcosa di loro. No, forse non mi sono spiegato bene. A me importava di tutte quelle ragazze, ma come amiche, non di più. Intendiamoci, anche di Luna mi importava poco o niente.
Certo che no, pensi a lei, arrossisci e poi dici che non ti piace?
Sta zitta coscienza del cavolo, và.
E perché, quando Luna te l’ha chiesto tu non l’hai fatto, perché dovrei farlo io?
Perché tu sei la mia coscienza, ma qua comando io.
Allora come faresti a scacciarmi?
Vattene e evitiamo problemi.
Ma qui i problemi ce li hai solo tu, non ammettendo a te stesso che in verità Luna ti piace.
Devi avere una bella fantasia per dirmi che mi piace l’unica ragazza che mi sta alla larga.
 
Ormai era quasi ora di andare a dormire. Io e i ragazzi stavamo guardando un film, d’azione mi pareva, anche se io assorto nei miei pensieri non ci facevo molto caso. Nonostante questo però, anch’io notavo molto la mancanza di Harry. Era sempre lui a parlare quando non ci pensava nessun altro, a dire cose stupide tanto per sopprimere il silenzio. Noi tutti cercavamo di prendere ognuno un po’ del suo posto per non far sentire troppo che mancava qualcuno, ma nessuno era in grado di sostituirlo. Nessuno. 
P.V LOUIS
Guardare Crystal da qua mentre ascoltava la musica con le sue amiche dal suo cellulare mi faceva automaticamente sorridere. Non so perché, mi metteva allegria. Be, in verità anche il solo pensarci me ne metteva. Voleva sempre l’ultimo modello del suo cellulare, per questo io forse non le andavo bene. Pareva quasi che volesse l’uomo ultimo modello, l’esempio di perfezione. Ma io purtroppo non lo ero. Per questo non le avevo mai detto niente. Avevo paura che non le andasse troppo bene. Sì, probabilmente era questo il problema.
P.V CRYSTAL
Stavo tranquillamente tornando nella nostra stanza, chiedendomi che fine avevano fatto le mie compagne. Non si erano fatte vive. Complimenti a loro. Va be, mi avrebbero di sicuro raggiunto in camera. Stavo camminando, quando Priscilla mi si parò davanti mettendomi una mano in segno di stop.
-Oh, che hai adesso da rompere le palle? Guarda che oggi non è giornata.- Dissi mentre sentivo la cartella che mi pesava sempre di più sulle spalle. Ero già pronta ad afferrare lo yogurt della ragazza seduta nel giardino e tirarglielo in testa, quando lei interruppe i miei istinti yogurtisti (?) dicendo:
-Aspetta un attimo, quanto sei frettolosa. Voglio solo parlarti.
-Allora, vediamo che cavolata mi vuoi dire prima di farti una bella doccia yogurtosa?
-Sono qui solo per aiutarti a non farti prendere per il culo da certe persone, ma se tu ci tieni così tanto a subire, peggio per te.
-Aspetta, una volta tanto che dici qualcosa che potrebbe interessarmi te ne vai?
-Tu mi hai respinta.
-Muoviti e dimmi quello che sai.
-Sai le tue care amichette, Celeste e Luna? Beh, pare che così amiche non ti siano.- Tirò fuori il cellulare dalla tasca e aprì la galleria, mostrando delle immagini. Nella prima c’era Luna che puntava un indice contro Louis, ed erano abbastanza vicini. Troppo vicini. In quella dopo invece si vedeva Celeste che baciava Louis. Ma come poteva essere successo??? Celeste… Non fece neanche in tempo che scoppiò in lacrime e corse via, diretta nella sua stanza.
P.V LUNA
- 5,4,3,2,1 e…. Evvai!!!!- Sussurrai io, mentre giocavo con Isabel facendo il conto alla rovescia al suono della campanella. E come al solito non ci avevano azzeccato. Finivano sempre troppo presto, così dovevano ricominciare. Almeno avevi qualcosa da fare durante la lezione oltre ad ascoltare la prof che blaterava cose inutili. Di solito ascoltavo la lezione, ma matematica mi faceva addormentare… Troppi numeri. Uscii assieme a Isabel, stavamo per raggiungere Crystal, l’avevo notata un po’ più avanti, quando venni fermata da Lucrezia, che senza dire niente prese il cellulare e mi fece vedere delle foto. Nella prima c’era Crystal che molto vicina a Zayn si guardavano negli occhi. Nella seconda invece, Celeste baciava Zayn. Sentii una dolorosa fitta al cuore, ma cercai di lasciar perdere e tornai a camminare con vicino Isabel. Ma perchè mi sentivo così abbattuta?
Oh, ci risiamo. Mettiti in quella zucca vuota che a te piace Zayn! Fattene una ragione!
Sì… Forse hai ragione…. No, non ne hai affatto, a me Zayn non piace.
Va be, fai tu, sai che me ne frega a me! Se vuoi entrare nella fossa dei leoni fai pure, ma una volta là sarai sola.
Non ci feci caso e continuai a camminare verso la stanza, mentre sentivo Isabel che continuava a cercare riconsolarmi. Era così evidente che ci ero rimasta male?
P.V CELESTE
La lezione era finita e ormai tornavo in camera accompagnata dai ragazzi fino alla sala comunque per mollare il barile pieno di rocce che portavo sulle spalle. Entrai, quando Crystal mi si avvicinò e mi disse:
-Da te non me l’aspettavo, pensavo fossi un’amica. Mi sbagliavo evidentemente. Sei una brava attrice.
-Che? Ma di cosa stai parlando?- Lei mi prese per i capelli e mi spostò via dalla porta mentre si dirigeva fuori. Va bene che avevo capelli resistenti ed ero abituata da mio fratello a farmi tirare i capelli, ma non mi pareva un gesto molto carino… Anche Luna disse più o meno le stesse cose e anche lei si diresse fuori dalla stanza. Io urlai loro dietro che fuori si era messo a  piovere, ma probabilmente loro non ci fecero caso.
P.V CRYSTAL
Mi ero diretta fuori. Non sapevo dove andare, tantomeno senza ombrello. Quando uscii vidi Louis in lontananza, con un ombrello in mano, sul marciapiede di fronte. Forse era meglio parlargli e chiarire, così andai correndo verso di lui, sia per evitare le macchine, sia per non bagnarmi. Ero quasi arrivata, quando inciampai sul marciapiede e gli caddi addosso. E per sbaglio le nostre bocche si incontrarono. Era uno sbaglio. Uno sbaglio troppo azzeccato. Soprattutto dopo aver visto le foto in cui baciava Celeste. Solo che anche volendo staccarmi non ci riuscivo. Era contro il mio istinto ed io non ero mai stata capace di andarci contro. Quando il baciò finì, lui mise una mano tra i miei capelli e disse:
- Crystal, ma sei tutta bagnata! Che ti è successo?
-Lascia stare, probabilmente tu eri già occupato con Celeste o Luna.
- Con chi?
- Hai capito benissimo Lou.
- E che cosa avrei fatto con loro?
- Priscilla mi ha mostrato foto poco carine da parte tua.
- Ah, e tu ti fidi di più della parola di Priscilla che della mia? Io ti dico che non ho fatto niente né con Luna, né con Celeste. E poi Celeste è di Harry, lo sai.
- Ma le foto? Cos’è se le è inventate?
-Magari erano solo dei fotomontaggi, ci hai mai pensato?
- Beh… In verità… No. - Dissi io evitando di guardarlo negli occhi. Lui mi prese con due dita il mento e lo portò vicino alla sua bocca per la seconda volta. Sentire le sue labbra morbide vicino alle mie era veramente fantastico.
Corsi in camera a chiarire con le ragazze, ringraziando vivamente Louis.
P.V LUNA
Non avevo intenzione di lasciare il campo e bagnarmi tutta, così mi feci un giro fra le varie stanze facendo finta di avere una meta, che in realtà non c’era. Poi incontrai Zayn. Ma quel bel fu… furfante, sì furfante, doveva sempre stare al momento giusto nel posto giusto? No, nel posto sbagliato al momento sbagliato, mi sono confusa, Malik non fa mai una cosa giusta.
-Hey bellezza, che hai oggi?
-Cosa ti fa dedurre che io abbia qualcosa?
-Ti conosco meglio di quanto tu creda.
-Non penso.
-Intanto ho capito che c’è qualcosa che non va.  Che hai?
-Non voglio parlarne ed anche se volessi, tu saresti l’ultimo della lista in cui sono comprese le persone di tutto il mondo.
-Si può sapere che ti ho fatto di male?
Mi hai rubato il cuore, ecco che hai fatto.
-Lasciami stare una volta tanto Zayn.
-Se tu non vuoi parlarne, io non ti obbligherò, ma sappi che io sono qua, puoi fidarti.
Lo so che mi posso fidare di te, ma non so se posso fidarmi di me.
-Se riuscirò a fidarmi ti farò un fischio.
 
Tornai in camera e mi ritrovai Celeste e Crystal discutere, mentre entrambe guardavano verso il basso. Probabilmente si sentivano in colpa.
-Finalmente sei tornata!- Disse Crystal abbracciandomi.
-Stammi lontana.
-Volevo solo scusarmi per aver trattato male anche te. Ho già chiesto scusa a Celeste. Solo che Priscilla mi aveva fatto vedere delle foto ed io… Pensavo fossero vere ed ho creduto più a loro che a tutti voi, quando invece le foto erano finte. Quindi, ti prego perdonami.- Sembrava davvero pentita.
-Aspetta… Le foto erano finte!?!
-Le hai viste anche tu?
- Certo! Me le ha fatte vedere Lucrezia.
- Allora hanno architettato tutto loro!
- Ce la devono pagare- Si intromise Celeste più decisa che mai. Pareva sicuro ormai. Ci sarebbe stato un grande conflitto con quelle tre. Crystal cominciò ad uscire dalla stanza, mentre io chiesi a Celeste:
- Ora ci vendicheremo, ma la storia tra Crystal e Louis è a rischio a causa della rissa, ricordi?
- Sì, domani. Toccherà a noi sistemare le cose, quindi preparati
 
Hey ragazze!!! Come state? Lo scorso capitolo ho ricevuto solo poche recensioni… Se non vi piace… Io smetto di scriverlo… Se vi piace pubblico il prossimo ancora più in fretta, dipende tutto dalle recensioni… perché se no è inutile. È che non capisco perché lo vedano in tante ma nessuno lascia una recensione… Che tristezza. Vi prego me ne lasciate una anche piccolaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Grazie lo stesso. Passando al capitolo: che ne pensate delle coppie? Quale vi paice di più? Spero che vi piacciano davvero! Sono così contenta! (Non chiedetemi di cosa). Ora vado, vvttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb!!!!!

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Capitolo 7
*** Trouble ***


Cap.7

 

P.V CELESTE
Tutto va bene. Finalmente, ce n'è voluto parecchio di tempo. Ma ora tutto si è sistemato, una volta per tutte. O almeno spero. Con la fortuna che mi ritrovo, può accadere di tutto da un momento all’altro, quindi non mi stupirei se tutto crollasse nel giro di un secondo. Ma adesso siamo ottimisti che fa solo bene. L’unica cosa che penso che potrebbe andare non troppo bene è la rissa tra Louis e Nick… Sì, quello è un bel problema. Non ho mai amato i rompicapi, tantomeno ora. Quando a casa c’era mio padre che giocava con quel maledetto cubo tutto colorato, mi venivano i nervi solo a vederlo. Che divertimento può mai dare uno stupidissimo cubo che se riesci a mettere due quadrati dello stesso colore vicino sei un mito? L’unica volta che ci ho provato, mancava poco che lo buttassi giù dal balcone di casa mia al quinto piano. Io l’avrei anche fatto, ma mio papà me lo tolse di mano prima. Peccato. Almeno al college nessuno ci gioca. Tra poco comunque sarà il momento di tornare a casa per la visita alle famiglie. In fondo, possiamo dire che mi sono mancati, tra mio fratello che fa il cretino tutti i giorni e mia mamma che ne combina sempre una delle sue. Ma la cosa che mi è mancata di più di casa, penso siano i poster… sì, penso sia così. Erano così belli, con  bei occhi di cantanti e attori famosi puntati su di te… A Crystal e Luna non erano mai piaciuti perché dava loro fastidio avere tutte le “persone appese al muro” a guardarti. A me invece mi piacciono molto, per questo sarà bello rivederli.
Yuuuuuuu, bella addormentata, hai intenzione di svegliarti prima o poi? Ti ricordo che la lezione va avanti.
Lezione? Che lezione?
Piccolo riassunto: ti sei svegliata stamattina, sei andata a scuola e finalmente siamo all’ultima ora, mentre tu hai dormito nelle precedenti, senza contare il cambio dell’aula.
Ma che spiritoso! E poi, ho altro a cui pensare, una volta tanto che tutto sembra procedere nel verso giusto!
Io non ci giurerei…
Pessimista… Come al solito mi porti una fortuna incredibile, uccello del malaugurio!
Appena la lezione finì, me ne uscii canticchiando qualcosa inventato al momento dall’aula, ansiosa di raggiungere i miei amici. Se vi state chiedendo il perché di questa immensa felicità, la risposta è che semplicemente, Harry tornerà presto, anzi, a momenti. Appena arrivo, Niall mi saluta molto rumorosamente, come al solito:
-Hey Celesteeeeeee!!! Come stai?
-Non potrei stare meglio! Harry?
-Stai calma, dovrebbe arrivare alle cinque e sono solo  le quattro e mezza!
-Allora ho il tempo di cambiarmi! Bene, vado subito, tu non ti muovere da qui!- Niall si fa una risatina e scuote la testa, mentre io corro come una forsennata in camera, quando sento qualcuno che mi afferra per il polso e improvvisamente mi ritrovo al buio.
- Ma… Che succede?
-Niente, assolutamente niente- Risponde una voce. Una voce maschile. Una voce minacciosa.
- Beh, se non succede niente allora.. Io me ne vado, ok?- Dico io riprendendo la mia corsa, andando dalla parte opposta a quella da dove proveniva la voce.  Solo che altre quattro braccia mi afferrano ritrascinandomi al punto di prima. Ok… Sono accerchiata.
-Chi siete? Cosa volete da me?
- Calma ragazza, aspetta. Magari un giorno saprai.
-Se non volete niente, io cosa ci sto a fare qua?
-Non mi pare di aver mai detto che io non voglio niente.
-Allora muoviti, non ho tempo da perdere.- Cerco di farmi forza, anche se tutte quelle strani voci che sentivo attorno non mi piacciono affatto.
-Ma che carattere tutto fuoco e fiamme… Peccato che mi pare tutto fumo e niente arrosto.
-Tu come fai a dirlo? Io non ti conosco.
-Tu non conosci me, ma io conosco te, più di quanto tu possa immaginare.
-Certo, finiscila con questa baracconata ora e dimmi chi cavolo sei o cosa cavolo vuoi!
-Bene, vuoi passare al sodo? Facciamolo. Io so che Styles sarà di ritorno a momenti.
-E a te che te ne importa di Harry?
- Troppe domande ragazza, tieni a freno la lingua per un minuto.
- Decido io quando parlare e se no cosa mi fai?
-Non ti conviene saperlo.-  Non so cosa cavolo stava succedendo. Per una volta, una sola che tutto andava bene, ecco che tutto se ne va di nuovo a farsi benedire. E ti pareva. A pensarci in effetti non è troppo strano. Ma non mi farò impaurire da una strana voce. Assolutamente no. Però… Meglio non scoprire cosa potrebbe farmi.
-Allora, come stavo dicendo, quando Styles tornerà voi due non dovrete assolutamente mettervi insieme. Hai capito?
-Che? Ma che problema hai? Hai dimenticato di prendere qualche medicina? E poi come fai a sapere che c’è qualcosa? Perché non vuoi che noi stiamo insieme? A te cosa te ne frega? E se io non dovessi darti retta, tu cosa far…- Non faccio a tempo a finire che qualcuno mi prende per le spalle e tappandomi la bocca si avvicina al mio orecchio e mi sussurra:
-L’unica cosa che devi sapere è che se voi due vi metterete insieme o qualcuno verrà a conoscenza di questo, finirà molto male, per Styles intendo. Ma anche tu non te la passerai bene, ci puoi scommettere.- Dopo avermi sussurrato questo, mi spinge verso un punto, nel corridoio, dove mi avevano presa poco tempo fa. Rimango shockata per qualche minuto, poi scuoto la testa e torno in me. Mi dirigo verso la mia camera, quando passando per il corridoio esterno noto l’orologio che segna le cinque ormai passate. Decido di non andarmi a  cambiare ed andare da Harry. Cosa sarebbe successo dopo, boo, sarebbe rimasto un mistero.
P.V LOUIS
Sto andando a cercare Celeste, ormai è passato parecchio tempo e lei non si è fatta vedere. Niall aveva detto che si era andata a cambiare, ma poi non l’ho più’ vista, non è tornata. Volevo che ci fosse assolutamente al ritorno di Harry o ci sarebbe rimasto male. La trovo  nel corridoio che ci sta raggiungendo.
-Celeste, non ti eri andata a cambiare?- Chiede Niall, pensando che sarebbe arrivata qui in perfetto ordine per l’arrivo di Harry.
-Si’, ma ho cambiato idea… Dovresti esserci abituato!
- Ma allora che hai fatto in questo tempo?
-Ero andata a cercare Crystal e Luna per chiedere loro un consiglio, ma non le ho trovate.-
-Eccoci!!!
-Aspettate!- Ed ecco che Crystal e Luna arrivano così in fretta, che si fa fatica a vederle.
- Ecco le solite ritardatarie!- Commenta Zayn fissando Luna.
- Sei fortunato a non avere la nostra prof come insegnate o non sopravvivresti un giorno, tanto perché’ sei un bambino viziato!- ribatte subito Luna.
- Mi stai dando del fragile, bicchiere di cristallo?
-Oh, finiscila di vantarti Zayn Malik, una volta tanto renditi conto che far incavolare la gente non è una qualità, ma probabilmente tu non ci puoi far niente, dato che solo a vederti la gente dispera!
-La gente dispera solo perché vorrebbe avere il mio bel fisico!-
-RAGAZZI!- Grida Liam.
-Almeno per oggi che torna Harry, potete non litigare?- Chiede Crystal. Zayn incrocia le braccia, mentre Luna sbuffa sul ciuffo ribelle che si ritrova in segno di disappunto. C’è da notare che ogni ribattuta che hanno, si avvicinano sempre di più’… Non sono sicuro di voler sapere però cosa sarebbe successo se nessuno li avesse fermati.
Finalmente un’automobile si ferma a pochi metri da noi, da cui scende Harry, che dopo aver salutato con un bel sorriso sua madre, arriva sul marciapiede con la valigia sulle spalle e ci saluta, mentre vedo Celeste corrergli incontro entusiasta, abbracciandolo. Noi siamo rimasti indietro, quando notiamo che Celeste si stacca fin troppo in fretta da Harry, ma nessuno di noi ci fa davvero caso.
P.V CELESTE
Quando ho abbracciato Harry appena arrivato ho sentito dei colpi di tosse. Niente di più normale. Resto abbracciata a lui per qualche secondo ma poco più tardi sono costretta a lasciarlo per gli insistenti schiarimenti di gola e tosse. Ho paura che siano loro, solo che quando mi giro verso la direzione da cui proviene il suono, non vedo nulla. Forse mi sono immaginata tutto…
Va bene che normale non sei, ma questo è un po’ esagerato non trovi?
Presto anche i ragazzi ci raggiungono e tutti abbracciano Harry e gli danno il bentornato. Era mancato a tutti, infatti dopo poco anche altre ragazze del college che io non conosco vengono a salutarlo. Sembra un divo di Hollywood, ma vederlo con una massa gigantesca di ragazze attorno mi fa ingelosire. Penso sia normale… Harry è mio, no? Probabilmente se ne accorge, cosìappena le ragazze si dileguano, mi dice:
-Non preoccuparti, per me ci sei solo tu.- Andiamo nella mia stanza, mentre Luna, Crystal e i ragazzi afferrano il concetto: “vogliamo stare soli”. Io non ne sono molto sicura in verità… Chissà cosa potrebbe accadere se succede qualcosa che loronon vogliono. Entriamo nella stanza e chiudo la porta a chiave assicurandomi di essere soli. Tiro le tendo onde evitare di essere spiati da fuori. Probabilmente Harry si sta chiedendo se ero diventata pazza di colpo mentre lui non c’era o se avevo qualche problema mentale di natura, perché alza un sopracciglio e mi guarda con aria stranita.
-Che fai Celeste?- Mi chiede.
-Oh niente, non voglio che qualcuno rovini l’atmosfera.
-Dal cortile sarà difficile farlo.
-Io non ci giurerei.- Lui non ribatte più e poi mi dice:
-Non mi dai neanche un bacino al mio ritorno? Non ti sono mancato neanche un po’?-
-Te ne do quanti ne vuoi!- Dico io avvicinandomi a lui, quando sento di nuovo un colpo di tosse dal corridoio. Ma che diavolo sta succedendo?!? Harry nota il mio disappunto e mi chiede se c’è qualcosa che non va. Io rispondo tranquillamente di no:
-Tutto bene, solo che, sai prima che arrivassi c’è stata un battaglia di hamburger ed è meglio che mi faccia una doccia prima.- Butto giù una scusa al momento.
-Vai pure, ti aspetto.-
Oh cavolo… adesso che mi invento???
-         Sì, ok.- Vado a farmi una doccia. Tanto non avrei potuto evitare Harry in eterno, anche se quello sembra il destino. So di averci già provato e di aver mollato al primo ostacolo perché l’istinto era troppo forte. Inutile ormai dire che all’amore non si comanda, non ce l’avrei  mai fatta a stargli lontano.
Sì, ma ti sei forse dimenticata che loro hanno detto che potrebbe accadergli qualcosa di male se tu gli starai attorno?
Staremo attenti. E poi è l’unica cosa che posso fare.
Esco dalla doccia e chiedo ad Harry di allacciarmi la cerniera del vestito rosso che indossavo. Poi mi siedo sul letto, di fianco a lui che mi sorride e mi dice:
-Sei bellissima.-
-Grazie.- Rispondo ricambiando il sorriso. Metto un mano sulla sua spalla e mi avvicino. Un altro colpo di tosse. Qui c’è qualcosa che non va.
-Hai sentito anche tu?- Chiedo ad Harry fermandomi per la seconda volta.
-Si’. E’ successo anche prima e mentre mi abbracciavi.-  Si alza dal letto e guarda dallo spioncino della porta, ma probabilmente non vede niente. Apre la porta e controlla se c’è qualcuno e chi è, ma ancora non si vede anima viva. Torna dentro e richiude la porta.
-Lasciamo perdere, non sarà niente. Dove eravamo rimasti?
-Qua.- Dico io mentre già sfioro le sue labbra nonostante gli schiarimenti continui che vengono da fuori.  Sentiamo un botto e ci stacchiamo e spostiamo in fretta dall’altra parte del letto. Vediamo il vetro della finestra frantumarsi in mille pezzi e cadere all’interno dalla stanza, seguito a ruota da un masso che riusciamo ad evitare a stento. Io urlo, mentre i vetri cadono sul pavimento e Harry si avvicina appena può e mi abbraccia. Ora è terrore. Mi avvicino alla finestra, ma tra tutti i ragazzi che ci sono in cortile è difficile capire chi può aver lanciato il masso, può anche essersene già andato, fatto molto probabile. Afferro il masso che c’è per terra e noto una scritta fatta con un pennarello rosso. C’è scritto “questa volta ti andrà bene, ma non saprei per la prossima.” Harry nota l’espressione spaventata sul mio volto e mi abbraccia. Io mi rifugio tra le sue braccia, appoggiando la testa nell’incavo del suo collo. Con lui mi sento al sicuro. Anche se non lo siamo affatto insieme.
P.V HARRY
Celeste si comporta in modo strano. Non me ne preoccupo: è sempre stato così. Forse oggi più del solito. Al mio arrivo mi sono aspettato subito un bacio. Lei invece cercò di ritardarlo. Poi quei colpi di tosse. Che c’era di tanto strano nel tossire lo sapeva solo lei. O forse neanche. Poi il botto dei il masso che ha spaccato il vetro. Ero terrorizzato, come lei, ma cercai di rassicurarla.
-Dobbiamo chiamare la preside ora.
-NO!- Sento urlare Celeste alla mia proposta.
-Perché?
-Se ti fidi di me, non dire niente e basta.
-Io mi fido, ma vorrei sapere il perché…- Mi mette un dito davanti alla bocca per fermarmi. Io aspetto un bacio a questo punto, come normale che sia, ma non arriva. Penso che non esista nel mondo una ragazza più strana di Celeste.
-Se non diremo niente, dove dormirete?- Vedo un sorrisetto comparire sul volto della ragazza. Quanto è bella quando sorride…
-Beh… Voi avete la stanza collegata alla nostra…-
-Ho capito dove vuoi arrivare. Lo sai che a me sta bene, ma dovete chiedere anche ai ragazzi. Se questa cosa andrà avanti potremmo finir in guai seri.
- Un masso ha perforatola finestra della mia stanza, non colpendoci per poco, non può essere casuale, non trovi? Siamo già nei guai.
-Ma se la preside lo sapesse però, tutto si sistemerebbe.
-Non si sistemerebbe niente Harry. So che è difficile, ma devi fidarti di me. So che è come camminare su un filo bendati ad una distanza pazzesca dal suolo, ma devi sapere che ci sarò io a guidarti.
-Va bene Celeste. Mi fido di te.
-Ultimo problema: come nascondiamo il vetro rotto?
-Terremo la tapparella abbassata la maggior parte del tempo, mentre negli altri momenti apriremo semplicemente la finestra come a far cambiare l’aria.
-Perfetto. Ora l’unica cosa che ci manca è dirlo agli altri.
P.V CRYSTAL
Sto tranquillamente passeggiando, quando noto una grande folla nel salone della sala comune, lo stesso dove c’era stata la festa senza lieto fine qualche tempo fa. Mi avvicino per dare un’occhiata, quando vedo intervenire Luna e Zayn.
-Aspetta Crystal!-
- Che avete da urlare tanto?
-Emm…-  cerca di dire qualcosa Luna.
- E’ che sappiamo che Celeste deve dirti qualcosa!- Viene in suo aiuto Zayn. Zayn che aiuta  Luna? Devono essersi fumati il cervello. Quello mi pare tanto come un “non andare da quella parte, ne’ approfondisci la questione. Lascia perdere quello che stai facendo perché non devi saperlo”. Va bene che miss intelligenza non sono, ma si capisce che c’è qualcosa sotto. Divido Luna e Zayn che mi si parano davanti e corro verso la folla, mentre loro mi implorano praticamente di non guardare. Ok, qualcosa va nel verso sbagliato, ormai l’ho appurato. Quando raggiungo la folla, ancora non vedo niente, ma comincio a sentire colpi violenti e gemiti. Mi faccio strada fra la gente seguita da Zayn e Luna che non mi mollano per un attimo, gridando dei “permesso” e degli “scusa”. Arrivo in prima fila, quando vedo Louis e Nick che fanno a botte. Un pugno qua, uno là  e piano piano i lividi compaiono sui loro corpi. Mi viene da piangere all’idea che c’è una rissa in cui Louis è coinvolto. Nick scaglia un pugno, che colpisce in pieno labbro  Louis. Lancio un urlo, o almeno come posso. Non capisco cosa sta succedendo. Vedo Louis che si gira verso di me e Nick che scorrettamente ne approfitta per tirargli un pugno in pancia. E intanto vedo dalla parte opposta della folla dov’ero io, Priscilla che tranquilla tranquilla lascia che accada tutto quel putiferio. Poi vedo Louis che vedendomi disperata sembra acquistare nuova forza e sgancia un pugno sull’occhio, dove subito dopo Nick si porta una mano. Un livido nero compare sul suo occhio e ancora mi chiedo come Priscilla possa starsene lì a far niente. Anzi, qualcosa fa: messaggia col cellulare non curandosi per nulla del dolore di Nick. E’ una spregevole persona che pensa solo a se’ stessa. Louis fa inciampare Nick, che però si rialza in fretta. Cominciano a girarsi attorno scrutandosi a vicenda per trovar il reciproco punto debole. Un altro pugno da parte di Louis che poi lo prende per il colletto della  maglietta a lo alza da terra appoggiandolo contro il muro. Io gli grido di fermarsi, ma lui sembra troppo lontano per sentire la mia leggera voce. Comincio a sentire le voci come sussurri e vedere sfocato dalle lacrime che mi imperlano gli occhi. Ad un certo punto sento che mi sussurra con un fil di voce che lo fa per me. In un altro momento mi sarei sciolta a saperlo. Ma vederlo lì mentre lotta non mi incita per nulla a farlo. E indovinate chi arriva? Quella bastarda della preside. Un’altra volta.
-Ragazzi! Fermatevi subito!- La folla che si era formata si dilegua in fretta, quando Louis e Nick vengono portati in presidenza.
 
3^ PERSONA
La preside porta i ragazzi in ufficio, li fa sedere davanti alla cattedra e li esamina. Louis ha un labbro rotto, mentre Nick un occhio nero.
-Adesso qualcuno fa il piacere di spiegarmi che è successo.
-Niente preside, stavamo facendo… Una lotta amichevole?- Tenta Louis sapendo che è un pessima scusa e non avrebbe mai funzionato.
-Certo Tomlinson, la prossima volta ingegnati di più per trovare una scusa un po’ più plausibile. Voglio che mi diciate la verità. Louis, fino all’anno scorso, tu ed i tuoi compagni eravate sempre ritardatari e tutto quanto, ma quest’anno è diverso. Voglio sapere il motivo.
- Che motivo? Se lei si fa dei film mentali non è colpa mia e non posso darle spiegazioni.
- Nick? Qualcosa da dire?
-No signora. 
-Allora vai, mentre resto qui a chiacchierare ancora un po’ con Tomlinson.
P.V LOUIS
Perfetto. Ci manca solo la preside. Poi mentre quello stronzo di Nick se ne va lo noto benissimo quel ghigno comparso sulla sua maledetta faccia.
-Louis, lo sappiamo che c’è qualcosa che non va. Sia per te che per Harry e noto un comportamento strano anche in Zayn e Liam.  Del vostro gruppo, l’unico sano pare sia Niall. Ora, io non chiedo tanto voglio solo sapere che succede. Parliamo in modo chiaro.
-Ok, parliamo in modo chiaro: da me non lo saprà.
-Sfacciato Tomlinson… Una volta non lo era.
-Posso andare?
-Non mi pare di averlo mai detto.
-Allora cosa vuole ancora da me?
-Se non ci tiene a restare qua, preferisce che chiami Nick e che sia lui a dirmi tutto? Sappiamo entrambi che metterà lei dalla parte del torto.
-Sappiamo entrambi che io non potrei impedirglielo. E poi, prima non ha parlato, cosa le fa dire che se torna ora parlerà?
- Che è colpa sua se non parla. Ma se lei non ci fosse parlerebbe.
-Allora lo chiami pure, tanto peggio di così non  può andare!
-Ma io voglio che sia lei a dirlo una volta per tutte Tomlinson! Non voglio sentirmelo raccontare da Nick o altri, ma da voi. Quindi:
“Styles e Malik sono convocati in presidenza subito”- Dice lei al microfono. Perfetto, ora devo coinvolgere anche i miei amici.
Presto Zayn ed Harry entrano in presidenza e mi salutano, con uno sguardo del genere: che cos’hai combinato?
-Bene ragazzi, ora siamo in quattro.
-Perché ci ha fatti chiamare preside?- Chiede Harry tutto d’un fiato. Ok, non sono il solo ad aver combinato qualcosa.
-Calma Harry, non è  per qualcosa che avete combinato voi. Sappiamo tutti però che qualcosa è cambiato. Qualcosa è cambiato quest’anno. Io voglio sapere cos’è e come sistemare la questione.
-E si aspetta che saremo noi a dirglielo?- Chiede Zayn. Oh, finalmente qualcuno che mi sostiene.
- Potreste cacciavi in guai ancora più seri se non dite niente. Non pensate di esserci già abbastanza?- I tre fanno spallucce e la preside interroga l’unico che non ha ancora detto niente.
-Styles?
-Preside, a me l’ha già chiesto ed io le ho già risposto che non lo saprà da me, quindi chieda qualcun altro.
- Bene ragazzi, allora sappiate che se scopro qualcosa non in regola, vi posso assicurare che non finirà per niente bene.
P.V CRYSTAL
Mentre Louis è in presidenza, Harry, Zayn, Luna, Celeste, Niall e Liam mi spiegano cos’è successo. Io sono felice che Louis si è battuto per me, sul serio, solo che la preside ormai non ci molla per un secondo e quindi uscirne ora non sarebbe stato facile. Quando vengono chiamati anche Zayn e Harry dal microfono in presidenza, confesso che mi viene paura di quello che sarebbe potuto succedere. E quando tornano, Celeste e Harry sganciano la bomba.
-         Stavamo solo in camera, non facevamo niente di male, quando un masso abbastanza grande ha trapassato la finestra e tutti i vetri sono finiti sul pavimento. Abbiamo schivato il masso per un soffio, solo che la preside non lo deve sapere.- Spiega Celeste.
-         Perché no?- Chiede Liam.
-         Non ve lo posso dire, dovete fidarvi.- I ragazzi guardano Crystal e Luna chiedendo loro con uno sguardo se ne sanno qualcosa. E loro con un altro sguardo rispondono che anche per loro è una novità.
-         Quindi cosa dobbiamo fare?- Chiede Niall preoccupato.
-         Intanto dovremmo pulire il pavimento dai vetri, ma a questo ci penseremo io e Celeste. Poi, dato che la preside non lo deve sapere, noi terremo le tapparelle giù la maggior parte del tempo, mentre terremo le finestre aperte nel resto in modo che non ci si possa accorgere così facilmente che il vetro è rotto. E poi, l’ultimo passo, il più’ difficile: dovremo lasciare che le ragazze dormano nella nostra stanza, perché essendo collegata sarà più facile nascondere tutto.- Spiega Harry. Tutti e cinque annuiscono, ma poi gli viene in mente un dubbio:
-         Ma dove dormiranno?- Ecco Liam, solo lui se ne poteva accorgere. E’ la cosa che ognuno si chiederebbe per prima. Noi invece no, per noi è l’ultima.
-         Principessa, lei dorme con me vero?- Chiede Harry sorridendo a Celeste che annuisce e ricambia il sorriso.
-         Io dormo con te, che tu lo voglia o no!- Dico io saltando in braccio a Louis.
-         E tu bellezza, mi fai compagnia?- Chiede Zayn. Luna sbuffa e poi dice:
-         A mali estremi, estremi rimedi, ma non ti montare la testa.- Risponde lei, mentre si incammina a capo fila con una bretella dello zaino sulle spalle, mentre Zayn dietro di lei sorride beffardo. Quanto sono buffi quei due: si piacciono e non lo ammettono neanche.
P.V CELESTE
Ormai è ora di andar in mensa. Lo era anche dieci minuti fa, ma sono corsa in camera ad aprire la finestra. Mi mette un’ansia terribile ciò che sto facendo. Ma sapere Harry dalla mia parte, vicino a me, mi sembra molto rassicurante. Mi avvio verso i ragazzi che mi aspettano in sala comune per andare in mensa. Prima che posso raggiungerli, sento della mani tirarmi per i fianchi. In men che non si dica mi trovo al buio. La paura comincia ad invadermi. So che probabilmente sono circondata un’altra volta e non vedendo niente preferisco stare ferma ed ascoltare i rumori. Una mano mi tappa la bocca, mentre mi cingeva il fianco impedendomi tentativi di evasione. Poi sento sussurrare al mio orecchio:
-Bene, guarda chi abbiamo qui. Forse tu non te l’aspettavi, ma sappi che noi sappiamo tutto di te. Ogni singola cosa. E possiamo sapere cosa fai, o con chi sei anche da parecchi chilometri di distanza. Ma tu non ci hai obbedito. Ci hai sfidato. Non è così? Pensavi di poterti prendere gioco di noi. Manon hai tenuto conto id una cosa: noi sappiamo chi sei tu, ma tu non sai chi siamo noi. Non ci hai  mai visto. Noi potremmo ucciderti i qualsiasi istante. Ma sappi che per tua fortuna non è il nostro principale scopo. Quindi ora scappa più’ veloce che puoi e non avvicinarti ad Harry se non vuoi che finisca male. E per male intendo molto peggio di così.-

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Capitolo 8
*** Don't finish here ***


Cap.8

P.V Celeste
Che bello il cielo stanotte. Pullula di stelle splendenti senza lasciare intravedere una nuvola. Tra poco sarà ora di tronare a letto. Non so se riuscirò a dormire. Mi sento come al primo giorno: troppe emozioni in una sola volta.  Ora tutti sono a cenare, mentre io preferisco rimanere qua tra i miei pensieri. Non mi piace isolarmi, ma non posso dire a nessuno di quello che mi sta accadendo. Non voglio rischiare tutto solo perché’ ho una lingua tropo lunga. Quindi, penso che lascerò stare e lo terrò per me. Ora sono nella camera dei ragazzi, tra poco saranno  qui, la cena è iniziata da un pezzo. Sento la porta che si spalanca ed Harry che entra, lo riconosco dal passo sicuro e calmo che lo distingue.
-Hey piccola, tutto a posto?
- Certo, perché?
-So che sei spaventata per ciò che è successo, ma non aver paura, in un modo o  nell’altro saremo noi a vincere.
-Non sono spaventata.- Risposi io calma, mentre guardavo ancora fuori dalla finestra e vedevo il suo riflesso dietro di me. Mi preso il viso con le sue calde mani e lo fece combaciare col suo, fronte contro fronte.
- Non ti lascerò.
-Neanche io.- Ora anche le bocche erano unite, come ad essere una cosa sola.
-Be sì, se ogni volta che sono spaventata fai così, penso che lo sarò molte più’ volte.- Vidi il sorriso comparire sul suo volto ed io ricambiai.
- Wella gente!!- Vidi la porta riaprirsi ancora ed entrare dopo aver tirato un calcio alla porta Zayn e compagnia.
-Zayn, rovinerai la porta!- lo rimproverò Liam. Sempre i soliti, non cambieranno mai.
- Siamo arrivati, anche se io sarei rimasto a mangiare ancora qualcosa…- Commentò Niall mentre il suo stomaco reclamava cibo.
-Niall!! L’hai fatto apposta, ora ho fame anch’io!- Protestai mettendo il muso. Non ero andata a cena anche perché’ avevo fame, ma Niall era contagioso. Poi sentirlo che rideva metteva sempre di buon umore. I ragazzi si guardarono e poi tirarono fuori qualcosa da mangiare da dietro la schiena, che io come una deficiente non avevo notato.
-Hai fame giusto? Allora all’attacco!- Esultò Luna.
-Siiii’, la pizza!!!- Commentò Liam tuffandocisi dentro. Io la presi e la spostai velocemente e Liam per poco non si mangiava il pavimento sotto di essa.
-Hey!!! Ridammi la mia pizza!
-La rivuoi? Prenditela!- Dissi io spalmandoiela in faccia. Lui si leccò il pomodoro attorno alle labbra, mentre Louis commentava:
-Addio al beneducato Liam!-
- Non dirglielo una volta tanto che sta sulla Terra!- Lo rimproverò Crystal, mentre gli tirava un cuscino.
-Ah sì? Vuoi la guerra?- Disse Louis alzandosi per rincorrerla, mentre lei già fuori si sbatteva la porta alle spalle.
- Beh? Mangiamo?- Chiese Niall impaziente.
- Ok, mangiamo brontolone!
- Sei cattiva, solo perché’ ho fame!- Disse lui incrociando le braccia. Io lo presi da dietro  e dissi:
- Non si può resistere a questo cucciolo!-
-Hey lontani dalla mia ragazza!
- Keep calm Harry! La stavo solo prendendo in giro!- Rispose Niall.
- Mi stavi solo prendendo in giro? Ma davvero?- Dissi con un sorriso astuto. Cominciai a fargli il solletico e lui a rotolarsi dalle risate, mentre Harry azzannava la pizza facendo finta che l’avrebbe finita tutta lui. Niall si dimenava urlando:
-No! Il cibo no!-
Quando fu al limite lo lasciai respirare, o almeno era il mio intento, ma lui non si lasciò il tempo per riprendere fiato, per inghiottire la pizza.
-Così ti strozzerai!- Gli ricordammo io ed Harry, ma lui non ci diede retta.
-Ragazzi, ma Luna e Zayn si può sapere dove sono finiti?- Nessuno se n’era accorto, ma silenziosamente parvero spariti anche quei due. Ora rimanevano solo in quattro. Chissà dov’erano…
P.V CRYSTAL
Corsi fuori dalla stanza, più’ velocemente che potevo per scappare a Louis.
-Odiose scale a chiocciola!- Imprecai mentre le guardavo male, come se lo facessero apposta o potessero sentirmi. Mi fermai di botto all’ultimo gradino per controllare che non ci fosse gente a guardare da quella parte, eravamo fuori orario per le visite all’altro dormitorio. Per poco non caddi a terra in quel tentativo, così corsi via verso il dormitorio delle ragazze e da in cima alle scale dissi a Louis che guardava dal basso:
-Fregato, non puoi salire nel dormitorio delle ragazze!-
-Scommettiamo?
-C’è un sacco di gente!- mentii, in verità era tutto deserto.
-non importa, ora vengo a prenderti!- Ricominciai a correre ed entrai ella nostra stanza, dove momentaneamente la tapparella era abbassata. Inciampai sul tappeto, la luce era spenta e non l’avevo notato. Ok, ero in trappola. Louis arrivò praticamente assieme a me e mi fermò per terra. Ormai eravamo parecchi vicini, Louis era praticamente su di me, tenendosi per i gomiti.
-Ora dove scappi?- Chiese.
-Ok, non scappo da nessuna parte.- Gli sussurrai io sfiorandogli le labbra. Sentii la forte presa che aveva venire meno e così mi diedi una forte spinta. Ora lui era sotto. Mi alzai in fretta urlandogli un “ ci vediamo!” e corsi via. Tornai nella camera dei ragazzi, dove poco dopo mi raggiunse Louis dicendomi:
-Questa volta hai vinto tu, ma la prossima volta starò più’ attento alle tue armi di seduzione e vincerò io!- Io risi e gli diedi un bacio a stampo.
- Va bene quest’arma di seduzione?
-Mm… Puoi fare di meglio.
- va bene, quando avrò imparato forse ti farò un fischio.
-NO! Quest’arma di seduzione è perfetta!
-Bene, allora il bacio di prima di basterà per un po’.
-Ah, non è giusto, ne hai sempre una!
-Dai, sto scherzando!- Dissi io avvicinandomi.
-Ora non lo voglio più!- si lamentò lui. Io gli feci una linguaccia e lui pure.
-Ragazzi decidetevi, o vi date il bacio o no!- Rovinò la festa Harry.
-Zitto Harry che sei peggio di noi.
- Non è vero.- Si sentirono tossire Liam e Niall in senso di disappunto.
- Hey, che dite, io ed Harry non siamo così! – Rispose Celeste
- Certo che non lo siete…- Cominciò Liam.
- Siete quasi peggio!- Concluse Niall.
- Niall, vuoi morire di solletico una seconda volta?
- Ma non si può morire due volte!
- Proviamo!
-No, no, no, è vero si può morire due volte, però lasciami stare!- Implorò lui. Celeste fu costretta ad acconsentire:
- Ma solo perché hai degli occhi dolci!- Commentò.
P.V LUNA
- Cos’hai detto sul mio ciuffo?
- Che mi ricorda il pulcino pio!- ribattei io. Odio il pulcino pio, come lui. O almeno penso… perché io non mi sono mai informata su Malik… No, certo che non l’ho fatto. Indietreggiai lentamente, mentre lui avanzava con aria arrabbiata.
- Ah sì? Eppure il pulcino pio piace a tante persone!
- Certo, ma il tuo ego smisurato ti rende come un gallo, un vanitoso gallo che non vale niente! E poi a me non piace il pulcino pio, quindi prendila pure come un’offesa!
- Cos’hai detto?
- Prendila pure come un’offesa.
-No, prima.
-Un vanitoso gallo che non vale niente.
- No, dopo!
- Prima, dopo, allora, scegli!
- Tu hai detto che non ti piace il pulcino pio.
- Già, proprio come te!
- Però hai detto che io sono un gallo, un gallo è una cosa diversa da un pulcino.
-Senti Malik, non arrampicarti sui vetri, perché io intendevo che non mi sei simpatico.- Continuai ad indietreggiare, finche’ non sentii una porta dietro di me.
-Un gallo vale più’ di un pulcino. Questo significa che valgo più’ di una canzone che rompe alla radio tutti i giorni!- Tiro’ le somme lui.
- Ah, pensala come ti pare.- Dissi io facendo per andarmene, ma lui mi prese i polsi e tirando un calcio alla porta come amava fare… No, io non so se lo amava fare… non ne ho la più’ pallida idea, comunque mi spinse dentro.
Sicuro, ti spinse dentro.
Va bene, forse ero io. In ogni caso è stato lui a baciarmi, quasi con violenza, dentro uno sgabuzzino piccolo e buio, tanto che appena la mia bocca si fu staccata da quella di Malik, non potei vedere i suoi occhi. Peccato, avrei tanto voluto vederli, la sua reazione. Appena usciti  li vidi luccicare come due stelle, due fantastiche stelle, mentre un sorrisetto di quelli che odio comparve sul suo viso. Eppure nonostante lo odiassi, mi sentivo come attratta da lui, come se fosse una sfida.
E’ notte fonda. Sì, sto dormendo con lui se ve lo state chiedendo. Ma soltanto perché’ non ci sarebbe altro posto…
-Hey.
-Che c’è Zayn?- Chiesi al suo richiamo. Lo sentivo, vicino alle mie orecchie, in un sussurro.
- Mi hai chiamato per nome.- Mi fece notare.
- Giusto, MALIK- Risposi sottolineando il cognome del ragazzo
- Sei perfida.
- Grazie, lo so, è tra le mie migliori doti.
-Penso tu abbia già capito a cosa sto pensando.
- Eh, l’invidia.
- Invidia per cosa?
- Per la mia smisurata bellezza.
- Gallina vanitosa.
-Copione. Tornando a noi: cos’è che dovevi dirmi?
-Mm… Non me lo ricordo.
- Sempre il solito.- Dissi io in una risatina.
- Che ti ridi?
-Sembri un ottantenne!
- Ma sono molto più’ figo di un ottantenne.
- Dai, va bene, te la do vinta.
- Vedi che nessuno sa resistere al mio fascino?
- Sogna Malik, sogna, lì puoi credere a quello che vuoi.- Probabilmente mi fece una linguaccia, ma non ci feci caso. Al di sotto del letto a castello su cui dormiva Zayn, vidi Harry che abbracciava Celeste rannicchiata, forse per il freddo, molto vicini, mentre Crystal e Louis sorridevano fronte contro fronte, vicini anche d’istinto. Quanto mi sarebbe piaciuto essere come loro… No, non è vero, non mi sarebbe piaciuto.
Sogno…
-         Ehi Luna, hai voglia?
-         Dai Amore non ora…- Stavo chiacchierando sul letto con… Zayn. Penso che fossimo un po’ più’ grandi di ora, ma non di troppo.
-         Dai, è da ieri che non mi dai neanche un bacino.
-         Appunto, ti sto tenendo sott’occhio, alla prova.
-         Ma io non ce la faccio lo sai. Non c’è bisogno di una prova.
-         Va bene.- Dissi io cominciando a sfilargli la maglietta rossa, lasciando il petto scoperto…
P.V CELESTE
Sogno…
Wow, quanta gente. Chissà dov’ero. La folla sembrava urlare mentre un signore annunciava dal palco una cantante… Mi pare Taylor Swift, ma non i capiva un granché’. Avevo in mano qualcosa… Un biglietto. Lo osservai ed andai a sedermi tra i posti più’ vicini al palco. Poco dopo iniziò a cantare:
Once upon time
A few mistakes ago
I was in your sights
You got me alone
You found me
You found me
You bound me
I guess you didn’t care
And I guess I liked that
And when I fell hard
You took a step back
Without me, without me, without me
And he’s long gone
When he’s next to me
And I realize the blame is on me
Cause I knew you were trouble when you walked in
So shame on me now
Flew me to places I’d never been
So you put me down oh
I knew you were trouble when you walked in
So shame on me now
Flew me to places I’d never been
Now I’m lying on the cold hard ground
Oh, oh, trouble, trouble, trouble
Oh, oh, trouble, trouble, trouble
No apologies
He’ll never see you cry
Pretend he doesn’t know
That he’s the reason why
You’re drowning, you’re drowning, you’re drowning
And I heard you moved on
From whispers on the street
A new notch in your belt
Is all I’ll ever be
And now I see, now I see, now I see
He was long gone
When he met me
And I realize the joke is on me
I knew you were trouble when you walked in
So shame on me now
Flew me to places I’d never been
So you put me down oh
I knew you were trouble when you walked in
So shame on me now
Flew me to places I’d never been
Now I’m lying on the cold hard ground
Oh, oh, trouble, trouble, trouble
Oh, oh, trouble, trouble, trouble
When your sadest fear comes creeping in
That you never loved me or her or anyone or anything
Yeah
 
Me ne andai, appena finita la canzone. Sentivo come se dentro di me una verità fosse scoppiata. Come se qualcosa non fosse andato nel verso giusto.
 Mi svegliai per un urlo. Aprii gli occhi spaventata ed urlando:
-Chi? Cosa? Un ladro? Quando? Cosa vuole? Non fateci del male!-
- Calma piccola, va tutto bene.- Harry. Per fortuna c’è sempre lui vicino a me. Luna aveva urlato. Eppure non aveva niente a prima vista.
-Luna che hai?- Chiese Crystal, interrotta dal terribile suono della sveglia.
-NIALL! TI DECIDI A COMPRARE UNA SVEGLIA CON UN SUONO PIÙ DECENTE???- Urlò Louis per farsi sentire. Niall triò una manata alla sveglia che cadde a terra. Poi mormorò un “fatto” e tornò a dormire.
-luna, che hai?- ripete’ Crystal.
- Niente, un brutto sogno, prepariamoci per andare a scuola.
-Cos’hai sognato Luna?- Le chiesi mentre eravamo in camera nostra per prendere i libri ed alzare la tapparella.
-Mm… Non me lo ricordo.
- Dai, non lo diciamo a nessuno.
- Però dovete giurare di non prendermi in giro.
- Va bene.- Risposiamo io e Crystal all’unisono. Lei si avvicinò ai nostri orecchi e disse: “ ho sognato di andare a letto con Zayn.”
- HAI SOGNATO DI FARE SESSO CON Z…- Fece per dire Crystal spaventata, le altre due fecero appena a tempo a tapparle la bocca. Dopo ci dirigemmo tutte in classe con i ragazzi, che per fortuna parvero non aver sentito niente dalla stanza di fianco. Arrivati alla mia aula diedi una bacio ad Harry, forse fin troppo lungo, perché’ i corridoi erano ormai deserti, tutti gli alunni erano nelle rispettive classi. Ad un certo punto si sentì un forte botto provenire da fuori ed uscire tutti gli alunni dalle proprie classi per andare a controllare. Fuori si sentì il rombare di una moto fuggire via con un signore, ragazzo, qualcuno, tutto coperto per non farsi riconoscere. E Zayn accasciato per terra contro ad un muro. Vidi Luna cercare di farsi spazio tra la folla ed avvicinarsi a Zayn.
-Malik? Tutto bene?- Lui non rispose e sia io sia Harry ci avvicinammo e portammo Zayn in infermeria, non riusciva a camminare per una caviglia fratturata. Per il resto aveva qualche livido qua e là, ma niente di che, o almeno così ci disse l’infermiera. C’era un biglietto attaccato al muro. Lo presi e lo lessi di nascosto:
 
Finiscila di stargli così vicino o qualcuno potrebbe farsi male… 
O forse è già troppo tardi.
Divertiti.
 
P.V LUNA
Perché sia accaduto questo proprio ora non lo so. E sinceramente me lo chiedo, sembra che tutte le emozioni stiano ricadendo su di me proprio ora. Il bacio e la caviglia fratturata… Spero che Zayn non si sia fatto dei nemici troppo potenti da affrontare.
-         Ti giuro Luna che non ne so niente. Stava arrivando in classe perché avevo dimenticato un libro, puoi chiederlo alla professoressa, poi un tipo tutto bendato mi è passato vicino con la moto, è sceso, la sua banda era dietro il palazzo qua di fianco ed hanno cominciato a picchiarmi, non so perché… mi pare che abbiano lasciato un biglietto.- Si giustificò lui.
-Ma non c’era nessun biglietto…
-         Allora deliro, mettila come vuoi. Non capisco perché’ ti interessi tanto a me se mi odi.
-         Questo non centra finiscila di fare il bambino.
-         Va bene. Scusa, ma ora vado a lezione.- Disse lui alzandosi a fatica dal letto ed andando verso  la porta d’uscita, ma con immensa fatica.
-         Zayn, hai sentito l’infermiera, finche’ non ti daranno le stampelle dovresti stare attento a ciò che fai se non vuoi aggravare le cose.
-         Stai calma, sembri mia madre.
-         Dai andiamo, ti do una mano.- risposi io accompagnandolo in classe. Sono rimasta stupita soprattutto dal suo caloroso grazie, mai uscito per quanto ne sappia dalle labbra di Malik. O almeno non rivolto a me. Spero di  non essere arrossita quando me l’ha detto… So solo che forse tengo a lui più di quanto non riesca ad ammettere. Quando l’ho visto sull’asfalto, contro il muro penso sia stato tra gli attimi peggiori della mia vita. Ora comunque non resta che aspettare e vedere come andrà a finire.
P.V CELESTE
-Harry, torna qua un secondo!
- Che c’è Celeste? Penso che abbiamo già’ detto ogni cosa, no?
- Ti giuro su tutto quello che vuoi che io lo voglio con tutto li mio cuore stare assieme a te!
-Allora perché non lo fai?
- perché’ non posso!
-Sempre queste maledette scuse, finiscila una volta per tutte!- Disse lui andandosene. Lo bloccai per un polso e continuai:
- Non ti sembra strano che una ragazza ti baci anche se non ti ama? Non è possibile, anche perché’ sarebbe solo una crudeltà incredibile che per quanti difetti io possa avere, non ce l’ho! E poi ogni volta che siamo in atteggiamenti intimi succede qualcosa!
-Certo, qualcosa che tu non puoi dirmi, perché’ non ti fidi di me, giusto?
-No, completamente sbagliato Harry! Io mi fido cecamente di te, ma non mi fido dice hi mi ha detto di non divulgare il segreto!
-Così presti più attenzione ad uno sconosciuto che a me, bello, molto bello e pensare che tu eri tutto me stesso.
- Harry aspetta! Tu per me sei e sarai sempre ogni cosa, non posso vivere senza te!
- Non mi pare sia così, oppure mi diresti ogni cosa, saresti al mio fianco.
-Harry rifletti un secondo: dev’esserci un motivo se accadono tutte queste cose solo quando siamo assieme!
- Basta, sono stanco di riflettere, l’amore non ha senso, fa male e basta.- Disse lui lasciando la stanza
 
Hey ragazze!
Scusate un sacco per l’immenso ritardo, di solito pubblico ogni settimana, ma stavolta non ce l’ho proprio fatta per alcuni problemi. Beh, come state sisters? Spero bene, vi piace il capitolo? A me no, ma apprezzate lo sforzo! Grazie, baci ciao!

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Capitolo 9
*** If I really broke her heart? ***


Cap.8

 
 
CAP.9
 
P.V CRYSTAL
-Ehy ragazzi! Cos’è tutta sta fretta?- Urlai ai ragazzi che correvano al cibo come se non mangiassero da mesi.
- Tu non capisci Cry. E’ una cosa naturale, mangiare tutto questo, non sai cosa significa non mangiare da ben un’ora!- Rispose Niall mentre si ingozzava di qualsiasi cosa trovasse sulla tavola. Intanto  la cuoca dietro di loro sclerava per il cibo che scompariva sempre di più ogni mezzo secondo.
-Eh sì, non mangiate proprio da tanto tempo!- Commentò Luna sarcastica.
-Ehi, vi manca un membro o è solo un’impressione?- Chiesi riferendomi ad Harry che parve non esserci.
- Sì, da quando è scoppiata la litigata tra lui e Celeste non viene in mensa per paura di incontrarla.- Rispose Louis.
- Alt, alt, alt… Quand’è che Celeste ed Harry avrebbero litigato?
-Sarà un’altra delle solite, litigano un giorno e poi si rimettono insieme, non sanno stare lontani.- Rispose Liam.
- Comunque hanno litigato ieri dopo l’incidente di Zayn.- continuò Lui. Sentii vicino a me Luna rabbrividire.
-E il motivo?
- Questo Harry non ce l’ha detto, ma sembrava parecchio arrabbiato.- Disse Louis.  Oh, ma quant’è carino anche mentre si abbuffa con mezzo chilo di cibo in faccia.
Ma stai zitta coscienza di sto cavolo!
-E… Zayn?- Chiese Luna con voce quasi tremante.
- Per prima cosa presto ti arriverà un premio per averlo chiamato per nome! Per seconda, Zayn è in infermeria, l’infermiera ha chiesto di controllare di nuovo la ferita, nel caso ci fossero cambiamenti. Ma dov…- Non fece a tempo a finire che Luna già non c’era più.
P.V CELESTE
Ora basta. Sono due giorni che salto  il pranzo e sono già stufa. Adesso vado in mensa e mi prendo qualcosa. E se incontro Styles… beh, fa niente! Mi dissi nella mia mente mentre aprivo la porta della stanza e quasi correvo verso la mensa. Sbattei la porta alla mia uscita e raggiunsi il buffet. O almeno cercai di raggiungerlo, ma quando la sfortuna imperversa non c’è niente da fare. Ecco che incontro Harry. Penso che abbia pensato come me.
- Che ci fai tu qua?
- Sai, avevo fame e sono venuto in un posto chiamato mensa per mangiare, conosci questo verbo?
- Non fare tanto lo sbruffone Harry. Cos’è, sei ancora arrabbiato per l’altra volta?
- Tu che dici?- Disse lui prendendosi qualcosa dal buffet e non dandole più retta.
- Finiscila di fare il bambino e ascoltami Harry, una volta tanto!
- Io ti ho ascoltata per tutto il tempo in cui siamo stati insieme, ma poi tu hai cominciato ad essere strana ed hai cambiato tutto. 
- Quindi sarebbe colpa mia adesso? Come una storia inizia in due, finisce in due!
- La colpa non puoi dire che è mia, tu non hai praticamente neanche tentato di farla funzionare!
- Io ho tentato e ritentato,  ma non è stato possibile!- Dissi io dirigendomi verso l’uscita.
- Eh no Celeste, non si scappa. Vuoi davvero risolvere tutto? Bene, facciamolo!
- E’ troppo tardi, non c’è niente da risolvere, non c’è  più una relazione da salvare.
- Visto? Tu non tenti neanche!- A queste ultime parole mi girai di scatto verso di lui, buttando a  terra il piatto di plastica che avevo in mano. Eravamo fuori ormai, sotto la pioggia, bagnati.
- -Adesso basta Harry! Tu non capisci che c’è un motivo per cui non possiamo stare insieme e non è che io non voglia, il problema è che sono proprio stanca di inseguire il nostro amore fino allo sfinimento. STANCA. La nostra relazione non è finita per colpa mia, mettitelo in quella tua maledetta testa!-
- Insisti ancora? Certo, una storia come in due inizia in due finisce, ma non sono io quello cambiato. Tu sei cambiata e non capisco proprio cosa ti prenda. Ti stai comportando come una bambina viziata che inizia una cosa e poi la molla lì come se niente fosse, non curandosi delle altre persone. Beh, appi che abbiamo tutti dei sentimenti!
- -Bene, allora imparalo prima di insegnarlo, perché tu mi stai ferendo con queste parole, dure come il ghiaccio!
- Non fare la vittima ora. Tanto non ci casco.
- La sai una cosa? Dici che è colpa mia, ma se tu ti fidassi, capiresti che ti amo con tutto il mio cuore. Ma sei tu che sei stato perfido.
- Perfido? Io? E sentiamo, cos’avrei fatto per essere così terribile?
- Tu sei entrato nella mia vita senza che io te lo chiedessi, mi hai rubato il cuore come un ladro senza chiedermi il permesso ed ora lo ritrovo nel cesso, pieno di crepe, in mille pezzettini. Ma tu non sai cosa significa, vero Harry? No, tu pensi di essere la persona più sfortunata al mondo, ma sappi che c’è chi soffre per i tuoi gesti!- E dopo aver detto questo me ne andai. Sotto la pioggia, bagnata fradicia, dopo aver urlato per mezz’ora con il ragazzo che nonostante mi ha rubato e buttato il cuore nel cesso io amo e amerò sempre. Alla fine ce l’hanno fatta ora che ci penso. Sn riusciti a dividerci. Sono riusciti a dividere due persone senza neanche una ragione. Ora sto scappando. Sto scappando, correndo via per le strade piangendo. Tanto non si vede, le lacrime si stanno mischiando con la pioggia che cade violenta su di me, nascondendomi il viso tra i capelli bagnati.
 
Chissà da quant’è che cammino. Forse è meglio tornare indietro, il sole è già tramontato e se non torno al più presto sarò nei guai. Ma se torno dovrò rivedere Harry.. Non sono pronta… non voglio rivederlo neanche in fotografia. Però non posso restare qua sotto la pioggia che da ore cade e non accenna a fermarsi…
-Hey bellezza… Un passaggio?- Non mi giro neanche pensando che non dicesse a me.
-Parlo con te, hai intenzione di rispondere?- Mi giro, senza scostarmi i capelli dal viso. È Un ragazzo, capelli biondi, occhi neri. Era vestito tutto di nero, senza casco
-Sì, grazie- Risposi salendo sulla moto.
-Dove vuoi andare bellezza?
- Al college che c’è da questa parte, un po’ più indietro.-
-Ok, andiamo, indicami tu la strada.- Girammo per varie viuzze, finché lui non mi chiese:
-Ragazza, ma la sai la strada?- Era da tempo che andavamo in giro, ma devo ammettere che mi ero persa. Non arrossii. Non mi è mai successo, se non con Harry.
- Mi sa di no. 
- Bene, ci fermiamo?
-Bene?
-Una volta che mi capita una bomba di ragazza tra le mani me la voglio godere. Dai fermiamoci qua.
-In teoria dovrei tornare al college il più in fretta possibile.- Gli dissi io.
- Ma in pratica?
- In pratica al diavolo le regole, faccio quello che mi pare.- Ok… Forse stavo un po’ esagerando, ma ero proprio stanca, cercare di far andare le cose nel modo giusto non mi ha mai ricompensato e le cose mi si sono riversate contro, quindi, cambiare scena non potrà far male. Il ragazzo mi condusse in una casa, bella spaziosa, molto grande.
- We ragazzi, abbiamo una bella preda qua.
- Ragazzo, non sono una preda, sono una ragazza, non un  animale.- Lo corressi io – Non è che per caso avete una gomma?- Mi aiutavano sempre quando ero stressata.
- Afferra Bella.- Disse lanciandomene una mentre sembrava che una mandria di elefanti scendeva dal p0iano superiore.
-Dai, lasciamo passare questo soprannome.
-Bel caratterino ragazza… Mi piace. Quale sarebbe il tuo nome vero?
-Celeste. Te?
-Anthony.- Finalmente i bisonti riuscirono a scendere le scale. –E loro sono Dannie, Frank e Erik. Nick dovrebbe arrivare a momenti, è al college, anche lui ci va, ma presto sarà di ritorno. Il suo nome per intero è Nicolas, ma tutti lo chiamiamo Nick e appena si spengono le luci là ci raggiunge, tranne quando organizza feste.
-Hey- salutai io Dannie, Frank e Erik, mentre loro decisero che come saluto era meglio un pugno sulla spalla che una stretta di mano. Io dovetti stringermi alla ringhiera delle scale al mio fianco per non cadere a terra, poi ricambiai. Dannie era una ragazza non troppo alta, alcuni centimetri meno di me, magra e con dei vestiti da far ribrezzo, pieni di teschi e sangue, basati sui colori appunto rosso e nero. Frank invece sembrava un tipo da poche parole:
-Io vado a fumarmi una siga, a dopo frà-  Poi uscì. Era alto e robusto, capelli neri con cresta e occhi del medesimo colore. Erik invece se ne stava appoggiato alla ringhiera della scala accanto a me, avvolto nei suoi pensieri e con sguardo astuto.
-Io mi preoccuperei fossi in te ragazza, pare che Erik ne stia architettando una delle sue.- Mi avvisò Anthony.
-Dei vestiti migliori, no?- Domandò Dannie riferendosi al mio abbigliamento –Vieni qua che ti sistemo io, ho un guardaroba in cui troverai le cose giuste per te.- Mi prese per un polso trascinandomi con una forza mostruosa su per le scale. Cavolo, potente per essere una ragazza.
-Beh, io vado a sistemarti una stanza, non vorrai mica tornare ora che è buio.- Disse Anthony avviandosi con l’amico su per le scale. Io poco dopo mi ritrovai nella stanza di Dannie, a dir poco paurosa, ma devo ammettere che aveva una sua personalità. Le pareti bianche intervallate regolarmente da teschi neri, lui pavimento a piastrelle nere e così tutto l’arredamento, basato sul bianco, il nero e i teschi, che chissà perché pareva adorare. Aprì l’armadio con un’anta nera e l’altra bianca, dove vidi spuntare fuori un sacco di vestiti.
-Ecco a te, scegliti qualcosa.- Al contrario di quello che pensavo, trovai qualcosa che mi piaceva molto. Afferrai una maglietta attillata bianca con un teschio nero grande al centro, con delle spalline solo sull’avambraccio, poco sotto alla spalla, così da lasciare il collo ben scoperto. Poi afferrai dei jeans neri che più aderenti di così non si poteva e delle converse nere e bianche. Presi infine degli orecchini con un teschio bianco e nero ed entrai in camerino. Quando uscii mi guardai allo specchio e con mia grandissima sorpresa, ero da mozzare il fiato. Quando Dannie mi vide mi guardò soddisfatta e mi face segno di farmi vedere dagli altri. Uscii dalla stanza e mi incamminai sul lungo corridoio, dove trovai Anthony che mi veniva incontro per avvisarmi che la stanza era pronta. Quando mi vide disse:
-Wow, che splendore, tu diventerai una bad girl perfetta.- Sentivo una parte dentro di me che diceva: io non voglio esserlo, ma non le diedi corda.
-bene, sono contenta che ti piaccia. Ma se non ti dispiace, decido io che cosa diventerò. E il “se non ti dispiace” era tanto per dire.- Dissi scoppiando una bolla della mia gomma da masticare. Poi me ne andai, sfiorandogli una spalla, mentre sentivo il suo sguardo posato su di me con un sorrisetto sulla faccia. Raggiunsi Frank fuori, intento a fumarsi ancora la su sigaretta.
-We Zio.- Lo chiamai cercando di integrarmi fra loro. Tanto ormai mi sembrava di essere sola e stare con qualcuno di diverso non avrebbe potuto che farmi bene. Lui si girò lentamente come se muovere la testa fosse un’azione terribilmente faticosa e mi guardò, facendo cadere la sigaretta dalle due dita. Non dissi niente vedendo il suo sguardo e cercai Erik, ma non lo trovai.
-Ant, fammi vedere la camera.
-Parolina magica?
-Alla svelta.
-Okay baby.
Anche la stanza non era male, quindi mi infilai in fretta sotto le calde coperte e mi addormentai.
P.V HARRY
Ok, Celeste non si fa vedere. Sarà solo sfuggita al mio sguardo, non è mica notte e lei è ancora fuori sotto la pioggia ma figuriamoci. Ed io non sono mica preoccupato o non sto neanche per sogno guardando fuori dalla finestra da mezz’ora. 
-Lou, hai visto >Celeste? Sai che da me non si fa più vedere.
-No, nessuno di noi l’ha vista, pensavamo ci avessi parlato prima.
-Sì, ma abbiamo litigato ed è scappata sotto la pioggia.
-Non preo9ccuparti sarà qua in giro.- Mi rassicurò Liam
-Se sei preoccupato possiamo sempre chiedere alle ragazze, in questo momento stanno radunando le loro cose nella loro stanza, anche se questa faccenda della finestra è da risolvere al più presto.- Disse Niall. Al ritorno delle ragazze però dissero di non aver visto Celeste.
-Boo, è da pranzo che non si fa vedere… Ma non penso che sia molto lontana, non facciamoci problemi inutili. Intanto ho abbassato la tapparella.- Rispose Luna. Si sentì bussare alla porta.
-Dai ragazze, tutte nell’armadio!- Le incitò Louis. Loro si nascosero, mentre io mi avviai verso la porta d’ingresso in stanza. Aperta la porta trovai la preside.
-Ragazzi, voi siete amici di Luna, Crystal e Celeste giusto?
-Certo, perché?- Chiese Zayn.
-Devo assolutamente parlare con loro tre, ma Celeste non la vedo da qualche ora.- Si sentì un botto dall’armadio. Oh cavolo.
-Crystal sta calma, è solo una cimice!-
-Uccidila Luna, uccidila!- Si sentì sussurrare. Okay, siamo nei guai. La preside entrò ed aprì l’armadio da cui rotolarono fuori Luna e Crystal con i capelli  sparati per aria nel tentativo di uccidere la cimice. Noi ci trattenemmo da una risata, nonostante la terribile situazione.
-ragazzi, cari ragazzi. Sapete, sono tante le domande che ognuno di noi si pone nella vita...- Okay, già nella mia testa immaginavo Celeste che faceva finta di dormire di fronte al lungo discorso o che la prendeva in giro appena guardava da un’altra parte. Probabilmente lo pensammo tutti, mettendoci a ridere.
-Beh?? Si può sapere che c’è da ridere? Le domande che ognuno di noi si pone nella vita sono tante, ma sapete una cosa? Quella che più spesso mi pongo io è come facciate voi a stare sempre in mezzo ai pasticci, ogni volta che succede qualcosa ci siete in mezzo voi otto. In questo caso sette perché manca Celeste.
-Non l’ha trovata?- Chiese Crystal.
-No, stavo girando le varie stanze appunto in cerca di Celeste, dato che era uscita senza permesso, ma non l’ho trovata. Quando sono passata in camera vostra, tac la finestra è rotta. Chi parla?- All’inizio eravamo sconcertati dall’improvvisa scomparsa di Celeste, poi ci fissammo tutti, ma nessuno decise di aprire bocca.
-Sempre i soliti ragazzi, non è che vi mangiamo!- Ci esordì a parlare la preside.
-Certo che non ci mangia, ci divora, ci sbrana in tre secondi se le diciamo tutto.- Disse Zayn.
-Volete che chiami i vostri genitori e vi faccia sospendere? Adesso basta è ora della verità.-
-è colpa mia.- Disse Luna – Per sbaglio ho colpito la finestra, che si è rotta, ma per non ripagare i danni ho fatto finta di niente. Gli altri non centrano.
-Non è vero, sono stato io! Da fuori, mentre si giocava a calcio!- Il momento di Zayn.
-No, la colpa è solo mia!- Liam. E tutto il tempo passò così, assumendosi ognuno la colpa per coprire gli altri.
-BASTA RAGAZZI! Vi do un giorno di tempo per dirmi tutta la verità, oppure vi faccio sospendere!-
 
Il mattino era tornato, in un’altra giornata senza Celeste… ormai mi chiedevo se sarei riuscito a resistere anche solo un altro giorno senza di lei. All’improvviso si sentì una sgommata e tutti i ragazzi del college si girarono in quella direzione. Rimasi secco a quella vista. Celeste era appena scesa dalla moto che aveva appena sgommato davanti alla scuola, senza casco, con un tipo biondo alla guida. 
-Bye Ant, ci vediamo ‘sto pomeriggio.
-Certo bellezza.- Lui ripartì dopo averle dato un bacio sulla guancia.
-Beh, che avete da guardare?- Domandò agli alunni. Poi dalla folla uscì Nick, l’organizzatore di quella maledetta festa. Si avvicinò a Celeste.
-Sei arrivata Baby, ci hai messo un po’.
-Non sei tornato ieri?
-No, ma mi hanno informato del tuo arrivo i ragazzi. Beh, come ti trovi?
-Bene.- Rispose scoppiando una bolla della gomma da masticare. Penso che involontariamente strinsi il pugno in cui avevo in mano un biscotto che mi ero portato via dalla mensa per paura di fare tardi e quello si sbriciolò in mille pezzi.
-Celeste! Finalmente sei tornata, non sapevamo che fine avevi fatto!- Gli andò incontro Crystal, seguita da Luna.
-Hello ragazze, come state?
-Baby, non dovresti frequentare questa gente.- La rimbeccò Nick e lei si allontanò in fretta.
-celeste, un secondo, non puoi mica rientrare così da scuola, ti troverà la preside!
- E allora?
-Ha già scoperto della finestra rotta- Continuò Luna.
- E che stavate nella nostra stanza.- Continuai io.
-Tanto non può ucciderci, quindi vada al diavolo.
-Celeste, finalmente, ti stavamo cercando, dov’eri finita?- Fecero per abbracciarla Niall e Liam, arrivati in ritardo. Lei li respinse e vedendo la preside arrivare le andò incontro.
-Signorina Williams, si può sapere dov’era per tutto questo tempo senza permesso? E che fine ha fatto la finestra?
-Allora, io mi sono persa, per questo sono tornata oggi e un mattone ha perforato la finestra quindi siamo andate nella stanza dei ragazzi e scusi, ma or aio entro a lezione.- Disse lei facendosi spazio tra la gente. Non l’ho mai vista così. E se avessi davvero frantumato il suo cuore?
 
If I Really broke Her Heart?
 
Ehy ragazze!
Lo so, capitolo di merda, ma non sono riuscita a fare di meglio, comunque ho già idea sul prossimo capitolo, non worratevi
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeh MACARENA! Ok, oggi non sono in me. Comunque babys sisters o come preferite voi, balliamo? Volevo dire *si schiarisce la gola come un importante giudice*
Grazie a tutte le ragazze che recensiscono! Quindi grazie a:
1) Littlethings94
2) HugmeHoran69
3) Erisuperstar ( k nome kucciola, sempre più vanitosa)
4) Gio_1D_Styles
5) Giuly21
6) Valentina Navy
7) Vero_21D (very thanks [?])
8) ellie herk
9) Water_wolf ( magari un po’ meno pignola)
10) Martylittlecarrots
11) Tomlinson Styles
E continuate a recensire, recensioni belle o brutte che siano ( meglio belle, ma se proprio non ne volete fare a meno)
Beh buona pasqua conigliette ( riferito al coniglio pasquale) mangiacarote! No, aspetta… Mangiacarote no! Ok, sto divagando Macarena! Porta in alto la mano, segui il tuo capitano… No, ho sbagliato canzone! Fa niente, dite che mi sto divagando troppo? Nah. Beh, vi sono mancata? È da quasi una settimana che non rompo le palle a nessuno! Mi stavo quasi annoiando ;) Basta, passiamo al capitolo: tutto si sistemerà, non preoccupatevi, perché presto Celeste tornerà tra gli esseri umani: Terra chiama Celeste! No, troppo banale…Corpo Celeste di nome terra abitato pianeta vivente chiama a 650 000 anni luce un organismo vivente di nome Celeste! Ok, non ho capito neanke io. Pubblico il continuo a 5 recensioni! Datevi da fare ragazze! Va beh, divertitevi in mia assenza, bye ragazze!
PS: sapete dei soprannomi carini per voi? Okay, me ne vado ciao!

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Capitolo 10
*** You know that if I now find myself so, it's your fault. ***


 
Cap. 10

P.V LUNA
-        Bene, ora passiamo agli annunci importanti del nostro meraviglioso college…- Entrai in mensa raggiungendo gli altri per la cena.
-        Hola chicos, què tal?- Zayn e i ragazzi mi guardarono con un sopracciglio alzato.
-        È spagnolo, non greco antico! Significa come state.- Precisai e loro commentarono con un:
-        Aaaah, tutto a posto.-
-        Cos’è questo rumore?-
-        Sarà la tv che fa questo effetto, l’hanno appena comprata.- Alzai gli occhi e vidi una grande tv appesa sopra il bancone per la distribuzione del cibo.
-        Che bella!- Commentai – Ma che stanno facendo vedere? Chi è quello?-
-        Come, non lo conosci? Il conduttore del tg!- Rispose Zayn.
-        Ma è un ragazzo  della nostra età!- Ribattei.
-        Infatti, volevi che lo conducesse un novantenne?
-        Ma è il tg!
-        Zayn, ti sei forse dimenticato di dire che è il tg della scuola…- Commentò Harry.
-        Aaaah, dirlo prima no?- Dissi io sbuffando e sedendomi. Aspetta un secondo:
-        Ma noi da quando abbiamo un tg della scuola?
-        L’hanno appena messo sembra, con l’arrivo della tv. – Rispose Niall.
-        Allora, è arrivato il momento della notizia più importante del giorno. Pare che ci siano dei delinquenti in giro per il college che distruggano tutto quello che trovano. Sembra che agiscano di notte, sotto il buio più totale e sembra che non abbiano rispetto per niente. Io starei attento ragazzi, chiudete bene porte e finestre quando andrete a letto, perché potrebbe esserci qualcuno non proprio benvenuto…- Continuò la tv. A Niall che si stava mangiando un cornetto ripieno di crema al cioccolato gli cadde dalle mani finendo sul piatto.
-        Dev’esserci un errore…- Disse Crystal sbigottita. Ora eravamo le uniche ragazze del gruppo. E non si stava per niente bene. I commenti inappropriati di Celeste si facevano sentire ogni giorni di più, nonostante ne fossero passati appena due. Ora lei si era unita a Nick e pare che gli altri del gruppo si siano appena iscritti al college. E averceli sempre fra i piedi ci impediva di riacciuffare il cervello di Celeste e rimetterlo al suo posto. Ed Harry sembrava non apprezzare molto né la mancanza di Celeste, né la compagnia che le offrivano quei tre. Qualche giorno fa ci ha chiesto perché di punto in bianco tutti i ragazzi sembravano girarle attorno come mosche. È vero, Celeste ha tanti ragazzi che le vanno dietro, come tutte noi, ma pare che tutti, specialmente Harry, quando guardano la ragazza dei loro sogni vedano solo lei e nient’altro, come se fosse sola. Ora invece Harry riesce a vedere anche tutti i ragazzi che possono starle vicino al suo posto, dove vorrebbe e a parer mio dovrebbe esserci lui. Si vede che è geloso, ma non lo vuole ammettere e comunque non penso che l’arrivo di Celeste stamattina l’abbia apprezzato. È arrivata come altre mattine sulla moto di Anthony, Ma è rimasto un po’ di sasso quando lui l’ha salutata con un bacio a stampo.
-        LE SIGNORINE LUNA BAKER, CRYSTAL CAMPBELL, CELESTE WILLIAMS SONO RICHIESTE IMMEDIATAMENTE IN PRESIDENZA.- urlò l’altoparlante. Perfetto. Già di prima mattina siamo in presidenza. SI vide Celeste scendere dalle scale del dormitorio maschile e venirci incontro.
-        Ciao… Ragazze.- Disse senza guardarci in faccia. Noi le andammo incontro.
-        Tutte in presidenza, penso che non cambieremo mai.- Commentò Crystal per rompere il ghiaccio. Bussammo alla porta della presidenza ed una voce dall’interno ci disse di entrare.
-        Buongiorno ragazze.
-        Giorno preside.- Salutammo io e Crystal, mentre Celeste rimase zitta con la sua solita cicca in bocca. Ci sedemmo.
-        Bene, per prima cosa vorrei discutere della vostra camera. Ora il vetro è stato riparato per cui dormirete là, ma io ci tango a sapere che è successo.- Celeste sbuffò.
-        Williams! Si può sapere che le sta succedendo?
-        Chi? Io? Non ho fatto niente!- Rispose sulla difensiva.
-        Vuole essere lei a dirci che  successo?
-        Perché io? ER poi le ho già detto tutto, un mattone a perforato la finestra della nostra stanza!-
-        Certo, ed io ci dovrei pure credere? Ma per chi mio ha presa? Per una stupida forse?- Io pensai che a questo punto era davvero così, dato che era stato davvero un mattone a perforare la nostra stanza – Se lei no0n mi dice immediatamente che è successo, io la faccio sospendere! –
-        Lo sa che le dico io invece? Di andarsene a quel paese, perchè lei pretende solo che io le dica una bugia e basta! Io la verità gliel’ho già detta, ma ser lei non ci crede, non è colpa mia! Pensa davvero che starebbe meglio e avrebbe l’anima in pace sospendendo un’innocente? E non cio ha mai pensato che io non avrei avuto nessuna ragione di romperla?- Disse Celeste alzandosi velocemente in piedi dalla sedia. La preside fece altrettanto:
-        Bene,. Allora vattene Celeste, tanto non t’importerà niente di essere sospesa vero?- Disse e Celeste se ne andò sbattendo la porta.
-        Per quanto riguarda voi due invece, non avete niente da dirmi?-  A me ricordò tanto Silente nella saga di Harry Potter.
-        Niente.- Dissi io velocemente.  Cercai di ridurre il più possibile la conversazione per potermene andare in camera, finalmente senza rompiscatole.  Tornando in camera, sentii provenire da fuori un rumore e afferrai il mio cellulare iniziando a  filmare, sperando di vedere qualcosa di interessante, come i ragazzi che come annunciato dal tg stavano rompendo tutto. Mi sporsi dalla finestra e guardia in strada. La vista mi fece scivolare il telefono dalle mani, che prontamente venne afferrato da Crystal:
-        Ma che… Cosa hai visto?- Mi domandò, poi guardò fuori dalla finestra
-        Oh mio Dio…- Commentò continuando a filmare con il cellulare.  Corsimo nella camera dei ragazzi che si stavano preparando a tornarsene a dormire e mostrammo loro il filmato. Ci rimasero male quanto noi. Nel filmato si vedeva Celeste assieme ad Anthony che rompevano tutto. Celeste stava staccando i fili del telefono, probabilmente per evitare che la preside chiamasse i suoi per sospenderla. Intanto Anthony aveva rotto il faro della macchina della preside. A lavoro finito si vedeva Celeste con le mani ai fianchi e Anthony che invece se le strofinava fra loro, poi si avvicinarono e si diedero un bacio.
P. V CELESTE
Va bene, sono stata io. Ma che volevate che facessi, non potevo lasciarmi sospendere e poi ero stata onesta, anche se in questo contesto suona male, la finestra è stata rotta da un mattone. Io non c’entro niente. Tornai in camera e trovai le ragazze già addormentate. Forse ci avevo messo più del previsto. In ogni caso, so benissimo che Ant non è il ragazzo più buono del mondo, poco, ma sicuro, però ho quantomeno trovato un modo per smettere di soffrire per lui. E a fare questo, Ant è un mito.
P.V HARRY
Non voglio parlare troppo di Celeste. Sto cercando  di togliermela dalla testa. Pare non sia possibile però, ogni cosa conduce a lei. Sinceramente questa è l’ultima cosa che mio aspettavo, nel senso che sapevo che Celeste non stava molto bene, preferiva nascondersi dietro ad una Celeste che non esiste, ma non mi sarier mai aspettato questo.
-        Beh, penso che siamo tutti d’accordo sul fatto di non dire niente.- Dissi io. Gli altri afferrarono al volo. Stavamo alla lezione di chimica, l’unica lezione che avevamo tutti assieme. Non proprio tutti insieme, non eravamo proprio a lezione di chimica, diciamo che eravamo tutti sullo stesso corridoio e tutti in grado di convincere le prof a farli sgattaiolare “in bagno”, la nostra scusa molto originale. Ognuno aveva i suoi metodi per convincere le prof, chi come Louis e Crystal facevano finta di sentirsi un po’ male, chi come Luna si guadagnava l’uscita, con tutti i suoi buoni interventi. E come al solito manca l’intervento di Celeste, sbattuta fuori dall’aula perché rispondeva alla prof quando veniva richiamata. Ormai era normale ritrovarsi sempre al corridoio durante la mia ora di chimica.
-        L’ideale sarebbe far smettere Celeste di fare queste cose e non dire niente a nessuno, poi se viene trovato Antho9ny come colpevole sinceramente ne sono ben felice. È lui che ha fatto il lavaggio del cervello alla nostra Celeste.- Disse  Louis.
-        Bene ragazzi, abbiamo un solo problema, come facciamo a farla smettere?- Chiese Crystal, mentre tutti si zittivano.
-        Quante idee ragazzi, non tutti assieme!- Ironizzò Niall.
-        Penso che l’inizio sarebbe parlarle giusto?- Disse Luna passando davanti all’aula di Celeste. Le fece segno da dietro l’aula di venire fuori e raggiungerli. Lei presto uscì e chiese:
-        Che volete ragazzi? In fretta per favore, non ho molto tempo.- Luna le mostrò il video.
-        Volete portarlo in presidenza?- Chiese con una nota di tremolio nella voce, ma quasi impercettibile.
-        No, ma solo se tu la smetti.
-        Perché, voi ci tenete alla cara preside? Dai, è la fonte dei nostri guai!- Commentò.
-        Non è un buon motivo.- Rispose Luna.
-        In ogni caso non la smetterò o stesso, volete portare il video in presidenza? Fatelo, tanto niente può andare peggio di come già sta andando.- Disse lanciandomi un’occhiata terribile, carica di dolore e che annunciava: “ricordati che se ora sono ridotta così la colpa è tua”. Tornò in classe lasciandoci un po’ sbigottiti.
-        Allora ragazzi, che facciamo?
-        Fate voi, ma io quel video in presidenza non lo porto. Non tradirò la fiducia di Celeste- Disse Crystal e tutti annuirono convinti.
-        Però questi furti devono finire…- Dissi io, mentre la professoressa usciva dalla classe per cercarmi ed io feci finta di tornare dal bagno, come gli altri ed ognuno ritornò nella propria aula. Almeno avevamo più tempo per pensare.
 
P.V LOUIS
-Harry, hai fatto il possibile!- Dissi al mio amico che si teneva la faccia coperta dalle mani.
-Allora non ho fatto abbastanza, Celeste sarà espulsa!-
-Ricordati però che sei stato tu a lasciarla andare, quando lei chiedeva solo la tua fiducia e questo lo sappiamo entrambi.
-Sì, ma io la amo ancora, l’ho sempre amata.
-Tu e Celeste siete davvero strani, vi amate a vicenda ma vi fate tutti questi problemi lo stesso. L’importante dovrebbe essere solo l’amore non il resto.- Ok, io volevo consolarlo, ma proprio non riuscivo a capacitarmene di quello che stava succedendo. Ora Celeste è in presidenza ed Harry ha ragione, potrebbe benissimo essere espulsa. Dal giorno del ritrovo nell’aula di chimica, alcune cose sono cambiate. Celeste è stata scoperta e noi non abbiamo fatto niente per fermarla. Niente. Ed ora il rimorso ci sta mangiando vivi. Non siamo proprio pentiti, perché anche se avessimo portato il video alla preside non sarebbe cambiato niente. Però essendo suoi amici, ci sentivamo in dovere di aiutarla, mentre ce ne siamo stati invece a braccia conserte tutto il tempo.  Celeste aveva continuato a distruggere assieme ad Anthony, soprattutto i fili del telefono che venivano continuamente riparati e rotti, riparati e rotti. Era riuscita a scampare alla imminente sospensione per essere espulsa. E la cosa più ridicola è che Anthony non è stato trovato. Ma probabilmente lui sapeva tutto. Ci sono voci in giro che la preside sia stata avvertita di quello che stava per accadere da un biglietto della stessa scrittura di Anthony, ma lei non ci vuole credere.  Il perché l’abbia fatto non lo sappiamo ancora. Forse quando uscirà lo sapremo. Quando la preside è stata avvertita ha chiamato la polizia, che ovviamente non se l’è lasciata sfuggire.
-Magari la espellono e poi la mandano in un riformatorio! Louis, non possiamo stare qui a parlare, dobbiamo fare qualcosa!- Continuò a lamentarsi Harry disperato. Come tutti gli altri del resto. Stavamo aspettando in camera nostra, Celeste ci aveva detto che sarebbe venuta da noi appena uscita. Si sentiva nell’aria che era sempre la stessa Celeste, che teneva ancora a noi più di ogni altra cosa.
 
Hey ragazze!
Everybody’s waiting for you to breakdown
Everybody’s watching to see the fallout
Even when you’re sleeping, sleeping
Keep your eyes open
Che bella questa canzone, no , non è degli One Direction, ma di Taylor Swift, solo che mi è rimasta in testa e non riesco più a togliermela e le parole mi piacciono molto. Ma so che a voi non ve ne fotte una ceppa, quindi…
Ho deciso di lasciarvi un po’ di suspense ( si scrive così?) , voglio proprio sentire prima cosa ne pensate.  Per questo, boo, non so ho pensato di farvi qualche domanda ihihih:
1)Chi sono i brutti ceffi dell’altra volta?
2)Cosa succederà a Celeste? Verrà espulsa?
3)Zayn e Luna? Che fine hanno fatto? Cosa succederà?
4)Harry e Celeste riusciranno a mettersi insieme?
5)Antho0ny che fine farà?
6)È davvero stato Anthony a fare questo a Celeste? Perché? (ingegnatevi perché non so se riuscirete ad arrivare alla risposta!)
 
Bene gente, ed ora passiamo ai ringraziamenti! Un grazie speciale a tutte le ragazze che seguono la storia, che l’hanno mesa tra le seguite/preferite/ricordate e che la recensiscono!
1)  hugmeHoran69
2)  Fox writer
3)  Vero_21D
4)  Eristar
5)  bea_trice94
6)  _Giuli_angel_
7)  Lay16
8)  LittleThings94
9)  Valentina Navy
10)    Selenator_Directioner
11)    Martylittlecarrots
12)    LetmekissLou
13)    Giuly21
14)    Ellie Herk
15)    LudovicaP3
16)    Tomlinson Styles
E un grazie speciale a Gio_1D_Styles che mi ha sostenuto molto!
Poi vorrei chiedervi di passare su questa storia se ne avete voglia, ecco il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1735311&i=1
Ed anche oggi dobbiamo salutarci. Siete deluse vero??? È’ vietato dire di no! Comunque, passando davvero alla storia… Le cose per Celeste si mettono male… Sembra che gli uomini circa un secolo fa sono stati sulla luna, ma non sono mai stati sulla Terra. Dove le tiro fuori ‘ste frasi da cui non si capisce niente non lo so proprio. Comunque, Zayn e Luna non sono tornati sull’argomento, ma… Colpi di scena in arrivo, stessa cosa per Louis e Crystal, mi sa che si stanno annoiando, non succede mai niente! E dopo la pubblicità, vediamo se leggete la nota autrice: scrivete IO ODIO IL PULCINO PIO nelle recensioni. È la prima cosa che mi è venuta in mente… Ma non ditemi che vi piace (il pulcino pio) perché potrei morire d’infarto! Va be, piace a voi… facciamo che me ne vado va, ciao kiss!!
PS: aspettate! Non spegnete la luce!!! Volevo dirvi che c i rivediamo a 10 recensioni baby!!! 

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Capitolo 11
*** What I did? ***



 

Cap. 11
P.V CELESTE
-Bene bene Celeste… Da dove cominciamo…
Penso che tu sappia che ciò che hai combinato è molto grave.-
Adesso mi espelle, ne sono sicura. Tenevo lo sguardo puntato verso il basso seguendo a debita distanza con la mia mente il noioso discorso della preside. Ovviamente mi interessava sapere se sarei stata espulsa oppure no, ma non riuscivo a concentrarmi davvero su ciò che mi stava accadendo.. Sembrava davvero ridicolo. A ripensarci qualche anno fa non avrei mai detto di poter perdere la testa per un ragazzo in questo folle modo. Eppure è successo. Ed anche se ora cerco di odiarlo non ci riesco. Vorrei odiarlo per tutto il male che mi ha fatto, vorrei urlargli contro che è tutta colpa sua, ma non ci riesco. Mi riesce più facile odiare me stessa per essergli andata dietro ed essere caduta nella sua trappola come una stupida. Magari non era neanche la prima volta che facevo questo giochino. Ora che ci penso non riesco neanche a capire perché dovrei essere arrabbiata con lui. Non ha fatto niente, non si può prendere di fidarsi di me, sono stata io che non ho potuto dargli una spiegazione quel fatidico giorno, sono stata io che non sono stata capace di tenerlo stretto ed è ovvio che dopo un po’ il silenzio su una faccenda così grave come quei tipi lo ha stancato. È assolutamente normale, anche se io speravo che non sarebbe successo.
-No, non ti espellerò.- Continuò la preside che sembrava leggere il mio pensiero e rispondere alla mia domanda. Ma come faceva a sapere che pensavo di essere espulsa?
- Perché no? Nel senso, è molto meglio così, ma con tutto quello che ho combinato espellermi sarebbe il minimo.
-Oh certo, probabilmente il 90% di tutte le altre presidi farebbe così. Ma io mi chiedo cosa impareresti se venissi espulsa e andassi in un’altra scuola. Magari i primi tempi sarebbero difficili, ma poi ti faresti nuove amicizie, ti troveresti a tuo agio e non impareresti la lezione, quindi sarebbe inutile. Invece io voglio che tu capisca la gravità di quello che hai fatto.-
Ah, ok. Mi sembrava un po’ strano che finiva tutto qua.
-        Quindi tutti i giorni tranne il fine settimana fino alla fine della scuola dopo le lezioni in cui avrai compiti in più, - Certo, perché compiti in più per tutto l’anno non bastavano –Dovrai lavorare al servizio della scuola.  Quindi la tua giornata sarà impostata in questo modo: andari a scuola, all’uscita all’una mangerai, dopodichè ti recherai al bar della scuola, dove ti diranno le varie cose che dovrai svolgere in un lavoro nella giornata di ore variabili, tutto dipenderà da te. Presto parlerò comunque con i tuoi genitori. –
-        Che cosa??? Non riuscirò mai a finire! Non avrò più tempo per fare qualsiasi cosa anche velocissima!-
-        Non penso che tu abbia bisogno del tempo libero, dato che negli ultimi tempi l’hai usato epr fare a pezzi la scuola. Ed inoltre questo è per riparare ai tuoi danni, perché così la scuola risparmierà sulla manodopera e sarai tu a dare una mano al personale.-
IO alzai gli occhi al cielo sbuffando: aveva assolutamente ragione, forse era meglio essere espulse. In più dovrò anche fare i conti con quei brutti ceffi. Oh, fantastico.
Uscii in fretta dalla presidenza, sentendomi gli sguardi di tutti puntati addosso. Camminai a testa bassa, diretta nella mia stanza, in cui ormai la finestra era stata riparata. Nei giorni scorsi avevamo traslocato ogni nostra cosa là, d auna parte tristi e dall’altra felici. Passando sentii le voci di Ant insieme a Dannie, Frank, Erik e Nick, anche se non tutti erano del college. Stavano ridendo e scherzando fra loro, così mi appostai  dietro alla porta appoggiando l’orecchio per sentire ciò di cui stavano parlando.
-Ehy Ant, come sta Celeste?- Chiese Dannie.
-Chi?
-Celeste, la ragazza con cui sei stato nei giorni scorsi…
-Ah, lei. Penso che la terrò a debita distanza, perchè anche se è una bomba id ragazza non è un agnellino, penso che ha un carattere troppo forte e potrebbe mandarci nei pasticci.
-Quindi la scaricherai?
-Certo.
-Ma non pensai come l’hai trattata? Sarebbe veramente perfido questo.
-Può darsi.
-Può DARSI? Sarebbe questa la tua risposta?
-Non urlare con me, capito?- Disse Ant avvicinandosi e appoggiandole la testa al muro della stanza prendendola per i capelli– o finisci male-
Corsi via, neanche molto triste. Ora era l’ultimo die miei problemi Ant e penso che in fondo non mi sarei aspettata di più. Già, proprio così. Tornai nella mia stanza e appena arrivata mi misi a dormire.
 
Oggi è un altro giorno. Un altro giorno da buttare nel cesso. Ma forse potevo cercare di renderlo migliore.
-Celeste, che cosa ti ha detto la preside?- Continuarono a chiedermi Luan e Crystal che dalla sera precedente me lo ridicevano, ma io ero troppo stanca per rispondermi. Ma forse adesso era un momento migliore. In effetti penso che ogni momento era migliore di ieri.
-Andiamo in mensa, quando ci saranno anche i ragazzi vi racconto.
-Quindi starai con noi? E Ant?
-MI ha solo usata.- Risposi io cercando di non far notare la leggera nota di tristezza che avevo nella voce. Non penso di esserci riuscita molto bene, perché invece di rinfacciarmelo con qualcosa come “te l’avevamo detto” o “era meglio se ci ascoltavi invece di cadere direttamente nelle sue braccia” mi abbracciarono e mi dissero semplicemente:
-Sappiamo che è stato un momento duro, ma possiamo superarlo insieme e tornare come prima.
-Grazie ragazze. MI siete mancate.
Era veramente starno che mi avessero perdonato così in fretta e la stessa cosa per i ragazzi, che al sapere che sarei tornata con loro gioirono come pazzi.  E non solo sarei tornata con loro: sarei tornata la stessa. Avevo restituito a Dannie i vestiti che mi aveva prestato ed ero tornata ai vecchi e cari colori. Non so perchè ma Dannie mi sembrava veramente strana. Sembrava quasi che provava tristezza nel sapere ciò che mi era successo.
-Senti… Mi dispiace davvero, Ant non si sarebbe dovuto comportare in quel modo. Davvero, qualsiasi cosa tu abbia bisogno io sono qui.- Mi disse sorridendomi. Io cercai di ricambiare il sorriso. Non sembrava proprio il suo posto insieme a quei ragazzi, come probabilmente non era il mio.
Quando spiegai a Louis, Niall, Liam, Zayn ed Harry ciò che mi era successo, non mi dissero buona fortuna o simili. Mi dissero invece che mi avrebbero aiutata, anche Harry. Durante tutta la conversazione mi sforzai di non guardarlo mai, soprattutto negli occhi, perché penso che alla sua vista sarei potuta sentirmi male, solo a pensarci mi salivano le lacrime agli occhi.
Il pomeriggio seguente mi recai al bar, con una bruttissima sensazione, ma penso che fosse normale nell’andare a lavorare. 
-Allora tu sei la nuova arrivata. Beh, hai causato davvero tanti guai alla scuola.- Disse un ragazzo magro a alto, con dei profondi occhi blu che aveva la mai età. Avrei voluto rispondergli ironicamente “No? Ma sul serio? Non me n’ero accorta, io pensavo di aiutare la scuola!” ma mi trattenni.
-E tu che fai qua? Non devi studiare?-
-Beh, io studio e lavoro qua, ma la mai è una situazione particolare che forse un giorno ti spiegherò. Comunque come tuo primo compito devi portare quelle scatole là in fondo nel magazzino della scuola. Lasciale nello spazio nella terza porta a destra.- presi due scatole abbastanza grandi, ma stranamente molto leggere. Feci per andarmene quando sentii una voce dietro di me che mi diceva:
- Ah giusto: non aprirle.- Chissà perché la voce del ragazzo mi era familiare, l’avevo già sentita, ma non riuscivo a connettere dove. Certo, devo ammettere che la tentazione di sbirciare era forte, ma penso che ero in guai abbastanza seri per potermi mettere ad infrangere ancora le indicazioni, così andai al magazzino e lasciai lì le due scatole. Io non amo il magazzino della scuola. È molto buio e lungo e le luci dopo un po’ che stanno accese si spengono da sole, quindi se non ti muovevi finiva che rimanevi bloccato lì nel buio più totale e non penso che sia molto bello. Così mi diressi con passo veloce verso  la terza porta sulla destra. Le posai a terra e PUF. Ciao ciao luce! Sentii qualcosa afferrarmi tappandomi la bocca. Ero sicura che erano ancora quei brutti ceffi e non alieni o mostri della notte, ma sapere di essere vicino a loro già mi metteva i brividi, a sapere di essere con loro in un magazzino come quello era molto peggio. Aspettai di sentire che cosa voleva adesso, ma non uscì nessuna parola dalla sua bocca. Mi infilò qualcosa nella tasca della felpa e poi lo sentii correre via, mentre l’unica fonte di luce proveniente dall’esterno della porta del magazzino si spegneva alla chiusura della porta. Cercai di inseguirlo, ma lui mi diede una forte spinta che caddi all’indietro e mi slogai una caviglia. Fantastico, l’unica uscita dal magazzino era appena stata chiusa a chiave. Pensai che gridare aiuto non fosse precisamente l’idea migliore del mondo, non credo che la preside sarebbe stata entusiasta dal fatto di trovarmi chiusa lì. Infilai una mano nella tasca e tastando cercai di capire cosa avevo in mano. Per un attimo pensai fosse una bomba, ma poi mi accorsi che non lo era sicuramente. Sembrava quasi una chiavetta per il computer, ma pensai che era meglio controllare alla luce più tardi perché era impossibile saperlo con certezza. Da fuori non si sentiva niente, sembrava che la scuola fosse deserta. Il cuore cominciò a battermi ancora più forte, ad ogni minuto in più che passavo là dentro mi sembrava di soffocare di più. Decisi di camminare perché sarebbe stata un’attesa troppo lunga ad aspettare che qualcuno aprisse la porta, così andai a cercare una via d’uscita, come una finestra magari o forse era soltanto per sciogliermi le gambe e scaricare l’ansia in un gesto. Sta di fatto che continuai e fare su e giù per il lungo corridoio, incapace di trovare un’uscita, mentre la caviglia slogata reclamava riposo. Continuavo a camminare lentamente, con le mani tese davanti a me nella speranza di non andare a sbattere contro niente. Poi penso di aver visto qualcosa. O forse erano solo dei puntini che mi venivano prima di svenire, perché poco dopo si spensero e non ricordai più niente. So solo che una porta si aprì e qualcuno mi tirò fuori dal magazzino.
 
P.V HARRY
E va bene, confesso di essere stato io a tirarla fuori. Ero comodamente sdraiato sul mio letto, ma sentivo troppo la sua mancanza. Quando avevo appoggiato l’orecchio all’armadio per sentire il suono della sua voce, sentii soltanto Crystal e Luna che dicevano fra loro che stranamente non era ancora tornata e parlando con quel ragazzo dagli occhi blu ero andato a cercarla nel magazzino, dove l’avevo trovata stesa sullo sporco pavimento con una caviglia slogata. La stavo per portare in infermeria, ma lei mi disse:
-Fermati Harry!- Io mi fermai con lei in braccio e le chiesi cos’aveva.
-Dove mi stai portando?
-In infermeria, hai una caviglia slogata.
-Lo so anch’io questo, ma nn portarmi là.
-Perché no?
-Perché la preside penserà subito male se mi faccio male il primo giorno. Già ce l’ha con me, ci mancava solo questa.
-Va bene.- Risposi io semplicemente e la portai nel bagno della nostra stanza, mentre lei mezza assonnata stava per addormentarsi sul mio petto.  La feci sedere sul bordo della vasca e con delle bende le medicai la ferita, mentre lei mi guardava con degli occhioni sofferenti, che mi facevano tremare le dita sapendoli su di me.
-Grazie.- Mi disse mentre continuavo ad avvolgere le bende.
-Hai voglia i dirmi com’è successo?
-Non posso dirti che è successo.- Pensai che quantomeno non mi aveva mentito. Era sempre un passo avanti.  Sbuffai chiedendomi il perché di quel silenzio così ostinato. Alzai gli occhi alla fine dell’opera e le dissi di stare attenta. Evitava il mio sguardo. Faceva così da un po’ di tempo, ma nonostante mi ferisse non vedere più i suoi occhi azzurri penso che era meglio così. Perché lei non riusciva a sostenere il mio sguardo ma non penso che io sarei stato abbastanza forte da sostenere il suo. Mi alzai in piedi e lei tentò di fare lo stesso, ma senza buoni risultati: non potendo far peso sull’altro piede cadde in avanti, dove per fortuna la presi io, ma lei si staccò in fretta.
-Guarda che non mordo.
-è vero: non mordi. Fai peggio.
-Che cosa ti ho fatto di così malvagio?
-HO passato dei momenti terribili a causa tua.
-Mi dispiace ma non pensare che io sia stato bene.
-Però mi hai lasciata.
-Solo a parole tu hai ancora il mio cuore.
- Tu avevi il mio, ma poi l’hai sbriciolato come le stelle cadenti, che si dice di esprimere un desiderio al loro passaggio e poi si sgretolano nel nulla. Come se non valessero niente.
-Io non volevo farlo.
-Allora perché l’hai fatto?
-Io non potevo più vivere con il tormente di sapere che qualcosa ti stava tormentando e dio non potevo fare nulla!
-E così ti sembra di aver risolto la situazione?
-Uhm… No.- Dissi io.
-Ed or ame ne vado.-  Si mise a camminare zoppicando.
-Ti posso portare io se vuoi.
-No, vado da sola.
-Dimmi la verità: tu non vuoi il mio aiuto, non vuoi che io ti veda senza maschera, non vuoi mostrarti debole.
-Tu mi hai già dimostrato che sei benissimo in grado di farmi star male come nessun altro riuscirebbe ed hai tradito la mia fiducia. E vuoi sapere la verità? Eccoti accontentato: c’è un motivo se io mi sono unita a Nick e agli altri. C’è un motivo se cerco di non guardarti. C’è un motivo se cerco di tenerti a debita distanza e se ho combinato tutto questo casino a scuola. Era solo per dimostrarti che io posso stare benissimo senza di te. Per farti capire che anch’io so vivere senza te. Non volevo che vedessi che al tuo cospetto non valgo uno zero, non volevo vedessi la sofferenza di averti perso. Tu per me eri tutto. Tu eri il mio sorriso la mia gioia. ED ora è solo colpa tua se sono messa così male. Ed io anche se vorrei essere arrabbiata con te non ci riesco. Ed è vero che non ero io. Ed è vero che ti ho mentito. Ma era per una buona causa.-
Credo che un pugno nello stomaco da un pugile professionista mi avrebbe fatto meno male.  La vidi andarsene lentamente, mentre io sconvolto rimasi lì, in preda all’angoscia.
 
 Hey ragazze!
Come state? Male lo so che vi è mancata la mia ff. Sì, so anche di essere modesta. Allora allora… Boo non so che dire. Che capitolo… Le cose si stanno sistemando ma vanno ancor amale. Molto male. Nah, non worratevi. Noi non ci sentiamo da mesi giusto? Lo so, colpa mai che ho avuto un sacco di imprevisti e poco tempo per scrivere, ma quando ho visto la decima recensione mi sono data da fare! Yeah! Beh, vi lasico delle domande:
1)Idee sui brutti ceffi? Vi svelo un segreto: non sono Ant e gli altri!
2)Impressioni su Dannie?
3)Ci saranno svolte per celeste ed Harry? Come?
So che ho parlato poco anzi, niente in questo capitolo degli altri membri, ma il prossimo capitolo sarà dedicato interamente a loro. E se state leggendo la nota dell’autore scrivete POO nei commenti.  Bene, mancano i ringraziamenti yeah: grazie a tutte quelle che leggono/recensiscono/mettono te preferite/seguite/ricordate la mia ff, di cui adesso non faccio i nomi perché ho un po’ fretta, ma presto li aggiungerò. Spero che vi piaccia il capitolo, Kiss!!!
cecyxx
 

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Capitolo 12
*** things get interesting ***



 

Cap. non mi ricordo il numero
P.V CELESTE
Ok, sono stata un po’ cattiva. Un po’ tanto cattiva. Però era la verità, gli ho detto soltanto quello che provavo, mentendo solamente sul fatto che il mio cuore purtroppo ce l’ha ancora, pieno di crepe e gravemente ferito, ma nessun altro è riuscito a prenderlo. Ma se lui ha il mio e io ho il suo non capsico proprio perché la storia debba finire così. Non riesco a crederci, poteva andare bene, ma quei maledetti tipi hanno rovinato tutto. Tutto quanto. Ed io penso che questa sia una vera ingiustizia. Sai una cosa? Sono proprio stanca di non poter avere quello che voglio. Non desidero avere il mondo o chissà che cosa strana e irraggiungibile. Desidero avere ciò che mi appartiene.
Mi alzai lentamente dal letto. Non è certo la prima volta che non riesco a dormire e capisco subito quando non è possibile addormentarsi. Mi alzai lentamente, cercando di non far rumore sul mio letto scricchiolante e sempre molto silenziosamente arrivai alla porta. Per fortuna che le mie amiche hanno un sonno abbastanza  pesante. Aprii molto lentamente la porta e controllai se c’era qualcuno fuori. Via libera. Uscii e mi incamminai verso la mensa. Non sapevo bene cosa fare, ma mi sentivo quasi guidata. La mai caviglia nona dorava camminare in giro di notta sapendo di uno sconosciuto che mi cerca e nel caso mi trovasse non potrei scappare. E io lo sento. Sento che è nelle vicinanze. 
La mensa è deserta e molto inquietante al buio, ma ho paura di essere scoperta accendendo le luci. Ma aspetta… Io ho in tasca un giochino che mi aveva regalato la mia cuginetta prima di arrivare qua, dicendomi di tenerlo con me. L’aveva trovato nell’uovo di pasqua l’anno prima ed emetteva delle luci colorate. Ovviamente era una cosa da niente, ma almeno riuscivo a capire se stavo andando addosso a qualcosa.  Supero lunghe file di tavoli ed entro nella cucina Non ci ero mai entrata prima, ma essendo una tipa curiosa non ho perso tempo per entrarci. Bene, ora so che le cuoche possono essere tanto scorbutiche quanto pericolose. La stanza è disseminata da oggetti taglienti come coltelli fin troppo appuntiti. Ne afferro uno. Non chiedetemi la motivazione, ma era vicino. Sento la sua presenza, ma non garantisco niente. Potrebbe benissimo essere la mia immaginazione.
DINN
No, non è la sveglia e questo non è un sogno. Sembra quasi il tintinnio di quando si festeggia con un brindisi. Ma non penso che ci sia qualcuno a brindare in piena notte e al buio. Mi avvicinai alla provenienza dal suono. Lo so, è una pessima idea.
-So che sei qua…- Mormorai. Sembra un film.
Ma improvvisamente sento qualcosa calciarmi via il mio coltello che però non cade a terra producendo un altro tintinnio, anzi, di colpo lo ritrovo sulla mia gola.
-Mi spiace, ma purtroppo non sono là. Non dovresti fidarti di tutto ciò che vedi o senti. È tutto un gioco, devi ancora imparare ad affinare l’udito.
-Chi sei?
-Schietta la ragazza… Non dovresti farti conoscere subito così facilmente, o il tutto diventa fin troppo facile.
-Almeno non mi nascondo minacciando in giro la gente.
- Sei la prima cha minaccio e per una buona causa.
-Sarebbe?
-No, non lo saprai  mai da me e no penso che qualcun altro possa dirtelo.
-Ah, quindi continuerai a torturarmi fino alla mia morte? Fantastico davvero, ma io non sono molto d’accordo, tutto ha una fine prima o poi e sento che la tua sarà più prima che poi.
- Coraggiosa… è un’ottima qualità. Ma sinceramente non so a quanto possa servirti ora. Forza, andiamo.  Effettivamente non posso più aspettare che tu ti convinca di lasciar stare quel ragazzo. Non hai ancora capito che devi stargli lontana? Ora ce ne andiamo di qui.
- Lasciami stare! Io con te non vado da nessuna parte!
Inizia a strattonarmi cercando di portarmi verso un camion. Oh oh. Le cose si mettono male. Meglio andarsene. Devo scappare. Cerco di divincolarmi ma è inutile. Poi qualcosa cambia.
-Aaah!- Urla il ragazzo misterioso. Cerco di cogliere al volo l’occasione e mi riprendo il mio coltello. È ora di scoprire chi diavolo tu sia. Ora siamo alla luce della luna ed intravedo qualcosa. Ma… Io non ho mai visto questo ragazzo. Cosa vorrà mai unosconosciuto da me? Avrei voluto dire fermo, non ti muovere devo farti alcune domande, ma ormai era già montato sul camion e scappato via. Mi chiedo però che cos alo abbia distratto… Mi giro per tornare dentro nel mio dormitorio e vedo Harry. Ma che cosa strarà facendo lì? Poi capsico, vedo una pistola in mano e capisco.
-Ma che cosa hai fatto, gli hai sparato?- Chiedo io nel panico.
-ma va, è una pistola a pallini!-
Gli butto le mani al collo non curandomi del fatto che non stiamo più insieme da un po’ di giorni. Lui penso non se lo aspettasse perché all'inizio il suo abbraccio fu freddo, poi mi avvolse le mani in vita.  
P.V HARRY
Lo sapevo che qualcosa non andava. Beh mi sarei stupito se andava tutto bene, la situazione era abbastanza chiara. No, non l’avevo seguita per tutta la notte, anche se forse se l’avessi fatto prima ora tutto questo non sarebbe successo.  Semplicemente ero andato ad una festa. No, non per ubriacarmi. Penso che come lei non riuscivo a dormire. È lì che guardando fuori l’ho vista, insieme a quel tipo che volevo portarla chissà dove. Aveva degli occhi scuri e tali i capelli, anche se non era molto chiaro al buio. Allora avevo preso in prestito una pistola pallini da un ragazzo che era là senza neanche chiedergli il permesso e affacciandomi ad una finestra avevo sparato. E quindi per fortuna la mia Celeste era ancora salva e con me. Le spiegai tutto questo poi le chiesi:
-Allora, mi dici che è successo? Una volta per tutte, basta con le bugie.
- Va bene, forse è il momento di smetterla, ci siamo spinti troppo oltre. Ti dico subito che non so chi è quel tipo, né dove voleva portarmi. Era un giorno come un altro la prima volta quando tutto è cambiato. Prima che la finestra si rompesse. C’erano dei tizi, più di uno che mi avevano detto che se continuavo a stare con te le cose sarebbero finite molto male e se te lo dicevo loro ti avrebbero fatto qualcosa di spaventoso ed io non volevo che questo accadesse, perciò non te l’ho detto.
-Aspetta… Quindi è solo per il mio bene che mi hai nascosto tutto?- Annuii.
-Che idiota che sono stato, mi dispiace davvero molto, io non volevo che tutto questo accadesse, pensavo che non fossi sincera con me su una faccenda meno grave..  o forse non pensavo affatto.  – Avrei voluto dire altro, ma ero impegnato a nascondere le lacrime.
- No, non sei un idiota, chi unque avrebbe pensato la stessa cosa. L’unico che ha colpa di quel che è successo è quel ragazzo. Ma come ha potuto?! E perché?  E tutti gli incidenti che ci sono statui in questi giorni come quello di Zayn, sono stati tutti causa sua!
-Basta, per oggi basta così. Vai a dormire le ultime ore che domani c’è scuola.
-Domani è sabato!
-Oh… giusto. Beh, ti sarà utile lo stesso dormire.
-Ma… Ora che lo sai Harry loro ti prenderanno di mira. Io non voglio che ti accada qualcosa…
-Non preoccuparti, saprò cosa fare. Piuttosto dovremo concentrarci su chi possa essere quel tizio. Dobbiamo fermarlo il prima possibile.
 
P.V LOUIS
Non so che abbia fatto Celeste stanotte, ma sembrava molto strana e penso cercasse di continuo Harry nella mia stanza, anche se come le avevo detto c’eravamo solo noi.
Oggi è sabato. Un giorno libero ed ho un permesso per uscire, so che Crystal non farà niente di particolare oggi e voglio chiederle di uscire.
-Secondo te cosa pensa di me Crystal?
-Ah, le sei molto simpatico e so che lei è simpatica a te. Cosa hai intenzione di fare? Chiederle di uscire?
-Ma che…
-no, mi spiace ma non leggo nel pensiero, si legge nei tuoi occhi Louis.
-Ok… Cominci a farmi paura.
- Aahahah dai, chiunque a guardarti llo capirebbe!
-No, non è vero!
-Sì lo è!- Ci mettemmo a ridere insieme per la ridicola scena e poi continuammo:
- Comunque volevo chiederti secondo te dove le piacerebbe andare.
-Io la conosco fin da quando era piccola e so che preferisce il mare alla montagna e non credo che ti dispiaccia vederla in costume…- Lui rise ancora e all’inizio non capivo perché, poi mi resi conto di quello che avevo appena detto e mi misi a ridere anch’io.
-Comunque stavo dicendo… Perché non la porti in un posto qua vicino a sentire il rumore del mare per esempio? Magari dove c’è anche un po’ di verde, un posto un po’ appartato… penso sia questo quello che le piace.
-E dove potrei portarla? Ove lo trovo un posto così?
-Non lo so… Ma sinceramente è relativamente importante dove la porti… lei viene per stare con te, se no andrebbe da sola.- probabilmente ebbe un’illuminazione, si alzò di scatto dal letto, mi abbracciò dicendo che sono un genio e raggiunse Crystal in camera passando dall’armadio. Io sorrisi ed uscii dalla porta principale per non disturbarli. Lì incontrai Luna e Zayn, lui che scappava e lei che gli sbraitava dietro che se lo prendeva non sapeva cosa sarebbe successo. Io penso di saperlo invece… Comunque uscii dalla stanza che venne puntualmente occupata e chiusa a chiave da Zayn e tornai in camera.
P.V LOUIS
Questa è una giornata fantastica, Celeste è un geniaccio e Crystal è semplicemente fantastica. Tra poco andremo… Ho scelto cosa fare: andremo in una spiaggia che pochi conoscono e che ora sarà deserta e le piacerà molto, lo sento! Stavamo chiacchierando già da un po’ e lei non smetteva un attimo di sorridere.. E che bel sorriso! Alla fine riuscii a chiederle se voleva venire dicendole che era una sorpresa… ho organizzato tutto alla perfezione e Celeste mi ha dato una mano a sistemare le ultime cose.  Non vedo l’ora che ci vedremo!
P.V  ZAYN
Ok, sono salvo. Penso di aver vinto, Luna è chiusa fuori. Beh lo so che entrerà dall’armadio. Ma voglio che succeda, quindi non lo evito. La sua compagnia è fantastica, mi fa ridere moltissimo e ride anche lei.  Ecco che l’armadio si apre e… eccola qua come sempre.
-Adesso finisci male!- Dice prima di saltarmi addosso e infilarmi quelle sue dita tra i nervi delle spalle. Questa ragazza è astuta…
- Non vale entrare dall’armadio!
-E chi l’ha deciso?
-Io! Mi pare ovvio!
-E allora non vale che decidi tu le regole!
-perché no?
-Perché l’ho detto io! Mi pare ovvio!- Questa ragazza mi fa impazzire, è troppo… troppo… Boh.  Va beh è fantastica.
-Ah non riuscirai mai a liberarti di me!- Continuò lei.
-è vero, ma è solo perché tu hai più energie!
-Perché tu hai lavorato tutto il tempo? Ma fammi il piacere…
- Io faccio qualcosa durante la giornata tu non fai mai niente!
- cosa vuoi che faccia, è sabato, sono in vacanza!
-Beh per esempio puoi uscire con me.- Non ci credo che glielo ho detto. Sento il cuore che mi batte a mille. Allor ami vuoi rispondere? Un attimo sembra durare un millennio. Poi mi guarda negli occhi, dice di sì arrossendo e corre in camera sua.
Missione compiuta Malik.
Nota dell’autore.
Scusate gli errori grammaticali ho scritto di fretta e lo so ho fatto un casino con i verbi. Spero che questo capitolo vi piaccia. Il prossimo sarà dedicato interamente agli appuntamenti Louis- Crystal e Zayn – Luna. Così uno dei brutti ceffi è stato visto… mmm…. Partono le indagini. Scrivetemi le vostre conclusioni, continuo a dieci recensioni! Bye sisters!

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Capitolo 13
*** Happiness ***


  1.  
Premessa: ragazze, è da tantissimo tempo che non aggiorno e probabilmente molte di voi che starete leggendo la storia non la avrete seguita fin dall’inizio. Vi prego di darvi un’occhiata e di segnalarmi le incongruenze se presenti, perché avendo avuto molti impegni non ricordo bene neanche a che punto io sia con la storia. Vi prego di scusarmi, buona lettura.
 
 
P.V Celeste
Apro gli occhi. Alzo la testa dal morbido cuscino a scosto le braccia che mi cingono la vita. Harry sta ancora dormendo. Era la cosa più dolce che avessi mai visto. I ricci disordinati, il respiro regolare, la tranquillità di quel posto. Già, quel posto. Dove siamo? Mi alzo lentamente e mi affaccio alla finestra di fronte al letto. La stanza non è molto spaziosa: il letto matrimoniale addossato alla parete al centro della stanza è affiancato da un breve corridoio per raggiungere la porta. La grande finestra mostra dei ciliegi in fiore e il praticello verde. È una di quelle giornate in cui fa caldo ma non troppo, in cui tutto è perfetto ma non troppo, in cui il sole scalda la terra quanto basta per sentirsi a casa. Apro la finestra per far entrare un po’ di quell’arietta calda che sa di primavera. Sorrido. Non ricordo cosa sia successo ieri, ora che ci penso. Non so perché mi trovo qui. E non so nemmeno che posto è questo “qui”. Ma so di essere felice. Mi sdraio a pancia in giù sul letto, tenendomi il mento con le mani e mi fermo ad osservare Harry. In questo momento niente ha più importanza. C’è lui, ci sono io. Ci sono un mondo di imprevisti che potrebbero accadere, ma va bene. Sono felice. E niente in questo momento potrebbe intaccare la mia felicità.
Gli occhi di Harry cominciano a socchiudersi, lasciando intravedere il verde splendente dei suoi occhi. Appena mi vede, sorride. Il suo splendido sorriso che non era stato mio per troppo tempo. Alza la testa dal letto quanto basta per prendermi il viso tra le mani e baciarmi lentamente. Potevo assaporare il suo sorriso, perdermi nei suoi occhi, ancora. Ormai niente ci poteva dividere. Potevamo superare ogni cosa, nessuno dei due era disposto a perdere l’altro. La verità è che ci amavamo. Solo questo. Non ce lo dicevamo da un bel po’ di tempo, ma in questo momento sembrava la cosa più sensata.
 
P.V Harry
-Ti amo- le dissi. Lei sorrise. Mi bacio e potei sentire il sapore della felicità sulle sue labbra. Lei era fatta così, non agiva a parole ma a fatti. Ed era la cosa più meravigliosa che avessi mai visto. Cosa se ne fa una persona di un “ti amo” se poi non lo dimostra? Era quella una delle tante cose per cui mi sono innamorato di lei. Quel suo guardarmi con aria smarrita come se solo io in quel momento potessi salvarla, come se fossi la sua bussola, quel suo sorriso che non lascia spazio alle parole, quei suoi capelli sparati per aria col suo profumo addosso. Lei. Mi sono innamorato di lei. Solo lei riesce a farmi provare quelle sensazioni. Solo lei.
-Anche se ieri mi hai fatto faticare parecchio- Le dissi scherzando quando ci staccammo dal bacio. Lei mi guardò con aria interrogativa.
-Non ti ricordi niente?- Scosse la testa. Mi venne da ridere, forse era davvero meglio così.
-Ieri sera ti ho proposto di dormirci sopra… E invece tu eri talmente felice che hai preferito andare a fare un giro in un locale. Siamo usciti dal college con il consenso dei nostri responsabili di dormitorio che non so per quale motivo abbiano acconsentito a chiudere un occhio. Forse li hai convinti con il tuo splendido sorriso che dopo tanto tempo è finalmente risorto. Sinceramente, alcune parti sono sfocate anche per me. Siamo andati in questo locale e abbiamo bevuto un po’, tanto per divertirci e credo sia questa la causa del tuo vuoto. È stata una serata bellissima: c’era la musica e il locale era pieno di gente, ma noi non vedevamo nessuno, forse anche per colpa dell’alcool. Abbiamo bevuto, scherzato, ballato… Eravamo finalmente tornati insieme, non riuscivo a crederci. Non so bene che ore fossero, ma sicuramente non era presto. Ti ho presa in braccio, anche perché ormai eri andata e ti ho portata fin qui in braccio. Tu sorridevi, io pure, eravamo la coppia più bella del mondo. Siamo arrivati qui e siamo immediatamente crollati. Io ero già più sobrio, ma entrambi abbiamo voluto festeggiare. Strano che tu non abbia mal di testa o qualche altro sintomo piuttosto, ma meglio così. Non vorrei mai vederti stare male. È stata tra le serate più belle della mia vita.- Lei mi guardava con una nuova luce negli occhi.
-E mi vuoi dire che io di tutto questo non ricordo niente? E dai, non potete farmi questo!- Ci venne da ridere. Ogni momento con lei diventava automaticamente felicità.
-Ma adesso dove siamo?- Chiese curiosa.
-Questa sarebbe la casa di mia zia. Lei si è trasferita da un po’ quando ha avuto il suo primo figlio. Adesso quindi la casa è vuota ed io possiedo le chiavi.
-è tua la casa quindi?
-No, magari lo fosse. Semplicemente mia zia nascondeva sempre le chiavi di questa casa per i momenti in cui non se le ricordava. Credo che si sia dimenticata delle chiavi di scorta, avendo lasciato qui la casa già arredata.
-Peccato che non sia tua… ma potrebbe diventare il nostro rifugio… Mi piace questo posto. C’è un’atmosfera di tranquillità.
-A proposito di tranquillità… - Sapevo che prima o poi dovevamo affrontare quell’argomento.
-Non ne parliamo ora, Harry.- mi interruppe lei.
-Hey… Prima ne usciamo prima spariranno le nuvole sul nostro cielo sereno.-
-Tu da quando parli in modo così poetico?
-Da quando mi hai fatto innamorare.- Ci scambiammo un bacio. All’inizio era lento e dolce, ma in fretta diventò più passionale. Non so come, lei si ritrovò immediatamente sotto di me. Mi chiesi se fosse il caso. Mi risposi di no e mi allontanai da lei.
-Che succede?- Mi chiese preoccupata.
-Sei sicura di essere pronta?
-Mai stata tanto sicura in vita mia.
-non vorrei che te ne pentissi.
-Potrei pentirmi di non aver studiato, di non aver mangiato qualcosa o di averlo fatto, ma non mi potrò mai pentire di averti scelto.- Mi cinse le braccia al collo e mi attirò ancora sopra di sé. Non sapevo se sarebbe stata la sua prima volta. Non sapevo se era il caso. Ma sapevo che la volevo. La volevo sentire mia, volevo sentire che fosse solo per me, che non mi avrebbe lasciato. Presto né la mia maglietta, né la sua furono più addosso ai nostri corpi. Con un gesto veloce delle mani le slacciai il reggiseno, che seguì gli altri vestiti per terra. La guardai un attimo. Era serena e determinata. Aveva già compiuto la sua scelta. Ci lasciammo prendere dalla foga e anche le mutande lasciarono i nostri corpi nudi.
 
P.V CELESTE
Non mi interessa adesso. Non voglio pensare a ciò che accadrà, a chi ci brama alle spalle o altro. Siamo io e lui. Sarà la mia prima volta. Non me ne potrò mai pentire. Qualsiasi piega prenderà in futuro la nostra storia, io lo amo. Anche se magari non glielo dico, se magari non glielo dimostro, io lo amo. E detto questo, non me ne potrò mai pentire. Le sue mani scivolano sicure lungo i miei fianchi e presto anche le mutande sparirono. Ci spogliammo a vicenda, eravamo ormai nudi. Ci eravamo spogliati di ogni maschera, eravamo esattamente come siamo. Ero determinata. Nelle sue mani sentivo la sicurezza e anche l’esitazione di chi ha paura di sbagliare. Lo avvicinai a me e gli feci capire che sapevo a cosa andavo incontro.
 
Il tutto accadde lentamente, ma sembrò passare in un attimo. Si fece strada fra le mie gambe e presto eravamo uniti. Lui era dentro di me. I movimenti erano regolari e il tutto inizialmente era doloroso ma presto passò ad essere piacevole.
Quando finimmo, ci sdraiammo, io sopra il suo petto sentivo il cuore battergli. Con una mano mi accarezzava i capelli. Eravamo in estasi. Poi il mio sguardo cadde sulla sveglia sul comodino accanto al letto. Avevamo appena saltato la scuola. Ci sarebbero presto venuti a cercare. Avvertii Harry e ci vestimmo in fretta e furia. Si portò dietro le chaivi dopo aver chiuso la porta:
-Non si sa mai che ci torneremo- Disse e poi iniziammo a correre insieme mano nella mano verso scuola. Mi sentivo diversa. Non ero come qualche ora fa. Ma non mi pentivo. Mi piaceva essere così. Sentivo di essere libera e nello stesso tempo di appartenergli. Eravamo una cosa sola. Arrivati a scuola, ci scambiammo un bacio veloce e nascosto prima di dividerci all’entrata dei dormitori. Entrai in camera e fui rasserenata nel vedere che nessuno mi stava aspettando. Forse nessuno si era fatto troppi problemi quando non ci eravamo presentati. Sperai vivamente che fosse così e mi misi a pensare ad una valida scusa nel caso ci fosse stato chiesto.
E invece, nonostante il passare delle ore, soltanto Luna e Crystal mi chiesero qualcosa. Raccontai loro ciò che era successo, ero euforica più che mai.
 
Angolo Autrice: lo so, volete sapere (se ve lo ricordate ancora) che fine hanno fatto i tizi. Mi è venuta un’idea perfetta, ma dovrete aspettare il prossimo capitolo. Mi mancava davvero scrivere questa storia ed ho voluto aggiungere un capitolo di felicità completa, senza interruzioni o imprevisti. Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate, a presto!

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Capitolo 14
*** cloudy ***


Cap.14
P.V CELESTE
Chi mai potrebbe tramare alle nostre spalle? Chi mai potrebbe desiderare di tenere lontani due ragazzi senza nessuna ragione? Sono queste le uniche domande che mi pongo. Chi e perché.
Ho sempre detto che i dubbi sorgono la sera. Quando ovunque tutto è buio e il silenzio regna sovrano. È in questi momenti che le domande si fanno avanti. Ed è anche il momento peggiore. Non è intelligente farsi domande a cui non si sa dare una risposta prima di addormentarsi. Eppure è così. Devo ammettere che ho paura. Non so cosa possa succedere. Ma so che presto succederà qualcosa. Non so se Harry è al sicuro. Vorrei attraversare quell’armadio e fermarmi tra le sue braccia, sentendo il suo profumo avvolgermi e farmi sentire al sicuro. La cosa peggiore è sapere che la mia vicinanza invece avrà come conseguenza tutto il contrario. Il nemico è in agguato. Lo sento. Anche se non so chi sia, anche se non so perché. È in attesa di qualcosa.
 
Mi svegliai affannata. Non so cosa fosse successo quella notte, ma qualcosa era cambiato. Sentivo una strana inquietudine dentro me, ma feci finta di niente. Raggiunsi Harry che mi sorrise e ci scambiammo un veloce bacio prima di andare a lezione. Non riuscivo a concentrarmi. La felicità del giorno precedente non se n’era certo andato, Ma cominciavano a sorgere le prima nubi.
E così fu. Quando le lezioni finirono, in mensa non vidi Harry. Non che lo avessi visto da qualche altra parte, ma non me ne curai molto. Sarà andato da qualche parte, mi dissi, ma sentivo che non era così. Nonostante questo, mi considerai solo paranoica e innamorata. Tornai nel dormitorio dove trovai Luna, in dolce compagnia.
-Scusate se interrompo qualcosa, ma qualcuno di voi ha per caso visto Harry? – Zayn e Luna si guardarono un attimo e scossero la testa contemporaneamente. Li lasciai soli e me ne andai, non so diretta né dove né perché, ma il dormitorio con le mani in mano non era sicuramente il posto giusto.
 
P.V LUNA
-Si cercano… Sono tornati insieme?- Azzardai io.
-Credo di sì. Non so se è ufficiale, ma se non lo è entrambi hanno capito di amarsi.
-Si vede il loro amore lontano un chilometro. Lo sprizzano da tutti i pori, come se stessero per scoppiare.
-Se un amore è così forte da fargli superare anche questa, supererà ogni cosa.
-Non lo so… Non ricordo nemmeno perché si sono lasciati.
-Mi pare che Harry si lamentasse che lei teneva dei segreti e lui non sopportava più quella situazione.
-Non so che dire. Si amano. Ma nessuno dei due lo vuole ammettere.
- Io ti amo.
-Io di più.- Ci scambiammo un lungo bacio. Quanto amavo quel ragazzo… Colui che mi aveva sempre protetta da tutto e da tutti.
Entrò di colpo una ragazza e il nostro bacio venne lasciato a mezz’aria.
-Bene, la pacchia è finita. Vieni con me. Non puoi più stare qui.- Lo guardai con aria interrogativa.
-Scusa amore, devo andare.
-Ma chi è lei?- Lui non mi ascoltò e se ne andò, baciandola sulla guancia e lasciandomi da sola. Sentii una strana rabbia montarmi dentro. Chi era lei, per potermi soffiare Zayn da sotto il naso come se niente fosse?
 
P.V CELESTE
Non avevo una meta ben precisa. Semplicemente vagavo. Salii su un ponticello per attraversare il fiume che ci divideva da ciò che non faceva parte del college. Ormai non avvisavo neanche più. Era l’ultimo dei miei problemi e bene o male quasi tutti ci avevano fatto l’abitudine. Ero preoccupata per Harry. Non lo vedevo da un po’. Da un po’ troppo, direi. Mi fermai lì seduta, quando un ragazzo mi si avvicinò. Avrà avuto si e no diciotto anni.
-Ciao.- Mi salutò. Mi issai sul ponte e mi sedetti. Alzai leggermente gli occhi e tentai invano un sorriso.
-Ciao.- Ricambiai.
-Tutto a posto?
-Certo.
-Non si direbbe.- Disse sedendosi di fianco a me. Il ponte aveva muretti di roccia molto larghi e spessi, senza contare la vicinanza con l’acqua. Era un semplice ponticello fra gli alberi, che trasmetteva un’insolita tranquillità. Così ci ritrovammo lì a parlare tranquillamente, con lo sguardo fisso all’orizzonte.
-E come mai?
-Da come ti comporti.
-è la prima volta che ci vediamo…- Cercai di rispondere il meno acida possibile.
-No, aspetta. È la prima volta che mi vedi tu. Io ti osservo da mesi.- Mi girai di scatto verso di lui. Non so bene cosa volessi da lui. Forse sapere se era colui che voleva tenermi lontana da Harry. Forse saperne la ragione o semplicemente chi era lui. Non so se nell’ansia del momento non trovai le parole giuste da dire, ma rimasi solamente con la bocca socchiusa, guardando il profilo di un ragazzo che non conoscevo. Ebbi per un attimo l’impulso di prendere e scappare. Poi capii che io volevo delle risposte, qualunque cosa costasse.
-Ti chiami Celeste. Frequenti il college insieme a due tue amiche. Al college hai conosciuto Harry con cui è nata una storia d’amore intricata e complessa. E adesso sei qui preoccupata perché non hai la più pallida idea di dove sia, indovinato?- Rimasi spiazzata. Lo guardai e sentii uno strano calore invadermi il corpo. Avevo probabilmente di fronte colui che non aveva fatto altro che rovinarmi la storia più bella della mia vita.
-Chi sei?- Fu la domanda più spontanea. La più semplice da articolare e da dire fissandolo negli occhi. O almeno ci provai. Lui non si girò per tutta la durata della conversazione. Che tra l’altro fu abbastanza breve. Scese dal muretto del ponte come se non mi avesse sentito e fece per andarsene. Nonostante le vaghe intenzioni che avessi, gli afferrai un polso e per la prima volta incrociai il suo sguardo, blu come la notte, messo in risalto dagli scuri capelli che gli contornavano il viso. Ebbi paura. Il suo sguardo aveva una sicurezza inaspettata e una strafottenza che nel complesso faceva rabbrividire. Al contrario dei precedenti minuti, mi guardo fisso negli occhi e per un attimo pensai che stavolta avrei ceduto io sotto il suo sguardo magnetico. Invece mi feci forza e non mostrai niente di tutto questo.
-E adesso cosa vorresti fare, cara Celeste?- Il mio battito cardiaco accelerò, ero spaventata ma quando mi sarebbe ricapitata un’occasione così?
-Delle risposte.- Risposi seria.
-Tu chi pensi che io sia?
-Intendevo dire che voglio avere delle risposte, non darne.- Tirai fuori tutta l’acidità e l’odio che provavo nei suoi confronti.
-Sicuramente stai pensando male.
-Non credo proprio.
-Non ti si può avvicinare un ragazzo che subito diventi aggressiva e tiri fuori gli artigli? Questo Harry ti deve piacere molto.
-Infatti è così. Ma tu non sei un ragazzo qualsiasi. Smettiamola di prenderci in giro. Cosa vuoi da noi?
-Lo scoprirai.- Disse prima di andarsene spingendomi facendo leva attraverso il polso nel fiume. Persi la presa e immaginai l’acqua fredda a contatto col mio corpo. Quando mi accorsi che non arrivò, notai finalmente Harry guardarmi coi suoi occhi verdi. Mi buttai alle sue braccia.
-Si può sapere dov’eri finito?-
-Io? Ero semplicemente andato a fare una visita a mia madre. Ormai è primavera e ci saranno gli ultimi test, così prima delle vacanze estive non la potrò più vedere e volevo farle un salutino. Tu piuttosto che fai qui?
-Che faccio qui? Aspettavo ansiosa notizie di te! O almeno prima che quel tizio…- Mi girai a guardare, ma ormai era passato troppo tempo.
-Quel tizio chi?- Chiese Harry seguendo il mio sguardo.
-C’era una persona… Ne sono sicura.
-Chi era?- Gli raccontai brevemente ciò che mi era accaduto. Lui mi prese tranquillo le mani e mi guardò fisso come se mi stesse per fare una rivelazione importante.
-Sei sicura di tutto questo, amore? Potrebbe essere semplicemente una tua paura… Io credo che tu ti stia preoccupando troppo… Non lasciare che si impossessi della tua mente, okay? Ti conosco… Tu non ti fai tutte queste paranoie. Cerca di far finta di niente e lascia che la nostra relazione vada avanti senza interruzioni.
-Pensi che mi sia immaginata tutto?
-Penso solo che non è così male come sembra. Guardaci: sono de giorni che stiamo insieme e a parte queste paranoie che stanno dando alla testa a entrambi, è tutto estremamente perfetto. – Sorrisi. Probabilmente aveva ragione. Raggiungemmo mano nella mano la scuola e mi accompagnò fino alla mia stanza, dalla quale tornò alla sua dopo avermi schioccato un bacio sulla guancia.
-Siete tornati insieme?- Chiese curiosa Crystal. Sorrisi e annuii. La vecchia e cara felicità era tornata.
-Hai sentito Luna?- Le chiese Crystal. Lei non ci fece caso.
-Che ha? –Chiesi io.
-Vorrei proprio saperlo… Credo che sia per Zayn.- Non stetti lì ad insistere e lasciai Luna ai suoi problemi. Come io avevo i miei, lei aveva i suoi probabilmente.
 
Angolo autrice: ecco qua il nuovo capitolo… Beh, che ne pensate? Forse l’ho scritto un po’ di fretta, ma ci ho messo tutta la mia buona volontà! A presto:)

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