Le due facce della medaglia

di vanexuccia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove tutto ebbe inizio. ***
Capitolo 2: *** Benvenuta Rosalie. ***
Capitolo 3: *** Era solo un incubo ? ***
Capitolo 4: *** Amore o odio ? ***
Capitolo 5: *** Colpo di fulmine. ***



Capitolo 1
*** Dove tutto ebbe inizio. ***


Rosalie:  Mi sembrava incredibile tornare a Forks dopo tantissimo tempo. Nel luogo in cui nacqui. Nel luogo in cui nacquero i miei genitori. Dove si conobbero ,amarono, e tragicamente morirono. Non avevo nessun ricordo della mia famiglia.  Della mia infanzia. Non mi era rimasto nulla che gli fosse appartenuto, eccetto una  fotografia che li ritraeva sorridenti, gioiosi, bellissimi ed  una catenina con un ciondolo particolarissimo, che custodivo in modo morboso, come se fosse il più prezioso tesoro esistente al mondo. Le uniche cose lasciatomi da loro.
Fantasticavo sempre su come sarebbe stata la mia vita con i miei genitori. Una normale famiglia felice. Invece il destino decise di essere crudele con me, portandomeli via.
Nessun reale ricordo mi legava a loro. Tutto quello che sapevo dei miei era il frutto dei racconti di Mark, il mio caro zio Mark.
I miei genitori morirono in un tragico incidente stradale, quando io avevo poco più di un anno. Fu proprio Mark a prendersi cura di me.  Mi accolse e mi crebbe come se fossi sua, pur essendo figlia del  suo defunto fratello. Un uomo straordinario mio zio, un po’ eccentrico e ossessionato dall'idea di giovinezza. Infatti,  preferiva, anzi, pretendeva che lo chiamassi “solamente Mark”.  Eh sì, perché zio era  troppo "da vecchio".

Vivevamo in una tranquillissima zona nei pressi di Niagara Falls. Un posto bellissimo e perfetto per chi, come me, amava stare in solitudine circondato dalla natura. Sottolineo vivevamo, perché, di punto in bianco,  Mark prese la fatidica  decisione di trasferirci. Me l’aspettavo una decisione del genere dal caro e buon Mark, poiché Niagara Falls non è che gli fosse mai piaciuta realmente , ma non avrei mai creduto che scegliesse proprio Forks come luogo in cui vivere e ricominciare tutto. Certo, era la nostra città natale, ma vi erano molti ricordi legati ad essa, tra cui la morte del fratello. Mio padre.  Non avrei mai pensato… Che tipo strano mio zio, scegliere di cambiare città e vita subito dopo una strana telefonata, ricevuta qualche giorno prima…  Ma nonostante ciò, gli volevo un bene grandissimo e non avrei mai voluto essere in nessun posto senza di lui.. anche se in quel momento mi stava facendo scoppiare i timpani..
"Ehii Mark, ti prego, sono ore che viaggiamo  su questo rottame ! Capisco che devi guidare e mantenerti sveglio ma, potresti abbassare il volume della radio ? O almeno,  potresti gentilmente smettere di cantare, ti prego ! Una campana è molto più intonata di te ! " . Gridai con voce stridula e con i denti serrati.
"Aaah,l'ho sempre detto che sei una vecchietta mia cara Rose, canta con me daiii ! IT'S MY LIIIFE, IT'S NOW OR NEVER.. I AIN'T GONNA LIVE FOREEVERR" . rispose con soddisfazione.
Povero Bon Jovi, pensai tra me e me, tanta fatica per fare una canzone che poi viene rovinata così. Ma che vita sarebbe stata senza le canzoni stonate di Mark ?
 "Zio, dai, quanto manca ?"...  Provavo sempre una certa soddisfazione nel chiamarlo zio, quando  faceva l’antipatico . E sapendo che non lo sopportava, prevedevo ogni sua reazione .
“ 3, 2, 1..”
" Ti ho sempre detto di non chiamarmi zio, mi sa di vecchio, ed io sono giovanissimo” . Disse con tono grave ed infastidito. “ Ma tu lo fai per dispetto, lo vedo quel ghigno maligno che c'hai in volto scimmietta !" Tornò dolce come sempre e rise con me divertito. Assomigliava tanto a papà che sorrideva felice nella foto. Ringraziavo costantemente il cielo di avere almeno lui. Riusciva, in parte, a colmare quel vuoto che sentivo dentro a causa della mancanza dei miei.
“Resisti Rose, manca pochissimo. Due orette circa”. E rise di nuovo col suo fare scherzoso. “Due ore ancora ?! Uffa!  Cerco di resistere, ma tu smettila di rovinare le canzoni altrui“ . “Bla, bla, bla, non ti sentooo vecchietta !” . Gli diedi le spalle con un sorriso, poiché sapevo benissimo che mi stava facendo un sacco di smorfie. Chiusi gli occhi, strinsi il ciondolo e tornai tra i miei pensieri


Mark: Stavo fingendo e la mia piccola ci credeva. Fingevo che tutto andasse a meraviglia. Un normalissimo zio e la sua normalissima nipote che decidono di cambiare città, per assicurarsi un futuro migliore. Questo le dissi quando all’improvviso presi la decisione di trasferirci.
Nulla è mai come sembra.
Guidavo verso Forks, ma avrei voluto fare inversione e scappare il più lontano possibile come feci tanti e tanti anni fa. Ma non c’era via d’uscita questa volta. Ovunque andassimo, in qualsiasi posto l’avrei portata, ci avrebbero trovati.
Cercai di nasconderla per 17 anni e ci riuscii, ma ci trovarono anche nella più sperduta montagna di Niagara Falls.
La stavo portando nel luogo in cui tutto ebbe inizio. Ma era il solo modo per proteggerla. Avrei fatto qualsiasi cosa per salvare la mia Rose.
Il Consiglio mi chiamò qualche giorno prima avvertendomi che il “momento” stava giungendo inesorabile e Rosalie doveva essere pronta.
La mia Rosalie. La mia bambina. Nessuno l’avrebbe toccata. Non l’avrei mai permesso. L’avrei protetta con la vita, come promisi a Rick, mio fratello. Sentii in quel momento un’altra fitta al cuore : il dolore della perdita di un fratello e la bugia che fui costretto a raccontare a Rose per proteggerla.
Mi voltai per guardarla. Eccolo, il senso della mia vita. Dormiva accoccolata sul sedile della macchina e stringeva la collana della madre.
Lacrime mi invasero gli occhi e tornai a guardare la strada per evitare di farmi vedere.
Pensai a quanto fosse simile alla mamma Eve. Stesso fisico perfetto, capelli neri, stessa dolcezza e caparbietà. Da mio fratello Rick prese gli occhi color azzurro cielo ed un letale mix di coraggio e testardaggine. Qualità che possedevo anch’io. Il sorriso della mia Rose oscurava il sole stesso. Era il simbolo della perfezione.
Un brivido freddo mi percosse, poiché conoscevo la terribile verità a cui Rosalie era legata. Qualcosa era celato in lei. Un fardello. Un peso. Un dono. Un potere, troppo grande, troppo pericoloso. Non doveva venire a saperlo mai. Questa storia non sarebbe mai dovuta venire a galla. Ma inconsciamente sapevo quello che stava per accadere : la battaglia per la sopravvivenza era appena iniziata.

E proprio  in quel momento, superavamo il cartello di benvenuto della città di Forks. 



-Vanexuccia's corner.
Ciao a tutti, è la prima volta che pubblico una storia. Sono un po' emozionata, ma finalmente mi sono decisa. Spero con tutto il cuore che possiate apprezzare questo primo capitolo. Ne seguiranno altri. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima, bacinii :* :)

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Capitolo 2
*** Benvenuta Rosalie. ***


Rosalie: Dove mi trovavo ? Perché ero circondata dal buio ? Che razza di posto era quello ? La paura invase il mio corpo, facendomi tremare e sudare. Non riuscivo a vedere niente. Pensavo che la vista si sarebbe abituata al buio e avrei visto, scorto almeno qualcosa. Nulla. Gridai. Non mi uscì la voce. La paura si trasformò in terrore.  Ad un tratto un rumore mi fece sobbalzare. Cercai di capire da che direzione provenisse. Ma come si fa a capire se sei circondata da nient’altro che buio?! Qualcosa all’improvviso mi toccò.. Urlai..

“Rose, Rosalie piccola svegliati siamo arrivati.” Zio Mark mi guardò spaventato. Era tutto un sogno. Sembrava reale però. Frastornata lo guardai.
“ Piccola ti senti bene? Hai urlato e ti dimenavi. Cosa stavi sognando ?” I suoi occhi non si distaccavano dai miei, ancora appannati.
“Nulla Mark, non ricordo. Siamo arrivati ? Ah finalmente, non ce la facevo più.. La prossima volta aereo, ok ? Mai più macchina.” Cercai di sviare l’argomento e il suo viso si rilassò all’istante. “Ah sì ? Vuoi anche il fattorino che ti prenda le valigie ? Scendi scimmietta ! “ disse con un ghigno.

Appena scesa dalla macchina, l’aria fresca mi arrivò in faccia facendomi svegliare del tutto. 
Che posto delizioso. Un cielo limpidissimo, alberi dappertutto, villette, bambini che giocavano a calcio, vecchiette che ci fissavano. Fissavano proprio noi. In particolare me. Mi avevano riconosciuta ?
“Goditi questo momento little star, siamo l’attrazione della giornata. Tutta l’attenzione sarà rivolta a noi. Siamo come Brad Pitt e Angelina Jolieee! “ Disse Mark con una certa soddisfazione. Eccolo che iniziava a pavoneggiarsi, soprattutto in presenza di belle donne. Sempre lo stesso !
“Ma è lei ?” disse, con una certa emozione, una signora anziana che teneva stretta da un braccio una donna più giovane. Dalla somiglianza, credo fosse la figlia. Di tutta la risposta, quest’ultima, ancora più emozionata della vecchietta accanto disse “ E’ identica ad Eve.” 
Era sempre un’emozione forte sentire che io assomigliassi tanto a mia madre. Ne ero fiera. Ci avvicinammo.
“Signora Black, è sempre un piacere rivederla! “disse Mark con un’espressione felice. “Oooh, tesoro, quanto ti sei fatto bello ?!” disse la signora anziana abbracciandolo. Poi guardò me. Si avvicinò e mi accarezzò il volto e mi disse “Che giovane donna splendida sei diventata piccola Rosalie” . Le sorrisi e le strinsi le mani dolcemente, e allo stesso tempo, lei aumentò la presa.
“Vieni cara, ti presento mia figlia Anna”. Come avevo sospettato. “E’ un piacere” le dissi sorridendole.
“Il piacere è tutto mio cara. Sei bellissima.” Quanti complimenti in così poco tempo.
“Vieni tesoro, dovrai essere stanca. Mi sono presa il permesso di sistemarvi casa. Spero vi piaccia.” “Oh grazie signora Anna, è gentilissima” dissi sollevata al solo pensiero che non avrei dovuto pulire io. Ero a pezzi. Soprattutto dopo quel sogno…
“Ah, non chiamarmi signora. Mi sa di vecchia ed io non lo sono. Chiamami “solamente Anna”. Pure lei ?! Ma era un’ossessione vera e propria. “Certo Anna”, dissi sorridendo e lanciando un’occhiataccia a Mark, che si mise a ridere.
Entrammo dentro e un tepore ci accolse. Tutto era limpido, un profumo delizioso di cibo caldo fece brontolare il mio stomaco e automaticamente mi toccai la pancia.
“Hai fame tesoro ? Ho cucinato un po’ di roba, spero ti piaccia tutto”.
“Anna è davvero gentile, non so come ringraziarla.”
“Non ringraziare cara, è una gioia averti di nuovo qui con noi, dopo tutti questi anni.” Un’aria di malinconia scese nei suoi occhi. Sapevo a cosa stesse pensando.
“Sono felice anch’io.” Le dissi toccandole una spalla, come per confortarla.
“Pensandoci, avrei bisogno prima di fare una doccia e poi mangiare.”dissi stiracchiandomi un po'. 
“Vai a prendere le valigie che ti servono, le altre le prendo io Rose”
disse Mark con la bocca piena.  Che ingordo, neanche aspettarmi ! Aveva sicuramente capito che cosa stessi pensando, infatti con un ghigno mi disse “ Ehi vai tranquilla, ti lascerò qualcosa.” Gli feci una linguaccia e uscii fuori. Che tranquillità!  Mi piaceva Forks.
Andai verso la macchina, aprii il cofano e cercai le mie valigie. Un rumore mi fece sobbalzare. Mi voltai di scatto. Non c’era nessuno. Cercai di guardare tra gli alberi dall’altra parte della strada. Niente. La mia immaginazione, pensai. Alzai le spalle e presi le valigie. Arrivai all’uscio della porta e mi voltai per controllare un’ultima volta. Il nulla. Il vento si stava alzando e tra me e me pensai “Cibooo aspettamii ! “.
 

Jacob: Quella mattina mia madre mi disse che stavano per arrivare. Finalmente avrei conosciuto la causa di tutto. Avrei visto lei. Verso l’ora del loro arrivo, mi diressi nel bosco. Non volevo che mi vedesse. Almeno non ora. In fondo, io avrei dovuto essere un’ombra.
Arrivarono. Mi nascosi bene dietro un albero. Scese. Un calore mi invase il corpo. Una strana sensazione mi pervase il corpo. Il cuore iniziò a battere sempre più forte.
Che mi stava succedendo ? Era bellissima. Una creatura fuori dal comune. Parlava cordialmente con mia nonna e mia madre. Entrò dentro casa.
Che cosa stavo facendo ? Perché mi sentivo in quel modo?  Mi voltai di nuovo, stava uscendo. Dove stava andando ? Verso di me ? Se n’era accorta ?
Cercai di confondermi con la natura. No, che stupido.. stava prendendo le valigie.
Volevo vederla meglio. Cercai di avvicinarmi il più possibile.
Un rumore. Accidenti, avevo appena spezzato un ramo. Immediatamente Rosalie si voltò. “Non devo farmi vedere” dissi bisbigliando.
Cercai di vedere cosa stesse facendo. Fissava il bosco, un paio di volte nella mia stessa direzione.
Mi sembrava che ci stessimo guardando, ma mi stavo illudendo. Alzò le spalle a mo’ di arresa e prese le valigie. Si diresse verso la porta e si voltò un’ultima volta. Il vento le accarezzava i capelli , i suoi occhi color cielo cercavano di scrutare e scorgere qualcosa. Nulla. Entrò in casa.
Non sapevo cosa mi stesse accadendo. L’unica cosa certa : non avrei mai voluto starle lontano.


-Vanexuccia's corner.
Ciao a tutti ragazzuoli. Ecco sfornato il secondo capitolo di questa storia. Spero vi possa piacere.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacionee:**

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Capitolo 3
*** Era solo un incubo ? ***


Rosalie : Correvo  veloce, senza fermarmi neanche un momento per prendere fiato. Non sapevo perché stessi correndo in quel modo. Era come se fossero le mie gambe a guidarmi..
Non conoscevo il motivo di quella fuga così disperata, ma sentivo di dover correr. Di dover andare verso qualcosa. Verso qualcuno.
Improvvisamente il buio. Non vedevo nulla. Dove mi trovavo ? Cercai di gridare. Non riuscivo.
Di colpo mi ricordai di aver già sognato quella scena. Di nuovo mi spaventai. La paura si trasformò in terrore. Speravo che qualcuno venisse in mio aiuto. Nulla, solamente il buio che mi circondava.
Cercai di muovermi ma era come se fossi bloccata. Perché non ci riuscivo ? Grondavo di sudore. Il mio cuore batteva così velocemente che temevo scoppiasse.
In quell’istante qualcosa mi toccò. Urlai a più non posso. O almeno, cercai. Mi sentii risucchiare in un vortice. I timpani mi stavano per esplodere. Sentivo lo stomaco sottosopra ed ero pronta per vomitare. Che mi stava succedendo ? Avevo una paura incredibile. Chiusi gli occhi, sapevo che qualcosa di terribile mi stava per accadere. Non volevo guardare.
Tutto si fermò. Cercai di schiudere un occhio per controllare la situazione. Nel buio scorsi qualcosa, o meglio, qualcuno...
Una figura incappucciata era di fronte a me. Chi era ?
Guardai bene per cercare di capire. Qualcuno ai suoi piedi si lamentava. Sangue dappertutto. Disse qualcosa ma non capii bene. Era una voce femminile. Familiare. Sentivo che quella ragazza stava per morire, ma non potevo far nulla per aiutarla.
Qualcosa in lei attirò la mia attenzione. Il ciondolo. Particolarissimo.. Mi si congelò il sangue. Il mio cuore si fermò. Capii tutto. Era la mia collana. La ragazza ero io!
Volevo fuggire, andare via, lasciar morire “me stessa” lì per poter salvare” me”, ma le mie gambe che in precedenza avevano corso tanto, decisero di bloccarsi. La figura incappucciata, che non si era mossa di un millimetro, rise di gusto, come se avesse ascoltato tutto il mio monologo interiore. Chi era ? Cosa voleva?  Si mosse. Oltrepassò il mio corpo inerme e pieno di sangue e si diresse verso.. Me. Urlai. Stavolta, la voce mi uscii. Forte. Da spaccarmi la gola... 
“Rose, rose, che hai ? Mi fai preoccupare, svegliati piccola”. Mio zio Mark mi scuoteva violentemente per svegliarmi. Era tutto un sogno.
Però le sensazioni erano reali. Mi toccai istintivamente la gola, il petto, la testa. Non mi sentii mai sollevata come in quel momento. Lo abbracciai. Piansi. “Piccola che ti succede, cosa hai sognato? Era solo un sogno. Ci sono io con te.” La sua voce tremava, era spaventato. Sicuramente mi aveva sentita urlare. “Un sogno brutto.” dissi con voce tremante, debole. Le immagini erano ancora vivide. Tremavo come una foglia, avevo ancora paura. “Piccola te la senti di raccontarmelo ?” Noo che non volevo, stavo cercando di rimuovere tutto e ricordarlo sarebbe stato peggio.
“No zio, non me la sento. Ehm, scusa, Mark”. Sorrise ma il suo volto era teso, preoccupato.
“Sono il tuo zietto piccola. Inizia a piacermi zio, sai. Suona bene. Dopotutto sto invecchiando.” Mi fece sorridere. Mi stavo calmando.
“Ti faccio una bella camomilla e ti canto una canzoncina come facevamo quand’eri piccina?”
“Accetto la camomilla ma la canzoncina no !” risposi sorridendo. Ormai ero calma. “Allora, visto che non apprezzi le mie qualità canore, ti preparo la camomilla e te la porto subito principessa. “ Mi distesi di nuovo e guardandolo uscire dalla mia stanza gli dissi “Ti voglio bene.” Si voltò e sorridendomi mi disse “ Te ne voglio anch’io principessa.” Ed uscì. Non avevo più voglia di dormire.



Mark: Possibile stesse sognando proprio quello ? Vederla soffrire mi uccideva. Urlava, si dimenava. Dovevo avvertire il Consiglio. Non poteva andare avanti questa situazione.


Jacob: L’avevo vista il pomeriggio e non avevo smesso un secondo di pensarla. Non riuscivo a togliermela dalla testa.  La sua immagine mi tormentava. Ma che tormento dolce !
Dovevo smetterla però. Dovevo levarmela dalla testa. Non era possibile questo. Non era permesso che io.. "Cazzo Jake, NO !"
Però avrei voluto vederla un’ultima volta con questi occhi, prima di guardarla diversamente…
Ce l’avrei fatta ? Non lo so. Però sentivo la necessità di vederla. Sarei andato quella notte. L’avrei guardata dormire. Non volevo mi vedesse.
Basta, sarei andato ad ammirarla dalla finestra. Il cuore, al solo pensiero, batteva all’impazzata. E quando l’avrei vista ? Sarei morto d’infarto ? Beh, sicuramente, una morte felice.
Jacob, Jacob, Jacob ! Comportarmi così, io ?! Sembravo malato. Malato d’amore… Non era normale tutto questo !
Uscii di nascosto, e mi confusi con la notte. Due case ci separavano, ma non passarono 30 secondi da quando saltai dalla finestra della mia stanza e giunsi alla sua.
Con un balzo arrivai e guardai attraverso la finestra. Era aperta.
Possibile che mi stesse aspettando ?! … "Ma che razza di pensieri sono, idiota?!" Rose non sapeva neanche che esistessi !
Non mi riconoscevo. Io? Jacob Black, una roccia impenetrabile, così sdolcinato ?! Cazzo no. Basta.
La guardai. I miei pensieri si annullarono. Era lì che dormiva nel suo letto. Che meraviglia ! I suoi morbidi capelli facevano da cornice a quel viso stupendo. Le labbra carnose dischiuse, le guance rosee, il respiro leggero e soave. Non avevo mai visto qualcosa di più bello. Era così bella da.. far paura.
Avrei potuto passare anni, secoli, millenni a guardarla. Non mi sarei mai stancato. Quanto avrei voluto avvicinarmi, accarezzarle il volto, annusarle i capelli, toccare quelle dolci forme, baciare le sue labbra..
Questi miei pensieri furono spezzati da un suo brusco movimento. Cosa stava sognando ? La sua tenera espressione rilassata si trasformò in un urlo mozzato. Che aveva ? Cominciò a tremare, dimenarsi. Entrai nella stanza e mi avvicinai. Sembrava in preda ad una crisi, non avevo idea cosa fare. Soffrivo a vederla in quel modo.
“Rosalie” le sussurrai e le toccai dolcemente il braccio.
In quel momento, la vidi contorcersi. Dovevo svegliarla ! Ma come potevo ? Cosa avrebbe pensato se mi avesse visto ?!
Si calmò, però non mi smise di tremare. Era sudata. Le tolsi le coperte. La sua camicia da notte di seta bianca, bagnata dal sudore, lasciava intravedere il suo corpo scultoreo… Cercai di non pensare a me stesso e alle mie fantasie e tornare a guardare lei. La sua espressione era indecifrabile.
Ad un tratto, un urlo. Pensavo che le sue corde vocali si sarebbero spezzate di lì a breve. Quelle grida erano laceranti. Il mio cuore andava in frantumi solo a vederla. Cosa avrei dovuto fare ?
Un rumore. Suo zio stava venendo. Non volevo lasciarla lì da sola. Passi sempre più veloci. Si stava avvicinando, era questione di secondi. Sarei dovuto fuggire, ma non riuscivo ad allontarmi da lei. La guardai un’ultima volta. Qualcosa mi inumidiva gli occhi, lacrime ?!
La maniglia della porta si abbassò e con un balzo saltai fuori dalla finestra.
Appena atterrai non la sentii più urlare. Non riuscivo più a capire nulla. Non ero mai stato così confuso. Qualcosa mi scese dagli occhi. LACRIME ?! Io ? Troppe emozioni per quella giornata.
Cercai di respirare profondamente. Di calmarmi. Fare il punto della situazione. Sapevo cosa le stava succedendo. Era cominciato… e Rosalie non sapeva niente. Il suo potere si stava risvegliando, disse il Consiglio. Potere ?! Quella era una maledizione !
Ero fermo immobile, sotto casa sua mentre pensavo a tutte queste cose.
Un rumore bloccò il flusso dei miei pensieri. Cercai di guardare bene. Non ero solo. Qualcuno mi stava fissando. Mi misi in posizione di difesa, mi sarei aspettato un attacco da un momento all’altro. La mia mente svuotata cercava di distinguere ogni singolo rumore, ogni singolo movimento. I miei sensi erano svegli e pronti a percepire qualsiasi cosa. Nulla.
Non mi mossi di lì per tutta la notte. Appena si fece l’alba, decisi di tornare a casa. "Il peggio è passato", pensai.
Considerazioni di quella notte: qualcuno mi stava spiando. Il Consiglio doveva sapere.
Chiunque fosse, non si sarebbe mai avvicinato a Rosalie. Non l’avrei mai permesso. Rosalie, che quella notte soffrì tanto. Il Consiglio sarebbe venuto a conoscenza anche di questo.
Il mio comportamento bizzarro. Non è la prima ragazza che vedo, perchè mi sento così legato a lei ? Incantesimo, magia ? AMORE A PRIMA VISTA ?
Una sola cosa era chiara (e non solo ai miei occhi) : la battaglia per la sopravvivenza era cominciata. 

-Vanexuccia's corner.
Ecco pronto il terzo capitolo della mia storia. Spero vi stia piacendo. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. :)
Vi mando un bacio grandee. Alla prossimaaa ! :) :**

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Capitolo 4
*** Amore o odio ? ***


Rosalie: Non avevo chiuso occhio quella notte. Il ricordo di quel terribile incubo mi tormentava, ma avevo deciso di rimuoverlo. Dopotutto, come potevo farmi rovinare la giornata da uno stupido sogno ?! Era solo un sogno, no ?! …
Ero ancora a letto quando entrò mio zio “Buongiorno principessa, come ti senti ?”. Era assonnato, stanco e pallido.
Non aveva dormito e si vedeva, mi sentii un po’ in colpa.
“Buongiorno Mark, sto bene. Tu invece ? Hai per caso girato il sequel dell’Alba dei morti viventi ultimamente ?” E risi di gusto. Mi guardò dapprima in modo acido, poi camminando come un vero e proprio zombie, mi raggiunse e iniziò a farmi il solletico per vendicarsi. “Io-uccidere-mia nipote. Io-fare-lei-solleticoooo!” Eravamo di nuovo felici ed era come se nulla fosse successo…
“Baby, dimenticavo di dirti che domani sera saremo dai Black per cena. Almeno avrai l’opportunità di conoscere Jacob, il figlio di Anna… Ha la tua stessa età credo…”. Lo disse con un sorrisetto che non mi convinceva.
“Cos’è quello ?” gli chiesi con tono squillante. “ Quello cosa ?” mi rispose perplesso Mark.
“Quel tuo stupido sorrisetto antipatico.” Mi guardò in modo accattivante e mi disse “ Beh, mi hanno detto che sia un bel ragazzo. Tu sei bellissima. Eeeeeeh…” arrossii, sapevo cosa stesse pensando. “Finiscila zio. Non ti azzardare nemmeno a pensarci. Non lo conosco nemmeno.” Sorrideva con il suo fare sicuro, da esperto latin lover. Odiavo quando si comportava in quel modo !
“Non assomigli neanche un po’ al tuo caro zietto in questo ambito. Dovrei darti delle lezioni, sai… “
"Basta ! Vai fuori di qui, immediatamente.”
Rise a crepapelle, prendendomi in giro. Gli chiusi la porta in faccia e lo sentii sghignazzare ancora. Sorrisi anch’io. Che burlone..



Mark: Rosalie stava decisamente meglio rispetto alla notte precedente. Certo, era ancora stanca, glielo si leggeva negli occhi. Ma era la stessa di sempre… la mia piccola.
Mentivo a me stesso. Qualcosa in lei stava cambiando.
Me ne accorsi qualche tempo prima ci trasferissimo qui a Forks. Succedevano cose strane allora...
Sapevo benissimo che stava ricominciando, ma questa volta sarebbe stato definitivo.
Mi venne un nodo in gola al solo pensiero. Odiavo quello che le stava succedendo, quello che le sarebbe successo di lì a poco.
Avrei fatto finta di niente dinanzi a lei, non le avrei fatto capire nulla.
Non volevo soffrisse. Non volevo si… odiasse.



Jacob: Quella mattina mi sentivo davvero esausto.. finché mia mamma mi disse chi invitò l’indomani a cena: Mark e Rosalie. La mia Rosalie.
Diventai improvvisamente euforico, ma al contempo, confuso dal mio comportamento. Non era normale. Mi ero convinto di essere malato o sotto qualche potente incantesimo… colpa di Rose e della sua maledizione. Avrei dovuto odiarla anziché amarla…
Chi si accorse del mio stato di confusione fu mia nonna. Non le sfuggiva proprio nulla.
“Sei contento di conoscere Rosalie ? E’ davvero una cara e bellissima ragazza. “ Mi irrigidii, non sopportavo che qualcuno si facesse gli affari miei. “Nonna, sinceramente, non la conosco e non m’interessa. Noi dovremmo odiarla. Siamo tutti in pericolo per causa sua !”
Cercavo invano, di non farle capire nulla. Invano, cercavo di pensare a Rose in modo diverso, come era… Un mostro. Ma poteva essere un mostro così angelico ? Non ci riuscivo.
“Jake caro, puoi mentire a tutti, anche a me, ma non a te stesso. L’amore è la forza più potente che esista. Magia, incantesimo, sono sinonimi di amore.” Sbiancai e rimasi sconvolto: come faceva a sapere cosa pensai la notte prima ?
“L’amore vincerà su ogni cosa. Sul bene e” si fermò e le scesero lacrime che mi ferirono nell’anima “sul male.” Tremavo e non sapevo perché. Ero sconvolto. Come poteva, mia nonna, sapere tutto ?
“Amore e odio sono due sentimenti complementari. Ma uno dei due ha sempre la meglio sull’altro. Ricordalo sempre Jake.”
Era troppo. Stava rispondendo a tutte le mie domande, senza che glielo chiedessi. In modo brusco.
Forse odiai per troppo tempo quella ragazza, senza che la conoscessi e il destino poi, per punirmi, mi fece innamorare a prima vista di lei ? Ero frustrato.
Baciai sulla fronte la mia cara nonna, non riuscii nemmeno a guardarla e andai via da quella stanza lasciandola sola ai suoi pensieri.
Vagavo per strada. Le parole di mia nonna risuonavano nella mia testa, fastidiose come trapani.
Di colpo, una visione angelica, lei. Rosalie. Ero incantato dalla sua bellezza. Sorrideva e scherzava con due bambini che giocavano per strada. Così cordiale, gentile, meravigliosa. Eravamo molto vicini.
“Ehi, c’è Jakee !” disse Sam, uno di due ragazzini, urlando e facendo segno verso di me. Rosalie si voltò. Mi guardò incuriosita e sorridente. Mi irrigidii. Un misto di emozioni mi travolsero.
Felicità, rabbia, paura. Ero felice di vederla. Felice che mi avesse sorriso, guardato, considerato per la prima volta. Arrabbiato con me stesso perché provavo quei sentimenti proibiti. Paura perché conoscevo il suo segreto, conoscevo chi era e di cos’era capace.
Amavo una creatura letale.
Ero diviso in due. Amore o odio ?
Me ne andai in silenzio. Senza rispondere. Senza dire una parola…  
 

Rosalie: Quel pomeriggio, decisi di uscire un po’ e fare un giro per il quartiere.
Feci subito amicizia con dei bambini dolcissimi che mi invitarono a giocare con loro. Erano i figli di una vicina di casa. Ron e Sam si chiamavano. Era forte stare con loro, ti facevano desiderare di tornare bambina!
Improvvisamente si fermò un ragazzo di fronte a noi. Alto, moro, muscoloso… ci fissava.
“Ehi, c’è Jakee !” disse Sam. Lo indicò con la sua piccola mano e lo riguardai.
Che sguardo intenso. Strano… mi sentivo come se lo conoscessi da una vita.
Ma come poteva essere ?
Gli sorrisi cordialmente e sentii le mie guance arrossire. Nessuna sua reazione. Aveva ragione lo zio Mark, non ci sapevo fare con i ragazzi ! Neanche a farmi notare !
Si voltò senza dire una parola.
Sentii il cuore battere forte e non capivo il perché. Chi era quel ragazzo ?
Una sensazione strana, intensa, sconosciuta…  


-Vanexuccia's corner.
Ciaooo a tutti cari lettori, ecco il quarto capitolo. Spero vi piaccia. 
Vi annuncio che, MOLTO PRESTO, sarà svelato il mistero di Rosalie.
Fatemi sapere cosa ne pensate. 
Un bacio grande :**

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Capitolo 5
*** Colpo di fulmine. ***


Rosalie: Pensai per tutto il giorno quel ragazzo così misterioso e affascinante, ma soprattutto, il suo intenso sguardo. Fantasticai su di lui per tutto il tempo, non accorgendomi che "qualcuno" stesse studiando le mie espressioni. "Distratta, occhi che luccicano, guance più rosee del solito". "A cosa stai alludendo Mark?" risposi acidamente. "Le mie soluzioni a questo mistero sono due: Febbre o...", lo guardai in modo cattivo. Mi stava facendo saltare i nervi. "O? Continua !" urlai. Mi guardò sconvolto. Sembravo una pazza isterica. Una risata forte rimbombò in tutta la stanza. Mark era piegato in due dalle risate. "La mia piccola si è presa la cotta per qualcuno ! Chi è il fortunato?" disse ridendo a crepapelle. "Sei ridicolo! Piantala! Non ho conosciuto nessuno e se anche fosse, non sono affaracci tuoi !" dissi a denti stretti. Uscìì lasciando ancora ridere quell'impiccione di mio zio, che non poteva che aver torto. Forse...
 
Jacob:"Sono un codardo, sono un codardo, sono un codardo" ripetevo a me stesso. "Sei un coglione Jake, ce l'avevi lì, a due passi, avresti potuto presentarti... invece no, sei fuggito!" Parlavo da solo. Sembravo un pazzo. L'immagine di Rose era fissa nella mia testa, nel mio cuore. Era bellissima, una dea. Poi, come un fulmine a ciel sereno, mi ricordai dell'altro lato di lei... Un mostro pensai. Mi sentivo in guerra con me stesso. Una parte di me avrebbe voluto vederla, guardarla, amarla e l'altra, invece, scappare, ignorarla, odiarla. Il colmo: quella sera sarebbe venuta a cena da noi. Cosa sarebbe successo ? Tra di noi, in particolare...
 
Rosalie:"Rooooooooooose! E' tardi, ci stanno aspettando, sei pronta?" Zio Mark mi chiamava pronto da un pezzo per la cena dai Black. Io, invece, girovagavo per la mia stanza alla ricerca di un vestito carino, non troppo elegante, non troppo casual, non troppo ! Avrei voluto fare bella figura. Mi sentivo agitata e non comprendevo il motivo... Era come se sapessi che sarebbe successo qualcosa...  Stavo impazzendo! Decisi per un classico tubino nero con tacchi non eccessivi. Li indossai in fretta e furia e uscii dalla mia camera, inciampando quasi nelle scale e trovai Mark che mi guardava meravigliato e nervoso. "Sei una lumaca. Una lumaca splendida." disse sorridendo. Uscimmo insieme ridendo.
 
Jacob: "Ci siamo, ci siamo... E adesso ?" Ero teso, nervoso, emozionato, impaurito, impaziente di vederla. "Jake, comportati bene" mi ripetevo nella mente. "Jake, comportati bene" disse mia nonna, facendomi sobbalzare. "Nonna ma.." "Non dire niente, non c'è bisogno" continuò a dire, sistemandomi il colletto della camicia. "Sei perfetto" mi baciò e si allontanò. Ancora facevo fatica a capire come facesse lei a sapere sempre tutto. Sportelli che si chiudevano. Erano arrivati. Eccola, dì li a poco sarebbe entrata in casa... Agitazione alle stelle.
 
Rosalie:"Eccoci arrivati principessa" disse sorridente zio Mark. Gli sorrisi e sempre più tesa( non sapendo perchè) scesi dalla macchina. L'aria era tiepida, un profumo di cibo invitante proveniva dalla casa che avevo di fronte. Tutto era tranquillo, o almeno sembrava. Dentro di me sembrava ci fosse una battaglia, il cuore batteva all'impazzata. Ma diamine, PERCHE' ?
 
Jacob: Mi avvicinai alla finestra per guardarla. Il mio cuore si fermò, smisi di respirare. Era semplicemente divina. Bellissima. Il vento le accarezzava i capelli. Si guardava intorno. "Jacob, cazzo, respira" pensai tra me e me. Ma come si poteva rimanere lucidi di fronte a cotanta bellezza? Dio quanto era bella ! Dovevo darmi una regolata. Il momento era giunto. L'avrei conosciuta. Ora. Oh cazzo !
 
Rosalie: Mi sentivo osservata. Questa cosa mi agitò ancora di più. Forse Mark se ne accorse e mi prese per mano e mi portò con lui verso la porta. Ad attenderci c'erano la signora Black e Anna, emozionatissime, peggio di me. "Buonasera, finalmente cari, venite venite, entrate." La signora Black mi abbracciò e Anna mi baciò dolcemente. Quanto erano dolci quelle donne. "Avrete fame, spero vi piaccia tutto. Non sapete quanto siamo contenti che siate venuti qui." disse Anna. "E' sempre un piacere passare del tempo con voi Anna. E poi io non resisto alla tua cucina, sei una cuoca perfetta!" E lei sorrideva deliziata dalle sue parole. Girai gli occhi, sempre il solito. La signora Black mi prese dalla mano e mi disse" Cara, devo presentarti il mio caro nipote, avete la stessa età sai, andrete MOLTO d'accordo, ne sono certa." Sorrise e mi portò in salotto. Sbaglio o sottolineò quel molto ? Boh. Giunte nella stanza, vi era un ragazzo. Guardava fuori dalla finestra. Era altissimo, moro, ben vestito. Improvvisamente il mio cuore cominciò a battere forte. Troppo forte. Si voltò... Oddio era lui ! Il ragazzo misterioso che ho pensato per tutto il giorno. Il mio cuore batteva all'impazzata, arrossìì, le mani cominciarono a sudare, un calore mi pervase il corpo. Che mi prendeva ? Quanto era carino. Ma quale carino?! Bello ! "Tesoro, ti presento Jacob, mio nipote" e mi diede una leggera spinta, come per andare da lui, ma le mie gambe si mossero da sole, come se fossero nate per fare quel passo. Verso di lui. E lo stesso fece Jacob, che mi fissava in un modo intenso. Ero emozionata, penso che di lì a poco sarei svenuta. "Datti una calmata cretina." pensai tra me e me. Tesi la mano per stringergliela con un sorrisone e gli dissi con voce lieve "Molto piacere Jacob" e lui immobile mi fissò. Pensai di essere improvvisamente diventata scema. Ma immediatamente lui si inchinò leggermente e mi baciò la mano. Mi sentii come mai nella mia vita. Un ragazzo così bello che bacia la mano a me? Ok. Stavo per morire. Di felicità, intendiamoci. 
 
Jacob:Sentivo i loro respiri dietro di me. Il mio cuore stava per scoppiare, era dietro di me. Il mio istinto mi portava a lanciarmi su di lei e riempirla di baci. "Calmati idiota. Un respiro profondo, uno, due, tre.. voltati Jacob". Mi voltai di scatto. Vederla così da vicino mi fece impazzire. Brividi mi salirono lungo la schiena. Era mozzafiato. Ed era... emozionata ? Sorrideva ? "Tesoro, ti prensento Jacob, mio nipote." disse mia nonna con una certa soddisfazione. E Rose mi fissò con molta più intensità. Mi aveva riconosciuto. Chissà cosa pensava. Credeva forse fossi  un codardo per non averla salutata il giorno precendente. Invece si avvicinò. Stavo per morire. Il mio corpo, come se fosse attratto da una calamita, mi portò da lei. Con un dolce rossore nel viso, mi sorrise e allungò la mano per stringermela. (Dalla tensione gliel'avrei spezzata). Tre parole uscirono dalla sua bocca e per me fu il paradiso: "Molto piacere Jacob". Le mie gambe si piegarono istintivamente, le presi la mano e la baciai. Che profumo, che dolcezza, che bellezza, che amore. Non mi sentii mai in quel modo in tutta la mia vita. Stavo per morire. Di felicità, ovviamente. 
 
Rosalie:"Benee! Noto che vi siete conosciuti." disse con la sua solita aria antipatica lo zio Mark, che si gustò tutta la scena. In effetti, appena potè, mi schiacciò l'occhio, suscitando subito la mia rabbia. "Dai, sediamoci, la cena è servita." gridò tutta contenta Anna. Io e Jacob camminammo insieme, guardandoci, sorridendoci, avrei tanto voluto che quella sera fosse durata per sempre.
 
Jacob: Mia madre annunciò la cena e tutti si diressero a tavola. Io non riuscivo a toglierle gli occhi da dosso. Era magnifica. E la cosa straordinaria è che lei ricambiava. Mi sorrideva, mi fissava. Dio, quanto avrei voluto dirle che l'amavo, anche se ci eravamo appena conosciuti.
La cena continuò, tutti sorridevamo e ridevamo alle battute di Mark. Ma io e la mia amata Rose non smettevamo di guardarci e sorriderci. Terminata ci sedemmo tutti in soggiorno a raccontarci storie di famiglia. E lei rideva compiaciuta, interveniva, ma uno sguardo era sempre rivolto a me. "Ok, Jake, è il momento di essere coraggioso"pensai tra me e me. "Rosalie" dissi e lei con un sorriso mi interruppe "chiamami Rose. Ho sentito che le persone più intime ti chiamano Jake.. Anch'io ti chiamerò così, se ti va. Mi piace il nome Jake." Ero così felice. Non riesco neanche a descriverlo. "Certo Rose. Ti va di fare una passeggiata in cortile con me?". Pensavo che qualcuno avesse acceso un falò nelle mie guance per quanto arrossirono, infatti tutti se ne accorsero e sorrisero. Rose, arrossita anche lei, rispose "Ovviamente, mi fa molto piacere." E per me, fu nuovamente, il paradiso. Si alzò e mi fece strada. Io come se fossi la sua ombra la seguii. Fuori il vento si era alzato, i suoi lunghi capelli mi accarezzarono il volto. Ebbe un brivido di freddo e me ne accorsi. "Tieni Rose, hai freddo." Le appoggiai la mia giacca sulle spalle e lei mi guardò intensamente e mi sorrise. "Sei così dolce Jake, grazie. Ma se hai freddo tu.." Stava per togliersela e le fermai le mani. Che momento magico fu quello. Eravamo a quattro centimetri di distanza. I nostri occhi erano immersi gli uni negli altri. Avrei voluto baciarla, ma non volevo offenderla. "Se vuoi rientriamo..." le dissi. Lei subito mi fermò, "Voglio stare qui. Mi piace questo giardino. Mi piace stare qui con..." Si fermò, le sue guance diventarono rosse e io stavo per impazzire. Cosa stava per dire ? Le piaceva stare con me ? Ricambiava il mio sentimento ? L'avrò detto milioni di volte, ma ero immensamente felice. Si schiarì la voce... "Parlami di te Jake, raccontami qualcosa." Cosa le avrei dovuto dire?! "Rose ti amo da quando ti ho vista, prima ti odiavo. No." "Perchè non mi racconti qualcosa tu, sicuramente avrai una vita più interessante della mia." Mi guardò strano. Cazzo, l'avevo offesa? "Beh, la mia vita non ha nulla di interessante, ma va bene, a patto che poi mi parli di te, MysteryJake." Risi di gusto. Era completa. Bellissima, intelligentissima, simpaticissima. "Sono tutto orecchie." Iniziò a raccontarmi la sua vita, anche le più piccole cose e trasmetteva tutte le sue emozioni vissute. Ed io ero felice con lei, soffrivo con lei, ridevo con lei. E da come mi sorrideva ne era contenta. Non so quanto tempo passò, ma sarei stato per sempre a sentirla parlare, vederla giocare con quel ciondolo... Maledetto ciondolo che teneva al collo.
"Ehi, piccioncini, mi sembra che sia ora di andare." Mark uscii ridendo, così come mia nonna e mia madre. "Tempismo perfetto zzzzzio." disse con acidità Rose, e risi poichè mi aveva raccontato del fastidio provato da Mark nel sentirsi chiamare zio. Lui infatti, fece una smorfia. Rose salutò e ringraziò mia mamma e mia nonna, contente della serata e poi si avvicinò da me. "Tocca a te MysteryJake a raccontarmi la tua vita." Sorrisi e le risposi "Ci vediamo domani principessa Rose." e di nuovo come per tutta la serata arrossii. Perchè ho detto quella parola?! "Certamente MysteryJake" e mi baciò nella guancia. Il mio cuore scoppiò di felicità. Mi sentivo in estasi. La lasciai andare a malincuore, felice come non mai.
L'avevo capito. Era lei il senso della mia vita. Nessuno si sarebbe avvicinato a lei per farle del male.  Io amavo profondamente quella ragazza. 

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