Ti ricorderai di me!

di Fallen Star
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente insieme parte prima ***
Capitolo 2: *** Finalmete insieme seconda parte ***
Capitolo 3: *** La felicità...pura illusione... ***
Capitolo 4: *** Impara a credere nella speranza ***
Capitolo 5: *** La forza dell'amore ***
Capitolo 6: *** Senza te ***
Capitolo 7: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 8: *** Ce la farò ***
Capitolo 9: *** Sbagliare ancora ***
Capitolo 10: *** Al posto giusto ***
Capitolo 12: *** Ritorno alle origini ***
Capitolo 13: *** Ricomiciare ***
Capitolo 15: *** Primi passi ***



Capitolo 1
*** Finalmente insieme parte prima ***


Nuova pagina 1

Ciao a tutti!!! Questa è la prima ff che scrivo spero che vi piaccia ( non mi dilungo a parole perchè sono parecchio assonnata... sto sbadigliando ogni tre secondi...).Ahh dimenticavo di dirvi che dato che il primo capitolo era alquanto lungo ho deciso di dividerlo in due.
Buona lettura!

Ti ricorderai di me!


Fine di Marzo...due ragazzi sul tetto della scuola parlano dell'avventura appena passata. Quante emozioni aveva regalato loro,ma quella che regnava era la paura,paura di perdere una persona importante per una sciocchezza.
Fortuna che tutto si era concluso per il meglio!
-Hey Sana,sai che domani ho la prova?Quella decisiva!- disse un ragazzo biondo,di nome Akito, dal fisico modellato dagli allenamenti di karate.
-Questa volta sarai cintura nera!- disse un'entusiasta ragazzina dai capelli rossicci smossi dal vento.
-Già...e se sarò cintura nera..io..vorrei parlarti- disse il ragazzo arrossendo e cercando di tenere a freno le proprie emozioni.
Ma un pensiero fisso regnava nella mente di Akito,sfiorare le dolci labbra della ragazzina spensierata che gli era davanti.
Sana era conosciuta per il suo altruismo, e perché non sfruttare questo suo pregio per poter avere quel contatto tanto desiderato??
-Ah!- un flebile lamento uscì dalle labbra dell'adolescente.
-Che ti succede?- chiese la ragazza preoccupata.
-Qualcosa nell'occhio- rispose il biondino mentre continuava a strofinare la parte dolorante.
-Non devi sfregarlo!Ho qui un fazzoletto pulito!- affermò premurosa ed intanto si avvicinò incautamente ad Akito.
L'ingenua ragazza non aveva pensato che, colui che le era di fronte era Akito Hayama,e cioè quel ragazzino che sempre si era dimostrato indifferente a tutto,ma adesso, lei non si era chiesta che fine avesse fatto la sua maschera da duro, e continuava ad affiancarsi imprudentemente al ragazzo con il fazzoletto alla mano. La rossa si avvicinò al biondino per aiutarlo,e, nel giro di pochi secondi sentì la mano del ragazzo posarsi delicatamente sul suo polso e le labbra poggiate sulle sue. Le emozioni che le regalò quel semplice contatto furono illimitate,e dire che non era neppure un vero bacio d’amore,ma un semplice sfiorarsi.
Quanto amava quel ragazzo,eppure non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo,così continuava quel perpetuo rincorrersi , sfiorarsi, per poi riprendere nuovamente a rincorrersi. Non riusciva a credere che il ragazzo di cui fosse innamorata la stesse baciando. Decise che questa volta non avrebbe perso anche quest'occasione,avrebbe corrisposto quel bacio tanto desiderato da entrambi.
Improvvisamente, in lei scattò quella molla chiamata impulsività. Subito dopo essersi lasciata andare ai suoi sentimenti per un attimo, ‘’rispose’’ al bacio con un calcio mirato alla testa. Il ragazzo cadde per terra dopo il colpo ricevuto.
-Ma cosa fai?Come ti permetti?Sei un brutto mostro!Hai capito?!?Ahh…dai sempre tutto per scontato!!!-sbraitò furente la ragazza mentre si strofinava il braccio sulle labbra come se volesse eliminare ogni traccia di quel contatto.
Intanto Aki si stava alzando.
Sana era oramai vicino alla porta che riportava all’interno della scuola,la mano poggiata sulla maniglia,stava per uscire quando:
Una promessa che si era giurata riaffiorò alla mente…
-Hayama?-
-Cosa?-domandò un po’ seccato il ragazzo.
-Se prenderai la cintura nera … sappi che anch’io vorrei parlarti!-’
Akito era di spalle a Sana, si girò per guardarla negli occhi,si stupì di quella sua affermazione. Pensò che forse anche lei aveva tenuto i suoi veri sentimenti nascosti, per tutto quel tempo,per evitare di soffrire ancora.
-Allora in bocca al lupo!E … mi raccomando!-
-A domani!- disse la ragazza per poi rientrare nella scuola.
La felicità la invadeva, e la giornata passò tra la scuola, i compiti e i vari impegni lavorativi.
Era stanca,ma felice,sentiva il suo cuore esplodere per l’emozione;era impaziente,per il giorno successivo;era eccitata;era nervosa,perché aveva anche paura per ciò che sarebbe successo l’indomani.
Era sicura che il suo Aki non avrebbe perso la gara,era troppo importante.
Un misto di sensazioni differenti regnava in lei.


Lui, che agli occhi degli altri sembrava un ragazzo distaccato dal mondo, agli occhi di lei,era un ragazzo tutt’altro che indifferente,non parlava con la bocca,ma con gli occhi e bisognava saperli interpretare.
Chiunque lo avesse visto, adesso, avrebbe visto solo uno intento ad allenarsi. Se lo avesse visto lei,avrebbe saputo leggere quegli occhi,avrebbe visto che all’interno del ragazzo c’era quasi una ‘’lotta interiore’’; da un lato c’era l’impazienza,il nervoso,l’eccitazione … l’amore . E dall’altro c’era qualcosa che cercava di tenere a freno le sue emozioni,per cercare di mostrare il solito ragazzo glaciale, agli occhi degli altri.
Ormai si era fatta sera, dopo cena entrambe i ragazzi,avevano pensato di andare a letto presto. Ma troppi pensieri vagavano nelle loro menti,per poter essere subito accolti tra le braccia di Morfeo.
Sana era ormai nel letto da mezz’ora, ma non riusciva a capire perché fosse cosi nervosa da non riuscire ad addormentarsi. Si rigirava nel suo letto a baldacchino senza trovar pace,la sua mente era troppo occupata a pensare qualcuno.
Sapeva benissimo a chi fossero rivolti i suoi pensieri,ma non voleva ammetterlo,neppure a se stessa;perché questa cosa non faceva altro che alimentare l’idea che fosse stata sciocca nel non capire prima i suoi sentimenti.
Quando finalmente capì che era inutile cercare di nascondere a se stessi la preoccupazione per il giorno successivo,la mente ripercorse tutte le avventure,in cui lui e lei furono protagonisti. E cosi si addormentò con il ricordo di quel stupendo contatto avvenuto la mattina.
Intanto Aki si ritrovò sul letto a scrutare la sua stanza,lo faceva spesso quando c’era qualcosa che lo preoccupava. Aveva guardato tante cose,ma i suoi occhi si fermarono su due pupazzetti.
Il primo era un dinosauro che gli aveva regalato il padre,il secondo era anch’esso un dinosauro regalatogli alla Vigilia di Natale,di due anni prima,da lei. Quella stessa Vigilia dove cercò di dichiararsi ma con ben scarsi risultati oltre quel bacio. Quel caldo bacio dato in una fredda notte d’inverno.
Adesso era inutile ripensare a tutte quelle cose,non avrebbe mai dormito se le continuava a pensare a quelle cose.
Sapeva che il suo cuore stava ripercorrendo tutta la loro ‘storia’.Non voleva ricordare quanto l’avesse fatta soffrire .
Il ragazzo si addormentò mentre dalle sue labbra uscì un leggero ‘scusami’quando alla mente riaffiorarono le scene in cui lei pianse a causa sua e di Fuka.
Finalmente arrivò la notte, e con lei si addormentarono solitudini e città.
I ragazzi erano ancora tra le braccia di Morfeo, quando il sole era già in cielo … e differenti scene si presentarono dinanzi ai ragazzi.
- Sana ????Svegliati…è tardi!!- sbraitò un Rei alquanto nervoso.
-Ehh? Ah già!Devo andare a scuola!- disse alzandosi dal letto.
-Oggi c’è la gara! Non vedo l’ora di vederla!Finalmente non avrò più paura del mio futuro , perché con me…ci sarà lui- pensò la ragazza.
- Ti sbagli! Oggi niente scuola! Ricordi? Ti avevo parlato del nuovo spot…-
-Cooosa?-urlò la rossa mentre si vestiva .
-Non voglio andare!Ho da fare!-.
-Non fare la sciocca…Ci andrai!-.
-No …ho cose più importanti!-.
-Sana?Hai preso un impegno e lo devi rispettare- disse pacatamente Misako,sporgendosi dalla sua macchinina.
-Dato che oggi c’è la gara di Hayama ti conviene andare subito a lavoro senza scenate…perdi solo tempo prezioso-sussurrò la donna a sua figlia.
-Non preoccuparti andrà tutto bene- disse facendole l’occhiolino.
-Ora va!-
-Ok…grazie mamma- disse subito dopo averle donato un bacio sulla guancia.
-Grazie Sensei!- ringraziò l’uomo con gli occhiali.
Intanto a casa Hayama…
-Akito …svegliati!- gridò Natsumi.
-Fai presto che è tardi!- continuò la ragazza.
-Oggi non devo andare a scuola- disse sommessamente Aki mentre si alzava dal comodo letto.Il ragazzo subito si preparò per andare in palestra ad allenarsi,doveva concentrarsi se voleva vincere.E lui…doveva vincere!
Sana era ancora sul set quando Akito era negli spogliatoi.
-Sana non c’è! Avrei voluto che fosse stata qui…con me !Ma …nn c’è…-pensò tristemente il ragazzo.
-Ahh…basta pensare a lei! Mi devo concentrare, non distrarre-disse mentre iniziava ad indossare l’uwagi ( la giacca del karate-gi).
Iniziò la gara e il biondino lottava per la cintura e i risultati si vedevano,aveva l’incontro in pugno.Ma purtroppo… la fortuna non gira sempre per il verso giusto.
Un calcio ben assestato,da parte dell’avversario,allo sterno, lo atterrò ritrovandosi senza respirare.
L’incontro era …perso!
Akito era disperato,aveva perso la gara più importante,quella con la quale si sarebbe,finalmente,tolto il suo peso più grande.Avrebbe rivelato i suoi sentimenti a lei. Ma ormai…quel sogno si era infranto . Stava uscendo dal dojo (la palestra),quando vide una ragazza correre verso di lui. Lei per la fretta non aveva notato la faccia scusa del ragazzo e subito dopo aver ripreso aria…
Erano lì uno di fronte all’altro.
-Aki…scusami…non c’è l’ho fatta ad arrivare prima-
-……………-
-Aki ascolta…io volevo dirti che…-
La ragazza non riuscì a finire la frase perché lui le mise una mano sulla bocca.
-Non parlare…non mi interessa!-
-Cosa succede! Perché Aki dice questo?Non è…non è che è arrabbiato con me?-pensò la rossa.
-C-cosa?- sussurò spaventata.
-Ho perso!Ho perso Sana! Capisci?-disse lui con rabbia.
Allora capì che non era arrabbiato con lei,era deluso per la sconfitta. Sapeva quanto tenesse a quella gara, ma non per l’obi (la cintura), ma per la posta che loro avevano messo in gioco e ,sapeva che affinchè non l’avesse conquistato non avrebbero mai riparlato della loro promessa.
Sana si avvicinò ad Hayama
-Peggy non abbatterti! Ti sarò sempre vicino!-.
E detto questo si avvicinò al ragazzo e gli diede un bacio sulla guancia per poi scappare via.
Lui era sorpreso ,ma entrambi erano felici di quel gesto dettato dal cuore.
Era ormai passato poco più di un mese che i due si diedero appuntamento sul tetto della scuola.
Stranamente Sana era in anticipo, e per ingannare il tempo si ritrovò vicino alla ringhiera ad osservare il panorama. Improvvisamente una figura si avvicinò alla porta e rimase immobile a fissare la ragazza; che strani sentimenti era capace di suscitare in lui.Hayama procedette silenziosamente verso Sana,era dietro di lei, e non se ne era accorta. Mise le sue braccia intorno ai suoi fianchi (di lei)e dopo aver seguito quel gesto dettato dall’istinto…
-Ti ho chiamato per dirti che tra un mese …ci sarà quella gara…non dimenticarti della promessa-le sussurrò all’orecchio.
La ragazza un po’ spaventata girò il suo volto di lato e lui prontamente si spostò verso la sua faccia e ne approfittò per poter accarezzare velocemente le labbra di lei,sfiorandole con le sue.I loro cuori battevano ancora velocemente nonostante il contatto fosse finito.
-Hayama…- disse come se volesse liberarsi di qualcosa
-Io…-
-Ci vediamo! Devo scappare in classe!- aggiunse il biondino prontamente,e subito si allontanò da lei.
-Ti amo…- sussurrò lievemente mentre dai suoi occhi piovevano calde lacrime.
Intanto:
-Scusami…ma…quel che è successo mi ha riempito il cuore a tal punto che..sentivo il bisogno di …dichiararti l’amore che provo- pensò Aki subito dopo essere arrivato in classe.

Era finalmente arrivato il fatidico giorno, e tutti gli amici erano stati invitati, era stato organizzato un grande programma (la scuola era ormai finita):subito dopo la gara i ragazzi sarebbero stati ospitati, per due giorni, a casa di una zia di Aya,che aveva una villetta che dava direttamente sulla spiaggia.
Come andrà la gara del nostro karateka?E riusciranno i due ragazzi a dichiararsi?
Se siete arrivati fin qui avete avuto un bel coraggio ( nel leggere tutta la ff). Aspetto commentini ^^

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Capitolo 2
*** Finalmete insieme seconda parte ***


Ti ricorderai di me!

Finalmente insieme parte seconda Il sole diede vita ad un nuovo giorno e mentre si innalzava leggero in cielo una ragazzina iniziava a prepararsi lo zaino con il necessario per la gita che gli amici avevano organizzato a casa della zia di Aya.
Poco dopo aveva finito,la mente iniziò a spaziare tra i suoi pensieri, quando,ormai vestita,si distese sul suo letto.La penombra la circodava e questo diede vita ai suoi pensieri più nascosti.
Avrebbe tanto voluto mettersi in contatto con Hayama,ma aveva pensato di non disturbarlo per non farlo decentrare. Chiuse gli occhi e riaffiorò il ricordo del giorno in terrazza e un sorriso si fece spazio sul suo viso mentre, sentiva sulle labbra ancora il suo sapore.
Si rotolava sul letto e improvvisamente i suoi occhi si posarono su una foto...Quella che i suoi amici scattarono durante una gita,dove stavano vicini e lui posava il suo braccio sulla sua spalla,non lo aveva mai notato, eppure in quella foto sembrava che stesse arrossendo...
-Mhà sarà solo un'impressione-disse senza convinzione - Ma perchè continuo a pensare a lui....è più forte di me...mi sa che non riuscirò ancora per molto a tenermi tutto dentro-confessò -...ho bisogno di dirgli...che...-continuò abbassando la voce - lo amo-sussurrò,mentre una lacrima uscì dai suoi occhi così bisognosi d'incontrare quelli ghiacchio di lui.
Un leggero suono la distrasse dai sui pensieri...il suo cellulare iniziò a squillare...era Fuka.
-Chissà cosa vuole a quest'ora del mattino?-si domandò un pò scocciata,poichè quel suono l'aveva distolta dai suoi pensieri,mentre, rispose al cellulare -Fuka...come mai mi chiami?-chiese un pò seccata-E' presto!- disse acidamente. -Wow quanto calore nel rispondere..-disse sarcastica -Ti ho chiamato per ricordarti che tra poco inizia la gara e siamo già tutti q...-non riuscì a finire la frase che un urlo la spaventò per un attimo...
-Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!-gridò
.-Sana ma che combini?- domandò un pò irritata.
-Com'è possibile che sia già cosi tardi?-disse mentre inizava a correre per le scale.
-Ma che stavi facendo?Deve essere qualcosa di importante se ti fa dimenticare della gara di Akito -chiese incuriosita e divertita allo stesso tempo,immaginando ciò che l'amica faceva.
-Non l'ho dimenticato!-affermò con sicurezza -Stavo solo...pensando a lui-sussurrò mentre iniziò ad arrossire leggermente per ciò che aveva appena pronunciato.
-Ahaha ti sei smascherata da sola-concluse divertita.
-....Ok!Sarò da voi tra pochissimo.Ciao-disse per concludere la telefonata.
-Ciao-ripetè Fuka. Poco dopo Fuka,Takaishi,Tsuyoshi e Aya la videro correre verso di loro con lo zaino in spalla.
-Ciao ragazzi!-disse allegramente -Scusate per il ritardo-continuò.
-Ciao Sana-risposero gli altri.
Tutti erano lì con i propri zaini in spalla,tutti tranne lui,colui che per lei era il più importante.
Poco dopo i ragazzi si sedettero sugli spalti pronti per assistere all'incontro.
Subito Hayama fece il suo ingresso all'interno del dojo e fu accolto dagli applausi degli amici che cercavano di incitarlo.
Il ragazzo procedeva un pò agitato quando tra gli spalti cercò un viso che ben presto riconobbe,e gli bastò il suo sguardo per placare tutti i suoi timori.
Era semplicemente libero da ogni preoccupazione,semplicemente perchè lei era lì.L'incontro era ormai iniziato, tutto scorreva veloce,il saluto inizale,il gong,quegli attimi in cui si scrutava l'avversario.
Dopo averlo guardato negli occhi,Aki notò che sembrava alquanto nervoso,provò una finta,ma l'altro non si fece ingannare,era molto attento ai movimenti del biondino.
Hayama non si scoraggiò e tentò un attacco con un calcio diretto verso lo sterno che,l'altro pretendente alla cintura nera,parò con semplicità.Ma questo non aveva idea che quella del ragazzo fosse solo una finta per distrarlo,ed ecco che subito dopo un pugno arrivò sullo zigomo del suo nemico,che iniziò a sanguinare.Akito approfittò dell'attimo di distrazione del suo avversario per poterlo riattaccare.
Ritentò un calcio allo stomaco ma subito l'altro si scansò...e diede ad Aki un forte calcio in faccia che lo stordì per qualche secondo, provò a riattaccare e iniziò a correre verso il biondino per potergli sferrare un altro colpo mirato al viso,ma stavolta non si fece trovare impreparato,si spostò leggermente di lato e subito diede un pugno sotto al mento, che per un attimo lo rimase in piedi, imbambolato, e Hayama ne approfittò per dargli un pugno sull'occhio,il dolore che l'avversario di Akito provava era forte,ma la rabbia per tutti quei colpi ricevuti,lo era ancora di più.
Quando si riprese, decise di infrangere le regole del karate e gli diede un pugno nei genitali . Tutti si alzarono in piedi,erano preoccupati per il colpo che il ragazzo aveva ricevuto.
Il biondino sentiva crescere dentro di se un dolore fortissimo che prendeva lo stomaco,e si accasciò per terra e stringeva i pugni .Delle gocce di sudore, iniziarono a infrangersi per terra, mentre alzò lo sguardo incontrò quello preoccupato di Sana.
Il suo avversario guardava il ragazzo con un sorriso,perchè soddisfatto del dolore che aveva provocato ad Hayama.
Akito per la promessa fattale decise di raccogliere quelle poche energie rimaste,si alzò, guardò negli occhi il suo nemico mentre gli si avvicinò e fece un ghigno mentre l'altro lo guardava incredulo,dato che pensava di averlo atterrato.Il biondino si avvicinò ulteriormente e con tutte le sue forze diede un pugno allo sterno a quel ragazzo che si era comportato in modo meschino.Questo si accasciò per terra mentre Akito gli rivolse uno sguardo di sdegno.La rabbia che invadeva il biondino era così forte che aveva oscurato il dolore del colpo ricevuto precedentemente.
Aki non riuscìa constatare di aver vinto che le urla di gioia degli amici lo fecero sobbalzare.
Quando ricevette la cintura, fu convocato dal suo sensei.Gli altri ragazzi iniziarono ad uscire e posarono i loro zaini per terra.Tutti erano felici per la vittoria e si ritrovarono a parlare di quell'avvincente incontro appena disputato.Improvvisamente Sana si oscurò e si allontanò dal gruppo per poter riflettere.
Poco dopo Aki uscì dal dojo,tutti gli fecero festa mentre la ragazza ancora in disparte non si avvicinava perchè capì di non sapere che dire.Era un pò impaurita perchè quello che si era dimostrato per tanto tempo un sogno,poteva diventare realtà e aveva paura che potesse tramutarsi in un incubo se lui l'avesse respinta.
Il ragazzo ,che la cercava con lo sguardo la vide, e la trascinò per un braccio sul retro della palestra dove c'era un piccolo giardino.
Tsuyoshi li voleva seguire ma fu Fuka e fermare tutti i curiosi.
Era finalmente arrivato il momento...erano lì uno di fronte all'altro,i loro occhi non riuscivano a staccare il contatto visivo,avevano il bisogno di parlare.
-Bravo...hai combattuto egregiamente- disse dopo un pò Sana per rompere il ghiaccio.
-Grazie!-
-Sai mi ero davvero preoccupata quando ti ha dato quel pugno- continuò mentre iniziava a pensare a qualcosa da dire per evitare imbarazzanti silenzi.
-Anch'io,temevo di non farcela ma ... mi è bastato guardarti per poter ritrovare la forza che mi serviva-ammise il ragazzo.
-....- arrossì.
-Finalmente sono fiero di me...- disse -perchè era troppo tempo che desideravo vincere questa cintura- -Sono molto fiera di te anch'io,anche perchè tempo fa facemmo una promessa su questa cintura- disse inconsciamente -O cavolo,tanto per non farlo parlare della promessa e poi sono io che ne parlo....Baka*-pensò mentre si dava dei leggeri pugnetti in testa.
-Voglio dirti che...sei molto importante per me-disse arrossendo.
-Anche tu- sussurrò abbassando lo sguardo.
-Sei stata capace di cambiarmi la vita con la tua allegria- continuò sussurrando -Con l'amore che provo per te-.
-Cosa?? Non ho capito-chiese incuriosita.
-Niente,niente-ripeteva nervoso agitando le mani dinanzi a se.
-Ok!- all'improvviso una domanda che si era sempre posta ritornò alla mente....-Aki,perchè mi baci?- chiese arrossendo, mentre il suo cuore accellerava i battiti per il nervoso dovuto alla risposta che avrebbe ricevuto.
-Perchè mi piaci- pensò.
-Perchè non rispondi??-chiese con ulteriore insistenza.
-Perchè....perchè tu..mi pi-cercò di dire ma fu interrotto da un urlo disumano.
-Akitoooooooooooooooooooooo!!-gridò un indemoniato ragazzino occhialuto.
I due ragazzi si girarono verso l'amico.
-Che succede?-chiesero insieme.
-Grrrrr!!!Tra un pò parte il treno e noi siamo ancora qui...Non posso fare una figuraccia con la zia del mio pasticcino-.
-Ma perchè c'è sempre quando non deve esserci?- pensò un pò spazientito il biondino.
-Forza!!Prendete gli zaini che andiamo!Ok?-disse tutto contento.
-Ok!-ripeterono scocciati.
Sul treno i due evitarono accuratamente di parlare,forse perchè non volevano condividere le proprie emozioni con gli amici o forse perchè erano semplicemente timidi.Ogni volta che i loro occhi si incontravano entrambi abbassavano lo sguardo.
Dopo mezz'ora,finalmente, erano arrivati.Posati i bagagli e dopo aver indossato i costumi tutti scesero in spiaggia.
Subito iniziarono a fare una partita a beach volley.
Dopo la partita tutti si posizionarono sul bagnasciuga per poter fare una corsa in acqua .Naturalmente coloro che erano davanti a tutti erano Sana e Aki.Lei stava per vincere,peccato che cadde rovinosamente prima di poter superare il ragazzo e lui la canzonò tutto il tempo.
Non passò molto tempo che il gruppo iniziò a dividersi in coppie, Aya e Tsuyoshi risalirono per prendere il sole.Fuka e Takaishi proposero una nuotata ai due ragazzi,dopo poco arrivarono alla secca e i due fidanzati iniziarono a coccolarsi mentre Aki propose a Sana di arrivare alla boa,che sembrava vicina.
Iniziarono a nuotare e arrivarono.Lei era stanchissima e così si appoggiò al galleggiante che al momento le sembrava tanto simpatico.
-Sei stanca?-.
-Un pò.E' molto che non mi facevo una bella nuotata,mi sono divertita-.
-Anch'io-.
-Sei affannato,perchè non ti appoggi anche tu alla boa?-chiese premurosa.
-Ok!- mentre si appoggiava -Finalmente riposo!- Sorrise -E' un posto bellissimo questo...-disse sofficemente -Peccato che questo sole sia così accecante da non far vedere niente!-disse furente.
-Ahahahaha hai ragione.Ma perchè non ti metti una mano davanti agli occhi?-chiese semplicemente.
-Eheheh non ci avevo pensato!-rispose un pò imbarazzata.
Mise una mano davanti agli occhi mentre con il corpo si era letteralmente poggiata con la pancia sul galleggiante spostando il povero Akito.
-Guarda come sembrano piccole le persone a riva-disse divertita.
-Già...-. Improvvisamente arrivò un'onda un pò più forte.
-Era forte quest'onda-disse Aki,che non sentendo una risposta si girò verso la rossa -Sana?? Cavolo è andata sotto- e detto questo si tuffò subito per riprenderla.
Presa la ragazza le mise le braccia sulla boa e lui che si mise all'altro lato di questa, iniziò a darle dei lievi schiaffetti per farla riprendere.
Subito dopo aprì gli occhi. e iniziò a tossire.
-Sana tutto ok??-chiese preoccupato.
-Si,si è che ho bevuto molta acqua-disse -grazie- -Di niente-disse arrossendo -ma non avrei mai permesso che anneggassi-ammise arrossendo.
Intanto i due ragazzi iniziavano ad avvicinare i loro visi,mentre i loro occhi inizavano a chiudersi leggermente come un riflesso condizionato.
Lei prese delicatamente il suo volto con le mani e si avvicinò piano.
I loro cuori battevano forte, le loro labbra che tremavano,fremevano all'idea di potersi toccare.
-Aki...io ti....-sussurrò.
Erano a pochi centimetri l'uno dall'altro,la distanza tra loro continuava a diminuire poco alla volta quando...
-Non ci posso credere!!!-gridò-Non ci posso credere!!La grande Sana Kurata è qui!Mi puoi fare un'autografo?-Gridò un ragazzino che molto probabilmente era un fan dell'attrice.
-Ehh?Ahh o-ok!Ma come faccio se siamo in acqua?Magari dopo ok??-disse allegramente la ragazza.
Akito la guardò,e capì di amarla davvero molto .
-Aki..scusa-.
Lui non capì ma vedendola un pò triste preferì non fare domande.
Ritornarono sopra e ritornarono alla casa,dopo essersi lavati mangiarono e dopo il pomeriggio decisero di riposarsi dato che avevano un programma per la notte.
Restare sulla spiaggia.
Così verso le 21:00 scesero in spiaggia,mangiarono dei panini e dopo aver giocato tra loro per qualche ora, il gruppo si ridivise in coppie.
Era ormai notte quando Tsu e Aya si addormentarono schiena e schiena e si misero una copertina addosso.Lo stesso fecero Fuka e Takaishi,ma si addormentarono mano nella mano.Rimasero solo loro svegli,dopo aver guardato il mare,si distesero sulla sabbia.Uno vicino all'altro.
Lui aveva le braccia dietro la testa e lei gli era vicino.Improvvisamente si alzò un pò di vento.
-Hai freddo?-chiese.
-Sinceramente un pò si!-.
-Vieni vicino a me-le disse e mentre lei si avvicinò le mise una mano sulla spalla.
Il cuore di lei era accellerato per quel gesto.
Iniziarono a guardare il cielo che era incredibilmente stellato quando una fascia luminosa apparve in cielo.
Mentre la stella cedende regalava loro quello spettacolo,entrambi fecero lo stesso desiderio.
-Vorrei poter amarlo senza nascondermi- pensarono entrambi.
-Hai visto la stella cadente?-chiese lui.
-Si,era bellissima-rispose lei.
-E che cosa hai desiderato?-disse lui curioso.
Lei che ormai ne aveva abbastanza di imprevisti che gli impedivano di chiarirsi,decise di evitare troppi giri di parole e di essere diretta.
-Te-disse leggermente e felice di essersi tolta un peso.
Lui si girò, la guardò negli occhi,l'avvicinò ancora di più a se,abbracciandola dolcemente.
I loro cuori battevano ancora più forti,mentre lui si avvicinò al suo volto e iniziò a darle un bacio a fior di labbra.
-Ti amo-le sussurrò ad un orecchio.
Sentito questo, lei ebbe l'istinto di baciarlo,e così fece,il loro fu un dolce bacio che diede vita ad una bellissima storia d'amore.
E poco dopo si addormentarono abbracciati e avevano le labbra poggiate su quelle dell'altro,perchè queste non volevano separarsi.


Mi scuso per il ritardo clamoroso!! Vorrei ringraziare tutti coloro che l'hanno letta e particolarmente: manu (sei un amore tvtb),Katy92 (aspetto con ansia qualcosa da creare insieme) e Princess of Darkness (farò di tutto per non deludere le tue aspettative)...Bye...kisses

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Capitolo 3
*** La felicità...pura illusione... ***


Ciao!!!!E’ molto che non mi faccio viva e mi scuso per questo.Spero di farmi perdonare con questo capitolo… Buona lettura!^^
Ti ricorderai di me!
La felicità ….pura illusione…

Passò molto tempo da quella notte,all'incirca sette anni. Sana e Akito divennero entrambi molto famosi,lei attrice internazionale apprezzata da tutti per la sua bravura, bellezza e simpatia e lui bellissimo atleta ammirato in tutto il mondo per le sue capacità, e,dalle ragazze per la sua bellezza, 2° posto nei campionati mondiali di karate. La loro coppia era invidiata da tutti,erano fidanzati e amanti.Vivevano a Tokyo in una casa tutta loro e convivevano da pochi giorni.

In una villetta,una sveglia iniziò a trillare disturbando il sonno di un giovane ragazzo biondo,il letto era diviso,come il suo cuore ,dalla sua unica ragione di vita.

-Possibile che non riesca a sentire la sveglia neppure se così vicina a lei?-brontolò appoggiando i piedi nudi sul parquet,mentre lentamente si alzò dal letto facendo scivolare le pieghe del pigiama,semiaperto, sul suo corpo perfetto.

Spenta la sveglia il suo sguardo si posò sulla sua donna;l'oscurità la rendeva ancora più bella,i suoi delicati lineamenti e i capelli rossicci che si appoggiavano sul morbido materasso la rendevano come un angelo,il suo angelo.

D'improvviso si ricordò che doveva svegliarla,conoscendola,sapeva bene che quel malefico orologio su di lei non avrebbe mai avuto effetto. Ma lui conosceva un modo per farla ridestare subito.

Immediatamente avvicinò le sue labbra a quelle morbide di lei per poi coinvolgerla in un bacio appassionato.

-Buongiorno amore-disse subito dopo essersi allontanato di poco dalle sue labbra nella speranza di un secondo bacio.

-Buongiorno Aki...e grazie per avermi svegliata,oggi ho l'appuntamento con Rei e avrei fatto sicuramente tardi-disse sbadigliando per poi passare sulla metà del letto di Akito e scappare nel bagno per lavarsi.

Entrò in bagno ma subito aprì uno spiraglio e si affacciò

-Scusa ho fretta!-disse facendogli una linguaccia.

C'era rimasto un pò male ma al momento aveva un'altra cosa che occupava i suoi pensieri.

-Chissà perchè ieri sera al telefono era tutto eccitato?-disse ad alta voce per farsi sentire .

-Non so,non me lo ha voluto dire-rispose dal bagno.

-Però fammi sapere presto,sono curioso.

-Ok!-disse ritornando in camera….-e dopo essersi vestita -Ora vado...- si avvicinò a lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra,e subito si allontanò per andarsene,ma Aki la riportò a se con un braccio,prese il suo viso tra le mani e le diede un bacio passionale.

-Ti amo- le sussurrò.

-Anch'io- e detto questo uscì,non capiva perché ma quel giorno cercava di evitarlo,sentiva solo il desiderio di non volerlo far soffrire,perché lo amava troppo.

Appena lei uscì,rimasto solo decise di prepararsi la colazione e intanto parlava da solo come se avesse voluto sfogarsi... .

-C'è qualcosa che non va,mi sento strano,ho una strana impressione ma non so perchè....Ahh!Ho bisogno di distrarmi-e intanto accese lo stereo, posto nella stanza vicina, ed inserì il primo cd che gli capitò tra le mani...era il loro cd,e mentre ascoltava le romantiche note che li avevano accompagnati in quegli anni,un dolore lo prese allo stomaco ,era nervoso e non poco;decise di uscire, in quanto quel giorno la palestra era chiusa e la signora Shimura da li a poco sarebbe arrivata per le pulizie domestiche.

Passarono delle ore quando Sana chiamò Akito per incontrarsi in un bar .

Al bar, Hayama arrivò prima di Sana.

-Era triste e parlava come se avesse voluto nascondere qualcosa... Cosa sarà successo?-pensò il biondino non accorgendosi che la ragazza a cui pensava era ormai entrata nel locale.

-Hey ciao,scusa per il ritardo-disse lei per poi dargli un leggero bacio sulle labbra e sedersi sulla sedia posta di fronte a lui,era agitata nonostante cercasse di mostrarsi normale.

-Dimmi,cosa ti ha detto Rei?-chiese lui.

-Bhe...ecco...lui mi..ha cioè..-la ragazza iniziò a farfugliare poiché lui subito aveva centrato il punto dolente-Si insomma,ehehe,mi ha augurato una buona giornata...!-esclamò non sapendo che dire.

Prontamente Aki le prese il martellino con la ventosa e glielo spiaccicò sulla fronte.

-Baka (sciocca)!-disse, non fare la bambina,sei cresciuta! Anche se forse solo fisicamente…..ma neanche…...-disse avvicinando la sua mano sul suo seno.

-Hentai (Pervertito)!-gridò completamente rossa coprendosi con le mani.Calmatasi continuò – Comunque non sono una bambina ma una donna- disse facendo la finta offesa e prese il martellino che aveva ancora sulla fronte e glielo spiaccicò sulla sua.

Lui fece una risatina divertita...

-Lo so...ma...perché non vuoi dirmi cos'è successo?-chiese dolcemente- Cosa ti ha detto?-domandò mentre in lui cresceva ancora quella sensazione.

-Vedi io...io domani devo partire, devo andare in America a Los Angeles o giù di lì-disse tutto d'un fiato .

Il biondino sbarrò gli occhi..non riusciva a credere di doversi separare ancora una volta da lei....o forse non voleva crederci.

-E quanto tempo devi stare là?- disse dopo aver ripreso il suo sguardo glaciale.

La rossa non riuscì a reggere quello sguardo mentre rispondeva.

-Devo...devo restarci 5 mesi-rispose abbassando lo sguardo.

-E perchè lo hai saputo solo ora?-chiese con rabbia.

-Perchè Rei ha accettato il contratto senza dirmelo e quindi ..sono costretta a partire...-disse tristemente.

-Ma che manager inutile!!!-pensò -E tu?Vorresti andarci?-chiese con voce speranzosa.

-...So che questa è un lavoro importante...ma...vorrei restare qui...con te.E poi ho paura,una paura tremenda-aggiunse con il magone alla gola che le impediva di parlare .

-E di cosa?-chiese con dolcezza mentre teneva la sua mano su quella della ragazza che tremava.

Non ce la fece più e iniziò silenziosamente a piangere.

-Ho paura di perderti!- disse fermamente -Ho paura che una volta tornata non ti troverò,che non sarai più nella nostra casa,che non mi consolerai,nè abbraccerai,nè bacerai...perchè ti sarai stancato di questa situazione,delle mie partenze talvolta improvvise,di questa lontananza che ci separa;ho paura che al mio ritorno mi avrai dimenticata,perchè amerai un'altra donna-disse mentre le lacrime le rigavano il volto.

Lui strinse ancora di più la sua mano per farle sentire la sua presenza.

-Non avere paura,perchè queste non resteranno altre che tue fantasie della tua testa-continuò- Ne tantomeno mi innamorerò di un'altra,non potrei mai stancarmi di te perchè ti amo con tutto me stesso e sei parte di me...anzi forse io dovrei aver paura dato che ti ronzano intorno sempre dei bell'imbusti durante le riprese-disse scherzando, alzatosi si mise sul lato della ragazza che subito si girò verso di lui.

Lei lo guardò negli occhi e non riuscì a fare a meno di correre ad abbracciarlo forte.

Ormai aveva ripreso il suo solito buonumore -Si,è vero.Ma con loro non farei mai questo-si staccò pochissimo dal ragazzo per poi saltargli letteralmente addosso e gli diede un bacio con tutta la passione che aveva.

Dopo ….

-Sai Aki...

-Uhm?.

-Penso che niente e nessuno ci possa dividere,perchè noi siamo un'unica persona- disse con entusiasmo.

-Già!- le rispose sorridendo.

Mano nella mano si avviarono alla macchina del ragazzo e da lì si diressero alla loro casa;la ragazza scese dall’auto mentre il biondino dopo averla parcheggiata si ritrovò a stringere con rabbia un pacchettino che aveva nella tasca del pantalone.

Aveva ormai preparato le valigie,era tutto pronto e di quella che di lì a poco sarebbe diventata un’altra avventura,benediceva il fatto che perlomeno l’aereo sarebbe partito verso l’ora di pranzo.

Una chiamata veloce a tutti gli amici,l’avviso della partenza e poi … solo loro . Avrebbero voluto che quella notte sarebbe rimasta per sempre nei loro cuori.

Approfittando del fatto che Aki era stato chiamato da Tsuyoshi decise di fare qualcosa di particolare.Poco più di un’ora e aveva preparato un pranzetto con i fiocchi ed aveva indossato un semplice vestitino scuro che accarezzava quelle forme ormai sbocciate.

Il piccolo tavolino era imbandito con candele profumate.

Sentito il rumore della macchina aveva messo il ‘riso degli innamorati’ nella formina a cuore,sistemati i piatti ai rispettivi posti corse ad aprire la porta per poi riscappare in cucina spegnendo tutte le luci.

-Possibile che mi debba sempre chiamare per delle sciocchezze?-disse entrando e accendendo la luce-Scusa amore ho fatto più tardi del previsto,ma Tsuyoshi non mi mollava,mi ha riempito la testa di chiacchere,spero solo di non averti fatto aspettare troppo-disse posando il giubbino sull’appendiabiti -Ma dove sei?-disse avviandosi in cucina.

Entratovi vedendola con quel vestitino scuro molto somigliante ad una sottoveste, arrossì.

-Questa è la nostra ultima sera,poi chissà quando ci vedremo…-.

-Già-.

-Vabbè non pensiamo a questo … -disse allegra-Questa è la nostra notte-svelò sottovoce.

Iniziarono a mangiare quando all’improvviso il biondino iniziò a sorridere divertito….

-Che hai?Perché ridi?.

-No..niente…- Disse continuando a sorridere-è..è che ti sei sporcata il viso-.

-Dove?Qui?-chiese indicando un punto.

-No,aspetta ti pulisco io-disse avvicinandosi con il fazzoletto, il tutto altro non era che una scusa per avvicinarsi,dato che quel giorno sentiva che erano distanti.

Si avvicinò e fece finta di pulirla,le loro labbra erano a pochi centimetri l’una dall’altra .

-Non ci provare!-disse a bassa voce.

-Perché che mi fai?-le sussurrò sfidandola.

I loro occhi si specchiavano gli uni negli altri, il contatto visivo veniva interrotto solo quando guardavano le rispettive labbra.

-Sai che non mi piace qu…quando..mi….-le parole le morirono in gola,mentre lui si avvicinava sempre di più.

Lui preso da quel senso di libidine cominciò a darle dei leggeri baci sfiorandole il collo

.

Il solleticare accese in lei una forte voglia di baciarlo….fino a che si fermarono a fissarsi..azzittiti da quel momento e quasi spaventati per dove avrebbe potuto trascinarli quel desiderio di scoperta.

Quasi inconsciamente Akito appoggiò la mano sulla sua spalla, e mentre gliela accarezzava dolcemente,insieme alla mano scese anche la spallina del vestito.

Lei sorrise.

Aveva preso la sua scelta….questa volta sarebbe stata sua…per la prima volta.

Mise le mani tra quei capelli biondi che tanto amava e lentamente le portò sulle sue guance .

Decise di porre fine al quel piccolo spazio che li distanziava.

Un leggero bacio,uno sguardo complice e poi una corsa nella loro stanza.

Fu una notte colma d’amore e di dolcezza .


L’alba si faceva spazio tra le stelle quando in una villetta, un ragazzo biondo abbracciava la sua metà.Era seduto sul letto e il suo angelo era delicatamente posata sul suo addome. I suoi occhi ambrati la guardarono un’ultima volta,si sentiva un vigliacco,ma non aveva il coraggio di vederla andare via. La spostò dolcemente,si vestì,lasciò un pacchettino e un bigliettino sul letto,la guardò un’ultima volta.

Il rimpianto di non avere la capacità di fermarla lo dimostrò con una lacrima che cadde su quelle labbra amate.

Andò via.


Il sole era ormai alto in cielo,quando una ragazza mosse il braccio verso il suo uomo,non trovandolo aprì lentamente gli occhi e trovò un pacchettino.Lo aprì, all’intero vide una collanina in acciaio con un cuore diviso,la girò e vi trovò una ‘A’.

Sorrise pensando al suo Akito.Vide poi il bigliettino

'Non ho il coraggio di vederti andare via,preferisco avere il ricordo di questa bellissima notte. Angelo mio ti aspetterò …torna presto…ti amo….Akito'.

Una lacrima solcò quelle guancie mentre ringraziava Dio per quello stupendo dono che le aveva riservato.

Si vestì e andò all’aeroporto con Rei.


Passarono ormai quattro mesi e mezzo.Ogni giorno i due ragazzi erano in contatto con telefonate chilometriche e messaggi altrettanto lunghi.

-Dai Rei…- chiese una ragazza al suo manager.

-Ma non so…preferisco restare con te,anche perché il film non è ancora terminato.Mancano ancora due settimane…

-Sono abbastanza grande per stare da sola due settimane…e poi Asako dice che non sei mai a casa…quale occasione migliore per stare con tua moglie?-disse con fare da saggia.

-Asako…-ripetè sognate il manager –Ok!Però mi devi promettere che non farai imprudenze…-disse premuroso.

-Sisi…ok!Farò la brava!-disse portandolo fuori dalla porta dell’appartamento, dandogli le valigie e il biglietto dell’aereo -Bye bye-concluse salutandolo con la mano e poi chiuse la porta.

-Ma…ma quando hai fatto tutto questo?-chiese stupito; dopo aver capito che lei ormai non avrebbe risposto decise di andare all’aeroporto .

Lei nel suo appartamento preparava le sue valigie,era eccitatissima per aver riuscito a gabbare il suo manager facendogli credere che il film durava ancora due settimane (il tutto grazie all’aiuto del regista).Ma era ancora più eccitata all’idea che avrebbe rivisto il suo Aki solo dopo due giorni,non aveva detto niente a nessuno per fare una sorpresa.

Passò l’ultimo giorno di riprese e subito si imbarcò.

Intanto in un villino di Tokyo ….

-Allora che ne pensate?Andrà bene questo?-

-Aki,secondo me andava meglio un anello con un brillantone,tanto grande che quando la luce ci batte sopra illumina una stanza-disse sognante.

-Che gusti che hai Tsuyo…E tu Fuka …che ne pensi?Le piacerà?-chiese speranzoso di una risposta differente da quella del suo migliore amico.

-Penso che sia perfetto!Tutte le ragazze come me ed Aya vorrebbero ricevere un anello di fidanzamento come questo…giusto amica mia?-disse rivolgendosi alla moretta.

-Giustissimo!-

-Hayama cerca di non far morire d’invidia la mia ragazza-disse scherzando Takaishi,mentre abbracciava la sua donna.

Erano tutti seduti sul divano ,con il televisore acceso,quando squillò il telefono.

-Pronto?-disse allegramente Hayama,pensando alla risposta del nuovo amico Takaishi.

-…………-.

Intanto il telegiornale iniziava a parlare delle solite disgrazie .

-Pronto?Pronto?C’è qualcuno al telefono?-iniziò a preoccuparsi.

-……Hayama…-disse la voce cercando di frenare le lacrime,ma non riuscendoci,disse soltanto-Accendi il televisore ….-e quello sfrenato pianto fu interrotto dal telefono che la Signora Kurata riagganciò.

-Un aereo proveniente da Los Angeles e diretto a Tokyo, è precipitato nell’Oceano Atlantico,nei pressi del golfo della Guinea.Sull’aereo c’erano 25 persone di origine giapponese .Non sono stati recuperati tutti i corpi e tra questi anche quello di una ragazza che aveva fatto sognare l’intero Giappone con le sue interpretazioni artistiche.La grande Sana Kurata.-disse tristemente la giornalista.




ringrazio tutti coloro che hanno letto,ma soprattutto Princess of darkness,manu,Liz Dreamer,Katy92 e Fucking_Princess...grazie ragazze...perchè siete capaci di darmi una forza incredibile...graziegraziegraziegrazie..vvb!^^

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Capitolo 4
*** Impara a credere nella speranza ***


Impara a credere nella speranza

In una villetta di Tokyo,un ragazzo stava per ricevere una chiamata che gli avrebbe cambiato la vita.
Il telefono iniziò a squillare e lui si avvicinò al cordless che continuava ad attirare la sua attenzione. Come al suo solito,si appoggiò vicino al mobile su cui stava il telefono.
-Pronto?-rispose Aki.
-……….-si sentiva solo un pianto disperato,ma nessuna parola.
Pronto?Chi è?-chiese preoccupato.
-…Hayama...-non riusciva a dirlo,era troppo anche per lei –…. A-accendi la televisione …- riuscì a dire tra le lacrime.
-Cosa?-chiese non capendo.
Stringeva il cordless nella mano,quando la signora Kurata aveva ormai riagganciato.Lui rivolse il suo sguardo su quella grande scatola che primeggiava in cucina.
-Un aereo proveniente da Los Angeles e diretto a Tokyo,è precipitato nell’Oceano Atlantico,nei pressi del golfo della Guinea. Sull’aereo c’erano 190 persone di cui 25 di origine giapponese. Circa 100 di loro si sono salvate abbandonando l’aereo,anche se l’accaduto è ancora da ricostruire. Per ora il numero dei dispersi è di 35 mentre molti corpi sono stati recuperati ,continuano a salire continuamente il numero delle vittime. Su quell’aereo c’era una ragazza che ha fatto sognare tutto il Giappone con le sue interpretazioni artistiche…La grande Sana Kurata.Non si hanno ancora notizie certe,ma ormai sono tutti d’accordo che la grande attrice sia morta in quel blu profondo che tanto amava.I problemi all’aereo sono stati riscontrati alle 09:10, e si presume che l’impatto sia avvenuto non oltre le 09:30.-
Il telefono cadde dalle sue mani rompendosi,mentre lui scivolò con la schiena contro quel pezzo d’arredamento,ritrovandosi seduto per terra a fissare il vuoto.
Vari sentimenti risiedevano in lui: disperazione,rabbia, rimpianto di non aver avuto il coraggio di fermarla,incredulità…o forse voglia di non credere,solitudine .… già …. adesso era davvero solo,come non lo era mai stato.
Tutti gli amici erano rimasti shoccati da quella notizia e restarono impietriti sul divano,mentre il telegiornale continuava con le sue notizie.
Tsuyoshi ,con le lacrime agli occhi si alzò dal suo posto per avvicinarsi ad Aki rimasto ancora per terra.Si avvicinò a lui e lo abbracciò fraternamente.Voleva trasmettergli qualsiasi cosa tranne ciò che lui provava…dolore,tristezza,vuoto.
E come se si fosse appena svegliato da uno stato di trans,Hayama ritornò ad essere cosciente e allontanò l’amico con un forte spintone.
-ANDATE VIA!-gridò con rabbia-Andate via!Andate …via-ripeteva a voce sempre più bassa.
Era distrutto,e tutti poterono vederlo anche se lui cercava di nasconderlo.
Tsuyoshi,prese le chiavi di casa dell’amico e con gli altri ragazzi, uscì dalla villetta.
Intanto il giovane atleta era rimasto immobile , seduto per terra, mentre teneva la testa tra le mani.
Dava sfogo al suo dolore…piangeva…come mai in vita sua.
La testa gli scoppiava ma aveva bisogno di riflettere …Cosa avrebbe fatto di lui?D’ora in poi,come avrebbe condotto la sua vita?La solitudine,il dolore e la rabbia,avrebbero dovuto fare sempre parte di se?
Solo una certezza risiedeva in lui…senza la sua metà,la sua vita era inutile.Non voleva ritornare a quei periodi bui,che aveva conosciuto quando quella ragazza non faceva ancora parte del suo mondo…
Tempo addietro avevano detto di essere un’unica realtà,un’unica persona,allora…se una parte di un corpo muore,anche l’altro lato muore di conseguenza.
Si,questo sarebbe stato la sua fine.
Aveva deciso,doveva morire .Doveva seguire la sua donna ovunque,anche se per stare con lei avrebbe dovuto perdere la vita.
Non riusciva a fermare le lacrime,avrebbe voluto lasciare questo mondo dignitosamente,ma non ci riusciva,era più forte di lui,non riusciva a non troncare quella calda scia di lacrime,mentre pensava a come aveva sofferto Sana.
Si alzò da quel posto ove aveva scoperto il vero significato di soffrire per amore.Lentamente si trascinò nel bagno,prese una lametta,guardò nello specchio di fronte a lui. La mente lo aveva riportato a quando facevano quelle stupende ‘lotte’ mattutine….
-Dai…per favore-disse aggrappandosi al suo collo.
-Nada-ripeteva per la centesima volta il biondino.
-Sono brava!!Una volta ho anche interpretato il ruolo del barbiere…-disse lei soddisfatta.
-Si,certo…come no. Ricordo bene ciò che successe, c’ero anch’io-lui la guardò in silenzio .
Lei arrossì,pensando a ciò che successe.
-Credi forse che io Akito Hayama,voglia fare la stessa fine di quel manichino che hai sgozzato,per cercare di fargli la barba?-disse lui cercando di frenare una risata.
Lei lo guardò e iniziò a ridere ,un attimo dopo anche lui si unì.
Akito distratto dalla risata poggiò la lametta sul mobiletto e lei subito l’afferrò.
-Eheheh adesso è mia- disse tutta contenta-e tu…ti farai fare la barba da me!-esclamò convinta.
Lei prese una sedia e fece accomodare Aki.
-Amore mio,siediti qui-
Appena lui si sedette,la sedia lo bloccò con delle fasce metalliche che gli circondavano le caviglie,i polsi e il busto.
-Non vale!Dì la verità,questa sedia l’hai presa a casa di tua madre!-
-Si, amore. E poi in questo modo ti ricrederai delle mie capacità da barbiere. Eheheh…qual è il tuo ultimo desiderio?-disse lei come se fosse un boia.
-Un ultimo desiderio?Mmmm…voglio uno dei tuoi baci.
Lei si avvicinò a lui,lentamente gli tolse la schiuma che gli circondava le labbra.Giocava con quelle,mordicchiandole. Poi ,si sedette su di lui,delicatamente. Iniziò a dargli dei leggeri baci sulle labbra. Lui era immobile,mentre il suo cuore si scioglieva come neve al sole solo per la sua presenza.La rossa iniziò a mettergli la mano libera tra i capelli,mentre si avvicinava di più per conquistare quelle labbra,ancora una volta.Lo baciava con molta foga,e fece cadere la lametta dall’altra mano,mentre gli accarezzava il volto,trascurando la schiuma da barba che vi era sopra.Intanto lui,dopo vari tentativi, riuscì aliberarsi da quella presa metallica e le cinse la schiena,per poi stingerla a sé. Dopo poco lei si alzò dalle sue gambe e continuò a fissare quegli occhi stupendi,con un sorriso. Lui raccolse la lemetta e la nascose grazie al bordo della sedia. Lei rivoleva quella bocca,ma lui aveva chiesto solo UN bacio…non poteva andare contro il ‘prigioniero’.Si abbassò in cerca della lametta,mentre lui iniziò a farsi la barba.La ragazza era troppo concentrata a ricordare dove aveva lasciato cadere quella lama che non sentiva il rumore dell’acqua.Dopo un po’…
-Amore hai trovato quella lametta?-chiese lui con fare da finto tonto.
-Grrr…lasciamo perdere,ho guardato e riguardato su tutto il pavimento ,ma…niente.-rispose lei continuando a cercare per terra.
-Non lo vuoi ammettere che l’effetto dei miei baci ti fa impazzire-disse lui vantandosi.
Lei lo guardò,e capì…
-L’avevi tu!-esclamò-Cattivo!-disse facendo la bambina.
Lui non poté non ridere…-Ho un modo per farmi perdonare-
Si avvicinò a lei e iniziò a baciarla con la stessa foga di prima,mentre la distese sulla sedia,che si era trasformata in un lettino.(Non sono arrivati alla C*).
La mente fermò quel ricordo e lui ritornò alla cruda realtà.
Ancora una volta lui si ritrovava con la lametta tra le mani.Fece un grande respiro …era pronto!
Impugnò la lama con forza e trasse un solco sulle vene.
Il sangue iniziò a scendere copioso.
Lui pianse con forza mentre la sua mente iniziava a ricostruire come fosse morta la sua metà.
Crollò per terra battendo forte la testa.
Sentiva dentro di lui la vita che lo abbandonava ….
-Sana….ti..am…- non riuscì a finire la frase che perse i sensi.

Intanto Tsuyoshi sentiva che l’amico non stava bene,doveva raggiungerlo.Pochissimi secondi ed era nella casa di Akito.
Lo cercava, lo chiamava…niente.Sapeva che lui non avrebbe lasciato la casa per nessun motivo.
Entrò in bagno.
Vide il suo amico in una pozza di sangue,ebbe paura, ma riuscì a mantenere il sangue freddo.
Chiamò l’ambulanza.
Il ragazzo fu subito portato all’ospedale.
Tsuyoshi convocò tutti gli amici.
Akito aveva perso molto sangue e gli era stato diagnosticato un trauma cranico.
Ancora una volta, nello stesso giorno, tutti i ragazzi si ritrovarono insieme,piangendo per i loro due amici.
Hayama era nel suo lettino,sembrava senza vita quando gli stavano facendo le trasfusioni.
Aveva perso molto sangue.
Il problema è sorto con il trauma cranico…il ragazzo era in coma.
Il biondino si trovava nel suo gazebo preferito, era appoggiato con le braccia conserte sul bordo di questo.
Aveva gli occhi chiusi quando sentì dei passi verso di lui.
Alzò gli occhi.
La vide.
Non aveva il coraggio di allungare un braccio verso di lei,aveva paura che sarebbe scomparsa anche quell’immagine.Quell’immagine che bastava guardare per stare meglio.
Lei si avvicinò ulteriormente.
-Amore mio..… non dimenticarti di me …..continua a vivere…ma fa che una parte del tuo cuore… appartenga a me …ti prego –disse supplicandolo –se…se il mio ricordo ti fa male … distruggi qualsiasi cosa che sia appartenuta a me…ma non distruggere il ricordo nel tuo cuore…cancellami dalla tua mente…ma non dal tuo cuore…per favore-chiese supplicandolo,cercando di fermare le lacrime.
Lei rivolse il suo sguardo al cielo…
Era triste di dover lasciare ancora una volta colui che le aveva fatto capire cosa significasse amare.
-Devo andare,sii forte….-disse sorridendo –la vita è piena di sorprese.
-Per favore…non andare,senza te non riesco a vivere-disse tristemente.
-Devo…ma..sappi che ti amo…come non ho mai amato in vita mia….Goodbye my love- e si allontanò da lui,si avvicinò verso una zona del parco,dove non si vedeva nulla a causa della nebbia.
Lui la vedeva lentamente dissolversi…
-SANA … NON MI LASCIARE!-gridò correndo verso di lei,era arrivato in quell’area particolare –SANA!!!-gridò tendendo un braccio verso quella sagoma che stava scomparendo….Non riuscì a toccarla che…
-SANA!!!-gridò ancora una volta con il braccio teso avanti a se.
Si guardava in giro ma non riusciva a capire dove fosse finito il parco…vedeva solo pareti bianche.Lui non stava correndo ma era seduto su di un lettino.
Il dottore e tutti gli amici del ragazzo entrarono come forsennati nella stanza.
-Akito!!Ti sei svegliato!Sei vivo!Grazie al cielo!-ripeteva un’entusiasta Tsuyoshi,seguito a ruota da Fuka e da gli altri.
-Ragazzi!Non lo affaticate…si è appena svegliato-li rimproverò il medico.
Si scusarono tutti,ma non riuscivano a trattenere l’entusiasmo .
Il dottore, Takaishi ed Aya uscirono.
Tsuyoshi parlava con il biondino,gli chiedeva perché avesse fatto quel gesto.Non riceveva risposte.
Fuka guardò il cellulare del biondino…c’era un messaggio non letto . Era curiosa, lo voleva leggere.
‘Amore mio…ti amo…Oggi avrei voluto farti una sorpresa tornando prima… Sappi che tu mi dai la forza di lottare anche se so che potrebbe essere inutile…ma lotto per poter restare con te. Chiedo un’ultima cosa a Dio … poter rivedere i tuoi occhi…ti amo da morire’..era un messaggio di Sana…ed era stato ricevuto alle 18:13…cioè….
-Alle 09:13… in Africa-disse una Fuka sconvolta -Akito…devi leggere questo… -disse porgendogli il telefono.
Il ragazzo prese il cellulare tra le mani,letto il messaggio sentiva il bisogno di piangere,ma non riusciva a piangere lì,davanti a loro.
I suoi occhi iniziarono a pizzicare,era inutile cercare di fermare quelle roventi gocce di dolore che premevano di uscire dai suoi occhi.
La ragazza fece cenno all’amico occhialuto di uscire e lui decise di seguire il consiglio.
Iniziò a carezzargli la testa…era come un bambino,quel bambino che da piccola avrebbe sempre voluto avere per sé.
-Non vergognarti di piangere..sei un uomo ma anche tu hai dei sentimenti…non è da deboli piangere-disse lei – Non c’è bisogno che ti trattieni,sfogati finchè vuoi,ti farà stare meglio.
Lei cercava di essere dolce,forte…ma anche lei ci stava malissimo,non si sarebbe mai aspettato che la sua migliore amica sarebbe morta a 20 anni.
Si ritrovò a fissare il soffitto per non far vedere che anche i suoi occhi erano grondanti di lacrime.
-..Fuka…non ci riesco….non riesco a capacitarmi….lei…lei è morta…io voglio morire…voglio restare con lei…- disse singhiozzando –I-io l’ho sognata..prima di svegliarmi-svelò piangendo sempre più.
-C-cosa ti ha detto?-chiese stupita,guardandolo negli occhi fregandosene delle lacrime,infondo anche lei poteva piangere.
-Mi ha chiesto di non cancellarla dal cuore,ma almeno dalla mente per smettere di soffrire…Ma io non potrei mai cancellarla …preferisco soffrire per sempre…piuttosto che smettere di pensare a lei….-singhiozzava come un bambino- mi ha detto che la vita è piena di sorprese…ma per me…lei è l’unica …capace di stupirmi…la mia unica sorpresa…è lei…-concluse chiudendo quegli occhi di cucciolo che si ritrovava.
Fuka si avvicinò a lui che era sdraiato sul lettino con gli occhi chiusi,lo voleva abbracciare,infondo anche lei gli voleva un bene dell’anima a Sana,anche lei soffriva anche se non come Akito.
-Signore…l’hai strappata da me..e per questo voglio morire,per raggiungerla,ma lei mi ha detto di vivere….almeno dammi la possibilità di darle un ultimo bacio-questo chiedeva il biondino…solo questo.
Schiuse lentamente gli occhi e vide dinanzi a se,l’unica persona che avrebbe voluto…lei …Sana.
Sorrise,per la prima volta dopo la notizia, e si avvicino lentamente a lei e le diede un bacio capace di trasmettere tutto l’amore che provava…ma soprattutto disperazione….di doverle dire addio per sempre.
Era felice e triste….ma questa volta la gioia di aver potuto sfiorare quelle labbra un’ultima volta sovrastava qualsiasi sentimento negativo.
Il ragazzo si allontanò di poco dal viso di quella che solo lui avrebbe potuto vedere come la sua Sana.
-Ti amo…-gli disse per l’ultima volta –Non piangere più per me….Noi…ci rincontreremo..anche se in un’altra vita…è scritto…il nostro amore è..eterno-gli svelò.
-Ti amo…my love-disse lui cercando di abbozzare un sorriso –Grazie di essere esistita-concluse lasciando scivolare una lacrima sul viso,che lei baciò.
-Devo andare…devo lasciare il corpo di Fuka- disse dandogli un bacio sulla fronte.
-Addio amore mio…chissà se ci rincontreremo in questa vita…ma sappi che la mia vita senza te…è buia-pensò lei , gli sorrise un’ultima volta,prima di abbandonare il corpo dell’amica.
Fuka si risvegliò,non capendo cosa fosse successo,ne come mai avesse le labbra bagnate da una lacrima.
-Cos’è successo?-chiese la moretta ad Hayama –Perché sorridi?-domandò incredula,vedendo l’amico.
-Ho avuto la possibilità di dirle addio-disse cacciando quella che lui si era promesso essere l’ultima lacrima.


Intanto su una spiaggia di Sao Tomè …una ragazza dai capelli rossicci era accasciata sul bagnasciuga.


Ringrazio tutte coloro che hanno letto...ma soprattutto ryanforever, totta91 , Dragon88 e manu ...grazie a tutte vvtb

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Capitolo 5
*** La forza dell'amore ***


La forza dell'amore…
L’alba era appena sorta,allontanando l’oscurità, portatrice di inutili dolori.
Una leggera brezza contrastava la corsa di una ragazza dai riccissimi capelli scuri racchiusi in un alto codino che mostrava il suo collo sottile ,i suoi decisi occhi verdi celavano un segreto che non avrebbe mai avuto il coraggio di confessare,il suo corpo color bronzo ansimava ,mentre delle gocce di sudore percorrevano la sua sagoma.
Neanche lei sapeva quanta strada avesse fatto…non riusciva a vedere le orme dei suoi piedi…la sabbia permetteva alle onde di cancellare quelle leggere impronte ….come se non fosse mai passata… credendosi invisibile anche per Madre Natura…
Leggermente incurvata aveva posato le mani sulle ginocchia per prendere aria..
- Ancora una volta mi prometto che sarà l’ultima…eppure…appena lo vedo …non riesco comportarmi come vorrei..forse semplicemente perché tutte le ragazze sbavano per lui..-pensò con rabbia – Ahh….Non devo pensarci..meglio correre…oggi faccio qualche chilometro in più…forse è meglio.-
Le gambe ripresero a muoversi sempre più velocemente,liberando quel dolore che lentamente le lacerava il cuore.
Si sentì leggera e pian piano chiuse gli occhi,mentre la sua corsa si fece meno veloce e più delicata…Riuscì ad assaporare tutto ciò che la circondava…
Sentì il venticello che l’accarezzava dolcemente …
Si rese conto di aver colpito qualcosa ma non ebbe neppure il tempo di aprire gli occhi che si ritrovò con il viso spiaccicato nella morbida rena.
Si alzò per vedere cosa le avesse causato quel tuffo inaspettato …
-Ma che diamine!-esclamò innervosita- Non si può neppure correre tranquillamente sul bagnasciuga??-proferì per poi girarsi in cerca di un qualcosa che ignorava…
Avrebbe immaginato qualsiasi cosa tranne ciò che si presentava ai suoi occhi…
Una ragazza dai lunghi capelli rossicci …..
-Che stia dormendo??Tiene gli occhi chiusi nonostante le sia caduta addosso ….. Ha una faccia troppo pallida…Non è che sta male..?-detto questo prese il polso della giovane per controllarle il battito –O-o mio Dio…ma lei…sta male davvero!- .
Con la massima attenzione e sangue freddo,le si avvicinò,la prese sulle spalle e cercò di portarla immediatamente al vicino ospedale.
Lì i medici capirono subito che qualcosa non andava e iniziarono a farle più accertamenti possibili…
-Per farla breve, la ragazza deve essere rimasta per molte ore in mare priva di conoscenza,probabilmente era aggrappata a qualcosa,e aveva bevuto molta acqua salata..e poi era stata esposta al sole per troppo tempo…Risultato:Era disidratata al punto che gli organi avevano perso i loro liquidi e le funzioni vitali erano ormai rallentate eccessivamente se non addirittura bloccate…- il dottore concluse con un tono triste,che era abituato ad interpretare .
-Pensa che ci sia qualche possibilità che ce la faccia?-chiese speranzosa la giovane donna…
Non capiva perché..però era già affezionata a quella rossiccia che ormai era distesa sul letto..
-Possiamo sperare solo in un miracolo….-terminò l’anziano medico.
-A-almeno posso entrare nella sua camera…vorrei poterle stare vicino-
-Va bene…però fai attenzione ai fili dell’elettrocardiogramma-
-Ok!-disse per poi dirigersi subito in camera della ragazza.
-Spero che ce la farai…non so perché però …però vorrei conoscerti…potrebbe essere l’ occasione di trovare una vera amica...no?-notando una totale assenza di movimenti le prese la mano,continuò a parlarle…-E poi ..chi è che mi ringrazia per il giro che ti sei fatta sulle mie spalle??-disse per sdrammatizzare –Sai che avevo pensato che fossi sbronza???E poi non ti dico che caduta che mi hai fatto prendere…-sorrise ripensando all’accaduto.
Si sentiva stupida…le sembrava di essere da sola anche se una figura le ricordava il contrario.
Stava per riprendere quel discorso che non sapeva neppure come era incominciato,quando uno strano rumore la distrasse …era un rumore fisso…con timore si girò verso quello schermo che mostrava una linea retta,che non abbozzava neppure un minimo movimento…
Non sapeva perché ma si sentiva tradita…aveva donato la sua fiducia ad una ragazza che stava sul letto mezza morente..e adesso che lei aveva deciso di abbandonare quella lotta,stava male,perché credeva in quella ragazza…e quella stupida linea che era sullo schermo,aveva infranto quella sua speranza di poter vivere un’esperienza con quella donna a suo parere strana.
Un sorriso apparve sul volto di quella che era stata un’attrice,non capiva perché era stranamente felice …
Volse il suo sguardo dietro e vide se stessa…in un letto..capì che era arrivato quel giorno,e improvvisamente un oscuro sentimento si impossessò di lei ….
Comprese il perché delle sue duplici e opposte sensazioni…Era contenta di ritornare,anche se per poco tempo, in un luogo dove aveva avuto la possibilità di vivere in un equilibrio speciale…ma era particolarmente abbattuta perché sapeva che non avrebbe più avuto la possibilità di rivedere lui … soprattutto a causa della punizione che sicuramente avrebbe ricevuto per aver infranto l’unico ordine che le era stato imposto prima dell’inizio della ‘missione’…
Il suo corpo era avvolto da una strana luce soffusa… dinanzi a se vedeva solo un forte bagliore che donava pace…più si avvicinava più aveva immagini nitide…quella luce appariva sotto forma di bianchissime nuvole…per la seconda volta si era avvicinata al portone che conduceva all’interno di quel mondo di armonia… Lo stava per aprire…quando fu preceduta da qualcuno che aveva pacatamente schiuso dall’interno….
-Finalmente..sei arrivata…Sana- disse dolcemente una donna che indossava una veste fatta di luce che si muoveva per mezzo di grandi e bianche ali …
-Signora Hayama…-
-Qui non sono la madre di Akito…Sono solo Koharu…. Sai cosa ti attende…Vero?-riprese l’angelo… -Perché lo hai fatto?? Io te ne sono grata… perché gli hai donato quell’amore che non ho potuto dargli io… però..adesso… Sai che non potrai più ritornare in questo posto ….- sentenziò tristemente .
-Lo sai meglio di me…non è possibile pianificare una vita e riuscire a seguire punto per punto… ciò che mi ha spinto a violare quella legge… è un sentimento che non sono riuscita a soffocare... che è cresciuto con me,anche se cercavo di nasconderlo… ma non si può sfuggire alla forza del’amore…-concluse con un amaro sorriso sulle labbra.
La bionda Creatura Celeste si avvicinò alla sua simile,la guardò negli occhi… e leggeva una grande voglia di poterlo rivedere…avrebbe voluto aiutarla se avesse potuto… ma era stata solo capace di donarle un abbraccio,poiché aveva lottato per il sentimento più bello e forte che esiste, sperava di infonderle forza…adesso il suo destino sarebbe stato scelto.
Sana era un angelo e adesso sarebbe dovuta andare al cospetto dell’Ente Superiore che comandava tutti loro,portatori d’amore.
La bionda Koharu faceva strada a quella Creatura che aveva infranto un ordine impostatole da Dio,quella stessa legge che governava quel Regno.
-E così…mi hai disobbedito…- sentenziò- conosci la tua punizione…-
-Si….-concluse tristemente ma senza ribattere.
-Però devo ammettere che sei stata costante…non pensavo che il tuo ultimo pensiero lo avresti rivolto a lui…questo ti fa onore…ma sapevi che gli angeli non possono amare gli esseri umani- terminò con quella Sua voce incredibilmente capace di farti restare in pace con il mondo solo sentendoLa.
-Sapevo che non avrei dovuto innamorarmi di lui…però da quando l’ho visto la prima volta,in me iniziò a farsi spazio una strana sensazione,un sentimento che cresce con me,anche adesso…che mi da la forza di affrontare tutto –continuò mentre sentiva le lacrime che chiedevano di poter essere liberate dagli occhi,gabbie che impedivano loro di poter percorrere quelle guance – La mia missione era far capire a lui e alla sua famiglia che dovevano comportarsi come tali, il mio compito doveva finire allora…quando videro lo sceneggiato … e iniziarono ad amare quel ragazzo,ripagandolo con quel calore che sua madre non aveva potuto donargli…. so bene che Hai cercato di aiutarmi ostacolando questo amore… ma lo sapeVi…che quando avrei realizzato di averlo perso…avrei capito ciò che provavo davvero –Indirizzò il suo sguardo verso il basso mentre una scia di calde gocce cariche d’amore scivolava lungo il suo volto…
-E adesso cos’è che vorresti?-le chiese osservandola…
-Vorrei poterlo rivedere… per l’ultima volta… per potergli dire almeno addio –concluse mentre quella scia di tristi lagrime toccavano terra e passava oltre quello strato di nuvole ,provocando una malinconica pioggia sulla Terra..oscurando il Sole e le tante stelle che donavano speranza agli innamorati.
Sapeva che quelle gocce cadute dagli occhi di quell’angelo,erano sincere e chiedevano soltanto di poter vivere quell’amore…Sorrise…Sana aveva scoperto il vero amore…
-Ti do la possibilità di potergli dire addio…Il tuo ragazzo è in ospedale adesso -
-In ospedale??Cos’è successo??Per favore dimmi cosa gli è accaduto…-disse preoccupata,alzando immediatamente lo sguardo…
-Ha... tentato il suicido…sostiene di non poter vivere senza te – continuò -Questo è il momento giusto,puoi andare da lui ..Vai!- concluse con la Sua amorevole voce.
-Grazie – terminò ringraziandoLo .
Pochi attimi e quell’angelo si ritrovò nella camera d’ospedale dove Akito era stato portato.
Nella stanza c’erano solo lui e Fuka…
Il ragazzo piangeva mentre parlava di lei…e l’amica lo seguiva a ruota…
La giovane creatura era vicina a lui ,gli teneva una mano … mentre lo accarezzava dolcemente come se fosse stato un bambino…le sue dita iniziarono a percorrere lentamente quel viso ,sperando di poterlo memorizzare perfettamente .
Lo vide mentre si sdraiò sul letto e il suo volto sfuggì anche se solo per pochi attimi dalle sue dita, desiderose di poter percorre quei lineamenti …
Osservò attentamente il giovane uomo , aveva capito che era il momento giusto..avrebbe potuto vederla …ma aveva bisogno di un corpo…
Lì si accorse che la compagna di Osaka era ancora nella stanza…Non l’avrebbe mai ringraziata abbastanza …adesso avrebbe esaudito quel suo piccolo grande desiderio…
L’angelo lasciò momentaneamente la mano del biondino … si avvicinò al corpo di quella che era stata la sua rivale da bambina… il suo spirito iniziò stranamente ad essere assorbito da quella figura.
Sana protese la mano verso quel karateka e si rese conto che il corpo seguiva i suoi movimenti … Stava per fare lo stesso tragitto dell’amica con una leggera variazione,lei non voleva abbraciarlo … Posizionò il suo viso di fronte a quello del suo grande amore,aspettando solo che quei profondi occhi castani si schiudessero … Ancora una volta occhi negli occhi…
Quando due i cuori battono all’unisono e i respiri si fondono l’uno con l’altro … le parole non servono…
Le loro labbra si unirono,grazie all’ausilio delle coraggiose mani di lui ,che non chiedevano altro che sfiorare ancora una volta la sua pelle, che approfittando dell’occasione poterono avere quel contatto tanto desiderato..
Una bacio strano…che mescolava felicità e tristezza… più eloquente di qualsiasi parola…
-Ti amo…-sussurrarono entrambi…
Ancora una volta la forza dell’amore sfidava la paura di soffrire ..ancora una volta i loro sentimenti erano stati messi a nudo …provocando una ferita al cuore che lentamente li faceva annegare nel dolore, poiché sapevano di non poter vivere quel grande sentimento che non gli dava tormento…
Sana guardò il braccio e si accorse che iniziava a smaterializzarsi … il tempo era terminato … doveva andare … Lo accarezzò un’ultima volta e poi indietreggiò…Il corpo di Fuka si muoveva a fatica così lo riportò sulla sedia su cui stava quando era andata lì.
-Sappi che il nostro è un amore eterno… vivrà nei nostri cuori e un giorno potremo viverlo senza indugi…solo tu ed io … -disse con un sorriso che cercava di essere confortante … anche se lei stessa cercava di fidarsi di quelle parole che aveva pronunciato senza rendersene conto… -Devo andare…Addio…-
Akito non ebbe il coraggio di pronunciare quell’orrenda parola… ma delle gocce salate avevano percorso le sue guance ...cercò di sorriderle…mostrandosi il degno partner della donna più sorridente che avesse mai conosciuto.
Una luce avvolse quella ragazza,prima di farla sparire completamente…
Nuovamente si ritrovò al cospetto del Padre Celeste …ancora una volta i suoi occhi erano gonfi di lacrime …
-E così…. E’ arrivato il momento… -disse con una voce dolce – Sei pronta..piccola mia?-le disse cingendo le sue spalle con un braccio,un contatto capace di donare un calore incredibile…
-Non si è mai pronti quando bisogna abbandonare le cose importanti della vita.. come Te e lui..-
Fece finta di non aver sentito e iniziò a parlare -Sai,il tuo amore mi ha incuriosito… -sorrise – Non mi piace vedere i miei figli tristi…e dato che qui sono tutti con te –disse scherzando –Ho deciso … di darti la possibilità di ritornare in quel mondo dove c’è lui…però sai che mi hai disobbedito … quindi … il tuo amore verrà messo alla prova …la punizione sarà una totale assenza dei tuoi ricordi… mi hai parlato di forza dell’amore…vediamo dove arriva… - pacatamente aggiunse –da oggi non sarai più un angelo del Paradiso…ma se riuscirai a ricongiungerti a lui…sarai il suo angelo… -concluse …

Ciao ragazze...Felice Natale anche se un pò in ritardo, spero che passiate un felice Capodanno.... Ho deciso di aggiornare oggi perchè è un giorno importante per me...E' il compliiiiiii ^^ ... Che bello finalmente 16enne!!! Bhe volevo logicamente ringraziare tutti coloro che hanno letto e specialmente coloro che hanno commentato...Grazie a:Dragon88 ,Princess of Darkness,ryanforever, miki18 , Ichigo_91 e Sana88... Grazie ancora ragazze...VVTTB

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Capitolo 6
*** Senza te ***


Without you

Buio … non capiva se avesse oppure no gli occhi aperti,ma appena si sforzava per farlo … il risultato non cambiava … quella strana oscurità l’avvolgeva …
Cercava di persuadersi che l’impressione di inquietudine trasmessale era una sciocchezza ,anche, perché percepiva ,nettamente,un anomalo senso di tranquillità insinuarsi nel suo corpo non appena iniziava ad agitarsi … In fondo non ce n’era bisogno,non bisogna aver paura se quel buio e quel silenzio sembrano regnare su di te,facendoti perdere anche la capacità di pensare lucidamente …!
Si sentiva stanca ,forse perché,aveva il presentimento di essere stata contesa tra due fazioni,che avevano combattuto … e anche lei lo aveva fatto … schierandosi per una delle due.
Le pareva che le sue membra fossero state torturate e ancora … di tanto in tanto un’energia percorreva la sua figura … un’energia strana e anche dolorosa … che le aveva aperto uno spiraglio in quelle tenebre che l’abbracciavano insolentemente e che con prepotenza le impedivano di raggiungere quella fioca luce.
Quel debole chiarore iniziava a prendere il sopravvento su quell’ombra,facendola diventare una foschia meno tetra.
Riusciva a percepire delle scosse,che si facevano sempre più forti , percorrere la sua figura …
Uno strattone o qualcosa di simile la condusse verso la zona più chiara, di ciò che la circondava.
Abbassò lo sguardo,notando uno scomposto flusso bluastro salire lungo i piedi per poi avvolgere il suo busto … possibile che il tutto si fermasse sul cuore … ?
Una ondata di potenza la invase ,facendo accendere ancor di più quel blu,che quasi si spegneva con il deflusso .
Continuò a percorrere, con un’occhiata, quell’energia che fasciava il suo corpo , partiva tutto da quella luce che continuava ad aumentare,assumendo sempre di più una forma sferica.
Era a pochi passi da quella zona,che con il suo splendore era capace di donare speranza e allo stesso momento continuava a trascinarla verso di sé,provò a tendere una mano,arrivò quasi a sfiorare quel bagliore che continuava a propagarsi .Sentì un dolore ancora più forte impossessarsi di sé quando le sue dita lambirono i contorni di quel globo, che emanava uno sfavillio sempre più forte;una sofferenza ancora più acuta si fece spazio dentro di sé ,il corpo stava entrando all’interno di quel particolare disco che a mano a mano continuava a circondarla ,facendo finalmente, scomparire quell’oscurità che fino a pochi istanti prima,che le erano parsi durare un’eternità, colmava tutti gli spazi penetrando nel suo cuore, offuscando i suoi pensieri.
Ancora una volta i suoi occhi si chiusero , per non riaprirsi mai più in quel luogo di transizione.

-Finalmente è fatta!!!-concluse soddisfatto l’ anziano uomo alla ragazza che gli era di fianco,lei non poté fare a meno di sorridere,era davvero contenta e così insieme s’avviarono alla stanza adiacente,lasciandola riposare.
-Cavolo!!!C’ho un mal di testa da paura!Ho come l’impressione che il mio cranio soffra la solitudine per mancanza di materia grigia e per questo si sente completamente vuoto ...come al solito..!Oh cacchio … ma sto delirando sul serio,mi sa che quell’unico neurone che avevo,ha deciso di porre fine alla sua esistenza … ecco perché inizio anche a parlare da sola,ci mancava solo questa , oltretutto questo dolore non ne vuole sapere di mollarmi … uff - pensò alquanto scocciata-mi sento anche il sedere completamente indolenzito … ma dove sto??Sui sassi?- cercò di cambiare posizione per accovacciarsi su di un lato e solo allora si accorse che il posto su cui sedeva non era poi così male come le era sembrato in un primo momento.
Sentiva un forte cerchio alla testa che le impediva qualsiasi movimento brusco e oltretutto il lato su cui si era girata le aveva provocato un aumento del dolore che provava.
Spostò molto lentamente la mano sulla sua fronte creando una leggera zona scura sul suo viso.
Cercò di capire dove si trovasse,poiché non riusciva a ricordare cosa avesse fatto prima di trovarsi lì,così tentò di aprire gli occhi,ma i suoi sforzi risultarono inutili,ogniqualvolta che ci provava una luce troppo forte l’abbagliava e quelle leggere fessure,che riusciva ad aprire, le richiudeva immediatamente.
Quei vari tentativi l’avevano stancata ancora di più di quel che era, così ritornò tra le braccia di Morfeo,il quale poco prima l’aveva lasciata per poi ritornare a farla sua.
La mulatta entrò nella stanza , si sedette sulla sedia posta vicino al letto e le prese la mano,per farle percepire la sua presenza.
Aveva ragione!!Come sempre il suo intuito aveva avuto la meglio!Sentiva sempre più vicina la realizzazione di quel desiderio recondito di poterla conoscere,adesso non l’avrebbe abbandonata … sarebbe restata lì,nella stanza con lei. Si rese conto di guardarla,indubbiamente era una gran bella ragazza e la cosa la spaventò non poco. Sapeva bene cosa significasse avere al suo fianco un’ ‘’amica’’ che possedeva un forte fascino verso quel sesso che cercava di odiare con tutte le sue forze,ma che puntualmente faceva crollare le sue difese,anche se il solo essere capace a renderla davvero vulnerabile era uno.
‘Alto,moro e fico’ o perlomeno così lo chiamava Uzuri De La Croix ,quella che era stata la sua migliore amica per sette lunghi anni,conosciuta in uno dei momenti più delicati della vita di una persona,che per loro era stata anche più difficile,quella fase chiamata generalmente adolescenza.
Ancora una volta si voltò verso di lei,c’era un piccolo particolare che la rendeva diversa dalla sua vecchia conoscenza:gli occhi. Quegli occhi che risultavano strani,per una ragazza di Sao Tomè.Erano più piccoli rispetto ai suoi,ma la forma a mandorla riusciva a donarle quel non so ché,che rendeva il suo viso ancor più particolare e le dava fiducia.
Passarono molte ore e la stanchezza prese anche la ‘’tuffatrice’’della sabbia, che lentamente si accasciò con il busto sul letto della nuova arrivata facendo scivolare quei piccoli ricci,scappati dal codino, sul viso, incorniciandolo.
Sentiva uno strano tepore avvolgerle la mano,non capiva da dove provenisse,però era piacevole l’idea di avere qualcuno che fosse lì ,solo per lei.
Aveva voglia di vedere,doveva capire chi potesse essere .Debolmente aprì gli occhi anche se riuscì a renderli poco più che fenditure,dalle quali riusciva a vedere solo un’immagine sfocata che era appoggiata con le braccia sul quel materassino che la ospitava.
Inconsciamente strinse leggermente la mano di quella ragazza,per ringraziarla silenziosamente .
-Uh??Cos’è successo???-disse frettolosamente mentre incominciò a guardarsi intorno fino a posare il suo sguardo sulla figura distesa vicino a lei,notò una cosa che la fece esultare,benché fosse sdraiata e immobile,potè vedere che lei aveva puntato lo sguardo sulle loro mani -Finalmente!!!!-esclamò entusiasta.
La giovane distesa, di tutta risposta le dedicò uno stanco mugugno .
-Ah già!-disse portandosi una mano dietro la nuca,non sapendo come comportarsi – forse ti dà fastidio se alzo la voce,scusami … beh ..che dire,io sono Chara … Chara Kijana! Tu??-chiese con curiosità osservando il volto stralunato della rossiccia che continuava a guardarla,ancora troppo confusa per rispondere in modo cosciente – Che stupida!-disse schioccandosi un sonoro schiaffo sulla fronte,per l’improvvisa illuminazione ricevuta,continuò pensando ad alta voce – Forse non capisce la mia lingua … Ahi … mi sono ammazzata certo che potevo essere anche più delicata – disse inconsciamente mentre continuava a sfregarsi sulla fronte,notando una leggera protuberanza che si era venuta a formare in quei pochi attimi.
- Ahahahahahah - non poté frenare una risata vedendo quella scena-questa Chara non è che ha tutte le rotelle a posto,parla pure da sola!-pensò- Comunque capisco la tua lingua,è portoghese-disse con fare da esperta –Ma piuttosto dove sono?Questa cosa mi sfugge al momento … - disse continuando a girarsi intorno.
-Eh??Come non ti ricordi dove sei?? Vabbè … comunque sei a Sao Tomè … -rispose.
-Dov’è che siamo??Mi sa che non ho capito … -aggiunse la rossiccia.
-Sao Tomè e Princìpe…?Qui siamo nella capitale della nazione-
La sua faccia,le risparmiò la fatica di spiegare che non conosceva minimamente il paese.
-Ok…ho capito partiamo dai principi base…Terra,continenti…-iniziò convinta.
-Guarda che non sono deficiente!-sibilò offesa.
-Se lo dici tu!Io non ti conosco,comunque è un’isoletta nella zona centro-occidentale dell’Africa … ok??
-Ehm… Vabbè vabbè –disse muovendo con foga una mano,accennando all’idea di lasciar cadere il discorso –Piuttosto,questa è casa tua??-
-Dubito di avere una stanza d’ospedale per appartamento … -
-O-ospedale???Stai male??Che ti è successo?-chiese preoccupata.
-Eh???Io??Guarda che quella che non sta bene sei tu … - ribatté .
-Oddio…ma sei fusa??- disse alzando l’indice e il medio facendoli muovere in un senso rotatorio-Io sto benissimo… ma non c’è nessun’altra infermiera qui???Mi è capitata la peggiore!-esclamò leggermente innervosita.
-Non sono un’infermiera –disse fiaccamente.
-E allora chi sei??-chiese curiosa.
-Sono una poveraccia che correndo è andata a sbatterti addosso e si è fatta un capitombolo nella sabbia,come se non bastasse ti ha portata qui sulle spalle!-esclamò reinterpretando le scene,non riuscendo però ad evitarle un sorriso.
-Scusami,sono stata troppo impulsiva…Che ne dici se ricominciamo dall’inizio??-
Acconsentì con la testa – Ok … Allora,io sono Chara Kijana e ho 20 anni. Tu?Chi sei?-domandò.
-Che bello siamo coetanee!-esclamò contenta.
-Non sono sicura di aver capito il tuo nome.Come ti chiami?-
-E io che ne so??Speravo che tu lo sapessi.Visto che tu sai sempre tutto-disse facendole il verso per la sua spiegazione geografica - ho solo … un …vuoto ,un buco nero,che aleggia nella mia testa-aggiunse abbassando lo sguardo.
–Ma se non sai niente di te, come fai a dire che siamo coetanee??Potresti essere anche più vecchia di me- Le disse per poi accompagnare il tutto con una linguaccia.
-Bhe logico!!La mia pelle è giovane,sono ancora nel fiore degli anni-disse continuando ad accarezzarsi un braccio .
-Ahahah, hai ragione,almeno su questo siamo d’accordo.-si prese qualche attimo per pensare- Ma come faremo a chiamarti,se non ti ricordi il nome??Finché non te lo rammenti,non possiamo di certo farti un fischio e magari gridare "Rossa", per attirare la tua attenzione!-
-Hai ragione!Che ne dice se lo scegliamo insieme??Però dì qualche nome carino,eh?-sorrise,per lei si era chiuso un capitolo della vita che non ricordava e stava per aprirsene un altro,completamente nuovo,sotto tutti gli aspetti,con persone che non conosceva, ma,nonostante questo, si sentiva pronta ad affrontare qualsiasi cosa.
-Ok!-sorrise – Ascolta questi,dimmi se te ne piace qualcuno .Cleopatra?Fuja?Rukiya?Hanna?Shakina?-la rossiccia diede una risposta negativa - Ummm…che ne dici di Saya?Rusha?Chiku?Hasana?-chiese ulteriormente.
-Non saprei,non mi convincono …
-E … Uzuri??-disse –tra tanti nomi mi sono andata a scegliere proprio il suo,speriamo che non le piaccia-pensò tra sé e sé.
-No… non mi ci vedo con questo nome.
La moretta non potè trattenere un sorriso,che l’ altra subita ricambiò.
-Che ne pensi di Bakari??-
-Mmmm…-pensò qualche momento in più – Si, mi piace ho come l’impressione che mi sia familiare,lo scelgo.
-Ok, allora,da oggi tu sarai Bakari. Ti piacerebbe Kijana,Bakari Kijana?-domandò un po’ intimorita.
-Come te?-chiese,osservando la ragazza che si limitò ad acconsentire con un leggero movimento del capo-Si, mi farebbe molto piacere!-affermò con allegria.

Due mesi dopo…
-Insomma,basta!Quando ti deciderai a voltare pagina??-chiese un ragazzo al suo migliore amico –Akito,hai bisogno di andartene da qui;sono due mesi che non fai altro che stare sdraiato,su questo divano. Scommetto che se noi non venissimo qui tutti i giorni, tu non mangeresti neppure più.- ripeté per la milionesima volta,cercando con lo sguardo i suoi occhi.
Il biondino si girò su se stesso spostandosi con la testa tra lo schienale e il morbido bracciolo,cercando di coprire maggiormente le sue orecchie, per non sentire quella voce un tempo gradita,ma che adesso non faceva altro che ribadirgli quella che era una crudele realtà.
Tsuyoshi non sapendo come fare con quel cocciuto si avvicinò alla cucina,cercando di preparargli qualcosa,senza avvelenarlo.
Aprì le ante dei mobili,dove i ragazzi tenevano le varie cibarie,ma quel che trovò fu ben poco. Solo qualche bustina di primi piatti precotti,oramai scaduti da tempo.
Lo osservò,solo per pochi attimi,ma bastarono per accorgersi che oramai quel ragazzo era irriconoscibile,non era più lui senza quegli occhiali che portava da tempo immemore.
Possibile che quel ragazzo,un tempo timido ed impacciato,avesse mostrato il proprio carattere da quando quell’adorabile giovane donna era uscita dalla loro vita?Sicuramente lei stessa,che lo conosceva molto bene,avrebbe faticato non poco per poterlo riconoscere. Si passò involontariamente una mano tra i suoi capelli,che oramai erano cresciuti ,anche la rada barba che prima non aveva neppure il tempo di crescere,adesso faceva capolino sul suo viso,sempre segnato da profonde occhiaie e da leggeri affossamenti, che rendevano ancor più scarno il suo volto.
- Aki,esco a comprarti qualcosa da mangiare,ci vediamo tra poco – disse prima di voltarsi un’ultima volta e di rivolgere un sorriso all’amico.
In fondo non era cambiato poi tanto ,era rimasto il solito ragazzo premuroso, forse non voleva ammetterlo neppure a se stesso,ma l’unico ad essere davvero irriconoscibile era soltanto lui.
Il campanello suonò,ma lui non si alzò dalla sua postazione; quindi quel fastidioso trillo continuò imperterrito nell’impresa di catturare l’attenzione di quel che fino a poco fa era un campione di karate,impresa che ancora una volta risultò essere inconcludente.
Sentì il suono delle chiavi girare nella toppa della serratura,ma tutti questi rumori non fecero che provocare una maggiore rabbia nel giovane,che cercava solo di stare con sé stesso,per cercare le soluzioni di un problema insolvibile.
-Akito!- il ragazzo rimase colpito poiché non era la voce dell’amico,ma di Fuka – Dopo due settimane vedo che sei…..Cavolo,ma cos’è questa puzza?-disse tappandosi il naso.
La puzza di chiuso primeggiava in quella casa ,ma a questo si univa l’odore che lui stesso emanava,poiché era ormai molto tempo che il suo corpo non aveva contatti diretti con l’acqua .
Subito la ragazza dai capelli color pece,si decise ad aprire le porte e le finestre di quella casa.
-Akito,vedo che la situazione non è poi cambiata molto-disse per avvicinarsi a lui che le era di spalle-ma… non puoi andare sempre avanti così-disse sedendosi su quel divano e prese ad accarezzargli i capelli,come se fosse stato un bambino dispettoso,quello seduto vicino a lei- è banale da dire,però la vita continua,non sempre va tutto come vorremmo,per questo noi dobbiamo essere pronti a reagire,so che non è facile … -la ragazza fu costretta a fermarsi poiché le parole le morirono in gola –cavolo,è difficile parlare di lei- pensò chiudendo gli occhi che le incominciarono a pizzicare,pregando,per pochi attimi,che riuscisse a trovare le parole giuste per quel ragazzo,che senza rendersene conto stava rinunciando alla sua vita. Era strano per lui sentire parole d’incoraggiamento,da una persona che cercava ,perlomeno, di capirlo. Fu proprio questo il motivo che lo spinse a girarsi verso la sua amica e a guardarla negli occhi mentre lei aveva unito le loro dita .
-In fondo lei ci ha insegnato-disse per poi voltarsi verso il televisore,dando le spalle al giovane -che bisogna sorridere a tutto ciò che ci presenta il futuro ….-silenziosa e lenta aveva percorso il suo cammino su quelle gote,per poi scivolare più veloce verso il mento e infine un salto fino alla mano che poco prima che aveva preso tra la sua. Ebbe finalmente la forza di girarsi, con un sorriso,non di circostanza, e gli occhi alquanto arrossati – ricordi il ..suo motto??Never give up ,se inizi a crederci vedrai che ci riuscirai…ma…-fu costretta a fermarsi, perché vide delle goccioline bagnare la tappezzeria del sofà. Non ebbe il tempo di accorgersene,che lui si era catapultato su di lei stringendola in un abbraccio,sempre più forte. Un braccio le cingeva la schiena con forza, con l’altro aveva fasciato il suo collo in modo morboso,ma,anche lei aveva ricambiato quell’abbraccio. -Mi manca,mi manca troppo….-le sussurrò all’orecchio, tra le lacrime che ormai scendevano dal suo viso per posarsi sui capelli della ragazza –ho bisogno di lei….-riuscì a dirle tra i singhiozzi che ormai avevano preso il sopravvento sulle sue parole.
Sembrava strano,ma erano in simbiosi .
-Anche a me manca tantissimo…. Non riesco a darmi pace . . . eravamo come sorelle,noi due….e ora…-anche a lei delle stille cariche di dolore iniziarono a scendere copiose…
Lui spostò leggermente la testa,con gli occhi chiusi,mentre ancora una volta pensava al viso della sua dolce Sana.
I due ragazzi si trovarono con la fronte poggiata l’una su quella dell’altra.
I loro nasi si toccavano…
Le loro labbra si sfioravano … accidentalmente quel leggero tocco si fece un po’ più profondo…
-Perché devi assomigliarle talmente tanto?Adesso che ti sto baciando,cerco di vederla di te…ma tu non sei lei…tu sei tu…ma non potresti mai essere lei….Scusami amore…se ti cerco in tutti…scusami… -pensò mentre un’altra goccia ,scese ancora una volta.
Si allontanò da lei quei pochi millimetri che bastavano,per creare una piccolissima distanza tra le loro bocche,lì sulle sue labbra c’era un gusto amaro,un gusto che mai aveva sentito quando baciava lei e non “l’altra”.
In quel momento Tsuyoshi con l’aiuto di Takaishi stavano entrando con molti sacchi della spesa in casa…
-F-FUKA?!?- esclamò scioccato il ragazzo dai capelli corvini….


Ciao a tutte!!!Scusate per lo straipermega ritardo … questo è proprio da guinness…ma in questo luuuuuuunghissimo periodo,ci sono stati tanti eventi …di tutti i tipi,ma uno sicuramente gradevole ,per non dire stupendo,è stato quando ho iniziato a frequentare il taekwondo,in pochissimo ho passato due cinture e tra poco devo fare una regionale,c’ho il sensei con il fiato sul collo che non fa altro k dire k devo dimagrire,o arrivo a casa multicolor ,dopo la gara … comunque questo è il bello dello sport!
Andiamo al capitolo….Allora??Che ne pensate??? Spero vivamente che non mi linciate per quella che è la parte finale del cap…. poteva succedere ^^ (sese,come no \ / ndvoi). Spero di ricevere commentino,poiché cerco di migliorare sempre di più e voglio affidarmi ai vostri leali consigli….
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito il precedente cap…e cioè :Dragon88 Grazie per i complimenti (e gli auguri) che mi fai x quanto riguarda le idee...a mio parere talvolta balzane XD
ryanforever ti ringrazio x tt gli auguri rimati ( k poetessa ^^) mi fa piacere k il cap sia riuscito a trasmettere delle emozioni,magari ricordando un pò ghost... quello è un film davvero sbrilluccicoso*o*
Ichigo_91Grazie my friend x gli auguri,tvttttb anch'io
Sana88...Sana,mi fai emozionare sul serio x quello k mi hai scritto,ho toccato il cielo con un dito quando ho letto la tua email,ho pensato,che allora la mia mente malata aveva davvero creato qualcosa di piacevole,grazie,soprattutto xkè grazie al tuo sostegno nello "sprint" finale ho accorciato tt i tempi possibili...Grazie Grazie Grazie…
Non smetterò mai di ringraziarvi ragazze siete state carinissime ^///^…VVB tutte tutte… Perdonatemi errori di battitura,ma sono alquanto rincitrullita dato che sono le 02:47…miiiiii che sonno….ZZZ … ZZZ… Ps: Dimenticavo…un ipermega scusa se in questo tempo non ho seguito le vostre storie e le nuove,ma è successo non solo perché avevo tanti impegni,ma anche perché mi era venuta l’idea di rivedere tutti i cartoni di quando ero piccinin,così sono stata tutto il tempo nella sezione di Ranma1/2 e di City Hunter…comunque mi rifarò non preoccupatevi XD ‘Notte

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Capitolo 7
*** Un nuovo inizio ***


Un nuovo inizio …


-F-FUKA?!?-esclamò scioccato il ragazzo dai capelli color dell’ebano.
-Akito?!?-lo riprese Tsuyoshi- Cosa state facendo?-chiese .
La ragazza sciolse il loro abbraccio,allontanandosi un poco dal biondino,sentiva di aver deluso il suo unico vero amore.
-A me non serve che me lo dicano loro,l’ho già capito da solo…-disse facendo cadere le buste, avventandosi sul suo amico,pronto a sferrare un pugno.
-FERMOO!!!-gridò la fidanzata , quando era ormai vicinissimo ai due – Takaishi,non è come credi – cercò di spiegare .
-Ah,certo … adesso ti metti a difendere il tuo amore proibito … almeno è stato così, fino a che c’è stata lei … !- esclamò con tono misto a disprezzo e rabbia.
Non ebbe il tempo di rendersene conto che fu subito colpito da un sonoro schiaffo.
-Non ti permetto di dire certe cose … - disse in collera il ragazzo dai capelli biondi- Lei sarà,sempre il mio unico amore … tutti gli altri non esistono … - dopo un attimo di silenzio riprese con maggiore calma- Takaishi, sai bene di non credere in queste cose … quindi non insinuare sciocchezze di cui ti potresti pentire – concluse per poi andarsene dalla stanza.
Il silenzio regnava sovrano tra i tre,ormai rimasti soli.
Uno Tsuyoshi ancora sorpreso dall’inaspettata reazione, seguì l’amico che da tempo ormai,non faceva altro che seguire come uno spettatore lontano, il film di quella che era stata la sua vita,nella speranza di una fine che non si fosse fatta attendere troppo.
Lei non lo degnava di uno sguardo,benché fosse solo a due passi, l’avevano ferita parecchio quelle poche parole del suo amato . Si era sentita tradita.
Ma adesso basta,gli avrebbe finalmente detto ciò che non sopportava più del suo comportamento … il momento era arrivato.
Gli attimi sembravano interminabili …
-Taka…- iniziò alzando gli occhi ,che fino a poco prima puntavano il pavimento,incontrando quelli di lui – So che non l’hai conosciuta come noi … Però non capisco come tu sia stato capace di riprendere la tua vita così,come se niente fosse successo … Sono passati già due mesi è vero … La sua mancanza si sente troppo,noi non vogliamo dimenticarla … Vorremmo poter celare un suo ricordo in un angolo del nostro cuore ,ma non era previsto che di punto in bianco ci lasciasse … Cerchiamo ogni scusa per parlare di lei e per consolarci a vicenda,per me era come quella sorella che non ho mai avuto e sto davvero male senza di lei … -terminò in un soffio.
Allora,aveva sbagliato tutto … Lui i primi giorni dopo il funerale,l’aveva vista più volte alzarsi di notte per rannicchiarsi su una poltroncina e piangere sulle loro foto per poi addormentarsi lì,in seguito le “scappatelle” notturne incominciarono a diminuire,notava che talvolta,mentre dormiva lo stringeva in modo morboso,come se temesse di perderlo .Lui era sempre stato lì,abbracciandola sulla poltroncina per poi riportarla nel letto o per circondarla ,facendole sentire la sua presenza. Ma non aveva capito niente,lei il suo dolore lo teneva dentro senza mostrarlo granché,al punto che aveva pensato che avesse superato la situazione … In realtà aveva toppato alla grande …
-Scusami … non me ne ero reso conto-fu l’unica cosa che riuscì a dire ,prima che lei lo stringesse tra le sue braccia … Era stato perdonato …
Nello stesso momento dall’altra parte del mondo…
-Allora,cosa ne pensi Akyn?Questa sera facciamo il falò?Gliel’ho promesso a quella pazza – disse sorridendo,mentre si sistemava meglio sul sasso su cui si era seduta.
- Chara,ma io ho gli allenamenti … non ho il tempo di preparare quello che tu stai pensando … Guarda che ho capito che vuoi passare la notte in spiaggia come da bambini-terminò posando la sua tavola da surf sulla sabbia ,sedendosi sopra.
-Dai,fatti aiutare da Malik,in fondo è o no il tuo migliore amico???-chiese infine supplicandolo.
-Eppure,nonostante cerchi di non pensarci,non appena mi guarda così non riesco più a controllarmi e mi ritrovo a fare tutto quello che vuole lei… – pensò – Hey,ricordi chi è il nostro caro amico?Se non lo hai presente è quel maniaco che corre appresso a tutti gli esseri umani di sesso femminile … Come potrei mai distoglierlo dal suo hobby preferito?-disse infine.
-Non preoccuparti,ho i miei trucchi per lui! – esclamò ,non potendo trattenere un sorriso,immaginando la scena che qualche ora dopo avrebbe potuto godersi – Tu digli solo che gli farò conoscere una donna … ok?-concluse.
-Ok- rispose arrendendosi.
La ragazza si alzò dalla grossa pietra,per poter ritornare al lavoro.
-Grazie Akyn,sei un tesoro – terminò dandogli un veloce bacio sulla guancia per poi correre sull’arenile completamente rossa in viso.
Rimase immobile toccandosi la piccola zona sfiorata dalle sue labbra. Chissà se avesse più avuto l’occasione di averla così vicino a sé,forse quel giorno le avrebbe detto ciò che non aveva mai avuto il coraggio di esternare direttamente.
Non molto lontano da lì …
- Bakari come va con i caffè?-chiese voltandosi verso l’amica.
-Bhè non saprei giudica tu,assaggiali- epilogò mostrandole due tazzine ,una traboccante di quel liquido scuro alquanto annacquato e l’altra contenente non troppe gocce di espresso.
-Emm, forse non è il caso – bisbigliò – Un giorno ammazzerà qualcuno- pensò.
-Che ti ha detto??Si va stasera?
-Si ,non preoccuparti- sorrise – però adesso è meglio se ritorniamo a lavorare- concluse osservando la faccia truce del padrone del locale.

Tempo dopo i quattro ragazzi si erano incontrati dinanzi ad un grazioso ristorantino.
-Allora??Dov’è la prorompente donna che mi avevi promesso … Ebbene? – chiese ansioso Malik.
-Aspetta un paio di minuti e la vedrai – disse incamminandosi in un giardino di una piccola casa – Allora sei pronto? Mi raccomando non ti emozionare troppo eh?-concluse fermandosi alla porta scorrevole che portava dentro.
-Si si!Sono prontissimo!-esclamò ormai pronto,avventandosi alla velocità della luce sull’entrata.
Pietrificato … questa è la parola che meglio potrebbe spiegare,lo stato del ragazzo non appena dinanzi ai suoi occhi trovò la nonna dell’amica,intento a chiamarlo con affetto.
-Aiutooooo!-gridò ,scappando verso la spiaggia.
Una risata generale colpì i presenti.
-Nonna,sei sempre una grande – le disse strizzando l’occhio in modo complice.
-Di niente piccola,sai che mi diverte – accarezzò la sua piccola nipotina,o almeno lei la vedeva sempre così – Adesso andate a divertirvi – concluse salutandoli.
La sera era ormai scesa, il fuoco era acceso ,creando contrasto con lo scuro colore della volta celeste che ospitava delle luminose stelle.
-Penso che non ci sia nulla di più bello di mangiare sulla spiaggia e guardare il cielo, che ne pensi Aky?- chiese la nuova ragazza,aggregatasi da poco al gruppo.
-N…Akyn,dai dillo che non è troppo difficile – replicò il giovane.
-Vabbè stiamo là,però Aky è più bello di Akyn- concluse marcando l’ultima lettera.
-Sarà… -rispose il moretto,non molto sicuro della veridicità della cosa.
-Sono anch’io d’ accordo con lei- rispose l’altra donna.
-Allora , io ti chiamo Baka,che ne dici?- propose lui.
-Ok … eh?- chiese più a se stessa che a lui,qualcosa non le andava di ciò che aveva detto – Ehi … io non…- non concluse la frase,perché quel vago ricordo era ormai sbiadito nei meandri del suo cervello.
- … Tu cosa…? – chiese lui curioso,avvicinandosi.
-… Niente …- rispose .
- Da oggi, siamo Aky e Baka… che accoppiata vincente - disse poggiandole la mano sulla spalla,per tirarla leggermente verso di sé per scherzare.
-Ragazzi,ormai è quasi mezzanotte – esordì l’altro surfista,ripresosi da molto dallo shock – Vi va di fare il bagno?- concluse spostandosi dalla grande fiamma del falò.
Non tardarono molto a spogliarsi dei propri vestiti,messi sopra ai costumi e tutti si buttarono correndo verso un mare più scuro della notte stessa.
Essere adulti,non significa di certo rinunciare a sentirsi bambini,anche se solo per poco tempo.
Accomunati da una stessa idea, continuare a far vivere anche se per pochi istanti,il bambino che è in noi.
E’ per questo motivo che improvvisarono una garetta sulla sabbia,per poi buttarsi a mare e schizzarsi l’acqua addosso.
Gocce salate bagnavano i corpi dei giovani che non smettevano di giocare cme ragazzini.
Un delicato fascio di luce della padrona della notte, percorse una stilla d’oceano che s’ infrangeva sul sorridete viso della mulatta.
-E’ possibile gioire e deprimersi allo steso momento? Guardare il tuo viso bello, come da bambini,ma pensare che il tuo sorriso è rivolto come sempre a lui… al mio migliore amico… non è quello che si definisce una piacevole realtà. Tra l’amicizia e l’amore, ho già scelto la prima,non perché l’altra fosse un sentimento da niente … ma solo perché guardandovi … -pensò rivolgendo lo sguardo ai due- bisognerebbe essere ciechi, per non accorgersi della vostra intesa, del feeling. Ma Akyn, ti conosco,tu la farai soffrire ancora una volta frequentando qualcuno a lei caro, ma non perché non la ami, solo perché sei un fottutissimo vigliacco che si nasconde dietro la sua solita scusa “ se lei non mi amasse? Ho paura di rinunciare al nostro rapporto, ho bisogno di lei nella mia vita”. Maledetto stupido! Provare a dirglielo no? Sarebbe la persona più felice al mondo … non ho mai capito cosa mi attirasse di te, se solo si accorgesse di … me ... potrei farle conoscere quel Malik che un’ amore ha sotterato con un innumerevole quantità di sofferenze che non ti accorgevi di dare perché troppo occupata ad amarlo … Per te sono solo il tuo buffone, che ti serve per ridere e a cui ripeterai all’infinito che sono un maniaco … ma tutte quelle donne non riusciranno ad eguagliarti, perché per me sei perfetta e anche prendermi in giro significa donarmi la tua attenzione per poco- questo triste fisso di pensieri percorse la mente del ventisettenne, mentre con gli altri si affrettava a raggiungere la riva.


Era davvero tanto tmpo che no era preda della nervoso forse perché per molto aveva vissuto inerme agli avvenimenti della sua vita; adesso il suo unico desiderio era allontanarsi da quella casa …
Forse per quello, che decise di farsi una doccia con l’idea di andare a prendere aria, in un posto differente. Aveva voglia di stare da solo, ma era ben conscio, che Tsuyoshi non glielo avrebbe permesso, come una cozza al suo scoglio non si sarebbe mai allontanato da lui.
Il suo corpo nudo,atletico e sottopeso,fu attraversato da una moltitudine di goccioline d’acqua.
Rimase sorpreso di scoprire che non poche stille correvano lungo gli addominali,messi ancor più in evidenza dal corpo abbastanza scheletrico,arrivando lungo le anche,che per la prima volta fuoriuscivano per via delle fossette creatisi intorno.
Le sue mani viaggiavano sul suo viso,scoprendo dettagli di un volto che un po’ non riusciva ad identificare come il proprio. Chissà se a lei fosse piaciuto anche così. -Probabilmente no- si disse senza pensarci troppo.
Pochi attimi dopo e il leggero tocco delle gocciole,smise di percorrerlo.
Lo specchio gli permise di notare dei cambiamenti avuti,come la faccia scarna e i capelli lunghi che ormai superavano gli occhi.
Le strade di Tokyo che con le loro luci e colori erano caotiche e vive sembravano stranamente noiose,nulla lo attirava, ma forse ciò che gli dava più fastidio,erano gli sguardi di tutte quelle ragazzine che lo avevano riconosciuto come l’eterno fidanzato di Sana-chan.
Fortuna che al suo finaco c’era il suo amico che non lo avrebbe mai abbandonato.
Poco distante dalle panchine illuminate del parco, su cui i due erano seduti, dialogando tramite un tacito silenzio,una piccola fiamma accese la sigaretta di uno sconosciuto,voltato verso i giovani.
Tsuyoshi reclinò la testa,posò una mano sul tricipite e con l’altra, fece per grattarsi, incrociando le braccia (*). Dopo quel segno,la sigaretta si illuminò ancor di più,dopo una lunga boccata, ma subito fu spenta.
Il silenzio regnava sovrano in quel lembro di verde, finchè non si sentì il ticchettio di scarpe,rimbombare nella zona.
Una ignara donna dai lunghi capelli biondi e mossi,passò dinanzi ai due;cordialmente li salutò con un frettoloso “buonasera”, prima di volgere uno sguardo al castano e poi al biondino e ritornare nell’oscurità da cui proveniva, allontanandosi.


(*) incrociare le braccia ,formando una x,significa no ,nei segni giapponesi.


Ciaoooooooooooo raga, al ritorno dalla Sicily mi sono subito data da fare per ripagare il tempo perso… e purtroppo perché devo studiare non mi potrò connettere facilmente…Adesso vorrei ringraziarvi tutte per la pazienza con cui seguite questo botolo di parole ,che insieme creano un capitolo e talvolta una ff compiuta… Nasce oggi un circolo delle fedelissime…Le mie piccole a cui voglio tanto bene…xkè mi ci sto davvero affezionando . Si dia inizio ai ringraziamenti:
BLU REI =Un benvenuto alla nuova arrivata e che dire se non un ipermega grazie??? Mi hai lusingato con il tuo commento. Vedrai che adesso i cap a mano a mano non saranno più depressivi ma si avvicineranno ai primi capitoli…i ragazzi dovranno continuare a vivere la loro vita.

ryanforever= Ecco una delle mie fedelissime ^^.Dì la verità,ti aspettavi un scazzottata tra i due ragazzi … eh?E invece …. Quella che in genere è un’odiatissima,qui è stata capace di rendersi utile … ogni tanto ci riesce … Spero che farai attenzione a quello che dice Sana-chan ,quando stà con i ragazzi … FORSE qualcosa riuscirà a ricordare…chi lo sa??? Forse neppure visto che i capitoli si scrivono da soli … Ps Grazie…per avermi augurato buone vacanze,ricambio.

cicia123456= Che dire se non just emotion?? Addirittura un'altra nuova picciotta (scusate la sicilia contagia) che commenta…Arigatouuu (effetto ulutato…scusami ma è notte) Cmq mi ha fatto molto piacere che ti sei ricordata del mezzo cuore… Tra non molto si rivedrà…

Sana88 =Altra fedelissima…Mi spiace di averti fatto aspettare un po’ troppo rispetto ai miei progetti incompiuti,ma ho avuto anche qualche problema con il cap che non riuscivo a scrivere l’inizio. Cmq pensandoci quella pazza ,dovrebbe ritornare nella madrepatria in 4 capitoli,inscluso questo.

Ichigo_91 = La mia Manuuuuuu….che mi commenta ovunque…la voglio troppo bene…

speednewmoon= Mi spiace per ma il povero Aky,ma in questi capitoli ha sofferto un po’… ma la vita è formata da cose belle e brutte… e di qui a poco le seconde incominceranno a scemare…

AngelOfLove= fedelissima in versione comica…ihihihi carina quelle delle sudate carte…mi spiace ma ti ho fatto sudare un p troppo per questo cap. Cmq ti capisco,con tutte le cose a cui avevi da pensare era logico che nn potessi ricordarti di tt….Spero k l’esame si andato ok.

Dragon88=eccoci all’ultima fedelissima…don’t worry… fuka non è poi tanto un pericolo … vedrai che ci può essere di peggio…

Bisogna fare i complimenti alle nostre neo diplomate…Grandi Ragazze!!!!
Ps…Ricordate che vi voglio bene…Ciaooo ragaaaa…. Alla prossima e mi raccomando ,seguitemi….


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Capitolo 8
*** Ce la farò ***


Ce la farò …


-Sono trascorsi altri cinque mesi, ma è come se fosse successo tutto ieri … peccato che questo valga solo per me. I ragazzi non fanno altro che incitarmi ad uscire,perché nonostante tutto sono un giovane uomo,anche piuttosto carino… - pensò sedendosi sulla poltrona.
-Akito,ti va di venire con noi?- chiese l’amico,mentre abbracciava la fidanzata.
-Grazie,ma non amo fare la candela- concluse in tono neutro.
-Se non altro,ha incominciato a rispondere – pensò il castano – Vabbè,ci vediamo dopo- disse,andando verso la porta.
-Non ho bisogno della balia,stai tranquillo … non faccio niente – riprese con la stessa voce atona, di poco prima.
I due non risposero e fecero un cenno con il capo,salutandolo per poi uscire.
- Cavolo,non so più come fare. Quando la smetterà di compiangersi,ormai quel che è successo è successo … non può farci niente,ma almeno perché non provare a prendere le redini della sua vita, l’ha fatto una volta e lo può fare ancora … - spiegò ad Aya,appena varcata la soglia di casa.
- Tsuyoshi caro, lui aveva lei al suo fianco … e aveva un motivo per cambiare … Adesso è indebolito dagli eventi … - cercò paziente di spiegargli.
Sentirono lo scatto della porta,da poco chiusa, poi solo il viso del biondino che li sorpassò.
-Vorrei vedere te al mio posto- gli sussurrò,per poi abbandonare il vialetto,per andare in chissà quale posto.
Il giovane con gli occhiali,rimase semplicemente attonito, non aveva ancora cercato di capire il suo punto di vista,immedesimandosi. Il sol pensiero lo fece rabbrividire non poco,sentendo il bisogno di abbracciare la sua metà. Gli occhiali,che non indossava da tempo immemore , scivolarono oltre il suo naso, infrangendosi sul suolo,per via della velocità con cui si girò.
-Scusami amore,devo andare-le disse iniziando ad inseguire l’amico-Sai cosa fare – le gridò,iniziando la sua folle corsa . Benchè senza occhiali,era capace di riconoscere l’amico d’infanzia.
Poco dopo,lo intravide camminare a testa bassa,lungo un marciapiede.
-Akito!- lo richiamò,trattenendolo per il braccio.
-Ehi,mi fa male- rispose la persona,voltandosi – Sasaki? – disse più a sé stessa,che a lui.
- Watanabe?-si disse il giovane – Eppure … pensavo che fossi Akito … - confessò,alquanto imbarazzato per la svista.
-Non preoccuparti,ma come mai lo cercavi?- chiese,cercando di mascherare il rossore che copriva le sue gote – Sempre se si può sapere.
-Voglio parlargli … Credo che sia arrivato il momento,tu hai da fare? –domandò ,mentre un’idea sepolta nella mente,ritornò a fare capolino tra i suoi pensieri.
-In effetti,non avevo nulla di particolare da fare. Se ti serve una mano,sai che sono sempre disponibile- concluse facendo un sorriso.
-Perfetto!-squittì quasi come una ragazza – A te farebbe sempre piacere conoscerlo? Ti avverto,non è per niente socievole. Perlomeno al momento. -
-Ma così … è … tutto troppo … troppo … – cercava invana una parola,che non riusciva a trovare per via dell’emozione,stava per conoscerlo – poco spontaneo … ecco- concluse alquanto imbarazzata. -Facciamo che ti aiuto a trovarlo e poi me ne vado … -concluse decisa.
-Ma … -cercò di replicare … ma fu inutile e il suo sguardo fu più che loquace –ok!- si arrese. Non ci volle molto per trovarlo,vagava senza meta in una strada non troppo distante da lì.
-Allora,io vado… lui sta appoggiato alla cassetta per la raccolta delle lettere . Ci vediamo all’università Sasaki,stammi bene. –lo salutò infine.
Questa volta non aveva fatto una gaffe ed era sicuro che il suo intento sarebbe stato premiato,ad Akito le piacerà. Si disse.
Raggiuntolo,lo prese per il braccio,dicendogli che voleva parlare con lui.
Lo seguì e insieme si diressero verso un bar,poco distante.
-Ci ho pensato. Non ho avuto tatto,ma voglio fare solo ciò che io vorrei che tu facessi a me. Se fosse successo a me- cercò di dirgli,anche se aveva avuto il dubbio che non si fosse fatto capire poi molto.
-E cosa vorresti?- chiese.
-Ritornare a vivere, a conoscere le persone … Sei giovane e tu non puoi continuare così … Dico,ma ti sei visto allo specchio? Fai un po’ impressione,non mangi quasi più. Ha abbandonato la tua più grande passione,il Karate … Non hai più visto la tua famiglia, nè li hai fatti avvicinare a te … Forse non ricordi neppure chi è Sagami o Kurata-sensei… Akito,non sei più tu, sei tornato ad essere quel bambino delle elementari – concluse, guardandolo negli occhi.
Eppure doveva esserci qualcosa che attirava la sua attenzione,perché d’improvviso si ritrovò a guardare sull’altro lato della strada.
Una ragazza, stava attraversando le strisce pedonali e anche lui riuscì a vedere,che era totalmente presa dall’ammirare il biondino. Tanto presa,che appena si accorse che i nostri sguardi erano su di lei,non potè riuscire a trattenere il cellulare tra le mani. Improvvisamente le sembrò oleoso o comunque bagnato,anche se probabilmente erano le sue mani,ormai sudate … Si sentiva come una bambina che ruba le caramelle ed era stata ritrovata con le mani nel sacco. Il telefonino fece una caduta rovinosa sull’asfalto,graffiandosi enormemente.
-Buffo … Ancora lei – pensò – Watanabe !!!- gridò muovendo animosamente una mano,per attirare la sua attenzione,fregandosene delle occhiate torve delle persone che passavano.
-Emm … Ciao- rispose al saluto.
- Akito,lei è una mia compagna d’università, si chiama Watanabe Yumi –disse presentandola.
Lei fece un breve inchino.
-Comunque lui è Hayama Akito – questa volta aveva concluso sul serio.
Lui rimase in silenzio,dove l’aveva già vista?Dopo qualche secondo di esitazione ricordò di averla vista di sfuggita al parco.
-Ora che ci penso … bhè io devo andare, la mia Aya mi sta aspettando- disse facendole prendere il suo posto –Vado… Voi conoscetevi meglio –disse ,salendo su un taxi,pagato ormai il conto.
-E così,era questo il suo piano?Vuole farmi “conoscere” qualche donna,pensa che io riesca a rimpiazzarla … Forse lui non ama ,la sua dolce Aya – pensò facendogli il verso.
La ragazza rimase in silenzio,tenendo le mani incrociate,come le bambine … forse perché si sentiva così – Scusami,non dovrei essere qui – disse alzandosi – Non voglio che prendi un impegno con Sasaki,hai altre cose a cui pensare. Scusami se mi sono fermata qui ,disturbandoti. I tuoi occhi dicono chiaramente,che sei innamorato ed è inutile forzarti … Mi spiace per quello che è successo,credimi – concluse facendo un ultimo inchino,per poi scappare via.
-Cavolo che stupida!Ma che cavolo gli ho detto,gli ho anche fatto capire che ho un interesse per lui … Grandioso … Solo un genio poteva riuscirci.-ripeteva queste parole ,mentalmente,come un disco che continuava a ripetersi all’infinito.
Il giovane si alzò finalmente dalla sedia, continuando a riflettere sulle parola della bionda ragazza dai lunghi capelli,che probabilmente si chiamava Watabene o qualcosa del genere. Tra tutte le cose che gli erano successe in sette lunghissimi mesi,mancava all’appello, la sconosciuta che lo compiangeva e che … parlava di lei …
-Lei … lei … lei … -sembrava un sogno che aveva quello strano retrogusto amaro,facendolo diventare un incubo . Stava diventando una persecuzione,la cosa più brutta era continuare ad amarla,nonostante la sua immagine iniziasse a diventare poco a poco sempre più sfocata -Stupido,stupido,stupido …- gliene diceva di tutti i colori nella sua mente, -quello stupido sa solo parlare-si disse,mentre correva come un forsennato verso il parco. Non sa come mi sento,è frustrante aver dimenticato com’ era bello ,vederla dormire come un angioletto,benché da sveglia fosse tutt’altro.- Questa è la cosa più brutta del tempo e la più bella … Allevia le sofferenze, ti concede l’oblio,che saresti tentato di accettare,ma che sai di non poter tollerare … -pensò ,sedutosi sulla riva del laghetto con tanto di papera e paperotti ,che felici nuotavano nell’acqua.
Prese il suo portafoglio,estraendolo con lentezza dalla tasca.
Lo aprì … ed ecco una loro foto abbracciati … Le sue dita non rispondevano più ai suoi comandi e iniziarono a seguire il contorno del suo viso, come se avesse voluto accarezzarlo, per poi seguire il corpo,le gambe ,le braccia per poi ritornare a quel maledetto viso angelico,che lentamente faceva capolino nel suo cuore,facendolo battere all’impazzata,solo per una sua immagine … anche se erano mesi che non ne vedeva una.
Seguì il suo braccio,vide che posava una mano sulla guancia.
Forte fu il desiderio di rivedersi,si affacciò appena,quel poco che bastava per poter vedere la sua immagine riflessa sullo specchio naturale.
Oramai si chiese davvero,se fosse la stessa persona della foto,lì era sereno,felice,molto bello con i suoi capelli biondi che arrivavano appena alle sopracciglia, gli occhi emanavano pura gioia,il fisico atletico,coperto da una maglia nera aderente e un jeans bianco. Adesso il suo volto appariva stanco,scarno e con delle occhiaie che avrebbe spaventato più di chiunque altro componente della famiglia Addams. I capelli erano lunghi e scendevano smossi ,a grandi ciocche sul colletto della camicia a quadroni che si ritrovava addosso,gli occhi erano coperti,dai capelli dorati,fortuna che Tsuyoshi, tempo prima glieli aveva tagliati un bel po’ più del solito .La barba,effettivamente troppo lunga. Non curava più il suo corpo,non ne aveva un motivo … in realtà non aveva neppure un motivo per vivere,neppure se lei gli aveva detto di continuare,perché si era portata una cosa essenziale per la vita stessa … il suo amore …E’ impossibile una vita senza amore. E lui lo aveva capito
Prese a scalciare la sua immagine riflessa,fregandosene altamente,che si stava bagnando,benché non fosse quella la stagione che si definisce calda.
Riprese la fotografia tra le mani,la guardò un’ ultima volta. La stracciò in due parti, quella che ritraeva la sua fidanzata,la tenne in una tasca. Alla sua diede un ultimo sguardo,prima di prenderla e accartocciarla tutta,per poi buttarla con una immensa rabbia,nell’acqua.
-Vedrai che ci proverò ancora, questo amore che porta il tuo nome dimenticherò ,ma non adesso .Continuo a parlare di te ,anche se so che non vorresti … Ma permettimi di pensarti una notte ancora,ancora un po’… Il non averti e non cercarti,ha reso la mia solitudine una droga per l’anima … -pensò ormai triste,alzandosi dal morbido prato per ritornare verso casa – Ricomincerò a sorridere, anche pensando che avrò un’ amore sapendo che non sarai tu. So che mi sarà impossibile scappare dal tuo ricordo,ma ci proverò. Un giorno,riuscirò a dimenticarti ,a credere di averti dimenticato, lo so,dovrò allontanarmi da tutto ciò che ci ha unito,ma non chiedermi di cancellarti,perché al sol pensiero,l’aria mi viene a mancare, bastandomi appena e il terreno mi frana sotto ai piedi.


-Bakari- prese a smuovere la ragazza con delicatezza,magari sarebbe stato meglio se quell’incresciosa notizia,dell’andare prima a lavoro,la desse qualcun altro,ma sapendo di essere sola dovette rimediare lo stesso –Baka…- Chara non concluse la frase,che si ritrovò ad osservare uno strano ciondolo,che stava al collo dell’amica.Strano,non l’aveva mai notato.
Voleva esaminarlo da vicino,magari poteva diventare una chiave per risolvere il mistero della giovane smemorata.
Con una delicatezza innaturale,si avvicinò ,l’aveva quasi preso. Quando le mani della straniera si avvolsero come una tenaglia,su quello strano ciondolo a forma di mezzo cuore. Le sue dita rimasero per un attimo incastrate nella sua morsa,sembrava avesse creato un valico insormontabile tra il pendente e il mondo esterno. Si rese conto di non capire,quando notò che gli occhi di lei erano chiusi e si sentiva il respiro regolare della rossiccia.Stava dormendo e contemporaneamente lo custodiva gelosa .
-Deve essere il suo sub-conscio – si disse senza pensarci troppo, si stava allontanando, quando le sentì bisbigliare un qualcosa …
-Chi sei?-disse parlando nel sonno -Questi occhi … li conosco … sono di -bisbigliò ,tanto che non riuscì a farsi capire,mentre per l’ultima frase,la disse con maggiore entusiasmo e voce – Aki … voglio rivederti…- .
La mulatta non ci mise molto per fraintendere,e associò quel nome al SUO Aky. Ci era ricaduta,riflettè allontanandosi.



Ciao a tutte le mie raguazzuole preferite!!!Spero di non avervi fatto attendere troppo e mi sono presa una sera dallo studio,ora è certo che non ci sentiremo se non dopo (minimo) il 5 settembre. Capitolo nato di getto,con l’ausilio di una bellissima canzone di Alex Baroni (Ce la farò) …infatti…mi piacerebbe dedicargli questo capitolo,perché lo stimo tanto come artista,benché sia scomparso. Ragazze chiedo consiglio, se tutti noi ragazzi firmassimo qualcosa che propone di realizzare una puntata special x le one-shot più belle e tipo una serie sulla ff più bella d’Italia. Potrebbero nascere dei geni italiani,perché i ragazzi sarebbero maggiormente spronati..voi che ne pensate … Si potrebbe mai realizzare??Datemi il vostro parere…Ed eccoci ai ringraziamenti per commenti :
lilly95lilly = Chissà,magari riusciranno nell’impresa … Tifiamo tutti per loro^^
lucia_hp= Mi fa piacere che ti sia piaciuto,spero che con il mio commento passato,la comprensione sia diventata più semplice.
Katy92=Spero d non deluderti con questo capitolo,aggiornato forse troppo in fretta…Si vede che non sono abituata…
cicia123456 = andiamo alla commentatrice,il cui nome mi riesce (stranamente) veloce da scrivere,soprattutto la zona cn i numeri ^^. Andiamo al commento,mi spiace che nn si sia capito,ma spero k il tutto sia più chiaro,ma questi nomi ‘simili’,mi servivano come input,per la nostra pazza preferita (in fondo sappiamo,che non è una volpe ,ma al massimo un merluzzetto…bisogna pure aiutarla ,no?)XD
Princerella=Eccoci alla nostra little crazy,vedrai che andrà tutto… (vorrei dirti bene,ma non lo so…sn i ragazzi a decidere… ) (allora vado subito da Akiiii,il mio Aki….ndFallen improvvisamente posseduta da un’assatanata Sana…) (Hey tu! Molla la tastiera… sono sempre io che scrivo…ricordatelo...eheheh nDFallen rivolta a Sana-chan)
speednewmoon= ^////^ Mi emoziono come la pazza a leggere il tuo commento,lieta che la storia la ritieni bella.Più lo leggevo e più avevo voglia di scrivere il cappy…
AngelOfLove=Al mio Angeluccio preferito,non posso che dirle che in questa storia,non bisogna dare nulla per scontato…calcolando che non so se voglio oppure no ,creare un happy end..quindi tutte le carte sono ancora in gioco.
Smemo92=Benchè fosse il tuo primo commento (grazieeeeeeeeeeeeeeee )devo ammettere che hai fatto i miei stessi ragionamenti…Allora sappi k tra non molto avrai le risposte che desideravi.Cmq non la stanno cercando,perché non tutti i corpi sono stati ritrovati e sarebbe impossibile che qualcuno fosse sopravvissuto
ryanforever= Scusamiiiiiiiii, non avevo capito che anche tu fossi grande e vacc..emm..cioè grande e maturata…GOMENNN!!!Buon fortuna cn i test d’ingresso…Per pura curiosità…verso che università opti??


Ragazze,ormai lo devo dire…il giro della boa è ormai avvenuto….Ce la possiamo fare a finirla e a commentarla … Buona notte mie carissime…kisses…sappiate k vi voglio bene ^^
Ps… ma chi è Giulia Tan***i…. ?? E così manteniamo anche l’anonimato..fatemi sapere

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Capitolo 9
*** Sbagliare ancora ***


Salve a tutti, so che non mi faccio viva da un pezzo però ne sono successe davvero tante e avevo un terribile blocco dello scrittore. In ogni caso sono ritornata e con le migliori intenzioni di sempre. Quindi spero che vi faccia piacere riavermi tra voi e soprattutto mi auguro che vi piaccia ciò che scrivo. Ultimamente ho dato un’occhiata ai vecchi capitoli, quindi poco a poco li risistemerò perché sono pieni zeppi di errori :S
Qui vi lascio una piccola tabella onde evitare errori e confusione
Sana Kurata = Bakari (Baka)Kijana /Leite
Chara Kijana =Café amica di Saò Tomè di Sana
Akyn e Malik = Amici di Chara e poi di Sana, i rapporti li lascio intendere a voi ;)
Sbagliare ancora

Sembrava un giorno come tanti altri, il solito sole che bruciava le carni brune della gente del posto,il mare come unica fonte di divertimento e di refrigerio per i ragazzi e i numerosi pescatori della zona. Il piccolo bar era uno dei pochi luoghi di ristoro del paese, o perlomeno del lato non appartenente ai confortevoli residence che erano stati costruiti dai bianchi sul litorale occidentale di Saò Tomè.
Bakari era alle prese con i soliti thè che i vecchi del paese prendevano di continuo e talvolta,nei suoi attimi di libertà dalle foglie tritate di bruno e amaro thè, la ragazza cercava di capire come far funzionare al meglio le macchinette del caffè che erano state regalate al vecchio padrone da qualche ricco pelle bianca che se ne voleva disfare.
Tentativi piuttosto vani,dato che l’unica che ci capiva qualcosa era Chara e proprio quel giorno aveva detto che l’avrebbe raggiunta un po’ in ritardo .
Lei non aveva posto molte domande,stranamente, ma la riccia ragazza aveva esordito con un semplice “Ho bisogno di prendere una boccata d’aria” e per una volta aveva voluto farle credere che si sarebbe accontentata di quella bugia raccontata un po’ goffamente,lasciandola con un semplice sorriso.

Quel giorno più che mai le sembrava che i suoi capelli fossero dannatamente crespi e impossibili da sistemare, ritenendo che una coda fosse come solito la soluzione migliore; era appena passata di fianco al grande orologio e si ritrovò a girare tra le mani il bigliettino che aveva trovato attaccato alla porta . Poteva prendersela con comodo,aveva ancora qualche minuto d’anticipo .
Con calma percorse il breve tragitto fino alla spiaggia che era solito stare, affrontò con grinta i sassolini già roventi e si sedette sul masso che sovrastava quel litorale,tutto come al solito,avrebbe detto che quello era un giorno come tanti se non fosse stato che c’era un’attesa mista a curiosità .
Ben presto però il mare divenne il soggetto dei suoi pensieri, ammirando le onde che s’infrangevano con pacatezza sui sassolini bruni, portò meccanicamente le braccia intorno alle gambe in un delicato abbraccio, catturata dalla maestosità del grande blu.
Non si era accorta che un paio di mani le avevano cinto i fianchi e finì per sobbalzare spaventata mentre una giovane risata da uomo invadeva le sue orecchie.
Uno sguardo bieco al solito idiota e lui rispose con una risata più profonda -Sei sempre la solita fifona- biascicò a fatica, lei non si fece attendere e si catapultò su di lui,facendo un balzo sulla sua schiena , un piede in fallo e perse l’equilibrio,riversandosi a terra accompagnato dalle sue risate -Forzuto come sempre- continuò scherzando lei .
Continuava imperterrita a fargli il solletico mentre lui,con il viso sui sassolini, riuscì finalmente a girarsi in modo tale da guardarla negli occhi e con un vigoroso colpo di reni invertì le posizioni, portandola sotto il suo peso e bloccandole le mani -Adesso voglio proprio vedere come ti liberi - disse scherzando mentre lei faceva forza per cercare di svincolarsi da quella presa, allora per bloccarla meglio aveva abbassato le mani facendole cozzare con i sassolini caldi.
Lei per cercare di liberarsi ulteriormente tentò di dargli dei morsi e ben presto, Akyn per cercare di tener ferma quella testaccia dura – così la chiamava - appoggiò la fronte su quella della ragazza, accorgendosi ,solo in quel momento, di quanto le fosse vicina.
Le risa di poco prima si spensero quando lui distolse l’attenzione dai suoi occhi per guardare le sue labbra , improvvisamente così vicine che il cuore iniziò a battergli forte, temendo che lei lo potesse sentire e capire.
Nonostante il suo timore, rimase lì, vittima di quelle labbra e degli occhi che osservava quasi in attesa di un tacito consenso che con capiva di aver già avuto. La mani di lei, che prima battagliere si dimenavano,parvero improvvisamente prive di forze e si lasciarono cadere con calma sulla battigia.
Inconsapevole di tutti i segnali che gli venivano inviati,prese il coraggio a quattro mani e lentamente le si avvicinò, sentiva il cuore in gola mentre poteva quasi percepire il gusto delle sue labbra poggiate sulle sue,il centimetri che li separavano si riducevano sempre di più,era quasi giunto a sfiorarle,ma in uno dei suoi soliti attacchi di vigliaccheria,spostò leggermente la direzione finendo per darle un leggero morso scherzoso sulla guancia -Questa mattina mi era parso di non aver fatto abbastanza colazione - disse cercando di simulare naturalezza nonostante le gote un po’arrossate . Lei sorrise accondiscendente -E chi ti dice che io non voglia essere la tua preda?- si ritrovò a pensare lei in preda all’imbarazzo.
Subito si riprese,alzandosi e dandole la mano per farla alzare a sua volta -Quanto accidenti fa caldo! Sto sudando e il mio sex appeal rischia di collassare,urge un bagno. Ti va? - fece mascherando un po’ d’imbarazzo - No, mi spiace ma… Bakari mi aspetta a lavoro, non oso immaginare i casini che sta facendo senza di me - disse Chara con una punta di insoddisfazione .
Rimasero qualche attimo a guardarsi, come in un momento di sospensione -Ok,allora vado- disse con la sua voce cristallina, lui si limitò a fissarla e rispose con un flebile “si” mentre continuava ad accompagnarla con lo sguardo, dandosi dello stupido per il modo in cui l’aveva lasciata.
-Hey Chara- la chiamò - Si?- si girò con un sorriso smagliante -Che ne dici se…-ci pensò un attimo su -Dimmi di si- disse mezzo serio - Oh no,mio caro. Non dimentico che sei un maniaco - ridacchiò lei -Cos’è che volevi chiedermi?-. Il suo essere coraggioso si smorzò all’istante e ritornò insicuro come sempre, biascicò a bassa voce -Volevo chiederti se ti andava di uscire -disse racimolando il coraggio che sempre perdeva dinanzi a lei.
-Quindi mi stai chiedendo di uscire con te?- ripetè lei con un sorriso che lui lesse di scherno,al ché ferito e deluso, decise di seppellire l’onta di ciò che lui riteneva non un due di picche,ma IL due di picche, asserendo -Bakari-.
Lo guardò stranita mentre cercava di metabolizzare la cosa .

Era davvero tanto tempo che non usciva, era una sensazione che gli appariva sempre come nuova in quel periodo e mai troppo piacevole.
Quel giorno poi… Se avesse beccato Tsuyoshi tra le mani lo avrebbe sistemato per un pezzo. -Ma che ha in testa quel ragazzo? Come gli era saltato in mente?-Pensò mentre si tolse la maglietta in un impeto di calore,il caldo primaverile non giungeva ancora, ma lui si sentiva come una donna in menopausa,infelice…e accaldato.
Si accasciò sul divano senza aver toccato assolutamente nulla in tutto quel pomeriggio fino a sera tarda,anche il suo stomaco come i suoi sensi era ormai assopito, talvolta il suo acuirsi giungeva a momenti considerevoli ma lui era ormai un esperto ad ignorare i richiami,continuando a preferire la sua conca del divano a qualsiasi altra cosa.
Quella sera non aveva intenzione di sentire assolutamente nulla né tanto meno aveva voglia di qualcosa che lo distraesse,sperava solo di riuscire a vivere quel silenzio tanto agognato,privo per una volta magari, di tutti i “se” e i “ma” che vivevano costantemente con lui.
I suoi gelidi occhi castani,fissavano il soffitto,era quasi riuscito ad annullare tutte quelle voci che gli pareva di sentire.
DRIN .
Quel momento era stato distrutto da qualcuno che scampanellava alla sua porta. Un’idiota a suo dire. Si sapeva che nessuno suonava lì o si possedevano le chiavi o la presenza non era ben accetta. E non sempre possedere quelle chiavi significava essere ben accetti.
DRIIIIN
Era intenzionato a lasciar correre per restare sul divano - sicuramente prima o poi si stancherà e sarebbe ritornato lì da dov’era venuto- si disse portandosi un braccio sugli occhi. DRIIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIIIIN
-Ma chi diavolo è?!?- sbottò alzandosi nervoso dal comodo sofà. Aprì di scatto la porta.
-Ciao- una voce femminile fece capolino alle sue orecchie.


-Hey Signorina “ho bisogno di una boccata d’aria”,ha respirato abbastanza?- l’accolse con un gran sorriso,Bakari era ormai davvero affezionatissima a Chara,le voleva davvero bene come una sorella…-Chissà se davvero ho una sorella…?- leggera la domanda sfiorò la sua mente per poi rifuggire veloce nei meandri bui .
-Eh? Ah si - rispose distrattamente mentre metteva il grembiule e iniziò a pulire il bancone.
Adesso le sembrava davvero strana,in genere erano due burlone che facevano a gara a chi facesse e dicesse più sciocchezze,invece quel giorno le pareva lontana anni luce dalla solita Cafè.Era intenzionata a prenderle il viso e mettersi occhi negli occhi, dato che i suoi rifuggivano non appena lei parlava.
Stava per mettere in pratica la sua idea quando potè osservare meglio quelle iridi verdi in genere così brillanti e ora improvvisamente opache,quasi spente,avrebbe detto,contornate da un po’ di rosso residuo…Aveva pianto?.
Era meglio darle i suoi tempi,avrebbe parlato appena lei se lo sentiva.
La giornata proseguiva normale, col passare delle ore Chara era parsa quasi normale anche se ancora particolarmente distratta, forse il suo era un momento di malinconia,poteva capitare a tutti,però non ne era sicura.
Stavano lavorando fianco a fianco e d’improvviso,nonostante i suoi propositi, tutte le domande che vorticavano nella sua mente esplosero alla ricerca della verità -Hey tutto ok?- domandò parlando sottovoce -Si,tutto ok- finì e fece un sorriso che sembrava più una smorfia.
-Non mi sembri molto convinta nemmeno tu … Divertita oggi? Dì la verità sei andata nella zona della scogliera- chiese la rossiccia,sapeva che quello era un punto bellissimo anche se non lo aveva mai visto da vicino -No, sai che non vado più in quei luoghi da quando hanno fatto i residence. A me piace la Saò Tomè in cui si respira il profumo di Saò Tomè con le sue tradizioni, non la puzza di chi invade le nostre terre per fare soldi- concluse un po’ irritata,lei non odiava gli stranieri ma le persone avide e sapeva quei proprietari lo erano. E poi lei amava la sua terra così come l’aveva conosciuta quand’era piccola e la girava con suo padre, invece negli ultimi due anni una parte di Saò Tomè era stata travolta dalla febbre dell’edilizia moderna. E i residence per i ricchi occidentali cozzavano fortemente con la parte più profonda della città,costituita da case vecchie e orgogliose,forti delle tradizioni che trasudavano.
-Ah,si giusto…- prese tempo pensando a qualcosa che riportasse il discorso su note più tranquille -Hai visto i ragazzi? Oggi non si sono fatti proprio vedere. Sai che facciamo stasera?- la buttò lì, ma non sapeva che quella frase detta per dire aveva riportato alla mente della giovane un grande dolore. Chara si prese un attimo di tempo, fingendo di pensare mentre in realtà si sforzava di ributtare giù quel magone che le impediva di parlare,bevve lentamente un bicchiere d’acqua -Mmm si. Ho incontrato Akyn,stasera pensava di uscire-, Bakari dava un’occhiata ai chicchi di caffè da macinare -Ah,cosa vogliamo fare?Dove andiamo?- riprese mentre studiava con attenzione quella futura miscela -Veramente non credo uscirò- concluse la bruna .
-Cosa ???Dovrei uscire solo io con quei due scalmanati?- iniziò la giovane dagli occhi a mandorla -Veramente non c’è neppure Malik- le risposta era accompagnata dal movimento della testa -Oh…ho capito. Hai accettato di uscire con quel don Giovanni maniaco- ridacchiò - Ho sempre pensato che t’invitasse per scherzare,che buffo, mi sa di non aver capito mai nulla,neppure che ti piaceva - sorrise imbarazzata.
E in effetti non aveva capito davvero nulla,neppure quella volta,Chara la guardò sconsolata e sorrise quasi - Hai sbagliato tutto,come puoi mai pensare che esca con quello lì- quel mezzo sorriso che era comparso scomparve, al pensiero di quello che stava per dire percepiva uno scombussolamento interiore che la portò a buttare giù qualcosa di forte -Bakari… Akyn mi ha chiesto di dirti se volevi uscire con lui,stasera al solito posto e al solito orario- concluse lapidaria mentre si toglieva il grembiule,lo sguardo fisso verso il lavandino,un attimo di silenzio e si girò con un sorriso, uno di quelli tipici di quella giornata -Divertiti questa sera,ora io vado,devi solo chiudere la porta del locale,ciao-.
La ragazza stava allontanandosi silente e con lo sguardo basso -Non torniamo a casa insieme?- riprese la straniera con ingenuità, sentiva che c’era qualcosa d’importante che le sfuggiva ma davvero non riusciva a cogliere cosa potesse essere -No,devo fare una commissione- rispose Chara senza neppure girarsi e poi riprese fino a uscire dal bar svoltando dal lato opposto alla casa.

La giovane ritornò a casa a prepararsi, una sciacquata veloce , dei vestiti puliti e i capelli sciolti e pettinati. Era pronta.
Bakari si stava incamminando alla spiaggia dai sassolini bruni cercando di capire come mai lui l’avesse invitata e lei avesse accettato. Non ci capiva nulla di queste cose e più ci pensava e meno si raccapezzava. -Scommetto che Akyn mi ha invitata perché ha sicuramente in mente di fare qualche cavolata per la quale sicuramente Chara lo piccherà per l’eternità, si il ragazzo si è premunito. Quando ci si mette Cafè fa davvero paura- pensò ridacchiando provando ad immaginare Akyn con chissà quali progetti per la testa.
Svoltò finalmente l’ultimo angolo e lo vide,prima dell’inizio della spiaggia. Lo vide guardare verso il mare e fare una smorfia di disappunto girandosi poi verso la giovane straniera.
-Hey piccola Baka,ciao- asserì lui .
-Hey vecchio surfista che si crede figo,ciao - controbatté lei di rimando con un grande sorriso a contornarle il viso.
A lui bastò quel sorriso per sentirsi d’un tratto apprezzato da qualcuno, non proprio da Lei ma almeno da una lei che magari avrebbe cancellato l’immagine di Chara dalla sua testa e dal suo cuore,ricambiò.
-Allora che cose scalmanate ci aspettano? - domandò incuriosita lei,come una bambina pronta a scartare i regali.
Lui la guardò un attimo stranito,non capendo cosa si aspettasse la ragazza -Che ne dici di un sfrenato giro al centro del paese? - la guardò divertito.
-Ci sto. Talvolta anche nelle cose che fanno i vecchi come te ci si può divertire- disse lei -Non ne ho dubbi- riprese lui,mettendole una mano sopra la spalla,dirigendosi verso il centro.

-Papà capisci… non so più che fare né tantomeno quello che lui vuole. Ho sperato che finalmente stessimo per capirci ma forse, sono solo io che m’illudo- . La ragazza mulatta riprese un attimo fiato -Ha avuto il coraggio di chiedermi d’invitare Latte ad uscire con lui, l’ha chiesto a me. Si può essere più stronzi?E’ dannatamente sadico. Non gli darò alcun tipo di soddisfazione,non mi vedrà soffrire per lui,affatto- disse continuando a girare a cerchio -Papà fortuna che tu ci sei sempre per ascoltare le mie parole- un leggero venticello accarezzò la pelle della giovane e lei sembrò apprezzare .

Giovani e fresche risate inondavano la piazzetta del paese,ancora festante e piena delle musiche che risuonavano leggere.
-Scommetto che questa non te l’aspettavi,vero?- chiese il ragazzo sorridendo,mentre qualche stilla di sudore imperlava la sua fronte.
-No,davvero…ma è stato molto divertente- concluse guardandolo divertita -E poi non sapevo che fossi un provetto ballerino- disse spostandosi dalla calca di persone che costeggiavano il centro dello spiazzo.
-Ora capisci perché sono figo? Perché so fare tutto,dal surf ai balli popolari- disse lui scherzando incamminandosi verso un posto un po’ più appartato e tranquillo, si sentiva stanco –anche se non lo avrebbe mai ammesso- e aveva proprio bisogno di sedersi.
-Ma per favore…. Tutti sanno essere ballerini come te, mi hai calpestato i piedi almeno una decina di volte- asserì lei -Vabbè ma dopo due ore di balli i piedi ormai vanno da soli- rispose lui guardandola atteggiandosi ad offeso.
Si sedettero su di un grosso tronco situato sulla quella zona del litorale e rimasero a prendere aria.
-Scusami sono proprio un pessimo gentleman, vuoi da bere?- fece lui divertendosi anche solo ad immaginarsi come tale - Questa mi giunge nuova? Da quando saresti un gentleman?- chiese la rossiccia guardandolo -Da sempre- rispose lui con una linguaccia -Allora vuoi qualcosa da bere?- ripetè -Mmmm… ok, credo che prenderò un po’ d’acqua, con questo caldo è l’ideale- .
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, prese Bakari tra le braccia e iniziò ad allungare il passo a più non posso per approfittare del suo momento di sgomento, sapeva che lei si sarebbe immediatamente dimenata … Le sue previsioni risultarono corrette, appena capì ciò che passava per la testa di Akyn, la giovane prese a scalciare e dargli pugni,di tutto per di evitare quel bagno.
-Mia signora,ogni suo desiderio è un ordine- fece lui.
SPLAFF
-E poi non dire che non sono un gentiluomo- disse malefico, guardandola rialzarsi grondante d’acqua. Avrebbe giurato che intorno a lei c’era un’aura omicida ma preferì sorvolare.
-Sai, saresti perfetta per un film di paura- disse ridendo -Ah si? Bene,allora preparati che sarò il tuo peggiore incubo- concluse la ragazza dagli occhi a mandorla.
Con un gran scatto balzò su di lui, facendolo cadere con le spalle sulla sabbia.
-Ahhhh...voi donne. Siete sempre convinte di potermi mettere spalle al muro e solo dopo capite quanto questo possa restare solo una vostra lontana speranza- non le diede tempo di capire che subito invertì i ruoli.
-E adesso?- sussurrò lento sulle sue labbra.

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Capitolo 10
*** Al posto giusto ***


Al posto giusto.

I loro volti distanziavano di pochi centimetri e gli occhi fissi l’uno nell’altro,si scrutavano scintillanti, quasi come se si sfidassero.
-Noi donne?- leggero il labbro si alzò in un sorriso sghembo,quasi a mò di scherno –L’unica vera donna che ti frequenta è Chara,il resto sono solo galline- asserì riferendosi alle tante spasimanti sparse sull’isola,mentre quei pochi centimetri si ridussero ancora,continuando a guardarlo imperterrito negli occhi.
-Già, lei è molto speciale- affermò lui,quasi perdendosi in chissà quali pensieri –Sai che non si parla di una donna,quando ne esci già con un’altra?- sorrise l’altra scherzando.
Nella testa del ragazzo vagavano tanti momenti passanti insieme all’amica bruna e con un po’ di nervoso, cercò di porre fine alle sensazioni e soprattutto al suo piacevole odore che gli ritornava alla mente, senza troppi preamboli azzerò lo spazio che lo divideva dalla giovane .
Avrebbe sperato che almeno con lei, una persona a cui voleva bene ,le sue labbra sarebbero state scosse da una corrente come il suo corpo,o che la sola idea di accarezzarle le labbra lo avrebbe attratto,sperò almeno che sarebbe successo ,ma lei,la sua piccola Bakari non era Chara.
Si staccò da lei quasi subito,la mano della ragazza asiatica non arrivò nemmeno sul suo petto coperto da una fresca camicia, ignaro se per allontanarlo o per avvicinarlo ulteriormente – Scusami- affermò il ragazzo,la guardò con occhi mortificati, sentendosi in colpa per averla usata come rimpiazzo – avevi ragione,come uomo faccio proprio schifo- fece un mezzo sorriso,alzandosi . In quel momento alla rossa parve di aver scoperto una grande verità,così semplice e chiara che si stupì di non aver capito prima – Và da lei – gli disse con un gran sorriso.
Lui ricambiò e la guardò grato, le gambe da sole iniziarono a correre nella direzione della casa delle ragazze.

Una giovane fanciulla dalla pelle bronzea stava incamminandosi verso il cancello di un luogo tanto tetro quanto di pace e tranquillità,tranne che in piena notte avrebbero detto in molti, ma non lei. Nonostante qualche albero che frusciava in modo sinistro,la luce della luna accarezzava tutto, compresa la giovane che da quel raggio sembrava essere protetta e coccolata come dagli occhi del padre. Perché lui nonostante la distanza non l’abbandonava mai e lei era in grado di sentirne la presenza e il suo amore nelle piccole cose di ogni giorno…
Quel freddo raggio riusciva a scaldarla e a rassicurarla e lei aveva bisogno di qualcuno che le desse forza,lentamente chiuse il piccolo cancello del cimitero del paese,cercando di farlo cigolare il meno possibile.
Nel silenzio notturno delle stradine si percepivano solo i passi della ragazza riccioluta che tornava a casa,cercava inevitabilmente di pensare il meno possibile a tutta quell’insidiosa situazione. Iniziò ad edificare i migliori propositi per il giorno a venire: essere felici per i due,iniziare a dare importanza agli altri e ai loro sentimenti e di non focalizzare l’attenzione solo su di sé. Si, decise che quello era il modo migliore di vivere la vita.

Veloci le gambe si muovevano macinando più strada possibile,il leggero venticello gli sferzava il viso da uomo cancellandogli i mille pensieri che gli vorticavano nella testa,lasciandolo senza parole ma con un cuore dannatamente in tumulto. Questa volta gli sembrava che la paura non esistesse, era pronto a tutto.

Con l’anima in pace,per quanto possibile,era giunta a casa,nella speranza di iniziare a credere seriamente in ciò che aveva pensato,soprattutto nell’essere felice per loro, convincendosene.
TOC TOC.
Un veloce bussare l’aveva destata dai suoi pensieri.
Era strano che Bakari bussasse, sapeva bene che si lasciavano sempre le chiavi sotto lo zerbino. Si alzò dal suo letto per andare ad aprire,pensando che forse l’altra giovane fosse talmente distratta per non ricordare queste semplici cose. Aprì la porta mezza frastornata.
-Chara!- esclamò il ragazzo a gran voce,appena la vide dietro la porta.
-Che ci fai qui?- chiese lei piuttosto sbigottita dal vederlo – Per favore non parlare- disse poggiandole un dito sulle labbra – Devo dirti una cosa molto importante- asserì un po’ affannato dalla corsa –Dimmi- disse lei dandogli le spalle per condurlo vicino al tavolino,nella speranza di apparire disinvolta.
Lui le prese un braccio e la fermò,facendola girare, spostò le mani sulle sue spalle,beandosi del prolungato contatto con la sua pelle –Chara io…- la fissò guardandola negli occhi,come paralizzato –io…- cercò di continuare mentre le parole gli si bloccarono in gola –Tu cosa? – chiese lei semi spazientita,quell’attesa la stava letteralmente distruggendo dentro. -Io…- con gli occhi percorse il suo viso,che conosceva meglio di qualsiasi cosa,sorrise dinanzi alla sua incapacità di riuscire ad esprimersi e l’avvicinò a sé.
Fugace poggiò le labbra su quelle della ragazza, e finalmente poté sentire quella scossa pervaderlo fino a giungere nella sua testa,che gli sembrò essere quasi annebbiata a quel leggero contatto che lo aveva assuefatto. Al contempo desiderava poter prolungare quel momento,approfondendo il bacio,ma lei meritava di sapere tutto,non voleva più sbagliare o lasciare le cose al caso,sentiva che la giovane stava rispondendo ma lui si scostò quasi brusco,come se volesse evitare di lasciarsi prendere troppo per poi rischiare di non riuscire più a fare quanto premessosi.
Avrebbe voluto lasciarle una leggera scia di baci dalla bocca all’orecchio,sapeva di non averne il diritto ma si prese il lusso di posargliene un paio lungo il suo percorso –Ti amo- le sussurrò leggero e aspirò il profumo della sua pelle per poi ritrarsi lento.
Lei gli prese subito il viso tra le mani e lo riportò a sé –Finalmente – sorrise e col cuore ricolmo di gioia riprese a baciarlo.

I capelli rossastri mossi dal vento le accarezzavano il viso mentre passò dinanzi alla loro casa. Dalle finestre illuminate e leggermente coperte dalle tende allegre, riuscì a scorgere uno squarcio di quella nuova realtà.
I suoi amici finalmente felici e insieme.
E lei ne gioì davvero.
-Questa sera credo sia meglio non ritornare a casa – asserì allegra mentre con un grande sorriso si allontanava dirigendosi in un posto che non aveva mai avuto il piacere di visitare.


Molte ore prima nella frenetica capitale giapponese, un ragazzo piuttosto giovane ma sciupato era impegnato in una normalissima azione da padrone di casa, aprire la porta della propria casa a colei che aveva bussato. Usuale per tutti fuorché per lui che aveva smesso da tempo di avere ospiti e quelle poche persone che passavano di lì, non si arrischiavano a bussare ma si limitavano ad usare le chiavi per evitare d’infervorare l’irascibile carattere del giovane.
-Tu che ci fai qui?- chiese sdegnato e senza troppi convenevoli né carinerie alla ragazza che aveva bussato.
-Ciao,eh!- fece lei assumendo la faccia tosta – Sei davvero molto gentile- fece richiamandolo.
-Io sono gentile solo con le persone a cui tengo,trovo stupido esserlo con chi non m’interessa...E tu non m’interessi- rispose seccato e acido, facendole del male, incurante.
-Stupido Tsuyoshi e stupide le tue stupide idee- inveì mentalmente contro l’amico .
-Grazie delle belle parole – fece lei di ricambio, gli occhi azzurri fieri fronteggiavano quelli gelidi di lui che la guardavano come se avesse dovuto prendere fuoco in quell’esatto momento –Ma sono qui unicamente per ridarti il portafoglio che hai dimenticato al parco,vicino al lago- si zittì un attimo per poi riprendere – unicamente per quello, non sono quel tipo di ragazza che approfitta delle debolezze altrui- rispose lasciandogli il portafogli nella mano e ritornò veloce sui suoi passi,uscendo dal piccolo porticato,mentre una pioggia leggera iniziò ad ingrossarsi sempre più.
Hayama era ancora sulla porta bloccato,quando notò quegli enormi goccioloni bagnare quel corpo che sembrava così fragile e delicato – Hey aspetta – la chiamò il karateka – qui c’è un ombrello,prendilo- disse tendendoglielo,avvicinatasi a lei.
- Ma tu non eri gentile solo con chi ti pareva? E io non rientravo in quella schiera o sbaglio? –lo guardò negli occhi gelida,nonché ferita –Non ho bisogno della tua pietà, non sono quattro gocce a spaventarmi- concluse lapidaria,percorrendo fiera la strada verso casa.
Il biondo ragazzo rimase lì, il braccio teso con l’ombrello chiuso e la pioggia che lo inzuppava da capo a capo a piedi.
Quasi si ridestò con la scarica di un fulmine caduto non troppo lontano, e rientrando sorrise.
L’estate sarebbe tornata…prima o poi anche per lui.

Era una tipica calda notte africana e nella piccola Saò Tomè tutto procedeva come al solito,anche se di solito sembrava non esserci nulla.
Bakari vagava sul lungomare,scarpette alla mano e piedi nella fresca acqua notturna.
Continuava a guardarsi i piedi quando d’un tratto il calmo sciabordare delle onde che accarezzava la battigia risuonava gorgogliante. Alzò appena lo sguardo che vide una scogliera alta almeno una decina di metri e completamente illuminata dai leggeri raggi lunari.
Così senza pensarci due volte seguì la smania di quel momento e corse verso l’altura in tutta fretta,veloce s’infilava le scarpe e incurante continuava a correre nell’acqua.
Le piaceva essere così,senza troppi pensieri e con una grande voglia di mettersi continuamente alla prova e in quel momento che la sua vita le parve tanto grigia pensò bene che una scalata a mani nude avrebbe riportato il colore perduto.
La mano destra lasciava il suo appoggio per cercare l’appiglio poco più in alto e così lo stesso con la sinistra mentre i piedi sondavano la sporgenza più sicura su cui poggiarsi e fare leva per salire ancora più su.
Un ciuffetto di fresca erba le accarezzava la mano mentre lei appoggiò un po’ troppo sicura la sua mano destra, la sinistra era intenta a fare la medesima azione su quello che si presentava come ultimo lembo di scalata, quando nel fare peso sul braccio destro franò il piccolo sasso e con l’inaspettato movimento urtò la testa sulle frastagliate rocce.
Le si annebbiò la vista e sentì la presa venirle meno…Si concesse un solo attimo per guardare giù …Gli scogli che prima le erano sembrati parecchio buffi ora non avevano più quell’aspetto goliardico… No,non era quello il momento per lasciarsi andare.
A fatica richiamò a sé le forze,facendo leva sulla crescente adrenalina dell’essere a semipenzoloni su un’alta scogliera, continuò con la sua mano destra a cercare l’appiglio e quando lo trovò ci si artigliò su, e se avesse potuto ci avrebbe conficcato pure le unghie su quel sasso e continuò la sua impresa… Qualche passo e si trovò ad ansimare con gli occhi al cielo e una morbida verde distesa erbosa sotto alle sue stanche membra…
Eh si…ora si sentiva soddisfatta.
Anche i colori sembravano essere tornati ai loro posti e le sembravano intensi come non mai , così come i suoi sensi…
Un lontano scarpiccio sulle foglie secche giungeva alle sue orecchie, curiosa si ridestò,avvicinandosi verso la fonte di quei suoni…
-Kyakusan, Irassyaimase*-
*Un ospite, benvenuto.


Salve a tutti, sono ritornata dopo secoli lo so ma volevo ringraziare tutti voi che avete letto e commentato :)
Grazie :)

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Capitolo 12
*** Ritorno alle origini ***


Ti ricorderai di me


Ritorno alle origini

La vita le era sembrata così improvvisamente grigia che l'aveva colta impreparata, per lei tutto era molto inteso, odori, sapori, colori, tutto. Eppure senza avere neppure il tempo di realizzarlo tutto le era sembrato così senza senso, quasi sbagliato.
Le troppe elucubrazioni mentali non facevano parte del suo essere, per cui smise di perdersi nei suoi pensieri, per ascoltare il richiamo dell'istinto che la portava a fare le prima cosa scavezzacollo che avesse a portata di mano.
Scalare la piccola scogliera dinanzi ai suoi occhi le aveva dato un po' di forza e coraggio ma soprattutto le aveva dato una scarica di adrenalina in un momento dannatamente piatto.
Il silenzio ha la brutta abitudine di portare alla mente le domande nascoste nel nostro inconscio.
Bakari si era appena sdraiata sul manto erboso che sovrastava gli scogli nel tentativo di riprendere fiato, era veramente felice per Chara e Akyn, però d'un tratto esigeva delle risposte che nessuno era in grado di darle.
<< Chissà se c'è qualcuno che mi ama >> questo frase risuonava in modo continuo nulla sua mente, la vita senza amore è vuota e lei sentiva di stare a vivere una vita invisibile, quasi come se quello che occupava non fosse stato il suo posto. Voleva un gran bene a tutte le persone che aveva conosciuto, ma sentiva nonostante tutto un vuoto che non riusciva a colmare.
Adesso che tutti i tasselli a Saò Tomè si erano messi al posto giusto, lei si sentiva il pezzo di un puzzle che per caso si era mischiato con quelli di un altro e che nonostante tutti gli sforzi non avrebbe mai trovato lì il suo posto.
Quelle strane sensazioni ed emozioni vorticavano nel suo cuore, quando d'un tratto la sua attenzione fu catturata dal fruscio delle foglie spostate dal vento e da un successivo scalpiccio.
Di scatto si alzò curiosa, nel tentativo di capire da dove provenisse quel rumore.
Una musica dolce, quasi ipnotizzante, accompagnava quel fruscio di foglie.
Bakari si alzò dal suo giaciglio per seguire quella melodia che l'attirava a sé, inconsciamente.
Le sue gambe si muovevano da sole e ben presto si era ritrovata a scavalcare il muro di cinta di uno degli alberghi che dava sul mare.
La musica continuava e la sentiva sempre più forte << Un ospite, benvenuto >> una voce tetra,ma familiare, risuonava nell'aria.
Quella frase, nonostante fosse stata detta in una lingua differente da quella che era abituata a parlare, l'aveva capita lo stesso, anche se non era in grado a spiegarselo.
Riuscita ad aggrapparsi, fece leva sulle braccia riuscendo a tirarsi su.
Dinanzi ai suoi occhi si presentava un grande cinema all'aperto e un solo spettatore,alzò gli occhi sull'enorme telo su cui il proiettore rifletteva le immagini e notò nelle immagini della pellicola un bellissimo ragazzino dai capelli argentei e dai lineamenti dolci.
Si poggiò con la pancia sul muro lasciando dietro sé le gambe a penzoloni, qualcosa le diceva che quel film doveva essere davvero ben fatto.
Il delicato viso del ragazzo fece nuovamente capolino sul telo, in un primo piano e nello stesso istante dinanzi ai suoi occhi il viso di un altro uomo si era sovrapposto. I tratti più decisi e mascolini presero il sopravvento nella sua mente, cancellando totalmente la faccia del giovane dai capelli argentei.
La testa prese a pulsare, violentemente, troppo.
Quelle fitte continuavano senza sosta, aumentando di volta in volta, Bakari in un goffo movimento cadde, con un tonfo, all'interno del giardino dell'albergo.
Si ritrovò di spalle a quel cinematografo, rannicchiata con le gambe strette al seno. Sentiva lo sceneggiato ma non gli prestava più una reale attenzione, il suo corpo fremeva, la testa pulsava e il cuore le sembrava scoppiare in petto senza un reale motivo.
Quel mix di dolore fisico e mentale le aveva fatto perdere i sensi, lasciandola lì, tra l'erba.
<< Iniko >> chiamò l'unico spettatore tramite un walkie talkie << credo che qualcuno abbia cercato nuovamente d'intrufolarsi nell'albergo attraverso il giardino, cortesemente caccialo. Non ho intenzione di perdere un solo altro secondo del film >> terminò << Subito Signor Thompson >> il cameriere rispose concludendo la chiamata.
Il servitore fece un veloce giro del giardino e dopo poco vide la ragazza, notando il suo stato decise di portarla sui divanetti della hall.
Nonostante i tentativi di farla rinvenire lei non si svegliava, per cui il ragazzo fu costretto a contattare nuovamente il padrone.
<< Signor Thompson c'era una ragazza ma non riesco a farla riavere >> concluse il giovane << E' morta? >> fu l'unica domanda << No, è solo svenuta. Che faccio? >> attese paziente la risposta << Falle quello che ti pare purché se ne vada dal mio albergo. Sai che odio essere disturbato quando vedo i film della Kurata, non farti più sentire >> sbottò chiudendo il contatto.
Gli occhi neri del collaboratore scrutarono la ragazza nel tentativo di riconoscerla .
Grazie al particolare colore dei capelli ricollegò quel viso alla barista del vecchio bar della strada antica del paese, non voleva sbagliare ma lì ci lavorava anche la sua vecchia amica Chara. Se lei non aveva cambiato indirizzo aveva una pista.
Con molta pazienza caricò la ragazza sulla schiena, legandosela con una corda alla vita per impedirle di cadere e la portò fuori dall'albergo, incamminandosi verso quella che ricordava essere la casa della Kijana.
Con molto impegno arrivò dalla compagna, benché stesse per albeggiare, bussò lo stesso alla sua porta senza porsi molti problemi.
Dopo aver suonato un paio di volte finalmente la porta si aprì, una Chara ancora semi addormentata lo guardò stralunata senza capire, solo quando vide il viso di Bakari spuntare sopra la sua spalla lo fece entrare immediatamente.
Ridestata dal sonno fece adagiare la sua amica sul letto, facendo alzare il suo ragazzo << Cosa le è successo? >> chiese mentre guardava Iniko, non curandosi particolarmente del compagno << Non saprei dirti, è svenuta. Forse ha solo bisogno di dormire >> concluse stanco mentre il desiderio di dormire aumentava << Scusa del disturbo Iniko e grazie >> Chara accompagnò l'amico alla porta capendo il suo bisogno di riposo .


Akito in quel primo pomeriggio aveva deciso stranamente di uscire di sua spontanea volontà, si preparò in modo approssimato e salito in sella alla moto si avviò al centro commerciale.
Non stava cercando nulla per cui valesse la pena di uscire però, dopo l'incontro con la Watanabe, sentiva il bisogno di distrarsi. Non riusciva a sopportarsi, era stato un po' troppo indisponente con quella ragazza che non c'entrava nulla. Tsuyoshi non sapeva nulla , né della ragazza né dell'uscita... Chissà che film si sarebbe fatto!
Nonostante tutto Hayama aveva gradito quella visita inaspettata, dopo tanto tempo aveva conosciuto qualcuno che aveva smesso di compiangerlo e di dargli ragione, quella Yumi malgrado fosse anni luce lontana da Sana, gli ricordava proprio lei.
Il ragazzo si prese una bibita al bar e si sedette fiacco sulla prima panchina a disposizione. Lo sguardo annoiato vagava di tanto in tanto tra una persona e l'altra, non perché fosse realmente interessato ma non aveva poi molto da fare.
Sentiva su di sé gli sguardi di qualche ragazzina che lo indicava bisbigliando un "Sana" e la cosa gli diede inaspettatamente fastidio. Necessitava di essere riconosciuto come Akito Hayama e non come lo storico ragazzo della Kurata, lei non c'era più !
Annoiato più che mai, si trovò a fissarsi le gambe, era parecchio che non si allenava ma non ne aveva ancora il coraggio, il karate come molte altre cose della sua vita gli ricordava della sua compagna e lui non si era ancora ripreso da quella forte perdita, chissà se lo sarebbe mai stato.
Talvolta si domandava se avesse mai trovato la forza di riprendere le redini della sua vita in mano, alcuni giorni, per quanto possibile, iniziava a sentirsi un pochino meglio e altri si sentiva totalmente a terra, quasi come se avesse appena realizzato che la sua donna era venuta a mancare.
Gli venne a noia stare in mezzo alla gente così decise di andarsene e si avviò verso il parcheggio. Poco lontano dalla sua moto c'era qualcuno che imprecava contro il proprio veicolo << Questa vecchia carretta >> sbottò << perché adesso inizia a fumare? >> si chiese cuocendosi le dita sul motore.
Ad Akito venne da ridere, le donne erano proprio incapaci con i motori.
<< Serve una mano? >> chiese il giovane, poggiando una mano sul cofano alzato, magari una buona azione lo avrebbe fatto sentire meglio.
. Da quando si era trovata lì nessuno l'aveva degnata di uno sguardo, snobbandola, per cui fu sorpresa << Allora esiste ancora un po' di gentilezza nel mondo >> la bionda ragazza si girò << Tuuuu? >> lo guardò stralunata, si sarebbe aspettata tutti fuorché l'amico di Sasaki, non sapeva come reagire se allontanarlo o farsi aiutare.
D'impulso gli avrebbe fatto una scenata pur di non avere la sua pietà e di allontanarlo però qualcosa glielo impedì. Lui non le prestò molta attenzione e iniziò a trafficare col motore.
Quel ragazzo dai glaciali occhi miele era strano, era in grado di farla arrabbiare in un nanosecondo e l'attimo dopo la lasciava basita con quel suo lato più gentile.
<< Da quanto non metti un po' d'acqua nel radiatore? >> le chiese dopo aver controllato il fumante serbatoio. Lei preferì non rispondere, sentendosi imbarazzata nel non aver pensato ad una cosa così semplice.
<< Ho capito. Comunque il motore è andato in ebollizione se si sono fusi i pistoni o altro della testata ti costerà un bel po' >> le disse dopo averle rivolto uno sguardo veloce, lei persistette nel silenzio,non sapeva che fare << Hai qualcuno a cui rivolgerti? >> scosse la testa, lui chiude il cofano, c'era ben poco da fare. Controllò con la mano se aveva portato il cellulare, lo prese e fece un numero << Gomi? Avrei bisogno di te... Si, una macchina, al centro commerciale. Ok, grazie. >> chiuse il telefono e si avviò lento verso la moto << Che fai resti qua? >>.


Bakari era sdraiata sul letto ancora incosciente, Chara le era vicino semi addormentata, era passata da poco l'alba quando sentì un bisbiglio << Hayama ... con Fuka >> borbottava sofferente in una lingua sconosciuta alla giovane di Sao Tomè << Akito... >> una lacrima scivolò veloce dai suoi occhi .


<< Watanabe >> chiamò lieve, la ragazza non lo sentì e lui frenò di botto << Watanabe scendi >> concluse lapidario, lei non capì << Abiti in fondo a questo viale? >>
<< Si >> rispose.
<< Allora va >> appena Yumi scese, gli occhi di Akito incrociarono in lontananza quelli di un altro uomo.
Accelerò correndo via, accompagnato da un gran frastuono.
<< Eh si, stronzo lo era davvero! >>


Era passata qualche ora da quando era stata accompagnata a casa e la giovane dagli occhi a mandorla si era ripresa << Finalmente >> l'amica al suo fianco l'abbracciò << Possibile che tu debba farmi sempre preoccupare? >> non capì a cosa stesse riferendosi << Che ti è successo? Come sei svenuta? Che stavi facendo? >> la rossa sommersa da tutte quelle domande non sapeva da dove cominciare così decise di raccontare tutto quello che era successo durate quella notte, non ebbe il coraggio di omettere quell'insignificante bacio fugace che c'era stato tra lei ed Akyn, fino a giungere a quelli che erano i suoi ultimi ricordi del cinema all'aperto.
<< Ma adesso come stai? Passati i mal di testa ? >> si preoccupò << Si, sto bene anche se mi sento un po' stanca >> Chara dopo quella frase smise di ascoltarla realmente, una strana idea le stava bazzicando nella mente.
<< Bakari devo andare a fare dei servizi e avvertire il boss che oggi resto a casa per stare con te. Mi raccomando riposati >> concluse con un sorriso notando come l'altra fosse nuovamente nel mondo dei sogni, richiamò il proprio ragazzo affinché la seguisse.
I due giovani in poco giunsero alla loro destinazione e, per loro fortuna, trovarono nuovamente il loro compagno alla hall << Iniko, ciao. Ho bisogno di un'informazione >> disse la ragazza senza troppi giri di parole, lui assentì con capo << So che ieri qualcuno stava vedendo un film nei giardini, avrei bisogno di parlare con questa persona >> concluse.
<< Il proprietario era lì. Però non credo che lui accetterà un incontro con qualcuno dell'isola. Sarebbe meglio se lo incontraste direttamente >>. << E come? >> chiese, lui ci pensò un attimo su << il suo ufficio sta all'ultimo piano, prendete l'ascensore alle mie spalle. Arrivati al piano imboccate il corridoio sulla destra, l'ultima stanza è la sua. Ma non fatevi vedere da nessuno >> Iniko incrociò lo sguardo prima di Akyn e poi quello della fidanzata << Chara che intenzioni avete? >> chiese bloccandola per un braccio << Tranquillo. Voglio solo sapere se ha delle risposte >> concluse tranquilla e lui la lasciò andare.
La fortuna girava dalla loro, non c'era un'anima viva nei corridoi e giunsero alla porta che li separava dalla verità .
Toc toc
Bussarono alla porta e solo dopo aver sentito un fievole "Avanti" proseguirono il loro percorso.
<< Salve Signor...Thompson >> introdusse Chara leggendo il nome sulla targhetta, l'uomo dai capelli neri e gli occhi azzurri non li degnò di uno sguardo, troppo applicato a scrivere al pc.
La ragazza seppur titubante continuò << Avrei bisogno di avere qualche informazione sul film che stava vedendo questa notte >> gli occhi dell'uomo poco più che trentenne si volsero dallo schermo alla giovane << Non capisco signorina, lei viene qui per sapere dei film o di quello che faccio? >> un po' stizzito concluse << No,ecco non è così...vede... >> tergiversò la giovane << Signorina l'unica cosa che vedo è che lei mi fa perdere tempo, la prego di andarsene >> la sua mano stava per premere il pulsante della sicurezza quando uno scaltro Akyn con un balzo gli bloccò la mano,spingendolo involontariamente contro al muro.
L'uomo fece per dimenarsi ma Akyn lo tenne saldamente << Chara conti... >> il ragazzo girandosi si bloccò di colpo << Guarda qua >> lapidario il giovane si fece raggiungere dalla fidanzata.
La Kijana si accostò volgendo lo sguardo allo schermo.
<< Ma questa è Bakari >> guardò stupita quella foto della sua amica con quell'uomo e un altro ragazzo che non conosceva << Più chiara di carnagione ma è lei >>.
<< Ma quale Bakari, quella è Sana Kurata >> disse il proprietario dell'albergo mentre un "ignoranti" aleggiava nella sua mente.
<< Per favore, dimmi tutto quello che sai su di lei >> supplicò Chara, aveva bisogno di sapere perché anche la sua amica necessitava di avere delle risposte ma soprattutto di avere la possibilità di fare delle scelte.


<< Ti rendi conto? >> Chara ancora non riusciva a crederci << Bakari, cioè Sana... è un'attrice internazionale >> neppure Akyn era in grado di capacitarsene.
<< E adesso? Come facciamo? Lei deve sapere la verità >> il giovane la mise dinanzi ad una dura verità, sicuramente Sana sarebbe partita.
<< Lo so, anche se sarà difficile >>.
I ragazzi giunsero a casa e trovarono la loro amica sveglia, una volta appurate le condizioni fisiche, le due donne si sedettero sul letto dopo aver cacciato giocosamente Akyn a cuscinate.
<< Bakari... ho bisogno di parlarti >> la ragazza in questione prestò maggiore attenzione << Pensi mai alla tua vita preamnesia? >>.
<< Si, alcune volte si. Ma ultimamente ci penso spesso >> ammise con un po' d'imbarazzo << Non perché non stia più bene qui, però vorrei sapere chi sono e qual'è il mio posto nel mondo >>.
<< E se qualcuno ti dicesse che potresti avere tutte le risposte che desideri andando in un certo posto, che faresti? >>.
<< Mi ci fionderei subito >> sorrise al pensiero di sciogliere quella matassa di ricordi ingarbugliati che si ritrovava nella mente .
<< Ne sei sicura? Sicura, sicura, sicura? >>
Le veniva sempre da sorridere quando Chara faceva così << Sicura,sicura,sicura >>.
<< So per certo che tutte le tue risposte le puoi trovare andando a Tokyo, di più non so >> mentì stringendo forte a sé la sua amica in un forte abbracciò che ricambiò.
<< Qualunque sia la tua scelta ti sarò vicina perché ti voglio bene, non lo dimenticare mai >> Bakari sorrise a quella frase, anche lei le voleva un gran bene... Era solo un anno, o quasi, che si conoscevano ma subito avevano instaurato un legame profondo.
<< Chara... non ho bisogno di pensare e so che anche tu in fondo al tuo cuore già conosci la mia risposta. Voglio sapere la verità. >> la giovane dagli occhi a mandorla riportò a sé l'amica e insieme piansero amare lacrime d'addio.
Giusto un paio di giorni per sistemare tutte le carte e controllare gli aerei, tutti i suoi amici le avevano donato i soldi per permettersi quel viaggio con la promessa di ritornare.
Nell'aeroporto internazionale di Sao Tomè non c'erano molte persone, gli amici di Chara affollavano la zona e con loro c'erano anche il Signor Thompson e Iniko.
<< Allora amici, grazie di tutto >> concluse abbracciando ad uno ad uno tutti i compagni per poi ristringere a lei Chara << Grazie di cuore, per tutto. Ti voglio bene come una sorella >> concluse dandole un bacio sulla guancia << A presto ragazzi >> strillò ormai lontana salutando con la mano.

Poco dopo che l'aereo era partito tutti i giovani si strinsero tra di loro per cercare di placare il dolore. Robert Thompson indifferente alla scena prese il suo telefono e paziente aspettò che l'altra persona rispondesse.
<< Ciao, ti ho disturbato? Volevo dirti che sono partito da poco, passerai a prendermi all'aeroporto? Mi raccomando non mancare, ti ho fatto una sorpresa che ti piacerà molto. Vedrai che dopo questa la nostra pausa di riflessione finirà immediatamente >> non aspettò neppure la risposta dell'altra persona che staccò la chiamata.


Molte ore dopo che era iniziata la sua avventura con gli aerei era finalmente a Tokyo.
La giovane scese le scale mobili quando i suoi occhi incrociarono quelli di un giovane ragazzo.




Salve a tutti :)
So di non essermi fatta sentire da secoli ma non so per quale motivo ma spesso perdevo i capitoli che scrivevo :( Adesso sono tornata con questo capitolo che mi ha abbastanza soddisfatta,anche se per me la parte finale lascia a desiderare ... :l
Finalmente Sana è tornata in Giappone dopo tempo immemore, solo che non ricorda niente e qualcosa mi dice che avrà qualche problemino con la lingua .
Bhè spero di avervi incuriosito per la lettura del prossimo capitolo :) Domani darò un'ulteriore occhiata al capitolo per sistemare qualche svista notturna :)
Alla prossima,
Fallen Star

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Capitolo 13
*** Ricomiciare ***


Ti ricorderai di me
Ricominciare



Quegli ultimi giorni erano volati così in fretta che non aveva avuto modo di metabolizzare il tutto, fino a quarantotto ore prima era felice e spensierata che girava per Sao Tomè e in quel preciso istante si trovava a chissà quanti metri dal suolo diretta in una città a lei totalmente sconosciuta, Tokyo.
Molti pensieri affollavano la sua mente mentre l’aereo attraversava placido quel mare di nuvole << Chissà Chara, Akyn, Malik e tutti gli altri cosa stanno combinando >> ripensò per un attimo anche a Robert Thompson e anche a tutte le cose che le aveva detto, nella borsetta al suo fianco c’era la lettera che lui le aveva lasciato, con le relative indicazioni per cercare le persone che le potevano dare risposte utili, per capire chi lei fosse realmente. Non riusciva ancora a capire per quale motivo Chara avesse azzittito Robert con un pestone, quando lei gli aveva fatto domande più precise, probabilmente con la scusa d’inciampare, gli aveva fatto un dispetto. Thompson era sempre molto freddo con i suoi amici e indubbiamente lui e la Kijana si sopportavano a fatica, però quando i suoi algidi occhi azzurri incontravano i suoi a mandorla divenivano gentili, quasi come se avessero guardato una vecchia amica.



Gli occhi di Akito vagavano nervosi sul soffitto della camera da letto, aver rivisto Sagami mentre accompagnava a casa la Watanabe lo aveva infastidito parecchio. Rei alto e distinto nel suo vestito scuro appariva più grande della sua età, il suo viso appariva appena sciupato nonostante Asako gli avesse dato la gioia di diventare padre, il suo volto era ormai privo degli occhiali che per tanti anni lo avevano accompagnato e reso uno degli uomini più affascinanti del dietro le quinte dello show business.
Il ragazzo biondo sapeva di avere la coscienza apposto, ma il pensiero che l’ex manager avesse potuto supporre una qualsiasi cosa lo aveva contrariato. Quando aveva incontrato i suoi occhi, il suo sguardo appariva accusatorio.
<< Non ha alcun diritto, della mia vita posso fare quel che voglio e lui non può, né deve giudicarmi >> si disse stizzito, mentre cercava di allontanare dalla mente quegli occhi che lo guardavano come se avessero assistito ad un tradimento.



Bakari osservò l’orologio di fronte a lei, poco meno di mezz’ora e sarebbe arrivata a Narita, le prime insicurezze iniziavano a fare capolino. All’inizio del suo viaggio era stata fortemente attratta dalle novità che le si presentavano, oltre alla possibilità di far luce sulla sua vita, ma se non le fosse piaciuta? Scosse la testa per allontanare quei pensieri grigi e si promise di essere più positiva.
Avrebbe conosciuto la sua famiglia e i suoi amici << Eh si, sicuramente sono delle persone simpatiche e gentili >> si disse finalmente ottimista, poi il suo sguardo cadde sulla donna seduta al suo fianco, le sue dita accarezzavano dolcemente la fede che circondava l’esile anulare.
<< Chissà magari anch’io sono sposata >> i suoi occhi sorrisero al pensiero di essere amata tanto profondamente << O magari fidanzata >> pensò, ma il suo sguardo si rabbuiò quando le balenò l’idea di trovarsi nuovamente sola, in quel suo viaggio alla ricerca del calore umano .
Un mano veloce volò ad accarezzare il ventre piatto << Un figlio? >> l’istinto di donna le fece scartare questa ipotesi, se fosse stata madre il suo corpo avrebbe gridato l’esistenza di quel legame .
Mentre la folla di pensieri che turbinavano nella sua mente iniziò ad attenuarsi, si rese conto di essere arrivata.
Un nodo le salì alla gola.
Con un’ansia crescente compilò tutti i moduli in portoghese, prese la valigia e si diresse verso l’uscita dell’aeroporto. D’un tratto le venne in mente un dettaglio che aveva trascurato, lei non conosceva la lingua.
Bakari non aveva quasi mai dormito per tutta la durata del viaggio, i suoi occhi erano rossi e stanchi e li nascose dietro un grosso paio di occhiali regalategli da Robert, il non riuscire a comunicare con gli altri l’aveva innervosita, si schiacciò il cappello sulla testa, nascondendo le sue insicurezze sotto la larga falda del cappello e deglutendo si fece forza. Avanzò a passo marziale lungo il largo corridoio in cui s’intervallavano negozio di tutti i tipi, i suoi occhi guizzavano da un passante all’altro alla ricerca di una persona che la ispirasse abbastanza.
Il suo sguardo fu catturato da un ragazzo seduto ad un tavolino un po’ più isolato degli altri, la postura composta, il Borsalino poggiato sul tavolo, la sigaretta che si consumava lenta tra le sue dita e quell’aria trepidante che emanava, l’attiravano con fiducia.
Prese un gran respiro e si avvicinò a lui.



Il cellulare sul comodino continuava a vibrare, Akito si girò dalla parte opposta, non aveva voglia di parlare con nessuno, rannicchiato sulla sua parte di letto si addormentò mentre con un braccio accarezzava la parte di Sana.
Non capì quanto tempo fosse passato da quando si era assopito, che una testa fece capolino dallo stipite della porta << Akito sei qui? >> la voce di Tsuyoshi risuonò delicata, per risposta Hayama grungnì.
<< Akito ti ho portato una pizza, è in cucina, ho pensato che non avessi mangiato nulla oggi >> il ragazzo sul letto fece per dissentire, che il suo stomacò brontolò rumorosamente.
Scocciato e con disappunto si alzò per dirigersi in cucina, alcune volte le premure del suo amico lo infastidivano. Akito senza troppi preamboli si sedette al tavolo e aprì il cartone della pizza, al suo interno Sasaki aveva disposto su di un piatto una porzione abbondante di sushi.
<< Amico hai bisogno di metterti in forze >> Tsuyoshi sorrise, quando gli occhi di Hayama incontrarono i suoi per ringraziarlo.
Akito guardò il compagno, era cresciuto, cambiato, era stato in grado di superare le difficoltà, si era evoluto, andava all’università e scriveva per il giornale, non era neanche più tanto timido e non portava più gli occhiali, era decisamente maturato. Pensò a sé stesso, la sua vita non aveva senso, aveva lasciato la sua famiglia, il suo lavoro, sembrava un vagabondo con i capelli lunghi e la barba incolta, si era nuovamente chiuso in sé stesso, aveva lasciato che la sua vita gli scivolasse dalle mani, la sua esistenza sembrava in pausa. Aveva voglia di dimostrare a sé stesso e agli altri che anche lui aveva cambiato pagina, che era riuscito a riprendersi la sua vita tra le mani.
<< Tsuyoshi hai programmi per questo pomeriggio? >> Akito guardò l’amico dai capelli castani << Dai, ti accompagno in moto>> Tsuyoshi storse il labbro come se avesse voluto prendersi tempo, << magari se hai degli impegni facciamo un’altra volta>>, disse il giovane mangiando l’ultimo pezzo di sushi, cercando di rimanere indifferente ma deluso dall’essersi sentito un peso.
<< Non fraintendere la mia frase, è che temo che ti possa scocciare, devo fare un’intervista >> disse Sasaki, si prese un attimo prima di continuare la sua frase << Ad una persona che non so quanto possa farti piacere rivedere >> concluse sincero. Akito non rispose, si limitò ad alzare un sopracciglio confuso, Tsuyoshi capì l’amico e continuò per lui << Kurata, Misako Kurata >>.
Lì per lì Akito non sapeva cosa dire, soprattutto non aveva voglia di andare in quel posto e in quella casa, ma gli vennero in mente i buoni propositi che si era imposto di seguire.
<< Amico non è un problema, facciamo così, ti accompagno poi mi vado a fare un giro e mi fai uno squillo quando hai finito, così dopo andiamo a prenderci qualcosa. Che ne dici? >> Akito appariva tranquillo e molto disinvolto mentre parlava, ma in cuor suo si sentiva in tumulto.
<< Ok, ci sto >> Tsuyoshi sorrise, felice di vedere l’amico reagire per la prima volta dopo tanto tempo << Ok abbiamo una mezz’ora che ne dici di una partita a calcio?>>. Trascinò l’amico sul divano e accese la Play Station che qualche tempo fa gli aveva regalato.



Bakari si avvicinò lenta, mentre l’uomo era rivolto con lo sguardo verso i terminal, provò a richiamare la sua attenzione con un finto colpo di tosse, ma il giovane non la degnò di un briciolo di attenzione. Le sembrava quasi che le veniva meno il coraggio in quel momento, ma si fece forza come sempre e allungò una mano sulla sua spalla, un tocco delicato.
Gli occhi del ragazzo guizzarono verso di lei, inizialmente infastiditi da quel contatto, ma un attimo dopo, lei notò il corrugarsi della sua fronte, i suoi occhi apparvero sospettosi.
Quei grandi occhi azzurri la scrutarono con diffidenza, in attesa di una parola della giovane. << Olà, você fala Português?* >> chiese la giovane, facendo capire di non conoscere la lingua, Kamura trasalì un attimo, quella voce le ricordava tanto quella di Sana.
<< Eu falo um pouco, mas eu entendo bem o suficiente** >> gli occhi del giovane scrutavano la ragazza.
Il sospetto che Sana potesse essere ancora viva si stava risvegliando.
Il naso,le labbra, i capelli e persino la voce di quella ragazza venuta dal nulla, assomigliavano ai suoi. Avrebbe voluto vedere i suoi occhi e farle qualche domanda, anche se sembrava indiscreto.
<< Prego siediti, posso offrirti qualcosa? >> disse cordiale l’attore, Bakari acconsentì, pur non conoscendo la persona che le sedeva di fronte, si sentiva molto a suo agio con quel giovane << Grazie, prendo volentieri un thè al limone ghiacciato >> sorrise gioviale, il ragazzo ordinò, avrebbe approfittato di quel momento per chiederle qualcosa in più.
<< Non è scortese parlare con qualcuno e non guardarlo negli occhi? >> disse Kamura nel tentativo di poterla finalmente guardarla in viso, senza tutte quelle bardature. << Si, hai ragione ma ho gli occhi stanchi e non sono molto presentabile >> Rise. Lui tacque e accettò tacito quella sconfitta. << Allora cosa ti porta qui…? >> il giovane dai capelli argentei cercava risposte.
Naozumi sentiva che mancava qualcosa, non riusciva a spiegarsi perché, se lei fosse stata Sana, non lo riconosceva e non parlava in giapponese.
Gli occhi di lui scandagliavano il suo viso, le sue mani, le sue movenze, convinto di riuscire ad avere un raffronto ai suoi sospetti.
La ragazza allungò la mano sopra al tavolo per stringerla a quel giovane << Sono Bakari Kijana>> disse << Naozumi Kamura >> rispose il giovane allungando il braccio << vengo da Sao Tomè e …>> riprese la ragazza, al solo sentire di quel paese, il cuore del giovane prese a scalpitare, Robert, il suo ragazzo, era lì per affari e… In quel momento capì tutto, questa era la sorpresa che lui gli aveva riservato.
I grandi occhi azzurri gioivano di una felicità immensa ma aveva bisogno ancora di qualche conferma, Bakari finalmente cacciò la testa dalla borsa ed estrasse una lettera che consegnò prontamente a Kamura << Ecco, dovrei cercare di arrivare a quell’indirizzo >>.
Naozumi rilesse quell’indirizzo decine e decine di volte in pochi secondi. Lei stava cercando di andare a casa di Misako Kurata.
Non c’erano dubbi, lei era Sana, la sua cara e piccola Sana-chan. Avrebbe voluto abbracciarla stretta a sé, lì dinanzi a tutti, gridare al mondo che lei era viva e che con la sua gioia avrebbe rischiarato i cuori grigi che aveva lasciato dietro di sé, andandosene.
Qualcosa dentro di lui gli diceva di agire con cautela, lei sembrava così spaesata in quei luoghi a lei così familiari. Decise che l’avrebbe accompagnata a casa sua e con Kurata-san avrebbe discusso della situazione.
Si, quella era la cosa giusta da fare.
<< Oh sei fortunata, abita una mia amica lì e stavo andando a casa sua, vuoi un passaggio? >> disse col tono più gentile.
<< Hey non è che stai cercando di abbordarmi? >> rise dinanzi alla faccia sbigottita del giovane << No, puoi stare tranquilla >> rise anche lui << Ci ho tolto le speranze tempo fa >> soggiunse a bassa voce.



<< Allora siamo d’accordo, ti faccio lo squillo un quarto d’ora prima della fine,ok? >> Tsuyoshi scese dalla moto con un movimento veloce e si avviò al cancello di casa Kurata.



<< Bakari ti avevo detto che saremmo arrivati in una mezz’ora, ma oggi c’è più traffico del solito. Allora che mi dici? Questo squarcio di Giappone che stai vedendo ti piace? >> Naozumi cercava di far parlare la ragazza rossiccia che stava seduta al suo fianco. Bakari sembrava allegra e tranquilla e non vedeva l’ora di arrivare in casa, fremeva all’idea di sapere qualcosa ma indubbiamente la presenza di Kamura la faceva stare bene. << Nao alla fine non ho capito, che lavoro fai? >> chiese curiosa la Kijana, mentre osservava attenta quelle strade.
Il giovane rise << Quante volte te lo devo dire, sono un attore, possibile che tu non mi creda? >> sorrideva a quelle domande, non vedeva l’ora di dirle che anche lei era un’attrice e vedere la sua faccia.
<< Ok, sei carino ma addirittura un attore..nahhh mi stai prendendo in giro, ne sono sicura>> controbatté lei ridendo, era incredibile quanto si sentisse a suo agio con quel giovane conosciuto da due ore al massimo. Bakari non poteva fare a meno di sperare che se avesse avuto un ragazzo, questo fosse proprio Kamura o per lo meno uno come lui.



Akito era già sulla strada di casa Kurata, aveva parcheggiato sulla carreggiata di fronte al cancello e aspettava che Tsuyoshi uscisse. Hayama aveva visto da lontano una macchina a lui molto familiare, una Lexus nera dai vetri scuri. Lui sapeva bene cosa significava… Naozumi Kamura.
Il cellulare nella tasca di Akito vibrò, un messaggio dell’amico secondo cui tardava l’uscita di parecchio, per lui non aveva più senso essere lì.
Naozumi scese dalla macchina, riportò il cappello alla testa e guardò Akito negli occhi, tanto profondamente che il ragazzo biondo ebbe quasi l’impressione che lo stesse sfidando, ma lui non era intenzionato a perdere tempo con Kamura.
Montò in sella alla sua moto e senza prestare troppa attenzione alla presenza nella macchina, impennò e superò a gran velocità la vettura.
Bakari seguì con lo sguardo il giovane << Guzu*** >> .



* Ciao, parla portoghese?
**Lo parlo poco ma lo capisco abbastanza bene
***Zotico (giapponese)
Lo so, sono secoli che non scrivo ma è stato un periodo molto lungo e particolare. Spero che questo capitolo piaccia,anche se è pieno zeppo di errori. Potrò iniziare a scrivere solo dopo la metà di ottobre, mi auguro di riuscire a postare quanto prima :)
Grazie per l’infinita pazienza.
Fallen Star

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Capitolo 15
*** Primi passi ***


Ti ricorderai di me

Primi passi


La scintillante Lexus nera di Kamura parcheggiò vicino al cancello della proprietà di Misako Kurata. Naozumi scese dalla macchina, pronto ad aprire la portiera a Bakari, quando i suoi occhi incontrarono quelli di Hayama.
Il giovane ragazzo biondo era già in sella alla sua moto, solo per un attimo distolse lo sguardo da quello di Kamura per vedere il suo cellulare che continuava a illuminarsi. Quando Akito avviò la moto per andar via, il cuore dell’attore esultò.
Lui e solo lui aveva riportato a casa Sana, Akito non aveva fatta nulla e quella ragazza tanto contesa aveva conosciuto lui, Naozumi Kamura, con il quale aveva riso, scherzato e parlato, Naozumi aveva cercato di ammaliarla con i suoi modi gentili ed galanti e lei ne era rimasta visibilmente affascinata.
Durante i mille pensieri del giovane, Bakari era lì seduta, che giocava con lo stesso pupazzetto che lei gli aveva regalato tempo fa e che lui aveva gelosamente legato allo specchietto retrovisore.
La moto di Akito sfrecciò a gran velocità di fianco al finestrino oscurato di Bakari, lei fu scossa dal rombo che la distolse dai suoi pensieri.
<< Zotico >> esclamò, mentre con lo sguardo seguì la motocicletta andar via.
Naozumi si riscosse e andò ad aprire la portiera di Bakari .
<< Eccoci qui >> le fece un grande sorriso, mentre lei scendeva appoggiandosi alla mano che lui le aveva porto.
<< Chi vive qui? Qualcuno che può darci informazioni? >> chiese la giovane, Naozumi acconsentì scuotendo la testa con convinzione, rischiò di essere inondato da una fiumana di domande che lui arginò, poggiando delicatamente un dito sulle sue labbra, sfiorandogliele appena.
<< Stai tranquilla, qui troverai tutto quello che cerchi >> le disse avvicinandosi al videocitofono, si fece avanti solo lui e premette il pulsante per attirare l’attenzione degli abitanti di casa Kurata, subito il cancello gli fu aperto.
Per tutto quel tempo, da quando era stata annunciata la morte di Sana, Naozumi era sempre stato vicino alla famiglia Kurata, sia quando la Maestra fece iniziare le ricerche nella speranza di trovarla ancora viva, sia quando gli esiti furono negativi e ogni speranza vana, lui era lì, al fianco di Misako Kurata e ancor di più il giorno dei funerali .
La mente di Kamura ritornò a quel giorno buio, migliaia di persone si presentarono alla cerimonia, tra fan, giornalisti, colleghi, amici e parenti, persino Keiko, con la quale non si vedeva da dieci anni era lì, tutti, tranne Akito.
Lui, troppo rinchiuso nel suo dolore si rifiutava di essere alla funzione.



La mano ghiacciata di Naozumi continuava a suonare al citofono, ma nessuno rispondeva.
Il vento e la forte pioggia di quel giorno continuavano a sferzare il suo corpo senza sosta, non bastava il dolore acuto che attanagliava il suo cuore, ci si metteva anche il tempo a urlare la disperazione di quella perdita.
Kamura aveva una missione: trascinare Akito alla cerimonia e onorare la vita della sua compagna, con la sua presenza lì.
L’attore era ormai stanco di bussare senza risposta, si fece forza e scavalcò il cancello della casa che i ragazzi avevano comprato come nido del loro amore.
Con le nocche diede un primo colpo alla porta, attese qualche suono che gli facesse capire la presenza di qualcuno << Hayama entro >> disse alzando la voce per farsi sentire, mentre le ultime parti asciutte del suo corpo erano ormai inzuppate.
Gli occhi azzurri saettavano in casa alla ricerca del ragazzo, iniziava a sentire freddo, per via dei vestiti che si erano appiccicati addosso, e a tremare per qualche spiffero, intuì che forse doveva esserci qualche porta o finestra aperta e iniziò a cercare.
Continuò a chiamare Akito di continuo, aprendo tutte le porte che trovava lungo il suo percorso, finalmente in una stanza trovò aperta la porta finestra che dava sul balcone, la pioggia impietosa penetrava nella camera aiutata dai forti venti.
Naozumi notò finalmente la figura del giovane in piedi appoggiato alla ringhiera << Hayama >> chiamò per non farlo spaventare, ma la condizione in cui lo trovò lo lasciò attonito.
Kamura si avvicinò lento, gli si mise di fianco e lo scrutò per un attimo.
Akito era totalmente bagnato da capo a piedi, era lì, fermo e immobile, nonostante le raffiche sembrassero spingerlo dentro.
Il suo sguardo era proiettato verso le nuvole o forse molto più su, i suoi occhi rossi e gonfi, le occhiaie profonde e il viso scarno risaltavano immediatamente.
Il suo viso dai piacevoli lineamenti mascolini ancora un po’ acerbi, era totalmente cambiato mostrando una maschera di dolore.
Eppure ciò che più lo aveva colpito erano le gocce che solcavano la sua faccia e si mischiavano con la pioggia.
Quelle lacrime sembravano lame che incidevano indelebilmente il suo volto al loro passaggio.
Naozumi fu scosso a quella vista, la figura da duro di Akito si era sgretolata sotto il peso del suo immenso amore per Sana.
E lui si sentì quasi indegno per aver provato più volte ad allontanarli.
<< Akito >> non aveva mai usato quel tono confidenziale con lui, ma in quella circostanza gli sembrava che lo facesse sentire più vicino chiamarlo per nome << Per favore, vieni con me, andiamo insieme ad onorare la sua vita su questa Terra. Lei ha fatto del bene a tanti, a noi soprattutto… >> il fiato gli sembrava mancare a quelle parole, solo in quel momento gli sembrava di realizzare davvero che la sua migliore amica era andata via per sempre << Questo almeno glielo dobbiamo >> concluse con le lacrime che inesorabilmente gli bagnavano gli occhi.
Il ragazzo biondo non si scosse minimamente a quelle parole, tutto in lui faceva capire che quella consapevolezza l'aveva raggiunto da tempo e così immobile, con lo sguardo vacuo e teso all'infinito parlò << Lo faccio già, sempre. Onoro la sua esistenza restando qui, in vita su questa terra seppur morto nel cuore >> scandì quelle parole con una tale solennità che Naozumi non seppe controbattere e capì quanto fosse giusto lasciarlo lì.
Scendendo le scale si chiedeva chi dei due fosse realmente morto, se lei che aveva fisicamente lasciato questo mondo o lui che c’era ma che non desiderava vivere.
Abbandonò in fretta quella casa, il suo dolore sembrava enfatizzato tra quelle mura.



Un brivido percorse il corpo di Kamura a quei ricordi, scosse la testa per allontanare quelle brutte sensazioni che gli apparivano ormai lontane, a brevi passi attraversò il cortile di casa, lasciando che quegli ultimi sprazzi di sole primaverile illuminassero i suoi capelli argentei.
Naozumi prese un profondo respiro prima di bussare al portoncino, accarezzò la testa di Sana in un gesto affettuoso per infonderle coraggio e le si posizionò dinanzi, sovrastandola con la sua figura ormai cresciuta.
Avrebbe voluto riflettere meglio su come portare la ragazza in casa anche solo per preparare meglio la mente e il cuore distrutto della Sensei, ma non riusciva a trovare soluzioni in quel momento.
Bussò.
Subito uno scalpicciò giunse alle loro orecchie accompagnato da una voce gentile << Vengo subito >>.



Akito con una lunga frenata raggiunse la strada sotto casa sua, con nervosismo aprì il cancello ed entrò sbattendo il portoncino.
La visione del perfetto Kamura che andava a trovare la madre di Sana, cosa che lui non aveva mai fatto, lo aveva infastidito al punto che sentì il suo corpo tremare e i nervi fremere sotto la pelle.
Quella casa che in genere sentiva grande e vuota, appariva improvvisamente piccola e opprimente, aveva bisogno di sfogare quella sensazione.
Senza neanche pensarci le sue mani presero le scarpette e non ebbe il tempo di rendersene realmente conto che le sue gambe si mossero da sole e con grandi falcate marciò sulla strada, macinando metri inconsapevolmente.
Un’ora dopo, il suo corpo spossato e affannato si appoggiò al portoncino di casa, il suo petto si alzava e abbassava veloce, il cuore pulsava forte, il sudore imperlava la fronte appiccicando i ciuffi ribelli.
Per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva … vivo.
Quella corsa gli aveva fatto superare tutte le emozioni provate in quella giornata, la casa di Kurata, la presenza di Kamura, i ricordi di lei. Senza troppi preamboli si buttò sotto la doccia, per la prima volta svuotato e senza pensieri.



Bakari osservava la porta d’ingresso della villa, percependo un non so che di familiare, continuò a guardarsi intorno nel tentativo di far passare quei secondi infiniti.
Sentiva il cuore in gola mentre, nervosa, stropicciava la camicetta tra le mani, ogni passo che sentiva provenire dalla casa le rimbombava nella testa, le pareva che il tempo si fosse fermato.
I cardini scivolavano silenziosi tra loro, la porta si aprì e una signora anziana, con in mano un vassoio, accolse il giovane con un caldo sorriso << Salve signor Kamura >> le si illuminarono gli occhi nel vedere quel ragazzino che aveva visto crescere << Mi scusi se l’ho fatta attendere e se l’accolgo in queste condizioni, ma le altre domestiche sono impegnate >>.
La signora fece cenno a Kamura di entrare, ma lui le rivolse un mezzo sorriso imbarazzato e rimase in posizione … Non sapeva che fare.
<< Signorino non si sente bene? >> riprese la signora Shimura vedendolo immobile.
Naozumi non riusciva a trovare alcuna parola per spiegare la situazione, per cui si fece coraggio e si spostò di lato, scoprendo la figura che nascondeva alle sue spalle.
I foschi occhi scuri della donna incontrarono le pozze cioccolato della ragazza.



<< Maestra crede che riprenderà a scrivere le sue opere? >> chiese il giovane, la scrittrice lo guardò, la sua voce e il suo corpo risposero senza il solito brio che le apparteneva << E’ probabile che riprenderò a scrivere ma non so tra quanto, credo che la mia pausa durerà ancora un po’ >> disse lapidaria,come se improvvisamente avesse perso quelle stesse parole che l'avevano resa famosa.
Sasaki sbirciò nei suoi occhi, fisicamente stava bene ma il suo sguardo appariva vuoto, come disinteressato al mondo circostante, persino i suoi lunghi capelli apparivano piatti e lineari con il suo stato d’animo, racchiusi in una lunga treccia che le ricadeva dietro la schiena. Delle sue stravaganti acconciature nemmeno l’ombra.
Tsuyoshi non ci mise molto a capire perché.
SBRANG!
Un rumore vibrante giunse al salotto in cui si trovavano.
Gli occhi di Misako saettarono verso la porta, d’istinto la raggiunse in fretta.
I suoi occhi puntarono la figura minuta della signora Shimura.
Abbandonò senza remore la stanza, mentre avanzava nel suo lungo kimono nero con passi svelti verso l’ingresso della casa.
Kurata cercava con lo sguardo qualsiasi indizio di quel trambusto, prima di arrivare da Shimura-san, le sorprese avevano smesso di piacerle.
Lo sguardo di Misako dardeggiò tra le tazzine rotte in terra e il vassoio sporco di the, salì lungolla figura della sua fedele domestica, fino a puntare l'immagine di una ragazza dai lunghi capelli mossi dalle accese sfumature ramate.
La padrona di casa si avvicinò con premura, i lineamenti della giovane divennero più nitidi, la linea del viso delicata, occhi intensi e un grande sorriso aperto al mondo erano le caratteristiche che la contraddistinguevano, oltre alla grande somiglianza con sua figlia. Solo la carnagione era diversa, la pelle nivea di Sana era fortemente in contrasto con quella imbrunita di quella giovane.
<< Che cosa significa? >> il cipiglio severo di Misako le diede uno scossone << Come osa venire qui e deridere le disgrazie di questa casa? >> la scrittrice era furiosa, la giovane guardava interdetta la donna di mezz’età non sapendo cosa rispondere.
Bakari capiva ciò che le veniva detto, provò ad aprire la bocca per spiegarle la situazione ma ogni volta che provava ad articolare un suono, le parole le venivano meno.
La rabbia con la quale quelle parole la raggiunsero, avrebbero dovuto ferirla, ma Bakari non riusciva ad avercela con quella donna, nei suoi occhi leggeva solo tanto dolore risvegliando una forte empatia.
Avrebbe solo voluto sapere qual era il suo ruolo in quella indignazione.
La Sensei riacquistò la sua calma solita << Mi faccia il piacere di lasciare questa casa immediatamente e non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di mia figlia >> indignata girò le spalle alla ragazza, lasciandola lì senza parole.
Naozumi intervenne << Misako-san si fermi. Dedichi cinque minuti a questa ragazza, la prego >>, il passo della donna si fermò di colpo, alla voce del giovane amico.
Misako cercò di essere fredda e razionale, promettendosi di non illudersi mentre la sua testa sembrava quasi dire “Sana non c’è più, accettalo”.
La Kurata seppur controvoglia invitò la giovane ad entrare mentre lei invitava la domestica a servire qualcosa,fece un cenno a Kamura indicandogli lo studio, dimentica della presenza di Sasaki.
L’attore varcò placido l’ingresso senza notare la presenza del giornalista sulla poltroncina che dava loro le spalle. Tsuyoshi sentendo la presenza di qualcuno nella stanza, si alzò per salutare le persone arrivate, quando il suo sguardo si posò sulla giovane.
La gola gli si seccò, ma solo un nome sfuggì dalle sue labbra << Sana? >> .
Non ci pensò un attimo, di slancio Tsuyoshi allungò le braccia a stringere il corpo di una Bakari dapprima sorpresa, ma poi intenerita da quel gesto affettuoso.
Tsuyoshi allentò l’abbraccio per guardarla negli occhi, incurante delle prime lacrime che facevano capolino.
La Kijana guardò Kamura per avere spiegazioni << Perché ha detto Sana? E’ una persona? Le assomiglio? >> non ci volle molto per gli altri, a capire cosa stesse domandando, perché netto il suo viso mostrava quella confusione mista a curiosità.
Tuttavia nonostante le sue domande, Naozumi non rispose, attendeva che fosse Misako ad aprire l’argomento.
La donna, dall’esterno della stanza, aveva assistito alla scena senza proferire parola, tutti aspettavano un suo gesto o parola.
Il silenzio che regnava fu rotto dai passi cadenzati della scrittrice che avanzava nella stanza.
Il suo sguardo fisso e penetrante studiava la giovane.
<< Crede che tu sia mia figlia >> proferì indifferente, attraversando la stanza da parte a parte.
Bakari cercò di assimilare quell’informazione senza scomporsi, anche se quella frase continuava a ripetersi nella sua mente come una nenia. Lei aveva attraversato mezzo mondo alla ricerca del calore della sua famiglia e riceveva gelo da quella che si spacciava essere sua madre.
<< Ma lei è morta >> continuò con una leggera inclinazione nella voce << Per cui esigo sapere chi sei e perché sei qui >> continuò fredda e quasi accusatoria al cospetto della ragazza.
<< Signora, mi chiamo Bakari Kijana >> rispose in portoghese, guardandola fisso negli occhi, mentre Naozumi traduceva ogni parola.
<< Non so realmente chi sono. Questo è il nome che mi ha dato la giovane che mi ha trovato sulla spiaggia di Sao Tomè >>.
<< Sao Tomè? >> ripeté Sasaki ignaro dell’esistenza di quel paese.
<< Sì, Sao Tomè e Principe. Sono delle isole che si trovano nel Golfo della Guinea. Sono piccolissime, perciò può essere che non le conosci >> sorrise a Tsuyoshi che ascoltava attento.
<< Mi hanno trovato lì poco più di otto mesi fa, altro non so >>.
La scrittrice stava per parlare, che nuovamente la voce del giornalista si fece risentire << Sensei i tempi coincidono >> proruppe convinto che quella ragazza fosse la sua amica << E la somiglianza con Sana è innegabile >> concluse a spada tratta.
A Misako questi dettagli non erano sfuggiti, ma la paura d’illudersi e soffrire nuovamente le impedivano di riaprire ancora il suo cuore, dilaniato dalla scomparsa della figlia che la vita le aveva strappato prima del tempo.
Kamura diede alla maestra il foglio che lui teneva spiegazzato nella tasca del pantalone, le indicazioni che Robert aveva lasciato alla ragazza per arrivare a casa della scrittrice.
Quasi uno spiraglio di luce e speranza stava per raggiungere il cuore della donna.
<< Non mi hai ancora risposto, perché sei qui? >> riprese Misako avvicinandosi alla ragazza per scrutarla meglio.
<< Sono qui perché mi hanno detto che avrei avuto delle risposte >> prese fiato pensando alle parole di Naozumi e di Robert << Voglio solo scoprire chi sono e se ho anch’io una famiglia a cui appartenere >> la voce della giovane apparve quasi come un’infantile bisogno d’amore.
Misako vide nel suo sguardo quello della bambina abbandonata, che ventidue anni prima aveva trovato sulla panchina del parco.
Il cuore di madre non aveva più bisogno di risposte, ma la sua mente continuava a esigerne.
In un movimento un po’ goffo, Bakari lasciò scoprire il ciondolo che teneva legato al collo. La luce del lampadario colpendolo veniva riflessa, attirando l’attenzione della scrittrice.
Incuriosita osservò con attenzione, pur non riuscendo a mettere bene a fuoco << Che cos’è? >> chiese con voce gentile indicandolo con lo sguardo.
Bakari raggiunse la collanina, l’accarezzò con premura << Non lo so >>, con le dita percorse tutto il mezzo cuore << Però da quando ne ho memoria, l’ho sempre avuto con me >>.
<< Posso? >> le chiese la donna, dopo un sorriso di assenso, la mano della donna raggiunse il ciondolo; se lo girò tra le mani e notò una piccola incisione sul retro, una “A” troneggiava in bella vista.



Era sabato notte, Misako era seduta sul letto in attesa d’ispirazione con il portatile sulle gambe, sperava che in quell’oscurità, le parole che cercava sarebbero giunte più facilmente.
Sana era partita per Los Angeles da qualche giorno e l’aveva sentita poco perché lei era molto impegnata con le riprese. D’un tratto, nel silenzio della casa, un “BING” risuonò, notizie fresche in arrivo.
La scrittrice aprì la pagina delle mail, in cui svettava una lettera della figlia, lesse con fervente curiosità tutto ciò che la sua bambina le raccontava.
Notò un allegato e lo aprì.
Vi era una foto di Sana con un ciondolo a forma di cuore spezzato e un ulteriore allegato con l’incisione retrostante, una “A”.
Misako lesse con gioia che la figlia era felice con Hayama e gioiva della sua gioia.



Solo in quel momento realizzò, quel ciondolo che incorniciava quella giovane era lo stesso delle foto che Sana le aveva inviato, le sue risposte erano arrivate.
La ragazza che le stava di fronte, era sua figlia.
Le barriere di Misako crollarono così come i suoi timori, come un castello di carte sospinto dal vinto.
Le braccia della donna avvolsero il corpo di Sana, stringendolo a sé con tutto l’amore che aveva, la sua testa si appoggiò al collo della figlia respirandone l’essenza, la stretta ardimentosa ma non forte mostrava quanto delicata e fragile apparisse l’immagine della figlia agli occhi della scrittrice.
Temeva che stringendola più forte lei sarebbe scomparsa, che la sua immagine si sarebbe dissolta tra le sue braccia lasciando solo qualche voluta nell’aria, così come nei suoi sogni accadeva di frequente.
Quel corpo che lei aveva sperare di ritrovare, seppur senza vita, era lì di fronte a sé, con la sua solita vitalità ed energia.
In un gesto dettato dall’istinto, la giovane ricambiò la stretta a quella donna sconosciuta, lasciandosi guidare dalla voce delle emozioni che provava. Misako s’inebriò di quel momento e assaporò il calore dell’abbraccio della figlia, mentre calde stille di gioia conquistarono il suo viso segnato.
Finalmente tra le braccia di sua figlia si poté sentire una madre completa.
L’emozione colse pure Sana che si lasciò andare a un pianto silenzioso carico di commozione, le loro lacrime si mischiarono.
Quelle due anime fragili si erano rincontrate e riconosciute, diventando un’unica realtà, in grado di superare le difficoltà del mondo insieme.
Naozumi trascinò Tsuyoshi fuori, quel momento era giusto fosse solo loro.



Kamura e Sasaki, erano appoggiati al muro del corridoio, le tante emozioni della giornata li avevano quasi sfibrati.
In un momento di lucidità, Naozumi espresse i suoi pensieri all’amico di Sana.
<< Sasaki ora dobbiamo pensare solo a preservare Sana e la sua famiglia. Nessuno deve sapere >> concluse secco.
Tsuyoshi ascoltò attento, avrebbe voluto chiedergli tante cose, come l’aveva trovata e soprattutto se sapeva perché lei sembrava non riconoscere nessuno, ma aspettò che fosse lui a dargli le risposte che cercava, ma fu colpito a bruciapelo da quella sua affermazione.
<< Non capisco cosa vuoi dire Naozumi, chi vuoi che sappia? La stampa? E’ ovvio che faremo di tutto per evitarlo, per lei potrebbe essere un trauma. E poi ha bisogno di tempo per abituarsi alla sua vita e ci sono molte persone che hanno bisogno di recuperare il tempo perduto con lei >> concluse tutto d’un fiato, convinto.
<< No, Sasaki non hai capito. Nessuno oltre noi può sapere! >> disse serio, un sopracciglio di Tsuyoshi si alzò incredulo.
<< Non puoi chiedermi di mentire ai miei amici, che sono anche i suoi e poi Akito deve saperlo! E’ il suo ragazzo, diamine! >> rispose innervosito.
<< Sasaki non è possibile! >> gli occhi di Naozumi fissarono duramente il ragazzo dinanzi a sé e ancor più duramente la sua voce risuonò nella testa del castano.
Tsuyoshi stava per andare in escandescenza, prese Kamura per la camicia e la stinse con rabbia crescente.
<< Cazzo Kamura, Akito ha tentato il suicidio quando ha saputo della sua morte! Come puoi dire così tranquillamente che non deve sapere, quando conosci quello che li lega >>.
Kamura a quelle parole si sentì colpito nell’orgoglio, Hayama era tutto ciò che lui avrebbe voluto essere per Sana. Il confronto con Akito e la sua costante presenza nella vita dell’unica donna che avesse mai amato, erano per lui una piaga continua.
Naozumi prese un grande respiro << Sasaki >> ponderò bene le parole << Sana ha perso la memoria … Non ricorda niente, né chi è lei, né chi è Akito , né altro >> il tempo che si prese per completare la frase, ne enfatizzò ancor di più l’importanza << Ho il timore che possa perdere tutti i suoi ricordi >>.
Gli occhi di Naozumi videro uno Tsuyoshi sconfortato dalle sue parole, ma era giusto che continuasse e che lo mettesse dinanzi ai fatti << Credo che da qualche parte, nei meandri della sua memoria, ci siano tutti i momenti che non ricorda, è come se avesse messo inconsapevolmente da parte la sua vita, per viverne una parallela. Temo che adesso, se venisse a contatto con le persone che un tempo le erano vicine, per uno strano motivo, potrebbe perdere tutti i ricordi. Sai, tipo uno shock >>si prese qualche secondo << Sarebbe come averla qui, ma perderla per sempre>>.
Il silenzio che aleggiò tra i ragazzi rimbombava come il suono di uno schiaffo inferto in pieno viso.
Tsuyoshi non volle disturbare e se ne andò per la sua strada, lasciando i propri ringraziamenti alla fidata collaboratrice di Misako. Approfittò del leggero venticello per riflettere meglio e scrollarsi di dosso tutte quelle emozioni che lo avevano turbato. Si era promesso che Akito non avrebbe saputo nulla fino a tempo debito.
Temeva solo che con la sua sensibilità, Aya avrebbe capito che c’era qualcosa di nuovo nell’aria.



Stretta tra le braccia di sua figlia, gli occhi brillavano della stessa intensa luce di come quando le era stata affidata la piccola Sana, dopo aver saputo di essere sterile.
Dopo molto tempo Misako allentò l’abbraccio, non avevano mai parlato, entrambe tutto quello che avevano da dirsi, se lo erano dette tramite i loro gesti d’affetto.
<< Vuoi qualcosa? >> chiese la madre, che solo in quel momento realizzò che la figlia non capiva più la lingua, ma, a dispetto dei suoi pensieri, Sana capì.
Scosse appena la testa che il leggero brontolio del suo stomaco raggiunse le orecchie preoccupate di Misako, lei le sorrise con calore, le prese la mano e la portò con sé in cucina.
<< Questa è la cucina, prendi tutto ciò che desideri. Per qualsiasi cosa io e Shimura-san siamo qui >> le sorrise con sincerità, Sana titubante prese qualcosa dal frigorifero, quando si girò verso la madre << Sushi >> disse guadandola, pur non capendo cosa fosse, continuò a ripetere quella parola per lei priva di senso.
Dopo poco più di dieci minuti, due porzioni del miglior sushi di Tokyo era in bella vista sul tavolo.
Gli occhi di Sana correvano da un mazisushi al temaki, dagli onigiri all’urumaki, dal sashimi al gunkanzushi*, il solo suo sguardo si riempiva di quelle forme diverse e dai colori carichi, che variavano dal verde scuro dell’alga nori** al bianco intenso del riso , dal rosa del salmone al verde chiaro dei cetriolini, quel mare di colori e odori investivano i suoi sensi, rendendo quel piatto così invitante ai suoi occhi, che subito si sedette a tavola.
Misako seguì Sana, sedendosi al suo fianco, felicemente trascinata dall’entusiasmo di sua figlia. Ringraziò mentalmente i kami per la sorpresa che le avevano riservato.
<< Ittadekimasu*** >> esclamò la donna, avvicinando le mani per poi separarle subito dopo un breve inchino. Sana ripeté i suoi gesti e le sue parole, intuendo come quello fosse un rito di ringraziamento e un buon augurio per la cena. Misako prese le hashi**** tra le mani e con maestria il primo bocconcino di sushi giunse alle sue labbra, la ragazza provò nuovamente a emulare la madre, non riuscendo nell’intento.
La giovane cercò di mantenere le bacchette in modo corretto, intenta com’era non si accorse della presenza della madre, fino a che si sentì sfiorare dalla manica nera del suo kimono.
<< Cara si prendono così >> disse la scrittrice con premura, mostrandole la posizione delle mani rispetto alle bacchette. Sana seppur in difficoltà, tremolando, riuscì ad agguantare una prima porzione di riso e a portarsela veloce alla bocca; la ragazza assaporò a fondo il gusto.
<< Ti piace? >> scandì Misako e lei fece la sua faccia più soddisfatta per far capire alla madre quanto avesse apprezzato, riprese le hashi tra le mani e provò a prendere un ulteriore pezzo,lo stomaco si faceva sentire.
Tremò ancora, aggiunse un po’ di salsa di soia e quando stava per portarlo nuovamente alle labbra, le scivolò il bocconcino, ruzzolando prima sulla tovaglia per poi spiaccicarsi a terra.
Il viso di Sana s’imporporò in un baleno, s’affannò con un tovagliolino a pulire, tra le risate di Misako che la facevano stranamente sorridere, senza farla sentire schernita.
<< Non ti preoccupare >> le disse la madre, facendola risedere al suo posto . Ancora in imbarazzo Sana si sedette al suo posto e si precipitò ad allontanare il piatto di sushi dinanzi a sé.
Misako guardò la figlia e attese che lei ricambiasse lo sguardo, a quel contatto la donna si precipitò a prendere il sushi con le mani, incitandola a fare lo stesso.
La giovane apprezzò quel tentativo di farla sentire a proprio agio e con piacere ritrovato, si servì del piatto.
Terminata la cena, le due donne si portarono fuori la veranda, illuminata dalla Luna, ormai alta in cielo.
Restate sole chiacchierarono e cercarono di capirsi quanto più possibile.
La madre accarezzò la guancia della figlia, ancora incredula di quella sua presenza lì.
<< Come sei stata in questo periodo? Eri felice? >> chiese parlando piano, la sua priorità era sapere che non aveva sofferto più del dovuto, in quel periodo.
Scosse la testa verso il basso, era un sì.
<< Molto >> riuscì a dire, Misako strabuzzò gli occhi sentendola parlare in giapponese, seppur in difficoltà.
<< Allora cosa ti ha portato qui? >> chiese curiosa.
La giovane poggiò la mano su di sé << I-i-io impo… in.. incompleta >> farfugliò a fatica, scovando tra le mille parole che le vorticavano nella testa, cercò quelle che le sembravano più idonee, anche se le parole corrette le apparivano dinanzi agli occhi come sfuocate e i suoni molto soffusi e lontani.
Misako l’abbracciò con un vero e profondo abbraccio materno, sperando di colmare almeno in parte i suoi vuoti.
D’improvviso l’immagine di Hayama le baleno alla mente, stava per chiederle se ne avesse ricordo, che la vide sbadigliare.
<< Forse è il caso di andare a dormire >> disse la donna e Sana acconsentì, con ancora le lacrime agli occhi per lo sbadiglio.
Dopo una doccia veloce, Misako l’accompagnò lungo il corridoio, posò la mano sulla maniglia della stanza che era sempre stata di Sana, stava per aprire << Dormire con te? >> biascicò in uno strano mix nippo-portoghese << tutto sconosciuto a me, tu sei l’unica cosa che sento parte di me >> disse a bassa voce.
Misako senza troppi preamboli la portò nella sua stanza e dopo pochi minuti si ritrovarono nel letto, si addormentarono felici l’una nelle braccia dell’altra.


Il sole giunse presto a conquistare il cielo bruno di Tokyo, questa volta la sua luce non si era limitata ad illuminare i tetti delle case, ma era penetrato nel cuore, divenuto pece, di Misako Kurata.
<< Si dottore… ho capito >> concluse la telefonata con un nuovo peso che le schiacciava il cuore.
<< E adesso? Come devo fare? >>


* Mazisushi, temaki, onigiri, sashimi e gunkanzushi = Varietà differenti di sushi
** Alga Nori = Alga verde scura che avvolge gli involtini di riso per il sushi
*** Ittadekimasu = Buon appetito
**** Hashi = Bacchette Salve a tutti :)
Rieccomi qui con questo 13° chappy che spero vivamente vi sia piaciuto, anche se credo che in particolare ci sia il momento dell’abbraccio che non rende come vorrei :s Dettagliuccio a parte, questo capitolo credo sia più lungo del solito e spero fatto meglio :)
Comunque appena termino l’ultimo capitolo di un’altra fic, mi dedicherò unicamente a questa così da terminarla quanto prima :)
Ormai si può dire che non manca molto, anche se sarà strano dover addio a questa fiction che quand’ero ragazzina mi accompagnava nei lunghi ritorni da scuola, in cui fantasticavo su queste avventure :D
Spero che anche voi lettori e commentatori sarete qui a sopportarmi e supportarmi con affetto come hanno alcune di voi :)
Grazie mille del supporto,
Fallen Star

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