La luce dei suoi occhi.

di BEoriginal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perchè? ***
Capitolo 2: *** Una scoperta. ***



Capitolo 1
*** Perchè? ***


Sulla soglia apparve suo papà.

Era di cattivo umore e Gabriel sentiva che centrava qualcosa.
 
Il padre lo chiamò nella sua stanza. Le mani gli tremavano.
Il ragazzo aspettava impaurito i soliti tre dolorosissimi ceffoni seguiti da quello sguardo di odio che faceva ancora più male.
 
Non capiva, però, cosa aveva fatto quella volta. Non aveva preso nessuna nota o brutto voto a scuola ultimamente.
 
Preso da quei pensieri Gabriel non si accorse che suo papà si era accasciato a terra.
 
In preda al panico corse a chiamare la mamma. Non c'era!
Marta! Nemmeno!
Doveva chiamare l'ambulanza ma quale era il numero per l'emergenze?!

Ah si: 118!
 
Per fortuna l'ambulanza arrivò velocissima.
Caricarono suo padre. Gabriel non sapeva che fare.
Lo fecero salire.
 
A vedere suo padre così pallido e immobile gli venne da piangere.
Mentre si disperava il papà aprì gli occhi.
Era la prima volta che si guardavano così a lungo. A casa si lanciavano solo occhiate di sfuggita.
 
-"Era questo che cercavo di dirti"- disse al figlio, che però non capiva. 
-"Sono malato di cancro."
 
Distrutto da questa lacerante notizia Gabriel abbassò di colpo la testa e chiese -"da quando?"-.
Il padre rispose -"da troppo tempo."-
 
A quel punto non si trattenne più.
 
Per la prima volta, Gabriel, osò urlargli contro -"Perchè? Perchè non hai mai detto nulla? Perchè? Non ha senso! Potevi guarire! Potevi continuare a vivere! Perchè!?"-
 
-"Io non avevo scelta. Non sarei potuto guarire in nessun modo. Non volevo farvi stare male e non ho detto nulla. Però, adesso, una cosa la devo dire. Scusa Gabriel. Scusa perchè non ti ho mai dimostrato tutto l'affetto che dovevo dimostrarti. Salutami Marta e mamma. Dì a loro che le amo. Ciao. Ti voglio bene Gabriel."-

La sua voce si era fatta sempre più fioca fino a spengersi del tutto.
Li aveva lasciati.
Lo aveva lasciato.
Per sempre.
 
-"Addio papà ti voglio bene anche io."-

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Capitolo 2
*** Una scoperta. ***


Una settimana dopo ci fù il funerale.
 
Un mese dopo il ragazzo tornò a scuola.
 
Ormai non gli importava più di niente, tantomeno di Pietro.
Che lo picchiasse pure, quanto gli pareva, tanto non sentiva più nessun tipo di dolore.
 
Nulla più gli faceva male.
 
Entrò in classe.
Tutti abbassarono lo sguardo.
La professoressa gli chiese, con prudenza, come stava. Rispose sinceramente tanto non c'era bisogno  di mentire. -"Malissimo"-.
 
A quel punto un ragazzo si alzò.
Gabriel non si girò per vedere chi era.
Non gli importava.
 
Sentì che si dirigeva verso di lui.
Dalla pesantezza dei passi capì che era Pietro.
 
Gli toccò la spalla.
Non reagì.
Disse -"vieni fuori ti devo parlare"-.
 
Qualcosa, nella testa di Gabriel, lo incitava a seguire il suo nemico.
 
Si alzò.
Uscirono.
Si guardarono.
 
Era quello di sempre: alto e grosso, capelli a spazzola e portava l'immancabile orecchino doro sull'orecchio destro.
 
Di nuovo i pensieri avevano distratto Gabriel dalla realtà.
 
Pietro piangeva.
 
Gabriel non capiva ma voleva capire. -"Pietro, che ti succede?"-.
 
Gli raccontò la sua storia: anche suo padre era morto.
Era successo quattro anni prima.
 
Disse che lo capiva.
Disse che faceva il bullo per sfogo.
Disse che era arrabbiato, perennemente arrabbiato.
 
Infine si scusò per come lo aveva sempre trattato. Disse che si sarebbe scusato anche con gli altri.
 
Aveva cominciato a piangere anche Gabriel.
Era tutto così strano.
 
D'improvviso il mondo sembrò una barzelletta.
Una di quelle che, però, non fanno ridere.
Le persone di tutto il mondo sembrarono frutto della fantasia di un uomo.
Un uomo che aveva inventato quella stramaledetta barzelletta chiamata:
Mondo.

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