Le opere e i giorni

di Dram66
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ieri e oggi ***
Capitolo 2: *** Il party ***



Capitolo 1
*** Ieri e oggi ***


I raggi del sole entrano dalla finestra e il vento scosta leggermente le tendine rosa. L’aria primaverile della campagna le solletica i corti capelli azzurri e smuove i petali dei fiori bianchi che porta sopra l’orecchio.
E’ quasi pronta: il vestito è semplice, liscio e bianco senza maniche e con una profonda scollatura, ma che senza un seno abbondante non risulta volgare; la seta lucida segue morbida la linea del corpo.
Bra si guarda allo specchio, per l’ennesima volta nel corso della mattinata. Sorride a sé stessa: i capelli sono a posto, la decorazione floreale nell’acconciatura anche, il vestito è proprio come lo voleva.
E’ il ragazzo giusto, è l’uomo che ama e che diventerà il padre dei suoi figli.
E’ pronta.
Un tocco leggero alla porta e lui entra.
Bra lo guarda e gli occhi neri di lui si spalancano: ha sempre saputo che era bella, ma con l’abito bianco, una stretta al cuore è inevitabile.
Si avvicina alla specchiera con fare goffo, l’abito elegante lo mette a disagio e la cravatta lo soffoca. Non è mai stato un uomo di molte parole, ma Bra è sempre stata in grado di leggere le emozioni di suo padre. Qualche filo bianco orna la sua chioma corvina e i baffi gli danno un’aria seriosa: nonostante lei gli avesse detto che non gli donavano, aveva voluto farseli ricrescere, dicendo che ‘erano adatti alla sua età’.
Appoggia una mano al piano della specchiera e le rivolge un sorriso timido.
Si sente tremendamente vecchio vedendo sua figlia in abito da sposa. Tutti avevano sempre detto che Bra era una copia sputata di sua madre, per via di quella assurda comunanza di colori, ma Vegeta vedeva in lei una strana somiglianza con sé stesso e non si vergognava nel pensare che ne andava fiero: Bra aveva un fisico minuto e compatto, privo di forme e quasi senza seno, ma ciò che più la accomunava padre e figlia era il carattere, sebbene da pre-adolescente Bra avesse sviluppato un portamento da ragazzina superficiale e vanitosa, una mera sceneggiata per farsi accettare da quelle sciocche ragazze che frequentavano la sua stessa prestigiosa scuola privata; finito il liceo aveva deciso di tagliarsi i lunghi capelli in una corta zazzera maschile, in segno di protesta e cambiamento, in concomitanza con l’iscrizione alla facoltà di Medicina, cosa che aveva scelto contro il volere dei genitori, che desideravano lei mandasse avanti la seconda azienda di famiglia.
Ora Bra è lì che lo fissa nel suo abito bianco.
“Sei pronto?”
“E tu?”
Vegeta si avvicina alla figlia e le prende le mani nelle sue.
“Sei ancora in tempo. Dì una sola parola e caccio tutti a calci, e ce ne andiamo via io e te.”
Bra scoppia a ridere scuotendo la testa.
“Io lo amo, papà” dice guardandolo negli occhi dolcemente.
Vegeta fa un profondo sospiro.
“Va bene, allora andiamo.”
Bra aveva scelto di sposarsi nel giardino di villa Kelly, a Drogheda, la tenuta di campagna che era appartenuta ai genitori di sua nonna materna Bunny, e ricomprata poi dai suoi.
I ricordi migliori della sua infanzia erano lì.
Scendono in silenzio le scale e si portano sull’uscita sul retro.
Vegeta sbircia fuori. In piedi, accanto all’altre, c’è lui.
Può vedere da lì che è agitato, ma allo stesso tempo felice.
“Anche Zach mi ama, papà” dice Bra.
“Sarà meglio per lui” risponde torvo Vegeta “Non mi sono mai piaciuti i chitarristi.”
Già si immagina la scena: Zach McGee che abbandona sua figlia a casa con dei marmocchi mentre lui se la spassa in tournée col suo gruppo, attorniato da groupies. Fosse l’ultima cosa che fa, ma il tal caso lo ammazzerà.
“Ama il suo lavoro e lo fa bene.. ma mi ama davvero e saprà prendersi cura di me, vedrai” lo tranquillizza la ragazza poggiando una mano sul suo braccio.
Vegeta la guarda e per un istante vede accanto a sé una bambina coi codini e una saloppete rosa che tiene in mano un coniglio di peluche.
“Andiamo?” chiede.
Bra stringe il bouquet e alza lo sguardo di fronte a sé.
“Andiamo.”
 
Il sole sta tramontando e fra l’erba si intravedono le prime lucciole. Gli invitati ballano ancora e le risate non sembrano avere intenzione di scemare.
Lei è in piedi sotto il portico, appoggiata alla ringhiera, e osserva.
Vede sua figlia che sta ballando un lento, la testolina azzurra appoggiata alla spalla del suo biondo sposo che le accarezza la schiena, ma nel girare del ballo riesce a scrutare gli occhi di Bra e quella che vede in realtà non è vera felicità e Bulma ha paura di sapere perché: lui ha scelto di non venire, come del resto ha sempre scelto altro rispetto a Bra. Queste sono cose che una madre non dovrebbe sapere, segreti di figlia inconfessabili se non al cuore, ma spesso le intuizioni di una madre non sono altro che verità: è merito di quella magia ancestrale e atavica che solo chi ha il potere di generare la vita possiede.
Bulma sposta lo sguardo sulla pista da ballo e vede suo figlio, stretto a sua moglie.
La sua figura snella avvolta in un abito color lavanda non è stata rovinata dal recente parto della piccola Bibi, nota Bulma. I lunghi capelli castani sono sciolti e gli occhi vagano in aria con sguardo felice.
Non ha mai ritenuto Laika una gran bellezza: un fisico asciutto,normale, e un viso ancora più ordinario, dai languidi e distanti occhi marroni e le labbra sottili, ma quando Trunks aveva comunicato a casa che si era fidanzato con una rampolla della nobile famiglia O’Chen, Bulma aveva fatto i salti di gioia, una nobile, ricca e quanta pubblicità in più avrebbe portato alla Capsule Corporation!
Quanto era stata cieca. Solo adesso se ne rende conto, osservando dove in realtà gli occhi di Trunks si dirigono: ad un tavolo, al lato opposta della pista da ballo, è seduta Marron.
Bulma ricorda che suo figlio e la bionda e bellissima figlia di Crilin e C-18 erano stati fidanzati. Sembravano felici.. ma poi finì, Marron decise di trasferirsi dall’altra parte del paese per seguire la sua carriera di modella e Trunks ne fu così contrariato da lasciarla: Bulma credeva fosse tutta acqua passata, ma vedendo ora lo sguardo di suo figlio, sta dando credito a quella vocina dentro si sé che aveva sempre detto che Laika era una copertura ad un cuore spezzato e Trunks si era alla fine accontentato. Forse, in fondo, certi amori non finiscono mai.
Non si accorge che suo marito si è avvicinato a lei e le ha appoggiato una mano sul fianco.
Nell’altra regge un bicchiere di champagne, non porta la giacca e la cravatta è allentata: ha resistito fino troppo, per essere lui.
“Abbiamo fallito” esordisce Bulma.
Vegeta la fissa “Cosa stai dicendo?”
Col capo Bulma indica ciò che ha appena visto “Abbiamo generato due infelici”
“Non capisco..” dice Vegeta.
“Guarda” Bulma sospira “Noi due siamo stati fortunati a trovarci e a riuscire a stare insieme, nonostante tutto quello che ci è capitato.” La bocca si piega in una smorfia “Solo ora mi rendo conto di quanto sia difficile”.
 
***
 
L’aria frizzantina e pungente è da autunno inoltrato, il cielo grigio promette piogge che tarderanno ancora un po’ ad arrivare. Decide che è meglio indossare un maglione per la passeggiata, ormai è vecchio e preferisce non rischiare: buffo, ha attraversato l’universo e combattuto con centinaia di nemici e adesso si preoccupa per un raffreddore.
Scende piano le scale e risponde al saluto della governante. Afferra il bastone vicino alla porta ed esce.
La tenuta di Drogheda è immensa e ha deciso di rivederla tutta, un pezzo ogni giorno. Grandi prati verdi a maggese e coltivazioni di grano si alternano a boschi e pascoli per le pecore: avranno della buona lana quest’anno, il fattore gli ha detto così l’altro giorno.
Ha già distanziato la casa padronale di un bel pezzo e se si gira può vedere sotto di sé villa Kelly, che ad ogni passo si allontana sempre più.
Quanti ricordi si affacciano alla sua mente: in questo spiazzo ha insegnato a sua nipote Bibi a volare, in quello ha impartito a Robert le prime lezioni di lotta, più in là Trunks e Laika erano seduti a leggere un libro e là, vicino a quell’albero, lui e Bulma avevano fatto l’amore dopo una brutta litigata.
Bulma.. Sono passati due anni, quasi, o di più?..non conto più il tempo da quando te ne sei andata. Non mi hai nemmeno lasciato il tempo di dirti addio, sono rincasato dalla città e Selma, la figlia di Bibi, quella piccola bambina tutta uguale a te, mi sussurra in un orecchio che ‘la nonnina se ne è andata’. Non erano questi i piani, avrei dovuto andarmene io per primo. Eri tu ad occuparti di tutto: casa, azienda, figli, nipoti..che cosa faccio adesso io da solo? Non sono capace in queste cose Bulma, l’hai sempre saputo, sei stata scorretta a piantarmi qua. Io non so niente, non so niente.
Sente dei passi dietro di sé e gira lentamente il capo. Avvolta in uno scialle grigio, con passo svelto per raggiungerlo, vede sua figlia Bra. Porta ancora i capelli corti e Vegeta nota con malinconia che anche lei è invecchiata: pesanti rughe le solcano il viso e le appesantiscono il collo; è già nonna.
“Tra poco pioverà papà, sarebbe meglio rientrare”
Vegeta continua a camminare e Bra si pone al suo fianco.
“Mi ha chiamato Patrek, ha finito poco fa di operare, sta per mettersi in viaggio, arriverà fra tre ore circa”
Le chiacchiere della donna aleggiano nel vuoto,Vegeta continua a camminare in silenzio.
“Sai, pensavo che effettivamente Selma potrebbe trasferirsi da Bobby e Maude, le vogliono bene e lei va d’accordo con Karma, si troverebbe meglio lì con loro, con una ragazzina della sua età. Trunks e Marron sono troppo vecchi per prendersi cura di una bambina così piccola, e poi anche Bobby è d’accordo..”
“Robert è uguale a te, farebbe meglio a capire che deve farsi i fatti propri. Tale madre, tale figlio, ficcanaso insopportabili. La bambina è affidata a Trunks, lui è suo nonno e sa cosa è meglio per lei” bofonchia spazientito Vegeta.
“Non la penso così” risponde secca Bra.
Proseguono per un po’ di tempo in silenzio, mentre il cielo diventa sempre più grigio.
“Quando hai detto che arriva il tuo dottor Schafer?”
“Tra un paio d’ore ormai..”
“Ah già..”
Non gli dispiace Patrek, anche se gli è sempre sembrato un terzo incomodo tra Bra e..lui. Il dottor Patrek Schafer è un collega di sua figlia, un chirurgo come lei, ma di dieci anni più vecchio e più esperto. Bra aveva iniziato a frequentarlo diversi anni dopo la morte di Zach e da qualche anno era ormai ufficialmente il suo compagno.
Vegeta si incupisce: entrambi i suoi figli sono rimasti vedovi prima di lui, per prima Bra quando i suoi figli erano ancora piccoli, e poi Trunks, qualche mese dopo la morte di sua figlia Bibi, sua moglie Laika era deceduta per il dolore.
Ma fortunatamente dopo il giusto tempo, hanno ritrovato la felicità: Trunks e Marron avevano messo da parte i rancori del passato e avevano deciso di passare gli anni che rimanevano loro insieme, e Bra aveva ceduto all’amore del suo chirurgo. Una cosa non gli torna..
“Bra..”
La donna si gira per osservarlo.
“Devo domandarti una cosa.”
“Dimmi papà”
Vegeta si ferma. Il cielo è sempre più scuro.
“Non mi sono mai intromesso nella vita tua o di Trunks, ho sempre accettato le vostre scelte e non vi ho mai impedito nulla, sono sempre rimasto a guardare, senza commenti o critiche.. e lo stesso tua madre, che era più presente e attenta di me..”
“Dove vuoi arrivare papà?”
“Perché non Goten?”
Bra rimane a fissarlo con la bocca socchiusa, immobile e incerta.
“Che intendi dire?..”
Vegeta guarda il cielo e poi inizia a parlare con tono sommesso.
“Trunks non amava davvero Laika, me lo fece capire tua madre tanti anni fa, ma è un uomo d’onore e non la lasciò mai. Ha sempre amato Marron e Marron ha sempre amato lui, forse è per questo che non si è mai sposata, anche se non riesco a capire chi sia il padre di sua figlia Harley..Si erano fatti allontanare da sciocche incomprensioni e ne hanno pagato le conseguenze stando lontani, ma quando ne hanno avuto l’occasione non si sono più fatti fermare. Tu e Goten..bè..è più o meno lo stesso discorso”
Bra continua a fissarlo con occhio torvo “Come lo sai?”
Vegeta sogghigna “Oh, l’abbiamo sempre saputo tutti, chi prima e chi dopo. Non avete mai detto nulla a nessuno, ma non eravate molto furbi.” Vegeta le rivolge uno sguardo serio “Pensavo che come Trunks e Marron, anche voi ne avreste approfittato per rimettervi insieme. D’altronde, lui è divorziato da Valese da molti anni, e pensavo che una volta superato il dolore per la morte di Zach..”
“Ti sbagliavi. Tu, la mamma, tutti, vi sbagliavate” lo interrompe secca Bra.
Per un po’ rimangono in silenzio. Qualche goccia sottile comincia a scendere dal cielo nero.
“Ho amato moltissimo Goten” dice ad un tratto Bra. “Quando ero una ragazza, l’ho amato più di me stessa, come la mamma amava te, come Marron ama Trunks. Anche lui diceva di amarmi. Ma ha sempre scelto Valese. Non l’ha mai lasciata nemmeno quando ci frequentavamo, sì, è così papà, non guardarmi in quel modo. Quando gli chiesi di fare una scelta, bè, ha scelto lei, e l’ha sposata. E’ vero, lo amavo ancora quando sposai Zach, Zach era buono e mi amava e lo amavo anche io, ma non nel modo in cui amavo Goten.”
Le gocce si fanno più grosse e pesanti, cadono gravi sullo scialle di Bra che se ne inzuppa.
“Quando Zach morì, Goten aveva già divorziato, e credi che non ci provò? Non è bello stare da soli, te ne sei accorto anche tu, e lui sapeva l’ascendente che ha sempre avuto su di me. Ma c’era Patrek. Patrek mi ha amato fin dal primo istante, quando ero ancora fidanzata con Zach. Ha sempre avuto rispetto, ed è stato paziente quando sono rimasta vedova. Mi è sempre rimasto accanto. Forse sarà meno passionale e seducente di Goten, ma mi ama davvero, nel modo in cui tu amavi la mamma e in cui Trunks ama Marron. E col tempo l’ho amato anche io, con serenità e dolcezza. Ecco perché non ho scelto Goten, papà”
La pioggia cadeva fitta e padre e figlia erano immobili, fradici sotto l’acqua.
Vegeta fece qualche passo verso di lei e la prese a braccetto.
“Forza accompagnami, andiamo a casa”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Alloraaa eccomi qui.. è un esperimento, per anni mi sono immaginata le vicende della mia coppia preferita(VegetaxBulma), arrivando a costruirmi un vero e proprio albero genealogico di figli e nipoti(sì, lo so, sono folle) quindi ho deciso di imbarcarmi in questa raccolta di one-shots!! fatemi sapere cosa ne pensate!!
Dram66
ps. mi sono arenata nell’altra mia storia,’La mia casa è dove sei tu’, appena mi riprendo la aggiorno!!

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Capitolo 2
*** Il party ***


Le luci centrali del salone erano spente mentre quelle stroboscopiche impazzavano a ritmo accelerato. La musica pulsava potente un rap commerciale, mentre al tavolo di cristallo ricoperto di una tovaglia cerata ci si poteva servire con alcool per tutti i gusti e salatini di terza scelta. Gente di tutti i tipi andava e veniva per l’appartamento, non stando propriamente attenta al mobilio o a non sporcare il prezioso parquet.
“Stavolta ci ammazzano” disse a sé stesso il ragazzo “Anzi, mi  ammazzano! Bra! Come diavolo ti è saltato in mente di organizzare tutto questo casino?”
La ragazza si avvicinò al fratello. “Tranquillo Trunks! Sistemeremo tutto prima che tornino mamma e papà! Hanno detto che sarebbero rimasti a Drogheda fino a domenica sera, perché preoccuparsi?” Bra gli sorrise con fare sornione ravvivandosi i lunghi capelli ondulati.
“Ho 26 anni, sono un uomo adulto, sono il presidente di una multinazionale con sedi in tutto il mondo e un capitale che ha più zeri sulla dichiarazione dei redditi che lettere nel nome, che figura ci faccio se la stampa..”
“Shottini al rhum!!”
“..devo andare” Trunks si diresse verso il tavolo degli alcolici attirato dalla proposta di una procace ragazza mora.
Bra rise sotto i baffi e si lisciò il vestitino nero: avrebbe dovuto imbottire il reggiseno, così sembrava una tavola da stiro. Alzò lo sguardo e scrutò la sala.
“Oh Bra, Bra.. “ disse una voce alle sue spalle “Sei fin troppo prevedibile”. Un’avvenente ragazza bionda si avvicinò: indossava dei larghi pantaloni a vita alta color beige e un giacchetta di broccato nero che copriva una camicetta di lino grigia; ai piedi aveva due alte zeppe di cuoio e i capelli erano avvolti in un ordinato chignon.
“Non so di cosa stai parlando, Marron”
“Oh andiamo, per chi l’hai organizzata questa festa? Con le luci da discoteca, e questa musica..urgh!, ma a te non piacevano le luci soffuse delle candele e i cantautori?” la canzonò Marron.
“Sì, ma anche queste feste mi piacciono. Sai, le mie compagne di scuola ne organizzano molte di feste così e il fatto che loro..non mi abbiano mai invitata, non significa che io non le sappia apprezzare!”
“E tu le hai invitate stasera?”chiese Marron.
“Sì”
“E loro sono venute?”
“..No” rispose Bra chinando il capo “Sai, non gli piaccio molto, temo”
La bionda si sedette su un tavolino lì vicino accavallando le lunghe gambe. “Bè e chi se ne importa, no? Sono delle ragazzine vuote e viziate, tu sei diversa! Smettila con questa pagliacciata e fa vedere loro ciò che sei realmente!”
“Mph”sbuffò Bra “per te è facile parlare: la modella, la ragazza più popolare della sua scuola, invitata a tutte le feste e a tutte le occasione mondane! Tu non sai cosa vuol dire avere a che fare con delle ricche viziate che fanno a gara a chi ha l’auto più costosa!”
“Uhmm, che fortunata sono a frequentare la scuola pubblica”borbottò Marron con sarcasmo “E comunque per l’auto..vinceresti tu”
Bra si sedette accanto all’amica e gettò uno sguardo nella sala.
“E’ una festa orribile, vero?”chiese
“Dozzinale”spiattellò la bionda controllandosi le unghie smaltate di nero.
La musica continuava a vibrare dalle casse dell’impianto e un gruppo di ragazzine ballava a piedi nudi sul divano, dimenandosi e strusciandosi tra loro.
“E..lui è arrivato?”Marron le diede un’occhiata eloquente.
Lui..chi?”Bra continuava a tenere gli occhi fissi sulla sala, cercando di combattere contro il rossore che sentiva le stava invadendo le gote.
“Oh, ti prego, non fare la finta tonta! Con me non attacca!”L’amica la fissò “Goten. Parlo di Goten, è già arrivato?”
Bra scosse il capo.
“Tutto questo casino per lui e quello neanche si fa vedere?”
Bra scese dal tavolino e alzò la voce per sovrastare il suono della musica “Non l’ho fatto per lui!” diede le spalle a Marron e incrociò le braccia.
Poi lo vide. Era appena entrato e scrutava la sala in cerca di qualcuno.
Per Bra in quel momento si spense tutto:niente più musica, niente più luci stroboscopiche, niente più persone che ballavano per il suo salotto, lui era lì, nel suo giubbotto di pelle nera e con il solito sguardo bonario spaesato. Sentì che il cuore perse un battito e un enorme groppo le salì in gola, quasi ad impedirle di respirare, la testa si fece all’improvviso più leggera e la bocca si allargò involontaria in un sorriso: è così che ci si sente quando si vede la persona che si ama. In quel momento qualsiasi problema, qualsiasi guaio era cancellato, perché lui era lì.
Lo vide avvicinarsi a Trunks e salutarlo con una pacca sulla spalla, mentre suo fratello indicava nella sua direzione: allora Goten si girò e il suo sguardo incontrò quello di Bra; la fissò e le sorrise.
“Gli occhi degli amanti..” le sussurrò Marron.
Trunks e Goten si avvicinarono alle due ragazze. Si salutarono amichevolmente con sorrisi, Marron e Trunks si diedero un veloce e tenero bacio da fidanzati sulle labbra e poi si allontanarono.
“E’ proprio una bella festa” disse Goten.
“Grazie” rispose Bra.
 
Casa sua, la Capsule Corporation, non era mai un posto tranquillo: tanta gente affollava gli uffici del piano terra e l’appartamento dei suoi nonni al primo piano era sempre colmo di amici degli stessi, i due piani che occupava la sua famiglia erano un vero e proprio porto di mare, con collaboratori e colleghi di sua madre e suo fratello, gente chiacchierona e importuna, che andavano e venivano a qualsiasi ora; grida e voci riempivano l’ambiente per tutto il giorno, perlopiù voci di baruffe e sciocche litigate, tra sua madre e suo padre, tra lei e sua madre, tra sua madre e suo fratello, tra lei e suo fratello e tra suo fratello e suo padre.
Nessuna pace, nessun silenzio, tanto meno adesso, nel corso di una festa. Ma Bra conosceva bene casa sua e sapeva che anche in un luogo chiassoso e stracolmo come la CC, si poteva trovare un luogo per starsene tranquilli. In quel caso, fu uno sgabuzzino all’ultimo piano.
Goten la avvolgeva tra le sue braccia e le sue labbra cercavano senza sosta quelle di lei. Le sue mani percorsero tutto il corpo di Bra, che ringraziò in quel momento di non aver imbottito il reggiseno con dei calzini.
Bra passò una mano tra i neri e folti capelli di lui.
Dio, le piaceva da morire. In quel momento era come cera calda tra le sue mani, molle, malleabile, poteva farle quello che voleva. In certi momenti non le importava che lui stesse con Valese: era una ragazza sciocca, quella Valese, vuota e sciocca, come poteva Goten sentirsi attratta da quella?..c’era così tanta chimica ,invece, tra lei e Goten, un’intesa perfetta, si conoscevano da quando erano nati, da sempre, le loro famiglie erano legate per sangue, per popolo, erano della stessa razza, avevano lo stesso destino. Valese..poteva capirlo, forse, Goten: Valese era una ragazza carina, piacevole alla vista, ma Bra sapeva che presto sarebbe stato suo. Gli uomini non sanno prendere scelte, bisogna incoraggiarli, le diceva sempre sua madre. Avrebbe continuato per la sua strada, sapeva che Goten avrebbe lasciato l’altra per lei, ne era certa. Era questione di tempo. Perché lei lo amava, più di ogni altra cosa, anche se era solo una ragazzina, come amavano ripeterle tutti, ma lei lo amava di un amore ardente e con una passione bruciante e un trasporto assoluto. Lo avrebbe amato per sempre, e sapeva che anche lui la amava.
Era solo questione di tempo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao! One-shot un po’ più breve e decisamente più allegra della precedente, spero comunque che questo mio esperimento risulti gradito, la mia idea di storia delle famiglie di DB potrebbe non piacere a tutti!
Chi ha letto la os precedente capirà le allusioni e il finale di questo racconto!
Un bacio a tutti, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!
Dram66

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