My terrible life.

di LoveHoran_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New life. ***
Capitolo 2: *** Chapter Two. ***
Capitolo 3: *** Chapter Three. ***
Capitolo 4: *** Chaprter Four. ***
Capitolo 5: *** Chapter Five. ***
Capitolo 6: *** Chapter Six. ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven. ***
Capitolo 8: *** Chapter Eight. ***
Capitolo 9: *** Chapter Nine. ***
Capitolo 10: *** Chapter Ten. ***
Capitolo 11: *** Chapter Eleven. ***
Capitolo 12: *** Chapter Twelve. ***
Capitolo 13: *** Chapter Thirteen. ***



Capitolo 1
*** New life. ***


Chapter one
___________________________________________________________

La sveglia suona. Mi alzo, mi vesto ed esco. Ricomincia scuola ma 

quest’anno è tutto differente. Non ho amici qui. Sono nuova e ho
voglia di iniziare una vita diversa da quella che avevo prima.
Mi presento, Sono Ellie. Ellie semplicemente. Non amo il mio cognome
come non amo mio padre. Mi sono trasferita qui, in questo paesino
di merda, solo per il suo stupido lavoro.
Prendo l’ipod e metto la mia solita canzone preferita. Accelero il passo
vedendo che la campanella di quell’istituto così cupo e triste, sta per
suonare. Entro prima che suoni e prendo gli orari di quella giornata.
Prima ora, matematica. –Bhe cominciamo bene- dico nella mia mente
e ricominciando a camminare, sta volta più lentamente, verso la mia
futura classe di matematica.
Mi guardo in torno, tutti mi fissano.  Infondo che cos’ho che l’incuriosisce
tanto? Sono vestita come tutti loro. Vado avanti con il pensiero che forse
una di quelle persone poteva essere nella mia nuova classe. Salgo le
scale per arrivare all’ultimo piano di quella scuola che già odiavo per non
so quale motivo.
Finalmente arrivo davanti a quella classe targata ‘1G’ e fuori ci sono dei
ragazzi –anche loro mi fissano- che sicuramente aspettano la prof di
matematica per entrare. Entro in classe, completamente vuota ma nel
frattempo riempita di luce, e mi siedo al primo banco davanti alla cattedra.
Tolgo le cuffie dalla mie orecchie, poso lo zaino e rimango un po’ a
guardare gli orari scolastici che mi sarebbero dovuti capitare nelle ore
successive. Dopo qualche minuto la classe si riempie, sia di voci che
di persone, e nel frattempo mi chiedo chi si fosse seduto accanto a me,
in quel posto vuoto che avevo occupato con la mia borsa. Tutti si siedono
e io rimango sola in quel banco davanti alla prof che mi accenna un
sorriso,ricambiato, mentre fa l’appello. Poi arriva il momento delle presentazioni.
La prof mi sorride ancora una volta, io mi alzo e mi presento: “Sono Ellie,
Ellie Cooper. Vengo da Londra ma mi sono trasferita da qualche giorno
qui a Mullingar. Ho 17 anni e.. “ La prof m’interrompe. Un ragazzo dalla faccia
dolce entra con il fiatone e si scusa gentilmente del ritardo. Poi guardo
meglio e vedo che si dirige accanto a quel posto occupato dalla mia
borsa e si siede, lì, accanto a me. Mi sorride:” E’ tua questa?” chiede
alzandola e mettendola sul banco, io annuisco innocente e cerco di
riprendere il discorso, ma la prof mi blocca di nuovo: “La ragazza
qui accanto è la signorina Cooper” –Perché devono chiamarmi con il
cognome? Perché?- penso nella mia testa. “Signor Horan.” Continua
la prof rivolta a quel ragazzo che si era appena seduto accanto alla
mia borsa.  “Cooper, penso che può bastare, torni al suo posto” Mi dice
sempre sorridente mentre io chino leggermente la testa in segno di assenso.
Torno al mio posto e mentre la prof dice qualcosa quel ragazzo mi porge
la mano e si presenta. “Piacere sono Niall, Niall Horan. A quanto pare
tu sei quella nuova” stringo la sua mano e noto che ha una stretta
abbastanza vigorosa e nel mentre, accenno un sorriso per affermare
quello che aveva appena detto. “Per qualunque cosa, puoi contare sul
mio aiuto. Non devi farti problemi” Il ragazzo di nome Niall, dagli occhi
azzurri e i capelli biondi, mi aveva detto che potevo contare su di lui. Ok,
forse alla fine non è così male questa scuola. L’ora passa velocemente
e tra una parola e l’altra con quel ragazzo, non la passo noiosamente.
Esco dalla classe e sono di nuovo sola, guardo ancora gli orari e noto
di avere storia dell’arte, amavo quella materia, così mi affrettai a trovare
la classe, che sicuramente sarebbe stata una delle migliori.
Eccola lì davanti a me. Entro prima che la prof arriva, come avevo fatto
nell’ora precedente, ma sta volta non mi metto al primo banco. Continuo
a guardare quella stramaledetta tabella degli orari e ogni volta che cerco
di studiarla meglio, la professoressa e tutti gli altri entrano. Alzo lo sguardo
verso l’entrata, per guardare meglio tutte le persone in faccia, per farmi
un’idea di come sono i miei nuovi compagni, ma poi mi soffermo su una di quelle;
Quel ragazzo della classe di matematica entra da quella porta e gli occhi
mi guardano con aria sorridente.

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Capitolo 2
*** Chapter Two. ***


Chapter two.
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Il ragazzo mi si avvicina, sempre con il sorriso stampato in faccia.
“Guarda chi si rivede!” io le sorrido sempre senza rispondere.
“posso sedermi qui?” Annuisco sempre con quel sorriso stampato
in faccia che mi aveva letteralmente incollato sul volto. La sua presenza
cominciava a farmi piacere visto che era l’unica persona che fino ad
adesso mi calcolava, ma d’altronde era passata solo un’ora dall’inizio
della scuola, non potevo saperlo.  Nel pieno della lezione comincia
a farmi delle domande del tipo “Londra è figa vero?” oppure “Un giorno
vorrei andarci, tu mi faresti da guida?”io non rispondo e cerco di
ascoltare la lezione. “senti, voglio ascoltare la lezione. Possiamo
parlare durante la ricreazione se vuoi” lo interrompo in una delle sue
conversazioni che rivolgeva a se stesso. “certo, ma ti avverto, nella
prima lezione non si fa nulla”. Le ore passano e l’intervallo arriva .Il
ragazzo, che per tutte quelle ora precedenti alla ricreazione si era
seduto accanto a me,ora me lo ritrovo a fare la guida della scuola.
“E infine qui  c’è il posto che amo di più:il bar. Se fosse per me,
passerei il mio tempo qui.”Dice mentre finiamo il totale giro di scuola,
che dell’esterno sembrava un buco di edificio e invece, da quello che
mi ha fatto notare il giovane, è davvero enorme. “a proposito, hai fame?
Ti posso offrire qualcosa se vuoi” mi chiede accennando un sorriso
al quanto furbo e forse anche un po’ perverso. “un po’ di fame ce l’ho
, ma non ho voglia di farti sprecare soldi; quindi sto apposto così,
grazie lo stesso” anche io rispondo con lo stesso sorriso che mi ha
offerto e lui invece di ricambiare, fa un cenno di dissenso e sotto i baffi
offre un sorriso così particolari che quasi m’incanta. “cosa c’è?” ormai
gli sorridevo solo guardandolo negli occhi e la cosa sinceramente non
mi dispiaceva affatto. “Si vede che sei nuova qui. Dai vieni, dimmi cosa
vuoi” mi dice dandomi una pacca sulla spalla e dandomi una piccola
spinta verso il bar “No, aspetta.” Mi fermo di botto a guardarlo quasi
incuriosita “si, ok, sono arrivata oggi.Questo non significa che non devo
sapere nulla su te o su tutti gli altri che frequentano questa scuola.”
“ Ehi,ehi, ehi. Sei appena arrivata. C’è un momento per tutto. Quindi ora
vieni e mangia qualcosa. Sei abbastanza magra per la tua altezza.” In
effetti aveva ragione: l’estate prima di trasferirmi in questo piccolo paese
nel centro dell’Irlanda, soffrivo di anoressia. Ero entrata in quel circolo
vizioso per colpa del mio ex ragazzo; Mi menava, mi violentava e continuava
a dirmi che ero grassa anche se ogni giorno che passavo dimagrivo
chilo per chilo. Nessuno sapeva la mia storia lì dentro e io non sapevo
la loro storia; questa era davvero l’unica cosa che mi piaceva di questo
trasferimento.
                                                       
                                                         *********

Torno a casa, nella nuova casa, apro la serratura con difficoltà. Butto la
borsa a terra e corro su per le scale, fregandomene di una qualunque
presenza in casa. Mi butto sul mio nuovo letto a una piazza e mezzo e
comincio ad osservare meglio la mia nuovissima camera completamente
sgombra dai soliti poster che hanno tutte le ragazze della mia età. Mi butto
all’indietro, distesa completamente sul letto a guardare il soffitto. Ascolto
e riascolto tutti i rumori di quella casa ancora sgombera da tutto ciò che
avevo lasciato a Londra. Avvolte ancora mi manca quella ‘big city’, ma poi
ripenso a tutto quello che ho passato lì e penso che dovrei ringrazi ere i
miei genitori per tutto questo. Ascolto ancora, e ancora; sento la porta
dell’ingresso aprirsi e subito dopo dei passi che salgono le scale; Mi metto
seduta sul letto a fissare la porta, in attesa di vedere il volto che si nascondeva
tra quei passi. Nessuno la apre. Penso subito a mio fratello, anche lui
sarebbe dovuto tornare a quest’ora e anche lui avrebbe finito il suo primo
giorno di scuola. Sono curiosa di sapere come è andato il suo primo
giorno di scuola, ma lo lascio solo; non voglio disturbalo e penso che
sia stata la stessa ragione del perché non è entrato in camera pur
sapendo che ero presente.
Mi ributto sul letto e ripenso alla giornata di oggi. Guardo il cellulare per
vedere l’ora ma nel frattempo mi arriva un messaggio. 

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Capitolo 3
*** Chapter Three. ***


Chapter three
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“Non ti saresti mai aspettata questo messaggio. Come stai?”
Leggo il messaggio più volte. Poteva essere quel ragazzo? Quel
ragazzo dagli occhi azzurri? Non potevo saperlo. Rimango a
fissare il messaggio. Leggo, leggo, leggo. Non capisco perchè
continuo a guardalo senza rispondere; forse sto aspettando una
risposta direttamente da quel messaggio, ma sicuramente, quello,
non me l’avrebbe data. Sento chiamare il mio nome dal salone,
o forse dalla cucina, così scendo. Mia madre è in cucina che prepara
quello che si può chiamare pranzo: un hamburger schiacciato da
due pezzi di pane riscaldati. “come è andato il tuo primo giorno
di scuola? Hai fato amicizia?” mi chiede girandosi e ponendomi il
panino. “Mh, bene. Ho conosciuto un ragazzo.. Niente di speciale”
dico sedendomi e guardando la sua espressione felice. “ beh dai,
poteva andare peggio. Sai qualcosa della giornata di tuo fratello?”
Si siede a fianco a me guardandomi negli o occhi mentre io addento
quella specie di pranzo “veramente no.. E’ salito in camera sua
senza neanche venire a salutarmi, quindi non saprei che dirti..
“ Rispondo con il boccone in bocca “Va bene, cerca di non parlare
a bocca aperta però eh.” Non le rispondo ma continuo a mandare
giù quello schifo di roba. Finisco di mangiare e vado a sedermi sul
divano, mi guardo in torno e vedo uno scatolone con tutta la mia
roba. Mi alzo con fatica, lo raccolgo e corro di nuovo in camera mia.
Lo apro e comincio a svuotarlo; la prima cosa che mi ritrovo fra le
mani è una piccola foto, una piccola foto che mi fa ricordare tutto
quello che non devo ricordare:  una foto di me, il mio ex ragazzo e
la mia migliore amica; tutti e tre abbracciati e sorridenti. Bhe si, un
a volta eravamo felici tutti e tre insieme.. Ricordo quando litigai con
quella ragazza così sorridente che mi abbracciava e mi teneva stretta
a se. La sera stessa sua madre mi chiamò per darmi la notizia più brutta
della vita: Louise era stata trovata nella vasca da bagno. Annegata.
Mi dissero che era stato un suicidio, che si fosse uccisa da sola e che
non si spiegavano il perché; nemmeno io sapevo il perché, non mi
aveva spiegato nulla. Mi sentii in colpa e così da quel giorno diventai
più sensibile. Meno protetta. Da quel momento Zayn, il mio ex ragazzo,
cominciò ad abusare di me. Ad abusare di me solo perché ero più debole.
Non potevo parlarne con nessuno, non avevo nessuno.
Quel periodo i miei genitori litigavano spesso e mio padre, delle sere,
arrivava alle mani; Picchiava mia madre e quindi, oltre a subire violenza
sul mio fisico, lo subivo anche al mio cuore vedendo mia madre piangere
in ginocchio davanti a quell’uomo che ormai non definivo più mio padre.
Prendo la foto, strappo la parte sinistra dove c’è Zayn, la stropiccio e la
butto da qualche parte nella stanza. Cercai nello scatolone una cornice.
La cornice che mi aveva regalato  Louise  l’ultimo compleanno che passammo
insieme. La trovo in fondo allo scatolone, forse perché era stata la prima
cosa che avevo messo lì dentro. L’avevo lasciata vuota perché non
avevamo mai fatto nessuna foto insieme tranne quella. Lei si sentiva
brutta e vedersi allo specchio era la cosa che più la terrorizzava. Mi scende
una lacrima, apro la cornice da dietro e inserisco la foto all’interno.
                                     ********
Sento il telefono vibrare, ma faccio fatica ad aprire gli occhi così lo
lascio fare. Smette, così riesco ad riaddormentarmi tranquillamente. 
Dopo qualche minuto riprende, ma sta volta ad interventi regolari come
se stessero arrivando messaggi di continuo. Avevo la cornice in mano
e sicuramente avevo dormito con lei, stringendomela stretta al cuore.
Stendo il braccio verso il comodino, prendo il telefono e cerco di
mettere a fuoco tutti i messaggi che avevo ricevuto: Tutti sono dallo
stesso numero di questo pomeriggio. Un numero che non avevo, che
forse avevo cancellato.
“Hai paura di rispondere a numeri che non conosci? Non dovresti
averne visto che mi conosci.” Uno di quei messaggi dicono quelle
parole, ho paura. Ho paura di questa persona che mi scrive messaggi.
Ho paura di ricominciare la mia vita nel modo sbagliato.  

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Capitolo 4
*** Chaprter Four. ***


Chapter Four
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La lezione comincia e io, seduta vicino al ragazzo dai capelli biondi e gli
occhi azzurri, non riesco a togliermi dalla mente il messaggio di questa
mattina: “ho voglia di rivederti.” Sempre dal quel numero che non
conoscevo.  Lui/Lei non si dava ancora un’identità e io rimango sempre
più impaurita da questa persona. Niall mi da una botta al gomito e io mi
giro per guardarlo negli occhi, i suoi fantastici occhi. “ Per domani
abbiamo matematica e ho visto che tu non hai ancora i libri, se vuoi
potresti venire da me o io da te.” Mi dice sorridendomi teneramente
“Oggi non ho nulla da fare, quindi per me va bene. “ 
“Perfetto, facciamo da me o da te?” lo guardo mentre mi parla e poggio
la testa sul banco “Facciamo da te, io mi sono appena trasferita e casa mia
è ancora un disastro” “Come vuoi. Vediamoci alle 3 e mezza davanti a scuola,
così ti mostro la strada per arrivare da me. “ Mi sorride mentre parla.
La campanella suona e io mi affretto ad uscire dalla classe mentre sento
Niall urlami alle spalle un ‘’a dopo’’. Io non rispondo, mi metto le cuffiette
alle orecchie e mi avvio verso casa.

                                                *******

Sono le tre e venticinque e io sono davanti a scuola ad aspettare
il ragazzo dagli occhi azzurri. Aspetto fino alle 4 ma nessuno si presenta
così torno a casa con delusione. Forse mi aspettavo davvero troppo.
Sento dei passi dietro di me, ma faccio finta di niente. Continuo a
camminare senza girarmi. Entro in un bar e sento che quei passi mi
seguono anche lì dentro.  Appena entro mi siedo al tavolo più vicino,
una ragazza mi si avvicina e mi chiede cosa voglio ordinare, “prendo una
cioccolata, grazie” le rispondo mentre metto via le cuffiette e mi
guardo in torno in cerca di quella persona che mi aveva seguito fin
dentro al bar.
Finisco la mia cioccolata con una lentezza estrema, mi avvicino alla
stessa cameriera che mi aveva servita qualche istante prima e le
chiedo dove potevo trovare il bagno.
Mi sciacquo la faccia,coprendomi completamente  il volto con le
meni ricoperte di sapone. Mi guardo allo specchio ma subito dopo
entra un ragazzo quindi prendo la mia roba e mi avvio verso l’uscita.
Sento una mano afferrami il braccio, mi volto e mi trovo la faccia della
persona che non avrei mai più vedere in vita mia:Zayn.  Come avevo
fatto a non accorgermi che i passi che mi sentivo alle spalle erano
suoi? Come avevo fatto a non riconoscere quella persona così
spregevole nello specchio?
Lo guardo negli occhi e lui fa lo stesso. Restiamo a guardarci così per
svariati minuti senza dirci niente.  Lo fisso con dolore, stupore, odio e
forse ero anche un po’ schifata di rivederlo.  “mi sei mancata” mi dice
poggiando le sue labbra sulle mie. Non rispondo, scanso le labbra dalle
sue e cerco di liberarmi dalla sua presa così vigorosa. Ma lui è più forte.
Rimango lì, continuo a guardarlo con odio e lui riprova  a baciarmi ma
sta volta mi spinge al muro, facendomi rimanere immobile e impotente
come sempre davanti a lui. Infila una mano sotto la mia maglia e in quel
momento capisco quello che aveva in mente di fare. “Se accenni
soltanto un urlo giuro che sei finita.” Gemetti in segno di assenso
metro lui ormai era arrivato al reggiseno.
Di colpo la porta si apre, Zayn si stacca e io scappo uscendo di corsa
da quel bar e andando il più lontano possibile di lì.

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Capitolo 5
*** Chapter Five. ***


Chapter Five
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Torno a casa, sta volta sul serio. Butto come sempre la borsa
a terra affianco alla porta e corro velocemente sulle scale.
Ripenso a quello che mi era successo al bar. Ripenso al suo
sguardo mentre mi faceva quelle cose, a come mi aveva
ordinato di non urlare;Ripenso a tutto. Tutto quello che mi
aveva fatto in precedenza. Mi precipito nel bagno, apro l’acqua
della doccia e mi ci infilo sotto. Spontaneamente. Sono sotto
l’acqua completamente vestita e ricoperta di lacrime.  Avevo
fatto 685 chilometri per allontanarmi da lui e ora me lo ritrovo
qui. Nello stesso paesino dove mi sono trasferita.  Continuo a
piangere; speravo che tutto questo fosse finito lasciando quella
‘big city’ e invece no. Erano passati pochissimi giorni dal mio
trasferimento qui a Mullingar, e Zayn già mi aveva raggiunta
per rovinare la mia rinascita.
Bussano alla porta, forse era mia madre, forse mio padre o forse
mio fratello. Forse mi hanno sentito piangere o forse avevano
soltanto bisogno del bagno.
Rimango ferma. Senza rispondere e continuando a piangermi
addosso. I battiti sulla porta non si fermano così mi alzo, chiudo
l’acqua della doccia e mi poggio sui capelli un asciugamano caldo.
“chi è?” rispondo ancora fra i singhiozzi “Tesoro, c’è un tuo
amico alla porta.” La voce di mia madre mi rimbomba nelle
orecchio trasmettendomi paura “Quale amico?Cosa vuole?” “Ellie, è
un biondo. Dice che si vuole scusare, sicuro che tutto va bene?”
Mi risponde con lo stesso tono di voce che avevo usato precedentemente
“Fallo entrare, dille che tra poco sarò pronta.” “Vabene”
sento la sua mano staccarsi dalla maniglia, mi volto verso lo
specchio e vedo una stupida ragazza dai vestiti fradici con gli
occhi rossi e ancora lacrimanti. Mi tolgo quei vestiti, esco dal
bagno con un asciugamano sul corpo e mi dirigo verso la mia
camera in cerca di un indumento asciutto da indossare.
                                                     *******
Scendo in salone e vedo Niall seduto sul divano a fissare la tv spenta.
“Hei” dico avvicinandomi a lui con un sorriso falso. “hei, scusami
per prima.. C’è stato un imprevisto..”  “tranquillo, saliamo su. Hai
portato i libri?” “Si” mi dice dando una pacca al suo zaino che
usava nelle ora di scuola. Si alza dal divano e io comincio a salire le
scale davanti a lui per mostragli la strada verso la mia camera. Entro
e subito cerco di mettere apposto tutto il casino che avevo lasciato
prima di scendere mentre cercavo i vestiti. “Come mai tutto questo
disastro?” mi chiede Niall confuso e anche un po’ divertito “Te l’ho
detto, ci siamo trasferiti da poco e io non sono una maniaca del pulito.”
Mi invento una cazzata sul momento e continuo a sistemare.  Niall
si butta sul mio letto come se fosse niente, come se fosse casa sua,
fissa il soffitto senza dire niente e resta così per qualche minuto.
“Sicura che sia per quello? Cioè, insomma.. Hai capelli bagnati e ti sei
vestita con le prime cose che hai trovato. Ci sono dei vestiti lì bagnati
e fuori non piove.. Mi sembra un po’ strano tutto qui..” “Oh insomma!
Sei venuto qui per sapere la mia vita o per studiare matematica?”
il biondo si mette seduto e mi fissa sorridente “Potrebbe essere per
entrambe le cose” risponde sempre sorridente e facendomi l’occhiolino
“Senti se ci stai provando puoi anche uscire da questa casa” gli dico
mentre ricomincio a mettere apposto la camera. Si alza dal letto e si fa
un giro di tutta la camera ad osservare ogni minimo oggetto o dettaglio
della mia camera come se la stesse ispezionando. Poi di colpo si ferma
davanti a un quadro: “E questa sei tu con…?” “Non sono affari tuoi.”
Rispondo acida “Beh è carina la ragazza” smette di fissarla e comincia
con il fissare me “Non dici niente?” “Che dovrei dirti?” dico sempre
più acida. “Non sei gelosa?” si avvicina sempre più a me da dietro “E
dovrei essere gelosa di una persona ce non c’è più?” Mi giro verso di lui
arrabbiata e con gli occhi lucidi “Vuoi dire che..” La sua faccia da
accesa e sorridente, a triste e con i sensi di colpa “Voglio dire che è
morta! Si era la migliore amica e adesso è morta” Sto urlando senza
rendermene conto ed era la cosa che non volevo fare.  “mi dispiace..
se ne vuoi parlare sono qui” mi dice avvicinandosi e abbracciandomi
forte. In questo momento mi sento bene, protetta. Forse avevo
veramente bisogno di un abbraccio. Mi butto tra le sue braccia e scoppio
a piangere “hei.. sono qui” mi dice dandomi delle pacche sulla
schiena per farmi tranquillizzare.
Lo guardo negli occhi e subito dopo mi butto sul letto senza distogliere
lo sguardo da lui. “Dimmi che ti è successo quando eri a Londra.”
Si siede affianco a me e io comincio a raccontargli tutto.
                                                    *******
“… e oggi mentre aspettavo te me lo sono ritrovato nel bar in cui ero
andata e mi ha quasi violenta”  finisco di raccontare la mia vita con
gli occhi lucidi, Niall mi guarda forse un po’ sorpreso dalla storia che
gli ho appena raccontato e mi abbraccia, di nuovo. “Mi dispiace..
Non volevo per prima.. scusami davvero..” dice guardandomi negli
occhi. Gli accenno un sorriso e distolgo il mio sguardo dal suo per
evitare di rimanerne ipnotizzata. Dopo qualche minuti di silenzio
prende il telefono e vede l’ora per poi dirmi che si era fatto tardi e
che doveva andare, lo accompagno alla porta e si riforma di nuovo
quel silenzio imbarazzante. “Beh, ci vediamo domani a scuola. Sono
contento che ti sei fidata di me dicendomi quelle cose” Mi riabbraccia
e infine mi saluta con un bacio a stampo inaspettato. Abbasso
immediatamente lo sguardo, lui mi sorride ma io continuo a guardami
le scarpe mentre l’imbarazzo aumenta. “A domani allora” mi dice
sorridendomi e allontandosi senza mai girarsi dall’altra parte. Gli faccio
un cenno con la mano come per salutarlo e chiudo la porta alle mie
spalle. Faccio scendere la mia schiena lungo tutta la lunghezza
della porta e mi metto seduta, fisso il vuoto e penso a quello che
era appena successo.

 

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Capitolo 6
*** Chapter Six. ***


Chapter six
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Salgo le scale correndo. Sento lo sguardo di mia madre dalla
cucina, ma continuo a salire. Forse dopo questa giornata che
ho avuto, quel bacio ha risolto tutto facendomi tornare la felicità.
Mi butto a peso morto sul letto e poco dopo mi addormento.
  La mattina seguente mi risveglio per terra con tutta la
coperta tolta dal letto. Mi alzo di colpo colpendo un cassetto
aperto della scrivania. In una notte come avevo fatto a fare
tutto quel disastro? E soprattutto, perché non me lo ricordo?
Certo di riprendermi dalla botta e mi tolgo quei vestiti con
cui ero andata a dormire. Aggiusto i capelli, faccio lo zaino,
prendo qualcosa dalla dispensa per fare una colazione
veloce ed infine esco con le mie solite cuffie alle orecchie.
Arrivo davanti scuola e vedo che al cancello c’è Niall solo
che si guardava in torno. Lo evito, forse per la situazione
imbarazzante della sera scorsa. Entro a scuola anche se
non è suonata la campanella e mi metto seduta su una sedia
del tavolo che era all’entrata. Trovo la posizione perfetta
per osservarlo meglio e così faccio. Vedo che pur avendomi
sicuramente visto si guarda ancora in torno così faccio lo
stesso. Guardo tutte le persone che erano nei dintorni per
capire chi veramente stava cercando o aspettando e
finalmente quella persona arriva. Non ci volevo credere che
stava aspettando veramente lui; Lui che meno di ventiquattro
ore fa mi ha quasi violentata. Mi alzo da quel tavolo e mi
dirigo verso la classe di matematica. Vedo una ragazza sola
al banco così mi metto accanto a lei e la saluto. “Tu sei quella
nuova giusto?non abbiamo mai avuto la possibilità di parlarci..
Ho visto che hai fatto amicizia con il biondino” mi dice la
ragazza,di cui non so ancora il nome, facendo segno con la
testa che alla porta stava entrando Niall “si, comunque piacere
mi chiamo Ellie” porgo la mano verso di lei e lei fa lo stesso
stringendomela “piacere, io sono Margaret, ma per tutti sono
Meg” le sorrido per poi girarmi verso la porta a vedere quel
ragazzo dagli occhi ipnotizzanti entrare in classe. Mentre si
avvia al solito ultimo banco mi sorride, io ricambio, ma la
mia espressione cambia appena lui mi sorpassa. Ricomincio a
fissare la porta in attesta dell’entrata della prof, e invece di
vedere quello che mi aspettavo entra Zayn. Il cuore mi va a
mille, non per amore, per paura. Perché Zayn era qui? Cosa
ci faceva nella mia nuova classe? Ero spaventata. Mi passa
accanto dandomi una botta con il braccio sulla mia spalla.
Rimango immobile a quel tocco; rimango impassibile come
se non fosse successo nulla. Non volevo mostrargli la mia paura.
“Sembra che abbiamo un nuovo studente!” dice la prof
entrando trionfante in classe “Zayn, vieni qui e presentati.”
Sento la sua sedia spostarsi, sento i passi passarmi vicino e
subito dopo di nuovo quella pacca sulla spalla. Rimango di
nuovo impassibile. Arriva alla cattedra e si gira verso tutta
la classe,e anche loro fanno lo stesso. Me compresa. Non lo
guardo negli occhi: guardo come è vestito, guardo nelle parti
vicino a lui ma evito in qualsiasi modo gli occhi. Sento il suo
sguardo fisso su di me, ma continuo a fare di tutto per far
finta di nulla. “Sono Zayn, Zayn Malik e vengo da Londra”
la prof di matematica lo interrompe e sento adesso anche
un altro sguardo su di me. “ A quanto pare non sei sola Ellie”
dice entusiasta la prof sorridendo “Vi conoscete voi due?”
chiede passando lo sguardo da me a lui. Abbasso lo sguardo,
evitando ancora una volta il suo. “Certo, sono venuto qui per
lei” risponde lui con lo stesso tono di voce usato dalla prof
“Allora vi potreste aiutare a vicenda visto che siete nuovi.
Presto si farà un lavoro a coppie e voi due potreste lavorare
insieme.” A quelle parole mi cade il mondo addosso. Sapevo
che la mia vita non sarebbe ricominciata meravigliosamente
come mi aspettavo, ma avrebbe avuto la stessa trama di
quella precedente.
                                      *******
La campanella della fine dell’ora suona, chiedo a Meg se gli
va di fare la strada con me per l’altra classe e lei accetta,
ma appena arrivo alla porta vengo bloccata da Niall. Chiedo
a Meg di aspettarmi poco più distante da dove mi trovavo e
mi avvicino meglio a Niall per sentire cosa ha da dirmi.
“Hei El, come mai oggi hai cambiato posto?” mi chiede
guardandomi negli occhi, quegli occhi. “Ho voglia di fare
nuove amicizie e sembra aver funzionato”  distolgo lo
sguardo da lui per non rimanere come al solito incantata,
ma lui, con la sua mano, mi prende il mento e me lo solleva
facendo modo che anche io lo fisso negli occhi. “Oggi pomeriggio
alle tre e trenta sono a casa tua, parliamo.” Non mi sembra
lo stesso Niall dei giorni precedenti ma ci do poco peso.
“come vuoi, ci vediamo dopo” tolgo il suo braccio dalla presa
e vado da Meg che nel frattempo aveva visto tutta la scena
da pochi metri di distanza. In quei pochi metri di distanza
il cervello andava in fiamme. Cosa sarebbe successo da adesso? 

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Capitolo 7
*** Chapter Seven. ***


Chapter  Seven
_______________________________________

 Per tutte le ore di scuola evito Niall e faccio sempre
più amicizia con Meg, mi sembrava davvero una brava
ragazza dopo tutto.
Finite le ore scolastiche me ne torno a casa
completamente distrutta. Vado in cucina e visto che ero
sola mi preparo qualcosa di veloce da mangiare davanti
alla tv. Mi butto a peso morto sul divano e comincio a
guardare un film che è appena  cominciato non sapendo
nemmeno di cosa parla. Finisco il mio pranzo e in pochi
minuti mi addormento. Sento il campanello suonare senza
mai smettere, mi alzo di colpo e vado ad aprire. Davanti a
me c’è Niall. E’ completamente bagnato, lo faccio entrare
e lo porto su in camera di mio fratello. Lui rimane lì
immobile a guardarmi senza dire una parola. Non lo capisco.
Gli porgo i vestiti di mio fratello e gli indico la strada verso
il bagno. Scendo in salone e comincio a pulire le impronte
che aveva lasciato Niall mentre salivamo in camera e quando
arrivo in cima me lo trovo a due centimetri di distanza
dalla mia bocca. Ho lo stesso odore di mio fratello e la cose
mi fa sorridere. Si avvicina sempre di più alle mie labbra
ma io mi tiro indietro scendendo di uno scalino. Scendo di
corsa le scale porto lo straccio che avevo usato poco prima,
nel bagno al piano di sotto. “Mi dici che ti succede?”
quella voce alle mie spalle mi assale. “Niente, perché?” dico
voltandomi verso di lui che ha una faccia abbastanza cupa
“Mi hai evitato tutto il giorno. Ieri sei stata al bacio e oggi
hai fatto così.. non ti capisco.. Per favore spiegati” “non
c’è nulla da spiegare, non sto facendo nulla di male” mi
sposto dal suo contatto visivo e vado verso la cucina mentre
lui rimane lì senza nemmeno voltarsi “Senti, ti conosco
da poco, ma dopo quello che mi hai raccontato ieri sera,
sembra che dimostri il contrario di nulla”dice girandosi
verso di me e guardandomi negli occhi. “non credo che
sta volta lo vorresti sapere” gli rispondo abbassando lo
sguardo “ dimmelo, adesso. Ne ho bisogno”mi prende le
mani e siamo di nuovo troppo vicini. Mi stacco e mi giro
verso la finestra della cucina e comincio a guardare quel
tempo così cupo e grigio. “ok, vuoi sapere la verità?
Questa mattina è arrivato quel nuovo ragazzo, che conosci
bene da come ho visto,e beh.. se vuoi saperlo è lui quel
ragazzo che mi ha quasi violentata. E’ colpa sua se mi hai
ritrovata fradicia ieri. E’ colpa sua se  la mia vita fa schifo.
Da quanto lo conosci?..”  rimango sempre ferma davanti
a quella finestra dall’aria spenta in attesa di una risposta
da lui, ma niente.. Rimane zitto. Non fa un passo, non fa
nulla, non da un segno di vita.  “Beh? Nessuna risposta?”
dico voltandomi verso di lui che ormai aveva la testa
chinata verso il basso, “ Io ti ho detto la verità e ora non
sai che dire?Parla per favore.” Insisto “va bene, hai
ragione. Io conosco Zayn da prima che venisse ad abitare
qui a Mullingar. Mi ha raccontato di te, di come ti trattava
e delle volte sono stato anche io a dargli dei suggerimenti.
Io pensavo che fosse tutto un scherzo, che fosse tutto un
gioco. Non pensavo che facesse sul serio. Io e lui
c’eravamo conosciuti in vacanza lo scorso anno. Mi aveva
raccontato di te come la sua arma da sfogo. Mi diceva
sempre che si sfogava su di te e la cosa mi divertiva, ma
ti ripeto, lo diceva scherzando e pensavo che scherzava
sul serio.. Poi un paio di settimane fa mi disse che tu te
ne eri andata da lui e che saresti dovuta venire qui, che
ti saresti trasferita qui. Sapeva che saresti venuta alla
mia stessa scuola e quindi mi chiese di fare amicizia con
te per sperare in qualche modo di avvicinarsi a te e infine
riappacificare le acque. I pratica vuole fare pace con te.”
Rimango in silenzio. Dietro tutte quelle violenze che ho
subito c’era dietro anche lui.. non ci potevo credere..
Ho gli occhi lucidi. Mi copro le lacrime che mi stanno
per uscire con una mano e ,con l’altra, gli indico l’uscita.
Sto ferma immobile aspettando che lui se ne vada da casa
mia. Lo guardo per un attimo, ma subito dopo abbasso lo
sguardo. Lo vedo gesticolare, sta cercando di dire qualcosa,
ma non ci riesce. Segue la direzione del mio dito e sento
la porta sbattere, sbattere con violenza.  Salgo in camera
mia e scoppio a piangere appena chiudo la porta alle mie spalle.  
                                       *******
Mi risveglio grazie alla luce lucente del sole che entra dalla
mia finestra. Ero sdraiata a terra vicino alla porta con gli
occhi che mi bruciavano per il pianto della sera scorsa. Mi alzo,
faccio lo zaino, mi lavo, mi trucco,mi vesto e poi scendo
in cucina; trovo tutti a fare colazione allegri, mio fratello
mi offre dei pancakes ancora caldi e mi metto seduta vicino
a lui. “Sta notte quando sono tornato, ho trovato dei vestiti
non miei sul letto. Sai qualcosa per caso?” mi chiede mio
fratello fissandomi. Subito si uniscono anche mio padre e
mia madre e io divento rossa in volto. “Si, un mio amico
mentre aspettava che gli aprissi la porta si è bagnato e gli
ho prestato dei tuoi vestiti.. Scusami se ho dimenticato di
toglierli dalla tua camera..” abbasso lo sguardo e mastico
un buonissimo boccone di pancake. Mi alzo, mi dirigo in
camera di mio fratello e prendo i vestiti di Niall ancora
bagnati; li metto in borsa ed esco di casa con la solita
musica che mi risuona nelle orecchie.

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Capitolo 8
*** Chapter Eight. ***


Chapter  eight
______________________________________

Entro in classe, vedo Niall che mi fissa. Tiro fuori
dalla borsa i suoi vestiti e, passando a fianco a lui,
glie li lascio sul banco. Abbassa lo sguardo e io mi
metto seduta affianco a Meg che precedentemente
mi aveva tenuto il posto. La lezione comincia e dopo
circa una mezzora entra Zayn con il fiatone. Dopo
le solite spiegazioni, che conoscevo ormai da tempo,
dovute alla prof s’incammina verso il banco di Niall
e gli si siede vicino. Gli sguardi miei e di Niall
s’incontrano, abbasso lo guardo e scuoto lentamente
la testa come per dire ‘no’. Poggio la testa sul banco
e cerco di non guardarli mentre ridono e scherzano.
                                *******
Io e Meg ci avviamo verso la caffetteria accompagnate
dal suono della campanella che annuncia l’intervallo.
Sento tirarmi il braccio mentre cammino, mi volto e
trovo quegli occhi color nocciola dritti davanti ai miei;
Il respiro mi blocca e insieme a questo, anche il cuore.
“Meg, me la puoi lasciare un momento?” dice Zayn a
Meg che guardava la scena senza dire nulla; lei
annuisce e si avvia verso la caffetteria sola. “cosa voi?”
dico con disprezzo a quel ragazzo che odiavo così tanto
che era davanti a me “andiamo fuori” mi prende la
mano con forza e mi trascina nel giardino della scuola.
Siamo soli, faceva troppo freddo per farsi un giro nel
giardino. Mi siedo su una piccola panchina mal ridotta
e mi strofino le mani sulle braccia per riscaldarmi; Lui
invece rimane in piedi, prende un pacchetto di sigarette,
che non aveva sigarette all’interno, ma delle canne,
e se ne accende una. “Hai freddo?”  Mi chiede
espirando il fumo dalla bocca. Sento quella puzza
che sentivo ogni volta che stavo con lui e rabbrividisco.
“Ti ho chiesto se hai freddo. Devi rispondermi quando
ti faccio una domanda” insiste “si, preferirei entrare”
cerco di alzarmi e andare verso la porta dell’entrata
ma lui mi blocca con il braccio. Ride, ride beffardamente
e fa cenno di no con la testa. “tu non vai da nessuna
parte” in un attimo mi ritrovo scaraventata al muro con
le sue labbra poggiate sulle mie e la sua lingua che
cerca di entrare prepotentemente nella mia bocca.
Sposto la testa e gli tiro uno schiaffo, lui rimane immobile,
senza essere insistente come lo era un attimo prima;
Fa un sorriso, un sorriso falso e mi guarda negli occhi
“non capisci proprio un cazzo eh” mi tira uno schiaffo,
cado a terra e comincio a piangere “Alzati” urla dandomi
piccolo calci “Alzati” sta volta con la voce ancora più alta
e insistente; rimango immobile a terra con le lacrime che
mi scivolano sulle guance senza dare ascolto a quello che
sta dicendo Zayn. Sento la porta vicino a me aprirsi, sto
sperando in tutti i modi che dietro a essa ci sia qualcuno
che abbia sentito gli urli di Zayn o il mio pianto, sto
sperando in qualche modo che tutto questo finisca.
“Zayn finiscila” Quelle parole, quella voce. Non posso
credere che lui è qui. “Biondo non t’intromettere, sono
affari nostri.” “No, devi smetterla. Non vedi che sta male?”
non posso credere che Niall mi sta difendendo da Zayn.
Lui che gli aveva dato consigli su come picchiarmi meglio,
su come violentarmi meglio. Lui è lì davanti a me che sta
facendo di tutto per non farmi prendere altri calci. D’un
tratto non sento più nulla. Dei passi si avvicinano a Niall,
Zayn si sta avvicinando a Niall. Alzo lo sguardo, vedo
Zayn stringere il pugno e infine tirarlo in faccia a Niall;
Lui rimane impassibile davanti a quel gesto, poi mi
guarda e viene verso di me porgendomi la mano. “Vieni
andiamocene, non meriti di stare qui” prendo la sua mano,
mi alzo e mi asciugo le lacrime. Entriamo nella classe dove
dovevamo passare la prossima ora e mi fa sedere su un
banco. “Stai bene?” mi dice prendendomi il volto tra le
mani e fissandomi negli occhi, annuisco e abbasso lo
sguardo. Il biondo mi prende le mani e me le tiene strette
come se volesse proteggermi, io per rispondere a quel
gesto lo abbraccio, lo abbraccio come se fosse il mio
migliore amico. “oggi ti accompagno a casa” mi sussurra
all’orecchio e subito dopo si separa dall’abbraccio
“grazie,grazie di tutto” rispondo abbassando lo sguardo
per l’imbarazzo che si era creato, ma lui me lo rialza con
quelle sue dita così pallide e morbide e mi bacia. Un
bacio dolce, un bacio che ogni ragazza sognerebbe. Un
bacio che era tutto il contrario di quello che aveva provato
a darmi Zayn. Quel bacio forse vuole farmi capire il
perché prima si è preso un pugno. Mi stacco per prendere
aria e lo fisso negli occhi, in quegli occhi che ti mettevano
sicurezza e paura allo stesso tempo. “Ti fa male?” Gli
chiedo posando delicatamente la mano sulla guancia, dove
l’aveva colpito Zayn “non ti preoccupare.. passerà” mi
rassicura prendendomi la mano e mettendola meglio sulla
guancia. Glie l’accarezzo con il pollice, mi avvicino sempre
più a lui fino a far sfiorare le nostre labbra e un attimo
dopo ci uniamo in un altro bacio dolcissimo che mi fa
sognare e sorridere allo stesso tempo.. 

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Capitolo 9
*** Chapter Nine. ***


Chapter nine
__________________________________________

Mi prende la mano, la campanella suona e usciamo dalla
classe mano per la mano con gli sguardi di Zayn alle spalle,
che sicuramente non erano allegri e contenti per noi, ma
forse arrivava anche ad augurarci la morte. Arriviamo
davanti alla porta di casa mia, lui si ferma sui scalini e mi
guarda. Io divento rossa e continuo a guardarlo negli occhi
“Vuoi entrare?non c’è nessuno a quest’ora”, me ne esco
sempre perdendomi in quegli occhi così perfetti “certo, mi
fa piacere” risponde tenendo la mia mano sempre più stretta
e vicina lui. Apro la porta e improvvisamente mi ritrovo
scaraventata sul muro dell’ingresso con la bocca di Niall
poggiata sulla mia e con la sua lingua che chiedeva il permesso
per entrare; Glie lo concedo e in un attimo mi ritrovo con le
nostre lingue che danzano e insieme anche ai nostri corpi.
Tutto è così perfetto, tutto è così dolce e mi sento benissimo,
“Emh, emh.. scusate il momento romantico, ma io vorrei
mangiare e  vedervi sbaciucchiarvi mentre lo faccio non è il
massimo”la voce di mio fratello interrompe quel momento
perfetto e mi fa arrossire. Niall alza il sopracciglio confuso,
“non eravamo soli?” divento ancora più rossa e continuo a
spostare lo sguardo da Niall a mio fratello “almeno era quello
che credevo”, rispondo confusa anche io.  “Questo è il tuo
amico che ha dimenticato i suoi vestiti in camera mia?” chiede
mio fratello, curiosamente, avvicinandosi a noi due che
eravamo sempre nella stessa posizione in cui ci aveva trovato,
solamente con la bocca leggermente distanziata; “piacere
sono Liam,il fratello della tua ragazza. Si può dire che è la
tua ragazza no? Vi baciate, fate sesso..” Niall appena sento
al parola ‘sesso’ diventa paonazzo e subito dopo in coro
neghiamo. Come gli è saltato in mente di presentarsi così a
Niall? “Preparo il pranzo voi intanto fate amicizia” dico per
rompere il silenzio che si era formato.  Mentre mi dirigo verso
la cucina vedo Niall che finalmente stringe la mano di Liam
e gli accenna un sorriso. Preparo il pranzo e quando è pronto
li chiamo. Vengono entrambi verso l’isola della cucina tutti e
due sorridenti, ascolto il loro discorso e ora capisco il perché
del loro sorriso sulle labbra:CALCIO. Rimango in silenzio per
tutto il pranzo visto che erano pesi così tanto dal discorso che
non volevo disturbarli. Finiamo di mangiare, comincio a
prendere i piatti, li porto al lavabo e inizio a lavarli. Poco
dopo sento delle mani poggiarsi sui miei fianchi. Mi fermo,
resto immobile davanti a quel gesto così dolce. Sento la testa
di quel biondo poggiarsi sulla mia schiena e le sue mani mi
circondano meglio la vita. Continuo a fare quello che stavo
facendo solo che stavolta con un sorrisetto stampato in faccia.
Finisco di sciacquare un piatto e mi giro, ci ritroviamo di
nuovo con le bocche, estremamente magnetiche, vicine;Niall
si sporge un po’ più avanti e ci uniamo ancora una volta in
un bacio senza fiato. Sento nuovamente quella sensazione
che avevo sentito precedentemente all’ingresso e tutto ciò
mi faceva sorridere anche durante quel bacio favoloso.
Prendo aria, lo guardo negli occhi e sorrido.
Sento la porta dell’ingresso aprirsi e subito spingo Niall
un po’ di stante da me. Vedo mia madre sorridere ed
entrare in cucina, mi abbraccia e mi saluta dandomi un
bacio sulla guancia. Niall mi guarda e io gli accenno un
sorriso, sciacquo gli ultimi due bicchieri e accenno a
mamma un altro sorriso che le fa capire che vogliamo stare
per conto nostro.  Saliamo le scale ed entriamo in camera mia.
Mi siedo sul letto e dopo poco mi raggiunge il biondo che nel
frattempo stava chiudendo la porta della camera. 
“beh? Che si fa?” mi chiede buttandosi all’indietro sul letto
“film?” lo imito e mi butto affianco a lui. “Ci sto” esclama
lui entusiasta. “vado a prendere lo scatolone con i film,
vieni con me o resti a fare il re sul mio letto?” gli chiedo
alzandomi e girandomi verso il letto vedendolo sdraiato
mentre fissava il soffitto; mi porge la mano, la prendo e lo
aiuto ad alzarsi.  
“Mamma, dov’è lo scatolone dei film?” urlo da uno stanzino
riempito di scatole fino al soffitto. Poco dopo arriva e va
spedita verso uno scatolone vicino alla fine dello stanzino, lo
prende e ce lo porge.  Mi siedo sul pavimento e comincio ad
osservare tutti i film che avevamo collezionato in quegli anni.
Scorro le dita su ogni film soffermandomi su ognuno e pensando
alla storia di essi. Poi ne vedo uno, uno di quelli che ti fa
ritornare alla mente tutti ciò che non vorresti:  
ho cercato il tuo nome.

Quel film l’avevo visto per la prima volta al cinema.
Con Zayn. Un film stupendo, un film che avrei voluto rivedere
volentieri se non fosse stato per colpa sua.. “tutto bene?”
mi chiede Niall posando una mano sulla mia spalla e guardandomi
negli occhi accennando una aria leggermente preoccupata. “si”
dico riprendendomi e continuando a scorrere sul bordo di quei
dvd. “vuoi vedere quel film?” “quale?” prende il dvd,che mi
aveva fatto tornare alla mente tutti quei pensieri, dalla scatola e
mi sorride “Questo!”. “Non lo so.. non so se me la sento” abbasso
lo sguardo e continuo a scrutare quei film con interesse sperando
che lui stesse capendo la situazione. “Zayn?”mi chiede incupendo
il sorriso che aveva fino a pochi secondi prima. “ già..” “Va bene,
se non vuoi vederlo non fa nulla..” mi alza il mento con la mano
e lo guardo negli occhi “no,no. Devo essere forte. Vediamolo” gli
tolgo il dvd dalle mani, mi alzo, metto la scatola al suo posto e
corro in camera mia. Dietro di me, i passi di Niall che mi seguono.
Accendo la tv e inserisco il film. Tutto comincia e mi trovo Niall
già pronto sul letto che mi aspetta. Mi sdraio anche io sul letto e
lui mi posa il braccio dietro la testa…

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Capitolo 10
*** Chapter Ten. ***


Chapter Ten. 
___________________________________________

Mi sveglio per colpa di quella sveglia che suonava da non
so quanto tempo, mi butto sul comodino a mo’ di portiere
e la faccio smettere. Mi volto dalla parte opposta e vedo un
piede di Niall sul letto e tutto il resto del corpo a terra; mi
avvicino di più o noto che ha anche la bocca aperta. Resto
a guardarlo per un po’ ma poi mi rendo conto che stiamo
facendo tardi per la scuola. Sono le 7.30. Mi scaravento su
di lui e lo sveglio “Siamo in ritardo” gli urlo guardandolo negli
occhi. Scappo in bagno, mi faccio una doccia veloce e scendo
in cucina per fare una colazione decente sia a me che al biondo.
Poco dopo Niall mi raggiunge ancora tutto in disordine “Datti
una mossa o arriviamo tardi” gli dico ponendogli la colazione nelle
mani; Sbadiglia e comincia a bere il suo latte caldo. Preparo lo
zaino, mi vesto e torno in cucina dove c’è Niall ancora seduto a
fare colazione tranquillamente, tra uno sbadiglio e l’altro.
“tranquillo mi raccomando” mi siedo a fianco a lui e gli rubo un
biscotto “Saltiamola” mi risponde assonnato “saltiamola?” “Saltiamola.”
Insiste mentre io lo guardo con sguardo assente “si dai.. Intendo la
scuola. Saltiamo scuola. Andiamo a farci un giro insieme.” Sbarro
gli occhi, ma l’idea non era affatto male e poi erano ormai già le
otto passate; sorrido e subito dopo annuisco, dandogli così il
consenso. Usciamo, mi prende la mano e cominciamo a camminare.
”dove andiamo?” chiedo con il sorriso sulle labbra “non so, sono 
indeciso tra alcuni posti. Ora vedrò” mi prende la mano e mi guarda
negli occhi. Continuiamo a camminare per un bel po’ mano per la
mano, poi arriviamo davanti a una casa. Niall si ferma, sorride e,
sempre tenendomi la mano, si avvicina alla porta con me accanto.
Bussa alla porta e una signora bionda ci viene ad aprire. “Hei mamma!”
esclama Niall alla donna di fronte a noi due. “Hei Nialler, che fine
hai fatto ieri sera?” risponde lei facendoci entrare in casa con un
cenno della mano. “e lei chi è?”porgo la mia mano e mi presento,
“piacere, sono Ellie.”, con la voce più calma possibile. Perché Niall
non mi aveva detto quello che aveva in mente?Sono nel più totale
panico. “ieri pomeriggio ero da lei e mentre guardavamo un film
ci siamo addormentati” risponde Niall con una tale naturalezza che
mi sorprende. “ah, vabene” la madre, la quale non sapevo ancora
il nome, mi fa un sorriso quasi perverso che mi spaventa. “quindi
voi due..?” “Mamma!” esclama Niall che ormai si era infiltrato in
cucina a prendere qualcosa da mangiare “Era solo una domanda!”
Urla altrettanto lei voltando la testa verso la cucina. “Beh comunque
piacere, io sono Maura, la mamma del tuo Niall se non si era capito”
dice la donna, rigirando la testa verso di me. Mi porge la mano, la
stringo e le sorrido. In fondo dietro a quelle piccole rughe che aveva,
sembrava una donna giovane di carattere. Maura, quella donna
giovane dentro, aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, proprio
come suo figlio; Si somigliavano molto e guardandoli meglio, hanno
anche le stesse espressioni. “Al volo!” Niall mi lancia un pacchetto
di patatine, lo prendo al volo e mi metto seduta affianco a lui sul
divano; apro il pacchetto di patatine e, mentre lui accende la tv,
io osservo le pareti che mi circondano:  Un alto tetto si solleva sulla
mia testa e le pareti che lo continuano verso il basso, sono di un
celeste mischiato con del verde; Un colore che da profondità alla
stanza in cui mi trovo. “Sei nuova di qui?” Mi chiede la mamma di Niall,
che intanto ci fissava dalla profonda e moderna cucina di un bianco
lucido, “Si, vengo da Londra. Mi sono trasferita qui da poco.”, le
spiego sorridendo.  “Mamma sta sera non ci siamo, puoi darmi
dei soldi?” lo guardo confusa, da quando sta sera non ci siamo? Perché
non mi dice mai nulla? “va bene, non fare tardi” Maura, quella dolce
donna, le porge i soldi e poi se ne ritorna in cucina. Niall si avvicina
a me, mi prende la mano e mi porta in camera sua; La terza camera
in fondo è la sua: Blu. Come i suoi occhi. Mi siedo sul suo letto e
aspetto le parole di Niall. Non da segni di vita, così, la parola va a
me: “beh dove hai intenzione di andare sta sera?” inizio, “Dove
andiamo sta sera.” Mi corregge lui. “Comunque, vedrai.”
“ va bene. Così tua madre pensa che siamo?” rispondo cercando di
cambiare discorso. “Perché, non lo siamo?” mi guarda con paura e
curiosità allo stesso tempo. Io non pensavo che la stava prendendo
davvero seriamente. Ok, ci siamo baciati, e allora? “Non lo so
Niall..” “Non lo sai?” risponde freddo guardandomi negli occhi.
“Mi ami o no?” continua “Non lo so, ti ho già risposto” sta volta
anche io faccio la fredda “Non ci posso credere! Dopo tutto quello
che ho fatto per non farti menare da Zayn: Ho fatto a pugni con lui.
Come fai a dire così? Come fai a dirmi questo? “ ormai si è alzato
davanti a me con gli occhi pieni di rabbia. Gesticola e urla. Cerco di
non ascoltare le sue parole, non voglio soffrire. Non voglio soffrire
di nuovo. “forse è meglio se ci vediamo domani” lo interrompo durante
il suo discorso; abbasso lo sguardo e esco dalla camera. Saluto la
madre ed esco da casa sua. Non avrei dovuto aprire quel discorso.
Dovevo starmene zitta come ho sempre fatto.
                                                 ******
Lo vedo di fronte a me, non mi saluta, non mi sorride, non mi degna
di uno sguardo. Si è accorto di me, lo so. Volto lo sguardo verso Meg
che mi sta aspettando all’entrata e m’incammino verso di lei. “Che è
successo tra voi due?” sussurra indicando con lo sguardo Niall, che
di tanto in tanto lancia piccoli sguardi verso l’entrata. “non ci capiamo”
dico fredda e secca facendogli capire che era un argomento da evitare.
“Dai entriamo” mi da una pacca sulla spacca e mi sorride.  Mi siedo
accanto a Meg e resto a fissare la porta come ogni volta; entrano Zayn
e Niall insieme. Ridono e fanno battute tra loro. Sento anche il mio
nome comparire fra una di quelle, ma faccio finta di non aver sentito.
Era incredibile che quei due avessero già fatto pace. Zayn mi si avvicina,
la paura aumenta ma cerco di controllarla. “Sei finita” mi sussurra al
suo passaggio; sento Niall ridere a quel gesto. Poggio la testa sul banco
e comincio a fissare il vuoto intorno a me. Volevo scoppiare a piangere,
ma come sempre non potevo, anzi non dovevo, mostrarmi debole.

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Capitolo 11
*** Chapter Eleven. ***


Chapter Eleven
_________________________________________

Mi arriva un biglietto in testa, lo prendo e lo apro:
“Fatti trovare davanti al cancello della scuola durante
l’intervallo. Sola. –Zayn e Niall.” Prendo una penna
dall’astuccio e rispondo. Lo lancio al loro banco, mi
sorridono entrambi, ma io mi volto d scatto per evitare
gli occhi di Niall. “e se non venissi?” avevo scritto su
quel biglietto che ormai avevo lanciato a loro, sapevo di
avere fatto una sciocchezza. Il biglietto torna: “Te l’ho
detto:saresti finita. Anche se lo sei già.” Accartoccio il
foglio e ricomincio a seguire la lezione come ho fatto
prima di riceverlo.
Arriva l’intervallo, mi avvio al luogo e loro due sono già lì
davanti ad aspettarmi. “Cosa volete farmi?” dico appena
arrivo davanti a loro. “non possiamo fare una chiacchieratina
tra noi?” chiede in tono ironico Zayn mettendomi un braccio
sulla spalla e iniziando a camminare. Niall ride. Io mi tolgo
quel braccio di dosso e mi blocco. “Ditemi cosa volete da me”
“non è il posto giusto, vero?” Nial annuisce a quell’osservazione
“Qui vedrebbero tutti,e non lo vogliamo” continua Niall; io
li guardo, sposto lo sguardo da Zayn a Niall, da Niall a Zayn.
Volevo una spiegazione. Zayn mi prende un braccio e Niall mi
prende l’altro. Ora sono immobilizzata e non so dove stiamo
andando; L’unica cosa che ho capito è che il posto sarà isolato
da tutti e da tutto. Uno stanzino della palestra è lì davanti a me
ad aspettarmi. Sono sicura che è quello il posto. Entriamo,
chiudono a chiave la porta e spengono quella piccola luce.
Sento una mano palparmi il culo e subito mi sposto,ma nel farlo
un’altra mi palpa il seno.  Sapevo che più mi muovevo e più
venivo toccata. Decido di restare immobile e fare quello che loro
vogliono.  “ormai non posso far più nulla. Ormai mi faranno loro.”
Penso tra me.  Una mano sale sui miei fianchi e continua ad andare
sempre più su. Arriva al reggiseno, lo slaccia e sento che lo butta
da qualche parte; nel frattempo un’altra mano passa nelle parti
più in basso, il bottone dei miei pantaloni si slaccia e due mani
forti e vigorose li fanno calare in basso. “Se accenni soltanto un
urlo, sei finita sul serio” la voce di Zayn è diversa come ogni volta
che mi faceva cose così. Le risate di Niall, si sentono come sotto
fondo, facendomi capire che quelle mani che mi stavano abbassando
i pantaloni sono le sue. “Come faccio a non essere più finita di così?
Voi due mi state per violentare.” Penso sempre nella mia testa.
Mi trattengo un gridolino. Zayn ha cominciato a massaggiarmi il
seno: geme, geme. “sono in trappola, sono finita” continuo a
ripetermi nella testa. Niall poggia una mano sulle mie mutante e
comincia ad accarezzarla; stringo i denti, comincio ad avere paura.
 Il respiro di Zayn comincia a farsi pesante, prende la mia mano e
la mette proprio . Mi tiene la mano sotto la sua e me la guida,
tastando ancora di più sopra alla sporgenza che si crea sotto i suoi
jeans attillati che ha. Mi lascia la mano e sento il rumore della zip
aprirsi e i jeans calare sulle gambe:la paura mi assale. Me la riprende
di nuovo, ma sta volta non la porta sopra alla stoffa. Non so come
reagire. Provo a togliere la mano,ma lui è più forte di me.
Niall ormai mi ha tolto le mutande e ogni volta che si avvicinava a me,
mi vengono brividi di terrore. Tutto d’un tratto si fermano entrambi.
Zayn si rimette in ordine e Niall mi riveste. Io mi rimetto il reggiseno,
la maglia e rimango immobile. “Per oggi può bastare” dice Zayn
riaccendendo quella piccola luce. Apre la porta e usciamo da quel
minuscolo stanzino. “Prova di re una sola cosa di tutto questo e sei finita”
mi dono insieme buttandomi addosso al muro della palestra. Annuisco.
Si allontanano, mi avvicino al bagno e mi lavo le mani; Mi gira la testa,
mi viene da vomitare. Mi siedo a terra e comincio a piangere.
La campanella suona. Decido di tornare in classe.”Che ti è successo?”
Meg mi corre in contro preoccupata “Nulla, non è successo nulla” sono
sicura che non ci avrebbe creduto:ho ancora gli occhi lucidi.
Niall e Zayn entrano in classe sorridenti, si avvicinano a me e:
”non una parola cooper.” Sussurra Niall.

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Capitolo 12
*** Chapter Twelve. ***


Chapter twelve
__________________________________________

Spengo la sveglia. Sono le sette meno dieci. Sento mio
fratello che va in bagno, mio padre che si prepara la
borsa da lavoro e mia madre che prepara la colazione.
“Oggi non vado a scuola, ho paura.” Penso nella mia
testa. La porta si apre e entra mio padre “Ellie, sono le
sette meno dieci. Quando ti vuoi alzare?” va vicino
alla finestra e apre le tende “Papà, non mi sento bene..
Posso saltare scuola, per favore?” “no che non puoi.
Non cominciare a fare assenze.” Ce l’ha con me e non
so il motivo. “va bene,andrò”  mi alzo e comincio a
prepararmi. “oggi salto scuola, tienimi il gioco”
sussurro a Liam appena esce dal bagno.  Scendo a fare
colazione e poi esco con le solite cuffie nelle orecchie.
 Mi fermo davanti scuola e aspetto che suona per
andarmene.  Mi arriva un messaggio: “ti vediamo,
sappiamo che non vuoi entrare. Ti conviene entrare.”
Mi guardo in torno e poi mi accorgo che Niall e Zayn
erano all’entrata di scuola che mi osservano.
 “non entro” rispondo e guardo le loro facce mentre
leggono: sorridono.”oh mia cara, è la scelta che ti
conviene fare se non vuoi fare una brutta fine” mi arriva
dopo poco la risposta. Faccio finta di non aver ricevuto
quei messaggi e me ne vado da lì davanti. Vado alla
fermata più vicina e prendo il bus che mi porta al
centro del paese. Di Niall e Zayn, non ce n’era traccia.
Mi tranquillizzo ed entro in un piccolissimo starbuck,
ordino la mia cioccolata calda e mi siedo a leggere il
mio libro preferito. Passo tutta la mattinata davanti a
quel libro, ma non mi accorgo che intanto le dodici si
stavano per avvicinare. Mi alzo dal tavolo, bevo l’ultimo
goccio di cioccolata calda,ormai fredda, ed esco con
il sorriso sulle labbra con ancora il libro aperto tra le
mani.  Prendo l’auto e torno davanti a scuola
spettando che suoni per tornare a casa.
Un nuovo messaggio. Meg. “Ti vedo dalla classe. Sto
per uscire. Aspettami, dobbiamo parlare.” Rispondo
con un semplice “ok” e mentre aspetto il suono della
campanella, mi metto seduta su una panchina e
ricomincio a leggere. Dopo poco vengo interrotta. Zayn
e Niall si erano seduti affianco a me. Uno a sinistra e
l’altro a destra. Chiudo il libro e il mio sguardo si
posiziona sull’albero che era di fronte a me.; in quel
momento lo trovavo la cosa più interessante. “ E così
non hai fatto quello che ti avevamo detto di fare” mi
sussurra Zayn all’orecchio, “ora non succederà niente
di buono”fa lo stesso Niall nel’altro orecchio.
“Niall, vorrei parlarti.” Dico alzandomi e guardandolo
negli occhi. “ok” si alza e mi guarda negli occhi anche
lui. “non qui.” Dico portando un piede dopo l’altro,
in avanti. L’albero che prima trovavo tanto interessante,
adesso era il luogo dove avevo deciso di parlargli.
“Perché?” comincio “perché cosa?” risponde confuso
“Perché mi stai trattando così?” sono seria ma lui ha
un sorriso da idiota sulla faccia. “Mi diverto” risponde
semplicemente. Ho voglia di strappagli quel sorriso
dalla faccia ma mi trattengo. “L’altro giorno, da tua
madre, mi hai detto che provavi qualcosa per me.
E adesso? Adesso mi stai dicendo che ti diverti a
stuprarmi insieme a quel maniaco?” comincio a
gesticolare come faceva lui quella sera, lui invece ride.
“Che cazzo hai da sorridere?” gli urlo in faccia.
“Tu non capisci proprio un cazzo.” Mi risponde ancora
con il sorriso in faccia “capisco, ci si vede in giro allora.”
mi giro, e mi avvio per la mia strada.
Subito dopo aver girato l’angolo, mi sento un braccio
fermarmi. Voltandomi vedo quegli occhi così blu, davanti
ai miei. Un attimo dopo, le nostra labbra si uniscono in
un bacio. “devo spiegarti tante cose.” Dice staccandosi. 

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Capitolo 13
*** Chapter Thirteen. ***


Chapter  Thirteen

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“Cosa c’è da spiegare?!Non capisco una cazzo io no?”
dico totalmente incazzata con lui “Sta sera. Ore otto.
Fatti trovare pronta.” Mi lascia andare il braccio e se
ne ritorna da Zayn che lo guardava malissimo. Rimango
lì a fissarli senza motivo. Zayn era completamente
incazzato, si alza in piedi davanti a Niall e gli tira un
pugno. Io resto immobile e non capisco nemmeno il motivo.
Sento i miei piedi pesanti, non riesco a camminare.
Vorrei aiutare Niall, ma sento che qualcosa me lo
impedisce.  Li guardo mentre si picchiano, urlo a Zayn
di smetterla. La smette, si avvicina sempre di più finché
non arriva a pochi centimetri da me, si ferma e mi fissa.
Lo guardo negli occhi, non volevo sembrare debole come
ogni volta. “sta per tirarmi uno schiaffo, ne sono sicura.”
Penso tra me e me. Ad un tratto sento il suono della
campanella “ per questa volta ti sei salvata.” Zayn soffia
queste parole a pochi centimetri dalla mia bocca e si allontana
da solo accendendosi una sigaretta. “Vieni, ti accompagno
a casa” mi dice Niall porgendomi la sua mano. Io faccio
cenno di no con la testa e gli dico il perché e: “resterò qui,
non voglio che Zayn ti picchi ancora.” “ io non riesco a capirti;
Prima mi rinchiudete dentro un ripostiglio e ora fai tutto il gentile
con me. Cazzo, devi spiegarmi tutto.” Gli rispondo “ sta sera.”.
Vedo Meg con una mano alzata che mi saluta, poi vede che Niall
a fianco a me e fa una faccia come per dire: “cosa ci fa lui qui?”.
Si avvicina, mi abbraccia e poi si guarda male Niall, mentre lui la
saluta come se non fosse mai successo nulla. “andiamo?” chiedo
io per cercare di rompere quel silenzio che si era formato.
“ No aspetta.” Dice Meg che rimane immobile guardando dall’alto
al basso Niall. “ Tu, tu che ora hai questa faccia da cazzo” Meg
indica Niall tutta incazzata e continua quello che sembrava uno
sfogo personale. “ Tu,hai fatto stare male questa ragazza. Tu e
quell’altro maniaco gli avete fatto qualcosa che io non so. So
solo che quando tornava da me ed era stata con voi era sempre
sull’orlo di piangere.” “Meg, smettila.” Le dico mantenendo la
calma, ma con le lacrime che volevano uscire. “No. Ellie, non
basta. Mi sono rotta i coglioni. Non devi piangere per colpa loro.
Per colpa di questi maniaci che hanno voglia solo di figa.
Ti stanno distruggendo.” tu non capisci. Tu non puoi dire un cazzo.”
la interrompe Niall con un sorriso falso. Sto per scoppiare
non ce la faccio. “ scusatemi” dico allontanandomi da loro.
Lascio cadere le lacrime sul mio volto e riesco a calmarmi. Torno
a casa e me ne vado in camera mia dove rimango fino alle cinque.
“ti ricordo che questa sera ti vengo a prendere alle otto.
” È un messaggio firmato da Niall. Non so se andarci oppure
restarmene a casa senza sapere il perché di tutto quello che è successo.
Liam bussa alla porta e entra in camera sorridendomi.
“ Hei sorellona, come mai non sei venuta oggi?” “ non mi sentivo pronta”
rispondo freddamente “sei sicura che è solamente per questo? Non
ti vedo molto felice ‘sti giorni..” “non ho niente, tranquillo. Posso
chiederti una cosa?” “certo” mi risponde sedendosi affianco a me
sul letto. “ che vestito mi metto per uscire questa sera?” si,ho deciso
di andarci. “ora ci penso tuo fratello” mi dice alzandosi e dirigendosi
verso l’armadio. Comincia a tirare fuori tutti i vestiti possibili e me li
fa indossare. Dopo più di una ora e mezza che provo vestiti troviamo
quello giusto. Un vestito semplice, giusto per quella serata. Arrivano
le otto e Niall ancora non arriva, mi siedo sul divano e mi metto a
guardare un po’ la tv nell’attesa. Dopo un quarto d’ora arriva, si
scusa per il ritardo mi fa dei complementi. Arriviamo in un ristorante
nei paragi, ci sediamo, ordiniamo da mangiare e cominciamo
a parlare come normali amici. Finita la cena,pagato il conto e
usciti dal ristorante andiamo in un parco sempre lì vicino e ci
mettiamo sulle altalene come due bambini. Di botto finisce di
dondolarsi e mi comincia a fissarmi “siamo usciti perché tu
volevi sapere il perché di quelle cose. Beh, penso che adesso sia
arrivato il momento per dirti tutto..” Ferma la mia altalena,mi
prende le mani e comincia a giocarci. È nervoso, si capisce.
“Dopo quello che mi hai detto, io ero distrutto. Non so perché,
ma stavo malissimo. L’unico modo che avevo per riavvicinarmi a
te era stare con Zayn e farti quello che abbiamo fatto. “ “Non bastava
risolvere la questione parlando?” dico interrompendolo  “senti sono
stato un coglione. Non dovevo farlo lo so.” Lui rimane in silenzio in
attesa di una mia risposta, ma io mi volto e guardo da un altro lato
per non farmi incantare dal suo sguardo. “Ti sto chiedendo scusa.
Per favore non ce la faccio.” Mi prende testa tra le mani e mi
bacia. Un bacio dolce che mi fa capire come stanno veramente le
cose. Forse per lui non ero solo un’amica. Forse per lui c’era stato
un “colpo di fulmine” o qualcosa di simile, ma per me è solo
amicizia. Non c’è stato nessun colpo di fulmine da parte mia.
Mi stacco dal bacio e lo guardo negli occhi dispiaciuta.
“Allora mi perdoni?” “si,ma ti ricordo che noi non stiamo insieme.
Siamo solo amici.” Rispondo quasi freddamente “posso farti una domanda?”
è serio e questa cosa mi impaurisce, ma comunque annuisco
senza fargli notare nulla. “Perché continui a dirmi che non stiamo
insieme e che siamo solo amici, quando però stai ai baci?”  a quella
domanda rimango immobilizzata. Non so cosa rispondere. Rimango
in silenzio con la speranza che lui riprendesse a parlare. “Bene.”
Dice ponendomi la sua mano “Ti accompagno a casa” gli prendo
la mano, la stringo e cominciamo a camminare. 
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Angolo scrittrice:
Scusatemi se mi sono fermata a scrivere ma ho avuto diversi problemi.
Spero che comunque continuiate a seguire la storia.<3

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