I'll love you with every beat of my heart

di HisLovelyVoice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


- Brooke alzati, o farai tardi al primo giorno scuola! - Urlò mia madre dalla cucina. Mi stropicciai gli occhi e, come uno zombie, scesi le scale e mi diressi verso la cucina. Oggi avrei iniziato il terzo anno di liceo. Che pizza, non ne avevo voglia. Come del resto ogni anno. Ho sempre odiato la scuola, fin dalle elementari. Mi ricordo ancora quando tutte le volte che andavo a trovare mia nonna, lei cercava di farmi piacere un po' la scuola, ottenendo pessimi risultati. La cosa incredibile era però che andavo bene a tutte le materie. Mia madre diceva sempre: studiare è un dovere, quindi lo devi fare, che ti piaccia o no.
- Hai dormito bene cara? -
- Si mamma. - Le diedi un bacio sulla guancia. -Anche se avrei preferito dormire qualche ora in più. -
- Sei sempre la solita pigrona. Ora sbrigati a fare colazione o farai tardi a scuola. - Per colazione mangiai dei pancakes(?). Poi, ancora in modalità sonno, tornai in camera, per scegliere dei vestiti. Presi la prima cosa che trovai, una maglietta azzurra con un paio di jeans blu e mi andai a fare la doccia. Dopo raccolsi i miei lunghi ricci rossi in una treccia, che mi arrivava a metà schiena. Presi il telefono e lo zaino che avevo preparato la sera precedente e andai a salutare mia madre.
- Buon primo giorno di scuola, Brooke. -
- Grazie mamma. Ci vediamo oggi pomeriggio. - Uscii di corsa di casa e appena arrivai in fermata passò l'autobus. Quando si dice fortuna. Dopo aver trovato un posto dove sedermi iniziai a fare la cosa che amavo di più: ascoltare la musica. Amavo ascoltarla e in essa avevo trovato un po' di conforto. Lei c'era, quando tutti gli altri se ne erano andati. La musica era il luogo dove mi rifugiavo nei momenti si tristezza, riusciva ad esprimere le mie emozioni, sia positive che negative.
- Booo! - Saltai sul sedile. Mi girai e vidi lei, la mia migliore amica dalla prima media.
- Ehi Charlie! Come stai? Mi sei mancata tantissimo quest'estate! - L'abbracciai.
- Mi sei mancata tantissimo anche tu! Comunque, tutto bene e te? -
- Se escludi la scuola a meraviglia. -
- Ma dai che alla fine non è così male. Se non fossi mai andata a scuola non avresti mai incontrato una persona bella e simpatica come me! - Mi disse, facendomi l'occhiolino. E aveva proprio ragione, era veramente bella e speciale: alta, con un fisico da fotomodella, La carnagione molto chiara, come i suoi occhi, azzurri come l'oceano. I capelli erano biondi cenere, e le ricadevano fino alle spalle Era una ragazza molto solare, sempre con il sorriso stampato sulle labbra. La invidiavo molto per questo.
- Un momento Brooke, dove hai lasciato Greg? -Guardai l'orologio: erano le otto meno un quarto.
- Considerando che entriamo tra mezz'ora, sta ancora a dormire. - Charlie scoppiò a ridere.
- Sono seria. Lo conosco abbastanza da poter dire che sta ancora dormendo. - Greg era il mio migliore amico. Ci conoscevamo dalle elementari, anche se Non parlavamo mai. Poi il primo giorno delle medie si sedette vicino a me e da quel momento diventammo inseparabili. Charlotte si unì a noi il mese dopo. Greg era un bel ragazzo: i capelli biondi, con il solito ciuffo perennemente alzato, e gli occhi azzurri, così profondi e misteriosi. Aveva un bel fisico, ma ciò che lo rendeva un ragazzo d'oro era la semplicità e la dolcezza.
- E secondo te a che ora arriverà a scuola? -
- Penso che arriverà a un minuto dal suono. - Era sempre così il primo giorno di scuola. Poi dal secondo in poi avremmo preso l'autobus tutti e tre insieme.
Arrivammo a scuola alle otto. Iniziammo a salutare tutti i nostri compagni di scuola. Più o meno erano cambiati tutti. Chi era diventato più magro, chi più alto, o chi aveva cambiato la tinta. L'unica che era rimasta la stessa ero io. Nessuno mi disse: guarda come sei dimagrita! Oppure: ti sei proprio alzata! O: sei diventata molto più bella! Niente di tutto questo. Al contrario mi dissero tutti che ero rimasta uguale a tre mesi prima. Ero io quella che faceva notare i cambiamenti, ovviamente positivi, agli atri. Finalmente, cinque minuti prima del suono della campanella potemmo entrare.
- Greg Non è ancora arrivato. - Mi disse preoccupata Charlie.
- Non ti preoccupare, te l'ho già detto: arriverà tra due minuti. - E fu proprio così. Arrivò esattamente un minuto prima della campanella.
- Visto? - Dissi rivolgendomi alla mia migliore amica. Lei annuì. Appena Greg entrò dalla porta gli saltai al collo.
- Ehi, Brooke! Come stai?
- Tutto bene Greg, e te? -
- A meraviglia, a parte la scuola. - eravamo proprio uguali, la pensavamo sempre allo stesso modo. Poco dopo si avvicinò Charlie.
- Ciao Greg! -
- Buon giorno Charlie. Sei veramente cambiata durante queste vacanze. Eri già bellissima, ma ora lo sei di più! - Arrossì.
- Grazie. -
- Ho detto solo la verità - In quel momento suonò la prima campanella di una lunghissima serie. Che pizza. Mi sedetti vicino a Charlie, mentre Greg si sedette davanti a noi, vicino ad Holly, una ragazza di cui era innamorato da ormai due anni. Non aveva mai avuto il coraggio di dirle ciò che provava, ma forse quello sarebbe stato l'anno buono.
 

Ciaooo!
Dico da subito che non ero convintissima di scrivere questa storia, ma alla fine qualcosa mi ha spinto a farlo.
Essendo la mia prima fan fiction non è un gran che. Spero solo che vi piaccia.
Un bacio. Giulia Xxxx

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La giornata passò abbastanza velocemente, infatti facemmo solo tre ore di lezione, di cui una d'arte, una di scienze e una di religione.
All'uscita, come tutti gli anni al primo giorno di scuola, Charlie e Greg vennero a casa mia a pranzo. Sull'autobus iniziammo a parlare e a decidere cosa avremmo fatto il pomeriggio.
- io avevo in mente di farvi conoscere due miei amici, Michael e Daniel. Sapete, vogliamo formare una band. Ve ne ho mai parlato? -
- che forte! Comunque no. Cioè, almeno a me non hai detto niente. - dissi.
- no, non hai detto niente neanche a me. - disse Charlie.
- come avete intenzione di chiamarvi? - ero eccitata, credo anche più di lui. Come al solito.
- avevamo pensato a Gmd3 -
- gn che? -
- Non gn, gmd3. G sta per Greg, m per Micky e d per Dan. E tre perchè siamo tre. -
- molto fantasioso! - dissi scherzando.
- lo so, ma non ci è venuto in mente niente di più decente. Se vi viene in mente qualche cosa non esitate a dircelo. -
- ti terremo informati. - Charlie annuì - ma dove li incontriamo questi amici tuoi? - disse.
- se vuoi possono venire a pranzo anche loro. Quanti anni hanno? -
- Micky ha l'età nostra, mentre Dan è un anno più grande. Li posso chiamare per dirglielo? -
- certo. Però adesso dobbiamo scendere, il supermercato è qui. - mia madre in quel periodo non c'era quasi mai a casa, era sempre sommersa dal lavoro, e spesso non trovava il tempo nemmeno di fare la spesa. Per questo dovemmo andare al supermercato. Fare la spesa era divertente. Invece di passarci la roba normalmente la lanciavamo, come fossero palloni. La gente ci guardava divertita e scioccata. Alla fine prendemmo pasta, hamburger, pizza e biscotti. Tornammo a casa in altri venti minuti. Senza bisogno di dire la tipica frase: fate come se foste a casa vostra, Greg e Charlie si buttarono sul divano. Mettemmo un film e a turno andavamo in cucina per prendere coca cola, popcorn, biscotti, patatine e roba del genere. Dopo un po' suonò il campanello.
- Greg, sono i tuoi amici. Dopo aprigli te, io e Charlie andiamo a preparare qualcosa. - e così dicendo ci dirigemmo verso la cucina. Mentre io cercavo una pentola, Charlie preparava la sua salsa speciale per gli hamburger. Dopo cinque minuti tornammo in salone, e trovai due ragazzi seduti sul divano. Il primo aveva i capelli non troppo scuri, gli occhi marroni e un berretto in testa, anche se era strano dato la temperatura. L'altro, beh non aveva nulla di particolare, solo un sorriso mozzafiato. Il primo ragazzo si alzò e si diresse verso di noi.
- piacere, mi chiamo Daniel, per gli amici Dan. -
- io mi chiamo Brooke. -
- e io Charlie. - ovviamente Charlie sorrideva, ma nel suo sorriso c'era qualcosa di diverso. Solo in seguito avrei capito di cosa si trattava. Dopodichè si alzò anche l'altro ragazzo, che doveva essere Michael.
- io sono Micky. - disse a bassa voce, come se non volesse disturbare.
- Dan, non hai presentato il tuo cappello! - disse Greg, facendogli l'occhiolino.
- è vero. Charlie, Brooke, questo è uno dei miei innumerevoli cappelli. Preparatevi, perchè mi vedrete sempre con uno in testa. -
- bene, siamo pronte a tutto. Sai, anche a me piacciono i cappelli. - disse Charlie.
- davvero? -
- capirai, ora che ha trovato un'amica di cappelli, chi lo ferma più? - disse Micky ridendo. Scoppiammo tutti a ridere. 'Che bella risata che ha.' Pensai.
Ci sedemmo tutti sui divani, io Greg e Micky su un divano e Charlie e Dan sull'altro. Questi ultimi sembravano conoscersi da sempre e parlavano animatamente tra di loro.
- guardate come sono carini. - dissi.
- già. Dan è sempre il solito, quando inizia a parlare non lo ferma più nessuno. Povera Charlie. -
- non ti preoccupare Micky, anche Charlie è una grande chiacchierona. -e così dicendo mi alzai per andare a vedere se l'acqua bolliva. 'Che fortuna, già bolle.' Gettai la pasta, ma nel farlo mi schizzai con l’acqua bollente.
- aia!!! -  entrarono tutti di corsa in cucina.
- cosa è successo Brooke? - chiese Greg allarmato.
- niente, mi sono scottata sul braccio. -
- fammi vedere. - mi disse Micky. Mi avvicinai e gli feci vedere la scottatura, anche se non si vedeva quasi niente.
- Non per niente Micky, ma cosa vuoi vedere? Si è appena scottata. -
- ti ricordo Greg che mia madre è medico, e mi ha insegnato molte cose riguardo la medicina. Una di queste è anche capire quanto è grave una scottatura. E poi se ci fai attenzione, già si vede qualcosa. -
- hai ragione. -
- ragazzi, intanto voi finite di preparare il pranzo. - dissi.
Entrarono tutti in cucina e si misero ad improvvisare qualcosa. Speravo che Dan fosse bravo a cucinare, altrimenti la cucina sarebbe potuta andare a fuoco o esplodere.
- Brooke, hai qualche crema per le scottature? -
- si, al bagno. -
- okay, andiamo. - arrivati al bagno presi la scatola delle creme e tolsi quella che mi serviva. La diedi a Micky, il quale con molta delicatezza, me la spalmò sulla scottatura. Ogni tanto faceva male, ma era normale, era comunque una scottatura. Quando ebbe finito mi mise della garza e poi un cerotto.
- okay, ora dovrai tenerlo così per un po’. -
- va bene. Grazie mille. -
- di niente. - mi sorrise. Era un sorriso molto dolce, sincero. Lo guardai negli occhi. Erano di un marrone intenso, molto profondi. Rimasi per un po' incantata fino a quando la sua voce non mi fece tornare alla realtà.
- andiamo di là? -
- si. - tornati la pasta era già ai piatti e loro erano seduti a tavola.
- come stai Brooke? - mi chiese Charlie.
- tutto bene, brucia solo un po'. -
Mi sedetti a tavola vicino a Micky, e iniziammo a mangiare.
- è veramente buona questa pasta. - dissi. Si, sicuramente Dan era bravo in cucina. - chi l'ha cucinata? -
- io. Grazie. - disse Dan.
- chissà perchè ne ero sicura. - dissi guardando Charlie e Greg.
- non ti fidi proprio di noi in cucina vero? - disse Charlie.
- considerando che l'ultima volta avete rischiato di fare esplodere il forno, no. -
- addirittura? - chiese Micky. Annuii.
- stavano facendo una torta, ma se la sono dimenticata nel forno. La temperatura era anche troppo alta e, come succede nei cartoni, l'impasto è iniziato ad uscire fuori. - scoppiammo tutti a ridere.
- la temperatura però è stato un errore di Greg. Io gli avevo detto che andava a 170, ma per lui era troppo poco e ha alzato la temperatura oltre 200. - disse Charlie.
- sei sempre il solito Greg devi sempre esagerare - disse Dan.
- mi sembrava poco. - disse, come per giustificarsi.
- però Charlie è bravissima a fare la salsa per gli hamburger. - dissi. - non so cosa ci mette dentro, perchè non me lo vuole dire, ma è deliziosa. -
- un giorno dovresti prepararla. - disse Micky.
- sta di là. - disse Charlie soddisfatta.
- bene. -
Finita la pasta, portammo a tavola gli hamburger con ovviamente la salsa. L'adorarono tutti.
- avevi ragione Brooke, questa salsa è favolosa. - disse Dan.
- concordo. - disse Micky.
Finito, iniziai a raccogliere i piatti, mentre gli altri si sederono sul divano e accesero la televisione. Solo Micky mi aiutò. Portammo i piatti in cucina e, non avendo una lavastoviglie, iniziai a lavarli, mentre Micky li asciugava.
- grazie. -
- di niente. Dopotutto non era previsto che io e Dan venissimo. Diciamo che ora faccio anche la parte sua. - gli sorrisi. Era un ragazzo simpaticissimo e scoprii che avevamo molte cose in comune, ad esempio la passione per la pallavolo.
- un giorno dovremmo fare una partita. -
- ma siamo solo in due. -
- mmm... lo conosci bagherone? - annuii. - potremmo fare quello. -
- ci sto. Qua vicino c'è un campo da pallavolo. Un giorno ci mettiamo d'accordo e ci andiamo. -
- perfetto. -
- tanto vincerò io. - gli dissi.
- vedo che sei molto sicura. Non sarà facile battermi. Puoi chiedere anche a Dan e a Greg, sono un osso duro a pallavolo. -
- siamo in due. - finito di lavare i piatti tornammo in camera da pranzo e vidi Greg e Dan giocare alla wii. Erano così buffi. Credo stessero facendo tennis. Charlie invece stava seduta sul divano e li guardava. Mi sedetti vicino a lei e Micky vicino a me.
- Greg, non hai speranze. Sono troppo forte! -
- non esagerare Dan. -
- io credo che ha ragione Dan. - disse Charlie.
- Brooke, non mi abbandonare. -
- mi dispiace Greg, Dan è molto più forte. - e così dicendo mi appoggiai al petto di Micky. Lui mise il braccio intorno alle mie spalle e continuammo a parlare. Mi trovavo veramente bene con lui.
Alla fine giocammo tutti quanti alla wii, e tra un incontro di boxe, una partita a tennis e la corsa, si fecero le quattro. Quando tornò mia madre trovò cinque zombie stanchi sul divano.
- ciao ragazzi. Come è andato il primo giorno di scuola? -
- ciao mamma. È andato tutto bene. Loro sono due amici di Greg, Dan e Micky. -
- molto piacere. -
- il piacere è tutto nostro. - disse Micky, sempre molto educatamente.
- io ora vado nello studio. Fate come se non ci fossi. - si allontanò verso la stanza, ma poi si riaffacciò.
- Brooke, puoi andare a prendere te Lucas a scuola? - annuii. - grazie mille. -
- di niente. -
- chi è Lucas? - chiese Dan.
- è mio fratello. Fa la terza elementare e - guardai l'orologio. - esce tra mezz'ora. -
- se vuoi ti accompagniamo. - disse Micky. Annuirono tutti.
- almeno ti facciamo anche compagnia. - aggiunse Dan.
- perchè no. Va bene. Ora vado a sistemarmi i capelli, che fanno leggermente schifo. Fate come se foste a casa vostra. -
- vengo anche io. - disse Charlie.
Scendemmo dopo dieci minuti e trovammo i tre ragazzi sul divano a cantare 'U smile' di Justin Bieber ( http://www.youtube.com/watch?v=BvoLdHJs-m0 ). La stavano cantando veramente bene. La voce che mi colpì particolarmente fu quella di Micky. Era meravigliosa, senza nemmeno una sbavatura. Gli feci un applauso.
- siete veramente bravi ragazzi, fate bene a voler creare questo gruppo. Ora però dobbiamo andare. - e così si alzarono e ci incamminammo verso la scuola di Lucas. Quando mi vide aprii le braccia e lui mi corse in contro. Lo presi in braccio e me lo coccolai tutto.
- ehi pulce! Come è andato il primo giorno di scuola? -
- Brooke! Tutto bene. La maestra mi ha detto che sono molto cresciuto. -
- si, sei proprio cresciuto e sei diventato anche bellissimo. -
- Charlie! - Lucas scese dalle mie braccia e andò ad abbracciarla. Era innamorato di lei dalla prima elementare. Ormai lo sapevano tutti, persino i muri, per quante letterine e disegnini le aveva fatto.
Ci incamminammo verso casa, ma ad un tratto Micky e Dan cambiarono strada.
- dobbiamo andare a fare u regalo per un nostro amico. Ci vediamo domani. -
- aspettate, ci scambiamo i numeri di telefono. -
-certo. - Dopo esserci scambiati i numeri, io Greg, Charlie e Lucas tornammo a casa mia.
- sono proprio simpatici i tuoi amici. Sono felice che state formando questa band. Ma non è che dopo ci trascuri? - dissi a Greg.
 - non vi potrei mai trascurare, state tranquille. - ci abbracciammo tutti insieme.
Dopo dieci minuti che stavamo a casa, Greg dovette andarsene.
- ci vediamo domani. -
- si si. Ciao. -
- ciao. - A questo punto eravamo rimaste solo io e Charlie. Andammo in camera mia e iniziammo a parlare.
- ho notato che ti sei trovata subito con Dan. Chi se lo aspettava che non eri l'unica malata di cappelli. - diventò tutta rossa, soprattutto quando dissi il suo nome.
- Non mi dire che ti piace? -
- beh... - diventò ancora più rossa.
- ti piace! -
- forse un pochino. -
- la mia bambina è innamorata! Vieni qui. - l'abbracciai. Era la prima volta che gli piaceva un ragazzo.
- di cosa avete parlato? -
- all'inizio dei cappelli, poi della scuola e poi un po' di noi. So che gli piace il calcio e il cibo spazzatura, ma anche cucinare. - mentre ne parlava sorrideva. Era lo stesso sorriso che aveva fatto quando aveva visto per la prima volta Dan.
- ti sei proprio innamorata. -
- e te con Micky? Ho notato che vi trovate in sintonia. -
- si, con lui mi trovo veramente bene. Hai sentito che voce che ha? -
- mamma mia, da far venire i brividi! -
- vero? È meravigliosa. - Rimanemmo a parlare sul mio letto ancora un'ora, poi dovette andarsene. - ci vediamo domani Brooke. Grazie per la bellissima giornata. -
- grazie a te che sei venuta. Se Dan ti scrive o ti chiama devi dirmelo, anche se è mezzanotte! -
- contaci. Anche se non credo che mi chiamerà. -
- mai perdere la speranza. -
- ciao. - chiusi la porta di casa e tornai in camera mia. Misi un paio di cuffiette e mi addormentai.
Mi risvegliai dopo due ore. Scesi in cucina e vidi mia madre che cucinava.
- ti sei divertita con i tuoi amici? -
- si molto. - le raccontai tutto quello che avevamo fatto a scuola e a casa.
- è arrivata la lettera? -
- no tesoro, ancora no. - il mese precedente avevo inviato una lettera a mio padre in Afghanistan, dove stava combattendo. Ogni giorno speravo che quella lettera arrivasse, per poter sapere come stava, ma non arrivava mai. Tornai in camera mia triste, mi allungai sul letto e iniziai a piangere, fino a quando mi riaddormentai.
 
Hey! Come va? Spero che la storia vi piaccia, anche se non è tutta questa gran cosa. Se avete qualcosa da dirmi, come ad esempio delle critiche, non esitate a farlo! Sono sicura che mi aiuterà molto nella stesura dei prossimi capitoli! Un bacio Xxxx Giulia. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Passarono due settimane, e io trascorrevo le mie giornate con Micky e a messaggiare con lui. Era un ragazzo fantastico e divertente, e allo stesso tempo dolce e tenero. Amavamo uscire insieme il fine settimana, e stare al parco. Tra canzoni, passeggiate  e chiacchierate le giornate passavano velocemente, e dovevamo tornare a casa. Ma appena potevamo continuavamo a messaggiare, fino a tarda notte. Una volta rimanemmo a messaggiare fino alle quattro di mattina, ora in cui chiusi gli occhi e mi addormentai. Dormii moltissimo, e, quando dopo essermi svegliata guardai l’orologio, rimasi scioccata: erano le tre del pomeriggio! Presi il cellulare. Avevo tre chiamate perse di Greg e cinque messaggi, sempre di Greg.
- hey Brooke! Come stai? Come mai non sei venuta? Xxxx -
- ci sei? -
- sei morta?! -
- ti prego almeno rispondi al telefono! -
- cosa stai facendo di più importante di me? - Che dolce! Non si arrendeva mai. Mi scriveva e mi chiamava fino a quando Non rispondevo. Decisi di chiamarlo.
- Brooke! Che fine avevi fatto!? Mi sono preoccupato! -
- scusami Greg, stavo dormendo. -
- brava! Tu dormi e intanto io muoio di infarto! -
- lo sai che Non l'ho fatto apposta. Mi dispiace. -
- certo che lo so. Come mai non sei venuta? Stai male? -
- no, non ti preoccupare, sto bene. Questa mattina non mi sono svegliata, dato che ieri mi sono addormentata alle quattro. -
- e tua madre ti a lasciata a casa? Sei proprio fortunata! Mia madre mi avrebbe mandato a scuola a calci! Come mai ti sei addormentata così tardi? -
- non riuscivo a dormire… - ‘non sono brava a dire bugie, devo fare più pratica.’
- cara, la prossima volta cerca di essere più convincente. Se vuoi puoi riprovarci! - rideva.
- non prendermi in giro! - dissi offesa.
- non è colpa mia se non sai mentire. Proprio non me lo vuoi dire perché sei andata a dormire così tardi? Per caso centra Micky? - diventai immediatamente rossa.
- Micky? No, no! -
- non ti credo. Dimmi la verità. - ‘dirglielo o non dirglielo? Questo è il problema.’
-  va bene. Sono stata tutto il temo a messaggiare con Micky. -
- insomma, lui non centra niente! -
- smettila! -
- dai, lo sai che scherzo! comunque sono felice che ti trovi bene con lui. -
- si, è molto simpatico. -
- Bene! Senti, cambiando argomento, la lettera? -
- ancora niente. - il mio tono era passato da allegro a depresso.
- Non ti preoccupare, tra pochi giorni arriverà. -
- spero proprio di si. Non ce la faccio più ad aspettare. È già passato un mese e questo potrebbe voler dire che... -
- NO! Stai tranquilla. Tuo padre è ancora vivo, tra poco la guerra finirà e tornerà sano e salvo. Ne sono sicuro. -
- spero che sia come dici te! Lo sai che ti voglio bene vero? -
- certo. Anche io te ne voglio. - cosa farei se non ci fosse il mio Greg? Niente molto probabilmente. - Ora io vado a correre. Come al solito passo anche davanti casa tua. -
- okay. Mi affaccerò. Ciao. -
- ciao. - posai il telefono sul davanzale della finestra e iniziai a guardare di fuori. Sarebbe passato davanti casa mia dopo cinque minuti, come tutte le altre volte. Questa volta però non era solo. C'era un ragazzo con lui. Aguzzai la vista e capii chi era: Micky. Erano buffi. Indossavano una canotta e un paio di pantaloncini fino al ginocchio. Greg alzò lo sguardo e mi vide. Lo salutai e lui fece lo stesso. Anche Micky alzò la testa e mi sorrise con quel suo fantastico sorriso da togliere il respiro. Poi mi fece dei gesti e capii che voleva dirmi che la sera mi avrebbe voluto chiamare. Annuii. Ne sarei stata felicissima. Quando passarono scrissi a Charlie.
 - Charlie! Sai chi c'era a correre con Greg? Micky! Mi ha detto che dopo mi chiama! Sono felicissima! E te? Parli ancora con Dan? - la risposta non si fece attendere.
- ehi! Ti sei innamorata di Micky per caso? Comunque Dan è venuto qui a casa dieci minuti fa! -
- guarda che non sono innamorata di Micky, è solo che lo trovo molto simpatico e dolce. Ma scusami, Dan viene a casa tua e non mi dici niente? Lo sai che mi devi tenere aggiornata su tutto! -
- lo so mi dispiace. Adesso però vado, che Dan si annoi a guardarmi scrivere. Ciao! Xxxx  -
- Va bene. A domani. Xxxx -
Dopo cena, verso le nove, mi arrivò un messaggio. Lo aprii: era di Micky.
- Ehi! Ti disturbo a quest'ora? -
- ciaoo! No, tranquillo Non disturbi mai. -
- volevo dirti che mi piace molto stare con te e parlare tutto il giorno. Sei veramente una ragazza speciale e il bene che ti voglio è immenso. - perchè mentre lo leggevo il mio cuore batteva più forte velocemente? Perchè quando ebbi finito di leggerlo ero al settimo cielo? Forse aveva ragione Charlie, mi ero innamorata di Micky.
Prima di rispondergli scrissi a Charlie che Micky mi aveva scritto.
- davvero? Domani mi fai leggere tuuuuuuutta la conversazione!! Xxxx -
- come al solito, del resto! Xxxx -  le facevo sempre leggere tutte le nostre conversazioni, e lei mi faceva leggere tutte quelle sue e di Dan.
Parlai con Micky per tutta la sera, quella volta solo fino a mezzanotte.
- io vado a dormire, ho sonno! Buona notte! - gli scrissi.
- buona notte anche a te! Ci vediamo domani :D -Posai il telefono sul comodino, spensi la luce e mi addormentai con un sorriso sulle labbra.
 


hey! 
scusate se ho aggiornato solo ora!
il computer dove avevo la storia non mi funzionava bene e, sinceramente, non mi ricordavo l'argomento di cui parlava il capitolo...
comunque, per adesso la storia non è ancora molto interessante, ma spero che continuerete a leggerla.
 xxxx Giulia






   

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il giorno seguente presi l'autobus ancora in coma dal sonno. Anche se ero andata a dormire a mezzanotte avevo dormito troppo poco.
- Micky! -
- Brooke! Ciao! Come stai? -
- tutto bene e te? -
- mai stato meglio. Vuoi sederti? - si stava alzando, ma gli feci cenno con la mano di sedersi.
- no, Non ti preoccupare, sto in piedi. Grazie. -
- insisto. -
-posso mettermi in braccio? - ‘cosa sto dicendo? Okay Brooke, devi dormire d più!’ - Così stiamo tutti e due seduti. -
- okay. - dopo essermi seduta, mise le sue braccia intorno alla mia vita. Un brivido mi percorse la schiena. Speravo non se ne fosse accorto. Fortunatamente non disse nulla. Dopo due fermate salì Greg e dopo cinque Charlie.
- ma dove è Dan? - chiese preoccupata Charlie.
- mi aveva detto che questa mattina doveva andare da una persona importante e quindi ha preso l'autobus che passava prima. - rispose Micky.
- una ragazza? -
- si. -
- capisco. - era abbattuta. Sapevo come si sentiva, mi era successo spesso che il ragazzo che mi piaceva fosse innamorato di un'altra. Ma la prima volta fa più male rispetto alle altre volte, il primo colpo è sempre il più doloroso.
Dopo poco le squillò il telefono.
- è Dan. - sembrava volesse riattaccargli in faccia.
- forza, rispondi e metti il vivavoce! - le dissi.
- va bene. - ‘non ti ho mica detto buttati da un ponte! Cos’è questo tono triste?’ - Pronto? -
- Charlie, ma dove sei? -
- sull'autobus, dove vuoi che sia? -
- è da dieci minuti che ti aspetto davanti casa! -
-ma, ma non dovevi! - stava sorridendo come una ebete.
- lo so ma volevo farlo. Quanto tempo fa sei uscita? -
- un quarto d'ora fa. -
- accidenti, per poco! Vabbè. Ora io vado, altrimenti faccio tardi scuola. Ci vediamo all'uscita? Esco a mezzogiorno. -
- anche io. Allora a dopo. -
- si. Ciao. - riattaccò.
- allora eri te la ragazza importante! - disse Greg.
- secondo me formerete una bella coppia. - disse Micky.
 - concordo. - dissi.
- ma che dite! -
- la verità. - le dissi. Mi mostrò uno dei suoi sorrisi migliori, con il quale voleva dirmi: spero proprio che sia come dite voi.
- lo sai che ti voglio bene? -
- certo! E lo sai che te ne voglio anche io? - annuì.
- e lo sapete che dovete scendere ora? - disse Micky imitandoci, ma dandoci un'informazione molto importante. Inizialmente lo fulminai con lo sguardo, ma poi lo abbracciai.
- si, grazie. Ci vediamo dopo. - dissi e gli diedi un bacio sulla guancia. Uscimmo tutti e tre dall'autobus e ci incamminammo verso scuola.
- io ho fame! Non ho mangiato. - dissi massaggiandomi la pancia che brontolava.
- avresti potuto fare colazione. - disse Greg. Come al solito non capiva che, se volevo dormire di più, dovevo rinunciare a qualcosa. - ora la fame te la tieni. Non entreremo tardi a scuola un'altra volta. - era vero, era successo spesso che l’anno precedente li avessi fatti entrare dopo, perchè mi accompagnavano sempre al bar. Ma era anche vero che era un anno nuovo, e che nessuno si sarebbe ricordato. Lasciai stare. Avrei mangiato dei favolosi biscotti preparati da mia madre a merenda.
 - aspetta un attimo Brooke! Te non mi dovevi dare il telefono? -
- tieni! -
- perchè questa cosa? - chiese Greg.
 - vuole leggere la mia conversazione con Micky. -
- hai parlato di nuovo con Micky? -
- si. - dissi sorridendo.
- allora, dato che lei la legge, voglio leggerla anche io! Però devo incominciare dall’inizio, quindi non ti lamentare se sono lento. Me dai il telefono? Dai, per favore! -
- ora sto leggendo io. Quando ho fatto te lo do. - Charlie finì in dieci minuti, mentre Greg ci mise un po' di più. Alla fine però la reazione fu la stessa: un sorriso grande come una casa.
- che c'è? - chiesi.
- Micky è un ragazzo molto dolce. E anche tu! - disse Charlie, mentre Greg annuiva.
- siamo due ragazzi dolci dolci. - dissi sorridendo.
- diventerete grandi amici, ne sono sicuro. -
- spero proprio che hai ragione Greg! Ora andiamo. Qui fuori inizia a fare freddo. -
- si, andiamo. -
La giornata fu abbastanza pesante: due ore di letteratura un’ora di matematica e un'ora di fisica. Anche se alla fine la prima delle due ore di letteratura la passammo a presentarci alla nuova professoressa, venuta in supplenza della vecchia professoressa che era caduta dalle scale. Quando suonò la campanella della ricreazione potei finalmente mangiare i miei biscotti. Li divorai in pochissimo. Durante la ricreazione vidi Greg intento ad osservare Holly da lontano, mentre le si avvicinava un ragazzo.
- Greg senti, guarda un attimo... - indicai un punto alle sue spalle, volevo distrarlo, ma lo capì.
- tranquilla Brooke, va tutto bene. Sono solo amici e... - mentre finiva la frase Holly lo baciò. Guardai Greg. Il suo sguardo si era spento e abbassò il viso, forse per non farlo vedere. Mi alzai e lo abbracciai. In certe situazioni un abbraccio vale più di mille parole. Lo strinsi forte, e lui fece lo stesso, mentre sentivo che la spalla sulla quale si era appoggiato si stava bagnando. Gli accarezzai la schiena. Volevo fargli capire che ci sarei sempre stata, per qualsiasi cosa, che non mi avrebbe mai disturbato. Tremava leggermente, forse per via dei singhiozzi. Poi si staccò da me e si asciugò le lacrime.
- tutto okay? - annuì.
- mi dispiace. - disse indicando la spalla bagnata.
- non ti preoccupare, si asciuga. - gli sorrisi. Si sedette sulla sedia e io mi misi in braccio a lui. Lo abbracciai di nuovo.
- ricordati che su di me puoi sempre contare. Non esitare mai a chiedermi qualcosa. Sappi che ci sarò sempre, qualsiasi cosa ti serve. -
- sei unica Brooke e ti voglio bene. Ti prego, promettimi che non te ne andrai mai. -
- te lo prometto. Ti starò sempre vicino. Non ti lascerò mai. - poco dopo entrò in classe Holly, con il suo fidanzato.
- Greg vieni? Ti ricordo che devo andare a prendere il libro in biblioteca. Senza di te non so il titolo del libro che devo prendere. - dissi alzandomi in piedi.
 - mi dispiace, ma non me lo ricordo. - 'ma allora vuole proprio soffrire. Solo lui può voler rimanere nella stessa stanza dove si trova la ragazza che gli piace con il fidanzato’
- allora ci andremo domani. -
Holly e quell'alto passarono tutto il tempo a dirsi cose dolci e a baciarsi. Sembrava che lo facessero a posta. Volevo dargli un pugno in faccia. Come poteva non accorgersi di quanto Greg ci stava male? Perfino i muri sapevano che Greg era innamorato perso di Holly. Ero sicura che almeno una voce di corridoio le era giunta, ma o non ci credeva, o se ne fregava. Pensai che era molto più probabile la seconda ipotesi. Il mio sguardo passava da Holly a Greg. Holly era felice, Greg era distrutto. Poi, quando ne ebbe abbastanza, si alzò e se ne andò al bagno. Non sapevo cosa fare. Volevo far capire a Holly che Greg era innamorato di lei, ma era Greg che doveva fare il passo avanti. Anche se ora non lo avrebbe mai fatto. Immersa in tutti questi problemi, mi si avvicinò Holly.
 - Hey Brooke, sai cosa è successo a Greg? Mi sembrava triste. - 'ma allora sei proprio deficiente! Meriti un premio Nobel.'
- mi dispiace, ma mi ha chiesto di non dire niente a nessuno. Se te lo vorrà dire lo farà. - mi sorrise.
- va bene, capisco. Comunque, lui è George, il mio fidanzato. -
‘lo avevo capito.’ gli strinsi la mano sorridendo. - piacere, io sono Brooke. - 'e non voglio più vederti in tutta la mia vita. È anche colpa tua se il mio migliore amico sta così male.' Penso che se avessi aggiunto questa parte sarei tornata a casa con un occhio nero.
- il piacere è tutto mio. - 'e hai proprio ragione! Questa te l'appoggio tutta.' Dopo poco tornò Greg. Aveva pianto, lo si vedeva dagli occhi rossi. Poi vidi Charlie entrare di corsa e catapultarsi sulle spalle di Greg. Iniziarono a parlare, ma lo fecero così piano che non riuscii a capire nulla. Ma quando vidi che appena Greg ebbe finito di parlare Charlie uscì dalla “modalità koala” e lo abbracciò come avevo fatto prima, seppi di cosa avevano parlato. In quel momento suonò la fine della ricreazione. Ora Greg avrebbe dovuto passare un'ora vicino a Holly. Poveretto. Come avrebbe fatto? Potevamo scambiarci di posto, ma non avrebbe mai accettato. Greg era così, le cose sempre fino in fondo, anche se si trattava di soffrire. Era da ammirare.
Fortunatamente l'ultima ora passò velocissima, e potemmo così dirigerci verso casa. Saliti sull'autobus trovammo Micky e Dan. Charlie saltò addosso a Dan appena lo vide. Io invece, dopo aver salutato Micky, mi misi vicino a Greg. Aveva bisogno di stare con qualcuno.
- se non sono invadente, posso sapere cosa è successo? - Greg annuì, ma non riuscì a dire una parola.
- glielo dico io? - annuì di nuovo. Raccontai così a Micky quello che era successo, mentre Greg iniziò a piangere.
- mi dispiace tanto. -
- e pensare che oggi avrei voluto dirle che mi piaceva. Dopo aver visto ciò che Dan aveva fatto per Charlie, ho sentito una spinta dentro di me, mi diceva: vai! Oggi è la giornata perfetta! Col cavolo che era la giornata perfetta. La giornata peggiore della mia vita! -
- vuoi venire a casa mia? - chiese Micky.
- non voglio disturbare. -
- tranquillo non disturbi. -
- vai! Ti farà solo che bene stare con un buon amico. -
- hai ragione. Grazie Micky. -
- di niente. - Per la prima volta scesi dall'autobus per prima, dato che Charlie andava a casa di Dan e Greg a casa di Micky. Inoltre da perfetta forever alone sarei rimasta a casa da sola fino alle sette, orario nel quale sarebbe tornata mia madre. Poi però sarebbe riuscita alle otto per prendere Lucas da un amico. Andai in cucina e mi preparai la pizza che avevo comprato il giorno prima. Poi salii in camera mia e accesi la radio. Passai tutto il resto della giornata a ballare per casa e ad ascoltare musica. La gente che passava davanti casa mia e mi vedeva attraverso la finestra rideva, ma a non importava. Amavo ballare e nessuno mi avrebbe fermato. Mentre facevo la matta pensavo a Greg. Chissà cosa stava facendo in quel momento con Micky. Volevo parlargli, ma non volevo assillarlo. Se voleva, lo sapeva, poteva cercarmi in qualsiasi momento, anche a mezzanotte, anche alle quattro di mattina. Non mi avrebbe mai disturbato. Certo, prima lo avrei mandato a quel paese, ma poi lo avrei ascoltato e lo avrei fatto sfogare.
Quando tornò mia madre andai di corsa giù, sperando nella lettera, ma ancora niente. Ormai avrei potuto rinunciarci. Speravo solo che il servizio era lento o che la lettera fosse andata persa. Non volevo pensare al peggio. Salii in camera e scrissi il solito messaggio a Charlie.
- la lettera non è ancora arrivata... perchè ci mette così tanto? - ma lei non mi rispose subito come al solito. Chissà cosa stava facendo. 'Pazienza, il mondo non gira intorno a me. Starà facendo qualcosa di importante.' E così mi allungai sul letto, mettendo il telefono vicino, in modo da poterlo sentire facilmente se squillava. Ma la risposta a quel messaggio non arrivò nemmeno un'ora dopo. Iniziai a preoccuparmi, di solito mi rispondeva sempre entro mezz'ora, ma questa volta non lo aveva fatto. La chiamai più volte, senza ricevere risposta. Però stava con Dan. Chiamai lui. Fortunatamente mi rispose.
- pronto? -
- Dan, sono io Brooke. Charlie è li con te? -
- ciao! Charlie se ne è andata da casa mia mezz’ora fa. Mi ha detto che doveva andare a ritirare qualcosa alla posta. Perchè? -
- l’ho chiamata, ma non mi ha risposto. Mi stavo preoccupando. -
- Stai tranquilla non le è successo niente. È solo che lì il telefono non prende. -
- okay. Grazie mille. -
- di niente. Qualsiasi cosa ti serva puoi sempre chiamarmi. -
- grazie, anche tu puoi chiamarmi quando vuoi. Ora io vado. Ciao. -
- aspetta! -
- cosa c'è? -
- secondo te, ho qualche chance con Charlie? - si era innamorato anche lui! Che carini. Decisi di fare la vaga.
- non lo so. Devi conquistartela. Sappi però che se la fai soffrire sei morto. Ti uccido con le mie stesse mani. Con affetto ovviamente. -
- non ti preoccupare, non soffrirà. -
- lo spero per te. Ora però è meglio che vada. Ci si vede domani. -
- si, grazie. Ciao. -
- di niente. - sorrisi. Come avevamo detto sull'autobus sarebbero diventati una bella coppia e adesso ne ero sicura al cento per cento.
Prima che mia madre tornasse con Lucas, mi addormentai, immersa in mille pensieri diversi, ma con un'immagine fissa: Micky.




Hey!
come va? Devo dire che non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo.
Spero che vi piaccia! :D
Non so cosa dire, quindi vado.
Un bacio.
Giulia xxx









  

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno dopo a scuola Greg dovette passare la giornata vicino a Holly, la quale ogni tanto provava a chiedergli qualcosa, ma lui non rispondeva.
Mi faceva star male vederlo soffrire così tanto.
Lei non capiva che se continuava così lo avrebbe ucciso.
Vidi per la prima volta Greg rispondere male a qualcuno a cui teneva più di se stesso.
Se Holly fosse stata attenta avrebbe visto il dolore nei suoi occhi.
Durante la ricreazione la presi in disparte.
- senti Holly, ho notato che Greg non ti rivolge la parola. Da amica ti consiglio di lasciarlo in pace. -
- ma io voglio sapere cosa gli ho fatto! - 'ma allora sei deficiente veramente! Mi viene da sputarti in un occhio!' - tu lo sai cosa gli ho fatto, vero? - alzai le spalle. - non mentirmi Brooke! Voi siete migliori amici. So che te lo ha detto! -
- non ne ho la minima idea. Mi dispiace. -
- tanto prima o poi lo scoprirò. - certo che Greg si era innamorato di una ragazza stupida. Non riusciva a capire nemmeno l'evidenza.
- Brooke, cosa ti ha detto il cervello!? - mi voltai e vidi Greg. Era arrabbiato, molto arrabbiato.
- perchè? -
- perchè ti sei messa a parlare con Holly?! -
- le ho detto di lasciarti stare. Non mi piace vederti soffrire, ci sto male. - si girò di scatto, mettendosi le mani tra i capelli. - Greg io... - si rigirò e mi abbracciò. Ero sorpresa dal suo comportamento.
- scusami se ti ho assalita. Tu ci sei sempre e io ti tratto male. Che schifo di persona. -
- hey, non dirlo mai più! Sei fantastico. È solo un momento no. Passerà. -
- ti voglio bene. -
- anche io. Oggi ti va di venire a casa mia? - mi staccai da lui.
- vorrei tanto, ma avevo promesso a mia madre che l'avrei accompagnata a comprare il vestito per la comunione di mio cugino. Sarà per un'altra volta. -
- Va bene. Ti prego fammi un sorriso, uno solo. Ricordi? U smile, I smile. - e così fece. Mi sfoderò uno dei suoi meravigliosi sorrisi, con il quale faceva innamorare le ragazze.
- sei bellissimo. -
- ma forse non per lei... -
- non ci pensare. Ci sono molte ragazze che ti trovano meraviglioso, e io sono una di quelle. -
- ehi, ci sono anche io! -disse Charlie. Doveva essere appena arrivata, dato che non l’avevo vista prima.
- vieni qui. - le disse Greg. E così ci abbracciammo tutti insieme.
- Greg, possiamo parlare? - era Holly.
- cosa c'è? - disse con un tono freddo.
- Greg, io e Charlie andiamo. - annuì. Ci allontanammo ed entrammo in classe.
- secondo te che le dirà? -
- non lo so Charlie, non lo so. Spero solo che non lo faccia soffrire ancora di più, non la perdonerei mai. -
- lo spero anche io. - dopo cinque minuti Greg entrò in classe.
- cosa ti ha detto? -
- mi ha chiesto perchè non le parlavo, e le ho risposto che ero arrabbiato e triste, perchè la ragazza che mi piaceva si era fidanzata. Lei mi ha chiesto chi fosse la ragazza, ma non le ho risposto. Ho fatto bene? - annuimmo. In quel momento suonò la campanella e ci sedemmo ai nostri posti. L'ora di matematica passò velocemente. All'uscita Greg non prese l'autobus e Dan usciva dopo, così io e Charlie potemmo fare discorsi da ragazze.
- allora, adesso mi devi raccontare nei minimi dettagli cosa è successo ieri, quando sei andata a casa di Dan. -
- okay. Arrivati a casa abbiamo pranzato, poi abbiamo visto un film. Stavamo seduti uno vicino all'altro e poi lui ha messo timidamente il suo braccio intorno alle mie spalle. Io piano piano mi sono avvicinata a lui e mi sono poggiata sul suo petto. Sentivo il suo cuore che batteva e .... -continuò così per tutto il viaggio. Era entusiasta, si vedeva che aveva voglia di parlarne. - ... poi sfortunatamente sono dovuta andare a prendere una cosa alla posta. Appena sono uscita dalla porta già mi mancava. -
- ti piace veramente tanto. -
- si. Non sono mai stata così felice in vita mia. - si vedeva. Sprizzava allegria da tutti i pori e la cosa bella era che ti contagiava.
- sono felice per te. - mi sorrise.
- e te? Come va con Micky? -
- tutto bene. Stiamo diventando grandi amici. -
- e.. - mi fece cenno con la mano di continuare.
- e basta, siamo solo amici. - sembrava delusa dalla risposta.
- io ora devo scendere. Ci vediamo domani Brooke. -
- a domani. - le schioccai un bacio sulla guancia.
Tornata a casa dovetti fare i compiti. Cosa c’era peggio di alzarsi presto la mattina? Dover fare i compiti. Fortunatamente erano pochi, solo degli esercizi di matematica. Così mi potei dedicare alla mia passione più grande: la chitarra. Quello era il nono anno che suonavo e diciamo che ero abbastanza brava. Suonai molte canzoni, poi decisi di suonare il mio rivale numero uno: I swear, dei All for One. 'È davvero complicato. Non ci sono mai riuscita, ma questa sarà la volta buona.’Prima l'ascoltai su youtube, per imparare meglio la melodia. Mentre l'ascoltavo cantavo.
'Cause I stand beside you
Through the years
You'll only cry those happy tears
And though I make mistakes
I'll never break your heart
Era così dolce quella canzone. Non so perchè ma mi faceva pensare a Micky. Avrei voluto che ci fosse lui a cantare quella meravigliosa canzone per me. Solo e soltanto per me.
For better or worse
Till death do us part
I'll love you with every beat of my heart
Come era bella l'ultima frase. Ti amerò con ogni battito del mio cuore. Perché mi faceva pensare così tanto a Micky? Perché me ne ero innamorata?
‘È tutto sbagliato, non me ne sarei mai dovuta innamorare, per lui sono solo un’amica. Devo smettere di pensare a lui, oggi non ci penserò.
Si, certo, come no! Dico sempre così, e come mi ritrovo? Mi ritrovo ad averlo come chiodo fisso in testa. Non faccio altro che pensare a lui.’’
Quando la ebbi ascoltata abbastanza, ripresi la chitarra e provai a suonarla. Dopo più di due ore la riuscivo a suonare abbastanza bene. Volevo farla sentire a Greg, ma forse, considerando la sua situazione, il testo non era dei migliori. Lasciai perdere e, dopo aver messo della musica , mi allungai sul letto. Come al solito mi addormentai immediatamente, e mi svegliai all'ora di cena. Scesi in cucina, alla ricerca di mia madre, ma non la trovai. Vidi un biglietto sul tavolo. Lo presi e lo lessi: Brooke, io devo uscire sta sera, ricordi? L'incontro con le famiglie a scuola tua. Non ti ho svegliato perchè dormivi come un angelo. Lucas sta da tua nonna. Per la cena c'è un po' di pizza. Un bacio. Mamma.
Fantastico, un'altra serata da sola. Era già la seconda sera di seguito. Che poi fare un incontro con le famiglie di sera era una cosa stupida secondo me. La gente è stanca, e il giorno dopo non si ricorda niente. Pensando a tutto questo, presi la pizza, andai in camera da pranzo e misi un film sdolcinato, dove lei ama lui, lui ama lei, nessuno dei due si dichiara all'altro e bla bla bla. Il film finì verso le undici e mezza, ma mia madre non era ancora tornata. Mi iniziai a preoccupare. 'Ma dove è finita? Sarebbe dovuta tornare un'ora e mezza fa.' La chiamai. Non rispose, il telefono squillava a vuoto. Stavo in ansia, non avevo la minima idea di cosa fare. Senza pensarci presi il telefono e chiamai Micky. 'Che deficiente che sono, starà dormendo.' Stavo per riattaccare, ma mi rispose.
- pronto Brooke! Cosa succede? -
- Micky! Ti ho svegliato? -
- no tranquilla, ero sveglio. -
- scusami se ti disturbo sempre. -
- tranquilla, non disturbi mai. Dimmi, cosa è successo? -
- mia madre non è ancora tornata da un incontro con i genitori. Sarebbe dovuta tornare a casa più di un'ora fa. Ora sono in ansia. -
- dammi dieci minuti e arrivo. -
- ma non sei stanco? -
- per te farei tutto. - che ragazzo fantastico. Era disposto a uscire di casa alle undici e mezza di notte per me. Non lo avrei mai ringraziato abbastanza.
- grazie, grazie mille! -
- di niente, lo faccio volentieri. A tra poco. -
- si, ciao. -Arrivò dopo dieci minuti. Quando aprii la porta lo abbracciai. Poi lo guardai, aveva gli occhi stanchi e rossi, ma era venuto comunque.
- grazie. -
- di niente. -
- vieni, entra. - andammo in salotto e ci sedemmo sul divano.
- a che ora sarebbe dovuto finire l'incontro? -
- alle nove e mezza. Però sarebbe tornata alle dieci, perchè ci vuole circa mezz'ora ad arrivare qui dalla scuola. - iniziai a piangere. Micky mi si avvicinò e mi abbracciò.
- stai tranquilla, sta bene. Se vuoi sto qui fino a quando non torna. -
- ma non sei stanco? -
- no, non ti preoccupare. -
- e invece io mi preoccupo. Non mi sembra giusto che tu debba stare sveglio quando hai sonno. Lo vedo che sei stanco. Ho fatto male a chiamarti. -
- non è vero. Si, sono stanco, ma hai fatto bene a chiamarmi. Io avrei fato lo stesso, avrei chiamato la prima persona che mi fosse passata per la mente. -
- è solo che mi sembra di approfittare della tua bontà. -–
- stai tranquilla, non stai approfittando di niente. Gli amici servono a questo, no? Ad aiutarsi nei momenti di difficoltà. -
- sei un ragazzo d'oro. Ti comporti bene con tutti, prima con Greg ed ora con me. Dovrebbero farti santo. - mi fece un sorriso, quel sorriso mozzafiato che avevo notato subito in lui, e del quale piano piano mi ero innamorata.
- cosa stavi guardando? - disse, indicando la televisione.
- un film sdolcinato. Quando ti ho chiamato era appena finito. -
- vuoi vedere un altro film? -
- ma quelli che ho sono tutti noiosi. -
- tranquilla, prima di uscire di casa ne ho preso uno. Credo che lo conosci, ma secondo me è sempre divertente vederlo. - e così dicendo prese il dvd: Madagascar.
- lo adoro! Peccato che non ce l'ho. Dammi che lo metto. - presi il dvd e lo infilai. Stava per partire, ma lo misi in pausa.
- aspetta un attimo qui. - salii in camera mia, e tornai con una coperta. - inizia a fare freddo. - e così ci mettemmo tutti e due sotto quelle coperte. Misi la testa sulla sua spalla, mentre lui mi abbracciava. Tra le sue braccia mi sentivo protetta, sentivo che mia madre stava bene e che sarebbe tornata dopo poco.
Ma non fu così.
Finì il film, ma lei non era ancora tornata.
- e se le fosse successo qualcosa? Sono quasi le due e ancora non è tornata! -
- stai tranquilla, se ti agiti non risolvi niente. Potresti provare a richiamarla. -
- okay. Ci riprovo. Spero solo che mi risponda. - il telefono squillò a vuoto per parecchio. Dall'altra parte non rispondeva nessuno.
- niente. - orami non sapevo più che fare. - grazie che sei venuto e che mi hai fatto compagnia anche se eri stanco. Sei fantastico, e non ti ringrazierò mai abbastanza. Ma ora vedo che hai sonno. Domani c'è anche scuola. Se vuoi andare vai. -
- no, non posso lasciarti sola proprio ora. Non ti preoccupare per domani, ho tutte ore insignificanti. Dormirò durante storia. Con quella si fanno certe dormite che sono una meraviglia, meglio di quelle che ti fai a casa. - gli sorrisi. Era veramente speciale. Era ovvio che non era vero, ma me lo disse comunque, perchè voleva stare con me per aiutarmi. E io volevo stare con lui.
- cosa facciamo ora? - mi chiese.
- non ne ho idea. Parliamo in po', non voglio pensare al niente. - passammo tutto il resto della notte a parlare. Verso le sei andai a prepararmi, mentre Micky cucinava per la colazione. Quando uscii dal bagno dopo essermi messa una maglietta verde e un paio di jeans, trovai in tavola punkakes(?), spremuta d'arancia e Micky cotto dal sonno. 'Poveretto, non ce la fa più.' Poi vidi un'altra persona: era mia madre!
- mamma! - l'abbracciai. - cosa è successo? -
- tesoro! Scusami se ti ho fatto stare in ansia. Quando è finita la riunione mi è arrivato un messaggio di Fred. - mi si illuminarono gli occhi. Fred faceva parte dell’esercito, ed era un grande amico di mio padre. Era lui che si occupava di dirci cosa era successo a mio padre. - c'era scritto che Marcus era tornato e che stava all'ospedale. Mi sono subito diretta li, senza pensarci. Ma poi mi sono addormentata. Mi dispiace tantissimo. Sia per te che per Micky. -
- per me non si preoccupi signora, sono felice di averle fatto compagnia. - rimasi immobile.
- Brooke cos'hai? - non riuscivo a dire una parola, mi si era bloccata la lingua. Quando mi ripresi iniziai a balbettare.
- pa-papà è t-tornato. -
- si tesoro, si. - avevo gli occhi lucidi. Mio padre era vivo e stava bene.
- è vivo. -
- si! -
- voglio andare a trovarlo! -
- ci andrai dopo scuola. Tieni, questo è l'indirizzo dell'ospedale, ci arrivi con l'autobus. Ora andate, o farete tardi. -
- Va bene. Grazie mamma. -
- di niente. - le diedi un bacio sulla guancia e uscimmo di casa.
- sta bene, sta bene! - non ci credevo.
- sono felice per voi. - lo abbracciai.
 Quando salimmo sull'autobus vidi Dan. Andai da lui e lo abbracciai.
- hey, cosa è successo? -
- mio padre è tornato! -
- davvero? È fantastico! - annuii. Quando arrivarono Greg e Charlie feci la stessa cosa. Poi io e Micky raccontammo a tutti e tre cosa era successo quella notte.
- e lui poveretto è dovuto stare da me per tutta la notte sveglio. Quando sta mattina sono uscita dal bagno l'ho trovato quasi addormentato sul tavolo. - scoppiammo tutti a ridere, anche lui.
- ci credo, dopo tutta la notte sveglio! -
- ti voglio bene. -
- anche io! - lo abbracciai. - hey Greg, lo sai che ieri ho anche imparato I swear? -
- ce l'hai fatta! -
- mi viene abbastanza bene. C'è ancora qualche nota così così ma in generale la suono bene. -
- con che strumento? - chiese Dan.
- chitarra. -
- suoni la chitarra? -
- si, ormai questo è il nono anno. -
- wow è tanto. Anche io e Micky la suoniamo. - Micky annuì.
- solo io e Greg non la suoniamo? - disse Charlie.
- ma cosa stai dicendo? La suono ancora! - replicò Greg.
- beh, direi proprio che solo te non la suoni. - disse Dan.
- però suono il piano. -
- una volta dovremmo fare un brano tutti insieme. Charlie suona il piano, io la chitarra e voi tre cantate. - annuirono tutti. Guardai fuori: era il momento di scendere. - noi adesso dobbiamo scendere. Ci vediamo. Ciao ciao. -
In classe sembravo uno zombie. Rimasi tutto il tempo con la testa sul banco a pensare a Micky che dormiva in classe durante la lezione di storia e a mio padre. Finalmente dopo quasi un anno lo avrei rivisto.
Quando suonò la campanella schizzai fuori dall'aula e mi diressi verso la fermata dell'autobus più in fretta possibile.
Quando arrivai all'ospedale chiesi del signor Jonson.
Un'infermiera molto giovane mi accompagnò davanti a una stanza.
- è questa. -
- la ringrazio. -
- di nulla, è il mio lavoro. - dopodiché se ne andò. Aspettai un attimo davanti alla porta, feci un respiro profondo ed entrai.
- papà? - l'uomo allungato sul letto si girò. Era proprio lui. Mi sorrise.
- Brooke! La mia piccola Brooke! Vieni qui. - corsi vicino al letto e lo abbracciai.
- mi sei mancato tanto papà! - senza accorgermene le lacrime iniziarono a scendere e a rigare il mio viso.
- anche tu Brooke. - iniziammo a parlare, dopo tutto dovevamo recuperare un anno, nel quale ci eravamo sentiti per lettere due volte.
- tesoro, sei proprio cresciuta. Sei diventata bellissima. Sono sicura che ti sei fidanzata! - wow, mio padre che diceva una cosa del genere era un avvenimento da segnare sul calendario. Si era sempre interessato a me e a Lucas, ma non aveva mai fatto domande così personali.
- no, ancora no. - dissi, leggermente in imbarazzo.
- sono sicuro però che c'è almeno un ragazzo innamorato di te. Sei veramente stupenda. -
- grazie. - dissi diventando tutta rossa.
Passai tutto il pomeriggio in ospedale. Non volevo lasciarlo solo, ma soprattutto non volevo stare senza di lui. Non lo vedevo da un anno e mi era mancato tantissimo. Non ero mai stata più felice in vita mia. Poi, verso le sette chiamò mia madre, dicendomi che sarei dovuta tornare a casa.
- io devo andare. Un'ultima cosa però. -
- dimmi tesoro. -
- per quanto tempo resterai qui in ospedale? -
- credo una settimana. -
- okay. Allora ci vediamo domani. -
- va bene. Ciao. -
- ciao papà. Ti voglio bene. -
- anche io. - gli diedi un bacio sulla guancia e uscii.
Ero al settimo cielo.
Quando tornai a casa erano le otto. Cenai e andai in camera mia. Riaccesi il cellulare che avevo spento per non essere disturbata in ospedale. Avevo cinque messaggi. 'Ma perchè la gente mi cerca quando ho il telefono spento?' Erano tutti di Charlie.
- sei arrivata? Xxxx -
- perchè non mi rispondi? -
- ma sei morta? -
- ormai non conto più niente per te? -
- Broooooooooke!!!!!!!!!! -Le inviai un messaggio.
- scusami, ho spento il telefono perchè non volevo essere disturbata e l'ho riacceso ora che sono tornata. - la risposta arrivò immediatamente.
- non ti preoccupare. Come è andata? -
- tutto bene. Mi mancava veramente tanto. -
- ci credo. Ora io vado, devo uscire. A domani. Xxxx -
- ma dove vai alle otto di sera? -
- Dan mi ha chiesto se mi andava di uscire con lui al cinema e io gli ho detto di si. -
- bene! Buona uscita piccioncini! Salutamelo. Xxxx -
- certo. Ciao ciao. -
- ciao, a domani. - posai il telefono sul comodino e, dopo essermi messa il pigiama, andai a dormire più felice che mai.




Hey!
scusatemi se ci ho messo molto, ma avevo davvero tanto da studiare.
Penso che in questo capitolo Micky è veramente dolce :D
Spero vi piaccia!
Alla prossima.
Un bacio
Giulia

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il primo mese di scuola passò velocissimo, ma successero molte cose interessanti.
Dan e Charlie si fidanzarono, stavano veramente bene insieme.
Greg dimenticò più o meno Holly e io e Micky diventammo migliori amici, anche se speravo in qualcosa di più.
I ragazzi fecero altre cover su youtube, come ad esempio Crawl. Non erano famosissimi, ma questo non importava.
Si divertivano facendo la cosa che amavano di più: cantare.
Ogni tanto qualche ragazza chiedeva loro di incontrarli e, con molta gioia, accettavano sempre.
Molto velocemente arrivò anche dicembre e con esso il freddo, ma anche il mio compleanno.
Avrei festeggiato i sedici anni il quattro dicembre.
Era una sensazione strana, perchè sarebbe stato uno dei pochi compleanni passati con mio padre.
Quell'anno il quatto veniva di domenica. Avrei trascorso la mattina con la mia famiglia, e la sera sarei andata a festeggiare con i miei compagni di classe, Dan e Micky in una pizzeria.
Come ogni anno, chiedevo ai miei genitori di non regalarmi niente, mi bastava la festa. Ma loro ignoravano sempre la mia richiesta.
Quell'anno mi regalarono un nuovo mp3, dato che quello che avevo si era rotto.
Ogni volta che ripenso a come si era rotto mi viene da ridere.
Infatti, da perfetta deficiente, lo avevo messo in lavatrice insieme ai miei pantaloni.
Quando la mattina del mio compleanno accesi il telefono, vidi quattro messaggi da parte dei miei migliori amici.
Charlie: auguri auguri auguri!!!! Finalmente sedici! Stai invecchiando! Hahahah. Ti voglio bene, lo sai. Ci vediamo oggi pomeriggio. Un bacio. Xxxxx
Greg: tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri alla mia Brooke! E la torta a meeee! Hahahah Finalmente i tanto attesi sedici!! Ti voglio bene migliore amica! Però la torta la voglio veramente! ;) Xxxxx
Dan: e dopo una lunga attesa *rullo di tamburi*, finalmente sedici anni!! Auguroni!! Ora non ci assillerai più dicendo: voglio avere sedici anni, così mi sento piccola! Hahahah ti voglio bene! Xxxx
Micky: e finalmente i sedici anni sono arrivati!! Tantissimi auguri!! L'età inizia a farsi sentire!! Hahahah ;) ti voglio tanto bene, credo che ormai lo hai capito, ma tanto te lo ripeterò all'infinito. Non mi stancherò mai di dirlo. Xxxxx
Avevo i migliori amici più dolci del mondo, questo era poco ma sicuro.
Il pomeriggio, come previsto, venne a casa mia Charlie, per truccarmi. Diceva che se mi fossi truccata da sola avrei fatto un macello.
E aveva pienamente ragione.
Prima indossai il vestito che avevamo comprato qualche giorno prima insieme. ( http://www.alwaysglamour.com/wp-content/uploads/2012/12/Abito-Capodanno-2013-Motivi.jpg)
Poi, l’esperta del trucco iniziò, appunto, a truccarmi. Optò per un trucco molto leggero, matita nera, ombretto chiaro e un po’ di fard, sia perché non ero abituata a truccarmi, sia perché il trucco mi dava allergia.
La mia solita fortuna.
I capelli li lasciai sciolti sulle spalle.
Una volta finita di prepararmi, mi feci vedere dai miei genitori.
- tesoro, sei bellissima! - disse mio padre.
- sei la sorella più bella del mondo! - disse Lucas abbracciandomi.
- e io non conto più niente? - disse Charlie facendo la finta offesa. Scoppiammo tutti a ridere.
- bene, noi dobbiamo andare. -
- vi accompagno. - disse mio padre.
Arrivammo al locale in venti minuti. La sala era già pronta. C'era una grande pista da ballo con ai lati delle sedie e un lungo tavolo, dove c’era un buffet. In giro c'erano delle luci da discoteca e un apparecchio per mixare le canzoni.
Chiesi a Greg, Dan e Micky di venire un po' prima delle otto e mezza.
Quando arrivarono mi fecero tutti gli auguri.
Poi Dan andò con la sua Charlie a chiarire delle cose con il dj, e rimanemmo io, Micky e Greg nella sala da ballo.
- sei uno schianto Brooke! - disse Greg. Arrossii.
- grazie. -
- hey Micky, ci sei o ti sei incantato? Lo so che è bellissima, ma non esagerare! - lo guardai. Era immobile e mi fissava.
- emmm... si si, sono qui. Sei veramente bellissima. -
- grazie. -
- senti, prima che arrivano gli altri volevo darti il mio regalo. Cioè, una parte del regalo. - disse Micky.
Si avvicinò e mi chiese di chiudere gli occhi. Sentii le sue mani sfiorare il mio collo, mentre spostava delicatamente i miei capelli.
Quando riaprii gli occhi vidi che mi aveva messo una collana. Era color argento a forma di cuore.
- Micky, è bellissima! -
- sono felice che ti piaccia. - gli saltai al collo e per poco non cademmo a terra. A fatica mi staccai da lui. Guardai meglio la collana e vidi che era una di quelle che si apriva. Ho sempre adorato quel tipo di collane.
- grazie mille! - mi sorrise. ‘Eccolo lì, quel sorriso fantastico che fa venire i brividi. Quel sorriso che non lo lascia mai e che lo rende ancora più bello.’
- sono arrivati alcuni ragazzi. - i miei pensieri vennero interrotti da Charlie, che stava entrando nella stanza insieme a Dan.
- vengo subito. - mi diressi verso la sala principale iniziai ad accogliere i miei compagni.
Andammo subito a ballare. Il dj era molto bravo e fece molte canzoni.
Tra un ballo e l’altro venivo sommersa da amici che mi facevano gli auguri e con i quali parlavo un po’.
Era veramente una festa fantastica, non potevo desiderare di meglio.
Poi, tra gli ultimi balli, ci fu un lento. Mi si avvicinò Greg.
- signorina, mi concede questo ballo? -
- ma certo! - andammo al centro della pista e iniziammo a ballare. Misi  le braccia intorno al suo collo e appoggiai la testa sulla sua spalla. Lui mise le sue mani sui miei fianchi, mentre continuavamo a ballare.
- sei il mio migliore amico dalle medie. Sei la persona più simpatica e divertente che conosco. Riesci sempre a farmi tornare il buon umore con il tuo sorriso. Riesci a farmi ridere, quando non ho nemmeno la voglia di sorridere. Sei unico, sarai per sempre il mio migliore amico. Ti voglio tanto bene. -
- anche io ti voglio bene, sei fantastica e devi sapere che quel sorriso nasce quando ti vedo. Sappi che anche tu sarai sempre la mia migliore amica e che.... aia!! - senza accorgermene gli avevo pestato il piede. Mi portai una mano alla bocca e scoppiai a ridere.
- scusami! - ridevo, non riuscivo a fermarmi.
- ma che hai al posto dei piedi, del piombo? -
- mi dispiace. -
- non ti preoccupare, ora mi dispiace che non puoi più ballare. -
- pazienza. Comunque, ti conviene mettere del ghiaccio. -
- hai ragione, vado. - si allontanò zoppicando verso l'uscita, mentre io continuavo a ridere. Mi si avvicinò Micky.
- ma cosa gli è successo? -
- niente, stavamo ballando e gli ho pestato il piede. Credo che ora non ballerò più con nessuno, avranno tutti paura che gli pesti il piede, ne sono sicura. -
- io no. Ti va di ballare? Sempre che ti vada. - il battito del mio cuore aumentò pericolosamente.
- con molto piacere. - ci dirigemmo verso il centro della pista e incominciammo a ballare. Era molto bravo, sicuramente meglio di Greg, il quale riusciva a mala pena a camminare.
Avrei voluto ballare con lui tutta la serata e anche dopo. Stargli vicino, sentire i suoi respiri e il suo cuore che batteva.
Ma sfortunatamente quel ballo finì, e anche molto presto. Non perchè avessi pestato anche a lui il piede, sia chiaro, ma perchè finì la canzone.
Poco dopo iniziai ad aprire i regali.
Il primo che aprii fu quello di Dan, Charlie, Micky e Greg. Quando lo scartai non ci potevo credere: era una macchinetta fotografica. Ma non una qualunque, era una Nikon, precisamente quella che volevo da giugno. Poi aprii il regalo dei miei compagni che, in poche parole, mi rifecero il guardaroba.
La serata continuò un'altra mezz'ora, poi pian piano la gente cominciò a tornare a casa.
Alla fine rimasero solo Greg, Charlie, Dan e Micky.
- amore, vuoi che ti riaccompagno a casa? -
- magari, mi faresti un favore! -
- ma Charlie, ti possiamo accompagnare noi. - dovevo assolutamente parlarle.
- non ti preoccupare Brooke, è in buone mani. - 'grazie Dan, riesci sempre a rovinare i miei piani.' Fortunatamente Charlie capì cosa intendessi.
- non ti preoccupare amore, mi accompagna Brooke. Non voglio che allunghi la strada solo per accompagnarmi. -
- mmmm... Va bene. - ‘Grazie!’
- ora è meglio che vada anche io. - disse Micky.
- Dan, vieni un attimo fuori? - disse Charlie, trascinando il povero Dan fuori dalla porta. Io e Micky trattenemmo a stento una risata.
- come sono carini. -
- già. Grazie mille per la serata, mi sono trovato veramente molto bene. -
- grazie a te che sei venuto. -
- senti, ti devo dire una cosa. - mentre parlava guardava il pavimento.
- dimmi! - prese un respiro profondo.
- io… io mi sono innamorato di una ragazza. - il mio cuore perse un battito. Forse due. - non ci conosciamo da tantissimo, ma sono veramente innamorato di lei. Quando la vedo non capisco più niente, sono troppo incantato dalla sua bellezza. Lei è una ragazza speciale. Mi capisce come nessun altro, mi fa stare bene, mi fa sentire accettato. -
E così Micky si era innamorato. Sarei dovuta essere felice, invece no. Mi sentivo a pezzi.
- p-perché mi stai dicendo queste cose? -
- perché quella ragazza sei tu, Brooke. Mi sono innamorato di te. Non riesco a stare senza di te, ho bisogno di averti accanto. Ogni giorno mi innamoro sempre di più. Senza di te non so cosa fare, mi sento perso. Sei tutto ciò di cui ho bisogno. -
Lo abbracciai.
Non so quanto durò quell'abbraccio, forse secondi, forse minuti.
Sapevo solo che non mi volevo più staccare.
Volevo rimanere ad abbracciarlo ed ignorare il resto del mondo. Perché lui, il ragazzo di cui mi ero innamorata perdutamente, era innamorato di me.
Era una sensazione fantastica abbracciarlo forte e sentirsi abbracciare allo stesso modo.
Poi ci guardammo negli occhi. I suoi erano così belli, anche se di un comune marrone. Vedi che lui si stava avvicinando. Non esitai nemmeno un secondo. Mi avvicinai a mia volta, fino a quando le nostre labbra non si incontrarono.
Era il mio primo bacio e fu fantastico.
Sapere che era lui a baciarmi mi fece sentire al settimo cielo.
Quando ci staccammo sentivo di volerlo baciare ancora e ancora e ancora.
Gli sorrisi e lui fece lo stesso.
Lo riabbracciai.
- ora è meglio che vada. -
- va bene. Buonanotte. -
- buonanotte bellissima. - mi diede un bacio sulla guancia e uscì.
Ma dopo pochi secondi rientrò.
- oh, andiamo, ora che posso farlo perché mi trattengo? - all’inizio non capii. Poi mi si avvicinò e mi diede un bacio sulle labbra.
- ora posso andare veramente. Ci vediamo domani. - il giorno infatti prima lo avevo invitato a casa mia per pranzo.
- si, a domani. -
Quando se ne andò entrò Charlie.
- allora? - non riuscivo a dire una parola, sorridevo e basta. Allora Charlie iniziò ad urlare.
Probabilmente aveva capito tutto, o forse aveva origliato. Conoscendola era molto probabile la seconda. - come te lo ha chiesto? -
- parlando? - mi fulminò con lo sguardo, ma poi si sciolse in un sorriso. - come vuoi che me lo abbia chiesto? -
- non lo so, in qualche modo romantico. -
- senti, ne parliamo in macchina, va bene? -
- ma non ti vergogni di dirlo davanti a tuo padre? -
- no, per niente. Dopotutto, questo argomento era uscito anche all'ospedale. -
- e non pensi che possa essere geloso? Tipo i padri di quei film americani che dicono sempre 'io a quello gli spezzo le gambe'? - scoppiai a ridere.
- no, mio padre non è così. - non sapevo come avrebbe reagito, sapevo solo che volevo dirglielo.
In macchina raccontai ciò che era successo. Mio padre non sembrò geloso, fece solo qualche domanda su come fosse Micky.
- un giorno lo voglio conoscere questo Micky. -
- certo. Sono sicura che lo troverai adorabile, non puoi non farlo. -
- perchè? -
- perchè è così semplice, spontaneo, amabile e dolce. -
- sei proprio cotta. Ora non voglio più che ti lamenti quando parlo del mio Dan. Capito? -
- ma io non mi sono mai lamentata! -
- si certo, come no! Ma se passi tutto il tempo a sbuffare? - era vero. Ogni giorno me ne parlava e io tutte le volte sbuffavo o non l'ascoltavo direttamente. Ma lei non avrebbe mai scoperto che la ignoravo.
- lo sai che ti voglio bene, vero? -
- certo. Anche io te ne voglio. Ora devo scendere. Ancora tanti tanti auguri e grazie per il passaggio. -
- di niente. Ci vediamo domani. -
- certo. Buona notte signor Jonson. -
- buona notte Charlotte. -
Tornammo a casa in altri dieci minuti. Appena arrivata mia madre mi saltò addosso e come al solito sapevo già cosa voleva: vedere i regali.
Ma non poteva aspettare il giorno dopo?
Era rimasta fino alle due e mezza sveglia solo per quello.
Dopo averglieli fatti vedere, le dissi di Micky. Ci dicevamo sempre tutto, non nascondevamo mai niente. Odiavamo i segreti.
Dopodichè tornai molto lentamente in camera e mi buttai sul letto.
Ero veramente stanca, quasi non avevo la forza di cambiarmi.
Rimasi così dieci minuti allungata, mentre stringevo la collana.
 
 
 
 
Eccomi qui a ripubblicare questo capitolo :D
Quando avevo riletto quello che avevo pubblicato prima mi ero accorta che faceva veramente schifo u.u
Quindi l’ho riscritto.
Non sono ancora convintissima, ma sicuramente è meglio di quello di prima.
Lo so, non sono affatto brava con le descrizioni, sono sempre state il mio punto debole…
Spero che comunque il capitolo vi piaccia!
Se avete da dirmi qualcosa recensite, ve ne sarei molto grata.
Un bacio.
Giulia.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il giorno dopo a scuola eravamo solo in dieci. 'Che pizza, ora storia mi interroga, è impossibile che non mi chiama!'
- come mai tutti questi assenti? - solo Giulio alzò la mano. 'Chissà che idiozia sparerà oggi.'
- professorè, ieri c'è stata la festa di compleanno di Jonson, e siamo tornati tardi a casa. - 'forse gli è passata la voglia delle scuse campate in aria. Meglio così!'
- capisco. Dato che siamo così pochi, non andrò avanti - 'mi adoro da sola!' - e non interrogo nemmeno. Non mi sembra corretto. - 'se potessi mi bacerei!' - Jonson? - 'e ora che vuole? Non è che mi interroga come regalo?'
- si professoressa? - risposi titubante.
- auguri, anche se in ritardo -
- emmm... grazie. - Le quattro ore furono tutte così, facemmo solo ripasso. Essendo tre geni, io Greg e Charlie passammo tutto il tempo a parlare.
Dato che Greg non lo sapeva, a ricreazione gli dissi che io e Micky stavamo insieme.
- era ora! Non lo sopportavo più! -
- in che senso? - ero veramente curiosa.
- nel senso che ogni giorno mi chiedeva di te, dei tuoi gusti, se avesse potuto avere qualche possibilità. Come credi sapesse del tuo "amore" per le collane a cuore? -
- non lo so. Ci sono tanti modi per capire certe cose. -
- si certo! Nemmeno un grazie? -
- e per cosa, scusa? -
- per avergli fatto azzeccare il regalo! Mi sembra il minimo indispensabile! -
- grazie mille! - mi alzai e lo abbracciai.
- guarda che poi diventa geloso! -
- ma che dici? -
- la verità. Micky è uno geloso. Non tantissimo, ma lo è. -
- senti, lo sa che siamo migliori amici. Non può dire niente. -
- in effetti… mi è difficile ammetterlo, ma hai ragione. -
- come sempre dopotutto! - mi guardò storto.
- si, certo, come no! -
- dai, fammi godere questo momento di gloria! -
All'ultima ora, come al solito, io Greg e Charlie uscimmo per ultimi.
- Greg, sei sempre lentissimo! -
- le sedie devono stare in ordine! - disse, mentre sistemava la sua sedia e quella vicino alla sua.
- a questo punto sistemale tutte! - mi guardò storto.
- non è colpa mia se alle medie i professori ci hanno fatto una testa così sul fatto che le sedie devono stare dritte! -
- ma se andavamo in classe insieme e non li ho mai sentiti! -
- nemmeno io! - aggiunse Charlie.
- certo, perché voi due scappavate fuori dall'aula appena suonava! - era vero. Già dalle medie prendevamo l'autobus, dato che nessuno ci poteva venire a prendere e la scuola era abbastanza lontana da casa. In più l'autobus passava due minuti dopo il suono della campanella e quello successivo un'ora dopo.  A volte succedeva anche che i professori ci facessero uscire cinque minuti prima dalla classe.
- se vuoi ti presto riga e squadra, così sei più preciso! -
- ha.ha.ha. Molto divertente. Tranquille, ho fatto. -
- di già? Allora nevicherà ad agosto! - scoppiammo tutti e tre a ridere.
- ragazzi, che ci fate ancora qui?! - ci girammo e trovammo Rosa, la nostra bidella preferita, sulla porta.
- hei Rosa! Niente, ce ne stavamo andando, abbiamo solo un amico molto lento nel prepararsi. - dissi guardando Greg.
- ho fatto, ho fatto! -
- sbrigatevi ad uscire, prima che vi veda il preside! La campanella è suonata da più di dieci minuti! - io, Greg e Charlie ci guardammo un istante, per poi iniziare a correre come dei matti per i corridoi. Il nostro preside non permetteva di stare in classe oltre i cinque minuti dal suono.
Crudele.
Quando uscimmo, ancora con il fiatone, notammo che Holly e il suo fidanzato stavano litigando. Continuammo a guardarli, fino a quando George non le diede uno schiaffo in pieno viso.
Greg scattò immediatamente in avanti verso di loro.
- qua finisce male... - dissi a bassa voce, ma forse non troppo dato che Charlie annuì.
- Brooke, forse è meglio che ci avviciniamo. -
- si, andiamo. -
- hei tu! Come ti permetti di darle uno schiaffo!? - 'qui finisce veramente male.'
- non sono cose che ti riguardano! - disse George.
- invece io credo proprio di si, dato che Holly è una mia amica! -
- Greg, n-non ti preoccupare, non è successo niente. - Holly sembrava imbarazzata di quello che era successo. Le feci cenno di avvicinarsi, ma quando fece un passo avanti George la prese per un braccio.
- dove credi di andare? Non abbiamo ancora finito! -
- io credo che voi due abbiate finito, invece. - Greg era veramente arrabbiato.
- senti biondino, - 'addio George. Tranquillo li facciamo noi gli inviti al tuo funerale. Causa decesso: aver chiamato Greg West biondino.' - nessuno tu vuole qui. Vedi di andartene. - 'strano che non gli è già saltato addosso. Forse solo perchè c'è Holly.' Greg fece un respiro profondo per calmarsi. 'Si, solo perchè c'è Holly.'
- vedi di lasciarla, o qui finisce male, molto male. -
- sto tremando! - disse George sarcastico.
- smetti di fare lo spiritoso! -
- smettila tu di darmi fastidio. Come ho già detto non centri niente e nessuno ti vuole qui! Vedi di andartene. - Greg non ci vide più dalla rabbia. Gli si avvicinò e lo prese per il collo della maglietta. Holly emise un gemito di paura. Credo fu solo per quello che non gli diede un pugno in pieno viso.
- ho detto che la devi lasciare stare. - mi sembrò che George avesse paura. Mi sembrò che stesse veramente tremando.
- okay, okay. Ma tu mettimi giù. - lo lasciò andare e Holly si avvicinò a me e Charlie. L'abbracciamo, mentre lei piangeva.
- stai tranquilla. - le dicemmo insieme. George si allontanò velocemente verso un gruppo di amici e fortunatamente non si riavvicinò.
- grazie, grazie mille Greg. - gli si avvicinò e l'abbracciò. Inizialmente Greg rimase spiazzato e non seppe cosa dire o fare. Poi però ricambiò la stretta.
- di niente. Non sopporto quando qualcuno tratta male le ragazze. - presi per un braccio Charlie ci allontanammo di qualche passo, dirigendoci verso la fermata dell'autobus. Volevo lasciarli soli. 'Eccoli qui, l'eroe e la damigella in pericolo salvata.' Iniziarono a parlare, scherzare e ridere. Poi lei gli prese la mano. Guardare la faccia di Greg non ebbe prezzo! Sembrava un bambino la mattina di Natale quando vede i regali che ci sono sotto l'albero e inizia a saltare dalla gioia per tutta casa.
Gli inviai un messaggio. - io e Charlie andiamo. Divertiti con Holly! Xxxx.-
- Va bene, grazie. Xxxx. - Prendemmo così l'autobus per tornare a casa. Incontrammo Dan. Ovviamente lui e Charlie rimasero tutto il tempo appiccicati. Del resto, come biasimarli?
Misi un paio di cuffiette ed iniziai ad ascoltare una loro cover: just the way you are. Avevano fatto anche altre cover, in my head, billionaire e pray.
In oltre avevano scritto una canzone intitolata hey. Nome fantasioso come quello della band.
Ero veramente fiera di tutti e tre, si stavano dando un grande da fare.
Arrivata a casa trovai in salone Micky, mentre parlava con mia madre. Poi alzò lo sguardo e mi sorrise.
'Come fai a non amare una persona con quel sorriso? Quel sorriso indescrivibile. Quel sorriso che ti toglie il fiato. Quel sorriso che fa invidia alle stelle più luminose. Quel sorriso unico, che amo.' Mia madre si girò.
- tesoro, sei tornata finalmente, per caso non è passato l'autobus? -
- no, mamma non ti preoccupare. C'è stato un piccolo imprevisto. -
- capito. Vi lascio soli. - annuii. Quando non la vidi più mi avvicinai a Micky e lo baciai. Poi ci sedemmo sul divano.
- come è andata a scuola? -
- a meraviglia, non hanno ne spiegato ne interrogato, dato che eravamo pochissimi. -
- come mai? -
- tutto merito mio e della mia festa. Quando dicevano che non avrebbero interrogato mi sarei baciata da sola se solo avessi potuto! -
- dato che non puoi farlo ci penso io. - mi baciò.
Quando lo faceva sentivo i brividi lungo la schiena; mi perdevo nel suo profumo, così dolce e delicato, e non avevo la forza di staccarmi da lui.
 - sei fantastico, non mi stancherò mai di dirtelo. -
- e te sei meravigliosa. -
- tesoro! A tavola! - 'tempismo perfetto!'
- andiamo. - lo presi per mano e andammo a sederci in cucina. Mi misi vicino a lui ovviamente.
Poi guardai il piatto. Ciò che c’era dentro non assomigliava per niente a del cibo.
- mamma, cosa è questa cosa? -
- è un minestrone di verdure, cara. -
- io penso che per oggi passo. - 'non mangerò mai quel coso, neanche se mi pagano!'
- cosa? E perchè? -
- emmm... non mi sento molto bene, forse è meglio che vada in camera a riposarmi. -
- aspetta almeno che Micky abbia finito di mangiare! - guardai Micky. Aveva la faccia di uno che avrebbe vomitato a breve.
- n-non si preoccupi, mangerò qualcosa a casa. Ora le vado a fare compagnia di sopra. Non voglio che stia da sola. -
- che ragazzo premuroso. Va bene. Andate di sopra. Sappiate che qui il minestrone c'è sempre ad aspettarvi. - annuii. 'Certo mamma. Mi dispiace, ma aspetterà a lungo.' Salimmo le scale quasi di corsa. Arrivati in camera ci sedemmo sul letto.
- Micky, mi dispiace. Se vuoi puoi andare da qualche parte e ti vai a prendere qualcosa da mangiare, che so, un pezzo di pizza. Non aveva mai fatto una cosa del genere! -
- non ti preoccupare, mia madre a volte fa di peggio. Mi dispiace solo che ora quel coso rimarrà la fino a quando non lo butta. -
- scommetto che prima lo assaggerà. Poi si renderà conto di averci quasi avvelenato e ci comprerà qualche cosa deliziosa. Tra un po' ci dirà che sta per andare a fare la spesa. - scoppiò a ridere. - non mi credi? -
- ma neanche se lo vedo! -
- okay. Scommetto...fammi pensare...un bacio? Si, un bacio! Se va a fare la spesa voglio che mi dai un bacio. -
- e se non ci va? - ci pensai un po'.
- beh, te lo do io. -
- mi piace questa scommessa! Affare fatto! - Dopo circa mezz'ora mia madre mi disse che sarebbe andata al supermercato per fare un po' di spesa.
Quando tornò aveva comprato anche della pizza, che ci portò in camera.
 - avevo ragione io! Adesso voglio ciò che mi spetta! -



Hey!
eccomi qui con un nuovo capitolo! :D
come avevo già detto a TroubleMaker94, finalmente ricompaiono Greg e Holly (anche se per poco u.u)
spero vi piaccia!
ringrazio chiunque recensirà questo capitolo e/o quelli vecchi e chi ha già recensito <3
alla prossima
un bacio
Giulia

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Natale.
Amo il natale, è la mia festività preferita in assoluto; adoro decorare la casa, fare l'albero e il presepe tutti insieme. Il natale è un modo per essere più uniti.
E poi l'aria natalizia.
È bello andare in giro per le strade illuminate dalle lucine con intorno bambini che giocano allegramente.
La gente è più felice e non c'è un clima di tensione.
Ma la cosa più bella del natale per me è la neve. E non solo perché più neve c'è più c'è probabilità che le scuole restino chiuse. Adoro andare in giro per le strade innevate, giocare a palle di neve come i bambini, buttarmi sulla neve e fare gli angeli.

 
- ma ci pensi, Micky, che dopodomani è la vigilia di Natale? -
- già. È fantastico, e poi non andremmo a scuola per un bel po' se continua a nevicare così! -
- andiamo, ti importa solo che le scuole restano chiuse? -
- no, mi importa anche che passeremo il Natale insieme. - lo baciai dolcemente.
- awww. Ma quanto posso essere innamorata di te? -
- tanto, sono adorabile! - gli diedi una piccola gomitata.
- modesto il ragazzo. -
- devo dire che sono abbastanza soddisfatto di me. -
- non me ne ero accorta! - dissi ridendo.
- dai, è meglio se ci sbrighiamo se non vogliamo trovare il supermercato chiuso. - stavamo andando a fare la spesa proprio per la vigilia. Sarebbero venuti tutti a casa mia.
Comprammo tutto il necessario, poi tornammo a casa. Decisi di preparare un po' di crema pasticcera per fare merenda, dato che avevo più fame di un elefante.
Mi misi ai fornelli, mentre Micky si sedeva su una sedia.
Dopo un po' mi girai e notai che mi fissava.
- lo sai che sei bellissima quando cucini? -
- ma che dici?! - dissi, diventando completamente rossa.
- che sei bellissima quando cucini! - la mia espressione diventò questa: -.-
- questo lo avevo capito. -
- e allora cosa me lo chiedi a fare? - disse ridendo.
- lasciamo stare. - si alzò e mi abbracciò da dietro. Amavo quegli abbracci.
E lui lo sapeva.
Lo sapeva bene.
Iniziò a lasciarmi scie di baci sul collo dolcemente, mentre i brividi sul mio corpo aumentavano.
'Che cavolo, proprio ora doveva essere pronta 'sta cosa?!' spensi il gas, e lasciai che Micky continuasse a baciarmi lungo il collo. Poi mi girai e mi gettai sulle sue labbra. Volevo assaporare il sapore delle sue labbra ancora e ancora e ancora. Non mi importava di niente se non di lui. Mise le sue mani attorno alla mia vita e mi avvicinò ancora di più a se, continuandomi a baciare.
- ti amo tanto. - sussurrai tra le sue labbra.
- ti amo tanto anche io. -
Misi le mie mani tra i suoi morbidi capelli, tirandoglieli leggermente. Lo sentii sorridere leggermente. Quando ci staccammo svogliatamente l'uno dall'altra, leggevo nei suoi occhi la stessa voglia che avevo io di baciarlo. Mi morsi il labbro per evitare di saltargli addosso.
- sai, forse a te aiuta morderti il labbro, ma a me attira ancora di più. - gli sorrisi, per poi rimordermi il labbro. - allora lo fai apposta! -
- mmm... può darsi. - dissi maliziosa. Ricominciò a baciarmi con più voglia di prima. E anche per me valeva lo stesso. Dopo poco qualcuno suonò alla porta. In quel momento maledissi  chiunque fosse stato.
- tempismo perfetto! Scommetto che è mia madre. -
- beh, sai, questa è casa tua, direi proprio che è lei! -
Andai ad aprire la porta e come previsto era mia madre.
- ciao mamma. - dissi trattenendomi dal saltarle addosso dalla rabbia.
- hei tesoro! Come sta andando la giornata? -
- tutto bene. - 'anzi, mi correggo. Andava tutto bene, poi ci hai interrotto.' - ma te non dovevi andare dalla nonna? -
- si, ma mi sono scordata il cellulare a casa. Sono venuta a riprenderlo. Oh, c'è anche Micky! -
- salve signora. -
- lo sai che puoi chiamarmi Emily. - 'si mamma, ma ora sbrigati ad andartene, io e Micky abbiamo una cosa in sospeso.' solo pensare a lui mi fece sorridere e arrossire leggermente.
- che c'è tesoro? -
- niente mamma, niente. - dissi, cercando di non far notare troppo il rossore.
- oh, ecco qui il mio telefono! Ora io vado, fate i bravi! -
- si mamma, ciao! -
- arrivederci si... Emily. - mia madre ci sorrise ed uscì, anche sotto le mie spinte. Una volta fuori feci un grande sospiro.
- ora, dato che non c'è più tua madre, mi spieghi il perché di quel sorriso. Oh, e anche perché sei diventata rossa. -
- io rossa? Ma quando? - dissi facendo la vaga.
- andiamo, lo sai di che parlo! -
- pensavo. -
- a cosa? - si alzò e si avvicinò a me.
- la domanda dovrebbe essere: a chi? - mise le sue mani sui miei fianchi.
- a chi? -
- a un ragazzo. Un bel ragazzo. Il ragazzo più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita. - posai le mie braccia sulle sue spalle.
- dovrei essere geloso? -
- mmm...non so, uno può essere geloso di se stesso? - mi misi sulle punte e lo baciai.
- ti amo Brooke, più della mia stessa vita. -
- ti amo anche io Micky, non immagini nemmeno quanto. - lo abbracciai a lungo. Sentire il suo profumo mi faceva stare bene e le sue braccia erano accoglienti, mi facevano sentire a casa dovunque mi trovassi. Poi ci sedemmo su due sedie e parlammo un po'. Solo dopo dieci minuti mi ricordai di una cosa.
- hei, alla fine abbiamo lasciato lì la crema! Ti va un po'? -
- in questo momento voglio solo di te. - gli sorrisi e lo baciai. Poi mi alzai per prenderla. Lui, però, mi prese per un braccio e mi fece sedere in braccio a lui. Rimanemmo così per un po', non riuscivo ad allontanarmi da lui.
Poi però andai a prendere la crema. Avevo troppa fame. La misi in un bicchiere e glielo porsi, mentre ci mettevamo in piedi, vicino al lavello e alla spesa.
- sai, è veramente buona. Sei una cuoca provetta! -
- grazie, ma preferisco farmi chiamare cheffa! -
- cheffa? Ma che dia…? Ah, è vero. Stavo dimenticando la tua passione di stravolgere i nomi nei modi più assurdi! -
- ma devi ammettere che cheffa è veramente bello. -
- certo, certo. Ora devo andare. Ci vediamo domani per iniziare a preparare il tutto. -
- si, ciao. - si avvicinò a me per darmi un bacio, ma non tenne conto del mio essere ancora una bambina dentro...
 
Micky's pov
Non feci in tempo a darle un bacio che mi ritrovai la faccia ricoperta di farina. Brooke scoppiò a ridere.
- sei così buffo! -
- io sono buffo?! - iniziai a rincorrerla per tutta la cucina con in mano della farina che si trovava sul lavello.
- guarda che ti prendo! -
- non sarà facile! - continuammo a fare i bambini per un po', fino a quando non ebbi la mia rivincita.
- la farina ti dona. - le dissi, sfiorandole le labbra con le mie.
- mai quanto a te! -
- ora è meglio che vada. -
- va bene, a domani. - mi avvicinai e le diedi un altro bacio. Questa volta più luogo, di quelli veri. Non avevo più la forza di staccarmi da lei, avrei voluto baciarla per tutto il giorno.
 
Brooke's pov
Con molta difficoltà mi staccai dalle sue labbra e lo accompagnai alla porta.
Una volta uscito, andai in cucina e sistemai la spesa, sorridendo solo al guardare il pacco di farina aperto malamente per la fretta.
Dopodiché corsi in camera mia e inviai un messaggio a Charlie.
- hei! Ho finito di sistemare la spesa. Possiamo andare! Xxxx- la risposta, come al solito, non si fece attendere.
- cinque minuti e sono sotto casa tua. Xxxx -
Dovevamo ancora fare il regalo per Micky. Il giorno prima eravamo andate a fare spese, ma non avevamo trovato niente per Micky. Avevamo comprato per Greg una felpa e un paio di jeans e per Dan un gioco di calcio per la PSP. Trovare il regalo per lui fu molto facile, bastò pensare a cosa avremmo potuto regalare ad un bambino di dieci anni lol.
- ciao! Prendo la borsa e andiamo. - dissi a Charlie, mentre le scoccavo un bacio sulla guancia.
- ti aspetto qui. - salii in camera mia facendo i gradini a due e due. Misi nella borsa il telefono e le chiavi e scesi giù.
- eccomi qua! - uscimmo di casa e andammo a prendere l'autobus.
- te hai già qualcosa in mente? - mi chiese Charlie. Scossi la testa.
- le mie idee sono pari a zero. -
- siamo messe bene. -
Arrivammo al centro commerciale in mezz'ora. Subito un negozio attirò la nostra attenzione. O meglio, attirò l'attenzione di Charlie.
- entriamo! -
- e secondo te in un negozio per ragazze troveremo il regalo per Micky? -
- forse… - la fulminai con lo sguardo. - va bene, lì non troveremo il regalo per Micky. Ma ti prego, ti prego, ti prego! Ti ricordo che non ho ancora il vestito per Natale! -
- va bene. Ma solo dieci minuti. -
- grazie! - e detto ciò mi trascinò per un braccio dentro il negozio.
- guarda questo vestito! Oh, e questo! Anche quello! E quelle scarpe? Non sono meravigliose, Brooke? - continuò così per molti minuti che sembrarono interminabili. Io mi limitavo ad annuire, non prestando veramente attenzione.
- Brooke? Brooke, mi stai ascoltando? -
- che? Ah, si si. -
- a cosa pensi? -
- niente, niente. -
- andiamo, ti conosco. So che non hai prestato attenzione a nessuno dei capi che ti ho mostrato, e che ora stai pensando a qualcosa di importante. Anzi, qualcuno. - e poi mi chiedono perché lei è la mia migliore amica. Semplice, mi capisce meglio di chiunque altro.
- stavo pensando a... - non riuscii a rispondere, perché mi interruppe immediatamente.
- lo sapevo che stavi pensando a Micky! - scoppiammo a ridere.
- ma per caso mi leggi nella mente? -
- guarda, preferisco affidarmi alla palla di cristallo, non sono ancora esperta riguardo la lettura del pensiero. - continuammo a ridere senza riuscirci a fermare.
- e poi sarei io quella strana! -
- mi sembra ovvio! Dai, andiamo in un negozio per ragazzi. -
- e il tuo vestito? -
- abbiamo ancora domani. E se non trovo niente metterò uno di quelli che ho. Ora dobbiamo trovare il regalo per Micky, è più importante. -
- sei fantastica! - dissi abbracciandola.
Entrammo nel primo negozio maschile che trovammo. Alla fine uno valeva l'altro, i loro negozi non hanno scelte molto diverse come nei nostri.
Dopo circa due ore capimmo che non avremmo mai trovato niente nei negozi di vestiti.
Andammo in un negozio di elettronica e, dopo una buona mezz'ora, riuscimmo a trovare il regalo: una raccolta di film horror.
- sicuramente gli piacerà! - conclusi soddisfatta mentre mi rigiravo il cofanetto dei film in mano.
- si, considerando che è un fan accanito di questa roba. -
Eravamo a casa mia, sul mio letto parlando del più e del meno e svuotando una vaschetta di gelato alla nocciola (si, gelato in pieno dicembre u.u).
- ma lui viene qui domani e ti aiuta a preparare tutto per la vigilia? - annuii. Guardai stanca l'orologio.
- wow, già le sette. - dissi sovrappensiero.
- cavolo!! Tra dieci minuti devo stare a casa! - iniziò a raccogliere le sue cose, mentre io trattenevo a stento una risata.
- allora ci vediamo. -
- certo! A domani! - l'accompagnai al piano di sotto e sulla porta le scoccai un bacio sulla guancia.
Andai in camera mia e mi buttai sul letto con una leggerezza pari a quella di un elefante ascoltando un po' di musica e senza accorgermene mi addormentai.
Mi risvegliai solo quando sentii il suono del citofono.
Scesi strusciando i piedi, fino ad arrivare davanti alla porta d'ingresso.
Una volta aperto mi ritrovai davanti mio fratello.
- ehi pulce! Già qua? - chiesi parecchio stranita, considerando che stavo dormendo beatamente. Poi un pensiero passò per la mia mente: come aveva fatto a tornare da solo? Era troppo piccolo! Solo dopo mi resi conto della presenza di una macchina dalla quale si sporgeva una signora che mi salutava. Ricambiai, anche se non avevo capito chi era.
- si, sono le otto. -
- davvero?! - Lucas annuì. E se mia madre in tutto quel tempo avesse chiamato per sapere come stavo?
Andai a prendere il telefono di casa e notai con mio grande sollievo che non mi aveva chiamato nessuno.
Decisi di chiamare comunque mia madre, per sapere quando sarebbe arrivata.
- pronto tesoro? -
- mamma! Tra quanto torni? -
- tra una mezz'oretta. C'è parecchio traffico. Te intanto, se puoi, prepara qualcosa da mangiare. -
- va bene. Allora a dopo. -
- ciao! - posai il telefono e mi diressi verso la cucina dove mi misi a cercare qualcosa di commestibile o che sapessi cucinare.
Alla fine preparai un paio di tost per me e Lucas. Ci mettemmo a mangiare in salone, davanti alla tv, anche se mia madre non lo sopportava. Poi infilai nel lettore dvd un cartone animato, dato che non c'era niente in tv.
- era da tanto che non guardavamo un film insieme, vero fratellino? - non disse niente. Probabilmente non mi aveva nemmeno sentito per quanto era concentrato sulla tv. Poi lo guardai e mi accorsi che stava dormendo beatamente. Un sorriso spuntò involontariamente sul mio volto. Era così tenero! Lo presi in braccio e lo portai in camera sua stando attenta a non svegliarlo. Rischiai una decina di volte di cadere sui pupazzi che Lucas lasciava sempre in giro.
Lo feci allungare sotto le coperte e gli diedi un bacio sulla fronte.
- buona notte, fratellino. Ti voglio bene. - dopo averlo guardato per un po' dormire, uscii silenziosamente dalla stanza.




hei!! :D
eccomi qua con un nuovo capitolo c:
cosa ne penso?
che è veramente orribile, ma non sapevo cosa scrivere u.u
l'ho riscritto tre o quattro volte, ma non mi convinceva.
alla fine mi sono data pace e ho pubblicato questa cosa qua
spero che comunque vi piaccia almeno un pochino :D
ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e chi a recensito xxxx grazie mille, veramente, mi avete reso felicissima <3
alla prossima
un bacio
Giulia

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


'Finalmente la vigilia di Natale è arrivata.'
Era appunto la vigilia e stavo andando a casa di Micky. Gli avevo promesso che sarei passata per salutare la madre, e poi saremmo andati a fare una passeggiata.
Arrivai a casa sua in pochi minuti. Dopo pochi istanti che avevo citofonato, venne ad aprirmi Allison, la madre di Micky.
- hei, cara! Che bella sorpresa! Vieni dentro. -  mi fece cenno con la mano di entrare. Ci dirigemmo verso il salotto, dove ci sedemmo.
- come stai? - le sorrisi.
- tutto bene signora, e lei? -
- tutto bene. Ma per favore, chiamami Allison, altrimenti mi fai sentire ancora più vecchia. -
- chi è 'ma? - quella dolce voce mi fece venire i brividi lungo la schiena. Sapevo benissimo a chi apparteneva, come avrei potuto confonderla?
- è Brooke, caro! - sentii dei passi molto veloci fino a quando non vidi Micky apparire dalla porta della sala da pranzo. Mi alzai in piedi e gli andai incontro. Lo abbracciai, neanche fossero anni che non ci vedevamo. Lui mi sollevò leggermente da terra. Con la coda dell'occhio vidi Allison uscire dalla stanza. Mi allontanai leggermente da Micky e lo baciai con trasporto. Non riuscivo più a staccarmi da lui, il suo profumo di acqua di colonia poi mi mandava completamente in confusione.
- sai, mi sei mancata. Mi sei mancata moltissimo, anche se ci siamo visti ieri. -
- anche tu. - ci sedemmo sul divano e rimanemmo un po' accoccolati, fino a quando non decidemmo di tornare a casa mia.
Stavamo attraversando la strada tranquillamente quando sentii il rumore di un clacson. Ci voltammo contemporaneamente, e vedemmo una macchina contro mano venire nella nostra direzione. Ma era troppo veloce.
Successe tutto troppo in fretta. Vidi Micky abbracciarmi, dando le spalle alla macchina. Avrei voluto chiedergli il perché, stavamo comunque in mezzo ad una strada, dovevamo muoverci. Ma non feci in tempo. Mi sentii spinta in avanti, Micky era sempre abbracciato a me. Cademmo a terra.
Caddi di lato, e il braccio iniziò a farmi malissimo.
 
Micky's pov.
Non potevo permettere a quella macchina di colpire la mia piccola dolce Brooke. Mi misi davanti a lei, per evitare di farla colpire in pieno dalla macchina. L'urto che c'era stato tra me e la macchina fu fortissimo. Sentii come se dentro di me tutto si spezzasse. Mi rincuorai, pensando che almeno Brooke non aveva provato tutta quella sofferenza. Iniziai a sentire le forze mancarmi. Non riuscivo più a connettere perfettamente come facevo prima...
 
Brooke's pov
- ti amo Brooke... - mi voltai verso Micky. Stava chiudendo gli occhi.
- Micky?! Micky che succede?! No, non chiudere gli occhi, per favore! - gli alzai il volto. Aveva una ferita sulla fronte, da cui perdeva del sangue. - no Micky, no! - intorno a noi si era radunata un po' di gente.
- sta bene signorina? -
- io più o meno si, ma lui no! Non lo vedete?! Chiamate un'ambulanza, subito! - iniziai a piangere abbracciandolo. - non mi lasciare Micky, per favore. Non mi lasciare. - sussurrai al suo orecchio. Avevo capito perché mi aveva abbracciata. Lo aveva fatto per evitare di essere colpita direttamente dalla macchina. Si era fatto colpire al posto mio.
- perché lo hai fatto, Micky? Perché? - poggiai la mia testa sul suo petto, come avevo fatto poco prima a casa sua. Il cuore batteva, ma non come il mio. Era più lento.
Dopo poco sentii una sirena.
- signorina, sta bene? - alzai il viso e vidi un infermiere.
- non lo so, mi fa male il braccio. Ma ora non mi importa. Vi prego, occupatevi di lui! - mi fecero cenno di togliermi, e così feci. Un altro infermiere mi si avvicinò e mi fece alzare. Poi mi fece sedere su un muretto e mi controllò il braccio.
- il braccio è rotto. -
- oh. - sinceramente non me ne importava nulla del mio braccio. - ma Micky? Si rimetterà? -
- Micky? Il ragazzo che stava con lei? - annuii. - molto probabilmente si. -
- che vuol dire molto probabilmente?! È possibile che non ce la faccia?! - mi stavo veramente agitando.
- signorina, si calmi! Non abbiamo ancora potuto fare esami approfonditi, stiamo comunque in mezzo ad una strada. Ma la ferita sembra profonda. Ma stia tranquilla, è possibile che... - non lo ascoltavo più. Poteva starmi dicendo qualsiasi cosa, ma io ormai mi ero fermata a: la ferita sembra profonda.
Micky avrebbe potuto non farcela. Iniziai a piangere.
- signorina, non pianga! - disse irritato. Che uomo senza cuore!
- io non dovrei piangere?! Ma si rende conto che il ragazzo che amo più di me stessa rischia di morire?! Si rende conto che ero io quella più vicino alla macchina e che in questo momento io mi sarei dovuta trovare nelle sue condizioni?! Capisce che è tutta colpa mia?! Come faccio a non piangere?! -
- m-mi scusi, non pensavo... -
- lasci stare! -
Solo in quel momento mi resi conto che Micky non c'era più, e non c'era nemmeno l'ambulanza.
- d-dove è finito?! -
- lo hanno portato al pronto soccorso. Lei deve venire con me all'ospedale, le devo fasciare il braccio. -
- no, no, no! Voglio andare al pronto soccorso, ora! -
- prima la porto all'ospedale e poi la porto dal suo ragazzo di persona, okay? - volevo continuare a dire che avrei preferito andare prima da Micky, ma ormai avevo capito che era inutile. Perciò annuii di mala voglia. Entrai in una macchina e velocemente ci incamminammo verso l'ospedale.
Quando mi ebbero fasciato il braccio, senza-cuore mi accompagnò al pronto soccorso lì affianco. Forse il cuore gli stava nascendo. Una volta dentro chiedemmo di un ragazzo che era arrivato da non molto e ci dissero la stanza.
- mi dispiace comunque dirvi che non potete ancora visitare il ragazzo. -
- cosa?! -
- il ragazzo ha subito questo grave incidente da poco e i medici lo stanno ancora operando. -
- se sapesse che lo stanno operando scapperebbe via a gambe levate. - dissi con una risata amara. - i suoi genitori sono qui? -
- si, sono arrivati dieci minuti fa. -
- dove sono? - la signora mi indicò una sala.
- laggiù. -
- grazie mille. -
- di niente. -
- e grazie anche a lei. - dissi riferendomi al medico. Lui scrollò le spalle.
- ho fatto il mio dovere. Ora è meglio se vada. Spero che il suo ragazzo si rimetta presto. Buon Natale. - e detto ciò si allontanò verso l'uscita. Rimasi per qualche secondo lì, immobile. Poi mi riscossi e andai da Allison e David. Appena mi videro si alzarono in piedi e mi abbracciarono. Li strinsi forte, mentre ricominciavo a piangere.
- m-mi dispiace, è t-tutta colpa mia. - riuscii a dire, tra un singhiozzo e l'altro.
- ma cosa stai dicendo? - mi rimproverò Allison.
- non hai nessuna colpa tesoro. - aggiunse David.
- grazie. -
Solo in quel momento mi ricordai di avere il telefono spento. Lo accesi e trovai dieci messaggi e diciassette chiamate perse.
Iniziai a leggere alcuni messaggi. I mittenti erano tre: mia madre, Greg e Charlie.
- tesoro come stai? Ti prego rispondi! Io, tuo padre e Lucas siamo preoccupati! - questo era uno dei messaggi di mia madre. Gli altri tre erano uguali.
- Brooooooooooooooooke! Ti prego, dimmi che stai bene! Io e Dan siamo preoccupati! Xxx - questo era un mix dei messaggi di Charlie.
- Brooke! Ti prego, rispondi ai messaggi che ti mando! Devo assolutamente sapere come stai! - sorrisi involontariamente al messaggio di Greg.
Decisi di chiamarli tutti, uno ad uno. Scoprii che stavano venendo tutti al pronto soccorso, ma ci stavano mettendo molto perché c'era traffico. Dissi loro di Micky, e ogni volta piangevo. Non riuscivo proprio a fermarmi. 'che bella vigilia di Natale!' dopo circa mezz'ora arrivarono tutti quanti. Li abbracciai forte, attenta a non muovere troppo il braccio.
- ci eravamo veramente spaventati! - dissero tutti. Quando mi si avvicinò Lucas mandai al diavolo il dolore della frattura e presi il mio fratellino in braccio.
- mi sono tanto spaventato, sorellona! -
- tranquillo, sto bene. -
*********
Dopo altri trenta minuti il medico ci diede una brutta notizia: Micky era entrato in coma. Sentii il mondo crollarmi addosso. Il mio Micky era entrato in coma per colpa di un deficiente che guidava contro mano. Se avessi avuto davanti quell'uomo lo avrei ucciso con le mie stesse mani.
Allison era un fiume di lacrime e continuava a ripetere "il nostro Micky è in coma" come se non volesse crederci. Ci dissero però che potevamo visitarlo. I primi che entrarono nella sua stanza furono ovviamente Allison e David.
Poi entrarono Greg, Dan e Charlie.
Infine entrai io. Volevo rimanere sola con lui. Mi sedetti vicino a lui e gli presi una mano.
- perché? Perché lo hai fatto? Perché ti sei messo davanti a me per salvarmi? Questo destino crudele spettava a me. Perché devi soffrire te? Mi hai protetto con il tuo corpo, senza pensare a te stesso. In quel momento avresti dovuto preoccuparti della tua vita, non della mia. Te l'ho sempre detto che sei troppo altruista. Ti prego, non te ne andare per sempre. Non sopporterei la tua assenza. - gli strinsi la mano ancora più forte. Poi lo baciai. Era un bacio salato, per tutte le lacrime che stavo versando. - ti amo Micky, non lasciarmi. - rimasi vicino a lui per tutto il pomeriggio. Verso le otto mia madre venne a chiamarmi.
- ma non posso lasciarlo solo la sera della vigilia di Natale! - dissi in lacrime.
- tesoro, dobbiamo tornare a casa. -
- no! Tornate voi a casa, io rimango qui a fargli compagnia. -
- tesoro... -
- non mi importa niente. Gli avevo promesso che avremmo passato la vigilia insieme, e così sarà. Non vi preoccupate per me, sono abbastanza grande. -
- vuoi che ti portiamo qualcosa da mangiare? - scossi la testa.
- no, prima avevo preso dei pezzi di pizza e sono avanzati. Mangerò quelli. -
- va bene. Per qualsiasi cosa chiamaci. -
- certo. Ciao. -
- ciao tesoro. - le diedi un bacio sulla guancia e guardai mia madre, mio padre e Lucas andare via.
Poi mi sedetti sul letto dove era disteso Micky. Gli accarezzai il volto. In quel momento sembrava un angelo.
- rimettiti presto. - gli diedi un bacio e mi allungai di fianco a lui.
Passarono alcune ore e mi ero quasi addormentata, quando sentii delle grida di gioia. Guardai l'orologio e vidi che era mezzanotte.
- buon Natale, Micky. - sussurrai, per poi addormentarmi al suo fianco.





eccomi qua con questo nuovo capitolo :)
questa volta ho pubblicato parecchio dopo, ma non avevo proprio nessuna idea
sono sicura che adesso mi starete odiando per l'incidente....
ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite o seguite e chi ha recensito. vi adoro <3
un grazie anche a chi ha letto  :D
alla prossima!
un bacio
Giulia

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


I giorni passarono, ma Micky non si riprendeva.
Passavo tutti i giorni all’ospedale per vedere come stava, se si era svegliato, ma niente. Ogni volta la situazione era come il giorno prima.
Dormivo una notte si e una notte no all’ospedale. Avrei voluto starci sempre, ma mia madre me lo impedì. Diceva che l’aria che si respirava all’ospedale non era salutare. E grazie, c’era solo gente malata!
Comunque, non mi andava di discutere con lei, mi attenni(?) alle sue regole.
Man mano che i giorni passavano, avevo sempre più timore che non si svegliasse mai più.
Come avrei fatto senza di lui?
Il solo pensiero mi faceva stare male. Ci eravamo finalmente trovati, non volevo perderlo.
I medici continuavano a sostenere che la ferita era molto grande e che aveva alcune possibilità di non farcela. Così si che mi tiravano su il morale! Avrei preferito che mi dicessero una bugia. Avrei preferito che mi dicessero ad esempio: non ti preoccupare, si rimetterà sicuramente. Oppure: di che ti preoccupi? Tra pochi giorni si sveglia, tranquilla.
E invece niente.
Veniva uno nella stanza e diceva solamente: non credo si riprenderà, mi dispiace.
Vedevo proprio come gli dispiaceva, dato che trenta secondi dopo stava davanti alla macchinetta a prendere un caffè con dei colleghi ridendo e scherzando!
E ogni volta per me era un colpo al cure.
Se mi avessero sparato avrei sofferto di meno, era poco ma sicuro.
Andare avanti, giorno dopo giorno, era sempre più faticoso.
Sentivo come se fosse inutile, senza lui al mio fianco.
Senza lui che mi aiutava e mi sosteneva non riuscivo a fare niente.
È strano come una persona possa diventare così importante in poco tempo. Micky era entrato nella mia vita da soli quattro mesi, ma per me era diventato indispensabile vederlo. Me ne ero innamorata così, senza nemmeno accorgermene. Me ne resi veramente conto il giorno del mio compleanno, quando ballammo. Sarei tanto voluta tornare a quel giorno e bloccare lì la mia vita. Sarebbe stato meraviglioso.
Ripensai al giorno dell’incidente. Perché Micky non pensava di più a se stesso? Perché, perché, perché? Non sarebbe dovuta andare così. Noi quel giorno, il cinque gennaio, dovevamo stare a casa mia a festeggiare, e a rimpiangere le vacanze, dato che sarebbero finite dopo pochi giorni. Dovevamo essere felici, e invece ci trovavamo in un ospedale.
Vederlo sempre immobile mi faceva stare male.
Ormai non riuscivo più sperare che si svegliasse.
Ma mia madre mi ripeteva tutti i giorni: tesoro, sta tranquilla e speriamo. Speriamo perché la speranza è l’ultima a morire. Speriamo perché i miracoli esistono.
E sapete cosa vi dico?
Sperate.
Nel momento del dolore sperate.
Perché vi darà un po’ di sollievo.
Perché il dolore sembrerà svanire.
Perché immaginare positivo vi aiuterà ad andare avanti.
Perché anche se non ci credete, sperare cambierà le cose.
Perché sperare sarà l’unica cosa che vi rimarrà oltre la tristezza.
Perché pensare che le cose cambieranno vi farà nascere un debole sorriso sul vostro volto spento.
Perché Qualcuno vi ascolterà.
Perché i miracoli esistono.
Esistono davvero.










Hey there!
come state?
spero tutto bene :D
finalmente le vacanze sono iniziate, non vedevo l'ora!
spero che questo capitolo vi piaccia, anche se è brutto e breve...
alla prossima!
un bacio xxx
Giulia
PS: volevo ringraziare chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi, con pazienza, a recensito. siete veramente fantastici vi ringrazio tantissimo! *-*
PPS: non credo che aggiornerò prima, quindi: BUONA PASQUA A TUTTI QUANTI! <3

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il giorno prima dell’epifania la tristezza prese il sopravvento alla speranza.
I medici erano venuti nella stanza di Micky dicendoci che non si sarebbe ripreso.
Volevano staccare la spina.
- NO!! - avevo urlato insieme ai suoi genitori. - non potete farlo! - continuai da sola.
- signorina, non so se ha capito che non si riprenderà. - le lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
- l’ho capito. Ma non voglio che gli venga staccata la spina… -
- ma così soffrirà di meno. - continuò ad insistere il medico.
Decisi di parlare da sola con Allison e David. Volevo sapere cosa volevano fare.
- non voglio che stacchino la spina al mio piccolo Micky. - disse Allison in lacrime.
- tesoro, non piangere. - cercò di consolarla il marito, ma nemmeno lui riusciva a smettere.
- potremmo chiedergli di tenerlo in vita ancora per un paio di giorni. - proposi, anche se faceva molto male pensarlo. Non avrei più potuto vederlo, abbracciarlo, baciarlo. Non sarebbe più stato mio.
- n-non lo so… - sussurrò Allison.
- credo che l’idea di Brooke sia saggia. Almeno avremmo un po’ di tempo per stare ancora con lui. L’unica cosa positiva è che quando gli staccheranno la spina non soffrirà più. -
- mi dispiace così tanto, e pensare che è tutta colpa mia… - iniziai a tirarmi dei pugni da sola. Stavo facendo soffrire Micky, Allison, David, Dan, Greg, Charlie e tutti i suoi amici. Era tutta colpa mia, non poteva essere altrimenti. Io stavo causando un dolore assurdo a tutti quanti. Solo e soltanto io. Perché se non ci fossi stata io probabilmente Micky non sarebbe uscito di casa. Non sarebbe stato investito dalla macchina per salvare me. Non starebbe in fin di vita. Nulla di tutto questo sarebbe successo. Allison e David si avvicinarono e mi presero le mani per fermarmi.
- smettila tesoro, smettila! Smettila di incolparti, perché te non centri niente. Se quel pazzo guidava contro mano non è colpa tua. E se Micky ti ha salvato è perché ci tiene a te. Non vorrebbe vederti così, non vorrebbe vederti picchiare da sola. - mi disse Allison.
- se avesse tenuto a me non si sarebbe messo in mezzo! - urlai in lacrime. - lo sa che io senza di lui non riseco ad andare avanti. -
Mi accasciai a terra e continuai a piangere.
- noi due usciamo un attimo e andiamo ad avvertire il medico della nostra decisone. Qualsiasi cosa chiamaci, va bene? - annuii.
Come aveva appena detto David, uscirono dalla stanza, lasciandomi sola con Micky.
Mi alzai e mi sedetti vicino a lui, sul letto.
- hey, Micky - iniziai a parlare prendendogli la mano. - mi manchi. Lo so che te l’ho detto mille volte, ma è così. Sai, in questi giorni ho ripensato al giorno del mio compleanno. Penso che quello sia stato il giorno più bello di tutta la mia vita. Pensare che non ti sveglierai più… - senza che volessi le lacrime ricominciarono a scendere. Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi, ma in vano. - io…n-non ce la faccio...s-senza di te… - mi alzai e gli diedi un leggero bacio sulle labbra.
- oggi è cinque, domani è l’epifania. - aggiunsi poco dopo. - se avessi creduto nella befana le avrei chiesto di risvegliarti. Ma non ci credo più. Vorrei tornare bambina solo per crederci e chiederle di riaverti sano e salvo. -
Sentii la sua mano stringersi leggermente.
- Micky!? Micky, sei sveglio!? - non ricevetti nessuna risposta. Mi alzai immediatamente in piedi e uscii dalla stanza correndo, cercando un medico.
Quando lo trovai, lo trascinai nella stanza di Micky.
- signorina, mi dispiace, ma è stato un falso allarme. Il ragazzo è ancora in… -
- no, non lo dica, per piacere! -
- v-va bene. Se non le dispiace io avrei da fare. -
- certo, capisco. Vada pure. -
- se succede qualcos’altro mi chiami. - annuii e lo guardai, mentre usciva dalla porta. E io che pensavo che si fosse svegliato! Era solo un movimento, come quelli che una fa quando dorme. Il medico lo aveva detto chiaro e tondo: non si sarebbe svegliato.
Mi allungai di fianco a lui e piano piano mi addormentai in lacrime, anche se erano solo le sei e mezza.
****
Sentii una mano accarezzarmi i capelli.
Mia madre doveva essere arrivata per svegliarmi.
Ma non volevo alzarmi, volevo rimanere vicino a Micky ancora un po’.
La mano continuava ad accarezzarmi delicatamente i capelli.
Mi rilassava particolarmente.
Chissà che ore erano.
Forse era tardi.
Forse era presto.
Forse quella mano era solo la mia immaginazione.
Sta di fatto che non aprii gli occhi.
Non ne avevo la forza.
Probabilmente stavo ancora sognando, perché mia madre, se non mi svegliavo, iniziava a scuotermi, cosa che non accadde.
- Brooke… - sentii chiamarmi. Era una voce impastata dal sonno, come se avesse dormito per secoli. Ma era proprio un sussurro. ‘probabilmente l’ho immaginato.’
Continuai a tenere gli occhi chiusi, cercando di non pensare troppo a quella voce.
- Brooke… - questa volta fu un po’ più forte. Ero sicura di averlo sentito. Aprii gli occhi, ma non vidi mia madre. Mi girai verso Micky. Gli occhi erano chiusi, ma la mano mi stava accarezzando i capelli.
- Micky!? -
- Brooke… - mi alzai in piedi e in lacrime lo baciai.
- s-sei s-sveglio! Oddio, non ci credo! - sorrise. Dio, quanto mi era mancato quel sorriso. Lo ribaciai. Non volevo più allontanarmi da lui. - sei sveglio. Aspetta, torno subito, te lo prometto. - dissi appena ebbi la forza di staccarmi. Uscii di corsa dalla stanza e andai a cerare un medico. Appena lo trovai lo feci andare nella stanza di Micky.
E lui era lì. Era sveglio. Aveva anche aperto gli occhi.
- vede? Non la stavo prendendo in giro! -
- m-ma è impossibile! Avevamo fatto tutti gli esami, tutti gli accertamenti possibili, e risultava impossibile che si svegliasse! -
- è un miracolo… - sospirai.
Il medico andò vicino a Micky e iniziò a visitarlo. Io intanto presi il cellulare e digitai un numero, che ormai avevo imparato a memoria.
- pronto… - lo avevo svegliato.
- David!! - urlai nel telefono.
- Brooke, che succede? - chiese allarmato.
- Micky! -
- cosa Micky? -
- Micky si è svegliato! -
- c-cosa!? -
- si è svegliato! - dissi ridendo tra le lacrime di gioia.
- non ci credo! Dacci una mezz’oretta e siamo lì da voi. -
- okay, a tra poco. -
Misi il telefono a posto e guardai Micky. Ancora non volevo crederci. Eppure era successo. Si era svegliato.
Quando il medico uscì dalla stanza andai a mettermi seduta sul letto e abbracciai Micky. Quanto mi era mancato!
- sai, dovresti credere nella befana, dopotutto io mi sono svegliato… - sussurrò tra i miei capelli. Sgranai gli occhi.
- t-tu mi hai sentito? -
- tutte le volte che mi parlavi. -
- quindi hai sentito anche quando io… -
- si. Non ti dovevi sentire in colpa, okay? E soprattutto non dovevi picchiarti da sola. Sono felice di averti salvato, veramente. Se potessi tornare indietro lo rifarei ancora. Perché ti amo. - gli presi il volto tra le mani tremanti.
- ti amo anche io. - si avvicinò e mi baciò. - ma ho paura. - sussurrai.
- di cosa? -
- che tutto questo sia un sogno. E se poi domani mi sveglio e te sei ancora disteso su questo letto? Se non ti svegliassi mai più come aveva detto il medico? -
- no, non succederà. Ti giuro, su chi ti pare, che questa è la realtà. - gli sorrisi.
- per favore, non andartene mai più. - dissi, accoccolandomi al suo petto, mentre mi cingeva le spalle con le sue braccia.
- te lo prometto. - mi diede dei leggeri baci tra i capelli, come per cullarmi. ‘I miracoli esistono. Esistono davvero.’
****
Poco dopo arrivarono i genitori di Micky. Appena Allison entrò nella stanza saltò al collo del figlio, quasi non facendolo respirare. Lo riempì di baci. E poi scoppiarono a piangere. Io, silenziosamente, uscii dalla stanza, lasciando la famiglia finalmente riunita da sola.
Guardai l’orologio. Erano le quattro! Volevo dormire, ma sapevo che tanto non ci sarei riuscita. Andai allora verso le macchinette e mi presi una cioccolata calda. Poi mi sedetti su una sedia della sala d’attesa, assaporando quella bevanda calda.
Quando vidi i genitori di Micky uscire dalla stanza mi avvicinai a loro.
- grazie mille tesoro per averci avvertito. - disse Allison abbracciandomi.
- di nulla, è stato un piacere! -
- ora noi andiamo, che siamo vecchi e dobbiamo assolutamente dormire. - disse David.
- vecchi? Parla per te! - rispose la moglie. Scoppiammo a ridere. - il vecchietto comunque a ragione. Però domani torniamo. - annuii sorridendo.
- allora ci vediamo. - gli diedi un bacio sulla guancia e li guardai uscire fuori.
Subito dopo andai nella camera di Micky.
- hey. - si voltò e mi sorrise.
- hey. - mi fece cenno di avvicinarmi a lui. Feci come mi aveva chiesto. Prese il mio volto tra le mani e mi guardò negli occhi. Poi baciò. - mi era mancato tantissimo baciarti. Mi eri mancata te in generale. -
- anche tu. -
Mi allungai vicino a lui e piano piano mi addormentai, cullata dalle sue carezze.






HEI!!
eccomi con questo nuovo capitolo!
miracolo, Micky si è svegliato!
e la cosa strana è che si è ripreso presto, forse troppo.
ma non mi andava di tirarla per le lunghe, volevo che si rimettesse il prima possibile. :)
spero che la storia fino ad ora vi sia piaciuta!
dal prossimo capitolo ci saranno dei salti temporali più grandi.
spero di non incasinarvi le idee.
verrà sempre specificato il mese, però :D
ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite e chi a recensito *-* siete fantastici!! :)
alla prossima
un bacio xxx
Giulia

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Questo capitolo è in modo particolare per tutti coloro che amano la coppia Holly Greg <3
PS: spero non vi venga il mal di mare, perché ci sono molti cambi dei punti di vista :)
 
Era marzo.
L’aria si stava scaldando.
C’erano sempre più uccelli che cantavano.
I parchi si riempivano di nuovo di bambini piccoli.
Ma la scuola c’era sempre, sfortunatamente.
Io e Charlie dall’autobus e ci incamminammo verso la scuola. Ad un certo punto Charlie si bloccò.
- ma te hai visto Greg? - in effetti non c’era con noi sull’autobus. Di solito ci avvertiva se non veniva a scuola.
- no. Forse è oggi non viene. -
- ma di solito ci avverte. - insistette.
- si sarà scordato. Può succedere a tutti. Ora andiamo, non mi va di rimanere qua sul marciapiede. -
Continuammo a camminare facendo ipotesi su cosa fosse successo a Greg.
Arrivate davanti a scuola un sorriso enorme si dipinse sul mio volto e su quello di Charlie.
- è lui, vero? - le chiesi senza smettere di sorridere.
- è già, è il nostro ciccio. -
Seduto sul muretto c’era il nostro Greg. Teneva le mani sui fianchi di una ragazza che si trovava davanti a lui e parlavano. Vedevo la sua felicità dal brillargli degli occhi.
Ogni tanto l’avvicinava a se, per baciarla.
Esisteva una sola ragazza capace di rendere così felice Greg, a parte me e Charlie, ovviamente.
Holly.
Quella ragazza era Holly.
- non sono dolcissimi? - annuii. Inizialmente non avevo avuto una buona impressione di Holly, molto spesso mi ritrovavo a volerla o menare, o a volerle sputare in un occhio. *ad esempio al capitolo 4*
Ma da quando George aveva alzato le mani su di lei, si era unita a noi, stando sempre con Greg. La conobbi meglio, e capii che non era affatto antipatica. Anzi, era molto simpatica. Era la tipica ragazza della porta accanto. Una ragazza sulla quale potevi sempre contare, di lei ti potevi fidare costantemente. Non so come avesse conosciuto George, e perché si fosse fidanzata con lui.
Ma ora non mi importava.
Stava con il mio Greg.
Credo che nessuno fosse mai stato innamorato di Holly quanto Greg. Lui si innamorò subito. Era innamorato di lei anche quando tutti in primo la prendevano in giro. La difendeva sempre, ma sembrava che a lei non interessasse minimamente. Gli diceva a malapena grazie. Si allontanava dal mio migliore amico appena trovava qualche amico. Ma lui continuava ad amarla.
Quando poi in secondo tornammo a scuola Holly era cambiata. Era dimagrita moltissimo, ed era diventata molto bella. Tutti i ragazzi smisero di prenderla in giro e le iniziarono ad andare dietro, come dei cagnolini. Lei sembrava aver dimenticato ciò che l’anno prima le avevano fatto passare e dimenticò anche cosa Greg aveva fatto per lei. Era successo molto spesso che Greg tornasse a casa coperto da lividi, perché si era messo in mezzo tra alcuni ragazzi più grandi che prendevano in giro Holly e la ragazza. E tutte le volte mi diceva: non mi importa, per lei potrei anche buttarmi da un ponte. Ne sono innamorato, e non posso sopportare che alcuni ragazzi la prendono in giro.
Decidemmo di non disturbarli, andammo direttamente in classe.
Iniziammo ad assillarli durante la ricreazione.
- allora? - chiesi impaziente a Greg.
- cosa? - rispose lui, facendo sedere sulle sue gambe Holly.
- andiamo! Vogliamo sapere tutti i dettagli. - disse Charlie. Greg e Holly si scambiarono un paio di sguardi.
 
Torniamo indietro di due giorni…
Holly's pov
'uffa, cosa mi metto? Voglio essere perfetta per Greg!' erano le due e mezza e quel sabato pomeriggio, come tutti i sabati pomeriggio, sarei uscita con Greg, quel ragazzo che da qualche mese mi aveva stregata come nessun altro ragazzo era riuscito a fare. Quel ragazzo che con un sorriso riusciva a mandare il mio cervello in confusione. Me ne innamorai a poco a poco, da quando mi aveva difeso da George.
Chi era George? Un bastardo, che aveva approfittato di me. Voleva solo vincere una scommessa. Quando l'ho scoperto mi sono sentita distrutta, usata, presa in giro, a pezzi, ma soprattutto stupida.
E tutto per colpa di un ragazzo.
Ogni tanto mi chiedo ancora perché proprio me.
Pensavo gli importasse qualcosa della nostra amicizia. Ma mi ha solo illuso. Credevo che tra di noi ci sarebbe potuto essere veramente qualcosa.
Ha finto di amarmi, anche se sapeva che i miei sentimenti erano sinceri. Non gli è importato niente. Non ha pensato che ne sarei potuta uscire ferita.
Quando ho scoperto la verità ho pensato a tutte le volte che mi aveva baciato e che mi aveva detto che mi amava. Credevo che fosse veramente innamorato di me.
Mi sbagliavo.
Non gliene era mai fregato niente di me.
E questo mi fece male. Ma poi Brooke, Charlie, Dan, Micky e soprattutto Greg entrarono nella mia vita e tutto cambiò. In meglio, fortunatamente.
'Credo che questa felpa e questi jeans vadano bene.' presi la felpa celeste e i jeans neri che si trovavano sul mio letto e mi andai a fare un bagno. Dicono che aiuta ad avere un aspetto più riposato e rilassato.
Quando uscii raccolsi i capelli bagnati in un asciuga mano. Poi presi la pochette e iniziai a cercare qualcosa per truccarmi. Ma alla fine non misi nemmeno un filo di matita, volevo essere più naturale possibile.
Andai così ad asciugarmi i capelli. Dovevo iniziare subito, se non volevo presentarmi a Greg con dei capelli orribili.
 
Greg's pov
Alle tre e mezza decisi che forse mi sarei dovuto iniziare a preparare. 'Si, e mi devo anche sbrigare se non voglio fare tardi.'
Aprii il cassetto dei vestiti prendendo la prima cosa che trovai e mi andai a fare una doccia per rinfrescarmi un po' le idee.
 
Holly's pov
Alle quattro in punto suonarono il citofono. 'Wow, puntuale il ragazzo.' andai ad aprire e mi ritrovai davanti Greg. Indossava un paio di jeans neri e una maglia bianca, leggermente aderente. 'ogni volta che lo vedo è sempre più bello. Quanto mi piacerebbe poterlo baciare. Vorrei poterlo baciare fino a non sentirmi più le labbra.'
 
Greg's pov
'Come è bella. Ma cosa sto dicendo? Lei non è bella. Lei è meravigliosa. È la ragazza più bella che abbia mai conosciuto. E ne ho conosciute molte. Perché non le piaccio? Molte ragazze della scuola mi vengono dietro. Perché lei, che mi interessa veramente, no?'
 
Holly's pov
Lo abbracciai, come tutte le altre volte. Almeno quello lo potevo fare.
- ehi. Sei pronta? -
- si, prendo la borsa e arrivo. - andai in camera, presi ciò che mi serviva e tornai da Greg.
- pronta. -
Ci avviammo verso il parco parlando, del resto come al solito. Una volta arrivati al parco ci sedemmo su una panchina e iniziammo a guardare i bambini giocare.
- guardali, sono un amore. Mi viene voglia di avvicinarmi a loro e di mangiarmeli di baci. -
 
Greg's pov
'Se vuoi puoi baciare me. Non aspetto altro che un tuo bacio.'
 
Holly's pov
- già, sono bellissimi. - disse Greg sorridendomi.
Poi improvvisamente sentii un tuono.
- lo hai sentito anche tu? - annuì.
- sfortunatamente si. - ci stavamo alzando per andarcene, ma iniziò immediatamente a piovere.
- ma non è giusto! - gridai.
- proprio oggi doveva piovere? Proprio ora? -
- smettila di lamentarti e corri se non vuoi bagnarti ancora di più! - iniziammo a correre sotto la pioggia, come due bambini fino a casa di Greg.
Entrammo dentro. Non vidi nessuno.
- i miei tornano sta sera tardi, ora non c'è nessuno. - 'cavolo, ma legge nel pensiero?' - sei tutta bagnata. Ti presto qualcosa per cambiarti. -
- non ti preoccupare, rimango così. - non volevo recare disturbo.
- si, certo. Così poi ti ammali. Vado a prenderti una maglia. - tornò poco dopo con in mano una camicia.
- tieni, dovrebbe starti. Non ho roba più piccola. -
- grazie. - presi la camicia e mi andai a cambiare. Entrata al bagno, mi guardai i capelli. Tutto il lavoro che avevo fatto per essere presentabile era svanito. Sembravo una barbona. Decisi comunque di lasciar perdere. Sarei potuta riuscire a fare di peggio senza i miei fidati amici, spazzola e pettine.
 
Greg's pov
Appena si allontanò mi tolsi la maglietta. Era troppo bagnata, se l'avessi tenuta ancora addosso mi sarei preso una polmonite. Me ne stavo lì in piedi come mio solito, ma mi stavo dimenticando di qualcosa, qualcosa di molto importante...
 
Holly's pov
Tornata in camera da pranzo trovai Greg a petto nudo al centro della stanza. Aveva un fisico perfetto, gli addominali ben delineati e le braccia muscolose. Quando mi vide diventò immediatamente rosso e iniziò a cercare la maglietta.
- s-scusami, scusami tanto. N-non sono abituato ad avere ospiti in casa, mi ero scordato. Di solito lo faccio sempre quando sono solo. - 'mi trasferisco qui, allora.'
- non ti preoccupare. - (s)fortunatamente non trovava la maglia. Mi avvicinai a lui e istintivamente lo abbracciai, anche se mi sentivo un po' in imbarazzo. Lui ricambiò immediatamente la stretta. Rimanemmo abbracciati per molto. Poi, quando si staccò, mi guardò.
- la mia camicia ti sta enorme. - mi guardai. Io effetti era vero, sarà stata almeno tre taglie in più. Però questo la rendeva molto comoda.
- hai ragione. Sai, è molto bella. -
- grazie. - mi sorrise. - ti va di sentire una canzone? -
- si, con molto piacere. -
- prima però è meglio se vado a mettermi una maglietta. - gli sorrisi.
- certo. - una volta allontanato, iniziai a guardarmi in giro. Casa sua era veramente grande, di due piani. Il salone era enorme, con ad un angolo una tastiera. Dopo poco rientrò Greg.
- suoni anche la tastiera? -
- si, ma preferisco di gran luogo la chitarra. -
- anche io suono la tastiera. Ormai sono 5 anni. -
- wow. È tanto. - annuii. - vieni qui. - e così dicendo mi fece cenno di sedermi accanto a lui per terra. Non me lo feci ripetere due volte. Greg prese la chitarra e iniziò così ad intonare le note di Just the way you are. Mi avvicinai sempre di più, fino a quando non arrivai a poggiare la mia testa sulla sua spalla.

When I see your face
There's not a thing that I would change.
'Cause you're amazing
Just the way you are.
And when you smile
The whole world stops and stares for a while
'Cause girl you're amazing
Just the way you are.

- sei molto bravo, sia a cantare sia a suonare. -
- grazie. Ti va di suonare qualcosa? - scossi la testa.
- dopo che hai suonato così bene, farei solo una figuraccia. -
- andiamo! Non ti credo. Sono sicuro che sei bravissima. -
- magari un'altra volta. -
- me lo prometti? -
- te lo prometto. -
Continuammo a parlare per un po'. Dopo circa un'ora mi squillò il telefono.
- scusami, è mio padre. -
- tranquilla. Rispondi pure. -
- papà? -
- tesoro! Dove sei? - era agitato.
- a casa di un amico. Perché? -
- io e la mamma ti abbiamo chiamato tantissime volte, ma non rispondevi! -
- scusatemi, ma qua il telefono non prende bene. - mentii. Avevo sentito il telefono squillare tutte le volte, ma non volevo rispondere e interrompere la mia conversazione con Greg.
- ma qua prende benissimo. - mi fece notare Greg. Lo azzittii con la mano e continuai a parlare con mio padre.
- capito. Comunque volevamo solo dirti che io e tua madre questa sera usciamo. Un mio cliente ci ha invitato a cena. -
- va bene. Ci vediamo quando tornate. -
- non torni prima? -
- no, rimango ancora un po' qui. Dobbiamo... fare i compiti. -
- mmm… Va bene. Allora ci vediamo direttamente domani mattina. Non voglio che ci aspetti sveglia. -
- ricevuto. Salutami la mamma. - chiusi la chiamata e mi riavvicinai a Greg.
- qui il telefono prende benissimo. Non è vero a non c'è campo. - diventai rossa.
- ma per il mio telefono non c'è campo. Quindi ho ragione io. -
- fammi vedere il telefono. -
- no. Non mi piace far vedere alla gente il mio telefono. - dissi incrociando le braccia al petto.
- a si? - si alzò in piedi. - dai, fammi vedere il telefono. Io non sono della gente. Io sono Greg. -
- vieni a prenderlo. - iniziai a correre lontano, mentre sentivo che anche lui iniziava a correre.
- guarda che ti prendo. Credo di conoscere casa mia meglio di te. - e infatti fu così. Spesso rallentavo, perché non sapevo dove andare. Dopo pochissimo mi sentii prendere per la vita. Mi fermai e sentii la mia schiena aderire con il suo petto. Mi abbracciò. Poi si avvicinò al mio orecchio.
- te lo avevo detto. -
 
Greg's pov
'Girati verso di me. Dimmi che mi ami, che non hai mai amato nessun altro come me, che vuoi stare con me per sempre.'
 
Holly's pov
Mi fece girare e mi trovai faccia a faccia con lui. Forse più faccia a petto, ma stiamo lì. Abbassai lo sguardo imbarazzata. Lui mise la sua mano sotto il viso e mi fece alzare lo sguardo verso i suoi meravigliosi occhi azzurri, nei quali mi perdevo sempre. 'Non può farmi questo. Sono riuscita a stare tutti questi mesi riuscendo a trattenere l'impulso di baciarlo. E ora, con uno sguardo e un semplice abbraccio mi sta facendo tornare questo impulso. Non può farmi questo.'
 
Greg's pov
'Non so cosa in questi anni mi abbia trattenuto a baciarla. So solo che quel qualcosa non c'è più.'
 
Holly's pov
Mi trovavo così vicino a lui. Se avessi sporto la testa in avanti lo avrei potuto baciare. Ma qualcosa mi impediva di farlo. Forse la paura. Paura di una sua reazione negativa. Paura di non venire ricambiata. Stavo pensando a tutto questo, e non mi accorsi che si era avvicinato ancora di più. Sentivo il suo respiro sulle mie labbra.
Qualcosa mi fece muovere. Mi misi sulle punte e mi avvicinai di più, fino a quando le mie labbra non incontrarono le sue. All'inizio era un bacio incerto, ma poi diventò intenso e meraviglioso. Mise le sue braccia intorno alla mia vita e io le mie intorno al suo collo, mentre continuavamo a baciarci. Era tutto così perfetto. Era ciò che desideravo da molto
- ti amo Holly. Ti amo da tanto, ma questo non è importante. Ciò che è veramente importante è che ti amo. -
- ti amo anche io. - lo baciai di nuovo.
Ti amo da tanto.
Quelle parole rimbombavano nella mia testa. 'da quanto è innamorato? E se lo fosse già da quando io stavo con George? E se fossi stata io la ragazza che...?'
- da quanto ti piaccio? - chiesi timidamente.
- te l'ho già detto, da tanto. -
- da tanto, quanto? - rimase un po' in silenzio.
- dal primo anno di liceo. -
- wow. È veramente tanto. -
- già. - lo abbracciai.
- scusami. Scusami per averti fatto soffrire. Scusami se non me ne sono mai accorta e molto spesso ti ho ignorato. Scusami. Ti ho fatto soffrire, e non lo meritavi. Sono orribile. Scusami. - le lacrime iniziarono a rigarmi il volto, senza che riuscissi a fermarle.
- hei, hei. Non piangere per favore. Non è colpa tua, stai tranquilla. - disse, asciugandomi le lacrime con il pollice. Lo guardai negli occhi di quel blu intenso che tutte le volte mi faceva perdere la testa. 'Come fa a non odiarmi dopo quello che gli ho fatto?'
- so cosa ti stai chiedendo in questo momento. E ti rispondo che non potrei mai, e sottolineo mai, odiarti. -
- sei speciale, lo sai? - mi diede un bacio. Poi andammo in camera da pranzo e ci sedemmo sul divano. Mi accoccolai al suo petto, mentre lui mi accarezzava dolcemente i capelli.





HEI!!!
eccomi con questo nuovo capitolo!
era da tanto che volevo pubblicare questo pezzo, mi piacciono troppo Greg e Holly come coppia :)
spero vi piaccia!
ringrazio tutti coloro che hanno recensito e inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite. <3 ma anche chi ha avuto il coraggio di aprire questa storia e di leggerla e basta!
un bacio xxx
Giulia

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Dopo qualche giorno dalla scoperta della nuova coppia, andai a casa di Micky. Lui non era andato a scuola, per via dell’occupazione, sarebbe salito dopo qualche fermata, dato che stava a casa di un amico.
Avrei, così, dovuto prendere l’autobus da sola, dato che Greg usciva con Holly e Charlie stava male.
Fortunatamente c’era Edward, un mio compagno di classe. Era molto simpatico, mi faceva sempre morire dalle risate con le imitazioni dei professori. Ovviamente non lo consideravo solo un rimpiazzo dato che non c’erano i miei migliori amici. Spesso a noi cinque si univa anche lui.
- quindi sei fidanzata. -
- si. - un sorriso si dipinse sul mio volto solo pensando a Micky.
- sono felice per te. Come si chiama? -
- Micky. Se vuoi dopo te lo presento, prende questo autobus. -
- si, mi farebbe molto piacere. -
Quando Micky salì sull'autobus, ci si avvicinò.
- ehi, amore! Come va? -
- tutto bene. Lui è Edward, un mio compagno di classe. -
- molto piacere Edward. -
- il piacere è mio. Sai, volevo proprio conoscere il fidanzato della ragazza più bella del mondo. -
- Non esagerare. - gli dissi, diventando tutta rossa. 
- Guarda che ha ragione: sei una meraviglia. - disse Micky, con quel sorriso che amavo. - Però ti ricordo che è impegnata, quindi vacci piano. Non la lascio scappare così facilmente. - disse poi rivolgendosi a Edward.
- tranquillo, non sono un “ruba-fidanzate”. E poi lei non ti lascerebbe mai, si vede da come ti guarda e di come sorride quando si parla di te. Sei molto fortunato ad avere una ragazza del genere. -
- già, sono proprio fortunato. -
- credo che io e te dobbiamo scendere, Micky. - dissi, intromettendomi nel loro discorso. - noi ci vediamo domani a scuola. -
- si, ciao. È stato un piacere conoscerti, Micky. -
- anche per me. - io e Micky scendemmo dall'autobus e ci dirigemmo verso casa sua.
- questo Edward non mi va proprio a genio... -
- e perché? -
- ho l'impressione che sia innamorato di te. E se poi ci prova con te? E se tu te ne innamori? -
- non potrei innamorarmi di lui, lo sono troppo di te. Ha ragione: non ti lascerei per nulla al mondo! - mi avvicinai e lo baciai. Poi mi prese per mano.
- Se mi dici così mi fido. Sappi comunque che se ti dovessi allontanare da me, farò di tutto pur di riaverti vicino. Lo giuro. - raggiungemmo casa sua in cinque minuti, mano nella mano, ridendo e scherzando.
Dopo aver mangiato andammo a fare i compiti, anche se non ne avevamo affatto voglia.
- ma perché esiste storia dell'arte? Non voglio studiarla, mi annoia troppo! - mi lamentai, come una bambina delle elementari.
- credo che però ti convenga studiarla, dato che domani hai il compito. - sbuffai. - andiamo, non è così male. E poi te sei un genio. Ti ci vorrà pochissimo a studiarla. -
- resta il fatto che non la voglio studiare. -
- se la studi, dopo andiamo in salone e guardiamo un film. - con i film riusciva sempre a convincermi. Amavo guardarli, soprattutto abbracciata a lui.
- va bene. - risposi sconfitta.
Quando finii di studiare quella noiosissima materia però, mi ricordai che dovevo studiare anche fisica e fare degli esercizi. Mentre li facevo Micky mi fissava.
- che c'è? -
- niente, ammiravo solo la tua bellezza. -
- come se fossi bella. -
- hai ragione, non sei bella. Sei meravigliosa. E non ti prendo in giro quando dico che sei la ragazza più bella che abbia mai visto. Sono sincero. Sei veramente fantastica, sempre così solare, dolce e generosa. Ti amo tanto. -  'è impossibile non amarlo, è la dolcezza fatta persona. '
- come sei dolce! Ti amo tanto anche io. - lo baciai.
Quando finii veramente i compiti andammo in camere da pranzo e mettemmo un film.
Verso le sette e mezza mi arrivò un messaggio da parte di mio padre: io e tua madre volevamo andare a cena fuori tutti insieme. Usciamo alle otto e un quarto. Papà.
Sinceramente, uscire a cena fuori era l'ultima cosa che mi andava.
- Non mi va di uscire. Andate solo te e la mamma. È da tanto che non uscite da soli. Io rimango ancora un po' qui di Micky. Non vi preoccupate, ho le chiavi. -
- sei sicura? -
- certo, state tranquilli. -
- grazie, sei fantastica! Salutami Micky. Un bacio. -
Rimisi il telefono in tasca.
- ti saluta mio padre. -
- Grazie. -
- Posso rimanere qui un altro po'? -
- Certo, puoi rimanere tutto il tempo che vuoi. Così mi fai compagnia. -
- I tuoi a che ora tornano? -
- Credo direttamente domani mattina, hanno il turno di notte. Te a che ora devi tornare? -
- I miei vanno a cena fuori, quindi non ho orario. -
- Vorrei che tu potessi rimanere qui con me per sempre. -
- Sarebbe fantastico. - lo baciai dolcemente, poi misi la testa sul suo petto e continuammo a parlare.
Quando furono le otto e mezza decisi di tornare a casa.
- Ti prego, rimani un altro po’. -
- Vorrei rimanere, ma sono veramente molto stanca. Ci vediamo domani. -
- Non riesco proprio a convincerti, vero? -
- A domani. - mi alzai per dirigermi verso la porta, ma mi prese per il braccio e mi fece sedere in braccio a lui.
- Dai, lasciami! -
- Ti prego, resta con me. - mi strinse forte, per non farmi andare via. Cercai di alzarmi, ma la sua presa era troppo forte. Alla fine rinunciai e mi rilassai tra le sue braccia.
- Così va meglio. - mi disse sorridendo.
- Guarda che rimango solo due minuti! - annuì. In realtà tornai a casa dopo un quarto d'ora. Resistere alla sua voce era difficile, e allontanarsi dal suo dolce profumo quasi impossibile. Appena entrata a casa gli inviai il solito messaggio: sono a casa. Ti amo tanto. Xxx
Andai in cucina e mi preparai un panino con il prosciutto crudo per cena. Intanto mi arrivò la risposta. Mi aspettavo il solito: xxx Ti amo tanto anche io.
Invece mi arrivò un altro messaggio: Già mi manchi. Vorrei stare li con te, abbracciarti, coccolarti, stringerti a me per proteggerti, baciarti. Sappi che per te ci sarò sempre, dovunque andrai e qualsiasi cosa farai. Ti amo tantissimo, per favore, non andartene mai! Xxx
Ero senza parole, non era mai stato così dolce. Andai in camera mia e mi allungai sul letto.
- Sei dolcissimo! Sappi che non me ne andrò mai, sarò sempre con te, qualsiasi cosa accada. Ricordati che sei tutta la mia vita. Xxx -
- Non vedo l'ora che sia domani così ti rivedo! Xxx -
- Ma hai fatto il bagno nel miele sta mattina? Xxx -
- Perché? -
- Sei dolcissimo! Xxx -
- E te tenera! Xxx -
Dopo un po' che parlavamo guadai l'orologio: era tardissimo, mezzanotte.
- Io vado a dormire, che è tardi. Ricordati che ti amo tanto! Xxx -
- Okay, buonanotte amore mio. Sogni d'oro. Ti amo tanto anche io! Xxx - posai il telefono sul comodino e in pochi minuti mi addormentai.





HEI!!!
come va? :)
questo capitolo in realtà era nato simile per un'altra storia, ma alla fine l'ho modificato e inserito in questa :D
spero che vi piaccia c:
sarei molto felice se mi faceste sapere cosa ne pensate!
beh, grazie a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di leggere questa storia, chi l'ha recensita e chi l'ha inserita tra le seguite/preferite/ricordate.
alla prossima!
un bacio xxx
Giulia
PS: sinceramente, non so più come andare avanti. quindi questo è l'ultimo capitolo. spero di non avervi annoiato con questa storia :)

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