This song saved my life.

di dal_s
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** God must hate me. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
 
 
La musica era alta, la gente ballava in malo modo a causa del poco spazio, le luci stroboscopiche  lampeggiavano ad un ritmo incessante accecandola, il fumo, sia di qualche sigaretta e dell’apposita macchina, le limitava la visuale, ma non se ne curava. Si stava divertendo, come ogni giorno, con il suo fidanzato, i suoi amici e con persone che non aveva mai visto prima. Tutto normale. Era solita a passare serate come quella, tra feste, fumo, alcool, qualche pastiglia e tanta polverina magica. Era il loro modo di divertirsi, di non pensare a tutta la merda che li circondava. Iniziò a ballare con qualche ragazza conosciuta sul momento, fin quando non si sentì chiamare
«Piccola, andiamo?» lei si girò senza smettere di ballare e guardò il bellissimo ragazzo che le era di fronte, il suo ragazzo. Annuendo prese la mano di lui e s'incamminarono verso le scale ove incontrarono Elizabeth e Chris, dopo avergli raccontato del loro piano, entusiasti li seguirono in una stanza vuota, forse l'unica del posto in cui si trovavano.
«Grande festa!» esclamò Elizabeth sedendosi su un divanetto malandato
«Fiumi di alcool, tanto fumo e molte pasticche» costatò Chris ridacchiando
«Già, uno spasso» rispose lei andando dal suo ragazzo.
«Prima le signore» disse Karter porgendole una piccola cannuccia
«Che gentiluomo» la mora  prese lo specchietto e lo portò all'altezza del naso poi con la cannuccia tirò su la striscia che le spettava, lo rimise sul tavolo e chiuse gli occhi buttando la testa all'indietro, li riaprì solo quando senti le labbra del suo ragazzo sulle sue. Incuranti del fatto che nella stanza ci fossero altre persone iniziarono a baciarsi con foga e trasporto
«Ehi belli, trovatevi un altra stanza per fare le vostre cose» sghignazzò Elizabeth
«Beth, sei una tale rompipalle!» replicò il biondo quando smise di baciare la ragazza, la quale andò da Chris che le stava porgendo lo specchietto e la cannuccia, lo prese e lo portò ad Karter
«Tieni» il ragazzo prese gli oggetti che la mora gli stava porgendo e guardandola negli occhi tirò su la polvere. Dopo qualche istante le pupille di lui si dilatarono più del dovuto, lo specchietto gli scivolò di mano e si frantumò sul pavimento mentre lui cadde in avanti aggrappandosi alla ragazza e trascinandola sul pavimento
«Tay, che cazzo sta succedendo!» urlò Elizabeth
Taylor spostò il corpo tremante del biondo da sopra di se e cercò di tenerlo fermo «Chirs, cos'ha!?» chiese in preda al panico, Chris si avvicinò e si inginocchiò di fianco all’amico
«Sembra una crisi epilettica. Io.. io non lo so!» disse il ragazzo prendendosi la testa tra le mani
«Gli sta uscendo della schiuma dalla bocca, che cazzo facciamo! E' andato in overdose» urlò la mora.
Taylor iniziò a frugare nelle tasche di Karter, quando lo trovò prese il telefono
«Che cazzo fai!»
«Chiamo il 911 sta morendo» urlò in preda al panico, Chris le strappò il telefono dalle mani
«Ti sei bevuta il cervello? Ci sbatteranno tutti dentro!»
Taylor tentò di riprendere il cellulare ma Chris si alzò velocemente.
«Chris dalle il telefono» sbottò Beth avvicinandosi
«Tieni. Io mi levo dalle palle, non voglio finire con il culo al fresco!» disse lanciandoglielo e uscendo a corsa dalla stanza
La mora con le mani tremanti digitò il numero
«911, come possiamo aiutarla?»
«Ho bisogno di un ambulanza, un ragazzo.. credo sia andato in overdose» disse agitata
«Signora, si calmi, mi dica dove si trova e manderemo un ambulanza»
«Siamo a nord, nella vecchia fabbrica, il ragazzo è in una stanza al secondo piano. Sbrigatevi!» urlò in preda al panico
«Mandiamo immediatamente i soccorsi.»
Taylor chiuse la chiamata e lasciò il telefono per terra
«Che cazzo facciamo ora?»
«Tay, andiamocene» sussurrò l'amica, la mora scosse la testa non staccando gli occhi dal corpo tremante di Karter, Beth la prese da sotto le ascelle e la issò
«Dobbiamo andarcene»
«No!» urlò divincolandosi dalla presa dell'amica «Io non lo lascio» singhiozzò
«Non possiamo fare nulla, usciamo di qui, aspetteremo l'arrivo dell'ambulanza nascoste qui fuori, ma ti prego usciamo» disse Elizabeth, la mora acconsentì. Beth prese il telefono del ragazzo e lo mise in tasca, più tardi lo avrebbe buttato, c'erano le impronte digitali dell'amica, se la polizia l'avresse trovato sarebbero stati cazzi amari. Prese la mano di Taylor e la trascinò fuori dall'edificio. Una volta fuori andarono a nascondersi dietro un blocco di cemento nascosto tra i rovi.
L'ambulanza arrivò in cinque minuti, seguita anche dalla polizia. Quando i ragazzi udirono  il suono delle sirene se la diedero a gambe, alcuni vennero presi ed ammanettati, altri riuscirono a scappare.
I medici entrarono a corsa nella struttura con una barella e dei macchinari. Passarono  venti minuti, ma non erano ancora usciti
«Perché ci impiegano così tanto?» chiese Taylor piangendo
«Shhh, non lo so, non piangere ti prego»
L'attesa era interminabile, ma dopo trequarti d'ora due medici uscirono spingendo una barella dove c'era il corpo di Karter avvolto in un telo bianco. Taylor sentì le gambe cedere e si ritrovò inginocchiata sull'erba bagnata.
«E’ tutta colpa mia» disse piangendo. Beth sentì le lacrime agli occhi, ma non poteva piangere, doveva essere forte. Forte per Taylor quindi si abbassò e le asciugò le lacrime con i pollici.
«Vieni, andiamo via» disse infine prendendo l’amica per mano e trascinandola via di lì.
 
 
 
 
Ehilàààà!
Allora, questa è la mia seconda fan fiction sui one direction, avevo quest’idea in mente e ho iniziato a scrivere.
Essendo questo il prologo è molto corto. I ragazzi appariranno nel prossimo capitolo.
Spero vi piaccia, anche se lo credo difficile, ma va beh.
Mi lasciate un commentino ?
 
Btw, questo è il link dell’altra mia storia:
Diamonds aren’t forever.
 

Per qualunque cosa potete contattarmi su twitter:
@malikschanel
 
Alla prossima.
-Dalia.

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Capitolo 2
*** God must hate me. ***


 
«Zayn, è tardi, andiamo!» urlò Liam per sovrastare il volume della musica avvicinandosi al moro. Il ragazzo non diede peso alle parole dell'amico e continuò a strusciarsi contro la bionda con cui stava ballando. L'amico sbuffò, lo prese per un braccio e strattonandolo lo portò vicino a lui.
«Scusami, stavamo ballando, non vedi?» squittì la ragazza sbattendo più volte le palpebre. Liam si girò verso di lei fulminandola con lo sguardo
«Trovati un altro palo per fare la lap dance» sbottò, la biondina indispettita si voltò facendo ondeggiare i capelli, tinti, e con fare teatrale se ne andò ancheggiando. Nel frattempo altri due ragazzi raggiunsero Zayn e Liam. Un riccio con gli occhi verdi e un biondino con gli occhi azzurri.
«Lou è andato a prendere la macchina.» disse il biondo guardando l'amico che ancora teneva Zayn per un braccio mentre quest'ultimo continuava a ballare disinvolto.
«C'è andato giù pesante.» mormorò il riccio mentre spingevano dei ragazzi per raggiungere l'uscita. Nonostante l'ammucchiata di gente, Zayn, riuscì a prendere un bicchiere e cercò di ingollare tutto il liquido d'un fiato.
«Cazzo Malik!» sbottò Niall, il biondo, strappandogli il bicchiere di mano.
Con fatica, finalmente, riuscirono ad uscire. Subito notarono un ragazzo poggiato ad un Range Rover. Quando vide i quattro gli andò in contro, il volto segnato dalla preoccupazione. Quando raggiunse gli amici prese il braccio di Zayn, se lo passò dietro al collo e con l'aiuto di Liam fecero pochi metri prima che il moro si liberasse dalla loro presa e corresse verso il prato. Una volta sull'erba si accasciò al suolo e vomitò tutto quello che aveva nello stomaco.
«Cazzo.» Niall si avvicinò all'amico e prendendolo da sotto le ascelle lo mise inginocchio per aiutarlo. Gli altri, nel frattempo, avevano creato una specie di barriera attorno ai due, visto che un gruppetto di curiosi s'era avvicinato.
Louis ed Harry dopo aver abbaiato un paio di "Levatevi dalle palle" e "Girate a largo" fecero disperdere la folla e si riconcentrarono tutti su Zayn che, fortunatamente, aveva smesso di vomitare e cercava di alzarsi. Non si sa come, ma riuscì a mettersi in piedi, barcollando fece un passo ma cadde rovinosamente a terra. Le ginocchia e le mani dentro la pozza di vomito. Gli altri emisero versi di disgusto mentre il moro si accasciava sul fianco sinistro ridendo.
«In macchina mia, lui, così non entra» constatò Louis indicando l'amico che ancora rideva, Liam prese il moro per la felpa e, facendo attenzione a non toccare il vomito, lo spostò sulle mattonelle pulite del vialetto.
«Lou, in macchina non hai la borsa della palestra?» chiese il riccio
«Sì, dovrei avere dei vestiti puliti. Portatelo sul retro, faccio il giro con la macchina.»
 
 
«E' ancora vivo?» chiese Niall mentre Louis parcheggiava davanti casa Tomlinson, avevano deciso portarlo a casa sua visto che i suoi erano in vacanza.
«A quanto pare.» rispose Harry uscendo di macchina, Louis spense il motore e andò ad aprire la porta mentre gli altri trascinavano Zayn verso l'entrata.
«Strano» borbottò Louis guardando la finestra della casa accanto.
«Strano cosa?»
«A quest'ora Katherine dorme.» rispose indicando la finestra con la luce accesa
«Minchia Tomlinson ma che ti fotte apri questa fottuta porta» sbottò Liam. Il ragazzo finalmente aprì la porta ed entrarono. Harry e Niall per precauzione portarono subito Zayn nel bagno, almeno se doveva vomitare lo avrebbe fatto lì, infatti circa cinque minuti dopo il moro prese a vomitare.
«Questo non la smette più.» disse Niall schifato
«Proviamo a fargli bere qualcosa.» suggerì il riccio
«Il problema è cosa»
«Provo ad andare da Katherine.» disse Louis uscendo dal bagno
«Ti accompagno.»
Lui ed Harry uscirono di casa e si diressero nella casa a fianco, stavano per suonare quando sentirono qualcuno parlare, forse era al telefono.
"Mi sta cercando? Cosa? Perché?"diceva la voce. Una ragazza. Harry stava per aprire la bocca ma Louis si portò l'incide alla bocca suggerendogli di far silenzio
"Merda, che cazzo faccio? Sono venuta qui apposta"disse, poi calò il silenzio per qualche minuto, forse ascoltava le parole del suo interlocutore, ad un certo punto si sentì il rumore di un coccio che si rompeva e la ragazza che urlava un "Vaffanculo" a quel punto Louis suonò.
«Chi cazzo è?» sbottò questa aprendo la porta. Harry boccheggiò vedendola. Cazzo. Era bella, incazzata, ma pur sempre bella, aveva gli occhi di un colore indefinito, un misto tra celesti e grigi, i capelli biondo scuro.
«Ciao, cercavo Katherine.» ruppe il silenzio Louis, la ragazza alzò un sopracciglio e fece saettare lo sguardo da Louis ad Harry e viceversa.
«Non è in casa.» rispose, stava per sbattergli la porta in faccia ma si fermò a riflettere, erano due ragazzi e forse avevano anche la sua età, non avendo amici in quella città, forse, sarebbe stato meglio esser gentili. Quindi chiuse gli occhi per calmarsi e inspirò.
«Posso esservi d'aiuto in qualche modo?» chiese calma.
 
«Cazzo che sventola, me la devo fare per forza!» esclamò Harry entrando in casa
«Cammina.»
Louis entrò in bagno e riferì agli amici il da farsi, la ragazza sembrava esperta, gli aveva detto cosa fare nei minimi particolari, forse anche lei faceva parte del loro mondo.
«Dico sul serio Lou, chi è quella? Voglio il suo numero!» esclamò Harry buttandosi a peso morto sul letto
«Di cosa state parlando?» chiese Niall coprendo Zayn che si era addormentato sulla poltrona.
«Della nuova vicina, figa e ripeto figa, di Louis. Sai» disse guardando l'amico «Credo che mi trasferirò qui»
«Stai zitto e dormi coglione.» detto questo Louis andò a spengere la luce e si buttò sul letto a sua volta.
 
 
«Arrivo!» borbottò Louis assonnato. Lanciò un occhiata all'orologio e vide che era l'ora di pranzo. Gli altri ancora dormivano, sarebbe toccato a lui cucinare, pensò aprendo la porta.
«Ciao Lou, mi hanno detto che sei venuto a cercarmi. Tutto bene?» chiese Katherine.
Katherine White. Una bella donna sulla quarantina, a differenza di molte donne, se li portava davvero bene, visto che ogni uomo pensava fosse una venticinquenne. Forse era grazie ai lucenti capelli neri che le incorniciavano il viso e le facevano risaltare gli occhi chiari donandole un aria veramente dolce e giovanile. O forse per il suo carattere, nonostante l'età Katherine era una donna dalla mente aperta.
«Emh sì. Sai, Zayn..» Louis non finì nemmeno la frase, la mora capì tutto, ormai sapeva ogni cosa su quei cinque ragazzi, era solita a prendersi cura di loro come se fossero suoi figli. Nonostante fosse una donna matura ed in carriera sapeva benissimo cosa succedeva a quell'età, anche lei era stata giovane, quindi cercava sempre di aiutarli senza essere troppo assillante.
«Sta bene?» chiese preoccupata.
«Ora sta dormendo, si alzerà con un gran mal di testa. Ma è quello che si merita.» Katherine sospirò
«E' ora di pranzo, venite da me. Almeno son sicura che non vi avveleniate mangiando schifezze.»
Louis  sorrise ringraziandola. Non era la prima volta che pranzavano da lei, come non sarebbe stata l'ultima. Quando lei andò via il ragazzo andò a svegliare gli amici. Liam, Harry e Niall, non ebbero problemi, soprattutto il biondino che quando sentì la parola "mangiare" si alzò di scatto. Adesso il problema era svegliare Zayn, il quale era disteso a pancia sotto sul divano. Dopo averlo chiamato circa sette volte il ragazzo aprì gli  occhi.
«Che ore sono? Dove sono?» chiese spaesato
«E' l'ora di pranzo e sei a casa mia, muoviti che si va da Kath» disse Louis cercando le chiavi di casa. Quando Zayn si mise a sedere imprecò sentendo una fitta alla testa e fu costretto a prendersela tra le mani.
«Ti sta bene, almeno impari testa si cazzo.» borbottò Liam seguendo Niall fuori di casa, senza pochi complimenti il moro lo mandò a fanculo.
«Come mi stanno i capelli?» chiese Harry eccitato scuotendo la testa.
«Di merda come sempre.» lo prese in giro Liam.
Niall suonò il campanello. Qualche istante dopo una ragazza, avvolta in una pesante coperta blu, aprì la porta con fare annoiato.
«Ehi ciao! Siamo ven- »
«Non abbiamo bisogno di niente, ciao» disse lei sbattendogli la porta in faccia.
I cinque, rimasti fuori, si guardarono spaesati tra loro.
«Ma che cazzo» sbottò Harry risuonando il campanello. La porta si riaprì nuovamente e la ragazza sbuffò nel vedere di nuovo le loro facce
«Sentite, c’è crisi, non abbiamo bisogno di bibbie, pentole, madonne e cazzi vari. Quindi levatevi dal ca-»
«Alex chi è alla porta?» urlò Katherine dalla cucina
La ragazza passò in rassegna tutti e cinque i ragazzi. Stava per rispondere ma si ritrovò sua zia accanto
«Entrate ragazzi!» esclamò sorridente «Andate in salotto, tra poco è pronto»
Nel frattempo Alexis era già andata via.
I ragazzi entrarono e si diressero in salotto, conoscevano quella casa come le loro tasche, quando entrarono nel soggiorno notarono subito la ragazza seduta sul divano intenta a giocare al cellulare. Con molta nonchalance Harry si sedette vicino a lei ed iniziò ad osservare lo schermo del telefono.
«Che gioco è?» chiese lui di punto in bianco
«Eh?» Alexis si accorse solo ora della presenza del ricco, non avrebbe dovuto esagerare con i calmanti la sera prima.
«Ho chiesto che gioco è» ripeté il riccio
«Ah, non lo so. Era già nel telefono, vuoi giocare?» disse porgendogli il telefono. Sorridendo il riccio perse il cellulare
«Comunque io sono Harry» affermò iniziando a giocare. La bionda disse il suo nome poi guardò gli altri ragazzi all’interno della stanza.
«Io sono Louis. Loro sono Liam, Niall e Zayn.» disse il ragazzo con gli occhi azzurri indicando gli amici.
«Alexis.» ripeté lei recuperando il telecomando dal pavimento.
Dopo circa dieci minuti le note di “Me against the world” riecheggiarono nel salotto. Harry vide lampeggiare sul display la scritta “Amore” e alzò gli occhi al cielo.
«Ti sta chiamando il tuo fidanzato» sbuffò porgendole il telefono. Alexis si girò, guardò prima il riccio e poi il telefono, assimilando le parole appena uscite dalla bocca di lui. Le sue pupille si dilatarono leggermente e il suo respiro cambiò, divenne superficiale.
«Ehm, va tutto bene?» chiese Louis vedendola in quello stato. La ragazza lo guardò, il castano quasi si spaventò vedendo lo sguardo che gli stava rivolgendo. Nei suoi occhi vide un groviglio di emozioni contrastanti. Le tre che prevalevano erano l’ansia, la paura e il panico. Subito distolse lo sguardo.
«Non rispondi?» domandò il riccio annoiato. La giovane con le mani tremanti prese il telefono e sotto lo sguardo curioso di tutti rispose.
«Pronto?»
 
 

SCUSATE!
Scusatemi per l’orrendo ritardo, ma non ho avuto proprio il tempo di scrivere. Mi dispiace molto.
Comunque WOW cioè, 15 recensioni solo al prologo, minchia vi amo asdfghjkl.
Spero che questo capitolo, di merda, vi piaccia. Sono in ritardo e devo scappare.
Ringrazio chi legge questa storia, chi la recensisce e chi l’ha inserita tra le preferite, seguite e ricordate. Vi amo.
Non ho voglia di rileggere, quindi perdonatemi se sarà pieno di errori.
Vi lascio il link dell’altra mia storia, passate se avete voglia c:
Diamonds aren’t forever .

Fatemi sapere se il capitolo vi piace, ci tengo molto.

Ah, vi lascio i miei contatti:
-Twitter , menzionatemi che vi seguo subito c:
-Facebook , chiedete l’amicizia, non mangio nessuno lol
 
Adesso vado. Sccccccccccccccciao.
Vi amo.
-Dalia.

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