Inaspettate scoperte

di kay33
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inaspettate scoperte ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Inaspettate scoperte ***


Ciao a tutti! Eì la mia prima fanfic in questa sezione, per cui non siate troppo crudeli =)
Le critiche sono ben accette, so di essere alle prime armi.
Buona lettura!






La serata stava procedendo in maniera tremenda; il signor Elton non mi dava un attimo di tregua e mi seguiva per la stanza come un cagnolino. Probabilmente pensava di risultare gentile, continuando a chiedermi se avessi bisogno di qualcosa, o se mio padre fosse abbastanza comodo e al caldo. Davvero credeva che sarebbe entrato nelle mie grazie così?
A peggiorare le cose, tutti gli altri si stavano divertendo alla festa: il signor Weston raccontava raggiante le ultime novità di Frank, la signorina Bates parlava senza fermarsi, come abitudine, felice di avere degli interlocutori. Anche i fratelli Knightley
sembravano soddisfatti del ricevimento, ma non potei non notare una strana occhiata di George…sperai vivamente che lui non si fosse accorto delle inquietanti attenzioni del signor Elton, ma in cuor mio sapevo che non era così.
La signora Weston era un’ottima padrona di casa, e in qualche modo riuscì ad allontanarmi dall’appiccicoso reverendo.
Approfittando della ritrovata tranquillità, mi avviai al piano di sopra, dove speravo di poter rimanere da sola per qualche minuto a riflettere; entrai in una delle stanze degli ospiti, e mi avvicinai alla grande finestra che si affacciava sul giardino. Mi accorsi che i primi fiocchi di neve cominciavano a posarsi a terra, e ciò significava che tra non molto tempo qualcuno sarebbe venuto a chiamarmi per andare a casa. Dopo poco infatti, sentii dei passi, e mi preparai a veder comparire Isabella, o uno dei Knightley.
Al loro posto invece, entrò il signor Elton.
Mi si gelò il sangue nelle vene; essere da sola in una stanza da letto con un uomo era disdicevole, ma esserlo con una persona viscida come lui poteva rivelarsi anche pericoloso. Sentii la paura salirmi su per la spina dorsale, ed il cuore mi batteva all’impazzata; come potevo uscire da quella situazione orribile?
Il reverendo era sempre più vicino, e cominciò a parlare:
“Mia cara, adorata Emma…”
Tentò di prendermi la mano, ma mi liberai con uno strattone, e cercai di raggiungere la porta. Lui fu più veloce di me, e si mise tra me e la maniglia; eravamo vicini, troppo vicini, e sentivo chiaramente il suo alito che puzzava di vino. Era sudato e biascicava frasi senza senso.
“…Noi due ci apparteniamo, è il destino a volerci insieme..”
“Non cercate di scappare…io vi amo…”
Ero terrorizzata; in un ultimo, disperato tentativo di farlo spostare dalla porta gli diedi un calcio e lui si aggrappò al mio braccio, strappando il sottile pizzo che ornava la manica del mio vestito.
Corsi giù per le scale, e uscì da una porta di servizio che conduceva alle stalle; non potevo permettere che qualcuno mi vedesse così, impaurita, agitata e con l’abito rovinato. Mi avrebbero chiesto spiegazioni, e io non ero in grado di darne al momento.
Poi lo vidi: era in piedi, accanto al suo cavallo, in procinto di tornare a casa; come sua abitudine, anche stasera aveva rifiutato di usare la carrozza. Nel giro di un secondo mi vide anche lui, e si avvicinò a me correndo.
La neve intanto continuava a cadere, in fiocchi sempre più grandi, e la temperatura si era notevolmente abbassata. Ero uscita in fretta e non avevo addosso altro che il mio leggero vestito, e il freddo mi pungeva la pelle e mi penetrava nelle ossa. Lui se ne accorse, e mi condusse all’interno delle stalle, dove avrebbe fatto più caldo.
Il locale era deserto, data l’ora tarda, e scarsamente illuminato; ma mi conosceva bene, e si accorse che stavo piangendo.
“Cosa vi è successo Emma? Ero convinto che foste salita in carrozza con vostro padre, o con John.”
“Io…Io sono…Ero…”
Ero troppo agitata, non riuscivo nemmeno a parlare. Il signor Knightley mi fece sedere su un cumulo di fieno e riuscii a calmarmi almeno un po’.
Gli raccontai quello che era successo, delle avances sgradite del reverendo, e della sua aggressione al piano di sopra.
Mi fece finire di parlare, e poi pronunciò delle parole che mai mi sarei aspettata uscissero dalla sua bocca “Io lo uccido, lo ammazzo quel bastardo”
Ora era il mio turno di calmare lui; non lo avevo mai visto così arrabbiato.
Gli chiesi di riaccompagnarmi a casa; probabilmente mio padre non si era nemmeno accorto della mia scomparsa, così preso dai suoi malanni, o avrà pensato che fossi rimasta a dormire dai Weston, cosa che avevo fatto ogni tanto prima di allora. Nonostante questo, non sarebbe stato conveniente passare la notte fuori.
Il signor Knightley si alzò, pensando di andare a chiamare una carrozza, ma io lo bloccai “Portatemi a casa voi, a cavallo…La neve non è poi così tanta…e la strada è poca…e a quest’ora staranno dormendo tutti…”
Accampai delle scuse, ma la verità era che non volevo staccarmi da lui così presto.
Sembrò convincersi, e dopo aver recuperato una coperta da chissà dove, mi ci avvolse per tenermi al caldo. Mi aiutò a salire a cavallo, e non dimenticherò mai la sensazione di assoluta sicurezza che mi pervase non appena mi circondò con le braccia per afferrare le redini. Durante il tragitto non parlammo affatto, e io mi addormentai appoggiata a lui. Non mi accorsi di essere a casa, e mi risvegliai solo mentre facevo le scale in braccio a lui; mi stava portando in camera mia. Feci finta di dormire e lui, dopo avermi messo dolcemente a letto, mi rimboccò le coperte ed uscì.
Sentii un’altra porta aprirsi, e immaginai che si fosse sistemato nella stanza degli ospiti; era troppo tardi e buio per tornare a Donwell.
Rimasi sveglia a pensare per non so quanto tempo; con la mente tornai alla brutta avventura della sera, ma scacciai immediatamente il ricordo del viso del signor Elton. Mi ritrovai invece a pensare al signor Knigthley, al suo bel volto, e al suo sorriso premuroso. Lo avevo sempre considerato un grand’uomo, un modello di comportamento per gli altri, ma ora lo vedevo sotto una luce diversa. Non era più solo il nostro vicino, colui che conoscevo da sempre e che mi aveva visto nascere e crescere;  adesso era qualcosa di più, era l’uomo con  cui avrei voluto passare il resto della vita.
Felice e un po’ sorpresa da questa rivelazione, alla fine riuscii a prendere sonno.
Fuori dalla finestra, l’alba faceva capolino da dietro le montagne.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Mi svegliai grazie ai raggi del Sole che filtravano dalle tende semiaperte e mi accorsi subito, guardando la sua posizione già alta nel cielo, che doveva essere molto tardi. I figli di Isabella erano già in giardino a giocare a palle di neve, potevo sentire le loro voci allegre salire fino alla mia finestra.
Saltai giù dal letto e mi vestii in tutta fretta, senza nemmeno chiamare la mia cameriera Lucy per aiutarmi. Se non mi fossi sbrigata mio padre avrebbe cominciato a fare ipotesi sulla mia salute e sulle eventuali malattie che mi avevano colpito durante la notte, e io non volevo farlo preoccupare.
 
Come immaginavo, stava già facendo colazione, e appena mi sedetti alla sua destra, cominciò a pormi domande con voce ansiosa “Emma cara, ti vedo stanca questa mattina, hai dormito male? Forse vorresti cambiare stanza? Ho sempre pensato che la tua camera fosse troppo esposta a Nord, è malsano dormirci…” Dovetti impiegare tutto il tempo della colazione a rassicurarlo, ma alla fine la spuntò lui e mi convinse a cambiare cuscino “il tuo è troppo morbido, rischi di farti venire un dolore al collo”.
 
Finalmente, era il mio turno di fare domande, e gli chiesi se il signor Knightley fosse già andato via. Ero sicura che avesse avvisato mio padre, ma sperai che non gli avesse raccontato anche il resto della storia…
Scacciai il pensiero del signor Elton, e mi concentrai sulla risposta di mio padre “Si, è andato via subito dopo colazione, sembrava avere molta fretta, e suo fratello è andato con lui. Mi hanno detto che dovevano andare a controllare una miglioria apportata a un sentiero, ma non ho capito bene…” . Isabella, che nel frattempo ci aveva raggiunti, vedendo la mia faccia delusa, aggiunse “Hanno detto che torneranno appena possibile, non stare in pensiero, le strade sono percorribili e non avranno problemi a causa della neve”. Già, ma io non mi preoccupavo della neve. Avevo bisogno di parlare con il signor Knightley riguardo alla serata di ieri…O forse no, non sapevo nemmeno io cosa volevo.
 
La giornata trascorse tranquilla e senza eventi, passai il pomeriggio con mia sorella e la piccola Emma. Stavamo per prendere il thè, quando la signorina Bates entrò trafelata “Ho una notizia stranissima da comunicarvi, proprio una notizia strana…” cominciò con la sua solita parlantina.
“Oh, che maleducata, non vi ho nemmeno salutati!” e fece un inchino a mio padre e a noi. Isabella e mio padre erano piuttosto in ansia per la novità, e le chiesero subito spiegazioni. “Oh sì, sì, ora ricordo quello che vi dovevo dire! Il signor Elton lascia Highbury!”.
 
Non potevo crederci! Che fosse a causa di ieri sera?
“Si, ha detto che dei suoi amici lo aspettano a Bath, doveva partire immediatamente” aggiunse la signorina Bates. Mio padre trovò la notizia strana, ma non se ne preoccupò più di tanto, poiché il signor Elton non gli stava troppo simpatico. Si sarebbe preoccupato di più se a lasciarci fosse stato il dottor Perry.
 
Rividi il signor Knightey solo prima di cena, ma non riuscii a parlare con lui, dato che era impegnato in una caccia al drago con i nostri nipotini. Era bravo con i bambini…
 
Quando per lui fu ora di tornare a casa si accomiatò da tutti noi ed io, senza farmi vedere, lo seguì in giardino.
“Siete stato voi a chiedere al signor Elton di andare a Bath?” dissi trafelata.
“Non gliel’ho chiesto…credo di averglielo ordinato. C’era anche Jhon con me, spero che non vi dispiaccia se gli ho raccontato di ieri sera. Era giusto che lo sapesse. Ma non lo diremo a nessun altro, ovviamente.”
“Mio padre non lo sa, vero?”
“No, non volevamo farlo preoccupare” disse con una risatina.
“Sapete…” aggiunse “Non saprei cosa avrei fatto se vi fosse successo qualcosa”.
Scosse la testa, come per allontanare un brutto pensiero.
“Ma ora sto bene, grazie a voi” dissi, sorridendo.
 
Mi prese la mano “Quello che volevo dire, quello che vorrei dirvi da tanto tempo…Vi conosco da tutta la vostra vita, vi ho visto nascere, siete stata la mia allieva, la mia migliore amica…e ora sento che siete diventata qualcosa di più”
Non potevo crederci. Sembrava il migliore dei sogni, e invece era tutto vero.
Non sapevo cosa dire. Riuscivo solo a sorridere come un’ebete.
Mi si avvicinò. Credo che voglia baciarmi. Sono sicura di volerlo baciare.
Mi faccio più vicina al suo viso. In un attimo, tutto diventa perfetto.









Fatemi sapere cosa ne pensate :D

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