no more I love you

di MissPatty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** buona notte ***
Capitolo 3: *** Buona giornata. ***
Capitolo 4: *** La festa ***
Capitolo 5: *** I knew you were trouble ***
Capitolo 6: *** I will wait ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Non sto aspettando… eppure è come se lo stessi facendo. Aspettando cosa?
Osservo i miei occhi,  sono gli stessi, il mio sguardo mi penetra fissando il suo riflesso nello specchio. Come sono potuta arrivare a questo punto; vorrei solo ricordare chi ero, solo per un secondo ricordare il sapore della mia vita senza di lui. Ricordare cosa significa respirare senza sentire questo dolore, sorridere senza sentire questo sapore amaro nella bocca, mangiare avendo quel senso di  fame che solo la gioia può darti. Forse non ho mai provato queste cose ed è solo  la mia immaginazione che produce falsi ricordi di sensazioni mai esistite, forse la mia vita è sempre stata questa, disperazione, desiderio, disperazione. Razionalmente non comprendo come possa essere nato questo amore; come può qualcosa fare così male e tenermi in vita allo stesso tempo. Vorrei poter bloccare i mille “ti amo” che la mia bocca pronuncia, vorrei che il mio cervello desse ordine di fermarsi al mio cuore, vorrei che quelle parole fossero solo uno scheletro senza corpo, che fossero solo lettere uno di fianco all’altra senza nessun valore,senza nessun sapore, nessun dolore.

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Capitolo 2
*** buona notte ***


-         Ciao sono Bella dimmi tutto?
-         … ciao… sono…. Non sono obbligata a dirti il mio nome… giusto?
-         Assolutamente no! Come posso aiutarti?
-         … vorrei solo che qualcuno mi ascoltasse
-         Io sono qui per questo. Di cosa vorresti parlare?
-         Hai…hai mai provato la sensazione di urlare e che nessuno ti sentisse? Bella hai mai provato la sensazione di essere sola? …. Vorrei essere ascoltata… vorrei solo…
-         Hey io sono qui ad ascoltarti! Ora parla con me!
 
Attacando il telefono fissai l’orologio  sulla parete di fronte, le lancette segnavano le 21.30. l’ultima telefonata mi aveva lasciato addosso la solita sensazione d’impotenza; vorrei poter fare  sempre qualcosa di più per le persone che chiamano, poter essere sempre qualcosa di più di una voce sconosciuta dall’altra parte dell’apparecchio.
-         Bella ti aspetto per chiudere? – la voce di Jessica mi tirò fuori dal mio rimuginare.
-          Arrivo – dico chiudendo il  portatile e infilandolo nella mia tracolla
-         E anche stasera abbiamo sforato l’orario!
-         Jess sono sempre più convinta che la notte sarebbe l’orario perfetto per tenere aperta la linea amica e poi…
-         Lo sai benissimo che è il regolamento universitario che stabilisce gli orari.
-         Si ma non capisco perché il professore Palmer non abbia… - Jessica alzando gli occhi al cielo mi spinse verso l’uscita.
-         Forza Bella non vorrai passare la notte qui? Edward sarà già a casa ad aspettarmi e di questo passo non ce la faremo nemmeno per il secondo spettacolo al…
-         Edward? - le chiesi con aria confusa – non si chiamava Eric?
-         Eric era la settimana scorsa, forte incompatibilità intellettiva, è tutto finito!
La serietà con la quale pronunciò queste parole  mi fece sorridere.
-         Quindi deduco questa sia la settimana Edward?
-         Spero seriamente diventi il mese Edward!- affermò sospirando
-         Qualcuno ha una bella cotta – canticchiai prendendola in giro
-         E tu Bella programmi per la serata?
-         Studio, tanto tanto gelato e ancora studio; non che questo ti riguardi, non siamo mica nello stesso corso di psicologia infantile per il quale dobbiamo presentare una tesina di venti pagine per la settimana prossima!
-         Pfff … carpe diem Bells! Io questa sera coglierò il mio attimo con Edward; pensaci non ti farebbe male cogliere il tuo attimo!
-         La ringrazio dottoressa Stanley, ma penso che per stasera coglierò il mio attimo di studio!
-         Come vuole dottoressa Swan, ma ciò non mi impedirà di chiedere al mio “attimo” se ha un amico “attimo” che puoi cogliere il prossimo fine settimana!
Scuotendo il capo sorrisi, Jessica era fatta così. Prima il piacere e… forse dopo il dovere. Io, invece, l’opposto. Non sia mai detto che Isabella Marie Swan vada impreparata ad una lezione. La responsabile Swan e la scapestrata Jessica Stanley, eravamo questo noi due, rivestivamo ormai questo ruolo dal liceo. La nostra amicizia nata dieci anni prima tra i banchi di scuola. Stesso liceo, stesso college, stesso appartamento.
-         Almeno ritorni a dormire a casa?
-         Spero intensamente di no! – mi disse facendomi l’occhiolino.
 
 
Il suono della chitarra, che le casse del mio I pod propagava, mi svegliò. Quanto avevo dormito? Il salotto era completamente buio. I miei libri erano chiusi sul tavolino davanti al divano ed io avevo una coperta addosso. Mi misi in posizione seduta leggermente disorientata.
-         Scusa se ti ho svegliata!
Mi girai di colpo sentendo una voce maschile, alle mie spalle c’era un ragazzo alto in pantaloncini e torso nudo. La luce della luna lo faceva sembrare quasi angelico. Strizzai gli occhi e mi schiarii la voce.
-         Lo so che può sembrare strano chiedertelo,ma posso sapere chi sei e cosa ci fai nel  mio salotto in piena notte? -  chiese con aria titubante e imbarazzata.
-         Sono Edward, un amico di Jessica, mi dispiace averti svegliato, cercavo solo una bottiglina di acqua!
-         Giusto Edward, io sono Bella. – dissi, abbassando lo sguardo, il fatto che non aveva la maglietta mi rendeva difficile mandare avanti una conversazione normale.
-         Ottima scelta i Coldplay!
-         Cosa? – scossi la testa non capendo e il suo viso si illuminò sorridendo.
-         Intendevo la canzone che stai ascoltando... See you soon è una delle mie preferite…
-         Adoro questa canzone! – lo fissavo come se non avessi mai visto un ragazzo in vita mia, la situazione stava diventando imbarazzante, avevo il tipico atteggiamento delle dodicenni davanti al ragazzo dei loro sogni. Lui sorrise di nuovo e avviandosi verso la camera di Jess disse:
-         Ok… io torno in camera, buonanotte Bella.
-         Buonanotte Edward.
Cosa era appena successo? Una sensazione strana mi pervadeva. La voce di Chris riempiva dolcemente la stanza. Sorrisi a me stessa e lentamente andai nella mia camera.

 
 
 
 
Note dell’autore
Ciao a tutti, spero che il capitolo vi piaccia. Iniziamo un po’ a conoscere i personaggi di questa storia, la strada è ancora lunga per i due protagonisti. Aspetto con ansia i vostri commenti. Per chi fosse interessato ho creato un gruppo su fb per le mie storie dove posterò video, canzoni e foto che riguardano la storia. Per chi fosse interessato trovate l’indirizzo sul mio profilo di efp. Buona lettura!  :)

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Capitolo 3
*** Buona giornata. ***


La mattina seguente mi svegliai, il sole era alto sulla baia. Infilai una felpa della Seattle Pacific University , presi l’i-pod e andai in cucina. Dopo aver preparato del caffè, con una tazza bella bollente, una ciambella e il mio libro di psicologia infantile mi recai in terrazza. Delle belle giornate di sole a Seattle sarebbero durate ancora poco ed era meglio approfittarne. Mi sistemai su una delle sdraio e feci partire la paylist. Iniziai a leggere il primo paragrafo del capitolo mentre sorseggiavo del caffè. Van Morrison cantava gioiosamente nelle mie orecchie quando il mio cellulare vibrò sul tavolino al mio fianco. Un nuovo messaggio. Tyler. La nostra storia era ormai finita da due mesi. Non so cosa ci avevo poi visto in lui. Giocatore di baseball, venuto alla Pacific grazie ad una borsa di studio completa, non faceva altro che pensare a allenamenti e feste post partita. Non proprio quello che si dice un amore epico. Il messaggio era la solita dichiarazione post sbornia del sabato sera: “mi manchi… ti prego torniamo insieme… la mia vita non ha senso senza di te”. Tutto ciò poteva essere romantico e credibile, ma a smentire ciò c’erano i venti tag di foto sulla sua pagina facebook con venti ragazze diverse. Scossi la testa ormai sconsolata. Alzando gli occhi vidi uscire dall’appartamento Edward. A differenza della notte precedente aveva una t-shirt addosso e i jeans che gli avevo già visto. Aveva un’aria assonnata e i suoi capelli erano sparati in aria in ogni direzione. Notai che l’unica parte ad essere nuda di lui stamattina erano i suoi piedi.
« Buongiorno» dissi sorridendo.
« Ciao Bella, spero non ti dispiaccia ma ho approfittato del caffè appena fatto che c’era in cucina.»
« Ci sono anche delle ciambelle se vuoi…»
« No grazie sono apposto così.» iniziò a sorseggiare il suo caffè fissandomi. Istintivamente abbassai lo sguardo sul libro che avevo poggiato sulle ginocchia. Sentivo il suo sguardo su di me, cercavo di ignorarlo fissando le parole sulla pagina. Il mio cellulare vibrò di nuovo, ignorai anche quello.
«Bella, ti è appena arrivato un messaggio, non volevo leggere ma sembra abbastanza importante. Un certo Tyler dice e cito sue testuali parole: “Bella, la mia vita senza di te non ha senso, rispondi o faccio qualcosa di folle!”»la mia risata fu immediata « Povero ragazzo ridi  di lui… Bella non ti facevo così crudele!»
« Non credere nemmeno ad una parola di quello che dice Tyler» presi il cellulare collegandomi velocemente sul profilo facebook di Tyler e mostrai ad Edward una delle tante foto scattate la sera precedente « Come puoi ben notare non commetterà niente di grave!»
«Ah! Sembrava una faccenda abbastanza seria…»
«Nessuna faccenda è seria con Tyler, a meno che non si parli di baseball!» ritornai a guardare il mio libro, anche se in realtà fissavo soltanto le parole. Edward continuava a sorseggiare il suo caffè. Sentivo ancora i suoi occhi su di me. Cosa cavolo aveva da fissare? Mi faceva sentire nervosa.
« Cosa ascolti stamattina?» mi chiese.
« Sofa Song....»
«The Kooks, ottima scelta…»
« Li conosci?»
« Si mi piace il loro stile, anche se qui in America non hanno avuto il successo che meritavano.»
« Lo penso anch’io, tutti conoscono solo “Naive”, ma i loro cd sono pieni di canzoni molto più belle! Io adoro “Seaside”!»
« E’anche una delle mie preferite, ad un loro concerto che ho visto a Londra ne hanno fatto una versione stupenda!»
« Li hai visti in concerto a Londra? Deve essere stato una bella esperienza!»
« Il concerto si teneva in un pub, il Barfly a Camden, davvero uno spettacolo imperdibile!»
« Ah ti odio…sia per il concerto che per Londra!»
« Mai stata a Londra?»
« No, troppo costoso per le mie tasche per ora.»
« Capisco, a me sono serviti i sensi di colpa di un padre perennemente assente, crede di poter comprare il tempo perso. In compenso ho girato tutta l’Europa!» aveva pronunciato quelle parole con una tale naturalezza. Eppure stava parlando di cose personali con una sconosciuta, ma lo faceva come se parlasse della lista della spesa o del tempo. Per la prima volta quella mattina lo guardai fisso negli occhi. I suoi occhi erano cerulei, limpidi come di ghiaccio. Il suo sguardo penetrava nel mio e nessuno dei due sembrava pronto a interrompere quel momento.
« Buongiorno a tutti» esclamò Jess uscendo in terrazza « Ecco dov’eri finito Eddy!»
Scossi la testa e riportai per l’ennesima volta il mio sguardo sul libro. Jessica si sedette sulle gambe di Edward mettendogli le braccia intorno al collo.
« Vedo che hai già conosciuto la mia Bells! Certo quella di ieri sera non era una presentazione, visto che  l’abbiamo trovata addormentata sul divano sommersa dai suoi libri!» mi disse con aria di rimprovero.
«Hey mi ero solo appisolata, non c’è bisogno che diventi mamma-Jess!»
« Ok Bells… io vado a fare una doccia, tu che fai Edward?»
« Finisco il caffè e vado a casa!»
« Ok allora ci sentiamo in serata!» e dopo un veloce bacio sulle labbra Jessica rientrò in casa. Il nostro silenzio durò qualche minuto, lui beveva caffè ed io scrutavo l’orizzonte.
 
« Che brano stai ascoltando adesso?»
« Stereophonic “Have a nice day”»
« Buona scelta… ok io allora vado, ci si vede in giro.»
« OK … allora ciao.»
Lo vidi allontanarsi e ritornai ad osservare il cielo.
«… spero tu abbia una buona giornata Bella» e con queste sue ultime parole quello strano sorriso ricomparve sulle mie labbra.

 
 
 
 
 
Note dell’autore:
Prima di tutto mi scuso per il ritardo, ma per me è periodo d’esami e sono davvero con l’acqua alla gola. Per quanto riguarda il capitolo, lo so che la storia procede lentamente ma siamo solo al terzo capitolo, il cammino è ancora lungo! Per chi vuole contattarmi basta andare sul mio profilo autore, aggiungetemi anche su fb, nella mia pagina trovate tutto ciò che riguarda il capitolo (canzoni, immagini e video). Ringrazio di nuovo Babette per il modo in cui l’assillo durante la settimana. Ciao e alla prossima.

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Capitolo 4
*** La festa ***


«Quindi?»
«Quindi cosa?» eravamo ferme davanti al banco frigo alla ricerca di uno yougurt che rispettasse gli standard nutrizionali di Jessica.
«Cosa ne pensi di Eddy?»
«Cosa ne penso di Edward…da quello che ho capito ascolta buona musica!»
«Ascolta buona musica…solo questo mi sai dire?»
«Jess cosa pretendi da me, avrò parlato con lui per dieci minuti…»
«Bella mi vuoi dire che non hai notato il suo fisico?» certo che lo avevo notato, ma non potevo dirle questo, quando si trattava di ragazzi Jessica era alquanto possessiva, se la sarebbe presa anche se a fare apprezzamenti sul suo ragazzo fosse stata sua nonna. «Ok Bella se non hai notato di quanto Edward fisicamente corrisponda ad un dieci con lode nella mia scala di voti, allora hai la mia approvazione.»
«Approvazione per cosa?» le risposi non capendo.
«La mia approvazione per la tua vita in convento, perché è per quella che sei fatta!»
«Ah-ah» esclamai con sarcasmo, presi il primo barattolo che trovai e lo buttai nel carrello e iniziai a percorrere la corsia con il carrello.
«Bella quello non è lo yougurt che voglio!»
«Ma è quello che avrai, sai è proprio quello che mangiamo in convento!» la guardai con aria di sfida e lei scoppiò a ridere venendomi incontro. Continuammo a prendere tutto ciò che mancava nel nostro appartamento.
 
«Bella stasera si esce e non voglio sentire storie, festa alla Γ Π Β*!» scossi la testa mentre continuavo ad affettare le carote sul tagliere.
«Jess una festa alla confraternita? Davvero?»
«Dai è da tanto che non usciamo a fare baldoria, e poi ci saranno anche Angela e Lauren sarà come una serata tra ragazze…»
«…Ed altre mille persone! Jess, sai benissimo perché non voglio venire a questa festa!»
«Bella non dirmi che il fattore “Tyler” incide sulle scelte importanti della tua vita…»
« Una festa alla Γ Π Β* è una decisione importante della mia vita?»
«Bella quello che stai facendo è decidere della tua vita basandoti su di un uomo!»
« Jess, quello che sto facendo è solo evitare un ex fastidioso!»
«Ti voglio pronta per le nove» mi sorrise e rientrò nella sua camera.
 
Il salone della confraternita era gremito di persone. Alcuni volti erano familiari, ragazzi con le quali seguivo dei corsi, poi c’erano i soliti festaioli che si incontravano in giro durante il week end, e logicamente la squadra di baseball. Io e Jess cercavamo di farci spazio tra la folla, spostarsi da una stanza all’altra non era semplice. Mi sentii chiamare e voltandomi vidi Tyler che si sbracciava per attirare la mia attenzione dalle scale.
«Ignoralo, non devi parlargli se non vuoi! Andiamo a cercare Angela e Lauren.»
« Tu inizia ad andare io ho bisogno di una birra!»
«Ecco questa è la Bella che voglio stasera» mi sorrise « trovo le ragazze e veniamo a cercarti vicino al bar»e si dileguò tra la marea di persone.
Dopo aver vagato per cinque minuti riuscii ad individuare la postazione del bar, a gestirlo c’era Mike.  Mi avvicinai sorridendo.
« Non posso credere a quello che vedono i miei occhi: Isabella Swan in carne ed ossa ad una festa della Γ Π Β*» si sporse dal bancone per abbracciarmi.
«Ciao Mike, fa piacere anche a me vederti…»
«Davvero Bella, non pensavo saresti venuta…sai per via…per via di …»
«… Per via di Tyler?»
«Si, sai pensavo che…avevo accennato a Jess della festa e le mi ha detto che te ne avrebbe parlato….ma non… non ero sicuro…» iniziò a blaterare, si sentiva in difficoltà, questo perché era stato proprio lui a presentarmi Tyler. Mike era stato una delle prime persone che avevo conosciuto al college. Era un ragazzo simpatico e gentile, con i suoi grandi occhi azzurri aveva incantato non poche ragazze, tranne una. L’unica per la quale moriva: Jess.
«Mike calmati, non ho rancore per te per quello che è successo con Tyler. Ormai è cosa passata, non che lui fosse l’amore della mia vita.»
«Bè…Bella…» si avvicinò al mio orecchio sussurrando « … il tuo “non amore” si sta avvicinando al bancone.»
«Bella, non sapevo saresti venuta…» mi voltai e lo vidi in tutta la sua altezza e spavalderia. Era insieme ad altri ragazzi della squadra. Come al solito quello davanti a me non era Tyler, il ragazzo semplice con la quale ero stata, ma era Tyler l’atleta con tutte le persone ai suoi piedi.
« Ciao Tyler.»
« Piccola, hai due minuti per me, vorrei dirti delle cose.» sapevo sarebbe successo ed era proprio per questo che volevo evitare la festa. Mike mi fissava, cercando di capire la situazione, mentre gli altri ragazzi della squadra si erano già allontanati.
« Veramente stavo andando a cercare Jess, mi starà aspettando con Angela…»
« Due minuti, non ci vorrà molto. Mike ti spiace lasciarci soli...»
« In realtà io e Bella stavamo andando…»
« Lei ti raggiungerà tra poco!» capii che Tyler non si sarebbe arreso.
« E’ok Mike, ci vediamo dopo.»
« Vieni Bella andiamo nell’altra stanza…»
« Preferisco parlare qui.»
« …Ok…perché non hai risposto ai miei messaggi? Sono settimane che cerco di parlarti…»
« Tyler pensavo che le cose tra di noi fossero abbastanza chiare. La nostra storia è finita ed io non ho più niente da dirti!»
« Sei ancora arrabbiata per la storia di Rebecca…Bella penso di essermi scusato abbastanza…»
« Scusato abbastanza….» non sopportavo d’avere di nuovo questa conversazione, mi voltai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso.
« E’ infantile quello che stai facendo, ti ho detto che non è successo nulla tra me e Rebecca…»
« Tyler lasciami andare…»
« Cosa vuoi sentirti dire ancora…»
« Io non voglio sentire niente da te…»
« Mi sembra di capire che la ragazza vuole essere lasciata in pace!»
Mi voltai di scatto nel sentire la sua voce. Anche Tyler si voltò, il suo viso era confuso.
« Non so chi tu sia, ma farai meglio ad impicciarti dei fatti tuoi…»
« Tyler ora stai esagerando» dissi riuscendo a liberarmi dalla sua presa, mi allontanai da lui di qualche passo.
« Bella, noi non abbiamo finito di parlare»
« Penso vi siate detti tutto quello che c’era da dire» affermò Edward, mettendosi tra me e Tyler. Si guardavano fisso negli occhi, la tensione era alta nell’aria.
« Per stasera ne ho abbastanza di te e del tuo amichetto Bella!» con queste parole Tyler uscì dalla stanza. Sospirai. Edward si voltò verso di me e mi osservò.
« Tutto bene?»
« Si…. Grazie per avermi aiutato. Tyler può essere piuttosto insistente…» la situazione era per me alquanto imbarazzante. Mi guardai attorno, la festa continuava. Mi andai a sedere su una poltrona ed Edward mi seguì accomodandosi di fianco a me.
« Posso dare un’occhiata al polso?»
« Edward non è niente…davvero…» cercai di protestare, ma lui fu più veloce di me prendendomi delicatamente la mano. Un leggero rossore cerchiava il mio polso.
« La mia pelle è molto chiara, può sembrare peggio di quello che è…» alzai gli occhi, il suo sguardo non era più sulla mia mano, ma era fisso sul mio viso. Per la prima volta da quando lo avevo conosciuto, non riuscii ad evitare il suo sguardo. I suoi occhi mi fissavano con una intensità tale da farmi quasi paura. Era come se mi riuscissero a guardare dentro. Fu allora che il suo viso si avvicinò al mio. Capivo cosa stava succedendo, ma non avevo la forza di allontanarmi. Le sua labbra sfiorarono le mie con leggerezza non una, ma ben due volte. Le mie labbra, come dotate di una propria forza, risposero al bacio.  Edward allontanò il suo viso dal mio per guardami di nuovo negli occhi. Con una mano mi accarezzò il viso delicatamente e sussurrò
«Non riesco a smettere di pensare a te!»

 
 
 
 
 
 
 
*  Gamma-Pi-Beta
 
 
 
Note dell’autore
Ciao a tutti quelli che seguono questa storia. Vedo che siete in tanti a leggere la mia storia, prima di tutto vi ringrazio di cuore, ma vorrei anche tanto sapere cosa ne pensate, quindi lasciate una recensione se vi fa piacere. MissPatty ha ora anche un profilo su face book, siete liberi di chiedermi l’amicizia. Nella fan page di no more I love you troverete questa settimana quelli che nella mia testa sono Mike e Tyler. Mi raccomando aspetto vostre notizie. ;)

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Capitolo 5
*** I knew you were trouble ***


« Ciao, sono Bella,come posso aiutarti?»
« L’anonimato è assicurato per questa telefonata…giusto?»
« Certo, non devi dirmi chi sei. Dimmi cosa posso fare per te?»
« Penso… penso di essere incinta… anzi so di essere incinta…»
« Da quanto sai di aspettare un bambino?»
« Io non posso avere un bambino… non posso….»
« Ok, ora calmati e respira. Non devi prendere nessuna decisione in questo momento. Ora devi solo restare calma e respirare…»
«… No tu…tu non capisci…io…io…» la ragazza dall’altra parte del ricevitore era in preda ad una crisi di ansia vera e propria.
« Ascolta… ascoltami, ora prendi un bel respiro…» sentivo la ragazza continuare a singhiozzare «…Da quanto hai scoperto di essere incinta?»
« Da una settimana»
« Ok ne hai parlato con qualcuno, ne hai parlato con il padre?»
« io…io…»
« Respira…»
« Io non si chi sia il padre...» iniziò a piangere
« Ei… nessuno qui ti giudica, l’importante è che ora ti calmi…»
« Mi chiamo Lily»
« Ok Lily, ora ci siamo noi ad aiutarti…»
 
Passai i seguenti quaranta minuti a telefono con Lily avevo rispettato tutte le procedure del caso e fortunatamente riuscii ad accordare con lei un appuntamento per la sera seguente al centro d’ascolto. Avevo anche contattato la professoressa Rosalie Hale responsabile del centro. Il doppio turno al CASPU mi aveva tenuto lontana da casa almeno per l’intero pomeriggio. Ma ora era arrivato il momento di tornare a casa ed affrontare la furia.
 
« Non posso smettere di pensare a te»
« Cosa?»
« Sei nella mia testa da quando ti ho vista addormentata su quel divano..»
« Cosa stai dicendo Edward?Tu stai con Jess…»
«…Io non sto con Jessica…»lo guardai allibita, non riuscivo a ragionare. I pensieri nella mia testa schizzavano come impazziti. Sapevo che le sue parole erano sbagliate, ma come potevano delle cose così sbagliate farmi sentire viva, viva come non lo ero mai stata. Non potevo restare in quel posto. Lo guardi per un attimo. Sul suo viso c’era solo convinzione.
« Quello che appena successo non accadrà più! » mi alzai e mi diressi verso la porta, Edward mi seguiva.
« Bella…Bella…lo so può sembrare strano…»
« Non è strano, è sbagliato!»
« Bella ammettilo tra di noi c’è qualcosa, non so di cosa si tratta,ma voglio scoprirlo e voglio farlo insieme a te» i suoi occhi mi pregavano di dargli una possibilità. Era vero tra di noi era scattato qualcosa, un qualcosa che mi faceva battere il cuore. Dire quelle parole fu più difficile di quanto immaginassi.
«… Non posso Edward!»
« Non puoi fare cosa Bells?» la voce di Jessica mi arrivò dalle spalle, ero pietrificata « Oh Eddy ci sei anche tu!» nessuno dei due rispose. Mike giunse con Angela dietro  Jessica. Quel silenzio mi stava schiacciando, dovevo andare via di li.
« Io devo andare. Mike puoi darmi un passaggio a casa…»
« Bells dove scappi?»
« Jess devo andare via» cercai di mantenere un tono di voce deciso, i miei occhi si riempirono di lacrime. Lo sguardo di Jessica saettò dal mio viso ad Edward in un secondo.
« Cosa le hai fatto?» non restai li nemmeno il tempo di sentire la risposta di Edward. Mentre seguivo Mike verso la sua macchina. Ero una codarda, invece di rimanere e spiegare tutto a Jess, ero scappata. Avevo scelto la strada più semplice. Ed ora, invece di pensare alla mia amica che era più di una sorella per me, non facevo altro che sentire le sue parole nella mia testa:”non posso smettere di pensare a te”, rimbombavano nella mia mente ad un ritmo incessante, un ritmo che faceva battere il mio cuore sempre più forte. Entrammo in macchina.
« Ti porto a casa?»
« Si, grazie Mike.»
« Bells, tu sai che io non sono il tipo da stressarti per farmi dire cosa è successo, io voglio solo sapere se tu stai bene…» asciugai con il palmo della  mano una lacrima dalla mia guancia, poi voltai e lo guardai negli occhi.
« Starò bene, te lo prometto.»
 
 
Respirai a fondo prima di aprire la porta di casa. La sera precedente, Jess non era tornata a casa. Non sapevo precisamente cosa le avesse detto Edward, ma di sicuro le era stato fatto un resoconto della nostra conversazione. Il suo non tornare a casa era un messaggio chiaro. Jessica voleva essere lasciata in pace, non era ancora pronta per parlare. Dopo anni di piccoli litigi per le nostre sostanziali differenti personalità, avevo imparato a gestire il comportamento da arrabbiata di Jess. La musica che proveniva dal salotto mi avvertiva della sua presenza in casa. Aprì la porta e fui accolta dalla voce di Taylor Swift con “ I knew you were trouble”. Jessica era seduta sul divano e tra le mani aveva una ciotola di gelato. Mi avvicinai a lei e mi sedetti sul tavolino da caffè. Lei spense lo stereo con il telecomando.
« Ora sono pronta per parlarne Bells.» il tono della sua voce era leggermente imbronciato, mi ricordò di una piccola bambina dalle treccine bionde, arrabbiata con me perché non volevo giocare con le sue bambole.
« Jess non so…»
« Razionalmente so che non è colpa tua, e che la storia tra me ed Edward…dai chi prendo in giro non si può nemmeno definirla una storia…»
« Questo non significa nulla Jess, quello che è successo…»
« Bells, mi ha detto tutto»
« Jess…io…»
« Non posso dire che ne sono contenta, ma non posso nemmeno gridare al tradimento. Mi passerà, con il tempo mi passerà.» mi sorrise debolmente. Dal tavolino passai sul divano accanto a lei e l’abbracciai.
« Ti voglio bene JessiJ!»
« Ti voglio bene Bells!»
Rimanemmo per qualche minuto in silenzio abbracciate.
« Jess posso dirti una cosa?»
« Dimmi…»
« … Mi chiedevo, di tanta musica post-rottura che potevi scegliere… Taylor Swift…. Davvero?»
« Il testo mi sembrava adeguato all’occasione…» rispose cercando di non ridere « Sapevo che avrebbe portato problemi quel ragazzo, era fin troppo carino!»
 
 
 
« Rosalie è stata grande» io e Jessica stavamo tornando a casa. Quella sera al centro d’ascolto avevamo avuto l’incontro con Lily. La professoressa Hale aveva gestito la cosa, illustrando alla ragazza tutte le alternative che aveva. La mia presenza e quella di Jessica era stata di supporto psicologico. Lily ci aveva raccontato di come non potesse confidare della sua gravidanza alla sua famiglia, famiglia che l’avrebbe di sicuro scacciata per la sua condotta indecorosa.
« Abbiamo solo da imparare da lei, riesce a gestire ogni situazione con naturalezza!»
Continuammo a camminare verso il nostro palazzo. Entrate nell’edificio rimasi immobile. Davanti seduto sui primi gradini della scala c’era Edward. I suoi occhi trovarono immediatamente i miei.
« Bella io inizio a salire…» Jess entrò in ascensore lasciandoci soli. Edward si alzò, ma mantenne una certa distanza da me, le mani nelle tasche dei jeans.
« Sono passato solo per vedere come stavano le cose…» continuai a guardarlo, si portò una mano tra i capelli scuotendo la testa «… chi voglio prendere in giro, volevo vederti!»
« Edward io non posso.» risposi come svegliatami da uno strano torpore.
« Non puoi o non vuoi Bella?»
« Tu non capisci, questa cosa tra di noi, qualsiasi cosa essa sia, non è giusto nei confronti di Jessica!»
«Bella … Jessica…»
« Mi dispiace Edward, non posso.» non ascoltai nemmeno la sua risposta e salii a casa.
 
 
 

ciao a tutti,prima cosa ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, mi ha fatto molto piacere sapere cosa ne pensate. mi raccomando non siate timide e fatemi sapere  i vostri commenti. ricordo sempre la pagina della storia ( http://www.facebook.com/pages/No-More-I-love-You/325222317595647 ) e per chi vuole scambiare quattro chiacchiere aggiungetemi su facebook, mi trovate con il nome Misspatty Fanfiction. alla prossima. :)

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Capitolo 6
*** I will wait ***


Sentii bussare alla porta della mia camera. Non risposi. Dopo poco Jess entrò nella stanza e si sedette accanto a me sul letto.
« Hey Bells… ti va di parlarne?»
« No!»
« Bells…» mi disse di nuovo, spingendomi dolcemente con la spalla. Mi alzai di scatto dal letto e iniziai a camminare avanti e indietro al centro della stanza.
« Vedi….questo…questo è sbagliato, tu non dovresti essere qui a cercare di farmi parlare di lui… è talmente sbagliato… tu…Jess, tu dovresti essere infuriata con me, dovresti stare lì a puntarmi il dito contro e a dirmi quanto faccio schifo come amica! Tutto ciò è sbagliato!»
« Bells…Bells ora basta….» mi venne vicino e mise le mani sulle mie spalle « Devi calmarti…guardami…» alzai il mio sguardo respirando profondamente « Vuoi sapere perché in questo momento non ti sto urlando addosso?» il suo sguardo era fermo sui miei occhi, parlava lentamente come per lasciarmi comprendere bene ogni parola di quello che mi stava dicendo, iniziai a mordicchiarmi il labbro inferiore « Bells per la prima volta nella mia vita ti ho vista presa da qualcosa, ho visto una luce nei tuoi occhi, la stessa luce che avevi negli occhi ogni qual volta parlavi di tua madre » alzai gli occhi al cielo, sapevo che avrebbe parlato di mia madre. Iniziò a formarsi un groppo nella mia gola « Bells era la stessa luce di quando non volevi ammettere che lei ti mancava, di quando fingevi di accettare il fatto che lei avesse abbandonato te e tuo padre.» Delicatamente iniziò ad asciugare le lacrime che rigavano le mie guance, mi portò di nuovo sul letto e lì mi abbracciò. Rimanemmo così per qualche minuto, lei appoggiata alla testiera del letto io tra le sue gambe, con la schiena appoggiata al suo petto. Con una mano mi accarezzava dolcemente i capelli.
« Jess… io non so se posso farlo…»
« Fare cosa?»
« Conoscerlo. E se… »
« Bells, va bene avere paura, essere spaventati è normale. Tutti lo sono quando si tratta di aprirsi completamente ad un’altra persona. È normale.» l’insicurezza mi stava divorando.
« Ed ora cosa devo fare?»
« Potresti semplicemente andare a prendere un caffè con lui.» Jess continuava ad accarezzarmi i capelli e fu così che rimanemmo tutta la sera.
 
 
La mattina seguente mi svegliai tardi. Aprii lentamente gli occhi e cercai di abituarmi alla luce che entrava dalla finestra. Mi alzai e andai verso la cassettiera, lì attaccato allo specchio c’era un post-it rosa “ questo è il suo numero, non fare la stupida, chiamalo, Jess!”. Presi il pezzo di carta e lo osservai. Decisi di ignorarlo momentaneamente. Andai in bagno e feci una doccia bollente. Dopo una ventina di minuti mi ritrovai in cucina, con una tazza di caffè tra le mani. Stavo solo rimandando la cosa. Dovevo avere coraggio per la prima volta nella mia vita, farmi avanti e prendere ciò che volevo. Ed ere Edward ciò che volevo. Presi il telefono e composi il numero. Uno squillo, due, tre.
« Ciao sono Edward, in questo momento non posso rispondere. Lasciate un messaggio.» rimasi in silenzio, solo dopo qualche secondo parlai.
« Ciao Edward sono Bella. Jessica mi ha dato il tuo numero. Volevo solo scusarmi per il mio comportamento di ieri sera. Ok, chiamami quando ascolti questo messaggio.» terminai la chiamata e presi un bel respiro. Era fatta. Guardai l’orologio era ora di andare a lezione.
 
 
Riposi l’ultimo fascicolo nella libreria. Il  mio turno era finalmente terminato. Guardai il cellulare. Nessun messaggio, nessuna chiamata. Sbuffai. Non mi riconoscevo. Io non ero il tipo di ragazza che rimane in attesa vicino al telefono, sperando che il ragazzo per cui ha una cotta la chiami. Alzai gli occhi e vidi che Jessica e Mike mi stavano guardando, con uno stupido sorrisino stampato sui loro volti.
« Non voglio nemmeno sapere perché state ridendo.» dissi spegnendo il mio pc.
« Non vuoi saperlo, perché in realtà già lo sai…» mi rispose Jessica bevendo dalla sua tazza, Mike nel mentre si fingeva interessato allo schermo del computer che aveva davanti.
« Sapete una cosa, voi due dovreste essermi di supporto» appallottolai dei fogli di cara lanciandoli verso di loro « invece di stare lì a deridermi!»
« Noi non ti deridiamo Bells » rispose Mike fintamente offeso « quello che il nostro comportamento cerca di farti capire, è che notiamo in te una certa ansia riguardo all’arrivo di una risposta ad un messaggio che hai lasciato stamattina!» ormai Jessica non nascondeva affatto la sua risata. Sbuffai di nuovo.
« Ci terrei a sottolineare, che io, a differenza vostra, non ho mai gongolato quando vivevate situazioni simili alla mia!» entrambi mi guardavano. Dai loro volti era sparita ogni traccia di ironia. Jessica cercava disperatamente di farmi capire qualcosa sgranando i suoi occhioni celesti. Fu  Mike a rompere il silenzio.
« Ciao, cerchi qualcuno?»
« Si, cercavo Bella» mi voltai ed Edward era vicino la porta, i capelli scompigliati, jeans scuri e maglietta blu. « Sono passato a casa a cercarti e la tua vicina di casa mi ha detto che potevo trovarti qui.» disse rivolgendosi a me. Perché quando questo ragazzo mi parlava, tutto il resto scompariva. La mia testa, oramai ragionava come quella di una tredicenne. In tutto questo mio pensare, era rimasta in silenzio ad osservarlo. La situazione stava diventando quasi imbarazzante.
« Spero che Miss Patty non ti abbia messo in difficoltà, la nostra vicina quando si tratta di ragazzi può diventare alquanto molesta.» parlare della mia dirimpettaia fu la prima cosa che mi venne in mente, ma Mike corse in mio aiuto aggiungendo « Si, Miss Patty può essere molto insistente quando vuole. Ricordo ancora di quella volta che passai per lasciarti degli appunti, e fui rapito per bere un tè con pasticcini!» io e Jessica iniziammo a ridere, seguite poi dai due ragazzi.
« Amico non vorrei essere stato nei tuoi panni!» disse Edward, poi riportò il suo sguardo su di me « Bella, io vorrei parlarti. Se qui non hai finito, posso ripassare dopo.»
« In realtà il mio turno è appena finito, stavo appunto tornando a casa» dissi prendendo la giacca e la borsa.
« Perfetto, posso darti un passaggio a casa se vuoi?»
« Mi farebbe piacere,grazie.»
Salutai i ragazzi, e seguii Edward fuori dal centro e verso la sua macchina. Nessuno dei due parlava. Entrammo in macchina. Aspettai che lui mettesse in moto, ma questo non successe.
« Ho ascoltato il tuo messaggio, e volevo dirti che non mi devi nessuna scusa. Anzi sono io che devo scusarmi con te, ho insistito con te, sono stato troppo invadente.» continuava a non guardarmi, ma parlava con decisione « Bella, lo so che posso sembrare un folle, ma da quando ti ho conosciuta sei nella mia testa. Voglio solo che tu dia un’occasione a noi due. Una semplice occasione. » finalmente si girò a guardarmi, gli sorrisi, sembrava nervoso.
« Ok.»
« Ok?» ripeté come se non avesse sentito bene.
« Si, anche io voglio avere quest’occasione.» chiarii meglio «Era ok, già quando ti ho chiamato stamattina. Certo potevo dirtelo appena entrati in macchina, ma tu sei subito partito con il tuo discorso, non volevo interromperti.»
 I suoi occhi si illuminarono con un sorriso; mi prese la mano e la portò vicino alle sue labbra sfiorandole dolcemente. Mi guardò di nuovo, iniziò a prendere qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni, dicendo « Ho una sorpresa per te!» pose nella mia mano due pezzi di carta. Li portai vicino agli occhi e rimasi impietrita.
« Edward, questi sono due biglietti per il concerto di stasera dei Mumford & Sons!»
« Esatto. Ti va di andarci?»
« Certo che mi va di andare, che razza di domande fai!» rise e mise in moto la macchina.
                                                            
                                                      
Uscimmo dalla macchina come due bambini che non vedevano l’ora di andare al luna park. Le note di “I Will Wait” risuonavano in lontananza. Ci guardammo emozionati, Edward mi prese la mano e iniziammo a correre verso il palco. Quando fummo abbastanza vicino da poter vedere il cantante ci fermammo. Lì in mezzo a centinaia di persone inspirai profondamente. Tutti ballavano e saltavano al ritmo della musica. Le parole di quella canzone erano stupende. Ero come ipnotizzata dalla band. La folla, incitata dal cantante, iniziò a cantare il ritornello. Un sorriso era stampato sul mio volto. Mi girai e vidi che Edward non stava guardando il palco. Stava fissando me. Mi avvicinai a lui. Nessuno dei due distolse lo sguardo. Lo attirai a me tirandolo per la giacca. Un sorriso comparve sul suo volto. I suoi occhi si spostarono sulle mie labbra. Non potevo più aspettare. Mi alzai sulle punte e lo baciai. Lo baciai come desideravo farlo da giorni. Dolcemente. Lentamente. Assaporando ogni secondo, ogni sensazione. La folla esultò per la fine della canzone ed io e Edward ci staccammo. Sorrisi.
« Cos’hai da sorridere?»mi chiese quasi sussurrando. Lo guardai per un secondo.
« Sono solo felice!» sorridendo abbassò il suo volto verso il mio lasciando che il suo naso accarezzasse il mio e così riprese a baciarmi.

 
 
 
 
 
 
Note dell’autore.
Prima cosa mi scuso per il tremendo ritardo, ma la vita reale richiede spesso la mia attenzione. Allora cosa ve ne pare? Fatemi sapere cosa ne pensate! Ricordo sempre della pagina dedicata alla storia (l’indirizzo lo trovate nella mia pagina profilo autore qui su efp) e per chi volesse mi può aggiungere su fb basta cercare MissPatty Fanfiction. Mi raccomando lasciate una piccola recensione! Ciaoooo!

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