Even if she falls

di JamesPotter182
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 3: *** La punizione ***
Capitolo 4: *** Riflessioni ***
Capitolo 5: *** Vacanze ***
Capitolo 6: *** Conflitti ***
Capitolo 7: *** La stanza delle necessità ***
Capitolo 8: *** Sfumature ***
Capitolo 9: *** Imprevisti ***
Capitolo 10: *** Irruzione ***
Capitolo 11: *** Esami ***
Capitolo 12: *** Il Ministero ***
Capitolo 13: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Piccola prefazione prima di iniziare.

Salve ragazzi, questa è la mia prima fan-fiction su questo sito. E anche se lo conosco da un po’ di tempo ho deciso solo adesso di iscrivermi e pubblicare (diciamo che la scelta è dettata anche dal tempo perso che mi ritrovo in attesa di un lavoro).
Questa storia vede come protagonisti i nostri tre eroi nel loro quinto anno ad Hogwarts, la morte di Cedric pesa ancora nella coscienza di Harry anche se Hermione riuscirà in parte a scacciare questi pensieri.
Ho deciso di usare la coppia Harry/Hermione perché semplicemente l’ho sempre trovata più adatta (pur condividendo le moltissime scelte che ha fatto la Rowling nei libri). Divertitevi e recensite!


Erano giorni che Harry si ritrovava a fischiettare quella canzone. L’aveva sentita qualche giorno prima ascoltando la radio babbana in casa dei suoi zii, e da allora non faceva altro che fischiettarla quando girovagava per le strade attorno a Privet Drive. Quando sentiva le parole:

Try to look in her eyes,
 the light is just right.


Appariva nella sua mente, per una frazione di secondo, un lampo color nocciola con striature d’oro.
- Strano… -
mormorava Harry ogni volta che succedeva, era una sensazione insieme sconosciuta eppure familiare, però non riusciva a capire dove l’avesse già provata o vista.

Mancava ancora un mese prima della partenza per Hogwarts e Harry si sentiva triste (non perchè doveva lasciare i Dursley sia ben chiaro), i suoi due migliori amici Ron Weasley e Hermione Granger avevano scritto pochissime lettere e tutte scarne di contenuti, alludendo soltanto al fatto che si sarebbero visti presto.
- Ma presto quando? Manca solo un mese all’inizio della scuola e io sono ancora incatenato quà con i Dursley -
sbottò Harry rivolto con lo sguardo al cielo, mentre camminava sulla via di ritorno per Privet Drive verso le sette di sera.
- Beh, neanche io faccio i salti di gioia ad averti ancora in mezzo ai piedi -
disse una voce alle sue spalle, la voce di suo cugino Dudley
- Ehi Big D! Mi fa piacere che la cosa sia reciproca -
aggiunse il ragazzo-che-sopravvisse
- A chi le avete date stasera, so che un paio di giorni fa le hai date a John Mitchell...quel bambino ha dieci anni -
 diventando scuro in volto e guardando il grosso cugino babbano, mentre instintivamente stringeva la presa sulla bacchetta
- Se l’è cercata, non doveva mancare di rispetto! -
rispose borbottando ansioso Dudley, non gli era sfuggita la mano di Harry che stringeva la bacchetta
- Sai che non puoi usarla fuori da scuola -
aggiunge in fretta. Harry ridacchiò, che non poteva usarla lo sapeva bene, ma spaventare il cugino lo metteva sempre di buon umore e ultimamente erano poche le cose che ci riuscivano.

Tagliarono per Magnolia Crescent, un vicolo abbastanza scuro che arrivava direttamente in Privet Drive. Camminavano uno di fianco all’altro quando all’improvviso una sensazione che Harry conosceva fin troppo bene cominciò a sfiorarlo, un freddo intenso spirava verso di loro avvolgendoli completamente
- Dissennatori...Dannazione! -
disse in un soffio
- Dudley non muoverti, resta vicino a me -
soggiunse.
- Che s-stai facendo H-Harry? Sai c-c-che non puoi fare quelle cose con la “M”, papà ha detto che non p-puoi! -
balbettò Dudley, in parte per il freddo improvviso in parte per il terrore che lo aveva attanagliato, fu così che prese a correre verso la fine della strada andando dritto nelle braccia della creatura.
- Merda, Dudley!!! -
 esclamò Harry, il cugino intanto era andato a sbattere contro il dissennatore che era apparso scivolando dalle ombre che circondavano il vicolo, nel frattempo avvertendo una sensazione di pericolo si girò su stesse e vide alle suo spalle il compagno del dissennatore che era davanti a lui, subito sentì affiorare nella sua testa il grido di sua madre, la risata di Voldemort e gli avvertimenti del padre: “Scappa...è Lui, scappaPrendi Harry e vai via”. Harry ritornò in se
- Expecto P-patronum! -
farfugliò... altre grida e risate nella sua testa
- Expecto Pat-Patronum! -
le forze lo stavano abbandonando, il dissennatore era quasi sopra di lui, Harry chiuse gli occhi:

And she was, like a blade of ice.
 Like a lonely road, clear as day. Alive.”

Lampo color nocciola e oro. Riaprì di scatto gli occhi fissando il dissennatore che ormai era chino su di lui, il suo compagno era nella stessa posizione sopra a suo cugino.
- EXPECTO PATRONUM! -
 urlò alzando la bacchetta, la luce bianca uscì andando subito a formare un enorme cervo che caricò i due dissennatori, scacciandoli via. Profondamente scosso Harry si rialzò a fatica e raggiunse Dudley, che farfugliava parole incomprensibili (cosa abbastanza normale dopo un attacco da parte di un dissennatore), aiutò suo cugino a rialzarsi e alla fine dovette arrendersi per portarlo sottobraccio visto che non riusciva a camminare di propria iniziativa. Avevano appena raggiunto la fine del vicolo quandò incontrarono la Signora Figg, l’anziana vicina dei Dursley
- Non mettere via la bacchetta Harry! Potrebbero essercene altri -
 e si incamminò verso la casa degli zii di Harry
- Signora Figg...Lei può...Insomma lei è una... -
 disse incerto il ragazzo
- Sono una magonò Harry, Silente mi ha chiesto di tenerti d’occhio dopo quello che è successo qualche mese fa. Questa sera era il turno di Mundungus Fletcher ma se ne è andato per vedere un carico di calderoni rubati, quando lo saprà Silente non ci saranno molte scuse per placare la sua ira -
il ragazzò ascoltò stupefatto l’anziana signora...Una magonò? Il turno di Mundungus Fletcher? Silente mi teneva d’occhio? Questi erano i pensieri che frullavano nella testa del ragazzo, tanto che non si rese conto di essere arrivato sulla soglia della porta di quella che nonostante tutto poteva chiamare casa.
- Adesso sei al sicuro ragazzo, evita di uscire la sera se proprio non puoi farne a meno, non fare nulla di avventato e aspetta di ricevere notizie dall’Ordine -
gli disse la Signora Figg avviandosi, strusciando le sue ciabatte, sulla via di casa
- L’Ordine? Aspetti! -
la chiamò Harry
- Abbi fiducia Harry Potter! -
rispose la magonò salutandolo con un cenno della mano senza voltarsi.

“Fiducia, abbi fiducia” è questo sapevano dirgli? Aveva ricevuto la lettera del ministero dove era scritto chiaramente che doveva presentarsi ad un’udienza per aver “praticato della magia di fronte ad un Babbano”, e subito dopo una lettera da parte del Signor Weasley in cui gli raccomandava di non preoccuparsi e di non esporsi troppo in giro. Insomma, stai tranquillo Harry, gli adulti cercheranno di risolvere tutto, tu stai solo lontano dai guai.
Il giorno seguente passò in una bruma di rabbia e rancore, rabbia per le ingiustizie subite dal ministero (cosa doveva fare? Farsi risucchiare l’anima da un dissennatore?) e rancore per le scarse notizie che i suoi amici sembravano non voler fornire: “Mi spiace amico, Silente ci ha fatto promettere di non scrivere nulla su pergamena. Troppo pericoloso. Non preoccuparti per l’udienza, te la cavi sempre no? Ci si vede presto, Ron” e “Harry non sai quanto sono contenta di sapere che tu stia bene dopo l’attacco. Per l’udienza non devi preoccuparti, non hanno nulla contro di te, ho letto e riletto vecchi capi di accusa e tutti ne sono usciti innocenti. Non posso scrivere oltre, Silente ha detto che i gufi potrebbero essere intercettati. Un abbraccio, Hermione”.
Steso sul letto Harry rileggeva quelle poche righe cercando di dare un senso a tutto. A quelle poche parole di conforto, ai suoi incubi che coinvolgevano Cedric e Voldemort, e infine a quel lampo nocciola e oro che poneva fine ai suddetti incubi. Sullo stereo appoggiato sulla scrivania scivolava il disco di quel gruppo di cui si era appassionato (era riuscito a capire come funzionava un lettore cd spiando Dudley e aveva comprato il disco con i soldi di qualche lavoretto fatto per la Signora Figg), ascoltando le canzoni che si susseguivano si rilassò e si addormentò sperando solo di non fare troppi incubi o comunque di venire salvato dal lampo nocciola/oro.

I giorni seguenti passarono velocemente. Il giorno dopo alcuni membri dell’Ordine della Fenice (gruppo creato da Silente per combattere Voldemort) vennero a prenderlo per portarlo nella loro sede, Grimmauld Place n°12, dove con grande gioia rivide il suo padrino Sirius Black, i Signori Weasley e i loro figli, i suoi ex-insegnanti di difesa contro le arti oscure: Remus J. Lupin e Alastor “Malocchio” Moody, fece la conoscenza di Kingsley Schacklebolt e Ninfadora Tonks due Auror e infine...Hermione Granger, che lo avvolse con uno dei suoi abbracci cespugliosi sussurrandogli che avrebbe voluto dirgli tutto ma che aveva giurato a Silente, tutto questo mentre gli occhi minacciavano di diventargli lucidi. Il rancore nei suoi amici si dissolse nel giro di pochi minuti mentre si faceva spiegare da due radiosi Ron e Hermione, che razza di posto fosse quello in cui si trovava.
L’udienza scivolò in un lampo confuso nel quale Harry rispose alle domande che gli venivano rivolte, motivando il gesto che aveva reso necessario l’Incanto Patrono e infine la comparsa di Albus Wulfric Percival Brian Silente come difensore mise fine all’udienza, con l’assoluzione da tutte le accuse per Harry da parte del Wizengamot.
Le sorprese non erano finite, quando arrivarono i gufi dalla scuola assieme alla solita lista dei libri nella busta di Harry era presente un piccolo distintivo d’argento con una “P” impressa sopra, la stava ancora guardando sbalordito insieme a Ron quando entrò Hermione di corsa
- Ragazzi non potete immaginare cosa mi sia arriva... -
cacciò un urletto
- Harry! Anche tu sei un prefetto! E’ arrivato anche a me lo stesso distintivo, complimenti! -
e lo abbracciò, il ragazzo era ancora sbalordito e guardò l’amico da sopra la spalla di Hermione con faccia confusa, Ron alzò i pollici e sorrise raggiante.

Finalmente il giorno della partenza arrivò, i tre ragazzi qualche settimana prima avevano fatto spese a Diagon Alley e ora non vedevano l’ora di partire alla volta di Hogwarts. Sirius li aveva accompagnati sotto forma di enorme cane nero e lo aveva salutato con un leggero scodinzolio della coda, dopo aver dato un abbraccio alla Signora Weasley e averla rassicurata sul fatto di non mettersi nei guai (ci sarebbe mai riuscito un giorno?) salì sul treno dove si diresse nella carrozza dei prefetti e scoprì che anche Draco Malfoy era stato fatto prefetto (ok, i guai lo perseguitavano. Ne era certo). Dopo aver ricevuto gli ordini dai Capiscuola si allontanarono e cercarono la carrozza dove avrebbero ritrovato Ron e i loro amici.
- Sarà un anno duro, non è vero Harry? -
Hermione si era fermata davanti al finestrino del corridoio, guardando il paesaggio che correva e il sole che tramontava
- Tu-sai-chi è ritornato e anche se non subito prima o poi farà la sua mossa -
Harry si fermò accanto a lei
- Si, non sarà semplice...Ma l’importante è restare uniti Hermione, fidarsi l’uno dell’altro. Noi tre dobbiamo restare uniti -
il sole morente si rifletteva abbagliante sul volto dei due ragazzi, il ragazzo guardò il volto dell’amica...Possibile che avesse visto un bagliore dorato nei suoi occhi? Sarà stato un riflesso del vetro pensò e si incamminarono.




Salve ragazzi, ecco qui...Finito il primo capitolo (non ho assolutamente idea di quanti ne verranno fuori...vedremo se questa storia vi prenderà =). Come vedete ho cambiato, alcune...molte cose che poi si allacceranno nel corso della storia. Recensite e ditemi cosa ne pensate e se c’è qualcosa che non vi aggrada.

Enjoy bros!

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Capitolo 2
*** Ritorno a Hogwarts ***


Erano arrivati a Hogwarts nel tardo pomeriggio, stanchi e smaniosi di partecipare al banchetto. Si avvicinarono alle carrozze che trainavano gli studenti fino alla scuola quando Harry si immobilizzò sul posto - Che c’è Harry, tutto bene? -
gli disse alle suo spalle Ron
- Non...Non li vedi anche tu? -
disse il ragazzo. Attaccati alle carrozze c’erano i più strani animali che Harry avesse mai visto. Simili a cavalli; neri come la notte, scheletrici, le ali diafane simili a quelle dei pipistrelli e con degli inquietanti occhi bianco latte. Erano immobili in attesa degli studenti
- Là, davanti alla carrozza! Non li vedi? -
disse Harry indicando gli animali
- Io non vedo nulla, sicuro di sentirti bene? -
gli rispose l’amico lanciando un’occhiata spaventata a Hermione.
- Non preoccuparti, li vedo anche io. Sei perfettamente normale -
disse una voce sognante alle sue spalle, il ragazzo si girò verso la voce che aveva parlato
- Luna Lovegood, molto piacere. Tu devi essere Harry Potter. Il ragazzo-che-è-sopravvissuto. -
Harry strinse la mano a Luna piuttosto confuso e per nulla rassicurato.
- Saliamo? Muoio di fame - sentenziò Ron.

Hogwarts apparve loro in tutta la sua maestosità, Harry appena vide le luci che si irradiavano dalle innumerevoli finestre provò un moto d’affetto per quel castello che ormai era, a tutti gli effetti, la sua casa.
Varcata la Sala Grande l’occhio del trio si spostò sul cielo incantato e sulle candele fluttuanti, infine sullo scranno d’oro su cui sedeva Silente, che alzò lo sguardo, incrociando quello di Harry a cui strizzò un occhio azzurro da dietro le lenti a mezzaluna.
Presero posto e subito il Cappello Parlante cominciò il suo discorso. Fu in discorso lungo. Sui fondatori di Hogwarts, sulla minaccia di un male oscuro da poco risorto e tornato, e soprattutto con la richiesta di rimanere uniti. A queste parole gli sguardi di Harry e Hermione si incrociarono per un attimo e si sorrisero.
Lo smistamento si svolse senza particolari problemi, a parte i soliti ragazzini impacciati e nervosi che inciampavano nei loro piedi o che si scordavano di restituire il Cappello una volta smistati.
Silente si alzò e guardò le quattro tavolate, sorrise.
- C’è un tempo per i discorsi...Ma non è questo. Abbuffatevi! -
- Contaci! - dissero Ron e Harry all’unisono.

Alla fine del pasto, quando tutti non desideravano altro che sgranchirsi le gambe nella loro sala comune, il preside si alzò e cominciò a parlare:
- Bentornati ai nostri vecchi studenti! E benvenuti ai nuovi, come sapete quest’anno per alcuni di voi sarà molt...-
- Ehm ehm! -
Silente si guardò intorno in cerca della fonte del rumore, la nuova professoressa di Difesa contro le Arti Oscure si era alzata.
- Ehm ehm! Mi scusi signor Preside, posso? -
Il mago la guardò interessato per un attimo, poi con un cenno del capo gli cedette la parola. La professoressa McGranitt guardò con malcelata disapprovazione la piccola strega tarchiata. Mai nessuno si era permesso di interrompere Silente.
- Era alla mia udienza...Mi pare che si chiami Umbridge - sussurrò Harry ai due amici.
La strega del ministero fece qualche passo in avanti schiarendosi ancora una volta la voce
- Ehm ehm! ... -
Il discorso fu uno dei più noiosi a cui Harry avesse partecipato, la Umbridge continuava imperterrita anche se ormai l’attenzione era rimasta solo ai professori ed a Hermione, che guardava la piccola strega con uno sguardo preoccupato.
- Ha finito la vechia rospa? -
chiese Ron sbadigliando
- Un discorso senza alcun dubbio molto esplicativo -
disse Hermione
- Andiamo, non dirmi che lo hai seguito sul serio -
sbottò il rosso
- Si, forse dovresti cominciare a farlo anche tu sai? Comunque è preoccupante, il ministero sta cercando di impicciarsi negli affari di Hogwarts. Vedremo dove porterà questa linea di condotta. No...Non ci aspetta un anno sereno - rivolse più a stessa che agli amici.

 Hermione si alzò
- Harry dobbiamo mostrare la via del dormitorio a quelli del primo anno -
disse con il sorriso che ritrovava vita al solo pensiero dei suoi doveri di prefetto. Era così che preferiva la sua amica, con un sorriso, pensò Harry. A volte quando quando studiava troppo sembrava spegnersi per poi riaccendersi ad una battura dei suoi due amici.
 Harry si riscosse, guardandosi introrno in cerca degli alunni del primo anno
- Primo anno, da questa parte! -
urlò per farsi sentire
- Ci vediamo di sopra, la parola d’ordine è: Mimbulus Mimbletonia. Indovina...Me l’ha detta un prefetto! -
disse a Ron
- Ah-ah-ah! Quanta simpatia nel prescelto. A dopo -
disse il rosso.

Mostrarono a quelli del primo anno la via che portava alla sala comune di Grifondoro, al settimo piano e gli dissero come far aprire il passaggio pronunciando la parola d’ordine alla Signora Grassa. Dissero loro dove si trovavano i rispettivi dormitori e si congedarono unendosi a Ron che aveva tenuto due posti liberi accanto al fuoco per loro.
- Allora prefettini, tutto bene?
disse Ron
- Oh si! Adoro questa posizione, possiamo contribuire alla formazione dei giovani studenti, indirizzandoli nelle scelte giuste e portandoli al rispetto delle regole -
Negli occhi di Hermione si scorse un luccichio mentre diceva queste parole
- Queste sono parole da Percy. Cavolo il suo spirito di prefetto deve essere rimasto nell’aria...Esci da questo corpo demone! -
ghignò Ron
- Non sei simpatico Ronald Weasley! -
sbottò Hermione imbronciata
- Si Ronald, Hermione ha ragione. Insieme io e lei concquisteremo il mondo, con il nostro potere da prefetti nulla ci potrà fermareeeeee -
disse Harry gesticolando con le dita in modo mistico, e con la voce della professoressa Cooman (la loro professoressa di divinazione).
- Cretini! Io me ne vado a letto, voi che fate?
disse ridendo la giovane strega
- Una bella partita agli Scacchi Magici non ce la toglie nessuno giusto amico? -
rispose Ron
- Certamente! Notte Hermione -
Harry si alzo e diede un bacio sulla guancia all’amica. Hermione arrossì leggermente e si voltò verso i dormitori femminili.

Sdraiata sul suo letto Hermione rifletteva, pensava. Pensava alla sua nomina da prefetto, pensava ai G.U.F.O (Giudizio Unico per Fattuchieri Ordinari) che si sarebbero svolti a fine anno, pensava alla Umbridge e alla sua condotta, pensava a Tu-sai-chi e al suo ritorno. Pensava infine, per scacciare via tutti quei pensieri, a quel cd che sua madre gli aveva regalato durante l’estate. Lo aveva ascoltato e stupendosi lo aveva trovato molto bello, sentendo che alcune canzoni stranamente, calzavano a pennello con la sua personalità e che altre scatenavano in lei emozioni che non riusciva a spiegarsi. Per sua sfortuna non aveva potuto portarsi dietro ne il cd, tantomeno il lettore (gli strumenti elettronici babbani non funzionavano dentro Hogwarts...troppa magia). Si limitò a canticchiare sottovoce, visto l’assenza delle sue compagne di dormitorio:

“That's how it was to all begin,
cause good girls who like to sin.
Way back at the starting line,
where he was on Adam's mind

And he was the first to go,
in search of the great unknow
and swallow you yet again.
Cause good girls, they like to sin”

Prima di addormentarsi vide quello che vedeva da qualche mese ogni volta che ascoltava queste strofe. Un lampo nero. Non un nero malvagio, cupo e deprimente. Un nero brillante, profondo come lo spazio tra una stella e l’altra. Rassicurante.



Ok, secondo capitolo. Se avete qualche domanda non esitate a farla. Spero che la storia vi stia prendendo anche se per adesso procede leggermente a rilento, ma mi serve per poter introdurre il tutto.

Enjoy Bros! =)

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Capitolo 3
*** La punizione ***


I tre ragazzi erano nella Sala Grande a fare colazione mentre la Professoressa McGranitt passava tra i tavoli per distribuire gli orari del loro primo giorno di lezione.
- Due ore di Pozioni, due di Divinazione e Difesa contro le Arti Oscure con la Umbridge -
Commentò Ron dando un occhiata al biglietto con gli orari
- Non poteva andarci meglio -
aggiunse Harry
- Sarà meglio avviarci ai sottorranei allora, sapete com’è Piton no? -
disse Hermione alzandosi e prendendo la sacca con i libri
- Piton...Piton?! Quello simpatico? -
intervenne Ron.
La lezione di Pozioni si svolse come al solito, un disastro. Harry saltò una riga delle istruzioni per fare la “bevanda della pace” e si vide assegnare uno zero e un tema sulla corretta preparazione della pozione.
- Non preoccuparti, ti aiuto io dopo. Si poteva rimediare, non capisco perché Piton ti abbia messo zero -
gli sussurrò all’orecchio Hermione, con i capelli che con il vapore si stavano piano piano gonfiando
- Grazie Herm. D’altronde quando mai Piton è stato giusto con me? -
disse con un sorriso triste Harry, rimettendo a posto le sue cose.
Divinazione si svolse come sempre tra i fumi e il caldo opprimente che stagnavano nell’aula della Professoressa Cooman. Harry e Ron presero posto su un tavolino, Hermione aveva abbandonato il corso durante il terzo anno reputando la materia “piuttosto semplicistica e banale, con nulla di concreto alla base”.
La solita sonnolenza presto colpì i due giovani maghi e i loro compagni, facendo scorrere le due ore in una bruma confusa di chiacchere e previsioni annunciate della morte di Harry
- Farebbe paura se non continuasse con questa storia da due anni -
sbuffò il mago, Ron cercò di soffocare le risate.
La campanella annunciò l’intervallo
- Meno male, altri cinque minuti e mi gettavo dalla finestra...Forse l’avrebbe distratta dal predirti la morte -
disse Ron prendendo la borsa e uscendo.

Dopo un pranzo veloce il trio si sedette in cortile prima dell’inizio delle lezioni pomeridiane
- Come è andata divinazione? Ad Antiche Rune...-
attaccò Hermione
- Hermione per piacere, non il primo giorno di scuola! -
sbottò Ron. Tra i due scese il silenzio, Harry era ormai troppo abituato ai loro continui battibecchi per prestarci troppa attenzione, faceva vagare lo sguardo tra gli studenti che chiaccheravano. Un gruppo di Tassorosso catturò la sua attenzione, Cedric non meritava di morire così. Non almeno senza combattere, la sua era stata una morte inutile, dettata da un capriccio di una persona che ormai di umano aveva ben poco. Distolse lo sguardo. I fratelli Canon erano in cerca di soggetti per le loro foto, Seamus e Dean confabulavano tra loro. L’occhio si posò su Hermione, che dopo il tentativo di conversazione ora era seduta sul bordo di un muretto, leggeva e ogni tanto prendeva appunti. Una brezza gli spostò i capelli e la costrinse a toglierseli da davanti gli occhi, contemporaneamente ad alzare lo sguardo incrociando quello di Harry. Nocciola e verde si incontrarono.
- Che c’è? -
articolò in silenzio Hermione, Harry sorrise e scosse la testa mentre uno strano senso di deja-vù lo colpiva, qualcosa di già visto. Familiare a suo modo, ma co...
- Harry! -
- Cho! Come...come va? -
rispose Harry, dissolvendo in un soffio i suoi pensieri, alla giovane cercatrice di Corvonero che si avvicinava sorridendo
- Hai passato una buona estate? -
disse la ragazza. “Come no: ho visto morire Cedric, ho visto la rinascita di Voldemort, sono stato attaccato da due dissennatori e giudicato dall’intero Wizengamot. Una favola!” pensò Harry
- Abbastanza movimentata. La tua? -
- Oh, tutto bene. Sai...-
- Quella è la spilla dei Tornados? -
la interruppe brusco Ron
- Si, è la mia squadra del cuore -
rispose la ragazza
- Da sempre o da quando hanno vinto il campionato? -
- Da quando ero piccola se proprio lo vuoi sapere. Ora devo andare, ciao Harry -
Cho se andò arrabbiata verso le sue amiche Corvonero.
- Ron sei un idiota! Non hai visto che Cho voleva parlare con Harry? Perché te ne sei uscito con la squadra di quidditch? -
sibilò Hermione arrabbiata a Ron
- Oh andiamo Hermione, metà della gente che vedi con quella spilla l’ha comprata solo l’anno scorso -
La campanella suonò l’inizio delle lezioni pomeridiane, Hermione e Ron che continuavano a bisticciare non la sentirono neanche.
- Muoviamoci. Hermione non ti arrabbiare, non avevo molta voglia di continuare la conversazione con Cho. Sinceramente meno rammento la mia estate meglio è -
Disse Harry con un debole sorriso. Hermione si rilassò ma mantenne un ostinato silenzio verso Ron, difatti durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure si sedette vicino Harry.

La Professoressa Umbridge entrò nell’aula
- Buongiorno ragazzi -
qualcuno bofonchiò un “buongiorno”
- Non ci siamo, quando entro nell’aula in futuro voglio che ognuno di voi dica: Buongiorno Professoressa Umbridge! Provate -
Sguardi confusi serpeggiavano tra i ragazzi
- Buongiorno Professoressa Umbridge! -
- Molto meglio. Mettete via le bacchette, non ce ne sarà bisogno. -
la delusione era palpabile nell’aria, nessuna lezione di Difesa contro le Arti Oscure in cui non si usasse la bacchetta era mai risultata interessante.
- Prendete il vostro libro di testo e andate a pagina cinque, capitolo uno e leggete. Non ci sarà bisogno di parlare. -
Era uno dei libri più noiosi che Harry avesse mai letto, nel primo capitolo si spiegava la corretta posizione per tenere una bacchetta
- Ma che diavolo...-
sussurrò il ragazzo guardando i due amici. Ron esibiva uno sguardo allibito, mentre Hermione non aveva neanche aperto il libro e guardava la Professoressa Umbridge con la mano alzata
- Signorina...-
disse la Umbridge
- Granger, Hermione Granger -
- Signorina Granger deve solo leggere il capitolo, ci sarà tempo più avanti per le domande -
- Ho già letto il capitolo Professoressa...-
- Allora legga il secondo...-
- Ho letto tutto il libro professoressa e vorrei farle una domanda se non le dispiace -
La Umbridge restò in silenzio
- Leggendo attentamente mi sono accorta che il libro non parla di esercitazioni pratiche -
disse Hermione.
Il gelo pervase la classe, che tutto d’un tratto sembrava essersi ridestata
- Cosa? Non ci saranno esercitazioni pratiche? -
esclamò Dean Thomas
- La mano Signor Thomas! -
trillò la Umbridge
- Signor Finnegan? -
aggiunse
- Beh è vero? Non ci saranno esercitazioni pratiche? -
- Se seguite le istruzioni alla lettera non ci sarà bisogno di...-
- Dovremmo affrontare gli esami del G.U.F.O senza neanche esercitarci?! -
- La mano Signor Potter!!! -
quasì urlò la strega del ministero
- E comunque come ho già detto non ci sarà bisogno di esercitazioni, se approfondite la teoria...si Signor Potter? -
- E come faremo a difenderci scusi? -
- Difendervi da cosa? -
Lo sguardo di Harry era sorpreso
- Difenderci da quello che c’è la fuori! -
Harry stava perdendo piano piano la pazienza
- Ma non c’è nulla la fuori di cui dovete preoccuparvi -
- A parte quel gran simpaticone di Voldemort...-
sbottò il ragazzo. La Umbridge perse colore
- Forse avrete sentito dire in giro che un certo mago oscuro sia ritornato dal mondo dei morti. Ma tutto ciò è una menzogna -
disse la piccola strega tarchiata aggirandosi tra i banchi
- Non è una bugia!!! -
urlò Harry alzandosi dal banco
- La morte di Cedric...-
- La morte del Signor Diggory è stato solo uno spiacevole incidente Signor Potter! -
rispose urlando la Umbridge
- CEDRIC È STATO ASSASINATO DA VOLDEMORT! Io c’ero...-
- Ora BASTA!!! Punizione per lei signor Potter, questa sera dopo cena -
Entrambi erano rossi in viso, ma mentre nel viso delle Umbridge si leggeva una sorta di trionfo, in quello di Harry si leggeva odio e rabbia.
La classe spostava lo sguardo dall’uno all’altro, Harry prese la borsa e se ne andò dieci minuti prima della lezione
- Harry... -
mormorò Hermione.

Camminava per i corridoi cercando di sbollire la rabbia, non doveva perdere il controllo ma quella donna era riuscita a provocargli dell’odio in un modo in cui ci riusciva una persona sola: Piton.
- La morte di Cedric un tragico incidente...ma fammi il piacere vecchia rospa! -
esplose in mezzo al corridoio
- Potter! Modera il linguaggio e comunque cosa ci fai in giro prima della fine delle lezioni? -
La Professoressa McGranitt si avvicinava dall’altro lato del corridoio
- Mi scusi Professoressa, non era certamente riferito a lei. Io...ehm, diciamo che ho litigato con la Professoressa Umbridge -
mormorò imbarazzato il ragazzo
- COSA?! -
- Si...stasera ho una punizione con lei -
la faccia della McGranitt era contratta dal disappunto, Harry si aspettò un rimprovero da parte della direttrice di Grifondoro. La strega posò una mano sulla spalla del ragazzo
- Harry devi stare attento con la Porfessoressa Umbridge, hai sentito il discorso di ieri? -
- Si...Il ministero sta cercando di intrommettersi negli affari di Hogwarts, questo era il succo no? -
La McGranitt gli lanciò un occhiata divertita
- Mi fa piacere che almeno ascolti la signorina Granger. Dico sul serio Potter, non metterti contro di lei e non farti mettere di nuovo in punizione. Ci vediamo domani in classe -
Harry era leggermente stupito, si aspettava una ramanzina e invece riceveva dei consigli
- Arrivederci Professoressa -

- Harry che ti è saltato in mente?! -
- Scusami Hermione ma non sono riuscito a trattenermi. Dai non guardarmi così, non l’ho fatto a posta e certamente non volevo una punizione il primo giorno di scuola -
Si trovavano a cena seduti sul lungo tavolo di Grifondoro, Ron come al solito cercava di riempirsi il piatto
- Però mica male come primo giorno di scuola no? Dev’essere un sorta di record, non credo che neanche Fred e George abbiano mai preso una punizione il primo giorno -
disse Ron portandosi alla bocca delle patate arrosto
- Cosa?! Il prescelto e nuovo prefetto di Grinfondoro ha battuto il nostro record, ho sentito bene? -
Fred comparve alle loro spalle
- Amico sei un grande, vieni qua! -
George spuntò dietro Harry cingendogli la testa con il braccio e strofinando con le nocche sulla testa.
L’umore di Harry si risollevò un pochino anche se poi dopo cena si vide costretto a salire al terzo piano nell’ufficio della Umbridge per la punizione.

Entrando notò che dei piatti decorativi raffiguranti dei gatti erano appesi per tutto l’ufficio, si muovevano piano e migolavano. Il tutto era così smielato che Harry si trattenne a stento dal fare una smorfia.
- Buonasera Signor Potter, pronto per la sua punizione? -
- Buonasera Professoressa -
- Si accomodi, dovra scrivere delle frasi -
disse la Umbridge indicando uno scrittoio con una sedia
- Tenga questa penna. Deve scrivere la frase: “Non devo dire bugie” può cominciare -
aggiunse
- Mi scusi non mi ha detto quante volte devo scrivere la frase e non mi ha dato l’inchiostro -
- Oh non c’è bisogno dell’inchiostro, e per quanto riguarda la frase la scriverà finchè il messaggio non penetrerà a fondo.
Harry cominciò a scrivere, finita la prima frase sentì un dolore alla mando destra. Sul dorso erano apparse, come incise da un sottile bisturi, le parole Non devo dire bugie. Harry guardo sgomento la pergamena e notò che le parole erano state scritte con il suo sangue.
- Qualcosa che non va? -
disse con voce mielosa la Umbridge
- N-niente -
Harry continuò a scrivere per un paio d’ore finchè la strega gli prese la mano e la osservò
- Un altro paio di sere per imprimere il messaggio dovrebbero bastare, adesso può andare -
disse guardandolo con il suo sorriso infantile. Il ragazzo prese la borsa e uscì dall’ufficio con la mano dolorante.

Hermione era di ronda come prefetto, Harry avrebbe dovuto essere con lei ma era in punizione. Lei lo aveva aspettato per vedere se arrivava ma evidentemente la Umbridge lo aveva trattenuto più del dovuto, era ancora incredula per il fatto che non avrebbero fatto lezioni pratiche di Difesa contro le Arti Oscure, la pratica era tutto per quella materia!
Alle nove e mezza aveva salutato Ron ed era uscita dalla sala comune. Sovrappensiero camminava per i corridoi controllando che non ci fosse nessuno, a parte qualche fantasma che ogni tanto attraversava un muro davanti a lei tutto era tranquillo. Arrivata ad un cortiletto piuttosto appartato notò che c’era un ragazzo seduto in penombra su una delle panche, il clima non era ancora freddo e si stava piuttosto bene, ma non era certo un buon motivo per essere fuori dalla sala comune a quell’ora
- Ehi, non dovresti essere fuori a quest’ora! -
disse ad alta voce
- Neanche se sono un prefetto? -
rispose l’altro
- Harry! Che ci fai qui? -
esclamò sorpresa avvicinandosi
- Pensavo. Scusami se non mi sono unito al giro di ronda ma non me la sentivo. In compenso sono alquanto sicuro che da qui fino all’ufficio della Umbridge non ci sia nessuno -
rispose Harry con un sorrisetto
- Non ti preoccupare, non c’è nessuno fuori a quanto pare. Come è andata con la Umbridge, che ti ha fatto fare? -
disse Hermione sedendosi accanto a lui
- Scrivere delle frasi, niente di che -
Harry alzò la mano per grattarsi il naso, ma Hermione la bloccò
- È sangue questo? Cosa è successo veramente? -
davanti allo sguardo di Hermione il ragazzo non potè che raccontare tutto
- Ma è da barbari! Devi dirlo a qualcuno...Alla McGranitt o a Silente -
esclamò scioccata la ragazza finito il racconto
- No, farei il suo gioco e sinceramente non mi va proprio. Vediamo come si sviluppa la situazione, e poi Silente sembra non voler parlare con me -
Prima del processo infatti Harry aveva cercato di contattare il preside ma senza ricevere risposta, e all’udienza oltre a prendere le sue difese non aveva fatto altro. Si era congedato senza neanche degnare di uno sguardo Harry.
Hermione lo guardava, il suo migliore amico fissava la porzione di cielo che si affacciava sul cortile. Gli prese la mano ferita e la avvolse con un suo fazzoletto. Lui la guardò grato, si tennero per mano.
In un corridoio lontano videro la familiare luminescenza di un fantasma che scivolava via senza fare rumore, senza rendersene conto Hermione cominciò a canticchiare:

I saw your ghost tonight,
the moment felt so real...”

Harry proseguì

“...If your eyes stay right on mine,
my wounds would start to heal”

Stupiti si guardarono, Smeraldo e nocciola/oro si incontrarono ed entrambi compresero il significato di quei lampi che li accompagnavano da mesi.



Beeeeene ragazzi, terzo capitolo. Come vedete le cose si smuovono un po’ (almeno spero ahaha)
Allora prima di salutarvi volevo solo ringraziarvi 1) per le visite: 100 il primo capitolo e 50 il secondo, magari non sono tante per qualcuno ma immaginate che i vostri amici vi bussino alla porta 150 volte solo per salutarvi (a me fa questo effetto...e visto che non devo soldi a nessuno me ne rallegro) e secondo alle 5 persone che stanno seguendo questa storia (Darkblu, feniceargento, kamura86, Malandrina e Auron-san).

Detto questo, se avete qualcosa da chiedere non esitate.

Enjoy bros!
_James

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Capitolo 4
*** Riflessioni ***


Harry passò i giorni seguenti preso dalle lezioni. Ogni insegnate teneva a precisare quanto i G.U.F.O fossero importanti
- Non è un buon motivo per caricarci di compiti, siamo solo nel primo finesettimana e già siamo pieni -
sbottò Ron in mezzo al corridoio, Harry annuì.
I tre ragazzi erano letteralmente sommersi di lavoro, Harry per di più doveva sommare anche i suoi doveri da prefetto e quando sarebbero iniziati, gli allenamenti di quidditch. Nonostante tutto questo aveva in mente solo una persona, Hermione. Da quando avevano parlato dopo la punizione con la Umbridge aveva capito che i lampi nocciola e oro che comparivano nei suoi sogni erano gli occhi della sua amica.
Cos’era per lui Hermione? Ormai erano quasi cinque anni che si conoscevano, da quando avevano sconfitto il Troll di montagna erano diventati inseparabili, condividendo momenti ed esperienze uniche nel loro genere. Ma non aveva mai pensato a lei come una ragazza, o almeno, una ragazza qualunque. Lei era Hermione la so-tutto-io, Hermione la strega più brillante della scuola, Hermione la sua, ormai, sorella acquisita. Ma dopo quella sera aveva incominciato a vederla sotto un ottica diversa; osservava i suoi gesti, le sue abitudini. Ma era quando i deboli raggi del sole autunnali colpivano il suo viso che Harry apprezzava di più, il sole si rifletteva nei suoi occhi facendoli vibrare di luce e illuminandoli di quel nocciola chiaro con sprazzi d’oro che ormai vedeva ovunque.
Stava forse diventando un’ossessione? Certo era in piena adolescenza, gli ormoni giocano brutti scherzi a questa età ma non era certo un buon motivo per pensare continuamente a lei.
- Sai dov’è Hermione? -
disse di getto a Ron. “Dannazione!” pensò mentalmente
- Non lo so, in biblioteca probabilmente...-

Hermione svogliava il sillabario delle antiche rune, saltò qualche pagina sovrappensiero e dovette tornare indietro. “Ma che mi prende?” si disse tra se e se, anche se sapeva bene che la risposta probabilmente camminava accanto a Ron in un corridoio a poca distanza da lei. Da quando aveva guardato Harry negli occhi aveva capito il significato di queli lampi neri nei suoi sogni. Conosceva solo una persona che aveva i capelli di quel nero profondo e brillante,  e ormai erano quasi cinque anni che ci camminava affianco. Il suo migliore amico, il primissimo migliore amico assieme a Ron, il suo ormai fratello acquisito. Non faceva altro che tornare con il pensiero su Harry, negli ultimi giorni lo aveva osservato più del solito, si era sorpresa a fissarlo durante gli intervalli quando lo vedeva con lo sguardo perso nel nulla.
“Ok, va bene che ho quindici anni, ma non posso pensare al mio migliore amico così tanto”, chiuse il sillabario con uno sbuffo, erano due ore che era chiusa in biblioteca e sicuramente i suoi amici erano ormai nella sala comune.

Passarono giorni, settimane. Harry e Hermione si comportavano come se nulla fosse, ma entrambi scrutavano l’altro cercando di capire cosa stesse succedendo loro.
Entrambi cercavano la compagnia dell’altro, si sentivano legati come mai prima d’ora. Parlavano per ore del gruppo che avevano scoperto avere in comune e Ron osservandoli si chiedeva cosa stesse succedendo.

Passò Halloween, e il freddo di Novembre invase il castello. La Professoressa Umbridge venne nominata Inquisitore Supremo di Hogwarts dal Ministro della Magia, prese a sottoporre a ispezione gli insegnanti e ad emanare decreti didattici sempre più assurdi.

- Dobbiamo fare qualcosa...-
disse Hermione mentre sedevano sulle poltroncine accanto al fuoco nella sala comune
- No, basta compiti per piacere. Non potrei sopportare di fare un altro tema, di qualsiasi tipo -
mormorò Harry troppo stanco dopo l’allenamento di quidditch
- Idem -
mormorò Ron. Era entrato a far parte della squadra dopo che Baston se ne era andato, Harry era stato sorpreso quando aveva scoperto che il suo migliore amico si voleva candidare. Ron non era troppo male, ma aveva bisogno di allenamenti costanti e di pratica sul campo.
- Non parlavo dei compiti...-
disse la ragazza corruciata
- Intendevo per la situazione con la Umbridge. Non possiamo continuare senza fare pratica con gli incantesimi, abbiamo bisogno di un qualcuno che ci faccia da insegnante
aggiunse
- Tipo Lupin? -
propose Harry
- Mmm, non credo che i suoi “impegni” nell’ordine glielo permettino -
disse la ragazza guardandolo sovrappensiero
- E Sirius?! -
scattò su Ron dal divano dove era mollemente abbandonato
- Ron dannazione! Non credo che tartufo nelle sue condizione possa vagare per l’inghilterra molto liberamente -
sussurrò spaventata Hermione guardandosi attorno
- E allora chi? -
chiese esasperato Harry
- Io un idea ce l’avrei. E’ qui davanti a me, ha superato più volte diverse sfide che alcuni maghi se le sognano. Lo chiamano il ragazzo-che-è-sopravvissuto, capelli neri, occhi verdi e occhiali...Ti dice nulla? -
disse Hermione con un sorrisetto
- IO? Sei impazzita Hermione?! Cosa mai ne potrei sapere io? -
- Oh si davvero, cosa ne potresti mai sapere tu? Uh...allora il primo anno hai sconfitto Raptor e recuperato la pietra filosofale...-
lo interruppe Ron fingendosi pensoso
- È stata fortun...-
scattò Harry
- Durante il secondo anno hai trovato l’entrata della camera dei segreti, sconfitto il basilisco  e il ricordo di Riddle...-
continuò il rosso senza fermarsi
- Terzo anno, sei riuscito a evocare un patronus salvando la vita a te, Hermione e Tartufo. Arriviamo al quarto anno, estratto contro la tua volontà nel Torneo Tremaghi hai affrontato draghi, sirene e mostri vari e infine a sfuggire a Tu-sai-chi per l’ennesima volta. Non credo che tu, nonostante i tuoi quindici anni, ti possa definire “non adatto”. -
Il sorrisetto di Ron e Hermione era fin troppo fastidioso
- Sono stato aiutato...Io...È STATA TUTTA FORTUNA MALEDIZIONE! SAREI DOVUTO MORIRE A UN ANNO INSIEME AI MIEI GENITORI E INVECE QUELLA FOTTUTA MALEDIZIONE È RIMBALZATA INDIETRO REGALANDOMI QUESTA SPLENDIDA CICATRICE. A UNDICI ANNI? FORTUNA! CON IL BASILISCO? SE NON FOSSE ARRIVATA FANNY SAREI MORTO STECCHITO SU QUEL PAVIMENTO ALL’ISTANTE. AL TORNEO TREMAGHI SONO STATO PORTATO DA QUEL PAZZO DI CROUCH FINO ALLA COPPA E SAREI DOVUTO MORIRE COME CEDRIC E INVECE ECCOMI QUI, VIVO E VEGETO CON DEI FOTTUTI INCUBI CHE MI PERSEGUITANO OGNI NOTTE!!! -
esplose Harry, i pensieri di un’estate passata a rimuginare su quegli ultimi anni. La fortuna che aveva avuto, aiutato da vari elementi nel corso delle sue vicende. Hermione e Ron erano spaventati da quello sfogo, Hermione aveva gli occhi lucidi mentre Ron era tornato mortalmente serio
- Amico io...Noi non...Si sei stato in parte aiutato e fortunato, ma molte cose le hai fatte da te. Probabilmente nessuno può capire quello che hai passato, è vero. Ma noi ci saremo sempre per te, non dimenticarlo. Non ti sopravvalutiamo, ma neanche ti sottovalutiamo. -
mormorò Ron imbarazzato. Hermione si alzò gli si inginocchiò davanti, lo sguardo di lui era fisso sul fuoco, dove le fiamme si riflettevano sulle lenti nascondendo gli occhi verdi.
- Harry...-
mormorò
- Harry, non volevamo farti arrabbiare. Noi siamo sempre stati con te questi anni, e sempre ci saremo. Ti ricordi cosa ci siamo detti sul treno mentre venivamo qua? Uniti, sempre. Harry io penso che tu sia un mago portato per la tua età e...come? -
Harry aveva mormorato qualcosa a bassa voce
- Non portato quanto te Hermione...-  
Hermione arrossì
- Beh...come ti dissi dopo la prova degli scacchi al primo anno: “C’è molto di più che libri e studio” e poi in Difesa contro le Arti Oscure sei l’unico che mi abbia sempre superato nei test no? -
disse con una risata nervosa
- Harry davvero, io credo in te. Almeno pensaci per favore, dobbiamo essere preparati per..per...Voldemort. -
Era la prima volta che nominava il nome dell’Oscuro Signore, Harry si voltò verso di lei. La luce del caminetto si rifletteva sui suoi occhi, l’oro divampava ovunque.
- Mmm, ma solo a voi d’accordo? -
sputò fuori a mezza bocca il ragazzo
- Ehm, io credo che forse dovremmo coinvolgere più gente. O meglio chi è interessata...Ma...Ma non ti preoccupare per adesso, prima riflettici e poi si vedrà -
aggiunse frettolosamente Hermione all’occhiataccia che Harry gli rivolse.

Ron che si era tranquillizzato si alzò e si avviò verso i dormitori dando una pacca alla spalla dell’amico. Hermione si alzò lentamente, guardò con affetto Harry che sembrava più vecchio di quello che era mentre fissava il fuoco del camino. Gli carezzò i capelli mentre anche lei si avviava, per adesso era meglio lasciarlo solo. Anche se lei desiderava rimanere li con lui, anche solo per tenergli la mano, per fargli capire che lei ci sarebbe stata.

Le ultime braci si stavano ormai spegnendo quando Harry si alzò, sapeva quale sarebbe stata la risposta alla proposta di Hermione, l’aveva saputo qualche istante dopo la proposta. Dopo tutto quando mai i guai si era mai allontanati da lui per più di un mesetto?
Sorrise. Doveva scusarsi per il suo comportamento, non c’era tempo e soprattutto motivo di comportarsi da vittima. Non dopo il sacrificio dei suoi genitori, la morte di Cedric e le peggiori agonie che le persone avevano subito a causa di Voldemort.

Fischiettando si voltò verso i dormitori:

And all these demons,
they keep me up all night.
They keep me up all night.”

Beh… Almeno fin quando non sarebbe arrivato il lampo.


Novembre passò veloce e gelido. Hermione non parlò del suo progetto per un pò e Harry non chiese nulla. Dicembre arrivò, portando le prime nevi. Il pomeriggio il parco era pieno di ragazzi che si divertivano, visto la vicinanza delle vacanze di Natale, tirandosi palle di neve. Fred, George, Harry, Ron erano sempre in prima linea con Hermione nelle retrovie che controllava eventuali comportamenti indisciplinati
- Ehi! Sono un prefetto! -
urlò la ragazza quando una palla di neve la colpì da dietro
- Ah si? Non me ne faccio un problema! -
disse una voce alle sue spalle. Un'altra palla volò vicino a lei
- Harry!!! Non sai contro chi stai mettendo vero? -
Hermione prese la bacchetta e incantò un mucchio di neve vicino a lei, delle palle di neve comparirono in un ordinato mucchietto. Con un gesto della bacchettà le palle si alzarono. Harry sbiancò
- Così non vale Hermione! Hermione? Io non ho usato la mag...HERMIONE!!! Dannazione! -
il ragazzò prese a correre cercando un riparo mentre come tante pallottole le palle di neve si frantumavano dietro ai suoi piedi mentre correva. Le risate argentine di Hermione risuonavano per il parco, Harry si tuffò dietro un gruppetto di rocce mentre le palle di neve con dei piccoli tonfi soffici si infrangevano sulle rocce.
Provò a guardare dal suo riparo, una nuova ondata si infranse. Era bloccato, tirò fuori dalla tasca la sua bacchetta
- Ti insegno un trucchetto Hermione -
mormorò Harry sorridendo.
Dalle loro posizioni i ragazzi e Hermione non vedevano Harry, nascosto dalle rocce. All’improvviso una nuvola di nevischio esplose circondando le rocce e arrivando fino a loro, offuscando la vista. Pochi secondi dopo la visibilità tornò, si vedeva la sagoma di Harry dietro le rocce.
Sorridendo la ragazza inviò altre palle di neve, la figura si accasciò al suolo.
- Ma...che succede? Ha...-
- Succede che, nonostante tutto, hai perso! -
gli soffiò nell’orecchio il ragazzò da dietro le sue spalle cingendola e facendola sobbalzare
- Harry!!! Sei pazzo?! Mi hai fatto prendere un colpo! -
urlò tra il divertito e lo spaventato
- Come ci sei riuscito? Ah il vecchio trucco dell’esca -
aggiunse vedendo che l’amico non indossava la giacca ed il cappello
- Si, è bastato un bastone per reggere il tutto. La scarsa visibilità ha aiutato, spesso le cose semplici sono le più efficaci non trovi? -
aggiunse con un sorriso andando a recuperare la sua roba mentre Hermione gli saltava al collo da dietro ridendo.
- Touchè Harry! -

Camminavano tutti e tre per i corridoi, con i volti arrossati dal freddo
- Harry hai pensato alla mia proposta? -
attaccò Hermione guardandolo
- Si, ci ho pensato. Va bene, ma non vedo chi vorrebbe farsi fare delle lezioni da me. Sono il pazzo screditato dalla Gazzetta del Profeta insieme a Silente. Ricordi? -
disse Harry
- Non preoccuparti per questo, lascia fare a noi. Inoltre qualcuno è già interessato. Credo che dovremo incontrarci il secondo giorno dopo l’inizio delle vacanze, c’è l’uscita a Hogsmade. Corriamo meno rischi di farci notare. -
aggiunse la ragazza
- Cavoli mi sono scordato! Io per le vacanze parto, andiamo a trovare Charlie in Romania. -
Ron si sbattè la mano sulla fronte
- E adesso ce lo dici? -
dissero Harry e Hermione insieme
- Adesso me lo sono ricordato, scusate -
mormorò Ron imbarazzato
- Sei il solito Ron...Non preoccuparti, non credo che si otterrà molto da questo primo incontro. E poi sappiamo già che tu, Fred e George ci state no? -
gli disse Harry battendogli una mano sulla spalla ridendo e strappando un sorriso all’amico
- Sicuro! Voi quindi rimanete qui a scuola? -
chiese il rosso
- Si, i miei vanno a trovare alcuni parenti, io gli ho detto che rimango qui per studiare per i G.U.F.O -
rispose Hermione
- Tartufo è in missione per conto dell’ordine, Grimmauld Place è vuota...-
nel volto di Harry si leggeva la preoccupazione per il padrino, che aveva la sua stessa attitudine nell’attirare i guai
- Allora ti aspetta un bel piano di studio con Hermione, non sei contento Harry?! -
Ron e Harry risero
- Ah-ah divertenti, ne riparleremo quando supplicherete per un aiuto -
Hermione accellerò il passo sorridendo alla prospettiva delle vacanze di Natale passate solo con Harry.


Ooooooooook ragazzi quarto capitolo, un po’ riflessivo, ma spero anche divertente. Fortunatamente sono riuscito a finirlo prima di quello che sperassi (dannata leggera insonnia) quindi eccolo qui per voi.
Spero che vi piaccia, come sempre vi ringrazio se state continuando a seguire questa storia e niente. Ci si becca al prossimo capitolo.

P.s: se volete recensire sentitevi liberi di farlo eh! =)

Stay tuned bros!
James.

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Capitolo 5
*** Vacanze ***


Erano iniziate finalmente le vacanze di Natale. Il castello come di consuetudine si svuotò e una strana calma aleggiava nei corridoi (diciamo che l’assenza dei gemelli Weasley contribuiva non poco).
Harry si svegliò versò le dieci, aveva il dormitorio per sé visto che tutti i suoi compagni erano partiti, si vestì e scese nella sala comune.
Hermione sedeva su una poltroncina vicina al fuoco e leggeva
- Scordati qualsiasi cosa tu stia facendo, oggi si esce! -
esclamo Harry vivacemente scendendo le scale
- Mmm? Cosa? -
mugugnò la ragazza concentrata sulla lettura
- Ho detto...-
il ragazzo gli prese il libro dalle mani, pose il segnalibro sulla pagina e lo chiuse gentilmente
- Che oggi si esce, preparati -
disse con un sorriso. Come resistere?
- Sai è da un po’ che non andiamo a trovare Hagrid -
disse la ragazza mentre saliva prendere mantello, guanti e sciarpa
- Pensavo la stessa cosa. Ti aspetto -
aggiunse Harry.

Hagrid preparò loro del tè e i suoi famosi biscotti rocciosi, Harry dovette affogarne parecchi prima di riuscire a mandarli giù. Hagrid e Hermione parlavano del più e del meno ridendo, mentre Harry in silenzio sorseggiava il tè osservando il volto della sua amica che si colorava di una leggera sfumatura di rosso quando rideva
- Allora Harry, che mi dici? Hai fatto qualche concquista a scuola? -
disse Hagrid
- In che senso? -
chiese il ragazzo, sorseggiando distrattamente il tè
- Ragazze Harry! Qualcuna che hai, o ti ha concquistato il cuore? -
Harry quasi si strozzò
- Ehm...no, io...Veramente non...ecco...-
- Lascia stare ragazzo -
disse ridendo l’omone
- E tu Hermione? -
aggiunse
- Mmm...può darsi -
rispose maliziosamente la ragazza con un sorriso enigmatico gettando una rapida occhiata all’amico che ancora cercava di riprendersi dalla domanda di poco prima. Il mezzogigante li guardò e ridacchiò, gli ricordavano due suoi cari amici quando andavano a scuola. Due amici morti quattordici anni prima.

Camminavano a braccetto vicino alla riva del lago, era ancora presto per il pranzo e avevano optato per una passeggiata. Molti ragazzi passeggiavano come loro, alcuni più audaci pattinavano sul lago ghiacciato. Entrambi guardavano i ragazzi che si divertivano e ridevano
- Harry...Senti, vorrei chiederti una cosa. Normalmente non te l’avrei chiesta visto che Ron mi avrebbe preso in giro a morte, ma ora che siamo solo io e te... Mi insegneresti a volare con la scopa? -
chiese Hermione
- Come? -
chiese sorpreso il ragazzo
- Si è una cosa che mi è sempre piaciuto provare, anche se in parte mi spaventa un po’. Ma sono sempre stata troppo presa da altro -
disse la ragazza con un sorriso
- Beh, abbiamo queste vacanze e il campo di quidditch libero. Sono a sua disposizione...Ma dovrai ricordartene quando ti chiederò aiuto per i G.U.F.O -
gli rispose Harry
- Allora siamo d’accordo! -
disse Hermione ridendo e abbracciando l’amico. Un po’ sorpreso e leggermente impacciato Harry ricambiò l’abbraccio.

Il giorno seguente ci sarebbe stata l’uscita a Hogsmade e l’incontro organizzato da Hermione. I due passarono il pomeriggio nella sala comune vicino al fuoco, giocando agli scacchi magici e con amarezza da parte di Harry, avvantaggiandosi con i compiti
- Meno male che non c’è Ron...Ne Fred e tantomeno George -
sospirò Harry evitando di farsi sentire da Hermione
- Vedremo domani chi avrà voglia di fare i compiti...-
aggiunse con un ghigno.

- Harry? Harry?! SVEGLIA HARRY!!! -
- Whooo...C-che succede! -
disse il ragazzo impugnando la bacchetta e guardandosi intorno. Una risata familiare.
- Hermione...Non puoi svegliarmi così! Un momento. Come hai fatto a salire nel dormitorio dei maschi? -
chiese assonnato il ragazzo ributtandosi con la testa sul cuscino
- Che domande fai? Con le scale -
- Interessante...-
- Non pensarci nemmeno, al contrario non funziona -
disse la ragazza ridendo
- Una piccola magia dei fondatori, giustamente hanno pensato che le ragazze fossero più giudiziose dei ragazzi -
aggiunse
- A quanto pare no...Bene. Dannazione non vedo l’ora di uscire dal castello per qualche ora! -
Harry si alzò, rimanendo in mutande e canotteria. Hermione distolse lo sguardo arrossendo
- Harry! -
- Si? -
- Mettiti qualcosa! -
- Ehi sei tu che sei entrata qui senza avvisare -
esclamò il ragazzo ridendo e al contempo infilandosi dei jeans
- E poi mi hai visto in canotteria e costume al Torneo Tremaghi no? -
disse con la voce soffocata dalla canotteria che si stava sfilando dando le spalle alla ragazza.
Hermione non potè fare a meno di sbiriciare l’amico, con gli allenamenti di quidditch aveva sviluppato una muscolatura tonica, non eccesiva, ma le spalle irrobustite e la forma a V del busto si notavano.
Il ragazzo entrò in bagno
- Ma che mi prende...-
disse Hermione
- Come dici?! -
urlò il ragazzo da dietro la porta
- Niente! Niente! -
dopo qualche minuto Harry era pronto per uscire. Si incamminarono verso l’ingresso, dove Gazza controllava i permessi dei ragazzi.
- Liberi! -
esclamò Harry una volta usciti.
Camminavano verso Hogsmade chiaccherando
- Senti, chi dovrebbe esserci a questo “incontro”? Il castello è praticamente vuoto -
chiese Harry
- Molti alunni del quinto anno che sono rimasti per studiare, non solo di grifondoro. Ho chiesto in giro e molti si sono dimostrati interessati, a quanto pare a nessuno va a genio la Umbridge -
rispose Hermione
- Chissà come mai...A proposito, dopo pranzo ti aspetta una sorpresa -
aggiunse il ragazzo sorridendo
- Ah si? -
- Oh si! -
- Non mi piace quel tono. Dovrei preoccuparmi? -

L’incontro si svolse alla testa di porco, l’altro pub di Hogsmade, dove secondo Hermione avrebbero dato meno dell’occhio. Difficile notò Harry quando una decina di ragazzi più loro si ritrovò riunita a parlare nello squallido locale. Molti erano venuti solo per chiedere se fosse vero che Tu-sai-chi fosse ritornato, notando la faccia di Harry, Hermione prese la parola. Altri come Neville, Luna e Cho erano seriamente interessati. Alla fine si propose per la creazione di un gruppo.
- Che ne dite di chiamarci Esercito di Silente? -
chiese Luna con la sua voce sognante
- Mmm quello di cui ha più paura Caramell è che Silente rivolti il Ministero. Ci sto! -
esclamò Harry
- Quanti a favore? Bene...Io sono del parere che dovremo ufficializzare il tutto, firmando questa pergamena -
disse Hermione estraendo dalla sua borsetta un rotolo di pergamena. Chi eccitato, chi sospettoso, alla fine tutti firmarono, Harry aveva un dubbio
- Hermione, quello che facciamo non è contro le regole...Almeno per ora. Ma qualcuno potrebbe “lasciarsi” sfuggire qualcosa e non credo che tutto questo farebbe piacere alla Umbridge -
sussurrò all’orecchiò dell’amica. Lei ebbe un fremito nel sentire la voce di lui che gli solleticava l’orecchio
- Non preoccuparti, ho stregato la pergamena. Se qualcuno si lascia sfuggire qualcosa ce ne accorgeremo -
un fremito anche per Harry mentre i capelli di Hermione gli solleticavano il collo.

I ragazzi si dispersero
- Uff...che faticaccia, mangiamo qualcosa? -
propose Harry
- Si, volentieri -
rispose con un sorriso Hermione. Si avviarono verso i tre manici di scopa, mangiarono e risero osservando i professori qualche tavolo più in la impegnati in quella che pareva una conversazione su quale fosse l’incantesimo più efficace, ognuno cercava di far valere le proprie idee con convincenti argomentazioni.
- Secondo te qual è l’incantesimo migliore Hermione? -
chiese Harry
- Mmm, non saprei. Non ce n’è uno che prevale sugli altri credo, dipende dal contesto in cui ci si trova. Si adattano alla situazione -
rispose la ragazza sorseggiando la sua burrobirra
- Ben detto Signorina Granger, dieci punti a Grifondoro -
intervenne il Professor Vitious allegro che tornava dal bancone con alcune bibite.
- Anche fuori da scuola non ti smentisci eh? -
rise Harry
- Ah-ah-ah...Piuttosto, la mia sorpresa? -
chiese Hermione
- Ah, impaziente eh? Bene, pago e andiamo -
Uscirono dal locale e si incamminarono verso scuola
- Cavolo, mi sono scordato una cosa! -
esclamo il ragazzo battendosi la mano sulla fronte
-Aspetta cinque minuti qui, ti dispiace? Arrivo subito! -
già correva in direzione del villaggio.
- Cosa dovevi prendere? -
gli chiese Hermione
- Una...cosa...-
ansimò il ragazzo riprendendosi dalla corsa.

Oltrepassarono i cancelli della scuola
- Ok, fermati qui. Chiudi gli occhi -
gli disse Harry
- Perché? -
- Hermione...-
- Va bene, va bene...-
Harry bendò l’amica con la sua sciarpa e la condusse a braccetto. Ogni tanto la faceva girare in tondo per fargli perdere il senso dell’orientamento.
- Va bene, siamo arrivati. Aspetta fino a quando non ti dico di toglierti la sciarpa -
Harry si allontanò. Hermione cercava di capire dove fosse, di sicuro all’esterno, faceva freddo e c’era dell’erba sotto di lei.
- Hermioneeeeee! -
La ragazza si tolse la sciarpa. Il campo da quidditch immensamente vuoto la circondava
- Oh no...Non dirmelo Harry! -
gemette
- Sei stata tu a chiedermelo ricordi? -
disse il moro scendendo dalla sua firebolt, sottobraccio reggeva una scopalinda della scuola
- Si ma non me lo aspettavo subito -
borbottò Hermione
- Cominciamo?! -
esclamò entusiasto Harry.

Posizionò la scopalinda ai piedi di Hermione
- Pronta? -
domando il ragazzo
- È proprio necessario? -
Hermione trasudava nervosismo
- Prendila con sicurezza e inforcala -
Harry si librava a mezzo metro da terra
- Bene, ora lentamente datti una leggera spinta con i piedi...Cooosì, perfetto! Come ti senti? -
gli domandò
- Completamente in balia del fato...-
mormorò la ragazza che ora si librava alla stessa altezza di Harry
- Esagerata. E poi ricorda che ce lo costruiamo noi il nostro destino. Bene, ora molto lentamente prova a spostare il peso a sinistra e destra, dovresti ruotare su te stessa...-
Harry rise
- Mi prendi in giro? -
chiese la ragazza
- Hermione stai andando perfettamente! Ora stabilizzati, bene. Hai capito che se ti sposti a destra e sinistra puoi girare. Ora sempre con molta calma porta il peso in avanti...Et voilà! Ci spostiamo in avanti. Come ti senti? -
Harry si girò sulla scopa in modo da poter guardare la ragazza, si sedette al contrario. Dopo quattro anni che volava neanche ci pensava più.
- Harry sei pazzo?! -
esclamò Hermione
- Questo? Dovresti provare a scambiare la scopa in volo con un tuo compagno di squadra ad altezza anelli. E perché il giro della morte restando attaccato solo con le mani lo vogliamo lasciare da solo? -
- Scherzi vero? -
- Forse...-
Harry indicò sopra di se
- Ora ci alziamo un pochetto, d’accordo? -
- Mmm...-
- Hermione, devi sentirtelo tu. Però per ora posso dirti che stai andando benissimo -
gli disse Harry con un gran sorriso
- Va bene, ma restami vicino -

Si alzarono, due metri, cinque, dieci. Superarono le gradinate, e il vasto panorama si allargò davanti i loro occhi, nonostante non fosse tardi il sole invernale si apprestava a scendere oltre le montagne, bagnando di luce il lago nero e i pendii innevati dei monti intorno ad Hogwarts.
- Come va Hermione? Hermione? -
la ragazza era aggrappata alla sua scopa, irrigidita e con gli occhi chiusi
- Hai guardato giu non è vero? -
chiese il ragazzo trattenendo una risata. La ragazza annuì
- È normale, anche io le prime volte  evitavo di farlo pur non soffrendo di vertigini. Rilassati Hermione, respira. Te la senti di sbirciare un pochino? -
cenni di diniego. Harry si avvicinò lentamente alla scopa della ragazza, gli prese una mano
- Hermione. Sono qui, il trucco quando si è in questa situazione è guardare un punto fisso danti a se, qualsiasi esso sia. Puoi farlo? Giuro che non te ne pentirai...-
La ragazza aprì titubante gli occhi e venne investita dalla bellezza del panorama. Il sole si infrangeva sull’acqua del lago nero e sulla neve, colorando tutto di arancione. Trattenne bruscamente il fiato
- Te l’avevo detto che non te ne pentivi -

Harry era praticamente affianco a lei. I due si guardarono, gli occhi di lei splendevano di quell’oro che lo salvava dagli incubi, gli occhi di lui erano accesi come mai negli ultimi mesi accadeva.
I due ragazzi si avvicinarono, sentendosi ancora più legati.
Le due labbra si incontrarono. Un bacio tenero che durò qualche secondo, ma che esprimeva molto di più di quello che sembrava.
-...Harry -
mormorò Hermione staccandosi da qual bacio, anche se a malincuore
- Siii? -
- Ehm...al momento è parecchio imbarazzante, ma credo che il mix di tensione ed euforia mi abbia giocato un brutto scherzo, mi hanno ceduto le gambe. E un crampo all’avanbraccio mi ha immobilizzato...-
ridacchiò nersova Hermione
-...Mi puoi riportare giù? -
aggiunse
- Come desidera. Vai solo più indietro sulla scopa...Perfetto! -
disse con un gran sorriso. Con agilità salì sulla vecchia scopalinda
- Allora non scherzavi prima! -
esclamò la ragazza
- Hermione c’è differenza tra questo e quello che ho detto prima! -
- Cretino...-
disse con affetto la ragazza

Scesero a terra
- Ce la fai? -
domandò il ragazzo
- Non credo. Dammi un attimo -
- Mmm...Dai ti porto io -
Harry si girò facendola salire sulla schiena. Camminavano da qualche minuto ormai
- Harry ce la posso fare adesso non c’è bisogno che continui a...-
disse Hermione
- Non ti preoccupare, nessun problema -
- Harry...-
- Si? -
- Grazie di tutto...-
mormorò arrossendo la ragazza con la voce soffocata nella spalla di lui
Harry voltò la testa incrociando lo sguardo di Hermione, fece un gran sorriso. A volte non servivano le parole.

Love, love is dangerous (Hard times don't be fooled when she says it's).
Love, love is so dangerous (We'll betray the ones we care about).”

- Chi dice che l’amore è pericoloso? A volte per scoprirlo non resta altro da fare che andare avanti e basta. Che ne pensi? -
chiese Harry
- Penso che sia giusto continuare e scoprire cosa riserva il futuro. E anche perché come disse un grande uomo: “Se si guarda solo al passato o al presente si manca l’appuntamento con il futuro.” -
rispose Hermione dandogli un tenero bacio sulla guancia.


Poooooorca zòzza ragazzi per scrivere questo capitolo la fatica che ho fatto. Soprattutto la scena del bacio (scritta e riscritta) spero solo che vi piaccia, io credo di avere fatto del mio meglio, anche se ho voluto renderla molto leggera seppur mantenendo quel pizzico di dolcezza (ci sarò riuscito? Mah!). Ammetto che dopo la frase del bacio volevo scrivere “E Harry si svegliò di botto nel suo letto” (ma non sono così infame).
Sinceramente ho pensato che questo potrebbe essere anche il capitolo finale, ma mi dispiacerebbe privarvi dello spaccato di vita della nuova coppietta, le reazioni di amici e professori. Dunque? Dunque se per voi non è un problema si continua.

Come sempre vi ringrazio per le recensioni e ringrazio chi sta seguendo questa pseudo-storia. Un saluto a:

-Cateloveschocolate
-DarkBlu
-Feniceargento
-JudithPotter (parenti?)
-Kamura86
-Auron_san
-Malandrina
-Natsumi Raimon

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Capitolo 6
*** Conflitti ***


Camminava per un corridoio che non sembrava finire mai. Le piastrelle nere lucide riflettevano il suo volto. Un volto glabro, serpentesco, con due fessure al posto del naso e gli occhi rossi.
Davanti a lui si avvicinava una sagoma di un ragazzo... il profilo di Diggory prese forma.
Una risata malvagia, le suppliche del ragazzo.
- Crucio! -
risate e urla si mescolarono all’infinito.
- Harry...Harry! Harry!!! Svegliati per piacere! -
Lampo oro e nocciola, dolore bruciante, brusco risveglio.

Annaspò nel letto cercando di prendere la sua bacchetta
- Harry ti vuoi calmare per piacere? -
esclamò preoccupata Hermione
- Hermione?! -
Il ragazzo si alzò con il busto, il respiro affannato e la guancia che bruciava
- Mi hai dato uno schiaffo? -
chiese toccandosi una guancia
- Ti si sentiva urlare e ridere dalla sala comune Harry, sono salita e ho provato a svegliarti ma non ci riuscivo, così ho dovuto usare un metodo...alternativo -
mormorò la ragazza sorridendo e sedendosi sul bordo del letto. Harry sorrise a sua volta, gli prese il viso tra le mani e gli diede un leggero bacio sulle labbra
- Grazie Hermione...-
Hermione arrossì un pochino
- Figurati. Ti senti meglio? -
- Si. Un altro dannato incubo con Voldemort e Cedric, nulla di nuovo. -
La ragazza lo guardò preoccupata per qualche secondo
- Mmm...d’accordo. Cosa volevi fare oggi? -
gli chiese
- Non saprei, tu cosa proponi? -
gli rispose Harry alzandosi dal letto
- Tutto tranne volare sulla scopa! Sono ancora dolorante da ieri -
esclamò Hermione. Harry rise
- E quella era solo la prima lezione...-
- Tu sei pazzo, di certo non ne farò altre -
- Sicura? -
- Sicura! -
- Strano pensavo che dopo ieri l’interesse per il volo fosse salito un pochino -
gli disse il ragazzo con gli occhi che ridevano
- Ok forse un pochino...Ma non ci contare così tanto! -
si arrese la ragazza.
- Decidiamo il da farsi a colazione? -
propose Harry con un sorriso
- Va bene, ti aspetto giù -

Sedevano nella sala grande deserta, a parte qualche sparuto studente che coraggiosamente era rimasto a scuola
- Secondo te come dovremmo comportarci Harry? -
domandò Hermione  mordendo distrattamente una fetta di pane tostato
- In merito a...? -
chiese il ragazzo guardandola da sopra la sua tazza di tè
- Ecco...sai...io e te, noi...-
rispose timidamente Hermione
- Non eravamo d’accordo sull’andare avanti? -
- Si. Mi riferivo agli altri...A Ron -
- Non vedo perché Ron non dovrebbe sapere di noi due, è il nostro migliore amico -
il ragazzo era genuinamente sorpreso
- Perché credo, anzi sono quasi sicura, che sia interessato a me -
Hermione era in imbarazzo
- Oh. Non avevo idea, non ci ho mai fatto caso -
 Disse Harry. In effetti era vero. Anche se aveva notato che il comportamento dell’amico nei confronti di Hermione negli ultimi anni era molto cambiato, ma non ci aveva badato poi tanto.
- Beh Ron non è stupido, si riuscirà a spiegargli la situazione. Non credi?
aggiunse il ragazzo
- Si...Ah! -
Hermione sgranò gli occhi
- Che c’è? -
- No, niente. Nulla di importante -
In realtà si era ricordata di un'altra persona a cui doveva dare delle spiegazioni, una persona a cui aveva dato dei consigli su Harry. L’unica ragazza della famiglia Weasley, a cui piaceva Harry fin dalla prima volta che l’aveva visto.

- Allora che si fa? -
domandò Harry
- Lo sai che dobbiamo ripassare per i G.U.F.O vero? -
gli disse Hermione con il suo solito sguardo ammonitore
- Dobbiamo proprio? -
disse abbattuto il ragazzo guardandola con occhi tristi
- Non ho detto subito. È una bella giornata, non credi? -
rispose addolcendosi e con uno sguardo malizioso Hermione
- Adoro quando fai la ribelle! -
esclamò Harry illuminandosi. I due ragazzi uscirono dalla sala grande tenendosi per mano.

- Lo sai chi mi ricordano quei due? -
disse la McGranitt osservando Harry e Hermione che lasciavano la sala
- James e Lily -
rispose Silente
- James e Lily...solo che si sono trovati prima -
confermò la Professoressa di Trasfigurazione
- Minerva l’amore è una cosa stupenda non trovi? Non si è mai troppo vecchi, ne troppo giovani per amare. -
l’anziano preside aveva gli occhi azzurri che brillavano dietro le lenti a mezzaluna.

La mattina di Natale Harry si svegliò di buon ora per incartare il regalo a Ron e Hermione, al suo amico aveva preso dei nuovi guanti da portiere, per Hermione invece...
- Ma dove l’ho messa? -
esclamò cercando ovunque il regalo, sul comodino, nel baule, sotto il letto
- Ah! Pensavi di scapparmi eh?! -
disse prendendo la scatola dalla tasca del suo mantello.
Scese nella sala comune ma non trovò Hermione, o dormiva o si stava preparando. Si avviò verso il dormitorio femminile ma prima di mettere il piede sul gradinò si fermò
- Dannazione a voi fondatori! -
si era infatti ricordato dell’incantesimo che non permetteva ai maschi di non salire. Estrasse la bacchetta, sorrise pensando al suo primo anno: “agitare e colpire!”
- Wingardium Leviosa -
il pacchetto si alzò e salì per le scale
- Fa che la porta non sia chiusa...-
supplicò. Facendo una leggera pressione il pacchetto entrò e rimase sospeso per aria.

Hermione uscì dal bagno e rimase sopresa vedendo un pacchetto abbastanza lungo e piatto sospeso per aria
- Ma che dia...-
guardò il bigliettino: “Buon Natale Herm! Il tuo insegnante di volo (spero) preferito.”
Un piccolo cuoricino nero vicino al suo nome, sorrise prendendo il pacchetto. Si sedette sul letto e lo aprì
- Oooooh...Harry è stupenda -
mormorò prendendo in mano la lunga piuma per scrivere. Il cartellino diceva che era di un’aquila reale delle nevi, la penna era bianca al centro e sfumava sull’azzurro ghiaccio verso i bordi, riflettendo la luce in piccoli riflessi argentei. La punta era decorata e placcata in argento per poter durare all’usura.
La ragazza era felicissima, erano quelle le cose che la rendevano contenta, non capiva le altre ragazze che si lamentavano quando veniva regalato loro un libro.
Prese il regalo per Harry e scese. Cercò con lo sguardo il ragazzo, lo trovò sdraiato sul divanetto, con un braccio sopra gli occhi. Si era addormentato in quella posizione, con la bocca semi aperta. Hermione si avvicinò, lo scosse leggermente
- Harry? -
- Mmm...-
- Hai dormito poco? -
gli domandò la ragazza
- Più che altro male, nulla di che. Il regalo! Lo hai visto? -
esclamò Harry alzandosi
- Si, grazie mille! Ti deve essere costata un occhio della testa -
disse radiosa Hermione. Harry alzò le spalle
- Non è nulla. Grazie -
la ragazza gli aveva dato un pacco, che a prima vista sembrava un librone bello spesso. Titubante e memore dei libri a cui era abituato vedere insieme a Hermione, lo aprì
-...Il Quidditch nel mondo: Guida alle squadre internazionali! Wow Hermione grazie mille -
i due si abbracciarono
- Buon Natale Herm -
- Buon Natale Harry -
rispose la ragazza dandogli un bacio leggero sulle labbra.
I due passarono la mattinata studiando e concedendosi delle “pause riflessive”.

Il pranzo di Natale si svolse nell’allegria, i due arrivarono e furono invitati dal preside ad unirsi all’unica tavolata allestita per i pochi studenti presenti. I due presero posto uno di fronte all’altro, entrambi vicini al preside e alla Professoressa McGranitt. Harry, che sedeva proprio accanto all’anziana strega, rideva di gusto alle battute che Silente raccontava a chiunque fosse contento di ascoltare, la McGranitt cercava di mantenere un minimo di contegno, ma dopo un paio di bicchieri di vino era diventata piuttosto allegra rideva e scherzava anche lei
- Insomma Potter...come va tra te e la signorina Granger? -
chiese gettando uno sguardo al ragazzo
- E lei come fa a saperlo? -
chiese sorpreso Harry
- Potter, forse tu scordi che viviamo a Hogwarts. E che nulla rimane nascosto a lungo -
disse ridendo la strega e gettando uno sguardo al preside
- Tua madre e tuo padre sarebbero contenti di vederti felice in compagnia di una ragazza carina e intelligente come la signorina Granger, vedi di non rovinare nulla. E non distrarla dallo studio, è forse la studentessa più brillante che sia passata a Hogwarts da circa dieci anni -
aggiunse con cipiglio severo
- Non si preoccupi Professoressa. Si figuri che mi ha fatto studiare anche stamattina -
disse ridendo Harry
- Allora tutto ciò non potrà che giovare ad entrambi -
La McGranitt si unì alle risate generate dalla battuta di Silente. Hermione guardò Harry che gli rivolse una strizzata d’occhio e una linguaccia.
Piton, che sedeva a qualche sedia di distanza e aveva sentito parte della conversazione ora aveva uno sguardo disgustato, come una persona che avesse ingoiato puzzalinfa.

Le vacanze di Natale finirono, il castello ritornò alla sua routine fatta di studenti, fantasmi e lezioni. Ron che era ritornato la sera prima dell’inizio delle lezioni aveva raccontato ai due amici le sue vacanze e ora chiedeva notizie ai suoi due amici
- Ti sei divertito a studiare Harry? -
chiese con un ghigno. Harry gettò uno sguardo a Hermione, dovevano dare la notizia al loro amico, ma certamente non quella sera.
- Più di quello che immagini. E poi non abbiamo fatto solo quello...sicuramente le migliori vacanze che io abbia mai passato -
rispose Harry sorridendo
- Chi vi capisce è bravo -
disse Ron abbandonandosi sulla poltroncina e agguantando una cioccorana
- Ah! Grazie per il regalo, a tutti e due. I guanti da portiere sono bellissimi Harry, e la tua sciarpa dei Cannoni di Chudley è spettacolare Hermione -
aggiunse con la bocca piena di cioccolato
- Figurati...-
risposero Harry e Hermione distrattamente.

Le lezioni ripresero, i giorni passarono. Harry e Hermione cercavano un modo per poter dire tutto a Ron, nel frattempo si comportavano normalmente, sfruttando i piccoli ritagli di tempo che riuscivano a racimolare.
Harry camminava di ritorno dall’allenamento, riflettendo in che modo potesse dare la notizia all’amico. Non ce ne fu bisogno, perché quando entrò con Ron nella sala comune, praticamente vuota visto che era quasi ora di cena, vide Hermione e Ginny che si fronteggiavano
- Che succede? -
chiese Ron. Ginny ignorò l’entrata dei due ragazzi, era furiosa
- Hermione! Io di te mi fidavo, con quale faccia tosta hai potuto fare una cosa simile?! -
- Ginny, scusami...io...-
- Tu cosa?! Non volevi? È stato un incidente?! Fammi il piacere, il bello è che mi ha consigliato di lasciar perdere per un po’. Com’è che hai detto? Ah si! “Vedrai che se ti vedi con qualcun altro ti noterà”. E io come una cretina ti ho dato retta. -
Hermione era sull’orlo delle lacrime
- Ginny io non volevo farti soffrire inutilmente, non avrei pensato che sarebbe successo...quello che è successo -
Ginny la guardò con disprezzo
- Fammi il piacere...-
Ron guardò stupefatto Harry
- Si può sapere che succede qui? -
chiese ancora
- Cosa è successo? Sono venuta a sapere da delle mie gioiose amiche, che il tuo migliore amico “Il prescelto” Harry Potter e la ragazza che ti piace “La so-tutto-io” Hermione Granger, nonché tua amica stanno insieme. Non è romantico? -
disse sarcastica rivolta al fratello e poi uscì dal buco del ritratto. Ron guardò i due amici
- È vero? -
domandò a Harry. Nessuna risposta. Il ragazzò seguì la sorella
- Bel colpo Harry! Ti sei dato da fare in nostra assenza eh? -
disse George sbucando dalle scale del dormitorio
- Ma non ti preoccupare, noi due non ti odiamo -
aggiunse Fred sorridendo
- Davvero, siamo seri. Complimenti a tutti e due -
sussurrò George passando accanto ai due ragazzi e dando un pugno scherzoso a Harry, Fred scompigliò i capelli a Hermione.
- Siamo qui per unire in matrim...-
Fred attaccò
- Ora basta uscite! -
sbottò Hermione.

- Oh Harry, che facciamo ora? -
chiese Hermione, il ragazzo gli cinse le spalle
- Non ti preoccupare, si sistemerà tutto a tempo debito. E poi come dice quella canzone:

Hold on, the worst is yet to come.
 Save your money for the hired guns…
Hold strong, when everything you loved is gone.
Slow down, stop living in the shadow of a helicopter”

Sorrisero entrambi.


Ciao SPETTINATIII!
Per la miseria che fatica questo capitolo. Un sesto capitolo di interdizione, forse un po’ tirato (non saprei…ditemelo voi). Però spero che comunque, nonostante tutto questa storia vi stia prendendo.
Inoltre scusate per il piccolo ritardo, ma improrogabili impegni grafici hanno tolto tempo. Niente, ditemi cosa ne pensate. Come sempre saluto:
-Cateloveschocolate
-DarkBlu
-Feniceargento
-Judith Potter
-Kamura86
-Auron_san
-Malandrina
-Natsumi Raimon

Ciao spettinatissimi e al prossimo capitolo!

James

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Capitolo 7
*** La stanza delle necessità ***


Deve essere veramente strano avere un anno normale, si ritrovò a pensare Harry Potter mentre camminava da solo per i corridoi di Hogwarts. Gli altri studenti chiaccheravano tranquillamente tra una lezione e l’altra, Harry s’immaginò ad essere come loro, a ridere e scherzare con i propri amici. Dopo la sfuriata di Ginny, Harry e Hermione non avevano più parlato con Ron e ora Harry si sentiva proprio come l’anno scorso, solo. Non proprio visto che c’era Hermione, ma il tempo che riuscivano a trovare per entrambi era veramente poco, tra lezioni, allenamenti e doveri da prefetto di entrambi. In più da giorni si stavano scervellando per trovare un posto per riunire l’Esercito di Silente (ES).

- Che ne dici della stamberga strillante? -
propose Hermione mentre erano a pranzo, sedevano uno di fianco all’altro
- C’è poco spazio. Dobbiamo avere la libertà di provare gli incantesimi -
rispose Harry guardandola
- Mmm...non mi viene in mente niente di abbastanza spazioso e nascosto. A parte la foresta proibita, ovvio. Harry non hai una bella cera, dovresti riposare -
aggiunse la ragazza carezzandogli una guancia. Harry aveve delle leggere occhiaie sotto gli occhi e la carnagione più pallida del solito. Molto spesso lo si poteva trovare fino a tarda notte intento a finire i compiti, di ritorno dalla ronda da prefetto o semplicemente seduto a contemplare il fuoco.

Sedeva sulla poltroncina della sala comune cercando di finire un tema di incantesimi, era la mezzanotte passata. Alcune palline di carta lo circondavano, mentre il tema era quasi finito sul foglio di pergamena davanti a lui
- Ancora in piedi? -
disse una voce
- Hermione? Sto finendo il tema di incantesimi, tu cosa ci fai ancora in piedi? -
il ragazzo levò lo sguardo dal tema osservando la ragazza
- Controllavo se Fred e George stessero ancora trafficando con i Tiri Vispi Weasley -
rispose la ragazza
- Tiri Vispi Weasley...? -
Harry non sapeva se ridere o essere preoccupato. Adesso sapeva che fine avevano fatto i galeoni della vincita del Torneo Tremaghi
- Si, ti manca molto? -
- In realtà ho finito, mi manca giusto una frase -
- Fammi vedere...-
la ragazza si sedette sulle ginocchia di Harry prendendo la pergamena. Un Harry abbastanza stanco cercò di rilassarsi poggiando la schiena sulla soffice poltrona.
- Mi sembra buono, l’hai scritto tu sul serio? -
chiese la ragazza
- Ah-ah -
mormorò sarcastico ad occhi chiusi. Sentì che Hermione si alzava, subito però si accorse che si era riseduta, aprì gli occhi
- Hermione! -
disse con un sussurro strozzato
- Harry! -
disse maliziosa Hermione. La ragazza era a cavalcioni sopra di lui, Harry sentiva la zona del collo e le guance in fiamme.
Hermione prese a dare dei piccoli baci sul collo al ragazzo. La pressione saliva. Harry allentò la cravatta dalla camicia di Hermione...
POP!
Entrambi sobbalzarono staccandosi
- Harry Potter signore! -
esclamò un piccolo elfo domestico
- Dobby! Cosa ci fai qui? -
Harry cercò di riprendersi un attimo. Sembrava che nelle sue vene scorresse del fuoco invece del normale sangue
- Dobby è venuto per vedere se riusciva a incontrare Harry Potter, e ci è riuscito! E con lui c’è anche la signorina Granger -
disse gioioso il piccolo elfo
- Ciao Dobby -
lo salutò Hermione
- Dobby ha il regalo per Harry Potter, mi scusi se Dobby non è riuscito a dare il regalo prima ma non è facile incontrare Harry Potter da solo -
Dobby porse un pacchetto a Harry
- Grazie Dobby! -
scartando il regalo il ragazzo notò che era molto simile alle palle con la neve finta che cade quando si scuotono, anche se la palla sembrava completamente piena di neve
- La guardi più da vicino -
disse Dobby felice. I due ragazzi avvicinarono le facce alla palla. La piccola tempesta di neve che sembrava imperversare si diradò, mostrando un piccolo modellino di Hogwarts innevata. Era veramente incredibile, ogni dettaglio era reso nei minimi particolari, la neve che ricopriva il tutto sembrava vera visto che la palla era piuttosto fredda al tatto.
- Dobby questa è una magia fantastica! -
esclamò Hermione continuando a fissare il modellino. Harry si inginocchiò per terra e abbracciò il piccolo elfo
- Grazie Dobby. Mi dispiace ma io mi sono scordato di prenderti qualcosa...-
disse Harry
- Oh ma Harry Potter non si deve preoccupare...
balbettò Dobby
- No Dobby, sono stato abbastanza impegnato e preso da altre cose, mi sono scordato. Si può sempre rimediare vedrai. Tra una settimana c’è l’uscita a Hogsmade.
aggiunse il ragazzo. Dobby fece un inchino
- Si Dobby sa che è stato impegnato -
gettò un’occhiata divertita a Hermione
- Ma Harry Potter è un grande mago. Dopottutto è colui che mi ha liberato Dobby! Se c’è qualcosa che Dobby può fare per lei...-
aggiunsel’elfo inchinandosi
- Mmm..no. Aspetta! Dobby, conosci qualche posto abbastanza grande dove un gruppo di circa quindici studenti possono incontrarsi senza farsi scoprire? -
gli chiese Harry. Non che ci contasse su una risposta positiva, ma tanto valeva provare
- Certo che Dobby conosce, gli elfi delle cucine la chiamano stanza “va e vieni” oppure “stanza delle necessità”. Basta chiedere quello che si vuole e la stanza lo procura -
Harry sgranò gli occhi, ricordandosi una frase di Silente l’anno precedente al ballo del ceppo.
- Non credo che qualcuno abbia scoperto tutti i segreti di Hogwarts, proprio stamattina mi sono imbattuto in una stanza piena di splendidi vasi da notte. Credo che sia accessibile solo dalle due alle quattro di mattina, oppure quando si ha un impellente bisogno del bagno...-
citò Harry
- Quindi anche Silente la conosce? -
chiese Hermione
- Non credo che abbia capito cosa sia. Dobby puoi spiegarmi come arrivarci? -
l’elfo spiegò loro come arrivarci, dopo di che si congedò salutandoli calorosamente.

Hermione guardò l’orologio
- Si è fatto tardi, credo che sia meglio andare a letto...-
disse abbastanza delusa
- Mmm...-
mugugnò Harry. La ragazza lo prese per la cravatta e lo tirò a se lentamente. Gli diede un bacio
- Buonanotte Harry -
sussurrò
- Che fine ha fatto l’Hermione che conoscevo? -
chiese ridendo Harry. La ragazza gli diede un pugno scherzoso sulla spalla
- È qui, sempre al tuo fianco...’Notte -
si girò e salì nel dormitorio femminile.

Passò qualche giorno, tutti i membri dell’ES vennero avvertiti. La prima riunione si sarebbe svolta la domenica seguente, venne detto loro come raggiungere la stanza delle necessità
- Questa domenica alle sette e mezza, settimo piano -
stava dicendo Harry a Luna durante l’intervallo
- Grazie Harry -
rispose con la sua voce sognante la ragazza. Harry si avviò con Hermione alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure, presero posto. Harry cercò con lo sguardo l’amico, Ron sedeva due file indietro, vicino Seamus. Harry sperava che l’amico venisse nonostante tutto, non che non avesse provato a dirglielo, ma ogni tentativo era fallito. Poco prima di dirlo a Luna durante l’intervallo si era avvicinato al rosso
- Senti Ron, ti volevo d...-
- Va al diavolo Harry -
Ron si era allontanato. Harry aveva perso la calma
- Per le mutande di Merlino! Almeno potresti ascoltare, testa di gallina! Perché invece di comportarti da stupido non provi a ragionare? -
gli disse Harry infuriato. Il rosso si fermò di spalle e sembrò quasi girarsi, invece continuò a camminare
- Bel modo di buttare un amicizia -
disse a se stesso Harry.
- Buongiorno ragazzi -
disse la Professoressa Umbridge entrando nell’aula
- Buongiorno Professoressa Umbridge! -
risposero in coro gli studenti
- Prendete il vostro libro, pagina 25 capitolo tre. Non ci sarà...-
-...Bisogno di parlare -
aggiunsero Harry e Hermione sottovoce. Non mancava molto a domenica, Harry sorrise pensando a quello che stavano per fare e quello che avrebbe detto l’Inquisitore Supremo se avesse saputo.

Arrivò domenica sera. Harry era già nella stanza delle necessità, che per l’occorrenza si era trasformata in un ampio open space dove potersi esercitare, completo di libri e strumenti per la difesa contro le Arti Oscure. Poco alla volta cominciarono ad arrivare i ragazzi
- Ci siamo tutti? Bene -
Harry si guardò intorno, vedeva le due teste identiche di Fred e George, ma non quella di Ron. Li interrogò con uno sguardo. Non che ci sperasse molto. I due gemelli lo guardarono alzando le spalle.
- Grazie per essere venuti a questa prima riunione dell’ES, vorrei ricordarvi che qualsiasi cosa faremo qua dentro dovrà restare segreta. Per la prima lezione volevo vedere come ve la cavate con l’incantesimo di disarmo...
- Ma è roba da secondo anno! -
sbottò un ragazzo
- Beh ti sarà utile sapere caro il mio...-
-Micheal Corner -
disse il Tassorosso
- Micheal...che l’expelliarmus mi ha salvato parecchie volte la vita. Anche contro Voldemort -
disse tranquillo Harry guardandolo negli occhi. Micheal distolse lo sguardo imbarazzato
- Bene, fatemi vedere cosa sapete fare. Se va bene naturalmente ci sposteremo su qualcosa di più impegnativo -
aggiunse Harry. Ma partire dall’incantesimo di disarmo fu una buona idea, la maggior parte delle persone non riusciva a disarmare completamente l’avversario, molti si limitavano a far muovere la bacchetta del compagno, altri riuscivano a far spostare di qualche passo il partner senza però concludere niente.
- Faccio un giro, tu continua con Neville -
disse Harry a Hermione. Il ragazzo dispensava consigli a chi ne aveva più bisogno, verso le otto e mezza più o meno tutti erano riusciti a padroneggiare l’incantesimo
- Ben fatto ragazzi! Siete stati tutti bravissimi, ci vediamo alla prossima riunione. Vi farò sapere la data il prima possibile...-
Urlò Harry per farsi sentire attraverso la stanza
- A proposito...-
aggiunse Hermione tirando fuori un sacchetto
- Ho ideato un modo per farvi sapere quando ci sarà la prossima riunione. Sono galeoni stregati, i numeri seriali cambiano a seconda della data, quando il galeone diventa caldo vi avverte che sta cambiando data. -
i ragazzi la guardarono stupita
- Questa è magia da M.A.G.O...Perchè non sei a Corvonero? -
chiese uno stupito Corvonero
- In effetti il cappello ci aveva pensato, ma poi ha optato per Grifondoro -
disse una compiaciuta Hermione distribuendo i falsi galeoni
- Ok ragazzi, uscite dalla stanza a coppie. Alla prossima -
Harry osservò i ragazzi che uscivano e si dirigevano ai rispettivi dormitori, controllando tutto sulla mappa dei malandrini. Rimasero solo lui e Hermione
- Direi che non è andata male no? -
disse Hermione avvicinandosi e raccogliendo alcuni libri caduti a terra grazie a qualche incantesimo lanciato male
- Non saprei, dimmelo tu. Non posso dare un giudizio imparziale -
rispose il ragazzo
- Perché io posso invece? -
chiese la ragazza
- Lei signorina Granger, dall’alto del suo titolo di “studentessa del decennio” può tutto -
esclamò Harry baciandola.
Uscirono dalla stanza delle necessità poco più tardi, sorridenti e leggermente scarmigliati.

Passarono le settimane. L’ES si incontrava senza uno schema preciso. Harry continuò le lezioni, passando da maledizioni minori fino ad arrivare agli schiantesimi. I ragazzi si impegnavano, ma quello dava più risultati era Neville (motivato dalla notizia della fuga da Azkaban dei torturatori dei suoi genitori, i Lexstrange).
Ron si fece vivo alla terza riunione assieme a Fred e George, non parlò con Hermione e Harry ma entrambi erano così felici soltanto di vederlo che non forzarono per parlargli.
La Umbridge nel frattempo continuava con il suo regno del terrore, i decreti didattici continuavano ad aumentare, e più aumentavano più l’Esercito di Silente si impegnava.

- Sai Fred, penso che il nostro futuro vada oltre la carriera scolastica. Non credi? -
- Assolutamente George...-
I gemelli passarono oltre l’angolo dove Harry si era fermato ad allacciarsi le scarpe. Cosa stavano architettando quei due proprio non lo sapeva, si sistemò la borsa e si affrettò verso la sala grande per la cena. Hermione si era trattenuta in biblioteca e quindi si ritrovò a percorrere i corridoi da solo con i suoi pensieri, fu distratto da un capannello di ragazzi che si era fermato accanto a una delle tante bacheche della scuola. Curiosò si avvicinò e lesse:

“DICRETO DIDATTICO N°23
Per ordine dell’Inquisitore Supremo,
ogni gruppo scolastico composto da due
o più persone è assolutamente vietato.
Inoltre ogni studente verrà sottoposto
ad un interrogatorio.

Dolores Jane Umbridge.”

- Merda! Vecchia rospa...-
che qualcuno avesse parlato troppo, o solo una delle paranoie della Umbridge? A detta di Hermione la pergamena magica avrebbe fatto capire se qualcuno si fosse lasciato sfuggire qualcosa.
Con la rabbia che ribolliva si avviò al tavolo dei Grifondoro
- Harry! Harry...-
Angelina Johnson faceva parte anche lei dell’ES
- Non ti preoccupare. Si continua -
gli disse sicuro Harry
- Harry il decreto palrava anche del Quidditch! -
aggiunse il capitano della squadra di Grifondoro
- Cosa?! -
- Si, dovrò parlare con lei per poter ricevere l’autorizzazione e riformare la squadra. Harry ti prego non perdere la pazienza con la Umbridge -
lo supplicò la ragazza
- No, no. Figurati -
mormorò il ragazzo sedendosi. Hermione lo raggiunse e si sedette di fronte a lui
- Hai letto il...-
attaccò
- Si...-
la interruppe il ragazzo
- E? -
- Si continua. Non mi faccio...Non ci facciamo fermare così! -
esclamò il ragazzo
- Pensi che qualcuno abbia parlato? -
aggiunse
- No, ce ne saremmo accorti -
disse Hermione guardando la sala grande
- Si può sapere che hai fatto a quella pergamena? -
chiese Harry, la ragazza sorrise enigmatica
- Forse è meglio che non sai. Ti rovinerei l’appetito -
Finirono di cenare
- Ti va una passeggiata, è ancora presto -
propose Harry
- Certo -
si avviarono passando lungo la tavolata. Ron era seduto vicino a Fred, George e Lee. Non li degnò di uno sguardo.

La luna brillava nel cielo riflettendosi sul lago, creando mille riflessi. Sembrava di osservare un caleidoscopio*. Affacciati sulla grande arcata che dava sul lago i due ragazzi si tenevano per mano e stavano in silenzio, pensierosi.
- A che pensi? -
gli chiese Hermione. Harry riflettè

“No reason.
 No Action.
 No silence.
 No help here.
 Nobody came running up by my side.
 
It's the first time that I'm worried.
 Of a bad dream,
 of a journey,
 on the highway, Through the valley.
 
It's a long road through the night.”

gli disse il ragazzo
- Anche se solo la seconda parte rispecchia a pieno quello che sento adesso -
aggiunse sorridendo e guardando Hermione negli occhi.
- Harry? Hermione? -
disse una voce fin troppo familiare alle loro spalle. Si girarono entrambi di scatto, Hermione sorrise
- Dopotutto non sarà poi così lunga questa strada, no? -
disse osservando il nuovo arrivato
- No, anche se credo che gli incubi continueranno a preoccuparmi -
aggiunse ridendo Harry


*Kaleidoscope in inglese. Il titolo della canzone



CIAO SPETTINATISSIMI!
Settimo capitolo...Cosa dire? Un capitolo uscito veramente di getto, spero abbastanza fluido e coinvolgente. Ho inserito Dobby, uno dei miei personaggi preferiti per la sua spontaneità e per il modo di parlare. Abbiamo assistito alla prima riunione dell’ES (sigla di C.S.I Miami) e le cose tra Harry e Hermione sembrano andare abbastanza bene (vi piace il lato oscuro, e dannatamente sexxxxy, della nostra so-tutto-io?) e chi sarà il misterioso personaggio finale? (bella roba, come se non si è capito fin da subito).Tutto questo nella prossima puntata di Beatif...Even if she Falls!!!

P.s: Non ho capito perché dopo ben sette, non uno, sette! Capitoli non vi ho ancora detto di chi sono le canzoni (anche se qualche curiosone/a probabilmente avrà googlato...spero). Beh se il dubbio vi rodeva l’anima le canzoni sono dei Blìnk uan-eigti-tu (182 che dir si voglia),dal loro penultimo album “Quartieri” (Neighboorhoods se vi sentite americani dentro). Ho cercato di inserire in ogni capitolo una frase che si adattava ai sentimenti/senzazioni provate dal personaggio in questione.
Ci sarò riuscito? Mah!

P.s2: Se riesco a capire come si inseriscono queste dannatissime immagini nel capitolo vorrei mettervi un disegno di Hogwarts fatto da me (con la tavoletta grafica e fatto dopo un delirio post-QualcosaComeTreEttiDiLasagne). Sempre che ci riesca...Lo troverete nel prossimo capitolo (se avete suggerimenti non esitate eh!)

Ultimo ma non ultimo...Vi ringrazio come sempre e un saluto a voi che con pazienza state leggendo e anche recensendo questa pseudo-storia (“E a te, se sei rimasto con Har”...No, forse questo è plagio):

-Cateloveschocolate
-DarkBlu
-Feniceargento
-Judith Potter
-Kamura86
-Auron_san
-Malandrina
-Natsumi Raimon
- Leti_luke

(Si lo so, le mie note sono quasi lunghe quanto il capitolo, ma ci tenevo davvero a ringraziarvi)

Saluti spettinanti,
James!

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Capitolo 8
*** Sfumature ***


Harry, fatti trovare nella sala comune di Grifondoro
all’una di notte del 1 Febbraio.
P.s: fai in modo di essere da solo.

Tartufo.”

- Dannazione! Non si fa sentire per mesi e poi mi dice di vederci nella sala comune il 1 Febbraio all’una?! Ma è pazzo? -
esclamò Harry leggendo la lettera del suo padrino
- Beh...è Tartufo, ormai lo conosci no? -
gli disse Ron sfogliando svogliatamente il libro davanti a sé, Hermione che nel frattempo stava osservando le mosse di Fred e George si unì alla conversazione
- Sicuramente ha qualcosa di importante da dirti. Mi preoccupa più il fatto di come abbia intenzione di farsi trovare nella nostra sala comune -
sussurrò aggrottando le sopracciglia. Harry osservò i due ragazzi seduti vicini a lui, era felice di vederli di nuovo di fianco a sé, uniti.

Ron li aveva seguiti quella sera dopo cena, aveva pensato e ripensato a cosa dire, come dirlo. Li aveva trovati mano nella mano affacciati su una finestra che dava sul lago, il fastidio che provava nel vederli insieme era sparito. Sostituito dalla consapevolezza che quei due erano fatti l’uno per l’altro, in fondo l’aveva sempre saputo. Aveva sempre visto il legame che univa Hermione e Harry, era conscio che i suoi due amici erano destinati a qualcosa di più grande, aveva solo deciso di ignorarlo e vivere nella speranza che non fosse così.
- Harry? Hermione? -
i due si erano girati, detti qualcosa che non era riuscito a capire e scambiato un sorriso
- Ragazzi...Io...lo so mi sono comportato da...da perfetto idiota. Non...-
Harry lo interruppe
- Ron, tu sei forse uno dei più grandi idioti in questo mondo...-
il ragazzo sorrise
- Sfortunatamente per me, sei anche il mio migliore amico -
aggiunse. I due si guardarono, mossero qualche passo l’uno verso l’altro e si diedero un abbraccio fraterno
- Amico...mi dispiace -
mormorò il rosso
- Piantala! -
gli disse Harry
- Che fai non ti unisci a noi? -
aggiunse guardando Hermione. La ragazza si unì al loro abbraccio. Il trio era ritornato.

- Perché non me l’hai mai detto? Io non ne avevo idea...sarebbe potut... -
gli aveva chiesto Harry
- Semplicemente perché avevo capito che non avrei mai potuto concquistarla -
lo aveva interrotto Ron
- Fidati, è così che doveva andare -
aveva aggiunto avviandosi verso la sala grande vedendo che l’amico voleva continuare il discorso.

I giorni passarono lentamente, Harry stava cominciando ad odiare la Umbridge quasi quanto Piton. L’ES procedeva spedito, ora tutti erano in grado di schiantare, disarmare e creare un sortilegio scudo
- Bene ragazzi, oggi per voi ho una sorpresa. Che ne dite dell’Incanto Patronus? -
disse Harry durante una riunione, osservando i ragazzi attorno a se
- Incanto Patronus?! -
chiese Neville
- Harry è roba da settimo anno! -
esclamo Seamus
- Lo so, ma dovete essere pronti ad affrontare i dissennatori. L’ultima volta Voldemort li ha usati, e li userà ancora. Andiamo, so che è un incantesimo difficile, ma non vi chiedo certo di eseguirlo subito -
rispose il ragazzo. Harry alzò la voce per farsi sentire da tutti
- L’incanto Patronus è forse uno degli incantesimi in cui occorre più concentrazione in assoluto. La formula è “Expecto Patronum”, il risultato finale deve essere una protezione completa dagli attacchi di un dissennatore. La forma di un patronus cambia da persona a persona. Ora la parte più difficile, per evocare un patronus bisogna focalizzare nella mente un ricordo felice, il più felice che avete...ci siete tutti? Ok provate.
I ragazzi si impegnarono per un’ora buona nell’incantesimo senza ottenere grossi risultati, a parte qualche filo di fumo argenteo e un abbozzo di piccolo scudo da parte di Hermione.

Camminavano nei corridoi della scuola, la luce delle loro bacchette era l’unica fonte di luce, anche se ogni tanto da qualche finestra filtrava qualche pallido raggio di luna. Fare la ronda di notte non era semplice per i prefetti ma Harry e Hermione apprezzavano qui momenti in cui potevano stare solamente loro due
- Hai parlato con Ginny? -
domandò Harry guardando la mappa del malandrino, nessuna persona fuori posto, indicò a Hermione una panca accanto ad una finestra
- Scherzi?! Quando la incontro nei corridoi mi guarda come se volesse farmi esplodere la testa con la sola forza del pensiero -
rispose la ragazza sedendosi con un sbuffo, Harry le sedette accanto
- Simpatica...-
Harry posò la testa sul muro, Hermione invece posò la testa sulla spalla del ragazzo
- Cosa pensi che voglia Sirius? E non credi che cercherà di entrare nella scuola vero? -
domandò la ragazza cambiando discorso
- Non so, quell’uomo è imprevedibile...-
Harry sbuffo, Hermione rise
- Ma guardati, sembra che sia tu il padrino e non lui! -
- Già -
mormorò il ragazzo sorridendo. Rimasero in quella posizione chiaccherando della Umbridge, dei G.U.F.O e delle lezioni dell’ES.

Sonnecchiava sulla poltroncina accanto al fuoco, la sala comune era vuota da un pezzo e all’una mancavano cinque minuti
- Harry...Harry! -
il ragazzò sobbalzò, la voce del suo padrino sembrava vicina, ma a parte lui non c’era nessuno
- Qui ragazzo! -
la testa del suo padrino spuntava tra le fiamme del caminetto
- Sirius, come stai? -
chiese felice Harry inginocchiandosi per trovarsi faccia a faccia con il padrino
- Oh, io bene. Tu piuttosto, ho saputo che ti sei dato da fare...-
- In merito a cosa? -
- Andiamo Harry, l’ES. L’Esercito di Silente. -
Harry strabuzzò gli occhi
- Come fai a saperlo? Noi siamo stati attenti a...-
balbetto il ragazzo
- Mundungus, era alla Testa di Porco quel giorno. Ti teneva d’occhio e ovviamente ha detto tutto all’Ordine.
Come procede? -
spiegò Sirius sorridendo
- Procede, ci alleniamo nella stanza delle necessità. I ragazzi fanno grandi progressi. Tu piuttosto che ne pensi? Abbiamo fatto bene? -
chiese Harry
- Cosa ne penso? Harry, se avessi qualche, parecchi anni di meno e non fossi un ricercato mi unirei a voi...Però ho saputo che ti sei dato da fare anche in altri ambiti! -
- Non capisc...Ah! -
esclamò il ragazzo diventando rosso
- Come va tra te e la signorina Hermione Granger? -
ghignò il padrino
- Hai raggiunto qualche base? -
aggiunse
- Sirius! -
- Andiamo siamo stati tutti quindicenni compreso io e tuo padre. Dovevi quante ragazze ci giravano intorno...-
disse con una risata
- Posso immaginare...-
rispose ridendo Harry. Chiaccheravano del più e del meno quando all’improvviso Sirius si irrigidì
- Che succede? -
chiese Harry
- Devo andare. Ricorda, continuate così, non fatevi scoprire. Dì a Ron che Molly non vuole che faccia parte di gruppi di Difesa clandestini. E salutami Hermione...-
disse Sirius guardandosi intorno
- Spiritoso, quando potrem...-
cercò di dire il ragazzo
- Scusa devo andare, ricorda di non scrivere nulla tramite lettera -
sparì tra le fiamme, mentre al suo posto apparve una mano tozza, piena di anelli. Sembrava frugare tra le fiamme come in cerca di qualcosa. Harry la riconobbe come la mano della Umbridge, si allontanò subito e si diresse verso il dormitorio.

- Non ci credo, in famiglia fanno tutti parte dell’Ordine e mia madre non vuole che partecipi all’ES? Se lo può anche scordare! -
sbottò Ron in cortile mentre discutevano della visita di Sirius
- È preoccupata per te Ron. Più che comprensibile visto i tempi che corrono -
disse Hermione
- Beh io di certo non mi tiro indietro! -
aggiunse il rosso
- Secondo voi che stanno pianificando? -
si intromise Harry indicando con lo sguardo Fred e George che confabulavano in un angolo
- Non lo so, sono giorni che fanno strani discorsi -
disse pensieroso Ron
- Spero che non abbia a che fare con i Tiri Vispi Weasley -
aggiunse Hermione squadrando i gemelli.

Si avvicinava inoltre la partita con i Serpeverde e l’aria tra le due case si fece sempre più elettrica. Grifondoro era terza in classifica, ma se vinceva con un buon margine di punti sarebbe potuta arrivare alle spalle di Serpeverde. Il gran giorno si avvicinò sempre di più fino alla mattina della partita
- Dai Ron, non puoi non mangiare prima della partita. Ogni volta è la stessa storia...-
sbottò esasperato Harry guardando il suo amico che stava assumendo un colorito verdognolo
- No Harry non ce la faccio proprio...-
Ron si portò le mani allo stomaco contraendo la faccia. Harry sbuffò, Ron non era un cattivo portiere ma aveva seriamente bisogno di farsi dare una controllata ai nervi
- In bocca al lupo ragazzi! -
disse una voce sognante familiare alle loro spalle. Luna portava il cappello più strano che si fosse mai visto, un enorme leone sormontava la cima
- Grazie Luna, bel cappello -
disse ridendo Harry
- Oh si, tutta Corvonero spera che battiate Serpeverde -
aggiunse la ragazza, estrasse la bacchetta e con la punta battè sul cappello, il leone si animò ed emise un potente ruggito che fece sobbalzare parecchi ragazzi, li salutò con la mano e si allontanò
- È semplicemente fantastica! -
esclamò Harry
- Si, non è male. È simpatica -
disse Ron.

Stavano camminando per andare al campo di quidditch quando li raggiunse Hermione
- Harry posso parlarti un momento? -
disse con il fiatone per la corsa appena fatta. Ron si allontanò per lasciarli da soli, Hermione si avvicinò all’orecchio di Harry
- Non far vedere a Ron cosa c’è scritto sulle spille dei Serpeverde...-
sussurrò
-...E buona fortuna, ti ho preso un piccolo portafortuna! -
aggiunse tirando fuori la mano dalla tasca e porgendo un pacchetto al ragazzo. Harry scartò il pacchettino e si ritrovò con un piccolo ciondolo in ferro raffigurante un boccino
- È bellissimo Herm! Grazie -
disse Harry dando un rapido bacio alla ragazza
- Figurati...Dammi qua la scopa. Resisto! Con questo incantesimo non si dovrebbere staccare -
Hermione sorrise attaccando il ciondolo ad uno dei finimenti della scopa
- Ricorda di non far vedere le spille a Ron -
aggiunse sottovoce
- Ok a dopo -
i due ragazzi si allontanarono verso il campo, nel frattempo Harry si guardava intorno in cerca di...
- Ah dannazione! -
borbottò sottovoce guardando due Serpeverde di passaggio che esibivano delle spille argentate a forma di corona con scritto sopra:

Weasley è il nostro re!

Negli spogliatoi si sentiva lo stadio che si riempiva. Angelina fece un discorsetto e quando ebbe finito li chiamò a raccolta
- Forza tutti in campo! -
La folla rumoreggiò quando i quattordici giocatori si alzarono in volo, dalla curva di Serpeverde si alzò piano piano un coro, all’inizio Harry non riusciva a capire cosa dicessero ma poi improvvisamente le parole si alzarono chiare e cristalline nel cielo azzurro

Perché Weasley è il nostro re!
Ogni due ne manca tre.
Perché è nato in un bidon
e ha la testa nel pallon!”


Harry cercò con lo sguardo Ron. L’amico fluttuava tra i tre anelli cercando di non vomitare, non avrebbe retto per molto. Madama Bumb fischiò l’inizio della partita, l’unica cosa che poteva fare il ragazzo era catturare il prima possibile il boccino. La partita sotto di lui si svolgeva concitata, i battitori di entrambe le squadre si davano da fare per impedire ai cacciatori di arrivare a segnare, Fred fermò Marcus Flint mentre si avvicinava pericolosamente agli anelli, Angelina recuperò la pluffa e passò a Katie Bell che dopo essersi smarcata segnò il primo goal
- Dieci a zero per Grifondoro! -
strillò Lee Jordan. Harry si concentrò sul boccino e nel frattempo seguiva la telecronaca
- Ah andiamo Madama era fallo quello! E infatti, rigore per Grifondoro che Katie Bell si appresta a battere e...segna! Venti a zero!!! -
I serpeverde si accanirono, Harry schivò qualche bolide e nel frattempo cercava di levarsi di dosso Malfoy, che lo seguiva da vicino
- Ora ci divertiamo Malfoy! -
ghignò il ragazzo. Si lanciò in picchiata passando tra alcuni Serpeverde avversari che si scansarono e permisero a Grifondoro di segnare ancora
- Trenta a zero! -
urlò felice Lee. Harry uscì dalla picchiata e passò in volo radente a neanche un metro dal suolo, il piccolo ciondolo vibrava e sbatacchiava allegramente a causa della velocità. Malfoy lo seguiva ancora, seppur con qualche difficoltà. Si avvicinavano velocemente a uno dei tre pali che reggevano gli anelli, Harry riuscì a curvare attorno ad esso mentre Malfoy prese la curva troppo larga costrigendolo a salire subito per non schiantarsi contro la recinzione. Finalmente libero Harry si guardò intorno alla ricerca del boccino, lo trovò che fluttuava a metà campo ad altezza gradinate, si abbassò sulla sua firebolt spingendola al massimo. Sorvolò di mezzo metro le teste degli studenti
- Oooooh! -
si levò in coro. Il boccino salì all’improvviso
- Sembra che Potter stia inseguendo il boccino. Vai Harry! -
strepitò Lee
- Signor Jordan le ricordo che lei deve essere imparziale!
intervenne la McGranitt
- Ma certo, certo...Oh mio dio! Cavolo vai Harry!!! -
- JORDAN! -
- mi scusi Professoressa, non accadrà più. Sembra che questo boccino stia dando da fare a Potter, nel frattempo il punteggio è di sessanta a cinquanta per Grifondoro...-
Harry sentiva i suoni ovattati, il fischio del vento riempiva la sua testa. Il boccino d’oro brillava sornione d’avanti a lui, zigzagando e evitando le sue mosse
- Mi stai evitando eh? -
disse Harry con le parole che sfuggirono via nel vento, si alzò di mezzo metro continuando a seguire il boccino. Ora che si era alzato aveva smesso di zigzagare
- Bene. Ora con calma e...io lo so, Hermione mi ucciderà per questo! -
Harry scivolò di lato alla sua scopa, ritrovandosi a testa in giù. Tutto lo stadio trattenne il fiato, Hermione stava stritolando la sua sciarpa
- Io lo ammazzo...semplicemente lo ammazzo. Altro che Tu-sai-chi! -
anche se la preoccupazione e la paura incrinarono la sua voce.
Lentamente Harry staccò una mano, vedeva la terra al posto del cielo e il cielo al posto della terra
- Vieni qui...da bravo, suuuu...-
gli occhiali minacciavano di scivolargli, un ultimo scatto e la sua mano si chiuse sul boccino. Lo stadio esplose
- LO HA PRESO! LO HA PRESO! CON UNA MOSSA SPETTACOLARE POTTER HA PRESO IL BOCCINO D’ORO! GRIFONDORO VINCE DUECENTODIECI A CINQUANTA! -
Lee e la Professoressa McGranitt saltavano felici entrambi. Harry che nel frattempo era ancora a testa in giù si avvicinò al suolo, lasciò andare le gambe che aveva intrecciato e rimase appeso solo con una mano aspettò ancora un attimo e si buttò al suolo, atterrando con un agile capriola. Scombussolato e con qualche filo di erba di troppo si alzò e agitò il pugno che conteneva il boccino. Lo stadio rispose con un boato, il ruggito del cappello di Luna spiccò sopra gli altri suoni. I suoi compagni di squadra atterrarono vicino a lui festeggiandolo
- Grande Harry! -
Angelina lo abbracciò
- Grande è riduttivo Angelina! -
dissero insieme i Gemelli Weasley sorridendo
- Grazie amico...-
gli disse un abbattuto Ron
- Harry James Potter! -
Harry si voltò verso la voce che lo aveva chiamato
- Son dolori fratello! -
gli disse George guardando Hermione che veniva verso di loro con la bacchetta in mano
- Io vado a chiamare Madama Chips...o a prendere i pop-corn. Non saprei -
aggiunse Fred combattuto. Harry degluttì, gli occhi di Hermione dardeggiavano verso di lui
- Sbaglio...o proprio non puoi fare a meno di metterti in situazioni pericolose?! -
sibilò Hermione
- Beh ecco...Io...vedi e-era tutto sotto controllo -
balbettò Harry incerto se avere paura della bacchetta che puntava sul suo petto oppure degli occhi della ragazza che mandavano lampi oro letali
- Tutto sotto controllo? Ma sei pazzo o cosa?! Harry potevi farti male...io...io ero...ero in pensiero per te! Sei...un...cretino! -
esclamò Hermione scandendo ogni parola con un pugno sul petto. Harry notò che la ragazza aveva gli occhi lucidi e l’abbracciò
- Hermione...ahia! Smettila ti prego, se non mi sono fatto male prima me ne farai tu adesso! -
esclamò con una mezza risata il ragazzo
- Hermione, se c’è una sola cosa nella vita che so per certo di fare bene, è volare. Non ti devi preoccupare per me...E poi avevo questo no? -
aggiunse indicando il piccolo boccino appeso sulla sua scopa. La ragazza lo guardò abbozzando un sorriso
- Hai ragione...ma non farmi più preoccupare d’accordo scemo?! -
Hermione gli tirò un ultimo pugno più affettuoso
- Solo se prometti che la smetti con questi pugni! -
La squadra attorno a loro rise.

Nel frattempo anche i Serpeverde erano atterrati
- Ehi Potter, sei riuscito a salvare il tuo amichetto eh?! -
disse sprezzante Malfoy
- Ti sono piaciuti i miei versi? Non è stato difficile trovare delle rime adatte ai Weasley -
aggiunse. Fred e George scattarono ma furono trattenuti, Harry teneva Fred
-...Tu che ci sei stato da loro. È vero che vivono in un bidone? E la madre è davvero così grassa? Oh ma a te piace non è vero? Beh di certo non avere una madre non ti ha aiutat...-
fu la goccia che fece traboccare il vaso, Harry lasciò Fred e si lanciarono entrambi contro Malfoy, che fece appena in tempo a pararsi la faccia prima di venire preso a pugni dai due ragazzi, Harry riuscì a centrare con la mano con cui teneva il boccino la mascella del biondo Serpeverde
- Relascio! Vergognatevi, in due contro uno! -
era intervenuta la McGranitt dividendo i ragazzi
- Potter, Weasley! Nel mio ufficio, subito -
il suo sguardo sembrava incenerire. Fred e Harry si avviarono verso il castello senza dire una parola. Harry aveva ancora il sangue nelle tempie che pulsava come un martello pneumatico.

- Spiegatevi! -
esordì la direttrice di Grifondoro sbattendosi alle spalle la porta dell’ufficio
- Malfoy ci ha provocato, ha insultato la Signora Weasley e...-
disse Harry,  ma non riuscì a finire la frase
- E la mamma di Harry -
concluse Fred
- Ma certo che vi ha provocato, aveva perso! Ma cosa vi è saltato in mente...cinquanta punti a testa verranno tolti a Grifondoro, per la punizione non sono io a decidere...-
disse la McGranitt serrando le labbra
- E allora ch...-
stava per chiedere Fred. La porta si aprì lascinado entrare la Umbridge con un sorrisetto piuttosto compiaciuto
- Ah! Ecco qui i due delinquenti. Bene, cosa ne faccio di voi due? -
sembrava aspettarsi una risposta, una risposta che sarebbe arrivata quando l’inferno avrebbe gelato*
- Io direi che una bella squalifica a tempo indeterminato dal gioco del quidditch sia la soluzione adatta non trovate? -
aggiunse radiosa
- Squalifica? -
mormorò Harry
- A tempo indeterminato? -
balbettò Fred. La Umbridge gli sorrise leziosa
- Si signor Weasley, e per precauzione direi che la squalifica vada estesa anche al Signorino George Weasley, visto che se non fosse stato trattenuto si sarebbe accanito anche lui contro il Signor Malfoy -
La McGranitt la guardava incredula. I due ragazzi non avevano parole
- Beh, le vostre scope sono sequestrate. Buona giornata! -
esclamò sorridendo e uscendo dall’ufficio.

- Squalificati?! -
esclamò Angelina in sala comune
- A tempo indeterminato? -
boccheggiò Ron
- Metà squadra squalificata...Come facciamo adesso? Se mi cerca qualcuno vado ad affogarmi nella doccia -
disse il capitano della squadra allontanandosi.

 Harry uscì nel parco. Era una bella giornata, fredda ma con un tiepido sole che scaldava. Se non fosse stato così giù di morale avrebbe apprezzato a pieno questo piccolo anticipo di primavera
- Avevi mai fatto a pugni? -
gli chiese una voce fin troppo familiare
- No. Di solito ero quello a cui li davano -
rispose senza voltarsi, poco dopo si sentì cingere la vita. Un fresco profumo arrivò portato dal vento e dalla vicinanza. Muschio bianco? Doveva informarsi.
- Allora come prima volta non è andata male no? -
i capelli di Hermione gli solleticavano il collo
- Come ti senti? -
aggiunse vedendo che il ragazzo non parlava
- Uno schifo. Ho sempre detestato Malfoy, ma non credevo che sarei mai arrivato a picchiarlo...-

I'm just a bastard child, don't let it go to your head.
I'm just a waste of your time, maybe I'm better off dead…

They turn us loose in the night, a fucking Jekyll and Hyde.
We'll have the time of our lives although we're dying inside.


- Mi sento come il Dottor Jekyll e Mr. Hyde** Hermione! Cerco di comportarmi bene e poi esce fuori il bastardo che sono -
sputò fuori il ragazzo
- Harry il mondo non è diviso in bene e male, in bianco e nero. Tutti noi abbiamo delle sfumature del nostro carattere, sono quelle che alla fine caratterizzano una persona e che ce la fanno piacere o disprezzare. Harry tu sei forse una delle persone più calme e dolci di questo mondo, hai subito talmente tanto nella tua vita eppure ti mantieni calmo e vai avanti. Pensa anche a questo. Ogni tanto uno sfogo è normale -***
Harry si voltò e incrociò lo sguardo di Hermione. Il suo sguardo calmo rifletteva la luce del sole riempiendo d’oro le iridi nocciola.
Si baciarono come mai avevano fatto prima. Passione e tenerezza si mescolarono in un unione perfetta.

Si staccarono e si sorrisero. Hermione diede un pugno sul braccio a Harry
- Ancora?! Questo per che cos’era?! -
chiese risentito il ragazzo
- Non farmi preoccupare mai più come oggi! -
Si avviarono al castello mano nella mano, ridendo.


*Uno dei luoghi comuni più diffusi vede l’inferno raffigurato con fiamme, zolfo e fumi tossici. Nella sua Divina Commedia Dante rappresenta Lucifero bloccato in uno strato di ghiaccio (alternative info time)
**Di Robert Louis Stevenson, un classico della letteratura inglese e non. Se amate i grandi classici ve lo consiglio
***Rivisitazione della citazione di Sirius a Harry nel quinto libro



EHILÀ SPETTINATI!!!
Da quanto tempo eh? Una settimana (se non erro). Dovete scusarmi ma ho avuto una leggera alterazione per qualche giorno e da quanto ho appreso da due anni a questa parte, febbre e diabete entrano in conflitto. Difatti mi si sballano i valori della glicemia (partono le inca**ature, rodimenti di c**o, intercalari messi qua e là e tutto va a farsi benedire), ma non vi preoccupate anche se poco scrivevo ogni giorno in cerca di spunti e argomenti e sicuramente gli altri capitoli arriveranno prima. Difatti eccoci qui con l’ottavo capitolo, capitolo spero (come sempre) fluido e stimolante...
La canzone di quest’oggi è ‘Natives’ una canzone che mi ha colpito fin da quando ho sentito per la prima volta il disco.
Come sempre ringrazio tutti voi che state seguendo questa storia (il primo capitolo ha qualcosa come 250 visite, dovrei essere contento secondo voi?...domanda retorica, ovvio che sono felice!!!)
Un bacione e un saluto spettinante a:

-Cateloveschocolate
-DarkBlu
-Feniceargento
-Judith Potter
-Kamura86
-Auron_san
-Malandrina
-Natsumi Raimon
-Leti_luke

Ciao spettinatissimi,
James

P.s: TEMPESTE SPETTINANTI!!!

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Capitolo 9
*** Imprevisti ***


“From your lips, the word’s a robbery,
do you grin inside? you’re killing me.
All along we talked of forever,
I kinda think that we won’t get better
it’s the longest start, the end’s not too far away…

Did you know? I’m here to stay.”

- Signor Potter? Potrebbe degnarci della sua attenzione cortesemente? -
chiese la McGranitt.
Stava scarabocchiando distrattamente quelle parole su un pezzo di pergamena
- Eh? Si, mi scusi Professoressa -
alzò lo sguardo sulla classe di Trasfigurazione, la McGranitt continuò a spiegare
- E ricordate gli incantesimi Evanescenti saranno molto probabilmente nel vostro G.U.F.O quindi...-
Harry passò il foglietto a Hermione, la ragazza sorrise e scrisse qualcosa dietro. “Il video di questa canzone è stupendo, lo hai visto?” Harry la guardò “Secondo te i Dursley mi lasciano guardare la televisione? Già è tanto se sono riuscito a comprare il cd!” scrisse in risposta. Hermione sorrise triste e continuò a seguire la lezione.
Poco prima della fine della lezione un altro pezzetto di pergamena arrivò fluttuando da Harry,
“Quest’estate ho casa libera per qualche giorno. Se vuoi puoi venire...prometto che un po’ di televisione te la faccio vedere” Harry lesse ridendo in silenzio e guardò la ragazza che non riusciva a nascondere completamente il leggero rossore che le era salito sulle guancie
- Simpatica...-
aricolò in silenzio, fece un gran sorriso in direzione di Hermione.
Forse non sarebbe stata un estate così malvagia.

Uscirono dall’aula esausti, gli alunni si sparpagliarono per il castello
- Io vado agli allenamenti -
disse Ron
- Siete riusciti a trovare dei sostituti dunque! Chi sono? -
chiese Harry
- Ehm...Ginny, Slope e Robbins -
mormorò cauto il rosso
- Ginny?! -
esclamarono Harry e Hermione insieme
- Si non è male, ha preso il tuo posto come cercatore. Anche se ovviamente non è alla tua altezza -
si affrettò ad aggiungere Ron guardando Harry
- No, si...fammi sapere come va -
mormorò distratto salutando l’amico
- Ginny? Ma quando ha imparato a giocare a quidditch? -
chiese più a se stesso che ad altri mentre camminavano verso la sala comune
- Ha imparato giocando di nascosto alla tana -
gli rispose Hermione
- Ah! Adesso si spiega...-
disse fissando il fantasma di Nick Quasi-senza-testa che parlava con la Dama Grigia.

- Giuro, se non mi ammazzeranno i compiti quest’anno lo farò io gettandomi dalla torre di Astronomia! -
esclamò Ron accartocciando una mappa stellare della cintura di Orione
- Non capisco come faccia Hermione. Segue più corsi di noi, fa i turni da prefetto eppure ha già finito tutto -
disse Harry cercando di ricordare le stelle che componevano la cintura
- Amico ci stai anche insieme, se non lo sai tu...-
- Il suo è un oscuro segreto, devo riuscire a capir...-
Harry non riuscì a finire la frase, perché ricevette un buffetto dietro la testa
- Piantatela voi due. Non è difficile, basta applicarsi e studiare. Avete finito? -
disse Hermione arrivando da dietro
- Non ancora...-
sbuffò Ron. Hermione si sedette affianco a Harry, tirò fuori un libro e cominciò a leggere
- Hai anche il tempo per leggere?! Hai ancora la gira-tempo vero? A noi puoi dirlo! -
esclamò Harry
- Si come no...-
sbuffò Hermione ridendo.

La lezione di Divinazione stava sfociando nella solita sonnolenza, Harry e Ron stavano con le mani appoggiate sul mento cercando di resistere al richiamo di Morfeo. Harry chiuse per un attimo gli occhi e si ritrovò in un lungo corridoio con una porta che si intravedeva in fondo, mancava poco alla maniglia. Questione di attimi e...
- Harry! Non lascermi in balia delle chiacchere della Cooman -
sussurrò Ron lanciandogli una gomitata. Il ragazzo si riscosse, aveva già visto quella porta da qualche parte, ma dove?

- Un lungo corridoio con una porta in fondo...E dici di averlo già visto -
disse Hermione
- Esatto -
confermò Harry
- Sei sicuro che non fa parte del castello? -
chiese la ragazza
- Beh, non mi pare. Non c’era pietra o altro, erano mattonelle scure e una porta che non sembrava nessuna di quelle che ho visto qui a Hogwarts -
rispose il ragazzo riflettendo
- Mmm...Harry, sei sicuro che non sia una specie di visione di Voldemort? Non sarebbe la prima volta...dovresti parlarne con Silente -
si leggeva la preoccupazione nel volto di Hermione
- Credo che tu abbia ragione...anche se non è semplice parlare con Silente di questi tempi -
rispose mesto Harry
- Io ho sempre ragione -
rispose compiaciuta Hermione
- La mia so-tutto-io...-
ridacchiò il ragazzo baciandola.

- Mi dispiace Potter, il Preside non è presente in questo momento. Qualsiasi cosa ti serva se è urgente puoi chiedere a me -
disse la McGranitt sistemando delle carte sulla sua scrivania
- Grazie Professoressa, ma credo che posso aspettare. Buona giornata -
rispose mestamente Harry
- Buona giornata Potter -

- Silente non c’è?! -
esclamò Ron
- Probabilmente è in missione per l’ordine. Dovrai aspettare che torni...Ehi voi! Smettetela subito o vi metto in punizione! -
sentenziò Hermione mentre sgridava due alunni del primo che bisticciavano nella sala comune
- Ci dovrà pur essere qualcun altro a cui chiedere consigl...Tartufo! -
disse battendosi la mano sulla fronte Harry
- Come ho fatto a non pensarci?! -
aggiunse
- Tartufo? E come pensi di parlarci, visto che i camini sono controllati e le lettere intercettate? -
chiese la ragazza
- Il camino della Umbridge! Ci scommetto la mano che il suo non è controllato -
disse Ron
- Bravo Ron! E come ci entra Harry nell’ufficio della Umbridge? -
sussurò ai due ragazzi. Harry e Ron si guardarono, ecco il primo dei tanti problemi
- Per caso vi serve un diversivo? -
Fred infilò la testa tra Harry e Hermione
- Non abbiamo fatto a meno di sentire. Volete entrare nell’ufficio della Umbridge? Noi vi possiamo offrire un diversivo. Dovete solo darci un paio di giorni per organizzarci -
George spuntò affianco al gemello
- Che avete in mente voi due? -
chiese sospettoso Harry
- Tu lascia fare a due esperti giovane Harry. Facci solo sapere quando dobbiamo agire -
i due Weasley si allontanarono
- Dovremmo preoccuparci? -
chiese Ron ai due amici. Harry e Hermione alzarono le spalle sconsolati.

I giorni passarono lenti, Harry rifletteva su come entrare nell’ufficio della Umbridge. Si era ricordato del coltello regalatogli da Sirius un anno prima, il coltello in questione poteva aprire ogni serratura. Ora doveva solo dirlo ai gemelli per progettare il piano
- Expecto Patronum! -
esclamò Hermione accanto a lui. I ragazzi che si trovavano nella stanza delle necessità la guardarono stupefatti, una piccola lontra d’argento usci dalla sua bacchetta e si mosse con grazia nell’aria. Il ragazzo sorrise
- Ecco ragazzi, questo è un patronus corporeo! Complimenti Hermione -
disse sorridendo, i ragazzi ripresero ad esercitarsi. Luna e un paio di studenti riuscirono anche loro ad evocare un patronus, Harry era molto soddisfatto
- Bravi ragazzi, anche se evocare un patronus davanti ad un dissennatore è tutt’altra cosa...-
- Eddai Harry! Non rovinarci la festa -
disse Luna guardando il suo cigno
- Bene, direi che per oggi può bast...-
stava cominciando a dire Harry quando la porta della stanza si aprì e Dobby entrò di corsa
- Dobby? -
- Harry Potter, signore, deve uscire dalla stanza delle necessità! -
- Cosa? Spiegati meglio -
- Non c’è tempo Harry Potter, lei sta arrivando! -
l’elfo domestico si stava tormentando le orecchie, probabilmente non sarebbe dovuto trovare là
- ‘Lei’? La Umbridge?! Come ha fatto...vecchia rospa maledetta! -
Harry guardò i compagni che erano rimasti incantati
- Forza muovetevi! Uscite subito da qui! -
esclamò
- Dobby, tu torna nelle cucine. Se lei ti chiede se sei venuto qui tu nega. E non punirti -
aggiunse
- Grazie Harry Potter! -
l’elfo si unì ai ragazzi che uscivano dalla stanza
- Andiamo Harry! -
Hermione prese per mano il ragazzo, Ron li precedette nell’uscire. Stavano girando l’angolo del corridoio quando vennero placcati
- Bene, bene Potter. Alla fine ci si rivede -
ghignò Malfoy
- E c’è anche la sporca mezzosangue...-
aggiunse
- Non ti azzardare brutto stro...-
scattò Harry
- Non sei nelle condizioni di poter trattare Potter. Questa volta sei finito parecchio fuori dalle regole non credi? Qui Professoressa! Abbiamo preso Potter e la Granger! -
urlò Malfoy puntando la bacchetta sul petto di Harry. Ron che era rimasto qualche passo indietro nell’ombra intercettò lo sguardo dell’amico e vedendo il rapido cenno di diniego si ritrasse e lentamente tornò indietro
- Bravissimo Draco! -
ansimò la Umbridge arrivando di corsa
- Sono finiti i giochi! -
esclamò gioiosa.

La porta dell’ufficio del Preside si aprì, Silente guardò i nuovi arrivati
- Aaaah Caramell, Dawlish, Shacklebot, Weasley! Che piacere, ed ecco arrivare Dolores con Harry e la signorina Granger -
annunciò sorridendo gentilmente
- A che devo il piacere di questa tarda visita? -
aggiunse unendo la punta delle dita vicino al naso adunco e scrutandoli
- Dolores, vuoi fare tu gli onori? -
disse Caramell
- Si Ministro. Come ben sa, da mesi ho il sospetto che un gruppo di Difesa contro le Arti Oscure cladestino si stia esercitando illegalmente alle spalle del Ministero, e oggi grazie ad una soffiata siamo riusciti a catturare alcuni membri di tale gruppo -
annunciò con la sua vocina da bimbetta la Umbridge. Nel frattempo arrivò anche la McGranitt
- Abbiamo ispezionato la stanza dove si riunivano e abbiamo trovato questa -
La Umbridge posò la pergamena con i nomi dei ragazzi sul tavolo di Silente. Il preside osservò il foglio
- Ebbene? -
chiese educatamente
- Ebbene?! Ebbene tale gruppo è contro le leggi e il decreto del ministero! Potter e i suoi amici sono dei criminali!!! -
la voce della Umbridge era stridula
- Ma osservando la data su questa pergamena si deduce che il gruppo si è formato prima del suo decreto -
gli occhi azzurri di Silente brillavano. Sia Caramell che la Umbridge erano ammutoliti
- Non importa! Anche se era legale prima del decreto il gruppo lo è diventato dopo tale -
esclamò trionfante il Ministro
- Solo se il gruppo ha avuto incontri dopo di esso. Puoi mostrarmi che è così Cornelius? -
La Umbridge si intromise
- Ah, ma mio caro Silente. Io ho le prove...Venga signorina Edgecombe! -
nella stanza entrò una delle amiche di Cho, Harry prese nota di non rivolgere mai più la parola alla Corvonero. Quando entrò nel cerchio di luce tutti i presenti indietreggiarono, sul volto della ragazza erano apparse delle pustole che componevano la parola ‘SPIA’, Caramell per poco non bruciò il suo mantello finendo nel camino
- Santo cielo! Che le è successo? -
chise calpestandosi l’orlo del mantello
- Non so, stava dicendomi di tale gruppo quando deve essersi attivato un incantesimo. Da allora non ha più voluto parlare -
la Umbridge era spazientita. Harry guardò Hermione
- Ti adoro! -
gli sillabò in silenzio, la ragazza sorrise compiaciuta.
- Resta il fatto che Harry Potter e i suoi amichetti devono essere puniti! -
esclamò il Ministro
- Non vedo il perché Cornelius -
disse affabile Silente. Il ministro era sbalordito
- Perché abbiamo le prove che Har...-
- Hai visto il nome sopra la pergamena? -
- Esercito di Silent...Tu?! -
 - Io -
rispose compiaciuto l’anziano mago
- Ho chiesto a Harry di organizzare tutto, oggi era la prima riunione e...-
- No Professore! -
scattò Harry
- Fa silenzio Harry -
Tutti ora guardavano il Preside che sorrideva gentile
- Hai preso nota Weasley? -
chiese Caramell
- Tutto. Parola per parola! -
esclamò Percy
- Beh Silente ora se vuoi seguirci noi ti...-
cominciò a dire
- Vedo che speri nella convinzione che io ti segua, come si dice, senza fare resistenza. Sai che non posso, ho cose ben più importanti a cui pensare che uscire da Azkban in cinque minuti -
Caramell lo guardò stupefatto
- Prendetelo! -
L’anziano mago alzò le mani sopra di sé. Un lampo rosso fuoco esplose attorno a loro accecandoli per un momento, quando riaprirono gli occhi Silente non c’era più
- Dove è andato?! Dannazione! -
Caramell era furioso, sbraitava e stava assumendo un colore che faceva invidia a Vernon Dursley
Kingsley parlò con la sua voce profonda
- Beh Ministro. Può dire quello che vuole su Silente...ma deve ammettere che ha stile -

Camminavano per i corridoi, era mezzanotte passata. Arrivarono in uno dei tanti cortiletti della scuola
- Secondo voi dove è andato Silente? -
chiese Ron da sotto il mantello dell’invisibilità
- In qualche nascondiglio dell’ordine, probabilmente -
gli rispose Hermione
- Cosa ci facciamo qui Harry? -
aggiunse
- Dobbiamo incontrare un paio di persone -
rispose enigmatico il ragazzo
- Eccoli -
disse indicando davanti a sé e levando il mantello. Dall’ombra uscirono due ragazzi, stesso sorriso, stessa camminata...stessi capelli rosso fuoco
- Era ora Harry! -
dissero all’unisono Fred e George
- Scusate il ritardo. Bene, siete pronti? -
chiese Harry
- Ma che dia...-
mormorò Ron confuso
- Certo che si! A Quando? -
esclamò entusiasto Fred
- Dopo domani, ce la fate? -
- Ovvio -
- Qualcuno può spiegarmi che succede? -
chiese spazientita Hermione
- È semplice Granger...-
disse George
-...Si entra nell’ufficio della vecchiaccia...-
a Fred brillavano gli occhi
-...Dopo domani. -
terminò risoluto Harry. Nei suoi occhi smeraldo ardeva il fuoco della determinazione.



SPETTINATIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!

Oplà ragazzi, nono capitolo! (Vi chiederete, giustamente...Ma come già finito?) Mi dispiace per la scarsa lunghezza di questo capitolo ma Venerdì/Sabato/Domenica non sarò presente al computer e volevo portarvi un capitoletto fresco fresco (di giornata! Solo un eur...ok basta) prima di allora.
 Spero che nonostante tutto il risvolto della storia vi stia piacendo (si prospetta un estate niente male per la coppietta eh?!) anche se questo capitolo potrebbe risultare un po’ scialbo, ma ripeto era solo per non lasciarvi senza niente da leggere (ca**o dico, ci sono miliardi di ff migliori su questo sito).
Ah! Vorrei dedicare le parti in cui compare la simpatica Dolores Jeane (Jane?! Non ricordo o_o) Umbridge a Natsumi Raimon (che so per certo adorare tale personaggio *sorriso spettinante*)

La canzone di questo capitolo è ‘After Midnight’ (Blink-182, come sempre)

Ripeto. Mi dispiace ancora per questo corto capitolo, ma vi prometto che i prossimi saranno all’altezza dell’ottavo (gran successone!!!)
Come sempre ringrazio voi, o adorabili e immensamente spettinati che con pazienza leggete, seguite e recensite:

-Cateloveschocolate
-DarkBlu
-Feniceargento
-Judith Potter
-Kamura86
-Auron_san
-Malandrina
-Natsumi Raimon
-Leti_luke
-Lyls
-Shike
-Angy Riddle Malfoy
-EFio 2000
-Serpeorogrifonverde

Un saluto spettinato,
James

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Capitolo 10
*** Irruzione ***


- Vorrei che riconsiderassi la tua idea Harry -
disse Hermione mentre camminavano verso la sala grande
- Ne abbiamo già discusso in mattinata. Devo parlare con Sirius, devo dirgli di questa porta che continuo a sognare. Così se ne avrà l’occasione potrà dirlo a Silente. E poi guarda, ti sembra giusto?! -
esclamò Harry prendendo il giornale che la ragazza teneva nella borsa. In prima pagina c’era la foto della Umbridge e a grandi lettere si leggeva: “Dolores Jane Umbridge, sottosegretario anziano del Ministero e Supremo Inquisitore di Hogwarts è stata scelta come Preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts da Cornelius Caramell in persona.
Si guardarono
- Va bene, ma io vengo con te -
lo sguardo della ragazza era fermo
- Esiste qualche frase che io possa dire per farti cambiare idea? -
- No -
- Perfetto! È deciso allora -
disse sorridendo Harry.

- Dopo la fine delle lezioni pomeridiane, nell’ala est. È dalla parte opposta rispetto al suo ufficio. Ti garantiamo...dieci minuti? -
disse Fred, George annuì. I tre ragazzi confabulavano nel cortile
- Allora a domani! -
esclamò Harry
- A domani! -
sorrisero i gemelli.

Il caminetto scopiettava allegro, la sala comune di Grifondoro era ricoperta dal vociare degli studenti. Harry stava finendo un tema di pozioni mentre Ron imprecava contro degli esercizi di trasfigurazione
- Non è così il movimento Ron. È più un movimento circolare e una leggera stoccata -
precisò Hermione osservando cosa aveva scritto l’amico
- Io ci rinuncio. Finisco domani mattina. Notte ragazzi -
disse sbadigliando il rosso
- Notte -
dissero insieme Harry e Hermione. Ron salì le scale del dormitorio. La sala comune si andava svuotando, anche se Fred e George tenevano ancora banco
- Vuoi una mano? -
chiese la ragazza
- Hermione...come farei senza di te? -
chiese grato Harry
- Non lo so. Saresti spacciato -
sorrise Hermione sedendosi sulle ginocchia di Harry. Il ragazzo chiuse gli occhi e poggiò la fronte sulla schiena della ragazza, inspirando profondamente il suo profumo. Il suo respiro si fece sempre più lento e calmo.
Scivolava attraverso il corridoio, i suoi passi echeggiavano tra le pareti e la porta si avvicinava sempre di più, allungò la mano per aprirla...
Si svegliò di soprassalto quando un ciocco di legnò si spezzò nel fuoco
- Tutto bene? -
chiese preoccupata Hermione che si era spostata sul divanetto
- La solita porta...-
mugugnò Harry passandosi una mano sul volto. Ormai la sala comune era vuota, Harry si alzo stiracchiandosi e sedendosi accanto a Hermione
- Rimani qui con me stasera Herm -
chiese d’impulso
- C-come? -
balbettò la ragazza. Harry si allungò sul divano e con il dito fece cenno di avvicinarsi. I capelli castani di lei gli sfioravano il volto solleticandolo e nascondendolo dal resto del mondo. Gli occhi nocciola riempivano la sua visuale
- Sei bellissima Hermione -
disse sorridendo il ragazzo. Hermione arrossì leggermente e lo baciò, dopo di che si accoccolò accanto a lui poggiando la testa al suo petto e chiudendo gli occhi. Felice come non capitava da tempo.
Si addormentarono mano nella mano, lei con la testa sul petto di lui.

La McGranitt entrò nella sala comune di Grifondoro di prima mattina per appendere alcuni messaggi nella bacheca, quando si girò per andarsene con la coda dell’occhio scorse due sagome sul divano. Strizzando gli occhi nella penombra vide i due prefetti di Grifondoro addormentati su un divanetto. Sorrise e in punta di piedi uscì dalla torre di Grifondoro.

Controllò per l’ennesima volta se aveva messo il mantello dell’invisibilità nella borsa, mancavano pochi minuti alla fine delle lezioni ormai
- Rilassati sembra che hai degli spasmi -
gli disse Ron.
Quando suonò la campanella scattarono fuori in corridoio e si avviarono in direzione dell’ufficio della Umbridge, a metà strada si unì a loro Hermione. Erano quasi arrivati quando sentirono un esplosione in lontananza nel castello
- Sono loro? -
chiese preoccupata Hermione
- O loro o è uscito un Basilisco dalle tubature -
disse Harry guardando l’orologio. Dopo pochi secondi passò correndo la Umbridge senza neanche vederli
- Bene. Ron tu resta qua e se la vedi ritornare prima del previsto vieni ad avvisarci. Andiamo Hermione -
Harry gettò su di se e Hermione il mantello
- Dieci minuti -
gli ricordò Ron. I due ragazzi si avvicinarono alla porta dell’ufficio dell’Inquisitore Supremo, Harry estrasse il coltello che aveva ricevuto in dono da Sirius, lo mosse su e giu nella serratura e quella scattò.
Il ragazzo si tolse il mantello e si avvicinò al camino in cerca della polvere volante, trovato il barattolo ne prese una manciata che subito buttò nel camino. Fiamme verde smeraldo si accesero
- Sai come fare? -
chiese Hermione che era rimasta sotto al mantello
- Ho una mezza idea...-
Harry si inginocchiò e infilò la testa tra le fiamme
- Grimmauld Place n°12! -
esclamò. La testa presere a girare mentre le sue ginocchia rimasero ben salde sul pavimento, quando si fermò riconobbe la cucina dell’Ordine. Una figura era seduta abbandonata sulla sedia
- Sirius? -
domandò
- Harry?! Che ci fai qui? -
chiese Lupin alzandosi
- Devo parlare con Sirius. Non ho molto tempo -
- Te lo chiamo subito -
Lupin si girò e si avviò verso il corridoio. Torno dopo pochi minuti con Sirius
- Harry! Che ci fai qui? -
chiese sorpreso il padrino
- Devo parlarti, come ho detto non ho molto tempo -
Harry raccontò a Sirius e Remus i suoi sogni con il corridoio e la porta. I due ex-malandrini si guardarono per un attimo
- Sei sicuro di quello che hai visto? -
il volto di Lupin era preoccupato
- Beh...si, ma perché è importante? -
chiese Harry
- Ecco...-
- No, ma non ti preoccupare. Se Silente si dovesse far vedere gli riferiremo tutto -
lo interruppe Sirius
- Mi state nascondendo qualcosa? Remus, Sirius. Se è importante devo saper...-
cercò di dire Harry ma si sentì tirare la spalla, la testa riprese a girare e quando si fermò si ritrovò di nuovo nell’ufficio della Umbridge
- Che succed...-
provò a dire
- Shhh! -
Hermione gli gettò addosso il mantello, fuori dalla porta si sentirono dei passi. La portà si spalancò e un Gazza piuttosto agitato entrò, rovistò tra delle pergamene e finalmente trovò quello per cui era venuto
- Decreto didattico n°36: Punizioni corporali. Ah-ah adesso vedranno quei due! -
esclamò baciando una pergamena e uscendo
- Direi che possiamo andare. I dieci minuti sono quasi finiti -
sussurrò la ragazza. I due uscirono e all’angolo del corridoio si tolsero il mantello
- Ron perché non ci hai avvertito di Gazza! -
disse Harry
- Non avevo idea che dovesse entrare nell’ufficio della rospa -
esclamò il rosso
- Andiamo, non facciamoci trovare qua -
disse Hermione.

- Perché mi hai interrotto Sirius? -
chiese Lupin
- Non fa parte dell’ordine Remus, sarebbe stata solo una preoccupazione in più per lui -
spiegò calmo Sirius
- Si, ma lui sta sognando quella porta. Potevamo avvertirlo, almeno quello...-
la faccia di Lupin era preoccupata
- Remus, sono passati quasi vent’anni e ancora sei la nostra mamma -
esclamò Sirius con la sua risata canina
- Ma piantala! -

Mentre camminavano videro che il flusso di studenti si dirigeva verso l’ala est. Un piccolo capannello di persone si era formato attorno a tre persone. I gemelli Weasley fronteggiavano la Umbridge
- Bene, bene. I due Weasley, cosa avete da dire in vostra discolpa? -
chiese la Umbridge sorridendo
- In nostra discolpa?! -
domando perplesso Fred
- Quale discolpa? Questo casino è tutta colpa nostra! -
esclamò indignato George
- Eccolo Professoressa, il decreto didattico sulle punizioni corporali! -
ansimò Gazza arrivando di corsa
- Bene, anche se credo che per questi due ci voglia qualcosa di più di qualche punizione. Voi due siet...-
ghignò la strega del Ministero
- Sai Fred, credo che sia ora di concludere qui la nostra carriera scolastica -
la interuppe George
- Sono d’accordo con te fratello. Dolores lasciaci dire due parole -
disse Fred
- Studenti! Abbiamo passato sei anni magnifici qui dentro. Abbiamo incontrato gente fantastica...-
aggiunse
- Abbiamo contribuito a movimentare questa scuola. Che più che una scuola per noi e per voi è diventata una seconda casa...-
continuò George
- In onore dell’unico e vero Preside di questa scuola: Albus Silente! Rendete la vita di questa donna un inferno! -
- Come osate! -
strillò la Umbridge
- Dolores non rammaricarti...-
rise Fred estraendo la bacchetta
- Accio scope! -
Si sentì un boato e dal corridoio arrivarono trascinando con se due blocchi di pietra le scope di Fred e George. I due ci montarono sopra
- Ricordate: Tiri Vispi Weasley: Diagon Alley, 48. Sconto per tutti quelli che useranno i nostri prodotti per usarli contro di lei -
disse George indicando la Umbridge. Schizzarono fuori dalle finestre salutati dagli applausi degli studenti (e anche qualche Professore). Mentre sparivano nel cielo turchese, alle loro spalle esplose un gigantesco fuoco d’artificio che formò due W giganti e le parole:

“ Do you wanna let go?
Do you wanna this time?
I hope you wanna let go.
Cause this is home. ”


- Questa è la volta buona che mamma mi uccide -
annunciò tetro Ron.

Si parlò per giorni della fuga dei Weasley, sicuramente sarebbe diventata una leggenda a breve.
Le parole dei due gemelli furono prese alla lettera e la Umbridge passò la sua prima settimana da neo-preside correndo di qua e di la punendo i ragazzi che avevano deciso di prendere il posto dei due gemelli come combina disastri.

- Fa quasi pena non trovate? -
disse sorridendo Ron mentre osservava la Umbridge che correva con l’orlo del golfino in fiamme
- Mi chiedo dove abbiano trovato i soldi Fred e George per affittare un locale a Diagon Alley -
mormorò sovrappensiero Hermione
- Si è strano. Quest’estate mi hanno anche regalato dei vestiti nuovi -
aggiunse Ron
- Ehm...ecco -
iniziò Harry
- Alla fine dell’anno scorso ho dato i soldi della vincita del torneo tremaghi a Fred e George. Non li volevo e li ho dati a loro -
terminò il ragazzo
- Sia ringraziato il cielo! La mia ora non è ancora giunta. Posso dirlo a mia madre? -
esclamò il rosso
- Si, credo sia meglio che credere che abbiano preso quei soldi in modo illegale -
disse Harry. Ron si allontanò per scrivere la lettera alla signora Weasley.
Hermione guardò Harry
- Herm, non mi guardare così. Non ci avrei fatto nulla con quei soldi. Ho provato a darli ai signori Diggory ma non li hanno voluti. Alla fine meglio così no? Almeno serviranno per qualcosa di utile, visto i tempi che corrono. Un po’ di risate saranno indispensabili -
disse guardando la ragazza
- Oh Harry -
Hermione scosse la testa sorridendo.

I giorni passavano lenti, senza l’ES e gli allenamenti di quidditch adesso Harry riusciva a stare dietro ai compiti. Il che si traduceva in tempo extra da poter passare con Hermione.
Camminavano per il parco, la giornata era limpida e fresca. La primavera era ormai alle porte.
Harry camminava distratto e ogni tanto getteva uno sguardo al campo da quidditch dove si intravedevano delle sagome volare
- Ti manca molto vero? -
chiese Hermione intuendo dove erano diretti i pensieri del ragazzo
- Abbastanza -
disse Harry sorridendo tristemente.

Si sedettero ai piedi di un albero, vicino alla riva del lago. Hermione poggiò la testa sulla spalla di Harry
- Hermione cosa vorresti fare dopo la scuola? -
chiese il ragazzo
- Non saprei. Vorrei fare qualcosa di utile...ad esempio la guaritrice. Tu? -
Il ragazzo riflettè. L’anno scorso un mangiamorte travestito da professore gli aveva detto che poteva diventare Auror al Ministero, e da allora aveva quella idea che gli frullava in testa.
- Diventare Auror non sarebbe male -
rispose Harry
- Auror? Come Tonks. Non è un percorso facile da seguire -
- Lo so. A te non piacerebbe Herm? -
- Mmm...-
- Le capacità le hai tutte e lo sappiamo bene. Potremmo cercare di diventare Auror insieme non credi? -
disse Harry guardandola negli occhi
- Insieme? -
ripetè Hermione
- Insieme. -
confermò il ragazzo poggiando la fronte su quella di lei e sorridendo.



What’s uuuuuuuuup Spettinatiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!
Decimo capitolo. Una settimana esatta dopo il nono...I nostri tre spettinanti eroi ritornano. E lo fanno in grande stile con l’irruzione nell’ufficio della Rospaccia (neanche fossero incursori SEAL) e la fuga dei gemelli Weasley.
Precisiamo, adoro Fred e George. Sono i personaggi in cui mi rispecchio e rispecchiavo quando andavo al liceo (eeeh i bei tempi...saranno passati si e no 7 mesi da quando ho fatto la maturità O.o ahahah) e ho trovato difficile cercare di riprodurre il loro stile, lo stile tipicamente casinista con quella generosa dose di humor inglese che la Rowling ha dato a questi due fantastici personaggi (spero di essere riuscito in parte nell’intento).
La canzone che Gred e Forge lasciano nell’aria è ‘This is home’ - Blink 182.

E inoltre vogliate scusarmi, ma adoro finire il capitolo con Harry e Hermione che si confrontano in questi momenti di tenerezza unica. È più forte di me (non me ne vogliate a male) e spero sappiate perdonare la mia umile persona.
Come sempre ringrazio voi, che state: leggendo, recensendo, seguendo e preferendo questa storia.

Un saluto spettinante a:

-Cateloveschocolate
-DarkBlu
-Feniceargento
-Judith Potter
-Kamura86
-Auron_san
-Malandrina
-Natsumi Raimon
-Leti_luke
-Lyls
-Shike
-Angy Riddle Malfoy
-EFio 2000
-Serpeorogrifonverde
-Gareggiare

Ma quanti siete?! <3

Intercalari spettinanti,
James

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Capitolo 11
*** Esami ***


La primavera era ormai arrivata a Hogwarts, il pomeriggio si potevano trovare gli studenti che si godevano il sole primaverile nel parco.
Non proprio tutti però si godevano queste giornate, gli alunni del quinto e settimo anno erano alle prese con la fine delle lezioni e l’inizio dei ripassi rispettivamente per i G.U.F.O e i M.A.G.O, studenti che si barricavano in biblioteca o in sala comune e crisi di nervi erano all’ordine del giorno.

- Hermione possiamo tornare in sala comune per studiare? Sono tre ore siamo chiusi in biblioteca -
disse a bassa voce Harry
-...Cosa? Scusa non ti ho sentito -
mormorò distrattamente la ragazza alzando lo sguardo da un libro
- Ho detto se possiamo uscire da questo buco e dirigerci verso la nostra calda e accogliente sala comune -
ripetè il ragazzo. Si guardarono erano entrambi stremati, Ron li aveva lasciati parecchio prima per andare ad allenarsi.
Hermione sorrise stanca, si alzò per mettere a posto dei libri, scompigliò i capelli di Harry mentre questo sbadigliava
- Va bene andiamo -
disse prendendo la sua borsa. Si avviarono verso l’uscita
- Ah! Madama Pince, ho preso ‘Guida agli Incantesimi avanzati’ -
disse la ragazza rivolto alla bibliotecara
- Va bene cara. Quando vuoi riportalo -
Quando uscirono poterono parlare ad alta voce
- Scusa ma Madama Pince non ti ha segnato il libro che hai preso? -
chiese Harry
- Non lo fa mai -
rispose Hermione sistemandosi la borsa
- Cosa? E poi: riportalo quando vuoi? Il massimo è una settimana! -
- Harry, dopo cinque anni che frequento la biblioteca qualche vanteggio me lo sono guadagnata non credi? -
- Hai ragione. Mai sottovalutare la potenza della studentessa più brillante del decennio e prefetto di Grifondoro! -
esclamò Harry cingendogli la vita.

Si avvicinava la partita contro Tassorosso, Grifondoro era ancora dietro Serpeverde e questa partita era la loro penultima possibilità di recuperare qualche punto.
Harry, Ron e Hermione si incamminarono verso lo stadio la domenica della partita, il tempo era buono
- In bocca al lupo Ron! -
dissero i due ragazzi mentre si avvviarono per le gradinate
- Benvenuti a questa partita di Quidditch che vede Tassorosso contro Grifondoro. Le formazioni sono...-
la voce di Lee era piatta e monotona. La partenza dei gemelli Wealsley, nonché suoi migliori amici, lo aveva abbattuto.
Harry si sedette sconsolato osservando la squadra di Grifondoro che prendeva posizione, quando Madama Bumb fischiò Harry notò che la squadra era abbastanza organizzata e Ginny sembrava sapere cosa fare.

- Settanta a trenta per Grifondoro -
disse Lee
- Dai Ginny adesso prendi quel dannato boccino -
disse a denti stretti Harry osservando la chioma rosso fuoco dell’unica femmina di casa Weasley, nel frattempo scrutava il cielo in cerca del bagliore dorato della piccola pallina. Forza dell’abitudine.
- No, no! Merda! -
esclamò. Zacharias Smith sembrava aver visto il boccino e lo stava inseguendo, allungò la mano...
BAM!
Per poco il Tassorosso non cadde dalla scopa colpito ai reni da un bolide di Slope, Ginny ne approfittò e si buttò all’inseguimento del boccino. Dopo qualche secondo la ragazza volava in alto tenendo il boccino in mano
- Duecentoventi a settanta! Grifondoro vince -
la squadra scese in campo per festeggiare la vittoria.
Gli studenti si avviarono verso il castello. Harry e Hermione aspettarono Ron che uscì insieme a Ginny
- Bella partita ragazzi -
attaccò Harry, Ginny sembrava volerli fulminare con lo sguardo. Ron guardava entrambi come se stesse seguendo una partita di tennis
- Hai fatto una bella presa anche se hai rischiato un po’...-
- ... -
la rossa sembrava stesse decidendo quale incantesimo usare
- Ginny, senti...-
provò a dire Hermione
- Aspetta Hermione -
la interruppe Harry
- Ginny. Mi dispiace molto che tu abbia preso così a male questa situazione e posso solo immaginare come tu ti possa essere sentita. Ma io ti ho sempre voluto bene come a una sorella. Anche Hermione è profondamente dispiaciuta per l’accaduto, ma ignorarci così è insensato e infantile. Dopotutto non siamo una famiglia ormai? -
il ragazzo sorrise nervoso
O la va o la spacca’ pensò.
Ginny li guardò, emise un piccolo sbuffo dal naso e si allontanò
- Ci si vede in giro -
disse facendo un piccolo cenno della mano senza voltarsi.
- Beh direi che ancora una volta te la sei cavata amico -
ghignò Ron
- Uff! Ho rischiato di farmi il fine settimana in infermeria -
disse Harry reggendosi le ginocchia per allentare la tensione.

Stavano camminando quando Luna li sorpassò
- Bella partita Ron, sei stato  molto bravo! -
esclamò
- Oh...Io...ehm, grazie Luna -
balbettò Ron
- Figurati. Ciao! Ciao Harry, Hermione -
la bionda Corvonero si allontanò saltellando
- Ormoni in azione eh?! -
disse Harry
- Cosa?! Ma falla finita! -
le orecchie di Ron erano rosse come non mai. Harry e Hermione si guardarono sorridendo
- Non mi piace Luna! -
esclamò Ron paonazzo
- Va bene...va bene -
dissero i due ragazzi alzando le mani in segno di resa.

Il corridoio si presentò davanti a lui come di consueto, la porta si avvicinava sempre più. Questa volta non ci sarebbero state interruzioni. La maniglia galleggiava davanti a lui, il freddo del metallo e il leggero cigolio annunciarono l’apertura della porta. La stanza che si presentò davanti a lui era enorme, immersa nella penombra e illuminata solo da quelle che sembravano delle piccole sfere di vetro. La stanza era divisa in scaffali. 94...95...96...97, scaffale n° 97. Sembrava importan...
Un poderoso grugnito di Ron lo fece scattare su. Si passò una mano sul volto coperto di sudore freddo e guardò l’amico che russava
- Dannazione...-
mormorò Harry ributtando la testa sul cuscino.

Aprile e Maggio volarono in una bruma confusa di stanchezza e ripasso per gli studenti del quinto e settimo anno.
Giugno si presentò caldo e croccante. Il sole entrava di prepotenza dalle finestre seducente e invitante
- Eddai Hermione andiamo fuori a studiare -
si lamentò Ron mentre erano chiusi in sala comune chini sopra i libri. Si sentivano gli schiamazzi degli studenti che salivano fino alla torre di Grifondoro
- No Ron, devi concentrarti se vuoi passare gli esami -
disse esasperata Hermione
- Harry dammi una mano -
mugolò il rosso
- Uscire fuori? Con questo bel tempo...scherzi? Meglio restare qui! -
disse sbadigliando Harry. Hermione lo guardò stringendo gli occhi
- Se volete venire bocciati potete benissimo uscire -
- Eddai mamma, non c’è bisogno di farci venire i sensi di colpa -
Hermione diede un pugno sulla spalla di Harry
- Hey cosa si era detto di questi pugni?! -
tutti e tre attaccarono a ridere.

Dopo un paio di giorni nella bacheca di Grifondoro venne attaccato un foglio con gli orari degli esami
- E così l’incubo diventa realtà -
annunciò tetro Ron
- Ho segnato tutto, copiatevi gli orari -
disse Hermione

- Lunedì: Ore 9:00/14:00 Incantesimi
- Mercoledì: Ore 9:00/14:00 Trasfigurazione
- Venerdì: Ore 9:00 Divinazione - 14:00 Cure delle Creature Magiche
- Sabato: Ore 23:00 Astronomia

- Lunedì: Ore 9:00/14:00 Pozioni
- Martedì: Ore 9:00/14:00 Difesa contro le Arti Oscure
- Mercoledì: Ore 9:00 Erbologia
- Venerdì: Ore 9:00 Storia della Magia


- Come avete potuto vedere questa mattina, gli esami dei G.U.F.O saranno divisi in due settimane e molti degli esami saranno composti di due parti. Una teorica, la mattina,  e una pratica la sera. Non sono ammessi artefatti magici per copiare, anche se mi duole dire che almeno uno studente all’anno pensa che non sia così...spero solo che non sia un Grifondoro quest’anno.
Ragazzi, sono consapevole che il nuovo regime della...ehm...preside a molti non va a genio, ma questi esami sono importanti per voi, date il massimo -
disse il venerdì prima degli esami la McGranitt
- Della serie: Tanto per non mettervi pressione -
brontolò Ron.

Varcarono la porta della sala grande alle 8:45
- Ma che diavolo...-
mormorò Harry. I quattro tavoli delle case erano stati levati per far posto a un centinaio di banchi singoli
- Prendete posto ragazzi! -
strepitavano vari Professori sparsi per la sala
- In bocca al lupo -
disse Hermione dando un rapido bacio a Harry e andandosi a sedere in mezzo alla sala. Harry e Ron cercarono di mettersi non troppo lontani
- Uniti anche nelle disgrazie? -
disse Ron offrendo il pugno a Harry
- Sempre fratello! -
esclamò il ragazzo.
Presero posto e dopo qualche minuto il Professor Vitious fece volare verso di loro un centinaio di rotoli di pergamena
- Potete iniziare...ora -
disse con la sua vocetta acuta. Harry srotolò il foglio e lesse la prima domanda
- Si comincia -
mormorò sottovoce con un sorrisetto.

- Voi come avete risposto alla terza doman...-
cominciò Hermione
- Hermione per piacere. Non torniano con la memoria sopra un esame, una volta basta e avanza -
la interruppe Ron.
Dopo un pranzo veloce si prepararono per l’esame pratico. Gli studenti entravano in gruppi da quattro. Harry sentì torcersi le budella quando sentì chiamare il suo nome. Il suo esaminatore era un piccolo mago anziano di nome Tofty
- Bene Signor...Ah! Potter. Può cominciare -
fece fare a Harry qualche incantesimo di levitazione, di scambio e di colore. Anche se quando gli fu chiesto di far diventare il suo topo arancione sbagliò e lo fece ingrandire. Fortunatamente riuscì a correggere l’errore. Sicuramente non ne avrebbe parlato a Hermione.

Il pomeriggio venne dedicato al ripasso di Trasfigurazione, in sala comune si potevano vedere vari oggetti cambiare forma.
La mattina seguente l’esercitazione pratica si svolse tranquilla, durante il pomeriggio invece mentre Harry stava trasformando il suo bicchiere in un cincillà, dall’altra parte della sala una agitatissima Hannah Abbott trasformò il suo bicchiere in uno stormo di fenicotteri costringendo tutti ad uscire per qualche minuto.

Il venerdì fu la volta di Divinazione, che anche per gli standard di Harry andò malissimo. Non riuscì a vedere niente nella sfera di cristallo e confuse la linea della vita con quella della morte annunciando al suo esaminatore una morte lenta e dolorosa
- Chissene di Divinazione, eravamo predestinati alla bocciatura in quella dannata materia. Ci pensi? L’anno prossimo non dovrai più sentirti predire la tua morte -
disse Ron con aria sognante mentre aspettavano per fare l’esame di Cura delle Creature Magiche che si svolse tranquillamente.

Mentre completava delle mappe astrali durante l’esame di Astronomia, Harry contemplò il cielo segnando la posizione di Venere, ma dei movimenti sotto di lui lo distrassero. La Umbridge insieme ad altre tre persone avanzavano nel parco diretti alla capanna di Hagrid. Il forte abbaiare di Thor si sentiva fin lassù e la notte calma e serena trasportava chiaramente le parole
- Lei è Rubeus Hagrid, custode e guardiacaccia di Hogwarts? -
chiese la Umbridge con la sua voce acuta da bambinetta
- Perdincibacco certo! -
rispose l’omone
- Il Ministero ha appena approvato un Decreto che proibisce ai semi-umani di restare nel terreno di Hogwarts. Lei conferma che è un mezzo-gigante? Figlio della gigantessa Wulfrida? -
domandò la strega del Ministero
- C-cosa? Si...Io...-
balbettò Hagrid
- Bene così. Arrestatelo! -
trillò la Umbridge
- No! -
esclamò Harry, nel frattempo anche gli altri ragazzi avevano seguito la scena
- Ehm...ragazzi mancano dieci minuti -
tossicchiò l’esaminatore. Giù alla capanna scoppiò il finimondo
- Non mi avrete mai! Ah piantala Dawlish -
urlò Hagrid mollando un ceffone all’auror
- Fermatelo! Fermatelo! -
strillò la Umbridge agli altri due auror. Volarono gli schiantesimi, ma sembravano rimbalzare su Hagrid senza fare danno. Il portone si aprì e uscì la McGranitt
- Cosa succede qu...-
tre schiantesimi la raggiunsero e la stesero a terra
- Gargoyle galoppanti! Era disarmata vigliacchi! -
esclamò il Signor Tofty
- Maledetti!!! -
Hagrid prese i due auror e fece cozzare le loro teste. Rimasero a terra insieme a Dawlish mentre Hagrid scappava con Thor nella foresta e la Umbridge imprecava ad alta voce.

- Certo che tre schiantesimi alla sua età. Povera Professoressa, adesso dov’è? -
- L’hanno portata in infermeria. Roba da pazzi...-
- Avete visto come ha preso quei due auror Hagrid? -
i ragazzi scendevano dalla torre chiaccherando dell’accaduto. Harry, Ron e Hermione  si tennero in disparte
- Perché proprio Hagrid e perché ora? -
chiese Hermione
- La Umbridge detesta i semi-umani. Appena ha avuto la possibilità ha cercato di arrestarlo -
sentenziò Harry
- Avete visto gli schiantesimi come rimbalzavano? Come è possibile? -
domandò Ron varcando l’ingresso della sala comune
- La pelle dei giganti è coriacea, resiste ai semplici incantesimi. Hagrid deve averlo ereditato dalla madre -
gli rispose Hermione
- Credo che me ne andrò a letto. Notte ragazzi -
aggiunse sbadigliando e scompigliando i capelli a Harry che si era seduto su una poltroncina
- Notte -
dissero i due ragazzi. Il fuoco seppur debole ancora scoppiettava nel camino
- Mai un anno tranquillo eh? -
disse Ron
- Così pare -
mormorò Harry fissando il fuoco.

Arrivò infine l’ultimo esame, Storia della Magia. Gli studenti erano stanchi dopo tutti gli esami fatti, ma già pregustavano la libertà (almeno fino all’arrivo dei gufi con i risultati).
Harry prese posto dietro Calì e aspettò che il rotolo volò fino a lui. Le domande sembravano assomigliarsi tutte: Grug l’iracondo, Ulric il bellicoso, caccia alle streghe nel 1724, caccia alle streghe nel 1832...
Poco a poco Harry fu preso dalla sonnolenza e il fermaglio sulla coda di Calì non lo aiutava. La luce danzava ipnotica, facendogli chiudere gli occhi

- È inutile cercare di resistermi Black. Prendila per me. Prendila! -
disse con la sua voce malvagia
- Non posso...e anche se potessi non lo farei -
disse Sirius, che si trovava in ginocchio nella Sala delle Profezie
- Come vuoi tu...Crucio! -

- Potter! Potter...si sente bene? -
disse scuotendolo l’esaminatore. Harry si svegliò di soprassalto
- Io...si...ecco...-
balbettò il ragazzo
- Sarà stata un po’ di tensione. Vuoi bere un bicchiere d’acqua e completare l’esame? O hai finito? -
chiese sorridendo il mago
- No...penso di aver fatto il possibile -
disse Harry ancora scosso
- Allora vai al resto ci penso io -
Harry uscì dalla sala grande. Sirius era in pericolo, doveva dirlo a qualcuno dell’Ordine...La McGranitt!
Corse fino in infermeria
- Devo parlare con la Professoressa McGranitt -
disse con il fiatone a Madama Chips
- L’hanno trasferita stamattina al San Mungo. Tre schiantesimi alla sua età, non è più una ragazzina...-
Ora che non c’era più neanche la McGranitt non era rimasto nessuno dell’Ordine. In preda al panico tornò di corsa in sala comune, doveva salvarlo.
- Harry dov’eri finito? Che è successo? -
chiese Hermione quando lo vide entrare di corsa
- Ha preso Sirius! Dobbiamo salvarlo -
disse di fretta il ragazzo
- Aspetta un momento, con calma e spiegaci meglio -
Harry raccontò del sogno
- Harry, non credi che sia una visione di Voldemort per tenderti una trappola? -
domandò la ragazza
- E se anche fosse? Devo salvarlo Herm! -
esclamò Harry
- Almeno prima di precipitarti a salvarlo assicurati che sia veramente in pericolo -
disse Ron
- E come, non c’è nessuno dell’Ordine da contattar...Il camino della Umbridge! -
disse per la seconda volta Harry
- Oh no! Non di nuovo...-
annunciò affranto Ron
- Va bene Harry. Così potrai vedere se sta bene -
concesse Hermione
- Allora andiamo! -
- Adesso? -
- No aspettiamo Natale! Certo che adesso, Voldemort sta torturando Sirius. Vado a prendere il mantello -
disse Harry salendo le scale. Quando tornò giù trovò Ginny insieme a Ron e Hermione
- Serve una mano per un diversivo? -
disse la rossa sorridendo. Tutti e quattro si avviarono verso il corridoio della Umbridge
- Io vado a cercare Pix, potrebbe distrarre la Umbridge -
disse Ron allontanandosi
- Io chiamo Luna, mi darà una mano -
Ginny si avviò. Hermione prese per mano e Harry e lo constrinse a fermarsi
- Andrà tutto bene -
disse guardandolo negli occhi

I went to a wishing well,
it sank to the ocean floor.
Cut up by sharper rocks,
and ashed up along the shore…

I reached for a shooting star,
it burned a hole through my hand.
It made its way through my heart,
Had fun in the promise land.


- Lo spero Hermione...anche perchè adesso va tutto fuorchè bene -
disse Harry restituendogli lo sguardo.



Ehi spettinatiiiiiiiiiiiiii (ammettetelo vi è mancato questo saluto pieno di vita eh?!)
Fresco fresco di giornata per voi...Il capitolo undici! (ormai è un appuntamento fisso del venerdì)
Capitoletto spero come sempre fluido e stimolante per voi, miei amici spettinati.
Esami in vista per i nostri tre eroi (la maturità si avvicina, se c’è qualcuno di voi che deve farla...spero che abbiate iniziato con la tesina), ma i guai sembrano perseguitare il trio. Sirius sembra essere stato catturato da Zio Voldemort (ti ho preso il nasooooo *scappa ridendo come uno scemo*) e si rivedono costretti ad entrare nell’ufficio della rospa visto che non è rimasto nessuno dell’ordine (un momento...forse mi sfugge qualcuno ;).

La canzone di questo capitolo è ‘Wishing Well’, ovvero: Pozzo dei desideri. Ho trovato semplicemente perfette queste parole per come Harry si deve essere sentito quando scopre che Sirius è in pericolo mortale.

Concludendo queste pazze note di fine capitolo...Come sempre vi ringrazio, e ormai stiamo arrivando in dirittura di arrivo (due capitoli ed è fatta). Ma non crucciatevi (Crucio! Insulsi babbani!!! Crucio! Ehm...Ok) ho in mente di proseguire con un’altra storia.
Appuntamento fisso di queste note sono i saluti a voi che avete reso possibile l’avanzare di questa storia.
Voi che avete commentato (ringrazio soprattutto Natsumi Raimon e Auron_San che sono sempre in prima linea) ma anche voi che seguite, preferite e ricordate, ma non si sa il perché...Perchèèèèè! :( non mi avete deliziato con i vostri commenti (si scherza gente...amore totale a tutti voi <3)
Un bacione spettinante a:

-Cateloveschocolate            -DarkBlu
-Feniceargento                   -Judith Potter
-Kamura86                         -Auron_san
-Malandrina                       -Natsumi Raimon
-Leti_luke                           -Lyls
-Shike                                 -Angy Riddle Malfoy
-EFio 2000                         -Serpeorogrifonverde
-Gareggiare                       -Darkmoon87
-Ach119                             -Ally Mcguinness
-EmmaTom4ever              -Finlin91
-HarmonyLilyP                 -Sirius1996
                      -Sweet_Truffle

Ma quanto belli siete?! *w*

CIAO SPETTINATISSIMI!!!

James

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Capitolo 12
*** Il Ministero ***


- Cosa vuol dire che il corridoio è bloccato? -
- Che non puoi passare. Hanno lanciato un gas incolore e inodore -
disse Ginny impaziente. Lo studente la guardò
- Non vedo nessun gas...-
disse il ragazzo
- Perché è incolore genio! Ma se vuoi passare fai pure, il tuo cadavere sara da monito per gli altri sciocchi -
Ginny sbuffò alzando gli occhi al cielo. Mano a mano la folla se ne andò. Poco dopo arrivò di corsa Ron
- Ho trovato Pix, gli ho detto di fare casino per distrarre la Umbridge. Deve essere la prima volta che da retta a qualcuno -
disse il rosso con il fiatone
- La Umbridge è passata di qua appena un attimo fa, non ha perso tempo Pix. Ciao Ron -
aggiunse Luna
- Quindi direi che possiamo muoverci -
disse Harry da sotto il mantello. Si avviò verso la porta dell’ufficio della preside, tirò fuori il coltello di Sirius e armeggiò con la serratura. Una volta dentro prese la polvere volante ed entrò con la testa nel camino.

- Grimmauld Place n°12! -
il solito vorticare e poi la cucina buia si presentò ai suoi occhi
- Sirius! -
urlò
- Chi è che chiama quel traditore del suo stesso sangue? -
disse una voce roca
- Kreacher! Dov’è Sirius? È in casa? -
domandò Harry. L’elfo domestico di casa Black lo guardò con un ghigno
- Padron Black non è in casa -
- Non è in casa?! -
ripetè il ragazzo
- È uscito -
- È uscito dove? Kreacher dannazione dimmi dov...-
Harry non riuscì a finire la frase perché si sentì tirare la spalla. Ma invece di trovare Hermione si trovò faccia a faccia con la Umbridge
- Bene Signor Potter. Cosa ci faceva nel mio ufficio? -
il ragazzo mosse lo sguardo attorno a lui e vide che i suoi amici erano stati presi ognuno da un Serpeverde, dopo un attimo entrò Malfoy con Neville appresso
- L’ho sopreso che si aggirava qui intorno, sicuramente voleva aiutare i suoi amici -
disse con un ghigno e strattonando il povero Neville
- Bravo Draco. Ora, le rifaccio la domanda. Cosa ci faceva nel mio ufficio Potter? -
disse le Umbridge. Harry restò in silenzio guardandola con odio
- Draco, chiama il Professor Piton. Con il Veritaserum parlerà -
Draco uscì e Harry volse lo sguardo a Hermione, sia per sincerarsi che stesse bene e sia per capire se stesse elaborando un piano. I loro sguardi si incontrarono per un attimo ma la ragazza non aveva idea di cosa fare. E di fronte al più potente filtro della verità non c’era molta scelta.

Se avesse potuto si sarebbe battuto la fronte con la mano. Come aveva fatto a non pensarci? Piton faceva parte dell’Ordine...tutto quel trambusto si sarebbe potuto evitare andando direttamente da Piton.
Con appena un barlume di speranza aspettò che il Professore di Pozioni varcasse la soglia dell’ufficio della Umbridge.
Piton entrò e fece girare lo sguardo intorno a lui, infine puntò il suo sguardo peggiore verso Harry
- Cosa le serve signora Preside? -
chiese volgendo infine lo sguardo sulla Umbridge
- Il Veritaserum Severus -
- Le ho dato tutte le scorte che avevo per gli interrogatori sugli studenti. Non lo avrà usato tutto vero? -
chiese Piton. La Umbridge arrossì appena
- Me ne serve altro -
- Va bene...ad occhio e croce direi che in tre mesi dovrebbe essere pronto -
- Tre mesi? -
- Tre mesi -
confermò Piton
- Ora. Se i miei servigi non sono più richiesti, eviterei di restare con questa allegra combriccola -
aggiunse voltandosi. Quando arrivò sulla soglia della porta Harry parlò
- Ha preso Felpato. Nel posto dove è nascosta! -
disse il ragazzo tutto d’un fiato. Piton si arrestò per un momento
- Felpato? Cos’è Felpato e cos’è che è nascosta? -
domandò la Umbridge
- Non ne ho idea. Arrivederci -
disse Piton abbandonando lo studio. Harry era sconfortato e non vedeva via d’uscita dalla situazione.

- Bene Signor Potter. Visto che con metodi normali non otteniamo nulla direi che bisogna usare la maledizione Cruciatus -
la faccia della Umbridge era indecifrabile
- No Professoressa è illegale! -
esclamò Hermione
- Oh Signorina Granger. Non si verrà a sapere, non ti preoccupare -
disse la strega del Ministero estrendo la bacchetta
- Cruc...-
- Aspetti! Le dirò tutto -
la interruppe la ragazza
- Hermione no! -
esclamò Harry
- È uguale Harry. Tanto lo scoprirà lo stesso se ti tortura -
il ragazzo guardò Hermione, dietro la maschera preoccupata lesse un barlume d’idea. La lasciò parlare
- Dimmi tutto ragazza -
disse la Umbridge contenta di essere riuscita nel suo intento
- Con chi cercavate di mettervi in contatto? -
aggiunse
- Con il Professor Silente. Abbiamo provato al Paiolo Magico, ai Tre Manici di Scopa, alla Testa di Porco...-
- Sciocca ragazza! Secondo te Albus Silente potrebbe essere nascosto li?! -
- Lo so...ma dovevamo trovarlo -
- Perché ? -
- Perché l’abbiamo finita -
- Finito cosa?! -
l’impazienza della vecchia strega era palpabile
- L’arma...-
annunciò Hermione. La Umbridge restò basita
- L-l’arma? Avete costruito un’arma? -
balbettò
- Si. Silente ci ha detto solo come procedere, ora che se ne è andato dovevamo contattarlo per dirgli che era pronta -
disse Hermione
- Portami là -
la Umbridge trascinò Harry con se, levandogli la bacchetta e posandola sulla sua scrivania
- Voi restate qua e teneteli d’occhio -
disse ai Serpeverde. Trascinò fuori Hermione e Harry
- Dove l’avete nascosta? -
chiese camminando puntando la bacchetta sulla schiena dei due ragazzi
- In un posto dove nessuno potesse trovarla per sbaglio -
rispose Hermione senza girarsi. Harry la seguiva qualche passo indietro, incerto di cosa la ragazza intendesse fare.
Uscirono fuori dal castello, il sole estivo seppur basso ancora illuminava intensamente il parco, bagnandolo d’oro. Hermione si diresse a passo sicuro giù per il pendio che portava alla casa di Hagrid
- Si trova nella casa di Hagrid? -
domandò la Umbridge
- Certo che no. Poteva attivarla per sbaglio -
sbuffò Hermione
- Giusto. Quel mezzo gigante...-
mormorò la strega del Ministero. Hermione continuò spedita verso il limitare della foresta proibita, ci si addentrò.

La ragazza camminava senza preoccuparsi di fare rumore, spezzando rami e parlando ad alta voce
- Più avantì! -
esclamò. Harry le si avvicinò
- Hermione che stai combinando? -
le chiese sottovoce
- Ci tiro fuori di qui -
mormorò la ragazza. La Umbridge nel frattempo arrancava
- Ora basta! Esigo sapere dove avet...Aaaaah! -
una freccia le si conficcò a pochi passi dal piede. Alzando lo sguardo i tre videro un branco di Centauri capeggiati da Cassandro
- Andatevene via! Questo è il nostro territorio -
tuonò il capo dei Centauri
- Questo territorio vi è stato concesso dal Ministero in quanto creature di intelligenza quasi-uman...Aaaah -
urlò una seconda volta la Umbridge, questa volta la freccia aveva trapassato i suoi riccioli grigio-ferro
- Ripetilo un’altra volta e sei morta -
disse placidamente Cassandro
- Incarceramus! -
delle funi uscirono dalla bacchetta della Umbridge e bloccarono Cassandro. Prima ancora che i Centauri potessero fare qualcosa un potente boato li fece voltare tutti. Dall’oscurità della foresta si sentì un altro rumore, questa volta secco, come di un albero che si spezza
- Hagger! -
urlò una voce roca e cavernosa
- Hagger? -
ripetè Hermione
- Ti prego. Fa che Hagrid non centri nulla con qualunque cosa stia uscendo dalla foresta...-
mormorò Harry, Hermione sgranò gli occhi.

Quella che sembrò una montagna in miniaturà entrò nel loro campo visivo
- Hagger! -
ripetè la creatura
- È u-un gigante? -
chiese Hermione spaventata
- Fermo dove sei gigante! -
urlò uno dei Centauri
- HAGGER!!! -
urlò in risposta il gigante e mettendosi a correre verso di essi
- Oddio! -
squittì Hermione, Harry la prese per un braccio e la trascinò al riparo dietro delle radici sporgenti. I Centauri tirarono le frecce al gigante, ma sembravano solo infastidirlo. Ripartì alla carica bagnando i due ragazzi con alcune gocce del suo sangue. I Centauri batterono in ritirata seguiti dal gigante che continuava a gridare
- Hagger! Hagger! -

- Io non ci posso credere! Teneva un gigante nella foresta proibita. Voglio sentire che scusa tira fuori stavolta! -
esclamò Harry rivolto al cielo. Era nota la passione di Hagrid per le creature potenzialmente mortali, vedi i vari: Fuffi il cane a tre teste, Norberto il drago, Fierobecco l’ippogrifo...Ma un gigante andava ben oltre tutto ciò
- È svenuta -
disse Hermione osservando la Umbridge stesa a terra
- Meglio così. Andiamo, dobbiamo aiutare gli altri -
rispose Harry incamminandosi.

Stavano cominciando a uscire dalla zona buia della foresta, ora il basso sole che tramontava ogni tanto illuminava il sottobosco
- Come faremo ad aiutare gli altri senza le nostre bacchette? -
domandò Hermione
- Beh ecco, noi...-
cominciò Harry
- A qualcuno serve la propria bacchetta? -
annunciò una voce davanti a loro
- Ron! -
esclamarono i due ragazzi. Dal folto della foresta sbucò un sorridente Ron, seguito da Ginny, Luna e Neville
- Come avete fatto a liberarvi? -
chiese Harry riprendendo la sua bacchetta
- Oh è stato semplice, ho detto che volevo un dolcetto che avevo in tasca. Goyle lo ha preso e se l’è mangiato. Era una pasticca svenevole di Fred e George. Un paio di schientesimi qua e la, Ginny ha fatto una fattura Orcovolante a Malfoy ed eccoci qui -
finì di dire il rosso
- Bene, ma ora come ci arriviamo al Ministero della Magia? -
domandò Harry
- Al Ministero della Magia?! -
esclamò Ron
- Si. Voldemort ha portato Sirius nella sala delle profezie. Si trova in un corridoio vicino all’aula dove mi hanno interrogato l’estate scorsa. Ecco perché mi sembrava familiare quella porta -
aggiunse Harry guardando Hermione
- Resta il fatto che dobbiamo andare a Londra e non abbiamo i mezzi -
disse lei
- Possiamo sempre volare -
se ne uscì Luna
- E come? Gli unici ad avere una scopa qui siamo io e Ginny e noi siamo in sei -
sbuffò Ron
- Non esistono solo le scope Ronald -
puntualizzò la Corvonero indicando un punto dietro di loro. Tutti e cinque si girarono, Harry vide uscire dal folto della foresta due paia di occhi bianchi lattiginosi
- Non avere paura sono innocui, ricordi le carrozze ci portano a scuola? -
gli soffiò vicino all’orecchio Luna. La sagoma di due scheletrici cavalli neri si profilò davanti a lui
- Che cosa dovrebbe essere innocuo? -
chiese Ron spaventato volgendo lo sguardo a loro due
- Non li vedi? -
chiese Harry stupito
- I Thearstral possono essere visti solo da chi ha visto la morte con i propri occhi. Sono creature intelligentissime e dotate di un forte senso dell’orientamento, Hagrid li ha addestrati personalmente. Me lo ha detto qualche tempo fa...Devono essere stati attirati dall’odore del sangue che avete addosso -
aggiunse Luna. Una creatura si avvicinò a Harry e cominciò a leccargli il sangue che aveva sulla manica, Harry passo una mano sul collo della creatura e sentì scorrere tra le sue dita un manto lucido e setoso.
A breve arrivò anche un terzo Thearstral
- Non possiamo aspettare oltre. Andiamo, due per ogni Thearstral -
disse Harry prendendo per mano Hermione e facendola salire sulla creatura
- Questo è fin troppo strano -
mormorò la ragazza. E difatti pensò Harry, trovarsi sospesi a circa un metro da terra con una creatura apparentemente invisibile sotto di se non è proprio normale.
Luna aiutò Ron e fece per andare da Ginny e Neville
- Non ti preoccupare Luna, li vedo anche io -
disse Neville aiutando Ginny a salire
- Ehm...Dovremmo arrivare al Ministero della Magia a Londra. Sai...sai dov’è? -
chiese Harry alla creatura sentendosi molto sciocco. Ma invece questa scosse la testa e spiegò le enormi ali
- Tieniti forte -
disse Harry rivolto a Hermione.

Volavano da un’ora e mezza quando finalmente le luci di Londra apparvero ai loro occhi, lentamente cominciarono a scendere
- Non è magnifica? -
gli disse Hermione da dietro, indicando la città illuminata
- Si...-
- Non preoccuparti Harry. Sirius sta bene -

Atterrarono nel vicolo che ospitava l’ingresso per i visitatori, la cabina telefonica era ancora lì, sgangherata e piena di graffiti
- Tutti dentro! E il più vicino al telefono componga il numero due-sei-quattro-due -
disse Harry. Piegando il braccio Neville compose il numero
- Benvenuti al Ministero della Magia. Qual è lo scopo della vostra visita? -
disse la voce che accoglieva i visitatori
- Cos’è uno scherzo? Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Ginny Weasley, Luna Lovegood e Neville Paciock. Missione di salvataggio -
sbottò Ron, dalla fessura per il resto uscirono sei targhette dorate con i loro nomi. La cabina cominciò a scendere
- Il Ministero vi augura una buona giornata -
disse di nuovo la voce quando arrivarono nell’atrio vuoto. Harry gettò uno sguardo all’orologio, le undici di sera. Da quanto tempo Voldemort aveva preso Sirius? Era vivo...doveva essere vivo.
Si avvicinarono ai cancelli d’oro degli ascensori
- Che piano è? -
domandò Ginny che era vicino alla pulsantiera
- Quello dell’ufficio misteri Ginny -
gli disse Ron, che grazie a suo padre conosceva molto bene il Ministero. Le porte si chiusero e l’ascensore scese. Tutti e sei tirarono fuori le bacchette.

Sbucarono in un corridoio lungo e buio, alla loro destra si andava verso le aule del Wizengamot, a sinistra si intravedeva in lontananza una porta. Harry ci arrivò davanti, finalmente dopo averla sognata per diversi mesi era davanti a lui. Aprì e si trovarono in una stanza circolare piena di porte
- Questo si che è un bel problema -
mormorò Harry. Quando si chiuse la porta dietro di loro, le porte della stanza presero a girare vorticosamente, facendo perdere il senso dell’orientamento ai sei ragazzi
- Beh...l’unica è andare avanti -
disse Hermione prendendo l’iniziativa e aprendo una porta davanti a se. Si ritrovarono in una stanza dove troneggiava un enorme clessidra, le pareti erano tappezzate di orologi di ogni forma e dimensione. Harry si avvicinò alla clessidra e vide che al centro di essa un piccolo uovo mutava la sua forma fino a diventare un piccolo colibrì. E viceversa
- È il tempo...in questa stanza è custodito il segreto del tempo -
sussurrò Hermione
- Non è questa la stanza, torniamo indietro -
disse Harry tornando alla porta. Stava per chiuderla quando...
- Aspetta...Flagramus! -
Hermione tracciò una X fiammeggiante sulla porta. Appena questa si chiuse la stanza girò di nuovo, ma la porta restò segnata
- Bell’idea Herm. Proviamo questa -
Harry aprì un’altra porta. Davanti a lorò si presentò un enorme spazio, come un antico teatro greco. Con tanto di gradini, e in fondo si trovava un arco in pietra con un velo nero. Il velo si muoveva appena, anche se non c’era un alito di vento e sembrava che ci fosse qualcuno che sussurrava d’altra parte. Harry ne era rapito
- Li sentite? Cosa dicono? -
domandò
- Amico, non so se sono io che sono strano. Ma ne prima vedevo i Therstral, ne adesso sento niente -
disse preoccupato Ron
- Harry andiamo, non è questa la stanza...Harry, dobbiamo trovare Sirius -
disse Hermione prendendolo per mano e tirandolo
- Si...Sirius...andiamo -
tracciarono un’altra X sulla porta e aspettarono che la stanza si fermasse.

- È questa! Ci siamo -
esclamò Harry entrando in quella che sembrava una vasta stanza piena di piccole sfere di vetro dalla strana luminescenza blu. Vagarono per i corridoi, quella stanza sembrava non avere fine
- 81...82...83 -
mormorò Harry leggendo le etichette
- Harry qui c’è il tuo nome! -
disse Neville che era qualche passo avanti. Harry gli arrivò accanto e vide una delle moltissime sfere di vetro che li circondavano con sotto etichettato il suo nome e quello di Voldemort
- Per Harry Potter e l’Oscuro Signore (?) -
lesse. Ci pensò per un attimo e poi la prese, ma non successe nulla
- Bene Potter ora dacci la profezia -
disse una voce gelida alle loro spalle. Dal nulla sbucarono diversi mangiamorte
- Su Potter, daccela e nessuno dei tuoi amici si farà male -
ripetè Lucius Malfoy. I sei ragazzi si disposero schiena contro schiena per tenere d’occhio gli altri mangiamorte
- Dov’è Sirius? -
domandò Harry
- Dov’è Sirius?! -
cantilenò una voce in falsetto dietro a Malfoy
- Svegliati ragazzo. Non tutto quello che vedi nella tua testa è vero, hai visto solo ciò che l’Oscuro Signore voleva -
aggiunse la voce uscendo dalle tenebre. Una massa di riccioli neri, palpebre pesanti e mascella pronunciata, così si presentava Bellatrix Lestrange. Fidata mangiamorte al servizio di Voldemort, nonché cugina di Sirius
- Ora dacci la profezia...Accio Profez...-
- Protego! -
Harry riusci a trattenere la sfera con la punta delle dita
- Potter, se ci dai la sfera potremo rispondere ad alcune domande che ti poni da sempre. Perché proprio tu sei stato scelto? Perché la cicatrice? Perché quand...-
Mentre Malfoy parlava Harry cercò con il piede Hermione che si trovava proprio dietro di lui
- Che c’è? -
sussurrò lei terrorizzata
- Al mio segnale fate esplodere tutto, d’accordo? Dillo agli altri -
disse a mezza bocca Harry. Hermione trasmise il messaggio ai compagni.

- Ho aspettato quindici anni...-
disse Harry ad alta voce
- È vero -
confermò Lucius
- Quindici anni e adesso posso sapere tutto? -
domandò il ragazzo
- Tutto, basta che tu mi dia la profezia...-
aggiunse il mangiamorte allungando la mano
- Sai, credo che un altro po’...ce la faccio a resistere. ORA! -
urlò Harry
- STUPEFICIUM! -
- REDUCTO! -
- BOMBARDA! -
- CONFRINGO! -
urlarono i sei ragazzi alzando le bacchette. I mangiamorte si dispersero
- Verso l’uscita presto! -
urlò Harry
- Prendete Potter vivo! -
urlò Malfoy nella confusione di sfere di vetro che cadevano
- Merda che casino! -
urlò Ron correndo verso l’uscita mentre la sala tremava e le profezie cadevano spaccandosi a terra. Una profezia cadde a pochi centimetri dalla sua testa. Raggiunsero la porta ed entrarono di corsa nella stanza circolare
- E ora dove si va? -
chiese Neville, difatti le croci sulle porte che già avevano varcato si erano cancellate
- Direi che una vale l’altra. Presto prima che arrivino i mangiamorte! -
esclamò Ginny aprendo una porta. Una mano l’afferrò e la tirò verso di se, facendola sparire
- Ginny! -
urlò Ron inseguendo la sorella
- Ron aspetta, è una trappo...Ah dannazione! -
disse Harry seguendo l’amico.

Appena varcata la soglia caddero per un paio di metri. Harry si tirò su dolorante, ma senza nulla di rotto
- State bene? -
chiese a Hermione, Luna e Neville. Nessuna risposta
- Ragazzi? -
domandò guardandosi intorno, si trovava di nuovo nella stanza dell’arco. Ma ora i suoi amici erano tenuti ognuno da un mangiamorte
- È finita Potter. Ho provato con le buone ma non ha funzionato. Dammi quella profezia -
disse Lucius Malfoy avvicinandosi a lui
- Non dargliela Harry! -
urlò Neville
- Zitto Paciock...non vorrai fare la fine dei tuoi genitori no? -
gli sussurrò Bellatrix mentre lo teneva per il collo
- Brutta stro...Aaah! -
- Su su...non è educato usare certe parole. Silente non te l’ha insegnato? -
lo stuzzicò la strega. Harry guardò Malfoy, erano in una situazione di stallo
- Perché Voldemort vuole la profezia? -
domandò il ragazzo
- COME OSI PRONUNCIARE IL SUO NOME?! -
strillo Bellatrix
- Calma Bella, è solo un ragazzo curioso. Gli affari dell’Oscuro Signore non sono affari tuoi Potter. Ora se non ti dispiace prenderò la profezia perché mi sto cominciando a stancare...-
proprio mentre stava per lanciare un incantesimo, una forte luce bianca accecò tutti per un attimo
- Se proprio devi prendertela con qualcuno Lucius...fallo con qualcuno della tua taglia perlomeno -
disse una voce familiare
- Black?! -
Malfoy sgranò gli occhi
- Sirius! -
esclamò Harry
- E qualche amico dell’Ordine...-
aggiunse Sirius. Dal nulla, con una luce bianca simile a quella che aveva annunciato Sirius, appervero Tonks, Kingsley, Malocchio e Lupin. I mangiamorte cominciarono a lottare contro i nuovi arrivati, Sirius e Malfoy cominciarono a duellare.

- Ehi ma quello è Silente! -
esclamò un mangiamorte ad alta voce. Tutti si girarono, volgendo lo sguardo all’austero mago che dai gradoni in alto cominciò a scendere lentamente. Ci fu un trambusto generale mentre i mangiamorte cercavano di scappare. Sfruttando la momentanea distrazione di Lucius, Harry lo disarmò
- Bel colpo Harr...-
cercò di dire Sirius, ma un getto di luce verde lo colpì al petto fecendolo cadere all’indietro nell’arco. Attraversò il velo e non ricomparve più

You say you speak from your heart,
but your Heart’s all gone.
But your Heart’s all gone...


- Sirius! Merda Sirius! No! -
urlò Harry, alzò lo sguardò e vide Bellatrix che scappava dalla stanza ridendo.
Accecato dalla rabbia la inseguì ignorando le voci dei suoi amici. Uscendo dalla stanza si ritrovò direttamente nell’atrio del Ministero, Bellatrix stava cercando di scappare
- Crucio! -
urlò Harry in direzione della strega, che cadde urlando ma si rialzò quasi subito
- Ah giochi sporco eh Potter? Ma per usare una maledizione senza perdono bisogna volerlo veramente, devi sentirlo dentro -
disse ridendo Bellatrix e lanciando un incantesimo a sua volta. Harry si tuffo dietro la grande fontana dell’atrio, la testa della statua del centauro saltò in aria
- È questa che vuole il tuo padrone? Beh digli che non l’avrà! Piuttosto...-
disse Harry facendo sventolare la mano con la profezia da dietro la sua copertura. Poi frantumò la sfera a terra.

Mentre un filo di fumo argenteo si levò dai cocci della piccola sfera, la testa di Harry sembrò spaccarsi
- E credo che sappia anche cosa ho fatto. Peccato che non sia qui non trovi eh? -
esclamò ridendo come un folle
- Tu credi Harry? -
disse una voce glaciale e fredda. Harry sgranò gli occhi, era la stessa voce che aveva sentito un anno prima mentre era legato ad una tomba in un cimitero.

- Padrone mi dispiace, non siamo riusciti a prendere la profezia...-
- Zitta! Mi avete profondamente deluso. Per vostra fortuna tutto si concluderà stanotte...vero Harry? -
disse Voldemort. Harry si alzò consapevole che era inutile nascondersi o cercare di difendersi. Gli ultimi pensieri andarono a Hermione. L’avrebbe lasciata così, senza neanche dirgli addio...
Voldemort sorrise
- Avada Kedevra! -
esclamò.
Harry chiuse gli occhi, ma sentì un forte rintocco
- Ma che...ah! Silente! -
disse Voldemort. Harry riaprì gli occhi e vide davanti a se la statua d’oro del mago frantumata, doveva essersi messa fra lui e l’incantesimo. Il ragazzo guardò dietro di se e vide Silente avanzare tranquillamente
- Tom, da quanto tempo -
gli occhi azzurri di Silente ardevano dietro le lenti a mezzaluna. I due maghi cominciarono a duellare così velocemente che Harry non riusciva a seguire bene lo scontro.
Dopo dieci minuti circa Voldemort mandò una gigantesca palla di fuoco verso Silente, il vecchio mago la fermò e la rimandò indietro. Davanti a Voldemort si aprì un muro di fiamme che lo nascose alla vista, e quando quelle scomparvero del mago non c’era più traccia.

- È andato via? -
domandò Harry. Mentre faceva questa domanda un dolore lancinante alla cicatrice lo constrinse in ginocchio. Non riusciva a muovere neanche un muscolo mentre la fredda voce di Voldemort gli rimbombava nella testa
- Harry...Harry...Harry, dopotutto noi due non siamo così differenti non credi? -
disse Voldemort. Ogni parola era come una coltellata
- Tutti e due siamo orfani. Siamo differenti dagli altri maghi Harry. Le persone hanno paura di noi...Perchè continuare a vivere così? -
Harry cadde sul freddo pavimento incapace di muoversi. Il mondo attorno a lui sembrava spegnersi, i contorni si facevano sempre più bui
- N-no...-
mormorò il ragazzo
- Come dici? -
domandò Voldemort
- No. Noi due non siamo u-uguali -
replicò Harry
- Si invece Har...-
- NO! Ci sono cose che nemmeno conosci. Cose per le quali vale vivere che non hai mai preso in considerazione...-
- Ad esempio? -
chiese sprezzante il mago
- La lealtà...-
mentre diceva questo Harry pensò all’Esercito di Silente che non l’aveva mai deluso. Riuscì a mettersi in ginocchio faticosamente
- L’amicizia...-
I volti di Ron, Ginny, Neville, Luna, Fred e George spiccarono vividi nella sua mente. Si prese la testa fra le mani
- L’amore! -
urlò mentre un lampo oro e nocciola anticipò il volto sorridente di Hermione
- Sei solo uno stolto Harry, non...-
cominciò a dire Voldemort
- Sei tu lo stolto Tom! -
lo interruppe il ragazzo riuscendo ad alzarsi
- Hai dedicato la tua vita al raggiungimento del potere assoluto. Alla scoperta di magie oscure e potenti, ma hai tralasciato il resto...tralasciato le cose importanti della vita. Hai vissuto una vita misera e vuota, priva delle vere soddisfazioni Tom! Ti sei dimenticato di vivere! -
urlò Harry.

Il dolore svanì e Harry cadde di nuovo in ginocchio. I camini che servivano per la smaterializzazione dentro al Ministero si accesero facendo entrare Caramell e alcuni funzionari. Nel contempo Voldemort si avvicinò a Bellatrix e si smaterializzò.
- Signor Ministro lo ha visto era...-
- Si l’ho visto. Era Tu-sai-chi...è tornato -
annunciò tetro il Ministro della Magia.
Silente si avvicinò a Harry e gli posò una mano sulla spalla
- I tuoi amici e la signorina Granger stanno bene Harry. Ora prendi questa, quando arrivo parleremo...promesso -
disse l’anziano mago porgendogli la testa della statua
- Teleportus! -
la passaporta si illuminò portandolo all’istante nell’ufficio di Silente.

Harry buttò la passaporta e guardò fuori dalla finestra, dove l’alba stava cominciando a illuminare il parco.
L’alba di un nuovo giorno...un giorno dove il suo padrino non avrebbe più risposto alla sue lettere.

Mai più.



CIAO SPETTINAAAAAAAAAAAAAATIIIIIIIII!
Finalmente ce l’ho fatta! Una settimana e tre giorni per finire questo capitolo...Un capitolo più lungo del solito e denso di azione, emozioni e dolori.
Scusate per questo ritardo abnorme, ma impegni vari mi hanno portato via tempo (ma come trovavo un po’ di spazio scrivevo). Che dire di questo capitolo? Beh per prima cosa spero vi piaccia. Seconda cosa...questo è il penultimo capitolo della storia.
Ringrazio veramente tutti quelli che hanno supportato la storia, mettendola nelle preferite/seguite/ricordate. Ringrazio voi che mi avete sOpportato leggendo le mie deliranti note di fine capitolo (però ammettetelo...vi ho contagiati con il mio: “spettinatiiii” eh?). Un caloroso abbraccio a Natsumi Raimon e Auron San che si contendono sempre la prima recensione (si scherza...amore totale <3) e a Ach119 e Sirius1996 per la loro recensione nell’undicesimo capitolo.

La canzone di questo capitolo è “Heart’s All Gone” (sempre dei Blink)

Un saluto spettinato a:

-Cateloveschocolate            -DarkBlu
-Feniceargento                   -Judith Potter
-Kamura86                         -Auron_san
-Malandrina                       -Natsumi Raimon
-Leti_luke                           -Lyls
-Shike                                 -Angy Riddle Malfoy
-EFio 2000                         -Serpeorogrifonverde
-Gareggiare                       -Darkmoon87
-Ach119                             -EmmaTom4ever            
 
-Finlin91                           -HarmonyLilyP               
 
-Sirius1996                       -Sweet_Truffle               
 
-Penelope Potter              - Moya27
- DarkMagic31                  - RufiXNami

Ma quanto belli siete?! *w*

Spettinanti saluti,

James.

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Capitolo 13
*** Epilogo ***


Sedeva nello studio di Silente. Aveva smesso di camminare cinque minuti prima, troppo stanco e spossato per poter continuare.
Un debole “pop” annunciò l’arrivo del preside. I i ritratti dei vecchi presidi appesi alle pareti si alzarono in piedi per salutarlo e festeggiarlo, ma vennero placati da un gesto di Silente.
Il vecchio mago guardò Harry
- Harry...Non sai quanto mi dispiace. Capisco come ti senti -
- No che non lo sa! -
esclamò il ragazzo
- Vedi perché odiavo insegnare Silente? I giovani pensano di sapere tutto e si crogiolano nella loro incompresione -
intervenne sbuffando Phineas Nigellus Black dal suo ritratto
- Phineas...-
lo ammonì Silente
- Harry so che per te Sirius era molto importante e che il tempo che avete passato insieme è stato molto breve. Ma sono certo che è così che voleva andarsene...combattendo -
aggiunse il preside. Harry scoppiò
- LUI NON VOLEVA ANDARSENE! SIRIUS NON VOLEVA MORIRE! -
urlò Harry gettando di lato la sedia dove era seduto e dirigendosi verso la porta, che trovò chiusa
- Apra -
- No Harry -
- Apra maledizione! -
- Ti devo dire alcune cose Harry. Dopo potrai urlare e spaccare quello che vuoi, ma devi starmi a sentire -
disse Silente.
Silente mostrò un ricordo a Harry nel suo pensatoio, dove una piuttosto giovane Sibilla Cooman annunciava la seguente profezia:

Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese...
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto...
e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive...
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese...


Harry uscì dal pensatoio spaesato
- Che significa tutto questo? -
chiese
- Prima che nascessi i tuoi genitori facevano parte dell’Ordine della Fenice e si erano scontrati tre volte con Voldemort...-
spiegò Silente
- Si nascosero quando capirono che Lily era in incinta e dopo un po’ nascesti tu, alla fine di Luglio. Quando avevi un anno Peter Minus tradì i tuoi genitori e rivelò a Voldemort la loro posizione -
continuò il mago
- Si questo già lo so -
disse impaziente il ragazzo
- Ma certo. Il fatto è che Voldemort sapeva della profezia Harry, e quel giorno di quattordici anni fa Voldemort ha creato, senza volerlo, il suo più potente nemico  -
spiegò calmo Silente
- Io?! -
domandò Harry stupito
- Beh...il problema è che c’erano due candidati per quel posto. Uno eri tu, e l’altro Neville Paciock. Entrambi siete nati alla fine di Luglio ed entrambi i vostri genitori sono sfuggiti tre volte a Voldemort -
- Neville?! Ma...quindi...Voldemort potrebbe essersi sbagliato -
- No. La profezia è chiara su questo punto. È stato lui a designarti come suo eguale. E bada bene, ha scelto il mezzosangue come lui, non il purosangue -
spiegò Silente
- E la parte: “Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive?. Vorrà dire che alla fine...uno dei due deve morire? -
chiese Harry
- Temo proprio di si Harry -
disse triste il preside
- Solo una domanda. Perché non me l’ha detto prima? Perché quest’anno non mi ha detto della profezia anche se sapeva che sognavo quella dannata porta?! -
domandò irritato il ragazzo
- Harry...perchè semplicemente è successo quello che avrei voluto non succedesse -
- Ovvero? -
- Mi sono affezionato a te. Il primo anno che sei arrivato hai subito dovuto affrontare Voldemort e sei riuscito a sconfiggerlo. Ma undici anni, mi sono detto, sono troppo pochi per sapere tutta la verità, e così ti ho lasciato andare. Il secondo anno lo stesso. Oltre le mie più rosee aspettative sei riuscito ancora una volta fermare Voldemort.
Infine l’anno scorso nonostante lui sia risorto Harry, tu sei riuscito a scappargli ancora una volta. Forse allora era il momento giusto...ma ancora una volta non ci sono riuscito. Mi dispiace tanto Harry, ma non volevo darti un altro peso sulle spalle. Soprattutto quest’anno, dopo che tu e la signorina Granger...-
disse il vecchio mago. Harry nel frattempo aveva ripreso a camminare avanti e indietro
- E il potere che mi permeterebbe di sconfiggere Voldemort quale sarebbe? -
domandò il ragazzo
- L’amore Harry -
mormorò Silente
- L’amore...e basta? -
gesticolò Harry
- Non sottovalutare la potenza dell’amore Harry. Hai visto quando Voldemort ti ha posseduto? Non è riuscito a controllarti e poi è dovuto fuggire via -
gli occhi azzurri di Silente brillavano. Harry si passò una mano sul viso, troppo stanco anche solo per replicare
- Posso andare? -
chiese
- Ma certo. E Harry...? -
- Si? -
- Mi dispiace molto -
i loro sguardi si incrociarono
- Anche a me Professore -

Si incamminò verso il parco. Mentre passava davanti la sala grande sentì i ragazzi che facevano colazione, discutere come se nulla fosse. Si chiese dove fosse Hermione, ma probabilmente lo avrebbe trovato prima lei. Ci riusciva sempre.
La giornata era calda e il sole si rifletteva sulla riva del lago, facendogli socchiudere gli occhi
- Harry! Harry!!! -
- Puntuale...come sempre -
mormorò il ragazzo sorridendo e girandosi. Hermione arrivò correndo e l’abbracciò rischiando anche di farlo cadere. La ragazza aveva gli occhi arrossati
- Mi dispiace per Sirius Harry -
singhiozzò sul suo petto. Harry gli carezzò i capelli
- Dove eri finito? -
gli chiese lei staccandosi. Harry gli raccontò della profezia
- Oh Harry...-
esclamò Hermione prendendogli la mano
- Sai...penso di averlo sempre saputo. Di doverlo uccidere alla fine -
disse Harry guardandola. Nocciola e smeraldo si intrecciarono
- Sai che sarò sempre al tuo fianco vero? -
domandò Hermione
- Si. Anche perché credo sia più difficile farti cambiare idea che uccidere Voldemort sai? -
- Cretino! Parlando di cose più allegre...hai deciso per quest’estate? -
chiese Hermione arrossendo
- Riguardo a cosa? -
- Ehm...se...se volevi venire a casa mia qualche giorno. Abbiamo una piccola villetta al mare che usiamo di rado, potremmo passare qualche giorno là. S-se ti va ovvio...-
balbettò la ragazza. Harry sorrise nel vederla così impacciata
- Certo che mi va Herm. Come potrei mai rifiutare?! -
esclamò il ragazzo. Hermione si illuminò in un sorriso che cancellò dal suo volto tutta la preoccupazione e la stanchezza della notte passata.
I due ragazzi si baciarono per qualche istante
- Ah! -
esclamò Hermione
- Che c’è? -
domandò lui. La ragazza si morse il labbro
- Dovrò presentarti ai miei...-
disse. Harry scoppiò a ridere, dimenticandosi per un attimo di tutto il resto.

Perché Voldemort poteva avere tutto quello che voleva. Ma di tre cose importanti era miseramente sprovvisto: Lealtà, Amicizia e Amore.
 

 
SPETTINATISSIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!

Siamo giunti infine (gioco di parole scrusissimo) alla fine. Ben tredici capitoli contando anche questo epilogo. Tredici capitoli densi (e cremosi...no aspetta, qual è quella parola? Ah si...) ed appasionanti, si spera.
Ma tutto questo è stato possibile solo grazie a voi e a questa magnifica coppia letteraria che disgraziatamente non è mai uscita fuori dal nostro contesto immaginario (e neanche da quello della Rowling).
Molto importanti sono poi i Blink-182 che mi hanno dato lo spunto per questa storia.

Vorrei dedicare questo capitolo finale a due persone in particolre:

La prima è Natsumi Raimon (eeeeeeeeh hai vinto un pettine spettinante!!!), ca**ate a parte. Ormai un’amica, la più spettinata delle amiche, oserei dire (tanto per rubarti qualche “Cit.”). Sempre pronta a strapparmi un sorriso con le sue recensioni, esaustive e simpatiche. Grazie mille davvero, se sono andato avanti con passione in questa storia è anche per merito tuo.

Il secondo è Auron San (sisi...pensavi di scamparla così facilmente?). Come avrei fatto senza le tue recensioni piene di interrogativi, domande e dubbi a cui non potevo rispondere? Grazie mille per le tue recensioni, onnipresenti e sempre incoraggianti. *Brofist* brò!!!

Un saluto va anche (anche...SOPRATTUTTO!!!) a voi che avete inserito questa storia nelle seguite/ricordate/preferite e a voi che vi siete inseriti in qualche recensione facendomi vedere che c’eravate.

GRAZIE MILLE E BACIONI SPETTINANTI A:

-Cateloveschocolate            -DarkBlu
-Feniceargento                   -Judith Potter
-Kamura86                         -Auron_san
-Malandrina                       -Natsumi Raimon
-Leti_luke                           -Lyls
-Shike                                 -Angy Riddle Malfoy
-EFio 2000                         -Serpeorogrifonverde
-Gareggiare                        -Darkmoon87
-Ach119                              -EmmaTom4ever            
 
-Finlin91                            -HarmonyLilyP               
 
-Sirius1996                       -Sweet_Truffle               
 
-Penelope Potter               - Moya27
- DarkMagic31                   - RufiXNami

Ma quanto belli siete?! *w* 

 
In conclusione vorrei soltanto ricordarvi che ho intenzione di continuare con il sesto anno (non ho la minima idea di come chiamerò la prossima storia). Ergo, buttate un occhio a breve nelle nuove storie.

P.s: ragazzi, io cerco sempre vedere tutto quello che c’è di nuovo qui su EFP. Ma avendo la mente bacata da pesce rosso a volte mi perdo qualcosa. Se volete potete avvisarmi tramite messaggio privato se state scrivendo qualche storia. Ricordatevelo!!!

Detto questo non rimane che salutarvi alla mia maniera...

Ciao spettinatiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii,
James 

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