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Capitolo 1 *** Una famiglia squilibrata e un gatto assassino ***
Sto sclerando- Help me
Sto
sclerando-Help me
Capitolo
1- Una famiglia squilibrata e un gatto assassino
Domenica 8 agosto
CAMERA MIA
ORE
14.00 Pranzo difamiglia. O
meglio, il pranzo era 2 ore fa, ora sono passati alla fase delle “chiacchiere
assurde in compagnia di un bicchierino”. Cosa ci troveranno di così eccitante nell’ubriacarsi con lo spumante ricordando i
vecchi tempi in cui anche loro erano giovani (300 anni fa), non lo capirò mai.
Se
almeno non facessero tutto quel casino. Zio Frankie schiamazza così forte che è già la quarta volta che
i vicini guardano verso la nostra casa. Sembrano piuttosto irritati.
Bhà,
comunque non mi interessa come impiegano il loro
tempo, la cosa che attualmente mi preoccupa in modo abbastanza serio è che ci
sono tre marmocchi di cinque anni a zonzo per la mia camera. Senza contare il
mio fratellino.
Giuro che se li becco a
frugarefra le
mie cose li spello vivi, prima loro e poi quegli esseri che li hanno messi al
mondo.
Ma
io mi chiedo, perché non posso chiudermi a chiave nella mia stanza come tutte
le quindicenni normali? Papà ha detto che è già un
miracolo se mi ha permesso di avere una porta. Gesù! Dove andremo a finire!
L’altro giorno ho chiesto
ai miei perché non posso avere la chiave della mia camera.
E mamma: - Potrebbe
accaderti qualcosa e noi non riusciremmo ad entrare!
E
io: -Cosa potrebbe accedermi? Che mi assalgano i
cuscini?
-Non fare la spiritosa Elsie, e fila in camera tua!- ha urlato papà.
Merde.
ORE
15.30 Mio fratello maggiore Allan è
entrato in camera mia. Non ha nemmeno bussato, che maleducato. Voglio dire,
come osa entrare nella MIA camera, SENZA il MIO
permesso?
Bhè,
ora che ci penso, questa è anche camera sua....
Vabbè,
lasciamo perdere.
Si è stravaccato sul suo
letto lamentandosi: -I vecchi stanno facendo un casino abnorme giù da basso!
Poi dicono di noi giovani...
-Sia chiaro...- ho detto- Se i vicini chiamano la polizia, io non abito qui,
non sapete chi sono e non mi avete mai vista, capito?
Allan
non ha risposto, mi sono girata e ho visto che si era addormentato.
Sacrébleu. Che fratello che mi
ritrovo. È un bellissimo ragazzo, ha dei capelli e degli occhi stupendi,
e quando sorride è in grado di far cadere ai suoi piedi qualsiasi individuo di
sesso femminile, ma....è troppo pigro! Tutte le sue
ex-ragazze lo hanno mollato perché non aveva mai voglia di uscire per andare al
cinema o al centro commerciale.
Gli ho suggerito che
forse dovrebbe cercare di cambiare, di migliorarsi...lui mi ha sorriso, mi ha
arruffato i capelli e se ne è andato a letto. Vallo a
capire!
Chi ha affermato per
primo che le donne sono incomprensibili non ha mai provato a comprendere mio
fratello. Quella si che sarebbe una vera sfida!
ORE
18.00 I miei parenti se ne sono andati tutti. Signore ti ringrazio.
Se fossero rimasti ancora un po’ mi sarebbe venuto un
attacco isterico. Come fai a sopportare un ammasso di ultra-quarantenni
che non fa altro che ubriacarsi, piombare in camera tua, chiederti della tua
vita amorosa (tra l’altro inesistente), fare stupidi commenti con l’aria di chi
la sa lunga, e poi ubriacarsi di nuovo?
ORE
18.30 Allan si è svegliato. Miracle. Si è alzato dal suo letto e si è infilato
nel mio.
-Cosa stai
facendo?- gli ho chiesto.
-Cambio letto.
-Questo l’ho notato, ma perché, se è lecito chiedere?
-Il tuo materasso è più
morbido...
Cos’è adesso? Un esperto
di materassi?
-Hai
intenzione di passare la notte lì?- gli ho chiesto.
-Si.
Merde.
ORE
18.45 È arrivata Jane. Forse questa
giornata può finire in maniera normale, anche se non mi faccio troppe illusioni visto com’è cominciata.
Si ferma qui a cena!
Grazie Signore!
Siamo salite in camera
mia, per avere un po’ di privacy (come se fosse
possibile!).
Appena entrata, Jane ha guardato storto mio fratello: -Pensi sia il caso di
parlare in sua presenza?
-Sta dormendo.
-Ah bhè,
allora...
Se mio fratello si
addormenta neanche la terza guerra mondiale potrebbe
disturbarlo. Non saranno certo le chiacchiere di due quindicenni a svegliarlo....almeno spero...
Jane
si è accomodata sul letto di Allan,
visto che il mio era occupato.
Abbiamo parlato della
festa che Amanda la
Sgualdrina organizza a casa sua. Per quanto ci faccia ribrezzo andare nella sua dimora, abbiamo convenuto
che sarebbe stupido restare a casa mentre a quella festa ci saranno tutti i
ragazzi della Fillmore. Ci andrà tutta la Banda, cioè
io, Jane, Bex, Vera e Peg. Speriamo ci sia il Mitico Luke.
È bello da far paura. Sicuramente nel remoto caso in cui si avvicinasse a me,
comincerei a fare qualche danno, muovendomi senza
controllo e facendo cadere qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Sto male solo a
pensarci.
ORE
19.10 Io e Janeabbiamo affogato i nostri dispiaceri in un’enorme pizza
margherita e in una mega tazza di gelato al
cioccolato. Non abbiamo uno straccio di ragazzo. Depressione totale.
ORE
19.30 Ci siamo interrogate sul perché tutti gli individui
maschili fra i 15 e i 25 anni sbavano per Amanda la Sgualdrina.
-Ai ragazzi piacciono i tipi come lei- ha detto Jane.
-Cioè i tipi che ci
stanno appena uno le fa un sorriso?
-Esattamente.
Doppia
merde.
ORE
22.00 Ho l’impressione di essermi già stancata dei ragazzi. Prima
ancora di cominciare.
Lunedì 9 agosto
ORE
11.00 Mamma è tornata dalla spesa. Ma non si vergogna ad andare in giro vestitacome
una ragazzina? Mi ha fregato la mia vecchia maglietta con la scritta “I love BradPitt” e se l’è messa lei.
Vergognoso. Devo ricordarmi di non uscire insieme a
lei quando si concia in quel modo. Peccato che papà la trovi
molto sexy. Certo, come no, con quel enorme
davanzale con sopra la faccia di BradPitt. Che schifo!
ORE
11.30 Papà è rincasato dopo la sua scorazzata in motocicletta con
zio Frankie. Sacrébleu, come possono permettere a due
ultra-quarantenni, prossimi ai 50anni, di fare quelle cose? Prima
o poi verrà un infarto a tutti e due!
O
a quelli che li vedono per strada!
-Sei
sicuro di voler continuare con i tuoi giretti in moto?- ho
chiesto a papà.
-Perchè
dovrei smettere?
-Bè,
tu e lo zio ormai avete una certa età, non è salutare!
Se ti venisse un infarto? Vuoi lasciare mamma vedova,
e i tuoi trefigli
orfani?
Papà si è messo a ridere.
Ma cosa c’è da ridere? Mi preoccupo per la sua salute!
E per le mie relazioni sociali...cosa accadrebbe se qualche mio amico lo riconoscesse mentre fa il matto per la strada? Non voglio
pensarci.
Papà mi ha scompigliato i
capelli. Ecco da chi Allan ha preso
questa brutta abitudine. Perché i miei capelli
non possono essere lasciati in pace?
Il mio folle genitore
alla fine se ne è andato in cucina dicendo che è
ancora nel fiore degli anni. Anche mamma dice spesso
la stessa cosa. Solo io mi rendo conto che il loro cosiddetti
fiori stanno appassendo? Dovrei farglielo notare. Insomma, è ora che
mettano la testa a posto e la smettano di comportarsi come se avessero ancora
30anni!
Sacrébleu!
ORE
17.00 Perchè nessuno mi telefona? Non si accorgono che esisto
anch’io?
A quanto pare no. Tanto varrebbe essere morta. Mi infilerò
nel letto per vedere se a furia di starci sdraiata la muffa mi ammazzerà.
ORE
17.15Sammy è entrato in camera mia e si è
messo a letto con me. È un bimbo adorabile quando non
tenta di tagliarti i capelli colpendo accidentalmente le orecchie.
Si è accoccolato tra le
mie braccia mugugnando frasi incomprensibili. Peccato si sia portato dietro il
gatto. È un esemplare di norvegese. Quando papà l’aveva portato a casa aveva detto che avrebbe vinto un sacco di concorsi. Era ancora nel
suo periodo animale. Papà intendo. Adesso la fissa gli
è passata, ma il gatto l’abbiamo tenuto. Non credevamo che diventasse così
grande però. L’abbiamo chiamato Gengis, diminutivo di
Gengis Khan. Il nome è tutto un programma.
Comunque
sia Sammy si è portato dietro il gatto. Avrà
scambiato i miei piedi per dei topi, perché ha cominciato a morderli.
ORE
17.16 Al diavolo! Un po’ di dolore fisico mi farà bene!
ORE
17.17 O forseno.
ORE
17.20 Mamma mi ha fasciato i piedi. Quel gatto è un killer di piedi. E pure sadico. Ha gradito particolarmente i miei alluci, forse sarà per il
retro-gusto dei miei calzini.
Però
potrebbero essere anche le ciabatte.
Farò un’indagine al
riguardo.
ORE
19.00 Mi fanno male i piedi. In ogni
caso ho eseguito la mia indagine. Ho fatto annusare a Gengis
un paio dei miei calzini.
Se
li è mangiati.
ORE
19.05 Credo proprio che siano i calzini a dare “quel non so che” ai
miei piedi che attira tanto il gatto.
ORE
8.00 Papà è piombato in camera urlando che fuori c’è un sole
stupendo. Che resti dov’è, io voglio solo dormire.
Senza il ben che minimo
permesso ha spalancato la finestra.
OkElsie, resta calma! È solo un vecchio che non ha
nient’altro da fare che piombare in camera da letto a disturbare il sonno dei
suoi figli. Resta calma!
-Forza bambina! In piedi!
Al mattino bisogna svegliarsi presto!- ha esclamato
papà togliendomi il lenzuolo da sopra la testa. Non ho fatto in tempoa replicare perché è
gia corso in cucina.
Ormai che sono sveglia
tanto vale alzarsi.
Grazie al cielo i piedi non mi fanno più male. Spero solo
che quel felino da manicomio non li prenda di nuovo di mira.
ORE
9.00 Allan si è alzato dal
letto. È entrato in cucina e si è seduto vicino a me.
-In piedi aquest’ora? A cosa
dobbiamo l’onore?- gli ho chiesto.
-Mi è venuta fame....
MonDieu. Non fa altro che mangiare e dormire, dormire e mangiare. Lui si che
sarebbe un gatto perfetto! Altro che quel coso peloso che
ballonzola per casa credendosi il padrone del mondo. E
che azzanna i miei piedi!
ORE
9.05Ora che ci penso è un bel po’ che non
vedo papà in giro. Probabilmente sarà andato anche stamattina a fare il matto
con zio Frankie in sella a quelle dannate
motociclette.
Spero solo che non
prendano sotto qualche vecchietta.
ORE
15.00 Ha chiamato Bex. Voleva sapere se ero disposta ed accompagnarla in un
nuovo negozio di articoli sportivi.
-Perché?-
le ho chiesto.
-C’è
un nuovo commesso! È talmente bello da far svenire!
-Non puoi andarci da
sola?
-Certo che no! Mi
vergogno!
Bex
che si vergogna. Questa mi giunge nuova. Lei, che ha avuto
il coraggio di indossare degli spaventosi pantaloni verde fosforescente l’ultima
volta che siamo uscite, mi viene a dire che si
vergogna di andare a spiare un ragazzo. Sacrébleu!
-È proprio necessario
andare oggi?- ho chiesto io.
-Assolutamente! È
l’ultimo giorno in cui c’è questo ragazzo, da domani va in vacanza!
Però,
è piuttosto informata.
-E
va bene allora...- alla fine ho ceduto.
-Grazie mille! Ah,
dimenticavo....
-Cosa?
-Può portarci Allan?
-Perché
mai?
E lei:-Il
negozio è dall’altra parte della città! Tuo fratello ha fatto la patente,
giusto?
-Bhe...si....- non mi alletta l’idea di scorazzare per le strade con
mio fratello al volante- Ma sei sicura? Insomma...ha superato l’esame da solo
una settimana...dopo essere stato bocciato la prima volta...sei proprio sicura sicura?
-Ma
sì! Andrà tutto bene!- ha risposto lei come se sapesse
prevedere il futuro- Ci vediamo dopo!
ORE
15.05 Non so perché, ma mi è venuta paura.
ORE
16.00 È arrivata Bex. Abbiamo convinto Allan a forza a portarci fuori, e alla fine siamo saliti in
macchina.
Per tutto il tragitto Bex non ha fatto altro che parlare. Ma non le si scaricano le batterie? Forse ha un interruttore per
spegnerla da qualche parte!
ORE
16.10 Non ho trovato l’interruttore.
ORE
16.30 Siamo arrivati al negozio. Allan ci
ha detto di incontrarci fuori e poi è sparito nel reparto degli snowboard. Bex mi ha letteralmente
trascinato nel reparto dei costumi da bagno.
Abbiamo vagabondato fra
gli scaffali finché non abbiamo trovato il ragazzo dei suoi desideri. Però, carino! Sui25 anni. Stava sistemando dei costumi
da uomo sugli appendini.
-Elsie,
vai da lui...- mi ha sussurrato Bex
senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.
-E
perché? È a te che piace!
-Ma
mi vergogno!
Giuro che questa storia
del vergognarsi comincia a darmi alla testa.
-Ma
cosa diavolo gli dico?- le ho chiesto.
-E
che ne so...chiedigli consigli per un costume da regalare a tuo fratello! Forza
vai!
Mi sono avvicinata al
ragazzo.
Ma
perché mi lascio convincere a fare ‘ste cose?
-Scusa...- gli ho detto
per attirare la sua attenzione.
-Si?
Cavoli! Se gli chiedo consigli su un costume, poi mi tocca comprarlo
per davvero! E va bene! O la
va o la spacca!
-Senti...- ho continuato- la mia amica, quella che sta facendo finta di
guardare i reggiseni là in fondo, ha detto che ti
trova molto interessante...ti andrebbedi conoscerla meglio?
Il ragazzo ha guardato
me, ha guardato lei e poi ha guardato di nuovo me:
-Quanti anni ha?
-Quindici
-Non sono interessato
Bhè,
immaginavo che sarebbe finita così. In fondo lui è molto più grande.
ORE
16.35 Sono tornata da Bex.
-Che
ha detto? Che ha detto?- mi è quasi saltata addosso.
Io l’ho presa a braccetto
e l’ho indirizzata vero l’uscita dicendo: -Ha detto
che è gay!
ORE
17.00Bex non l’ha presa molto bene. Se ne è tornata a casa urlando che quelli che piacciono a lei o
sono gay o sono troppo stupidi.
-C’est la vie!-
le ho urlato dalla finestra mentre inforcava la sua bici.
Poverina, deve essere
stato un trauma per lei.
ORE
18.30 Devo trovare un modo di tirare su di morale Bex. Però l’impresa si sta
rivelando più ardua del previsto.
ORE
18.35 Vado a fare un po’ di compiti per distogliere la
mente da Bex.
ORE
18.40 Lasciamo perdere
i compiti.
ORE
19.05 Mamma ci ha chiamato per andare a tavola. Ci siamo tutti
seduti e abbiamo cominciato a mangiare. Papà non ha perso occasione per
cominciare a lamentarsi. Ogni sera ha un argomento da proporre come oggetto
della sua disapprovazione. Stasera è toccato ai motociclisti.
-Corrono come matti
questi giovani d’oggi!- ha esordito papà- E mai che ci
sia un vigile quando serve!
-Se
ci fosse un vigile arresterebbe anche te e zio Frankie...-
ho commentato io.
Papà non ha risposto, si
è limitato a fulminarmi con gli occhi, e poi ha continuato-
Scommetto che più della metà di quei ragazzi non hanno nemmeno la patente!
Fosse per me,farei
sequestrare tutte le moto!
-Ma papà...- ho detto io-..se accadesse, tu e zio Frankie
non sapreste più come occupare le vostre giornate, visto che passate la vostra
vita su quelle moto...
ORE
19.10 Forse avrei dovuto stare zitta. Papà
non ha gradito il mio senso dell’umorismo e mi ha sbattuto in camera senza
cena. Questi vecchi d’oggi, non sanno nemmeno riconoscere una battuta
sarcastica. Sacrébleu,
ma dove andremo a finire?
ORE
23.30Ho
fame. Una fame che non ci vedo. Ormai dormono tutti, andrò a farmi un panino di nascosto.
ORE
23.35 Speriamo di non inciampare nel gatto come l’ultima
volta.
ORE
10.00 Ha telefonato Bex. Dopo avermi tenuto al telefono per mezzora con delle
chiacchiere inutili a proposito della sua ceretta alle gambe, è giunta al punto
principale della sua telefonata.
-Andiamo
a vedere un film!- ha detto con entusiasmo.
-Da quando se una patita
di cinema?- le ho chiesto sospettosa.
-E
chi l’ha detto? È solo che oggi si paga meno!
Ah ecco, mi pareva.
-Appuntamento alle tre e
mezza davanti al negozio di sport! Io penso a Vera, avverti
tu le altre! Ciao!- e ha messo giù il telefono.
Non ho capito perché devo
essere sempre io quella che chiama gli altri, mentre lei si occupa solo di
Vera.
ORE
10.10 Ho parlato con Jane. Tutto a posto.
Ora resta solo Peg. Signore aiutami.
ORE
11.05 Ho parlato anche con Peg. Mi ha
tenuto al telefono 40 minuti prima che riuscissi ad
accennare al fatto che andiamo tutte al cinema. Dopo essersi dilungata con il
suo personalissimo parere sul film che avremmo visto, mi ha chiesto se può venire anche un suo amico.
-Quale amico?- ho chiesto
io con i brividi lungo la schiena all’idea di chi potesse
essere.
-Ma
che domande, Bernard!- ha detto lei come se fosse la
cosa più naturale del mondo. Bè,
secondo me non è naturale andare in un luogo pubblico
con quel balenottero.
Ho inspirato
profondamente e poi ho detto- E va bene.....può
venire.....
-Ok,
ci vediamo dopo, ciao!- e ha messo giù. Devo cercare di capire perché hanno
questo vizio di troncare la telefonata mentre sto
cercando di finire di pronunciare la frase. Sacrébleu.
ORE
15.10 Jane e Vera sono
arrivate. Incontreremo Bex, Peg
e il balenottero al cinema. Allan
però non può accompagnarci, quindi sarà mia madre a farlo.
Non so se devo essere
contenta della cosa.
ORE
15.20 Siamo riuscite a liquidare mia madre, e devo aggiungere, con
molta fatica! Però siamo arrivate troppo in anticipo. Bex non si vede da nessuna parte, e in quanto agli altri
due....bè loro arriveranno
SICURAMENTE in ritardo. Quindi abbiamo deciso di fare un giretto nel negozio di articoli sportivi (che grazie al cielo non è quello in
cui mi ha trascinata ieri Bex!).
ORE
15.30 MAI
PIU’!
Non entreremo in quel negozio MAI
PIU’! Ci
siamo perse fra gli scaffali, i commessi e la gente che urlava. Non trovavamo
più l’uscita.
-Ok....niente
panico!- ho detto, e alla fine ci siamo orientate seguendo gli urli dei clienti
che diventavano più forti man mano che ci avvicinavamo alle casse, e quindi
all’uscita!
Che
incubo!
E
come se non bastasse è arrivata Bex con il suo nuovo
cellulare con display a colori e fotocamera integrata.
E ha cominciato a scattar fotografie peggio di un
giapponese! Un altro incubo, visto che nelle foto sembro la reincarnazione di
Frankestein senza chiodo piantato nella testa!
ORE
15.45 Siamo uscite nel parcheggio perché là dentro faceva un caldo
insopportabile. E naturalmente dei 2 dell’apocalisse
neanche l’ombra.
Però ci è sorto un dubbio. Se arrivavano dall’altra entrata?
Tutte abbiamo
girato contemporaneamente la testa verso l’interno del cinema, cercando di
guardare attraverso il vetro della porta automatica. Trovati!
Siamo
corse loro incontro sventolando le braccia in segno di
saluto. Temo che ci abbiamo frainteso perché Peg è scappata dentro i bagni delle donne. Bernard la stava per seguire ma
fortunatamente si è accorto in tempo del luogo in cui stava per entrare.
Senza degnare di uno
sguardo il ragazzo, siamo entrate nel bagno. C’erano tre cabine. Una sola
chiusa a chiave.
-Qualcosa
mi dice che è lì dentro!- ha detto Bex.
-Complimenti,
genio!- ha commentato Jane.
Abbiamo
iniziato a tirare pugni e calci alla porta. La ragazza non cedeva. Alla fine
abbiamo optato per una soluzione diplomatica.
-Esci di
lì subito se non vuoi rimanerci per il resto dei tuoi giorni!- le abbiamo
detto. Ha funzionato. Siamo uscite tutte e cinque, e ci siamo dirette
dall’essere di sesso maschile che avevamo abbandonato a se stesso.
Io, Jane,
Bex e Vera abbiamo osservato
bene Bernard, notando con immenso disgusto che era
ingrassato ancora di più dall’ultima volta. MonDieu!
Bex
mi ha preso in disparte e ha sussurrato- Ma
guardalo...fra un po’ porta le settima di reggiseno!- dopo di che si è data ha
una serie di risatine isteriche. Sacré
bleu. Anche
se però devo ammettere che un po’ di ragione ce l’ha!
ORE
15.55 Manca ancora un sacco di tempo al film, così
abbiamo deciso di fare un giretto per la sala giochi.
L’incubo il ritorno.
C’è talmente tanto casino
da non riuscire quasi a parlare, e oltretutto Bex ha
cercato di adescare il barista. Noto con piacere che ha già dimenticato il commesso
gay.
Vera si è avvicinata a me
e a Jane.
-Ehi, quello laggiù non è Marcus?- ci ha chiesto.
Marcus
è un nostro vecchio compagno che veniva alle elementari con noi.
Janelo fissa per un po’, poi fa- Dai, andiamo a chiedergli se è
lui!
Io l’ho guardata allibita- Ma sei fuori? E se poi
non è lui? Che figura ci facciamo?
ORE
16.00 Per l’ennesima volta mi sono lasciata convincere a fare una
cosa molto stupida. Perché? PERCHE’?
Perché tutte a me? Vabbèlasciamo perdere.
Alla fine io e Jane, come due TomCruise al femminile, ci siamo fatte furtivamente largo fra i vari videogiochi,
canticchiando la colonna sonora di MissionImpossible.
Quando siamo arrivate vicino al
biliardo, dove avrebbe dovuto essere la nostra vittima, ci siamo sedute con non chalanche
davanti ai ragazzi che giocavano.
Mi sono avvicinata all’orecchio di Jane- Ma quale di quei
ragazzi dovrebbe essere Marcus? Vabbè
che non lo vedo da 2 anni, ma io proprio non riesco a identificarlo...
ORE 16.03 Siamo
tornate dagli altri. Io e Janesiamo
giunte alla conclusione che forse Vera ha avuto un’allucinazione.
O che noi siamo negate per
pedinare la gente.
ORE 16.04
Probabilmente la seconda.
ORE 16.15 Siamo
entrate nella sala dove proiettano il film. La Casa dei Fantasmi. Allettante
come titolo. ComunqueBex
dice di non preoccuparsi, perché è un film per bambini.
-Allora perché siamo venute a vederlo?- ho chiesto io.
Bex mi ha risposto di tapparmi
la bocca.
Senti chi parla.
ORE 18.30 Il film è
finito. Ok, purtroppo devo ammetterlo....anche
se mi disgusta dirlo...Bex aveva ragione. Non
era un film di paura.
Anche se Peg
sembra che non la pensi allo stesso modo.
Durante la proiezione ha urlato parecchie volte, e guarda
caso quella di fianco a lei ero proprio io. Perlomeno,
quando urlava aveva la tendenza a girarsi verso Bernard,
col risultato che rischiava di cadergli addosso. Mi sono salvata.
Bernard però no.
Poverino, mi fa un po’ pena.
Comunque devo ricordarmi di non
sedermi vicino a Peg quando andiamo a vedere dei film
dal titolo ambiguo come questo.
ORE 23.20Tutto sommato è stata una giornata interessante. Oddio, i
miei timpani ci metteranno un po’ di tempo a guarire, ma comunque
è stato interessante. Jane si è anche fermata a
dormire da me. Ma non è stato semplice. Ho dovuto sopportare
lunghe ore di trattative per convincere Allan ha
cedere il suo letto a Jane e ad andare a dormire in
salotto.
Alla fine sono riuscita a convincerlo, anche se a un prezzo molto alto. Per un mese dovrò pulire e mettere
in ordine anche la sua parte di stanza. Merde.
-fine capitolo 3- tobecontinued
LE MILLE DOMANDE
Salve a tutti! Sono l’autrice (ma
dai, non si era capito!!)
Ho avuto la “brillante” idea di creare questa piccola
sezione in cui rispondere alle vostre domande! Avete delle curiosità da
soddisfare? Domande da fare? Qualche punto della fic
non vi è chiaro? (cosa alquanto probabile visto il mio
modo confusionario di scrivere!) bene, fatemi le vostre domande nelle
recensioni e io provvederò a rispondere alla fine di ogni capitolo!
Per esempio Pé mi aveva chiesto
se Sammy, Elsie e Allandormono tutti nella stessa
stanza. In effetti è così, infatti nella camera c’è
anche il lettino di Sammy (che fra parentesi ha tre
anni), però lui preferisce infilarsi nel letto della sorella o, più spesso,
dormire con i genitori. Non gli piace dormire da solo! Aaah,
che bimbo strano ^^!!
Bene, se avrete domande in futuro non esitate a pormele!
ORE
10.30 Ritengo
che svegliarsi al mattino con il gatto arrotolato alla
caviglia e il “dolce” rumore della motocicletta di zio Frankie
non sia propriamente salutare. Come se non bastasse mamma è piombata in camera
con tutta la sua mole e ha cominciato ha passare l’aspirapolvere, senza
preoccuparsi minimamente del fatto che stessi dormendo. Sacrébleu, al giorno
d’oggi non c’è più rispetto per i giovani!
ORE
10.31 Naturalmente
Allan non ha fatto una piega…e chi lo sveglia quello!
ORE
10.40 Alla
fine mi sono alzata dal letto per cause di forza maggiore (mia madre che voleva
sbattere il materasso).
Mi sono diretta in cucina, nella speranza di
trovare qualcosa da mangiare, ma non appena ho visto papà e zio Frankie che allegramente si spazzolavano l’ultima scatola
di biscotti al cioccolato, ho rinunciato definitivamente ai miei sogni di
gloria.
Ho tentato di svignarmela senza farmi notare, ma
zio Frankie mi ha individuato all’istante. Quando si
tratta di disturbare i proprio nipoti, quell’uomo è incredibilmente sveglio e all’erta.
-Oh Elsie, buongiorno!-
ha detto masticando un altro biscotto. Disgustoso.
-‘Giorno…- ho mugugnato. L’ultima
cosa di cui ho voglia è intavolare un’allegra chiacchierata con un ultra-quarantenne che crede che i BackstreetBoys siano ancora in cima alle classifiche.
-Come mai in piedi così tardi?- ha continuato lui-
Che…hai fatto tardi ieri sera? In giro la notte con qualche ganzo?
OH MIO DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!Ma cosa ho fatto di male?
Perché devo essere costretta a rimanere in presenza di
un tale individuo? PERCHE’? QUALCUNO ABBIA LA PIETA’ DI RISPONDERMI!!!!
-Allora?- ha chiesto ancora- Chi tace acconsente?
Stai calma Elsie, non devi dargli alcuna soddisfazione. Cool…tobecool!
Ho preso un biscotto sopravvissuto e senza degnare
di uno sguardo quei due esseri, me ne sono tornata in salotto.
Io sono superiore. Non devo lasciarmi turbare da
quei microcefali.
ORE
10.45PERCHE’ HO UNA FAMIGLIA COSI’ DISGRAZIATA??!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ORE
13.15 Ok, ora posso dire di essere
relativamente ripresa. Il cibo ha uno straordinario effetto calmante su di me.
Peccato che la mia tensione era così alta che ho dovuto farmi
fuori due piatti di spaghetti con pancetta e un hot-dog
prima di riuscire a rilassarmi!
Se diventerò una balena
citerò zio Frankie per danni!
Comunque ha chiamato Jane per dirmi che oggi pomeriggio andiamo in piscina.
Alè! Giusto per sfoggiare le
mie cosce in pubblico.
ORE
15.30 Piscina
piena di gente. C’era d’aspettarselo. È piena di ragazzi. Per Bex è uno spasso, non fa altro che guardare il fondoschiena
di ogni povero sciagurato che le passa vicino. E si è anche fatta la tinta hai capelli: da castano ora sono
rosso scuro. Trovo che così sia ancora più minacciosa.
A completare il quadro un “delizioso” costume intero nero e viola. Uno
spettacolo. E poi si chiede perché i ragazzi sono
intimoriti da lei. MonDieu!
ORE
15.45 Dopo
esserci rosolate un po’ al sole io e Jane, prese dal
nostro ardore giovanile, ci siamo buttate in acqua.
Buttate letteralmente. Con tutta la nostra grazia.
Poi ho dato lezioni di nuoto alla mia petiteamie.
Sembravamo due sceme, lei che nuotava a cagnolino e io che le tenevo a su la pancia come si fa con i bambini. Grazie a dio è
intervenuta Bex a riportarci alla realtà. Se così si può dire. Dal bordo della vasca ci ha urlato:
-EHI VOI DUE! PIANTATELA DI FARE LE DEFICIENTI!
ORE
15.47 Quella
ragazza è totalmente priva di delicatezza!
ORE 16.30 Osservare Bex che
prova a nuotare si sta rivelando essere davvero esaltante. Non riesce nemmeno a
stare a galla! Ah, finalmente avrò qualcosa con cui
ricattarla!
I suoi tentativi di fare bella figura con il
bagnino sono miseramente falliti. L’unica cosa che potrebbe fare per attirare
la sua attenzione è far finta di annegare!
ORE
16.35 A quanto
pare anche lei ha avuto la stessa idea.
Ha cominciato ad agitare le braccia come una
forsennata, e mi sembra che stia cercano di ingoiare
l’acqua della piscina.
Vera intanto è uscita dalla vasca e ha raggiunto me
e Jane.
-Che le prende?- ho
chiesto a Vera indicando Bex.
-Vorrei saperlo…ha detto di allontanarmi e di
far fare tutto a lei!
Signore salvaci! Il suo obbiettivo è proprio il
bagnino!
ORE
16.40 Il
bagnino si è buttato in acqua. Ma non è andato a salvare Bex,
le si è avvicinato e si è limitato a dirle che nel
punto in cui si trova si tocca il fondo.
Che figura di merde!!
Poteva almeno avere il buon senso di andare
nell’acqua di due metri!
Almeno così affogava veramente.
ORE
17.30 Ora del
gelato!!!!! Oh ohoh! Cioccolato sto
arrivando!!!
Io e le ragazze ci siamo allegramente dirette al
chiosco dei gelati, obbiettivo: ingozzarsi!
Ho cominciato a mangiare il mio gelato, quando ho
sentito uno voce, orribilmente familiare.
-Ma bene, bene, bene….chi abbiamo qui?
Tutte e quattro ci siamo
girate di scatto. ODDIOOOOOOOO!!! No, lui no!!!!
Il ragazzo dai lineamenti orientali ci ha osservato
con aria strafottente.
-Ma…Marius….che ci fai qui?- ho balbettato in preda al panico.
Lui è scoppiato a ridere- Secondo te? A nuotare no?
Ho fatto un sorriso stiracchiato, mentre Bex, come suo solito, ha cominciato a comportarsi in un
modo molto poco femminile.
-Ehi Marius!- ha esclamato- Bel costumino….un po’
troppo gay forse? Ma ognuno ha i suoi gusti!
Ma che spiritosa…io sono in preda a un collasso e lei si preoccupa del costume da gay!
Alla fine però mi sono fatto
coraggio e ho chiesto a Marius: - Ehm…sei venuto da
solo?
Lui ha fatto un sorriso- No……c’è
anche Andrew!
Bex è scoppiata in una risata.
Ecco, sento che sto per morire….le forze mi
abbandonano….non può essere vero…PERCHEEEEEEEEEEEEEEEEEEE’?
Perché, perché, perché c’è anche
lui? Ovunque io vada me lo ritrovo fra le suole delle
scarpe!
Aaaarg!
Ok….devo stare
calma….autocontrollo…vado lì, lo saluto e cerco di non litigarci….è semplice.
Marius ci ha fatto segno di
seguirlo, mentre Bex ha tentato di riprendersi dal
suo attacco isterico. Ma che bell’amica!
Jane mi si è avvicinata. Posso percepire il suo sostegno nei miei confronti…sono
commossa!
-Elsie…-mi ha detto.
-Si ma petiteamie?
-Ci sarà da ridere!
Il mondo mi è crollato addosso. Noooooo!
Anche lei pensa che non appena io ed Andrew ci rivolgeremo
la parola, daremo il via ad una delle nostre memorabili sfuriate!
Ma io cosa ci posso fare? Quel
ragazzo ha l’innata capacità di farmi uscire dai gangheri appena apre quella
sua adorata boccuccia!
-Jane….
-Si?
-Prima vado a farmi una nuotata…-
le ho detto.
-Ma sei scema? Hai appena
mangiato un gelato! Ti verrà una congestione!
Ore
17.35 La
sensazione di andare verso il patibolo. Uguale. Ho sentito la mia anima
abbandonare il mio corpo e fluttuare nell’aria.
Ci siamo avvicinate a un gruppetto di ragazzi,
composto da nostre vecchie conoscenze, e stagliato fra di loro,
eccolo….lui….SATANA!!!!!
La mia anima ha cominciato a essere sballottata dai
quattro venti!
Si è girato verso di noi, e ci ha fatto un sorriso.
Un sorriso diabolico. Glielo leggo in quei suoi perfidi occhietti che ha
qualcosa in mente! Si si!
-Ehi ragazze!- ha detto Andrew salutandoci.
Bex lo ha salutato con la mano e poi si è
concentrata su un ragazzo di passaggio.
Alla faccia della solidarietà!
Mi ha guardato negli occhi. Io l’ho guardato negli
occhi.
-Ciao Andrew! È un po’ che non ci si vede!- ecco, l’ho
fatto! L’ho salutato per prima!
-Ciao Elsie! Allora come va?
-Abbastanza bene…- ho risposto.
-Ma non avevi detto che eri dimagrita?
Ecco! Lo sapevo! Neanche trenta secondi da quando
ci siamo rivolti la parola, e vorrei sottolineare che non ci vediamo da due
mesi, che ha subito sparato una delle sue battutacce!
Bex è anche scoppiata a ridere, di nuovo, cercando
però di fingere che non fosse quella battuta la causa della sua ilarità.
Tentativo fallito.
Devo mantenere la calma…
Mi sono girata verso Jane, nella ricerca di un po’
di conforto, ma l’ho beccata che chiacchierava allegramente con Marius.
“Son tutta
sola….non ho nessuno accanto….i guai han preso il volo…mi sfottono
soltantooooooo!!!”
(canzoncina di Ciuchino in Sherk)
Ok, devo piantarla di canticchiare nella mia testa!
Ci manca solo che mi vengano le allucinazioni alla Ally McBeal!
-Molto spiritoso…- ho detto ad Andrew- Davvero,
davvero molto spiritoso….
Si è messo a ridere- Dai, scherzavo! Piuttosto, voi
andate alla festa di Amanda?
-Certo, ha invitato tutta la scuola!
-Ci sarà anche Luke…- ha detto lui con un sorrisino
idiota sulla faccia.
Se crede che mi sciolga non appena senta il nome di
Luke, come tutte le altre ragazze della Fillmore, bè si sbaglia di grosso!
-E allora?- ho chiesto io facendo finta di niente.
-Allora, mi risulta che anche tu abbia una cotta
per lui!
-Ti risulta male ciccio!
-Se se, come se ci credessi!- ha detto lui.
Giuro che fra un po’ gli salto addosso e gli stacco
la testa a morsi!
-Elsie, dobbiamo andare!
È intervenuta Jane! Dieu Merci!!! Allora lassù forse qualcuno mi ama!
-Ciao ciao Andrew!!- gli ho detto sventolando la
mano.
-Ci vediamo stasera!- ha detto lui- Cerca di
dimagrire!
-BRUTTO…..
E gli sono saltata addosso.
Lo sapevo che finiva così…
ORE
19.30 Abbiamo
provato, in una qualche maniera, a prepararci per la festa. Bex si è presentata
a casa mia con tre borse piene di vestiti, trucchi e matite per gli occhi. Era
totalmente esaltata.
Ha rivoltato da cima a fondo la mia stanza per
trovare un vestito decente, e ha pure aperto l’armadio di Allan, come se
sperasse di trovarci qualcosa di indossabile. Magari aveva nascosti dei vestiti
da donna…un suo lato nascosto….ok, meglio non pensarci….
Poi Bex si è concentrata su Jane. L’ha rincorsa per
tutta la casa cercando di spalmarle sul viso un po’ di fondotinta. Una lotta
furiosa.
Poi è stato il momento dell’arrivo di Vera. Per lo
meno Bex si è distratta con lei, e io e Jane siamo riuscite a scappare. Ma non
per molto.
Ci ha riagguantato, e ciò che è successo dopo è
molto confuso nella mia memoria. Ricordo solo vestiti che volavano e una fitta
coltre di fard, che si innalzava a mò di nuvoletta.
ORE
20.20 Alla
fine siamo riuscite a vestirci. Bex ha trovato nel mio armadio un vestito rosa
lungo fino alle ginocchia, e mi ha costretto a metterlo. Stessa cosa ha fatto
con Jane e Vera, con un vestito azzurro e dei jeans arancioni. Si può dire che
praticamente sia stata lei a vestirci.
Lei invece si è messa una canottiera viola, dei
pantaloni alla pescatora viola, e calze a rete viola. Uno spettacolo.
-Bex, devi per caso andare a una festa mascherata?-
le ho chiesto.
-Perché scusa?
-Sembri travestita da punk…
Mi ha detto di andare a quel paese. Che ragazza
poco femminile.
Poi alla fine ha voluto truccare me e Vera (con
Jane ormai aveva rinunciato).
Quando mi sono vista allo specchio mi è quasi
venuto un infarto.
-Oh pour
l’amour de Dieu!- ho urlato- Ma sei impazzita???!!! E tu credi che io vada
in giro conciata in questo modo?
-Come sei esagerata Elsie, ho solo usato un chilo
di ombretto rosa!
-Dici? A me sembrano 2 chili!
E sono scappata in bagno mentre anche Vera subiva
la tremenda tortura dell’ombretto.
ORE
21.05 E siamo
allegramente giunte alla festa di Amanda la sgualdrina. Anche se più che una
festa era un bordello. Gente che cantava, gridava, esultava, tutto accompagnato
da dei bicchieri di punch, ufficialmente non alcolici, ma qualcosa mi dice che
qualcuno deve averci rovesciato “per sbaglio” qualche litro di alcool. Il loro
comportamento era paurosamente simile a quello dei miei parenti. E la cosa è
preoccupante.
Bex si è guardata un po’ intorno, scrutando
traverso le sue lenti a contatto, per individuare qualche ragazzo da
accalappiare.
Io invece sono stata reclutata come porta bevande.
ORE
21.45 Bex è
riuscita a fare amicizia con gli amici di Luke, e si è vantata di questo per
mezz’ora.
-Però di Luke non c’è neanche l’ombra…- le ho fatto
notare.
-Dettagli…- ha risposto.
Mi sono alzata sospirando e sono andata a farmi un
giro.
ORE
22.10Mon Dieu. Non riesco ancora a
crederea quello che ho visto! E non
riesco a credere a come mi sento io! Il che è ancora più sconvolgente!
Stavo camminando fra la bolgia di gente, cercando
di tornare dalle ragazze, quando mi sono accorta di due che stavano pomiciando
senza il minimo pudore. Non ci ho fatto molto caso, finché non mi sono resa
conto che quei due erano…..Andrew e Amanda!!!!!!!
Li ho guardati per mezz’ora con la bocca
spalancata, senza riuscire a capacitarmi di quello che stava succedendo, e
soprattutto di quello che provavo! Merde,
non mi sono mai sentita così!!! Ero, ero….mi disgusta molto dirlo….ma…ERO
GELOSA!!!!! E io non posso essere gelosa di Andrew!!!! È contro natura!!!!
Come se non bastasse si è anche accorto di me! Ha
allontanato Amanda senza spiegazioni, e lei si è pure arrabbiata e se ne è
andata offesa. Mi ha guardato serio per qualche secondo.
Si stava per avvicinare, ma sono scappata.
ORE
22.30 Credo
che la mia faccia assomigli a un pomodoro maturo…
Ma perché diavolo sono scappata in quel
modo??????!!!!! Sono un’emerita idiota!!!! Chissà cosa avrà pensato!!!! Tripla merde!
Comunque alla fine sono tornata dalle altre e il
rossore del mio volto è stato alimentato dalla presenza di Luke.
Non so come, ma Bex deve aver convinto gli amici a
chiamarlo!
Ed è stata a fissarmi per mezz’ora finché non le ho
detto che è stata brava.
ORE
23.50 Siamo
tornate a casa. Sono contenta che la serata sia finita. Ho passato la maggior
parte del tempo a svolgere il ruolo del peperone ambulante.
Dopo “l’incidente” con Andrew, del quale ho parlato
solo a Jane, evitando accuratamente di dirlo a Bex, abbiamo passato il resto
della festa con Luke e i suoi amici. Abbiamo chiacchierato, ballato e devo dire
che mi sono divertita parecchio.
Ma il culmine della serata è arrivato quando Luke
mi ha presa in disparte.
-Senti Elsie…- mi ha detto- Mi piacerebbe uscire
con te qualche volta…
Io naturalmente sono arrossita- Ah si?
Che risposta del cavolo!!
Lui si è messo a ridere- Certo! Che ne dici se
domani andiamo al Lunapark? Tu porti le tue amiche e io i miei amici…niente di
impegnativo…sembrerà un uscita di gruppo…
-Si d’accordo!- ho detto riacquistando il controllo
e riuscendo persino a sorridere in modo abbastanza naturale.
Alla fine ci siamo salutati e io sono riuscita a
superare la fase “congelamento totale”.
ORE
10.15 E così
ha avuto inizio un’altra “esaltante” giornata. Il
fatto che mi sia svegliata con il gatto che mi
mordicchiava l’alluce, non mi incoraggia a pensare che questa possa essere una
giornata positiva, allegra, elettrizzante o anche semplicemente NORMALE!! Ma ragionando, quando mai è stato possibile definire la mia
vita normale? Insomma, è normale avere un gatto che preferisce i tuoi piedi ai croccantini? O uno zio che sceglie
le SpiceGirls come
argomento di conversazione con un’adolescente del 2000? È normale rischiare di
avere un collasso se incontri dei tuoi compagni in piscina? O
essere gelosa di un inutile essere, con il cervello grande come una noce moscata, che si bacia senza ritegno con la prima sgualdrina
che passa? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!
NON E’ NORMALE!!!!!!!
ORE
10.30 Vorrei
fare un appello: chiunque sia in grado di rendere la vita di una quindicenne libera da gatti isterici, zii ultraquarantenni, e ragazzi in
generale (escludendo ovviamentequelli
belli, sensibili, coraggiosi e pronti a salvarti la vita come ClarkKent) si faccia vivo prima
della fine dei secoli!
ORE
14.30Jane e Bex sono arrivate con la
solita attrezzatura da trucco. Erano eccitate più di me all’idea di uscire con Luke e i suoi amici, e mentre Jane
si occupava del fondotinta sulla mia faccia, Bex si
rifaceva la tinta ai capelli per renderli di un rosso più intenso: è stato
divertente vederla trafficare con quanti e pennellino.
Poi le mie due compagne di sventure hanno fatto varie ipotesi sugli amici che Luke
avrebbe portato con lui: Bexspera ardentemente che ci sia Paul, e ha aggiunto che quando lo vede gli salterebbe
addosso. Povero ragazzo.
ORE
15.20 Quaranta
minuti all’ora X.
Bex comincia davvero a dare di
matto! Ha rincorso Gengis per tutta la casa. È stata
una scena memorabile!
Tutto è cominciato quando
il gatto è entrato con non chalance nella mia camera, senza che noi gli
prestassimo particolare attenzione. Ma il dramma è avvenuto
quandoGengis, in preda a un raptus felino, si
è buttato su Bex e le ha strappato di mano i collant
che stava per mettersi.
Il gatto, con una strana luce negli occhi, si è
scaraventato giù per le scale, seguito a ruota da Bex
in mutande e con in mano un oggetto contundente!
Hanno attraversato di corsa il salotto svegliando Allan dal suo sonno (miracolo!), al loro passaggio hanno
devastato la cucina e si sono letteralmente buttati in giardino dove hanno dato
inizio a una lotta furiosa!
Il risultato è stato che Allan
è rimasto traumatizzato dalla vista di Bex in
mutande, che i vicini ci odiano ancora di più, e che la nostra amica ha i
collant sfracellati. Il gatto se ne è andato
sventolando la coda come se nulla fosse.
LUNAPARK
ORE
16.15 Ci siamo
messi a passeggiare per il Lunapark alla ricerca di
un’attrazione decente. E ho iniziato ad abituarmi alla
presenza di Luke che mi cammina di fianco.
Si è presentato alle quattro in punto, in compagnia
di Paul (il quale ha aumentato l’esaltazione di Bex!) e Dick. Ma
la cosa drammatica è che è arrivato proprio nel momento in cui, scherzando con Jane e Bex, mi stavo esibendo in
una delle mie celebri (e devo dire molto apprezzate!) imitazioni della prof di
francese.
È stato imbarazzante.
Sono rimasta ferma a fissarli per qualche secondo,
finché tutti e tre non sono scoppiati a ridere.
Se non altro mi hanno
fatto i complimenti per le mie capacità comiche.
Comunque sto passeggiando vicino a Luke, ascoltando l’animata discussione di Paul e Bex a proposito dei The Calling: lui sostiene che sono mitici, lei che il cantante
è una checca.
ORE
16.25 Io e Janeabbiamo deciso di organizzare
l’operazione P.B., Pestaggio Bex!
Quel genio ha deciso di andare nella Casa dei Fantasmi, e i tre individui maschili
in nostra compagnia erano pure d’accordo! Jane è alquanto contrariata perché si spaventa facilmente e
quanto a me…non è che abbia qualcosa contro le case
dell’orrore, ma le trovo alquanto ridicole! Insomma! Tutti quei pupazzi
ricoperti di ragnatele finte e che urlano come zio Frankie
sotto la doccia! Ma siamo seri!
Come se non bastasse Bex
e Jane mi si sono avvicinate
scrutandomi maliziosamente e stando attente che i ragazzi non le sentissero.
-Allora…-ha esordito Jane.
-Vedi di prenderti un bello spavento!- ha concluso l’altra.
Io le ho guardate perplessa- Eh?
-Tesoro, lo sappiamo che a volta il tuo cervello fa
cilecca…- ha detto Bex.
-Ah grazie!
-…ma cerca di
comprendere….spavento = scusa per aggrapparti a Luke e recitare la parte della fanciulla impaurita!
-Esatto!- ha continuato Jane-
è la tua occasione per mostrare il tuo talento di attrice
e di fare colpo su Luke!
Mi sfugge qualcosa…
MaJane
non era contraria alla Casa dei Fantasmi?
Che fine ha fatto la nostra
operazione Pestaggio Bex?
NON MI Può TRADIRE COSìììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
-fine capitolo 6- tobecontinued
Salve a tutti! Vorrei scusarmi per la lunga attesa e per la brevità di questo capitolo, ma con la
scuola non è facile! Comunque ecco il nuovo capitolo! Spero
che vi sia piaciuto, e ringrazio tutti coloro che mi
seguono! Aspetto commenti!
Devo ancora capire come è
stato possibile che mi abbiamo trascinato in quella casa!
Quando è arrivata la navetta
ci siamo posizionati a due a due; naturalmente io ero vicino a Luke, e visto che Bex si era
letteralmente buttata per sedersi di fianco a Paul, a
Jane era rimasto Dick.
Sembrava che tutto andasse bene all’inizio. Per il
primo tratto dovevamo viaggiare a bordo dei vagoncini, e cominciavo a pensare
che mi ero preoccupata troppo. Tutto andava secondo la
normalità: io parlavo con Luke di Star Wars, Bex rideva come una matta quando sbucava dal nulla qualche scheletro, ogni tanto
Jane lanciava un urlo e Paul
e Dick si dedicavano amorevolmente ai loro cellulari.
Dentro di me pensavo: “Mon Dieu,
ti prego, fa che non succeda niente di imbarazzante!”
Ovviamente la mia supplica non era stata udita.
A volte mi immagino Dio
seduto nel suo studio, con la scrivania piena di carte: preghiere, suppliche,
ringraziamenti, richieste di vario genere. Lui le legge
tutte, scartando quelle più assurde o difficilmente realizzabili senza un
dispendioso utilizzo di angeli.
E poi eccolo…è lì…con scritto sopra una mia preghierina…un POST-IT!!!
Lui lo prende, lo osserva, legge il nome del
richiedente (cioè io), e pensa…”oh, la piccola Elsie…è così carina quella ragazza…mi chiede sempre di non
farla finire in situazioni imbarazzanti e inappropriate…me ne occuperò appena
avrò cinque minuti di tempo libero dalle preghiere più ingombranti”
Ora, visto che le preghiere ingombranti non hanno
mai fine, Dio non ha mai “cinque minuti di tempo libero”, e anche se ce li
avesse non li passerebbe certo a esaudire altre
preghiere! Così il mio post-it finisce lì…nel
cassetto dei post-it…se ci guardate dentro troverete
ancore la mia preghiera di avere un pony azzurro cielo…avevo
cinque anni…
Comunque, adesso torniamo alla casa
dell’orrore.
Come ho detto prima, la parte
iniziale del percorso è avvenuta in modo relativamente normale.
Una volta scesi dai vagoncini c’era un
tratto da percorrere a piedi per arrivare all’uscita. Il corridoio era
completamente buio, ad eccezione di piccole luci al neon che indicavano la
strada. Approfittando della scusa che non vedevo dove andavo, mi sono stretta
al braccio di Luke, il quale pareva contento della
cosa.
Ogni tanto Bex iniziava a
ridere o Jane urlava, e questo ci faceva capire che
non avevamo perso gli altri per strada.
La convinzione che tutto sarebbe andato bene però è svanita quando non ho sentito più la voce di Bex…quella rassicurante voce…un po’ da uomo devo dire, ma
rassicurante all’interno di quel corridoio buio.
-Ehm…Luke…gli altri?- ho
chiesto io.
-Ho paura che ci siamo persi…
Ah perfetto!
Ci mancava solo questa!
Luke poi mi ha messo le braccia
intorno al corpo, nell’invano tentativo di rassicurarmi credo. Ma il fatto era che in quel momento più che di un abbraccio,
avevo bisogno di una camomilla!
Come diamine si fa a perdersi in una casa
dell’orrore su un sentiero tracciato!!??!! Vatti a
fidare dei ragazzi! Era meglio se conducevo io la spedizione!
Luke, dal conto suo, non si è
preoccupato più di tanto. Mi ha sollevato il mento e mi ha baciato. Avevo
voglia di chiedergli se il fatto di essere sperduti in
mezzo all’oscurità era così eccitante per lui, ma alla fine sono rimasta zitta.
Forse quella situazione stupida poteva trasformarsi in qualcosa di interessante.
Ovviamente mi sbagliavo.
Dopo circa trenta secondi ho
sentito dei rumori strani provenire dall’esterno. Una porta si è spalancata all’improvviso
innondandoci di luce, e ci siamo ritrovati circondati
dagli addetti alla sicurezza e dai nostri amici, con Bex
e Jane che urlavano come delle matte.
In pratica eravamo finiti davanti alla porta
d’accesso che usavano quelli della manutenzione. Non vedendoci uscire gli altri
si erano preoccupati e si erano catapultati dalla sicurezza.
Il risultato è stato che metà del LunaPark è venuta a sapere che due ragazzi si sono persi
nella casa dell’orrore, e che invece di cercare l’uscita si sono messi ad
amoreggiare.
Lo dico e lo ripeto: mi sento un’idiota!
Domenica 15 agosto
ORE
11.30 Mi sono svegliata da circa mezz’ora con Sammy avvinghiato a una gamba.
Quel bambino sta subendo un preoccupante condizionamento psicologico da parte
del gatto! Penso che dovrò mettere in pratica le mie nozioni di psicologia per
ricondurlo sulla via della salute mentale!
A completare il quadretto è entrato in camera un
individuo con in testa un’enorme parrucca bionda e
riccioluta.
Mi sono resa conto che si trattava di zio Frankie quando
ha aperto la bocca.
-Buongiorno girl !!!- ha
urlato. La giornata inizia bene.
-Ciao zio….- ho risposto con tono apatico- ha cosa
si deve l’onore?- ho chiesto indicando la parrucca
bionda.
-Bella eh?
Fantastica…
-È per questa superlativa giornata!!- ha continuato lui sempre più estasiato.
-E cioè?
-Ferragosto!!!!!
Ormai dovrei essermi rassegnata. Eppure
continuo a farlo. Continuo a cercare di capire quali strani
pensieri vengono elaborati dalla mente di zio Frankie.
E soprattutto cerco di capire come faccia a
sopravvivere l’unico neurone che gli è rimasto nel cervello. Poverino. Il
neurone intendo.
In ogni caso ho fatto notare allo zio che il fatto
che sia Ferragosto ha poco a che fare con il mettersi in testa una parrucca
bionda e riccioluta. Soprattutto alla sua età. Potrebbero scambiarlo per un
maniaco.
-Me è per te cara!!!- ha detto
lui togliendosi quella cosaobbrobriosa
e sventolandomela davanti al naso- per fare colpo su qualche ganzo!
Immagino che fare richiesta al medico di
prescrivermi dei barbiturici non sia abbastanza. Penso che dovrò fare ricorso agli oppiacei. Ho un urgente bisogno di endorfine.
Cercando di mantenere la calma mi sono scrollata Sammy dalla gamba, mi sono alzata dal letto e con andatura
decisa mi sono avviata verso le scale.
Le ho scese, ha dato
un’occhiata ad Allan sbattuto sul divano e
(ovviamente) addormentato, e sono entrata in cucina, sperando di trovare un po’
di pace.
Ovviamente le mie rosee speranze sono state
disintegrate non appena ho messo piede nella stanza.
Due individui (che purtroppo devo riconoscere come
i miei genitori) si sono fiondati su di me con
indosso delle parrucche come quelle di zio Frankie…rosse
ma altrettanto ricciolute.
Salve salve a tutti!! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Lo so, un po’ corto, ma
è meglio di niente, no? Grazie a tutti quelli che seguono la mia fic e hanno la pazienza di leggere le pazzie scaturite dal
mio cervello! Approfitto per rispondere alla domanda di JulyChan:
Si, mi piacciono i The Calling!!!
Ebbene lo ammetto! E ci tendo a dire che
l’affermazione riguardante Alex (fatta nel cap.6) non l’ho inventata io! È la fedele trasposizione di ciò
che ha detto una mia amica, alla quale mi sono appunto ispirata per il
personaggio di Bex!!
Bè, che altro dire…..spero che il capitolo vi sia piaciuto e ……commentate!!!
Mi trovo a casa di zio Frankie…nel
suo mega-giardino con mega-piscina…in quella che dovrebbe essere una festa di
Ferragosto…
Mi trovo circondata da mocciosi delle
elementari, miei consanguinei e non…letteralmente divorata dalle
zanzare, una delle quali mi ha gentilmente morso sul naso, che adesso sembra
quello di un clown!
L’individuo che devo purtroppo considerare come colui che ha contribuito alla mia nascita, sta trafficando
assieme a una quindicina di zii con i fuochi d’artificio. Probabilmente la
serata finirà con qualcuno di loro legato a un razzo e
spedito in orbita. Spero che sia mio padre.
Allan sta ovviamente dormendo su
qualche sdraio, e Sammy sta facendo strage di cuori.
Le bambine gli stanno appiccicate come delle cozze!
Per finire mamma si sta esibendo nella sua sensuale
danza dei calamari, tanto per rimanere in tema di frutti di mare.
Papà se ne è accorto e si
è fiondato sulla pista da ballo, piroettando come un
matto e facendo la figura del polipo.
L’ho già detto che la mia
fine è vicina?
ORE
22.20 Sono in
compagnia di quelle che mi hanno detto essere mie cugine di secondo o terzo
grado…quelle di primo avevano di meglio da fare! Beate loro!
Mi ritrovo così, non più circondata da mocciosi
delle elementari, ma da mocciose undicenni…il che è ancora peggio!
Confabulano tra di loro,
parlando di rossetti, trucchi e JustinTimberlake, chiedendomi ogni tanto dei consigli.
-Elsie, secondo te a che età si
dovrebbe iniziare con la crema anti-rughe?- mi ha chiesto Crissie.
-Bè, immagino
quando ti spuntano le rughe…- ho risposto io.
-Allora sbrigati!- a detto
lei scoppiando a ridere insieme alle sue amichette.
Piccole vipere….non vedo
l’ora che sui vostri bei visini compaiano quei grazioni
amichetti di tutte le adolescenti….i punti neri!!!!!! Allora sì che ci sarà da
ridere…ma sarò io quella a farlo!!!!
AH AHAH!!!!
ORE
22.35 Zio Frankie è venuto da noi, interrompendo i miei progetti di
vendetta.
-Sono arrivati altri ospiti
ragazze!- ha detto lo zio- È una coppia di miei amici, e hanno portato
con loro il figlio di quindici anni! Pensavo che potevate intrattenerlo voi!
A quelle parole le mie cugine hanno lanciato gridolini eccitati, sistemandosi i capelli e passandosi
un’altra mano di lucidalabbra.
Grandioso, ci mancava anche questa! Sarà il
classico quindicenne carino, che dopo avermi dato un’occhiata
deciderà di dedicarsi alle undicenni!Evviva…
-Ragazze…lui è Andrew!- ha
detto lo zio.
Le mocciose hanno cinguettato un “piaceeeeeere!!!”, io sono
sbiancata.
Davanti a me si stagliava lui, il mio nemico,
satana, lucifero, belzebù, MarilinManson…o come diavolo vogliamo chiamarlo!!!!
Era lì!!! Più bello che mai!!
EHI!! MA CHE STO DICENDO??!!!!???
ORE
22.40 Andrew,
dopo aver sorbito le presentazioni delle mie cugine, si è avvicinato a me
sorridendomi.
-Ciao Elsie…
-Ciao…
Le mocciose undicenni sono sbiancate vedendo che ci
conosciamo già.
-Che ci fai qui?- ho
chiesto io ricambiando il sorriso e dimostrando una certa confidenza nei suoi
confronti. Tutto pur di fare invidia a quelle piccole vipere!
-I miei genitori sono vecchi
amici di tuo zio, ci ha invitato lui…
-Molto interessante!- ha esclamato Crissie cercando di entrare nella conversazione.
Andrew le ha rivolto uno sguardo
un po’ infastidito, poi si è guardato intorno.
-Che ne dici di andare a fare
un giro?- mi ha chiesto lui, e senza neanche darmi quasi il tempo di rispondere
mi ha preso la mano trascinandomi verso la piscina. Me ne sono andata
sghignazzando per la faccia violacea delle mie cugine!
ORE
22.45 Io ed
Andrew ci siamo seduti sul bordo della piscina, ci
siamo tolti le scarpee abbiamo immerso
i piedi nell’acqua.
-Missione “fuga dalle galline acide”, compiuta!- ha scherzando lui rivolto alle mocciose undicenni.
-Grazie all’agente Andrew Porter
e al suo provvidenziale intervento!!- ho risposto io
ridendo.
Andrew ha cominciato ad osservarmi con uno strano
sorriso.
-Cos’hai da guardare?- ho
chiesto arrossendo come una matta.
-Niente…solo che era da un po’ che non ridevamo
insieme…mi mancava il tuo sorriso…
Ha abbassato lo sguardo mettendomi a fissare
intensamente l’acqua.
Ma che cavolo di discorsi si mette a fare??? Si è drogato??? Ha fumato qualche canna prima di venire
qui??? Che fine ha fatto l’Andrew sadico e sarcastico sempre pronto a prendermi
in giro???
-Riguardo a venerdì sera…-ha continuato lui-…per
quello che è successo…
Un lampo mi ha attraversato il cervello. Oh cavolo!!! Me ne ero completamente dimenticata!!! Venerdì sera!!!
Quando l’ho sorpreso a baciarsi con Amanda e poi sono scappata come una
stupida! Merdemerdemerde!!!
Vorrà sapere perché accidenti ho reagito così!!Che cavolo gli dico? “Sai
Andrew, ti ho visto in atteggiamenti amorosi con quella sgualdrina e sono
scappata perché in preda a una folle gelosia! Perché ero gelosa? Vorrei capirlo anch’io!!”
AAAAAAAAAAAAAH!! QUALCUNO ABBIA PIETA’ DI ME!!!
-….mi dispiace…- ha detto
lui.
Ho bloccato all’istante il flusso dei miei pensieri
che andavano a 300 all’ora! Cosa?
-ma…perché?- gli ho chiesto
con una perfetta aria da ebete.
-per quello che hai visto…con
Amanda…non volevo che tu assistessi a quella scena…
Non sono riuscita a rispondere…che devo dire?
-A me Amanda neanche piace…- ha continuato -..ma quella sera ero un po’
ubriaco e molto triste…così…
-Andrew! Non ti devi giustificare!- ho detto io pur
di non stare zitta come una scema- Quello che fai e con chi lo fai sono affari tuoi e basta! A me non deve interessare!
-E INVECE SI!- ha
esclamato lui.
Senza darmi il tempo di replicare mi ha baciato.
Sono rimasta impietrita. Non è possibile! Non sta
accadendo davvero!!! DITEMI CHE NON è VERO!!!
Perché? Perché
il ragazzo che è stato la mia spina del fianco per un sacco di tempo,
tormentandomi e prendendomi in giro 24 ore su 24, mi sta baciando?
E soprattutto…perché io non mi sottraggo??!!Perché sto ferma senza
reagire? Che accidenti mi prende!! Prima sono gelosa di Andrew, e adesso mi lascio baciare da lui!!
Devo riacquistare il controllo!
Mi sono allontanata da lui, alzandomi dal bordo
della piscina. Mi ha fissata con i suoi meravigliosi occhi nocciola,
nell’attesa che gli dicessi qualcosa.
E io? Sono scappata!
Di nuovo!
Deve aver pensato che mi sto allenando per i 100 metri!
E l’ho lasciato lì, a bordo
piscina, mentre nel cielo esplodevano i fuochi d’artificio.
-fine capitolo 8- tobecontinued
Salve a tutti e ben trovati! Che
ne pensate del nuovo capitolo? Troppo sdolcinato? Troppo melenso? Preferivate
un capitolo con più azione?
Fatemi sapere le vostre opinioni!!
Poi, vorrei ringraziare Sunset&Moon
per il commento e rispondere alla sua domanda! Su Georgia Nicolson
esistono 4 libri:
-“La mia vita è un disastro (nemmeno il mio gatto
mi capisce)”
-“Sono disperata e nessuno se ne cura (le nuove
confessioni di Georgia Nicolson e del suo gatto)”
-“Questa casa è un manicomio (e io sono chiusa
dentro)”
-“Ho toccato il fondo (fine vera e ufficiale.
Forse…)”
Io sono riuscita a trovarli in un
unico volume “Ho toccato il fondo (tutte le confessioni di Georgia Nicolson e del suo gatto)”
Mezzanotte
e mezzo Rannicchiata
nel mio letto. Forse dovrei abbandonare la città. O
magari il paese. Potrei andare in India e fare visita al Dalai
Lama. Oppure direttamente in Tibet presso un monastero, per
espiare le mie colpe. Quanti anni si prendono per aver baciato un altro?
20? 30?
Anche se tecnicamente è stato
LUI a baciare me!
Mi sento terribilmente in colpa nei confronti di Luke. So che non stiamo ancora insieme, ma mi sento in
colpa comunque.
Ma quello che proprio non mi
torna è il perché Andrew abbia fatto quello che ha fatto.
La spiegazione più logica è che io gli piaccia. Ma
se davvero gli piaccio, perché si è sempre comportato in modo sadico e
irritante con me??
Voglio dire…se una persona ti piace non fai di
tutto per esserle antipatico! A meno che il cervello
di Andrew non sia rimasto allo stadio infantile. Come i bambini piccoli, che
quando piace loro una bambina la prendono in giro e le fanno
gli scherzi.
Questa potrebbe essere una risposta.
Oppure…ipotesi più plausibile…è
stata una sua ennesima cattiveria nei miei confronti. Uno scherzo, una farsa.
Probabilmente c’era qualche telecamera nelle vicinanze, ho
qualcuno dei suoi amici ci ha fotografato.
MA CERTO! Vogliono
ricattarmi! Se non sto ai loro comodi, faranno vedere le foto
a Luke! E le mie possibilità
di avere una storia con il ragazzo più ambito della Fillmore
svaniranno nell’atmosfera! PUFF! Adieu!
Mezzanotte e cinquantaForse sto esagerando. Forse guardo troppa tv.
Eppure questa ipotesi mi sembra sempre più reale.
ORE
1.00 Mi
consolo viziandomi corpo e mente. Vizio la mente leggendo (un articolo sul
rossetto) e il corpo mangiando CHILI di gelato.
ORE
1.15 Ora,
oltre a essere terribilmente preoccupata, sono anche
insonne e ingrassata, ma molto bene informata in fatto di rossetto.
Cosa da non sottovalutare.
Mercoledì 18 agosto
SALOTTO
ORE
16.35È da domenica sera che non metto piede fuori di
casa. Me ne sto sbattuta sul divano a guardare i Teletubbies
con Sammy avvinghiato a una
gamba e il gatto sdraiato sul mio stomaco. Mamma ha persino iniziato a
preoccuparsi, chiedendomi se volevo che chiamasse il
dottore. Non ho capito se mi prendeva amabilmente per il fondoschiena o faceva
sul serio.
In ogni caso l’unico contatto che ho avuto con il
mondo esterno è stata una telefonata con Jane prima che partisse per le vacanze. Una telefonata
all’insegna della devianza mentale.
-Sono disperata…- ho esordito.
-Oddio, che è successo? Problemi con Luke?
-Non ancora, ma arriveranno ma petite amie….arriveranno…hai presente la
festa di mio zio di domenica?
-Si
-C’era Andrew…
-Per Andrew, intendi Andrew?
-No, intendo Marius…
-Allora c’era Marius,
come mai?
-Jane! C’era Andrew!
-Ma hai detto che c’era Marius!
-E mi ha baciata!
-Marius ti ha baciata?!?
-No, Andrew!
-Marius ha baciato Andrew?
-JANE !!!
-Che c’è?
-ANDREW MI HA BACIATA!!!!
-CHE COSA ?!?!?!
ORE
18.15 È
arrivato zio Frankie, piombando in salotto in tutto
il suo splendore. Mamma e papà vanno a cena fuori e il mio pazzo parente è stato
reclutato come guardiano delle carceri (baby-sitter).
-Non ne capisco il motivo…- ho
detto a papà- Insomma…Allan ha 20 anni e io 15! Ci
siamo già noi a badare alla casa e a Sammy! Perché
sconvolgere le nostre menti obbligandoci a una intera
serata in compagnia del tuo compagno di scorribande? Ci odi a tal punto?
-Non essere sciocca tesoro!- ha risposto lui
ridendo stupidamente e scompigliandomi i capelli ( cosa che comincia a darmi
suoi nervi!)- Non possiamo lasciare a casa Sammy da
solo con un ventenne capace di addormentarsi in mezzo a
un incrocio stradale e una quindicenne troppo impegnata a mettersi il mascara
per accorgersi che la casa va a fuoco!
GRAZIE TANTE! E QUESTO DOVREBBE ESSERE COLUI CHE
DOVREBBE AMARE I SUOI FIGLI FINO ALLA MORTE??!! MA NON
FATEMI RIDERE!!
ORE
18.50 È
squillato il telefono. Mi sono alzata per rispondere ma
zio Frankie si è letteralmente buttato sulla
cornetta, investendo il gatto nel suo impeto di ardore.
-PRONTO! Siete a “Gira la Ruota”! ALLEGRIA!
Non sapevo se piangere o rotolarmi a terra dalle
risate.
-Cosa? Oh, ma certo…- lo zio si è girato verso di
me, e nonostante fossi a circa tre metri da lui mi ha
urlato come se fossi all’altro capo dell’universo- ELSIE !!! VIENI AL TELEFONO!
C’è UN GANZO DI NOME LUKE, DALLA VOCE MOLTO SEXY, CHE VUOLE PARLARE CON TE !
Ho agguantato il telefono portatile e mi sono
fiondata nel sottoscala barricando la porta.
Ho fatto un respiro profondo e ho risposto.
-Pronto?
-Ciao Elsie, come stai?
-Oh, molto bene grazie! Scusa per come mio zio ha
risposto al telefono!
-Non importa…
Silenzio imbarazzante.
-Ehm…si dunque…- ho
balbettato- come mai hai chiamato?
-Ecco vedi…- ha risposto in tono molto serio-…avrei
bisogno di parlarti…riguardo a una cosa…
OH TRIPLA
MERDE! LO SAPEVO LO SAPEVO! Avrà saputo di quello
che è successo con Andrew domenica sera!
-Va bene se ci vediamo domani al parco
dell’oratorio?- mi ha chiesto mentre il mio cervello
partiva in quarta- Verso le quattro e mezzo, ok?
Sono solo riuscita a mugugnare un- Mmm…ok..mmm…
Poi mi ha salutato e ha riattaccato.
ORE
20.20Ora ne ho l’assoluta certezza. L’unica via da perseguire è
quella del suicidio. Una morte veloce e indolore se possibile.
ORE
20.25
TESTAMENTO
Vorrei una bara in noce, con interni di seta blu.
Manici in argento. Lascio a Bex il mio stereo e i
miei cd dei Blue, a Vera il lettore mp3 e i cd di Tiziano Ferro,
e a Peg la mia valigetta con pastelli, acquerelli e
tempere. Ai miei fratelli lascio la mia collezione di
romanzi horror e di Topolino e la mia parte di camera. Tutto ciò che resta lo lascio a Jane, mia migliore
amica e confidente. Ringrazio tutti quelli che ho conosciuto nella mia breve ma
intensa vita, con un saluto particolare a Luke, mio
caro amore, e ad Andrew, essere ignobile!
Ricordo ai miei genitori e ai miei parenti (zio Frankie in particolare) che nonostante abbiano reso la mia
vita un inferno, gli voglio comunque bene, e metterò
una buona parola per loro con Dio.
Capitolo 10 *** Forse non sono del tutto sfigata ***
Sto sclerando- Help me
Sto
sclerando- Help me
Capitolo
10- Forse non sono del tutto sfigata
Giovedì 19 Agosto
ORE
11.30
Svegliandomi, stamattina, sono rimasta molto delusa.
Speravo che nel sonno il gatto mi avesse soffocato
sedendosi sulla mia faccia. Ma aprendo gli occhi e accorgendomi di non avere
quella sensazione di leggerezza che credo abbiano le anime defunte, e non
percependo residui di pelo di gatto in bocca, ho dovuto constatare che ero
ancora viva.
Un ultimo barlume di speranza mi ha colto quando,
aprendo la porta del bagno, ho creduto di vedere San Pietro.
Poi mi sono accorta che ero soltanto mio padre.
ORATORIO
ORE
15.45 Pur non
avendone la benché minima intenzione, alla fine mi sono ritrovata in oratorio
ben 3 quarti d’ora prima dell’appuntamento con Luke.
Immagino che la causa di tutto ciò sia da imputare
all’eccesso di adrenalina nel mio sangue, che miracolosamente fa muovere le mie
gambe contro la mia volontà.
ORE
15.48 O forse
sono una “sonnambula sveglia”, cioè, sono sveglia, ma vado in giro come una
sonnambula senza rendermi conto di quello che faccio, finendo così in oratorio
spinta dal mio sub-conscio.
ORE
15.50 O forse
sono semplicemente un’idiota.
ORE
16.10 Ho cominciato
a vagare senza una meta per l’oratorio, sola con la mia depressione. Camminavo
guardandomi le punte delle scarpe e inevitabilmente sono finita addosso a
qualcuno.
Ovviamente non era una persona che avrei gradito
vedere, o che per lo meno non mi causasse uno shock anafilattico. Perché,
OVVIAMENTE,quella persona era Andrew. Merde.
Quell’essere ignobile mi ha osservata leggermente
sorpreso mentre mi alzavo alla velocità della luce, e prima che riuscisse a
dire qualcosa, ho agguantato Michael, che mi passava di fianco, fingendo di
intraprendere un’animata discussione con lui.
ORE
16.15 Ho
trascinato Michael per mezzo oratorio, precisamente fino al campo di basket.
Quel povero ragazzo urlava come un matto e cercava di liberarsi dalla mia
poderosa stretta: peccato che sia più basso di me, e che quindi i suoi sforzi
siano stati inutili.
-Che cavolo ti è preso?- mi ha chiesto Michael dopo
averlo liberato.
-Scappavo, Miki…scappavo…
-Non chiamarmi Miki…da chi scappavi?
-Da Andrew, Miki…mi serviva un diversivo e tu eri
l’unico a portata di mano…
-Non chiamarmi Miki!!!
-Va bene Miki…
Michael mi ha guardato esasperato e dopo avermi
gentilmente mandato a quel paese si è diretto verso il bar.
-Scusami! Non lo faccio più! Mi perdoni?!- gli ho
urlato da sotto il canestro.
Lui si è girato, ha sorriso e ha annuito.
E io: -GRAZIE MIKI !!!
ORE
16.20 Credo di
essere diventata l’incubo di Michael. Probabilmente mi sogna la notte mentre
gli dico “Miiikiiiii….Miiikiiii…”
ORE
16.30 È giunto
il momento. La mia morte è vicina. È venuto da me Frederick dicendomi che Luke
mi aspetta sulle scale di fianco ai bagni. Mon
dieu, credo di avere un principio di infarto.
CAMERA MIA
ORE
17.43 Ho
cambiato idea. Non voglio più morire. In questo momento il suicidio sarebbe
molto controproducente.
Dopo che Frederik è venuto a chiamarmi mi sono
diretta come uno zombie verso il luogo dove mi aspettava Luke. Era bellissimo,
seduto sui gradini della scala, con indosso una meravigliosa maglietta azzurra
con il colletto (meravigliosa perché la indossava LUI, non lo sarebbe stata se
l’avesse indossata qualcun altro…e non faccio nomi!!).
Quando mi sono avvicinata mi ha sorriso facendomi
segno di sedermi accanto a lui.
-Devo parlarti…- mi ha detto-…riguardo a noi due…
“AH BENE! Ecco che arriva la pugnalata!!” ho
pensato.
-Tu mi piaci molto…
“Ma ho scoperto il tuo intrallazzo con Andrew…quindi
non s’ha da fare! Avanti dillo! Almeno posso morire in pace!”
Ma quelle parole non sono uscite dalla sua
fantastica boccuccia!! Invece ha detto:
-…per questo vorrei che ci mettessimo insieme!
Al quel punto mi sono alzata di scatto, ma il piede
mi è scivolato e sono ricaduta con un tonfo sulla scala, ballonzolando per
qualche gradino.
Luke mi ha guardata per qualche secondo, mentre io
cercavo di capacitarmi di come fosse potuta succedere una cosa del genere
proprio in quel momento; ha guardato la mia faccia paonazza e poi è scoppiato a
ridere.
Allora io ho cominciato a ripassare a mente il mio
testamento per essere sicura di non aver dimenticato nulla.
Luke si è alzato, ancora con le lacrime agli occhi,
e mi ha aiutato a rimettermi in piedi.
Però anziché rimangiarsi quello che aveva detto, mi
ha chiesto:
-Allora? Questa tua mirabolante caduta
corrispondeva a un “sì”, o a un “no”?
Sono diventata ancora più rossa di quello che già
non fossi.
-I-immagino…un-un “sì”…- ho balbettato come mio
solito.
-Bene…
Mi ha preso il viso fra le mani e mi ha baciata.
Siamo rimasti lì per circa un quarto d’ora…a
baciarci ovviamente.
Poi mi ha riaccompagnata a casa e mi ha detto “Ti
chiamo io, bellissima!”
OH CHE GIOIA!!!!! OH CHE TRIPUDIO!!!!! Sono
talmente felice che nemmeno mia madre che usa il mio ombretto riesce a farmi
arrabbiare!
ORE
18.20
SONO FELICE!!!!!!
Credo di avere una frattura all’osso sacro…MA SONO
FELICE!!!!!
-fine capitolo 10- to be continued
Hello!!!! Rieccomi qui!!! Grazie a tutti quelli che
continuano a seguirmi! In onore dell’uscita del decimo capitolo voglio
ringraziare coloro che hanno commentato la mia storia sin dai primi capitoli:
grazie a kannuki, Pé, melina, Hobbit, mary-lu, toni capuozzo, giogi, Alex,
Michelle Malfoy, damynex, Julychan e Sunset&Moon.
Ma grazie anche a tutti quelli che leggono
solamente!!
Grazie mille!!
Inoltre per scusarmi della brevità del capitolo, e
sempre per festeggiare l’uscita del decimo, vi offro un capitolo extra, scritto
in modo diverso dal solito, cioè in terza persona…giusto per cambiare un po’!
Spero che vi piaccia!!
CAPITOLO EXTRA
E SE FOSSE UN REGNO INCANTATO?
Una ragazza bionda correva per il corridoio del
grande castello, affannata e molto preoccupata. Arrivò davanti a una grande
porta, intarsiata di fili blu e azzurri, e la spalancò.
-PRINCIPESSA ELSIE!!! E’ SUCCESSO UN GUAIO!!!
La ragazza dai capelli castano dorato e gli occhi
verdi, che stava lottando furiosamente con un grosso gatto, si girò di scatto.
-Primo Ministro Jane! Le sembra il modo di entrare?
Soprattutto a quest’ora del mattino!!!
-Scusate Maestà, ma sono insorti dei problemi! E
poi è quasi mezzogiorno!!
-Cioè l’alba!!! Che problemi ci sono?- chiese la
principessa cercando di stimare i danni che il suo pigiama aveva ricevuto a
causa delle unghie del gatto.
-Maestà, ci sono rivolte a Sud!
-Sud???? Vorresti dire che si tratta degli
Zanzaroni???
-Sì Maestà, ma vi prego, non chiamateli così! Il
loro nome è Karani!
La principessa sbatté un pugno sulla scrivania.
-AH! Lo sapevo che quel maledetto Andrew avrebbe
creato problemi! È degno di essere il Re degli Zanzaroni!!!
-Karani, Maestà…
-Quello che è!!!
La principessa Elsie corse fuori dalla stanza,
diretta verso le scale. Il Primo Ministro Jane le corse dietro.
-Maestà! Dove andate?- chiese la ragazza bionda.
-Dall’esercito! Non c’è tempo da perdere!!
-Ma Maestà!!!!
-CHE C’È?
-Siete ancora in pigiama!!
Il Colonnello Vera osservò il bianco cavallo reale
avvicinarsi con in sella la principessa. Corse verso la tenda del Generale ed
entrò. L’unica persona che vide fu il Capitano Peg.
-Capitano, dov’è il Generale?
-Temo che sia di là!- rispose la ragazza dai
capelli corti indicando un’altra tenda.
Il Colonnello la spalancò, trovandosi davanti una
ragazza dai capelli rosso scuro nel bel mezzo della ceretta alle gambe.
-COLONNELLO!!!!
-Scusate Generale! Sta arrivando sua Maestà la
principessa!
-Sempre sul più bello!
Il Generale, uscì dalla tenda dirigendosi verso la
ragazza scesa dal cavallo bianco e il Primo Ministro.
-Vostra Maestà…- salutò inchinandosi.
-Generale Bex, com’è la situazione?- chiese la
principessa.
-Drammatica! I Karani, pur essendo in numero
inferiore, sono molto difficili da uccidere! E inoltre hanno un ostaggio!
-E chi sarebbe?
-Vostro fratello, il principe ereditario Allan!
-CHE COSAAAAAAAAAAAAAA??????
-Maestà, datevi un contegno…- disse il Primo
Ministro.
La principessa afferrò il megafono per le
comunicazioni all’esercito.
-PROVA, PROVA! ATTENZIONE SOLDATI! QUI è LA VOSTRA PRINCIPESSA
CHE VI PARLA! VI ORDINO DI RITARVI! RIPETO: RITIRATEVI!! SARÒ IO STESSA AD
OCCUPARMI DELLA FACCENDA! AFFRONTERÒ PERSONALMENTE IL NOSTRO NEMICO!!
RE DEGLI ZANZARONI, SEI ALL’ASCOLTO?? PREPARATI!
VEDRAI SCATENARSI TUTTA LA MIA IRA!!
ATTENTO A TE, MALEDETTO ANDREW! LA FINIRAI
DI PUNZECCHIARCI CON IL TUO PUNGIGLIONE!! BRUTTO..
Il Primo Ministro si fiondò sulla principessa,
tappandole la bocca.
-Un po’ di contegno Maestà…
La secondogenita del Re, la principessa Elsie,
entrò nella grotta, covo di Andrew, Re degli Zanzaroni, popolo molesto dalle
sembianze di enormi zanzare.
Con il mitra spianato, si addentrò nei meandri
della caverna, contrastando l’oscurità con la sua tuta mimetica fosforescente.
Arrivò in una stanza circolare, dove, legato a una
colonna, c’era il principe ereditario Allan, che ovviamente dormiva.
Si avvicinò lentamente al fratello, ma
all’improvviso, da dietro la colonna, comparve un’enorme zanzara.
-Immaginavo fossi qui…- disse la principessa-…caro
Andrew…
-Come hai fatto a riconoscermi subito?- chiese il
Re degli Zanzaroni- Quando abbiamo queste sembianze, noi Karani ci assomigliamo
tutti!
-Perché appuntato al petto hai un cartellino con
scritto “Sono Andrew, Re dei Karani, abbiate paura di me! Oh oh oh!”
-Ah già! Avevo dimenticato di toglierlo!
La principessa fece qualche passo in avanti, il
mitra pronto all’uso.
-Forza Andrew, facciamola finita! Io ti ammazzo, e
torna la pace!
-Prima ascolta la mia proposta!
-E cioè?
-Diventa mia moglie!
-Col cavolo! Io ho un fidanzato!!
Adrew scoppiò a ridere- Chi? Il principe Luke? E
quello lo chiami un fidanzato?
-Sempre meglio di te! Almeno lui èbello!
-Non solo lui!
Andrew fece schioccare le dite, e acquistòle sembianze umane di un bel giovane dai
capelli biondo scuro e gli occhi nocciola!
La principessa arrossì- Non importa! Tu sei il
nemico, perciò ti eliminerò!
La ragazza si preparò a sparare, ma il Re degli
Zanzaroni fece sparire nel nulla il mitra che aveva in mano.
-Quello non ti sarebbe servito a nulla! Solo
un’arma creata dalla magia dei Karani può uccidere un Karano! E tu non hai quella
magia!
La principessa sorrise maligna- Grazie per
l’informazione! Ti rivelerò un segreto…io sono una mezzosangue…da parte di
madre, io discendo…
-Tu discendi?
-IO DISCENDO DAGLI ZANZARONI!!!
-CHE COSAAAAAAAAAAA????
-Hai capito benissimo!! Ho sangue Zanzarone nelle
vene, e perciò possiedo la magia di cui parli!
-Maledizione!
La principessa, utilizzando la magia, creò un altro
mitra, e con quello sparò contro il Re.
Andrew cadde a terra, e con un ultimo respiro
disse- Mi piace il tuo stile, principessa…
-Grazie caro…
La ragazza tornò dall’esercito, seguita dal
fratello ormai sveglio.
Il Primo Ministro Jane le corse incontro.
-Pricipessa, principe! State bene?
-Si rilassi Primo Ministro…stiamo bene!- rispose la
principessa.
-E il Re dei Karani?
-Tolto di mezzo!
-Come avete fatto?
La principessa rivolse il viso verso la rossa luce
del tramonto.
-Il sangue degli Zanzaroni non mente…
-Scusate?
-No, niente! Dicevo, sono un’abile combattente, e
perciò…Andrew non ci darà più fastidio!
-Ne sei sicura?
Tutti i presenti alzarono lo sguardo verso il punto
da cui era venuta la voce pericolosamente familiare.
Un’enorme zanzara, con un cartellino con scritto
“Sono il Re Andrew e non sei riuscita a farmi fuori!! Oh oh oh!”, ronzava sopra
le loro teste.
La principessa Elsie, con una vena che le pulsava
sulla tempia, schioccò le dita, trasformandosi anche lei in una Zanzarona.
Sotto gli sguardi sconvolti dei presenti, prese il
volo e cominciò a inseguire Andrew, che stava scappando ridendo come un matto.
-TI PRENDERÒ!!- urlò la principessa Elsie, sparendo
all’orizzonte.
FINE CAPITOLO EXTRA
Allora? Come vi è sembrato? Non è niente di che,
solo una cavolata! Ma spero vi siate divertiti!
È tutto il giorno che vado in giro saltellando con
un sorriso ebete stampato sulla faccia. Oggi sono esattamente due settimane che
io e Luke stiamo insieme! GIOIA E TRIPUDIO!!
Purtroppo il mio adorato non è qui a condividere
con me questo momento, perché è partito con la famiglia e tornerà solo domenica.
Ma non importa. Mi ha chiamata questa mattina per farmi gli auguri.
Mi consolo passando il pomeriggio con Jane e Marta,
stravaccate sulle panchine ad osservare i nostri amici che allestiscono il
capannone e le cucine per la festa parrocchiale di questa sera.
Aitanti giovanotti che lavorano a petto nudo sotto
il sole. Uno spettacolo niente male.
Jane osserva sbavante Matthew, Marta osserva
sbavante Steven.
Io osservo Andrew, ma con sguardo omicida. Anche se
mi risulta difficile non ammettere che ha un fisico fantastico.
Ok, meglio distogliere l’attenzione da lui. Devo
ricordarmi che ho un ragazzo e soprattutto che sono ancora arrabbiata con
Andrew!
Quindi non posso permettermi di stare ad ammirare
il suo meraviglioso fondoschiena.
ECCO! L’HO FATTO DI NUOVO!!
ORE
20.30
Io e Marta siamo andate a prendere Jane, per poi
andare alla festa, dove dobbiamo lavorare sparecchiando i tavoli.
Per strada ci siamo messe a parlare di Steven. Lui
e Marta stanno insieme da circa un mese e mezzo, però il loro rapporto, da
quando lei è tornata dalle vacanze, si limita a un “ciao” quando si vedono.
-Io non riesco a capire cosa ci sta a fare insieme
a me se tutto il suo tempo lo passa appresso al suo maledetto cordone
ombelicale!- ha detto Marta irritata.
Spiegazione: il “cordone ombelicale” sarebbe
Matthew. Lui e Steven sono i due amiconi inseparabili, e il soprannome se lo
sono tirati addosso loro stessi. Comunque…
-Devi cercare di capire che sono dei bradipi, e i
bradipi stanno a loro agio solo fra i loro simili!- le ho detto io.
-Ma io ormai non riesco più a capire che cavolo
vuole fare con me! Accidenti…quando mi scrive i messaggi è adorabile…dice che mi
vuole tanto bene e cose del genere…però di persona cerca di evitarmi e a
malapena mi saluta! Poi è ovvio che anch’io poi mi comporti in modo scorbutico!
-Marta…forse lui ha paura! Paura di mostrare i suoi
sentimenti…il fatto è che i messaggi non li può leggere nessuno a parte
te….invece quando vi vedete comunque ci sono sempre in giro Andrew e Matthew,
che sono i suoi migliori amici, davanti ai quali non vuole far vedere che tiene
a te! I maschi sono talmente stupidi che se l’amico ha una ragazza e mostra in
pubblico che le vuole bene, l’unica cosa che sanno fare è prenderlo in giro!
Sono ancora dei bambini!
-Ma io non posso aspettare che lui cresca per avere
un rapporto normale!- ha esclamato Marta ormai in preda all’esasperazione.
Io l’ho presa a braccetto- Lo so…lo so! Hai tutto
il mio appoggio.
ORE
10.30
Le due ore più traumatiche della mia vita. Passate
a sparecchiare tavoli e a cercare di evitare passeggini lasciati in giro da
genitori irresponsabili.
Come se non bastasse è successo un macello con Jane.
Verso le dieci, dopo essere tornata dalla ronda dei
tavoli, mi ha presa in disparte e mi ha detto che se ne andava a casa. Sul
momento non ho riflettuto e lei è andata.
Poi però, finito il nostro turno, io e Marta
abbiamo pensato a quello che era successo. Dopo pochi minuti mi ha chiamato
Jane da casa, spiegandomi che era andata via perchè aveva litigato con Matthew.
Allora siamo andate da lui, che si trovava alla
postazione di pulizia dei vassoi.
-Matt!- l’ho chiamato- è successo qualcosa con
Jane?
Lui si è avvicinato e mi ha risposto di no.
Allora gli ho detto che lei è andata a casa
dicendomi che c’era stato uno scontro con lui.
-Forse…- ha detto-…è stato prima…lei è venuta in
cucina a dirci di andare a lavorare perché serviva aiuto, e io l’ho mandata a
quel paese…
Ho guardato Matthew esasperata- Brutto idiota! Ci
credo che se ne è andata via così!
-Ma io non volevo offenderla! Accidenti! Dammi il
suo numero!
Gli ho dato il numero di cellulare di Jane e lui le
ha scritto “Scusami! Se ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare mi
dispiace molto!”.
A quel punto io e Marta siamo andate a farci un
giro per le giostre.
Ma dopo un po’ abbiamo visto Steven che correva
come un pazzo verso di noi sventolando un cellulare.
-Ragazze! Ho fregato il telefono a Matt! Leggete
cosa ha risposto Jane!
Il messaggio diceva “No, scusa tu! Più che altro
sono arrabbiata con me stessa…perché mi ero illusa di poterti piacere…”
A quel punto io e Marta ci siamo guardate in panico
mentre quell’idiota del suo ragazzo rideva come un demente.
Capitolo 12 *** il mio cervello si sta fondendo ***
Sto sclerando- Help me
Sto
sclerando- Help me
Capitolo
12- Il mio cervello si sta fondendo
Sabato 4 settembre
Mezzanotte
e mezzo Rannicchiata
nel mio letto. Forse dovrei abbandonare la città. O magari il paese. Potrei
andare in India e affogarmi nel fiume Gange. Qual è la pena per aver baciato un
altro? Davanti al proprio ragazzo?
Merde, merde,
merde e tripla merde!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Perché la mia esistenza deve andare a rotoli?
Cosa ho fatto di male nella mia vita precedente?
Ho passato quest’ultimo giorno nella mia camera,
rifiutando qualunque visita (incluse quelle per portarmi da mangiare…il che è
drammatico!!).
L’unico contatto con il mondo esterno sono state le
due telefonate a Jane e Marta.
Mi hanno detto che sono andate in oratorio ieri, e
c’era anche Andrew che giocava a basket con Steven e Matthew (come al solito).
Ma di Luke nemmeno l’ombra.
Alla sera Andrew ha provato a chiamarmi sul
cellulare, ma non gli ho risposto.
Perché ha fatto tutto questo?
Perché gli piaccio probabilmente. Altrimenti, fare
una cosa del genere solo per scherzo sarebbe davvero crudele.
Ma perché non me lo dice e basta?
Bhè, non è che otterrebbe molto. Non so quello che
provo nei suoi confronti. Con lui ho sempre avuto un rapporto ambivalente, ma
che non è mai andato oltre l’amicizia. Anche se devo ammettere che la gelosia
che mi ha colto alla festa di Amanda mi ha sorpresa. Ma forse è normale, quando
si è amica di un ragazzo, essere un po’ gelosa?
Bho, non lo so. Luke mi piace molto. Ma io l’ho
ferito, e di sicuro di me non ne vorrà più sapere.
ORE
15.30 Jane e
Marta sono piombate a casa mia, e dopo avermi immobilizzato e costretta a
indossare i jeans, mi hanno obbligata a forza a uscire di casa, trascinandomi
in oratorio.
Fuori dall’ingresso ho visto subito il motorino di
Andrew, al che c’è voluta una buona mezz’ora per riuscire a farmi entrare. Dopo
un altro quarto d’ora alla fine mi sono ritrovata sulla panchina davanti al
campo di basket, seduta fra Jane e Marta ad osservare Andrew, Matthew e Steven
che giocavano. Come ai vecchi tempi.
Ed Andrew continuava a fissarmi. Ad ogni azione, ad
ogni canestro lui si girava a guardarmi. Ora che ci penso è una cosa che faceva
sempre, ma non ci avevo mai prestato attenzione prima. Invece adesso…dopo
quello che è successo, è tutto diverso.
ORE
19.30 Sbattuta
sul mio letto.
Signore, è stato un massacro! Emotivamente
parlando.
Dopo che il Trio dei Bradipi (Andrew, Matt e
Steven) avevano finito di giocare, si sono avvicinati per salutarci, e appena
mi hanno vista Matt e Steven hanno iniziato a rivolgermi delle domande molto
indiscrete, del tipo “Elsie, come va la vita di coppia?” “Elsie, e il tuo caro
Luke?”.
Mi sono limitata a mandarli al diavolo, lanciando
però uno sguardo ad Andrew: a quanto pare non aveva ancora riferito ai suoi
cari amiconi del “piccolo incidente” dell’altra sera.
Poi me ne sono andata in bagno e appena uscita mi
sono ritrovata davanti Andrew.
Mi ha detto che doveva parlarmi e io come una
povera fessa l’ho seguto, e mi ha portata sulle scale dove mi ero messa con
Luke.
MA PORCACCIA! Sono tutti fissati con quelle scale?
Al quel punto però ho davvero creduto che volesse
chiedermi di diventare la sua ragazza. E stranamente la cosa non mi dispiaceva
affatto.
Sono rimasta immobile a metà della rampa, mentre
lui era in cima, appoggiato alla ringhiera.
-Senti Elsie…- ha esordito senza guardarmi negli
occhi –Scusami per gli eventi degli ultimi giorni…nonostante quello che ho
fatto…io…non posso mettermi con te…sai, fra gli impegni, gli allenamenti, non
avrei tempo per una ragazza…mi dispiace molto…
Non ho idea di che espressione avesse la mia faccia
in quel momento, ma sono quasi certa che non fosse particolarmente gradevole.
Ho borbottato qualcosa come: -Ah ok…bastava
dirlo…però potevi anche evitare…vabè ciao!
E me ne sono andata via, con una gran voglia di
piangere.
Ma non cederò! Non mi farò abbattere da uno stupido
bradipo e impotente sentimentale!
ORE
19.35
MA ANDIAMO! È assurdo che io ci stia ancora a
pensare! Ma perché non me ne infischio e basta? E come mi è venuta di pensare
che mi sarebbe piaciuto essere la sua ragazza?? Ma per favore! Ragazza di quel
coso? È solo un giocatore di basket, dal fondo-schiena stupendo, che se potesse
si sposerebbe il pallone…con il canestro come testimone!
ORE
19.40
Io odio Andrew Porter con tutta me stessa! Fegato e
cistifellea compresi!
ORE
19.45
ODDIO!!! E se mi piace? Ma che domande faccio!
Dovrei saperlo se mi piace! E INVECE NON LO SO!!!! AAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
ORE
19.50
VOGLIO MORIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
ORE
20.10
Mi ha chiamata Luke! Quasi non volevo credere alla
suoneria del cellulare! Ho fissato il display x un minuto buono, al che credo
che lui stesse anche per mettere giù, ma alla fine ho risposto.
Per farla breve, mi ha detto che nonostante io gli
piaccia molto, non gli sembra il caso di restare ancora insieme perché vede che
ho dell’interesse per Andrew.
Ho cercato di fargli cambiare idea, di dirgli che
non è vero che mi piace Andrew, ma lui ha risposto di non prenderlo in giro, e
soprattutto di non prendere in giro me stessa, perché è evidente che per me
quel ragazzo non è solo un’amico.
Così ci siamo lasciati, ma in modo pacifico e senza
rancore.
ORE
22.20
Evviva! Questa si che è vita!
Mi ritrovo nel mio letto, dividendo la stanza con
un individuo maschile anomalo (meglio identificato come mio fratello Allan),
con avvinghiato intorno alla caviglia un gatto che attualmente si crede un
mastino napoletano…o la mia professoressa di storia (non c’è molta differenza).
Senza più un ragazzo e con una crisi sentimentale
riguardante quello che credevo il mio migliore amico…un pazzo fanatico del
basket…un bradipo senza spina dorsale… e un impotente sentimentale (non mi
stancherò mai di dirlo).
Grazie Dio!
Fine capitolo 12 – to be continued
Rieccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusatemi per la lunga attesa! Vi prego di
perdonarmi!
Sono così felice che non riesco ad alzarmi dal
letto.
Mia madre è piombata in camera e ha spalancato le
finestre. È una cosa che fa ogni maledetta volta che ricomincia l’anno
scolastico. E continua per i primi giorni. Ma dopo circa una settimana si
stanca e la smette.
-Forza tesoro!- ha esclamato la mia genitrice –E’
ora di ricominciare a far funzionare il cervello, dopo un’intera estate con i neuroni
disattivati!
AH! Ha parlato! Come se lei i neuroni li facesse
funzionare quando lavora! Ma fatemi il piacere!
ORE
7.30
Quello che purtroppo all’anagrafe è registrato come
colui che mi ha dato la metà dei suoi geni (cosa per la quale non lo perdonerò
mai!) ha osato pormi la domanda che mi pone ogni primo giorno di scuola da
quando andavo alle elementari.
-Andiamo figlia mia! Ti accompagno a scuola in
moto?
Ora, quando avevo 6 anni ero una piccola bimba
ingenua, indi per cui era Allan che mi salvava dalle grinfie paterne. Ma non
appena ho acquistato le facoltà mentali per rendermi conto della pazzia che mi
veniva proposta, ho iniziato a provvedere da sola alla mia incolumità.
Per i primi anni, temendo che mio padre si
prendesse a male, gli rispondevo “Si, certo papi”, e appena lui, tutto
contento, si distraeva per prendere una brioche, io scappavo dalla porta
principale, il più delle volte dimenticando la cartella in cucina, che veniva
prontamente recuperata da Allan e restituita alla proprietaria prima
dell’inizio delle lezioni.
Ma quando Allan ha finito la scuola, mi sono resa
conto che nel caso avessi dimenticato la cartella durante le mie fughe, sarei
dovuta tornare indietro. Inoltre ero arrivata alla conclusione che mio padre
oramai doveva crescere e accettare la realtà.
Indi per cui adesso ogni volta che mio padre mi fa
una tal proposta, io mi limito a ignorarlo. Lui si arrabbia perché non
rispondo, si siede a tavola, sputacchia in po’ di brioche, inizia a insultare
la scuola dicendo che ci insegnano le tabelline ma non le buone maniere, e
siamo tutti felici. Io non vado a scuola in moto con mio padre, e lui si sfoga
contro il sistema scolastico.
ORE
7.50
Io e Jane ci stiamo “allegramente” dirigendo verso la Fillmore, avvolte nelle
nostre orrende divise rosa salmone. Chi è stato il geniaccio che ha deciso che
i colori rappresentativi della nostra scuola dovevano essere rosso e rosa
salmone? Eh eh??? E poi ovviamente le divise non le fanno rosse! E no!
Altrimenti che gusto ci sarebbe? Come potrebbero umiliarci??
Ma ovviamente, se noi femmine dobbiamo sopportare
il disonore di una gonna rosa salmone, i ragazzi no! A loro hanno lasciato i
pantaloni neri! Maschilisti!
ORE
8.05
All’ingresso ci siamo incontrate con Marta, che ha
un anno in meno di me e Jane, e quindi per lei è il primissimo giorno di liceo.
-Agitata Marta?- ho chiesto io.
-Più che altro…- ha risposto- Ho paura di perdermi
nella scuola! Lo sai che ho un pessimo senso dell’orientamento! E poi devo
anche scoprire chi è lo studente che mi hanno assegnato come guida!
-È vero!- ha esclamato Jane- Quest’anno io ed Elsie
siamo fra quegli studenti!
Io mi sono girata di scatto- Ah si? E da quando?
-Ehm…ti ricordi che l’anno scorso la vicepreside
aveva chiesto la nostra partecipazione per una cosa?
-Si, ma non ho mai saputo cosa!
-Ecco appunto! Si tratta di questo! Ci sarà
assegnato uno studente del primo anno per fargli da guida.
-MA ASPETTA UN SECONDO!- ho esclamato- Io non ho
mai detto di si a questa cosa!
-In effetti è vero…ma sai, la vicepreside ha
pensato di assegnartela come punizione per l’incidente nel laboratorio di
chimica a fine anno.
ACCIDENTI! Sempre a rimenarla con questa storia!
Quella donna non ha fantasia! E soprattutto non ha una vita propria se passa il
suo tempo a ideare punizioni per gli scherzi di una quindicenne! (anche se
ufficialmente lei non sa che ho scambiato le provette apposta…è convinta si sia
trattato di un errore) E poi fosse successo chissà cosa! Si sono solo
incendiati un paio di quaderni!
ORE
8.15
Quella maledetta campanella ha appena suonato. Devo
dire che non mi mancava per niente. Io, Jane e Marta siamo andate in aula magna
per vedere gli abbinamenti con gli alunni del primo anno.
Appena mi ha vista la vicepreside mi ha lanciato
un’occhiataccia.
-Signorina Morgan…- ha esordito con la sua voce da
triglia. Ma ora che ci penso…che voce hanno le triglie? Voglio dire…sono dei
pesci quindi non hanno voce. Il massimo che fanno è muovere la bocca come se
dicessero “Puo puo”. E in effetti devo dire che per me la vicepreside è proprio
come un pesce, perché quando parla non l’ascolto, e quindi vedo solo le sue
labbra spalmate di rossetto fucsia che si muovono. Quindi continuerò a
chiamarla triglia. E comunque vorrei proporre una citazione contro quel
rossetto. Non è che sia brutto, ma addosso a lei terrorizza tutti quelli del
primo anno (e non solo).
In ogni caso ha continuato a parlare (con mio
profondo fastidio)-…è un piacere rivederla..- AH! Adesso fa anche la
sarcastica! Cos’è? Si è letta qualche libro della Littizzetto durante le
vacanze? Giusto per sembrare meno morta? - …ecco a lei, questa è la scheda
dello studente del primo anno che le è stato assegnato. Veda di non traviare la
sua giovane mente.
Che donna adorabile.
Mi sono diretta verso le altre due, che mi sono
venute incontro esaltate.
-Elsie! Indovina!- ha esclamato Marta –Mi hanno
accoppiata con Jane! Meno male!
Io ho guardato il nome scritto sulla scheda che
avevo in mano.
Per un attimo non ho creduto hai miei bulbi oculari.
Matthew Gattini.
ORE
8.20
NON E’ POSSIBILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
PERCHEEEEE’?
Perché fra tutti gli studenti del primo anno
dovevano assegnarmi proprio Matt???
Condizioni generali: sono più distrutta dello
zerbino davanti alla porta di casa dopo che ci si è fatto le unghie Gengis.
Direi che come primo giorno di scuola è stato
terrificante.
Dopo aver riletto una trentina di volte il nome su
quella maledetta scheda, sono andata a chiedere alla vicepreside se ci fosse
stato un errore. Non riporto i commenti ricevuti, basti sapere che NO, NON ERA
UN ERRORE.
Allora, trascinadomi dietro la mia voglia di
vivere, sono andata verso quell’essere dai capelli biondo-rossicci, alto 20 centimetri più di
me (anche se è più piccolo) e con il suo “adorabile” sguardo truce. Stava
chiacchierando con Andrew e Steven, e quando mi sono avvicinata mi ha detto
semplicemente.
-Tu?
-Si, io…
Gli altri due sono scoppiati a ridere.
-Cavoli!- ha detto Andrew –Allora non era un
errore! Ti hanno davvero affidato Matt come primino! A me invece hanno dato
Steven! Un bel colpo di fortuna! Ma dimmi Elsie…
Io l’ho guardato male, sapendo benissimo che stava
per dirne una delle sue.
-…dopo quanti minuti inizierete a picchiarvi? 5?
10? Direi che questa è la situazione perfetta x una scommessa! Secondo me non
resistete più di 10 minuti!
-10?- è intervenuto Steven- Andiamo Andrew! Sei
troppo buono! Io non gliene di più di 5!
E mentre loro si divertivano come matti, io cercavo
con tutte le mie forze di ignorarli e Matt invece se ne stava lì in piedi,
immobile con le braccia conserte, a guardare i suoi amici con un aria del tipo
“Parlate di quello che vi pare! Tanto…per quello che mi interessa”.
Per fortuna (o per sfortuna…dipende dai punti di
vista) la vicepreside ha iniziato a parlare, ordinando a tutti di sedersi.
Ci ha intrattenuti per circa 20 minuti a proposito
del rispetto e del prestigio della scuola (discorso che mi era bastato sentire
l’anno scorso), dopo di che ci ha sbattuti fuori dall’aula magna ordinando che
ogni studente del primo anno si unisse al suo tutor.
A quel punto Matt mi si è avvicinato di sua
spontanea iniziativa, e mi ha mostrato il suo orario delle lezioni. Alla
seconda ora aveva biologia, quindi avrei dovuto accompagnarlo lì.
Ci siamo incamminati verso l’aula, in un silenzio
tombale.
Ma a un certo punto, con mia somma sorpresa, il
signor Gattini mi ha fatto l’onore di aprir bocca. Non credevo ai miei timpani!
-Che lezione hai tu?- mi ha domandato senza
distogliere lo sguardo da un punto vuoto davanti a sé.
-Bhè…- ho guardato il mio orario-…ho letteratura.
-Ed è molto lontana dall’aula di biologia?
-No, non molto.
Silenzio.
Beeeene. Abbiamo intrattenuto una conversazione che
superasse tre monosillabi senza che passassimo alle mani. Posso ritenermi
soddisfatta. Alla faccia di Andrew e Steven.
Ma a quel punto le mie rosee aspettative hanno
fatto PATATRACK!
-Ah, certo che mi hanno affidato proprio un tutor
del cavolo! Ma come ti è venuta di proporti per una cosa del genere?
Calma…calma…cool!
To be cool!
-Si da il caso…che non sia stata propriamente una
mia iniziativa! È stata la vicepreside ad assegnarmela come punizione.
-Aaaaah! Ma bene! E cosa avresti combinato?
A quel punto eravamo arrivati davanti all’aula di
biologia.
-Matt, sei al capolinea! Visto che mi ritieni una
tutor del cavolo, penso non avrai problemi a trovare l’aula per la terza ora!
Quindi ci vediamo all’intervallo, giusto per vedere che non ti abbandono a te
stesso! Ciao ciao!
E sono fuggita verso l’aula di letteratura del
secondo anno.
Sono entrata e mi sono seduta, pensando di essermi
liberata da stupidi giocatori di basket per almeno due ore.
Ma OVVIAMENTE, tutto è andato in frantumi, quando
nell’aula è entrato un certo Andrew Porter, che GUARDA CASO, si è seduto
proprio di fianco a me.
Ci mancava solo di passare l’anno nella sua stessa
classe di letteratura.
Per la serie: le disgrazie non vengono mai da
sole…si portano sempre dietro qualche stupido bradipo!
È stato convenuto che accoppiare due elementi come JaneGifford e Marta Carson è stata una PESSIMA idea. Il senso di orientamento della prima, unito al senso di orientamento
della seconda, in totale fanno un senso dell’orientamento nullo.
Ieri mattina anche Marta aveva biologia alla
seconda ora, quindi per trovare l’aula era sufficiente che seguissero me e Matt.
Ma la signorina tutta-boccoli (Marta) ha iniziato uno dei suoi
interminabili monologhi, e con suo sommo paciere aveva come interlocutrice Jane, che parla poco e si limita ad annuire. All’inizio Jane non l’ascoltava, cercando di concentrarsi sulla strada
per arrivare all’aula di biologia. Ma nel momento
esatto in cui Marta ha nominato Matt, Jane si è distratta per ascoltare l’altra. Sono bastati due
minuti perché si perdessero. Jane ha iniziato a
scrutare il corridoio cercando di capire dove fossero finite,
e quel geniaccio di Marta è intervenuta dicendo:
-Tranquilla! Basta tornare indietro! Siano venute
da là!
Jane avrebbe dovuto sapere che
non doveva fidarsi di quella logorroica in un
frangente simile, ma era troppo disperata.
Risultato: hanno fatto un
tour panoramico della scuola, e sono arrivate con mezz’ora di ritardo alla
lezione della seconda ora.
ORE
11.10
Ora che ci penso. Ma che fine hanno fatto Bex e Vera? Ormai è
parecchio che non si fanno sentire. Pensavo di rivederle qui a scuola, ma con
il casino di ieri non ho pensato di cercarle. Ma in
ogni caso avrei dovuto almeno incrociarle nei corridoi. Invece
siamo già al secondo giorno, e di loro nemmeno l’ombra.
ORE
13.15
Tornando a casa Jane mi
ha raccontato che ha iniziato a chattare con un
ragazzo. Dice che è adorabile, è stupendo, è meraviglioso.
Ha un carattere un po’ strano, ma a lei piace da impazzire.
Perché questa cosa mi sa molto di “C’è Posta per Te”?
-E che nick
usa?- le ho chiesto.
-Micio.
Ok! C’è qualcosa di
profondamente sbagliato e preoccupante in uno che si fa chiamare Micio. Ma ho preferito non farglielo notare, era troppo esaltata.
-Ma scusa…e Matt?
-Matt un corno! Non posso
aspettare lui per tutta la vita! Non ha mostrato segni di interesse
per me, quindi devo cercare di lasciarlo perdere e andare avanti!
Non ha tutti i torti.
-E ho scoperto che abita
nella nostra città! –ha continuato Jane - E che
addirittura viene nella nostra scuola! Penso che presto ci incontreremo!
Ti immagini? Potrei averlo visto tutti i giorni senza
saperlo!
A quel punto ho colto l’occasione per tirare fuori
una bella citazione da “C’è Posta per Te”.
-E se poi scopri che è attraente come una cassetta
delle lettere?- ho chiesto.
La mia socia ha sorriso e risposto a tono.
-Sarei pazza a non cambiare completamente la mia
vita per sposarlo!
Bene. Inizio d’anno scolastico interessante.
Giovedì 16 settembre
ORE
16.25
Mi ritrovo qui ad aspettare che Matthew
Gattini venga a casa mia. È normale che dopo solo 4
giorni di scuola sia già indietro con il programma? A quanto pare per lui si.
Mi ha chiamato sul cellulare alle 3 del pomeriggio.
Ho risposto dopo un po’, perché mi sono persa a congetturare per quale assurdo
motivo mi stesse chiamando.
Quando mi sono decisa a
rispondere, non ho fatto quasi in tempo a dire “pronto” che lui ha esclamato:
-Ehi, tu sei la mia tutor
giusto?
“Ciao Matt! Io sto bene,
grazie! E tu?” questo è quello che avrei sperato di
dire.
Invece…
-Si, Matt! Pensavo fosse
abbastanza chiaro!
-E i tutor
dovrebbero aiutare quelli del primo anno anche nel recupero delle materie,
vero?
-Si Matt…
-Bene! Sono indietro con il programma! Vengo a casa
tua alle 4 e mezza!
-E’ una domanda o
un’imposizione?
-Un’imposizione! Ciao!
E mi ha sbattuto il telefono
in faccia. L’educazione deve averla imparata da Andrew.
A quel punto mi sono ripassata mentalmente la conversazione
appena fatta.
In preda al panico ho telefonato a Marta,
chiedendole sommo aiuto.
L’idea migliore che le è venuta è stata quella di
venire con Jane a casa mia, perché a dire la verità anche lei è indietro con il programma.
MA COME SI FA A ESSERE
INDIETRO CON IL PROGRAMMA?? DOPO QUATTRO GIORNI DI SCUOLA NON ESISTE NEMMENO UN
PROGRAMMA!
Vabè, anche se avrei preferito
un piano del tipo “Mamma ho perso l’aereo”, cioè
cospargere il giardino di trappole per impedire l’ingresso a Matt, alla fine ho chiamato Jane
per dirle di venire.
Le due sono arrivate alle 4 e 20, per avere un
vantaggio di 10 minuti sul quel losco individuo.
ORE
16.35
Hanno suonato alla porta e sono andata ad aprire. Però prima ho voluto guardare dallo spioncino.
A quel punto ho chiamato Jane
e Marta.
-Houston…abbiamo un problema…
-Che succede?- ha chiesto Jane.
-O Matthew Gattini si è moltiplicato…oppure…
-Oppure?
-Oppure si è portato dietro Andrew
e Steven!
ORE
17.20
C’è qualcosa di profondamente triste, ma al
contempo qualcosa di profondamente preoccupante, in un ragazzo che non capisce
la differenza fra cellule della pelle e cellule
muscolari.
Tralasciando il piccolo particolare che le lezioni sono iniziate da SOLO 4 GIORNI…non mi sembra ci voglia il
cervello di Einstein per comprendere una cosa simile.
Ma stiamo pur sempre parlando
di un individuo il cui mondo ruota intorno al basket. E
vale anche per quei due esserini seduti al tavolo
della mia cucina.
La cosa triste è che quando vogliono sono pure
intelligenti.
Riguardo alle altre due…Jane
osserva compiaciuta Marta che ripete gli stadi dell’evoluzione umana. Bè, queste si che sono
soddisfazioni!
ORE
22.45
Bene…molto bene. In senso sarcastico ovviamente.
Facciamo un riassunto mentale del pomeriggio.
Matthew alla fine è riuscito a
capire le 5 pagine del libro di biologia che ha spiegato l’insegnante. Marta ha
imparato a memoria gli stadi evolutivi dell’uomo. Steven
non ho idea di che cosa abbia studiato, anche se con
un tutor come Andrew, penso abbia concluso poco.
A un certo punto sono dovuta
andare in camera mia a cercare i miei appunti dell’anno scorso, ed Andrew mi ha
chiesto dov’era il bagno. Allora è venuto al piano di sopra con me.
Solo che mentre cercavo gli appunti l’ho sentito
che entrava in camera mia.
-E questa è la tua camera…com’è
disordinata!- ha detto sogghignando.
Io ho cercato con tutte le mie forze di ignorarlo e
concentrarmi nella ricerca. Ma lui mi è arrivato alle
spalle e mi ha abbracciata da dietro. Sono rimasta immobile, il cuore che mi
batteva a mille. Lui mi ha stretta più forte e mi ha dato un bacio sul collo.
Ma a quel punto non ho capito
più un cavolo, ho afferrato il primo quaderno che ho visto, mi sono staccata da
lui e sono corsa via urlando:
-HO TROVATO GLI APPUNTI!!!!
Quando sono tornata in cucina
NON ero paonazza…DI PIU’!
Ma nessuno ci ha fatto molto
caso, perché sono ritornata proprio mentre Marta e Steven
si stavano lasciando in diretta mondiale.
Non ho capito esattamente da cosa sia nato il
litigio, fatto sta che tutto si è concluso con Marta
che urlava cose del tipo “Di te non ne voglio più sapere!” e Steven che rispondeva “Altrettanto”.
Bene…molto bene.
Ma una settimana di fila senza che succeda qualche
casino non l’avrò mai vero?
Grazie a Dio la seconda settimana di scuola è
finita!
Devo capire come farò a resistere fino Giugno.
Soprattutto facendo da tutor a Matt.
Siamo completamente incompatibili. Se potessimo,
daremmo il via a un’incontro di boxe ogni volta che ci
vediamo.
Questa settimana poi Matt
mi ha chiamato chiedendomi di aiutarlo con matematica. Se
non altro è stato più gentile dell’altra volta.
L’appuntamento era in oratorio ,
e quando sono arrivata mi sono ritrovata lì anche Steven,
che è nella stessa classe di matematica di Matt. Alla
mia domanda (tralaltro espressa in tono molto acido)
“Ma non può aiutarti Andrew, visto che è lui il tuo tutor?”,
mi è stato risposto che aveva gli allenamenti e mi chiedeva se potevo aiutare
io Steven.
Strano. Non mi è sembrato di sentire il telefono
squillare. O di ricevere unsms
di Andrew in cui GENTILMENTE mi chiedeva questo favore. Anch’io
ho una vita, non lo sa? Anche se non faccio nessuno
sport e non ho la scusa pronta, non significa che anch’io non abbia i miei
impegni! Truccarmi…giocare al computer…fare shopping con Jane e Marta…guardare i Teletubbies…
Vabè, lasciamo
perdere!
Seduti a uno dei tavoli
della sala giochi, provavo a spiegare a quei due geniacci
le equazioni di secondo grado.
Ora…si presuppone che a settembre inoltrato, e di
giovedì poi, non ci sia gente nella sala giochi di un oratorio, avendo le
persone qualcosa di meglio da fare…come ad esempio un lavoro, o la scuola…
E INVECE NO!
Ci hanno deliziati della
loro presenza Michael e Frederick.
Riguardo al primo, è un miracolo che ci sia ancora una scuola che lo ha ammesso (la nostra vorrei
sottolineare), e riguardo al secondo…23 anni buttati nel WC. Ho detto tutto.
Hanno iniziato a distrarre Matt
e Steven, parlando di basket, di calcio, di cose
completamente inutili e stupide. E quando sono
intervenuta ricordando loro che “forse” eravamo lì per studiare, Matt mi ha risposto:
-Ma levati dai piedi!
A quel punto ho sbarrato gli occhi, mi sono alzata
di scatto sbattendo la mano sul tavolo, ho preso le mie cose e me ne sono
andata. Credo di aver anche ringhiato.
Mi sono diretta come una furia verso la porta e
sono uscita sbattendola. Ho fatto in tempo a sentire Steven
che dava dell’idiota a Matt e Frederick
e Michael che ridevano.
Ho sceso le scale in preda a una
furia omicida, ho messo male il piede all’ultimo gradino, e sono caduta addosso
a qualcuno.
Ho alzato lo sguardo per vedere chi avessi investito.
E chi poteva essere?
Andrew OVVIAMENTE, che era appena tornato dagli
allenamenti, con il suo borsone e quell’aria stanca
ma sexy da giocatore impegnato.
Oddio, ecco che ricomincio
con gli apprezzamenti su di lui. AAARG! Devo piantarla!
Vabbè, alla fine Andrew mi ha
aiutato ad alzarmi, e dopo averlo ringraziato ho inforcato la mia bici,
fuggendo verso l’orizzonte e lasciando dietro di me solo una nuvola di polvere.
ORE
16.20
Che stress, che angoscia, che
stress.
Ci mancava solo l’appuntamento con l’uomo del
mistero. O per meglio dire…con il Micio del mistero!
L’ho già detto che mi spaventa e non poco uno che usa
il nick “Micio”, vero?
Vabè…se Jane
sente che è l’uomo della sua vita chi sono io per fermarla?
Potrò sempre pestarlo a sangue qualora si rivelasse un fetente, o un maniaco, o un maschilista, o uno
psicopatico…o tutte le cose assieme!
L’appuntamento con il fantomatico felino sarebbe
alle 16.30 davanti alla videoteca dei grandi magazzini. Un posto meno assurdo
no? Per fortuna c’è di fianco una gelateria!
Dunque…il piano è questo. Jane aspetterà davanti alla videoteca, vestita secondo la
descrizione precedentemente fornita. Qualora il Micio
si rivelasse essere la brutta copia di Zio Fester, io e Marta, accuratamente appostate dietro dei
ficus, sbucheremo dal nulla fingendo un incontro casuale.
Nel caso invece in cui si riveli essere un bel fanciullo, io e Marta dovremo comunque restare nei paraggi,
pronte ad accorrere al segnale di Jane (uno squillo
sul cellulare) nel caso si rendesse conto che di persona, non è esattamente
come in chat…che so io…magari è allegro come EdgarAllan Poe!
In ogni caso io e Marta siamo
appostate dietro i suddetti ficus, leccando i nostri doppi coni al cioccolato,
chiedendoci perché non li conosciamo noi i ragazzi in chat.
Invece di starcene a rimuginare su due beoti, giocatori di basket, impotenti
sentimentali e tante altre cose che al momento non mi vengono in mente.
ORE
17.30
Io e Marta ci siamo a messe a pedinare tre
individui, meglio identificati come Andrew, Matt e Steven, per il centro commerciale.
L’appuntamento con il Micio è saltato.
Quando mancavano solo 5 minuti
all’incontro, Jane è venuta a trovarci dietro i
nostri amati ficus, per riferirci che doveva scappare a casa perché l’aveva
appena chiamata suo padre. Ci ha pregate però di
restare per vedere com’era il ragazzo, e che una volta a casa gli avrebbe
mandato un’e-mail sul cellulare per scusarsi della buca. E quel punto è fuggita.
Allora siamo rimaste dietro i
ficus, a finire di deliziarci con i nostri gelati.
Dopo una decina di minuti abbiamo
guardato se era arrivato qualcuno di sospetto davanti alla videoteca, ma c’era
solo Matt.
Per un attimo mi è venuto l’impulso di andare a
salutarlo (da dove sia nato non capisco), ma proprio prima che mi decidessi gli
è arrivata un’e-mail sul cellulare. Dopo averla letta si è diretto verso una
delle colonne del corridoio, da dietro la quale sono
spuntati Andrew e Steven.
Io e Marta ci siamo guardate perplesse, e abbiamo
origliato la conversazione da dietro i ficus.
-Niente da fare, non può più
venire…- ha detto Matt.
-E così ti ha dato buca…bhè sarà per la prossima volta!- ha detto Steven.
-Ma pensi ne valga la pena?-
gli ha chiesto Andrew.
Matt ha sospirato – Non lo so…però voglio incontrarla almeno una volta.
-Dai! Andiamo a fare un giro!- ha
proposto Andrew mettendo un braccio intorno alla spalla dell’amico.
E dal quel momento in poi ci
siamo messi a seguirli.
Durante il pedinamento abbiamo
formulato delle ipotesi. La principale e più accreditata è quella che sia proprio Matt il misterioso
Micio…infondo il suo cognome è Gattini. Tutto quadra.
Dopo poco tempo però Matt
se ne è andato via da solo, e allora abbiamo deciso,
con molta non chalanche,
di farci vedere da Andrew e Steven, nella speranza
che ci dicessero qualcosa…pettegoli come sono!
Abbiamo finto un incontro casuale. MonDieu! Come
siamo brave!
-Ragazzi che ci fate voi
qui?- ho chiesto con assoluta ingenuità.
A quel punto sono partiti in quarta.
-Oh sapessi!- ha iniziato Steven- Prima c’era anche Matt!
L’abbiamo accompagnato per un appuntamento!
-Appuntamento con chi?- ha chiesto Marta buttando
lo sguardo sulle vetrine, fingendo di non essere particolarmente interessata.
-Una tipa che ha conosciuto in chat…-
ha risposto Andrew.
-Interessante…- ho detto io- Sapete…prima c’era anche Jane…anche lei aveva un
appuntamento con un ragazzo conosciuto in chat…
Quei due imbecilli mi hanno guardato come per dire
“E quindi?”. In preda all’esasperazione ho deciso di dare un piccolo aiuto ai
loro neuroni.
-Il suo nick se non
sbaglio…dovrebbe essere…Micio…
Ci siamo guardati tutti e quattro nelle palle degli
occhi per 30 secondi buoni.
Poi Steven ha fatto un
ghigno – Ah! Che buffo! È lo stesso nick che usa Matt!
Io, Andrew e Marta lo abbiamo guardato con occhi
che lasciavano intendere “lo sappiamo che sei lento,
non te ne facciamo una colpa, ma a questo punto dovresti esserci arrivato pure
tu!”.
ORE
21.30
Mi trovo in chat a
chiacchierare con Marta degli ultimi eventi.
Dopo che anche Steven ha
capito che la ragazza della chat di Matt è Jane, abbiamo fatto un giro tutti insieme per il centro commerciale, ridendo del
fatto che fra tutte le persone del mondo, dovevano ritrovarsi proprio loro due.
Tra l’altro Matt non ha mai mostrato interesse per la Jane
conosciuta in oratorio, mentre sembra che quella della chat
gli piaccia molto. Il che è strano perché sono la stessa persona.
Tornando a casa, è stato Andrew a chiarirci questo
dubbio dall’alto della sua sapienza.
-Il fatto è…- ha iniziato il grande
saggio- …che Jane non si è mai mostrata del tutto a Matt! Per vari motivi non è mai riuscita a mostrargli
interamente il suo carattere, cosa che ha fatto con Micio.
-Bhè!- sono intervenuta io – Non è cheMatt abbia facilitato le
cose! Insomma! Ha un carattere insopportabile, sempre pronto a criticare e a
tirare frecciatine!
-Ma il fatto…- ha continuato Andrew
come se non avessi parlato - …è che voi non sapete come comportarvi con noi! Ve
ne state sempre lì su quella panchina…invece dovreste venire lì con noi quando giochiamo per chiacchierare..
A quel punto non ho capito più niente.
-BRUTTO IMBECILLE! MA CHE DISCORSI STAI FECENDO?! TI RENDI CONTO?! CHE
CAVOLO SIGNIFICA CHE DOBBIAMO VENIRE LI’ MENTRE
GIOCATE?!? COME DIAVOLO FACCIAMO
AD AVVICINARCI SE STATE CORRENDO COME DEI PAZZI DA UNA PARTE ALL’ALTRA DEL
CAMPO, INSULTANDOVI PER I FALLI?!?!?
A quel punto Marta mi ha trattenuta per la
maglietta, altrimenti credo che avrei iniziato a
picchiare Andrew a sangue.
Il ragazzo, da parte sua, se ne è
andato a casa con Steven borbottando con l’aria di
chi ha sempre ragione.
Come posso avere dei dubbi sui miei sentimenti
riguardati quel microcefalo?
Vabè, è un bel ragazzo, ma è
stupido (o meglio, il cervello lo usa solo quando ne
ha voglia), prova un piacere sadico nel farmi arrabbiare, è insopportabile,
arrogante, crede di avere sempre ragione lui, e nella testa ha solo il pallone
da basket! Se lo sposerebbe quel pallone!
Eppure…non lo so…c’è qualcosa in
lui che mi attrae terribilmente.
Ci sono dei momenti in cui, dietro a quella
maschera da buffone, riesco a intravedere qualcos’altro,
che ancora non posso definire, ma che mi piace…anche se non so il perché.
Ma a cosa serve venirci? Visto che tanto tutto
quello che impariamo resta nel nostro cervello solo fino alla fine
dell’interrogazione. Finita questa è come se tutto quello che avevamo ficcato a
forza nella nostra testa svanisse di colpo…PUFF! Come le nuvolette dei fumetti!
Tutto quello che resta è un senso di benessere per
essere usciti vivi dall’interrogazione e una vaga consapevolezza che, di quello
che avevamo studiato, forse è rimasto qualcosa, ma tanto non servirà a niente!
Comunque, concentrandosi su cose serie (e la
lezione di matematica non è fra queste), questa mattina sono andata in
segreteria per prendere la borsa della vicepreside (odio il modo in cui quella
donna mi usa come facchino), e ho incontrato Milly, la madre di Vera.
Quando mi ha vista mi è piombata addosso sorridendo
e baciandomi come fa al solito.
Le ho chiesto come stava, e come mai alla terza
settimana di scuola Vera non c’era.
-Oh cara, tu non sai niente? Bè, non hanno voluto
diffondere la cosa x la scuola…guarda tesoro, dì a tua mamma che stasera passo
da lei a fare due chiacchiere! È tanto che non ci vediamo! Devo andare! Ciao
cara!
Ha parlato talmente veloce che non ho potuto fare
altro che annuire come un’ebete. E alla fine non ha minimamente risposto alla
mia domanda. Vorrà dire che questa sera organizzerò una convention per
origliare la chiacchierata di mia mamma e di Milly.
ORE
11.05
All’intervallo ho intrattenuto un’interessante
conversazione con Steven. Ogni tanto quel ragazzo se ne esce con delle perle di
saggezza. O meglio…per lui sono delle perle, ma non è detto che lo siano
davvero!!
Vabè, la conclusione è che secondo lui nascerà
qualcosa fra me ed Andrew…se ne è convinto lui…
Comunque ho voluto approfittare dell’occasione più
unica che rara di poter parlare con quel ragazzo in modo pacifico e senza
microcefali intorno che disturbano. E non faccio nomi.
Così con molta non
chalance gli ho chiesto:
-Steve, ma alla fine con Marta?
-Alla fine cosa?- ha chiesto lui facendo finta di
non capire.
-Alla fine è finita così? Non c’è possibilità che
chiariate e torniate insieme?
A quel punto ha iniziato a mugugnare, e ha
approfittato della campanella della quarta ora per fuggire al mio
interrogatorio.
Al che mi sono soffermata a pensare. Ma è una
caratteristica tipica dei giocatori di basket quella di iniziare a mugugnare
quando fai delle domande serie? E soprattutto, è insita nel loro DNA, oppure è
una capacità che gli viene insegnata quando decidono di iniziare a fare basket?
Cosa c’è, l’allenatore che al primo incontro gli
dice “Ok, ragazzi, prima dei fondamentali c’è un’altra cosa che dovete imparare
per essere dei veri giocatori di basket: MUGUGNARE!”?
Ma per l’amour
de Dieu!! Ecco perché il mondo va a rotoli! Con individui simili a piede
libero nella società!
Che amarezza!
ORE
17.20
Ordunque! Milly è venuta a trovare mia madre. Al
che, CASUALMENTE, ho fatto venire anche Marta e Jane per origliare tutto
quanto.
Ovviamente loro sono venute prima, con la scusa di
fare i compiti e ci siamo chiuse in camera.
Verso le 16.30 è suonato il campanello. Era Milly.
Allora siamo corse tutte e tre in mansarda. Tale
luogo della casa è adibito a “ufficio” di quel individuo altresì conosciuto
come mio padre, per le poche volte in cui resuscita la sua vena artistica. C’è
un divanetto, un tavolo da disegno, qualche tela negli angoli, e le mie tempere
di quando andavo alle elementari.
Ovviamente ho sempre ritenuto che fosse uno spazio
inutilizzato, e che quindi andasse adibito a scopi più nobili, come ad esempio
essere la mia camera! Ma tutte le volte che l’ho proposto, papà si è irritato,
dicendo che in quella casa non ci sono altri spazi per lui, e che la mansarda è
l’unico posto in cui può stare solo con se stesso e dare sfogo alla sua arte.
A questo punto mamma si commuoveva, e con le
lacrime agli occhi per aver sposato un uomo così sensibile mi diceva di stare
tranquilla, magari di aspettare qualche anno, quando fossi stata più grande.
Per ora potevo benissimo stare con i miei fratelli. In fondo mio padre era un
artista.
Peccato che la sua cosiddetta arte la potrebbe fare
anche un bambino di 5 anni, e la farebbe meglio. Oltretutto sono 2 anni che non
si rinchiude lassù, e penso che abbia persino dimenticato l’esistenza di quel
luogo. Indi per cui penso proprio che presto riproporrò la mozione.
Comunque, c’è un motivo per cui siamo andate in
mansarda ad origliare. Perché qui si trova la griglia del condotto dell’aria
direttamente collegato alla griglia che si trova in salotto vicino al camino
(tralaltro molto suggestivo e praticamente inutilizzato, ma sono dettagli).
Quindi si può sentire tutto quello che viene detto in salotto.
Allora ci siamo comodamente posizionate intorno
alla griglia.
-Oh Frances…- stava dicendo Milly-…tu non sai cos’è successo a fine estate!
-Ma ho saputo che Vera non va più a scuola! Come
mai?- ha chiesto mia mamma.
-Vedi, è successo un guaio. Tu sai che Vera negli
ultimi anni si è legata molto a Bex. Personalmente mi sono sempre fidata, sai è
la figlia della maestra elementare delle nostre ragazze, quindi…però ha
iniziato a frequentare giri poco affidabili. E sembra che poi sua madre non ne
sapesse niente. Fatto sta, che ha coinvolto anche Vera. All’inizio erano anche
abbastanza tranquilli. Però le sere che Lidia mi diceva di passare a casa di Bex,
in realtà le passava ai parchetti con quella gente.
-Ma scusami, e Lucy non sapeva proprio niente?
-Assolutamente no, perché Bex diceva di essere a
casa nostra. Si usavano come alibi a vicenda. Solo che agli inizi di settembre,
siccome quei ragazzi erano della Fillmore, hanno pensato di provocare qualche
danno, per ritardare l’inizio della scuola. E hanno tirato in mezzo Bex e Vera.
Sembra che il progetto fosse quello di rompere le tubature dei bagni.
All’ultimo però Vera si è rifiutata, ma mentre se ne andava dalla scuola è
stata vista dalla guardia notturna del quartiere. Così li hanno scoperti. Ma
nel frattempo erano riusciti a spaccare un lavandino. I ragazzi e Bex sono
stati espulsi, mentre Vera l’hanno solo sospesa. Fra una settimana potrebbe
tornare, però ha detto che forse vuole cambiare scuola. Adesso vedremo…
A quel punto mia madre ha iniziato a sproloquiare,
quindi abbiamo ignorato il resto della conversazione.
Accidenti! Non pensavamo si trattasse di una cosa
del genere!
Cioè che Bex non fosse molto normale e frequentasse
cattive compagnie lo sospettavamo già da tempo. Ci è dispiaciuto che Vera sia
stata coinvolta. Non è certo una cattiva ragazza.
Comunque ecco svelato il mistero per cui quelle due
non si sono viste a scuola.
ORE
21.30
Faccio ancora fatica a credere a quello che è
successo.
Mio Dio.
Verso le 6 Steven ha chiamato Marta. Eravamo ancora
tutte a casa mia, in mansarda a finire i compiti e a chiacchierare. Il suo
cellulare ha iniziato a suonare, quasi non credevamo che fosse lui, e io e Jane
incitavamo Marta perché rispondesse.
Ha risposto. Dopo pochi secondi però lei è
sbiancata, e mi ha passato il telefono.
-Pronto? Steven?
-Ciao Elsie…senti è successa una cosa, ma non ti
devi spaventare!
-Va bene, non mi spavento, ma che è successo?
-Io ed Andrew abbiamo avuto un incidente con il
motorino…
-Cosa? Ma..ma..come? Dove siete?
-Siamo al pronto soccorso.
Non ho dato il tempo a Steven di dire altro. Ho
spento il telefono e sono corsa da Allan perché ci portasse subito in ospedale.
Per tutto il tragitto non sono sicura di capire
dove stessimo andando. Nella mia testa risuonava solo un nome: Andrew.
Quando siamo arrivate abbiamo trovato Matt in sala
d’attesa. Ci siamo fermate lì con lui. Ha detto che aveva già visto Steven e
che gli stavano mettendo un paio di punti sulla fronte, mentre Andrew stava
facendo gli ultimi controlli. Stavano tutti e due bene.
In quel momento mi sono sentita come se finalmente
riuscissi a respirare dopo ore di apnea.
Andrew e Steven sono usciti qualche minuto dopo,
entrambi con il foglio di dimissione.
Steven con due punti sulla fronte, ed Andrew con un
livido che cominciava a mostrarsi sullo zigomo destro.
I genitori di Steven hanno portato a casa il
figlio, e Matt se ne è andato con la sua bici.
Mi sono avvicinata ad Andrew, senza riuscire a dire
niente, e lui mi ha sorriso sornione.
-Visto? Neanche un graffio! Mica come te che ti fai
male per ogni cosa!
Ho ignorato il suo tentativo di provocarmi
guardando scettica il livido che iniziava a diventare violetto. L’ho preso per
un braccio.
-Andiamo, che ti portiamo a casa.
Abbiamo riaccompagnato Jane e Marta, mentre io
continuavo a guardare il livido di Andrew che si voltava dall’altra parte per
non farsi osservare.
Sotto casa sua sono scesa anch’io.
-Ehi dove vai?- mi ha chiesto Allan.
-Come dove vado? Lo accompagno! Ha battuto la
testa, non deve restare da solo, almeno nelle prime ore dopo l’incidente!
Allan mi ha guardata come per dire “E io dovrei
lasciare mia sorella da sola nella casa di un ragazzo?”.
-Allan! Falla finita! – ho detto- Proprio tu che
studi da paramedico dovresti saperlo!
Avendolo colpito sul suo punto debole mi ha detto:
-E va bene! Ma torno a prenderti fra un’ora!
Ho preso Andrew per un braccio trascinandolo.
-Ah grandioso, adesso anche l’infermiera
personale!- ha esclamato lui, anche se non ho capito se ne era contento o no.
Ad ogni modo l’ho accompagnato in casa.
L’ho fatto sedere sul divano e mi sono fatta dare
il foglio di dimissione.
-Allora…- ho letto – c’è scritto di somministrare
analgesici blandi in caso di emicrania.
-Meno male!- ha detto lui- Mi è venuto mal di
testa!
-Dove sono le medicine?
-In quel mobile…
Ho aperto lo sportello che mi aveva indicato,
tirando fuori una scatola con i farmaci che ho appoggiato sul tavolo.
Ho iniziato a cercare qualche analgesico non troppo
forte, quando ho sentito due braccia che mi stringevano.
-Grazie…sono felice che tu ti prenda cura di me…-
mi ha sussurrato all’orecchio.
Il cuore ha iniziato a battermi forte. Mi sono
voltata, trovandomi di fronte il suo collo e ricordandomi solo in quel momento
di quanto sia alto. Ho alzato lo sguardo verso il suo viso, guardando per un
attimo il livido ormai scuro. Credo che in compenso la mia faccia fosse
bordeaux.
-Posso baciarti?
L’ho guardato sorpresa e ho sorriso.
-Strano che tu chieda il permesso…di solito non lo
fai…
Ha avvicinato il volto, sentivo il suo respiro
sulle guance.
-C’è una prima volta per tutto…
E per la terza volta ho sentito le sue labbra sulle
mie. E per la prima volta ero sicura di volerlo.
Capitolo 17 *** Voli nelle siepi e trappole allo sherry ***
Sto sclerando- Help me
Sto
sclerando- Help me
Capitolo
17- Voli nelle siepi e trappole allo sherry
Domenica 3 ottobre
CASA MIA
ORE
10.30 È
sorprendente come si imparino cose nuove ogni giorno. Today, for example, ho
scoperto che il dentifricio alla menta ha un forte potere corrosivo. Stamattina
me ne stavo imbambolata davanti allo specchio a ripensare ad Andrew e a quanto
bacia bene e a quanto mi sembrasse ancora tutto un sogno. E nel frattempo lo
spazzolino era nella mia bocca con il dentifricio che mi corrodeva la lingua.
Solo quando è entrata mia madre in bagno sbraitando
che doveva fare il bagno a Sammy sono rinvenuta e mi sono resa conto del
bruciore alla lingua!
Mon dieu! Que
douleur!
ORE
14.30
Appuntamento al centro commerciale con Jane. Ma
prima di andare io e Marta ne abbiamo, OVVIAMENTE, combinata una delle nostre.
Ci siamo date appuntamento in oratorio abbastanza
presto e siamo andate sul campo di basket dove Steve e Matt stavano giocando.
Con mio sommo dispiacere Andrew non c’era e io e Marta ci siamo sedute sulla
nostra personale panchina.
Abbiamo chiacchierato per un po’, aspettando che i
ragazzi finissero il loro “uno contro uno”, ma ovviamente ho evitato con cura
di parlare di quello che è successo ieri (tanto ne avevo già parlato
abbondantemente prima).
Nonostante ciò per tutto il tempo Steve ha
continuato a fissarmi con uno strano sorrisetto stampato sulla faccia, al che
mi è soggiunta l’ipotesi che Andrew gli abbia raccontato tutto.
-Che ha da guardarti così Steve?- mi ha chiesto
all’improvviso Marta –Perché lo fa? È successo qualcosa tra di voi? State
complottando alle mie spalle?
Io l’ho guardata allibita.
-Uno: mi sta guardando così perché credo che Andrew
gli abbia raccontato tutto. Due: come ti viene in mente che possa esserci
qualcosa tra di noi? E tre: stai diventando paranoica!
-Lo so, lo so, scusami…- ha risposto Marta- …ma non
so cosa mi prende! Sono così nervosa da quando ci siamo lasciati! Da una parte
non lo sopporto più, dall’altra…bho, non capisco nemmeno io!
A quel punto ho pensato di attuare una terapia
consolatoria. La più efficace che esista. LA VENDETTA CONTRO L’EX.
Sono andata in quello che chiamiamo “Il Laboratorio
degli Elfi”, dove ci sono tutti gli attrezzi da lavoro e ho preso un
tronchesino, un piccolo martello e un cacciavite. Poi ho condotto Marta
all’ingresso dell’oratorio, dietro le scale, dove ci sono parcheggiate tutte le
biciclette. Ho controllato che non ci fosse nessuno nei paraggi, poi ho dato
gli attrezzi a Marta e le ho indicato la bici di Steve.
-Vai e vendicati! Fai quello che vuoi, rigala,
ammaccala, stacca qualche raggio delle ruote! Io faccio da palo!
La mia amica mi ha guardato per un attimo
perplessa, poi ha guardato la bici e credo che in quel momento le siano
riaffiorati i ricordi di tutte le litigate.
Io mi sono seduta sui gradini per controllare se
qualcuno arrivava. Pochi minuti dopo Marta è riaffiorata da dietro le scale con
l’aria soddisfatta.
-Bene, possiamo tornare dentro!- ha esclamato.
Abbiamo riportato tutto nel laboratorio e poi siamo
andate a vedere a che punto era la partita di basket. Matt aveva appena battuto
Steve, che leggermente irritato stava raccogliendo il suo zaino. Ha salutato
l’amico con un cenno della mano e poi è venuto verso di noi.
-Io vado ragazze!
-Usciamo con te, anche noi dobbiamo andare!- ho
risposto io.
Abbiamo sceso i gradini e io e Marta ci siamo
incamminate verso il cancello mentre Steve prendeva la bici. Mi aspettavo una
qualche esclamazione per i danni alla bici, ma pochi secondi dopo me lo sono
visto passare di fianco. Ho guardato il suo mezzo e non ho notato danni
particolari.
-Marta, ma che hai fatto a quella bici? Non vedo
niente!
-Oh, ecco, ho tagliato qualche filo…- ha risposto
lei con l’aria di non sapere bene cosa aveva fatto.
-Si, ma che fili hai tagliato?
La risposta mi è arrivata un secondo dopo quando ho
sentito l’urlo di Steve che finiva diritto in una siepe dopo aver tentato
invano di frenare.
ORE
17.40
NOTA BENE: Quando si devono attuare vendette ai
danni di biciclette di ex-ragazzi, assicurarsi di sapere distinguere i
componenti essenziali del mezzo.
Ma chi poteva immaginarlo che Marta non sapesse
nemmeno che i freni erano collegati con dei fili?
Il risultato è stato un giocatore di basket
infuriato, con fogliette di siepe tra i capelli e una distorsione alla
caviglia. Grazie a dio casa sua è praticamente di fianco all’oratorio, quindi
lo abbiamo accompagnato. Ovviamente abbiamo accuratamente evitato di riferire
le circostanze che hanno portato al taglio dei freni della sua bici! Meglio
lasciargli credere che sia opera di teppisti.
Mentre Marta chiamava Jane dicendole di fermarsi
sotto casa di Steve invece di andare subito al centro commerciale, io ho messo
il ghiaccio sul piede gonfio del ragazzo. Per sua fortuna sono un’esperta di
distorsioni, visto che ne faccio una all’anno, e sempre cadendo in modo
stupido!
Una volta sulle scale, ma la cosa clamorosa è che
non è stato scendendo come si potrebbe pensare, ma salendo! E un’altra volta
cadendo dalla bici. Il problema è che la bici era ferma!
Marta ci ha comunicato che sarebbe scesa ad
aspettare Jane, mentre io fasciavo il piede all’infortunato.
-E così tu ed Andrew…- ha esordito Steve, appena
siamo rimasti soli.
-Cosa ti ha raccontato?- ho preferito mantenermi
sulla difensiva, non si può mai sapere cosa si raccontano questi ragazzi
pettegoli al giorno d’oggi.
-Che l'altro giorno, dopo l’incidente, a casa sua…bhè vi
siete baciati!
-Esatto- ho risposto io chiudendo la fasciatura e
mettendo via le bende rimaste.
-Esatto? ESATTO?Solo esatto? Ma Elsie! È una svolta clamorosa! Straordinaria!
-Steve, non ci dobbiamo sposare, frena
l’entusiasmo!- anche se a dire la verità provavo il suo stesso sentimento. Me
non me la sentivo di darlo a vedere, preferivo mantenermi distaccata, per paura
di restare delusa.
-E adesso cosa farete?- ha chiesto ancora lui.
-Non lo so, da ieri non ci siamo ancora sentiti..-
a quel punto ho deciso che era il caso di sloggiare- Bene, mia caro Steve, ci
vediamo domani, se sarai ancora vivo dopo che tua madre scoprirà che hai fatto
due incidenti nell’arco di tre giorni!
Steven mi ha guardata con una smorfia pensando alle
urla di sua madre e alla bici coi freni andati. Ci siamo salutati e io ho
raggiunto Marta e Jane per andare al centro commerciale.
Abbiamo passato il resto del pomeriggio girovagando
fra i negozi. Abbiamo raccontato a Jane le circostanze che hanno portato al
volo di Steven nella siepe, facendole solennemente giurare di portare quel
segreto nella tomba. Per il resto ho parlato quasi ininterrottamente di Andrew
e sospetto che Marta e Jane decideranno di uccidermi nel sonno. O di uccidere
lui.
ORE
19.30
Nella mia sfavillante dimora.
Sfavillante perché mia madre ha trovato un nuovo
lucido per i mobili, e ora, anche se sono fatti di legno e non emanavano luce
propria nemmeno quando li avevamo comprati, riflettono ogni tipo di particelle
fotoniche, e il salotto sembra una discoteca.
Ma una giornata iniziata con la corrosione della
mia lingua, intermezzata da un tentato omicidio, non deve necessariamente
finire male. O almeno questa è la speranza che mi accompagna da 15 anni a
questa parte.
Appena tornata dal centro commerciale, il mio
ingresso in casa è stato accolto da un enorme gatto che fuggiva dalla cucina,
da un bambino urlante e in mutande che correva dietro al gatto, e da una donna
con il grembiule della Prova del Cuoco che correva dietro a tutti e due.
Questa è la mia famiglia. Rendiamoci conto.
Appena mi ha vista, mia madre si è bloccata,
lasciando il gatto e Sammy liberi di fuggire al piano di sopra.
-Tesoro! Eccoti, dov’eri?
-Al centro commerciale ‘ma, te l’avevo anche detto!
-Oh si…è vero…- ha detto lei, liquidando la
questione con un gesto della mano –Ma vieni cara! Tutto il pomeriggio in giro,
sarai stanca! La vuoi una coca? Ti metto i cubetti di ghiaccio a forma di
cuore!
La cosa aveva iniziato ad essere sospetta già dal
momento in cui mi ha chiamata “tesoro”. L’offerta della coca-cola aveva resto
tutto ancora più inquietante e pericoloso. Ma i cubetti di ghiaccio a forma di
cuore sono stati il culmine. Quella donna stava tramando qualcosa!
Ho serrato gli occhi in due fessure e ho fissato
attentamente la mia genitrice.
-Avanti…cosa vuoi da me?- ho chiesto seria.
Lei ha emesso uno strano risolino- La mia piccina è
così sveglia! Capisce subito i trucchetti della sua mamma! Bhè tesoro, stasera
sei la baby-sitter di Sammy, io e papà andiamo fuori a cena con degli amici! Mi
raccomando, divertiti! Vado a prepararmi, o tuo padre inizierà a sbraitare!
Ciao tesoro!
Ha detto tutto così in fretta che quasi non mi ha
dato il tempo di rielaborare le informazioni, e sono certa che il suo
obbiettivo era confondermi e fuggire. Ma appena le mie orecchie hanno udito la
parola “baby-sitter”, il mio sistema interno di allarme è entrato in funzione
emettendo il suono assordante di una sirena all’interno del mio cervello.
A tal proposito, credo che diventerò pazza un
giorno. Sempre ammesso che io non lo sia già.
Comunque ho bloccato mia madre prima che potesse
fuggire sulle scale.
-Cos’è questa storia? Perché devo badare al nano?
-Suvvia tesoro. È solo per una sera! Non morirai
mica! E poi c’è anche Allan!
Bella consolazione! Avere quell’individuo intorno
equivale fare da baby-sitter anche a lui!
Prima di ribattere ho riflettuto qualche secondo.
Forse la cosa poteva tornare a mio vantaggio.
-Io faccio la sorvegliante…- ho esordito-…se fai
diventare la mansarda la mia stanza!
Mia madre mi ha guardata un attimo perplessa, non
aspettandosi una richiesta di quel genere. Ho approfittato del suo momento di
esitazione.
-Avanti! Papà non la usa da due anni, è
praticamente inutilizzata! Io ho 15 anni, non posso passare la mia vita in
stanza con due fratelli maschi! E se me la concedi…farò la baby-sitter per
altre due volte senza lamentarmi!
Al quel punto l’avevo in trappola. L’offerta di due
serate libere e una figlia disposta a fare il guardiano delle carceri senza
opposizioni, era troppo allettante.
-Va bene Elsie! La mansarda è tua!
Al settimo cielo mi sono fiondata in camera mia
iniziando l’opera di trasloco.
ORE
21.55
Andrew mi ha chiamata verso le nove. Gioia e
tripudio. Abbiamo parlato un po’ al telefono e poi mi ha chiesto se potevamo
vederci. Il problema è che io sono bloccata a casa con i bambini dell’asilo!
Allora gli ho detto di venire lui da me.
-Ma non ci sono i tuoi fratelli?- ha chiesto lui
dubbioso.
-Oh, quelli non saranno un problema…- ho risposto
io ghignando.
Dopo aver messo giù il telefono, sono andata in
cucina ad aprire la credenza con i liquori di papà. Ho preso una bottiglia di
sherry già iniziata. Poi sono andata in salotto dove Allan stava guardando la
tv.
Mi sono seduta accanto a lui sul divano.
-Ehi brother! Ti và un goccetto?
Lui mi ha guardata come se fossi pazza. Credo che
stesse seriamente pensando di chiamare qualcuno.
-Ma sei impazzita Elsie? Hai 15 anni!- ha esclamato
lui, continuando però a fissare la bottiglia.
-Oh dai, fratellone!- ho fatto un po’ di moine per
convincerlo- Giuro che ne bevo poco poco! Voglio assaggiarlo, e meglio qui che
in qualche pericoloso pub in periferia!
L’obbiezione non era del tutto insensata, e lui lo
sapeva, e io sapevo che lui sapeva, e sapevo anche se aveva voglia di bere in
po’ di quello sherry.
-Va bene, ma appena ti senti leggermente brilla
smetti subito!
Ho annuito energicamente e ho preso un piccolo
sorso dalla bottiglia che avevo già aperto. Poi l’ho passata ad Allan che ne ha
bevuto una lunga sorsata.
Abbiamo bevuto così per un po’, e nel giro di 10
minuti mio fratello è crollato con la testa sul divano. Completamente
addormentato!
È l’effetto che l’alcool fa ai maschi della
famiglia, quando sono ubriachi si addormentano. Capita anche a papà e al nonno.
E si può star sicuri che non si sveglieranno fino al mattino dopo. Le donne
della famiglia invece lo reggono molto meglio, ma se ne bevono tanto hanno la
tendenza a diventare molto, TROPPO, disinibite ed espansive. Lo dimostrano gli
spogliarelli alle due di notte durante le cene di famiglia.
Presa la bottiglia di sherry e abbandonato il mio
fratello maggiore ai suoi sogni, sono andata in cucina a occuparmi di quello
piccolo.
Il mio dolce Sammy stava seduto sul pavimento a
spazzolare Gengis con il pettine di papà. Sono andata ai fornelli e ho iniziato
a scaldargli il suo latte serale (di Sammy, non di Gengis).
Una volta pronto, l’ho messo nel biberon con i
biscotti e ho lasciato che i frollini si sciogliessero. Poi ho aggiunto tre
gocce di sherry e ho agitato bene. L’alcool fa effetto in proporzione alle
dimensioni fisiche, quindi per un maschio della famiglia Morgan di 3 anni erano
più che sufficienti per stenderlo.
Ho dato il biberon a Sammy che l’ha svuotato nel
giro di un minuto. Puoi mi ha guardata con occhini sonnacchiosi e si è
addormentato cadendo su Gengis.
Ottimo!
Ho preso mio fratello e l’ho portato di sopra, nel
suo lettino.
ORE
23.15
Dopo il mio piano diabolico messo in atto, Andrew è
arrivato.
L’ho portato in mansarda, dove avevo già iniziato a
trasferire le mie cose, e ci siamo seduti sul divano abbracciati e abbiamo
chiacchierato. Abbiamo parlato tanto, e di tante cose. Non pensavo che fosse
così bello stare da sola con lui. A saperlo avrei smesso di odiarlo molto tempo
prima! Ovviamente non abbiamo parlato e basta, le nostre bocche si sono
adoperate anche in altri modi. E anche se mi sento un pochino in colpa ad
ammetterlo, bacia molto meglio di Luke. Ma i miei sensi di colpa non durano mai
molto.
Dopo un po’ ci siamo sdraiati per terra su una
coperta morbida e abbiamo guardato le stelle attraverso il lucernario della
stanza. Andrew mi ha chiesto come ho fatto con i miei fratelli, e gli ho
raccontato della trappola mortale allo sherry.
Lui è scoppiato a ridere.
-Non ci posso credere! Solo tu potevi inventarti
una cosa del genere!
-Ma non lo sai che io ho una mente superiore? Non
mi abbasso a cose scontate come voi comuni mortali!
Andrew ha riso di nuovo - Ma come sei modesta!
-Io sono un essere superiore, non so cosa sia la
modestia!- ho continuato leggermente in preda all’euforia, probabilmente un po’
a causa dello sherry.
Andrew si è girato verso di me e me lo sono
ritrovato sopra che mi fissava con occhi languidi.
-E questo essere superiore vorrebbe diventare la
ragazza di un comune mortale?
L’ho guardato sorridendo da guancia a guancia
–Direi che potrei concederti questa grazia!