Kissed for the very first time

di GaaRa92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mai stato baciato ***
Capitolo 2: *** Charming Prince ***
Capitolo 3: *** The shadows come to stay ***



Capitolo 1
*** Mai stato baciato ***


Kissed for the first time

Mai stato baciato

 

 

 

 

 

Un raggio di luce lunare si insinua tra le sbarre.

Cammina.

Scende, accarezzando lieve quella mano abbandonata con i polpastrelli rivolti al cielo.

Le unghie cianotiche, nere, hanno scavato pigramente il pavimento della cella per giorni, in trepidante attesa.

La scia lattiginosa tremola incerta lungo il contorno di quel mento affilato e sfuggente, affonda con rassegnazione in quelle guance incavate, troppo profonde, si spegne prima di arrivare agli occhi.

Muore.

Una curiosità morbosa piuttosto li accende, la lingua bagna nervosamente le labbra sottili al solo pensiero, le ginocchia tremano debolmente: paura o ingenua emozione?

La sua vera prima volta.

E’ un istante: il respiro gli si mozza in petto, il battito si congela, gli occhi, vitrei, si aggrappano allo spettro di una vita che più possono trattenere.

Una vita che resta racchiusa in un bacio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: Questa si propone come la prima di 3 storie (Drabble o Flash) con il bacio come snodo di sviluppo, il personaggio è racchiuso all’interno della storia.

Il protagonista di questa flash è…Barty Crouch Jr.

Ho sempre pensato che l’idea del bacio del Dissenatore lo scuotesse come tutti, ma che, nel profondo, lo elettrizzasse al tempo stesso. Mi piace pensare che possa guardare a quel bacio come il suo primo bacio.

Uno dei miei folli preferiti, non c’è che dire.

 

Spero che la storia sia piaciuta, ringrazio anticipatamente chi commenterà!

 

 

Clara.

 

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Capitolo 2
*** Charming Prince ***


Charming Prince

Charming Prince

 

 

 

“E poi – continuò con voce concitata la piccola, sbracciandosi verso l’amico – si china dolcemente su di lei e la bacia… E lei si risveglia!”

“Come, tutto qui?” Il ragazzino la fissò scettico, non gli era chiaro dove fosse “la magia” in tutto questo.

“Come sarebbe a dire ‘tutto qui’!?” Lo scimmiottò lei di rimando, osservandolo con gli occhi sgranati. “Era morta! E lui la risveglia con un bacio sulle labbra!

Sottolineò con enfasi le ultime parole, scuotendo con energia i lunghi capelli rossicci, e sì riabbandonò sul giaciglio di margherite, tramortita dalle sue stesse parole.

“Ancora non capisco cosa ci trovi in questa storia.” Sbottò lui un poco risentito, gli occhi ostinatamente bassi sui piccoli fiori, le mani nervosamente impegnate a lisciarsi i capelli neri.

“Ma insomma! – sospirò Lily rassegnata – Proprio non ci arrivi Severus?

Il bambino levò gli occhi neri su di lei, catturato dalla naturalezza con cui aveva preso a far volteggiare attorno a loro il mazzolino strappato in un momento di incontenibile emozione.

“Facciamo ora che tu sei il principe e devi svegliare me con un bacio!” Lo sguardo, fisso su un punto lontano, le si illuminò improvvisamente, incastrandosi poi nel suo.

Non lo mollava.

“Oh, andiamo!” Si lasciò ricadere sul letto di erba in cui erano distesi, infrangendo il dolce turbinio di fiori che li circondava. Sembrava quasi avesse una ghirlanda, ora.

Chiuse gli occhi, in attesa.

Il bambino si voltò a guardarla, incredulo, il battito impazzito del suo cuore l’unico rumore udibile.

Trattenne il respiro e si chinò ad osservarla più da vicino, soffermandosi dapprima sui morbidi che capelli che le ricadevano scompostamente fino alle spalle,  poi sulle labbra. Rosse anch’esse.

I suoi capelli, neri, le sfiorarono le guance.

Le palpebre rosee di lei tremarono impercettibilmente, ma restarono chiuse.

Il bambino inspirò con decisione e, socchiudendo gli occhi, le fece una sonora pernacchia in faccia.

 

“SEVERUS! Ma io dico!” Indispettita, la rossa si alzò in piedi con uno scatto, sfregandosi il viso con decisione.

“Aspetta che ti prendo Severus Piton, poi ti faccio vedere io come si comporta una vera principessa!” Il tono più simile a quello di una guerriera, l’amico che intanto rideva sonoramente.

Una risata vera, genuina.

 

 

 

 

L’uomo si svegliò nel cuore della notte con un sussulto improvviso.

Si sedette, massaggiandosi il petto con una mano, asciugandosi la fronte con il dorso dell’altra. Si riabbandonò dolorosamente sul cuscino.

Fissò per un istante interminabile il soffitto per poi richiudere rassegnato gli occhi.

Sconfitto.

Si concentrò su quel ricordo, ancora e ancora, lo intrappolò con la mente, lo stritolò tra le dita.

Se ne liberò con la bacchetta.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note: Eccomi qui – finalmente, aggiungerei – con la seconda storia di questa raccolta. Uno stile completamente diverso dalla precedente con lo scopo di calzare a pennello il nuovo personaggio.

Grazie a chi leggerà e recensirà! :-)

 

 

Clara.

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Capitolo 3
*** The shadows come to stay ***


The shadows come to stay

 

 

 

Osservò con leggerezza il riflesso di quel ragazzino dall’aspetto pulito che percorreva nitido gli spigoli dell’amuleto.

E sorrise.

Dischiuse appena le sottili labbra rosee come a beffarsi di se stesso, di uno sciocco.

Carezzò per un istante la perversione di torturare ancora quei corpi che giacevano stramazzati ai suoi piedi. Era un impulso irresistibile e primitivo.

Mantenendo lo sguardo sull’anulare sinistro dove l’anello riluceva di un bagliore spettrale accennò un movimento fluido con la destra, che si ritrovò a serrarsi con un gesto secco attorno alla gola di quel fantoccio. Le unghie penetrarono in profondità, raddrizzando il capo ciondolante in una posa grottesca.

Inclinò appena la testa fino a posare gli occhi verdi su quel volto pallido e inerme, arricciando le labbra con disappunto. Passò sovrappensiero le dita affusolate tra i boccoli neri con i primi fili argentei della vecchiaia, ravvivandoli con un gesto di falsa premura fino a quando non si ritenne soddisfatto.

Compiaciuto sfiorò con un bacio la fronte gelida e bluastra.

“Saluta la mamma da parte mia…”

Lord Voldemort indietreggiò sulla soglia per rimirare la sua opera.

“Mi sono decisamente lasciato prendere la mano.”

 

 

 

 

 

[187 parole]

NdA: E con questa flash si conclude questa piccola raccolta che troppo a lungo è rimasta qui, appesa. Anzi ringrazio _Falsa Pista_ e Crazymoonlight che hanno recensito le due storie precedenti! :)

Questa flash conclusiva si è materializzata improvvisamente, ispirata dalla citazione messa in anteprima (e richiamata alla mia attenzione dal contest Shakespeariano attualmente in corso di _juliet sul forum di EFP) e si è delineata lentamente ma con estrema precisione. La frase presa da Romeo e Giulietta è emblematica: Così, con un bacio, io muoio”. Voldemort ha appena commesso un patricidio e si è definitivamente messo in cammino sulla strada per ottenere l’immortalità, che lo porterà a lacerare la sua anima per formare i sei Horcrux (Harry, il settimo, è involontario), qui avviene la creazione di quello che verrà depositato nell’anello di Orvoloson Gaunt. In sostanza sta uccidendo la parte più intima di sé (ecco il richiamo al “sé” adolescente) per assicurarsi la vita eterna.

Il bacio – che ho proposto come perno di tutte e tre le storie – è dato sulla fronte, ed è appunto portatore nonché simbolo di morte.

 

L’immagine che volevo dipingere non era solo la violenza del gesto, ma anche la sua fisicità umana nel metterlo in pratica: Voldemort è chiaramente ricorso alla magia per uccidere Tom Riddle Sr. e i nonni, ma ho immaginato che parlando del padre la questione si facesse più personale e la frenesia lo travolgesse in maniera totalitaria, fino a sopraffarlo e spingerlo ad un contatto diretto.   

Spero che abbiate apprezzato la storia, suggerimenti, complimenti e imprecazioni sono ben accetti! Aggiungo che se siete a caccia di storie Riddle-verse vi potrebbe anche piacere “History of violence” che ho scritto alcuni anni fa :)

Alla prossima,

Clara.

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