LOVE IN TRANSLATION

di Petronilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Viaggio ***
Capitolo 2: *** Angy Pureheart ***
Capitolo 3: *** La Ragazza di Harry ***
Capitolo 4: *** Confessioni sul Treno ***
Capitolo 5: *** VENEZIA ***
Capitolo 6: *** RUFUS MAGNUS ***
Capitolo 7: *** La Riunione Segreta ***
Capitolo 8: *** Un'Amara Delusione ***
Capitolo 9: *** MARCO ***
Capitolo 10: *** L'Agguato ***
Capitolo 11: *** FIRENZE ***
Capitolo 12: *** Ballo di Mezzanotte ***
Capitolo 13: *** ROMA ***
Capitolo 14: *** Il Tradimento ***
Capitolo 15: *** Il Portale del Potere ***
Capitolo 16: *** La Forza dell'Amore ***



Capitolo 1
*** In Viaggio ***


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LOVE IN TRANSLATION

By Petronilla

Summary: Harry è in gravissimo pericolo, e questa volta tocca ad Hermione il compito di andare a salvarlo. Armata solo della sua bacchetta magica e del suo amore per lui, la nostra eroina affronterà un viaggio avventuroso su e giù per l'Italia. Riuscirà a salvare il suo Harry? Leggete e lo scoprirete...

 

Disclaimer: Queste storie sono basate su personaggi e situazioni di esclusiva proprietà di JK Rowling, di svariate case editrici, incluse Bloomsbury Books, Scholastic Books e Raincoast Books, Salani e della Warner Bros. Inc. Si dichiara inoltre, che non è stato ricevuto nessun compenso e che non è stato infranto nessun copyright o trademark.

 

Capitolo 1. IN VIAGGIO

Era da poco tramontato il sole, e le nuvole sopra il cielo di Parigi si erano tinte di rosa e di arancione: questo panorama surreale poteva tranquillamente essere lo spunto per una piacevole conversazione tra due passeggeri seduti sullo stesso volo, ma io non ero affatto dell’umore giusto, e non ero nemmeno una turista.

Me ne stavo tutta seria con la fronte appoggiata al finestrino, e osservavo distrattamente il panorama davanti a me; agli occhi di un vicino curioso, potevo sembrare una turista inglese come le altre, in attesa di atterrare nella città più romantica del mondo, ma non era affatto così.

Questo viaggio mi avrebbe portato a vivere una delle esperienze più avventurose della mia vita, e devo dire che di esperienze incredibili, ne avevo già vissute moltissime. E’ una cosa inevitabile, quando sei la migliore amica di uno dei più famosi maghi del mondo, un giovane uomo chiamato Harry Potter.

Mi chiamo Hermione Granger e lavoro da poco presso la sezione Aiuto e Sostegno alle Creature Magiche in Difficoltà, una nuova sezione creata grazie all’interesse del nuovo Ministro della Magia, il signor Arthur Weasley; devo dire che è un lavoro fatto a posta per me, dove ogni giorno ricevo sempre più casi di creature magiche in difficoltà, come ad esempio i Lupi Mannari, i Centauri e gli Elfi Domestici, ai quali posso essere di grande aiuto.

Quel giorno era iniziato come tutti gli altri: sveglia di buon ora, e la solita preparazione per andare in ufficio. Stavo sorseggiando una tazza di tea, mentre leggevo la mia copia della Gazzetta del Profeta, quando Grattastinchi che era tranquillamente acciambellato sulle mie ginocchia, salta giù e punta alla finestra, miagolando come un matto. Un po’ contrariata da quella interruzione, mi alzai per andare a vedere cosa avesse attirato la sua attenzione, e quando mi avvicinai alla finestra, per poco non mi prese un colpo: appoggiata sul davanzale, mezza tramortita e con un ala insanguinata, c’era Edwige, la candida civetta di Harry.

Aprii in fretta la finestra con il cuore che mi batteva all’impazzata, e presi in braccio la povera creatura, che non aveva neanche più la forza di alzare la testa. Quando la misi sul tavolo per esaminare meglio la sua ferita, mi accorsi con grandissima sorpresa che aveva una piccola pergamena attaccata alla zampetta; fui ancora più sorpresa, quando lessi a chi la pergamena era indirizzata: Albus Silente, Hogwarts.

Naturalmente avevo fatto subito due più due: Edwige ferita a morte che trasporta un messaggio urgente per Albus Silente, poteva significare solamente che Harry era in pericolo, e che qualcuno aveva aggredito la sua civetta per intercettare quel messaggio. Non pensai troppo su, ed aprii la pergamena con mani tremanti.

Il messaggio diceva così:

“Cattive notizie, siamo stati scoperti. Il Suo aiuto è vitale. Dobbiamo assolutamente incontrarci  il 20 Febbraio, alle ore 12:00 al Monte dei Martiri. E’ questione di vita o di morte, Harry”.

Dopo questo messaggio, le gambe non mi reggevano più e crollai sul divano: cosa significava tutto questo? Harry era in pericolo? E se Edwige era arrivata qui da me, significava che Silente non aveva ancora ricevuto il messaggio?

Mi morsi le labbra pensando al giorno di due anni fa, nel quale dopo aver superato brillantemente gli esami finali alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Harry aveva annunciato con orgoglio a tutti noi di essere stato ammesso al tirocinio per diventare un Auror del Ministero della Magia.

Ricordo ancora di avergli nascosto tutta la mia preoccupazione all’idea, e di aver festeggiato con lui, Ron e tutti i nostri amici, come se niente fosse. Non che non mi fidassi di lui, perché è un mago veramente straordinario, ma la mia preoccupazione era dovuta al fatto che il Signore Oscuro rappresentava ancora una costante e reale minaccia.

Purtroppo parlandogli non avrei concluso niente, perché ormai aveva preso la sua decisione, ma non potevo fare a meno di essere preoccupata. Da allora ci rivedemmo molto poco: un paio di feste di compleanno, due Natali passati a casa della famiglia Weasley, e qualche Gufo per farmi sapere che era ancora vivo.

Non ho mai neanche avuto la possibilità di dirgli quanto io tenessi a lui, sia perché la sua personale lotta contro le forze del male, lo aveva sempre distolto dal pensare all’amore, sia perché io sono un’inguaribile timida, quando si arriva a questioni di cuore che riguardano me.

Comunque sia, una volta ripresami dallo shock, ho cercato di mettermi subito in contatto con Silente attraverso la Metro Polvere: dopo tutto, l’indomani era il 20 di Febbraio e bisognava fare subito qualcosa di concreto. A scuola però, sono soltanto riuscita a parlare con la professoressa McGranitt, che mi ha messo al corrente del fatto che il preside era in viaggio, per un’emergenza che aveva richiesto la sua presenza altr’ove.

Credete che me ne sarei rimasta con le mani in mano ad aspettare l’inevitabile? Niente affatto. Per prima cosa ho affidato Edwige alla mia vicina di casa, una bravissima guaritrice che lavora all’Ospedale di San Mungo per Malattie e Ferite Magiche; quindi ho mandato subito un Gufo al mio superiore, per informarlo che mi sarei presa tutte le ferie arretrate che avevo da parte.

Ho messo in valigia lo stretto indispensabile, ho infilato Grattastinchi nella sua cesta, e sono filata via come un fulmine: per non dare nell’occhio decisi che avrei viaggiato con i mezzi babbani, e raggiunsi l’aeroporto in taxi. Ma adesso la cosa importante era riuscire a scoprire il luogo dell’appuntamento.

Lessi e rilessi più volte il messaggio di Harry, fino a quando non mi venne il mal di testa, ma non riuscivo ancora a capire cosa fosse il Monte dei Martiri.

Quando arrivai all’aeroporto ero ancora in alto mare, e non avevo assolutamente la minima idea di dove dovevo andare. Una volta davanti alla signorina della biglietteria, stavo per fare la figura della stupida, quando alla domanda “ Desidera un biglietto per dove ?” non sapevo ancora cosa risponderle.

Iniziai a guardarmi attorno per cercare un indizio e all’improvviso gli occhi mi caddero su alcuni manifesti appesi alle pareti: c’erano indicate alcune delle principali località di vacanza, come i Carabi, l’Egitto, l’America, e nell’ultimo c’era la fotografia di una chiesa meravigliosa, di marmo bianco e sotto la foto c’era scritto “Mont Martre, Paris, France”.

In quell’istante ho avuto un’illuminazione.

“Un biglietto di sola andata per Parigi, per favore,” chiesi in fine alla signorina, che già stava cominciando a guardarmi con impazienza.

Ed eccomi qua, sul volo per Parigi, senza sapere quale sarà il mio destino… l’unica cosa che so con sicurezza, è che a costo di superare ogni genere di pericoli, a costo di dover lottare contro Voldemort in persona, io riuscirò a trovare il mio Harry e ad aiutarlo.

***O***


”E’ tutto pronto?” Disse una voce gelida e tagliente.

“Si mio Signore. L’incontro è fissato per domani alle 12:00 in punto,” rispose una figura incappucciata.

“Molto bene. Voglio che li catturiate e che li portiate da me. Ma state molto attenti, non voglio che commettiate errori questa volta.”

“Fidati di noi, mio Signore. Non ti deluderemo.”

Queste parole furono seguite da una terrificante risata, in grado di gelare il sangue nelle vene.

“Vai allora! E non perdere altro tempo.” Il Signore Oscuro indicò la porta con la sua mano cadaverica, e il suo fedele servo uscì, dopo essersi piegato in un profondo inchino.

“Questa volta Harry Potter non avrà scampo….” Ancora il Signore Oscuro rise diabolicamente, pregustando la sua vendetta.

 

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Capitolo 2
*** Angy Pureheart ***


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2. ANGY PUREHEART

Quando atterrai a Parigi era già buio, e in silenzio cercai subito un taxi che mi potesse portare al centro: conoscevo la città, perché c’ero già stata diversi anni fa con i miei genitori.

Trovai un piccolo albergo non distante da Mont Martre, e presi una camera per la notte; era minuscola  ma accogliente, e per me e Grattastinchi andava benissimo.

Mi avvicinai allo specchio ed osservai la mia immagine riflessa emettendo un profondo sospiro: sembravo la stessa di sempre, malgrado la tensione che leggevo nei miei occhi. Lentamente passai una mano tra i capelli arruffati e pensai che forse, se avessi messo più cura nel mio aspetto esteriore, invece di concentrarmi soltanto nello studio, magari Harry mi avrebbe considerata diversamente; magari anche io mi sarei sentita più sicura e sarebbe stato più facile svelargli i miei veri sentimenti. Mi buttai sul letto pesantemente, e un enorme quantità di pensieri iniziarono ad affollare la mia mente.

Purtroppo non sapevo a cosa stesse lavorando Harry, visto che si trattava sempre di questioni TOP SECRET, però era di sicuro qualcosa che riguardava Voldemort e i Mangiamorte.

Fino a quel momento né Harry e né gli altri Auror erano ancora riusciti a sconfiggere il Signore Oscuro e le Forze del Male, anche se negli ultimi anni, tutti gli Auror avevano contribuito in modo notevole a limitarne gli attacchi e a neutralizzare i loro malefici piani: di sicuro avevano molte spie, e un valido sistema per intercettare esattamente i piani del Signore Oscuro.

Ma soprattutto, il neo Ministro della Magia, aveva approvato una legge molto importante, che permetteva a tutti gli Auror del mondo, di poter accedere allo stesso sistema di informazioni, con una rete capillare di comunicazione magica internazionale.

Non mi era ancora chiaro il funzionamento di questo sistema, ma sapevo che era sempre stato efficacissimo. Grazie a tutti questi sforzi, sia il Mondo Magico che quello Babbano,  era riuscito ad andare avanti in relativa tranquillità, senza troppe strane sparizioni, o troppi incidenti sospetti, da imputarsi a Voldemort e ai suoi Mangiamorte.

Ciò nonostante, la guerra non era ancora conclusa ed era chiaro che le Forze del Male sarebbero sempre state pronte a colpire nell’ombra, in modo subdolo, senza dare nell’occhio, ma seguendo sempre una stessa subdola logica: quella del terrore.

Quella notte non mi riuscì di prendere sonno, e credo che neanche avrei voluto.

La mattina seguente mi svegliai di buon ora e scesi subito in strada per raggiungere il luogo dell’appuntamento in orario. Erano soltanto le 09:00, ma affrettai il passo ugualmente, senza soffermarmi troppo a guardare i piccoli negozietti che stavano aprendo ai loro clienti.

Mi ci volle una buona mezz’ora per arrivare, ma quando mi trovai ai piedi della collina dove sorge la maestosa Cattedrale di Mont Martre, rimasi abbagliata da tanto splendore: era un immenso tripudio di marmo bianco, che risplendeva illuminato dalla luce del mattino.

Lentamente iniziai a salire i numerosi scalini e quando raggiunsi la cima della collina, e mi girai per osservare il panorama, rimasi nuovamente senza fiato; non avevo mai visto uno spettacolo così meraviglioso: ai miei piedi avevo tutta Parigi, con i suoi palazzi, i suoi Boulevard, l’Arc de Triomphe, la Tour Eiffel, la Senna.

Mi sedetti su di una panchina, e iniziai ad aspettare con trepidazione, guardandomi intorno per cercare di vedere se arrivava qualcuno.

Sentivo il cuore che mi batteva all’impazzata, perché finalmente avrei rivisto l’amore della mia vita, e avrei potuto nuovamente dargli tutto il mio aiuto ed il mio sostegno. Poi un altro pensiero penetrò con forza nella mia mente: e se i Mangiamorte avessero già intercettato il messaggio? In questo caso avrei dovuto fare molta attenzione, perché di sicuro sarebbero saltati fuori da qualche parte e ci avrebbero attaccato.

Istintivamente portai una mano alla bacchetta magica, che avevo messo nella borsa come sempre: in caso di un attacco, sarei stata pronta a reagire.

Purtroppo il tempo passava, e non accadeva nulla: attorno a me, numerosi gruppi di turisti continuavano a salire e scendere le scalinate e ad entrare ed uscire dalla Cattedrale, ma di Harry o dei Mangiamorte, nessuna traccia.

In breve arrivarono e passarono le 12:00 e io stavo cominciando a preoccuparmi. Possibile che avevo sbagliato posto? Magari Harry mi stava aspettando a migliaia di chilometri di distanza da qui, forse era ferito o moribondo, ed io me ne stavo come una scema, seduta su di una panchina a Parigi!

All’improvviso fui presa dal panico: mi alzai di scatto e corsi attorno alla Cattedrale, cercando disperatamente di trovare Harry, o quanto meno, un indizio che mi facesse capire, che mi facesse sperare…  Niente… s’erano sempre e soltanto i soliti turisti che andavano e venivano.

Nel panico più totale, decisi di entrare dentro, e di cercarlo lì.

Quando oltrepassai le grandi porte di legno intarsiato, rimasi abbagliata dall’immensità e dalla bellezza di quel sacro luogo. Mi misi a cercare in ogni nicchia, dentro ad ogni navata, arrivai fino all’altare maggiore, ma di Harry nessuna traccia.

In quel momento, il panico stava lasciando il posto alla disperazione: “Harry dove sei?” Continuavo a chiedermi…

Mi fermai davanti all’altare, e mi sedetti pesantemente su di una panchina in prima fila: mi misi le mani nei capelli, ero disperata, e avevo tanta voglia di piangere… quando ad un certo punto sentii uno strano rumore provenire dalla sagrestia: era come una specie di lamento.

Mi alzai molto lentamente e altrettanto lentamente raggiunsi la sagrestia, aprii la porta e iniziai a cercare le fonte di quello strano lamento. Man mano che mi avvicinavo, sentivo che aumentava di intensità, e compresi che si trattava di un singhiozzo. Dopo alcuni secondi, finalmente capii che la persona che piangeva era nascosta dietro ad una pesante tenda dorata che pendeva dal tetto.

Con le mani tremanti, afferrai il bordo della tenda, e diedi un colpo netto per farla cadere per terra.

“NOOO… TI PREGO NON FARMI DEL MALE….”

Rimasi scioccata per alcuni secondi, mentre guardavo quella povera ragazza rannicchiata sul pavimento, che mi fissava con due grandi occhi azzurri pieni di terrore; aveva il viso completamente rigato di lacrime, e sulla fronte, perdeva sangue da una profonda ferita orizzontale.

Era vestita con una tunica di colore blu scuro, lunga fino ai piedi, lacerata da una evidente colluttazione, e i capelli, lunghi e di colore biondo chiaro, erano tutti arruffati e sporchi.

Provai una pena incredibile a vederla in quello stato, e cercai di parlarle nel tono più dolce e rassicurante possibile.

“Non devi avere paura di me… io non voglio farti del male.”

Le porsi una mano, che la ragazza fissò dubbiosa.

“Voglio aiutarti… ti prego, fidati … “

“Tu sei una strega come me, vero?”

Rimasi così stupida da quella domanda, che mi ci vollero alcuni secondi per riprendere l’uso della parola.

“Si, hai ragione, sono una strega… mi chiamo Hermione Granger, e tu?”

“Io mi chiamo…. Angy…. Angy Pureheart…”

Sembrava che la ragazza cominciasse a tranquillizzarsi, anche se ancora non aveva afferrato la mano che le avevo teso. Tentai di farle qualche altra domanda, per conquistare la sua fiducia.

“Posso chiederti cosa ci fai qui?”

“No… sono in missione Top Secret per il Ministero della Magia… non posso dirti niente, mi dispiace…”

Improvvisamente mi resi conto che forse questa ragazza poteva sapere qualcosa di Harry, e non riuscii a trattenermi dal chiederglielo.

“Anche io sono in missione per il Ministero…. Devo incontrarmi con una persona, forse tu mi puoi aiutare… questa persona si chiama Harry Potter… forse tu l’hai visto da qualche parte, forse tu…”

Ma la ragazza si coprì improvvisamente il viso con le mani  e ruppe in un pianto disperato, che mi lasciò di stucco.

“Tu lo hai visto? Tu sai qualcosa di Harry Potter? Ti prego, devi dirmelo… cosa gli è successo?”

Ad ogni domanda che le facevo, Angy piangeva ancora più forte, contribuendo in questo modo ad aumentare la mia preoccupazione e la mia ansia.

“Quei maledetti… quei maledetti Mangiamorte… come hanno potuto farlo? “

“COSA? COSA GLI HANNO FATTO I MANGIAMORTE? TI PREGO PARLA!”

Stavo letteralmente perdendo la pazienza e senza rendermene conto, mi inginocchiai accanto a lei e le afferrai le mani per guardarla dritta negli occhi e ascoltare la sua risposta.

Lei mi fissò sconvolta, gli occhi rossi di pianto, quindi parlò scandendo le parole.

“HARRY POTTER E’ MORTO!”

(N/A: Che ve ne pare del secondo capitolo? Se siete curiosi di sapere cosa è veramente successo ad Harry... rimanete sintonizzati e lasciate il vostro commento, grazie!)

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Capitolo 3
*** La Ragazza di Harry ***


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(N/A: Prima di tutto vorrei ringraziarvi per le bellissime recensioni che mi avete scritto: Joppy, Caillean, Dada90, Blueberry, Sara, Valy88, Ghiotto... e a tutti voi che siete rimasti con il fiato sospeso fino a questo momento, dedico il prossimo capitolo!)

 

3. LA RAGAZZA DI HARRY

Camminavo a passi lenti lungo la riva della Senna, senza rendermi conto che stavano già iniziando a cadere le prime gocce di pioggia.

Come una specie di tortura interiore, ripensavo continuamente alle parole di Angy.  Ma più ci riflettevo, più la mia mente si ostinava a non crederle. Non poteva essere vero… Harry non poteva essere morto… non sarebbe stato giusto… non avevo nemmeno avuto il tempo di dirgli addio, di dirgli quanto fosse importante per me…

Continuavo a ripetermi che era tutto un brutto sogno, e che l’indomani mi sarei svegliata nel mio piccolo appartamento londinese, e mi sarei messa a ridere rendendomi conto dell'assurdità della cosa.

Adesso la pioggia scendeva con maggiore intensità, e stavo iniziando a bagnarmi fino al midollo; affrettai il passo e ben presto raggiunsi l’ospedale, dove qualche ora prima avevo portato Angy.

Quel pomeriggio, in sagrestia non ero riuscita a farmi dire altro da lei. Dopo quella terribile rivelazione su Harry, la poveretta era svenuta: racimolando le mie ultime forze, chiesi aiuto ad una suora, che mi diede una mano ad accompagnarla al più vicino ospedale babbano.

I medici mi avevano chiesto di aspettare fuori, mentre loro l’avrebbero sottoposta alle prime cure, quindi decisi di correre via, per prendere una boccata d’aria e riflettere in solitudine.

Quando ritornai al reparto, avevo un solo pensiero che continuava a martellarmi nella testa: dovevo sapere tutto quanto… dovevo sapere come faceva questa ragazza a conoscere Harry, e come faceva a sapere che lui fosse  morto… non potevo rassegnarmi all’idea, non lo avrei mai fatto.

Finalmente, ebbi il permesso di entrare nella sua stanza per parlarle: quando aprii la porta la trovai seduta sul letto, con la schiena appoggiata alla parete, e il viso rivolto verso la finestra, apparentemente rapita dal panorama.

Mi avvicinai cautamente, presi posto a sedere accanto al suo letto, ed infine lei si girò verso di me e mi fissò dritta negli occhi: aveva degli occhi così tristi.....

“Cosa vuoi sapere?” Chiese in modo diretto, ed io non persi altro tempo e cominciai subito con le  domande.

“Come fai ad essere così sicura che Harry sia morto?”

“Perché l’ho visto con i miei occhi!”

“Voglio sapere come è successo… devi raccontarmi tutto quanto.” L’avevo appena sfidata, a riuscire a convincermi.

Allora lei chinò la testa e prese a fissare il pavimento, mentre le sue mani stringevano con rabbia il copriletto.

“Io sono un Auror, proprio come lui… stavamo lavorando a questo caso insieme… e avremmo dovuto incontrare Silente a Mont Martre, per aggiornarlo sulle nostre nuove scoperte…”

Si interruppe per un secondo, ed io continuai a fissarla con attenzione, sorbendo ogni sua parola con avidità.

“ Ma a quanto pare i Mangiamorte devono avere intercettato il nostro messaggio, e ci hanno teso un agguato dentro la Cattedrale…. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze, ma alla fine…”

Angy si interruppe nuovamente, e i suoi occhi si riempirono di lacrime: con un nodo alla gola per l’emozione, allungai una mano e strinsi la sua per farle forza, e lei continuò.

“Erano in troppi …… poi uno di loro mi ha preso… Harry ha messo a repentaglio la sua vita per salvarmi ma non ce l’ha fatta… lo hanno colpito ed è caduto per terra... senza vita….”

Il racconto fu interrotto dal suo pianto silenzioso, ed io iniziai a riflettere freneticamente, per cercare di trovare qualche incongruenza nella sua versione dei fatti.

“Angy, ascoltami… lo so che per te è molto difficile, ma… è di vitale importanza per me sapere come sono andate esattamente le cose… io non ho visto il suo corpo… cosa ne hanno fatto?”

“Se lo sono portato via… non so per quale motivo… dopo averlo colpito con un incantesimo mortale, si sono smaterializzati e lo hanno portato con loro…”

A sentire quelle ultime parole, si riaccese un barlume di speranza dentro di me: forse non era tutto perduto… forse Harry era ancora vivo… perché altrimenti lo avrebbero portato via ?

“Ascoltami Angy, io sono sicura che Harry è ancora vivo…  lo sento nel mio cuore… ti prego non devi disperare…” cercai di tranquillizzarla, ma le mie parole non ebbero nessun effetto su di lei. Adesso le sue lacrime bagnavano le lenzuola.

“Ti prometto che farò di tutto per trovarlo!” Pronunziai la frase con estrema determinazione, e lei smise di piangere e alzò la testa per guardarmi dritto negli occhi.

“Ma come potresti? Dobbiamo avvertire subito Silente, perché soltanto lui è in grado di salvarlo… né tu né io potremmo mai riuscirci da sole…”

“Si, hai ragione… manderò subito un gufo a Silente per avvertirlo… ma nel frattempo io non me ne starò di sicuro con le mani in mano… e se tu non potrai aiutarmi farò da sola, non m’importa!” Ero proprio decisa ad agire, con o senza il suo aiuto.

“No, non potrei mai permettertelo… sono io che devo andare a cercarlo… è compito mio… tu non devi assolutamente fare niente, anzi… credo che sia meglio per te, ritornare a Londra…”

Quel suo improvviso cambio di tono mi infastidì immediatamente: chi era LEI per dirmi cosa dovevo o non dovevo fare.

“Guarda che IO sono la sua migliore amica!” Affermai con orgoglio, iniziando a perdere la pazienza.

“ED IO SONO LA SUA RAGAZZA!”

"COSA?"

In quel preciso istante mi crollò tutto il mondo addosso: era come se qualcuno mi avesse dato un pugno in pieno viso… ero profondamente scioccata e ferita da quelle parole… come era possibile che lei fosse la sua ragazza? Harry me ne avrebbe parlato… non poteva essere vero… non riuscivo a crederci.

“La…la sua… la sua ragazza?” Balbettai confusa.

“Si… e se devo essere sincera, Harry non mi ha mai parlato di te, e ti assicuro che lo avrebbe fatto se tu fossi stata VERAMENTE la sua migliore amica…”

Ecco un altro pugno in pieno viso: non soltanto Harry aveva una fidanzata, ma non le aveva neanche mai parlato di me! Rimasi a bocca aperta a fissare Angy per alcuni secondi, e lei riprese a parlare con uno strano tono di superiorità.

“Come vedi, mia cara Hermione, non c’è alcun bisogno del tuo aiuto qui… anche se ti sono grata per avermi soccorso… ti prego quindi di mandare un Gufo urgente a Silente, e di ripartire al più presto possibile verso casa… lo dico per il tuo bene."

Sentii ribollire il sangue nelle vene: come si permetteva questa smorfiosa di darmi ordini in questo modo? Ripresi subito il controllo di me stessa, e respirai profondamente prima di parlare.

“Ascoltami bene, Angy Pureheart … anche se sei la ragazza di Harry, io sono la sua migliore amica e lo conosco da molto più tempo di te… quindi, se non ti dispiace, non andrò proprio da nessuna parte e inizierò le sue ricerche oggi stesso!”

Finalmente, adesso era lei che mi fissava a bocca aperta dallo stupore.

***O***

”Dove lo avete portato?”  Chiese il Signore Oscuro soddisfatto.

“E' al sicuro... come avevate ordinato,  mio Signore…"  Rispose il Mangiamorte, profondamente inchinato dinanzi al suo padrone.

“Ottimo! Ma non è ancora abbastanza... ” Il Signore Oscuro parlò con  voce gelida e tagliente.

“Si, è vero... Silente deve aver intuito qualcosa.... comunque al suo posto è arrivata la Mezzosangue… ”  

Il Signore Oscuro fulminò il suo servitore con lo sguardo, e questi si affrettò ad aggiungere: " Ma abbiamo modificato il nostro piano... e tra non molto anche Silente cadrà nella nostra trappola...."

"Buona idea... usare la Mezzosangue per raggiungere i nostri scopi... tienimi informato sui nuovi sviluppi..."

"Si, mio Signore..." rispose intimorito il Mangiamorte, prima di rimettersi nuovamente in piedi e lasciare la stanza buia.

“E' solo questione ti tempo…. non c'è alcuna fretta... ” Il Signore Oscuro si girò verso la finestra, semi sbarrata da tavole di legno e si mise ad osservare le nuvole cariche di pioggia che si avvicinavano lentamente, preannunciando tempesta.

  ***O***

Erano già trascorsi un paio di giorni, e non ero ancora riuscita a concludere niente. Angy era stata dimessa quella mattina, e le avevo offerto ospitalità nella mia camera d’albergo.

Durante tutto il tempo che trascorremmo insieme, lei rimase in un ostinato silenzio: rispondeva soltanto a monosillabi e non mi voleva assolutamente dire niente riguardo alle informazioni che avrebbe dovuto riferire a Silente.

“Riferirò tutto, soltanto a lui!” Continuava a rispondermi come un disco inceppato.

Riguardo al fatto che fosse la fidanzata di Harry, beh… ancora non riuscivo a crederci. Mi sembrava così assurdo… era una strega talmente piena di sé e presuntuosa, che continuavo a domandarmi cosa ci trovasse Harry di tanto interessante in lei… forse, dopo tutto, non conoscevo così bene il mio migliore amico come credevo.

Comunque sia, non avevo proprio il tempo di rimuginare su queste cose… mi rassegnai all’idea di aver perso per sempre la possibilità di diventare la sua fidanzata, e mi aggrappai con tutte le mie forze alla speranza di ritrovarlo ancora vivo.

Finalmente dopo due giorni di attesa, arrivò un Gufo da Hogwarts. In quel momento ero sola in camera, perché Angy stava sotto la doccia; ne approfittai ed aprii subito la pergamena, leggendo con trepidazione.

“Cara signorina Granger, 

sono molto dispiaciuta di doverLa informare che il professor Albus Silente è ancora fuori sede per un impegno improrogabile.  La prego di tornare subito a  Londra e di non commettere imprudenze delle quali potrebbe sicuramente pentirsi.

Distinti saluti, la Vice Preside, Professoressa Minerva McGranitt.”

Purtroppo il contenuto della lettera non lasciava spazio ad ulteriori pianificazioni: la McGranitt mi chiedeva di ritornare casa e di restarmene buona ad aspettare le loro notizie.

Credete che le avrei dato ascolto? Niente affatto! Proprio mentre stavo per mettere via la pergamena, Angy entrò nella stanza.

“E’ arrivato il Gufo da Hogwarts?” mi chiese, e senza tanti complimenti mi strappò il messaggio dalle mani.

  “Hey, non ti hanno mai insegnato a chiedere le cose con educazione?” Ero furiosa per il suo comportamento, ma lei sembrò totalmente indifferente alla mia reazione.Lesse la pergamena avidamente, poi fece una smorfia di stizza e la buttò con non curanza sul letto.

“Fuori sede per un impegno improrogabile? Tutte scuse…”

“Se parli così, vuol dire che non conosci proprio Albus Silente.”

“Che assurdità… certo che lo conosco!”

Restammo alcuni secondi a fissarci in cagnesco, in piedi una di fronte all’altra, poi lei ruppe il silenzio per prima.

“Vedo che non ho altra scelta... dovrò iniziare le ricerche da sola…” disse lei, sospirando con aria di superiorità.

“Io vengo con te!” La interruppi con aria di sfida.

“Non credo proprio!”

“HO DETTO CHE VENGO CON TE!” Le lanciai un’occhiata furente, che non lasciava spazio ad altri commenti, ed alla fine lei distolse lo sguardo e si sedette pesantemente sul suo letto.

“Vedo che sei proprio ostinata Hermione…. E d’accordo allora, ti permetto di darmi una mano con le ricerche… ma se per caso tu mi sarai d’intralcio, io ti obbligherò a lasciarmi continuare da sola!”

Finalmente avevo vinto io, e con aria soddisfatta mi sedetti accanto a lei.

“Bene, allora… se dobbiamo lavorare insieme, devi dirmi tutto quello che sai…”

“Hey, frena, frena… un momento, ragazza… mettiamo subito in chiaro una cosa… Io sono un Auror, quindi io sono il CAPO e soltanto io decido sul da farsi…” Alzai gli occhi al cielo e decisi di tagliare corto.

“Si, si, d’accordo… tu sei il capo… adesso posso sapere quale sarà la nostra prossima mossa?”

Angy mi fissò dubbiosa per alcuni secondi, probabilmente stupita per la mia improvvisa accondiscendenza, quindi riprese a parlare, sempre con la sua solita aria di superiorità.

“Io ed Harry abbiamo saputo che ci sarà una riunione di tutti i capi dei Mangiamorte… potrebbe anche darsi che interverrà  il Signora Oscuro in persona…”

Angy mi lanciò uno sguardo severo, volendo sottolineare l’estrema importanza di quello che mi aveva appena detto, ed io l’ascoltavo con molta attenzione, cercando di registrare ogni sua parola.

“La riunione si svolgerà in Italia, e precisamente a Venezia, tra circa una settimana…" Fece una piccola pausa, poi mi guardò dritta negli occhi e continuò.

"Se Harry è vivo... come noi speriamo.... sono assolutamente sicura che lo porteranno a quella riunione, quindi noi dobbiamo per forza…”

“Trovarci a Venezia tra una settimana.”

Terminai la frase per lei, e il mio cervello cominciò ad elaborare quelle informazioni in modo febbrile: era in programma una riunione di tutti i Mangiamorte….  Non era escluso che ci sarebbe andato anche Voldemort in persona, a quella riunione… sarebbe stata un' impresa molto pericolosa… come avremmo fatto ad uscirne vive e a salvare Harry?

Angy probabilmente aveva seguito il corso dei miei pensieri, perché rispose subito alla domanda che mi ero appena posta mentalmente.

“Ho degli agganci a Venezia, non saremo da sole ad affrontare tutti quei Mangiamorte… non devi preoccuparti… comunque, se hai troppa paura e vuoi cambiare idea….”

“Niente affatto… io ci sto! Quando partiamo?”

Stranamente Angy mi lanciò uno sguardo compiaciuto, e sorrise soddisfatta.

(N/A: Evvai! L'avventura va avanti... leggete e scoprirete... e naturalmente recensite!)

   

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Capitolo 4
*** Confessioni sul Treno ***


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(N/A: Ecco un altro capitolo... breve ma intenso.... spero che vi piaccia. )

4. CONFESSIONI SUL TRENO

Il treno continuava a sferragliare a gran velocità, ed io venivo cullata dal suo ritmo regolare; fuori dalla finestra, il paesaggio sfrecciava via come un’immagine proiettata su di uno schermo.

Io ed Angy sedevamo l’una di fronte all’altra, in uno scompartimento del treno che da Parigi ci avrebbe portato a Venezia.

Avevamo deciso di spostarci con mezzi babbani, per evitare brutti incontri, e dopo una certa insistenza da parte mia, ero anche riuscita a convincerla a vestire con abiti babbani, per non dare nell’occhio.

Anche se la riunione dei Mangiamorte era stata programmata per il primo di  marzo, decidemmo di raggiungere la meta in anticipo, in modo da poter contattare gli “agganci” di Angy.

Distolsi lo sguardo dal panorama, e fissai Angy per alcuni secondi: era rivolta verso la finestra,  i lunghi capelli biondi che le coprivano il viso, anche lei assorta nei suoi pensieri; mi domandai a cosa stesse pensando; forse ad Harry, il suo amore, e a come avrebbe fatto a salvarlo. Poi, improvvisamente, immaginai lei ed Harry che si baciavano, e mi venne un nodo alla gola: provai una rabbia così forte, che desiderai con tutte le mie forze poter scappare via e cercare un po’ di solitudine, per piangere tutte le mie lacrime.

Ero arrabbiata con Harry, perché si era innamorato di un’altra ragazza, ma ero arrabbiata anche con Angy, per avermelo portato via così all’improvviso, ed ero anche arrabbiata con il destino, per essere stato così crudele con me.

O forse era soltanto invidia, la mia, perché lei era riuscita dove io avevo fallito.

In quel momento Angy si girò verso di me, e rimasi stupita da come aveva preso a fissarmi: i suoi occhi erano gelidi e freddi, come quelli di uno stagno congelato in inverno, ma nello stesso tempo così pieni di forza e determinazione. Ebbi la netta sensazione che quella ragazza sarebbe stata capace di tutto, pur di raggiungere il suo scopo.

Notando la mia sorpresa, Angy mutò subito espressione, e un largo sorriso le illuminò il viso.

“Sei pensierosa, Hermione?”

“No… cioè si… mi chiedevo… come mai hai deciso di diventare un Auror?” Buttai lì la domanda con naturalezza, anche se dentro di me desideravo saperne di più sul suo conto, per riuscire a mettere a tacere i miei dubbi.

“Beh… provengo da una famiglia di Auror… i miei nonni,  i miei genitori, i miei fratelli… tutti quanti sono stati o sono tuttora degli Auror, quindi… il mio cammino era già egnato sin dalla mia nascita....”

“Ma… quale scuola di magia hai frequentato? Voglio dire…  sei inglese, vero? Ma non ti ho mai visto ad Hogwarts…”

“Si, infatti… io ho vissuto all’estero…” rispose lei nervosamente, cominciando a giocherellare con le dita.

“E… posso sapere il nome della tua scuola?” Chiesi io, stranamente insospettita dal suo atteggiamento.

“La mia scuola si trova in America… e non è così famosa come Hogwarts… “ rispose lei tornando a guardarmi dritta negli occhi.

“Poi ti sei trasferita in Europa, immagino!”

“Si, qualche anno fa… e ho iniziato il corso per Auror al Ministero della Magia… è lì che ho conosciuto Harry…” d’un tratto i suoi occhi si illuminarono.

“Prima di allora, lo conoscevo soltanto di fama… ma quando ho cominciato a parlargli e a frequentarlo… beh, mi sono resa conto che è una persona meravigliosa… a vederlo, non sembra poi così interessante, anzi… dall’esterno è un ragazzo come tanti altri, con quei capelli neri sempre arruffati, quegli occhiali tondi…"

Abbassai lo sguardo e sorrisi tra me: il mio Harry… sembra veramente un ragazzo come tutti gli altri dal di fuori, ma chi lo conosce bene sa che non è affatto così.

“Invece è davvero speciale… è sempre stato così dolce con me, così premuroso… me ne sono innamorata subito…” Angy tornò a fissarmi dritta negli occhi, quasi come se volesse vedere la mia reazione alle sue parole.

“E lui… lui ti ama?” Non riuscii a trattenermi dal fare quella domanda, anche se sapevo che mi avrebbe fatto soffrire.

“Si… ha ricambiato da subito il mio sentimento… e da quel giorno siamo diventati inseparabili… stavamo sempre insieme… “ Angy mi guardava ancora con intensità, ed io ressi il suo sguardo ostinatamente. Non volevo che vedesse neanche il più piccolo segno di debolezza in me, anche se dentro mi sentivo completamente distrutta.

“Devo andare al bagno.” Mi alzai di scatto e uscii dallo scompartimento come una furia. Avevo bisogno di aria, e soprattutto, avevo bisogno di stare un po’ da sola.

Raggiunsi la fine della carrozza, e mi appoggiai al finestrino: come avrei fatto a sopportare tutto questo? E cosa avrei fatto quando avremmo ritrovato Harry? Quando li avrei visti insieme? Decisi che non appena fossimo riusciti a salvarlo, sarei ripartita subito e li avrei lasciati da soli.

Una calda lacrima attraversò lentamente la mia guancia, e una profonda tristezza si impadronì del mio cuore. Nascosi il viso tra le mani, e piansi come una bambina. Avevo bisogno di sfogarmi, dovevo farlo, altrimenti non sarei riuscita ad andare avanti. Dovevo essere forte, dovevo farlo per Harry.

Se avessi avuto Ron accanto, lui mi avrebbe di sicuro consolato. Ed invece ero sola, e avrei dovuto farcela con le mie forze.

“Venezia! Venezia! Fra dieci minuti arriviamo a Venezia.”

I miei pensieri furono interrotti dal capo treno che attraversava la carrozza. Mi asciugai il viso e cercai di ricompormi. Angy non doveva vedermi in quello stato, non le avrei mai dato questa soddisfazione.

Dopo tutto, la vedevo sempre come una rivale, anche se in quel momento avremmo dovuto unire le nostre forze per ritrovare Harry.

Mentre raggiungevo lentamente il mio compartimento, mi resi conto che il treno stava già rallentando; dalle finestre, si iniziavano ad intravedere le meraviglie di quella città senza tempo.

Chi sa, forse Venezia, la città degli innamorati, ci avrebbe portato fortuna.

(N/A: Povera Hermione!  Il suo cuore innamorato si è spezzato in due... ma la speranza è l'ultima a morire... leggete e scoprirete! COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: domani parto per le vacanze, e potrò aggiornare la storia soltanto al mio ritorno, che avverrà dopo il 20 di agosto... scusatemi! Comunque vi prometto che il quinto capitolo sarà pieno di colpi di scena e di nuovi sviluppi... BUONE VACANZE A TUTTI VOI!)

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Capitolo 5
*** VENEZIA ***


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( N/A: Ciao a tutti... SONO TORNATA! Spero che abbiate trascorso delle meravigliose vacanze e vi ringrazio moltissimo per gli splendidi commenti che mi avete lasciato... dedico il prossimo capitolo a tutti voi che avete aspettato con il fiato sospeso...)

5. VENEZIA

Appena scese dal treno, ci ritrovammo circondate da una nuvola di turisti e fummo sospinte con forza fuori dalla stazione. Una volta per strada, la mia sorpresa fu immensa.

Dinanzi a noi, si era aperta una meravigliosa finestra sul passato: Venezia era talmente bella, da mozzare il fiato; una città completamente circondata dall’acqua, come se fosse sospesa nel tempo e nello spazio.

Un rapido sguardo intorno, e mi resi subito conto che eravamo nel periodo del Carnevale Veneziano: mentre camminavamo lentamente lungo gli stretti vicoli, venivamo salutate da diverse persone vestite in maschera, che sfoggiavano vesti sfarzose, decorate con pietre preziose, piume, e merletti.

Io ed Angy restammo a bocca aperta ad osservare quel magnifico spettacolo: quelle maschere si intonavano perfettamente con i palazzi di marmo bianco, i ponti decorati che attraversavano i canali, le gondole colorate che scivolavano lentamente sull’acqua.

“Avrei benissimo potuto vestire con i miei soliti abiti da strega… nessuno mi avrebbe notato qui..”

Commentò Angy infastidita, e dovetti ammettere che dopo tutto, aveva proprio ragione, perché di sicuro nessuno avrebbe mai fatto caso a noi due.

“Sarà meglio cercare un posto dove dormire… andiamo.” Tagliai corto io, pensando ad un problema più pratico e più urgente da risolvere.

***O***

Quando aprii la finestra della nostra camera d’albergo, restai a bocca aperta dalla meraviglia: eravamo proprio di fronte al Canal Grande, e sotto di noi un gran numero di gondole scivolavano lentamente sull’acqua, trasportando gruppi di persone mascherate, che ridevano e cantavano allegre.

Il sole era già tramontato da un pezzo, e con il buio della notte la città sembrava ancora più magica: tante piccole luci si erano accese attorno ai palazzi e sulle piccole imbarcazioni, e musica allegra veniva fuori dalle case e si alzava dalle piazze.

Mentre tutti erano impegnati a festeggiare il Carnevale, io avevo la morte nel cuore, perché sapevo che Harry stava rischiando la vita, e che noi eravamo la sua unica speranza.

“Eccomi qua, sono pronta… come sto?” La voce di Angy interruppe le mie riflessioni, e quando mi girai verso di lei, rimasi a bocca aperta dalla sorpresa.

“Angy? Ma sei proprio tu?” Domandai stupita: il suo viso era nascosto da una grande e bellissima maschera in porcellana dorata, che rappresentava il sole che ride, circondato da innumerevoli raggi rossi e gialli; la sua veste era lunga e sontuosa, fatta di pesante seta rossa e oro e decorata con mille rubini luccicanti.

  “Certo che sono io… ti piace vero? Devo dire che ci ho messo tutta me stessa, per trasfigurare quegli orrendi vestiti babbani… ma il risultato è sorprendente…non credi anche tu?”

“Si.. niente male davvero… ma non vorrai certo uscire vestita così?” .

“Mia cara Hermione… ma certo che uscirò vestita così… siamo al Carnevale di Venezia… per non dare nell’occhio DEVI per forza andare in giro così… ed ho anche un bellissimo vestito pronto per te…” mi disse lei, con tono professionale.

  “Vorrai scherzare, vero? Non potrei mai indossare una cosa del genere… neanche sotto tortura….”

“Ah, quante storie… tu farai come ho deciso, e non discuteremo oltre… adesso girati… devo prenderti le misure…”

Rassegnata all’idea di dover indossare anche io una maschera, feci un giro su me stessa e la lasciai fare, quindi lei puntò la bacchetta verso di me e pronunziò le parole magiche.

“MOONA SPLENDIDA”

Sentii uno strano formicolio alla testa, e in un secondo, i miei vestiti babbani si trasformarono magicamente.

“Sei DELIZIOSA… vieni a guardarti allo specchio…” Angy era molto soddisfatta della sua opera, e aprì subito un’anta dell’armadio per farmi guardare nello specchio.

Lo spettacolo che mi trovai di fronte mi lasciò senza fiato, il vestito che indossavo era magnifico: il mio volto era completamente coperto da una stupenda maschera in porcellana che raffigurava la luna, e le mie vesti erano colore del cielo notturno, trapuntate di stelle di diamante.

  “Ho fatto un ottimo lavoro… mi complimento con me stessa… vorrei quasi scambiare il mio vestito con il tuo…” commentò Angy pensierosa.

  “Ti prego… non aggiungere altro… vogliamo andare adesso?” Tagliai corto alzando gli occhi al cielo.

  In breve ci ritrovammo per strada, e riuscimmo facilmente a confonderci con la marea di gente mascherata che affollava le strade e le piazze.

  Ma ancora Angy non mi aveva detto dove avremmo incontrato i suoi   “agganci”, quindi mi avvicinai piano e le sussurrai in un punto imprecisato della maschera, dove immaginavo si trovasse il suo orecchio.

“Potresti dirmi dove stiamo andando?”

“Lo vedrai tra pochi minuti… non temere… e mi raccomando, cerca di non dare nell’occhio…”

Risi fra me, pensando che in un'altra circostanza ed in un altro posto, sarebbe stato sicuramente impossibile per noi due cercare di non dare nell’occhio, vestite a quel modo!

Camminammo a lungo, confondendoci tra le maschere allegre ed alla fine arrivammo a Piazza San Marco: un immensa piazza, sulla quale si ergeva maestosa la splendida Cattedrale di San Marco, con le sue cupole orientaleggianti e le sue statue di marmo bianco.

In quel momento era gremita di gente vestita in maschera, impegnata a cantare, ballare e festeggiare il Carnevale. Ci facemmo spazio tra la folla a gomitate, e dopo una dura lotta per guadagnare un centimetro di piazza per volta, finalmente arrivammo dinanzi alla Cattedrale.

Angy si mise a fissare l’enorme statua del Leone Alato con intensità, ed io presi a guardarmi attorno, per cercare di vedere se arrivava qualche mago dell’Ordine della Fenice o del Ministero della Magia, ma sembrava che tutti fossero impegnati a festeggiare al centro della piazza, e che nessuno si stesse curando di noi.

“Si può sapere dove sono?” Chiesi un po’ allarmata.

“Chi?” Rispose lei con naturalezza.

“I tuoi “agganci”, naturalmente!” Le risposi, stupita dalla sua domanda.

“Sono qui… proprio davanti a te!” disse lei con semplicità, ed io la fissai con aria interrogativa.

“Ma non riesci proprio a guardare al di là del tuo naso?” Chiese lei impaziente, e mi prese la testa tra le mani, obbligandomi a girarmi verso l’ingresso della chiesa.

“Ma non c’è nessuno qui!” Affermai ostinatamente, mentre stavo già iniziando a perdere la pazienza.

“Io sarei NESSUNO, allora?” Sussultai, dopo essere stata rimproverata da una voce bassa e profonda, che proveniva dalla statua del Leone Alato.

( N/A: Visto che questo capitolo è risultato un pò troppo corto, ho pensato di pubblicare subito il successivo...)

 

 

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Capitolo 6
*** RUFUS MAGNUS ***


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6. RUFUS MAGNUS

Sgranai gli occhi dalla sorpresa, quando mi resi conto che il Leone Alato di Piazza San Marco mi aveva appena strizzato l’occhio.

“Tu… tu sei… un mago?” Balbettai, ancora sotto shock.

“Rufus Magnus, al vostro servizio mia signora…” rispose lui con aria compunta, facendomi un profondo inchino. Mi guardai nervosamente in giro, temendo che qualcuno avesse potuto vedere una statua che si muoveva e parlava.

“Non preoccupatevi mie signore… i babbani non si accorgono mai di niente… non correremo alcun rischio…” Rufus cercò di tranquillizzarmi, ma non potevo fare a meno di avere ancora dei dubbi.

“Hai delle novità?” Chiese Angy con tono professionale.

“Niente che Lei non sappia già mia signora… quello che temiamo avverrà come stabilito… a mezza notte dell’01 marzo… fra quattro giorni esatti, i capi internazionali dei Mangiamorte si riuniranno proprio qui a Venezia… non sappiamo ancora di preciso il motivo di questo incontro generale, ma con molta probabilità dovranno mettere a punto un nuovo piano di attacco… “

“Si sa niente del luogo stabilito?” Chiese ancora Angy.

“Abbiamo una vaga idea, ma non ne siamo ancora certi… se verrete domani mattina a mezzo giorno in punto, comunque, sarò in grado di darvi delle informazioni più dettagliate…”

Io ascoltavo ogni parola con attenzione, cercando di non fare caso all’assurdità di quella situazione: un gigantesco leone di marmo bianco, che parlava movendo bocca ed occhi. Ma si sa, nel mondo magico, può accadere anche questo.

“Per il momento è tutto, ci vediamo domani mattina… buona notte Rufus.”

“Buona notte a voi, mie care signore…”

Rufus Magnus fece un altro profondo inchino e riprese l’immobilità di una comune statua di marmo.

***O***

Dopo l’incontro di Piazza San Marco,  io ed Angy eravamo tornate subito in albergo. Lungo la strada ci eravamo fermate a mangiare qualcosa ad un chiosco lì vicino: deliziose frittelle e vino aromatico.

Da circa un ora ce ne stavamo distese sui nostri letti, a fissare pensierose il soffitto.

“Posso farti una domanda?” C’erano ancora delle cose poco chiare in tutta questa storia, e avevo tutta l’intenzione di venirne a capo.

“Mmmm…”

“Ti fidi di quel Rufus?” Quel mago non mi aveva convinto del tutto. 

“Certo che mi fido… io e Rufus lavoriamo insieme da molti anni… è un tipo in gamba, uno di cui ci si può veramente fidare… non devi preoccuparti…” rispose Angy con tono rassicurante.

“Ci aiuterà a salvare Harry? Voglio dire… verrà con noi alla riunione dei Mangiamorte?”

“Naturalmente… o vorresti andarci da sola?” Angy assunse un fastidiosissimo tono impertinente.

“Spero veramente che tu abbia un piano… altrimenti non avremo scampo… “

“Sicuro che ho un piano… devi solo avere fiducia in me…”

“Beh, è difficile fidarsi di qualcuno che ti tiene all’oscuro di tutto, non credi?” Puntai i gomiti sul cuscino per alzarmi un po’ e guardarla dritta negli occhi.

“Se vuoi conoscere il piano, basta solo che me lo chiedi… “ rispose lei semplicemente.

“Ebbene?” Quella sua aria impertinente mi stava facendo perdere la pazienza.

Non riuscivo proprio a capire come Angy potesse starsene lì tranquilla, quando il ragazzo di cui era innamorata stava rischiando la vita!

“Basterà che raggiungiamo il luogo della riunione nel giorno e nell’ora stabilita… e senza farci scoprire andiamo a salvare Harry… tutto qui…”

In quel momento sentii il sangue salirmi al cervello e persi totalmente il controllo.

“SI PUO’ SAPERE CHI TI CREDI DI ESSERE? COME FAI A RESTARTENE LI’ TRANQUILLA, QUANDO IL TUO RAGAZZO RISCHIA LA VITA?… A QUELLA RIUNIONE CI SARANNO ALMENO UN MIGLIAIO DI MANGIAMORTE SE NON DI PIU', E NOI SAREMO SOLTANTO IN TRE… QUALE POSSIBILITA’ ABBIAMO, ME LO VUOI DIRE?”

Ero fuori di me dalla rabbia, e sentivo il cuore che batteva all’impazzata.

“PERCHE’ NON TI DAI UNA CALMATA? VUOI FARCI SCOPRIRE?”

Adesso anche Angy si era seduta sul letto, e si era messa ad urlare contro di me.

“NON MI IMPORTA SE MI SENTONO… ADESSO NOI CI METTIAMO QUI A PENSARE AD UN PIANO DECENTE PER NON FARCI AMMAZZARE… MI HAI CAPITO BENE?”

“Si, si.. d’accordo, ma cerca di calmarti… non si va da nessuna parte con gli isterismi…”

Angy sembrò intimorita dalla mia reazione, e forse fu questo, più di ogni altra cosa, a farmi lentamente riprendere il controllo.

“Naturalmente dovremmo attuare una qualche azione diversiva… che so… qualcosa che ci aiuti a farli allontanare il tempo sufficiente per andare a prendere Harry e portarlo in salvo….”

“Hai già qualcosa in mente?” Le chiesi dopo averci riflettuto un momento.

“Non ancora… ma inventerò presto qualcosa…” aggiunse Angy in fretta, dopo che l’ebbi fulminata con gli occhi. “D’altro canto… mancano ancora tre giorni… stai tranquilla, andrà tutto bene..”

“Ma come faccio a stare tranquilla?” Chiesi allarmata, e poi aggiunsi.

“Non sembri affatto la sua ragazza, sai? Io al tuo posto… “

“AHA… è questa la verità, allora! Sei gelosa… non è così Hermione? Perché tu vorresti essere al mio posto… mentre invece Harry ha scelto me!” Disse Angy con tono di sfida.

“Non è affatto vero! E poi tu non mi conosci affatto… non sai né quello che penso e né quello che provo… nessuno di autorizza a sputare sentenze in questo modo..”

“Neanche tu mi conosci… “

“E non ci tengo nemmeno, se vuoi saperlo!” Buttai lì la frase con il mio tono più tagliente.

A quel punto Angy si stese sul letto e si girò dall’altro lato, chiudendosi in un mutismo ostinato, ed io feci esattamente la stessa cosa.

***O***

Stavo percorrendo lentamente una buia galleria, tastando l’aria per cercare di non perdere l’equilibrio. D’un tratto vidi una luce alla fine della galleria, e mi misi a correre verso di essa. Quando mi fui avvicinata tanto da vedere chiaramente dove stavo andando, mi resi conto che quella luce proveniva da un grande specchio, stretto ed molto alto.

All’inizio, lo specchio rifletteva soltanto la mia immagine, ma quando cominciai a concentrarmi su di essa, all’improvviso comparve un vortice di luce e nebbia. Con mia grande meraviglia, vidi che il vortice stava lentamente prendendo forma umana, ed in pochi secondi, mi ritrovai di fronte, l’immagine riflessa di Albus Silente.

C’era qualcosa di particolare in lui: le sue vesti erano candide come la neve, il suo volto risplendeva, come se fosse illuminato dalla luce diretta del sole, ed i suoi occhi avevano un curioso luccichio. Lo guardai molto sorpresa, quasi impaurita, ma lui si affrettò a tranquillizzarmi.

Non temere, Hermione… mi riconosci vero?” La sua voce era tranquilla e profonda, ed io gli risposi con un lieve cenno della testa.

Fai attenzione alle stelle… segui sempre il tuo cuore…”

Mentre queste parole sibilline echeggiavano ancora nell’aria, l’immagine di Albus Silente scompariva del tutto alla mia vista interiore.

Mi svegliai di soprassalto, ansimando. Guardandomi attorno, mi resi conto di trovarmi nella camera d’albergo a Venezia. Erano appena le 06:00 del mattino, ed Angy dormiva ancora profondamente nel suo letto accanto al mio.

Mi preparai in silenzio, per evitare di svegliare la mia compagna, cercando di ricordare ogni parola del sogno che avevo appena fatto.

“Fai attenzione alle stelle? Segui sempre il tuo cuore? Ma cosa avrà mai voluto dirmi?” Continuando a riflettere, uscii dalla stanza in punta di piedi, e scesi a fare colazione.

Più ci pensavo, e più non riuscivo a comprendere il significato del mio sogno. Quindi, decisi che sarei tornata a rifletterci più tardi.

Alle 09:00 ero già per strada, l’aria frizzante della mattina mi rinfrescava il viso e mi dava energia. Avrei visitato la città, prima di raggiungere Angy più tardi, all’appuntamento con Rufus.

Passeggiai lungo le rive silenziose dei canali, salii sopra ai romantici ponti, entrai nelle bellissime chiese, curiosai tra i negozietti locali. Pensai che Venezia fosse la città più romantica del mondo, la meta ideale per qualsiasi coppia in luna di miele.

Mi fermai davanti ad un piccolo negozio di oggetti lavorati con il vetro e fui attirata da un grazioso ciondolo, che aveva la forma di due colombi bianchi vicini uno all’altro.

Mi prese la malinconia: pensai ad Harry, e a come sarebbe stato bello se ci fossimo sposati e fossimo venuti a Venezia in viaggio di nozze. Pensai a tutte le cose che avremmo potuto fare insieme come marito e moglie, e che invece lui avrebbe fatto con Angy.

Non potevo fare a meno di soffrire alla sola idea di saperli assieme, ma ormai dovevo rassegnarmi a rimanere la sua migliore amica per sempre.

Sospirai profondamente e posai il ciondolo, ripromettendomi di evitare in futuro, di pensare a loro due insieme.

Presto si fece mezzogiorno, e mi affrettai a raggiungere il luogo dell’appuntamento con Rufus.

Piazza San Marco non sembrava la stessa della notte prima: la gente in maschera che cantava e ballava festosa non c’era più, e aveva lasciato il posto a migliaia di colombe bianche e nere, che atterravano in gruppi, per cercare di beccare qualche seme lanciato dai turisti.

Quando arrivai di fronte alla Cattedrale, mi stupii di non trovare Angy. Mi guardai attorno con aria circospetta, quindi mi rivolsi alla statua del Leone Alato.

“Buon giorno… Angy non è ancora arrivata?” Mi sentivo completamente scema a rivolgermi ad una statua, comunque il leone non si mosse, ed io gli posi un’altra domanda.

“Rufus? Ci sei?”

“HERMIONE?” Mi voltai di scatto, sentendomi chiamare da lontano.

Sotto i portici, seduta al tavolino di un bar, c’era Angy che agitava la mano facendomi segno di avvicinarmi.

Cercando di sembrare il più naturale possibile, tornai sui miei passi e raggiunsi Angy, notando che non era da sola: al tavolo con lei era seduto un curioso signore di mezz’età, con dei curiosi baffetti neri, ed una bombetta in testa.

“Eccoti finalmente… credevo che non saresti più arrivata!” Mi disse Angy con tono critico, porgendomi una sedia.

“Buon giorno mia signora… sono felice di rivederla…” Lo strano tizio mi fece un profondo inchino e alzò la bombetta in segno di saluto.

“Rufus?” Chiesi sorpresa.

“Proprio io, mia cara signora….  Purtroppo non mi è concesso di sfruttare a lungo il camuffamento da Leone Alato… quindi di giorno assumo le mie sembianze normali…”

Anche se le sue “sembianze normali” non avevano proprio niente di normale: infatti era vestito in modo buffissimo, oltre alla bombetta, aveva una strana giacca arancione, che si divideva in due code dietro la gambe, ed i suoi pantaloni erano a strisce di tutti i colori.

Cercai di fare finta di niente, per non metterlo in imbarazzo, e mi rivolsi ad Angy con freddezza.

“Ci sono novità?”

“Rufus aspettava il tuo arrivo per parlarne… avanti Rufus, adesso puoi dirci cos’ hai scoperto…”

“Ho appena ricevuto una notizia molto importante… la data della riunione è stata spostata all’ultimo momento…”

Restammo a guardarlo a bocca aperta per la sorpresa. Poi lui si guardò in torno con aria circospetta e riprese a parlare a bassa voce.

“Hanno deciso di spostare la riunione a questa notte…”

(N/A: Allora? Che ve ne pare? Cosa accadrà durante la riunione segreta? Riusciranno a salvare Harry? Se vorrete trovare le rispose a queste domande, restate sintonizzati sulla mia storia... Bye Bye!!)

 

 

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Capitolo 7
*** La Riunione Segreta ***


7

(N/A: Eccomi nuovamente a voi, con un altro avvincente capitolo... )

7. LA RIUNIONE SEGRETA

“QUESTA NOTTE?” Chiedemmo in coro sorprese.

  “Silenzio, per carità… sono informazioni Top Secret…”

  “E dove si riuniranno?” Chiesi allarmata, quindi Rufus si avvicinò lentamente e parlò con un filo di voce.

  “Al vecchio Cimitero Monumentale… bisognerà andarci in gondola…”

  “Ma non sarebbe meglio materializzarci direttamente lì?” Chiese Angy con aria insofferente.

  “Non ci si può materializzare in un posto che non conosci… bisogna avere sempre le idee chiare su dove stai andando… dovresti saperlo!” Le risposi alzando gli occhi al cielo, e Rufus annuì.

  “Invece, dovremmo studiare un buon piano per non farci prendere… avete qualche idea?” Chiesi leggermente allarmata. Ormai non ci rimaneva più tanto tempo.

  “Beh, Rufus potrebbe attirare i Mangiamorte con un’azione diversiva, cosa ne pensate?” Propose Angy con semplicità.

  “Che intendi dire per “azione diversiva”? Non ci tengo minimamente ad essere ucciso dai Mangiamorte… e poi si tratta di un VOSTRO amico… io vi sto solo dando una mano…”

  “D’accordo, d’accordo Rufus… non farla tanto lunga… vediamo…  prima di tutto dobbiamo fare un Incantesimo di Disillusione su noi stessi, per non farci scoprire… poi potrei fare esplodere qualcosa fuori dal cimitero… questo li allontanerebbe quanto basta… beh, comunque sono certa che ci verrà qualche idea una volta lì…”

  “Aspetta un momento… vuoi dire che andremo senza neanche un piano decente? Armati soltanto di bacchetta magica?” Non sapevo se essere più sbalordita o più arrabbiata.

  “Hai un’idea migliore, signorina SO-TUTTO-IO?” Disse Angy con aria di sfida.

  “Qui l’Auror sei tu, mia cara…. Sei tu che dovresti pensarci!”

  “E io dico che una volta lì ci verrà un’idea… ed ora andiamo… non c’è tempo da perdere…”

  Le lanciai un occhiata furente, ma d’altro canto non avevo altra alternativa. Ci alzammo tutti e tre e ci avviammo verso le imbarcazioni.

***O***

 Ben presto scese la notte, portando un freddo così intenso, da far battere i denti. Io ed Angy eravamo rannicchiate dentro ad una piccola gondola, strette nei nostri mantelli, mentre Rufus era rimasto in piedi e stava remando lentamente verso la sponda opposta.

Rabbrividii all’idea che tra non molto mi sarei trovata faccia a faccia con i Mangiamorte di Voldemort: degli assassini senza scrupoli, che non avrebbero esitato nemmeno un momento ad ucciderci.

 Dovevamo agire con molta cautela, cercando di non farci scoprire. Mi girai verso la mia compagna, e notai che anche lei era assorta nei suoi pensieri, stretta nel suo mantello.

  Quando la gondola toccò la riva, Rufus ci fece scendere in tutta fretta, e in punta di piedi ci nascondemmo dietro ad una grande roccia.

  In silenzio, eseguimmo l’Incantesimo di Disillusione a turno, ed alla fine tutti e tre avevamo preso il colore e la consistenza esatta della notte che ci circondava. Era strano, ma sembravamo proprio dei camaleonti umani. 

Procedemmo lungo uno scuro sentiero di campagna, illuminato solamente dai raggi argentati della luna sopra di noi. D’un tratto si intravide una luce lontana, sembrava un fuoco acceso in mezzo ai campi.

“Eccoli, sono loro… hanno accesso un fuoco per segnalare la loro presenza ai compagni che arrivano…” Commentò cupamente Rufus. Dopo una buona mezzora, finalmente arrivammo alle porte del cimitero.

  “ALOHOMORA” Al comando di Angy il chiavistello si aprì con un sonoro “CLICK” ed entrammo tutti e tre di soppiatto, richiudendo il cancello alle nostre spalle.

Il Cimitero Monumentale era immenso, e molto pittoresco: sopra ad ogni tomba si ergevano delle magnifiche ed enormi statue di angeli alati, e di santi. Ammirai quelle splendide sculture, mentre procedevo tra di esse, per raggiungere il luogo esatto della riunione segreta.

D’un tratto, Rufus mi spinse contro ad una parete, ed io mi accorsi che proprio dietro di noi stava arrivando un gruppo di Mangiamorte incappucciati: saranno stati circa una ventina, e procedevano in fila per due.

Sentii un brivido corrermi su per la schiena, e le gambe presero a tremarmi dalla paura.

“Andiamo!” Mi sussurrò Rufus all’orecchio, e dopo che il gruppo di Mangiamorte ci ebbe superato, riprendemmo il cammino.

Quando arrivammo, ci nascondemmo dietro ad un piccolo mausoleo di pietra poco distante: fui molto sorpresa nel vedere così tanti Mangiamorte incappucciati, erano disposti a semi cerchio attorno al grande fuoco centrale, e in ogni semicerchio ce n’erano trenta; tutti insieme saranno stati circa trecento. Come avremmo fatto ad affrontarli? Mi sembrava pura follia.

“Hey, guarda là…” Angy mi dette una gomitata nel fianco per attirare la mia attenzione, e quando mi girai mi si congelò il sangue nelle vene.

Due Mangiamorte incappucciati stavano trascinando Harry verso il grande fuoco: aveva le mani legate dietro la schiena,  il volto ferito, ed era privo di sensi. Lo misero disteso per terra, e poi si allontanarono, lasciandolo lì.

 “Come lo hanno ridotto!” Pensai con rabbia, e provai una forte stretta allo stomaco vedendolo in quello stato.

Decisi che avrei fatto assolutamente qualcosa per salvarlo, ma cosa? Per un momento, mi venne la folle idea di uscire allo scoperto, correre lì in mezzo, prendere Harry e scappare via.

“Io vado!” Dissi determinata, e mi alzai dal mio nascondiglio.

“Ferma! Non è ancora il momento…” Angy mi trattenne afferrandomi per il braccio.

“Dobbiamo aspettare che inizi la cerimonia…”

“Quale cerimonia?” Ero completamente scioccata da quella notizia.

“Sembra che vogliano offrire il loro prigioniero al Signore Oscuro… ma non possiamo agire adesso, perchè dobbiamo fare in modo che non si sentano minacciati… solo così saranno più vulnerabili…” spiegò Rufus, senza distogliere mai lo sguardo dai Mangiamorte.

“Non vorrete aspettare che arrivi Voldemort, vero?” Chiesi allarmata, ma non ottenni risposta.

Nel frattempo un altro Mangiamorte si era avvicinato pericolosamente ad Harry con un lungo pugnale, e aveva iniziato a ripetere delle parole magiche, seguendo uno strano rituale.

Sentii crescere il panico, e compresi che era arrivato il momento di agire. Non potevo permettere che gli facessero del male. Mi alzai di scatto e corsi via dal mio nascondiglio, dirigendomi verso una tomba ancora più vicina al falò.

“HERMIONE! Non farlo!” Con la coda dell’occhio vidi Angy che mi faceva disperatamente cenno di tornare indietro, ma ormai avevo preso la mia decisione.

Non sapevo ancora cosa avrei fatto, e presi a guardarmi intorno disperata. C’erano talmente tante statue attorno a noi, saranno state migliaia… se solo avessero potuto darmi una mano….

Poi ebbi un illuminazione: “Ma certo” pensai “Le statue mi aiuteranno!”

Avrei fatto un incantesimo sulle statue del cimitero! Mi girai verso i Mangiamorte, e con orrore vidi che quello che aveva in mano il pugnale aveva appena strappato la camicia di Harry, e gli stava per incidere il petto.

Non c’era più tempo da perdere, dovevo subito agire; puntai la bacchetta sulla prima grande statua di fronte a me, e pronunziai le parole magiche con estrema concentrazione.

“INANIMATUS LOCOMOTOR!”

Improvvisamente la statua prese vita, si alzò lentamente in piedi e scese dal suo piedistallo.

Puntai subito la bacchetta verso tutte le altre statue attorno a me, e ben presto mi ritrovai circondata da un esercito silenzioso di santi, cherubini, colombe, angeli e dame bianche.

“Andate a prenderli, presto!” Ordinai loro, ed il mio esercito marciò ubbidiente verso i Mangiamorte incappucciati, che furono colti completamente alla sprovvista.

Quello che stava per ferire Harry rimase con il pugnale a mezz’aria a guardare la scena, e tutti gli altri ruppero le file correndo da tutte le parti,  tirarono fuori le bacchette e cercarono di difendersi; le statue non avevano nessuna paura di loro, ed erano anche in netta maggioranza.

Nel panico generale, non mi accorsi che due Mangiamorte stavano già trascinando via Harry. Senza starci a pensare su, mi precipitai verso di loro, decisa a impedirglielo con tutte le mie forze.

“STUPEFICIUM”

Al mio comando, un raggio di luce rossa uscì dalla mia bacchetta e colpì uno dei due Mangiamorte dritto in faccia, scaraventandolo a terra. L’altro rimase interdetto da quell’attacco inaspettato, che tra l’altro sembrava provenire dal nulla, visto che io ero ancora sotto l’effetto dell’Incantesimo di Disillusione.

“PETRIFICUS TOTALIS!”

  Immobilizzai subito il secondo Mangiamorte, senza dargli neanche il tempo di reagire, e lui cadde a terra con un grande tonfo. 

Harry scivolò giù pesantemente ed io mi precipitai da lui: gli sedetti accanto e lo presi tra le mie braccia, poi con mani tremanti cercai di sentirgli il polso; sospirai di sollievo quando mi resi conto che era ancora vivo.

Mi guardai intorno e vidi che infuriava la battaglia: le statue di marmo tiravano colpi a destra e a manca, lasciando i Mangiamorte tramortiti a terra. Questi ultimi reagivano lanciando maledizioni senza perdono alle statue, che esplodevano scagliando pezzi di marmo da tutte le parti, e colpendo ogni cosa attorno a loro.

Non riuscii a vedere Angy e Rufus, ma non potevo andarli a cercare in quel momento; dovevo scappare via, e anche in fretta.

In quell’istante, mi accorsi che un altro Mangiamorte ci stava puntando la bacchetta contro, ma io fui pronta a reagire.

“EXPELLIARMUS!”

Gridai, e la sua bacchetta volò via con forza.

Senza perdere altro tempo, strinsi Harry forte a me, mi concentrai sulla mia camera d’albergo e lasciai quell’inferno. Con un sonoro “CRACK” ci smaterializzammo entrambi.

(N/A: E si... sembra proprio che l'amore abbia trionfato di nuovo.... ma... c'è qualcosa che ancora voi non sapete, e che io so! Volete scoprirlo? Allora lasciate la vostra recensione e rimanete sintonizzati.... )

 

 

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Capitolo 8
*** Un'Amara Delusione ***


Nuova pagina 1

(N/A: Ringrazio tutti per le magnifiche recensioni... VI ADORO! SIETE FANTASTICI! A voi dedico il prossimo capitolo.)

8. UN’AMARA DELUSIONE

In un baleno, mi ritrovai nuovamente nella quiete della mia camera d’albergo, dove mi ero appena materializzata portando Harry con me.

Non riuscivo ancora a crederci: ce l’avevo fatta finalmente! Io ed Harry eravamo nuovamente insieme, sani e salvi, lontano dalla battaglia.

Mi passai un suo braccio attorno al collo, e lo trascinai lentamente sul mio letto.

“LUMOS!”

Accesi una piccola luce sul comodino, e mi inginocchiai accanto al letto. Provai una stretta allo stomaco, vedendolo in quelle condizioni: il suo viso era molto pallido, aveva dei tagli profondi sulla fronte e sulle labbra, e grandi lividi sulle guance e sugli occhi, gli abiti erano logori e strappati in più punti. Era ancora privo di sensi, e se ne stava lì disteso, completamente inerme.

Gli liberai subito le mani dalle corde magiche che le tenevano strette, e andai a prendere un po’ d’acqua per bagnargli la fronte. Sentii una pena immensa per lui, e mi salirono le lacrime agli occhi.

“Come ti hanno ridotto, amore mio!” Gli sussurrai dolcemente, mentre gli carezzavo delicatamente la fronte. La sentii gelida come il marmo, e lo coprii subito con una coperta.

Tornai a carezzarlo sulla fronte, sperando che riprendesse presto conoscenza.

“Amore mio… devi svegliarti! Ho aspettato tanto questo momento, sai?” Era più forte di me, e non riuscii a trattenermi dal sussurrargli tutto il mio amore.

“Ti starai  chiedendo, perché ti parlo in questo modo… io, la tua amica del cuore, la gelida Hermione, che non si innamora mai di nessuno… beh… adesso so che è troppo tardi, e prima di lasciare che la tua ragazza venga a prendersi cura di te… volevo dirti quello che provo…”

Ormai non riuscivo più a trattenere le lacrime, che scendevano giù incontrollabili bagnandomi le guance.

“Io ti amo, Harry Potter… e l’ho capito soltanto adesso che ti ho perso per sempre… sono una stupida, vero? Ma io sono fatta così… mi rendo conto delle cose importanti soltanto quando le ho già perse…” Gli dissi tra i singhiozzi, ma un nodo alla gola mi impedì di proseguire. Rimasi in silenzio a guardare il mio amore, che respirava tranquillamente.

Gli presi una mano e la strinsi forte tra le mie, poggiai la testa sul suo cuscino, e rimasi lì tutta la notte, cullata dal suo dolce respiro.

***O***

Ero tornata al Cimitero Monumentale, e stavo correndo a perdi fiato tra le tombe di marmo. Ad un certo punto vidi un ragazzo in lontananza, girato di spalle, e decisi di raggiungerlo.

Quando mi trovai dinanzi a lui, notai curiosamente che, questo ragazzo aveva i capelli nerissimi e scompigliati, ed un’aria molto familiare. D’un tratto, si girò lentamente verso di me, e con grande sorpresa, mi resi conto che era Harry. Aveva ancora il viso ferito, e  mi fissava serio, con aria di rimprovero.

“Harry! Finalmente ti ho ritrovato…” Ero talmente felice, che senza pensarci su, gli gettai le braccia al collo, e lo strinsi forte a me. Sentii il calore del suo corpo, ed il suo dolce profumo.

Quando mi sciolsi dall’abbraccio e tornai a fissarlo nuovamente negli occhi, rabbrividii notando che lui era rimasto serissimo. Divenni seria anch’io.

Poi, all’improvviso, comparve Angy accanto a lui. Con un sorriso di scherno, lei si strinse al suo fianco, e gli poggiò la testa sulla spalla. Mi resi conto che lei lo stava trascinando lontano da me.

“NO…. NON PORTARMELO VIA… TI PREGO NON PORTARMELO VIA…” Urlai disperata, con le braccia tese nel tentativo di afferrarlo.

In breve, tutti e due si allontanarono a gran velocità, lasciandomi da sola a fissarli incredula.

“Hermione? HERMIONE!” Qualcuno mi stava scuotendo violentemente, mentre chiamava il mio nome.

Mi svegliai di soprassalto, girandomi di scatto verso la persona che mi stava chiamando.

“Chi… Chi è?” Domandai, ancora mezzo addormentata. Quando alzai la testa vidi Angy in piedi accanto a me, che mi fissava preoccupata.

“Hermione, ma cosa stai facendo? E mi vuoi spiegare chi è questo ragazzo?”

Mi ci vollero alcuni secondi per comprendere il significato di quella domanda: forse Angy  non aveva riconosciuto il suo fidanzato?

Poi lei puntò il dito verso Harry, e quando mi girai, rimasi talmente scioccata, che feci un salto all’indietro e mi ritrovai a sedere per terra a circa un metro di distanza.

Sgranai gli occhi più volte, fino a quando non fui certa che il ragazzo sdraiato sul letto, ancora svenuto, e che indossava i vestiti di Harry… non era affatto Harry!

Il giovane sconosciuto aveva i capelli castani, molto ricci, la pelle abbronzata, ed era alto e magro; comunque il suo viso era coperto di lividi e ferite, e questo significava che i Mangiamorte non lo avevano di certo trattato con riguardo.

“Non… non posso crederci! Allora… vuol dire che… era una trappola!“ Ancora incredula e sconvolta, continuavo a fissare lo sconosciuto a bocca aperta.

“Si, una trappola con i fiocchi… e noi ci siamo cascate in pieno… come due vere dilettanti!” Sentenziò Angy sconsolata.

Poi mi si avvicinò e mi diede un colpetto sulla testa con la bacchetta, per annullare l’Incantesimo di Disillusione che mi aveva fatto la sera prima. Io ero completamente scioccata, e rimasi seduta per terra a fissare incredula lo sconosciuto, mentre Angy aveva raggiunto il suo letto, vi si era seduta pesantemente.

Mentre cercavo di riprendermi, mi alzai lentamente e raggiunsi Angy sul suo letto, sul quale sprofondai anche io, senza tanti complimenti.

“Pozione Polisucco*!” Affermai con sicurezza, perché era l’unica spiegazione logica.

“Esattamente mia cara… devono aver catturato questo poveretto chi sa dove, e poi gli hanno fatto bere la pozione, per fargli prendere le sembianze di Harry… quindi hanno organizzato una trappola per noi due…” spiegò Angy con semplicità.

Continuavo a fissare lo sconosciuto, mentre riflettevo sull’assurda situazione in cui ci eravamo cacciate: dopo tutta quella fatica, stavamo nuovamente al punto di partenza, e come se non bastasse, adesso i Mangiamorte sapevano che eravamo sulle loro tracce. Ma c’era ancora qualcosa che non tornava in tutta quella faccenda.

“Aspetta un momento… ma i Mangiamorte come facevano a sapere che saremmo venute al loro incontro segreto?” Esposi subito il mio dubbio guardandola dritta negli occhi.

“Semplice… anche loro hanno degli informatori… come noi del resto!” rispose subito Angy, ricambiando il mio sguardo.

“E Rufus? Che fine ha fatto?” Chiesi curiosa.

“Non preoccuparti… con tutto il trambusto che hai scatenato la scorsa notte,  dopo che ti sei dileguata con questo ragazzo, siamo riusciti a sparire senza troppa fatica… a proposito… geniale l’idea delle statue… veramente geniale…”

“Grazie per il complimento, ma a quanto pare è stata tutta fatica sprecata…” sospirai delusa e tornai a fissare il ragazzo, che si stava lentamente risvegliando.

“E adesso cosa facciamo con lui?” Chiese Angy preoccupata.

“Credo che… dovremmo fargli qualche domanda… e poi potremmo lasciarlo andare via…” risposi io con tono professionale, e mi alzai per raggiungere il ragazzo, che si stava già stiracchiando.

Angy mi raggiunse subito dopo, ed entrambe ci sistemammo in piedi, davanti a lui, aspettando che si accorgesse della nostra presenza.

Quando aprì gli occhi, non sembrò molto stupito di vederci.

“Buon giorno, belle signorine… a cosa devo l’onore?” Chiese sorridendo, mentre ci squadrava dal basso verso l’alto. Aveva un’aria scanzonata, e per un attimo restammo spiazzate dal suo atteggiamento insolente.

“Frena, ragazzo… qui le domande le facciamo noi!” Chiarì subito Angy con fermezza, ed io le lanciai immediatamente uno sguardo di rimprovero. Non mi sembrava giusto aggredirlo in quel modo, dopo tutto, anche lui era stato una vittima dei Mangiamorte.

“Ti senti bene?” Chiesi con tono amichevole.

“Per la verità… mi sento a pezzi… anche se non ricordo proprio un bel niente…” rispose lui, prima di aprire la bocca e sbadigliare rumorosamente.

Io ed Angy ci guardammo preoccupate: se il ragazzo non ricordava niente, significava che le speranze di rintracciare Harry erano nulle. Ma io ero ancora convinta che lo sconosciuto potesse aiutarci in qualche modo. Mi schiarii la voce e parlai nuovamente.

“Non… non ricordi proprio niente? Di quello che ti è successo, intendo…”

“Beh… forse qualcosa… ma ho la pancia vuota, e di solito preferisco fare un abbondante colazione prima di sforzarmi a ricordare quello che ho fatto il giorno prima…” il ragazzo ci fece l’occhiolino, e cominciò a massaggiarsi la pancia. Aveva uno sguardo molto furbo, e ad Angy fece subito antipatia.

“Hey, senti un pò… non è che stai cercando di approfittarti della situazione? Perché noi non siamo affatto in vena di scherzare in questo momento, sai? Intanto non sappiamo nemmeno se sei un mago oppure un babbano… anche se riesco già ad intuire la risposta…” disse Angy guardandolo con estremo disgusto.

“Un… cosa? Mago? Babbano? Ma di che diavolo state parlando?” Chiese lui incredulo, e prima che potessi fermare Angy, lei aveva già tirato fuori la bacchetta e la stava puntando contro di lui.

“Ti spiego subito la differenza… VINGARDIUM LEVIOSA!” Dopo che Angy ebbe pronunziato le parole magiche, il ragazzo fu sollevato dal letto ed iniziò a levitare in mezzo alla stanza.

“Hey… Hey… cosa mi stai facendo? Non mi piace affatto… RIMETTIMI GIU’!”

“ANGY! SMETTILA SUBITO!” Le ordinai inorridita, ma lei non ne aveva affatto l’intenzione, anzi sembrava molto divertita dalla cosa.

“Perché dovrei? Voglio proprio farmi quattro risate!” Rispose lei allegramente.

“FINITE  INCANTATEM!” Urlai, puntando la bacchetta magica allo sfortunato ragazzo, e lui ricadde sul mio letto con un gran tonfo.

“Hai capito la differenza adesso? Noi siamo streghe, e tu… a quanto pare, sei un babbano… uno che non riesce a fare magie…” Spiegò Angy, col tono di chi sta insegnando i rudimenti di una lingua straniera.

“Si… ho capito… ho capito… ma stai calma adesso… e metti via quella… quella cosa… la tua bacchetta o come diavolo si chiama…”

Rimisi subito in tasca la mia bacchetta, poi lanciai ad Angy un occhiataccia, e a malincuore, anche lei ripose subito la sua.

“Puoi stare tranquillo… noi non vogliamo farti del male…” mi sentii di rassicurarlo.

“Vogliamo soltanto farti delle domande… su quelle persone incappucciate che ti hanno rapito… tutto qui… “ aggiunsi cercando di sembrare il più naturale possibile.

“Quelli là… non sono amici vostri, vero?” Chiese lui intimorito. Notai divertita, che adesso aveva proprio perso tutta la sua aria spavalda e scanzonata di poco prima.

“Niente affatto… quelli sono i nostri nemici… noi li combattiamo… è per questo che ti abbiamo salvato..” si affrettò a rispondere Angy, ma io la fissai contrariata, per il fatto che aveva modificato leggermente la versione dei fatti.

“Beh… se dobbiamo concludere un affare insieme… dobbiamo almeno presentarci come si deve… maghi o non maghi, esisterà la buona educazione dalle vostre parti, no?” Disse lui con fare cerimonioso.

“Io mi chiamo Hermione Granger, e lei Angy Pureheart… e tu sei?”

“Marco!” Rispose lui con orgoglio.

“Marco, come?” Chiesi curiosa.

“Marco e basta!” Rispose lui con semplicità.

Lo fissai dubbiosa per un secondo, e sorvolando sul fatto che avesse tralasciato di darci il suo cognome, parlai nuovamente.

“Bene, Marco… ti andrebbe di venire a fare colazione con noi?”

“E me lo chiedi? Non mangio da giorni!” Disse lui allegramente, mentre scendeva dal letto e raggiungeva la porta a lunghi passi.

Io ed Angy ci guardammo stupite per alcuni secondi, poi lo seguimmo fuori dalla stanza.

( POZIONE POLISUCCO: Per chi non si ricorda di cosa si tratta ( ma ne dubito!), darò una breve spiegazione: è una pozione complessa, che ha il potere di far assumere a chi la beve l’aspetto di un’altra persona; la sua preparazione richiede circa un mese, e l’ingrediente finale è solitamente una ciocca di capelli della persona in cui ci si vuole trasformare. L’effetto dura un’ora, quindi è essenziale berne spesso un bicchiere, se si vuole mantenere l’aspetto desiderato il più a lungo possibile. La Pozione Polisucco è stata adoperata nei libri “Harry Potter e la Camera dei Segreti” e “Harry Potter ed il Calice di Fuoco”….. N/A: Che ne pensate di Marco? Vi piace come personaggio? A me è molto simpatico, comunque nel prossimo capitolo ve lo farò conoscere meglio… ma dove sarà finito il vero Harry? Aspettate, e lo scoprirete....)

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Capitolo 9
*** MARCO ***


Nuova pagina 1

(N/A: GRAZIE... GRAZIE...GRAZIE per tutte le vostre meravigliose recensioni... non ho parole! Siete curiose di sapere cos'è successo ad Harry? Eccovi accontentate...)

9. MARCO

Harry fu svegliato dal brusco rumore della porta che si apriva, e dai passi pesanti del suo carceriere. Si alzò a sedere come meglio poteva, visto che era legato mani e piedi con corde magiche anti-smaterializzazione.

Vide che il Mangiamorte incappucciato aveva appena poggiato per terra una piccola ciotola con del pane ed un bicchiere d’acqua, e si era già girato per lasciare la cella.

“PERCHE’ NON MI AVETE ANCORA UCCISO? SENTIAMO! VI SERVO VIVO, NON E’ VERO?” Urlò Harry con rabbia, ma il Mangiamorte non rispose ed uscì sigillando magicamente la porta dietro di sé.

Con uno scatto d’ira improvvisa, Harry diede un calcio alla ciotola ed al bicchiere d’acqua, che si rovesciarono per terra.

Poi si guardò attorno per l’ennesima volta: la sua cella era buia e polverosa, c’erano numerose alcove scavate nelle pareti di pietra ed un forte odore di muffa e carne in decomposizione. Era sicuro che si trattasse di un cimitero oppure di antiche catacombe.

Se qualcuno lo avesse visto in quel momento, lo avrebbe riconosciuto a stento: magrissimo, con la barba incolta, il viso emaciato e segnato da tagli profondi sulla fronte e sulle labbra, i capelli neri più scompigliati del solito, la camicia ed i pantaloni lacerati in più punti. L’unica cosa che era rimasta immutata, era la forza e la determinazione che emanavano dai suoi brillanti occhi verdi.

“HAIAA…” La cicatrice bruciava ormai continuamente, ma in quel momento sentì una fitta più dolorosa delle altre. Si distese nuovamente per terra e cercò di riflettere.

Sono ormai giorni e giorni che mi tengono chiuso qui… ma io so già cos’ hanno intenzione di fare quei bastardi!” Pensò rassegnato.

Gli servo vivo fino al momento opportuno… ma è inevitabile che prima o poi mi uccideranno…” poi chiuse gli occhi e i volti di Ron ed Hermione comparvero alla sua vista interiore.

Non ho paura di morire… raggiungerò presto i miei genitori e Sirius… vorrei soltanto rivedere i miei amici per un ultima volta… Hermione dove sei in questo momento?”

Era strano, ma il suo cuore gli diceva che sarebbe riuscito a rivederla ancora una volta.

***O***

Il sole era già alto nel cielo, ed illuminava gli antichi palazzi e gli umidi canali con i suoi raggi caldi e allegri. Chiunque ci avesse osservato in quel momento, avrebbe pensato che eravamo tre spensierati turisti seduti al tavolino di un bar, con nessuno altro pensiero in testa, che quello di programmare la nostra giornata di visite turistiche. Purtroppo, le nostre menti e i nostri cuori erano impegnati in ben altri pensieri e ben altre preoccupazioni.

Almeno la mia mente ed il mio cuore lo erano:  la preoccupazione per il mio Harry mi divorava, l’angoscia e la delusione per tutta quella situazione mi stava uccidendo. Adesso che i Mangiamorte e Voldemort sapevano che io ed Angy eravamo sulle loro tracce, ero sicura che Harry avesse le ore contate. Ogni attimo che passava, era un attimo prezioso in meno per la vita del mio Harry.

Marco rimaneva la nostra unica speranza di poterlo rintracciare e di riuscire a salvarlo. Avrei fatto di tutto per ottenere almeno un indizio da lui, una frase ascoltata per sbaglio oppure una parola che i Mangiamorte avevano detto, ogni minimo dettaglio sarebbe stato di vitale importanza per noi.

Mi ero incantata a fissare Marco sconsolata, mentre lui stava divorando voracemente il quinto cornetto nel giro di cinque minuti. Sapevo che lui non era per niente cosciente di tutti i nostri problemi.

Sospirai girandomi verso Angy, che se ne stava seduta accanto a me, con le braccia incrociate sul petto, e fissava Marco molto intensamente; però il suo sguardo non mi ispirava proprio niente di buono: non saprei come descriverlo, era un concentrato di disgusto e di disprezzo.

Rimasi stupita dal suo comportamento, perché avevo sempre creduto che gli Auror, avessero il compito di difendere tutti gli innocenti, senza alcuna distinzione tra maghi e babbani, mentre invece lei sembrava proprio nutrire un odio profondo soprattutto verso i babbani.

“Credi di esserti saziato adesso, babbano?” Chiese lei con aria di superiorità, ed io la fulminai con lo sguardo.

“Angy! Non capisco perché tu debba trattarlo in questo modo! Lui non ti ha fatto proprio niente di male…” Ma per tutta risposta Angy alzò gli occhi al cielo e si girò dall’altra parte.

“Già… io non ti ho fatto proprio niente… ci siamo appena conosciuti! Mi passeresti lo zucchero, per favore?” Mi chiese lui all’improvviso, mentre mescolava il suo terzo cappuccino.

“Certo…” mentre gli passavo la zuccheriera, decisi che era arrivato il momento per iniziare con le domande.

“Scusa, Marco… ti senti pronto per ricordare qualcosa della notte scorsa?” Chiesi gentilmente.

“Ti interessa qualcosa in particolare?” Chiese lui morsicchiando il cornetto stretto nella mano destra, e sorseggiando il cappuccino dalla tazza nella sua mano sinistra.

“Qualunque cosa… una frase… una parola… persino una tua sensazione sarebbe di vitale importanza per noi… dobbiamo ritrovare questo nostro carissimo amico… e tu sei la sola speranza che abbiamo…” Gli parlai molto seriamente, cercando di fargli capire la gravità della situazione.

“Ma è il tuo fidanzato?” Chiese lui malizioso, fissandomi dritta negli occhi.

“NO! E’ il mio migliore amico! Ed in questo momento sta rischiando la vita, per questo dobbiamo riuscire a ritrovarlo il più presto possibile…”

“Allora è il SUO fidanzato…” Chiese nuovamente Marco, indicando Angy con un cenno della testa, ma lei si limitò a fulminarlo con gli occhi.

“Si, è vero… è il suo ragazzo… ma non capisco cosa c’entri tutto questo!” Risposi io esasperata.

“C’entra, c’entra… e come si chiama?” Chiese lui incuriosito.

“Si chiama Harry Potter… allora, ricordi qualcosa?” Stavo cominciando a perdere la pazienza.

“Dunque vediamo, Harry Potter hai detto?” Chiese lui, massaggiandosi il mento e sforzandosi di ricordare.

“NO… mi dispiace ma non ho mai sentito questo nome in vita mia…” rispose tranquillamente dopo qualche minuto, e riprese a sorseggiare il suo cappuccino.

“Hai visto? Te lo avevo detto io! E’ soltanto uno stupido BABBANO! Non caveremo un ragno dal buco così… è meglio che facciamo a modo mio…” Urlò Angy esasperata, e tirò fuori la sua bacchetta da sotto il tavolo.

In un attimo vidi il terrore negli occhi di Marco. Cercai subito di farle mettere via la bacchetta, guardandomi attorno con circospezione.

“Sei impazzita? Vuoi che qualcuno ci veda?” Le chiesi allarmata.

“Non mi importa… se questo stupido babbano non vuole parlare con le buone, allora useremo le cattive…” Angy era furiosa.

“D’accordo, d’accordo… parlerò! Ma ti prego, metti via quella… quella cosa…” Marco era proprio terrorizzato. Angy mi lanciò uno sguardo soddisfatto, e ripose la sua bacchetta.

“Ti sei ricordato di qualcosa, adesso?” Chiesi io sorridendo maliziosa.

“Si… si… dunque vediamo… stavo camminando tranquillamente per la strada pensando ai fatti miei, quando due ceffi incappucciati escono da un vicolo, mi riempiono di botte e mi infilano dentro ad un sacco… poi perdo conoscenza… quando mi risveglio, mi ritrovo in una cantina umida e buia, ed ho le mani legate… e poi sento questi due che parlano nella stanza accanto, ma non capisco un bel niente di quello che si dicono…” Marco sembrava avere fretta di raggiungere il punto saliente del suo racconto, mentre io ed Angy ascoltavamo attente ogni sua parola.

“L’unica cosa che sono riuscito a capire, era che avrebbero portato qualcuno al loro quartier generale… lo hanno chiamato… LA FOSSA DEI LEONI… e poi sono venuti da me ed ho perso di nuovo conoscenza… ricordo solo di essermi risvegliato nella vostra camera d’albergo… tutto qui, non ricordo altro…” Quando Marco ebbe finito il racconto, prese a fissarci intimorito, sperando di essere riuscito a fornirci le informazioni che volevamo, ma io ed Angy ci guardammo sconsolate.

“Siamo veramente al punto di partenza…” disse Angy delusa.

“No, se riusciamo a scoprire dove si trova la Fossa dei Leoni… magari è un posto qui in Italia, forse è una località… oppure un monumento… perché non chiediamo un po’ in giro…” dissi ostinatamente, ma Angy andò improvvisamente su tutte le furie.

“Cosa vuoi che faccia, sentiamo! Mi devo mettere in mezzo alla strada, e chiedere informazioni a tutti i babbani che passano? Sei veramente RIDICOLA!” Questo suo atteggiamento mi stava veramente dando sui nervi. Senza risponderle mi girai verso il cameriere che stava servendo al tavolo accanto.

“Mi scusi! Posso farle una domanda?” Gli chiesi gentilmente, e lui annuì con la testa.

“Vorremmo visitare un posto, ma non sappiamo bene dove si trova… si chiama La Fossa dei Leoni… ha per caso un’idea?” Il cameriere si concentrò un momento e poi mi rispose cortese.

“Sembrerebbe il nome di un circo… oppure di uno zoo… comunque mi viene in mente la Fossa dei Leoni più famosa d’Italia… il COLOSSEO a Roma… potreste provare ad andare lì!”

“Grazie mille…” ringraziai il cameriere che si allontanò, e mi girai verso Angy con aria trionfante.

“Visto? Semplice no?”

“E se non fosse il Colosseo a Roma? Siamo sempre al punto di partenza!” Obbiettò lei, cercando di mascherare la sua sorpresa.

“E se invece lo fosse? Adesso almeno abbiamo un indizio da seguire!” Risposi io con insistenza, ed entrambe iniziammo a guardarci in cagnesco.

“Calma, ragazze… se volete andare a Roma è meglio che vi sbrighiate… dovrebbe esserci un treno che parte tra un paio di ore…” Marco ci interruppe, ed entrambe ci girammo a guardarlo.

“Questo non è un tuo problema, mi pare!” Angy lo fulminò con lo sguardo, ma lui non sembrò infastidito.

“Ascoltate, ho una proposta da farvi… perché non mi lasciate venire con voi? Potrei esservi di aiuto…”

“Non capisco proprio come potresti aiutarci!” Angy continuava a fissarlo con disprezzo infinito.

“Beh… per prima cosa, visto che so parlare bene l’inglese, potrei farvi da interprete… poi ho tanti amici sparsi per l’Italia, che so… potreste avere bisogno di un aiuto “babbano”, per dirla a modo vostro…” Marco sembrava veramente deciso a partire con noi, e dopo tutto, non mi sembrava affatto una cattiva idea.

“Ti ho appena detto che non abbiamo affatto bisogno di…”

“VI PREGO! Fatemi venire con voi… non c’è niente che mi leghi a Venezia, io…  io non ho nessuno qui ad aspettarmi … per favore…” Fui profondamente commossa dalle parole di Marco, tanto che presi subito la mia decisione.

“Angy… pechè non lo facciamo venire con noi… Marco ha ragione, potremmo avere bisogno del suo aiuto… io sono d’accordo!”

“NON SE NE PARLA AFFATTO!” Angy aveva appena alzato il tono di voce, fulminandomi con gli occhi.

“Allora… dammi una buona ragione perché non dovremmo portarlo con noi!” Le dissi cocciuta, e mi poggiai allo schienale della sedia, incrociando le braccia sul petto.

“Non può venire con noi per il semplice fatto che è un babbano!”

“Ma noi stiamo viaggiando in territorio babbano, ed è per questo motivo che il suo aiuto potrebbe essere prezioso!”

“Sarà molto pericoloso per lui… non è in grado di difendersi dai Mangiamorte… e ci potrebbe essere d’intralcio…e…”

“Chi non sarebbe in grado di difendersi? Io sono abituato a vivere per strada… non ho paura di niente! Mettetemi alla prova e vedrete…” Marco sembrava pronto a tutto, pur di lasciare Venezia.

“Ti prometto che non ci sarà di nessun intralcio… gli starò sempre vicino, e in caso di attacco dei Mangiamorte, lo proteggerò io…” Supplicai.

Angy allora prese a fissare me e Marco a turno, e poi emise un profondo sospiro e gettò la spugna.

“E va bene… avete vinto voi… però, se poi succede qualcosa, non ditemi che non vi avevo avvertito… “

“Grazie, Angy… sei un tesoro!” Saltai sulla sedia contenta, e anche Marco sembrò molto soddisfatto.

“Hermione… ricordati di mandare un gufo a Silente… voglio che sappia dove stiamo andando…” si affrettò ad aggiungere Angy.

“Sicuro! Adesso torniamo in albergo, prendiamo le nostre cose, sistemo Grattastinchi nella sua cesta, e mando un gufo urgente a Silente…” Ero molto soddisfatta da come si stavano mettendo le cose. Eravamo nuovamente sulle tracce di Harry, ed avremmo potuto contare sull’aiuto di un terzo compagno.

Ripensandoci a distanza di tempo, è stato un bene aver insistito affinchè Marco si unisse a noi.

***O***

Il Signore Oscuro era seduto sulla sua enorme poltrona di pelle nera, ed osservava il fuoco dentro al camino, rapito dai suoi pensieri.

”Mio signore!”  La voce di uno dei suoi Mangiamorte più fidati lo interruppe all’improvviso, e lui si girò di scatto per guardare in faccia chi avesse osato tanto.

“Chiedo perdono mio Signore… ho delle novità da riferire…” Il Mangiamorte parlò con voce tremante, mentre fronteggiava il suo padrone con la testa china e gli occhi bassi.

“Parla!” ordinò il Signore Oscuro, con voce gelida.

“La Mezzosangue… è in viaggio verso il nostro quartier generale… arriveranno tra poche ore…" 

“Come ha fatto a scoprirlo! ” La sua voce era calma, e non tradiva affatto il suo immenso disappunto.

“E’ stato quel babbano… deve averci sentito mentre lo tenevano prigioniero…” rispose il Mangiamorte intimorito.

“La Mezzosangue ha già avvisato Silente?” Chiese il Signore Oscuro.

“Si… ha mandato un altro gufo urgente…” si affrettò a rispondere il Mangiamorte.

"Bene… credo che adesso non abbiamo più bisogno di lei… impeditele in tutti i modi di raggiungere il nostro quartier generale… "

“ Sarà fatto, mio Signore..." rispose intimorito il Mangiamorte, prima di rimettersi nuovamente in piedi e lasciare la stanza buia.

Il Signore Oscuro emise una terrificante risata, pregustando la sua vendetta.

(N/A: Che ne pensate? La storia sta diventando sempre più intricata, non credete anche voi? Che succederà? Recensite e lo scoprirete...)

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Capitolo 10
*** L'Agguato ***


Nuova pagina 1

( N/A: Grazie ancora per le vostre meravigliose recensioni... Mysticmoon, Giuly, Elizabeth Potter, Caillean, Valy88 (vedo che stai molto attenta ai particolari, BRAVA!), Lady 86... a tutte voi dedico il prossimo capitolo. )

10. L’AGGUATO

In poche ore ci trovammo sul treno diretto a Roma. Nello stesso scompartimento, io ed Angy sedevamo l’una accanto all’altra, mentre Marco si era sistemato di fronte a noi, e Grattastinchi faceva le fusa tra le mie braccia.

D’un tratto il mio sguardo andò sul sedile vuoto accanto al mio, dove era posato un quotidiano inglese; fui colpita dal titolo, che troneggiava a caratteri cubitali sulla prima pagina “ECCEZIONALE ECLISSI DI SOLE ATTESA PER IL TRE DI  MARZO: Sarà un esperienza unica, come non accadeva da oltre trecento anni!” Mi incuriosì questa notizia, visto che mancavano veramente pochi giorni all’evento.

Mi girai verso Angy, che era seduta accanto al finestrino, ma sembrava che stesse dormendo; Marco invece, era impegnato a fissarla con grande intensità. Probabilmente, il fatto che Angy provasse un’avversione fortissima nei suoi confronti, aveva suscitato il grande interesse del ragazzo per lei.

Continuavo a non capire l’ostinata antipatia di Angy nei confronti di Marco. Dopo tutto, a guardarlo bene, non era affatto male:  aveva pressappoco la nostra età, e due profondi occhi neri, poi era simpatico, alto, carino, abbronzato.

D’un tratto, Grattastinchi prese a fissarlo, poi con un balzo, atterrò elegantemente sulle sue ginocchia, e si acciambellò facendo le fusa. Fui molto sorpresa da questa cosa, visto che prima di allora non aveva mai dato confidenza agli estranei. Per la verità, ancora non voleva farsi avvicinare nemmeno da Angy!

“Carino il tuo gatto… come si chiama?” Mi chiese Marco carezzandolo delicatamente sulla testa.

“Si chiama Grattastinchi, ma non è un gatto… è uno Kneazle*!” Risposi io sorridendo.

“Come? Non ho mai sentito di una razza del genere!”

“No! Il Kneazle non è una razza, ma una creatura magica molto intelligente, che ha un talento particolare per fiutare maghi con cattive intenzioni…“ spiegai divertita.

“Ahh… capisco… ma dimmi un po’… avete anche città abitate da gente come voi?” Chiese Marco incuriosito.

“Si… e abbiamo anche una strada a Londra, piena di negozi magici di ogni genere… poi abbiamo anche una banca speciale, dove teniamo il nostro denaro magico… ci sono anche gli uffici postali, dove le lettere vengono recapitate da gufi intelligenti… e poi…”

“D’accordo… d’accordo… basta così Hermione… credo che mi stia venendo un forte mal di testa…” Marco mi interruppe, ed io lo guardai divertita.

“Mi sembra tutto talmente, STRANO! Come posso spiegarti: nella vita reale, senti sempre parlare di magia, di maghi e così via, e pensi che siano tutte cose inventate… ma poi, quando ti ritrovi a vivere tutto questo… WOW… è pazzesco, mi sembra di sognare!”

“Ti capisco, lo sai? I miei genitori sono babbani, ed io ho scoperto di essere una strega quando mi è arrivata la lettera d’invito per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, poco prima del mio undicesimo compleanno… lì per lì non riuscivo a crederci… ma poi mi sono resa conto che la magia è sempre stata dentro di me, e che in verità,  io non appartengo al mondo babbano, ma al mondo magico…” Sentivo di poter essere completamente sincera con lui.

“E con questo ragazzo… Harry… siete amici da tanto tempo?” Chiese lui all’improvviso.

“Da moltissimo tempo… abbiamo iniziato la Scuola di Hogwarts insieme… e abbiamo vissuto talmente tante avventure che potrei scrivere libri su libri…” risposi tranquillamente.

“Mentre invece Angy è la sua ragazza!” A quell’affermazione, mi limitai ad annuire con un lieve cenno della testa, facendo sparire il sorriso che fino a poco prima illuminava il mio viso.

“Vorrei raccontarti uno stranissimo sogno che ho fatto prima di risvegliarmi nella tua stanza a Venezia…” Mi disse lui con aria maliziosa.

“Di che si tratta?” Chiesi curiosa, non riuscendo ancora a comprendere a pieno a cosa si stesse riferendo.

“Mi era sembrato di sentire una voce… che mi parlava d’amore… “ Marco prese a fissarmi intensamente negli occhi, ed io realizzai che stava parlando della confessione che gli avevo fatto, pensando che lui fosse Harry. Mi girai di scatto verso Angy, temendo che lui ripetesse esattamente le parole che gli avevo detto in quella circostanza, ma sembrava che lei stesse ancora dormendo profondamente.

“Strana la vita, vero? Passi tanto tempo con una persona, e poi… questa persona si innamora di un altra…” Aggiunse Marco, sempre guardandomi dritta negli occhi. Io non risposi, e mi limitai ad abbassare lo sguardo, iniziando a giocherellare nervosamente con la manica del mio maglione.

“Ma perché quei maghi cattivi lo tengono prigioniero? Cos’ha fatto di tanto grave?” Chiese lui, interrompendo l’imbarazzante silenzio che era sceso tra di noi.

“E’ una lunga storia, che non starò qui a raccontare… ti basti sapere che Harry è un mago molto potente, l’unico in grado di poter sconfiggere il capo dei maghi cattivi… VOLDEMORT… ed è per questo motivo che la sua vita adesso è in pericolo…”

“HERMIONE! COME TI E’ SALTATO IN MENTE DI NOMINARE IL SIGNORE OSCURO!”

Saltai in aria dalla sorpresa e sentii il cuore fare una capriola all’indietro. Non mi ero accorta che nel frattempo Angy si fosse svegliata, e stesse ascoltando la nostra conversazione.

“Mi hai fatto prendere un colpo! Perché non dovrei nominarlo? Non si può sempre avere paura di pronunziare il suo nome! Harry lo sconfiggerà un giorno, ed allora tutti si renderanno conto che quel MOSTRO non era invincibile come pensavano…” Protestai.

“D’accordo, ma fino a quel giorno, non permetterti più di pronunziare il suo nome in mia presenza!” Sbraitò Angy, prima di alzarsi ed uscire dallo scompartimento come una furia, sbattendo la porta.

“Ma si può sapere cosa le è preso?” Chiese Marco sorpreso.

“Vorrei tanto saperlo… a volte penso che Angy mi nasconda qualcosa di grave…” Non mi ero resa conto di aver riflettuto a voce alta, e che Marco avesse sentito tutto.

“Cosa pensi ti stia nascondendo?” Chiese incuriosito.

“Niente…” mi affrettai ad aggiungere, e mi alzai per cercare di raggiungere Angy in corridoio.

Ero appena uscita dallo scompartimento, e mi stavo dirigendo verso la coda del treno, quando fui sorpresa di sentire delle urla provenienti dalla carrozza dietro alla nostra. Mi avvicinai cautamente alla porta a vetri, per vedere meglio. Con grandissimo orrore, sgranai gli occhi alla vista di due alte figure incappucciate, che stavano ispezionando ogni scompartimento, provocando grande scompiglio tra i passeggeri del treno.

Fui subito presa dal panico, ed in stato di schock indietreggiai lentamente, fino a raggiungere il nostro scompartimento.

Dopo essere entrata, richiusi immediatamente la porta dietro di me, accostai tutte le tendine e mi girai verso Marco, completamente terrorizzata.

“Cosa ti è successo? Sembra che tu abbia visto un fantasma!” Esclamò lui sorridendo.

“Sono qui… i Mangiamorte sono sul treno… e stanno cercando noi…” mentre parlavo, la mia mente si stava sforzando freneticamente di trovare una soluzione a quel disastro.

“I maghi cattivi? Ci hanno trovato? E adesso cosa facciamo?” Marco si alzò di scatto allarmato, facendo cadere Grattastinchi sul pavimento.

Pensai che questa volta non saremmo riusciti a scappare: i Mangiamorte ci avrebbero di sicuro trovati ed eliminati. E come avremmo fatto ad avvisare Angy?

Le urla dagli scompartimenti accanto al nostro, mi avevano fatto capire che i Mangiamorte si stavano avvicinando sempre di più.

“Forza Hermione… pensa in fretta… pensa… pensa….” Continuavo a ripetermi, quando d’un tratto dagli altoparlanti sentii echeggiare la voce del capo treno.

“FIRENZE… Avvisiamo i signori passeggeri, che tra pochi minuti arriveremo a FIRENZE…”

“Dobbiamo scendere a Firenze!” Dissi a Marco improvvisamente.

“ Ma ci vedranno comunque… come faremo a…”

“Vieni qui…” Lo interruppi bruscamente e lo afferrai per un braccio, tirai fuori la bacchetta e gli diedi un colpetto sulla testa.

“DISILLUDO!” Sussurrai, e per incanto Marco scomparve alla mia vista, prendendo il colore e la forma dei sedili accanto a lui.

“Mitico!” Esclamò, mentre io effettuavo l’Incantesimo di Disillusione su di me. Appena in tempo, perché subito dopo la porta dello scompartimento si aprì violentemente, e due Mangiamorte incappucciati entrarono per ispezionarlo.

“Questo è vuoto!” Disse uno dei due.

“Andiamo nella prossima carrozza… e se non li troviamo neanche là, ricominceremo ad ispezionare tutto il treno… dobbiamo assolutamente scovarli!” Decise l’altro, ed entrambi uscirono nel corridoio.

Sospirai di sollievo, rendendomi conto che avevo trattenuto il respiro fino a quel momento.

“Marco, tieniti pronto… afferriamo le nostre cose e appena il treno si ferma, saltiamo giù…”

“Sono pronto! Ma Angy?” Chiese Marco preoccupato.

“La cercheremo lungo il treno…” Risposi,  quindi radunammo in fretta i nostri bagagli, infilai Grattastinchi nella sua cesta, e mi affacciai dalla porta, per vedere se la via era sgombra.

I Mangiamorte avevano già raggiunto la carrozza successiva, ed il treno si stava già fermando alla stazione di Firenze.

Veloci come due fulmini uscimmo dallo scompartimento, e ci dirigemmo verso la coda del treno. Eravamo quasi arrivati alla porta, che già alcuni viaggiatori avevano aperto, quando ci imbattemmo in Angy, che veniva nella nostra direzione.

“Angy, sono io Hermione! Dobbiamo scendere dal treno immediatamente… ci sono i Mangiamorte…” Le dissi allarmata, e la presi per un braccio.

“PRESTO… VENITE DA QUESTA PARTE… LI ABBIAMO TROVATI!”

Con orrore, mi resi conto che proprio in quel momento, i due Mangiamorte di prima ci avevano intercettati da lontano. Presa dal panico, spinsi Angy giù dal treno senza tanti complimenti.

In un baleno, ci trovammo a correre fianco a fianco in mezzo ai binari. Naturalmente, avevo capito benissimo che i Mangiamorte seguivano Angy, visto che io e Marco eravamo praticamente invisibili alla loro vista.

Era difficile correre in mezzo a tutte quelle persone, e riuscivamo a farci avanti a gomitate e spintoni, ma avevamo i Mangiamorte ancora alle calcagna, e l’unica nostra speranza era quella di confonderci in mezzo alla gente.

“IMMOBILUS!”

“STUPEFICIUM!”

Urlavano i Mangiamorte, lanciandoci contro raggi di luce rossi e blu.

Quando ad un certo punto, accadde qualcosa di terribile: non mi ero accorta che proprio sul binario lungo il quale stavamo correndo come matti, stava transitando un treno a gran velocità. Con orrore vidi che una delle maledizioni lanciate dai Mangiamorte, aveva colpito Angy proprio alle gambe, facendole perdere l’equilibrio.

“ANGY… STAI  ATTENTA!” Le urlai disperata, ma ormai era troppo tardi.

Tutto avvenne in una frazione di secondo: Angy stava cadendo proprio in mezzo alle rotaie. In quell’attimo, lei mi fissò dritta negli occhi, con uno sguardo di terrore che non riuscirò mai a dimenticare.

(N/A: Che ve ne pare? Le cose si stanno complicando sempre di più... recensite e scoprirete il seguito...)

(*KNEAZLE: Vedi pag. 25 de "Gli Animali Fantastici: dove trovarli" di Newt Scamandro.)

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Capitolo 11
*** FIRENZE ***


11

(N/A: Visto che siete rimaste tutte con il fiato sospeso... ho pensato di pubblicare subito l'undicesimo capitolo... buona lettura...)

11. FIRENZE

Tutto avvenne in una frazione di secondo: Angy stava cadendo proprio in mezzo alle rotaie. In quell’attimo, lei mi fissò dritta negli occhi, con uno sguardo di terrore che non riuscirò mai a dimenticare.

Urlai disperata, portandomi le mani alla bocca, quando all’improvviso, mi resi conto che due braccia invisibili avevano afferrato Angy di peso e la stavano trascinando nuovamente sul marciapiede. Lei cadde a pancia in giù, apparentemente su di un “materasso” invisibile.

Corsi come una disperata verso di lei, e mi inginocchiai stremata al suo fianco.

“Stai bene?” Le chiesi senza fiato, ma lei non mi rispose, continuando a fissare scioccata il suo salvatore.

Marco, era disteso sotto di lei e la stringeva forte tra le sue braccia, completamente terrorizzato. Anche se era ancora invisibile alla nostra vista, io riuscivo a distinguere i contorni del suo viso in controluce.

Cercai di riprendermi il più in fretta possibile, usai il contro incantesimo per liberare le gambe di Angy e li afferrai entrambi per le braccia, alzandoli in piedi.

“Coraggio! Dobbiamo andare via di qui… i Mangiamorte ci stanno ancora cercando…”

Tenendoli per mano, mi diressi verso l’uscita della stazione, ed in pochi minuti ci ritrovammo a correre per le strade di Firenze.

Quando fummo sicuri di essere abbastanza lontani dalla stazione, entrammo in un vicolo buio, e ci buttammo per terra stremati dalla corsa e dallo spavento.

“C’è mancato poco!” Dissi, dopo aver ripreso un po’ di fiato e mi girai verso i miei due compagni.

Angy sedeva per terra, con la schiena appoggiata ad un muro, ansimando violentemente, mentre Marco se ne stava lungo disteso sul marciapiede, a braccia larghe, circondato dalla mia valigia e dalla gabbia di Grattastinchi, che poco prima aveva fatto cadere.

Pensai che fosse meglio riprendere il nostro aspetto normale, quindi mi alzai in piedi, mi avvicinai a Marco e gli diedi un leggero colpetto sulla testa con la mia bacchetta. Subito tornò visibile alla nostra vista, quindi eseguii il contro incantesimo anche su di me.

“Per la barba di Merlino, Marco! Ma tu sei ferito!” Gli dissi preoccupata, dopo aver notato che un rivolo di sangue gli scendeva dalla fronte sulla guancia sinistra.

“No… non è niente… guarda invece se Angy sta bene…” rispose lui tranquillamente, asciugandosi il sangue con la manica della giacca.

Mi girai verso la mia compagna, e notai con sorpresa che se ne stava lì seduta con lo sguardo perso nel vuoto.

“Sei ferita?” Le chiesi gentilmente, ma lei si limitò a fare cenno di no con la testa, fissando sempre nel vuoto.

“Sai già dove potremmo andare?” Chiese all’improvviso Marco, dopo essersi alzato in piedi.

“No… per niente! Ormai non credo che sarebbe saggio riprendere il treno per Roma, visto che i Mangiamorte sanno del nostro piano… magari dovremmo cercare un albergo, e fermarci a Firenze almeno per questa notte… sperando di riuscire a trovare un modo per raggiungere la nostra meta domani mattina…” Constatai sconsolata.

“Ho un idea! So dove potremmo trovare un buon posto per nasconderci, e nello stesso tempo trascorrere la notte…. La mia amica Maria vive in un appartamento non lontano da qui… sono sicuro che sarà felice di rivedermi e di ospitarci tutti e tre…” Propose soddisfatto.

“Sei sicuro che la tua amica accetterà?” Chiesi diffidente.

“Ma certo! Maria è un vero tesoro, vedrete… andiamo allora, non c’è tempo da perdere…” Quindi si avvicinò ad Angy e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei sembrava aver perso completamente tutte le forze. Fissò la mano tesa di Marco, e poi alzò la testa, e lo fissò dritta negli occhi senza dire una parola.

“Posso aiutarti?” Le sussurrò piano, e senza aspettare la risposta della ragazza, si chinò lentamente e la prese per le braccia, aiutandola ad alzarsi in piedi. Poi la prese per mano e iniziò a camminare lungo la strada, ed Angy lo seguì docilmente senza parlare.

Rimasi molto colpita da tutto questo, ma la cosa più strana, era il modo con il quale lei lo stava guardando adesso. Non c’era più disprezzo oppure odio nei suoi occhi, ma solo un infinita fragilità.

Camminammo lungo strette stradine laterali. Era l’ora di pranzo, e molti negozi erano già chiusi, ma le strade erano ancora piene di turisti curiosi che visitavano chiese e monumenti. Firenze mi colpì per la sua sobria bellezza, con i suoi palazzi antichi ed austeri.

In breve arrivammo alla Chiesa di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, e fui abbagliata dai suoi sgargianti colori e dal suo marmo ricamato come il merletto. Passammo da via Tornabuoni, la strada dei negozi più alla moda, ed alla fine attraversammo il Ponte Vecchio, per arrivare sulla riva opposta del fiume Arno.

Dopo pochi minuti, girammo in un vicoletto seminascosto da alti palazzi, e ci fermammo dinanzi ad un piccolo portoncino di legno. Marco suonò il campanello, e subito una graziosa ragazza con i capelli corti e neri si affacciò alla finestra.

“Marco! Sei proprio tu?” Chiese la ragazza con un gran sorriso stampato in faccia.

“Ma come… non mi riconosci più? Mi fai entrare?” Chiese lui con fare spigliato.

“Vieni pure… la porta è aperta…” Marco parlò in italiano con la sua amica, ma io compresi il senso delle loro parole. All’invito di Maria, entrammo tutti e tre nel piccolo portoncino e salimmo delle strette scalette di marmo, fino ad arrivare ad un'altra piccola porta al primo piano, sulla quale trovammo Maria con le braccia aperte ad aspettarci.

La ragazza ci abbracciò a turno, felice di accoglierci nella sua casa, e ci accomodammo nel piccolo ma accogliente salottino. L’ambiente era molto confortevole, con le pareti tinte di giallo, quadretti raffiguranti piccoli gattini, fiori secchi che pendevano dal soffitto, due piccoli divani arancioni e poltroncine celesti, mentre sull’antico pavimento di cotto fiorentino, era disteso un enorme tappeto verde pistacchio, ed un caldo fuocherello scoppiettava nel caminetto ad angolo.

“Accomodatevi pure… sembrate molto stanchi… come mai da queste parti?” Chiese la nostra ospite educatamente, mentre prendevamo posto sul divano.

“Intanto ti presento le mie amiche… sono Hermione ed Angy… vengono dall'Inghilterra!"

Maria sembrò molto sorpresa, ma volle subito sfoggiare la sua perfetta conoscenza dell’inglese.

“How do you do?” Chiese lei gentilmente, ed io le sorrisi.

“Siamo di passaggio, e volevamo chiederti ospitalità per la notte… domani mattina presto ripartiremo per Roma… “ Spiegò Marco brevemente.

“Sono felice di potervi accogliere nella mia casa… non è molto grande, ma ci sarà posto per tutti… per quanto riguarda il vostro viaggio verso Roma, c’è un mio carissimo amico che parte domani in automobile e sono certa che sarebbe felice di accompagnarvi…”

“GRANDIOSO! Maria sei un genio!” Esultò Marco contento, e abbracciò forte la sua amica, dandole un grosso bacio sulla fronte.

“Hey… basta così… altrimenti finisce che ci prendo gusto a farmi baciare da te…” Rise allegramente Maria.

Anche io mi sentivo più sollevata: grazie a Marco eravamo riuscite a sfuggire ai Mangiamorte, e avevamo anche trovato un posto sicuro dove passare la notte. Pensai che gli italiani erano persone meravigliose, sempre pronte ad aiutarsi a vicenda, simpatiche ed alla mano con tutti.

Mi girai verso Angy, e rimasi interdetta quando vidi che stava fissando fuori dalla finestra, lo sguardo assente ed il viso inespressivo.

“Angy? Ma ti senti bene?” Le sussurrai preoccupata, ma lei non mi rispose.

“Allora vi mostro la vostra camera… avanti ragazze, seguitemi di sopra…” Fui interrotta da Maria, e ci alzammo subito in piedi, per seguirla al secondo piano. Una volta che ci ritrovammo da sole nella nostra camera, decisi di affrontare il problema apertamente.

“Si può sapere cosa ti succede? Ti comporti in modo stranissimo, sin da quando abbiamo lasciato la stazione…” Le chiesi senza tanti preamboli, ma lei si limitò a raggiungere la finestra e a poggiare la fronte sul vetro, in assoluto silenzio.

“Mi devo preoccupare?” Chiesi ostinatamente, e mi misi di fronte a lei per guardarla dritta negli occhi. Messa alle strette, Angy si girò verso di me ed emise un profondo sospiro.

“Non mi sta succedendo proprio niente, se è questo che vuoi sapere…” Rispose seccata.

“Mi stai forse nascondendo qualcosa?” Buttai lì la domanda per cercare di provocarla, e lei sembrò andare su tutte le furie.

“Cosa dovrei nasconderti, sentiamo? La tua accusa non ha alcun senso!” Rispose lei sulla difensiva.

“Non c’è bisogno di reagire in questo modo… ho fatto soltanto una domanda! E poi potresti anche mostrare un po’ più di gratitudine verso Marco, visto che ha rischiato la vita per salvarti, e ci ha portato fino qui…” Stavo iniziando a perdere la pazienza, ma ad Angy sembrò non importare minimamente.

“GUARDA CHE SAREI RIUSCITA BENISSIMO A CAVARMELA DA SOLA ALLA STAZIONE… QUEL BABBANO NON AVEVA NESSUN DIRITTO DI SALVARMI LA VITA… LUI… LUI… E’ SOLTANTO UNO STUPIDO BABBANO!” Angy aveva completamente perso il controllo.

“STAI DICENDO COSE SENZA SENSO!” Ero completamente furiosa con lei, perché stava dimostrando di essere la solita, dispotica, arrogante, ragazzina viziata.

“TOCK…TOCK…”

La nostra litigata fu interrotta da qualcuno che bussava alla porta.

“Scusatemi… c’è qualcosa che non va?” La voce allegra e gentile di Marco risuonò nella stanza.

“NO… va tutto magnificamente…” Gli risposi io a denti stretti, decidendo di troncare lì la conversazione con Angy. Mi girai dall’altro lato e mi diressi verso il bagno per fare una doccia fredda.

***O***

”E così sono riusciti a scappare…”  Il Signore Oscuro era furente.

“Si mio Signore… li abbiamo cercati da per tutto… ma sono scomparsi… volatilizzati…” Il Mangiamorte osò alzare lo sguardo timoroso verso il suo padrone.

“Non va affatto bene… dovrò punirti per la tua incompetenza…” ordinò il Signore Oscuro, con voce gelida.

“NO… TI PREGO MIO SIGNORE… DAMMI UN'ALTRA OPPORTUNITA’…”

Ma questa volta il Signore Oscuro si limitò a puntargli contro la bacchetta senza aggiungere altro.

“CRUCIO!”

Al suo comando, il Mangiamorte si buttò a terra, contorcendosi per il dolore insopportabile, agitandosi come un animale ferito. All’improvviso il dolore cessò, e il povero servo alzò una mano tremante verso il suo diabolico padrone.

“Abbi pietà… ti prego mio Signore… ti prometto che non fallirò di nuovo…” Supplicò.

“Non dovrei darti un’altra opportunità… ma oggi mi sento magnanimo… e se riuscirai ad uccidere la Mezzosangue e a portarmi Silente… ti prometto che ti risparmierò la vita… ma se fallirai… sai cosa ti aspetta! ” Il Signore Oscuro parlò con voce gelida e terrificante.

“Si mio Signore… grazie mio Signore…” rispose il Mangiamorte terrorizzato, mentre si affrettava ad alzarsi in piedi.

“La mia fedele servitrice non si sta comportando affatto come le avevo ordinato… vorrà dire che pagherà anche lei per la sua incompetenza …”

“Si mio Signore… come vuoi tu, mio Signore…”

“E adesso va… prima che cambi idea…” All’ordine del Signore Oscuro, il Mangiamorte strisciò fuori dalla stanza in silenzio.

(N/A: Ormai avrete sicuramente capito di CHI stava parlando Voldemort, vero? Ma... in questa storia niente è veramente ciò che sembra, quindi... restate sintonizzate e non dimenticatevi di recensire....)

 

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Capitolo 12
*** Ballo di Mezzanotte ***


12

(N/A: Mi dispiace di aver deluso chi sperava di essersi liberata  finalmente di quella perfida di Angy ma... anche lei ha ancora il suo ruolo da svolgere nella storia... leggete e lo inizierete ad intuire....)

12. BALLO DI MEZZANOTTE

Per tutto il pomeriggio mi sforzai di riposare, ma non riuscii proprio a prendere sonno. Nella mente continuava a balenarmi l’immagine di Harry, incatenato chi sa dove, ferito e affamato, e mi sentivo morire dentro.

Mi girai verso Angy, e mi resi conto che anche lei doveva avere difficoltà ad addormentarsi, perché continuava a fissare il soffitto della stanza, immobile come una statua di marmo.

Alla fine decisi di alzarmi dal letto e di prepararmi per la cena. Maria aveva detto che ci avrebbe cucinato qualcosa di speciale in nostro onore.

Quella sera cenammo presto, perché eravamo tutti e tre veramente affamati: il menu comprendeva tortellini al pomodoro, polpette di carne, contorno di verdure alla griglia, e una buonissima crostata di frutta fatta in casa.

Dopo cena eravamo sazi e soddisfatti, e decidemmo di gustarci un buon caffè seduti sul divano. Quindi Maria mise su un po’ di musica, e poi si sedette con noi per chiacchierare in inglese.

“Allora… raccontatemi di voi… cosa fate nella vita?” Chiese lei gentilmente, ma visto che Angy non sembrava molto in vena, fui io a rispondere per prima.

“Io vivo a Londra… lavoro per il Ministero… mi occupo di animali maltrattati…” Cercai volutamente di tralasciare ogni minimo cenno al mondo magico.

“Interessante… sei al Ministero dell’Ambiente! E tu Angy?” Chiese ancora Maria, ma temendo che la mia compagna uscisse fuori con una delle sue frasi anti-babbane, decisi di rispondere per lei.

“Angy lavora in polizia… si… sezione spionaggio segreto!”

“WOW… allora sei nella Forza dell’Ordine… dovrò stare attenta a quello che dico!” Maria rise allegramente, ed io con lei, mentre Angy si limitò a fulminarla con lo sguardo. Sembrava proprio che desiderasse essere in tutt’altro posto in quel momento.

“Perché non balliamo un po’!” Propose Marco, alzandosi in piedi e trascinando Maria in mezzo alla stanza. Mentre loro ballavano un lento, diedi ad Angy una gomitata nel fianco.

“La vuoi smettere!” Le sussurrai scocciata.

“Di fare cosa?” Chiese lei cadendo dalle nuvole.

“Di fare l’asociale!” Puntualizzai.

“Non faccio l’asociale!” Protestò lei.

“Invece si!”

“Vuoi ballare?” Ci girammo entrambe verso Marco, che nel frattempo si era avvicinato ad Angy porgendole la mano.

Angy fu presa completamente alla sprovvista e mi guardò per un attimo con aria interrogativa. Io le feci cenno di si con la testa, e lei si girò verso Marco ed annuì.

“Questa canzone* mi piace molto… è di qualche anno fà…” Disse lui aiutandola ad alzarsi, mentre il lento cominciava a risuonare nell’aria.

“I feel it in my fingers

I feel it in my toes.

Love is all around me,

and so the feeling grows…”

Sorrisi guardando Marco ed Angy mentre ballavano uno tra le braccia dell’altra, occhi negli occhi, stretti stretti. Effettivamente la canzone era molto dolce e romantica.

“…It’s written in the wind

And everywhere I go…

So if you really love me,

come on and let it show…”

“Sono una bella coppia, non trovi?” Chiese Maria, che nel frattempo si era seduta accanto a me.

“Si… proprio una bellissima coppia!” Commentai io amaramente, senza spiegare a Maria che per la verità Angy era fidanzata con il mio Harry.

I know I love you

I always will…

My mind is up

By the way that I feel…

There’s no beginning,

there’ll be no end…”

Angy e Marco ballavano ancora lentamente, stretti stretti, e per un attimo pensai qualcosa di assurdo. “E se Angy decidesse di lasciare perdere Harry e si innamorasse di Marco?” Di sicuro lui sembrava molto preso da lei, ma non ero affatto sicura dei sentimenti della mia compagna.

Decisi che avrei parlato con Marco, per sondare il terreno. Poi mi sentii tremendamente in colpa, perché pensai che di certo Harry era innamorato di Angy, e per la sua felicità, non dovevo desiderare che si lasciassero. “ Ma lei non è decisamente la ragazza per lui” mi dissi. E a questo pensiero mi sentii lievemente sollevata.

D’un tratto Angy smise di ballare, si allontanò da Marco e corse via come una furia, lasciandolo lì in piedi in mezzo alla stanza, a bocca aperta dallo stupore.

***O***

Il lento gocciolìo sul pavimento polveroso stava diventando insopportabile. Harry alzò la testa per vedere da dove provenisse, e notò un piccolo foro sulla parete.

Trascorreva la maggior parte del tempo sdraiato per terra, immobile, cercando di racimolare le forze per quando sarebbe arrivato il momento di lottare fino alla fine. Ormai era da giorni che non riusciva a dormire, sia a causa della fame, sia a causa della cicatrice che pulsava continuamente in modo insopportabile.

Era sicuro che presto lo avrebbero ucciso. Il fatto di essere un Auror comportava molti rischi, primo fra tutti quello di vedere la morte in faccia molte più volte dei maghi normali. Ma ad Harry non faceva paura il rischio, c’era abituato ormai. La sua vita era sempre stata piena di pericoli, di trappole e di agguati, ma era sempre riuscito a sfuggire in un modo o nell’altro.

Questa volta però era diverso: sentiva che Voldemort aveva un piano diabolico da attuare, e lui ne avrebbe fatto sicuramente parte.

“Non mi arrenderò… non cederò mai… devo resistere!” Continuava a ripetersi, ma ormai si rendeva conto, che le forze lo stavano per abbandonare.

***O***

Era da poco passata la mezzanotte, ed io mi ero affacciata alla finestra del salottino, per prendere un po’ d’aria.  Maria invece stava sistemando la cucina, ed io pensai che quello fosse il momento giusto per fare due chiacchiere da sola con Marco.

“Marco! Posso parlarti un momento?” Gli chiesi, e lui mi raggiunse subito alla finestra.

Il ragazzo sembrava ancora mortificato dall'improvvisa fuga di Angy poco prima, ma cercava di sforzarsi per non farmelo capire.

“C’è una serata magnifica, non è vero? Guarda che stelle! Lo sai che dopo domani è il tre di marzo? E’ prevista una spettacolare eclissi di sole…” Disse lui tranquillamente.

“Si… l’ho già letto da qualche parte… ascolta, vorrei farti una domanda un po’ personale… se posso…” Iniziai io cautamente.

“Dimmi pure!”

“Cosa… cosa ne pensi di Angy? Ti piace come ragazza?” Le parole mi uscirono tutte d’un fiato, e mi resi conto troppo tardi che  la domanda fosse veramente poco opportuna. Marco non rispose subito, ma si mise a guardare intensamente il cielo stellato.

“E’una ragazza meravigliosa… lo so che è sempre stata dura con me, ma… c’è qualcosa in lei di molto affascinante, e non posso fare a meno di esserne attratto… lo so che è già fidanzata con Harry ma... è più forte di me!” Spiegò lui con semplicità.

“Credi che anche lei provi qualcosa nei tuoi confronti? Devi averla colpita molto dopo quel salvataggio di oggi alla stazione… da quel momento Angy non sembra più la stessa …”

“Credi che sia cambiata? Si, forse… ma non penso di piacerle neanche un po’…” Poi Marco fece un profondo sospiro, e si allontanò dalla finestra.

“Sarà meglio che me la tolga dalla testa… Angy è irraggiungibile per me… non devo farmi troppe illusioni…” Sorrise amaramente e si allontanò.

(N/A: * La canzone è LOVE IS ALL AROUND dei Wet Wet Wet; L'amore è nell'aria? Vedremo... la storia comunque, si sta avvicinando alla sua conclusione... chi sa come finirà?)

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Capitolo 13
*** ROMA ***


Nuova pagina 1

(N/A: Salve a tutte.... eccoci finalmente arrivati ad uno degli ultimi capitoli della storia.... siamo quasi alla fine e vorrei ringraziarvi di cuore, per avermi seguito fino a questo punto... Buona lettura!)

13. ROMA

Mi trovavo nuovamente a fissare un antico specchio magico. Quando all’improvviso la mia immagine scomparve in un vortice di luce e nebbia, e comparve la figura eterea di Albus Silente.

Sapevo che saresti arrivata fino qui… presto sarai messa alla prova!” Disse lui con gravità, ma anche questa volta, non riuscii a comprendere a pieno il significato delle sue parole.

 “Professor Silente! Quando troverò Harry?”

Fai attenzione alle stelle… segui sempre il tuo cuore…” Aggiunse lui, mentre la sua candida forma scompariva in un vortice di fumo.

Mi svegliai di soprassalto nel bel mezzo della notte, provando una strana sensazione di urgenza dentro il mio cuore: pensai subito ad Harry, e sperai con tutta me stessa che fosse ancora vivo.

“Ti prego, amore mio, resisti! Stiamo venendo a prenderti…” Sussurrai con un filo di voce, prima di cercare di riprendere sonno.

La mattina seguente salutammo Maria con calore, e salimmo sull'automobile di un suo amico: Paolo era un simpatico ragazzo della nostra età, che si era offerto di darci un passaggio per raggiungere Roma. Il motivo del suo viaggio era l’Eclissi di Sole, che secondo gli astronomi, sarebbe stata visibile al suo massimo splendore, proprio dal centro di Roma.

Il viaggio trascorse tranquillamente, e a metà pomeriggio eravamo già arrivati. Come il giorno prima, Angy rimase in silenzio per la maggior parte del tempo, mentre Marco e Paolo chiacchierarono spensierati.

Fummo lasciati alla stazione ferroviaria, e decidemmo di raggiungere subito il Colosseo. Avevamo già perso fin troppo tempo, e non vedevo l’ora di scoprire qualche nuovo indizio che ci avrebbe riportati sulle tracce di Harry.

Quando raggiungemmo il Colosseo, il sole stava già tramontando: rimasi folgorata dalla maestosità e dalla bellezza di quel monumento millenario; il sole ormai basso all’orizzonte, stava illuminando le antiche mura con i suoi raggi dorati, mentre gruppi di turisti si affollavano tutti intorno.

Il custode ci informò che avremmo dovuto affrettarci, perché le visite erano autorizzate soltanto fino al tramonto. Entrammo attraverso un piccolo ingresso laterale, per poi ritrovarci all’interno di un enorme labirinto di corridoi ed archi di pietra.

“Sarà meglio dividerci… se uno di noi si troverà nei guai, lancerà scintille con la sua bacchetta...” Proposi guardandomi attorno preoccupata. Poi mi resi conto che Marco non avrebbe potuto usare questa misura di sicurezza.

“Credo che se mai mi troverò in pericolo… userò il metodo tradizionale… griderò aiuto!” Disse lui tranquillamente. Quindi ognuno prese una direzione diversa.

Imboccai un lungo corridoio deserto, dal qual si riusciva ad intravedere il centro del Colosseo: un enorme arena circolare, ricoperta di antichi ruderi di pietra. Il tutto aveva un certo fascino, ma poi pensai che al tempo dell’antica Roma, in quel luogo la gente moriva tra atroci sofferenze, e sentii un brivido scendermi lungo la schiena.

Ripresi a camminare a passo spedito, fino a quando non notai delle curiose scritte sulla parete alla mia destra. Mi avvicinai lentamente per vedere meglio, e fui sorpresa nel riconoscere le Antiche Rune.

Tesi una mano per toccare i segni magici incisi sulla fredda pietra, ed all’improvviso sentii un rumore provenire dall’altra parte del corridoio. Mi girai di scatto, con il cuore in gola, ma poi compresi che si trattava solamente di un piccione che aveva appena spiccato il volo.

Mi guardai attorno con aria circospetta: ero completamente sola, circondata da un surreale silenzio. Tornai a studiare la parete di fronte a me, cercando di decifrare le poche parole che si riuscivano ancora a leggere, visto che erano quasi completamente erose dal tempo.

Ero talmente concentrata su quelle scritte, che non mi accorsi di uno strano scricchiolio proveniente dal pavimento sotto di me. Mossi ancora un altro passo e…

“HAAAA!”

All’improvviso, il suolo si sgretolò sotto il mio peso, e fui inghiottita dalle tenebre.

***O***

Per l’ennesima volta, un Mangiamorte incappucciato aprì la porta della cella, con in mano la solita ciotola di pane raffermo ed il solito bicchiere d’acqua.

Ma appena fu entrato, rimase attonito a fissare il vuoto attorno a lui. La ciotola ed il bicchiere gli caddero dalle mani per la sorpresa. Stava già correndo via per dare l’allarme, quando improvvisamente fu colpito alla testa, e cadde pesantemente sul pavimento polveroso.

Il Mangiamorte si girò per vedere cosa lo avesse colpito, e rimase a bocca aperta per qualche secondo: Harry era in piedi di fronte a lui, e lo fissava con tutta la rabbia che aveva dentro.

Il ragazzo si concentrò profondamente sulla ciotola di legno riversa per terra, e all’improvviso questa saettò nell’aria a gran velocità, colpendo nuovamente il suo carceriere alla testa, e lasciandolo a terra privo di sensi.

Senza perdere altro tempo, Harry sgattaiolò fuori dalla cella, ed iniziò a percorrere il lungo e buio corridoio a lenti passi, ancora con polsi e caviglie legati da corde magiche. Quando sentì un rumore in lontananza, si nascose dietro ad una colonna, e rimase in ascolto. Un gruppo di Mangiamorte gli passò accanto senza notarlo.

“E’ tutto pronto per la cerimonia di domani?” Chiese uno di loro.

“Si, proprio come il Signore Oscuro ha ordinato…” Rispose un altro.

“E la Mezzosangue? Siete riusciti a catturarla?” Domandò il primo che aveva parlato.

“Non ancora, ma la nostra spia ci ha già informato che presto cadrà nella nostra trappola…” Spiegò un terzo Mangiamorte, terminando la frase con una terrificante risata.

Una volta che furono spariti dietro l’angolo, Harry si mise a riflettere per un secondo.

Era come avevo intuito… Voldemort ha in mente un piano diabolico e per portarlo a termine dovrà effettuare una cerimonia… mi domando chi sarà la sfortunata Mezzosangue di cui parlavano…” Terminò le sue riflessioni, e riprese a camminare lentamente lungo il buio corridoio.

***O***

Hermione aveva fatto una brutta caduta, e rimase alcuni minuti distesa per terra, completamente ricoperta da polvere e detriti. Tossendo cercò di alzarsi in piedi, scostandosi di dosso pezzi di roccia e ragnatele. Quando si guardò attorno, si rese conto di trovarsi in un ambiente umido e buio con un fortissimo odore di carne in decomposizione. La poca luce filtrava dall’apertura in cima al soffitto, dalla quale era caduta poco prima.

Senza perdere altro tempo estrasse la bacchetta, e lanciò in aria delle scintille di luce rosse e blu, sperando che Angy o Marco le notassero in qualche modo.

“LUMOS!”

Dopo aver acceso la bacchetta, mosse qualche passo attorno: nelle pareti erano scavate diverse alcove di pietra, sulle quali c’erano distesi numerosi scheletri, vestiti in abiti che potevano benissimo risalire all’epoca dell’antica Roma.

“HERMIONE! TUTTO BENE?” La voce di Marco la fece trasalire.

Raggiunse il punto esatto in cui era caduta e guardò in alto, dove Marco si stava sporgendo per cercare di vederla.

“STO BENE! ANGY E’ CON TE?” Chiese lei ad alta voce.

“NO… SONO SOLO… CREDI CHE DEBBA RAGGIUNGERTI LA’ SOTTO?” Chiese lui con un leggero tremito nella voce.

“ASPETTA! TI AIUTO A SCENDERE…” Gli urlò Hermione, e guardandosi in torno notò una lunga catena di ferro, arrotolata attorno ad una colonna.

“VINGARDIUM LEVIOSA!” Ordinò, e magicamente la catena prese vita, levitò in aria, e raggiunse l'apertura sul soffitto. Subito Marco si attaccò ad essa e scivolò giù, toccando terra con un piccolo salto.

“Ma che razza di posto è?” Chiese lui ispezionando il buio corridoio.

“Sembrano delle antiche catacombe… ma la cosa strana… è che ci sono delle scritte magiche sulle pareti…” Spiegò Hermione, avvicinandosi lentamente al muro ed illuminando le antiche scritte Runiche con la bacchetta.

“Riesci a leggere quello che c’è scritto?” Chiese Marco, osservando curioso.

“Ora ci provo… sembra una specie di profezia… dice più o meno così…

Il potere al di là di ogni potere, che è in grado di sconfiggere la morte…

Tra mille che lo cercano solo UNO  lo trova…

Tra mille che lo trovano solo UNO lo conosce…

E morta la morte, che d’uomini si ciba…

Non vi sarà più il morire…”

“WOW… ma cosa significa?” Marco sembrava completamente confuso.

“E’ una specie di indovinello… il Potere al di là di ogni potere che  è in grado di sconfiggere la morte… mi viene in mente qualcuno che sarebbe molto interessato ad ottenere questo potere…” Disse lei, pensando a l’unico essere che da sempre, ha cercato di sconfiggere la morte in tutti i modi possibili: Lord Voldemort.

All’improvviso sentirono dei passi in lontananza.

“NOX!” Hermione spense la bacchetta, afferrò Marco per il braccio e si appiattirono lungo la parete, cercando di trattenere il fiato per non essere scoperti.

Presto, furono in grado di scorgere la figura di qualcuno, che si avvicinava a lenti passi nella loro direzione.

In breve, questa persona li raggiunse, e si fermò proprio di fronte a loro, guardandosi attorno con circospezione. Quando gli occhi di Hermione si furono abituati alla penombra, la ragazza lo fissò intensamente.

Non sembrava un Mangiamorte, perché non aveva né mantello e né cappuccio. Era alto e longilineo, aveva i capelli arruffati, le braccia legate dietro la schiena e…. un paio di occhiali…

Finalmente Hermione comprese chi aveva di fronte, ed il suo cuore iniziò a battere all’impazzata per l’immensa gioia.

“HARRY, SEI PROPRIO TU?”

(N/A: TATATATANNNNN! I due piccioncini sono nuovamente riuniti.... riusciranno a salvarsi la vita? E dove sarà finita Angy? Recensite, pazientate e lo scoprirete....)

 

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Capitolo 14
*** Il Tradimento ***


14

(N/A: Vi ho fatto rimanere con il fiato sospeso per troppo tempo... adesso è venuto il momento di svelare tutti i misteri... a cominciare dal primo... Buona lettura!)

14. IL TRADIMENTO

Harry si girò di scatto verso Hermione, con gli occhi sgranati per la sorpresa.

“Harry! Finalmente ti ho trovato! Sono così felice…” Urlò la ragazza gettandoglisi al collo e stringendolo forte a sé. Non stava più nella pelle dalla gioia, credeva di sognare. Harry era lì tra le sue braccia, sano e salvo.

“H-Hermione? C-cosa ci fai tu qui?” Balbettò lui stravolto.

“Come cosa ci faccio qui? Sono venuta a salvarti! Non sei contento di vedermi?” Chiese lei con le lacrime agli occhi, senza scioglierlo dal suo abbraccio tentacolare.

All’improvviso, Harry si allontanò di scatto e prese a fissarla corrucciato.

“Non ti rendi conto del pericolo che stai correndo? Sei stata una vera irresponsabile a venirmi a cercare… non avresti mai dovuto farlo!” Il ragazzo la rimproverò severamente, ed Hermione  lo fissò stupita per alcuni secondi.

Aveva il volto segnato da profonde occhiaie, la barba incolta e diversi lividi e ferite sulle guance e sulla fronte. Il sorriso della ragazza scomparve di colpo, e lei abbassò lo sguardo sentendosi profondamente mortificata.

“Non dovresti trattarla in questo modo! Tu non sai quanti pericoli la tua amica ha dovuto affrontare per venirti a cercare… sei un vero ingrato!” Protestò Marco prendendo le difese di Hermione.

“E lui chi sarebbe?” Chiese Harry diffidente, indicando il ragazzo con un lieve cenno della testa..

“E’ Marco, un mio carissimo amico… ci ha aiutato ad arrivare fino qui. Ascolta Harry… hai ragione ad essere arrabbiato con me…. ma quando ho ricevuto il tuo messaggio per Silente... io non ho potuto fare altro che…”

“Tu hai ricevuto il mio messaggio? Ma come è potuto succedere?” Harry la interruppe bruscamente, e prese a fissarla stupito.

“VE LO DICO IO COME E’ POTUTO SUCCEDERE!” Si girarono tutti e tre verso la persona che aveva parlato, e con grande sorpresa videro che si trattava proprio di Angy. Se ne stava lì in piedi con la bacchetta illuminata e puntata dritta verso di loro.

“Come hai fatto a trovarci? Stai… stai bene?” Le chiese Hermione incerta.

“Sto molto bene… grazie… piccola ed impertinente Mezzosangue…” Rispose lei con un ghigno malefico.

Hermione la guardò per un momento con aria interrogativa, poi all’improvviso prese coscienza della verità, come se fosse stata colpita da un fulmine: Angy le aveva sempre mentito, per tutto il tempo che avevano trascorso insieme.

“Credo che ormai il tuo cervellino semi-babbano abbia fatto due più due… non è così?” Angy prese a camminare attorno a loro, con passi lenti e misurati, senza mai distogliere lo sguardo.

“Tu sei… al servizio di Voldemort!“

Angy rise di gusto, poi rispose con soddisfazione.

“Ci sei arrivata finalmente! Ed io che credevo che fossi una strega brillante… invece non hai mai sospettato niente in tutto questo tempo…”

Hermione si sentì profondamente tradita, ma cercò ugualmente di mantenere il suo contegno, per non dare una soddisfazione alla sua nemica.

“Ed era anche una bugia tutto quello che mi hai raccontato di te ed Harry, vero?” Chiese Hermione con voce ferma, anche se ormai la risposta era evidente.

“Io non ho mai visto questa strega in vita mia!” Affermò Harry con disprezzo.

“Esattamente! Purtroppo… non ho mai avuto il piacere di conoscerti personalmente, Harry Potter… ma il mio Signore mi ha molto parlato di te… “ Spiegò Angy, continuando a girare attorno a loro, con la bacchetta sguainata come una spada.

“E’ stata tutta una messa in scena, non è vero? Hai iniziato la commedia a Parigi… quando ti ho trovata dentro alla Cattedrale…” Hermione riprese la parola, continuando a fissarla dritta negli occhi con rabbia infinita.

“Purtroppo il piano prevedeva che Silente venisse all’appuntamento di Mont Martre… e quando invece sei arrivata tu… ho dovuto modificare qualcosa… ma tutto sarebbe comunque andato liscio se tu avessi avvisato Silente della riunione segreta a Venezia..”

“Ma purtroppo Silente era irrintracciabile!” Aggiunse Hermione, cercando di prendere tempo.

“Infatti… AFFARI URGENTI LO STAVANO TENENDO LONTANO DA HOGWARTS… sembrava che non sarei mai riuscita ad attirarlo nella mia trappola… ma io non mi sono data per vinta, ed insieme con gli altri Mangiamorte abbiamo architettato un piano geniale… è bastato far bere la pozione polisucco ad un babbano qualunque, farti credere che si trattasse di Harry… e tu ci saresti cascata come una povera idiota…” Spiegò Angy.

“Io sarei un… BABBANO QUALUNQUE?” Protestò Marco, che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare in silenzio. Angy non gli rispose, e proseguì il suo racconto guardando Hermione con odio crescente.

“Purtroppo… tu non ti sei data per vinta … ed infatti sei riuscita a creare il panico tra tutti i Mangiamorte presenti alla riunione, ed hai portato in salvo il finto Harry…” Continuò Angy con voce ferma.

“E Rufus? Anche lui era d’accordo con te?” Chiese Hermione disgustata, ed Angy emise una risatina agghiacciante.

“Il caro, povero, ingenuo Rufus Magnus… quanto mi è dispiaciuto toglierlo di mezzo… ma purtroppo stava cominciando a diventare troppo sospettoso…” Spiegò Angy compiaciuta.

“SEI UNA MALEDETTA ASSASSINA!” Hermione aveva completamente perso il controllo, ed urlando, cercò di avventarsi contro di lei, ma Marco la trattenne per le braccia.

“COME HAI POTUTO UCCIDERE UN AMICO!”

“Devi capire, mia cara Hermione… che quando decidi di servire il “Lato Oscuro”… come lo hanno servito i tuoi stessi padri… alla fine, eliminare i maghi scomodi… diventa una questione di normale routine!” Rispose lei con semplicità.

“Sono stata una vera stupida! Ti ho dato la mia fiducia… mentre tu invece pensavi al modo migliore per eliminarmi…” Le disse Hermione con rabbia infinita, sentendo salire un nodo alla gola.

“Poi a Venezia, il Babbano ti ha messo sulla pista giusta… e dopo averti fatto inviare l’ennesimo gufo urgente a Silente… il Signore Oscuro decise che non gli servivi più… quindi ordinò ai suoi fedeli servitori di eliminarti sul treno per Roma… ma ancora una volta sei riuscita a sfuggire al nostro agguato… ed io fui costretta nuovamente a reggere il gioco…“

“Però i tuoi compari non hanno avuto problemi a lanciarti incantesimi su incantesimi, mentre ci inseguivano alla stazione di Firenze… per poco non finivi sotto ad un treno! Marco ti ha salvato la vita… questo non significa niente per te?” Chiese Hermione esasperata.

“Gli altri Mangiamorte stavano cercando di colpire voi due… mi hanno presa per sbaglio… loro non avrebbero mai osato! “ Rispose Angy nervosamente.

“Invece lo hanno fatto!” Marco la interruppe all’improvviso, guardandola dritta negli occhi.

“Angy cosa ti sta succedendo? Tu non sei veramente così… io lo so che dentro di te sei ancora capace di amare… tutto questo orrore non ti appartiene… Angy ti supplico!” Marco le parlò con sincerità, evidentemente commosso.

“STAI ZITTO! NON AGGIUNGERE ALTRO OPPURE TI UCCIDO ALL’ ISTANTE!” Gli urlò contro Angy, e lui rimase in silenzio, continuando a fissarla intensamente.

“Adesso sarete scortati in un luogo sicuro… domani sarà un giorno importante per tutti noi… vi consiglio di prepararvi moralmente e spiritualmente… dopo tutto, le eclissi di sole sono un avvenimento unico!” Concluse enigmaticamente, e con un cenno della bacchetta, fece comparire delle corde magiche che si strinsero attorno alle braccia di Marco ed Hermione.

Subito dopo, furono raggiunti da alcuni Mangiamorte, che li afferrarono di peso, e li trascinarono dentro ad una piccola cella, sigillando magicamente la porta alle loro spalle.

Crollarono tutti e tre sul pavimento polveroso. La cella era buia ed angusta, ed emanava un fortissimo odore di marcio.

“Cosa ci accadrà adesso?” Chiese Marco distrutto.

Hermione si girò verso Harry, che era seduto accanto a lei, e notò che stava fissando con molta attenzione la porta della cella. Quindi prese la parola, con una leggera incertezza nella voce.

“C’erano delle iscrizioni in Rune Antiche sulle pareti… parlavano di una profezia… tu ne sai niente?” Chiese lei  speranzosa, ed Harry si girò lentamente per fissarla negli occhi.

“So soltanto che domani ci sarà una cerimonia… qualcosa che ha a che fare con l’eclissi di sole di cui parlava quella Mangiamorte… con tutta probabilità, io sono il piatto forte… altrimenti non mi avrebbero tenuto in vita così a lungo… credo che la profezia di cui parli c’entra sicuramente…” Spiegò lui brevemente.

“Si tratta di una profezia sul potere che sconfigge la morte… forse, se ne sapessimo qualcosa di più, potremmo cercare di impedirgli di compiere la cerimonia…” Aggiunse Hermione con serietà.

“Sapete a che ora avverrà l’eclissi totale?” Chiese Harry.

“A mezzo giorno… l’ho letto sul giornale questa mattina…” Si affrettò a rispondere Marco.

Poi Harry poggiò la schiena sul muro ed emise un profondo sospiro.

“Dovremmo aspettare fino a domani mattina… di sicuro con lascerò che  ci uccidano senza lottare…” La sua voce era ferma ed il suo sguardo deciso.

Hermione pensò che il suo migliore amico fosse profondamente cambiato: probabilmente, l’austera vita da Auror e le difficoltà che aveva dovuto affrontare negli ultimi anni, lo avevano reso una persona molto più dura e severa, sia con sé stessa che con gli altri.

La ragazza lo guardò intensamente, chiedendosi se sarebbe ancora riuscita a ritrovare il suo Harry in quei profondi occhi verdi: l’amico dolce e gentile che ricordava, sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà e a perdonare.

Ma soprattutto, si chiese se nel suo cuore c’era ancora posto per l’amore….

 

(N/A: E si... Hermione ha proprio ragione a farsi queste domande.... quanto sarà cambiato Harry? Sarà ancora in grado di amare? Oppure, è diventato un eroe solitario, devoto solamente alla lotta contro le forze del male? Ancora un pò di pazienza e lo scoprirete.... mancano soltanto due capitoli alla fine.... A DOMANI!)

 

 

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Capitolo 15
*** Il Portale del Potere ***


Nuova pagina 1

(N/A: Lentamente tutti i misteri si dissolvono.... ecco a voi il penultimo capitolo della mia storia.... grazie ancora per le vostre magnifiche recensioni, sono stata molto felice.... BUONA LETTURA!)

 

15. IL PORTALE DEL POTERE

Il cuore di Harry sussultò dalla sorpresa, quando vide comparire l’immagine di Albus Silente nel grande specchio di fronte a lui.

Ci rivediamo Harry!” Silente parlò con voce ferma e distaccata, ed aveva un curioso luccichio nei suoi profondi occhi blu.

“Professore… è venuto a salvarci!” Harry pronunziò queste parole sperando in una risposta affermativa.

Sarete voi a salvare  voi stessi… abbi fiducia, Harry… e segui sempre  il tuo cuore…” Le parole di Silente erano estremamente enigmatiche. Harry allungò una mano per toccare lo specchio e con sua grande meraviglia notò che era composto di materia fluida, e le sue dita scomparvero dentro di esso.

“Come farò a salvare me stesso ed i miei amici?” Chiese Harry confuso, mentre l’immagine di Silente stava lentamente scomparendo in un vortice di luce e nebbia.

Ricorda le  mie parole, e a tempo debito le comprenderai…” La voce di Silente echeggiò ancora nella mente di Harry, e lui si svegliò di soprassalto, ansimando.

Subito si rese conto di trovarsi nella cella angusta dove lui, Hermione e Marco erano stati portati la sera prima. Sentì un lieve peso sulla sua spalla destra, e si girò per vedere che la sua amica si era addormentata poggiandosi su di lui.

Harry sorrise fra sé, osservando il dolce profilo della ragazza, i folti capelli castani che le coprivano il volto. Annusò ad occhi chiusi il suo delicato profumo di vaniglia.

Per un attimo, tornò in dietro con la memoria al tempo della scuola, quando lui, Ron ed Hermione univano sempre le loro forze per uscire fuori dai guai. La sua migliore amica era nuovamente al suo fianco, pronta a lottare con lui fino alla fine.

Un lieve fremito della ragazza, fece comprendere ad Harry che si stava risvegliando. Subito Hermione si guardò attorno. Marco era disteso in un angolo della cella poco distante da loro, ancora profondamente addormentato. Poi Hermione si girò verso Harry, e gli sorrise dolcemente.

“Devo essermi addormentata… da quanto tempo sei sveglio?” Chiese lei preoccupata.

“Da poco… era da tanto che non riuscivo a chiudere occhio… si vede che questa volta avevo assoluto bisogno di un po’ di riposo… tu stai bene?” Chiese lui accennando un sorriso.

“Credo di si… anche se preferirei di gran lunga trovarmi in tutt’altro posto!” Rispose Hermione amaramente.

“Hai un piano su come uscire di qui?” Chiese lei seria.

“Non ho proprio un piano ma… c’è qualcosa di me che Voldemort proprio non si aspetta… hai ancora la tua bacchetta?” Chiese Harry con aria enigmatica.

“Si, è nella tasca dei miei jeans… perché?” Hermione non riusciva a capire come avrebbero potuto utilizzare la sua bacchetta, visto che erano ancora legati con corde magiche.

“Tu non preoccuparti… al momento opportuno ci penserò io…” Rispose lui, con un curioso luccichio negli occhi.

All’improvviso, Hermione sentì di dovergli dire qualcosa di estremamente importante.

 “Devo parlarti Harry… forse questi saranno gli ultimi momenti che passiamo insieme, e non mi potrei mai perdonare di non averlo fatto…” Disse lei con un filo di voce, mentre Harry prese a fissarla attentamente.

“Prima mi hai chiesto perché sono venuta a cercarti fino qui… beh… era il minimo che potessi fare, dopo che Edwige mi ha recapitato la tua lettera indirizzata a Silente… era ferita a morte poverina! NO, non preoccuparti, Edwige sta bene adesso…” Si affrettò ad aggiungere Hermione, notando che l’amico aveva sgranato gli occhi con apprensione.

“Ho cercato di contattare Silente, ma non sono riuscita a rintracciarlo… e tu stavi disperatamente chiedendo il suo aiuto… cos’altro avrei potuto fare?” Continuò Hermione sulla difensiva, mentre Harry ascoltava in silenzio.

“Poi a Parigi, sono andata all’appuntamento… ed invece di trovare te… ho trovato Angy, che mi ha riempito la testa di bugie, dicendomi che era un Auror… che lavorava insieme a te… e che era la tua fidanzata!” Hermione si fermò per un momento, cercando di decifrare lo sguardo sorpreso negli occhi di Harry, poi continuò a parlare.

“Non so perché, ma le ho creduto… e se devo essere sincera, ti ho anche odiato per questo…”

“Ma io non ho mai visto quella strega prima d’ora!” Affermò Harry inorridito.

“Lo so… lo so… e mi dispiace per averle creduto… ma in quel momento mi sono sentita tradita… cerca di capirmi! Comunque ho sbagliato a fidarmi di lei, sono stata una vera stupida! Non sono riuscita vedere al di là del mio naso… e adesso ne stiamo pagando tutti le conseguenze…” Aggiunse la ragazza profondamente mortificata.

“Non dire così… è il tuo carattere! Cerchi sempre di vedere il lato buono nelle persone… anche se a volte… questa tua fiducia negli altri… ti può trascinare in situazioni molto rischiose!” Harry la guardò con infinita comprensione, e lei sentì salire le lacrime agli occhi.

Come aveva potuto sbagliarsi in questo modo, come aveva potuto essere così irresponsabile?

Hermione emise un profondo sospiro, e cercò con tutte le sue forze di trattenersi dal piangere.

“Quello che sto cercando di dirti è che… accidenti è talmente difficile!” Hermione distolse lo sguardo per un momento, sentendo il cuore battere all’impazzata. Poi sospirò nuovamente, e tornò a fissare Harry dritto negli occhi.

“Io… ecco io… sono felice che Angy non sia la tua ragazza… perché… perché credo di… anzi sono sicura che…” Hermione non riusciva proprio a trovare le parole giuste per confessargli i suoi sentimenti.

Harry prese a fissarla con aria interrogativa, senza sospettare minimamente quello che l’amica stesse tentando di dirgli.

Alla fine, Hermione racimolò tutto il suo coraggio e parlò.

“Harry io…”

“SBANG!” All’improvviso la porta della cella si aprì bruscamente, ed entrarono tre Mangiamorte incappucciati.

“E’ arrivato il vostro momento… il Signore Oscuro vi sta aspettando!”.

***O***

Harry, Hermione e Marco si guardarono intorno. Erano stati appena trascinati di peso all’interno di una sala enorme e luminosa: il pavimento era di marmo blu come la notte, alle pareti pendevano fiaccole accese, al centro della sala c’era una piccola fontana circolare piena d’acqua e sul tetto, esattamente sopra di essa, il sole filtrava attraverso un foro rotondo, e si specchiava proprio dentro alla fontana. Numerose piccole statue di marmo, raffiguranti divinità greche abbellivano la sala tutto intorno.

In un angolo, troneggiava un enorme specchio rettangolare, alto fino al soffitto, con un’antica cornice di legno intarsiato. Hermione ed Harry lo riconobbero subito: si trattava proprio dello specchio dal quale Silente era apparso loro in sogno.

Oltre a loro tre, nella sala erano presenti anche diversi Mangiamorte incappucciati e vestiti di rosso, tra i quali riconobbero Angy, perché era l’unica a non portare il cappuccio.

“HAIAAAA!” D’un tratto Harry lanciò un urlo straziante, ed indietreggiò di alcuni passi, appoggiandosi con la schiena alla parete dietro di lui.

“Cosa c’è Harry? Ti senti male?” Chiese Hermione preoccupata.

“La cicatrice! “ Rispose lui ansimando e strizzando gli occhi per l’immenso dolore. Poi all’improvviso li spalancò e parlò con voce ferma.

“Lui è qui!”

D’un tratto le porte si aprirono, e Lord Voldemort entrò seguito dal suo stuolo di fedeli servitori. Anche lui era vestito in modo sontuoso, con un lungo mantello coloro porpora. Ma gli occhi erano gelidi e malefici, come quelli di un serpente. Un ghigno orribile gli solcava il volto cadaverico.

“E’ lui? E’ il mago cattivo?” Chiese Marco terrorizzato, ed Hermione annuì.

“Che piacere avervi tutti qui… specialmente il mio peggior nemico… il famoso Harry Potter…” Voldemort parlò con voce fredda e tagliente, mentre si avvicinava a passi lenti.

“Purtroppo non posso dire altrettanto!” Disse Harry con infinito disprezzo.

“Sempre il solito cattivo carattere… in questo non sei cambiato affatto… ma non ho tempo per stupide chiacchiere!” Tagliò corto Voldemort guardando Harry dritto negli occhi, quindi proseguì con tono solenne.

“Oggi è il terzo giorno, del terzo mese, del terzo secolo e sarete testimoni di un grandissimo evento… tra poco inizierà l’eclissi di sole… ma non sarà un eclissi come tutte le altre, questa è stata attesa da più di trecento anni… e voi avrete l’immenso privilegio di godervi lo spettacolo insieme a noi…” Voldemort emise una terrificante risata, quindi si diresse verso la fontana circolare, al centro della sala.

“Come vedete, in questo momento la luce del sole sta filtrando attraverso il foro sul tetto… e l’immagine del sole si riflette nell’acqua della fontana… non appena inizierà l’eclissi, noi tutti potremo osservare l’evento guardando dentro di essa… ma la parte più importante, riguarda lo specchio magico…” Voldemort indicò lo specchio posizionato in un angolo della sala.

“Adesso inizieremo una complessa cerimonia, grazie alla quale, durante l’eclissi, nello specchio si aprirà il Portale del Potere…” Voldemort si soffermò ad osservare lo specchio con uno scintillìo negli occhi, poi riprese a spiegare.

“Il Portale mi darà un immenso potere… contribuendo così… a farmi diventare il mago più grande di tutti i tempi… ma come tutte le cose belle, haimé, sarà necessario un piccolo sacrificio…” Il Signore Oscuro si girò verso i tre ragazzi con un ghigno malefico sul viso.

“Ed è qui che entri in scena tu, mio giovane Harry… quando l’eclissi raggiungerà la sua totalità, come scritto nella profezia, il Portale del Potere richiederà un sacrificio umano, per poter dischiudere a me il suo scrigno carico di doni…”

“Non crederai che mi arrenderò senza lottare!” Sbraitò Harry con rabbia.

“Mio piccolo, giovane ed inesperto ragazzo… come credi di riuscire a opporre resistenza al Signore Oscuro? L’unica cosa che potrebbe preoccuparmi, sarebbe il fatto che un solo sacrificio non fosse sufficiente… ma ho pensato anche a questo… infatti abbiamo qui presente la giovane Mezzosangue ed il ragazzo babbano… pronti a sacrificare le loro misere vite per la mia causa…”

“TU SEI COMPLETAMENTE PAZZO!” Harry aveva ormai perso il controllo, e stava urlando con tutte le sue forze, dimenandosi per cercare di liberarsi.

“Se adesso vuoi scusarmi… mi attende una cerimonia…” Concluse Voldemort girandosi verso i suoi seguaci.

La cerimonia ebbe inizio: uno dei Mangiamorte aprì un enorme libro polveroso, e Voldemort lesse delle complesse formule magiche in una lingua sconosciuta, mentre tutti gli altri sedevano in ginocchio con il capo chino. Nel frattempo un ombra scura cominciava a calare lentamente sul sole riflesso nell’acqua della fontana

“Cosa possiamo fare?” Chiese Hermione con voce tremante, cercando di liberare le mani dalle corde magiche.

“Hai detto che la tua bacchetta magica si trova nella tasca dei jeans?” Le sussurrò Harry.

“Si, ma…”

“Ti fidi di me?”  Chiese lui guardandola intensamente negli occhi e lei annuì.

Subito Harry prese a fissare la bacchetta con grande concentrazione, e d’un tratto questa prese vita e si mise a levitare fuori dalla tasca. Hermione sussultò dalla sorpresa, poi si guardò attorno con aria circospetta, sperando che nessuno stesse guardando. Fortunatamente, tutti erano estremamente impegnati a seguire la cerimonia.

Con la forza della mente, Harry comandò alla bacchetta di puntare ai suoi polsi dietro alla schiena, e magicamente le corde che li tenevano legati si dissolsero nell’aria. Senza perdere altro tempo, prese la bacchetta tra le mani, e la puntò verso le caviglie, e poi liberò anche i suoi compagni.

Harry però, aspettava ancora il momento opportuno prima di agire.

Quando Voldemort ebbe terminato con le formule magiche, congedò tutti i Mangiamorte presenti, che uscirono dalla sala in fila indiana. Angy comunque rimase dentro, e sigillò la porta con la magia. Poi il Signore Oscuro si girò verso i tre ragazzi.

“Adesso tocca a te, giovane Harry!”

“Credo che per il momento il Portale dovrà fare a meno del mio sacrificio…” Rispose lui con aria di sfida, puntando la bacchetta contro il suo nemico.

“Avrei dovuto aspettarmi un colpo d’ingegno da parte tua… ma non credere di spaventarmi… vuoi duellare? Lo abbiamo già fatto in passato…” Disse Voldemort senza scomporsi, ed estrasse la sua bacchetta da sotto al mantello.

Subito i due si fronteggiarono: entrambi camminavano a passi lenti girando attorno alla fontana, dove l’ombra scura era già arrivata a coprire il sole per metà.

Harry si concentrò sulle statue attorno alla sala, e all’improvviso queste presero a levitare a diversi centimetri da terra. Prima che Voldemort potesse reagire in qualche modo, Harry usò tutta la sua forza mentale per scagliare le statue violentemente contro il suo nemico.

Malgrado la sua sorpresa, il Signore Oscuro reagì prontamente.

“AVADA KEDAVRA!”

Al suo comando, un raggio di luce verde uscì dalla bacchetta e colpì le statue che non era riuscito a schivare, frantumandole in mille pezzi.

“Complimenti, Harry… mi è piaciuto questo tuo primo attacco… ma non credere di potermi sconfiggere con alcuni pezzi di marmo volanti!” Disse Voldemort sogghignando.

D’un tratto Hermione notò con orrore che nello specchio magico si era formato un velocissimo vortice di luce e nebbia, in grado di risucchiare dentro qualsiasi cosa si trovasse davanti ad esso.

Il Portale del Potere si era finalmente aperto.

“Harry! Stai attento allo specchio!” Gli urlò lei, ma il giovane era troppo concentrato sul duello e sul suo nemico, e non voleva in nessun modo abbassare la guardia.

“EXPELLIARMUS!” Gridò Harry, ed un raggio di luce rossa uscì dalla bacchetta in direzione di Voldemort.

“PROTEGO!” Al comando del Signore Oscuro, uno scudo magico si materializzò davanti a lui, neutralizzando l’attacco.

“CRUCIO!” Ordinò Voldemort, ed un raggio di luce saettante partì dalla sua bacchetta. Harry però fu più veloce, e con un balzo schivò il colpo appiattendosi sul pavimento, per poi rotolare sulla schiena ed alzarsi subito dopo.

Entrambi continuarono a duellare senza sosta, mentre l’eclissi stava già raggiungendo la sua totalità. Hermione seguiva tutta la scena con il fiato sospeso e le mani premute sulla bocca, notando preoccupata che Harry continuava a passare pericolosamente accanto al vortice del Portale.

Hermione doveva assolutamente avvertirlo, per impedirgli di venire risucchiato dentro allo specchio. Racimolò tutto il suo coraggio e corse verso di lui, quando all’improvviso…

“RIKTUSEMPRA!” Un raggio di luce violetto uscì dalla bacchetta del Signore Oscuro, che colpì la ragazza dritto allo stomaco, facendola volare all’indietro, e sbattere contro la parete di marmo.

 Harry seguì tutta la scena con orrore. Stava già movendo alcuni passi verso di lei, quando Voldemort approfittò di quel momento di debolezza, e gli lanciò un altro incantesimo micidiale.

“RIKTUSEMPRA!” Harry fu colpito in pieno petto, fece una capriola all’indietro e cadde proprio davanti al Portale del Potere, che iniziò a risucchiarlo dentro con forza inaudita.

“NOOOOO!” Hermione si mise ad urlare con tutto il fiato che aveva in gola, e si alzò immediatamente in piedi per raggiungerlo.

Nel frattempo, il giovane si era aggrappato ad una colonna vicina allo specchio, e stava lottando con tutto sé stesso per non venire inghiottito dal vortice.

“PRESTO… DAMMI LA MANO… DAMMI LA MANO!” Gridò Hermione disperata, tendendo il braccio, mentre l’aria fortissima e la luce accecante emanate dal vortice le impedivano di vedere chiaramente. Con l’altro braccio, afferrò la colonna più vicina e cercò di fare resistenza come meglio potè.

“NON CE LA FACCIO! MI STA TRASCINANDO DENTRO!” Urlò lui terrorizzato, ma tentò ugualmente: staccò una mano dalla colonna, e cercò di afferrare quella tesa di Hermione.

Erano ormai a pochi centimetri, le loro dita di stavano già sfiorando. La ragazza si stava sforzando con tutta sé stessa per non cedere, anche se sentiva che le forze la stavano ormai abbandonando.

“AGGRAPPATI A ME! NON TI LASCERO’ ANDARE … TE LO PROMETTO AMORE MIO!”

In quell’istante, i due ragazzi si guardarono dritto negli occhi, e finalmente, Hermione riuscì a prendergli la mano, stringendola il più possibile nella sua.

“Non permetterò che quella stupida Mezzosangue rovini tutto… RIKTUSEMPRA!” Ordinò Voldemort, e un altro raggio di luce saettante uscì dalla sua bacchetta, colpendoli esattamente alle mani.

Senza neanche avere il tempo di reagire, Harry lasciò definitivamente la presa.

“NOOOOO! HARRY!” Urlò Hermione disperata.

In un baleno il ragazzo fu inghiottito dal terribile vortice di luce e nebbia, scomparendo per sempre dalla loro vista.

(N/A: Non sarà mica tutto finito? Purtroppo, mi tocca lasciarvi ancora una volta sulle spine.... ma cos'è la vita senza un pò di suspance? Domani pubblicherò l'ultimo capitolo, quindi, tenete duro ancora un pò... CIAO!)

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Capitolo 16
*** La Forza dell'Amore ***


Nuova pagina 1

 

(N/A: SQUILLI DI TROMBA... RULLI DI TAMBURI... ECCO A VOI L'ULTIMO CAPITOLO DELLA MIA STORIA...)

16. LA FORZA DELL’AMORE

Caddi in ginocchio disperata, mentre continuavo a fissare incredula il Portale del Potere, che aveva appena inghiottito il mio adorato Harry in un vortice di luce e nebbia. Ero profondamente scioccata.

Non potevo credere di averlo perso per sempre, non potevo credere che non mi sarei mai più specchiata nei suoi dolcissimi occhi verdi,  che non avrei mai più potuto parlare con lui.

“Adesso sono pronto a ricevere l’immenso potere che mi spetta di diritto…” Voldemort terminò la frase con una terrificante risata, ma a me non importava più di niente e di nessuno.

Il  mio amore mi aveva lasciato per sempre, ed il mio cuore si era inevitabilmente spezzato. Mi girai attorno, e vidi che in lontananza, Marco ed Angy mi stavano osservando sconvolti.

Il mio sguardo cadde sulla fontana; ormai l’eclissi aveva raggiunto la sua totalità.

Tornai a fissare il vortice davanti a me, e desiderai con tutta me stessa di poter raggiungere Harry dentro a quello specchio malefico. Poi ripensai alle parole di Silente.

Segui sempre il tuo cuore…” Ma cosa mi stava dicendo il mio cuore in quel momento? Mi alzai lentamente in piedi, quasi in trance, e mi avvicinai pericolosamente al Portale.

“HERMIONE NON LO FARE!” Distinsi appena la voce esasperata di Marco, ma ormai avevo preso la mia decisione. Non c’era più niente che mi trattenesse in questo mondo ormai. Volevo solamente seguire il mio amore perduto.

Sentii la mano forte di Marco stringere il mio braccio, ma ero già troppo vicina al Portale. Iniziavo già a percepire la sua tremenda forza che mi attirava sé.

“NOOOO! HERMIONE!”

Mi coprii il volto con le braccia, per contrastare la violenza del vortice, e mi diressi a passi lenti verso di esso. Ero sempre più vicina, sempre più disperata.

La voce di Marco fu l’ultima cosa che udii, prima di venire inghiottita dentro al Portale.

***O***

Marco rimase a fissare lo specchio in stato di shock. Non riusciva ancora a credere ai suoi occhi. Harry ed Hermione erano scomparsi per sempre, così come in un battito d’ali.

 “Come hai potuto farlo? COME HAI POTUTO, LURIDO BASTARDO!” Marco era completamente fuori di se, e si mise ad urlare con rabbia contro Voldemort.

“Chi sei tu, BABBANO, per osare rivolgerti in questo modo al Signore Oscuro?” Voldemort era furente e sollevò la sua bacchetta verso di lui.

“CRUCIO!” Al comando del Signore Oscuro, Marco cadde per terra, contorcendosi per il dolore.

Angy osservò la scena per alcuni minuti, fissando a turno Marco ed il suo Signore. All’improvviso la ragazza si fece avanti, e si mise proprio di fronte al ragazzo.

“BASTA! Ti prego mio Signore…” Gridò lei, abbassando subito lo sguardo.

“Come osi parlarmi in questo modo? Sei cambiata Angy… e questo non piace…” Le disse Voldemort contrariato.

“E’ solo che… non hai nessun motivo per essere adirato con lui… è uno stupido babbano, dopo tutto…” Spiegò Angy frettolosamente.

“Uno stupido babbano estremamente arrogante, aggiungerei… so che la tua lealtà ha vacillato ultimamente, e penso che non ci sia modo migliore per dimostrarmi il contrario, se non quello di uccidere questo babbano per me… in questo modo, renderai i tuoi padri molto fieri, mia piccola Angy…” Voldemort terminò la frase con una risata da gelare il sangue.

La ragazza prese a fissare Marco, che se ne stava disteso per terra, con una mano stretta sul petto, e la testa alzata verso di lei.

“Angy, ti prego non farlo! Non lasciare che lui ti trasformi in ciò che non sei…  tu non appartieni a questo mondo fatto di sangue e morte…” Marco aveva gli occhi umidi dall’emozione e la stava supplicando con tutte le sue forze, mentre Angy continuava a fissarlo nervosamente.

D’un tratto lei alzò la bacchetta verso di lui, ma la sua mano cominciò a tremare vistosamente, e la sua fronte era madida di sudore.

“Angy ascolta il tuo cuore… e ascolta le mie parole…” Marco aveva le lacrime agli occhi, e lei continuava a fissarlo con gli occhi sgranati, quasi in trance.

“IO TI AMO! Non ho mai amato nessuno, come amo te… e sono certo che anche tu mi ami… ti prego non distruggere questo sentimento… ti prego, Angy!” Adesso, calde lacrime solcavano il viso del ragazzo, ed Angy non poté fare altro che abbassare la bacchetta e chinare la testa.

“Non posso farlo… NON POSSO FARLO!” Gridò lei tra i singhiozzi.

“Stupida ragazzina! Non me ne faccio nulla di una traditrice come te…” A queste parole, Voldemort alzò la bacchetta verso di lei, e pronunziò le parole magiche con odio infinito.

“AVADA KEDAVRA!”

Tutto avvenne in una frazione di secondo: mentre il raggio di luce verde usciva dalla bacchetta di Voldemort, Marco scattò in piedi e afferrò Angy per le gambe, trascinandola per terra con tutte le sua forze.

La maledizione senza perdono colpì una colonna in fondo alla sala, distruggendola in mille pezzi. Marco strinse la ragazza forte a sé, proteggendola con il suo corpo. Quando Angy alzò la testa per guardarlo negli occhi, aveva il viso rigato di lacrime.

“Oh, Marco… ti prego perdonami per tutto il male che ti ho fatto…” Gli sussurrò lei disperata.

“Ti ho già perdonato… amore mio…” Marco le parlò con un filo di voce, guardandola teneramente.

“Adesso basta voi due! Vorrà dire che vi ucciderò entrambi!”

“TU NON UCCIDERAI PROPRIO NESSUNO TOM!”

Nell’udire quelle parole, Voldemort  trasalì, e si girò attorno per trovarne la fonte.

“Sei venuto finalmente! Giusto in tempo per assistere al mio trionfo!” Voldemort rise di gusto, ma tornò subito serio, quando vide avanzare verso di lui Albus Silente.

Il vecchio saggio camminava lentamente, le sue sontuose vesti colore del cielo frusciavano sul gelido pavimento di marmo, negli occhi il solito eloquente luccichìo.

“Mi dispiace di contraddirti… ma non ci sarà proprio niente di trionfante nella tua uscita di scena, Tom!” Silente parlò con voce calma e decisa.

“Tu vaneggi stupido vecchio! Tra non molto il Portale del Potere mi inonderà con la sua aura di luce, ed io diventerò il Mago più potente di tutti i tempi… sconfiggerò la morte per sempre, e tutto il mondo magico si dovrà finalmente inchinare di fronte a me…” La voce di Voldemort era trionfante, ma Silente non si scompose minimamente.

“Dimentichi il sacrificio, Tom…”

“Ah, certo… purtroppo il tuo carissimo Harry Potter e la sua amica Mezzosangue hanno gentilmente accettato di sacrificarsi per me… sorpreso? Quanto mi dispiace… ma questa volta hai perso!”

“Dispiace più a me, Tom… ma quello che ha perso sei proprio tu… guarda con i tuoi occhi…” Silente indicò lo specchio magico con la mano, e Voldemort si girò verso di esso, sussultando dallo stupore.

Nel vortice di luce e nebbia, adesso si cominciava a distinguere una figura umana circondata da luce accecante; lentamente si delinearono i contorni della figura: un uomo, alto e magro, avanzava verso di loro, con in braccio una ragazza rannicchiata tra le sue braccia.

Marco ed Angy sgranarono gli occhi dalla sorpresa, quando videro Harry ed Hermione uscire dallo specchio, miracolosamente illesi. Lui aveva un’aria estremamente regale e camminava a testa alta, mentre lei sembrava priva di sensi, con la testa poggiata sulla spalla di lui: erano entrambi circondati da un’aura di luce splendente.

“NON E’ POSSIBILE! NON PUO’ ESSERE VERO!” Voldemort guardava incredulo la scena, indietreggiando spaventato.

“Ed invece è tutto vero, Tom… la profezia parlava di un sacrificio… ma tu non hai capito a cosa essa si riferiva veramente… il Potere al di là di ogni Potere, è il Potere dell’amore… ed il sacrificio della profezia, è stato compiuto da Hermione… lanciandosi nel vortice per salvare Harry, ha fatto in modo che entrambi si potessero salvare… l’amore ha quindi sconfitto la morte… riportando Harry nel mondo dei vivi, al quale appartiene di diritto…” Terminando la frase, Silente guardò Harry con affetto.

“Non è vero! Io ho studiato la profezia nei minimi particolari… adesso voglio il potere che mi spetta!” Voldemort stava farneticando, mentre si avvicinava pericolosamente allo specchio magico, dove il vortice continuava a girare.

Harry si diresse lentamente verso Marco ed Angy, e posò Hermione con delicatezza accanto a loro.

“Prendetevi cura di lei…” Disse con voce ferma, ed entrambi annuirono, mentre Hermione stava riprendendo conoscenza.

Quindi Harry si girò verso Silente, e lo raggiunse a passi lenti, fermandosi al suo fianco.

“Sei pronto Harry?” Chiese Silente con un sorriso, ed il giovane annuì. Entrambi sollevarono le braccia e le puntarono contro Voldemort.

“TOM! C’è qualcuno al mondo che voglia sacrificare la sua vita per amor tuo?” Chiese Silente guardando Voldemort dritto negli occhi.

Il Signore Oscuro fissò Angy per un istante speranzoso, ma lei ricambiò lo sguardo con odio infinito.

Adesso, il Signore Oscuro tremava come una foglia.

“Vi prego… risparmiatemi!” Voldemort si mise a supplicare come un animale ferito, ma Harry e Silente non gli diedero ascolto.

Improvvisamente, un globo di energia si materializzò tra le loro mani, trasformandosi poi in un potente raggio di luce accecante, che Harry e Silente lanciarono con forza contro il loro nemico, colpendolo in pieno petto.

“NOOOOO!”

Voldemort fu spinto con forza dentro al Portale e scomparve per sempre, inghiottito dal vortice di luce e nebbia che lui stesso aveva evocato.

In quell’esatto momento, l’eclissi terminò, ed il portale si richiuse. La superficie dello specchio tornò rigida, come era sempre stata fino a quel momento.

“Vogliamo fare in modo che nessun altro possa utilizzare nuovamente il Portale del Potere?” Chiese Silente guardando Harry dritto negli occhi, e lui annuì.

Quindi entrambi lanciarono ancora una volta un potente fiotto di luce contro lo specchio, che andò in frantumi, scagliando tutti i suoi pezzi attraverso la sala.

Finalmente Voldemort era stato sconfitto con la forza dell’amore e del sacrificio.

Harry sentì un crescente senso di sollievo dentro di sé; si girò verso Silente e lo guardò con gratitudine, ed il vecchio saggio gli sorrise amabilmente.

“Adesso… è meglio che vai da lei…” Harry annuì, si girò e corse a raggiungere la sua Hermione.

La ragazza  se ne stava ancora distesa sul pavimento, accanto a Marco ed Engy, che avevano assistito a tutta la scena in reverente silenzio.

Harry si chinò vicino a lei, e la strinse forte tra le sue braccia.

 “E’ tutto finito…” Le sussurrò dolcemente.

“Ti amo, Harry… da sempre…” Gli disse piano Hermione all’orecchio, e lui si sciolse dall’abbraccio e si perse in quei profondi occhi scuri.

“Ti amo anch’io Hermione…  più della mia stessa vita …”

Lacrime di gioia iniziarono a solcare i loro visi, non si erano mai sentiti così uniti come in quel momento.

“Non riesco a credere che siamo ancora vivi…” Disse lei, profondamente commossa.

“Se tu non avessi deciso di raggiungermi… sarei rimasto intrappolato nel Portale per l’eternità… ti devo la vita amore mio…” La sua voce era colma di gratitudine. Entrambi rimasero alcuni minuti in silenzio, occhi negli occhi.

Hermione si asciugò le lacrime con il dorso della mano, e si guardò attorno: la sala era semi distrutta a causa del duello magico, e degli effetti del vortice di energia.

Con sua grande sorpresa, vide che non lontano da loro, Angy e Marco si stavano baciando con passione, stretti uno tra le braccia dell’altro.

Quando Hermione tornò a guardare il suo Harry, lui le sorrise dolcemente, e senza parlare, le prese il viso tra le mani. La ragazza sentì il cuore in gola dall’emozione, mentre lui le si avvicinò piano e le sfiorò teneramente la fronte con le labbra.

Harry tornò a guardarla intensamente negli occhi, sentendo il cuore traboccare d’amore e lei gli sorrise, raggiante di felicità.

***O***

L’alba stava lentamente illuminando i tetti delle case, di un intenso color rosa e oro. Io ed Harry ci fermammo un momento per godere del magnifico panorama, dalla sommità di Trinità dei Monti. Roma non poteva essere più bella di così.

Nel tardo pomeriggio del giorno prima, Silente ci aveva fatti uscire dalle catacombe del Colosseo sani e salvi. Come era prevedibile, tutti i Mangiamorte si erano dileguati, appena il Signore Oscuro era stato sconfitto.

Io ed Harry eravamo ancora talmente emozionati da tutto quello che avevamo vissuto, che decidemmo di rimanere svegli tutta la notte, e passeggiare per il centro, mano nella mano.

I Fori Imperiali, il Circo Massimo, Piazza di Spagna… Roma si era rivelata a noi come uno scrigno colmo di tesori. Parlammo di qualsiasi cosa, ognuno di noi aprì completamente il suo cuore all’altro.

In quel momento, ce ne stavamo abbracciati stretti stretti, inebriati dalla vista che avevano dinanzi.

“Mi sembra di sognare… tu ed io… in una delle città più belle del mondo…” Ero felice, e mi sentivo finalmente sicura e protetta tra le sue braccia.

“Non è un sogno… questa è la realtà… è l’alba di una nuova vita insieme…” Disse lui con calore.

“Una vita senza più Voldemort…” Aggiunsi io.

“Purtroppo so che ci saranno altri esseri spietati come lui in futuro… Voldemort non è stato il primo e non sarà nemmeno l’ultimo… l’importante è stare insieme, e volersi bene…” Harry guardò l’orizzonte pensieroso.

“Sei diventato saggio e riflessivo… non ti ricordavo così!”

“Ci sono molti lati nascosti di me che ancora devi scoprire… ma avrai tutto il tempo per farlo…” Disse Harry enigmatico.

“A proposito… dove sono finiti Marco ed Angy?” Chiese curioso.

“Silente li ha portati via con sè… Angy ha deciso di rimediare a tutti i suoi errori, e gli ha chiesto di poterlo seguire a Hogwarts… prima però vuole fare visitare il mondo magico a Marco… credo che quei due si sposeranno presto!” Aggiunsi io con un sorriso malizioso.

“Beh… auguro loro tutta la felicità di questo mondo… quei due se la meritano proprio…”

Improvvisamente, mi ricordai di una cosa importante.

“C’è un posto che vorrei farti vedere…” Gli dissi, sciogliendomi dall’abbraccio e prendendolo per  mano.

“Quale posto?” Chiese lui sorridendo.

“Ti fidi di me?” Gli strizzai l’occhio con aria enigmatica.

Poi mi concentrai intensamente e scomparimmo con un sonoro “CRACK”.

In un secondo, apparimmo magicamente in un'altra città.

“WOW! Questo posto è stupendo!” Harry si guardò attorno meravigliato.

Ci trovavamo proprio al centro di Piazza San Marco a Venezia, completamente da soli, ad eccezione di un folto stormo di piccioni, impegnato a svolazzare sopra le nostre teste.

“Siamo a Venezia… la città degli innamorati! Mi prometti che ci torneremo in viaggio di nozze?” Gli chiesi maliziosa.

“C-cosa? Ma… ma certo!” Rispose lui preso alla sprovvista.

Poi Harry mi sorrise avvicinandomi a sé e mi strinse in un caldo abbraccio.

“Ti amo tanto…lo sai?”

“Ed io ti amo di più…”

Mi alzai sulla punta dei piedi e gli presi dolcemente il viso tra le mani. In quel momento, realizzai che avevo di fronte la persona più importante di tutta la mia vita.

Avvicinai la sua fronte alla mia, e mi persi nei suoi brillanti occhi verdi. Con il cuore colmo di felicità, socchiusi gli occhi ed avvicinai le mie labbra alle sue.

Ci baciammo appassionatamente, suggellando in questo modo la nostra promessa d’amore.

FINE

(N/A: Adesso è il momento dei saluti e dei ringraziamenti... cosa posso dire, ringrazio tutte voi per avermi seguito così fedelmente fino alla fine... sono veramente felice di aver iniziato e concluso questa magnifica esperienza... mi sono divertita molto e spero anche voi! Un bacione a tutte e, continuate a seguire l'altra mia storia "SEGRETI DAL PASSATO"... e naturalmente il seguito che scriverò, che si intitolerà "SEGRETI DAL FUTURO"....  CIAO A TUTTE!)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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