LOVE IN TRANSLATION di Petronilla (/viewuser.php?uid=1518)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In Viaggio ***
Capitolo 2: *** Angy Pureheart ***
Capitolo 3: *** La Ragazza di Harry ***
Capitolo 4: *** Confessioni sul Treno ***
Capitolo 5: *** VENEZIA ***
Capitolo 6: *** RUFUS MAGNUS ***
Capitolo 7: *** La Riunione Segreta ***
Capitolo 8: *** Un'Amara Delusione ***
Capitolo 9: *** MARCO ***
Capitolo 10: *** L'Agguato ***
Capitolo 11: *** FIRENZE ***
Capitolo 12: *** Ballo di Mezzanotte ***
Capitolo 13: *** ROMA ***
Capitolo 14: *** Il Tradimento ***
Capitolo 15: *** Il Portale del Potere ***
Capitolo 16: *** La Forza dell'Amore ***
Capitolo 1 *** In Viaggio ***
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LOVE
IN TRANSLATION
By Petronilla
Summary: Harry è in gravissimo pericolo, e questa volta tocca ad
Hermione il compito di andare a salvarlo. Armata solo della sua bacchetta magica
e del suo amore per lui, la nostra eroina affronterà un viaggio avventuroso su
e giù per l'Italia. Riuscirà a salvare il suo Harry? Leggete e lo
scoprirete...
Disclaimer: Queste storie sono
basate su personaggi e situazioni di esclusiva proprietà di JK Rowling, di
svariate case editrici, incluse Bloomsbury Books, Scholastic Books e Raincoast
Books, Salani e della Warner Bros. Inc. Si dichiara inoltre, che non è stato
ricevuto nessun compenso e che non è stato infranto nessun copyright o
trademark.
Capitolo
1. IN VIAGGIO
Era
da poco tramontato il sole, e le nuvole sopra il cielo di Parigi si erano tinte
di rosa e di arancione: questo panorama surreale poteva tranquillamente essere
lo spunto per una piacevole conversazione tra due passeggeri seduti sullo stesso
volo, ma io non ero affatto dell’umore giusto, e non ero nemmeno una turista.
Me
ne stavo tutta seria con la fronte appoggiata al finestrino, e osservavo
distrattamente il panorama davanti a me; agli occhi di un vicino curioso, potevo
sembrare una turista inglese come le altre, in attesa di atterrare nella città
più romantica del mondo, ma non era affatto così.
Questo
viaggio mi avrebbe portato a vivere una delle esperienze più avventurose della
mia vita, e devo dire che di esperienze incredibili, ne avevo già vissute
moltissime. E’ una cosa inevitabile, quando sei la migliore amica di uno dei
più famosi maghi del mondo, un giovane uomo chiamato Harry Potter.
Mi
chiamo Hermione Granger e lavoro da poco presso la sezione Aiuto e Sostegno alle
Creature Magiche in Difficoltà, una nuova sezione creata grazie all’interesse
del nuovo Ministro della Magia, il signor Arthur Weasley; devo dire che è un
lavoro fatto a posta per me, dove ogni giorno ricevo sempre più casi di
creature magiche in difficoltà, come ad esempio i Lupi Mannari, i Centauri e
gli Elfi Domestici, ai quali posso essere di grande aiuto.
Quel
giorno era iniziato come tutti gli altri: sveglia di buon ora, e la solita
preparazione per andare in ufficio. Stavo sorseggiando una tazza di tea, mentre
leggevo la mia copia della Gazzetta del Profeta, quando Grattastinchi che era
tranquillamente acciambellato sulle mie ginocchia, salta giù e punta alla
finestra, miagolando come un matto. Un po’ contrariata da quella interruzione,
mi alzai per andare a vedere cosa avesse attirato la sua attenzione, e quando mi
avvicinai alla finestra, per poco non mi prese un colpo: appoggiata sul
davanzale, mezza tramortita e con un ala insanguinata, c’era Edwige, la
candida civetta di Harry.
Aprii
in fretta la finestra con il cuore che mi batteva all’impazzata, e presi in
braccio la povera creatura, che non aveva neanche più la forza di alzare la
testa. Quando la misi sul tavolo per esaminare meglio la sua ferita, mi accorsi
con grandissima sorpresa che aveva una piccola pergamena attaccata alla
zampetta; fui ancora più sorpresa, quando lessi a chi la pergamena era
indirizzata: Albus Silente, Hogwarts.
Naturalmente
avevo fatto subito due più due: Edwige ferita a morte che trasporta un
messaggio urgente per Albus Silente, poteva significare solamente che Harry era
in pericolo, e che qualcuno aveva aggredito la sua civetta per intercettare quel
messaggio. Non pensai troppo su, ed aprii la pergamena con mani tremanti.
Il
messaggio diceva così:
“Cattive
notizie, siamo stati scoperti. Il Suo aiuto è vitale. Dobbiamo assolutamente
incontrarci il 20 Febbraio, alle ore
12:00 al Monte dei Martiri. E’ questione di vita o di morte, Harry”.
Dopo
questo messaggio, le gambe non mi reggevano più e crollai sul divano: cosa
significava tutto questo? Harry era in pericolo? E se Edwige era arrivata qui da
me, significava che Silente non aveva ancora ricevuto il messaggio?
Mi
morsi le labbra pensando al giorno di due anni fa, nel quale dopo aver superato
brillantemente gli esami finali alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts,
Harry aveva annunciato con orgoglio a tutti noi di essere stato ammesso al
tirocinio per diventare un Auror del Ministero della Magia.
Ricordo
ancora di avergli nascosto tutta la mia preoccupazione all’idea, e di aver
festeggiato con lui, Ron e tutti i nostri amici, come se niente fosse. Non che
non mi fidassi di lui, perché è un mago veramente straordinario, ma la mia
preoccupazione era dovuta al fatto che il Signore Oscuro rappresentava ancora
una costante e reale minaccia.
Purtroppo
parlandogli non avrei concluso niente, perché ormai aveva preso la sua
decisione, ma non potevo fare a meno di essere preoccupata. Da allora ci
rivedemmo molto poco: un paio di feste di compleanno, due Natali passati a casa
della famiglia Weasley, e qualche Gufo per farmi sapere che era ancora vivo.
Non
ho mai neanche avuto la possibilità di dirgli quanto io tenessi a lui, sia
perché la sua personale lotta contro le forze del male, lo aveva sempre
distolto dal pensare all’amore, sia perché io sono un’inguaribile timida,
quando si arriva a questioni di cuore che riguardano me.
Comunque
sia, una volta ripresami dallo shock, ho cercato di mettermi subito in contatto
con Silente attraverso la Metro Polvere: dopo tutto, l’indomani era il 20 di
Febbraio e bisognava fare subito qualcosa di concreto. A scuola però, sono
soltanto riuscita a parlare con la professoressa McGranitt, che mi ha messo al
corrente del fatto che il preside era in viaggio, per un’emergenza che aveva
richiesto la sua presenza altr’ove.
Credete
che me ne sarei rimasta con le mani in mano ad aspettare l’inevitabile? Niente
affatto. Per prima cosa ho affidato Edwige alla mia vicina di casa, una
bravissima guaritrice che lavora all’Ospedale di San Mungo per Malattie e
Ferite Magiche; quindi ho mandato subito un Gufo al mio superiore, per
informarlo che mi sarei presa tutte le ferie arretrate che avevo da parte.
Ho
messo in valigia lo stretto indispensabile, ho infilato Grattastinchi nella sua
cesta, e sono filata via come un fulmine: per non dare nell’occhio decisi che
avrei viaggiato con i mezzi babbani, e raggiunsi l’aeroporto in taxi. Ma
adesso la cosa importante era riuscire a scoprire il luogo dell’appuntamento.
Lessi
e rilessi più volte il messaggio di Harry, fino a quando non mi venne il mal di
testa, ma non riuscivo ancora a capire cosa fosse il Monte dei Martiri.
Quando
arrivai all’aeroporto ero ancora in alto mare, e non avevo assolutamente la
minima idea di dove dovevo andare. Una volta davanti alla signorina della
biglietteria, stavo per fare la figura della stupida, quando alla domanda “
Desidera un biglietto per dove ?” non sapevo ancora cosa risponderle.
Iniziai
a guardarmi attorno per cercare un indizio e all’improvviso gli occhi mi
caddero su alcuni manifesti appesi alle pareti: c’erano indicate alcune delle
principali località di vacanza, come i Carabi, l’Egitto, l’America, e
nell’ultimo c’era la fotografia di una chiesa meravigliosa, di marmo bianco
e sotto la foto c’era scritto “Mont Martre, Paris, France”.
In
quell’istante ho avuto un’illuminazione.
“Un
biglietto di sola andata per Parigi, per favore,” chiesi in fine alla
signorina, che già stava cominciando a guardarmi con impazienza.
Ed
eccomi qua, sul volo per Parigi, senza sapere quale sarà il mio destino…
l’unica cosa che so con sicurezza, è che a costo di superare ogni genere di
pericoli, a costo di dover lottare contro Voldemort in persona, io riuscirò a
trovare il mio Harry e ad aiutarlo.
“Si
mio Signore. L’incontro è fissato per domani alle 12:00 in punto,” rispose
una figura incappucciata.
“Molto
bene. Voglio che li catturiate e che li portiate da me. Ma state molto attenti,
non voglio che commettiate errori questa volta.”
“Fidati
di noi, mio Signore. Non ti deluderemo.”
Queste
parole furono seguite da una terrificante risata, in grado di gelare il sangue
nelle vene.
“Vai
allora! E non perdere altro tempo.” Il Signore Oscuro indicò la porta con la
sua mano cadaverica, e il suo fedele servo uscì, dopo essersi piegato in un
profondo inchino.
“Questa
volta Harry Potter non avrà scampo….” Ancora il Signore Oscuro rise
diabolicamente, pregustando la sua vendetta.
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Capitolo 2 *** Angy Pureheart ***
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2. ANGY PUREHEART
Quando atterrai a Parigi era già buio, e in silenzio
cercai subito un taxi che mi potesse portare al centro: conoscevo la città,
perché c’ero già stata diversi anni fa con i miei genitori.
Trovai un piccolo albergo non distante da Mont Martre, e
presi una camera per la notte; era minuscola ma accogliente, e per me e
Grattastinchi andava benissimo.
Mi avvicinai allo specchio ed osservai la mia immagine
riflessa emettendo un profondo sospiro: sembravo la stessa di sempre, malgrado
la tensione che leggevo nei miei occhi. Lentamente passai una mano tra i capelli
arruffati e pensai che forse, se avessi messo più cura nel mio aspetto
esteriore, invece di concentrarmi soltanto nello studio, magari Harry mi avrebbe
considerata diversamente; magari anche io mi sarei sentita più sicura e sarebbe
stato più facile svelargli i miei veri sentimenti. Mi buttai sul letto
pesantemente, e un enorme quantità di pensieri iniziarono ad affollare la mia
mente.
Purtroppo non sapevo a cosa stesse lavorando Harry, visto
che si trattava sempre di questioni TOP SECRET, però era di sicuro qualcosa che
riguardava Voldemort e i Mangiamorte.
Fino a quel momento né Harry e né gli altri Auror erano
ancora riusciti a sconfiggere il Signore Oscuro e le Forze del Male, anche se
negli ultimi anni, tutti gli Auror avevano contribuito in modo notevole a
limitarne gli attacchi e a neutralizzare i loro malefici piani: di sicuro
avevano molte spie, e un valido sistema per intercettare esattamente i piani del
Signore Oscuro.
Ma soprattutto, il neo Ministro della Magia, aveva
approvato una legge molto importante, che permetteva a tutti gli Auror del
mondo, di poter accedere allo stesso sistema di informazioni, con una rete
capillare di comunicazione magica internazionale.
Non mi era ancora chiaro il funzionamento di questo
sistema, ma sapevo che era sempre stato efficacissimo. Grazie a tutti questi
sforzi, sia il Mondo Magico che quello Babbano,
era riuscito ad andare avanti in relativa tranquillità, senza troppe
strane sparizioni, o troppi incidenti sospetti, da imputarsi a Voldemort e ai
suoi Mangiamorte.
Ciò nonostante, la guerra non era ancora conclusa ed era
chiaro che le Forze del Male sarebbero sempre state pronte a colpire
nell’ombra, in modo subdolo, senza dare nell’occhio, ma seguendo sempre una
stessa subdola logica: quella del terrore.
Quella notte non mi riuscì di prendere sonno, e credo che
neanche avrei voluto.
La mattina seguente mi svegliai di buon ora e scesi subito
in strada per raggiungere il luogo dell’appuntamento in orario. Erano soltanto
le 09:00, ma affrettai il passo ugualmente, senza soffermarmi troppo a guardare
i piccoli negozietti che stavano aprendo ai loro clienti.
Mi ci volle una buona mezz’ora per arrivare, ma quando mi
trovai ai piedi della collina dove sorge la maestosa Cattedrale di Mont Martre,
rimasi abbagliata da tanto splendore: era un immenso tripudio di marmo bianco,
che risplendeva illuminato dalla luce del mattino.
Lentamente iniziai a salire i numerosi scalini e quando
raggiunsi la cima della collina, e mi girai per osservare il panorama, rimasi
nuovamente senza fiato; non avevo mai visto uno spettacolo così meraviglioso:
ai miei piedi avevo tutta Parigi, con i suoi palazzi, i suoi Boulevard, l’Arc
de Triomphe, la Tour Eiffel, la Senna.
Mi sedetti su di una panchina, e iniziai ad aspettare con
trepidazione, guardandomi intorno per cercare di vedere se arrivava qualcuno.
Sentivo il cuore che mi batteva all’impazzata, perché
finalmente avrei rivisto l’amore della mia vita, e avrei potuto nuovamente
dargli tutto il mio aiuto ed il mio sostegno. Poi un altro pensiero penetrò con
forza nella mia mente: e se i Mangiamorte avessero già intercettato il
messaggio? In questo caso avrei dovuto fare molta attenzione, perché di sicuro
sarebbero saltati fuori da qualche parte e ci avrebbero attaccato.
Istintivamente portai una mano alla bacchetta magica, che
avevo messo nella borsa come sempre: in caso di un attacco, sarei stata pronta a
reagire.
Purtroppo il tempo passava, e non accadeva nulla: attorno a
me, numerosi gruppi di turisti continuavano a salire e scendere le scalinate e
ad entrare ed uscire dalla Cattedrale, ma di Harry o dei Mangiamorte, nessuna
traccia.
In breve arrivarono e passarono le 12:00 e io stavo
cominciando a preoccuparmi. Possibile che avevo sbagliato posto? Magari Harry mi
stava aspettando a migliaia di chilometri di distanza da qui, forse era ferito o
moribondo, ed io me ne stavo come una scema, seduta su di una panchina a Parigi!
All’improvviso fui presa dal panico: mi alzai di scatto e
corsi attorno alla Cattedrale, cercando disperatamente di trovare Harry, o
quanto meno, un indizio che mi facesse capire, che mi facesse sperare…
Niente… s’erano sempre e soltanto i soliti turisti che andavano e
venivano.
Nel panico più totale, decisi di entrare dentro, e di
cercarlo lì.
Quando oltrepassai le grandi porte di legno intarsiato,
rimasi abbagliata dall’immensità e dalla bellezza di quel sacro luogo. Mi
misi a cercare in ogni nicchia, dentro ad ogni navata, arrivai fino all’altare
maggiore, ma di Harry nessuna traccia.
In quel momento, il panico stava lasciando il posto alla
disperazione: “Harry dove sei?” Continuavo a chiedermi…
Mi fermai davanti all’altare, e mi sedetti pesantemente
su di una panchina in prima fila: mi misi le mani nei capelli, ero disperata, e
avevo tanta voglia di piangere… quando ad un certo punto sentii uno strano
rumore provenire dalla sagrestia: era come una specie di lamento.
Mi alzai molto lentamente e altrettanto lentamente
raggiunsi la sagrestia, aprii la porta e iniziai a cercare le fonte di quello
strano lamento. Man mano che mi avvicinavo, sentivo che aumentava di intensità,
e compresi che si trattava di un singhiozzo. Dopo alcuni secondi, finalmente
capii che la persona che piangeva era nascosta dietro ad una pesante tenda
dorata che pendeva dal tetto.
Con le mani tremanti, afferrai il bordo della tenda, e
diedi un colpo netto per farla cadere per terra.
“NOOO… TI PREGO NON FARMI DEL
MALE….”
Rimasi scioccata per alcuni
secondi, mentre guardavo quella povera ragazza rannicchiata sul pavimento, che
mi fissava con due grandi occhi azzurri pieni di terrore; aveva il viso
completamente rigato di lacrime, e sulla fronte, perdeva sangue da una profonda
ferita orizzontale.
Era vestita con una tunica di
colore blu scuro, lunga fino ai piedi, lacerata da una evidente colluttazione, e
i capelli, lunghi e di colore biondo chiaro, erano tutti arruffati e sporchi.
Provai una pena incredibile a
vederla in quello stato, e cercai di parlarle nel tono più dolce e rassicurante
possibile.
“Non devi avere paura di me…
io non voglio farti del male.”
Le porsi una mano, che la ragazza fissò dubbiosa.
“Voglio aiutarti… ti prego,
fidati … “
“Tu sei una strega come me,
vero?”
Rimasi così stupida da quella domanda, che mi ci vollero
alcuni secondi per riprendere l’uso della parola.
“Si, hai ragione, sono una
strega… mi chiamo Hermione Granger, e tu?”
“Io mi chiamo…. Angy….
Angy Pureheart…”
Sembrava che la ragazza
cominciasse a tranquillizzarsi, anche se ancora non aveva afferrato la mano che
le avevo teso. Tentai di farle qualche altra domanda, per conquistare la sua
fiducia.
“Posso chiederti cosa ci fai
qui?”
“No… sono in missione Top
Secret per il Ministero della Magia… non posso dirti niente, mi dispiace…”
Improvvisamente mi resi conto che
forse questa ragazza poteva sapere qualcosa di Harry, e non riuscii a
trattenermi dal chiederglielo.
“Anche io sono in missione per
il Ministero…. Devo incontrarmi con una persona, forse tu mi puoi aiutare…
questa persona si chiama Harry Potter… forse tu l’hai visto da qualche
parte, forse tu…”
Ma la ragazza si coprì
improvvisamente il viso con le mani e
ruppe in un pianto disperato, che mi lasciò di stucco.
“Tu lo hai visto? Tu sai
qualcosa di Harry Potter? Ti prego, devi dirmelo… cosa gli è successo?”
Ad ogni domanda che le facevo,
Angy piangeva ancora più forte, contribuendo in questo modo ad aumentare la mia
preoccupazione e la mia ansia.
“Quei maledetti… quei
maledetti Mangiamorte… come hanno potuto farlo? “
“COSA? COSA GLI HANNO FATTO I
MANGIAMORTE? TI PREGO PARLA!”
Stavo letteralmente perdendo la
pazienza e senza rendermene conto, mi inginocchiai accanto a lei e le afferrai
le mani per guardarla dritta negli occhi e ascoltare la sua risposta.
Lei mi fissò sconvolta, gli
occhi rossi di pianto, quindi parlò scandendo le parole.
“HARRY POTTER E’ MORTO!”
(N/A: Che ve ne pare del secondo
capitolo? Se siete curiosi di sapere cosa è veramente successo ad Harry...
rimanete sintonizzati e lasciate il vostro commento, grazie!)
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Capitolo 3 *** La Ragazza di Harry ***
Nuova pagina 1
(N/A: Prima di tutto vorrei ringraziarvi per le bellissime
recensioni che mi avete scritto: Joppy, Caillean, Dada90, Blueberry, Sara,
Valy88, Ghiotto... e a tutti voi che siete rimasti con il fiato sospeso fino a
questo momento, dedico il prossimo capitolo!)
3. LA RAGAZZA DI HARRY
Camminavo a passi lenti lungo la riva della Senna, senza
rendermi conto che stavano già iniziando a cadere le prime gocce di pioggia.
Come una specie di tortura interiore, ripensavo
continuamente alle parole di Angy. Ma più ci riflettevo, più la mia mente si
ostinava a non crederle. Non poteva essere vero… Harry non poteva essere
morto… non sarebbe stato giusto… non avevo nemmeno avuto il tempo di dirgli
addio, di dirgli quanto fosse importante per me…
Continuavo a ripetermi che era tutto un brutto sogno, e che
l’indomani mi sarei svegliata nel mio piccolo appartamento londinese, e mi
sarei messa a ridere rendendomi conto dell'assurdità della cosa.
Adesso la pioggia scendeva con maggiore intensità, e stavo
iniziando a bagnarmi fino al midollo; affrettai il passo e ben presto raggiunsi
l’ospedale, dove qualche ora prima avevo portato Angy.
Quel pomeriggio, in sagrestia non ero riuscita a farmi dire altro da
lei. Dopo quella terribile rivelazione su Harry, la poveretta era svenuta: racimolando le mie
ultime forze, chiesi aiuto ad una suora, che mi diede una mano ad accompagnarla
al più vicino ospedale babbano.
I medici mi avevano chiesto di aspettare fuori, mentre loro
l’avrebbero sottoposta alle prime cure, quindi decisi di correre via, per
prendere una boccata d’aria e riflettere in solitudine.
Quando ritornai al reparto, avevo un solo pensiero che
continuava a martellarmi nella testa: dovevo sapere tutto quanto… dovevo
sapere come faceva questa ragazza a conoscere Harry, e come faceva a sapere che
lui fosse morto… non potevo rassegnarmi all’idea, non lo avrei mai
fatto.
Finalmente, ebbi il permesso di entrare nella sua stanza
per parlarle: quando aprii la porta la trovai seduta sul letto, con la schiena
appoggiata alla parete, e il viso rivolto verso la finestra, apparentemente
rapita dal panorama.
Mi avvicinai cautamente, presi posto a sedere accanto al
suo letto, ed infine lei si girò verso di me e mi fissò dritta negli occhi:
aveva degli occhi così tristi.....
“Cosa vuoi sapere?” Chiese in modo diretto, ed io non persi altro tempo e cominciai subito con le
domande.
“Come fai ad essere così sicura che Harry sia morto?”
“Perché l’ho visto con i miei occhi!”
“Voglio sapere come è successo… devi raccontarmi tutto
quanto.” L’avevo appena sfidata, a riuscire a convincermi.
Allora lei chinò la testa e prese a fissare il pavimento,
mentre le sue mani stringevano con rabbia il copriletto.
“Io sono un Auror, proprio come lui… stavamo lavorando
a questo caso insieme… e avremmo dovuto incontrare Silente a Mont Martre, per
aggiornarlo sulle nostre nuove scoperte…”
Si interruppe per un secondo, ed io continuai a fissarla
con attenzione, sorbendo ogni sua parola con avidità.
“ Ma a quanto pare i Mangiamorte devono avere
intercettato il nostro messaggio, e ci hanno teso un agguato dentro la
Cattedrale…. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze, ma alla fine…”
Angy si interruppe nuovamente, e i suoi occhi si riempirono
di lacrime: con un nodo alla gola per l’emozione, allungai una mano e strinsi
la sua per farle forza, e lei continuò.
“Erano in troppi …… poi uno di loro mi ha preso…
Harry ha messo a repentaglio la sua vita per salvarmi ma non ce l’ha fatta…
lo hanno colpito ed è caduto per terra... senza vita….”
Il racconto fu interrotto dal suo pianto silenzioso, ed io
iniziai a riflettere freneticamente, per cercare di trovare qualche incongruenza
nella sua versione dei fatti.
“Angy, ascoltami… lo so che per te è molto difficile,
ma… è di vitale importanza per me sapere come sono andate esattamente le
cose… io non ho visto il suo corpo… cosa ne hanno fatto?”
“Se lo sono portato via… non so per quale motivo…
dopo averlo colpito con un incantesimo mortale, si sono smaterializzati e lo
hanno portato con loro…”
A sentire quelle ultime parole, si riaccese un barlume di
speranza dentro di me: forse non era tutto perduto… forse Harry era ancora
vivo… perché altrimenti lo avrebbero portato via ?
“Ascoltami Angy, io sono sicura che Harry è ancora
vivo… lo sento nel mio cuore…
ti prego non devi disperare…” cercai di tranquillizzarla, ma le mie parole
non ebbero nessun effetto su di lei. Adesso le sue lacrime bagnavano le
lenzuola.
“Ti prometto che farò di tutto per trovarlo!”
Pronunziai la frase con estrema determinazione, e lei smise di piangere e alzò
la testa per guardarmi dritto negli occhi.
“Ma come potresti? Dobbiamo avvertire subito Silente,
perché soltanto lui è in grado di salvarlo… né tu né io potremmo mai
riuscirci da sole…”
“Si, hai ragione… manderò subito un gufo a Silente per
avvertirlo… ma nel frattempo io non me ne starò di sicuro con le mani in
mano… e se tu non potrai aiutarmi farò da sola, non m’importa!” Ero proprio decisa ad agire, con o senza il suo aiuto.
“No, non potrei mai permettertelo… sono io che devo
andare a cercarlo… è compito mio… tu non devi assolutamente fare niente,
anzi… credo che sia meglio per te, ritornare a Londra…”
Quel suo improvviso cambio di tono mi infastidì
immediatamente: chi era LEI per dirmi cosa dovevo o non dovevo fare.
“Guarda che IO sono la sua migliore amica!” Affermai
con orgoglio, iniziando a perdere la pazienza.
“ED IO SONO LA SUA RAGAZZA!”
"COSA?"
In quel preciso istante mi crollò tutto il mondo addosso:
era come se qualcuno mi avesse dato un pugno in pieno viso… ero profondamente
scioccata e ferita da quelle parole… come era possibile che lei fosse la sua
ragazza? Harry me ne avrebbe parlato… non poteva essere vero… non riuscivo a
crederci.
“La…la sua… la sua ragazza?” Balbettai confusa.
“Si… e se devo essere sincera, Harry non mi ha mai
parlato di te, e ti assicuro che lo avrebbe fatto se tu fossi stata VERAMENTE la
sua migliore amica…”
Ecco un altro pugno in pieno viso: non soltanto Harry aveva
una fidanzata, ma non le aveva neanche mai parlato di me! Rimasi a bocca aperta a fissare Angy per alcuni secondi, e
lei riprese a parlare con uno strano tono di superiorità.
“Come vedi, mia cara Hermione, non c’è alcun bisogno
del tuo aiuto qui… anche se ti sono grata per avermi soccorso… ti prego
quindi di mandare un Gufo urgente a Silente, e di ripartire al più presto
possibile verso casa… lo dico per il tuo bene."
Sentii ribollire il sangue nelle vene: come si permetteva
questa smorfiosa di darmi ordini in questo modo? Ripresi subito il controllo di
me stessa, e respirai profondamente prima di parlare.
“Ascoltami bene, Angy Pureheart … anche se sei la ragazza
di Harry, io sono la sua migliore amica e lo conosco da molto più tempo di
te… quindi, se non ti dispiace, non andrò proprio da nessuna parte e inizierò
le sue ricerche oggi stesso!”
Finalmente, adesso era lei che mi fissava a bocca aperta
dallo stupore.
***O***
“E' al sicuro... come avevate ordinato, mio Signore…"
Rispose il Mangiamorte, profondamente inchinato dinanzi al suo padrone.
“Ottimo! Ma non è ancora abbastanza... ” Il Signore
Oscuro parlò con voce gelida e tagliente.
“Si, è vero... Silente deve aver intuito qualcosa....
comunque al suo posto è arrivata la Mezzosangue… ”
Il Signore Oscuro fulminò il suo servitore con lo sguardo,
e questi si affrettò ad aggiungere: " Ma abbiamo modificato il nostro
piano... e tra non molto anche Silente cadrà nella nostra trappola...."
"Buona idea... usare la Mezzosangue per raggiungere i
nostri scopi... tienimi informato sui nuovi sviluppi..."
"Si, mio Signore..." rispose intimorito il
Mangiamorte, prima di rimettersi nuovamente in piedi e lasciare la stanza buia.
“E' solo questione ti tempo…. non c'è alcuna fretta...
” Il Signore Oscuro si girò verso la finestra, semi sbarrata da tavole di
legno e si mise ad osservare le nuvole cariche di pioggia che si avvicinavano
lentamente, preannunciando tempesta.
***O***
Erano già trascorsi un paio di giorni, e non ero ancora
riuscita a concludere niente. Angy era stata dimessa quella mattina, e le avevo offerto
ospitalità nella mia camera d’albergo.
Durante tutto il tempo che trascorremmo insieme, lei rimase in un ostinato silenzio: rispondeva soltanto a monosillabi e non mi
voleva assolutamente dire niente riguardo alle informazioni che avrebbe dovuto
riferire a Silente.
“Riferirò tutto, soltanto a lui!”
Continuava a rispondermi come un disco inceppato.
Riguardo al fatto che fosse la fidanzata di Harry, beh…
ancora non riuscivo a crederci. Mi sembrava così assurdo… era una strega talmente piena di sé e presuntuosa, che continuavo a domandarmi cosa ci
trovasse Harry di tanto interessante in lei… forse, dopo tutto, non conoscevo
così bene il mio migliore amico come credevo.
Comunque sia, non avevo proprio il tempo di rimuginare su
queste cose… mi rassegnai all’idea di aver perso per sempre la possibilità
di diventare la sua fidanzata, e mi aggrappai con tutte le mie forze alla speranza
di ritrovarlo ancora vivo.
Finalmente dopo due giorni di attesa, arrivò un Gufo da
Hogwarts. In quel momento ero sola in camera, perché Angy stava sotto la doccia;
ne approfittai ed aprii subito la pergamena, leggendo con trepidazione.
“Cara signorina Granger,
sono molto dispiaciuta di doverLa informare che il
professor Albus Silente è ancora fuori sede per un impegno improrogabile.
La prego di tornare subito a Londra
e di non commettere imprudenze delle quali potrebbe sicuramente pentirsi.
Distinti saluti, la Vice Preside, Professoressa Minerva
McGranitt.”
Purtroppo il contenuto della lettera non lasciava spazio ad
ulteriori pianificazioni: la McGranitt mi chiedeva di ritornare casa e di
restarmene buona ad aspettare le loro notizie.
Credete che le avrei dato ascolto? Niente affatto! Proprio mentre stavo per mettere via la pergamena, Angy
entrò nella stanza.
“E’ arrivato il Gufo da Hogwarts?” mi chiese, e senza
tanti complimenti mi strappò il messaggio dalle mani.
“Hey, non ti hanno mai insegnato a chiedere le cose con
educazione?” Ero furiosa per il suo comportamento, ma lei sembrò totalmente
indifferente alla mia reazione.Lesse la pergamena avidamente, poi fece una smorfia di
stizza e la buttò con non curanza sul letto.
“Fuori sede per un impegno improrogabile? Tutte
scuse…”
“Se parli così, vuol dire che non conosci proprio Albus
Silente.”
“Che assurdità… certo che lo conosco!”
Restammo alcuni secondi a fissarci in cagnesco, in piedi
una di fronte all’altra, poi lei ruppe il silenzio per prima.
“Vedo che non ho altra scelta... dovrò iniziare le ricerche da
sola…” disse lei, sospirando con aria di superiorità.
“Io vengo con te!” La interruppi con aria di sfida.
“Non credo proprio!”
“HO DETTO CHE VENGO CON TE!” Le lanciai un’occhiata
furente, che non lasciava spazio ad altri commenti, ed alla fine lei distolse lo
sguardo e si sedette pesantemente sul suo letto.
“Vedo che sei proprio ostinata Hermione…. E d’accordo
allora, ti permetto di darmi una mano con le ricerche… ma se per caso tu mi
sarai d’intralcio, io ti obbligherò a lasciarmi continuare da sola!”
Finalmente avevo vinto io, e con aria soddisfatta mi
sedetti accanto a lei.
“Bene, allora… se dobbiamo lavorare insieme, devi dirmi
tutto quello che sai…”
“Hey, frena, frena… un momento, ragazza… mettiamo
subito in chiaro una cosa… Io sono un Auror, quindi io sono il CAPO e soltanto
io decido sul da farsi…” Alzai gli occhi al cielo e decisi di tagliare corto.
“Si, si, d’accordo… tu sei il capo… adesso posso
sapere quale sarà la nostra prossima mossa?”
Angy mi fissò dubbiosa per alcuni secondi, probabilmente
stupita per la mia improvvisa accondiscendenza, quindi riprese a parlare, sempre
con la sua solita aria di superiorità.
“Io ed Harry abbiamo saputo che ci sarà una riunione di
tutti i capi dei Mangiamorte… potrebbe anche darsi che interverrà il
Signora Oscuro in persona…”
Angy mi lanciò uno sguardo severo, volendo sottolineare
l’estrema importanza di quello che mi aveva appena detto, ed io l’ascoltavo
con molta attenzione, cercando di registrare ogni sua parola.
“La riunione si svolgerà in Italia, e precisamente a
Venezia, tra circa una settimana…" Fece una piccola pausa, poi mi guardò
dritta negli occhi e continuò.
"Se Harry è vivo... come noi speriamo.... sono assolutamente sicura che
lo porteranno a quella riunione, quindi noi dobbiamo per forza…”
“Trovarci a Venezia tra una settimana.”
Terminai la frase per lei, e il mio cervello cominciò ad
elaborare quelle informazioni in modo febbrile: era in programma una riunione di
tutti i Mangiamorte…. Non era
escluso che ci sarebbe andato anche Voldemort in persona, a quella riunione…
sarebbe stata un' impresa molto pericolosa… come avremmo fatto ad uscirne vive
e a salvare Harry?
Angy probabilmente aveva seguito il corso dei miei
pensieri, perché rispose subito alla domanda che mi ero appena posta
mentalmente.
“Ho degli agganci a Venezia, non saremo da sole ad
affrontare tutti quei Mangiamorte… non devi preoccuparti… comunque, se hai
troppa paura e vuoi cambiare idea….”
“Niente affatto… io ci sto! Quando partiamo?”
Stranamente Angy mi lanciò uno sguardo compiaciuto, e
sorrise soddisfatta.
(N/A: Evvai! L'avventura va avanti... leggete e
scoprirete... e naturalmente recensite!)
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Capitolo 4 *** Confessioni sul Treno ***
Nuova pagina 1
(N/A: Ecco un altro capitolo... breve ma intenso.... spero che vi
piaccia. )
4. CONFESSIONI SUL TRENO
Il treno continuava a sferragliare a gran velocità, ed io
venivo cullata dal suo ritmo regolare; fuori dalla finestra, il paesaggio
sfrecciava via come un’immagine proiettata su di uno schermo.
Io ed Angy sedevamo l’una di fronte all’altra, in uno
scompartimento del treno che da Parigi ci avrebbe portato a Venezia.
Avevamo deciso di spostarci con mezzi babbani, per evitare
brutti incontri, e dopo una certa insistenza da parte mia, ero anche riuscita a
convincerla a vestire con abiti babbani, per non dare nell’occhio.
Anche se la riunione dei Mangiamorte era stata programmata
per il primo di marzo, decidemmo di raggiungere la meta in anticipo, in modo da poter
contattare gli “agganci” di Angy.
Distolsi lo sguardo dal panorama, e fissai Angy per alcuni
secondi: era rivolta verso la finestra, i lunghi capelli biondi che le
coprivano il viso, anche lei assorta nei suoi
pensieri; mi domandai a cosa stesse pensando; forse ad Harry, il suo amore, e a
come avrebbe fatto a salvarlo. Poi, improvvisamente, immaginai lei ed Harry che
si baciavano, e mi venne un nodo alla gola: provai una rabbia così forte, che
desiderai con tutte le mie forze poter scappare via e cercare un po’ di
solitudine, per piangere tutte le mie lacrime.
Ero arrabbiata con Harry, perché si era innamorato di
un’altra ragazza, ma ero arrabbiata anche con Angy, per avermelo portato via
così all’improvviso, ed ero anche arrabbiata con il destino, per essere stato
così crudele con me.
O forse era soltanto invidia, la mia, perché lei era
riuscita dove io avevo fallito.
In quel momento Angy si girò verso di me, e rimasi stupita
da come aveva preso a fissarmi: i suoi occhi erano gelidi e freddi, come quelli
di uno stagno congelato in inverno, ma nello stesso tempo così pieni di forza e
determinazione. Ebbi la netta sensazione che quella ragazza sarebbe stata capace
di tutto, pur di raggiungere il suo scopo.
Notando la mia sorpresa, Angy mutò subito espressione, e
un largo sorriso le illuminò il viso.
“Sei pensierosa, Hermione?”
“No… cioè si… mi chiedevo… come mai hai deciso di
diventare un Auror?” Buttai lì la domanda con naturalezza, anche se dentro di
me desideravo saperne di più sul suo conto, per riuscire a mettere a tacere i
miei dubbi.
“Beh… provengo da una famiglia di Auror… i miei
nonni, i miei genitori, i miei
fratelli… tutti quanti sono stati o sono tuttora degli Auror, quindi… il mio
cammino era già egnato sin dalla mia nascita....”
“Ma… quale scuola di magia hai frequentato? Voglio
dire… sei inglese, vero? Ma non
ti ho mai visto ad Hogwarts…”
“Si, infatti… io ho vissuto all’estero…” rispose
lei nervosamente, cominciando a giocherellare con le dita.
“E… posso sapere il nome della tua scuola?” Chiesi
io, stranamente insospettita dal suo atteggiamento.
“La mia scuola si trova in America… e non è così
famosa come Hogwarts… “ rispose lei tornando a guardarmi dritta negli occhi.
“Poi ti sei trasferita in Europa, immagino!”
“Si, qualche anno fa… e ho iniziato il corso per Auror
al Ministero della Magia… è lì che ho conosciuto Harry…” d’un tratto i
suoi occhi si illuminarono.
“Prima di allora, lo conoscevo soltanto di fama… ma
quando ho cominciato a parlargli e a frequentarlo… beh, mi sono resa conto che
è una persona meravigliosa… a vederlo, non sembra poi così interessante,
anzi… dall’esterno è un ragazzo come tanti altri, con quei capelli neri
sempre arruffati, quegli occhiali tondi…"
Abbassai lo sguardo e sorrisi tra me: il mio Harry…
sembra veramente un ragazzo come tutti gli altri dal di fuori, ma chi lo conosce
bene sa che non è affatto così.
“Invece è davvero speciale… è sempre stato così
dolce con me, così premuroso… me ne sono innamorata subito…” Angy tornò
a fissarmi dritta negli occhi, quasi come se volesse vedere la mia reazione alle
sue parole.
“E lui… lui ti ama?” Non riuscii a trattenermi dal
fare quella domanda, anche se sapevo che mi avrebbe fatto soffrire.
“Si… ha ricambiato da subito il mio sentimento… e da
quel giorno siamo diventati inseparabili… stavamo sempre insieme… “ Angy
mi guardava ancora con intensità, ed io ressi il suo sguardo ostinatamente. Non
volevo che vedesse neanche il più piccolo segno di debolezza in me, anche se
dentro mi sentivo completamente distrutta.
“Devo andare al bagno.” Mi alzai di scatto e uscii
dallo scompartimento come una furia. Avevo bisogno di aria, e soprattutto, avevo
bisogno di stare un po’ da sola.
Raggiunsi la fine della carrozza, e mi appoggiai al
finestrino: come avrei fatto a sopportare tutto questo? E cosa avrei fatto quando avremmo
ritrovato Harry? Quando li avrei visti insieme? Decisi che non appena fossimo
riusciti a salvarlo, sarei ripartita subito e li avrei lasciati da soli.
Una calda lacrima attraversò lentamente la mia guancia, e una
profonda tristezza si impadronì del mio cuore. Nascosi il viso tra le mani, e
piansi come una bambina. Avevo bisogno di sfogarmi, dovevo farlo, altrimenti non
sarei riuscita ad andare avanti. Dovevo essere forte, dovevo farlo per Harry.
Se avessi avuto Ron accanto, lui mi avrebbe di sicuro
consolato. Ed invece ero sola, e avrei dovuto farcela con le mie forze.
“Venezia! Venezia! Fra dieci minuti arriviamo a
Venezia.”
I miei pensieri furono interrotti dal capo treno che
attraversava la carrozza. Mi asciugai il viso e cercai di ricompormi. Angy non doveva
vedermi in quello stato, non le avrei mai dato questa soddisfazione.
Dopo tutto, la vedevo sempre come una rivale, anche se in
quel momento avremmo dovuto unire le nostre forze per ritrovare Harry.
Mentre raggiungevo lentamente il mio compartimento, mi resi
conto che il treno stava già rallentando; dalle finestre, si iniziavano ad
intravedere le meraviglie di quella città senza tempo.
Chi sa, forse Venezia, la città degli innamorati, ci
avrebbe portato fortuna.
(N/A: Povera Hermione! Il suo cuore innamorato si è
spezzato in due... ma la speranza è l'ultima a morire... leggete e scoprirete!
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: domani parto per le vacanze, e potrò aggiornare la
storia soltanto al mio ritorno, che avverrà dopo il 20 di agosto... scusatemi!
Comunque vi prometto che il quinto capitolo sarà pieno di colpi di scena e di
nuovi sviluppi... BUONE VACANZE A TUTTI VOI!)
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Capitolo 5 *** VENEZIA ***
Nuova pagina 1
(
N/A: Ciao a tutti... SONO TORNATA! Spero che abbiate trascorso delle
meravigliose vacanze e vi ringrazio moltissimo per gli splendidi commenti che mi
avete lasciato... dedico il prossimo capitolo a tutti voi che avete aspettato
con il fiato sospeso...)
5.
VENEZIA
Appena
scese dal treno, ci ritrovammo circondate da una nuvola di turisti e fummo
sospinte con forza fuori dalla stazione. Una volta per strada, la mia sorpresa
fu immensa.
Dinanzi
a noi, si era aperta una meravigliosa finestra sul passato: Venezia era talmente
bella, da mozzare il fiato; una città completamente circondata dall’acqua,
come se fosse sospesa nel tempo e nello spazio.
Un
rapido sguardo intorno, e mi resi subito conto che eravamo nel periodo del
Carnevale Veneziano: mentre camminavamo lentamente lungo gli stretti vicoli,
venivamo salutate da diverse persone vestite in maschera, che sfoggiavano vesti
sfarzose, decorate con pietre preziose, piume, e merletti.
Io
ed Angy restammo a bocca aperta ad osservare quel magnifico spettacolo: quelle
maschere si intonavano perfettamente con i palazzi di marmo bianco, i ponti
decorati che attraversavano i canali, le gondole colorate che scivolavano
lentamente sull’acqua.
“Avrei
benissimo potuto vestire con i miei soliti abiti da strega… nessuno mi avrebbe
notato qui..”
Commentò
Angy infastidita, e dovetti ammettere che dopo tutto, aveva proprio ragione,
perché di sicuro nessuno avrebbe mai fatto caso a noi due.
“Sarà
meglio cercare un posto dove dormire… andiamo.” Tagliai corto io, pensando
ad un problema più pratico e più urgente da risolvere.
***O***
Quando
aprii la finestra della nostra camera d’albergo, restai a bocca aperta dalla
meraviglia: eravamo proprio di fronte al Canal Grande, e sotto di noi un gran
numero di gondole scivolavano lentamente sull’acqua, trasportando gruppi di
persone mascherate, che ridevano e cantavano allegre.
Il
sole era già tramontato da un pezzo, e con il buio della notte la città
sembrava ancora più magica: tante piccole luci si erano accese attorno ai
palazzi e sulle piccole imbarcazioni, e musica allegra veniva fuori dalle case e
si alzava dalle piazze.
Mentre
tutti erano impegnati a festeggiare il Carnevale, io avevo la morte nel cuore,
perché sapevo che Harry stava rischiando la vita, e che noi eravamo la sua
unica speranza.
“Eccomi
qua, sono pronta… come sto?” La voce di Angy interruppe le mie riflessioni,
e quando mi girai verso di lei, rimasi a bocca aperta dalla sorpresa.
“Angy?
Ma sei proprio tu?” Domandai stupita: il suo viso era nascosto da una grande e
bellissima maschera in porcellana dorata, che rappresentava il sole che ride,
circondato da innumerevoli raggi rossi e gialli; la sua veste era lunga e
sontuosa, fatta di pesante seta rossa e oro e decorata con mille rubini
luccicanti.
“Certo che sono io… ti piace vero? Devo dire che ci ho messo tutta me
stessa, per trasfigurare quegli orrendi vestiti babbani… ma il risultato è
sorprendente…non credi anche tu?”
“Si..
niente male davvero… ma non vorrai certo uscire vestita così?” .
“Mia
cara Hermione… ma certo che uscirò vestita così… siamo al Carnevale di
Venezia… per non dare nell’occhio DEVI per forza andare in giro così… ed
ho anche un bellissimo vestito pronto per te…” mi disse lei, con tono
professionale.
“Vorrai scherzare, vero? Non potrei mai indossare una cosa del genere…
neanche sotto tortura….”
“Ah,
quante storie… tu farai come ho deciso, e non discuteremo oltre… adesso
girati… devo prenderti le misure…”
Rassegnata
all’idea di dover indossare anche io una maschera, feci un giro su me stessa e
la lasciai fare, quindi lei puntò la bacchetta verso di me e pronunziò le
parole magiche.
“MOONA
SPLENDIDA”
Sentii
uno strano formicolio alla testa, e in un secondo, i miei vestiti babbani si
trasformarono magicamente.
“Sei
DELIZIOSA… vieni a guardarti allo specchio…” Angy era molto soddisfatta
della sua opera, e aprì subito un’anta dell’armadio per farmi guardare
nello specchio.
Lo
spettacolo che mi trovai di fronte mi lasciò senza fiato, il vestito che
indossavo era magnifico: il mio volto era completamente coperto da una stupenda
maschera in porcellana che raffigurava la luna, e le mie vesti erano colore del
cielo notturno, trapuntate di stelle di diamante.
“Ho fatto un ottimo lavoro… mi complimento con me stessa… vorrei quasi
scambiare il mio vestito con il tuo…” commentò Angy pensierosa.
“Ti prego… non aggiungere altro… vogliamo andare adesso?” Tagliai corto
alzando gli occhi al cielo.
In breve ci ritrovammo per strada, e riuscimmo facilmente a confonderci con la
marea di gente mascherata che affollava le strade e le piazze.
Ma ancora Angy non mi aveva detto dove avremmo incontrato i suoi
“agganci”, quindi mi avvicinai piano e le sussurrai in un punto
imprecisato della maschera, dove immaginavo si trovasse il suo orecchio.
“Potresti
dirmi dove stiamo andando?”
“Lo
vedrai tra pochi minuti… non temere… e mi raccomando, cerca di non dare
nell’occhio…”
Risi
fra me, pensando che in un'altra circostanza ed in un altro posto, sarebbe stato
sicuramente impossibile per noi due cercare di non dare nell’occhio, vestite a
quel modo!
Camminammo
a lungo, confondendoci tra le maschere allegre ed alla fine arrivammo a Piazza
San Marco: un immensa piazza, sulla quale si ergeva maestosa la splendida
Cattedrale di San Marco, con le sue cupole orientaleggianti e le sue statue di
marmo bianco.
In
quel momento era gremita di gente vestita in maschera, impegnata a cantare,
ballare e festeggiare il Carnevale. Ci facemmo spazio tra la folla a gomitate, e
dopo una dura lotta per guadagnare un centimetro di piazza per volta, finalmente
arrivammo dinanzi alla Cattedrale.
Angy
si mise a fissare l’enorme statua del Leone Alato con intensità, ed io presi
a guardarmi attorno, per cercare di vedere se arrivava qualche mago
dell’Ordine della Fenice o del Ministero della Magia, ma sembrava che tutti
fossero impegnati a festeggiare al centro della piazza, e che nessuno si stesse
curando di noi.
“Si
può sapere dove sono?” Chiesi un po’ allarmata.
“Chi?”
Rispose lei con naturalezza.
“I
tuoi “agganci”, naturalmente!” Le risposi, stupita dalla sua domanda.
“Sono
qui… proprio davanti a te!” disse lei con semplicità, ed io la fissai con
aria interrogativa.
“Ma
non riesci proprio a guardare al di là del tuo naso?” Chiese lei impaziente,
e mi prese la testa tra le mani, obbligandomi a girarmi verso l’ingresso della
chiesa.
“Ma
non c’è nessuno qui!” Affermai ostinatamente, mentre stavo già iniziando a
perdere la pazienza.
“Io
sarei NESSUNO, allora?” Sussultai, dopo essere stata rimproverata da una voce
bassa e profonda, che proveniva dalla statua del Leone Alato.
(
N/A: Visto che questo capitolo è risultato un pò troppo corto, ho pensato di
pubblicare subito il successivo...)
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Capitolo 6 *** RUFUS MAGNUS ***
Nuova pagina 1
6.
RUFUS MAGNUS
Sgranai
gli occhi dalla sorpresa, quando mi resi conto che il Leone Alato di Piazza San
Marco mi aveva appena strizzato l’occhio.
“Tu…
tu sei… un mago?” Balbettai, ancora sotto shock.
“Rufus
Magnus, al vostro servizio mia signora…” rispose lui con aria compunta,
facendomi un profondo inchino. Mi guardai nervosamente in giro, temendo che
qualcuno avesse potuto vedere una statua che si muoveva e parlava.
“Non
preoccupatevi mie signore… i babbani non si accorgono mai di niente… non
correremo alcun rischio…” Rufus cercò di tranquillizzarmi, ma non potevo
fare a meno di avere ancora dei dubbi.
“Hai
delle novità?” Chiese Angy con tono professionale.
“Niente
che Lei non sappia già mia signora… quello che temiamo avverrà come
stabilito… a mezza notte dell’01 marzo… fra quattro giorni esatti, i capi
internazionali dei Mangiamorte si riuniranno proprio qui a Venezia… non
sappiamo ancora di preciso il motivo di questo incontro generale, ma con molta
probabilità dovranno mettere a punto un nuovo piano di attacco… “
“Si
sa niente del luogo stabilito?” Chiese ancora Angy.
“Abbiamo
una vaga idea, ma non ne siamo ancora certi… se verrete domani mattina a mezzo
giorno in punto, comunque, sarò in grado di darvi delle informazioni più
dettagliate…”
Io
ascoltavo ogni parola con attenzione, cercando di non fare caso all’assurdità
di quella situazione: un gigantesco leone di marmo bianco, che parlava movendo
bocca ed occhi. Ma si sa, nel mondo magico, può accadere anche questo.
“Per
il momento è tutto, ci vediamo domani mattina… buona notte Rufus.”
“Buona
notte a voi, mie care signore…”
Rufus
Magnus fece un altro profondo inchino e riprese l’immobilità di una comune
statua di marmo.
***O***
Dopo
l’incontro di Piazza San Marco, io ed Angy eravamo tornate subito in
albergo. Lungo la strada ci eravamo fermate a mangiare qualcosa ad un chiosco
lì vicino: deliziose frittelle e vino aromatico.
Da
circa un ora ce ne stavamo distese sui nostri letti, a fissare pensierose il
soffitto.
“Posso
farti una domanda?” C’erano ancora delle cose poco chiare in tutta questa
storia, e avevo tutta l’intenzione di venirne a capo.
“Mmmm…”
“Ti
fidi di quel Rufus?” Quel mago non mi aveva convinto del tutto.
“Certo
che mi fido… io e Rufus lavoriamo insieme da molti anni… è un tipo in
gamba, uno di cui ci si può veramente fidare… non devi preoccuparti…”
rispose Angy con tono rassicurante.
“Ci
aiuterà a salvare Harry? Voglio dire… verrà con noi alla riunione dei
Mangiamorte?”
“Naturalmente…
o vorresti andarci da sola?” Angy assunse un fastidiosissimo tono
impertinente.
“Spero
veramente che tu abbia un piano… altrimenti non avremo scampo… “
“Sicuro
che ho un piano… devi solo avere fiducia in me…”
“Beh,
è difficile fidarsi di qualcuno che ti tiene all’oscuro di tutto, non
credi?” Puntai i gomiti sul cuscino per alzarmi un po’ e guardarla dritta
negli occhi.
“Se
vuoi conoscere il piano, basta solo che me lo chiedi… “ rispose lei
semplicemente.
“Ebbene?”
Quella sua aria impertinente mi stava facendo perdere la pazienza.
Non
riuscivo proprio a capire come Angy potesse starsene lì tranquilla, quando il
ragazzo di cui era innamorata stava rischiando la vita!
“Basterà
che raggiungiamo il luogo della riunione nel giorno e nell’ora stabilita… e
senza farci scoprire andiamo a salvare Harry… tutto qui…”
In
quel momento sentii il sangue salirmi al cervello e persi totalmente il
controllo.
“SI
PUO’ SAPERE CHI TI CREDI DI ESSERE? COME FAI A RESTARTENE LI’ TRANQUILLA,
QUANDO IL TUO RAGAZZO RISCHIA LA VITA?… A QUELLA RIUNIONE CI SARANNO ALMENO UN
MIGLIAIO DI MANGIAMORTE SE NON DI PIU', E NOI SAREMO SOLTANTO IN TRE… QUALE
POSSIBILITA’ ABBIAMO, ME LO VUOI DIRE?”
Ero
fuori di me dalla rabbia, e sentivo il cuore che batteva all’impazzata.
“PERCHE’
NON TI DAI UNA CALMATA? VUOI FARCI SCOPRIRE?”
Adesso
anche Angy si era seduta sul letto, e si era messa ad urlare contro di me.
“NON
MI IMPORTA SE MI SENTONO… ADESSO NOI CI METTIAMO QUI A PENSARE AD UN PIANO
DECENTE PER NON FARCI AMMAZZARE… MI HAI CAPITO BENE?”
“Si,
si.. d’accordo, ma cerca di calmarti… non si va da nessuna parte con gli
isterismi…”
Angy
sembrò intimorita dalla mia reazione, e forse fu questo, più di ogni altra
cosa, a farmi lentamente riprendere il controllo.
“Naturalmente
dovremmo attuare una qualche azione diversiva… che so… qualcosa che ci aiuti
a farli allontanare il tempo sufficiente per andare a prendere Harry e portarlo
in salvo….”
“Hai
già qualcosa in mente?” Le chiesi dopo averci riflettuto un momento.
“Non
ancora… ma inventerò presto qualcosa…” aggiunse Angy in fretta, dopo che
l’ebbi fulminata con gli occhi. “D’altro canto… mancano ancora tre
giorni… stai tranquilla, andrà tutto bene..”
“Ma
come faccio a stare tranquilla?” Chiesi allarmata, e poi aggiunsi.
“Non
sembri affatto la sua ragazza, sai? Io al tuo posto… “
“AHA…
è questa la verità, allora! Sei gelosa… non è così Hermione? Perché tu
vorresti essere al mio posto… mentre invece Harry ha scelto me!” Disse Angy
con tono di sfida.
“Non
è affatto vero! E poi tu non mi conosci affatto… non sai né quello che penso
e né quello che provo… nessuno di autorizza a sputare sentenze in questo
modo..”
“Neanche
tu mi conosci… “
“E
non ci tengo nemmeno, se vuoi saperlo!” Buttai lì la frase con il mio tono più
tagliente.
A
quel punto Angy si stese sul letto e si girò dall’altro lato, chiudendosi in
un mutismo ostinato, ed io feci esattamente la stessa cosa.
***O***
Stavo
percorrendo lentamente una buia galleria, tastando l’aria per cercare di non
perdere l’equilibrio. D’un tratto vidi una luce alla fine della galleria, e
mi misi a correre verso di essa. Quando mi fui avvicinata tanto da vedere
chiaramente dove stavo andando, mi resi conto che quella luce proveniva da un
grande specchio, stretto ed molto alto.
All’inizio,
lo specchio rifletteva soltanto la mia immagine, ma quando cominciai a
concentrarmi su di essa, all’improvviso comparve un vortice di luce e nebbia.
Con mia grande meraviglia, vidi che il vortice stava lentamente prendendo forma
umana, ed in pochi secondi, mi ritrovai di fronte, l’immagine riflessa di
Albus Silente.
C’era
qualcosa di particolare in lui: le sue vesti erano candide come la neve, il suo
volto risplendeva, come se fosse illuminato dalla luce diretta del sole, ed i
suoi occhi avevano un curioso luccichio. Lo guardai molto sorpresa, quasi
impaurita, ma lui si affrettò a tranquillizzarmi.
“Non
temere, Hermione… mi riconosci vero?” La sua voce era tranquilla e
profonda, ed io gli risposi con un lieve cenno della testa.
“Fai
attenzione alle stelle… segui sempre il tuo cuore…”
Mentre
queste parole sibilline echeggiavano ancora nell’aria, l’immagine di Albus
Silente scompariva del tutto alla mia vista interiore.
Mi
svegliai di soprassalto, ansimando. Guardandomi attorno, mi resi conto di
trovarmi nella camera d’albergo a Venezia. Erano appena le 06:00 del mattino,
ed Angy dormiva ancora profondamente nel suo letto accanto al mio.
Mi
preparai in silenzio, per evitare di svegliare la mia compagna, cercando di
ricordare ogni parola del sogno che avevo appena fatto.
“Fai
attenzione alle stelle? Segui sempre il tuo cuore? Ma cosa avrà mai voluto
dirmi?” Continuando a riflettere, uscii dalla stanza in punta di piedi, e
scesi a fare colazione.
Più
ci pensavo, e più non riuscivo a comprendere il significato del mio sogno.
Quindi, decisi che sarei tornata a rifletterci più tardi.
Alle
09:00 ero già per strada, l’aria frizzante della mattina mi rinfrescava il
viso e mi dava energia. Avrei visitato la città, prima di raggiungere Angy più
tardi, all’appuntamento con Rufus.
Passeggiai
lungo le rive silenziose dei canali, salii sopra ai romantici ponti, entrai
nelle bellissime chiese, curiosai tra i negozietti locali. Pensai che Venezia
fosse la città più romantica del mondo, la meta ideale per qualsiasi coppia in
luna di miele.
Mi
fermai davanti ad un piccolo negozio di oggetti lavorati con il vetro e fui
attirata da un grazioso ciondolo, che aveva la forma di due colombi bianchi
vicini uno all’altro.
Mi
prese la malinconia: pensai ad Harry, e a come sarebbe stato bello se ci fossimo
sposati e fossimo venuti a Venezia in viaggio di nozze. Pensai a tutte le cose
che avremmo potuto fare insieme come marito e moglie, e che invece lui avrebbe
fatto con Angy.
Non
potevo fare a meno di soffrire alla sola idea di saperli assieme, ma ormai
dovevo rassegnarmi a rimanere la sua migliore amica per sempre.
Sospirai
profondamente e posai il ciondolo, ripromettendomi di evitare in futuro, di
pensare a loro due insieme.
Presto
si fece mezzogiorno, e mi affrettai a raggiungere il luogo dell’appuntamento
con Rufus.
Piazza
San Marco non sembrava la stessa della notte prima: la gente in maschera che
cantava e ballava festosa non c’era più, e aveva lasciato il posto a migliaia
di colombe bianche e nere, che atterravano in gruppi, per cercare di beccare
qualche seme lanciato dai turisti.
Quando
arrivai di fronte alla Cattedrale, mi stupii di non trovare Angy. Mi guardai
attorno con aria circospetta, quindi mi rivolsi alla statua del Leone Alato.
“Buon
giorno… Angy non è ancora arrivata?” Mi sentivo completamente scema a
rivolgermi ad una statua, comunque il leone non si mosse, ed io gli posi
un’altra domanda.
“Rufus?
Ci sei?”
“HERMIONE?”
Mi voltai di scatto, sentendomi chiamare da lontano.
Sotto
i portici, seduta al tavolino di un bar, c’era Angy che agitava la mano
facendomi segno di avvicinarmi.
Cercando
di sembrare il più naturale possibile, tornai sui miei passi e raggiunsi Angy,
notando che non era da sola: al tavolo con lei era seduto un curioso signore di
mezz’età, con dei curiosi baffetti neri, ed una bombetta in testa.
“Eccoti
finalmente… credevo che non saresti più arrivata!” Mi disse Angy con tono
critico, porgendomi una sedia.
“Buon
giorno mia signora… sono felice di rivederla…” Lo strano tizio mi fece un
profondo inchino e alzò la bombetta in segno di saluto.
“Rufus?”
Chiesi sorpresa.
“Proprio
io, mia cara signora…. Purtroppo
non mi è concesso di sfruttare a lungo il camuffamento da Leone Alato… quindi
di giorno assumo le mie sembianze normali…”
Anche
se le sue “sembianze normali” non avevano proprio niente di normale: infatti
era vestito in modo buffissimo, oltre alla bombetta, aveva una strana giacca
arancione, che si divideva in due code dietro la gambe, ed i suoi pantaloni
erano a strisce di tutti i colori.
Cercai
di fare finta di niente, per non metterlo in imbarazzo, e mi rivolsi ad Angy con
freddezza.
“Ci
sono novità?”
“Rufus
aspettava il tuo arrivo per parlarne… avanti Rufus, adesso puoi dirci cos’
hai scoperto…”
“Ho
appena ricevuto una notizia molto importante… la data della riunione è stata
spostata all’ultimo momento…”
Restammo
a guardarlo a bocca aperta per la sorpresa. Poi lui si guardò in torno con aria
circospetta e riprese a parlare a bassa voce.
“Hanno
deciso di spostare la riunione a questa notte…”
(N/A:
Allora? Che ve ne pare? Cosa accadrà durante la riunione segreta? Riusciranno a
salvare Harry? Se vorrete trovare le rispose a queste domande, restate
sintonizzati sulla mia storia... Bye Bye!!)
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Capitolo 7 *** La Riunione Segreta ***
7
(N/A:
Eccomi nuovamente a voi, con un altro avvincente capitolo... )
7.
LA RIUNIONE SEGRETA
“QUESTA
NOTTE?” Chiedemmo in coro sorprese.
“Silenzio, per carità… sono informazioni Top Secret…”
“E dove si riuniranno?” Chiesi allarmata, quindi Rufus si avvicinò
lentamente e parlò con un filo di voce.
“Al vecchio Cimitero Monumentale… bisognerà andarci in gondola…”
“Ma non sarebbe meglio materializzarci direttamente lì?” Chiese Angy con
aria insofferente.
“Non ci si può materializzare in un posto che non conosci… bisogna avere
sempre le idee chiare su dove stai andando… dovresti saperlo!” Le risposi
alzando gli occhi al cielo, e Rufus annuì.
“Invece, dovremmo studiare un buon piano per non farci prendere… avete
qualche idea?” Chiesi leggermente allarmata. Ormai non ci rimaneva più tanto
tempo.
“Beh, Rufus potrebbe attirare i Mangiamorte con un’azione diversiva, cosa ne
pensate?” Propose Angy con semplicità.
“Che intendi dire per “azione diversiva”? Non ci tengo minimamente ad
essere ucciso dai Mangiamorte… e poi si tratta di un VOSTRO amico… io vi sto
solo dando una mano…”
“D’accordo, d’accordo Rufus… non farla tanto lunga… vediamo…
prima di tutto dobbiamo fare un Incantesimo di Disillusione su noi
stessi, per non farci scoprire… poi potrei fare esplodere qualcosa fuori dal
cimitero… questo li allontanerebbe quanto basta… beh, comunque sono certa
che ci verrà qualche idea una volta lì…”
“Aspetta un momento… vuoi dire che andremo senza neanche un piano decente?
Armati soltanto di bacchetta magica?” Non sapevo se essere più sbalordita o
più arrabbiata.
“Hai un’idea migliore, signorina SO-TUTTO-IO?” Disse Angy con aria di
sfida.
“Qui l’Auror sei tu, mia cara…. Sei tu che dovresti pensarci!”
“E io dico che una volta lì ci verrà un’idea… ed ora andiamo… non c’è
tempo da perdere…”
Le lanciai un occhiata furente, ma d’altro canto non avevo altra alternativa.
Ci alzammo tutti e tre e ci avviammo verso le imbarcazioni.
***O***
Ben
presto scese la notte, portando un freddo così intenso, da far battere i denti.
Io ed Angy eravamo rannicchiate dentro ad una piccola gondola, strette nei
nostri mantelli, mentre Rufus era rimasto in piedi e stava remando lentamente
verso la sponda opposta.
Rabbrividii
all’idea che tra non molto mi sarei trovata faccia a faccia con i Mangiamorte
di Voldemort: degli assassini senza scrupoli, che non avrebbero esitato nemmeno
un momento ad ucciderci.
Dovevamo
agire con molta cautela, cercando di non farci scoprire. Mi girai verso la mia
compagna, e notai che anche lei era assorta nei suoi pensieri, stretta nel suo
mantello.
Quando la gondola toccò la riva, Rufus ci fece scendere in tutta fretta, e in
punta di piedi ci nascondemmo dietro ad una grande roccia.
In silenzio, eseguimmo l’Incantesimo di Disillusione a turno, ed alla fine
tutti e tre avevamo preso il colore e la consistenza esatta della notte che ci
circondava. Era strano, ma sembravamo proprio dei camaleonti umani.
Procedemmo
lungo uno scuro sentiero di campagna, illuminato solamente dai raggi argentati
della luna sopra di noi. D’un tratto si intravide una luce lontana, sembrava
un fuoco acceso in mezzo ai campi.
“Eccoli,
sono loro… hanno accesso un fuoco per segnalare la loro presenza ai compagni
che arrivano…” Commentò cupamente Rufus. Dopo una buona mezzora, finalmente
arrivammo alle porte del cimitero.
“ALOHOMORA” Al comando di Angy il chiavistello si aprì con un sonoro
“CLICK” ed entrammo tutti e tre di soppiatto, richiudendo il cancello alle
nostre spalle.
Il
Cimitero Monumentale era immenso, e molto pittoresco: sopra ad ogni tomba si
ergevano delle magnifiche ed enormi statue di angeli alati, e di santi. Ammirai
quelle splendide sculture, mentre procedevo tra di esse, per raggiungere il
luogo esatto della riunione segreta.
D’un
tratto, Rufus mi spinse contro ad una parete, ed io mi accorsi che proprio
dietro di noi stava arrivando un gruppo di Mangiamorte incappucciati: saranno
stati circa una ventina, e procedevano in fila per due.
Sentii
un brivido corrermi su per la schiena, e le gambe presero a tremarmi dalla
paura.
“Andiamo!”
Mi sussurrò Rufus all’orecchio, e dopo che il gruppo di Mangiamorte ci ebbe
superato, riprendemmo il cammino.
Quando
arrivammo, ci nascondemmo dietro ad un piccolo mausoleo di pietra poco distante:
fui molto sorpresa nel vedere così tanti Mangiamorte incappucciati, erano
disposti a semi cerchio attorno al grande fuoco centrale, e in ogni semicerchio
ce n’erano trenta; tutti insieme saranno stati circa trecento. Come avremmo
fatto ad affrontarli? Mi sembrava pura follia.
“Hey,
guarda là…” Angy mi dette una gomitata nel fianco per attirare la mia
attenzione, e quando mi girai mi si congelò il sangue nelle vene.
Due
Mangiamorte incappucciati stavano trascinando Harry verso il grande fuoco: aveva
le mani legate dietro la schiena, il
volto ferito, ed era privo di sensi. Lo misero disteso per terra, e poi si
allontanarono, lasciandolo lì.
“Come
lo hanno ridotto!” Pensai con rabbia, e provai una forte stretta allo stomaco
vedendolo in quello stato.
Decisi
che avrei fatto assolutamente qualcosa per salvarlo, ma cosa? Per un momento, mi
venne la folle idea di uscire allo scoperto, correre lì in mezzo, prendere
Harry e scappare via.
“Io
vado!” Dissi determinata, e mi alzai dal mio nascondiglio.
“Ferma!
Non è ancora il momento…” Angy mi trattenne afferrandomi per il braccio.
“Dobbiamo
aspettare che inizi la cerimonia…”
“Quale
cerimonia?” Ero completamente scioccata da quella notizia.
“Sembra
che vogliano offrire il loro prigioniero al Signore Oscuro… ma non possiamo
agire adesso, perchè dobbiamo fare in modo che non si sentano minacciati…
solo così saranno più vulnerabili…” spiegò Rufus, senza distogliere mai
lo sguardo dai Mangiamorte.
“Non
vorrete aspettare che arrivi Voldemort, vero?” Chiesi allarmata, ma non
ottenni risposta.
Nel
frattempo un altro Mangiamorte si era avvicinato pericolosamente ad Harry con un
lungo pugnale, e aveva iniziato a ripetere delle parole magiche, seguendo uno
strano rituale.
Sentii
crescere il panico, e compresi che era arrivato il momento di agire. Non potevo
permettere che gli facessero del male. Mi alzai di scatto e corsi via dal mio
nascondiglio, dirigendomi verso una tomba ancora più vicina al falò.
“HERMIONE!
Non farlo!” Con la coda dell’occhio vidi Angy che mi faceva disperatamente
cenno di tornare indietro, ma ormai avevo preso la mia decisione.
Non
sapevo ancora cosa avrei fatto, e presi a guardarmi intorno disperata. C’erano
talmente tante statue attorno a noi, saranno state migliaia… se solo avessero
potuto darmi una mano….
Poi
ebbi un illuminazione: “Ma certo” pensai “Le statue mi aiuteranno!”
Avrei
fatto un incantesimo sulle statue del cimitero! Mi girai verso i Mangiamorte, e
con orrore vidi che quello che aveva in mano il pugnale aveva appena strappato
la camicia di Harry, e gli stava per incidere il petto.
Non
c’era più tempo da perdere, dovevo subito agire; puntai la bacchetta sulla
prima grande statua di fronte a me, e pronunziai le parole magiche con estrema
concentrazione.
“INANIMATUS
LOCOMOTOR!”
Improvvisamente
la statua prese vita, si alzò lentamente in piedi e scese dal suo piedistallo.
Puntai
subito la bacchetta verso tutte le altre statue attorno a me, e ben presto mi
ritrovai circondata da un esercito silenzioso di santi, cherubini, colombe,
angeli e dame bianche.
“Andate
a prenderli, presto!” Ordinai loro, ed il mio esercito marciò ubbidiente
verso i Mangiamorte incappucciati, che furono colti completamente alla
sprovvista.
Quello
che stava per ferire Harry rimase con il pugnale a mezz’aria a guardare la
scena, e tutti gli altri ruppero le file correndo da tutte le parti,
tirarono fuori le bacchette e cercarono di difendersi; le statue non
avevano nessuna paura di loro, ed erano anche in netta maggioranza.
Nel
panico generale, non mi accorsi che due Mangiamorte stavano già trascinando via
Harry. Senza starci a pensare su, mi precipitai verso di loro, decisa a
impedirglielo con tutte le mie forze.
“STUPEFICIUM”
Al
mio comando, un raggio di luce rossa uscì dalla mia bacchetta e colpì uno dei
due Mangiamorte dritto in faccia, scaraventandolo a terra. L’altro rimase
interdetto da quell’attacco inaspettato, che tra l’altro sembrava provenire
dal nulla, visto che io ero ancora sotto l’effetto dell’Incantesimo di
Disillusione.
“PETRIFICUS
TOTALIS!”
Immobilizzai subito il secondo Mangiamorte, senza dargli neanche il tempo di
reagire, e lui cadde a terra con un grande tonfo.
Harry
scivolò giù pesantemente ed io mi precipitai da lui: gli sedetti accanto e lo
presi tra le mie braccia, poi con mani tremanti cercai di sentirgli il polso;
sospirai di sollievo quando mi resi conto che era ancora vivo.
Mi
guardai intorno e vidi che infuriava la battaglia: le statue di marmo tiravano
colpi a destra e a manca, lasciando i Mangiamorte tramortiti a terra. Questi
ultimi reagivano lanciando maledizioni senza perdono alle statue, che
esplodevano scagliando pezzi di marmo da tutte le parti, e colpendo ogni cosa
attorno a loro.
Non
riuscii a vedere Angy e Rufus, ma non potevo andarli a cercare in quel momento;
dovevo scappare via, e anche in fretta.
In
quell’istante, mi accorsi che un altro Mangiamorte ci stava puntando la
bacchetta contro, ma io fui pronta a reagire.
“EXPELLIARMUS!”
Gridai,
e la sua bacchetta volò via con forza.
Senza
perdere altro tempo, strinsi Harry forte a me, mi concentrai sulla mia camera
d’albergo e lasciai quell’inferno. Con un sonoro “CRACK” ci
smaterializzammo entrambi.
(N/A:
E si... sembra proprio che l'amore abbia trionfato di nuovo.... ma... c'è
qualcosa che ancora voi non sapete, e che io so! Volete scoprirlo? Allora
lasciate la vostra recensione e rimanete sintonizzati.... )
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Capitolo 8 *** Un'Amara Delusione ***
Nuova pagina 1
(N/A:
Ringrazio tutti per le magnifiche recensioni... VI ADORO! SIETE FANTASTICI! A
voi dedico il prossimo capitolo.)
8.
UN’AMARA DELUSIONE
In
un baleno, mi ritrovai nuovamente nella quiete della mia camera d’albergo,
dove mi ero appena materializzata portando Harry con me.
Non
riuscivo ancora a crederci: ce l’avevo fatta finalmente! Io ed Harry eravamo
nuovamente insieme, sani e salvi, lontano dalla battaglia.
Mi
passai un suo braccio attorno al collo, e lo trascinai lentamente sul mio letto.
“LUMOS!”
Accesi
una piccola luce sul comodino, e mi inginocchiai accanto al letto. Provai una
stretta allo stomaco, vedendolo in quelle condizioni: il suo viso era molto
pallido, aveva dei tagli profondi sulla fronte e sulle labbra, e grandi lividi
sulle guance e sugli occhi, gli abiti erano logori e strappati in più punti.
Era ancora privo di sensi, e se ne stava lì disteso, completamente inerme.
Gli
liberai subito le mani dalle corde magiche che le tenevano strette, e andai a
prendere un po’ d’acqua per bagnargli la fronte. Sentii una pena immensa per
lui, e mi salirono le lacrime agli occhi.
“Come
ti hanno ridotto, amore mio!” Gli sussurrai dolcemente, mentre gli carezzavo
delicatamente la fronte. La sentii gelida come il marmo, e lo coprii subito con
una coperta.
Tornai
a carezzarlo sulla fronte, sperando che riprendesse presto conoscenza.
“Amore
mio… devi svegliarti! Ho aspettato tanto questo momento, sai?” Era più
forte di me, e non riuscii a trattenermi dal sussurrargli tutto il mio amore.
“Ti
starai chiedendo, perché ti parlo
in questo modo… io, la tua amica del cuore, la gelida Hermione, che non si
innamora mai di nessuno… beh… adesso so che è troppo tardi, e prima di
lasciare che la tua ragazza venga a prendersi cura di te… volevo dirti quello
che provo…”
Ormai
non riuscivo più a trattenere le lacrime, che scendevano giù incontrollabili
bagnandomi le guance.
“Io
ti amo, Harry Potter… e l’ho capito soltanto adesso che ti ho perso per
sempre… sono una stupida, vero? Ma io sono fatta così… mi rendo conto delle
cose importanti soltanto quando le ho già perse…” Gli dissi tra i
singhiozzi, ma un nodo alla gola mi impedì di proseguire. Rimasi in silenzio a
guardare il mio amore, che respirava tranquillamente.
Gli
presi una mano e la strinsi forte tra le mie, poggiai la testa sul suo cuscino,
e rimasi lì tutta la notte, cullata dal suo dolce respiro.
***O***
Ero
tornata al Cimitero Monumentale, e stavo correndo a perdi fiato tra le tombe di
marmo. Ad un certo punto vidi un ragazzo in lontananza, girato di spalle, e
decisi di raggiungerlo.
Quando
mi trovai dinanzi a lui, notai curiosamente che, questo ragazzo aveva i capelli
nerissimi e scompigliati, ed un’aria molto familiare. D’un tratto, si girò
lentamente verso di me, e con grande sorpresa, mi resi conto che era Harry.
Aveva ancora il viso ferito, e mi
fissava serio, con aria di rimprovero.
“Harry!
Finalmente ti ho ritrovato…” Ero talmente felice, che senza pensarci su, gli
gettai le braccia al collo, e lo strinsi forte a me. Sentii il calore del suo
corpo, ed il suo dolce profumo.
Quando
mi sciolsi dall’abbraccio e tornai a fissarlo nuovamente negli occhi,
rabbrividii notando che lui era rimasto serissimo. Divenni seria anch’io.
Poi,
all’improvviso, comparve Angy accanto a lui. Con un sorriso di scherno, lei si
strinse al suo fianco, e gli poggiò la testa sulla spalla. Mi resi conto che
lei lo stava trascinando lontano da me.
“NO….
NON PORTARMELO VIA… TI PREGO NON PORTARMELO VIA…” Urlai disperata, con le
braccia tese nel tentativo di afferrarlo.
In
breve, tutti e due si allontanarono a gran velocità, lasciandomi da sola a
fissarli incredula.
“Hermione?
HERMIONE!” Qualcuno mi stava scuotendo violentemente, mentre chiamava il mio
nome.
Mi
svegliai di soprassalto, girandomi di scatto verso la persona che mi stava
chiamando.
“Chi…
Chi è?” Domandai, ancora mezzo addormentata. Quando alzai la testa vidi Angy
in piedi accanto a me, che mi fissava preoccupata.
“Hermione,
ma cosa stai facendo? E mi vuoi spiegare chi è questo ragazzo?”
Mi
ci vollero alcuni secondi per comprendere il significato di quella domanda:
forse Angy non aveva riconosciuto
il suo fidanzato?
Poi
lei puntò il dito verso Harry, e quando mi girai, rimasi talmente scioccata,
che feci un salto all’indietro e mi ritrovai a sedere per terra a circa un
metro di distanza.
Sgranai
gli occhi più volte, fino a quando non fui certa che il ragazzo sdraiato sul
letto, ancora svenuto, e che indossava i vestiti di Harry… non era affatto
Harry!
Il
giovane sconosciuto aveva i capelli castani, molto ricci, la pelle abbronzata,
ed era alto e magro; comunque il suo viso era coperto di lividi e ferite, e
questo significava che i Mangiamorte non lo avevano di certo trattato con
riguardo.
“Non…
non posso crederci! Allora… vuol dire che… era una trappola!“ Ancora
incredula e sconvolta, continuavo a fissare lo sconosciuto a bocca aperta.
“Si,
una trappola con i fiocchi… e noi ci siamo cascate in pieno… come due vere
dilettanti!” Sentenziò Angy sconsolata.
Poi
mi si avvicinò e mi diede un colpetto sulla testa con la bacchetta, per
annullare l’Incantesimo di Disillusione che mi aveva fatto la sera prima. Io
ero completamente scioccata, e rimasi seduta per terra a fissare incredula lo
sconosciuto, mentre Angy aveva raggiunto il suo letto, vi si era seduta
pesantemente.
Mentre
cercavo di riprendermi, mi alzai lentamente e raggiunsi Angy sul suo letto, sul
quale sprofondai anche io, senza tanti complimenti.
“Pozione
Polisucco*!” Affermai con sicurezza, perché era l’unica spiegazione logica.
“Esattamente
mia cara… devono aver catturato questo poveretto chi sa dove, e poi gli hanno
fatto bere la pozione, per fargli prendere le sembianze di Harry… quindi hanno
organizzato una trappola per noi due…” spiegò Angy con semplicità.
Continuavo
a fissare lo sconosciuto, mentre riflettevo sull’assurda situazione in cui ci
eravamo cacciate: dopo tutta quella fatica, stavamo nuovamente al punto di
partenza, e come se non bastasse, adesso i Mangiamorte sapevano che eravamo
sulle loro tracce. Ma c’era ancora qualcosa che non tornava in tutta quella
faccenda.
“Aspetta
un momento… ma i Mangiamorte come facevano a sapere che saremmo venute al loro
incontro segreto?” Esposi subito il mio dubbio guardandola dritta negli occhi.
“Semplice…
anche loro hanno degli informatori… come noi del resto!” rispose subito Angy,
ricambiando il mio sguardo.
“E
Rufus? Che fine ha fatto?” Chiesi curiosa.
“Non
preoccuparti… con tutto il trambusto che hai scatenato la scorsa notte,
dopo che ti sei dileguata con questo ragazzo, siamo riusciti a sparire
senza troppa fatica… a proposito… geniale l’idea delle statue… veramente
geniale…”
“Grazie
per il complimento, ma a quanto pare è stata tutta fatica sprecata…”
sospirai delusa e tornai a fissare il ragazzo, che si stava lentamente
risvegliando.
“E
adesso cosa facciamo con lui?” Chiese Angy preoccupata.
“Credo
che… dovremmo fargli qualche domanda… e poi potremmo lasciarlo andare
via…” risposi io con tono professionale, e mi alzai per raggiungere il
ragazzo, che si stava già stiracchiando.
Angy
mi raggiunse subito dopo, ed entrambe ci sistemammo in piedi, davanti a lui,
aspettando che si accorgesse della nostra presenza.
Quando
aprì gli occhi, non sembrò molto stupito di vederci.
“Buon
giorno, belle signorine… a cosa devo l’onore?” Chiese sorridendo, mentre
ci squadrava dal basso verso l’alto. Aveva un’aria scanzonata, e per un
attimo restammo spiazzate dal suo atteggiamento insolente.
“Frena,
ragazzo… qui le domande le facciamo noi!” Chiarì subito Angy con fermezza,
ed io le lanciai immediatamente uno sguardo di rimprovero. Non mi sembrava
giusto aggredirlo in quel modo, dopo tutto, anche lui era stato una vittima dei
Mangiamorte.
“Ti
senti bene?” Chiesi con tono amichevole.
“Per
la verità… mi sento a pezzi… anche se non ricordo proprio un bel
niente…” rispose lui, prima di aprire la bocca e sbadigliare rumorosamente.
Io
ed Angy ci guardammo preoccupate: se il ragazzo non ricordava niente,
significava che le speranze di rintracciare Harry erano nulle. Ma io ero ancora
convinta che lo sconosciuto potesse aiutarci in qualche modo. Mi schiarii la
voce e parlai nuovamente.
“Non…
non ricordi proprio niente? Di quello che ti è successo, intendo…”
“Beh…
forse qualcosa… ma ho la pancia vuota, e di solito preferisco fare un
abbondante colazione prima di sforzarmi a ricordare quello che ho fatto il
giorno prima…” il ragazzo ci fece l’occhiolino, e cominciò a massaggiarsi
la pancia. Aveva uno sguardo molto furbo, e ad Angy fece subito antipatia.
“Hey,
senti un pò… non è che stai cercando di approfittarti della situazione?
Perché noi non siamo affatto in vena di scherzare in questo momento, sai?
Intanto non sappiamo nemmeno se sei un mago oppure un babbano… anche se riesco
già ad intuire la risposta…” disse Angy guardandolo con estremo disgusto.
“Un…
cosa? Mago? Babbano? Ma di che diavolo state parlando?” Chiese lui incredulo,
e prima che potessi fermare Angy, lei aveva già tirato fuori la bacchetta e la
stava puntando contro di lui.
“Ti
spiego subito la differenza… VINGARDIUM LEVIOSA!” Dopo che Angy ebbe
pronunziato le parole magiche, il ragazzo fu sollevato dal letto ed iniziò a
levitare in mezzo alla stanza.
“Hey…
Hey… cosa mi stai facendo? Non mi piace affatto… RIMETTIMI GIU’!”
“ANGY!
SMETTILA SUBITO!” Le ordinai inorridita, ma lei non ne aveva affatto
l’intenzione, anzi sembrava molto divertita dalla cosa.
“Perché
dovrei? Voglio proprio farmi quattro risate!” Rispose lei allegramente.
“FINITE
INCANTATEM!” Urlai, puntando la bacchetta magica allo sfortunato
ragazzo, e lui ricadde sul mio letto con un gran tonfo.
“Hai
capito la differenza adesso? Noi siamo streghe, e tu… a quanto pare, sei un
babbano… uno che non riesce a fare magie…” Spiegò Angy, col tono di chi
sta insegnando i rudimenti di una lingua straniera.
“Si…
ho capito… ho capito… ma stai calma adesso… e metti via quella… quella
cosa… la tua bacchetta o come diavolo si chiama…”
Rimisi
subito in tasca la mia bacchetta, poi lanciai ad Angy un occhiataccia, e a
malincuore, anche lei ripose subito la sua.
“Puoi
stare tranquillo… noi non vogliamo farti del male…” mi sentii di
rassicurarlo.
“Vogliamo
soltanto farti delle domande… su quelle persone incappucciate che ti hanno
rapito… tutto qui… “ aggiunsi cercando di sembrare il più naturale
possibile.
“Quelli
là… non sono amici vostri, vero?” Chiese lui intimorito. Notai divertita,
che adesso aveva proprio perso tutta la sua aria spavalda e scanzonata di poco
prima.
“Niente
affatto… quelli sono i nostri nemici… noi li combattiamo… è per questo
che ti abbiamo salvato..” si affrettò a rispondere Angy, ma io la fissai
contrariata, per il fatto che aveva modificato leggermente la versione dei
fatti.
“Beh…
se dobbiamo concludere un affare insieme… dobbiamo almeno presentarci come si
deve… maghi o non maghi, esisterà la buona educazione dalle vostre parti,
no?” Disse lui con fare cerimonioso.
“Io
mi chiamo Hermione Granger, e lei Angy Pureheart… e tu sei?”
“Marco!”
Rispose lui con orgoglio.
“Marco,
come?” Chiesi curiosa.
“Marco
e basta!” Rispose lui con semplicità.
Lo
fissai dubbiosa per un secondo, e sorvolando sul fatto che avesse tralasciato di
darci il suo cognome, parlai nuovamente.
“Bene,
Marco… ti andrebbe di venire a fare colazione con noi?”
“E
me lo chiedi? Non mangio da giorni!” Disse lui allegramente, mentre scendeva
dal letto e raggiungeva la porta a lunghi passi.
Io
ed Angy ci guardammo stupite per alcuni secondi, poi lo seguimmo fuori dalla
stanza.
(
POZIONE POLISUCCO: Per chi non si ricorda di cosa si tratta ( ma ne dubito!),
darò una breve spiegazione: è una pozione complessa, che ha il potere di far
assumere a chi la beve l’aspetto di un’altra persona; la sua preparazione
richiede circa un mese, e l’ingrediente finale è solitamente una ciocca di
capelli della persona in cui ci si vuole trasformare. L’effetto dura un’ora,
quindi è essenziale berne spesso un bicchiere, se si vuole mantenere
l’aspetto desiderato il più a lungo possibile. La Pozione Polisucco è stata
adoperata nei libri “Harry Potter e la Camera dei Segreti” e “Harry Potter
ed il Calice di Fuoco”….. N/A: Che ne pensate di
Marco? Vi piace come personaggio? A me è molto simpatico, comunque nel prossimo
capitolo ve lo farò conoscere meglio… ma dove sarà finito il vero Harry?
Aspettate, e lo scoprirete....)
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Capitolo 9 *** MARCO ***
Nuova pagina 1
(N/A:
GRAZIE... GRAZIE...GRAZIE per tutte le vostre meravigliose recensioni... non ho
parole! Siete curiose di sapere cos'è successo ad Harry? Eccovi
accontentate...)
9.
MARCO
Harry
fu svegliato dal brusco rumore della porta che si apriva, e dai passi pesanti
del suo carceriere. Si alzò a sedere come meglio poteva, visto che era legato
mani e piedi con corde magiche anti-smaterializzazione.
Vide
che il Mangiamorte incappucciato aveva appena poggiato per terra una piccola
ciotola con del pane ed un bicchiere d’acqua, e si era già girato per
lasciare la cella.
“PERCHE’
NON MI AVETE ANCORA UCCISO? SENTIAMO! VI SERVO VIVO, NON E’ VERO?” Urlò
Harry con rabbia, ma il Mangiamorte non rispose ed uscì sigillando magicamente
la porta dietro di sé.
Con
uno scatto d’ira improvvisa, Harry diede un calcio alla ciotola ed al
bicchiere d’acqua, che si rovesciarono per terra.
Poi
si guardò attorno per l’ennesima volta: la sua cella era buia e polverosa,
c’erano numerose alcove scavate nelle pareti di pietra ed un forte odore di
muffa e carne in decomposizione. Era sicuro che si trattasse di un cimitero
oppure di antiche catacombe.
Se
qualcuno lo avesse visto in quel momento, lo avrebbe riconosciuto a stento:
magrissimo, con la barba incolta, il viso emaciato e segnato da tagli profondi
sulla fronte e sulle labbra, i capelli neri più scompigliati del solito, la
camicia ed i pantaloni lacerati in più punti. L’unica cosa che era rimasta
immutata, era la forza e la determinazione che emanavano dai suoi brillanti
occhi verdi.
“HAIAA…”
La cicatrice bruciava ormai continuamente, ma in quel momento sentì una fitta
più dolorosa delle altre. Si distese nuovamente per terra e cercò di
riflettere.
“Sono
ormai giorni e giorni che mi tengono chiuso qui… ma io so già cos’ hanno
intenzione di fare quei bastardi!” Pensò rassegnato.
“Gli
servo vivo fino al momento opportuno… ma è inevitabile che prima o poi mi
uccideranno…” poi chiuse gli occhi e i volti di Ron ed Hermione
comparvero alla sua vista interiore.
“Non
ho paura di morire… raggiungerò presto i miei genitori e Sirius… vorrei
soltanto rivedere i miei amici per un ultima volta… Hermione dove sei in
questo momento?”
Era
strano, ma il suo cuore gli diceva che sarebbe riuscito a rivederla ancora una
volta.
***O***
Il
sole era già alto nel cielo, ed illuminava gli antichi palazzi e gli umidi
canali con i suoi raggi caldi e allegri. Chiunque ci avesse osservato in quel
momento, avrebbe pensato che eravamo tre spensierati turisti seduti al tavolino
di un bar, con nessuno altro pensiero in testa, che quello di programmare la
nostra giornata di visite turistiche. Purtroppo, le nostre menti e i nostri
cuori erano impegnati in ben altri pensieri e ben altre preoccupazioni.
Almeno
la mia mente ed il mio cuore lo erano: la
preoccupazione per il mio Harry mi divorava, l’angoscia e la delusione per
tutta quella situazione mi stava uccidendo. Adesso che i Mangiamorte e Voldemort
sapevano che io ed Angy eravamo sulle loro tracce, ero sicura che Harry avesse
le ore contate. Ogni attimo che passava, era un attimo prezioso in meno per la
vita del mio Harry.
Marco
rimaneva la nostra unica speranza di poterlo rintracciare e di riuscire a
salvarlo. Avrei fatto di tutto per ottenere almeno un indizio da lui, una frase
ascoltata per sbaglio oppure una parola che i Mangiamorte avevano detto, ogni
minimo dettaglio sarebbe stato di vitale importanza per noi.
Mi
ero incantata a fissare Marco sconsolata, mentre lui stava divorando voracemente
il quinto cornetto nel giro di cinque minuti. Sapevo che lui non era per niente
cosciente di tutti i nostri problemi.
Sospirai
girandomi verso Angy, che se ne stava seduta accanto a me, con le braccia
incrociate sul petto, e fissava Marco molto intensamente; però il suo sguardo
non mi ispirava proprio niente di buono: non saprei come descriverlo, era un
concentrato di disgusto e di disprezzo.
Rimasi
stupita dal suo comportamento, perché avevo sempre creduto che gli Auror,
avessero il compito di difendere tutti gli innocenti, senza alcuna distinzione
tra maghi e babbani, mentre invece lei sembrava proprio nutrire un odio profondo
soprattutto verso i babbani.
“Credi
di esserti saziato adesso, babbano?” Chiese lei con aria di superiorità, ed
io la fulminai con lo sguardo.
“Angy!
Non capisco perché tu debba trattarlo in questo modo! Lui non ti ha fatto
proprio niente di male…” Ma per tutta risposta Angy alzò gli occhi al cielo
e si girò dall’altra parte.
“Già…
io non ti ho fatto proprio niente… ci siamo appena conosciuti! Mi passeresti
lo zucchero, per favore?” Mi chiese lui all’improvviso, mentre mescolava il
suo terzo cappuccino.
“Certo…”
mentre gli passavo la zuccheriera, decisi che era arrivato il momento per
iniziare con le domande.
“Scusa,
Marco… ti senti pronto per ricordare qualcosa della notte scorsa?” Chiesi
gentilmente.
“Ti
interessa qualcosa in particolare?” Chiese lui morsicchiando il cornetto
stretto nella mano destra, e sorseggiando il cappuccino dalla tazza nella sua
mano sinistra.
“Qualunque
cosa… una frase… una parola… persino una tua sensazione sarebbe di vitale
importanza per noi… dobbiamo ritrovare questo nostro carissimo amico… e tu
sei la sola speranza che abbiamo…” Gli parlai molto seriamente, cercando di
fargli capire la gravità della situazione.
“Ma
è il tuo fidanzato?” Chiese lui malizioso, fissandomi dritta negli occhi.
“NO!
E’ il mio migliore amico! Ed in questo momento sta rischiando la vita, per
questo dobbiamo riuscire a ritrovarlo il più presto possibile…”
“Allora
è il SUO fidanzato…” Chiese nuovamente Marco, indicando Angy con un cenno
della testa, ma lei si limitò a fulminarlo con gli occhi.
“Si,
è vero… è il suo ragazzo… ma non capisco cosa c’entri tutto questo!”
Risposi io esasperata.
“C’entra,
c’entra… e come si chiama?” Chiese lui incuriosito.
“Si
chiama Harry Potter… allora, ricordi qualcosa?” Stavo cominciando a perdere
la pazienza.
“Dunque
vediamo, Harry Potter hai detto?” Chiese lui, massaggiandosi il mento e
sforzandosi di ricordare.
“NO…
mi dispiace ma non ho mai sentito questo nome in vita mia…” rispose
tranquillamente dopo qualche minuto, e riprese a sorseggiare il suo cappuccino.
“Hai
visto? Te lo avevo detto io! E’ soltanto uno stupido BABBANO! Non caveremo un
ragno dal buco così… è meglio che facciamo a modo mio…” Urlò Angy
esasperata, e tirò fuori la sua bacchetta da sotto il tavolo.
In
un attimo vidi il terrore negli occhi di Marco. Cercai subito di farle mettere
via la bacchetta, guardandomi attorno con circospezione.
“Sei
impazzita? Vuoi che qualcuno ci veda?” Le chiesi allarmata.
“Non
mi importa… se questo stupido babbano non vuole parlare con le buone, allora
useremo le cattive…” Angy era furiosa.
“D’accordo,
d’accordo… parlerò! Ma ti prego, metti via quella… quella cosa…”
Marco era proprio terrorizzato. Angy mi lanciò uno sguardo soddisfatto, e
ripose la sua bacchetta.
“Ti
sei ricordato di qualcosa, adesso?” Chiesi io sorridendo maliziosa.
“Si…
si… dunque vediamo… stavo camminando tranquillamente per la strada pensando
ai fatti miei, quando due ceffi incappucciati escono da un vicolo, mi riempiono
di botte e mi infilano dentro ad un sacco… poi perdo conoscenza… quando mi
risveglio, mi ritrovo in una cantina umida e buia, ed ho le mani legate… e poi
sento questi due che parlano nella stanza accanto, ma non capisco un bel niente
di quello che si dicono…” Marco sembrava avere fretta di raggiungere il
punto saliente del suo racconto, mentre io ed Angy ascoltavamo attente ogni sua
parola.
“L’unica
cosa che sono riuscito a capire, era che avrebbero portato qualcuno al loro
quartier generale… lo hanno chiamato… LA FOSSA DEI LEONI… e poi sono
venuti da me ed ho perso di nuovo conoscenza… ricordo solo di essermi
risvegliato nella vostra camera d’albergo… tutto qui, non ricordo
altro…” Quando Marco ebbe finito il racconto, prese a fissarci intimorito,
sperando di essere riuscito a fornirci le informazioni che volevamo, ma io ed
Angy ci guardammo sconsolate.
“Siamo
veramente al punto di partenza…” disse Angy delusa.
“No,
se riusciamo a scoprire dove si trova la Fossa dei Leoni… magari è un posto
qui in Italia, forse è una località… oppure un monumento… perché non
chiediamo un po’ in giro…” dissi ostinatamente, ma Angy andò
improvvisamente su tutte le furie.
“Cosa
vuoi che faccia, sentiamo! Mi devo mettere in mezzo alla strada, e chiedere
informazioni a tutti i babbani che passano? Sei veramente RIDICOLA!” Questo
suo atteggiamento mi stava veramente dando sui nervi. Senza risponderle mi girai
verso il cameriere che stava servendo al tavolo accanto.
“Mi
scusi! Posso farle una domanda?” Gli chiesi gentilmente, e lui annuì con la
testa.
“Vorremmo
visitare un posto, ma non sappiamo bene dove si trova… si chiama La Fossa dei
Leoni… ha per caso un’idea?” Il cameriere si concentrò un momento e poi
mi rispose cortese.
“Sembrerebbe
il nome di un circo… oppure di uno zoo… comunque mi viene in mente la Fossa
dei Leoni più famosa d’Italia… il COLOSSEO a Roma… potreste provare ad
andare lì!”
“Grazie
mille…” ringraziai il cameriere che si allontanò, e mi girai verso Angy con
aria trionfante.
“Visto?
Semplice no?”
“E
se non fosse il Colosseo a Roma? Siamo sempre al punto di partenza!” Obbiettò
lei, cercando di mascherare la sua sorpresa.
“E
se invece lo fosse? Adesso almeno abbiamo un indizio da seguire!” Risposi io
con insistenza, ed entrambe iniziammo a guardarci in cagnesco.
“Calma,
ragazze… se volete andare a Roma è meglio che vi sbrighiate… dovrebbe
esserci un treno che parte tra un paio di ore…” Marco ci interruppe, ed
entrambe ci girammo a guardarlo.
“Questo
non è un tuo problema, mi pare!” Angy lo fulminò con lo sguardo, ma lui non
sembrò infastidito.
“Ascoltate,
ho una proposta da farvi… perché non mi lasciate venire con voi? Potrei
esservi di aiuto…”
“Non
capisco proprio come potresti aiutarci!” Angy continuava a fissarlo con
disprezzo infinito.
“Beh…
per prima cosa, visto che so parlare bene l’inglese, potrei farvi da
interprete… poi ho tanti amici sparsi per l’Italia, che so… potreste avere
bisogno di un aiuto “babbano”, per dirla a modo vostro…” Marco sembrava
veramente deciso a partire con noi, e dopo tutto, non mi sembrava affatto una
cattiva idea.
“Ti
ho appena detto che non abbiamo affatto bisogno di…”
“VI
PREGO! Fatemi venire con voi… non c’è niente che mi leghi a Venezia, io…
io non ho nessuno qui ad aspettarmi … per favore…” Fui
profondamente commossa dalle parole di Marco, tanto che presi subito la mia
decisione.
“Angy…
pechè non lo facciamo venire con noi… Marco ha ragione, potremmo avere
bisogno del suo aiuto… io sono d’accordo!”
“NON
SE NE PARLA AFFATTO!” Angy aveva appena alzato il tono di voce, fulminandomi
con gli occhi.
“Allora…
dammi una buona ragione perché non dovremmo portarlo con noi!” Le dissi
cocciuta, e mi poggiai allo schienale della sedia, incrociando le braccia sul
petto.
“Non
può venire con noi per il semplice fatto che è un babbano!”
“Ma
noi stiamo viaggiando in territorio babbano, ed è per questo motivo che il suo
aiuto potrebbe essere prezioso!”
“Sarà
molto pericoloso per lui… non è in grado di difendersi dai Mangiamorte… e
ci potrebbe essere d’intralcio…e…”
“Chi
non sarebbe in grado di difendersi? Io sono abituato a vivere per strada… non
ho paura di niente! Mettetemi alla prova e vedrete…” Marco sembrava pronto a
tutto, pur di lasciare Venezia.
“Ti
prometto che non ci sarà di nessun intralcio… gli starò sempre vicino, e in
caso di attacco dei Mangiamorte, lo proteggerò io…” Supplicai.
Angy
allora prese a fissare me e Marco a turno, e poi emise un profondo sospiro e
gettò la spugna.
“E
va bene… avete vinto voi… però, se poi succede qualcosa, non ditemi che non
vi avevo avvertito… “
“Grazie,
Angy… sei un tesoro!” Saltai sulla sedia contenta, e anche Marco sembrò
molto soddisfatto.
“Hermione…
ricordati di mandare un gufo a Silente… voglio che sappia dove stiamo
andando…” si affrettò ad aggiungere Angy.
“Sicuro!
Adesso torniamo in albergo, prendiamo le nostre cose, sistemo Grattastinchi
nella sua cesta, e mando un gufo urgente a Silente…” Ero molto soddisfatta
da come si stavano mettendo le cose. Eravamo nuovamente sulle tracce di Harry,
ed avremmo potuto contare sull’aiuto di un terzo compagno.
Ripensandoci
a distanza di tempo, è stato un bene aver insistito affinchè Marco si unisse a
noi.
***O***
Il
Signore Oscuro era seduto sulla sua enorme poltrona di pelle nera, ed osservava
il fuoco dentro al camino, rapito dai suoi pensieri.
”Mio
signore!” La voce di uno dei suoi Mangiamorte più fidati lo interruppe
all’improvviso, e lui si girò di scatto per guardare in faccia chi avesse
osato tanto.
“Chiedo
perdono mio Signore… ho delle novità da riferire…” Il Mangiamorte parlò
con voce tremante, mentre fronteggiava il suo padrone con la testa china e gli
occhi bassi.
“Parla!”
ordinò il Signore Oscuro, con voce gelida.
“La
Mezzosangue… è in viaggio verso il nostro quartier generale… arriveranno
tra poche ore…"
“Come
ha fatto a scoprirlo! ” La sua voce era calma, e non tradiva affatto il suo
immenso disappunto.
“E’
stato quel babbano… deve averci sentito mentre lo tenevano prigioniero…”
rispose il Mangiamorte intimorito.
“La
Mezzosangue ha già avvisato Silente?” Chiese il Signore Oscuro.
“Si…
ha mandato un altro gufo urgente…” si affrettò a rispondere il Mangiamorte.
"Bene…
credo che adesso non abbiamo più bisogno di lei… impeditele in tutti i modi
di raggiungere il nostro quartier generale… "
“
Sarà fatto, mio Signore..." rispose intimorito il Mangiamorte, prima di
rimettersi nuovamente in piedi e lasciare la stanza buia.
Il
Signore Oscuro emise una terrificante risata, pregustando la sua vendetta.
(N/A:
Che ne pensate? La storia sta diventando sempre più intricata, non credete
anche voi? Che succederà? Recensite e lo scoprirete...)
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Capitolo 10 *** L'Agguato ***
Nuova pagina 1
(
N/A: Grazie ancora per le vostre meravigliose recensioni... Mysticmoon, Giuly,
Elizabeth Potter, Caillean, Valy88 (vedo che stai molto attenta ai particolari,
BRAVA!), Lady 86... a tutte voi dedico il prossimo capitolo. )
10.
L’AGGUATO
In
poche ore ci trovammo sul treno diretto a Roma. Nello stesso scompartimento, io
ed Angy sedevamo l’una accanto all’altra, mentre Marco si era sistemato di
fronte a noi, e Grattastinchi faceva le fusa tra le mie braccia.
D’un
tratto il mio sguardo andò sul sedile vuoto accanto al mio, dove era posato un
quotidiano inglese; fui colpita dal titolo, che troneggiava a caratteri cubitali
sulla prima pagina “ECCEZIONALE ECLISSI DI SOLE ATTESA PER IL TRE DI
MARZO: Sarà un esperienza unica, come non accadeva da oltre trecento
anni!” Mi incuriosì questa notizia, visto che mancavano veramente pochi
giorni all’evento.
Mi
girai verso Angy, che era seduta accanto al finestrino, ma sembrava che stesse
dormendo; Marco invece, era impegnato a fissarla con grande intensità.
Probabilmente, il fatto che Angy provasse un’avversione fortissima nei suoi
confronti, aveva suscitato il grande interesse del ragazzo per lei.
Continuavo
a non capire l’ostinata antipatia di Angy nei confronti di Marco. Dopo tutto,
a guardarlo bene, non era affatto male: aveva
pressappoco la nostra età, e due profondi occhi neri, poi era simpatico, alto,
carino, abbronzato.
D’un
tratto, Grattastinchi prese a fissarlo, poi con un balzo, atterrò elegantemente
sulle sue ginocchia, e si acciambellò facendo le fusa. Fui molto sorpresa da
questa cosa, visto che prima di allora non aveva mai dato confidenza agli
estranei. Per la verità, ancora non voleva farsi avvicinare nemmeno da Angy!
“Carino
il tuo gatto… come si chiama?” Mi chiese Marco carezzandolo delicatamente
sulla testa.
“Si
chiama Grattastinchi, ma non è un gatto… è uno Kneazle*!” Risposi io
sorridendo.
“Come?
Non ho mai sentito di una razza del genere!”
“No!
Il Kneazle non è una razza, ma una creatura magica molto intelligente, che ha
un talento particolare per fiutare maghi con cattive intenzioni…“ spiegai
divertita.
“Ahh…
capisco… ma dimmi un po’… avete anche città abitate da gente come voi?”
Chiese Marco incuriosito.
“Si…
e abbiamo anche una strada a Londra, piena di negozi magici di ogni genere…
poi abbiamo anche una banca speciale, dove teniamo il nostro denaro magico… ci
sono anche gli uffici postali, dove le lettere vengono recapitate da gufi
intelligenti… e poi…”
“D’accordo…
d’accordo… basta così Hermione… credo che mi stia venendo un forte mal di
testa…” Marco mi interruppe, ed io lo guardai divertita.
“Mi
sembra tutto talmente, STRANO! Come posso spiegarti: nella vita reale, senti
sempre parlare di magia, di maghi e così via, e pensi che siano tutte cose
inventate… ma poi, quando ti ritrovi a vivere tutto questo… WOW… è
pazzesco, mi sembra di sognare!”
“Ti
capisco, lo sai? I miei genitori sono babbani, ed io ho scoperto di essere una
strega quando mi è arrivata la lettera d’invito per la Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts, poco prima del mio undicesimo compleanno… lì per lì
non riuscivo a crederci… ma poi mi sono resa conto che la magia è sempre
stata dentro di me, e che in verità, io
non appartengo al mondo babbano, ma al mondo magico…” Sentivo di poter
essere completamente sincera con lui.
“E
con questo ragazzo… Harry… siete amici da tanto tempo?” Chiese lui
all’improvviso.
“Da
moltissimo tempo… abbiamo iniziato la Scuola di Hogwarts insieme… e abbiamo
vissuto talmente tante avventure che potrei scrivere libri su libri…”
risposi tranquillamente.
“Mentre
invece Angy è la sua ragazza!” A quell’affermazione, mi limitai ad annuire
con un lieve cenno della testa, facendo sparire il sorriso che fino a poco prima
illuminava il mio viso.
“Vorrei
raccontarti uno stranissimo sogno che ho fatto prima di risvegliarmi nella tua
stanza a Venezia…” Mi disse lui con aria maliziosa.
“Di
che si tratta?” Chiesi curiosa, non riuscendo ancora a comprendere a pieno a
cosa si stesse riferendo.
“Mi
era sembrato di sentire una voce… che mi parlava d’amore… “ Marco prese
a fissarmi intensamente negli occhi, ed io realizzai che stava parlando della
confessione che gli avevo fatto, pensando che lui fosse Harry. Mi girai di
scatto verso Angy, temendo che lui ripetesse esattamente le parole che gli avevo
detto in quella circostanza, ma sembrava che lei stesse ancora dormendo
profondamente.
“Strana
la vita, vero? Passi tanto tempo con una persona, e poi… questa persona si
innamora di un altra…” Aggiunse Marco, sempre guardandomi dritta negli
occhi. Io non risposi, e mi limitai ad abbassare lo sguardo, iniziando a
giocherellare nervosamente con la manica del mio maglione.
“Ma
perché quei maghi cattivi lo tengono prigioniero? Cos’ha fatto di tanto
grave?” Chiese lui, interrompendo l’imbarazzante silenzio che era sceso tra
di noi.
“E’
una lunga storia, che non starò qui a raccontare… ti basti sapere che Harry
è un mago molto potente, l’unico in grado di poter sconfiggere il capo dei
maghi cattivi… VOLDEMORT… ed è per questo motivo che la sua vita adesso è
in pericolo…”
“HERMIONE!
COME TI E’ SALTATO IN MENTE DI NOMINARE IL SIGNORE OSCURO!”
Saltai
in aria dalla sorpresa e sentii il cuore fare una capriola all’indietro. Non
mi ero accorta che nel frattempo Angy si fosse svegliata, e stesse ascoltando la
nostra conversazione.
“Mi
hai fatto prendere un colpo! Perché non dovrei nominarlo? Non si può sempre
avere paura di pronunziare il suo nome! Harry lo sconfiggerà un giorno, ed
allora tutti si renderanno conto che quel MOSTRO non era invincibile come
pensavano…” Protestai.
“D’accordo,
ma fino a quel giorno, non permetterti più di pronunziare il suo nome in mia
presenza!” Sbraitò Angy, prima di alzarsi ed uscire dallo scompartimento come
una furia, sbattendo la porta.
“Ma
si può sapere cosa le è preso?” Chiese Marco sorpreso.
“Vorrei
tanto saperlo… a volte penso che Angy mi nasconda qualcosa di grave…” Non
mi ero resa conto di aver riflettuto a voce alta, e che Marco avesse sentito
tutto.
“Cosa
pensi ti stia nascondendo?” Chiese incuriosito.
“Niente…”
mi affrettai ad aggiungere, e mi alzai per cercare di raggiungere Angy in
corridoio.
Ero
appena uscita dallo scompartimento, e mi stavo dirigendo verso la coda del
treno, quando fui sorpresa di sentire delle urla provenienti dalla carrozza
dietro alla nostra. Mi avvicinai cautamente alla porta a vetri, per vedere
meglio. Con grandissimo orrore, sgranai gli occhi alla vista di due alte figure
incappucciate, che stavano ispezionando ogni scompartimento, provocando grande
scompiglio tra i passeggeri del treno.
Fui
subito presa dal panico, ed in stato di schock indietreggiai lentamente, fino a
raggiungere il nostro scompartimento.
Dopo
essere entrata, richiusi immediatamente la porta dietro di me, accostai tutte le
tendine e mi girai verso Marco, completamente terrorizzata.
“Cosa
ti è successo? Sembra che tu abbia visto un fantasma!” Esclamò lui
sorridendo.
“Sono
qui… i Mangiamorte sono sul treno… e stanno cercando noi…” mentre
parlavo, la mia mente si stava sforzando freneticamente di trovare una soluzione
a quel disastro.
“I
maghi cattivi? Ci hanno trovato? E adesso cosa facciamo?” Marco si alzò di
scatto allarmato, facendo cadere Grattastinchi sul pavimento.
Pensai
che questa volta non saremmo riusciti a scappare: i Mangiamorte ci avrebbero di
sicuro trovati ed eliminati. E come avremmo fatto ad avvisare Angy?
Le
urla dagli scompartimenti accanto al nostro, mi avevano fatto capire che i
Mangiamorte si stavano avvicinando sempre di più.
“Forza
Hermione… pensa in fretta… pensa… pensa….” Continuavo a ripetermi,
quando d’un tratto dagli altoparlanti sentii echeggiare la voce del capo
treno.
“FIRENZE…
Avvisiamo i signori passeggeri, che tra pochi minuti arriveremo a FIRENZE…”
“Dobbiamo
scendere a Firenze!” Dissi a Marco improvvisamente.
“
Ma ci vedranno comunque… come faremo a…”
“Vieni
qui…” Lo interruppi bruscamente e lo afferrai per un braccio, tirai fuori la
bacchetta e gli diedi un colpetto sulla testa.
“DISILLUDO!”
Sussurrai, e per incanto Marco scomparve alla mia vista, prendendo il colore e
la forma dei sedili accanto a lui.
“Mitico!”
Esclamò, mentre io effettuavo l’Incantesimo di Disillusione su di me. Appena
in tempo, perché subito dopo la porta dello scompartimento si aprì
violentemente, e due Mangiamorte incappucciati entrarono per ispezionarlo.
“Questo
è vuoto!” Disse uno dei due.
“Andiamo
nella prossima carrozza… e se non li troviamo neanche là, ricominceremo ad
ispezionare tutto il treno… dobbiamo assolutamente scovarli!” Decise
l’altro, ed entrambi uscirono nel corridoio.
Sospirai
di sollievo, rendendomi conto che avevo trattenuto il respiro fino a quel
momento.
“Marco,
tieniti pronto… afferriamo le nostre cose e appena il treno si ferma, saltiamo
giù…”
“Sono
pronto! Ma Angy?” Chiese Marco preoccupato.
“La
cercheremo lungo il treno…” Risposi, quindi
radunammo in fretta i nostri bagagli, infilai Grattastinchi nella sua cesta, e
mi affacciai dalla porta, per vedere se la via era sgombra.
I
Mangiamorte avevano già raggiunto la carrozza successiva, ed il treno si stava
già fermando alla stazione di Firenze.
Veloci
come due fulmini uscimmo dallo scompartimento, e ci dirigemmo verso la coda del
treno. Eravamo quasi arrivati alla porta, che già alcuni viaggiatori avevano
aperto, quando ci imbattemmo in Angy, che veniva nella nostra direzione.
“Angy,
sono io Hermione! Dobbiamo scendere dal treno immediatamente… ci sono i
Mangiamorte…” Le dissi allarmata, e la presi per un braccio.
“PRESTO…
VENITE DA QUESTA PARTE… LI ABBIAMO TROVATI!”
Con
orrore, mi resi conto che proprio in quel momento, i due Mangiamorte di prima ci
avevano intercettati da lontano. Presa dal panico, spinsi Angy giù dal treno
senza tanti complimenti.
In
un baleno, ci trovammo a correre fianco a fianco in mezzo ai binari.
Naturalmente, avevo capito benissimo che i Mangiamorte seguivano Angy, visto che
io e Marco eravamo praticamente invisibili alla loro vista.
Era
difficile correre in mezzo a tutte quelle persone, e riuscivamo a farci avanti a
gomitate e spintoni, ma avevamo i Mangiamorte ancora alle calcagna, e l’unica
nostra speranza era quella di confonderci in mezzo alla gente.
“IMMOBILUS!”
“STUPEFICIUM!”
Urlavano
i Mangiamorte, lanciandoci contro raggi di luce rossi e blu.
Quando
ad un certo punto, accadde qualcosa di terribile: non mi ero accorta che proprio
sul binario lungo il quale stavamo correndo come matti, stava transitando un
treno a gran velocità. Con orrore vidi che una delle maledizioni lanciate dai
Mangiamorte, aveva colpito Angy proprio alle gambe, facendole perdere
l’equilibrio.
“ANGY…
STAI ATTENTA!” Le urlai
disperata, ma ormai era troppo tardi.
Tutto
avvenne in una frazione di secondo: Angy stava cadendo proprio in mezzo alle
rotaie. In quell’attimo, lei mi fissò dritta negli occhi, con uno sguardo di
terrore che non riuscirò mai a dimenticare.
(N/A:
Che ve ne pare? Le cose si stanno complicando sempre di più... recensite e
scoprirete il seguito...)
(*KNEAZLE:
Vedi pag. 25 de "Gli Animali Fantastici: dove trovarli" di Newt
Scamandro.)
|
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Capitolo 11 *** FIRENZE ***
11
(N/A:
Visto che siete rimaste tutte con il fiato sospeso... ho pensato di pubblicare
subito l'undicesimo capitolo... buona lettura...)
11.
FIRENZE
Tutto
avvenne in una frazione di secondo: Angy stava cadendo proprio in mezzo alle
rotaie. In quell’attimo, lei mi fissò dritta negli occhi, con uno sguardo di
terrore che non riuscirò mai a dimenticare.
Urlai
disperata, portandomi le mani alla bocca, quando all’improvviso, mi resi conto
che due braccia invisibili avevano afferrato Angy di peso e la stavano
trascinando nuovamente sul marciapiede. Lei cadde a pancia in giù,
apparentemente su di un “materasso” invisibile.
Corsi
come una disperata verso di lei, e mi inginocchiai stremata al suo fianco.
“Stai
bene?” Le chiesi senza fiato, ma lei non mi rispose, continuando a fissare
scioccata il suo salvatore.
Marco,
era disteso sotto di lei e la stringeva forte tra le sue braccia, completamente
terrorizzato. Anche se era ancora invisibile alla nostra vista, io riuscivo a
distinguere i contorni del suo viso in controluce.
Cercai
di riprendermi il più in fretta possibile, usai il contro incantesimo per
liberare le gambe di Angy e li afferrai entrambi per le braccia, alzandoli in
piedi.
“Coraggio!
Dobbiamo andare via di qui… i Mangiamorte ci stanno ancora cercando…”
Tenendoli
per mano, mi diressi verso l’uscita della stazione, ed in pochi minuti ci
ritrovammo a correre per le strade di Firenze.
Quando
fummo sicuri di essere abbastanza lontani dalla stazione, entrammo in un vicolo
buio, e ci buttammo per terra stremati dalla corsa e dallo spavento.
“C’è
mancato poco!” Dissi, dopo aver ripreso un po’ di fiato e mi girai verso i
miei due compagni.
Angy
sedeva per terra, con la schiena appoggiata ad un muro, ansimando violentemente,
mentre Marco se ne stava lungo disteso sul marciapiede, a braccia larghe,
circondato dalla mia valigia e dalla gabbia di Grattastinchi, che poco prima
aveva fatto cadere.
Pensai
che fosse meglio riprendere il nostro aspetto normale, quindi mi alzai in piedi,
mi avvicinai a Marco e gli diedi un leggero colpetto sulla testa con la mia
bacchetta. Subito tornò visibile alla nostra vista, quindi eseguii il contro
incantesimo anche su di me.
“Per
la barba di Merlino, Marco! Ma tu sei ferito!” Gli dissi preoccupata, dopo
aver notato che un rivolo di sangue gli scendeva dalla fronte sulla guancia
sinistra.
“No…
non è niente… guarda invece se Angy sta bene…” rispose lui
tranquillamente, asciugandosi il sangue con la manica della giacca.
Mi
girai verso la mia compagna, e notai con sorpresa che se ne stava lì seduta con
lo sguardo perso nel vuoto.
“Sei
ferita?” Le chiesi gentilmente, ma lei si limitò a fare cenno di no con la
testa, fissando sempre nel vuoto.
“Sai
già dove potremmo andare?” Chiese all’improvviso Marco, dopo essersi alzato
in piedi.
“No…
per niente! Ormai non credo che sarebbe saggio riprendere il treno per Roma,
visto che i Mangiamorte sanno del nostro piano… magari dovremmo cercare un
albergo, e fermarci a Firenze almeno per questa notte… sperando di riuscire a
trovare un modo per raggiungere la nostra meta domani mattina…” Constatai
sconsolata.
“Ho
un idea! So dove potremmo trovare un buon posto per nasconderci, e nello stesso
tempo trascorrere la notte…. La mia amica Maria vive in un appartamento non
lontano da qui… sono sicuro che sarà felice di rivedermi e di ospitarci tutti
e tre…” Propose soddisfatto.
“Sei
sicuro che la tua amica accetterà?” Chiesi diffidente.
“Ma
certo! Maria è un vero tesoro, vedrete… andiamo allora, non c’è tempo da
perdere…” Quindi si avvicinò ad Angy e le porse la mano per aiutarla ad
alzarsi, ma lei sembrava aver perso completamente tutte le forze. Fissò la mano
tesa di Marco, e poi alzò la testa, e lo fissò dritta negli occhi senza dire
una parola.
“Posso
aiutarti?” Le sussurrò piano, e senza aspettare la risposta della ragazza, si
chinò lentamente e la prese per le braccia, aiutandola ad alzarsi in piedi. Poi
la prese per mano e iniziò a camminare lungo la strada, ed Angy lo seguì
docilmente senza parlare.
Rimasi
molto colpita da tutto questo, ma la cosa più strana, era il modo con il quale
lei lo stava guardando adesso. Non c’era più disprezzo oppure odio nei suoi
occhi, ma solo un infinita fragilità.
Camminammo
lungo strette stradine laterali. Era l’ora di pranzo, e molti negozi erano già
chiusi, ma le strade erano ancora piene di turisti curiosi che visitavano chiese
e monumenti. Firenze mi colpì per la sua sobria bellezza, con i suoi palazzi
antichi ed austeri.
In
breve arrivammo alla Chiesa di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, e fui
abbagliata dai suoi sgargianti colori e dal suo marmo ricamato come il merletto.
Passammo da via Tornabuoni, la strada dei negozi più alla moda, ed alla fine
attraversammo il Ponte Vecchio, per arrivare sulla riva opposta del fiume Arno.
Dopo
pochi minuti, girammo in un vicoletto seminascosto da alti palazzi, e ci
fermammo dinanzi ad un piccolo portoncino di legno. Marco suonò il campanello,
e subito una graziosa ragazza con i capelli corti e neri si affacciò alla
finestra.
“Marco!
Sei proprio tu?” Chiese la ragazza con un gran sorriso stampato in faccia.
“Ma
come… non mi riconosci più? Mi fai entrare?” Chiese lui con fare spigliato.
“Vieni
pure… la porta è aperta…” Marco parlò in italiano con la sua amica, ma io compresi il senso delle loro parole. All’invito di Maria, entrammo tutti e tre nel
piccolo portoncino e salimmo delle strette scalette di marmo, fino ad arrivare
ad un'altra piccola porta al primo piano, sulla quale trovammo Maria con le
braccia aperte ad aspettarci.
La
ragazza ci abbracciò a turno, felice di accoglierci nella sua casa, e ci
accomodammo nel piccolo ma accogliente salottino. L’ambiente era molto
confortevole, con le pareti tinte di giallo, quadretti raffiguranti piccoli
gattini, fiori secchi che pendevano dal soffitto, due piccoli divani arancioni e
poltroncine celesti, mentre sull’antico pavimento di cotto fiorentino, era
disteso un enorme tappeto verde pistacchio, ed un caldo fuocherello scoppiettava
nel caminetto ad angolo.
“Accomodatevi
pure… sembrate molto stanchi… come mai da queste parti?” Chiese la nostra
ospite educatamente, mentre prendevamo posto sul divano.
“Intanto
ti presento le mie amiche… sono Hermione ed Angy… vengono dall'Inghilterra!"
Maria
sembrò molto sorpresa, ma volle subito sfoggiare la sua perfetta conoscenza
dell’inglese.
“How do you do?” Chiese lei
gentilmente, ed io le sorrisi.
“Siamo di passaggio, e
volevamo chiederti ospitalità per la notte… domani mattina presto ripartiremo
per Roma… “ Spiegò Marco brevemente.
“Sono
felice di potervi accogliere nella mia casa… non è molto grande, ma ci sarà
posto per tutti… per quanto riguarda il vostro viaggio verso Roma, c’è un
mio carissimo amico che parte domani in automobile e sono certa che sarebbe
felice di accompagnarvi…”
“GRANDIOSO!
Maria sei un genio!” Esultò Marco contento, e abbracciò forte la sua amica,
dandole un grosso bacio sulla fronte.
“Hey…
basta così… altrimenti finisce che ci prendo gusto a farmi baciare da
te…” Rise allegramente Maria.
Anche
io mi sentivo più sollevata: grazie a Marco eravamo riuscite a sfuggire ai
Mangiamorte, e avevamo anche trovato un posto sicuro dove passare la notte.
Pensai che gli italiani erano persone meravigliose, sempre pronte ad aiutarsi a
vicenda, simpatiche ed alla mano con tutti.
Mi
girai verso Angy, e rimasi interdetta quando vidi che stava fissando fuori dalla
finestra, lo sguardo assente ed il viso inespressivo.
“Angy?
Ma ti senti bene?” Le sussurrai preoccupata, ma lei non mi rispose.
“Allora
vi mostro la vostra camera… avanti ragazze, seguitemi di sopra…” Fui
interrotta da Maria, e ci alzammo subito in piedi, per seguirla al secondo
piano. Una volta che ci ritrovammo da sole nella nostra camera, decisi di
affrontare il problema apertamente.
“Si
può sapere cosa ti succede? Ti comporti in modo stranissimo, sin da quando
abbiamo lasciato la stazione…” Le chiesi senza tanti preamboli, ma lei si
limitò a raggiungere la finestra e a poggiare la fronte sul vetro, in assoluto
silenzio.
“Mi
devo preoccupare?” Chiesi ostinatamente, e mi misi di fronte a lei per
guardarla dritta negli occhi. Messa alle strette, Angy si girò verso di me ed
emise un profondo sospiro.
“Non
mi sta succedendo proprio niente, se è questo che vuoi sapere…” Rispose
seccata.
“Mi
stai forse nascondendo qualcosa?” Buttai lì la domanda per cercare di
provocarla, e lei sembrò andare su tutte le furie.
“Cosa
dovrei nasconderti, sentiamo? La tua accusa non ha alcun senso!” Rispose lei
sulla difensiva.
“Non
c’è bisogno di reagire in questo modo… ho fatto soltanto una domanda! E poi
potresti anche mostrare un po’ più di gratitudine verso Marco, visto che ha
rischiato la vita per salvarti, e ci ha portato fino qui…” Stavo iniziando a
perdere la pazienza, ma ad Angy sembrò non importare minimamente.
“GUARDA
CHE SAREI RIUSCITA BENISSIMO A CAVARMELA DA SOLA ALLA STAZIONE… QUEL BABBANO
NON AVEVA NESSUN DIRITTO DI SALVARMI LA VITA… LUI… LUI… E’ SOLTANTO UNO
STUPIDO BABBANO!” Angy aveva completamente perso il controllo.
“STAI
DICENDO COSE SENZA SENSO!” Ero completamente furiosa con lei, perché stava
dimostrando di essere la solita, dispotica, arrogante, ragazzina viziata.
“TOCK…TOCK…”
La
nostra litigata fu interrotta da qualcuno che bussava alla porta.
“Scusatemi…
c’è qualcosa che non va?” La voce allegra e gentile di Marco risuonò nella
stanza.
“NO…
va tutto magnificamente…” Gli risposi io a denti stretti, decidendo di
troncare lì la conversazione con Angy. Mi girai dall’altro lato e mi diressi
verso il bagno per fare una doccia fredda.
***O***
”E
così sono riusciti a scappare…” Il Signore Oscuro era furente.
“Si
mio Signore… li abbiamo cercati da per tutto… ma sono scomparsi…
volatilizzati…” Il Mangiamorte osò alzare lo sguardo timoroso verso il suo
padrone.
“Non
va affatto bene… dovrò punirti per la tua incompetenza…” ordinò il
Signore Oscuro, con voce gelida.
“NO…
TI PREGO MIO SIGNORE… DAMMI UN'ALTRA OPPORTUNITA’…”
Ma
questa volta il Signore Oscuro si limitò a puntargli contro la bacchetta senza
aggiungere altro.
“CRUCIO!”
Al
suo comando, il Mangiamorte si buttò a terra, contorcendosi per il dolore
insopportabile, agitandosi come un animale ferito. All’improvviso il dolore
cessò, e il povero servo alzò una mano tremante verso il suo diabolico
padrone.
“Abbi
pietà… ti prego mio Signore… ti prometto che non fallirò di nuovo…”
Supplicò.
“Non
dovrei darti un’altra opportunità… ma oggi mi sento magnanimo… e se
riuscirai ad uccidere la Mezzosangue e a portarmi Silente… ti prometto che ti
risparmierò la vita… ma se fallirai… sai cosa ti aspetta! ” Il Signore
Oscuro parlò con voce gelida e terrificante.
“Si
mio Signore… grazie mio Signore…” rispose il Mangiamorte terrorizzato,
mentre si affrettava ad alzarsi in piedi.
“La
mia fedele servitrice non si sta comportando affatto come le avevo ordinato…
vorrà dire che pagherà anche lei per la sua incompetenza …”
“Si
mio Signore… come vuoi tu, mio Signore…”
“E
adesso va… prima che cambi idea…” All’ordine del Signore Oscuro, il
Mangiamorte strisciò fuori dalla stanza in silenzio.
(N/A:
Ormai avrete sicuramente capito di CHI stava parlando Voldemort, vero? Ma... in
questa storia niente è veramente ciò che sembra, quindi... restate
sintonizzate e non dimenticatevi di recensire....)
|
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Capitolo 12 *** Ballo di Mezzanotte ***
12
(N/A:
Mi dispiace di aver deluso chi sperava di essersi liberata finalmente di
quella perfida di Angy ma... anche lei ha ancora il suo ruolo da svolgere nella
storia... leggete e lo inizierete ad intuire....)
12.
BALLO DI MEZZANOTTE
Per
tutto il pomeriggio mi sforzai di riposare, ma non riuscii proprio a prendere
sonno. Nella mente continuava a balenarmi l’immagine di Harry, incatenato chi
sa dove, ferito e affamato, e mi sentivo morire dentro.
Mi
girai verso Angy, e mi resi conto che anche lei doveva avere difficoltà ad
addormentarsi, perché continuava a fissare il soffitto della stanza, immobile
come una statua di marmo.
Alla
fine decisi di alzarmi dal letto e di prepararmi per la cena. Maria aveva detto
che ci avrebbe cucinato qualcosa di speciale in nostro onore.
Quella
sera cenammo presto, perché eravamo tutti e tre veramente affamati: il menu
comprendeva tortellini al pomodoro, polpette di carne, contorno di verdure alla
griglia, e una buonissima crostata di frutta fatta in casa.
Dopo
cena eravamo sazi e soddisfatti, e decidemmo di gustarci un buon caffè seduti
sul divano. Quindi Maria mise su un po’ di musica, e poi si sedette con noi
per chiacchierare in inglese.
“Allora…
raccontatemi di voi… cosa fate nella vita?” Chiese lei gentilmente, ma visto
che Angy non sembrava molto in vena, fui io a rispondere per prima.
“Io
vivo a Londra… lavoro per il Ministero… mi occupo di animali
maltrattati…” Cercai volutamente di tralasciare ogni minimo cenno al mondo
magico.
“Interessante…
sei al Ministero dell’Ambiente! E tu Angy?” Chiese ancora Maria, ma temendo
che la mia compagna uscisse fuori con una delle sue frasi anti-babbane, decisi
di rispondere per lei.
“Angy
lavora in polizia… si… sezione spionaggio segreto!”
“WOW…
allora sei nella Forza dell’Ordine… dovrò stare attenta a quello che
dico!” Maria rise allegramente, ed io con lei, mentre Angy si limitò a
fulminarla con lo sguardo. Sembrava proprio che desiderasse essere in
tutt’altro posto in quel momento.
“Perché
non balliamo un po’!” Propose Marco, alzandosi in piedi e trascinando Maria
in mezzo alla stanza. Mentre loro ballavano un lento, diedi ad Angy una gomitata
nel fianco.
“La
vuoi smettere!” Le sussurrai scocciata.
“Di
fare cosa?” Chiese lei cadendo dalle nuvole.
“Di
fare l’asociale!” Puntualizzai.
“Non
faccio l’asociale!” Protestò lei.
“Invece
si!”
“Vuoi
ballare?” Ci girammo entrambe verso Marco, che nel frattempo si era avvicinato
ad Angy porgendole la mano.
Angy
fu presa completamente alla sprovvista e mi guardò per un attimo con aria
interrogativa. Io le feci cenno di si con la testa, e lei si girò verso Marco
ed annuì.
“Questa
canzone* mi piace molto… è di qualche anno fà…” Disse lui aiutandola ad
alzarsi, mentre il lento cominciava a risuonare nell’aria.
“I feel it in my fingers
I feel it in my toes.
Love is all around me,
and so the feeling grows…”
Sorrisi
guardando Marco ed Angy mentre ballavano uno tra le braccia dell’altra, occhi
negli occhi, stretti stretti. Effettivamente la canzone era molto dolce e
romantica.
“…It’s written in the wind
And everywhere I go…
So if you really love me,
come on and let it show…”
“Sono
una bella coppia, non trovi?” Chiese Maria, che nel frattempo si era seduta
accanto a me.
“Si…
proprio una bellissima coppia!” Commentai io amaramente, senza spiegare a
Maria che per la verità Angy era fidanzata con il mio Harry.
“I
know I love you
I always will…
My mind is up
By the way that I feel…
There’s no beginning,
there’ll be no end…”
Angy
e Marco ballavano ancora lentamente, stretti stretti, e per un attimo pensai
qualcosa di assurdo. “E se Angy decidesse di lasciare perdere Harry e si
innamorasse di Marco?” Di sicuro lui sembrava molto preso da lei, ma non
ero affatto sicura dei sentimenti della mia compagna.
Decisi
che avrei parlato con Marco, per sondare il terreno. Poi mi sentii tremendamente
in colpa, perché pensai che di certo Harry era innamorato di Angy, e per la sua
felicità, non dovevo desiderare che si lasciassero. “ Ma lei non è
decisamente la ragazza per lui” mi dissi. E a questo pensiero mi sentii
lievemente sollevata.
D’un
tratto Angy smise di ballare, si allontanò da Marco e corse via come una furia,
lasciandolo lì in piedi in mezzo alla stanza, a bocca aperta dallo stupore.
***O***
Il
lento gocciolìo sul pavimento polveroso stava diventando insopportabile. Harry
alzò la testa per vedere da dove provenisse, e notò un piccolo foro sulla
parete.
Trascorreva
la maggior parte del tempo sdraiato per terra, immobile, cercando di racimolare
le forze per quando sarebbe arrivato il momento di lottare fino alla fine. Ormai
era da giorni che non riusciva a dormire, sia a causa della fame, sia a causa
della cicatrice che pulsava continuamente in modo insopportabile.
Era
sicuro che presto lo avrebbero ucciso. Il fatto di essere un Auror comportava
molti rischi, primo fra tutti quello di vedere la morte in faccia molte più
volte dei maghi normali. Ma ad Harry non faceva paura il rischio, c’era
abituato ormai. La sua vita era sempre stata piena di pericoli, di trappole e di
agguati, ma era sempre riuscito a sfuggire in un modo o nell’altro.
Questa
volta però era diverso: sentiva che Voldemort aveva un piano diabolico da
attuare, e lui ne avrebbe fatto sicuramente parte.
“Non
mi arrenderò… non cederò mai… devo resistere!” Continuava a ripetersi,
ma ormai si rendeva conto, che le forze lo stavano per abbandonare.
***O***
Era
da poco passata la mezzanotte, ed io mi ero affacciata alla finestra del
salottino, per prendere un po’ d’aria. Maria invece stava sistemando
la cucina, ed io pensai che quello fosse il momento giusto per fare due
chiacchiere da sola con Marco.
“Marco!
Posso parlarti un momento?” Gli chiesi, e lui mi raggiunse subito alla
finestra.
Il
ragazzo sembrava ancora mortificato dall'improvvisa fuga di Angy poco prima, ma
cercava di sforzarsi per non farmelo capire.
“C’è
una serata magnifica, non è vero? Guarda che stelle! Lo sai che dopo domani è
il tre di marzo? E’ prevista una spettacolare eclissi di sole…” Disse lui
tranquillamente.
“Si…
l’ho già letto da qualche parte… ascolta, vorrei farti una domanda un po’
personale… se posso…” Iniziai io cautamente.
“Dimmi
pure!”
“Cosa…
cosa ne pensi di Angy? Ti piace come ragazza?” Le parole mi uscirono tutte
d’un fiato, e mi resi conto troppo tardi che la domanda fosse veramente
poco opportuna. Marco non rispose subito, ma si mise a guardare intensamente il
cielo stellato.
“E’una
ragazza meravigliosa… lo so che è sempre stata dura con me, ma… c’è
qualcosa in lei di molto affascinante, e non posso fare a meno di esserne
attratto… lo so che è già fidanzata con Harry ma... è più forte di me!”
Spiegò lui con semplicità.
“Credi
che anche lei provi qualcosa nei tuoi confronti? Devi averla colpita molto dopo
quel salvataggio di oggi alla stazione… da quel momento Angy non sembra più
la stessa …”
“Credi
che sia cambiata? Si, forse… ma non penso di piacerle neanche un po’…”
Poi Marco fece un profondo sospiro, e si allontanò dalla finestra.
“Sarà
meglio che me la tolga dalla testa… Angy è irraggiungibile per me… non devo
farmi troppe illusioni…” Sorrise amaramente e si allontanò.
(N/A:
* La canzone è LOVE IS ALL AROUND dei Wet Wet Wet; L'amore è nell'aria? Vedremo... la storia comunque, si sta avvicinando alla sua
conclusione... chi sa come finirà?)
|
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Capitolo 13 *** ROMA ***
Nuova pagina 1
(N/A:
Salve a tutte.... eccoci finalmente arrivati ad uno degli ultimi capitoli della
storia.... siamo quasi alla fine e vorrei ringraziarvi di cuore, per avermi
seguito fino a questo punto... Buona lettura!)
13.
ROMA
Mi
trovavo nuovamente a fissare un antico specchio magico. Quando all’improvviso
la mia immagine scomparve in un vortice di luce e nebbia, e comparve la figura
eterea di Albus Silente.
“Sapevo
che saresti arrivata fino qui…
presto sarai messa alla prova!” Disse lui con gravità, ma anche questa
volta, non riuscii a comprendere a pieno il significato delle sue parole.
“Professor
Silente! Quando troverò Harry?”
“
Fai attenzione alle stelle… segui
sempre il tuo cuore…” Aggiunse lui, mentre la sua candida forma
scompariva in un vortice di fumo.
Mi
svegliai di soprassalto nel bel mezzo della notte, provando una strana
sensazione di urgenza dentro il mio cuore: pensai subito ad Harry, e sperai con
tutta me stessa che fosse ancora vivo.
“Ti
prego, amore mio, resisti! Stiamo venendo a prenderti…” Sussurrai con un
filo di voce, prima di cercare di riprendere sonno.
La
mattina seguente salutammo Maria con calore, e salimmo sull'automobile di un suo
amico: Paolo era un simpatico ragazzo della nostra età, che si era offerto di
darci un passaggio per raggiungere Roma. Il motivo del suo viaggio era
l’Eclissi di Sole, che secondo gli astronomi, sarebbe stata visibile al suo
massimo splendore, proprio dal centro di Roma.
Il
viaggio trascorse tranquillamente, e a metà pomeriggio eravamo già arrivati.
Come il giorno prima, Angy rimase in silenzio per la maggior parte del tempo,
mentre Marco e Paolo chiacchierarono spensierati.
Fummo
lasciati alla stazione ferroviaria, e decidemmo di raggiungere subito il
Colosseo. Avevamo già perso fin troppo tempo, e non vedevo l’ora di scoprire
qualche nuovo indizio che ci avrebbe riportati sulle tracce di Harry.
Quando
raggiungemmo il Colosseo, il sole stava già tramontando: rimasi folgorata dalla
maestosità e dalla bellezza di quel monumento millenario; il sole ormai basso
all’orizzonte, stava illuminando le antiche mura con i suoi raggi dorati,
mentre gruppi di turisti si affollavano tutti intorno.
Il
custode ci informò che avremmo dovuto affrettarci, perché le visite erano
autorizzate soltanto fino al tramonto. Entrammo attraverso un piccolo ingresso
laterale, per poi ritrovarci all’interno di un enorme labirinto di corridoi ed
archi di pietra.
“Sarà
meglio dividerci… se uno di noi si troverà nei guai, lancerà scintille con
la sua bacchetta...” Proposi guardandomi attorno preoccupata. Poi mi resi
conto che Marco non avrebbe potuto usare questa misura di sicurezza.
“Credo
che se mai mi troverò in pericolo… userò il metodo tradizionale… griderò
aiuto!” Disse lui tranquillamente. Quindi ognuno prese una direzione diversa.
Imboccai
un lungo corridoio deserto, dal qual si riusciva ad intravedere il centro del
Colosseo: un enorme arena circolare, ricoperta di antichi ruderi di pietra. Il
tutto aveva un certo fascino, ma poi pensai che al tempo dell’antica Roma, in
quel luogo la gente moriva tra atroci sofferenze, e sentii un brivido scendermi
lungo la schiena.
Ripresi
a camminare a passo spedito, fino a quando non notai delle curiose scritte sulla
parete alla mia destra. Mi avvicinai lentamente per vedere meglio, e fui
sorpresa nel riconoscere le Antiche Rune.
Tesi
una mano per toccare i segni magici incisi sulla fredda pietra, ed
all’improvviso sentii un rumore provenire dall’altra parte del corridoio. Mi
girai di scatto, con il cuore in gola, ma poi compresi che si trattava solamente
di un piccione che aveva appena spiccato il volo.
Mi
guardai attorno con aria circospetta: ero completamente sola, circondata da un
surreale silenzio. Tornai a studiare la parete di fronte a me, cercando di
decifrare le poche parole che si riuscivano ancora a leggere, visto che erano
quasi completamente erose dal tempo.
Ero
talmente concentrata su quelle scritte, che non mi accorsi di uno strano
scricchiolio proveniente dal pavimento sotto di me. Mossi ancora un altro passo
e…
“HAAAA!”
All’improvviso,
il suolo si sgretolò sotto il mio peso, e fui inghiottita dalle tenebre.
***O***
Per
l’ennesima volta, un Mangiamorte incappucciato aprì la porta della cella, con
in mano la solita ciotola di pane raffermo ed il solito bicchiere d’acqua.
Ma
appena fu entrato, rimase attonito a fissare il vuoto attorno a lui. La ciotola
ed il bicchiere gli caddero dalle mani per la sorpresa. Stava già correndo via
per dare l’allarme, quando improvvisamente fu colpito alla testa, e cadde
pesantemente sul pavimento polveroso.
Il
Mangiamorte si girò per vedere cosa lo avesse colpito, e rimase a bocca aperta
per qualche secondo: Harry era in piedi di fronte a lui, e lo fissava con tutta
la rabbia che aveva dentro.
Il
ragazzo si concentrò profondamente sulla ciotola di legno riversa per terra, e
all’improvviso questa saettò nell’aria a gran velocità, colpendo
nuovamente il suo carceriere alla testa, e lasciandolo a terra privo di sensi.
Senza
perdere altro tempo, Harry sgattaiolò fuori dalla cella, ed iniziò a
percorrere il lungo e buio corridoio a lenti passi, ancora con polsi e caviglie
legati da corde magiche. Quando sentì un rumore in lontananza, si nascose
dietro ad una colonna, e rimase in ascolto. Un gruppo di Mangiamorte gli passò
accanto senza notarlo.
“E’
tutto pronto per la cerimonia di domani?” Chiese uno di loro.
“Si,
proprio come il Signore Oscuro ha ordinato…” Rispose un altro.
“E
la Mezzosangue? Siete riusciti a catturarla?” Domandò il primo che aveva
parlato.
“Non
ancora, ma la nostra spia ci ha già informato che presto cadrà nella nostra
trappola…” Spiegò un terzo Mangiamorte, terminando la frase con una
terrificante risata.
Una
volta che furono spariti dietro l’angolo, Harry si mise a riflettere per un
secondo.
“Era
come avevo intuito… Voldemort ha in mente un piano diabolico e per portarlo a
termine dovrà effettuare una cerimonia… mi domando chi sarà la sfortunata
Mezzosangue di cui parlavano…” Terminò le sue riflessioni, e riprese a
camminare lentamente lungo il buio corridoio.
***O***
Hermione
aveva fatto una brutta caduta, e rimase alcuni minuti distesa per terra,
completamente ricoperta da polvere e detriti. Tossendo cercò di alzarsi in
piedi, scostandosi di dosso pezzi di roccia e ragnatele. Quando si guardò
attorno, si rese conto di trovarsi in un ambiente umido e buio con
un fortissimo odore di carne in decomposizione. La poca luce filtrava
dall’apertura in cima al soffitto, dalla quale era caduta poco prima.
Senza
perdere altro tempo estrasse la bacchetta, e lanciò in aria delle scintille di
luce rosse e blu, sperando che Angy o Marco le notassero in qualche modo.
“LUMOS!”
Dopo
aver acceso la bacchetta, mosse qualche passo attorno: nelle pareti erano
scavate diverse alcove di pietra, sulle quali c’erano distesi numerosi
scheletri, vestiti in abiti che potevano benissimo risalire all’epoca
dell’antica Roma.
“HERMIONE!
TUTTO BENE?” La voce di Marco la fece trasalire.
Raggiunse
il punto esatto in cui era caduta e guardò in alto, dove Marco si stava
sporgendo per cercare di vederla.
“STO
BENE! ANGY E’ CON TE?” Chiese lei ad alta voce.
“NO…
SONO SOLO… CREDI CHE DEBBA RAGGIUNGERTI LA’ SOTTO?” Chiese lui con un
leggero tremito nella voce.
“ASPETTA!
TI AIUTO A SCENDERE…” Gli urlò Hermione, e guardandosi in torno notò una
lunga catena di ferro, arrotolata attorno ad una colonna.
“VINGARDIUM
LEVIOSA!” Ordinò, e magicamente la catena prese vita, levitò in aria, e
raggiunse l'apertura sul soffitto. Subito Marco si attaccò ad essa e scivolò
giù, toccando terra con un piccolo salto.
“Ma
che razza di posto è?” Chiese lui ispezionando il buio corridoio.
“Sembrano
delle antiche catacombe… ma la cosa strana… è che ci sono delle scritte
magiche sulle pareti…” Spiegò Hermione, avvicinandosi lentamente al muro ed
illuminando le antiche scritte Runiche con la bacchetta.
“Riesci
a leggere quello che c’è scritto?” Chiese Marco, osservando curioso.
“Ora
ci provo… sembra una specie di profezia… dice più o meno così…
Il
potere al di là di ogni potere, che è in grado di sconfiggere la morte…
Tra
mille che lo cercano solo UNO lo
trova…
Tra
mille che lo trovano solo UNO lo conosce…
E
morta la morte, che d’uomini si ciba…
Non
vi sarà più il morire…”
“WOW…
ma cosa significa?” Marco sembrava completamente confuso.
“E’
una specie di indovinello… il Potere al
di là di ogni potere che è in
grado di sconfiggere la morte… mi viene in mente qualcuno che sarebbe
molto interessato ad ottenere questo potere…” Disse lei, pensando a
l’unico essere che da sempre, ha cercato di sconfiggere la morte in tutti i
modi possibili: Lord Voldemort.
All’improvviso
sentirono dei passi in lontananza.
“NOX!”
Hermione spense la bacchetta, afferrò Marco per il braccio e si appiattirono
lungo la parete, cercando di trattenere il fiato per non essere scoperti.
Presto,
furono in grado di scorgere la figura di qualcuno, che si avvicinava a lenti
passi nella loro direzione.
In
breve, questa persona li raggiunse, e si fermò proprio di fronte a loro,
guardandosi attorno con circospezione. Quando gli occhi di Hermione si furono
abituati alla penombra, la ragazza lo fissò intensamente.
Non
sembrava un Mangiamorte, perché non aveva né mantello e né cappuccio. Era
alto e longilineo, aveva i capelli arruffati, le braccia legate dietro la
schiena e…. un paio di occhiali…
Finalmente
Hermione comprese chi aveva di fronte, ed il suo cuore iniziò a battere
all’impazzata per l’immensa gioia.
“HARRY,
SEI PROPRIO TU?”
(N/A:
TATATATANNNNN! I due piccioncini sono nuovamente riuniti.... riusciranno a
salvarsi la vita? E dove sarà finita Angy? Recensite, pazientate e lo
scoprirete....)
|
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Capitolo 14 *** Il Tradimento ***
14
(N/A:
Vi ho fatto rimanere con il fiato sospeso per troppo tempo... adesso è venuto
il momento di svelare tutti i misteri... a cominciare dal primo... Buona
lettura!)
14.
IL TRADIMENTO
Harry
si girò di scatto verso Hermione, con gli occhi sgranati per la sorpresa.
“Harry!
Finalmente ti ho trovato! Sono così felice…” Urlò la ragazza gettandoglisi
al collo e stringendolo forte a sé. Non stava più nella pelle dalla gioia,
credeva di sognare. Harry era lì tra le sue braccia, sano e salvo.
“H-Hermione?
C-cosa ci fai tu qui?” Balbettò lui stravolto.
“Come
cosa ci faccio qui? Sono venuta a salvarti! Non sei contento di vedermi?”
Chiese lei con le lacrime agli occhi, senza scioglierlo dal suo abbraccio
tentacolare.
All’improvviso,
Harry si allontanò di scatto e prese a fissarla corrucciato.
“Non
ti rendi conto del pericolo che stai correndo? Sei stata una vera irresponsabile
a venirmi a cercare… non avresti mai dovuto farlo!” Il ragazzo la rimproverò
severamente, ed Hermione lo fissò
stupita per alcuni secondi.
Aveva
il volto segnato da profonde occhiaie, la barba incolta e diversi lividi e
ferite sulle guance e sulla fronte. Il sorriso della ragazza scomparve di colpo,
e lei abbassò lo sguardo sentendosi profondamente mortificata.
“Non
dovresti trattarla in questo modo! Tu non sai quanti pericoli la tua amica ha
dovuto affrontare per venirti a cercare… sei un vero ingrato!” Protestò
Marco prendendo le difese di Hermione.
“E
lui chi sarebbe?” Chiese Harry diffidente, indicando il ragazzo con un lieve
cenno della testa..
“E’
Marco, un mio carissimo amico… ci ha aiutato ad arrivare fino qui. Ascolta
Harry… hai ragione ad essere arrabbiato con me…. ma quando ho ricevuto il
tuo messaggio per Silente... io non ho potuto fare altro che…”
“Tu
hai ricevuto il mio messaggio? Ma come è potuto succedere?” Harry la
interruppe bruscamente, e prese a fissarla stupito.
“VE
LO DICO IO COME E’ POTUTO SUCCEDERE!” Si girarono tutti e tre verso la
persona che aveva parlato, e con grande sorpresa videro che si trattava proprio
di Angy. Se ne stava lì in piedi con la bacchetta illuminata e puntata dritta
verso di loro.
“Come
hai fatto a trovarci? Stai… stai bene?” Le chiese Hermione incerta.
“Sto
molto bene… grazie… piccola ed impertinente Mezzosangue…” Rispose lei
con un ghigno malefico.
Hermione
la guardò per un momento con aria interrogativa, poi all’improvviso prese
coscienza della verità, come se fosse stata colpita da un fulmine: Angy le
aveva sempre mentito, per tutto il tempo che avevano trascorso insieme.
“Credo
che ormai il tuo cervellino semi-babbano abbia fatto due più due… non è così?”
Angy prese a camminare attorno a loro, con passi lenti e misurati, senza mai
distogliere lo sguardo.
“Tu
sei… al servizio di Voldemort!“
Angy
rise di gusto, poi rispose con soddisfazione.
“Ci
sei arrivata finalmente! Ed io che credevo che fossi una strega brillante…
invece non hai mai sospettato niente in tutto questo tempo…”
Hermione
si sentì profondamente tradita, ma cercò ugualmente di mantenere il suo
contegno, per non dare una soddisfazione alla sua nemica.
“Ed
era anche una bugia tutto quello che mi hai raccontato di te ed Harry, vero?”
Chiese Hermione con voce ferma, anche se ormai la risposta era evidente.
“Io
non ho mai visto questa strega in vita mia!” Affermò Harry con disprezzo.
“Esattamente!
Purtroppo… non ho mai avuto il piacere di conoscerti personalmente, Harry
Potter… ma il mio Signore mi ha molto parlato di te… “ Spiegò Angy,
continuando a girare attorno a loro, con la bacchetta sguainata come una spada.
“E’
stata tutta una messa in scena, non è vero? Hai iniziato la commedia a
Parigi… quando ti ho trovata dentro alla Cattedrale…” Hermione riprese la
parola, continuando a fissarla dritta negli occhi con rabbia infinita.
“Purtroppo
il piano prevedeva che Silente venisse all’appuntamento di Mont Martre… e
quando invece sei arrivata tu… ho dovuto modificare qualcosa… ma tutto
sarebbe comunque andato liscio se tu avessi avvisato Silente della riunione
segreta a Venezia..”
“Ma
purtroppo Silente era irrintracciabile!” Aggiunse Hermione, cercando di
prendere tempo.
“Infatti…
AFFARI URGENTI LO STAVANO TENENDO LONTANO DA HOGWARTS… sembrava che non sarei
mai riuscita ad attirarlo nella mia trappola… ma io non mi sono data per
vinta, ed insieme con gli altri Mangiamorte abbiamo architettato un piano
geniale… è bastato far bere la pozione polisucco ad un babbano qualunque,
farti credere che si trattasse di Harry… e tu ci saresti cascata come una
povera idiota…” Spiegò Angy.
“Io
sarei un… BABBANO QUALUNQUE?” Protestò Marco, che fino a quel momento si
era limitato ad ascoltare in silenzio. Angy non gli rispose, e proseguì il suo
racconto guardando Hermione con odio crescente.
“Purtroppo…
tu non ti sei data per vinta … ed infatti sei riuscita a creare il panico tra
tutti i Mangiamorte presenti alla riunione, ed hai portato in salvo il finto
Harry…” Continuò Angy con voce ferma.
“E
Rufus? Anche lui era d’accordo con te?” Chiese Hermione disgustata, ed Angy
emise una risatina agghiacciante.
“Il
caro, povero, ingenuo Rufus Magnus… quanto mi è dispiaciuto toglierlo di
mezzo… ma purtroppo stava cominciando a diventare troppo sospettoso…”
Spiegò Angy compiaciuta.
“SEI
UNA MALEDETTA ASSASSINA!” Hermione aveva completamente perso il controllo, ed
urlando, cercò di avventarsi contro di lei, ma Marco la trattenne per le
braccia.
“COME
HAI POTUTO UCCIDERE UN AMICO!”
“Devi
capire, mia cara Hermione… che quando decidi di servire il “Lato
Oscuro”… come lo hanno servito i tuoi stessi padri… alla fine, eliminare i
maghi scomodi… diventa una questione di normale routine!” Rispose lei con
semplicità.
“Sono
stata una vera stupida! Ti ho dato la mia fiducia… mentre tu invece pensavi al
modo migliore per eliminarmi…” Le disse Hermione con rabbia infinita,
sentendo salire un nodo alla gola.
“Poi
a Venezia, il Babbano ti ha messo sulla pista giusta… e dopo averti fatto
inviare l’ennesimo gufo urgente a Silente… il Signore Oscuro decise che non
gli servivi più… quindi ordinò ai suoi fedeli servitori di eliminarti sul
treno per Roma… ma ancora una volta sei riuscita a sfuggire al nostro
agguato… ed io fui costretta nuovamente a reggere il gioco…“
“Però
i tuoi compari non hanno avuto problemi a lanciarti incantesimi su incantesimi,
mentre ci inseguivano alla stazione di Firenze… per poco non finivi sotto ad
un treno! Marco ti ha salvato la vita… questo non significa niente per te?”
Chiese Hermione esasperata.
“Gli
altri Mangiamorte stavano cercando di colpire voi due… mi hanno presa per
sbaglio… loro non avrebbero mai osato! “ Rispose Angy nervosamente.
“Invece
lo hanno fatto!” Marco la interruppe all’improvviso, guardandola dritta
negli occhi.
“Angy
cosa ti sta succedendo? Tu non sei veramente così… io lo so che dentro di te
sei ancora capace di amare… tutto questo orrore non ti appartiene… Angy ti
supplico!” Marco le parlò con sincerità, evidentemente commosso.
“STAI
ZITTO! NON AGGIUNGERE ALTRO OPPURE TI UCCIDO ALL’ ISTANTE!” Gli urlò contro
Angy, e lui rimase in silenzio, continuando a fissarla intensamente.
“Adesso
sarete scortati in un luogo sicuro… domani sarà un giorno importante per
tutti noi… vi consiglio di prepararvi moralmente e spiritualmente… dopo
tutto, le eclissi di sole sono un avvenimento unico!” Concluse
enigmaticamente, e con un cenno della bacchetta, fece comparire delle corde
magiche che si strinsero attorno alle braccia di Marco ed Hermione.
Subito
dopo, furono raggiunti da alcuni Mangiamorte, che li afferrarono di peso, e li
trascinarono dentro ad una piccola cella, sigillando magicamente la porta alle
loro spalle.
Crollarono
tutti e tre sul pavimento polveroso. La cella era buia ed angusta, ed emanava un
fortissimo odore di marcio.
“Cosa
ci accadrà adesso?” Chiese Marco distrutto.
Hermione
si girò verso Harry, che era seduto accanto a lei, e notò che stava fissando
con molta attenzione la porta della cella. Quindi prese la parola, con una
leggera incertezza nella voce.
“C’erano
delle iscrizioni in Rune Antiche sulle pareti… parlavano di una profezia… tu
ne sai niente?” Chiese lei speranzosa,
ed Harry si girò lentamente per fissarla negli occhi.
“So
soltanto che domani ci sarà una cerimonia… qualcosa che ha a che fare con
l’eclissi di sole di cui parlava quella Mangiamorte… con tutta probabilità,
io sono il piatto forte… altrimenti non mi avrebbero tenuto in vita così a
lungo… credo che la profezia di cui parli c’entra sicuramente…” Spiegò
lui brevemente.
“Si
tratta di una profezia sul potere che sconfigge la morte… forse, se ne
sapessimo qualcosa di più, potremmo cercare di impedirgli di compiere la
cerimonia…” Aggiunse Hermione con serietà.
“Sapete
a che ora avverrà l’eclissi totale?” Chiese Harry.
“A
mezzo giorno… l’ho letto sul giornale questa mattina…” Si affrettò a
rispondere Marco.
Poi
Harry poggiò la schiena sul muro ed emise un profondo sospiro.
“Dovremmo
aspettare fino a domani mattina… di sicuro con lascerò che
ci uccidano senza lottare…” La sua voce era ferma ed il suo sguardo
deciso.
Hermione
pensò che il suo migliore amico fosse profondamente cambiato: probabilmente,
l’austera vita da Auror e le difficoltà che aveva dovuto affrontare negli
ultimi anni, lo avevano reso una persona molto più dura e severa, sia con sé
stessa che con gli altri.
La
ragazza lo guardò intensamente, chiedendosi se sarebbe ancora riuscita a
ritrovare il suo Harry in quei profondi occhi verdi: l’amico dolce e gentile
che ricordava, sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà e a
perdonare.
Ma
soprattutto, si chiese se nel suo cuore c’era ancora posto per l’amore….
(N/A:
E si... Hermione ha proprio ragione a farsi queste domande.... quanto sarà
cambiato Harry? Sarà ancora in grado di amare? Oppure, è diventato un eroe
solitario, devoto solamente alla lotta contro le forze del male? Ancora un pò
di pazienza e lo scoprirete.... mancano soltanto due capitoli alla fine.... A
DOMANI!)
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Capitolo 15 *** Il Portale del Potere ***
Nuova pagina 1
(N/A:
Lentamente tutti i misteri si dissolvono.... ecco a voi il penultimo capitolo
della mia storia.... grazie ancora per le vostre magnifiche recensioni, sono
stata molto felice.... BUONA LETTURA!)
15.
IL PORTALE DEL POTERE
Il
cuore di Harry sussultò dalla sorpresa, quando vide comparire l’immagine di
Albus Silente nel grande specchio di fronte a lui.
“Ci
rivediamo Harry!” Silente parlò con voce ferma e distaccata, ed aveva un
curioso luccichio nei suoi profondi occhi blu.
“Professore…
è venuto a salvarci!” Harry pronunziò queste parole sperando in una risposta
affermativa.
“Sarete
voi a salvare voi stessi… abbi
fiducia, Harry… e segui sempre il
tuo cuore…” Le parole di Silente erano estremamente enigmatiche. Harry
allungò una mano per toccare lo specchio e con sua grande meraviglia notò che
era composto di materia fluida, e le sue dita scomparvero dentro di esso.
“Come
farò a salvare me stesso ed i miei amici?” Chiese Harry confuso, mentre
l’immagine di Silente stava lentamente scomparendo in un vortice di luce e
nebbia.
“Ricorda
le mie parole, e a tempo debito le
comprenderai…” La voce di Silente echeggiò ancora nella mente di Harry,
e lui si svegliò di soprassalto, ansimando.
Subito
si rese conto di trovarsi nella cella angusta dove lui, Hermione e Marco erano
stati portati la sera prima. Sentì un lieve peso sulla sua spalla destra, e si
girò per vedere che la sua amica si era addormentata poggiandosi su di lui.
Harry
sorrise fra sé, osservando il dolce profilo della ragazza, i folti capelli
castani che le coprivano il volto. Annusò ad occhi chiusi il suo delicato
profumo di vaniglia.
Per
un attimo, tornò in dietro con la memoria al tempo della scuola, quando lui,
Ron ed Hermione univano sempre le loro forze per uscire fuori dai guai. La sua
migliore amica era nuovamente al suo fianco, pronta a lottare con lui fino alla
fine.
Un
lieve fremito della ragazza, fece comprendere ad Harry che si stava
risvegliando. Subito Hermione si guardò attorno. Marco era disteso in un angolo
della cella poco distante da loro, ancora profondamente addormentato. Poi
Hermione si girò verso Harry, e gli sorrise dolcemente.
“Devo
essermi addormentata… da quanto tempo sei sveglio?” Chiese lei preoccupata.
“Da
poco… era da tanto che non riuscivo a chiudere occhio… si vede che questa
volta avevo assoluto bisogno di un po’ di riposo… tu stai bene?” Chiese
lui accennando un sorriso.
“Credo
di si… anche se preferirei di gran lunga trovarmi in tutt’altro posto!”
Rispose Hermione amaramente.
“Hai
un piano su come uscire di qui?” Chiese lei seria.
“Non
ho proprio un piano ma… c’è qualcosa di me che Voldemort proprio non si
aspetta… hai ancora la tua bacchetta?” Chiese Harry con aria enigmatica.
“Si,
è nella tasca dei miei jeans… perché?” Hermione non riusciva a capire come
avrebbero potuto utilizzare la sua bacchetta, visto che erano ancora legati con
corde magiche.
“Tu
non preoccuparti… al momento opportuno ci penserò io…” Rispose lui, con
un curioso luccichio negli occhi.
All’improvviso,
Hermione sentì di dovergli dire qualcosa di estremamente importante.
“Devo
parlarti Harry… forse questi saranno gli ultimi momenti che passiamo insieme,
e non mi potrei mai perdonare di non averlo fatto…” Disse lei con un filo di
voce, mentre Harry prese a fissarla attentamente.
“Prima
mi hai chiesto perché sono venuta a cercarti fino qui… beh… era il minimo
che potessi fare, dopo che Edwige mi ha recapitato la tua lettera indirizzata a
Silente… era ferita a morte poverina! NO, non preoccuparti, Edwige sta bene
adesso…” Si affrettò ad aggiungere Hermione, notando che l’amico aveva
sgranato gli occhi con apprensione.
“Ho
cercato di contattare Silente, ma non sono riuscita a rintracciarlo… e tu
stavi disperatamente chiedendo il suo aiuto… cos’altro avrei potuto fare?”
Continuò Hermione sulla difensiva, mentre Harry ascoltava in silenzio.
“Poi
a Parigi, sono andata all’appuntamento… ed invece di trovare te… ho
trovato Angy, che mi ha riempito la testa di bugie, dicendomi che era un Auror…
che lavorava insieme a te… e che era la tua fidanzata!” Hermione si fermò
per un momento, cercando di decifrare lo sguardo sorpreso negli occhi di Harry,
poi continuò a parlare.
“Non
so perché, ma le ho creduto… e se devo essere sincera, ti ho anche odiato per
questo…”
“Ma
io non ho mai visto quella strega prima d’ora!” Affermò Harry inorridito.
“Lo
so… lo so… e mi dispiace per averle creduto… ma in quel momento mi sono
sentita tradita… cerca di capirmi! Comunque ho sbagliato a fidarmi di lei,
sono stata una vera stupida! Non sono riuscita vedere al di là del mio naso…
e adesso ne stiamo pagando tutti le conseguenze…” Aggiunse la ragazza
profondamente mortificata.
“Non
dire così… è il tuo carattere! Cerchi sempre di vedere il lato buono nelle
persone… anche se a volte… questa tua fiducia negli altri… ti può
trascinare in situazioni molto rischiose!” Harry la guardò con infinita
comprensione, e lei sentì salire le lacrime agli occhi.
Come
aveva potuto sbagliarsi in questo modo, come aveva potuto essere così
irresponsabile?
Hermione
emise un profondo sospiro, e cercò con tutte le sue forze di trattenersi dal
piangere.
“Quello
che sto cercando di dirti è che… accidenti è talmente difficile!” Hermione
distolse lo sguardo per un momento, sentendo il cuore battere all’impazzata.
Poi sospirò nuovamente, e tornò a fissare Harry dritto negli occhi.
“Io…
ecco io… sono felice che Angy non sia la tua ragazza… perché… perché
credo di… anzi sono sicura che…” Hermione non riusciva proprio a trovare
le parole giuste per confessargli i suoi sentimenti.
Harry
prese a fissarla con aria interrogativa, senza sospettare minimamente quello che
l’amica stesse tentando di dirgli.
Alla
fine, Hermione racimolò tutto il suo coraggio e parlò.
“Harry
io…”
“SBANG!”
All’improvviso la porta della cella si aprì bruscamente, ed entrarono tre
Mangiamorte incappucciati.
“E’
arrivato il vostro momento… il Signore Oscuro vi sta aspettando!”.
***O***
Harry,
Hermione e Marco si guardarono intorno. Erano stati appena trascinati di peso
all’interno di una sala enorme e luminosa: il pavimento era di marmo blu come
la notte, alle pareti pendevano fiaccole accese, al centro della sala c’era
una piccola fontana circolare piena d’acqua e sul tetto, esattamente sopra di
essa, il sole filtrava attraverso un foro rotondo, e si specchiava proprio
dentro alla fontana. Numerose piccole statue di marmo, raffiguranti divinità
greche abbellivano la sala tutto intorno.
In
un angolo, troneggiava un enorme specchio rettangolare, alto fino al soffitto,
con un’antica cornice di legno intarsiato. Hermione ed Harry lo riconobbero
subito: si trattava proprio dello specchio dal quale Silente era apparso loro in
sogno.
Oltre
a loro tre, nella sala erano presenti anche diversi Mangiamorte incappucciati e
vestiti di rosso, tra i quali riconobbero Angy, perché era l’unica a non
portare il cappuccio.
“HAIAAAA!”
D’un tratto Harry lanciò un urlo straziante, ed indietreggiò di alcuni
passi, appoggiandosi con la schiena alla parete dietro di lui.
“Cosa
c’è Harry? Ti senti male?” Chiese Hermione preoccupata.
“La
cicatrice! “ Rispose lui ansimando e strizzando gli occhi per l’immenso
dolore. Poi all’improvviso li spalancò e parlò con voce ferma.
“Lui
è qui!”
D’un
tratto le porte si aprirono, e Lord Voldemort entrò seguito dal suo stuolo di
fedeli servitori. Anche lui era vestito in modo sontuoso, con un lungo mantello
coloro porpora. Ma gli occhi erano gelidi e malefici, come quelli di un
serpente. Un ghigno orribile gli solcava il volto cadaverico.
“E’
lui? E’ il mago cattivo?” Chiese Marco terrorizzato, ed Hermione annuì.
“Che
piacere avervi tutti qui… specialmente il mio peggior nemico… il famoso
Harry Potter…” Voldemort parlò con voce fredda e tagliente, mentre si
avvicinava a passi lenti.
“Purtroppo
non posso dire altrettanto!” Disse Harry con infinito disprezzo.
“Sempre
il solito cattivo carattere… in questo non sei cambiato affatto… ma non ho
tempo per stupide chiacchiere!” Tagliò corto Voldemort guardando Harry dritto
negli occhi, quindi proseguì con tono solenne.
“Oggi
è il terzo giorno, del terzo mese, del terzo secolo e sarete testimoni di un
grandissimo evento… tra poco inizierà l’eclissi di sole… ma non sarà un
eclissi come tutte le altre, questa è stata attesa da più di trecento anni…
e voi avrete l’immenso privilegio di godervi lo spettacolo insieme a noi…”
Voldemort emise una terrificante risata, quindi si diresse verso la fontana
circolare, al centro della sala.
“Come
vedete, in questo momento la luce del sole sta filtrando attraverso il foro sul
tetto… e l’immagine del sole si riflette nell’acqua della fontana… non
appena inizierà l’eclissi, noi tutti potremo osservare l’evento guardando
dentro di essa… ma la parte più importante, riguarda lo specchio magico…”
Voldemort indicò lo specchio posizionato in un angolo della sala.
“Adesso
inizieremo una complessa cerimonia, grazie alla quale, durante l’eclissi,
nello specchio si aprirà il Portale del Potere…” Voldemort si soffermò ad
osservare lo specchio con uno scintillìo negli occhi, poi riprese a spiegare.
“Il
Portale mi darà un immenso potere… contribuendo così… a farmi diventare il
mago più grande di tutti i tempi… ma come tutte le cose belle, haimé, sarà
necessario un piccolo sacrificio…” Il Signore Oscuro si girò verso i tre
ragazzi con un ghigno malefico sul viso.
“Ed
è qui che entri in scena tu, mio giovane Harry… quando l’eclissi raggiungerà
la sua totalità, come scritto nella profezia, il Portale del Potere richiederà
un sacrificio umano, per poter dischiudere a me il suo scrigno carico di
doni…”
“Non
crederai che mi arrenderò senza lottare!” Sbraitò Harry con rabbia.
“Mio
piccolo, giovane ed inesperto ragazzo… come credi di riuscire a opporre
resistenza al Signore Oscuro? L’unica cosa che potrebbe preoccuparmi, sarebbe
il fatto che un solo sacrificio non fosse sufficiente… ma ho pensato anche a
questo… infatti abbiamo qui presente la giovane Mezzosangue ed il ragazzo
babbano… pronti a sacrificare le loro misere vite per la mia causa…”
“TU
SEI COMPLETAMENTE PAZZO!” Harry aveva ormai perso il controllo, e stava
urlando con tutte le sue forze, dimenandosi per cercare di liberarsi.
“Se
adesso vuoi scusarmi… mi attende una cerimonia…” Concluse Voldemort
girandosi verso i suoi seguaci.
La
cerimonia ebbe inizio: uno dei Mangiamorte aprì un enorme libro polveroso, e
Voldemort lesse delle complesse formule magiche in una lingua sconosciuta,
mentre tutti gli altri sedevano in ginocchio con il capo chino. Nel frattempo un
ombra scura cominciava a calare lentamente sul sole riflesso nell’acqua della
fontana
“Cosa
possiamo fare?” Chiese Hermione con voce tremante, cercando di liberare le
mani dalle corde magiche.
“Hai
detto che la tua bacchetta magica si trova nella tasca dei jeans?” Le sussurrò
Harry.
“Si,
ma…”
“Ti
fidi di me?” Chiese lui
guardandola intensamente negli occhi e lei annuì.
Subito
Harry prese a fissare la bacchetta con grande concentrazione, e d’un tratto
questa prese vita e si mise a levitare fuori dalla tasca. Hermione sussultò
dalla sorpresa, poi si guardò attorno con aria circospetta, sperando che
nessuno stesse guardando. Fortunatamente, tutti erano estremamente impegnati a
seguire la cerimonia.
Con
la forza della mente, Harry comandò alla bacchetta di puntare ai suoi polsi
dietro alla schiena, e magicamente le corde che li tenevano legati si dissolsero
nell’aria. Senza perdere altro tempo, prese la bacchetta tra le mani, e la
puntò verso le caviglie, e poi liberò anche i suoi compagni.
Harry
però, aspettava ancora il momento opportuno prima di agire.
Quando
Voldemort ebbe terminato con le formule magiche, congedò tutti i Mangiamorte
presenti, che uscirono dalla sala in fila indiana. Angy comunque rimase dentro,
e sigillò la porta con la magia. Poi il Signore Oscuro si girò verso i tre
ragazzi.
“Adesso
tocca a te, giovane Harry!”
“Credo
che per il momento il Portale dovrà fare a meno del mio sacrificio…”
Rispose lui con aria di sfida, puntando la bacchetta contro il suo nemico.
“Avrei
dovuto aspettarmi un colpo d’ingegno da parte tua… ma non credere di
spaventarmi… vuoi duellare? Lo abbiamo già fatto in passato…” Disse
Voldemort senza scomporsi, ed estrasse la sua bacchetta da sotto al mantello.
Subito
i due si fronteggiarono: entrambi camminavano a passi lenti girando attorno alla
fontana, dove l’ombra scura era già arrivata a coprire il sole per metà.
Harry
si concentrò sulle statue attorno alla sala, e all’improvviso queste presero
a levitare a diversi centimetri da terra. Prima che Voldemort potesse reagire in
qualche modo, Harry usò tutta la sua forza mentale per scagliare le statue
violentemente contro il suo nemico.
Malgrado
la sua sorpresa, il Signore Oscuro reagì prontamente.
“AVADA
KEDAVRA!”
Al
suo comando, un raggio di luce verde uscì dalla bacchetta e colpì le statue
che non era riuscito a schivare, frantumandole in mille pezzi.
“Complimenti,
Harry… mi è piaciuto questo tuo primo attacco… ma non credere di potermi
sconfiggere con alcuni pezzi di marmo volanti!” Disse Voldemort sogghignando.
D’un
tratto Hermione notò con orrore che nello specchio magico si era formato un
velocissimo vortice di luce e nebbia, in grado di risucchiare dentro qualsiasi
cosa si trovasse davanti ad esso.
Il
Portale del Potere si era finalmente aperto.
“Harry!
Stai attento allo specchio!” Gli urlò lei, ma il giovane era troppo
concentrato sul duello e sul suo nemico, e non voleva in nessun modo abbassare
la guardia.
“EXPELLIARMUS!”
Gridò Harry, ed un raggio di luce rossa uscì dalla bacchetta in direzione di
Voldemort.
“PROTEGO!”
Al comando del Signore Oscuro, uno scudo magico si materializzò davanti a lui,
neutralizzando l’attacco.
“CRUCIO!”
Ordinò Voldemort, ed un raggio di luce saettante partì dalla sua bacchetta.
Harry però fu più veloce, e con un balzo schivò il colpo appiattendosi sul
pavimento, per poi rotolare sulla schiena ed alzarsi subito dopo.
Entrambi
continuarono a duellare senza sosta, mentre l’eclissi stava già raggiungendo
la sua totalità. Hermione seguiva tutta la scena con il fiato sospeso e le mani
premute sulla bocca, notando preoccupata che Harry continuava a passare
pericolosamente accanto al vortice del Portale.
Hermione
doveva assolutamente avvertirlo, per impedirgli di venire risucchiato dentro
allo specchio. Racimolò tutto il suo coraggio e corse verso di lui, quando
all’improvviso…
“RIKTUSEMPRA!”
Un raggio di luce violetto uscì dalla bacchetta del Signore Oscuro, che colpì
la ragazza dritto allo stomaco, facendola volare all’indietro, e sbattere
contro la parete di marmo.
Harry
seguì tutta la scena con orrore. Stava già movendo alcuni passi verso di lei,
quando Voldemort approfittò di quel momento di debolezza, e gli lanciò un
altro incantesimo micidiale.
“RIKTUSEMPRA!”
Harry fu colpito in pieno petto, fece una capriola all’indietro e cadde
proprio davanti al Portale del Potere, che iniziò a risucchiarlo dentro con
forza inaudita.
“NOOOOO!”
Hermione si mise ad urlare con tutto il fiato che aveva in gola, e si alzò
immediatamente in piedi per raggiungerlo.
Nel
frattempo, il giovane si era aggrappato ad una colonna vicina allo specchio, e
stava lottando con tutto sé stesso per non venire inghiottito dal vortice.
“PRESTO…
DAMMI LA MANO… DAMMI LA MANO!” Gridò Hermione disperata, tendendo il
braccio, mentre l’aria fortissima e la luce accecante emanate dal vortice le
impedivano di vedere chiaramente. Con l’altro braccio, afferrò la colonna più
vicina e cercò di fare resistenza come meglio potè.
“NON
CE LA FACCIO! MI STA TRASCINANDO DENTRO!” Urlò lui terrorizzato, ma tentò
ugualmente: staccò una mano dalla colonna, e cercò di afferrare quella tesa di
Hermione.
Erano
ormai a pochi centimetri, le loro dita di stavano già sfiorando. La ragazza si
stava sforzando con tutta sé stessa per non cedere, anche se sentiva che le
forze la stavano ormai abbandonando.
“AGGRAPPATI
A ME! NON TI LASCERO’ ANDARE … TE LO PROMETTO AMORE MIO!”
In
quell’istante, i due ragazzi si guardarono dritto negli occhi, e finalmente,
Hermione riuscì a prendergli la mano, stringendola il più possibile nella sua.
“Non
permetterò che quella stupida Mezzosangue rovini tutto… RIKTUSEMPRA!” Ordinò
Voldemort, e un altro raggio di luce saettante uscì dalla sua bacchetta,
colpendoli esattamente alle mani.
Senza
neanche avere il tempo di reagire, Harry lasciò definitivamente la presa.
“NOOOOO!
HARRY!” Urlò Hermione disperata.
In
un baleno il ragazzo fu inghiottito dal terribile vortice di luce e nebbia,
scomparendo per sempre dalla loro vista.
(N/A:
Non sarà mica tutto finito? Purtroppo, mi tocca lasciarvi ancora una volta
sulle spine.... ma cos'è la vita senza un pò di suspance? Domani pubblicherò
l'ultimo capitolo, quindi, tenete duro ancora un pò... CIAO!)
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Capitolo 16 *** La Forza dell'Amore ***
Nuova pagina 1
(N/A:
SQUILLI DI TROMBA... RULLI DI TAMBURI... ECCO A VOI L'ULTIMO CAPITOLO DELLA MIA
STORIA...)
16.
LA FORZA DELL’AMORE
Caddi
in ginocchio disperata, mentre continuavo a fissare incredula il Portale del
Potere, che aveva appena inghiottito il mio adorato Harry in un vortice di luce
e nebbia. Ero profondamente scioccata.
Non
potevo credere di averlo perso per sempre, non potevo credere che non mi sarei
mai più specchiata nei suoi dolcissimi occhi verdi, che non avrei mai più potuto parlare con lui.
“Adesso
sono pronto a ricevere l’immenso potere che mi spetta di diritto…”
Voldemort terminò la frase con una terrificante risata, ma a me non importava
più di niente e di nessuno.
Il
mio amore mi aveva lasciato per sempre, ed il mio cuore si era
inevitabilmente spezzato. Mi girai attorno, e vidi che in lontananza, Marco ed
Angy mi stavano osservando sconvolti.
Il
mio sguardo cadde sulla fontana; ormai l’eclissi aveva raggiunto la sua
totalità.
Tornai
a fissare il vortice davanti a me, e desiderai con tutta me stessa di poter
raggiungere Harry dentro a quello specchio malefico. Poi ripensai alle parole di
Silente.
“Segui
sempre il tuo cuore…” Ma cosa mi stava dicendo il mio cuore in quel
momento? Mi alzai lentamente in piedi, quasi in trance, e mi avvicinai
pericolosamente al Portale.
“HERMIONE
NON LO FARE!” Distinsi appena la voce esasperata di Marco, ma ormai avevo
preso la mia decisione. Non c’era più niente che mi trattenesse in questo
mondo ormai. Volevo solamente seguire il mio amore perduto.
Sentii
la mano forte di Marco stringere il mio braccio, ma ero già troppo vicina al
Portale. Iniziavo già a percepire la sua tremenda forza che mi attirava sé.
“NOOOO!
HERMIONE!”
Mi
coprii il volto con le braccia, per contrastare la violenza del vortice, e mi
diressi a passi lenti verso di esso. Ero sempre più vicina, sempre più
disperata.
La
voce di Marco fu l’ultima cosa che udii, prima di venire inghiottita dentro
al Portale.
***O***
Marco
rimase a fissare lo specchio in stato di shock. Non riusciva ancora a credere ai
suoi occhi. Harry ed Hermione erano scomparsi per sempre, così come in un
battito d’ali.
“Come
hai potuto farlo? COME HAI POTUTO, LURIDO BASTARDO!” Marco era completamente
fuori di se, e si mise ad urlare con rabbia contro Voldemort.
“Chi
sei tu, BABBANO, per osare rivolgerti in questo modo al Signore Oscuro?”
Voldemort era furente e sollevò la sua bacchetta verso di lui.
“CRUCIO!”
Al comando del Signore Oscuro, Marco cadde per terra, contorcendosi per il
dolore.
Angy
osservò la scena per alcuni minuti, fissando a turno Marco ed il suo Signore.
All’improvviso la ragazza si fece avanti, e si mise proprio di fronte al
ragazzo.
“BASTA!
Ti prego mio Signore…” Gridò lei, abbassando subito lo sguardo.
“Come
osi parlarmi in questo modo? Sei cambiata Angy… e questo non piace…” Le
disse Voldemort contrariato.
“E’
solo che… non hai nessun motivo per essere adirato con lui… è uno stupido
babbano, dopo tutto…” Spiegò Angy frettolosamente.
“Uno
stupido babbano estremamente arrogante, aggiungerei… so che la tua lealtà ha
vacillato ultimamente, e penso che non ci sia modo migliore per dimostrarmi il
contrario, se non quello di uccidere questo babbano per me… in questo modo,
renderai i tuoi padri molto fieri, mia piccola Angy…” Voldemort terminò la
frase con una risata da gelare il sangue.
La
ragazza prese a fissare Marco, che se ne stava disteso per terra, con una mano
stretta sul petto, e la testa alzata verso di lei.
“Angy,
ti prego non farlo! Non lasciare che lui ti trasformi in ciò che non sei…
tu non appartieni a questo mondo fatto di sangue e morte…” Marco
aveva gli occhi umidi dall’emozione e la stava supplicando con tutte le sue
forze, mentre Angy continuava a fissarlo nervosamente.
D’un
tratto lei alzò la bacchetta verso di lui, ma la sua mano cominciò a tremare
vistosamente, e la sua fronte era madida di sudore.
“Angy
ascolta il tuo cuore… e ascolta le mie parole…” Marco aveva le lacrime
agli occhi, e lei continuava a fissarlo con gli occhi sgranati, quasi in trance.
“IO
TI AMO! Non ho mai amato nessuno, come amo te… e sono certo che anche tu mi
ami… ti prego non distruggere questo sentimento… ti prego, Angy!” Adesso,
calde lacrime solcavano il viso del ragazzo, ed Angy non poté fare altro che
abbassare la bacchetta e chinare la testa.
“Non
posso farlo… NON POSSO FARLO!” Gridò lei tra i singhiozzi.
“Stupida
ragazzina! Non me ne faccio nulla di una traditrice come te…” A queste
parole, Voldemort alzò la bacchetta verso di lei, e pronunziò le parole
magiche con odio infinito.
“AVADA
KEDAVRA!”
Tutto
avvenne in una frazione di secondo: mentre il raggio di luce verde usciva dalla
bacchetta di Voldemort, Marco scattò in piedi e afferrò Angy per le gambe,
trascinandola per terra con tutte le sua forze.
La
maledizione senza perdono colpì una colonna in fondo alla sala, distruggendola
in mille pezzi. Marco strinse la ragazza forte a sé, proteggendola con il suo
corpo. Quando Angy alzò la testa per guardarlo negli occhi, aveva il viso
rigato di lacrime.
“Oh,
Marco… ti prego perdonami per tutto il male che ti ho fatto…” Gli sussurrò
lei disperata.
“Ti
ho già perdonato… amore mio…” Marco le parlò con un filo di voce,
guardandola teneramente.
“Adesso
basta voi due! Vorrà dire che vi ucciderò entrambi!”
“TU
NON UCCIDERAI PROPRIO NESSUNO TOM!”
Nell’udire
quelle parole, Voldemort trasalì,
e si girò attorno per trovarne la fonte.
“Sei
venuto finalmente! Giusto in tempo per assistere al mio trionfo!” Voldemort
rise di gusto, ma tornò subito serio, quando vide avanzare verso di lui Albus
Silente.
Il
vecchio saggio camminava lentamente, le sue sontuose vesti colore del cielo
frusciavano sul gelido pavimento di marmo, negli occhi il solito eloquente
luccichìo.
“Mi
dispiace di contraddirti… ma non ci sarà proprio niente di trionfante nella
tua uscita di scena, Tom!” Silente parlò con voce calma e decisa.
“Tu
vaneggi stupido vecchio! Tra non molto il Portale del Potere mi inonderà con la
sua aura di luce, ed io diventerò il Mago più potente di tutti i tempi…
sconfiggerò la morte per sempre, e tutto il mondo magico si dovrà finalmente
inchinare di fronte a me…” La voce di Voldemort era trionfante, ma Silente
non si scompose minimamente.
“Dimentichi
il sacrificio, Tom…”
“Ah,
certo… purtroppo il tuo carissimo Harry Potter e la sua amica Mezzosangue
hanno gentilmente accettato di sacrificarsi per me… sorpreso? Quanto mi
dispiace… ma questa volta hai perso!”
“Dispiace
più a me, Tom… ma quello che ha perso sei proprio tu… guarda con i tuoi
occhi…” Silente indicò lo specchio magico con la mano, e Voldemort si girò
verso di esso, sussultando dallo stupore.
Nel
vortice di luce e nebbia, adesso si cominciava a distinguere una figura umana
circondata da luce accecante; lentamente si delinearono i contorni della figura:
un uomo, alto e magro, avanzava verso di loro, con in braccio una ragazza
rannicchiata tra le sue braccia.
Marco
ed Angy sgranarono gli occhi dalla sorpresa, quando videro Harry ed Hermione
uscire dallo specchio, miracolosamente illesi. Lui aveva un’aria estremamente
regale e camminava a testa alta, mentre lei sembrava priva di sensi, con la
testa poggiata sulla spalla di lui: erano entrambi circondati da un’aura di
luce splendente.
“NON
E’ POSSIBILE! NON PUO’ ESSERE VERO!” Voldemort guardava incredulo la
scena, indietreggiando spaventato.
“Ed
invece è tutto vero, Tom… la profezia parlava di un sacrificio… ma tu non
hai capito a cosa essa si riferiva veramente… il Potere al di là di ogni Potere, è il Potere dell’amore… ed il
sacrificio della profezia, è stato compiuto da Hermione… lanciandosi nel
vortice per salvare Harry, ha fatto in modo che entrambi si potessero salvare…
l’amore ha quindi sconfitto la morte… riportando Harry nel mondo dei vivi,
al quale appartiene di diritto…” Terminando la frase, Silente guardò Harry
con affetto.
“Non
è vero! Io ho studiato la profezia nei minimi particolari… adesso voglio il
potere che mi spetta!” Voldemort stava farneticando, mentre si avvicinava
pericolosamente allo specchio magico, dove il vortice continuava a girare.
Harry
si diresse lentamente verso Marco ed Angy, e posò Hermione con delicatezza
accanto a loro.
“Prendetevi
cura di lei…” Disse con voce ferma, ed entrambi annuirono, mentre Hermione
stava riprendendo conoscenza.
Quindi
Harry si girò verso Silente, e lo raggiunse a passi lenti, fermandosi al suo
fianco.
“Sei
pronto Harry?” Chiese Silente con un sorriso, ed il giovane annuì. Entrambi
sollevarono le braccia e le puntarono contro Voldemort.
“TOM!
C’è qualcuno al mondo che voglia sacrificare la sua vita per amor tuo?”
Chiese Silente guardando Voldemort dritto negli occhi.
Il
Signore Oscuro fissò Angy per un istante speranzoso, ma lei ricambiò lo
sguardo con odio infinito.
Adesso,
il Signore Oscuro tremava come una foglia.
“Vi
prego… risparmiatemi!” Voldemort si mise a supplicare come un animale
ferito, ma Harry e Silente non gli diedero ascolto.
Improvvisamente,
un globo di energia si materializzò tra le loro mani, trasformandosi poi in un
potente raggio di luce accecante, che Harry e Silente lanciarono con forza
contro il loro nemico, colpendolo in pieno petto.
“NOOOOO!”
Voldemort
fu spinto con forza dentro al Portale e scomparve per sempre, inghiottito dal
vortice di luce e nebbia che lui stesso aveva evocato.
In
quell’esatto momento, l’eclissi terminò, ed il portale si richiuse. La
superficie dello specchio tornò rigida, come era sempre stata fino a quel
momento.
“Vogliamo
fare in modo che nessun altro possa utilizzare nuovamente il Portale del
Potere?” Chiese Silente guardando Harry dritto negli occhi, e lui annuì.
Quindi
entrambi lanciarono ancora una volta un potente fiotto di luce contro lo
specchio, che andò in frantumi, scagliando tutti i suoi pezzi attraverso la
sala.
Finalmente
Voldemort era stato sconfitto con la forza dell’amore e del sacrificio.
Harry
sentì un crescente senso di sollievo dentro di sé; si girò verso Silente e lo
guardò con gratitudine, ed il vecchio saggio gli sorrise amabilmente.
“Adesso…
è meglio che vai da lei…” Harry annuì, si girò e corse a raggiungere la
sua Hermione.
La
ragazza se ne stava ancora distesa
sul pavimento, accanto a Marco ed Engy, che avevano assistito a tutta la scena
in reverente silenzio.
Harry
si chinò vicino a lei, e la strinse forte tra le sue braccia.
“E’
tutto finito…” Le sussurrò dolcemente.
“Ti
amo, Harry… da sempre…” Gli disse piano Hermione all’orecchio, e lui si
sciolse dall’abbraccio e si perse in quei profondi occhi scuri.
“Ti
amo anch’io Hermione… più
della mia stessa vita …”
Lacrime
di gioia iniziarono a solcare i loro visi, non si erano mai sentiti così uniti
come in quel momento.
“Non
riesco a credere che siamo ancora vivi…” Disse lei, profondamente commossa.
“Se
tu non avessi deciso di raggiungermi… sarei rimasto intrappolato nel Portale
per l’eternità… ti devo la vita amore mio…” La sua voce era colma di
gratitudine. Entrambi rimasero alcuni minuti in silenzio, occhi negli occhi.
Hermione
si asciugò le lacrime con il dorso della mano, e si guardò attorno: la sala
era semi distrutta a causa del duello magico, e degli effetti del vortice di
energia.
Con
sua grande sorpresa, vide che non lontano da loro, Angy e Marco si stavano
baciando con passione, stretti uno tra le braccia dell’altro.
Quando
Hermione tornò a guardare il suo Harry, lui le sorrise dolcemente, e senza
parlare, le prese il viso tra le mani. La ragazza sentì il cuore in gola
dall’emozione, mentre lui le si avvicinò piano e le sfiorò teneramente la
fronte con le labbra.
Harry
tornò a guardarla intensamente negli occhi, sentendo il cuore traboccare
d’amore e lei gli sorrise, raggiante di felicità.
***O***
L’alba
stava lentamente illuminando i tetti delle case, di un intenso color rosa e oro.
Io ed Harry ci fermammo un momento per godere del magnifico panorama, dalla
sommità di Trinità dei Monti. Roma non poteva essere più bella di così.
Nel
tardo pomeriggio del giorno prima, Silente ci aveva fatti uscire dalle catacombe
del Colosseo sani e salvi. Come era prevedibile, tutti i Mangiamorte si erano
dileguati, appena il Signore Oscuro era stato sconfitto.
Io
ed Harry eravamo ancora talmente emozionati da tutto quello che avevamo vissuto,
che decidemmo di rimanere svegli tutta la notte, e passeggiare per il centro,
mano nella mano.
I
Fori Imperiali, il Circo Massimo, Piazza di Spagna… Roma si era rivelata a noi
come uno scrigno colmo di tesori. Parlammo di qualsiasi cosa, ognuno di noi aprì
completamente il suo cuore all’altro.
In
quel momento, ce ne stavamo abbracciati stretti stretti, inebriati dalla vista
che avevano dinanzi.
“Mi
sembra di sognare… tu ed io… in una delle città più belle del mondo…”
Ero felice, e mi sentivo finalmente sicura e protetta tra le sue braccia.
“Non
è un sogno… questa è la realtà… è l’alba di una nuova vita
insieme…” Disse lui con calore.
“Una
vita senza più Voldemort…” Aggiunsi io.
“Purtroppo
so che ci saranno altri esseri spietati come lui in futuro… Voldemort non è
stato il primo e non sarà nemmeno l’ultimo… l’importante è stare
insieme, e volersi bene…” Harry guardò l’orizzonte pensieroso.
“Sei
diventato saggio e riflessivo… non ti ricordavo così!”
“Ci
sono molti lati nascosti di me che ancora devi scoprire… ma avrai tutto il
tempo per farlo…” Disse
Harry enigmatico.
“A
proposito… dove sono finiti Marco ed Angy?” Chiese curioso.
“Silente
li ha portati via con sè… Angy ha deciso di rimediare a tutti i suoi errori,
e gli ha chiesto di poterlo seguire a Hogwarts… prima però vuole fare
visitare il mondo magico a Marco… credo che quei due si sposeranno presto!”
Aggiunsi io con un sorriso malizioso.
“Beh…
auguro loro tutta la felicità di questo mondo… quei due se la meritano
proprio…”
Improvvisamente,
mi ricordai di una cosa importante.
“C’è
un posto che vorrei farti vedere…” Gli dissi, sciogliendomi dall’abbraccio
e prendendolo per mano.
“Quale
posto?” Chiese lui sorridendo.
“Ti
fidi di me?” Gli strizzai l’occhio con aria enigmatica.
Poi
mi concentrai intensamente e scomparimmo con un sonoro “CRACK”.
In
un secondo, apparimmo magicamente in un'altra città.
“WOW!
Questo posto è stupendo!” Harry si guardò attorno meravigliato.
Ci
trovavamo proprio al centro di Piazza San Marco a Venezia, completamente da
soli, ad eccezione di un folto stormo di piccioni, impegnato a svolazzare sopra
le nostre teste.
“Siamo
a Venezia… la città degli innamorati! Mi prometti che ci torneremo in viaggio
di nozze?” Gli chiesi maliziosa.
“C-cosa?
Ma… ma certo!” Rispose lui preso alla sprovvista.
Poi
Harry mi sorrise avvicinandomi a sé e mi strinse in un caldo abbraccio.
“Ti
amo tanto…lo sai?”
“Ed
io ti amo di più…”
Mi
alzai sulla punta dei piedi e gli presi dolcemente il viso tra le mani. In quel
momento, realizzai che avevo di fronte la persona più importante di tutta la
mia vita.
Avvicinai
la sua fronte alla mia, e mi persi nei suoi brillanti occhi verdi. Con il cuore
colmo di felicità, socchiusi gli occhi ed avvicinai le mie labbra alle sue.
Ci
baciammo appassionatamente, suggellando in questo modo la nostra promessa
d’amore.
FINE
(N/A:
Adesso è il momento dei saluti e dei ringraziamenti... cosa posso dire,
ringrazio tutte voi per avermi seguito così fedelmente fino alla fine... sono
veramente felice di aver iniziato e concluso questa magnifica esperienza... mi
sono divertita molto e spero anche voi! Un bacione a tutte e, continuate a
seguire l'altra mia storia "SEGRETI DAL PASSATO"... e naturalmente il
seguito che scriverò, che si intitolerà "SEGRETI DAL
FUTURO".... CIAO A TUTTE!)
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