La rosa bianca

di Denebula
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo in gabbia ***
Capitolo 2: *** Quadri e arpe ***
Capitolo 3: *** Ib e la Rosa di campo ***
Capitolo 4: *** Dialogo tra Mente e Spirito ***
Capitolo 5: *** Mary ***
Capitolo 6: *** I rimpianti del Cuore ***
Capitolo 7: *** La riunione ***
Capitolo 8: *** Disperazione ***
Capitolo 9: *** Garry ***
Capitolo 10: *** La fuga ***
Capitolo 11: *** Finalmente una famiglia ***
Capitolo 12: *** Arrivederci ***



Capitolo 1
*** Di nuovo in gabbia ***


Capitolo 1-Di nuovo in gabbia

“Poche persone conoscono il mondo che si cela dietro un quadro:ogni volta sempre diverso ed emozionante. Le poche che lo conoscono sono le uniche che sono riuscite a sopravvivere. Questo mondo può essere molto pericoloso e inquietante ma ti semina,dentro di te,un senso di malinconia non appena sei riuscito a ritornare nel mondo reale:malinconia legata a dei bei ricordi che hai vissuto insieme ad una persona. Quanto vorrei ritornare nel mondo reale……” si limitò a pensare una ragazza. Una ragazza di circa quindici anni:lunghi capelli mossi che fluttuavano nel vuoto;imbarazzanti occhi blu,scuri come la notte stessa. Nessun altro colore oltre a quello degli occhi era riconoscibile. Emanava soltanto un caldo calore e una debole luce bianca che non riusciva nemmeno ad illuminare l’intera stanza dove era rinchiusa. In mano teneva una rosa ma essa non conteneva nessun colore:era bianca come la ragazza e anche il fiore splendeva nel nero della stanza. Era inginocchiata a terra e teneva lo sguardo fisso su un punto imprecisato del pavimento. D’improvviso singhiozzò e delle lacrime turchesi scesero sulle sue guance. Continuando a piangere disperatamente,le lacrime scesero a terra e si mescolarono con il sangue che regnava sul pavimento. Un’idea pervase la sua mente. Tirò in su la testa e gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
-MI MANCAAAAAA!!!!!-da quanto tempo desiderava farlo. Ritornando con la testa verso il basso accennò un sorriso.
 
Una bambina dai lunghi capelli castani e occhi rossi si dirigeva a grandi passi verso un edificio. Indossava una graziosa camicetta bianca con un fiocco rosso e una gonna;sempre rossa,infine delle calze bianche e delle simpatiche scarpette rosse. Entrò di corsa nell’edificio e si registrò alla reception insieme ad i suoi genitori.
“Ib,nove anni” annotò l’uomo sul registro dei visitatori.
-Prego,godetevi la mostra.-rispose alla famiglia. Questa si incamminò verso un corridoio e osservò con attenzione i primi quadri.
-Mamma,posso andare a vedere il resto da sola?-le disse Ib.
-D’accordo tesoro,ma non ti perdere come l’altra volta.-le rispose la madre della bambina.
-Promesso.-e con queste parole la bambina si separò dai genitori. Stranamente non si soffermò a guardare i quadri esposti mentre camminava:l’obiettivo era un altro. Ed ecco la “Incarnazione dello Spirito” quella bellissima scultura di rosa rossa del maestro Guertena. Davanti ad essa c’era un ragazzo di circa diciannove anni con dei cappelli color lavanda e una giacca blu scura. La bambina si avvicinò a lui e lo guardò in faccia. Lui fece altrettanto. Insieme tirarono fuori dalla tasca una rosa:lei rossa e lui blu. Sorrisero e si abbracciarono.
-Che bello rivederti Ib! Per un momento ho pensato che quella che avevo visto non eri tu!
-Sono felice di vedere che stai bene Garry! Mi sei mancato,sai?
-Anche tu mi sei mancata…a proposito!-il ragazzo tirò fuori dalla tasca un fazzoletto bianco e lo porse alla bambina.-Il tuo fazzoletto. Ti avevo promesso che te lo avrei ridato,no?
-Grazie mille! Senti Garry,ti va di fare il giro della mostra insieme?
-Perché no?-i due si presero per mano e salirono al piano di sopra. Guardando i quadri ridevano:si ricordavano delle avventure che avevano vissuto. Quando si bloccarono davanti all’enorme quadro “Mondo Fabbricato” sospirarono. Ci fu un terribile black-out e i due rimasero al buio. Bastò uno sguardo per far capire loro che la storia si stava ripetendo di nuovo. Scesero le scale e non ci fu più nessuno nella galleria.
“No.Non di nuovo!”pensò Garry. I due,tenendosi la mano arrivarono al grande dipinto “Abyss of the Deep” ma stranamente non era cambiato nulla. Un ombra rendeva il quadro di un blu molto più scuro rispetto al normale. Si girarono e davanti a loro regnò un quadro senza cornice. I due si pietrificarono alla sola vista. Ib andò a leggere il titolo dell’opera.
-“Speranza”?
-Un po’ azzardato come titolo!-cercò di risollevare l’umore Garry:infatti il quadro era completamente nero. Dai corridoi della galleria cominciarono a ringhiare delle voci e i due trasalirono. In pochi minuti erano circondati da manichini e da quadri:erano in trappola.
-IB! Fidati di me!-le porse la mano Garry e lei la prese. Saltarono insieme nel dipinto nero e si ritrovarono in una stanza grigia  dove di fianco a loro c’era una porta. Timorosamente l’aprirono e varcarono la soglia. Era completamente buio e Garry aveva l’accendino scarico. Avanzarono di qualche passo brancolando e la porta si chiuse di colpo alle loro spalle. Le luci si accesero e davanti a loro comparve un grande corridoio popolato,ai lati, da teste di manichini in terracotta bianca. Ib rimase immobile tendosi stretta alla mano del ragazzo. Lui,piangendo,si inginocchiò a terra con uno sguardo disperato. Tutti e due capirono che la loro vita era di nuovo appesa ad un filo.   

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Capitolo 2
*** Quadri e arpe ***


Capitolo 2-Quadri e arpe

I due ragazzi attraversarono il lungo corridoio ancora senza fiato. Di sicuro quel posto lo avevano conservato nei loro ricordi ma non avrebbero mai desiderato di ritornarci dentro. Un quadro,appeso alla parete,mosse gli occhi e i due si bloccarono paralizzati dalla paura. Ib si aggrappò alla giacca del ragazzo e lui le mise la mano sulla testa per tranquillizzarla. Finalmente raggiunsero un’altra porta e l’aprirono: la stanza dove erano adesso era completamente vuota. C’erano soltanto dei quadri e a loro ricordò un luogo vagamente familiare.
-Sembra una galleria!-disse contenta la bambina.-Guardiamo i quadri.-e spinse il ragazzo vicino a se,tenendogli la mano. Garry non sapeva cosa dire:sembrava che gli avessero tolto la parola,riusciva solo a respirare. Il primo quadro,molto grande,raffigurava una stanza come quella dove erano i ragazzi ma alle pareti non c’era nulla. “Empty Room” si intitolava. Si spostarono sul secondo quadro e la scena era la stessa: “The ladys”.
-Ma non vedo nessuna lady!-disse un po’ delusa Ib. Passarono al terzo,che si trovava sulla parete opposta alla porta  e il dipinto rimaneva sempre uguale: “The manikin heads”. Cambiò solo il titolo. “The sculptures” si chiamava il quarto. Passarono alla parete di sinistra e non trovarono nulla di interessante.
-“Puppets”.-disse a bassa voce Garry.
L’ultimo quadro era della stessa dimensione del primo e non si decideva di raffigurare un altro ambiente. Ib si paralizzò leggendo il titolo.
-“Mary”?!?
Garry rimase a fissare il quadro vuoto mentre Ib si voltò. La cornice del primo quadro era sparita e tutti e due decisero di esaminare di nuovo il quadro. Qualche minuto dopo anche la cornice dell’ultimo si staccò e Garry tornò indietro. Sentirono delle risatine stridule e inquietanti provenire da dietro la porta. Dopo sentirono rumorosamente bussare. I due si spinsero contro il muro ma la mano di Ib cominciò a tremare e lei urlò. Alle loro spalle camminavano lentamente delle bambole di pezza blu con dei terrificanti occhi rosso sangue. Il muro alla loro sinistra si fratturò e nella stanza entrarono dei manichini. Dal muro di destra entrarono i ritratti delle lady che iniziarono a ringhiare,Garry e Ib si abbracciarono. Aperta la porta,videro Mary e dietro di lei le teste di manichino che erano nel corridoio. Lei rise in maniera mostruosa e le teste sfrecciarono nella stanza. Mary iniziò la sua rincorsa verso i due ragazzi per pugnalarli al petto. Loro,intanto,erano circondati. Le bambole afferrarono Garry per le gambe e i manichini per le braccia mentre Ib fu invece bloccata dai ritratti. Due grandi occhi blu scuro,che fluttuavano nel vuoto,guardavano la scena quasi in modo non curante. Ib non poteva assolutamente guardare il suo amico morire. Mary si avvicinò a Garry e lui chiuse gli occhi. Si sentì un urlo agghiacciante e subito il ragazzo sentì di essere trascinato da qualche parte e così riaprì gli occhi:di Mary non c’era più nessuna traccia.
-IB! SONO VIVO!-gridò verso la bambina. Lei vide Garry sano e salvo e sorrise. Anche lei venne trascinata verso una parete:era quella col grande quadro “Empty Room”. Garry invece si trovò di fronte a quello opposto. I manichini e i dipinti volevano trascinarli e separarli in due stanze. Improvvisamente però il sorriso di Ib si tramutò in stupore.
-Garry! Il quadro!-il ragazzo non fece in tempo a girarsi che subito venne gettato dentro di questo. Buio. Si ritrovò steso a terra un un’enorme stanza viola piena di….strumenti musicali! Camminò vicino ad un pianoforte a coda nero ed esaminò ogni chiave di un argentato flauto traverso. Sfiorò con le dita il raffinato legno di un contrabbasso e si specchiò nell’ottone di un sassofono. Stranamente questi strumenti erano puliti e ben disposti nella stanza.
-Qualcuno li suona.-trasalì. Sentì riecheggiare nella stanza la nota del pianoforte,che aveva suonato da solo. Si rilassò perché venne colpito da un’arpa. Di fianco a questa ce n’era un’altra ma era ben diversa dalla prima:era molto grande e riccamente decorata con motivi barocchi placcati in oro. La prima era molto più rudimentale:color legno e decorazioni solo sulla colonna. Sfiorò una corda e questa suonò.
-Ma non l’ho toccata! -si giustificò lui. L’arpa suonò da sola scale e intervalli. Dopo pochi secondi di pausa l’arpa suonò una melodia antica ed affascinante. Garry riconobbe il brano.
-Ma è una canzone medievale!
Nella stanza una voce femminile cantò la canzone. Una voce talmente angelica che Garry non si spaventò anzi,tutto il contrario. Si sedette a terra ad ascoltare la bellissima canzone accompagnata dall’arpa celtica. Verso la fine,vide che l’atmosfera sulla parete dietro l’arpa era distorta:qualcuno stava suonando lo strumento. Ma non chiese nulla fino a brano finito.
-Chi sei?-disse infine.
Un urlo ebbe come risposta.
-No! Aspetta! Non te ne andare! Ho bisogno d’aiuto!
Silenzio.
-Ti prego aiutami…-chiuse gli occhi e si addormentò a terra contro la sua volontà.
  

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Capitolo 3
*** Ib e la Rosa di campo ***


Capitolo 3-Ib e la Rosa di campo

La piccola Ib si ritrovò in una stanza blu piena zeppa di libri. Fece fatica a spostarsi avendo il pavimento stracolmo di fogli di ogni genere.
-Garry!!-Ib era molto preoccupata e non avere la presenza del suo amico vicino a lei la rattristava:non sapeva neanche se si era salvato. La stanza non aveva porta. La bambina tentò di spostare alcune cassettiere ma senza successo. Si rassegnò e decise di leggere qualche libro:magari riusciva a trovare qualche indizio.
-“La ???”…Uffa!-battè il piede a terra. “Che brutto avere nove anni,”pensò. “e ora non posso neanche chiedere a Garry cosa significa questa parola!” rimise il libro a posto. Raccolse un foglio da terra.
-“La Follia”
“La follia è soggetiva….”-si bloccò. Non conosceva la parola però continuò la lettura.-“Ognuno la intende in maniera diversa. Conclusione:la follia non è né buona né cattiva,sono le parole degli altri a darle un peso.”
“ Io non credo.” lo rimise a terra.
-Letture troppo impegnative.-disse infine. Si diresse verso un grande scaffale dove l’aveva colpita un grande libro dalla copertina rosso brillante. Era un libro di favole. Lo lesse tutto e ogni volta che passava da un brano all’altro la malinconia cresceva. Forse era il momento di uscire da quella stanza. Tastò alcune pareti ma nessuna nascondeva una porta.
-Voglio uscireee!!!-urlò. Un libricino nero cadde a terra. Lei si avvicinò di corsa e rischiò anche di scivolare. Lo prese con grande cura. Lo aprì e ci trovò dentro tante parole scritte a matita,alcune illeggibili. Era un quaderno degli appunti. Lo sfogliò e trovò un’immagine disegnata a mano:raffigurava un occhio. C’era qualcosa di strano dentro quell’iride di grafite. Lesse il testo che era scritto sopra il disegno.
“Mare. Infinita bellezza. Il tuo azzurro è la cura alle mie ferite,la tua grandezza è la certezza dell’armonia. Il rumore delle tue onde compone una melodia senza note. Mio Mare,unico amico,anima consolatrice. Infondi in me consapevolezza e dubbio,tranquillità e angoscia,equilibrio e caos, infinita gioia e frustrazione. Nella tua profondità ritrovo la mia pace e mi accorgo che quello che sei non è altro che la mia anima.”
-Che bella poesia! Chissà chi l’ha scritta…Cosa? Uffa! Non c’è il nome!-la poesia infatti non era firmata. Ib posò di nuovo lo sguardo sul disegno.
-L’iride!-trovò il disegno nascosto:nell’iride si vedeva una spiaggia.
-Questa persona è geniale!-girò la testa e vide un foglio molto consumato dentro una cornice. Le parole erano scritte in rosso. Si avvicinò e lesse il titolo. “Ultimo Respiro”.
“Sarà molto complicata”.pensò. Andò a leggere ma alle prime parole urlò:le lettere erano scritte con il sangue. Si fece coraggio.
“Una ragazza con Animo immenso e Cuore d’or ero io.
Come Rosa di campo son nata:dalla Bellezza arcaica e dall’Animo forte.
Son cresciuta coi raggi del Sole e le gocce di Pioggia;
ma nel fiore degli anni qualcun mi strappò dalla Terra natia.
Non mi ha colto per Simpatia o per Curiosità,il suo Spirito inquieto non provava Pietà:
disprezzava Bellezza,Armonia e Libertà e per questo decise di buttarmi via.
Solo adesso però mi rendo conto di come una semplice Alba sia speciale e di come la Vita,in tutti i suoi Sensi,deve essere amata.
Mi mancano i miei Occhi che un tempo la Gioia donavano e i miei riccioli biondi che il Sole tingeva di nuovo oro ogni anno.
Spero proprio che un giorno la mia Anima si ricongiunga al mio Corpo e che insieme torneremo in quel luogo natio.
La prima cosa che farò sarà Cantare di fronte all’Immensità dell’Oceano il mio Inno alla Vita!”
Ib era senza fiato. Senza un perché riuscì a capire tutte le parole che erano scritte su quel foglio.
-Messaggio forte! Ma purtroppo non lo capisco…-tirò  un sospiro. Notò una riga insolita scavata nella parete dove era appoggiata la cornice. La roteò e si aprì un passaggio segreto. Con il cuore esultante di gioia imboccò la via verso la salvezza.

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Capitolo 4
*** Dialogo tra Mente e Spirito ***


Capitolo 4-Dialogo tra Mente e Spirito

Garry si risvegliò dal sonno:era molto stanco. Nella stanza gli strumenti  si erano addossati alle pareti. Lui si irrigidì al solo pensiero che in quella stanza non era solo. Si alzò in piedi e,non dimenticando la voce che aveva ascoltato prima,urlò:
-Ehi!! C’è nessuno? Ti prego! Chiunque tu sia,aiutaci!
L’unica risposta che ebbe fu il silenzio.
-Ti supplico,per favore….siamo soli. Non sappiamo cosa fare. Aiutaci.
Una ragazza che fluttuava apparse di fronte a lui. Si potevano scorgere solo gli occhi,le mani e i piedi. I lineamenti si vedevano a malapena. Garry cadde a terra dallo spavento.
-C-Chi sei?-chiese con voce tremante.
-Gli spiriti non hanno nome.-le rispose solennemente la ragazza.
Lui si pietrificò per la risposta. Da come lo guardava non credeva che lei fosse buona.
-Mi ucciderai,non è vero?-le chiese con lo sguardo basso.
-Cosa ci guadagno?
Ci fu una breve pausa.
-Cosa ti è successo?-le disse cautamente Garry. A prima vista sembrava non volerne parlare.
-Non mi sono più svegliata.-disse infine.-Ma neanche sono morta.
-Mi dispiace.-le disse lui.
-Stai MENTENDO!-gli urlò contro.-E IO ODIO LE PERSONE BUGIARDE!
-Ma che ti ho fatto?-cercò di giustificarsi. La ragazza si avvicinò a Garry,pochi centimetri dal suo volto.
-Tu non hai IDEA di come ci si senta quando qualcuno perde una persona cara…per questo NON puoi dire che ti dispiace.
Lui la guardò con gli occhi spalancati. Lei si allontanò.
-D’accordo,scusami.-la ragazza sconosciuta girò il volto sorpresa.
-Sei sincero questa volta. Come ti chiami?
-Garry. Molto piacere di conoscerti,anche se non so il tuo nome.
-Mi chiamavo Amy,una volta.-aveva lo sguardo triste.
-Aspetta un secondo,-Garry si massaggiò la fronte.-eri tu quella che mi ha salvato?
-Si,ero io.-disse.-ho modificato il quadro prima che tu ci finissi dentro.
-Hai salvato anche quella ragazzina che era con me?-chiese insistente Garry. Lei annuì con la testa.
-Grazie mille. Ma perché l’hai fatto?-chiese dubbioso. Lo sguardo di Amy si rattristò ancora di più.
-Ho visto troppe poche persone uscire da questo posto. Non volevo che altre ancora soccombessero.
-E tu eri una di quelle,vero?-lei sgranò gli occhi.-Quindi sei un fantasma!
-COME OSI? IO NON SONO UN FANTASMAA!!-e dilatando le braccia scagliò il ragazzo contro il muro. Dopodiché sfiorò il suo viso. Garry per poco non sveniva. Non capiva l’errore.
-Ok,perdonami ma non capisco perché ce l’hai con me!
Amy cominciò a spiegare,
-Un fantasma è diverso da uno spirito. I fantasmi perseguitano le persone e le incatenano per sempre nell’oblio con maledizioni orribili. I fantasmi erano persone che vivevano nel male e che disprezzavano tutto. TUTTO! Persino la vita stessa.
Ci fu una lunga pausa,i due si guardarono negli occhi per tutto il tempo. L’iride della ragazza era davvero molto particolare:il blu scuro veniva a volte interrotto da piccole scaglie argentate e sembrava che queste luccicassero.
“Come le stelle!” pensò Garry. “Come le stelle.”
-Gli spiriti,invece,proteggono le persone e le conducono verso la luce. Possono essere persone care:vive o morte che siano;persone sconosciute o addirittura sé stessi. Possono diventare degli spiriti le persone che amavano la vita.
Vedendo che il ragazzo non riusciva più quasi a respirare si allontanò di nuovo.
-E tu eri una di loro?
Lei non rispose. Garry capì che aveva azzardato troppo con la ragazza. Fece per scusarsi ma Amy rispose.
-Si,e lo sono ancora. Adesso che sono intrappolata qui mi sono resa conto di quanto la vita sia speciale.-piano piano si sedette a terra.- Gradivo quando a primavera l’odore di fiori mi penetrava nei capelli;apprezzavo quando il Sole estivo riscaldava lentamente il mio corpo;-iniziò a singhiozzare e lui si avvicinò lentamente alla ragazza.-adoravo quando le stelle si incastonavano nei miei occhi…AMAVO quando l’oceano mi bagnava!-scoppiò in un pianto disperato. Garry voleva consolarla ma non sapeva come.
-Sai,in effetti non ci avevo mai pensato.-disse. La ragazza lo guardò.-Sembra roba da tutti i giorni e invece sono d’accordo con te:la vita è bella..anzi,di più:splendida!
La ragazza sorrise. Anche lui mostrò un sorriso dolce sapendo che era riuscita a consolarla.
-Sai,-gli disse.-in genere persone come me e come te vengono emarginate perché considerate stupide. Io vengo da un paese dove la nostra arte viene invidiata da tutto il mondo. Abbiamo avuto i migliori artisti,scrittori,pittori di fama mondiale che hanno fatto la storia e abbiamo avuto i migliori movimenti culturali di sempre. Come ci siamo ridotti:persone che bruciano libri,rovinano le sculture,distruggono i quadri….insomma:disprezzano la bellezza,e solo per farsi riconoscere furbi e alla moda;secondo loro. Ecco,in tutti questi anni,-quasi camminò verso Garry.-non avevo mai incontrato una persona che,come me,gli piaceva essere baciato dalla luce della Luna.-Garry si paralizzò dallo stupore. Lei,pur non potendolo toccare,lo abbracciò.-Grazie per esserci.-gli disse infine e continuò a piangere. Lui non si mosse ma chiuse gli occhi. La scena durò per qualche minuto.
-Prima hai detto che non eri completamente morta,vero? Quindi il tuo corpo deve pur essere da qualche parte.-con la coda dell’occhio lui vide che Amy annuì da dietro le sue spalle.-Allora ti prometto che,prima di uscire di qui,lo ritroverò e tu sarai di nuovo libera e viva!
-GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE!-urlò dalla gioia la ragazza. Lui sorrise.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Mary ***


Capitolo 5-Mary

Amy mostrò a Garry la via d’uscita per quella stanza piena di strumenti e i due camminarono in un tunnel buio per molti minuti. La luce che la ragazza emanava,illuminava la strada davanti a loro.
-Davvero recupererai il mio corpo?-gli chiese. In un tono quasi malinconico.
-Certo,e perché non dovrei,dopo che tu hai aiutato me?-sorrise. Lei ricambiò.
-Senti,posso chiederti qualcosa?-gli disse. Garry alzò le spalle. La ragazza si fece serissima.
-Cos è la cosa che ti manca di più al mondo?-Garry non sapeva cosa rispondere:domanda davvero impegnativa.
-Beh…il mondo,in generale.-infine rispose.
-Il tuo mondo?-Garry sbarrò gli occhi.-Il mondo fatto di problemi,di domande o quello vero?
“Quello vero?”pensò il ragazzo.
-Guarda che ti ho sentito.-gli disse Amy prendendolo in giro.
“Ma non ho detto nien…”
-So leggere nel pensiero.-lei fece una risatina sfottente. Garry scosse la testa per il disappunto. Amy gli spiegò come fosse per lei il vero mondo,Garry ebbe così le idee più chiare e rispose:
-Il Sole. Mi manca il Sole. Mi fa sentire felice e pieno di energia. E tu? Cosa ti manca?-Amy si pentì amaramente di aver fatto lei per prima la domanda. Era così frustrata quando ci pensava,che ora non voleva rispondere. Abbassò gli occhi e continuò a guidare Garry attraverso il lungo tunnel.
 
Mary era seduta sul pavimento nero,accarezzando la sua finta rosa gialla. Intorno a lei fogli,disegni:alcuni non finiti,teste di manichini,bambole,colori a cera e a pastello. Di fianco a lei,il suo quadro:la tela bucata,i pezzi di vetro a terra. Era sola,e nella sua vita è stata sempre sola. La scorsa volta sperava che Ib fosse diventata la sua migliore amica e che sarebbero state insieme per sempre,in modo che lei avrebbe smesso di soffrire la solitudine.
-Una volta,ho provato ad avere degli amici….e cosa hanno fatto?? Mi hanno BRUCIATA! ECCO COSA MI HANNO FATTO! Volevo solo non essere sola per tutto il resto della mia vita….ma ora la pagheranno cara….la pagheranno cara. Dopotutto ho la ragazza. La mia vendetta sarà dolce:per me!-e fece una sua tipica,lugubre risata.
 
Amy restò in silenzio per tutto il tragitto e Garry si preoccupò non poco.
-Ti senti bene?-le chiese premurosamente.
-Si si,sto bene.-disse lei indifferente.-Piuttosto,risolviamo quest’enigma.
Una grande porta in pietra sbarrava loro la strada. Era chiusa,e per aprirla bisognava sciogliere un indovinello.
“Un piccolo scrigno,senza coperchio né chiave,cela al suo interno il bene e il male.”
-Ho letto una cosa simile su un famoso libro,-disse Garry.-ma non capisco cosa centrino le uova in tutto questo…
Amy restò in silenzio a fissare la scritta. Non mosse neanche un muscolo. Lui si preoccupava sempre di più.
-Il Cuore.-disse lo spirito di colpo. La porta si aprì e lei varcò la soglia.
-Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima!-sbraitò il ragazzo.
-TACI E CAMMINA!-le disse lei. Lui immediatamente obbedì. A quanto pare la ragazza era di umore nero.
-Probabilmente è legato alla domanda di prima,non è vero? Non fa niente se non me lo dici!-Amy non rispose. Arrivarono in una stanza con un enorme quadro che raffigurava due toni di blu diversi separati l’uno dall’altro da una sottile ma decisa linea. La ragazza si bloccò. Svolazzando in aria giunse col viso sulla tela. Silenzio. Singhiozzò. Pianse. Urlò:
-MI MANCA L’OCEANO!!!!- lui quasi si sentì raggelare il sangue. Lei lentamente si stese a terra. Si raccolse le ginocchia tra le braccia e le avvicinò al petto.-Mi manca l’oceano….
 
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Capitolo 6
*** I rimpianti del Cuore ***


Capitolo 6-I rimpianti del Cuore

Amy rimase stesa a terra e accoccolata su se stessa per molto tempo. Garry si appoggiò con la schiena al muro,sotto il grande quadro. Si sentiva il rumore delle onde e spesso dell’acqua usciva dal quadro e inondava una parte della stanza. Il quadro era vivo ma non malvagio. Il ragazzo la guardava quasi provando pietà verso di lei e le si sedette di fianco. Lo spirito non piangeva più ma rimaneva in silenzio,gli occhi aperti:persi. Fissava un punto vuoto dello spazio in maniera frustrante e il ragazzo,col passare del tempo,si sentiva sempre più debole e triste. Si scostò per vedere la sua faccia e vide due splendidi occhi blu vuoti:senza nessuna espressione o segno vitale. Non voleva parlarle ma sentiva che non poteva rimanere in silenzio.
-Perché ti manca l’oceano?-le chiese infine.
Lei non mosse un ciglio. Garry capì che in qualche modo aveva ferito i suoi sentimenti. Si scusò per averlo fatto ma lei non dava ancora nessuna risposta. Sembrava una statua. Un onda più potente uscì dal quadro e bagnò i due ragazzi. Garry era completamente zuppo d’acqua mentre lo spirito rimase come prima. L’acqua era gelida. Garry starnutì:rischiava di beccarsi un raffreddore. All’improvviso la ragazza alzò lentamente la mano destra verso lui e,ruotandola,asciugò completamente il ragazzo. Il suo viso comunque non mutò espressione. Quando Garry fu completamente asciutto lei rimise la mano tra le gambe e non si mosse più.
-Grazie mille.-le disse. Silenzio tombale.
“Riposati.”le disse la ragazza nel pensiero. “Ti farà bene.”
-Ma io non sono stanco.
“Non c’è bisogno di essere stanchi per stendersi a terra.” Garry obbedì e si stese vicino a lei. Garry la guardò negli occhi ma lei sembrava non vederlo.
“Grazie per avermi parlato.” Le disse Garry. Lei mosse gli occhi verso di lui e li richiuse lentamente in segno di ringraziamento. Dopo qualche ora Amy si fece coraggio e l’unica cosa che riuscì a dire fu:
-È strano.
-Cosa?-le chiese il ragazzo contentissimo nel sentire la voce della ragazza riecheggiare nella stanza.
-Che tu non provi frustrazione.-gli rispose. Garry si sentì di nuovo il sangue scorrergli ghiacciato nelle vene.
-E perché dovrei provarne?!?-le chiese perplesso.
-Perché tutti derivano dall’Oceano….e dall’Universo.
In effetti,quello che diceva era la verità. La vita è nata in acqua e tutti noi abbiamo dentro,anche se in minuscole porzioni,polvere stellare. Garry confermò la sua teoria.
-Provi frustrazione..-ruppe il ghiaccio lui.-perché ti mancano?
Amy non rispose più. Garry si sentiva in ansia,temeva che la durissima situazione di poche ore fa si ripetesse.
-Non l’ho mai raccontato a nessuno.-disse ad un certo punto Amy con voce flebile.-Mi prometti che manterrai questo segreto?-Garry annuì delicatamente.
-Io non ho mai avuto una casa. Una famiglia. Degli amici. Sono sempre stata sola nella vita. Le uniche volte in cui sono stata felice e in compagnia sono quando guardo il mare o il cielo. Loro sono mia Madre e mio Padre. La mia famiglia. E io voglio tornare da loro. Mi capisci,vero?
Garry non aveva mai sentito parole simili. La guardò negli occhi a lungo.
-Si,ti capisco. Da piccolo anch’io non ho avuto molti amici e adesso che sono all’università sono completamente solo.
Amy chiese a che facoltà il ragazzo andasse.
-Lettere.-arrossì. Si vergognava di dire a qualcun altro quello che voleva fare quando sarebbe entrato nel mondo del lavoro. Temeva che l’avessero preso in giro.
-E cosa vuoi fare da grande?-gli chiese la ragazza.
-…..-diventò completamente rosso. Non rispose. Lo spirito rise e lo tranquillizzò dicendo che lei avrebbe accettato qualsiasi cosa lui dicesse.
-…Voglio insegnare Storia e Filosofia al triennio delle superiori. Ora riderai.
-Invece no!-si mise seduta Amy.-Non avevo mai conosciuto nessuno con questo obbiettivo…insomma,come te. Almeno tu un posto ce lo avrai.
Garry riprese il suo colorito d’altronde dentro fosse molto emozionato.
-Io sono musicista sai? Ho sempre adorato la musica. Nel profondo del cuore. Io giravo il mondo e quindi non potevo avere un posto fisso,così facevo Filosofia in strada,come gli antichi greci…solo che nessuno mi sentiva o mi prendeva per pazza.
Garry le sorrise,disse che a lui piacevano cose alternative,ma comunque importanti.
-Rimpiango quei giorni:quando avrei potuto fare di più e cambiare il mio paese in meglio;anzi,forse l’intero mondo.
Garry si sedette di fronte a lei e anche se non si potevano toccare,le prese delicatamente la mano. Lei lo guardò quasi spaurita.
-Ti prometto che sosterrò sempre i tuoi ideali,visto che credo anch’io che si possa cambiare il mondo in meglio. E appena usciremo da qui…-distolse lo sguardo da lei. Non continuò la frase.
-Si?-gli chiese curiosa Amy.
-È una sorpresa.-le ammiccò Garry.
“Perché non ti ho incontrato prima?” pensò la ragazza mentre sorrideva armoniosamente.

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Capitolo 7
*** La riunione ***


Capitolo 7-La riunione

Ib si ritrovò di fronte ad un lunghissimo,stretto corridoio. Camminò molto lentamente e qualche volta,per la paura,si bloccava. Sentì delle voci provenire alla sua sinistra e la bambina indietreggiò. Fece per ritornare indietro ma il tratto di corridoio che aveva percorso era stato sostituito da un muro senza porta. Si attaccò disperatamente al muro di destra,come se ci si volesse arrampicare sopra. Le voci si stavano avvicinando sempre di più e lei graffiò la carta da parati con le unghie per cercare di scappare. Poi riconobbe una voce.
-GARRY!!-gridò di gioia la bambina. Si mise a saltellare felicemente fino a quando non sentì una voce estranea:una voce femminile.
“M-Mary?!?”-pensò con orrore. Temeva che Garry fosse in pericolo. D’improvviso,un quadrato del muro si sporse verso il corridoio e si spostò di lato. Vide Garry che rideva allegramente. Ib gli corse incontro e lo abbracciò.
-Che bello vedere che sei vivo!-gli disse.
-Anch’io sono felice di vedere che stai bene.-si staccò dalla bambina.
-Voglio presentarti una persona.-le disse. Poi roteò il viso verso il tunnel scuro da dove era arrivato.-Amy,il campo è libero. Forza,esci! Non hai nulla da temere.
Un viso bianco come il latte si sporse leggermente e appena il blu dei suoi occhi si incrociò con il rosso di quelli di Ib,si nascose.
-Tranquilla,sta con me! È una mia amica!
Il viso si sporse di nuovo e la sua mano si appoggiò a terra. La gamba avanzò e,rimanendo abbassata,si spostò fino a vedere tutti e due. Si muoveva carponi,come un animale. Ib urlò e abbracciò il ragazzo.
-Stai tranquilla Ib,non ti farà nulla di male. Avanti Amy,-le porse la mano.-vieni.
La ragazza si sciolse e poggiò la sua mano su quella del ragazzo. Uscì dal tunnel e salutò con un cenno della mano la bambina. Lei,con la mano tremante ricambiò il saluto. Garry spiegò a Ib cosa era successo alla ragazza e i due accettarono di portarla con loro verso l’uscita,Garry specificò che le aveva promesso di ritrovare il suo corpo e che per questo non potevano lasciarla sola. Ib si mise la mano un tasca e tirò fuori il libro di poesie che aveva trovato nella stanza blu.
-Garry,guarda che bella poesia!-il ragazzo lesse la poesia del mare con sguardo serio e infine chiese ad Amy se fosse stata lei ad averla scritta.
-Si,quel libricino era mio. Ci ho scritto dentro i miei ultimi pensieri prima di cadere in un sonno profondo.
Ib ripose il libro nella tasca della giacca blu del ragazzo e gli prese la mano. Tutti e tre camminarono nel corridoio senza fine. Finalmente raggiunsero una porta e la varcarono. Stanza nera con del sangue sul pavimento.
-La mia stanza!-disse Amy. Una luce accecante colpì i ragazzi e quando Garry e Ib aprirono gli occhi,della ragazza ormai non c’era più nessuna traccia. Garry urlò disperatamente il suo nome,invano. Una porta era apparsa dal nulla e immediatamente i due ragazzi l’aprirono. Una stanza piena di scaffali e un divano bianco. Di Amy ancora nessun segnale e il ragazzo si sentiva frustrato in una maniera tale che sapeva di esplodere da un momento all’altro. Ib esplorò gli scaffali in cerca di qualche indizio ma non trovò nulla. Garry si stese sul divano e scoppiò in un pianto più che disperato. Rivolse la testa nella pelle in modo da attutire i suoi urli. Ib si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla nella speranza di consolarlo.
-Lo so che era la nostra unica speranza.-lui non smise di singhiozzare;ma poi le parlò.
-Non capisci,glielo avevo promesso! A me non interessa se troviamo il modo di uscire da soli,mi interessa portarla con noi! Farle rivedere il mondo!-continuò a piangere.
-Cosa le avevi promesso?-gli chiese Ib. Garry non parlò.
-Ok,allora perché tieni così tanto a lei?-Garry non singhiozzò più e rimase fermo.
-Sinceramente non lo so. Ma voglio aiutarla perché….-pausa.-Perché è un suo diritto rivedere il cielo;ed è un dovere per me aiutarla.
Ib ancora non capiva perché Garry tenesse tanto ad Amy ma lui,invece,capì subito che nel suo cuore stava nascendo qualcosa di profondamente tenero nei confronti della ragazza.
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Capitolo 8
*** Disperazione ***


Capitolo 8-Disperazione

Amy ora si trovava in una stanza piena di disegni di bambino. Di fronte a lei Mary:con la sua rosa in una mano,dietro la schiena e la rosa della ragazza nell’altra,di fronte a lei. La rosa bianca aveva un solo petalo ancora intatto e Amy raggelò alla sola vista di Mary.
-Bene bene,ecco il nostro debole spirito che si addormenta ancora prima di morire.
Amy si fece cupa e arrabbiata.
-Cosa vuoi ancora? Non ti è bastato portare i due ragazzi qua dentro un’altra volta?
La bambina bionda rise.
-Voglio vendicarmi per avermi spinto,prima.
Lo spirito sbarrò gli occhi. Temeva che le avesse strappato l’ultimo petalo della sua rosa e che l’avesse uccisa definitivamente.
-Cosa devo fare?-le chiese con sguardo freddo.
-Voglio che porti Garry qui,di fronte a me.
-Cosa vuoi fargli?-disse Amy con voce tremante. Non voleva metterlo di nuovo nei guai.
-Io niente,per ora.
Ci fu una breve pausa che fu interrotta dalla lugubre risata di Mary. Amy osò parlare.
-Cosa ottengo?-Mary,con sguardo agghiacciante le rispose:
-La libertà.-la ragazza si pietrificò come per dire:“Cosa? Davvero?”
-Se il mio piano va a buon termine tu sarai di nuovo libera e non tornerai qui mai più. Se non obbedisci,ti ucciderò. Allora,accetti?
Amy,piangendo,annuì. Mary rise di nuovo e rispedì la ragazza nella stanza sanguinolenta. Lei sentì dei singhiozzi provenire dalla stanza vicino e così,passando attraverso il muro,ci entrò dentro. Vide Garry che piangeva disperato e di fianco a lui Ib,che si era addormentata. Amy volteggiò sopra al ragazzo e raccolse la testa fra le sue mani.
-Shh. Sono qui,sono accanto a te.-Garry alzò la testa e vide il viso dello spirito di fronte al suo.
-Amy? Credevo di non rivederti mai più!-sorrise e tramutò il suo pianto in lacrime di gioia.
-Senti Garry,devo farti vedere una cosa…ma è un segreto.
Lui annuì e,facendo attenzione a non svegliare Ib,uscì dalla stanza insieme ad Amy.
-Che bello rivedere i tuoi occhi.-sussurrò il ragazzo nell’orecchio di lei. Amy si irrigidiva e si rattristava sempre di più:non voleva ingannarlo ma se non lo faceva per lei sarebbe stata la fine. Delle scale ora comparivano di fronte a loro. Garry,senza pensarci due volte,salì le scale in fretta e furia. Amy da dietro lo seguiva gettando a terra alcune lacrime amare. Si ritrovarono nella stanza di Mary ma era deserta.
-Questo luogo mi è familiare..-disse Garry. Appena si girò vide gli occhi celesti di Mary che lo fissavano. Lui urlò e cadde a terra. Venne immediatamente spinto in un angolo da delle bambole inquietanti e venne chiuso in un muro invisibile.
-Grazie Amy,senza di te non ce l’averi mai fatta.-si rivolse la bionda allo spirito. Lei aveva la testa bassa e non incrociò lo sguardo con nessuno dei due. Garry realizzò cosa era successo,anche se la sua teoria era sbagliata. Mary,ridendo,scese le scale e lasciò i due ragazzi soli.
-Tu? Mi hai ingannato! Perché l’hai fatto! Pensavo di potermi fidare di te!
-Lo so,lo so;ma ero sotto minaccia! Mary mi avrebbe uccisa se non facevo quello che voleva!
-Ci hai trascinato qui,ci hai messo in pericolo,CI HAI INGANNATO!!-le urlò contro.-E pensare che cominciavo a nutrire interesse verso di te..-Amy si paralizzò. Capiva che si era innamorato di lei,anche se non la conosceva perfettamente. La ragazza,fluttuando come una foglia al vento,si sedette a terra.
-Come ho potuto essere così ingenuo? Sapevo che non dovevo fidarmi di te!  
Amy avvicinò la mano al volto del ragazzo ma fu bloccata dal muro d’aria. Garry,istintivamente, ruotò il volto da un’altra parte. Non voleva più vederla nei suoi splendidi occhi blu notte.
-Non capisci? HO dovuto farlo! Tutto questo però va contro la mia volontà.
Lungo ed irritante silenzio.
-Lasciami in pace.-riuscì a dire Garry,anche se capiva in che situazione disperata si era cacciata la ragazza senza volerlo. Lei si mise accucciata all’angolo opposto dove era il ragazzo e,d’altronde la distanza tra loro due fosse enorme,Garry riuscì lo stesso a sentire riecheggiare nella sua mente le parole “Mi dispiace tanto” della ragazza che aveva cominciato ad amare nel profondo del suo cuore.
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Capitolo 9
*** Garry ***


Capitolo 9-Garry

Ib si svegliò e vide Garry sul divano che dormiva. Lei non volle disturbarlo. Lesse alcuni libri che erano disposti su uno scaffale. Dopo un po’ di tempo,controllò l’ora sull’orologio che il ragazzo aveva al polso. Da quando erano entrati in quella stanza fino a quel momento erano passate ben quattro ore. Freneticamente,Ib lo svegliò.
-Garry,forza! Ce ne dobbiamo andare!
Lui aprì lentamente gli occhi e se li stropicciò un paio di volte. Qualcosa non andava.
-Garry,c’è qualcosa di diverso in te.-infatti l’iride del ragazzo aveva un lilla più scuro del solito.
-No,sto bene. Non ti devi preoccupare di nulla.
Si mise seduto e dopo essersi stirato le braccia e la schiena,si alzò goffamente dal divano. Ib e Garry uscirono dalla stanza ma le scale che portavano al piano superiore erano scomparse. Si incamminarono nel corridoio da cui erano arrivati e Garry accelerava sempre di più il passo. Era molto nervoso.
“No,dove sono?”pensò. Non poteva affatto non trovarle. Ora alla loro destra si apriva un altro corridoio;avanzarono di qualche metro e svoltarono alla loro sinistra. Dopo qualche minuto svoltarono a destra. Davanti a loro ora,si aprivano due corridoi. Svoltarono di nuovo a destra e dopo aver camminato per lungo tempo,furono bloccati da un muro.
-Garry,temo che questo sia un labirinto!-le disse con voce roca la bambina. Il ragazzo non si mosse. Lei lo strattonò per il braccio per farlo tornare indietro con lei ma lui era irremovibile. D’improvviso indietreggiò e si mise delicatamente in braccio la bambina. Lei lo guardò in modo tenero. Garry corse verso il corridoio di sinistra e,quasi avendo la vista a raggi x,uscirono dall’intricato labirinto dopo qualche ora.
-Quindi sapevi dov’era l’uscita!-disse allegramente Ib al ragazzo. Lui si schiarì la voce e la rimise con i piedi per terra.
-No. Istinto.-la ragazza sembrava un po’ sorpresa e turbata da quella risposta. Non le aveva mai parlato così poco e in maniera così esplicita e diretta. Sentiva che qualcosa non quadrava. Dopo un lungo cammino finalmente videro le scale che il ragazzo stava disperatamente cercando.
-Per di qua! Avanti!-i due ragazzi salirono le scale. Il ragazzo sembrava ansioso di arrivare in cima. Arrivati nella stanza di Mary,quest’ultima si era modificata. Poggiarono un piede dietro l’altro molto lentamente. Ib aveva paura e abbracciò Garry. Lei si voltò e vide che dietro di loro stavano arrivando dei manichini e delle lady. Ib urlò per la paura e i due corsero più veloce che potevano. Quando videro Mary davanti a loro i manichini e i quadri erano spariti. La bambina sgranò gli occhi dallo stupore:non si sarebbe mai aspettata di vedere Mary di nuovo. Garry posò una mano sulla sua spalla.
-Non avere paura. Fidati di me.-le disse con voce melodica il ragazzo. Lei gli sorrise. Lui si spostò alle spalle di Ib e la spinse contro la bionda,che la prese tra le braccia.
-Perché l’hai fatto?-gridò lei. Garry si trasformò in una solita,inquietante bambola di pezza blu.
-Grazie dell’aiuto,amico!-disse Mary alla bambola mentre trascinava per le braccia Ib verso la fine della stanza.

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Capitolo 10
*** La fuga ***


Capitolo 10-La fuga

Mary rinchiuse Ib in un altro muro d’aria nell’angolo alla sinistra di quello del vero Garry. Lui era a terra ed ansimava:l’aria che aveva a disposizione stava per finire.
-GARRY!!-urlò lei. Lui si rialzò con braccia deboli e guardò Ib,accennò un sorriso:quasi forzato. In effetti,dopo quello che era successo tra lui ed Amy,non era dell’umore giusto per ridere. Mary si mise di fronte a loro. Rise.
-Ahah,eccovi qua! Che bello rivedervi! Adesso potrò vendicarmi per quello che mi avete fatto!
-Ma Mary! Tu volevi uccidere Garry perché temevi che io non fossi diventata una tua amica!-ribattè Ib.
-SILENZIO! Siamo nel mio mondo e le regole le detto io! Prima di uccidervi però,devo mantenere una promessa che ho fatto.
Premette una strana mattonella e una parte di muro si aprì. Lei trascinò il corpo impolverato di Amy di fronte al suo spirito e le mise la rosa bianca,risanata,sul petto. Garry vide il corpo della ragazza a terra e quasi recuperando le forze,diede dei pugni violenti contro la parete d’aria. Amy rimase in silenzio e immobile;gli occhi stranamente vuoti,eccessivamente vuoti. Non degnò neanche di uno sguardo il suo corpo giovane,quasi dimenticato nella sua memoria.
-Una promessa è una promessa:ecco qua il tuo corpo. Ora devi solo ritornarci dentro!
-Grazie,ma non lo voglio…
Mary si stupì non poco.
-Cosa? Dopo tre anni che sei rinchiusa qui e sogni di andartene;ora che ti si offre davanti l’occasione tu non l’accetti?
Amy non mosse un ciglio. Guardò Garry e lui capì immediatamente che voleva che fosse lui a restituirle il corpo.
“Era una promessa. Vero?” gli parlò la ragazza nel pensiero. Garry abbandonò l’ira che l’aveva imprigionato e le sorrise. La perdonò e lei si sentì rinascere dalle ceneri. A Garry frullò una tremenda idea per la testa.
-Senti Mary,noi ti vogliamo ancora come amica. Davvero! Per questo ti offriamo un’altra possibilità.
-Cosa?
Ib resse il gioco.-Mary:ti prometto che se ci fai uscire di qui sani e salvi,chiederò ai miei genitori se puoi venire a vivere con me!
Mary si immobilizzò:da anni aveva desiderato una cosa del genere. Amy si rese subito conto che,anche se le parole che avevano detto servivano per salvarsi la vita,erano sincere. Mary,con le lacrime al voltò liberò i due ragazzi e Garry respirò a pieni polmoni l’aria guadagnata. Dopodiché,si avvicinò a Amy e accarezzò una ciocca bionda dei suoi veri capelli.
-Era una promessa. E io mantengo sempre le promesse.
Amy chiuse gli occhi e rise di buon cuore. Lo spirito entrò nella bocca della ragazza e lei aprì gli occhi. Garry le sostenette la testa e lei respirò gradevolmente l’aria. Accarezzò il viso del giovane:non poteva credere che poteva finalmente tornare pienamente a vivere. Si guardarono negli occhi intensamente e Garry avvicinò il suo viso a quello di Amy. Con dolcezza estrema le baciò la fronte,a lungo. Lei chiuse gli occhi. Delle grida agghiaccianti li fecero trasalire. Mary indietreggiò.
-Oh,no! Ora tutti sanno che li ho traditi!-si diresse verso il suo quadro e lo staccò dalla parete. Di fronte a lei si apriva uno stretto tunnel.
-Ritorneremo tutti nel mondo reale! Forza,vi faccio strada.
I quattro ragazzi brancolarono carponi nel tunnel. Amy,ad ogni mano che poggiava a terra,ampliava sempre di più il suo sorriso. Finalmente poteva toccare il suolo e poteva sentire il gradito freddo che questo emanava. Riuscirono ad uscire dal tunnel ma si ritrovarono inseguiti dai manichini e da tutti gli altri mostri. Colti di sorpresa,Garry prese in braccio Ib sapendo che non poteva correre molto velocemente e tutti e tre scapparono con il cuore in gola. Il corridoio di snodava di nuovo in altre piccole viuzze:un altro labirinto. Mary indicava la direzione giusta e gli altri seguivano i suoi consigli. Amy si mise in testa al gruppo. La situazione era critica:per quanto loro corressero i mostri si avvicinavano sempre di più.
-Siamo arrivati!-disse Mary. Garry lanciò Ib nel quadro “Mondo Fabbricato” che,naturalmente,era senza cornice. Aiutò Mary a saltare nel quadro ma sentì presto un urlo provenire dalle sue spalle:i manichini avevano intrappolato Amy.
-GARRY,AIUTO!!
Il ragazzo subito si diresse in suo soccorso e lottò selvaggiamente con i manichini che la tenevano stretta. Riuscì a liberarla dalle loro grinfie e,zoppicando leggermente,Garry prese in braccio Amy e si tuffarono nel quadro stretti l’uno all’altro. Amy gli scoccò un bacio sulla guancia e lui,arrossendo,ricambiò.

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Capitolo 11
*** Finalmente una famiglia ***


Capitolo 11-Finalmente una famiglia

Ib e Garry si ritrovarono stretti per la mano davanti al grande quadro di Guertena. Nessuno dei due si ricordava cosa stessero facendo. Si guardarono e poi tutti e due notarono la rosa dell’altra persona. Si ricordarono tutto.
-IB! Ce l’abbiamo fatta!!-i due si abbracciarono e risero felicemente.
-Mary! Dov’è Mary?-disse ad un certo punto la bambina.
-Andiamola a cercare allora!
I ragazzi camminarono per tutto il primo piano della galleria ma non la trovarono. Ib guardò Garry e si mise una mano davanti alla bocca per coprire una risata. Lui la guardò perplesso.
-Cosa c’è?
-Sei rosso come un pomodoro!!-rise Ib.
-Davvero??-Garry non ricordava nulla del bacio che gli aveva dato Amy e di chi fosse questa Amy. Scesero al piano di sotto e videro Mary che supplicava i genitori di Ib. Lei corse da lei.
-Ti prego mamma! È sola e non ha famiglia! Sono la sua unica amica che ha!
I genitori rifiutarono,in un primo momento ma poi,con il sostegno di Garry,cambiarono idea e accolsero a braccia aperte la nuova arrivata.
-Te l’avevo promesso,no? Ora non sarai più sola e non sarò solo la tua migliore amica:sarò tua sorella!!
Mary piangeva dalla gioia e abbracciò Ib ringraziandola di tutto quello che aveva fatto per lei. Garry si mise le mani in tasca e tirò fuori,sorpreso,un libricino nero. Lo sfogliò e ci trovò dentro delle parole soavi e rassicuranti…vagamente familiari.
-Scusi!-gli disse una voce femminile.
-Credo che lei abbia trovato il mio quaderno degli appunti!
Il ragazzo lo restituì ad una carina e giovane ragazza dai capelli color oro e dagli occhi blu notte.
-Grazie mille!-lei lo scrutò meglio.-Per caso ci siamo già incontrati?
-No. Non l’ho mai vista. Comunque il mio nome è Garry.
Lei pianse. Si mise una mano davanti alla bocca per la vergogna.
-Perché lo sto facendo? Perché sto piangendo?
-AMY!-urlò una voce.-Stiamo iniziando le prove generali e ci serve la tua voce,altrimenti siamo perduti!
-ARRIVO!-gridò Amy verso l’amico.
Lei si girò di nuovo verso Garry e vide che aveva una faccia esigente.
-Sono le prove generali per il concerto di Bach che si terrà stasera,vedi?-gli consegnò un depliant. La domanda a cui invece Garry voleva una risposta era un’altra.
-Si chiama Amy?
-Si,Amy White!
“Questo nome mi è familiare…”
-Probabilmente mi conosce per il mio curriculum. Non c’è da stupirsi! Sono una soprano di successo ed ho girato il mondo,è naturale che lei conosca il mio nome!
Garry mise le mani sulle spalle della ragazza. Lei si arrabbiò:non voleva che un estraneo la toccasse.
-AMY! Ora mi ricordo di te! Che bello rivederti! Questi pochi minuti di separazione sono stati una sofferenza immane!
-Ma cosa sta dicendo? Io non la conosco!
-No,invece! Sono Garry! Ti ricordi di me? Eravamo in quel mondo popolato da quadri,manichini,bambole…e Mary! Ti ricordi di Mary?
La ragazza sembrava stringersi le meningi per cercare di ricordare ma non diede nessuna risposta al ragazzo.
-AMY! MUOVITI!-insistette l’amico.
Lei,scusandosi,girò i tacchi e fece per dirigersi verso l’uscita ma Garry la prese e la baciò sulle labbra. Lei diede degli spintoni per allontanarlo ma lui non cedeva. Lei si bloccò:in quell’unico bacio erano racchiusi tutti i momenti che aveva trascorso con lui. Lei si ricordò tutto e abbracciò il ragazzo,ricambiando più volte il bacio. Vedendo che tutti li guardavano,si staccarono. Amy rimase con le braccia sulle spalle del giovane.
-Mi sei mancato.
-Anche tu.-ci fu una breve pausa.-Quanto sono stupido!
-Perché?
-Ti ricordi della sorpresa che ti volevo fare?-lei annuì.-Bene,devo fartela.
Garry salutò Mary e Ib e insieme ad Amy uscì dalla galleria. L’amico della ragazza si arrabbiò. Lei disse che non sarebbe venuta e che dovevano fare,almeno le prove generali,senza di lei. Garry fece salire Amy sul suo motorino e lui sorrise pensando alla faccia che avrebbe fatto la ragazza quando le avrebbe mostrato la sua sorpresa.
 

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Capitolo 12
*** Arrivederci ***


Premetto che sarà un finale abbastanza strano:quindi va pienamente goduto (anche perché ci ho riflettuto molto sopra!). Per questo vi consiglio di andare su YouTube e sentirvi “To The Moon-Everything’s Alright” (versione cantata!) perché è la musica migliore per godere pienamente il finale di questo Crossover. Non abbiate paura e sfogate le vostre emozioni! (A proposito! Io vorrei finire così questa mia opera ma se qualcuno di voi è curioso di sapere cosa succede dopo,me lo faccia sapere e scriverò un sequel! Tanto ho già delle idee…Buona lettura!)

Capitolo 12-“Arrivederci”

Garry mise le mani davanti agli occhi della ragazza e lei li chiuse. Garry la prese per mano e la guidò lentamente nel luogo segreto dove voleva portarla. D’un tratto la fermò e le disse che doveva sedersi. Lei obbedì e lui le tolse delicatamente i sandali che Amy portava ai piedi. La fece rialzare e lei notò che il suolo era molto irregolare e che si modellava ad ogni passo. La terra era stranamente tiepida. Il ragazzo la fermò di nuovo e le avvolse i pantaloni fin sopra il ginocchio.
-Che intenzioni hai?
-EH! Non sbirciare!
Lui la fece camminare avanti ancora per poco e lei sentì qualcosa di freddo bagnarle le caviglie. Il ragazzo avvicinò la bocca all’orecchio di Amy.
-Guarda dove siamo.
Lei aprì gli occhi:Garry l’aveva portata sulla spiaggia.
-Era la cosa che ti mancava di più e ho pensato di renderti felice.
Lei singhiozzò di gioia e allargò le braccia;piroettò su se stessa lanciando getti d’acqua marina con i piedi. Quando il suo sguardo si posò sull’orizzonte si girò lentamente verso Garry:con gli occhi pieni di lacrime.
-Garry…grazie. Grazie di tutto…ma…
Lui si avvicinò al lei e posò le mani sui suoi fianchi.
-Era la cosa che avevo desiderato da molto tempo ma non io:il mio spirito.
-Perdonami ma non capisco.
-Garry,sono stata uno spirito per troppo tempo…
-Aspetta,cosa intendi?-si preoccupò.
-Appartengo ad i miei genitori adesso:al Mare ed all’Universo ed io devo,e voglio,riunirmi a loro.
-Amy…-disse con sguardo triste. Realizzò.
-NO! Non puoi andartene! Ti prego! Rimani con me! Ti renderò felice ogni giorno!
-Ne sono sicura Garry,ma ormai non faccio più parte di questo mondo. È giunto il momento di meritare la pace che ho faticato ad avere.
-No! Ti prego! Ti supplico,non andartene! Non vivrei senza di te!
-Non dire così,la vita va avanti! E ricorda:questo non è un “addio” ma un “arrivederci”. Grazie per avermi permesso di guadagnare questa pace Garry,non ti dimenticherò mai ed io sarò per sempre nel tuo cuore.
Garry l’abbracciò più forte che poteva e pianse come mai in vita sua. La flebile luce della Luna colpì i ragazzi e Amy,come per magia,diventò bianca come la luna e si dissolse in migliaia di petali di rosa bianca. I petali,risplendendo di luce propria,volarono in cielo. Garry vide metà dei petali volare sempre più in alto mentre l’altra metà cadere delicatamente sulle delicate onde marine. Garry aprì una mano e vi trovò dentro tre petali che risplendevano come stelle. Li baciò e li mise nella tasca. Si tolse la sua giacca blu e si stese sulla sabbia. L’acqua del mare a volte gli bagnava i capelli e lui guardava i petali,piano piano,confondersi con le altre stelle del firmamento. Chiuse gli occhi e l’unica cosa che riuscì a pensare furono gli occhi della ragazza. Restò con gli occhi chiusi ed in silenzio fino all’alba del giorno dopo. Li riaprì e si rialzò in piedi. Dei tre petali che Amy gli aveva donato,uno lo diede al mare e guardando l’orizzonte dorato con estrema dolcezza,l’ultima cosa che pensò prima di ritornare alla solita e monotona vita di sempre fu:
“Arrivederci Amy.”
 
FINE
 

 

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