La distanza di un pianerottolo

di ___Vicky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il compito di arte ***
Capitolo 3: *** Una domenica tranquilla. ***
Capitolo 4: *** La punizione. ***
Capitolo 5: *** La festa dei licei. ***
Capitolo 6: *** Il Sax. ***
Capitolo 7: *** La vigilia ***
Capitolo 8: *** Un Natale un pò particolare. ***
Capitolo 9: *** Il Bar Mary ***
Capitolo 10: *** Una nuova... Comparsa ***
Capitolo 11: *** Carpe Diem ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ultima campanella. La liberazione. Prendo lo zaino, lo carico su una spalla e, accompagnata da Chiara mi dirigo verso l’uscita di scuola.
Prendo un bel respiro e alzo le mani al cielo radiosa.

Prendo l’I-Pod, infilo le cuffiette e a massimo volume mi metto ad ascoltare una delle canzoni che hanno accompagnato la mia infanzia e adesso la mia adolescenza.

‘’Solo con te, ma tu, 
non ho bisogno neanche di pensare 
e svegliarsi la mattina, 
con la voglia di parlare solo con te 
e non è niente di speciale ma 
questo mi fa stare bene, solo con te’’


Cammino sul marciapiede, arrivando a casa dopo pochi minuti.

Trovo mia madre davanti alla porta e un buonissimo profumo di peperoni invade il mio animo
.
A malincuore dico –Mamma io devo andare a lavoro oggi! Te lo avevo detto quindi non mangio.- annuisce sorridendo –Ok cara. Mi fa piacere che sei riuscita a trovare un incarico tutto per te. Non sei contenta? Ora puoi comprare tutto ciò che vuoi senza dover chiedere a noi!- sorrido ricambiando l’abbraccio che mi ha appena dato.

Dopo poco esco di casa, prendendo il mio ombrello a causa del cielo cupo che portava pioggia.
Sul pianerottolo trovo una signora che sposta vari scatoloni.

Ha gli occhi verdi smeraldo e i capelli rossi. Deve essere una donna sulla quarantina d’anni così la saluto cordialmente.

-Oh ciao cara! Sono la signora Claudia. Io e la mia famiglia siamo i tuoi nuovi vicini- le porgo la mano –Piacere signora io sono Aurora. Mi scusi ma vado di fretta. Cordiali saluti a tutta la sua famiglia-.

Devo ammettere che con le persone adulte ero molto educata. Correndo, mi dirigo verso l’asilo.

Ho sempre avuto un’immensa passione per i bambini e così, quando mi si è presentata davanti agli occhi la realtà, ho deciso di trovare un lavoro. E il fato volle, che trovassi il lavoro adatto alla mia passione.

Appena entro nell’istituto, vengo invasa da pace e tranquillità.
Sento le risate dei bambini e li vedo correre divertiti e questo mi rasserena l’anima.
Laura, l’insegnate mi raggiunge –Ciao cara! Io purtroppo oggi ho le riunioni con i genitori per cui ti dispiace badare alla mia classe? Ah dimenticavo. C’è un nuovo bambino che si è appena trasferito. Cerca di farlo ambientare come si deve- annuisco abbastanza motivata e mi dirigo verso la classe di Laura.
Trovo un bambino dai boccoli scuri e angelici con gli occhi verdi, vispi e ingenui.

Mi abbasso sulle ginocchia e gli sorrido –Ciao!- lui sorride intimidito mostrando i dentini e tenendo il grembiule con le piccole manine –Ciao. Io sono Marco e ho tre anni- mi dice indicando il numero con la mano.

Sorrido ancora –Tre anni? Ma allora sei super grandissimissimo!- lui annuisce poi, gli prendo la mano e lo porto al centro dell’aula.
Tutti i bambini lo guardano incuriositi –Allora bambini, lui è Marco.
Un vostro nuovo compagno di classe. Mi raccomando fate amicizia con lui- dopo pochi secondi arriva Gaia, che lo prende per mano e lo porta fino al tavolo dei giochi.

Dopo un paio d’ore di relax, suona la campanella così accompagno i bambini fuori.
Pian piano tutti i bambini tornano a casa con i loro genitori.

Vedo un ragazzo correre affannosamente e Marco andargli incontro.

Il ragazzo, che, ad occhio dovrebbe avere la mia età, lo prende in braccio e poi si avvicina verso di me.

-Ciao- mi dice con un ghigno stampato in faccia sorrido –Ciao- continua a sorridere in quello strano modo.

Ha degli occhi verdi smeraldo proprio come quelli di Marco e dei capelli scuri.

-Perché lavori e non ti comporti come le altre ragazze? Che so magari andare a fare shopping, incontrare qualche ragazzo… Non sono cose più normali?- socchiudo gli occhi –Beh io non sono come le altre ragazze e adesso levati perché devo tornare a casa- lascia il fratellino libro di scorrazzare dove vuole e lui, si rifugia in macchina con i genitori.

-Ah! Chiaro! Ho a che fare con una di quelle acide e scorbutiche- socchiudo gli occhi in segno di sfida –Senti nessuno ti ha detto di rivolgermi la parola per cui adesso puoi anche andartene- ghigna di nuovo.

Non sopporto i ragazzi così –Okok calmati!- ecco che la pioggia inizia a scendere velocemente.

Sono già tutta inzuppata.

-Vuoi un passaggio fino a casa? Così ti bagnerai tutta lo sai vero?- mentre cerco nello zaino l’ombrello dico –Non lo sapevo che l’acqua ti bagna sai? E comunque no grazie. Ho l’ombrello-.

Dopo aver svuotato la borsa dico –E cazzo! Ho lasciato l’ombrello dentro- ghigna di nuovo –Adesso lo accetti il passaggio?- annuisco rassegnata e sbruffando mi dirigo verso un’audi a3 blu.

Mi apre lo sportello e mi metto al centro dietro, dato che il posto verso il finestrino era già occupato da Marco.
-Mamma accompagniamo la maestra di Marco a casa se non ti dispiace.

Così dicendo toglie il suo giubbino inzuppato e inizia ad asciugarsi i capelli come meglio può.

La madre e il padre di Marco e dell’altro ragazzo di cui ancora non so il nome,mi guardano poi riconosco i capelli rossi e gli occhi verdi di stamattina –Aurora! Oh ma che coincidenza! Tu sei la maestra di Marco? Ma sei così giovane!- dopo aver spiegato in poco tempo la storia dell’indipendenza,il ragazzo dice –Mamma ma come fai a conoscerla?- la signora Claudia sorride –E’ la nostra vicina di casa-.

Entrambi sgraniamo gli occhi. Non avevo proprio pensato che se lei fosse la mia vicina di casa,di riflesso,lo era anche il figlio.
-Federico tutto bene?- annuisce ancora sotto shock.

Poi, per il resto del viaggio ci pensò Marco a parlare della sua prima giornata di scuola.

Appena arriviamo scendo dall’auto e mentre tutti prendono l’ascensore io e Federico facciamo le scale.

-Non sei contenta di avere un grande figo come vicino di casa?- sbruffo –Se avessi avuto un grande figo come vicino di porta a quest’ora gli starei già bussando non credi?- alza le spalle sistemandosi i capelli poi, busso freneticamente al campanello.
Mia madre mi apre salutando Federico, mentre tutti quanti si mettono a fare comunella sul pianerottolo io e ‘’il grande figo’’ ci rifugiamo in casa.

Ecco che trovo Sandro, mio fratello in cucina, disteso sul divano a guardare la tv –Come è andata il lavoro sorellina?- mentre cammino per il lungo corridoio,verso la mia stanza,rispondo –Na merda-  ecco che chiudo la porta bianca isolandomi dal resto del mondo con il mio pc tanto adorato.

Mi metto ad ascoltare un po’ di musica e a cazzeggiare un po’ su face book;giusto perché non ho niente da fare.

Una nuova richieste d’amicizia Federico Vuono.

Sbruffo e mi metto a guardare il suo profilo. Mille e passa amici. Ma bene!

Come immagine del profilo c’era lui, con il suo solito ghigno stupido stampato in faccia.
Decido di accettarla non so nemmeno io per quale motivo.

Guardo nelle chat per trovare il nome di Chiara ed ecco che la e le scrivo
‘’Ciao cara :D’’

Non risponde.

Probabilmente lo avrà lasciato aperto come al suo solito.
Ecco che mi si apre una nuova chat

‘’Vedo che mi hai accettato la richiesta. Non riesci proprio a stare senza di me ;)’’
Strizzo gli occhi e con la grazia di un elefante premo i tasti come se fossero dei chiodi da martellare.

‘’Veramente sei tu quello che non riesce a starmi lontano dato che la richiesta me la hai inviata tu’’

Apro una nuova finestra e vado su youtube cercando qualche canzone di Bruno Mars da sentire.
Poi scelgo Marry You.

Intanto mi arriva un altro messaggio da quel pazzo psicopatico.

‘’Sempre aggressiva tu eh?’’
sorrido alle parole di Bruno.
‘’Sempre :3’’
‘’Sai mia madre mi ha detto che sta sera siamo invitati da voi a cena. Metti un bel costume da cameriera mi raccomando! Ciao ciao diavoletta’’

Sgrano gli occhi.

Poi dico ‘’ -.- Tu invece vestiti da maniaco. Ah no! Dimenticavo che per te non c’è bisogno di un costume per sembrare un maniaco!’’

Con la mano abbasso lo schermo del portatile e dopo essere rotolata giù dal letto, raggiungo mamma, intenta a preparare un tiramisù –Mamma! Perché hai invitato i vicini a cena?- lei mi sorride continuando a spalmare crema su un tegame –Perché sono molto simpatici e poi bisogna essere gentili- mi vibra l’occhio dalla rabbia e ritorno in camera.


Angolo autrice: Ah! Ammirate! Appena finita un'originale ed ecco che la mia mente contorta ne crea un'altra xD 
Ma cosa sono? Spero vivamente che seguiate questa storia.
Non mi allungo con parole inutili per cui lasciate un commentino eh!
Lu*

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Capitolo 2
*** Il compito di arte ***


Sono le sette di sera. Io, sono ancora buttata sul letto, con i piedi poggiati al muro, intenta a fissare i cassetti del mio armadio, con il sangue che mi va in testa, ascoltando per forse la decima volta una delle canzoni che mi trasmettono ispirazione.
Per domani il professore di arte ci ha dato un compito. Devo esprimere secondo il mio occhio di riguardo, la passione.
Cosa cazzo posso saperne io della passione? Comunque siamo liberi di decidere la colorazione per cui, ho intenzione di usare gli acrilici.

sai benissimo che una goccia inonda il cielo 
è così piccolo il mondo che ci osserva 
sai benissimo che non chiedo tanto adesso 
è così piccolo il mare che ci ascolta che ci addormenta 


Decido di iniziare a mettermi all’opera anche perché non ho intenzione di restare sveglia fino a domani mattina per dipingere su tela!
Inizio a posizionare le bocciette di colori e tutte le dimensioni dei pennelli che posseggo.

vorrei tentare 
vorrei offrirti le mie mani 
vorrei tentare 
vorrei difendere questo momento 
 e penso di sentirmi confusa e felice 
e penso di sentirmi confusa e felice 
e penso di sentirmi...


Apro il blu, e inizio a cospargere quel colore che tanto mi intrigava per tutta la tela, usandolo un po’ come sfondo.

sai benissimo che sto tremando e non c'è freddo 
e sono vittima di questa gioia immensa 
sai benissimo che nulla può scalfirci adesso 
è così fragile il mondo che ci aspetta,che ci spaventa 


Dopo aver lasciato asciugare il colore, mi metto a cercare ispirazione in giro per casa.
Appena percorro il corridoio trovo già gli ospiti nel salone –Oh cara! Stavo per chiamarti! Sono appena arrivati i nostri vicini-
Annuisco sorridendo poi vado a salutare tutti amichevolmente così, mi sforzo anche di fare un guancia e guancia con quel pezzo di idiota.
Dopo poco, raggiungo marco abbracciandolo. Mia madre mostra agli ospiti tutta la casa compresa la mia stanza. E fu così, che iniziarono le domande.
-Oh Aurora! Quanti colori, quanti pennelli! Sei un’artista?- mi chiede la madre della creatura angelica e di quella diabolica.
-No Claudia. Vado all’artistico ma comunque mi piace molto dipingere-
I quattro genitori escono dalla mia stanza mentre Marco e Federico restano a guardarsi intorno.
-E così dipingi eh?- si avvicina alla mia tela –Acrilici vero?- annuisco curiosa –Si… Capisci di arte?- annuisce alzando le spalle –Si anche io andavo all’artistico nella mia città- annuisco di nuovo.
-Dovevo fare un compito- annuisce –E che compito è? Magari ti posso aiutare…- scuoto il capo –No è una cosa personale… Devo illustrare cosa è per me la passione- annuisce –E’ facile! Dipingi me e il gioco è fatto- lo fulmino con gli occhi poi, torniamo dagli altri in salone.
Non davo molta retta ai discorsi, ero troppo impegnata a cercare ispirazione.
Poi, quando siamo già arrivati al secondo, mi incontro con quegli occhi verdi che mi stavano davanti.
Riesco a fare un tuffo in un mare verde, trovato.
Dopo aver finito la cena e aver chiacchierato sui divani del salone, si passa ai saluti di fine serata.
Federico mi saluto con un ghigno e con un’occhiata dolce.
Io sorrido e poi mi rifugio in camera.
Sono le undici di sera, ho la musica sparata nelle orecchie, e sto dipingendo la passione!
Andatemi a dire che solo gli scienziati sono pazzi!
Ho finalmente deciso come rappresentare la passione.
Tutto mi immaginavo tranne che Federico potesse darmi l’ispirazione di cui avevo bisogno.
Era mezzanotte e ancora non ero nemmeno a metà del lavoro.

****

Le ore passavano e io, incurante del trascorrere delle ore, continuavo ad intingere il mio pennello nei colori che più mi ispiravano.
Alle due del mattino l’opera è finita e dopo la firma, mi corico nel letto, sotto le coperte, aspettando il giorno.
Dopo appena quattro ore di sonno, la sveglia suona e io cado dal letto, iniziando la solita corso contro il tempo di ogni mattina.
Dopo aver salutato la mia famiglia e aver preso un toast bruciato chiamo l’ascensore.
In quel momento, dall’altra porta del pianerottolo, vedo Federico con dei jeans a vita bassa una felba blu e delle Nike.
Mi saluta con un ghigno –Ehi! Dove vai con questa tela coperta?- sorrido entrando per prima in ascensore –A scuola- poi sbadiglio –Immagino tu sia andata a letto tardi eh?- annuisco continuando a sbadigliare.
-Tu invece? Primo giorno di scuola?- annuisce sbruffando –Però prendo il pullman. Tu vai a piedi?- annuisco.
Ci fissiamo per un tempo abbastanza lungo.
Poi, le porte dell’ascensore si spalancano.
Esce per prima e mi saluta sul portone –Ah! Comunque… Se io dovessi descrivere la passione credo che descriverei i tuoi capelli… Ciao ciao-.
Con queste parole mi lascia lì, con quella giornata soleggiata ma comunque fredda.
Mi incammino verso scuola con le mie solite cuffie nelle orecchie.
Mi trovo di fronte al cancello della mia entrata.
Chiara è già lì, cerca di sbirciare sotto il telo che nascondeva la mia opera e io mi scando lasciandola sulle spine –E dai! Voglio vederlo!- scuoto il capo soddisfatta della sua curiosità –No! In classe-
Alla prima ora abbiamo Galzarano, eccolo entrare in classe con il suo solito gilet beige e i suoi jeans schiariti.
-Allora ragazzi iniziate nell’aggiustare i vostri capolavori.
Posiziono per bene la tela sul mio cavalletto personale e tolgo finalmente il lenzuolo grigio.
Guardo di nuovo il mio disegno. Ero soddisfatta del mio lavoro.
Inizio a guardare intorno alla mia classe. Come prevedibile, Alex non aveva colorato l’opera.
Quel ragazzo non ha mai colorato qualcosa da quando lo conosco.
Il professore inizia a girare fra i banchi, aiutando i miei compagni a far notare gli errori per poi aggiungere il voto sotto la nostra firma.
E’ arrivato al penultimo banco, il mio.
-Balestri Aurora… Ottimo lavoro. Non ti chiedo il motivo di questa rappresentazione perché sono cose personali anche se sarei molto curioso di scoprire il motivo di tutto questo… Verde- sorrido soddisfatta poi, guardo il voto. 9. Mi aspettavo di più onestamente.
Dopo essere stata tutta la notte in piedi.
-Aurora… Anche io vorrei saperlo! Ma come cazzo ti è venuto in mente di rappresentare la passione con degli occhi verdi?- alzo le spalle –Ognuno ha un modo diverso di pensare cara Chiara- sorride guardandomi impietosita dalla mia pazzia. Poi guardo il mio dipinto.Non so come mi sia venuto in mente di rappresentare gli occhi del diavolo. So solo che questo quadro non deve stare in giro per casa...
Finalmente, arriva l’intervallo così, io e Chiara andiamo fuori nel cortile.
Alcune ragazze stavano ridendo da oche, oramai la risata da oca andava di moda nel mondo…
Vi sembra normale mettere i pantaloncini a fine ottobre? No perché poi sembro io la pazza psicopatica!
Mi chiedo se la scuola non sia una sfilata di moda.
Suona la campanella così rientriamo entrambi in classe, sedendoci al nostro penultimo banco.
Il mio disegno era ancora lì. Con quel 9 inciso sopra.
Per l’altra ora, io e Chiara prevedevamo una bella giocata a tris. C’era Matematica.
 

 

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Aurora!

Angolo autrice: Ma buonasera! Era ora di aggiornare eh? Aaaaalleluiaaaa.
Onestamente questo capitolo... Come dire... Fa... PENA! SI FA PENA!
Scusatemi ma in questi giorni la mia ispirazione è penosa...D:
Insomma anche un morto ha più ispirazione di me! 
Comunque, a parte la mia depressione da autrice fallita :3, parliamo di sport! 
Il 20 novembre a scuola si farà un torneo di palla volo :D e se solo sbaglierò un passaggio i miei ''compagni'' mi manderanno al rogo.
Yeeeeeeep :3 Adesso mi dileguo. 
Lu*



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Capitolo 3
*** Una domenica tranquilla. ***


Era domenica mattina.
Avevo in programma di uscire con Chiara ma poi la pioggia ha rovinato i nostri piani.
Sono solo le sei. Lo so, sono una mattiniera.
Non ho niente da fare:Sandro quella sera non era nemmeno tornato a casa, mamma e papà erano andati a lavoro e io, ero davanti alla finestra, a guardare la pioggia scendere sulla terra e le pozzanghere ingrandirsi sempre dio più.
Decido così di mettermi a dipingere un po’.
Prendo i pennelli,i miei adorati acrilici, e posiziono la tela sul cavalletto in legno.
Appena sto per poggiare il pennello sulla tela bussano alla porta.
Essendo le sei e quattro, due erano le opzioni :un maniaco che voleva violentarmi o mio fratello che tornava a casa.
Guardo dall’occhio magico e infatti, ecco Sandro con i capelli arancio un po’ scompigliati e con delle borse sotto gli occhi azzurri.
-Ciao sorellina-gli sorrido e gli faccio segno di entrare poi, ancora in pigiama,chiudo la porta.
Si butta sul divano prendendo un libro.
-E ora che fai?- gli chiedo curiosa cercando di identificare la scritta sul libro ‘’Filosofia’’
-Studio. Tra un paio di giorni ho un esame all’università- ridacchio sotto i baffi e ritorno nella mia camera, accendendo la radio a bassa volume.
Mi arriva un messaggio sul cellulare che vedo illuminarsi e vibrare.
Con la sedia a rotelle, mi spingo verso la scrivania, prendendolo visualizzando il messaggio.
‘’Tesoro, ti auguro di trascorrere una bella mattinata.
Sta sera andiamo a cena dai Vuono ;-)
Mamma’’.
Sbruffo bloccando il cellulare.
Da quando sono qui è un continuo invitare ed essere invitati.
E’ passata quasi una settimana e in questi sei giorni, non c’è stata sera che non abbia visto Federico.
Continua a piovere ma ho comunque deciso di invitare Chiara a casa mia, giusto per passare il tempo.
Verso le dieci bussano alla porta così vado ad aprire trotterellando con il sorriso sulle labbra.
Dopo aver aperto il mio sorriso scompare,e sui miei occhi si tinge un filo di fastidio.
-Che vuoi?- chiedo abbastanza seccata. Ghigna come il suo solito dicendomi –Ho scordato le chiavi del motorino qui ieri. E poi… Volevo consigliarti di non urlare troppo quando stai al telefono. Sai dalla mia camera si sente tutto.- gli faccio segno di entrare continuando a sbuffare.
-Io non grido quando sono al telefono- inizia a frugare nel piatto d’argento che conteneva tutte le chiavi –No infatti… Tu gridi sempre- dopo un po’ prende le sue chiavi, e si dirige verso la porta-Grazie- dice con un tono di ironia. Sorrido fintamente e chiudo la porta.
Sbruffo di nuovo, dirigendomi verso il corridoio.
Ecco che bussano di nuovo alla porta ma sta volta, va mio fratello.
-Aurooooora- mi chiama Chiara con la sua voce dolce e amorevole.
Apro lo strato di legno che ci separava e l’abbraccio per dieci secondi e rotti.

****

-Senti qui fuori ho visto un ragazzo molto carino ma chi è?- sbruffo avendo già in mente quella faccia rivoltante di prima mattina.
-Federico Vuono il mio nuovo vicino di pianerottolo- sorride maliziosa –E…- la guardo con gli occhi sgranati –No! Non farei tuoi soliti film mentali!Non mi piace. Anzi è stupido presuntuoso, acido…- annuisce con quel maledettissimo sorriso stampato in faccia –Di solito quando tu dici così è perché ti piace ma chiudiamo il discorso. Disegniamo?- annuisco sorridendo e mettendo musica finalmente ad un volume decente.
Verso mezzogiorno, arrivano i miei e Chiara va via purtroppo, dicendo che doveva tornare a casa per pranzo perché aveva ospiti.
Così, mi ritrovo di nuovo sola soletta nella mia stanza, con l’odore di pennelli e di colore non asciugato e con la compagnia della voce di Bruno.
‘’Devo comprare un altro suo Cd’’ pensavo.
Ero felice quel giorno. Non avevo preoccupazioni.
Ecco che mia madre, come sempre a gran voce, mi chiama per il pranzo.
-Aurora!E’ pronto- mi alzo dal letto, spegnendo la radio con un po’ di tristezza.
Ogni volta che spegnevo il Cd di Bruno mi sentivo vuota.
Mi siedo a tavola, vedo il mio piccolo micione seduto in mezzo alla casa con aria nervosa.
-Cara ti ho preso un vestito al negozio vicino al mio ufficio costava poco e mi piaceva. Magari se ti piace puoi metterlo sta sera- sbruffo e vado a prendere la busta che era sulla cassapanca.
Prendo i, vestito e lo scruto.
Non era tanto male in fondo anzi era proprio carino.
Era sopra il ginocchio, leggermente svolazzante ricoperto di fiori diversi.

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-Ti piace?- dice mia madre curiosa di sapere la mia opinione.
Annuisco e lo rimetto nella busta.
Dopo aver pranzato con tranquillità, mi metto a studiare per il lunedì, un po’ di storia dell’arte.
Dopo un’oretta passata sottolineare e a ripetere l’età del romanticismo, mi alzo e mi metto un po’ a cazzeggiare su Facebook.
Dopo un paio di minuti mi scrive Chiara’’Cicciaaaa :D sta sera c’è un nuovo film horror che voglio andare a vedere. Ci andiamo?’’sospiro pensando a come mi sarei divertita con Chiara e magari con Alex.
So che a lui piacciono questi tipi di film, io ne vado matta.
‘’Mi dispiace ma devo andare a cena dai vicini -.- andiamo domani magari?’’
‘’D: mi ero scordata. Ok va bene allora ci vediamo domani a scuola ciao ciccia <3’’

Dopo aver sorriso un po’ rattristata apro un’altra schermata e vado su Youtube, mettendo sempre una canzone di Bruno Bilionaire. E’troppo sfiziosa!
Dopoi primi accordi di chitarra ecco che sento il turum di facebook.
‘’Ma ciao! :D’’sbruffo e poi dico ad alta voce –Ma cazzo Bruno ma melo fai apposta?- dopo aver cantato il ritornello, scrivo ‘’Ciao -.- ‘’ dopo pochi secondi mi arriva la risposta della risposta.
‘’Come siamo fredde oggi :D’’
‘’-.- per colpa TUA mi sono persa una serata con gli amici’’
‘’Io se fossi te bacerei a terra pur di passare una serata con il sottoscritto ;) e che serata era?’’

‘’-.- Beh tu non sei me! E comunque un film horror al cinema’’
‘’Ah… Capito:Dbeh comunque io ti aspetto sta sera ;)’’
‘’-.-‘’

Così si chiude la conversazione e finisce la canzone.
Ma bene!Credo che Bruno mi odi …
Sono già le sei e mezza così vado nella doccia, isolandomi dal resto del mondo, mettendo le luci colorate e i vari spruzzi d’acqua che più mi piacevano.
Dopo una ventina di gridate di mio fratello, sono uscita e sono andata in camera a vestirmi.
Ovviamente,sopraquel coso avrei messo un maglioncino. Anche perché lo mettevo solo per rendere felice mamma, non faccio mica spendere soldi così! Anche se lo ha preso lei di sua iniziativa…
Dopo poco mi arriva un messaggio di Alex.
‘’Aurò ho una notizia splashic :3 mio padre ha parlato con il preside e ha detto che presto faremo un concorso contro altri licei. Non è troppo shswbdfys???’’ sorrido,mentre cerco di chiudere la cerniera del vestito.
‘’Si :3 non vedo l’ora! Certo se vuoi vincere devi imparare a colorare xD’’
Dopo questo, chiamo mio fratello.
-SANDROOOO VIENI AIUTAMI!- lo vedo sorridere –Dimmi sorellina- mi giro di spalle mostrandogli la cerniera. Sbuffa,eme la chiude di botto.
-Grazie- sorride fintamente e chiude la porta.
Dopo aver ‘’pettinato i capelli’’ infilo le ballerine e metto come sottofondo Bruno, come sempre.
Dopo un paio di canzoni cantate a squarcia gola, mamma, più elegante che mai, mi chiama.
-Cara forza vieni che andiamo.- chiudo la radio e la porta per poi percorrere il lungo corridoio.

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Federico!
 

Angolo autrice: Buona domenica a tutti! Beh domani ho verificadi grammaticae invece di studiare io aggiorno :D lalala!
Dopo domani è il grande giorno! Il torneo di palla volo è vicino!
Beh ora scappo evi lascio con Federico :Q____



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Salve salvino salvettoooo :3 ho una nuova storiada proporvi.
*rullo di tamburi* una Flash su Special A!!!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1391301&i=1
Se siete fans di questo anime passate :3 

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Capitolo 4
*** La punizione. ***


Mia madre bussa al campanello, con un enorme sorriso stampato in faccia.
Ecco che Marco ci apre alla porta e io gli sorrido prendendolo in braccio, ricevendo un bacio sulla guancia dal mio angelo custode.
Perché secondo me, quel bambino era davvero un angelo sceso dal cielo per proteggermi dal suo presunto ‘’fratello’’.
Mi accoglie Chiara con suo marito Ferdinando, mostrandomi un enorme sorriso.
Ma sì! Quei sorrisi che solo i genitori riescono a mostrare a qualche ragazzo.
-Ciao Aurora. Se io un incanto con questo vestito-sorrido al complimento di Chiara poi, vedo Federico che mi sta praticamente ridendo in faccia.
-Non c’era bisogno che ti mettessi così in ghingheri per me! Sono davvero onorato!- ecco che scoppia in una fragorosa risata.
Non lo avevo mai visto ridere così. Poi gli tiro uno schiaffo sulla nuca –Scemo!Lo ho fatto perchè mia madre mi ha comprato questo vestito e ci teneva…-.
Annuisce e ci sediamo tutti a tavola.
L’antipasto ha un aspetto fantastico anche se non so perché ma odio tutte quelle smancerie: i calici di cristallo,le tante forchette, i pasti dai nomi francesi, dolci imbevuti di liquore… Non sopporto questa roba!
Mi piace addentare panini! Non flambè! O come cavolo si dice.
-Allora Aurora, Dopo gli studi cosa hai intenzione di fare?- sorrido alla domanda di Chiara.
Ma cosa cazzo ne posso sapere? E’ già difficile decidere se mettere le converse o le nike, figurati decidere della mia vita!
-Onestamente non so… Ma credo di andare all’università- annuisce con occhi ammirevoli, poi, iniziano discorsi che sinceramente non avevo voglia di ascoltare.
Lo so lo so. Non ascolto svariati discorsi degli adulti.
Ma neppure degli adolescenti. Solo dei bambini. Sono gli unici a non avere secondi fini. Ecco perché ne ho la passione.
Ti guardano con una ingenuità tale che, il loro unico secondo fine può essere volere una caramella.
Non credo neppure di essere una brava ascoltatrice. Certo,sodi essere brava a consolarle persone quando serve e anche a tirare su il morale alle persone e a farle sorridere.
Ma loro non hanno mai fatto questo con me. A parte due persone che poi sono diventati i miei migliori amici. Magari il terzo diventerà l’amore della mia vita o magari potrà essere un bambino che tratterò come un fratello… Chi può dirlo?
Dopo quest’ultimo punto di domanda ritorno alla realtà, capendo che si parlava di musica.
-Eh già. Quella si che era musica- aggiunge mio padre, guardando il vino spumoso,con aria malinconica.
-Queen, Beatles, Pink Floyd, U2…- ecco che Ferdinando comincia a vagare con la sua mente i ricordi passati.
La serata era finalmente finita e dopo aver tolto gli stivaletti a carro armato, mi getto sul letto con la grazia di un elefante.
Seguita dal mio piccolo Tigre che si accovaccia sulla parte vuota del cuscino e incomincia a fare le fusa.

****

 

La domenica era trascorsa con tranquillità.
Avevo dormito come sempre fino alle sei, Chiara era venuta da me, Sandro non era tornato a casa, e io, avevo passato la giornata a finire un compito di arte.
In poche parole, era già arrivato il lunedì e in questo momento, eravamo tutti in palestra a giocare a palla volo.
C’era un silenzio tombale.
Si sentiva solo il rumore della palla schiacciata, passata, tirata da una parte all’altra del campo.
Tutti erano concentrati e tutti volevano vincere quella partita quel giorno.
Soprattutto io.
Dopo quest’ora di sfogo,chiamiamolo così, il preside, riunì tutta la scuola nell’aula Magna.
-Ragazzi miei, è un onore avervi tutti qui riuniti. Ho un portante annuncio da farvi. Iniziate a preparare tele e acquerelli perché… E’ arrivato il momento del concorso! Ovviamente avrete più di un mese per preparare la vostra opera. Poi, arrivato il momento della gara, dei giudici esperti,valuteranno il lavoro e il vincitore, avrà disposizione l’aula magna della propria scuola per dipingere e ovviamente ogni strumento che abbiamo. Questo è tutto e alla prossima ragazzi-.
Dopo queste ultime parole, si sente un enorme trambusto di sedie e chiacchiere.
Ecco che Alex si dirige verso di me con un sorriso a 32 denti –Da oggi siamo rivali ciccia- sorrido –Eh già. Comunque hai visto Chiara?- scuote il capo rassegnato –Senti pomeriggio usciamo? Andiamo in giro?- annuisco contenta poi, vado a cercare quella pazza per avvisarla dell’uscita.
Camminavo per i corridoi di scuola. Non posso pensare a quel concorso. Sono troppo emozionata. E poi chissà magari ci scontreremo anche con licei fuori dalla nostra città… E la cosa è ancora più allettante.
Dopo un’ora di storia, torno a casa, accompagnata dalla felicità di quella fantastica giornata.
Mamma mi apre la porta poi, trotterellando e accarezzando Tigre, chiedo –Mamma oggi posso uscire con Chiara e Alex?- mi guarda  -Non se ne parla!Sei in punizione-sgrano gli occhi.
Punizione? Ma come? Non avevo fatto nulla di male!
-Hai preso cinque alla verifica di matematica! Ti ho detto che devi migliorare prima della fine del quadrimestre e siamo già agli inizi di Novembre Aurora! Vedi di darti una mossa perché seti va male anche solo un’altra verifica hai chiuso con tutto!- la guardo con la bocca aperta, prendo il micione e sbatto la porta della mia stanza.
Molto alla ‘’adolescente problematica’’.
Con mia madre ho sempre avuto problemi ad esprimermi. Anzi diciamo che con gli adulti avevo problemi ad esprimermi.
Eccola che entra in camera con il timore di essere letteralmente uccisa.
-Aurora non fare così… In fondo non è niente! Un cinque si recupera in fretta! Ti ho trovato anche un professore privato!  Non avrai problemi-. Esce così dalla stanza.
Prendo Tigre tra le braccia e faccio in modo che i nostri occhi siano sulla stessa lunghezza d’onda.
-Un professore. Cioè ti rendi conto? Sono rovinata! Io già non sopporto cinque ore di mattina poi se dobbiamo aggiungerci il pomeriggio- continua a guardarmi con gli stessi occhi di prima, leggermente più dilatati. Lo lascio sul letto e lui si accovaccia comodamente sul materasso, occupando metà letto.
Dipingere, ecco che ci voleva. Dipingere.

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Angolo autrice: Buongiorno! Beh ho deciso di aggiornare finalmente :Dho notato che in molti seguite questa schifezza per cui... Grazie*-* 
Oggi ho fatto l'orientamento insomma visitare vare scuole superiori per poi decidere dove andare. 
Onestamente invece che orientarmi mi hanno confuso D: e quindi tutti quanti mi dicono ''Devi decidere in base a quello che sei'' dato che non sono niente.. Perevitare di pensare alla mia nullità mi sono messa a scrivere xD lo ho fatto così,come mi è capitato quindi... Spero comunque sia passabile.
Lu*






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Capitolo 5
*** La festa dei licei. ***


La sveglia suona, come ogni mattina e io, apro le tende della mia stanza.
Sorrido entusiasta.
Ricordo ancora la prima volta che vidi la neve.
Sorrido ingenuamente proprio come allora.
Questo agente atmosferico è l’unico che mi fa sentire una bambina.
La vedo scendere, lenta, sulla ringhiera del mio balcone.
Le case sono cosparse di neve,in alcune chiazze.
Sembra il paesaggio di uno di quei film americani sul natale.
Anzi, forse è uno di quei film americani sul natale.
Sbadiglio, infilando una vecchia felpa di tuta di mio fratello e mi dirigo verso la cucina per fare colazione.
Trovo mio padre a leggere il giornale davanti a una tazza di thè bollente.
Mi saluta con un piccolo sorriso poi, mi siedo vicino a Sandro.
E’ raro vederlo a casa di mattina così, approfitto di questo momento per prenderlo un po’ in giro.
Ecco qui che arriva mamma con la mia enorme tazza di caffè caldo che assaporo sorso per sorso.
Che strano. Stamattina siamo tutti riuniti.
Sarà che sono iniziate le vacanze di natale? Eh già. Natale.
Non ho mai amato il Natale.
Albero,luci, palline di vetro, dorato argento, tutte organza, tovaglie rosse cenoni enormi panettoni… Mi davano alla testa! E poi la tombola. Quanto odio la tombola!E’ un gioco inutile!
L’unica cosa positiva è che ci sono le vacanze e i regali!
Beh anche il fatto di essere più buoni mi piace.
Sorrido entrando nella mia stanza.
Prendo un jeans stretto, i miei anfibi e infilo una felpa a caso.
Lego i capelli in una coda di cavallo e metto l’i-Pod nella tasca del jeans.
Avevo intenzione di correre un po’, giusto per scaricare un po’ di tensione.
Sbruffo ed esco di casa prendendo l’album di disegno. Sono appena arrivata al parco e,come prevedibile non c’è nessuno.
Così, metto l’album sulle ginocchia e inizio ad ombreggiare il terreno.
Sento,nel silenzio del nulla, il mio cellulare squillare con la canzoncina giapponese dei Vocalid, che devo ammettere,ci stava divinamente.
-Chiara cosa vuoi?- la sento sbruffare dall’altra parta del telefono.
-non fare l’asociale!Sta sera c’è una festa di tutti i licei della città. E tu verrai con me!- sbruffo anche io.
-Non mi va. Preferisco restare a casa a dipingere e a sentire Bruno- si mette a fare la sua ‘’voce da cucciolo’’ che, devo dirlo, non ha mai funzionato con me. Mai.
-E dai! Per favore! In fondo puoi dipingere anche domani!E Bruno puoi sentirlo sempre!Per favore ti prego! Vuoi farmi andare da sola con quel pazzo di Alex? Le migliori amiche si sostengono sempre no?No?- .
-E va bene vengo- dico con voce rassegnata. Si mette a ridere entusiasta –Ok. E metti un vestito carino cazzo che hai 16 anni- faccio finta di non sentire l’ultima parte e riattacco la chiamata, riprendendo il mio disegno.
Verso le dodici, decido di tornare a casa, facendo la strada lunga, passando dalla città.
Era tutto illuminato. Tante decorazioni natalizie che attiravano l’attenzione della gente, piccoli fiocchi di neve che non accennavano a cadere, alcuni Babbo Natale che si aggiravano perle strade facendo sorridere i bambini… Era bello.

****


Avevo la musica nelle orecchie e quell’atmosfera, con quella canzone ci stava d’incanto.
Mi soffermo sulla vetrina di un negozio di abbigliamento.
Era nero, con i contorni bianchi e una scollatura a cuore.
Fissando quel vestito mi vengono in mente le parole di Chiara ‘’ E metti un vestito carino cazzo che hai 16 anni’’ sbruffo entrando nel negozio, venendo subito accolta da una cliente gentile.
-Salve senta per caso può portarmi quel vestito che è in vetrina? Vorrei tanto provarlo-annuisce col capo e disponibilissima, inizia a far scorrere le grucce per i reparti.
Dopo avermi dato il vestito entro in un camerino qualsiasi per provarlo. Dopo dieci minuti, ero riuscita a guardarmi finalmente allo specchio con quel coso addosso e devo dire che mi stava bene e per dirlo io ce ne vuole…

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Dopo aver rimesso miei amati jeans e aver infilato la mia sciarpona di lana, vado alla cassa per pagarlo.
Torno finalmente a casa, buttando la busta sulla scrivania.
-Mamma!- chiamo a gran voce dalla mia stanza; eccola in soccorso, credendo chissà quale disgrazia mi sia capitata.

-Sta sera c’è la festa dei licei. Posso andarci?- mi fissa severa. –Sei in punizione Aurora quante volte devo dirtelo?- sbruffo seccata –Senti i migliaia di 9 che ho preso non valgono nulla? E poi sono andata all’artistico proprio perché quella stupida materia non fa per me!- mi guarda abbastanza scioccata e poi dice –Fai come vuoi. Però devi studiare seriamente Aurora eh! Perché se no chiudi con tutto!- sorrido battendo le mani e andando dritta dritta nella mia camera.
Poggio il vestito sul materasso per evitare di stropicciarlo e mi metto un po’ al Pc.
Su Facebook trovo una notifica: Chiara Tursi ti ha invitato all’evento ‘’Festa dei liceali’’ il 22/12/12.
Clicco sull’invito e vedo cheil numero dei partecipanti è 500 e passa così, clicco su Partecipo poi, mi si aprela chat di Chiara.
‘’Allora ti sei decisa a venire alla fine!:D brava brava. Pensa il lato positivo magari conosci qualche figaccione;)’’
Sorrido, mettendo la canzone  Diamonds di Rihanna.
‘’Ceeeerto! Comese avessi tempo di pensare ai figaccioni io’’ detto questo abbasso lo schermo del computer e mi infilo nella vasca infischiandomi del mondo esterno.
Non c’è niente di più bello che fare il bagno nell’acqua gelata quando fuori ci sono -10 gradi centigradi.
Entro nella mia stanza e infilo il vestito per poi mettere le mie amate ballerine nere con la punta in vernice bianca.
Ovviamente non mi sono truccata ma è anche inutile dirlo.
Dopo un’oretta passata a cazzeggiare, bussa alla porta Chiara che è vestita con un vestito mini di colore verde mela paiettato.
-Ah bene! Hai seguito il mio consiglio!Ma brava! Dai forza andiamo-annuisco prendendo il giubbotto per poi dire –Io vado ciao- appena chiudo la porta di casa vedo Federico perle scale con il cellulare il mano e vestito con una giacca.
-Thò ma guarda chi abbiamo sul pianerottolo di casa mia- sbruffo. Erano passati così bene quei pochi giorni senza vederlo… E proprio ora doveva rovinare la mia contentezza.
-Veramente io abito qui da molto più tempo quindi è più casa mia che tua!- ghigna aggiustando lo giacca.
-E dove vai così in tiro tu?- sbruffo di nuovo.
-Andiamo alla festa dei licei- dice Chiara intromettendosi. Muove la testa con fare abbastanza sorpreso –ma bene! E io che credevo che fossi una sfigata fuori dal mondo… Un altro punto a tuo favore- sbruffo di nuovo mettendo le mani sui fianchi –Senti ci stai facendo fare tardi quindi ciao!- ghigna di nuovo –Tranquilla la festa inizia alle dieci e sono sole le nove- Chiara sgrana gli occhi poi ci guardiamo –Perché lo sai?! Eh? Perché?!- mi metto dire abbastanza agitata.
-Perché vengo anche io con i miei compagni di classe-
Il mondo mi è crollato addosso.

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Chiara!

Angolo autrice: Saaaalve! Beh finalmente Federico ha fatto una bella entrata in scena:'D che ha distrutto la nostraAurora! E' stato difficile continuare questa benedetta storia. MOOOOOLTO difficile! -.- ero indecisa se abbandonare o no l'impresa di un'altra originale ma poi... Bruno e Rihanna mi hanno risollevato :'3
Per cui... Alla prossima!
Lu*
Cosa succederà aquesta festa? Come si comporterà Federico? E' la primavolta chei due si trovano assieme senza genitori! Ci saranno colpi di scena? 
Dopo avervi lasciato sulle spine... SCAPPO VIA!
Lu*

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Capitolo 6
*** Il Sax. ***


Il mondo mi è crollato addosso.
-Ah che bello! Allora ci vediamo alla festa- ci mancava solo che Chiara si mettesse a fare la civetta con il mio vicino di pianerottolo.
La trascino in ascensore,passando una mano sugli occhi dalla disperazione.
Sotto casa, precisamente al portone, trovo un ragazzo alto dagli occhi azzurri che mi ferma gentilmente per un braccio –Ciao ehm… Mattia abita qui?-annuisco cercando di fare una faccia decente –Si  abita qui.Credo che stia per scendere anche perchè lo ho incontrato prima sul pianerottolo- annuisce sorridendo –Ah ok grazie mille- detto questo, vedo Mattia raggiungerlo e battergli un cinque fraterno.
In quel momento sinceramente non avevo idea di chi fosse il più bello ma comunque, non potei fare un’analisi approfondita dato che eravamo già in macchina con Chiara e suo fratello.
Dopo una decina di minuti,siamo davanti ad un locale enorme che conosco abbastanza bene anche perché ci hanno fatto la festa di compleanno un sacco di miei amici.
Si chiama Il Sax.
-Ma guarda chi si rivede- sbruffo seccata guardando quegli occhi verdi che oramai mi davano solo fastidio –Senti vedi di far finta di non conoscermi perché non voglio passare perla puttana con il puttaniere ok?-mi fissa alzando le spalle- Fidati che con me avresti fatto solo una bella figura-.Detto questo se ne va.
Cioè ora mi fa l’offeso? Si mette a fare l’offeso come i bambini? E magari non mi rivolgerà più la parola… Mio Dio come farò adesso?
Sospiro e mi dirigo verso l’interno del locale seguita da Chiara che era entusiasta.
C’è un’infinità di gente, anzi, di ragazzi.
La maggior parte sono carini almeno dalla prima occhiata che do.
Ecco che in pochi secondi non vedo più Chiara, che si è buttata in mezzo alla folla scatenata.
Scuoto il capo poi vedo l’amico di Federico sorridermi per poi dirigersi verso il diavolo che,a quanto posso vedere è in compagnia di una bionda tinta.
Ma fondamentalmente non mi importava minimamente.
Vedo Alex atteggiarsi un figo intorno alla folla così lo prendo per un braccio trascinandolo fuori dalla fossa dei leoni.
-Aurora! Ciao! Come va la vita? Anche tu qui eh?- sorrido annuendo poi ci mettiamo a ridere come due scemi.
Mi sento osservata così sposto lo sguardo verso sinistra poi verso destra e infatti Mattia mi stava guardando con sguardo abbastanza serio poi con fare abbastanza deciso mi trascina per un braccio fuori dal locale.
Faceva un freddo da cani e lui mi portava fuori?
-Chi è quello?- lo guardo incontrandomi di nuovo, per la milionesima volta con quei bellissimo occhi verdi.
Si ho detto bellissimi qualche problema? BELLISSIMI.
-Un mio amico- ghigna spostando i suoi capelli e diminuendo la distanza dei nostri nasi.

****



-Mi prendi per il culo? Cioè lo sembro ma non sono uno scemo- abbasso lo sguardo, poi lo rialzo immediatamente alzando leggermente il tono della voce –Guarda che è vero. E poi non vedo cosa posso importare a te- faccio per andarmene ma mi ferma dal polso –Se permetti mi importa e poi uno non può fare una cazzo di domanda?- sbruffo rigirandomi verso di lui –allora te la faccio anche io. Chi è quella bionda tettona?- ghigna alzando le spalle –Allora sei gelosa eh? Le donne… Chi le capisce è un genio- mette le mani dietro la nuca andando via spensierato poi mi metto a gridargli contro –Sei stato tu il primo a farmi la scenata! E io non sono gelosa di nessuno! Non c’è motivo!- fa finta di non sentirmi, continuando a camminare.
Decido di rientrare anche io nel sax, dato che faceva un freddo cane.
Trovo Chiara che sorride da ebete. Sbruffo.
-Chiara?- mi guarda abbastanza intontita –Oh ciao Aurora- ok, era ubriaca.
Mi mordo il labbro inferiore nervosa poi la prendo perla mano e cerco di trascinarla via-Forza Chiara andiamo a casa prima che tu possa combinare qualche cazzata- fa dei versi incomprensibili e poi si libera dalla mia presa –Smettila!-come prevedibile, si mette ad urlare attirando l’attenzione di tutti.
-Smettila di seccare! Non sono una bambina! Pensa ai cazzi tuoi!- in preda alla rabbia, abbandono la festa.
Ho capito era ubriaca ma comunque un minimo di senso quelle parole le avevano! E dato che si sentiva tanto grande e indipendente se la sarebbe cavata da sola.
Ero in giro, per la strada, a forse mezzanotte, da sola, mentre calciavo una lattina di coca cola vuota.
Mi sento toccare la spalla. Sto morendo. Giuro che appena girata,mi venne da ringraziare il cielo che fosse lui.
-Mi hai fatto morire cretino!- ghigna come il suo solito poi si affianca a me e iniziamo a camminare come e io come prima, riprendo a calciare quella lattina che, arriva dalla sua parte.
Me la ripassa e io continuo di nuovo a calciarla.
-Senti perché mi segui? Non dovresti stare con quella biondina?- ghigna di nuovo poi, si alza il cappuccio del giubbotto,a causa del freddo. –Ma allora vedi che sei gelosa?- sbruffo –No non è vero! Era solo una domanda… Allora?- alza le spalle –Non so. Ho visto la tua amica gridarti quelle cose in faccio poi ho visto te scappare e ti ho seguito-. Annuisco nascondendo il viso nel giubbino.
-Hai freddo- lo fulmino con lo sguardo.
-E no guarda! Ho caldo!- sorride poi mi abbraccia forte, lasciandomi il tempo di sentire il suo odore particolare entrarmi nell’anima.
Restiamo così per un paio di secondi poi, inizia a nevicare e così, quell’abbraccio fantastico, resta solo un minuscolo frammento di ricordo.


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Alex!

Angolo autrice: Saaalve! Sii ho aggiornato in fretta *-*so che è un pò corto ma avevo voglia di lasciarvi con una frase filosofica e sulle spine MUHAHAHAHAHAHHAA
almeno ho messo un pò di dolcezza in questa schifezzuola finalmente no? Beh ora scappo a ripassare storia e buona serata ragazzi :3


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Capitolo 7
*** La vigilia ***


Dopo essere saliti sul pianerottolo non ci siamo detti nemmeno una parola.
Non ci siamo neppure salutati.
Forse per il troppo imbarazzo, forse per la troppa stanchezza, forse per i troppi pensieri  che offuscavano le nostre menti così diverse.
Do un ultimo sguardo alla porta di fronte. E’ ancora aperta e vedo Marco sorridere al fratello che lo prende in braccio e chiude la porta, facendo finta di non vedermi.
Faccio la stessa cosa io.
Dopo essermi chiusa nella mia stanza,silenziosa come un ladro, mi infilo sotto le coperte dove, potevo benissimo notare, c’era anche Tigre.
Sbruffo lasciando libero spazio ai miei pensieri.
Con l’odore di Federico nelle narici,mi addormento.
Bene. 24 Dicembre, vigilia di Natale.
Non posso nemmeno svegliare la mia migliore amica alle sei di mattina perchè ho litigato con lei, non posso neppure prendere a cuscinate mio fratello perché non è tornato a casa e non posso nemmeno sfottere Alex perché mi manderebbe a quel paese con una bella bestemmia.
Così indosso la mia felpa lilla enormemente enorme e mi dirigo in cucina percorrendo il lungo corridoio.
Mentre sono a metà strada, starnutisco. Lo sapevo io che quella festa non avrebbe portato nulla di buono. Ci mancava l’influenza a Natale…
 
Mamma è ai fornelli intenta a cucinare gli waffles che tanto amavo, e che,per colpa del suo lavoro che le occupava troppo tempo faceva solo a Natale.
Bussano alla porta così vado ad aprire trovando il mio caro fratellone con le borse sotto gli occhi.
Sempre in giro sta questo qua! Vorrei tanto sapere che cosa combina la notte.
Appena mette piede in casa si mette ad urlare –WAFFLES!-.
So cosa state pensando:  non c’è bisogno del test del DNA per capire che siamo fratelli genetici. Lo so lo so.
-Allora ragazzi- bene. Mia madre aveva iniziato i suoi stupidi commenti natalizi.
POV Federico.
-E che cazzo Marco molla la mia gamba!- quel bambino mi farà diventare pazzo –E dai! Oggi è la Vigilia fratellone! Non sei contento? Tanti regali, e poi non c’è scuola!- annuisco facendo finta di essere entusiasto.
-Mammaaaaa!Cacchio i waffles no però!Lo sai che non mi piacciono!- mi sorride e dice –Amore caro questa ricetta me la ha data la mamma di Aurora e volevo provare! Farai uno sforzo- strizzo gli occhi al sentire quel nome satanico e vado in camera mia.
Odio i waffles. Troppo dolci e sofficiosi.
Ecco che Marco entra nella mia camera sorridendo –Fratellone mi porti da Aurora? Mi manca tanto per favore- sbruffo tirandogli un cuscino in faccia –Non se ne parla! Vacci da solo! E’ solo un pianerottolo! Io alla tua età mi facevo i giri in città con gli amici- mette il broncio e inizia a fare gli occhioni dolci molto alla Gatto con gli Stivali di Shrek.
-Fatti portare da mamma. A me non va- continua a tenere il broncio.

****


-Perché non ti va?- sbruffo seccato.
-Non la voglio vedere e ora sparisci dalla mia camera-
Va via senza dire niente, chiudendo la porta.
Decido di mettere un po’ di musica così, decido Fix You dei Coldplay.
Quella canzone dove schiarirmi le idee e invece, le stava confondendo ancora di più.
Decido di staccarla e di andare un po’ su Facebook.
Vedo sulla Home un sacco di stati di quella Chiara,l’amica di Aurora.
‘’La vera amicizia non esiste’’
‘’Credevo saremmo state insieme per tutta la vita. Mi sbagliavo’’
Insomma erano sei o sette molto simili a questo.
Ho appena scoperto che stasera andremo a cenare dai Balestri. Avremmo aspettato mezzanotte lì per poi aprire i regali. Insomma quelle assurdità.
Decido di mettermi a dormire un po’,giusto fino alle nove di sera.
Dopo un tempo indeterminato, sento le urla di mia madre arrivare sin dalla mia camera così la vedo imprecare contro Marco che piange come un pazzo.
Che famiglia di pazzi!
-Mattia! Forza vestiti! Siamo già in ritardo- annuisco accarezzando la testolina del mio fratellino.
Infilo una giacca blu sotto maglietta qualsiasi e buttando giù un lungo sospiro, busso al campanello di casa Balestri.
Ci accoglie Sara, con un enorme sorriso e un vestito nero attillato.
-Salve!E Buon Natale!- dopo di ciò, entriamo in casa e dopo svariati bacini e bacetti, mi metto a cercare con lo sguardo Aurora, che non trovo da nessuna parte.
Poi, sento della musica provenire da in fondo il corridoio così, mi dirigo verso la sua stanza.
Busso ma lei non risponde così entro. La trovo intenta ad aggiustarsi i capelli allo specchio dentro all’armadio.
Non mi aveva neppure sentito arrivare così la abbraccio da dietro guardando la mia immagine e la sua riflesse in quella teca di vetro riflettente.
-Mi hai fatto paura!- sorrido come al mio solito, senza staccarmi da quell’abbraccio tanto meraviglioso.
-Mi piace spaventarti- socchiude gli occhi in segno di sfida poi si gira verso di me.
Aveva un jeans nero, delle converse dello stesso colore e una maglia rossa che lasciava scoperto il suo collo e parte delle sue spalle.
Per poi finire con dei fiocconi enormi.
Non era per niente volgare. Anzi… Credo che sia la maglia più fine che io abbia mai visto in vita mia.
-Perché mi guardi così?- dice alzando leggermente le sopracciglia imbarazzata.
Distolgo lo sguardo –Niente. Comunque auguri- ricambia sorridendo poi,  ci dirigiamo in salone, con tutti gli altri.

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Angolo autrice: Saaaaalve tesori! Finalmente ho aggiornato *^*
Maaaamma che feddo che faaaa. Tra un pò è Natale ragazzi! Ahhh che bello non vedo l'ora.
Beh che vi fate regalare di bello? Come sono ficcanaso:3 Vi lascio!
Oggi abbiamo vinto di nuovo al torneo di palla volo :D in tutti e tre i set 58 a 50!
Sono fiera di me:3
alla prossima! 


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Capitolo 8
*** Un Natale un pò particolare. ***


 
Sono le undici e tutti, siamo in attesa della mezzanotte, per scartare finalmente i regali posati sotto l’albero illuminato.
Aurora è seduta per terra da quando abbiamo finito di cenare e anche lei sembra impaziente di scartare i suoi regali, anche perché, rivolge molto spesso, lo sguardo verso l’orologio al muro di fronte a me.
Undici e cinque. E’ proprio vero che quando sei impaziente per qualcosa il tempo non passa mai.
Marco si dirige di filato da Aurora e lei, gli sorride amorevolmente. A me non ha mai sorriso così. Perché?
Dopo un po’, sento un cellulare squillare poi, un’Aurora in lacrime sbattere la porta di casa e uscire senza dire una parola.
Sua madre si alza in preda al panico poi, da vero eroe dico –Tranquilli vado io-.
La trovo sul marciapiede del palazzo con il viso fra le mani.
Mi siedo accanto a lei guardandola singhiozzare.
Guardo l’orario, undici e mezza.
-Mi spieghi perché stai piangendo?- mi guarda con gli occhi arrossati e con le guance colme di lacrime –Chiara mi ha mandato un messaggio dove dice che non vuole più vedermi e che sono un’ipocrita. Io non so che devo fare per favore aiutami. Io non posso perdere la mia migliore amica- sorrido prendendo il suo viso gelato fra le mani e asciugando quelle lacrime che non donavano affatto a quella piccola grande visione celestiale.
-Vai da lei. Forza corri! Con gli amici non importa l’orgoglio. Importa non perderli quindi prima che arrivi mezzanotte vai da lei e scusati- annuisce alzandosi e sistemandosi i jeans poi, si asciuga le ultime lacrime e si mette a correre. In pochi secondi sparisce all’orizzonte.
Sospiro mettendomi sul marciapiede frenetico di vederla tornare.
Meno un quarto. Forza Aurora Balestri. Fammi vedere come sei fatta.
POV Aurora
Basta scappare e piangere su latte versato. Devo chiedere scusa a Chiara anche se ho ragione io. In qualche modo dobbiamo fare pace. Mi fermo di scatto davanti alla sua villetta. Poi, tiro un sassolino alla finestra della sua camera.
La vedo affacciarsi alla finestra, con un cappellino in testa.
Poi, mostro il cartellone che avevo scritto correndo.
‘’SCUSA’’. Sorride per poi sparire dalla finestra.
Me la ritrovo fuori, al freddo, davanti a me.
Mi accoglie in un abbraccio rassicurante.
Guardo l’orario. Meno cinque. Mi sciolgo da quell’abbraccio che, avrei voluto far durare per sempre e dico –Scusami devo scappare. Ci vediamo domani mattina. Buon natale- sorride annuendo –Scusami tu. Comunque si.- sorrido mettendomi di nuovo a correre, più veloce di prima.
Finalmente avevo di nuovo qualcuno da svegliare alle sei di mattina. Qualcuno con cui fare le cazzate, finalmente avevo ritrovato la mia migliore amica.
POV Mattia
-Muoviti muoviti- dicevo guardando i secondi scorrere veloci.
Sento dei passi affrettarsi verso il palazzo. Eccola la, con i capelli al vento, e con il fiatone, fermarsi davanti al portone di casa.
-Tutto bene?- annuisce ancora col fiato grosso. Sorrido battendole il cinque; poi, rientriamo in casa, salendo i tre piani di scale alla modalità Sonic.

****


Spingiamo la porta lasciata aperta. Troviamo tutti con lo sguardo rivolto verso l’entrata poi, una mamma apprensiva va ad abbracciare sua figlia.
Manca un minuto preciso a mezzanotte.
Tutti guardiamo oramai impazienti l’orologio, mangiando l’ultimo frutto della tradizione rimasto. Per me, i chicchi d’uva.
Non avete mai sentito parlare della tradizione dei nove frutti? Si scelgono nove frutti diversi e si devono mangiare la vigilia, prima dello scoccare del venticinque.
Ovvaimente, essendo veramente troppi nove frutti se ne prende solo una piccola parte! Che so magari uno spicchio di mandarino, qualche chicco d’uva.
Ecco. La mezzanotte.
Tutti ci alziamo in piedi applaudendo e abbracciandoci.
Ognuno si abbraccia con qualcuno. Tutta questa allegria mi rende… Felice?! Ma si felice.
Mi avvicino ad Aurora e così le do un piccolo bacio innocente, di cui nessuno si accorge, essendo stato anche fin troppo corto.
Beh, mi sarei aspettato un sorriso, uno schiaffo in faccia, un vaffanculo di tutto! Ma non che se ne andasse così, come se non le fosse importato niente.
Mi faceva sentire una totale nullità. Nessuna e dico nessuna aveva mai rifiutato un mio bacio e che cacchio questa novellina non sarebbe venuta a rovinare la mia fama di figo.
Ok. Le femmine sono e saranno sempre un mistero. Con questo avvenimento la signorina mi ha distrutto il natale!
-Caro non scarti i tuoi regali?- dice mia mamma intenta a slacciare un fioccone enorme su, probabilmente uno dei suoi regali.
Annuisco, mettendomi di fronte ad Aurora, per prendere il pacco con il mio nome sopra.
Ecco che, mentre ci scambiamo uno sguardo infinito, arriva Marco, che si mette sulla mia schiena –Natale fratellone Natale!- annuisco sorridendo e passandogli il suo regalo.
Dopo un po’, mia madre, mi tira dal braccio, dicendo –Siediti figliolo. Dobbiamo darti una notizia- tutti quanti erano riuniti in quell’enorme salone.
Tutti sembravano avere una faccia abbastanza seria. A parte io Aurora e Federico, che non sapevamo cosa stesse per succedere.
-Figliolo ti ricordi che un paio di mesi fa hai fatto domanda per l’accademia di Belle Arti … Ecco oggi è arrivata  questa. Leggila-
Mi porge una busta bianca. Che io prendo con il cuore in gola.
-Caro signor Fuoco la ringraziamo per aver fatto domanda alla nostra accademia. La informiamo che lei, ha le qualità per venire a seguire i nostri corsi, a Torino. La ringraziamo vivamente. Se ha intenzione di seguire i nostri corsi, entro i primi di gennaio, deve recarsi presso il nostro istituto. Le ricordiamo che questa è un’occasione più unica che rara. Per prendere la licenza, il tempo da trascorrere in accademia è di due anni- Dopo aver letto queste parole che rimasero tutte impresse nella mia mente, guardo mia madre, che tratteneva le lacrime.
Due anni a Torino. Fuori dalla mia Roma, fuori da tutti i miei amici che mi ero appena fatto, fuori dai miei genitori, da mio fratello…
-Tesoro, ricorda che io sarò sempre d’accordo con te qualsiasi cosa tu scelga.- si asciugò una lacrima, che le era scappata. –in fondo sono solo due anni- disse con un finto sorriso stampato in viso.
Girai lo sguardo verso Aurora che guardava il tappeto, come se quello, fosse più importante di me, e della mia probabile partenza.

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Marco!





Angolo autrice: Amatemi! Mi sono fatta in quattro per aggirnare oggi. beh? Siete scioccati dalla partenza di Mattia? Beh chissà magari non partirà per non lasciare la nostra protagonista o magari partirà infischiandosene della sua povera presunta anima gemella?:O 
A parte questo... Avete visto com'è puccioso il nostro Marco? *^*alla prossima ragazzi.
P.s sta volta spetytereta TANTO TANTO TANTO TANTO TANTO TANTO per il prossimo capitolo. Sono cattiva! xD

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Capitolo 9
*** Il Bar Mary ***


Sono le quattro del mattino e io non ho chiuso occhio tutta la notte. Non ho tolto gli occhi da quella maledetta lettere che mi ha rovinato il natale. Tra due giorni sarei dovuto partire e ancora non avevo le idee chiare.
Avrei dovuto abbandonare tutto. Oramai mi sono abituato così tanto all’odore di questa casa… Sono passati solo pochi mesi ma già sono affezionato a questa casa. Non mi va di lasciare la mia famiglia e i miei nuovi amici per due lunghi interminabili anni.
Ritorna di nuovo quel volto in mente. I suoi occhi brillanti, i suoi capelli setosi, la sua pelle olivastra e le sue guance piene di lentiggini.
Quella ragazza dai fianchi tanto tanto tanto pronunciati e dalle labbra carnose e rosa pallido.
Quella sua passione per l’arte e per la musica. Aurora. Quell’insieme di cose formavano quella ragazza, che mi interessava leggermente più delle altre. E’ probabile che mi sia preso una sbandata? Ma no! Io no! Poi per lei! Per quel mio esatto opposto!.
Decido di prendere le mie cuffie e di spararmi nelle orecchie Fix You dei Coldplay che, quella volta, invece di confondermi le idee, riuscì solo a chiarirmele.
Mi alzo, apro il mio armadio e dall’ultimo piano caccio via la valigia mettendoci dentro tutte quello che mi capitava sotto tiro. Si. Parto. Voglio e devo andare via. In fondo non perderò nulla! I miei amici e i miei familiari ci saranno sempre per me e poi, se dovessi trovarmi male potrei benissimo tornare indietro per cui tanto vale provare.
Ecco che, passarono, veloci, troppo veloci, quei due giorni che da una parte, volevo non passassero mai. Tutto il condominio era davanti al portone per salutarmi. Anche tutti i miei amici di scuola erano li, erano disposti a prendersi un ritardo e un rimprovero dalla professoressa o dal capo per salutarmi.
Persino la vecchietta del quinto piano era lì per me. E quella lì si reggeva appena appena in piedi!
-Ciao tesoro. Chiamami appena arrivi- annuì salutando mamma in un lungo, interminabile abbraccio.
Non ne mancava più nessuno, solo Aurora.
-Fra quaranta secondi arriva il taxi- ice sorridendo e saltellando sul posto nervosamente.
Annuisco sbuffando –Eh già.- annuisce sorridendo –Tic tac tic tac- ghigno, poi vedo il taxi avvicinarsi e fermarsi davanti al mio portone.
Mi viene da dire –non vale è in anticipo- sorride per poi abbracciarmi forte, poggiando la sua testa  sopra al mio petto.
-Fai buon viaggio- ghigno di nuovo accarezzandole i capelli poi, papà mi aiuta a caricare i bagagli nell’auto.
Ed ecco che chiudo lo sportello. Sento il motore aprirsi poi, partiamo. Meta? Aeroporto.
Mi metto a guardare malinconico fuori dal finestrino.
Dopo una ventina di minuti, mi ritrovo una grande marea di gente che cammina, con grandi bagagli, per le varie aree della stazioni. Mi dirigo verso la reception –Un biglietto di solo andata per Torino- la ragazza gentilmente annuisce e mi porge il passaporto.
Vedo l’aereo bianco, fermo, ad aspettarmi. Prendo posto poi, vicino al finestrino. Dopo pochi minuti, il posto vicino a me si riempie.
Arriva un ragazzo che dovrebbe avere massimo diciotto anni, con i capelli biondi arruffati e con gli occhi azzurri.
Ecco che l’aereo si prepara al decollo. Appena vedo le nuvole dal finestrino dico sottovoce- Addio Roma-
Attirando l’attenzione del mio vicino –Sei di Roma?- annuisco con occhi malinconici accorgendomi che il mio vicino aveva la stessa espressione. –Anche io. Ora sto andando a Torino- annuisco porgendogli la mano –Sono Federico. Comunque anche io sto andando lì- sorride –Ah davvero? Che coincidenza! Comunque io sono Marco- al sentire quel nome ricordo i miei occhi, lo stesso colore dei miei capelli, il mio stesso modo di fare, il mio Marco. Il mio fratellino che non sopportavo e che ora mi manca tanto.
-Oh scusami. Per caso ti ho ricordato qualcuno di importante?- scuoto il capo –Nono tutto apposto. Solo che hai lo stesso nome di mio fratello  per cui…- annuisce. Poi non diciamo più niente.
Dopo una ventina di minuti atterriamo alla stazione di Torino poi, io prendo un pull man per raggiungere l’accademia mentre Marco si allontana a piedi.
Controllo il cellulare speranzoso che qualcuno mi abbia cercato durante il viaggio. Cioè qualcuna… ma niente.
Né un messaggio né una chiamata. Cioè dico io è così difficile scrivere un ‘’Ehilà! Sei già arrivato?’’ oppure un ‘’Fai buon viaggio’’? Beh a quanto pare per Aurora Balestri lo è, ed anche molto.


****



Dopo, decido di chiamare mamma per tranquillizzarla del mio arrivo.
Mi risponde dopo due squilli –Pronto tesoro come va?- sorrido –Bene mamma. Sono appena arrivato-
-uhh e com’è Torino?-
-Grande.-
-Posso immaginare! Senti noi siamo a pranzo dai Balestri qui ti salutano tutti quanti! Mi raccomando divertiti-
-Ok mamma. Ricambia il saluto. Ciao-
 
Dopo pochi minuti, arrivo davanti all’accademia. Un edificio enorme in stile gotico. C’è senza esagerare un centinaio di persone solo all’entrata.
E’ il caso di ridirlo? Ma sì! Addio Roma.
 
POV Aurora
Dopo aver pranzato, porto Marco nella mia camera, per fargli vedere il mio nuovo peluches che mi aveva regalato Alex a natale.
-Guarda marco ti piace?- annuisce pensieroso poi gli porgo una macchinina che aveva lasciato a casa la scorsa volta e inizia a giocarci.
-Che cos’hai? Non ti senti bene?- scuote il capo –Sono triste- annuisco accarezzandogli i capelli –E perché sei triste?- tira su col naso –Mi manca il mio fratellone- annuisco. Eh la bocca della verità…
-Allora perché non lo chiami? E lo saluti?- tira di nuovo su col naso –Ma non è la stessa cosa. Io lo voglio abbracciare!- annuisco –Beh vedrai che il tuo fratellone tornerà presto. Fidati di me. Intanto tu non pensarci altrimenti il tempo non ti passerà mai- annuisce sorridendo –A te il mio fratellone manca?-
Sorrido prendendolo di nuovo in braccio –Non sai quanto… - sorride mettendo in mostra quelle fossete che avrei tanta voglia di mangiare poi torna in salone per il dolce.
Prendo il mio cellulare inviando un messaggio ad Alex ‘’Pomeriggio ci vediamo alle quattro al solito posto. Avvisa Chiara per favore ci vediamo dopo caciocavallo:3’’
Verso le due e mezza i nostri ospiti tornarono a casa e io decido di andare in camera a vestirmi.
Lego i capelli in una coda, infilo una felpa di forse due taglie più grandi della mia, un leggings e le mie amate nike unica ragione della mia esistenza ed unico mio vero amore.
Prendo il cellulare e il portafogli, infilandoli nel mio zaino e poi dico –Mamma senti posso andare al Bar Mary con Chiara ed Alex?- annuisce, mentre sta ancora finendo di lavarle i piatti poi, mi dirigo correndo verso la mia seconda casa.
Erano già tutti e due lì. Amo avere gli amici che arrivano sempre in anticipo.
Eravamo seduti come sempre alla nostra solita panchina ecco che mi metto in mezzo ai due.
-vado a prendere tre frappè va. Torno subito- ecco che Chiara si era allontanata entrando dentro al locale.
Quel bar faceva i migliori frappè in tutta Roma cavolo quanto erano buoni. Noi ogni volta che qualcuno doveva dire qualcosa ci ritrovavamo sotto quella panchina alle quattro.
-allora? Vuoi spiegarci che succede?- dice Chiara tornando e porgendoci i rispettivi bicchieri.
-Federico è partito- Alex mi guarda con aria interrogativa –Federico? E chi cacchio sarebbe?- io e Chiara ci mettiamo a sbuffare esasperate –il suo vicino di pianerottolo. E dov’è andato?- alzo le spalle bevendo un po’ di frappè alla fragola.
-a Torino. A un’accademia di belle arti e… Mi manca- Chiara annuisce mettendomi la mano sulla spalla –quanto dovrebbe restare?- tiro su col naso a causa del raffreddore –Due anni- Alex mette la sua mano destra sull’altra mia spalla –Beh dai due anni passano in fretta e poi magari in questo tempo ti trovi qualcuno che ti piace di più- lo guardo sgranando gli occhi –Frena frena frena! A me Federico non piace!- Alex mi guarda alzando le sopracciglia –Allora perché ti manca?- dice in coro con la mia migliore amica.
Con queste parole mi zittisco per qualche secondo.
Già… Perché? 




Angolo autrice: Saaaalve fan adorati:3 beh? Come state? Domani è la vigliaaaa *-* mi sembra un sogno :D allora? sotto al vostro albero avete già dei regali? Da me c'è solo quello di mia zia D: i miei lo nascondono fino al 24 perchè dicono che altrimenti capirei cosa mi hanno preso! D: MA IO LO VOGLIO VEDEREEEE non resisto più *^* Adesso scappo lasciandovi con questo capitolo strappalacrime :') come potete vedere, Fedrico è partito e verrà a mancare per altri capitoli e ci saranno tante tante tante novità;) 
Lu*
Se vi va passate dalla mia nuova storia su Special A ;) ''Mi piaci, ti prego esci con me?'' su Megumi e Yahiro *^* http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1473829&i=1 Eccovi il link ;)

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Capitolo 10
*** Una nuova... Comparsa ***


-Ragazzi tra pochi giorni daremo inizio al concorso d’arte per cui, chi ha intenzione di partecipare, si faccia avanti e scrivi il suo nome sulla bacheca appesa nell’aula magna. Grazie per l’attenzione-
Sbruffo. E io che avevo così tanta voglia di partecipare. Arriva Chiara tutta esaltata e dice –Allora? Quele sarà il tema del tuo quadro?- alzo le spalle mettendo le mani dietro alla nuca –Sai che non lo so? Ma in fondo ho ancora tempo- sento il cellulare vibrare così, nella confusione generale lo prendo e leggo il messaggio di mamma ‘’Saremo a pranzo da amici. Per cui vestiti carina sono delle persone raffinate. Mi raccomando ;-)  Mamma’’ sbruffo ulteriormente per poi rimettere il cellulare nella tasca del jeans.
-Chi era?- chiede quella biondina peggio di 007, -Mia madre- annuisce e poi torniamo in classe.
Ultima ora, Galzarano. Insomma l’ultima ora di sabato con Galzarano. Che c’è di meglio nella vita?
-Ragazzi…Avete sentito che il concorso è aperto da oggi! Mi raccomando credo moltissimo in voi per cui fatemi vedere di che pasta siete fatti. Iniziate da oggi a cercare ispirazione, un tema, una qualsiasi cosa possa aiutarvi a buttare giù uno schizzo. Non deprimetevi se non riuscite al primo colpo. E ora… iniziamo con la lezione di storia dell’arte. Balestri, alzati e leggi pagina 116- annuisco prendendo il libro e schiarendomi la voce –Pablo Picasso nasce nel 1881 e muore nel 1973-
Dopo una mezz’ora buona di lettura mi ferma e dice –Bene ragazzi. Ora potete conservare. Imparete queste pagine per la prossima volta e che dirvi? Buona domenica- si sente un enorme coro a cui partecipo –Grazie prof anche a voi- detto questo, mi carico la borsa a tracolla in spalla e mi dirigo verso l’uscita preceduta da Alex che mi ferma alla porta mettendosi davanti a me –Allora? Usciamo oggi?- scuoto il capo –Mi dispiace caciocavallo ma sono a pranzo non so dove.- annuisce abbozzando un mezzo sorriso –E vabbhè pazienza allora. Usciamo sta sera magari?- annuisco sorridendo.
Ecco che dopo aver preso un po’ di aria pulita, per modo di dire, mi dirigo verso casa.
Mamma, dentro ad un bellissimo taier blu, mi dice –Cara! Finalmente sei arrivata!Forza vestiti- annuisco per poi andare in camera mia e prendere un vestito dai colori blu, ricamato a mano con in vita un fiocco bianco.
Accompagnato dalle mie converse nere.
-Brava cara. Finalmente inizi a capire cosa vuol dire vestirsi da femmina. Certo quelle scarpe lì sotto…- la guardo stranita –Sei stata tu a dirmi di vestirmi elegante cosa cacchio vuoi? E’ bellissimo e ora vai che sono già seccata e nervosa-.
Ci ficchiamo in macchina e, durante il viaggio, mamma dice –Aurora… il ragazzo che conoscerai fra poco potrebbe diventare il tuo futuro marito- sgrano gli occhi, guardando Sandro occhi, che mi guarda con sguardo di pena.
-Cosa hai detto?- annuisce girandosi verso di me. –Non se ne parla ferma questa macchina! Fermala! Fermala o mi butto dal finestrino.- Niente. Invano. Parlavo al muro. E va bene.
-TI HO DETTO FERMETI-. Ecco che papà preme sul pedale del freno e io apro lo sportello per andarmene.
-Aurora aspetta!- mamma mi segue correndo e fermandomi da braccio. –Mamma lasciami! Io mi rifiuto! Io sono quella che non crede nel matrimonio e mi vuoi pure far sposare qualcuno che nemmeno conosco? Ma vaffanculo- Avevo mandato a fanculo mia madre e non mi sentivo per niente bene.
-Aurora! Posso capire che sembra difficile  ma avrai più di due anni per conoscerlo! Dai stiamo facendo tardi! Ti prometto che se non ti piacerà nemmeno un po’ non te lo farò più vedere ma almeno provaci!-.
Mi libero dalla sua presa poi vedo Sandro arrivare. –Mamma lasciaci soli. Ci parlo io-
Tiro su col naso a causa di quel maledetto raffreddore. –senti quando avevo 16 anni ci hanno provato anche con me! Ma mi sono apposto! Potrai farlo anche tu! Basta andare solo a questo cazzo di pranzo e poi potrai andartene via di casa! Avrai una buona motivazione ma almeno provaci! Ok?- sbruffo seguendo mio fratello verso la macchina.
-Brava cara. Sono orgogliosa della tua scelta- non diciamo più nulla per tutto il viaggio.
Arriviamo davanti ad una villa abbastanza grande e, troviamo i cancelli aperti con una donna alta che ci aspettava lì davanti.
-Oh cari! Finalmente siete arrivati! Forza l’aperitivo sta per essere servito- scendo dalla macchina, accolta da quella donna di classe –O mio Dio ma tu sei Aurora?- annuisco lei, si inchina davanti a me.



****




Ok… Sono leggermente in imbarazzo –E’ un onore per me conoscerti. Sono Elise. Vieni ti presento mio marito e i miei figli- sorrido annuendo.
Vedo un uomo alto, ben piazzato e autoritario –Ciao cara. Sono Mario. E’ un piacere per me conoscerti- sorrido poi, vedo una ragazza bellissima dirigersi verso di me –Ciao! Io sono Katia. Uh scusa vado a chiamare quel rincoglionito di mio fratello.- rido al sentirla parlare. Che sollievo! Non sono l’unica ‘’maleducata’’ in una famiglia di persone importanti.
-Katia per favore! Abbiamo degli ospiti- sbruffa salendo al piano superiore.
Dopo un paio di minuti, vedo un ragazzo alto scendere le scale con le mani in tasca.
Mia madre mi tira per il braccio –te lo avevo detto che era carino no?- strizzo gli occhi in segno di sfida.
Poi, vedo sua madre salire le scale per raggiungerlo.
-Ti avevo detto di non fare tardi- annuisce alzando gli occhi al cielo –Sisi lo so! Scusa- scende le scale poi si avvicina a me esaminandomi con occhi sorpresi.
-Mi dici che c’è da guardare?- sorride alzando le spalle. –Nulla. Solo volevo capire come eri fatta- annuisco –Ah. Chiaro. E lo hai capito- annuisce soddisfatto. –Comunque sono Luca.- abbozzo una mezza smorfia –Io Aurora- annuisce –Cacchiarola certo che sei bassina- lo guardo strizzando gli occhi –Ma senti chi parla! Sei tu che sei troppo alto!- abbozza un mezzo sorriso poi si avvicina e me, mettendo la mano destra in tasca e la sinistra sulla mia testa –Beh in fondo le ragazze basse sono più facili da gestire- strizzo di nuovo gli occhi tirandogli un pizzicotto al braccio, facendolo gemere di dolore –Gatta aggressiva- alzo le spalle –Se credi di aver a che fare con un angioletto ti sbagli di grosso. Sai le ragazze sono un po’ come i cani- sorride –Vanno dietro sbavando ai loro padroni?- scuoto il capo –I piccoli sono i più terribili- muove la testa in segno di sorpresa poi dice –Me ne sono accorto. Guarda cosa mi hai fatto- mi mostra il suo braccio, leggermente arrossato –O mamma mia come la fai lunga. Nessuno ti ha mai tirato un pugno?- alza le spalle –Sapessi quanti ne ho dati più tosto- rido sotto i baffi –ma certo!- sorride –Guarda che è vero micia- strizzo gli occhi –Smettila di chiamarmi così mi da fastidio- sorride di nuovo, mettendo la sua mano sulla mia testa –E a me non interessa- sbruffo per svariati secondi poi Luca si azzuffa con i tramezzini.
-Senti che dici se usciamo- storpio il viso –Cosa?- annuisce –Si dai. Giusto per non restare in questa casa come i vecchietti.- sorrido per la prima o seconda volta in quella serata.
-Ok va bene- sorride mettendo di nuovo la sua mano sulla mia testa –Brava micetta- sbruffo –senti ma hai preso la mia testa come tavolino?- ride di gusto poi dice –sentite noi stiamo uscendo se dovete dirci qualcosa esistono questi- dice mostrando il cellulare.
Cacchio che caratterino il ragazzo…
-Allora? Dove dovremmo andare adesso?- dico stringendomi quanto più possibile nel mio giubettino di pelle.
Alza le spalle mettendo le mani in tasca –Mh… Vieni ti porto nel mio posto preferito- mi trascina per il braccio verso un piccolo viale.
C’è un’enorme piazza con una bellissima fontana.
-Allora? Carino eh?- annuisco guardandomi intorno curiosa poi ci sediamo su una panchina qualsiasi.
-Allora micetta? Che scuola fai?- sbruffo di nuovo –L’artistico e tu?- annuisce mettendo per l’ennesima volta la mano sui miei capelli –Classico- storpio la faccia –Ma allora sei uno di quei piccoli geni! Che… Che sanno il greco e il latino- ride di nuovo. E’ così carino quando ride… Okok Auroooora ripigliati.
-Ahahahahah ma quale genio? Sono stato anche rimandato in greco quest’estate. Sai io volevo andare al linguistico- inizia ad accarezzarmi delicatamente e lentamente i capelli quasi come se avesse paura di farmi scappare. –Oh. E perché non lo hai fatto?-  alza le spalle –mio padre voleva che facessi il classico. Comunque parlando di altro… Sei fidanzata?- lo guardo impassibile poi mi fissa interrogativo –Ti sembrano domande da fare ad una che conosci da due ore e mezza?- mette il muso con le labbra -Scusami…Era solo per parlare un po’- annuisco poi, stiamo svariati minuti in silenzio.
-Comunque no- mi guarda mugugnando una specie di ‘’Mh?’’ –Ho detto di no. Non sono fidanzata- annuisce –Da come lo hai detto sembra che comunque stai pensando a qualcuno. O mi sbaglio- scuoto il capo –Beh… C’era questo ragazzo che mi interessava ecco ma ora è partito e non lo rivedrò per circa un paio d’anni quindi ho deciso di lasciar perdere. Anche perché figurati se non si trova un’altra in questo periodo. Tu invece?- continua ad accarezzarmi la testa. Era così rilassante…
-Ehi ma come puoi dirmi una cosa del genere? Per me ci sei solo tu micetta-  strizzo gli occhi a mò di sfida –Ehi ahahaha scherzavo scherzavo- rido anche io, lasciandomi andare fra scherzi e risate.




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Luca!



Angolo autrice: Finalmente il nuovo capitolo! Ok so che sarà una sorpresa per tutti questa nuova comparsa ma... La mia idea malvagia è farvi essere indecise fra i due figaccioni ecco perchè non lo ho fatto antipatico ma pervertito simpatico e dolce ^^ così vi costringerò a spremervi le meningi su chi vi piacerà di più! E poi... Aurora vuole scordare federico *O* e poi... Luca potrebbe essere il suo futuro marito *O* e poi... Forse Federico non tornerà mai *O* e poi... Ho fato un ritarod assurdo con l'aggiornamento di questo capitolo *O* e poi... Molte nuove lettrici a questa storia *O* 
e le voglio salutare *O* ok basta quasta faccina xD
Blusshi
misakisan
Pervinca95
Ciauuuuu:3
Ora vado cari cicci coccolosi(?) alla prossima :D

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Capitolo 11
*** Carpe Diem ***


POV Federico
La lezione di oggi è davvero noiosa non riesco proprio a seguire i ragionamenti contorti del professore. E’ una cosa incredibile, sono sempre stato uno dei migliori del corso ma proprio non riesco a non pensare a quegli occhi verdi e a quei capelli lunghi e morbidi come piume.
-Fuoco? Fuoco?- ecco che il professore mi richiama e io sbatto le palpebre –Scusate professore- abbasso il capo e mi impegno a seguire la lezione.
 
POV Luca
-Katya! Lasciami il computer!- mi metto a gridare dal piano di sotto per poi sentire un –No! Non seccare sto guardando un film!- sbruffo salendo le scale con la grazia di un toro e apro la porta della sua stanza. Mi guarda con occhi furiosi e io, prendo il mio sacrosantissimo portatile e mi chiudo in camera.
-Guarda quante finestre aperte- dico lamentandomi. Abbiamo sei computer in casa! Non può usare il suo?
Chiudo tutte le pagine per poi andare sul mio facebook. Una richiesta di amicizia: Aurora Balestri.
Tombola! Ah quella ragazza non può stare senza di me.
 
Un paio di ore prima…
Appena tornata a casa da scuola, accendo il computer e mi metto su facebook perché Chiara mi aveva detto che mi avrebbe fatto vedere il ragazzo che al momento gli piaceva ed io ero molto curiosa.
Anche se ancora non era connessa, inizio a gironzolare tra le notifiche.
‘’Luca Gilotti ha accettato la tua richiesta di amicizia’’ sgrano gli occhi. E chi gli ha inviato la richiesta scusami? Questo computer da i numeri! Ecco che vedo Sandro entrare in camera e dice –Ah comunque hai lasciato l’account di facebook aperto e sta mattina ho fatto un giretto e ho chiesto l’amicizia a Luca- mi alzo dalla sedia con sguardo assassino poi sghignazza e scappa al piano di sotto.
Scuoto il capo poi, vado sul profilo di quel tizio. L-la foto! La nostra foto! O cacchio io lo ammazzo! Ci clicco e vedo i commenti. La foto di quel pomeriggio.
‘’Mi devi dire qualcosa amico?’’
‘’E bravo Luca che fa conquiste ;)’’ Ma quali conquiste? Ma quale occhiolino?
‘’Ha una sorella?’’ No! Non ho una sorella ho un fratello e se te lo faccio conoscere ti spacca il culo. Argh che rabbia! Sbatto un pugno sul letto facendo sobbalzare Tigre che dormicchiava beatamente sul mio cusino.
Ora mi sente! Ecco che vedo il suo commento ‘’Ahahahah ragà dai sembra che non abbiate mai visto una ragazza xD’’ Ah si? Beeeeello. Peccato che dovevi dire Non c’è niente da spiegare! Brutto idiota.
 Finalmente il messaggio di Chiara.
‘’Guardalo guardalo *O*’’ ecco allegato il suo profilo. Era un tizio carino e si chiamava Giacomo.
Sembrava abbastanza alto e aveva i capelli scuri.
‘’Posso inviargli l’amicizia?’’ AMAVO immischiarmi nei fatti di Chiara.
‘’Fai come vuoi xD’’ questo era un si. Vado e immediatamente gli chiedo l’amicizia.
Dopo poco, bussano alla porta. Ero da sola a casa e la solita raccomandazione di mamma era –Non aprire a nessuno quando sei sola a casa- come biasimarla?Certo come se i ladri bussassero prima di fare rapina in casa. Ma comunque vado silenziosamente a spiare dall’occhio magico.
Il postino. Tiro un sospiro di sollievo.
-Salve abita qui la signorina…- Controlla sul pacchetto che aveva in mano –Balestri Aurora?- annuisco titubante –Si sono io…- annuisce –C’è questo pacco per lei. Dovrebbe mettere una firma qui-  annuisco prendendo la penna e dopo ringrazio, chiudendomi la porta alle spalle.
Chissà se è il nuovo manga che avevo comprato su internet… Dio fa che sia quello!
Scarto freneticamente la scatola poi noto una rosa blu e sotto il secondo album di Bruno Mars. Che ho cercato disperatamente in tutti i negozi di Roma ma non ero riuscita a trovare.
Era finalmente mio.
C’era un biglietto ‘’Vedi come ti conosco bene micetta mia? Sai tua madre mi ha detto che ti piaceva questo Bruno Mars e allora mi sono dato da fare per trovare il suo ultimo album. Sei costretta ad amarmi ;) Luca’’
Sbruffo accennando un mezzo sorriso poi vado immediatamente allo stereo a mettere il nuovo album.
Quel ragazzo è così imprevedibile…
Oramai ho diciotto anni e sta sera ci sarà l’ufficiale fidanzamento fra me e Luca. Non pensate che mi sia fatta convincere da mia madre ma… Insomma mi sono innamorata sul serio!
Certo sono passati due anni, e alcune cose sono cambiate. E per alcune intendo davvero molte. Ad esempio… Ho tagliato i capelli. Adesso sono corti corti corti tanto corti e poi le lentiggini sono sparite. Peccato. Mi ci ero affezionata. Poi presto diventerò zia. E già. Sandro in questi due anni si è impegnato abbastanza e… Ha messo su famiglia e fra poco si sposa con una ragazza, Jessica. E’ così dolce e garbata quella ragazza che non so dove possa averla trovata mio fratello una così.
Adesso siamo tutti in cucina di casa mia, attendendo il ritorno di Federico Fuoco. Non so nemmeno se sa che sta sera annuncerò il mio fidanzamento ufficiale ma sinceramente poco mi importa. A quanto ho capito tornerà con la nuova ragazza e sono molto felice per lui.
-Micetta vieni  un attimo- sbruffo andando di fretta verso il salone dove si sarebbe tenuto il ricevimento.
-Dimmi!- mette il broncio –Mi sono sporcato la cravatta di vino- sorrido poi prendo un tovagliolo bagnato, cercando di levare la macchia. –Ma perché sei sempre così imbranato eh? Non se ne andrà mai!- alza le spalle poi, chiede un bottone della giacca. –Così dovrebbe andare- rido di gusto poi, torniamo in cucina mentre aspettiamo tutti Federico.


****



So a cosa state pensando ma a Luca ho già parlato di lui e gli ho anche detto tutto quello che c’è da sapere. Non sono una che nasconde le cose.
-Ti posso dire una cosa?- annuisco guardandolo negli occhi. Si avvicina al mio orecchio e poi mi dice –Questo vestito ti sta benissimo- abbasso il capo e arrossisco dall’imbarazzo. Sorride.
Devo dire che era un vestito abbastanza elegante. Di un rosa pallido con la parte sopra abbastanza decorata con vari strass e poi il vestito terminava con una gonna di tulle. Si lo so! Su questo non sono cambiata tranquilli. Sono sempre la solita otaku scorbutica acida e menefreghista di sempre. E poi sono sempre la solita amante delle felpe di tre taglie più larghe e delle converse. Però era un giorno importante… Insomma fidanzamento ufficiale vorrebbe praticamente dire che mi sposo!
Bussano alla porta così, tutti ci rechiamo all’entrata di casa per fare un bel ‘’WelcomeFede!”
Ecco che sento l’ascensore aprirsi e lui, più alto di prima entrare con il suo solito ghigno e con un braccio intorno alle spalle di una ragazza decisamente carina.
-Figlio mio!- ecco qui che Claudia abbraccia il figlio per un tempo indefinito.
-Mamma!- dopo vari ‘’Come sei cresciuto! Federico finalmente sei tornato!’’ si avvicina a me e mi guarda sgranando gli occhi. –Ehm… Aurora?- dice quasi incredulo. Strizzo gli occhi –certo! Chi vuoi che sia brutto idiota!- sorride –Sisi sei tu.- annuisco poi dopo rivolge lo sguardo verso Luca –e così tu sei Luca?- annuisce poi si stringono la mano. –E tu sei Federico immagino- annuisce anche lui poi mi metto a parlare con la ragazza di Federico che avevo scoperto di chiamasse Gaia.
Era di una simpatia estrema e come se non bastasse era un otaku.
Ecco che arriva il mio caro fratellone con Jessica a casa.
Mi dirigo verso di lui abbracciandolo forte. Lo devo ammettere da quando si è trasferito mi manca un sacco e come se non bastasse ogni scusa era buona per trattarmi come la sua sorellina cretina.
Ma tanto so che anche io gli manco almeno un pochino.
Dopo un po’ mia madre inaugura aperto il bouffet.
Poi mi dirigo verso Federico ed iniziamo a parlare.
-Allora? Come hai conosciuto Gaia?- alza le spalle sorridendo –Era nel mio stesso corso… E tu invece? Luca?- sospiro –Beh è una lunga storia. Me lo hanno fatto conoscere i miei dicendo che sarebbe stato un buon ragazzo per me anche perché erano amici di infanzia con i genitori. Certo io all’inizio mi ero opposta ma poi…- annuisce ascoltando la storia interessato –Ma poi ti sei innamorata davvero- annuisco abbassando lo sguardo poi, prende un bicchiere da champagne e lo porta alle labbra –Sai è brutto l’amore. Non si può scegliere la persona di cui innamorarsi e poi… Quando capisci che senza di quella non ci puoi stare la perdi. Ma poi ne trovi un’altra che ti fa soffrire il doppio o il triplo ma poi… Quando diventa tua… Vederla sorridere ad una tua battuta, vederla arrossire per come la guardi… Diventa la cosa più importante e speciale che hai.- annuisco mettendo le mani dietro la schiena –Immagino che tu per dire questo lo abbia passato sulla tua pelle- annuisce scompigliandosi un po’ i capelli –Si. E vuoi sapere la verità?- annuisco mettendo la testa leggermente a destra –Quella ragazza per me eri tu…- sgrano leggermente gli occhi –Si eri tu. Non facevo altro che pensare a te tutto il tempo… E poi ho incontrato Gaia che mi ha cambiato la vita. Sai quando dovevo venire qui avevo paura. Avevo paura che avrei continuato a provare qualcosa per te e non volevo tornare a pensare a te, Aurora Balestri. Ma poi quando ti ho vista e ti ho guardata negli occhi non ho provato assolutamente nulla. Se non tanto piacere nel vederti cambiata così e di averti rivisto dopo tanto ma ora sono sicuro che la mia parte speciale è Gaia.- sorrido dirigendomi ad abbracciarlo forte.
-E’ bello averti incontrato dopo tanto tempo sai? Se vuoi la verità appena sei partito tu mi mancavi tanto, così tanto che ogni volta pensavo di mandarti un messaggio o una lettera ma non lo ho mai fatot per paura che a te non importasse nulla di me. Poi quando ancora pensavo a te, mi hanno fatto conoscere Luca che dopo un po’ è diventato la mia parte speciale. Così come dici tu. Appena ti ho visto ho pensato che eri fatto decisamente più alto e che Gaia fosse molto carina ed ero felice per il fatto che tu ed io avessimo preso strade differenti e sono ancora più felice del fatto che entrambi ne siamo soddisfatti- ricambia l’abbraccio –Ti voglio bene- sorrido poi mi sciolgo da quell’abbraccio –Anche io-
-Voglio ringraziarti. Sei stata la prima a farmi capire cos’è l’amore. Grazie Aurora Balestri-. Ecco che ricevo il cenno di Luca. Era il momento della notizia.
-Grazie a te Federico Fuoco. Grazie ai tuoi occhi mi sono beccata un bel nove in arte.- alza un sopracciglio.
Poi io e Luca ci mettiamo al centro del salone, osservati da tutti i presenti.
-Allora…- Luca mi guarda negli occhi come se cercasse un incitamento da parte mia a continuare poi butta giù un sospiro e dice –Io e Aurora siamo fidanzati questo lo sapete quasi tutti e… Insomma noi abbiamo intenzione di… Di sposarci- detto questo si susseguirono degli attimi di silenzio poi, vedo mia madre ed Elise stappare uno spumante e poi ecco assordati entrambi da applausi ed abbracci.
Beh… credo che sia arrivata davvero la fine adesso.
Per tutti un bel lieto fine. E’ quello che ci vuole.
Dopo questi pensieri rosa, ecco che tutti quanti si mettono a fare il coro –bacio bacio bacio!- sorrido . Manco fossimo al nostro matrimonio.
Luca mi prende il viso e mi bacia per forse una ventina di secondi, non so per quanto tempo. So solo che mi godetti quel bacio come se fosse l’ultimo.
Ed ecco che prendo l’occasione salutandovi con un ‘’carpe Diem’’.
Cogli l’attimo. Non si può sprecare la vita. Questa è una sola. E non possiamo passarla a rimarginare sul passato o sull’orgoglio. Bisogna prendere l’occasione quando se la ha davanti perché… Sfortunatamente, la vita non ne concede sempre una seconda. 



Fine. 


Angolo autrice: bene. Anche questa è andata ragazzi miei. Come avete potuto notare abbiamo avuto un bel lieto fine! Lo so ci ho messo una vita a scrivere questo capitolo ma dai ne è valsa la pena! Insomma avete visto come sono diventata poetica? *^* volevo passare a ringraziarvi...
Alluora... iniziamo *prende una lista che arriva fino ai suoi piedi*
dgcourt: La nuova lettrice della storia ^^ Grazie infinite cara

bulma26: Con le tue recensioni mi strappi sempre una risata xD Grazie per la simpatia e la tua grande bravura

ilaria_manga1: E ate cosa dovrei dire? Sei quella che mi sostiene sempre che mi fa sempre tutti quei complimenti che mi fanno arrossire Thank you darling :*


Robstenina97: Grazie mille anche a te carissima

andry15: Grazie anche a te per avermi seguito in tutto questo lavoro 

coronabis: Ciauuu ^^ grazie mille anche a te per aver letto tutta la mia storia e di vaermi supportato sempre

Pervinca95: Graaaazie mille ^^ anche tu sei una nuova lettrice ma... Ehi! Grazie per la tua indispensabile presenza

lullaby96: Grazie mille anche a te per avermi seguito in questo lungo cammino e per avermi sempre dato il tuo parere

Elvira12: Grazie mille anche a te! Tu sei anche una di quelle che mi sprona a continuare! :3 graaazie 


Ok so che magari vi sembreranno pallosi i ringraziamenti ma per una scrittrice sono davvero molto importanti! 
Grazie ancora. Comunque non disperate! Probabilmente mi vedrete in scena su qualche lavoretto su Dragon Ball o su qualche animuccio nuovo... Avevo anche pensato ad un lavoretto Disney ma... Chi lo ha il tempo T^T 
Beh grazie ragazzi e... A risentirci!

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