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Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort
Vorrei scusarmi per l’altra longfic che ho in
cantiere. Purtroppo per colpa della scuola e di un terribile blocco non so
quando riuscirò a continuarla.
Intanto, dopo aver letto il settimo libro (che ho adorato), sono stata
presa da una fulminante e inaspettata ispirazione.
Prometto di impegnarmi a portare a termine almeno questastoria che forse rappresenta maggiormente la
mia visione del romanzo. Spero di essere riuscita ad esprimermi al meglio e che
il “ malefico blocco” non mi prenda!.
Inoltre volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto e soprattutto
recensito la mia ministoria su Severus (personaggio
da me molto rivalutato)…siete meravigliosi/e e mi
avete fatto commuovere!!
Vi auguro BUONA LETTURA e, come sempre, ricordo che tutti i diritti di HarryPotter appartengono alla
sua grande autrice.
La
Nostra Storia
Un Nuovo Capitolo
Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort.
Erano scivolati via con una strana inconsapevolezza, come se
tutti fossero stati troppo intontiti (e anche un po’ sorpresi) da non rendersi
conto che la vita stava continuando, il sangue correva ancora attraverso le
loro vene e che il mondo non era più immerso nel vortice della guerra e della
disperazione.
Tuttavia, non c’era la stessa inconsapevolezza quando
avevano dovuto seppellire Tonks, e Remus, e Fred e ancora tutti gli altri. Era
stato doloroso e ingiusto. Ma in tutti gli sguardi di coloro che con abiti
scuri dicevano addio ad amici, fratelli o figli, c’era anche uno strano
orgoglio perché, dopo tanto tempo e tanta sofferenza non c’era stato nulla di
vano, perché la pace era stata conquistata e il suo profumo era ancora più
dolce e fresco di come ricordavano.Quegli sguardi, di madri, di padri, di fratelli e di amici, promettevano
un impegno e una determinazione nuova, promettevano la pace.
Intanto, in quel momento Harry si
rigirava insonne nel letto. Era abbastanza nervoso quella notte , perché il
giorno dopo avrebbe cominciato i corsi preparatori per diventare auror. Probabilmente
se l’avesse detto al suo migliore amico, che dormiva nel letto accanto al suo,
questo si sarebbe messo a ridere. Era assurdo essere nervosi per una cosa così
stupida, dopo aver rischiato la vita non sapeva più quante volte. Ma ora la
guerra era finita e doveva cominciare a pensare ad un mestiere e ad una vita
normali.
Ancora faceva un po’ fatica a crederci: in fondo il suo nome
e il pensiero di una vita normale erano due cose poco accostabili fino a poco
tempo prima. Ridacchiò. Rideva molto più spesso ora che poteva davvero ritenere
chiusa la “Spinosa Faccenda Voldemort”, come l’aveva ribattezzata Hermione
durante una discussione piuttosto accesa sui Mangiamorte,
facendo ridere Ron. Probabilmente questa strana allegria lo faceva sembrare un
po’ ebete, ma non gli dava tanto peso –soprattutto da quando una certa rossa
gli aveva detto che era più carino quando sorrideva-. In più sembrava che il
suo buon umore riuscisse a sollevare un po’ gli animi della famiglia Weasley,
naturalmente provata dalla perdita di Fred.
Certo anche lui per le prime settimane si era sentito
addolorato quanto Ron e i suoi, dato che gli Weasley erano una famiglia per lui; però col passare del
tempo, le cose si erano sistemate e tutti si erano convinti che la vita doveva andare
avanti.
Harry interruppe questo flusso di pensieri scalciando via la
coperta. Cercò, nel buio della stanza un paio di pantaloni e una maglietta
puliti, tentando di non svegliare il suo compagno di stanza. Uscito dalla
camera e chiusa la porta con la massima delicatezza, si avviò giù per le scale,
verso la cucina.
Quando entrò nel caotico regnò della signora Weasley, per poco
non gli venne un colpo. La più giovane di casa girava pigramenteun cucchiaino in una grande tazza ricolma di
un liquido che fumava copiosamente. Ginny camminava avanti e indietro
sovrappensiero a piedi nudi e con i capelli che sembravano una cascata di fuoco
che le incorniciava il volto e gli accarezzava la schienafino ai fianchi.
Harry trattenne il fiato: si sorprendeva sempre di quanto
fosse bella. Forse lo diventava di più ogni volta che si incontravano, o almeno
così sembrava al ragazzo.
La situazione tra loro era ancora in sospeso, perché non
avevano ancora avuto occasioni di parlare da soli. In più Harry non voleva
urtare i sentimenti della rossa, che aveva appena perso un fratello.
Forse però quella sarebbe stata l’occasione giusta per un chiarimento.
Non che Harry non avesse le idee chiare: non aveva smesso di pensare a Ginny
neanche per un momento durante quel lungo anno.
Anche durante lo scontro contro Riddle, il ricordo
del suo ultimo bacio gli aveva invaso la mente in modo totalmente inaspettato…
Però non sapeva se Ginny avesse cambiato idea; infondo
l’aveva aspettato per tanto tempo e forse si era stufata (questo pensiero cominciava
davvero a preoccuparlo).
Mentre lasciava vagare il suo sguardo ancora per qualche
secondo lungo la figura longilinea della inconsapevole
ragazza, scosse la testa incredulo: ciò che voleva era sempre stato sotto i
suoi occhi, ma lui era stato troppo cieco per vederlo. D’altronde era rassicurante sapere di avere un futuro davanti per poter
rimediare all’errore…alla fine si era innamorato…
-Harry?- fece la voce dolce della ragazza, mentre Harry
assorbiva l’impatto di ciò che aveva pensato un attimo prima,
-Non ti ho sentito arrivare.- continuò lei avvicinandosi di
qualche passo. Il cuore di Harry gli balzò prepotentemente in gola, mentre il
familiare mostro squamoso nel suo stomaco faceva le fusa ogni volta che quella
vocina insistente della sua coscienza sussurrava “innamorato… innamorato”.
- E’ tutto a posto?- incalzò Ginny, leggermente perplessa.
- Sì…certo...scusa…cioè…non volevo spaventarti- disse ,
cercando di non far caso alle gambe molli. Da quand’è che era così insicuro? Forza Potter, tira fuori la grinta!
Perfetto: ora parlava anche da solo!!
Ginny lo guardò ancora un secondo, - Devi parlarmi, vero? E’ per questo che sei così agitato?- disse, facendosi seria.
Perspicace. La vicinanza di Hermione influiva…
si riscosse con forza dai suoi pensieri. Era ora di agire.
-Non sono molto bravo con le parole…- esordì, - e so che
sono stato io a voler troncare, anche se sai che era per motivi, diciamo… di
forza maggiore,- ridacchiò nervosamente –ma ora che la
guerra è finita…-si interruppe perché Ginny gli aveva premuto con delicatezza
due dita sulle labbra (il cervello di Harry era definitivamente partito) e si era
avvicinata tanto che i loro corpi si sfioravano.
La ragazza si alzò in punta di piedi e, prima che Harry
potesse pensare a qualcos’altro che non fossero le labbra di Ginny, lei lo
stava baciando come quando, un anno prima, gli aveva dato il suo “regalo” per
il diciassettesimo compleanno.
E il tempo sembrò scivolare molto
in fretta per i due ragazzi, mentre il sole saliva in alto oltre la finestra di
quella disordinata cucina e, nelle camere sopra di loro, il resto della
famigliasi svegliava.
*****
La famiglia Weasley sedeva scompostamente alla tavola per la
quotidiana colazione, rispettando le ormai consolidata tradizione del
“dopoguerra”:vicino al signor Weasley,
seduto a capotavola, Bill leggeva il giornale, sbirciando ogni tanto al di là
di esso per osservare la moglie Fleur che conversava, dall’altra parte del
tavolo, con una indaffaratissima signora Weasley. Alla sinistra di Bill, Percy
e George erano impegnati in una fitta e misteriosa conversazione, mentre, di fronte
a loro, Ginny bisbigliava intono
allegro con Hermione, che viveva con i
suoi genitori a Londra, ma era ospite fissa a tutte le colazioni della famiglia
Weasley. Infine Ron e Harry sedevano alla fine del tavolo e chiacchieravano
della futura stagione di Quidditch e dei corsi che
avrebbero cominciato quella mattina.
Secondo i desideri della signora Weasley
e l’approvazione di tutta la famiglia, l’altro capo della tavola era occupato
da un piatto sempre vuoto, ma perfettamente pulito e in ordine: quello era il
posto di Fred.
Ma in fondo rappresentava il posto che molti non avrebbero
più occupato.
Harry provava una certa malinconia quando guardava quel
piatto vuoto. Poi, però, vedeva la signora Weasley, il signor Weasley e tutti
gli altri che, puntando lo sguardo nella stessa direzione, assumevano
un’espressione orgogliosa, e non poteva fare a meno di essere
anche lui fiero come loro.
Il tramestio quotidiano s’intensificò quando un grosso
barbagianni planò dolcemente verso la finestra che dava sulla cucina. L’uccello
volò lungo tutto il tavolo e si fermò davantial signor Weasley. L’uomo posò la tazza di caffè che aveva in mano e
prese le lettere dalla zampa dell’animale.
Era di Charlie, ritornato in Romania da qualche settimana
per sistemare alcune faccende di lavoro.
I presenti aspettarono in silenzio che il signor Weasley
finisse di leggere; poi l’uomo posò il foglio di pergamena sul tavolo e alzò lo
sguardo sul resto della famiglia.
-Dice che tornerà tra qualche giorno e starà per qualche
tempo in Inghilterra.- si passò stancamente una mano sulla faccia, -Dovremmo
stringerci un po’, perché porterà un’ospite.-
Tutti si guardarono interessati.
Poi, scordando per un momento la curiosità iniziale, Harry
si sporse verso il signor Weasley.
-Presto troverò un posto dove vivere. Non voglio essere di
disturbo.- disse gentilmente, mentre Ginny sembrava un po’ dispiaciuta.
La signora Weasley si avvicinò a lui di fretta dicendo, supportata
con forza dal marito, di non fare complimenti e che, assolutamente, non dava
alcun fastidio.
Ma Harry era comunque convinto di
dover trovare casa, per non pesare sulle spalle degli Weasley che erano sempre
stati così generosi con lui senza voler niente in cambio. Inoltre ormai era
adulto e avrebbe avuto bisogno della sua intimità.
Ma le sue riflessioni morirono sul
nascere, perché Percy e George si erano alzati in piedi con aria molto solenne.
Tutta la famiglia ammutolì.
Già da un po’ i due fratelli avevano cominciato a parlare e
a trascorrere molto tempo insieme, forse perché erano stati i più colpiti dalla
morte di Fred; Percy poi si era trasfigurato nella quintessenza dell’umiltà,
della gentilezza e dell’ironia.
-Dobbiamo fare un grande annuncio- esordì
George.
-Ho deciso che non riprenderò il lavoro al ministero- dissePercy tranquillamente, mentre
tutti lo guardavano sbalorditi, -invece aiuterò George
col suo negozio.- gli occhi del signor Weasley erano
grandi come due palline da golf, mentre Ron era quasi
caduto dalla sedia.
-Ma Perce, tu adori lavorare al Ministero- disse Bill,
manifestando i pensieri di tutti i presenti.
Fleur, forse era l’unica che non fosse sconvolta, perché non
aveva conosciuto Percy prima della guerra, ma ne aveva solamente sentito
parlare da suo marito.
-Non m'interessa più, inoltre penso che ci siano cose più
importanti della carriera, giusto?- disse sorridendo, mentre Ron cadeva definitivamente dalla sedia e la signora Weasley cominciava a commuoversi.
-Mi darà una mano con le scartoffie e con i contatti di
lavoro; infondo un aiuto in più mi sarà utile e chissà, magari diventerà un
burlone, non è vero fratellino?- disse George dando una fraterna pacca sulle
spalle al suo nuovo socio.
-Ma è meraviglioso!!- esclamò la Signora Weasley,
asciugandosi col grembiule le lacrime di gioia.
Tutti concordarono con lei: quest’inaspettata notizia era
davvero straordinaria.
La pace aveva cambiato molte cose: Harry
sentiva che era cominciato un nuovo capitolo della loro storia.
Spero che vi sia piaciuta. Ora
potete sbizzarrirvi con commenti e insulti (speriamo non troppi). Che dite, la continuo? Fatemi sapere.
Per prima cosa voglio ringraziare le meravigliose persone che mi hanno
recensito (comincio ad amarvi
Per prima cosa voglio ringraziare le meravigliose persone che mi hanno
recensito (comincio ad amarvi!!):
Miss Nina: In effetti, un salto temporale così grande mi ha
fatto venire un sacco d’idee. Così ho cominciato ad immaginare tutte le cose che
possono essere capitate ai nostri ragazzi… metterò un po’ di queste idee nella
fanfiction e spero che ti piaceranno.
LaVero: Grazie mille! E’ sempre piacevole quando qualcuno
apprezza il tuo modo di scrivere. Comunque non temere: l’ispirazione è in agguato.
Ginny89Potter: Quanto mi piace questo nick!! Non ti preoccupare,
non ci provo nemmeno a finirla così…ho la testa piena d’idee
interessanti…eheheh(risatina diabolica). Per quanto riguardo Fred, hai
ragione…tristezza…sob!
Hermione: Sissignora, agli ordini!!
Lory91: Grazie. Spero di non deludere le tue aspettative!
_Ly_: Sono onorata d’essere la prima dopo il Settimo! Bello, eh?
La Rowling sa sempre il fatto suo! Effettivamente l’idea di lasciarla come
One-shot era il piano B: se non mi fossevenuto in mente nulla o se proprio non fosse piaciuta a nessuno. Però ho
tante scene già in mente (aria cospiratrice) ed è piaciuta (scusate se sto
gongolando in modo così evidente!!), quindi mi lascerò trasportare da questa
corrente ancora per un po’.
EDVIGE86: Grazie, ce la metterò tutta per portare a termine la
storia!
Se ho dimenticato qualcuno, non
linciatemi: semplicemente non ho visto la vostra recensione intempo. PERDONO!!
Ringrazio anche chi, addirittura,ha inserito la mia storia tra i preferiti, come PIGRECO e Serenella_Chan…sono
un po’ commossa.
Per tutti i nuovi e vecchi lettori, anche se non hanno ancora
recensito, BUONA LETTURA!!
PS: I diritti appartengono a J.K.Rowling
PS2: Il titolo di questo capitolo mi
è venuto in mente così e mi suonava bene, però, se non c’entra niente, fatemelo
sapere, che mi do una regolata!
La
Nostra Storia
Il Mestiere di Vivere
Era già tarda mattinata mentre Ron ed Harry camminavano per
le vie di Londra con gli occhi incollati su due pergamene identiche, indossando
vestiti babbani per non attirare troppo l’attenzione.
Erano arrivate pochi giorni dopo che avevano mandato la loro
richiesta d’ammissione alla “Prestigiosa Accademia per
Auror d’Inghilterra”. Solitamente i corsi iniziavano
a Settembre inoltrato, ma i due ragazzi, che non avevano mai affrontato il loro
ultimo anno di scuola, avrebbero dovuto frequentare
delle lezioni preparatorie prima dell’inizio dell’anno accademico. Erano stati
accettati lo stesso, nonostante non avessero i MAGO,
forse come ricompensa per i “servigi resi al mondo magico e babbano” (come
amava dire la signora Weasley con orgoglio).
A dir la verità Harry temeva che non sarebbero mai riusciti
ad imparare tutto ciò che dovevano sapere, in poco meno di un mese, soprattutto
senza l’indispensabile aiuto di Hermione. Inoltre Ron gli aveva fatto notare
che probabilmente i loro colleghi non li avrebbero accolti molto calorosamente,
credendoli dei raccomandati. Tutto questo era sufficiente ad innervosire
parecchio il moro che ora girava per le strade babbane alla ricerca di un
segnale qualsiasi di presenza magica.
Ron era avanti di qualche passo e camminava spedito; era
diventato più sicuro di sé dopo la fine della guerra, forse anche per merito di
Hermione, anche se su quest’argomento i tre avevano mantenuto il più rigoroso
silenzio. In fondo non erano affari di Harry e non voleva intromettersi nelle
faccende dei suoi due amici. [soprattutto dopo setteanni di attese!!!! ndA]
Improvvisamente il rosso si fermò di botto; così Harry, che
era ancora concentrato sulla pergamena, gli andò a sbattere addosso.
-Potresti avvisarmi prima di fermarti così d’improvviso-
borbottò Harry.
-Scusa- disse dispiaciuto Ron, -ma siamo arrivati!- aggiunse
illuminandosi come una lampadina. Entrambi erano ansiosi di iniziare.
Harry, allora, si guardò intorno cercando un possibile
edificio magico. Si stupì non poco quando si accorse che, non solo erano a
Trafalgar Square, ma che il suo amico gli stava indicando il monumento che
sovrastava la folla. Questa poi!
pensò Harry sorridendo, mentre guardavai babbani che camminavano intorno a loro, ignari di tutto.
I due ragazzi raggiunsero il centro della piazza e, cercando
di non farsi notare, si avvicinarono al monumento. –Penso che sia come la barriera del binario 9 e tre quarti, ma come facciamo a
scomparire senza essere visti?- bisbigliò Ron.
-Dobbiamo rischiare. Ma non potevamo materializzarci
direttamente all’Accademia?-
-Papà dice che le misure di sicurezza sono state
intensificate moltissimo, nonostante la morte di Tu-sai-chi.- Harry alzò gli
occhi al cielo, ma Ron continuò, facendo finta di niente, -Hanno paura di
rappresaglie da parte degli ultimi mangiamorte, credo…-
Nel modo più discreto possibile, “entrarono” nel monumento.
Un battito di palpebre dopo, i due ragazzi si ritrovarono in uno dei luoghi più
strani che avessero mai visto (superato solo da casa Lovegood e dal Ufficio
Misteri).
L’atrio sembrava una vecchia palestra; molto piccolo, buio e
con delle spalliere attaccate alle pareti. Inoltre il pavimento era pieno di
piccoli “crateri” e di oggetti strani, tra cui Harry riuscì a riconoscere uno
spioscopio rotto. Era sicuramente poco “prestigioso” come atrio.Ron sembrava pensarla allo stesso modo.
Guardava la stanza con aria scettica e, dopo qualche secondo d’incertezza si
avvicinò ad Harry, -Forse abbiamo sbagliato posto?!- bisbigliò.
Ma, un secondo dopo, una porta davanti a loro, celata dalla
poca luce della stanza, si spalancò all’improvviso.
L’aria della stanza sembrò gelare, mentre un essere
spettrale entrava nella stanza, scivolando nel modo ormai tanto familiare a
Harry: un dissennatore si avvicinava velocemente.
-Ma che diavolo…?- urlò Ron, impugnando la bacchetta. Ma
Harry fu più veloce di lui, pensò intensamente all’ultimo bacio di Ginny e
-Expecto Patronum- gridò, evocando il familiare cervo. L’animale colpì
violentemente il dissennatore spingendolo oltre la porta dalla quale era
uscito.
Dopo qualche istante d’attesa, nella quale il dissennatore
non ricomparve, il cervo sparì con uno sbuffo, lasciando i due ragazzi
nell’agitazione. Cosa significava quella accoglienza? L’Accademia era forse
caduta nelle mani dei mangiamorte? Oppure era una trappola?
Prima che uno dei due potesse dire qualsiasi cosa, un’altra
porta, alla loro destra si aprì di botto, facendoli saltare di almeno dieci centimetri
per lo spavento. Alzarono immediatamente le bacchette, ma nessuna creatura
mostruosa, né alcun mangiamorte, uscirono da quella porta. Era un vecchietto e
se la stava ridendo della grossa, guardando le loro facce preoccupate e tese.
-Bene! Proprio bene!- disse l’ometto che arrivava a malapena
al mento di Ron e gli batteva allegramente una mano sulla spalla.
I due ragazzi erano sbigottiti. –Allora, cosa sono quelle
facce?! Sono il professor Joke!- Ron ed Harry si guardarono perplessi,
-Sarò il vostro insegnante di Difesa controEsseri e Creature Oscure. Ho pensato di
mettere alla prova un po’ delle vostre competenze con un molliccio e devo dire
che non vedo l’ora di avervi nella mia classe: quel Patronus era una bomba,
figliolo! Ovviamente prima dovrete superare i test preliminari, i test fisici e
i test psicologici eccetera. Insomma, vi aspetta un bel po’ di lavoro!-
concluse con un sorrisone gioioso.
Se voleva essere
rassicurante ha fallito miseramente, pensò Harry sospirando. Quell’uomo non
gli sembrava molto sano di mente: forse faceva quell’effetto stare troppo a
contatto con i dissennatori e altre creature del
genere. In più lo scherzetto di poco prima non l’aveva divertito molto.
Poi il professor Joke estrasse una bacchetta molto corta e,
con un semplice gesto della mano, la piccola stanza si trasformò in uno
splendido salone: le pareti erano incise da colonne intere dei nomi e, a volte,
vicino ad uno di questi si poteva vedere qualche simbolo dorato. –Quelli sono
coloro che si sono diplomati nel corso dei secoli in quest’Accademia,- spiegò l’uomo intercettando i loro sguardi, -e i simboli
che vedete sono i riconoscimenti attribuiti a ciascuno di loro dalla Comunità
Magica Internazionale.-
Sia le pareti che il pavimento in marmo erano di un colore
rosato molto caldo ed elegante, mentre al centro troneggiava una pietra nera
rettangolare; anche questa era incisa quasi completamente e anche qui c’erano
numerosissimi simboli dorati.
-E questi- disse l’uomo, indicando la pietra e assumendo
improvvisamente un tono serio, -sono i nostri caduti. I simboli che vedete sono
i riconoscimenti attribuiti loro dopo la morte. Ci sono tanti miei ragazzi qui
sopra.- mormorò malinconicamente con lo sguardo perso nel vuoto.
-Oh, basta con i ricordi tristi!- esclamò,
recuperando tutto il suo brio, -Dovete ancora conoscere i vostri
esaminatori e sostenere tutti i test! Non c’è tempo da perdere!- e si avviò
spedito verso la porta da cui era entrato.
Seguendolo, i ragazzi si scambiarono uno sguardo rassegnato:
la giornata si prospettava molto lunga.
*****
Nel giardino di casa Weasley, intanto, si stava consumando
un piccolo dramma.
-E se poi ho fatto la scelta
sbagliata?- disse Hermione in preda al panico, -In fondo quello dell’auror è un
bel mestiere…e poi ci sarebbero stati Harry e Ron con me…e poi…- cominciò a
camminare avanti e indietro con le mani tra i capelli, sotto lo sguardo
esasperato di Ginny.
-Non c’è niente di male a voler prendere una strada diversa
da quei due.- cercò di farla ragionare la rossa, -Non potete mica passare tutto
il giorno insieme! Già tu e Ron litigate ogni due ore, pensa ai tuoi poveri
colleghi!- continuò cercando di non ridere all’espressione dell’amica. –E poi
non ti basta fare la piccioncina con mio fratello nel tempo libero?-
Ginny scoppiò a ridere quando Hermione arrossì bruscamente.
-Io non faccio affatto la piccioncina!!- esclamò
imbarazzatissima la riccia.
-Peccato.- disse Ginny cominciando a sfogliare un volantino
del San Mungo, -Sareste così carini, tu e il mio fratellino!!-
-Ma la vuoi smettere! Non so perché ti ho detto che ci siamo
messi insieme!- borbotto, sedendosi sul prato con la rossa a braccia
incrociate.
-Perché sono tua amica e perché non vedevi l’ora di dirlo a
qualcuno.- rispose semplicemente le rossa, passandole un volantino della
Gringott.
-E va bene! Hai vinto! Tanto hai sempre ragione tu!- sbuffò
Hermione.
-Già!- ed entrambe scoppiarono a ridere.
–Io ed Harry siamo di nuovo una coppia.- buttò lì Ginny dopo
qualche minuto.
-Finalmente!- esclamò Hermione sorridendo e ricominciando a
leggere il volantino del San Mungo.
Ginny si guardò bene dal farle notare che non erano stati
lei ed Harry a metterci anni per dichiararsi.
-Sono sempre più indecisa. Fare la medimaga mi piacerebbe,
ma anche il lavoro al Ministero sembra interessante.- disse, di
nuovo sconsolata, rigirandosi fra le mani due volantini di colori
diversi.
-Non so come aiutarti a scegliere…forse potremmo lasciar
decidere al caso…no, non mi convince…potresti chiedere
un consiglio a mio padre, lui è più ferrato di me sulle “opportunità
lavorative”- Ginny cominciò ad avvolgersi, pensierosa, una ciocca intorno
all’indice.
-Non so.- fece indecisa l’amica.
Trascorse qualche minuto di
silenzio, nel quale le due ragazze continuarono a fissarsi dubbiose; poi, di
colpo, la più giovane si illuminò. –Trovato!- esclamò
–Potresti andare al San Mungo e al Ministero e osservare i
veri dipendenti al lavoro. Papà sicuramente conosce qualcuno che ti può
dedicare un po’ di tempo. Così potrai decidere meglio e non avrai brutte
sorprese!-
Anche Hermione s’illuminò: l’idea le sembrava ottima…ed era
impaziente di dirlo a Ron.
*****
Harry diventava più nervoso ogni minuto che passava. Il
professor Joke li aveva guidati lungo una ampio corridoio,
completamente ricoperto di marmo candido, che sembrava una corsia d’ospedale.
Ogni 3 metri c’era una grande porta di legno scuro con una piccola targhetta
d’ottone che indicava Professore e Materia, maHarry non riuscì a leggere neanche un nome, perché Joke avanzava spedito
verso l’ultima porta, proprio davanti a loro. Era molto più grande delle altre,
a due ante, su una delle quali c’era la solita targhetta. Questa diceva Palestra.
-Entrate ragazzi miei!- esordì pimpante l’ometto, -Dentro
troverete i vostri esaminatori. Di solito non li facciamo in palestra i test
attitudinali, ma dopo la riforma del Ministero di questo Giugno, abbiamo
avviato dei lavori d’ampliamento e ristrutturazione. Molto saggio Shakebolt…è
stato mio allievo, sapete? Uno in gamba!!- e, con un cenno di saluto, si
allontanò fischiettando.
-Non ti sembra un po’ strano quel tipo?- gli bisbigliò Ron
con un’espressione perplessa.
-Solo un po’??!- rispose sorridendo il moro.
Entrambi scoppiarono a ridere, ma furono interrotti quando
un vocione autoritario li richiamò, -Avanti!-
La voce proveniva dall’interno della palestra, così i due si
affrettarono ad entrare.
Harry non era certo un esperto di palestre, ma quella che
aveva davanti gli sembrò magnifica. Era ancora più grande dell’Atrio, con un
pavimento di parquet scuro perfettamente lucido; le pareti erano semplicemente
dipinte di bianco, e questo metteva ancora più in risalto le spalliere di
legno, le travi e tutte le attrezzature colorate che attrezzavano la stanza.
Al centro c’era una lunga tavola che sembrava evidentemente
fuori posto. E dietro di essa erano sedutitre personaggi davvero insoliti: all’estrema destra un uomo, che a Harry
ricordava vagamente Mundungus, dormiva infagottato in un mantello da viaggio
grigio. Vicino a lui, evidentemente scocciata dal rumoroso russare del suo
collega, c’era una vecchietta completamente vestita di giallo canarino, con dei
piccoli occhiali sul naso all’insù e le manine rugose che sferruzzavano della
lana.
Il proprietario del vocione era un uomo sulla cinquantina
con il pizzetto brizzolato e uniforme perfettamente in ordine. Sembrava
incredibilmente strano, accostato agli altri due.
Poi l’uomo parlò, -Voi dovete
essere Potter e Weasley.- disse severo (a Harry sembrò la versione maschile
della professoressa Mcgrannitt), -Bene. Ora sarete esaminati per scoprire se
siete idonei ad entrare nel Prestigioso Corpo degli Auror d’Inghilterra.-
s’interruppe e tese la mano verso la collega, che, senza neanche alzare lo
sguardo dal lavoro a maglia, gli porse un paio di fascicoli.
-Vedo che siete stati dei bei piantagrane.- esordì
sfogliando i fascicoli con un ghigno. Ma quando alzò lo sguardo, la sua
espressione divenne incredibilmente dura, - Sappiate che qui, certi
comportamenti non verranno ammessi. Essere Auror è un impegno che va preso
molto sul serio. Tuttavia, - continuò abbandonando la severità, -avete entrambi
note di merito dal vostro vecchio Preside e dall’ex direttrice della vostra
casa…Minerva ha spinto molto perché a voi due fosse data un’opportunità. Di
solito non accettiamo studenti senza MAGO, ma vista la situazione…- poi con un
movimento della bacchetta fece apparire due sedie identichedavanti al tavolo.
-Ora possiamo cominciare i test.- disse con tono
autoritario, mentre l’altro uomo si svegliava stiracchiandosi.
I test durarono molto a lungo: per lo più si trattavano di
domande sulla loro famiglia, sui loro anni a Hogwarts
e altri argomenti ancora, ma niente di troppo personale. Probabilmente
esaminavano solo il modo in cui rispondevano e non il contenuto delle risposte,
pensarono i ragazzi.
Tuttavia, la risposta di Harry al perché avesse scelto la
carriera di Auror sembrò
interessare il mago che prima dormiva.
-Una volta,-aveva risposto Harry,
con semplicità, -una persona mi ha detto che il male non può essere mai
annientato del tutto, ma che si deve combattere ogni giorno, perché non abbia
la meglio. Sono qui perché sono d’accordo.- la vecchietta aveva
alzato gli occhi dal lavoro a maglia e l’esaminatore col pizzetto, che
era l’unico a parlare, si era ammutolito per qualche istante.
Ron invece, guardava Harry con un sorriso di complicità
sulle labbra.
Finiti i test psicologici, gli chiesero di sostenere dei
test fisici: in pratica dovettero correre per quasi mezzora, come prova di
resistenza. Erano entrambi abbastanza provati, quando l’uomo col pizzetto li
fermò.
-Vorrei solo vedere un’ultima cosa- disse alzandosi, seguito
dai colleghi, -a quanto pare i vostri Patronisono
molto avanzati. Potrei vederli?-. I ragazzi alzarono contemporaneamente le bacchette
ed evocarono i due animali.
L’uomo osservò con attenzione il loro incantesimo. Poi fece
un breve sorriso, -Bene, ragazzi. Benvenuti a bordo!- disse.
I due ragazzi si scambiarono un sorriso soddisfatto,
trattenendosi a stento dallo scambiarsi il cinque.
Intanto gli esaminatori si avvicinarono. Quello col pizzetto
fu il primo a parlare. –Io sonoil
professor O’Grady e sarò il vostro insegnante di Incantesimi Avanzati- poi si
voltò verso i suoi colleghi, -Questa è la Professoressa Stuart.- disse indicandola vecchietta.
Questa estrasse una sottile bacchetta e con un leggero
movimento del polso si batté sul cardigan giallo, proprio sopra il cuore e
improvvisamente i due ragazzi si trovarono davanti un’affascinante donna sulla
trentina. Indossava abiti completamente neri, come i suoi lunghissimi capelli, e
aveva due occhi di puro ghiaccio. –Se non l’avete
ancora capito, sarà la vostra docente di Trasfigurazione Umana e
Travestimento.- continuò O’Grady, -E questo è il professor Coldwather.-
l’uomo fece un cenno distratto, -Lui vi addestrerà per combattere i
Mangiamorte.-, poi porse ai due un foglio, -Questo è l’orario dei corsi di
recupero MAGO che seguirete con il professor Tann. Presentatevi domani, ore 9
in punto. L’aula è la prima a destra nel corridoio.- I ragazzi annuirono.
O’Grady raccolse con un colpo di bacchetta tutti i fogli,
mentre i colleghi facevano sparire altrettanto facilmente le sedie e il tavolo.
Poi i tre insegnanti salutarono frettolosamente e sparirono,
lasciando i due ragazzi a guardarsi felici.
-Ce l’abbiamo fatta, Harry!- esclamò Ron al settimo cielo.
-Già! Dobbiamo assolutamente dare la buona notizia!-
concordò il moro.
Si avviarono di nuovo lungo il candido corridoio e l’Atrio,
ed insieme uscirono, mentre in Trafalgar Square splendeva ormai un sole pomeridiano.
*****
-Chissà cosa staranno facendo quei due!- sbuffò Ginny
alzando lo sguardo dal libro di Erbologia.
-Non sappiamo che genere di test dovessero fare, ma
probabilmente saranno a casa tra poco.- le rispose Hermione, sfogliando una
rivista babbana senza troppo interesse.
Dopo pranzo si erano sedute non
lontano dalla Tana, all’ombra di un albero solitario. Ginny, che aveva perso
alcuni mesi di scuola era in pieno recupero ed Hermione l’aiutava a modo suo,
ovvero sgridandola perché non si distraesse.
Erano le tre del pomeriggio e, da qualche minuto, avevano
cominciato a chiedersi che fine avessero fatto e se
fossero stati ammessi, quando, con un sonoro crack, i due ragazzi si
materializzarono.
-Ragazzi, finalmente!- esclamò Hermione correndo loro
incontro.
-Allora? Com’è andata?- fece curiosa Ginny passando un
braccio intorno alla vita del suo ragazzo.
-CI HANNO PRESI!!- urlò allegro Ron,
abbracciando la ragazza dai capelli mossi.
I ragazzi cominciarono a raccontare, tra le risate delle due,
tutto ciò che avevano visto e i professori che avevano conosciuto. Quando
entrarono in casa, furono accolti da un’ansiosissima signora Weasley. Quando le
diedero la notizia scoppiò a piangere dalla gioia, nonostante i rimbrotti della
figlia.
-Dai mamma! Non fare così!- disse Ginny fingendo
un’espressione severa.
-Oh…Hai ragione. Dobbiamo festeggiare! E
poi voi due non avrete sicuramente mangiato.- disse scrutando, improvvisamente
preoccupata, i due giovani; poi si rasserenò di colpo, -E va bene! Torta di
melassa per tutti!- esclamò gioiosa.
Nessuno si sognò di contraddirla.
Qualche ora più tardi tutta la famiglia, Hermione ed Harry
si erano seduti a tavola, imbandita più del solito in onore dei due ragazzi. Quando,
dopo cena, finalmente riuscì ad avvicinarsi a Ron, Hermione lo prese per mano,
accompagnandolo nel piccolo salotto, mentre George e Percy si scambiavano
un’occhiata eloquente e Ginny sorrideva allegramente vicino a Harry.
-Che c’è?- chiese piano il rosso, quando furono fuori dalla
portata di orecchie indiscrete.
-Ginny ha trovato un modo per aiutarmi a decidere che
mestiere scegliere!- disse emozionata.
Ron sapeva che era andata in crisi quando aveva capito che
avrebbe dovuto scegliere la sua futura professione, perché era molto indecisa.
Da parte sua, Ron, credeva che la sua ragazza (ancora
gongolava al solo pensiero di loro due) potesse fare qualunque cosa.
Gliel’aveva anche detto, col tono più sicuro che si fosse
mai sentito uscire dalla bocca, e, per questo, si era anche meritato un bacio
da record dalla riccia.
Si riscosse dai suoi pensieri, -Di cosa si tratta?- fece
curioso.
Hermione sorrise raggiante.
-Andrò per un giorno intero al San Mungo e al Ministero e
osserverò i veri dipendenti all’opera! Tuo padre mi ha già detto che conosce
qualcuno in entrambi i posti. Non è geniale?!- disse
tutto d’un fiato.
A Ron venne naturale sorriderle in risposta: è troppo bella quando sorride, pensò fra
sé.
Hermione gli saltò al collo felice. Qualche istante dopo, la
ragazza si soffermò a pensare quanto fosse bello
baciare il suo (se lo ripeté varie volte nella testa) Ron: aveva delle labbra
così morbide…sembravano fatte apposta per baciare lei; lui sembrava nato
apposta per baciare lei!
Sarebbero stati così molto più a lungo e molto volentieri,
ma Hermione doveva tornare a casa con la metropolvere.
Così i quattro giovani, di nuovo riuniti davanti al camino della Tana, si
augurarono “Buona notte”, poi la ragazza, prima di sparire in una fiammata
verde, salutò con un cenno della mano il ragazzo che amava.
Finito anche questo capitolo! Non sono abituata a scrivere così tanto:
spero che la qualità non ne risenta!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci,
Cappychan.
PS: Appena possibile il prossimo capitolo
“Affari di Famiglia”!
Prima di tutto devo ringraziare tutti coloroche hanno recensito:
Lilyna Potter: Grazie mille! Farò il mio meglio per non farti
aspettare troppo, ma anche per non deluderti.
Maky: Grazie, sono lusingata per la tua recensione!
Ginny89Potter: Di nuovo, sei stata molto gentile. E poi fa
piacere quando una stessa persona recensisce entrambi i capitoli.
Che ti posso dire…Continua così!! XD
Sara83: Sono felice che il mio seguito ti abbia coinvolto!
Milly92: Lo farò sicuramente!
EDVIGE86: Di nuovo una “voce” conosciuta! Grazie mille per la
tua calorosissima recensione, stella!!! Riguardo alla tua domanda, mi
piacerebbe tantissimo mettere Al, Rosy e tutti gli altri (magari anche qualche
altro bimbetto di mai invenzione…eheheh, sapessi!!), ma per ora è tutto molto
lontano, anche perché non vorrei fare un salto temporale troppo grande…mi
sembrerebbe di rovinare un po’ la fanfiction. Però, come ho già detto, le
nascite dei pargoli m’ispirano tantissimo (Harry e Ron papà sono assolutamente
da descrivere!!), quindi abbiate pazienza!
_Ly_: Accidenti! Quell’intervista mi è sfuggita!! Vuol dire che
senza saperlo hoquasi azzeccato il
mestiere di Hermione! Incredibile! Comunque,visto che sei più informata di me, (tra l’altro, avrei scommesso su una
Tonks Corvonero!!)devi assolutamente
farmi sapere entro il prossimo capitolo (in questo ancora non la faccio
decidere)!!
Sei stata in coda a Trafalgar per il Settimo?! Immagino ci fosse un
sacco di gente!Poi devi raccontarmi, perché sono troppo curiosa!
PS: Me ne sono accorta solo ora, ma: Mi hai fatto 4 recensioni in un
giorno!!!Ti Adoro!
PS2: Ci credo che lo vuoi baciare anche tu, Ron!!!
Ramna: Detto fatto!
Miss Nina: Grazie miss! Un’altra “vecchia” conoscenza! Anch’io
ho proprio voglia di scrivere qualche momento “rosa”!! Per la tua domanda, la
risposta è la stessa che per EDVIGE.
Inoltre volevo ringraziare v4le18,
e pegghy che mi hanno inserito tra i preferiti.
Ribadisco che se ho dimenticato qualcuno, non è stato intenzionale, ma
solo una svista o un ritardo nell’aggiornamento delle recensioni da parte mia,
perciò niente botte, please!
A tutti i meravigliosi e le stupende chemi seguono, BUONA LETTURA!
PS: I personaggi e i diritti appartengono tutti a JKRowling, tranne i
professori (Joke, Tann, Coldwather, eccetera, eccetera)e qualche sorpresa di questo capitolo
(SE-GRE-TO!!), che appartengono alla mia povera mente devastata dalle versioni
di greco.
La
Nostra Storia
Affari di Famiglia
Ron e Harry continuavano a seguire tutti i giorni i corsi di
recupero del Professor Tann, che solitamente insegnava Pozioni Avanzate. Era un
colosso di quasi due metri, ma non si lasciava mai scivolare via il sorriso
dalla bocca.
I due ragazzi l’avevano trovato molto simpatico, ma era
comunque un insegnante che pretendeva molto. In fondo dovevano
recuperare un anno di scuola in un solo mese, quindi le sue pretese erano
sensate.
Tutte le mattine alle nove i due prendevano una passaporta,
gentilmente concessa dall’Accademia che, a causa dei lavori di
ristrutturazione, non aveva camini o stanze per la materializzazione
funzionanti.
Spesso vedevano i professori: alcuni conosciuti, altri
completamente estranei. La professoressa Stuart e O’Grady, per esempio, solevano
camminare vicini lungo il corridoio bianco; parlavano sottovoce e in tono
familiare, tanto che Harry e Ron cominciavano a pensare che tra quei due ci
fosse qualcosa. Un giorno ci avevano scherzato sopra per una buona mezzora,
nella quale il professor Tann li aveva richiamati più volte in modo abbastanza
severo.
Intanto alla Tana era cominciata la personale “Guerra
all’Acaro” (come la definiva Ginny, nei momenti di esasperazione) della signora
Weasley. Forse per l’arrivo imminente del suo secondogenito o forse per la
presenza di un ospite in casa sua, la mamma di Ron aveva deciso di ordinarla.
Ciò era più facile a dirsi che a farsi perché, dopo anni di disordine, persino
le mura e i pavimenti sembravano trattenere la polvere con una certa tenacia.
Ovviamente tutta la famiglia era coinvolta in questo lavoro:
per prima cosa, Percy e George, che avevano vissuto alla Tana nei due mesi dopo
la Battaglia di Hogwarts, erano stati quasi sfrattati ed erano andati a vivere
nell’appartamento sopra i Tiri Vispi. Intanto, però, raccoglievano scommesse
sul misterioso ospite.
Ron e Harry, il quale era stato quasi obbligato a rimanere
in casa Weasley, erano addetti alla disinfestazione del giardino. Purtroppo non
erano molto utili perché, a causa delle lunghe ore di studio, il loro tempo
libero si era notevolmente assottigliato.
Anche le ragazze studiavano parecchio: Ginny per poter
tornare in pari col programma ed Hermione per essere pronta ad un eventuale
impiego.
Quest’ultima, inoltre, aveva chiesto più volte di aiutare in
casa, per ricambiare l’ospitalità, ma la signora le aveva assolutamente
proibito di alzare un dito per non distrarsi dai suoi studi.
Un giorno, mentre i quattro ragazzi studiavano in giardino,
un gufo deviò il suo volo sul cielo della Tana.
L’animale si posò con grazia davanti a Harry: i ragazzi si
zittirono di colpo, ma non chiesero niente finché il moro non ebbe finito di
leggere. Poi questo passò la lettera e Ginny, che sedeva vicino a lui.
La scrittura era elegante e femminile, ma totalmente
sconosciuta alla ragazza:
Caro Harry,
In questi due mesi ho
pensato più volte di scriverti per poterci incontrare.
So infatti che Remus e
Dora ti hanno scelto come padrino del piccolo Ted
e avrei davvero
desiderio di parlare un po’ con te e di fartelo conoscere.
Ti andrebbe bene
vederci domani pomeriggio alle tre al Paiolo Magico?
Se non hai niente in contrario, potremmo fare
una visita alla mia Dora.
Rispondimi appena
puoi,
Andromeda
Tonks
Appena ebbe finito di leggere, Ginny alzò gli occhi dalla
pergamena e guardò Harry intensamente.
-Cosa vuoi fare?- gli chiese.
-Andrò. In fondo, Teddy è il mio
figlioccio e devo pur conoscerlo.- disse con finta
tranquillità, mentre Ron ed Hermione leggevano la lettera.
Era già stato al cimitero dove era sepolti tutti quelli che
erano morti a Hogwarts, ma dalla sua visita a Godric’s Hollow, la sua poca
simpatia per le tombe era peggiorata.
Soprattutto era nervoso per il suo incontro con Andromeda e
Ted: lei aveva perso figlia e marito a pochi mesi di distanza e il bambino non
avrebbe mai conosciuto i suoi. Proprio
come me, pensò Harry. Quindi cosa poteva dire, soprattutto alla signora
Tonks?Non voleva aggravare il suo stato
d’animo e non credeva che avrebbe potuto reggere se la donna avesse pianto. Ma
doveva rispettare il suo dovere di padrino fino in fondo. Perciò anche se
agitato e conmille dubbi in mente,
decise che avrebbe incontrato i due.
-Potresti cogliere l’occasione per visitare la tomba di
Piton.- buttò lì Ginny, dopo qualche minuto di silenzio.
Non ci aveva neanche pensato, ma, in effetti, il suo
professore era seppellito con tutti gli altri eroi di Hogwarts.
Era stato lui stesso a convincere Shakebolt a riabilitare il
nome di Piton, raccontando all’Ordine la verità, anche se parziale, della
storia. Ma mai in quei due mesi aveva pensato di andare a salutarlo.
Ripensandoci, glielo doveva!
Così quella sera, quando tutti andarono a dormire, Harry
rimuginava ancora su quello che avrebbe dovuto fare il giorno dopo.
*****
Il
mattino dopo arrivò un’altra lettera di Charlie; lui e il suo misterioso ospite
erano in Germania, a metà strada, e sarebbero arrivati quel pomeriggio. Così
quando, dopo pranzo, Harry si preparò per materializzarsi al Paiolo Magico, Charlie
non era ancora arrivato.
La
casa era irriconoscibile: il duro lavoro della signora Weasley e dei suoi figli
aveva dato i suoi frutti. La cucina, soprattutto, non era mai stata così in
ordine e tutte le pentole, i piatti e i bicchieri erano spolverati e integri
nella grande credenza. L’unica cosa che mancava era il particolare orologio, su
cui erano indicati tutti i membri della famiglia. Infatti dopo la morte di
Fred, il signor Weasley aveva deciso di sbarazzarsene.
Quando
il ragazzo scese le scale, la famiglia per intero, con l’aggiunta di Hermione,
che leggeva silenziosa il libro di Trasfigurazione in un angolo, era in salotto
e mangiavano il dolce, aspettando l’arrivo di Charlie.
-Io
devo proprio andare.- disse il moro allacciandosi il mantello.
-Certo
caro, vai pure.- rispose dolcemente la signora Weasley, -Saluteremo Charlie
anche da parte tua.- aggiunse il signor Weasley dandogli una pacca sulle
spalle.
Poi,
dopo aver salutato tutti i presenti e dopo uno scambio di sguardi con Ginny,
uscì per smaterializzarsi.
Era
appena arrivato all’albero solitario, dopo il quale ci si poteva smaterializzare,
quando la voce della signora Weasley lo richiamò.
Avanzò spedita verso di lui,
-Mi…crederai
una sciocca, …ma…potresti…andare a salutare anche il
mio Fred?- disse incerta. Harryle
sorrise.
-Senz’altro.- la rassicurò per poi sparire con
un’aggraziata piroetta e un sonoro crack.
Ricomparve,
un attimo dopo, nel familiare locale di Londra. Si guardò intorno in cerca di
Andromeda, ma non la vide. Abbassò lo sguardo sull’orologio di Fabian, e vide
che segnava le tre meno cinque. Era in anticipo.
Si
rivolse a Tom e gli chiese una burrobirra: aveva ancora un po’ di tempo per
togliersi di dosso quell’odiosa sensazione che lo prendeva ogni volta che si
smaterializzava.
*****
Nel frattempo alla Tana la signora Weasley andava avanti e
indietro, visibilmente agitata.
-Molly.- provò il marito, -Tesoro, calmati. Saranno qui a
minuti.- disse, mettendole una mano sulle spalle.
-Si accettano puntate dell’ultimo minuto.- diceva, intanto
George, mentre Percy registrava la scommessa di Bill. Secondo lui, Charlie si
sarebbe portato un cucciolo di drago bisognoso d’affetto.
Improvvisamente dei passi risuonarono da dietro laporta d’ingresso e un secondo dopo Charlie
Weasley era davanti a tutta la famiglia. Era lo stesso di sempre, non molto
alto, ma più robusto rispetto agli altri fratelli, con le solite bruciature
sulle braccia muscolose. L’unica cosa diversa dal solito era il vistoso tatuaggio che spiccava sulla spalla destra del
rosso, cosa che la signora Weasley notò
con un cipiglio tipico da “Adesso-io-e-te-facciamo-i-conti”.
Tutta la famiglia era troppo impegnata a spostare lo sguardo
dalla madre, la cui espressione contrariata era palese, e il secondogenito, che
invece le rivolgeva un sorriso un po’ malandrino. Così non si accorsero della
figura dietro Charlie, che non sembrava intenzionata a far notare la sua
presenza.
Ma Charlie sembrava di tutt’altra opinione, perché spinse
davanti a sé il “famoso” ospite, prima ancora di salutare i suoi.
Era una ragazza sulla ventina, non molto alta, ma abbastanza
atletica; era vestita di pelle di drago nera e tra i corti capelli castani
spuntavano delle evidenti ciocche blu elettrico. Avrebbe potuto ricordare un
po’ Tonks, ma non aveva niente della sua espressione giocosa e allegra.
Era piuttosto seria, ma sembrava anche a disagio.
-Famiglia, lei è Kim. E’ un’amica che ho conosciuto in
Romania.- spiegò tranquillo.
-Oh…benvenuta! E’ solo che…insomma…non ci aspettavamo…-
disse incerto il signor Weasley, guardando la moglie assumere un cipiglio
eloquente: probabilmente il tatuaggio sarebbe stato attribuito a lei.
La ragazza fece un sorriso breve e strinse la mano all’uomo,
ringraziandolo. Aveva una voce molto profonda per essere una ragazza così
minuta. Poi Charlie cominciò a salutare tutti i presenti, lasciando in disparte
Kim.
Ma non ebbe pace per molto perché George, con l’aiuto di un
Percy curiosissimo, si attaccarono subito a lei, tempestandola di domande. La
trascinarono, alquanto sbigottita, sul divano e in breve fu circondata da tutta
la famiglia. Ginny ed Hermione, dopo essersi presentate, cercarono di
tranquillizzarla. Forse il fatto che fosse così diversa da Fleur
aveva convinto Ginny che magari non era tanto male e poi Charlie avevano detto
che erano solo amici…anche se sua cognata era molto migliorata, una “Flebo” in
famiglia era più che sufficiente!
Bill invece le strinse la mano, sorridendo, guadagnandosi
un’occhiataccia dalla moglie.
Kim registrò lo scambio di sguardi e prese nota di non
provarci neanche col fratello maggiore di Charlie.
Chissà poi cosa gli era venuto in mente di portarla lì e
presentarla così…come se stessero insieme! Si stava pentendo di essersi fidata
di quel pazzo allevatore di draghi. Ma in fondo la sua
famiglia sembrava così…calda e…accogliente…forse era lei a non esserci più
abituata…
Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce imperiosa di
Molly Weasley.
-Cosa Merlino ti è saltato in mente
di farti quella cosa sulla pelle!!- Le sue urla arrivavano attraverso la porta
della cucina, nella quale aveva trascinato il ragazzo due minuti prima.
I fratelli Weasley sghignazzavano senza ritegno. -Se sei stata tu a convincerlo a farsi un tatuaggio, giuro
che ti pago!- disse George tra le risate. Ma la
discussione sembrava destinata a durare molto più a lungo di quanto tutti si aspettavano.
Probabilmente, pensò
Kim, leggermente dispiaciuta, litigano anche per colpa mia.
*****
Alle tre e dieci, Harry cominciò sul serio a preoccuparsi.
Forse Andromeda si era dimenticata; o magari aveva sbagliato orario.
Cercava di non pensare ad alternative peggiori, ripetendosi
che ormai la guerra era finita, ma non poté non tirare un sospiro di sollievo quando
vide apparire una donna con una carrozzina.
Harry non aveva mai visto un bimbo così piccolo, se non in
fotografia. La carrozzina, poi, non aveva nulla a che fare con quelle moderne
che aveva visto da piccolo, quando era uscito con i Dursley
(non che fosse capitato molto spesso). Sembrava molto antica. Di legno chiaro,
forse ciliegio, sarebbe stata scambiata facilmente per una carrozzina babbana
dell’ottocento, se non fosse stato per i piccoli pupazzetti che volavano in
cerchio sopra la testa del piccolo Teddy.
-Scusa per il ritardo, Harry, - disse Andromeda, andandogli
incontro, -ma ho dovuto preparare Ted, perciò…-
Poi s’illuminò, -A proposito, qui c’è qualcuno che devi
conoscere!- disse addolcendosi. Sollevo il bambino e glielo porse.
Harry esitò. Non aveva mai preso in braccio un bambino e
aveva paura di non esserne affatto capace. Scommetteva che se l’avesse detto a
Ron, l’avrebbe preso in giro per tutta la vita!
Andromeda sembrò accorgersi della sua esitazione e lo
rassicurò, -Non ti preoccupare. Sembra più difficile di quello che è. Anche
Remus e Dora erano così nervosi le prime volte!- disse con gli occhi pieni di
malinconia.
Il fatto, comunque, che la donna non stesse piangendo lo
fece sentire meglio, così prese il piccolo dalle sue mani e se lo avvicinò al
petto. Era vero! Era più facile di quanto si aspettasse. Teddy aveva appoggiato
la testa sul suo torace con tranquillità, come se avesse sempre conosciuto
Harry e lo guardava curioso. Poi, con quel piccolo movimento che faceva anche
Tonks, fece diventare i suoi capelli verdi smeraldo. Il moro rise: quello era
un modo di salutarlo!
Ancora con il bambino in braccio, Harry seguì Andriomeda nel
cortile del Paiolo Magico, ma con la testa era da un’altra parte.
Qualche volta, si era ritrovato a pensare al suo futuro e si
era reso conto che un giorno anche lui avrebbe voluto un figlio: questo
pensiero, accostato all’immagine di Ginny, lo faceva arrossire come un
tredicenne.
In fondo, continuò a pensare, mentre entravano in Diagon Alley, lui non aveva mai avuto una famiglia sua e
quello gli sembrava il modo più ragionevole per ottenerla.
Il suo figlioccio spostò la manina grassoccia sul petto di
Harry, andando a fermarsi sopra il cuore. Era una sensazione così strana!
Sapeva che era giusto che fosse la nonna ad occuparsi di Ted
e sapeva anche di essere decisamente troppo giovane ed inesperto per occuparsi
di un bimbo, ma forse fu in quel momento che Harry s’impegnò sul serio a
proteggere l’ultimo erede dei Malandrini.
*****
In casa Weasley le cose non sembravano migliorare.
Infatti, nonostante la simpatia dei
ragazzi, che cercavano di fare sentire la giovane a suo agio, il nome di Kim
saltava fuori molto spesso nella gigantesca litigata tra Charlie e sua madre.
La ragazza era dispiaciuta di essere la causa di tutto questo.
Bill sembrò notare il suo imbarazzo e la invitò a bere una
burrobirra con lui e Fleur, lontano da orecchie e “bocche” indiscrete.
Kim apprezzò il gesto e seguì lui e la moglie nel giardino
della casa.
-Allora, cosa fai nella vita?- chiese educatamente il
ragazzo, per rompere il ghiaccio.
Tasto dolente,
pensò la ragazza, -A grandi linee…studio i vampiri.- disse…più o meno, continuò mentalmente.
Bill e Fleur la fissarono per un attimo, dubbiosi: non
sembrava una studentessa. Ma, dopo un attimo, proseguirono la conversazione
tranquillamente, facendo finta di niente. Kim, che si era accorta dei loro
sguardi, decise che doveva parlare con Charlie immediatamente: non aveva più
intenzione di mentire.
*****
Andromeda aprì il cigolante cancelletto del cimitero che si
trovava alla fine di Diagon Alley. Quella era sempre stata una zona meno
affollata rispetto al resto della via, ma era lo stesso frequentata. Proprio
per questo, il Ministro della Magia aveva deciso che le 53 vittime della
Gloriosa Battaglia di Hogwarts dovessero riposare in
un luogo dove le loro tombe non sarebbero mai state dimenticate, così aveva
allestito un intero cimitero solo per questi e una piccola cappelletta.
All’ingresso una targa d’argento ricordava la datae l’occasione del loro sacrificio.
La ricerca dei due non durò molto a lungo: un’unica lapide
grigia portava incisi i nomi di Tonks e Remus.
Alla fine erano insieme; nonostante l’età, la povertà e la
pericolosità, persino nonostante la morte, erano in ogni caso
uniti.
Harry la trovò una cosa così bella da essere quasi dolorosa.
Tra le sue braccia, l’unico frutto di quei nomi che erano
davanti a lui, allungò la manina verso la pietra, come in un saluto.
Harry non ebbe bisogno di aggiungere nessuna parola…era
tutto in quel gesto.
Andromeda lo riportò alla realtà tirando leggermente su col
naso. Harry si scusò e le porse indietro il bambino, spiegandole che voleva
salutare alcune persone.
Si allontanò per qualche metro, finché non trovò Fred.
George aveva fatto di tutto perché la tomba del gemello fosseverde mela (come sarebbe piaciuta a lui). Sulla
superficie liscia una frase che diceva tutto: Anche adesso il sorriso non ti abbandona.
Harry proseguì oltre.
In disparte c’era una piccola tomba scura; sopra solo il suo
nome e due date. Il ragazzo si avvicinò alla tomba del suo ex professore. Ora
che aveva davanti quella tomba spoglia, senza una scritta o un fiore, si sentì
più confuso che mai.
Chi era stato veramente? Un professore inflessibile?
L’acerrimo nemico di suo padre e di Sirius? Oppure era stato semplicemente un
ragazzo sfortunato, un uomo che aveva amato e perso? Era il Principe
Mezzosangue o Sev, il bambino che aveva visto nel pensatoio?
Forse nessuno l’avrebbe mai saputo o forse quella lapide
silenziosa aveva ragione…era stato semplicemente Severus Piton.
*****
Quella sera, quando Harry tornò alla Tana, la calma si era
ristabilita grazie ad una breve tregua tra le due parti.
Erano tutti abbastanza provati da quello “scontro di
gladiatori nell’arena”, soprattutto il signor Weasley che aveva cercato di fare
da paciere tra la moglie, che adesso preparava la cena con un certo nervosismo,
e il suo secondogenito, che chiacchierava esasperato con Percy.
Harry, invece, era stato piacevolmente smentito dal suo
incontro con Andromeda. Era stata molto gentile e non l’aveva fatto minimamente
sentire a disagio. Teddy, inoltre, era stato bravissimo e non aveva mai pianto.
Dopo la sua visita solitaria nel cimitero, era tornato alla tomba dei Lupin,
dove lui e la donna avevano deposto una piccola margherita rosa.
Erano tornati al Paiolo Magico e lì avevano parlato un po’
di Teddy.
Harry era stato d’accordo su tutto ciò che gli aveva
proposto e consigliato Andromeda, cosicché entrambi erano tornati a casa
soddisfatti.
Ma quando il ragazzo varcò la
soglia di casa Weasley, notò una certa atmosfera pesantuccia
(per usare un eufemismo).
Di certo si stupì quando una furente signora Weasley lo
avvicinò, seguitacon lo sguardo da
tutti i presenti, tra cui Charlie e una ragazza che non aveva mai visto, che
suppose essere l’Ospite.
-Ti sembra l’ora di tornare?! Ci hai fatto preoccupare
tantissimo!- poi farfugliò qualcosa a proposito di tatuaggi e di ragazze “ladre
di figli” e si eclissò in cucina. Harry guardò sbigottito i visi rassegnati
degli altri, -Mi sono perso qualcosa?- chiese incerto.
E anche un altro capitolo è finito!Che faticaccia! Però mi diverto troppo a scrivere, anche se questo non
era proprio il massimo dell’allegria. Specialmente la parte al cimitero
T_______T. Spero di non avervi depresso troppo, ma certe cose bisogna dirle!
Vorrei aggiungere che il nome della ragazza è stato scelto in onore di
una mia amica canadese, anche lei lettrice di Harry Potter.
A cui forse un giorno farò leggere la mia storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Baci,
Cappychan.
PS: Siate clementi con le pomodorate se proprio non vi è piaciuto!
Ranma: Certo che ti ho preso in parola! Riguardo a Ginny, so che
deve tornare a Hogwarts, infatti, ho già in mente un certo capitolo…. Solo che
come “locazione temporale” nel racconto siamo ad Agosto. Povera ragazza:
studiosa sì, ma non esageriamo!XD
Miss Nina: Questa volta sei in pool position, Miss!! Addirittura
la prima! Che devo dire? Grazie della tua bella recensione, soprattutto perché
è sempre molto dettagliata: mi chiarisce le idee, sapere cosa vi piace e cosa
no! Devo dire che scrivere “Affari di Famiglia” è stato abbastanza naturale,
forse perché davvero è quello che ho sempre immaginato. Pensa che mi sono messa
al computer e ho scritto per tre ore di fila, senza mai fermarmi (un mal di schiena!!).
Ero proprio ispirata. Per quanto riguarda Harry e Ted, non sono riuscita a
resistere: avevo un bimbo troppo tenero (non so te, ma il figlio di Remus e
Tonks me lo immagino proprio un amore!) e un ragazzo di diciotto anni un po’
“impacciato”. Così è venuto fuori ciò che hai letto e sono contenta che
anchea te sia piaciuto leggerlo come a
me ha divertito scriverlo!
EDVIGE86: Amore! Io per Tonks e Remus ho pianto per un quarto
d’ora! Mi sembrava davvero ingiusto dimenticarmi di tutti loro così facilmente.
Per Molly: hai letto la parte della battagliadi Hogwarts? E’ diventata un mito!!! Fra l’altro è lei a dire la prima
parolaccia del libro…eheheh…chi l’avrebbe mai detto! Però Bellatrix se l’è
proprio meritato! Per l’intervista, grazie della disponibilità. Se leggi
qualcosa che non va bene nel mio racconto, fammelo sapere che correggo. Nonpreoccuparti per la recensione, l’aspetterò
con ansia anche se sarà in ritardo.
Ricambio l’abbraccio, stella!!
PS: Scommetto che, quando gliel’hadetto, Ron è svenuto!! Sicuramente avrà avuto le orecchie rosse!
Sara83: Ciao, Saretta! Ho aggiornato appena possibile. Magari in
questo capitolo avrai risposte alle tue domande…(ta-da-dan…mistero e suspence!!).
Ginny89Potter: In effetti, Gin, forse era meglio dire “zucchinate”o altre. No, scherzo; comunque grazie per la
recensione puntuale. Forse qualcosa l’hai azzeccata, ma non specifico, sennò ti
rovino la sorpresa. Ecco il capitolo anche per te!
Milly92: Quante domande! Non voglio rispondere per creare un po’
di sorpresa (sguardo malvagio). Grazie per i complimenti. Mifa piacere che tu ti sia commossa (nel senso
buono del termine!) perché vuol dire che ti ho trasmesso qualcosa!
_Ly_: Graziemille per la recensione e soprattutto per le
informazioni utilissime!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia anche se è
meno intenso e lungo del precedente (Me Dispiaciuta T_______T)
Purtroppo devo informarvi che la frequenza dei capitoli diminuirà un
pochino, per vari problemi legati al computer (che sarà preso in ostaggio da
mio fratello per il resto d’Agosto) e per varie “complicazioni scolastiche”. So
che non è piacevole da sentire perché anche io sono una lettrice e posso capire
l’attesa: io sto ancora aspettando il 24°capitolo di Fire melt Ice di Sunny ( che vi consiglio)!!
Quindi mi scuso e vi chiedo di avere un po’ di pazienza.
Se a questo punto siete ancora qui, e non avete preso a pugni lo
schermo per l’odio verso di me, vorrei ancora ringraziare Fey,DNikSophieG
e delfinocurioso
per avermi inserito nei preferiti.
Vi auguro BUON LETTURA!
PS: Tutti i diritti appartengono a JKRowling, tranne i professori
(sapete di chi parlo) e Kim.
La
Nostra Storia
Discussioni e Decisioni
Nonostante l’insistenza della signora Weasley, Harry
cominciò sul serio a pensare di trasferirsi.
Una ragione era senza dubbio il fatto che l’arrivo di Kim aveva
creato un certo nervosismo alla Tana.
Sembrava di essere tornati ai tempi di Flebo e Bill, ma, a
dire il vero, le due ragazze erano praticamente agli opposti.
Non che Harry, o qualchedun altro, conoscesse molto della
nuova arrivata. Nessuno sapeva esattamente chi fosse: lei aveva risposto
vagamente a tutte le domande e aveva fatto finta di non sentire quelle più
approfondite. Insomma era ancora un grande mistero.
Questo faceva decisamente impazzire la signora Weasley, a
cui Charlie non aveva detto una parola sulla ragazza, e faceva morire dalle
risate George e Percy, che ancora raccoglievano scommesse abbastanza assurde.
Inoltre Charlie e Kim non sembravano affatto affiatati o in
confidenza. In realtà, nessuno dei due aveva detto che stavano insieme, però
era sembrato scontato.
Per quale altro motivo il secondogenito di casa Weasley
avrebbe portato una ragazza lì, se non per farla conoscere ai suoi?
Senza dubbio Charlie era stato sempre molto riservato sulla
sua vita sentimentale e questo aveva fatto sì che la signora Weasley si
allarmasse ancora di più: dopo il matrimonio affrettato di Bill (che aveva
appena digerito a fatica), ci mancava solo un’altra cosa del genere!
Per ora, comunque non li aveva visti nemmeno scambiarsi uno
sguardo d’intesa ed era molto strano: lei aveva un fiuto molto particolare per
queste cose.
In fondo era la madre di adolescenti. Per esempio, era ovvio
che Ron e Hermione stessero insieme; erano sempre attaccati e non litigavano
più…così spesso (certi miracoli neanche l’amore riesce a farli del tutto!!). In
più si scambiavano certe occhiatine…la signora Weasley li avrebbe abbracciati
ogni volta che li vedeva, se non fosse stata abbastanza saggia da far finta di
niente. Per non parlare di Ginny e Harry! Loro erano molto più discreti degli
altri, ma il fatto che Ginny splendesse di luce propria e che Harry sorridesse,
ogni volta che s’incontravano…beh…era evidente.
Persa in riflessioni di questo genere, la signora Weasley
preparava il pranzo nella piccola cucina della Tana. Quel giorno il sole
splendeva più del solito e il caldo eraintenso. Alzò lo sguardo e vide oltre la finestra aperta i due ragazzi
più giovani che studiavano in cortile.
-Ma deve per forza caricarci in questo modo indegno?- sbuffò
Ron stiracchiandosi.
-Ronald Weasley!- proruppe una voce femminile alle loro
spalle, -Vuoi diventare un auror, o no?!-
Hermione lo guardava severamente con le braccia incrociate sul petto.
-Non si può neanche dire un parola ormai!!- disse Ron
esasperato, riprendendo a leggere il libro d’Incantesimi.
Harry osservò la scena distrattamente. Rispetto ai
battibecchi dei due “piccioncini”, la figura di Ginny era molto più
interessante.
Era appoggiata all’Albero Solitario, con i lunghi capelli
rossi legati in due semplici trecce e una spallina della salopette di jeans era
scivolata di lato. Continuava a pensare a quelle due parole che continuavano a
rimanergli insistentemente sulla punta della lingua: era così difficile
confessare a qualcuno di amarlo? Forse Harry non era abbastanza abituato ad
esprimere i suoi sentimenti a parole; eppure gli era così facile chiacchierare
con Ginny di qualsiasi cosa e pensare che questo non l’avrebbe più messa in
pericolo!
Nonostante trascorressero moltissimo tempo insieme, non
erano mai del tutto soli, perciò anche solo baciarla era diventata un’impresa.
E lui ultimamente aveva davvero voglia di baciarla. Glielo doveva dire! Doveva
farle sapere che il profumo nell’Amortentia, l’unica voce che l’aveva portato
via dal cadavere di Silente e l’immagine sempre più presente nei suoi sogni,
erano quelli di lei. Era tanto difficile dire “ti amo”?
*****
Kim marciò dritta verso la porta di Charlie. Quel maledetto
pel di carota la stava evitando da giorni, mentre lei doveva assolutamente
parlargli!!
Aprì la porta violentemente e se la richiuse alle spalle con
poca delicatezza, non curandosi minimamente del fatto che il ragazzo fosse metà
spogliato. I capelli rossi erano appiccicati alla fronte, ancora bagnati per la
doccia, e, oltre i jeans, non indossava niente che
coprisse il torace sul quale era presente un grossa bruciatura.
Sulla spalla muscolosa un drago d’inchiostro la scrutava con
aggressività. Non s’imbarazzò per niente, ma dovette ammettere che era un
ragazzo notevole; comunque scacciò subito il pensiero: non era il momento!
-Dalle tue parti non insegnano a bussare?- disse Charlie
incrociando le braccia.
-Non ti sarai mica imbarazzato, piccolo Weasley?!- gli
rispose lei acida. Lui ridacchiò e la fissò in modo eloquente, -Non giocare
alla vampira fatale con me. Si può sapere cosa vuoi?-disse.
-Dobbiamo parlare.- La ragazza si sedette
sul letto del giovane, guardandolo seria.
-Parliamo, allora.-
-Non possiamo restare in questa casa. E’ troppo pericoloso
per la tua famiglia.-
-Pericoloso per colpa dei tuoi “amici” o per colpa tua?-
chiese aggrottando le sopracciglia, -Pensavo che ti riuscissi a controllare.-
-Lo pensavo anche io, ma non mi avevi detto che eravate
tutti dannatamente pel di carota!!- sbottò lei.
Charlie sembrò un po’ preso in contropiede, -E questo cosa c’entra?- chiese.
-Il rosso fa uno strano effetto a quelli come me, non so se
mi spiego.-
-Vuoi dire che siete come i tori? Quando vedete il rosso
voi…partite?- chiese non riuscendo a trattenersi dal ridere.
Kim fece una faccia offesa. –Farò finta di non aver sentito
il tuo stupido commento, - disse acida, -ma, sì, in effetti, è esattamente ciò
che succede!-
Lo guardò torva per un minuto. -…comunque, per ora, pensiamo
ad andarcene.- continuò, -Presto ci troveranno. Li conosco.-
-Noi resteremo qui. Tu ti controllerai e i tuoi amici non ci
troveranno- disse fermamente il ragazzo. Non solo aveva dovuto portarsi quella
piantagrane dietro, ma ora le cose si complicavano ulteriormente.
-Pensi che sia facile controllarmi?!- lo aggredì la ragazza.
–Siamo in una casa piena di giovani e sani ragazzi. E sono praticamente tutti
rossi!- disse smanettando agitata. –Mi so controllare, ma non sono mica un’asceta!!-
- Beh…dovrai imparare ad esserlo allora, perché se tocchi
una sola gola di questa casa, dovrai vedertela con me.- disse minaccioso.
Kim lo fisso per un attimo, ma poi non riuscì a trattenersi
e scoppiò a ridere. –E pensi che io mi spaventi?!- esclamò fra le risate.
Poi cercò di calmarsi e di assumere un’espressione seria,
-Ma tu hai una vaga idea di chi mi dà la caccia? E io dovrei essere spaventata
da un ragazzino inglese?-
Charlie non le rispose neanche: non gli importavaniente di quello che pensava quella stupida.
Kim sembrò notare la sua indifferenza. –Va bene!- sbottò,
-Faremo come vuoi tu!- e uscì sbattendo la porta fragorosamente.
*****
Ginny, si sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, facendo
finta di non notare Harry che la stava fissando. Non ci poteva ancora credere: finalmente
dopo tante attese, soprattutto per colpa di quella stupida guerra, poteva stare
con il ragazzo dei suoi sogni!
Era così dolce con lei; però non le stava sempre addosso e non
voleva controllare la sua vita come i suoi ex. Riuscivano a parlare di tutto e stare
con lui era fantastico, perché era la sua ragazza, ma anche la sorella di Ron, una
persona che rispettava e un’amica.
Era felice!
Intanto, l’oggetto dei suoi pensieri sentì una morsa allo
stomaco quando la vide sorridere. E anche lui sorrise (probabilmente come un
ebete) guardandola.
Ron gli lanciò un’occhiataccia, ma Harry non ci fece nemmeno
caso. Poi, inaspettato, uno schiaffetto lo prese in pieno sul collo. Si girò
confuso verso l’amico.
-La smetti di guardare Ginny come un maniaco??- disse con le
orecchie scarlatte. Hermione li guardava un po’ preoccupata.
-Non stavo facendo proprio niente del genere!- disse Harry
imbazzatissimo, - Non posso neanche guardare la mia ragazza, adesso?!-
-Non se la ragazzaè mia
sorella e il modo è quello!- disse, mentre Hermione cercava di calmarlo. Harry
allora si alzò e, presa la sua roba, andò in casa.
-Ron!- sbottò la riccia, -Non avresti dovuto aggredirlo
così!-
-Ma stava guardando Ginny!-
-Ma è la sua ragazza. E’ normale. Tu…, -divenne quasi viola,
-…non…insomma…guardi mai…così…me?- balbettò incerta.
Ron si calmò di colpo e la guardò dritta negli occhi, un po’
stupito. Se la guardava così?! Probabilmente la guardava anche di più!
Hermione guardava ostinatamente un rametto spezzato davanti
ai suoi piedi.
-Io…veramente…-balbettò Ron, ma, prima che potesse dire di
più,Hermione corse via, imbarazzata.
-Miseriaccia!- sbottò Ron, ormai solo sul prato.
*****
Ginny entrò nella cucina vuota e posò il pesante libro di
scuola sul tavolo. Aveva visto Harry entrare frettolosamente in casa senza
nemmeno salutarla.
Probabilmente quel testone di suo fratello gli aveva detto
qualcosa di stupido che l’aveva fatto arrabbiare e…
-Ginny!- si girò di scatto verso la voce maschile. Lì sulle
scale c’era Harry.
-Scusa non ti volevo spaventare- disse imbarazzato. Ginny
gli rivolse un sorriso solare, -E’ già la seconda volta che me lo dici! Ron ti
ha detto qualcosa di male?-chiese. Harry fece un gesto di non curanza: in fondo
conosceva Ron, sapeva che era affezionato alla sorella e che era molto geloso.
Ginny si avvicinò camminando leggermente verso di lui. Harry
la guardò negli occhi: era il momento…doveva dirglielo…ora…coraggio!
-Io…-, ma la ragazza l’aveva interrotto con un bacio. Con un
gran bel bacio, a dir la tutta. Le sue braccia si strinsero
automaticamenteintorno alla sua vita
sottile, e con uno sforzo nullo attirò la ragazza più vicino a sé.
Si costrinse a staccare le sue labbra da quelle morbide della
ragazza e di riacquistare un po’ d’autocontrollo. Poi appoggiò la fronte contro
quella di Ginny, che lo guardava sorridendo dolcemente. Finalmente, aprì la
bocca per parlare, ma un’altra voce interruppe il silenzio.
-Ragazzi!!- fece la signora Weasley portando le mani ai fianchi
nella tipica posa da “sgridata materna”. –In salotto. Tutti e due. E subito!-
Ginny la seguì, staccandosi mal volentieri dal suo ragazzo e
mimando a fior di labbra un “mi dispiace”.
Non sai quanto dispiace
a me, pensò Harry abbattuto, prima di seguire le due donne nell’altra
stanza.
Era una cosa imbarazzante stare lì con lo sguardo della
signora Weasley addosso. Harry non poteva fare a meno di sperare, almeno, che la
sgridata fosse rapida.
-Allora, avete qualcosa da dirmi?- chiese la signora
Weasleyseria.
-Io e Harry stiamo insieme da inizio Agosto.- disse Ginny
coraggiosamente. La signora Weasley li guardò per un momento: era un’impressione
di Harry, o i suoi occhi luccicavano? Ed era una cosa positiva o negativa?
-Vorrei ricordarvi che siete molto giovani e preferirei che
teneste i vostri ormoni a freno…perlomeno nella mia cucina!- li squadrò ancora.
-Detto questo…- improvvisamente fece un sorrisone gioioso
che spiazzò i due ragazzi, -…Quando aspettavate a dirmelo?! Non che ce ne fosse
bisogno! Si vede lontano un miglio! Però mi sarebbe piaciuto che me lo diceste
voi.-
Harry e Ginny si guardarono sbalorditi; poi la ragazza
scoppiò a ridere, mentre la madre l’abbracciava felice.
Il ragazzo invece pensò che non si sarebbe mai aspettato che
la signora Weasley fosse così…aperta. Forse perché l’aveva
vista con Fleur, o forse perché non aveva mai avuto modo di scoprire quest’aspetto di lei. Si pentì di non averla voluta
conoscere meglio; infondo era stata l’unica madre che avesse mai avuto.
*****
Hermione era seduta sul letto di Ginny e leggeva per l’ennesima
volta il volantino del San Mungo. Qualche giorno prima gli amici del signor
Weasley l’avevano ospitata per mostrarle i loro compiti. Quelle poche ore le
avevano chiarito le idee e ora era quasi sicura di sapere cosa scegliere…quasi,
perché dentro di sé sentiva ancora quell’irrazionale paura di sbagliare e di non
essere adatta. Così se ne stava con quel volantino in mano a rimuginare sul suo
futuro.
Improvvisamente la porta della camera si spalancò e un
agitatissimo Ron fece il suo ingresso. Camminava velocissimo avanti e indietro
mormorando qualcosa. Poi si voltò verso di lei con le orecchie rosse.
-Non è vero che non ti guardo così! Certo che ti guardo così!
Voglio dire…è ovvio…chiunque fosse sano di mente ti guarderebbe così, no?-
lancio uno sguardo a Hermione che lo fissava esterrefatta.
-Anche quel buzzurro di Krum, - proseguì, -ti guarderebbe
così…o ma ci deve solo provare e lo stendo quel bulgaro del…- ma Hermione gli
si era lanciata addosso prima che potesse finire il suo monologo, proprio come il
giorno del loro primo bacio.
-Oh Ron, -fece Hermione con il viso immerso nel suo collo, -sei
così dolce e sciocco insieme!-. Ron ridacchiò.
Poi la ragazza si tirò su fino a sfiorare il naso del rosso col proprio e lo
baciò dolcemente. Era così bello baciarlo!
-Mi dispiace per prima.- sussurrò sulle labbra di Ron, - E’
che sono così nervosa per questa faccenda del lavoro che non riesco
a trattenermi.- fece dispiaciuta.
-Perché seinervosa? Pensavo
che il Ministero avesse battuto San Mungo su tutti i fronti.- disselui impensierito.
- E’ solo…che…non so…e se poi sbaglio…-continuò a mormorare
con un filo di voce e abbassò lo sguardo.
Ron camminò velocemente verso il letto e prese il volantino.
-Tu sarai bravissima. Fine del
discorso.- e, sotto lo sguardo stupefatto, ma anche compiaciuto, della ragazza,
strappò il foglio. Hermione gli saltò di nuovo al collo, felice. E Ron si
chiese, mentre Hemione l’abbracciava di nuovo , se si potesse essere più
felici.
So che questo capitolo è un po’ cortino, ma mi farò perdonare con il prossimo.
Intanto oggi ho cercato di accontentare i più accaniti sostenitori di
Ron/Hermione e di Harry/Ginny. Mi rendo conto che non è molto, ma sto
preparando qualche sorpresa per voi che si vedrà prossimamente, perciò…
Come sempre sono impaziente di leggere i vostri commenti,
Baci,
Cappychan
PS: Questa volta potete anche prendermi a colpi di sedano, se non vi è
piaciuta…ma senza troppa violenza!XD
Come sono contenta!! Questa volta non solo mi hanno recensito le mie
fedeli lettrici (vi adoro ragazze!!), ma anche delle magnifiche nuove
conoscenze!
Kiara Potter 91:Sono pezzi tristi anche per me…moltissimo! Ecco
qui per te il seguito!
Lilyna Potter: Un’altra new entry delle recensioni! Sono
contenta che ti sia piaciuta. Anche a te, buona festa dell’Assunta!
Sara83: Saretta! Pensavo che i colpi di sedano si appaiassero
bene con le pomodorate, ma se hai in mente degli altri ortaggi/frutta/verdura
io sono disponibile.XD Lasciamo perdere questi argomenti così filosoficamente
profondi XD. Non sai come mi sono commossa quando ho letto la tua entusiastica
recensione: sono molto felice che tu la trovi addirittura “bellissima” e
cercherò di continuare così!
Tiffany 90:Una nuova arrivata fresca fresca! Hai finalmente conosciuto
la scrittrice pazza detta Cappychan! Sono contenta che la storia ti abbia preso
e spero che continuerai a seguirmi ( e magari a recensire…-aria supplicante-)!
EDVIGE86: Stella Splendida!! Mi dispiace per la tua schiena,
però…dormiresulla spiaggia…la mia anima
romantica mi fa brillare gli occhi al solo pensiero. Se la notte era stellata,
poi…Ok, la smetto con le fantasie poetiche. Comunque grazie per le
informazioni: mi sono già salvata tutta l’intervista (più o meno) sul pc. Per
quanto riguarda Percy, l’idea dell’aiuto a Fred mi piace troppo e non riesco ad
abbandonarla…pazienza. Mi fa piacere che le scene “rosa” ti siano piaciute: io
mi sono divertita un sacco a scriverle!! Goditi questo capitolo, stella!!
PS: Ho letto la tua seconda recensione e ho cercato di fare il più
presto possibile, ma ho avuto dei giorni un po’ difficili e volevo fare un capitolo
dignitoso, perciò…PERDONO, stella!!
Ginny89Potter: Ehi Gin! Sono contenta che le scene di
Harry/Ginny ti abbiano convinto. Prova a guardare nella mia “pagina autore”e
vedrai!
In effetti il sedano dovrebbe essere ritenuto un’arma impropria!!XDD
Miss Nina: Ciao Miss, sono molto contenta di “non essermi
sbarazzata” di te! Sono contenta che questo capitolo sia stato addirittura il
tuo preferito…sei una romanticona, eh? Beh, pure io…e fiera di esserlo!! Le
sorprese saranno nel prossimo capitolo, quindi… Buona lettura, bella!!
Ranma: Spero che questo capitolo ti chiarisca un po’ le idee.
_Ly_: Ciao Ly! Per la lunghezza, mi fa piacere che ti vada bene
(ero un po’ preoccupata, a dirla tutta).In effetti Kim porterà un po’ di
scompiglio, ma non dico nient’altro XP. Per Sunny, dobbiamo ancora sapere cosa
è successo al “suo”Ron! Comunque spero che questo capitolo ti piaccia.
Milly92: Ciao Milly, fai pure le domande che vuoi, cercherò di
rispondere il più possibile, però su alcune cose bisogna rimanere un po’
misteriosi…
Zippolo: AAAHH!! Ciao bellissimo!! Grazie per la tua recensione!
Continua a leggere mi raccomando, anche perché devi consigliarmi come a l
solito anche se siamo lontani!!
Grazie anche coloro che mi hanno inserito tra i preferiti (Mar_ale e Pikky91). Se ho dimenticato qualcuno è per il fatto che è mezzanotte e non capisco più niente.
Ricordo che i personaggi sono di JKRowling (tranne quelli che sapete) e
Ringrazio tutti i lettori che mi seguono.
Come sempre, VI AUGURO BUONA LETTURA!!
La
Nostra Storia
Home Sweet Home
Presa definitivamente la decisione di trasferirsi, Harry
aveva chiesto consiglio al signor Weasley. Lui non ne sapeva molto di case, ma
aveva un amico che gestiva la compravendita di case magiche e babbane; a quanto
gli aveva detto il signor Weasley era una persona onesta e simpatica e
l’avrebbe aiutato. Così un mercoledì pomeriggio davvero afoso, Harry si
preparava per uscire.
Ginny entrò nel salotto e si appoggiò alla spalliera del
divano, incerta.
-Devi proprio trasferirti?- chiese un po’ dispiaciuta.
-Lo sai che non voglio pesare sui tuoi genitori più del
necessario.-
-Ma loro sarebbero felicissimi di tenerti qui, - disse
sicura di sé con, sul viso, l’espressione dura e splendente che le apparteneva,
-…anche io sarei felice.-
Harry le si avvicinò e la bacio. Era certo che lei avesse
capito le sue ragioni, ma sapeva di non poter pretendere che lei prendesse bene
la sua decisione, soprattutto dopo averla fatta soffrire durante la guerra.
–Perché non vieni con me a vedere
le case? Per queste cose ci vuole sensibilità femminile e gusto. Temo di non
avere nessuno dei due.- e assunse un’aria di rassegnazione che li fece ridere
entrambi.
-Va bene.- rispose Ginny più allegra. Aveva capito le sue
ragioni, ma sapere che lui era lì, in quella casa, sotto il suo stesso tetto
era…non lo sapeva nemmeno lei…era una sensazione strana, ma piacevole…un misto
di calore e accoglienza, come se lui stesso fosse stato la sua casa.
Si tolse questi pensieri confusi dalla mente e s’infilò le
scarpe. Poi seguì il ragazzo cha amava sotto il sole estivo…Sapeva
perfettamente diamarlo e da parecchio
tempo anche! Ma non gliel’aveva mai detto: a cosa sarebbe servito? A
spaventarlo? A confonderlo? Voleva che tutto si evolvesse in maniera naturale,
senza pressioni, e che ogni cosa venisse col tempo. Tutto sarebbe stato più
bello e di significato…sicuramente.
*****
Ronald Weasley aveva un problema, e bello grosso! Da più di
due settimane seguiva i corsi per diventare Auror, ma solo ora si rendeva conto
di quanto complicato fosse studiare per quella professione. Il professor Tann
li riempiva di compiti difficilissimi e pretendeva sempre il massimo. Se solo
fossero stati tutti e tre insieme come una voltasarebbe andata meglio: Hermione gli avrebbe
dato una mano e Ron, avendola vicina, non si sarebbe incantato nel pieno delle
lezioni a pensarla perdendosi le utilissime spiegazioni del professore.Ovviamente era felice per Hermione, però
aveva paura che il suo sogno di diventare auror si allontanasse sempre di più…
-Ti sei incantato?- chiese Hermione passandogli una mano
davanti agli occhi.
Ron quasi cadde dalla sedia dallo stupore. Poi cercò di
assumere l’espressione più dignitosa possibile, ma era davvero troppo agitato.
Non doveva dirle niente! L’avrebbe soltanto delusa! Lei, la ragazza più intelligente
di Hogwarts, con uno come lui?
-C’è qualcosa che non va?- chiese di nuovo la riccia, un
pochino preoccupata dal suo silenzio.
-Niente, assolutamente! Perché ci deve essere qualcosa di
strano? Devo solo studiare!- sbottò brusco. Poi prese i libri e corse su per le
scale, lasciando Hermione con un’espressione stupita sul volto.
Arrivato in camera sbatté conviolenza la porta e si buttò sul letto a peso
morto. Perché doveva essere così stupido? Perché l’aveva aggredita in quel
modo?E se lei si fosse arrabbiata sul
serio e ora lo odiasse?Cominciò a
prendere a pugni il cuscino per sfogare la sua rabbia.
Sentì dei passi nel corridoio; Sarà Hermione che va in camera sua per non rivedere la mia stupida
faccia! , pensò.
Ma i passi si fermarono davanti alla sua porta e con un
cigolio questa si aprì.
Hermione entrò con un piccolo sbuffo d’esasperazione nel
vederlo con la faccia affondata nel cuscino.
-Possiamo parlare?- chiese piano sedendosi sul bordo del
letto, -Ho fatto qualcosa di male?-.
-No…tu non c‘entri…davvero. Sono io…sono…sono un idiota!-
disse con la testa nascosta.
-Non sei affatto un idiota! Vorrei solo sapere che c’è?-
continuò con pazienza.
-Non c’è niente che non vada.- fece il ragazzo in maniera
sempre meno convincente; Hermione allora cominciò a perdere la pazienza.
-Ti prego, Ron! Hai…cambiato...idea…su di noi?- chiese
incerta.
Ron scattò a sedere con tanta velocità che quasi la fece
cadere dal letto. –Sei impazzita?! Certo che non ho cambiato idea!- esclamò.
La guardò un attimo: non era sicura e paziente come sembrava
dalla voce. Aveva cercato di nasconderlo, ma era preoccupata ed era tutta colpa
sua.
Non poté reggere di più il suo sguardo e corse fuori
cercando di non sentire i singhiozzi della sua ragazza.
Complimenti, Ronald
Weasley!
*****
Ginny ce la stava mettendo davvero tutta per non scoppiare a
ridere in faccia alla rubiconda signora che stava mostrando loro quella…come
definirla?
-E’ una cantina!- le sussurrò allarmato Harry.
-Shh! Non farti sentire! Non vorrai mica che la prossima sia
uno sgabuzzino.- disse e ridacchiò beccandosi un’occhiataccia
dal ragazzo.
Da ore seguivano quella donna tutta zucchero nelle case più
assurde che Harry avesse mai visto. Come quella senza
il pavimento (il prato in cucina era molto originale, ma non molto utile)
oppure quella con le catene in ogni camera (in questa le sopracciglia di Harry
si erano aggrottate per la perplessità) e molte altre di quel genere…
-Non so se è stata una buon’idea…- esordì, dopo qualche
minuto di riflessione, mentre i tre si avviavano fuori dall’“appartamento” e percorrevano
un umido corridoio. Ma venne interrotto.–Signor Potter!!- Ma perché la sua
voce deve essere così acuta?, si chiese Harry,
mentre la signora Spence, a cui li aveva
affidati l’amico del signor Weasley, avanzava ondeggiando con un enorme sorriso
mieloso.
-Sono sicura che la prossima casa andrà bene per lei e la
signorina!- disse speranzosa. Harry rimase interdetto: lui e Ginny? Vivere
insieme? Da soli?
Pensò che probabilmente in quel momento gli uscisse il fumo
dalle orecchie e che fosse del colore di un’aragosta. Insomma, lui stava con Ginny,
ma non aveva mai pensato a loro due…da soli... in una stessa casa…senza
controlli materni e fraterni (il viso di Ron gli apparve chiaramente in testa)…
Non si accorse nemmeno che erano di nuovo in strada e
continuò a camminare come in trance, per mano con la
ragazza; lei non sembrava turbata più di tanto e, infatti, dopo aver corretto
la signora, chiarendo che la casa era solo per Harry, camminava
tranquillamente, guardandosi intorno con curiosità.
-Per la prossima casa ci dovremo materializzare a Diagon
Alley. Prego, seguitemi.- disse gioiosa e con una piroetta scomparve.
Ginny e Harry si guardarono un po’ preoccupati e poi con un
sospiro di rassegnazione la seguirono.
*****
Continuava ad andanti e indietro da quando era praticamente scappato da Hermione; cercava di prepararsi un
discorso convincente per farsi perdonare e inoltre tentava di convincersi a
dirle la verità. Se le avesse detto tutto, lei l’avrebbe sicuramente capito…o
no? Erano passati minuti, forse ore, per quello che ne
sapeva, ma la conclusione era sempre la stessa: e se lei non avesse compreso? o
se fosse rimasta delusa? Sapeva di essersi complicato l’esistenza; se solo ci
fosse stato Harry! Lui non era un esperto di donne, ma almeno era un buon amico
e l’avrebbe aiutato... oppure sua sorella; lei avrebbe potuto parlare con Mione,
perché in fondo erano amiche, no?
Ma loro non c’erano. E poi cos’era una ragazza, in confronto
ad un Horcrux? Ma chi vuoi prendere in
giro, Ronald Weasley? Questa situazione è cento volte peggio!! Quella
vocina nella sua testa proprio non voleva tacere (ed aveva stranamente lo
stesso tono di una certa ragazza riccia, che gli piaceva tanto baciare)!
Doveva smetterla di essere un codardo! Ora o mai più,
giusto? Come il loro primo bacio, no?
Si raddrizzò meglio sulla schiena per darsi coraggio e salì
le scale.
Hermione era dove l’aveva lasciata, ma con gli occhi molto
rossi e le mani che stendevano frenetiche il copriletto spiegazzato. Ron cercò
di non sbattere la testa al muro per come aveva fatto ridurre la sua ragazza e
con un profondo respiro entrò nella stanza.
-Prima di tutto, vorrei chiederti di non interrompermi.-
disse con una calma quasi irriconoscibile (le sue orecchie erano quasi
normali!!), -Sono stato un cafone e un insensibile e per questo ti chiedo scusa…-
Hermione spalancò la bocca stupefatta: il suo ragazzo non gli era mai sembrato
così serio e determinato da quando lo conosceva, -…ma, vedi, sono molto nervoso…-
cominciò a tentennare, ma si sforzò di andare avanti, -…mi crederai veramente
uno scemo…ma…io…non riesco a stare al passo con i corsi.- buttò fuori il rosso.
Hermione lo guardò, mentre si sedeva sul letto con un’espressione
mortificata. –Sicuramente penserai che sono proprio un fallito…-.
-Ma Ron, cosa dici?- esclamò la ragazza con uno strano fuoco
negli occhi, -Hai idea i quanti sarebbero riusciti a fare ciò che hai fatto tu
qualche mese fa? E poi non è facile recuperare un anno di studi in un solo
mese! Sarebbe difficile per chiunque!- gli si avvicinò poggiandogli una mano
sulla guancia calda per l’imbarazzo.
-Sono molto orgogliosa di te.-
Ron fece fatica a credere alle sue orecchie, anche se il
sussurro della sua ragazza era reale e comprensibilissimo, però non credeva
proprio che lei gli avrebbe mai detto quelle cose. Baciarla fu spontaneo.
Si staccarono dopo qualche magico secondo, entrambi molto
rossi. –Non mi tenere più nascoste queste cose. Non c’è niente di male nel
chiedere aiuto!- gli mormorò sulle labbra.
–Sissignora.- rispose il rosso (ormai non più solo nei
capelli). Fu ancora più spontaneo baciarla di nuovo.
*****
Ginny e Harry non credevano ai propri occhi. Dopo la “cantina”
l’allegra signora li aveva portati nientemeno che…a Nocturn Alley?!
Quella donna non doveva avere le idee chiarissime. O almeno
così pensava Harry, mentre imboccava l’oscura via insieme alle due donne. Ginny
aveva un ghignetto stampato in faccia, forse per non
scoppiar di nuovo a ridere, forse aspettando la reazione del suo ragazzo, e
seguiva in silenzio la signora Spence.
-Scusi signora...- esordì Harry.
-Signorina, prego!- disse lei giubilante. Harry non si stupì,
ma continuò.
-Signorina, non so se questo quartiere sia…adatto a me…-
fece scettico.
-Oh, ma che peccato! A parte le macchie di sangue, l’appartamento
era grande ed elegante. Inoltre era molto economico.- rispose dispiaciuta,
girandosi e ritornando sui suoi passi senza un’altra parola.
Ginny vide Harry mimare con le labbra la parola “sangue”,
con un’espressione tale sul viso che dovette camuffare la sua risata con un
colpo di tosse.
-C’è solo un’ultima casa possibile secondo le sue
indicazioni.- disse pratica, appena furono usciti
dalla strada buia. E spiegò loro come raggiungerla.
Si materializzarono su una collina in campagna e
cominciarono a scendere verso un paesino grazioso e modesto, in una delle valli
sottostanti. –E’ al centro del paese ed è molto carina…- la donna continuò a
parlare, ma il moro non l’ascoltava più. La sua attenzione era stata attirata
da una vecchia casa che giaceva, evidentemente disabitata, sul fondo di una
valle più ad ovest. Non era lontana dal paesino, ma sembrava appartenere ad un
mondo tutto suo.
Harry cominciò a scendere lungo la valle, allontanandosi
dalla signorina Spence che avanzava imperterrita. Ginny lo seguì in silenzio,
senza chiedere niente: come sempre tra loro due, le parole erano quasi
superflue. Quella casaaveva incantato
anche lei.
Era troppo grande per una persona sola e sicuramente mal
tenuta, ma aveva qualcosa…
Esternamente la casa era rosata, con un grande
salice cresciuto vicino all’angolo a sud. La porta era di legno scuro, come le
finestre, grandi e luminose. I due ragazzi entrarono indisturbati e si
guardarono intorno. C’era polvere ovunque, ma questo gli dava un aspetto
antico, non sporco. Harry sentì quello strano pizzicore alla base della nuca,
come nel negozio di Ollivander, tanto tempo prima.
-Signor Potter!- la signorina Spence comparve nella stanza
con il fiatone, -Questa casa è troppo grande!-.
-E’ perfetta.- disse, invece, Ginny, dando
voce hai pensieri del suo ragazzo.
E mentre i due salivano per vedere il resto, Harry sorrise, Il Salice…sì…questa sarà la mia casa!
*****
Quella casa era una gabbia! Non poteva fumare, non poteva
bere dalla gola di nessuno, non poteva nemmeno consolarsi con un bel Firewiskey…era
finita in una casa di puritani! Maledetto Weasley! Maledettissimo Weasley! Perché
gli aveva salvato la vita? Poteva lasciarlo mangiare da quello scemo di Dimitry,
ma no! Lei doveva fare la vampira redenta e magnanima! E
ora aveva un complice mago e tutta una banda di vampiri alle calcagna. Bah! Se fosse stato un pochino più simpatico, si sarebbe fatto
mordere…così…per riconoscenza.
L’oggetto delle sue riflessioni si presentò in camera sua.
Come la vampira il giorno prima, Charlie non sembrò imbarazzarsi del fatto che
lei fosse coperta solo da una camicia troppo grande. Belle gambe, pensò Charlie,
ma, scuotendo la testa, si riscosse da quel pensiero assurdo.
-A cosa devo l’onore?- fece lei
acida.
-Non vedevo l’ora di incontrarti di nuovo…sei così
simpatica!-rispose Charliesarcastico.
-Ah-ah-ah. Ora che hai finito di fare dello spirito, puoi illuminarmi
sulla tua presenza?-.
-Volevo solo consigliarti di stare meno in camera tua. Non
ti farebbe male stare con delle persone normali, sai?-.
-Normali? Ma non farmi ridere!- disse lei sprezzante.
Lui la guardò male. Stava facendo uno sforzo enorme per far
inserire quella testona, ma lei faceva pure la snob…
-Fai quello che ti pare.- sbottò
andandosene.
Kim si morse la lingua: un po’ di
compagnia non le sarebbe dispiaciuta…Maledetto
orgoglio!
Uff…Non riuscivo proprio a scriverlo questo capitolo! Non saprei dire
perché e mi dispiace di avervi fatto aspettare così a lungo (ed è anche un po’
corto!!): PERDONO.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, se non fosse così, potete
prendermi a colpi di qualunque ortaggio voi vogliate (no alle discriminazioni
vegetali!!!). Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci,
Cappychan
PS: Vi do solo un’anticipazione: il prossimo capitolo
si intitolerà “Ciao Amore, Ciao”. Curiosi?? Continuate a seguire, allora!!
Ciao a tutti! Soprattutto alle mie adorate ragazze:
Miss Nina: Ehi Miss! Questa volta sei stata la prima a
recensire: sono molto onorata! Grazie per le tue osservazioni, le ho molto
gradite -///////-
Mi dispiace di averti mandato quasi in crisi e cercherò di non farlo
più (sono molto pentita). Sapevo che una romanticona come te avrebbe apprezzato
e spero che questo capitolo ti piaccia ancora di più…non ti dico più niente…XP
Sara83: Ciao Saretta, grazie per avermi salvato dagli
ortaggi…sono cose che rassicuranoXD… chissà se i tuoi sospetti saranno fondati…
Grazie per la recensione!
EDVIGE86: Tesoroooo!!! Mi dispiace averti fatto soffrire! Sono
davvero davvero davvero (eccetera) lusingata! Le cose che mi hai scritto sono
davvero bellissime e te ne sono molto grata! Enciclopedia di HP??! DEVE ESSERE
MIA!! I tuoi “viaggi” mi sembrano molto sensati! Grazie ancora, goditi questo
capitolo e un abbraccio fortissimo anche a te!!
Milly92: Ciao, sei molto acuta e hai intravisto qualcosa
all’orizzonte…presto i tuoi dubbi saranno risolti! (aria sempre più
cospiratrice)
Kiara Potter 91: Grazie mille! Vedremo cosa succederà tra
Charlie e Kim…forse avrai qualche sorpresa in questo capitolo…magari anche su
Ginny e Harry!! XP
Lilyna Potter: Certo hai ragione, Lilyna, ma per quanto riguarda
Harry e Ginny mi piace pensarli ancora un po’ impacciati. Forse è una mia
follia, però…
Ginny89Potter: Gin!! Mi fatto piacere la tua
recensione…Harry/Ginny forever!!
Marty Torsy: Ciao Marty! Sei una new entry
delle recensioni! Mi fa piacere che ilcapitolo ti sia piaciuto. Continua a seguire!!
Pikky91: Un’altra new entry, che felicità!! Mi fa piacere che la
storia ti piaccia. Baci anchea te.
Angelikfire: Ciao Angel! Sono contenta che tu abbia trovato la
mia storia…mi fa sempre piacere avere nuove lettrici!! Un’altra R/Hr Shipper!
Ma lo sai che anche io sono una fan di dott. Hause e Grey’s anatomy?! Però sono
fissata anche con ER.
Zippolo: Grazie per gli auguri! Mi avvicino pericolosamente alla
vecchiaia!! Spero di sentirti presto! Ricordati che mi devi portare in
Australia l’anno prossimo!!
Come sempre, se ho dimenticato qualcuno…PERDONO!!
Scusate il ritardo anche in questo capitolo, ma ho dovuto studiare
(dovrei farlo anche adesso, in teoria) e anche per il mio compleanno (come
forse avrete capito dalla recensione di Zippolo) che è stato il 23 agosto…ah,
la vecchiaia!!
I diritti appartengono a JKRowling (tranne i personaggi che ormai
conoscete).
Ringrazio tutti coloro che mi hanno inserito tra i preferiti (scusate
se non vi ringrazio personalmente, ma non riesco più a ricordarmi chi ho già
ringraziato e chi no…T___T me imbranata!!)
Come sempre BUONA LETTURA!!
La
Nostra Storia
Ciao Amore, Ciao
Era l’ultimo sabato sera d’Agosto eKim non ce la faceva più. Le sembrava di
vivere in un monastero buddista! Aveva voglia di una sigaretta, di una bella
birra babbana fredda emagari di un po’
di sangue caldo… Invece se ne stava sdraiata su quello stupido letto singolo,
con quello stupido copriletto giallo a pallini bianchi, in una stupida casa
puritana... Chiudendo gli occhipoteva
vedere chiaramente il suo comodissimo e spaziosissimo letto, le sue fantastiche
lenzuola seriche nere, la sua stanza lussuosa... Ma non sarebbe mai tornata in
quell’inferno di cristallo. Nove anni. Era stata con i vampiri per nove anni e
ancora adesso la tormentavano certi incubi…
Aprì gli occhi di scatto per scacciar quei pensieri
fastidiosi. Doveva trovare un modo per distrarsi un po’!!
Cercò sotto il letto la sua sacca di pelle di drago con le
poche cose che si era portata da “casa”e vi frugò un po’ dentro. Calze a rete larga, vestitino di cuoio,
stivaletti e guanti senza dita, tutto rigorosamente neri. Un
segno di matita nera e ilrossetto
carminio per completare l’opera. Ora doveva soltanto scendere e uscire
da quella casa senza farsi beccare dall’allegra-famiglia-pel-di-carota.
Sbirciò fuori dalla porta. Tutto libero. Scese piano le
scale e ghignò per un istante congratulandosi per la sua astuzia. Riuscì ad arrivare
nella grande cucina. Anche lì tutto a posto. Fuproprio con la mano sulla maniglia della porta d’ingresso che un’odiosa
voce infranse i suoi sogni di libertà.
-Cosa avresti in mente di fare, esattamente?-
Kim si girò con un sospiro esasperato: ce l’aveva quasi
fatta, miseria ladra!!
Charlie era appoggiato allo stipite della porta che
collegava la cucina e il salotto, con le braccia incrociate e un odioso
sorrisetto saccente stampato sulla faccia.
Non sarebbe riuscita a sembrare più vampira di così, con
quella specie di look “dark lady”, ma bisognava dire che le donava abbastanza. Era
intrigante, doveva ammetterlo.
-Se pensi che io rimanga in questa casa per un altro
sabatosera, ti sbagli di grosso.- gli
rispose piccata.
-E dove vorresti andare? Non conosci nemmeno l’Inghilterra!-
il ragazzo non nascose nemmeno il sorrisetto di sfida.
-Sono una vampira, genio! Ho un radar naturale per certi
locali.-
-Certi locali tipo?-
-Normalissimi locali.-
-Per quello che ne so di te, il tuo tipo “normalissimo” di
locale potrebbe essere l’“Allegra Osteria di Jack lo Squartatore”.
Kim fece una smorfia perplessa, -Non so se tu sia
preoccupato per me osemplicemente ti
piaccia prendermi in giro.-.
-Diciamo che mi preoccupo di prenderti in giro.- disse
Charlie
-Sono quasi commossa da tanta bontà.- rispose la ragazza con
un tono falsamente zuccheroso.
Lo guardò per un attimo a metà tra la sfida e il sospetto:
era carino, fastidiosamente carino. -Cosa hai intenzione di fare? Legarmi o
impedirmi di uscire in qualche modo?- poi divenne di colpo più apprensiva, -Nonvorrai mica costringermi a giocare a
gobbiglie con tuo padre? Se lo fai, giuro che vi mordo tutti!-
Charlie scoppiò a ridere, irritando maggiormente Kim.
-Pensavo a qualcosa di ancora più crudele.- rispose Charlie
riprendendo fiato.
Si avvicinò alla porta, cambiandosi i vestiti con un colpo
di bacchetta.
-Vengo con te!-
Tutta la sera con quell’essere molesto? Kim
non sapeva se esserne intrigata o cominciare a rivalutare le “care vecchie”
gobbiglie.
*****
Mancava poco all’inizio di
Settembre e Lei sarebbe andata via.
Lontana da lui fino a Natale! Poteva immaginarla vicino al baule con la divisa
piegata e stirata fra le braccia e i capelli un po’ spettinati. Magari in quel
momento stava infilando i libri da usare quell’anno,sbuffando scocciata per lo spessore del suo
libro d’Incantesimi. E in più lui si sarebbe trasferito tra pochissimo: doveva
dirglielo!
E se lei non ricambia?
Non essere vigliacco!
E se ho ragione?
Piantala, cretino!
E’ la sorella del mio
migliore amico!
Questa è storia
vecchia.
E se le sembro un
ipocrita?
Non ho più speranza
con te!
Sono solo un po’
intimorito!
Disse il
Super-Prescelto-che-è-sopravvissuto
Io eviterei la facile
ironia!
Stai parlando con te
stesso, Harry!
E’ per questo che mi
preoccupo!
Cercò di riscuotersi da quei dialoghi interiori che lo
facevano sentire un po’ schizofrenico. Cercò di riconcentrarsi sul libro di
Trasfigurazione che aveva davanti, appoggiato su uno degli scatoloni che aveva
preparato per il suo imminente trasloco. A proposito dei libri, si fermò a
pensare, presto avrebbe incontrato i suoi probabili futuri colleghi, che
avrebbero cominciato i test d’ammissione di lì ad una settimana.
Era un po’ nervoso per quell’incontro. Aveva vissuto alla
Tana dalla notte della battaglia e non aveva avuto modo di capire quanto la sua
vittoria su Voldemort avesse attirato
(ulteriormente) l’attenzione su di lui. Ormai si era abituato alle occhiate
curiose e, in alcuni periodi, ostili delle altre persone, ma si sentiva un po’
a disagio. In più avrebbero potuto anche prenderlo in antipatia per la sua “fortunatissima”
ammissione all’Accademia.
Una musica dolce lo distolse da queste preoccupazioni.
Proveniva dalla stanza di Ginny.
Si alzò, supponendo che stesse ascoltando la radio, e si
diresse verso la sua camera. Non sapeva cosa lo spingeva con quella sicurezza
da Ginny; forse quella musica aveva un effetto magico, come il canto delle
sirene dell’Odissea (la vicinanza con Hermione cominciava a dare i suoi frutti,
se si ricordava queste cose!). Eppure quella canzone sembrava un classico brano
un po’ nostalgico. Era quello il suo misterioso fascino che guidava Harry lungo
il corridoio?
Si fermò davanti alla porta aperta della più piccola di
casa. Era come se l’era immaginata, forse addirittura più bella e luminosa. A
vederla così, impegnata a piegare un paio di jeans, con l’espressione un po’
corrucciata per uno sforzo di concentrazione su chissà quale riflessione,
mentre seguiva il ritmo lento della canzone battendo il piede sul pavimento.
Una strana onda si mosse nel petto di Harry, come se l’aria
nei suoi polmoni si fosse mossa verso l’alto come un uragano, come se, in un
piccolo stagno da qualche in mezzo al suo cuore, un sasso avesse creato onde
concentriche che si allargavano all’infinito. Si sentiva traboccare di un’emozione
familiare e nuova al tempo stesso. Eppure il suo corpo continuava a funzionare
come al solito e la sua bocca poteva ancora formare parole. E non gli sembrava
strano che un piccolo sussurro poco udibile gli uscisse spontaneo dalle labbra.
Ti amo.
L’aveva solo pensato o l’aveva detto davvero? O forse era la
canzone che faceva così, che parlava d’amore e di malinconia?Ginny lo stava guardando! Allora l’aveva
detto davvero!
-Scusa Harry, non ti avevo sentito entrare.- Era una sua
impressione o era un po’ rossa? –Hai detto qualcosa?- continuò Ginny.
Il ragazzo non sapeva se fare un sospiro di sollievo o
mettersi le maninei capelli.
-Ho chiesto se ti posso dare un mano.- mentì, cercando di
assumere l’espressione più dignitosa che gli riuscì.
Poi cominciò ad aiutarla, mentre la musica scemava e, con essa,
la sua più grande occasione.
*****
Non poteva credere di essere in un posto del genere con
Charlie Weasley. Aveva una sigaretta in bocca, e una stecca di biliardo tra le
mani; quel pazzo l’aveva portata in una specie di bar per camionisti babbani! Lei
era abituata a stare fra loro (le ricordava la sua vita prima di essere morsa),
ma credeva che per un mago cresciuto interamente tra maghi, quello fosse un posto
quantomeno bizzarro. Invece, non solo era stato il ragazzo a suggerire quel pub,
ma la stava anche distruggendo a biliardo! Che scandalo vergognoso: lei era
imbattibile a biliardo!
-Sei già stanca?- la sfidò il rosso.
-Sono fresca come una rosa. E tu, bimbetta?-lo provocò lei.
-Sto benissimo, grazie.- rispose sempre sorridendo, -Cosa ne
dici di un bicchierino?-
-Pensavo che i bravi bambini non facessero certe cose!-
disse con un odioso sorrisetto.
-Suppongo che tu di bravi bambini ne abbia conosciuti pochi.-.
-Ho conosciuto te!-
-E allora cambierai radicalmente idea.-
Km non capiva se la stesse provocando o ci stesse provando.
Però in fondo la cosa non le dispiaceva: sarebbe stato un divertente
fuoriprogramma.
Lo seguì al banco per prendere da bere.
-Un whisky con ghiaccio- fece il rosso
-Vodka liscia.-
-Non dirmi che i vampiri bevono la vodka?!-.
-Non potevo mica ordinare un ventenne biondo atletico da
dissanguare!-.
Charlie scoppiò a ridere forte, stringendo il bicchiere tra
le dita. -…un ventenne…biondo…atletico?-, cercò di calmarsi, -Se fosse stato
castano non lo mordevi?-
Kim lo guardò malissimo, -Cosa parloa fare con un ignorante come te?! Era tanto
per dire!- sbottò.
-Ohoh…sembra che l’imperturbabile dark lady della
Transilvania si sia offesa!- fece Charlie ghignando.
-Quanto ti odio!...E poi…chi sarebbe la “dark lady”, eh?
Brutto buzzurro, allevatore di draghi dei miei stivali!- si alzò di scatto
dalla sedia e si affrettò verso l’uscita. Charlie pagò il conto e la seguì sbuffando
mezzo divertito, mezzo infastidito.
Riuscì a raggiungerla fuori dal locale e a fermarla
afferrandola per un gomito.
-Lo sai di essere una bisbetica?-
-Lo sai di essere un insopportabile pel di carota?-
-Sei proprio petulante!-
-E tu sei irritante all’ennesima potenza!-.
-Noi due insieme non possiamo proprio starci.-.
-Totalmente incompatibili!-
Si trovarono a guardarsi corrucciati in mezzo a quel lurido
vicolo, circondati da una strana aura di calma, come se fossero stati sul punto
di scoppiare.
Charlie si avvicinò alla ragazza, -Cosa aspetti a baciarmi?-.
-Aspettavo i tuoi comodi!- rispose provocatoria, prima di
poggiare le sue labbra su quelle del ragazzo.
…Totalmente
incompatibili, vero?...
*****
Gli ultimi giorni d’Agosto alla Tana trascorsero molto
velocemente. Harry cercava di raccogliere tutto il suo coraggio per non lasciar
partire Ginny senza averle detto niente; Kim e Charlie
cercavano di parlarsi il meno possibile, chiedendosi, soprattutto, se l’alcool
aveva facilitato ciò che era successo durante quello strambissimo sabato notte
tra di loro.
Ron, invece, era al settimo cielo. Lontano da misere
preoccupazioni come dichiarazioni d’amore e relazioni pericolose, si godeva le
giornate studiando con la sua adorata Hermione. Passavano ore intere insieme,
seduti nel giardino della Tana, con i grossi libri di entrambi (Hermione si
stava preparando per il colloquio di lavoro) aperti sull’erba intorno a loro. Il
rosso non era mai stato più contento di studiare, anche perché era riuscito a
tenersi in pari con i compiti del professor Tann.
Il 31 agosto i due ragazzi erano proprio nel giardino, chini
sui libri, almeno all’apparenza concentrati sullaTrasfigurazione Umana.
Era stato il destino, il caso o la provvidenza a far
sfiorare le loro mani? A fare intrecciare le loro dita quasi automaticamente?
Hermione alzò lo sguardo per incontrare quello del suo
ragazzo e la distanza fra loro diminuì progressivamente, fino ad annullarsi.
Alla ragazza sembrava di essere immersa nell’Amortentia,
mentre appoggiava piano la schiena sul terreno del giardino: odore d’erba
appena tagliata, tutta intorno a lei, e quelprofumo delle pergamene nuove che aveva chiesto in prestitoa Ginny, proprio quella mattina. E poi il suo
odore. Inconfondibile.
La camicia di Ron le sembrava l’unico appiglio sicuro, in
quel momento; il mondo sembrava vorticare impazzito e lei non riusciva a fare
altro se non tenersi saldamente alle spalle larghe del rosso. Si staccarono per
riprendere fiato.
Probabilmente doveva avere un’espressione incantata e non
riusciva a sentire bene le parole di Ron anche se era sicura che le stesse parlando.
-…Mione…-
-Cosa c’è?-
-Ti amo-
Bene.
Aspetta un attimo! Aveva detto quello che lei pensava avesse
detto? Oppure lei si era immaginata che lui avesse detto ciò che lei pensava
lui avesse detto?
Perfetto sono del
tutto ammattita!
-..Non…mi…rispondi…?-fece Ron incerto.
- Certo!...Voglio dire…anch’io!...Si può essere così imbra…-peccato
che il suo sfogo sulla sua goffaggine fu interrotto sul nascere da un bacio da
campionato nazionale (e anche piuttosto entusiasta!) del suo ragazzo.
*****
Quella sera Ron e Harry si trovarono nella stessa camera a
preparare tutto per il giorno dopo all’Accademia: sarebbero entrati alle 11.30,
per poter salutare Ginny, e avevano già avvisato il professor Tann. Ormai
pronti s’infilarono nei loro letti, uno accanto all’altro.
-Cosa hai fatto oggi?- chiese Harry, dopo aver spento la
luce.
Parlavano spesso quando andavano a dormire, si raccontavano
le loro giornate e qualche volta anche i loro problemi.
-Ho detto a Mione che la amo.- disse semplicemente il rosso.
Gli occhi di Harry divennero delle dimensioni di due palline da tennis.
-Co…cosa?-
-Ti sembra così strano?! A me no. Lo sentivo e gliel’ho
detto.- se fosse stato in piedi probabilmente avrebbe alzato le spalle.
Harry era esterrefatto: non perché la cosa gli dispiacesse o
non si aspettasse che ci fosse qualcosa “di più” tra quei due. Però quel tono d’ovvietà
da uno che ci aveva messo degli anni ad ammettere la sua cotta per Hermione… O
poi, perché mai lui non ci riusciva con Ginny?
-Lo vorrei dire a tua sorella, ma non ci riesco.- buttò lì
il moro, credendo fermamente che il suo amico si sarebbe alzato e lo avrebbe
strozzato col cuscino.
-Ci riuscirai. E comunque lei lo sa già.- disse tranquillo.
-Chi sei tu? Cosa nehai fatto del mio migliore amico?-.
-Metti in dubbio la mia saggezza innata?- disse Ron
scherzosamente.
-Non mi permetterei mai, grande maestro.- rispose, facendoli
scoppiare a ridere entrambi.
-Sei un bravo ragazzo. Sono contento che tu stia con Ginny.-
fece.
Poi, mentre Harry cercava di non commuoversi, nascondendo la
faccia nel cuscino, il rosso riacquisto il suo tono
burbero di sempre.
-Ma ricordati che è mia sorella!
Quindi niente sbaciucchiamenti strani e robe del genere. Uomo avvisato…-
Harry scoppiò a ridere seguito a ruota da Ron. Valeva la
pena di combattere il male anche solo per quello!
Il Mio Migliore Amico.
*****
La famiglia Weasley al completo, più Kim, Harry e Hermione,
si trovava al binario 9 e tre quarti per salutare l’ultimogenita della Tana. La
locomotiva rossa era sempre una visione straordinaria per Harry; aveva sempre
significato qualcosa di speciale per lui. Era quello il momento giusto per “agire”,
ma voleva anche lasciare spazio ai genitori della ragazza, perciò fu naturale
per lui defilarsi.
-Mi raccomando! Studia bene e non metterti nei guai.- disse
apprensivamente la signora Weasley, mentre il marito le batteva gentilmente su
una spalla per rassicurarla.
-Fatti valere come una vera Weasley! Almeno 20 punti in
meno!- dissero, invece, George e Percy, guadagnandosi un’occhiataccia dalla
madre.
Le undici si avvicinavano e tutti i fratelli salutarono
Ginny con affetto e, nel frattempo, una fiumana di ragazzi di tutte le età
saliva sui vagoni e si affacciava per salutare. Harry si avvicinò alla sua
ragazza sfruttando l’ultima occasione utile per parlarle e riuscì quasi ad
aprir bocca, ma mamma Weasley la spinse sul treno che stava per partire,
allontanandola da lui.
Il treno cominciò a muoversi, ma Harry riuscì a districarsi
dal mare di genitori che affollavano il binario, mentre Ginny riusciva ad affacciarsi
ad un finestrino.
Di nuovo l’ondata di qualche giorno prima travolse il
ragazzo, guardando il viso della rossa incorniciato dai capelli sciolti e mossi
dal vento.
Ti amo. Un solo
sussurro a fior di labbra e gli occhi della ragazza si spalancarono per la
sorpresa. Aveva letto il labiale. Harry era troppo contento di averlo
finalmente detto (e che lei avesse sentito) per preoccuparsi del fatto che il
treno acquistava velocità, obbligandolo a correre. Ma tutto questo sembrò ancor
meno importante, quando Ginny sorrise e sussurro un inconfondibile “anch’io”.
Qualche metro più in là due ragazzi osservavano la scena.
-Sono carini insieme.- fece Kim con tranquillità.
-Abbiamo appena scoperto il lato romantico di Kim…che
scoop!!- ironizzò il rosso.
-Ah ah…spiritoso.-
-Pensavo che il mio humor squisitamente inglese ti
piacesse.-
-Chissà…- disse Kim sorridendo, -…potrei anche concederti un
appuntamento.- e si allontanò enigmatica.
Il sorriso di Charlie si allargò. Che tipo!
Aiuto! Sono le 23.32, ho la schiena a pezzi, ma questo ve lo dovevo! Spero
che questo capitolo sia abbastanza lungo e abbastanza soddisfacente, per quanto
riguarda le coppie. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci,
Cappychan.
PS: Per un dubbio amletico mio e anche per rendervi più partecipi della storia, vi
volevo chiedere un grandissimo parere:
io adoro la coppia Luna/Neville anche se so che la Rowling ha negato
tutto. Se io volessi far apparire, anche solo per un capitolo, questi due,
vorreste che io fossi rigorosa e rispettassi le indicazioni della Rowling,
oppure potreste accettare un piccolo volo di fantasia?? Aspetto risposte e
consigli!
PS2: Non per essere bacchettona, né moralista, ma, visto che in questo
capitolo se ne parla con un po’ di leggerezza, BEVETE RESPONSABILMENTE,
ragazzi!!
Prima di tutto saluto tutti quelli che hanno lasciato un commento o un
saluto durante il mio “silenzio”per il sesto capitolo
Prima
di tutto saluto tutti quelli che hanno lasciato un commento o un saluto durante
il mio “silenzio”per il sesto capitolo e alle
mie due perle, che hanno recensito anche il “vecchio settimo”(vi adoro!):
Edvige86:
Ciao bellissima, le tue recensioni (non una, ma tre!
Sono commossa! T_T) sono sempre apprezzatissime: sei troppo gentile
-/////-… ma continua pure così XP… Spero di non averti fatto troppo soffrire né
che tu ti sia dimenticata della tua tesora (…dopo
tutto questo tempo…). Mi metterò a lavorare sodo. Promesso. Aspetto con ansia
la tua opinione sul prossimo capitolo. Bacissimi, Cappychan
Miss
Nina: Ciao Miss, ho fatto aspettare molto anche te, scusa. Cercherò di
tornare più in forma di prima! Per quanto riguarda le tue recensioni (anche tu
sei meravigliosa) io adoro la tua pazzia…anche perché io sono peggio! XD…In più
la tua recensione al sesto capitolo era una delle prime e la più lunga…dovrei premiarti…m’inventerò qualcosa…magari un momento
“rosa” dedicato a te…(aria cospiratrice e sorrisino malizioso).
_Ly_: Ciao bella, rieccomi. Sono di nuovo tra i vivi! Come vedi anche
io sono una ritardataria...perciò non c’è problema! Grazie per la tua
recensione e per i tuoi appelli. Goditi il capitolo. Bacini, Cappy.
Milly92:
Milly! Ciao! Grazie per la prima recensione del sesto capitolo (anche a te un
premio –immagine mentale: io che prendo appunti sul blocchetto- Sono tornata
(di nuovo) e spero di soddisfare la tua curiosità. Buon divertimento!
VenTu: Tu sei nuovo! Mi dispiace
tu sia capitato proprio nel momento dell’INFINGARDO BLOCCO SUPREMO...mi farò
perdonare in qualche modo (soprattutto per la tua meravigliosa recensione!!)
Spero che continuerai a seguire. PS: per un motivo particolare il tuo nickmi incuriosisce molto…
RedIrish:
Addirittura?! Sono commossa! (anche se magari in
questi mesi la tua opinione sarò cambiata…SIGH…SOB…speriamo di no…)Mi piace il
tuo nickname…gli amici dell’Irlanda mi sono sempre
simpatici (io ne conosco già parecchi per conto mio…ehehe…)…Goditi
il capitolo!
Angelikfire: Ciao Angel!
Ti ho addirittura fatto interessare alla coppia Harry/Ginny?!? Wow! Per una pseudoscrittrice
(scrittrice?!?...non esageriamo!) è davvero un
bellissimo complimento! Grazie e baci, Cappy.
Zippolo: probabilmente non
leggerai la mia risposta, ma tanto te l’ho già comunicata
a voce….Zippoloforever!
MartyTorsy:
Il labiale, in effetti, è stata una…”intuizione” che, rileggendo la storia, mi
ha davvero convinto…Mi fa comunque piacere che ti
abbia addirittura commosso. A presto!
KiaraPotter
91: Grazie per il bel commento. In effetti, per me era molto importante
lasciare spazio a un po’ d’ironia e non appesantire la
storia con situazioni solo tristi o solo romantiche: ho cercato di seguire lo
spirito dei libri originali…Su alcune cose hai visto giusto, ma non ti svelo
niente…(come al solito, devo mantenere la suspance)…Buon
divertimento!
Erikablue: Un’altra new entry
(dopo tutto questo tempo sarebbe meglio dire “old entry”, ma lasciamo perdere
“-///-) La tua osservazione su Ron non è affatto
sbagliata, ma più che ooc, ho voluto che il
personaggio del rosso, che è sempre stato il più “immaturo” dei tre (a
mio parere) crescesse un po’. In effetti non ho
considerato tanto strano che dopo la morte di un fratello, una battaglia
vissuta in prima persona e moltissime brutte esperienze vissute (per esempio la
tortura subita dalla sua ragazza) trovasse un po’ più di “maturità”…un po’ come
Neville nel settimo libro =)…Mi ha fatto comunque
piacere un po’ di sana critica costruttiva, perciò… continua pure a
commentare…(espressione falsamente innocente) …Scherzo =)…Buona lettura!
LylinaPotter:
In effetti mi sono lasciata un po’ andare al romanticismo, ma a me piace
così e dalla tua recensione sono sicura che tu la pensi come me! Il prossimo
capitolo è dedicato anche a te.
Ginny89Potter:
Sorellona! Il sesto capitolo
ti ha fatto felice, vero?! Non avevo dubbi =)…Spero che la storia (nonostante
la mia prolungata assenza…sorry -/////-) continui ad
appassionarti! Baci, Cappy
Dopo
aver sbrigato la pratica “Risposte alle recensioni”, faticosa, ma sempre molto
gradita e divertente per me, passiamo ora a un
discorso serio che credo sia d’obbligo.
CHIEDO
UMILMENTE PERDONO PER IL SECONDO MOSTRUSO RITARDO!
Un
blocco (che d’ora in poi chiameremo familiarmente Infingardo Blocco Supremo) mi
ha perseguitato a lungo e non sono ancora riuscita a
uscirne definitivamente; la scuola, poi, non mi dà tregua nemmeno
d’estate (mi chiedo ancora a cosa serva il greco…vabbè)
Chiedo scusa e ringrazio soprattutto le lettrici più accanite, che mi hanno
sempre seguito e recensito. Devo avvertirvi che ultimamente sono diventata
terribilmente critica nei confronti di quello che scrivo e non riesco a mettere
giù nemmeno una pagina senza cancellare tutto tremila volte, perciò sono
diventata abbastanza lenta nel “produrre”. In secondo luogo ho avuto modo di
leggere tante ff che mi hanno messo un sacco di nuovi
spunti in testa, ma mi hanno anche molto confuso, per non parlare di qualcheduna
che mi ha addirittura fatto sospettare il plagio (forse a torto) gettandomi in
una specie di via di mezzo tra l’indignazione e il panico. Infine l’ultimo
capitolo (che era effettivamente un “mezzo capitolo”) non sembra
essere stato all’altezza degli altri e questo mi dispiace molto. Ho
aspettato tanto tempo soprattutto perché la qualità di ciò che scrivevo non ne
risentisse, ma forse non è stato così. Spero che questa
situazione si risolva e che riacquisti lo smalto di un anno fa.
Soprattutto perchè scrivere questa storia mi ha
sempre divertito ed emozionato molto! In questi giorni e durante il
prossimo mese, cercherò di andare avanti, tentando di fare qualcosa di buono.
In particolare proverò a chiarirmi le idee e pianificare un po’ meglio il
resto della trama.
Ora,
dopo questo “momento serietà” vi lascio al settimo
capitolo rivisitato e corretto, sperando davvero che vi diverta e vi
appassioni. Come sempre….BUONA LETTURA!!
La Nostra Storia
Sentimenti e Riflessioni (versione riveduta e corretta)
Harry traslocò definitivamente al Salice il primo mercoledì
dopo la partenza di Ginny, nonostante l’invito della signora Weasley a rimanere
ancora un po’ alla Tana. La piccola fortuna ammonticchiata nella sua camera
blindata non era consistente come prima, ma a lui questo non importava. Ora
aveva una casa tutta sua.
Al
piano inferiore, un piccolo ingresso era collegato direttamente al salotto da
dove si poteva accedere alla cucina e al bagno. Una
robusta scala di legno portava al piano superiore dove, invece, si aprivano sul
lungo corridoio tre piccole stanze, un bagno più ampio e una spaziosa camera da
letto. Era molto grande per una persona sola e le prime notti in quella casa
vuota furono molto strane per il moro, che era ormai abituato al clima della
Tana. Ma, nonostante questo, era contento di essersi
trasferito.
Durante
la prima settimana sperimentò la sua abilità negli incantesimi domestici nel
disperato (e vano) tentativo di ordinare e pulire almeno la camera da letto, il
bagno, l’ingresso e il salotto, che erano le stanze
più usate della casa. Della cucina Harry non aveva quasi mai avuto bisogno,
perché passava quasi tutte le sere dai Weasleye, a pranzo, spesso era nella Londra babbanacon Ron, subito dopo la fine delle lezioni
della mattina.
Visti
i risultati dei suoi sforzi, si arrese al caro vecchio olio di gomito, passando
il tempo libero delle settimane seguenti a spolverare, spazzare, disinfestare e
lavare. Ora cominciava ad apprezzare ancor di più la signora Weasley.
Nella
prima metà di Settembre fu così indaffarato che, appena aveva il tempo di
pensare a Ginny, si trovava davanti la sua nuova lettera, arrivata da Hogwarts come ogni sera. Quello era per il ragazzo il
momento migliore della giornata, perché, finalmente lontano dalle
preoccupazioni dello studio, poteva rilassarsi, pensando alla sua ragazza. Le
lettere erano sempre molto semplici. Raccontavano le novità a scuola (la
Mcgrannitt, per esempio, era diventata preside provvisoria e la sua cattedra di
trasfigurazione era stata occupata da un giovane uomo di origini scozzesi),
notizie sugli amici e conoscenti che ancora frequentavano, come Luna e gli
ultimi membri dell’ES, oppure semplicemente erano la valvola di sfogo
attraverso la quale la ragazza si confidava con lui, e rivelava i suoi dubbi
per essere consigliata.
Era
strano essere il confidente di una ragazza. Certo, era uno dei migliori amici
di Hermione, ma lei non si era mai confidata con lui (e nemmeno con Ron, a
quanto ne sapeva). Ma, riflettendoci, era una situazione completamente diversa.
Lui e Ginny si amavano. E mai come in quel momento, Harry aveva voglia di
condividere tutto con lei, ogni minimo pensiero ed emozione. Da una parte
questo era abbastanza spaventoso per il moro: non era mai stato del tutto solo,
nelle sue avventure e nei momenti importanti, ma il destino che si era
abbattuto su di lui in quei diciotto anni lo aveva reso comunque isolato in
qualche modo da tutti gli altri. Ricordava molte occasioni in cui nemmeno i
suoi amici erano riusciti a comprenderlo e a calmarlo (non che ne facesse loro
una colpa!). Invece la rossa era diversa, in un modo che Harry non riusciva
ancora del tutto a comprendere.
Intanto
l’inizio ufficiale del corso per Auror si avvicinava e il nervosismo per questa
nuova avventura cominciava a farsi sentire sia per il moro che per il suo
migliore amico. Ron aveva preso questa professione molto sul serio e
s’impegnava al massimo. Passava le ultime giornate d’estate chino sui libri,
con un’espressione concentrata che Harry gli aveva visto poche volte. Proprio
per questo il “bambino sopravvissuto” si trovava sempre più spesso a riflettere
su quanto fosse maturato l’amico in quei mesi.
Sospettava
che fosse dovuto alle cose terribili che avevano
dovuto affrontare durante la guerra, ma che fosse anche grazie alla vicinanza
di Hermione. La ragazza aveva finalmente cominciato a lavorare al Ministero ed
era davvero entusiasta del suo lavoro, tanto che ai ragazzi ricordava
terribilmente Percy durante il suo primo anno con Crouch. Ovviamente nessuno si
era azzardato a dirglielo.
Si
era appassionata a tutti i suoi nuovi incarichi per la difesa delle creature
magiche e per i rapporti con varie specie che il Ministero era ancora
occupatissimo ad aggiustare dopo ciò che Voldemort e i
suoi Mangiamorte avevano fatto. Soprattutto s’impegnava moltissimo per la
“questione mannari” che stava particolarmente a cuore a tutti gli ex
combattenti dell’Ordine della Fenice. Kingsley Shakebolt si era interessato
personalmente al suo lavoro, nonostante gli impegni come Ministro.Per questo la riccia rimaneva sempre più
spesso al lavoro fino a tardi, tornando a volte col signor Weasley. A volte,
invece, non riusciva nemmeno a passare alla Tana per cena, ma andava
direttamente a casa sua, troppo stanca anche per mangiare.
A
Ron dispiaceva vederla così poco e soprattutto così
esausta, nonostante notasse chiaramente la determinazione e la felicità della
ragazza per i compiti che svolgeva. Ma le preoccupazioni più pressanti per Ron
erano altre.
Da
qualche tempo le sue notti erano occupate con frequenza sempre maggiore da
sogni su Hermione che, anche da sveglio, gli mandavano a fuoco le orecchie per
l’imbarazzo. Non sapeva cosa gli stesse succedendo esattamente e chiedere ai
fratelli maggiori era impensabile. Infatti Bill era preso dalla sua nuova vita
da maritino premuroso e passava sempre meno tempo alla Tana (con sommo
disappunto della madre), George era fuori discussione, perché l’avrebbe preso
in giro morte, Percy sembrava essere un po’ assente in quegli ultimi giorni e,
inoltre chiedere a lui sarebbe stato troppo persino per Ron. Rimaneva Charlie,
che forse era il fratello più utile in questa circostanza, ma lui era tutto
preso dalla stramba ragazza con i capelli blu.
Avrebbe
voluto confidarsi con Harry, ma non erano più riusciti
a trovare un po’ di tempo e di privacy per parlare, soprattutto dopo il
trasloco. E, poi, sarebbe stato strano parlarne con lui. Considerava Hermione
come una sorella ed era il ragazzo di Ginny (non voleva “contagiarlo” con
strane idee! Lei era la sua sorellina!).
Perciò per un lungo mese tacque e rimuginò su questo nuovo
forte sentimento che non aveva mai provato, il desiderio.
* * * * *
Era
un Venerdì sera di metà Settembre e , mentre il resto della famiglia, Harry e
Hermione (ospiti come sempre) finivano di cenare, chiacchierando animatamente,
Charlie Weasley si stava preparando ad uscire ufficialmente con Kim per la
prima volta. Asciugandosi i capelli, ormai non più corti, e scegliendo una
camicia scura da indossare, rifletteva sulla settimana appena trascorsa.
Nei
giorni precedenti, dopo l’esplicito invito ad uscire, fatto da lui durante un
placido dopocena alla Tana, i loro rapporti erano un po’ migliorati rispetto
alla “guerra fredda” del primo mese. Avevano cominciato a rivolgersi piccoli
cenni di saluto, ma non avevano smesso di provocarsi. Anzi, sembrava
addirittura che lo facessero con maggior accanimento e malizia. Non avevano
ancora parlato seriamente di tutto quello che era successo in Romania e tra
loro in Inghilterra; lei rimaneva un mistero. Non sapeva niente della sua vita
tra i vampiri e del perché gli avesse salvato la vita rischiando la propria.
Notava
il suo disagio ogni volta che si trovava in compagnia della sua famiglia
-soprattutto della madre e del padre- e quello sguardo triste che ogni tanto si
leggeva sul suo viso, senza motivo apparente: doveva aver passato dei momenti
difficili tra i suoi simili. Allora perché il suo comportamento mostrava sempre
l’ostentazione e l’orgoglio per la sua vita in Romania?
Chiudendosi
la camicia blu con le maniche corte che lasciava il drago d’inchiostro in bella
mostra, fece scivolare la sua mente verso pensieri meno difficili. Era curioso
di vedere come si sarebbe conciata quella pazza. Solitamente aveva sempre
qualcosa di nero e di cuoio, anche durante il giorno, e teneva il collo e le
spalle coperte. Probabilmente sotto la stoffa nascondeva i due segni del
morso…Poteva vedere chiaramente i capelli neri e blu in contrasto con quella
sua pelle magnificamente bianca…Bella…
Scosse
la testa con un sorriso di rimprovero verso se stesso: doveva stare attento ai
suoi pensieri e a non farsi troppo coinvolgere in questa storia. Nonostante Kim
fosse certamente attraente e gli piacesse, lei era una vampira, una ragazza che
non aveva niente a che fare con lui. Forse avrebbero potuto divertirsi per un
po’insieme; magari si sarebbe anche affezionato, ma non ci sarebbe dovuto
essere niente di più tra loro. Era e doveva essere solo una cosa passeggera.
Solo divertimento.
Accantonò
anche questi pensieri e s’infilò la giacca e un paio di scarpe comode, prima di
uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle con un sorriso
malandrino.
* * * * *
In
un’altra stanza della stessa casa, una ragazza dai capelli bicolore era in
piena crisi isterica.
Erano
passati nove anni dal suo ultimo vero appuntamento e allora lei aveva sedici
anni. Tra i vampiri del suo gruppo non esistevano cose del genere: non erano
creature particolarmente romantiche, almeno per la sua parziale esperienza. Magari
i vampiri inglesi sono tutta un’altra cosa…
Scacciò
questo genere di supposizioni senza senso e si concentrò sui pochi vestiti che
si era portata da casa.
Come
si sarebbe vestito pel-di-carota? Elegante? Kim scosse
la testa. No, quel buzzurro era sicuramente vestito con quei banali jeans…quelli
che gli fasciano così bene le gambe…e un’insipida maglietta…che lascia
scoperto il collo muscoloso al punto giusto…Basta! Quel maledetto rossastro
l’avrebbe fatta impazzire. Come osava essere così dannatamente attraente?Ne aveva conosciuti di uomini affascinanti, i
classici belli e dannati (nel vero senso del termine)! Eppure quel maghetto la
metteva in difficoltà. Era un dongiovanni e si vedeva chiaramente, ma dal suo
modo di fare traspariva una certa ingenuità e dolcezza. Aveva l’impressione (e
di solito il suo intuito non sbagliava) che lui non le avrebbe fatto del male come
tutti gli uomini che aveva frequentato in quel
momento…a parte papà…pensò con
tristezza.
Di
solito non si lasciava cullare dai vecchi ricordi, ma in quella casa, vivendo
con quella famiglia così vitale che aveva dovuto sopportare tanto dolore, ma
rimaneva comunque unita (Aveva sentito parlare di un
fratello minore, morto durante la guerra), la nostalgia si era impossessata di
lei. Sognava spesso suo fratello e sua madre che la fissavano, o suo padre che
le parlava in rumeno…
In
quella strana casa avrebbe forse potuto trovare la pace e il perdono?...Anche se così fosse stato, lei non poteva. Un conto era
essere ospitata per un paio di mesi, un altro era mettere in pericolo quelle
persone per tutta la vita. E quell’irritante ventenne avrebbe anche potuto
essere il suo salvatore…in fondo l’aveva già salvata una volta senza neanche
rendersene conto…
Scacciò
queste illusioni dalla sua mente:cosa
pensava di poter fare? Innamorarsi? Pensava di poter scappare da Lui, senza
problemi e vivere felice e contenta in Inghilterra?Già si vedeva in una casetta con la palizzata
bianca, mentre un cane e tre piccoli mocciosi pel-di-carota con i canini
appuntiti corrono per il giardino, pensò con amarezza.
Va
bene, si disse, provava attrazione per quel ragazzo.
Era una cosa comprensibile. Ma sarebbe stata solo una storiella senza futuro.
Un passatempo momentaneo. Poi sarebbe scappata verso qualche posto più sicuro,
lasciando dietro di sé tutti…E’ l’unico
modo…
Cercando
di non badare all’insolito abbattimento che l’aveva assalita si passò la matita
nera e si infilò pantaloni e maglietta neri, facendo
attenzione a coprirsi collo e spalle. Poi, prima di uscire dalla stanza con un
falso sorriso di sfida sul viso, si ripeté il mantra che l’aveva sostenutada quando aveva conosciuto il suo Padrone: …Niente Sentimenti…
* * * * *
Nonostante l’ora tarda, due ragazze occupavano ancora il
loro abituale posto in biblioteca, premendo le penne sulla superficie
irregolare delle loro pergamene e spostando ogni tanto gli occhi sulla pagina
di qualche grosso tomo vicino a loro.
I
capelli rossi di Ginny e quelli biondi della sua amica Luna si toccavano sul
legno antico del tavolo già da qualche ora, ma le due continuavano a scrivere
incuranti del tempo trascorso, troppo impegnate dalla ricerca di
Trasfigurazione, che le loro due case seguivano insieme. Improvvisamente la
rossa allontanò con un gesto aggraziato i capelli dal piano di lavoro,
sbuffando e appoggiando stancamente il mento sulla mano libera dalla penna.
-Non
ce la faccio più! Il nuovo professore è anche peggio della Mcgrannitt.- Luna
alzò i grandi occhi azzurri verso l’amica, sorridendole.
-Pensavo
che ti piacesse.-
-In
effetti, è molto bravo come insegnante, ma se continua a caricarci in questo
modo, non sopravvivremo fino agli esami.- rispose con
aria stanca.
Le
due ragazze si guardarono per qualche secondo senza parlarsi, lasciando posto
al silenzio, come spesso accadeva fra loro.
-Harry ti ha già risposto?- chiese
la bionda, riprendendo a scrivere, mentre Ginny sorrideva automaticamente al
nome del suo ragazzo.
-Sì.
Te l’ho detto che si è trasferito nella nuova casa? E che l’ha chiamata “il
Salice”?-
-Almeno
un milione di volte.- rispose Luna con un sorrisino divertito.
-Scusa.
Sono davvero noiosa in questi giorni. Parlo sempre delle stesse cose.- sorrise
a mo’ di scusa.
Poi
cambiando discorso e piegando le labbra in un’espressione furbetta, -E Neville?
Ti ha scritto?-
Era
sempre strano per Ginny vedere Luna arrossire perché questo avveniva sempre di
rado, riguardo ad una sola persona e da poco tempo. La prima volta che era successo, all’inizio dell’anno, la giovane Weasley si era stupita. Poi, però, aveva subito
riconosciuto ciò che i problemi della guerra e la sua preoccupazione per Harry
le avevano impedito di vedere: tra i suoi amici,
compagni nelle avventure dell’anno precedente, era nato qualcosa di forte e
inaspettato.
E,
mentre Luna cambiava argomento imbarazzata e lei
ricominciava a scrivere, pensò che ne era davvero contenta. Se lo meritavano
entrambi.
* * * * *
Un
ragazzo e una ragazza si allontanavano dalla casa un po’ sbilenca, che si
ergeva dal fianco della collina, da dove gli occhi di Molly Weasley e dei suoi
figli li guardavano sospettosi e divertiti, e camminavano per la polverosa
strada di campagna, nascondendo il loro insolito imbarazzo dietro le loro
piccole e ormai tradizionali provocazioni…
Continua
So che questo capitolo era già stato
pubblicato, ma ho ritenuto opportuno, dopo un rilettura, modificarlo leggermente.
L’ottavo capitolo è già in fase di rifinitura e la trama sta riprendendo forma.
Tra pochi giorni postero il prossimo chap. Chiedo ancora scusa per il ritardo.
I commenti e le critiche costruttive sono sempre ben accetti e
risponderò, come sempre, volentieri.
Prima di tutto saluto tutti coloro che hanno lasciato un commento o un
saluto durante il mio “silenzio”per il sesto capitolo
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti e che
hanno recensito:
Rosy823: Ciao Rosy! Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato la storia! In più sei la prima quindi
meriteresti un piccolo premio!...vedremo (aria da
cospiratrice)… 823?! Pensa che il mio compleanno è ad Agosto, il 23!! XD Vabbe’
la smetto…Spero chequesto capitolo ti
appassioni! A presto!
Erikappa: Ehi Erika, grazie della recensione. Mi ha fatto molto
piacere. In particolare sono contenta che la coppia Kim-Charlie sia
convincente. Non è facile (almeno per me) creare un personaggio dal nulla o
trattarne uno quasi sconosciuto (…povero Charlie…) e renderlo simpatico e
apprezzato… In questo capitolo i nostri due amici, avranno un ruolo
centrale…però non ti svelo niente!
Buon Divertimento!
Pk82: Sei assolutamente perdonato! (Ma
rimedia pure quanto vuoi!! XD) Grazie per la tua recensione e la tuapreferenza (mi sento un po’ una commessa a
dire così “-_-). Per quanto riguarda i quattro
ragazzi, in questo capitolo avrai un po’ di spunti…“interessanti”…Su Kim
scoprirai un po’ di cose e avrai modo di incuriosirti ancora di più…chissà cosa
combineranno quei due… (Ahah..il genio della suspense!
XD)...Mi farebbe piacere leggere qualche tua opera, ma sono un po’ traballante
come connessione internet, perciònon
prometto niente (sorry!)…Spero di “sentirti” ancora!
Ginny_Potter94: Ed ecco la mia nuova lettrice. Tu sei fantastica
(e ancheun po’ matta- ma lo apprezzo
molto)!! Quattro recensioni in un’ora! Se continui così comincerò ad adorarti! Per quanto riguarda il discorso delle
recensioni ai vecchi capitoli, hai perfettamente ragione (e poi, direi che ti
sei fatta perdonare! XD). Sei curiosissima? Allora faccio bene il mio lavoro!
Bene, bene…chissà cosa potrebbe accadere in questo capitolo…Ci “sentiamo”!
MissNina: Miss!! Mi fa piacere sentirti dopo tanto tempo! Sì sì,
proprio in questo capitolo avrai un momento rosa tutto tuo J!!
Contenta, eh?! Mi fa piacere il capitolo ripostato ti sia
piaciuto e spero che anche questo ti soddisfi. Ha richiesto davvero
tanto lavoro! Su Kim e Charlie…chissà cosa sta inventando la mia testolina…?....Continua a seguire e lo scoprirai!
Dunque…Finalmente un capitolo tutto nuovo (e
lungo in maniera appropriata) per voi. Spero che la qualità sia sempre
buona e la scrittura non troppo pesante (è un po’ il mio tallone d’Achille). In
questo capitolo si alterneranno i famosi “momenti rosa” a qualche scena un po’
più movimentata e a qualche rivelazione sulla nostra Kim…Vi ho
incuriosito?!?
Questo capitolo è dedicato alla Kim in carne e ossa che ha prestato il
nome alla mia problematica vampira e che sta per diventare una fantastica
mamma: Congratulazioni, bellissima!
Come sempre la storia è dedicata a tutti i lettori che la seguono e a
tutti quelli che recensiscono.
In particolare, Volevo dedicare i“momenti rosa”:
-Harry/Ginny a MissNina che è una romanticona;
-Kim/Charlie a Milly92 che ha avuto la vista lunga.
Per Ron ed Hermione dovrete aspettare ancora un capitolo, sperando di
non farvi soffrire troppo. Sto progettando sorprese per tutti, perciò abbiate pazienza e sarete ripagati!
Avevo promesso premi ed eccoli qui! BUONA LETTURA!!
PS: Questa storia non ha scopo di lucro e i personaggi appartengono
alla loro creatrice J.K.Rowling (tranne quelli che sapete).
La
Nostra Storia
Appuntamenti
Dopo essere arrivati al vecchio pioppo, dove l’incantesimo di anti-materializzazione della Tana non aveva più effetto,
ed essersi smaterializzati, Charlie e Kim riapparirono in una stradina laterale
di un villaggio poco distante da Londra.
Questo non era molto conosciuto dai babbani, ma era uno
straordinario luogo di passaggio di maghi e di creature d’ogni sorta. La
taverna “Il Centauro Imbizzarrito”, per esempio, era un punto di ritrovo per
tutti i viaggiatori magici che avevano voglia di un bel bicchiere di whisky
incendiario, prima di riprendere il cammino. O,
magari, seduti ad un vecchio tavolo malconcio, potevano portare a termine
interessanti trattative, più o meno legali.
Il secondogenito degli Weasley
aveva cominciato a frequentare quel posto a vent’anni, quando, durante uno dei
suoi viaggi di ritorno dalla Romania, uno dei suoi colleghi aveva proposto un
“bicchierino di saluto”. Alla fine della serata, com’era prevedibile, era
uscito dal locale con le tasche vuote e una sbronza piena. Ma, nonostante
questo, c’era tornato spesso, dopo quella prima volta,
o per affari o per lavoro, o magari per trovare la compagnia di qualche espansiva
turista…Ma più di tutto, gli piaceva per la gente che si fermava lì. Lo
divertivano gli strani personaggi che venivano da paesi così diversi da quello
dov’era nato o da quello dove lavorava. La voglia d’avventura e di viaggiare,
ma soprattutto la curiosità (aspetto che aveva in comune con suo padre e con i
gemelli) erano sempre statepeculiarità del suo carattere, e in quel luogo la sua fantasia un
po’ infantile poteva sbizzarrirsi. Infatti, i
viaggiatori, tra un boccone e l’altro, avevano l’abitudine di raccontare storie
dei loro viaggi (divertenti, terrificanti, completamente inventate…) che il
ragazzo avrebbe ascoltato per ore, con una burrobirra in mano e la risata
sempre pronta.
Così, quando lui aveva dovuto scegliere un posto dove
portare Kim per quel loro primo appuntamento, gli era venuta in mente la
taverna.
Questa si trovava all’incrocio tra la stradina laterale,
dove ora camminavano, e la via principale. Era visibile, sull’angolo di uno dei
vecchi edifici, un’insegna logora, in legno, con una brutta rappresentazione di
un centauro in piedi sulle zampe posteriori e con un’espressione feroce
(davvero poco realistica) sul viso.
La notte era silenziosa e non c’era anima viva oltre ai due
ragazzi appena materializzati, che, dopo essersi ripresi dal “viaggio”, si
guardavano intorno, per un attimo spaesati.
Quando, finalmente il giovane dai
capelli rossi si riscosse, scambiò uno sguardo verso la ragazza e le fece un
cenno. Poisi mosse verso la strada
principale, mentre la ragazza lo seguiva in silenzio, cercando di trattenere la
strana curiosità che l’aveva presa. Chissà dove aveva intenzione di portarla
quel buzzurro…in un altro locale babbano?...
-Il posto è all’incrocio.- disse
improvvisamente lui, senza voltarsi. – E’ un locale per maghi e creature da
tutte le parti del mondo. Da fuori può sembrare deserto, ma in realtà c’è
sempre un sacco di gente.- spiego semplicemente, mentre passavano sotto il
legno dell’insegna e si trovavano davanti ad una piccola porta scura.
Ferma davanti a quella porta, Kim ebbe un attimo
d’esitazione: se era un ritrovo per viaggiatori…se Lui avesse mandato qualcuno
a cercarla…scacciò subito questi pensieri, ma non riuscì adimpedire a
un’espressione infastidita di deformarle il viso.
Notando il cambiamento, -Che c’è?- aggiunse il giovane,
assumendo il ghigno che la ragazza aveva definito
“alla Weasley”, -Non t’imbarazzerà un po’ di gente?-
-Mi sembra di essere già uscita con te una
volta- rispose la vampira sbrigativa.
-Vero, però quello non era un appuntamento ufficiale.- fece
Charlie per provocarla -Non sarai mica nervosa?-.
Lei lo guardò con aria sprezzante, aprendo con una manata
decisa la porta del “Centauro Imbizzarrito”.
-Non ti montare la testa. Sei carino,
ma rimani un pel-di-carota irritante- ed entrò, lasciando il rosso che la
guardava divertito:…Carino, eh?…
L’atmosfera dentro il locale era completamente diversa
dell’esterno.
Questo era formato da un unico stanzone non troppo grande.
Sembrava veramente molto affollato, nonostante ci fossero solo una ventina di
persone, escluso il grasso oste (la ragazza l’aveva riconosciuto per il
grembiule sudicio legato intorno alla vita), che stava in un angolo a
chiacchierare con un goblin, e una cameriera carina che aveva salutato Charlie
non appena l’aveva visto. Mentre Kim lo guardava con un
sorrisino provocatorio, il ragazzo, tutt altro che imbarazzato, si avvicinò al
bancone.
Dietro questo stava un uomo di colore,
sulla quarantina, con profonde occhiaie e diverse cicatrici sul volto che
formavano simboli che Kim non conosceva (probabilmente rune).Mentre la ragazza raggiungeva il rosso, che si era già
seduto, l’uomo stava servendo un liquido grigio ad un essere incappucciato.
Quando anche lei si fu seduta, lui
si girò verso di loro.
-Cosa prendete?- chiese con voce
cavernosa.
-Io prendo una burrobirra.- fece Charlie; poi, guardò
curioso la ragazza, -E tu?-
-Fammi un Transilvania ghiacciato.-
L’uomo la guardò per un secondo, ma, senza far domande, si voltò
e cominciò a trafficare con bottiglie di diverse dimensioni.
Kim si guardò intorno con più attenzione.
Vicino all’ingresso c’era un manipolo di maghi cheridevano e parlavano, in quello che sembrava
tedesco, facendo più chiasso degli altri. Erano tutti vestiti di pelle di
drago, con le bacchette infilate saldamente in foderi legati alle gambe. Alcuni
avevano cicatrici sul viso e sulle braccia scoperte.
Più a destra una coppia di goblin arcigni contavano
due grossi mucchi di galeoni, mentre un omino dall’aspetto sudicio li osservava
con palese interesse dal tavolo vicino fumando una lunga pipa sottile. Il fumo
azzurrognolo di questa si muoveva in vivaci nuvolette verso un tavolo
nell’angolo più oscuro del locale. Kim non riuscì a vedere chi fossero le due sagome che parlavano pianissimo e in maniera
molto sospetta. Si ricordò che era meglio farsi gli affari propri e puntò lo
sguardo verso il centro dello stanzone dove, ad un tavolo rotondo, giocava ai
dadi un gruppetto eterogeneo di creature tra cui una bella ragazza dai capelli
castani e dalla pelle bianchissima, decisamente poco
vestita, e un ragazzone moro sorridente, alto quasi due metri, che sorseggiava
un whisky e parlava in greco con un uomo di spalle.
Il rumore del bicchiere, appoggiato non troppo gentilmente
sul bancone davanti a lei, richiamò la sua attenzione.
Charlie, che intanto l’aveva osservata in silenzio, mentre
questa spostava lo sguardo da un avventore all’altro, osservò incuriosito il
suo bicchiere; Un comune bicchiere da whisky era riempito per metàda un liquido rosso, molto denso in
apparenza. Dentro di esso galleggiavano due cubetti di
ghiaccio e si stava pian piano mescolando un liquido nero, che sembrava
petrolio.
-Scommetto che non è succo di pomodoro.- fece
il ragazzo, mentre si portava alla bocca la bottiglia di burrobirra e la
ragazza sorseggiava il suo drink.
-Indovinato.- rispose Kim con aria annoiata.
-Per curiosità, cos’è esattamente quella roba nera?-.
-Liquirizia- e buttò giù l’ultimo
sorso di getto.
Il ragazzo continuava a guardarla divertito. Non aveva mai
avuto a che fare con un vampiro. Certo, li aveva studiati a scuola, e gli
avevano detto qualcosa quando era partito per la Romania, visto
che lì c’era la comunità più estesa e meno conosciuta del mondo. Però avere a che fare direttamente con una creatura così
diversa da lui, ma che non aveva in apparenza nulla di diverso da una qualsiasi
ragazza, lo affascinava.
-Di cosa sa?- chiese improvvisamente lui
con un tono d’ovvietà, come se le avesse chiesto come stava. Kim lo
guardò con tanto d’occhi.
-Come?!-
-Ti ho chiesto: di cosa sa?-
Kim lo guardò stupita.
-Sai cos’è questo, vero?!-
-Sangue, suppongo.- rispose
tranquillo, mentre il suo sorriso si allargava.
Kimera sempre più
confusa.
-E’ sangue umano…di cosa vuoi che sappia??-.
-Be’…non è che io beva litri di
sangue tutti i giorni.- disse Charlie in modo pratico, ma sorridendo in modo
provocatorio. –Perciò ho chiesto all’esperta.-
La ragazza alzò gli occhi al cielo esasperata.
-Maghi! Che razza irritante!- sbottò
facendo ridere il ragazzo, che commentò, -Come siamo permalose, stasera!-
La vampira aveva aperto la bocca per rispondere, ma
improvvisamente un vocione la fece trasalire.
-CHARLIE WEASLEY!!-
L’uomo di spalle, al tavolo dei dadi, si era girato e ora avanzava
spedito verso il bancone, con un’espressione allegra e bonaria sul viso
abbronzato e grassoccio. Non era tanto alto, ma abbastanza robusto. Sotto il
vecchio mantello da viaggio si potevano scorgere le spalle poderose. Non aveva più di quarant’anni, ma striature di grigio erano già
molto frequenti tra i capelli e sul pizzetto.
-Nick!?- il ragazzo dai capelli
rossi si era girato e in unattimo aveva
risposto con un sorriso felicemente sorpreso all’amico.
Molti avventori, richiamati dal rumore si erano girati verso
i due. Alcuni erano poi tornati alle loro occupazioni; altri, come l’oste col
grembiule, la ragazza castana, i goblin e i due tizi nascosti nell’angolo, guardavano la scena incuriositi.
-Da quanto sei qui in Inghilterra?- stava, intanto, chiedendo
il greco.
-Da qualche settimana. Non sapevo avessi lasciato Delfi! Sei
in giro per lavoro?-
-Sai com’è…ogni tanto bisogna cambiare aria…-, ma Kim non sentì il resto della frase, perchéuna sensazione la colpì fulmineamente: due
occhi la stavano fissando con intenzioni tutt’altro che pacifiche. Ne era certa grazia ai suoi sensi più sviluppati del
normale. Si guardò intorno in maniera circospetta, ma non notò niente
d’insolito…Sei
un bravo segugio…finoranon ti sei fatto
beccare…
Le sue paure erano fondate…Probabilmente era qualcuno
mandato da Lui…per ucciderla, forse…o per portarla indietro, che era anche
peggio…
Charlie continuava a chiacchierare. Non si era accorto di
niente, ma era in pericolo anche lui. L’avevano visto insieme a lei e i vampiri del suo clan non facevano molti
complimenti, se c’era da mordere o uccidere qualcuno…non si preoccupavano della
Legge…
-E questa? E’ una tua amica?-
chiese Nick lanciandole uno sguardo carico di sottintesi.
Kim si girò a fatica verso i due, rimanendo concentrata per
escogitare qualcosa, mentre Charlie la presentava.
-Lei è Kim. L’ho conosciuta in Romania…lasciamo perdere
come…-disse ridendo. Si rivolse a lei, -Lui è Nikola Seakis, ma noi “poveri
inglesi” lo chiamiamo solo Nick.-.
Mentre la ragazza porgeva la mano
distrattamente, per stringerla a Nick. La sensazione di pericolo si
amplificò a dismisura, ma era troppo tardi: un in un attimo la vampira si trovò
scaraventata dietro al bancone. Prima che i due uomini avessero
il tempo di reagire, la bella ragazza castana, che aveva travolto Kim, colpì in
pieno viso il greco, mandandolo a sbattere contro il tavolo dei goblin, che si
alzarono indignati. Charlie, cercò di fermarla bloccandola da dietro la
schiena, con le braccia muscolose, ma questa era troppo forte e si divincolò
quasi subito, facendolo cadere a terra. Il ragazzo era in netto svantaggio, non
volendo colpire una donna, ma doveva ammettere che la ragazza non era né indifesa né innocua.
Nel frattempo le persone nel locale si limitavano ad
osservare, chi divertito, chi scocciato, la scena. Non era una cosa tanto
strana assistere ad una rissa al “Centauro”.
Kim si riscosse dalla brutta botta e cercò di alzarsi,
mentre il ragazzone greco, correva a dar man forte all’amico, forse più per la
voglia di menar le mani che per solidarietà.
La misteriosa assalitrice, sapendo di non poter atterrare un
uomo così grosso normalmente, lo colpì violentemente sotto la cintura,
facendolo cadere a terra con un tonfo.
Poi, si voltò verso Kim, che si era finalmente rialzata, e,
sotto lo sguardo impotente di Charlie, che stava soccorrendo Nick, scoprì due
lunghi canini appuntiti.
-Pensavi di poter lasciare il Covo così
facilmente?-chiese con voce tagliente, -La tua vita appartiene al tuo
padrone.-.
La ragazza dai capelli blu fece un sorrisino amaro, -Non
più.- e con un agile balzo superò l’ostacolo di legno e si avventò sulla
nemica.
Mentre tutti guardavano la scena immobili,
Kim cominciò a sferrare pugni contro l’altra, che riusciva solo parzialmente a
difendersi.
Si fermarono una di fronte all’altra col fiatone.
-Tornerai indietro con me!- disse
la vampira.
-Non ci penso nemmeno.-
-Vuol dire che ti dovrò uccidere.-
-Non ti conviene. Sei in un locale pieno di maghi e il proprietario
non lo apprezzerebbe- disse, indicando l’oste che si
era alzato furiosamente, slacciandosi con forza il grembiule e impugnando la
corta e tozza bacchetta.
-Inoltre,- aggiunse con un ghigno,
-non puoi prendere iniziative senza il Suo permesso…anche la tua vita gli
appartiene.-
La nemica la guardò con una smorfia di
rabbia per qualche secondo, poi imprecando si dissolse in una nuvola
nera.
Immediatamente e come se niente fosse successo, i clienti
della taverna tornarono ai loro affari, l’oste si risistemò comodamente sul suo
sgabello e i goblin ricominciarono a contare l’oro.
I due greci si sedettero pesantemente al bancone, reggendosi
l’un l’altro. Nick aveva il naso rotto sanguinante,
mentre l’altro camminava a fatica e aveva un’espressione sofferente. Charlie si
era rialzato e aveva raggiunto Kim.
-Tutto a posto?- chiese gentilmente sfiorandole un braccio
insanguinato (si era ferita con una bottiglia rotta dietro al bancone).
La ragazza, si scostò bruscamente, -Sto
bene.-
Maledizione, pensò, non si aspettava che la rintracciassero
così presto…doveva inventarsi qualcosa alla svelta…prima che Lui avesse il tempo di fare qualche follia delle sue…
Il giovane Weasley sospirò, -Mi sa
che dovrò offrire da bere a quei due.- borbottò tra sé, raggiungendo, insieme
alla vampira,i due malconci stranieri.
* * * * *
Dopo l’abituale abbondante cena offerta dalla signora Weasley Harry aveva
salutato gli abitanti e si era diretto verso il vecchio pioppo che si ergeva
solitario al centro della vallata, da dove, qualche minuto prima, Charlie e
quella strana ragazza si erano smaterializzati. Il
ragazzo si fermò un paio di minuti, contemplando la volta celeste che lo
ricopriva con il suo manto stellato. Il cielo era sempre bellissimo, visto da
lì. Forse era il particolare legame che aveva con quel luogo a rendere quel
firmamento tanto speciale: lì aveva imparato ad amare la sua prima vera
famiglia.
O forse era solo la nostalgia per
Ginny che lo rendeva così sentimentale, si disse ridacchiando tra sé.
In effetti, la ragazza gli mancava molto. Non
poterla abbracciare né baciare, non sentire il calore della sua pelle
serica e l’odore di fiori dei suoi capelli …Maancora di più gli mancavano le chiacchierate con lei, che non potevano
essere del tutto compensato dalle sue lettere.
Il fruscio di un ramo mosso dal vento lo
riscosse da queste riflessioni e, dopo un ultimo breve sguardo al villaggio
illuminato in fondo alla valle, provando la solita sgradevole sensazione, si
smaterializzò.
Quando riaprì gli occhi, si trovò
sulla cima della collina che si stendeva a Sud del Salice. Appena si era
trasferito, aveva creato (sotto le precise direttive di Hermione, che era molto
più esperta di lui in queste cose) una barriera magica intorno alla casa, per
impedire a mangiamorte fuggiaschi o a babbani curiosi di avvicinarsi. Per
questo non poteva materializzarsi direttamente in casa sua. Così, per tornare a
casa, aveva scelto quel punto della collina, da cui la vista era splendida.
Poteva ammirare il paesaggio circostante e la sua vecchia bellissima dimora,
mentre camminava e inspirare l’odore dei fiori selvatici e dell’erba alta tra
cui aveva tracciato un piccolo sentiero per passare più facilmente.
In pochi minuti arrivò alla porta e con
qualche colpo di bacchetta entrò.
Nonostante i suoi sforzi e i consigli degli
Weasley, la casa aveva ancora bisogno di molti lavori. A questo proposito Harry
aveva già attaccato al muro della cucina una lista delle cose da fare, tra cui
far attivare il camino dal Ministero e dare il bianco a tutte le pareti della
casa. Se il primo richiedeva solo un piccolo viaggio
al piano dei Trasporti Magici, per il secondo bisognava avere tempo libero in
abbondanza e questo era proprio quello che ora mancava al ragazzo.
Il professor Tann doveva ancora finire le sue lezioni e, per
non farli arrivare impreparati all’inizio delle lezioni ufficiali, aveva
aumentato ulteriormente il carico di compiti. Intanto i corridoi dell’Accademia
avevano cominciato a popolarsi di nuovi e curiosi personaggi. Forse la più
strana era una donna sulla cinquantina, con corti capelli ricci,, che girava con aria assente per le classi con grosse pile
di libri e di fogli. Una volta era entrata nell’aula dove i ragazzi seguivano i
corsi di recupero e aveva lasciato un plico di fogli viola sul tavolo, uscendo
senza battere ciglio, come se loro tre non fossero esistiti. Il professore
allora, dopo aver alzatogli occhi al
cielo, si era rivolto ai giovani.
-Quella è la signorina Beang. E’ la segretaria
dell’Accademia. E ora riprendiamo la lezione…-
Oltre alla segretaria, avevano cominciato a passare lungo il
corridoio diversi uomini in divisa, la maggior parte con un fisico massiccio,
che erano (così aveva detto Joke, che ogni tanto si fermava a chiacchierare con
Ron e Harry nelle pause tra una lezione e l’altra) gli addetti alla
ricostruzione e il restauro dell’Accademia, voluta fortemente da Kingsley. A
quanto diceva lo strambo professore, i lavori erano andati avanti (in modo
discreto, per non disturbare le lezioni) durante tutta l’estate e ora erano
quasi finiti, cosicché all’inizio del nuovo anno accademico tutto sarebbe stato
perfetto: le aule, la palestra, l’ingresso per smaterializzarsi, i camini, la
segreteria e l’aula professori.
Da lì ad una settimana quei corridoi sarebbero stati di nuovo percorsi da decine di aspiranti auror e tra quelli
ci sarebbe stato anche lui.
Mentre faceva questa lunga
riflessione, Harry si era seduto sul divano(uno dei pochi mobili ancora utilizzabili di quella casa), appoggiando
stancamente la testa alla spalliera e aveva chiuso gli occhi. Era stata una
giornata estenuante. Aveva solo voglia di parlare con Ginny per cinque minuti e
poi andare a dormire.
Si stava per appisolare quando un rumore lo fece scattare in
piedi. Unbarbagianni lo fissava arcigno
da dietro la finestra del salotto.
Portava la quotidiana lettera di Ginny. Il ragazzo non la
aprì, combattuto sul da farsi. Poi, finalmente convinto posò la busta intonsa
sul tavolo, congedò il volatile con una carezza affettuosa e andò in camera
sua. Aprì il baule, prese la mappa dei malandrini e il mantello di suo padre e
corse fuori.
* * * * *
-Quattro whisky incendiari. Pago io.- fece Charlie sedendosi
al bancone.
-Grazie amico.- disse Nick, risistemandosi ilnaso con un colpo di bacchetta, -Certo che la
ragazza aveva le manine pesanti! Kosta non è più riuscito a spiccicare parola.-
si voltò verso l’amico, con un sorrisino, - Tutto bene, Kos?-
Il ragazzone buttò giù il suo whisky con una smorfia.
-Sopravviverò.- disse cupo.
Intanto Kim era persa nei suoi pensieri e stava
silenziosamente seduta al bancone, sorseggiando dal suo bicchiere, con lo
sguardo fisso davanti a sé.
Il rosso la guardava, ascoltando distrattamente le parole di
Nick. Doveva sapere cosa stava succedendo! Lei non poteva più rifiutarsi di parlare.
-Noi dobbiamo parlare.- le sussurrò
all’orecchio.
-Non ho ancora bevuto abbastanza dasoddisfare la tua curiosità.- rispose
lei in tono provocatorio.
Lui la guardò con espressione furba, -A
questo possiamo rimediare.-Fece
un cenno all’oste di colore eprese la
vampira per un braccio guidandola verso un tavolino libero.
-Un sorso, una risposta. Le regole sono
queste.- fece il ragazzo.
-E se non accetto.- chiese lei in tono di
sfida. Lui la osservò un attimo, mentre si sedeva sulla sedia
sgangherata. Poi, con un ghigno le porse un bicchiere con due cubetti di
ghiaccio.
-Conosco un sacco di metodi per farti parlare, senza nemmeno
torcerti un capello.- rispose lui tranquillo.
-E va bene…-
Primo sorso per lei…
-Chi era quella tizia?-
-Una vampira che viene dalla Romania.-
-Ti stanno cercando, allora?- chiese lui.
-Prima bevi, poi ti rispondo.- Lui
buttò giù il liquido ambrato con un piccolo brivido.
-Allora?-
-Te l’avevo detto, no?! …Non sono molto contenti della
mia…“vacanza”-
Bevette il secondo bicchiere, -Questa roba è davvero
buona…in fondo voi maghi non avete gusti così
orrendi.-.
-Grazie...detto da una che beve sangue
umano mischiato con liquirizia…-.
-Simpaticone, fammi la tua domanda.-
-Perché mi hai salvato la vita?-
disse pacato.
Quella risposta lo interessava più delle altre perché da lì
era cominciato tutto: quello era stato l’avvenimento che aveva condizionato gli
ultimi due mesi della sua vita.
La ragazza soppesò le parole per qualche minuto. Quella domanda l’aveva colta di sorpresa e messa in difficoltà.
-Non lo so…- disse, per la prima
volta, incerta. –Ero nella foresta e mi ero separata da Dimitri…- si fermò per
un attimo.
-… quando ho sentito la tua voce e ho capito
che quello scemo avrebbe fatto…una cosa che non doveva fare.-.
-Di cosa stai parlando?-
Kim non si curò dell’alcolico in mezzo a loro.
-I vampiri rumeni possono conservare i loro “costumi”, se
così si possono definire, a patto di non aggredire maghi.-.
-E perché quell’energumeno non ha seguito questa regola?-
-Perché era un’idiota…- disse con
indifferenza -…e perché i tuoi capelli lo hanno stimolato ancora di più.-.
Seguì un attimo di silenzio. Poi Kim svuotò di nuovo il
bicchiere.
-Avresti potuto uccidermi e fare finta
di niente insieme al tuo amico.-.
-E’ una domanda?-
-E’ una constatazione.-
-Comunque non era un mio amico.-
fece irritata, -Era un bestione senza cervello. E poi non avevo voglia di
ucciderti…tutto qui.-
-Bugiarda- disse piano.
-Credi quello che ti pare. Allora hai
altre domande?-, riacquistò il sorrisino provocatorio di sempre, -E non
dimenticarti di bere, questa volta.-.
Lui la ignorò.
-Dunque anche se la tua amica tornasse e trovasse casa mia,
la mia famiglia non correrebbe rischi…-
-Non posso garantirlo…-
-Come non puoi garantirlo? Non hai detto...?-
-So cosa ho detto, ma il gruppo a cui appartengo
non…segue…proprio alla lettera… le regole…-.
-Cosa?!-
-Senti, non sono io che ho avuto la magnifica idea di
portarsi a casa da mammina, una vampira ricercata da mezza Bucarest!- sbottò piccata.
-Non potevo lasciarti lì!Volente o nolente, mi hai salvato la vita.- disse
Charlie scaldandosi.
-Avresti dovuto invece!- rispose
l’altra, alzando la voce e facendo girare qualche avventore.
I due si squadrarono in silenzio.
-Chi è “il padrone”?-
Kim s’irrigidì all’istante, -Il vampiro che mi ha morso.-
-Quindi tutti i vampiri sono schiavi di qualcun altro?-
Kim non riuscì a trattenere una smorfia d’irritazione.
-No. E’ più complicato veramente.-
-Allora spiegami.- fece lui contono d’ovvietà.
-Ci sono vampiri di nascita e vampiri morsi. I primi sono
nati dall’unione di due vampiri. Gli altri sono maghi o babbani che sono stati
morsi da un vampiro e sono stati “contagiati” dalla sua maledizione...- Indugiò per un attimo.
-…In realtà un vampiro morso non è necessariamente
uno…schiavo…di solito è libero di fare ciò che vuole della sua vita. Più o meno
come un mannaro...-.
Charlie annuì, comprensivo.
-Ma, nonostante questo, ci sono comunità che hanno regole diverse. Soprattutto in Romania le comunità
sono più isolate e indipendenti nei confronti dei maghi. Le informazioni che
voi avete sulla mia razza, sono molto parziali. I vampiri di cui voi studiate a
scuola sono stati a contatto con il vostro mondo, hanno vissuto almeno in parte
secondo le vostre regole. Da noi, invece, il Ministero praticamente
non esiste.-.
-Perciò tuappartieni a quel tizio.- disse il rosso con
amarezza.
-Non più.- rispose secca.
-Che tipo è?-
-Perché t’interessa tanto?-
-Visto che potrebbe spuntare davanti alla
mia porta di casa…-.
-E’ un sadico e perverso megalomane.- sbottò
lei.-Contento?!-
-Ho avuto notizie migliori.- rispose
Charlie cupo.
Poi si fermò un attimo a pensare a quello che gli aveva
detto.
-Se i vampiri delle tue parti sono così “selvaggi”, perché
non ci sono stragi tutti i giorni e altre cose del
genere?-.
-Perché sono controllati da una specie di consiglio di anziani…Loro sono più intelligenti dei tipi come Dimitri.
Ritengono che rinunciare ai maghi sia un prezzo accettabile per rimanere liberi
ed evitare lo sterminio. I pezzi grossi hanno vissuto le persecuzioni di Maghi
e Babbani, nei secoli della Grande Guerra…-.
-Grande Guerra?-
-Quando ancora i vampiri non si erano
diffusi nel resto del mondo in maniera così estesa come ora, vivevano nelle
foreste della Romania e attaccavano villaggi e città per nutrirsi. Per
questo, per molto tempo sono stati cacciati. C’è stata una vera e propria
guerra che è durata centinaia d’anni. Alla fine hanno raggiunto un compromesso
con le autorità magiche Rumene: cacciano qualche babbano, ma solo in un numero
che non faccia troppa notizia e non possono attaccare bambini e ragazzi sotto i
diciotto anni.- si riempì il bicchiere,
- Come ho detto, non tutti seguono
queste banali regole di convivenza.-
-Perché questo “consiglio” lo permette?-
-E’ complicatoda
spiegare…Vedi ci sono alcuni nati-vampiri, che sono più “snob”…se così si può
dire…credono che i vampiri di morso siano inferiori e vadano schiavizzati e che
i vampiri veri possano mordere chiunque vogliano. Si
sposano solo tra loro e hanno un numero spropositato di figli per poter
garantire una popolazione che voi maghi definireste di “purosangue”. Sono una
minoranza davvero ristretta, ma uno di loro è un membro influente del
consiglio.-.
-Sembra di risentire la storia dei Malfoy…-.
-Non so di cosa tu stia parlando,
ma mi fido sulla parola...- fece Kim indifferente, -Comunque, dicevo, puoi
essere morso da una famiglia di “succhiasangue” più moderata e venir trattato
quasi come un pari oppure ti può capitare un clan “purista” e allora sei
fregato…- disse piattamente...
-Scommetto che il tuo amico appartiene a
uno di questi…-.
-E’ il figlio maggiore del loro sostenitore più accanito.-.
-Ah…e le altre famiglie meno fanatiche non fanno niente?-.
-Per scatenare una guerra civile?! No…ognuno deve farsi gli
affari suoi finché è possibile…-.
-E allora come facciamo a fermare quel
pazzo?-.
-Spero che il consiglio lo tenga a bada…, ma, se dovesse
venire a cercarci, dovrai usare un po’ dei tuoi Abra Kadabra: la magia nei
vampiri è limitatissima e ne hanno terrore.-.
Il silenzio tra loro si ristabilì e i due cominciarono a
studiarsi.
La testa di Kim aveva cominciato a girare dopo l’ultimo
whisky:…Che idiota!...si era ubriacata come una
ragazzina astemia!... Era per quello che si era lasciata andare a quelle
stupide chiacchiere…Si consolò notando che anche il suo “compagno di bevute”
aveva gli occhi innaturalmente lucidi…Che
pel-di-carota imbranato!...così carino e così irritante!... Ok, cominciava
a delirare; era meglio smetterla con quella robaccia da maghi.
Intanto Charlie la guardava con la vista
unpo’ appannata. Non ci capiva più
niente. Sapeva di dover essere preoccupato per tutta la vicenda dei vampiri
(che all’inizio aveva sottovalutato), ma ora riusciva solo a pensare a
quell’assurda donna che aveva davanti. Come faceva a parlare con un tono tale
degli “usi e costumi” dei suoi “padroni”? Perché era
scappata dopo tanto tempo? Cosa aveva dovuto
sopportare in quegli anni di schiavitù? Quant’era cambiata dalla ragazza che
era prima? E la sua famiglia? Aveva mai amato o provato felicità?
Poi si ricordò di quello sguardo triste che l’aveva colpito
pochi giorni prima.
Quella maschera d’indifferenza che portava sempre,
quell’ostentazione di forza…quale dolore nascondeva?
-Perché sei così triste?- si lasciò
sfuggire Charlie.
Kim spalancò gli occhi, colpita. Era riuscito a leggerla
come un libro aperto. Eppure la conosceva da poco meno
di due mesi…
Forse per l’alcol, o forse perché aveva
davanti l’uomo più strano che avesse mai conosciuto, lasciò cadere per un
secondo il velo di dissimulazione che aveva tessuto in quei nove anni.
Appariva più vecchia della sua età, ma il suo viso acquistò
una triste dolcezza che doveva essere appartenuta alla Kim di molto tempo
prima.
-Charlie Weasley,- sussurrò piano,
-non c’è abbastanza alcol in tutta Londra per farmelo dire.-.
* * * * *
Ginny era esausta. Aveva studiato tutto il giorno in
bibliotecae ora, finalmente, aveva
raggiunto la Sala Comune e stava riordinando tutti i libri per poi andare a
dormire. Aveva sperato che la lettera di risposta di Harry arrivasse prima che
lei salisse al dormitorio femminile, ma così non era stato. In
effetti, era un po’ dispiaciuta, che questo non fosse successo. Aveva
davvero voglia di parlare, anche se per iscritto, col suo ragazzo. Ma,
d'altronde, sapeva che arrivava al Salice sempre molto stanco e probabilmente
si era addormentato sul divano logoro in salotto…Con gli occhiali di traverso e i capelli spettinati come al solito…pensò sorridendo dolcemente.
Era davvero dura per lei: non solo era lontana dal ragazzo
che amava (la sua dichiarazione le faceva ancora battere il cuore furiosamente
ogni volta che ci pensava), ma anche dalla sua famiglia. Le mancavano i suoi
fratelloni iperprotettivi e sua madre che si preoccupava sempre che il suo
piatto fosse più che pieno e che lei non si sentisse mai triste e incompresa. E poi c’era suo padre, con cui aveva un rapporto
particolare. Era la sua bambina, l’unica femmina, la più piccola di casa. Era
naturale che la coccolasse. Le mancava Fred…ma questo era un altro discorso…
Un rumore alle sue spalle, la fece irrigidire inconsciamente
(anche se la guerra era finita, non aveva perso le vecchie abitudini).
Tese il braccio fino ad arrivare alla bacchetta, poggiata su
un volume di pozioni poco distante, e l’afferrò saldamente. Sentiva
dei passi verso di lei…sempre più vicini…era a mano di un metro di
distanza…La rossa si voltò di scatto con la bacchetta in pugno, mirando dritto
al petto dello sconosciuto.
-Harry!!- gridò, lasciando andare la bacchetta, che cadde a
terra rumorosamente.
Il ragazzo la guardo sorridendo. Era bellissima come se la ricordava…forse di più…anche con quella faccia assolutamente
scioccata. In effetti, l’idea di introdursi di notte a Hogwarts potava sembrare
folle, ma non aveva resistito. E poi con le preziose
eredità dei malandrini, non aveva avuto problemi. Certo se l’avessero scoperto sarebbe stato in guai grossi…Scacciò questi pensieri dalla
mente per concentrarsi sulla ragazza che aveva di fronte. Lei non aveva più
detto niente e aspettava. Forse che lui si rivelasse un
fantasma, un molliccio o un mangiamorte in vena di scherzi.
-Ciao Ginny.-disse
lui dolcemente.
Si avvicinò di un passo; -So che sembra una follia,
ma…-Ma non ebbe il tempo di finire la
frase perché lei lo aveva raggiunto con un passo e lo aveva zittito premendogli
delicatamente due dita sulle labbra (come aveva già fatto in passato). Il cuore
di Harry gli salì istantaneamente in gola, facendolo deglutire a fatica.
-Tu sei pazzo!- disse ridendo e,
prima cheil ragazzo potesse replicare,
sostituì le dita che gli impedivano di parlare con la sua bocca.
Immediatamente le braccia del moro si strinsero intorno alla
vita sottile di Ginny, mentre le mani della ragazza si spostavano dietro la nuca di lui.
La piccola Weasley poteva sentire i capelli ribelli del suo
ragazzo che le solleticavano le dita delicatamente.
Erano sempre stati così morbidi? E le sue braccia
erano sempre state così forti?
Intanto Harry si era perso in quel bacio. Gli sembrava
ancora più speciale del solito, ancora più intenso. E le mani della ragazza
sulla sua nuca…sentiva mille brividi diffondersi da
quel punto. Il profumo di fiori lo avvolgeva completamente, rendendo il resto
del mondo ovattato e distante.
Dopo qualche secondo, che ai due era sembrato molto più
lungo, ma lo stesso troppo breve, i due si separarono. I loro nasi si toccavano
ancora come le fronti, appoggiate l’una all’altra con delicatezza. Il moro
sentiva di avere il fiatone e il cuore che scapitava nel suo petto, ma questo
non aveva nulla a che fare col bisogno d’ossigeno: Era lei a sconvolgere tutto
in lui…anche le normali funzioni vitali. La sola presenza della rossa rendeva
superfluo anche quello stupido meccanismo che era la respirazione. Ginny sorrise, guardando negli occhi il ragazzo.
-Ti amo, lo sai?!...- disse lei
piano.
Harry senti il calore delle guance farsi più intenso e,
contemporaneamente, espandersi al resto del corpo.
-Anche io ti amo,
Ginny…moltissimo.- rispose con voce roca per l’emozione.
Il sorriso della ragazza si fece più
radioso, poi si alzò sulle punte dei piedi, arrivando ad un orecchio del
moro, -Mi piace sentirtelo dire…- gli sussurrò.
Di nuovo mille brividi sul collo,
lungo la schiena gli fecero venire la pelle d’oca. Chinò la testa per baciarla
di nuovo e, non appena catturò le sue labbra, sollevò la rossa con le braccia
allenate, appoggiandosela contro il petto, mentre Ginny, in
risposta, si stringeva più forte al suo collo.
* * * * *
Luna era tornata velocemente al suo dormitorio per prendere
la lettera che aveva tenuto per giorni sotto il suo cuscino, in
attesa del coraggio necessario per spedirla. Sarebbe andata alla Guferia subito
e gliel’avrebbe mandata. Dovevano parlare, questo era
certo! Tutte le cose che erano successe tra loro durante l’estate, non potevano
rimanere in sospeso! Ma si sentiva così strana…
Tutti l’avevano sempre presa in giro per le sue idee e il
suo modo di vestirsi, per suo padre e per il Cavillo, ma adesso…era lei a
sentirsi diversa…diversa da prima, diversa dalle altre ragazze…diversa dal
resto del mondo…
Non aveva mai dato peso all’opinione della gente. O almeno così si era sforzata di far credere. A volte era
molto triste quando nessuno si fidava di lei o la guardavano come un fenomeno
bizzarro. Poi c’erano i suoi amici. Certo, anche loro la trattavano in un certo
modo…, ma era riuscita ad aprirsi con loro. Come quella volta
che aveva parlato di sua madre con Harry. Era stato un po’ doloroso, ma
lei aveva cercato di non darlo a vedere. Aveva sperimentato negli anni quanto fosse importante farsi scivolare addosso le cose, almeno in
apparenza (soprattutto da quando la mamma era morta…) per non essere ferita
ancor di più.
Con Ginevra sentiva di poter essere finalmente se stessa:
era stata la prima a credere in lei e, forse, a leggere un po’ più in
profondità, oltre il suo carattere bizzarro. Infatti,
era stata lei l’unica ad accorgersi del suo cambiamento. Tuttavia
non poteva avere idea di cosa era successo.
Aveva indovinato il “responsabile”, però. Neville…la persona
più simile a lei di tutti quelli che aveva conosciuto,
ma totalmente privo della sua capacità di mascherarsi.
Era vero nel suo essere vulnerabile, ma anche nel suo essere
incredibilmente coraggioso. Era diventato più sicuro di sé, ma non arrogante. E lei si era lasciata trasportare dal suo affetto per lui.
Così era successo tutto quel gran pasticcio. E ora era
il momento di sistemarlo. Non aveva intenzione di perdere il suo migliore
amico.
* * * * *
La luna era ormai alta nel cielo e il clima al “Centauro
Imbizzarrito” si era animato ulteriormente. Come ogni venerdì sera, il grasso
oste dopo la mezzanotte aveva cominciato e farsi offrire da bere da vecchi
amici di passaggio e si era completamente ubriacato, tanto da dover essere
sorretto dall’oste di colore che aveva servito al bancone al suo posto per
tutta la serata. Aveva raccontato per la centesima volta delle origini del nome
della taverna, cioè di come, quando, durante la
gioventù, era andato in viaggio nelle foreste irlandesi, aveva incontrato un
centauro completamente folle che lo aveva attaccato. Lui era riuscito a
scappare grazie ad una scopa volante ultra veloce e l’aiuto di un goblin di
nome Jek. Nonostante la storia fosse palesemente assurda, era
la tradizione del locale e tutti la ascoltarono ridendo e bevendo come
sempre.
Kim e Charlie, dopo la loro lunga chiacchierata, si era
mischiati al resto degli avventori che ascoltavano le storie della serata,
cercando di non incrociare mai lo sguardo dell’altro per non cedere a
complicate riflessioni. Stavano seduti a fianco di Nick e Kosta (questo,
particolarmente sbronzo) e ascoltavano le avventure dei due tizi incappucciati
(che si erano rivelati maghi americani studiosi di creature magiche acquatiche)
e degli uomini tedeschi che erano Hunter.
Kim non aveva mai sentito parlare di gente del genere, ma a
quanto pareva erano degli Auror appartenenti ad un corpo internazionale (e non
nazionale come gli auror) e indipendenti dai Ministeri della Magia dei loro
paesi d’origine. Il discorso che aveva fatto era più complesso, ma la vampira
era del tutto indifferente e non abbastanza lucida. Ai
whisky di prima si era aggiunta parecchia altra roba, grazie soprattutto alla
generale allegria della taverna. I suoi sensi erano leggermente sopiti e il
corpo un po’ intorpidito.
Così, quando si era alzata per andare a prendere una boccata
d’aria, non si era accorta che ilgiovane Weasley l’aveva seguita.
Fuori dal locale la notte era
fresca e ventosa, il cielo era senza nuvole e le stelle splendevano sopra di
loro. Kim si accorse di lui, solo quando le fu ad un passo. Si voltò di scatto,
sforzandosi di non cadere per il forte giramento di testa.
-Sei ubriaca.- disse lui piano, con
la bocca un po’ impastata.
-Anche tu.-
-Vero.-
Si osservarono per un istante, consapevoli di non avere più
il controllo delle proprie azioni e di essere in balia del loro istinto.
Tutto quello che accadde dopo fu naturalmente
consequenziale: il primo bacio, profondo e passionale, la smaterializzazione e
poi solo sensazioni…e nebbia scura…
Continua
Finito!! Caspita, questo è il mio più lungo capitolo di sempre! Sono un
po’ stanchetta, a dirla tutta, e ho anche un discreto mal di schiena, ma n’è valsa
la pena! Spero che apprezzerete i nuovi sviluppi e che siate
soddisfatti dei momentini-regalo…
Volevo specificare che le informazioni sui vampiri sono
completamente inventate e non ho preso da nessun libro o racconto in
particolare. Inoltre gli Hunter citati non sono quelli di HunterXHunter (manga
e anime), ma sono un frutto della mia immaginazione un po’ assurda. Comunque ne saprete di più nei prossimi capitoli…
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche perché ho
in serbo altri momenti ed episodi interessanti da dedicare solo a voi! (siete
tentati?!?)
Bacioni, la vostra Cappychan.
PS: Se ho dimenticato di
rispondere a qualche recensione chiedo scusa, ma non
l’ho vista in tempo.
Ringrazio tutti i lettori, quelli che hanno inserito la storia nei
preferiti e quelli che hanno recensito:
Dora92:Grazie per il tuo
splendido commento. Sono molto contenta che la storia ti sia piaciuta e ti ringrazio
per i complimenti…-////-…troppo buona!!...Anche tu sei una H/G shipper!! Spero
che questo capitolo ti piaccia. A presto!
Rosy823: Ciao Rosy, grazie anche a te per il commento. Sono
felice che la sorpresa di Harry ti sia piaciuta; mi sono divertita molto a
scriverla. Dunque sei dell’82…allora sei una sorellina maggiore! JJ
…Aggiornerò prima possibile. Bacioni.
Pk82: Chiedo scusa per aver omesso la tua coppia preferita, Pk.
Mi farò perdonare con un regalino tutto per te e per i fan di Hermione e Ron…Spero
che anche le prossime vicende di Kim e Charlie ti divertano. Buona lettura!
Erikappa: Ciao Eriketta! Grazie per la bella recensione, sono
contenta che le coppie ti abbiano appassionato e incuriosito. Continua seguire
la storia e non te ne pentirai…ho moltenovità in serbo per tutti i lettori. Alla prossima.
Ginny_Potter94: Grazie mille per il commento. Pare proprio che
le mie coppiette facciano faville…come sono contenta!! Bacini.
MissNina: Nessun problema!! Sono contenta di sentirti. Vedo che
hai apprezzato la mia dedica JJJ…Grazie
per le parole bellissime nei confronti di ciò che ho scritto…sono commossa…e
poi sono felice che la nuova coppia ti abbia conquistato: non è un’impresa
facile…soprattutto a paragone con dei “mostri sacri” come i canon H/G e Hr/R
…Spero che il prossimo capitolo soddisfi la tua curiositaaaaaaaaa! XD
Se ho dimenticato qualcuno chiedo scusa, ma la mia connessione è
problematica e non ho potuto vedere la vostra recensione in tempo.
Prossimamente comincerò ad
introdurre nuovi, interessanti personaggi che spero v’incuriosiranno e nuove
avventure per i nostri ragazzi. Con tutto quest’affollamento spero di non
perdere la bussola, ma se la vicenda diventasse troppo complicata vi prego di
farmelo sapere per darmi una regolata.
E ora, come sempre, BUONA LETTURA!
La
Nostra Storia
Love Today
Si era appena svegliata da un sonno agitato, la testa le
pulsava in maniera davvero dolorosa e una luce insistente le batteva contro le
palpebre serrate.
Kim socchiuse piano gli occhi e subito notò qualcosa d’insolito.
Invece del suo amato copriletto
giallo, l’avvolgeva un morbido lenzuolo azzurro. Strano…Confusa, lasciò scivolare la testa di lato, verso sinistra,
e per poco non cadde dal letto.
Il viso addormentato di Charlie Weasley era a meno di dieci
centimetri del suo. I capelli rossi ricadevano come una massa infuocata sul
cuscino chiaro e la bocca umida era leggermente aperta. Respirava
profondamente, accarezzandole il viso con il suo fiato caldo. La vampira poteva
contare le lentiggini sul viso abbronzato del giovane che continuava a dormire
tranquillo.
Kim si coprì la faccia con una mano. Ora ricordava!...che
casino aveva combinato!...tutto per colpa di quel…pel-di-carota che l’aveva fatta
sbronzare…
Si alzò a sedere sul letto cercando di non svegliare il suo
“vicino”. La camera era abbagliata dalla luce dell’alba che entrava
indisturbata dalla finestra aperta. Kim si ritrasse irritata dal fascio di luce
che la colpiva: le storie sui vampiri che si disintegrano a contatto con il
sole erano idiozie, ma per dellecreature notturne era comunque fastidioso. Si sporse per cercare a
tentoni i suoi vestiti sotto il letto, ma riuscì a trovare solo la sua biancheria
e la camicia blu di Charlie. Si accontento di quella e uscì velocemente dalla
stanza (sentendo il piccolo “pop” dell’Incantesimo che era stato imposto sulla
porta e si era appena disattivato…avevano pensato proprio a tutto!...).
Ora aveva bisogno di immergere la testa nell’acqua fredda
per schiarirsi le idee…
Camminò silenziosamente lungo il corridoio fino al bagno,
sperando che nessuno si accorgesse di lei: ci mancavano solo che qualcuno la
trovasse conciata così! Intanto pensava a ciò che era successo quella notte;
era nella confusione più completa:…come si sarebbe dovuta comportare adesso?
Certo non era la sua prima volta (sbuffò divertita al solo pensiero), ma quel
ragazzo…era diverso…la confondeva…e se avesse voluto una storia seria?...Lei
non poteva!...Si era lasciata troppo andare!...Forse l’alcol aveva aiutato
però…tutte quelle confidenze e domande…quell’atmosfera tesa…carica
di…aspettative…
In un attimo si trovò davanti alla logora soglia infondo al
piano ed entrò: era vecchio, ma pulitissimo e il rubinetto del lavandino
scintillava. Spinse delicatamente la porta alle sue spalle e dopo aver
sollevato la levetta verso destra mise direttamente la testa sotto il getto. Le
sembrava che il mal di testa diminuisse (nonostante l’acqua fredda) e la
stanchezza l’abbandonasse. Il rumore piacevole dell’acqua l’estraniava da
qualsiasi altra cosa e ricordi lontani cominciarono a riaffacciarsi nella sua
testa…la sua pelle…la sua bocca…le sue
mani…
-Scusa!!- esclamò improvvisamente una voce alla sua
sinistra, -Non sapevo che fosse occupato! Ho visto la porta socchiusa e…-.
Kim si alzò di scatto, col cuore che batteva forte e le gote
insolitamente più colorite, trovandosi di fronte la ragazzina riccia, con il
mantello da viaggio addosso, che la fissava dispiaciuta e imbarazzata.
Si guardarono per un secondo.
-Quella non è la camicia di Charlie?- fece la più giovane,
perplessa, non sapendo che altro dire.
-Ehm…in effetti…-.
La vampira non riuscì ad inventarsi nulla sul momento: era
ancora un po’ sconvolta dalle sensazioni che le erano ritornate in mente qualche
secondo prima.
Si concentrò sul presente: adesso sì che le cose si
complicavano! Aveva parlato con la ragazza solo un paio di volte…magari sarebbe
corsa a spifferare tutto. E poi chi la reggeva l’allegra famigliola moralista?!
La riccia nel frattempo aveva intuito cosa poteva essere
successo e aveva atteggiato il volto in un sorpreso e silenzioso “o”.
Perfetto, pensò,
la più grande delle due, irritata dalla sagacia dell’altra.
-Cosa ci fai qui a quest’ora?- sbottò roca.
-Io…veramente….- pigolò Hermione.
-Facciamo così.- disse Kim, ritrovando un minimo di
lucidità, -Nessuna delle due ha visto niente.-
-Ci sto.- esclamò subito Hermione, camminando veloce verso
la camera del suo ragazzo.
Almeno questa
l’abbiamo scampata! Si disse la vampira con un sospiro di sollievo.
Poi si strizzò forte i capelli fradici e si affrettò a
chiudersi in camera sua, prima che qualche altro strambo frequentatore di
quella casa, la vedesse.
* * * * *
Nonostante fosse tornato alle tre di notte, si era dovuto
svegliare prestissimo per studiare per l’ultima lezione del professor Tann e
per preparare la lista delle compere che avrebbe dovuto fare quel pomeriggio a
Diagon Alley. Dopo una notte quasi insonne (e chi avrebbe dormito dopo una
serata così?!) e un’ora di fatica sui grossi tomi, Harry era esausto, ma n’era
valsa la pena: lui e Ginny aveva parlato per ore, davanti al camino della sala
comune, ditutto quello che era passato
loro per la testa. Alternavano le parole a lunghi silenzi che avevano riempito
di sguardi, di baci o di piccoli contatti. Non avevano bisogno di altro.
Durante quella lunga serata aveva scoperto con stupore che
era successo qualcosa tra Luna e Neville e aveva riso della McGrannit alle
prese con nuovi professori sempre più stravaganti. Aveva ascoltato con
interesse (e con un po’ di gelosia) la descrizione entusiastica del professor
Stuart, uomo sulla trentina, gentile e davvero carismatico, che era il
supplente di Trasfigurazione; nonostante non fosse attraente, riscuoteva un
enorme successo tra le studentesse per la sua verve fuori dal comune.
Mentre Ginny lo descriveva, il ragazzo rimuginava sul
cognome che gli pareva familiare…l’aveva già sentito…
-La professoressa Stuart!!- aveva poi esclamato, lasciando
la rossa perplessa, e, dopo averle raccontato della donna, si erano
divertitiper un'altra mezzora ad
inventarsi le supposizioni più assurde su quei due.
Alla fine, con dispiacere di entrambi, Harry si era
preparato per tornare a casa, estraendo dalla borsa il mantello
dell’Invisibiltà.Si era avvicinato di
nuovo appoggiando le labbra su quelle della sua ragazza per un lungo bacio.
-La prossima settimana cominceranno i week-end a Hogsmade.-
gli aveva sussurrato lei sulle labbra.
-Perfetto.- aveva risposto lui, stringendola un po’ più
forte a sé.
Si erano guardati per qualche secondo negli occhi finché
Harry si era riscosso da quella “magica contemplazione” schiarendosi la voce.
-Ora devo andare o domani mattina avremo l’aspetto di due
inferi.- aveva detto, sorridendo.
La ragazza lo aveva lasciato andare e, un attimo prima che
lui scomparisse dietro il quadro della Signora Grassa, gli aveva sussurrato un
dolcissimo “buonanotte”.
Harry si riscosse dai suoi ricordi giusto in tempo per
evitare che il caffè gli si rovesciasse addosso. Possibile che Ginny lo
rendesse così…Scemo?...gli disse una
vocina molto simile a Ron nella sua testa. Il ragazzo sorrise, mentre finiva la
bevanda non più calda e prendeva la borsa con i libri. In effetti, si sentiva
leggermente inebetito, ma era la sensazione più bella che avesse mai provato…
Si chiuse la porta del Salice alle spalle e si avviò verso la
cima della collina.
Sì…Sono “drogato” di
Ginny Weasley.
* * * * *
…Sono una ragazza
coraggiosa e sicura di me…coraggiosa e sicura di me!…
…ma chi voglio
prendere in giro?! Sono una vigliacca insicura e patetica!...
Davanti alla porta della camera da letto di Ronald Weasley,
la sua ragazza stava cercando di trovare il coraggio per entrare e affrontare
il discorso che da qualche giorno la tormentava.
Perché andava bene essere impegnati nello studio (cosa che
lei capiva benissimo) e non avere tempo per parlarle…e per guardarla in
faccia…e per rimanere cinque minuti nella stanza con lei…Anzi no! Questo non
andava bene per niente! E non riusciva a capire perché lo stesso ragazzo che le
aveva detto di amarla come se fosse la cosa più facile di questo mondo,
improvvisamente non la considerasse minimamente. Così aveva pensato di
coglierlo di sorpresa, perché non potesse scappare, mentre tutti gli altri
dormivano. In effetti, l’incontro imprevisto con Kim, avrebbe potuto rovinare i
suoi piani, ma fortunatamente la ragazza sembrava impegnata a non farsi
beccare.
Tutti sospettavano che tra quei due ci fosse qualcosa, però
non c’era stato alcun tipo d’indizio: né un gesto, né una parola carina…Bah!..
Si concentrò sulla soglia che aveva davanti. Adesso o mai più! Si disse aprendo la
porta ed entrando velocemente (per non essere fermata dalla paura).
La camera era nella penombra e un fagotto informe si alzava
e abbassava al ritmo costante del respiro. Ron dormiva profondamente, del tutto
incurante che la ragazza che occupava i suoi sogni, fosse nella sua stessa
stanza.
Hermione si avvicinò piano alletto.
-Ron.- sussurrò in tono appena percepibile.
Niente.
-Ron.- riprovò più forte.
Niente.
-Ron!!- disse, svegliando di colpo il rosso che, un po’ per
la sorpresa, un po’ perché si era trovato Hermione davanti, cadde all’indietro,
finendo pesantemente (e dolorosamente) sul pavimento.
-Che c’è?...Cosa?...Come?...- farfugliò tirandosi su con
velocità fulminea lasciando cadere le coperte e rimanendo a torace scoperto [a
Settembre fa ancora caldo JJ ndA].
La riccia divenne bordeaux, ma si riprese subito e fece un
passo avanti, mentre Ron automaticamente indietreggiava, cercando di coprirsi e
senza riuscire a spiccicare una parola.
Miseriaccia! Miseriaccia!
Cosa cavolo succede?? MISERIACCIA!
-Noi dobbiamo parlare.- esordì la ragazza; Ron deglutì
rumorosamente.
-P…perché?...- pigolò terrorizzato.
-Perché? PERCHE’?- disse lei accalorandosi. –Perché mi stai
evitando da giorni senza motivo apparente!! Ecco perché!-
Cominciò a camminare avanti e indietro, come una leonessa in
gabbia.
-Prima dici che mi ami e poi cominci ad evitarmi. Si può
sapere che ti prende??- sbottò, fermandosi istantaneamente.
Ron si trovò con le spalle al muro (letteralmente e
metaforicamente). Per non essere assassinato l’unica possibilità era dire la
verità.
Però…che cosa penserà
di me?...
Respirò profondamente, prima di iniziare a parlare.
-E’ imbarazzante…ecco…io…chissà che idea di me ti farai…-.
-Ronald! Smetti di farfugliare e parla!- fece l’altra con un
cipiglio degno della signora Weasley.
-Ti ho evitato perché ero in imbarazzo.-
-Perché?- chiese Hermione, che si era finalmente calmata.
-Perché ti amo.-
La ragazza rimase interdetta.
-Beh…anche io…ma questo cosa c’entra?-
-Io…credo…di amarti troppo…-fece lui incerto.
-In che senso?-
-Faccio…sogni…che non dovrei fare…pensieri…strani….- disse
con tono colpevole, arrossendo furiosamente.
Un silenzio imbarazzato s’instaurò fra loro, mentre Ron
abbassava gli occhi per fissare insistentemente il pavimento.
Sentì i passi di Hermione e si aspettò che da un momento
all’altro la porta venisse sbattuta violentemente, ma non fu così.
La ragazzasi era
avvicinata, aveva scavalcato l’ostacolo del letto camminandoci sopra come se
niente fosse stato e lo aveva baciato, spingendolo col suo corpo contro il
muro.
Il ragazzo la strinse automaticamente, nonostante nella sua
testa ci fosse più confusione che mai. Non l’aveva mai baciato in quel
modo…come se ne avesse bisogno per sopravvivere. Era così…così…Hermione…
Poi il contatto delle loro labbra s’interrupe, ma rimasero
abbracciati.
-Scemo…- disse lei piano, col sorriso sulle labbra.
-Lo so…ma preferisco che tu mi dica la verità piuttosto che
evitarmi.-.
-Hai ragione.-
-Certo che ho ragione, Ronald.- fece lei, assumendo il suo
tono saccente.
-Ecco, appunto.- disse ridacchiando.
Hermione si strinse di più a lui, mentre le gote le s’infiammavano.
-…Comunque non sono una più una bambina, Ron…- gli sussurrò
all’orecchio in maniera suadente, mentre il ragazzo sentiva il sangue corrergli
sotto la pelle molto velocemente.
Annullarono velocemente la distanza fra loro, baciandosi con
slancio. Hermione fece scivolare piano le sue mani dai capelli del ragazzo
lungoil suo bel collo, sulle sue spalle
larghe, fino al torace scoperto, con un'unica lieve carezza. Intanto lui aveva
immerso le mani trai suoi capelli morbidissimi, sentendosi in Paradiso. Non
voleva mai più smettere…
Mentre si baciavano cominciarono a muoversi inconsciamente:
il muro era diventato troppo scomodo per entrambi; in poco tempo si ritrovarono
distesi sul letto disfatto del rosso, senza più preoccuparsi dell’ora, del
luogo, delle persone alla Tana….importava solo di rimanere
così…insieme…finalmente dopo tanti anni di litigi e incomprensioni e avventure
pericolose…
-Piccolo Ronnie!- la voce di George Weasley risuonò forte
nella stanza buia, ma prima che i due si riprendessero dalla sorpresa, questo
aveva già scostato le tende con un colpo di bacchetta.
-La mamma…- si bloccò di colpo, trovando Ron (che era a
torso nudo) ed Hermione abbracciati, sul letto di lui, con le espressioni più
colpevoli e imbarazzate che avesse maivisto. Subito un ghigno diabolico si dipinse sul suo viso. –E bravo il
nostro Ronnie!! La mamma vi ammazzerà!- disse con sguardo estatico.
-No!- esclamò Ron, -Non è come sembra!-
-Davvero?!- fece scettico.
Hermione, rossa come un’aragosta, si alzò e alla velocità
della luce schizzò fuori dalla camera, con Ron subito dietro, che, passando
vicino al fratello, lo aveva folgorato con lo sguardo.
Ormai solo in camera, George alzò gli occhi al cielo con un
sorriso sincero.
-Hai visto Fred? Ci sarà da divertirsi!- e uscì anche lui
per raggiungere gli altri a colazione.
* * * * *
Dopo una colazione in cui sguardi imbarazzati, ghigni e
minacce silenziose si erano sprecate, Ron si preparò per andare all’Accademia,
salutò gli altri (tranne Charlie e Kim che non si erano fatti vedere) e uscì. Incontrò
Harry poco distante, sotto il solitario pioppo della Tana. Sembrava non aver
dormito per niente.
I due amici arrivarono a Trafalgar Square giusto in tempo
per l’inizio dell’ultima lezione del Professor Tann. Durante il tragitto
avevano avuto finalmente il tempo di parlare e si erano detti tutto. Ron aveva
evitato di fare scenate per la sorpresa che Harry aveva fatto a Ginny (…Una visita a notte fonda? Ma scherziamo?...)
e aveva capito il perché di quella bruttacera, mentre Harrynon l’aveva
preso troppo in giro per la faccenda dei sogni (anche perché lui non era da
meno) e della situazione in cui George li aveva scoperti. Avevano trovato un
certo equilibrio di reciproca comprensione e confidenza, che andava bene per
entrambi. Era strano, certo…loro non avevano mai parlato di ragazze…di
situazioni...di sentimenti, ma ora erano cresciuti…tutto stava cambiando…
-Penso che sia ancora più terrificante degli Acromantula,
questa cosa.- sbottò Ron, mentre percorrevano l’Atrio. –Cioè…tutta questa
confusione…queste complicazioni assurde…certo, ha anche i suoi lati
positivi…-disse sorridendo sornione.
Harry gli diede una pacca sulla spalla, con fare solidale.
In effetti, anche lui ogni tanto si trovava in difficoltà
con Ginny: era vivace, bellissima e l’amava; più di così! Però, forse lui era
meno impulsivo di Ron in quel senso. Era importante altro, ora…e poi, Ginny
andava ancora a scuola…era più piccola di Hermione…
Quando arrivarono in classe, Tann li stava già aspettando.
-Buongiorno ragazzi. Oggi è il nostro ultimo giorno di
lezioni “private”. Da Lunedì cominceranno le selezioni e gli esami e poi i
corsi.-.
Ron si sedette, rivolgendosi all’uomo davanti a lui.
-Anche noi dovremo affrontare le selezioni e gli esami?-.
-Solo un piccolo esame per vedere se avete seguito con
profitto i corsi di recupero…siete, praticamente ammessi.- rispose
tranquillizzandoli.
Harry si fermò a riflettere su un dubbio che lo stava
tormentando da un po’.
-Ma tutti quelli che non hanno fatto l’ultimo anno per colpa
di Voldemort? Non è colpa loro se non hanno potuto prendere i MAGO.-.
-Ne abbiamo tenuto conto. Gli Aspiranti senza MAGO dell’anno
scorso sono stati smistati nelle altre Accademie, del Galles, della Scozia e
dell’Irlanda del Nord, che non hanno dovuto subire restauri come la sede
centrale e hanno potuto fornire dei corsi di recupero per più persone. Anche
loro dovranno affrontare un piccolo esamino, ma, se sono stati preselezionati,
sono già ufficiosamente, delle matricole. Come voi. Ho sentito che di questi
studenti straordinari ce ne sono quattro in Irlanda, sette in Scozia e due in
Galles. E’ stato deciso tutto daShakebolt e dai rettori delle Quattro Accademie di Gran Bretagna,
secondo la Riforma.- spiegò.
.
-O beh….allora non siamo poi così avvantaggiati rispetto
agli altri…-fece Ron, sollevato per non essere stato “raccomandato”. –Abbiamo
potuto frequentare l’Accademia principale e non abbiamo dovuto trasferirci in
un altro stato, ma abbiano superato la stessa selezione .-
-Esatto. Non avremmo mai accettato persone senza un vero
merito. Essere ammessi in questi speciali corsi di recupero è molto
difficile…al pari del tradizionale esame per Aspiranti Auror. – Il suo tono
divenne più serio, -Ma non vi adagiate sugli allori: durante i tre anni la
selezione sarà durissima e soltanto pochi si diplomeranno rispetto alle trenta
matricole iniziali.-.
-Trenta?- fece Harry sorpreso.
-Prima erano cinquanta, ma la Riforma mira ad avere una
maggior selezione…e poi, anche gli anni scorsi solo una decina si diplomava
alla fine del triennio.- disse il professore.
-Miseriaccia!- sbottò Ron.
-Questa riforma…ha cambiato molto rispetto a prima?- chiese
Harry, sinceramente interessato.
Tann si sistemò alla
cattedra, ordinando alcune pergamene con un colpo di bacchetta.
-Moltissimo. Praticamente tutte le materie, molti metodi di
valutazioni e d’esame e, addirittura, qualche professore. Il caro Kingsley ha
fatto un gran bel lavoro.- disse fiero, -Le Quattro Accademie torneranno ad
essere il fiore all’occhiello di tutta la Comunità Magica britannica!-.
Poi si ricompose ed estrasse da un cassetto il grosso libro
di Pozioni.
-E ora, cominciamo la lezione.- disse di nuovo serio, mentre
i due giovani prendevano pergamene e piuma.
* * * * *
La mattina passò velocemente e unoper uno tutti gli abitanti (e non) della Tana
cominciarono a recarsi al lavoro: Ron era già uscito da mezzora; George si era
appena incamminato per raggiungere Diagon Alley,
mentre Percy, stranamente, aveva dovuto sbrigare una certa faccenda; il signor
Weasley, dopo aver calorosamente salutato la moglie, aveva accompagnato Hermione
al Ministero e Bill aveva raggiunto la sua mogliettina, che in quei giorni non
stava tanto bene, prima di andare alla Gringott.
Invece, Kim era rimasta in camera sua, senza parlare con
nessuno e senza uscire nemmeno per la colazione.
Anche Charlie Weasley era rimasto a letto fino a
mezzogiorno, troppo stordito per affrontare la donna più temibile che
conoscesse, ovvero sua madre.
Primo, si sarebbe accorta che si era ubriacato. Non che ci
volesse un Legilimens: doveva avere una faccia!!
Secondo, avrebbe capito che era successo qualcosa on Kim.
Non sapeva bene come, ma Molly Weasley aveva un radar naturale per scoprire
questo genere di cose, soprattutto quando avvenivano in casa sua.
E da scoprire c’era davvero qualcosa digrosso e problematico!...Lui e Kim…Kim e
Lui…Va bene divertirsi, ma così aveva esagerato!
Sentiva di essere troppo vulnerabile nei confronti della
vampira. Immerso nel lenzuolo che ancora sapeva di lei, non riusciva a smettere
di pensarla. Tutto di lei l’aveva fatto impazzire. Era un’irritante ragazza sarcastica e
sbruffona, che preferiva mentire piuttosto che mostrarsi debole. Aveva un
passato terribile e misterioso e un futuro che era un’incognita. Non era
neanche così bella! Tutto era a suo sfavore, ma non c’era niente da fare: gli
piaceva.
Si poteva essere così stupidi!?! Eppure aveva avuto
storielle con ragazze molto carine e non era successo niente: amici come prima.
Invece, solo per una mezza avventura da sbronzi con una vampira svitata…fregato…Complimenti, campione! Bel casino!...
Come si sarebbe dovuto comportare ora?Gli avrebbe riso in faccia se le avesse detto
che provava qualcosa per lei. L’unica era stare zitto e continuare con il gioco
che portavano avanti da più di un mese; fingere che la provocazione e
l’indifferenza fossero la realtà, e che gli sguardi e le sensazioni fossero
solo scherzi della mente...solo illusioni…
* * * * *
La giornata era finalmente giunta al termine. Aveva dovuto
aiutare la nonna tutto il giorno a riordinare la soffitta ed era stanchissimo.
Ora era alla sua piccola scrivania, che come molte altre cose, era appartenuta
a suo padre.
Neville srotolò velocemente la pergamena che un gufo di
Hogwarts gli aveva portato. Era da parte di Luna.
Deglutì faticosamente, mentre sentiva sua nonna, camminare
al piano di sotto.
La calligrafia era arrotondata e minuta, come se la
ricordava:
Caro Neville,
so che non ci sentiamo da
tanto tempo, ma avevo bisogno di riflettere.
Quello che è successo quest’estate
è stato molto strano e inaspettato.
Parlarne per lettera
non mi sembra il modo migliore. Vorrei vederti il più presto possibile: la prossima
settimana potremo incontrarci a Hogsmade?!...Ho bisogno di parlarti…mi sento
strana…
Non voglio perderti.
Luna
Neville rimase a fissare la superficie ingiallita per
qualche minuto, come incantato.
Era stato uno stupido! Come aveva potuto approfittare così
di Luna?! Non sapeva cosa significassero esattamente i sentimenti che si
agitavano in lui, ma doveva chiederle scusa.
Dopo Giugno l’emozione per la sconfitta di Voldemort, la sua
nuova e più coraggiosa personalità, il rispetto guadagnato… Si era sentito come
intontito dall’etere…con la testa leggera.
E con leggerezza aveva agito.
Luna era la ragazza più straordinaria che avesse mai
conosciuto: bella, coraggiosa, profonda e assolutamente fuori dal comune. Guardava
oltre le apparenze e l’aveva apprezzato quando tutti lo consideravano meno di
niente. Quella sera di Luglio, dopo aver parlato per ore delle cose più assurde,
da soli, nella grande casa dei Paciock, era stato facile baciarla, stringerla e
poi… Scosse la testa infastidito.
Ora basta rimuginare!...Avrebbe
risolto questa situazione…Non l’avrebbe persa.
E prendendo piuma e foglio, cominciò a scriverle una
risposta.
Cara Luna…
Continua
E’ l’una e mezza di notte, ho male dappertutto e sono davvero stanca.
Un altro capitolo è venuto al mondo. E’ stato uno dei più travagliati, per
l’argomento un po’...“scottante” (me timida! -/////-). Il titolo prende spunto
da una canzone di MIKA che in questi giorni è diventata una fissazione (io che
ballo con l’mp3 nelle orecchie, sotto il cielo stellato, è una visione
abbastanza scioccante, fidatevi! XD) Spero che i momenti rosa vi abbiano
divertito/appassionato/commosso/altro!
In particolar modo dedico il momento
rosa (oserei dire rosso XD) di Ron ed Hermione a tutti i loro fan rimasti a
bocca asciutta nello scorso capitolo. In particolare a Pk82 e
ad Edvige86 perché glielo devo. Però sono stata davvero malvagia a interromperli così, vero? Che
carogna!! XD Ora vado…
Bacissimi e Buonanotte (sto per
addormentarmi sulla tastiera).