La Nostra Storia

di Cappychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Nuovo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Il Mestiere di Vivere ***
Capitolo 3: *** Affari di Famiglia ***
Capitolo 4: *** Discussioni e Decisioni ***
Capitolo 5: *** Home Sweet Home ***
Capitolo 6: *** Ciao Amore, Ciao ***
Capitolo 7: *** Sentimenti e Riflessioni ***
Capitolo 8: *** Appuntamenti ***
Capitolo 9: *** Love Today ***



Capitolo 1
*** Un Nuovo Capitolo ***


Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort

Vorrei scusarmi per l’altra longfic che ho in cantiere. Purtroppo per colpa della scuola e di un terribile blocco non so quando riuscirò a continuarla.

Intanto, dopo aver letto il settimo libro (che ho adorato), sono stata presa da una fulminante e inaspettata ispirazione.

Prometto di impegnarmi a portare a termine almeno questa storia che forse rappresenta maggiormente la mia visione del romanzo. Spero di essere riuscita ad esprimermi al meglio e che il “ malefico blocco” non mi prenda!.

Inoltre volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto e soprattutto recensito la mia ministoria su Severus (personaggio da me molto rivalutato)…siete meravigliosi/e e mi avete fatto commuovere!!

Vi auguro BUONA LETTURA e, come sempre, ricordo che tutti i diritti di Harry Potter appartengono alla sua grande autrice.

La Nostra Storia

Un Nuovo Capitolo

Erano passati quasi due mesi dalla morte di Voldemort.

Erano scivolati via con una strana inconsapevolezza, come se tutti fossero stati troppo intontiti (e anche un po’ sorpresi) da non rendersi conto che la vita stava continuando, il sangue correva ancora attraverso le loro vene e che il mondo non era più immerso nel vortice della guerra e della disperazione.

Tuttavia, non c’era la stessa inconsapevolezza quando avevano dovuto seppellire Tonks, e Remus, e Fred e ancora tutti gli altri. Era stato doloroso e ingiusto. Ma in tutti gli sguardi di coloro che con abiti scuri dicevano addio ad amici, fratelli o figli, c’era anche uno strano orgoglio perché, dopo tanto tempo e tanta sofferenza non c’era stato nulla di vano, perché la pace era stata conquistata e il suo profumo era ancora più dolce e fresco di come ricordavano. Quegli sguardi, di madri, di padri, di fratelli e di amici, promettevano un impegno e una determinazione nuova, promettevano la pace.

Intanto, in quel momento Harry si rigirava insonne nel letto. Era abbastanza nervoso quella notte , perché il giorno dopo avrebbe cominciato i corsi preparatori per diventare auror. Probabilmente se l’avesse detto al suo migliore amico, che dormiva nel letto accanto al suo, questo si sarebbe messo a ridere. Era assurdo essere nervosi per una cosa così stupida, dopo aver rischiato la vita non sapeva più quante volte. Ma ora la guerra era finita e doveva cominciare a pensare ad un mestiere e ad una vita normali.

Ancora faceva un po’ fatica a crederci: in fondo il suo nome e il pensiero di una vita normale erano due cose poco accostabili fino a poco tempo prima. Ridacchiò. Rideva molto più spesso ora che poteva davvero ritenere chiusa la “Spinosa Faccenda Voldemort”, come l’aveva ribattezzata Hermione durante una discussione piuttosto accesa sui Mangiamorte, facendo ridere Ron. Probabilmente questa strana allegria lo faceva sembrare un po’ ebete, ma non gli dava tanto peso –soprattutto da quando una certa rossa gli aveva detto che era più carino quando sorrideva-. In più sembrava che il suo buon umore riuscisse a sollevare un po’ gli animi della famiglia Weasley, naturalmente provata dalla perdita di Fred.

Certo anche lui per le prime settimane si era sentito addolorato quanto Ron e i suoi, dato che gli Weasley erano una famiglia per lui; però col passare del tempo, le cose si erano sistemate e tutti si erano convinti che la vita doveva andare avanti.

Harry interruppe questo flusso di pensieri scalciando via la coperta. Cercò, nel buio della stanza un paio di pantaloni e una maglietta puliti, tentando di non svegliare il suo compagno di stanza. Uscito dalla camera e chiusa la porta con la massima delicatezza, si avviò giù per le scale, verso la cucina.

Quando entrò nel caotico regnò della signora Weasley, per poco non gli venne un colpo. La più giovane di casa girava pigramente un cucchiaino in una grande tazza ricolma di un liquido che fumava copiosamente. Ginny camminava avanti e indietro sovrappensiero a piedi nudi e con i capelli che sembravano una cascata di fuoco che le incorniciava il volto e gli accarezzava la schiena fino ai fianchi.

Harry trattenne il fiato: si sorprendeva sempre di quanto fosse bella. Forse lo diventava di più ogni volta che si incontravano, o almeno così sembrava al ragazzo.

La situazione tra loro era ancora in sospeso, perché non avevano ancora avuto occasioni di parlare da soli. In più Harry non voleva urtare i sentimenti della rossa, che aveva appena perso un fratello.

Forse però quella sarebbe stata l’occasione giusta per un chiarimento. Non che Harry non avesse le idee chiare: non aveva smesso di pensare a Ginny neanche per un momento durante quel lungo anno.

Anche durante lo scontro contro Riddle, il ricordo del suo ultimo bacio gli aveva invaso la mente in modo totalmente inaspettato…

Però non sapeva se Ginny avesse cambiato idea; infondo l’aveva aspettato per tanto tempo e forse si era stufata (questo pensiero cominciava davvero a preoccuparlo).

Mentre lasciava vagare il suo sguardo ancora per qualche secondo lungo la figura longilinea della inconsapevole ragazza, scosse la testa incredulo: ciò che voleva era sempre stato sotto i suoi occhi, ma lui era stato troppo cieco per vederlo. D’altronde era rassicurante sapere di avere un futuro davanti per poter rimediare all’errore…alla fine si era innamorato…

-Harry?- fece la voce dolce della ragazza, mentre Harry assorbiva l’impatto di ciò che aveva pensato un attimo prima,

-Non ti ho sentito arrivare.- continuò lei avvicinandosi di qualche passo. Il cuore di Harry gli balzò prepotentemente in gola, mentre il familiare mostro squamoso nel suo stomaco faceva le fusa ogni volta che quella vocina insistente della sua coscienza sussurrava “innamorato… innamorato”.

- E’ tutto a posto?- incalzò Ginny, leggermente perplessa.

- Sì…certo...scusa…cioè…non volevo spaventarti- disse , cercando di non far caso alle gambe molli. Da quand’è che era così insicuro? Forza Potter, tira fuori la grinta! Perfetto: ora parlava anche da solo!!

Ginny lo guardò ancora un secondo, - Devi parlarmi, vero? E’ per questo che sei così agitato?- disse, facendosi seria.

Perspicace. La vicinanza di Hermione influiva… si riscosse con forza dai suoi pensieri. Era ora di agire.

-Non sono molto bravo con le parole…- esordì, - e so che sono stato io a voler troncare, anche se sai che era per motivi, diciamo… di forza maggiore,- ridacchiò nervosamente –ma ora che la guerra è finita…-si interruppe perché Ginny gli aveva premuto con delicatezza due dita sulle labbra (il cervello di Harry era definitivamente partito) e si era avvicinata tanto che i loro corpi si sfioravano.

La ragazza si alzò in punta di piedi e, prima che Harry potesse pensare a qualcos’altro che non fossero le labbra di Ginny, lei lo stava baciando come quando, un anno prima, gli aveva dato il suo “regalo” per il diciassettesimo compleanno.

E il tempo sembrò scivolare molto in fretta per i due ragazzi, mentre il sole saliva in alto oltre la finestra di quella disordinata cucina e, nelle camere sopra di loro, il resto della famiglia si svegliava.

*****

La famiglia Weasley sedeva scompostamente alla tavola per la quotidiana colazione, rispettando le ormai consolidata tradizione del “dopoguerra”: vicino al signor Weasley, seduto a capotavola, Bill leggeva il giornale, sbirciando ogni tanto al di là di esso per osservare la moglie Fleur che conversava, dall’altra parte del tavolo, con una indaffaratissima signora Weasley. Alla sinistra di Bill, Percy e George erano impegnati in una fitta e misteriosa conversazione, mentre, di fronte a loro, Ginny bisbigliava in tono allegro con Hermione, che viveva con i suoi genitori a Londra, ma era ospite fissa a tutte le colazioni della famiglia Weasley. Infine Ron e Harry sedevano alla fine del tavolo e chiacchieravano della futura stagione di Quidditch e dei corsi che avrebbero cominciato quella mattina.

Secondo i desideri della signora Weasley e l’approvazione di tutta la famiglia, l’altro capo della tavola era occupato da un piatto sempre vuoto, ma perfettamente pulito e in ordine: quello era il posto di Fred.

Ma in fondo rappresentava il posto che molti non avrebbero più occupato.

Harry provava una certa malinconia quando guardava quel piatto vuoto. Poi, però, vedeva la signora Weasley, il signor Weasley e tutti gli altri che, puntando lo sguardo nella stessa direzione, assumevano un’espressione orgogliosa, e non poteva fare a meno di essere anche lui fiero come loro.

Il tramestio quotidiano s’intensificò quando un grosso barbagianni planò dolcemente verso la finestra che dava sulla cucina. L’uccello volò lungo tutto il tavolo e si fermò davanti al signor Weasley. L’uomo posò la tazza di caffè che aveva in mano e prese le lettere dalla zampa dell’animale.

Era di Charlie, ritornato in Romania da qualche settimana per sistemare alcune faccende di lavoro.

I presenti aspettarono in silenzio che il signor Weasley finisse di leggere; poi l’uomo posò il foglio di pergamena sul tavolo e alzò lo sguardo sul resto della famiglia.

-Dice che tornerà tra qualche giorno e starà per qualche tempo in Inghilterra.- si passò stancamente una mano sulla faccia, -Dovremmo stringerci un po’, perché porterà un’ospite.-

Tutti si guardarono interessati.

Poi, scordando per un momento la curiosità iniziale, Harry si sporse verso il signor Weasley.

-Presto troverò un posto dove vivere. Non voglio essere di disturbo.- disse gentilmente, mentre Ginny sembrava un po’ dispiaciuta.

La signora Weasley si avvicinò a lui di fretta dicendo, supportata con forza dal marito, di non fare complimenti e che, assolutamente, non dava alcun fastidio.

Ma Harry era comunque convinto di dover trovare casa, per non pesare sulle spalle degli Weasley che erano sempre stati così generosi con lui senza voler niente in cambio. Inoltre ormai era adulto e avrebbe avuto bisogno della sua intimità.

Ma le sue riflessioni morirono sul nascere, perché Percy e George si erano alzati in piedi con aria molto solenne. Tutta la famiglia ammutolì.

Già da un po’ i due fratelli avevano cominciato a parlare e a trascorrere molto tempo insieme, forse perché erano stati i più colpiti dalla morte di Fred; Percy poi si era trasfigurato nella quintessenza dell’umiltà, della gentilezza e dell’ironia.

-Dobbiamo fare un grande annuncio- esordì George.

-Ho deciso che non riprenderò il lavoro al ministero- disse Percy tranquillamente, mentre tutti lo guardavano sbalorditi, -invece aiuterò George col suo negozio.- gli occhi del signor Weasley erano grandi come due palline da golf, mentre Ron era quasi caduto dalla sedia.

-Ma Perce, tu adori lavorare al Ministero- disse Bill, manifestando i pensieri di tutti i presenti.

Fleur, forse era l’unica che non fosse sconvolta, perché non aveva conosciuto Percy prima della guerra, ma ne aveva solamente sentito parlare da suo marito.

-Non m'interessa più, inoltre penso che ci siano cose più importanti della carriera, giusto?- disse sorridendo, mentre Ron cadeva definitivamente dalla sedia e la signora Weasley cominciava a commuoversi.

-Mi darà una mano con le scartoffie e con i contatti di lavoro; infondo un aiuto in più mi sarà utile e chissà, magari diventerà un burlone, non è vero fratellino?- disse George dando una fraterna pacca sulle spalle al suo nuovo socio.

-Ma è meraviglioso!!- esclamò la Signora Weasley, asciugandosi col grembiule le lacrime di gioia.

Tutti concordarono con lei: quest’inaspettata notizia era davvero straordinaria.

La pace aveva cambiato molte cose: Harry sentiva che era cominciato un nuovo capitolo della loro storia.

Spero che vi sia piaciuta. Ora potete sbizzarrirvi con commenti e insulti (speriamo non troppi). Che dite, la continuo? Fatemi sapere.

Baci,

Cappychan.

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Capitolo 2
*** Il Mestiere di Vivere ***


Per prima cosa voglio ringraziare le meravigliose persone che mi hanno recensito (comincio ad amarvi

Per prima cosa voglio ringraziare le meravigliose persone che mi hanno recensito (comincio ad amarvi!!):

Miss Nina: In effetti, un salto temporale così grande mi ha fatto venire un sacco d’idee. Così ho cominciato ad immaginare tutte le cose che possono essere capitate ai nostri ragazzi… metterò un po’ di queste idee nella fanfiction e spero che ti piaceranno.

LaVero: Grazie mille! E’ sempre piacevole quando qualcuno apprezza il tuo modo di scrivere. Comunque non temere: l’ispirazione è in agguato.

Ginny89Potter: Quanto mi piace questo nick!! Non ti preoccupare, non ci provo nemmeno a finirla così…ho la testa piena d’idee interessanti…eheheh(risatina diabolica). Per quanto riguardo Fred, hai ragione…tristezza…sob!

Hermione: Sissignora, agli ordini!!

Lory91: Grazie. Spero di non deludere le tue aspettative!

_Ly_: Sono onorata d’essere la prima dopo il Settimo! Bello, eh? La Rowling sa sempre il fatto suo! Effettivamente l’idea di lasciarla come One-shot era il piano B: se non mi fosse venuto in mente nulla o se proprio non fosse piaciuta a nessuno. Però ho tante scene già in mente (aria cospiratrice) ed è piaciuta (scusate se sto gongolando in modo così evidente!!), quindi mi lascerò trasportare da questa corrente ancora per un po’.

EDVIGE86: Grazie, ce la metterò tutta per portare a termine la storia!

Se ho dimenticato qualcuno, non linciatemi: semplicemente non ho visto la vostra recensione in tempo. PERDONO!!

Ringrazio anche chi, addirittura, ha inserito la mia storia tra i preferiti, come PIGRECO e Serenella_Chan…sono un po’ commossa.

Per tutti i nuovi e vecchi lettori, anche se non hanno ancora recensito, BUONA LETTURA!!

PS: I diritti appartengono a J.K.Rowling

PS2: Il titolo di questo capitolo mi è venuto in mente così e mi suonava bene, però, se non c’entra niente, fatemelo sapere, che mi do una regolata!

La Nostra Storia

Il Mestiere di Vivere

Era già tarda mattinata mentre Ron ed Harry camminavano per le vie di Londra con gli occhi incollati su due pergamene identiche, indossando vestiti babbani per non attirare troppo l’attenzione.

Erano arrivate pochi giorni dopo che avevano mandato la loro richiesta d’ammissione alla “Prestigiosa Accademia per Auror d’Inghilterra”. Solitamente i corsi iniziavano a Settembre inoltrato, ma i due ragazzi, che non avevano mai affrontato il loro ultimo anno di scuola, avrebbero dovuto frequentare delle lezioni preparatorie prima dell’inizio dell’anno accademico. Erano stati accettati lo stesso, nonostante non avessero i MAGO, forse come ricompensa per i “servigi resi al mondo magico e babbano” (come amava dire la signora Weasley con orgoglio).

A dir la verità Harry temeva che non sarebbero mai riusciti ad imparare tutto ciò che dovevano sapere, in poco meno di un mese, soprattutto senza l’indispensabile aiuto di Hermione. Inoltre Ron gli aveva fatto notare che probabilmente i loro colleghi non li avrebbero accolti molto calorosamente, credendoli dei raccomandati. Tutto questo era sufficiente ad innervosire parecchio il moro che ora girava per le strade babbane alla ricerca di un segnale qualsiasi di presenza magica.

Ron era avanti di qualche passo e camminava spedito; era diventato più sicuro di sé dopo la fine della guerra, forse anche per merito di Hermione, anche se su quest’argomento i tre avevano mantenuto il più rigoroso silenzio. In fondo non erano affari di Harry e non voleva intromettersi nelle faccende dei suoi due amici. [soprattutto dopo sette anni di attese!!!! ndA]

Improvvisamente il rosso si fermò di botto; così Harry, che era ancora concentrato sulla pergamena, gli andò a sbattere addosso.

-Potresti avvisarmi prima di fermarti così d’improvviso- borbottò Harry.

-Scusa- disse dispiaciuto Ron, -ma siamo arrivati!- aggiunse illuminandosi come una lampadina. Entrambi erano ansiosi di iniziare.

Harry, allora, si guardò intorno cercando un possibile edificio magico. Si stupì non poco quando si accorse che, non solo erano a Trafalgar Square, ma che il suo amico gli stava indicando il monumento che sovrastava la folla. Questa poi! pensò Harry sorridendo, mentre guardava i babbani che camminavano intorno a loro, ignari di tutto.

I due ragazzi raggiunsero il centro della piazza e, cercando di non farsi notare, si avvicinarono al monumento. –Penso che sia come la barriera del binario 9 e tre quarti, ma come facciamo a scomparire senza essere visti?- bisbigliò Ron.

-Dobbiamo rischiare. Ma non potevamo materializzarci direttamente all’Accademia?-

-Papà dice che le misure di sicurezza sono state intensificate moltissimo, nonostante la morte di Tu-sai-chi.- Harry alzò gli occhi al cielo, ma Ron continuò, facendo finta di niente, -Hanno paura di rappresaglie da parte degli ultimi mangiamorte, credo…-

Nel modo più discreto possibile, “entrarono” nel monumento. Un battito di palpebre dopo, i due ragazzi si ritrovarono in uno dei luoghi più strani che avessero mai visto (superato solo da casa Lovegood e dal Ufficio Misteri).

L’atrio sembrava una vecchia palestra; molto piccolo, buio e con delle spalliere attaccate alle pareti. Inoltre il pavimento era pieno di piccoli “crateri” e di oggetti strani, tra cui Harry riuscì a riconoscere uno spioscopio rotto. Era sicuramente poco “prestigioso” come atrio. Ron sembrava pensarla allo stesso modo. Guardava la stanza con aria scettica e, dopo qualche secondo d’incertezza si avvicinò ad Harry, -Forse abbiamo sbagliato posto?!- bisbigliò.

Ma, un secondo dopo, una porta davanti a loro, celata dalla poca luce della stanza, si spalancò all’improvviso.

L’aria della stanza sembrò gelare, mentre un essere spettrale entrava nella stanza, scivolando nel modo ormai tanto familiare a Harry: un dissennatore si avvicinava velocemente.

-Ma che diavolo…?- urlò Ron, impugnando la bacchetta. Ma Harry fu più veloce di lui, pensò intensamente all’ultimo bacio di Ginny e -Expecto Patronum- gridò, evocando il familiare cervo. L’animale colpì violentemente il dissennatore spingendolo oltre la porta dalla quale era uscito.

Dopo qualche istante d’attesa, nella quale il dissennatore non ricomparve, il cervo sparì con uno sbuffo, lasciando i due ragazzi nell’agitazione. Cosa significava quella accoglienza? L’Accademia era forse caduta nelle mani dei mangiamorte? Oppure era una trappola?

Prima che uno dei due potesse dire qualsiasi cosa, un’altra porta, alla loro destra si aprì di botto, facendoli saltare di almeno dieci centimetri per lo spavento. Alzarono immediatamente le bacchette, ma nessuna creatura mostruosa, né alcun mangiamorte, uscirono da quella porta. Era un vecchietto e se la stava ridendo della grossa, guardando le loro facce preoccupate e tese.

-Bene! Proprio bene!- disse l’ometto che arrivava a malapena al mento di Ron e gli batteva allegramente una mano sulla spalla.

I due ragazzi erano sbigottiti. –Allora, cosa sono quelle facce?! Sono il professor Joke!- Ron ed Harry si guardarono perplessi,

-Sarò il vostro insegnante di Difesa contro Esseri e Creature Oscure. Ho pensato di mettere alla prova un po’ delle vostre competenze con un molliccio e devo dire che non vedo l’ora di avervi nella mia classe: quel Patronus era una bomba, figliolo! Ovviamente prima dovrete superare i test preliminari, i test fisici e i test psicologici eccetera. Insomma, vi aspetta un bel po’ di lavoro!- concluse con un sorrisone gioioso.

Se voleva essere rassicurante ha fallito miseramente, pensò Harry sospirando. Quell’uomo non gli sembrava molto sano di mente: forse faceva quell’effetto stare troppo a contatto con i dissennatori e altre creature del genere. In più lo scherzetto di poco prima non l’aveva divertito molto.

Poi il professor Joke estrasse una bacchetta molto corta e, con un semplice gesto della mano, la piccola stanza si trasformò in uno splendido salone: le pareti erano incise da colonne intere dei nomi e, a volte, vicino ad uno di questi si poteva vedere qualche simbolo dorato. –Quelli sono coloro che si sono diplomati nel corso dei secoli in quest’Accademia,- spiegò l’uomo intercettando i loro sguardi, -e i simboli che vedete sono i riconoscimenti attribuiti a ciascuno di loro dalla Comunità Magica Internazionale.-

Sia le pareti che il pavimento in marmo erano di un colore rosato molto caldo ed elegante, mentre al centro troneggiava una pietra nera rettangolare; anche questa era incisa quasi completamente e anche qui c’erano numerosissimi simboli dorati.

-E questi- disse l’uomo, indicando la pietra e assumendo improvvisamente un tono serio, -sono i nostri caduti. I simboli che vedete sono i riconoscimenti attribuiti loro dopo la morte. Ci sono tanti miei ragazzi qui sopra.- mormorò malinconicamente con lo sguardo perso nel vuoto.

-Oh, basta con i ricordi tristi!- esclamò, recuperando tutto il suo brio, -Dovete ancora conoscere i vostri esaminatori e sostenere tutti i test! Non c’è tempo da perdere!- e si avviò spedito verso la porta da cui era entrato.

Seguendolo, i ragazzi si scambiarono uno sguardo rassegnato: la giornata si prospettava molto lunga.

*****

Nel giardino di casa Weasley, intanto, si stava consumando un piccolo dramma.

-E se poi ho fatto la scelta sbagliata?- disse Hermione in preda al panico, -In fondo quello dell’auror è un bel mestiere…e poi ci sarebbero stati Harry e Ron con me…e poi…- cominciò a camminare avanti e indietro con le mani tra i capelli, sotto lo sguardo esasperato di Ginny.

-Non c’è niente di male a voler prendere una strada diversa da quei due.- cercò di farla ragionare la rossa, -Non potete mica passare tutto il giorno insieme! Già tu e Ron litigate ogni due ore, pensa ai tuoi poveri colleghi!- continuò cercando di non ridere all’espressione dell’amica. –E poi non ti basta fare la piccioncina con mio fratello nel tempo libero?-

Ginny scoppiò a ridere quando Hermione arrossì bruscamente.

-Io non faccio affatto la piccioncina!!- esclamò imbarazzatissima la riccia.

-Peccato.- disse Ginny cominciando a sfogliare un volantino del San Mungo, -Sareste così carini, tu e il mio fratellino!!-

-Ma la vuoi smettere! Non so perché ti ho detto che ci siamo messi insieme!- borbotto, sedendosi sul prato con la rossa a braccia incrociate.

-Perché sono tua amica e perché non vedevi l’ora di dirlo a qualcuno.- rispose semplicemente le rossa, passandole un volantino della Gringott.

-E va bene! Hai vinto! Tanto hai sempre ragione tu!- sbuffò Hermione.

-Già!- ed entrambe scoppiarono a ridere.

–Io ed Harry siamo di nuovo una coppia.- buttò lì Ginny dopo qualche minuto.

-Finalmente!- esclamò Hermione sorridendo e ricominciando a leggere il volantino del San Mungo.

Ginny si guardò bene dal farle notare che non erano stati lei ed Harry a metterci anni per dichiararsi.

-Sono sempre più indecisa. Fare la medimaga mi piacerebbe, ma anche il lavoro al Ministero sembra interessante.- disse, di nuovo sconsolata, rigirandosi fra le mani due volantini di colori diversi.

-Non so come aiutarti a scegliere…forse potremmo lasciar decidere al caso…no, non mi convince…potresti chiedere un consiglio a mio padre, lui è più ferrato di me sulle “opportunità lavorative”- Ginny cominciò ad avvolgersi, pensierosa, una ciocca intorno all’indice.

-Non so.- fece indecisa l’amica.

Trascorse qualche minuto di silenzio, nel quale le due ragazze continuarono a fissarsi dubbiose; poi, di colpo, la più giovane si illuminò. –Trovato!- esclamò

–Potresti andare al San Mungo e al Ministero e osservare i veri dipendenti al lavoro. Papà sicuramente conosce qualcuno che ti può dedicare un po’ di tempo. Così potrai decidere meglio e non avrai brutte sorprese!-

Anche Hermione s’illuminò: l’idea le sembrava ottima…ed era impaziente di dirlo a Ron.

*****

Harry diventava più nervoso ogni minuto che passava. Il professor Joke li aveva guidati lungo una ampio corridoio, completamente ricoperto di marmo candido, che sembrava una corsia d’ospedale. Ogni 3 metri c’era una grande porta di legno scuro con una piccola targhetta d’ottone che indicava Professore e Materia, ma Harry non riuscì a leggere neanche un nome, perché Joke avanzava spedito verso l’ultima porta, proprio davanti a loro. Era molto più grande delle altre, a due ante, su una delle quali c’era la solita targhetta. Questa diceva Palestra.

-Entrate ragazzi miei!- esordì pimpante l’ometto, -Dentro troverete i vostri esaminatori. Di solito non li facciamo in palestra i test attitudinali, ma dopo la riforma del Ministero di questo Giugno, abbiamo avviato dei lavori d’ampliamento e ristrutturazione. Molto saggio Shakebolt…è stato mio allievo, sapete? Uno in gamba!!- e, con un cenno di saluto, si allontanò fischiettando.

-Non ti sembra un po’ strano quel tipo?- gli bisbigliò Ron con un’espressione perplessa.

-Solo un po’??!- rispose sorridendo il moro.

Entrambi scoppiarono a ridere, ma furono interrotti quando un vocione autoritario li richiamò, -Avanti!-

La voce proveniva dall’interno della palestra, così i due si affrettarono ad entrare.

Harry non era certo un esperto di palestre, ma quella che aveva davanti gli sembrò magnifica. Era ancora più grande dell’Atrio, con un pavimento di parquet scuro perfettamente lucido; le pareti erano semplicemente dipinte di bianco, e questo metteva ancora più in risalto le spalliere di legno, le travi e tutte le attrezzature colorate che attrezzavano la stanza.

Al centro c’era una lunga tavola che sembrava evidentemente fuori posto. E dietro di essa erano seduti tre personaggi davvero insoliti: all’estrema destra un uomo, che a Harry ricordava vagamente Mundungus, dormiva infagottato in un mantello da viaggio grigio. Vicino a lui, evidentemente scocciata dal rumoroso russare del suo collega, c’era una vecchietta completamente vestita di giallo canarino, con dei piccoli occhiali sul naso all’insù e le manine rugose che sferruzzavano della lana.

Il proprietario del vocione era un uomo sulla cinquantina con il pizzetto brizzolato e uniforme perfettamente in ordine. Sembrava incredibilmente strano, accostato agli altri due.

Poi l’uomo parlò, -Voi dovete essere Potter e Weasley.- disse severo (a Harry sembrò la versione maschile della professoressa Mcgrannitt), -Bene. Ora sarete esaminati per scoprire se siete idonei ad entrare nel Prestigioso Corpo degli Auror d’Inghilterra.- s’interruppe e tese la mano verso la collega, che, senza neanche alzare lo sguardo dal lavoro a maglia, gli porse un paio di fascicoli.

-Vedo che siete stati dei bei piantagrane.- esordì sfogliando i fascicoli con un ghigno. Ma quando alzò lo sguardo, la sua espressione divenne incredibilmente dura, - Sappiate che qui, certi comportamenti non verranno ammessi. Essere Auror è un impegno che va preso molto sul serio. Tuttavia, - continuò abbandonando la severità, -avete entrambi note di merito dal vostro vecchio Preside e dall’ex direttrice della vostra casa…Minerva ha spinto molto perché a voi due fosse data un’opportunità. Di solito non accettiamo studenti senza MAGO, ma vista la situazione…- poi con un movimento della bacchetta fece apparire due sedie identiche davanti al tavolo.

-Ora possiamo cominciare i test.- disse con tono autoritario, mentre l’altro uomo si svegliava stiracchiandosi.

I test durarono molto a lungo: per lo più si trattavano di domande sulla loro famiglia, sui loro anni a Hogwarts e altri argomenti ancora, ma niente di troppo personale. Probabilmente esaminavano solo il modo in cui rispondevano e non il contenuto delle risposte, pensarono i ragazzi.

Tuttavia, la risposta di Harry al perché avesse scelto la carriera di Auror sembrò interessare il mago che prima dormiva.

-Una volta,-aveva risposto Harry, con semplicità, -una persona mi ha detto che il male non può essere mai annientato del tutto, ma che si deve combattere ogni giorno, perché non abbia la meglio. Sono qui perché sono d’accordo.- la vecchietta aveva alzato gli occhi dal lavoro a maglia e l’esaminatore col pizzetto, che era l’unico a parlare, si era ammutolito per qualche istante.

Ron invece, guardava Harry con un sorriso di complicità sulle labbra.

Finiti i test psicologici, gli chiesero di sostenere dei test fisici: in pratica dovettero correre per quasi mezzora, come prova di resistenza. Erano entrambi abbastanza provati, quando l’uomo col pizzetto li fermò.

-Vorrei solo vedere un’ultima cosa- disse alzandosi, seguito dai colleghi, -a quanto pare i vostri Patroni sono molto avanzati. Potrei vederli?-. I ragazzi alzarono contemporaneamente le bacchette ed evocarono i due animali.

L’uomo osservò con attenzione il loro incantesimo. Poi fece un breve sorriso, -Bene, ragazzi. Benvenuti a bordo!- disse.

I due ragazzi si scambiarono un sorriso soddisfatto, trattenendosi a stento dallo scambiarsi il cinque.

Intanto gli esaminatori si avvicinarono. Quello col pizzetto fu il primo a parlare. –Io sono il professor O’Grady e sarò il vostro insegnante di Incantesimi Avanzati- poi si voltò verso i suoi colleghi, -Questa è la Professoressa Stuart.- disse indicando la vecchietta.

Questa estrasse una sottile bacchetta e con un leggero movimento del polso si batté sul cardigan giallo, proprio sopra il cuore e improvvisamente i due ragazzi si trovarono davanti un’affascinante donna sulla trentina. Indossava abiti completamente neri, come i suoi lunghissimi capelli, e aveva due occhi di puro ghiaccio. –Se non l’avete ancora capito, sarà la vostra docente di Trasfigurazione Umana e Travestimento.- continuò O’Grady, -E questo è il professor Coldwather.- l’uomo fece un cenno distratto, -Lui vi addestrerà per combattere i Mangiamorte.-, poi porse ai due un foglio, -Questo è l’orario dei corsi di recupero MAGO che seguirete con il professor Tann. Presentatevi domani, ore 9 in punto. L’aula è la prima a destra nel corridoio.- I ragazzi annuirono.

O’Grady raccolse con un colpo di bacchetta tutti i fogli, mentre i colleghi facevano sparire altrettanto facilmente le sedie e il tavolo.

Poi i tre insegnanti salutarono frettolosamente e sparirono, lasciando i due ragazzi a guardarsi felici.

-Ce l’abbiamo fatta, Harry!- esclamò Ron al settimo cielo.

-Già! Dobbiamo assolutamente dare la buona notizia!- concordò il moro.

Si avviarono di nuovo lungo il candido corridoio e l’Atrio, ed insieme uscirono, mentre in Trafalgar Square splendeva ormai un sole pomeridiano.

*****

-Chissà cosa staranno facendo quei due!- sbuffò Ginny alzando lo sguardo dal libro di Erbologia.

-Non sappiamo che genere di test dovessero fare, ma probabilmente saranno a casa tra poco.- le rispose Hermione, sfogliando una rivista babbana senza troppo interesse.

Dopo pranzo si erano sedute non lontano dalla Tana, all’ombra di un albero solitario. Ginny, che aveva perso alcuni mesi di scuola era in pieno recupero ed Hermione l’aiutava a modo suo, ovvero sgridandola perché non si distraesse.

Erano le tre del pomeriggio e, da qualche minuto, avevano cominciato a chiedersi che fine avessero fatto e se fossero stati ammessi, quando, con un sonoro crack, i due ragazzi si materializzarono.

-Ragazzi, finalmente!- esclamò Hermione correndo loro incontro.

-Allora? Com’è andata?- fece curiosa Ginny passando un braccio intorno alla vita del suo ragazzo.

-CI HANNO PRESI!!- urlò allegro Ron, abbracciando la ragazza dai capelli mossi.

I ragazzi cominciarono a raccontare, tra le risate delle due, tutto ciò che avevano visto e i professori che avevano conosciuto. Quando entrarono in casa, furono accolti da un’ansiosissima signora Weasley. Quando le diedero la notizia scoppiò a piangere dalla gioia, nonostante i rimbrotti della figlia.

-Dai mamma! Non fare così!- disse Ginny fingendo un’espressione severa.

-Oh…Hai ragione. Dobbiamo festeggiare! E poi voi due non avrete sicuramente mangiato.- disse scrutando, improvvisamente preoccupata, i due giovani; poi si rasserenò di colpo, -E va bene! Torta di melassa per tutti!- esclamò gioiosa.

Nessuno si sognò di contraddirla.

Qualche ora più tardi tutta la famiglia, Hermione ed Harry si erano seduti a tavola, imbandita più del solito in onore dei due ragazzi. Quando, dopo cena, finalmente riuscì ad avvicinarsi a Ron, Hermione lo prese per mano, accompagnandolo nel piccolo salotto, mentre George e Percy si scambiavano un’occhiata eloquente e Ginny sorrideva allegramente vicino a Harry.

-Che c’è?- chiese piano il rosso, quando furono fuori dalla portata di orecchie indiscrete.

-Ginny ha trovato un modo per aiutarmi a decidere che mestiere scegliere!- disse emozionata.

Ron sapeva che era andata in crisi quando aveva capito che avrebbe dovuto scegliere la sua futura professione, perché era molto indecisa.

Da parte sua, Ron, credeva che la sua ragazza (ancora gongolava al solo pensiero di loro due) potesse fare qualunque cosa.

Gliel’aveva anche detto, col tono più sicuro che si fosse mai sentito uscire dalla bocca, e, per questo, si era anche meritato un bacio da record dalla riccia.

Si riscosse dai suoi pensieri, -Di cosa si tratta?- fece curioso.

Hermione sorrise raggiante.

-Andrò per un giorno intero al San Mungo e al Ministero e osserverò i veri dipendenti all’opera! Tuo padre mi ha già detto che conosce qualcuno in entrambi i posti. Non è geniale?!- disse tutto d’un fiato.

A Ron venne naturale sorriderle in risposta: è troppo bella quando sorride, pensò fra sé.

Hermione gli saltò al collo felice. Qualche istante dopo, la ragazza si soffermò a pensare quanto fosse bello baciare il suo (se lo ripeté varie volte nella testa) Ron: aveva delle labbra così morbide…sembravano fatte apposta per baciare lei; lui sembrava nato apposta per baciare lei!

Sarebbero stati così molto più a lungo e molto volentieri, ma Hermione doveva tornare a casa con la metropolvere. Così i quattro giovani, di nuovo riuniti davanti al camino della Tana, si augurarono “Buona notte”, poi la ragazza, prima di sparire in una fiammata verde, salutò con un cenno della mano il ragazzo che amava.

Finito anche questo capitolo! Non sono abituata a scrivere così tanto: spero che la qualità non ne risenta!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

Baci,

Cappychan.

PS: Appena possibile il prossimo capitolo “Affari di Famiglia”!

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Capitolo 3
*** Affari di Famiglia ***


Prima di tutto devo ringraziare tutti coloro che hanno recensito:

Lilyna Potter: Grazie mille! Farò il mio meglio per non farti aspettare troppo, ma anche per non deluderti.

Maky: Grazie, sono lusingata per la tua recensione!

Ginny89Potter: Di nuovo, sei stata molto gentile. E poi fa piacere quando una stessa persona recensisce entrambi i capitoli.

Che ti posso dire…Continua così!! XD

Sara83: Sono felice che il mio seguito ti abbia coinvolto!

Milly92: Lo farò sicuramente!

EDVIGE86: Di nuovo una “voce” conosciuta! Grazie mille per la tua calorosissima recensione, stella!!! Riguardo alla tua domanda, mi piacerebbe tantissimo mettere Al, Rosy e tutti gli altri (magari anche qualche altro bimbetto di mai invenzione…eheheh, sapessi!!), ma per ora è tutto molto lontano, anche perché non vorrei fare un salto temporale troppo grande…mi sembrerebbe di rovinare un po’ la fanfiction. Però, come ho già detto, le nascite dei pargoli m’ispirano tantissimo (Harry e Ron papà sono assolutamente da descrivere!!), quindi abbiate pazienza!

_Ly_: Accidenti! Quell’intervista mi è sfuggita!! Vuol dire che senza saperlo ho quasi azzeccato il mestiere di Hermione! Incredibile! Comunque, visto che sei più informata di me, (tra l’altro, avrei scommesso su una Tonks Corvonero!!) devi assolutamente farmi sapere entro il prossimo capitolo (in questo ancora non la faccio decidere)!!

Sei stata in coda a Trafalgar per il Settimo?! Immagino ci fosse un sacco di gente!Poi devi raccontarmi, perché sono troppo curiosa!

PS: Me ne sono accorta solo ora, ma: Mi hai fatto 4 recensioni in un giorno!!!Ti Adoro!

PS2: Ci credo che lo vuoi baciare anche tu, Ron!!!

Ramna: Detto fatto!

Miss Nina: Grazie miss! Un’altra “vecchia” conoscenza! Anch’io ho proprio voglia di scrivere qualche momento “rosa”!! Per la tua domanda, la risposta è la stessa che per EDVIGE.

Inoltre volevo ringraziare v4le18, e pegghy che mi hanno inserito tra i preferiti.

Ribadisco che se ho dimenticato qualcuno, non è stato intenzionale, ma solo una svista o un ritardo nell’aggiornamento delle recensioni da parte mia, perciò niente botte, please!

A tutti i meravigliosi e le stupende che mi seguono, BUONA LETTURA!

PS: I personaggi e i diritti appartengono tutti a JKRowling, tranne i professori (Joke, Tann, Coldwather, eccetera, eccetera) e qualche sorpresa di questo capitolo (SE-GRE-TO!!), che appartengono alla mia povera mente devastata dalle versioni di greco.

La Nostra Storia

Affari di Famiglia

Ron e Harry continuavano a seguire tutti i giorni i corsi di recupero del Professor Tann, che solitamente insegnava Pozioni Avanzate. Era un colosso di quasi due metri, ma non si lasciava mai scivolare via il sorriso dalla bocca.

I due ragazzi l’avevano trovato molto simpatico, ma era comunque un insegnante che pretendeva molto. In fondo dovevano recuperare un anno di scuola in un solo mese, quindi le sue pretese erano sensate.

Tutte le mattine alle nove i due prendevano una passaporta, gentilmente concessa dall’Accademia che, a causa dei lavori di ristrutturazione, non aveva camini o stanze per la materializzazione funzionanti.

Spesso vedevano i professori: alcuni conosciuti, altri completamente estranei. La professoressa Stuart e O’Grady, per esempio, solevano camminare vicini lungo il corridoio bianco; parlavano sottovoce e in tono familiare, tanto che Harry e Ron cominciavano a pensare che tra quei due ci fosse qualcosa. Un giorno ci avevano scherzato sopra per una buona mezzora, nella quale il professor Tann li aveva richiamati più volte in modo abbastanza severo.

Intanto alla Tana era cominciata la personale “Guerra all’Acaro” (come la definiva Ginny, nei momenti di esasperazione) della signora Weasley. Forse per l’arrivo imminente del suo secondogenito o forse per la presenza di un ospite in casa sua, la mamma di Ron aveva deciso di ordinarla. Ciò era più facile a dirsi che a farsi perché, dopo anni di disordine, persino le mura e i pavimenti sembravano trattenere la polvere con una certa tenacia.

Ovviamente tutta la famiglia era coinvolta in questo lavoro: per prima cosa, Percy e George, che avevano vissuto alla Tana nei due mesi dopo la Battaglia di Hogwarts, erano stati quasi sfrattati ed erano andati a vivere nell’appartamento sopra i Tiri Vispi. Intanto, però, raccoglievano scommesse sul misterioso ospite.

Ron e Harry, il quale era stato quasi obbligato a rimanere in casa Weasley, erano addetti alla disinfestazione del giardino. Purtroppo non erano molto utili perché, a causa delle lunghe ore di studio, il loro tempo libero si era notevolmente assottigliato.

Anche le ragazze studiavano parecchio: Ginny per poter tornare in pari col programma ed Hermione per essere pronta ad un eventuale impiego.

Quest’ultima, inoltre, aveva chiesto più volte di aiutare in casa, per ricambiare l’ospitalità, ma la signora le aveva assolutamente proibito di alzare un dito per non distrarsi dai suoi studi.

Un giorno, mentre i quattro ragazzi studiavano in giardino, un gufo deviò il suo volo sul cielo della Tana.

L’animale si posò con grazia davanti a Harry: i ragazzi si zittirono di colpo, ma non chiesero niente finché il moro non ebbe finito di leggere. Poi questo passò la lettera e Ginny, che sedeva vicino a lui.

La scrittura era elegante e femminile, ma totalmente sconosciuta alla ragazza:

Caro Harry,

In questi due mesi ho pensato più volte di scriverti per poterci incontrare.

So infatti che Remus e Dora ti hanno scelto come padrino del piccolo Ted

e avrei davvero desiderio di parlare un po’ con te e di fartelo conoscere.

Ti andrebbe bene vederci domani pomeriggio alle tre al Paiolo Magico?

Se non hai niente in contrario, potremmo fare una visita alla mia Dora.

Rispondimi appena puoi,

Andromeda Tonks

Appena ebbe finito di leggere, Ginny alzò gli occhi dalla pergamena e guardò Harry intensamente.

-Cosa vuoi fare?- gli chiese.

-Andrò. In fondo, Teddy è il mio figlioccio e devo pur conoscerlo.- disse con finta tranquillità, mentre Ron ed Hermione leggevano la lettera.

Era già stato al cimitero dove era sepolti tutti quelli che erano morti a Hogwarts, ma dalla sua visita a Godric’s Hollow, la sua poca simpatia per le tombe era peggiorata.

Soprattutto era nervoso per il suo incontro con Andromeda e Ted: lei aveva perso figlia e marito a pochi mesi di distanza e il bambino non avrebbe mai conosciuto i suoi. Proprio come me, pensò Harry. Quindi cosa poteva dire, soprattutto alla signora Tonks? Non voleva aggravare il suo stato d’animo e non credeva che avrebbe potuto reggere se la donna avesse pianto. Ma doveva rispettare il suo dovere di padrino fino in fondo. Perciò anche se agitato e con mille dubbi in mente, decise che avrebbe incontrato i due.

-Potresti cogliere l’occasione per visitare la tomba di Piton.- buttò lì Ginny, dopo qualche minuto di silenzio.

Non ci aveva neanche pensato, ma, in effetti, il suo professore era seppellito con tutti gli altri eroi di Hogwarts.

Era stato lui stesso a convincere Shakebolt a riabilitare il nome di Piton, raccontando all’Ordine la verità, anche se parziale, della storia. Ma mai in quei due mesi aveva pensato di andare a salutarlo. Ripensandoci, glielo doveva!

Così quella sera, quando tutti andarono a dormire, Harry rimuginava ancora su quello che avrebbe dovuto fare il giorno dopo.

*****

Il mattino dopo arrivò un’altra lettera di Charlie; lui e il suo misterioso ospite erano in Germania, a metà strada, e sarebbero arrivati quel pomeriggio. Così quando, dopo pranzo, Harry si preparò per materializzarsi al Paiolo Magico, Charlie non era ancora arrivato.

La casa era irriconoscibile: il duro lavoro della signora Weasley e dei suoi figli aveva dato i suoi frutti. La cucina, soprattutto, non era mai stata così in ordine e tutte le pentole, i piatti e i bicchieri erano spolverati e integri nella grande credenza. L’unica cosa che mancava era il particolare orologio, su cui erano indicati tutti i membri della famiglia. Infatti dopo la morte di Fred, il signor Weasley aveva deciso di sbarazzarsene.

Quando il ragazzo scese le scale, la famiglia per intero, con l’aggiunta di Hermione, che leggeva silenziosa il libro di Trasfigurazione in un angolo, era in salotto e mangiavano il dolce, aspettando l’arrivo di Charlie.

-Io devo proprio andare.- disse il moro allacciandosi il mantello.

-Certo caro, vai pure.- rispose dolcemente la signora Weasley, -Saluteremo Charlie anche da parte tua.- aggiunse il signor Weasley dandogli una pacca sulle spalle.

Poi, dopo aver salutato tutti i presenti e dopo uno scambio di sguardi con Ginny, uscì per smaterializzarsi.

Era appena arrivato all’albero solitario, dopo il quale ci si poteva smaterializzare, quando la voce della signora Weasley lo richiamò. Avanzò spedita verso di lui,

-Mi…crederai una sciocca, …ma…potresti…andare a salutare anche il mio Fred?- disse incerta. Harry le sorrise.

-Senz’altro.- la rassicurò per poi sparire con un’aggraziata piroetta e un sonoro crack.

Ricomparve, un attimo dopo, nel familiare locale di Londra. Si guardò intorno in cerca di Andromeda, ma non la vide. Abbassò lo sguardo sull’orologio di Fabian, e vide che segnava le tre meno cinque. Era in anticipo.

Si rivolse a Tom e gli chiese una burrobirra: aveva ancora un po’ di tempo per togliersi di dosso quell’odiosa sensazione che lo prendeva ogni volta che si smaterializzava.

*****

Nel frattempo alla Tana la signora Weasley andava avanti e indietro, visibilmente agitata.

-Molly.- provò il marito, -Tesoro, calmati. Saranno qui a minuti.- disse, mettendole una mano sulle spalle.

-Si accettano puntate dell’ultimo minuto.- diceva, intanto George, mentre Percy registrava la scommessa di Bill. Secondo lui, Charlie si sarebbe portato un cucciolo di drago bisognoso d’affetto.

Improvvisamente dei passi risuonarono da dietro la porta d’ingresso e un secondo dopo Charlie Weasley era davanti a tutta la famiglia. Era lo stesso di sempre, non molto alto, ma più robusto rispetto agli altri fratelli, con le solite bruciature sulle braccia muscolose. L’unica cosa diversa dal solito era il vistoso tatuaggio che spiccava sulla spalla destra del rosso, cosa che la signora Weasley notò con un cipiglio tipico da “Adesso-io-e-te-facciamo-i-conti”.

Tutta la famiglia era troppo impegnata a spostare lo sguardo dalla madre, la cui espressione contrariata era palese, e il secondogenito, che invece le rivolgeva un sorriso un po’ malandrino. Così non si accorsero della figura dietro Charlie, che non sembrava intenzionata a far notare la sua presenza.

Ma Charlie sembrava di tutt’altra opinione, perché spinse davanti a sé il “famoso” ospite, prima ancora di salutare i suoi.

Era una ragazza sulla ventina, non molto alta, ma abbastanza atletica; era vestita di pelle di drago nera e tra i corti capelli castani spuntavano delle evidenti ciocche blu elettrico. Avrebbe potuto ricordare un po’ Tonks, ma non aveva niente della sua espressione giocosa e allegra.

Era piuttosto seria, ma sembrava anche a disagio.

-Famiglia, lei è Kim. E’ un’amica che ho conosciuto in Romania.- spiegò tranquillo.

-Oh…benvenuta! E’ solo che…insomma…non ci aspettavamo…- disse incerto il signor Weasley, guardando la moglie assumere un cipiglio eloquente: probabilmente il tatuaggio sarebbe stato attribuito a lei.

La ragazza fece un sorriso breve e strinse la mano all’uomo, ringraziandolo. Aveva una voce molto profonda per essere una ragazza così minuta. Poi Charlie cominciò a salutare tutti i presenti, lasciando in disparte Kim.

Ma non ebbe pace per molto perché George, con l’aiuto di un Percy curiosissimo, si attaccarono subito a lei, tempestandola di domande. La trascinarono, alquanto sbigottita, sul divano e in breve fu circondata da tutta la famiglia. Ginny ed Hermione, dopo essersi presentate, cercarono di tranquillizzarla. Forse il fatto che fosse così diversa da Fleur aveva convinto Ginny che magari non era tanto male e poi Charlie avevano detto che erano solo amici…anche se sua cognata era molto migliorata, una “Flebo” in famiglia era più che sufficiente!

Bill invece le strinse la mano, sorridendo, guadagnandosi un’occhiataccia dalla moglie.

Kim registrò lo scambio di sguardi e prese nota di non provarci neanche col fratello maggiore di Charlie.

Chissà poi cosa gli era venuto in mente di portarla lì e presentarla così…come se stessero insieme! Si stava pentendo di essersi fidata di quel pazzo allevatore di draghi. Ma in fondo la sua famiglia sembrava così…calda e…accogliente…forse era lei a non esserci più abituata…

Le sue riflessioni furono interrotte dalla voce imperiosa di Molly Weasley.

-Cosa Merlino ti è saltato in mente di farti quella cosa sulla pelle!!- Le sue urla arrivavano attraverso la porta della cucina, nella quale aveva trascinato il ragazzo due minuti prima.

I fratelli Weasley sghignazzavano senza ritegno. -Se sei stata tu a convincerlo a farsi un tatuaggio, giuro che ti pago!- disse George tra le risate. Ma la discussione sembrava destinata a durare molto più a lungo di quanto tutti si aspettavano. Probabilmente, pensò Kim, leggermente dispiaciuta, litigano anche per colpa mia.

*****

Alle tre e dieci, Harry cominciò sul serio a preoccuparsi. Forse Andromeda si era dimenticata; o magari aveva sbagliato orario.

Cercava di non pensare ad alternative peggiori, ripetendosi che ormai la guerra era finita, ma non poté non tirare un sospiro di sollievo quando vide apparire una donna con una carrozzina.

Harry non aveva mai visto un bimbo così piccolo, se non in fotografia. La carrozzina, poi, non aveva nulla a che fare con quelle moderne che aveva visto da piccolo, quando era uscito con i Dursley (non che fosse capitato molto spesso). Sembrava molto antica. Di legno chiaro, forse ciliegio, sarebbe stata scambiata facilmente per una carrozzina babbana dell’ottocento, se non fosse stato per i piccoli pupazzetti che volavano in cerchio sopra la testa del piccolo Teddy.

-Scusa per il ritardo, Harry, - disse Andromeda, andandogli incontro, -ma ho dovuto preparare Ted, perciò…-

Poi s’illuminò, -A proposito, qui c’è qualcuno che devi conoscere!- disse addolcendosi. Sollevo il bambino e glielo porse.

Harry esitò. Non aveva mai preso in braccio un bambino e aveva paura di non esserne affatto capace. Scommetteva che se l’avesse detto a Ron, l’avrebbe preso in giro per tutta la vita!

Andromeda sembrò accorgersi della sua esitazione e lo rassicurò, -Non ti preoccupare. Sembra più difficile di quello che è. Anche Remus e Dora erano così nervosi le prime volte!- disse con gli occhi pieni di malinconia.

Il fatto, comunque, che la donna non stesse piangendo lo fece sentire meglio, così prese il piccolo dalle sue mani e se lo avvicinò al petto. Era vero! Era più facile di quanto si aspettasse. Teddy aveva appoggiato la testa sul suo torace con tranquillità, come se avesse sempre conosciuto Harry e lo guardava curioso. Poi, con quel piccolo movimento che faceva anche Tonks, fece diventare i suoi capelli verdi smeraldo. Il moro rise: quello era un modo di salutarlo!

Ancora con il bambino in braccio, Harry seguì Andriomeda nel cortile del Paiolo Magico, ma con la testa era da un’altra parte.

Qualche volta, si era ritrovato a pensare al suo futuro e si era reso conto che un giorno anche lui avrebbe voluto un figlio: questo pensiero, accostato all’immagine di Ginny, lo faceva arrossire come un tredicenne.

In fondo, continuò a pensare, mentre entravano in Diagon Alley, lui non aveva mai avuto una famiglia sua e quello gli sembrava il modo più ragionevole per ottenerla.

Il suo figlioccio spostò la manina grassoccia sul petto di Harry, andando a fermarsi sopra il cuore. Era una sensazione così strana!

Sapeva che era giusto che fosse la nonna ad occuparsi di Ted e sapeva anche di essere decisamente troppo giovane ed inesperto per occuparsi di un bimbo, ma forse fu in quel momento che Harry s’impegnò sul serio a proteggere l’ultimo erede dei Malandrini.

*****

In casa Weasley le cose non sembravano migliorare.

Infatti, nonostante la simpatia dei ragazzi, che cercavano di fare sentire la giovane a suo agio, il nome di Kim saltava fuori molto spesso nella gigantesca litigata tra Charlie e sua madre. La ragazza era dispiaciuta di essere la causa di tutto questo.

Bill sembrò notare il suo imbarazzo e la invitò a bere una burrobirra con lui e Fleur, lontano da orecchie e “bocche” indiscrete.

Kim apprezzò il gesto e seguì lui e la moglie nel giardino della casa.

-Allora, cosa fai nella vita?- chiese educatamente il ragazzo, per rompere il ghiaccio.

Tasto dolente, pensò la ragazza, -A grandi linee…studio i vampiri.- disse…più o meno, continuò mentalmente.

Bill e Fleur la fissarono per un attimo, dubbiosi: non sembrava una studentessa. Ma, dopo un attimo, proseguirono la conversazione tranquillamente, facendo finta di niente. Kim, che si era accorta dei loro sguardi, decise che doveva parlare con Charlie immediatamente: non aveva più intenzione di mentire.

*****

Andromeda aprì il cigolante cancelletto del cimitero che si trovava alla fine di Diagon Alley. Quella era sempre stata una zona meno affollata rispetto al resto della via, ma era lo stesso frequentata. Proprio per questo, il Ministro della Magia aveva deciso che le 53 vittime della Gloriosa Battaglia di Hogwarts dovessero riposare in un luogo dove le loro tombe non sarebbero mai state dimenticate, così aveva allestito un intero cimitero solo per questi e una piccola cappelletta. All’ingresso una targa d’argento ricordava la data e l’occasione del loro sacrificio.

La ricerca dei due non durò molto a lungo: un’unica lapide grigia portava incisi i nomi di Tonks e Remus.

Alla fine erano insieme; nonostante l’età, la povertà e la pericolosità, persino nonostante la morte, erano in ogni caso uniti.

Harry la trovò una cosa così bella da essere quasi dolorosa.

Tra le sue braccia, l’unico frutto di quei nomi che erano davanti a lui, allungò la manina verso la pietra, come in un saluto.

Harry non ebbe bisogno di aggiungere nessuna parola…era tutto in quel gesto.

Andromeda lo riportò alla realtà tirando leggermente su col naso. Harry si scusò e le porse indietro il bambino, spiegandole che voleva salutare alcune persone.

Si allontanò per qualche metro, finché non trovò Fred. George aveva fatto di tutto perché la tomba del gemello fosse verde mela (come sarebbe piaciuta a lui). Sulla superficie liscia una frase che diceva tutto: Anche adesso il sorriso non ti abbandona.

Harry proseguì oltre.

In disparte c’era una piccola tomba scura; sopra solo il suo nome e due date. Il ragazzo si avvicinò alla tomba del suo ex professore. Ora che aveva davanti quella tomba spoglia, senza una scritta o un fiore, si sentì più confuso che mai.

Chi era stato veramente? Un professore inflessibile? L’acerrimo nemico di suo padre e di Sirius? Oppure era stato semplicemente un ragazzo sfortunato, un uomo che aveva amato e perso? Era il Principe Mezzosangue o Sev, il bambino che aveva visto nel pensatoio?

Forse nessuno l’avrebbe mai saputo o forse quella lapide silenziosa aveva ragione…era stato semplicemente Severus Piton.

*****

Quella sera, quando Harry tornò alla Tana, la calma si era ristabilita grazie ad una breve tregua tra le due parti.

Erano tutti abbastanza provati da quello “scontro di gladiatori nell’arena”, soprattutto il signor Weasley che aveva cercato di fare da paciere tra la moglie, che adesso preparava la cena con un certo nervosismo, e il suo secondogenito, che chiacchierava esasperato con Percy.

Harry, invece, era stato piacevolmente smentito dal suo incontro con Andromeda. Era stata molto gentile e non l’aveva fatto minimamente sentire a disagio. Teddy, inoltre, era stato bravissimo e non aveva mai pianto. Dopo la sua visita solitaria nel cimitero, era tornato alla tomba dei Lupin, dove lui e la donna avevano deposto una piccola margherita rosa.

Erano tornati al Paiolo Magico e lì avevano parlato un po’ di Teddy.

Harry era stato d’accordo su tutto ciò che gli aveva proposto e consigliato Andromeda, cosicché entrambi erano tornati a casa soddisfatti.

Ma quando il ragazzo varcò la soglia di casa Weasley, notò una certa atmosfera pesantuccia (per usare un eufemismo).

Di certo si stupì quando una furente signora Weasley lo avvicinò, seguita con lo sguardo da tutti i presenti, tra cui Charlie e una ragazza che non aveva mai visto, che suppose essere l’Ospite.

-Ti sembra l’ora di tornare?! Ci hai fatto preoccupare tantissimo!- poi farfugliò qualcosa a proposito di tatuaggi e di ragazze “ladre di figli” e si eclissò in cucina. Harry guardò sbigottito i visi rassegnati degli altri, -Mi sono perso qualcosa?- chiese incerto.

E anche un altro capitolo è finito! Che faticaccia! Però mi diverto troppo a scrivere, anche se questo non era proprio il massimo dell’allegria. Specialmente la parte al cimitero T_______T. Spero di non avervi depresso troppo, ma certe cose bisogna dirle!

Vorrei aggiungere che il nome della ragazza è stato scelto in onore di una mia amica canadese, anche lei lettrice di Harry Potter. A cui forse un giorno farò leggere la mia storia.

Fatemi sapere cosa ne pensate!!

Baci,

Cappychan.

PS: Siate clementi con le pomodorate se proprio non vi è piaciuto!

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Capitolo 4
*** Discussioni e Decisioni ***


Via con i Ringraziamenti per le Recensioni:

Ranma: Certo che ti ho preso in parola! Riguardo a Ginny, so che deve tornare a Hogwarts, infatti, ho già in mente un certo capitolo…. Solo che come “locazione temporale” nel racconto siamo ad Agosto. Povera ragazza: studiosa sì, ma non esageriamo!XD

Miss Nina: Questa volta sei in pool position, Miss!! Addirittura la prima! Che devo dire? Grazie della tua bella recensione, soprattutto perché è sempre molto dettagliata: mi chiarisce le idee, sapere cosa vi piace e cosa no! Devo dire che scrivere “Affari di Famiglia” è stato abbastanza naturale, forse perché davvero è quello che ho sempre immaginato. Pensa che mi sono messa al computer e ho scritto per tre ore di fila, senza mai fermarmi (un mal di schiena!!). Ero proprio ispirata. Per quanto riguarda Harry e Ted, non sono riuscita a resistere: avevo un bimbo troppo tenero (non so te, ma il figlio di Remus e Tonks me lo immagino proprio un amore!) e un ragazzo di diciotto anni un po’ “impacciato”. Così è venuto fuori ciò che hai letto e sono contenta che anche a te sia piaciuto leggerlo come a me ha divertito scriverlo!

EDVIGE86: Amore! Io per Tonks e Remus ho pianto per un quarto d’ora! Mi sembrava davvero ingiusto dimenticarmi di tutti loro così facilmente. Per Molly: hai letto la parte della battaglia di Hogwarts? E’ diventata un mito!!! Fra l’altro è lei a dire la prima parolaccia del libro…eheheh…chi l’avrebbe mai detto! Però Bellatrix se l’è proprio meritato! Per l’intervista, grazie della disponibilità. Se leggi qualcosa che non va bene nel mio racconto, fammelo sapere che correggo. Non preoccuparti per la recensione, l’aspetterò con ansia anche se sarà in ritardo.

Ricambio l’abbraccio, stella!!

PS: Scommetto che, quando gliel’ha detto, Ron è svenuto!! Sicuramente avrà avuto le orecchie rosse!

Sara83: Ciao, Saretta! Ho aggiornato appena possibile. Magari in questo capitolo avrai risposte alle tue domande…(ta-da-dan…mistero e suspence!!).

Ginny89Potter: In effetti, Gin, forse era meglio dire “zucchinate” o altre. No, scherzo; comunque grazie per la recensione puntuale. Forse qualcosa l’hai azzeccata, ma non specifico, sennò ti rovino la sorpresa. Ecco il capitolo anche per te!

Milly92: Quante domande! Non voglio rispondere per creare un po’ di sorpresa (sguardo malvagio). Grazie per i complimenti. Mi fa piacere che tu ti sia commossa (nel senso buono del termine!) perché vuol dire che ti ho trasmesso qualcosa!

_Ly_: Grazie mille per la recensione e soprattutto per le informazioni utilissime!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia anche se è meno intenso e lungo del precedente (Me Dispiaciuta T_______T)

Purtroppo devo informarvi che la frequenza dei capitoli diminuirà un pochino, per vari problemi legati al computer (che sarà preso in ostaggio da mio fratello per il resto d’Agosto) e per varie “complicazioni scolastiche”. So che non è piacevole da sentire perché anche io sono una lettrice e posso capire l’attesa: io sto ancora aspettando il 24° capitolo di Fire melt Ice di Sunny ( che vi consiglio)!!

Quindi mi scuso e vi chiedo di avere un po’ di pazienza.

Se a questo punto siete ancora qui, e non avete preso a pugni lo schermo per l’odio verso di me, vorrei ancora ringraziare Fey, DNikSophieG e delfinocurioso per avermi inserito nei preferiti.

Vi auguro BUON LETTURA!

PS: Tutti i diritti appartengono a JKRowling, tranne i professori (sapete di chi parlo) e Kim.

La Nostra Storia

Discussioni e Decisioni

Nonostante l’insistenza della signora Weasley, Harry cominciò sul serio a pensare di trasferirsi.

Una ragione era senza dubbio il fatto che l’arrivo di Kim aveva creato un certo nervosismo alla Tana.

Sembrava di essere tornati ai tempi di Flebo e Bill, ma, a dire il vero, le due ragazze erano praticamente agli opposti.

Non che Harry, o qualchedun altro, conoscesse molto della nuova arrivata. Nessuno sapeva esattamente chi fosse: lei aveva risposto vagamente a tutte le domande e aveva fatto finta di non sentire quelle più approfondite. Insomma era ancora un grande mistero.

Questo faceva decisamente impazzire la signora Weasley, a cui Charlie non aveva detto una parola sulla ragazza, e faceva morire dalle risate George e Percy, che ancora raccoglievano scommesse abbastanza assurde.

Inoltre Charlie e Kim non sembravano affatto affiatati o in confidenza. In realtà, nessuno dei due aveva detto che stavano insieme, però era sembrato scontato.

Per quale altro motivo il secondogenito di casa Weasley avrebbe portato una ragazza lì, se non per farla conoscere ai suoi?

Senza dubbio Charlie era stato sempre molto riservato sulla sua vita sentimentale e questo aveva fatto sì che la signora Weasley si allarmasse ancora di più: dopo il matrimonio affrettato di Bill (che aveva appena digerito a fatica), ci mancava solo un’altra cosa del genere!

Per ora, comunque non li aveva visti nemmeno scambiarsi uno sguardo d’intesa ed era molto strano: lei aveva un fiuto molto particolare per queste cose.

In fondo era la madre di adolescenti. Per esempio, era ovvio che Ron e Hermione stessero insieme; erano sempre attaccati e non litigavano più…così spesso (certi miracoli neanche l’amore riesce a farli del tutto!!). In più si scambiavano certe occhiatine…la signora Weasley li avrebbe abbracciati ogni volta che li vedeva, se non fosse stata abbastanza saggia da far finta di niente. Per non parlare di Ginny e Harry! Loro erano molto più discreti degli altri, ma il fatto che Ginny splendesse di luce propria e che Harry sorridesse, ogni volta che s’incontravano…beh…era evidente.

Persa in riflessioni di questo genere, la signora Weasley preparava il pranzo nella piccola cucina della Tana. Quel giorno il sole splendeva più del solito e il caldo era intenso. Alzò lo sguardo e vide oltre la finestra aperta i due ragazzi più giovani che studiavano in cortile.

-Ma deve per forza caricarci in questo modo indegno?- sbuffò Ron stiracchiandosi.

-Ronald Weasley!- proruppe una voce femminile alle loro spalle, -Vuoi diventare un auror, o no?!- Hermione lo guardava severamente con le braccia incrociate sul petto.

-Non si può neanche dire un parola ormai!!- disse Ron esasperato, riprendendo a leggere il libro d’Incantesimi.

Harry osservò la scena distrattamente. Rispetto ai battibecchi dei due “piccioncini”, la figura di Ginny era molto più interessante.

Era appoggiata all’Albero Solitario, con i lunghi capelli rossi legati in due semplici trecce e una spallina della salopette di jeans era scivolata di lato. Continuava a pensare a quelle due parole che continuavano a rimanergli insistentemente sulla punta della lingua: era così difficile confessare a qualcuno di amarlo? Forse Harry non era abbastanza abituato ad esprimere i suoi sentimenti a parole; eppure gli era così facile chiacchierare con Ginny di qualsiasi cosa e pensare che questo non l’avrebbe più messa in pericolo!

Nonostante trascorressero moltissimo tempo insieme, non erano mai del tutto soli, perciò anche solo baciarla era diventata un’impresa. E lui ultimamente aveva davvero voglia di baciarla. Glielo doveva dire! Doveva farle sapere che il profumo nell’Amortentia, l’unica voce che l’aveva portato via dal cadavere di Silente e l’immagine sempre più presente nei suoi sogni, erano quelli di lei. Era tanto difficile dire “ti amo”?

*****

Kim marciò dritta verso la porta di Charlie. Quel maledetto pel di carota la stava evitando da giorni, mentre lei doveva assolutamente parlargli!!

Aprì la porta violentemente e se la richiuse alle spalle con poca delicatezza, non curandosi minimamente del fatto che il ragazzo fosse metà spogliato. I capelli rossi erano appiccicati alla fronte, ancora bagnati per la doccia, e, oltre i jeans, non indossava niente che coprisse il torace sul quale era presente un grossa bruciatura.

Sulla spalla muscolosa un drago d’inchiostro la scrutava con aggressività. Non s’imbarazzò per niente, ma dovette ammettere che era un ragazzo notevole; comunque scacciò subito il pensiero: non era il momento!

-Dalle tue parti non insegnano a bussare?- disse Charlie incrociando le braccia.

-Non ti sarai mica imbarazzato, piccolo Weasley?!- gli rispose lei acida. Lui ridacchiò e la fissò in modo eloquente, -Non giocare alla vampira fatale con me. Si può sapere cosa vuoi?-disse.

-Dobbiamo parlare.- La ragazza si sedette sul letto del giovane, guardandolo seria.

-Parliamo, allora.-

-Non possiamo restare in questa casa. E’ troppo pericoloso per la tua famiglia.-

-Pericoloso per colpa dei tuoi “amici” o per colpa tua?- chiese aggrottando le sopracciglia, -Pensavo che ti riuscissi a controllare.-

-Lo pensavo anche io, ma non mi avevi detto che eravate tutti dannatamente pel di carota!!- sbottò lei.

Charlie sembrò un po’ preso in contropiede, -E questo cosa c’entra?- chiese.

-Il rosso fa uno strano effetto a quelli come me, non so se mi spiego.-

-Vuoi dire che siete come i tori? Quando vedete il rosso voi…partite?- chiese non riuscendo a trattenersi dal ridere.

Kim fece una faccia offesa. –Farò finta di non aver sentito il tuo stupido commento, - disse acida, -ma, sì, in effetti, è esattamente ciò che succede!-

Lo guardò torva per un minuto. -…comunque, per ora, pensiamo ad andarcene.- continuò, -Presto ci troveranno. Li conosco.-

-Noi resteremo qui. Tu ti controllerai e i tuoi amici non ci troveranno- disse fermamente il ragazzo. Non solo aveva dovuto portarsi quella piantagrane dietro, ma ora le cose si complicavano ulteriormente.

-Pensi che sia facile controllarmi?!- lo aggredì la ragazza. –Siamo in una casa piena di giovani e sani ragazzi. E sono praticamente tutti rossi!- disse smanettando agitata. –Mi so controllare, ma non sono mica un’asceta!!-

- Beh…dovrai imparare ad esserlo allora, perché se tocchi una sola gola di questa casa, dovrai vedertela con me.- disse minaccioso.

Kim lo fisso per un attimo, ma poi non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. –E pensi che io mi spaventi?!- esclamò fra le risate.

Poi cercò di calmarsi e di assumere un’espressione seria, -Ma tu hai una vaga idea di chi mi dà la caccia? E io dovrei essere spaventata da un ragazzino inglese?-

Charlie non le rispose neanche: non gli importava niente di quello che pensava quella stupida.

Kim sembrò notare la sua indifferenza. –Va bene!- sbottò, -Faremo come vuoi tu!- e uscì sbattendo la porta fragorosamente.

*****

Ginny, si sistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, facendo finta di non notare Harry che la stava fissando. Non ci poteva ancora credere: finalmente dopo tante attese, soprattutto per colpa di quella stupida guerra, poteva stare con il ragazzo dei suoi sogni!

Era così dolce con lei; però non le stava sempre addosso e non voleva controllare la sua vita come i suoi ex. Riuscivano a parlare di tutto e stare con lui era fantastico, perché era la sua ragazza, ma anche la sorella di Ron, una persona che rispettava e un’amica.

Era felice!

Intanto, l’oggetto dei suoi pensieri sentì una morsa allo stomaco quando la vide sorridere. E anche lui sorrise (probabilmente come un ebete) guardandola.

Ron gli lanciò un’occhiataccia, ma Harry non ci fece nemmeno caso. Poi, inaspettato, uno schiaffetto lo prese in pieno sul collo. Si girò confuso verso l’amico.

-La smetti di guardare Ginny come un maniaco??- disse con le orecchie scarlatte. Hermione li guardava un po’ preoccupata.

-Non stavo facendo proprio niente del genere!- disse Harry imbazzatissimo, - Non posso neanche guardare la mia ragazza, adesso?!-

-Non se la ragazza è mia sorella e il modo è quello!- disse, mentre Hermione cercava di calmarlo. Harry allora si alzò e, presa la sua roba, andò in casa.

-Ron!- sbottò la riccia, -Non avresti dovuto aggredirlo così!-

-Ma stava guardando Ginny!-

-Ma è la sua ragazza. E’ normale. Tu…, -divenne quasi viola, -…non…insomma…guardi mai…così…me?- balbettò incerta.

Ron si calmò di colpo e la guardò dritta negli occhi, un po’ stupito. Se la guardava così?! Probabilmente la guardava anche di più!

Hermione guardava ostinatamente un rametto spezzato davanti ai suoi piedi.

-Io…veramente…-balbettò Ron, ma, prima che potesse dire di più, Hermione corse via, imbarazzata.

-Miseriaccia!- sbottò Ron, ormai solo sul prato.

*****

Ginny entrò nella cucina vuota e posò il pesante libro di scuola sul tavolo. Aveva visto Harry entrare frettolosamente in casa senza nemmeno salutarla.

Probabilmente quel testone di suo fratello gli aveva detto qualcosa di stupido che l’aveva fatto arrabbiare e…

-Ginny!- si girò di scatto verso la voce maschile. Lì sulle scale c’era Harry.

-Scusa non ti volevo spaventare- disse imbarazzato. Ginny gli rivolse un sorriso solare, -E’ già la seconda volta che me lo dici! Ron ti ha detto qualcosa di male?-chiese. Harry fece un gesto di non curanza: in fondo conosceva Ron, sapeva che era affezionato alla sorella e che era molto geloso.

Ginny si avvicinò camminando leggermente verso di lui. Harry la guardò negli occhi: era il momento…doveva dirglielo…ora…coraggio!

-Io…-, ma la ragazza l’aveva interrotto con un bacio. Con un gran bel bacio, a dir la tutta. Le sue braccia si strinsero automaticamente intorno alla sua vita sottile, e con uno sforzo nullo attirò la ragazza più vicino a sé.

Si costrinse a staccare le sue labbra da quelle morbide della ragazza e di riacquistare un po’ d’autocontrollo. Poi appoggiò la fronte contro quella di Ginny, che lo guardava sorridendo dolcemente. Finalmente, aprì la bocca per parlare, ma un’altra voce interruppe il silenzio.

-Ragazzi!!- fece la signora Weasley portando le mani ai fianchi nella tipica posa da “sgridata materna”. –In salotto. Tutti e due. E subito!-

Ginny la seguì, staccandosi mal volentieri dal suo ragazzo e mimando a fior di labbra un “mi dispiace”.

Non sai quanto dispiace a me, pensò Harry abbattuto, prima di seguire le due donne nell’altra stanza.

Era una cosa imbarazzante stare lì con lo sguardo della signora Weasley addosso. Harry non poteva fare a meno di sperare, almeno, che la sgridata fosse rapida.

-Allora, avete qualcosa da dirmi?- chiese la signora Weasley seria.

-Io e Harry stiamo insieme da inizio Agosto.- disse Ginny coraggiosamente. La signora Weasley li guardò per un momento: era un’impressione di Harry, o i suoi occhi luccicavano? Ed era una cosa positiva o negativa?

-Vorrei ricordarvi che siete molto giovani e preferirei che teneste i vostri ormoni a freno…perlomeno nella mia cucina!- li squadrò ancora.

-Detto questo…- improvvisamente fece un sorrisone gioioso che spiazzò i due ragazzi, -…Quando aspettavate a dirmelo?! Non che ce ne fosse bisogno! Si vede lontano un miglio! Però mi sarebbe piaciuto che me lo diceste voi.-

Harry e Ginny si guardarono sbalorditi; poi la ragazza scoppiò a ridere, mentre la madre l’abbracciava felice.

Il ragazzo invece pensò che non si sarebbe mai aspettato che la signora Weasley fosse così…aperta. Forse perché l’aveva vista con Fleur, o forse perché non aveva mai avuto modo di scoprire quest’aspetto di lei. Si pentì di non averla voluta conoscere meglio; infondo era stata l’unica madre che avesse mai avuto.

*****

Hermione era seduta sul letto di Ginny e leggeva per l’ennesima volta il volantino del San Mungo. Qualche giorno prima gli amici del signor Weasley l’avevano ospitata per mostrarle i loro compiti. Quelle poche ore le avevano chiarito le idee e ora era quasi sicura di sapere cosa scegliere…quasi, perché dentro di sé sentiva ancora quell’irrazionale paura di sbagliare e di non essere adatta. Così se ne stava con quel volantino in mano a rimuginare sul suo futuro.

Improvvisamente la porta della camera si spalancò e un agitatissimo Ron fece il suo ingresso. Camminava velocissimo avanti e indietro mormorando qualcosa. Poi si voltò verso di lei con le orecchie rosse.

-Non è vero che non ti guardo così! Certo che ti guardo così! Voglio dire…è ovvio…chiunque fosse sano di mente ti guarderebbe così, no?- lancio uno sguardo a Hermione che lo fissava esterrefatta.

-Anche quel buzzurro di Krum, - proseguì, -ti guarderebbe così…o ma ci deve solo provare e lo stendo quel bulgaro del…- ma Hermione gli si era lanciata addosso prima che potesse finire il suo monologo, proprio come il giorno del loro primo bacio.

-Oh Ron, -fece Hermione con il viso immerso nel suo collo, -sei così dolce e sciocco insieme!-. Ron ridacchiò.

Poi la ragazza si tirò su fino a sfiorare il naso del rosso col proprio e lo baciò dolcemente. Era così bello baciarlo!

-Mi dispiace per prima.- sussurrò sulle labbra di Ron, - E’ che sono così nervosa per questa faccenda del lavoro che non riesco a trattenermi.- fece dispiaciuta.

-Perché sei nervosa? Pensavo che il Ministero avesse battuto San Mungo su tutti i fronti.- disse lui impensierito.

- E’ solo…che…non so…e se poi sbaglio…-continuò a mormorare con un filo di voce e abbassò lo sguardo.

Ron camminò velocemente verso il letto e prese il volantino.

-Tu sarai bravissima. Fine del discorso.- e, sotto lo sguardo stupefatto, ma anche compiaciuto, della ragazza, strappò il foglio. Hermione gli saltò di nuovo al collo, felice. E Ron si chiese, mentre Hemione l’abbracciava di nuovo , se si potesse essere più felici.

So che questo capitolo è un po’ cortino, ma mi farò perdonare con il prossimo. Intanto oggi ho cercato di accontentare i più accaniti sostenitori di Ron/Hermione e di Harry/Ginny. Mi rendo conto che non è molto, ma sto preparando qualche sorpresa per voi che si vedrà prossimamente, perciò…

Come sempre sono impaziente di leggere i vostri commenti,

Baci,

Cappychan

PS: Questa volta potete anche prendermi a colpi di sedano, se non vi è piaciuta…ma senza troppa violenza!XD

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Capitolo 5
*** Home Sweet Home ***


Come sono contenta

Come sono contenta!! Questa volta non solo mi hanno recensito le mie fedeli lettrici (vi adoro ragazze!!), ma anche delle magnifiche nuove conoscenze!

Kiara Potter 91:Sono pezzi tristi anche per me…moltissimo! Ecco qui per te il seguito!

Lilyna Potter: Un’altra new entry delle recensioni! Sono contenta che ti sia piaciuta. Anche a te, buona festa dell’Assunta!

Sara83: Saretta! Pensavo che i colpi di sedano si appaiassero bene con le pomodorate, ma se hai in mente degli altri ortaggi/frutta/verdura io sono disponibile.XD Lasciamo perdere questi argomenti così filosoficamente profondi XD. Non sai come mi sono commossa quando ho letto la tua entusiastica recensione: sono molto felice che tu la trovi addirittura “bellissima” e cercherò di continuare così!


Tiffany 90:Una nuova arrivata fresca fresca! Hai finalmente conosciuto la scrittrice pazza detta Cappychan! Sono contenta che la storia ti abbia preso e spero che continuerai a seguirmi ( e magari a recensire…-aria supplicante-)!

EDVIGE86: Stella Splendida!! Mi dispiace per la tua schiena, però…dormire sulla spiaggia…la mia anima romantica mi fa brillare gli occhi al solo pensiero. Se la notte era stellata, poi…Ok, la smetto con le fantasie poetiche. Comunque grazie per le informazioni: mi sono già salvata tutta l’intervista (più o meno) sul pc. Per quanto riguarda Percy, l’idea dell’aiuto a Fred mi piace troppo e non riesco ad abbandonarla…pazienza. Mi fa piacere che le scene “rosa” ti siano piaciute: io mi sono divertita un sacco a scriverle!! Goditi questo capitolo, stella!!

PS: Ho letto la tua seconda recensione e ho cercato di fare il più presto possibile, ma ho avuto dei giorni un po’ difficili e volevo fare un capitolo dignitoso, perciò…PERDONO, stella!!

Ginny89Potter: Ehi Gin! Sono contenta che le scene di Harry/Ginny ti abbiano convinto. Prova a guardare nella mia “pagina autore”e vedrai!

In effetti il sedano dovrebbe essere ritenuto un’arma impropria!!XDD

Miss Nina: Ciao Miss, sono molto contenta di “non essermi sbarazzata” di te! Sono contenta che questo capitolo sia stato addirittura il tuo preferito…sei una romanticona, eh? Beh, pure io…e fiera di esserlo!! Le sorprese saranno nel prossimo capitolo, quindi… Buona lettura, bella!!

Ranma: Spero che questo capitolo ti chiarisca un po’ le idee.

_Ly_: Ciao Ly! Per la lunghezza, mi fa piacere che ti vada bene (ero un po’ preoccupata, a dirla tutta).In effetti Kim porterà un po’ di scompiglio, ma non dico nient’altro XP. Per Sunny, dobbiamo ancora sapere cosa è successo al “suo”Ron! Comunque spero che questo capitolo ti piaccia.

Milly92: Ciao Milly, fai pure le domande che vuoi, cercherò di rispondere il più possibile, però su alcune cose bisogna rimanere un po’ misteriosi…

Zippolo: AAAHH!! Ciao bellissimo!! Grazie per la tua recensione! Continua a leggere mi raccomando, anche perché devi consigliarmi come a l solito anche se siamo lontani!!

Grazie anche coloro che mi hanno inserito tra i preferiti (Mar_ale e Pikky91). Se ho dimenticato qualcuno è per il fatto che è mezzanotte e non capisco più niente.

Ricordo che i personaggi sono di JKRowling (tranne quelli che sapete) e Ringrazio tutti i lettori che mi seguono.

Come sempre, VI AUGURO BUONA LETTURA!!

La Nostra Storia

Home Sweet Home

Presa definitivamente la decisione di trasferirsi, Harry aveva chiesto consiglio al signor Weasley. Lui non ne sapeva molto di case, ma aveva un amico che gestiva la compravendita di case magiche e babbane; a quanto gli aveva detto il signor Weasley era una persona onesta e simpatica e l’avrebbe aiutato. Così un mercoledì pomeriggio davvero afoso, Harry si preparava per uscire.

Ginny entrò nel salotto e si appoggiò alla spalliera del divano, incerta.

-Devi proprio trasferirti?- chiese un po’ dispiaciuta.

-Lo sai che non voglio pesare sui tuoi genitori più del necessario.-

-Ma loro sarebbero felicissimi di tenerti qui, - disse sicura di sé con, sul viso, l’espressione dura e splendente che le apparteneva, -…anche io sarei felice.-

Harry le si avvicinò e la bacio. Era certo che lei avesse capito le sue ragioni, ma sapeva di non poter pretendere che lei prendesse bene la sua decisione, soprattutto dopo averla fatta soffrire durante la guerra.

Perché non vieni con me a vedere le case? Per queste cose ci vuole sensibilità femminile e gusto. Temo di non avere nessuno dei due.- e assunse un’aria di rassegnazione che li fece ridere entrambi.

-Va bene.- rispose Ginny più allegra. Aveva capito le sue ragioni, ma sapere che lui era lì, in quella casa, sotto il suo stesso tetto era…non lo sapeva nemmeno lei…era una sensazione strana, ma piacevole…un misto di calore e accoglienza, come se lui stesso fosse stato la sua casa.

Si tolse questi pensieri confusi dalla mente e s’infilò le scarpe. Poi seguì il ragazzo cha amava sotto il sole estivo…Sapeva perfettamente di amarlo e da parecchio tempo anche! Ma non gliel’aveva mai detto: a cosa sarebbe servito? A spaventarlo? A confonderlo? Voleva che tutto si evolvesse in maniera naturale, senza pressioni, e che ogni cosa venisse col tempo. Tutto sarebbe stato più bello e di significato…sicuramente.

*****

Ronald Weasley aveva un problema, e bello grosso! Da più di due settimane seguiva i corsi per diventare Auror, ma solo ora si rendeva conto di quanto complicato fosse studiare per quella professione. Il professor Tann li riempiva di compiti difficilissimi e pretendeva sempre il massimo. Se solo fossero stati tutti e tre insieme come una volta sarebbe andata meglio: Hermione gli avrebbe dato una mano e Ron, avendola vicina, non si sarebbe incantato nel pieno delle lezioni a pensarla perdendosi le utilissime spiegazioni del professore. Ovviamente era felice per Hermione, però aveva paura che il suo sogno di diventare auror si allontanasse sempre di più…

-Ti sei incantato?- chiese Hermione passandogli una mano davanti agli occhi.

Ron quasi cadde dalla sedia dallo stupore. Poi cercò di assumere l’espressione più dignitosa possibile, ma era davvero troppo agitato. Non doveva dirle niente! L’avrebbe soltanto delusa! Lei, la ragazza più intelligente di Hogwarts, con uno come lui?

-C’è qualcosa che non va?- chiese di nuovo la riccia, un pochino preoccupata dal suo silenzio.

-Niente, assolutamente! Perché ci deve essere qualcosa di strano? Devo solo studiare!- sbottò brusco. Poi prese i libri e corse su per le scale, lasciando Hermione con un’espressione stupita sul volto.

Arrivato in camera sbatté con violenza la porta e si buttò sul letto a peso morto. Perché doveva essere così stupido? Perché l’aveva aggredita in quel modo? E se lei si fosse arrabbiata sul serio e ora lo odiasse? Cominciò a prendere a pugni il cuscino per sfogare la sua rabbia.

Sentì dei passi nel corridoio; Sarà Hermione che va in camera sua per non rivedere la mia stupida faccia! , pensò.

Ma i passi si fermarono davanti alla sua porta e con un cigolio questa si aprì.

Hermione entrò con un piccolo sbuffo d’esasperazione nel vederlo con la faccia affondata nel cuscino.

-Possiamo parlare?- chiese piano sedendosi sul bordo del letto, -Ho fatto qualcosa di male?-.

-No…tu non c‘entri…davvero. Sono io…sono…sono un idiota!- disse con la testa nascosta.

-Non sei affatto un idiota! Vorrei solo sapere che c’è?- continuò con pazienza.

-Non c’è niente che non vada.- fece il ragazzo in maniera sempre meno convincente; Hermione allora cominciò a perdere la pazienza.

-Ti prego, Ron! Hai…cambiato...idea…su di noi?- chiese incerta.

Ron scattò a sedere con tanta velocità che quasi la fece cadere dal letto. –Sei impazzita?! Certo che non ho cambiato idea!- esclamò.

La guardò un attimo: non era sicura e paziente come sembrava dalla voce. Aveva cercato di nasconderlo, ma era preoccupata ed era tutta colpa sua.

Non poté reggere di più il suo sguardo e corse fuori cercando di non sentire i singhiozzi della sua ragazza.

Complimenti, Ronald Weasley!

*****

Ginny ce la stava mettendo davvero tutta per non scoppiare a ridere in faccia alla rubiconda signora che stava mostrando loro quella…come definirla?

-E’ una cantina!- le sussurrò allarmato Harry.

-Shh! Non farti sentire! Non vorrai mica che la prossima sia uno sgabuzzino.- disse e ridacchiò beccandosi un’occhiataccia dal ragazzo.

Da ore seguivano quella donna tutta zucchero nelle case più assurde che Harry avesse mai visto. Come quella senza il pavimento (il prato in cucina era molto originale, ma non molto utile) oppure quella con le catene in ogni camera (in questa le sopracciglia di Harry si erano aggrottate per la perplessità) e molte altre di quel genere…

-Non so se è stata una buon’idea…- esordì, dopo qualche minuto di riflessione, mentre i tre si avviavano fuori dall’“appartamento” e percorrevano un umido corridoio. Ma venne interrotto. –Signor Potter!!- Ma perché la sua voce deve essere così acuta?, si chiese Harry, mentre la signora Spence, a cui li aveva affidati l’amico del signor Weasley, avanzava ondeggiando con un enorme sorriso mieloso.

-Sono sicura che la prossima casa andrà bene per lei e la signorina!- disse speranzosa. Harry rimase interdetto: lui e Ginny? Vivere insieme? Da soli?

Pensò che probabilmente in quel momento gli uscisse il fumo dalle orecchie e che fosse del colore di un’aragosta. Insomma, lui stava con Ginny, ma non aveva mai pensato a loro due…da soli... in una stessa casa…senza controlli materni e fraterni (il viso di Ron gli apparve chiaramente in testa)…

Non si accorse nemmeno che erano di nuovo in strada e continuò a camminare come in trance, per mano con la ragazza; lei non sembrava turbata più di tanto e, infatti, dopo aver corretto la signora, chiarendo che la casa era solo per Harry, camminava tranquillamente, guardandosi intorno con curiosità.

-Per la prossima casa ci dovremo materializzare a Diagon Alley. Prego, seguitemi.- disse gioiosa e con una piroetta scomparve.

Ginny e Harry si guardarono un po’ preoccupati e poi con un sospiro di rassegnazione la seguirono.

*****

Continuava ad andanti e indietro da quando era praticamente scappato da Hermione; cercava di prepararsi un discorso convincente per farsi perdonare e inoltre tentava di convincersi a dirle la verità. Se le avesse detto tutto, lei l’avrebbe sicuramente capito…o no? Erano passati minuti, forse ore, per quello che ne sapeva, ma la conclusione era sempre la stessa: e se lei non avesse compreso? o se fosse rimasta delusa? Sapeva di essersi complicato l’esistenza; se solo ci fosse stato Harry! Lui non era un esperto di donne, ma almeno era un buon amico e l’avrebbe aiutato... oppure sua sorella; lei avrebbe potuto parlare con Mione, perché in fondo erano amiche, no?

Ma loro non c’erano. E poi cos’era una ragazza, in confronto ad un Horcrux? Ma chi vuoi prendere in giro, Ronald Weasley? Questa situazione è cento volte peggio!! Quella vocina nella sua testa proprio non voleva tacere (ed aveva stranamente lo stesso tono di una certa ragazza riccia, che gli piaceva tanto baciare)!

Doveva smetterla di essere un codardo! Ora o mai più, giusto? Come il loro primo bacio, no?

Si raddrizzò meglio sulla schiena per darsi coraggio e salì le scale.

Hermione era dove l’aveva lasciata, ma con gli occhi molto rossi e le mani che stendevano frenetiche il copriletto spiegazzato. Ron cercò di non sbattere la testa al muro per come aveva fatto ridurre la sua ragazza e con un profondo respiro entrò nella stanza.

-Prima di tutto, vorrei chiederti di non interrompermi.- disse con una calma quasi irriconoscibile (le sue orecchie erano quasi normali!!), -Sono stato un cafone e un insensibile e per questo ti chiedo scusa…- Hermione spalancò la bocca stupefatta: il suo ragazzo non gli era mai sembrato così serio e determinato da quando lo conosceva, -…ma, vedi, sono molto nervoso…- cominciò a tentennare, ma si sforzò di andare avanti, -…mi crederai veramente uno scemo…ma…io…non riesco a stare al passo con i corsi.- buttò fuori il rosso.

Hermione lo guardò, mentre si sedeva sul letto con un’espressione mortificata. –Sicuramente penserai che sono proprio un fallito…-.

-Ma Ron, cosa dici?- esclamò la ragazza con uno strano fuoco negli occhi, -Hai idea i quanti sarebbero riusciti a fare ciò che hai fatto tu qualche mese fa? E poi non è facile recuperare un anno di studi in un solo mese! Sarebbe difficile per chiunque!- gli si avvicinò poggiandogli una mano sulla guancia calda per l’imbarazzo.

-Sono molto orgogliosa di te.-

Ron fece fatica a credere alle sue orecchie, anche se il sussurro della sua ragazza era reale e comprensibilissimo, però non credeva proprio che lei gli avrebbe mai detto quelle cose. Baciarla fu spontaneo.

Si staccarono dopo qualche magico secondo, entrambi molto rossi. –Non mi tenere più nascoste queste cose. Non c’è niente di male nel chiedere aiuto!- gli mormorò sulle labbra.

–Sissignora.- rispose il rosso (ormai non più solo nei capelli). Fu ancora più spontaneo baciarla di nuovo.

*****

Ginny e Harry non credevano ai propri occhi. Dopo la “cantina” l’allegra signora li aveva portati niente meno che…a Nocturn Alley?!

Quella donna non doveva avere le idee chiarissime. O almeno così pensava Harry, mentre imboccava l’oscura via insieme alle due donne. Ginny aveva un ghignetto stampato in faccia, forse per non scoppiar di nuovo a ridere, forse aspettando la reazione del suo ragazzo, e seguiva in silenzio la signora Spence.

-Scusi signora...- esordì Harry.

-Signorina, prego!- disse lei giubilante. Harry non si stupì, ma continuò.

-Signorina, non so se questo quartiere sia…adatto a me…- fece scettico.

-Oh, ma che peccato! A parte le macchie di sangue, l’appartamento era grande ed elegante. Inoltre era molto economico.- rispose dispiaciuta, girandosi e ritornando sui suoi passi senza un’altra parola.

Ginny vide Harry mimare con le labbra la parola “sangue”, con un’espressione tale sul viso che dovette camuffare la sua risata con un colpo di tosse.

-C’è solo un’ultima casa possibile secondo le sue indicazioni.- disse pratica, appena furono usciti dalla strada buia. E spiegò loro come raggiungerla.

Si materializzarono su una collina in campagna e cominciarono a scendere verso un paesino grazioso e modesto, in una delle valli sottostanti. –E’ al centro del paese ed è molto carina…- la donna continuò a parlare, ma il moro non l’ascoltava più. La sua attenzione era stata attirata da una vecchia casa che giaceva, evidentemente disabitata, sul fondo di una valle più ad ovest. Non era lontana dal paesino, ma sembrava appartenere ad un mondo tutto suo.

Harry cominciò a scendere lungo la valle, allontanandosi dalla signorina Spence che avanzava imperterrita. Ginny lo seguì in silenzio, senza chiedere niente: come sempre tra loro due, le parole erano quasi superflue. Quella casa aveva incantato anche lei.

Era troppo grande per una persona sola e sicuramente mal tenuta, ma aveva qualcosa…

Esternamente la casa era rosata, con un grande salice cresciuto vicino all’angolo a sud. La porta era di legno scuro, come le finestre, grandi e luminose. I due ragazzi entrarono indisturbati e si guardarono intorno. C’era polvere ovunque, ma questo gli dava un aspetto antico, non sporco. Harry sentì quello strano pizzicore alla base della nuca, come nel negozio di Ollivander, tanto tempo prima.

-Signor Potter!- la signorina Spence comparve nella stanza con il fiatone, -Questa casa è troppo grande!-.

-E’ perfetta.- disse, invece, Ginny, dando voce hai pensieri del suo ragazzo.

E mentre i due salivano per vedere il resto, Harry sorrise, Il Salice…sì…questa sarà la mia casa!

*****

Quella casa era una gabbia! Non poteva fumare, non poteva bere dalla gola di nessuno, non poteva nemmeno consolarsi con un bel Firewiskey…era finita in una casa di puritani! Maledetto Weasley! Maledettissimo Weasley! Perché gli aveva salvato la vita? Poteva lasciarlo mangiare da quello scemo di Dimitry, ma no! Lei doveva fare la vampira redenta e magnanima! E ora aveva un complice mago e tutta una banda di vampiri alle calcagna. Bah! Se fosse stato un pochino più simpatico, si sarebbe fatto mordere…così…per riconoscenza.

L’oggetto delle sue riflessioni si presentò in camera sua. Come la vampira il giorno prima, Charlie non sembrò imbarazzarsi del fatto che lei fosse coperta solo da una camicia troppo grande. Belle gambe, pensò Charlie, ma, scuotendo la testa, si riscosse da quel pensiero assurdo.

-A cosa devo l’onore?- fece lei acida.

-Non vedevo l’ora di incontrarti di nuovo…sei così simpatica!-rispose Charlie sarcastico.

-Ah-ah-ah. Ora che hai finito di fare dello spirito, puoi illuminarmi sulla tua presenza?-.

-Volevo solo consigliarti di stare meno in camera tua. Non ti farebbe male stare con delle persone normali, sai?-.

-Normali? Ma non farmi ridere!- disse lei sprezzante.

Lui la guardò male. Stava facendo uno sforzo enorme per far inserire quella testona, ma lei faceva pure la snob…

-Fai quello che ti pare.- sbottò andandosene.

Kim si morse la lingua: un po’ di compagnia non le sarebbe dispiaciuta…Maledetto orgoglio!

Uff…Non riuscivo proprio a scriverlo questo capitolo! Non saprei dire perché e mi dispiace di avervi fatto aspettare così a lungo (ed è anche un po’ corto!!): PERDONO.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, se non fosse così, potete prendermi a colpi di qualunque ortaggio voi vogliate (no alle discriminazioni vegetali!!!). Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci,

Cappychan

PS: Vi do solo un’anticipazione: il prossimo capitolo si intitolerà “Ciao Amore, Ciao”. Curiosi?? Continuate a seguire, allora!!

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Capitolo 6
*** Ciao Amore, Ciao ***


Ciao a tutti! Soprattutto alle mie adorate ragazze:

Miss Nina: Ehi Miss! Questa volta sei stata la prima a recensire: sono molto onorata! Grazie per le tue osservazioni, le ho molto gradite -///////-

Mi dispiace di averti mandato quasi in crisi e cercherò di non farlo più (sono molto pentita). Sapevo che una romanticona come te avrebbe apprezzato e spero che questo capitolo ti piaccia ancora di più…non ti dico più niente…XP

Sara83: Ciao Saretta, grazie per avermi salvato dagli ortaggi…sono cose che rassicuranoXD… chissà se i tuoi sospetti saranno fondati… Grazie per la recensione!

EDVIGE86: Tesoroooo!!! Mi dispiace averti fatto soffrire! Sono davvero davvero davvero (eccetera) lusingata! Le cose che mi hai scritto sono davvero bellissime e te ne sono molto grata! Enciclopedia di HP??! DEVE ESSERE MIA!! I tuoi “viaggi” mi sembrano molto sensati! Grazie ancora, goditi questo capitolo e un abbraccio fortissimo anche a te!!

Milly92: Ciao, sei molto acuta e hai intravisto qualcosa all’orizzonte…presto i tuoi dubbi saranno risolti! (aria sempre più cospiratrice)

Kiara Potter 91: Grazie mille! Vedremo cosa succederà tra Charlie e Kim…forse avrai qualche sorpresa in questo capitolo…magari anche su Ginny e Harry!! XP

Lilyna Potter: Certo hai ragione, Lilyna, ma per quanto riguarda Harry e Ginny mi piace pensarli ancora un po’ impacciati. Forse è una mia follia, però…

Ginny89Potter: Gin!! Mi fatto piacere la tua recensione…Harry/Ginny forever!!

Marty Torsy: Ciao Marty! Sei una new entry delle recensioni! Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. Continua a seguire!!

Pikky91: Un’altra new entry, che felicità!! Mi fa piacere che la storia ti piaccia. Baci anche a te.

Angelikfire: Ciao Angel! Sono contenta che tu abbia trovato la mia storia…mi fa sempre piacere avere nuove lettrici!! Un’altra R/Hr Shipper! Ma lo sai che anche io sono una fan di dott. Hause e Grey’s anatomy?! Però sono fissata anche con ER.

Zippolo: Grazie per gli auguri! Mi avvicino pericolosamente alla vecchiaia!! Spero di sentirti presto! Ricordati che mi devi portare in Australia l’anno prossimo!!

Come sempre, se ho dimenticato qualcuno…PERDONO!!

Scusate il ritardo anche in questo capitolo, ma ho dovuto studiare (dovrei farlo anche adesso, in teoria) e anche per il mio compleanno (come forse avrete capito dalla recensione di Zippolo) che è stato il 23 agosto…ah, la vecchiaia!!

I diritti appartengono a JKRowling (tranne i personaggi che ormai conoscete).

Ringrazio tutti coloro che mi hanno inserito tra i preferiti (scusate se non vi ringrazio personalmente, ma non riesco più a ricordarmi chi ho già ringraziato e chi no…T___T me imbranata!!)

Come sempre BUONA LETTURA!!

La Nostra Storia

Ciao Amore, Ciao

Era l’ultimo sabato sera d’Agosto e Kim non ce la faceva più. Le sembrava di vivere in un monastero buddista! Aveva voglia di una sigaretta, di una bella birra babbana fredda e magari di un po’ di sangue caldo… Invece se ne stava sdraiata su quello stupido letto singolo, con quello stupido copriletto giallo a pallini bianchi, in una stupida casa puritana... Chiudendo gli occhi poteva vedere chiaramente il suo comodissimo e spaziosissimo letto, le sue fantastiche lenzuola seriche nere, la sua stanza lussuosa... Ma non sarebbe mai tornata in quell’inferno di cristallo. Nove anni. Era stata con i vampiri per nove anni e ancora adesso la tormentavano certi incubi…

Aprì gli occhi di scatto per scacciar quei pensieri fastidiosi. Doveva trovare un modo per distrarsi un po’!!

Cercò sotto il letto la sua sacca di pelle di drago con le poche cose che si era portata da “casa” e vi frugò un po’ dentro. Calze a rete larga, vestitino di cuoio, stivaletti e guanti senza dita, tutto rigorosamente neri. Un segno di matita nera e il rossetto carminio per completare l’opera. Ora doveva soltanto scendere e uscire da quella casa senza farsi beccare dall’allegra-famiglia-pel-di-carota.

Sbirciò fuori dalla porta. Tutto libero. Scese piano le scale e ghignò per un istante congratulandosi per la sua astuzia. Riuscì ad arrivare nella grande cucina. Anche lì tutto a posto. Fu proprio con la mano sulla maniglia della porta d’ingresso che un’odiosa voce infranse i suoi sogni di libertà.

-Cosa avresti in mente di fare, esattamente?-

Kim si girò con un sospiro esasperato: ce l’aveva quasi fatta, miseria ladra!!

Charlie era appoggiato allo stipite della porta che collegava la cucina e il salotto, con le braccia incrociate e un odioso sorrisetto saccente stampato sulla faccia.

Non sarebbe riuscita a sembrare più vampira di così, con quella specie di look “dark lady”, ma bisognava dire che le donava abbastanza. Era intrigante, doveva ammetterlo.

-Se pensi che io rimanga in questa casa per un altro sabato sera, ti sbagli di grosso.- gli rispose piccata.

-E dove vorresti andare? Non conosci nemmeno l’Inghilterra!- il ragazzo non nascose nemmeno il sorrisetto di sfida.

-Sono una vampira, genio! Ho un radar naturale per certi locali.-

-Certi locali tipo?-

-Normalissimi locali.-

-Per quello che ne so di te, il tuo tipo “normalissimo” di locale potrebbe essere l’“Allegra Osteria di Jack lo Squartatore”.

Kim fece una smorfia perplessa, -Non so se tu sia preoccupato per me o semplicemente ti piaccia prendermi in giro.-.

-Diciamo che mi preoccupo di prenderti in giro.- disse Charlie

-Sono quasi commossa da tanta bontà.- rispose la ragazza con un tono falsamente zuccheroso.

Lo guardò per un attimo a metà tra la sfida e il sospetto: era carino, fastidiosamente carino. -Cosa hai intenzione di fare? Legarmi o impedirmi di uscire in qualche modo?- poi divenne di colpo più apprensiva, -Non vorrai mica costringermi a giocare a gobbiglie con tuo padre? Se lo fai, giuro che vi mordo tutti!-

Charlie scoppiò a ridere, irritando maggiormente Kim.

-Pensavo a qualcosa di ancora più crudele.- rispose Charlie riprendendo fiato.

Si avvicinò alla porta, cambiandosi i vestiti con un colpo di bacchetta.

-Vengo con te!-

Tutta la sera con quell’essere molesto? Kim non sapeva se esserne intrigata o cominciare a rivalutare le “care vecchie” gobbiglie.

*****

Mancava poco all’inizio di Settembre e Lei sarebbe andata via. Lontana da lui fino a Natale! Poteva immaginarla vicino al baule con la divisa piegata e stirata fra le braccia e i capelli un po’ spettinati. Magari in quel momento stava infilando i libri da usare quell’anno, sbuffando scocciata per lo spessore del suo libro d’Incantesimi. E in più lui si sarebbe trasferito tra pochissimo: doveva dirglielo!

E se lei non ricambia?

Non essere vigliacco!

E se ho ragione?

Piantala, cretino!

E’ la sorella del mio migliore amico!

Questa è storia vecchia.

E se le sembro un ipocrita?

Non ho più speranza con te!

Sono solo un po’ intimorito!

Disse il Super-Prescelto-che-è-sopravvissuto

Io eviterei la facile ironia!

Stai parlando con te stesso, Harry!

E’ per questo che mi preoccupo!

Cercò di riscuotersi da quei dialoghi interiori che lo facevano sentire un po’ schizofrenico. Cercò di riconcentrarsi sul libro di Trasfigurazione che aveva davanti, appoggiato su uno degli scatoloni che aveva preparato per il suo imminente trasloco. A proposito dei libri, si fermò a pensare, presto avrebbe incontrato i suoi probabili futuri colleghi, che avrebbero cominciato i test d’ammissione di lì ad una settimana.

Era un po’ nervoso per quell’incontro. Aveva vissuto alla Tana dalla notte della battaglia e non aveva avuto modo di capire quanto la sua vittoria su Voldemort avesse attirato (ulteriormente) l’attenzione su di lui. Ormai si era abituato alle occhiate curiose e, in alcuni periodi, ostili delle altre persone, ma si sentiva un po’ a disagio. In più avrebbero potuto anche prenderlo in antipatia per la sua “fortunatissima” ammissione all’Accademia.

Una musica dolce lo distolse da queste preoccupazioni. Proveniva dalla stanza di Ginny.

Si alzò, supponendo che stesse ascoltando la radio, e si diresse verso la sua camera. Non sapeva cosa lo spingeva con quella sicurezza da Ginny; forse quella musica aveva un effetto magico, come il canto delle sirene dell’Odissea (la vicinanza con Hermione cominciava a dare i suoi frutti, se si ricordava queste cose!). Eppure quella canzone sembrava un classico brano un po’ nostalgico. Era quello il suo misterioso fascino che guidava Harry lungo il corridoio?

Si fermò davanti alla porta aperta della più piccola di casa. Era come se l’era immaginata, forse addirittura più bella e luminosa. A vederla così, impegnata a piegare un paio di jeans, con l’espressione un po’ corrucciata per uno sforzo di concentrazione su chissà quale riflessione, mentre seguiva il ritmo lento della canzone battendo il piede sul pavimento.

Una strana onda si mosse nel petto di Harry, come se l’aria nei suoi polmoni si fosse mossa verso l’alto come un uragano, come se, in un piccolo stagno da qualche in mezzo al suo cuore, un sasso avesse creato onde concentriche che si allargavano all’infinito. Si sentiva traboccare di un’emozione familiare e nuova al tempo stesso. Eppure il suo corpo continuava a funzionare come al solito e la sua bocca poteva ancora formare parole. E non gli sembrava strano che un piccolo sussurro poco udibile gli uscisse spontaneo dalle labbra. Ti amo.

L’aveva solo pensato o l’aveva detto davvero? O forse era la canzone che faceva così, che parlava d’amore e di malinconia? Ginny lo stava guardando! Allora l’aveva detto davvero!

-Scusa Harry, non ti avevo sentito entrare.- Era una sua impressione o era un po’ rossa? –Hai detto qualcosa?- continuò Ginny.

Il ragazzo non sapeva se fare un sospiro di sollievo o mettersi le mani nei capelli.

-Ho chiesto se ti posso dare un mano.- mentì, cercando di assumere l’espressione più dignitosa che gli riuscì.

Poi cominciò ad aiutarla, mentre la musica scemava e, con essa, la sua più grande occasione.

*****

Non poteva credere di essere in un posto del genere con Charlie Weasley. Aveva una sigaretta in bocca, e una stecca di biliardo tra le mani; quel pazzo l’aveva portata in una specie di bar per camionisti babbani! Lei era abituata a stare fra loro (le ricordava la sua vita prima di essere morsa), ma credeva che per un mago cresciuto interamente tra maghi, quello fosse un posto quantomeno bizzarro. Invece, non solo era stato il ragazzo a suggerire quel pub, ma la stava anche distruggendo a biliardo! Che scandalo vergognoso: lei era imbattibile a biliardo!

-Sei già stanca?- la sfidò il rosso.

-Sono fresca come una rosa. E tu, bimbetta?-lo provocò lei.

-Sto benissimo, grazie.- rispose sempre sorridendo, -Cosa ne dici di un bicchierino?-

-Pensavo che i bravi bambini non facessero certe cose!- disse con un odioso sorrisetto.

-Suppongo che tu di bravi bambini ne abbia conosciuti pochi.-.

-Ho conosciuto te!-

-E allora cambierai radicalmente idea.-

Km non capiva se la stesse provocando o ci stesse provando. Però in fondo la cosa non le dispiaceva: sarebbe stato un divertente fuoriprogramma.

Lo seguì al banco per prendere da bere.

-Un whisky con ghiaccio- fece il rosso

-Vodka liscia.-

-Non dirmi che i vampiri bevono la vodka?!-.

-Non potevo mica ordinare un ventenne biondo atletico da dissanguare!-.

Charlie scoppiò a ridere forte, stringendo il bicchiere tra le dita. -…un ventenne…biondo…atletico?-, cercò di calmarsi, -Se fosse stato castano non lo mordevi?-

Kim lo guardò malissimo, -Cosa parlo a fare con un ignorante come te?! Era tanto per dire!- sbottò.

-Ohoh…sembra che l’imperturbabile dark lady della Transilvania si sia offesa!- fece Charlie ghignando.

-Quanto ti odio!...E poi…chi sarebbe la “dark lady”, eh? Brutto buzzurro, allevatore di draghi dei miei stivali!- si alzò di scatto dalla sedia e si affrettò verso l’uscita. Charlie pagò il conto e la seguì sbuffando mezzo divertito, mezzo infastidito.

Riuscì a raggiungerla fuori dal locale e a fermarla afferrandola per un gomito.

-Lo sai di essere una bisbetica?-

-Lo sai di essere un insopportabile pel di carota?-

-Sei proprio petulante!-

-E tu sei irritante all’ennesima potenza!-.

-Noi due insieme non possiamo proprio starci.-.

-Totalmente incompatibili!-

Si trovarono a guardarsi corrucciati in mezzo a quel lurido vicolo, circondati da una strana aura di calma, come se fossero stati sul punto di scoppiare.

Charlie si avvicinò alla ragazza, -Cosa aspetti a baciarmi?-.

-Aspettavo i tuoi comodi!- rispose provocatoria, prima di poggiare le sue labbra su quelle del ragazzo.

…Totalmente incompatibili, vero?...

*****

Gli ultimi giorni d’Agosto alla Tana trascorsero molto velocemente. Harry cercava di raccogliere tutto il suo coraggio per non lasciar partire Ginny senza averle detto niente; Kim e Charlie cercavano di parlarsi il meno possibile, chiedendosi, soprattutto, se l’alcool aveva facilitato ciò che era successo durante quello strambissimo sabato notte tra di loro.

Ron, invece, era al settimo cielo. Lontano da misere preoccupazioni come dichiarazioni d’amore e relazioni pericolose, si godeva le giornate studiando con la sua adorata Hermione. Passavano ore intere insieme, seduti nel giardino della Tana, con i grossi libri di entrambi (Hermione si stava preparando per il colloquio di lavoro) aperti sull’erba intorno a loro. Il rosso non era mai stato più contento di studiare, anche perché era riuscito a tenersi in pari con i compiti del professor Tann.

Il 31 agosto i due ragazzi erano proprio nel giardino, chini sui libri, almeno all’apparenza concentrati sulla Trasfigurazione Umana.

Era stato il destino, il caso o la provvidenza a far sfiorare le loro mani? A fare intrecciare le loro dita quasi automaticamente?

Hermione alzò lo sguardo per incontrare quello del suo ragazzo e la distanza fra loro diminuì progressivamente, fino ad annullarsi.

Alla ragazza sembrava di essere immersa nell’Amortentia, mentre appoggiava piano la schiena sul terreno del giardino: odore d’erba appena tagliata, tutta intorno a lei, e quel profumo delle pergamene nuove che aveva chiesto in prestito a Ginny, proprio quella mattina. E poi il suo odore. Inconfondibile.

La camicia di Ron le sembrava l’unico appiglio sicuro, in quel momento; il mondo sembrava vorticare impazzito e lei non riusciva a fare altro se non tenersi saldamente alle spalle larghe del rosso. Si staccarono per riprendere fiato.

Probabilmente doveva avere un’espressione incantata e non riusciva a sentire bene le parole di Ron anche se era sicura che le stesse parlando.

-…Mione…-

-Cosa c’è?-

-Ti amo-

Bene.

Aspetta un attimo! Aveva detto quello che lei pensava avesse detto? Oppure lei si era immaginata che lui avesse detto ciò che lei pensava lui avesse detto?

Perfetto sono del tutto ammattita!

-..Non…mi…rispondi…?-fece Ron incerto.

- Certo!...Voglio dire…anch’io!...Si può essere così imbra…-peccato che il suo sfogo sulla sua goffaggine fu interrotto sul nascere da un bacio da campionato nazionale (e anche piuttosto entusiasta!) del suo ragazzo.

*****

Quella sera Ron e Harry si trovarono nella stessa camera a preparare tutto per il giorno dopo all’Accademia: sarebbero entrati alle 11.30, per poter salutare Ginny, e avevano già avvisato il professor Tann. Ormai pronti s’infilarono nei loro letti, uno accanto all’altro.

-Cosa hai fatto oggi?- chiese Harry, dopo aver spento la luce.

Parlavano spesso quando andavano a dormire, si raccontavano le loro giornate e qualche volta anche i loro problemi.

-Ho detto a Mione che la amo.- disse semplicemente il rosso. Gli occhi di Harry divennero delle dimensioni di due palline da tennis.

-Co…cosa?-

-Ti sembra così strano?! A me no. Lo sentivo e gliel’ho detto.- se fosse stato in piedi probabilmente avrebbe alzato le spalle.

Harry era esterrefatto: non perché la cosa gli dispiacesse o non si aspettasse che ci fosse qualcosa “di più” tra quei due. Però quel tono d’ovvietà da uno che ci aveva messo degli anni ad ammettere la sua cotta per Hermione… O poi, perché mai lui non ci riusciva con Ginny?

-Lo vorrei dire a tua sorella, ma non ci riesco.- buttò lì il moro, credendo fermamente che il suo amico si sarebbe alzato e lo avrebbe strozzato col cuscino.

-Ci riuscirai. E comunque lei lo sa già.- disse tranquillo.

-Chi sei tu? Cosa ne hai fatto del mio migliore amico?-.

-Metti in dubbio la mia saggezza innata?- disse Ron scherzosamente.

-Non mi permetterei mai, grande maestro.- rispose, facendoli scoppiare a ridere entrambi.

-Sei un bravo ragazzo. Sono contento che tu stia con Ginny.- fece.

Poi, mentre Harry cercava di non commuoversi, nascondendo la faccia nel cuscino, il rosso riacquisto il suo tono burbero di sempre.

-Ma ricordati che è mia sorella! Quindi niente sbaciucchiamenti strani e robe del genere. Uomo avvisato…-

Harry scoppiò a ridere seguito a ruota da Ron. Valeva la pena di combattere il male anche solo per quello!

Il Mio Migliore Amico.

*****

La famiglia Weasley al completo, più Kim, Harry e Hermione, si trovava al binario 9 e tre quarti per salutare l’ultimogenita della Tana. La locomotiva rossa era sempre una visione straordinaria per Harry; aveva sempre significato qualcosa di speciale per lui. Era quello il momento giusto per “agire”, ma voleva anche lasciare spazio ai genitori della ragazza, perciò fu naturale per lui defilarsi.

-Mi raccomando! Studia bene e non metterti nei guai.- disse apprensivamente la signora Weasley, mentre il marito le batteva gentilmente su una spalla per rassicurarla.

-Fatti valere come una vera Weasley! Almeno 20 punti in meno!- dissero, invece, George e Percy, guadagnandosi un’occhiataccia dalla madre.

Le undici si avvicinavano e tutti i fratelli salutarono Ginny con affetto e, nel frattempo, una fiumana di ragazzi di tutte le età saliva sui vagoni e si affacciava per salutare. Harry si avvicinò alla sua ragazza sfruttando l’ultima occasione utile per parlarle e riuscì quasi ad aprir bocca, ma mamma Weasley la spinse sul treno che stava per partire, allontanandola da lui.

Il treno cominciò a muoversi, ma Harry riuscì a districarsi dal mare di genitori che affollavano il binario, mentre Ginny riusciva ad affacciarsi ad un finestrino.

Di nuovo l’ondata di qualche giorno prima travolse il ragazzo, guardando il viso della rossa incorniciato dai capelli sciolti e mossi dal vento.

Ti amo. Un solo sussurro a fior di labbra e gli occhi della ragazza si spalancarono per la sorpresa. Aveva letto il labiale. Harry era troppo contento di averlo finalmente detto (e che lei avesse sentito) per preoccuparsi del fatto che il treno acquistava velocità, obbligandolo a correre. Ma tutto questo sembrò ancor meno importante, quando Ginny sorrise e sussurro un inconfondibile “anch’io”.

Qualche metro più in là due ragazzi osservavano la scena.

-Sono carini insieme.- fece Kim con tranquillità.

-Abbiamo appena scoperto il lato romantico di Kim…che scoop!!- ironizzò il rosso.

-Ah ah…spiritoso.-

-Pensavo che il mio humor squisitamente inglese ti piacesse.-

-Chissà…- disse Kim sorridendo, -…potrei anche concederti un appuntamento.- e si allontanò enigmatica.

Il sorriso di Charlie si allargò. Che tipo!

Aiuto! Sono le 23.32, ho la schiena a pezzi, ma questo ve lo dovevo! Spero che questo capitolo sia abbastanza lungo e abbastanza soddisfacente, per quanto riguarda le coppie. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Baci,

Cappychan.

PS: Per un dubbio amletico mio e anche per rendervi più partecipi della storia, vi volevo chiedere un grandissimo parere:

io adoro la coppia Luna/Neville anche se so che la Rowling ha negato tutto. Se io volessi far apparire, anche solo per un capitolo, questi due, vorreste che io fossi rigorosa e rispettassi le indicazioni della Rowling, oppure potreste accettare un piccolo volo di fantasia?? Aspetto risposte e consigli!

PS2: Non per essere bacchettona, né moralista, ma, visto che in questo capitolo se ne parla con un po’ di leggerezza, BEVETE RESPONSABILMENTE, ragazzi!!

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Capitolo 7
*** Sentimenti e Riflessioni ***


Prima di tutto saluto tutti quelli che hanno lasciato un commento o un saluto durante il mio “silenzio”per il sesto capitolo

Prima di tutto saluto tutti quelli che hanno lasciato un commento o un saluto durante il mio “silenzio”per il sesto capitolo e alle mie due perle, che hanno recensito anche il “vecchio settimo”(vi adoro!):

Edvige86: Ciao bellissima, le tue recensioni (non una, ma tre! Sono commossa! T_T) sono sempre apprezzatissime: sei troppo gentile -/////-… ma continua pure così XP… Spero di non averti fatto troppo soffrire né che tu ti sia dimenticata della tua tesora (…dopo tutto questo tempo…). Mi metterò a lavorare sodo. Promesso. Aspetto con ansia la tua opinione sul prossimo capitolo. Bacissimi, Cappychan

Miss Nina: Ciao Miss, ho fatto aspettare molto anche te, scusa. Cercherò di tornare più in forma di prima! Per quanto riguarda le tue recensioni (anche tu sei meravigliosa) io adoro la tua pazzia…anche perché io sono peggio! XD…In più la tua recensione al sesto capitolo era una delle prime e la più lunga…dovrei premiarti…m’inventerò qualcosa…magari un momento “rosa” dedicato a te…(aria cospiratrice e sorrisino malizioso).

_Ly_: Ciao bella, rieccomi. Sono di nuovo tra i vivi! Come vedi anche io sono una ritardataria...perciò non c’è problema! Grazie per la tua recensione e per i tuoi appelli. Goditi il capitolo. Bacini, Cappy.

Milly92: Milly! Ciao! Grazie per la prima recensione del sesto capitolo (anche a te un premio –immagine mentale: io che prendo appunti sul blocchetto- Sono tornata (di nuovo) e spero di soddisfare la tua curiosità. Buon divertimento!

VenTu: Tu sei nuovo! Mi dispiace tu sia capitato proprio nel momento dell’INFINGARDO BLOCCO SUPREMO...mi farò perdonare in qualche modo (soprattutto per la tua meravigliosa recensione!!) Spero che continuerai a seguire. PS: per un motivo particolare il tuo nick mi incuriosisce molto…

Red Irish: Addirittura?! Sono commossa! (anche se magari in questi mesi la tua opinione sarò cambiata…SIGH…SOB…speriamo di no…)Mi piace il tuo nickname…gli amici dell’Irlanda mi sono sempre simpatici (io ne conosco già parecchi per conto mio…ehehe…)…Goditi il capitolo!

Angelikfire: Ciao Angel! Ti ho addirittura fatto interessare alla coppia Harry/Ginny?!? Wow! Per una pseudoscrittrice (scrittrice?!?...non esageriamo!) è davvero un bellissimo complimento! Grazie e baci, Cappy.

Zippolo: probabilmente non leggerai la mia risposta, ma tanto te l’ho già comunicata a voce….Zippolo forever!

Marty Torsy: Il labiale, in effetti, è stata una…”intuizione” che, rileggendo la storia, mi ha davvero convinto…Mi fa comunque piacere che ti abbia addirittura commosso. A presto!

Kiara Potter 91: Grazie per il bel commento. In effetti, per me era molto importante lasciare spazio a un po’ d’ironia e non appesantire la storia con situazioni solo tristi o solo romantiche: ho cercato di seguire lo spirito dei libri originali…Su alcune cose hai visto giusto, ma non ti svelo niente…(come al solito, devo mantenere la suspance)…Buon divertimento!

Erikablue: Un’altra new entry (dopo tutto questo tempo sarebbe meglio dire “old entry”, ma lasciamo perdere “-///-) La tua osservazione su Ron non è affatto sbagliata, ma più che ooc, ho voluto che il personaggio del rosso, che è sempre stato il più “immaturo” dei tre (a mio parere) crescesse un po’. In effetti non ho considerato tanto strano che dopo la morte di un fratello, una battaglia vissuta in prima persona e moltissime brutte esperienze vissute (per esempio la tortura subita dalla sua ragazza) trovasse un po’ più di “maturità”…un po’ come Neville nel settimo libro =)…Mi ha fatto comunque piacere un po’ di sana critica costruttiva, perciò… continua pure a commentare…(espressione falsamente innocente) …Scherzo =)…Buona lettura!

Lylina Potter: In effetti mi sono lasciata un po’ andare al romanticismo, ma a me piace così e dalla tua recensione sono sicura che tu la pensi come me! Il prossimo capitolo è dedicato anche a te.

Ginny89Potter: Sorellona! Il sesto capitolo ti ha fatto felice, vero?! Non avevo dubbi =)…Spero che la storia (nonostante la mia prolungata assenza…sorry -/////-) continui ad appassionarti! Baci, Cappy

Dopo aver sbrigato la pratica “Risposte alle recensioni”, faticosa, ma sempre molto gradita e divertente per me, passiamo ora a un discorso serio che credo sia d’obbligo.

CHIEDO UMILMENTE PERDONO PER IL SECONDO MOSTRUSO RITARDO!

Un blocco (che d’ora in poi chiameremo familiarmente Infingardo Blocco Supremo) mi ha perseguitato a lungo e non sono ancora riuscita a uscirne definitivamente; la scuola, poi, non mi dà tregua nemmeno d’estate (mi chiedo ancora a cosa serva il greco…vabbè) Chiedo scusa e ringrazio soprattutto le lettrici più accanite, che mi hanno sempre seguito e recensito. Devo avvertirvi che ultimamente sono diventata terribilmente critica nei confronti di quello che scrivo e non riesco a mettere giù nemmeno una pagina senza cancellare tutto tremila volte, perciò sono diventata abbastanza lenta nel “produrre”. In secondo luogo ho avuto modo di leggere tante ff che mi hanno messo un sacco di nuovi spunti in testa, ma mi hanno anche molto confuso, per non parlare di qualcheduna che mi ha addirittura fatto sospettare il plagio (forse a torto) gettandomi in una specie di via di mezzo tra l’indignazione e il panico. Infine l’ultimo capitolo (che era effettivamente un “mezzo capitolo”) non sembra essere stato all’altezza degli altri e questo mi dispiace molto. Ho aspettato tanto tempo soprattutto perché la qualità di ciò che scrivevo non ne risentisse, ma forse non è stato così. Spero che questa situazione si risolva e che riacquisti lo smalto di un anno fa. Soprattutto perchè scrivere questa storia mi ha sempre divertito ed emozionato molto! In questi giorni e durante il prossimo mese, cercherò di andare avanti, tentando di fare qualcosa di buono. In particolare proverò a chiarirmi le idee e pianificare un po’ meglio il resto della trama.

Ora, dopo questo “momento serietà” vi lascio al settimo capitolo rivisitato e corretto, sperando davvero che vi diverta e vi appassioni. Come sempre….BUONA LETTURA!!

La Nostra Storia

Sentimenti e Riflessioni (versione riveduta e corretta)

Harry traslocò definitivamente al Salice il primo mercoledì dopo la partenza di Ginny, nonostante l’invito della signora Weasley a rimanere ancora un po’ alla Tana. La piccola fortuna ammonticchiata nella sua camera blindata non era consistente come prima, ma a lui questo non importava. Ora aveva una casa tutta sua.

Al piano inferiore, un piccolo ingresso era collegato direttamente al salotto da dove si poteva accedere alla cucina e al bagno. Una robusta scala di legno portava al piano superiore dove, invece, si aprivano sul lungo corridoio tre piccole stanze, un bagno più ampio e una spaziosa camera da letto. Era molto grande per una persona sola e le prime notti in quella casa vuota furono molto strane per il moro, che era ormai abituato al clima della Tana. Ma, nonostante questo, era contento di essersi trasferito.

Durante la prima settimana sperimentò la sua abilità negli incantesimi domestici nel disperato (e vano) tentativo di ordinare e pulire almeno la camera da letto, il bagno, l’ingresso e il salotto, che erano le stanze più usate della casa. Della cucina Harry non aveva quasi mai avuto bisogno, perché passava quasi tutte le sere dai Weasley e, a pranzo, spesso era nella Londra babbana con Ron, subito dopo la fine delle lezioni della mattina.

Visti i risultati dei suoi sforzi, si arrese al caro vecchio olio di gomito, passando il tempo libero delle settimane seguenti a spolverare, spazzare, disinfestare e lavare. Ora cominciava ad apprezzare ancor di più la signora Weasley.

Nella prima metà di Settembre fu così indaffarato che, appena aveva il tempo di pensare a Ginny, si trovava davanti la sua nuova lettera, arrivata da Hogwarts come ogni sera. Quello era per il ragazzo il momento migliore della giornata, perché, finalmente lontano dalle preoccupazioni dello studio, poteva rilassarsi, pensando alla sua ragazza. Le lettere erano sempre molto semplici. Raccontavano le novità a scuola (la Mcgrannitt, per esempio, era diventata preside provvisoria e la sua cattedra di trasfigurazione era stata occupata da un giovane uomo di origini scozzesi), notizie sugli amici e conoscenti che ancora frequentavano, come Luna e gli ultimi membri dell’ES, oppure semplicemente erano la valvola di sfogo attraverso la quale la ragazza si confidava con lui, e rivelava i suoi dubbi per essere consigliata.

Era strano essere il confidente di una ragazza. Certo, era uno dei migliori amici di Hermione, ma lei non si era mai confidata con lui (e nemmeno con Ron, a quanto ne sapeva). Ma, riflettendoci, era una situazione completamente diversa. Lui e Ginny si amavano. E mai come in quel momento, Harry aveva voglia di condividere tutto con lei, ogni minimo pensiero ed emozione. Da una parte questo era abbastanza spaventoso per il moro: non era mai stato del tutto solo, nelle sue avventure e nei momenti importanti, ma il destino che si era abbattuto su di lui in quei diciotto anni lo aveva reso comunque isolato in qualche modo da tutti gli altri. Ricordava molte occasioni in cui nemmeno i suoi amici erano riusciti a comprenderlo e a calmarlo (non che ne facesse loro una colpa!). Invece la rossa era diversa, in un modo che Harry non riusciva ancora del tutto a comprendere.

Intanto l’inizio ufficiale del corso per Auror si avvicinava e il nervosismo per questa nuova avventura cominciava a farsi sentire sia per il moro che per il suo migliore amico. Ron aveva preso questa professione molto sul serio e s’impegnava al massimo. Passava le ultime giornate d’estate chino sui libri, con un’espressione concentrata che Harry gli aveva visto poche volte. Proprio per questo il “bambino sopravvissuto” si trovava sempre più spesso a riflettere su quanto fosse maturato l’amico in quei mesi.

Sospettava che fosse dovuto alle cose terribili che avevano dovuto affrontare durante la guerra, ma che fosse anche grazie alla vicinanza di Hermione. La ragazza aveva finalmente cominciato a lavorare al Ministero ed era davvero entusiasta del suo lavoro, tanto che ai ragazzi ricordava terribilmente Percy durante il suo primo anno con Crouch. Ovviamente nessuno si era azzardato a dirglielo.

Si era appassionata a tutti i suoi nuovi incarichi per la difesa delle creature magiche e per i rapporti con varie specie che il Ministero era ancora occupatissimo ad aggiustare dopo ciò che Voldemort e i suoi Mangiamorte avevano fatto. Soprattutto s’impegnava moltissimo per la “questione mannari” che stava particolarmente a cuore a tutti gli ex combattenti dell’Ordine della Fenice. Kingsley Shakebolt si era interessato personalmente al suo lavoro, nonostante gli impegni come Ministro. Per questo la riccia rimaneva sempre più spesso al lavoro fino a tardi, tornando a volte col signor Weasley. A volte, invece, non riusciva nemmeno a passare alla Tana per cena, ma andava direttamente a casa sua, troppo stanca anche per mangiare.

A Ron dispiaceva vederla così poco e soprattutto così esausta, nonostante notasse chiaramente la determinazione e la felicità della ragazza per i compiti che svolgeva. Ma le preoccupazioni più pressanti per Ron erano altre.

Da qualche tempo le sue notti erano occupate con frequenza sempre maggiore da sogni su Hermione che, anche da sveglio, gli mandavano a fuoco le orecchie per l’imbarazzo. Non sapeva cosa gli stesse succedendo esattamente e chiedere ai fratelli maggiori era impensabile. Infatti Bill era preso dalla sua nuova vita da maritino premuroso e passava sempre meno tempo alla Tana (con sommo disappunto della madre), George era fuori discussione, perché l’avrebbe preso in giro morte, Percy sembrava essere un po’ assente in quegli ultimi giorni e, inoltre chiedere a lui sarebbe stato troppo persino per Ron. Rimaneva Charlie, che forse era il fratello più utile in questa circostanza, ma lui era tutto preso dalla stramba ragazza con i capelli blu.

Avrebbe voluto confidarsi con Harry, ma non erano più riusciti a trovare un po’ di tempo e di privacy per parlare, soprattutto dopo il trasloco. E, poi, sarebbe stato strano parlarne con lui. Considerava Hermione come una sorella ed era il ragazzo di Ginny (non voleva “contagiarlo” con strane idee! Lei era la sua sorellina!).

Perciò per un lungo mese tacque e rimuginò su questo nuovo forte sentimento che non aveva mai provato, il desiderio.

* * * * *

Era un Venerdì sera di metà Settembre e , mentre il resto della famiglia, Harry e Hermione (ospiti come sempre) finivano di cenare, chiacchierando animatamente, Charlie Weasley si stava preparando ad uscire ufficialmente con Kim per la prima volta. Asciugandosi i capelli, ormai non più corti, e scegliendo una camicia scura da indossare, rifletteva sulla settimana appena trascorsa.

Nei giorni precedenti, dopo l’esplicito invito ad uscire, fatto da lui durante un placido dopocena alla Tana, i loro rapporti erano un po’ migliorati rispetto alla “guerra fredda” del primo mese. Avevano cominciato a rivolgersi piccoli cenni di saluto, ma non avevano smesso di provocarsi. Anzi, sembrava addirittura che lo facessero con maggior accanimento e malizia. Non avevano ancora parlato seriamente di tutto quello che era successo in Romania e tra loro in Inghilterra; lei rimaneva un mistero. Non sapeva niente della sua vita tra i vampiri e del perché gli avesse salvato la vita rischiando la propria.

Notava il suo disagio ogni volta che si trovava in compagnia della sua famiglia -soprattutto della madre e del padre- e quello sguardo triste che ogni tanto si leggeva sul suo viso, senza motivo apparente: doveva aver passato dei momenti difficili tra i suoi simili. Allora perché il suo comportamento mostrava sempre l’ostentazione e l’orgoglio per la sua vita in Romania?

Chiudendosi la camicia blu con le maniche corte che lasciava il drago d’inchiostro in bella mostra, fece scivolare la sua mente verso pensieri meno difficili. Era curioso di vedere come si sarebbe conciata quella pazza. Solitamente aveva sempre qualcosa di nero e di cuoio, anche durante il giorno, e teneva il collo e le spalle coperte. Probabilmente sotto la stoffa nascondeva i due segni del morso…Poteva vedere chiaramente i capelli neri e blu in contrasto con quella sua pelle magnificamente bianca…Bella

Scosse la testa con un sorriso di rimprovero verso se stesso: doveva stare attento ai suoi pensieri e a non farsi troppo coinvolgere in questa storia. Nonostante Kim fosse certamente attraente e gli piacesse, lei era una vampira, una ragazza che non aveva niente a che fare con lui. Forse avrebbero potuto divertirsi per un po’insieme; magari si sarebbe anche affezionato, ma non ci sarebbe dovuto essere niente di più tra loro. Era e doveva essere solo una cosa passeggera. Solo divertimento.

Accantonò anche questi pensieri e s’infilò la giacca e un paio di scarpe comode, prima di uscire dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle con un sorriso malandrino.

* * * * *

In un’altra stanza della stessa casa, una ragazza dai capelli bicolore era in piena crisi isterica.

Erano passati nove anni dal suo ultimo vero appuntamento e allora lei aveva sedici anni. Tra i vampiri del suo gruppo non esistevano cose del genere: non erano creature particolarmente romantiche, almeno per la sua parziale esperienza. Magari i vampiri inglesi sono tutta un’altra cosa…

Scacciò questo genere di supposizioni senza senso e si concentrò sui pochi vestiti che si era portata da casa.

Come si sarebbe vestito pel-di-carota? Elegante? Kim scosse la testa. No, quel buzzurro era sicuramente vestito con quei banali jeans…quelli che gli fasciano così bene le gambe…e un’insipida maglietta…che lascia scoperto il collo muscoloso al punto giusto…Basta! Quel maledetto rossastro l’avrebbe fatta impazzire. Come osava essere così dannatamente attraente? Ne aveva conosciuti di uomini affascinanti, i classici belli e dannati (nel vero senso del termine)! Eppure quel maghetto la metteva in difficoltà. Era un dongiovanni e si vedeva chiaramente, ma dal suo modo di fare traspariva una certa ingenuità e dolcezza. Aveva l’impressione (e di solito il suo intuito non sbagliava) che lui non le avrebbe fatto del male come tutti gli uomini che aveva frequentato in quel momento…a parte papà…pensò con tristezza.

Di solito non si lasciava cullare dai vecchi ricordi, ma in quella casa, vivendo con quella famiglia così vitale che aveva dovuto sopportare tanto dolore, ma rimaneva comunque unita (Aveva sentito parlare di un fratello minore, morto durante la guerra), la nostalgia si era impossessata di lei. Sognava spesso suo fratello e sua madre che la fissavano, o suo padre che le parlava in rumeno…

In quella strana casa avrebbe forse potuto trovare la pace e il perdono?...Anche se così fosse stato, lei non poteva. Un conto era essere ospitata per un paio di mesi, un altro era mettere in pericolo quelle persone per tutta la vita. E quell’irritante ventenne avrebbe anche potuto essere il suo salvatore…in fondo l’aveva già salvata una volta senza neanche rendersene conto…

Scacciò queste illusioni dalla sua mente: cosa pensava di poter fare? Innamorarsi? Pensava di poter scappare da Lui, senza problemi e vivere felice e contenta in Inghilterra? Già si vedeva in una casetta con la palizzata bianca, mentre un cane e tre piccoli mocciosi pel-di-carota con i canini appuntiti corrono per il giardino, pensò con amarezza.

Va bene, si disse, provava attrazione per quel ragazzo. Era una cosa comprensibile. Ma sarebbe stata solo una storiella senza futuro. Un passatempo momentaneo. Poi sarebbe scappata verso qualche posto più sicuro, lasciando dietro di sé tutti…E’ l’unico modo

Cercando di non badare all’insolito abbattimento che l’aveva assalita si passò la matita nera e si infilò pantaloni e maglietta neri, facendo attenzione a coprirsi collo e spalle. Poi, prima di uscire dalla stanza con un falso sorriso di sfida sul viso, si ripeté il mantra che l’aveva sostenuta da quando aveva conosciuto il suo Padrone: …Niente Sentimenti

* * * * *

Nonostante l’ora tarda, due ragazze occupavano ancora il loro abituale posto in biblioteca, premendo le penne sulla superficie irregolare delle loro pergamene e spostando ogni tanto gli occhi sulla pagina di qualche grosso tomo vicino a loro.

I capelli rossi di Ginny e quelli biondi della sua amica Luna si toccavano sul legno antico del tavolo già da qualche ora, ma le due continuavano a scrivere incuranti del tempo trascorso, troppo impegnate dalla ricerca di Trasfigurazione, che le loro due case seguivano insieme. Improvvisamente la rossa allontanò con un gesto aggraziato i capelli dal piano di lavoro, sbuffando e appoggiando stancamente il mento sulla mano libera dalla penna.

-Non ce la faccio più! Il nuovo professore è anche peggio della Mcgrannitt.- Luna alzò i grandi occhi azzurri verso l’amica, sorridendole.

-Pensavo che ti piacesse.-

-In effetti, è molto bravo come insegnante, ma se continua a caricarci in questo modo, non sopravvivremo fino agli esami.- rispose con aria stanca.

Le due ragazze si guardarono per qualche secondo senza parlarsi, lasciando posto al silenzio, come spesso accadeva fra loro.

-Harry ti ha già risposto?- chiese la bionda, riprendendo a scrivere, mentre Ginny sorrideva automaticamente al nome del suo ragazzo.

-Sì. Te l’ho detto che si è trasferito nella nuova casa? E che l’ha chiamata “il Salice”?-

-Almeno un milione di volte.- rispose Luna con un sorrisino divertito.

-Scusa. Sono davvero noiosa in questi giorni. Parlo sempre delle stesse cose.- sorrise a mo’ di scusa.

Poi cambiando discorso e piegando le labbra in un’espressione furbetta, -E Neville? Ti ha scritto?-

Era sempre strano per Ginny vedere Luna arrossire perché questo avveniva sempre di rado, riguardo ad una sola persona e da poco tempo. La prima volta che era successo, all’inizio dell’anno, la giovane Weasley si era stupita. Poi, però, aveva subito riconosciuto ciò che i problemi della guerra e la sua preoccupazione per Harry le avevano impedito di vedere: tra i suoi amici, compagni nelle avventure dell’anno precedente, era nato qualcosa di forte e inaspettato.

E, mentre Luna cambiava argomento imbarazzata e lei ricominciava a scrivere, pensò che ne era davvero contenta. Se lo meritavano entrambi.

* * * * *

Un ragazzo e una ragazza si allontanavano dalla casa un po’ sbilenca, che si ergeva dal fianco della collina, da dove gli occhi di Molly Weasley e dei suoi figli li guardavano sospettosi e divertiti, e camminavano per la polverosa strada di campagna, nascondendo il loro insolito imbarazzo dietro le loro piccole e ormai tradizionali provocazioni…

Continua

So che questo capitolo era già stato pubblicato, ma ho ritenuto opportuno, dopo un rilettura, modificarlo leggermente. L’ottavo capitolo è già in fase di rifinitura e la trama sta riprendendo forma. Tra pochi giorni postero il prossimo chap. Chiedo ancora scusa per il ritardo.

I commenti e le critiche costruttive sono sempre ben accetti e risponderò, come sempre, volentieri.

Baci,

Cappychan.

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Capitolo 8
*** Appuntamenti ***


Prima di tutto saluto tutti coloro che hanno lasciato un commento o un saluto durante il mio “silenzio”per il sesto capitolo

Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia nei preferiti e che hanno recensito:

Rosy823: Ciao Rosy! Mi fa davvero piacere che tu abbia apprezzato la storia! In più sei la prima quindi meriteresti un piccolo premio!...vedremo (aria da cospiratrice)… 823?! Pensa che il mio compleanno è ad Agosto, il 23!! XD Vabbe’ la smetto…Spero che questo capitolo ti appassioni! A presto!

Erikappa: Ehi Erika, grazie della recensione. Mi ha fatto molto piacere. In particolare sono contenta che la coppia Kim-Charlie sia convincente. Non è facile (almeno per me) creare un personaggio dal nulla o trattarne uno quasi sconosciuto (…povero Charlie…) e renderlo simpatico e apprezzato… In questo capitolo i nostri due amici, avranno un ruolo centrale…però non ti svelo niente!

Buon Divertimento!

Pk82: Sei assolutamente perdonato! (Ma rimedia pure quanto vuoi!! XD) Grazie per la tua recensione e la tua preferenza (mi sento un po’ una commessa a dire così “-_-). Per quanto riguarda i quattro ragazzi, in questo capitolo avrai un po’ di spunti…“interessanti”…Su Kim scoprirai un po’ di cose e avrai modo di incuriosirti ancora di più…chissà cosa combineranno quei due… (Ahah..il genio della suspense! XD)...Mi farebbe piacere leggere qualche tua opera, ma sono un po’ traballante come connessione internet, perciò non prometto niente (sorry!)…Spero di “sentirti” ancora!

Ginny_Potter94: Ed ecco la mia nuova lettrice. Tu sei fantastica (e anche un po’ matta- ma lo apprezzo molto)!! Quattro recensioni in un’ora! Se continui così comincerò ad adorarti! Per quanto riguarda il discorso delle recensioni ai vecchi capitoli, hai perfettamente ragione (e poi, direi che ti sei fatta perdonare! XD). Sei curiosissima? Allora faccio bene il mio lavoro! Bene, bene…chissà cosa potrebbe accadere in questo capitolo…Ci “sentiamo”!

MissNina: Miss!! Mi fa piacere sentirti dopo tanto tempo! Sì sì, proprio in questo capitolo avrai un momento rosa tutto tuo J!! Contenta, eh?! Mi fa piacere il capitolo ripostato ti sia piaciuto e spero che anche questo ti soddisfi. Ha richiesto davvero tanto lavoro! Su Kim e Charlie…chissà cosa sta inventando la mia testolina…?....Continua a seguire e lo scoprirai!

Dunque…Finalmente un capitolo tutto nuovo (e lungo in maniera appropriata) per voi. Spero che la qualità sia sempre buona e la scrittura non troppo pesante (è un po’ il mio tallone d’Achille). In questo capitolo si alterneranno i famosi “momenti rosa” a qualche scena un po’ più movimentata e a qualche rivelazione sulla nostra Kim…Vi ho incuriosito?!?

Questo capitolo è dedicato alla Kim in carne e ossa che ha prestato il nome alla mia problematica vampira e che sta per diventare una fantastica mamma: Congratulazioni, bellissima!

Come sempre la storia è dedicata a tutti i lettori che la seguono e a tutti quelli che recensiscono.

In particolare, Volevo dedicare i “momenti rosa”:

-Harry/Ginny a MissNina che è una romanticona;

-Kim/Charlie a Milly92 che ha avuto la vista lunga.

Per Ron ed Hermione dovrete aspettare ancora un capitolo, sperando di non farvi soffrire troppo. Sto progettando sorprese per tutti, perciò abbiate pazienza e sarete ripagati!

Avevo promesso premi ed eccoli qui! BUONA LETTURA!!

PS: Questa storia non ha scopo di lucro e i personaggi appartengono alla loro creatrice J.K.Rowling (tranne quelli che sapete).

La Nostra Storia

Appuntamenti

Dopo essere arrivati al vecchio pioppo, dove l’incantesimo di anti-materializzazione della Tana non aveva più effetto, ed essersi smaterializzati, Charlie e Kim riapparirono in una stradina laterale di un villaggio poco distante da Londra.

Questo non era molto conosciuto dai babbani, ma era uno straordinario luogo di passaggio di maghi e di creature d’ogni sorta. La taverna “Il Centauro Imbizzarrito”, per esempio, era un punto di ritrovo per tutti i viaggiatori magici che avevano voglia di un bel bicchiere di whisky incendiario, prima di riprendere il cammino. O, magari, seduti ad un vecchio tavolo malconcio, potevano portare a termine interessanti trattative, più o meno legali.

Il secondogenito degli Weasley aveva cominciato a frequentare quel posto a vent’anni, quando, durante uno dei suoi viaggi di ritorno dalla Romania, uno dei suoi colleghi aveva proposto un “bicchierino di saluto”. Alla fine della serata, com’era prevedibile, era uscito dal locale con le tasche vuote e una sbronza piena. Ma, nonostante questo, c’era tornato spesso, dopo quella prima volta, o per affari o per lavoro, o magari per trovare la compagnia di qualche espansiva turista…Ma più di tutto, gli piaceva per la gente che si fermava lì. Lo divertivano gli strani personaggi che venivano da paesi così diversi da quello dov’era nato o da quello dove lavorava. La voglia d’avventura e di viaggiare, ma soprattutto la curiosità (aspetto che aveva in comune con suo padre e con i gemelli) erano sempre state peculiarità del suo carattere, e in quel luogo la sua fantasia un po’ infantile poteva sbizzarrirsi. Infatti, i viaggiatori, tra un boccone e l’altro, avevano l’abitudine di raccontare storie dei loro viaggi (divertenti, terrificanti, completamente inventate…) che il ragazzo avrebbe ascoltato per ore, con una burrobirra in mano e la risata sempre pronta.

Così, quando lui aveva dovuto scegliere un posto dove portare Kim per quel loro primo appuntamento, gli era venuta in mente la taverna.

Questa si trovava all’incrocio tra la stradina laterale, dove ora camminavano, e la via principale. Era visibile, sull’angolo di uno dei vecchi edifici, un’insegna logora, in legno, con una brutta rappresentazione di un centauro in piedi sulle zampe posteriori e con un’espressione feroce (davvero poco realistica) sul viso.

La notte era silenziosa e non c’era anima viva oltre ai due ragazzi appena materializzati, che, dopo essersi ripresi dal “viaggio”, si guardavano intorno, per un attimo spaesati.

Quando, finalmente il giovane dai capelli rossi si riscosse, scambiò uno sguardo verso la ragazza e le fece un cenno. Poi si mosse verso la strada principale, mentre la ragazza lo seguiva in silenzio, cercando di trattenere la strana curiosità che l’aveva presa. Chissà dove aveva intenzione di portarla quel buzzurro…in un altro locale babbano?...

-Il posto è all’incrocio.- disse improvvisamente lui, senza voltarsi. – E’ un locale per maghi e creature da tutte le parti del mondo. Da fuori può sembrare deserto, ma in realtà c’è sempre un sacco di gente.- spiego semplicemente, mentre passavano sotto il legno dell’insegna e si trovavano davanti ad una piccola porta scura.

Ferma davanti a quella porta, Kim ebbe un attimo d’esitazione: se era un ritrovo per viaggiatori…se Lui avesse mandato qualcuno a cercarla…scacciò subito questi pensieri, ma non riuscì ad impedire a un’espressione infastidita di deformarle il viso.

Notando il cambiamento, -Che c’è?- aggiunse il giovane, assumendo il ghigno che la ragazza aveva definito “alla Weasley”, -Non t’imbarazzerà un po’ di gente?-

-Mi sembra di essere già uscita con te una volta- rispose la vampira sbrigativa.

-Vero, però quello non era un appuntamento ufficiale.- fece Charlie per provocarla -Non sarai mica nervosa?-.

Lei lo guardò con aria sprezzante, aprendo con una manata decisa la porta del “Centauro Imbizzarrito”.

-Non ti montare la testa. Sei carino, ma rimani un pel-di-carota irritante- ed entrò, lasciando il rosso che la guardava divertito:…Carino, eh?

L’atmosfera dentro il locale era completamente diversa dell’esterno.

Questo era formato da un unico stanzone non troppo grande. Sembrava veramente molto affollato, nonostante ci fossero solo una ventina di persone, escluso il grasso oste (la ragazza l’aveva riconosciuto per il grembiule sudicio legato intorno alla vita), che stava in un angolo a chiacchierare con un goblin, e una cameriera carina che aveva salutato Charlie non appena l’aveva visto. Mentre Kim lo guardava con un sorrisino provocatorio, il ragazzo, tutt altro che imbarazzato, si avvicinò al bancone.

Dietro questo stava un uomo di colore, sulla quarantina, con profonde occhiaie e diverse cicatrici sul volto che formavano simboli che Kim non conosceva (probabilmente rune). Mentre la ragazza raggiungeva il rosso, che si era già seduto, l’uomo stava servendo un liquido grigio ad un essere incappucciato.

Quando anche lei si fu seduta, lui si girò verso di loro.

-Cosa prendete?- chiese con voce cavernosa.

-Io prendo una burrobirra.- fece Charlie; poi, guardò curioso la ragazza, -E tu?-

-Fammi un Transilvania ghiacciato.-

L’uomo la guardò per un secondo, ma, senza far domande, si voltò e cominciò a trafficare con bottiglie di diverse dimensioni.

Kim si guardò intorno con più attenzione.

Vicino all’ingresso c’era un manipolo di maghi che ridevano e parlavano, in quello che sembrava tedesco, facendo più chiasso degli altri. Erano tutti vestiti di pelle di drago, con le bacchette infilate saldamente in foderi legati alle gambe. Alcuni avevano cicatrici sul viso e sulle braccia scoperte.

Più a destra una coppia di goblin arcigni contavano due grossi mucchi di galeoni, mentre un omino dall’aspetto sudicio li osservava con palese interesse dal tavolo vicino fumando una lunga pipa sottile. Il fumo azzurrognolo di questa si muoveva in vivaci nuvolette verso un tavolo nell’angolo più oscuro del locale. Kim non riuscì a vedere chi fossero le due sagome che parlavano pianissimo e in maniera molto sospetta. Si ricordò che era meglio farsi gli affari propri e puntò lo sguardo verso il centro dello stanzone dove, ad un tavolo rotondo, giocava ai dadi un gruppetto eterogeneo di creature tra cui una bella ragazza dai capelli castani e dalla pelle bianchissima, decisamente poco vestita, e un ragazzone moro sorridente, alto quasi due metri, che sorseggiava un whisky e parlava in greco con un uomo di spalle.

Il rumore del bicchiere, appoggiato non troppo gentilmente sul bancone davanti a lei, richiamò la sua attenzione.

Charlie, che intanto l’aveva osservata in silenzio, mentre questa spostava lo sguardo da un avventore all’altro, osservò incuriosito il suo bicchiere; Un comune bicchiere da whisky era riempito per metà da un liquido rosso, molto denso in apparenza. Dentro di esso galleggiavano due cubetti di ghiaccio e si stava pian piano mescolando un liquido nero, che sembrava petrolio.

-Scommetto che non è succo di pomodoro.- fece il ragazzo, mentre si portava alla bocca la bottiglia di burrobirra e la ragazza sorseggiava il suo drink.

-Indovinato.- rispose Kim con aria annoiata.

-Per curiosità, cos’è esattamente quella roba nera?-.

-Liquirizia- e buttò giù l’ultimo sorso di getto.

Il ragazzo continuava a guardarla divertito. Non aveva mai avuto a che fare con un vampiro. Certo, li aveva studiati a scuola, e gli avevano detto qualcosa quando era partito per la Romania, visto che lì c’era la comunità più estesa e meno conosciuta del mondo. Però avere a che fare direttamente con una creatura così diversa da lui, ma che non aveva in apparenza nulla di diverso da una qualsiasi ragazza, lo affascinava.

-Di cosa sa?- chiese improvvisamente lui con un tono d’ovvietà, come se le avesse chiesto come stava. Kim lo guardò con tanto d’occhi.

-Come?!-

-Ti ho chiesto: di cosa sa?-

Kim lo guardò stupita.

-Sai cos’è questo, vero?!-

-Sangue, suppongo.- rispose tranquillo, mentre il suo sorriso si allargava.

Kim era sempre più confusa.

-E’ sangue umano…di cosa vuoi che sappia??-.

-Be’…non è che io beva litri di sangue tutti i giorni.- disse Charlie in modo pratico, ma sorridendo in modo provocatorio. –Perciò ho chiesto all’esperta.-

La ragazza alzò gli occhi al cielo esasperata.

-Maghi! Che razza irritante!- sbottò facendo ridere il ragazzo, che commentò, -Come siamo permalose, stasera!-

La vampira aveva aperto la bocca per rispondere, ma improvvisamente un vocione la fece trasalire.

-CHARLIE WEASLEY!!-

L’uomo di spalle, al tavolo dei dadi, si era girato e ora avanzava spedito verso il bancone, con un’espressione allegra e bonaria sul viso abbronzato e grassoccio. Non era tanto alto, ma abbastanza robusto. Sotto il vecchio mantello da viaggio si potevano scorgere le spalle poderose. Non aveva più di quarant’anni, ma striature di grigio erano già molto frequenti tra i capelli e sul pizzetto.

-Nick!?- il ragazzo dai capelli rossi si era girato e in un attimo aveva risposto con un sorriso felicemente sorpreso all’amico.

Molti avventori, richiamati dal rumore si erano girati verso i due. Alcuni erano poi tornati alle loro occupazioni; altri, come l’oste col grembiule, la ragazza castana, i goblin e i due tizi nascosti nell’angolo, guardavano la scena incuriositi.

-Da quanto sei qui in Inghilterra?- stava, intanto, chiedendo il greco.

-Da qualche settimana. Non sapevo avessi lasciato Delfi! Sei in giro per lavoro?-

-Sai com’è…ogni tanto bisogna cambiare aria…-, ma Kim non sentì il resto della frase, perché una sensazione la colpì fulmineamente: due occhi la stavano fissando con intenzioni tutt’altro che pacifiche. Ne era certa grazia ai suoi sensi più sviluppati del normale. Si guardò intorno in maniera circospetta, ma non notò niente d’insolitoSei un bravo segugio…finora non ti sei fatto beccare…

Le sue paure erano fondate…Probabilmente era qualcuno mandato da Lui…per ucciderla, forse…o per portarla indietro, che era anche peggio…

Charlie continuava a chiacchierare. Non si era accorto di niente, ma era in pericolo anche lui. L’avevano visto insieme a lei e i vampiri del suo clan non facevano molti complimenti, se c’era da mordere o uccidere qualcuno…non si preoccupavano della Legge…

-E questa? E’ una tua amica?- chiese Nick lanciandole uno sguardo carico di sottintesi.

Kim si girò a fatica verso i due, rimanendo concentrata per escogitare qualcosa, mentre Charlie la presentava.

-Lei è Kim. L’ho conosciuta in Romania…lasciamo perdere come…-disse ridendo. Si rivolse a lei, -Lui è Nikola Seakis, ma noi “poveri inglesi” lo chiamiamo solo Nick.-.

Mentre la ragazza porgeva la mano distrattamente, per stringerla a Nick. La sensazione di pericolo si amplificò a dismisura, ma era troppo tardi: un in un attimo la vampira si trovò scaraventata dietro al bancone. Prima che i due uomini avessero il tempo di reagire, la bella ragazza castana, che aveva travolto Kim, colpì in pieno viso il greco, mandandolo a sbattere contro il tavolo dei goblin, che si alzarono indignati. Charlie, cercò di fermarla bloccandola da dietro la schiena, con le braccia muscolose, ma questa era troppo forte e si divincolò quasi subito, facendolo cadere a terra. Il ragazzo era in netto svantaggio, non volendo colpire una donna, ma doveva ammettere che la ragazza non era né indifesa né innocua.

Nel frattempo le persone nel locale si limitavano ad osservare, chi divertito, chi scocciato, la scena. Non era una cosa tanto strana assistere ad una rissa al “Centauro”.

Kim si riscosse dalla brutta botta e cercò di alzarsi, mentre il ragazzone greco, correva a dar man forte all’amico, forse più per la voglia di menar le mani che per solidarietà.

La misteriosa assalitrice, sapendo di non poter atterrare un uomo così grosso normalmente, lo colpì violentemente sotto la cintura, facendolo cadere a terra con un tonfo.

Poi, si voltò verso Kim, che si era finalmente rialzata, e, sotto lo sguardo impotente di Charlie, che stava soccorrendo Nick, scoprì due lunghi canini appuntiti.

-Pensavi di poter lasciare il Covo così facilmente?-chiese con voce tagliente, -La tua vita appartiene al tuo padrone.-.

La ragazza dai capelli blu fece un sorrisino amaro, -Non più.- e con un agile balzo superò l’ostacolo di legno e si avventò sulla nemica.

Mentre tutti guardavano la scena immobili, Kim cominciò a sferrare pugni contro l’altra, che riusciva solo parzialmente a difendersi.

Si fermarono una di fronte all’altra col fiatone.

-Tornerai indietro con me!- disse la vampira.

-Non ci penso nemmeno.-

-Vuol dire che ti dovrò uccidere.-

-Non ti conviene. Sei in un locale pieno di maghi e il proprietario non lo apprezzerebbe- disse, indicando l’oste che si era alzato furiosamente, slacciandosi con forza il grembiule e impugnando la corta e tozza bacchetta.

-Inoltre,- aggiunse con un ghigno, -non puoi prendere iniziative senza il Suo permesso…anche la tua vita gli appartiene.-

La nemica la guardò con una smorfia di rabbia per qualche secondo, poi imprecando si dissolse in una nuvola nera.

Immediatamente e come se niente fosse successo, i clienti della taverna tornarono ai loro affari, l’oste si risistemò comodamente sul suo sgabello e i goblin ricominciarono a contare l’oro.

I due greci si sedettero pesantemente al bancone, reggendosi l’un l’altro. Nick aveva il naso rotto sanguinante, mentre l’altro camminava a fatica e aveva un’espressione sofferente. Charlie si era rialzato e aveva raggiunto Kim.

-Tutto a posto?- chiese gentilmente sfiorandole un braccio insanguinato (si era ferita con una bottiglia rotta dietro al bancone).

La ragazza, si scostò bruscamente, -Sto bene.-

Maledizione, pensò, non si aspettava che la rintracciassero così presto…doveva inventarsi qualcosa alla svelta…prima che Lui avesse il tempo di fare qualche follia delle sue…

Il giovane Weasley sospirò, -Mi sa che dovrò offrire da bere a quei due.- borbottò tra sé, raggiungendo, insieme alla vampira, i due malconci stranieri.


* * * * *



Dopo l’abituale abbondante cena offerta dalla signora Weasley Harry aveva salutato gli abitanti e si era diretto verso il vecchio pioppo che si ergeva solitario al centro della vallata, da dove, qualche minuto prima, Charlie e quella strana ragazza si erano smaterializzati. Il ragazzo si fermò un paio di minuti, contemplando la volta celeste che lo ricopriva con il suo manto stellato. Il cielo era sempre bellissimo, visto da lì. Forse era il particolare legame che aveva con quel luogo a rendere quel firmamento tanto speciale: lì aveva imparato ad amare la sua prima vera famiglia.

O forse era solo la nostalgia per Ginny che lo rendeva così sentimentale, si disse ridacchiando tra sé.

In effetti, la ragazza gli mancava molto. Non poterla abbracciare né baciare, non sentire il calore della sua pelle serica e l’odore di fiori dei suoi capelli …Ma ancora di più gli mancavano le chiacchierate con lei, che non potevano essere del tutto compensato dalle sue lettere.

Il fruscio di un ramo mosso dal vento lo riscosse da queste riflessioni e, dopo un ultimo breve sguardo al villaggio illuminato in fondo alla valle, provando la solita sgradevole sensazione, si smaterializzò.

Quando riaprì gli occhi, si trovò sulla cima della collina che si stendeva a Sud del Salice. Appena si era trasferito, aveva creato (sotto le precise direttive di Hermione, che era molto più esperta di lui in queste cose) una barriera magica intorno alla casa, per impedire a mangiamorte fuggiaschi o a babbani curiosi di avvicinarsi. Per questo non poteva materializzarsi direttamente in casa sua. Così, per tornare a casa, aveva scelto quel punto della collina, da cui la vista era splendida. Poteva ammirare il paesaggio circostante e la sua vecchia bellissima dimora, mentre camminava e inspirare l’odore dei fiori selvatici e dell’erba alta tra cui aveva tracciato un piccolo sentiero per passare più facilmente.

In pochi minuti arrivò alla porta e con qualche colpo di bacchetta entrò.

Nonostante i suoi sforzi e i consigli degli Weasley, la casa aveva ancora bisogno di molti lavori. A questo proposito Harry aveva già attaccato al muro della cucina una lista delle cose da fare, tra cui far attivare il camino dal Ministero e dare il bianco a tutte le pareti della casa. Se il primo richiedeva solo un piccolo viaggio al piano dei Trasporti Magici, per il secondo bisognava avere tempo libero in abbondanza e questo era proprio quello che ora mancava al ragazzo.

Il professor Tann doveva ancora finire le sue lezioni e, per non farli arrivare impreparati all’inizio delle lezioni ufficiali, aveva aumentato ulteriormente il carico di compiti. Intanto i corridoi dell’Accademia avevano cominciato a popolarsi di nuovi e curiosi personaggi. Forse la più strana era una donna sulla cinquantina, con corti capelli ricci,, che girava con aria assente per le classi con grosse pile di libri e di fogli. Una volta era entrata nell’aula dove i ragazzi seguivano i corsi di recupero e aveva lasciato un plico di fogli viola sul tavolo, uscendo senza battere ciglio, come se loro tre non fossero esistiti. Il professore allora, dopo aver alzato gli occhi al cielo, si era rivolto ai giovani.

-Quella è la signorina Beang. E’ la segretaria dell’Accademia. E ora riprendiamo la lezione…-

Oltre alla segretaria, avevano cominciato a passare lungo il corridoio diversi uomini in divisa, la maggior parte con un fisico massiccio, che erano (così aveva detto Joke, che ogni tanto si fermava a chiacchierare con Ron e Harry nelle pause tra una lezione e l’altra) gli addetti alla ricostruzione e il restauro dell’Accademia, voluta fortemente da Kingsley. A quanto diceva lo strambo professore, i lavori erano andati avanti (in modo discreto, per non disturbare le lezioni) durante tutta l’estate e ora erano quasi finiti, cosicché all’inizio del nuovo anno accademico tutto sarebbe stato perfetto: le aule, la palestra, l’ingresso per smaterializzarsi, i camini, la segreteria e l’aula professori.

Da lì ad una settimana quei corridoi sarebbero stati di nuovo percorsi da decine di aspiranti auror e tra quelli ci sarebbe stato anche lui.

Mentre faceva questa lunga riflessione, Harry si era seduto sul divano (uno dei pochi mobili ancora utilizzabili di quella casa), appoggiando stancamente la testa alla spalliera e aveva chiuso gli occhi. Era stata una giornata estenuante. Aveva solo voglia di parlare con Ginny per cinque minuti e poi andare a dormire.

Si stava per appisolare quando un rumore lo fece scattare in piedi. Un barbagianni lo fissava arcigno da dietro la finestra del salotto.

Portava la quotidiana lettera di Ginny. Il ragazzo non la aprì, combattuto sul da farsi. Poi, finalmente convinto posò la busta intonsa sul tavolo, congedò il volatile con una carezza affettuosa e andò in camera sua. Aprì il baule, prese la mappa dei malandrini e il mantello di suo padre e corse fuori.

* * * * *

-Quattro whisky incendiari. Pago io.- fece Charlie sedendosi al bancone.

-Grazie amico.- disse Nick, risistemandosi il naso con un colpo di bacchetta, -Certo che la ragazza aveva le manine pesanti! Kosta non è più riuscito a spiccicare parola.- si voltò verso l’amico, con un sorrisino, - Tutto bene, Kos?-

Il ragazzone buttò giù il suo whisky con una smorfia.

-Sopravviverò.- disse cupo.

Intanto Kim era persa nei suoi pensieri e stava silenziosamente seduta al bancone, sorseggiando dal suo bicchiere, con lo sguardo fisso davanti a sé.

Il rosso la guardava, ascoltando distrattamente le parole di Nick. Doveva sapere cosa stava succedendo! Lei non poteva più rifiutarsi di parlare.

-Noi dobbiamo parlare.- le sussurrò all’orecchio.

-Non ho ancora bevuto abbastanza da soddisfare la tua curiosità.- rispose lei in tono provocatorio.

Lui la guardò con espressione furba, -A questo possiamo rimediare.- Fece un cenno all’oste di colore e prese la vampira per un braccio guidandola verso un tavolino libero.

-Un sorso, una risposta. Le regole sono queste.- fece il ragazzo.

-E se non accetto.- chiese lei in tono di sfida. Lui la osservò un attimo, mentre si sedeva sulla sedia sgangherata. Poi, con un ghigno le porse un bicchiere con due cubetti di ghiaccio.

-Conosco un sacco di metodi per farti parlare, senza nemmeno torcerti un capello.- rispose lui tranquillo.

-E va bene…-

Primo sorso per lei…

-Chi era quella tizia?-

-Una vampira che viene dalla Romania.-

-Ti stanno cercando, allora?- chiese lui.

-Prima bevi, poi ti rispondo.- Lui buttò giù il liquido ambrato con un piccolo brivido.

-Allora?-

-Te l’avevo detto, no?! …Non sono molto contenti della mia…“vacanza”-

Bevette il secondo bicchiere, -Questa roba è davvero buona…in fondo voi maghi non avete gusti così orrendi.-.

-Grazie...detto da una che beve sangue umano mischiato con liquirizia…-.

-Simpaticone, fammi la tua domanda.-

-Perché mi hai salvato la vita?- disse pacato.

Quella risposta lo interessava più delle altre perché da lì era cominciato tutto: quello era stato l’avvenimento che aveva condizionato gli ultimi due mesi della sua vita.

La ragazza soppesò le parole per qualche minuto. Quella domanda l’aveva colta di sorpresa e messa in difficoltà.

-Non lo so…- disse, per la prima volta, incerta. –Ero nella foresta e mi ero separata da Dimitri…- si fermò per un attimo.

-… quando ho sentito la tua voce e ho capito che quello scemo avrebbe fatto…una cosa che non doveva fare.-.

-Di cosa stai parlando?-

Kim non si curò dell’alcolico in mezzo a loro.

-I vampiri rumeni possono conservare i loro “costumi”, se così si possono definire, a patto di non aggredire maghi.-.

-E perché quell’energumeno non ha seguito questa regola?-

-Perché era un’idiota…- disse con indifferenza -…e perché i tuoi capelli lo hanno stimolato ancora di più.-.

Seguì un attimo di silenzio. Poi Kim svuotò di nuovo il bicchiere.

-Avresti potuto uccidermi e fare finta di niente insieme al tuo amico.-.

-E’ una domanda?-

-E’ una constatazione.-

-Comunque non era un mio amico.- fece irritata, -Era un bestione senza cervello. E poi non avevo voglia di ucciderti…tutto qui.-

-Bugiarda- disse piano.

-Credi quello che ti pare. Allora hai altre domande?-, riacquistò il sorrisino provocatorio di sempre, -E non dimenticarti di bere, questa volta.-.

Lui la ignorò.

-Dunque anche se la tua amica tornasse e trovasse casa mia, la mia famiglia non correrebbe rischi…-

-Non posso garantirlo…-

-Come non puoi garantirlo? Non hai detto...?-

-So cosa ho detto, ma il gruppo a cui appartengo non…segue…proprio alla lettera… le regole…-.

-Cosa?!-

-Senti, non sono io che ho avuto la magnifica idea di portarsi a casa da mammina, una vampira ricercata da mezza Bucarest!- sbottò piccata.

-Non potevo lasciarti lì! Volente o nolente, mi hai salvato la vita.- disse Charlie scaldandosi.

-Avresti dovuto invece!- rispose l’altra, alzando la voce e facendo girare qualche avventore.

I due si squadrarono in silenzio.

-Chi è “il padrone”?-

Kim s’irrigidì all’istante, -Il vampiro che mi ha morso.-

-Quindi tutti i vampiri sono schiavi di qualcun altro?-

Kim non riuscì a trattenere una smorfia d’irritazione.

-No. E’ più complicato veramente.-

-Allora spiegami.- fece lui con tono d’ovvietà.

-Ci sono vampiri di nascita e vampiri morsi. I primi sono nati dall’unione di due vampiri. Gli altri sono maghi o babbani che sono stati morsi da un vampiro e sono stati “contagiati” dalla sua maledizione...- Indugiò per un attimo.

-…In realtà un vampiro morso non è necessariamente uno…schiavo…di solito è libero di fare ciò che vuole della sua vita. Più o meno come un mannaro...-.

Charlie annuì, comprensivo.

-Ma, nonostante questo, ci sono comunità che hanno regole diverse. Soprattutto in Romania le comunità sono più isolate e indipendenti nei confronti dei maghi. Le informazioni che voi avete sulla mia razza, sono molto parziali. I vampiri di cui voi studiate a scuola sono stati a contatto con il vostro mondo, hanno vissuto almeno in parte secondo le vostre regole. Da noi, invece, il Ministero praticamente non esiste.-.

-Perciò tu appartieni a quel tizio.- disse il rosso con amarezza.

-Non più.- rispose secca.

-Che tipo è?-

-Perché t’interessa tanto?-

-Visto che potrebbe spuntare davanti alla mia porta di casa…-.

-E’ un sadico e perverso megalomane.- sbottò lei.-Contento?!-

-Ho avuto notizie migliori.- rispose Charlie cupo.

Poi si fermò un attimo a pensare a quello che gli aveva detto.

-Se i vampiri delle tue parti sono così “selvaggi”, perché non ci sono stragi tutti i giorni e altre cose del genere?-.

-Perché sono controllati da una specie di consiglio di anziani…Loro sono più intelligenti dei tipi come Dimitri. Ritengono che rinunciare ai maghi sia un prezzo accettabile per rimanere liberi ed evitare lo sterminio. I pezzi grossi hanno vissuto le persecuzioni di Maghi e Babbani, nei secoli della Grande Guerra…-.

-Grande Guerra?-

-Quando ancora i vampiri non si erano diffusi nel resto del mondo in maniera così estesa come ora, vivevano nelle foreste della Romania e attaccavano villaggi e città per nutrirsi. Per questo, per molto tempo sono stati cacciati. C’è stata una vera e propria guerra che è durata centinaia d’anni. Alla fine hanno raggiunto un compromesso con le autorità magiche Rumene: cacciano qualche babbano, ma solo in un numero che non faccia troppa notizia e non possono attaccare bambini e ragazzi sotto i diciotto anni.- si riempì il bicchiere,

- Come ho detto, non tutti seguono queste banali regole di convivenza.-

-Perché questo “consiglio” lo permette?-

-E’ complicato da spiegare…Vedi ci sono alcuni nati-vampiri, che sono più “snob”…se così si può dire…credono che i vampiri di morso siano inferiori e vadano schiavizzati e che i vampiri veri possano mordere chiunque vogliano. Si sposano solo tra loro e hanno un numero spropositato di figli per poter garantire una popolazione che voi maghi definireste di “purosangue”. Sono una minoranza davvero ristretta, ma uno di loro è un membro influente del consiglio.-.

-Sembra di risentire la storia dei Malfoy…-.

-Non so di cosa tu stia parlando, ma mi fido sulla parola...- fece Kim indifferente, -Comunque, dicevo, puoi essere morso da una famiglia di “succhiasangue” più moderata e venir trattato quasi come un pari oppure ti può capitare un clan “purista” e allora sei fregato…- disse piattamente...

-Scommetto che il tuo amico appartiene a uno di questi…-.

-E’ il figlio maggiore del loro sostenitore più accanito.-.

-Ah…e le altre famiglie meno fanatiche non fanno niente?-.

-Per scatenare una guerra civile?! No…ognuno deve farsi gli affari suoi finché è possibile…-.

-E allora come facciamo a fermare quel pazzo?-.

-Spero che il consiglio lo tenga a bada…, ma, se dovesse venire a cercarci, dovrai usare un po’ dei tuoi Abra Kadabra: la magia nei vampiri è limitatissima e ne hanno terrore.-.

Il silenzio tra loro si ristabilì e i due cominciarono a studiarsi.

La testa di Kim aveva cominciato a girare dopo l’ultimo whisky:…Che idiota!...si era ubriacata come una ragazzina astemia!... Era per quello che si era lasciata andare a quelle stupide chiacchiere…Si consolò notando che anche il suo “compagno di bevute” aveva gli occhi innaturalmente lucidi…Che pel-di-carota imbranato!...così carino e così irritante!... Ok, cominciava a delirare; era meglio smetterla con quella robaccia da maghi.

Intanto Charlie la guardava con la vista un po’ appannata. Non ci capiva più niente. Sapeva di dover essere preoccupato per tutta la vicenda dei vampiri (che all’inizio aveva sottovalutato), ma ora riusciva solo a pensare a quell’assurda donna che aveva davanti. Come faceva a parlare con un tono tale degli “usi e costumi” dei suoi “padroni”? Perché era scappata dopo tanto tempo? Cosa aveva dovuto sopportare in quegli anni di schiavitù? Quant’era cambiata dalla ragazza che era prima? E la sua famiglia? Aveva mai amato o provato felicità?

Poi si ricordò di quello sguardo triste che l’aveva colpito pochi giorni prima.

Quella maschera d’indifferenza che portava sempre, quell’ostentazione di forza…quale dolore nascondeva?

-Perché sei così triste?- si lasciò sfuggire Charlie.

Kim spalancò gli occhi, colpita. Era riuscito a leggerla come un libro aperto. Eppure la conosceva da poco meno di due mesi…

Forse per l’alcol, o forse perché aveva davanti l’uomo più strano che avesse mai conosciuto, lasciò cadere per un secondo il velo di dissimulazione che aveva tessuto in quei nove anni.

Appariva più vecchia della sua età, ma il suo viso acquistò una triste dolcezza che doveva essere appartenuta alla Kim di molto tempo prima.

-Charlie Weasley,- sussurrò piano, -non c’è abbastanza alcol in tutta Londra per farmelo dire.-.

* * * * *

Ginny era esausta. Aveva studiato tutto il giorno in biblioteca e ora, finalmente, aveva raggiunto la Sala Comune e stava riordinando tutti i libri per poi andare a dormire. Aveva sperato che la lettera di risposta di Harry arrivasse prima che lei salisse al dormitorio femminile, ma così non era stato. In effetti, era un po’ dispiaciuta, che questo non fosse successo. Aveva davvero voglia di parlare, anche se per iscritto, col suo ragazzo. Ma, d'altronde, sapeva che arrivava al Salice sempre molto stanco e probabilmente si era addormentato sul divano logoro in salotto…Con gli occhiali di traverso e i capelli spettinati come al solito…pensò sorridendo dolcemente.

Era davvero dura per lei: non solo era lontana dal ragazzo che amava (la sua dichiarazione le faceva ancora battere il cuore furiosamente ogni volta che ci pensava), ma anche dalla sua famiglia. Le mancavano i suoi fratelloni iperprotettivi e sua madre che si preoccupava sempre che il suo piatto fosse più che pieno e che lei non si sentisse mai triste e incompresa. E poi c’era suo padre, con cui aveva un rapporto particolare. Era la sua bambina, l’unica femmina, la più piccola di casa. Era naturale che la coccolasse. Le mancava Fred…ma questo era un altro discorso…

Un rumore alle sue spalle, la fece irrigidire inconsciamente (anche se la guerra era finita, non aveva perso le vecchie abitudini).

Tese il braccio fino ad arrivare alla bacchetta, poggiata su un volume di pozioni poco distante, e l’afferrò saldamente. Sentiva dei passi verso di lei…sempre più vicini…era a mano di un metro di distanza…La rossa si voltò di scatto con la bacchetta in pugno, mirando dritto al petto dello sconosciuto.

-Harry!!- gridò, lasciando andare la bacchetta, che cadde a terra rumorosamente.

Il ragazzo la guardo sorridendo. Era bellissima come se la ricordava…forse di più…anche con quella faccia assolutamente scioccata. In effetti, l’idea di introdursi di notte a Hogwarts potava sembrare folle, ma non aveva resistito. E poi con le preziose eredità dei malandrini, non aveva avuto problemi. Certo se l’avessero scoperto sarebbe stato in guai grossi…Scacciò questi pensieri dalla mente per concentrarsi sulla ragazza che aveva di fronte. Lei non aveva più detto niente e aspettava. Forse che lui si rivelasse un fantasma, un molliccio o un mangiamorte in vena di scherzi.

-Ciao Ginny.- disse lui dolcemente.

Si avvicinò di un passo; -So che sembra una follia, ma…- Ma non ebbe il tempo di finire la frase perché lei lo aveva raggiunto con un passo e lo aveva zittito premendogli delicatamente due dita sulle labbra (come aveva già fatto in passato). Il cuore di Harry gli salì istantaneamente in gola, facendolo deglutire a fatica.

-Tu sei pazzo!- disse ridendo e, prima che il ragazzo potesse replicare, sostituì le dita che gli impedivano di parlare con la sua bocca.

Immediatamente le braccia del moro si strinsero intorno alla vita sottile di Ginny, mentre le mani della ragazza si spostavano dietro la nuca di lui.

La piccola Weasley poteva sentire i capelli ribelli del suo ragazzo che le solleticavano le dita delicatamente. Erano sempre stati così morbidi? E le sue braccia erano sempre state così forti?

Intanto Harry si era perso in quel bacio. Gli sembrava ancora più speciale del solito, ancora più intenso. E le mani della ragazza sulla sua nuca…sentiva mille brividi diffondersi da quel punto. Il profumo di fiori lo avvolgeva completamente, rendendo il resto del mondo ovattato e distante.

Dopo qualche secondo, che ai due era sembrato molto più lungo, ma lo stesso troppo breve, i due si separarono. I loro nasi si toccavano ancora come le fronti, appoggiate l’una all’altra con delicatezza. Il moro sentiva di avere il fiatone e il cuore che scapitava nel suo petto, ma questo non aveva nulla a che fare col bisogno d’ossigeno: Era lei a sconvolgere tutto in lui…anche le normali funzioni vitali. La sola presenza della rossa rendeva superfluo anche quello stupido meccanismo che era la respirazione. Ginny sorrise, guardando negli occhi il ragazzo.

-Ti amo, lo sai?!...- disse lei piano.

Harry senti il calore delle guance farsi più intenso e, contemporaneamente, espandersi al resto del corpo.

-Anche io ti amo, Ginny…moltissimo.- rispose con voce roca per l’emozione.

Il sorriso della ragazza si fece più radioso, poi si alzò sulle punte dei piedi, arrivando ad un orecchio del moro, -Mi piace sentirtelo dire…- gli sussurrò.

Di nuovo mille brividi sul collo, lungo la schiena gli fecero venire la pelle d’oca. Chinò la testa per baciarla di nuovo e, non appena catturò le sue labbra, sollevò la rossa con le braccia allenate, appoggiandosela contro il petto, mentre Ginny, in risposta, si stringeva più forte al suo collo.

* * * * *

Luna era tornata velocemente al suo dormitorio per prendere la lettera che aveva tenuto per giorni sotto il suo cuscino, in attesa del coraggio necessario per spedirla. Sarebbe andata alla Guferia subito e gliel’avrebbe mandata. Dovevano parlare, questo era certo! Tutte le cose che erano successe tra loro durante l’estate, non potevano rimanere in sospeso! Ma si sentiva così strana…

Tutti l’avevano sempre presa in giro per le sue idee e il suo modo di vestirsi, per suo padre e per il Cavillo, ma adesso…era lei a sentirsi diversa…diversa da prima, diversa dalle altre ragazze…diversa dal resto del mondo…

Non aveva mai dato peso all’opinione della gente. O almeno così si era sforzata di far credere. A volte era molto triste quando nessuno si fidava di lei o la guardavano come un fenomeno bizzarro. Poi c’erano i suoi amici. Certo, anche loro la trattavano in un certo modo…, ma era riuscita ad aprirsi con loro. Come quella volta che aveva parlato di sua madre con Harry. Era stato un po’ doloroso, ma lei aveva cercato di non darlo a vedere. Aveva sperimentato negli anni quanto fosse importante farsi scivolare addosso le cose, almeno in apparenza (soprattutto da quando la mamma era morta…) per non essere ferita ancor di più.

Con Ginevra sentiva di poter essere finalmente se stessa: era stata la prima a credere in lei e, forse, a leggere un po’ più in profondità, oltre il suo carattere bizzarro. Infatti, era stata lei l’unica ad accorgersi del suo cambiamento. Tuttavia non poteva avere idea di cosa era successo.

Aveva indovinato il “responsabile”, però. Neville…la persona più simile a lei di tutti quelli che aveva conosciuto, ma totalmente privo della sua capacità di mascherarsi.

Era vero nel suo essere vulnerabile, ma anche nel suo essere incredibilmente coraggioso. Era diventato più sicuro di sé, ma non arrogante. E lei si era lasciata trasportare dal suo affetto per lui. Così era successo tutto quel gran pasticcio. E ora era il momento di sistemarlo. Non aveva intenzione di perdere il suo migliore amico.

* * * * *

La luna era ormai alta nel cielo e il clima al “Centauro Imbizzarrito” si era animato ulteriormente. Come ogni venerdì sera, il grasso oste dopo la mezzanotte aveva cominciato e farsi offrire da bere da vecchi amici di passaggio e si era completamente ubriacato, tanto da dover essere sorretto dall’oste di colore che aveva servito al bancone al suo posto per tutta la serata. Aveva raccontato per la centesima volta delle origini del nome della taverna, cioè di come, quando, durante la gioventù, era andato in viaggio nelle foreste irlandesi, aveva incontrato un centauro completamente folle che lo aveva attaccato. Lui era riuscito a scappare grazie ad una scopa volante ultra veloce e l’aiuto di un goblin di nome Jek. Nonostante la storia fosse palesemente assurda, era la tradizione del locale e tutti la ascoltarono ridendo e bevendo come sempre.

Kim e Charlie, dopo la loro lunga chiacchierata, si era mischiati al resto degli avventori che ascoltavano le storie della serata, cercando di non incrociare mai lo sguardo dell’altro per non cedere a complicate riflessioni. Stavano seduti a fianco di Nick e Kosta (questo, particolarmente sbronzo) e ascoltavano le avventure dei due tizi incappucciati (che si erano rivelati maghi americani studiosi di creature magiche acquatiche) e degli uomini tedeschi che erano Hunter.

Kim non aveva mai sentito parlare di gente del genere, ma a quanto pareva erano degli Auror appartenenti ad un corpo internazionale (e non nazionale come gli auror) e indipendenti dai Ministeri della Magia dei loro paesi d’origine. Il discorso che aveva fatto era più complesso, ma la vampira era del tutto indifferente e non abbastanza lucida. Ai whisky di prima si era aggiunta parecchia altra roba, grazie soprattutto alla generale allegria della taverna. I suoi sensi erano leggermente sopiti e il corpo un po’ intorpidito.

Così, quando si era alzata per andare a prendere una boccata d’aria, non si era accorta che il giovane Weasley l’aveva seguita.

Fuori dal locale la notte era fresca e ventosa, il cielo era senza nuvole e le stelle splendevano sopra di loro. Kim si accorse di lui, solo quando le fu ad un passo. Si voltò di scatto, sforzandosi di non cadere per il forte giramento di testa.

-Sei ubriaca.- disse lui piano, con la bocca un po’ impastata.

-Anche tu.-

-Vero.-

Si osservarono per un istante, consapevoli di non avere più il controllo delle proprie azioni e di essere in balia del loro istinto.

Tutto quello che accadde dopo fu naturalmente consequenziale: il primo bacio, profondo e passionale, la smaterializzazione e poi solo sensazioni…e nebbia scura…

Continua

Finito!! Caspita, questo è il mio più lungo capitolo di sempre! Sono un po’ stanchetta, a dirla tutta, e ho anche un discreto mal di schiena, ma n’è valsa la pena! Spero che apprezzerete i nuovi sviluppi e che siate soddisfatti dei momentini-regalo…

Volevo specificare che le informazioni sui vampiri sono completamente inventate e non ho preso da nessun libro o racconto in particolare. Inoltre gli Hunter citati non sono quelli di HunterXHunter (manga e anime), ma sono un frutto della mia immaginazione un po’ assurda. Comunque ne saprete di più nei prossimi capitoli…

Fatemi sapere cosa ne pensate, anche perché ho in serbo altri momenti ed episodi interessanti da dedicare solo a voi! (siete tentati?!?)

Bacioni, la vostra Cappychan.

PS: Se ho dimenticato di rispondere a qualche recensione chiedo scusa, ma non l’ho vista in tempo.

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Capitolo 9
*** Love Today ***


Ringrazio tutti i lettori, quelli che hanno inserito la storia nei preferiti e quelli che hanno recensito:

Dora92: Grazie per il tuo splendido commento. Sono molto contenta che la storia ti sia piaciuta e ti ringrazio per i complimenti…-////-…troppo buona!!...Anche tu sei una H/G shipper!! Spero che questo capitolo ti piaccia. A presto!

Rosy823: Ciao Rosy, grazie anche a te per il commento. Sono felice che la sorpresa di Harry ti sia piaciuta; mi sono divertita molto a scriverla. Dunque sei dell’82…allora sei una sorellina maggiore! J J …Aggiornerò prima possibile. Bacioni.

Pk82: Chiedo scusa per aver omesso la tua coppia preferita, Pk. Mi farò perdonare con un regalino tutto per te e per i fan di Hermione e Ron…Spero che anche le prossime vicende di Kim e Charlie ti divertano. Buona lettura!

Erikappa: Ciao Eriketta! Grazie per la bella recensione, sono contenta che le coppie ti abbiano appassionato e incuriosito. Continua seguire la storia e non te ne pentirai…ho molte novità in serbo per tutti i lettori. Alla prossima.

Ginny_Potter94: Grazie mille per il commento. Pare proprio che le mie coppiette facciano faville…come sono contenta!! Bacini.

MissNina: Nessun problema!! Sono contenta di sentirti. Vedo che hai apprezzato la mia dedica J J J…Grazie per le parole bellissime nei confronti di ciò che ho scritto…sono commossa…e poi sono felice che la nuova coppia ti abbia conquistato: non è un’impresa facile…soprattutto a paragone con dei “mostri sacri” come i canon H/G e Hr/R …Spero che il prossimo capitolo soddisfi la tua curiositaaaaaaaaa! XD

Se ho dimenticato qualcuno chiedo scusa, ma la mia connessione è problematica e non ho potuto vedere la vostra recensione in tempo.

Prossimamente comincerò ad introdurre nuovi, interessanti personaggi che spero v’incuriosiranno e nuove avventure per i nostri ragazzi. Con tutto quest’affollamento spero di non perdere la bussola, ma se la vicenda diventasse troppo complicata vi prego di farmelo sapere per darmi una regolata.

E ora, come sempre, BUONA LETTURA!

La Nostra Storia

Love Today

Si era appena svegliata da un sonno agitato, la testa le pulsava in maniera davvero dolorosa e una luce insistente le batteva contro le palpebre serrate.

Kim socchiuse piano gli occhi e subito notò qualcosa d’insolito. Invece del suo amato copriletto giallo, l’avvolgeva un morbido lenzuolo azzurro. Strano…Confusa, lasciò scivolare la testa di lato, verso sinistra, e per poco non cadde dal letto.

Il viso addormentato di Charlie Weasley era a meno di dieci centimetri del suo. I capelli rossi ricadevano come una massa infuocata sul cuscino chiaro e la bocca umida era leggermente aperta. Respirava profondamente, accarezzandole il viso con il suo fiato caldo. La vampira poteva contare le lentiggini sul viso abbronzato del giovane che continuava a dormire tranquillo.

Kim si coprì la faccia con una mano. Ora ricordava!...che casino aveva combinato!...tutto per colpa di quel…pel-di-carota che l’aveva fatta sbronzare…

Si alzò a sedere sul letto cercando di non svegliare il suo “vicino”. La camera era abbagliata dalla luce dell’alba che entrava indisturbata dalla finestra aperta. Kim si ritrasse irritata dal fascio di luce che la colpiva: le storie sui vampiri che si disintegrano a contatto con il sole erano idiozie, ma per delle creature notturne era comunque fastidioso. Si sporse per cercare a tentoni i suoi vestiti sotto il letto, ma riuscì a trovare solo la sua biancheria e la camicia blu di Charlie. Si accontento di quella e uscì velocemente dalla stanza (sentendo il piccolo “pop” dell’Incantesimo che era stato imposto sulla porta e si era appena disattivato…avevano pensato proprio a tutto!...).

Ora aveva bisogno di immergere la testa nell’acqua fredda per schiarirsi le idee…

Camminò silenziosamente lungo il corridoio fino al bagno, sperando che nessuno si accorgesse di lei: ci mancavano solo che qualcuno la trovasse conciata così! Intanto pensava a ciò che era successo quella notte; era nella confusione più completa:…come si sarebbe dovuta comportare adesso? Certo non era la sua prima volta (sbuffò divertita al solo pensiero), ma quel ragazzo…era diverso…la confondeva…e se avesse voluto una storia seria?...Lei non poteva!...Si era lasciata troppo andare!...Forse l’alcol aveva aiutato però…tutte quelle confidenze e domande…quell’atmosfera tesa…carica di…aspettative…

In un attimo si trovò davanti alla logora soglia infondo al piano ed entrò: era vecchio, ma pulitissimo e il rubinetto del lavandino scintillava. Spinse delicatamente la porta alle sue spalle e dopo aver sollevato la levetta verso destra mise direttamente la testa sotto il getto. Le sembrava che il mal di testa diminuisse (nonostante l’acqua fredda) e la stanchezza l’abbandonasse. Il rumore piacevole dell’acqua l’estraniava da qualsiasi altra cosa e ricordi lontani cominciarono a riaffacciarsi nella sua testa…la sua pelle…la sua bocca…le sue mani…

-Scusa!!- esclamò improvvisamente una voce alla sua sinistra, -Non sapevo che fosse occupato! Ho visto la porta socchiusa e…-.

Kim si alzò di scatto, col cuore che batteva forte e le gote insolitamente più colorite, trovandosi di fronte la ragazzina riccia, con il mantello da viaggio addosso, che la fissava dispiaciuta e imbarazzata.

Si guardarono per un secondo.

-Quella non è la camicia di Charlie?- fece la più giovane, perplessa, non sapendo che altro dire.

-Ehm…in effetti…-.

La vampira non riuscì ad inventarsi nulla sul momento: era ancora un po’ sconvolta dalle sensazioni che le erano ritornate in mente qualche secondo prima.

Si concentrò sul presente: adesso sì che le cose si complicavano! Aveva parlato con la ragazza solo un paio di volte…magari sarebbe corsa a spifferare tutto. E poi chi la reggeva l’allegra famigliola moralista?!

La riccia nel frattempo aveva intuito cosa poteva essere successo e aveva atteggiato il volto in un sorpreso e silenzioso “o”.

Perfetto, pensò, la più grande delle due, irritata dalla sagacia dell’altra.

-Cosa ci fai qui a quest’ora?- sbottò roca.

­-Io…veramente….- pigolò Hermione.

-Facciamo così.- disse Kim, ritrovando un minimo di lucidità, -Nessuna delle due ha visto niente.-

-Ci sto.- esclamò subito Hermione, camminando veloce verso la camera del suo ragazzo.

Almeno questa l’abbiamo scampata! Si disse la vampira con un sospiro di sollievo.

Poi si strizzò forte i capelli fradici e si affrettò a chiudersi in camera sua, prima che qualche altro strambo frequentatore di quella casa, la vedesse.

* * * * *

Nonostante fosse tornato alle tre di notte, si era dovuto svegliare prestissimo per studiare per l’ultima lezione del professor Tann e per preparare la lista delle compere che avrebbe dovuto fare quel pomeriggio a Diagon Alley. Dopo una notte quasi insonne (e chi avrebbe dormito dopo una serata così?!) e un’ora di fatica sui grossi tomi, Harry era esausto, ma n’era valsa la pena: lui e Ginny aveva parlato per ore, davanti al camino della sala comune, di tutto quello che era passato loro per la testa. Alternavano le parole a lunghi silenzi che avevano riempito di sguardi, di baci o di piccoli contatti. Non avevano bisogno di altro.

Durante quella lunga serata aveva scoperto con stupore che era successo qualcosa tra Luna e Neville e aveva riso della McGrannit alle prese con nuovi professori sempre più stravaganti. Aveva ascoltato con interesse (e con un po’ di gelosia) la descrizione entusiastica del professor Stuart, uomo sulla trentina, gentile e davvero carismatico, che era il supplente di Trasfigurazione; nonostante non fosse attraente, riscuoteva un enorme successo tra le studentesse per la sua verve fuori dal comune.

Mentre Ginny lo descriveva, il ragazzo rimuginava sul cognome che gli pareva familiare…l’aveva già sentito…

-La professoressa Stuart!!- aveva poi esclamato, lasciando la rossa perplessa, e, dopo averle raccontato della donna, si erano divertiti per un'altra mezzora ad inventarsi le supposizioni più assurde su quei due.

Alla fine, con dispiacere di entrambi, Harry si era preparato per tornare a casa, estraendo dalla borsa il mantello dell’Invisibiltà. Si era avvicinato di nuovo appoggiando le labbra su quelle della sua ragazza per un lungo bacio.

-La prossima settimana cominceranno i week-end a Hogsmade.- gli aveva sussurrato lei sulle labbra.

-Perfetto.- aveva risposto lui, stringendola un po’ più forte a sé.

Si erano guardati per qualche secondo negli occhi finché Harry si era riscosso da quella “magica contemplazione” schiarendosi la voce.

-Ora devo andare o domani mattina avremo l’aspetto di due inferi.- aveva detto, sorridendo.

La ragazza lo aveva lasciato andare e, un attimo prima che lui scomparisse dietro il quadro della Signora Grassa, gli aveva sussurrato un dolcissimo “buonanotte”.

Harry si riscosse dai suoi ricordi giusto in tempo per evitare che il caffè gli si rovesciasse addosso. Possibile che Ginny lo rendesse così…Scemo?...gli disse una vocina molto simile a Ron nella sua testa. Il ragazzo sorrise, mentre finiva la bevanda non più calda e prendeva la borsa con i libri. In effetti, si sentiva leggermente inebetito, ma era la sensazione più bella che avesse mai provato…

Si chiuse la porta del Salice alle spalle e si avviò verso la cima della collina.

Sì…Sono “drogato” di Ginny Weasley.

* * * * *

…Sono una ragazza coraggiosa e sicura di me…coraggiosa e sicura di me!…

…ma chi voglio prendere in giro?! Sono una vigliacca insicura e patetica!...

Davanti alla porta della camera da letto di Ronald Weasley, la sua ragazza stava cercando di trovare il coraggio per entrare e affrontare il discorso che da qualche giorno la tormentava.

Perché andava bene essere impegnati nello studio (cosa che lei capiva benissimo) e non avere tempo per parlarle…e per guardarla in faccia…e per rimanere cinque minuti nella stanza con lei…Anzi no! Questo non andava bene per niente! E non riusciva a capire perché lo stesso ragazzo che le aveva detto di amarla come se fosse la cosa più facile di questo mondo, improvvisamente non la considerasse minimamente. Così aveva pensato di coglierlo di sorpresa, perché non potesse scappare, mentre tutti gli altri dormivano. In effetti, l’incontro imprevisto con Kim, avrebbe potuto rovinare i suoi piani, ma fortunatamente la ragazza sembrava impegnata a non farsi beccare.

Tutti sospettavano che tra quei due ci fosse qualcosa, però non c’era stato alcun tipo d’indizio: né un gesto, né una parola carina…Bah!..

Si concentrò sulla soglia che aveva davanti. Adesso o mai più! Si disse aprendo la porta ed entrando velocemente (per non essere fermata dalla paura).

La camera era nella penombra e un fagotto informe si alzava e abbassava al ritmo costante del respiro. Ron dormiva profondamente, del tutto incurante che la ragazza che occupava i suoi sogni, fosse nella sua stessa stanza.

Hermione si avvicinò piano al letto.

-Ron.- sussurrò in tono appena percepibile.

Niente.

-Ron.- riprovò più forte.

Niente.

-Ron!!- disse, svegliando di colpo il rosso che, un po’ per la sorpresa, un po’ perché si era trovato Hermione davanti, cadde all’indietro, finendo pesantemente (e dolorosamente) sul pavimento.

-Che c’è?...Cosa?...Come?...- farfugliò tirandosi su con velocità fulminea lasciando cadere le coperte e rimanendo a torace scoperto [a Settembre fa ancora caldo J J ndA].

La riccia divenne bordeaux, ma si riprese subito e fece un passo avanti, mentre Ron automaticamente indietreggiava, cercando di coprirsi e senza riuscire a spiccicare una parola.

Miseriaccia! Miseriaccia! Cosa cavolo succede?? MISERIACCIA!

-Noi dobbiamo parlare.- esordì la ragazza; Ron deglutì rumorosamente.

-P…perché?...- pigolò terrorizzato.

-Perché? PERCHE’?- disse lei accalorandosi. –Perché mi stai evitando da giorni senza motivo apparente!! Ecco perché!-

Cominciò a camminare avanti e indietro, come una leonessa in gabbia.

-Prima dici che mi ami e poi cominci ad evitarmi. Si può sapere che ti prende??- sbottò, fermandosi istantaneamente.

Ron si trovò con le spalle al muro (letteralmente e metaforicamente). Per non essere assassinato l’unica possibilità era dire la verità.

Però…che cosa penserà di me?...

Respirò profondamente, prima di iniziare a parlare.

-E’ imbarazzante…ecco…io…chissà che idea di me ti farai…-.

-Ronald! Smetti di farfugliare e parla!- fece l’altra con un cipiglio degno della signora Weasley.

-Ti ho evitato perché ero in imbarazzo.-

-Perché?- chiese Hermione, che si era finalmente calmata.

-Perché ti amo.-

La ragazza rimase interdetta.

-Beh…anche io…ma questo cosa c’entra?-

-Io…credo…di amarti troppo…-fece lui incerto.

-In che senso?-

-Faccio…sogni…che non dovrei fare…pensieri…strani….- disse con tono colpevole, arrossendo furiosamente.

Un silenzio imbarazzato s’instaurò fra loro, mentre Ron abbassava gli occhi per fissare insistentemente il pavimento.

Sentì i passi di Hermione e si aspettò che da un momento all’altro la porta venisse sbattuta violentemente, ma non fu così.

La ragazza si era avvicinata, aveva scavalcato l’ostacolo del letto camminandoci sopra come se niente fosse stato e lo aveva baciato, spingendolo col suo corpo contro il muro.

Il ragazzo la strinse automaticamente, nonostante nella sua testa ci fosse più confusione che mai. Non l’aveva mai baciato in quel modo…come se ne avesse bisogno per sopravvivere. Era così…così…Hermione…

Poi il contatto delle loro labbra s’interrupe, ma rimasero abbracciati.

-Scemo…- disse lei piano, col sorriso sulle labbra.

-Scusa.- rispose lui, in colpa.

-Non c’è bisogno che ti scusi.-

-…Ma...Non volevo creare situazioni imbarazzanti…-.

-Lo so…ma preferisco che tu mi dica la verità piuttosto che evitarmi.-.

-Hai ragione.-

-Certo che ho ragione, Ronald.- fece lei, assumendo il suo tono saccente.

-Ecco, appunto.- disse ridacchiando.

Hermione si strinse di più a lui, mentre le gote le s’infiammavano.

-…Comunque non sono una più una bambina, Ron…- gli sussurrò all’orecchio in maniera suadente, mentre il ragazzo sentiva il sangue corrergli sotto la pelle molto velocemente.

Annullarono velocemente la distanza fra loro, baciandosi con slancio. Hermione fece scivolare piano le sue mani dai capelli del ragazzo lungo il suo bel collo, sulle sue spalle larghe, fino al torace scoperto, con un'unica lieve carezza. Intanto lui aveva immerso le mani trai suoi capelli morbidissimi, sentendosi in Paradiso. Non voleva mai più smettere…

Mentre si baciavano cominciarono a muoversi inconsciamente: il muro era diventato troppo scomodo per entrambi; in poco tempo si ritrovarono distesi sul letto disfatto del rosso, senza più preoccuparsi dell’ora, del luogo, delle persone alla Tana….importava solo di rimanere così…insieme…finalmente dopo tanti anni di litigi e incomprensioni e avventure pericolose…

-Piccolo Ronnie!- la voce di George Weasley risuonò forte nella stanza buia, ma prima che i due si riprendessero dalla sorpresa, questo aveva già scostato le tende con un colpo di bacchetta.

-La mamma…- si bloccò di colpo, trovando Ron (che era a torso nudo) ed Hermione abbracciati, sul letto di lui, con le espressioni più colpevoli e imbarazzate che avesse mai visto. Subito un ghigno diabolico si dipinse sul suo viso. –E bravo il nostro Ronnie!! La mamma vi ammazzerà!- disse con sguardo estatico.

-No!- esclamò Ron, -Non è come sembra!-

-Davvero?!- fece scettico.

Hermione, rossa come un’aragosta, si alzò e alla velocità della luce schizzò fuori dalla camera, con Ron subito dietro, che, passando vicino al fratello, lo aveva folgorato con lo sguardo.

Ormai solo in camera, George alzò gli occhi al cielo con un sorriso sincero.

-Hai visto Fred? Ci sarà da divertirsi!- e uscì anche lui per raggiungere gli altri a colazione.

* * * * *

Dopo una colazione in cui sguardi imbarazzati, ghigni e minacce silenziose si erano sprecate, Ron si preparò per andare all’Accademia, salutò gli altri (tranne Charlie e Kim che non si erano fatti vedere) e uscì. Incontrò Harry poco distante, sotto il solitario pioppo della Tana. Sembrava non aver dormito per niente.

I due amici arrivarono a Trafalgar Square giusto in tempo per l’inizio dell’ultima lezione del Professor Tann. Durante il tragitto avevano avuto finalmente il tempo di parlare e si erano detti tutto. Ron aveva evitato di fare scenate per la sorpresa che Harry aveva fatto a Ginny (…Una visita a notte fonda? Ma scherziamo?...) e aveva capito il perché di quella brutta cera, mentre Harry non l’aveva preso troppo in giro per la faccenda dei sogni (anche perché lui non era da meno) e della situazione in cui George li aveva scoperti. Avevano trovato un certo equilibrio di reciproca comprensione e confidenza, che andava bene per entrambi. Era strano, certo…loro non avevano mai parlato di ragazze…di situazioni...di sentimenti, ma ora erano cresciuti…tutto stava cambiando…

-Penso che sia ancora più terrificante degli Acromantula, questa cosa.- sbottò Ron, mentre percorrevano l’Atrio. –Cioè…tutta questa confusione…queste complicazioni assurde…certo, ha anche i suoi lati positivi…-disse sorridendo sornione.

Harry gli diede una pacca sulla spalla, con fare solidale.

In effetti, anche lui ogni tanto si trovava in difficoltà con Ginny: era vivace, bellissima e l’amava; più di così! Però, forse lui era meno impulsivo di Ron in quel senso. Era importante altro, ora…e poi, Ginny andava ancora a scuola…era più piccola di Hermione…

Quando arrivarono in classe, Tann li stava già aspettando.

-Buongiorno ragazzi. Oggi è il nostro ultimo giorno di lezioni “private”. Da Lunedì cominceranno le selezioni e gli esami e poi i corsi.-.

Ron si sedette, rivolgendosi all’uomo davanti a lui.

-Anche noi dovremo affrontare le selezioni e gli esami?-.

-Solo un piccolo esame per vedere se avete seguito con profitto i corsi di recupero…siete, praticamente ammessi.- rispose tranquillizzandoli.

Harry si fermò a riflettere su un dubbio che lo stava tormentando da un po’.

-Ma tutti quelli che non hanno fatto l’ultimo anno per colpa di Voldemort? Non è colpa loro se non hanno potuto prendere i MAGO.-.

-Ne abbiamo tenuto conto. Gli Aspiranti senza MAGO dell’anno scorso sono stati smistati nelle altre Accademie, del Galles, della Scozia e dell’Irlanda del Nord, che non hanno dovuto subire restauri come la sede centrale e hanno potuto fornire dei corsi di recupero per più persone. Anche loro dovranno affrontare un piccolo esamino, ma, se sono stati preselezionati, sono già ufficiosamente, delle matricole. Come voi. Ho sentito che di questi studenti straordinari ce ne sono quattro in Irlanda, sette in Scozia e due in Galles. E’ stato deciso tutto da Shakebolt e dai rettori delle Quattro Accademie di Gran Bretagna, secondo la Riforma.- spiegò.

.

-O beh….allora non siamo poi così avvantaggiati rispetto agli altri…-fece Ron, sollevato per non essere stato “raccomandato”. –Abbiamo potuto frequentare l’Accademia principale e non abbiamo dovuto trasferirci in un altro stato, ma abbiano superato la stessa selezione .-

-Esatto. Non avremmo mai accettato persone senza un vero merito. Essere ammessi in questi speciali corsi di recupero è molto difficile…al pari del tradizionale esame per Aspiranti Auror. – Il suo tono divenne più serio, -Ma non vi adagiate sugli allori: durante i tre anni la selezione sarà durissima e soltanto pochi si diplomeranno rispetto alle trenta matricole iniziali.-.

-Trenta?- fece Harry sorpreso.

-Prima erano cinquanta, ma la Riforma mira ad avere una maggior selezione…e poi, anche gli anni scorsi solo una decina si diplomava alla fine del triennio.- disse il professore.

-Miseriaccia!- sbottò Ron.

-Questa riforma…ha cambiato molto rispetto a prima?- chiese Harry, sinceramente interessato.

Tann si sistemò alla cattedra, ordinando alcune pergamene con un colpo di bacchetta.

-Moltissimo. Praticamente tutte le materie, molti metodi di valutazioni e d’esame e, addirittura, qualche professore. Il caro Kingsley ha fatto un gran bel lavoro.- disse fiero, -Le Quattro Accademie torneranno ad essere il fiore all’occhiello di tutta la Comunità Magica britannica!-.

Poi si ricompose ed estrasse da un cassetto il grosso libro di Pozioni.

-E ora, cominciamo la lezione.- disse di nuovo serio, mentre i due giovani prendevano pergamene e piuma.

* * * * *

La mattina passò velocemente e uno per uno tutti gli abitanti (e non) della Tana cominciarono a recarsi al lavoro: Ron era già uscito da mezzora; George si era appena incamminato per raggiungere Diagon Alley, mentre Percy, stranamente, aveva dovuto sbrigare una certa faccenda; il signor Weasley, dopo aver calorosamente salutato la moglie, aveva accompagnato Hermione al Ministero e Bill aveva raggiunto la sua mogliettina, che in quei giorni non stava tanto bene, prima di andare alla Gringott.

Invece, Kim era rimasta in camera sua, senza parlare con nessuno e senza uscire nemmeno per la colazione.

Anche Charlie Weasley era rimasto a letto fino a mezzogiorno, troppo stordito per affrontare la donna più temibile che conoscesse, ovvero sua madre.

Primo, si sarebbe accorta che si era ubriacato. Non che ci volesse un Legilimens: doveva avere una faccia!!

Secondo, avrebbe capito che era successo qualcosa on Kim. Non sapeva bene come, ma Molly Weasley aveva un radar naturale per scoprire questo genere di cose, soprattutto quando avvenivano in casa sua.

E da scoprire c’era davvero qualcosa di grosso e problematico!...Lui e Kim…Kim e Lui…Va bene divertirsi, ma così aveva esagerato!

Sentiva di essere troppo vulnerabile nei confronti della vampira. Immerso nel lenzuolo che ancora sapeva di lei, non riusciva a smettere di pensarla. Tutto di lei l’aveva fatto impazzire. Era un’irritante ragazza sarcastica e sbruffona, che preferiva mentire piuttosto che mostrarsi debole. Aveva un passato terribile e misterioso e un futuro che era un’incognita. Non era neanche così bella! Tutto era a suo sfavore, ma non c’era niente da fare: gli piaceva.

Si poteva essere così stupidi!?! Eppure aveva avuto storielle con ragazze molto carine e non era successo niente: amici come prima. Invece, solo per una mezza avventura da sbronzi con una vampira svitata…fregato…Complimenti, campione! Bel casino!...

Come si sarebbe dovuto comportare ora? Gli avrebbe riso in faccia se le avesse detto che provava qualcosa per lei. L’unica era stare zitto e continuare con il gioco che portavano avanti da più di un mese; fingere che la provocazione e l’indifferenza fossero la realtà, e che gli sguardi e le sensazioni fossero solo scherzi della mente...solo illusioni…

* * * * *

La giornata era finalmente giunta al termine. Aveva dovuto aiutare la nonna tutto il giorno a riordinare la soffitta ed era stanchissimo. Ora era alla sua piccola scrivania, che come molte altre cose, era appartenuta a suo padre.

Neville srotolò velocemente la pergamena che un gufo di Hogwarts gli aveva portato. Era da parte di Luna.

Deglutì faticosamente, mentre sentiva sua nonna, camminare al piano di sotto.

La calligrafia era arrotondata e minuta, come se la ricordava:

Caro Neville,

so che non ci sentiamo da tanto tempo, ma avevo bisogno di riflettere.

Quello che è successo quest’estate è stato molto strano e inaspettato.

Parlarne per lettera non mi sembra il modo migliore. Vorrei vederti il più presto possibile: la prossima settimana potremo incontrarci a Hogsmade?!...Ho bisogno di parlarti…mi sento strana…

Non voglio perderti.

Luna

Neville rimase a fissare la superficie ingiallita per qualche minuto, come incantato.

Era stato uno stupido! Come aveva potuto approfittare così di Luna?! Non sapeva cosa significassero esattamente i sentimenti che si agitavano in lui, ma doveva chiederle scusa.

Dopo Giugno l’emozione per la sconfitta di Voldemort, la sua nuova e più coraggiosa personalità, il rispetto guadagnato… Si era sentito come intontito dall’etere…con la testa leggera.

E con leggerezza aveva agito.

Luna era la ragazza più straordinaria che avesse mai conosciuto: bella, coraggiosa, profonda e assolutamente fuori dal comune. Guardava oltre le apparenze e l’aveva apprezzato quando tutti lo consideravano meno di niente. Quella sera di Luglio, dopo aver parlato per ore delle cose più assurde, da soli, nella grande casa dei Paciock, era stato facile baciarla, stringerla e poi… Scosse la testa infastidito.

Ora basta rimuginare!...Avrebbe risolto questa situazione…Non l’avrebbe persa.

E prendendo piuma e foglio, cominciò a scriverle una risposta.

Cara Luna…

Continua

E’ l’una e mezza di notte, ho male dappertutto e sono davvero stanca. Un altro capitolo è venuto al mondo. E’ stato uno dei più travagliati, per l’argomento un po’...“scottante” (me timida! -/////-). Il titolo prende spunto da una canzone di MIKA che in questi giorni è diventata una fissazione (io che ballo con l’mp3 nelle orecchie, sotto il cielo stellato, è una visione abbastanza scioccante, fidatevi! XD) Spero che i momenti rosa vi abbiano divertito/appassionato/commosso/altro!

In particolar modo dedico il momento rosa (oserei dire rosso XD) di Ron ed Hermione a tutti i loro fan rimasti a bocca asciutta nello scorso capitolo. In particolare a Pk82 e ad Edvige86 perché glielo devo. Però sono stata davvero malvagia a interromperli così, vero? Che carogna!! XD Ora vado…

Bacissimi e Buonanotte (sto per addormentarmi sulla tastiera).

Cappychan.

P. S: Fatevi sentire!!

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