And I saw your eyes

di someonelikecris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cold Coffee ***
Capitolo 2: *** Drunk ***
Capitolo 3: *** Fall ***
Capitolo 4: *** Firefly ***
Capitolo 5: *** UNI ***
Capitolo 6: *** Grade 8 ***



Capitolo 1
*** Cold Coffee ***


Cold Coffee 
 

 

D'un tratto apro gli occhi.
Le tende della finestra sono spalancate.
La luna mi sorride quasi meschina, completamente scoperta dalle nubi.
Mi giro per cercarlo e il vuoto mi colpisce come un pugnale gelido.
Ma io so che finalmente Harry è tornato, so che è sotto il mio stesso tetto perchè mi sono addormentato sul suo petto poche ore prima quando è tornato stanco morto dall'America.
L'ho aiutato a risistemare la sua roba in casa nostra e con grande fatica gli ho preparato la cena.
Eppure anche attraverso quel suo sorriso stanco sono riuscito a sentire quanto abbia apprezzato il mio gesto nonostante la mia frittata non possa competere con la sua.
Mi alzo e mi stringo nella mia felpa. So dove trovarlo.
Quando esco dalla camera, proprio come mi aspettavo, la luce della cucina è accesa.
Mi da le spalle standosene seduto su uno sgabello con i gomiti posati sulla penisola.
Sorridendo mi poggio sulla sua schiena, abbracciandolo.
Incrocio le mani sul suo stomaco e lo sento rilassarsi tra le mie braccia.
Si spinge contro il mio petto e chiude gli occhi lasciando la tazza di camomilla davanti a se'.
"Che ci fai qui?" gli chiedo all'orecchio.
"Non riesco a dormire" sussurra in risposta tenendo gli occhi chiusi "Ti ho svegliato?"
"Non vedo come avresti potuto dato che quando ti impegni sei spaventosamente silenzioso".
Lui di scatto si gira e mi butta le braccia al collo stringendomi forte.
Rimango sconvolto da quel movimento e lo stringo a mia volta nascondendo il naso nell'incavo del suo collo "Che succede Harry?" gli chiedo poi.
"Non lo so" mi risponde, la sua voce trema un po' "Ho questa ansia e non riesco a farla andare via, sento che il cuore potrebbe sfondarmi il petto da un momento all'altro e non ho mai avuto così tanta paura, Lou"
"Di cosa?" chiedo carezzandogli la schiena per cercare di calmarlo.
Lui rimane in silenzio. Gli pizzico un fianco. "Ahi" risponde.
Rido, e lo sento sciogliersi ancora di più "Rispondimi" lo incito "Devo scacciare i mostri dall'armadio, Harreh?".
Lui mi tira un buffetto sui capelli e sorridendo si allontana "Scemo" sussurra arrossendo.
Si risiede sullo sgabello e torna a dedicarsi alla sua camomilla.
Mi siedo accanto a lui e poggio una mano sulla sua "Parla, Harry".
Lui mi guarda e per un momento non respiro.
E' stanco morto, quegli smeraldi che di solito riescono ad illuminare una stanza intera sono spenti e tristi. E non dovrebbe essere così, i suoi occhi non dovrebbero mai essere privi di quella scintilla perchè se lo sono i suoi lo sono i miei.
"Credo che tutta questa..." comincia, poi abbassa lo sguardo "Credo che tutta questa faccenda stia diventando troppo grande per me, Boo, e...ogni cosa che dico potrebbe farti male, quindi.."
"Ehi" lo riprendo serio "Smettila di parlare con il tuo ragazzo e parla con il tuo migliore amico".
Lui scuote la testa. "Sai di cosa ho paura?" mi chiede.
"Ho paura che tu ti stancherai a vedermi in giro con lei, ho paura di quello che potrebbe succedere al tuo cuore il giorno di Capodanno quando io non ci sarò per colpa loro" sbatte il pugno sul tavolo "Ho paura di non ritrovarti qui, ad aspettarmi".
Lo guardo e mi rendo conto di quanto sia ancora piccolo per certi versi.
Harry in questi anni è maturato in maniera spaventosa, ha dovuto farlo, prima per lui e poi per noi, ma sono proprio questi momenti in cui torna ad avere sedici anni che mi fanno battere più forte il cuore. Lui abbassa lo sguardo. Stringo la sua mano e "Quanto sei stupido" dico.
Lui grugnisce "Non trattarmi come un ragazzino"
"E tu non comportarti da tale allora" ribatto sereno "Sei scemo? Dopo tutto questo come credi che possa fare le valigie e sparire? Credi che aspettarti non ne valga la pena? E cosa hai fatto tu per tutto questo tempo? Cosa stai continuando a fare mentre sono con Eleanor?" gli chiedo.
"Ma..."
"No" lo interrompo "Niente se e niente ma, siamo più forti noi di loro ok?"
Continua a tenere la testa bassa. Gli prendo il mento e lo costringo ad alzarlo "Ok?" chiedo di nuovo. E nel mio sguardo carico tutto l'amore di cui sono capace, gli dono tutto quello che ho e  anche la promessa di regalargli tutto quello che avrò. Perchè senza di lui io sono niente. Sono solo un piccolo punto che vaga da solo, senza meta, senza fine.
Gli carezzo una guancia e lui chiude gli occhi poggiandoci il viso.
"Ok" sussurra poi "Ma ora vai a letto" aggiunge "Ti raggiungo tra un po'".
Mi alzo e lo prendo per mano costringendolo ad abbandonare la camomilla.
"Ho un'idea  migliore piccolo Haz, vieni con me?" gli chiedo.
Lui mi guarda confuso e "Che...?" mi chiede.
"Ricordi qual'era l'unica cosa che riusciva a farti addormentare quando eravamo a X Factor?" 
"Tu che suonavi il..." sembra realizzare perchè i suoi occhi si illuminano di una luce nuova, di quella luce che mi è mancata così tanto "Suoni il piano per me, Lou?" mi chiede.
"E per chi altro potrei farlo?" lo conduco verso il salone dove un pianoforte nero a coda tirato a lucido pare aspettare solo noi "Abbiamo avuto così poco tempo per godercelo" sussurro.
Mi siedo sulla piccola panca e gli faccio spazio. Si accomoda accanto a me e poggia la sua testa sulla mia spalla.
Le mie dita scorrono sicure tra i tasti nel ricordo di quei quattro accordi che nella loro semplicità creano una canzone perfetta, una canzone aspra da certi punti di vista ma carica di un amore puro e cristallino da altri.
"You're like cold coffee in the morning" comincio a canticchiare "I'm drunk of last night's whisky and coke.." ha riconosciuto la melodia e le parole.
Riesco a sentirlo sorridere contro la mia spalla ed è la sensazione migliore del mondo.
Farlo ridere mi cura l'anima, ogni volta che la sua risata mi invade le orecchie mi sento vivo.
Quella risata è mia, è causa mia, lui è roba mia.
Continuo a canticchiare senza troppe pretese mentre lo sento rilassarsi sempre di più.
"And you can stay with me forever" sussurro al suo orecchio "Or you could stay with me for now" sorrido.
"Sempre" sussurra lui al mio orecchio.
Allora mi volto, faccio fare allo stesso accordo un altro giro e lo bacio, sfioro le sue labbra e torno a respirare. "Tell me if I'm wrong, tell me if I'm right" canto piano, lasciando che siano le note prodotte dal piano a inebriarlo più che la mia voce.
"Tell me if you need a loving hand to help you fall asleep tonight" e lui si stringe attorno a me, ripara il viso contro la mia spalla, ed eccolo un'altra volta il sedicenne di cui mi sono innamorato.
Sorrido ancora e "Tell me if I know, tell me if I do" continuo "Tell me how to fall in love the way you want me to" sorrido.
Sorrido perchè dopo due anni ancora non riesce a capire che potrei aspettarlo per sempre, il tempo non mi ha mai fatto paura. Io sono Peter Pan, il tempo per me non esiste.
Continuo a cantare fino alla fine quando ormai sento il suo respiro pesante, ma non lo sveglio subito, voglio godermi le sue gote rosse, le labbra a forma di cuore e il suo cuore che batte, batte solo per me.



N/A
Ed eccomi qui in questa impresa titanica di cui sono davvero davvero davvero spaventata.
Descrivere cos'è Ed Sheeran per me è...no, è proprio impossibile, solo chi mi conosce bene sa l'effetto che quel ragazzo ha su di me (roba da manicomio, ve lo assicuro) ma chiudiamo la parentesi Ed o potrei parlarn, e per millemila anni.
Quindi, ho unito tre delle sei persone che mi hanno rovinato la vita (più tardi arriveranno anche i ragazzi, non potevo ometterli) e spero solo di non profanare le parole di Ed con il mio essere scontata per certi versi.
Concludo dicendo che potrei essere discontinua nel postare (blame it on my profff) ma che se tutto va bene ogni Martedì ne posterò una. Per ora  sono undici e il numero dovrebbe rimanere questo, vi lascio andare e vi ringrazio se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui XD
Ah, come sempre il grazie più grande va alle mie beta e spadellatrici personali Deb e Gio', le mie piccis.

ps: io e Giorgia stiamo scrivendo una ziam da un altro account in cui scriviamo anche con Deb, se vi va di passare è qui
( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1546025&i=1 )
 

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Capitolo 2
*** Drunk ***


Drunk
 
 
Ho sempre detto che questa casa è troppo grande ma lui non mi ha mai voluto dare ascolto.
Questa casa è troppo grande e in questo momento io mi sento piccolo da morire, piccolo da star male.
E' il 31 Dicembre e tutto sta andando secondo i piani ma niente è come dovrebbe essere.
Harry è a New York, decisamente troppo lontano da me.
La bellezza di sei ore di fuso orario dividono il nostro nuovo anno.
Questo anno che dovremmo cominciare insieme lui lo inizierà con lei.
Mi guardo intorno. Per quanto sia nervoso non rimarrò qui da solo, l'ho promesso anche a lui. Così afferro il giaccone e scendo. 
Arrivo a casa di amici in una ventina di minuti dove trovo anche Niall, Liam e ovviamente El che non può mai mancare.
Lei mi sorride, per quanto il suo sia un compito ingrato ha imparato a volermi bene e soprattutto ha imparato a condividere e rispettare i miei silenzi. Niall e Liam non fanno che ridere con gli altri e cercano di coinvoglermi. Harry e il suo nome o la sua esistenza sono naturalmente taboo stasera.  Apprezzo i loro sforzi, davvero, ma in questo momento avrei bisogno di Zayn, lui sa come prendermi meglio di loro. Ma lui non c'è e non posso farne una tragedia, forse anche lui ha bisogno di qualche giorno di pausa da me o forse è l'alcool che comincia già a darmi alla testa.
Anche io voglio ridere, anche io voglio sentire lo stomaco dilaniarsi mentre i miei occhi lacrimano.
Niall sembra non riuscire a fare altro, quel piccoletto è l'anima della festa.
Io me ne sto in un angolo, un bicchiere di Artic in mano e un occhio all'orologio mentre continuo a calcolare le sei ore di distanza tra me e lui.
D'un tratto li sento ridere e allora torno alla realtà, Niall è inciampato nel tavolino e mancano venti minuti alla mezzanotte, sorrido nel vedere il suo viso rosso come un peperone e la risata sempre tra le labbra. Anche Liam ride alternando sguardi ansiosi tutti per me.
So che vorrebbe fare qualcosa, ma quando si tratta di Harry ogni volta diventa silenzioso e impacciato. Lo vedo nei suoi occhi che soffre a vederci così, e vorrei davvero sorridere anche per lui, lo voglio con tutte le mie forze.
"Il tuo bicchiere è troppo pieno per essere Capodanno, Louis" El poggia la schiena contro lo stesso muro al quale sono appoggiato io e sorride. Guardo il suo di bicchiere e ridacchio.
"Il tuo è troppo vuoto invece" ribatto afferrando la bottiglia di Artic al limone.
Le riempio il bicchiere e lei sorride. "Lou" mi richiama "E' l'ultimo dell'anno"
"Si, l'ho notato" rispondo buttando giù un po' di vodka, la mia gola brucia.
"Smettila di fare il morto qui, ok?" mi chiede tornando in un attimo seria "Lo so. Tutto questo fa schifo, ma è così che deve andare per adesso, non puoi fare altro che accettarlo, accettalo Lou o diventerai pazzo" quelle parole mi investono e le mie dita si stringono pericolosamente attorno al bicchiere "E' l'ultimo dell'anno" ripete "E nonostante io non sia nessuno per te, vederti qui, da solo, in silenzio, con questa faccia" mi indica e distolgo lo sguardo "Non mi fa bene" conclude.
"Che dovrei fare? Non riesco a smettere di pensarci!"
"Aiuta la tua mente a non pensarci" ammicca al mio bicchiere "La mezzanotte sta arrivando" ridacchia con le gote rosse, si avvicina al mio orecchio e "Lasciati andare e tutto finirà prima" sussurra prima di tornare a ballare in mezzo al salone.
La guardo scatenarsi senza pensieri, guardo Niall che parla spensierato con un Liam che si sta sfondando dalle risate. El ha ragione.
Io non sono questo, io sono Louis Tomlinson, io sono l'anima della festa.
Butto giù il mio Artic al limone  e ignorando la morsa allo stomaco e il giramento di testa ne butto giù un altro. E un altro ancora, fino a quando le immagini del viso di Harry non mi invadono la vista. Fino a quando la sua risata non diventa tutto quello che sento.
E mi sento amato, sento il suo amore bruciarmi le vene e consumarmi i polmoni.
Sono ubriaco e solo così riesco a sentire il suo amore.
I bicchieri si susseguono e Niall mi da una mano.
Il viso di Liam si è rilassato, brindiamo.
Niall ride ed è contento come non mai, brindiamo.
La musica stasera è perfetta, brindiamo.
Io sto ridendo e la mia testa è spaventosamente leggera, brindiamo.
El ride e dopo essere inciampata ha deciso di levarsi quei trampoli, brindiamo.
Ma Harry non c'è, Harry non è qui, il suo profumo non invade i miei polmoni, quelle fossette sembrano lontane anni luce, la vaniglia dei suoi ricci sembra non essere mai esistita, non posso brindare, non posso.
Ma tutti stanno urlando, tutti urlano e ridono.
Cinque, Harry non c'è.
Quattro, ma lui mi ama.
Tre, e io amo lui, da morire.
Due, e questa è la cosa importante.
Uno, un altro bicchiere scende giù facilmente.
Il 2013 è arrivato e tutti urlano, ridono, Niall mi abbraccia e allora lo stringo anche io, lo stringo mentre tutto l'alcool assimilato dal mio corpo cerca di riproporsi.  El mi passa un bicchiere di champagne e lo butto giù senza pensarci.
Afferro il telefono, schiaccio il primo numero tra i preferiti, Hazza.
E mentre il mio sangue si mischia all'alcool tutto diventa buio.
 
Vengo risvegliato dal concerto metal che la mia testa ha deciso di svolgere.
Non oso tirarmi su, so quello che potrebbe succedermi, anche se il pensiero di liberarmi dell'alcool mi alletta molto dato che i suoi effetti sembrano non avermi lasciato. Mi guardo meglio intorno. Guardo alla mia sinistra e quello che vedo è Niall che dorme con la bocca aperta e un sacco di altra gente sparsa per la stanza. Liam dorme a pancia sotto tra me e Niall.
Quando mi tiro su lentamente poggio il piede destro a terra.
Mi sono appena svegliato, sono ubriaco, in un letto che non è il mio, un letto tremendamente sbagliato, ma almeno il lato in cui ho dormito è quello giusto.
Mi alzo e lentamente raccatto le mie cose prima di fiondarmi fuori da quella casa.
Voglio lasciarmi la serata alle spalle.
Voglio che tutto quello che mi ha distrutto svanisca in uno schiocco di dita, perchè mai nella mia vita qualcosa che mi ha distrutto mi ha reso più forte, e ho freddo, ho freddo come non mai perchè lui non mi stringe. Non mi stringe più come faceva prima. In un modo o nell'altro qualcosa tra noi è cambiato, o forse, di nuovo, è l'alcool a parlare per me.
Ma "In vino veritas", no? Decido di non pensarci.
Quando rientro a casa noto che sono le dieci del mattino.
Ed è decisamente troppo presto.
Non appena poggio il giaccone sul divano però qualcosa nel mio stomaco comincia a muoversi.
Corro verso il bagno e mi libero di tutto l'alcool che mi ha fatto sentire amato la notte prima, mi libero della sostanza che mi ha fatto credere di averlo più vicino.
Tutto brucia, i miei occhi, il mio stomaco, la mia gola, anche i muscoli sui quali sto facendo pressione. E delle lacrime solcano senza permesso le mie guance scavandole.
E' il primo dell'anno, auguri Louis.
Poggio la schiena contro il muro e sento gli occhi pesanti, un'altra volta tutto diventa buio.
 
"Che cazzo fai?!" spalanco gli occhi perchè non può essere, questo deve essere un sogno, o una realtà parallela "Louis!" mi richiama.
Scuoto la testa e quando finalmente riesco a mettere a fuoco qualcosa sento il cuore cominciare a correre come non mai perchè lui è qui, davanti a me. Mi afferra i polsi e mi tira su, come se fossi un bambino, e un po' lo sembro anche vicino a lui.
Il suo sguardo è severo, duro, preoccupato, ma quando lo abbraccio lo so che sorride.
Perchè lo conosco, io so come farlo sorridere proprio come so farlo piangere.
Mi stringe forte e io automaticamente ricomincio a respirare davvero.
"Che ci fai qui?!" gli chiedo realizzando solo ora.
"Ho mandato tutto a quel paese" mi dice scrollando le spalle.
Sento i miei occhi spalancarsi e inumidirsi "Perchè?" chiedo con un filo di voce.
Lui mi guarda male "Credo tu sappia chi è il motivo, Boo"
E anche risentire quel soprannome che ho iniziato ad amare solo grazie a lui mi riscalda il cuore.
Abbasso lo sguardo "Ti preparo un tea" dico prendendolo per mano e conducendolo in cucina, incredulo.
Lui si siede e finalmente si leva il cappotto mentre io mi avvicino ai fornelli quando mi accorgo di non aver fatto una cosa essenziale, una cosa per la quale la sera prima avrei potuto uccidere.
Così torno da lui in un secondo e prima che se ne possa accorgere le mie labbra stanno avvolgendo le sue, le mie mani carezzano le sue guance e le sue braccia mi stringono al suo petto.
Riesco a risentire la vaniglia dei suoi riccioli, la sua stretta forte, è qui con me adesso.
Si allontana dal bacio ma tiene la fronte attaccata alla mia "Sai cosa mi ha spinto a prendere il primo aereo disponibile?" mi chiede.
Scuoto la testa.
"La tua telefonata" mi risponde. Il bello è che io non mi ricordo assolutamente niente di quei minuti.
"Scusa, Harry, io...non so che cosa ti ho detto e, ero ubriaco, tu mi mancavi, qualsiasi cosa io abbia detto sai che..."
"Non hai detto niente" mi zittisce "Siamo rimasti al telefono per due minuti senza dirci niente, poi hai riattaccato e ho deciso di mandare tutti a quel paese" continua.
"Ovvero?" chiedo curioso, strofino il naso contro la sua guancia.
"Ho passato la mezzanotte a Times Square con lei, l'ho baciata come da copione" rabbrividisco mentre lo dice e lo stomaco si stringe, chiudo gli occhi "E meno di un'ora dopo ho detto ad uno dei collaboratori di cui non ricordo nemmeno il nome di andare a farsi fottere" ride.
E rido anche io "Paul mi ha trovato un volo, ha preferito salvare il salvabile".
E allora lo bacio un'altra volta, più a fondo, quasi prepotentemente.
Voglio cancellare qualsiasi residuo di cantante country da quelle labbra perfette che sono mie e basta, voglio stringerlo come lei non potrà mai fare.
Porto le mie braccia dietro al suo collo e lo ribacio a bocca aperta, forte, come non facciamo da troppo tempo. Mi manca l'aria, perchè sono felice, perchè il mio cuore potrebbe esplodere da un momento all'altro. "Sei perfetto" gli sussurro e sento gli occhi inumidirsi "Sei perfetto, Hazza" ripeto.
Lui scuote la testa e "No, non lo sono" dice.
"Ai miei occhi lo sarai sempre" replico.
"Questo è quello che voglio, voglio essere perfetto per te, perchè non potrò mai esserlo per altri, ficcatelo bene in testa".
Sorrido abbassando lo sguardo. Cazzo se lo amo.
"Buon anno, Boo" sussurra.
"Buon anno amore" rispondo baciandolo un'altra volta, perchè lui non mi basta mai, mai.
 

"I wanna be drunk when I wake up on the right side of the wrong bed 
And every excuse I made up
Tell you the truth I hate, what didn't kill me it never made me stronger at all.
[...] I know I'll never hold you like I used to. 
[...] 
Should I, should I? 
Maybe I'll get drunk again to feel a little love"

 
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Buonasera a tutti quelli che hanno letto anche questo sclero qui!
Diciamo che questa l'ho scritta ad un orario improponibile aka le tre del mattino..ed è uscito fuori questo.
Spero sia piaciuto anche se, di tutte quelle che ho scritto fino ad adesso è quella che mi convince di meno!
Ancora grazie mille a chi legge e lascia un pensierino :D
ps: sì, dovevo aggiornare martedì ma mi è prtita la brocca e ho aggiornato stasera...lasciamo perdere.

 


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Capitolo 3
*** Fall ***


Fall
 
 
Chi me l'ha fatto fare?
Questo è quello che mi ripeto da stamattina.
Perchè, caro Louis, oggi non ti sei dato malato?!
Continuo a chiedermelo ignorando il pensiero che mi avrebbero spedito su quel palco anche sul punto di morte. Che gli one direction non si perdano un'apparizione, sia mai!
Ho voglia di salire su quel palco e sfondarlo, certo, ma il pensiero di lei a guardarci – a guardarlo – tra il pubblico mi fa salire il sangue al cervello.
Sono già nel mio completo, pronto per l'esibizione.
Vago dietro le quinte da solo, in preda al panico.
Tutti i miei compagni sono spariti, mi sono perso come al solito.
Maledetti piedi che non sanno stare fermi.
Mi perdo tra la miriade di fonici e tecnici che scappano da un parte all'altra dietro le quinte di X Factor USA. 
Cerco di non pensarci, davvero, cerco di rilassarmi, ma quei capelli biondi e quel suo viso sono sempre davanti ai miei occhi. E quel suo profumo di ciliegia continua a farmi venire la nausea.
Quel suo modo di parlare, la sua voce, il suo accento spaventosamente americano, sono tutte cose che Harry non sopporta. E che io non sopporto.
Cose che alla fine io odio sicuramente più di Harry.
Perchè il mio ragazzo non è come me. La sua anima è pura, non ha nessun tipo di oscurità dentro, ma io l'oscurità ce l'ho, è cresciuta sempre di più, piano piano.
Quel finto viso d'angelo inganna tutti, ma non inganna me.
"Ehi Harry!" e sono talmente nervoso che la sua voce mi rimbomba nei timpani.
"Ehi" o forse no, forse non mi sto immaginando tutto.
Mi appiattisco contro il muro che ho davanti e mi sporgo un po' oltre esso.
Eccoli lì, Taylor e Harry.
"Posso parlarti un secondo?" gli chiede spostandosi i capelli dietro un orecchio.
"..si" tentenna lui guardandosi intorno. Brutta mossa amore, chiunque potrebbe vedervi.
"E' tutto ok?" chiede lei.
"Si si" sorride lui "Sto cercando Louis, si sarà perso come al solito" continua allargando le braccia.
Sorrido. "Devo dirti una cosa importante, Harry" dice lei abbassando lo sguardo.
D'un tratto sento la temperatura abbassarsi, so che quello che sentirò non mi piacerà per niente, lo vedo nei gesti nervosi di lei.
"Sono qui" dice lui continuando a sorriderle.
Lei ride nervosa "E' imbarazzante" scuote la testa.
Lui la guarda confuso ma continua a sorridere accomodante.
"Non voglio metterti fretta ma tra dieci minuti io.." dice indicando il palco.
"Mi piaci" sputa fuori lei. E io sento le guance tingersi di rosso, i pugni stringersi e gli occhi ridursi a fessure. Certo che le piace, chi non lo amerebbe?
Lui strabuzza gli occhi, lei lo guarda – lo consuma – sorridendo incerta.
"Eh?" sussurra avvicinandosi alla ragazza.
Lei alza gli occhi al cielo "Mi piaci, ok?" ripete "Volevo solo dirti che da parte mia sta...nascendo qualcosa, lentamente" gesticola imbarazzata.
E ci vuole tutta la mia forza interiore per non intervenire quando lei si avvicina pericolosamente al suo viso, poggia le mani sulle sue guance e si avvicina.
Guardo Harry, è paralizzato, gli occhi spalancati.
Se entro tre secondi le labbra della bionda sfiorano quelle labbra che sono mie intervengo.
Tre, Harry è fermo.
Due, lei è sempre più vicina.
Uno, "Ehi, ehi" dice lui interrompendola "Ma che fai?" le chiede senza spostarsi molto, chiunque potrebbe vederli. Poggia le sue mani grandi su quelle della ragazza, così che al di fuori sembri tutto normale. Per quanto so che è la cosa giusta da fare non riesco a non pensare al fatto che potrei agire e staccarli una volta per tutte, ma qualcosa mi ferma. Qualcosa mi dice che voglio godermi questa scena. Lui abbassa la voce fino a quando non diventa un sussurro.
Dannazione, non riesco a sentire cosa dice.
Parlano per alcuni minuti, quando Taylor decide di posare le sue labbra su quelle di Harry.
E sto per uscire allo scoperto urlandole contro quando Paul mi richiama afferrandomi per un braccio, parto per ribattere ma lui mi fa segno di stare zitto e mi riporta nel camerino tenendomi stretto per l'avambraccio. Siamo nel mio camerino e lui ha uno sguardo a metà tra il severo e il divertito. Io mi guardo le scarpe, odio essere colto in fragrante.
"Beh è stato bravissimo" dice lui sorridendomi.
E devo averlo guardato davvero male perchè lui adesso sta ridendo.
"Non mi piace" ribatto "Non mi piace come questa situazione si sta evolvendo, bastavo io, no?"
"A quanto pare no" mi risponde. Sbuffo.
"Suvvia, era solo un bacio" dice buttandomi fuori dal camerino "Quante volte lui ti ha visto farlo?"
 
 
"Dov'eri finito?" mi sussurra Harry mentre camminiamo verso i camerini.
"Mi ero perso" ribatto freddo. Riesco a sentirgli il profumo di quella addosso.
E so che non dovrei prendermela con lui, lo so, ma non sapere cosa le ha detto mi fa andare fuori di testa. Grazie al cielo l'esibizione è andata bene, tralasciando i problemi di Zayn con il microfono.
Lo sento ancora borbottare dietro di noi. Lei non c'era, non era tra il pubblico, forse è per questo che tutto è filato liscio.
Mi chiudo nel camerino e non faccio in tempo a levarmi la camicia che Harry entra.
"Va tutto bene?"
"Benissimo" gli rispondo cercando il maglione.
Lui me lo tende. Lo afferro e me lo infilo nel completo silenzio.
"Non sembrerebbe" 
"Lascia perdere, ok?" gli dico lasciandolo lì da solo.
Ho bisogno di sbollire po', non ho voglia di litigare e non voglio ferirlo.
Perchè so che alla fine non posso incolparlo di niente, tutto quello che lui sta facendo adesso io l'ho fatto in precedenza e devo continuare a farlo, ma il pensiero di non essere riuscito a proteggerlo del tutto mi fa tremare le mani. Esco dalla porta sul retro, ho bisogno d'aria e di silenzio.
Non appena l'aria fresca mi invade i polmoni però mi accorgo di non essere solo.
Davanti a me c'è lei.
Il silenzio che è sceso tra di noi è più freddo del vento che soffia impervio.
Sento un mare di parole arrivarmi in gola. Oh, quante gliene direi.
"Ti lascio da solo" mi dice.
"No" ribatto io senza nemmeno accorgermene.
Mi guarda con aria di sfida, non mi ero mai accorto di quanto il colore dei suoi occhi tenda al ghiaccio "Posso raccontarti una storia?" le chiedo.
Lei scuote la testa ridendo nervosamente.
"Ti giuro che non dura molto" le dico poggiando la schiena contro la porta.
Lei allarga le braccia e senza abbassare nessuna difesa mi risponde fredda "Vai".
E devo essere completamente impazzito, ma sento l'adrenalina continuare a crescere.
"Tempo fa" comincio "Un ragazzino di provincia senza troppe pretese decide di voler dare una svolta alla sua vita attaccandosi all'unica cosa che gli viene bene, questa cosa è cantare, ok? Direi che tu puoi capirlo bene" lei annuisce "Bene, questo ragazzo vuole far risuonare la sua voce per il mondo, riesce ad entrare in un programma televisivo dove diventa parte di una band e reggiti forte eh" la avverto "In quel programma televisivo incontra una persona, una persona meravigliosa, quella persona è la sua forza durante quei mesi, loro...si innamorono, follemente, sperimentando ogni tipo di sentimento" dico.
Chiudo gli occhi "Il programma non lo vincono ma loro sono contenti lo stesso, tutto quello che vogliono è restare l'uno con l'altro, sempre, ma, il mondo ne vuole ancora, il mondo non è disposto a lasciarli andare" inspiro "Questi due ragazzi non possono amarsi alla luce del Sole, continuano a sentirsi dire di essere sbagliati, e qualche volta ci credono pure" stringo un pugno "Qualche volta il loro amore non basta, ma ci sono i loro compagni a dir loro che prima o poi, in qualche modo tutto andrà bene e pensa un po'? I due ragazzi ci credono ciecamente" sorrido "Ma i guai arrivano presto, ad uno dei ragazzi viene affibbiata una copertura, questa ragazza ha il compito di far apparire uno di loro quello che non è, soffrono, entrambi, ma restano comunque in piedi fino a quando..." riapro gli occhi, il suo sguardo è basso "Fino a quando non arriva una ragazza anche per l'altro, per il più piccolo...e questa ragazza" alzo la voce "Crede di essere innamorata di lui" rido.
"Capisci?" le chiedo continuando a ridere "Crede di conoscerlo, di amarlo addirittura, crede di avere il diritto di baciare quelle labbra che non le appartengono" alzo la voce.
"La vita non è una delle tue canzoni, Taylor" le dico "Harry non è un altro da aggiungere alla lista"
"Puoi anche smetterla di preoccuparti" mi dice tra i denti, proprio non riesce a guardarmi.
"Sai cosa mi ha detto prima?" mi chiede "Ha detto che da quando ti conosce non ha mai pensato di poter stare con qualcun'altro, che tu sarai sempre l'unico, che lui le altre persone quasi non le vede, lui ti ama, Louis"
"Lo so questo" ribatto offeso.
"No, non lo sai" ride nervosamente "O non avresti avuto motivo di marcare il territorio in questo modo, rifletti bene su quanto sei fortunato, perchè Harry ha la faccia di chi si prenderebbe un proiettile per te.."
"Anche io mi prenderei un proiettile per lui"
"Lo so!" esplode "Credi davvero che non si capisca? Credi davvero che gli interessino i miei sentimenti? Ma non puoi farmene una colpa se mi sto innamorando di lui, tu sei il primo ad esserlo! Tu sei il primo ad aver detto che è impossibile non innamorarsi di Harry, beh, avevi ragione! Credi che io sia contenta? Credi che non sappia chi finirà con l'avere il cuore spezzato?"
Scuoto la testa "Ti passerà, Taylor, questa tua cotta adolescenziale sfumerà insieme all'interesse che tutti quanti hanno nei vostri confronti, e tu troverai qualcun'altro con cui divertirti e sul quale scriverai tantissime canzoni su quanto tu sia perfetta e gli altri no, su quanto tu sia sempre l'unica vittima e il mondo non sia altro che un posto pieno di carnefici"
Sono stanco di ascoltarla, stanco di perdere tempo in questo modo.
Torno nel mio camerino e lo trovo ancora lì, seduto.
Sapeva che sarei tornato. Senza pensarci mi butto su di lui impossessandomi delle sue labbra.
"I tuoi sbalzi d'umore mi faranno esplodere la testa un giorno" sussurra al mio orecchio.
Rido e "Ma mi amerai sempre, questo lo so"
"Questo è ovvio" mi bacia una tempia.
"E lo sai, che mi prenderei un proiettile per te, vero?" 
"Eh?" mi chiede confuso.
Rido, ancora "Lascia perdere" scuoto la testa.
"Dai, dimmelo!" dice mozzicando dolcemente il lobo del mio orecchio.
"Ti amo, scemo, tutto qui" replico.
Lo sento sorridere e stringersi contro il mio petto.
Gli bacio una guancia e "Che hai combinato, Boo?" mi chiede sospettoso.
"Niente" poggio il capo sul suo petto.
"Ogni volta che mi dai un bacio sulla guancia in questo modo hai combinato qualche guaio" ride "Ma non mi interessa, ho la sensazione che verrò a saperlo presto".
Ridiamo tutti e due, insieme, com'è giusto che sia.



"You and I, two of a mind,this love's one of a kind 
You and I we're drifting over the edge 
And I will fall for you, I will fall for you 
If I fall for you would you fall too? 
You and I, we're learning to speak with kisses on cheeks"
 

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Eccomi qui con il terzo "capitolo" di questa raccolta abbastanza strana!
Spero di non aver turbato nessuna fan di Taylor, ma per quanto a me piacciano un sacco alcune sue canzoni non posso nascondere di pensarla così, e io amo la libertà d'espressione.
Spero vi sia piaciuto anche questo mostriciattolo (scrivere di Louis geloso mi piace troppo, perdonatemi).
Un bacione e ricordo che per qualsiasi cosa sono @someonelikecris su twitter :D

 

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Capitolo 4
*** Firefly ***


Firefly
 
 
"Dai, Harry, muoviti!" lo esorto mentre ho già un piede fuori dalla porta.
Lui scuote la testa mentre si sistema il cappello e mi guarda sconsolato.
"Ma tu non sei mai stanco?" chiede dirigendosi verso di me trascinando i piedi "Per una volta che possiamo starcene tranquilli, io e te, da soli" rifugia il viso nell'incavo nel mio collo e allora io comincio già a pregustarmi la felicità che invaderà i suoi occhi tra poco.
"Ti giuro che ne vale la pena" gli stringo una mano "Dai!" lo esorto tirandolo fuori dalla camera.
"Ti rendi conto che siamo in mezzo all'Africa e che sono le tre del mattino?" mi chiede guardandomi come se fossi uno psicopatico.
"Harry" ripeto fermo "Abbassa la voce o ci sentiranno e se ci beccano puoi scordarti la tua sorpresa". Lui si ferma nel bel mezzo del corridoio e mi fissa.
Si apre in un sorriso radioso, quel sorriso che finalmente è tornato a farci visita dopo mesi d'inferno,  quel sorriso che mancava al mio. 
"Che stai combinando Boo?" chiede sottovoce chinando la testa da un lato, come se avesse ancora sei anni, e allora sento il mio cuore sciogliersi e cominciare a correre più veloce di un purosangue.
Afferro la sua mano e "Aspetta e vedrai" sussurro al suo orecchio prima di cominciare a correre e di trascinarmelo dietro.
Corriamo mano per la mano tra le scale dell'albergo e ci lasciamo circondare dal silenzio che regna sovrano tra i muri. Quando finalmente arriviamo davanti alle porte della cucina sorrido automaticamente. "Lou?" mi richiama lui "E' la cucina?" chiede scettico.
Annuisco, apro la porta ed entriamo. Una volta dentro lui mi ferma, riesco a sentire la sua curiosità che quasi mi tira i capelli per il nervoso. So che non sopporta non essere a conoscenza di tutto.
"Mi dici dove stiamo andando?"
"Sei pesante, lasciatelo dire" sorrido, ma il suo sguardo indagatore mi scioglie, ancora.
"Daiii" supplica avvicinandosi e cominciando a baciarmi il collo "Un indizio" dice lasciando qualche morso qui e lì. Stringo gli occhi, devo mantenere il controllo della situazione.
Gli blocco i polsi e porto il suo "I can't change" alle mie labbra, sfiorandolo piano.
"Se tu la smettessi di cercare di corrompermi saremmo già arrivati" lascio andare i suoi polsi e riafferro la sua mano. Apro la porta sul retro e finalmente ci siamo.
"Sei impazzito?" mi chiede quasi urlando. Lo incenerisco con lo sguardo e gli faccio segno di stare zitto.  Mi avvicino a lui e "Vieni con me" sussurro al suo orecchio.
Dopo dieci minuti di cammino finalmente ci siamo. Lo sento trattenere il respiro accanto a me e scuoto la testa. Mi giro a guardarlo e vedo i suoi occhi risplendere lucidi illuminati esclusivamente dalla luce della Luna e delle stelle che se ne stanno lì a guardarci silenziose.
Apro lo zaino e stendo una coperta a terra.
Afferro la sua mano e lo tiro fino a quando non è tra le mie braccia, la sua schiena contro il mio petto è tutto quello che volevo. "Come hai fatto?" mi chiede in un sussurro guardando l'immensa distesa di natura incontaminata davanti a noi. Mi godo il candore della sua pelle che sembra risaltare ancora di più sotto la Luna.
"Ho accompagnato Zayn a fumare prima" rifugio il naso nell'incavo del suo collo "Aveva voglia di parlare, abbiamo cominciato a camminare e siamo arrivati qui, lui mi ha fatto venire l'idea, ha detto che probabilmente sarebbe stato possibile vedere tantissime lucciole la notte" rido "Si sbagliava, non ne vedo nemmeno una" lui stringe forte la mia mano.
"Si vedono le stelle" sussurra indicandole "Voglio dire" aggiunge "Riesco a distinguerle, non ne aveva mai viste così tante"
"Ma loro ci sono sempre state, è solo che le luci ci impedivano di vederle" perdo le mani tra i suoi ricci e li bacio. Lui si spinge contro di me e allora lo stringo più forte.
"Come noi..." sussurra.
"Ovvero?" chiedo curioso.
"Noi siamo sempre qui, siamo sempre noi...ma il mondo non ci vede, Lou, non possono vederci, le luci ci impediscono di essere visti" abbassa lo sguardo sulle nostre mani unite.
Lo stringo più forte "Magari potremo" sussurro al suo orecchio "Potremo essere visti prima o poi".
Gli pizzico un fianco, perchè quel viso spento proprio non riesco a sopportarlo e lui lo sa, ride e rido anche io, come uno specchio. "Si, magari potremo" ripete alzando il naso verso il cielo.
"Stringimi più forte" sussurra e senza che nemmeno me ne renda conto il mio corpo lo sta già facendo, lo stringo contro di me come se potessimo diventare in qualche modo una persona sola.
"L'ultima volta che ho guardato davvero le stelle è stato al Leeds, te lo ricordi?" mi chiede.
Il cuore perde un battito al ricordo di quei giorni, al ricordo di quella bellissima vera prima volta. "Come potrei scordarlo?" gli chiedo baciandogli la spalla.
Lui alza le spalle "Pensavo al festival, quando ero con...lei" ammette "Sono così contento che sia finita" dice sorridendo.
"Ed è tutto merito tuo" dico "Sei stato bravissimo" gli concedo "Adoro non sentirti più addosso quel profumo alla ciliegia" ammetto infine.
"Lo so" lui alza le spalle e mi bacia una guancia.
I nostri sguardi si incontrano e una volta ancora torno a perdermi in quelle iridi verdi, in quel posto in cui il mondo sembra migliore. Gli occhi di Harry sono così, riflettono il mondo in maniera più aromoniosa, lo rendono giusto e pacifico e la cosa più incredibile è che riescono a farmi credere che un giorno avremo tutto quello che aspettiamo, quello che meritiamo.
Stiamo bene, adesso, nonostante tutto stiamo magnificamente, ne abbiamo passate talmente tante che ormai l'idea di separarsi non è più nemmeno nella lista più remota.
E' come se quell'opzione non fosse mai esistita.
E' come se io, prima di lui, non fossi mai esistito.
"Lou!" mi richiama alla realtà "Guarda!" dice indicando davanti a se'.
Strabuzzo gli occhi per la sorpresa quando vedo tantissime piccole lucciole danzare davanti a noi.
"Zayn aveva ragione" dice ridacchiando.
Non riesco a dire niente, lo spettacolo che ho davanti agli occhi mi ha lasciato completamente senza parole, senza fiato quasi. "Ehi" mi richiama lui, si gira a guardarmi e ride.
"Hai la faccia di chi non ha mai visto una lucciola in vita sua!" dice poi buttandosi su di me.
Siamo stesi a terra e lui è poggiato sul mio petto, mi guarda, mi ama con gli occhi, amo quando mi guarda così, come se potessi sparire da un momento all'altro. 
"E' solo che sono felice" dico baciandogli il naso.
Mi carezza la testa "L'Africa ti fa bene" dice continuando a sorridere.
Quasi gli scoppio a ridere in faccia "Di che parli?" gli chiedo curioso.
"Dico solo che il tuo volto risplendeva oggi mentre giocavi con Fara! Quella bambina ti adora" dice mentre i suoi occhi diventano lucidi. Penso a quella bambina e quasi sento il petto esplodere, sembra essere troppo piccolo rispetto all'amore che ho ricevuto dagli occhi di quella bambina.
I suoi occhi mi guardavano come se fossi Louis, Louis e basta, nell'innocenza dei suoi quattro anni mi ha riportatto un po' di quella luce che avevo perso. Pensavo di avere una vita fin troppo incasinata, ma solo comparando i loro problemi ai miei mi rendo conto di quanto sia inutile continuare a vedere tutto nero, di quanto sia sbagliato lasciare andare la speranza.
Gli carezzo una guancia. 
"Sarebbe bellissimo" dice sovrappensiero.
"Cosa?" chiedo scostando un ricciolo ribelle dai suoi occhi.
"Niente, niente" dice abbassando lo sguardo "E' un pensiero stupido" arrossisce.
Con una botta di reni ribalto le posizioni e mi stendo su di lui "Parla, Hazza".
Lui alza le spalle e poggia le mani sulla mia schiena, mi stringe forte mentre io tengo i gomiti piantati ai lati del suo viso "Parla" sussurro sulle sue labbra.
"Pensavo solo che sarebbe bellissimo..vederti in quel modo, a casa nostra, con una bimba....nostra".
E allora anche i miei occhi pungono e lo guardo, lo consumo.
"Non c'è niente di stupido" gli dico baciandolo.
"Si ma.." comincia lui.
"La nostra vita non sarà così per sempre" lo interrompo "C'è una cosa che non possono toglierci ed è la speranza, e in questo momento splende, Harry, come una lucciola".
Lui sorride e si guarda intorno, osserva le lucciole.
"Stringimi" sussurro al suo orecchio "Non lasciarmi respirare".
E lui lo fa.

"Little one, lie with me, sew you heart to my sleeve 
We'll stay quiet, underneath shooting stars if it helps you sleep 
And hold me tight, don't let me breathe 
Feeling like you won't believe 
There's a firefly, loose tonight, better catch it before it burns this place down 
And I lie if I don't feel so right but the world looks better through your eyes "
 
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Ok, questa è senza dubbio quella a cui tengo di più, ve li ricordate che bei sorrisoni avevano in Africa?
Sono ancora sotto shock dal fatto che Ed non abbia vinto quel grammy che aveva già il suo nome sopra ma vabbè, lui non ha bisogno di queste cose <3 spero che vi sia piaciuta! Vi amerei se mi lasciaste una recensione, davvero, un bacione! :*

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Capitolo 5
*** UNI ***


U.N.I

 
È quando mi colgo per la terza volta a fissare il vuoto che mi rendo conto che non posso spendere tutta la settimana a non fare niente. Sono in questa casa troppo grande da solo perchè Harry è dovuto partire con quella faccia equina di Nick Grimshaw e starà via una settimana.
"Non c'è bisogno di fare quella faccia" aveva detto prima di baciarmi come se ne dipendesse della sua vita "Sarà solo una settimana tra amici e non ci sarà solo lui".
Potrebbe esserci anche tutto il mondo, ma saperlo nello stesso posto di quella sanguisuga basta per non farmi capire più niente.
Mi stiracchio meglio sul divano e controllo il telefono in cerca di qualche messaggio da parte sua, poi mi ricordo del fuso orario e sbuffo.
Con il tempo ho imparato a gestire la sua mancanza, siamo diventati bravi tutti e due, ma non avere il rumore di quei passi – davvero troppo riconoscibili per me – per casa mi disorienta.
L'odore di vaniglia è rimasto vago tra i corridoi e la casa è troppo silenziosa, e fredda.
Decido di alzarmi dal divano.
Mi rifugio nella nostra camera da letto, tiro su il piumone fino a coprirmi gli occhi e affondo il viso nel cuscino di Harry riempiendomi i polmoni del suo profumo.
Passo le mani sulle lenzuola fredde che poche ore prima erano state calde di lui, di noi.
Quando le mie mani arrivano sotto il suo cuscino trovo il suo cappellino arancione, me lo rigiro tra le mani e lo porto al naso per inebriarmi ancora di più di quel profumo di vaniglia.
Lo stringo e mi guardo attorno, non c'è traccia di Harry.
Nessun vestito sparso, nessuna scarpa spaiata dispersa per la camera, niente di niente.
Il suo cappello è l'unica prova che lui sia mai stato qui e allora lo stringo più forte, come se potessi stringere lui. Chiudo gli occhi per cercare di arginare lo tsunami che ho negli occhi e che minaccia di inondare le mie guance da quando ha nominato Nick.
E' proprio quando riapro gli occhi soddisfatto di avere ancora le guance asciutte che il campanello di casa mi fa sussultare. Chi potrebbe mai essere alle otto di sera?
Mi alzo controvoglia mentre le mie orecchie vengono distrutte un'altra volta dal campanello.
"Arrivo!" urlo per cercare di farlo smettere, ma niente, sembra che chiunque ci sia dietro a quella porta si stia divertendo come un matto. Mi fiondo sul pomello e apro la porta.
Davanti a me trovo uno Zayn stranamente sorridente.
"Idiota" sibilo non riuscendo a trattenere un sorriso. Lui ride e finalmente scolla quel suo ditaccio dal mio campanello.
"Posso entrare o interrompo qualcosa?" mi chiede.
"Beh veramente.."
"Lou, so che sei solo" dice incollando i suoi occhi ai miei "E so che Harry è con Nick".
Alzo gli occhi al cielo e gli faccio segno di entrare.
Lui sorride soddisfatto ed entra, si fa strada in casa lasciando il giacchetto al solito posto.
Prende il posto di ogni volta sul divano e si siede comodo.
"Beh?" gli chiedo sedendomi accanto a lui "Adesso?"
"Te l'hanno mai detto che sei una frana come padrone di casa?" mi prende in giro afferrando il telecomando.
Lo guardo stranito e sento un sopracciglio inarcarsi all'inverosimile "Ma cosa vuoi che tutti e tre in qualche modo siete sempre qui dentro? Sai meglio tu di me dove sono le pentole!".
Cala il silenzio per qualche secondo prima che tutti e due scoppiamo a ridere "Solo perchè sei una frana ai fornelli, Tommo" dice battendo una mano sulla mia spalla.
Sorrido guardandomi le mani.
"Allora?" mi chiede d'un tratto.
"Cosa?" chiedo stendendomi meglio sul divano e chiudendo gli occhi.
"Avanti" mi esorta lui "Sai perchè sono qui" dice avvicinandosi a me e spegnendo la TV.
Brutto segno, il momento delle chiacchiere è arrivato e a me non va per niente di parlare con lui, in qualche modo ogni volta riesce ad entrare nella mia testa e a trovarci risposte che nemmeno io so di avere, per questo "No, non so perchè sei qui" rispondo tenendo gli occhi chiusi.
Lui sbuffa e ride quasi divertito "Per impedire al mostro verde che ti sta nascendo qui dentro" dice toccandomi il cuore "Di radere al suolo Londra e di andare a riprendere Harry per i capelli ovunque lui sia".
"Las Vegas" sospiro.
"Con..."
Spalanco gli occhi e gli riservo la più brutta occhiata di cui sono capace ma lui ne ride subito.
"Loueh" mi canzona "Con me i tuoi sguardi mostruosi non funzionano".
Sbuffo e "Cosa vuoi che ti dica allora? Che si diverta con quella checca, che faccia quello che vuole! Che mi lasci qui da solo a marcire tra queste mura.."
Lo vedo scuotere la testa e realizzo solo adesso di averlo appena portato a quello che aspettava, quello che io temevo. Sento ogni nervo tendersi e i dentri stringersi.
Perchè mi hai lasciato qui, Harry?
"Sai che se non avesse avuto bisogno di allontanarsi da Londra non sarebbe partito" dice lui frugando nelle sue tasche e accogliendo tra le labbra una chestrefield.
Lo guardo dare fuoco al tabacco e non posso che dargli ragione.
Harry aveva bisogno di staccare la spina da tutto, da Londra...da me, aveva bisogno di staccare la spina per tornare più innamorato di prima. Perchè questo è quello che fa ogni volta.
Sparisce qualche giorno da Londra, fugge quando sente che tutto il peso che portiamo sulle spalle per lui sta diventando troppo pesante, scappa via quando si sente al limite, corre in un altro stato per non sfogarsi con me. E ogni volta che torna è come se il mio cuore avvertisse la sua presenza per la prima volta.
"Hai bisogno di rilassarti, Lou" dice alzandosi e dirigendosi verso la cucina.
Fruga nella credenza e, proprio come se fosse a casa sua, si riempie un bicchiere d'acqua fresca.
"Hai ragione" dico raggiungendolo "Ma non ci riesco, non so come fare, ogni volta che provo a lasciarmi andare la faccia di Nick mi invade la vista e..." stringo i pugni.
"Ehi" dice prendendo l'ultimo tiro dalla sigaretta prima di spegnerla nel posacenere "So io come fare" continua sedendosi su uno sgabello e posando i gomiti sulla penisola.
Mi siedo sullo sgabello davanti al suo e lo studio.
"Vediamo" comincio "Ti vedo abbastanza rilassato e..sei a casa mia, quando Harry non c'è" dico grattandomi il mento "Devi aver comprato qualcosa che non compri da un bel po' di tempo, non è così, Zaynie?" chiedo retorico. Come se non sapessi della marijuana che ha in tasca.
Sorride sorniore ed estrae una bustina dalla tasca poggiandola sul tavolo.
"Cazzo" mi lascio sfuggire guardando l'erba già sminuzzata "Quanto tempo è che non ce ne facciamo una, Malik?" afferro la bustina e la osservo.
"Troppo se la guardi in quel modo, Lou" dice prendendomi in giro "Ci stai?" mi chiede sorridendo nonostante sappia già la mia risposta. 
"Oh per favore" lo prendo in giro "La prima canna che ci siamo fatti insieme te l'ho proposta io!" continuo spingendolo. Ridiamo tutti e due e lui scuote la testa.
"Non scorderò mai le facce dei ragazzi quando ci hanno sentiti vaneggiare" dice lui.
"Come io non scorderò mai la strigliata di Harry...anzi, spero che l'odore non si attacchi ai muri" dico più preoccupato per il fatto che potrei perdere l'odore di Harry più che per la reazione che il mio ragazzo potrebbe avere.
"Smettila di fare la donna di casa e prepara un filtro decente" dice tirando fuori dalla tasca un cartoncino e lanciandomelo tra le mani.
Lo guardo leccare il lato di una sigaretta per aprirla e riversarsi il tabacco su un palmo, studio i suoi movimenti mentre lascia cadere un po' d'erba sul tabacco e li mischia con delicatezza.
"Mi passi una cartina Lou?" mi chiede concentrato.
Prendo la cartina più lunga di quelle tradizionali e la poggio sulla mista aiutandolo a rovesciarci dentro il contenuto. Pulisco il suo palmo dai residui facendoli cadere nella cartina.
Metto il filtro al suo posto e lo vedo cambiare espressione.
Non so quante volte l'ho sentito imprecare per il passaggio più snervante e difficile: rollarla e poi chiuderla. "Cazzo" sbotta rollandola ancora un po' "Perchè devo farlo sempre io?".
"Sei idiota?" gli chiedo divertito "Hai cominciato tu!" continuo ridendo.
"Aah zitto, non riesco a concentrarmi" mi risponde scocciato.
Scuoto la testa cominciando ad aprire le finestre della cucina per permettere a quel poco odore di marijuana che già ha invaso l'aria di andarsene e di non contaminare la vaniglia che mi è rimasta.
"Fatto!" esulta soddisfatto.
Mi avvicino e sorrido "Adesso, mani di fata?" gli chiedo guardandolo mentre arrotola la rimanenza della cartina e la chiude contento.
"Adesso direi che ce la fumiamo, genio!"
 
Steso sul tappeto del salone lascio che tutti gli effetti positivi della seconda canna prendano possesso di me.
La testa è irrimediabilmente più leggera, le preoccupazioni e tutta quella gelosia mi sembrano lontane anni luce. La gola brucia, ma ormai non ci faccio nemmeno più tanto caso.
Il sapore amaro della marijuana e la salivazione che aumenta, anche loro sembrano lontani...eppure così vicini. Sento Zayn ridere accanto a me.
Sfilo la canna dalle sue dita affusolate e la porto alle labbra dolcemente, quasi baciandola, aspiro con dedizione e lascio che il fumo mi inondi i polmoni bruciandoli.
"Lou" mi richiama Zayn.
"Mmhh" rispondo tenendo gli occhi chiusi per impedire alla mia testa di girare ancora di più.
"Non.." comincia incerto "Non ti è mai venuto in mente di..mollare?" chiede sottovoce "Con Harry dico" aggiunge, poi scuote la testa "Scusa, domanda idiota" continua rubandomi di nuovo la canna.
"No, non lo è per niente, Zay, tu non hai idea delle volte in cui l'ho pensato, delle volte in cui l'ho detto..."
"E Harry?"
"Sai com'è fatto, puoi piegarlo quanto vuoi ma non potrai mai spezzarlo, arrendersi non è nel suo dna e forse è anche per questo che..."
"Che?" 
"...che lo amo Zayn, io lo amo. Se potessi, se lui me lo lasciasse fare lo stringerei tra le mie braccia per sempre per proteggerlo da tutti i miei errori, lo stringerei così forte da tenerlo al sicuro perfino da me stesso, da tutti i gesti sbagliati che ho fatto, da tutte le parole che sono stato obbligato a dire che l'hanno ferito. E gliel'ho detto, non so quante volte l'ho ripetuto, io lo so che Dio ha creato un altro che può amarlo meglio di quanto io potrò mai fare" prendo aria e trattengo le lacrime "Ma lui non ci crede, lui continua a dire che sono l'unico, che ormai, volente o nolente, lo sarò per sempre, che ormai non riuscirebbe più a scappare da me...e nemmeno io potrei, quindi sì Zayn, ci ho pensato tantissime volte, ma poi lui arriva e quei suoi occhi, Dio, com'è possibile che esistano colori del genere? Arriva e mi fa tornarte indietro al nostro primo bacio e tutto quello che il mio cuore sussurra è ne vale la pena Lou, ne varrà sempre la pena".
Il silenzio cala rovinoso tra di noi, fino a quando sento la mano di Zayn stringermi la spalla.
"Non mollare mai, Lou, perchè tutto quello che hai dentro è tra le cose più pure che io abbia mai visto o sentito" mi dice d'un tratto serio.
"Grazie Zay"
"Mi piace ascoltarvi" dice alzando le spalle.
"No idiota" dico tirandomi su lentamente "Grazie della cazzo di fame chimica che mi ha fatto salire la tua roba!" dico ridendo per alleggerire la situazione.
Lui ride e mi spintona facendomi ricadere a peso morto sulla moquette.
"Tomlinson, sei un coglione!" dice non riuscendo a smettere di ridere.
Lentamente si alza e si dirige in cucina, mentre lo sento armeggiare con le pentole "Grazie anche  a te Zayn, grazie" sussurro prima di richiudere gli occhi e di tornare nel mio caos.



"I found your hairband on my bedroom floor, the only evidence that you've been here before 
And I don't get waves of missing you anymore, they're more like tsunami tides in my eyes 
Never getting dry, so I get high, smoke away the day then I sleep with the light on [...]
And I'm always saying everyday that it was worth it, pain is only relevent if it still hurts, 
If i get like an elephant, we can use a sedative and go back to the day we fell inlove on first kiss [...]
Because if you want I'll take you in my arms and keep you sheltered from all that I've done wrong
And I know you'll say that I'm the only one but I know God made another one of me to love you better than I ever will"


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Scappo via di corsa che non dovrei nemmeno essere qui ma ci tenevo a postare questa che all'inizio mi ha fatto penare.
in due settimane sono riuscita a scrivere solo 10 righe, invece una sera in cui non me l'aspettavo proprio è uscita questa cosina qui.
Tengo molto a questa os dato che UNI ha nel testo la frase più bella che Ed abbia mai scritto (opinione mia, naturalmente).
(OT: ieri sera era vestito da pirata, sei un piccolo idiota Ed ma ti amo con tutto il cuore, anche per questo <3 altro che 22 anni!)
Fatemi sapere cosa vi è parsa questa cosa, anche su twitter va benissimo! (@someonelikecris) e se vi va passate a dare un'occhiata al profilo Giocribs qui su EFP, non ve ne pentirete ;) un bacione!

ps: io lo trovo scontato perchè tanto loro lo sanno ma alla fine ripeterlo non fa mai male, grazie mille piccis mie, senza di voi non posterei niente ma soprattutto non sarei quella che sono ora :*

 

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Capitolo 6
*** Grade 8 ***


Grade 8



Fuoco. Questo è quello sento. Fuoco al torace, fuoco al cuore, alla testa, agli occhi.
Divampa e si fa strada senza che io riesca a fermarlo. E forse da una parte nemmeno voglio che si fermi, voglio che mi consumi fino a farmi sparire, voglio che porti via tutto di me.
Tossisco, ancora una volta e sento il sapore del sangue in bocca, le corde vocali strapparsi e il torace pesante, talmente pesante che le gambe tremano. Ho deluso tutti, continuo e continueró a farlo; non importa quanto ci provi, non saró mai abbastanza per loro, non saró mai abbastanza per me e nemmeno per lui.
Mentre li sento ridacchiare contenti e ancora carichi di adrenalina post concerto alzo il passo. Voglio affogare sotto al piumone della mia cuccetta e lasciarli andare da soli, non hanno bisogno di me. Quando arrivo al tour bus le braccia agiscono da sole sbattendo forte le porte e spaventando l'autista.
"Louis!" mi richiama quella voce roca che mi tiene attaccato al mondo. Mi giro e mi accorgo che ha il fiatone. Anche così, vestito di una tuta, i capelli ancora bagnati dalla doccia e un'espressione preoccupata in viso è il ragazzo più bello che io abbia mai visto, che l'intero pianeta abbia mai avuto il piacere di poter ammirare. "Aspetta, Boo!" mi viene incontro, ma qualcosa nel mio sguardo -qualcosa che a lui non riesco mai a nascondere- lo ferma, lo tiene a distanza di sicurezza dalla bomba ad orologeria che sento nella testa.
Scuoto il capo e "Scusa" sussurro prima di entrare nella mia cuccetta e chiudere le tende rosse. Quando mi stendo la testa quasi esplode, le nocche si stringono ed è l'attimo in cui il mio pugno si scontra contro il soffitto il momento in cui realizzo che è vero, che non sono abbastanza nemmeno per me, che è sempre stato così e che soprattutto l'ho sempre saputo. Le tendine si scostano nel momento in cui sento il bus mettersi in moto.
"Scusa tu" sussurra il mio ragazzo prendendo posto accanto a me "Ma non lasceró che la tua testa formuli i pensieri più stupidi della Terra". Anche guardarlo brucia, brucia di quella consapevolezza che ormai è di casa nella mia testa. Quegli occhi verdi sono uno specchio, lo specchio che ogni volta mi porta al limite e distruggendomi mi ricreano. Rinasco nell'acqua verde degli occhi liquidi di Harry. Basta il pensiero di deluderlo per farmi stringere i denti e voltargli le spalle, guardo verso il finestrino mentre attendo che il cuscino inghiotta la mia testa e i miei pensieri. Harry sbuffa e sento il materasso abbassarsi sotto di me. Sento le sue braccia forti ancorarsi sui miei fianchi e spingere la mia schiena contro il suo petto largo. Mi manca il respiro, sul serio, perchè anche con un gesto stupido come quello Harry riesce a farmi sentire a casa nel bel mezzo dell'Europa, il suo corpo protegge il mio. Nasconde il naso nell'incavo del mio collo e sento i brividi nascere lungo la schiena.
"Non voglio deluderti" sussurro. Lui mi stringe più forte e "Non potresti mai farlo" risponde sicuro.
Una risata amara mi percorre la gola martoriata e "Non è vero" dico serio.
"Beh, non l'hai fatto" dice al mio orecchio "sono tutti tuoi film stupidi. Non hai deluso nessuno e so che non potresti mai".
Ho bisogno di guardarlo, di ammirare di nuovo la pelle nivea e affogare negli occhi che sembrano un pezzo di Eden. Mi giro e lui sorride mostrandomi le fossette che tanto amo e che tante volte ho mordicchiato e baciato. Perchè vederlo ridere è seriamente uno dei più belli spettacoli del mondo. Mi scosta qualche ciocca di capelli dal viso e "Passerà tutto e tornerai come nuovo. Dio Louis, la tua voce è così bella che non voglio sentirti mai più sminuirla. È talmente bella che non te ne rendi conto, dovresti sentire il mio cuore quando canti, canta con te" dice continuando a sorridere "E non ti azzardare mai più a chiudermi fuori, intesi?" mi chiede retorico e proprio non ce la faccio a negargli un sorriso, sorriso a cui lui risponde subito con un bacio a fior di labbra. Ma il petto brucia, tossisco e mi copro la bocca con una mano. Lui afferra la coperta e la stende sui nostri corpi, poggio la mia testa incasinata sul suo petto che diviene il mio cuscino.
Lentamente - e finalmente- trovo la via del sonno mentre le sue dita lunghe e affusolate giocano e intrecciano i miei capelli.
E sono convinto del fatto che Harry sappia suonare il mio cuore meglio di tutti gli altri, lo strimpella e lo conosce a memoria.



"If we can ever do this right, I'm never gonna let you down, h ill never let you down.
Now keep it on the down low and I'll keep you around so ill know that ill never let you down, I'll never let you down.
You're strumming on my heart strings like you were a grade 8 but i never felt this way [...]
Your chest is a pillow for my weary head to lay to rest again, your body is my ballpoint pen
and your mind is my new best friend, your eyes are my mirror to take me to the edge again."


________________________________________________________
So che aggiorno questa raccolta dopo un lasso di tempo che
1) fa schifo
2) fa paura
3) odio questa cosa.
Questa cosa cortissima l'ho scritta in seriamente troppo tempo e in luoghi diversissimi: su un autobus, nella roulotte a Verona e infine a casa mentre avrei dovuto dormire (ma ef mi aveva incastrata coma al solito, sssso...!)
Spero vi sia piaciuta e mi scuso per l'attesa, ma penso che anche per le altre ce ne vorrà un bel po'!
Un bacio <3

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