I'll remember you. Please, stay.

di ciaomils
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** If you see a comet, baby I'm on it. Making my way back home. ***
Capitolo 2: *** Can I trust you? ***
Capitolo 3: *** Eyes...Mad eyes. ***
Capitolo 4: *** Muffins for Breakfast. ***
Capitolo 5: *** Maybe you don't really want to remember ***
Capitolo 6: *** Don't worry, I'm fine. ***
Capitolo 7: *** Kiss me under the mistletoe. ***
Capitolo 8: *** Happy New Year ***
Capitolo 9: *** I love the morning with her. ***
Capitolo 10: *** Past ***
Capitolo 11: *** Decisions ***
Capitolo 12: *** Ordinary Life ***
Capitolo 13: *** I let you go. You'll be fine. ***
Capitolo 14: *** Always stay. ***



Capitolo 1
*** If you see a comet, baby I'm on it. Making my way back home. ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-If you see a comet, baby I'm on it, making my way back home


Fili di erba la passavano fra le dita. Il sole era già spuntato e, nella radura, creava un gioco d’ombre. Una lieve brezza fresca le carezzò il viso. Il prato bagnato dalla rugiada luccicava alla luce.

La ragazza aprì lentamente gli occhi e vide il cielo azzurro, con le nuvole che giocavano a rincorrersi. Si alzò a sedere, guardandosi attorno. Era sola, in mezzo ad una radura, sperduta nel bosco. Una farfalla volò libera davanti a lei.

Si alzò in piedi e raccolse le scarpe bianche che le stavano vicino. Indossava solo un lungo vestito di un bianco sporco. Percorse la strada fino agli alberi e si guardò indietro. Da quanto tempo dormiva?  Che ci faceva in una radura?

Scosse la testa. Nella mente aveva solo nero. Si appoggiò con una mano ad un albero. Solo allora notò il sangue secco che le  sporcava il braccio. Osservò la macchia spaventata. E iniziò a correre senza sapere dove andare. Ma il suo istinto le suggeriva la via, e a parte quello non aveva niente.

Giunse in poco tempo presso un fiume basso. L’acqua limpida brillava e lei, tolto il vestito, si immerse pulendosi dal sangue e dal sudore. Si asciugò al sole e indossò nuovamente l’unico abito che aveva. Si fermò pochi minuti su una roccia e tentò di mettere assieme i ricordi. Si era svegliata quella mattina e non sapeva  cosa le fosse successo prima. In più era sporca di sangue ma non vedeva ferite. E tutto questo non se lo sapeva spiegare.

Raccolse le scarpe e si allontanò. Via facendo si accorse di un piccolo neo all’altezza del polso. Ricordava vagamente un cuore. Si sorprese a sorridere, senza saperne il perché.
Da lontano giunsero alle sue orecchie i rumori della città. I suoi occhi si illuminarono.

Lo stomaco brontolò e si chiese da quanto non metteva cibo sotto i denti. Ma non trovò risposta.

Le foglie secche scricchiolavano sotto i suoi piedi nudi. È forse autunno? pensò percorrendo il sentiero fino alla città.

Per la prima volta da quella mattina guardò il suo riflesso su di un vetro di un negozietto: lunghi capelli castani le incorniciavano lineamenti dolci. Sulla testa una coroncina di fiori bianchi. I grandi occhi color blu luccicavano perché bagnati da due lacrime che non le scesero sulle gote.  Le labbra carnose mormoravano parole di una canzone che nemmeno conosceva. Si accorse solo in quel momento di star cantando.

My love is like a star, yeah.
You can’t always see me but you know that I’m always there.
When you see one shining
take it as mine and remember I’m always near
If you see a comet, baby I’m on it
Making my way back home
Just follow the glow, yeah
It won’t be long just know that you’re not alone.

Giunse in prossimità di una strada. Le macchine le sfrecciavano davanti agli occhi. Ma il suo sguardo fece in tempo a soffermarsi su di una macchina bianca sporca di fango. La macchia marrone creava una forma. La stessa forma che le era impressa sulla pelle. Il neo. Impulsivamente iniziò a inseguire l’auto. Correva. Piedi nudi sull’asfalto.
Dall’altra parte della strada due ragazzi stavano passeggiando. Gli occhi color nocciola del biondo si posarono per un attimo sulla ragazza che correva.

-Ehi guarda!- disse il biondo indicandola.

-Che tipa strana.- commentò l’altro senza staccando per un attimo il suo sguardo dal cellulare.

-Già- rispose il biondo ridendo.–seguiamola-

Nel frattempo la ragazza era arrivata in un bar. Aveva il fiatone. Decise di sedersi  ad un tavolino fuori. Non aveva soldi con se’, ma aveva una terribile sete.
I due ragazzi la raggiunsero e si misero seduti ad un tavolino poco distante. Il biondo non le toglieva gli occhi di dosso.

La fanciulla guardò il neo sul polso. Non le provocava nessun ricordo. Che sciocca che sono stata pensò era solo una coincidenza. La macchia. Il neo. Coincidenze.
-Salve signorina, vuole ordinare?- chiese gentilmente il cameriere.

-Potrei avere solo un bicchiere d’acqua?- al suono di quelle parole il sorriso educato dell’uomo svanì, lasciando posto ad un’espressione scocciata.

Ma nonostante tutto rispose -Certo signorina-

Un debole vento freddo le scosse i capelli. Lei si strinse nel suo vestito guardandosi attorno. Non appena i suoi occhi incrociarono quelli del biondo una sensazione di caldo le invase il corpo. E si ritrovò a sorridere allo sconosciuto.

Il cameriere arrivò con l’acqua e lei lo ringraziò. L’uomo fece finta di non sentirla e se ne ritornò nell’edificio. La ragazza prese nelle mani il bicchiere e ne bevve velocemente il contenuto. Restò per qualche secondo seduta, indecisa se andare dal ragazzo o prendere la sua strada, che era ancora sconosciuta.

Invece restò seduta a pettinarsi i capelli fra le dita. E a chiedersi perché quel biondo poco lontano non le levava gli occhi di dosso. Era quasi inquietante. Incontrò il suo sguardo per una frazione di secondo prima di arrossire e abbassare gli occhi. Tenne la testa china, fingendo di starsi guardando i capelli.

E una voce la rapì sai suoi pensieri.

-Ehm..ciao-  le disse il biondo, con i pugni chiusi poggiati sul tavolino.

Il rosso sulle guance della ragazza divenne più intenso, e per paura di balbettare gli rispose con un cenno del capo.

-Io mi chiamo Justin. Posso sapere il nome della nuova arrivata?-

La ragazza aprì la bocca per rispondere ma non riconobbe la sua voce. Era roca e spenta.–Non lo so-

Sapeva di non ricordare nulla di ciò che le era capitato. E capì di non sapere chi era.

Il biondo la guardò leggermente offeso e anche un po’ confuso. Lei era davvero strana.

-Oh, capisco. Be’ allora ci si vede- disse lui e fece per allontanarsi.

-No non capisci- la ragazza lo bloccò –non lo so davvero. Mi sono svegliata stamattina e non ricordo ne’ chi sono ne’ cosa mi è capitato-

-Ah. Sei davvero simpatica…- disse lui convinto che si trattasse di uno scherzo, ma quando incontrò lo sguardo della ragazza dovette ricredersi –dici davvero?-

Lei alzò le spalle. Non sapeva nemmeno perché lo diceva a lui. Erano tutti sconosciuti in quel momento. Anche se avesse visto la madre non l’avrebbe riconosciuta.

-Oh…be’..è un problema. Ma io non posso aiutarti, mi spiace. Ci si vede- lui si sentiva terribilmente in colpa, e non sapeva assolutamente perché. Ma la lasciò in quel bar, da sola. In quel giorno freddo d’autunno.

 
Quella sera, sdraiato sul suo letto, non smetteva di pensare alla ragazza misteriosa. Lanciando piccola palla di basket semi sgonfia sul muro.

Aveva riflettuto molto. Gli era passato di mente il fatto che lei stesse mentendo. Ma il fatto che diceva la verità era provato dai suoi occhi. Erano come trasparenti, lasciavano leggere le emozioni. E lei era confusa e disorientata. E in più il fatto che non l’aveva riconosciuto. Justin Bieber non passa mai inosservato. Infondo lui era il ragazzo più famoso del mondo.
Si alzò dal letto. Doveva trovarla. A costo di cercarla in tutta la città di Los Angeles. L’avrebbe aiutata.

Prese le chiavi della Range Rover ed uscì di casa sbattendo la porta.

Ma Los Angeles non era una piccola città.

Guardò il cielo, pieno di stelle. Aveva paura per lei. E fu allora che la vede. Una cometa. Ed espresse il desiderio di trovarla.

 
Dall’altra parte della Città degli Angeli, la ragazza si era seduta sulla sabbia, a piangere.

Strinse le ginocchia al petto e affondò la testa nella braccia. 

La spiaggia era deserta. Si sentiva il rumore dell’acqua che si infrangeva sugli scogli, poco lontani. Le onde. Avrebbero dovuto tranquillizzarla, ma lei si sentiva ancora più sola.
Al chiaro di luna si potevano vedere le lacrime scorrerle sulle gote e poi caderle sulle ginocchia.

Aveva fame e sete. Non aveva un dollaro e sarebbe morta con quel freddo. Ma più di tutto la preoccupava il fatto di non ricordare. Chi era? Dove viveva? Non trovò risposta alle domande.

Era così dannatamente spaventata...


Spazio autrice.
Ehilà. Inanzi tutto. Questa è la mia prima ff su Justin, perciò se recensite
( e vi prego di farlo) non siate crudeli.
Questo è solo l'inizio. perché alla fine della storia la situazione prenderà una piega inaspettata.
Ma siamo ancora al primo capitolo. Che ve lo dico a fare.
Bene. Lasciate una recensione (sìì vi prego) e seguite la storia(se i va).
Detto questo alla prossima. 

 Bye. 

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Capitolo 2
*** Can I trust you? ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-
Can I trust you?



Erano le tre di notte. Lei continuava a piangere. Lui a cercarla.

Il volto della ragazza era illuminato ogni tanto da un faro che si vedeva in lontananza. Era stanca. Voleva tornare a casa, sempre che ce l’avesse.

 Strinse ancora di più le ginocchia al petto, per tenersi al caldo. Ma tremava, e non solo per il vento freddo che le scuoteva i capelli. Aveva paura. Di cosa non ne era sicura.
Lanciò una veloce occhiata alla spiaggia dietro di se’. Era sola. Guardò per un attimo le onde del mare per poi affondare nuovamente la testa nelle braccia.

Non si accorse del ragazzo che la stava raggiungendo.

Sentì una mano sulla schiena e alzò il capo spaventata. Era il biondo. Il tipo del bar. Le fece un sorriso timido per poi posarle una felpa sulle spalle.

-Pensavo che se non sai il tuo nome, potremmo inventarcelo uno ora.-

La fanciulla si asciugò le lacrime con il dorso della mano e fece un mezzo sorriso.

-Che ne dici di Hailey?-

-Penso sia un nome bellissimo.-

-Okay, Hailey. Ti porto via di qui, va bene?-

La ragazza ci pensò su. Non sapeva se fidarsi. Ma il biondo aveva un sorriso così sincero..

-Posso fidarmi?-

-Sì-

-Mi aiuterai?-

-Sono qui per questo. –

 
-La casa è molto grande. Ma credo che dovrai dormire nella mia stanza. Devo finire di verniciare la camera degli ospiti. Non preoccuparti: io dormirò sul divano- disse Justin entrando nella sua abitazione.

La ragazza lo seguì intimidita. Si guardò attorno: a destra il corridoio portava in una sala dove intravide un divano, davanti a lei c’erano delle scale e a sinistra quella che sembrava una cucina. Il suo stomaco brontolò.

-Uh scusa, che maleducato. Vuoi mangiare qualcosa? Devi essere affamata-

-Grazie.-

Justin le fece strada in cucina.

Al centro c’era un bancone e dietro un enorme frigorifero. La ragazza entrò esitante. Non voleva sembrare maleducata.

-Fai come se fossi a casa tua- la invitò  Justin, sorridendole.

Hailey fece il giro e si fermò davanti al frigo per poi aprirlo. C’era solo l’imbarazzo della scelta. Prese del pane e del burro di arachidi per poi spalmarlo sulla fetta.

Justin la guardava divertito e pensieroso. Che l’avrebbe aiutata sicuro. Ma come? Non aveva mai conosciuto una persona con quel tipo di problemi.

Si disse che ci avrebbe pensato più tardi e raggiunse Hailey.

Lei aveva finito quattro grosse fette di pane. Rimise a posto il cibo.

-Ti faccio vedere il resto della casa-

Fecero un veloce giro dell’abitazione, passando per il soggiorno, poi per le camere, i bagni e le stanze per gli hobby.

Hailey iniziò a sbadigliare, non per la noia, ma per la stanchezza. Da quella mattina aveva corso, pianto e camminato per ore senza fermarsi.
Justin se ne accorse.

-Credo sia meglio andare a letto. Ti vado a prendere qualcosa da mettere come pigiama, non puoi dormire con quel coso addosso.-

-Grazie- 

Justin aprì la sua cabina armadio, un intera parete era dedicata alle scarpe. Andò verso le maglie e scelse quelle che non gli andavano più.

-Queste sono vecchie mie t-shirt, dovrebbero andar bene.-

Hailey prese l’indumento studiandolo: era una maglia blu con un grande numero in giallo dietro.

-Bene allora buona notte-

-Justin…-

Il biondo si girò verso la ragazza, che lo guardava timida.

-Grazie per…tutto- Hailey curvò gli angoli delle labbra in un sorriso, che Justin ricambiò.

Dopo di che il ragazzo uscì dalla camera, chiudendosi la porta dietro.

Hailey indossò la maglia che le scendeva fino a coprirle metà delle cosce. Era decisamente grande per lei, ma era un bene visto che non aveva pantaloni.

Non aveva sonno. Era stranamente serena. Si allontanò dal letto verso il comò: erano sistemate foto, souvenir e un’abatjour. Continuò a studiare il ragazzo, entrando nella cabina armadio. Si convinse che più per curiosità lo faceva per controllare che lui non avesse strane idee. Ma era pulito.

Si accomodò sul letto, mettendo insieme i ricordi, come aveva fatto quella stessa mattina. Ma quella volta le venne in mente, come una foto.

Una casa, con un piccolo giardino e una cassetta della posta rosso fuoco. Fiori alle finestre e una porta bianca. Un tappeto.

E poi l’immagine scomparve dalla sua mente. Si buttò all’indietro sul cuscino. Iniziava a sentire la stanchezza. E non fece in tempo a rendersi conto che tremava, perché cadde nel sonno.


Nel suo sogno era circondata da persone. Ma non vedeva i loro volti. Non avevano naso, n’è capelli. Come quando levi la testa a una barbie e rimane solo con in collo.

Riconobbe la stanza di un ospedale.
E poi si rese conto di essere rimasta da sola. Ma ora era in una casa. Cercò di scappare e nonostante tutti i suoi passi, rimase ferma sul posto. Allora urlò, ma le grida le rimasero in gola. Fino a quando una mano le afferrò il polso e lei si svegliò nel letto.


Era sudata e sola, per davvero. Guardò la sua mano, che quella mattina era insanguinata. E si accorse che tremava.

Una lacrima calda le accarezzò il volto.

No! Pensò percorrendo il corridoio è decisamente troppo.

Voleva andarsene. Nel suo sogno stava scappando, ed era quello che voleva fare. Mancavano solo pochi passi alla porta di casa quando girò la testa attratta da una luce: era la tv. Era accesa. Si avvicinò al divano e guardò il ragazzo dormire.

No, non me ne andrò stanotte. Non ce la farò da sola. Lui mi vuole aiutare.

Salì di nuovo le scale, facendo attenzione al penultimo gradino che scricchiolava e si rintanò nuovamente nel letto. Stavolta non avrebbe fatto incubi.

 
La mattina dopo fu svegliata da un raggio di sole che penetrava dalla finestra. Scese per fare colazione e notò che Justin dormiva ancora.

Di diresse in cucina e prese il necessario per le Crepe. Avrebbe preparato la colazione lei, come non lo sapeva. Ma per qualche motivo del tutto sconosciuto, quando Justin si svegliò, era tutto pronto.
-Buongiorno..- disse il ragazzo entrando in cucina, notevolmente confuso e assonnato.

Aveva sentito un buon odore provenire di lì. Il divano non era così poi tanto comodo, aveva male al collo.

-Ciao Justin.- lo salutò la ragazza mangiando dello yogurt.

-Sono per me?- chiese il biondo studiando il piatto che aveva davanti. Quelle crepe sembravano buone.

-Certo.- gli sorrise Hailey. Lei sedeva sullo sgabello di fronte e Justin, con le mani poggiate sul bancone che li divideva.

-Be’ grazie- lui moriva di fame. Tagliò un pezzetto della pietanza e lo portò alla bocca.

-È buonissima!- notò lui masticando –Dove hai trovato la ricetta?-

-In realtà non l’ho cercata. Ho solo preso gli ingredienti e mischiato tutto. Magari ero una cuoca o giù di lì.- La ragazza prese un altro cucchiaino del suo yogurt e poi buttò il vasetto nella spazzatura.

-Vuoi iniziare a cercare delle tracce?- Chiese Justin, rompendo il silenzio che fino a qual momento regnava nella cucina.
-Sarebbe bello. Ma non so dove cercare.-

-Per ora potremmo andare al pronto soccorso, per sapere se riacquisterai la memoria-

-No!..- si schiarì la voce –volevo dire no…Non voglio sottopormi a nessuna visita fino a quando non sarà necessario..- l’incubo di quella notte si fece limpido nella sua testa. Ma scacciò il ricordo.
-Allora potremmo visitare il posto in cui ti sei svegliata-

-Va bene…Sì okay. Vado a prepararmi.-

-Ma prima dovremmo comprarti degli abiti…-

-Uhm…non ce n’è bisogno-

-No, insisto. Ti devo aiutare.-

La ragazza gli rivolse un piccolo sorriso prima di arrivare in cima alle scale e sparire dalla sua vista.

Si fece una doccia e lavò i capelli. Indossò il vestito del giorno prima. Certo, era strano andare in giro con quella roba, ma non aveva nient’altro.
Justin invece finì allora la sua colazione.  E salì di sopra per prepararsi anche lui.

Hailey si sistemò sul divano ad aspettare il biondo. Accese la tv e girò su MTV. In quel momento le note di una canzone invasero il soggiorno.
 

If I was your boyfriend, I'd never let you go 
I can take you places you ain't never been before 
Baby take a chance or you'll never ever know 
I got money in my hands that I'd really like to blow 
Swag swag swag, on you 

La ragazza rimase un secondo ferma a guardare il video. E realizzò che il suo amico era una superstar internazionale.
-JUSTIN!- urlò lei correndo sulle scale.

Il biondo apparve in quel momento dalla sua stanza.

-Che succede?-

-Tu sei JUSTIN BIEBER! Il ragazzo più famoso del pianeta!- rispose Hailey riprendendo fiato.

-Te lo sei ricordato?-

-No. MTV.-

-Sono solo dettagli… ho fatto. Andiamo?-

 
I due ragazzi camminavano sul marciapiede della città, lui portava alcune buste, lei passeggiava libera guardandosi attorno. Indossava una maglia bianca leggermente larga e dei pantaloncini blu scuro. Aveva raccolto i suoi lunghi capelli castano in una treccia che le ricadeva morbida sulla spalla.

Erano tutti abiti nuovi. Il vestito bianco era nella busta rosa che Justin reggeva.

Lui posò le buste nell’auto e mise in moto.

Hailey non ricordava molto bene come arrivare alla radura. Ma provarono lo stesso a trovarla.

-Sei sicura che è questa la strada?- disse lui scendendo dall’auto.

Lei era già furori e guardava gli alberi senza sentirlo. Quando si rese conto che stava parlando con lei uscì dalla trance in cui era caduta.

-Sì. Ricordo quel negozio di dolci.- rispose senza nemmeno girarsi a guardare.

Justin voltò il capo e ammirò le vetrine allestite da due torte.

-Avevo fame.- si giustificò lei scomparendo fra gli alberi.

Lui la seguì nel bosco.

Ogni tanto si udivano dei rumori, più o meno lontani. Lei camminava veloce fra gli alberi dipinti di rosso e arancione per l’autunno. Non sentiva freddo, era una giornata calda per non essere estate.
Justin la teneva d’occhio studiandola. Ogni tanto lei esitava e fare un passo, e a volte toccava un albero nella speranza di avere un flashback. Analizzava ogni suo piccolo dettaglio, il modo in cui camminava, o il modo in cui si passava i capelli fra le dita.

Ogni tanto scorgeva qualche tic, come quando schioccava le dita ogni volta che sentiva un rumore, o il fatto che si toccava l’orecchio quando arrivava una folata di vento.
-Non lo trovo.- Hailey lo strappò dai suoi pensieri.

-Cosa non trovi?-

-Il ruscello. Non lo trovo. Ricordo di essermi rinfrescata e di aver bevuto dell’acqua. Ma ora non lo trovo.-

-Hailey, penso dovremmo andarcene. Sta facendo buio. Devi riposare. Torneremo un altro giorno, quando avrai le idee chiare.-

-Sì. Hai ragione. Torniamo indietro-

Rifecero la strada fino al negozio.

-Vado a prendere la macchina. Non ti muovere da qui.-

Detto questo Justin girò l’angolo verso il parcheggio.

Hailey guardò la vetrina del negozio di dolci. Poi il suo sguardo si posò sulla vetrina accanto. Una libreria. Entrò per stare un po’ al caldo. Fuori si era fatto buio e la temperatura si era abbassata.

Si passò le mani sulle braccia per riscaldarle mentre passeggiava fra gli scaffali colorati. Fino a quando non vide un’agenda. Arancione, semplice, perfetta per scrivere i pensieri che non si sentiva di confidare a Justin.

La prese in mano e tirò fuori i soldi che Justin le aveva dato fuori negozio d’intimo, in cui non era entrato per non farla sentire in imbarazzo. Le era avanzata una banconota da 10 dollari e pagò l’agenda. Mise la busta nella borsa nuova blu a tracolla che lui le aveva comprato.

Uscì giusto in tempo per vedere la Range Rover di Justin arrivare.

 
Arrivati a casa lei preparò la cena. Non ebbe bisogno di alcuna ricetta nemmeno quella volta. Le veniva tutto naturale.
Quando fu pronto si sedettero al bancone.

-Mi stupisco sempre di più. Sei una cuoca provetta!-

-Tu mi dai cibo, vestiti e un posto in cui dormire. Mi devo sdebitare in qualche modo.-

-A proposito di ‘un posto in cui dormire’. Pensavo che domani potremmo finire di verniciare la stanza degli ospiti. È una stanza molto bella. Vedrai che ti piacerà.-

-Ci sto. Non vogli farti dormire ancora sul divano.-

Justin le sorrise divertito.
Era una gran bella ragazza. Una gran bella ragazza per cui aveva una cotta.



Spazio autrice

Allora. Ecco qui il secondo capitolo.
Recensite se volete e publicizzate, se volete.
Ho sonno. E mal di gola. 
Alla prossima.

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Capitolo 3
*** Eyes...Mad eyes. ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Eyes..Mad eyes.


L’indomani si svegliarono molto presto. Lei indossò la camicia bianca che Justin le aveva pregato di mettere, per non sporcare le sue nuove maglie. Lui indossò una vecchia t-shirt, ormai rovinata.

Hailey prese un pennello. Dovevano finire solo una parete. Il colore che lui aveva scelto era il blu scuro.

Ad Hailey piaceva molto il blu. Appena entrarono nella stanza le venne l’ispirazione.

-Justin. Posso provare a fare una cosa?- gli chiese guardando il muro bianco.

-Dipende. Cosa devi fare?-

-Voglio fare un affresco. Su tutta la parete. Ti fidi?-

-…Okay. Nel garage ci sono altri colori, andiamo.-

Perché ormai tra loro era un fatto di fiducia. Lei non sapeva niente su di lui. E lui non sapeva niente su di lei. Be’ nessuno sapeva niente su di lei.

Hailey studiò i colori a loro disposizione: un lilla, un verde, nero e poi un bianco. Erano perfetti.


Si fece aiutare da Justin a portare su la roba e poi si fece lasciare sola nella sua futura camera.

Guardò per un attimo la parete bianca e poi con un piccolo pennello dipinse una sottile linea nera.

 
Uscì due ore dopo dalla porta nera della stanza. Era stanca ma sembrava soddisfatta del lavoro.

Scese al piano di sotto e trovò Justin seduto sul divano. Proprio in quel momento lui posò il telefono.

-Ho ordinato del cinese. Va bene?- le chiese quando lei si fermò vicino alla tv.

-Certo. Io di sopra ho finito. Vuoi dare un’occhiata?-

-Sicuro!-

Tornarono davanti alla porta nera.

-Non per vantarmi, ma è davvero bella-

-Sì, prima però voglio vederla!- le rispose lui stuzzicandola.

Hailey fece un finto broncio e poi aprì la porta, rivelando la stanza.

Su una parete erano dipinte alcune grandi piume di pavone. Il ragazzo strabuzzò gli occhi.

Lei aveva ragione, la stanza aveva un tocco in più.

-Hai fatto tutto tu?-

-E secondo te chi mi avrebbe dovuto aiutare?- disse la ragazza, ridendo –Allora, che ne pensi?-

-E’ molto bella. Davvero. Facevi la cuoca o la pittrice?-

-E chi lo sa!- risero entrambi.

 
Quella stessa sera Hailey sedeva sul letto nella sua nuova stanza. Guardava le stelle dalla finestra.

Prese l’agenda arancione dalla borsa.

Dei colori. La prima pagina.

Iniziò a tracciare linee, seguendo un’immagine già memorizzata nella sua mente.

Muoveva la matita e il disegno diventava più definito.

Occhi.

Neri, cattivi, con un guizzo di pazzia.

Cadde sul cuscino non appena ebbe sollevato la matita dal foglio.

Si trovò nella radura, con Justin. Le fece segno vi avvicinarsi e lei si mise seduta accanto a lui sul prato.

Le cinse una spalla e poi l’abbracciò, accarezzandole i capelli.

Fra le sue braccia lei si sentiva protetta, ed immensamente felice.

 
Aprì gli occhi al suono della porta d’ingresso che sbatteva.

Ti mise seduta, in ascolto. La lampada sul comodino emetteva una luce tremolante.

-Juustin.- la voce di un ragazzo.

-Credevamo fossi morto!- un’altra.

Hailey uscì silenziosa dalla stanza e si affacciò per vedere l’ingresso. C’erano due ragazzi, alti più meno come Justin.

-In realtà mi stavo facendo i cazzi mie, dovreste prendere esempio da me!- disse Justin chiudendo la porta.

-Be’ scusa tanto se volevo guardare la tv con il mio migliore amico!-

I due ragazzi si fecero strada nel soggiorno. Justin sbuffò rumorosamente e li seguì.

Hailey scese in punta di piedi al piano terra e li raggiunse. I due estranei erano seduti sul divano e si girarono di scatto vedendo la figura di Hailey comparire dalla porta.

-Ecco perché avevi da fare! Ora capisco!- urlò il ragazzo con la maglia rossa ridendo. L’altro fece lo stesso.

-Non è come pensate, lei è Hailey, loro sono Ryan e Chaz. Hailey non starli a sentire.- disse Justin notevolmente scocciato.

-Ciao bambola.- la salutò quello che lei ricordava fosse Chaz –dove l’hai incontrata? Discoteca?-

-Al bar, c’era anche Ryan quel giorno.- disse Justin girandosi vero l’amico.

Ryan era rimasto silenzioso. Ricordava la ragazza. Ricordava di averla vista correre sul marciapiede, nel suo vestito bianco e le scarpe in mano.

 -Di dove sei?- chiese Chaz senza curarsi delle parole di Justin.

-Ecco vedi non lo sappiamo. Non si sa niente su di lei. Ha una specie di amnesia- disse Justin prima di voltarsi verso di Hailey.

Lei si guardava i piedi scalzi, imbarazzata.

-Mi spiace..- era la prima volta che sentiva la voce di Ryan.

Alzò il capo e fece un lieve sorriso.

-Be’ allora, se non avete già cenato, io ho la pizza in auto.-

-Si mangia!- 

 
-Allora, che sapete su di te?- chiese Chaz prima di prendere un boccone della pizza ai peperoni.

-Che mi sono svegliata in una radura, con un braccio sporco di sangue..- Hailey bevve della coca-cola dalla lattina e trattenne un rutto.

Ryan per poco non sputò la birra.

-E che è una brava cuoca e una brava pittrice!- disse Justin cercando di mettere a posto la situazione.

-Bene, la prossima volta cucini tu.- disse Chaz, provocando la risata degli amici.

 
Il giorno dopo Hailey si svegliò di soprassalto.

Gli occhi.

Li sentiva puntati addosso, ma affacciandosi alla finestra non vide nessunoe la giornata era troppo assolata per rintanarsi fra le coperte e piangere per la paura.

Aprì il diario. Aggiunse un paio di goccioline al lato dell’occhio. Ma non erano lacrime.

Ho paura. Sento questi occhi addosso. Sono pericolosi, lo so. Ma mi sfugge il perché. Prima o poi ricorderò. Riuscirò a ripercorrere i miei passi.

Posò la penna e chiuse l’agenda, con l’inchiostro ancora fresco che formavano quelle parole sul lato della pagina.

Scese le scale e fece il suo ingresso in cucina.

Justin leggeva il giornale, sorseggiando il caffè nella tazza.

La ragazza prese il succo dal frigorifero e lo versò nel bicchiere.

-Non ti facevo il tipo da giornale.- disse Hailey, sedendosi difronte a lui.

-Non lo sono. Solo che c’è un articolo su di me.-

-Che si dice?-

-Niente.- Justin ripiegò il giornale e lo spostò.–Dormito bene?-

-Come un ghiro. Tu?-

-Idem. Oggi devo uscire ed andare in studio cinque minuti, te la senti di rimanere a casa da sola?-

-Torni per pranzo?-

-Sì.-

-Vai pure. Che cucino oggi?-

-Ordino del tailandese?-

-No, cucino io-

-Okay. Ora vado che faccio tardi, a dopo- disse lui schioccandole un bacio sulla guancia.

E uscì di casa.

Hailey mise la mano sulla gota.

Ma cosa sto facendo? Si disse spostando la mano. Non posso innamorarmi di lui. È una superstar. È solo un amico.

Si tranquillizzò e posò il bicchiere nel lavandino. Tornò di sopra e levò il pigiama, indossando una canotta bianca e dei pantaloncini azzurri da ginnastica. Si fece una coda e cercò su internet idee per il pranzo.

Senza accorgersene fece cadere il giornale. Si chinò per raccoglierlo e notò l’articolo su Justin.


Addio a Jelena, la cantante rivela i segreti.
Dopo parecchi anni, i due cantanti, Justin Bieber e Selena Gomez si sono detti addio, facendo rimanere a bocca aperta i fan della coppia, comunemente chiamata . La cantante spiega ‘Non andavamo più d’accordo, lui era sempre al lavoro, e io avevo altre necessità.’. E ancora ‘Siamo rimasti amici, ma chiaramente non è come prima.’ Non vedremo più la coppia sorridente per Los Angeles, ma Justin sembra già essersi ripreso dalla rottura.                                                                                                               (Di fianco alcuni scatti con la sua nuova presunta fiamma.)


Strabuzzò gli occhi vedendo le foto del giorno prima, di lei mentre saliva sull’auto di Justin.

 
Quando Justin, tornò a casa alle due, il pollo era pronto e in tutta casa si respirava un profumo di carne cotta.

-Mmh…è pronto. Pollo!- Disse entrando in cucina e notando il cibo nel piatto –Ti adoro!-

-Com’è andata?- gli chiese mentre lui le dava un bacio sulla guancia. Hailey si trattene per non urlare.

-Bene.-

La ragazza iniziò a tagliare la carne, con lo sguardo basso. Non sapeva se toccare l’argomento.

Si disse che se e quando lui avesse voluto, lei lo avrebbe ascoltato.
 
Dopo aver finito il pollo lavarono i piatti, lei insaponava e sciacquava, lui asciugava e metteva a posto.

-Che hai intenzione di fare..con la memoria?- le chiese prima che lei potesse lasciare la cucina.

-Devo ricordare.-

-I medici dicono che sarebbe meglio non sforzarti, il ricordi riaffioreranno col tempo-

-Sei stato da un dottore? Avevo detto niente dottori fino a quando…-

-Non sono stato in ospedale.-

-E allora come fai a saperlo?-

-Lo dicono sempre nei film.-

-Si ma questo non è un film, è la realtà.-

-Allora devi farti visitare per vedere se…-

-Sto bene, non sento dolore.-

-Lo so ma...-

-Discorso chiuso.-

-Okay…ti va se oggi ti porto in un posto?-

-Ho detto che non voglio andare in ospedale.-

-Non andiamo lì, lo giuro. Fidati però.-

Hailey ci pensò su. –Okay. Vado a prepararmi.-

 
Durante la doccia lei ebbe modo di pensare “Jelena”. Non che fosse gelosa, solo che si era accorta di non sapere niente su Justin, a parte che era un cantante di fama internazionale. Uscì bagnata dalla toilette, avvolta in un mini asciugamano, che le copriva fino a metà coscia.

Justin, vedendola per il corridoio, tornò nella sua camera senza farsi accorgere, per non spaventarla.

Era rimasto scosso dall’articolo. Aveva rotto da poco con Selena. Aveva passato un paio di giorni sul divano, completamente ubriaco. Ed era uscito per la prima volta dalla rottura con Ryan la stessa mattina in cui incontrò Hailey.

Sembrava un angelo mentre correva a piedi scalzi sull’asfalto. Ed era stato un po’ come aver visto la luce dopo giorni di buio: accecante, ma bellissima.

 
Si trovarono in macchina verso una meta che solo lui conosceva.

Lui era emozionato, la vedeva seduta accanto silenziosa, splendida nel suo cardigan rosa chiaro.

Hailey indossava una gonna bianca larga e corta, con una canotta e un cardigan. Delle calze trasparenti e delle semplici ballerine.

-Justin..- lo chiamò, scuotendolo dai suoi pensieri –Prima di incontrarmi, com’era la tua vita?-

Piena, ma mancavi tu. Vuota perciò. –Come la vedi-

-Avevi una ragazza?- la sua voce si incrinò.

-Hai letto l’articolo vero?-

La ragazza annuì, abbassando lo sguardo.

-Be’ è passato.-

-Potresti sentirti meglio-

-Non credo-

-Ma vorrei sapere di più su di te!-

-Be’, nemmeno io so molto su di te-

-Tu sai tutto ciò che so io su di me-

-E’ diverso..-

-Ma perché non me lo vuoi raccontare?-

-Perché non ti riguarda- le disse freddo.

Hailey tornò a guardare fuori dal finestrino.

-Io e Selena eravamo diversi- Justin iniziò a raccontare, Hailey si girò per ascoltarlo –Be’, eravamo famosi entrambi, con lo stesso passato, più o meno, e gli stessi sogni. Avevo sempre saputo che lei stava con me per la fama. Ma credevo che dopo un po’ anche lei si fosse accorta che c’era di più.
Un giorno la trovai mentre si baciava con un tizio. Be’ io le volevo bene, non l’amavo. Ma mi aveva fatto comunque male, perché diceva che mi amava. E sai è brutto quando ti accorgi che le persone a cui tieni ti hanno sempre mentito. Non ci siamo lasciati per gli impegni o per le altre stronzate che dice lei. Io ero infelice. E una parte di me era come morta.-

Rimasero in silenzio.

-Mi spiace, non avrei dovuto chiedertelo.-

-Ma poi ho incontrato te- disse lui senza ascoltarla -Hai perso tutto, ma non ti sei lamentata. E sei sempre così solare, nonostante il tuo passato buio-

-Justin, lo supererai. Non esiste che una ragazza ti porti via l’anima. Starai meglio.-

-Lo so. Sto già meglio...da quando sei arrivata tu.- il biondo distolse un secondo lo sguardo dalla strada e le rivolse un sorriso.

 
Parcheggiò l’auto in una piccola piazzetta deserta. Si incamminarono fra gli alberi fin a quando arrivarono davanti a una casetta.

-Justin, cos’è questo posto?- gli chiese Hailey stringendo ancora di più la mano del biondo.

-Ci venivo volta che litigavo con Selena. Nessuno conosce questo posto, a parte me. Ed ora anche te.-

-Sarà il nostro piccolo segreto.- disse la ragazza sorridendogli.

 
Stesero una tovaglia da picnic sulla riva di un laghetto vicino. Il tramonto si stava facendo posto nel cielo, già dipinto di rosa e arancione.

Justin tirò fuori il cibo dal cestino, mentre Hailey osservava l’acqua.

Lì era tutto così tranquillo. Un posto magico.

Lei aveva lasciato la borsa sul piccolo divanetto al centro dell’unica stanza della casetta.

-Sta arrivando. Brum brum!- disse il biondo avvicinando un pezzo di pane con burro d’arachidi alla bocca di Hailey.

-Justin è un aereo! Non fa brum brum! – rispose lei ridendo e scansando la mano del ragazzo.

-E come fanno gli aerei?-

-E che ne so io!-

-Allora facciamo che è una macchina. Così mangiamo e non dobbiamo preoccuparci del rumore degli aerei!-

Lei rise divertita.

 
Dopo aver riempito lo stomaco, si stesero sulla tovaglia, ad ammirare le stelle che avevano riempito la volta celeste.

Non si baciarono, perché a volte non c’è bisogno del tocco delle labbra per esprimere un amore, seppur giovane e inesperto, ma già così sincero.






Spazio autrice
Tadaaaa. Ecco il terzo. Be', che dire. Per me è venuto fhvbndjkz.
Lasciate delle recensioni, dato lo scarso successo che sta avendo la storia sto pensando di cancellarla :\
Be' fatemi sapere e se proprio ci tenete alla storia fatemi pubblicità.
Al quarto capitolo (se tutto va bene) :D

Twitter @seguaquellauto

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Capitolo 4
*** Muffins for Breakfast. ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Muffins for Breakfast

 

Al chiaro di luna, lui le carezzava i capelli che le scendevano sulla schiena. Erano tornati nella casetta e, sdraiati sul divano, la distanza fra loro non esisteva.

Justin la osservava da ore mentre lei dormiva. Osservava le lentiggini chiare che aveva sulle guance. I loro corpi talmente vicini che lui poteva ascoltarle il battito del cuore, una dolce melodia.

Chiuse anche lui gli occhi e si addormentò.

 
La mattina dopo Hailey venne svegliata da un raggio di sole.

Il braccio di Justin ora le circondava la vita e la sua mano era poggiata sulla pancia di lei. La teneva stretta, permettendole di non cadere.

Lui dormiva ancora, odorando il profumo dei capelli di Hailey.

La ragazza si alzò, senza svegliarlo. Si lavo la faccia con l’acqua fredda del lago e quando rientrò in casa il biondo era in piedi.

-Buongiorno- disse Hailey, vedendolo.

-Ciao. Dormito bene?- le rispose lui, dandole un bacio sulla guancia.

Hailey sentì le gote colorarsi di rosso.

-Sì. Ora ho fame..-

-Anche io. Andiamo, ti porto a fare colazione-

 
Tornarono a casa subito dopo essersi fermati in un grazioso bar dove avevano fatto colazione.

Lei si fece una doccia e indossò dei pantaloni blu stretti e una camicia di seta semi trasparente, rosa.

-Che si fa ora?- chiese la ragazza, sorseggiando l’acqua nel bicchierone di vetro.

-Potremmo andare a fare una passeggiata- rispose Justin poggiando un braccio sul bancone della cucina –O stare a casa e vedere un film.-

-In una giornata così vuoi stare a casa? È ottobre, per quanto ancora ci sarà il sole?-

-Suppongo che tu abbia scelto la passeggiata- Justin prese le chiavi dell’auto.

-Supponi bene Bieber- Hailey poggiò il bicchiere nel lavandino e seguì Justin fuori di casa.

 
Hailey aveva i capelli legati uno chignon disordinato. Camminavano vicini per le strade della città, in quel momento i paparazzi erano l’ultimo problema di Justin.

Anche se aveva già visto un paio di uomini seguirli.

-Justin, hai notato che ci sono due tizi che ci stanno pedinando?-

-Paparazzi-

-Fantastico, mi sento importante-

Risero insieme. Prima di quel giorno Justin avrebbe dato di matto e sarebbe tornato a casa. Ma in quel momento quei due non erano importanti per lui.

-Ti danno fastidio? Se non sei a tuo agio torniamo a casa..-

-No, non mi farò rovinare la giornata da due idioti. E non dovresti farlo nemmeno tu..-

-Ma io non mi sto preoccupando. Ormai sono abituato, lo dicevo per te.-

-Allora mi dovrò abituare anche io.-

Justin sorrise fra se’ e se’.

-Facciamo un gioco- propose Hailey girandosi verso di lui.

-Ci sto.

-Seminiamoli.- disse lei, sorridendo.

-Ci troveranno-

-Ti fidi di me?-

-Mi picchi se dico no?- scherzò lui, prima di ricevere una leggera spinta da Hailey –Okay, mi fido-

-Allora fai tutto quello che ti dico.-

Girato l’angolo lei si sciolse i capelli e ordinò a Justin di levarsi la felpa e il cappello. Lei mise gli indumenti di Justin nella borsa. Indossarono gli occhiali da sole ed entrarono in un negozio di cibo biologico. Uscirono da una porta secondaria che si affacciava su una strada affollata.

-Vieni con me.- ordinò Hailey accodandosi ad un gruppo di turisti francesi.

Si mischiarono fra la folla e girato l’angolo presero un taxi.

Risero di gusto vedendo l’ultimo paparazzo che era riuscito a seguirli, imprecare per essere rimasto a piedi.

Si lasciarono scivolare sui sedili di dietro. Fino a quando l’autista, fermatosi davanti al semaforo, tirò fuori una macchinetta fotografica e fece un paio di scatti.

Si precipitarono fuori dall’auto, ridendo e si misero a correre sul marciapiede affollato di turisti cinesi.

Correvano, anche se erano sicuri di non essere seguiti. Correvano, forse per scaricare l’adrenalina di quel gioco improvvisato.

Poi Justin le afferrò la mano e la trascinò in uno stretto vicolo cieco. I respiri affannosi si mischiarono, a causa della poca distanza che c’era fra i due.

Lui la spinse delicatamente al muro, facendo aderire la schiena ai mattoni. Mise le mani sui suoi fianchi e la guardò negli occhi. I loro volti diventavano sempre più vicini.

Un gatto scattò fuori dalla strada. I due saltarono per lo spavento e scoppiarono a ridere.

Era stato così male dopo Selena. Come se il suo cuore si fosse gelato. Come se non battesse più.

-Andiamo a casa- disse Hailey recuperando il fiato –è ora di pranzo.-

-No, conosco il ristorante italiano migliore della città. È a pochi isolati-

-Spaghetti!-

 
Entrando nel locale lo stomaco di Justin brontolò.

-No!-

-Che c’è Justin?-

-Ci sono Ryan e Chaz!- certo, erano suoi amici, ma voleva stare solo con Hailey.

-Possiamo andare da un’altra parte..- disse lei afferrandogli il braccio per fermarlo.

Ma Chaz iniziò a scuotere il braccio, facendo segno ai due di raggiungerli.

-Troppo tardi!- sussurrò Justin prima di sfoderare il più falso dei suoi sorrisi.

-Che ci fate qui?- chiese Chaz non appena Justin e Hailey ebbero raggiunto il tavolo.

Che ci fate voi qui? –Stavamo facendo una passeggiata e abbiamo deciso di fermarci.- rispose Justin facendo segno a Hailey di accomodarsi su una sedia.

-Grazie- gli sussurrò lei.

-Che gentleman!- disse Chaz prima di scoppiare a ridere.

-Non rompere Chaz.- rispose Justin, mettendosi seduto anche lui.

-Nervosetto!-

-Chaz, sei un idiota!- Justin era notevolmente scocciato.

-Non starlo a sentire bambola, è lui quello che ha sbattuto contro una porta di vetro ed è..- sussurrò Chaz a Hailey.

-Chaz, posso parlarti un attimo?- lo interruppe Justin.

-Okay-

-Perciò…- iniziò Ryan rivolto a Hailey, mentre Justin e Chaz si allontanavano.

-Chaz, finiscila, mi fai apparire un imbecille!-

-E che ti...Uh. Ti piace!-

-Sì, e anche tanto. Perciò vedi di smetterla.-

-Scusa Bro. Comunque, come fai a sapere che è sincera?- gli chiese Chaz alzando un sopracciglio.

-Quando parla, le osservo gli occhi. Guardale gli occhi anche tu, si vede che non mente!- rispose l’altro tornando al tavolo.

-Comunque è un bel bocconcino..-

-Sei morto!-

 
Quella stessa notte Hailey si svegliò di soprassalto. Era un incubo.

Ricordava le immagini. Due occhi, li stessi di tutti i giorni. Ma erano chiusi.

E lei sarebbe dovuta essere sollevata, ma era ancora più in ansia. E aveva paura.

Paura di cosa? Della pazzia. Dell’attesa. Della cattiveria che celavano quei due occhi neri.

E lei si era svegliata nello stesso istante in cui quegli occhi si erano aperti.

Si era messa seduta, senza accorgersene, quando si era svegliata. Forse per voler scappare.

Si portò una mano alla fronte.

Era bollente e sudata.

Ma la luce della luna che penetrava dalle finestre aperte non la rassicurava affatto.

In un attimo fu fuori dalla stanza. La porta di Justin era sempre aperta.

Varcò la soglia intimidita.

Justin dormiva con una mano sotto il cuscino e l’altra a penzoloni, quasi a toccar terra. La bocca schiusa e un rivoletto di saliva.

-Justin..- fu un sussurro. Si sentì appena.

-Justin.- lo chiamò lei, stavolta a voce più alta e più decisa.

Il ragazzo aprì leggermente un occhio e quando vide la ragazza davanti a lui alzò velocemente il capo asciugandosi le labbra.

-È successo qualcosa?- chiese preoccupato appena resosi conto della situazione.

-Ho fatto…un incubo- rispose la ragazza, leggermente imbarazzata.

-Hai paura?-

-..Credo di sì.-

Il biondo alzò le lenzuola con un braccio, e con un leggero sorriso disse-vieni-

Hailey non se lo fece ripetere due volte. Si sdraiò accanto a lui e quando la mano di Justin la sfiorò per mettere a posto le coperte, un brivido le percorse velocemente la schiena. I volti, talmente vicini, che lui poteva osservare le ombre delle sue ciglia.

-Stai meglio?- chiese lui. Era come un flashback. Come se fossero ritornati indietro di qualche ora, nella casa sul lago.

-Si- rispose la ragazza, stringendosi nelle lenzuola.

-Mi vuoi parlare del sogno?-

-Domani- disse Hailey, chiudendo gli occhi.

Lui restò a guardarla ancora per un po’ al chiaro di luna, prima di imitarla e cadere di nuovo nel sonno.

 
-Buongiorno!-esclamò lei svegliando il ragazzo per la seconda volta nel giro di qualche ora.

-‘Giorno- rispose lui mettendo una mano sugli occhi a causa della luce accecante.

-Ho qualcosa per te!- disse lei portando un vassoio.

Il biondo guardò il cibo come un leone affamato guarda una zebra.

-Pankakes, muffin, succo, caffè, latte. Uova e pancetta, c’è tutto!- disse soddisfatta lei poggiando il vassoio sulle gambe di lui.

-Non ho mai fatto una colazione a letto.-

-C’è sempre una prima volta.-

Justin prese una fetta di bacon e la mise in bocca.

-Stai meglio?-

No, li sento addosso. Ogni cosa che faccio. Sento quei maledettissimi occhi fissati su di me. –sì. Grazie-

Il biondo non la bevve –racconta-

Hailey ci pensò su. Si fidava di Justin, si fidava ciecamente di lui.

Si mise seduta a gambe incrociate difronte a Justin e tirò fuori tutto.

-Da un paio di giorni in ogni sogno che faccio ci sono due occhi. Neri. E pieni di pazzia. E li sento sempre addosso. E fanno paura.-

-Anche io facevo sogni simili quando sono diventato famoso. Cioè, io sognavo i flash dei paparazzi, perché ero sempre sotto i riflettori. Forse è per questo che sei nervosa, perché anche tu ti senti osservata per il fatto dell’articolo e dei paparazzi-

-Impossibile! Ho visto nella mia mente per la prima volta quegli occhi quando ancora non avevo letto il giornale!-

-Potrebbe essere una persona che hai incontrato la mattina in cui ti sei svegliata nella radura. Eri confusa e smarrita, potresti aver memorizzato gli occhi di qualcuno senza essertene accorta-

-Sì…sì credo di sì.-

Justin infilò in bocca un mini muffin con gocce di cioccolato –Mhm…sicuro…eri una cuoca!-

Hailey rise di gusto afferrando  a sua volta un muffin mentre Justin la guardava affascinato.

Cavoli se amava quel sorriso! E quegli occhi color oceano, che alla luce diventavano celesti.

E le labbra carnose, quanto avrebbe voluto baciarle.

 
E dentro di sé sapeva già che lei era giusta. Lo sentiva, al centro del petto, leggermente a sinistra. Il cuore.

Era tornato a battere.




BONJOUR
Il quattro è qui. Scusatee per il ritardo, ma non ero sicura di continuarlo fino a quando non ho aperto per caso il documento
e ho deciso di metterlo :\
RECENSITEEEE! 
Davvero. Altrimenti mi farete pensare che non vi piace.
e se potete pubblicizzare su una pagina o qualche gruppo su Facebook....Be' fatelo. Sarebbe un grandissimo aiuto.
Bene. Ora vado a nanna perchè sono le 22:40 e domani devo andare a scuola. UFF.
Perché ho scelto il linguistico!? 
Tanto amore 

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Capitolo 5
*** Maybe you don't really want to remember ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Maybe you don't really want to remember

 

Hailey sbruffò per il nervosismo, portando le mani alle tempie massaggiandole in modo antiorario.

Aveva provato ogni giorno, ogni maledettissimo giorno, a ricordare. La mattina presto, dopo essersi svegliata, si metteva seduta a gambe incrociate. Si concentrava sui ricordi, soffermandosi su ogni piccolo particolare.

Ma non funzionava.  Ed era frustrante per lei rincorrere il passato.

Uscì dalla camera e scese al piano di sotto, dove l’aspettava Justin.

-Buongiorno- la salutò stampandole un bacio sulla guancia.

Lei si mise seduta e intrecciò davanti a sé le dita.

-Stai bene?- chiese il biondo, passandole una tazza di caffè-latte.

Lei sobbalzò, ormai distratta dai suoi pensieri. –No-

-Cosa c’è che non va?- il biondo le si avvicinò con aria premurosa.

Bè era così lui, soprattutto nei confronti di Hailey.

Perché la vedeva fragile, ma soprattutto perché si sentiva in dovere di proteggerla da quando lei gli aveva sorriso nel suo vestito bianco, al bar.

-C’è che è passato un mese! C’è che non ricordo niente! C’è che per quanto mi sforzi di portare alla mente il passato quello sfugge! E c’è questa maledettissima sensazione di pericolo! E io non so
niente.-
rispose di getto e prese un sorso dalla tazza. Poi aggiunse –niente!-

-Vedrai che ricorderai. Il passato è chiuso nella tua testa, devi solo aspettare.-

-Mancano pochi giorni a dicembre e non ci sono nemmeno frammenti della mia vita!-

-Magari è perché non vuoi ricordare. O forse sarebbe pericoloso, perché fa male.-

-Certo che voglio ricordare!- esclamò lei –..Cavolo che situazione!-

-Vedrai che andrà meglio. Ricorderai. Al momento giusto troverai le tue risposte.-

-Grazie Justin- gli sorrise lei mettendo la tazza nel lavandino.

Lui le andò in contro e l’abbracciò. Hailey affondò il viso nella felpa del biondo.

-Per fortuna che ci sei.- sussurrò la ragazza, sospirando.
 

Pioveva.

Hailey, Justin, Ryan e Chaz erano seduti in soggiorno.

-Avresti dovuto vedere la sua faccia!- esclamò Chaz ridendo –Si stava cagando sotto!-

Il rumore di un tuono si disperse nella stanza, coperto dalle risate dei ragazzi.

-Avete fatto progressi? Con la memoria intendo..- chiese Ryan serio.

-No, assolutamente niente. Vuoto. Nero.- rispose  Hailey afferrando una manciata di popcorn dalla ciotola al centro.

-Avete intenzione di chiedere a qualche dottore?-  chiese nuovamente Ryan.

Parlò al plurale, perché oramai quei due non si dividevano mai. Qualche volta Hailey era anche andata a lavoro con Justin.

-No-

-Sarebbe meglio..- rispose Justin.

-Ne abbiamo già parlato. Io non ci entro in uno studio medico. Punto.-

Un altro tuono.

Nella testa di Ryan balenò un pensiero discutono come una coppietta di sposati.

-Chi vuole un’altra coca cola?- chiese Ryan, con un piano in mente –Chaz vieni con me!-

Hailey passò fra le dita una ciocca di capelli. Justin invece non potette fare altro che pensare ai suoi amici. A quei idioti dei suoi amici. Li avevano lasciati soli. Come facevano sempre quando a uno di loro piaceva una ragazza e gli lasciavano un po’ di privacy per baciarla.

Coglioni! Se avreste voluto aiutarmi avreste dovuto non venire.

E poi non era l’atmosfera giusta per il primo bacio.

Quando si girò, strappato ai suoi pensieri da un tonfo sordo, trovò Hailey curva sul tavolino basso, intenta a disegnare qualcosa con il dito. La ragazza tremava.

Si precipitò da lei mettendole in mano una matita e posizionando un foglio sul tavolino.

La matita si muoveva veloce sul foglio. Quando il disegno fu finito, Hailey cadde nella braccia di Justin, svenuta.
 

Hailey si svegliò qualche minuto dopo, sul suo letto. La prima cosa che vide furono degli occhi preoccupati, color nocciola.

-Ehi. Stai meglio?- chiese Justin aiutandola a mettersi seduta. La ragazza vide Ryan e Chaz che la osservavano fermi sulla porta.

Distolse lo sguardo dai due e tornò a guardare gli occhi di Justin.

-Cosa è successo?- chiese confusa subito dopo.

-Hai iniziato a tremare e a tracciare linee con il dito sul tavolino. Poi sei svenuta.-

-Ah sì- le venne in mente la sensazione di star cadendo nel vuoto e successivamente ricordò di essere stata sorretta dalle braccia di Justin –ora ricordo-

-Justin ti ha messo una matita in mano e tu hai fatto il disegno su un foglio- disse Ryan avvicinandosi al suo letto. Chaz lo imitò.

-E cosa è venuto fuori?-

-Bè…speravamo potessi spiegarlo tu- Chaz afferrò un foglio dalla scrivania e lo posò sotto agli occhi della ragazza.

Erano solo disegnate strane linee, confuse e irregolari.

-Non ne ho la più pallida idea!- disse lei esasperata affondando la testa nel cuscino. In quel momento, più che mai, avrebbe voluto ricordare. Riaprire la porta del suo passato.

 
Ignorava il fatto che Justin avesse ragione, che forse era meglio così.

Che forse ricordare era pericoloso. 




LEGGETEMII!
Allora, inizio col dire che mi sto delundendo molto.I capitoli sono belli, a mio parere,
non capisco perché no recensite..Non mordo mica!
Bene. Vi prego, vi supplico di recensire.  pubblicizzare la storia.
Grazie a chi recensisce e a chi preferisce e segue.


ps: Mi scuso per il ritardo, ma ho tantissime cose da raccontarvi. Ma siccome la storia non si chiama
'La vita segreta di una Belieber romana' credo che dovrete farvi un po' di affari vostri <3 Fatemi gli auguri per la verifica di Latino, domani. Alle ultime due ore D:


Buonanotte Muffins



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Capitolo 6
*** Don't worry, I'm fine. ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Don't worry, I'm fine.

Dicembre era arrivato, con l’aria fredda e il mal tempo.

Hailey indossò un cappottino verde turchese ed uscì di casa per poi salire sulla Range Rover di Justin.

Avevano deciso di tornare nel bosco. Lei si sentiva pronta.

Hailey allentò un poco la sciarpa che le stringeva il collo e sistemò per bene il berretto di cotone.

Justin parcheggiò l’auto nella solita strada, quella con la pasticceria.

Si inoltrarono nel bosco, seguendo gli stessi passi che avevano percorso la volta scorsa.

-Tutto bene?- chiese Justin voltandosi verso Hailey.

Lei si era fermata lasciando la mano del biondo, che fino a quel momento aveva stretto.

La ragazza restò in attesa, senza far rumore. Davanti alla sua bocca iniziarono a formarsi nuvolette bianche che poi sparivano.

Restò in attesa, forse di qualche segnale, qualche dettaglio che non aveva notato.

Poi chiuse gli occhi e si concentrò sulla mattina di quel giorno di ottobre.

Restò in attesa di un ricordo, una piccola immagine, una scintilla che avrebbe creato il fuoco.

Ma quello che vedeva, anche quella volta, era solo nero.

-Sì. Continuiamo.-

 Rispose iniziando a camminare.

Ad ogni passo si guardava attorno, attratta da movimenti e rumori lontani.

Poi lo sentì.

Il suono dell’acqua che scorre veloce.

Iniziò a correre, Justin subito dopo di lei.

Si fermò appena in tempo, un passo e sarebbe caduta nell’acqua, che non si era ancora ghiacciata, ma era fredda ugualmente.

-E’ questo il fiume di cui mi avevi parlato?- chiese Justin raggiungendola.

La ragazza annuì mordendosi il labbro inferiore.

-Non possiamo attraversarlo. L’acqua è gelata, rischieremmo un’ipertensione.- notò Hailey girandosi verso Justin.

-Potremmo trovare un tronco abbastanza forte da poterci passare sopra…-

-No- rispose lei –No, Justin torniamo a casa? Mi gira la testa.-

Durante quell’ultima settimana si era sentita più volte sul punto di svenire. Non ne aveva fatto parola con Justin. Era convinta che l’avrebbe trascinata da un medico o in un ospedale.

Ogni volta che ci pensava rabbrividiva, ricordando il sogno della prima notte.

-Andiamo- rispose lui prendendole nuovamente la mano.
 

Durante il tragitto verso la macchina non avevano spiccicato parola. E nemmeno in auto.

Hailey cercava solo di non addormentarsi o svenire. Justin invece pensava ad un modo per convincerla a visitare un medico.

-Stai meglio?- chiese il biondo.

-Credo di sì- farfugliò la ragazza aprendo gli occhi.

Entrati in casa,  lei si sistemò sul suo letto.

Vedeva doppio. È la stanchezza. Si disse chiudendo gli occhi. Poi si addormentò.
 

Nel suo sogno era in una strada buia. Si vedevano degli alberi, e la luna splendeva alta nella notte.

Ma il sentiero davanti a lei era nero.

Tremava dalla paura.

Restò in attesa, qualche minuto.

Nessun rumore.

Poi da lontano iniziò a vedere due fari.

Eppure non pensò sono salva o potrò tornare a casa.

Iniziò a scappare.

Le gambe non le facevano male e delle lacrime le bagnavano già il viso, per un motivo a lei sconosciuto.

Inciampò nel suoi stessi piedi e cadde.

Ma l’adrenalina le permise di rialzarsi e ricominciare a correre.

Poi si svegliò sudata.
 

Justin camminava avanti e indietro per la stanza. Hailey scottava e diceva cose strane nel sonno.

Il campanello suonò e lui corse ad aprire la porta. Aveva chiamato un medico.

Forse era solo un’influenza. Ma non aveva mai visto una persona, con la febbre, messa così male.

Accompagnò il dottore di sopra, di certo non era uno dei più bravi della città, ma alle due di notte non avrebbe trovato di meglio.

E in ogni caso era stato il pronto soccorso a mandare il dottor Williams.

Hailey farfugliò qualcosa nel sonno.
 

-E’ un’influenza, non servono farmaci, solo un po’ di riposo.- disse il medico, scendendo le scale.

Justin si sentì per un attimo come una di quelle mamme asfissianti, che si preoccupano troppo per un piccolissimo graffio sulla pelle dei loro figli.

-Grazie dottor Williams-  rispose educatamente Justin.

-Non si preoccupi signor Bieber, la sua fidanzata starà meglio nel giro di poche ore. Però sarebbe meglio rimandare passeggiate fino a quando non starà davvero bene. Non la faccia uscire, deve stare al caldo.- aggiunse il medico mettendo la giacca-Buonanotte.-

-Buonanotte- lo salutò Justin chiudendo la porta.

Era diventato rosso…la sua fidanzata...Il biondo sorrise ripensandoci .

Salì al piano di sopra e si accomodò sulla poltrona blu della camera. Hailey sembrava più tranquilla.

E poco dopo si addormentò anche lui.

 
Quando si svegliò Hailey dormiva beatamente.

Uscì dalla camera, senza fare rumore, e preparò del tè, tirò fuori dei biscotti e mise tutto sul vassoio.

Risalì le scale facendo attenzione a non rovesciare niente e posò il vassoio sulla scrivania.

Si accomodò nuovamente sulla poltrona.

Hailey si svegliò qualche minuto dopo.

-Justin..!?- disse. La voce era bassa e rauca, sembrò quasi un sussurro.

-Ti sei svegliata finalmente.-

-Perché sei qui?- chiese la ragazza, mettendosi seduta. Sentiva freddo anche sotto le tante coperte che Justin aveva posato durante la notte.

-Ti ho portato la colazione- rispose il biondo alzandosi per raccogliere il vassoio –Certo, non è ricca come quelle che prepari tu, ma per un po’ dovrai arrangiarti.-

-Non ho mai fatto la colazione a letto…credo.- confessò lei, afferrando un biscotto e inzuppandolo nel tè.

-C’è sempre una prima volta…o una seconda.-
 

Quello stesso pomeriggio, Justin uscì per affittare qualche film. Dato che non potevano passaggiare, avrebbero dovuto impiegare il loro tempo in un altro modo.

Hailey aveva categoricamente proibito di prendere il genere horror e aveva suggerito film come I passi dell’amore o Le pagine della nostra vita.

Su quest’ultimo aveva molto insistito.

Così Justin era salito sulla sua Range Rover e aveva attraversato la città per trovare quel dvd.

Hailey invece aveva indossato i felponi e le maglie più pesanti che aveva per stare al caldo e aveva anche preparato i pop corn.

Così alle 21:30, dopo una veloce cena ordinata dal cinese, si trovarono davanti alla tv in soggiorno.

Justin infilò il dvd nel lettore.

Hailey aveva visto il trailer in tv, per cui sapeva già che avrebbe pianto nel giro di qualche ora.

Si sistemò comoda sul divano e posò si mise delle coperte addosso.

Quando lo schermo si illuminò, fece un timido sorriso a Justin per poi rivolgere nuovamente gli occhi alla tv.

E il film partì.

Per certi aspetti, lei si riconosceva nella protagonista femminile. Certo, Hailey aveva solo un’amnesia mentre quella Allie era affetta da demenza senile, ma erano entrambi problemi legati alla memoria.

Si rese conto di quanto possa essere importante un’agenda, su cui riportare tutti i ricordi e le esperienze. Probabilmente le avrebbe fatto piacere leggere il racconto della sua giovinezza quando avrebbe avuto settanta o ottant’anni.

E per ultimo pensò all’amore.

Nel film Noah era rimasto accanto ad Allie durante la vita a la malattia. Nella buona e nella cattiva sorte.

Forse lei non aveva una nessuno. Nessuno l’aveva ancora cercata. Non c’era nessuno ad incitarla e a rialzarla dopo una caduta.

Ma poi una mano strinse la sua.

E, con gli occhi pieni di lacrime, realizzò che c’era qualcuno nella sua vita.

E quel qualcuno era proprio accanto a lei, con un sorriso sempre stampato sulla faccia e degli occhi color nocciola. Era lì, e le teneva la mano.

E qualcosa le fece pensare che ci sarebbe stato per sempre. 







CIAOO MIEI MUFFINS
Ho fatto un casino con il 6. Praticamente l'ho aggiunto alla storia sbagliata e poi me ne sono accorta. Quindi l'ho cancellato li e l'ho aggiunto a quella giusta. Ma poi ci sono stati dei problemi perché credevano ci fosse il plagio...un casino! Ora è tutto risolto c:

VOLEVO RINGRAZIARVI, PER LE RECENSIONI. SIETE BFHJBFHJA. FANTASTICHE!

HO PRESO 6 A FRANCESEEEEE! È una grande notizia dato che non l’ho mai fatto e ora sto frequentando il liceo linguistico… :D
Allora. Ho pensato molto in questi giorni. Alla scuola, ai miei strani capelli, alla mia prima-forse-cotta(si, cioèè..no..cioè..bho), al fatto che non ve ne frega niente...
Ma OK. Mi chiuderò in uno stanzino e attenderò con ansia la fine del mondo, e quando arriverà ballerò la Hula sul tetto indossando una gonna di alghe e un reggiseno di cocco.


No, seri. Credo di avere una cotta. 
NON CHIEDETEMELO, NON LO DIRò MAI AD ALTA VOCE.

Okay, sto divagando.

Allora
RECENSITE, PREFERITE, SEGUITE, PUBBLICIZZATE(su twitter, sulle pagine facebook, ecc.) 

Ciaoo miei adorati Muffinss 

(@seguaquellauto su twitter) se vi va di parlare o di sapere come va la mia vita privata c:

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Capitolo 7
*** Kiss me under the mistletoe. ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Kiss me under the mistletoe

 

Lei era ormai guarita, e il Natale era arrivato.

Justin era su di giri: più la festività si avvicinava, più era convinto di dover fare un passo avanti con Hailey.

E la casa era già addobbata: luci, l’albero, le calze, l’odore di cioccolata calda che aleggiava nell’abitazione.

Hailey scese di corsa le scale e saltò l’ultimo gradino. Fuori nevicava, e lei non voleva assolutamente perdere la sensazione della neve sulla pelle.

Erano arrivati nel Minnesota quella mattina stessa. Quella era una casa presa in affitto. Justin voleva far vedere la neve ad Hailey e a Los Angeles non nevicava mai.

Lei indossò degli stivali e un cappotto. Poi si mise la sciarpa attorno al collo e un cappello coordinato.

E per ultimi infilò un paio di guanti caldi e morbidi. Uscì di casa correndo e raggiunse Justin che era già sul vialetto imbiancato.

Fece attenzione sui gradini, per evitare cadute rovinose a causa del ghiaccio che si era formato.

Si guardò attorno: tutte le case della via avevano i tetti imbiancati e le luci illuminavano la strada.

Si fermò ad ammirare il panorama. Fino a quando una palla di neve, fredda ed umida la colpì in piena schiena.

Si abbassò e accumulò la neve in una piccola sfera. Poi la scagliò su Justin.

Iniziò la battaglia. Hailey sorrideva da sotto la sciarpa e colpì il biondo in testa.

La guerra continuò per forse mezz’ora prima che Justin, sfinito e infreddolito, propose una tregua.

-Okay…Okay basta! Hai vinto tu!- disse buttandosi sulla neve.

Hailey si stese accanto al ragazzo, ridendo.

-Che ne dici di rientrare? Si sta facendo buio..- chiese Justin, accarezzandole la fronte.

Lei si alzò in piedi e tese la mano al biondo –Pappamolle!-

Justin scoppiò a ridere afferrandole la mano –Non sai in che guaio ti sei messa! Vieni qui!-

Lei sgattaiolò in casa, Justin la seguì correndo. Salirono le scale velocemente e presto si ritrovarono nuovamente al piano di sotto.

Lei scappava, correndo attorno al tavolo della sala da pranzo, e lui la inseguiva.

Girarono intorno al divano prima che Justin potesse afferrarla e buttarla su di esso.

Lei atterrò ridendo sui cuscini e il biondo fu subito su di lei, facendole il solletico.
 

La mattina della vigilia di Natale Hailey sorseggiava della cioccolata calda, avvolta in una coperta di lana. Guardava il paesaggio bianco fuori dalla finestra e intanto scriveva.

“È la vigilia! Qui è tutto così diverso da Los Angeles. Qui nevica, e posso sentire i fiocchi sulle guance mentre gioco con Justin. È bello essere qui. Ma non riesco a non pensare alla mia famiglia –ammesso e concesso che ce ne abbia una-. A quello che forse stanno facendo. Forse aspettano il mio ritorno? Anche io voglio tornare. Ma da una
parte non vorrei mai andarmene. Justin è così dolce…così generoso…così…


Non voglio lasciarlo. Non voglio dimenticare. È già successo ed è terribile.

Continuo a fare quei sogni. Quelli gli occhi neri. Rabbrividisco solo a pensarci. Fanno paura. A dir la verità tutto mi fa paura.

Ma so che fino a quando Justin starà con me, nulla potrà ferirmi.’

 

-Ti piace?- chiese Justin, entrando nella sala, silenzioso.

Hailey sobbalzò appena, sentendo la voce del biondo.

-Sì. Sì tanto. Grazie.-

-Ehi…Tutto a posto?- domandò il ragazzo, notando lo sguardo assente di Hailey.

Lei ammirava il paesaggio. Tutto quel bianco, le decorazioni, le luci, in qualche modo la facevano sentire in famiglia. Non si sarebbe mai stancata di quella visione.

-Mi chiedevo solo come fosse cambiata la vita delle persone che mi amavano prima…prima del ‘Buio’-

Lei chiamava la sua amnesia ‘Buio’.

-Hailey, non pensarci. Non devi aver paura.-

-Io non ho paura...E’ che a volte mi sento persa. Sento un vuoto. Non è che fa paura, è solo…strano.-

-Hailey, ascolta. Andrà tutto bene. Ti fidi di me?-

-Sì- la ragazza non esitò.

-Andrà tutto bene.- disse il biondo stringendola fra le braccia.

 

-Hailey sei meravigliosa!- esclamò Justin, osservando la ragazza.

Lei sorrise nella felpa blu con la renna.  I capelli castani erano legati in una treccia portata a destra e gli occhi color oceano brillavano.

-Anche tu, non sei niente male- rispose Hailey raggiungendolo. Il biondo le passò un bicchiere di champagne.

-Alle felpe con le renne!- disse lui, alzando il calice. Anche lui era mozzafiato. Indossava la stessa felpa di Hailey, solo rossa e la renna sul davanti era decisamente più
grande.

-Mhm..Il tacchino dovrebbe essere pronto.- Hailey scappò in cucina e tirò fuori dal forno il tacchino ripieno. Lo poggiò al centro della tavola imbandita.

Il piatto emanava un certo odore e il suo stomaco brontolò dalla fame.

-Si mangia.- esclamò Justin, mettendosi seduto.

 
Un’ora dopo erano in soggiorno, stretti l’uno all’altra guardando un classico del natale, Il Grinch.

Hailey aveva la testa poggiata alla spella di Justin e una coperta di lana, vecchia e scolorita, li copriva entrambi dal freddo del Minnesota.

La ragazza aveva lo sguardo puntato sulla tv, mentre il biondo la osservava. Era bella. Cavoli se era bella. Anche struccata-in realtà l’aveva vista solo struccata-era
splendida.

Lui si ritrovò a ridacchiare, per la sua sciocca cotta, ma non tolse gli occhi da Hailey. La ragazza di girò e lo osservò.

-Che c’è?- chiese poi, accortasi del fatto che lui la guardava in silenzio.

-Niente. Davvero non hai mai visto questo film?- le domandò, cercando di deviare il discorso.

-Certo che l’ho visto. È forse l’unica cosa che mi ricordo di aver fatto in tutta la mia vita. Ma lo adoro, è un piacere guardarlo.- rispose Hailey, ridendo.

-Tra qualche minuto è mezzanotte, gradisci una cioccolata calda?-

-Sì grazie. Mettici anche un marschmellow.-

-Agli ordini!- disse Justin, filando in cucina. Preparò due belle tazza di cioccolata e poi aggiunse sopra qualche piccolo marschmellow.

Hailey entrò in cucina e prese la sua tazza. Si misero seduti al tavolino, quello che usavano tutte le mattine per la colazione.

-Ci voleva proprio, iniziavo a sentire freddo.- borbottò lei, sfregandosi le mani sulle braccia nel tentativo di riscaldarsi.

-Nevica.- osservò il biondo, guardando fuori dalla finestra.

-Come sempre insomma.- farfugliò Hailey, sorseggiando la cioccolata bollente.

-Tra poco iniziano i fuochi d’artificio, andiamo?- Justin posò la sua tazza nel lavandino.

-Sì!- rispose Hailey, imitandolo.

Indossarono i cappotti, le sciarpe, i cappelli e i guanti. Poi misero anche degli stivali da neve, per non sentire freddo. Da fuori si sentivano già i primi botti.

Aprirono la porta di casa e sgattaiolarono fuori, facendo attenzione al ghiaccio. Si fermarono sotto il portico ad ammirare il gioco di luci e colori sullo sfondo blu notte del cielo.

Rosso, viola, verde festeggiavano l’arrivo del Natale. Dalle altre abitazioni della strada erano uscite le famiglie e i bambini si rincorrevano lanciandosi palle di neve mentre i
genitori osservavano i fuochi.

I ragazzini urlavano qua e là il nome di Babbo Natale e ridevano spensierati.

Justin strinse Hailey in un abbraccio da dietro fino a quando lo spettacolo finì e il cielo tornò ad essere blu uniforme.

La ragazza di girò verso Justin e i loro visi si trovarono a poca distanza uno dall’altro. Era appeso del vischio sopra di loro.

Lentamente le loro labbra si avvicinavano, esitanti. I battiti iniziarono ad essere più veloci. Il loro fiato creava delle nuvolette davanti alle loro bocche.

Justin la strinse ancora di più. C’era solo la luna a fare luce quella notte.

Poi le loro labbra di trovarono e tutto sembrò fermarsi per un istante.

Le preoccupazioni, la paura, l’ansia per l’amnesia sparirono e tutto sembrò più facile.

C’erano solo loro due, in una piccola bolla.

Lei tremava, ma non sentiva freddo. Lui invece la stringeva ancora di più, perché aveva bisogno solo di lei in quel momento.

Fu tutto perfetto. Il primo bacio sotto il vischio.



Ciaoo muffinss
allora. ecco ui un nuovo capitolo, lo so che è corto, lo so che fa caga...ehm andare al bagno
ma non sono riuscita a far di meglio senza l'ispirazione :\

Vi prego di continuare a recensire e ringrazio chi legge, recensisce, preferisce, segue e ricorda la storia.
Ciaoo muffins

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Capitolo 8
*** Happy New Year ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Happy New Year



Tornarono a Los Angeles per Capodanno. Hailey buttò il borsone nero per terra e si stese esausta sul letto.

Chiuse gli occhi un attimo, giusto il tempo di addormentarsi..
 
Era difficile correre con la vista offuscata dalle lacrime, ma raggiunse comunque il vecchio pick-up nero parcheggiato ai bordi della strada.

Con le mani tremanti mise in moto e sfrecciò lontano. Dallo specchietto retrovisore vedeva ancora i due fari in lontananza ed accelerò. Cercava di non distogliere lo sguardo dalla strada ma era difficile, aveva paura.

Asciugò gli occhi con la manica del cardigan e rivolse una preghiera silenziosa.

Le luci dietro di facevano più vicine. Distolse lo sguardo dalla strada.

 
-Ehi, dormigliona!- le sussurrò Justin piano all’orecchio. Era sdraiato accanto a lei e le lasciava scie di baci vicino alla bocca.

-Ehi.- Hailey si svegliò -Che ore sono?-

-E’ ora di pranzo, ho ordinato della pizza.- rispose il biondo, alzandosi e offrendole una mano.

Hailey gliela strinse e si tirò su -Stai sempre a mangiar pizza!-

-Fino alla fine!- esclamò lui stringendola e poggiandole sulle labbra un tenero bacio.

 

Quella stessa sera i programmi erano già fatti. Chaz dava una festa per il nuovo anno, sarebbero andati lì.

Hailey indossò un abito verde corto ed attillato e le scarpe coordinate tacco 17.

Infilò il cappotto nero e mise i guanti e un foulard.

Justin l’aspettava da quasi mezz’ora, elegante nel suo smoking semplice.

Strabuzzò gli occhi vedendola, era semplicemente bellissima.

-Andiamo! Faremo tardi!- esclamò Hailey, stringendosi nel cappotto.

-Agli ordini!- rispose il biondo, raccogliendo le chiavi dell’auto sul tavolino e aprendo la porta per farla uscire.

La casa di Chaz era grande e, quella notte, anche molto rumorosa. Si vedevano le luci da discoteca che aveva affittato illuminare l’intera via.

Justin parcheggiò la Range Rover sul vialetto già semi pieno per gli altri invitati.

Scesero dall’auto e si avviarono verso l’entrata. Superarono l’armadio-buttafuori che sostava davanti alla porta, con una lista in mano.  Appena furono dentro si sentì qualche grida e Ryan comparve all’ingresso.

-Amico!-  esclamò -Hailey!-

-Ryan.- la ragazza strillava per cercare si sovrastare la musica che riempiva la casa.

-Hai visto Chaz?- chiese Justin , facendosi per un attimo serio.

-Dovrebbe stare in cucina, o in soggiorno, vicino al Dj!- rispose Ryan, prendendo un sorso dal bicchiere di plastica rosso.

-Dj!?- chiese Hailey, confusa.

-Chaz deve sempre fare le cose in grande!- borbottò Justin, stringendole la mano e facendosi spazio nella folla.

Arrivarono in soggiorno e scorsero la figura di Chaz impegnato a conversare con una ragazza, visibilmente tinta e rifatta.

-Chaz!- lo chiamò Justin avvicinandosi.

L’altro si girò infastidito ma la sua espressione cambiò quando vide l’amico.

-Justin!- lo salutò, ignorando la ragazza che, scocciata si allontanava nella folla -Hailey, sempre più bella!-

Justin lo fulminò con lo sguardo e strinse Hailey.

-Divertitevi!- esclamò Chaz prima di scomparire.

-Balliamo?- chiese Justin girandosi verso Hailey.

La guidò al centro della pista e iniziarono a scatenarsi.

Justin posò le mani sui fianchi di Hailey e la tirò a se’, strappandole un bacio. Lei mise le mani fra i suoi capelli e il bacio si faceva sempre più intenso.

Un flash lontano li fece staccare.

-Paparazzi! Come hanno fatto ad entrare!?- imprecò Justin, guardandosi attorno -Chiamo la sicurezza.-

Justin si fece largo fra la folla e si allontanò da Hailey.

La ragazza rimase sola al centro della pista cercando Justin con lo sguardo. Decise di rimanere lì, altrimenti non si sarebbero più ritrovati.

Justin arrivò davanti ad altri due armadi umani, muniti di auricolari e smoking neri.

-Ci sono dei paparazzi, mi disturbano, li voglio fuori di qui.- ordinò.

-Certo.- i due si fecero strada nella festa.

Justin si accorse che Hailey non l’aveva seguito. Si fece largo fino al centro della pista.

Hailey era ferma, con una mano sulla bocca davanti ad un tizio piegato in due.

-Che è successo?- chiese Justin strappandola dallo stato di shock in cui era caduta.

Gli ho dato una gomitata, perché mi aveva palpata.- rispose Hailey con lo sguardo fisso sul tipo.

Justin non ci vide più dalla rabbia. Diede una spintone al tizio e i due attaccarono a fare a pugni. Hailey cercava di far ragionare Justin, ma lui era troppo furioso per
ascoltarla.

Arrivarono i due buttafuori e fu allora che si fermarono.

-Non toccare mai più la mia ragazza!- lo avvertì prima di prendere Hailey per mano e trascinarla lontano dalla pista.

Uscirono dalla casa e si fermarono nel giardino, un posto in cui potevano stare completamente soli.

Justin aveva solo un labbro spaccato, la parte peggiore era andata al suo avversario.

-Stai sanguinando.- osservò Hailey quando si accomodarono su una panchina.

Lei estrasse dalla borsetta un fazzolettino di carta e alzò con una mano il mento di Justin. Strofinò il fazzoletto sulle labbra del biondo, pulendolo dal sangue.

-Non c’era bisogno di arrivare a tanto. Gli avevo già dato una gomitata sullo stomaco e un calcio fra le gambe..- disse Hailey, facendo un timido sorriso.

Ripensò però al momento in cui lui aveva detto “Non toccare mai più la mia ragazza!”

La mia ragazza..

Al chiaro di luna si potevano vedere i suoi occhi scintillare a quel ricordo.

 

Rientrarono in casa solo per prendere il cappotto e restarono tutta la notte in giardino, a guardare le stelle.

Era molto più tranquillo e in quel momento tutto ciò che desideravano era tenersi per mano.
 

Verso la mezzanotte si iniziò a sentire il conto alla rovescia.

Justin ed Hailey, già abbracciati, si strinsero ancora di più.

-Tre…Due…Uno!- urla di gioia provenivano dalla casa mentre l’anno nuovo era arrivato.

-Buon anno nuovo, piccola.- disse Justin, sorridendole sulle labbra.

-Anche a te.- rispose le ragazza, prima che le loro labbra si toccassero di nuovo.

 

Tornarono a casa circa alle due di notte. Non c’era motivo di restare, volevano stare soli e dopo aver fatti gli auguri a Chaz e Ryan, si erano rincasati.

Hailey appese il cappotto e il foulard mentre Justin chiudeva la porta.

Indossarono i pigiami e si rannicchiarono in una coperta sul divano, stretti l’uno all’altra. Lai aveva il viso poggiato sul petto del biondo e ascoltava il suo cuore. Una dolce
melodia alle sue orecchie.

La televisione spenta. C’erano solo loro, nella loro bolla.

Come nel Minnesota, nel loro bacio sotto il vischio.

Hailey sorrise a quel ricordo.

-Che c’è?- chiese Justin, sorridendo anche lui.

-Niente. È solo che è bello stare da soli- rispose la ragazza, allontanandosi da lui per guardarlo negli occhi.

Justin la guardò, con gli occhi pieni d’amore. Le prese il volto fra le mani e le poggiò un altro soffice bacio sulle labbra.

Solo loro due, tutto ciò che serviva per essere felici.



CIAO MUFFINS
scusate per il ritardo, ma in questi giorni ci sono stati trooppi imprevisti
e non riuscivo a fare un capitolo come si deve.
recensite, seguite, preferite e io vi faccio una statua(?)
bene. Ora, ci sono alcune cose che vorrei dire.
1) avete visto gli EMA? Quando Justin ha vinto stavo ballando la conga con i pinguini rosa hdcbh
  poi sono adata a letto, perchè mi dovevo alzare presto oggi.
2)Quel ragazzo di cui vi parlavo è un coglione. Anche se a volte è dolce...
3)Justin e Selena si sono lasciati veramente!? Io non so che pensare, certo a me la Gomez non mi sta simpatica, anzi..
   Per motivi che non c'entrano niente con Justin, non la sopporto. Però bho..voi cosa ne pensate?
4)La storia parla di un Justin più o meno venticinquenne, e di un Hailey più o meno ventitreenne.
Bene, parlo troppo. Alla prossima
Ciao Muffins

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Capitolo 9
*** I love the morning with her. ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-I love mornings with her.



Hailey si svegliò abbracciata a Justin, nel suo letto. Era ancora buio fuori.

Lei era accaldata e Justin era bollente. Non faceva più così tanto freddo come a gennaio.

Era San Valentino, la festa degli innamorati. Il suo cuore fece la capriole a quel pensiero.

Poi scivolò nuovamente nel sonno.
 

Al suo risveglio trovò la camera completamente piena di fiori. Rose rosse. Il profumo la fece svegliare di buonumore. Trovò un biglietto sul cuscino di Justin.

Una rosa per ogni secondo in cui mi sono sentito felice con te. Una rosa per ogni nostro bacio. Una rosa per  ogni tuo sorriso. Una rosa, cento rose, mille rose.   Justin”

Il cuore perse un battito. Lo cercò nella stanza, ma lui non c’era. Solo allora vide i petali rossi che creavano una scia: sul piumone bianco, sul pavimento e si fermavano davanti alla porta. Sorrise
capendo il gioco.

Scese dal letto e corse alla porta. La aprì velocemente e seguì i petali che continuavano giù per le scale. Si fermò al primo gradino e raccolse un altro biglietto.

La volta in cui ci incontrammo. La casa sul lago. La fuga dai paparazzi. Le pagine della nostra vita. Il primo bacio sotto il vischio e le coccole sul divano. Come ho fatto a vivere senza te?   Justin”

Avrebbe voluto baciarlo. La voglia era talmente tanta che correndo giù per le scale quasi cadde.

La porta del soggiorno era chiusa. Altri petali fino a lì. Si avvicinò, il cuore batteva a mille. Raccolse l’ultimo biglietto.

“Perché ogni mio errore, ogni cazzata, ogni passo era un passo verso te. Quindi sì. Farei ogni cosa cento, mille volte. Per un tuo sorriso.   Justin.”

Hailey aprì la porta e corse nelle braccia di Justin, che la guardava con un’espressione ebete dipinta in volto.

Si baciarono. Fu un bacio quasi disperato. Avevano bisogno l’uno dell’altra. Semplice, tutto quello li rendeva felici.

 -Ho una sorpresa.- esclamò Justin, tirando fuori dalla tasca dei jeans una scatola piccola e nera –Aprila-

Il biondo porse alla ragazza la scatoletta e sorrise timidamente. Hailey scartò il regalo e aprì la confezione.

Era un ciondolo a forma di cuore. Lo amò dal primo istante, non che fosse particolarmente costoso, ma in qualche modo simboleggiava il loro amore.

-Anche io ho una sorpresa per te.- disse Hailey, prima di sfrecciare in camera sua. Raccolse un blocco di fogli e tornò di sotto.

Justin rimase senza parole sfogliando i disegni. Hailey aveva riportato fedelmente i suoi ricordi, le esperienze fatte con Justin.

Si era soffermata su un’immagine in particolare. Il giorno migliore della sua vita.

Quella volta in cui Justin la portò a vedere l’alba sulla spiaggia. Faceva freddo, erano gli inizi di gennaio. Avevano sistemato due sdraio, molto vicine fra di loro e si erano stretti in un paio di coperte.

Avevano parlato fino a quando il sole non aveva fatto capolino davanti ai loro occhi. Era stato bellissimo, il cielo era dipinto di celeste, arancione, rosa e la città ancora dormiva.

Era stato come se il tempo si fosse fermato. Avrebbe voluto vivere in quel momento per sempre.

Si baciarono velocemente prima di dirigersi in cucina e preparare insieme la colazione. Erano quelle le mattine che amavano.
 

Quel pomeriggio Justin portò Hailey al parco. Era una bella giornata, il sole era alto e per strada si vedevano cuori e fiori ovunque.

Non si vedevano paparazzi in giro e lui fu grato di questo. Dopotutto erano un normale ragazzo e la sua normale ragazza che passeggiavano normalmente mano nella mano, a San Valentino.

La gente era così presa dalla festività che non lo riconobbero. E Justin tirò un sospiro di sollievo sapendo che avrebbe potuto passare un bel pomeriggio senza fan urlanti e crisi isteriche. Certo, amava
le sue Beliebers. Cavoli se le amava. Ma ogni tanto era piacevole trascorrere del tempo come un qualunque ragazzo della sua età.

Arrivarono allo stagno, con papere ed anatre. Hailey iniziò a spezzare il pane a pezzi e a tirarli nell’acqua.

Justin si unì a lei, abbracciandola da dietro. Sì, era un normale ragazzo.
 

Tornarono a casa la sera tardi, dopo una cena nel noto ristorante italiano. Hailey era decisamente sazia. La cucina italiana era senza dubbi la sua preferita.

Filò in bagno e lavò velocemente i denti. Justin comparve sulla porta, dietro di lei. Era felice come un bambino il giorno di Natale.

-Sei stanca?- le chiese avvicinandosi.

-No, non particolarmente.- rispose lei, guardando il riflesso del biondo sullo specchio.

Si girò e le labbra di Justin si posarono sulle sue. Quella volta si baciarono con più foga e il desiderio li trasportava. Indietreggiarono fino alla camera e davanti al letto.

Erano pronti per compiere quel passo. Lei ci aveva pensato a lungo. Non voleva farlo troppo presto ma lo amava e dopotutto quello è un gesto d’amore, no?

Sbottonò la camicia di Justin e gliela sfilò di dosso facendola cadere silenziosamente per terra. Poi il biondo l’aiutò ad uscire dal suo cardigan verde e anche quello toccò il suolo.

Anche se lei era pronta, aveva paura. Non sapeva di averlo già fatto.

Le sfilò la gonna nera e lei rimase in intimo.

Hailey allungò le mani verso i bottoni dei jeans di Justin ma lui la fermò, staccandosi dalle sue labbra e guardandola.

-Sei sicura?- chiese ma non ebbe risposta perché la ragazza lo ribaciò e gli sbottonò velocemente i jeans.

Lui rimase in boxer, nella sua perfezione.

Il biondo la strinse a se’ e lei affondò le mani nei capelli di Justin. Lui le sbottonò il reggiseno che cadde a terra.

-Ti amo.- gli sussurrò prima di trovarsi imprigionata fra il materasso e il corpo di lui.

Justin le disegnava sulla pelle scie immaginarie fatte di baci, dall'orecchio al collo. Quando le loro labbra si trovarono nuovamente la passione scoppiò. Justin infilò un preservativo e con una dolce spinta le entrò dentro.

-Ti amo.- le sussurrò a sua volta. 




Ciaoo muffins, 
so che la maggior parte di voi ha sbraitato leggendo questo capitolo.
non sarebbe stato così se non avessi letto Cinquanta sfumature di grigio. ehehe pocellina che sono. 
Anyway, recensite e io mi presenterò il 21 dicembre a casa vostra ballando Gangnam Style con Psy. eheh.
 se non vi spiace passate anche qui, è un'altra mia ff, vorrei sapere cosa ne pensate. Ciao muffins. 


http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1397566&i=1

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Capitolo 10
*** Past ***


I’ll remember you but, please, Stay.
-Past.

 

 
 
Estate. Era quasi trascorso un anno da quando si erano incontrati per la prima volta. E, anche se non se ne rendeva conto, Hailey iniziava a mettere da parte il suo passato.
 
Non si torturava più ponendosi domande a cui non sapeva rispondere. L’unico problema che era rimasto erano i sogni.
 
Capitava sempre più spesso che cadesse in trance e tutte le volte Justin l’aiutava. I suoi disegni erano ordinati in una pila, sulla scrivania nella sua camera. Ancora non capiva cosa rappresentassero.
 
 
Quel giorno di mezzo agosto erano in macchina e sfrecciavano verso la casa sul lago. L’autostrada era sgombra e il sole alto nel cielo. Le loro labbra piegate in sue sorrisi mozzafiato.
 
Era chiaro che erano felici.
 
Justin parcheggiò la Range Rover e fece il giro per aprire lo sportello ad Hailey. La ragazza era contenta di vedere nuovamente quella casa. Erano tornati spesso lì, un luogo dove stavano completamente da soli. I ricordi riaffiorarono nella sua mente prima che Justin la prendesse per mano e la trascinasse dentro.
 
Si fermarono sulla porta e Justin strinse a se’ Hailey. La ragazza sorrise e trascinò Justin sul divano, dove si accomodarono molto vicini.
 
-Hai fame?- chiese il biondo, accarezzando i capelli della ragazza.
 
-No. Sto bene.- rispose lei, mentre disegnava cerchi sul petto di Justin.
 
Restarono un po’ così prima che Justin si alzasse e le tendesse la mano.
 
-andiamo, ti mostro una cosa.- esclamò sorridendo.
 
Hailey afferrò la sua mano e si mise in piedi anche essa. Il biondo la trascinò fuori. Attraversarono il bosco in un silenzio interrotto solo da qualche uccellino che cantava allegramente.
 
Arrivarono in riva al lago e si fermarono. Hailey iniziava a credere che Justin volesse nuotare quando vide barchetta nascosta. Salirono a bordo e Justin iniziò a remare. Quando raggiunsero circa il centro del lago, il biondo lasciò cadere il remo di legno e si avvicinò ad Hailey per stamparle un bacio.
 
-Mi faccio una nuotata.- sussurrò il biondo sorridendole sulle labbra.
 
-Accomodati.- rispose Hailey con un’aria divertita.
 
-Non vieni?- la incalzò lui ma la ragazza fece no con il capo e si girò, per ammirare il panorama.
 
Justin si sfilò la t-shirt e le scarpe. Si levò i calzini e buttò gli indumenti in un angolo. Sbottonò i jeans e quelli caddero sul legno della barca.
 
-Sicura?- domandò.
 
La ragazza fece cenno di sì e lo spintonò giù nell’acqua divertita.
 
Justin fece finta di perdere l’equilibrio e scomparve sotto l’acqua.
 
Dopo pochi secondi tornò su con un ampio sorriso.
 
-Ne sei certa?- le chiese rimanendo a galla.
 
-Sì- Hailey alzò gli occhi al cielo ridacchiando.
 
-Okay, allora aiutami ad uscire così torniamo sulla terra ferma.- il biondo si accostò alla barchetta e tese una mano.
 
Hailey non ci pensò due volte e l’afferrò ma il biondo l’attrasse a sé, facendola cadere nell’acqua.
 
La ragazza tornò a galla ridacchiando e tossendo per il liquido bevuto.
 
-Tu!- esclamò schizzandolo mentre lui rispondeva agli schizzi ridendo.
 
La guerra non durò molto perché si ritrovarono stretti in un abbraccio. Hailey teneva le braccia attorno al collo del biondo e le loro labbra si toccarono ancora una volta.
 
 
Tornarono in città prima pranzo. Avevano assolutamente bisogno di aria fresca e in quella casetta senza condizionatori era impossibile ignorare l’afa.
 
Hailey si era cambiata i vestiti, sostituendo una gonna e una canotta ad una t-shirt e dei pantaloncini fradici. I capelli ancora bagnati la ricadevano sulla schiena.
 
Justin accostò l’auto in piazzale e scesero per pranzare in un noto ristorante del posto.
 
Quando uscirono, sazi, una folla di fan e curiosi li accerchiò. Justin si fermò per fare foto e firmare autografi mentre Hailey fu spintonata fuori dalla mischia.
 
Si mise accanto, aspettando a braccia conserte la fine “dell’assalto”.
 
Doveva abituarsi a tutto quello se voleva stare accanto a Justin. Ma era difficile ignorare la gelosia di quando abbracciava qualche fan. Nascose il tutto con un sorriso che di lì a poco si spense.
 
Era un po’ scocciata, dal rumore che faceva ogni fan e dal fatto che aspettava da quasi un quarto d’ora. Appoggiò il peso su una gamba.
 
Gli dava ancora cinque minuti, poi se ne sarebbe andata.
 
Era sul punto di incamminarsi quando una mano le toccò una spalla. Si girò sorpresa e confusa allo stesso tempo.
 
Ma fu quando il ragazzo che aveva difronte la chiamò che il tempo si fermò.
 
-Grace?-
 
Il rumore era scomparso e il cielo si era annuvolato. Hailey cercava di capire. Chi era quell’individuo? Perché l’aveva chiamata Grace?
 
Aveva gli occhi spalancati mentre Justin la raggiungeva. Anche lui aveva sentito. Non aveva staccato gli occhi da lei per un attimo.
 
Dovette fare uno sforzo enorme per non stringerla a se’.
 
-Grace! Credevamo fossi morta!- disse il ragazzo prima di abbracciarla.
 
Lei rimase immobile. Iniziava a capire ma tutto questo la spaventata e la incuriosiva allo stesso tempo.
 
Chi era quel tizio? Lo conosceva? Perché non aveva svegliato nessun ricordo in lei?
 
-Chi sei?- chiese con la voce tremante. Justin era rimasto in disparte, immobile anche lui. Non sapeva che dire. Voleva solo portarla via di lì, anche se quello sconosciuto avrebbe potuto spiegare cosa le era successo.
 
Gli occhi del ragazzo si incupirono e sciolse l’abbraccio per prenderle le spalle.
 
-Ma come Grace? Non ti ricordi di me? Sono Tom, Grace.-
 
Quel nome, Grace, le appariva sconosciuto, come se in qualche modo non le appartenesse.
 
Le salirono le lacrime agli occhi mentre cercava con tutta se’ stessa di rievocare un ricordo.
 
-Grace, stavamo insieme prima che tu te ne andassi.-
 
Chi era e perché continuava a chiamarla Grace?
 
Riusciva a stento a trattenere le lacrime. Le gambe si mossero da sole e lei si ritrovò a correre senza nemmeno essersene accorta. Non sapeva dove stava andando, ma sapeva da chi stava scappando. O meglio da cosa.
 
Il passato.
 
Aveva trascorso un anno chiedendosi perché non ricordava, desiderando di poter scoprire qualcosa eppure in quel momento non ne aveva voglia. Non le interessava più il passato.
 
Chi era quel Tom? Cosa avrebbe dovuto fare? Si infilò in uno stretto vicolo cieco e mise le mani in testa mentre si lasciava cadere per terra. Lì rannicchiata non riusciva a pensare, cercava solo di non piangere.
 
Sentì dei passi che si fecero sempre più vicini fino a quando Justin non le comparve accanto. La strinse a se’ senza aprir bocca.
 
E lei si lasciò andare alle lacrime.



So...Non ve l'aspettavate vero?
Proprio quando tutt andava bene...Be' capita. 
grazie a chi recensisce, siete nel mio cuore.
passate anche da 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1397566&i=1 e recensite se potete...vorrei continuarla, perché anche lì c'è tutta una storia dietro..
Anyway(amo particolarmente questa parola frgvfyhvb) devo lasciarvi, non dovrei stare al pc perché sto in punizione(eheh) e sto rischiando visto che i miei non ci sono:\ tutto per voi, quanto vi devo amare?
Dato che di sorprese ve ne ho fatte molte, abbiamo fatto 30 facciamo 31(modo di dire di mio padre, nonn chiedete) e dato che una persona ci finisce male quando una frase non finisce come aveva puzzetta.

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Capitolo 11
*** Decisions ***


I’ll remember you but, please, Stay.

-Decisions.
 

Quella mattina era nuvolosa e cupa, nonostante l’afa di agosto.

Hailey esitò prima di bussare. Era restata ferma per un tempo che pareva un’eternità prima di raggiungere la porta. Aveva osservato la cassetta della posta rosso fuoco e i fiori alle finestre. Anche se tutto ciò la incuriosiva e la spaventava, non riaffiorò in mente alcun ricordo.

Era passata una settimana da quando aveva incontrato Tom. Per tutto quel tempo si era rinchiusa in camera chiedendosi cosa fare.

La ragazza rabbrividì prima di bussare e strinse la mano di Justin. Chiuse gli occhi. Cosa c’era dietro quella porta? La verità? Il passato? Un passato che non le interessava più, però.

Riaprì gli occhi un attimo prima che la porta si aprisse. Comparve sulla soglia una donna, circa cinquant’anni. Pelle molto chiara, occhi piccoli e verdi. Capelli castani e corti.
Hailey si sentì sussurrare –Mamma?- prima di lasciare la mano di Justin ed abbracciare la madre, che aveva il viso rigato di lacrime.

Justin osservava la scena. Cosa significava quello? Che l’avrebbe persa? Non poteva che essere felice per lei, ma aveva paura. In più non si fidava di quel Tom. Non gli piaceva affatto e avrebbe voluto tenerlo lontano, ma non poteva.


I suoi pensieri vennero interrotti dalla madre di Hailey, che con un tono sollevato e felice gridava –Robert! Robert!-

Dalla porta della cucina apparve un uomo, capelli brizzolati e sopracciglia folte. Aveva un’espressione tormentata e triste fino a quando non vide sua figlia sulla porta. La sua bocca si piegò in un grande sorriso.

Hailey corse ad abbracciare il padre, che piangeva e rideva allo stesso tempo, anche lui sollevato.

-Grace!- disse dolcemente. Non credeva a ciò che vedeva.

Hailey sciolse l’abbraccio e si voltò verso Justin. Il viso bagnato per le lacrime ma un sorriso stampato sulle labbra.
 

Sedevano tutti e quattro in salotto. Justin si era accomodato su una poltrona in disparte, Hailey accanto al padre sul divano mentre la madre versava del tè freddo in alcuni bicchieri.

Il biondo prese un sorso dal suo bicchiere mentre si ritrovò a fare pensieri scomodi.

Tutto quello significava che avrebbe dovuto chiamarla Grace? Ai suoi occhi restava Hailey, la ragazza spaventata che aveva incontrato mesi prima in un bar. La stessa ragazza con cui aveva osservato le stelle nella casetta sul lago. Sarebbe cambiato tutto.

-Dove sei stata tutto questo tempo?- chiese Elena, la madre, mentre Hailey  le stringeva le mani.

-Justin mi ha ospitata a casa sua.- rispose la ragazza prima che gli occhi di entrambi i genitori si posassero grati ma anche molto sospettosi sul biondo.

Il padre osservava Justin con un’espressione che solo un papà iperprotettivo sapeva fare. Non era entusiasta dell’idea che la sua bambina aveva dormito ogni notte per un anno con quel ragazzo, ma ad essere sinceri gli sembrava più simpatico di Tom. Non sopportava quel tizio, ma si era abituato a lui negli ultimi due anni in cui lui e Grace erano stati insieme.

-Posso offrirti qualcosa, Justin?- domandò cortesemente Elena, ricordandosi dei biscotti che aveva infornato qualche ora prima.

-No, grazie signora, sono a posto così.- rispose il biondo educatamente.

Elena gli rivolse un sorriso dolce e scomparve in cucina. Gli stava simpatico quel ragazzo.

Hailey raggiunse la madre mentre nel soggiorno l’atmosfera si faceva abbastanza tesa.

-Tutto bene mamma?- le chiese entrando.

-Sì, sì, è solo..- fece per rispondere ma le lacrime impedirono alle parole di uscire. –E’ solo che ho temuto di..- non riusciva a completare la frase. Era felice. Rivedeva sua
figlia dopo un anno senza notizie, ma tutta l’ansia, la preoccupazione e soprattutto la paura vennero fuori con le lacrime.

-Oh, mamma.- disse Hailey abbracciando la madre –Non piangere, altrimenti piango anche io.-
 

L’indomani Hailey bussò nuovamente a casa dei suoi. Avevano parlato a lungo dell’ospitalità di Justin ma Elena e Robert volevano che lei tornasse a vivere da loro. Lei non poteva dir di no.

Il giorno prima non aveva avuto tempo per visitare la sua vecchia stanza al piano di sopra, così quando ci rientrò per la prima volta dopo un anno le sembrava strana.

I muri bianchi, la testata del letto di ferro battuto, anch’esso bianco. La scrivania, le lucine attaccate alle pareti e la grande libreria. Tutto le sembrava così sconosciuto.

Di avvicinò al cassettone e guardò le cornici impolverate. La sua laurea, il suo sedicesimo compleanno, l’ultimo ballo scolastico. Tutto le sembrava così vuoto  così freddo,
come se in qualche modo quello non fosse stato il suo passato, o almeno non tutto.

Sorrise quando aprì il portagioie. Il suo ciondolo con la piuma di pavone era lì. Justin entrò nella stanza nel momento in cui Hailey si accomodò sul letto.

Il biondo si guardò attorno, studiando le foto e i libri sugli scaffali. Poi alla fine si andò a sedere accanto ad Hailey.

La ragazza gli mostrò il ciondolo che si era rigirata fra le mani fino ad allora.

-Da piccola ero molto testarda. Facevo capricci ed ero esasperante per i miei.- iniziò a raccontare. Justin la osservava incuriosito e con lo sguardo la incitò a continuare –Ricordo che una volta avevo davvero superato il limite. Era quasi Natale e i miei volevano andare a Chicago, da alcuni lontani parenti. Io invece volevo restare a casa, come ogni anno, per aspettare Babbo Natale.

Il giorno prima della partenza scappai di casa. Avevo sentito parlare di uno zoo poco lontano, così presi la bici nuova che mi avevano regalato per compleanno e pedalai fino lì. Avevo sei anni e riuscii ad entrare facendomi passare per la bimba di una delle famiglie che visitavano lo zoo. Era grande e pieno di animali che avevo solo visto nei libri.
Non ricordo come feci, ma entrai nel recinto dei pavoni. I passanti avvisarono subito il personale e i miei mi vennero a riprendere in lacrime. L’avevo fatta grossa. Mi sequestrarono la bici e a Natale non ricevetti alcun regalo. Ma alla fine ne valse la pena.- si alzò dal letto e prese in mano una cornice per porgerla a Justin. –Finii in prima pagina e parlarono di questa storia a lungo e tutt’ora ne parlano. Mia sorella Sophie per il mio settimo compleanno mi regalò questo ciondolo.-

La ragazza si rigirò ancora l’oggetto fra le mani, sovrappensiero. –Credo sia stato per questo che ho dipinto quell’affresco con la piuma. Ero molto attaccata ai miei.-

Justin le fece un sorriso sincero.

-Sei bellissima.-

 
-Grace è arrivato Tom!- urlò Elena al piano di sotto. Hailey mandò un’occhiata allarmata a Justin.

Nessuno sapeva che stavano insieme. Non l’avevano ancora detto.

Hailey corse al piano di sotto seguita da Justin. Tom era seduto in salotto. Hailey voltò l’angolo e solo allora si accorse che con lui c’era un’altra ragazza.

Sorrise.

-Grace!- urlò la rossa correndo ad abbracciarla.

Justin osservava la scena e nello stesso momento teneva d’occhio Tom. Quel tipo non gli piaceva affatto.

-Emily!- disse Hailey staccandosi dalla sua migliore amica per guardarla. Non era cambiata a parte un po’ di abbronzatura in più. Gli stessi occhi verdi e le stesse lentiggini.

-Mio Dio Grace, dov’eri finita? Avevo paura di non rivederti mai più!- rispose l’altra mettendo le mani davanti alla bocca. Il suo sguardo saettò su Justin e lei rimase
impietrita. Lanciò un’occhiata ad Hailey che le rispose contenendo a stento una risata.

L’amica si avvicinò a Justin decisa e allungò la mano –Emily- si presentò, schietta come sempre.


Ad Hailey era mancata parecchio.



Ciaoo belle fanciulleee
ʘ‿ʘ
che ne dite di un po' di Schrepez, solo io e voi? okay sto divagando ahaha
allora, eccomi qui. siamo a metà storia.
siete bellissime, ma sareste ancora più belle se recensiste un p' di più e.e
vi ricordo di recensire con più di dieci parole altrimenti non me la conta come recensione.
suggerite, mi raccomando. e preferite. e seguite. vabbè, capitemi.
Adioss!

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Capitolo 12
*** Ordinary Life ***


I’ll remember you but, please, Stay.

-Ordinary life.
 
 
Correva, più veloce del suo possibile, ma non poteva fermarsi. Quasi inciampò, ma riprese l’equilibrio poco prima di cadere.
Asciugò le lacrime con la manica del cardigan e si appoggiò ad un albero, per riprendere fiato. Sentiva dei passi lenti ma decisi.
-So che sei qui.- disse una voce glaciale, quasi divertita. –Non potrai nasconderti a lungo.-
Soffocò il respiro e i singhiozzi.
I passi si facevano più vicini e una risata si diffuse nel bosco.
 
Hailey si svegliò col fiatone, come se avesse corso per davvero.
Non è reale, non è reale. Si disse mentre si alzava dal letto.
Le guance rigate dalle lacrime. Sgusciò il bagno, per lavarsi la faccia.
Non può essere reale. Eppure non riusciva a levarsi quella sensazione.
 
Dall’altra parte della città, Justin fissava il soffitto. Non aveva dormito tutta la notte. Sbruffò alzandosi dal letto e scese in cucina. Non riuscì a reprimere un senso di nostalgia passando davanti alla camera che un tempo era di Hailey. O di Grace. Ancora non capiva come avrebbe dovuto chiamarla.
Aprì il frigorifero ma poco dopo lo richiuse. Non aveva fame, non voleva fare colazione. Avrebbe voluto solo salire in macchina e attraversare la città per vederla. Invece doveva andare in studio a registrare nuove canzoni.
Aveva mal di testa. Aveva pensato troppo negli ultimi giorni. Non vedeva Hailey da quasi una settimana e la sua vita era tornata ordinaria, come lo era prima che lei arrivasse.
In più doveva sopportare la gelosia che lo corrodeva. Quello stupido Tom stava sempre a casa dei genitori di lei. Prese il cellulare e inviò un messaggio ad Hailey.
Ci vediamo questo pomeriggio? Ti vengo a prendere io.  
Lei rispose quasi tempestivamente Non vedo l’ora. Mi manchi.
Anche tu, non sai quanto.
 
Hailey indossò il camice azzurro e uscì dallo spogliatoio dell’ospedale. Quindi quella era la sua vita prima del Buio. E allora perché le sembrava di vivere la vita di qualcun altro?
Non ricordava i nomi di nessuno e tutti la fissavano come se fosse matta.
-Grace- disse una voce dietro di lei.
Hailey si girò e vide Tom che la raggiungeva con un grande sorriso dipinto in faccia. Lui aveva un camice bianco, perché era un medico mentre lei era ancora una specializzanda. Ricambiò il sorriso. Era il primo volto familiare che vedeva quella mattina.
-Ciao- gli rispose prima che lui provasse a baciarla.
Ricordò solo in quel momento ‘-Grace, stavamo insieme prima che tu te ne andassi.-
Arrossì imbarazzata e gli strinse il braccio, quasi per confortarlo. Non era mica colpa sua se lei non lo amava.
-Allora ci vediamo dopo.- la salutò Tom prima di andarsene.
Si sfregò le mani sui pantaloni e smise di pensare per iniziare a lavorare.
 
Quel pomeriggio Justin arrivò a casa di Hailey in orario. Lei salì in macchina e quasi gli saltò addosso per quanto aveva sentito la sua mancanza.
-Ehi, piccola.- la salutò lui dolcemente mentre le accarezzava i capelli.
Si staccarono dall’abbraccio e Hailey fermò le lacrime di felicità che minacciavano di caderle sulle guance.
Gli sorrise, il primo sorriso sincero che faceva da giorni. Lui le prese il volto fra le mani e le posò un bacio delicato sulle labbra.
-Credo sia meglio andare- disse dopo Justin –mi sembra di aver visto tua madre che ci spiava dalla finestra.-
Lei rise mentre Justin metteva in moto l’auto.
 
Passarono il pomeriggio nella casa sul lago, stretti l’uno all’altro mentre parlavano.
-E’ strano vero?- chiese lei, disegnando ghirigori sul petto di Justin, pensierosa –cioè…E’ strano.- disse infine, non sapendo come continuare.
-Cosa?-
-Tutto.- rispose mentre si sistemava tra le braccia di lui –Sono convinti che io sia scappata.-
-L’hai fatto?- domandò Justin mentre le accarezzava i capelli.
-No, suppongo. I miei ricordi si fermano a due anni fa, un anno l’ho passato con te, quindi non ricordo il mio ultimo anno di…ordinaria vita.-
-Hai paura?-
-Non lo so.- rispose Hailey e portò le gambe al petto allontanandosi da Justin.
-Ehi, Grace, non devi aver paura.- le disse lui mentre prendeva il volto di lei, impedendole di chiudersi in se’ stessa.
-Ti prego, non chiamarmi così.- sussurrò Hailey –Grace….Io non sono lei. Non mi sento…me.-
In qualche modo Justin capì che lei era ancora Hailey e che, anche se l’aveva incontrata solo un anno prima, poteva dire di conoscerla meglio delle persone che l’avevano cresciuta. Che Grace era solo una maschera.
 
Quando la riportò a casa c’era odore di novità. Un’auto mai vista era parcheggiata sul vialetto della casa dei genitori di lei.
-Sophie?- chiese Hailey, sovrappensiero.
-Uhm!?-
-Stai per conoscere mia sorella.- annunciò lei mentre scendeva dalla macchina.
Dopo aver suonato il campanello ci vollero non più di due secondi per vedere la porta aprirsi e una ragazza molto simile ad Hailey abbracciare la sorella.
Sophie era alta, magra e molto bella. E fino ad allora era stata molto preoccupata.
-Dov’eri finita? Mio Dio Grace, mi hai quasi fatto prendere un infarto!- disse mentre la stringeva –Non sei stata di nuovo allo zoo vero?!-cercò di scherzarci su ed Hailey ridacchiò.
-Sto bene.- le disse mentre scioglievano l’abbraccio.
-Lo vedo.- rispose Sophie facendo scorrere ripetutamente lo sguardo da Justin alla sorella. Capì subito che c’era sotto qualcosa, ma resto zitta.
-Sophie, fa entrare tua sorella, non essere maleducata.- la sgridò la madre comparendo alla porta.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e trascinò Hailey dentro casa. Justin entrò subito dopo di lei. In casa c’era un odore di biscotti e caffè.
Hailey aprì bocca per presentare il suo “amico”-Justin, lei è mia sorella Sophie. Sophie lui è..-
-So chi è.- rispose la sorella, mandando un’occhiata a Justin. Aveva capito tutto. Sorrise.
-Be’..!? Andiamo in cucina!- esclamò Elena dopo un istante d’imbarazzo.
Robert era al negozio, un piccolo alimentari dove lavorava, e Tom era all’ospedale. Appena Justin si accorse della mancanza di quest’ultimo sorrise tra se’ e se’.
Il cellulare del ragazzo avvisò l’arrivo di un messaggio. Justin lo controllò.
-Devi andare?- chiese Hailey, lasciando che la madre e la sorella la superassero dirette in cucina. Nel suo tono di voce si lesse chiaramente la delusione.
Justin annuì silenzioso –E’ Scooter.-
Hailey arricciò le labbra ma non si lamentò. Invece chiese –Ci vediamo domani?-
Il ragazzo lesse mentalmente la sua agenda –Devo andare in studio.-
-Ah.-
Hailey abbassò gli occhi e Justin si avvicinò.
-Dai, un po’ di tempo ce lo possiamo ritagliare. Magari dopodomani torniamo al lago.- le sussurrò mentre la stringeva.
-D’accordo.- rispose lei, ma non era molto convinta. Lui era la sola cosa che la tratteneva dall’impazzire.
Restarono ancora un po’ abbracciati prima che lei gli ricordò che Scooter lo aspettava.
-Buonanotte, piccola.- le disse Justin lasciandole un bacio sulla fronte.
Hailey fece un debole sorriso e quando si spense, sospirò. Lui se n’era andato. 



Ciaoo bellezzee c:
come vaa? Non vi fate mai sentire...Cioè, mai una recensione, mai un messaggio. Nemmeno qualche insulto. 
Sono così antipatica?
Faccio così tanto per voi ['la dura vita di una scrittrice teenagers' a breve nei cinema(?)]
Cioè..scrivo..posto...resto sveglia per finire i capitoli che voi leggete e nemmeno mi cagate...
Però festeggiamo: il primo capitolo è arrivato a più di 600 visualizzazioni... fatemi un applauso *clap clap*
Gli altri hanno superato i cento...quindi so che ci siete...Dedicatemi cinque secondi e scrivetemi una recensione!
bene, vi lascio alla vostra vita sperando che sia più interessante della mia.
recensite..

passate di qui 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1397566&i=1 
Adioos

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Capitolo 13
*** I let you go. You'll be fine. ***


 

I’ll remember you but, please, Stay.

-I let you go. You'll be fine..


 
-Dobbiamo parlare- la voce di Tom era roca.
-Okay.-
-Ma non per telefono. Vediamoci al parco.- disse e attaccò.
Qualche minuto più tardi Justin fece il suo ingresso al parco. Cosa diavolo voleva quel Tom?
Lo raggiunse e finse un sorriso mentre si stringevano la mano.
-Volevi parlarmi?- chiese il biondo, incrociando le braccia. Quella mattina di Dicembre faceva freddo a Los Angeles.
-Sì, di Grace. Facciamo due passi.- Tom s’incamminò per il sentiero e non aspettò che Justin lo raggiungesse –Ho capito che nascondete qualcosa.-
-Ah, sì?- rispose il biondo, mostrando falso disinteresse.
-Sì. Devi lasciarla andare.-
-Come scusa?-
-Lei era felice, con me. Eravamo felici prima che arrivassi tu. Non ti sto incolpando, se non fosse stato per te sarebbe probabilmente morta.- continuò scostando una pozzanghera –Ma ora hai la possibilità di vederla felice. Felice davvero. Se la ami dovresti lasciarla andare.-
-Non credo che lei lo voglia.-
-E’ quello che vuole. La conosco meglio di te, so che è quello che lei vuole. Magari non l’ha ancora capito.-
-Non credo di essere d’accordo.-
-Sii sincero con te stesso! Quanto può durare la vostra relazione? Un mese? Forse due? Vi siete incontrati in un momento in cui lei era confusa, non sapeva chi era e non sapeva cosa voleva. Ora sa qual è il suo passato.-
Tom si fermò e guardò negli occhi Justin –Se davvero la ami, lasciala andare. Lasciala vivere.-
Justin tornò a casa con quelle parole in mente ‘Se davvero la ami, lasciala andare.’
Era la cosa giusta da fare?
Dall’altra parte della città, Hailey parlava con sua sorella Sophie e la madre.
-Ho una novità!!- disse Sophie saltellando gioiosa.
-Cioè?- chiese Elena, preoccupata.
Sophie mostrò la mano sinistra e portò l’altra alla bocca –Scott mi ha chiesto di sposarlo. Il matrimonio è a Febbraio!-
Un secondo dopo si sentirono le urla felici delle tre donne. Una marea di ‘Auguri’ e ‘Congratulazioni’ esplosero nella stanza e si abbandonarono a risate sonore.
-Ne stavamo parlando già da un anno, ma non voleva chiedermelo quando ero così preoccupata per te. Così quando sei ricomparsa me l’ha domandato e io ho accettato.- Sophie continuò –Naturalmente tu sarai la damigella d’onore.-
Hailey le sorrise e la strinse.
Qualcuno suonò il campanello ed Elena andò ad aprire.
-Tesoro! È per te! È Justin!- urlò dall’ingresso e Hailey corse per raggiungerla. Elena lasciò loro un po’ d’intimità e tornò in cucina.
-Dobbiamo parlare.- disse serio Justin e lei si bloccò.
-Okay.-
Il biondo si allontanò dalla porta e l’aspettò in cortile mentre lei indossava il suo cappotto. Lo raggiunse fuori e accostò la porta.
-Tutto okay?-
-Non proprio.-
-Okay, cosa volevi dirmi?-
Justin esitò. Ha ragione pensò. Lui ha ragione.
-Credo che dovremmo lasciarci.-
-C-come?-
Hailey rimase a bocca aperta. Non poteva averlo detto realmente.
-Non possiamo continuare così. Ci vediamo una volta ogni 20 giorni, e non credo che vada bene.- disse sospirando e continuò –Io volevo aiutarti e tu hai ritrovato la tua famiglia. Quindi ora non hai più bisogno di me.-
-Justin, non puoi dire così.-
-Grace, no. È così, basta.-
-Ma..-
-Senti, è stato bello conoscerti. Ma ora devi prendere la tua strada, devi continuare la tua vita e io non ci sarò.-
Le lacrime calde iniziarono a scorrere sul viso della ragazza mentre lui si ripeteva di non tirarsi indietro.
-Quindi per te è stata solo un avventura?- chiese lei con un sussurro.
-Sì. Grace non piangere.- il biondo cercò di stringerla a se’. Non voleva farla soffrire, ma quel Tom aveva ragione.
-Lasciami!- urlò lei divincolandosi dalla sua presa e gli diede uno schiaffo. –Non farti più vedere!- disse aspra prima di scomparire in quelle quattro mura che dovevano farla sentire al sicuro, ma non era così.
Lui se ne andò, con il cuore a pezzi. Aveva fatto la cosa giusta, l’aveva lasciata andare.
Lei invece si nascose nelle lenzuola a piangere. Sophie la raggiunse. Aveva sentito tutto.
-Andrà tutto bene. Andrà tutto bene.- le sussurrò abbracciandola.

 

Well I try to live without you
And tears fall from my eyes
I’m alone and I feel empty
And I’m torn apart inside
I look up at the stars
Hopin’ you’re doin’ the same
And somehow I feel closer
And I can hear you say
Oh oh, I miss you
Oh oh, I need you


 

Ciaao bellezze!
è da molto che non aggiorno vero? be' sono stata molto impegnata con l'altro capitolo.
anyway recensite anche perché questo è il penultimo capitolo. il prossimo sarà un finale inaspettato c;
ciaoo bellezze. 


passate sulla mia pagina se volete leggere l'altra mia fan fiction su Justeeeeen!

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Capitolo 14
*** Always stay. ***


 

I’ll remember you but, please, Stay.
-Always stay. 


Da qualche parte a Los Angeles, il tipo sorrideva.
 
Hailey guardava fuori dalla finestra del negozio. era una giornata grigia. La sua vita era diventata monotona da quando se n’era andato. Mangiare, dormire, bere. Mangiare, dormire bere.
-Che ne dici?- chiese Sophie facendo una piroetta.
Lei si scosse dai suoi pensieri e annuì.
Era l’ultima prova abiti, prima del matrimonio. Sophie era agitatissima, e Hailey era tristissima. Cercava solo di superare il giorno.
-Ora tocca a te.- disse la sorella, mettendole in mano un abito lungo fino ai piedi, di un rosa chiarissimo.
Hailey entrò nel camerino e si infilò l’abito. Le andava un po’ largo, dato che l’ultima volta era più grassa. Aveva iniziato a mangiare molto di meno.
Uscì dal camerino ed Elena, Emily e qualche altra amica della sorella fecero un applauso. Si cambiò di nuovo  decise di fare sue passi. Non poteva sopportare altra gioia quando tutto dentro di lei sembrava spezzato. Infilò la giacca di pelle e mise la sciarpa. Uscì dal negozio dicendo che sarebbe tornata subito e prese una boccata d’aria.
Dall’altra parte della strada c’era Justin. I loro sguardi di incontrarono per una frazione di secondo e lui quasi non la riconobbe. Era dimagrita, e aveva delle enormi occhiaie. Non era l’Hailey gioiosa e spensierata che conosceva, non la stessa della casa sul lago. Lei è Grace pensò aspro.
La ragazza distolse subito lo sguardo. Tom era arrivato proprio in quel momento. Aveva visto Justin, ma lo ignorò e stampò un bacio alla sua ragazza. Hailey rimase impassibile. Lo odiava. Non era felice con lui.
Quando Tom la lasciò andare, Hailey cercò Justin con lo sguardo. Ma lui se n’era andato. Di nuovo.
 
Justin tornò a casa. Non sopportava la vista di quel bacio. Aveva detto che lei sarebbe stata bene, ma era troppo magra e glielo si leggeva in faccia che non stava affatto bene.
Si mise le mani nei capelli e camminò per il corridoio. La porta della camera di Hailey era aperta. Entrò. Era da tanto che non ci metteva piede. Era fredda.
Osservò i disegni sulla scrivania e, con una mossa fredda e veloce, li fece cadere per terra. Diede un pugno al muro, furioso. Lei non stava bene.
Fece un largo passo per scansare i disegni, ma si bloccò. Due fogli erano caduti vicini e formavano una composizione. Sovrappensiero si chinò per analizzarli insieme. Le linee combaciavano. Gli venne un’idea.
Prese lo scotch e si mise davanti ad una parete bianca. Attaccò il primo disegno e man meno che continuava veniva sempre più facile trovare le linee combacianti. Quando ebbe finito fece un passo indietro.
Erano raffigurati alberi e la luna piena, l’erba e degli strani ammassi di tessuto per terra. Ma la cosa che più lo terrorizzò fu la vista di un uomo col cappuccio al centro della composizione. O forse il fatto che quell’uomo aveva un oggetto metallico in mano, che brillava al chiaro di luna. E che quell’oggetto aveva la forma di un pugnale.
 
-Entra dentro, così prenderai freddo.- la voce di Tom la scosse di nuovo dai suoi pensieri.
-Solo un attimo.- finì di bere il tè sul portico e si alzò. Pioveva. C’era un odore di bruciato nell’aria e per un attimo si sentì mancare. Mosse un passo verso il cortile e la pioggia le cadde addosso.
-Grace!- urlò Tom dalla cucina. Lei non rispose. Mosse un altro passo e si guardò attorno.
La luna piena illuminava il movimento delle foglie. Ebbe di nuovo la sensazione di stare per svenire.
E poi un flashback. Un bosco. Un uomo. Un coltello. La voce fredda di Tom. La stessa voce che le diceva che l’avrebbe uccisa. Capì tutto.
Rientrò dentro.
-Amore, sei tutta bagnata!- disse Tom andandole in contro. Lei non si mosse e lo guardò spaventata. Fece un passo indietro.
-Grace..-continuò lui avanzando. Lei indietreggiò ancora.
Fu allora che risentì la risata fredda e inespressiva di Tom. La stessa dei suoi incubi.
-Sei stato tu!-
Lui rise di nuovo e quando tornò a guardarla negli occhi quelli sembravano freddi.
Ecco perché non voleva andare all’ospedale. C’era lui. In qualche modo c’era una parte di lei che la teneva lontana da Tom. C’era una parte di lei che ricordava tutto. E in quel momento si pentì dei aver ricordato.
-Grace, sei davvero intelligente.-
Ma lei era già fuori dalla casa. Con le mani tremanti mise in moto spinta dall’adrenalina che sentiva nelle vene. Altri flashback.
Distolse lo sguardo dalla strada per vedere i due fari nello specchietto retrovisore. Non vide l’albero e ci fu un incidente. Sbattette la testa al vetro e il sangue iniziò a colare dal taglio. Se non si fosse mossa, lui l’avrebbe uccisa. Uscì tremante dall’auto infuocata e iniziò a correre nel bosco. Sentì il freno dell’auto di lui e seppe che doveva correre più veloce.
Era stato lui tutto il tempo. Sovrappensiero si ritrovò nella stessa strada del suo incidente. Stava finendo la benzina. Accostò e corse nuovamente in mezzo agli alberi. Aveva smesso di piovere e le foglio bagnate non scricchiolavano sotto i suoi passi. Corse veloce e uno stridio l’avvertì che anche lui si era fermato.
Correva, più veloce del suo possibile, ma non poteva fermarsi. Quasi inciampò, ma riprese l’equilibrio poco prima di cadere. Asciugò le lacrime con la manica del cardigan e si appoggiò ad un albero, per riprendere fiato. Sentiva dei passi lenti ma decisi.
-So che sei qui.-disse una voce glaciale, quasi divertita. –Non potrai nasconderti a lungo.-
Soffocò il respiro e i singhiozzi.
I passi si facevano più vicini e una risata si diffuse nel bosco.
Il flashback finì e lei si accorse che il cellulare squillava. Il nome di Justin lampeggiava sullo schermo.
-Justin.- disse singhiozzando. –Justin, lui è qui. Mi ucciderà, mi uccider..-
Cadde la linea. Non aveva gli aveva detto dov’era ‘qui’ ma lui lo sapeva già. Salì di corsa sulla sua Range Rover e mise in moto.
Hailey ricominciò a correre. I passi di Tom si erano fatti più vicini.
Non sapeva dove stava andando, ma poco dopo si ritrovò nella radura. Capì perché si era addormentata lì un anno prima. In alto poteva vedere le stelle brillare. Era un luogo talmente privo di distrazioni che le fece dimenticare perché stava scappando. Un pugno la colpì in pieno volto.
-Ciao Grace.- la voce di Tom era roca e fredda. Una mano le tappò la bocca mentre l’altra le puntava una pistola su una tempia.
-Pensavo che non te ne saresti mai ricordata. Avrei dovuto ucciderti quella notte, ma ti eri nascosta bene.- il suo fiato sull’orecchio e la risata malinconica e priva di gioia.
Si lasciò andare sull’erba morbida di quella radura. Si sarebbe addormentata, avrebbe avuto la pace. Guardò per l’ultima volta la luna piena e chiuse gli occhi. Una lacrima le scese sulle guancia mentre si lasciava andare.
-Lasciala.- disse Justin comparendo dal buio –Lasciala subito.-
-Altrimenti che fai?- rispose Tom ridendo. –Stanne fuori, cantante dei miei stivali!-
-Lasciala subito!- urlò Justin a voce più alta.
Le lacrime di Hailey bagnavano la mano del suo assassino e il sangue le colava dal naso. Stava per svenire, ma non poteva farlo. Era ancora viva.
È qui. Lui è qui. Pensò sorridendo.
Gli diede una gomitata nella pancia e corse verso Justin. Il biondo l’abbracciò, ma fu un contatto di pochi secondi. Avevano la pistola puntava addosso.
Si sentì uno sparo, un corpo cadde a terra. Una persona giaceva sull’erba, priva di vita.

I love you more than I did  before
And if today I don’t see your face

-Si sveglierà?-
-Non lo so. Dobbiamo solo aspettare.-

Nothin’s changed no one can take your place
It gets harder everyday
Say you love me more than I did before
And I’m sorry it’s this way but I’m comin’ home
I’ll be comin’ home

-Ma sta bene?-
-Sì, sta bene.-
-E perché non si sveglia? Dorme da tre giorni.-
-Si sveglierà quando sarà pronta.-

I never wanna lose you
And if I had to I would choose you so stay
Please always stay

 
-Si sveglierà. dormi ora.-
-Sì ma..-
-Dormi.-

You’re the one that I hold on to
‘Cos my heart would stop without you

La ragazza aprì gli occhi in un letto d’ospedale. Era confusa e spaventata. Provò a toccarsi la testa, ma sul suo braccio c’era qualcosa che lo impediva.
Justin dormiva con una mano intrecciata alla sua. La testa era poggiata sul letto.
Hailey gli carezzò i capelli e il biondo si svegliò. Quando la mise a fuoco, quando vide che lei era sveglia urlò –Si è svegliata! È sveglia!-
Lei sorrise.
-Come stai?-
-Bene, tu?-
-Ora bene.-
Rimase del silenzio nella stanza.
-Lui è..-
-Non darà più fastidio.-
-Oh.-
Silenzio.
-Dov’è l’infermiera!?- chiese irritato Justin mentre avanzava verso la porta.
-No, Justin. Non andare..-
Lui la guardò e tornò da lei. Le sorrise e le baciò la fronte -Io..-
-Mi ricorderò di te. Ma per favore, resta.-
-Non vado da nessuna parte.-

And if you ask I will stay I will stay
I will stay





Ringraziamenti
voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia.
questo è l'ultimo capitolo, la fine.
i versi che vedete in questo e nel capitolo precedente sono tratti da Stay, di Miley Cyrus.
grazie mille 


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