midnight doesn’t last forever

di alice sartori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1 ***
Capitolo 2: *** chapter 2 ***



Capitolo 1
*** chapter 1 ***


**so what
I'm still a rock star,
I got my rock moves,
And I don't need you,
And guess what,
I'm having more fun,
And now that were done,
I'm gonna show you tonight,
I'm alright,
I'm just fine,
And your a tool,
So, so what,
I am a rock star,
I got my rock moves,
And I don't want you tonight.** -P!nk

Spensi la mia sveglia che purtoppo segnava già le sette e cinque e questo voleva dire soltanto una cosa: ero già in ritardo per primo giorno di scuola. Si prospettava, però, una bellissima giornata, non calcolando il manicomio chiamato comunemente scuola, grazie alla partenza con il piede giusto con la mia canzone preferita e al calore prodotto da fiochi raggi di sole che entravano dalla finestra, donandomi una sensazione di totale relax. Subito però mi balenò alla mente una cosa importantissima: quel giorno sarebbe venuta a vivere con me quella che considero la mia migliore amica, Sophie, che sfortunatamente vive dall'altra parte del globo: Lecce. Ero così emozionata e dovevo ringraziare solo il mio vecchio preside rachitico che, per una volta nella sua vita, ha proposto la bellissima iniziatva di fare un anno scolastico a tema ''scambi epistolari e culturali''. Questo voleva dire solo una cosa: pacchia e cazzate con l'amica pazza con tanto di vip ticket poichè saremo andate a vivere, con un'altra classe, nella città più bella dello stato: Londra. Amo quella città ed è sempre stato il mio sogno visitarla e ora si stava per realizzare; aggiungendo la compagnia di Soph poi sarebbe stata indimenticabile. Dopo questi miei filmini mentali guardai di sfuggita la sveglia ed erano già le sette e mezza. Era la volta buona che i miei professori mi uccidessero così corsi come una scheggia in bagno e decisi di mettermi qualcosa di carino, in fondo era il primo giorno e faceva ancora un caldo estivo tremendo. Perciò scelsi qualcosa di semplice ma al tempo stesso carino. (http://data.whicdn.com/images/11402286/tumblr_llqgqm7pCw1qdfnpvo1_500_large.jpg) Dopo di che mi guardai allo speccio. Non mi sono ancora presentata: mi chiamo Nicole e ho diciotto anni, ho gli occhi verdi con delle screziature cioccolato e i capelli castani mossi abbastanza lunghi. Ho sempre odiato il mio corpo nonostante i complimenti ricevuti dalle mie amiche e il fatto che non abbia mai avuto un ragazzo di certo non mi rialza l'autostima. Purtroppo non sono la tipica ragazza londinese: bella, alta, magra e sempre circondata da amici. No, non lo sono affatto. Sono una di quelle persone che preferiscono un libro con una tazza di thè all'andare in discoteca con tacchi a spillo e gonne vertiginose e sicuramente preferico avere poche amiche ma buone. Prima ho parlato di Sophie; siamo amiche da tre anni e ci siamo conosciute grazie a twitter e la nostra passione in comune per P!nk, da lì abbiamo iniziato a parlare quotidianamente e in breve tempo è riuscita a prendere un posto molto importante nel mio cuore: è la mia migliore amica e è sempre presente per me, le voglio un bene dell'anima. Che altro dire di me? Ah già, purtroppo  sono stata adottata quando ero piccola e la mia famiglia adottiva era alquanto distaccata da me per questo decisi di andare a vivere da sola, in una delle tante case possedute dai miei ricchi parenti con cui non voglio avere più nulla a che fare. Perciò, sì, vivo da sola in una grande casa e, al contrario di quello che pensano in molti, non è una ''figata''. Sono sola per la maggior parte del tempo, dimenticata da un mondo troppo grande per una ragazza piccola come me, posso essere me stessa in queste quattro mura ma non sarò mai completa da sola, non sono così forte. A volte mi sembra che il silenzio che nella casa regna sovrano, mi logori dall'interno e questo riflette gran parte del mio carattere: timida, introversa, responsabile ma con alcune persone (Soph) tiro fuori il lato più bello di me: simpatia e allegria si mescolano in un mix di allegria e pazzia, non dimenticando però la dolcezza.

Dopo essermi guardata allo specchio e aver visto un risultato decente grazie a un filo di trucco e a una lozione per capelli, presi chiavi, zaino e uscì di corsa di casa verso la mia meta: la scuola. Per fortuna arrivai puntuale o almeno, la campanella, suonò appena mi sedetti al mio posto. Allora ci furono le solite frasi di commiato ''Come stai?'', ''Passate bene le vacanze?'', ''Ti vedo bene oggi'', etc.. delle mie compagne di classe che ritenevo spudoratamente delle superficiali e infantili che fingono di curarsi di te quando in realtà se ne fregano altamente. Ed è anche questo un motivo per cui non vedo l'ora di andare a londra, almeno lì potrò essere me stessa, senza oche che ti girano intorno. Frequento la quarta C di un liceo scientifico e maledico ogni giorno per averlo scelto, chi me l'ha fatto fare di venire qui e sopportare una racchia rompiscatole come quella di latino? Come se la fortuna avesse tolto la mano dal mio capo, ebbi per tre ore di seguito la megera che ficcanasò nelle nostre vacanze, naturalmente senza considerarmi. Sapeva che era un tasto dolente e, visto le aspre risposte dell'anno precedente, decise sapientemente di non chiamarmi. Dopo l''inferno' entrò il preside per annunciare le gite dell'anno e per ricordarci che oggi sarebbero venuti nella nostra cittadina sperduta tra le colline i nostri amici di lettera per trascorrere con noi l'intero anno, come se potessi anche dimenticarlo! Infatti la vita è stata veramente buona con me: a fatto sì che soph fosse una ragazza di quella precisa classe scelta per lo scambio. Non vedevo l'ora di incontrarla finalmente. Suono finalmente l'ultima campanella e mi dileguai più in fretta possibile da quella banda di matti, presi il tram e tornai a casa. Ebbi tempo per una bella doccia rilassante prima di andare in aeroporto a prendere la mia amica tanto per sbollire e contenere la mia emozione tanto attesa quanto sperata. Mangiucchiai qualcosa dalla cucina per pranzo, inforcai gli occhiali e mi diressi con la metro verso l'aeroporto sempre con un sorriso stampato sulle labbra mentre immaginavo il nostro famoso incontro...




Finalmente, dopo una mezz'oretta di tram arrivai all'entrata dell'aeroporto, più solare che mai; sempre con il mio sorriso da ebete, cercai il gate dov'era destinato l'arrivo di Sophie e mi incamminai verso quest'ultimo con una terribile ansia e un groppo in gola. E se non le fossi piaciuta più? Più mi avvinavo alla meta, più sentivo il cuore battere sempre più forte, il sangue scorrere più veloce nelle vene e la felicità scoppiare nel cervello. Anocra non riuscivo a credere che finalmente, dopo tre anni di attesa, avrei visto e soprattutto abbracciato la mia migliore amica; mi sembrava impossibile. Il momento più atteso era arrivato, speravo soltanto di non fare una delle mie solite figuracce. L'arrivo di Sophie era previsto per le 18.30 ma, sfortunatamente, nonostante fossi arrivata con venti minuti abbondati di anticipo, erano già le 18.45 e del volo proveniente dalla Puglia non vi era ancora nessuna traccia. Ero così preoccupata che già mi immaginavo la scena di un incidente aereo ma per fortuna non feci nemmeno in tempo a pensare ciò che la voce di una donna risuonò nell'aeroporto: annunciava l'arrivo del fadidico volo. Iniziarono ad entrare in sala tantissime persone: genitori che abbracciavano figli, coppiette che si stringevano innamorate, amici che si salutavano con pacche sulle spalle e persino un militare che dopo mesi e mesi di guerra si poteva finalmente crogiolare nella felicità e nell'amore verso la propria ragazza. Mi alzai di scatto, issandomi in punta di piedi e cercando di scorgere la figura della mia amica, con l'intenzione di vedere qualcosina in più che la mia statura mi aveva purtroppo negato. Ad un tratto eccola, la vidi, solare e sorridente come sempre l'avevo vista: trascinava due trolley che, conoscendola, erano strapieni di roba (vestiti soprattutto per non parlare di tutti quegli oggettini come ad esempio il suo cappello irlandese); indossava dei pantaloncini di jeans,una maglia e delle converse e, dal viso, traspariva un sorriso sincero di eccitazione, felicità, commozione. aveva i capelli legati con un fermaglio verde smeraldo e portava anche degli splendidi occhiali da sole. (http://www.polyvore.com/sophie_aeroporto/set?id=69986230) Cercava di individuarmi con lo sguardo, proprio come fino a pochi secondi fa stavo cercando di fare anch'io e, appena mi vide, abbandonò le valigie per corrermi incontro, e subito la imitai. Era una scena da film romantico, quando le due persone si corrono incontro al rallentatore con una canzone di sottofondo. Quelle eravamo noi: due pazze scatenate che quasi, ad abbracciarsi, non finivano per terra. Ci stringemmo forti, talvolta singhiozzando per l'emozione, e rimanemmo così per qualche buon minuto, almeno finchè non decidemmo di recuperare le valigie e di avviarci, finalmente, verso casa mia. Sapevo che Sophie era una logorroica cronica, ma durante tutto il viaggio in metropolitana non biascicò parola. Strano, pensai. Ma non feci in tempo nemmeno a concludere questo pensiero che lei, eccitata, si mise a gridare con una vocina stridula: ''Cazzo, Nicole, cazzo! Ancora non ci credo, non posso crederci a quello che ci sta capitando, alla grandissima opportunità che stiamo per avere, alla possibilità che avremo di vivere finalmente insieme almeno per un anno, dopo tre di attesa. Non sai che voglia matta avevo di abbracciarti, Nic. Ti voglio bene e so per certo che questo sarà l'anno più bello della mia vita, grazie. Di cuore.'' mi guardava con gli occhi che le brillavano, un po' per l'emozione e un po' per l'eccitazione. ''Anche io Soph, anche io. Aspetto questo momento da troppo tempo, fatti riabbracciare! '' queste furono le uniche parole che riuscii a dire: in fondo, anche io ero molto commossa dopo il nostro tanto atteso incontro. ''Arrivate!'' dissi, aprendo la porta dell'ingresso. Lei mi seguì all'interno trascinando i suoi bagagli. Aveva gli occhi esterrefatti. ''E'..wow..cioè..è una reggia,per Giove!'' quasi balbettava,era veramente stupita. ''Perlomeno adesso sarà una reggia per due - risposi sorridendo - starci sola è una graaaan noia''. Notai la bava che le stava cadendo dalla bocca dopo aver visto un servizio da thè del settecento in ceramica, puro stile inglese, e sapevo che lei amava il tipo così decisi di fare una bella tisana rigenerante per entrambe, mentre lei mi seguiva con aria di adorazione. Sophie portò i trolley nella stanza che avevo preparato appositamente per lei. La seguì. ''Che ne dici se ti rinfreschi un po' per poi uscire una mezz'oretta? Potrei farti fare una visita turistica di questo posticino sperduto tra i monti!'' le dissi, abbozzando una risata. Lei sapeva quanto 'amavo' il mio paesino ''Dammi..mhm, vediamo..una mezz'oretta?'' rispose la ragazza ridendo. ''Conoscendoti anche un'ora'' dissi, mentre mi chiudevo alle spalle la porta della camera della mia migliore amica ridendo in sincrono con lei. Dio, sapevo che quella sarebbe stata la cosa più bella del mondo, eravamo insieme e ora era tutto perfetto. Dopo mezz'ora, effettivamente, Soph era già pronta. Questa volta aveva indossato dei jeans sul chiaro con un maglioncino leggero, visto che la sera si stava ormai avvicinando e l'aria iniziava a farsi più fresca. (http://www.polyvore.com/ispirazione_improvvisa/set?id=57595749) Le era sempre piaciuta la moda, la seguiva mettendoci anche un tocco personale, diciamo che ''aveva gusto'' era riduttivo. ''Hei tu, non mi dire che hai intenzione di uscire così!'' mi squadrò, divertita ma con una punta di disapprovazione. ''Si, perché?'' risposi, con un'espressione tra il divertita e la contrariata. ''Tesoro,è quasi sera,sentirai freddo! Aspetta,vieni con me'' non fece in tempo a finire la frase che mi prese un polso e mi trascinò su per le scale, al primo piano, dove vi erano le nostre camere. Si sapeva orientare fin troppo bene quella peste. Dopo avermi trascinato in camera mia e dopo che ebbe messo a soqquadro l'intero armadio, tirò fuori da quest'ultimo dei vestiti. ''Ecco, metti questi'' mi disse, porgendomeli sorridente. Non feci obiezioni e andai a cambiarmi. Questa convivenza sarà meravigliosa più di quanto già immaginassi, pensai. Quando finì di vestirmi mi guardai allo specchio. Non mi ero mai sentita più bella, seppur la mia autostima sotto i piedi. Aveva perfettamente azzeccato la cosa giusta per me anche se personalmente era fin troppo eccentrico cioè attirava un po' l'attenzione. (http://www.polyvore.com/nicole_sera_lol/set?id=69986965) Ma per lei mi sarei vestita anche di carne in stile lady gaga. Lei entrò in fretta e furia, d'altronde le avevo promesso che sarei stata la sua cavia perciò mi avrebbe anche truccata. Era stupita, si accorse anche lei quando ero carina e per questo arrossì subito scoppiando a ridere vedendo la sua espressione da bambina sognatrice. Riuscì però a contenerla e il trucco fu leggero per entrambe. Finalemnte eravamo pronte per uscire. Ììdove mi porti di bello?'' chiese Soph. Mi fermai a pensarci qualche secondo poi risposi: ''andiamo al locale che hanno aperto qualche mese fa, non ci sono mai stata ma così potrò aprire i miei orrizzonti'' Soph mi prese per un braccio e mi trascinò praticamanete fino all'entrata di quel locale. Era enorme e stracolmo di gente, strano per un locale così lontano dalla vita mondana pensai. Entrammo dopo aver aspettato una mezz'oretta e il luogo che ci si presentò all'interno era al quanto confuso: gente che balla da tutte le parti, spogliarelliste, fiumi di alcool e musica a palla. Ci guardammo negli occhi smarrite e uscimmo di lì correndo e ridendo come due imbranate. ''A mai più, ti prego'' disse sophie. ''concordo al cento per cento, non sopporto tutta questa confusione ahahah'' riposi. Così optammo per una serata pizza e film in casa e tante tante cazzate in pigiama. Fu magico. Non mi divertii mai così tanto e la sua compagnia era favolosa, perfettamente perfetta. Guardammo titanic, un film che solitamente mi procurava un ammazzo insensato di lacrime, ma questa volta, con lei che faceva battutine e commentava ogni passaggio era a dir poco esilarante. Piansi fino a ridere quando nella famosa scena dove jack dice di chiudere gli occhi a Rose mi sussurò ''Attenzione! Attenzione! Questo è un film erotico e ora la incula contro la sua volontà mlmlml'' E-S-I-L-A-R-A-N-T-E. Non tanto la battuta quanto vedere l'espressione soddisfatta di Rose e vedere Sophie che rotolava letteralmente a terra dal ridere. Per fortuna quasi alle 2 di mattina ci addormentammo ignare del fatto che la mattina dopo ci sarebbe stata la scuola e la sveglia doveva suonare ben presto...

 

 

spazio autrice:

buonciorno a tutti c:

questo è l'incipit della mia fanfiction e spero di avervi suscitato almeno un minimo di curiosità c:

cercherò di aggiornare prima possibile, circa ogni 2 giorni. E per chi se lo stesse domandando: cosa centrano i one direction? Beh, vedrete. Tra circa quattro capitoli lo scoprirete ;). è la mia prima ff perciò abbiate pietà ma fatemi sapere come la pensate, recensiteee in tanti.

Questa è una ff scritta a 4 mani, cioè io e una ragazza (sofia) scriviamo i capitoli insieme e cerchiamo di non essere noiose o ripetitive, cerchiamo anche di inserire li set di vestiti per rendere la lettura più reale c:
grazie per essere arrivati a leggere fino a qui,

vi vogliamo tanto bene <3

ps: recensiteee :)

-So e Ali.

però una cosa va detta: cercherò sempre di essere innovativa, cercherò di non fare la solita ff fatta con lo stampino, ma non so se ci riuscirò, putroppo madre natura non mi ha donato di fantasia AHAHHAHAAHHAHA

ps:

questa ff sarà bella lunga, non so ancora, ma di sicuro più di venti capitoli.

Al prossimo capitolo, grazie per essere arrivati fin qui 

 

Alice

 

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Capitolo 2
*** chapter 2 ***


 

 

Sentii la sveglia suonare molto presto. Mugugnai qualcosa sotto le calde coperte e mi girai dall'altra parte, facendo cadere a terra la sveglia, incurante del gesto che avevo appena compiuto. Ero stanca morta.

''Alzati Nic! Forza dobbiamo andare a scuola!'' disse So trascinandosi come uno zoombie giù dal letto, incamminandosi verso la cucina.

"Non mi farai fare ritardo proprio oggi che è il primo giorno,vero? Ti prego Nic, fallo per me" mi pregava la mia amica, la cui voce risuonava appena dalla cucina.

Bofonchiai qualcosa di rimando. La mattina non sono in grado di coordinare i pensieri o le parole, non prima di una bella dose di caffeina; fortunatamente questo Sophie lo sapeva bene visto che poco tempo dopo entrò con una bella tazza fumante di caffè. "Eccoti qui ciò che ti serve. Ma pre favore, muovi quel tuo bel sedere da quel morbido letto!". Subito, appena ebbi sentito il gustoso aroma nell'aria, mi svegliai, le tolsi il bicchiere dalle mani e ne trangugiai un sorso.

''Grazie So, sai sempre come farmi felice'' dicendo questo l'abbracciai stretta

''Ahah ti voglio bene anche io tesoro ma ora vestiti che dobbiamo andare a scuola!'' questa fu la sua risposta. Ironico come io non classificavo la scuola come 'elemento fondamentale' e come lei, d'altra parte, la ritenesse essenziale a tal punto da arrivare anche in orario. Ironico, inoltre, il fatto che non era neanche la sua scuola.

"Ci tieni davvero così tanto, So?" le chiesi.

"Beh, ovvio. Cioè, è il mio primo giorno in questa scuola e, sai, non vorrei crearmi una fama che non mi si addice. Ovvero, mi piacerebbe fare una bella impressione almeno oggi!" rispose lei mentre, agitatissima, cercava di sistemare tutto ciò che vedeva intorno a lei.

"Capisco, hai ragione" . Dopo aver finito il liquido nerastro all'interno del bicchiere optai per una breve doccia rigenerante, tanto tempo ne abbiamo, no?

Forse me la presi troppo comodamente visto che appena uscii dal bagno mi ritrovai una Sophie che tamburellava il piede a terra a ritmo sostenuto.

''Quanto cazzo ci hai messo? È il mio primo giorno di scuola, lo sai che non voglio arrivare in ritardo'' mi disse.

''Dai, So, sii gentile. Lo sai quanto amo stare nella doccia a lungo'' risposi.

''Sì lo so, per questo ti ho preparato la borsa e i vestiti per andare a scuola. Ora sbrigati, altrimenti vieni in pigiama! E giuro che ti ci mando veramente così'' alle ultime parole rise, scuotendo la testa leggermente un pò a destra e un pò a sinistra.

''Sì signora'' le dissi portando la mia mano sul capo, in un gesto meramente militare. Ridacchiammo un po' e mi incamminai nella mia camera. Naturalmente sul letto trovai i vestiti preparati dalla mia amica. Mi ritrovai a pensare ancora una volta di quanto gusto avesse in fatto di moda, potrebbe avere un futuro brillante. Ma lei questo nemmeno lo immaginava e, quando affrontavamo questo argomento, mi ripeteva sempre che esageravo nel valutarla.

C'era una camicetta azzurra, tipicamente in stile inglese, senza maniche e con colletto. Sotto di essa trovai un semplice paio di jeans chiari, casual ma sempre alla moda. Uno stile semplice ma, si sa, chi non ama la semplicità? Corsi in bagno e mi truccai: un velo di mascara, un po' di lucidalabbra, una linea di eyeliner e un tocco di ombretto che rese il tutto molto naturale. Di corsa presi le mie sneakers, per nulla al mondo avrei messo dei tacchi dopo ieri sera visto che avevo ancora le caviglie doloranti; presi la borsa, le chiavi di casa e il cellullare. (http://www.polyvore.com/cgi/set?id=77261789&.locale=it ). Finalmente ero pronta.

Scesi le scale e notai con piacere uno sguardo di apprezzamento da parte di Soph, almeno per una volta, pensai.

''Signorina Smith, noto con piacere che, anche oggi, è bellissima! Dove va vestita così bene?'' mi chiese divertita.

''Sono una mangia uomini, dove pensi che vada? A scuola, logico! Con tutti questi maschioni'' risposi ironicamente, entrambe consce del fatto che alla mia scuola 'maschioni' non ce n'erano. Neanche uno. Neanche l'ombra. Per di più erano tutti antipatici, ti trattavano come la merda e pretendevano di essere corteggiati fino alla morte. Provo pena per loro.

''Ahahahaha sono un'ottima esperta di moda'' disse con un po' di divertimento nella voce, facendomi un occhiolino. E continuò. ''Su un punto però hai ragione: dobbiamo andare a scuola. Forza e coraggio sorella!''

Sospirai affranta e uscimmo di casa, aspettando il nostro autobus alla fermata che ci avrebbe condotte nelle vicinanze dell'istituto. Salimmo, salutai brevemente dei miei compagni di classe e presentai loro Sophie. Si notava subito quanto fosse agitata, sapeva quanto io non sopportassi quelle persone e, dallo sguardo che mi riservò dopo, caì come neanche lei aveva particolare interesse a continuare la conoscienza. Così, con una scusa banale, ci sedemmo una di fronte all'altra in fondo al mezzo.

''Allora, pronta per oggi? Insomma è tutto nuovo per te, deve essere dura lasciare tutto per venire un anno con me, non che mi dispiacca, certo...'' le dissi.

''Sto benissimo, serviva anche a me una pausa dalla mia vita, dai miei genitori, da qualla piccola cittadina dove vivo, dai 'coglioni' che mi stavano attorno..e no, non sono pronta per oggi ma sono carica e so che staremo insieme, quindi andrà tutto bene'' rispose con un sorriso che arrivò agli occhi. Non potei fare altro che contraccambiare e rispondere.

''Grazie mille So, veramente. Non so cosa avrei fatto quest'anno senza di te. ma... cambiando discorso, ti sei vista? Tu dici a me che sono vestita bene e che farò una strage di cuori. Cara, dovresti guardarti allo specchio più spesso, sei uno schianto'' le rinfacciai facendole un occhiolino. Lei mi guardò con un'espressione seria ma a quel punto iniziammo a ridere di gusto, tanto che tutti si girarono a guardarci straniti. In quella conversazione però avevo menzionato un punto reale: era decisamente vestita bene. Rispecchiava tutta la bellezza interiore, era radiosamente splendida. Indossava una camicetta in pizzo bianco, rigorosamente abbinata alle scarpe col tacco, Dio solo sa come faceva a non avere le caviglie slogate. Molto fini entrambe. Come accessori portava degli orecchini di perle, sempre di gran gusto e un bracciale-gioello incastonato di simil-diamanti. Sulla spalla reggeva una borsa in pendant con tutto il vestiario. Notai con piacere che, questa volta, ero stata io a influenzare il suo stile: si era messa una linea sottile di eyeliner, mascara e un rossetto nude. (http://www.polyvore.com/cgi/set?id=77269358&.locale=it ).

"Ho notato con grande sorpresa che oggi hai optato per un trucco più naturale" le dissi con un grosso sorriso stampato in faccia.

"Oh, sì. Se punti su qualcosa di semplice non sbagli mai! E poi il minimal non passa mai di moda" rispose subito lei, facendomi una piccola linguaccia divertita. La guardai sorridendo, non potei fare altro.

Finalmente arrivammo davanti alla scuola. Con un sospiro, dopo esserci scambiate degli sguardi semisofferenti, entrammo agli inferi. La classe si trovava nello stesso luogo dell'anno precedente, non impiegammo molto a raggiungerla. Appena varcammo la soglia, la campanella suonò. Ci sedemmo nei due banchi in fondo alla classe, chiacchierando un po' con dei compagni mentre aspettavamo l'insegnante. Improvvisamente la porta si aprì e mostrò la figura della prof. Morgan. Entrò facendo fastidiosamente rumore con i suoi tacchetti da vecchia e squadrò la classe dai suoi occhiali a mezzaluna. Tra tutti i professori, la Morgan era quella che sopportavo meno; credo mi odi ma il sentimento era reciproco. Il fatto che insegnava arte era sia un pro che un contro. Il contro era che la sua materia fosse la più inutile e noiosa di tutte e il pro è che la dovessi sopportare solo due ore la settimana, grazie a Dio. Notò subito la nuova arrivata di fianco a me ma decise di iniziare il supplizio dopo l'appello.

''Allen'' ''presente''

''Anderson'' ''presente''

''Chapman'' ''presente''

...

Finalmente chiamò il mio cognome

''Smith'' ''presente'' risposi alzando pigramente il braccio e lanciandole uno sguardo di sfida.

''Spero che quast'anno tu sia maturata e non dovrò sopportare le tue risposte insolenti'' stavo scoppiando, stavo per alzarmi e dirle qualcosa quando So mi afferrò il braccio e mi fermò. Sospirai, alzando gli occhi al cielo e mi misi comoda sul banco, pronta a schiacciare un sonnellino.

Ma la prof non aveva ancora finito l'appello...

''Williams?''

Fissai So che, a causa del nervosismo, diventò una statua. Non so come, ma riuscì a pronunciare flebilmente un ''presente'' alla mummia.

Naturalmente la 'mummia' decise di dare inizio alle torture. Con un sorrisetto sprezzante disse:

''Oh, abbiamo una nuova compagna di classe. A quanto pare dalle amicizie -disse mandandomi una frecciatina- quest'anno sarà molto duro per me. Ora, visto che non credo tu abbia avuto l'occasione di parlare a tutti, la prego di venire qui vicino alla cattedra per presentarsi.'' e le diede un sorriso malefico, godendo del fatto che So fosse terrorizzata da lei e dal giudizio dei compagni. Avrei piacevolmente tirato un pugno alla faccia da carlino che si ritrovava.

Pregai gli dei che un fulmine la colpisse ma non accadde. Nonostante questo però una cosa buona accadde. Bussando entrò il preside: un tipetto basso e grassottello, cordiale con tutti, che avevo avuto il piacere di conoscere nelle mie avventure in presidenza. Teneva in mano delle carte di cui non mi interessava più di tanto. La cosa importante è che aveva salvato la mia amica da un interrogatorio da parte di Satana. Guardai So che si era tranquillizzata e le feci un piccolo sorriso, che venne subito ricambiato.

''Cosa vuole, Mr. Higgins?'' chiese la mummia.

Il preside si sistemò, si schiarì la gola e rispose:

''Ehm professoressa Morgan, vede.." - l'uomo sembrava abbastanza intimidito e in disagio a parlare - "abbiamo un problema con la gita di classe...''

La classe cadde nel silenzio più assoluto.


spazio autrici:
ci scusiamo immensamente per il ritardo di TRE mesi, abbiamo avuto molti problemi personeli e trovare del tempo per scrivere è stato molto difficile. comunque vi promettiamo che da ora in poi, una volta ogni due settimene (come minimo) aggiorrniamo.
quando entreranno in scena i ragazzi, o meglio dire harry? tra un po' di capitoli c:
ora spero che il capitolo vi sia piaciuto
ciaooo
e BUONA PASQUA

alice e sofia

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