The time of your life

di LellaDP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** welcome to my life ***
Capitolo 2: *** it's time. ***
Capitolo 3: *** "Routine" ***
Capitolo 4: *** remember me ***
Capitolo 5: *** we're going to celebrate! ***
Capitolo 6: *** let's go to the party ***
Capitolo 7: *** "SORRY" ***
Capitolo 8: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** welcome to my life ***


La verità è che tutti quanti sono in attesa di una svolta, intendo una svolta nella propria vita, qualcosa che la faccia cambiare, in meglio naturalmente, credo che molta gente vada avanti solo per questo , credo che si alzino la mattina dicendo:” su prima o poi qualcosa andrà meglio, migliorerà “.Non importa quanti anni si hanno, tutti sono in attesa di un miglioramento. x:signorina desmore, possiamo avere l’onore di sapere a cosa stia pensando?...alzo lo sguardo confuso su un volto parecchio assonato dato che sono le 8.45 di mattina  e il sonno si fa sentire e latino alla prima ora di certo non aiuta a svegliarsi, con aria di non curanza rispondo un secco “ah, no a niente stavo seguendo” la prof. Hamilton tronca la discussione con un deciso “Stia più attenta, perfavore.” Si volta e torna a spiegare le particolarità della terza declinazione. Sento una risatina e mi volto di lato sicura di sapere da chi provenisse, vedo la mia compagnia di banco  nascondere con il braccio l’espressione divertita per evitare che la professoressa rimproverasse anche lei, la guardo e sbuffo dandogli una gomitata per poi tornare a guardare il bellissimo e interessantissimo libro di latino aperto a pag 133, tutta sottolineata di un fucsia sgargiante con scritte e disegnini ai lati. Approposito io sono Hope Desmore e ho 16 anni, frequento la Harbor hight school... vivo con mia madre ma sicuramente vedo di più mia nonna e mia zia ...(senno cosa mangerei??) non mi piace parlare apertamente della mia famiglia perchè devo ammettere che è un po' incasinata, perciò evito il discorso, sono un tipo solare anche se  a volte ammetto di essere un po' acida e diffidente , ho molti amici e ne sono contenta anche se molti li vedo solo il fine settimana per via degli impegni scolastici ecc. Cos'altro devo dire??sono alta nella media cioè 1.67, lunghi capelli rossi e occhi azzurri,un fisico piuttosto magro...non sono una di quelle che è completamente soddisfatta del suo aspetto fisico , diciamo che certe vote mi piaccio e altre preferirei togliere lo specchio dalla camera.
 

Guardo il cellulare che segna le 11.18..bene tra due minuti sarebbe suonata la campanella che avrebbe dato inizio all'intervallo,non ce la facevo più a  stare  seduta su una sedia in silenzio, obbligata ad ascoltare la spiegazione di latino..che poi se andiamo a vedere proprio latino non era, dato che la prof.Hamilton tendeva a divagare con discorsi che non centravano assolutamente nulla. Suona la campanella e in pochi istanti tutti gli alunni (me compresa) si precipitano fuori la classe lasciando la professoressa a parlare da sola, insieme ad emily (la compagnia di banco rompicoglioni di prima) mi dirigo in cortile dove vedo Juls,Abbie,Macey e hope appoggiate al muretto intente a fumare delle malboro,ci sediamo vicino a loro, dopo qualche minuto mi sento cingere i fianchi da delle mani calde e improvvisamente vedo la sigaretta scomparire dalle mie mani, mi giro e vedo il mio migliore amico, samuel smith,un ragazzo altoe altetico con capelli corvini e grandi occhi azzurri, gli do una gomitata sul fianco per avermi rubato la sigaretta ma lui non fa in tempo a rispondere che una voce dietro di noi urla X:"sempre così delicata Desmore??",mi giro e vedo....

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Capitolo 2
*** it's time. ***


Mi giro e vedo… Harry Devone , ecco mi sembrava strano che non lo avevo ancora incontrato quel giorno, è il tipico ragazzo alto atletico, occhi verdi e capelli ricci castano chiaro, capitano della squadra di football della scuola...insomma quello che solo con la sua presenza riesce a mandare n delirio qualsiasi ragazza nel raggio di chilometri. Per qualche strano motivo lui e Samuel erano molto amici, infatti si avvicina e si scambiano una pacca sulla spalla, qualsiasi ragazza normale penserebbe “ che culo il mio migliore amico è amico del ragazzo più fico di tutta la scuola” ma siccome io non sono normale penso che sia un montato che sa solo pensare a una cosa..ma non lo penso solo io, è un dato di fatto, oltretutto è anche fastidioso perché si diverte a scassarmi costantemente le palle facendo battutine. Si appoggia al muretto affianco a me e con fare molto disinvolto, “come se fosse una cosa normale” poggia la sua mano sulla mia coscia, poi si gira e mi sorride nel modo più squallido possibile. Io innervosita anche solo dalla sua vista poggio la mia mano sulla sua e la infilzo con le unghie, lui con uno scatto repentino la toglie e se la avvicina al petto ed incomincia a massaggiarla, con lo sguardo noto che gli ho provocato dei piccoli tagli che incominciavano a sanguinare e sorrido compiaciuta. Lui mi guarda e con fare acido mi dice “non sarai troppo davvero troppo delicata oggi??” io con un espressione indifferente gli rispondo “sei tu che mi fai questo effetto”, suscitando le risate delle ragazze e anche di samuel. Suona la campanella che segna la fine dell’intervallo e non avevo la minima voglia di tornare i quella cazzo di classe, a mi alzo e getto a terra la sigarett che mi ero appena accesa, la calpesto con lo stivaletto nero per spegnerla poi mi giro e saluto le ragazze dicendogli “aspettateci all’uscita, non andate via!”, sento uno sbuffo provenire da Juls che con fare acido mi risponde “si ma siete pregate di muovere il culo tu e Emily e di non uscire per ultime ok??” io gli sorrido e gli mando un bacio per addolcirla.. mi giro verso Samuel e gli do un bacio sulla guancia per salutarlo poi faccio un cenno ad Emily come per dire “andiamo che ora abbiamo quella schizzata della prof.Bishop”. Ci dirigiamo verso il portone del cortile per rientrare quando mi sento afferrare saldamente per il polso, mi volta infastidita già sapendo chi poteva essere, e infatti eccolo Devone con un sorriso malizioso, mi dice “e a me non mi saluti??” io: “ ahh oddio scusa..” e gli tiro un pugno sulla spalla, lui: “ bè,mi aspettavo qualcos’altro, ma mi accontento!” poi molla la presa sul mio polso e si appoggia con la spalla al muro della porta, dicendo “ senti..se io e te stasera..uscissimo??”con uno sguardo da coglione..io scoppio in una fragorosa risata e gli rispondo: “ si,guarda stavo giusto pensando a quello…fottiti”lui con un ghigno infastidito si stacca dal muro dicendomi “ ma fottiti tu”. Torniamo in classe e fortunatamente le 3 ore successive passarono velocemente tra uno sbuffo per la noia e per la fame e qualche partita a tris. Uscite da scuola i e Emily ci dirigiamo subito verso le altre per poi metterci a chiacchierare e a mangiare naturalmente….Dio solo sa quanta fame mi metteva lo studio. Verso le 2.30 io saluto le altre e vado da Samuel per tornare a casa insieme, visto che eravamo di strada ..dopo un po’ che stavamo camminando lui se ne esce dicendo “domani sera c’è una festa a casa di.... ci vieni ??” Io “non credo proprio, poi a casa sua ma che sei scemo” Samuel: “ che ti frega starai con me e le altre, lui neanche lo vedrai..sarà sicuramente impegnato a portarsi a letto qualche cheerleders” io “ ve bene, lo dico alle altre stasera” poi gli do un bacio di saluto dato che lì le nostre strade si dividevano. Continuo per la mia strada a testa bassa con le mani nelle tasche della felpa immersa nei miei pensieri ad un certo punto sento le ruote di una macchina dietro di me ma non mi volto, sento il ritornello di “it’s time” degli imagine dragons …. Provenire dalla macchina, sorrido perché io adoro quella canzone , capisco che la macchina è praticamente parallela a me e con la coda dell’occhio guardo chi è il giudatore, Devone , si lui. Sul sedile affianco c’era una ragazza mora piuttosto carina, suppongo andasse nella nostra stessa scuola, lui accosta e abbassa ancora di più il finestrino per far si che io lo sentissi .. “Desmore, vuoi un passaggio??” io: “ no grazie vedo che sei occupato..” spostando visibilmente lo sguardo sulla moretta seduta affianco a lui. Lui: “gelosa,eh??”Io: “ ma chi io?? Di te?..si proprio” facendomi una risatina lui: “ vabbe, Desmore..spero di vederti domani sera!” io rimasi in silenzio e gli feci un cenno con la mano per salutarlo, lui ricambio e tornò a guardare la strada, accelerò ma riuscii a sentire la moretta dire “Dio..cambia canzone, questa proprio non la sopporto e poi chi era quella la??” e lui rispondere: “ no,non cambio canzone e quella là non era nessuno..” bel modo di definirmi…nessuno..che coglione! Sento vibrare il cellulare nella tasca dei jeans lo prendo e vedo che mi è arrivato un messaggio da Juls..lo apro e ..

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Capitolo 3
*** "Routine" ***


Lo apro e..in caratteri cubitali vedo scritto “APPENA ARRIVI A CASA CHIAMAMI, TI DEVO PARLARE.” Tra me e me penso “chissà cosa vorrà dirmi, e se fosse incazzata, non ne avrebbe motivo non ho fatto niente dopotutto.” I miei pensieri si interrompono quando riconosco casa mia, finalmente ero arrivata, quel giorno non ce la facevo più avevo una borsa pesantissima con non si sa quanti libri dentro e in più il vocabolario di inglese che mi era servito per il compito in classe, arrivata sulla soglia di casa buttai a terra la borsa e mi misi la mano in tasca tirando fuori le chiavi del portone per poi aprirlo, con il piede spostai la borsa pesante dentro casa, non avevo la minima intenzione di chinarmi, accesi la luce e chiusi la porta alle mie spalle per poi buttare il vocabolario sul tavolo ma me ne pentii immediatamente quando senti il contatto tra il pesante vocabolario e il tavolo di legno e pensai “ cazzo, se rompo il tavolo mia madre mi disereda” ma poi non ci feci caso e mi buttai a peso morto sul divano, sfilai il cellulare dalla tasca della felpa e feci scorrere tutti i numeri della rubrica fino ad arrivare a “Julla”, così chiamo Juls, cliccai su “inoltrare chiamata” era libero ..dopo circa 5 squilli rispose J: ce l’hai fatta a chiamare eh?? Io: sono appena arrivata.. neanche ho mangiato.. di che mi devi parlare?? J: allora hai presente che domani c’è una festa a casa di Devone??bene, noi ci andiamo!! Io: si lo so, me lo ha detto Samuel ma non sono tanto convinta.. insomma io e Devone non è che abbiamo proprio un bel rapporto ..anzi tutt’altro e poi perché così tanto interesse nell’andarci?? J: bè…sicuramente alla festa ci sarà Jacob..hai presente il terzo attacante della squadra di football??lui.. ed è da un po’ di tempo che l’ho notato in giro..volevo dirvelo ma poi mi è passato di mente Io: come fai a essere sicura che ci sarà?? Juls: è uno dei migliori amici di Devone, ti pare che non c’è..vabbè comunque è deciso si va tutte quante insieme..poi domani a scuola vediamo cosa metterci….grazie a dio è venerdì non ce la faccio proprio più Io: ok,andiamo però non sono proprio convinta… insomma la festa la organizza Devone a casa sua, e noi due ci odiamo… non mi sembra molto opportuno.. J:ma cosa dici non è che ti odia … è solo infastidito dal fatto che tu non gli sbavi dietro come tutte le altre… tutto qui.. è abituato ad avere tutte…. e il fatto che tu lo ignori lo manda su di giri.. Io: Si certo..vabbè, come vuoi ora vado ..ti scrivo dopo ciaoo ..baci J:ciaoo bacii a dopo Mi alzo di scatto e butto il telefono sul divano prendo il telecomando e accendo la tv poi mi dirigo in cucina a prendere un bicchiere d’acqua..decido di non pranzare perché non è che avessi proprio tanta fame. Prendo dalla borsa il libro di chimica e lo comincio a sfogliare ma dopo 20 minuti scarsi lo richiudo convincendomi sempre di più che quella materia non faceva per me .. del resto già lo sapevo ..perchè tentare?? Il pomeriggio trascorre velocemente, finchè non arriva la sera, torna mia madre e ceniamo insieme verso le 20.00 mi vado a fare la doccia ,mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte, insomma la routine di sempre, prima di spegnere la luce sento vibrare qualcosa alla mia sinistra sul comodino mi volto e vedo che qualcuno mi sta chiamando al cellulare “e mò, chi cazzo è alle 23.50 di sera??” prendo in mano il telefono guardo il display e compare il nome di…

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Capitolo 4
*** remember me ***


E compare il nome di…Io: “ma è possibile che il gestore telefonico, mi possa chiamare a quest’ora solo per della stupida pubblicità??.. seriamente è da non crederci mi sembra assurdo.. ma questi non dormono mai??” Butto il telefono sul letto e spengo la luce, mi giro e cerco di prendere sonno, ma evidentemente il mio cervello non ne voleva sapere di prendere sonno così dopo circa mezz’ora passata a fissare il soffitto oscurato per via della mancanza di luce nella stanza decido di alzarmi,vado in cucina e prendo una busta gigante di gocciole con scaglie di cioccolato fondente e me ne vado in salone dove accendo solamente la luce della lampada da lettura per evitare di svegliare mia madre nella stanza affianco. Fisso un punto indefinito del pavimento mentre mangio le mie adorate gocciole, ad un certo punto il mio sguardo si posa sulla libreria precisamente sullo scaffale in alto a destra dove sono riposti tutti i vecchi album con fotografie di famiglia, socchiudo leggermente gli occhi come per mettere a fuoco bene, poi mi soffermo su uno in particolare, mi alzo e poggio la busta dei biscotti sul divano e rapidamente prendo la sedia alla mia sinistra e ci salgo sopra per arrivare a prendere quell’album, scendo e mi risiedo sul divano incominciando a sfogliare quell’album come se per la prima volta in vita mia lo vedessi e ne fossi sorpresa, riguardando tutte quelle vecchie foto è impossibile non sorridere perché automaticamente nella mia testa si formano i ricordi di quei momenti,di quei periodi, di quelle persone…. quando ancora era una bambina e non sapevo cosa volesse dire essere costretti a stare senza qualcuno di fondamentale per te. L’ultima foto dell’album….*FHLASH BACK* Mamma: su dai andiamo a fare la foto tutti in torno ad hope.. Zia: hope ferma dove vai??, stai seduta sulla sedia, che dobbiamo fare la foto, oddio… qualcuno controlli i ragazzini si stanno per mangiare la torta.. Nonno: dai su la foto la faccio io, mettetevi dietro ad Hope tutti quanti e state fermi, Din prendila in braccio così sta ferma.. ** estate 1999, casa in campagna, Bhringtoon ( vicino Londra) , il giorno del mio compeanno.. avevo appena compiuto due anni.. c’era così tanta gente… dov’era finita tutta quella gente?? Dove erano tutte quelle persone? Che fine avevano fatto.. perché non ci sono più loro?? E soprattutto perché non c’è più lui?? Richiudo l’album di fotografie con rabbia e con una lacrima che mi riga i viso, e penso a tutte le volte che per strada vedo un padre con la figlia piccola, in quei momenti mi assale la malinconia.. o forse più che malinconia è un misto di rabbia e rancore perché a me questa possibilità è stata negata nel peggiore dei modi. Rimetto l’album apposto e mi asciugo le lacrime specchiandomi nello specchio del salone e con atteggiamento solenne alzo la testa e mentalmente mi dico : “ Hope Desmore, non devi permettere a nessuno di farti soffrire, non ti devi innamorare e tanto meno lasciare che i tuoi sentimenti abbiano la meglio sulla ragione, non lasciarti andare e non permettere che le sofferenze che hai avuto in passato condizionino il tuo presente, si padrona delle tue azioni, si padrona di TE.”

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Capitolo 5
*** we're going to celebrate! ***


Sento un ventata di aria fredda travolgermi, infastidita apro leggermente gli occhi per vedere cosa sia e il mio sguardo si posa su una figura alta e magra, con addosso un tailleur molto professionale, capelli biondo tinto fin sopra le spalle, scarpe tacco 12 cm e leggermente truccata, mia madre. Si gira di scatto verso di me e con fare pacato quasi disinteressato mi dice: “ è tardi, sono le 7.20, alzati! sennò fai tardi anche questa mattina, e sappi che non ho la minima intenzione di accompagnarti perché mi fai tardare a lavoro.” Rassegnata al fatto che ormai ero già in un ritardo colossale mi tolgo le coperte di dosso e con uno scatto veloce e un po’ assonato nello stesso tempo mi alzo dal letto a malincuore e mi dirigo in bagno. Dopo essermi lavata afferro i primi vestiti che trovo nell’armadio, pantacollant neri, canotta blu e maglione beige , infilo le ugg consapevole che avrei sentito caldo perché anche se era metà novembre stranamente faceva molto caldo a Londra. Afferro la borsa bevo un po’ di spremuta e saluto mia madre con un dolce bacio sulla guancia, forse quel giorno non aveva tanto da fare visto che se la prendeva piuttosto comoda senza andare di fretta com’è solito suo fare. Una folata di vento tiepida mi travolge e mi scompiglia i capelli (inutile dire che ho passato 15 min. cercando disperatamente di sistemarli con piastra e spazzola) infilo le cuffiette e i miei pensieri vengono sovrastati da “ castle of glass” dei linkin park, raggiungo la scuola e trascorro tutta la mattinata a fissare un punto indefinito fuori dalla finestra, ogni tanto provo ad ascoltare quello che dicevano le prof, ma il loro modo di spiegare lento e pacato mi fa solo assalire dal sonno. Si fanno presto le 14.10 .. e in meno di 3 minuti la scuola diventa un deserto esco insieme ad emily e raggiungo le altre ragazze appoggiate al muro di fronte la scuola. Juls: noooo! Ti dico che se con i jeans chiari ci metti i tacchi marroni stai davvero male, poi con il cazzo che Steve ti guarda.. dammi retta! Macey: e vabbè se lo dici tu.. non ti incazzare ..( si gira verso di me) HOPEEE!! Bè che fai neanche mi dai un bacino io: ahahah ma cosa dici (l’abbraccio). Conosco Macey praticamente da quando avevo 5 anni, lei sa tutto di me come d’altra parte io so tutto di lei, riesco a capire il suo umore anche solo dal tipo di risata che fa, è la mia migliore amica, certo io e lei non ci dimostravamo esattamente il bene perché né io né lei siamo tipi sdolcinati e mielosi, il bene che si prova è sottointeso. Per un attimo mi guardo in torno e mentalmente penso che se c’è una cosa in cui sono stata fortunata è proprio trovare delle amiche così, molta gente si vanta di avere tanti amici ma poi si ritrova a piangere da sola, invece io sono sicura che quando sto male mi basta sola inviare un messaggio per ritrovarmi l’equipe di supporto privato davanti alla porta di casa, con tanto di gelato al cioccolato e fazzoletti. Un pugno sulla spalla da parte di Hope ( si, ci chiamiamo nello stesso modo) mi fa tornare in mezzo a quelle isteriche delle mie amiche disperate perché non sanno cosa mettersi per la festa organizzata a casa di Devone. Juls: allora Desmoruccia (soprannome che mi ha dato julla) tu cosa metti??.. anzi facciamo così ora mi autoinvito a casa tua così stasera alla festa ci andiamo insieme ok?? Prima però passiamo a casa mia per prendere i vestiti e i trucchi di stasera! Io: va bene.. tanto mia madre sta fuori tutto il giorno.. ma se verso le 18.00 venite tutte da me così andiamo tutte insieme alla festa?? Tutte: certo!! ----Tornata a casa butto la borsa per terra e vado a prepararmi un panino insieme a Juls, ora che ci penso quel giorno non avevo ancora visto Devone, non che la cosa mi dispiacesse per carità, forse non è venuto perché doveva preparare la casa per la festa. 17.45 TUTTE PRONTE, tranne me che era in tuta ,struccata, con ciabbattine rosa e felpa di Minnie, le altre erano semplicemente favolose capeli fatti, tacchi, Macey, Abbie ed Emily indossano dei vestitini corti piuttosto attillati, con tacchi alti 10 cm… Hope, Juls invece portano jeans stretti con magliette molto variopinte …ad un certo punto si girano tutte quante verso di me e con sguardo assasino mi dicono: “ ma tu ancora non sei pronta??” domanda retorica. Poi si rivolgono sguardi complici e mi buttano sul letto urlando: “ora ci pensiamo noiiii.”

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Capitolo 6
*** let's go to the party ***


Circa un’ora e mezza dopo eravamo tutte completamente pronte, Io? Jeans attillati con tacchi, canotta grigia e giubbotto nero di pelle, capelli piastrati( per quanto possano essere piastrati i miei capelli .-.). Guardo l’orologio della cucina e vedo che segna le 19.40… bene in teoria eravamo in ritardo ma questi sono particolari, con un gesto violento afferro una borsa grigia di camoscio e ci scaravento dentro tutto quello che vedo poi caccio un urlo dicendo: “ tutte in salone, oraa”… ce l’abbiamo fatto dopo 10 minuti eravamo in macchina, nella mia c’erano Juls, Emily e Hope, nell’altra quella guidata da Macey c’era solo Abbie. Parcheggiai la macchina poche case prima quella di Devone ed una volta scesa infilai le chiavi dentro la borsa alzai lo sguardo e dall’altra parte del marciapiede c’erano Abbie e Macey intente ad attraversare la strada per raggiungerci. Ci dirigemmo tutte a passo deciso verso casa Devone, facilmente riconoscibile per l’occasione dato che da essa proveniva musica assordante che si interruppe solamente per qualche centesimo di secondo, per dare possibilità allo stereo di cambiare brano… “Die young” di ke$ha. Arrivate davanti al vialetto si riusciva ad intravedere esternamente dalle finestre, persone ammucchiate strette per ballare con bicchieri in mano, nel giardino c’erano circa 15 ragazzi, alcuni completamente ubriachi e fatti ( bene erano appena le 20.15), arrivate davanti al portone della casa stavamo per suonare quando all’improvviso fummo distratte dalle risatine nervose di una ragazza bionda (probabilmente ubriaca) affiancata da due ragazzi – non era difficile immaginare come sarebbe finita la serata…almeno per lei. Hope la guarda e ci sussurra a noi in modo da non farsi sentire.. “ quella è la troietta della 3E… Stiamo insieme al corso d’inglese…non potete capire quanto mi stia antipatica”…. La ragazza si voltò verso di noi con un espressione mista tra l’odio e la cattiveria…mi giro e guardo Hope dicendole : “ credo che la cosa sia reciproca!” poi mi rigirai di scatto e senza esitare suonai alla porta….3 minuti dopo si apre la porta davanti a noi e mi ritrovo davanti lui....Harry Devone che con un espressione tra il sorpreso e il compiaciuto ci fece entrare, poi guardandomi dalla testa ai piedi mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio “sono contento che tu sia venuta, magari dopo possiamo stare un po’ insieme e…” non gli diedi il tempo di finire la frase perché sapevo perfettamente a cosa stava alludendo....lo scostai con violenza ma lui si riavvicinò dicendo “ però dopo piccola, sai ora sono un po’ impegnato..” indicando una cheerleader con capelli castano scuro e occhi neri…io mi voltai al quanto disgustata verso di lui (il modo in cui trattava quelle ragazze mi faceva solo ribrezzo, insomma quelle poverine chissà che si credevano… e poi rimanevano deluse realizzando amaramente che erano solo “una delle tante”) gli diedi uno strattone più volte di quello precedente e passai avanti prima di allontanarmi del tutto insieme alle altre, mi giro verso di lui e con un sorriso acido e gli dico: “ comunque bella festa” lui: “mai quanto te Desmore!” –che idiota. La festa procedeva e ci si iniziava a divertire ad un certo punto mi ritrovai seduta su un divanetto affianco ad Emily con un bicchiere di birra in mano, spostai lo sguardo e spontaneamente si posò infondo al salone, anche se la mia vista era ostacolata da ragazzi che ballavano ( per non dire altro) e si dimenavano, riuscì a riconoscere Juls appoggiata al muro con un bicchiere di vodka (credo) tra le mani, davanti a lei c’era Jacob Breil e chiacchieravano allegramente scambiandosi sorrisi alquanto allegri. Tra me e me pensai : “ quei due insieme formano davvero una bella coppia ma siccome Jacob era uguale ad Harry avevo paura che lei potesse solo soffrire.” Vidi Abbie ballare insieme a Hope …. E Macey stava visibilmente flirtando con un biondino dagli occhi azzurri. Un “ehiii” mi riportò alla realtà.. era Samuel… gli saltai letteralmente addosso era praticamente da due giorni che non lo vedovo, lui era assente da scuola da mercoledì per il semplice fatto che non gli andava di venire, probabilmente per lui era uno di quei periodi in cui non gli andava di fare niente… comprensibile! Dopo un paio di chiacchiere mi si avvicinò un ragazzo moro dagli occhi azzurri che mi chiese di ballare io accettai volentieri visto che mi stavo annoiando… prima di allontanarmi del tutto da quel divanetto vidi Samuel sedersi vicino ad Emily, entrambi erano imbarazzatissimi.... “ possibile che… no, non ci credo….quei due si piacevano…era chiaro..come avevo fatto a non accorgermene ??” smisi di pensarci quando mi ritrovai in mezzo alla pista da ballo a ballare con quel ragazzo, lo avevo già visto in giro per la scuola….ad un certo punto mi sorrise( sorriso stupendo) e si presentò-“ piacere Louis Flack..io mi presentai.. e subito dopo lui mi disse “ lo so chi sei..è da un po’ che ti ho notato a scuola” io arrossì visibilmente e lui lo notò …passammo circa un ora a parlare del più e del meno ( era davvero simpatico oltre ad essere bellissimo *-*) Ad un certo punto sentivo il bisogno di cercare un bagno per specchiarmi, convinta che il trucco ormai fosse andato a farsi fottere! Gli dissi di aspettarmi lì e lui con un sorriso a trentadue denti mi annuì…salì le scale e vagai per i corridoi in cerca di un bagno ….arrivo alla fine del corridoio e noto che c’è un piccolo balconcino penso che magari il bagno potrebbe essere una delle porte affianco, stavo per poggiare la mano sulla maniglia di una porta quando all’improvviso sento dei singhiozzi soffocati dal pianto proveniente dal balconcino, non un pianto isterico ma un pianto triste e malinconico, incuriosita e anche un po’ preoccupata mi sporgo per vedere chi fosse e vedo….

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Capitolo 7
*** "SORRY" ***


E vedo… una figura maschile, alta e robusta, appena sopra la porta finestra del balcone si colloca una piccola lampadina accesa che illumina la figura, grazie alla luce riesco a vedere i vestiti del ragazzo, jeans scuri e scarpe da ginnastica, intravedo una felpa blu. Sposto il mio sguardo sulla testa e vedo dei capelli castani scompigliati, la mia mente comincia a fantasticare su chi possa essere quel ragazzo, ero appoggiata allo stipite della porta e lui non si era accorto della mia presenza, non sapevo minimamente cosa fare, ad un certo punto nella penombra vidi la sua mano stringere con nervosismo la sbarra del balcone e d’impulso apri la bocca e dissi :ehi, tutto apposto??, ti ho sentito piangere..”, il ragazzo di spalle sentendo la mia voce si irrigidisce di scatto e si volta velocemente avvicinandosi per arrivare sotto la luce e vedere chi fossi, appena i nostri occhi si incrociarono sentì un brivido lungo la schiena molto probabilmente provocato dallo stupore nel vedere quelle iridi verdi contornate di lacrime, infondo a quelle pupille riuscì a intravedere un profondo malessere anche se devo ammettere che era ben nascosto da un superficiale sguardo di finzione, lo stesso che avevo io. Era lui…..Devone, la sua mandibola perfetta si serrò saldamente alla bocca appena mi riconobbe e strinse i pugni, io non riuscivo a proferire parola….insomma lui…Harry Devone, il ragazzo che non aveva sentimenti, quello che usava le ragazze, il menefreghista per definizione , la persona più insensibile, superficiale, pervertita, che abbia mai conosciuto…stava piangendo, in un modo talmente malinconico che avrei voluto unirmi a lui. Il suo sguardo si fece improvvisamente serio e rabbioso e con un tono alquanto incazzato mi dice: “ bè?? Che cazzo ti guardi? Non hai mai visto una persona piangere?” le sue parole piene di odio e sarcasmo nello stesso tempo mi fecero tornare alla realtà e con tono quasi dolce gli dissi: “ io…non credevo fossi tu…s-stai bene?”- Harry: “certo che sto bene, ora non ti sentire importante solo perché mi hai visto piangere, guai a te se lo dici a qualcuno…. Hai capito puttana o te lo devo ripetere perché stasera sembri più cretina del solito?!?!.. ora togliti di mezzo e fammi passare.” Quelle parole… io e lui ci eravamo sempre infastiditi a vicenda ma non mi aveva mai parlato così, in quel modo, quelle parole fecero cambiare nettamente la mia espressione da dolce e comprensiva a disgustata e crudele… stava cercando di passare per tornare nella casa, quando io violentemente gli afferrai il polso e lo feci tornare indietro (certo la mia forza non era minimamente paragonabile alla sua, ma in quel gesto ci misi così tanta cattiveria che riuscì a farlo indietreggiare) lui mi guardava sempre infastidito e i suoi occhi erano agitati e si muovevano, non riuscivano a fissarsi nei miei… “guardami stronzo!” con un espressione infastidiata posò i suoi occhi nei miei … “ nessuno mi parla come mi hai appena parlato tu, non permetterti mai più, non me ne fotte un cazzo se piangi o se urli o se ti ammazzi , per me puoi pure scomparire, non mi interesserebbe niente, anzi vivrei sicuramente meglio! Io non sono una delle tue puttanelle che puoi maltrattare e insultare quando ti pare tanto neanche se ne accorgono per quanto sono stupide!! E ora vado ( lasciai la presa del suo polso) e tu continua pure a piangere –feci una smorfia di cattiveria come per deriderlo- velocemente mi girai e mi diressi verso la porta finestra, sentì lui fare un verso tra insofferenza, odio, incredulità e orgoglio ferito, sentì un rumore sordo come qualcosa che aveva appena sbattuto violentemente contro il muro, aveva appena dato un pugno al muro… mi allontanai e con passo veloce percorsi il corridoio con il cuore che andava a mille…non avevo mai moritificato una persona in quel modo,ma lui…. Lui mi aveva parlato in quel modo…. Come cazzo si era permesso, aveva ferito il mio orgoglio, io che avevo pure cercato di capire cosa aveva e lui….lui era stato solo capace di chiamarmi puttana e insultarmi..cosa si credeva che io sarei stata zitta, credeva veramente che fossi una stupida bambolina da maltrattare? Se c’è una cosa che odio è essere sminuita e mortificata in quel modo, ho un carattere alquanto brutto per alcuni versi e nessuno e dico nessuno si era mai permesso di dirmi cose del genere. Andai verso il divano dov’erano ancora seduti Emily e Samuel e in modo molto scontroso, veloce e nervoso afferrai la mia borsa colpendo per sbaglio la spalla di Emily … che non riusciva a capire cosa avessi.. andai subito verso la porta ma mi senti afferrare il braccio era Macey che con aria incrdula e quasi spaventata mi disse.. “ ehiiii, dove vai c’è Devone che ti sta cercando come un matto per tutta casa.” Io “di a quel pezzo di merda di fottersi e di non rivolgermi più la parola” aprii la porta violentemente e con un gesto secco la chiusi dietro di me sbattendola. Fui investita da una ventata non troppo fredda, presi il celluare dalla tasca per guardre che ora fosse, erano le 23.17... mi allontanai frettolosamente da casa di Devone per paura che qualcuno potesse raggiungermi per parlare di quello che era successo, raggiunsi l'altra parte del marciapiede e mi sedetti su un muretto di fronte ad una casa, poggiai la borsa a terra e portai le ginocchia sotto il mento, mi era venuto un leggero mal di stomaco forse dovuto al nervosismo. Probabilmente vista da fuori sarei sembrata una bambina triste che aspettava il padre...ma per me non sarebbe venuto nessuno, avrei potuto rimanere lì tutta la notte, ma non sarebbe venuto nessuno. Quel pensiero si faceva sempre più spazio nella mia mente ..il pensiero o forse la preoccupazione che se mi sarei trovata davvero in difficoltà o in pericolo probabilmente nessuno sarebbe venuto a "salvarmi". Oltretutto non riuscivo a smettere di pensare a le SUE parole, perchè mi interessava così tanto quello che lui mi aveva detto, per me lui non aveva alcuna importanza, per me è niente, nonostante tutti questi dati di fatto, quelle parole mi avevano fatto male troppo male, non sono mai stata un tipo sensibile e odio profondamente quando la gente mi vede piangere, poche persone mi hanno visto piangere, non mi faccio vedere neanche da mia madre..preferisco fargli pensare che vada tutto bene. Feci un lungo respiro per trattenere le lacrime e ci riuscì, non volevo assolutamente che qualcuno mi vedesse piangere per strada, non volevo tornare a casa, così presi il mio I-pod e mi infilai le cuffiette, digitai play-list casuale e lo infilai in tasca ...dopo circa tre secondi partì al massimo del volume sweet child o'mine dei guns'n roses, abbasai la testa e dopo circa un minuto di canzone riaprì gli occhi, sempre fissando l'asfalto del marciapiede...improvvisamente sento una voce forte che urla "SCUSAA", immediatamente pensai che chiunque lo avesse detto doveva aver urlato davvero molto forte per averlo sentito io che avevo nelle orecchie la musica al massimo del volume, al suono di quella parola sussultai pensando che qualcuno la stesse urlando a me, con timore alzai la testa e lo vidi... dall'altra parte del marciapiede, fermo immobile con gli occhi fissi nei miei nonostante la distanza.

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Capitolo 8
*** AVVISO ***


scusate se ultimamente non ho postato il nuovo capitolo ma ho tantissimi impegni...tra compiti e verifiche ecc.. scusate ancora spero di pubblicarlo al piu' presto

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