Gli eredi dei malandrini

di Guazzo89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Grimmauld Place ***
Capitolo 2: *** Diagon Alley ***
Capitolo 3: *** La Sorpresa ***
Capitolo 4: *** Il Viaggio ***
Capitolo 5: *** QUIDDITCHvsAMORE ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Grimmauld Place ***


Gli eredi dei malandrini

RITORNO A GRIMMAULD PLACE

Era tardi la sera del 28 luglio quando un gufo planò su Privet Drive. Il piccolo uccello entrò da una finestra del primo piano del numero 4 dietro la quale si intravedeva perfettamente una luce accesa e la sagoma di un ragazzo chino su di una scrivania.
Harry era sveglio a fare i compiti. Quel giorno i suoi zii e il cugino erano usciti per motivi di lavoro e sarebbero tornati tardi. Harry ne aveva approfittato, passando la giornata a guardare la televisione. Dopo aver mangiato si era messo a fare i compiti di pozioni sperando nell’arrivo di qualche lettera da parte dei suoi amici. Per questo accolse felicemente il piccolo gufo salutandolo e offrendogli da mangiare. Era Leo il gufo del suo amico Ron.
Harry aveva passato come al solito i primi due mesi di vacanze a casa degli zii anche se, ora che sapeva il motivo per cui vi doveva tornare tutte le estati, stava meglio. Oltre a ciò zio Vernon aveva preso molto seriamente le minacce dei membri dell’ordine della fenice e per la prima volta gli aveva permesso di tenere la sua roba in camera concedendogli un'estate migliore.
Gli aveva anche permesso di inviare lettere e così per la prima estate Harry aveva mantenuto i contatti con il mondo magico. Era molto felice di corrispondere con Ron e Hermione ma ciò che lo aveva stupito era stato ricevere molte lettere da Ginny. All’inizio non vi aveva risposto ma, passata la prima settimana, la ragazza aveva insistito e così si era trovato a scriverle di tante cose.
Prima di tutto scrisse del dolore provato per la perdita di Sirius, che gli era stato sempre molto vicino, aggravato dalla consapevolezza di esserne stato personalmente la causa. Vedendo che la ragazza capiva i suoi sentimenti, e rendendosi conto che parlandone alleviava il peso che essi gli ponevano sulla coscienza, decise di aprirsi ancora di più.
Scrisse scusandosi con lei per la sconsideratezza dell’anno prima, e per aver posto a rischio le vite delle persone che amava di più al mondo.
Altre volte le parlò del dispiacere che provava a passare le estati con gli zii, sempre nel mondo babbano, isolato dal mondo magico di cui riceveva solo le poche informazioni, che gli venivano dalla lettura della Gazzetta e dalle lettere degli amici. Su questo Ginny lo rassicurava, ripetendogli che presto sarebbe stato invitato ad andare a stare da loro.
Grazie sia alla comprensione che riceveva da Ginny, che al minor stato d’isolamento in cui si era trovato, Harry si era sentito molto meglio, e anche i suoi continui incubi e la sua voglia di isolarsi erano gli uni diminuiti e l’altra quasi sparita.
Sentiva ancora la cicatrice che ogni tanto bruciava, ma era perfettamente comprensibile, dato che Voldemort era tornato al suo massimo potere.
Harry prese la lettera e l’aprì:


Caro Harry,
Sono già d’accordo con mia mamma, devi passare l’ultimo mese di vacanza con noi.
Ho capito dalle tue precedenti lettere, che non ne puoi più di stare a casa dei tuoi zii,
così ho pensato che mi sembrava una buona idea farti venire qui a divertirti almeno
un po’. Hermione dice anche che così potrai fare i compiti ma non preoccuparti ci
penso io a farle cambiare idea. Leo ci porterà la tua risposta. Non preoccuparti per
le robe di scuola. Andremo insieme a Diagon Alley quando arriverà la lettera. Se
vuoi venire, ma i tuoi zii non te lo permettono scrivicelo e noi provvederemo!
Rispondi subito,
Ron


Notò che il piccolo gufo continuava a svolazzare sulla scrivania aspettando la risposta. Entusiasta dell’offerta rispose subito, chiedendo che gli mandassero al più presto il giorno e l’ora in cui sarebbero venuti a prenderlo. Legò la risposta alla zampa del gufo e si affacciò alla finestra per farlo partire, dopo un attimo vide alla luce dei lampioni la macchina di zio Vernon che imboccava il vialetto. Decise che li avrebbe informati della partenza il giorno dopo e, siccome era passata mezzanotte, andò a letto.
Il giorno dopo Harry scese a fare colazione con gli zii e, tornato in camera, vi trovò il piccolo gufo. Prese la lettera in cui c’era scritto che sarebbero passati a prenderlo quello stesso giorno, dopo pranzo. Allora il ragazzo decise che, una volta finito di vestirsi, sarebbe andato ad avvisare gli zii della sua imminente partenza. Trovato zio Vernon gli disse “Ti cercavo per dirti che passero il resto dell’estate dal mio amico Ron. Mi a scritto stamattina per dirmi che passerà oggi pomeriggio!”
“Bene, e allora?”
“Volevo chiederti se posso andare?”
“Avevo capito che non dipendeva da me.” Disse zio Vernon “Credevo che puoi fare quello che volevi senza che io mi possa opporre!”
“Hai ragione. Allora io vado. Pranzo qui e parto subito dopo.”
Detto questo Harry salì in camera sua a preparare il baule di scuola. Quando ebbe finito era ormai ora di pranzo. Mangiò con gli zii e poi portò il baule e la gabbia di Edvige in salotto, dopo di che si sedette sul divano ad aspettare.
Passata mezz’ora circa Harry sentì uno strano rumore e, voltatosi verso il camino, vi vide apparire Lupin nei resti di una fiammata verde smeraldo. Zia Petunia, velocemente accorsa dalla cucina, gettò un urlo e quasi svenne vedendo l’ex professore uscire dal camino. Harry invece si alzo e gli si avvicinò “Salve professor Lupin! Perché è venuto lei a prendermi?”
“Adesso non è importante, ti spiegherò dopo!”
“Ma c’è anche lei alla Tana?”
“Non andiamo alla tana Harry ma al quartier generale dell’ordine.” ,solo poi accorgendosi della presenza degli zii di Harry disse: “Immagino che Harry vi abbia avvertito del mio arrivo; ora se non vi dispiace noi dovremmo andare!”; vedendo che zio Vernon era ammutolito si rivolse di nuovo a Harry: “Prendi la gabbia, ecco la polvere volante.”
Harry salutò entrò nel fuoco e, preso un pizzico di polvere dal sacchetto che gli tendeva il professore, gridò: “Grimmauld Place numero 12”, Tutto prese a vorticare e dopo qualche minuto Harry atterrò nel camino della cucina del quartier generale. Rialzandosi riconobbe Ron, la signora Weasley, Hermione, Tonks e Bil che lo accolsero molto calorosamente. C’era anche Ginny che però si teneva in disparte. Subito dopo apparve nel camino anche Lupin con il suo baule.
Harry fu guidato alla solita camera che divideva con Ron dove sistemò il baule ai piedi del suo letto. Si sedette e iniziò a parlare con i suoi due migliori amici di quello che avevano fatto nel resto dell’estate. Hermione raccontò loro di aver passato un mese in Spagna mentre Ron raccontò tristemente che era stato tutto il tempo alla Tana. Alla fine Harry riuscì a consolarlo parlandogli della permanenza a Privet Drive. ”Anche se “ disse Harry “grazie alle minacce fatte dai membri dell’ordine a mio zio sono stato molto meglio rispetto agli anni scorsi “.
Chiuso l’argomento vacanze Harry chiese loro se sapevano cos’avesse Ginny. Fu Ron a rispondergli: “Non lo so. È stata felice per tutta l’estate anche se passava molto tempo chiusa in camera sua. Credo che scrivesse delle lettere.”
“Sai a chi?” chiese Hermione
“Probabilmente a Dean”
“Ne dubito, lui e Ginny si sono lasciati alla fine dell’anno scorso”
“Davvero, e perché tu lo sai e io che sono suo fratello no?!”
“Lo sai benissimo perché!” ribatté Hermione. “Perché sei eccessivamente protettivo nei suoi confronti e lei non ti dice mai niente perché ha paura che te la prendi con lei“ spiegò lei in risposta alla faccia di Ron.
A questo punto furono interrotti dalla signora Weasley che saliva le scale avvisando che la cena era pronta.
Harry passò la prima parte della cena ad abbuffarsi ascoltando i discorsi degli altri, troppo felice di poter finalmente mangiare in abbondanza. In seguito, completamente saziato, cercò di ottenere informazioni sulla guerra in corso ponendo domande a Ron e Hermione. Ginny era seduta dall’altra parte del tavolo e così Harry non riuscì a rivolgerle la parola. Ottenne poche informazioni;
“Io so che molti dei mangiamorte sono sorvegliati da membri dell’ordine” disse Ron in risposta alla domanda di Harry.
“Probabilmente anche gli auror collaborano con loro dopo che è stato reso pubblico il ritorno di Tu-Sai-Chi” disse Hermione.
“Già! Chissà come va la faccenda ad Azkaban?”
“Speriamo che tolgano presto il controllo di Azkaban dalle mani dei dissennatori, perché adesso che è dentro anche Lucius Malfoy non mi piacerebbe un'evasione.”
“Possibile che io sono l’unica che legge la Gazzetta del Profeta?”
“No, quest’anno me la sono fatta mandare anch’io” disse Harry.
“E io ho letto le copie che arrivavano a mia madre ma non c’era scritto niente dell’argomento!”.
“Appunto questo mi ha fatto pensare: se il Profeta non pubblica niente, significa che la situazione è precipitata” disse Hermione “probabilmente il ministro ha esercitato il suo potere sul giornale, così ha evitato di creare panico all’interno della comunità magica. Probabilmente ”.
“Quindi Voldemort ora, oltre a riavere i suoi sostenitori, ha anche degli alleati!” disse Harry ignorando Ron, che, al nome di Voldemort, aveva avuto un tremito e aveva quasi rovesciato la burrobirra che c’era nel suo bicchiere.
“Già però, ora che la comunità magica è stata avvertita del suo ritorno, non potrà più agire furtivamente” disse Hermione, ignorando anche lei il tremito di Ron “adesso avrà sempre alle calcagna gli uomini del ministero e i membri dell’ordine della fenice”.
Quando ebbero finito questi discorsi la cena era già finita da un pezzo ed era tardi. La signora Weasley insistette perché andassero a letto, dicendo che il giorno dopo sarebbero arrivate le lettere da Hogwarts e loro sarebbero andati a fare compere a Diagon Alley.
I ragazzi andarono di sopra malvolentieri, perché avevano capito che era solo una scusa per allontanarli, mentre gli adulti tenevano una riunione segreta dell’ordine.
Harry desideroso di parlare di più con gli amici, e soprattutto con Ginny, propose che andassero tutti in camera loro a parlare, ma Ron disse che era stanco e che avrebbero potuto parlare il giorno dopo.
Così arrivati al pianerottolo del primo piano si divisero, le ragazze continuarono a salire e i ragazzi si infilarono nella stanza a quel piano.
“Perché hai detto che avevi sonno” disse Harry che non aveva notato particolari segni di sonnolenza in Ron “Avremmo potuto parlare tutti insieme”
“Con loro parleremo domani!” disse Ron “Adesso ti devo parlare io di un idea che ho avuto”
“E non potevi parlarmene mentre c’erano loro?”
“Meglio che Hermione non senta.” Disse Ron in risposta “E poi cos’è tutto questo interesse a parlare con le ragazze?! Ti sei preso una cotta per una di loro?”. Ron aveva una faccia divertita mentre pronunciava queste parole.
“Già” disse Harry, e subito si mise a ridere vedendo mutare velocemente l’espressione di Ron in una stupita.
“Non te lo aspettavi?” chiese Harry
“Vuoi la verità?…No!” Disse Ron sempre più stupito. Poi fece una faccia strana, fingendo di concentrarsi e disse “Lasciami indovinare … è Hermione!”
“Risposta sbagliata!”
“Ti sei innamorato di mia sorella?…Perché?…Quando?”
“Calmo, una domanda alla volta.” Disse Harry divertito dalla faccia di Ron e dal veloce susseguirsi di tutte quelle domande “Era a me che scriveva tutte quelle lettere quest’estate, e corrispondendo con lei mi sono accorto che lei mi capisce. E anche che mi piace molto!”
“Ora capisco perché è stata zitta per tutto il tempo, è tornata timida con te come al secondo anno. Questo significa che le piaci ancora.”
“Secondo te ho delle possibilità con lei?”
“Non lo so, però se il mio piano va in porto diventeremo dei fighi agli occhi di tutti!”
“Giusto, torniamo a quello che volevi dirmi.”
“Ho pensato che questo è il primo, ma anche l’ultimo anno che possiamo passare divertendoci ad Hogwarts…”
“In che senso?” interruppe Harry.
“Pensaci bene, dal primo al terzo anno eravamo troppo piccoli e non conoscevamo molti incantesimi. Al quarto tu sei stato impegnato col torneo, e l’anno scorso abbiamo avuto i G.U.F.O. L’anno prossimo poi avremo i M.A.G.O. Questo è l’anno perfetto”
“OK, questo l’ho capito, quello che non ho capito è cosa hai intenzione di fare, che Hermione non può sentire?”
“Secondo me” disse Ron “Dovremmo divertirci e seguire le orme di Fred e George.”
“Intendi fare scherzi?”
“E non solo” fece Ron annuendo “In questo modo possiamo anche vendicarci di tutto ciò che abbiamo subito da parte di Piton, di Malfoy e di tutti gli altri serpeverde.”
“E cosa pensi di fare?” Chiese Harry sempre più interessato all’idea.
“Per prima cosa dobbiamo, quando andremo a Diagon Alley, riuscire a sganciarci dai miei genitori e da Hermione, poi andiamo a far visita ai gemelli al loro negozio e ci riforniamo. Ho anche saputo che hanno aperto una succursale a Hogsmeade, e grazie alla tua mappa ci potremo andare tutte le volte che vorremo.”
“Ho letto la pubblicità del loro negozio sulla Gazzetta” disse Harry “e c’era scritto che vendono anche libri? Non ti sembra strano?”
“Al contrario: vendono libri di scherzi, di incantesimi scherzosi e di altre bastardate varie”
“Mi sorge un dubbio. Se noi prendiamo un sacco di roba li, dopo come facciamo a non farci scoprire da Hermione, carichi di pacchi come saremo?”
“Non lo so. Facciamo così, adesso facciamo una partita a scacchi e pensiamo a queste due cose. OK?”
“Va bene.”
Detto così si sedettero al tavolino e, tirata fuori la scacchiera, incominciarono una partita.
Quando ebbero finito non avevano raggiunto soluzioni particolarmente interessanti, così decisero di andare a letto. Decisero che, per andare al negozio avrebbero improvvisato e che, per nascondere le cose avrebbero usato qualche incantesimo o il mantello dell’invisibilità di Harry.
Harry andò a letto felice, pensando a quello che solo l’anno prima aveva scoperto su suo padre. Era felicissimo che di lì a poco avrebbero imitato James e i suoi amici, anche Sirius.




THE END




Recensite anche se non vi è piaciuta molto. Ditemi quello che pensate e io potrò cercare di migliorarla, altrimenti no.
Purtroppo a breve dovrò partire per le vacanze e non sarò di ritorno prima della fine di agosto. Continuerò a scrivere con il vecchio sistema (carta e penna) e appena tornato a casa dovrei avere un nuovo capitolo da mettere online.
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE

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Capitolo 2
*** Diagon Alley ***


Gli eredi dei malandrini

DIAGON ALLEY

Il giorno dopo Harry si svegliò presto e, molto felice, si alzò subito. Mentre si vestiva, pensando ancora alla discussione della sera precedente, gettò un occhiata al letto di Ron e vide che lui s’era già alzato. Probabilmente era già giù per fare colazione, così Harry, finito di vestirsi, si affrettò a scendere le scale. Giunto nell’ingresso, prese l’altra rampa di scale che scendeva, dirigendosi verso la cucina. Entrato nella vasta stanza col focolare vide quasi tutta la famiglia Weasley seduta al tavolo intenta a fare colazione. Mancava all’appello solo il signor Weasley, che comparve pochi attimi dopo dal camino, con la solita luce verde e lo schiocco, che annunciavano l’utilizzo della polvere volante.
Harry raggiunse quindi la famiglia a cui nel frattempo si era unita anche Tonks. Si sedette al tavolo e cominciò a fare colazione. Poco dopo li raggiunse anche Hermione, che si sedette versando dei cereali in una tazza di latte. Ad un certo punto Harry, che stava imburrando un toast, sentì un colpo al piede. Si girò verso Ron, che era seduto accanto a lui, e notò che stava sorridendo. Poi gli fece un impercettibile gesto con la testa verso Ginny. Quando Harry la guardò con la coda dell’occhio si accorse che lei lo fissava intensamente. Decise di girarsi verso di lei e, appena i loro sguardi si incrociarono, la vide arrossire e fingere di prestare molta attenzione al suo toast.
In quel momento si sentirono un gran fracasso e, subito dopo, lo stridere di alcuni gufi. Il primo era stato provocato da Tonks che aveva rovesciato la tazza di Hermione, ancora piena di latte. L’auror cercò di mettere tutto a posto subito: mormorò un incantesimo e la tazza si riparò; spinta da questo successo tentò anche un incantesimo di pulizia, ma non riuscì a far sparire la pozza di latte.
L’altro rumore era dovuto all’arrivo di cinque gufi che filarono dentro da una finestrella che sembrava dare sulla strade. Il primo gufo si posò davanti al signor Weasley, mentre gli altri si posarono rispettivamente davanti a Harry, Ron, Hermione, ancora sporca di latte, e Ginny.
Il signor Weasley diede una veloce occhiata alla busta e l’aprì. Dopo aver letto il breve messaggio si alzò e, rivolto alla moglie, disse ”Devo andare in ufficio, scusami cara, ma è importante” e, ignorando la signora Weasley che stava iniziando a ribattere, tornò nel camino.
La donna, per avere qualcosa da fare, si avvicinò alla macchia di latte e la pulì con un incantesimo, poi passò a pulire i vestiti di Hermione.
Fatto questo annunciò ai figli e agli altri ragazzi “Bene, oggi pomeriggio andremo a Diagon Alley per comprare la roba di scuola.” Poi avvicinandosi a Ron e abbassando la voce “Spero che tu abbia dei buoni voti, lo spero per te!”
Harry trattenne a stento una risata e aprì la sua busta. Il primo foglio che estrasse era il solito avviso di prendere l’Espresso per Hogwarts al binario 9¾ alle ore undici.
C’erano altri due fogli; prese il primo che gli capitò in mano e lo aprì. C’era l’elenco dei libri per gli alunni del sesto anno. Tremando mise mano all’ultimo foglio e lo spiegò. L’intestazione recitava:
Esito dei G.U.F.O. del Signor Harry Potter
Seguiva un elenco degli esami che aveva dato alla fine dell’anno scorso. Harry iniziò a leggere:
- Nell’esame di Astronomia scritto Lei ha meritato il giudizio di: SCARSO;
- Nell’esame di Cura delle Creature Magiche Lei ha meritato il giudizio di: OLTRE OGNI PREVISIONE;
- Nell’esame di Difesa contro le Arti Oscure Lei ha meritato il giudizio di: ECCEZIONALE;
- Nell’esame di Divinazione Lei non ha meritato la promozione;
“Mi hanno bocciato in divinazione” Annunciò Harry ad alta voce; “Anche a me” gli fece eco Ron.
- Nell’esame di Erbologia Lei ha meritato il giudizio di: OLTRE OGNI PREVISIONE;
- Nell’esame di Incantesimi Lei ha meritato il giudizio di: OLTRE OGNI PREVISIONE;
- Nell’esame di Pozioni Lei ha meritato il giudizio di: ECCEZIONALE;
“WOW, che culo” Pensò Harry “Ho preso E in Pozioni”
- Nell’esame di Storia della Magia Lei non ha meritato la promozione;
“Sono stato bocciato anche in Storia della Magia
- Nell’esame di Trasfigurazione Lei ha meritato il giudizio di: OLTRE OGNI PREVISIONE;

“Allora” disse Hermione alzando lo sguardo dal suo foglio “com’è andata?”
“Mi hanno bocciato in due materie, ho preso una S, quattro O e due E; me la sono cavata bene!”
“Io” disse Ron, rivolto anche alla madre “ho avuto tre bocciature, un S, un A e quattro O”
“Io, invece” incominciò Hermione, ma venne interrotta subito da Harry “Lo sappiamo, lo sappiamo, hai preso tutte E, e noi siamo felicissimi per te” disse, quasi scoppiando a ridere.
“E invece no, ho preso una O”
“Hermione ha preso una O” chiese stupito Ron “Hermione Granger?! Ma ne siamo sicuri; secondo me è una palla.”
“No, no, purtroppo è la verità, l’ho presa in Pozioni”
Sentito questo Harry iniziò ad urlare “Ho preso più di Hermione, ho preso più di Hermione…”
“Hai preso E in Pozioni” gli chiese stupefatto Ron, cercando di superare la voce dell’amico “Chissà come ci resterà Piton quando glie lo dirai.”
“Ci resterà proprio di merda quando lo saprà!” rise Harry “E tu Ron, quanto hai preso in Pozioni?”
“Tenetevi forte ho preso…O e purtroppo dovrò continuare a studiare pozioni anche l’anno prossimo!” disse sempre più triste.
Harry cercò subito di ritirarlo su chiedendogli “E in quali altre materie hai preso O?”
“Allora” iniziò Ron “Incantesimi, Trasfigurazione e Difesa! Mi hanno bocciato solo in Divinazione, Storia della Magia e Astronomia!” La signora Weasley, che sembrava abbastanza felice per i voti di Ron, raccolse le buste con l’intenzione di buttarle. Quando prese in mano quella di Harry sembrò accorgersi di qualcosa e disse “Harry caro, c’è ancora qualcosa nella tua busta.”
Harry prese la busta che la signora gli tendeva e vi vide dentro un pezzo di pergamena, piegato talmente tante volte che prima non l’aveva visto. Harry lo prese e lo aprì con mano tremante, chiedendosi cos’altro potesse esserci. Quando ebbe finito gli si illuminarono gli occhi e parve molto felice, poi disse rivolto a Ron “Tieniti forte” e iniziò a leggergli ciò che c’era scritto sul foglio. “Siamo felici di informarLa, signor Potter, che durante il prossimo anno scolastico Lei sarà capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro”. Ron gettò un urlo e diede una pacca sulle spalle di Harry.
Hermione stava per ribattere arrabbiata, ma fu interrotta dalla signora Weasley, che incominciò a urlare “Come puoi, Harry caro, essere più felice per la nomina a capitano, che non per gli ottimi voti. E tu, Ronald Weasley, tu come osi dargli corda”
Harry e Ron smisero subito di urlare e abbassarono lo sguardo facendo le facce più pentite che potevano. Ron diede un occhiata di sottecchi a Hermione e a Ginny e vide che stavano ridendo silenziosamente alle spalle della signora Weasley. Questo lo fece arrabbiare ancor più di quanto non avessero fatto le parole di sua madre.
La signora Weasley, continuando ad urlare, disse “Andate in camera, e per la prossima volta cercate di migliorare un po’ le facce pentite, facevano pena!”
Si alzarono lentamente e raggiunsero la porta dell’ingresso. Quando furono sulle scale a un piano di distanza dalla signora Weasley scoppiarono a ridere rumorosamente. Arrivati alla porta della loro camera Ron disse “Complimenti Harry, sei diventato capitano e siamo riusciti a far incazzare mia mamma!” e poi riprese a ridere.
Dopo che si furono richiusi dietro la porta della camera, Harry fece scattare la serratura e si sedettero sui loro letti. Ron spostò il tavolino con la scacchiera tra loro due e iniziarono una partita, scoppiando ogni tanto in qualche risata e riprendendo a parlare dei loro progetti.
Aspettarono l’ora di cena giocando a scacchi e a sparaschiocco. Ogni tanto, tra una partita e l’altra, pensavano più intensamente a cosa avrebbero trovato al negozio di Fred e George, e pensavano a cosa avrebbero comprato. Alla fine Harry disse “Prendiamo tutto quello che hanno, le cose più belle in quantità maggiore, le altre meno!”
“A me andrebbe bene” fece Ron “ma dubito di avere abbastanza soldi per ciò”
“Vorrà dire che ti farò un prestito a tempo indeterminato!”.
Infine arrivò l’ora di pranzo. Scesero nella cucina e entrando notarono che era abbastanza piena. Vi si trovavano infatti i Weasley, Tonks, Mody e Kingsley già seduti al tavolo. Una volta che ebbero preso posto anche loro la signora Weasley agitò la bacchetta e apparve la prima portata. Consumato il lauto pasto i ragazzi uscirono in giardino e, mentre Ron parlava con Hermione, Harry ebbe finalmente la possibilità di parlare con Ginny.
Harry le si avvicinò da dietro, abbastanza silenziosamente, e quando era appena un metro dietro di lei pestò per sbaglio un rametto secco che scricchiolò. Ginny si volto di colpo, sembrava spaventata, ma quando lo riconobbe la sua faccia cambiò improvvisamente. Arrossì e la sua espressione si addolcì un po’.
“Scusa, non volevo spaventarti,” disse Harry “ma è già due giorni che ti volevo parlare, e adesso, grazie a Ron, abbiamo un po’ di privacy”
“Non mi sono spaventata. E comunque perché hai bisogno di privacy per parlarmi?”
“Pensavo che altrimenti non mi avresti parlato, ti tenevi sempre a distanza.”
“Aspettavo!”
“Cosa aspettavi?”
“Aspettavo che fossi tu a parlarmi.”
“AH! Bhe, adesso ti ho parlato. Allora, quest’anno hai intenzione di continuare a giocare a quidditch?”
“Si, farò il provino da cacciatore; mi sono allenata per due mesi e continuerò ancora”
“Ti alleni da sola?” chiese Harry “Se è così…”
Ma venne interrotto dalla signora Weasley che disse “Allora, siete pronti a partire?” Poi rivolta a Harry disse “Harry, Ron, perché non vi siete ancora cambiati”
“Già, è vero” disse afferrando Harry e trascinandolo dentro “Su andiamo, Harry”. Una volta che ebbero raggiunto le scale si voltò verso Harry con uno strano sorriso e, mentre salivano, gli chiese “Allora, com’è andata con mia sorella”
“Oh, sarebbe andata bene” fece Harry incazzato “Se qualcuno non avesse avuto così tanta fretta di chiedermi qualcosa”
“Scusa” disse Ron abbastanza sinceramente “ma non ho saputo resistere” e fece una risatina. Ormai avevano raggiunto la loro camera e stavano estraendo le divise dal baule quando Harry chiese “Sei proprio sicuro che io le piaccia, perché a me non è sembrato molto”
“Ma si, stanne certo, non hai visto come arrossiva mentre ti parlava. Anche tu sei diventato tutto rosso!” disse prima di rendersi conto di aver appena fatto una cazzata.
“Cioè” fece Harry “Tu mi hai spiato…”
“Scusa”, Ron si fece piccolo piccolo quando sentì la voce impetuosa dell’amico
“… mentre parlavo con una persona che mi piace” continuò Harry ignorando la voce di Ron “E non me ne frega un cazzo se è tua sorella” anticipando la frase dell’amico “è comunque una cosa privata! Provaci un’altra volta e ti spacco la faccia” disse mostrandogli il pugno. Avevano ormai finito di vestirsi e scesero in cucina per usare la metropolvere. Quando arrivarono Hermione e Ginny erano già partite e la signora Weasley li aspettava impaziente. Appena li vide chiese “Ma quanto ci avete messo?”
“Scusa, ma non trovavo la mia tunica” disse Ron, poi prese la polvere, entrò nel fuoco e gridò “Diagon Alley” Poi toccò a Harry che, dopo aver tolto gli occhiali, ripeté gli stessi gesti dell’amico. Appena pronunciata la destinazione si sentì risucchiare nel camino, subito strinse i gomiti e chiuse gli occhi. Passò qualche secondo così, continuando a girare su sé stesso, poi iniziò a scendere. Aprì gli occhi appena in tempo per vedere il pavimento avvicinarsi e, per istinto, portò avanti le mani. Un attimo dopo si trovo disteso sul pavimento del Paiolo Magico. Si rialzò in fretta e si scosse di dosso la cenere, poi si tolse gli occhiali dalla tasca e li mise.
Si spostò dal camino in cui, poco dopo, si materializzò anche la signora Weasley, che subito guardò che ci fossero tutti. Poi uscirono dal retro del locale e entrarono a Diagon Alley. “Per prima cosa” disse la signora Weasley “andiamo alla Gringott per ritirare i soldi.”
Si incamminarono per la strada e gli ci vollero diversi minuti per raggiungere la banca che si trovava al capo opposto della via. Diagon Alley era talmente affollata che Harry, Hermione e i Weasley, che stavano camminando nel centro, non riuscivano neanche a vedere i negozi.
Quando arrivarono in fondo alla strada entrarono nell’imponente edificio della Gringott attraverso le doppie porte. Appena dentro si trovarono davanti ad almeno cento banchi, dietro ai quali stavano seduti altrettanti folletti. Raggiunsero il centro della stanza, intenzionati a trovare un elfo libero, ma si sentirono chiamare da qualcuno dietro di loro. Si voltarono e videro un folletto, più alto degli altri, che li chiamava da una porta nel muro opposto a quello presso cui erano disposti i banchi.
Lo raggiunsero e questi disse “Signora Weasley, signor Potter, se volessero seguirmi c’è un atto ufficiale che deve essere letto alla vostra presenza” si fece da parte e fece loro segno di entrare, dentro c’era una scrivania e diverse sedie, su cui loro presero posto. Il folletto si portò dietro alla scrivania e disse “Devo leggervi il testamento del fu signor Black” poi, presa una pergamena iniziò a leggere “Io sottoscritto Sirius Black, stabilisco che in caso di mio decesso i miei beni vengano così distribuiti. Lascio la casa mia e dei miei antenati al signor Albus Silente, chiedendo che vi venga sempre concessa ospitalità al mio figliocci, il signor Harry Potter. Distribuisco invece i miei beni conservati alla banca dei maghi Gringott, in parti uguali tra i coniugi Arthur e Molly Weasley, e il mio figlioccio signor Harry Potter.” Detto questo il folletto appoggiò il foglio sulla scrivania e disse “Se voleste firmare il testamento, poi potrete entrare in possesso dei beni menzionati che verranno immediatamente spostati nelle vostre camere blindate.” La signora Weasley prese la penna e firmò, poi la passò a Harry che prima di appoggiare a sua volta la penna sul documento lo osservò attentamente, notando che Silente aveva già firmato. Apposta anche la sua firma osservò ancora meglio il foglio e notò la firma di Sirius. Riuscì ad asciugarsi la lacrima che gli scendeva senza farsi vedere e poi posò la penna.
Il folletto ne chiamò un altro con un campanello. Harry riconobbe il folletto che entrava come Unci-Unci, che li accompagnò su un carrello, e iniziarono a scendere. Raggiunsero prima la camera dei Weasley e Harry, che era rimasto sul carrello, notò che era molto più piena rispetto all’ultima volta che c’era stato. Harry vide anche che Ron, senza farsi vedere dalla madre, aveva arraffato un bel po’ di galeoni.
Poi risalirono sul carrello che riprese la sua corsa nelle profondità sempre più fredde dei cunicoli della Gringott. Infine arrivarono alla camera di Harry, lui l’aprì e per poco non fu sommerso da una valanga di monete. Riempì una borsa con molte più monete di quelle che gli servivano per la scuola, e tornò sul carrello con la borsa gonfia di denaro.
Il carrello tornò infine in superficie e il gruppo uscì alla luce del sole, socchiudendo gli occhi per il fastidio.
La signora Weasley disse “Iniziamo col farvi sistemare le uniformi, il negozio di madama McClan è qui vicino”
Detto ciò si incamminò verso un piccolo negozio che si trovava sulla loro sinistra e entrò con dietro di lei tutti i ragazzi. Madama McClan li fece mettere in piedi su degli sgabelli e, con l’aiuto di alcune assistenti, si mise a scucire l’orlo delle tuniche e a rifarlo più basso. Ci volle un po’, e a Harry si stavano addormentando le gambe, ma dopo un quarto d’ora ebbero finito, pagarono e tornarono fuori.
Dopo andarono a rifornirsi di ingredienti per pozioni nella farmacia che si trovava proprio lì davanti. Quando furono usciti anche da lì e si furono liberati del cattivo odore che aveva impregnato i vestiti, procedettero verso un negozio pieno di piume, boccette d’inchiostro, calderoni e altre cose varie. Si rifornirono di tutto quello che serviva loro e da ultimo si recarono in libreria.
Qui fu una faccenda lunga trovare tutti i libri e, dopo quasi un ora, avevano finalmente finito le compere di scuola. Uscirono in strada, ognuno con la sua borsa di libri, e iniziarono a parlare di quello che ognuno di loro doveva ancora fare.
“Io voglio andare un po’ in biblioteca, diciamo un’oretta. Venite con me?” disse rivolta a Ron e Harry.
“No grazie” fece Harry, mentre Ron al suo fianco faceva una faccia schifata “Noi andiamo a vedere da Accessori di prima qualità per il quidditch!”
“OK” disse la signora Weasley, con una faccia leggermente oscurata dalla rabbia “Allora, voi andata là, Hermione viene con me e Ginny, prima andiamo a prendere un gufo per Ginny, poi andiamo in biblioteca! Vediamo…” guardò l’orologio “ora sono le quattro e mezza, ci troviamo poi alle sei al Paiolo.”
Harry e Ron dissero “OK” e si diressero verso l’estremità di Diagon Alley più vicina al Paiolo Magico. Quando furono fuori dalla portata della signora Weasley Ron disse “Bell’idea, Harry, il negozio di Fred e George è proprio lì davanti, come ti è venuta quest’idea?”
“Non è un trucco, devo veramente andare da Accessori di prima qualità, voglio vedere che cos’hanno” poi si volse verso Ron che gli disse “Ma così avremo meno tempo!”
“Non preoccuparti, facciamo solo un giro veloce, poi andiamo dai gemelli”
Arrivarono davanti ad Accessori di prima qualità per il quidditch ed entrarono. Una volta dentro si guardarono intorno e Ron si diresse verso la zona portieri. Harry invece andò prima nella zona cercatori, aveva bisogno di un nuovo paio di guanti; gli ultimi glieli aveva distrutti suo cugino. Dopo che ebbe scelto un bel paio di guanti tornò nella zona generica.
Arrivato lì inizio a guardarsi intorno. Sembrava cercasse qualcosa di preciso mentre si guardava intorno. Ad un certo punto parve vedere quello che cercava, perché si avvicinò ad una corsia. Frugò un po’ e poi si allontanò da lì e si diresse verso il banco. Aveva in mano, oltre ai guanti, un paio di polsini e una fascia per i capelli.
Vide Ron che aveva già pagato i suoi nuovi guanti e che lo guardava con un’aria interrogativa e gli rispose con un piccolo sorriso. Si avvicinò al banco e porse i suoi acquisti al commesso, che li studiò bene e poi gli disse “Sono 12 galeoni e 7 falci.” Harry pagò con tredici monete dorate e, mentre aspettava il resto, infilò gli acquisti nella borsa dei libri. Preso il resto si avvicinò e uscì con Ron.
Appena fuori anticipò la domanda di Ron e disse “Allora, i guanti vecchi li ha distrutti mio cugino, la fascia l’ho presa perché ho intenzione di farmi crescere i capelli, e la uso per il quidditch”
“E gli altri?”
“I polsini? Non lo so, erano li vicini e mi piacevano, così li ho presi!”
Intanto stavano attraversando la strada, ed entrarono nel negozio dei gemelli sormontato dall’insegna
Scherzi magici da Fred&George

Produzione propria – Qualità superiore
Dentro videro solo un paio di ragazzi e un adulto. Al banco c’era un commesso che serviva spazientito questi pochi clienti. Quando toccò a loro il commesso si rivolse a loro in modo spazientito “Bene, ecco altri due mocciosi, dite in fretta cosa volete, che voglio fare una pausa”
“A chi hai detto moccioso” disse Ron, e stava per tirare un pugno al commesso quando si udì una voce che veniva dal retro, separato da una tenda dal resto del negozio “Josh, quante volte ti ho detto di rivolgerti con gentilezza ai clienti” e Fred oltrepassò la tenda portando due scatole. Quando vide di chi si trattava fece un sorriso, appoggiò le scatole e disse al commesso “Servi gli altri, di loro mi occupo io.” Poi si rivolse a Ron e Harry “Che piacere rivedervi, come mai siete qua? E Hermione dove l’avete lasciata?”
“Hermione l’abbiamo lasciata in libreria, e noi siamo qui a salutare te e George, e a comprare un po’ di roba”
“Un bel po’” aggiunse Harry.
“Oh, Oh, un’altra pecora nera della famiglia Weasley!” disse scherzosamente, poi più serio disse “Sono felice di vedervi, e lo sarebbe sicuramente anche George se non fosse a Hogsmeade per supervisionare l’apertura del nuovo negozio. Se volete vi faccio vedere il nostro negozio, e anche gli scherzi più venduti”
“OK” disse Ron “ma sappi da subito che abbiamo intenzione di comprare un po’ di tutto!”
“WOW, clienti spendaccioni, con tutto quello che vendiamo noi potete mettere Hogwarts sottosopra!”
“Bene, è proprio quello che ci serve” disse Harry “E grazie sempre al vostro aiuto, e a quello dei malandrini, sapremo anche dove rifornirci.”
Detto questo Fred diede ordine al commesso di preparare due borse con tutta la mercanzia e poi fece loro vedere il negozio, incluso il laboratorio dove progettavano e realizzavano nuovi scherzi. Quando finirono il giro tornarono al banco su cui erano appoggiati due pacchi.
“Bene, ci dovete cento galeoni a testa” disse Fred sorridendo. Entrambi si misero a contare le monete sul bancone e Fred quasi svenne alla vista di tutti quei soldi insieme.
Quando ebbero finito Fred chiese “Scusa, fratellino, ma dove hai trovato tutti quei soldi? Hai svaligiato una banca?”
“No, Sirius ci ha lasciato un sacco di soldi”
“WOW, ma come hai fatto a convincere la mamma a dartene così tanti?”
“Chi ti dice che l’abbia convinta, ho semplicemente steso la mano mentre lei non guardava”
“Grande fratellino, sei un grande”
“Già…Harry hai cinque galeoni da prestarmi?”
“Fa niente” disse Fred “piccolo sconto per il miglior fratellino che potessi avere”
Fred prese i soldi mentre Harry e Ron tirarono fuori le bacchette e sussurrarono quasi all’unisono “Evanesco” E le due scatole sparirono.
“Complimenti, ma sapete anche farli riapparire?”
“Certo che ne siamo capaci”
“Furbi, salutatemi mamma”
“OK, ma noi non siamo stati qui; ti abbiamo incontrato da Accessori di prima qualità per il quidditch”
“Ah, mamma non lo sa, e scommetto neanche Hermione? Comunque va bene. Riguardatevi, dirò a George che volevate salutarlo e che probabilmente durante l’anno andrete a Hogsmeade”
“Grazie. Ciao” dissero Harry e Ron e si avviarono verso la porta.
“Ciao” rispose Fred.
Appena fuori Harry chiese “Sai che ore sono?”
“Oh cazzo” disse Ron guardando l’orologio “Sono già le sei e due; andiamo di corsa che mia mamma sarà incazzata!”
Allora si misero a correre e arrivarono al paiolo magico appena prima che la signora Weasley uscisse a cercarli
“Scusa” biascicò Ron ”abbiamo perso di vista l’orologio.”
La signora Weasley non sembrava tanto arrabbiata e disse “Su prendete la polvere e andate, che Hermione e Ginny si staranno già chiedendo che fine abbiamo fatto.”
A turno entrarono nel camino e dissero “Grimmauld Place numero 12” Harry si dimenticò di togliere gli occhiali e quando arrivò se li ruppe. Subito mormorò “reparo” e poi si affrettò a seguire Ron di sopra. Una volta raggiunta camera loro lanciarono le borse dei libri nei bauli, chiusero la porta e mormorarono, rivolti per terra vicino ai letti “appareo”. Subito apparvero le due scatole e loro le spinsero sotto al letto. Poi si sedettero e si misero a giocare a scacchi, parlando degli acquisti che avevano fatto e della cifra che avevano speso. Arrivò presto l’ora di cena e loro scesero, decisamente affamati, intenzionati a mangiare molto.
Durante la cena comunicarono a tutti i saluti di Fred e George, che dissero di aver incontrato da Accessori di prima qualità per il quidditch.
Quando finirono la cena erano ormai le dieci e la signora Weasley disse di andare a letto subito, senza parlare, perché il giorno dopo li attendeva una sorpresa che necessitava di alzarsi molto presto.
Harry e Ron salirono le scale, chiacchierando appena e,dopo aver salutato le ragazze entrarono nella loro stanza. Dopo che ebbero chiuso la porta si cambiarono e si infilarono subito a letto. Erano entrambi spossati dal pomeriggio passato a camminare per Diagon Alley, e Harry continuava a ripensare alla sua conversazione con Ginny.
Non parlarono neanche e dopo pochi minuti Ron dormiva di già. Harry si rigirò nel letto continuando a pensare a Ginny, e dopo poco si addormentò anche lui.




THE END


Bene, nonostante diversi problemi con word sono riuscito a completare questo capitolo. È stata una lotta contro il tempo ma alla fine c’e l’ho fatta. Pubblico questo capitolo soltanto 10 ore prima di partire, ma almeno sono molto soddisfatto.
Ad Angel Riddle e a Lili un grazie enormeJ, spero che questo chap sia all’altezza delle vostre aspettative.
Due avvertimenti: 1o- le cose che Harry e Ron comprano sono volutamente non descritte. Le mostrerò poco alla volta perché vi voglio tenere in ansia (sono bastardo né)… sto scherzando, pensavo solo che sarebbe più divertente scoprirle poco per volta.
2o- lo so, la scena della cena è tagliata via molto veloce, ma erano 5 ore filate che scrivevo e avevo esaurito tutte le idee… vi prego perdonatemi.
Ultimo avvertimento: io parto, aggiornerò se va bene a fine agosto. Non credo che troverò una connessione dove vado.
Ringrazio anticipatamente tutti quelli che leggeranno e vi chiedo per favore di lasciarmi una recensione. Non vi costa niente cliccare sulla scritta qua sotto, quella arancione.
Se potete datemi anche qualche consiglio, così che la possa migliorare, e vi possa piacere di più.
Addio, a fine mese.

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Capitolo 3
*** La Sorpresa ***


Gli eredi dei malandrini

LA SORPRESA

La mattina dopo Harry fu svegliato da un colpo secco, che risuonò per la casa. Appena aperti gli occhi volse lo sguardo verso il letto di Ron, ma notò che era vuoto. Allora cercò il suo orologio da polso, appoggiato sul comodino. Una volta che l’ebbe raggiunto, tastando al buio, lo portò davanti alla faccia e lo fece illuminare, nella debole luce azzurrina lesse l’ora. Erano le sei di mattina.
Stava per girarsi dall’altra parte per riaddormentarsi, quando ricordò le parole che la signora Weasley aveva pronunciato la sera precedente. Si alzò e si vestì. Iniziò, ancora addormentato, a scendere le scale.
Non si sentiva più nessun suono. Harry giunse nell’immensità dell’ingresso. Si sentiva male, mano a mano che scendeva il silenzio si faceva sempre più opprimente; quando prese le scale per scendere in cucina era come se qualcuno avesse lanciato un incantesimo di silenzio, tanto esso era intenso.
Harry non riusciva a sentire neanche il suo respiro, sentiva solo il cuore, che batteva a velocità sempre maggiore. Più scendeva le scale e si avvicinava alla porta della cucina più sentiva quell’aura di silenzio farsi palpabile.
Già a metà scala aveva messo la mano sulla bacchetta, e ora, raggiunti gli ultimi scalini l’aveva estratta. Ebbe un tremito, stava allungando la mano sulla maniglia. L’aveva presa, sentiva il freddo del metallo. Fece un respiro profondo, per calmarsi, poi alzò la bacchetta e con la sinistra fece girare la maniglia. Avvenne tutto in un attimo, mentre la porta si spalancava di colpo fu come se l’incantesimo di silenzio fosse stato spezzato. Il gruppo di persone che affollava la grande cucina scoppiò in un urlo unanime
“Buon compleanno, Harry”
Harry, che era stato sul punto di lanciare uno schiantesimo per la tensione, abbassò la bacchetta. Subito dopo, già più rilassato, scoppiò in una risata, ridendo perché aveva ancora una volta dimenticato il giorno del suo compleanno. Subito gli si avvicinarono Ron e Hermione, che lo accompagnarono fino al tavolo.
Appena furono vicini lo fecero sedere e tutti iniziarono a mangiare la grande torta posata sul tavolo. Quando si furono tutti saziati iniziarono, uno per volta, a dargli i loro regali. Per prima gli si avvicinò la signora Figg, con un pacco molle ed informe. Harry lo scartò rapidamente, e si trovò davanti ad un paio di pantofole pesanti, imbottite di lana.
“Conviene sempre avere i piedi belli caldi” disse la signora Figg, prima di allontanarsi. Harry annuì e la ringraziò. Poi passò il regalo a Ron che, seduto di fianco a lui, stava ridacchiando. L’amico le appoggiò sul tavolo, davanti a sé, pensando già ad un modo per liberarsene.
Subito dopo si avvicinò Tonks, con un enorme pacco quadrato. Quando Harry lo aprì tutta la stanza poté ammirare la montagna di dolci che c’era dentro. Harry ringraziò calorosamente e, spostate le caramelle, afferrò il pacco che gli porgeva Hermione. Harry scartò il regalo, rivelando un pesante libro, rilegato di cuoio. Lo girò e vi vide impresse in oro le lettere del titolo: Storia di Hogwarts. Mentre leggeva il titolo sentì Hermione che diceva “Vedi di leggerlo attentamente, così la smetterete, tu e Ron, di farmi domande!”
Harry disse “Grazie, Hermione, ne avevo proprio bisogno”, ma intanto pensava “Se non lo distruggerò sarà solo per la possibilità di riciclarlo come regalo per qualcun altro”.
Continuando a sorridere e ringraziando un’ultima volta Hermione, prese il regalo che gli tendeva Fred, facendogli l’occhiolino. Harry notò un biglietto; lo prese e lo lesse. Dentro c’era scritto:

Al nostro primo finanziatore un enorme grazie
Fred e George

Harry stava per mettere mano al piccolo pacchetto e scartarlo, ma fu fermato da Fred che, con un altro occhiolino, gli sussurrò “Ti conviene aprirlo più tardi, in privato. Dubito che mamma approverebbe”
“Bene” disse Harry, più rivolto a se stesso che a Fred, e continuò “Di chi è il prossimo regalo?”
“Mio” disse Ron, mettendogli in mano un sottile pacchetto lungo quasi mezzo metro. Strappò la carta che avvolgeva il pacco e scoprì un enorme foglio, arrotolato stretto e tenuto fermo da un laccio nel mezzo. Harry sciolse il cordino e srotolò il foglio che si rivelò essere un enorme poster della squadra dei Cannoni di Chudley.
“Grazie, Ron, è veramente bellissimo” Disse, mettendolo da parte per prendere il pacco di Bill, di medie dimensioni e rigido. Lo aprì e si trovò davanti un libro. Il titolo recitava: Rimorchiare in 20 lezioni. Harry sorrise e passò il libro a Ron, che lo sfogliò velocemente. Strinse la mano a Bill, ringraziandolo calorosamente. Harry alzò lo sguardo, guardando attentamente il gruppo di persone che lo circondava. Cercava Ginny con lo sguardo, per vedere se teneva in mano un qualche pacchetto, e chiedendosi cosa gli avrebbe regalato. Ma non la vide, invece vide Malocchio che gli si avvicinava zoppicando. Appena vicino gli porse un pacco, dicendo “Ho saputo che vuoi diventare un auror, questo ti potrebbe servire!”
Harry incuriosito prese il pacco e lo aprì. Si rivelò contenere un grosso spioscopio.
“Ne ho già uno, di spioscopio. Cosa me ne faccio con due?”
“Questo è molto più potente” disse Malocchio “è anche più sensibile. Non è un giocattolo come quello che hai”
Lo disse con una faccia e un tono che sembravano voler chiudere definitivamente il discorso. Harry pensò bene di non ribattere più, e ringraziò Malocchio, che stava spostandosi per fare posto a Kingsley, che si avvicinava con un regalo.
“Credo che questo ti potrà essere abbastanza utile, a Hogwarts”
Harry aprì il pacco e si trovò davanti ad un altro libro, questo si intitolava Mille incantesimi utili. Lo aprì a una pagina a caso e vi trovò scritto l’alohomora, sotto c’era scritta la formula opposta, per sigillare le porte.
Lo chiuse e ringraziò Kingsley, che si stava allontanando. Poi passò il libro a Ron e afferrò il pacco che gli porgeva Charley. Lo aprì e vide un libro, il titolo diceva Come truccare una scopa. Lo girò, dietro c’era la scritta Manuale illustrato per truccare le scope. Harry lo sfogliò velocemente e ringraziò Charley. Il ragazzo disse sottovoce “Sapevo che ti sarebbe piaciuto” gli strizzò l’occhio “Ovviamente solo in linea del tutto teorica” aggiunse a voce più alta, guardando di sottecchi la madre. Harry sorrise, vedendo lo sguardo che la signora Weasley lanciava al figlio.
Dopo Charley toccò a Lupin avvicinarsi, reggendo un pacco abbastanza basso, e neanche tanto grande. Harry lo prese e lo tastò velocemente. Strappò la carta e vide che conteneva tre pacchetti più piccoli e un foglietto di carta

So che James sarebbe orgoglioso di te. Questi sono gli specchi che io, tuo padre, Sirius e Peter usavamo per comunicare privatamente quando eravamo lontani. Sono solo tre perché l’ultimo, quello di tuo padre, lo hai già. Per cambiare i nomi degli specchi bisogna scrivere il nuovo nome sul retro e poi pronunciare l’incantesimo “nomen mutas”. Su ogni pacchetto è scritto il nome del precedente possessore. Il tuo ha ancora il nome di James.
Fanne buon uso
Remus

Harry prese i pacchetti e li infilò in tasca, con le lacrime che gli inumidivano gli occhi. Poi ringraziò Lupin che lo stava abbracciando paternamente.
“Non credi che sia ora di smetterla di chiamarmi per cognome e di darmi del lei?” chiese Lupin “In fondo sono un vecchio amico di tuo padre”
“Va bene pro… ehm Remus, grazie ancora per il regalo, era bellissimo” riuscì a rispondere Harry, tra le lacrime. Tutti guardavano commossi la scena, e alla fine i due si staccarono. Solo allora la signora Weasley trovò la forza di parlare
“Manca solo un regalo” disse, rivolgendosi a Harry, che aveva ancora gli occhi lucidi “il nostro” e indicò se stessa e il marito. Harry si asciugò gli occhi con le mani e vide il signor Weasley iniziare a parlare
“Abbiamo pensato, per il tuo compleanno, di portare te, Ron e Hermione a vedere la partita che i Cannoni di Chudley giocano oggi contro i Tornados.”
“WOW, non vedo l’ora di essere là. A che ora inizia la partita?”
“Inizia alle due di oggi pomeriggio. Adesso è mezzogiorno, porta di sopra i regali insieme a Ron, e mettili via. Tra un’oretta sarà pronto da mangiare, e poi prenderete la passaporta per raggiungere lo stadio dei Tornados.”
Harry non se lo fece ripetere e, afferrata metà dei regali, iniziò a salire le scale, seguito da Ron con l’altra parte di regali. Raggiunta la loro camera appoggiarono i regali sul letto di Harry, e poi si sedettero su due sedie. La prima cosa che fece Harry fu prendere le pantofole di lana, le tenne tese davanti a sé, vi avvicinò la bacchetta e mormorò “Incendio”. Una fiammata le avvolse e Harry, che le aveva lasciate cadere, si abbassò per eliminare la cenere, unico resto delle pantofole.
Ron stava per seguire il suo esempio con il libro regalato da Hermione, ma fu fermato da Harry, che disse “FERMO, quello lo voglio tenere!”
“Cosa?” chiese Ron “Hai intenzione di leggere questo libro? Tu sei impazzito! Non ti serve a niente, basta chiedere…” ma venne interrotto da Harry che a voce più alta disse “Non ho nessuna intenzione di leggerlo, lo tengo da regalare a qualcuno per il suo compleanno, per risparmiare un po’ di soldi!”
“Ah beh, questo cambia tutto” Disse Ron, e appoggiò il libro sul suo letto. Tutti e due presero una caramella dal pacco regalo di Tonks.
Harry rovistò un po’ nel mucchio di regali, e poi si raddrizzò con in mano un piccolo pacchetto. Ron riconobbe il regalo dei gemelli e si avvicinò per vedere meglio cosa conteneva. Harry tolse la carta e rivelò un altro pacchetto, ancora più piccolo, e un foglio di carta. Dispiegò il foglietto e iniziò a leggere

Abbiamo compiuto due ricerche parallele. Abbiamo studiato i metodi di spionaggio babbani e quelli magici. Abbiamo alla fine usato i dati così ottenuti per creare un meccanismo di spionaggio che grazie alla magia è risultato ultra compresso. Abbiamo poi usato le tecniche babbane per renderlo totalmente anti-individuabile, sia dalla magia che dai detector babbani. Harry, siamo orgogliosi di regalarti il secondo prototipo di “Magi-Cimice” completo di telecomando. Comunicaci immediatamente eventuali malfunzionamenti via gufo o recandoti in uno dei nostri negozi. Se ti interessa il manuale di funzionamento puoi venire da noi e otterrai la versione non ufficiale. Sappi comunque che la M-C registra automaticamente tutto ciò che sente. Il mini nastro contenuto nel prototipo registra solo 48 ore di suoni; stiamo ancora cercando un modo per ampliare la sua capienza. Fra un paio di mesi sarà anche pronto un ricevitore per sentire in tempo reale le registrazioni della M-C
Buon compleanno
Fred e George.

Harry alzò lo sguardo stupito e fissò la faccia di Ron, che sembrava almeno altrettanto stupito dalle informazioni ricevute. Poi prese in mano il pacchetto e lo aprì in modo da farne vedere anche a Ron il contenuto. Dentro c’era la cimice; sembrava un bottone, se non che ad osservarla da vicino e attentamente si vedevano delle zampette e si riusciva a riconoscere un davanti da un dietro. Rimise la M-C dentro la sua scatoletta e prese il telecomando. Era camuffato da orologio da polso, c’era anche l’ora. L’unica anomalia era la presenza su uno dei lati di un pulsante. Harry lo schiacciò e il display si sollevò. Sotto c’era un infinita di piccoli pulsanti, ognuno per una funzione della M-C
“Guarda” disse Ron “c’è anche una piccola cloche!”
“Già, ma è tutto così piccolo che servirebbe uno stuzzicadenti per usarlo”
Continuarono a studiarlo ancora per un po’ poi, quando Harry stava per chiuderlo, Ron vide che il bottone, rimasto nella parte sollevata, sembrava potersi togliere. Lo fece notare a Harry, che lo prese
“Guarda, diventa sempre più stretto”
“Già, così lo si usa per far funzionare il telecomando.” Disse Harry, rimettendola dentro e richiudendo il finto orologio.
Fece appena in tempo a rimettere anche il telecomando nella scatoletta, che infilò la borsa, quando qualcuno bussò alla porta e la aprì senza aspettare risposta. I ragazzi si girarono verso la porta e videro Ginny che si affacciò alla porta e disse “Mamma ha detto di iniziare a cambiarvi, mettendo le vesti della scuola e di scendere subito, che siamo già in ritardo” parlò molto velocemente e, appena finito, corse di sopra.
“Chissà perché ha corso così?” disse Harry, avvicinandosi al baule e chinandosi a prendere la divisa.
“Probabilmente doveva cambiarsi anche lei” disse Ron già mezzo cambiato. Harry stava per seguire il suo esempio, ma prima aveva tastato le tasche dei jeans per sentire se erano vuote. Le aveva trovate piene, e così si era ricordato degli specchi. Aveva messo la mano in tasca e ne aveva estratti due, contrassegnati uno con una r maiuscola e l’altro con una p maiuscola. Li mise tutti e due nel baule, vicini al suo. Poi infilò ancora una volta la mano in tasca e estrasse quello di Sirius. Un’ultima lacrima gli rigò il viso prima che si rivolgesse a Ron “Tieni” disse all’amico, controllando appena la voce “era lo specchio di Sirius ai tempi dei malandrini. Voglio che lo tenga tu”
Ron lo prese, felice e commosso allo stesso tempo, e aprì il pacchetto. Passò un minuto a guardarlo, mentre Harry si vestiva. Poi parlò “Sei sicuro di volerlo dare proprio a me? Non sono sicuro di poter reggere il confronto con Sirius”
“Si, sono sicuro. In fin dei conti Sirius era il miglior amico di mio padre. Erano molto più che amici. Era come se fossero fratelli. È per questo che ho deciso di regalarlo a te; è lo stesso tipo di legame che unisce noi. Ne abbiamo passate talmente tante insieme che per me sei come un fratello, sei tutta la mia famiglia.” Anche a Ron scese una lacrima, prima che Harry continuasse “Solo un ultima cosa, poi andiamo. Voglio che tu non cambi il nome dello specchio, come non lo cambierò io. Tu sarai Sirius e io James”
Ron annuì tra le lacrime, poi si asciugò il viso con la manica seguendo l’esempio di Harry e entrambi si incamminarono giù per la scala, cercando di fingersi felici. Arrivarono in cucina che gli altri erano già tutti seduti e stavano mangiando. Si sedettero al tavolo e si servirono di un po’ di tutto, per affogare la loro momentanea tristezza nel cibo.
Mangiarono tutti il più velocemente possibile, poi si lanciarono fuori salutando velocemente i pochi che restavano a casa. In cortile c’erano un vecchio giornale, a cui si avvicinò il signor Weasley, con Harry, Ron, Hermione, Ginny e Lupin. Nel frattempo Bill, Charley, Malocchio, Tonks e Kingsley toccavano un malandato pneumatico. Harry toccò il giornale e, subito dopo, sentì lo strappo dietro l’ombelico che lo avvisava che la passaporta era entrata in funzione. I suoi piedi si staccarono da terra insieme a quelli degli altri e, dopo alcuni secondi, si sentì violentemente atterrare. Rimasero tutti in piedi, anche se Hermione fece un po’ di fatica. Ginny, invece, era sul punto di cadere, ma Harry, che si trovava di fianco a lei, la sorresse. Lei arrossì e mormorò un grazie. Harry iniziò a rispondere ma non riuscì a continuare, perché la ragazza si era allontanata di corsa.
“Certo che è stata proprio scortese; tu l’hai aiutata e lei non ti ha neanche lasciato parlare!”
Harry si girò e vide che era stato Ron a parlare.
“Vaffanculo”
“Deve essere proprio cotta” disse Ron, ignorando le imprecazioni di Harry “per non parlarti neanche!”
“Sbaglio o ti avevo detto di farti i cazzi tuoi e di non spiarmi in queste situazioni” disse Harry, sottovoce, ma si vedeva che si stava trattenendo dall’urlare. Ron stette zitto e tutti e due si incamminarono in mezzo al gruppo di persone che c’era con loro. Quando erano a metà strada dallo stadio Ron parlò ancora, sottovoce
“Secondo me dovresti confidarti con qualcuno. Potrebbe esserti di grande aiuto.”
“Se anche fosse, chi ti dice che saresti tu il prescelto?”
“L’hai detto tu che sono il tuo migliore amico. E non mentire, sono sicuro che alla fine ti confiderai con me.”
“È vero, tu sei il mio migliore amico, ma sei anche suo fratello. Non so quale parte di te avrà il sopravvento quando e se ci metteremo insieme!”
“Il mio parere da amico è che stareste molto bene insieme. Come fratello penso che tu sia molto meglio di Smith o di Dean, almeno tu sei praticamente parte della famiglia. Anche mamma e papà sarebbero più contenti così”
“OK, mi hai convinto, ma non c’è niente di speciale. Semplicemente che lei mi piace”
“Questo me lo hai già detto; quello che non capisco è perché dopo l’altro giorno non hai più riprovato a parlarle. Cosa aspetti per dirle quello che provi. Hai anche la quasi certezza di piacerle anche tu. Perché continui a far passare il tempo”
“Non lo so bene; forse è semplicemente che preferirei aspettare di essere a Hogwarts, in modo da avere anche un po’ più di privacy. Forse è anche che un po’ mi vergogno anch’io, magari non semplicemente a parlarle, come succede a lei. Non riesco a parlarle di quello che provo…”
“Beh” disse Ron, interrompendolo “direi di iniziare ad aspettare l’arrivo ad Hogwarts. Se una volta la non riuscirai comunque a parlarle analizzeremo la situazione più a fondo”
Erano ormai arrivati davanti all’imponente struttura dello stadio. Entrarono da una delle tante porticine e si trovarono davanti ad una lunga scaletta. Salirono fino ad uno degli ultimi livelli e oltrepassarono una porta, accompagnati da altra gente. C’era un piccolo atrio, e in fondo, davanti ad una porta che dava sugli spalti un bancone, aperto nel mezzo. Si misero in coda, vedendo i maghi che passavano uno alla volta per il piccolo varco. Harry capì che venivano controllati. Poi un mago controllava i biglietti e permetteva l’accesso alle tribune. Il signor Weasley gli passò il suo biglietto. Alla fine passarono anche loro, uno per volta, per il varco e poi presentarono i loro biglietti.
Una volta controllati i biglietti andarono sulle tribune, cercarono i loro posti e si sedettero. Dopo una decina di minuti, durante i quali i numerosi cartelloni del punteggio continuavano a mandare messaggi pubblicitari, una potente voce invase lo stadio che si zittì. Il commentatore, con la voce potenziata magicamente, iniziò a dare le formazioni delle due squadre, urlando di volta in volta nome e cognome dei giocatori che sfrecciavano, e chiudendo con i capitani delle due squadre. Per ultimo entrò in campo l’arbitro, sfrecciando anche lui sulla sua scopa. L’arbitro raggiunse il centro, accompagnato dai due capitani. Intimo loro di stringersi la mano, cosa che fecero con un po’ più di forza del dovuto. Poi lanciò una moneta e dalle facce sembrò che avesse vinto il capitano dei Tornados. Infatti la sua squadra si spostò verso le porte che avevano il sole alle spalle.
Tutti i giocatori si radunarono al centro, dove l’arbitro liberò le palle, che subito presero il volo, seguite dall’arbitro. L’inizio della partita si svolse in un grande caos, Harry distinse solo i due portieri che volarono velocissimi verso le porte, i cercatori che si librarono più alti degli altri. Distinse anche i battitori dei Cannoni, che, adottando una strana tattica, volavano in circolo attorno alla mischia, tenendo i bolidi sempre nella zona della bluffa.
Dopo trenta lunghissimi secondi si vide una sagoma arancione sfrecciare fuori dalla mischia dirigendosi verso la porta dei Tornados. Avvenne tutto in un secondo, il cacciatore raggiunse l’area, evitò il portiere che gli veniva addosso, schivò un bolide e segnò. Subito un boato esplose sugli spalti, mentre i cacciatori avversari si erano appena accorti dell’accaduto. Riecheggiò la voce del commentatore, che disse “Buon inizio per i Cannoni. Azione lampo del capitano che si aggiudica il primo goal della partita.”
Harry osservò l’intera squadra arancio, tranne il cercatore, che si ritirava in difesa. Allora spostò lo sguardo sui cercatori che continuavano a volteggiare. Dopo un po’ Harry sentì un altro boato, e spostò lo sguardo su cacciatori. Vide uno dei cacciatori dei Cannoni fare un giro di trionfo e sentì il commentatore annunciare il venti a zero. Harry decise allora di tenere lo sguardo sull’azione dei cacciatori e dei battitori, in modo da trovare anche qualche buona tattica da usare a Hogwarts. Dopo diversi minuti di gioco capì la tattica dei Cannoni. Erano molto forti in difesa. Soprattutto quando si chiudevano completamente riuscivano ad intercettare molte palle. A questo punto lanciavano quei contropiedi veloci ed imprevedibili, sfruttando la maggiore velocità e i migliori riflessi dei loro cacciatori. Dopo un ora scarsa però i Tornados riuscirono a capire lo schema avversario in tutti i suoi particolari. Il capitano chiamò un time out e istruì la squadra su come resistere ai contropiedi rapidi e creò anche uno schema per tentare di oltrepassare la difesa. Nel frattempo anche i Cannoni sfruttavano il tempo discutendo animatamente fra loro e con l’allenatore.
Tutta la partita continuò cosi, tra contro-schemi e anticipazioni di schemi avversari. La prima parte vide il netto sopravvento dei Cannoni che continuarono a dominare, spinti dai primi sensazionali goal. Poi si ebbe una certa ripresa dei Tornados, che azzeccarono un paio di buoni schemi difensivi. Il boccino venne avvistato per cinque volte durante tutta la partita e, durante gli ultimi dieci minuti, almeno altre sette volte, con continui inseguimenti e finte mozzafiato dei cercatori. L’ultima volta il boccino fu avvistato e i due cercatori procedettero a lungo affiancati, poi il cercatore dei Tornados, che erano sotto di cinquanta punti, ebbe il sopravvento, grazie ad una buona virata. Tese la mano, continuando ad accelerare, era ormai a dieci centimetri dal boccino, quando fu colpito in pieno petto da un bolide, scagliato da un battitore dei Cannoni, e cadde a terra. L’altro cercatore riuscì a recuperare, restando ad un metro dal boccino, volando in maniera veramente magnifica. Alla fine, in un tratto abbastanza rettilineo, accellerò, e stava per raggiungere il boccino. I due battitori dei Tornados lanciarono due bolidi, quasi contemporaneamente, diretti entrambi verso il cercatore. Questi fece una buona manovra evasiva, molto veloce, e raggiunse il boccino, afferrandolo. La partita si chiuse in un boato degli spettatori, mentre l’intera squadra correva ad abbracciare il cercatore, che era sceso a terra. La voce del commentatore superò il boato “I Cannoni vincono trecentoventi a centodieci! I Cannoni vincono contro i Tornados! Sembra che i Cannoni abbiano ripreso a giocare a ottimi livelli, come dimostra questa bellissima partita. Attenzione Lega, stanno ritornando i Cannoni!”
Ron si alzò, felicissimo per la vittoria, e insieme a lui si alzò Harry, che già pensava al quidditch, a scuola. Erano tutt’e due cosi soprappensiero che non si accorsero di Ginny, che fissava intensamente Harry; anche lei sembrava pensare a qualcosa di bello.
Alla fine tutti si alzarono, e anche il gruppo di Harry riuscì ad uscire dalla stessa porta d’entrata. Scesero di nuovo le scale e tornarono all’aria aperta, con il cielo che si stava gradualmente avviando al nero della notte. Seguirono il sentiero illuminato dai lampioni, continuando a parlare della partita. Harry discusse a lungo con i Weasley degli schemi dei Cannoni e della loro abilità nel prevedere le mosse avversarie. Alla fine raggiunsero lo spiazzo dov’erano arrivati, ma dovettero aspettare le undici di sera per ottenere due passaporte per Grimmauld Place.
Così appena arrivati la signora Weasley li mandò subito tutti a letto. Harry e Ron fecero le scale insieme alle ragazze, e sul pianerottolo del primo piano le salutarono, entrando in camera loro e chiudendosi dietro la porta a chiave. Harry andò in bagno, e intanto Ron si cambiò. Quando tornò Harry fece per prendere il pigiama, ma sul baule vide una bustina.La aprì e estrasse una piccola collanina argentata. Al centro della collana c’erano delle placchette, con su incise le lettere di due nomi. Il primo era Harry, il secondo Ginny. Un foglietto diceva “I love you” ed era firmato da Ginny.








THE END








Allora, ringrazio tutti quelli che leggono, ma in particolare quelli che recensiscono:
-Dada90, Grazie, grazie, grazie. Per quanto riguarda la lunghezza purtroppo non ho potuto accontentarti. Ho scoperto che se non ho il computer davanti le idee non escono. Così nel periodo che sono stato via (dal 1 agosto al 23) mi sono spremuto al massimo e ho scritto soltanto 1 pagina e 1quarto. Così l’ho poi completato velocemente nei 3 giorni seguenti.
-Lili, anche a te un enorme grazie. I capelli sono proprio in onore di Sirius; in fin dei conti era il migliore dei malandrini. Probabilmente il prossimo capitolo parlerà anche dell’arrivo a Hogwarts. Taglierò via velocemente tutto il mese di agosto per evitare di rompermi le palle in maniera impossibile.
-Angel Riddle, Grazie, ma io non mi ritengo a un livello così alto. Ho letto molte altre ff migliori (Questo non significa che devi smettere di leggere la mia fic, sto solo sfoggiando un po’ di modestia). Comunque seriamente non credevo di poter raggiungere questo livello. Ho sempre fatto schifo a scrivere.


Mi sono accorto solo adesso di un errore abbastanza grave. Nel capitolo precedente, prima di andare a Diagon Alley, ho scritto che i ragazzi uscivano per parlare; mi sono confuso, pensavo alla Tana, invece loro si trovavano a Grimmauld Place! Vi prego SCUSATEMI! Ho fatto un errore simile anche in questo chap, ma non so come cambiarlo e così lo lascio.

RICHIESTA IMPORTANTE: per favore nelle recensioni di questo capitolo potreste lasciarmi scritto qualcosa di specifico, relativo alla partita. Ho bisogno di aiuto.

Un ultimo grazie a tutti, e vi prego di recensire. In fin dei conti non vi costa niente e a me fa piacere. Oltre a ciò, siccome io sono alle prime armi, mi può anche aiutare molto leggere dei consigli!

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Capitolo 4
*** Il Viaggio ***


Gli eredi dei malandrini

IL VIAGGIO

Harry si svegliò tardi l’ultimo giorno di vacanza. Erano ormai passate le undici quando scese per fare colazione. In cucina trovò solo la signora Weasley e Ron, che era anche lui appena arrivato. Appena si sedette la signora Weasley parlò
“Sbaglio o voi dovete ancora finire i vostri compiti?”
“Ci mancano solo un po’ di compiti di incantesimi, possiamo finirli a scuola, il primo giorno”
“No, i compiti delle vacanze si fanno durante le vacanze…”
“Ma erano troppi”
“Non me ne frega niente di quanti erano. Voi li finirete oggi, a costo di farvi stare tutto il giorno sui libri”
“Ma mamma, oggi è l’ultimo giorno veramente libero che abbiamo. Domani abbiamo il viaggio, e poi a scuola siamo sempre oppressi dai compiti. Oltretutto sono gli ultimi giorni di sole!”
“Fa niente! Se seguivate l’esempio di Ginny e Hermione e facevate i compiti prima, oggi sareste stati liberi. Invece no, sempre a rimandare; oggi li finirete.”
Harry e Ron, vedendo che era inutile ribattere, si immersero nella colazione. Quando ebbero finito Ron chiese a sua madre “Dove sono Hermione e Ginny?”
“Sono di sopra, in camera loro.” Rispose sua madre, poi li guardò in faccia e aggiunse “Hanno detto di non disturbarle per nessun motivo fino a mezzogiorno. Se scopro che avete dato loro fastidio, vi faccio lavorare per tutto il giorno.” Aveva una faccia furente, e Harry e Ron ammutolirono. Si alzarono lentamente e raggiunsero le scale.
Una volta usciti dalla portata delle orecchie della signora Weasley, Ron si lasciò andare in una serie di imprecazioni. Quando alla fine si fu calmato parlò, a voce bassissima
“Che cazzo facciamo, io mi voglio divertire oggi”
“Già, anch’io, ma hai sentito tua madre, dobbiamo metterci subito a fare i compiti. Oppure potremmo aspettare mezzogiorno, e poi chiedere ad Hermione di farci copiare.”
“Cazzo, Harry, non possiamo aspettare ancora un ora. Dobbiamo iniziare subito a copiare, sennò altro che due tiri a quidditch.”
“Si, ma se andiamo su subito e tua mamma ci scopre siamo morti; se poi scopre anche che volevamo copiare… che situazione di merda.”
“Già; se poi conti che ci restano ancora da fare incantesimi, pozioni e trasfigurazione…”
“Cioè tutto”
“Tutto tranne cura delle creature magiche, che abbiamo pensato bene di non fare” disse Ron
“Hai ragione, dobbiamo rischiare, ed andare subito a parlare con Hermione.”
Si incamminarono silenziosamente, fianco a fianco, su per le scale che portavano al secondo piano, dove si trovava la camera delle ragazze. Il compito di convincere Hermione era reso ancora più difficile dal fatto che era ormai quasi una settimana che non parlavano con le ragazze.
Arrivarono davanti alla porta e bussarono. Si sentì un gran trambusto e dopo qualche secondo la porta si aprì di poco. I due ragazzi videro la faccia di Ginny, paonazza, che temeva un piede sulla porta per impedire loro di entrare. Sembrava scossa e disse, rivolgendosi a Ron “Cosa volete, perché siete venuti a rompere. Guardate che se non avete un buon motivo chiamo subito la mamma!”
“No, aspetta” disse lui, tesissimo “Abbiamo bisogno di Hermione. Non chiamare la mamma, ti prego! Ci bastano cinque minuti con Hermione, dobbiamo farci dare i suoi compiti da copiare.”
“Ti prego, siamo troppo indietro con i compiti.” Iniziò a dire Harry “E non chiamare tua mamma, se no ci obbliga a pulire e fare le faccende di casa.”
“Ve lo meritereste,” rispose Ginny “sono cinque giorni che non ci parlate, comunque per me va bene a un patto”
“Spara” disse Ron
“Oggi mi fate giocare con voi a quidditch. Ho bisogno di allenarmi con qualcuno, perché ho intenzione di fare il provino da cacciatore”
“OK, puoi giocare” disse Harry “ma adesso facci entrare. Ginny volse uno sguardo verso la camera e poi spalancò la porta, dicendo “Io ho accettato, ma adesso dovete convincere anche Hermione; non è molto ben disposta verso di voi”
Harry e Ron entrarono nella stanza, seguendo Ginny, e lei li fece sedere su uno dei due letti. Appena seduto Harry guardo Hermione, e poi Ginny. Guardandola si accorse che lei lo stava fissando intensamente. Tirò fuori da sotto la maglietta la collanina che aveva ricevuto in regalo e le fece un occhiolino. La vide che si illuminava, e stava per parlarle quando sentì la voce di Hermione, e immediatamente si ricordò perché erano venuti lì “Allora, se non ho sentito male voi vorreste i miei compiti da copiare?”
“L’idea sarebbe quella” fece Ron
“Quindi, secondo voi, dopo che voi non mi avete cagato per tutti questi giorni, venite qua solo per avere i miei compiti” a questo punto Ron e Harry annuirono “E vedo che siete anche convinti di riceverli! Sapete cos’ho pensato io in questi giorni?”
I due ragazzi scossero la testa e Harry disse “No, non lo sappiamo”
Hermione continuò “Ho pensato che voi non foste veramente miei amici, e che continuaste a fingerlo solo per poter copiare da me”
Ron stava per parlare, ma fu interrotto dalla voce di Hermione, rotta dal pianto “È inutile che neghiate adesso; se non è così allora perché in questi ultimi giorni non mi avete mai parlato.” Ormai le lacrime scendevano dai suoi occhi, rigandole il viso. Ron si alzò e si scambiò di posto con Ginny. Appena seduto l’abbracciò e iniziò a consolarla, poi le asciugò le lacrime e iniziò a parlare “Noi abbiamo passato gli ultimi giorni giocando e parlando sempre di quidditch. Siccome sappiamo che a te non piace molto parlarne sempre non abbiamo mai neanche provato a coinvolgerti. Oltretutto tu non ci parlavi. Non cercavi di farci cambiare argomento, e così pensavamo che a te andasse bene così.”
A Hermione scesero un’altro paio di lacrime, prontamente asciugatele da Ron, e poi disse “Scusate, vi accusato di una colpa che non avete. Adesso, vedendo le facce che avete fatto quando mi avete visto in questo stato, mi sono ricordata di tutte le volte che siete stati in ansia per me. Scusate!”
“Fa niente, Hermione” disse Ron “avevi ragione a pensarla così; ti abbiamo trascurato troppo.”
“No, era colpa mia; comunque ora torniamo ai compiti. Cos’è che vi serve?”
“Ecco, ci serve” disse Harry “l’ultima esercitazione di incantesimi, l’ultimo tema di pozioni, e gli ultimi tre esercizi di trasfigurazione.”
“COSA; voi siete pazzi, avete ancora da fare tutta quella roba?” disse Ginny.
“Eh già. abbiamo avuto di meglio da fare per tutto il mese” disse Ron
“Mi verrebbe voglia di non darvi i miei compiti da copiare, ma comunque eccoli qui” mentre diceva così Hermione estrasse dei rotoli di pergamena dal baule e li porse a Ron. Harry e Ron si alzarono, ringraziando Hermione. Ginny sfiorò Harry, mentre stava uscendo e, dopo aver chiuso la porta e aver sentito i passi svanire per le scale, rivolse la parola a Hermione “Hai visto Harry?”
“No. Cosa dovevo vedere?”
“Mi ha fatto vedere che aveva addosso la collanina, e mi ha fatto un occhiolino”
“WOW, questo toglie ogni dubbio! Però dovresti smettere di arrossire tutte le volte che lo vedi, e dovresti trovare il coraggio di parlargli”
Nel frattempo i due ragazzi avevano raggiunto la loro camera e avevano iniziato a copiare i compiti. Verso l’una si dovettero interrompere per scendere a mangiare. Finito di pranzare tornarono in camera a lavorare e, per le quattro, avevano ormai finito.
“Andiamo su a chiamare Ginny per giocare?” propose Ron
“OK, così ne approfittiamo anche per andare a riportare i compiti a Hermione!”
Presero i fogli della ragazza e si incamminarono su per le scale. Dopo che ebbero bussato aprì Hermione.
“Abbiamo finito, ecco qua i tuoi compiti” disse Harry “Per favore ci puoi chiamare Ginny, noi andiamo a giocare; dille di raggiungerci con la scopa nel ingresso!”
“Va bene; per voi è un problema se vengo anch’io?”
“Per me no” disse Ron “Però potresti annoiarti a stare lì a vedere noi Charley, Bill che giochiamo. Comunque se vuoi vieni pure.”
“Magari mi faccio accompagnare da Tonks, oggi ha il giorno libero. Solo una curiosità, dove andate a giocare?”
“Andiamo in un piccolo campetto da allenamento; ha anche delle tribune per sederti. Noi scendiamo, raggiungeteci più in fretta possibile”
Mentre la ragazza tornava dentro nella stanza, Harry e Ron scesero giù, ma nell’ingresso c’era ad aspettarli la signora Weasley
“Avete finito i compiti?” chiese appena li vide scendere le scale con le scope in mano.
“Certo che si. Abbiamo finito tutto, non ci resta più niente da fare”
“Bene, ora non vi resta che andare su a preparare i bauli.” Poi rivolgendosi a Hermione e Ginny, ancora sulle scale “E voi, avete preparato il vostro baule?”
“Certo” rispose Hermione
“Allora andate ad aiutarli, o almeno a tener loro compagnia, temo che sarà una cosa lunga”
Salirono tutti e quattro le scale e raggiunsero la camera di Harry e Ron. Le due ragazze si sedettero sui letti e Harry e Ron iniziarono a guardarsi in giro, cercando con lo sguardo tutte le loro cose. Dopo un po’ di minuti passati a cercare e ammucchiare cose nei bauli Harry si stufò “Voi non direte niente se noi adesso usiamo un incantesimo, vero” disse rivolto alle ragazze.
Hermione annuì e entrambi estrassero la bacchetta. Poi sussurrarono, quasi insieme “bagaglius”. Tutti gli oggetti utili presero il volo e finirono nei bauli. Ginny e Hermione sembravano stupite. La prima a parlare fu Ginny “Che incantesimo è?” dopo poco parlò anche Hermione “Non pensavo foste a questo livello di incantesimi.” Poi continuò con uno sguardo inquisitore “Vi siete allenati parecchio eh?” vedendo i loro sguardi aggiunse “Potete stare tranquilli, ne io ne Ginny parleremo!”
“È dal mio compleanno che ci alleniamo. Abbiamo raggiunto un buon livello neh?! Ora facciamo sempre tutto quello che possiamo con la magia, così ci manteniamo in esercizio.”
“Adesso” spiegò Ron “aspettiamo qualche minuto qui, poi scendiamo e diciamo che era già quasi tutto a posto!”
Anche Harry e Ron si sedettero, rispettivamente vicino a Ginny e a Hermione. Dopo un minuto passato in silenzio Harry senti la mano di Ginny che cercava la sua, la sfiorava e poi si allontanava. Le rispose quasi subito con un gesto simile, e poco dopo si presero per mano aspettando. Ron, che sembrava molto concentrato su un pensiero, fece un breve sorrisetto, che non sfuggì ad Harry. Un minuto dopo Ron si alzò e gli altri anche.
“Iniziate a scendere, noi vi raggiungiamo subito, dobbiamo solo sistemare una cosa tra noi, in privato” disse Harry, poi aspettò che le ragazze fossero uscite e aggiunse rivolto a Ron “Sei un bastardo, ti ho visto sorridere; ci hai visto non negarlo. E non è stato per caso” gli tirò un pugno alla spalla e continuò “Non riprovarci, capito!”
Poi scesero a raggiungere gli altri, e si avvicinarono alla passaporta, una vecchia teiera. Quando partirono erano ormai quasi le cinque; erano d’accordo con la signora Weasley per tornare alle sei e mezza. Tenendo conto anche che dovevano cambiarsi e riscaldarsi, avrebbero avuto solo un’oretta per allenarsi veramente.
Quando arrivarono si cambiarono, fecero un breve riscaldamento, e poi Harry decise che quel giorno avrebbero provato uno schema inventato da lui. Gli interessava sapere se avrebbe funzionato. Per prima cosa espose lo schema ai suoi compagni. Poi stabilì i ruoli. Ron sarebbe stato portiere, Harry e Ginny avrebbero attaccato e Bill e Charley difeso. Lo schema era un contropiede veloce, da usare dopo aver subito. Harry fingeva di essere il portiere che prendeva la pluffa dopo aver subito e lanciava su uno dei cacciatori, che era scattato. L’azione vedeva il cacciatore in possesso di pluffa che compiva un azione d’attacco singolo, e quindi doveva essere molto veloce. Lo schema però prevedeva che l’attaccante tirasse solo con la certezza di segnare. Se non aveva questa certezza doveva aspettare l’arrivo dei compagni, per un’azione ancora veloce, con il passaggio in area, o per un gioco schierato. Questo schema però carico sulle spalle di Ginny, che giocava per la prima volta da cacciatore, il peso di una decisione difficile. Lei esitò, quando ebbe la possibilità di lanciarsi da sola verso il portiere, e uscì. Oltre a ciò, quando arrivò Harry, tagliando l’are a metà lei fece un passaggio abbastanza impreciso, che finì in mano a Bill. Harry capì di aver caricato sulla ragazza un peso troppo grande e così non la rimproverò; però le si avvicinò
“Senti, so che non hai mai giocato in questo ruolo e non voglio caricarti con pesi eccessivi. Scusami, ho proprio esagerato come prima volta” stava parlando quasi sottovoce “Però se vuoi il posto in squadra devi migliorare di un bel po’; le selezioni sono a inizio ottobre, e la prima partita ai primi di novembre. Ma non devi preoccuparti” aggiunse, vedendole gli occhi lucidi “Se vuoi ti posso seguire personalmente, per aiutarti. Adesso facciamo un po’ di gioco d’attacco schierato, ma non farti problemi, anche quando sbagli; l’importante è divertirsi. Se tu ti diverti a giocare non sentirai il peso degli allenamenti e delle decisioni importanti.”
Ripresero a giocare, un due contro due, a volte anche libero e lì Ginny si comportò un po’ meglio. Alla fine dell’ora scesero dalle scope tutti felici, tranne Ginny, che andò subito negli spogliatoi, e Harry, triste per non essere riuscito a tranquillizzare la ragazza. La raggiunse subito, e la trovò in bagno, che piangeva davanti a un lavandino. Harry le si avvicinò e le accarezzò i capelli, teneramente, poi l’abbracciò; voleva consolarla, tranquillizzarla, ma non riuscì. Sentì come se la voce gli si fosse bloccata in gola.
A un certo punto sentì gli altri entrare negli spogliatoi; a quei rumori asciugò le lacrime di Ginny, che aveva gli occhi chiusi, e poi le diede un bacio. La ragazza fece appena in tempo ad aprire gli occhi, che lui era già sparito. Si rassegnò, pensando al rifiuto che avrebbe ricevuto alle selezioni, e si cambiò nello spogliatoio femminile. Poi si sciacquò la faccia, in modo da nascondere i segni delle lacrime, e raggiunse gli altri fuori. Harry cercò di incrociare il suo sguardo, ma lei guardava a terra, tristissima.
Entrambi si rassegnarono a non parlarsi, e ripresero la passaporta, restando però vicini. Quando arrivarono a Grimmauld Place Ginny era così stremata, che stava per crollare a terra, addormentata. Per fortuna Harry se ne accorse subito, e riuscì a sorreggerla; poi, aiutato da Ron, la portò in camera sua, e la stese sul letto. Uscirono subito, per lasciarla riposare in pace, e per le scale incontrarono Hermione e la signora Weasley, che aveva in mano una boccetta. La lasciarono sola con Ginny e loro andarono, insieme a Hermione, in camera loro.
“Per fortuna che l’hai vista stare male” disse lei, rivolta a Harry “Se no sarebbe caduta, e si sarebbe potuta fare male. Ma come hai fatto a vederla?”
“Forse non te ne sei accorta, ma è da un po’ che continua a guardarla sempre” rispose Ron per lui. Harry invece si lasciò andare sul suo letto, piangendo silenziosamente nel cuscino. Dopo un po’ senti qualcuno sedersi sul suo letto, e si asciugò le lacrime. Si tirò a sedere e disse “Temevo qualcosa del genere. Ed è tutta colpa mia, l’ho fatta lavorare troppo. Avreste dovuto vederla subito dopo, negli spogliatoi. Oltre a essere stanchissima, aveva anche il morale a terra, perché pensava di non essere all’altezza di entrare in squadra. Ho cercato di consolarla, ma non sono riuscito. È tutta colpa mia!” sentiva le lacrime scendergli sul viso, ma non faceva niente, neanche per cercare di fermarle. Si sentirono dei passi scendere le scale, Harry si asciugò le lacrime, appena prima che la signora Weasley aprisse la porta.
“Come sta?” chiese subito Hermione, sperando in notizie positive, per tranquillizzare l’amico
“Sta bene! È solo molto stanca. Le ho dato un reintegratore e un po’ di pozione soporifera. Dormirà fino a domattina, e quando si sveglierà starà molto meglio e sarà in grado di partire. Io vado a preparare la cena” disse cominciando a voltarsi per scendere le scale. Quando sua mamma fu giù di un piano Ron si rivolse all’amico, che aveva ricominciato a piangere
“Hai capito, sta bene, è solo stanca. Domattina sarà come nuova”
“È vero, ma sarebbe potuto succedere di peggio, e sarebbe stata tutta colpa mia. Domani c’e l’avrà a morte con me”
“No, non è vero” disse Hermione, cercando ancora di consolarlo “Ti vuole troppo bene per avercela con te. E poi, se proprio voleva, poteva chiederti di farla smettere!”
“Il vero problema non è il male fisico. Lei sperava molto nel passaggio della selezione, ma dopo oggi non si sentirà più all’altezza. Magari non si presenterà, oppure verrà così demoralizzata da non riuscire a fare niente. Ma non perché non sarà capace, bensì solo perché non crederà di riuscirci. In entrambi i casi si infrangerà il suo sogno, e questo la farà star male molto a lungo. Tutto questo… sarà tutto colpa mia.” Harry parlava a stento, tra i singhiozzi.
“L’unica cosa che possiamo fare è aspettare; magari la notte e il vedere Ginny a posto lo rimetteranno a posto” disse Hermione
“Già. Ehi Harry, vieni giù, così facciamo una partita a scacchi, prima di cena”
Harry si alzò malvolentieri, si asciugò le lacrime e seguì Hermione e Ron di sotto. Una volta in salotto Ron estrasse la scacchiera, e si mise a giocare contro Harry. La partita fu una delle più veloci che avevano mai fatto. Poi scesero in cucina e si sedettero a tavola. La signora Weasley aveva deciso di preparare cibi degni di una festa, per l’ultima sera prima che i ragazzi partissero. Così passarono tutti una cena felice, tranne che per alcuni momenti di silenzio, durante i quali tutti pensavano a Ginny, che non poteva godersi quel festino. Nessuno però sembrava darne la colpa a Harry, e questo lo fece sentire meglio. Alla fine la signora Weasley li costrinse ad andare a letto un po’ presto, così alle undici tutti salirono in camera. Mentre Ron si stava cambiando, Harry salì, insieme a Hermione, fino alla camera in cui era stesa Ginny.
“Potresti aspettare un attimo fuori, Hermione?”
“OK, ma fai in fretta che ho sonno”
Harry entrò da solo nella stanza e si richiuse dietro la porta. Stette lì per qualche minuto, in piedi, a guardarla. Dopo un po’ Hermione bussò, impaziente, e Harry disse “Ancora un attimo, per favore” e si abbassò, fino alle labbra della ragazza e la baciò. Uscì e salutò Hermione, poi scese le scale. Si sentiva male. Quando arrivò nella sua stanza trovò Ron già in pigiama che finiva di sistemare le sue ultime cose nel baule
“Ho pensato di farti un favore, e così ho già messo a posto anche la tua scopa e le tue cose per il quidditch”
“Grazie” disse Harry, mentre si metteva il pigiama. Poi sistemò i vestiti che avrebbe messo l’indomani su una sedia, e si infilò nel letto. Anche Ron compì gli stessi gesti. “Allora?” chiese all’amico, già a letto.
“L’ho baciata” disse Harry malinconico.
“Adesso?”
“Non solo” disse annuendo “Anche oggi pomeriggio dopo l’allenamento”
“Pensavo che avresti aspettato almeno domani, sul treno, se non anche oltre. Come mai questo improvviso cambiamento di idee?” chiese Ron incuriosito
“Non sono riuscito a resistere” ammise “è così bella…”
Ron ridacchiò, poi si girò nel letto e disse “Buonanotte”
“ ‘notte” rispose Harry, ma mentre l’amico si addormentò subito, lui restò sveglio a lungo; stava pensando a Ginny. “Domani la rivedrò… chissà se avrò il coraggio di parlarle… non vedo l’ora di baciarla di nuovo” Alla fine si addormentò anche lui, ma non prima dell’una.
Harry stava facendo un sogno, era solo in un aula di Hogwarts, a notte fonda. Dopo un po’ che era lì, entrava Ginny, seminuda. Stava guardando la ragazza, quando gli sembrò di essere chiamato, sentiva una voce, lontana.
“Harry!” il ragazzo si svegliò di soprassalto, e si alzò a sedere sul letto. Vide Ron, già vestito. Si guardò in torno e vide che i loro bauli non c’erano più.
“Che ore sono?” aveva una voce assonnata.
“Sono le nove e mezza. Muoviti, tra pochi minuti arriverà il Nottetempo. Abbiamo già portato giù la tua roba. Vestiti in fretta, ti aspetto fuori dalla porta”
Harry balzò in piedi di scatto, e afferrò i vestiti sulla sedia. Corse in bagno e si cambiò il più in fretta possibile. Poi si sciacquò la faccia, per assicurarsi di essere sveglio, e uscì. Trovò Ron, appena fuori dalla porta, e insieme scesero le scale.
“Cazzo Harry, cosa stavi sognando? Ci ho messo mezz’ora a svegliarti.”
“Se te lo dico mi ammazzi!”
“Va beh, dimmelo, ti prometto che non ti faccio niente!”
Ma ormai avevano raggiunto l’ingresso, e la signora Weasley gli stava venendo incontro con un pacchettino.
“Tieni” disse, mettendolo in mano a Harry “Il Nottetempo è appena arrivato e Bill ha già caricato i bagagli. Questi sono biscotti; immagino che avrete fame, visto che non avete fatto colazione.”
Harry ringraziò e corse fuori insieme all’amico. Arrivarono di corsa al pullman e salirono. Su c’erano Ginny, Hermione, Bil, Charley e Lupin, già seduti. Harry prese posto un po’ lontano dagli altri, soprattutto da Ginny. Il Nottetempo partì e Harry e Ron ripresero la loro conversazione
“Allora” gli chiese Ron “Cosa sognavi?”
“Niente di importante. Ma tu perché non hai fatto colazione che ti sei svegliato presto?”
”Non cercare di cambiare discorso!”
“Allora facciamo così, tu rispondi alla mia domanda e mi prometti di non uccidermi, poi io rispondo alla tua!”
“Perché non rispondi prima tu?” propose Ron
“O rispondi tu o niente!” disse Harry, deciso.
Ron si rassegnò e disse “Non ho fatto colazione, semplicemente perché soffro il pullman… se avessi preso qualcosa adesso sarei qui a vomitare. Ora rispondi”
“Ecco… io stavo sognando ehm”
“Muoviti, io non ho esitato così tanto”
“Bhe, ecco, stavo sognando tua sorella…” disse Harry sottovoce
“Bhe, se è tutto qui”
“… nuda” finì Harry. Vide che l’amico stava reprimendo la rabbia, e pensò di cambiare discorso.
“Pensi che Malfoy sarà incazzato, quest’anno?”
“Perché dovrebbe” rispose Ron, iniziando a tornare calmo.
“Per suo padre!”
E così passarono il resto del viaggio a parlare di Malfoy e di suo padre, coinvolgendo nella conversazione anche Hermione e Ginny, che dopo un po’ si erano sedute accanto a loro. Nonostante tutto Harry continuava a essere, a tratti, abbastanza triste.
Arrivarono a King’s Cross con mezz’ora d’anticipo ed ebbero tutto il tempo di trovare quattro carrelli, e metterci su i loro bagagli. Arrivarono con tutta calma alla barriera che separava la stazione babbana dal binario 9 ¾ e l’attraversarono. Sulla banchina del binario non c’era ancora tanta gente. Riuscirono a trovare uno scomparto vuoto in una delle prime carrozze, e caricarono i loro bauli, aiutati da Bill e Charley. Dopo che ebbero occupato tutto lo scompartimento, in modo da stare soli, si sporsero dai finestrini, a salutare i loro accompagnatori, che dovevano ripartire. Dopo che li ebbero visti scomparire con dei deboli pop, tornarono a sedersi, e iniziarono a parlare.
“Devo dirvi una cosa importante” disse Hermione
“Credo di aver capito cosa” disse Harry, scherzosamente
“Vediamo se indovino” continuò Ron, ridacchiando “Devi dire a me e Harry, che quest’anno dobbiamo studiare tantissimo, che questo è un anno importante, perché ci prepara per i M.A.G.O. e non ci farai copiare. Ah, si, e poi dirai a Ginny di impegnarsi tantissimo, perché quest’anno dovrà sostenere degli esami importanti e difficili! Bel modo di incoraggiarla, la fai spaventare già all’inizio dell’anno”
“Allora” disse Hermione, che sembrava molto arrabbiata perché gli altri tre ridevano “Per quanto riguarda Ginny, lei è molto responsabile e brava a scuola, e vedete di non contagiarla con il vostro modo di vedere la scuola. È un bene che abbia preso da Percy e non da voi altri. Per voi il discorso è quello giusto, salvo che vi farò comunque copiare in casi estremi. Il motivo per cui non riuscirò a farvi copiare, e per cui a volte, soprattutto all’inizio, non riuscirò nemmeno io a finire i compiti, è che quest’anno inizia la scuola mia sorella!”
Harry, Ron e Ginny, che stavano ancora ridacchiando, si zittirono di colpo.
“Non sapevo che avessi una sorella” disse Ginny.
“Credevo che tu fossi l’unica strega della tua famiglia” disse invece Harry. Ron sembrava troppo stupito per riuscire a parlare. Dopo alcuni minuti, però anche lui trovò la forza di parlare “Una sorella! E com’è di carattere… cioè, è una secchiona come te?”
“No, è un po’ più come te e Harry; e poi io non sono una secchiona, sono solo brava”
“E perché non c’e l’hai presentata?” chiese Harry
“Semplicemente perché è troppo piccola per frequentare una compagnia come la nostra. Voglio che si ambiente tra i suoi coetanei! Per questo all’inizio dell’anno sarò poco disponibile, voglio aiutarla a prendere confidenza con la scuola e i professori!”
“Cerca di evitare di trasformarla in una lecchina!” disse Ron, ridacchiando.
“Però potresti almeno presentarcela, chissà quante volte avrà sentito parlare di noi, da te” disse Ginny
“Forse hai ragione! Magari più tardi la vado a cercare e la porto qui a conoscervi”
“A proposito” intervenne Harry “Come si chiama?”
“Ellen” rispose Hermione, poi aggiunse “Spero che venga smistata a Grifondoro”
“Ma si, stai tranquilla. Sei a Grifondoro anche tu che sei una secchiona, vuoi che non ci finisca anche lei?” disse Ron, ridendo.
Il treno si mise in moto, e Hermione e Ron si alzarono. “Torneremo appena possiamo, dubito che ci vorrà più di mezz’ora”
Harry rimase solo, con Ginny. Passarono almeno cinque minuti prima che uno dei due parlasse. Entrambi stavano guardando il paesaggio rurale che passava. Fu la ragazza la prima a parlare
“Perché sei così silenzioso? Non sembri quasi tu!”
Harry lasciò passare alcuni secondi, riportando lo sguardo sul paesaggio, prima di rispondere, senza guardarla
“È perché non trovo le parole per scusarmi”
“E per cosa dovresti scusarti?”
“Per ieri, quando sei stata male”
“Ma non è stata colpa tua, cosa vuoi scusarti!” dicendo così si alzò e si andò a sedere accanto a Harry “E comunque, se non trovi le parole, potresti usare qualche altro metodo” disse con voce provocante. Harry staccò finalmente lo sguardo dal finestrino, e lo posò sulla faccia di lei. Erano vicinissimi. Le accarezzò i capelli, come aveva fatto il giorno precedente, e scoprì di non riuscire più a resistere. Le passò un braccio attorno alla vita, tenendole sempre l’altra mano nei capelli. Sentì che lei lo stava abbracciando, e la baciò. Subito dopo un attimo si sentì come se la sua intera esistenza fosse appesa a quel bacio, e ne dipendesse la sua vita. Quando si staccarono avevano entrambi il fiatone.
“Ti amo” sussurrò Ginny. Harry invece non riusciva a parlare. Restarono abbracciati molto a lungo. Quando Ginny stava per staccarsi Harry le diede un altro bacio, molto passionale. Ginny sentì un rumore, aprì gli occhi e si staccò con forza dalla bocca di Harry, restando però abbracciata a lui. Il ragazzo era scosso, appena aperti gli occhi si era trovato davanti ancora Ginny; ma dietro, sulla porta dello scompartimento, vedeva altre tre persone. Si staccò dalla ragazza, cercando di regolarizzare il respiro.
Guardò di nuovo la porta e riconobbe Ron e Hermione. Con loro c’era una bambina, con i capelli castani, simili a quelli di Hermione e una faccia vispa.
“Vedo che alla fine vi siete chiariti” disse Ron. Ginny arrossì, e Harry mormorò qualcosa di simile a un si.
Hermione si sedette, indicando alla bambina il sedile davanti a sé, e lei prese posto. Ron si sedette davanti a Harry, strizzandogli l’occhio. Hermione iniziò a parlare, rivolta alla bambina “Questi sono Harry Potter e Ginny Weasley” poi rivolta ai due ragazzi “Mia sorella Ellen”
La bambina strinse la mano a Harry, emozionata, e poi a Ginny. Mentre compieva quest’ultimo gesto disse “Lei è la sorella del tuo ragazzo?”
Hermione arrossì e le rispose immediatamente, evitando lo sguardo di Ron “Lui non è il mio ragazzo! Siamo solo buoni amici”
“Ma tu dicevi…”
“Io non ho mai detto niente del genere!” esclamò Hermione “E ora torna dai tuoi amici!”
La bambina si alzò tristemente e uscì dalla porta. Appena sentirono i passi spegnersi in lontananza Harry e Ginny scoppiarono a ridere. Ron invece era particolarmente serio.
“Scusala, Ron”
“Perché dovrei scusarla, avrà anche i suoi dubbi, visto che siamo sempre in giro insieme”
“È vero, ma è anche vero che io sono sempre in giro anche con Harry”
“Già, ma c’è un buon motivo per cui nessuno dirà che tu e lui state insieme” disse Ron ridacchiando “O no, Harry?”
“E già” rispose il ragazzo, prima di baciare ancora Ginny, più velocemente stavolta.
Passò qualche minuto, poi si sentì la porta aprirsi. Harry ,che stava guardando le poche gocce che iniziavano a scendere fuori dal finestrino, si girò subito verso la porta e distinse tre figure.
“Ci incontriamo ancora, Potter. Giri ancora col Weasley e con la Granger?” poi guardò Ginny “Uh, c’è anche l’altra babbanofila” la ragazza arrossì, e si staccò da Harry
“Lasciala in pace, Malfoy” intervenne Ron
“Sapete cos’ho saputo, mi hanno detto che quest’anno c’è anche la sorella della mezzosangue”
”Piantala, Malfoy, smettila di rompere le palle” disse Hermione, cercando di mostrarsi calma, ma un lampo di paura le attraversò gli occhi.
“Cosa c’è, Granger, paura che maltratti la tua sorellina” disse avvicinandosi. Harry e Ron balzarono in piedi “Calmini, non ho intenzione di fare niente. Chissà come reagisce la piccola mezzosangue se la sfotto un po’ “
“Tu la devi lasciato stare, CAPITO” disse Ron, incazzato. Harry si mise in mezzo, vicinissimo a Malfoy e disse “Vattene, prima che ti spacchi il naso, sarebbe un peccato, te lo hanno aggiustato così bene…”
Malfoy sembrava terrorizzato all’idea che succedesse quello che era successo l’anno prima, ma sussurrò “Potter, tu non dovevi far arrestare mio padre, la pagherai”
Harry gli tirò un pugno, sul petto, con una forza impressionante
“Tu non mi dici cosa devo o non devo fare. Salutami tuo padre, ah no… adesso non gli puoi neanche scrivere”
“La pagherai” disse, e fece cenno ai suoi scagnozzi di andarsene, ma prima che varcasse la porta Harry parlò di nuovo, a voce alta “Se scopro che hai fatto qualcosa alla sorella di Hermione ti faccio pentire di essere nato. Stai certo che se le fai qualcosa lo scopro. Stattene fuori dalla mia vita, e forse starai tranquillo ancora un po’ “
Malfoy se ne andò e Harry gli chiuse dietro la porta dello scomparto. Si voltò e vide i suoi amici stupiti.
“Glie le hai cantate” disse Ron, eccitato. Hermione invece sembrava preoccupata e disse “Non dovevi colpirlo e minacciarlo… comunque grazie per mia sorella”
“Forse adesso la smetterà un po’ di romperci le palle! Non ne potevo più di quello sfigato che si credeva chissà chi” poi sussurrò all’orecchio di Ron “Questo è il nostro anno, e dovrà capirlo anche lui”
Si sedettero entrambi, e Harry accolse con piacere il bacio di Ginny, che riuscì finalmente a calmarlo. Passarono il resto del tempo, fino all’ora di pranzo, parlando di come sarebbe stato il ritorno a scuola. Quando passò la strega con il carrello dei dolciumi ne presero una scorta, per avere da mangiare in abbondanza. Dopo che ebbero mangiato un sacco di caramelle ricominciarono a parlare.
Verso le cinque passarono a salutarli diversi gruppi di amici. Per primi passarono Seamus, Neville e Dean, che sembrava molto scocciato nel vedere Harry e Ginny abbracciati. Ron raccontò loro dell’impresa di Harry, e loro lo acclamarono a lungo.
“Dovevate vederlo incazzato, a tirato un pugno a Malfoy che se ne ricorderà a lungo; ci ha messo quasi dieci minuti a sbollire l’incazzatura”
Dopo che se ne furono andati passarono un paio di amici e amiche di Ginny, che volevano salutarla, ma se ne andarono dopo poco. Per ultime passarono Calì e Lavanda, che dopo averli salutati chiesero loro se sapessero dov’erano Seamus e Dean. Comunque le due ragazze si fermarono a lungo a parlare. Calì continuava a dare occhiate di sottecchi a Harry e Ginny, che ogni tanto si baciavano, e sembrava quasi gelosa. Quando andarono via erano ormai quasi arrivati a Hogwarts.
“Harry, Ron, vi dispiace uscire? Noi ci dovremmo cambiare!”
I due ragazzi si alzarono alla richiesta di Hermione, frugarono nei rispettivi bauli, per cercare le divise e uscirono “Noi facciamo un giro per il treno”
Appena fuori si infilarono la tunica sopra ai vestiti babbani e si misero le cravatte, slacciate.
Procedettero di buon passo verso la coda del treno
“Credo che potremmo iniziare a farci una reputazione tra i primini!” disse Ron
“No, aspettiamo almeno fino a domani; adesso non c’ho voglia di terrorizzare qualcuno, magari dopo cena”
“OK, signor gentile… allora cosa facciamo?”
“Un cazzo?!” propose Harry
“Andiamo a cercare Seamus e Dean”
“OK” e iniziarono a guardare in tutti gli scomparti, cercando gli amici “A proposito, non ti è sembrato che Dean ce l’avesse un po’ con me?” chiese Harry
“Mi sembra il minimo; gli hai fregato la ragazza! Comunque la digerirà”
A metà del treno trovarono i due ragazzi, insieme a Neville e a due tassorosso del quinto anno. Entrarono e furono salutati calorosamente. Le due ragazze, non ancora cambiate, si alzarono e andarono via, anche se una diede prima un bacio a Seamus. I tre ragazzi si alzarono, per mettersi la divisa
“Ehi, Seamus, chi era quella là? Era la tua Ragazza?!” chiese Ron, prima di scoppiare a ridere insieme a tutti gli altri.
“Non è LA mia ragazza… è UNA delle mie ragazze!”
“Cazzo, Seamus, adesso non ti accontenti più di una sola?” chiese scherzosamente Harry
“Una non riuscirebbe da sola a starmi dietro”
Tutti scoppiarono di nuovo a ridere
“E tu, Harry, felice?”
“Minchia. Più felice di così si crepa!”
“C’hai sempre tutte le fortune” disse Dean, scherzosamente
“Ehi, tu, non prendertela né” rispose Harry, con lo stesso tono, scoppiando subito dopo a ridere.
Ridevano così tanto che sentirono appena la voce che invitava a lasciare i bagagli sul treno.
“Carrozza insieme?” chiese Neville
“Dipende” rispose Harry, più serio “Pensate che ci staremo in sette?”
“SETTE! Chi cazzo ti vuoi portare ancora?”
“Bhe, siamo noi cinque più Ginny, e non possiamo lasciare sola Hermione!”
“Allora lasciamola insieme a Ginny” propose scherzosamente Seamus
“SCHERZI, Ginny sta con me. Stiamo insieme solo da oggi, puoi scordarti che la abbandoni per voi. Piuttosto io e lei da soli”
“Dubito che questa prospettiva piaccia a Ron; allora è deciso, in carrozza in sette!”
Mentre ridevano si stavano avvicinando allo sportello del treno. Stava ancora piovigginando quando scesero, e al buio, in mezzo al casino faticarono a ritrovarsi con le due ragazze. Alla fine si trovarono, e si avviarono verso una carrozza; quando dissero a Hermione e a Ginny che sarebbero stati in carrozza in sette loro li presero per matti.
Alla fine riuscirono a salire su una carrozza. Ginny era in braccio a Harry, e Dean si era seduto praticamente addosso a Neville. Strettissimi alla fine raggiunsero la scuola. Fu per tutti il viaggio in carrozza più lungo che avessero mai fatto, tranne che per Harry e Ginny.
Quando arrivarono e aprirono la porticina della carrozza, i più vicini all’uscita furono letteralmente lanciati fuori. Salirono tutti insieme le scale e seguirono la massa che li spingeva verso la sala grande. Lì presero posto al tavolo dei grifondoro. Harry era tra Ginny e Ron, al cui fianco si trovava Hermione. Gli altri tre ragazzi si misero di fronte agli amici.
Stavano urlando, per cercare di sentirsi, nel casino totale, quando le porte principali della sala si chiusero con un botto. Tutti zittirono, perché questo poteva significare solo che tutti gli studenti erano entrati, e quindi ci sarebbe stato lo smistamento. Infatti la professoressa McGranitt portò uno sgabello con su un cappello. Poco dopo guidò nell’immensa sala una piccola fila di studenti terrorizzati. Harry sentì Hermione sussurrare qualcosa a Ron.
Intanto il cappello parlante aveva iniziato la sua canzone. Ron avvicinò a testa a quella di Harry, e sussurrò pianissimo “Hermione mi ha detto che lei stasera accompagna solo sua sorella, dovrò accompagnare tutti i primini alla sala comune. Ti va di aiutarmi?”
“Ma si! Sarà divertente!”
Quando ebbero finito di parlare il cappello aveva finito con la canzone, e così si unirono al fragoroso applauso degli altri studenti. Poi la professoressa iniziò a chiamare gli studenti. Videro sfilare un immensità di bambinetti, con facce che mostravano vari gradi di paura, e che venivano smistati nelle varie case. La prima grifondoro fu la sorella di Hermione, che si era avvicinata al cappello con un sorrisetto spavaldo. Tutto il tavolo scoppiò in un applauso fragoroso.
Quando anche l’ultimo studente fu smistato il preside si alzò, e anche quei pochi che fino a poco prima avevano parlato tra cui Harry, Ron e Seamus si zittirono.
“Ora alcuni avvisi importanti. Agli studenti del primo anno, sappiate che la foresta compresa nei confini della scuola e territorio proibito, per la presenza di belve feroci. Devo anche avvertirvi che quest’anno la scuola sarà protetta da un gruppo di Auror, presenti per evitare rischi agli studenti. Per questo chiedo a tutti di non infastidire i rappresentanti del ministero, e vi chiedo di facilitare il loro lavoro, evitando di cacciarvi nei guai. Ultimo avviso importante prima dell’inizio del banchetto, vi devo informare che purtroppo il professore di difesa contro le arti oscure arriverà al più tardi tra un mese. Le ore segnate sul programma come lezioni di difesa saranno lasciate libere, fino all’arrivo del professore. Grazie per la pazienza dimostrata, e ora abbuffatevi pure”
A queste parole i piatti si riempirono di pietanza e, almeno per i primi minuti, vi fu solo un lieve chiacchiericcio. Mano a mano che gli studenti finivano di cenare, però, si ritornava all’atmosfera di casino e di grida. Harry parlò, rivolto a Seamus
“Dopo chiedete alla McGranitt che lezione abbiamo noi domattina, alle prime ore. Così se c’è difesa possiamo svegliarci più tardi!”
“Giusto… mandiamo Hermione?” chiese Seamus
“No, dovete andare tu e Dean, perché Hermione accompagna sua sorella, e io aiuto Ron a portare i primini fino alla sala comune”
“OK, glie lo chiederò io” disse Dean.
Alla fine la professoressa McGranitt dovette battere la forchetta sul bicchiere per richiamare l’attenzione. Poi si alzò e disse, adesso dovete andare a letto, domani inizierete le lezioni. Gli studenti del primo anno seguano i prefetti fino alla sala comune”
Nel casino più totale Harry e Ron si alzarono e iniziarono a gridare “Grifondoro del primo anno! Venite tutti qua, che vi mostriamo la strada per il dormitorio”
Quando li ebbero tutti vicini si mossero verso le scale, seguiti dai bambini. A metà della sala grande trovarono Malfoy, solo, che guidava i primini serpeverde. Appena vide Harry il serpeverde si bloccò di colpo, e uno degli altri studenti gli andò addosso.
“Grazie per averci fatto passare!” urlo scherzosamente Ron
“Ma dov’è la Parkinson; ti a forse scaricato?!” urlò stavolta Harry. Entrambi scoppiarono a ridere mentre continuavano a fare da guida ai primini.
“Ma chi erano quelli?” chiese rispettosamente uno studente del primo anno. Fu Ron a rispondere “Erano serpeverde; quasi tutti i mangiamorte sono usciti da serpeverde. E quello in testa era Malfoy; un’enorme testa di cazzo, che si crede il centro del mondo”
Il primino si ritrasse infondo alla fila, spaventato da quelle parole. Se ne fece avanti un altro, che chiese “Voi siete i due prefetti?”
“No, solo io sono prefetto; lui è in sostituzione all’altro prefetto, che non poteva aiutarmi”
Erano ormai a metà delle scale che portavano alla torre di grifondoro quando Harry parlò
“Spero che voi nuovi siate all’altezza della situazione. Sono cinque anni di fila che vinciamo la coppa delle case, e due che vinciamo la coppa del quidditch. Io sono il capitano della squadra di grifondoro, e se voi volete giocare nonostante le regole basta che vi presentiate ai provini. Se sarete veramente bravi si potrà cercare di convincere il preside”
Avevano raggiunto il quadro con la signora grassa
“La parola d’ordine” disse Ron “è . Questa è la sala comune, dove potrete parlare con gli amici, giocare e fare i compiti. La scala di sinistra per i ragazzi e quella di destra per le ragazze”
Entrarono, e trovarono lì tutti. I nuovi studenti, invece di andare subito a dormire, seguirono l’esempio di alcuni più grandi, e si sedettero sulle poltrone. Harry scorse Ginny, su un divano accanto al fuoco, e si sedette accanto a lei. La baciò, e poi le disse “Adesso vai a letto, domani cominciano le lezioni!” lei si alzò e si incamminò verso la scala. In quel momento Dean salì su un tavolo e disse a voce abbastanza alta “Sesto anno, siete qui” scrutò la sala e continuò “Domani abbiamo le prime due ore di difesa. Stasera festa fino alle due”
Si misero a giocare a scacchi e a sparaschiocco. La sala comune si svuotava sempre di più, e alla fine, verso mezzanotte, rimasero solo loro. Andarono avanti ancora un oretta a divertirsi. Poi andarono a letto. Salirono tutti e cinque insieme la scaletta, e rientrarono nella solita camera. Ai piedi dei letti c’erano già i loro bagagli. Si cambiarono e andarono a letto.
“Non male come prima sera” disse Seamus, prima di spegnere la lanterna





THE END




Allora, il solito ringraziamento ai lettori e ai recensitori (proprio pochi stavolta)
Grazie Angel.
Ecco finalmente il capitolo lungo che volevi. Da adesso siamo anche entrati più nel vivo della storia.
Fino adesso ho avuto problemi a trovare titoli, d’ora in poi dovrebbero migliorare almeno un po’.
Vi prego leggete e recensite in tanti. Mi fate un grande favore, e così scrivo più veloce il capitolo prossimo; se no finisce come questo, che ad un certo punto mi sono bloccato completamente.
Vi ringrazio tutti in anticipo, perché so che risponderete al mio appello.

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Capitolo 5
*** QUIDDITCHvsAMORE ***


Gli eredi dei malandrini

QUIDDITCHvsAMORE

La prima settimana passò tranquillamente e presto si riabituarono al ritmo della scuola. L’ orario di Harry e Ron rispetto all’anno precedente era cambiato radicalmente, avevano più ore di trasfigurazione, incantesimi, difesa, e purtroppo anche di pozioni. Oltre a queste avevano le solite ore di erbologia e cura. Per fortuna anche Hermione seguiva gli stessi corsi, così le avrebbero potuto chiedere aiuto in caso di necessità. Notarono subito che il carico dato dalle materie principali era molto aumentato, mentre quello delle altre due cresceva gradualmente, così che già la prima settimana si trovarono a fronteggiare dei problemi con i compiti.
Mentre loro, insieme a Dean e Seamus, seguivano la specializzazione da auror, Hermione studiava per diventare medimago, lo stesso corso di Calì, Lavanda e Neville, che era già sull’orlo di una crisi di nervi. Mancava ancora il professore di difesa, e Harry e Ron ne approfittavano per fare delle passeggiate sotto l’ultimo sole dell’anno.
Nei primissimi giorni Malfoy si teneva sempre alla larga, ma poi riprese a farsi sentire, ricominciando a sfottere Harry e Ron e tutti gli altri grifondoro, anche se sempre più spesso rischiava di essere vittima di coloro che cercava di offendere. Purtroppo anche lui studiava le stesse materie, e così se lo trovavano davanti tutti i giorni.
Durante la prima settimana cominciarono le lezioni di volo per le prime e le seconde, e Harry cominciò a pensare al programma di allenamento per la sua squadra. Il lunedì della seconda settimana apparve un cartello nella bacheca di grifondoro, in cui si dava notizia ufficiale dell’inizio degli allenamenti quella sera stessa alle otto al campo da quidditch, e avvisava chiunque volesse provare a guadagnarsi uno dei due posti da cacciatore liberi di presentarsi ai provini del dieci settembre.
Harry non si era neanche dimenticato della promessa fatta a Ginny, e da quando erano arrivati la seguiva quotidianamente in un allenamento individuale. Il primo allenamento di squadra venne impiegato quasi completamente da Harry per spiegare il suo programma di allenamento, e poi iniziarono il primo punto del programma: allenamento di volo, velocità, slalom, acrobazia… c’era di tutto. Harry aveva deciso di spendere in questo modo i primi dieci allenamenti per due motivi: avere una squadra molto allenata a volare, e non penalizzare i due nuovi giocatori. Harry stesso correggeva gli errori dei compagni, mostrando loro come volare al meglio.
Presto arrivò il sabato scelto per i provini, e Harry continuava a tormentarsi, pensando a Ginny. Sapeva di averle insegnato tutto ciò che poteva, ma aveva paura di dover compiere una scelta difficile. Sperava di non doversi trovare a scegliere tra l’abilità di un cacciatore e la possibilità di Ginny di migliorare. Cercava di rassicurarsi, pensando che comunque Ginny volava bene, che era solo un po’ debole di braccio, ma la compensava con un’agilità che avrebbe potuto spiazzare diversi portieri.
Era da poco passata la cena quando Harry si trovò con gli altri, in divisa, al campo. Sedette con il resto della squadra ad un tavolo improvvisato, su cui erano posate le richieste dei ragazzi che si erano presentati, e anche delle tabelle, per segnare la loro abilità nelle varie specialità.
La prima prova era una prova di volo puro, anche se non era molto importante, perché comunque cercavano cacciatori, e non un cercatore. In questa prova Ginny risultò decisamente la migliore agli occhi di tutti, con un’ottima tecnica di volo. Poi passarono al tiro a porta libera, e anche qui Ginny si dimostrò brava. Ebbe invece degli scarsi risultati nel gioco contro il portiere con solo un 2/10 di goal. Venne il turno del gioco uno contro uno, e la ragazza si dimostrò molto abile in attacco, sfruttando la sua agilità, ma più scarsa in difesa.
Alla fine di tutte le prove risultò quarta della classifica generale, anche se questa era solo indicativa. Spiccava come primo in classifica, con punteggi strabilianti, un quarto anno di nome Frank, seguito ad una certa distanza da un ragazzo del settimo, Eddie. Alla fine dei provini Harry invitò tutti i ragazzi a tornare nei dormitori
“Saprete della nostra scelta domattina, tramite un avviso in bacheca” disse prima di congedarli definitivamente, con un ultimo lungo sguardo per Ginny.
Una volta che si furono allontanati disse “Propongo di cambiarci senza fare la doccia, tanto non abbiamo fatto quasi niente, e poi continuare la riunione su un tavolo della sala comune, vicino al fuoco” Ron fu il più veloce a cambiarsi, e Harry lo mandò a prendere un tavolo per tutta la squadra con queste parole “Devi prendere il tavolo più vicino al fuoco, non me ne frega niente di chi c’è seduto. Tu dì loro che è una cosa importante, e che devono fare spazio per una riunione della squadra, se non funziona usa la tua autorità, o la forza! L’importante è che quando arrivo io tra cinque minuti con la squadra il posto sia libero”
“Non sarà un problema, visto poi che sono quasi le undici, magari c’è poca gente”
“Buona fortuna” gli disse dietro Harry, mentre si incamminava. Il resto della squadra si cambiò con maggiore calma, e pochi minuti dopo erano tutti pronti fuori dagli spogliatoi. Si incamminarono tutti e quattro, Harry davanti, parlando con Katie degli esami, e dietro i due battitori, silenziosi. Raggiunsero in fretta il portone, e si incamminarono verso le scale, raggiunsero il quadro della signora grassa ed entrarono.
La sala comune era mezza vuota, e Ron aveva occupato un tavolo vicinissimo al fuoco, con dei fogli e delle matite. Mentre aspettava aveva fatto una veloce partita a sparaschiocco con Hermione, che appena li vide entrare si alzò e salutò Harry. Poi si diresse verso le scale del suo dormitorio, e salì. I compagni di Harry si divisero, per andare a riporre nei dormitori le loro cose, e anche Harry, seguito da Ron, raggiunse il dormitorio. Sistemò la divisa e la scopa nell’armadio che divideva con l’amico, poi prese dal baule due barattoli, pieni uno di gelatine tutti i gusti+1, l’altro di caramelle mou.
Quando scesero trovarono gli altri già seduti attorno al tavolo, e si sedettero nei due posti lasciati liberi, proprio di fronte al fuoco.
“Vi ho portato qualche caramella” disse Harry, rovesciando i due barattoli sul tavolo “ci sono anche un po’ di fogli e una matita per uno. Adesso siamo qui per una decisione importante, si tratta di rifare quasi completamente il reparto dei cacciatori, non bisogna solo riempire un buco. Dalla scelta di stasera potrebbe anche dipendere la vittoria del campionato, proprio per questo vorrei che la scelta fosse il più democratica possibile. Ci sarà bisogno di un attacco presente, poiché Katie non potrà fare tutto da sola, e una difesa che semplifichi al massimo il compito di Ron”
“Tu chi proporresti di scegliere?” chiese la ragazza, rivolta a Harry.
Harry iniziò a scarabocchiare sul foglio, per allentare un po’ la tensione che le sue parole avevano creato, poi parlò “Io… non lo so bene; cioè, sono sicuro che dovremmo scegliere Frank, quel ragazzo ha classe da vendere” la sua affermazione fu accolta da un coro di approvazioni “Il dubbio si pone su chi sarà l’altro cacciatore” Harry prese una caramella.
“Secondo me è una dura lotta tra Eddie e Ginny” disse uno dei battitori, mentre l’altro annuiva
“Secondo me è ovvio che dovremmo scegliere Eddie” disse Ron
“Non so” disse Katie “Anche Ginny è molto brava, e non ha mai giocato come cacciatrice, probabilmente potrebbe ancora migliorare”
“Non voglio che mia sorella giochi!” disse Ron scaldandosi “È troppo pericoloso”
“Prova a spiegarlo a lei” ribatte Katie ridacchiando “Voglio vedere cosa ti risponde”
Ron stava per rispondere, sempre più arrabbiato, quando fu interrotto da Harry “Cerchiamo di non litigare, se scegliere tutti insieme significa scannarsi allora compierò io la scelta! Stai calmo, Ron, sulle questioni personali tue con tua sorella vi chiarite dopo. Inoltre devi anche tenere conto che Eddie è in parte una scelta in perdita; infatti significherebbe scegliere un giocatore che l’anno prossimo non ci sarà più, mentre Ginny ci sarà…”
“Tranquillo tu, che ho capito che vuoi che la tua ragazza giochi”
“NON è così, Ron! Sto solo mettendo in luce tutti i pro e i contro per ogni possibilità, per facilitare poi la scelta di tutti tra uno di loro due. Devi ammettere che nonostante tutto, sono più o meno allo stesso livello di esperienza, perché mi risulta che Eddie non abbia mai neanche fatto richiesta di entrare in squadra, negli anni passati. In quanto a Ginny, l’ho seguita personalmente in diversi allenamenti individuali, e ti posso assicurare che con qualcuno di più competente che la segua da vicino potrà migliorare di molto. In fin dei conti io non è che le ho potuto trasmettere una grande abilità da cacciatrice! Comunque, adesso lascerei un paio di minuti a tutti voi, per pensare, Frank lo abbiamo scelto, passati i due minuti mi dite chi consigliate voi. Io segno i nominativi e poi vediamo chi ha avuto più voti, in seguito possiamo eventualmente discutere ancora, se c’è qualcuno che proprio non è d’accordo”
Harry vide i compagni concentrarsi, alcuni con gli occhi chiusi, altri guardando il foglio. Osservò Ron, e lo vide soprappensiero, sul foglio gia scritto il nome. Gli si rivolse sottovoce “Sicuro della scelta? Hai ancora un po’ per pensarci!”
“Sono sicuro. Non voglio che le succeda niente” fu la pronta risposta di Ron
“Neanche io voglio che le succeda qualcosa, ma io preferirei che tu scegliessi in base alla sua abilità, e non a cosa le può succedere”
Ron restò in silenzio, e Harry guardò l’orologio. I due minuti erano ormai quasi passati
“Finito?” chiese rivolto agli amici, vedendoli alzare lo sguardo dal foglio, su cui avevano scritto un nome “Siete sicuri della scelta?” Tutti annuirono.
“Bene, iniziamo da Ron, chi hai scelto?”
“Io ho scelto Eddie”
Harry fece un segno sotto al nome del ragazzo, sul suo foglio poi continuò “Sloper?”
“Secondo me è meglio Ginny!”
Harry segnò sul foglio “Kirke?”
“Ginny!”
Un altro segno, la faccia di Ron si scuriva “Katie?”
“Secondo me Ginny!”
Terzo segno, Ron si rassegnò, sua sorella avrebbe giocato per votazione quasi unanime, chissà cosa avrebbe detto a sapere che solo suo fratello le aveva votato contro.
“È stata difficile, alla fine ho scelto la certezza, ma non è servito a niente. Eddie!”
Fece il segno, ma stava guardando Ron, che aveva cambiato espressione, e gli altri che lo guardavano interrogativi “Non volevo che le succedesse qualcosa, comunque non mi oppongo alla scelta, e spero che non lo faccia anche Ron!”
Il ragazzo emise uno strano suono, un borbottio.
“Bene”
Harry prese una penna e iniziò a scrivere l’avviso, in cui la squadra si congratulava con Ginny e Frank, per aver passato il provino. Concluse la riunione e mandò tutti a letto, dicendo che la mattina dopo alle dieci ci sarebbe stato un allenamento speciale. Chiese a Ron di raccogliere nei barattoli le caramelle avanzate, e di precederlo in dormitorio, Harry si avviò verso la bacheca, e fece apparire due puntine, con cui affisse il foglio.
Era quasi mezzanotte, quando Harry si avviò su per le scale, per raggiungere l’amico in dormitorio.
“Cosa facciamo?” chiese Ron
“Io propongo di andare a dormire, così domattina ci possiamo alzare presto, e portarci in pari con i compiti. Magari domani pomeriggio potremo avere qualche ora libera”
“Intendevo per Ginny. Non le piacerà che proprio che noi due abbiamo votato contro di lei!”
“Già… ma non lo deve per forza sapere! Basterà non dirglielo”
“Se non glie lo dici tu, o io, glie lo dirà qualcun altro”
“Allora è meglio se lo viene a sapere da noi! Senti qua” rispose Harry, concentrato su un piano “Noi domattina ci svegliamo presto, verso le sette, in modo da essere i primi. Scendiamo in sala comune e ci mettiamo a fare i compiti. Quando lei scenderà e leggerà il cartello è probabile che verrà a parlare con noi. Noi le diciamo subito del voto, e le spieghiamo che l’abbiamo fatto perché le vogliamo bene”
“E ti aspetti che questo cambi qualcosa?!”
“Bhe, la tranquillizzerà un poco, e magari per la fine dell’allenamento se ne sarà già dimenticata”
“E se non si calmasse?”
“La aduliamo, la coccolo un po’, e vedrai che si dimenticherà di tutto!”
“Pronto, signor rubacuori, è di mia sorella che stai parlando. Lei non dimentica per un paio di bacetti!”
“Va bhe, se non si calmerà improvviseremo. Adesso dormi, che domani mattina ti voglio sveglio per gli allenamenti, e poi ho in mente un bello scherzetto per i serpeverde. Lunedì mattina vedremo quanto riusciranno a stare svegli a lezione!” Harry ridacchiò, mentre si infilava a letto, si erano cambiati parlando “Riposa bene, che domani sarà una giornata stressante, in piedi dalle sette alle due almeno” disse Harry
“Buona notte anche a te” rispose Ron, sarcastico, prima di girarsi dall’altra parte. Harry ci mise un po’ di più ad addormentarsi, e quando prese sonno fece dei sogni veramente strani; di tutti uno in particolare gli rimase impresso in memoria.

Lui e Ron erano in sala comune a torso nudo, e introno tutti i grifondoro li guardavano, ridendo e indicandoli. Loro due sembravano davvero terrorizzati. Poco dopo arrivò Ginny, con una frusta in mano, e iniziò a fustigare Ron, pronunciando a ogni colpo una parola, mentre Ron urlava. Quando ebbe finito passò dietro a Harry, e fustigò pure lui, pronunciando altre parole. Harry sentiva un dolore fortissimo, mentre gli si aprivano dei tagli sulla schiena. Quando ebbe finito anche con lui, lasciò cadere la frusta, e corse via in mezzo ai grifondoro ridenti, gettando un ultima risata satanica.
“Guardami la schiena. Com’è conciata?” chiese Ron
Harry guardò stupito, poi si avvicinò e disse “Ci sono delle scritte!”
“Come delle scritte?”
“I tagli formano una scritta Coglione non sono più una bambinetta e ora so badare a me stessa” lesse Harry “E la mia schiena?” chiese
Ron guardò e disse “C’è scritto Brutto deficiente non cercare mai più di baciarmi quando sono incazzata. Ma cosa cazzo significa?” chiese
“Non lo so, ma adesso ricopriamoci!”
“Non possiamo, abbiamo lasciato tutti i vestiti nel dormitorio!”
“CAZZO. Torniamo su a prenderli”
E si lanciarono entrambi di corsa su per le scale, passando per la folla di grifondoro che continuavano a ridere senza smettere. Quando aprirono la porta del loro dormitorio videro Ginny in costume, sopra ad un letto, con una faccia dolce. Harry si scordò di tutto, e le si avvicinò per rappacificarsi, ma lei cambiò espressione, ed estrasse un coltellaccio. Disse “Bene, inizierò ad uccidere te, visto che ti sei fatto avanti!”, rise e si alzò, lanciandosi contro Harry.
“AAAAAHHHHHHHH!” urlò lui.

Nell’istante in cui i loro corpi si toccavano, Harry fu svegliato dagli scossoni di Ron.
“Cos’è successo, ti stavo per svegliare perché erano le sette passate, quando tu hai iniziato ad agitarti?!”
la voce di Ron lo raggiunse a fatica, ma poi lo svegliò completamente
“Niente” rispose Harry tranquillo, alzandosi e cominciando a vestirsi “Soltanto un sogno”
“Come l’anno scorso?” chiese Ron, spaventato
“NO, molto più normale; oddio, molto strano ma di sicuro Voldemort non c’entra!”
Aveva ormai finito di cambiarsi, così prese le robe dei compiti e scese, di fianco a Ron, fino alla sala comune. Presero posto ad un tavolo vicino al fuoco, e si misero a fare trasfigurazione, ma Harry era molto distratto. Alla quinta volta che Ron lo avvertiva che si stava sporcando una manica di inchiostro Harry depose la piuma.
“Sai, forse te lo dovrei raccontare, quel sogno. In due magari riusciamo a capirci qualcosa!”
“Dai, racconta” rispose Ron, felicissimo di evitare i compiti. Harry ripetè tutto il sogno all’amico, con abbondanza di particolari. Alla fine rimasero un po’ tutti e due in silenzio, pensando
“Certo che sei proprio cotto. Ti sogni mia sorella tutte le notti. Maniaco!”
“NOOO, e poi stavolta era anche vestita”
“Questo cosa significa?”
“Lascia stare va, non ho voglia di fare a pugni” Harry sentì dei passi, e vide Hermione e Ginny scendere insieme, fece l’occhiolino a Ron
“Come mai così mattinieri oggi?” chiese Ginny
“Compiti” rispose Harry, triste indicando le pergamene “E voi?”
“Lei” disse Hermione indicando con un cenno del capo l’altra ragazza “Era molto impaziente di sapere del suo provino!”
Harry si alzò prontamente, e seguito da Ron, raggiunse Ginny, a metà strada, verso la bacheca
“Vieni con me?!” disse abbracciandola, e costringendola dolcemente a sedersi su un divano. Ron e Hermione si sedettero su un altro divano, e osservarono la faccia di Harry sparire tra i capelli rossi di lei, mentre la baciava. Hermione era molto emozionata, e all’inizio neanche si accorse della mano di Ron che si infilava nella sua; appena se ne rese conto alzò gli occhi su di lui, e vide che la guardava. Ma distolse subito lo sguardo, e anzi ritirò anche la mano, vedendo che gli altri due si staccavano, rossi in faccia.
Ginny sembrava appagata mentre diceva “Immagino che fosse un modo per addolcirmi la pillola. Non ho superato i provini?”
“OH, invece si che li hai superati MA…”
“Perché ci deve sempre essere un ma?!” fece lei, sbuffando. Fu Harry a finire la frase iniziata dall’amico “siccome abbiamo fatto una votazione, e sei passata per tre contro due”
“E dov’è il problema?”
“Bhe, in verità niente, c’è solo una piccola cosetta” disse Ron “siamo stati noi a votare contro di te!” la sua voce si era affievolita mentre parlava.
“COSA! Devo aver capito male… ho sentito che mio fratello e il mio ragazzo hanno rifiutato di avermi in squadra”
“NOO” disse Harry stringendola a sé, anche se lei cercò di respingerlo, fredda “Nessuno ti ha respinto, noi abbiamo accettato la scelta della maggioranza, ma in parte avremmo preferito che tu ne restassi fuori, perché avevamo paura che ti facessi male”
Ginny era sbalordita
“Ti prego, di qualcosa, pensa che l’abbiamo fatto per il tuo bene”
Lei spintonò via Harry, che non se lo aspettava, e cadde a terra, poi guardò Hermione, che sembrava stupita. Harry si rialzò, mentre anche lei si alzava e gli si piazzava davanti. La sua reazione non fu peggio di quello che si erano immaginati. Iniziò a parlare ad alta voce
“Forse non ve ne siete accorti… si anche tu Harry” disse in risposta al gesto del ragazzo “ma non sono più una piccola bambinetta indifesa, e voi non avete sempre il compito di proteggermi. Comunque prima o poi entrerò nel mondo, e quel giorno voi non sarete lì a proteggermi. Dovete smetterla di preoccuparvi per me; me la so cavare da sola”
Harry provò a prenderla per le spalle, intenzionato ad abbracciarla, ma lei lo spinse di nuovo indietro
“E non provare ad usare la dolcezza. Con me non attacca!” detto questo corse su per le scale, piangendo dalla rabbia. Hermione stava per andarsene, ma Harry la fermò “Dille che oggi alle dieci c’è un allenamento… credi di riuscire a calmarla?”
“Si, credo di si. Era proprio incazzata, e non solo; l’avete delusa… se devo dire la verità avete deluso anche me! Comunque ci proverò”
“OK, grazie Hermione. È importante che lei venga, è il primo allenamento a squadra completa. Se ti va di venire anche te per un po’ a vederci… ci sono altri grifondoro che vengono a vedere il nostro allenamento?”
“Ci penserò” rispose lei, mentre si incamminava su per le scale.
“Andiamo a fare colazione!” disse Harry “Se aspettiamo ancora un po’ poi non riusciamo a digerire in tempo”
Così si incamminarono tutti e due verso il ritratto, e imboccando alcuni passaggi segreti raggiunsero in poco la sala grande. I tavoli erano già al loro posto, coperti dalla colazione, ma c’erano poche persone che mangiavano. Al tavolo di grifondoro c’era solo Frank, accompagnato da Katie. Andarono a sedersi di fronte a loro
“Pronti per l’allenamento?” chiese Harry.
Katie annuì, mentre l’altro disse “Si, capitano! Sempre pronto quando vuole lei!”
La ragazza ridacchiò, mentre Harry alzava la testa dal suo the “Prima di tutto” disse mostrandosi deciso, nonostante fosse veramente giù “non darmi del Lei. Mi fa schifo, mi fa sentire vecchio. Secondo chiamami ancora capitano e ti strego, costringendoti ad umiliarti davanti a tutti. Per te, come per tutti sono solo Harry”
Il ragazzo lo guardò ridacchiando, e disse “OK, cap… ehm Harry”
Katie invece si era incupita “Cosa c’è che non va?” evidentemente aveva colto la nota di infelicità nella sua voce “E non nascondermelo; si vede lontano un miglio che sei triste… e anche Ron!”
“Bhe, ecco…” ma poi si convinse a parlare “Ecco, noi abbiamo litigato con Ginny!”
“Ginny… non mi piace quella ragazza!”
La reazione dei due ragazzi fu immediata; Harry alzò su Frank uno sguardo pieno d’odio, Ron invece estrasse la bacchetta e, del tutto incurante della presenza dei professori, glie la puntò contro
“Dillo un’altra volta se c’hai il coraggio!”
“Io, bhe…io non volevo…”
“Lascia perdere” disse Katie, tranquillizzando Harry con lo sguardo, e abbassando la mano di Ron che reggeva la bacchetta “Sono molto tesi per questa litigata, normalmente non avrebbero reagito così; avrebbero capito che lo dicevi per cercare di farli felici” poi si rivolse a Harry “Cos’è successo, le avete raccontato della votazione?!”
“Già” rispose Harry, scotendo la testa, e riabbassando lo sguardo sulla sua tazza “E non l’ha presa per niente bene! Adesso Hermione a cercato di calmarla, ma probabilmente resterà incazzata almeno fino alla fine dell’allenamento!”
Tornarono tutti a concentrarsi ognuno sulla propria colazione, e dopo poco arrivarono Ginny e Hermione. Il tavolo ormai non era più vuoto, poiché oltre alla squadra al completo erano presenti tutti quei ragazzi che guardavano abitualmente il loro allenamento. Harry alzò la faccia a cercare di incrociare lo sguardo di Ginny, ma lei non lo stava guardando. Procedette verso l’estremità opposta della tavola, e si sedette per fare colazione. Harry tornò a concentrarsi sul the per finirlo. Passò ancora una ventina di minuti, poi Harry vinse la tristezza, e si alzò, prontamente imitato da Ron, Katie e Frank. Al vederli in piedi anche Sloper e Kirke si alzarono, e per ultima anche Ginny. Procedettero in gruppo verso la sala comune, salirono nei rispettivi dormitori a prendere le loro cose, e poi si ritrovarono nella sala comune. Ginny continuava ad avere la faccia scura, e la squadra si avviò in silenzio, seguendo l’esempio del capitano. Sembrava una processione funebre tanto tutti erano silenziosi e rispettosi.
Quando uscirono dal portone una lieve brezza accarezzò le loro facce, risvegliando Harry, che scambiò anche qualche parola con Ron. Attraversarono i prati ed entrarono negli spogliatoi. Dopo che si furono tutti cambiati negli spogliatoi separati, si ritrovarono tutti insieme all’ingresso in campo. Harry si girò verso il gruppo di giocatori, e annunciò “Oggi continuiamo ancora con il volo; facciamo almeno un ora e mezza. La restante mezz’oretta facciamo un po’ di gioco libero, giusto per riabituarci a volare con tutte le palle!”
Una voce proveniente dal gruppo lo raggiunse, e lui riconobbe subito la voce di Frank, chissà perché ma quel ragazzo gli stava proprio antipatico
“Che palle, le lezioni di volo le abbiamo già fatte in prima e seconda!”
“Già, ma una buona squadra di quidditch si basa, prima di tutto, sull’abilità di volare dei propri giocatori. Se tu volassi solo in linea retta, non combineresti un cazzo! In questo campionato ci troveremo ad affrontare avversari fisicamente molto superiori, come i serpeverde. Se uno dei loro cacciatori ti si avvicina ti disarciona come niente; vero Katie” la ragazza annuì, mentre tutti la guardavano “Comunque se tu preferisci non seguire sei liberissimo di prendere la pluffa e tirare; ricordati solo che serpeverde è la prima partita, e potresti farti veramente molto male!”
Frank sembrava spaventato da quelle parole, ma ribatté “E chi dice che tu sia capace di insegnarci a volare meglio”
“Lo dico io!” fece Ron, che sembrava ancora incazzato con il ragazzo, ma Harry lo zittì con un gesto
“Nessuno, semplicemente io sono attualmente il miglior cercatore della scuola… e lo sanno tutti che i cercatori sono i giocatori che volano meglio!”
Queste parole zittirono Frank, e la squadra entrò in campo, montando sulle scope. Iniziarono i soliti esercizi, intensificandoli mano a mano che l’allenamento andava avanti. Come ultima prova per quel giorno Harry preparò un percorso, che racchiudeva tutte le esercitazioni, e lungo quanto il campo, con diversi ostacoli animati magicamente. Chiamò attorno a sé la squadra, e spiegò loro come dovevano compiere il percorso. Per concludere disse queste parole “Dubito che per oggi nessuno di voi riuscirà a scendere sotto i due minuti. Sappiate che per la fine di questi allenamenti di volo dovrete riuscire tutti a stare sotto al minuto… logicamente quelli che so essere più abili a volare, dovranno dimostrare la loro superiore abilità” dicendo questo guardò Ginny, che fissava a terra, e in seguito Frank “Bene! Chi vuole cominciare?”
Stettero tutti zitti e immobili, e dopo un po’ si fece avanti Katie
“Brava, Katie; voi altri decidete tra di voi un ordine. Intanto io vado infondo al percorso. A turno, dopo Katie, aspettate il mio via e partite. Stopperò il cronometro quando toccherete le porte!”
Mentre andava in là Harry vide i cinque ragazzi che discutevano animatamente, mentre Katie si posizionava, pronta a partire, preparandosi al percorso. Quando fu arrivato in fondo vide che il gruppetto s’era sfaldato, e sembrava che a Katie sarebbero succeduti, nel ordine, Frank, Sloper, Ron, Kirke e Ginny. Diede il via, e seguì con lo sguardo Katie, sfrecciare per il primo tratto, aveva deciso che avrebbe lasciato loro finire il giro, e li avrebbe corretti una volta in fondo. La ragazza ebbe diversi problemi con alcuni ostacoli, e impiegò un tempo totale di due minuti e tredici secondi. Quando ebbe finito Harry si congratulò con lei, e le disse di fermarsi lì. Seguirono gli altri, che impiegarono tutti tempi più alti.
Frank impiegò due minuti e diciassette, seguiva Ron, a due minuti e ventitré, poi Kirke a due e trenta, e ultimo Sloper, a due e trentanove. Tutti avevano avuto tempi alti, non per mancanza di velocità, ma perché avevano avuto diversi problemi con gli ostacoli. Ora toccava a Ginny, che stava aspettando il via; partì abbastanza bene, e fece bene tutto il percorso. Toccò solo due ostacoli, e impiegò un tempo di un minuto e quarantanove. Tutta la squadra la accolse con un applauso, ma Harry iniziò subito a correggerla, come aveva fatto con gli altri “Bene, hai fatto un buon percorso, ma sei lenta; da te mi aspettavo qualcosa di meglio. Hai giocato da cercatore; la prossima volta vai più veloce, non aver paura. Puoi anche toccare di striscio un paio di ostacoli, ma devi procedere molto più veloce…”
“Ma stai un po’ zitto. Vorrei vedere te. Secondo me non riesci neanche a fare meglio del mio tempo, figuriamoci sotto al minuto” Ginny era esplosa
“OK, era una sfida? Perché guarda che l’accetto. Ti avverto che hai già perso” Harry, che era già sembrato abbastanza teso, scattò. Lanciò il cronometro a Ron e si avviò verso l’altra estremità del campo. Si guardò indietro; Ginny aveva una faccia a metà strada tra quella arrabbiata, che aveva anche prima, e una nuova, terrorizzata.
Dietro di lei riconobbe Katie e Ron, che avevano delle facce attonite; loro due erano gli unici a sapere veramente bene quanto era bravo Harry. Gli altri tre stavano parlano tra di loro, e Harry fu raggiunto dalla parola, scommessa, pronunciata dall’inconfondibile voce di Frank. Nessuno degli altri due però sembrava accettare. Dopo un po’ Ron si girò, e parlò un attimo col ragazzo. Poi si strinsero la mano, evidentemente Frank aveva voluto scommettere contro di lui, e anche una bella somma, a giudicare dagli sguardi colpiti degli altri.
Harry si sentì più sicuro, Ron si fidava di lui; ma qualcosa continuava a contorcerglisi dentro. Possibile che Ginny avesse veramente dubitato di lui, o forse aveva parlato sull’onda della rabbia che la accompagnava dalla mattina. Per lui era più importante l’opinione di Ginny, che non quella di tutta la squadra. Però le aveva visto in faccia anche un’espressione di terrore. Il percorso fino all’altra estremità del campo fu estremamente lungo, benché Harry procedesse ad andatura sostenuta.
Quando finalmente giunse di là, si mise in posizione; dopo un attimo sentì la voce di Ron dargli l’avviso della partenza. Scattò velocissimo in avanti, superando tutti gli ostacoli il più vicino possibile, in modo da mantenere una traiettoria il più rettilinea possibile, e una velocità altissima. Si esibì anche a tratti in un volo estremamente acrobatico e pericoloso. In questi momenti Ginny tremava, vedendolo magari sfrecciare a testa in giù, sfiorare ostacoli, rischiando quasi di cadere. Arrivò in fondo velocissimo, sporgendo la mano a toccare il palo della porta, deviando poi dalla sua traiettoria, che lo avrebbe portato a schiantarsi dritto in mezzo agli spalti.
Quando ebbe rallentato abbastanza tornò verso il gruppo
“Ecco un altro errore che avete fatto tutti, tranne Katie, rallentate troppo presto, dovete continuare veloce fino alla fine; il cronometro continua fino a quando non avete toccato”
“OK, ma è anche vero che tu hai una scopa più veloce” disse Frank
“Certo, questo è vero, ma è anche vero che una scopa veloce va saputa usare; nessuno di voi ha usato al massimo la sua scopa. Comunque non pretendo che voi facciate chissà cosa la prima volta. Oggi avete fatto dei buoni primi tempi, io vi ho solo dato dei consigli per cercare, col tempo, di migliorare!”
“Comunque tu chissà quante volte hai fatto questo percorso?!” disse Frank, che sembrava intenzionato a trovare tutti i modi per far vincere Ginny
“Quanto avete scommesso?” gli chiese Harry, con un sorriso
“Ehm… ma come fai a saperlo” Ron era arrossito
“Lo so e basta!”
“Abbiamo fatto cinquanta galeoni” rispose il ragazzo
“WOW. Comunque se vuoi possiamo aggiungere un minuto al mio tempo, in fin dei conti io sono un cercatore, e non pretendo che nessuno sia al mio livello. Non sarebbe una sfida leale.” Frank annuì “A questo punto mi sembra scorretto che tu abbia scommesso con Ron, lui ha il tempo, e può decidere di rifiutare se perderebbe…”
Frank si intristì perché pensava di perdere una buona scommessa; credeva di aver praticamente già vinto, ma annuì
“…Mi sostituisco io a Ron” continuò Harry “Cinquanta galeoni che il mio tempo più un minuto è meglio di quello di Ginny!”
Frank sembrava esitare a tendere la mano; alla fine strinse quella di Harry, dicendo “OK, ci sto”
“Bene, Ron, quanto ho fatto per tutto il percorso?”
“Trentacinque secondi!”
Ci furono un sacco di esclamazioni di stupore, e dei bisbigli
“Che schifo” disse Harry “È un tempo altissimo, avrei dovuto fare almeno venticinque… comunque per la scommessa significa un minuto e trentacinque, contro uno e quarantanove di Ginny… ti lascio una settimana per portarmi i soldi!” sorrise, mentre la squadra lo acclamava “Purtroppo abbiamo sforato il tempo massimo. Alle dodici e trenta inizia il pranzo, e noi abbiamo solo mezz’ora per fare tutti la doccia. Sbrigatevi, io smonto qua e vi raggiungo. Sussurrò un incantesimo, e poi seguì la sua squadra negli spogliatoi. Lui e Ron furono gli ultimi a fare la doccia. Mentre erano sotto i primi due Harry parlò, divertito, a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti
“Facciamo così, d’ora in poi anch’io faccio gli esercizi, cercando di raggiungere i tempi ottimali per me, e ogni volta che ci impiego troppo vi permetto di criticarmi. Comunque vi prenderete una buona rivincita quando giocheremo con la pluffa” poi aggiunse più serio “Comunque dovete capire che lo faccio per il vostro bene; così diventiamo ancora più forti, è da tre anni che non perdiamo, e non inizieremo proprio adesso! Anche perché se non vinciamo la coppa quest’anno i grifondoro ci scannano!” era tornato scherzoso.
Nel frattempo si stavano tutti cambiando, e lui e Ron si infilarono in doccia. Le due docce erano divise dal resto dello spogliatoio da una porta. Ad un certo punto qualcuno bussò. Harry e Ron si guardarono stupiti, poi parlarono “Avanti”
La porta si spalancò ed entrarono due ragazzi, con dei secchi pieni d’acqua gelida, e glie li rovesciarono addosso. I due cercarono di farsi schermo il più possibile con le mani, ma vennero comunque raggiunti dall’ondata di acqua. Sentirono gli altri tornati di là che ridevano, ad un certo punto sentirono gridare “Muovetevi, che vi stiamo aspettando; le ragazze sono già andate”
“Voi iniziate ad andare” disse Harry, che si stava sciacquando accuratamente i capelli, ormai lunghi quasi fino alle spalle “Noi ne avremo ancora per un po’ “
Nonostante ciò, quando cinque minuti dopo uscirono dalla doccia, li trovarono ancora lì, che li aspettavano. Allora si rivestirono velocemente, anche se alla fine dovettero tutti aspettare Harry, che aveva perso molto tempo ad asciugarsi almeno un po’ i capelli, e che si stava ancora infilando i jeans. Poi infilò la maglietta e le scarpe, ricoprendosi con la tunica.
Uscirono tutti insieme dagli spogliatoi, incamminandosi verso il castello a passo spedito, quasi correndo. A metà strada Harry, che marciava in testa, chiamo Frank, che gli si affiancò subito
“Per questa volta ti do un’altra possibilità, ma se dici ancora una volta qualcosa sulla mia ragazza niente riuscirà a fermare quello là, dopotutto è sua sorella!”
“Non sembra proprio che quella là sia la tua ragazza. A momenti non vi parlate neanche!”
“Fino a stamattina non riusciva a stare per più di due ore senza abbracciarmi; mi veniva a cercare negli intervalli. Comunque durerà ancora poco, spero, abbiamo solo fatto una litigatina sul quidditch. Ah, e non provare mai più a contraddirmi, a meno che tu non voglia essere umiliato… Hai visto cosa succede!”
“Eh già… quindi mi stai dando la possibilità di ricominciare” Harry annuì “E magari di riuscire anche a diventare tuo amico!”
“Già. A proposito dei soldi che mi devi…”
“Non preoccuparti, e come se fossero già in mano tua!”
“A dire il vero volevo dirti che potevi anche tenerteli, ma se proprio vuoi pagare, dalli a Ron, magari riesci a levarti dalla lista dei suoi nemici giurati” disse e scoppiò a ridere. Intanto erano arrivati a scuola, e salirono le scale di corsa, verso la loro sala comune. Lasciarono tutto lì, e scesero per pranzare, visto che gli altri alunni erano già in sala grande da diversi minuti.
Quando arrivarono e entrarono dalla porta della sala, tutti si voltarono a guardarli. I suoi amici al tavolo di grifondoro sembravano felici di vederlo; tutti tranne Ginny, che appena lo vide spostò la sua borsa sulla sedia libera, accanto a sé. Harry profondamente intristito si sedette, insieme a Ron, vicino ai suoi compagni di dormitorio. Gli altri si sedettero, unendosi alle conversazioni dei loro amici.
Anche Ron sembrava abbastanza felice; si riempì il piatto di un po’ di tutto, e si inserì subito nella discussione degli amici. Harry invece continuava a lanciare sguardi in direzione di Ginny, mangiucchiando ogni tanto qualche boccone di carne. Dopo che ebbe finito il secondo, e apparsero i dolci, anche lui si riprese un po’, e si unì alla discussione degli amici, che parlavano di come procurare una bella insonnia ai serpeverde per la mattina dopo.
“Io ho già in mente un bel piano, non è neanche tanto complesso, ma bisogna essere in pochi; probabilmente andremo soltanto io e Ron. Solo una cosa non è contemplata nel mio piano: per sapere se ha funzionato a tenerli svegli la notte bisogna che domattina abbiamo una qualsiasi lezione con almeno uno di loro. A dire il vero io voglio colpire principalmente Malfoy, e sarebbe inutile se domattina ci fosse pozioni. Nessuno di voi sa che materia abbiamo il lunedì mattina?”
“Mh, se non sbaglio c’è” disse Dean, controllando contemporaneamente l’orario “Già, mi ricordavo giusto. Purtroppo abbiamo due ore di difesa. Se l’effetto durasse più di due ore… poi abbiamo trasfigurazione”
“No! Io posso tenerli svegli anche tutta la notte, facendo casino fuori dalla sala comune. Ma se hanno due ore libere al mattino riusciranno sicuramente a riposarsi, se non in dormitorio in qualche altro posto! Cazzo era così bello come piano, forse potremmo metterlo in atto un altro giorno! Abbiamo mai trasfigurazione alla prima ora?”
“No”
“Allora potremmo ripiegare su incantesimi”
“Già”
“Si potrebbe”
Stavano continuando a progettare, spingendosi sempre più nel particolare, quando Katie si avvicinò a Harry, tirandolo via dagli amici con la scusa di dovergli dire una cosa privata. Quando furono in disparte gli mise in mano un foglietto, dicendo “Da Hermione” poi si allontanò, tornando verso il suo posto. Harry si riavvicinò agli amici, guardando in direzione di Hermione, e la vide alzargli il pollice in un gesto di vittoria. Poi guardò nel posto accanto a lei, ma non vide Ginny, e non la vedeva da nessuna parte. Si risedette, e agli amici che gli chiedevano cosa avesse voluto Katie rispondeva con dei semplici “niente”. Aprì il foglio e lo lesse

Sono riuscita a convincerla; ti aspetta all’una e mezza in sala comune, lei è già andata là. Non farla aspettare

Harry guardò l’orologio, era l’una e venti; aveva ancora il tempo di pianificare gli ultimi dettagli con gli amici. Passò di nascosto il foglio a Ron, facendogli segno di leggere, e ricominciò a parlare, tenendo d’occhio l’orologio. Allora intervenne Seamus, per la prima volta da quando avevano iniziato quel discorso
“Secondo me non dovreste!”
“E perché no, hai forse paura che i serpeverde ci facciano qualcosa! Non sapranno neanche chi è stato”
“No, certo, ma è rischioso, potrebbero scoprirvi, e togliervi un sacco di punti. Piton è sempre vigile”
“All’una?! Starà dormendo pure lui, poverino. E comunque se anche facessero dei turni proprio davanti alla sala comune di serpeverde non ci sgamerebbero. E poi se anche perdiamo un po’ di punti non è un problema, ultimamente abbiamo sempre vinto di misura sui serpeverde. E prima o poi troveremo il modo per far togliere punti anche a loro!”
“L’argomento è chiuso” disse Harry, sbrigativo “Sceglieremo poi la sera più adatta. Adesso io devo andare ad un appuntamento importante. Oggi pomeriggio facciamo i compiti insieme?”
Gli altri annuirono, e lui si alzò velocemente
“A dopo!”
Aveva meno di cinque minuti per raggiungere la sala comune. Ron lo vide allontanarsi, sistemandosi i capelli, che erano in uno stato pietoso dopo la doccia e la poca cura dovuta alla mancanza di tempo. A metà strada si accorse di essere in enorme ritardo, così prese a correre, per cercare di raggiungere Ginny prima che se ne andasse incazzata.
Arrivò al ritratto, affannato, e diede la parola d’ordine tra un respiro e l’altro, cercando di regolarizzare il fiato e di sembrare tranquillo. Si arrampicò per il passaggio che portava alla sala comune, e appena dentro vide Ginny, seduta su una poltrona vicina al fuoco, aveva lo sguardo basso. Harry le si avvicinò, e in quel momento senti più di tutte le altre volte quel giorno, la mancanza del caloroso abbraccio della ragazza. Si fece forza e si sedette in un divano, la vide alzare lo sguardo
“Sei in ritardo” disse indicando l’orologio appeso sopra al camino
“È vero, scusa. È solo che stavo finendo di parlare di una cosa con i miei amici”
“Così sono più importanti gli amici di me?!”
“No! Questo non è vero…”
“Allora perché ti sei trattenuto a parlare con loro?” la sua voce era abbastanza rabbiosa
“Non è come pensi…”
“Ah no!”
“No, stavamo parlando di una cosa, e sai com’è… abbiamo poca memoria, così ho aspettato che prendessimo una prima decisione, veloce! E dopo ho fatto l’impossibile per arrivare in orario”
Lo sguardo di Ginny era tornato basso, ma Harry non riusciva a smettere di fissarla. Passò quasi un minuto di silenzio, prima che Harry si decidesse a parlare di nuovo, a dire la cosa che avrebbe dovuto dire subito
“Ehm, senti… io…” lei rialzò lo sguardo, dai suoi occhi era sparita ogni traccia di rabbia, vi si leggeva solo tristezza. Harry era in difficoltà “… ecco, io, volevo dirti che…” perché diavolo gli era sembrato così facile da dire, quando ci aveva pensato prima “… cioè… io volevo chiederti…” perché continuava a guardarlo con quei suoi occhi, sembrava che dicessero: vieni qui, abbracciami e dimentichiamo tutto “…ehm insomma… scusa”
La ragazza fece un sorriso, probabilmente pensando a tutto il tempo che ci aveva messo Harry per dire una parola
“Penso che accetterò le tue scuse, ma mi devi promettere che d’ora in poi non farai più il mio fratello maggiore, per quello bastano e avanzano Ron, e tutti gli altri!” lo sguardo di Harry si era illuminato, e finalmente i loro occhi si incontrarono, lei sembrò vederlo veramente per la prima volta, con gli occhi finalmente allegri
“Ma come hai fatto a conciare così i tuoi bellissimi capelli?” dicendo questo si era alzata ed era andata a sedersi sulle sue gambe, e iniziò a cercare di sistemargli i capelli
“Sai com’è, il quidditch, la doccia, e poi sono dovuto correre a pranzo, non ho neanche avuto il tempo di pettinarmi”
“Sai, io ti preferisco così, al naturale… quando ti pettini assomigli terribilmente ad una ragazza, così invece sei fighissimo” mentre lo diceva le loro teste si avvicinavano sempre di più
“Non ti sembra di correre un po’ troppo? Ci siamo appena rimessi insieme!” ormai erano così vicini che Harry non vedeva altro che i suoi capelli rossi, e ci si perse con lo sguardo
“Perché, avevamo rotto?! E poi non ti sei fatto tutti questi problemi neanche l’altro giorno sul treno!”
“È vero, ma lì era diverso, adesso abbiamo appena passato una fase critica, e…”
Le altre parole gli morirono in gola, bloccate da un travolgente bacio di Ginny, che lo costrinse a sdraiarsi sul divano. Quando si staccarono Harry disse “Devo ancora dirti una cosa, è molto importante!”
Lei si tirò su di scatto, irritata “Cosa?”
“Ecco, vedi volevo scusarmi anche per l’allenamento”
“Ah, era quello” il suo sguardo tornò dolce “Non è un problema, non me l’ero neanche presa, ero solo incazzata; se fossi stata lucida non ti avrei mai sfidato, so quanto voli bene, anche se non credevo che fossi così pazzo, mi hai messo una paura…”
“Scusa, Gin”
“… bhe, nonostante tutto devo ammettere che eri proprio bello mentre sfrecciavi su quella scopa, con i capelli al vento”
Tornarono ad abbracciarsi e a baciarsi passionalmente; a metà di un bacio Harry sentì un rumore di passi, e riuscì a vedere dei piedi che uscivano dal passaggio, ma Ginny non accennava a smettere. Dopo un po’ vide tre paia di piedi avvicinarsi
“Ehm, scusa Ginny…” smisero di baciarsi, e entrambi alzarono lo sguardo seccati, restando abbracciati, era stato Ron a parlare “… Potresti lasciarlo un po’ anche a noi; dovremmo fare i compiti e siamo pieni?!”
“OK, solo se mi fate sedere con voi?”
“Nessun problema, ma tu non devi fare i compiti?”
“Già fatti” e dopo questa risposta diede un ultimo bacio ad Harry, prima che lui andasse in dormitorio con gli amici a prendere i compiti, poi si sedette ad un tavolo, aspettandoli
“Vi siete rappacificati, neh”
“Perché, non si notava, sembrava forse che stessimo facendo un incontro di lotta?!”
Scoppiarono tutti a ridere, poi Ron disse “Adesso basta! Dobbiamo stare seri! Dobbiamo fare pozioni, trasfigurazione e incantesimi”
Passarono tutto il pomeriggio sui libri, tranne che per una breve pausa, durante la quale fecero un salto nelle cucine, e presero qualche dolce per far merenda. Avevano cercato di convincere Hermione a farli copiare, o almeno a correggere i loro compiti, ma lei si scusò dicendo che non li aveva ancora fatti. Disse che era stata molto impegnata, e che avrebbe lavorato dopo cena, e quindi dovettero fare tutto da soli.
Quando finirono erano ormai le sette, ed ebbero solo il tempo per una veloce partita a carte, prima di scendere a cena, decisamente stufi di compiti. Dopo cena il professor Silente prese la parola
“Sono felice di avvisarvi che domattina arriverà il vostro professore di difesa contro le arti oscure, appena in tempo per svolgere le prime ore della giornata”
Tutto il tavolo dei grifondoro esplose in esclamazioni di insofferenza. Mentre si alzavano, per tornare nella sala comune, Harry raggiunse Ron, Seamus e Dean e disse sottovoce “Stanotte!”
Gli altri annuirono, tranne Seamus
“Sicuri di volerlo fare… se vi sgameranno ricordatevi che io vi avevo avvertito!”
“Comunque” intervenne Dean “Cosa avete intenzione di fare, più di preciso?”
“Semplicemente andiamo davanti alla loro sala comune, verso l’una, e piazziamo qualche scherzetto magico, di quelli belli rumorosi, li facciamo partire e poi scappiamo via!”
“Decisamente semplice, ma” obbiettò sempre Seamus “sicuramente loro andranno a chiamare Piton, che li disinnescherà”
“Prima di tutto” gli rispose Ron “li deve individuare, li nasconderemo molto bene. E poi se anche li trova pensi che sia una cazzata disinnescarli, sono protetti dalla maggior parte degli incantesimi” Ron mostrò loro un pacchettino delle dimensioni di una scatola di fiammiferi “Questo da solo fa un baccano pazzesco”
“Lo tieni sempre in tasca?”
“Ci sono affezionato! Ha una durata regolabile, e può essere recuperato e riempito di nuovo di polvere”
“Come cazzo avete fatto ad averli?”
“Sai com’è, quando hai le conoscenze e le parentele giuste, tutto è possibile!”
“Quanti ne mettete?”
“Almeno cinque, e regoliamo l’ora in modo che smettano domattina alle sette”
“Troppo forte! Speriamo che il professore di difesa sia severo, così che li punisca tutti, o per il ritardo, o perché si addormentano durante la sua prima lezione! Ti immagini quanti punti gli toglie se si addormentano tutti”
Parlando erano arrivati in sala comune, e presero posto all’ultimo tavolo libero, mettendosi a giocare a scacchi. Subito Ginny si avvicinò a loro, intenzionata a sedersi a fianco di Harry. Dopo che li ebbe salutati tutti Ron le chiese “Dov’è Hermione?”
“È là a fare i compiti!”
“Ah, allora non l’aveva detto solo per non farci copiare!”
“No, ha passato tutta la giornata, o con me, o a parlare con sua sorella” diede un bacio a Harry “Io ora vado a letto, sono stanchissima, buona notte”
“Buonanotte”
“ ‘Notte”
“ ‘Notte”
Quando Ginny si fu allontanata
“Bene, ora non ci resta che aspettare, verso mezzanotte andiamo in dormitorio, e ci prepariamo bene; mezzanotte e mezza iniziamo a scendere verso la sala comune di serpeverde”
E ripresero a giocare a scacchi; verso mezzanotte meno venti non c’era più nessuno sveglio, così decisero di anticipare l’azione. Ron salì in dormitorio, a prendere i botti, il mantello dell’invisibilità, la mappa del malandrino e il necessario per attivare i petardi. Seamus e Dean furono molto colpiti dal mantello, ma dopo che Ron ebbe loro mostrato la mappa, non riuscirono più a staccarle gli occhi di dosso
“Tutto quello che gira a Hogwarts passa prima o poi per le tue mani, neh!”
“No! Il mantello l’ho ereditato da mio padre, e anche la mappa era sua, ma l’ho ottenuta tramite Fred e George! Un giorno o l’altro vi spiegherò tutta la storia per bene”
“Vabbè, praticamente c’hai tutto quello che serve per muoversi di nascosto”
“Già!”
Harry si infilò in tasca tre dei pacchettini, e, presa in mano la mappa, si gettò addosso il mantello. Ron lo seguì sotto, e sparirono entrambi alla vista degli amici
“Buona fortuna” sussurrò Dean, mentre il quadro si richiudeva.
Harry camminava con il naso incollato alla mappa, mentre Ron ogni tanto accendeva la bacchetta, quando era sicuro che nessuno li potesse vedere. L’unico imprevisto avvenne quando passarono dall’ingresso, improvvisamente attorno a loro si materializzarono alcuni elfi domestici, intenti a fare le pulizie. Harry e Ron si presero un bello spavento, ma si appiattirono subito al muro, continuando a camminare lentamente di lato.
Erano quasi arrivati alla scalinata che portava ai sotterranei, quando Ron pestò una zona di pavimento che scricchiolò. Istintivamente i due ragazzi si immobilizzarono, trattenendo il fiato. Gli elfi diedero solo qualche occhiata nella loro direzione, ma poi continuarono a pulire. Quando furono silenziosamente arrivati fino a metà scalinata, fecero entrambi un sospiro, pensando al pericolo scampato. Dopo Ron, che aveva già recuperato il suo buonumore, disse “Non siamo ancora stati in cucina, quest’anno!”
“Già, potremmo fare un salto domani”
“No! Meglio non stressarli subito, avremo bisogno di grandi quantità di cibo per le feste, quando vinceremo le partite!”
Parlando così erano arrivati al quadro che sapevano nascondere i dormitori dei serpeverde. Harry controllò un ultima volta la mappa, per assicurarsi che non ci fosse nessuno in zona, e che nessuno si stesse avvicinando, poi uscì da sotto il mantello, seguito da Ron.
Per prima cosa trovarono sei posti ben nascosti, fessure tra i mattoni, buchi nella pavimentazione, uno lo misero addirittura nascosto sul baraccio di una torcia. Nascosti tutti bene Harry controllo ancora la mappa, e poi aiutò Ron a attaccare una miccia per ogn’uno, bella lunga. Quando le ebbero messe tutte e sei le riunirono vicino ad una parete, con una lunghezza tale da partire circa un minuto dopo l’accensione.
Si nascosero di nuovo sotto al mantello, e poi Ron estrasse la bacchetta “Incendio” mormorò, e le micce presero fuoco. Si incamminarono verso le scale a buon passo, in modo di essere già ad una bella distanza quando sarebbero partiti. Mentre stavano attraversando la sala grande sentirono un botto enorme, e poi altri colpi, più veloci, alcuni acuti, altri talmente bassi e forti da far tremare le pareti.
I due ragazzi si misero a sghignazzare, e accelerarono il passo, mentre Harry guardava l’ora
“Mezzanotte e mezza! Sbrighiamoci, se no domattina non ci svegliamo più”
Quando raggiunsero il quadro e entrarono nella sala comune, togliendosi il mantello videro solo Dean e Seamus, seduti ad un tavolo. Seamus aveva la testa appoggiata al tavolino, e sonnecchiava. Appena vide i due amici comparire dal nulla Dean, che sembrava altrettanto intontito, si riscosse, e diede uno scrollane al compagno, che sollevò la testa contrariato
“Perché mi hai svegliato? dormivo così bene!”
“Bhe” disse Harry “Se vuoi dormire veramente bene ti conviene metterti a letto”
al suono della sua voce Seamus si risvegliò completamente
“Ah, siete tornati, ora possiamo andare a letto!”
“Certo, Seamus” gli rispose Dean, poi si rivolse agli altri due “Allora, com’è andata?”
“Benissimo, i fuochi sono partiti, e fanno un baccano della madonna! Li abbiamo nascosti benissimo! Ora andiamo a dormire, che se no domani ci bacchiamo anche noi una punizione!”
Salirono insieme verso il dormitorio, mentre Ron raccontava agli altri due tutta l’avventura, nei minimi particolari. Intanto Harry stava pensando ad altro, e soprappensiero inciampò su uno scalino; per fortuna che era davanti, così gli amici lo riuscirono ad afferrare, prima che rotolasse giù dalle scale.
“Che c’è, Harry?”
“Niente… niente… stavo solo pensando ad altro!” rispose per rassicurare gli amici “Niente di importante!”
Arrivarono in dormitorio e si cambiarono, infilandosi nei letti. Neville dormiva già, sentivano il suo russare, e così non poterono parlare, e si misero a dormire subito, augurandosi una buona notte. Harry si addormentò quasi subito, spossato per la giornata faticosa e la litigata con Ginny, ma felice di essere riuscito a rappacificarsi con la ragazza.

Stava sognando di giocare a scacchi con Ron, si trovavano in sala comune, e attorno a loro c’era un silenzio surreale e un oscurità molto accentuata. Harry guardava la scacchiera, osservando la mossa che Ron stava compiendo, e subito dopo ebbe un tremito, Ron aveva scoperto il re
“Torre in E1… scacco matto” disse Harry, con voce vittoriosa, alzandosi. In quel momento però si portò le mani davanti alla faccia, escludendo dalla vista l’avversario. Gli venne un colpo, le sue mani erano bianche, e particolarmente allungate, rabbrividì mentre spostava le mani. Esaminò velocemente l’uomo seduto al di là del tavolino, e si accorse che non era Ron. Si guardò intorno, e vide che il luogo era cambiato, lo sguardo gli cadde sul tavolo, e non c’era nessuna scacchiera. Harry era spaventatissimo. L’uomo gli rivolse la parola “Tutti gli uomini sono ai posti assegnati, Mio Signore”
“Bene, Lestrange” disse la voce fredda che Harry ben conosceva “ti sei assicurato che i miei ordini siano stati comunicati a tutti?”
“Certo, Mio Signore, nessun prigioniero, nessuno deve sopravvivere! I negozi devono essere razziati e distrutti e le abitazioni bruciate!”
“Ottimo, per quanto riguarda l’ora e la modalità di attacco?”
“Il momento esatto sarà comunicato da me, con il lancio di un razzo luminoso. Ai mangiamorte è stato ordinato di attaccare silenziosamente e dalle ombre, in modo da cogliere il più possibile delle persone di sorpresa! Solo non so quante possibilità ci sono di prendere di nascosto anche gli auror, sono pochi, ma molto vigili!”
“Stai tranquillo, Lestrange, se il mio piano funziona come deve, dovranno ritirarsi, o moriranno, sconfitti dalla nostra superiorità numerica”
Harry si avvicinò alla finestra, guardando fuori, e vide una strada buia, il palazzo di fronte sembrava in condizioni disastrose, e dal numero di palazzine sembrava che si trovassero alla periferia di qualche città.
Subito dopo si girò verso un armadio, e andò a specchiarsi.

Appena vide l’immagine riflessa dallo specchio Harry si svegliò, ritrovandosi nel suo letto a Hogwarts. Mezzo addormentato com’era non si rese veramente conto di quello che aveva sognato e, dopo essersi alzato a bere un bicchiere d’acqua, si riaddormentò di colpo, sprofondando in una fase di sonno completamente priva di sogni.
Quando si svegliò il mattino dopo si ricordava ancora perfettamente del sogno, in tutti i suoi minimi particolari. Si vestì ma, siccome era presto, non scese in sala grande, limitandosi a sedersi su una poltrona nella loro sala comune. Dopo pochi minuti scese anche Hermione, che però non aveva la faccia di qualcuno che si è appena svegliato, al contrario pareva particolarmente vispa, e si sedette a fianco di Harry
“Cos’hai, sembri molto serio, oggi?”
“Devo dirvi una cosa importante e molto seria!”
“Forza, parla”
“No, aspetta, devo parlarne anche a Ron, aspetta che vado su a svegliarlo, così poi andiamo a fare colazione e possiamo parlare tranquillamente”
“Non è un po’ presto per fare colazione?”
“Forse si, ma così nessuno ci ascolterà, se questa notizia divenisse di dominio pubblico si diffonderebbe il panico”
“Ginny?”
“È meglio se non sente, aspettami qui!”
Harry si incamminò su per le scale e in un attimo raggiunse il dormitorio. Le tende del letto di Ron erano tirate, e lui si avvicinò al buio, fino a raggiungerle e aprirle, intenzionato a svegliare Ron. Ma Ron non c’era, Harry si guardò in torno, e vide il pigiama dell’amico, appoggiato sulla sedia su cui la sera prima si trovavano i vestiti. Frugò lì intorno, in cerca di qualche indizio che gli facesse capire dove avrebbe potuto essere Ron, ma non trovando niente si accontentò dell’assenza dei vestiti, e scese, tornando da Hermione.
“Ron non è in dormitorio” disse appena la raggiunse “si è cambiato, perché c’era il pigiama. Deve essere uscito prima di me”
“Magari si è svegliato presto ed è già sceso a far colazione. Proviamo ad andare in sala grande, magari è lì”
“Speriamo, altrimenti non saprei proprio dove cercarlo”
Dicendo così si erano incamminati attraverso il passaggio. Dopo cinque minuti di camminata tranquilla raggiunsero la sala grande e guardarono dentro. Harry individuò subito due figure, sedute ad un tavolo. Erano in una zona abbastanza scura, e si distinguevano solo i capelli lunghi di una che sembrava una ragazza. Harry e Hermione si guardarono in faccia e decisero di entrare.
Nonostante i loro passi rimbombassero nella sala vuota i due non si voltarono, e quando furono a meno di cinque metri Harry riconobbe i capelli rosso fiamma dell’amico, abbracciato ad una ragazza mora, che gli sembrava di aver già visto.
Hermione si schiarì la voce, sembrava irritata, forse era stato il fatto di essere ignorata. Quando Ron si girò, tirandosi dietro la ragazza, ancora abbracciata, Harry la riconobbe, era una tassorosso del quinto anno, che gli sembrava di aver sentito chiamare Gwen. La ragazza non sembrò per niente imbarazzata, ma si alzò e li salutò
“Ciao, io sono Gwendaline, voi dovete essere gli amici di Ron”
“Si, io sono Harry” il ragazzo guardò Hermione, e lei disse “Hermione”
“Ehm… piacere di averti conosciuto, Gwendaline…”
“Chiamami Gwen” disse lei con un sorriso “Gli amici di Ron sono anche amici miei”
“OK, Gwen, dovremmo parlare in privato con Ron, ti dispiace?”
“No, fa niente, tanto dovevo proprio andare via, devo ripassare per una verifica, ciao”
Diede un bacio a Ron, e poi si allontanò verso il corridoio. Harry si sedette di fianco a Ron, ed entrambi si misero a fare colazione con il loro the. Hermione invece si sedette dall’altra parte del tavolo, imbronciata e con le braccia incrociate
“Simpatica la ragazza… e anche niente male”
“Già”
“Ma come l’hai conosciuta?”
“Stamattina, sono sceso e c’era qui lei, tutta sola e triste. Mi sono fatto forza e mi sono seduto da lei. Abbiamo iniziato a parlare, e sono riuscito a tirarla un po’ su…”
“Ma non ti vergogni a fartela con una che avrà si e no quattordici anni” Hermione sembrava incazzata
“Hermione, guarda che ne ha quindici!” disse Harry
Hermione sembrava stupita e continuava a guardare dall’uno all’altro. Ora anche Ron aveva una strana faccia
“Come fai a saperlo?”
“La conosco di vista e so che frequenta il quinto anno, è di tassorosso, vero?”
“Già”
“E come fa di cognome?” chiese Hermione, sembrava rassegnata, anche se i suoi occhi emanavano ancora rabbia
“Ma cosa te ne frega”
“Mi interessa, va bene?!”
“Si chiama Galbignani. Mi ha detto che i suoi bisnonni sono venuti dall’Italia. Ora spiegatemi perché mi cercavate”
“Harry ci deve dire una cosa importante”
“Già, ed è meglio che nessuno la sappia, aspettiamo che la notizia venga diffusa con altri mezzi” detto così Harry raccontò loro del suo sogno
“Ma… vuoi dire che Tu-Sai-Chi ha attaccato Diagon Alley”
“Credo proprio di si! Però non ne sono certo, anche per questo preferirei che non si sapesse”
“Secondo te gli auror sono stati presi di sorpresa?”
“Non credo, però Voldemort sembrava molto certo della vittoria”
“Non potrebbe essere stato un normale sogno?”
“Che… ma sei pazza?!” Ron sembrava scioccato
“Bhe…” Harry cercò di calmare l’amico “…Potrebbe anche essere, se è successo veramente è probabile che ci sia qualche notizia sulla gazzetta, o che il preside ci dica qualcosa”
Seguì qualche attimo di silenzio, durante i quali anche Hermione iniziò a fare colazione
“Chissà che tensione si creerà quando questa notizia sarà confermata!” disse Harry
“Già, e a scuola neanche tanto, qui tutti hanno ancora fiducia in Silente, ma fuori tutti tremeranno all’idea di cadere vittime di un attacco come questo”
“Si… comunque anche a scuola si creerà un bel po’ di panico, in fin dei conti in questo attentato saranno morti alcuni dei genitori di studenti… tutti temeranno per i loro genitori…” disse Hermione
“Bhe… non per apparire insensibile… però vi ricordo che ci saremmo già dovuti aspettare qualcosa del genere… in fondo sono stati buoni molto a lungo” Harry abbassò lo sguardo sulla tazza, mentre parlava. Quando finì la frase un silenzio di morte si abbatté sulla sala. Dopo pochi minuti si sentì la voce di Hermione, roca, che aveva ormai perso ogni traccia di rabbia e di gioia, e vibrava di amarezza e di tristezza
“Secondo voi quale potrebbe essere il prossimo obbiettivo?”
“Io sono dell’idea che questi primi attacchi puntino a seminare il panico. Se no perché avrebbe preso come obbiettivo Diagon Alley, che non ha utilità strategiche?”
“Magari vuole impadronirsi del denaro della Gringott…”
“Ne dubito! Quella banca è molto sicura, probabilmente neanche Voi-Sapete-Chi in persona riuscirebbe ad arrivare alle camere blindate!”
“Può essere, comunque io mi fido dei folletti, anche perché credo sia impensabile ritirare tutto il contenuto della mia blindata! Secondo me il suo prossimo obbiettivo importante sarà la Londra babbana, dove potrà seminare il panico. Poi può essere che passi ad altri obbiettivi”
“Credete che proverà a colpire Hogwarts?” Chiese Ron
“Mhhh… è abbastanza probabile che sia uno dei suoi obbiettivi principali… insieme al ministero”
“Secondo dovremmo aspettarci anche un attacco al S. Mungo, probabilmente il ministero ha fortificato le difese” dopo queste ultime parole sprofondarono di nuovo nella tristezza, manifestandola con un lungo silenzio.
Passarono alcuni minuti prima che qualcosa rompesse il silenzio. Un acuto stridio annunciò l’arrivo di un gufo, che si posò di fronte ad Hermione, porgendole la zampa che reggeva il giornale. Dopo che lei ebbe preso il quotidiano il gufo porse l’altra zampa, munita di borsellino, per ricevere i soldi. Hermione si frugò nelle tasche e brontolò un’imprecazione
“Non è che avreste da prestarmi sette zellini, sono scesa senza soldi”
Ron scosse la testa, Harry invece si frugò nelle tasche, e dopo un attimo estrasse le monete, porgendole ad Hermione. Lei pagò, e poi alzò il giornale, aprendolo, e i due ragazzi riuscirono a vedere la prima pagina. Un’enorme immagine riempiva la metà in altro a sinistra della pagina, raffigurando delle abitazioni distrutte, con delle persone che frugavano tra le macerie. Il titolo recitava: Attacco notturno a Diagon Alley, centinaia tra morti e dispersi.
Harry riuscì a leggere le prime righe “I pochi auror presenti questa notte a Diagon Alley non sono riusciti a tenere testa all’attacco di massa dei mangiamorte, ma si sono battuti fino all’ultimo respiro, rifiutando di consegnarsi, e permettendo con la loro eroica azione la fuga di 23 persone, di cui alcune gravemente ferite, e tutte ricoverate al S. Mungo. I 37 auror resteranno nei ricordi di tutti come degli eroi. Domani si terrà una cerimonia al ministero durante la quale verrà loro assegnato l’Ordine di Merlino Prima Classe alla memoria. Siete tutti invitati…” prima che Hermione abbassasse il giornale, bianca in faccia
“Ron… c’è qualcosa che dovresti sapere! Hai visto la prima pagina?”
“Si, ci ho dato un occhiata…”
“Hai letto degli auror”
“Già… saranno pure degli eroi, però chissà come staranno le loro famiglie?!”
“Penso che lo sapremo presto”
Harry alzò lo sguardo, che aveva tenuto basso fino ad allora “Vuoi dire che è morto qualcuno che ha parenti ad Hogwarts?”
“Già, e credo che a Ron dispiacerà un bel po’ “
“Sentiamo chi è morto… sono pronto”
“Nella lista degli auror sono segnati anche i coniugi Charles e Katherine Galbignani, non è un cognome molto comune, dici che sono suoi parenti?”
“Non so… spero di no… vado a cercarla, spero di poterla consolare almeno un po’, speriamo che vada tutto bene” Ron si alzò e se ne andò
“Che facciamo?”
“Secondo me dovremmo tornare in sala comune!”
“Andiamo”
Detto così si incamminarono e giunsero nella sala comune, incontrando per la strada diversi ragazzi, tutti felici. Quando arrivarono si sedettero su due poltrone, guardando i ragazzi che scendevano a gruppi, allegri, e vedendo a tratti rientrare dei gruppetti con l’aria intristita. Dopo un po’ scese Ginny, con un gruppo di compagne del quinto anno. Appena vide Harry si allontanò e gli si avvicinò, baciandolo
“Vieni a fare colazione con me?”
“No… mi dispiace, ma ho già fatto colazione e non sono dell’umore giusto. Vai con i tuoi amici, divertiti finche puoi” e la salutò con un breve bacio sulle labbra. Lei si allontanò, rientrando nel gruppo di amiche, che erano sembrate molto gelose dei loro baci, e insieme uscirono dal ritratto. Passarono appena pochi minuti prima che il passaggio si aprisse di nuovo, e vi facessero la comparsa i capelli rossi di Ginny. La ragazza sembrava disperata, e appena vide Harry, seduto ancora nello stesso posto, immobile, si gettò tra le sue braccia, cercando conforto e una spalla su cui piangere. Appena la vide in questo stato fiondarsi verso di lui, Harry non oppose resistenza, e la avvolse tra le sue braccia, cercando di consolarla. Ginny stava cercando di parlare tra i singhiozzi
“…E’ … è terribile… hai visto cos’è successo”
“ho visto, Ginny … ho visto… ora tranquillizzati, è successo” continuava a coccolarla, mentre parlava, e anche a lui scese qualche lacrima, ma finalmente ottenne l’effetto desiderato e pian piano lei smise di singhiozzare
“Per fortuna non ho mangiato niente, sto già abbastanza male così, potrebbero anche mettere immagini un po’ meno cruente”
“Effettivamente sono abbastanza crude, ma a me sembra giusto così” Harry sostenne facilmente gli sguardi stupiti delle due ragazze “È giusto che tutti sappiano a cosa si va incontro, solo così può aumentare l’avversione verso quei bastardi che compiono questi massacri” Harry smise di parlare e tornò ad abbracciare Ginny, ancora seduta sulle sue gambe, mentre Hermione si rimetteva a leggere
“Poi ci fai dare un occhiata anche a me, al giornale?”
“OK, adesso mentre scendiamo per andare a lezione. Ci conviene muoverci” disse Hermione, alzandosi.
“Io devo andare, Gin” disse Harry, facendo alzare la ragazza, e alzandosi a sua volta “tu non hai lezione?”
“Si, avrei storia della magia, ma credo che bigerò”
Hermione stava per intervenire, ma si fermò allo sguardo di Harry
“OK” Harry e Hermione salutarono e si allontanarono verso l’aula di difesa
“Perché mi hai impedito di parlare?”
“Per diversi motivi. Primo: devi capire che adesso lei è scioccata, la cosa migliore è assecondarla. Secondo: devi smetterla di farti gli affari degli altri, se vuole bigiare sono cazzi suoi. Terzo: storia della magia è una materia che merita di essere saltata; in fondo è meglio fare magari i compiti piuttosto che stare là a sonnecchiare…”
“Si, ma quest’anno è importante per lei, se non segue rischia di non passare gli esami…”
“E allora… non c’è nessun problema, non sarebbe la prima e non sarà l’ultima”
Tacquero entrambi per qualche altro minuto, prima che a Harry venisse in mente il modo per zittirla
“Dimmi solo una cosa, quanti siete del sesto anno a fare storia della magia?”
La faccia di Hermione divenne bianca e disse qualcosa con una vocina piccola piccola
“Scusa, non ho capito cos’hai detto?”
“Dieci… e comunque questo non è un buon motivo per invogliare i più giovani a bigiare”
“Bha, ognuno ha le sue idee… comunque immagino che oggi ti metterai al primo banco per metterti subito in mostra con il nuovo professore?”
“Hai qualcosa in contrario?”
Parlando così erano arrivati davanti all’aula, la porta era ancora chiusa, così Harry afferrò il giornale e si andò ad appoggiare contro il muro, a leggere. Poco dopo venne raggiunto da Seamus e da Dean e, un attimo prima del suono della campana, arrivò anche Ron. Dopo il suono non arrivò nessun professore e la porta rimase chiusa, allora Harry iniziò a parlare con gli amici
“Wow, chissà che professore è… è già in ritardo alla prima lezione”
“Bhe, magari non è ancora arrivato, d’altronde non potendosi materializzare…”
“A proposito a dire il vero non c’entra niente, però potrebbe interessarvi e poi finisce che me lo dimentico. Ho letto sul giornale che il ministero ha istituito…”
Harry venne interrotto dal cigolio della porta che si apriva. Loro, essendo i più vicini, misero dentro la testa, ma non videro nessuno. Decisero comunque di entrare, seguiti dal resto della classe, e si andarono a sedere nei posti che occupavano durante tutte le lezioni, quelli dell’ultima fila.
Appena si furono seduti tutti la porta della classe si chiuse, e un lieve pop preannunciò la comparsa di un giovane, di venticinque anni al massimo, con i capelli biondi, sorretti da del gel. Indossava una veste azzurra, mezza slacciata, che lasciava scoperti un paio di larghi jeans stracciati e una camicia stropicciata, che gli davano un aria trasandata. La sua comparsa lasciò tutta la classe a bocca aperta
“Ciao”
“Salve professore”
“Bene, io sono Benjamin Burke e sarò il vostro professore di difesa contro le arti oscure per i prossimi due anni. Se vi può interessare io sono un auror, nonostante sia solo cinque anni che ho lasciato questa scuola. Se non sbaglio voi siete i grifondoro e i serpeverde del sesto anno, giusto?”
“Si professore”
“Per favore, non chiamatemi professore, io voglio essere vostro amico, chiamatemi Ben. Niente cognomi e niente Lei, mi fanno sentire vecchio”
Detto questo il professore fece l’appello, lanciando occhiatacce ai serpeverde, che sembravano decisamente poco lucidi e molti dei quali tenevano la testa appoggiata sul banco
“Allora, mi hanno detto che questa classe ha una buona preparazione, nonostante abbiate avuto un professore nuovo ogni anno. Ho esaminato gli esiti degli esami e ho notato con piacere che molti di voi sono passati con voti superiori a O”
Un mormorio imbarazzato attraversò l’aula, mentre quasi tutti annuivano timidamente, tranne i serpeverde, mezzi addormentati, e il gruppetto di grifondoro che osservavano gli esiti del loro scherzo
“Bene, se per la prossima volta uno di voi mi facesse un riassunto di tutti gli argomenti che avete trattato potrei sapere quali sono le basi da cui far partire il nostro lavoro per farlo fruttare al massimo”
Hermione alzò la mano
“Lo faccio io prof… ehm… Ben”
“OK… e tu sei?”
“Hermione Granger”
Il professore scorse il registro fino a trovare il suo nome
“Va bene, voi altri invece fate un ripasso generale degli argomenti trattati gli anni scorsi; senza quelle basi quest’anno non riuscirete a fare progressi, soprattutto se state studiando per diventare auror!”
Gettò un'altra occhiata ai serpeverde, prima di parlare di nuovo
“Una cosa che non mi stancherò mai di dirvi, e che vi servirà per tutte le materie, è di stare attenti in classe, in questo modo le cose vi restano impresse meglio in testa, e non avete bisogno di ore di studio per riuscire negli esercizi che vi vengono assegnati. Proprio per questo io sono molto severo per quel che riguarda l’attenzione e non esito a togliere punti o dare punizioni per ogni minima distrazione. Sappiate che lo faccio per il vostro bene, quindi cercate di non prendervela troppo!” dicendo così guardava esplicitamente i serpeverde, alcuni dei quali cercavano di sembrare più svegli, ma senza successo
“Bene” continuò il professore “ditemi qual è l’ultimo argomento che avete trattato l’anno scorso cosicché possiamo cominciare a ripassarlo insieme, per utilizzare quest’ora”
Tutti i ragazzi si guardarono in faccia, alcuni con il volto scuro altri ridacchiando, ma nessuno accennò a voler rispondere e questo sembrò lasciare Ben molto sorpreso.
“Ron” la voce del professore sembrava un po’ più dura mentre richiamava Ron che era scoppiato in una forte risata “Visto che ti fa ridere perché non mi dici cos’avete fatto l’anno scorso?”
“Se vuole glie lo dico, semplicemente non abbiamo fatto niente. L’anno scorso abbiamo avuto una professoressa incompetente mandata dal Ministero nel tentativo di porre sotto controllo Hogwarts! Ci ha obbligato a passare le ore su un libro di difesa, impedendoci di lanciare incantesimi. Secondo lei” e qui Ron ebbe un sorriso “ bisognava ricorrere alla magia solo nei casi più estremi; peccato che alla fine dell’anno non si sia dimostrata per niente fedele a quelli che definiva i suoi ideali”
“Si, effettivamente ne avevo sentito parlare. Ma cosa intendi quando dici che non si dimostrò fedele ai suoi ideali?”
“Semplicemente” si intromise Harry “che alla fine dell’anno aveva intenzione di strapparmi delle informazioni con la maledizione cruciatus e poi si è lanciata in una mischia con dei centauri, senza neanche provare a parlamentare…”
“…cosa che tutti avrebbero fatto in un numero di cinquanta a uno” completò Ron, ignorando gli sguardi di rimprovero lanciati da Hermione verso di loro
“Sono d’accordo con voi, per fare una cosa del genere doveva essere proprio incompetente! Allora cambierò la mia domanda: qual è l’ultimo argomento che avete trattato seriamente, Ron?”
“Mi pare che fossero le maledizioni… sì, alla fine del quarto anno, abbiamo finito con le maledizioni senza perdono!”
“Ah, avete già fatto le maledizioni senza perdono?” la classe annuì “Bene…” scorse il registro “…Malfoy, elencami i nomi e gli effetti delle tre maledizioni senza perdono!”
Malfoy alzò la testa, riscotendosi dalla stanchezza che lo aveva assalito, e cercando di ricordarsi la domanda, ma senza successo
“Scusi professore, può ripetere la domanda?”
“Avresti dovuto stare attento. Comunque la domanda era, quali sono i nomi e gli effetti delle tre maledizioni senza perdono? E ricordati di non chiamarmi professore, io sono solo Ben!”
Malfoy fece mente locale il più velocemente possibile prima di rispondere
“Allora… la prima è l’Imperium, che consente di controllare una persona” guardò il professore che annuiva “poi c’è il Cruciatus, che provoca dolore fisico alla vittima e l’ultimo, l’Avada Kedavra, provoca la morte istantanea del bersaglio”
“Mh, la preparazione è buona, niente punti perché eri disattento, la prossima volta cerca di stare più attento”
La lezione procedette con diverse altre domande e questo permise al professore di rendersi conto che quasi tutti i serpeverde stavano quasi dormendo. Alla fine della lezione si alzò e infilò le sue cose in un cassetto, mentre gli studenti restavano seduti
“Mi dispiace comportarmi così il mio primo giorno qui, però mi ci avete costretto: tolgo trenta punti a serpeverde e mi tocca anche assegnarvi una punizione” seguirono i nomi dei serpeverde puniti “presentatevi il primo ottobre alle otto e mezza al signor Gazza per scontare la vostra punizione. Riceverete anche un avviso scritto per evitare che ve ne dimentichiate. Ciao a tutti” concluse e la classe si alzò, precipitandosi fuori e dividendosi, Harry, Ron, Hermione, Malfoy e pochi altri ragazzi si diressero verso l’aula di trasfigurazione.
I tre grifondoro, accompagnati anche da Seamus e Dean percorsero i corridoi, parlando del nuovo professore. Ad un certo punto Dean stava per lasciarsi fuggire qualcosa sulla sera prima, ma per fortuna Harry camminava accanto a lui e gli tirò un pestone, facendogli intendere che ne avrebbero parlato dopo.
Il resto della mattinata procedette tranquillamente e i serpeverde che si erano ormai ripresi da quella sonnolenza che li aveva colpiti alle prime due ore, continuavano a guardarsi in giro, ficcando il naso ovunque per cercare di trovare i responsabili. Arrivò l’ora di pranzo e si sedettero per mangiare, ma anche allora non riuscirono a parlare, perché Hermione li aveva seguiti e si era unita loro anche Ginny, che sembrava un po’ più tranquilla. Dopo pranzo i ragazzi uscirono in giardino, recandosi all’ultima lezione della giornata: cura delle creature magiche. Si divertirono abbastanza durante la lezione di Hagrid, avevano appena iniziato a trattare gli uccelli magici e avevano avuto a che fare con gli Augurey. Harry, Ron e Dean, che lavoravano con uno stesso uccello, erano riusciti a convincerlo emettere il suo verso alle spalle di Malfoy facendogli prendere un colpo. Per migliorare ulteriormente la situazione, quando Malfoy li aveva accusati davanti ad Hagrid, lui si era complimentato con loro per essere riusciti a farsi obbedire dall’Augurey e aveva assegnato loro dei punti. A fine lezione un indispettito Malfoy si allontanò con lo sguardo basso in mezzo a due ali di grifondoro ridenti.
Quando rientrarono in sala comune non vi trovarono nessuno dei loro amici, e così dovettero mettersi a fare i compiti, anche perché Hermione si era rifiutata di farli copiare. Verso le cinque fecero una pausa ed andarono nelle cucine per fare merenda, poi ripresero con i compiti e finirono verso le sei e mezza. Visto che c’era ancora luce e che sembrava che fossero tutti in giardino decisero di uscire anche loro e, trovatisi un angolino appartato per parlare iniziarono a discutere della lezione di difesa. Parlarono molto anche del nuovo professore, e poi passarono ai serpeverde
“Cosa vi avevo detto facevano fatica a stare svegli. Mai…” Harry si interruppe perché passavano di lì un paio di serpeverde “dicevo, non avevo mai riso così tanto come quando Malfoy s’è fatto sgamare che dormiva”
“Già” ribatté Dean “e poi la punizione, ci godo troppo!”
“Mh, finalmente gliel’abbiamo fatta pagare”
“Comunque” continuò Ron “cos’è che stavi per dirci prima che entrassimo a far lezione?”
“Quando?” chiese Harry
“Prima di difesa” rispose Seamus, a cui era tornato ora in mente che Harry era rimasto con una frase tranciata a metà “stavi per dirci qualcosa, quando si è aperta la porta”
Harry continuava a guardarli smarrito
“Ma si, hai presente, dopo che avevi letto il giornale”
“Ah, si, quello. Grazie per avermelo ricordato. Vi stavo dicendo che avevo appena letto sul giornale che il ministero aveva istituito un corpo speciale di auror, molto ben addestrati, che dovrebbe servire per affrontare direttamente le armate di Voldemort”
“Forte! Dici che ci faranno entrare?”
“Bah, direi di si, dovremo solo fare un annetto in più di addestramento, dopo l’addestramento ordinario da auror”
“Già, e immagino che bisognerà ottenere ottimi risultati, dubito che accetteranno chiunque” aggiunse Harry.
Continuarono a parlare dei loro sogni da auror finche non venne l’ora di cena, e continuarono anche durante la cena, nonostante si fossero riuniti agli altri. Dopo cena andarono quasi tutti a letto spossati da quella giornata che si era dimostrata abbastanza divertente, nonostante l’inizio abbastanza macabro. Harry e Ginny furono tra i pochi a restare svegli ancora un po’ e si accomodarono su uno dei divani della sala comune. Guardandola negli occhi il ragazzo riusciva a vedere le immagini del giornale della mattina persistere nel suo sguardo. Anche Ginny lo stava osservando, ma nei suoi occhi non si leggeva ne terrore ne compassione, solo un infinita, smisurata rabbia.
Entrambi abbassarono contemporaneamente gli occhi, Harry preoccupato per quello che la ragazza poteva aver capito dei suoi sentimenti, lei spaventata più che dalla rabbia da un lampo di odio che gli aveva visto passare negli occhi, probabilmente mentre ripensava agli avvenimenti della notte. Senza neanche accorgersene si erano avvicinati e ora stavano stretti l’uno all’altra, rassicurati da quel piacevole contatto, ognuno immerso nei propri pensieri.
Dopo un po’ Harry le alzò addosso lo sguardo, osservandola, ma evitando gli occhi. Solo allora si rese finalmente conto di quanto tempo era passato da quando l’aveva conosciuta, e di quanto lei era cambiata, trasformandosi rispetto alla bambina del binario 9 ¾, tutta eccitata di prendere finalmente anche lei il treno che già avevano preso tutti i suoi fratelli. E finalmente si rese conto della cazzata che aveva fatto, cercando di imporle la sua scelta. Guardandola di nuovo negli occhi gli parve anche di rendersi conto di qualcos’altro, anche se non avrebbe saputo dire di cosa. Da parte sua Ginny si sentiva bene, stretta al ragazzo, di cui sentiva i muscoli irrobustiti dallo sport sotto alla maglietta, che le davano una sensazione di assoluta sicurezza. Ma lei sapeva bene quello di cui aveva bisogno: amore, un sacco di amore; era perfettamente cosciente che quel ragazzo era uno dei sedicenni più provati dalla vita, ma proprio per questo uno dei più maturi. Si rendeva anche conto che lui si era saputo adattare perfettamente alla propria situazione, ed era ammirato dalla durezza che doveva aver saputo dimostrare.
Passò così qualche altro secondo, poi Ginny gli sussurrò nell’orecchio “Adesso vado” dandogli un bacio sulla guancia. Fece per alzarsi, ma lui fece il gesto di trattenerla, come se avesse dovuto dirle qualcosa; a metà si fermò e la lasciò andare, sussurrando un buona notte poco convinto. Dopo che lei era scomparsa su per le scale aspettò ancora qualche minuto per poi alzarsi e dirigersi verso il dormitorio, preparandosi ad una notte di incubi. Arrivato in dormitorio trovò tutti che dormivano con le tende dei letti tirate, così si cambiò in silenzio e si infilò subito a letto, intenzionato ad addormentarsi in fretta. Appena cambiato sentì un rumore, e si girò, vedendo Ron agitarsi in uno spiraglio delle tende del suo letto, in preda agli stessi incubi che probabilmente tormentavano gli altri compagni di stanza, e in cui presto si sarebbe immerso anche lui. Chiuse le tende e si rigirò un paio di volte nel letto, prima di trovare una posizione comoda in cui addormentarsi.





THE END




Bene, sono finalmente tornato dopo questa lunghissima assenza. Mi scuso con tutti voi per l’attesa che vi ho costretto a sorbire, ma l’inizio della scuola è stato veramente traumatico e ha drasticamente limitato il mio tempo libero. A ciò aggiungete un paio di blocchi e una settimana senza computer perché il mio si era rotto e ho dovuto cambiarlo. Ora dovreste capire, o almeno spero, in parte, la mia lunga assenza. Per “discolparmi” questo capitolo è decisamente più lungo degli altri, e succedono un casino di cose, quindi non siete felici?
Ringraziamenti personali:

-marty91: finalmente ho aggiornato, grazie per l’incoraggiamento, tra l’altro fa sempre piacere un nuovo recensore (scusa ma non so il femminile di recensore, e word non mi aiuta). Ora dovrei iniziare a metterci un po’ di meno (anche perché farò capitoli un po’ più corti) anche se la scuola continuerà a farsi sentire. Spero che il resto della storia, e questo stesso capitolo, sia all’altezza delle tue aspettative. Un grazie immenso.

-Judie: grazie per i complimenti, mi ha fatto proprio piacere leggere la tua recensione, mi ha anche tirato un po’ su in un brutto momento, peccato che poi mi sono lasciato andare subito. Un enorme grazie anche a te, spero che continuerai a recensire.

-Angel Riddle: ecco qua la mia (recensitrice? Non ho idea di come si dica) storica, dal primo capitolo. Mi dispiace di averti fatto aspettare tutto sto tempo, proprio a te che eri sempre la prima a recensire, sorry. Chissà se ti ricordi ancora di questa fanfiction? Spero di si, e faccio conto sulla tua recensione per questo capitolo. Se anche non leggerai mai qua comunque ti ringrazio per avermi sempre sostenuto, anche nei capitoli che nessun’altro a mai recensito. Grazie, grazie, grazie.



Bene, ringrazio tutti quelli che hanno letto questo capitolo, e ancora di più quelli che recensiranno, spero tanti!
Ultima cosa, non scoraggiatevi se anche passerà tanto tempo, prima o poi leggerete un nuovo capitolo, ormai non riuscirei più a lasciare da parte questa ff, neanche se nessuno la cagasse, ormai mi ci sono affezionato. Sappiate solo che il mio carico scolastico si fa di giorno in giorno sempre più pesante.
Alla prossima, o meglio, al prossimo capitolo, di cui non so ancora il titolo! Ciao a tutti!

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