Infinity

di Nate_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tabacco. ***
Capitolo 2: *** STELLA CADENTE. ***
Capitolo 3: *** MATTINA. ***
Capitolo 4: *** IMBARAZZO. ***
Capitolo 5: *** L'ISOLA. ***
Capitolo 6: *** LA FESTA. ***
Capitolo 7: *** PENSIERI. ***
Capitolo 8: *** LADRA. ***



Capitolo 1
*** Tabacco. ***


CAPITOLO 1: TABACCO

Una lieve brezza accarezzava leggera la Sunny, ferma in mezzo al mare. Oscillava piano, al ritmo delle onde, come per cullare i giovani pirati che dormivano tranquilli nella stiva. Solo in quei momenti la nave era calma, nessuno che rideva, urlava, cantava, ballava, tutto era tranquillo, quasi inverosimile. L’unico rumore che rompeva la quiete era il russare di Zoro, che riposava beato sul ponte della nave. Fortuna che era di guardia.

Sanji si rigirò nel letto ed aprì gli occhi. Erano le 6.30 del mattino, era ora di alzarsi. Chi avrebbe preparato la colazione per i compagni se no? Senza far rumore si alzò dal letto e si vestì e, cercando di non svegliare gli amici, uscì sul ponte e iniziò a dirigersi in cucina. Nel breve tragitto incrociò Zoro e gli lanciò un’occhiata sprezzante. “Se venissimo attaccati di notte mentre lui è di guardia sarebbe un bel casino” pensò il biondo. Entrò in cucina e fece il punto del situazione. Aveva tempo per preparare la colazione, solitamente la prima ad alzarsi era Robin, che non lo avrebbe raggiunto prima delle 8.00, ma il vero problema era Rufy. Eh già, il capitano si sarebbe svegliato tardi, e lui avrebbe dovuto preparargli qualcosa che lo soddisfacesse, il che era una vera impresa. Inoltre doveva preparare una colazione speciale per la sua Nami e la sua Robin, non poteva certo cucinare loro ciò che rifilava agli altri della ciurma. Sorrise, pensando a tutte le avventure che passava in cucina per preparare le pietanze per la sua ciurma. Con questi pensieri iniziò a cucinare.

Circa un’ora dopo il biondo, preso dal suo lavoro, sentì la porta della cucina aprirsi. Si voltò con un sorriso, pronto a ricevere la dolce Robin, e rimase sorpreso quando non vide la bruna.
-Nami.. Buongiorno, come mai già in piedi a quest’ora?-
-oh, buongiorno Sanji.. è che non riuscivo a dormire. È già pronta la colazione?-
- OH NNNNAMI-SAN <3 DUE MINUTI ED è PRONTA! NON TI APETTAVO COSì PRESTO E QUINDI NON AVEVO ANCORA FINITO, MA SARò VELOCISSIMO E POTRAI SUBITO FARE COLAZIONE!! – e subito si rimise al lavoro: non poteva certo fare aspettare il suo angelo.
Nami lo guardò lavorare e respirò piano l’odore di tabacco che caratterizzava la cucina. Tabacco..
-ecco qui, Nami-san.. tutto per te!-  e fece un veloce inchino.
La ragazza lo guardò e gli sorrise debolmente -grazie.. Sanji-kun.. – e iniziò a mangiare lentamente. Il cuoco la guardò, era strana, sembrava.. triste, ecco. Fece un veloce tiro alla sigaretta, inspirò e lasciò uscire una leggera nuvoletta di fumo.
-che ti succede.. Nami-san?- le chiese, serissimo.
La rossa alzò lo sguardo su di lui. Era così evidente che c’era qualcosa che non andava?
-assolutamente nulla, come mai questa domanda?- e cercò di sorridergli di nuovo. Un sorriso tirato. Finto.
-è inutile che cerchi di fingere con me, ho imparato a conoscerti ormai e non mi inganni.. i tuoi sorrisi sono forzati e sei triste, te lo si legge negli occhi.. ti va di parlarne?-
Come risposta la navigatrice abbassò lo sguardo e tornò a mangiare. Sanji la guardò tristemente e tornò a cucinare. Dopo pochi minuti la ragazza parlò.
-sai.. oggi è l’anniversario..della morte di Bellmer-san..- Sanji si bloccò e senti Nami lasciar cadere sul tavolo la forchetta.
Si voltò piano a guardarla. Aveva i gomiti puntati sul tavolo e si reggeva il volto con le mani. Non sapeva che fare. Aveva paura di dire o fare la cosa sbagliata. Era un momento delicato e molto personale. Che diritti aveva lui di essere lì in quel momento? Non poteva lasciarla sola però, probabilmente aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino.. no? Le si avvicinò piano piano, finché non le fu accanto e le si sedette vicino. Appoggiò le braccia sul tavolo e rimase a guardarla. Prese poi tutto il coraggio che aveva in corpo, si perché dopo quel gesto avrebbe potuto succedere il finimondo, e l’abbracciò. Nami si irrigidì a quel contatto, insomma, se l’aspettava, ma gli fece comunque strano. La prima cosa che pensò di fare fu quella di allontanarlo e tirargli uno di quei suoi pugni, ma ci ripensò. Si rigirò piano nelle braccia di lui, appoggiando la testa sul suo petto, e inspirò quell’odore di sigaretta che impregnava i vestiti del cuoco. Gli ricordava tanto sua mamma. Sanji intanto, che si aspettava tutto fuorché che lei ricambiasse l’abbraccio, poté definirsi l’uomo più felice del mondo. Avrebbe voluto saltare, urlare, piangere di gioia, ma preferì evitarlo. Non era proprio il momento. Ma come tutte le cose belle, anche quell’abbracciò terminò e fu Nami a scioglierlo. I due si guardarono per un istante.
-grazie..- soffiò la giovane.
-figurati..-

In quel momento la porta della cucina si aprì e fece il suo ingresso Nico Robin, che guardò con un sorriso i due ragazzi.
-buongiorno.. ho interrotto qualcosa, per caso?-
-no, certo che no- disse Nami
- OH ROBIN-CHWAN!!! ECCO QUI LA TUA COLAZIONE!- disse lui, allungandole un piatto e le posate.
-grazie mille- gli rispose. Portò poi l’attenzione sulla rossa – Tutto bene? Come mai già in piedi a quest’ora?-
-oh nulla, non riuscivo a dormire. Comunque tranquilla, è tutto a posto- le rispose, con un sorriso. Questa volta però il sorriso non era tirato. Era un sorriso vero, che non sfuggì al cuoco, il quale sorrise allo stesso modo.

Pian piano i compagni iniziarono ad arrivare in cucina per fare colazione, e il silenzio che fino a qualche ora prima aveva caratterizzata la nave stava sparendo. Ma in fondo quella nave senza il solito casino non sarebbe stata quella nave.

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Capitolo 2
*** STELLA CADENTE. ***


STELLA CADENTE.

Era sera. Nami era nella sua stanza, stava disegnando delle carte nautiche. Ogni tanto il suo sguardo si posava sulla foto poggiata sul comodino. Bellemer..

“mi manchi, lo sai?” sorrise, ripensando a tutti i bei momenti che aveva passato con la sua mamma adottiva.
Solitamente quello era un giorno triste per lei. Un giorno in cui ricordava i momenti in cui Arlong e gli altri uomini pesce le avevano portavano via la sua infanzia, i momenti in cui aveva visto in ginocchio il suo paese e, soprattutto, i momenti in cui Bellemer moriva. Ma quella volta era stato diverso. Dopo che quella mattina Sanji l’aveva abbracciata, tutti i brutti ricordi erano come spariti. Si, spariti. Abbracciando Sanji, sentendo quel profumo di sigaretta e quel senso di protezione che solo Bellemer poteva darle, era stato come riavere sua madre vicino, e non riusciva a non pensare che ai bei momenti passati con lei. Dannato Sanji. Come era riuscito con un solo abbraccio a cambiarla così? In fondo però gli era grata, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Decise di uscire sul ponte e, appena messo piede fuori, una brezza fresca la raggiunse, facendola rabbrividire un poco. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Fece qualche passe e una voce familiare la raggiunse.

-NNNNAMI-SAN!- la ragazza si voltò in direzione del biondo, che era seduto sul prato, sotto all’albero. Lo raggiunse rapidamente e si sedette di fianco a lui.

-buonasera-

-hai bisogno ancora di conforto, Nami-san??- le chiese avvicinandosi un pochino.

-prova a fare lo scemo che me ne vado- Sanji si allontanò, non voleva rischiare di farla andar via. Dopo un istante di imbarazzo tornò a parlare.

-allora.. adesso come stai?-

-meglio, grazie..- entrambi si misero a guardare le stelle.

-stasera c’è un cielo stupendo.. lo sai, gli innamorati guardano sempre le stelle assieme, sperando di vedere una stella cadente e chiedere di vivere per sempre felici..- disse lui, con fare romantico.

-guarda che me ne vado- lo interruppe.

-come non detto- disse lui alzando le mani per mostrarsi innocente. Lei gli sorrise. Sanji non sarebbe mai cambiato. Una folata di vento la fece rabbrividire.

-ehi, hai freddo? Tieni- lui si sfilò la giacca e la posò delicatamente sulle spalle di lei. –altrimenti prenderai freddo-

-grazie mille, Sanji-kun- si strinse forte nella giacca di lui. Sapeva di tabacco. Sorrise. “bè, avere Sanji vicino sarebbe un po’ come sentire sempre Bellemer con me..” scosse violentemente la testa. Come le venivano certi pensieri? A Sanji non sfuggì questa cosa.

-Tutto ok?-

-eeeh? Ah, si si, scusa.. strani pensieri-

-che tipo di pensieri?- Nami ripensandoci, involontariamente, arrossì, e voltò lo sguardo.

-n-niente –

-sei troppo carina quando arrossisci-

-piantala!-

-bè.. mi piacerebbe sapere chi è la persona fortunata a cui pensi in grado di farti arrossire..- la rossa lo guardò stupita, ma incrociando il suo sguardo divenne ancora più rossa e guardò nuovamente da un’altra parte.
Sanji sgranò gli occhi. Possibile che.. fosse lui?

-ti ricordi questa mattina, quando mi hai abbracciata perché ero triste per mia madre?- tornò a guardarlo. Il ragazzo fece cenno di si con la testa. Il cuore stava battendo un pochino troppo in fretta. –bè, ecco.. vedi tu mi hai ricordato molto Lei.. in quel momento intendo.. mi sono sentita al sicuro tra le tue braccia e il tuo profumo di tabacco mi ha ricordato tantissimo quello di Bellemer-san.. e poco fa, quando mi hai dato la tua giacca ho risentito quel profumo e ho ripensato a lei..- Sanji le sorrise dolcemente. Forse aveva sperato in qualcosa di più, è vero, ma sapere di poter essere per Nami qualcosa di così importante, poterle ricordare sua mamma, per lui era una cosa bellissima. Decide di fare una cosa che probabilmente non avrebbe dovuto fare: l’abbracciò. Come risposta, questa volta, Nami gli tirò un pugno in testa.

-Baka!-

-ahi ahi.. si, scusami, non avrei dovuto, perdono!- implorò lui. – comunque, sono contento di poter essere così speciale per te, mi rende davvero felice- e le sorrise. Nami tornò a guardare il cielo. “fortuna che non gli ho detto cosa avevo pensato.. sai che viaggi si faceva se no?”. Suo malgrado però si ritrovò a sorridere.

-bè, si è fatto tardi, vado a dormire-

-VA BENE NNNNAMI-SAN!-
Entrambi si alzarono e la ragazza si diresse verso la sua stanza.

-Ehi, Nami- la ragazza si voltò e vide il cuoco che guardava il cielo. Alzò lo sguardo anche lei. Una stella cadente. Ma dai.

-che desiderio hai espresso, Sanji-kun?- il ragazzo sorrise.

-non si dice, altrimenti poi non si avvera-

-bè, io te lo dico comunque, perché sono sicura che si avvererà lo stesso-

-ma dai? Sentiamo –

-vorrei la torta al mandarino, domani, per colazione- disse lei.

-hai ragione, mi sa proprio che si avvererà il tuo desiderio-

-lo so, notte Sanji- e così dicendo entrò nella sua camera. Solo una volta dentro si rese conto di aver tenuto la giacca del ragazzo. Si strinse all’interno di essa e decise che per una notte lui avrebbe potuto anche farne a meno.

Intanto Sanji era tornato a guardare il cielo stellato. “che desiderio ho espresso? Di poter vivere per sempre felice..                 insieme a te!”

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Capitolo 3
*** MATTINA. ***


MATTINA.

Era mattino. I raggi del sole appena sorto accarezzavano leggeri la ragazza bruna che dormiva tranquilla nel proprio letto. Lentamente, però, i pochi raggi iniziarono a infastidire la giovane, che si svegliò. La ragazza si rigirò piano nel letto e si mise a guardare il soffitto. Poco dopo decise che era giunto il momento di alzarsi. Robin scese dal letto, si vestì velocemente, prese il suo libro e iniziò a dirigersi verso la porta della stanza. Il suo sguardo cadde sulla compagna di stanza, che dormiva beata, e su un indumento che non avrebbe dovuto avvolgere la giovane: una giacca nera. L’archeologa sorrise, avrebbe riconosciuto quella giacca tra mille, ma non riusciva a capire come potesse essere arrivata nella loro stanza. Che fosse successo qualcosa tra la bella navigatrice e il cuoco di bordo? Con questi pensieri la ragazza uscì dalla stanza e iniziò a dirigersi in cucina. Appena entrata notò il biondo cucinare, vestito con i soliti pantaloni e con solo una camicia. Sorrise.

-Buongiorno- disse Robin, per far notare la propria presenza.

-ROBIN-CHAN! BUONGIORNO! ECCO QUI LA TUA COLAZIONE! SEI BELLISSIMA QUESTA MATTINA!- disse lui, posando sul tavolo un piatto ricolmo di cose da mangiare. Robin prese una sedia e si sedette.

-Grazie mille! Di buon umore questa mattina?-

-diciamo di si!-

-e come mai? Successo qualcosa?- Sanji sorrise dolcemente.

-nulla in particolare- Robin rimase a guardarlo ancora per qualche istante ma poi decise di concentrarsi sul proprio libro e sull’abbondante colazione.

* * *

Intanto anche Nami si era svegliata, ma la voglia di alzarsi dal letto era pari a zero. Dopo un po’ di minuti, però, scese dal letto ugualmente, e si rese conto di aver ancora indosso la giacca del compagno. Sorrise. La sfilò dolcemente e iniziò a vestirsi. Successivamente iniziò a dirigersi verso la porta d’uscita e fece per prendere la con se la giacca di Sanji, quando si bloccò, preferendo evitarlo. “che direbbero gli altri se entrassi in cucina con la giacca di Sanji? No meglio non provarci, gliela ridarò più tardi..” Abbandonò così la giacca sul letto, sotto le coperte, e si diresse verso la cucina, da cui proveniva un gran baccano. Aprì la porta e trovò la solita atmosfera di tutti i giorni.

-e così il Capitan Usopp prese la mira e… BOOM! Affondò tutte le navi!-

-OOOOH SEI GRAN USOPP!!- disse Chopper al cecchino, con gli occhi che brillavano.

-Buongiorno!- disse Nami in direzione dei compagni.

-Buongiorno Nami!-

-NNNNAMI-SAN! – Sanji le si avvicinò e le sorrise. Nami lo guardò e andò a sedersi al tavolo. Poco dopo il biondo la raggiunse e posò davanti a lei un piatto, su cui era posata una fetta di torta al
mandarino.

-ecco a te, luce dei miei occhi-

-Grazie mille, Sanji-kun- gli disse Nami, sorridendogli. La scena non passò inosservata agli occhi di Robin, che sorrise da dietro al suo libro. Stranamente, anche Chopper fece caso alla scena. Dopo pochi minuti Sanji riportò l’attenzione sulla rossa.

-allora? Ti piace?- le chiese, dolcemente.

-è buonissima, Sanji-kun- che gli sorrise, di rimando.

-oh grazie ci ho mess..-

- SAAAAAAAANJIIIIIIIIIIIIIIIIII!!! CIBO CIBO CIBO CIBO CIBO CIBO CIBO CIBO!!!!- Rufy aveva appena fatto ingresso nella stanza, più affamato che mai.

-va bene Capitano, adesso ti porto la colazione- Sanji allora iniziò a servire al suo capitano la miriade di piatti che gli aveva preparato. Nella stanza continuava a regnare la solita aria di festa. Tutto come al solito.

* * *

Era da poco passata l’ora di pranzo, Sanji stava in cucina a lavare i piatti. Ad un certo punto sentì la porta aprirsi.

-Rufy basta, hai appena finito di mangiare, non ti darò nient’altro!- fece il biondo, senza voltarsi.

-Sanji, sono io- disse la piccola renna avvicinandosi al cuoco.

-Ciao Chopper! Che succede?-

- nulla di particolare. Hai bisogno di una mano?-

-no tranquillo, grazie. Sei venuto qui solo per questo?-

-a dire il vero no..- disse sedendosi sul tavolo –volevo chiederti una cosa.. posso?-

-certo! Chiedimi tutto!-

-senti.. tra te e Nami è successo qualcosa?- la renna divenne un pochino rossa, insomma si sentiva in imbarazzo a chiedere una cosa del genere all’amico, però era troppo curioso. Sanji invece s’irrigidì.

-perché me lo stai chiedendo?-

-questa mattina mi siete sembrati .. strani.. e allora volevo capire qualcosa..- Sanji si voltò verso il compagno, si appoggiò al lavandino e si accese una sigaretta.

-no tranquillo, non è successo nulla- in quel momento la porta della cucina si aprì.

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Capitolo 4
*** IMBARAZZO. ***


IMBARAZZO


Era da poco passata l’ora di pranzo e Nami stava in camera sua. Solitamente a quell’ora Sanji se ne stava a pulire i piatti in cucina, da solo.
Sarebbe stato il momento ideale per restituirgli la giacca. Finì di inserire gli ultimi dettagli alla carta e si alzò dalla sedia. Raccolse dal letto la giacca del biondo e uscì dalla stanza. Senza farsi notare da nessuno si diresse verso la cucina, e vi entrò.

-..è successo nulla-

-ciao Sanji, sono venuta a restituirti la gia..- Nami si pietrificò. C’era Chopper seduto sul tavolo, con la bocca spalancata, che la guardava sbalordito. Anche Sanji la guardava. La ragazza divenne rossa, si avvicinò lentamente al tavolo, appoggiò la giacca su una sedia e soffiò un La lascio qui. Quindi si voltò di scatto e, senza guardare nessuno dei due, uscì dalla stanza, dirigendosi rapidamente verso camera sua.

Chopper si voltò piano, con ancora la bocca spalancata, verso il biondo, che aveva ancora lo sguardo fisso sulla porta, nel punto in cui la navigatrice era appena sparita. La piccola renna iniziò a ridere piano.

-eh eh.. non è successo nulla eh?- Sanji riportò l’attenzione su di lui.

-non è successo nulla- e si voltò, tornando a lavare i piatti.

-e allora perché aveva la tua giacca? Dai dimmelo!!!- adesso Chopper era in piedi sul tavolo, impaziente di scoprire la verità. Il biondo si voltò nuovamente verso di lui.

-non è successo niente ti dico! Ieri sera siamo rimasti un pochino fuori a parlare e per non farle prendere freddo le ho dato la giacca, tutto qui- disse Sanji, facendo un tiro alla sigaretta.

-ah.. ho capito..- disse tristemente Chopper –ma tu avresti voluto che fosse successo qualcos’altro vero?- “ma diamine! Da quando è diventato così.. così.. perspicace e curioso??” si chiese Sanji, voltandosi nuovamente. Gli girava la testa con tutto quel voltarsi.

-Chopper.. perché ti interessa?-

-bè.. se devo essere sincero ogni tanto ti guardo quando fai tutte le tue avance a Nami e a Robin, e noto che ti comporti in maniera diversa con Nami.. mi sembra che tu ci tenga molto di più a lei rispetto che a Robin.. e noto anche che tutte le volte che lei ti rifiuta, anche se cerchi di non darlo troppo a vedere, ci rimani davvero male.. e allora speravo che magari fosse successo qualcosa, almeno ti avrei visto davvero felice per la prima volta..- Sanji ascoltò attentamente tutto il discorso di Chopper, chiedendosi come la piccola renna avesse fatto a capirlo così bene. Sorrise e senza voltarsi gli rispose.

-hai ragione, probabilmente a Nami riserbo un comportamento un po’ diverso rispetto a quello che riserbo per Robin, ed è anche vero che avrei voluto qualcosa di più ieri sera.. ma tu non devi preoccuparti per queste cose, io sono felice anche così, finché avrò voi come ciurma non potrò che esserlo!- Chopper sorrise al discorso di Sanji. Aveva deciso: l’avrebbe aiutato a conquistare la navigatrice.

* * *

Nami era appena rientrata in camera sua. “Che figuraccia! Chopper ha visto che avevo la giacca di Sanji! Chissà cosa avrà pensato! Oddio! No, calma Nami.. non importa se lui ti ha vista.. l’importante è che d’ora in poi ti comporti come sempre e vedrai che non succederà nulla!” si lasciò cadere sul letto e sprofondò la faccia nel cuscino, finché non sentì la porta della camera aprirsi. Alzò appena lo sguardo per vedere Robin entrare.

-Buon pomeriggio Nami-

-ciao, Robin!-

- dov’è finita la giacca di Sanji?- chiese Robin con un leggero sorriso.

“Oddio come fa a saperlo?” -ma t-tu come lo sai?- chiese la rossa, in imbarazzo.

-stamattina ho visto che ci stavi dormendo assieme.. non potevo non fare caso a un dettaglio del genere..- disse, poggiando il libro sulla scrivania e sedendosi sulla sedia.

-oh.. giusto..- “già è vero.. non avevo pensato che Robin avrebbe potuto vedermi..” – comunque.. gliel’ho restituita..- disse la navigatrice, tirandosi a sedere sul letto.

-e come mai l’avevi tu?- Nami divenne un pochino rossa.

-bè ecco, ieri sera stavamo parlando fuori e avevo un po’ freddo, così Sanji mi ha dato la sua giacca e alla fine l’ho tenuta con me..- spiegò.

-capisco..- commentò Nico Robin.

-ehi dico davvero, non sto mentendo! È andata davvero così!-

-certo certo, ti credo! Perché non dovrei?- disse la mora, sorridendogli.

-non saprei..- soffiò piano Nami.

-Sanji è carino, non trovi?- quest’affermazione improvvisa stupì Nami, che guardò l’amica a occhi spalancati.

-perché dici questo?-

-non so, volevo sapere cosa ne pensi-

-è solo uno stupido..-

-però ci tiene molto a te-

-che cosa te lo fa pensare?-

-bè è sempre gentile e premuroso con te, cerca sempre di proteggerti.. e ti tratta in maniera speciale..-

-pff.. lo fa con tutte le belle ragazze..-

-cos’è? Sei gelosa forse?-

-ahahah nemmeno un po’!-

-non pensi si comporti in maniere diversa con te rispetto che con le altre ragazze di cui parli tu?-

- no, non lo penso-

-ah davvero? Bè dovresti provare a pensarci invece..- Robin si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta della loro stanza – e comunque.. io vi vedrei bene assieme- disse, uscendo.

-NON DIRLO NEANCHE PER SCHERZO!- urlo Nami, ma l’amica aveva già chiuso la porta.

Robin sorrise, dirigendosi verso la biblioteca e pensando che forse, tra poco, avrebbero avuto una nuova coppia sulla nave.

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Capitolo 5
*** L'ISOLA. ***


L'ISOLA.

Era passata una settimana dal giorno dell’avvenimento della giacca e tra Nami e Sanji non era più successo nulla in particolare. Lui continuava con le sue, forse esagerate, avance e lei continuava a rifiutarlo. Tutto come sempre. Chopper invece, dal canto suo, si ritrovava spesso a guardare le scenette dei due e si sentiva spesso triste e un  po’ in colpa, perché in una settimana non era riuscito ad aiutare l’amico in nessun modo. A dire il vero non sapeva neppure come fare. Avrebbe avuto bisogno di un complice.. ma chi?
Rufy? No, non avrebbe capito niente.
Usopp? No, non gli sembrava il tipo.
Zoro? No, non avrebbe mai aiutato Sanji.
Brook? No, avrebbe fatto solo battutine sconce a Nami.
Franky? No, non ce lo vedeva.
Robin? … Robin!! Ma certo come aveva fatto a non pensarci prima? Lei avrebbe potuto aiutarlo! Doveva parlarle al più presto!

Sullo stesso ponte, intanto, Nami stava guardando Sanji e Zoro litigare. Cioè, più precisamente, stava fissando il biondo, cosa che stava iniziando a succedere un po’ troppo spesso per i suoi gusti. Dal discorso avuto con Robin la settimana prima, la ragazza non aveva fatto altro che prestare sempre più attenzione agli atteggiamenti del cuoco, notando che l’amica aveva forse un po’ ragione. Non l’avrebbe mai ammesso, però. Aveva notato che il biondo era sempre gentile con lei, anche dopo ogni suo rifiuto. Ogni volta che gli chiedeva qualcosa lui la faceva, dalla cosa più banale a quella più impegnativa. Ogni volta che poteva aiutarla lo faceva. Era disposto anche a rischiare la sua vita per lei, come aveva fatto più volte. E inoltre si era ritrovata spesso a pensare a tutte le ragazze che Sanji corteggiava, rendendosi conto che, dopo un loro rifiuto, lui rinunciava. Con lei non aveva mai rinunciato. Mai. E poi, da quando aveva iniziato ad avere questi pensieri, il ragazzo gli era iniziato a sembrare, senza un vero motivo, più bello. Tutto in lui sembrava più bello. E questo non andava bene. No, per niente. Anche adesso, mentre lo guardava litigare con Zoro per non si sa quale cavolata, lo trovava dannatamente più bello. Si alzò di scatto dal punto su cui era seduta e si diresse, a pugni chiusi, verso i due compagni. Quando fu abbastanza vicina tirò un pugno ad entrambi, facendoli finire a terra.

-piantatela-

-va bene NNNAMI-SAN! Perdonaci!- disse Sanji, che si avvicinò gentilmente a lei. La ragazza lo allontanò.

-strega- soffiò invece Zoro. Sanji si innervosì.

-ehi, che hai detto scusa?- gli disse il biondo.

-Piantala, Sanji- Nami non permise a Zoro di replicare, intervenendo prima che potessero riprendere a litigare, forse un po’ troppo bruscamente. Il cuoco, infatti, non capì perché la sua dolce navigatrice gli avesse risposto così male. Infondo non stava facendo nulla di male, la stava solo difendendo no? Le dava così fastidio?

-scusami.. se ti do così fastidio non lo farò più.. vado a cucinare qualcosa per merenda..- e così dicendo si diresse in cucina.

Nami in quel momento si sentì stramaledettamente in colpa. Perché? Non era la prima volta che gli rispondeva male, sapeva che sicuramente quando sarebbe uscito dalla porta della cucina sarebbe tornato tutto normale, come sempre. E allora perché? Bè, perché aveva iniziato a guardarlo con occhi diversi e aveva visto, per la prima volta dopo tanto tempo, il male che lei gli causava comportandosi così. Dannata Robin. Perché gli aveva fatto notare tutto questo?
 
Intanto Nico Robin aveva assistito a tutta la scena e adesso stava guardando la reazione della rossa. Qualcosa era davvero cambiato in lei, allora, dopo il loro discorso.

-povero Sanji..- la voce gli sopraggiunse da vicino, e la giovane si voltò nella sua direzione. Vi trovò un Chopper con uno sguardo triste.

-già, anche a me dispiace per lui-gli disse.

-sai, la scorsa settimana gli ho parlato e ho avuto la certezza che lui tiene davvero a Nami, ma lei non lo capisce. Mi ero ripromesso di aiutarlo, ma non so cosa fare..- spiegò la piccola renna.

-bè, se ti fa piacere credo che Nami abbia iniziato a notarlo..- gli occhi di Chopper brillarono.

-DAVVERO?? E tu come lo sai??- chiese, impaziente.

-la scorsa settimana io ho parlato con Nami e, guardandola, sto notando che qualcosa, non chiedermi cosa, stia cambiando per lei...-

-WOOOO che bello!! Ma aspetta.. allora perché lo ha trattato male?-

-probabilmente perché per lei è strano vedere il nostro cuoco in maniera diversa, credo non riesca ad accettarlo.. e quindi cerca di nasconderlo in più possibile- spiegò l’archeologa.

-capisco.. senti.. ti andrebbe di darmi una mano ad aiutarli?- chiese Chopper.

-certo, ti aiuterò volentieri..-

-Ehi ciurma! Ho appena avvistato un’isola!- gridò Rufy.

-bene, sfrutteremo questa piccola sosta a nostro favore!- constatò Robin, rendendo felice il piccolo Chopper.

**

Dopo circa un’ora la nave di Cappello di Paglia approdò sulla piccola isola. Calarono l’ancora e si prepararono ad andare a visitare il piccolo villaggio, che si trovava poco lontano.

-Usopp, puoi rimanere tu di guardia sulla nave?- gli chiese Robin.

-certo! Contate pure sul Capitano Usopp!!-

-Bene, io andrò a fare la spesa, il cibo in cucina scarseggia.. come al solito, d’altronde- disse Sanji, accendendosi una sigaretta.

-posso accompagnarti?- gli chiese Robin, lasciandolo di stucco per un secondo.

-AAAH ROBIN-CHAAAN! MA CERTO CHE PUOI ACCOMPAGNARMI!!- urlò il biondo. L’archeologa sorrise e iniziò a seguire il giovane cuoco verso il paesino.

Nami guardò i due allontanarsi insieme e provò una fitta allo stomaco che chiunque altro avrebbe chiamato gelosia, ma no, lei non l’avrebbe mai fatto. Perché Robin prima le faceva tutti i suoi strani discorsi e poi si comportava così?

-ehi Nami..- la giovane si riscosse dai suoi pensieri vedendo la piccolo renna avvicinarsi. –cos’hai intenzione di fare?-

-avevo intenzione di andare a fare un po’ di shopping.. perché me lo chiedi?-

-posso accompagnarti?- le chiese, sorridendo.

-ma certo!- gli rispose lei, sorridendo di rimando, e anche loro iniziarono a dirigersi verso il piccolo paesino.

**

Nami e Chopper camminavano per le strade della cittadina carichi di buste.. bè, Chopper era carico di buste, la rossa teneva in mano solo quelle più leggere.

-ehi Nami.. ti va se ci fermiamo un attimo?-

-mh? D’accordo..-

I due si fermarono in un piccolo parco e si sedettero su una panchina.

-aah come si sta bene qui!- disse la giovane.

-già! Ehi, hai notato prima Sanji e Robin?-  chiese improvvisamente la renna. Nami si irrigidì.

-che intendi?-

-bè, Robin ha voluto andare con lui.. magari succede qualcosa tra quei due!- disse il piccolo, sorridendo.

La rossa volse lo sguardo, poi tornò a guardare Chopper negli occhi.

-nah, Robin non sarebbe così stupida da andare con.. quello!-

-perché dici così? Infondo Sanji è un bravo ragazzo..  non ci vedo qualcosa di così sbagliato..-

-basta così.. non mi piace parlare di queste cose.. che dici, andiamo?- e senza lasciare a Chopper la possibilità di ribattere, si alzò dalla panchina e iniziò a dirigersi verso la nave. Chopper la guardò andar via e sorrise. Forse Robin aveva davvero ragione. Raccolse le buste e la seguì.
 
Nel frattempo Sanji e Robin camminavano per il paesino. Avendo finito di fare la spesa avevano deciso di visitate la cittadina. Ad un certo punto Robin fu attratta da un manifesto appeso ad un muro.

Bingo! Pensò.

-Sanji, vieni a vedere!- lo chiamò l’archeologa.

-dimmi Robin-chan!- la mora si limitò ad indicare il cartello.

-mmm.. il ballo delle stelle.. e che sarebbe?- chiese il biondo.

-c’è scritto sia la festa del paese. Si cena, si balla e si guardano i fuochi d’artificio.. perché non ci andiamo con la ciurma? È questa sera!- propose Robin.

-sarebbe fantastico! Torniamo alla nave per avvisare gli altri!- disse Sanji, allegro, iniziando ad incamminarsi.

La ragazza lo guardò e sorrise. Quel ballo sarebbe stato perfetto per i due piccioncini, lei lo sapeva. Avrebbe dovuto parlare con Chopper e mettere in atto il suo piccolo piano.







****

Ciao a tutti!! 
scusate per l'immenso ritardo con cui ho aggiornato! Mi spiace davvero tanto ma quest'estate tra i compiti, le vacanze e tutto il resto non ho davvero trovato il tempo di scrivere.. lo so, non ci sono scusanti, quindi prometto di aggiornare al più presto!!
Grazie di cuore a tutti quelli che seguono la mia storia! <3

Nate_

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Capitolo 6
*** LA FESTA. ***


LA FESTA.

Nami e Chopper erano appena tornati alla nave e la rossa era andata nella sua cabina per sistemare i suoi  nuovi acquisti. Non passò più di un quarto d’ora quando sentì la porta della camera aprirsi: non aveva bisogno di voltarsi per sapere che la persona che era appena entrata era Robin, ma non aveva voglia di parlare con lei e così non fece nemmeno lo sforzo di salutarla. La mora intanto si avvicinò al proprio letto e dopo qualche minuto salutò la rossa.

-ciao- soffiò allora Nami.

-tutto bene?-  chiese Robin senza ottenere risposta.  Si avvicinò allora alla navigatrice e poté notare sul suo viso uno sguardo strano –ti va di parlarne?-
Finalmente Nami guardò in faccia l’amica e, sfoggiando un sorriso falso, le disse che andava tutto bene e che non doveva parlarle di nulla. Robin sorrise, sapeva che c’era qualcosa che non andava e poteva immaginare anche che cosa, ma finse di nulla.

-invece io ho qualcosa da dirti- Nami sbiancò. “no, non può dirmi che tra lei e Sanji è successo qualcosa, Chopper non può aver ragione.. è impossibile, Robin non starebbe mai con uno del genere!”

-vedi, prima io e Sanji..- “no, no, no!” – abbiamo saputo che in città, questa sera, ci sarà la festa del paese e abbiamo pensato: perché non andarci tutti assieme?- Robin sorrise, mentre Nami tirò un sospiro di sollievo.

-bé.. io passerei,  insomma non è che mi interessino troppo le fes..-

-dai Nami, ci saranno tutti- tentò di convincerla l’archeologa.

-e chi rimarrà a guardia della nave?-

-è un paesino tranquillo, l’hai visto anche tu, non ci sarà bisogno di qualcuno a far la guardia!-

-uff.. e va bene, mi hai convinta, ma se mi annoio torno subito qui-

-d’accordo-le due ragazze si sorrisero e dopo pochi minuti raggiunsero il resto della ciurma sul ponte.

 
***


Piazza del paese, ore 23.18.

Chopper correva disperato in mezzo alla folla mentre cercava con lo sguardo la giovane archeologa della ciurma di cappello di paglia. Pochi minuti dopo la vide, seduta tutta sola ad un tavolo in disparte . La raggiunse velocemente e si sedette affianco a lei.

-Robin è terribile!- iniziò il piccolo.

-che succede?- chiese allora la mora.

-Sanji e Nami..- il suo sguardo si fece molto triste – bè, noi avevamo sperato che con la scusa della festa Sanji avrebbe fatto la sua mossa con lei.. invece non l’ha praticamente degnata di uno sguardo, ci sta provando con tutte tranne che con lei.. e credo che questo la faccia star male.. –

-come mai pensi questo, Chopper?-

-bè, perché Nami se n’è andata poco fa.. – Robin guardò per qualche istante la piccola renna, poi voltò lo sguardo sulla folla, in cerca di Sanji. Lo individuò, mentre ballava con una giovane in centro alla pista. Notò che poco dopo cambiò partner. “Mi sa che bisogna fare una bella lavata di cervello a quel ragazzo”.

-senti Chopper, facciamo così, tu va a cercare Nami e cerca di convincerla a tornare qui, intanto io parlo con Sanji. Quando avrai riportato qui Nami la porterai  ballare e faremo in modo di farli finire insieme, va bene?- Chopper sorrise ed annuì. Salutò velocemente Robin e corse alla ricerca della navigatrice.


Intanto Robin si alzò e raggiunse il centro della pista da ballo, senza sapere di essere osservata da un giovane dai capelli verdi.
Una volta raggiunto il biondo gli si avvicinò e gli chiese di poter ballare con lui.

-OOOH ROBIN-CHAN!! MA CERTO!!- il cuoco allora abbandonò la sua precedente dama per concentrarsi unicamente sulla giovane archeologa. Le cinse la vita con le mani e Robin gli mise le braccia intorno al collo e iniziarono a ballare.

-Sai Sanji, ho notato che questa sera hai ballato con un bel po’ di ragazze..- iniziò Robin.

-bé si, sai, sono un ragazzo affascinante io..-

-e non pensi che questo tuo comportamento possa far star male le persone?- Sanji a questa affermazione rimase di sasso. Che intendeva dire?

-Robin.. non sarai.. gelosa, per caso?-

-non sto parlando di me-

-ah, no? E.. posso sapere di chi?- chiese allora il giovane.

-perché non provi a scoprirlo da solo..-

-non sono bravo a giocare all’investigatore..-

-allora ti darò un piccolo indizio.. è una persona a cui tieni molto..-

In quel momento una  nitida immagine si concretizzò nella mente di Sanji: Nami. Abbassò lo sguardo. Non era possibile. Questo significava che Nami provava qualcosa per lui, e che lui non se ne era mai accorto? E poi voleva anche dire che aveva fatto soffrire la ragazza, senza nemmeno rendersene conto. Merda.

-stai parlando di .. Nami?- Robin non rispose.

-da quanto?- chiese il biondo, nella voce una nota di tristezza.

-Sanji, non penso sia giusto che sia io a dirtelo.. devi parlare con lei.. inoltre devo ammettere che non ne ho nemmeno la certezza.. devi capirlo tu.. –

-e come faccio?-

-semplice: in questo modo- così dicendo Robin spinse Sanjilontano da se ed andò a scontrarsi con la bella navigatrice.


… POCHI MINUTI PRIMA.

Chopper aveva seguito la scia di profumo di Nami e dopo poco l’aveva raggiunta. Si trovava nello stesso parco dove quel pomeriggio i due si erano fermati a riposare. La ragazza, seduta sull’erba, ammirava le stelle.

-ciao Nami! Cosa fai qui tutta sola?- la ragazza, presa alla sprovvista, si spaventò, ma subito si tranquillizzò, rendendosi conto che lo sconosciuto era solo Chopper.

-scusami, non volevo spaventarti.. – le disse la piccola renna.

-tranquillo, è tutto ok.. comunque nulla, mi stavo annoiando alla festa, e quindi sono venuta qui..-

-ma come ti stavi annoiando! Si stanno divertendo tutti alla festa! Dai torniamo là!- disse sorridendo Chopper.

-già.. si stanno divertendo tutti..- e così dicendo tornò a guardare il cielo.

-ho per caso detto qualcosa di male?- chiese Chopper, notando la reazione dell’amica.

-oh no, stai tranquillo..-

-e allora- la piccola renna si trasformò nell’Heavy Point –torniamo alla festa, così potrai divertirti anche tu- e così dicendo prese in bracciò la navigatrice e tornarono alla piazza.

-dai Chopper, mettimi giù, ho detto che non voglio..- una volta arrivati, il dottore posò a terra Nami, la quale osservò velocemente le persone sulla pista. Ne vide due in particolare, e sentì una violenta fitta al cuore.

Perché Robin? Perché mi fai questo? Perché stai ballando con lui? Esattamente come oggi, perché sei andata a fare la spesa con lui? Prima mi dici che lui mi riserba un comportamento speciale, mi fai accorgere di questo.. mi fai anche rendere conto che forse anche io sento qualcosa per lui e adesso sei tu che ci stai provando? Perché Robin? Perché?Nami sentiva che stava per scoppiare a piangere.

Intanto anche Chopper aveva individuato Sanji e Robin, così spinse Nami al centro dalla pista e quando vide che Robin aveva spinto Sanji da lei, si dileguò.


Sanji e Nami si guardarono negli occhi per qualche secondo, poi la rossa abbassò lo sguardo, ma il giovane cuoco riuscì comunque a notare gli occhi lucidi della ragazza.

-Nami.. ti andrebbe di.. ballare?- tentò lui, rompendo il silenzio e provando a prenderle la mano. Nami però si scansò e, senza degnarlo di uno sguardo, si voltò e iniziò a correre lontano da tutto quel casino. Inizialmente Sanji rimase di stucco, ma subito dopo si riscosse e iniziò ad inseguire la ragazza. La raggiunse poco dopo, vicino al porto, l’afferrò per un braccio, costringendola a fermarsi e voltarsi verso di lui.

-ehi.. piccola.. perché sei scappata?- Nami finalmente lo guardò e Sanji rimase scioccato dal suo sguardo: furioso e ferito.

-che te ne importa?-

-come che me ne importa, Nami? Lo sai che mi importa tantissimo di te..-

-mpf.. non farmi ridere! Se davvero ti importasse di me non ci avresti provato con tutte quelle ragazze per tutta la sera!e soprattutto.. non ci avresti provato con Robin..- Sanji abbassò lo sguardo, ma poi tornò a guardarla negli occhi.

-io.. io non ci ho provato con Rob..-

-smettila! Vi ho visti!-

-Nami.. ascoltami, mi dispiace di averti ferita, io.. non pensavo di causarti tutto questo dolore.. ma-

-tu non mi provochi nessun dolore .. a me di te non me ne importa niente!- gli disse Nami, cattiva. Sapeva che non era giusto comportarsi così, ma in quel momento era arrabbiata e non riusciva a trattenersi.

-Nami..ti prego non dire così.. mi dispiace di come sono andate le cose questa sera.. mi spiace di averti fatta star male.. e mi dispiace di non essermi mai reso conto di quello che provavi per me..-

-Sanji, mettitelo in testa, io per te non provo niente! Non mi importa più niente di quello che fai, va a provarci con tutte le ragazze che vuoi, dimenticati per sempre di me, non parlarmi mai più..- così dicendo la rossa si allontanò dal biondo e ricominciò a correre. Pochi minuti dopo si trovava sulla nave, aveva raggiunto il suo orticello di mandarini e, rannicchiata in un angolo, aveva iniziato a piangere.

Sanji aveva guardato la giovane scappare, senza riuscire a far nulla. Si accese una sigaretta e iniziò a guardare il cielo, che poco dopo era stato inondato di mille colori a causa dei bellissimi fuochi d’artificio, che lui non riusciva a vedere. Sentì però una lacrima rigargli il viso e il cuore andargli in mille pezzi.
 

Intanto, sotto lo stesso cielo..

Pochi minuti prima Robin aveva spinto Sanji tra le braccia di Nami e se ne era andata per non sentirsi di troppo in mezzo a quella folla. Aveva notato che, non molto lontano, un giovane spadaccino
stava bevendo tutto solo del sakè, seduto a terra. Decise allora di avvicinarsi.

-ehi spadaccino, che fai qui tutto solo?-

-non vedi- disse muovendo la bottiglia – bevo-

-posso sedermi qui con te?- gli chiese.

-mpf.. come vuoi..- Robin allora si sedette affianco a lui, appoggiando la schiena al muro. Rimasero per un po’ così, in silenzio, a guardare la folla che ballava. Dopo un po’ fu Zoro a rompere il silenzio,
forse spinto dall’alcool.

-posso farti una domanda?.

-certo-

-che ci trovi.. in quello là?- chiese il verde, arrossendo un pochetto.

-quello là.. chi?- chiese Robin, fingendo di non capire.

-Massi, hai capito.. Sanji..-

-perché dovrei trovarci qualcosa in lui?-

Zoro la guardò stupito –ma come? Oggi hai voluto andar con lui a far la spesa e prima vi ho visti ballare..-

-non è che.. sei geloso?- gli chiese l’archeologa, sorridendogli dolcemente. Zoro voltò lo guardo, arrossendo ancora di più.

-mpf, ma figurati!- Robin rise piano e Zoro tornò a guardarla.

-comunque non provo niente per lui, stavo solo cercando di fargli capire che Nami ci tiene davvero a lui-

Lo spadaccino sgranò gli occhi –Davvero?-

-Già..- tra i due tornò il silenzio, finché non iniziarono i fuochi d’artificio. Robin spostò lo sguardo verso il cielo, mentre Zoro continuò a guardare la mora. Poco dopo alzò anche lui gli occhi e, timidamente, come se nulla fosse, circondò le spalle della ragazza con il suo braccio. L’archeologa allora appoggiò la testa sulla spalla di lui e insieme guardarono quello spettacolo notturno.

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Capitolo 7
*** PENSIERI. ***


PENSIERI.


Piangeva. Se ne stava seduta in mezzo ai mandarini e piangeva. Non sapeva quanto tempo fosse passato, probabilmente un’ora, ma non le importava più di tanto. Ad un certo punto sentì i compagni tornare sulla nave. Sentiva che ridevano, scherzavano, parlavano della serata appena terminata, ma lei non li sentiva davvero: aveva la testa da tutt’altra parte. Si rannicchiò un poco di più, in modo che gli altri non la vedessero: in quel momento aveva solo voglia di restare sola, non voleva dare spiegazioni a nessuno. Ad un certo punto però una domanda attirò la sua attenzione.

-ehi Robin- iniziò Rufy –sei sicura che non dobbiamo andare a cercare Sanji e Nami?-

-si, sta tranquillo. Probabilmente saranno insieme, torneranno presto, vedrai..- rispose l’archeologa.

Probabilmente siamo insieme eh? Non sai quanto tu ti stia sbagliando, Robin. Pensò la rossa.
-aaah.. ok ho capito! Ma siamo sicuri che torneranno prima di domani mattina? Sanji deve prepararmi la colazione!!- disse il capitano tutto agitato.

-non preoccuparti!- lo rassicurò Robin.

Dopo di che, pian piano, tutti si diressero verso le camere lasciando nuovamente il ponte nel silenzio più totale. Nami guardò il cielo.

“Anche quella sera c’erano le stelle come adesso.”.  distolse velocemente lo sguardo “ehi, ma che vado a pensare! Devo smetterla di pensare a Sanji! È un idiota! Dice che io sono speciale, il suo angelo, il suo unico vero amore e poi che fa? Ci prova con tutte. Tutte! È vero, poi è sempre tornato da me, ma probabilmente lo fa perché io sono qui “a portata di mano”.. Stupido! E io che avevo iniziato a pensare.. No! Basta! Sanji non si merita nulla.. Probabilmente avevo iniziato a provare qualcosa per lui solo perché me l’aveva fatto notare Robin.. Già, Robin.. lei da che parte sta? Prima mi fa entrare in crisi facendomi pensare a quell’idiota e poi mi volta le spalle provandoci lei? Qual era il suo scopo? Bè anche se le piacesse Sanji non è più un problema mio. Io ho chiuso con lui. Dopo questa sera ho aperto gli occhi, quel cuoco non mi merita, è solo un farfallone, la mia era solo una cotta passeggera e per fortuna l’ho capito prima di fare una qualunque cavolata. È giusto così.”

Tornò a guardare il cielo. Non piangeva più.
 

**

 
Venne svegliata dal rumore di alcuni passi.
Nami aprì velocemente gli occhi, allarmata. Si ritrovò rannicchiata nello stesso punto di alcune ore prima, quando stava guardando il cielo. Volse velocemente lo sguardo verso il rumore dei passi e si sentì mancare un battito. Sanji stava camminando sul ponte, con la sigaretta tra le labbra, verso la cucina. Non si accorse di lei. La ragazza si rese conto solo in quel momento che era mattina e che molto probabilmente il cuoco stava per iniziare a preparare la colazione. Improvvisamente un dubbio l’assalì.
Come doveva comportarsi adesso con il ragazzo? La sera prima l’aveva trattato davvero male, gli aveva anche detto di non parlarle mai più.. bé se lui l’avesse fatto non sarebbe stato poi tanto difficile continuare a vederlo.. bastava ignorarlo. Altrimenti? Altrimenti che avrebbe fatto?
In quel momento non si sentì pronta per affrontare il biondo, così decise di andare nella sua stanza, in modo da dormire almeno qualche ora in un letto decente.
Si avviò allora verso la camera, tentando di fare il meno rumore possibile. Quando la raggiunse vi entrò di soppiatto, notando con piacere che Robin ancora dormiva.

“Bene, almeno non devo parlarle subito”pensò, infilandosi sotto le coperte e sprofondando subito nel mondo dei sogni.
 

Robin aprì gli occhi e la prima cosa che notò fu che l’amica era finalmente tornata. Chissà dov’era stata fino ad allora. Abbandonò il letto e si avvicinò all’amica. Notò che dormiva tranquilla, così decise di non svegliarla. Si vestì velocemente, uscì dalla stanza e raggiunse la cucina. Appena vi entrò un buonissimo profumo di cioccolato la raggiunse. Spostò lo sguardo sul cuoco e notò con piacere che stava finendo di preparate una torta.

-OOH ROBIN-CHAN! BUONGIORNOOO <3 - la ragazza gli sorrise.

-di buon umore cuoco?- Sanji non rispose. Abbassò lo sguardo, concentrandosi di nuovo nulla torta. La mora lo notò, ma fece finta di nulla. Qualche secondo dopo il ragazzo terminò la decorazione del dolce, prese quindi il coltello e ne tagliò una fetta, preparò una tazza di caffè e pose tutto davanti a Robin.

-grazie mille! Allora, passata una buona serata ieri?- Sanji sorrise. Un sorriso triste, troppo triste, che non sfuggì alla compagna.

-bé.. è difficile dirlo..- Robin avrebbe voluto chiedere spiegazioni ma non ne ebbe il tempo, in quanto la porta della cucina si aprì. La ragazza volse allora lo sguardo verso il nuovo arrivato e arrossì un pochino.

Zoro entrò nella stanza e andò a sedersi proprio vicino a Robin. I due si guardarono e si sorrisero dolcemente ma appena Sanji portò l’attenzione su di loro, finsero di nulla.
 

Verso le dieci, vedendo che la navigatrice non arrivava, Robin decise di provare a vedere se stesse bene, così si diresse verso la loro stanza ma, una volta entrata, si rese conto che la ragazza dormiva ancora. Decise allora di lasciarla in pace. Appena chiuse la porta alle sue spalle però Nami aprì gli occhi. Per fortuna non si era accorta che stava fingendo. Si rannicchiò bene sotto le coperte. Non aveva davvero voglia di vedere gli altri. Per la prima volta da quando era su quella nave aveva solo voglia di stare da sola. Restò sotto le coperte ancora un paio d’ore infatti, verso mezzogiorno, sia perché era stufa di starsene a letto, sia perché la fame iniziava a farsi sentire, decise di raggiungere gli altri in cucina. Non si sentiva ancora del tutto pronta ad affrontare Robin e Sanji, ma prima o poi avrebbe dovuto farlo.
Lasciò la sua camera e lentamente raggiunse la cucina. Aprì la porta e entrò nella stanza.

-buongiorno a tutti- salutò.

-NOOO NAMI! PERCHÈ TI SEI ALZATA? VOLEVO MANGIARE IO LA TUA PARTE!!- gli urlò contro il capitano, ma prima che lei potesse ribattere un calcio fece sbattere la testa di Rufy contro il tavolo.

-ti sembra il modo di parlare ad una signora?- gli chiese Sanji.

-uffa Sanji! Sei cattivo però!- gli rispose Cappello di Paglia, mettendo il broncio.

Sanji sorrise e poi portò l’attenzione su Nami. Per un secondo quest’ultima poté giurare di aver letto negli occhi del cuoco dolore, tristezza, paura.. delusione. Ma fu su solo un attimo, perché prima che Nami potesse distogliere lo sguardo lui parlò, e la lasciò senza parole.

-NNNNAMI SAAAN!! BUONGIORNO ANGELO MIO! VIENI TI HO PREPARATO UN PRANZO SPECIALE! VISTO CHE NON HAI FATTO COLAZIONE HAI BISOGNO DI TANTO CIBO E QUINDI ECCO QUI <3- le disse, come sempre. Come se nulla fosse successo.

Nami si lasciò guidare dal ragazzo, si sedette al suo posto e guardò i piatti davanti a sé.

“Possibile che ciò che è successo ieri sera non l’abbia minimamente ferito? Eppure prima i suoi occhi..”

Alzò un secondo lo sguardo ed incrociò gli occhi interrogativi di Robin. Riportò velocemente l’attenzione sul suo piatto, iniziando a mangiare.
 

**


Era sera e Nami aveva passato tutta la giornata ad evitare Robin. Il comportamento di Sanji l’aveva davvero turbata: si era comportato come ogni qualsiasi altro giorno, l’aveva corteggiata, le aveva preparato dei dolci e qualcosa da bere. E non riusciva a capirne il motivo. Aveva paura che Robin avesse la risposta. Era in camera e sapeva che l’archeologa sarebbe arrivata a breve, così si preparò a parlarle. Qualche minuto dopo infatti arrivò la mora.

-ciao- le disse Nami.

-ciao..- le rispose avvicinandosi e sedendosi accanto a lei sul letto. La rossa però si alzò e si sedette sulla sedia.

-nami.. tutto bene?-

-no Robin.. non va affatto bene..- la maggiore se l’aspettava una risposta del genere, ma sentirla fece totalmente un altro effetto.

-..vuoi.. parlarmene?-

-Robin.. sei innamorata di Sanji?-

Diretta. Tolto il dente tolto il dolore.

-perché mi..-

-rispondimi!- le disse, quasi urlandole contro. Robin la guardò perplessa, ma le rispose.

-no Nami, non sono innamorata di Sanji..-

-lo stai dicendo sul serio? Non mi stai dicendo una bugia..-

-no.. assolutamente no. E poi, se fossi innamorata di lui, non pensi che non avrei cercato di farvi stare assieme?- Nami la guardò perplessa.

-come?- Robin alzò un sopracciglio.

-ieri sera.. ho parlato con Sanji e poi l’ho spinto da te.. in modo che poteste ballare.. poi ho visto che siete andati via assieme..-

Nami spalancò gli occhi. Aspetta, aspetta, aspetta! Robin aveva parlato con Sanji e l’aveva spinto da lei?

-oh no.,.- disse Nami, pensando ad alta voce.

-Nami.. che succede?- la rossa distolse lo sguardo.

-Robin.. ho combinato un casino..-

-con Sanji?-

- si.. vedi.. oddio mi sento una stupida!- Nami appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa tra le mani.

Robin si alzò allora dal letto e, prendendo l’altra sedia, si sedette accanto alla navigatrice, accarezzandole la schiena.

-racconta..-

-vedi.. io.. io avevo una cotta per Sanji.. dopo che avevamo parlato io e te avevo iniziato a vederlo sotto una luce diversa.. quando ieri ti sei offerta di accompagnarlo a fare la spesa ho pensato “ma che
sta facendo?” .. insomma.. prima dicevi che per lui ero speciale e poi andavi tu con lui? e lo stesso l’ho pensato ieri sera.. quando vi ho visto ballare .. io.. io non avrei mai pensato che tu stessi cercando di farci stare assieme.. oh Robin, mi dispiace tanto!- le disse, guardandola con gli occhi pieni di lacrime.

-Nami, sono io che devo chiederti scusa.. insomma.. non pensavo che questo mio comportamento ti avesse fatto star male! Comunque.. ecco.. per toglierti ogni dubbio.. io sono..io sono innamorata di un’altra persona..- disse la mora, arrossendo. Nami strabuzzò gli occhi.

-davvero?-

-si.. vedi.. a me piace Zoro..- Robin divenne rossissima e Nami la guardò dolcemente.

-è una cosa così carina!! Però potevi scegliertene uno un po’ meglio di.. quello là..- Robin rise, seguita a ruota dalla rossa.

-comunque.. che è successo poi con Sanji?- Nami si rabbuiò ed iniziò a raccontare all’amica cosa fosse successo con Sanji.

-ho capito.. bé ora sai che tra me e lui non c’è nulla.. quindi puoi chiedergli scusa e iniziare ad uscire con lui..- iniziò Robin.

-no-

-come?-

-no-

-ma Nami..-

-ascolta.. io avevo una cotta per Sanji, sono stata male per causa sua, ok avevo frainteso il tuo comportamento, ma resta comunque il fatto che lui non se è tirato indietro .. ieri sera ci ha provato con tutte le ragazze. Tutte. Io non voglio un ragazzo così. Quindi non ho intenzione di fare proprio un bel niente..-

-Nami..-

-no! Niente Nami! E poi hai visto, no? Come si è comportato oggi? Fa come sempre, come se nulla fosse successo! Non gliene importa minimamente di quello che è accaduto! Quindi non vedo
perché dovrei perdere tempo con uno così..-

Robin non poté controbattere. Aveva notato anche lei il comportamento del cuoco e sembrava davvero che non fosse accaduto nulla.

-capisco.. dai Nami.. si è fatto tardi.. dormici su.. domani ci pensiamo con più calma- l’’archeologa le sorrise dolcemente, alzandosi dalla sedia e dirigendosi poi verso il suo letto.


 
Qualche ora dopo Nami continuava a rigirarsi nel letto. Non riusciva per niente a prendere sonno. Si ricordò in quel momento che a fare la guardia quella sera ci sarebbe stato Usopp, così decise di alzarsi e raggiungerlo. Una bella chiacchierata con l’amico le avrebbe fatto bene. Scostò allora le coperte, si mise rapidamente qualcosa di comodo ed uscì dalla stanza.

Ad attenderla sul ponte, però, non vi trovò Usopp.


Angolo autrice.

ciao a tutti!! Chiedo umilmente scusa per il pauroso ritardo con cui ho aggiornato! Avevo promesso tempi più brevi e invece li ho solo allungati di più.. Scusate davvero! 
Questo capitolo è stato davvero difficile da scrivere.. non so per quale motivo ma non trovavo l'ispirazione, niente di ciò che scrivevo mi convinceva.. Spero comunque che vi sia piaciuto e che non vi abbia delusi! 
Ringrazio davvero namirami che mi ha dato una svegliata e mi ha fatto ritrovare un briciolo di ispirazione :)
Alla prossima e grazie a chi segue la mia storia!! 

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Capitolo 8
*** LADRA. ***


LADRA.

Sanji se ne stava appoggiato alla balaustra a fumare. Non si era accorto di lei.
Nami rimase a contemplarlo per un po’, finché lui non voltò lo sguardo e la vide. Si maledisse mentalmente da sola per non essersene andata via subito.

-ciao..- le disse.

La rossa fece per andarsene, ma le parole di lui la fermarono.

-no, ti prego.. rimani con me..-

E adesso? Che doveva fare? Insomma.. l’aveva trattato davvero male.. lei non riusciva a far finta di nulla.

-se non sbaglio ti avevo detto che non avresti più dovuto rivolgermi la parola- gli disse, senza voltarsi per guardalo.

Dopo qualche secondo lui le rispose –hai ragione..-

Silenzio. L’unico suono che si sentiva era quello delle onde che si infrangevano contro la parete della nave.

Sanji tornò ad appoggiarsi alla balaustra, iniziando a guardare il mare.

Nami rimase immobile. “Se me ne vado non saprò mai la verità.. non saprò mai perché lui si comporta come se niente fosse.. non saprò mai cosa prova davvero per me..” Con questo pensiero la ragazza si voltò e a grandi passi raggiunse il cuoco, mantenendo comunque una certa distanza da lui. Anche lei iniziò a guardare il mare, cercando di trovare il modo di iniziare il discorso. Rimasero in silenzio per un po’, ognuno immerso nei propri pensieri, finché il biondo parlò.

-Nami-san sono felicissimo di essere qui con te questa sera.. – cominciò avvicinandosi un pochino a lei, la quale però non gli permise di terminare la frase.

-smettila, Sanji- lui strabuzzò gli occhi.

-di fare cosa scusa? Lo sai che per me sei spec..-

-di fare quello che stai facendo. Provarci con me-

-ma sai che non mi arrenderò mai.. il mio amore per te è unico-

La rossa scoppiò a ridere. Una risata di scherno: non credeva ad una singola parola che lui aveva detto.

-ah sì? Il tuo amore per me è unico? Mi sembrava di avertelo detto ieri sera no? Se io fossi così speciale come dici tu allora non ci avresti provato con tutte le ragazze che erano alla festa ieri sera, non mi avresti lasciata da parte, messa nel dimenticatoio.. e soprattutto non avresti dimenticato così facilmente la nostra litigata!- gli disse, alzando pian piano la voce. Sentiva che le lacrime stavano iniziando a pungerle gli occhi, ma le respinse indietro. Sanji abbassò lo sguardo.

-non ho dimenticato una sola parola di quello che mi hai detto..- soffiò lui. La navigatrice portò lo sguardo su di lui, arrabbiata.

-davvero? Non hai dimenticato nulla? Bene, allora è proprio come pensavo: non te ne è davvero importato niente! bé grazie, ora ne ho la prova. Sono sola una delle tante, mi dici che sono unica e speciale solo per trarmi in inganno e portarmi a credere che tu ci tenga davvero, ma in realtà non è così! Se ieri sera avevo le idee chiare adesso le ho ancora di più! Mi ha fatto bene questa conversazione, mi ha fatto capire perfettamente il tipo di persona che sei. Addio Sanji, vedi di non parlarmi mai più davvero, questa volta-

Così dicendo Nami se ne andò, lasciando il cuoco da solo, che sentì il cuore rompersi in mille pezzi. Di nuovo.

“Cazzo Sanji! Reagisci! Non puoi perderla così! Fa l’uomo, prendi in mano la situazione! Non può pensare questo di te! Reagisci! Reagisci!”

Una vocina si insinuò dentro la testa del ragazzo, che sentendo la ragazza allontanarsi capì che rischiava di perderla seriamente, questa volta. Così si decise a parlare.

-ti sbagli..- la ragazza si era fermata. Lo aveva intuito quando aveva smesso di sentire il rumore dei suoi passi. –ti sbagli,- ripeté, voltandosi verso di lei. La vide, che lo guardava: aveva gli occhi lucidi.
Decise allora di avvicinarsi a lei -non è assolutamente vero che non mi è importato nulla del nostro litigio..-

La vide strabuzzare gli occhi.

-come puoi dirmi una cosa del genere? Come puoi! Dopo che oggi hai passato tutto il pomeriggio a comportarti come se tutto fosse normale, come se nulla fosse successo! SE TE NE FOSSE IMPORTATO NON TI SARESTI COMPORTATO COSì!-

-e come avrei dovuto comportarmi scusa?- questa domanda lasciò Nami di stucco. Insomma, come avrebbe dovuto comportarsi? Non lo sapeva neanche lei.. abbassò lo sguardo.

-io.. non lo so.. – iniziò a torturarsi le mani, fino a quando una domanda le sorse spontanea –se davvero ti è importato.. come riesci a comportarti così?-

-sono solo un bravo attore-

Nami alzò lo sguardo, senza capire.

-.. che.. che stai dicendo?-

A questo punto fu lui ad abbassare lo sguardo.

-Nami.. credevi davvero che potessi stare bene dopo quello che mi hai detto? Sono stato un vero idiota, non ho capito niente, ti ho fatta soffrire.. diamine, ti ho fatta soffrire! Senza neppure accorgermene.. hai fatto solo bene a dirmi quelle parole.. mi hai fatto capire il coglione che sono stato..- alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi dritti in quelli di lei –Nami tu sei davvero speciale! Più di quanto tu possa immaginare. Ma da quando ti conosco sei sempre stata irraggiungibile per me.. qualunque cosa facessi tu non mi notavi, ero solo uno schiavetto.. avrei dovuto smetterla subito con le mie moine, lasciarti in pace.. ma era più forte di me, non potevo! Non potevo lasciarti andare perché nel profondo del mio cuore speravo davvero che tu ti accorgessi me.. ma non accadeva mai.. io ci ho sempre provato con le altre perché era un modo per dimenticarti, anche solo per poco.. ok, ammetto di avere un grande debole per le donne.. ma tutte le volte che ti tornavo su questa nave e ti vedevo qui.. capivo che era inutile.. le altre non ti avrebbero mai sostituita.. ma non sono stato capace di capire che mi avevi notato.. che in qualche modo avevi iniziato a vedermi in maniera diversa e così ho rovinato tutto.. mi chiedi come sono riuscito a comportarmi così? Bé semplice: ho pensato a te.. non potevo dimostrarmi triste, arrabbiato, ferito o quant’altro davanti a te, pensavo ti avrebbe fatta star male il doppio, che ti avrebbe fatta sentire in colpa, così ho finto che andasse tutto bene.. ma a quanto pare non ho capito nulla neanche questa volta..-

Nami sentì di non riuscire più a trattenere le lacrime, così le lasciò scivolare sul suo viso. Sentiva che le mancava il fiato. Non riusciva a pensare a niente, sentiva solo le parole del ragazzo rimbombarle nella testa. Sanji alzò la mano per sfiorarle il viso, ma lei si scostò.

-ho.. ho bisogno di stare sola..- disse, voltandosi e facendo qualche passo. Anche Sanji sentì le lacrime rigargli il viso.

-Ricorda una cosa Nami! Io ho sempre avuto un debole per le donne, ma solo una è riuscita ha rubarmi il cuore, e chi poteva essere, se non una ladra come te?- le gridò.

La rossa sentì il cuore fermarsi per un secondo. Non seppe esattamente cosa accadde dopo, seppe solo che si voltò e corse in contro al biondo. Quando lo raggiunse gli mise le braccia al collo e, alzandosi in punta di piedi, appoggiò le sue labbra contro quelle di Sanji. Quest’ultimo le circondò la vita con le braccia, attirandola più a sé. Chiuse gli occhi e cominciò piano a muovere le labbra contro quelle della ragazza. Mai, mai aveva provato sensazioni del genere. Tutto quello che aveva sempre desiderato si stava avverando, avrebbe avuto voglia di correre, saltare, piangere di gioia, ma l’unica cosa che fece fu di rispondere a quel bacio tanto desiderato. Quando si staccarono rimasero abbracciati e Sanji appoggiò la propria fronte contro quella della navigatrice. Rimasero in silenzio per un po’.

-promettimi..- disse Nami, iniziando a giocherellare con i capelli di lui –promettimi che da adesso in poi ci sarò solo io..-

- te lo prometto-

Lei gli sorrise dolcemente.

Rimasero tutta notte sul ponte, abbracciati, ad ammirare le stelle.

Era tutto perfetto.

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