Cause we belong togheter

di Morgana_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Prologo ***
Capitolo 2: *** 2. Ferite aperte ***
Capitolo 3: *** 3. Dimenticare ***



Capitolo 1
*** 1. Prologo ***


Adrianne

Cause we belong together

1. Prologo

Urla. Panico. Sangue.

Troppo sangue. I tappeti, il pavimento tutto era ricoperto di sangue. Aveva tanta paura, da sotto il tavolo la bambina tremava, teneva stretto a se' il suo prezioso orsacchiotto marroncino: Teddy. Regalo fatto dai fratelli qualche mese prima, da quel momento non se ne era più separata. In quel momento di terrore però, nemmeno Teddy però era in grado di proteggerla dal mostro cattivo. Quella volta davvero il mostro cattivo era venuto a farle visita, e i suoi fratelli stavano combattendo per proteggerla, perché il mostro cattivo era venuta per lei.

I suoi fratelli però, erano ricoperti di sangue ed erano sdraiati a terra e non si alzavano più, il mostro cattivo la stava cercando.

Adrianne sgranò i suoi occhioni castani, e cercò di non urlare, strinse ancora più a se' l'orsacchiotto e pregò che i suoi fratelli si risvegliassero.

Loro lo sapevano fare, loro erano invincibili glielo aveva spiegato uno di loro qualche tempo prima. Il mostro cattivo si abbassò e guardò sotto al tavolo, non appena la vide, ghignò. Finalmente aveva trovato quella piccola peste. Gli occhi azzurri del mostro avevano una strana luce, cosa che fece spaventare ulteriolmente la piccola che ormai tremava da capo a piedi. Perché quel mostro cercava lei? E perché aveva picchiato i suoi fratelli?

-Ciao Adrianne..-

Adrianne deglutì, con le mani torturava il peluche e trovò la forza di rispondere.

-Vattene via! Cosa hai fatto ai miei fratelli?- rispose la piccola, con gli occhi pieni di lacrime.

-Tranquilla si riprenderanno presto, ma tu adesso vieni con me!-

-Mai!- urlò la bimba uscendo dal suo piccolo nascondiglio. I suoi fratelli si stavano svegliando, ma il mostro riuscì a prenderla.

-No! Adrianne!- urlò il maggiore dei fratelli.

-Damon! Salvami! Fratellone!- urlò dimenandosi tra le braccia del mostro. 


Adrianne si svegliò soffocando un urlo. Ormai era sempre il solito e dannato incubo che le impediva di fare sonni tranquilli da dieci anni. Ogni notte sognava quel maledetto bastardo che l'aveva portata via dai suoi fratelli, adottivi, ma erano pur sempre la sua unica famiglia. Fortunatamente quella notte, era riuscita a scappare via e il giorno dopo venne trovata da una suora e fu portata in un collegio fino a quando, una donna non l'adottò.

Purtroppo l'anno prima, l'unica persona che l'aveva trattata come una figlia morì e Adrianne rimase sola con il patrigno. Adam. Un uomo nè troppo vecchio nè troppo giovane, che dedicava anima e corpo al suo lavoro. Lui era vice sceriffo della città, non aveva figli suoi, ma trattava Adrianne come se fosse tale.

Dopo che si fu preparata scese a fare colazione, trovò l'uomo già seduto a tavola, che l'aspettava.

-Buongiorno, Adrianne!-

-Buongiorno Adam- rispose sorridente.

Adam si incantò a guardare la ragazza che era intenta ad imburrarsi un toast. Lui, era ossessionato dalla sua bellezza. Sapeva che era una cosa malsana, che aveva cercato di reprimere da molto tempo ma non vi riusciva completamente.

-Scappo. Vado a lavoro, ci vediamo sta sera- disse dandole un bacio sulla fronte. Adrianne annuì, osservò l'orologio che aveva al polso. Entro cinque minuti sarebbero passate Elena e Bonnie, quindi si affrettò a mangiare e a sistemare tutto.

Non appena sentì il clacson del fuori strada di Elena, si precipitò fuori dalla porta in attesa di incontrare le sue amiche.

Aveva legato con loro fin da subito. La prima volta che mise piede in quella cittadina aveva 10 anni, non sapeva niente su Mystic Fall's, prima del collegio aveva vissuto ad Atlanta con i suoi fratelli. I suoi adorati fratelli...non aveva più saputo niente su di loro, non sapeva se erano vivi o morti, beh per loro era un tantino difficile morire. Da quel che ricordava, alle sue conoscenze in materia, poteva dire che erano dei vampiri.

-Buongiorno ragazze!- esclamò sorridente entrando in macchina. Le due ricambiarono il saluto, Elena però era un po' giù visto che non aveva nemmeno voglia di sorridere.

-Cosa è successo?-

-Si è lasciata con Matt- rispose Bonnie.

-Beh io lo avevo detto...- disse Adrianne con pochissimo tatto. Un difetto della ragazza? Parlare senza riflettere, commetteva mille gaffe al giorno, era più forte di lei non riusciva a trattenersi ecco perché non andava nemmeno d'accordo con i suoi professori.

Si beccò un'occhiataccia da parte di Bonnie.

-Oddio, scusami Elena!-

Elena però non se la prese, anzi sorrise per la tenerezza che provò per l'amica. -Oh non fa nulla, solo che...le premonizioni lasciale a Bonnie è lei la Strega tra noi!-disse scoppiando a ridere.

-Già ancora fatico a crederci...- disse Adrianne sconvolta. -Senti non è che potresti fare un incantesimo sui miei voti scolastici?-

Elena e Bonnie scoppiarono a ridere.

-No, proprio per la tua mancanza di volontà per i compiti non c'è nessun incantesimo!- rispose la Strega, parcheggiando l'auto.

-Ok direi che siamo arrivate in carcere- sospirò Adrianne sperando che gli alieni invadessero la Terra e che lanciassero una bomba sulla scuola per disintegrarla completamente.


Una persona può scomparire dalla faccia della Terra?

Damon Salvatore, non sapeva rispondere a questa domanda. Per ben 10 anni aveva cercato la sua sorellina, anche nei posti più disparati e strani, ma nulla non l'aveva trovata. Si malediva ogni giorno per non averla saputo proteggere dal quel fottuto figlio di puttana. Damon comunque non demordeva, aveva saputo che Klaus non era riuscito a rapirla.

Osservava l'ultima foto scattata prima di quella maledetta notte estiva. Era bellissima e tenerissima. Adrianne aveva davvero un sorriso gioioso stretta a suo fratello, l'elegante vestitino blu copriva il suo esile corpo, i suoi occhioni nocciola sprizzavano energia e solarità, i suoi capelli castani che scendevano a onde fino alle spalle incorniciavano il suo visino perfetto. Quanto le mancava la sua piccola peste! Chissà che aspetto avrebbe avuto ora. Lui sicuramente l'avrebbe riconosciuta tra mille.

Ricordava perfettamente il giorno in cui sua madre la portò a casa loro. Pioveva ed era una fredda serata di Dicembre, Hanna la madre era davvero disperata. Pregò Stefan di prendersi cura della sua bambina, perché era in pericolo. All'inizio Damon era contrario, ma poi finì per affezionarsi anche lui a quel meraviglioso scricciolo, fu il suo miglior regalo di Natale.

Un anno dopo scoprirono che Hanna morì. Damon temeva che la stessa sorte fosse capitata alla figlia, ma in cuor suo sentiva che Adrianne era viva.

-Damon! Ho trovato! Il collegio di Atlanta! Adrianne fu portata lì!- esclamò Stefan entrando velocemente in casa. Damon posò la foto ed uscì di casa seguito dal fratello.

-Come fai a saperlo?-

-Me lo ha detto la suora che ha portato Adrianne la mattina del 20 agosto, il giorno dopo che Klaus ce la strappò via, al collegio. E' una storia lunga. Ma adesso andiamo-

Damon osservò meravigliato il fratello, ma allora non era così idiota come aveva sempre pensato!

Buona sera a tutte! Come potete vedere, ho scritto un ennesima pazzia e ho deciso di pubblicarla. Ho già la trama delineata nella mia testa, però visto che ho molte fanfic ancora non concluse, non so se la porterò avanti oppure pubblicarla tra un po' di tempo. Forse all'inizio la storia vi sembrerà noiosa, ma tra qualche capitolo si sbloccherà ;)

Non è una fic Delena, ma è una Damon/nuovo personaggio, in questo caso Adrianne. Non so ancora che volto dare alla protagonista, quindi non ho creato nessun bunner tuttavia ho già qualche idea. Spero che la storia vi piaccia, se vedo che è apprezzata la porto avanti  sennò concludo almeno una fic e la pubblico nuovamente. Se c'è qualcosa che non vi piace, ditemelo! Accetto qualsiasi critica :) Forse 

A voi l'ardua sentenza =) 

Baci Morgana <3

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Capitolo 2
*** 2. Ferite aperte ***


Adrianne 1

Cause we belong togher

2. Ferite aperte

L'ansia era troppa, perfino per lui. Lui, che non gli era mai importato di niente e di nessuno, lui che era così egoista e che pensava solo al suo benessere infischiandosene completamente degli altri. Adesso era ansioso per la sua principessa. Sperava di vederla e di stringerla ancora tra le sue braccia, e avrebbe giurato di proteggerla come non era stato in grado di fare dieci anni prima. Anche Stefan era teso ed impaziente, le loro vite erano diventate vuote da quando quell'adorabile peste aveva lasciato la casa.

-Siamo arrivati..-mormorò il più giovane, notando l'edificio. Damon accostò l'auto e senza neanche preoccuparsi di parcheggiarla bene, scese e si fiondò verso l'ingresso. I due, entrarono in segreteria, senza neanche bussare. La donna che stava seduta alla scrivania, ridusse gli occhi a due fessure, serrando le mascelle. Non era una suora, era vestita con un semplice completo di giacca e gonna verde militare.

-Buongiorno. In cosa posso aiutarvi?- chiese svogliatamente e chiaramente infastidita.

-Vogliamo sapere se Adrianne Salvatore si trova qui-

La donna inarcò un sopracciglio e guardò Damon abbassando leggermente gli occhiali da vista.

-Voi siete?-

-I fratelli-

La donna non ci credette e mandò via i due. -Spiacente non posso dare questa informazione-

Damon alzò gli occhi al Cielo e raggiunse con aria minacciosa la donna in poche falcate. Perdendo la pazienza usò il soggiogamento, così la donna iniziò a sfogliare vari registri.

-Adrianne Salvatore...è stata adottata ben sei anni fa!- esclamò la donna.

I fratelli si guardarono in faccia visibilmente sollevati. La loro sorellina era viva!

-Da chi? E dove è stata portata?- chiese Stefan.

-Adam e Mery Rosewood. Mystic Fall's-

-Mystic Fall's?- esclamarono i fratelli sconvolti. Senza nemmeno salutare uscirono dal collegio. Adrianne era stata portata a Mystic Fall's, buffo il destino. Damon e Stefan, lasciarono Mystic Fall's la loro terra d'origine per lasciarsi alle spalle il passato. A Mystic Fall's iniziò tutto. Lì diventarono vampiri. La cittadina che avevano lasciato a causa dello sgretolamento del loro rapporto fraterno, quella crepa durò per più di un secolo, poi arrivò Adrianne e le cose cambiarono. Tuttavia sarebbero tornati a riprendersela.

-Forza fratellino si torna a casa-


-Sia lodato il Cielo! Anche questa triste giornata scolastica è giunta al termine!- esclamò Adrianne uscendo da scuola. Bonnie ridacchiò leggermente alle parole dell'amica, sfiorò leggermente la sua spalla e avvertì una strana sensazione, non sapeva decifrarla. Non era sgradevole o negativa, era strana e...forte. Tuttavia non disse nulla per non spaventare l'amica.

-Sì però ci hanno lasciato una valanga di compiti..- continuò la ragazza con un espressione contrariata.

-Ciao zuccherino!-

A quell'appellativo, Adrianne si voltò infastidita, per quale motivo il suo ragazzo doveva chiamarla con quel dannato nomignolo davanti a tutti e per di più in un momento di crisi?

-Logan! Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così!- sussurrò per non farsi sentire dagli altri. -E poi..ti avevo detto che con te non avrei parlato per almeno una settimana!-

Logan alzò gli occhi al Cielo esasperato dall'ostinazione della sua ragazza. Sorridendo si avvicinò di più a lei, cercando di scioglierla ma otteneva quasi sempre l'effetto contrario. Adrianne, quella volta era davvero incazzata, del resto aveva le sue buone ragioni. Logan era sempre stato un ragazzo a cui piaceva corteggiare tante donne contemporaneamente, e questo ad Adrianne non stava bene, non poteva fare la figura del pupazzo in ogni occasione, sinceramente si stava stancando.

-Logan, sono seria- disse allontanandolo -Non posso perdonarti sempre! Io tengo a te..ma ho anche una dignità. Non puoi stare con me e nel frattempo fare il cascamorto con le altre...-

Logan non rispose e si limitò a fissarla negli occhi. -Pensaci ok?- gli disse Adrianne tirando Bonnie verso la macchina. Ancora una volta Bonnie ebbe quella sensazione.



Adrianne rientrò in casa sbattendo la porta. Nonostante tutto era fiera di se stessa, stava con Logan da circa nove mesi, anche se lo conosceva da tanto e in quell'arco di tempo lei non gli aveva mai detto nulla per il suo sconsiderato comportamento, ma adesso si era stufata,  era sempre stata una ragazza forte e non poteva screditarsi per una cotta. La ragazza non era innamorata, era semplicemente attratta, ancora non aveva conosciuto l'amore né aveva ansia di conoscerlo davvero, forse sarebbe arrivato anche il suo momento, un giorno.

Adrianne entrò in cucina e trovò Adam seduto, intento a leggere alcune carte.

-Ciao!- brontolò sedendosi di fronte a lui tenendosi la testa con entrambe le mani.

L'uomo alzò immediatamente lo sguardo. -Cosa è successo?-

-Niente è tutto ok. Volevo chiederti un favore però- rispose facendosi seria.

Adam posò immediatamente le carte sul tavolo e si affrettò a rispondere.

-Tutto quello che vuoi!- Adrianne sorrise.

-Sai...vorrei..cercare nuovamente i miei fratelli-

Adam sgranò gli occhi e serrò la mascella talmente forte, che la ragazza notò tutti i muscoli dell'uomo irrigidirsi, sembrava contrariato dalla sua richiesta, era da un po' che ci faceva caso: ogni qualvolta che Adrianne usciva l'argomento dei fratelli, Adam si incavolava oppure inventava scuse per non parlare. Adrianne non capiva il motivo di questo strano comportamento, avrebbe dovuto capire che lei non avrebbe mai smesso di cercarli perché Stefan e Damon erano stati la sua prima vera famiglia.

-Adrianne, ho provato a cercarli, ma non li ho trovati..è inutile te l'ho già detto- mormorò l'uomo, da sotto al tavolo strinse i pugni talmente forti, senza farsi vedere dalla ragazza. Lui non aveva mai cercato Damon e Stefan Salvatore, non avrebbe cercato due individui che forse avrebbero portato via la sua Adrianne.

-Ma..- tentò di protestare la ragazza.

-Niente ma! Loro forse ti hanno mai cercata? No. Se non ti avessimo presa noi al collegio, saresti ancora lì Adrianne- disse l'uomo duramente. -E con la tecnologia di oggi non è difficile trovare le persone!-Adrianne abbassò lo sguardo, il suo patrigno si sbagliava, Damon e Stefan non l'avevano abbandonata. Lei lo sentiva, presto li avrebbe rivisti ma aveva la sensazione che Adam non avrebbe mosso un dito per far accadere tutto ciò.

-Io, vado in camera mia- esclamò in tono freddo uscendo velocemente dalla cucina. Adam, imprecò tra i denti, Adrianne non era stupida avrebbe capito che qualcosa non andava, lui però non avrebbe permesso di farsi portare via la ragazza, Adrianne era solo sua e presto l'avrebbe avuta. Non sapeva come fosse iniziata quella dannata ossessione, sapeva solamente che un bel giorno di qualche mese prima si ritrovò a desiderarla ardentemente, la cosa che lo faceva scandalizzare era che non si vergognava più di ciò che provava.


Quanto le mancavano gli sguardi rassicuranti di Stefan, i suoi occhi verdi che trasmettevano dolcezza, lui che metteva fine ai suoi piccoli e innocenti battibecchi con Damon. Ricordava perfettamente le allegre giornate che passava in loro compagnia, con loro raramente i suoi occhi versavano lacrime. Stefan era molto più permissivo a differenza di Damon, la lasciava giocare con gli altri bambini della sua età e quando non voleva studiare e Damon non era in casa riusciva a farla franca. Con Damon però, non era la stessa cosa. Lui non era così permissivo, non riusciva mai a fargliela sotto il naso, solo quando finì al collegio capì che per lei Damon simboleggiava protezione, ecco perché era “severo” con lei, aveva paura che le capitasse qualcosa, e quel qualcosa aveva il nome: Klaus.

Adrianne aveva sempre avuto una preferenza segreta verso Damon, era il suo eroe: forte, bello e coraggioso, quando era in sua compagnia si sentiva una principessa perché lui nonostante il suo carattere un po' burbero la faceva sentire tale.

Una sera, un forte temporale si abbatteva sulla città di Atlanta, i lampi erano talmente forti che illuminavano tutta la casa e il rumore dei tuoni era davvero spaventoso. Adrianne tremava, lei aveva paura dei temporali,provò a coprirsi con le coperte fino alla testa ma era tutto inutile, la paura era troppa. Lentamente e con le lacrime agli occhi, scese dal lettino e uscì dalla sua stanza, rimase ferma sulla soglia della porta, pensando che il temporale fosse finito visto che si sentiva solo il rumore della pioggia che batteva forte sulle finestre, ma all'improvviso ci fu un altro tuono e la bambina corse verso la camera di Damon.

-Damon!- urlò spaventata. Il vampiro immediatamente si mise a sedere, aveva paura che fosse successo qualcosa alla sorellina,vedendola lì davanti al suo letto impaurita e con le lacrime che scendevano lungo le sue graziose guance.

-Adrianne che succede?-

La bambina non parlò. Si vergognava troppo, aveva sei anni suo fratello le diceva che era troppo grande per aver paura dei temporali, ma lei non poteva farci nulla. All'ennesimo tuono la bambina corse verso il letto abbracciando il vampiro. Damon, capì che non era successo nulla di grave e sorrise intenerito a quella visione.

-Hai paura?- le chiese dolcemente mentre le alzava il viso, Adrianne annuì lentamente.

-Per sta notte dormirai qui. Ma non prenderci l'abitudine, scricciolo- disse scherzosamente. La bambina sorrise e si addormentò cullata dalle forti braccia del fratello.


Quanto le mancavano! Loro erano la sua famiglia...ma ripensando alle parole due di Adam, il suo stomaco si contraeva in una stretta ferrea e dolorosa. Davvero Damon e Stefan non l'avevano mai cercata? Era assolutamente impossibile, si stavano quasi facendo ammazzare per lei...

La ragazza era sicura che presto li avrebbe rivisti e non li avrebbe più lasciati.

In quel momento Adam entrò nella sua stanza, con sguardo pentito. L'uomo era stato troppo duro con lei, ma doveva far credere alla ragazza che quei dannati ragazzi se ne sarebbero fregati e che non l'avrebbero mai cercata, ma capì che quella non era una giusta tattica.

-Mi dispiace Adrianne...io non volevo ferirti..- mormorò sedendosi sul lettino dove la ragazza era seduta a gambe incrociate.

-E' solo che non voglio che tu soffra. Non lo meriti..sai che per te farei qualsiasi cosa..-

La rabbia passò presto e Adrianne sorrise. -Tranquillo è tutto ok- Adam sorrise e abbracciò la figliastra, inspirò il suo profumo e socchiuse gli occhi mentre la stringeva un po' troppo forte.



Finalmente erano arrivati a Mystic Fall's, vedere nuovamente quei posti era strano e doloroso. Lì i fratelli Salvatore avevano rischiato di odiarsi fino alle fine dei loro giorni, lì per colpa di una donna avevano rotto il loro rapporto fraterno, fortunatamente grazie ad Adrianne erano riusciti a superare il loro rancore e adesso erano tornati ad essere dei veri fratelli.

Per Damon era ancora più difficile, lui aveva sofferto realmente perché l'amore che aveva provato per quella maledetta vampira era stato reale, solo per Stefan non lo era perché lui era stato soggiogato, all'epoca Damon doveva ammettere che era molto più debole del fratello. E si ripromise di non fare mai più lo stesso errore. Non avrebbe mai più donato il suo cuore a nessuna donna, non avrebbe più provato amore per nessuna perché l'amore faceva schifo.

-Siamo arrivati- sentenziò Stefan guardando il paesaggio fuori dal finestrino.

-Ma va? Non me ne ero accorto- rispose Damon infastidito. Stefan alzò gli occhi al Cielo, sapeva che tornare lì non avrebbe fatto bene a suo fratello, ma Adrianne era la loro priorità.

-Senti Damon...-

-No. No. So cosa vuoi dire. Sto bene. Assolutamente bene- lo interruppe il fratello, ma il tono rabbioso con cui lo disse, dimostrava il contrario. La ferita era ancora aperta.

Buona sera ^^ 

 Ecco qui il secondo capitolo, forse risulterà noioso ma voglio fare le cose con calma, non voglio essere troppo precipitosa =)
Una piccola nota: Katherine Pierce non ha il volto di Nina Dobrev, cioè non c'è nessun doppleganger. La storia però è uguale e Kath è sempre la stessa solo che non è uguale ad Elena =)
Piccola domanda: che ne pensate di Victoria Justice? Nella mia testa si avvicina molto alla descrizione di Adrianne...se avete altre idee potete dirmele =)
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito la storia non pensavo che sarebbe piaciuta a molte =)
Baci Morgana <3


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Capitolo 3
*** 3. Dimenticare ***


Adrianne 2

3. Dimenticare

Durante il periodo scolastico, di mattina il grill era quasi vuoto. Il vociare delle persone era quasi del tutto inesistente, e c'erano pochi ragazzi, più che altro era popolato da uomini e donne che decidevano di prendersi una pausa dal lavoro. Adam decise di prendersi un caffè prima di tornare sulla scrivania e studiare gli strani e misteriosi casi che di tanto in tanto avvenivano a Mystic Fall's, essendo nel consiglio, sapeva qual'era la causa ma doveva scoprirne di più per sconfiggerli. Si sedette in un tavolino ed iniziò a sorseggiare tranquillamente il suo caffè. Qualche attimo dopo, qualcuno attirò la sua attenzione. Un ragazzo abbastanza alto, con capelli neri si avvicinò al bancone, Adam non riuscì a vederlo bene ma gli sembrò di averlo visto da qualche parte.

Essendo un vice sceriffo, per natura era un ficcanaso, così con fare indifferente decise di avvicinarsi al ragazzo. Non appena lo vide bene in volto, sbiancò totalmente. Quello era uno dei fratelli di Adrianne, non si meravigliò del fatto che fosse rimasto tale e quale alla foto che risaliva a circa dieci anni prima, visto che aveva preso informazioni su di loro non appena vide la foto che la ragazza teneva ben nascosta nel suo comodino.

Ma adesso il problema era un altro. Mystic Fall's era una cittadina troppo piccola, Adrianne si sarebbe incontrata per forza con quei mostri e doveva fare di tutto per evitarlo.

Damon in quel momento si sentì fastidiosamente osservato, come era possibile che fosse arrivato solamente da un'ora e già qualcuno voleva rompergli le scatole?

-Un bourbon- ordinò seccamente, sperò che quel coglione che lo stava fissando, se ne andasse subito o gli avrebbe staccato la testa all'istante.

-Bourbon? Alle 11 del mattino?- chiese Adam con voce falsamente incredula. Il vampiro lo fissò con disappunto.

-Proprio così. Qualcosa in contrario?- chiese Damon con un falso sorrisetto. Adam scosse la testa divertito, il vampiro lo guardò di traverso, con che coraggio osava anche prenderlo per il culo?

Stava per rispondergli male ma l'uomo lo precedette.

-So cosa sei.- sussurrò Adam con un sorriso soddisfatto e con l'aria piena di se'. -Ti conviene andartene subito da qui, o ti impaletterò con le mie stesse mani, vampiro-

Damon per poco non si strozzò, come cavolo faceva a sapere che lui fosse un vampiro, se non tornava lì da un secolo?

-Non so di cosa tu stia parlando..-

-O sì che lo sai. Salvatore...-

-Chi diavolo sei?- ringhiò Damon a bassa voce mentre mandava giù tutto il liquore.

Adam ghignò, avrebbe cacciato fuori dalla cittadina quel dannato vampiro prima ancora che Adrianne uscisse da scuola.

-Signor Rosewood! Quanto tempo! Ho saputo che sua figlia Adrianne si è rotta un dito due mesi fa, adesso come sta?-

Dannazione! Non ci voleva. Pensò Adam cambiando espressione. Rispose cordialmente alla signora che aveva interrotto quell'“amichevole” discussione.

Damon sgranò gli occhi, adesso aveva capito tutto. Quello era il patrigno di Adrianne e si era informato sul loro conto, doveva essere per forza qualche pezzo grosso. Ghignando in direzione dell'uomo e senza perdere tempo uscì dal pub per cercare Stefan.

Quello stronzo non si sarebbe messo tra di loro, lui si sarebbe ripreso sua sorella.



La campanella segnò la fine dell'ultima lezione, ma Adrianne non era felice come al solito, doveva parlare con Logan. Si era preparata mille discorsi mentali durante le varie lezioni, si era fatta consigliare da Caroline che lei era un'esperta, ma si era dimenticata tutto. Non era per niente facile, porre fine ad una storia. Camminava per i corridoi e sfortunatamente lo vide che posava i libri nell'armadietto, si fermò ad osservalo per qualche attimo.

Aveva un gran macigno nella gola che le impediva di respirare bene, tuttavia fece un bel respiro profondo e avanzò verso il biondo.

-Ciao Logan..-

Logan chiuse l'armadietto e sospirò, anche lui sapeva che erano giunti al capolinea ormai.

-Vuoi lasciarmi non è così?- chiese leggermente triste e rassegnato. Adrianne aprì la bocca per poi rinchiuderla subito dopo, corrugò la fronte ed osservò il ragazzo.

-Come lo sai?-

Logan sorrise leggermente. -Beh, non ci vuole un genio per capirlo. Sei venuta da me con una faccia...-

La ragazza si fece subito seria. -E' la decisione migliore, lo sai anche tu. Se andassimo ancora avanti così finiremmo per odiarci per tutta la vita ed io non voglio, perché ti voglio bene..-

Era vero. Adrianne teneva molto a Logan, prima di mettersi insieme lei era la sua migliore amica era l'unica a non vederlo solo come un playboy. Lei vedeva il suo lato sensibile, non guardava i suoi muscoli o il bel faccino era capace ad osservare il suo cuore, ecco perché Logan si sentiva un verme l'aveva umiliata e trattata male, anche se lei lo aveva perdonato. Solo in quel momento capì di essersi fatto scappare un meraviglioso angelo, se solo si potesse tornare indietro...

Ma a volte il destino è crudele, perché aveva fatto capire loro che erano destinati ad essere solo amici.

-Anche io te ne voglio. Vorrà dire che tornerai ad essere la mia migliore amica e io tornerò ad essere colui che ti romperà le scatole ogni santo giorno!-

La ragazza scoppiò a ridere e lo abbracciò di slancio contenta di essere arrivata in tempo.

Logan fece una faccia fintamente pensierosa.

-Mh, però prima di lasciarci potevamo andare a letto insieme! Non è giusto!- disse come un bambino capriccioso, la ragazza gli diede un pugno unendosi alle sue risate.

Doveva ammetterlo, ma lasciare Logan era la stata una scelta giusta. Se fossero rimasti ancora insieme probabilmente sarebbe finita male, fortunatamente non era stato così.

La loro, era una bella amicizia ed erano riusciti a recuperarla, certo all'inizio non sarebbe stato facile ma, ci sarebbero riusciti.

Adrianne rientrò in casa sorridente, quella sera al Mystic Grill c'era una serata danzante. Raramente si organizzavano cose del genere, le serate a volte risultavano noiose e quella sera che finalmente c'era qualcosa di diverso, non poteva perdersi la serata.

Era curiosa di vedere il Grill trasformato in una discoteca.

In cucina Adam la stava aspettando con un uomo. Adrianne, non lo aveva mai visto in vita sua. Aveva dei capelli medio-lunghi, scuri e occhi inquietanti del medesimo colore, sembrava un tipo poco raccomandabile e si stupì, ritrovarselo lì assieme al suo patrigno.

Adam dentro di se stava gongolando, aveva trovato la soluzione ai suoi problemi. L'unico modo, per far dimenticare ad Adrianne i suoi adorati fratelli, era appunto, soggiogarla.

-Ciao..- la voce della ragazza era leggermente titubante e confusa. Il patrigno fece cenno all'uomo di iniziare al lavoro.

L'uomo, si avvicinò ad Adrianne, quest'ultima indietreggiò spaventata lasciando cadere il suo zaino a terra. La voce rozza ma ipnotizzante del vampiro assoldato segretamente da Adam, la costrinse a guardarlo in faccia.

-Ascoltami. Da questo momento in poi, non ricorderai più nulla di Damon e Stefan Salvatore, per te saranno dei perfetti sconosciuti, hai vissuto da quando sei nata fino all'età di dieci anni in collegio. Non ricorderai nulla né di me né di questo incontro.-

Detto questo il vampiro sparì velocemente dalla sua vista, e sfortunatamente Adrianne non ricordò nulla. Tutto nella sua mente fu cancellato, tutti i suoi più cari ricordi sparirono nel nulla.

-Ciao Adrianne, come è andata a scuola?- esordì Adam in tono allegro, osservando bene l'espressione della ragazza. Quest'ultima l'osservò leggermente confusa.

Adrianne aveva una strana sensazione, tuttavia non vi diede troppo peso e sorrise.

-Bene grazie! Sta sera si balla al Grill, ci andrò con Elena e Caroline-

-D'accordo basta che stai attenta, io farò tardi. Il pranzo è nel forno..io scappo a lavoro!- disse dandole un bacio nella guancia.


-Ma sei proprio sicuro che Adrianne verrà qui?-

Stefan si guardava attorno in modo scettico, quella sera al Mystic Grill c'era la serata danzante e secondo Damon molto probabilmente, sarebbe venuta anche Adrianne. Il pub non sembrava proprio lo stesso della mattina: i tavolini erano molto di meno, così c'era lo spazio per una pista da ballo già occupata da molti ragazzi e ragazze, per non parlare della musica assordante.

-Sai non credo che nostra sorella sia noiosa come lo sei tu! E comunque voglio far vedere a quel dannato Rosewood chi è che comanda!-

Damon sicuramente gli avrebbe tagliato la lingua e gliela avrebbe fatta mangiare, l'avrebbe torturato perché doveva imparare a stare al suo posto e soprattutto gli doveva far capire che Damon Salvatore non andava mai minacciato.

-Damon, voglio farti presente che non vediamo Adrianne da quando aveva sei o sette anni, noi come facciamo a riconoscerla?-

-Forse dimentichi che noi non invecchiamo- disse Damon trattenendosi dal prenderlo a schiaffi..-Senti intanto goditi la serata, guarda quante ragazze che ci sono..- Il moro fece un occhiolino ad una ragazza che lo fissava da circa dieci minuti buoni, Stefan scosse la testa.

Nel frattempo Adrianne assieme ad Elena e Caroline si avviarono al pub. La prima non riusciva più a sentire Caroline che non la smetteva di parlare.

-Adrianne benvenuta nel club dei single! Vedrai che sta sera riusciremo a consolarci...- esclamò la bionda tutta eccitata.

Adrianne inarcò un sopracciglio. -Io non voglio consolarmi Care, voglio solo divertirmi. Sono la figlia del vice sceriffo! Devo dare esempio- esclamò gonfiandosi il petto e assumendo un tono solenne. Caroline scoppiò a ridere seguita dalle tre. Adrianne rischiò di cadere, a causa dei tacchi alti. Quella sera decise di vestirsi più elegante.

Indossava un maglietta bianca non troppo lunga un po' scollata con un gilet nero, un paio di leggins neri in pelle ma ricoperti con alcuni risvolti di tessuto coperto da brillantini argentati e per finire un paio di décolleté nere lucide, con il tacco abbastanza alto infatti si era pentita della scelta fatta. Non appena entrarono al Grill sgranarono gli occhi, il locale era totalmente cambiato, in meglio. Senza perdere tempo Caroline si buttò nella mischia.

Gli occhi della bionda si incantarono non appena vide due ragazzi nuovi che se ne stavano per conto proprio, in particolare indugiò su quello che aveva il giubbotto nero in pelle, sorridendo maliziosamente si avvicinò ai due.

-Salve...- esclamò osservando particolarmente Damon.

Stefan ricambiò cordialmente il saluto poi continuò a guardare la folla di ragazzi davanti a se'.

Damon invece ricambiò il sorrisetto malizioso della bionda, mentre la osservava da capo a piedi, a lui non piacevano le bionde ma, ogni tanto cambiare non gli dispiaceva affatto.

-Ciao bellezza...-

Nel frattempo, mentre Adrianne ed Elena si avvicinarono alla pista, un ragazzo si avvicinò a loro offrendolgli dei cocktail che le due accettarono.


Adrianne si dimenava nella pista da ballo assieme ad Elena, era da tanto che non si divertivano più in quella maniera spensierata, senza dover pensare a problemi di coppia eccetera.. Le due infatti stavano attirando l'attenzione di qualche ragazzo, che piano piano cercavano di avvicinarsi a loro, però Elena rimase folgorata da uno che se ne stava seduto infondo con lo sguardo fisso su di lei, rallentò i movimenti e l'osservò meglio per quanto poteva. Era castano chiarissimo, ma non riusciva a distinguere il colore degli occhi, un giramento di testa la colse impreparata e rischiò di cadere se non fosse stato per Adrianne che con difficoltà la sorresse.

-Ehi, Elena che ti prende?- chiese spaventata. La ragazza, chiuse gli occhi con forza e si teneva la testa. -Non lo so, ma non mi sento molto bene, Adrianne-

Adrianne fece sedere Elena in un divanetto e le raccomandò di stare lì, fino a quando non sarebbe tornata con Caroline e Bonnie.

La bionda era introvabile, quindi optò per trovare prima Bonnie nei bagni.

Chissà perché Elena stava male? Non aveva mai accennato malesseri del genere da quando la conosceva e non era la prima volta che si trovavano in un ambiente simile ad una discoteca, erano state anche in una vera, quindi non era per il troppo fracasso e per il troppo affollamento della stanza. Adrianne aprì la prima porta del bagno femminile, ma non trovò Bonnie.

-Oh mio Dio!- esclamò portandosi una mano alla bocca. Caroline stava quasi violentando un ragazzo, questo era attaccato al muro e lei gli teneva le mani e lo baciava dappertutto, fortunatamente era ancora entrambi vestiti, sennò per Adrianne sarebbe stato troppo imbarazzante.

La bionda sobbalzò ed entrambi portarono la loro attenzione sulla ragazza. Damon si aggiustò con fare indifferente la sua giacca in pelle, gustandosi lo sguardo della ragazza che era appena entrata, anche se gli aveva rovinato la festa.

-Caroline, ti avrei lasciato continuare ciò che stavi facendo- esclamò Adrianne indicando il ragazzo, che doveva ammettere era tremendamente affascinante.

-Ma Elena sta male! Mi stava svenendo tra le braccia-

Caroline sgranò gli occhi e si aggiustò il suo vestito nero. -Ok, andiamo!-

Adrianne si accorse che quel ragazzo la stava guardando anche troppo, perciò gli lanciò uno sguardo di puro fuoco e seguì la sua amica fuori dai bagni.

Damon ghignando, seguì le due, pensando che l'amica era senz'altro meglio della bionda e a giudicare dallo sguardo che gli aveva rivolto, come carattere doveva essere abbastanza agguerrita. Meglio, pensò. Le sue prede non dovevano essere delle gatte morte.

I tre arrivarono nel divanetto, e Damon vide Stefan rianimare una ragazza, Caroline e la sua amica urlarono il nome di Elena e corsero verso Stefan tempestandolo di domande.

-Tranquille si sta riprendendo!- rispose Stefan, dando leggeri schiaffetti sul viso di quella bellissima creatura. Adrianne sorrise sollevata, ma anche lei venne colta da un giramento di testa, intravide il ragazzo che aveva offerto il cocktail che guardava in loro direzione.

-Bastardo!- ringhiò Adrianne tenendosi la testa. Tutti riposero l'attenzione su quest'ultima, osservandola in modo perplesso.

Prima di perdere i sensi, la ragazza mormorò la parola cocktail.

-Porca miseria! Adrianne non anche tu!- esclamò Caroline afferrando in tempo l'amica per poi farla distendere. Stefan e Damon si guardarono in faccia allarmati. Non era possibile che fosse la loro Adrianne, li avrebbe riconosciuti.

-Adrianne? Intendi dire Adrianne Rosewood?- chiese Stefan, iniziando a rianimare anche lei. In realtà Stefan aveva guarito Elena, con un po' del suo sangue, visto che aveva capito sin da subito che era stata drogata, cercò di fare lo stesso con Adrianne ma non doveva farsi vedere dalla bionda.

Caroline annuì. -Sì, la conoscete?-

I due fratelli si guardarono nuovamente, era lei. Avevano trovato la loro sorella finalmente, ma perché non li aveva riconosciuti? Era impossibile che non ricordasse.

E pensare che Damon aveva fatto anche dei pensieri “alla Damon” su di lei, e gli aveva anche puntato gli occhi addosso, considerandole una preda, niente sapendo che quella ragazza era la sua tenera peste.

Stefan riuscì a darle un po' di sangue, visto che la sala non era completamente illuminata e Caroline stava spiegando ad una confusa Elena ciò che era successo. Non appena Adrianne aprì gli occhi, si mise a sedere e Caroline la tempestò di domande.

-Care, frena. Sto bene. Devo solo prendere a calci una persona!- sibilò con gli occhi ridotti a due fessure, poi si rivolse a Stefan. -Ehm ti ringrazio per l'aiuto...?- esclamò non sapendo il nome.

-Stefan- mormorò il ragazzo sconsolatamente.

-Adrianne-

Damon osservò la scena, completamente sconvolto. Lo rattristava tutto ciò, non era possibile che Adrianne si era dimenticata di loro. Come aveva potuto dimenticare?

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Buongiorno ^^''

Scusatemi per l'assenza, ma non ho avuto tempo libero, non ho potuto neanche recensire, cosa che farò al più presto ^^

Spero che il capitolo vi sia piaciuto =) L'ho diviso in due parti sennò veniva troppo lungo =)

Fatemi sapere 

Baci Morgana <3

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