A night with fireflies.

di justme_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Are you happy? ***
Capitolo 2: *** Just the beginning. ***
Capitolo 3: *** The perfect harmony. ***



Capitolo 1
*** Are you happy? ***


A night with fireflies

I. chapter - are you happy?



(Canzone consigliata mentre si legge: "Iris"dei Goo Goo Dolls.)

Era una serata come tante altre al campus. Harry e il suo compagno di stanza ed amico storico, Zayn, stavano copiandosi i compiti per il giorno dopo a vicenda il più il fretta possibile.
«Beh, Zayn, vado fuori a prendere una boccata d’aria.» Disse il riccio, dopo aver finito di “fare i compiti”.
«Vengo anch’io.» E tirò fuori il pacchetto di sigarette.
Si vestirono e uscirono da quella camera, che a volte era il loro rifugio accogliente, altre volte una prigione soffocante.
Era una nebbiosa sera d’inverno. Il cortile era inquietantemente deserto e i due si sentivano un po’ malinconici. Soprattutto Harry. Era un po’ che pensava al senso che poteva avere la sua vita, a quale sarebbe stato il suo futuro una volta terminato il college. Pur essendo solo al primo anno voleva godersi il college, imprimersi nuove esperienze nel cervello e, perché no, se lo meritavano anche nel cuore; ma non gli sembrava di riuscirci tanto bene.
«Hazza, io torno dentro che sto congelando!» Zayn interruppe i suoi pensieri.
«Io resto ancora un po’. A dopo!» lo salutò il riccio.
Oggi era decisamente una giornata no. Lo sentiva che c’era qualcosa di strano nell’aria. Aveva una strana sensazione addosso. Decise di fare una passeggiata, per scrollarsi di dosso tutti i pensieri pessimistici che lo facevano sentire patetico.
Erano dieci minuti che passeggiava quando sentì qualcosa. “When everythig’s made to be broken, I just want you to know who I am”.* Una voce viva, dolce, spensierata. La voce proveniva da una figura incappucciata che si guardava intorno attraversando l’ampio cortile, credendo di essere sola. Egli fu infatti molto sorpreso di trovarsi Harry davanti quando raggiunse il cancello da cui si accedeva e si usciva dal campus. Il ragazzo che cantava guardò il riccio e dovette probabilmente trovarlo molto buffo perché si mise a ridere. L’altro non sapeva come reagire, un po’ perché non comprendeva lo strano comportamento di quel ragazzo altrettanto strano, un po’ perché quella risata lo aveva un po’ stordito. Aveva percepito libertà, voglia di vivere in essa e ne era stato così trasportato che alla fine non aveva potuto non sorridere a sua volta.
Furono le fossette che spuntavano ogni volta che Harry accennava ad un sorriso a convincere il ragazzo incappucciato a presentarsi.
«Louis» disse porgendogli la mano con un sorriso sicuro di sé.
Quel ragazzo incuriosiva il riccio sempre di più. «Har-Harry» rispose l’altro, un po’ intimidito dallo sguardo furbo di colui che aveva appena appreso chiamarsi Louis.
«Allora, ricciolino, che ci fai in giro tutto solo in una brutta serata come questa?» chiese Louis, con uno sguardo indagatore, ma perennemente con quel sorriso spensierato sulle labbra.
«Potrei farti la stessa domanda.» Rispose l’altro, sulla difensiva.
Louis gli regalò un’altra delle sue risate ed Harry si sistemò i capelli scuotendo la testa.
«Mi piaci, ricciolino.»
«E’ la seconda volta che mi chiami così.» Notò Harry.
«Perché? Non ti piace?» disse Louis senza smettere di sorridere.
Harry arrossì. In realtà gli piaceva.
Così per non sembrare stupido alzò semplicemente le spalle.
D’improvviso Louis gli chiese: «Harry, sei felice della tua vita?»
La domanda colse il riccio alla sprovvista. Nessuno, ma veramente nessuno, glielo aveva mai chiesto. Certo, c’era chi si accorgeva quando era giù di morale e tentava di consolarlo. Ma nessuno si era mai preoccupato se Harry fosse felice della vita che conduceva. Forse nemmeno lui stesso si era mai posto la domanda, cercando seriamente la risposta dentro di sé.
Cosa rispondere? Harry si accontentava di ciò che aveva. Sapeva che c’erano persone che stavano molto peggio.
Così rispose un «Mmh sì.» convinto di essere risultato convincente.
Evidentemente no, poiché Louis ribatté: «Ti manca la scintilla dell’imprevisto negli occhi. Non sei felice. Ti sei abituato alla tua vita monotona. Nuoti nella banalità quotidiana convincendoti che c’è di peggio e che dovresti ritenerti fortunato. Ma non sai cosa vuol dire essere veramente felici.»
Dal momento in cui era apparso nella sua vita cinque minuti prima quel ragazzo non aveva mai smesso di stupirlo. Ma questo! Harry non si sarebbe mai aspettato che riuscisse a capire tutto questo semplicemente guardandolo negli occhi.
Harry non si era ancora ripreso che l’altro sentì il cellulare vibrare.
Fissò il display e, dopo averci pensato su un poco, disse: «Ricciolino, mi piaci. Quindi, voglio farti un regalo. Ti voglio regalare la notte più eccitante della tua vita. Ora andiamo. Siamo già in ritardo!» Louis lo prese per mano e lo trascinò fuori dal cancello.
«Ma dove andiamo? Louis?» era la prima volta che pronunciava il suo nome e quando lo sentì il maggiore di girò di scatto, mentre il cappuccio della felpa cadeva, e si fermò un attimo.
A Harry bastò vedere gli occhi color del mare del ragazzo per convincersi. E così, senza più opporre resistenza, si fece guidare da quel ragazzo che in pochi minuti gli aveva stravolto la vita.




Harry non poteva credere a quello che stava succedendo. Era seduto in una macchina sconosciuta, bendato e con, a giudicare dalle voci, almeno altre tre persone. La cosa positiva era che il ragazzo dagli occhi blu era seduto accanto a lui e non gli aveva ancora mollato la mano.
«Louis, seriamente, dove mi stai portando?» chiedeva ormai per la terza volta il ricciolino.
«Fidati di me.» Gli rispondeva nuovamente l’altro, dandogli un colpetto sul ginocchio.
Harry provò a rimanere tranquillo, ormai era capitato in quella situazione e il minimo che potesse fare era riuscire a capire quanto più poteva di ciò che stava succedendo.
Aveva appurato che al volante c’era una ragazza, mentre le altre due voci appartenevano a due ragazzi, uno seduto di fianco a lei e uno dietro accanto a Louis. E parlavano, ridevano e non vedevano l’ora di arrivare a destinazione.
«E’ un bel po’ che i gemelli preparano questa nottata, hanno detto che sarà eccitante.» Esclamò una voce maschile.
Louis, vedendo la faccia sempre più confusa di Harry, sorrise della sua inquietudine e, per calmarlo un po’, disse: «Harry, ti presento Hannah, Liam e Niall. Ragazzi, lui è Harry.»
Gli altri tre sembravano essersi accorti solo ora della sua presenza e Hannah disse: «Finalmente qualche visetto nuovo! Ciao, Harry. Ritieniti fortunato, Louis non trasgredisce mai le regole!»
Harry salutò, ma pareva ancora più confuso. “Regole? Che regole?”pensò.
«Hannah, è solo per questa volta. Fidati che ha del potenziale e poi, io non avevo un compagno di gioco per stasera. Inoltre non sto trasgredendo nessuna regola, è bendato e quindi non conoscerà mai la strada per la base.» Rispose Louis, convincendosi definitivamente che era stata la cosa giusta da fare. Aveva cercato tutta la settimana qualcuno adatto ad accompagnarlo. E quel ragazzo riccio lo aveva colpito dal primo momento, aveva qualcosa di assolutamente speciale. Per giunta se lo era ritrovato davanti, come se il destino avesse scelto per lui. Si, era contento, molto contento, di aver portato Harry con sé.
Harry si schiarì la voce roca e proferì: «Immagino che sia inutile chiedervi che cosa accadrà stasera, quindi mi limiterò a chiedervi chi siete voi. Non individualmente ma come gruppo. Quali regole dovete rispettare? Perché sono bendato? Perché non posso sapere dove mi state portando? Per quello che ne so io potrei essere capitato in un gruppo di Serial Killer!»
Gli altri scoppiarono a ridere e, uno dei ragazzi, quello che si chiamava Liam ed era seduto di fianco a Louis gli disse, dandogli una pacca sulla spalla: «Curioso il tuo amichetto!» e poi rivolto ad Harry: «Tranquillo, non siamo Serial Killer. Forse siamo un po’ matti, ma chi non lo è?»
Toccò all’altro ragazzo parlare, Niall, che, avendo un pietà per il nuovo arrivato, decise di rispondere ad alcune sue domande: «Probabilmente hai già sentito parlare di organizzazioni come la nostra, ma non ti sei mai soffermato a pensarci su. Noi siamo i membri di una confraternita: “Il cerchio della vita e della morte”. Ci incontriamo una notte al mese, sempre alla base. Siamo quasi 200 persone, tutti, prima di entrare definitivamente a far parte della confraternita, hanno partecipato ad un rito d’iniziazione e hanno giurato di non rivelare mai il nostro luogo di ritrovo e i nomi dei membri. Tuttavia, qualche stolto, da ubriaco, si lascia sfuggire delle informazioni, che probabilmente saranno giunte anche a te, su quello che facciamo: a volte sono vere, ma spesso no. Ogni volta che ci incontriamo alcuni membri si prendono l’incarico di organizzare qualcosa di emozionante, di speciale. Organizzano giochi, esperimenti unici e, ogni tanto, estremi. Ma quelli si svolgono nella seconda parte dei nostri incontri, la prima è molto più... tranquilla. Ma basta, non voglio anticiparti più nulla. Lo vedrai con i tuoi occhi, una volta arrivati.» Quando Niall finì di parlare Harry stava ancora cercando di rielaborare quello che aveva detto.
Non era ancora riuscito a farsi un’idea concreta di quello che lo aspettava che la dolce voce di Louis gli sussurrò all’orecchio: «Ricciolo, tranquillo. E’davvero un’esperienza unica e poi starò sempre al tuo fianco te lo prometto. Se vorrai tornare indietro, ti riaccompagnerò al campus.» Erano bastate quelle parole ad Harry, per tranquillizzarsi.
Ora non gli rimaneva che aspettare.






NOTE:

* “quando tutto è stato fatto per essere distrutto io voglio solo che tu sappia chi sono” La canzone è “Iris” dei Goo Goo Dolls. Ho scelto questa, un po’ perché la canticchiavo da qualche giorno, un po’ perché è quasi come se Louis parlasse ad Harry, dicendogli che vuole che il riccio sappia chi è veramente.

 

***


SPAZIO AUTRICE:
Buonsalve a tutti!
Innanzitutto grazie per avermi dedicato questo poco tempo e di aver letto questo primo capitolo della mia prima long larry. Quei due sono l’amore! No, rimani concentrata.
Allora, mi è venuta questa balzana idea e, anche se inizialmente era nata come una OS, continuavo ad ampliare la trama e alla fine e diventata una long. çç
Non so neanche io perché l’ho postata, forse così, per sfizio!
Beh, se avete voglia di lasciare una recensione di sicuro mi fa piacere. Anzi mi spronerebbe a continuare, sempre che ne valga la pena! Questo me lo dovete dire voi, però.
Lasciatemi i vostri pareri, sul serio. Anche se sono negativi, mi aiutereste a migliorarmi, a capire dove sto sbagliando.
Beh, la storia penso che si svolgerà tutta all’interno di questa eccitante e stranissima notte durante la quale succederanno un po’ di cose e.. lo scoprirete!
Okay, mi sto dilungando, vi saluto.
Un bacione e a presto,


justme_

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Capitolo 2
*** Just the beginning. ***


 

II. chapter – Just the beginning.
 

 

 (Canzone consigliata mentre si legge: "What's up" dei Four Non Blondes)

«Ci siamo, Harry!» esclamò Louis, appena Hannah spense il motore.
«Posso finalmente togliermi sta maledetta benda?» chiese l’altro.
«Non ancora, ricciolino. Manca un piccolo pezzetto di strada a piedi. Tranquillo, ti faccio da guida.» Rispose Louis mettendogli un braccio sulle spalle. Harry fece lo stesso.
Harry percepiva che erano in un luogo aperto, l’odore di verde gli aveva invaso le narici appena sceso dall’auto. C’era freddo ma Harry e Louis, stretti l’un l’altro, non ci facevano caso.
Harry inciampò parecchie volte ma il moro lo sorresse sempre.
Erano dieci minuti che camminavano, mentre gli altri tre erano in testa al gruppo, quando cominciarono a sentire delle voci e della musica. Il riccio era sempre più curioso e quando finalmente giunsero al luogo dell’incontro Louis gli sfilò la benda, liberando i due intensi occhi verdi che cercavano di mettere a fuoco.
Quando ci riuscì, non poté non lasciarsi sfuggire un «wow» per la sorpresa. Louis ammirò il suo sguardo stupito, fiero di esserne indirettamente la causa.
Negli occhi verde prato del ragazzo erano riflesse centinaia di luci di candele, sparse intorno ad un enorme spiazzo verde circondato da alberi. Al centro di questo un grande falò con molti tronchi posti intorno ad esso. E lontano da questo, ma ben visibili, tante tende bianche. Vagavano per questo spiazzo un sacco di persone  riunite in gruppi a parlare, a bere champagne, a ballare sulle note di quella musica dolce ma allegra, una musica che sembrava d’altri tempi. Le ragazze erano tutte in abito lungo, i ragazzi invece con la camicia o con la giacca. Quello che colpì Harry fu il fatto che era tutto disposto benissimo, l’atmosfera era calma e rilassata, quelle persone si comportavano come se non ci fosse un domani. Quella notte era solo per loro.
Hannah, Liam e Niall erano già scappati verso le tende e Louis, sempre al mio fianco, mi invitò a raggiungerli. Io lo seguii, ancora stordito per quell’assurda situazione. Sembrava tutto quasi surreale.
«Ehm, Harry, non ho avvertito nessuno che saresti venuto anche tu, così dobbiamo condividere la mia tenda. Ti dispiace?» gli chiese Louis.
«N-no, no.» rispose il riccio, e diceva sul serio.
L’altro sorrise soddisfatto e aprendo un poco la tenda per farlo entrare gli disse: «Ecco la nostra umile dimora!». Sembrava molto più piccola da fuori. C’erano un materasso da una piazza e mezza da un lato con coperta e cuscini, una cassapanca con uno specchio, una luminosa candela. Era accogliente.
«Bene, ricciolino. Ora togliti quei vestiti che non sono adatti per la serata e mettiti questi.» Louis gli porse un completo: pantaloni neri e camicia grigia. Harry, che ormai aveva imparato a non fare più domande, si vestì velocemente mentre l’altro era uscito per cercarsi un completo, visto che aveva ceduto il suo al nuovo arrivato. Quando Harry uscì dalla tenda trovò Louis ad aspettarlo con una camicia bianca, dei pantaloni grigio scuro con bretelle e un papillon rosso. Harry, che lo vide per primo, si fermò un attimo a contemplarlo. Squadrò la sua figura e si ritrovò a pensare che Louis avesse proprio un bel fondoschiena. Non si spiegò quel pensiero se non come una valutazione oggettiva.
Quando Louis si girò e i suoi occhi azzurri incontrarono i sorridenti occhi verdi di Harry sentì un brivido percorrergli la schiena e, dopo essersi fissati l’un l’altro per un tempo che sembrò infinito, si andarono incontro a vicenda. «Ora sembri a tutti gli effetti uno di noi!» disse il moro, mettendogli un braccio intorno al collo. L’altro sorrise e, a sua volta, pose il suo braccio sulle spalle di quello che ormai era diventato un amico.
Louis gli fece da guida e Harry ascoltava tutto quello che l’amico gli diceva, pendendo dalle sue labbra che tanto spesso si aprivano in un sorriso che agitava qualcosa dentro di lui.
«Allora, ricciolino, come ti sembra?» gli chiese Louis passandogli una bottiglia di champagne.
«Assurdo.» Fu tutto quello che rispose Harry; ma lo disse sorridendo e Louis capì che era sorpreso piacevolmente.
«Posso lasciarti da solo cinque minuti? Attento al lupo nero e non accettare caramelle dagli sconosciuti.» Harry rise acconsentendo e Louis si allontanò verso un gruppo di ragazzi che lo accolsero con strette di mano e mezzi abbracci. Il ricciolo intanto si sentì chiamare dalla voce della ragazza che lo aveva portato in quello strano universo. «Quindi TU sei Hannah!» disse Harry raggiungendola e scoprendo che era una bellissima ragazza con i capelli neri e gli occhi grigio-verdi. Era insieme a Liam e Niall, che si presentarono di nuovo. Il primo era un bel ragazzo con i capelli corti e delle rosee labbra carnose e lo sguardo intelligente; il secondo, biondo e con gli occhi azzurri, aveva un’aria molto dolce e sembrava un ragazzo in gamba. Vide che anche loro era vestiti come gli altri. Una volta salutato Harry i ragazzi ripresero a parlare con il resto del gruppetto. Il riccio fece un giro all’interno della base e, proprio come gli aveva detto Louis, ogni gruppo discuteva di un argomento diverso. Chi di libri, chi di musica, chi di politica, chi di viaggi, chi di animali e così via. Ognuno, all’interno della discussione, diceva la propria opinione in merito all’argomento e se due avevano opinioni divergenti cercavano di dimostrare le proprie ragioni, ma tutto molto pacificamente e con calma. I restanti sceglievano con chi schierarsi e chi alla fine otteneva meno sostenitori perdeva e doveva portare a termine una penitenza. Harry fece un giro da tutti. Si divertiva ma continuava a pensare a Louis e al fatto che fosse scomparso: dopo che lo aveva visto in compagnia di quei ragazzi non era riuscito più a trovarlo.  
Chiese agli altri tre se sapessero dove poteva essere ma erano tutti troppo impegnati a sostenere Liam che duellava verbalmente contro una ragazza dai capelli rossi, molto sicura di sé. Così Harry smise di cercarlo e andò a recuperare la bottiglia di champagne che gli aveva passato poco prima il maggiore. Si sedette su un tronco intorno al fuoco: aveva bisogno di riflettere su quello che era successo.
Era in mezzo a un bosco, in un campo verde accessoriato per ogni evenienza, con persone (probabilmente erano tutti ricchi, per riuscire a montare una base così completa e elegante in mezzo ad un bosco!) che si comportavano come se fosse la cosa più normale del mondo. Dopo due o tre sorsi di champagne, quando ormai i suoi pensieri avevano lasciato il posto alla curiosità per quello che sarebbe successo dopo e all’apprensione perché temeva che il ragazzo dagli occhi cielo non tornasse più, si ritrovò Louis di fianco.
«Dove sei stato?» gli chiese Harry, cercando di non sembrare troppo contento di vederlo.
«Ti sono mancato, vero?» gli rispose l’altro con un sorrisino furbo.
«No, neanche un po’» mentì il riccio: «sono stato molto bene in compagnia di Liam, Niall e Hannah. Ho avuto modo di partecipare a questo vostro gioco di opinioni e ho pure vinto una volta!»
«Non avevo dubbi.» Fece Louis senza smettere di sorridere. Aveva già intravisto la testardaggine di Harry, aveva capito che sapeva far valere le sue opinioni.
«Allora, mi vuoi dire dove sei stato?»
«Sono andato ad iscriverci.» Rispose Louis.
Vedendo che Harry era confuso, spiegò: «Ho scritto i nostri nomi per partecipare al gioco di coppia organizzato stasera dai gemelli.»
«Quello che solitamente è pericoloso ed estremo?» Harry lo fissò sbigottito.
Louis rise del suo sgomento e lo fissò a sua volta: alla luce del fuoco i suoi occhi verdi risaltavano come perle sul fondo del mare; aveva i capelli un po’ spettinati e le guance arrossate, un po’ per lo champagne un po’ per la vicinanza al fuoco: era bellissimo. Era così vero. Era contento, dolce, inconsapevole.
Un forte suono di tromba riempì l’aria. Tutti si zittirono, si alzarono e andarono verso di loro, verso il grande falò circondato da tronchi.
Due ragazzi, praticamente uguali, con uno sguardo eccitato negli occhi si alzarono in piedi e si schiarirono la voce.
«Ci siamo.» Sussurrò Louis all’orecchio del riccio, mentre i capelli ribelli di quest’ultimo gli accarezzavano la faccia.
Il riccio sorrise a quella vicinanza e decise che, se Louis era al suo fianco, si sarebbe anche potuto gettare fra le fiamme.




***

 

SPAZIO AUTRICE:
Buonsalve!
Ho visto che in ben due persone avevano trovato interessante la mia storia spastica e così, avendo già scritto il secondo capitolo, ho deciso di aggiornare!
In questo secondo capitolo avete scoperto un po' di più di questa confraternita. Mi sono ispirata ad una puntata di "Gilmore Girls" ma cambiando molto. La seconda parte sarà completamente diversa, tutto frutto della mia fantasia.
Ho inserito qualche momento Larry, vfbdibid.
Quanto mi piace scrivere di quei due, dei loro sguardi.
Non vedo l'ora di farli avvicinare ancora di più; cosa che piano piano succederà, anzi sta già succedendo come si nota dall'ultima frase.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative!
Grazie per le due persone che mi hanno lasciato una recensione del primo capitolo e per le sette che l'hanno aggiunta alle seguite.
Non sapete quanto mi faccia piacere. :3
Beh, che altro dire?
Lasciatemi una piccola recensione, con ciò che ne pensate!
Grazie anche solo per aver letto.
Un bacio,


justme_


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Capitolo 3
*** The perfect harmony. ***


III. Chapter – The perfect harmony.
 

 
 
(Canzone consigliata da ascoltare mentre si legge: “Good Life” degli One Republic)
«Donzelle e cavalieri è giunto il momento che tutti stavate aspettando.» Cominciò uno dei due gemelli.
«Siamo qui riuniti per celebrare l’inizio della seconda parte della serata. Nella sfida da noi organizzata, prima di tutto, si partecipa a coppie. Specialmente per precauzione, visto che si svolge all’interno del bosco quasi al buio!» poiché si mise a sghignazzare continuò la sua copia a raccontare: «E’ un semplice percorso ad “ostacoli”. Forse non troppo semplice...» e giù a ridere. «Non è una delle nostre idee migliori, ma vi assicuriamo che vi divertirete parecchio e ci ringrazierete alla fine.» E il fratello aggiunse: «Se tornerete». E via altri sghignazzi.
Harry sperava solo che fosse tutta una messa in scena, che non dicessero sul serio. Guardò Louis: aveva gli occhi che scintillavano per l’emozione e l’impazienza. Gli trasmetteva voglia di vivere, entusiasmo, tutto quello che cercava dalla vita. Il maggiore si accorse di essere osservato e puntò i suoi occhi azzurro indefinito in quelli grigio verdi del riccio che, arrossendo impercettibilmente, distolse lo sguardo.
«Ora, chiediamo gentilmente a tutte le coppie di alzarsi in piedi.» Dieci ragazzi si alzarono, alcuni si tenevano per mano. Louis, vedendo Harry un po’ intimorito e spaesato, gli afferrò la mano forte, grande e calda per ricordargli che avrebbe mantenuto la promessa: sarebbe sempre stato al suo fianco, durante quella imprevedibile notte. Harry si stupì ma strinse la mano di Louis. Una semplice stretta di mano iniettò ad Harry una dose di coraggio e il riccio sperò che la mano dell’altro non mollasse mai la sua.
«Uh bene, bene! Qualche viso nuovo, qualche viso vecchio. Seguiteci!» esclamò uno dei due gemelli, entusiasta. Coppie e spettatori si allontanarono dal cerchio del falò per spostarsi un po’ più verso l’interno del bosco, dove da uno spiazzo di dividevano tre strade.
«Da qui partirete! Dovrete seguire le luci delle lanterne, che abbiamo posto in questa settimana e che abbiamo acceso stasera, per completare il percorso. Una volta percorsa tutta la strada, se arriverete alla fine, raggiungerete di nuovo la base. Piccolo avvertimento: non crediate che sia così facile, non crediate che vi basti camminare. Detto questo, buona fortuna miei cari amici! E buon viaggio!»
Harry credeva di vivere fra realtà e immaginazione. “Sto sognando” pensò “In realtà questo non sta succedendo. Sono nella mia stanza del college. E Zayn dorme nel letto di fianco al mio. E fra poco mi sveglierò e ritornerò alla mia solita routine.” Si sorprese, però, a scoprire che lui non voleva che quel sogno finisse. Voleva che quel ragazzo sorridente e misterioso continuasse a trasportarlo in quel mondo di sorprese, imprevisti e che continuasse a farlo sentire così vivo. Perché, anche se Harry poteva pensare di sognare, non si era mai sentito più vero di quando era vicino a Louis.
«Allora, ricciolino, andiamo? Sei pronto?» Louis puntò gli impazienti occhi blu nei suoi, sempre così spaesati.
Dopo un cenno d’intesa, i due si incamminarono in una delle tre strade indicate loro da quei pazzi gemelli. Le strade erano tre, le coppie erano cinque e loro, per caso (anche se Harry era convinto che Louis l’avesse fatto apposta per rendere il tutto più eccitante), erano la coppia che rimase sola.
Mentre si inoltravano nel bosco, i due sentirono gli applausi, le risate e i gridi di incoraggiamento degli altri. Louis si girò e fece un inchino, Harry sorrise per quel suo comportamento sempre spensierato.
Girarono a sinistra e si trovarono completamente soli all’interno di un bosco, di notte. Louis sembrava addirittura euforico e Harry era contento di far parte della sua felicità. La strada procedeva per un lungo tratto sempre dritta.
Louis si mise a correre, curioso di sapere cosa li aspettava. Harry, come sempre da quando lo aveva conosciuto quella sera, si lasciò trasportare. Dopo un po’, vedendo che Harry arrancava, Louis rallentò.
«E’ la prima volta che fai qualcosa di questo genere?» chiese il riccio.
Louis, che non aspettava altro che questa domanda, cominciò a raccontargli di tutte le sue peripezie. Era da tre anni nella confraternita e aveva preso parte a tantissime sfide. Ma, gli spiegò poi, che non era una cosa usuale. Lui, Niall, Liam e Hannah, insieme ai gemelli, erano fra i più temerari dei ragazzi della confraternita per questo avevano stretto amicizia: avevano tante esperienze che li legavano. C’erano molti membri che si limitavano a bere champagne, conoscere gente e passare la notte in compagnia, per staccare dalle pressanti settimane di studio.
«Dovevo incontrare proprio te? Non potevi essere come gli altri, accontentarti di un po’ di champagne, senza farci rischiare la vita?» scherzò Harry. Ma, per niente al mondo, avrebbe preferito che Louis fosse diverso da come era. Era perfetto ai suoi occhi.
Louis rise, scompigliandogli i capelli ricci già disordinati.
Il riccio non poté più trattenersi dal chiedere all’altro quello che lo tormentava da quando erano entrati nel bosco: «Ma perché lo fai? Queste sfide, intendo, perché ti ostini a volerle portare a termine?» sperava che Louis non se la prendesse.
«Harry,» cominciò Louis e il riccio sobbalzò sentendosi chiamare per nome: era così armonioso pronunciato dalle labbra sottili del moro. «Non è semplice divertimento. E’ la sensazione che ti da! E’ l’emozione di fare qualcosa che non dovresti fare, la trasgressione, l’adrenalina a mille, il sentirsi liberi. Il sentirsi finalmente al proprio posto. La voglia di vivere che ti trasmette. Ora vedrai.»
Harry non poteva capire, non conosceva quelle sensazioni descritte da Louis ma gli sembravano meravigliose. Era curioso e timoroso allo stesso tempo.
Un verso acuto ed inquietante spaccò il silenzio della notte ed Harry trasalì, cercando conforto nello sguardo di Louis che, dopo un attimo di incertezza sorrise. «E’ solo un uccello!» disse poi il maggiore, abbracciando l’amico un po’ per confortarlo, un po’ perché era tanto, troppo tempo che voleva sentire i loro corpi a contatto. Come aveva previsto, combaciavano perfettamente. Harry si sentiva invincibile quando c’era Louis e lo stesso valeva per l’altro.
Dopo attimi che parvero infiniti, si staccarono.
Entrambi più certi di voler affrontare quell’avventura insieme, ripresero a camminare.
Erano avidi di sapere più cose possibili l’uno dell’altro. Scoprirono che ad entrambi piaceva cantare e si misero a cantare a squarciagola. Scoprirono di essere capaci di armonizzare le voci in modo incredibile e decisero che al loro ritorno si sarebbero trovati per cantare insieme. Si sarebbero ascoltati per ore, non erano mai stati così a loro agio.
Parlarono delle loro vite, si raccontarono gli episodi più imbarazzanti, i segreti più intimi, risero, cantarono, e risero ancora come se non ci fosse un domani. Perché in quella notte tutto sembrava una fiaba, non esisteva il tempo, non esistevano i compiti, il college, il futuro. Esistevano solo Louis e Harry.
 
 
 
Fu Harry il primo a sentire lo scroscio dell’acqua, Louis era troppo impegnato a seguire il suo racconto a proposito della sua grossa gatta grassa. «Continua dai!» lo incitò impaziente Louis, che era stato catapultato dalle parole di Harry in un altro mondo e non si era accorto dello scroscio dell’acqua. Ma quando il riccio tacque per cercare di capire che cosa fosse quel rumore e da dove provenisse, il maggiore intuì subito e si mise a correre per arrivare alla fonte del suono. Harry lo seguì, preoccupato.
Davanti a loro scorreva un torrente, dentro ad esso la corrente fortissima faceva sbattere l’acqua contro i numerosi sassi che c’erano all’interno. Ad Harry venne un groppo alla gola: la corrente era troppo forte e c’erano qualcosa come 10 gradi di temperatura. Come avrebbero potuto anche solo pensare di attraversarla a nuoto?
Il riccio guardò Louis, per chiedergli spiegazioni. Doveva esserci un’altra soluzione! Infatti il moro l’aveva già scoperta e la guardava con un sorriso di trionfo. Harry seguì il suo sguardo e quello che vide fu una lunga corda robusta che pendeva da un grosso ramo di un albero sospesa in mezzo al fiume.
Harry perse un battito, quando capì cosa avrebbe dovuto fare. Louis al contrario sembrava più impaziente che mai. Se fosse stato solo si sarebbe già lanciato ma, vedendo il riccio così preoccupato, gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio, mentre lo avvolgeva con le braccia: «Andrà tutto bene. Fidati di me.» Dopodiché sciolse l’abbraccio e sotto lo sguardo stupito di Harry si lanciò per afferrare la corda, lanciando un urlo così colmo di gioia e libertà da far venir la pelle d’oca al riccio.




 

***

 

SPAZIO AUTRICE:
Buooooooooooooonsalve!
Eccomi qui con il terzo capitolo. :) Avrei postato anche prima ma non mi funzionava l'editor di efp. çç
Innanzitutto volevo ringraziarvi tanto tanto tanto tanto per le sei recensioni ricevute fin'ora; significano davvero molto per me e mi spronano ad andare avanti.
Ringrazio anche tutti quelli che hanno aggiunto questa mia ff alle seguite, ricordate o addirittura preferite. Mi si scalda il cuore. :')
Che dire di questo capitolo? Che è uscito peggio di come me lo aspettassi.. però insomma non volevo farvi aspettare troppo.
Spero, come sempre, di non aver deluso le vostre aspettative!
I miei Larry (tanto amore) si sono avvicinati ancora di più, e l'atmosfera del bosco ha reso tutto più semplice.
Non sono finite qui le avventure che questa notte ha in serbo per loro, comunque. :3
Probabilmente l'ho già detto cento volte ma lo ripeto: AMO SCRIVERE SU QUEI DUE.
Se siete arrivati fino alla fine di questo capitolo vi ringrazio molto e mi piacerebbe tanto che mi lasciaste una piccola recensione per dirmi che ne pensate.
Grazie mille a tutti e a presto,
Un bacione,

justme_

 

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