Tenshi Kenpachi

di Brooklyn_Rogers
(/viewuser.php?uid=177767)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il nuovo capitano ***
Capitolo 2: *** L'angelo e il drago riuniti ***
Capitolo 3: *** Un metro e mezzo di distanza ***
Capitolo 4: *** Past ***



Capitolo 1
*** Il nuovo capitano ***


Prologo
 
Lei è lì, davanti all’uomo che l’ha accolta nella sua brigata e l’ha fatta diventare una degli shinigami più potenti della Soul Society.
Fanno quasi ridere a confronto: lui è grande, grosso e spaventoso, ha i capelli scuri e una benda sulla faccia.
Lei invece è minuta, ha due grandi occhi rossi, attorno a quello sinistro c’è tatuato un semicerchio che poi procede, sotto forma di linea retta, sulla guancia della shinigami, deviando improvvisamente verso il collo a metà strada.
Il viso gentile è incorniciato da due ciocche blu scuro, i capelli dal colore così particolare cadono sulla schiena della ragazza accarezzandola.
-Tenshi, da questo momento esatto, sei tu la Kenpachi.- lei è smarrita, non capisce quello che succede.
-Capitano Kenpachi…- mormora, disorientata.
-No, Tenshi, quello è il tuo titolo, ora. Ascoltami, devi prendere in mano la brigata, non lasciarla al vento. Ho chiesto a Ikkaku e a Yumichika di aiutarti in questo difficile compito: non sarai sola.- i campanellini fra i capelli dell’uomo tintinnano.
-Ma io non  ho paura di guidare la brigata! Capitano, voi siete stato per me…- lui la interrompe.
-Appunto! Sono stato! Non lo sono più: tu sei più adatta di me ad essere il capitano dell’undicesima brigata. Non piangere, ti prego.
-Io non piango.- bofonchia Tenshi stringendo le spalle.
-Io e Ken-chan andiamo per un po’ via dal Gotei 13! Non ti preoccupare, Ten-chan, torneremo presto!- la ragazzina sorride a Yachiru.
-D’accordo. Ma non metteteci troppo, ok?- l’ex tenente sorride e, saldamente aggrappata alla spalla di “Ken-chan”, saluta la shinigami.
-Ciao, Tenshi. Oh, a proposito, sarei felice se tu usassi Kenpachi come cognome, Capitano Kenpachi.- una lacrima di gioia scende sulla guancia di Tenshi.
Il mio cognome è Kenpachi… Sì, Tenshi Kenpachi! Suona bene, lo porterò con orgoglio. Grazie, Capitano, pensa la ragazza.
-Un’altra cosa, Capitano Kenpachi.- lo shinigami si toglie dai capelli un campanellino e lo porge a Tenshi.
-È il mio preferito, non è un regalo, è una garanzia. Tornerò a prenderlo, quindi trattalo bene!- detto questo, Zaraki esce, lasciando da sola il Capitano dell’undicesima brigata. Lei tiene fra le mani il dono del maestro e lo fissa con occhi sbarrati. Non è riuscita a dire addio a quell’uomo, che per lei era stato il centro dell’universo.
Non è un addio, per questo non ho detto nulla: la nostra partita è ancora in sospeso, Capitano.

---

Ciao a tutti! Sono Brooklyn_Rogers! Questa è la mia seconda fanfiction su BLEACH, stavolta incentrata su colui che è al terzo posto nella mia Top 5 di BLEACH, Zaraki Kenpachi. Scusate se questo capitolo è un po' corto (ma non sto molto bene e questo è tutto quello che sono riuscita a scrivere!
Ricordatevi di recensire! Ciao ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** L'angelo e il drago riuniti ***


Capitolo 1
 
Il ragazzo era seduto a un tavolo della biblioteca, quando un gruppetto di ragazzi lo avvicinò.
-Tsuyoi-san!- lui chiuse il libro di scatto e sospirò.
-Che cosa volete?- Ryuuji Tsuyoi odiava essere interrotto, e in quel momento aveva appena trovato un libro riguardante la guerra contro i quincy, argomento che lo interessava molto.
Aveva capelli castano scuro, che terminavano in un codino dietro la nuca. Gli occhi erano verde smeraldo, accesi, luminosi e dallo sguardo tagliente.
-Parlaci di quello che è successo ieri! È vero che due shinigami sono venuti a chiederti di entrare nella loro brigata?- chiese un ragazzino del primo anno d’accademia, gli occhi pieni di ammirazione verso il ragazzo che stava per diplomarsi con il massimo dei voti.
-Sì, è vero. Erano il terzo e il quinto seggio dell’undicesima brigata, Ikkaku Madarame e Yumichika Ayasegawa. Su richiesta del loro capitano, che tutti sapete essere il “Kenpachi”, mi hanno invitato nella loro brigata. Contenti adesso? Sparite.- li minacciò, ma il gruppetto non desistette.
-Eh? È stato il capitano stesso a volerti nella brigata? Wow! Sei proprio fico, Tsuyoi-san!- dissero in coro.
-Sì, sì, lasciatemi in pace!
-Sei così forte, Tsuyoi-san! Chissà chi è stato a farti quelle cicatrici sulla faccia?- il ragazzo si sfiorò la guancia destra, coperta da una cicatrice a forma di croce, rabbuiandosi.
-Non sono affari vostri.- borbottò rozzamente e si alzò, lanciando il libro sullo scaffale in alto, che si infilò proprio nello spazio che aveva precedentemente lasciato. Si infilò le mani in tasca e andò via dalla biblioteca, camminando pigramente.
Queste cicatrici… non sono affari di nessuno! Solo miei… e suoi.
 
La ragazza dai capelli neri prese la spazzola e cominciò a passarla su quelli blu di Tenshi.
-Hai finito, Kizashi?- chiese il capitano.
-Ho appena cominciato, Tenshi. Abbi pazienza, una volta tanto.- la shinigami prese il campanellino che le aveva lasciato il precedente Kenpachi.
-Lo puoi mettere alla fine della treccia, Kizashi?- la ragazza prese in mano il piccolo oggetto e annuì, continuando a spazzolare le ciocche blu.
La ragazza dai capelli scuri portava un kimono nero da shinigami, identico a quello di Tenshi, infatti lasciava le braccia scoperte e i pantaloni erano più stretti dell’uniforme normale. Inoltre sopra all’abito d’inchiostro indossava un haori da capitano grigio, non bianco.
-Ti posso fare una domanda, Kizashi?
-Certo, Tenshi, cosa c’è?- Kizashi cominciò a separare le tre ciocche per intrecciare i capelli della shinigami.
-Come fa un presagio a germogliare dalle stelle?- lei rimase interdetta.
-Non ne ho la minima idea. Se è per questo, come fa una coda di serpente a ululare?- risero entrambe.
-Zabimaru come zanpakuto mi pare un po’ strana, vero?
-Non chiedermelo, come zanpakuto conosco solo…- Tenshi la bloccò.
-La persona che abita dall’altra parte dello specchio?- scoppiarono a ridere.
-Già… Che effetto fa essere una shinigami, Tenshi?- chiese quella che si indovinava essere la zanpakuto del capitano.
-Non so, un effetto normale, no? Non si prova niente di particolare.
-E essere un capitano?- domandò Kizashi prendendo il campanellino e intrecciandolo ai capelli di Tenshi.
-Quello è strano. Non mi sarei mai aspettata di diventare un capitano, e poi dell’undicesima brigata! Sono completamente diversa dal Capitano Kenpachi!- la zanpakuto sorrise, sistemandosi l’ornamento per capelli a forma di falce di luna.
-Tu sei il Capitano Kenpachi.- le ricordò.
-Vero,- sembrò un sospiro –non mi ci abituerò mai.
 
Ikkaku Madarame e Yumichika Ayasegawa gli stavano ai lati.
-Tsuyoi Ryuuji, il capitano è qui. Comportati in modo gentile, non sopporta i maleduti.- gli consigliò il primo.
-Stai attento a quello che dici.- disse invece il secondo. Lui annuì e entrò nella costruzione, dove, alla luce, vi erano tre shinigami, e nell’ombra, dove nessuno poteva vederla, c’era il capitano dell’undicesima brigata.
-Sono Tsuyoi…- non fece in tempo a finire che uno shuriken con quattro punte, simile a quattro coltelli fusi insieme, gli sfiorò il volto e si conficcò nel muro dietro alla sua nuca.
-Ma che diavolo?- ne fu stupito, poi sorrise.
-O sono io ad essere migliorato, o tu sei peggiorata, Tenshi.- disse.
-Nessuna delle due. Piuttosto, stai meglio senza codino.- il ragazzo sgranò gli occhi e si toccò il collo, senza trovarvi l’oggetto della discussione.
-Ma sei impazzita? Hai idea di quanto tempo ci abbiano messo a crescere così tanto, Tenshi?- si lamentò. Il capitano uscì dalla zona in ombra e sorrise.
Ryuuji la trovò enormemente cambiata: non era più la bambina che si comportava da maschiaccio, era una ragazza, una bella ragazza. E in più, c’era quell’haori.
-Porta rispetto, Tsuyoi Ryuuji. Io sono il Capitano Kenpachi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Un metro e mezzo di distanza ***


Ryuuji si toccò la ferita sulla guancia.

-Tu conosci il capitano?- gli chiese Ikkaku non appena furono usciti.
-Siamo stati due anni insieme all’accademia, poi lei si è diplomata e io sono rimasto in accademia fino a ora.- rispose il ragazzo.
-Sul serio? Allora forse c’è stato qualcosa fra voi…- mormorò Yumichika.
-Direi proprio di no! Noi due ci odiavamo, non facevamo altro che picchiarci dalla mattina alla sera e ci mettevano sempre in punizione. E poi lei aveva dodici anni, io quindici. Non me ne importava niente, era una bambina.- Yumichika continua.
-E ora?
-Penso che mi dovrà importare, no? È il mio capitano. E comunque non in quel senso.- il ragazzo affrettò il passo e si separò dagli altri shinigami.
Finalmente! Se avessero continuato probabilmente per togliermeli dai piedi avrei detto qualcosa che non penso.
Era rimasto stupito dal fatto che Tenshi fosse diventata capitano… no, era rimasto stupito da come era diventata! Quella bambina, quella piccola shinigami irritante era diventata bella, era cresciuta.
Mi batte il cuore. Perché mi batte il cuore? Idiota di uno Yumichika! Perché ha detto quelle cose?
-Hey, Ryuuji!- si sentì chiamare e il capitano saltò giù dal tetto, di fronte al ragazzo.
-Tenshi.- mormorò.
-Capitano Kenpachi. È Capitano Kenpachi!- gli ricordò lei, innervosendosi.
-Scusa.
-Senti, come vai in combattimento? Ti va di lottare un po’?- il ragazzo annuì. Tutto stava tornando come ai vecchi tempi.
-Vieni con me.- lo trascinò fino a uno spiazzo deserto di fronte alla scala che portava alla parte alta del Seireitei.
Il ragazzo sguainò la spada e aspettò che il capitano facesse lo stesso.
-Tenshi, di solito a inizio combattimento la spada si tira fuori dal fodero.- le ricordò.
-Chi è Tenshi?
-Capitano Kenpachi.- si corresse.
-Ah, ecco. Comunque il Capitano Kenpachi non ne ha bisogno.- Ryuuji sbuffò e si lanciò a spada sguainata sulla ragazzina, che non si spostò.
-Idiota.- la zanpakuto si fermò a mezz’aria senza colpirla.
-Un metro e mezzo. Bene.- confuso, Ryuuji rinfoderò la lama.
-Cosa stai facendo, Ten… Capitano Kenpachi?
-Sei riuscito ad avvicinarmi fino a un metro e mezzo. Il mio tenente attuale non ha superato i tre.- lo informò.
-Cosa vuol dire, Capitano Kenpachi?- lei gli si avvicinò.
-Ho un favore da chiederti, Ryuuji. Ho volutamente scelto uno dei seggi meno forti della brigata. Lo puoi battere a occhi chiusi. Voglio che diventi il mio tenente, Tsuyoi Ryuuji.- in quel momento il suo cuore riprese a battere allo stesso ritmo impetuoso che aveva prima.
-Cosa? Io, tenente? Ma io sono appena arrivato…
-Io sono diventata capitano dopo solo un anno. Un solo anno! Di solito ci vogliono più di dieci anni per riuscire a soddisfare una delle condizioni per diventare capitano, e io lo sono diventata solo dopo un anno. Ti prego, non tirarti indietro. Non ho mai pensato a qualcuno migliore di te come tenente: questa è la brigata del combattimento, e tu sai combattere.- lui sospirò.
-Non ho altra scelta, vero? Dopotutto, è il capitano a chiedermelo. Però ho una condizione.- l’espressione di Tenshi si fece interrogativa.
-Sentiamo.
-Se io divento tuo tenente… tu sei il mio capitano.- lo sguardo tagliente del ragazzo si fece stranamente verde scuro.
-Ma che stai dicendo? Idiota! Come ti viene in mente di dire una cosa simile?- la ragazza era arrossita.
-Stavo solo scherzando. Fa come se non avessi detto nulla. Sei ancora una bambina.- mise una mano sulla testa di Tenshi, come a sottolinearlo.
-Questa bambina un giorno o l’altro ti ucciderà.- rispose, sottraendosi alla mano di Ryuuji.
-Lo so, lo so.- disse annoiato.
-Allora perché lo fai, imbecille?
-Non resisto, è troppo divertente vederti arrossire.- come unico risultato di ciò che aveva detto, ebbe un pugno sulla guancia sinistra.
-Mi hai già sfigurato la destra, anche la sinistra ora?
-Ti colpirò fino a quando non capirai di essere un idiota.- dopo queste parole si alzò e, con uno shunpo, si allontanò.
-Questa volta l’hai fatta grossa, shinigami.- disse una voce familiare.
-Stà zitto, Keisho. Ti odio quando hai ragione.
Ryuuji zittì l’uomo giungendo a una conclusione: la distanza fra loro era troppo profonda. Una distanza lunga un metro e mezzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Past ***


Capitolo 3-Past
 
Il capitano Kenpachi uscì per la prima volta dal Seireitei dopo tanto tempo, avventurandosi per la prima volta nel quartiere dal quale proveniva, il suo vice sulla spalla.
-Ken-chan, c’è qualcosa di strano…- disse la bambina dai capelli rosa all’uomo, che annuì inquieto.
-Non ti preoccupare.- nonostante ciò, mise una mano sull’elsa della spada.
Un’ondata di reiatsu lo investì, forte.
L’Angelo della sconfitta, ecco perché era lì. Un misterioso individuo stava facendo a pezzi ogni sfidante che gli capitasse sotto tiro, andando in giro con delle bende sulla faccia. Ma ogni singola persona era tornata sì ricoperta di ferite, ma ancora viva. Barcollante, ma viva. Tutti raccontavano che l’angelo della sconfitta aveva esitato al momento del colpo di grazia e li aveva semplicemente fatti svenire con un colpo sulla nuca. Al risveglio, erano da un dottore.
E Angelo? La prima parte del nome da dove veniva?
Era stranamente leggiadro, quasi fluttuante e aggraziato, come le straordinarie creature alate che piacciono tanto agli esseri umani.
-Ken-chan, è una persona pericolosa?
-Sì, ma tu non devi preoccuparti, non lascerò che ti sfiori.- entrò nella baracca dalla quale usciva il reiatsu e fu enormemente stupito nel trovarsi di fronte un essere così minuscolo che quasi si faceva fatica a crederlo. Aveva il volto scoperto, infatti si abbassò subito cercando di nascondersi. Troppo tardi. Ormai il capitano aveva scoperto che dietro la maschera dell’Angelo della sconfitta si nascondeva una ragazzina di poco più di dieci anni, impaurita, dagli occhi rossi e i capelli blu.
Sentendosi minacciata, velocemente, quasi impercettibilmente, sfilò la spada dal fodero e la puntò contro Zaraki Kenpachi.
-Stai indietro.- gli intimò.
-Sei una shinigami, vero? Forse non te ne sei nemmeno resa conto.- il gigantesco capitano aveva capito che quella impugnata dalla ragazzina era una zanpakuto. Lei non rispose.
-Come ti chiami?- non rispose ancora e aggrottò la fronte.
-Capisco. Parecchia gente qui non ha un nome.- proseguì.
-Ma io ce l’ho un nome: l’Angelo della sconfitta.- ribatté.
-E questo nome ti va davvero bene? Non ne preferiresti un altro?- lei abbassò la lama, continuando però a stare all’erta.
-No. Tu preferiresti un nome diverso da quello che hai?
-Allora un compromesso: che ne dici di Tenshi? Vuol dire sempre angelo.- lei sorrise e annuì.
-Vieni.- le disse lo shinigami –Ti porto nella nostra accademia.
 
Quando dalle zone più basse del Rukongai qualcuno riesce a entrare all’accademia degli Shinigami, essa si divide in tre gruppi: chi ne è spaventato, chi ne è disgustato e chi se ne frega.
Ryuuji Tsuyoi apparteneva a quest’ultima fazione. Era al suo secondo anno di accademia e già faceva bella figura con la sua posizione da studente più popolare.
Non aveva mai parlato con Tenshi, l’aveva incontrata nei corridoi qualche volta, ma non si era nemmeno mai voltato a salutarla, nonostante frequentassero insieme parecchi corsi. Ma tutto questo durò fino a quella lezione.
Tsuyoi Ryuuji, il ragazzo più popolare, e Tenshi, la shinigami evitata da tutti, vennero misi in squadra insieme durante la missione di esercitazione per lo sterminio degli hollow.
-Hey, ragazzina, vedi di non intralciarmi.- le consigliò lui. Tenshi non rispose e rimase al centro dell’arena di combattimento in piedi, senza fare una piega.
-Hey, mi hai sentito?
-Chiudi quella fogna. Sto cercando di concentrarmi.- la “voce” di un hollow si sentì arrivare da dietro Ryuuji. La ragazzina non si mosse, a differenza del tredicenne che si era già buttato contro l’essere con la spada sopra la testa, urlando.
-Ma sei stupido?- senza che lui se ne fosse accorto, Tenshi era salita sulla sua spada e aveva estratto la propria, tagliando la maschera di netto al mostro.
Caddero a terra entrambi, il ragazzo di schiena e lei in piedi senza scomporsi.
-Ma chi sei tu…- non ebbe il tempo di finire la frase che la futura capitano sfilò fuori dall’impugnatura la guardia a forma di shuriken e se la tirò alle spalle, colpendo un altro hollow, stavolta parecchio simile a una scimmia.
-Ah, lo sapevo che non era abbastanza per te.- istintivamente la ragazza puntò la spada in quella direzione, ma la abbassò subito.
-Capitano Kenpachi…- mormorò.
-Eh?- fece Ryuuji.
-Piuttosto, vedi di insegnare qualcosa di utile al ragazzino.- istintivamente lui si tirò su e puntò un dito contro la ragazza.
-Ma si può sapere che succede? E perché tu hai uno shuriken al posto della guardia nella spada?- il capitano Kenpachi sorrise.
-Ovvio, no? Ti trovi davanti a uno dei più grandi combattenti che la Soul Society conosca: l’angelo della sconfitta, altrimenti detta Tenshi, la matricola dell’accademia.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1565455