Si può morire di sorrisi?

di Oblivion1039
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo - Rincontri di quasi fine estate. ***
Capitolo 2: *** II Capitolo - Al centrocommerciale. ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Posso andare? ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - E' tornato Papà. ***
Capitolo 5: *** V Capitolo - Kyle. ***



Capitolo 1
*** I Capitolo - Rincontri di quasi fine estate. ***


 
 
 
 
 
 

Capitolo
 
I

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sabato 2 Agosto.
 
Intorno a me c’era soltanto solitudine. Ero in camera mia, alle 2 del pomeriggio, che guardavo il computer come se fosse l'unica cosa da fare. Ma mi soffocava pure lui in quella stanza.
Attraversai la stanza e mi avvicinai alla finestra per poi restare qualche secondo ad ammirare la via di casa mia, calma e vuota a quell'ora per il troppo caldo del tipico sole estivo. Aprii la finestra per arieggiare la camera, scesi le scale e mi gettai sul divano. Avevo proprio bisogno di uscire.
Come se mi leggesse nel pensiero, qualcuno citofonò proprio in quel momento. Corsi ad aprire e fuori dalla porta mi ritrovai il viso sorridente di Matt.
«Ciao, posso entrare?» disse, dandomi un bacio sulla guancia e abbracciandomi leggermente.
«Certo.» Risposi ricambiando il bacio e chiudendo la porta alle sue spalle.
«Ti va se usciamo ora? Andiamo da Will, c’è già Ade là. Poi per stasera ci pensiamo quando siamo da lui.»
«Ma tu mi leggi nel pensiero per caso?» feci una leggera risata dandogli una dolce pacca sulla spalla.
«Certo! » e ridette insieme a me «Scema. Preparati che andiamo.»
«Corro!» E subito dopo mi catapultai al piano superiore in camera mia.
Lui, Matt, era uno dei miei migliori amici. Capelli biondo scuro, mossi, con il ciuffo e non tanto lunghi, diciotto anni, e con un carattere dolce, di quelli che appena li conosci te ne innamori. Lo conoscevo da più o meno 5 anni.
Era Agosto, e perciò nella mia casa regnava la solitudine. Io ero a casa da scuola e i miei lavoravano.. e mio fratello non era quasi mai a casa perché frequentava l’Università.
 
Mi preparai in fretta, direi che era quasi una cosa sconvolgente, dato che spesso passo le ore davanti all’armadio. Presi la maglia che avevo messo sulla sedia e i pantaloncini di jeans, infilai al volo le All Star blu, mi truccai molto velocemente, e dopo una lunga ricerca del mio cellulare, che non ricordo mai dove lo lascio, sono pronta. Spensi il computer e scesi di corsa le scale, trovai Matt già fuori dalla porta che mi aspettava.
Andammo a piedi, anche se faceva troppo caldo per camminare sotto il sole. Poco dopo, fortunatamente, arrivammo a casa di Will.
Lui ci aprì il portone e salimmo le scale del suo condominio fino alla sua porta, che ci aveva lasciato aperta apposta.
«Venite di qua! Siamo in camera!» così lo raggiungemmo nella sua stanza.
Appena entrai vidi che Ade, la mia migliore amica, era sdraiata sul letto. Appena mi vide però mi corse incontro stritolandomi in un abbraccio affettuoso.
Ade era una ragazza solare e divertente. Se non ci fosse lei a rallegrarmi le giornate non so come farei. Quando siamo insieme a lei ridiamo sempre tutti. Capelli mossi e neri corti fino a poco sotto le spalle, media statura e sotto ai suoi occhi vivaci un po’ di lentiggini.
Quella era stata un’estate abbastanza noiosa. All’inizio, a Giungo, uscivo quasi tutte le sere con i miei amici. Passavamo molte sere tutti insieme, e andando in giro per i quartieri avevo conosciuto molti ragazzi della nostra età circa. Poi, però, uno dopo l’altro avevano iniziato a lasciare la città per andare al mare o a visitare qualche città, e ci eravamo persi di vista per quasi tutta l’estate.. fino ad Agosto.
Alla mattina la città era come addormentata, come fosse affaticata anche lei per il caldo soffocante, ma poi alla sera invece da casa si poteva sentire la musica proveniente da altre case dove probabilmente qualcuno stava facendo una festa, o comunque sentivi le voci dei ragazzi che giravano per le strade.
Io e Ade sedute sul letto, Matt e Will seduti sulle due sedie di legno davanti al computer ad ascoltare musica o a parlare di cose loro, che non mi mettevo ad ascoltare.
Chiacchiere, risate: un pomeriggio divertente. Mi erano mancati questi momenti.
«Allora, cosa facciamo stasera?» Dissi interrompendo le risate «Non voglio stare a casa!»
«Si, nemmeno io! Voi avete qualche proposta?» aggiunse Ade guardando Matt e Will.
«Potremmo andare alla festa di Harry.. penso sia divertente. E’ a casa sua.»
«Fantastico!»
«Va bene anche per me!»
Così mi alzai dal letto e presi la borsa che avevo lasciato per terra.
«Eli, ti va se andiamo a casa a prepararci? Non voglio andare vestita in questo modo.. e così posso prendere anche qualcosa per coprirmi perché credo che farà un po’ freddo.»
«Buona idea. Noi andiamo, ci passate a prendere voi a casa mia?» feci uscendo dalla porta della stanza di Will.
«Si si, passiamo noi!» risposero loro in lontananza mentre noi uscivamo dalla porta di casa di Will.
Io e Ade camminavamo veloci verso casa sua per prendere i suoi vestiti e poi andare a casa mia per sistemarci.
Io ed Ade eravamo migliori amiche da tanto tempo, andavamo anche in classe insieme. Anche Matt e Will frequentavano la nostra scuola, ma non andavamo nelle stesse classi. Di solito li vedevamo all’intervallo o dopo scuola.
«Ho proprio bisogno di uscire. Ormai mi annoia casa mia, sono quasi sempre sola e ormai mi deprime la mia stanza. Ogni tanto devo uscire, non mi va di passare le giornate al computer, no.»
«Pure io, anche se per casa mia gira quel rompiscatole di mio fratello! E perciò la solitudine non mi manca.» scherzò lei, e ridemmo insieme.
A turno, per poter usare lo specchio, iniziammo a truccarci.
Io indossai un vestito estivo con piccoli motivi floreali, un cardigan lungo come il vestito, e dei sandali di pelle marroni. Pettinai i capelli e li lasciai sciolti, scendemmo in sala e ci sdraiammo sul divano. Accesi la TV in attesa dell’arrivo di Matt e Will, mentre mia mamma preparava la cena.
«Mangiate qui o alla festa?» sentii chiedere mia madre dalla cucina, da cui sporse soltanto con la testa.
«No, mamma, credo che ci sarà del cibo alla festa. »
«Bè, in caso tornaste a casa affamate io faccio della pasta in più. Ve la lascio nel microonde. Ok?»
«Va bene, grazie.»
Dopo pochi minuti suonò il campanello. Mi alzai dal divano con uno scatto e andai ad aprire, dovevano essere per forza loro.
«Hey. Ci siete?» Mi disse Matt con un grande sorriso.
«Certo! Mamma, noi usciamo!»
« Ok, divertitevi. State attente, e non tornate a casa tanto tardi.
«No, non ti preoccupare.»
E salutandola ci chiudemmo la porta alle nostre spalle.
Ade camminava affianco a Will. Le piaceva da un anno, ma lui era troppo cieco per capirlo. Sapevo che anche a lui piaceva lei, e non capivo perchè non facesse il primo passo. E Ade questo so che non l'avrebbe mai fatto. Lei è molto impulsiva.. ma davanti a Will ogni cosa riesce a metterla in imbarazzo. Io e Matt camminavamo dietro di loro, ridacchiando ogni tanto per gli sguardi dei due impossibili innamorati che ci camminavano davanti.
Si sentiva la musica già prima di svoltare nella via della casa di Harry. Ade e Will corsero in casa a salutare Harry e altri, alcuni che non conoscevo. Nel giardino c’era un bel po’ di gente, e ne potevo vedere altrettanta in casa.
Matt andò ad aiutare Teddy, che stava andando in casa a prendere altre bottiglie e da mangiare.
Mi avvicinai, e lo vidi abbracciarsi con Ade, poi dare un’amichevole pacca sulla spalla a Will e dopo salutare gli altri ragazzi che stavano arrivando a casa sua.
Poi, finalmente si girò e quando incontrò il mio viso gli spuntò uno splendido sorriso sulle labbra, mentre mi veniva incontro.
Mi avvolse in un abbraccio, mentre entrambi sorridevamo ancora.
«Ciao Eli! Non ci siamo più sentiti da Giugno! Mi sei mancata.»
«Ah allora ti sono mancata!» dissi io ridacchiando.
«Scema! Lo sai che mi sei mancata.» fece una pausa, poi continuò «Vado a salutare gli altri, ci vediamo dopo, ok?»
«Certo, vai.»
Alto, capelli castani, con un leggero ciuffo all’insù, sorriso contagioso. Ade e Matt lo conoscevano da quando erano piccoli, io ero arrivata dopo nel gruppo, ma ci avevo fatto subito amicizia un anno fa, quando me lo presentarono.
Iniziai a girare lo sguardo in quella casa che mi pareva conoscere alla perfezione per tutte le volte che a giugno ci eravamo andati assieme a Matt ed Ade. Ma ormai era qualche mese che non la vedevo. Cercai Ade, Matt e Will, o qualsiasi altra persona con un viso familiare con cui parlare.. perché a stare lì da sola in mezzo al salotto mi sentivo veramente in imbarazzo.
Puntai la sguardo su tutte le persone che si stavano ormai affollando nella casa e dopo aver salutato qualche ragazza della scuola che conoscevo, finalmente vedo Matt e gli vado incontro.
«Hei» si girò e mi sorrise. «Dove sono finiti Ade e Will?»
Ridacchiò, lasciandomi confusa. «Guardali tu stessa.»
Mi voltai per seguire il suo sguardo, e i miei occhi videro Ade e Will insieme seduti sul divano. Sembravano molto affiatati in quel momento, e sapendo cosa provavano l’uno per l’altra non li avrei di certo disturbati quella sera.
 
La casa era ormai fin troppo affollata e dalle porte-finestre potevo vedere che anche giardino era nelle stesse condizioni, o forse peggio. Io e Matt eravamo vicino al camino a parlare, anche se era una dura impresa per il volume della musica.
«Quindi che hai fatto in questo mese?» mi “urlò”.
«Nulla! Mi sono più che altro annoiata. A parte quando per un weekend mio fratello mi ha ospitata da lui.
«Josh! Non lo vedo da quando è partito per l’Università. Come sta?»
«Bene! Ha anche trovato una ragazza. Non ho fatto in tempo a conoscerla però perché era via quel weekend, eravamo solo io e Josh. Mi ha portata anche al mare! Mi ha fatto piacere rivederlo. Tu?»
«Io sono stato in campeggio tutto il mese dai miei cugini, forse li avevi anche incontrati. Te li ricordi?»
«Mmh.. quelli biondi? Uno della tua età mi sembra.. e l’altro più piccolo invece.»
«Si esatto. E’ stato bellissimo. E io che non volevo partire per il campeggio! Ho scoperto che è proprio bello. Magari un giorno ci andiamo tutti insieme.. prima dell’inizio della scuola.»
«Si, perché no.»
Ci fu un attimo di silenzio, ma poi lui aggiunse «Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?»
«Ok, prendimi qualcosa anche a me, scegli tu.»
E nel giro di tre secondi lo vidi sparire tra la folla.
Rimasi sola. Iniziavo a stufarmi, anche perché ogni tanto mi passava davanti qualche ragazzo ubriaco dandomi anche qualche occhiata indesiderata, cosa che non sopportavo.
«Hei eccoti finalmente!!» dissi a Matt che era tornato con due drink in mano.
«Non sono mica stato via tanto!!»
«Ok.. ma per me è stata un eternità.»
«Ah, chi ti capisce è bravo. Ecco il drink.» Risi.
«Grazie.»
«Dai vieni a ballare? Non vorrai stare lì impalata tutta la sera.»
«Matt no ti prego! Lo sai che non sono a mio agio a ballare!»
«Ma c’è tanta gente, nessuno noterà il tuo modo di ballare simile ad un bradipo storpio.»
«Hei!!!» gli diedi una pacca sulla spalla, ma lui mi aveva già preso il braccio e mi stava trascinando in mezzo a quell’ammasso di persone, che non sapevo nemmeno come riuscissero a respirare.
Si fermò e me lo ritrovai davanti, ballava. Io me ne stavo lì in piedi a guardarlo e ridacchiavo, un po’ per l’imbarazzo, un po’ perché era buffo mentre ballava.
Lui mi prese per la mano e iniziò a farmi ballare: non avevo nessuno scampo.
Ero imbarazzatissima.. ma mi stavo divertendo un sacco.
Matt mi stava facendo fare una buffa giravolta quando mi sentii trascinare via dalla folla per un braccio.
«Hei! Mi vuoi staccare un braccio?? Oh, Ade! Sei tu!»
«Eli! Non sai cos’è appena successo!» Era a dir poco agitata, aveva il respiro affannato e tremava tutta.
Presi le sue spalle tra le mani «Ade, calma. Racconta tutto.»
«O-ok.» prese respiro «Io e Will stavamo ballando, ci stavamo divertendo un sacco. Poi un ragazzo, penso ubriachissimo per come si reggeva in piedi, ha fatto commenti su di me.. Will si è arrabbiato.. ma l’ho calmato subito e siamo tornati a ballare.» Fece una pausa, e io la guardai come per darle coraggio a proseguire. «Poi ad un certo punto si è avvicinato a me e mi ha baciata.»
«Cosa?? Ade finalmente!» le sorrisi e l’abbracciai.
«Non lo so Eli! E’ successo tutto in pochissimi secondi! E aveva anche bevuto un po’ di drink. Oddio, mi sento così strana. E oltretutto sono praticamente scappata via dopo che mi ha baciata. Sono una stupida.» si mi se le mani sul volto.
«Ade! Non sei stupida! Allora innanzitutto eri l’unica a non averlo capito.. ma a Will piacevi già da un po’ di tempo, quindi non mi stupisco che ti abbia baciata! Per il resto, basta che adesso torni di là e ne parliate.»
«Non lo so se riesco a parlarci in questo momento, tremo al solo  pensiero di incrociare i suoi occhi. Possiamo andare via?»
«Ok. Ma domani dovrai parlarci. Andiamo a salutare gli altri.»
Ritornammo alla festa per cercare Matt, Will ed Harry.
Trovai Matt, stava parlando con una ragazza molto carina.
 «Hei Matt.»
«Eli! Lei è Emily.»
«Piacere!» Le strinsi la mano e lei ricambiò facendomi un dolce sorriso. «Matt, noi andiamo via. Ci sentiamo?»
«Come? Andate già via? Ok.. si ci sentiamo domani! Ciao.»
Gli diedi un bacio sulla guancia, e così fece Ade, e non trovando gli altri uscimmo in giardino e ci incamminammo verso l’uscita.
Il giardino era messo peggio della casa. Sedie rovesciate, bicchieri per terra, assieme persino alcuni ragazzi. Se non sapessi che avevano di certo bevuto, li avrei dati per morti. Ecco perché mia mamma non mi permetteva di fare feste a casa mia. Mi dispiaceva per Harry, dopo avrebbe dovuto pulire tutto!
Stavo varcando il cancello quando qualcuno mi girò verso di sé: Harry.
«Te ne andavi senza salutare?» ed incrociò le braccia, facendo una faccia arrabbiata, anche se non gli riusciva per niente bene.
«Ti ho cercato, non ti trovavo da nessuna parte!»
«Mmh,ok.. perdonata.» Sentii qualcosa rompersi dentro casa.
«No! Mi stanno distruggendo la casa!!» disse lui con le mani nei capelli. Io ed Ade non riuscimmo a trattenere una risata.
«Che amiche spiritose che ho. Torno a cercare di salvare quello che resta di casa mia. Eli, domani fatti trovare pronta alle 6. Ciao Ade.»
«Ehm.. ok.. certo, se tua mamma non ti ucciderà prima!»
Rise anche lui stavolta e dopo averci dato un bacio sulla guancia ritornò dentro.
 
Quando arrivammo a casa mia le luci erano spente, quindi mia mamma era già andati a dormire.
Appena entrate andammo in camera mia e io mi buttai sul letto.
«E’ tardi, vuoi fermarti a dormire?»
«Grazie, ma devo avvisare mia mamma.»
«Fai pure. Io intanto vado a cambiarmi, poi chiamami che ti do un pigiama.»
«Ok.» e sorridendo uscii dalla stanza.
Dopo poco ci eravamo già cambiate e non avendo sonno avevamo deciso di andare sul divano per guardare la tv.
«Ade..» dissi con un tono di voce basso.
«Si?»
«Come va?»
«Oh, bene. Sono felicissima, ma allo stesso tempo impaurita e agitata. Insomma, al solo pensiero di lui mi vengono dei brividi sulla schiena. Poi ho paura che si sia arrabbiato o confuso perché me ne sono andata.»
«E’ normale che ti vengano questi brividi. Sei innamorata di lui. Vedrai che quando domani vi parlerete capirà e risolverete la vostra situazione.»
«Grazie Eli, di tutto.»
«Di niente.» L’abbracciai.
Dopo poco, mentre guardavamo la tv, ci addormentammo sul divano.


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Ciao :)
Questo è il primo capitolo della storia, spero vi sia piaciuto e che continuiate a seguirla. Recensite! mi farebbe molto piacere!
Presto pubblicherò il secondo capitolo. A presto!

Elisa.


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Capitolo 2
*** II Capitolo - Al centrocommerciale. ***


 
 
 
 


Capitolo
 
II

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Domenica 3 Agosto.
 
Mal di schiena. Mi svegliai sdraiata sul pavimento. L’unico suono che sentivo, seppur soffuso per essermi appena svegliata, era quello della tv: mia mamma era già andati al lavoro.
Debolmente mi alzai, solo dopo alcuni istanti realizzai che Ade dormiva beatamente sul divano sul quale ci eravamo addormentate la sera prima, e dal quale, a quanto pare, io ero caduta mentre dormivo.
«Ade, sveglia!!» Nessuna risposta.
«ADE!» le dissi alzando il tono della voce, e dato che non bastò la feci cadere dal divano, sperando non mi ammazzasse dopo.
«ELI! SEI IMPAZZITA??» mi disse scioccata per il risveglio traumatico, in piedi davanti a me e con gli occhi sgranati.
«Scusa Ade, ma non ti si riesce proprio a svegliare da quanto dormi profondamente.» dissi ridendo un po’, e avviandomi verso la cucina. «E poi hai da fare oggi no? Non ti sei scordata quello che è successo ieri sera, no?»
«Come potrei dimenticarlo..»
«Appunto! Quindi vieni che facciamo colazione e poi ci prepariamo.»
Una volta pronte uscimmo di casa ed accompagnai Ade da Will, ma per non essere il terzo incomodo sarei andata a fare un giro e poi sarei tornata da loro dopo avergli lasciato il loro spazio.
«Ok, siamo arrivate. Pronta?»
«No.»
«Ade! E’ tanto che aspetti questo momento, non fartelo sfuggire. E anche se hai paura io sono qui fuori, puoi chiamarmi in qualunque momento.»
«Non ce la faccio a parlargli! Mi svaniscono tutte le parole quando lo vedo! Farò soltanto una brutta figura.»
«Ma cosa stai dicendo! Guardati, sei la ragazza di cui è innamorato. Basterà andare da lui e poi tutto andrà per il verso giusto, vedrai.» le dissi abbracciandola per incoraggiarla.
«Mmh.. ok. Vado. A dopo.»
«A dopo. In bocca al lupo!» Mi fece un sorriso ed entrò.
 
Erano passate ormai 2 ore. Ero andata per le vie della centro a fare una passeggiata perché proprio non sapevo cosa fare.
Mentre stavo tornando da loro mi arriva un messaggio di Ade “Sono fuori casa di Will, mi vieni a prendere?” e senza risponderle mi avviai verso di lei. Arrivai nemmeno 5 minuti dopo dato che ero già vicina a casa di Will.
«Allora??» le chiesi tutta sorridente e curiosissima.
«Ehm..»
«Ade non puoi tenermi sulle spine! Parla, subito!»
«Va bene va bene! Ti racconto tutto!» disse ridendo, ci sedemmo su una scalinata vicino a casa di Will e iniziò a raccontare.
«Quando gli ho suonato il campanello stavo morendo dall’agitazione: mi sudavano le mani e non smettevo di torturarle. Poi, quando mi ha aperto, non so nemmeno descrivere le sensazioni che ho provato. So solo che il suo sorriso era una cosa perfetta. Mi ha fatto entrare e ci siamo seduti sul divano. Abbiamo iniziato a chiacchierare.. stavamo così bene a parlare che è volato il tempo. Poi dopo aver parlato, ci siamo guardati negli occhi per un po’ di istanti e.. ci siamo baciati. Non abbiamo nemmeno dovuto parlare su quello che è accaduto ieri sera perché già sapevamo cosa voleva dire quel bacio. E’ stato bellissimo Eli.»
«Sono contentissima per te, finalmente vi siete fatti avanti! Ora che hai intenzione di fare?»
«Andrò a casa, devo fare alcune cose. Poi stasera esco con Will, mi ha invitato ad uscire. Quindi.. potresti venire da me per aiutarmi a decidere cosa mettere? Sono agitatissima. Eppure non dovrei.. ma lo sono. E’ la prima volta che usciamo non da amici. Ti prego!»
«Ok, passo da te dopo pranzo. Ma non potrò stare molto perchè devo uscire con Harry.»
«Oh, ok. Mi andrebbero benissimo anche cinque minuti, basta che mi aiuti! A dopo, ciao.» Mi abbraccia e se ne va.
Saperla così felice rendeva felice anche me. Il suo sorriso era stupendo, ma soprattutto contagioso.
 
Tornata a casa mia da quella di Ade e avendola rassicurata un centinaio di volte sul fatto che stesse bene vestita in quel modo e sarebbe andato tutto per il meglio, mi sdraiai sul letto e continuai  a leggere un libro, quando sento qualcuno bussare alla porta della mia camera. Sentii la porta aprirsi ma non sentii nessuno parlare, così appoggiai sulle gambe il libro in modo da lasciare libera la visualeInizio moduloFper poter vedere chi era entrato.
Appoggiato allo stipite della porta trovai Harry con una faccia dubbiosa e le braccia incrociate.
«Che c’è?!»
«Non dovevi essere pronta alle sei??» mi disse con un leggero tono accusatorio.
«Ma io sono pronta!!»
«Si come no. Ed esci in quel modo?»
«Ah-Ah che divertente. Dai esci, cinque minuti e sono fuori.»
«Ti cronometro.»
«Oddio ma oggi sei diventato la simpatia in persona??» Rise mentre lo buttai fuori dalla porta della camera.
Quando aprii la porta, lui, che era appoggiato alla porta, cadette per terra. Non potei fare a meno di ridere a crepapelle.
«Ma non ci mettevi cinque minuti??»
«No, ti ho dimostrato che so essere più veloce! Ma la prossima volta sii più intelligente e non appoggiarti alla porta se sai che la devo aprire dopo!» Ridendo ancora lo scavalcai per uscire dalla porta e scendere le scale di corsa.
«Forza, andiamo!!»
«Si si arrivo..» lo sentii borbottare sulle scale.
 
Uscii fuori e mi sedetti sui gradini. Qualche istante dopo sentii Harry sedersi accanto a me.
«Allora.. non mi hai ancora detto cosa dobbiamo fare.»
«Andiamo a comprarmi dei vestiti.»
«Comprarti dei vistiti? Cosa? Perché? Che centro io?»
«Perché mi servono. E tu mi accompagni.»
«E chi ti ha detto che ho voglia di accompagnarti a comprare vestiti?»
Lui accennò un sorriso. Infatti mentre lo dicevo non mi accorsi che eravamo già alla fermata dell’autobus, come se avessi accettato di accompagnarlo fin dall’inizio.
Saliti sull’autobus ci sedemmo in fondo, nei posti a quattro: io affianco al finestrino dando le spalle al conducente, lui dalla parte opposta ma seduto al posto più interno.
Non fiatavamo. Lui ascoltava con una sola cuffietta la musica, ma riuscivo a sentirla piano pure io, tanto da poterne battere il tempo con le dita sulle cosce. Io alternavo lo sguardo sul cellulare e poi fuori dal finestrino, poi di nuovo sul cellulare e infine uno sguardo veloce a cosa faceva lui. Mentre guardavo il cellulare mi stupii del fatto che messaggiassi così poco, nonostante avessi tormentato i miei per avere una promozione con una marea di messaggi gratis che poi non usavo.
Mi dovette dare un colpetto sulla gamba perché m’ero persa nel guardare ciò che avevo intorno a me e non avevo notato che il tempo trascorreva ed eravamo arrivati al centro commerciale.
Entrammo dentro e fui invasa dal fracasso della folla che camminava veloce davanti alle vetrine, per poi fermarsi di colpo quando qualcosa esposto attirava la sua attenzione. Mi voltai per qualche istante per vedere Harry che concentrato cercava qualche negozio adatto a lui, poi tornai con lo sguardo sulla gente sempre camminando svelta accanto ad Harry.
Quando rivolsi lo sguardo verso di lui fui sorpresa, mi guardava sorridendo.
«Che c’è??» chiesi curiosa e leggermente ansiosa avendo il dubbio di aver qualcosa che non andava.
«Niente, eri buffa perché avevi lo sguardo tutto concentrato ad osservare gli altri.»
«Oh.» dissi arrossendo leggermente rendendomi conto della verità della sua affermazione ma anche sollevata perché non avevo nulla fuori posto.
Lui intanto camminava sempre svelto, facevo persino fatica a stargli dietro col passo. Poi si fermò di colpo ed entrò in un negozio. Avevano molte cose belle, gliele vedevo bene addosso, erano il suo stile.
«Bello il negozio.»
«Lo so.» disse compiaciuto.
Mi fermai vicino all’ingresso, e intanto lui girava tra i vari filari di capi.
Lo vidi prendere due capi e dirigersi verso il camerino. Facendo scorrere lo sguardo sui vari vestiti ne adocchiai qualcuno che gli sarebbe stato veramente bene, così glieli portai.
«Harry..» dissi a bassa voce fuori dai camerini, non sapendo in quale fosse andato. Subito dopo in risposta vidi una chioma castana spuntare fuori dalla tenda del camerino più in fondo e mi diressi verso di lui.
«Prova questi.» Glieli porsi e senza aspettare una risposta gli richiusi la tenda in modo tale che potesse cambiarsi.
Dopo un po’ finalmente aprì la tenda.
«Avevo ragione.» gli dissi compiaciuta e sorridendo.
«Su cosa?»
«Sul fatto che ti sarebbero stati bene i vestiti che ho scelto.»
«Si hai ragione, mi piacciono. Grazie.»
«Figurati, ti aspetto fuori mentre paghi.»
 
Quando uscì dal negozio si erano fatte già le otto.
«Contento? »
«Eccome!»
«Lo spero che ti piacciano! Mi hai fatto girare per più di un’ora per i negozi!»
«Più di un’ora?? Che ore sono??»
«Le otto! Non hai fame? Io tantissima..»
«No non me ne ero reso conto! Devo assolutamente sbrigarmi sennò i miei mi ammazzano stavolta!»
Senza che potei chiedere spiegazioni per la sua improvvisa agitazione mi stava già tirando per la borsa correndo verso l’uscita.
Varcate le porte di vetro del centro commerciale fece una svolta brusca girando verso sinistra rischiando di farci cadere rovinosamente a terra entrambi.
Arrivammo alla fermata dell’autobus nel giro di pochi secondi da quando avevamo iniziato a correre, mi sembrava persino impossibile di aver corso così tanto. In effetti però si poteva capire dal fiatone che avevo.
«Già ti siedi? Che sfaticata.»
Non riuscii a rispondergli ma gli lanciai un occhiataccia fulminante che gli fece capire tutto quello che non riuscivo a dirgli per il respiro affannato.
«Ok ok scusa. E’ arrivato l’autobus.»
Senza aggiungere altro lo seguii sopra l’autobus.


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Ciao :)
Ecco il secondo capitolooo! (scusate per la mia PESSIMA fantasia nel nominare i capitoli!)Recensite! mi farebbe molto piacere!
A presto!

Elisa.

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Posso andare? ***


  
 
 
 
 

Capitolo
 
III

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Lunedì 4 Agosto.
 
«Eli! Alzati! E’ tardi! Vieni a fare colazione!»
 
Sentii la voce di mia madre rimbombare nelle orecchie mentre con gli occhi semi chiusi cercavo di alzare la testa dal cuscino facendo leva sui gomiti.
Dopo una manciata di secondi scattai in piedi e mi catapultai di sotto ancora in pigiama.
«Mamma dov’è il latte?? Devo fare colazione!! Così arrivo in ritardo!»
«E’ dentro la borsa della spesa.» E mentre lo dice ridacchia divertita da qualcosa che non capisco.
Presi il latte e lo versai nella prima tazza che trovai, ci misi dentro un po’ di cereali e mangiai tutto velocissima.
«Cavolo! Devo ancora vestirmi e sistemarmi arriverò in ritardo a scuola!»
E mentre stavo già per correre su per le scale mi fermai di colpo, mi voltai e guardai mia mamma sorridere divertita, ancora.
«Non c’è scuola vero?» feci una pausa «Certo che non c’è, è estate. Cavolo mamma non farlo mai più! Stavo dormendo beatamente e mi hai fatto pure credere di dover andare a scuola per farmi fare tutte queste corse!!»
«Scusa! Ma sennò non ti alzi più tu. E’ estate ma non vuol dire che devi passare la giornata a dormire! Vedila così: ora che ti sei svegliata ad un’ora decente hai più tempo per fare tutto quello che devi fare.» Mi disse sorridendo e venendomi a dare un bacio.
«Io vado al lavoro, non combinare guai.» Le sorrisi malgrado fossi ancora arrabbiata perché mi aveva svegliato presto, poi le diedi un bacio e chiusi la porta di casa.
Mi avviai su per gli scalini lentamente, ero comunque sollevata di non doverli fare di corsa. In camera aprii le tende e feci entrare luce nella stanza.
Ormai sveglia, decisi di prepararmi, anche se con calma. Andai in bagno e aprii l’acqua della doccia. Dopo averla fatta mi asciugai, mi misi dei pantaloncini chiari e una maglietta blu e mi truccai leggermente.
Pronta, presi il computer e mi stesi sul letto. Aspettando che si accendesse presi il cellulare per avere notizie di Harry, che la sera prima mi aveva abbandonato appena scesi dall’autobus, preso dalla troppa fretta. Mi aveva a malapena salutato con un “ciao” mentre era già lontano.

1 nuovo messaggio.
Ade: Hei, come va? Non so se sei già andata a letto, ma chiamami quando leggi il messaggio, ti devo raccontare un po’ di cose.. :)

Eli:Buuuongiorno! Scusa se non ho risposto ieri sera. Sei sveglia? ti posso chiamare?

Dopo averle risposto andai nella rubrica e cercai Harry, poi feci partire la chiamata.
Tu-Tu-Tu-Tu-Tu-Tu-Tu. Non rispondeva.
Presi il computer, aprii Facebook. Visto le varie notifiche, chiusi tutto. Decisi di fare i compiti, mi era venuta un’improvvisa voglia di farli e, quindi, ne dovevo sicuramente approfittare. Così presi il libro di matematica e iniziai a fare gli esercizi che mi mancavano.
 
Ero immersa nel libro di matematica quando mi suona il telefono di casa.
«Pronto?»
«Ciao! Scusa se ti rispondo ora! Sono andata a letto tardi ieri sera e mi sono svegliata da poco..»
«Tranquilla! Beata te che hai dormito! Mia mamma mi ha fatto credere che ci fosse scuola facendomi alzare prestissimo!» Sentii una fragorosa risata dall’altra parte del telefono.«Comunque, dimmi.. com’è andata ieri sera???»
«Stupendamente! Mi ha portato in un ristorante vicino a casa sua. C’era un’atmosfera romantica.. E’ stata una serata perfetta. Certo.. ci sono stati dei piccoli incidenti ma..»
«Che tipo di incidenti?»
«Beh ecco.. per esempio quando siamo andati via dal ristornate e siamo andati a casa sua.. Eravamo fuori dalla porta e lui mi stava baciando, ma proprio in quel momento ha aperto sua mamma!»
Scoppiai a ridere immaginando la scena. «E’ stato imbarazzantissimo! La conosco da molti anni.. e non si aspettava di vedermi.. così! Poi sembrava pure contenta quando ci ha visti.. La smetti di ridere!!»
«Dai ammettilo! Fa ridere anche te!»
«Mmh.. si hai ragione.» così si unì alle mie risate.
«Alla fine che hai fatto con Harry ieri?»
«Siamo andati a prendergli dei vestiti.»
«Cosa? E cosa centri tu?»
«Gliel’ho chiesto anche io! Non lo so.. ma mi sono lo stesso divertita! Solo che poi ha iniziato a comportarsi stranamente.»
«In che senso?»
«Che quando gli ho detto che ore erano si è messo a correre, abbiamo preso l’autobus e quando siamo scesi si è rimesso di nuovo a correre lasciandomi lì ed urlandomi un “ciao” di sfuggita. E adesso non risponde, volevo chiedergli che era successo.»
«Sì è strano.. ma avrà qualche motivazione, no?»
«Sì sicuramente. Aspetterò.»
«Ah, quasi dimenticavo. Ieri sera al ristorante mentre parlavo con Will mi ha detto che pensavano di organizzare una vacanza al mare prima che inizi la scuola.. tipo 4-5 giorni. Ci stai?»
«Oh sarebbe bello! Ma devo chiedere ai miei.. quindi mi devi dare più dettagli!»
«Allora saremo io, te, Will, Matt, And, Harry, Riley, Wendy, Grace..e poi Matt ha invitato la ragazza che ha conosciuto da Harry, Emily.»
«Oh ok. Conosco tutti.. tranne.. Grace. Chi è?»
«E’ una vecchia amica di Will. Io l’ho vista solo una volta ma non da vicino quindi non le ho parlato. La conosceremo là!»
«Ok, allora quando stasera mia mamma torna a casa gliene parlo.»
«Speriamo che ti dia il permesso.. in caso ti dica di no, ci penso io!!»
«Grazie Ade.. Ahahah»
«Io ora vado, fammi sapere stasera, ciao!»
«Va bene, ciao!»
 
Dopo pranzo, mi sdraiai sul letto e continuai a leggere il libro che stavo leggendo il giorno prima quando Harry era entrato in camera.Mi vibra il cellulare. Speravo fosse Harry che avesse deciso di considerarmi finalmente.. E invece era Matt.

Matt:Ciao Eli :) Che stai facendo?
Eli: Ciao :) Nulla! Perché?
Matt:Vieni da me?
Eli: Va bene! Tra quanto?
Matt: Quando vuoi. Ti aspetto, a dopo

Andai in camera a prendere la borsa e poi uscii di casa, diretta verso casa di Matt.
«Ciao» mi disse mentre mi dava un bacio sulla guancia.
«Ciao» entrai e mi avviai subito verso camera sua, senza che mi dicesse nulla, per appoggiare la borsa. Era diventata un’abitudine, per tutte le volte che ero andata lì.
Tornai in salotto e lui era sul divano che stava per accendere la tv.
«Allora.. Che hai fatto ieri?» Dissi mentre mi buttavo letteralmente sul divano accanto a lui.
«Niente di che.. ho finito di leggere quell’odioso libro di italiano per le vacanze.. sono andato a fare la spesa.. sono uscito con Emily.. Ho aiutato mia mamma a preparare la cena..»
«Ehi ehi frena!! Sei uscito con Emily? E me lo dici così??» gli dissi accusandolo dandogli un colpetto sulla spalla.
In risposta lui scoppiò a ridere.
«Che hai da ridere?»
«Hai una faccia buffissima. Comunque.. se vuoi che ti racconto..»
«Certo che voglio, sei obbligato! Racconta!!»
«Ok ok.. Ci siamo conosciuti alla festa di Harry e abbiamo continuato a parlare per tutta la sera anche dopo che tu ed Ade ve ne siete andate. Ho scoperto che è simpaticissima, è una ragazza molto dolce. Quando le ho chiesto di ballare ha accettato. Così quando ci siamo salutati ci siamo scambiati i numeri di telefono e ieri mentre stavamo massaggiando, dato che ci stavamo annoiando entrambi a casa da soli, ci siamo dati appuntamento al bar in Via Roma.»
«E vi siete baciati??»
«Eli!!» scoppiò a ridere, ma sapevo che era imbarazzato.
«Dai dimmelo!»
«No non ci siamo baciati.. la conosco da due giorni non voglio essere frettoloso! Però stiamo facendo amicizia.. ecco perché l’ho invitata al mare con noi. Tu vieni vero?»
«Non lo so. Chiedo stasera a mia mamma. Speriamo!»
«Ma sì dai ti darà il permesso. Ci conosce, non vai mica con sconosciuti!»
«Lo so. Ma non si sa mai.»
«Beh la convincerò io se non ti da il permesso.»
«Ahahah me l’ha già detto Ade!»
«Beh, allora la convinceremo io ed Ade se non ti da il permesso, ok?»
«Ok come vuoi tu, grazie!»
Ci togliemmo le scarpe in modo da accovacciarci con anche le gambe sul divano e guardammo la tv insieme, non come quando si è soli e ci si limita a guardare lo schermo in silenzio, ma insieme, parlando, ridendo e commentando ciò che passava sullo schermo davanti a noi.
 
Stavo tornando a casa, era ormai ora di cena ma non faceva ancora buio. Avevo avvertito mia mamma che sarei tornata per quell’ora e che ero da Matt, l’avrei dovuta trovare già a casa a quell’ora.
Entrata dal cancello infatti vidi dalla finestra che le luci erano accese, così suonai il campanello. Mi aprì mia mamma, la salutai ed entrai. Andai subito nella direzione delle scale ma sento mia mamma chiamarmi.
«Eli, non hai notato nessuno??»
«Cosa??» dico girandomi verso di lei, e quindi da poter vedere il divano dietro di lei dove c’era seduto Harry. «Oh, Harry! Che ci fai qui?»
«E’ passato e cercava te, così l’ho fatto aspettare dentro.»
«Grazie mamma. Vieni?» Dissi rivolta ad Harry che senza dire nulla mi seguì su per le scale fino in camera mia.
Appena entrai notai che avevo lasciato un po’ di cose fuoriposto, così mi sbrigai a metterle via e mi sedetti sul letto.
«Perchè stai lì sulla porta? Entra! E chiudi la porta.»
Lo fece, sempre stando zitto. Mi iniziava a preoccupare seriamente. Si comportava in modo troppo strano. Quando incrociavo il suo sguardo era come se volesse dirmi mille parole, ma non ci riusciva.
«Hai intenzione di parlarmi?»
«Sì.. scusa. Sei arrabbiata? Mi dispiace per essere scappato così e non averti risposto oggi. Ecco, ieri sera è venuto un amico di lavoro di mio papà a cena a casa nostra, con anche la sua famiglia. Mia mamma era ancora incazzata per la festa e mi aveva raccomandato di essere puntuale e vestito bene.. perché questo collega di mio papà ha una figlia della mia età con cui avrei dovuto passare la serata.»
Aveva detto tutto il suo discorso con un solo respiro, quasi fosse andato in apnea.
«Hei, tranquillo! Non sono arrabbiata. Ero solo preoccupata, tutto qua.» Gli sorrido per rassicurarlo, e infatti i muscoli del viso finalmente gli si rilassano e ricambia col suo bel sorriso.
«Quindi, com’è andata poi la cena?»
«Non male.. anche se.. diciamo.. sua figlia, si chiama Jane, mi stava un po’ troppo attaccato. E’ bella, ma non credo proprio che sia il mio tipo.» Storse leggermente il naso, facendomi ridere. «Ero venuto per dirtelo.. ora devo andare.»
«Di già? Ti accompagno. Devo ancora dire a mia mamma della vacanza..»
«Ah la vacanza! Dai aspetto che tu glielo dica prima di andare via.»
Spensi le luci della camera e scendemmo le scale.
«Mamma..»
«Sì?»
«Volevo chiederti se potevo andare in vacanza al mare con alcuni miei amici per quattro o cinque giorni prima che inizi la scuola.»
«Al mare? Con i tuoi amici?» Ecco, sentivo che non mi avrebbe mandata. Quando inizia a fare domande così, con quel tono, non promette mai bene.
«Sì.. ci saranno Ade, Matt, Harry, Will, And, Riley, Wendy, Grace ed Emily.»
«Non li conosco tutti, però. E dove alloggereste?»
Non sapendo la risposta rivolsi lo sguardo verso Harry in cerca di aiuto, e lui capì al volo fortunatamente.
«Staremo in una casa proprio sulla costa. La affitteremo ma a basso prezzo perché i proprietari sono amici di Riley.»
Io ed Harry da una parte della stanza che la guardavamo con sguardo speranzoso e col fiato sospeso e mia mamma dall’altra parte.
«Mmh, ok.. per me andrebbe bene..»
Io ed Harry esultammo subito battendoci un cinque.
«Ehi ehi frenate l’entusiasmo! Intanto voglio saperne di più, e poi dobbiamo chiedere anche al papà.»
«Ok, va bene. Spero che mi lasciate andare!»
Così accompagnai Harry alla porta.
«Allora ciao.. Dai vedrai che ti lascerà tuo papà. Intanto hai superato tua mamma!»
«Sì è vero. Ci sentiamo presto, ok? Non sparire più!»
«No, tranquilla.» Mi diede un bacio sulla guancia si avviò verso casa.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - E' tornato Papà. ***


 
 
 
 
 

Capitolo
 
IV

 
 
 
 
 
 
 
 
Mercoledì 6 Agosto.
 
«Mamma stasera vado a dormire da Ade, ok?»
«Va bene, per che ora vai?»
«Verso le sei. Mangio da lei.»
Eravamo sedute al bancone della cucina. Lei sistemava delle carte di lavoro, io mi stavo preparando una bibita fresca alla menta.
«Quando torna il papà?»
«Domani.» sorrise, si vedeva che era felice quanto me che tornasse.
«Finalmente. E poi così potete rispondermi sulla questione della vacanza..»
«Si esatto. Ma non so se tuo papà accetterà.»
«Intanto io tengo le dite incrociate!»
«Mi pare giusto.» le scappò un sorriso mentre rivolse lo sguardo su di me.
«Sicura che non vuoi che resti a casa con te?»
«Ma no! Ok.. lo so che sono ansiosa, malinconica, agitata, insopportabile e tante altre cose quando il papà è via.. e che si nota molto che sento la sua mancanza.. ma posso passare una notte da sola, sai?»
«Va bene. Ah, e comunque non sei proprio insopportabile.. solo un po’.» La feci ridere.
«Ti conviene preparare le cose per andare a dormire da Ade, e non ridurti all’ultimo secondo come il tuo solito.»
«Si! Ci stavo andando.»
In camera mia, infilai lo stretto necessario nella borsa, l’appoggiai vicino alla porta e mi distesi sul letto.
Mio padre sarebbe tornato dall’America domani, finalmente.
Non era un padre che stava sempre via di casa per lavoro, ma ogni tanto doveva spostarsi per far approvare i suoi progetti dai clienti, che spesso venivano dall’America.
Così, ogni tanto, ci trovavamo sole io e mamma in casa.
Quando stava lontano da casa per un po’ a me mancava sempre, ma lo davo a vedere di meno di mia mamma. Lei sembrava quasi che si spegnesse, come se ad alimentare la sua vivacità fosse lui. Le mancava qualcosa. Non mi piaceva vederla così, ma questa sua reazione alla lontananza di mio padre aveva qualcosa di positivo anche: voleva significare quanto si amassero. E questo mi riempiva di felicità. Nonostante il numero degli anni che avevano passato da marito e moglie loro si amavano sempre. I loro lunghi abbracci dopo uno dei viaggi di lavoro di mio papà, i loro baci, che spesso gli dicevo di disgustare anche se in fondo non lo pensavo veramente, le loro coccole la sera sdraiati sul divano,  erano dimostrazioni del loro affetto.
 
«Ci vediamo domani. Buonanotte.»
«Notte.» Diedi un bacio a mia mamma ed uscii di casa, diretta da Ade.
Quando arrivai trovai già il cancello aperto ed anche la porta, dato che mi aspettava, così entrai.
«Ciao Jimmy.» Salutai il fratello di Ade, intento a guardare i cartoni alla tv.
«Jimmy?» Dovetti ripetere per attirare la sua attenzione, tanto era preso dal guardare il televisore. Ma fu inutile, così chiusi la porta ed andai direttamente in camera di Ade.
«Ade?»
«Entra!»
Entrai e appoggiai la borsa vicino al suo letto matrimoniale.
«Dopo arriva mio papà e mangiamo. Allora? Vieni al mare con noi? Non accetto un no come risposta!»
«Non lo so ancora. A mia mamma l’ho chiesto ieri assieme ad Harry e ha detto di sì, ma devo chiedere anche a mio papà che torna domani.» alzai le spalle.
«Speriamo. Aspetta, Harry? Allora è ancora vivo?» disse ironicamente ridendo.
«Sì! Ieri è passato a trovarmi per spiegarmi. E sai qual era il motivo? Che doveva correre a casa per farsi trovare pronto all’arrivo del collega di lavoro di suo papà con la figlia con cui avrebbe dovuto passare la serata.»
«E non poteva dirtelo fin dall’inizio?»
«Appunto.»
«Mah. Chi lo capisce. Dai andiamo di là. Mio papà sarà già tornato, e poi così facciamo compagnia a Jimmy.»
«Sicura che gli facciamo compagnia? Io direi più che altro che gli rompiamo le scatole.»
«Forse hai ragione. Beh, ancora meglio allora. Così sa cosa si prova.»
Ridendo raggiungemmo Jimmy in salotto, dove trovammo anche il padre di Ade, che salutai.
Io ed Ade ci sedemmo accanto a Jimmy: una da una parte e una dall’altra.
Lo guardai. Aveva i capelli neri come Ade, anche lui leggermente mossi. Nei suoi occhi scuri vedevo riflesse le luci colorate emesse dalla tv. Era cresciuto molto in quegli anni, da quando l’avevo conosciuto. Era totalmente immerso nella tv, e doveva ancora salutarmi. Così ci pensai io. Feci un cenno ad Ade che mi capì al volo e con un gesto rapido iniziammo a fargli il solletico.
«Smettetela .. Vi.. Prego.. » Ormai faceva fatica anche a parlare da quanto rideva.
«Va bene.» Rispondemmo insieme io ed Ade.
«Grazie.» disse lui alzandosi in piedi e sistemandosi i vestiti sollevato. «Oh, ciao Eli! Quando sei arrivata?»
«Ahah ciao Jimmy. Sono arrivata da un po’, ti ho anche salutato.. ma eri troppo impegnato a quanto pare per rispondermi.»
«Oh, scusa. Ahah»
«Jimmy? Ragazze? Venite a mangiare.»
«Arriviamo.»
 
Dopo cena demmo la buonanotte a suo padre e a Jimmy ed andammo in camera, ci cambiammo e ci mettemmo nel suo grande letto col computer e qualche caramella.
Guardammo un film, chiacchierammo, ridemmo e mangiammo dolci, fino a quando non ci addormentammo.
Queste cose le facevamo sempre quando facevamo queste nostre serate, era una nostra abitudine.
 
Giovedì 7 Agosto.
 
Quando mi alzai Ade non c’era già più.
Scesi le scale e la trovai seduta al bancone della cucina mentre faceva colazione assieme al fratello.
Mi sedetti vicino ad Ade e mi unii a loro prendendo una fetta di pancarré e spalmandoci sopra della marmellata.
«Che fai oggi?»
«Dopo torno a casa, mio papà dovrebbe arrivare a breve e voglio salutarlo. Poi devo provare, devo imparare la nuova canzone, la suoneremo il 16 al Mad. Ci sarai vero?»
«Certo!»
«Bene. Allora io vado a raccogliere le mie cose.»
Dopo aver preso tutte le mie cose salutai Ade e Jimmy e tornai a casa. Speravo fosse già tornato mio padre.
Quando arrivai davanti casa però della sua macchina non c’era traccia. Così entrai. La casa era tutta pulita e mia madre era seduta sul divano al computer.
«Bentornata! Com’è andata da Ade?»
«Benissimo. Papà?»
«Arriva tra poco, intanto vai pure su.»
In camera presi la chitarra, l’attaccai all’amplificatore e iniziai a suonare, seppur ad un volume abbastanza basso, sennò avrei spaccato i timpani ai vicini.
Iniziai a suonare, e il tempo mi sembrò non passare più. S’era fermato appena avevo preso il plettro in mano, ed ero entrata in un altro mondo.
A farmi tornare alla realtà fu qualcuno che bussò alla mia porta.
Senza aspettare una risposta, entrò.
«Ti sentivo suonare già sulla porta di casa.»
«Papà!» misi giù la chitarra e gli corsi incontro. «Allora.. bella l’America?»
«Molto. Ti ho portato anche qualcosa. E’ giù.»
Lo segui al piano di sotto dove sul tavolo c’erano un guantone e una palla da baseball. «Wow, grazie! Ci andremo a giocare insieme qualche volta?»
«Certo.»
«Eli, non dovevi chiedere qualcosa al papà?»
Il suo arrivo me l’aveva fatto passare dalla testa.
«Si, giusto. Potrei andare con degli amici al mare? Qualche giorno prima che inizi la scuola. Staremo in una casa che affitteremo a basso costo grazie a Riley. La mamma ha già detto di sì ma aspettavo te..»
Stette in silenzio, ed io sentivo una certa agitazione salirmi dentro man mano che il suo silenzio si prolungava.
«Mmh.. Va bene. Ma ci possiamo fidare? E poi devi chiamare e rispondere al cellulare, capito?»
«Sì che vi potete fidare! Grazie! Vi chiamerò tutte le sere, promesso!»


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Ciaooo C:
Ecco il Quarto Capitolo finalmente, scusate ma la scuola mi sta distruggendo in questi giorni!
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe un enorme piacere.
Bye!
 

 RECENSITE! 

 

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Capitolo 5
*** V Capitolo - Kyle. ***


 
 
 
 
 

Capitolo
 
V

 
 
 
 
 
 
 
 

Venerdì 8 Agosto.
 
La sera prima avevo chiamato Ade e Matt ed erano stati entusiasti della notizia. Dato che mancava solo la mia conferma, avevamo iniziato ad organizzare la vacanza.
Saremmo partiti col treno il 2 Settembre e saremmo ritornati il 7. La casa era già stata affittata da Riley, avremmo dovuto poi dare la nostra parte a lui.
Nel pomeriggio sarei andata da And per provare. Lui aveva un seminterrato dove potevamo suonare tranquillamente. Facevamo parte di una band. Io suonavo la chitarra, lui cantava e suonava il basso, e poi c’era Oliver alla batteria. Li avevo conosciuti entrambi alla scuola musicale, anche se prima And.
Era venuta in mente a lui l’idea di formare un gruppo, e così conoscemmo anche Oliver. And aveva capelli biondi, corti anche se non troppo, ma sempre con un ciuffo. Era di un più alto di Oliver. Lui invece aveva capelli neri, tenuti più lunghi di quelli di And e tendenti al riccio. Portava sempre una maglietta con maniche corte anche nei mesi più freddi, solo all’esterno quando faceva proprio freddo si copriva con una felpa o una giacca.
Arrivai a piedi fino a casa di And. Percorsi il vialetto che portava alla porta d’ingresso in legno scuro. Era abbordato da alcune piante fiorite che lasciavano sul vialetto alcuni petali colorati. Sulla sinistra vi era un albero, sulla destra invece la porta del garage e un canestro con cui d’estate And si allenava a giocare a basket, invitando anche gli altri ragazzi per qualche partita amichevole. Ad aprirmi fu sua madre che dopo avermi salutato mi disse di raggiungerli nel seminterrato perché stavano già provando.
Scesi le scale in legno vecchio, che ad ogni gradino di solito facevano un fastidioso rumore stridulo che adesso non riuscivo a sentire perché sovrastato dalla batteria di Oliver. Li salutai entrambi al volo e prontamente tirai fuori la chitarra per iniziare a provare assieme a loro.
 
Dopo due orette decidemmo di fare una pausa e andare a mangiare qualcosa di sopra. Ci facemmo cadere sul divano.
«Chi va a preparare i panini?»
«Io no» fecero And e Oliver all’unisono. Ed io arrivai troppo tardi col mio “io no”, come al solito.
«Uffa. Sempre a me tocca.» borbottai alzandomi e dirigendomi verso la cucina.
«Eh! Non è mica colpa nostra se sei lenta!!» Sentii dire Oliver, ma non gli diedi bado e preparai i panini.
Mentre ero in cucina mi squilla il cellulare.
«Pronto?»
«Ciao Eli, sono Harry.»
«Oh, Ciao.»
«Mi faresti un favore?»
«Sì.. Ma dipende da cosa!»
«Volevo uscire con alcuni miei amici domani sera ma i miei non vogliono che esca con loro.. Così ho detto che andavo a studiare da un’amica. Non potevo dire Ade perché i nostri genitori si conoscono e lo avrebbero saputo.. poi mi sei venuta in mente tu e ho detto che venivo da te. Ma loro non sanno chi sei quindi..»
«Quindi che dovrei fare?»
«Oh nulla in realtà. Soltanto confermare in caso venisse qualcuno a chiedertelo ma non credo lo faranno. Ti prego, ricambio.»
«Oh bè non c’è problema. Potresti in cambio però accompagnarmi al negozio di musica e aiutarmi a portare gli strumenti al locale?»
«Ok. Quando?»
«Dopo domani. Puoi?»
«Sì.»
«Perfetto, alle sei a casa mia allora. Ciao!»
«Ciao Eli.»
Dopo aver chiuso la chiamata tornai in sala con i panini pronti e fui anche rimproverata da And e Oliver per averci messo tanto.
Dopo aver fatto la finta imbronciata, scherzammo assieme e dopo aver fatto un’altra ora di prove li salutai per tornare a casa per la cena.
 
Domenica 10 Agosto.
 

«Sono qui sotto. Scendi?»
«Arrivo.»

 
Aprii la porta e lo trovai appoggiato al muretto.
Lo salutai e ci avviammo al negozio. Camminavamo chiacchierando, e poi scherzando mi spinse. Alla stessa velocità con cui m’aveva spinto però mi riprese dal braccio, portandomi vicino a lui. Lo guardai sorpresa, e lui mi guardava con uno splendido sorriso, che quasi mi fece scordare della spinta e che avrei dovuto rimproverarlo. Arrivammo al negozio, e il suo braccio aveva circondato il mio per tutto il tragitto.
Il negozio non era molto grande, ma era a due piani. Il piano superiore era tutto dedicato alle chitarre e ai bassi. Chitarre di ogni tipo, marca, colore e forma rivestivano le pareti su cui erano appese ordinatamente. Poi c’era la sezione dedicata alle batterie, quella dedicata ai pianoforti e alle pianole, oppure quella dedicata al canto. E poi, affianco, c’era il negozio di cd, che comunicava col negozio di strumenti attraverso una porta che rimaneva sempre aperta.
Salutai il proprietario , Jason. Era un uomo sulla cinquantina, con i capelli brizzolati. Ormai con gli anni l’avevo conosciuto bene per tutte le volte che passavo dal negozio.
Con Harry che mi seguiva silenzioso, andai con Jason sul retro, dove aveva posto gli strumenti e gli accessori da darmi.
«Ehi ragazzo.» Fece Jason, rivolto ad Harry. «Ce l’hai la patente?»
«No.. non ancora.»
«Oh. Bè. Mi dispiace per voi allora perché dovrete portarvi le cose a piedi fino al locale. Siete fortunati però, non è lontano.»
«Eh, lo so. Pazienza. La prossima volta però dico ad Oliver di portarle lui dato che ha la macchina.»
Passai un amplificatore ad Harry che anche se era un po’ pesante riuscì a tenere usando entrambe le braccia e appoggiandolo al petto.
Gli appoggiai sopra anche alcuni cavi e gli dissi di aspettarmi fuori mentre prendevo il resto.
Quando tornai al negozio però, lo vidi appoggiare l’amplificatore per terra ed abbracciare amichevolmente un altro ragazzo dai capelli neri.
Quando mi avvicinai, Harry subito mi presentò all’amico e mi sentii terribilmente in imbarazzo sotto il suo sguardo curioso.
«Kyle, lei è Elisa.»
«Piacere, sono Kyle.» disse guardandomi con due occhi verdi penetranti e portando la sua mano verso di me.
Subito mi sentii spiazzata dal suo sguardo, ma mi ripresi immediatamente per non fare figuracce e gliela strinsi anche io.
«Piacere.»
«Dove state andando con tutta questa roba?»
«Dobbiamo portarla al Mad.»
«Volete che vi aiuti?»
Io stavo per dire che non sarebbe servito ma Harry mi precedette. «Grazie! Ci farebbe utile!»
Così gli diedi altro materiale ed uscimmo tutti e tre insieme.
«Cosa ci facevi lì al negozio?» chiese Harry a Kyle.
«Ci lavoro.»
«Ci lavori?? E da quando?»
«Oh.. da pochissimo. Due settimane.»
«Bello. Dov’eri sparito in questi ultimi anni? Non ci vediamo da.. da.. da quando avevamo 14 anni!»
«E’ vero! Com’è passato il tempo.. In questi anni non è cambiato granché.. sono ancora lo stesso, solo più alto.»
«Hei, è per di qua.» dovetti interromperli io, dato che a forza di chiacchierare stavano sbagliando strada.
Dopo 10 minuti arrivammo e dopo avergli mostrato dove appoggiare le cose li ringraziai entrambi.
«Eli, adesso devo andare.. ma se vuoi che ti accompagno a casa resto.»
«No no, è lo stesso, torno da sola.» Non mi sarebbe piaciuto tornare a casa a quell’ora da sola, ma mi sarei sentita egoista.
«L’accompagnerò io.» S’intromise Kyle. A quelle parole sobbalzai, sperando di averlo fatto solo internamente e che non se ne fossero accorti.
«Oh.. no.. non c’è bisogno..»
Cercai di controbattere, non lo conoscevo e il viaggio sarebbe stato imbarazzante, ma insisteva e si era deciso a farlo.. così cedetti.
Salutai Harry, e assieme a Kyle mi avviai verso casa mia.
Come avevo previsto. Intorno a noi regnava l’imbarazzo.
Camminavamo silenziosi uno accanto all’altro, ma non troppo vicini. L’unico rumore era quello provocato da qualche sassolino che involontariamente scontravano le nostre scarpe.
Pian piano decisi di concentrarmi sui miei pensieri, così non mi sarei accorta della situazione in cui mi ero cacciata.
Quando ci stavo per riuscire però, lui iniziò a parlare.
«Vieni spesso al negozio?»
«Sì. Ecco perché conosco Jason da molti anni ormai. A volte vengo lì anche solo per fare un giro e parlar di musica con lui.»
«Allora ci rivedremo.» stavolta mi guardò negli occhi. Fu allora che notai quanto fosse bello. I suoi occhi erano d’un verde leggero ma allo stesso tempo brillante, e ad ogni sguardo sembravano penetrarti sempre di più, rendendoti troppo vulnerabile.
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi disarmanti, e continuammo a chiacchierare. Ad ogni parola che usciva dalle nostre bocche l’imbarazzo svaniva sempre di più. Avevo scoperto un po’ di cose su di lui. Aveva 18 anni da poco, era appassionato di musica, sapeva suonare un po’ la chitarra, giocava a football, anche se non molto spesso.
Pian piano le parole mi uscivano spontanee, e non mi accorsi nemmeno che eravamo arrivati a casa mia. Sorprendentemente, ne fui dispiaciuta.
«Siamo arrivati, io abito qui.»
«Bella casa.»
«Mi ha fatto piacere parlare con te, grazie per avermi accompagnata, sei stato gentile.»
«Figurati. Mi sembrava scortese non accompagnarti, avevo finito il turno e non avevo nulla da fare. Quindi.. ci rivediamo al negozio?»
«Certo.»
Lui si girò e iniziò a camminare.
Lo guardai andare via, fino a quando non svoltò per una via, e poi entrai in casa.




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Ciao c:
Ecco il Quinto Capitolo. Spero come sempre che vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cosa ne pensate c: (anche commenti negativi!)
Appena finisco di scrivere il Sesto, lo pubblico.
Spero di riuscirci nel giro di pochi giorni se la scuola me lo permette! Sono piena di verifiche e interrogazioni T.T
Anyway, a presto!

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