Ordinary Mess.

di VictorianPuppet
(/viewuser.php?uid=179131)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Nuova ***
Capitolo 2: *** La Madre ***
Capitolo 3: *** La Sacerdotessa ***
Capitolo 4: *** Workin' Out - Allenamento ***
Capitolo 5: *** Nascita vs Morte ***
Capitolo 6: *** Il peggiore incubo ***
Capitolo 7: *** Rapimento ***
Capitolo 8: *** Fedeltà e protezione ***



Capitolo 1
*** La Nuova ***


Ordinary Mess.




 

POV ARISU

Vieni nell'Akatsuki, dicevano. Ti troverai bene, dicevano.
E io, adolescente punk incazzosa e sempre pronta a criticare ed attaccare la politica e gli alti gradi, non ci avevo pensato due volte ad arruolarmi come militante nel gruppo terroristico più temuto dell'intero mondo degli Shinobi.
Era un fresco giorno di primavera ed io stavo gironzolando per i fatti miei nella periferia del mio villaggio, Suna, quando due strani tizi, enormi rispetto alla mia statura, vestiti con un mantello nero a nuvolette rosse mi raggiunsero. 
I due dissero di chiamarsi Itachi e Kisame, e proprio grazie ai nomi li riconobbi come alcuni fra i pericolosissimi Nukenin che da qualche tempo allarmavano tutta la comunità Ninja muovendosi per conto dell'associazione chiamata "Akatsuki".
Avevano bisogno di gente come me, dissero. Avevano un piano per cambiare il mondo e stavano cercando nuove forze disposte a mettersi in gioco per farlo.
A quelle parole mi sentii volare al settimo cielo: mi sembrava di aver atteso tutta la vita per sentirmi dire quella frase.
- Ci sto!- arrivò immediatamente la mia risposta entusiasta, e così partii con loro, senza un saluto al villaggio, senza un briciolo di rimorso o di ripensamento.
Durante il tragitto verso il loro covo, il tipo con la pelle di un preoccupante colore blu, Kisame, non fece altro che raccontarmi di come era strutturata la loro organizzazione, chi ne faceva parte, come si muovevano durante le missioni... Ma io ero troppo concentrata a esaminare ben bene il moro silenzioso che camminava di fronte a noi. Un Uchiha, un ex shinobi di Konoha. E, soprattutto, un gran bel pezzo di figo! A quanto pareva, la mia permanenza nell'Akatsuki si sarebbe rivelata davvero interessante...

Arrivammo alla base verso sera, dopo tre ore di marcia forzata.
Per questioni di sicurezza, dissero, mi chiusero gli occhi durante l'accesso, e così mi ritrovai catapultata nel loro mondo, nel covo dell'Akatsuki.
All'inizio si trattava solo di un tunnel mal illuminato scavato nella roccia grezza, ma poi Itachi spalancò una pesante porta blindata e mi ritrovai all'interno di quella che sembrava una comune casa giapponese. Il salotto era ampio e luminoso, con le pareti di sottile legno di bambu e alcuni cuscini blu a puof sparsi sul pavimento.
- Me lo immaginavo diverso il vostro covo.- dovetti ammettere. Per qualche attimo mi ero figurata che i Nukenin non fossero altro che dei brutti ceffi che occupavano abusivamente palazzine vecchie e cadenti, come nel Bronx.
Kisame esibì uno dei suoi migliori sorrisi da squalo.
- Non abituarti troppo bene. In questo posto ci stiamo solo quando non dobbiamo lavorare. Il vero covo si trova qui dietro ed è un po' più simile ad una caverna, diciamo. Ma ora vieni, dobbiamo portarti dal capo.-
Mi affrettai a seguire il gigante, che aveva le gambe lunghe almeno il doppio delle mie, guardandomi attorno per vedere se c'era in giro qualche mio nuovo collega.
Distratta come sempre, finii per andare a sbattere contro qualcosa di duro.
- Ahia!- esclamai rimbalzando all'indietro.
- Non puoi fare attenzione, nuova arrivata?- mi rispose con durezza una voce maschile.
Stupita, alzai lo sguardo.
Mi ritrovai di fronte ad un ragazzo dai capelli color fuoco e gli occhi nocciola. Era figo. Terribilmente figo. 
Passai qualche minuto a fissarlo imambolata, poi il ragazzo mi lanciò un sorriso sghembo da fare invidia a Edward Cullen e mi disse:
- Se stai pensando che sono un bel tipo lascia stare. Non mi interessi.-
Sbam! Sbattuta contro la realtà.
- Ma no, ma no, che dici?- mi affrettai a difendermi, anche sentii le mie guance diventare improvvisamente paonazze. - Kisame, aspettami!- esclamai affrettandomi a recuperare l'uomo-squalo per nascondere l'imbarazzo.
- Complimenti, hai appena conosciuto Sasori, il più allegro del gruppo.- mi rivelò con sarcasmo il Ninja. 
Il leggendario Sasori della Sabbia Rossa! Ne avevo sentito parlare infinite volte, dopotutto proveniva dal mio stesso villaggio. Ma, sinceramente non me l'ero proprio immaginato così...
Elettrizzata dall'incontro con il Ninja, avevo perso l'orientamento. Nel frattempo eravamo arrivati ad uno stretto corridoio formato da sottili muri di carta di riso, nei quali, a distanze regolari, si aprivano le porte scorrevoli di alcune stanze. Itachi si fermò di colpo, seguito da Kisame. Io, naturalmente, mi scontrai con la sua schiena.
- Pain non è nella sua camera.- comunicò il moro. - Che facciamo?-
Il compagno stava per rispondere, quando una voce improvvisa esclamò alle mie spalle:
- Tu! Nuova arrivata!-
Mi voltai di scatto.
- Parli con me?- domandai scettica all'albino che si era materializzato appena dietro di noi. Conoscevo già la risposta: del resto sembrava che mi sarei dovuta abituare a quel soprannome.
- Che bellezza! Una giovane mente da convertire al culto del venerabile Jashin!- esclamò lui congiungendo le mani e avvicinandosi con un'aria troppo soddisfatta per non essere inquietante.
Non feci a tempo a chiedergli di che diavolo stesse parlando che un curioso tizio pieno di piercing e con i capelli arancioni lo spinse da parte e mi bloccò contro la parete.
- Non ascoltarlo!- ribattè lui con veemenza fissandomi da vicino con i suoi strani occhi lilla a cerchi concentrici. - Tu devi credere solo in noi. Noi siamo dio!-
Per qualche istante lo guardai fisso, senza capire. Poi compresi.
- Un altro amante della body art!- esclamai estasiata indicando il mio piercing al sopracciglio sinistro e l'orecchia piena di anellini metallici per confrontarli con i suoi numerosi buchi che gli attraversavano tutto il setto nasale e con le due punte sotto le labbra.
Il punk rimase interdetto.
- Ma no, cos'hai capito?- ribattè poi portandosi una mano alla fronte. - Se vuoi capire la vita, allora devi imparare a conoscere a fondo il dolore, tu devi...-
- Razza di idiota, cosa vai blaterando?- si intromise all'improvviso l'albino di poco prima. Con un gesto veloce e preciso si sfilò il rosario di perle che teneva attorno al collo e mi fece penzolare pericolosamente davanti agli occhi un amuleto formato da un cerchio di metallo grigio con inscritto un triangolo al contrario. - Dammi retta, nanerottola, unisciti al culto di Jashin, e avrai la vita eterna!-
- Ma come osi? Ti ricordo che io sono il capo, devi portarmi rispetto!- ringhiò il punk strappandogli di mano l'amuleto.
- Il capo?- domandai a Kisame con aria esterrefatta non appena i due si allontanarono da me per continuare la discussione.
Il ninja scosse la testa.
- Non farci caso, ultimamente fanno spesso così. Il nostro leader, quello con i capelli arancioni, si chiama Pain, mentre il fanatico religioso è Hidan. Non è una cattiva persona, ma ha un carattere un po'... particolare, diciamo.-
- Eccomi qui, ragazzi.-
Finalmente i due di prima avevano finito il loro battibecco, e il leader punk ci aveva raggiunti. Il suo volto si distese in un caldo sorriso e mi strinse la mano.
- Perdona l'accoglienza un po' movimentata. Tu sei?-
- Tsubaki Arisu, dal villaggio della Sabbia.- risposi con prontezza ricambiando il sorriso. - Sono davvero onorata di poter entrare a far parte dell'Akatsuki!-
- L'onore è nostro. Ci servono giovani forze che credano veramente nella nostra causa. Bene Arisu, benvenuta fra noi! Ti porto subito nella tua camera, così potrai sistemarti. Dovrai convivere con altre due ragazze, ti fa nulla? Purtroppo gli spazi sono quello che sono... Sono nuove anche loro e avete più o meno la stessa età, quindi dovreste andare d'accordo.-
- Certo va benissimo!- esclamai entusiasta di poter fare nuove amicizie. Pain si diresse in direzione contraria a quella in cui eravamo arrivati e io gli corsi dietro. Riattraversammo la sala dove avevo avuto la sfortunata collisione con Sasori, che ora era scomparso, e ci infilammo in un secondo corridoio.
Il capo si fermò di fronte alla prima porta e bussò piano. Da dentro provenivano delle risate femminili.
- Si può?-
Le risa cessarono per lasciare posto a un rumore di passi. La porta scorrevole si aprì appena, e fece capolino il viso allegro di una ragazza. Dimostrava anche lei sedici anni, aveva gli occhi verdi come i miei e corti capelli neri; solo quando si voltò a guardarmi mi accorsi che dalla nuca le partivano sottili treccine bianco argentate.
- Ciao Pain! Hai bisogno?- domandò la ragazza con una vivace voce da soprano.
- Miko, questa è la nostra nuova compagna, Arisu.- spiegò il capo indicandomi. Feci qualche passo avanti e salutai con un inchino. - Può stare con voi, vero?-
- Ma certo!- rispose lei illuminandosi. Mi afferrò per un braccio e cominciò a trascinarmi dentro la sua camera, chiudendosi la porta alle spalle.
- Ciao capo!- esclamai prima di vederlo sparire.
Miko mi portò al centro della camera. Lì, seduta in ginocchio su un grosso cuscino blu, c'era un'altra ragazza.
- Yoru, abbiamo una nuova amica!- mi presentò tutta felice Miko.
- Ciao, io sono Arisu.- 
- Piacere Arisu. Io sono Yoruhana, ma puoi chiamarmi Yoru.-
Yoru sembrava un po' più grande di me e Miko, o forse era solo la sua aria dolce e tranquilla, quasi materna, a farmi quell'impressione. Portava i capelli legati in una lunga treccia rossiccia che faceva risaltare i suoi grandi occhi verdi.
Lo stesso verde intenso di me e Miko, notai stupita. Che coincidenza.
- E' un tatuaggio quello?- le chiesi indicando dei rovi che le si attorcigliavano elegantemente attorno al braccio sinistro e terminavano stringendosi attorno al collo come una collana gotica. Alla fine c'era una rosa nera, come ciondolo di quello strano girocollo.
- Non so esattamente cosa sia. Insomma, ce l'ho da sempre, da quando sono nata...- spiegò la ragazza.
- Come il mio...- replicai puntando l'indice al piccolo fiore di ciliegio dipinto sotto la mia guancia sinistra.
- E il mio...- completò Miko girandosi per farmi vedere l'Amaranto in piena fioritura che faceva capolino sulla sua spalla destra.
- Wow,- commentò Yoru ridacchiando. - Penso che formeremo una squadra interessante...-



********************************************************

Buongiorno a tutti!! :D
Io sono VictorianPuppet e questa è la seconda fanfiction che scrivo sul mondo di Naruto!
O meglio... questo è un racconto a sei mani! Le artifici siamo io (che interpreto Arisu), BeyonBday (Yoruhana) e DeaMiko(Miko).
Fateci sapere cosa ve ne pare!! ;-) Aspetto i vostri commenti! <3
VictorianPuppet

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La Madre ***


Ordinary Mess.




 

POV YORU

-HIDAN! DOV'É QUELL'ESALTATO TUTTO MUSCOLI E NIENTE CERVELLO?!-

Miko era furiosa, uscì dalla camera come un tornado, calcando eccessivamente il passo, già poco femminile, sul chiaro legno del parquet, facendolo rimbombare per tutto il corridoio del “dormitorio”, svegliandomi prematuramente.

Sollevai il capo di poco, notando che, il futon alla mia destra era ancora abitato da Tsubaki, che dormiva beata come una bambina.

Beata lei.

Guardai la sveglia, che lessi con fatica “le 7:00? promemoria, inchiodare Hidan al muro e castralo.” perché ogni sacrosanto giorno che Jashin mandava in terra, l'albino doveva stuzzicare Miko?

Ovvio, perché la ragazza era una: casinista, dura de coccio, irascibile e senza peli sulla lingua e al religioso la combinazione piaceva eccome.

Mi alzai dal caldo giaciglio, dirigendomi fuori dalla stanza, in silenzio.

Una volta nel corridoio, fui investita dalla tiepida luce del sole che filtrava dell'abbaino scavato nella roccia, che illuminava l'interno del covo.

-LA VUOI PAINTARE PER UNA BUONA VOLTA LADER?!!-

-Mi dai sui nervi quando pari in questo modo!- si lamentò il Jashinista, toccandosi la fronte.

-E a me fa incazzare il fatto che tocchi le mie cose senza permesso! Te l'ho detto e te lo ripeto...NON RUBARMI I CD!- la ninja era sull'orlo di una crisi isterica... nessuno poteva toccarle i Cd, la pena poteva essere la morte, o un'agonizzante settimana post-pestaggio.

-Leggi le mie labbra mocciosa...io. Non. ti. ho. Preso. Nulla.-

-Bugiardo, menefreghista, strafottente...

Eccoli, stavano per prendersi per i capelli.

-Ragazzi...- la mia voce era calma, tranquilla eppure la loro reazione fu di spavento.

Sobbalzarono all'unisono, allibiti, non si erano accorti della mia presenza fino a quel momento.

-Sono le sette di mattina, di un giorno di riposo, state litigando per un Cd e io sono qui a farvelo notare. Cosa vedete di strano in tutto ciò?- domandai pacata, non ero per nulla arrabbiata, ma una delle poche volte che avevo la possibilità di dormire tranquillamente, mi dovevo alzare per dividere due bambini?

-Ma lei...

-Ma lui...

Parlarono contemporaneamente, cercando di difendersi...

-Ma lei è troppo aggressiva ed esagerata, ma tu non dovresti prenderle le cose senza permesso...Eddai, lo sai che la fa incazzare. Restituisci ciò che hai preso e tornate a letto.-

Hidan schioccò seccato la lingua sul palato, prendendo l'oggetto dalla scrivania e porgendolo malamente a Miko.

-Grazie...- bofonchiò lei, uscendo dalla stanza e tornando nella sua a dormire.

Per mia sfortuna invece, una volta sveglia non mi riaddormento più e quindi decisi di scendere in cucina, iniziando a preparare il brunch per la mattina stessa.

Inizia col prepararmi un tea per scaldarmi lo stomaco, poi aprii il frigo per decidere sul da farsi...

-Ciao Deidy...- salutai il biondo artista, mentre la mia testa era ancora in avan-scoperta nella dispensa a freddo, e lui cercava, invano, di spaventarmi arrivandomi alle spalle.

-Cavolo Madre! Non ti si riesce a far prendere paura!- si lamentò, schioccando le dita e arricciando il naso, in una smorfia di finta arrabbiatura.

-Tu che spaventi lei? Se mai accadrà, mi tingo i capelli di rosa.- lo derise Sasori, sempre serio come la morte, raggiungendoci.

-Ori.- lo salutai guardandolo e accennando un inchino col capo.

-Yoru.- fece lo stesso anche lui.

-Stai già facendo il brunch? Cavolo! Siamo rientrati in tempo. Faccio la doccia e arrivo.- sorrise allegro Deidara, correndo fuori dalla stanza, seguito dal rosso, facendo ripiombare il silenzio, almeno finché la fluente chioma non rifece capolino dalla porta.

-MADRE! Fai una porzione in più Pancakes...Ho famissima.- riapparì, sorrise radioso, per poi sparire.

Madre...già. Sembro una mamma, vero?

Divido i bambini che litigano, cucino, quando posso per tutti... e molto altro, ma la cosa mi piace.

È da solo sei mesi che sono nel gruppo, e sembra che mi abbiano accettato bene, anche se non sono un ninja.

Già, io vivevo nel paese del ferro, volevo entrare nell'esercito Samurai come Arciere di prima linea, ma non mi fu possibile.

Sembra, che la gente si diverti a decidere della mia vita, mia madre ha abbandonato me e mio padre, che era soldato quindi immaginatevi quanto potevo stare in sua compagnia, facendomi crescere tra le armi e la casa, poi lui decise di risposarsi con una donna odiosa.

Ooh ,lei sì che era insopportabile.

Mio padre mi ha insegnato le basi dei vari stili di combattimento con le spade, ma proprio il minimo, ma l'arco...l'arco mi ha sempre affascinata e quel grande uomo, che ha contribuito nel farmi venire al mondo, me ne regalò uno bellissimo, di legno di tasso, durissimo, con incisioni inerenti ai cristalli.

Indovinate che fine ha fatto?

ESATTO ...nel camino.

Quella stronza, me lo ha bruciato appena mi sono distratta, dicendomi che ero una ragazza e come tale dovevo comportarmi, fatto stà che decisi di scappare di casa...

 

FLASH BACK

6 mesi prima...

Anche se l'arrivo al paese della sabbia era imminente, la notte era fredda e il fuoco non bastava a scaldarla, ma non aveva altro che una mantella per proteggersi dalla pioggia e i vestiti leggeri che di solito usava sotto l'armatura dell'esercito.

-Fuyu. Sei stanco vero bello? D'altronde mi hai portata fino al villaggio della Foglia e oltre. Ti meriti del riposo.- Yoru accarezzò la criniera dello stallone, che, come per risponderle nitrì piano, ricevendo una mela dalla padrona, lasciandole appoggiare con la schiena contro il suo corpo cercandola di riposare, ma un rumore la fece scattare.

Un'ombra incappucciata scattò fuori dalla biscaglia, saltando il fuoco, raggiungendo la samurai, che, prontamente si alzò ribaltandosi sul destriero e recuperando la Katana.

Il nemico si scagliò verso di lei con velocità straordinaria, prendendola alla gola, facendola sbattere contro un tronco.

-Chi...chi diavolo sei?- Yoru pronunciò quelle parole con fatica, la morsa si stava facendo sempre più stretta, la vista stava iniziando ad appannarsi, e prima di non riuscire più a muovere i muscoli, puntò i piedi al tronco, spingendosi contro il nemico e stenderlo con una ginocchiata sotto lo sterno.

La ragazza riuscì finalmente a far passare l'aria fresca nei polmoni, la gola le bruciava, non ebbe il tempo di riprendersi che subito venne immobilizzata da dietro.

-Proprio non lo vuoi capire...- ringhiò – Non. Mi. Devi. Toccare.- estrasse il pugnale nascosto e lo conficcò nella carne dell'avversario, facendo inveire di dolore, e una volta atterra l'arma gli venne conficcato nel palmo della mano sinistra.

-MERDA CHE MALE!-

La guerriera levò il cappuccio allo sconosciuto, ritrovandosi specchiata in due iridi magenta con due pupille dilatate dallo stupore.

-Chi sei tu? Cosa vuoi da me?- domandò Yoru, girando il coltello nella mano.

-ARGH! Nulla da te mocciosa di merda ! Non volevo ucciderti, non ho tempo, i miei compagni sono feriti, e ho bisogno di medicine, prima che che ci trovino. Ti averei solo fatto perdere i sensi e derubato. Cazzo che male! Merda.- Hidan contrasse i muscoli dal dolore.

-Se ti libero, ho la tua parola di Jashinista, che non mi attaccherai?-

Il ragazzo, sbatté le palpebre perplesso, ri-iniziando a sbraitare contro cani e porci.

-COME CAZZO FAI A SAPERE CHE FACCIO PARTE, DEL CULTO DEL NOBILE JASHIN! SGUARDRINA MISCREDENTE?!- urlò contorcendosi, tentando di liberarsi, mentre lei gli tappava la bocca con entrambe le mani.

-Taci straccivendolo. Ho solo visto il rosario, e poi una faccia come la tua non si dimentica facilmente. Fai parte dell' Akatsuki vero? Ti chiami, mmm... Hidan, del villaggio delle calde primavere giusto? Ascoltami, ora ti lascio andare, vai a recuperare i tuoi amici e li porti qui e io ti aiuterò a curarli. Hai la mia parole, non vi tradirò.-

L'albino non era stato mai così tanto tempo in silenzio, ma era troppo sconvolto, quella bambina sapeva chi era e le sue preoccupazione era rivolta per i suoi compagni e per il fatto che non li avrebbe traditi. Il jashinista si chiese se quella non fosse matta o qualcosa del genere, e mentre pensava attuto questo, venne liberato della fastidiosa lama, e alzandosi, corse dai suoi compagni, sperando di aver fatto in tempo.

I nukenin riapparvero all'accampamento pochi minuti dopo, feriti, malconci e non poco traballanti.

-Oddei! Non mi avevi detto che erano così mal conci.- si allarmò la ragazza, scattando verso ad un rinnegato della nebbia che portava sulle spalle un ragazzo dai lunghi capelli neri, che pareva più di là che di qua.

-Aiuta Itachi-san, per favore, è quello messo peggio.- la supplicò Kisame, iniziando a preoccuparsi per le condizioni fisiche del compagno.

Yoru non perse tempo e iniziò a disinfettare e curare tutte le ferite,somministrandogli anche un collirio speciale per evitare gli sgradevoli effetti collaterali dello Sharingan, che Kakuzu, il contabile dell'organizzazione, si premurò di informare la samurai.

La notte passò veloce, ma quasi nessuno riuscì a dormire; Hidan era addetto alla ronda, visto che era l'unico che si reggeva ancora in piedi senza problemi, il ninja della cascata continuava a sentire fitte allucinanti per colpa di una sostanza nervina che colpiva il sistema nervoso, per fortuna non era letale, Itachi era l'unico che riposava, ma solo perché aveva rischiato troppo tra arte oculare e ferite varie le ultime ore sarebbero state decisive, mentre lei e lo squalo umano non si mossero dal suo capezzale.

 

°§°§°§°§°§°

 

La mattina seguente il piccolo gruppo si mise in marcia verso il confine del paese della Pioggia.

-Ti ringraziamo per l'aiuto, spero che questa deviazione non ti rechi qualche disturbo.- chiese Uchiha, gentilmente, mentre sedeva sulla groppa di Fuyu insieme alla Samurai.

-Figuratevi, cambia di poco, dovevo andare al villaggio di Suna, ma prima o poi ci dovevo andare.- rispose pacata lei, mentre Kakuzu le camminava vicino, guardandola stranito.

-Hidan ha detto, che sai che siamo dell' Akatsuki.- iniziò il discorso, facendola voltare verso di lui.

-Esatto...- disse pacata lei, sorridendo e continuando a guardare la strada dinanzi.

-E non hai paura?- domandò Kisame, incuriosito.

-E di cosa? Di voi? Per quale motivo?-

-Forse perché siamo ricercati di livello S, siamo assassini, rinnegati e disertori. Non siamo persone, diciamo “normali”.- si intromise Itachi, neutro come sempre.

-Sì...magari non siete “normali”, siete ninja, le persone comuni sono fatto in un' altro modo. Il fatto dei disertori, avrete avuto le vostre motivazioni, magari siete stati puniti ingiustamente perché avevate le vostre idee e ai potenti non piaceva. Non lo so. Non sono io che giudico.... per quanto riguarda agli assassini...bhè...nessuno è un santo e il procurare morte è un peccato come un' altro. Quindi io non vedo motivi per cui avere paura di voi.- concluse, lasciando stupefatti i quattro ragazzi, che non ebbero il coraggio di dire nulla per tutto il tragitto.

Una volta arrivati al villaggio, il nukenin di Konoha smontò dal cavallo, i quattro salutarono la ragazza che fece retro-front verso altre mete.

Ma poco dopo sfortunatamente venne attaccata da ninja, che l'accusarono di tradimento per aver aiutato dei ricercati pericolosi.

Yoru però riuscì a scappare, ferita, disarmata, senza più un fedele compagno come Fuyu, non ce la poteva fare, quindi decise di fare l'unica cosa che le avrebbe salvato la vita...

-Che ci fai tu qui?-

La tempesta infuriava, la samurai tremava per il freddo, tenendosi il braccio leso, guardando il suo interlocutore con un' occhio chiuso.

-Sono venuta a fare un saluto.- sorrise a Kakuzu, prima di svenire sull'uscio.

 

FINE FLASH BACK

 

Diciamo che mi è andata bene, da essere sola ad avere una famiglia tutta mia... e sinceramente la cosa mi piace molto.

Eccoli arrivano i miei bambini.

I primi a fare la maratona per accaparrarsi i primi cornetti caldi sono Hidan e Miko ( e ovviamente lei arriva per prima), subito dopo di loro un sonnolento Uchiha seguito da un' affamato Kisame, Deidara entrò saltellando in cucina insieme al contabile, che teneva il giornale sotto il braccio.

-Giorno a tutti.- sorrisi mentre tutti si sedevano...

-HEI! VOGLIO ANCH' IO LA COLAZIONE!- si lamentò Pain entrando nella stanza con un peluche di My little pony in mano.

-Capo...Sei ridicolo.- disse Sasori apparendo dietro di lui e mettendosi a sedere.

-Che ttenero … assomiglia ad uno di quelli che mi divertivo a bruciare.- rise Arisu, prendendo il giocattolo e sedendosi vicino al marionettista accarezzandolo maligna.

-Nuuuuu!!! La mia Rainbowdash! Ridammela!!!!- il povero capo corse incontro alla novellina cercando di riprenderselo.

-Oook...questo lo prendo io.- si intromise Konan prendendo la pony e gettandola in salotto.

-Mangiamo?- chiese l' ex shinobi sedendosi a tavola.

Il brunch iniziò, con un componente in più, la mia famiglia si è allargata...oh bhè... c'è più gente a cui voler bene.




*****************************************************************

TADADADA'N!
Eccoci con il secondo capitolo della serie!
Questa volta scritto dalla (e dal punto di vista) Madre, la dolce Yoru! ^^
Speriamo vi piaccia, fateci sapere!!
VictorianPuppet

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La Sacerdotessa ***


Ordinary Mess.




 

POV MIKO

- HIDAAAAAAAAAAN!!! – ci risiamo! Quel mascalzone jashinista dei miei anfibi, corrotto, testa di…- PORCO JASHIN! Ridammi il disco dei Nickelback!!! Se lo rompi ti castro a morsi!!! –

Mi fa incazzare da morire, eppure mi piace questa cosa…sì, quando non tocca i miei cd!
Sono mesi che sono qui e lui è così…così…così…ok ok lui mi piace molto. Ma ehi, torniamo a noi.

Se la madre non fosse intervenuta in tempo, il coltello che avevo in mano sarebbe finito presto nel petto del disgraziato

Ma tanto è immortale!!! – cercai di difendermi

- Oh sì, sono immortale e…- l’albino si avvicinò pericolosamente bisbigliando - …si da il caso che io sia il dio del ses…- avvampai per quella rivelazione inaspettata quanto strana, ma nessuno può dirmi queste cose e senza pensarci troppo mi partì un… - FOTTITI – ero scazzata al punto giusto e rossa come la paprika tanto da rifugiarmi in cucina per riporre l’arma del quasi delitto.
 

Entrata nella cucina del covo tenuta sempre ben pulita (strano a dirsi), notai con piacere che sul ripiano c’era una bellissima scatola colorata ed invitante: BISCOTTI. Oh sì, Biscotti! Feci per aprire il barattolo e…era vuoto

Chi è quel cane che ha finito tutti i biscotti??? Se lo trovo lo scuoio e ci faccio un tappetino!!!! – in quello stesso istante Arisu era entrata in cucina e mi stava squadrando da capo a piedi con i suoi occhioni verdi.

vuoi una foto? – dissi stizzita anche se mi pentii presto di averlo detto, ma ormai la frittata era fatta

- no no – disse scuotendo la testa – però te la prendi tanto per dei biscotti? –

- Sì! – ribattei senza battere ciglio – e credo mi farò un giro –

così dicendo passai per la sala dove il capo stava parlando di qualcosa, forse importante

Hey tu! Dove credi di andare? – sbottò autoritario come sempre

- esco, carota con i chiodi! – lasciandomi alle spalle la sclerata del capo uscii senza troppi convenienti sbattendo la porta.

 

- ma che le è preso? – chiese preoccupata Yoru

- Sarà mica arrabbiata per i cd o per i biscotti…- ipotizzò il ninja dai capelli rossi

- è strana – esclamò Arisu

parecchio – la completò Yoru


 

***

 

Aria fresca, sole, io e…i miei pensieri

Ciao sono Miko, una strana ragazza sempre rifiutata da tutti perché diversa, ma che ora ha il piacere di stare con un branco di killer che può chiamare famiglia…che strana famiglia…

 

Sì, mi dimostro sempre allegra e questa allegria in molti la invidiano….scapperebbero se sapessero…come chiunque abbia mai incontrato fin ora”

 

Ero così assorta nei miei pensieri che nel camminare a testa bassa andai a sbattere contro un albero

- AHIA! – sbottai – CHI CE LO HA MESSO QUESTO? –

- c’è sempre stato, mocciosa…- disse una voce profonda e da brividi

Bene, è arrivato Mr. Simpatia, Signori e Signori ho il compito ingrato di presentarvi…

- Kakuzu, mi stavi seguendo…- gli feci notare con una punta di acido aggiunta
Che Stalker! Non risponde nemmeno…

 

- Vorrei capire che ti prende, sei una furia! Non che mi interessi molto, ma…-
il ninja beduino che si preoccupa…se se crediamoci!
– ma te lo ha chiesto Yoru! Ti ho beccato sai, anche con quel burqua si nota che ti piace, tuttavia…prometto di non dirle nulla –

- attenta a te, mocciosa – provò a minacciarmi e nel farlo una vena gli pulsava all’impazzata sulal tempia poco visibile

- uh, che paura…aiutatemi – più apatica di così si muore…il fatto è che restammo in silenzio senza guardarci l’un l’altro per un bel po’

 

- ok, basta! – ruppi il silenzio facendo retro-front diretta al covo

- ferma, non ora – questa era la voce di Hidan che a quanto pare nel mentre era arrivato

- cosa vuoi TU? Mi fai saltare i nervi!!! – dovevo essere proprio nervosa

- NO, la domanda giusta è…cosa hai TU! – ecco mi aveva spiazzata, ero bloccata…e quando sto così ecco che comincio a…

- n-n-niente, l-l-lasciatemi i-in p-pace!!! - …balbettare.

Mi vergognai così tanto che mi tappai la bocca e correndo via entrai nel bosco fittissimo appena fuori dal covo. La strana coppia di shinobi cercò di raggiungermi ma qualcosa glielo impedì.

 

Calma Miko, calma è solo un bosco…un bosco buio e spaventoso.

- Scommetto che ora salta fuori un ragno enorme seguito da un gigante e tre maghetti del piffero! -Cercai di sdrammatizzare e BAM! Altro albero in faccia!

Ma Jashin Traditore!!! Che male! – istintivamente avevo portato la mano al naso che stava giocando a fare la fontana di sangue - Fantastico! Ora ho anche il naso in crisi d’identità! –

 

Camminavo e camminavo senza meta quando cominciai a sentire delle voci strane, ma non riuscivo a capire se erano fuori o dentro la mia testa.

Miko…Miko – bisbigliavano e non capivo, tutto cominciò a girare vorticosamente e in un millisecondo ero a terra.


 

***
 


Il buio, tanta nebbiolina e un posto sconosciuto…oh…e che puzza di morte

- Jashin santissimo, che fetore, è morto qualcuno? – esclamai portandomi la mano su bocca e naso

 

- TU – ruppe il silenzio una voce così profonda da far tremare il pavimento già instabile di suo

Mi alzai lentamente e risposi – io? Io, cosa? –

Dalla nebbia sempre più fitta apparve all’improvviso una figura molto alta e magra che poco dopo realizzai essere un uomo dalla lunga chioma argentata.

Era così pallido che mi venne un colpo e la risposta fu tanto automatica quanto fatale

Dovresti usare del fondotinta amico…- quando mai l’ho detto.

Nello stesso istante mi puntò contro i suoi terribili occhi rossi come il sangue

- Tu sei Miko…non mi conosci ma dovresti, visto che mi nomini sempre e anche in malo modo –

Ero sotto accusa e non mi capacitavo di quello che stavo vedendo – Oh. Mio. J… - mi bloccai non sentendo più il respiro

NON OSARE MAI PIU’ pronunciare il mio nome invano, MISCREDENTE! – così dicendo mi tornò ossigeno dei polmoni, annaspai per un po’ ma riuscii a riprendermi.

- cosa vuoi da me? –

 

Senza rispondere al mio interrogativo partì con un monologo pallosissimo a non finire, qualcosa del tipo “Io sono Jashin: colui che è stato, colui che è e colui che sempre sarà” con quel tono tanto da onnipotente…

 

- …perciò a tale proposito mi dovrai essere fedele! –

 

Ohi ohi, fermi tutti…cosa aveva appena detto??? Io? Fedele…a lui?

 

- Mmmh sì certo, cosa dovrei fare scusa? –

Dovevo avere proprio la faccia da mongoplettica perché a questa mia uscita si scaraventò il palmo della mano sulla faccia, con un rimbombo colossale

- Tu, sei senza speranze – ammise amaramente scuotendo il capo

- eeeeh, me lo dicono in tanti sai? – risi dal nervoso che avevo addosso o dalla situazione altamente imbarazzante.

 

- Miko, io so tutto di te…Hidan mi ha intasato i timpani con il tuo nome – quello che vedevo sul suo volto era forse un sorriso…o una paralisi facciale

La Miko tanto chiacchierona era insolitamente muta a quella rivelazione

- D-d-davvero? – chiesi con un sorriso da ebete stampato in faccia. Se è vero che chi tace acconsente, allora doveva essere vero!

Ero al settimo cielo ma Jashin non era molto d’accordo – Miko significa “sacerdotessa”, vuoi prendere parte al mio culto? – fui spiazzata, avevo già visto in missione cosa comportava l’essere fedele a Jashin e la cosa mi spaventava, non poco.

- Ma ma ma…io non uccido, o almeno non ho mai ucciso, se davvero mi conosci sai che trovo del buono in tutti, come… –

–… tanto da stare con quel branco di bifolchi, sai quanto sono pericolosi eppure vuoi bene a tutti loro - fui zittita dall’oscura entità
 

No Dai! Questo non poteva assolutamente essere lo stesso Jashin di cui parlava tanto Hidan!

 

- è vero, ma dimmi Jashin, dovrò uccidere? – mi tremava la voce ma ero seria

Pronta la risposta - non faccio sconti a nessuno! Ma…tu sei l’unica che ha fatto colpo sul mio discepolo più fedele. Devi sapere che a molti scheletri nell’armadio, lui si mostra tanto forte ma ha sofferto molto e ancora ne porta il peso –

 

A queste parole mi sentii come travolta da una tempesta.


***
 

Mi risvegliai con la faccia a terra nel bel mezzo di un diluvio. Dovevo aver perso i sensi perché mi ci volle un po’ per alzarmi. Ormai ero fradicia e in cuor mio pregavo solo che non BOOOM! mi ritrovai nuovamente a terra e tremavo, non per il freddo, ma per paura…dei tuoni! Mi ripresi e iniziai a correre. La milza mi stava scoppiando e il cuore batteva a mille. BOOOM! Altro tuono, non potevo farcela. Attimi di terrore e non facevo altro che pensare al covo, ai ragazzi e alle ragazze. Correvo ancora senza nemmeno vedere dove stavo andando. Le mie lacrime non si potevano distinguere dalla pioggia, che mocciosa – Stupida, Stupida – ripetevo a me stessa.

Mi fermai per riprendere fiato, intorno a me non vedevo che alberi tutti uguali, mi ero persa.

- BASTA – lo urlai con tutto il fiato che avevo, non capivo nulla, ero stanca e ridotta a una pezza.

- L’HO TROVATA – urlò quel qualcuno che mi teneva con tanta forza e in men che non si dica delle figure comparvero dal nulla.

 

- Miko, ma dove ti eri cacciata? – Arisu mi mollò un ceffone che mi fece riacquistare quel poco di lucidità che potevo.

- l’importante è che l’hai trovata, Hidan – intervenne Yoru

 

 

***

 


Non capivo cosa fosse successo, ma gran bel sogno quello su Jashin – forse dovrei farmi meno di biscotti – ironizzai…eppure…

Ero al covo ma, un momento…dove erano tutti? Girai per tutte le stanze e cercai in tutti i posti possibili ed immaginabili ma nulla! Spariti…

- Hey scricciolo, di qua – Kakuzu era comparso così all’improvviso che feci un salto da far morire di invidia un atleta olimpionico

Kaku! Mai. Più. Alle. Spalle. –

fece spallucce e mi condusse verso una porta mai vista prima che portava a un'altra stanza. Quando entrai tutti si zittirono e la cosa non mi piaceva, per niente – ehm, io…- non ce la facevo, l’avevo fatta troppo grossa per cercare scuse

- sei uscita senza permesso – iniziò ad accusare il capo

- sei scappata via – disse Konan giustamente incazzata

- ci hai fatto prendere un colpo – sentenziò Arisu

- dopo questa, non so che dire – l’uomo squalo scuoteva la testa

- sei stata un’incosciente – disse atono l’Uchiha

- ma ti abbiamo trovata – sospirò Yoru

- e ti vogliamo bene – sorrise Deidara

- così come sei – Hidan comparve da dietro, come sempre, mettendomi al collo una catenina che per ciondolo aveva il sacro simbolo di Jashin.

Rimasi sbigottita e poi per la felicità mi girai e diedi un bacio a quell’albino disgraziato che rimase imbambolato.

- l’hai steso donna! – disse ridendo la madre.

 

Ero felice: avevo amici invidiabili e unici nel loro genere! Ragazzi e ragazze pericolosi, incompresi che aspettavano solo qualcuno come loro ma pronto ad ascoltarli e volergli bene.

- Ragazzuomini e donne, vi voglio bene…così come siete! –

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Workin' Out - Allenamento ***


Ordinary Mess.




 

Quella mattina la sveglia suonò prima del solito.

Sveglia... Sì, insomma, venni svegliata brutalmente dal suono di una bomboletta da stadio posta vicino, troppo vicino, alle mie orecchie.

- Maledetto!- strillai contro chiunque fosse il colpevole, alzandomi di scatto a sedere sul futon su cui avevo dormito acciambellata come un gatto.

Ma il criminale era già sparito richiudendosi la porta alle spalle, lasciando me e le mie compagne di stanza confuse e insonnolite.

- Hidan, ti ucciderò lentamente.- cominciò a ringhiare Miko, intuendo chi fosse il responsabile della bravata. - Ti taglierò a pezzettini, mi implorerai...-

- Voglio dormire.- gemetti cercando di riprendere sonno. - Questo mondo non mi merita...-

Ma Yoru, impietosa, scostò le rosse tende di velluto dalla finestra con un colpo secco, lasciando che la luce solare inondasse completamente la camera.

Sconsolata, non potei fare altro che stiracchiarmi e alzarmi in piedi. Il mio pigiama era costituito da parigine a righe nere e viola, un paio di boxer scuri e una maglietta oversize dei Sex Pistols: forse era il caso di cambiarsi prima di raggiungere gli altri Nukenin.

La mia solita uniforme, maglietta nera, gonna a pieghe dello stesso colore e anfibi, fu presto indossata e mi legai i capelli viola, o meglio, le ciocche abbastanza lunghe da non sfuggire dall'elastico, in una coda di cavallo. Una volta pronta mi diressi insieme a Yoru e Miko verso la cucina, dove gli altri ci stavano aspettando, già pronti: come facciano i maschi a prepararsi in così poco tempo è ancora un mistero.

Hidan, a capotavola, stava ridacchiando sotto i baffi nel vedere le nostre facce assonnate. Gli rivolsi un 'occhiata assassina, ma poi ci pensò Miko a raggiungerlo per fargliela pagare.

- Hidan...- sbuffò Pain portandosi una mano al volto. - Quando ti ho detto di svegliarle, non intendevo questo.-

- Poco male!- sghignazzò lui. - E' stato divertente!-

Mi diressi al lavello per prendere la mia tazza di "Nightmare before Christmas" e mi preparai un cappuccino. Quel risveglio improvviso mi aveva fatto venire un certo appetito, così, non appena mi sedetti al tavolo, spazzolai due brioches alla crema, una al cioccolato, una decina di biscottini al miele e una manciata di cornflakes al cacao. Poi decisi che forse era meglio fermarsi lì, tanto per rimanere in forma.

Non appena tutti ebbero finito di mangiare, Pain si alzò in piedi con la solita aria da capo stampata in faccia.

- Ragazze, oggi ho deciso che vi allenerete insieme a me; ho bisogno di capire le vostre potenzialità per capire a quali missioni posso assegnarvi. Avete ancora mezz'ora per andare a prepararvi, poi ci troviamo qui.-

- Fantastico!- esclamai, felice di aver finalmente qualcosa di serio da fare.

Insieme alle mie compagne ritornai in camera; mi raccolsi i capelli in due lunghe trecce e mi fissai alla gonna un orologio da taschino dorato.

La cosa non sfuggì allo sguardo attento di Yoru.

- Che cos'è?- mi domandò curiosa.

Ma io mi limitai a sfoderare un sorriso enigmatico.

- Lo scoprirai presto.-

Il capo ci scortò in un'ala del rifugio che si apriva su un'ampia caverna appena illuminata, con le pareti di roccia che emanavano freddo e umidità; dalle pietro sgorgavano rivoletti d'acqua che gorgogliava piano. Mi strinsi le braccia al petto, implorando gli Dei affinchè Pain iniziasse subito a farci combattere anzichè perdere tempo in chiacchiere come faceva spesso.

- Bene, per il primo turno si affronteranno Arisu e Yoruhana.-

" Sì!" esclamai dentro di me e, seguita da Yoru, mi portai al centro dell'arena per mettermi in posizione d'attacco.

- Naturalmente non voglio vittime, mi servite, quindi limitate le aggressioni troppo violente o attacchi letali. Sono stato chiaro?-

- Sì, capo!- rispondemmo all'unisono io e la Madre.

- E allora... via!-

A quella parola una scarica di adrenalina attraversò tutti i miei muscoli, concentrando tutto il sistema nervoso verso la battaglia. Fissai lo sguardo su Yoru, attendendo che facesse anche solo un minimo movimento per attaccarla battendola sul tempo, ma questa, all'improvviso, scomparve.

Cercai di non perdere la concentrazione, e ampliai le mie sensazioni percettive per individuare dove fosse finita. Un lampo di energia vitale mi avvertì che si era materializzata sopra di me appena un attimo prima di essermi addosso, ma io, agile e veloce, riuscii a scansarla per un soffio. Approfittando della pausa fra il suo attacco e la ripresa le fui addosso. Concentrai una certa quantità di chackra nel pugno sinistro, che indirizzai al suo ventre, ma Yoru fu veloce e riuscì a parare il colpo. Mi gettai all'indietro con una capriola e, appena in piedi, mi abbassai sulle mani per fare una ruota in modo da colpirla con un calcio alto, ma avevo sottovalutato la sua forza, perchè Yoru mi afferrò il piede e mi lanciò dall'altra parte della caverna. Atterrai su un fianco, ma ignorai il dolore e mi preparai al contrattacco. Stavolta non avrei mancato il bersaglio. Iniziai a correre verso Yoru, ma, quando mancava solo qualche metro, scomparvi, per riapparirle dietro la schiena.

- Qui.- sussurrai divertita, e alzai la mano per colpirla con una scarica di chackra. Yoru non aveva il tempo di difendersi, la vittoria era ormai dalla mia parte.

All'improvviso, una scarica dolorosa si propagò per il mio corpo. Il mio cuore ebbe un battito più violento del normale, come se improvvisamente il sangue fosse diventato incredibilmente denso; ma, quando intuii la verità, compresi di essere spacciata. Caddi a terra, contorcerndomi dal dolore.

Yoru si voltò verso di me con un candido sorriso.

- Vedi, la mia abilità è quella di trasformare i liquidi in cristalli. E' stato un gioco da ragazzi solidificare il tuo sangue.-

- Maledetta...- ringhiai, mentre il mio corpo era percorso da spasmi. - Se credi di aver vinto sei solo una povera illusa!- la minacciai.

- Ragazze, ho detto niente morti.- ci ricordò Pain avvicinandosi con fare preoccupato.

- Nessun problema, capo.- risposi.

La mia mano corse veloce all'orologio a cipolla ancora fissato alla gonna e premetti con un gesto deciso il piccolo pulsante meccanico che lo apriva.

Il mondo si paralizzò davanti ai miei occhi, come se si fosse cristallizzato come il sangue nelle mie vene. Yoru, Pain e anche Miko non diventarono altro che patetiche statue e intorno a me si creò il silenzio totale; neppure l'acqua scorreva più sulle pareti.

Avevo fermato il tempo.

Mi rialzai in piedi a fatica e mi concentrai per far tornare regolare il flusso sanguigno, neutralizzando la tecnica di Yoru. Poi guardai la mia avversaria; non peotevo tener bloccato il tempo molto a lungo, dovevo escogitare qualcosa di semplice e veloce per metterla KO. Corsi a sfilare a Pain la sua cappa nera a nuvolette rosse e la usai come lenzuolo per avvolgere completamente e legare Yoru, come se fosse stata una camicia di forza. Poi, con una piccola spinta, la feci cadere a terra.

Subito richiusi l'orologio per poter far ripartire il tempo.

Dovetti soffocare le risate nel vedere la faccia sconvolta di Pain nel ritrovarsi senza cappa e le soffocate imprecazioni di Yoru che non riusciva a capire che cosa le fosse successo.

- Ahaha, fantastico!- esclamò Miko avvicinandosi. - Ti aiuto io, Madre.-

Aiutai Yoru a rialzarsi.

- Niente male ragazze.- sospirò il capo reuperando la divisa. - Direi che questo scontro finisce qui.-

Io e la Madre ci battemmo il cinque e ci voltammo verso Miko.

Chi delle due l'avrebbe affrontata ora?

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nascita vs Morte ***


Ordinary Mess.




 

POV YORU

Dopo la batosta morale presa di Arisu, decido di non farmi notare, io so’ perdere, ma non mi piace essere derisa, ma destino vuole che io abbia dei “figli” scemi…

-EEEEh questa finisce direttamente nella lista delle figure di merda…- sogghignò Deidara tamburellandomi sulla testa, scompigliandomi i capelli… se c’è una cosa che odio con tutta me stressa, è che qualcuno me li tochishi .

Lo guardo con aria annoiata alzando il viso verso l’alto puntando i mie occhi verdi foresta nei suoi azzurro cerulei.

-Sai cosa finirà nella lista delle figure di merda?- chiesi sorridendo tranquilla.

- No… cosa?- domandò il ragazzo facendo cinodolare la testa dinanzi al mio volto, coprendomi la visuale con i fluenti capelli biondi.

-La tua voce dopo che ti avrò sottoposto alla tortura dei genitali infilzati!- mi ribellai, buttandolo atterra a afferrandogli le caviglie mentre lui tentava di scappare alla fase di sbriciolamento dei gioielli di famiglia.

-No che se gliele stacchi diventa veramente un donna.- lo sfotte Itachi arrivato insieme al resto del gruppo nella sala allenamenti, facendoli ridere e sorridere.

-Ah-ah-ah… simpatico come la morte Uchiha, come sempre del resto.- si difende il biondino ancora a terra sotto di me, voltando il capo verso di lui e facendo una smorfia infastidita.

-E tu? Come sempre ti piace stare sotto…- ghignò malefico Hidan, beccandosi un doppio calcio volante nel bel mezzo della schiena da parte di Arisu e Miko.

-Brutto cretino patentato… questo era per il risveglio brusco!- Si lamentò la mia precedente avversaria.

-E il mio era sia per il risveglio che per il povero Dei… non si offende la gente simpatica, capito? Panda!- lo rimproverò, iniziando ad azzuffarsi.

-Scommetto dieci Ryuo sulla mocciosa…-

-Mmh…io scommetto che la smettono subito.- incrocio le braccia, alzando lo sguardo verso il nostro contabile beduino che a sua volta mi guarda non capendo…

-Se proprio volete menarvi… fatelo sul tatami! Miko Vs Hidan! E non fate stragi! La ragazza mi serve! E tu coglione… se fai danni ti faccio fare le pulizie del covo per tre mesi.- lo minacciò il boss, puntandogli un dito contro il viso ad un centimetro dal naso, tante’ che l’albino incrocia gli occhi ametista per vederne la punta.

-Anche la cucina, il magazzino e la cella frigorifera?- chiede continuando a tenere le pupille strabiche.

-Anche.- risponde serio.

Il Jashinista deglutisce annuendo.

I due sfidanti si mettono sul tappeto di sfida.

Miko si posiziona; schiena retta, gambe leggermente divaricate e braccia tese a pugni chiusi.

Hidan, da perfetto sborone, si leva la cappa mostrando il torace perfetto e sciogliendo i muscoli del collo.

Guardo la mia amica, normalmente dinanzi a quella visione si sarebbe messa a sbavare così tanto da sembrare una lumaca, diventando rossa come un pomodoro, ma ora era lì; ferma, concentrata… la conosco solo da pochi mesi, ma già comprendo che quando deve combattere diventava una vera guerriera; niente emozioni, nessuna pietà, solo la vittoria.

-Saluto!- urlo appoggiandomi alla balaustra, tutti mi guardano, credo che non capiscano, ma per lei è essenziale sentire quei due comandi, le servono per concentrarsi e per vincere.

Lei fa un’ inchino, lui titubante non capisce, ma la imita tenendo la falce salda in mano.

-Hajime*! - il mio ordine riecheggia per la stanza, per alcuni secondi nessuno dei due si muove, ma eccoli, il ragazzo parte, sfreccia contro l’avversaria con l’arma sguainata: le lame sono a pochi cm dal bacino di lei, ma viengono evitate con eleganza.

Con un poderoso salto Miko spicca il volo, afferrando con le mani le spalle del Jashinista, assestandogli un colpo a ginocchia pari in piena colonna vertebrale.

Lo sfidante urla di dolore, cercando di contrattaccare con la falce, ma lei è più veloce e dandosi la spinta contro il suo corpo si allontana, ma, mentre è ancora a mezz’aria, con la corda che gli permette di manovrare la sua arma anche a distanza, le lega la caviglia facendola sbilanciare e cedere.

Non un suono, non un lamento dalle sue labbra, le sue iridi che dapprima guardavano il soffitto ora guardano Hidan con rabbia.

Qualcosa mi dice che il ragazzo per un po’ non mangerà cose solide.

Miko si alza e afferra la corda, un’ alone di chackra blu elettrico attraversa l’oggetto, che inizia a muoversi a proprio piacimento e a mutarsi leggermente, in pochi secondi il suo aspetto è quello di un’animale.

-E QUESTO!? CHE CAZZO HAI FATTO??!!- sbraita l’albino, mentre il serpente di corda lo avvolge quasi completamente, cercando di stritolarlo.

Miko è ferma, impassibile…

-Miko?- la chiama Arisu, proccupata.

Oh, no…

Salto giù dagli spalti degli spettatori e corro verso il Nukenin liberandolo con un kunai, ma la corda è ancora viva e cerca di afferrare anche me, ma mi scanso e corro dalla mia compagna; abbracciandola.

-Buona bertuccia… non c’è bisogno di uccidere. Siamo noi. Siamo la tua famiglia. Tu non sei questa. Non sporcarti di sangue, non col suo. Torna da noi. Torna da me.- le sussurro abbracciandola.

-Ma- mad- madre…- dice lei, sì si è risvegliata.

-Sì tesoro… hai vinto. – le dico guardandola e accarezzandole i capelli.

-Ho perso di nuovo il controllo?- domanda lei preoccupata.

-Già. Ma stavolta avevi un’ avversario tenace.- mi sposto lasciandole vedere Hidan che cercava di respirare regolarmente.

-Anf…anf. Ricordami.. anf… di non prenderti…anf …per il verso sbagliato.- le sorride.

Non è spaventato? Strano… da quello che ho capito tutti quelli che la vedevano combattere la allontanavano… è proprio vero: Kami li fa e poi li accoppia.

-BENE! Allenamento perfetto! Da quello che ho potuto constatare Miko è in grado di animare con sembianze animali li oggetti, giusto?- si congratula Pain raggiungendoci.

-Sì!- annuisce lei vitale, come se nulla fosse successo… tenace la ragazza.

-Perfetto. Ora riposatevi pure… ve lo siete meritato.- disse avviandosi verso il suo ufficio, aveva un’aria strana… quasi rispettosa, e la cosa mi puzzava assai, così decisi di seguirlo, mentre tutti erano distratti dai racconti delle due ragazze e nel prender per i fondelli il povero jashinista.

 

*°*°*°

 

Arrivai davanti alla porta dell’ufficio del capo, stavo per bussare ma le voci del capo e di Konan mi fecero desistere…

-Così le manderai al suicidio, Nagato! È questo quello che vuoi? Allevarle e poi venderle come carne da macello?! Hanno solo diciassette anni!- lo rimproverava Konnie in collera, dallo spiraglio della porta socchiusa vidi il capo girato di spalle che guardava fuori dalla finestra, mentre la compagna sbraitava.

-Lo so. Ma l’età combacia, ancora un’ anno e la profezia si avvererà e se loro non saranno al loro posto entro lo scadere del tempo nessuno sopravvivrà… nemmeno loro. Lo faccio anche per il lor bene. All’inizio era solo per l’Akatsuki… ma ora mi sono affezionato a loro e voglio che vivano.- concluse avvicinandosi alla konouchi coi capelli viola.

-Non è giusto!- si arrese lei.

-La vita non è mai stata giusta… né con noi, né con loro. Ma loro sono forti anche più di noi. Fidati di me.- disse abbracciandola e baciandole la fronte.

Non so di cosa stiano parlando ma la faccenda mi puzza.

Sento dei passi avvicinarsi e perciò salto lontano dalla porta correndo verso la camera più vicina e entrandovi.

-Tutto bene Yoru?- mi volto di scatto, sono nella stanza di Sasosi.

-Sì scusa, scappo dal capo… sono nei guai.- cerco di mentire e poco convinto il ragazzo ci casca lo stesso.

Maglio tenere la bocca chiusa… almeno finché non avrò le prove.

 

 

 

*Hajime: cominciate.

 

 

 

Madre time:

Salve sono Yoru.
come state? Finalmente è arrivata l’estate, ma non riesco comunque a trovare il tempo di scrivere… eeeeh vabbè, ce ne faremo una ragione ^^.
spero che il capitolo vi piaccia e soprattutto piaccia alle mie colleghe.

Buone vacanze.

Saluti da Yoru/BB

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il peggiore incubo ***


Ordinary Mess.




 

POV MIKO




- CHE COSA? – la voce di Arisu è fin troppo alta
 
- Sssssh abbassa la voce, non sanno che li ho sentiti – Yoru zittisce Arisu con uno scappellotto.
 
Arisu è fuori di se, lo si nota anche dalla vena pulsante che ha sulla tempia
 
- Che Jashin ci aiuti…Arisu vedi di non farti prendere da una crisi di nervi – cerco di “calmarla”
 
Eh già…quello che ci ha appena riferito Yoru non va bene, non va bene affatto! 
 
– Però scusatemi, perché non capisco? Quale profezia poi? – sì, so che ho l’aria da bambina 
ingenua anche se sono sveglia ma…no, questa volta non comprendo davvero
 
- C’è che questi ci vogliono fare a pezzi – Risponde stizzita Arisu ma per fortuna arriva Yoru in soccorso del mio neurone
 
- Tesoro mio, hai sentito bene purtroppo…diciamo che questo non è un posto sicuro come credevamo e per quanto riguarda la profezia penso proprio che c’entri con i nostri pseudo tatuaggi – lei parla con una dolcezza incredibile tanto che le questioni più gravi sembrano semplificarsi d’un colpo
 
- Ma loro non sono cattivi, loro…cioè sono come una famiglia ormai!! Non farebbero nulla di male a…noi, vero? – concludo con la voce sempre più calante mentre torturo una delle mie treccine
 
- Tu Miko, perché vedi del buono in tutti? Aveva ragione Nagato, la vita non è mai stata giusta né con loro e tanto meno con noi, sì, con noi si è proprio impegnata! – Arisu non è cattiva, ma queste cose la fanno andare in bestia nel senso più negativo del termine e diciamo che…ha ragione
 
- Dovresti conoscermi ormai, io credo fermamente che ci sia del buono in tutti! E me ne frego se è la persona più malvagia perché un granellino di bontà c’è anche in queste persone solo che è avvolto dall’oscurità del male…e.. – e non faccio in tempo a concludere la frase che mi trovo con la faccia sul futon della nostra camera. Senza pensarci troppo mi rialzo inizio ad azzuffarmi con quella donna che è anche amica mia ma così facendo, ovviamente, attiriamo l’attenzione degli uomini di casa.
 
– Ehi ma che succ… - Kakuzu rimane basito di fronte alla scena. Yoru che ci guarda scuotendo la testa e noi due che ci molliamo calci e pugni a go go. 
- Foooorte, ragazzi rissa tra femmine!!! – gioisce Hidan che nel frattempo ha raggiunto il suo compare. 
Dalla porta fa capolino anche il marionettista rosso che impassibile assiste alla scena per poi fare spallucce e andarsene e così fa anche Itachi naturalmente.
 
Sparando insulti e parole per nulla gentili a destra e a manca, perché si sa io sono abbastanza volgare, richiamiamo anche l’attenzione di Nagato che senza troppi problemi ci separa alzandoci da terra per un ipotetica collottola. – Volete spiegarmi il perché di tutto questo palese baccano? – Nagato parla così e non è buon segno 
– Niente – rispondiamo atone e in sincronia io e Arisu sperando in bene.
- Non crederete che mi beva questa storia – dice lasciandoci cadere come due sacchi di patate per poi andarsene con nonchalance.
 
- Ma brave – ci rimprovera Yoru – voi si che riuscite a passare inosservate, ma pace…ormai, vedete solo di tenere la bocca chiusa o vi friggo! – detto ciò si alza ed esce tranquillamente dalla stanza.
- Ops…- rompo il silenzio 
- Già, vediamo di non rifarlo! – risponde secca Arisu
 
***
 
- Certo che ve le stavate dando di santa ragione! – se ne esce Deidara ghignando sotto i baffi
 
- Tu che ne sai biondina? – gli rivolgo un occhiataccia 
 
- HEY, non chiamarmi biondina…e comunque si è sentito tutto – termina con una linguaccia
 
- Rimettila al suo posto o te la taglio! – faccio il segno della forbice con le dita 
 
- Perchè sei sempre così irritabile? Sai essere una ragazza simpatica ma così dura allo stesso tempo, è proprio vero che è bravo chi capisce le don..- BAM secco con un bel pugno in zucca
 
- Forse sei tu che mi becchi sempre con la luna storta! BAKA! – detto questo prendo e me ne vado in cucina a caccia della mia unica consolazione…i BISCOTTI!
 
- Cookies, oh my sweet cookies, where are youuuu?? – saltello, così sembra che mi sia passato tutto in un attimo, bah a volte mi stupisco della mia mente malata
 
- uhuuu vi ho trovati piccoli monellacci – così dicendo arraffo la scatola dei biscotti e comincio a mangiarne due alla volta
 
- Fame? Spero che ne lascerai anche per gli altri – l’uomo squalo si intromette tra me e i miei amichetti dolci
 
- Certo Kifame! – rispondo a bocca piena
 
- Sei assurda ragazza! – ride sfoggiando i suoi perfetti denti aguzzi
 
- Perché? A proposito…esiste una piscina da queste parti? – cambio del tutto argomento dal nulla
 
- Ma come? Ecco a cosa si riferiva il mio “sei assurda”…comunque sì c’è! – come ho sentito quel Sì mi sono fiondata ai suoi piedi con un sorriso a 36 denti implorandolo – Ci andiamoooo??? – 
 
***
 
- RAGAZZEEEE RAGAZZIIII SVEGLIAAAA – faccio il giro delle camere correndo 
 
- HEY c’è gente che cerca di dormire!!!!! – sbraita Hidan dalla sua camera 
 
– Chi dorme non piglia pesci!! TUTTI IN PISCINA SIIIIIII – continuo a urlare
 
 - Ma che le è preso? - Deve essere questo caldo infernale! - parla Zetsu con se stesso 
 
- Dai prendete i costumi e tutti in acqua!!! - me ne frego di chi mi guarda male 
 
- Beh io dico che un tuffo ci vuole proprio - mi da man forte Arisu 
 
Evvai!!! Penso tra me e me e così come un tornado entro in camera liberandomi dei vestiti e sostituendoli con il costume, uno dei miei preferiti, un bikini tutto arancione a pois bianchi! Intanto anche Arisu tutta contenta si cambia mettendo un bikini a fascia verde fluo e a stelline. Un po’ meno contenta arriva Yoru ma senza storie si mette un bellissimo costume nero a due pezzi con una zip bianca sulla parte superiore e una sulla parte destra della mutanda.
 
- Bene ci siamo tutti! Andiamooo - mi incammino entusiasta 
 
- Ahahaa scusa e dove vorresti andare? Non sai nemmeno la strada, Baka! - mi riprende scherzando il capobanda
 
- ehm ahahah hai ragione - Ma che bella figura di nutella ho appena fatto!
 
***
La piscina è immensa...non ci sono parole per descriverla a parte un "wow" meravigliato generale da parte di noi tre. Interrata con il bordo vasca in pietra rossa e tutto il resto del pavimento in mogano. Il fondo della vasca  in mosaico e riproduce il logo dell'organizzazione: nero, bianco e rosso sangue. È la cosa più bella che abbia mai visto! Più a lato invece c'è una porticina con la scritta "sauna" e un armadio a scaffali aperti in cui ci sono tante salviette nere a nuvolette, ognuna con il nome del proprietario. 
 
- Per Jashin...- ma è - stupendooo - rimaniamo basite
 
- Qualcosa mi dice che vi piace il mio regno - rompe l'incantesimo Kisame 
 
- Bene, chi arriva ultimo lava i piatti stasera!! - urlo correndo verso la piscina e tuffandomi con poca grazia 
 
- Io non li voglio lavare!! - mi raggiungono Hidan e Nagato 
 
- Nemmeno noi - si tuffano Yoru, Konan e Arisu 
 
Uno dopo l'altro siamo tutti in piscina e si scatena l’Armageddon, gente che viene presa e buttata dall’altra parte, altri che fanno gara ad apnea e altri ancora che boh…sembra si vogliano uccidere ma è normale da queste parti ahahah, certo che…aspetta, manca qualcuno. 
 
- Qualcuno ha visto Sasori e Kakuzu? – chiede Yoru preoccupata 
 
Ecco chi manca, testa di baka che non sono altro!
 
– Come mai non si tuffano? Problemi con l’acqua? – domanda Arisu ridacchiando
 
- Non amano particolarmente l’elemento H2O! – risponde tranquillo Itachi un millisecondo prima che venga sommerso da un attacco a sorpresa del Jashinista e dell’uomo squalo. 
 
- Bastardi, questa me la pagateeee – riemerge il povero Uchiha imprecando contro i suoi attentatori. 
 
Mi guardo intorno mentre Yoru e Arisu mi raggiungono e con uno sguardo di assoluta intesa decidiamo di andare a cercare quelle anime perdute. 
 
- Abbiamo dimenticato una cosa in camera, torniamo subito – ci giustifichiamo lasciando la vasca e correndo ai piani superiori.
***
- In sauna niente, in spogliatoio e bagni tanto meno – annuncio entrando nella nostra camera 
 
- Sala, camere e cucina…nemmeno gli acari ci sono! – decreta Arisu che già mi aspettava
 
- Magari sono semplicemente in giardino…? – 
 
- Impossibile – ci interrompe Yoru – ci ho dato poco fa un’occhiata e anche lì niente – 
 
- Bel dilemma, se fossero in missione il capo lo avrebbe detto però – penso ad alta voce
 
- Ehi, ricorda che non ci dobbiamo fidare più di tanto di quel testa di carota! – 
 
- Buona Arisu, non ti infiammare di colpo eh, Miko ha ragione…vicino alla porta dell’ufficio del capo ci sono appese tutte le cartelle con i turni delle missioni e oggi non ce ne sono per nessuno – 
sospira Yoru
 
“Pensa Miko pensa, corri cricetino” incito il mio neurone, chissà quanti posti segreti e nascosti ci sono in questo covo!!! Devo ricordarmi di farmi una mappa del posto e…MIKO MIKO non perderti via! Dicevamo? Ah, sì…Sasori e Kakuzu da nessuna parte oppure, a questo punto di nuovo quello sguardo di massima intesa si impadronisce dei nostri occhi ed esclamiamo – l’arena!!! – 
Inciampando nel vestirci facciamo il più in fretta possibile per arrivare prima che possiamo all’arena degli scontri dei giorni precedenti.
***
In testa c’è Yoru seguita da Arisu e poi me - Anf anf…speriamo di trovarli! – già col fiatone ma con determinazione continuo a correre 
 
- Anche perché se non sono lì chissà dove possono essere quei Def…cioè loro insomma, dico almeno avrebbero avvisato! – replica Arisu
 
- Poche chiacchiere là dietro! Correte e basta – ci zittisce la madre
 
Arriviamo alla caverna dove ci siamo scontrate l’ultima volta andando al centro del tatami e…niente…la desolazione più assoluta! Senza dire nulla e con l’amaro in bocca stiamo per fare retro front quando all’improvviso l’entrata viene chiusa da una frana alquanto sospetta e rimaniamo al buio immerse in un umidità senza precedenti. 
- Ma bene bene, chi abbiamo qui…i fiori più rari sul pianeta. E non mi riferisco alle rose, ai fiori di ciliegio o all’amaranto hehehe – ghignò malefica quella voce sconosciuta e molto bassa – voi tre siete davvero come vi avevano detto, ma…potrò dire lo stesso delle vostre abilità? –
 
Non facciamo in tempo a capire da dove arriva quella voce che sento cadere a peso morto Arisu e Yoru. Spaventata ma senza darlo a vedere, con in corpo l’adrenalina del momento e un mix di rabbia e paura mi faccio avanti – Chi diamine sei tu?? - 
 
- Nessuno…solo il vostro peggior incubo muahahaha - 
 
Un colpo secco mi prende alla nuca e così come le mie amiche perdo i sensi ancor prima di cadere a terra. E’ buio. 
 
 
********************************
 
Heylà ^^ mi presento sono Miko 
chiedo tanta ma tanta di quella grazia da parte vostra e imploro il perdono dei lor gentili lettori per aver scritto il capitolo così tardi! Se non fosse stato per Arisu…beeeh diciamo che con tutto il da fare che ho avuto ultimamente, me ne sarei dimenticata completamente ^^’’ 
MA, non pensate che non ci tenga alla storia eh 
 
Miko2: o vi sacrifico tutti a Jashin Sama muahahahahaha
*Miko spintona la Miko malvagia*
 
Miko1: Cooomunque, spero vi sia piaciuto il capitolo!!! Chi sarà questo tizio che si definisce il nostro peggior incubo? Perché è tanto interessato a una profezia che manco noi conosciamo? E soprattutto, DOVE *BIIIIIIP* SONO SASORI E KAKUZU??? D: waaaaaaa TROVATELI!!! 
 
*ricompare Miko2 e dà uno schiaffo a Miko1*
 
Miko2: Riprenditi donna!!! 
Miko1: Giusto giusto ^^ *si massaggia la guancia* Però TU questa non la passi liscia 
 
*le due cominciano ad azzuffarsi* 
 
Miko1: Ahahah, al prossimo capitolo gente
Miko2: Se sopravvivi!!! 
 
*Volano coltelli, lampade e tavolini*
 
Miko3: Non fateci caso…fanno sempre così, alla prossima *fa ciao ciao e si butta nella mischia*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Rapimento ***


Ripresi i sensi molto lentamente, tanto che mi parve di galleggiare in un mare nero e senza fine per secoli; quando alla fine riuscii ad aprire gli occhi migliaia di puntini esplosero davanti al mio campo visivo, accecandomi. Li richiusi, ma proprio in quel momento mi resi conto del dolore che pervadeva tutto il mio corpo e lanciai involontariamente un urlo acuto.

- Arisu!- esclamò Yoru da qualche parte vicino a me. Riaprii gli occhi per cercarla, ma il buio attorno a noi era talmente fitto che non potei vedere nulla.

- Madre...- ansimai, cercando di controllare il dolore che mi stringeva il petto. - Che è successo? Miko dov'è?-

- La sto cercando.- mi rispose in un sussurro e sentii il rumore del suo corpo che si muoveva carponi alla ricerca della nostra amica. - Eccola. Miko, svegliati Miko!-

La ragazza gemette e iniziò a farfugliare parole senza senso, interrotte da esclamazioni di dolore.

- Non preoccupatevi, anche io all'inizio stavo male, ma poi passa.- cercò di rassicurarci la Madre.

In effetti notai che il dolore, a poco a poco, stava svanendo. Riuscii a mettermi seduta e iniziai a gattonare alla ricerca delle altre due.

- Che cosa è successo?- sussurrai, sentendomi addosso la sgradevole sensazione di essere osservata da occhi minacciosi e invisibili.

- Io non ricordo nulla.- sospirò Arisu. - Devo aver perso i sensi, e mi sono risvegliata qui dentro.-

- Eravamo andate a cercare Sasori e Kakuzu.- gemette Miko. - Qualcuno deve averci rapito.-

- Sì, ma chi?- domandai mordicchiandomi le unghie come facevo quando diventavo nervosa.

Non mi aspettavo una risposta e naturalmente le altre due non seppero darmela. Seguì un lungo silenzio.

- Insomma, cosa potrebbero volere da noi? Un riscatto? Oppure siamo degli ostaggi di guerra?- riprovai dopo un po', se non altro perchè quel silenzio, unito al buio totale, metteva davvero i brividi, anche se non lo avrei mai ammesso.

- Temo di avere un idea...- dichiarò la Madre.

- Intendi... la profezia che hai sentito da Pain?-

- Perchè no? Potrebbe essere!- esclamò Miko più forte di quanto sarebbe stato consigliabile.

- Però, da quello che ho sentito, si dovrebbe avverare fra un anno.- riflettè la Madre. - Ah, se solo fossi riuscita a capire di più potremmo capire in che pasticcio siamo finite. Maledetto Pain!-

Se fossimo state in grado di vederci, io e Miko ci saremmo scambiate uno sguardo preoccupato: Yoru non perdeva mai le staffe.

- E' inutile star qui a rimunginare. Cerchiamo di capire dove siamo finite e come tirarci fuori dai guai.- proposi e mi alzai in piedi. Il dolore era cessato del tutto e, anche se non mi sentivo completamente in forze, l'adrenalina mi avrebbe tenuta carica

Le altre due mi seguirono e iniziammo a cercare le pareti per farci un idea di come dovesse essere il posto in cui eravamo rinchiuse. Ci trovavamo in una stanza dalla forma quadrata, dalle pareti di cemento ruvido, chiusa su tutte e quattro le pareti fatta eccezione per una piccola porta a sbarre metalliche da cui, guardando bene, si intravedeva un chiarore in lontananza. Il pavimento era di pietra grezza, tutt'altro che liscio e regolare.

Sembrava non esserci via di fuga, finchè...

- Ragazze! C'è qualcosa qui.- esclamò Miko con la voce piena di eccitazione.

Corsi nella direzione della sua voce, ma inciampai in quello che sembrava un pannello di legno messo sul pavimento e caddi a terra.

- Una botola?- domandai rialzandomi in piedi e cercando di pulirmi alla meglio le ginocchia.

- Proviamo.- rispose la Madre.

L'asse di legno sembrava bloccato da sotto e ci volle qualche minuto perchè riuscissimo a scardinarlo, ma alla fine, con un rumore secco di ferro spezzato, cedette.

La botola si aprì su una rampa di scale in pietra vagamente illuminate da una fonte posta fuori campo; con uno sguardo d'intesa non esitammo a cominciare la discesa, anche se dovevamo controllare che i nostri passi non producessero il minimo rumore.

Le scale scendevano sotto terra per un paio di metri, per poi lasciare posto ad un corridoio illuminato da alcune torce poste ai lati, tanto lungo che non si vedeva la fine; era alto circa due metri e sembrava una galleria sotterranea. Continuammo ad avanzare nel silenzio assoluto finchè, dopo una decina di minuti, arrivammo ad un portone di legno con i rinforzi in ferro. Provai a spingelo per aprirlo, ma invano: doveva essere bloccato sull'altro lato.

- Adesso mi sono stancata.- decretai. Le dita delle mani mi facevano ancora male per i tentativi di aprire la botola e non avevo la minima voglia di ripetere l'esperienza. - Datemi una mano ragazze.-

Aprii il palmo della mano sinistra verso l'alto e in breve vi si materializzò una sfera di chackra dal colore blu intenso, grande più o meno come una pallina da tennis. Sembrava fatta di uno strano fluido carico di energia che roteava senza sosta, ansioso di trovare una via di sfogo.

Miko mi imitò, poi, con un tacito accordo, lanciammo le due sfere contemporaneamente contro il portone, che si distrusse mandando schegge ovunque.

Al di là di esso apparve una stanza più grande, questa volta dalle pareti squadrate e perfette, in fondo alla quale c'era una piccola porta. Miko la raggiunse di corsa e abbassò la maniglia che, con nostro sollievo, si abbassò subito, lasciandoci libero il passaggio

Improvvisamente una luce chiara e intensa ci avvolse e dovetti chiudere gli occhi per non rimare accecata, dopo tanto buio. Sentii le esclamazioni di sorpresa delle mie compagne e poi una grave voce maschile ridere piena di malvagio divertimento.

Presa da un senso di collera riaprii subito gli occhi, anche se la luce chiara e il bianco delle pareti della stanza in cui eravamo finite mi costringevano a sbattere ripetutamente le palpebre.

- Chi sei?- domandai con rabbia rivolta al robusto uomo che si era piazzato di fronte a noi con fare arrogante. Indossava abiti eleganti dal colore scuro, e dietro le sue spalle facevano capolino le testa di circa una decina di ninja dall'aria spietata. Li osservai con attenzione ma non riuscii a riconoscere neanche uno di loro. Dove eravamo capitate?

- Le bambine sono state all'altezza delle mie aspettative e si sono fatte strada fuori dalla cella da sole. Molto bene, piccole!-

L'uomo, che aveva un'orrenda cicatrice che gli deturpava la parte sinistra del viso, ci guardava con l'occhio sano con una strana malizia, come se si fosse ritrovato fra le mani una merce rara e preziosa e l'avesse pagata a poco prezzo.

- Ma che diavolo stai dicendo?- esclamò Miko.

- Parla! Chi sei? Cosa vuoi da noi?- ritornai all'attacco, cercando di apparire più minacciosa possibile.

La Madre ci afferrò per un braccio e ci fece indietreggiare leggermente; notai che i suoi occhi non erano concentrati sul grassone, ma sui ninja alle sue spalle.

- Ahahah, siete proprio delle bimbe curiose.-

- E finiscila, non siamo bambine!- ringhiammo insieme io e Miko.

L'uomo ci ignorò. - E' ancora presto perchè vi sveli ogni cosa. Altrimenti rovinerei la sopresa, no?- aggiunse con un occhiolino.

Dovetti reprimere l'impulso di tirargli un pugno sulla parte buona del viso.

Il nostro rapitore si voltò verso i suoi ninja scagnozzi e lanciò loro un ordine. Subito i guerrieri ci furono addosso e, prima che potessi accorgermene, mi ritrovai bloccata dal dietro da due mani forti come tenaglie di ferro. Cercai inutilmente di divincolarmi e, non appena mi resi conto che non ce l'avrei fatta a liberarmi con le buone, cominciai ad agitarmi come una furia, tirando calci e imprecazioni tutt'attorno.

- Arisu.- mi richiamò la Madre con voce tagliente. Mi voltai verso di lei e lessi nei suoi occhi che, per il momento, avremmo dovuto arrenderci: eravamo in inferiorità numerica non ce l'avremmo potuta fare. Inoltre, mi sembrò di capire, Yoru voleva scoprire in che cosa eravamo finite.

Annuii in silenzio e mi feci docile fra le braccia dei miei nemici.

I ninja ci trascinarono fuori da quella che si rivelò essere una fortezza e ci condussero su una strada sterrata che si inoltrava nel bosco. Camminavamo in fila indiana, sempre tenute ferme dal dietro da uno dei guerrieri, nel silenzio più assoluto.

Respiravo appena per fare il meno rumore possibile, mentre il cuore mi martellava nel petto pieno di domande e di dubbi.

Stavamo camminando già da mezz'ora quando lo vidi.

Nascosti dietro le fronde di un cespuglio c'erano un paio di occhi color nocciola che mi fissavano con fermi ma preoccupati. Il mio cuore perse un battito quando me ne accorsi e involontariamente feci per chiamare il nome del ragazzo, ma Sasori si portò l'indice alle labbra facedomi segno di tacere.

Annuii impercettibilmente, tornando a guardare verso terra, sperando che i nostri nemici non si fossero accorti di nulla. Ma ora avevo meno paura, e sulle labbra mi spuntò un sorriso.

Intanto, camminavamo spediti verso l'ignoto.




*********************************************************

Buondììììììììììììììììììììììììì! 
*si nasconde*
Lo so... Sono tanto in ritardo! Chiedo umilmente venia! *faccina dispiaciuta*
Spero che il capitolo vi piaccia e che mi possiate perdonare!
Alla prossimaaaaaaaaaaaaaa!
VictorianPuppet
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Fedeltà e protezione ***


Ordinary Mess.




 

POV YORU

-Ci fermiamo. Facciamo una pausa e poi continuiamo.- Il capo banda de noaltri diede l’ordine di accamparsi momentaneamente, facendoci legare tutte e tre insieme ad un grosso albero. Ormai erano ore che camminavamo e sinceramente a me iniziava dolermi il braccio e la gola, per colpa del tatuaggio, non lo aveva mai fatto prima d’ora e la cosa mi preoccupava. Chissà se anche le ragazze sentivano i loro fiori irrequieti, ma era meglio non parlarne… in certe circostanza persino il vento può essere un nemico. Uno degli scagnozzi dello sfregiato mi si avvicinò per controllare la corda e nel passarmi vicino avvertì un’essenza di sottobosco molto famigliare e il motivo non era il luogo in cui si trovavano. -Ce ne avete messo di tempo…razza di idioti.- dissi sussurrando ma abbastanza forte da farmi sentire dalle ragazze che rimasero allibite. -Tks. Potevamo anche lasciarvi nei vostri guai per quanto ci riguardava.- rispose a tono Kakuzu con la sua voce cavernosa. -Senti bambolina Woodoo. Siamo finite nei cazzi per il sistema di sicurezza scadente del covo e se tu e mastro Geppetto non aveste fatto gli associali, magari ora saremmo a casa a riposarci prima della missione.- ero arrabbiata e lui lo sapeva, si spostò per controllare anche Arisu e Miko che sussultarono felici di vederlo. -RIPRENDIAMO!- tutti si alzarono avviandosi in fila indiana. Camminammo per un’altra ora buona, nella quale le mie due compagne che mi stavano davanti si tesero, come cervi che sentono la presenza del nemico a poca distanza da sé, dandomi la certezza che il nostro gruppo ci seguiva. A quanto pare Pain voleva saperne di più anche lui. -Come avete fatto a trovarci?- chiesi sotto voce al contabile che mi conduceva chissà dove. -Pensavo che lo avessi già capito. Il capo ha affidato ognuna di voi a uno del gruppo, quindi ora siamo specializzati nel trovavi in qualunque situazione, anche se devo dire che non è facile trovarti. Non sei una ninja, non hai un chackra visibile come le marmocchie davanti a noi.- rispose, senza guardarmi, per non destare sospetti mentre ci avvicinavamo ad una sontuosa cascata. -Bhè… ma tu mi hai trovata. E dire che sono brava a non farmi notare se voglio.- sorrido isterica, inginocchiandomi sulla riva del torrente vicino a Miko. -Ma stavolta non sei scappata di tua volontà. E comunque sono io che ti cercavo, sappi che ti troverei anche in capo al mondo.- A quella affermazione non capii bene se fosse una minaccia o una… hem… mezza dichiarazione, ma il mio cuore perse comunque un battito, non può dirmi certe cose così a brucia pelo, Santo Jashin… sono pur sempre una ragazza, razza di vecchio spilorcio. -Bene bambine… Sapete dove ci troviamo?- ci chiede il nostro amico friz, accovacciandosi davanti a noi. -In un luogo molto umido?- sparò Miko, sarcastica facendoci ridere e Arisu continuò. -E da cosa lo deduci?- -Dal fatto che ti si stanno increspando i capelli.- Le due si misero a ridere come due matte e non potetti fare altro che sorridere, anche se quello non era il momento migliore, ma il sarcasmo aiuta l’anima quindi non vedo che male faccia. L’uomo dinanzi a noi sorrise, prima di mollare uno schiaffo sulla guancia della mora, talmente forte da farla sbilanciare e cadere a terra. -STRONZO!- Arisu cercò di bloccare il tempo per darci un minimo di vantaggio, ma mentre scattava in piedi, subito si ritrovò distesa sui sassi della sponda del fiume, come schiacciata da una peso invisibile. -Pensavate che non mi fossi attrezzato? Io so’ tutto di voi. Della vostra vita, delle vostre famiglie, dei vostri amici, cosa vi piace, cosa non vi piace, a chi siete più affezionate… ma soprattutto so’ chi siete.- la sua voce minacciosa, usciva tagliente dalle sue labbra, facevano male perché se quello che diceva era vero, allora eravamo un libro aperto per lui e la cosa mi faceva sentire nuda. -Satu. Prendi quella con le treccine bianche e portalo sul primo scoglio.- all’ordine un’ ex-ninja dalla Sabbia si avvicinò a Miko per tirarla su di peso. -Se le fai del male… io ti stacco la testa a mani nude.- lo minacciai, venendo interrotta dalla fragorosa risata di cicatrice-man davanti a me nel frattempo che la mia amica veniva portata, su uno scoglio in mezzo al fiume, a peso morto. -Tu, minacci, noi? Non mi sembri nella posizione più adatta.- rispose tirandomi in piedi, e anche qualche cm in su da terra, prendendomi dal collo visto considerato il fatto che eravamo ancora in costume da bagno. -Bene… principessa.- si rivolse alla mia compagna che era appena stata portata via da noi -Potrebbe dire il suo nome, per favore?- sorrise gentile, distogliendo lo sguardo da me. -Miko.- rispose lei atona. -Il suoi VERO nome.- ribadì, lui. Si stava innervosendo, la stretta la sul mio collo stava diventando opprimente. -Miko no Jashin.- fu la risposta. Il ninja dietro di lei la prese i capelli, tirando con forza. -DI IL TUO VERO NOME!- ringhiò furente. Un fruscio di foglie alle mie spalle lo spaventò, facendogli leggermente la presa. -Giù le mani dalle nostre ragazze.- Il pugno che Pian diede al nostro caro rapitore lo fece volare dritto in acqua, con un tuffo da oro alle olimpiadi. -State bene?- mi chiese mentre mi liberava le mani e io ne approfittavo per dargli un poderoso pugno sulla zazzera arancione acuminata. Tutta la squadra e Arisu rimasero pietrificati nel vedere la scena con la bocca spalancata. Una ragazzina neo- Akatsukiana che menava apertamente la testa del Capo e che cadendo la guardava sorpreso. -State bene? State bene? Quando torniamo a casa vedrai che cosa ti aspetta! E ora sotto ragazzi! Sfogatevi.- ordinai, indicando gli avversari, portandomi una mano alla vita facendo sorridere Hidan malefico. -Agli ordini Madre.- levandosi la falce da schiena, facendosela roteare tra le mani, accucciandosi pronto a scattare e ringhiando quasi in maniera animalesca. -Quei miscredenti puttanieri vicino a Miko sono mie.- dichiarò saltando per atterrare sullo scoglio con la Jashinista , proteggendola sotto di sé e uccidendo sul colpo tre ninja. -Siete talmente sudici, che non varreste nulla come sacrifici al sommo Jashin.- Sasori si portò dinanzi a Tsubaki, guardandola impassibile, dando la possibilità alla ragazza di appoggiare le mani legate alle spalle del nukenin di Suna e stendendo due avversari con un calcio. -Grazie, fiorellino.- la ringraziò atono, muovendo il tubo di ferro, che aveva incorporato nello stomaco, liberandole le mani con la lama all’estremità di esso. -Quando vuoi carino.- sorrise beffarda lei, abbassandosi e facendo un’ o’clock mirato alle gambe di un nemico, che venne preso per i vestiti da Kisame e scaraventato lontano, chissà dove. Dopo pochi minuti eravamo tutti riuniti, aggressivi e pronti a spaccare il culo a chiunque… -Bambine…- il tizio con la cicatrice riprese a parlare –Pensavo di avervi già detto che sapevamo tutto di voi. E questo vuol dire…che eravamo pronti anche ad un’ evenienza simile.- concluse, noi eravamo più forti certo, ma non avevamo tenuto conto del loro piano B…ovvero piano Bomba. Dietro di noi, qualcosa di enorme potenza esplose, catapultandoci ognuno distante dagl’altri e facendomi sbattere contro una roccia. Il dolore era agghiacciante, sentivo il sangue che usciva dalla nuca copiosamente e tentai persino di rialzarmi… ma senza risultati. -Satu. Le ragazze.- Il ninja cercò di avvicinarsi alle mie compagne, ma Deidara si mise in mezzo, combatterono per qualche minuto, ma il biondo era stato colpito in pieno, era un miracolo che non fosse morto e non fu una sorpresa il fatto che, dopo alcuni pugni e un calcio ben assestato , fosse stato messo K.O. e risbattuto nel fiume. Vedendo la scena, il mio cervello non reagì più: il sangue si era infiammato, i muscoli si tesero, facendomi alzare e camminare verso il tipo che si stava divertendo a maltrattare Dei. Gli diedi un calcio dietro la rotula, facendolo inginocchiare, mentre con una mano gli accarezzavo la testa. -Ti avevo avvertito. Non ti dovevi azzardarti a toccare i miei bambini.- dissi serafica, vedendo l’uomo cercare di ribellarsi – è inutile che ci provi. Il tuo sangue ormai è più fragile del cristallo… mi basta una leggera pressione sul tuo collo per poterti staccare la testa di netto.- continuai avvolgendo dolcemente le mani alla sua giugulare. -Non lo farai.- disse sicuro di sé. -Non mi sfidare. Chi tocca la mia famiglia, non sopravvive alla mia ira.- conclusi. *CRACK* Il suo collo si spezzò tra le mie mani, facendo cadere il corpo in avanti e la testa lontano da esso. Tutti mi guardarono basiti; ancora adesso non capisco se i loro sguardi erano di spavento, disgusto o solo di sorpresa. Fatto sta’ che sorrisi a tutti nel modo più sincero possibile, giustificandomi solo con un : Mi sono sfogata. -Scappa lo stronzo.- Miko si teneva il braccio, mentre guardava il nostro amico che se la filava a cavallo di un fagiano gigante volante. Nessuno era nelle condizioni di seguirlo, ma non potevo permettere che se la cavasse con così poco, ma in qualunque caso, non era possibile raggiungerlo… ameno che… Mi avvicinai, accovacciandomi, alla superfice dell’acqua, toccandola leggermente e rialzandomi l’elemento seguì i miei movimenti trasformandosi in un arco di cristallo trasparente con venature rossastre, per via dell’inquinamento di chi vi era volato dentro dopo l’esplosione, inseguito mi misi la mano sulla ferita alla nuca, per poi farla scivolare lungo i capelli già sporchi, rivelando il palmo zuppo di quell’intruglio rosso che in un batter d’occhio si solidificò diventando una freccia. -Che vuoi fare?- domandò Itachi scettico, mentre caricavo l’arma. -Sei matta? È troppo lontano!- mi ammonì Kisame. -Dei… quanto è distante?- domandai al ragazzo che si reggeva in piedi per miracolo, sorretto dallo squalo, scostandosi il ciuffo più lungo mostrando il dispositivo che indossava sull’ occhio sinistro. - Due km, c’è vento che soffia verso Est. Non ce la poi fare.- disse quasi dispiaciuto. Salii su una roccia, respirando profondamente. Le mie mani si mossero da sole, tendendo l’arco con una facilità naturale… -Hai tempo. Hai tutto il tempo.- mi dissi a basa voce, ripentendo le parole di mio padre le prime volte che imparai a tirare. La freccia scoccò, partendo veloce, sparendo dopo pochi secondi dal nostro raggio visivo per arrivare a destinazione, facendo cadere il ninja dal suo animale domestico, che precipitò nella radura. -Torniamo a casa?- chiese Miko supplicante, appoggiando la testa alla spalla di Hidan, che le cinse le sue con il braccio. - Concordo.- dissi, scivolando giù dalla pietra e venendo presa in braccio da Kakuzu.

§*§*§*§

-E questo per cos’è?- Una volta tornati a casa e dopo essere stati medicati, i ragazzi si ritrovarono tutti in fila, contro il muro con tre secchi pieno d’acqua; uno sulla testa e uno in entrambe le mani. -Questa è la punizione per non averci detto la verità a tempo debito.- spiegò Arisu, mentre mi fasciava la testa con assoluta dedizione. -Ma noi…- cercò di difendersi il capo. -Niente ma! Per colpa vostra ho rischiato di diventare calva.- lo rimproverò Miko sdraiata sul divano, bevendo il suo tea caldo e sbocconcellando un biscotto. -Volevamo solo proteggervi.- si giustificò Konnie, che era l’unica senza il secchio sulla testa, ma si meritava anche lei una bella punizione. -Si è visto.- rispondemmo in coro. -La cosa peggiore è che pensavamo, che, una volta entrate nella squadra voi non ci avreste mai nascosto nulla, visto che siamo sulla stessa barca. Ma a quanto pare ci eravamo sbagliate.- dissi quella frase con enorme dispiacere, ma pensavo veramente che le cose fossero diverse in quella famiglia. -Non è come dici tu.- la voce di Deidara era flebile, con gli occhi bassi si sentiva mortificato, ma a quanto pare voleva dimostrarmi che quello che avevo detto era sbagliato. -Noi teniamo a voi. E se voi pensate veramente a una cosa del genere va’ bene, ma non ditelo mai più, perché anche se non sembra ci rimaniamo male. Siamo forti, ma non abbiamo ancora detto addio ai sentimenti.- Le sue parole furono convincenti, tant’è che Miko si alzò, avvicinandosi al biondo, levandogli il secchio dalla testa, sorridendogli e facendogli deporli gli altri per terra. -Vi perdoniamo. E per la cronaca, anche noi teniamo a voi, perciò non diteci più bugie. Vi prego.- disse serena, abbracciandolo nel frattempo che anche io e Arisu liberavamo dal peso più opprimente. -Capo, senti…- cercai le parole, ma venni bloccata, dalla sua mano che si posò sulla mia spalla. -Tranquilla. È tutto ok.- concluse serafico, gli sorrisi dolcemente per poi voltarmi verso tutti. -BENE RAGAZZI! CHI HA FAME!?- Vidi dodici mani alzarsi e una sinfonia di brontolii. -ahahahahaha ok, ok… ho capito.- mi tirai su le maniche – Che ne dite di un giro pizza per stasera?- -IO LA VOGLIO AL SALAME PICCANTE!- esultò Hidan. -IO CON LE VERDURE!- disse Konnie. -PROSCIUTTO E FUNGHI!- -ACCIUGHE!- prenotò Kisame… -Ma sei scemo?- disse Miko, schifata. -Perché?- -Ti mangi i tuoi parenti?- -IO SONO UN’UMANO! TESA DI PESCE PALLA!- Continuarono a litigare per ore fino all’ora di cena, e mentre impastavo continuavo a pensare alle parole dello sfregiato. Quali erano i nostri VERI nomi? Bhà… ci avrei pensato più tardi…

Madre time: Salve a tutti, scusate per la lunghezza stratosferica del capitolo. Spero che piaccia, e mi scuso per gli eventuali errori. Grazie per le recensioni e per il sostegno. *In questo capitolo nessun Akastukino è stato maltrattato* Saluti da tutti e da Me XD

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1569733