Tra sogni, curiosità e segreti. La vita va avanti

di blazethecat31
(/viewuser.php?uid=131048)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Una cosa che adorava fare era mettersi in cima al Punto d’Osservazione a contemplare la bellezza del mare e dei petali danzanti spostati dal vento, come la treccia lunga e scintillante che gli scendeva giù per la schiena.
Lo faceva di nascosto, se i cavalieri di Lazulis fossero venuti a sapere che l’allievo prediletto di Asthar preferiva stare da solo a fissare un oceano vuoto le cui onde si stagliavano contro una terra superstite piuttosto che andare in biblioteca a cercare un’aspirante maga in piena crisi ormonale sarebbe stato deriso, umiliato, preso per un codardo che non ha il coraggio di mostrarsi davanti a una donna. Non che fosse un codardo, ma a causa del suo atteggiamento “troppo formale” nessuna ragazza aveva la voglia di farsi avanti, e chiunque lo vedeva per la prima volta restando ammaliata da quello sguardo penetrante, quei capelli sempre ben ordinati, quella sua postura perfetta, quel corpo asciutto e muscoloso e, naturalmente, quella sua immensa bravura nella scherma finiva con il sentire voci riguardo al suo disinteresse nei confronti del gentil sesso rimanendo delusa e amareggiata. Nessuno si era mai permesso di chiedergli il motivo sperando di scoprire che c’era del falso in quel che diceva la gente; si sa, tutta Lazulis è esperta nel parlare degli altri senza sapere la vera storia del personaggio trattato.
Ma a Therius non interessava minimamente: non aveva mai ricevuto il primo bacio nonostante avesse già 20 anni? Pazienza. L’anima gemella doveva ancora arrivare.
Pensava esclusivamente al suo addestramento per diventare cavaliere lasciando perdere sfoghi di qualsiasi genere? Il dovere prima di tutto.
Durante le guerre di espansione restava leggermente sconvolto nel vedere i compagni più grandi stuprare le vittime inermi mentre i superiori erano altrove? Non sapeva nemmeno cosa fosse il sesso.
Almeno, fino a quel giorno.
Era fermo lì, a pensare a quegli atti osceni, a ciò che era costretto a vedere perché era considerato dagli altri “un modo conveniente per far sottostare le popolazioni appena colonizzate al volere del Conte Arganan” anche quando il regolamento stesso lo vietava. I suoi compagni non erano mai stati molto rispettosi nei confronti di quel giuramento fatto da loro stessi durante la cerimonia d’investitura.
Così capace di controllare le proprie emozioni, eppure così chiuso da non andare a cercare informazioni su certi quesiti, le quali risposte erano un desiderio represso, buttato nei meandri più oscuri della sua mente in modo da non farlo uscire mai. Scoprire come accingere alla fonte del godimento a spese di gente indifesa era un disonore. Come faceva a sapere che con il sesso si gode? Gli bastava vedere il viso dei suoi odiatissimi amichetti, non ci voleva molto a capirlo.
Ma se la sua voglia di sapere era una porta chiusa, il Generale ne era la chiave.


-Therius, è meglio che rientriate. Con un caldo così rischiate un collasso.- Lo aveva cercato per tutto il castello, era arrivato il momento di  fargli affrontare la Torre delle Virtù. Erano passati sette anni da quando iniziò ad allenarlo, i suoi genitori avrebbero tanto voluto vederlo diventare un cavaliere forte e di sani principi, ma un banchetto avvelenato lo impedì. Lady Calista diceva spesso che la vita a corte non era come quella delle favole, ma un mondo crudele dietro un sipario dorato e tempestato di brillanti. Gli anticonformisti non erano ben accetti a palazzo, infatti quella legge contro la pena di morte non andò mai in porto.
-Mi stavo solo assicurando che non stesse arrivando nessun attacco, Generale.- Si girò, salutandolo con un inchino, la sua curiosità si stava facendo ogni secondo più forte. In fondo, non ci sarebbe stato niente di male nel chiedere il motivo e il significato di quelle azioni che ogni volta facevano rimanere buona parte dei soldati nudi come se fossero animali ma che ogni volta si rivestivano senza essere scoperti, e nessuno diceva niente.
Si era lasciato sfuggire uno sguardo leggermente turbato: errore madornale, il Generale non si lasciava sfuggire mai nulla del genere.
-Trovate una scusa migliore la prossima volta, il vostro turbamento non sfugge ai miei occhi.- Era la prima volta che lo vedeva in quello stato. Gli occhi bassi, la schiena leggermente curva e il viso segnato da un qualcosa che prima o poi avrebbe scoperto. Non che fosse un impiccione, ma la mente di Therius era da sempre stata un mistero per lui. Non si era mai aperto con nessuno, non si sfogava in alcun modo, non aveva mai avuto degli amici; e aveva paura che tutto questo potesse compromettere la realizzazione del suo sogno. Quando si combatte non si deve pensare ad altro, bisognava farlo aprire.
-L’ultima guerra di espansione è stata difficile, non trovate?- Non poteva di certo andare subito al sodo dicendo “ma perché gli altri cavalieri spogliano le donne dei villaggi che colonizziamo e si ci sdraiano di sopra facendo su e giù?”. No, era decisamente troppo informale. Eppure non sapeva spiegarlo in altri modi.
Sembrava quasi un adolescente che cercava spiegazioni nell’esperienza del padre.
-Beh, diciamo solo che gli uomini della zona non furono tanto felici di ricevere visite. Perché, vi è successo qualcosa?- Tirandosi indietro la manica mostrò un taglio di notevole profondità, provocato da uno degli abitanti. No, non uno, ma ben sei gli avevano teso un agguato: un arciere, un mago, un guaritore e tre spadaccini, che attaccarono appena varcò le porte del villaggio seguito da un gruppo formato da circa una decina di cavalieri. E poi c’era Therius, l’apprendista. Ogni volta che entravano in nuovi territori Asthar diceva sempre di restare ai posti che venivano assegnati ad ognuno fino a quando non avrebbero ricevuto nuovi ordini.
Bell’esempio che davano quei nobili con una spada in mano. Non erano come Therius se li aspettava: pronti a sacrificare se stessi per salvare e difendere la patria. Sempre ubbidienti  e umili davanti ai superiori, e naturalmente grandissimi spadaccini. Il corso esigeva questo comportamento da parte di tutti gli aspiranti, ma appena superata la cerimonia d’investitura non diventavano altro che esseri vanitosi, superbi e disubbidienti.


 Davvero lui voleva diventare così?


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


Un lungo attimo di silenzio. Therius stava pensando a come continuare la conversazione. 
E quando lui riflette, nessuno ha il coraggio di parlargli, né di chiedergli su cosa sono incentrati i suoi pensieri, o di domandare il perché del suo silenzio.
E per nessuno si intende davvero nessuno. Esatto, nemmeno Asthar. Quella sua concentrazione rappresentata dagli occhi chiusi, il corpo appoggiato sul muro, l’impressione dell’immobilità che gli pervade il corpo, è in grado di far fermare il mondo.

Passò ancora del tempo accompagnato dal fragore delle onde. L’idea c’era, elaborata e pronta per uscire fuori dalla bocca dell’allievo, e il maestro sentiva che quel giorno sarebbero cambiate molte cose, da qualsiasi punto di vista.
-Generale, avete mai amato una donna?- Finalmente parlò, contemporaneamente si decise a dirigersi verso l’ascensore, c’era decisamente troppo caldo per continuare a palare fuori. Non sapeva come funzionasse quel coso che scendeva e risaliva; ma quello non era il momento adatto per chiederselo.
Erano diretti all’Ala Militare, almeno lì c’era più fresco.
-Se fossi sposato non avrei tutto questo tempo per svolgere il mio lavoro, non vi pare? Eppure si, mi innamorai una volta; avevo più o meno la vostra età. Ora faccio una domanda io: da dove proviene questo comportamento? E’ da un po’ che siete più taciturno del solito.- Anche se in realtà non era mai stato un tipo espansivo. Anche da piccolo parlava solo se interpellato, eppure i suoi genitori non pretendevano da lui nulla del genere. Essere silenzioso gli veniva naturale. Sentendo parlare i suoi coetanei capiva che i gusti tra lui e loro non combaciavano, e allora preferiva mettersi in un angolo e ascoltare o andare a vedere il padre nel mentre era fuori le mura della città ad allenarsi, spesso si aggregava, e diventò un piccolo ma abile spadaccino. Un giorno gli capitò l’occasione di combattere seriamente: un torneo di scherma per i ragazzi dai 12 anni in su, e lui vinse clamorosamente, causando lo stupore di Asthar che da quel giorno lo prese come allievo nonostante l’età.
-Durante le ultime espansioni ho visto i miei compagni comportarsi in modo indecente nei confronti delle donne dei vari villaggi.- L’ascensore si aprì con un gran frastuono, dando modo ai due di uscire e di mettersi accanto ad una delle colonne portanti. Fortunatamente non c’era nessuno, se qualcuno fosse venuto a sapere che Therius stava spifferando tutto sarebbe stato preso immediatamente d’assalto appena il Generale se ne sarebbe andato, e probabilmente non si sarebbe più sentito parlare di lui.
-Vi turba il fatto che i cavalieri abbiano disubbidito agli ordini? O è ciò che hanno fatto la cosa che vi da fastidio?- A quel punto non si poté più trattenere, Asthar aveva colto nel segno.
-Appena voi andaste a parlare con il capo del villaggio i miei compagni irruppero dentro le case, uscirono poco dopo con delle giovani donne e…si sdraiarono sopra di loro. Credo abbiano diritto ad una punizione.- Abbassò ancora una volta lo sguardo, si sentiva impotente davanti alla situazione. Avrebbe tanto voluto intervenire quando gli si presentò l’occasione, forse era perché non avrebbe saputo cosa fare o, nel caso avesse trovato il modo, non sarebbe riuscito giustificarsi davanti alla vittima, tanto sapeva che lo stupratore di turno non l’avrebbe fatto, ma era come se qualcosa lo terrorizzasse.
E se davvero era così, Therius aveva provato paura per la prima volta.

Intanto Asthar era molto pensieroso, aveva capito benissimo ciò a cui il suo allievo aveva assistito, ma come spiegargli un argomento del genere? Possibile che i suoi genitori non gliene avessero mai parlato? Ma dopotutto era comprensibile, quando loro erano ancora in vita lui aveva solo 13 anni.
O la va o la spacca, doveva provarci.
-Non avete paura che i colpevoli scoprano che siete stato voi a fare da testimone contro di loro? In ogni caso, seguitemi. Vi spiegherò in cosa consistono quegli atti che voi ritenete così strani.- Uscì con passo deciso dall’Ala Militare, attraversando il cortile, entrando nel castello, fino ad arrivare alle camere da letto, naturalmente seguito da Therius, che diventava sempre più assetato di conoscenza.
Senza essersi fatti vedere da nessuno entrarono in una stanza libera, che poi il Generale chiuse a chiave in modo che nessuno potesse interferire. Ovviamente non voleva spiegarglielo con modi sconci, ma a parole, con espressioni semplici da capire.
La cosiddetta “lezione” fu piuttosto lunga, ricca di particolari e decisiva per lo stato d’animo di Therius, che ascoltò immobile per tutto il tempo. Ne rimase ancora più sdegnato, perché ora sapeva cosa avevano davvero fatto, e promise a se stesso e al suo maestro che da quel giorno in poi avrebbe evitato in tutti i modi che cose del genere potessero accadere di nuovo. Proprio ciò che Asthar voleva sentire. Si fece più serio che mai e procedette con l’informare l’aspirante cavaliere della prova che avrebbe affrontato.
-I cavalieri verranno interrogati, troverò il modo di farli parlare, non temete. Therius, c’è una cosa che volevo dirvi fin dall’inizio della giornata. Ora siete pronto per diventare cavaliere, e vi ritengo inoltre degno di affrontare la Torre delle Virtù, immagino sappiate di cosa si tratta.- 
Cinque prove, tutte difficilissime, che scolpiscono l’anima del vero cavaliere. Levano le imperfezioni, rafforzano, mettono a dura prova chiunque provi ad affrontarle, ma nessuno riuscì mai ad arrivare alla fine, rimettendoci la vita. Così la Torre non divenne più obbligatoria, e questo spiega la penuria di cavalieri di sani principi.
Therius non si sarebbe lasciato mai sfuggire un’occasione del genere, per quanto poteva essere difficile affrontare quelle prove.

Il desiderio di farcela era troppo forte.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


Protezione, forza, saggezza, lealtà e coraggio; queste le virtù che il cavaliere per eccellenza non deve mai mettere da parte, sia in conflitto che nella vita di tutti i giorni.

Therius avanzò con passo deciso, fermandosi davanti all’entrata della torre che si ergeva maestosa davanti a lui; oltre ad essere alta era completamente asimmetrica e quasi ridotta in rovina, ma proprio grazie a questi difetti si poteva lontanamente comprendere da quanto tempo esisteva, quante battaglie epiche vi ebbero luogo, e purtroppo, quanti morti vi rimasero.
Ma questo non lo intimorì, spinse con forza la grande porta ed entrò, con il Generale dietro di lui, subito davanti a loro una rampa di scale, che salirono con calma; la mano di Therius pronta a tirare fuori il fioretto, gli occhi verdi che scintillavano davanti alle torce accese.
-Ogni volta che vengo qui ho il timore che i miei allievi perdano la vita durante la scalata, ma sono fiero di quei pochi che completarono l’addestramento. E confido che anche voi ce la farete.- Annunciò Asthar, solenne.
-Volete dire che altri sono riusciti a diventare cavalieri a pieno titolo?-
-Certamente, diciamo sempre che arrivare in cima sia un’impresa impossibile per allontanare i codardi e spronare gli impavidi a provarci. Ma ora sono tutti a servire l’Imperatore, nonostante ci sia più bisogno di loro qui.-
In quel momento promise a se stesso che non avrebbe lasciato Lazulis fino a quando non si sarebbe presentato un degno erede che avrebbe difeso i civili e avrebbe rispettato tutti i codici di condotta.

Notò poco dopo che gli interni dell’edificio erano molto più curati e quasi intatti, a differenza della facciata, sicuramente perché le battaglie si erano svolte oltre la rampa, e lo stesso avrebbe fatto lui.
Appena finì la salita si trovò davanti a un’altra porta, e accanto ad essa un piccolo scrigno.
-Prendete tutto quel che c’è dentro.- La voce di Asthar rimbombò per tutto il piano; Therius eseguì l’ordine e non trovò altro che una piccola gemma blu.
-Vi servirà per risvegliare nemici e alleati, non la perdete. La prima virtù è la protezione: dovrete scortare un bambino da una parte all’altra del ponte e sconfiggere i nemici con l’aiuto di un mago. Vi aspetto dall’altra parte.- Raccomandò poi, prendendo un ingresso secondario.

L’aspirante cavaliere varcò la porta, venendo subito investito dal caldo torrido del sole e dal vento, anch’esso insopportabile; il corpo che iniziava a sudare sotto l’armatura. Davanti a lui un ponte di pietra pieno di colonne ormai quasi distrutte, ma comunque buone come copertura, e un bambino pietrificato, mentre a destra un altro ponte pieno di balestrieri pronti a far fuoco. Non poteva più tornare indietro.
Avvicinò la pietra, e il fanciullo si svegliò.
-Salve signore…potreste portarmi dalla mia mamma? E’ dall’altra parte di questo ponte.- Disse con voce tremolante.
Therius si asciugò la fronte e lo prese in braccio, dando la schiena ai nemici in modo da poterla usare per proteggerlo; potevano colpirlo tutte le volte che volevano anche arrivando e penetrare l’armatura leggera, la sua determinazione avrebbe sofferto al posto suo, dandogli modo di continuare.
Fece in tempo a nascondersi dietro a una colonna, i balestrieri avevano preso vita e iniziato a bersagliarli, sempre con gli stessi intervalli di ricarica, come se fossero delle macchine, quindi non fu difficile passare da una colonna diroccata all’altra senza essere colpiti.
Appena posò il bambino a terra questo scomparì in una grande nube azzurra; Therius vide poi la sagoma del mago immobile, che grazie alla gemma si risvegliò e attaccò subito i balestrieri; la prima prova era stata superata. Non aveva subito danni, era solo sudato a causa del caldo, ma non era un problema abituato com’era a stare a petto nudo in mezzo alla neve e a coprirsi d’estate; quand’era più giovane Asthar lo allenava così, per affinare la sua resistenza, spesso arrivava a farlo collassare per la stanchezza unita a un’insolazione o alla perdita di sensibilità delle mani.
Ma fortunatamente era sopravvissuto, e anche per questo Asthar era fiero di lui.

-Ben fatto, strenuo difensore; avete dato prova di essere in grado di aiutare gli innocenti e di saper sfruttare al meglio il loro supporto. Come ricompensa riceverete degli schinieri più resistenti e, a mio parere, anche più belli di quelli che possedete.- Dichiarò quest’ultimo appena il suo allievo lo raggiunse. Sembrava più serio del solito, ma probabilmente stava seguendo il comportamento secondo le regole stabilite.
Therius trovò il suo premio appoggiato sul muro, e si trovò costretto a concordare con quanto detto prima: erano di un bianco più candido rispetto ai suoi, ormai vecchi e graffiati dagli allenamenti e dalle guerre di espansione.
…No, non doveva pensarci in quel momento.
Si cambiò velocemente, assaporando temporaneamente una sensazione di sollievo mentre si levava i suoi ormai ex schinieri e infilava quelli nuovi, che gli sembrarono molto più comodi.
Subito dopo si riavvicinò al Generale, in attesa della prossima sfida.
-La seconda virtù è la forza, come si può diventare cavalieri senza? Dovrete attraversare un labirinto pieno di nemici di vario genere, dalle vipere che hanno il potere di avvelenarvi agli orchi, dotati di grande forza fisica ma di poco cervello.- Si fermò un attimo per riprendere fiato.
-Al centro del labirinto c’è una pozza di acqua magica che potrete usare come antidoto, dite che così è troppo facile? Provate ad arrivarci senza essere trapassati da parte a parte dagli spadaccini o senza essere schiacciati dai martelli degli orchi, o a non morire avvelenati prima di arrivarci.-
Therius irrigidì i muscoli e annuì. Di nuovo i due varcarono porte diverse.

Appena arrivato la gemma iniziò di nuovo a brillare, questa volta si erano risvegliati tutti insieme. Salì su uno dei muretti del labirinto per farsi un’idea dei nemici che c’erano, che poi un labirinto non sembrava, erano solo tante pietre messe alla rinfusa.
Proprio come detto da Asthar, al centro c’era la pozza, e ai lati due mastodontici orchi; subito davanti a lui una serie di spadaccini, che messi di spalle com’erano non potevano vederlo; infine le vipere all’estremità del percorso, che non erano serpenti come aveva immaginato prima, ma vere e proprie streghe esperte nell’atre del veleno.
Inspirò profondamente, e tirò fuori il fioretto il più silenziosamente possibile, voleva disfarsi dei guerrieri davanti a lui senza creare troppi trambusti.
Prese di mira quello che gli sembrava più forte e saltò dal muretto arrivandogli addosso in picchiata, con il fioretto che gli trapassava il cranio. Ogni volta che faceva quel salto la sua spada assumeva un colore che andava dal giallo all’arancione chiaro, come se fosse una meteora.
Gliela regalò suo padre, prima di partecipare a quel torneo.
Il nemico, ormai fuori combattimento, si accasciò a terra e si dileguò in una nube scura, e lo stesso accadde a tutti gli altri, che presi di sorpresa non ebbero il tempo di contrattaccare.
Therius rimase stupito dal fatto che tutto ciò che colpiva non sanguinava, ma non intendendosi molto di magia pensò che doveva essere una cosa assolutamente normale in quel luogo.
L’esecuzione sarebbe stata perfetta se gli orchi non si fossero accorti di lui sentendo le grida di dolore delle vittime.

Avrebbe potuto un fioretto sottile ferire la carne dura?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1132691