Mezzosangue e Purosangue - Together

di LetMeCorrectIt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Christmas holidays ***
Capitolo 2: *** Trustworthy ***
Capitolo 3: *** I hurt you everyday ***
Capitolo 4: *** Into the Headmaster's study ***
Capitolo 5: *** Homework with... WHO? ***
Capitolo 6: *** Here for you ***
Capitolo 7: *** On the snow...in danger ***
Capitolo 8: *** His father... ***
Capitolo 9: *** Talking with Blaise ***
Capitolo 10: *** The kiss ***
Capitolo 11: *** Guilt trip ***
Capitolo 12: *** Do you trust me? ***
Capitolo 13: *** I'm not myself... ***
Capitolo 14: *** It's me! ***
Capitolo 15: *** Recognize me ***
Capitolo 16: *** Hermione's not Hermione ***
Capitolo 17: *** The end... ***



Capitolo 1
*** Christmas holidays ***


SPAZIO AUTRICE: eccomi con una nuova fanfic...

Questa è la continuazione di "Mezzosangue e Purosangue" come avrete letto nella presentazione.
La mia seconda fanfic, che bello! Spero vi piaccia, buona lettura!

***Lizzie***

P.S. un particolare ringraziamento a titti6493, mena e Shavanna per aver recensito l'ultimo capitolo di "Mezzosangue e Purosangue"

Me ne stava seduta sul divano rosso nella Sala Comune dei Grifondoro, fissando le fiamme che ardevano nel caminetto. Era novembre e fuori il vento fischiava gelido nei campi di Hogwarts, illuminati appena dalla luce lunare. Grattastinchi mi stava in grembo e si faceva accarezzare facendo le fusa. Ormai ero l’unica rimasta sveglia, tutti gli altri miei compagni di Casa erano già a letto da un bel po’, ma io non riusciva a far meno di pensare. Pensare al mio ragazzo, Draco Malfoy, e al fatto che presto le vacanze natalizie melo avrebbero portato via per lungo tempo; che tristezza.
Mi ero appena abituata a vederlo ogni giorno, a recarmi a lezione mano nella mano con lui, a incontrarmi con lui nella Stanza delle Necessità quando avevamo bisogno di un po’ di privacy. I miei amici, compresi Ron ed Harry, erano finalmente riusciti ad accettare il fatto che io stessi con l’affascinante Serpeverde e non facevano più commenti di nessun genere al riguardo, si limitavano ad andarsene quando lui arrivava tra di loro, con l’intenzione di passare un po’ di tempo con la sua ragazza, alias me. Di certo non erano in ottimi rapporti con lui, ma almeno avevano smesso di insultarsi, minacciarsi e sfottersi a vicenda; era un grande progresso.
Ginny Weasley era la più entusiasta di tutte nei riguardi di Draco, e non faceva che farmi domande su di lui e io ricambiavo chiedendole di Harry, con cui stava già da un po’.
Quasi tre mesi. Quasi tre mesi che stavo insieme a Draco Malfoy e avevo imparato a conoscere i suoi aspetti migliori, che non avrei mai immaginati potessero esistere fino a solo un anno prima. Era un sogno, un bellissimo sogno. Non c’erano più problemi di nessun tipo a stare con lui, all’inizio Draco aveva litigato con parecchi Serpeverde a causa della sua relazione con la sottoscritta, una mezzosangue, ma era uscito vincitore da tutte le discussioni. Una delle poche persone rimaste che non riusciva ad accettare la forte intesa tra me e Draco era Pansy Parkinson, che provava ancora qualcosa per Draco, e non voleva vederselo soffiare da sotto il naso. Ma io gliel’aveva già soffiato da sotto il naso, e ne gioivo. Non mi preoccupavo più nemmeno delle sue occhiatacce in Sala Grande.
L’unica cosa che mi impensieriva ora era il sapere che per tutto Dicembre non avrei visto Draco, perché lui sicuramente sarebbe tornato a casa dai suoi genitori, come ogni anno. E io? Io cosa avrei fatto? La cosa più sensata era accettare l’invito di Ron di passare le vacanze alla Tana con i Weasley ed Harry ma non mi andava l’idea di andarmene da Hogwarts, forse avevo paura che uscendo da lì in qualche modo sarei stata ancora più lontana da Draco. Che cosa stupida.
Volevo parlargli, ma non ne avevo il coraggio, non avevo il coraggio di pregarlo di non andarsene, di non lasciarmi sola nemmeno per un mese. Avrei dovuto farmene una ragione, non avrei trascorso con lui il Natale, c’era poco da fare. Ma mi ero talmente abituata a lui da non riuscire nemmeno a immaginare di staccarmene.
-Ancora sveglia?- una voce alle mie spalle mi fece trasalire, e tornai alla realtà. Grattastinchi, spaventato saltò giù dalla poltrona e guardò, sospettoso la nuova arrivata, soffiando leggermente.
Mi voltai, e mi ritrovai davanti una Ginny assonnata e preoccupata al contempo, che mi guardava, aspettando una mia risposta.
-Sì- dissi -Ancora alzata-
-A cosa pensi?- mi chiese Ginny, sedendosi di fianco a me sul morbido divano rosso -… o forse dovrei dire a chi pensi?-
Aveva fatto centro, ormai mi conosceva fin troppo bene, feci un mesto sorriso e tornai a guardare il fuoco -Mi mancherà, Ginny- dissi -Mi manca già solo all’idea…- intanto il mio gatto si era disteso sul pavimento e giocava con i fronzoli del tappeto.
-Lo so- disse lei, comprensiva -Ma vedrai, un mese non è tanto!- cercò di farmi coraggio.
-Parli bene tu, che in ogni caso sarai con Harry… che andiamo alla Tana o che restiamo qui….- sospirai e tirai su le gambe, mettendo i piedi sul divano e stringendomi le ginocchia con le braccia, depressa.
Ginny tacque e pensai di averla trattata troppo male visto che cercava solo di consolarmi -Scusami, sono molto stanca, non penso a quello che dico-
-Non hai detto niente di male, è la verità- disse lei -Ma non potreste fare in modo da stare insieme comunque…? …voglio dire, se ci soffri così tanto capirà!-
-E cosa devo dirgli? I suoi genitori lo vorranno a casa e l’unico modo che avrei per vederlo sarebbe andare con lui… non credo che i Malfoy sarebbero d’accordo se Draco presentasse loro la sua fidanzata mezzosangue, credo che come minimo diserederebbero lui e torturerebbero me fino alla morte!- sbuffai -E magari c’è anche la simpatica zietta di Draco… hai presente la dolce simpatia di Bellatrix Lestrange?-
-E cosa hai intenzione di fare, allora?- Ginny sistemò dietro all’orecchio una ciocca di spettinati capelli rossi, i tipici cappelli dei Weasley. Mi venne in mente Ron, e fu una pugnalata al cuore. Cercavo sempre di non pensare a lui; sì, aveva permesso che io e Draco stessimo insieme senza ulteriori scenate ma da allora mi guardava come se fossi un’aliena e avevo come l’impressione che la nostra amicizia fosse stata compromessa. Parlavamo come sempre, ridevamo come sempre, gli facevo copiare i compiti come sempre, si faceva suggerire come sempre… ma non potevo togliermi dalla testa gli occhi tristi e malinconici con cui mi guardava ogni volta che ero con Draco. Era una tortura.
-Hermione?- Ginny mi riportò di nuovo alla realtà ed io trasalii.
-Oh, scusami! Cosa… cosa stavi dicendo?-
-Dicevo… cosa hai intenzione di fare, allora?- poi aggiunse, vedendo l’amica in difficoltà -Con Draco, intendo-
-Io… io non lo so- ammisi -Penso che dovrò rassegnarmi e prepararmi a passare un Dicembre senza di lui… non sarà poi così grave, no?- più che altro cercavo di convincere me stessa, e Ginny non aveva mancato di notarlo.
-Lo sai anche tu che starai da schifo!- disse -Lo sai benissimo. E io non voglio che tu stia male! State troppo bene insieme, per te è diventata una cosa indispensabile averlo al tuo fianco-
Aveva ragione, eccome se ce l’aveva. Come faceva a capire tutto quello che pensavo ancora prima che lo capissi io? Sospirai ancora, stringendomi più forte le ginocchia al petto. L’indomani l’avrei rivisto. Cosa avrei detto?

-Hermione!-  mi voltai, gli occhi ancora pieni di sonno, Draco scendeva le scale dietro di me, con il suo ghigno irresistibile che da tempo sprizzava più felicità che arroganza. Ero scesa dopo Harry e Ron proprio per paura di incontrare lui, ultimamente Ron era più depresso del solito, non volevo farlo stare ancora peggio.
-Ciao- dissi, lo guardai per un attimo, soffermandomi a osservare i suoi occhi argentei, i suoi capelli biondissimi, la sua bocca perfetta, il suo fisico. Come era successo che una come me stesse con un simile angelo? Era un miracolo del cielo, ormai ne ero convinta.
-Come mai da sola?- chiese Draco, schioccandomi un bacio a stampo sulle labbra con le sue, morbide e dolci. Vedere un Draco allegro era un privilegio concesso solo a poche persone, e io ero una di quelle. Mi sembrava un altro rispetto a quel ragazzo viziato che un tempo mi chiamava sporca mezzosangue.
Mi strinsi nelle spalle -Harry e Ron mi hanno preceduto- spiegai.
-Meglio- disse lui, sorridendo, con uno dei suoi rari sorrisi sinceri, che mi mettevano completamente K.O. -Posso rubarti qualche minuto?-
-Mm… non lo so- dissi ironica.
-Beh, in caso contrario ti rapirò e ti porterò con me comunque- mi sussurrò all’orecchio lui, e con un movimento fulmineo mi prese in braccio, senza che io mi rendessi conto di quel che stava facendo finché non fui tra le sue braccia.
Mi aggrappai al suo collo, sorpresa -Cos’è tutto questo entusiasmo?-
-Non posso essere entusiasta?- chiese Draco, mentre, tenendomi in braccio senza fatica, mi portava per i corridoio verso una meta a me sconosciuta.
-Non è da te- gli feci notare.
Si strinse nelle spalle e mi posò a terra, eravamo di fronte all’aula di Trasfigurazione, mi ci spinse dentro, premendomi delicatamente sulla schiena, e quando si chiuse la porta alle spalle mi abbracciò, baciandomi a lungo. Non era normale che si comportasse così, era fin troppo felice per essere davvero Draco Malfoy. Appena le sue labbra si staccarono dalle mie lo guardai, interrogativa.
-Perché mi hai portata qui?- chiesi, guardandomi intorno nell’aula deserta.
-Chiudi gli occhi- sussurrò.
Obbedii.
Sentii le sue mani sfiorarmi il collo e i capelli e poi la sua bocca di nuovo sulla mia. Mi accarezzò il viso -Ora puoi riaprirli-
Avevo qualcosa di freddo sul collo, abbassai gli occhi e vidi una catenella, con infilato un ciondolo a forma di leone rampante fatto completamente d’oro zecchino. Spalancai la bocca, incredula, mentre mi rigiravo tra le mai quell’oggetto tanto bello e prezioso.
-Ti piace?-
Lo guardai -Se mi piace? È… è stupendo! Grazie Draco!- gli saltai al collo, abbracciandolo forte. Non solo Draco non era il bastardo stronzo che credevo, ma era anche dolce quanto mai mi sarei aspettata, e quella era una delle tante prove che mi aveva dato del suo affetto per me. Ero al settimo cielo.
-Ti amo- mi disse, baciandomi -Lo sai questo, vero?-
Gli sorrisi -Anche io- dissi, e lo strinsi forte di nuovo, come poteva lui, il Serpeverde che conoscevo da ormai più di cinque anni, essere così diverso da come me l’ero raffigurato nella mia mente? Ogni giorno che passava mi sorprendeva di più.
Alla fine uscimmo, tenendoci per mano, e io mi diedi della stupida per non avergli chiesto riguardo alle vacanze natalizie, quello era il momento giusto! Ma ormai eravamo in Sala Grande e lui, dopo avermi dato un bacio sulla guancia, lasciò la mia mano, e con il suo solito passo cadenzato andò a sedersi con i Serpeverde. Ed ecco che iniziava a fare il divo, ad atteggiarsi come solo lui sapeva fare; io sorridevo, guardando la scena, sapevo com’era realmente sotto quella maschera, sapevo che quegli occhi profondi nascondevano un’indole più dolce del miele e non un ragazzo superficiale.
Mi resi conto di stare immobile in piedi tra le tavolate e cercai Harry e Ron con lo sguardo, una volta individuati andai a sedermi tra i due, sorridendo contenta, anche se con un po’ di rammarico pensando al Natale incombente.
-Ciao!- disse Harry, allegramente, che notai essere vicino ad una ragazza dai capelli rosso fuoco, che conoscevo molto bene. Era soprattutto grazie a Ginny che non faceva storie per Draco.
-Ciao- mi salutò Ron, un po’ più abbattuto, mentre si serviva di uova e pancetta. Feci una smorfia, io non sarei riuscita a mangiare così tanto.
-Come va?- gli chiesi, abbastanza preoccupata per il suo stato d’animo; notai che guardava con astio verso i Serpeverde, e in particolare verso il ragazzo che sedeva tra Tiger e Goyle, e che in quel momento – con mia grandissima gioia – stava discutendo con Pansy Parkinson e sembrava estremamente seccato, ma mai quanto lei. Pansy sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Okay, mi dissi, non ridere delle disgrazie altrui, Hermione.
Poi mi ritornò alla mente che stavo parlando con Ron e anche lui sembrò riprendersi dai suoi pensieri perché distolse lo sguardo da Draco e mi guardò in faccia. Prima di rispondermi però rivolse gli occhi alla sua colazione -Non male- disse, poi lo vidi prendere coraggio e voltandosi chiese sia a me che ad Harry -Allora, che si fa? Restiamo ad Hogwarts, o andiamo alla Tana?-
Ginny si sporse per sentire, se Harry rimaneva sarebbe rimasta, se no ci avrebbe seguiti a casa Wesley.
-Non lo so- dissi, prima che Harry potesse proferir parola –Mi dai un paio di giorni per decidere?- sapevo benissimo che in realtà dipendeva tutto da me, quindi dovevo parlare al più presto con Draco. Anche se sapevo cosa mi avrebbe detto dovevo comunque essere sicura al cento per cento.

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Capitolo 2
*** Trustworthy ***


[Non ho resistito e ho aggiunto subito il secondo capitolo! ;-D
***Lizzie***
P.S. vi prego recensite!]


Mi alzai e uscii dalla Sala Grande in gran velocità per prima, tutti stavano ancora mangiando. In realtà non ne potevo più dello sguardo da cane bastonato di Ron, era troppo per me; appena fui fuori mi sedetti sul terzo gradino delle scale, appoggiando il gomito al ginocchio, e il mento al gomito; perché ora che andava tutto bene ero così giù di morale? Possibile che non riuscissi a essere felice una volta tanto? Anche Draco – strano ma vero – lo era, perché io no?
-Che succede?- una voce familiare mi colse di sorpresa, non mi ero accorta che Draco mi aveva seguito. Alzai gli occhi verso di lui e lo vidi preoccupato.
-Niente, cosa dovrebbe succedere?- chiesi, senza il coraggio di fare la domanda fatale.
Draco alzò un sopraciglio, poi, si sedette al mio fianco e mi cinse la vita con un braccio, avvicinandomi a sé -Non me la dai a bere, mi accorgo quando hai qualcosa che non va… e la fretta con cui sei uscita dalla Sala era troppo evidente per non significare niente-
Il mio cuore fece un tuffo, ora cosa gli dicevo? Glielo chiedevo, finalmente? Forse sarebbe stato il caso -Sono solo molto stanca- dissi, la scusa che avevo sempre usato in qualsiasi situazione. Stupida, stupida, stupida Hermione! Perché non gli avevo detto la verità? Che mi costava?
-Vuoi che saltiamo le lezioni?- mi sussurrò all’orecchio in un tono indubbiamente sensuale, le labbra vicine al mio collo.
Non ci potevo credere! Sì, Draco Malfoy era sempre Draco Malfoy non c’era niente da fare! Ma se pensava che Hermione Granger non fosse più Hermione Granger, beh, allora si sbagliava di grosso.
-Stai scherzando? Oggi c’è trasfigurazione, non perderei una lezione della McGranitt per nulla al mondo! Se manco ad una lezione rischio di ritrovarmi indietro! E poi dopo c’è pozioni, e quest’anno Piton ci dà filo da torcere! Per non parlare di volo… in cui sono un impedita totale…-
Draco sbuffò rumorosamente -Okay, okay, ho capito. Niente sesso fino a sta sera.-
-Draco!-
-Che ho detto?-
Scossi la testa tra me e me, esasperata -E poi chi ti dice che stasera sì?-
Sbarrò gli occhi e mi guardò come se gli avessi appena detto che avevo ucciso suo padre – cosa che effettivamente avrei fatto volentieri. Mi fissò, incredulo -Come sarebbe a dire?-
-Sarebbe a dire che stasera devo fare un tema per Storia della Magia- dissi, ricordandomelo all’improvviso; se c’era un tema di Storia da fare voleva dire che ne avrei dovuti fare tre. Uno per me e uno per altre due persone di mia conoscenza. E magari me l’avrebbe chiesto anche Neville e avrei speso un’altra ora a convincerlo a farlo da solo.
-Beh, lo fai velocemente e poi vieni alla Stanza delle Necessità, no?- disse Draco, ansioso -Non lo facciamo da due giorni!-
Risi, divertita dal suo panico -Beh, non morirai per tre giorni di astinenza-
-Oh, si invece- fece lui, ancora sconvolto -Non puoi farmi questo, Hermione!-
Incrociai le braccia, con aria di sfida -Scommettiamo di si?- volevo vedere la sua reazione, mi guardò negli occhi per un attimo e io guardai nei suoi.
-Non sono le ragazze di Serpeverde ad essere cattive!- commentò, senza distogliere lo sguardo dal mio.
Non lo vidi nemmeno arrivare, mi sciolse le braccia che erano conserte sul petto e con una rapidità quasi sovrumana mi abbracciò, baciandomi con passione. Mi fece girare del tutto dalla sua parte e un attimo dopo ero distesa sul gradino, con Draco sopra di me che mi baciava, senza lasciarmi tregua.
Eravamo sui gradini, accidenti! Eravamo sui gradini della scuola e poteva benissimo arrivare qualcuno da un momento all’altro; immaginai la faccia di Ron se ci avesse visto così, sarebbe morto direttamente. E se passava un professore? Oddio, non ci potevo pensare. Cercai di divincolarmi ma mi tenne fermi i polsi, alla fine mi arresi e non opposi più resistenza.
-Scommetti che ti faccio cambiare idea e dimenticare i compiti?- sussurrò Draco, staccando per un attimo la sua bocca dalla mia con un ghigno.
Non potei farci niente, quando parlava con quel tono non capivo più nulla, lasciai che mi baciasse il collo e la bocca e che mi accarezzasse i fianchi e le cosce. Mi ero persino dimenticata di essere su un freddo gradino delle scale di Hogwarts. Mi ero persino dimenticata che tra un po’ gli altri studenti sarebbero usciti dalla Sala Grande e sarebbero passati di lì.
Ad un tratto sentii un colpo di tosse emesso volutamente e io e Draco ci alzammo in piedi di scatto. Non so nemmeno come feci a scattare così velocemte, ma in quel millesimo di secondo pensai Fai che sia solo Ginny benché fosse evidente che non era stata una ragazzina di quindici anni a interromperci.
Entrambi ci voltammo verso il rumore. Appena vidi di chi si trattava sperai che un Troll mi schiacciasse. Ero paralizzata dall’imbarazzo, davanti a noi c’era il Preside di Hogwarts, Albus Silente. Anche Draco era piuttosto preoccupato e mi lanciò una breve occhiata apprensiva, che ricambiai. Mi affrettai a sistemarmi la camicia e la gonna, il più lontano possibile dal mio ragazzo. Ma perché capitavano sempre a me? L’altro anno Hagrid e questa volta Silente in persona. Non sarebbe stato male rimpicciolire fino a sparire dalla faccia della terra.
Deglutii, non avevo paura che Silente ci mettesse in punizione o qualcosa del genere, lo conoscevo troppo bene per sapere che non era affatto severo, ma trovarsi in quella situazione era davvero spiacevole e qualsiasi cosa avesse detto mi sarei sentita tremendamente in imbarazzo, ancora di più di quanto mi sentissi in quel momento. Pensa se passava Piton mi dissi, per farmi forza. Oddio, no, era troppo, la mia reputazione di brava ragazza stava andando… scusate il termine ma è non ce n’è uno più adatto… a puttane.
-Mi dispiace interrompere così il vostro momento di privacy- disse il Preside, tranquillamente, gli occhi azzurri per niente arrabbiati né in difficoltà dietro agli occhiali a mezzaluna  -Ma spero vi rendiate conto di dove siete e vi tengo presente che presto di qui passerà parecchia gente- sorrise -Vi suggerisco di cercare un luogo meno trafficato per dimostrarvi il vostro affetto-
Volevo morire, per quanto Silente fosse comprensivo, il fatto che mi avesse trovata a baciarmi sdraiata sulle scale con Draco non poteva lasciarlo indifferente. Oppure sì?
-Certo- dissi -Ci scusi, professore, noi…-
Silente mi zittì con un cenno gentile e sorrise di nuovo -Non devi preoccuparti, signorina Granger, non giudico gli studenti a seconda del se hanno o no un partner e del cosa ci fanno insieme-
Arrossii violentemente, nonostante ciò che aveva detto. Draco era indeciso se preoccuparsi o no, e guardava Silente con un misto tra il sorpreso e l’inquieto.
Gli altri studenti iniziarono ad affluire per le scale e io e Draco rimanemmo a guardare Silente, mentre Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero andavano a prepararsi per la prima lezione della giornata.
-Signorina Granger, signor Malfoy, direi che è il caso che andiate in classe- disse Silente, sempre serenamente -Non vorrete fare tardi, vero?-
-S…sicuro- balbettai -Cioè.. no… non vogliamo… insomma… andiamo!-
Io e Draco facemmo per seguire la corrente degli studenti, ma Silente mi richiamò -Ah, signorina Granger, un’ultima cosa. Ti dispiacerebbe fare un salto nel mio ufficio a fine lezioni quest’oggi? Dovrei parlarti di una questione importante-
Annuii, scuotendo su e giù la testa castana, poi seguii Draco su per le scale; mi accompagnò fino alla Sala Comune – dovevo prendere le cose per la lezione e quando arrivammo davanti al ritratto della Signora Grassa  ci mettemmo in disparte, in modo da non essere sulla strada dei Grifondoro.
-Oddio!- esclamai, iniziando ad agitare le braccia e facendo volare intorno a me riccioli castani -Mi dirà chissà cosa! Mi sgriderà! Mi metterà in punizione!-
-Ehi- disse, Draco, fermando i miei movimenti frenetici –Se avrebbe voluto fare una qualsiasi di queste cose avrebbe chiamato anche me, non ti pare?-
Respirai a fondo -Può essere- ragionai -…ma io sono più affidabile quindi forse vorrà rimproverarmi…-
Draco fece un suono scettico e io lo guardai storto -Che c’è?-
-Niente, niente- disse lui, scuotendo la testa.
-Volevi dire per caso che io non sono più affidabile di te?- chiesi, figurarsi, come faceva anche solo ad insinuarlo?
-No- disse Draco, poco convinto.
-Ho sentito bene, sai! Quello era uno ‘tsk’!- esclamai, indignata. Come faceva a dire che ero meno affidabile di lui? Era come dire che non ero affidabile affatto!
-Era un… cosa?- Draco mi guardò, perplesso.
-Uno ‘tsk’!- esclamai -Quel rumore che si fa schioccando la lingua quando si è contrariati-
Mi guardò, alzando un sopraciglio -Se lo dici tu-
-Allora… perché non sarei affidabile? Me lo spieghi?- dissi, con le mani sui fianchi, pronta ad arrabbiarmi. Se di una cosa ero certa era quella che io ERO affidabile, ero super-affidabile!
Draco mi avvicinò lentamente la testa all’orecchio -Non mantieni le promesse- disse.
Non capivo, l’unica cosa che capivo era che quella voce mi faceva impazzire, mi trattenni dall’impulso di saltargli addosso con difficoltà.
-Cosa? Io… che promesse?- dissi, confusa.
-Avevi detto che saresti venuta alla Stanza oggi- sussurrò lui, con lo stesso tono.
Ero sicura di non averlo mai detto, ero sicura di non averlo mai promesso. Però quando mi parlava così non potevo che dargli ragione. Non seppi che dire.
-Allora, manterrai la promessa?- sussurrò Draco, sentivo il suo respiro caldo vicino all’orecchio.
-Non stavamo parlando di questo!- dissi, indignata, con quel poco di voce che mi era rimasto.
Draco – con mio grande rammarico – si allontanò dal mio orecchio    -Uffa- disse -Sei ancora preoccupata per quel vecchietto rimbambito? Te l’ho detto, non ti sgriderà… e anche se lo fa che te ne frega, scusa?-
Lo guardai, dubbiosa.
-Che t’importa quello che pensa Barbabianca, eh?- disse Draco, vedendo che ero ancora ansiosa aggiunse, sbuffando: -Non sarà deluso da te, se è di questo che hai paura- poi si avvicinò di nuovo al mio orecchio    -Ma stasera ti aspetto e non accetto rifiuti-
E se ne andò con il suo ghigno malefico stampato in faccia. Quello era quel che si dice un angelo demoniaco. Sospirai, poi mi accorsi che stavo facendo tardi a lezione, e dopo aver preso ciò che mi serviva corsi di fretta e furia verso l’aula di Trasfigurazione.

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Capitolo 3
*** I hurt you everyday ***


Arrivai nell’aula appena in tempo, poco prima che la professoressa McGranitt facesse il suo ingresso. Erano già tutti seduti, Grifondoro e Tassorosso, così mi dovetti sedere all’unico banco libero, cioè vicino a Lavanda Brown.
Quando presi posto vicino a lei il suo sorriso mi fece capire che mi aveva volutamente tenuto il posto; non riuscivo a comprenderne però la ragione. Io e Lavanda non eravamo mai state grandi amiche, eravamo quasi solo conoscenti. In ogni caso aprii il libro e mi misi ad ascoltare la McGranitt, con Lavanda che di tanto in tanto mi dava l’impressione di voler dire qualcosa ma che poi non apriva bocca, forse per non essere beccata dalla professoressa, forse perché era indecisa sul dirmelo o no, qualunque cosa fosse.
Era passata al massimo mezz’ora quando vidi qualcosa saettare sul mio banco, un bigliettino. Mi voltai verso Lavanda, ma il suo volto che cercava di concentrarsi diceva che non era stata lei; mi voltai. Sul banco dietro c’erano Justin Finch-Fletchley e un altro Tassorosso di cui non ricordava il nome; Justin sorrise, e fece cenno di leggere il foglietto.
Mi rimisi composta e guardai la McGranitt per essere sicura che non mi vedesse, poi aprii il foglio e lessi.

Hermione,
mi chiedevo… rimani a Hogwarts per Natale?

Justin

Strabuzzai gli occhi e mi voltai di nuovo verso Justin, che ora fingeva di ascoltare la prof; cosa voleva dire? Perché mi aveva fatto una domanda simile? Fissai il foglietto ancora per qualche secondo, turbata, poi presi la mia penna e ci scrissi la risposta.

Non lo so ancora.

Io che lanciavo bigliettini al banco dietro? Oddio, ma allora non ero più Hermione Granger, allora ero diventata davvero un’altra persona. Avrei detto due paroline a Draco, anche se non sapevo bene quali. Vergognati per avermi cambiata o grazie per avermi migliorata? Scossi la testa, non dovevo distrarmi troppo, scrivere messaggini a Justin era già più che sufficiente. Se mi fossi messa a pensare a Draco sarebbe stata la volta buona per la mia testa di via.
Ancora una volta Justin scrisse e tirò il messaggio, ciò che c’era scritto mi inquietò ancora di più di quello precedente. La cosa peggiore era che non capivo perché quelle parole scritte in inchiostro nero mi portassero tanta inquietudine.

Io resto. Spero che lo faccia anche tu, così possiamo fare qualche passeggiata sulla neve insieme, che ne dici?

Non seppi più cosa rispondere, perché mi scriveva quelle cose? Di certo le uniche passeggiate sulla neve che volevo fare erano quelle in compagnia di Draco. Justin, no… Justin era… era Justin, cavoli!

Vedremo.

Era la cosa più intelligente che mi era venuta in mente, mi dispiaceva dirgli di no ma non volevo dirgli di sì. Ed ecco che per la terza volta il bigliettino planò sul mio libro di Trasfigurazione.

Va bene. Dopo ti aspetto fuori dall’aula, voglio parlarti.

Ero sempre più sconvolta, ma cosa voleva da me Justin? Scossi la testa e mi infilai il bigliettino tra le pagine del libro, ricominciando a seguire la lezione.
-Hermione- bisbigliò Lavanda, al mio fianco.
-Che cosa c’è?- le chiesi, a voce bassa. Ma ce l’avevano tutti con me, quel giorno?
-Ehm, Hermione…-
-Dimmi!-
-Volevo chiederti… Ron è libero, adesso, vero?- mi chiese.
Mi voltai verso di lei, incredula, le piaceva Ron? No, aspetta, non Lavanda, non quell’ochetta della Brown? Pensai un momento, forse se Ron si metteva con qualcuna sarebbe stato meglio, forse non sarebbe più stato di pessimo umore, forse non sarebbe più stato male per me e Draco! Sorrisi all’improvviso a Lavanda, che per poco non cadde dalla sedia per il mio entusiasmo.
-Sì che è libero!- esclamai, purché a bassa voce.
Lavanda sorrise a sua volta, riprendendosi. -Bene- disse.
Ripresi per l’ennesima volta a seguire la lezione, ma non smettevo di sorridere; Ron doveva trovarsi una ragazza. Doveva. E se Lavanda era interessata a me non restava che favorire la cosa; guardai verso il bacnco dov’erano seduti Harry e Ron e mi misi a fissare i capelli rossi del ragazzo con affetto. Prima ancora che Lavanda mi facesse quella domanda sapevo già la risposta.
-Hermione- sussurrò -Mi daresti una mano con lui?-
Annuii con forza –Mi sembra ovvio, Lavanda-
Il suo sorriso di allargò -Grazie, Hermione. Sei un’amica-
Già pensai, guardando i capelli rosso fuoco …un’amica. Ma non per te,  Lavanda, mi dispiace. No… per Ron. Perchè gli volevo bene e odiavo vederlo soffrire, soprattutto soffrire per me; l’avrei fatto mettere con Pansy Parkinson pur di vederlo felice. Avrei fatto qualsiasi cosa.

-Hermione!-
Trasalii, mentre uscivo dall’aula di trasfigurazione; mi ero completamente dimenticata di Justin, presa com’ero dalla felice novità di Lavanda. Stavo uscendo con Ron ed Harry che guardarono interrogativi prima Justin, poi me.
-Andate avanti- dissi loro, volevo chiarire questa faccenda -Vi raggiungo-
Mi guardarono, dubbiosi, mentre se ne andavano.
-Che cosa volevi dirmi, Justin?- chiesi, voltandomi a guardarlo. Ormai eravamo soli nel corridoio deserto; lui iniziò a camminare lentamente e io lo seguii, tendendo il suo passo.
-Non qualcosa in particolare- ammise Justin, sorridendomi –Volevo solo scambiare due parole con te-
Okay, due parole con me, non c’era niente di strano in questo, no? Insomma, cosa voleva? Era strano che facesse così, e la mia mente stava cominciando a lavorare da sola e ad elaborare teorie contorte, a cui peraltro non diedi retta.
-Beh, okay, solo due parole, però perché adesso io ho Pozioni- gli dissi, e pensai, sognante Pozioni con i Serpeverde.
-Sì, certo, non ti ruberò molto tempo- Justin mi fece un bel sorriso luminoso. -È solo che mi sono reso conto che tu sei una ragazza veramente determinata… e solare-
-Oh, grazie- dissi, imbarazzata. Dove voleva arrivare?
-…e intelligente- aggiunse Justin, con un altro sorriso –Ma questa non è una novità per nessuno-
-Justin, riguardo le vacanze…- iniziai, volevo arrivare subito al punto, non potevo perdermi in chiacchiere o Piton non mi avrebbe perdonato il ritardo.
-Lo so, Hermione- disse Justin.
Sapeva cosa? Lo guardai, stranita e imbarazzata allo stesso tempo. Mi stava mettendo in difficoltà e non capivo nemmeno il perché. Era ovvio che voleva uscire con me, qualcosa di molto simile, …o forse voleva solo copiare un compito? Boh, aspettai che si spiegasse.
-Tu stai con quel Malfoy, vero?- chiese Justin.
Sorrisi e annuii. Questo voleva dire sì quindi lascia perdere ma il Tassorosso non colse la sfumatura.
-Posso chiederti perché?- si fermò, serio, di fronte a me, guardandomi negli occhi.
Era Justin Finch-Fletchley quello davanti a me? Era lui che mi stava chiedendo perché stavo con Draco? Non avevamo mai avuto di questi discorsi; ci eravamo parlati a volte, durante le lezioni negli anni passati, ma non eravamo proprio amici. Come mai quel cambiamento improvviso nei miei confronti. Quel che temevo era che fosse qualcosa di più di un desiderio di amicizia.
Cosa potevo rispondergli? Non sapevo nemmeno io perché stavo con Draco. Anzi, si che lo sapevo. Perché… perché… perché con me era diverso, era dolce, era comprensivo… perché sotto la sua maschera c’era un ragazzo del tutto differente… perché il suo cuore, seppure si era quasi arrugginito negli anni passati, era d’oro, oro puro come il suo sangue… perché era attraente e affascinante… perché sapeva stregarmi… perché con lui avevo capito cos’era la vera magia. Sì, tante belle parole, tanti bei sentimenti, ma non potevo mica dire tutto questo a Justin. Mi sarei sentita piuttosto patetica e dubito che lui poi avrebbe capito e se ne sarebbe semplicemente andato.
-Perché stiamo bene insieme- dissi. E così dissi la cosa più stupida e banale che potevo dire. E Draco non era affatto banale, poteva essere cattivo, poteva essere tenero, poteva essere tante cose ma non poteva essere banale. Nessuno era come lui. Buffo come realizzassi queste ora che Justin mi stava implicitamente chiedendo di uscire e ancora più implicitamente chiedendo di lasciare il mio ragazzo.
-Non pensavo che due persone tanto diverse potessero stare bene insieme- fu il commento di Justin. Questa farse mi infastidiva, era come se mettesse in dubbio ciò che provavo per Draco e ciò che lui provava per me. Forse eravamo diversi a prima vista. Vedendoci avreste detto ecco l’angelo puro e il diavolo tentatore, ecco la brava ragazza e il bad boy, ecco una Mezzosangue e un Purosangue, ecco una persona responsabile e un ragazzino immaturo. Sì, è facile vedere le cose in bianco e nero. Ma la vita non è così, c’è anche il grigio. Io non ero poi così pura e lui non era poi così diabolico, a volte io perdevo il controllo, lui ce l’aveva quasi sempre. Non è bello da dire, lo so, grigio. Non è nemmeno un bel colore, ma io non ero bianca e lui non era nero, metaforicamente parlando.
-Beh, ti sbagliavi- gli risposi, secca. Ero stata tentata di fargli tutto il discorso che avevo pensato nella mia testa ma mi ero trattenuta.
-Non intendevo offenderti- disse Justin, dolcemente.
Era ancora immobile davanti a me, che mi sbarrava il cammino; cos’ avrei fatto tardi. Poi mi venne in mente una cosa. Draco veniva sempre a prendermi dopo ogni lezione, come mai non era lì? Decisi che forse mi aspettava davanti all’aula di Pozioni e che adesso era meglio preoccuparsi di Justin.
-Scusami, ma adesso devo proprio andare!- esclamai. Codarda. –Ne riparliamo un’altra volta, vuoi?-
Non mi lasciò passare.
-Justin, ti prego, devo andare-
-Hermione, Malfoy non è giusto per te- disse Justin.
Come? Cosa aveva detto? Ma come si permetteva di dirmi una cosa del genere, non ebbi nemmeno la forza di rispondere da quanto ero scioccata.
-Malfoy è di una famiglia che odia i Babbani e i Mezzosangue- continuò imperterrito Justin. -È crudele, egoista e vigliacco, renditene conto-
Avevo imparato a vederla dal quel punto di vista, l’avevo fatto per tutti i cinque anni di scuola trascorsi ad Hogwarts. E poi mi ero accorta di aver fatto uno sbaglio, di essere stata superficiale, di non aver visto le cose come realmente stavano. Io conoscevo tutti i lati di Draco, come poteva lui, uno che non conosceva né me né lui, dirmi cosa credere?
-Justin, se è questo che volevi dirmi… beh, puoi anche lasciar perdere. Io lo conosco… e di certo meglio di te!- sbottai, cercando di passare, ma lui mi si parava davanti, dovunque mi dirigessi.
-Certo, certo lo so ma…- mi bloccò di nuovo, stavo cominciando a perdere la pazienza -…ma cos’ha lui che io non ho?-
Non so con esattezza quale fu la mia espressione, ma credo che l’incredulità era evidente;  sbattei più volte le palpebre, per assicurarmi che non stessi sognando.
-Rispondimi- disse lui, con voce sofferente.
-Voi… voi siete completamente diversi…- mormorai -Come posso paragonarvi?-
-Ti prego, Hermione- se avesse avanzato di ancora un passo le nostre labbra si sarebbero toccate; volevo retrocedere ma ero ancora scioccata.
-Io… io non ti conosco neppure, Justin- dissi. Era relativamente vero, in confronto a Draco lui era un perfetto sconosciuto.
-E allora lascia che io mi faccia conoscere- disse Justin –Lascia perdere Malfoy e dammi una possibilità…-
Stavo per ribattere quando una furia bionda si catapultò tra me e lui, spingendolo violentemente a terra; Draco ora guardava con rabbia e disprezzo Justin, che ricambiava lo sguardo dal pavimento, con più incredulità.
Draco continuò a fissarlo, poi si voltò verso di me, mi prese sotto braccio e mi condusse bruscamente dall’altra parte del corridoio, verso i sotterranei dove si trovava l’aula di pozioni.
-Quell’imbecille di un Tassorosso!- esclamò Draco, stringendomi a sé, come per paura che scappassi via –Ma chi si crede di essere?-
-Stavamo solo parlando- azzardai, in realtà era vero.
-E lui ti guardava come se fossi un bignè alla panna, Hermione! Ma l’hai visto?- mi trascinò per il corridoio, ancora in collera.
-Non occorreva lo spingessi così forte- mormorai -Me la sarei sbrigata anche da sola-
Draco si fermò, e mi costrinse a fare lo stesso, mi prese per le spalle e mi guardò negli occhi con i suoi, simili ad argento fuso, che in quel momento stavano sprizzando scintille di rabbia.
-Tu sei mia- disse -Hai capito?-
Mi stava ancora stringendo per le spalle -Draco, calmati- sussurrai.
Per tutta risposta mi abbracciò -Tu sei mia- ripeté -E se quell’idiota si azzarda anche solo a guardarti in quel modo lo spedisco al San Mungo-
-Draco, guarda che me la so cavare- dissi, una via di mezzo tra l’indispettita e la compiaciuta -Non sono una bambina-
-Lo so- mi accarezzò i capelli con una mano, giocando con i miei riccioli -Sei molto di più-
Abbassai lo sguardo, arrossendo.
Lui rise, anzi ghignò, e fui contenta che fosse tornato in se -Ogni volta che ti faccio un complimento diventi rossa- mi disse, divertito.
-Non dovresti essere così dolce- gli dissi, come un rimprovero.
-Io non sono dolce- sussurrò Draco -Sono realista, non è colpa mia se sei la strega più bella che io abbia mai visto- mi prese il viso tra le mani -Non arrossire adesso, però- ridacchiò.
-Io non sono dolce- mi ripeté, vicino all’orecchio -Sono cattivo e lo sai, lo hai sempre saputo-
-E allora perché mi tratti così?- chiesi, non poteva fingere con me -Allora perché non mi fai del male?-
Draco s’incupì e non riuscii a capirne il motivo -Non sono cambiato, se è questo che pensi- disse.
Si allontanò e continuò a camminare lentamente, gli corsi dietro e lo fermai, tanto ormai eravamo in ritardo comunque. Non ebbi nemmeno bisogno di parlare, mi guardò e capì che gli stavo chiedendo spiegazioni.
-Io ti faccio del male ogni giorno, solo che tu non te ne accorgi- disse Draco, guardando un punto indefinito tra me e lui -Ho sbriciolato la tua vita come fosse sabbia. Guardati, se tu non stessi con me in questo momento saresti in classe, tutta contenta con la mano alzata, guardando il tuo amico Weasley e scherzando con Potter. Invece adesso tu sei qui con me, Weasley sta male e tu soffri per lui, Potter non ti odia solo perché la sua fidanzatina glielo impedisce e…-
Gli misi una mano sulla bocca con le lacrime agli occhi. -Andiamo- dissi, semplicemente; lo precedetti nell’aula di pozioni, dove Piton era già arrivato ed andai a sedermi al banco libero in fondo; lui si sedette al mio fianco.
-Dieci punti in meno a Grifondoro, signorina Granger- sibilò Piton, con i capelli unti che gli ondeggiavano intorno alla faccia -Per il tuo ritardo-
Non protestai nemmeno per il fatto che li avesse tolti solo a Grifondoro e non anche a Serpeverde e aprii il libro, come facevo sempre nei momenti di crisi. Era questa la mia soluzione a tutto, il mio stupido modo per porre fine ad ogni cosa, aprire un libro. Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, Draco non disse niente, guardava il vuoto davanti a sé.

SPAZIO AUTRICE
Grazie a malfy, mena e Shavanna per le recensioni dei capitoli precedenti, sono contenta che vi siano piaciuti!
Che bello, mi piace troppo scrivere... quando inizio non mi fermo più!
un bacio a tutti
**Lizzie**

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Capitolo 4
*** Into the Headmaster's study ***


Ero piuttosto giù di corda dopo il discorso con Draco, mi sentivo come se avessimo litigato e sapevo che non era cos’, che anzi in realtà non mi aveva detto niente di male, però non mi toglievo dalla mente il suo sguardo perso nel vuoto. Ce l’aveva con me? Parlammo poco o niente per il resto della giornata scolastica e il buon umore che mi aveva portato Lavanda con ciò che mi aveva detto era svanito del tutto.
L’ultima ora, Incantesimi con Corvonero, passò velocemente anche perché Vitious si era perso a spiegare un incantesimo semplicissimo; e non pensate che lo era solo per me, pure a Ron venne bene al primo colpo, il che è tutto dire.
Finita l’ora Harry e Ron mi si affiancarono.
-Cos’hai, Hermione?- mi chiese, Harry.
-Niente- ma si vedeva così tanto che ero turbata; poi all’improvviso mi venne in mente un’altra cosa che mi turbò ancora di più. Silente.
-Sei strana- disse Ron.
Eccolo, quella era la sua frase preferita. Mi voltai a guardarlo -Non sono strana, e sto bene-
Harry fece per aprir bocca.
-No, non ho litigato con Draco!- esclamai, non mi andava di parlarne.
-Veramente io volevo chiederti se venivi a vedere i nostri allenamenti di Quidditch. Sono gli ultimi prima di Natale- disse Harry.
Che stupida. Subito pensavo al peggio! -Oh… sì, certo- dissi -E quando?-
-Tra un paio d’ore- disse Ron, che era il portiere da quando Baston se n’era andato ed Harry era il capitano.
-Spero di farcela- mormorai, mortificata. Quanto mi avrebbe tenuto nel suo ufficio, il preside? Poco, no?
-Speri?- chiese Harry, senza capire.
-Ora devo andare nell’ufficio di Silente, non so quando sarò libera. Ma se è tra un paio d’ore allora dovrei farcela-
-Come mai devi andarci?- chiese Ron.
-Silente deve parlarmi- spiegai.
-Riguardi a cosa?- indagò Harry.
-Non lo so- era la verità, anche se avevo un atroce sospetto. Di certo però non avrei detto cos’era successo quella mattina.
Lasciarono cadere il discorso, e d’un tratto, mentre salivamo le scale per uscire, Ron si arrestò, come folgorato, e mi guardò, con aria dolente.
-Hermione?- mi chiamò.
-Cosa c’è?- sia io che Harry ci fermammo a guardarlo, stupiti.
-Dopo le vacanze iniziano le partite di Quidditch…- disse Ron, con gli occhi bassi.
-E allora?- Che intendeva dire? Anche Harry sembrava sorpreso.
-Beh, quando… insomma, quando ci sarà la Grifondoro-Serpeverde… tu… insomma tu…-
-Io cosa?-
Arrossì, imbarazzato -Tu per chi tiferai?-
Sospirai -Per Grifondoro!- dissi, ma per chi mi prendeva? Ero una Grifondoro e fiera di esserlo! -Non ho mica cambiato Casa!-
-Sì, però… Malfoy è il Cercatore della squadra… insomma, pensavo che forse tenessi per lui…-
Sorrisi, Ron era fatto così -No, non terrò per i Serpeverde solo perchè sto con uno di loro- lo tranquillizzai -Gli altri sono tutti degli idioti, perché mai dovrei tifare per loro?-
Ron sorrise ma mi parve come di sentire un sarcastico -Gli altri?-
Uscimmo dai sotterranei, almeno tra di noi andava tutto bene per ora, e preso sarebbe andato ancora meglio grazie a Lavanda. Eppure mi tornavano in mente le parole di Draco …Weasley sta male e tu soffri per lui, Potter non ti odia solo perché la sua fidanzatina glielo impedisce… Mi diedi dell’ipocrita, ma io volevo che Ron si mettesse con Lavanda solo perché così io sarei stata più in pace con me stessa?
-Scusa, Hermione, potresti farmi un favore?- mi chiese Ron.
-Certo- dissi, non sapendo bene cosa aspettarmi -Sputa il rospo-
-Per quel tema di Storia della Magia…-
Sospirai, avrei dovuto immaginarmelo -Sì, ti darò una mano-
-E… Hermione?-
-Sì, anche a te, Harry- sbuffai.
Apparvero entrambi più felici.
-Allora… beh, come va con Malfoy?- mi chiese Ron, guardandomi in un misto di afflizione e curiosità.
Non sapevo che rispondere, non lo sapevo nemmeno io. Beh, non andava male, no? Ci pensai su un momento prima di rispondergli -Tutto okay-
-Si parla del diavolo…- disse Harry.
Mi voltai, Draco era lì, appoggiato al muro, che mi fissava; stranamente non si era avvicinato a noi come faceva sempre ma sembrava aspettare una mia reazione. Il suo sguardo mi spiazzò, sembrava triste, a differenza di quella mattina. In ogni caso in quella posa da statua greca era stupendo.
-…e spuntano le corna- finì Ron, come se fosse stato necessario.
-Io vado, ragazzi- dissi -Passerò da Silente e poi vengo agli allenamenti, va bene?-
Annuirono entrambi e si diressero alle scale, senza nemmeno guardare Draco, che era ancora immobile dove l’avevo visto. Mi avvicinai, timorosa; cos’era quel cipiglio? Forse stava per dirmi che sarebbe andato dai suoi per Natale? Beh, ma quello era scontato, non c’era nemmeno bisogno che me lo dicesse… in teoria.
-Sei arrabbiata?- mi chiese, a sorpresa.
Ero confusa, c’era un motivo valido per cui dovessi esserlo? A cosa si riferiva? Scossi la testa, con un’espressione stupita.
-Bene- disse lui, e l’ombra di un ghigno si fece strada sul suo volto; sembrò ritornare di buonumore in un secondo. Con eleganza e stile si scostò dalla parete su cui era appoggiato, e mi baciò. Beh, che bella cosa, che altro dire? Di colpo anche a me era passato tutto il turbamento.
-Perché dovrei essere arrabbiata?- gli chiesi, alla fine-
-Per quello che ti ho detto stamattina- rispose lui, prendendomi la mano e insinuando le sue dita tra le mie. Insieme ci dirigemmo verso il temuto ufficio di Silente, non mi disturbava essere accompagnata, proprio per niente, ero terribilmente in ansia pensando a ciò che mi aspettava.
-Cosa mi hai detto stamattina di tanto orribile?- gli chiesi, come a spiegargli che non ce l’avevo affatto con lui.
-Parecchie cose- fu la sua risposta -Se ti hanno ferita mi dispiace-
-Nessun problema- gli sorrisi. Poi aggiunsi -Sarai anche un cattivo ragazzo, ma sei il mio cattivo ragazzo. Quindi va bene-
Rise, divertito -Quindi stasera ci sarai?-
Sbuffai -Ma sei proprio fissato, tu!-
-Ti avverto- ghignò, mettendomisi di fronte -Ti avverto, cara la mia Granger, se tu non vieni da me, io verrò da te-
Cos’era, una minaccia? Parlai in tono scettico -E come pensi di arrivare alla Sala Comune di Grifondoro, caro il mio Malfoy?-
-Mi basterà aspettare qualche tuo compagno di casa e ascoltare la parola d’ordine- ghignò.
-La Signora Grassa non ti farà entrare- lo sfidai.
-Lo troverò un modo- sussurrò -Stanne certa. Non mi arrendo tanto facilmente-
-Devo andare da Silente- dissi, prima che la sua voce tanto sensuale  mi conducesse in tentazione. Riprendemmo a camminare.
-Oddio, devo andare da Silente- mi ripetei, spaventata.
-Stai tranquilla- mi disse esasperato -Il massimo che può farti è una ramanzina.
-Infatti!-
Alzò gli occhi al cielo e sollevò le mani in segno di resa -Okay, rinuncio a capirci qualcosa-
-Di cosa?-
-Del tuo contorto cervellino-
-Sei tu il contorto- gli tenni presente.
Eravamo ormai di fronte all’entrata con il gargoyle che portava allo studio di Silente, mi resi conto di non avere la parola d’ordine, guardai Draco, in difficoltà.
-Che c’è?-
-Non ho la parola d’ordine- gli spiegai, preoccupata.
-Allora andiamocene, hai una buona scusa- disse Draco.
L’avrei fatto volentieri ma non potevo, scossi la testa.
-Che vuoi fare, allora?- mi chiese lui.
Mi strinsi nelle spalle.
-Mele candite- disse una voce tranquilla dietro di noi, ci voltammo per trovarci davanti al preside, che ci guardava, benevolo, dai suoi occhiali a mezzaluna.
Ci affrettammo ad allontanarci di qualche metro -Mi scuso per il ritardo, signorina Granger- disse Silente
-Si figuri- dissi, in effetti era meglio così, sennò non avrei saputo come fare.
-Seguimi- disse Silente e ripetè la parola d’ordine al gargoyle.
Vedendomi in ansia Draco non se ne andò -Professore, potrei venire con voi?- chiese.
Gli sorrisi, riconoscente. Ma Silente scosse la testa -Non è necessario, signor Malfoy- disse -Prometto di non metterla a disagio- soggiunse accennando a me.
Promessa vana, ero sicura che sarei stata estremamente a disagio. Draco se ne andò, sbuffando. Ci salutammo con uno sguardo, poi seguii il preside nel suo studio.
Lo studio di Silente era grande e spazioso, a destra c’era un trespolo su cui era appollaiata Fanny, la fenice. A sinistra riuscii ad intravedere, tra cianfrusaglie e oggetti di cui non avrei nemmeno immaginato l’esistenza, il Cappello Parlante. Il preside mi fece cenno di sedermi e prese posto di fronte a me, alla scrivania.
-Senta, professore, mi dispiace per l’episodio di stamattina… io e Draco non…-
Ancora una volta Silente mi zittì con un gesto gentile e sorrise. Deglutii, aspettando che dicesse qualcosa che mia avrebbe fatta sprofondare nella sedia, invece lui disse: -Non sei qui per questo-
Ero sbalordita. Come sarebbe a dire? Pensai.
-Non sorprenderti- ridacchiò Silente, lisciandosi la lunga barba -L’ho già detto, non m’importa; anzi, sono più contento se i miei studenti sono felici-
Ero confusa -Ma… credevo che lei fosse contrario, …voglio dire, del fatto… insomma, è un Malfoy- balbettai.
Silente sorrise, radioso -Sono convinto che passare il suo tempo libero con una studentessa modello come te gli faccia solo che bene-
-Ma…-
-Non ti preoccupare, non sono affatto contrario, come credo sarebbero altri docenti… Siete stati fortunati che di lì non passasse la professoressa McGranitt, è facilmente scandalizzabile anche se ha buon cuore- sorrise ancora -Sarei molto felice si discorrere con te di Draco Malfoy, ma al momento dovrei parlarti di un altro argomento-
Annuii, sollevata. Beh, ma allora perché ero lì? Aspettai che parlasse, curiosa. Sospettavo di avere una bella espressione beata ed ebete in faccia.
Silente guardò quello che doveva essere uno strano orologio -L’altro interessato è un po’ in ritardo- disse -Di un buon quarto d’ora, oserei dire, ma non importa. Per ora parlerò con te-
Altro interessato? La faccenda si faceva intricata? Mi sistemai meglio sulla sedia.
-Ho notato che nonostante quella che sarebbe una valida distrazione- e ammiccò, strizzandomi un occhio azzurro -…la tua media è sempre altissima come sempre. Hai perfino superato te stessa in Antiche Rune… Il punto è che non tutti riescono a destreggiarsi altrettanto bene con le materie scolastiche, e ultimamente la media di un certo ragazzo sta calando notevolmente. Non è mai andato troppo male fino agli ultimi tempi, perciò sono dell’opinione che dei ripassi pomeridiani con te siano sufficienti a… come dire… farlo tornare in sé. Soprattutto di Trasfigurazione e Aritmanzia, due materie in cui vai forte, mi pare…-
Avevo tirato un sospiro di sollievo, meno male, era solo questo! Sperai con tutto il cuore che non fosse un Serpeverde il ragazzo in questione, non ce l’avrei fatta a dare ripetizioni a Tiger o Goyle.
-Mi chiedevo quindi se, dopo le vacanze natalizie, eri disposta a sacrificare due dei tuoi pomeriggi alla settimana per dare un mano al ragazzo in questione…-
-Certo che sì!- dissi, io ero affidabile! Non mi dispiaceva rendermi utile -Ma… potrei sapere chi…-
In quel momento qualcuno bussò alla porta -Eccolo- disse Silente, con un sorriso –Avanti!-
No, no, no! Tutti ma non lui. No! No! Draco non l’avrebbe presa affatto bene.

SPAZIO AUTRICE:
Et voilà... ecco sfornato un altro capitolo!
Devo ringraziare:

-Shavanna
, vedrai che presto tra Ron e Lavanda... ma non ti voglio anticipare niente ;-)... presto succederà qualcosa, non ti preoccupare...


-malfy
, mi dispiace che Fletcher non sia ancora finito al San Mungo... vedrò di rimediare ...se posso...:-D


-monipotty
, okay, okay, ho capito... vedrò di scrivere alla velocità della luce! :-D Un bacio!


-Snowfly
, sono contenta che le mie fic ti appassionino tanto, grazie della recensione!


-Andy_Candy
, grazie e comunque anche la tua fic è molto bella!


Vi saluto tutti quanti, al prossimo capitolo...

***Lizzie***

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Capitolo 5
*** Homework with... WHO? ***


-Scusi il ritardo!- esclamò, ansimante, Justin -Il professor Piton mi ha fatto pulire il pavimento senza magia perchè avevo rovesciato una pozione!-
-Non ti preoccupare, signor Finch-Fletchley, ora siediti- con un colpo di bacchetta Silente fece apparire al mio fianco un’altra sedia, su cui prese posto Justin, che sorrideva da quando aveva notato la mia presenza.
-Stavamo giusto parlando di te- disse Silente -Visto il tuo calo in Trasfigurazione e Aritmanzia, io e la professoressa McGranitt abbiamo deciso di farti studiare due giorni a settimana con la signorina Granger quando ricomincerà la scuola, dopo le vacanze natalizie-
Il sorriso di Justin si allargò.
-Hai qualche tipo di impedimento?- chiese Silente.
Justin scosse la testa, con aria sognante -Farò le ripetizioni-
-Bene- commentò Silente -Allora è tutto risolto, concordate insieme due giorni in cui potete trovarvi, avrete l’aula di Trasfigurazione a disposizione. Avete libera scelta tra il lunedì, il martedì, il mercoledì o il venerdì-
-Splendido- commentai, a bassa voce.
-Come, scusa?- chiese Justin, ancora sorridente.
-Niente- sbuffai.
-Potete andarvene, se lo desiderate- disse Silente -Comunicate i giorni in cui desiderate usare l’aula di Trasfigurazione alla professoressa McGranitt entro gennaio-
Ci congedò e, dopo averlo educatamente salutato, io e Justin uscimmo, io seccata, lui raggiante. Sperai solo che Draco non fosse venuto ad aspettarmi fuori dall’ufficio del preside. Per fortuna il corridoio era deserto.
-Che bello- disse Justin -Mi è andata bene, avevo paura di doverle fare con la McGranitt, le ripetizioni-
Lo fulminai con lo sguardo -Uao, che fortuna!- dissi, sarcastica.
-Ah, comunque se credi che sia meglio posso venire anche tutti e quattro i giorni!- disse lui, speranzoso.
-Due sono più che sufficienti!- mi guardavo intorno, con il timore che il mio ragazzo saltasse fuori da un’aula all’improvviso. Era più per il bene di Justin, che altro. Però passare due pomeriggi con un ragazzo che mi faceva evidentemente il filo sarebbe stato davvero stressante!
-Va bene- disse Justin -Allora quando?-
-Martedì e venerdì- dissi, volevo lasciare un certo distacco tra uno e l’altro -Lo dico io alla McGranitt-
-Perfetto- il sorriso di Justin sembrava troppo largo per essere un sorriso umano -Io vado di qua- disse, poi, quando ci trovammo ad un bivio -Devo andare in Sala Comune-
-Vai- dissi.
-Sai, sono davvero felice-
Come se non si vedesse pensai; sospirai al suo ennesimo sorriso splendente.
-…avrai il tempo di conoscermi meglio e io avrò il tempo di farti cambiare idea su Malfoy-
Cos’aveva detto? Oddio, adesso sì che speravo che spuntasse fuori Draco a menarlo. Avevo il ragazzo cavoli, come poteva dirmi una cosa del genere? Di una cosa ero certa al cento per cento, preferivo Ron a Justin… e Draco a Ron… perciò, andava da sé, Justin non aveva speranze. Rischiava di diventare il mio incubo bi-settimanale!
Un ultimo sorriso e Justin se ne andò, lasciandomi immobile dov’ero. Sbuffai di nuovo e andai per la mia strada ripetendomi Draco non la prenderà bene, non la prenderà per niente bene…

-COOOOOOOOOOSA??? CON QUELL’IDIOTA?????-
Quella sera eravamo appena fuori dalla Sala Grande, in un angolo lontano da occhi e orecchie indiscrete; gli avevo detto tutto.
-Già, con Justin- dissi.
-Ma non potevi dire di no?- chiese Draco, fuori di sé; era appoggiato con un braccio al muro, guardandomi furente.
-Beh, innanzitutto avevo già detto di sì, e poi cosa dicevo a Silente? Mi scusi ma Draco non è d’accordo?- dissi. Immaginavo avrebbe reagito così.
-Perché, tu sei d’accordo?- chiese il mio ragazzo, fissandomi negli occhi.
-No, ma non potevo rifiutarmi, Draco!-
-E perché no?-
-Devo farlo- dissi -Fattene una ragione-
Si staccò dal muro e incrociò le braccia -Come posso farmene una ragione? Quello a momenti ti baciava, oggi! Non posso lasciarti da sola con lui, ci proverà di certo!-
-Lo terrò a bada!- dissi -Dobbiamo studiare Trasfigurazione e Aritmanzia, non fisica!-
-Ah, ah. Molto spiritosa- che bello che era da imbronciato, non potei non notare -Ho deciso, assisterò, così non si permetterà di fare niente!-
-Te lo proibisco!- esclamai -Non puoi!-
-Perché, scusa?-
-Perché… perché…- mi morsi un labbro -Perché se ci sei tu non riesco a concentrarmi!-
Rimase bloccato per un attimo, poi ghignò -Ah, davvero?-
-Finché c’è un professore in classe ce la faccio ma… così… no, Draco, non venire!-
-E va bene…- sorrisetto -Promettimi che vieni alla Stanza, però?-
-Non volevi venire tu da me?- lo stuzzicai, ironica.
-Preferisco risparmiarmi la fatica-
-Non te lo prometto!- dissi -Ma prometto che se finisco tutti i compiti per tempo, vengo!-
-E io dovrei aspettarti, senza nemmeno essere sicuro che vieni?- alzò un sopraciglio.
-Allora non vengo proprio e facciamo prima!-
-No, no! Va benissimo!-
-Su, andiamo adesso! Ho una fame da lupi!- dissi, dirigendomi verso la Sala Grande, ma lui mi afferrò per le braccia e mi tirò indietro, baciandomi. Giocò un po’ con la mia lingua, poi si staccò.
-Ti amo-
-Attento, ti stai addolcendo- gli dissi -Diventerai sdolcinato se continui così-
-E sia, allora- disse -Se a te va bene, a me va bene tutto-
-A te va bene tutto?- ripetei, maliziosa.
Annuì.
-Stai con me per sempre- mormorai. Sapevo che probabilmente non sarebbe stato possibile, ma una speranza era meglio di niente.
-Sarà fatto- sorrise e mi baciò -E si ti lascio ricordami di farmi visitare al San Mungo… potrebbe farlo solo un malato di mente-
Sorrisi a mia volta. Perché sperare e credere nei sogni è così bello? È ancora più bello, però, se si realizzano.
-Il problema sarà presentarti ai miei-
-Beh, mi conoscono già-
-Non come mia ragazza, per tua fortuna… mio padre andrebbe fuori di testa-
-I miei, almeno, sono di più larghe vedute- commentai.
-E accetterebbero che la loro amata figliola stia con il figlio di un Mangiamorte?-
-Sanno a malapena cos’è un Mangiamorte-
-E accetterebbero che il suddetto figlio di un Mangiamorte ti sposasse?-
Trasalii, come? Sposarmi? Non stava accelerando un po’ troppo? Notò il mio cambiamento di espressione.
-Non ho ancora intenzione di chiedertelo, non temere- disse, divertito dalla mia reazione -Ora andiamo a mangiare?-
E così andammo ad unirci alle nostre rispettive tavolate. Il cuore mi batteva ancora forte da quando avevo sentito il verbo ‘sposarsi’.
-Herm!- mi salutò Ginny.
-Ciao- dissi, ancora scossa.
Anche Ron ed Harry mi salutarono. Ginny si mise a chiacchierare con la ragazza che aveva a fianco, Delmeza Robins.
-Che ti ha detto Silente?- mi chiese Ron, con la bocca piena.
-Ehm… devo dare ripetizioni a Justin-
-Justin Finch-Fletchley?- chiese Harry, sorpreso
Annuii -Sembra sia da un po’ che i suoi voti si abbassano parecchio-
-Strano!- era stata Ginny a parlare, e ora mi guardava, stupita, sporta verso di noi.
-Perché strano?- chiese Ron, con la bocca ancora piena.
-Justin è stato sempre bravissimo in entrambe le materie!- spiegò Ginny -Non ha mai avuto problemi!-
-Allora si che è strano- disse Harry, facendole gli occhi dolci. Ginny gli sorrise. Ron roteò gli occhi.
-Aspettate un attimo- disse poi quest’ultimo, stavolta con mezza forchetta in bocca -Sbaglio o i Tassorosso hanno sia Trasfigurazione sia Aritmanzia con i Grifondoro? Buffo, no?-
Arrossii, voleva dire qualcosa. Poteva dire solo due, di cose: o che Justin non stava attento per guardarmi, e non andava bene, o che Justin aveva fatto calare di proposito i voti, sperando che chiedessero a me di dargli una mano, e andava ancora peggio.
-Sì, buffo- sospirai e cercai con gli occhi Draco alla tavolata dei Serpeverde, per avere un po’ di supporto morale. Non lo vidi subito, ma alla fine lo individuai. Ma… ma… chi era quella moretta che gli stava tanto appiccicata?
Pansy Parkinson.
Avrei ucciso quella stronza.
Sì, ho detto 'stronza', qualche problema? Non c'era parola più adatta per definirla!
Si era seduta a fianco del mio Draco e gli era praticamente saltata addosso, aveva appoggiato quella sua testa vuota sulla sua spalla! Ma come si permetteva?! Sapevo che Draco l’avrebbe respinta ma mi dava fastidio comunque.
Come immaginavo, il mio biondo Serpeverde si scostò bruscamente, dicendo qualcosa che non riuscii a sentire; lei incrociò le braccia, delusa.
Ricordavo ancora il discorsetto che mi aveva fatto a settembre, sul fatto che Draco non sarebbe mai stato mio davvero, che presto o tardi mi avrebbe mollata per correre da lei. Ma ricordavo anche perfettamente ciò che le avevo risposto.
Sorrisi, ripensandoci, e quando Pansy si alzò da tavola con una smorfia, stizzita, sorrisi ancora di più. Guardai la reazione di Draco. Mi cercò con lo sguardo e quando vide che lo stavo guardando roteò gli occhi come a dire “Non ne posso più”.
Tornai ad ascoltare i miei amici, Harry stava parlando di Quidditch e delle strategie che intendevano usare quell’anno; non ci capivo molto ma sorrisi ed annuii quando era necessario. Ero stata a vederli e dovevo ammettere che mi ero annoiata parecchio, solo le partite riuscivano a coinvolgermi. Gli allenamenti mi parevano tanto noiosi, e inoltre non capivo niente di quello che Harry spiegava agli altri giocatori. Ginny, che era anche lei una giocatrice della squadra, era stata distratta tutto il tempo (per guardare indovinate chi) e per poco non era caduta a terra a causa di un Bolide. Tranne quell’episodio non era successo niente di particolare.

Erano le dieci e mezza , mezz’ora dopo mi sarei potuta trovare con Draco alla Stanza. Dopo aver visto Pansy fare la cascamorta con lui avevo un gran bisogno di sentirmi dire che lui apparteneva solo a me, e una gran voglia di farlo con lui, se devo dire la verità. Incredibile come il sesso desse dipendenza. Sì, sono ancora Hermione, non vi preoccupate!
Avevo scritto come meglio potevo il mio tema, e ora Ron ed Harry mi chiedevano consigli per il loro.
-Ma non potevate iniziarlo prima?- chiesi, impaziente. Mancavano venti minuti…e avevo deciso di non mancare, assolutamente. Non potevo mica ritardare per fare i loro compiti.
-Ci abbiamo provato, ma non ci veniva un mente niente!- protestò Ron -Chi riesce a capire qualcosa delle lezioni di Ruf?-
-Io!- risposi -Vi ho già detto tutto quello che dovete scrivere, devo anche dettarvela parola per parola?-
Ron stava per annuire ma si trattenne -Hermione, lo sai che ho difficoltà con Storia della Magia…-
-Sì, ma non hai difficoltà a scrivere né a ragionare, mi pare! Ti ho detto quello che devi scrivere!-
-La verità è che devi sgattaiolare via e lasciarci qui per il tuo amato  Malfoy- sibilò Ron.
-Ron!- lo rimproverò Harry, sottovoce.
-No, mi sono rotto!- Ron si alzò in piedi di scatto -Sono stufo marcio, Hermione! Tu ci metti in secondo piano da quando stai con quel viscido Serpeverde!-
Aprii la bocca per ribattere ma stranamente non trovavo le parole; sentire quelle cose da lui mi faceva malissimo. Proprio adesso che gli avevo quasi trovato una ragazza. Perché perdi tempo con me, Ron? Lo sai che non puoi stare con me! mi dissi, quasi in lacrime.
-Io ho sopportato…- continuò Ron, ma Harry lo interruppe.
-Ron, andiamo a letto, sei stanco!- disse il moro.
-No, Harry, fammi parlare! Voglio dire a Hermione ciò che penso veramente di quel verme!- sbottò Ron -Io ho sopportato tutto, ho sopportato il fatto che tu non stai mai attenta quando parlo perché pensi a Malfoy, ho sopportato che tu te ne scappi via da noi per corrergli tra le braccia… Beh, ora sono stanco di dover sopportare tutto questo! Siamo tuoi amici, Hermione, dovresti avere un po’ di considerazione per noi! Invece te ne stai lì, tenendo d’occhio la Parkinson per paura che salti addosso al tuo ragazzo, abbandonandoci per stare con lui. Io non ti capisco, davvero! Cos’ha di tanto speciale? Ma l’hai visto? Hai visto che razza di famiglia si ritrova? Hai visto i suoi amici? Ti sei accorta che è un’arrogante schifoso bastardo?-
Mi misi una mano sulla bocca, cercando di non piangere. Scossi la testa, non volevo sentirlo, perché mi diceva quelle cose? Perché non capiva? Non sapeva quanto fosse lontano dalla realtà -Lui non è come sembra- mi difesi -Vai oltre alle apparenze, Ron, non è colpa sua se è figlio di suo padre! Se siamo amici, perché non ti sforzi di capire le mie ragioni? Pensi che sia fuori di testa?-
Harry guardava da me a Ron e viceversa, preoccupato, senza sapere se intervenire.
Ron mi guardava con disprezzo -A questo punto, sì! Ero convinto tu fossi intelligente, Hermione! Invece sospetto che te la fai con quel dannatissimo Malfoy solo perché ti piace la sua faccia e non vuoi più essere trattata come una santarellina secchiona! Non vedo come riusciresti a non vedere quanto sia sbagliato per te, altrimenti! Non vuoi capire.-
Ora le lacrime scendevano copiose sulle mie guance e cercavo di nasconderle con i capelli ricci -Sei tu che non capisci, Ron-
-Ah, sarei io? Io almeno non mi comporto da ipocrita! Fai tanto la brava ragazza e dopo ti basta un biondino per farti perdere la testa? Staresti con uno che disprezzi solo per avere il tuo fighissimo bulletto di cui puoi vantarti…-
Sapevo che non voleva dire quelle cose, sapevo che era troppo addolorato per ragionare, ma non lo lasciai finire. Il mio schiaffò lo colpì in piena faccia, facendogli voltare la testa -Sei uno stupido, Ron!- strillai, scoppiando in un pianto a dirotto -Perché devi sempre rovinare tutto?-
Sembrava essersi appena svegliato da un sogno, perché mi guardava allucinato, tenendosi la guancia arrossata, la bocca spalancata. Guardava i miei occhi sgorgare lacrime amare come se non ne conoscesse il motivo. Harry non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva detto lui e di ciò che avevo fatto io.
Girai sui tacchi e quasi correndo mi catapultai fuori dalla Sala Comune, ignorando le voci di Harry e Ron che mi chiamavano. Corsi per i corridoi, fregandomene del fatto che Gazza poteva star pattugliando la scuola come sempre, e arrivai alla Stanza delle Necessità in un baleno. Non avevo il coraggio di entrare in quello stato, però. Mi accasciai sulla porta che si era appena materializzata davanti a me, con un gemito.
Ron mi aveva detto delle cose orribili, non riuscivo ancora a crederci; la nostra amicizia era finita? Piansi ancora a lungo, tenendomi la testa tra le mani, le lacrime che scorrevano tra le mie dita, poi la porta alle mie spalle si aprì e io caddi a schienata nella Stanza.
Draco mi guardava perplesso dall’alto in giù -Pensavo non arrivassi più, me ne stavo giusto andando…- poi vide i miei occhi rossi e il volto bagnato e si chinò su di me, chiudendo la porta e facendomi alzare in piedi.
-Cosa succede?- mi chiese, asciugandomi gli occhi con il dorso della mano.
-Ron- gemetti, sprofondando nel suo petto.
-Cosa ti ha fatto? Io lo disintegro quel deficiente!-
-Ce l’ha con me- dissi, abbracciandolo -Mi odia-
-Non piangere, Hermione. Non per lui- mi disse Draco, accarezzandomi la testa, poi sbuffò come se quello che stava per dire gli desse fastidio -E stai tranquilla, perché se una cosa è certa quella è che Re Lenticchia Weasley non potrà mai odiarti- pronunciò quelle parole come se gli graffiassero la gola mentre uscivano dalla sua bocca.
Mi staccai dal suo petto e lo guardai, sbalordita.
-Gli piaci troppo- sbuffò Draco -E mi da fastidio, a dirla tutta. Gli lancerei volentieri una maledizione!-
Lo zittii con un bacio e lui mi lasciò fare. Le nostre lingue si toccarono mentre lo abbracciavo forte; non volevo sentire parole, quel giorno erano state anche troppe. Volevo solo stare bene e sentire che lui era lì per me, abbracciarlo e baciarlo e sentire il suo corpo sul mio. Mi spinse verso il letto, dove ci stendemmo.
Passò sopra di me, senza staccarsi dalla mia bocca e iniziò lentamente a sbottonarmi la camicetta della divisa che ancora indossavo. Feci lo stesso con la sua, mentre lui con una striscia di baci raggiungeva il mio collo. Ci sfilammo a vicenda pantaloni e gonna e rimanemmo solo in biancheria intima; Draco aveva capito il mio desiderio di silenzio e si limitò a sorridermi mentre mi abbracciava forte. Avevo bisogno di lui, e Ron si sbagliava di grosso riguardo noi due.


SPAZIO AUTRICE.
Okay, lo ammetto, il fatto che il misterioso studente fosse Justin era scontato! Comunque, anche se ve lo aspettavate, spero vi siate gustati il capitolo.
Non so perchè ma questo capitolo non mi piace molto, non mi ispira neanche un po'... beh, l'importante e che piaccia voi...
Sì, lo so, era piuttosto triste la parte con Ron, mi è uscita così, forse ero in un momento di depressione, boh.

Grazie a hermy94, malfy, XXXBEAXXX, mena, stellina the best, monipotty e shavanna per le recensioni!
Kisses
###Lizzie###

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Capitolo 6
*** Here for you ***


Come facevamo spesso, dormimmo lì e quando mi svegliai ero rannicchiata contro il petto di Draco, come a volermi proteggere da tutto il resto. Sospirai, pensando a Ron, e mi misi a sedere; guardai con dolcezza il dormiglione che giaceva scomposto sul letto. Chi avrebbe mai immaginato che sarei arrivata in questa situazione? Ron che mi disprezzava, Draco che mi amava, Pansy che mi invidiava…
Draco aprì gli occhi e mi sorrise. Era incredibilmente bello con i capelli spettinati; se li spettinò ancora di più, passandosi una mano sulla testa.
-Oggi è l’ultimo giorno di scuola- mormorò, ghignando -E se saltassimo?-
Era vero, era venerdì, l’ultimo venerdì di lezione prima delle vacanze; mi si strinse il cuore a pensarci. Di sicuro sarei rimasta ad Hogwarts e non potevo immaginarmi una Hogwarts senza Draco. Gemetti, distendendomi di nuovo.
-Pensi ancora allo stupido Weasley?- mi chiese Draco, giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
Scossi la testa -Domani te ne vai- mormorai, giù di morale.
Draco sbarrò gli occhi -Come?-
-Domani te ne vai- ripetei -Domani gli studenti che non restano a scuola  per le vacanze vanno a casa-
-Infatti- rispose lui -Gli studenti che non restano a scuola-
-Tu… tu rimani?- ero incredula.
-Perché ti sorprendi tanto?- sogghignò -Morirei d’astinenza da Hermione Granger un mese senza sesso-
Ero felicissima, ero più che felice, mi era tornata tutta la gioia di vivere che avevo perso. Lo abbracciai forte e lui posò la bocca sulla mia, approfondendo il bacio dopo un attimo.
-Ma… perché?-
Fu il suo turno di sorprendersi -Pensavo fosse esplicito nella mia frase morirei d’astinenza da Hermione Granger un mese senza sesso-
-Cioè… tu rimani qui per me?- sorrisi, radiosa.
-No, rimango qui perché mi piace vedere la faccia di Potter la mattina- disse, ironico -E perché non vedo l’ora di fare un bel pupazzo di neve con la McGranitt-
Gli diedi un pugno scherzoso sulla spalla.
-Andiamo, Hermione, perché credi che rimanga?Soffocai a stento un altro sorriso -Ma… cos’hai detto a tuo padre?-
Draco sbuffò -In effetti, ci ho litigato-
Saltai subito su -E perché non mi hai detto niente?-
Si strinse nelle spalle -Non è importante-
-Scherzi? Hai litigato con tuo padre!-
-Da quando in qua ti sta tanto simpatico?- mi chiese, sbuffando sonoramente.
-Non ho detto che mi sta simpatico, ho detto che non mi hai informato di aver litigato con lui- dissi, guardandolo, apprensiva. Cosa gli aveva detto? Quanto grave era il litigio?
-Gli ho detto che ho una ragazza- ma mi leggeva nella mente? -Mi ha detto di invitarla da noi ma ho detto di no. È andata a finire che abbiamo litigato-  abbassò gli occhi, come se si vergognasse -È la prima volta che disobbedisco ad un suo ordine-
-Ti ha ordinato di andare a casa?- chiesi, stupita.
Annuì, poi si fece malizioso -Saltiamo  lezione, vero? Abbiamo entrambi bisogno di coccole, mi pare?!-
Bisogno di coccole? Ommariamadredidio! Quello era Draco? Ma Draco avrebbe detto “bisogno di sesso”. Stare con me lo stava cambiando troppo. Sperai non fosse una cosa negativa, aveva già iniziato col litigare con suo padre… non che quella fosse una cosa negativa.
Ci pensai su, non avevo mai saltato una lezione in vita mia, non di proposito. Non potevo rovinarmi la reputazione. E poi quel giorno bisognava consegnare i temi di Storia della Magia! E Vitious doveva ancora assegnarci i compiti…
Draco mi vide in dubbio e mi fece un sorrisetto tentatore. Non gli risposi ancora e lui si avvicinò con sguardo seducente al mio collo, mi mordicchiò l’orecchio e l’incavo del collo, accarezzandomi la schiena, i fianchi, le cosce, i seni. Poi, insinuando un ginocchio tra le mie gambe, mi baciò le labbra, mi passò la lingua sulla bocca e contro la mia. La mia volontà cedette di colpo, non esisteva più niente all’infuori di me e Draco. Non c’era la scuola, non c’era il tema, non c’erano i compiti. Solo un ragazzo biondo che mi faceva impazzire, e i nostri corpi che si muovevano armoniosamente uno sull’altro.

-Ecco i compiti di Incantesimi e… ho consegnato io per te il tuo tema- Ron mi era venuto incontro, in Sala Comune, quel pomeriggio, con un foglio in mano. Era imbarazzato e si guardava i piedi, mentre mi porgeva i compiti di Vitious.
Incredula, presi il foglio, gli era già passato tutto. Aveva dimenticato il nostro litigio. Il suo rossore mi diceva che non se n’era scordato ma evidentemente si sentiva più in colpa di me, che da quando ero uscita dalla Stanza non facevo che tormentarmi per aver saltato le lezioni -Grazie, Ron- fu l’unica cosa che riuscii a dire.
Assentì -Mi… mi dispiace per quello che ti ho detto ieri. Ho dato di matto. Scusa-
Tirai un sospiro di sollievo e gli sorrisi -Non importa. In parte avevi ragione. Cercherò di stare di più con te ed Harry, mi rendo conto di essere un po’ assente-
Ron scosse la testa -Dimentica ciò che ti ho detto- mormorò -Davvero-
-Va bene- dissi, non lo biasimavo, aveva avuto bisogno di sfogarsi, era comprensibile -Ma non sentirti in colpa, okay?-
Mi fece un sorriso timido, guardandomi per la prima volta negli occhi -Okay-
Ci sedemmo sulle poltrone rosse della Sala Comune -E così hai saltato scuola- mi disse.
Annuii, imbarazzata -Eh, già-
-Non ti sei persa niente- mi tranquillizzò Ron -La maggior parte degli insegnanti non ha nemmeno fatto lezione-
-Meno male- dissi, sollevata.
-Sì… e Ginny passeggiava per i corridoi parlando a voce altissima e diceva che tu stavi male- disse Ron -Alla fine l’hanno sentito tutti, anche gli insegnanti-
Sorrisi tra me e me. Ginny a volte era geniale. Sveglia la ragazza.
-Eri con Malfoy?- ma sapeva già la risposta, si intuiva dal suo sguardo.
Feci cenno di sì con la testa.
-Beh, è normale che siate voluti stare insieme visto che domani parte- mi concesse -Mi dispiace solo di non aver avvertito mia madre per tempo, avremmo potuto andare alla Tana-
-Ehm… veramente Draco non parte…-
-Non parte?- Ron era deluso, ma cercò di assumere un’espressione allegra, con scarsi risulatati. Si spostò sulla poltrona, nervoso e scacciò Grattastinchi che gli si stava strusciando sui piedi. Decisi di lasciar correre. -Ma… non va a casa?-
-No, a quanto pare-
-Ci tiene davvero a te- realizzò Ron -Non ci posso credere-
Lo guardai, infastidita. Aveva qualche dubbio? Scossi la testa riccia.
-Cioè… non nel senso… insomma, lo immaginavo… cioè…- cercò di spiegare Ron, che aveva visto il mio segno di stizza.
-È tutto a posto, Ron- gli dissi .Ho capito- guardai fuori dalla finestra sorridendo, e piacevolmente sorpresa mi alzai in piedi.
Ron si voltò a guardare nella stessa direzione.
-Nevica!- dissi, e ci dirigemmo entrambi alla finestra. Grossi fiocchi di neve volavano nel cielo e si depositavano sui prati attorno ad Hogwarts, che lentamente cominciavano ad imbiancarsi -Andiamo, Ron!- lo chiamai. Presi un cappotto, il cappello e i guanti e lo trascinai fuori per un braccio, quando lui ebbe fatto lo stesso. Poi, vidi, su una delle poltrone, Lavanda Brown, e la chiamai.
-Lavanda!-
Ron non capiva il perchè del mio gesto. Lavanda si girò e appena vide il rosso al mio fianco sorrise.
-Esci con noi? Sta nevicando!- dissi.
Lavanda si infilò un piumino rosa e felice si unì a noi -Con piacere!- sorrise radiosa in particolare a Ron.
Corremmo fuori dal buco del ritratto della Signora Grassa, poi giù dalle scale e infine uscimmo all’aperto.
Tutti e tre guardavamo i fiocchi caderci addosso. Sorrisi felice -È proprio vero che le vacanze sono iniziate!- esclamai.
Sorrise anche Ron, e lo fece verso Lavanda, che ricambiò.
Bene mi dissi, felice è un inizio.

Nei giorni seguenti Hogwarts si ricoprì ulteriormente di neve e molti studenti tornarono a casa per le vacanze. Quell’anno erano rimasti davvero in pochi ancora a scuola. Di Grifondoro c’eravamo io, Harry, Ron, Ginny, Lavanda e Neville. Tutti gli altri se n’erano andati.
Corvonero e Tassorosso contavano in totale non più di quindici ragazzi, tra cui, ahimé, Justin Finch-Fletchley.Draco, con il suo cambio di abitudini, aveva spinto altri Serpeverde a rimanere. C’erano Tiger e Goyle, Blaise Zabini, un ragazzo di cui non ricordavo il nome e (sigh) la Parkinson, più alcune ragazze che non sapevo con precisione chi fossero.
Inutile dire che Ron e Lavanda andavano sempre più d'accordo e Ron era lusingato dalle attenzioni che lei gli regalava, io ero stra-felice. Quando stavo con Draco lui semplicemente se ne andava con lei, così eravamo tutti felici, compresi Harry e Ginny.
Proprio quest'ultima, il martedì della prima settimana di dicembre, tirò fuori l'argomento Ron-Lavanda.
-Hermione, c'è il tuo zampino sotto, vero?- mi chiese prima di coricarsi, venendo a sedersi sul mio letto.
-Sotto a cosa?- chiesi con fare innocente.
-Non fare finta di niente, mi sono accorta che fai sempre di tutto per lasciare Ron e Lavanda da soli!- esclamò Ginny.
-Ma che dici? Si piacciono.- risposi, mettendomi a gambe incrociate sulla coperta del letto -è normale che vogliano stare insieme.-
-Sì, hai ragione, si piacciono- concordò Ginny -però sembra che sia più tu quella che vuole che stiano insieme!-
-Non essere ridicola!- ne ignoravo il motivo ma non mi andava di dirle la verità, non volevo che sapesse che cercavo la ragazza a Ron probabilmente per sentirmi meno in colpa.
-Herm, lo sai meglio di me che non sei capace di mentirmi! Ti conosco troppo bene! Tu stai organizzando tutto in modo che si mettano insieme!- Ginny mi si avvicinò, abbassando la voce ad un sussurro per paura di farsi sentire da Lavanda.
-E che male c'è?- protestai -Non vedo perchè tu ne debba fare un dramma.- avevo paura che Ginny criticasse ciò che stavo facendo, avevo paura perchè era una mia amica e non volevo assolutamente che pensasse male di me.
-Nessun male.- disse Ginny -Ma stanno uscendo da solo quattri giorni, non sfibrarli! E non fare pressioni su Ron, è già abbastanza in difficoltà di suo!-
Stavo facendo pressioni su Ron? Ma no, Ginny si sbagliava, non lo stavo affatto mettendo sotto pressione. Gli avevo solo dato qualche consiglio e gli avevo detto di darsi una mossa con lei, questo non era fare pressioni! Sì, lo ammetto, forse non erano qualche consiglio ma molti consigli... ma ad ogni modo non lo stavo stressando di certo. -Perché dici così? Stanno tanto bene insieme!- dissi.
-Certo, ma ora che li hai fatti, per così dire visto che si conoscevano già, incontrare lascia che facciano da soli!-
Fissavo la tenda rosso porpora del letto a baldacchino con aria assente, forse aveva ragione lei, forse stavo affrettando un po' i tempi. Era meglio rimanere al mio posto e lasciare che facessero da soli.
-Scusa se te lo dico, ma mi hai dato l'impressione di volerti liberare velocemente delle occhiate tristi di Ron.-
Centro. Centro perfetto. Mi morsi il labbro, un po' imabarazzata -Io... io voglio solo che sia felice, capisci?-
Ginny annuì -Certo. Ma lascia che sia Lavanda a renderlo felice. Tu hai fatto già abbastanza, ora tocca a lei.-
Aveva davvero ragione. E io ora mi sentivo in colpa per aver cercato di rendere felice il mio amico; Draco aveva ragione, mi preoccupavo troppo. Respinsi le lacrime che stavano arrivando e sospirai -Qualsiasi cosa io faccia non va bene.- dissi -Sono un completo disastro!-
-Non lo sei affatto, Herm! Tu vuoi il bene di Ron, ti sembra poco? Devi soltanto smettere di intervenire tra lui e Lavanda, le cose andranno a posto comunque, non ti assillare troppo!- Ginny mi carezzò la testa con un sorriso -Stai con Draco, Ron non è più depresso, cosa vuoi di più?-
Da quando Ginny era diventata così saggia? La abbracciai, grata. -Sei un'amica!- dissi.
-Per due parole?- ridacchiò.
In quel momento sentimmo quello che era indubbiamente un urlo, proveniente dalla porta del Dormitorio e ci alzammo di scatto, entrambe in pigiama. Solo allora mi resi conto che Lavanda non era ancora venuta a letto, anche Ginny lo notò e in un attimo ci precipitammo alla porta.
Ron era a terra, a gambe all'aria, era entusiasta. Aveva appena cercato di entrare nel Dormitorio femminile ma da quanto era contento si era dimenticato il particolare che i ragazzi non possono entrare in quello delle ragazze e le scale, trasformandosi in uno scivolo lo avevano fatto cadere a terra. Io e Ginny ridemmo allo spettacolo che ci si parava innanzi.
Ron, ancora a terra, urlava di gioia, e appena ci vede ci salutò con la mano -Ragazze, sapete la novità? Sapete la novità???-
Scivolammo giù dalle scale-scivolo e lo raggiungemmo.
-No, cos'è successo?- chiesi, quasi preoccupata.
Ron si alzò in piedi e un gran sorriso si disegnò sul suo volto -Io e Lavanda. Stiamo insieme.-
-Oh, Ron, ma è grandioso!- esclamai.
Mi abbracciò e per poco non mi stritolò. -Lo so!-
Ginny mi guardava, truce, ma io le sorrisi -Non è grandioso, Ginny?-
Lei annuì, poco convinta -Meraviglioso.-
Non mi piaceva il sarcasmo nella sua voce; suo fratello non lo notò minimamente e si lanciò ad abbracciare anche lei, di slancio. Solo allora si sciolse in un sorriso -Sono contenta per te, Ron- con mio sollievo, era sincera.
-Ma lei dov'è?- chiesi, perplessa. Se non era nel Dormitorio nè in Sala Comune...?
-Oh, sta arrivando- spiegò Ron -Questo pomeriggio mi ha detto che voleva parlarmi e dopo cena ci siamo incontrati in corridoio al terzo piano, hai presente dove tenevano quel coso a tre teste, Fuffi?-
Che posto romantico pensai, critica. Ah, se Lavanda me lo avesse detto, io avrei potuto consigliarle un posto migliore! No, aspetta, dovevo fare come mi aveva detto Ginny... lasciare che facessero da loro...
-...e quindi eravamo lì, no?- Ron era infervorato dal racconto -E lei mi fa che sono proprio un ragazzo simpatico e carino e che le piacerebbe tanto mettersi con me... e sapete io che ho fatto? L'ho baciata, miseriaccia! L'ho baciata!-
Io e Ginny non riuscimmo a trattenere un sorriso divertito, Ron parlava gesticolando con le braccia e camminando su è giù per la sala. Aveva le guance e le orecchie rosse e più camminava, più parlava velocemente.
-E quando ci siamo staccati le ho risposto che sì, che mi andava di mettermi con lei e lei ha sorriso! E poi ci siamo baciati di nuovo e io sono corso qui ad informarvi!-
-Aspetta...- dubbio atroce, dimmi che non l'hai fatto, Ronald! -Non mi dirai che l'hai lasciata lì così?-
-Io... cioè... non dovevo?- diventò paonazzò e si fermò di botto.
Io e Ginny ci guardammo l'un l'altra, incredule.
-Ron? L'hai lasciata lì?- chiesi.
Annuì piano con la testa -Oh, cavoli! Non dovevo farlo, vero? Lo sapevo, lo sapevo che avevo sbagliato qualcosa! Oh, miseriaccia! E ora cosa faccio?!-
Proprio in quell'istante entrò Lavanda, sorridente e felice. Non sembrava essersela presa per l'improvviso abbandono di Ron ma gli si avvicinò e gli prese la mano, esibendo tanti bei denti bianchi a me e Ginny. Le orecchie di Ron si tinsero di nuovo.
-Io vado a dormire, amore mio, buonanotte!- si alzò in punta di piedi per raggiungere la sua bocca e gli schioccò un bacio sulla bocca. Poi si diresse al dormitorio, raggiante.
Amore mio? Stanno insieme da due minuti e già lo chiama amore mio? pensai, disgustata. Nemmeno io e Draco ci chiamavamo mai "amore mio", è una cosa talmente da sposini! Draco mi chiamava solo Hermione, al massimo tesoro(ma proprio al massimo), e ogni tanto quando eravamo da soli.......... in un modo che assolutamente non vi dirò, potete starne certi.
Ron si inumidì le labbra, quasi non credesse che fosse successo davvero -B... buonanotte!- balbettò.
Appena Lavanda si fu chiusa la porta alle spalle (le scale erano tornate le stesse di sempre) ci guardò, eccitato -Avete visto? Avete visto? Mi ha baciato e mi ha dato la buonanotte!-
-Sì, abbiamo visto- sorrise Ginny -Calmati, stai per bucare il pavimento!- in effetti Ron si era messo di nuovo a camminare avanti e indietro senza sosta.
-Nessuno mi aveva mai dato il bacio di buonanotte- sospirò -...beh, tranne mia madre.-
-È meglio che vada a letto anche tu- gli consigliai. Aveva anche bisogno di una buona dose di camomilla, a mio parere.
-Sì, sì, certo- balbettò lui -'notte-
-'Notte- dicemmo io e Ginny all'unisono.
-Harry! Harry! Harry, non indovinerai mai cos'è successo!- lo sentimmo urlare.
-Ron, datti una calmata, stavo dormendo!- strillò Neville.
Io e Ginny ci dirigemmo ai notri letti, sorridendo.
-Non ci ho messo lo zampino io, puoi starne certa!- esclamai, prima che la mia amica potesse dire qualsiasi cosa.


SPAZIO AUTRICE***
Allora, prima di tutto volevo ringraziare Andy_Candy, monipotty, shavanna, mena e malfy che hanno recensito l'ultimo capitolo. Grazie per il vostro supporto, ragazze!
Poi volevo dirvi che questo week-end più il venerdì sarò in vacanza in montagna e quindi fino a lunedì non riuscirò ad aggiornare. Forse riesco ad aggiungere un capitolo domani ma non vi prometto niente...
Un bacio
*Lizzie*

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Capitolo 7
*** On the snow...in danger ***


SPAZIO AUTRICE:
Sono tornata!!! Vi sono mancata, eh? Certo, certo, non vi siete nemmeno accorti della mia assenza, brutti voltagabbana...  ^_^ scherzo, ovviamente
Sono appena tornata ma non ho proprio resistito e ho dovuto per forza aggiungere questo capitolo..."nevoso".
è stata una cosa strana... si è quasi scritto da solo e mi sono pure incavolata in certi punti (...anche se l'ho scritto io...) bah, non lo so... ditemi cosa ne pensate...
Chi odia la Parkinson si prepari... ma non dico altro...
Grazie di cuore a Shavanna, mena, Andy_Candy, malfy, monipotty e Babby per le recensioni!! Continuate a lasciare commenti, eh! Sennò mi scoraggio!
Un bacio a tutti.
***Lizzie***

Il giorno dopo stavamo camminando tutti quanti sulla neve, io, Ginny, Harry, Ron e Lavanda. Eravamo circondati dal bianco candore della neve fresca da ogni parte, e il cielo era altrettanto bianco. Eravamo tutti di buonumore e nei nostri giubbotti pesanti andavamo allegri verso il lago ghiacciato, le sciarpe rosse e oro di Grifondoro strette al collo. Faceva davvero freddo ma l'aria era scaldata dalle nostre risate che ci uscivano di bocca con delle nuvolette di fumo.
Dopo una lauta colazione eravamo usciti subito, esaltati dalla gioiosa novità. Avevamo lasciato Neville che ancora dormiva.
Ron e Lavanda non facevano che baciarsi e dopo "amore mio" erano arrivati anche "orsacchiotto", "tesoruccio" e "Ron-ron" quello che più faceva spanciare me e Ginny.
La rossa teneva per mano Harry, che la guardava teneramente, mentre gli altri due limonavano di brutto vicino a loro. Mi sentivo un po' esclusa.
Non durò a lungo, perchè dove andavo io non tardava ad arrivare un certo biondino, solitamente. E infatti anche quella volta incrociammo i Serpeverde.
Tiger, Goyle, Zabini, la Parkinson... e infine il principe per eccellenza, il mio Draco. Era tremendamente affascinante con il lungo cappotto nero e la sciarpa verde e argento al collo, i capelli perfetti come sempre sotto un capello di pelliccia.
Lavanda e Ron ripresero fiato per guardare la compagnia che avevamo davanti.
Non sapevo come comportarmi in presenza degli altri Serpeverde, di solito anche se sotto i loro occhi ce ne stavamo perlomeno un po' distanti, io e Draco. Ora invece eravamo in due gruppi distinti che si guardavano truci a distanza ravvicinata. Tranne Draco, che mi sorrise.
-Wow, guardate che coppiette felici- sibilò la Parkison, ma in realtà fissava me, e in modo poco rassicurante.
Nessuno le badò; Draco mi venne incontro e senza tanti complimenti mi baciò. Le reazioni furono diverse.
Tiger e Goyle non fecero una piega. Le loro facce rimasero tali e quali, con quell'espressione da scimpanzè che li caratterizzava. Zabini ci guardò appena, trapelando indifferenza e nascondendo bene ciò che pensava; ormai era abituato a certi spettacoli. La Parkinson strinse i pugni, facendosi diventare bianche le nocche delle mani arrossate dal freddo. Ginny sorrise. Harry cercò di sembrare indifferente quanto Blaise, ma con scarsi risultati; gli era difficile assimilare l'idea della mia bocca e quella di Draco così vicine. Ron strinse convulsamente la mano della sua nuova ragazza. Lavanda era l'unica ad essere realmente indifferente alla scena.
-Ciao- mi disse Draco, alla fine.
-Ciao- risposi, sentendomi fin troppo osservata.
-Ti vedo troppo poco ultimamente- si lamentò lui, dopo un altro bacio approfondito con conseguente reazione dei presenti.
Effettivamente ero sempre con Ron e Lavanda! -Mi dispiace- dissi.
-Non temere- sussurrò lui -Vedremo di rimediare-
Anche da lì ruscivo a vedere la Parkinson e Ron tendere l'orecchio per sentire le nostre parole. Evidentemente il mio amico non gradiva ancora il mio fidanzato nonostante la sua nuova conquista, constatai delusa.
-Ahi!-
Ci voltammo. Zabini aveva appena centrato la faccia di Harry con una palla di neve, e lui era caduto a terra, il volto innevato e gli occhiali bagnati. Aprii la bocca per protestare ma Draco me la chiuse con un bacio.
Un'altra esclamazione, questa volta da parte di Zabini; anche Tiger e Goyle cominciarono a lanciare neve verso i miei amici.
-Non ti preoccupare Harry, ti aiuto io!- esclamò Ron, cimentandosi a sua volta nella lotta di palle di neve.
-Pensa alla tua ragazza, piuttosto, Weasley!- e Pansy colpì Lavanda.
Fu il turno di Ginny di lanciare. Ormai era un sussegguirsi di palle di neve che sfrecciavano da una parte all'altra senza sosta. Quattro Serpeverde contro quattro Grifondoro. Lotta alla pari.
Draco ed io ci spostammo leggermente, per schivare un colpo diretto ad Harry.
-Prendi questo, Potter!- paf!
-Va' all'inferno, Zabini!- paf!
-Weasley, beccati queste!- paf! Paf!
-E tu queste Parkinson!- paf! Paf!
-Impiccati, Lenticchia!- paf!
-Addosso alla Brown!!!- Paf! Paf! Paf! Paf!
-Lasciatela stare, viscidi Serpeverde!-
Io e Draco ci voltammo a guardare la scena, Draco sogghignava divertito, in particolare quando qualche tiro dei suoi compagni di Casa andava a segno.
Infastidita, mi abbassai a raccogliere un po' di neve -Ehi, Draco?-
-Eh?- si voltò e la mia palla di neve lo colpì in pieno volto -Ma brutta...-
Risi, scappando da lui, che cercava di restituirmi il favore.
Non si capiva più niente. Draco colpiva Harry, Ron colpiva Draco, Zabini colpiva Ron, Lavanda colpiva Zabini, Goyle colpiva Lavanda, Ginny colpiva Goyle, Tiger colpiva Ginny, io colpivo Tiger, Pansy colpiva me (e di gusto). Allora io colpivo Pansy e il finimondo ricominciava.
Draco si fece strada schivando la neve che volava in tutte le direzioni e mi andò a sbattere contro, di proposito, facendomi cadere a terra, sulla neve.
-Pensavi di riuscire a sfuggirmi, eh?- mi chiese, sogghignando, da sopra di me.
-Non l'ho mai creduto- Sentivo il suo corpo sopra il mio, il calore nel gelo. Mi aspettavo che da un momento all'altro la neve che ci circondava si sciogliesse.
La sua lingua s'insinuò nella mia bocca, scaldandomi l'anima, facendomi correre un brivido che era tutto tranne che di freddo lungo la schiena. Mi portai sopra di lui, ricambiando il bacio.
-Se non fosse che siamo su un prato ghiacciato e davanti a quegli imbecilli là dietro lo farei seduta stante- sussurrò.
Mi alzai, incerta sulle mie gambe e frastornata dalle sue parole, sentendo caldo dappertutto. Mi abbracciò la vita, dopo essersi rialzato a sua volta. Stava per baciarmi nuovamente ma qualcuno lo colpì in piena; sciolse l'abbraccio, furioso -Weasley, io ti...-
Ed ecco che di nuovo la lotta continuava.
Poi, ad un tratto, senza che io me ne rendessi conto Pansy tirò fuori la bacchetta. Non ebbi il tempo di reagire perchè in quel momento ero intenta a colpire Tiger con una palla di neve. Il tempo sembrò fermarsi e in quel millesimo di secondo vidi all'ultimo momento con la coda dell'occhio la Serpeverde che mi dirigeva una maledizione...
-Avada Keda...-
-Expelliarmus!-
Draco era stato più veloce di lei, e aveva tirato fuori la bacchetta contemporaneamente a quella della mora, la quale era volata in aria, cadendo a qualche metro di distanza.
-Ma sei impazzita?- urlò Draco.
Tutti si erano fermati, ora, e guardavano da Draco a Pansy a me.
Pansy mi lamnciò un'occhiata colma d'odio.
Sentii un brivido lungo la schiena, non mi ero nemmeno accorta del suo movimento, fino a quando non aveva pronunciato l'incantesimo, avevo rischiato grosso. Avrei potuto morire. Pansy sarebbe arrivata a tanto?
-Sei diventata completamente scema? Lo sai cosa stavi per fare, demente che non sei altro?- non avevo mai visto Draco così arrabbiato. Mi faceva quasi paura.
Pansy abbassò lo sguardo -So benissimo cosa stavo facendo, Draco-
-Allora sei più stupida di quanto sembri!- esclamò lui -Ti sei bevuta il cervello o cosa?-
-Non mi sarei pentita se fosse morta- borbottò Pansy.
Ero incredula, mi odiava a tal punto? Pansy sarebbe stata in grado di uccidermi? L'avrebbe fatto senza rimorsi? Presi a sudare freddo. No, non era possibile, nemmeno lei era così malvagia-
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa Draco le si avvicinò e le diede un sonoro schiaffo, probabilmente con tutta la forza che aveva in corpo perchè le fece voltare la testa dall'altra parte.
Lei lo guardò, incredula, tenendosi la guancia colpita, aprì la bocca senza dire niente.
-Sei una testa di cazzo, Pansy!- sbraitò Draco. Tremava dalla rabbia.
Poi si avvicinò a me, mi baciò la fronte stringendomi forte e mi condusse dolcemente via dagli altri, verso il castello.
Camminammo in silenzio, il suo braccio intorno alla mia vita che non accennava ad allentare la stretta. Non riuscivo ancora a capacitarmi di ciò che Pansy era stata sul punto di fare, se lui non l'avesse fermata io sarei finita male; ma forse non aveva abbastanza volontà per uccidermi davvero. A quel punto non importava, però Pansy l'aveva fatta grossa questa volta. Draco respirava lentamente cercando di calmarsi; quando fummo ormai lontani dagli altri mi fermai e lui mi imitò.
-Come stai?- mi chiese.
-Bene- non era esattamente così, ma era molto vicino alla realtà e cioè che non sapevo bene come sentirmi, la morte mi aveva sfiorata ...e per mano di Pansy Parkinson. Non avevo idea di come sentirmi al riguardo; ero come stordita, come se quello che fosse successo non fosse realmente accaduto, che fosse stato solo un film di cui io ero una spettatrice.
-Sei sicura?-
Annuii vagamente -Diciamo di sì-
Mi accarezzò i capelli, guardandomi come se non mi vedesse da secoli -Ho avuto paura- ammise.
-Un po' anch'io, ma non sono nemmeno riuscita a rendermi conto di ciò che succedeva, è stato tutto troppo fulmineo- gli sorrisi, cercando di tranquillizzarlo.
-Come... come cazzo le è venuto in mente?- tirò un calciò ad una pietra inesistente e mi guardò di nuovo -Ho avuto davvero paura di perderti.-
Lo abbracciai e sembrò calmarsi un pochino, il suo respiro si era regolarizzato.
-Se quella troia d'ora in poi osa anche solo avvinarsi a te giuro che la ammazzo- disse, contro i miei capelli.
-Se avesse voluto farlo veramente sarebbe stata più veloce e tu non saresti riuscito a fermarla. Ha esitato, non lo voleva realmente- uao, io che prendevo le difese di Pansy? Era una cosa assolutamente fuori di testa, soprattutto in quella situazione. Ma non volevo che Draco si ficcasse nei guai per colpa mia, era davvero capace di fare ciò che aveva detto.
-Ma l'hai sentita? Pansy è una psicopatica, altroché! Dovrà girarci alla larga se non vuole vedere quel suo visetto rovinato per sempre!- sbraitò lui -Come ho fatto a stare per quattro anni con una tipa del genere?-
-Forse in questi quattro anni mi avresti uccisa volentieri anche tu- mi uscì di bocca. Non volevo dirlo, davvero, ma non ero riuscita a fermare le parole.
Draco mi strinse a sé con più forza, ma lo voleva capire che non andavo da nessuna parte? Gli accarezzai i crini biondi con dolcezza -Non intendevo- dissi a bassa voce.
-Lo sai che io non ti farei mai del male, vero?- mi chiese, con la vocce rotta.
-Certo!- anche se questo contraddiceva il discorso che mi aveva fatto pochi giorni prima. Ma non importava, l'importante era che adesso lui si tranquillizzasse perchè sapevo che non mi avrebbe mai ferita intenzionalmente nè fisicamente nè moralmente.
-Il mondo sembra impazzito da un po' a questa parte- bisbigliò lui.
-Già- e sperai non peggiorasse. Tra Justin e Pansy la mia vita si stava trasformando in un inferno.
Almeno fino alla fine delle vacanza non sarei stata obbligata a vedere il Tassorosso e probabilmente l'altra si sarebbe tenuta a debita distanza dopo quell'avventura sulla neve. Non so lei, ma io non mi metterei contro Draco quando è davvero arrabbiato.

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Capitolo 8
*** His father... ***


-Tutto a posto?- chiese Ron, preoccupato.
Ero appena tornata alla Sala Comune, Draco mi aveva lasciata al ritratto e non appena avevo fatto il mio ingresso nella stanza i miei compagni di Casa mi erano subito venuti incontro, ancora scioccati dall’accaduto. Tra l’oro c’era anche Neville, forse era già stato informato perché sembrava anche lui turbato.
Annuii in direzione di Ron, togliendomi il cappotto bianco di neve e la sciarpa per poi appoggiarli sul divano più vicino.
Ginny mi saltò al collo -Oddio, Hermione!- strillò -Mi è preso un colpo quando ho visto la bacchetta della Parkinson! Quella è completamente bacata! Oddio!-
Per poco non mi strozzò con quell’abbraccio -Ginny… Ginny, sto bene, è tutto okay. Adesso mi lasci respirare, per piacere?-
Ginny lasciò la presa -Oh, si, certo scusa!-
-Dev’essere impazzita- disse Harry.
-No, è sempre stata una psicotica bastarda!- esclamò Ginny, con un cipiglio arrabbiato, scuotendo la testa rossa.
-Già, ma chi si sarebbe aspettato che facesse una cosa del genere?- disse Ron, che non mi staccava gli occhi apprensivi di dosso. Supposi che si era trattenuto dal saltarmi addosso come aveva fatto sua sorella.
-Ma… ma allora ti ha lanciato davvero un Avada Kedavra?- chiese Neville, incredulo. Evidentemente non aveva creduto del tutto alle parole dei compagni.
-Te l’abbiamo detto almeno un milione di volte, Neville!- esclamò esasperata Lavanda, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
-Sì, sì, certo- borbottò Neville, mortificato.
-Per fortuna Draco se n’è accorto in tempo- dissi. Avevo l’impressione che anche loro, come lui, si fossero spaventati ancora più di me.
Harry, annuì, mesto -Ma tu… sei sicura di stare bene? Un’esperienza del genere deve averti provata parecchio, vuoi…-
Non gli lasciai il tempo di chiedermi se volevo una tazza di tè, di caffè, una cioccorana, sdraiarmi o quant’altro. Non volevo si preoccupassero troppo per me e non mi andava di fare la vittima. -Harry, sto bene. Davvero.- Era passato tutto ormai, potevano anche rilassarsi adesso; ma a quanto pareva non erano in grado di farlo, a parte Lavanda che si era ripresa fin troppo bene e che adesso si stringeva al braccio del suo ragazzo, il quale non la degnava di uno sguardo.
-Sentite, lo so che vi siete spaventati. Anche io, ovviamente. Ma non facciamone una tragedia, va bene? Sto bene, benissimo, mai stata meglio. Vi prego, non agitatevi!-
-Non facciamone una tragedia?!- ripeté Ron, incredulo -Ma… Hermione… potevi morire!- e si scrollò di dosso Lavanda.
-Ma non sono morta.- gli ricordai. Volevo solo non parlarne più, e sapevo che dopo lo schiaffo di Draco, Pansy non avrebbe fatto più niente di pericoloso. O almeno credevo…
-Secondo me dobbiamo dirlo a Silente!- disse Harry -Dobbiamo fare qualcosa, non puoi lasciare che quella pazza si aggiri indisturbata per Hogwarts! È da ricovero!-
-Si, è vero, ha davvero sorpassato il limite, ma credo che non farà più niente di avventato- dissi -L’umiliazione di essersi beccata un ceffone da Draco la terrà a cuccia… spero- e se invece fosse ancora più arrabbiata? No, Hermione, cosa vai a pensare?Si terrà alla larga… e poi adesso Draco ti starà particolarmente addosso, non corri nessun pericolo… ha agito d’impulso, era solo… era solo cosa, dannazione? Ha cercato di uccidermi, la stronza! E non devo rimproverarmi perché la chiamo stronza, lei è proprio una stronza e anche molto di più. Stava per uccidermi! Non è tanto innocua!
-Beh, Hermione, se io fossi in te starei attento, però- disse Neville, notai che erano ancora in pigiama.
Annuii. Aveva ragione. -Le starò il più lontano possibile!- li rassicurai. Sì, non sarebbe successo niente! Ricomincia ad essere ottimista -Ve l’ho detto, dopo quel ceffone…-
-Ehm…- disse Ron -Quei ceffoni-
Aprii la bocca incredula -Ron, tu… l’hai… l’hai schiaffeggiata?- Lui? Lui che non avrebbe picchiato nemmeno una Puffola?
Ron arrossì, come il suo solito -No… io… cioè in realtà volevo farlo… non sai quanto volentieri l’avrei presa a schiaffi… sì, voglio dire… l’avrei fatto… davvero…però… sono stato preceduto… ehm…-
-È stato Zabini- mi spiegò Harry, interrompendo i vaneggiamenti dell’amico.
Rischiavo di slogarmi la mascella a forza di spalancare la bocca in quel modo! Non ci potevo credere. Blaise Zabini aveva dato uno schiaffo a Pansy Parkinson perché mi aveva quasi uccisa? Il mondo stava davvero impazzendo? Mi sedetti sul divano su cui avevo appoggiato sciarpa e cappello -Zabini?- ripetei.
Ginny fece cenno di sì con la testa -Appena Draco si è allontanato con te l’ha colpita… e nemmeno lui ci è andato giù leggero. La Parkinson si è messa a piangere…-
-La Parkinson si è messa a piangere?- vabeh… ormai la mascella era ben che slogata.
-Dovevi vederla: è caduta in ginocchio, parlava con frasi sconnesse… si teneva la testa e aveva gli occhi tutti rossi!- disse Ron -Alla fine Zabini l’ha aiutata ad alzarsi e se ne sono andati con Tiger e Goyle-
Dovevo parlare con Blaise Zabini. Volevo capirci qualcosa. Mi aveva preso in simpatia o cosa? E dovevo ringraziarlo (non perché aveva schiaffeggiato Pansy, ma perché non era stato dalla sua parte). O forse no. Forse era meglio lasciar perdere. Se mi sarebbe capitato di incrociarlo per i corridoi ci avrei almeno scambiato due parole, però.
-Ah!- Ginny sembrò ricordarsi qualcosa, e corse verso una poltrona che aveva lo schienale rivolto verso di noi. Vidi Ron sbuffare. Ginny tornò indietro con un mazzo di rose rosse su cui era stato appoggiato un biglietto -Queste sono per te, Hermione-
-E da parte di chi?- le presi e aprii il biglietto. Ron sbuffò più sonoramente.

Ho saputo quello che è successo, devi essere stata terrorizzata. Quella Serpeverde dev’essere impazzita.
Mi dispiace dell’accaduto e mi dispiace di non essere stato presente; gliel’avrei fatta pagare, alla Parkinson.
Spero tu stia bene, ricordati che se hai bisogno di parlare o di sfogarti io sono qui per te.
Con affetto,
                                                                                         Justin

Lo rilessi più volte. Quel ragazzo era maniacalmente fissato con me, “ricordati che se hai bisogno di parlare o di sfogarti io sono qui per te”? Ma se lo ricordava che io un ragazzo, ce l’avevo? Questa volta fui io a sbuffare.
Ginny intanto aveva messo le rose in un vaso -Non le voglio, Gin!-
Ginny mi guardò incredula -Ma sono rose! E sono rosse!- protestò -Sono bellissime! Non posso mica buttarle via!-
-Non sono le rose che non vanno- mi lamentai -Ma il loro mittente-
Ron sorrise -Ben detto, Hermione! Tu hai già il ragazzo, quel Tassorosso deve lasciarti in pace! E quelle rose non sono gradite! Non hai sentito, Ginny? Buttale!-
-Posso tenerle io?-
Acconsentii e lei andò a metterle sul suo comodino, nel Dormitorio. Sospirai, pensierosa. Non volevo che le vacanze finissero, non volevo dar ripetizioni a Justin Finch-Fletchey! Per la prima volta nella mia vita non volevo che le lezioni ricominciassero. Per fortuna mancava ancora tanto tempo!
Ginny tornò giù con la faccia allegra -Su, adesso basta musi lunghi!- esclamò -Hermione è viva e vegeta! È quasi Natale! Nessuno si è fatto male! E io ho dieci rose rosse sul comodino! Non possiamo desiderare di meglio!!!-
La guardammo, dubbiosi -Io vorrei non avere uno spasimante indesiderato e vorrei che la Parkinson non esistesse. Allora sì che non potrei desiderare di meglio- borbottai.
-Concordo in pieno!- esclamò Ron.
    
Dopo pranzo io e Neville lasciammo Ginny ed Harry nel Dormitorio maschile e Lavanda e Ron in Sala Comune. Non avevano detto niente ma immaginavo volessero stare un po' da soli. Neville si sentiva completamente escluso, era l’unico a non avere ancora qualcuno; uscimmo dal buco dal ritratto per dirigerci non sapevamo nemmeno noi dove…
-Tra un po’ è Natale- commentai-
Neville annuì, un po’ abbattuto.
-Troverai anche tu la ragazza- cercai di fargli coraggio.
-E dove la trovo una che sia disposta a mettersi con me?- mi chiese, lui, scontroso.
-Ti sottovaluti!- esclamai -Ce ne sono di ragazze che si metterebbero con te, te lo posso assicurare!-
-Dimmene una-
-Ehm…- affrettai il passo per stargli dietro -Beh, la devi trovare…però…-
-Grazie Hermione, ma sono senza speranza e mi deprimo già abbastanza da solo-
-Scusa, è che...-
Neville mi sorrise con la sua faccia tonda -Non devi per forza rimediare a tutto. Sei davvero gentile, ma credo che… che il tuo ragazzo ti stia aspettando in fondo al corridoio-
Infatti Draco era in piedi di fronte a noi, e aspettava proprio me.
-Beh, vado a vedere se la professoressa Sprite ha bisogno di aiuto con le piante, l’ho vista alle serre prima. Ci vediamo, Hermione- cambiò direzione e si diresse verso le scale.
-Ciao Neville!-
-Non dovresti girare per i corridoi da sola- disse Draco, vendendomi incontro.
-Non ero da sola- puntualizzai.
-Ah, quell’imbecille è come se non esistesse, se qualcuno provasse a farti del male lui non riuscirebbe nemmeno a dire una lettera e sarebbe già a terra.
Scossi la testa infastidita e gli impedii di baciarmi -Per prima cosa, Neville è mio amico perciò non dargli dell’imbecille o della nullità o qualsiasi altra cosa del genere! E poi, secondo, io non ho bisogno della guardia del corpo: so difendermi da sola!-
-Si è visto, oggi- commentò lui e mi abbracciò i fianchi con le braccia.
Oh, no, adesso sarebbe stata dura fargli capire che io sapevo badare a me stessa; avrei strozzato Pansy.
-Solo perché oggi è successa quella cosa con la Parkinson non vuol dire che ad ogni angolo ci sia un malintenzionato che vuole farmi fuori- dissi -Non preoccuparti!-
Mi strinse a sé e non potei fare niente per fermarlo -Non posso non preoccuparmi, sono troppo egoista… non voglio perdere la mia Hermione-
-Non mi perderai- gli accarezzai i suoi bei capelli biondi.
Mi baciò e lo lasciai fare poi ci incamminammo lungo il corridoio.
-Dove stiamo andando?- chiesi.
Sorrise -Sai una cosa? Non ne ho la più pallida idea. Non so nemmeno dove siamo-
-Dovremmo essere vicini all’ufficio di Silente, credo…- ragionai, guardandomi intorno.
-Allora evitiamo gli atti osceni sulle scale- sogghignò lui, ma si contraddisse da solo spingendomi contro il muro e baciandomi con trasporto.
-Draco… non avevi detto…-
-Ho detto "sulle scale", e noi non siamo sulle scale…-
Un passo, un rumore, proprio dalla direzione dell’ufficio di Silente. Questa volta fummo più veloci e ci staccammo, aspettandoci di vedere il preside sbucare da dietro l’angolo con la sua lunga barba e gli occhiali a mezzaluna. Invece non fu Silente ad apparire dopo un attimo.
Sia io che Draco ci immobilizzammo dallo stupore. Lui impallidì fino a sembrare un lenzuolo, io non sapevo che fare…
-Draco- disse Lucius Malfoy. Mi guardò con disprezzo, come chiedendosi cosa ci facessi io lì, alla distanza di solo un metro da suo figlio.
-Padre…- Draco sudava freddo.
Lucius fece schioccare la lingua sul palato e fece qualche leggero passo verso di noi. I lunghi capelli così biondi di sembrare bianchi, il volto austero, gli occhi di puro ghiaccio, gli abiti neri come il suo cuore. Almeno non ci aveva visti mente ci baciavamo. Ma già il fatto che Draco stesse solo parlando con una Mezzosangue doveva turbarlo molto.
-Ero venuto a chiedere al preside il motivo del tuo mancato ritorno a casa, Draco- disse Lucius, con la sua voce lenta e annoiata, passandosi da una mano all’altra il suo bastone nero dal pomello argentato.
Come? Ma… allora non gli aveva detto niente? Non gli aveva detto che aveva una ragazza… mi aveva mentito.
-La tua lettera non era molto precisa al riguardo- scandì Lucius, ignorandomi del tutto, cosa che non mi dispiacque affatto.
-Io… io volevo dirti… però…- biascicò Draco.
-“Mi dispiace ma non posso venire a casa”? Penso che tu debba qualcosa di più di questo ai tuoi genitori. Tua madre era molto in pensiero e non ci hai nemmeno risposto al secondo gufo. Ora io mi chiedo… cosa c’è di tanto importante qui ad Hogwarts da non permettere a mio figlio di trascorrere con noi il Natale?- Il suo sguardo vagò appena su di me ma senza soffermarsi. Non sembrava sospettare niente, o forse non voleva sospettare…
-Io…-
-Il preside non mi ha saputo dire niente, mi ha gentilmente incitato a parlarne con te, Draco. Quindi… dimmi, cos’è successo? Non t’interessa più della tua famiglia?-
-No, io… io…- lo vidi prendere coraggio, e sperai che dicesse la verità. Stava cercando una scusa ma non la trovò, aprì bocca, la richiuse e poi la riaprì di nuovo -Ho una ragazza-
Lucius alzò lentamente le sopraciglia e inclinò il capo -Ma davvero?- disse -E non ti è venuta in mente l’idea di avvertirci? Di chiedere il nostro consenso? Avremmo potuto invitarla al maniero…- e guardò me, senza capire cosa ci facessi lì -E chi sarebbe la ragazza in questione?-
-Io- lo precedetti. Draco mi guardò, apprensivo, poi guardò suo padre.
Lucius mi guardò, perplesso, e si avvicinò ancora -Hermione Granger, se non erro- disse, cercando di controllare la furia che lo stava prendendo -Una Grifondoro, una Mezzosangue-
-Non chiamarla…-
Lucius lo fulminò con uno sguardo -Non dire a tuo padre cosa deve o non deve fare, mi hai capito?-
Draco non rispose.
-Sei un Malfoy, il tuo sangue è uno dei più puri che esista, tua madre è una Black, nobile e antica casata. Purosangue, Draco, Purosangue. E tu vuoi insozzare la tua famiglia in questo modo? Mettendoti con una Sangue Sporco?- la voce di Lucius Malfoy era ancora bassa ma il tono non era per niente tranquillo, indietreggiai di qualche passo. Non avevo paura di lui, non poteva torcermi un capello finché eravamo ad Hogwarts, ma avevo paura delle conseguenze per Draco.
-Non chiamarla in quel modo!- esclamò Draco, sembrò sorpreso dalla sua stessa audacia.
-Come osi rivolgerti a me con quel tono?- tuonò Lucius  -Puoi farti chi vuoi di nascosto, ma non permetterò al buon nome dei Malfoy di venire oltraggiato in questa maniera! Se una puttanella come lei…-
Draco sfoderò la bacchetta -Non insultarla!- tremava ma il braccio che reggeva la bacchetta era saldo.
-Punti la bacchetta contro di me?- Lucius, come me, non credeva ai suoi occhi. Padre e figlio si guardarono intensamente per qualche secondo -Molto bene- disse alla fine Lucius -Molto bene, ma ricordati che finché starai con lei non sarai più mio figlio-
Si voltò e se ne andò a passo spedito. Non appena sparì dalla nostra vista Draco cadde in ginocchio, aveva il fiato corto. Rimise al suo posto la bacchetta, guardando il vuoto. Accorsi da lui, mi accucciai e lo abbracciai –Mi dispiace- dissi.
-Cazzo- disse Draco -Cazzo!-
Non sapevo cosa fare, né cosa dire. Non avevo idea di come comportarmi. Inaspettatamente all’improvviso Draco mi afferrò e mi tirò verso di lui. Mi strinse forte e mi baciò approfonditamente, con impeto. Poi mi abbracciò, tenendomi la testa sulla sua spalla-
-Draco…-
Il suo nome cadde come se non l’avessi mai detto e ci ritrovammo seduti a terra, sul pavimento freddo, abbracciati uno all’altra, in silenzio.
Finché starai con lei non sarai più mio figlio. Il mio cuore fece un balzo. Doveva lasciarmi, doveva lasciarmi o non sarebbe stato più un Malfoy. Mi aggrappai a lui, frenando le lacrime. Chi avrebbe scelto? Me o suo padre?

SPAZIO AUTRICE
Rieccomi qui!
Nuovo capitolo ...et voilà!
Spero vi sia piaciuto anche questo!
Grazie 1000 a Katrin Kelly, stellina the best, monipotty e Shavanna per le recensioni!!!
Ricordatei che io vado avanti a recensioni perciò please scrivete ancora!!
Un bacione a tutti quanti
*Lizzie*

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Capitolo 9
*** Talking with Blaise ***


Nei giorni seguenti tra me e Draco c'era un'evidente tensione; nessuno dei due aveva il coraggio di parlare dell'accaduto e facevamo di tutto per non pensarci. La questione rimase in sospeso e intanto Natale era alle porte e il castello era addobbato con ogni genere di decorazioni. C'erano alberi di natale in ogni stanza, in ogni corridoio e in ogni stanza c'erano alberi ricoperti di neve che non si scioglieva e il castello era pieno di luci colorate e di candele rosse fluttuanti. La presunta allegria natalizia mi deprimeva ancora di più, avevo il morale a terra; perlomeno Pansy non si era più fatta trovare a più di dieci metri di distanza da me e Draco non le rivolgeva la parola.
Era la vigilia di Natale e io stavo camminando tutta sola per il corridoio del primo piano, diretta alla Sala Grande per la colazione; mi ero svegliata prima degli altri e avevo deciso di scendere comunque perchè non riuscivo a riprendere sonno. Camminavo pensando come al solito a Lucius e a quello che aveva detto, quando vidi che non ero l'unica mattiniera di Hogwarts. Blaise Zabini camminava con la sua tipica aria fiera poco più avanti di me; doveva essere sovrappensiero perchè non si accorse nemmeno della mia presenza. Riflettei se lasciar perdere o andare a parlargli come avevo pianificato pochi giorni prima; non avevo mai parlato con lui e non sapevo che atteggiamento avrebbe avuto nei miei confronti, soprattutto adesso che stavo con il suo migliore amico. Respirai a fondo e accelerai il passo.
-Ehm...- mi schiarii la gola, ancora indecisa se chiamarlo Zabini o semplicemente per nome, alla fine optai per la seconda opzione -Ehm, scusa... Blaise?-
Il Serpeverde si fermò, voltandosi, sorpreso dalla mia presenza che non aveva notato, proprio lui sempre sveglio e attento a tutto. Appena vide che ero io assunse un cipiglio a metà tra lo sbalordito e il turbato; arrossii leggermente rendendomi conto del fatto che non sapevo cosa dirgli.
-Potremmo... parlare?- chiesi, incerta.
Annuì piano con la testa, ancora sorpreso. Mi fece segno di dirigermi per il corridoio a destra e ci mettemmo a camminare fianco a fianco con lui che mi lanciava frequenti occhiate interrogative e sospettose.
Cercai le parole, imbarazzata -Ho saputo... insomma... l'altro giorno hai dato uno schiaffo alla Parkinson-
La sua sorpresa aumentò, lo vidi dai suoi occhi, che si spalancarono; poi s'incupì e annuì senza aprir bocca. Aspettò che io parlassi ma io non dissi nulla -E allora?- si decise a chiedermi.
-Ecco, mi chiedevo il perchè- riuscii a dire, sperando che non mi mandasse a quel paese.
-Ti chiedevi perchè?- ripetè, incredulo.
-Già-
-A parte l'evidenza dei fatti... sono affari miei- disse, scontroso.
"A parte l'evidenza dei fatti"? Mi stava dando della stupida? Non seppi che rispondergli e lui continuò -Non l'ho dato a te il ceffone, giusto? Perciò non ti deve interessare-
-Però l'hai fatto dopo che lei mi aveva quasi lanciato contro un'Avada. Non pensavo che t'interessasse la mia salute...-
-Non mi interessa la tua salute- sbottò -Mi interessa la salute di Draco-
-Non capisco...-
-E meno male che sei la secchia della scuola...- commentò, e si fermò di colpo, guardandomi negli occhi -Per me non è cambiato niente, sei la solita Mezzosangue di sempre, ma Draco è comunque mio amico anche se sta con te. Devo adeguarmi. Se ti succedesse qualcosa lui ci starebbe davvero male e visto che è mio amico non voglio che succeda questo-
Lo ascoltavo, attenta. Allora la loro amicizia era davvero forte; e io che avevo sempre pensato che fossero amici solo per convenienza. Ero quasi ammirata dal suo sentimento, però mi infastidiva il "Mezzosangue", odiavo essere chiamata così da un Serpeverde.
Il moro scosse la testa -Tu pensi che il mondo giri intorno a te, non è vero Granger?- mi chiese, inaspettatamente.
-Cosa? Perchè?- che diavolo stava dicendo?
Scosse ancora la testa -Sei un'incurabile Grifondoro disgustosamente fiduciosa nel prossimo- ridacchiò -Non pensavo a te quando ho colpito Pansy, ma a Draco... e a Pansy stessa-
Allora Blaise non era del tutto dalla mia parte...
-Draco e Pansy sono due delle poche persone a cui voglio veramente bene... Draco sarebbe andato fuori di testa se la maledizione di Pansy fosse andata a segno... e lei avrebbe passato dei guai seri. Il problema è che non pensa prima di agire, e non si rende conto che ferendo te ferisce anche Draco. Ti odia davvero tanto, mi sa...-
Ma che bello! Come se fosse una novità... Ma non capivo se lui mi odiava o no, forse gli ero completamente indifferente e basta.
-Io ...io ci tengo a Pansy, per quanto a te possa sembrare una cosa impossibile. La stai facendo soffrire, non mi sta bene. Ma non posso permettere che tra te e Draco finisca, ci soffrirei anch'io se lui e Pansy...-
Ero sbalordita. Blaise amava Pansy. Sinceramente. Cercava inutilmente di non farmelo capire ma non sarebbe potuto essere più esplicito.
-Perchè sorridi, Granger?-
Non me n'ero nemmeno accorta -Tu ami Pansy- mi uscì di bocca.
Blaise diventò paonazzo -Ma che cazzo dici? è mia amica! Punto!-
Il freddo Blaise Zabini non era poi così freddo. Sorrisi ancora di più, senza riuscire a trattenermi; non m'importava di non stargli simpatica perchè comunque non eravamo mai stati in buoni rapporti né prima né adesso -Dovresti dirglielo- volevo aiutarlo, non sapevo perchè, ma m'ispirava uno strano senso di tenerezza. Blaise era un po' come Draco, con una maschera di ghiaccio che nascondeva com'era realmente, ma cominciavo a vedere attraverso quel ghiaccio.
-Tu sei completamente fuori!- disse lui, arrossendo ancora di più. Non l'avevo mai, e dico MAI, visto arrossire. Sembrava un'altro ragazzo.
-Credo che dovrebbe saperlo. Mi sorprendo che non se ne sia ancora accorta.- dissi -Non puoi continuare così...-
Blaise sbuffò -Io non la amo!- esclamò Blaise -Io non amo nessuno!-
-Tutti amano qualcuno- obbiettai, perchè negare l'evidenza?
-Ti sbagli!- disse Blaise -Piantala di vedere cuoricini dappertutto!... le uniche due persone a cui voglio bene sono Draco e Pansy, okay? Ma non amo nessuno!-
-Anche l'amicizia è un tipo di amore, Blaise-
-Non chiamarmi per nome, tu non mi conosci!- sbraitò.
-Ti conosco più di Pansy, ho il sospetto, perchè ti tieni tutto dentro?-
Blaise era furioso -Mezzosangue, io sono proprio come sembro, chiaro? Non psicanalizzarmi, non mi metterai a cuccia come a Draco...-
-Come?- adesso ero io ad essere furiosa -Volevo solo scambiare due parole amichevoli ma evidentemente non sei capace di ..."adeguarti", come hai detto tu! Scusa se ti ho disturbato!- mi voltai e me ne andai a passo svelto.
Ma come si permetteva di dirmi quelle cose? No, non glielo avrei permesso. Affari suoi, che si tenesse i suoi stupidi pregiudizi da Serpeverde e che soffrisse pure per la Parkinson, non erano certo affari miei! Se mi odiava anche lui allora che andasse pure al diavolo!
-Grang... Hermione!-
Mi bloccai, incredula. Hermione? Mi voltai lentamente.
-Non volevo dire quello che ho detto- disse Blaise.
-Però l'hai detto- dissi, acida. Strano, parlavamo come fossimo grandi amici che hanno appena litigato.
-Sono pur sempre una Serpe- ridacchiò, nervoso -Senti, non ho niente in particolare contro di te. E se Draco sta bene con te nessun problema. Ma siamo di due mondi diversi, non potrei mai essere amico tuo, capisci?-
Annuii, un po' perplessa -Quindi?-
-Niente, semplicemente... senza rancore-
-Senza rancore- ripetei, sorridendo. Era più di quanto potessi sperare da uno come lui. Feci per andare via, un po' più allegra.
-Ah, Grang... Hermione?-
-Sì?-
-Sei in gamba per essere una Mezzosangue...-
Non seppi per prenderlo come un complimento o no quindi mi limitai ad annuire ed andarmene. All'entrata della Sala Comune incrociai Neville e Harry e Ron, con Ginny e Lavanda al seguito. Li salutai, allegra.
-Ciao Hermione, dov'eri?- mi chiese Ron.
-Oh, ho fatto una chiacchierata con una persona- dissi, affiancandomi a Ginny, che mi guardava interrogativa.
-Chi?- chiese ulteriormente Ron, anche Harry e Neville mi guardavano con un punto di domanda stampato in faccia.
-Blaise- dissi, sperando che non mi riempissero di domande, forse avrei fatto meglio a non dire niente.
-Zabini?- chiese Harry, incredulo.
Annuii.
-E di cosa parlavi con Zabini, scusa?- chiese Ron, sospettoso.
-Mah... niente di speciale...-
Lasciai perdere il discorso nonostante la loro curiosità, non avevo voglia di raccontar loro tutto, e poi di certo non potevo dire a loro che Blaise era innamorato di Pansy. Il suo segreto era al sicuro.
-A proposito di Serpeverde, Malfoy ti cercava- disse Ron, improvvisamente di malumore. Ma non si sarebbe mai abituato? Strinse la mano di Lavanda, come a ricordarmi che anche lui aveva una fidanzata.
-Ti aspettava davanti al ritratto ma gli abbiamo detto che eri già uscita- spiegò Ginny -Era stra-ansioso, ti starà cercando d'appertutto. Non credi che sia diventato un tantino iperprotettivo?-
Sospirai, annuendo. Sì, in effetti Ginny aveva ragione; un po' per la Parkinson, un po' per suo padre... ed ecco che di nuovo mi deprimevo... il mio sorriso scomparve.
-Ma ci pensate?!- esclamò Ginny, saltellando con l'allegria che di colpo a me era scomparsa -Domani è Natale! Natale!!-
-Preparatevi ai maglioni di mia madre- sbuffò Ron -Spero che il prossimo  non sia color sterco di ippogrifo!-
-Ronald!- lo rimproverai -Non dire così! I maglioni di tua madre sono bellissimi!-
Mi guardò, dubbioso, mentre ci sedevamo alla nostra tavolata -Se lo dici tu, Hermione-
-Non ha tutti i torti- gli diede ragione sua sorella -Quelli per Ron sono sempre i peggiori, chissà perchè-
-Dove ti eri cacciata?-
La voce mi fece sobbalzare. Mi guardai alle spalle, c'era Draco dietro di me -Buongiorno- dissi.
-Ma dov'eri?-
-Con... con Blaise, per dir la verità- ammisi.
Spalancò gli occhi e guardò verso la tavolata dei Serpeverde -Con Blaise?- ripeté -E perché eri con Blaise?-
-Vorrei saperlo anch'io- s'intromise Ron.
-Non ho chiesto il tuo parere, Weasley!-
-Posso parlare anche senza il tuo permesso, Malfoy-
-Ma dai? E io che pensavo che non andassi nemmeno al cesso senza che qualcuno te lo dica!-
-Chiudi la fogna!-
-Se no?-
-Ragazzi!- urlai -Piantatela! Sembrate dei bambini!-
Si lanciarono un'occhiata in cagnesco, poi ripresero con le domande.
-Allora, che ci facevi con Blaise?- e contemporaneamente: -Allora, che ci facevi con Zabini?-
Alzai gli occhi al cielo -Ci ho parlato- dissi -E comunque te l'ho già detto, Ron-
-Ci hai parlato?- Draco era più che incredulo.
-Ci ho parlato- confermai.
-E di cosa?- di nuovo Ron e Draco parlarono contemporaneamente.
-Sono affari miei!- dissi -Non devo mica rendervi conto di tutto quello che faccio!-
-Lasciala in pace, Ron!- esclamò Ginny.
-E tu lascia stare Hermione, Malfoy, la stressi già abbastanza- anche Harry entrò nella conversazione, dimenticando la sua cioccolata calda e guardando malissimo Draco.
-Io... la stresso?!- esclamò Draco -Hai bisogno di fare una revisione al cervello, Potter, dici più cazzate di quante la tua testa possa contenerne-
Ahi, erano in vena di litigi, che palle! Convivenza pacifica per così tanto e bastava così poco per farli ricadere nei vecchi rancori? Scossi la testa e decisi di ignorarli, dedicandomi alla mia colazione, ma li sentivo comunque.
-Non temere, Malfoy, il tuo cervello non avrà mai  bisogno di revisioni... perchè non ce l'hai proprio!- esclamò Harry.
-Io almeno non me la faccio con una che va all'asilo, Sfregiato!-
-Ehi!- questa era Ginny -E io cosa centro?-
-Non insultare la mia ragazza, Furetto!-
-Non la stavo insultando, ero solo realista-
-Bada a come parli di mia sorella, Malfoy!-
-Weasley, lascia perdere, tanto non sei in grado di mettere insieme due frasi di senso compiuto. Ammesso che tu sappia cosa vuol dire "di senso compiuto"-
-Amesso che tu sappia cosa vuol dire "pensare"-
Non ne potevo più, non valeva neanche la pena di cercare di farli ragionare, sapevo che non mi avrebbero ascoltata. Mi alzai di scatto e me ne andai dalla Sala senza degnarli di uno sguardo.
-Hermione!-
-Hermione, aspetta!-
Draco mi seguì fuori dalla Sala -Ehi!-
Lo guardai, stizzita -Perchè devi comportarti come un lattante?-
-Come un lattante? Ma li hai sentiti? Non ho cominciato io!- mi si affiancò.
-Lasciamo perdere, tanto non mi stai a sentire comunque-
-Ma che dici, dai!?- Draco mi si piazzò davanti e mi bloccò per le spalle -E poi... non mi hai ancora dato il bacio del buongiorno!-
Non opposi resistenza quando la sua bocca si posò sulla mia, in un bacio non troppo casto.
-Non pensare che questo significhi che ti perdono tutto!- lo avvertii.
-Perdonarmi di cosa? Ti ho detto che non ho iniziato io!-
Ragazzi: parlare con un muro dà più soddisfazione!
-E io ti ho detto di lasciar perdere, che tanto non mi stai a sentire-
-Di cosa hai parlato con Blaise?- se ne venne fuori con una domanda a bruciapelo, come se fossi colpevole di qualcosa e lui cercasse di farmi confessare.
-Ci ho parlato. Di cosa non ti riguarda- tagliai corto. Uffa.
-Glielo chiederò- sentenziò lui.
-Fa' come vuoi-
-Ma cos'hai?- mi bloccò di nuovo il cammino.
-Perchè?- nel senso che ero isterica, depressa, infastidita, stizzita o stufa marcia delle litigate infantili di lui e gli altri?
-Sei strana... C'è qualcosa che non va?-
E aveva anche il coraggio di chiedermelo? Insomma non poteva essere che a lui non ne facesse un problema -Beh, qualcosa c'è, direi!-
Mi guardò come a dire di continuare e spiegargli.
-Tuo padre- dissi -O te ne sei dimenticato?-
Draco s'incupì e incontrò il mio sguardo -Come pensi che me lo possa dimenticare? Sono stato praticamente diseredato!-
-Sì... infatti. E tu... hai intenzione di...-
-Non ti lascio- tagliò corto -Non striscerò ai piedi di mio padre invocando perdono se è questo che credi. Però se sei tu a volerci dare un taglio allora basta dirlo...-
Io a volerci dare un taglio? Doveva essere impazzito! -Certo che no! Ma che ti viene in mente?-
-Ah, non lo so, non sono io ad appartarmi con Blaise!-
-Appartarmi? Io non mi sono appartata con Blaise!- ci mancava solo la scenata da fidanzato geloso! -Come osi anche solo pensarlo? Io e Blaise Zabini?-
Mi strinse a sè e mi baciò senza lasciarmi tregua, smorzandomi il respiro e facendomi battere il cuore ad un ritmo decisamente troppo forte. Sembrava non voler più lasciarmi andare. Alla fine allentò l'abbraccio e separò le labbra dall mie.
-Perché...?- balbettai, mi aveva presa alla sprovvista.
-è il modo più gradevole di mettere fine ad una discussione sgradevole- ghignò Draco -E sai cosa penso? ....che la Stanza Necessità è un posto migliore di questo per fare pace, tu che dic
i?-

SPAZIO AUTRICE
Aloah!
Allora? Che ne dite? C'era qualcosa che non mi convinceva in questo capitolo, anche se non so bene che cosa.

In ogni caso sappiate che nel prossimo capitolo Justin tornerà alla carica... vi lascio immaginare finchè non avrò aggiornato.
Grazie mille a stellina the best, 8marta8, Lalla*(grazie x la correzione! Ma sai, io controllo i capitoli prima di aggiornarli, il che succede verso l'una di notte, in media... perciò...non sono proprio nel pieno delle mie facoltà mentali! Comunque un bacione, tesoro! tvb!P.S. sei un angelo, come hai fatto a farti piacere una D/Hr? Tu, la R/Hr shipper forever?), Babby, Katrin Kelly, monipotty, Andy_Candy, mena e Shavanna.
Un bacio a tutti
*Lizzie*

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Capitolo 10
*** The kiss ***


Ero di nuovo di buonumore.
Me ne stavo distesa sul mio materasso, nel Dormitorio delle Grifondoro, fissando la tenda del letto a baldacchino. Io non ti lascio. Quattro semplici parole, ma che per me significavano molto. Significavano che Draco era mio, solo mio, che in ogni caso non se ne sarebbe andato, che preferiva stare al mio fianco che stare a quello del padre. Doveva essere stata dura per lui fare quella scelta, avrebbe potuto semplicemente lasciarmi e si sarebbe risolto tutto. Invece aveva deciso di lottare, non sembrava più il ragazzino viziato a cui avevo assestato un cazzotto qualche anno prima. Ero felice. Felice. Avevo la conferma che Draco mi amava davvero, non avevo più bisogno che me lo ripetesse, ormai anche i dubbi che ogni tanto si insinuavano nella mia mente erano spariti. Puf.
Era mattina e anche quel giorno mi ero svegliata prima di tutti, ma non volevo alzarmi, volevo rimanere lì, tra le coperte calde, crogiolandomi tra i miei pensieri. Avevo scostato la tenda rossa alla mia destra così da riuscire a vedere la finestra, guardando in quella direzione vidi altri fiocchi di neve che cadevano fuori da Hogwarts. Quella sarebbe stata una stupenda giornata.
-Buon Natale!!- Ginny mi saltò praticamente in braccio, allegra quasi più di me.
Mi ero dimenticata che era il venticinque! Le sorrisi -Buon Natale, Gin!- esclamai, alzandomi a sedere. Era Natale, nevicava, il mio ragazzo non mi avrebbe lasciato. Sì, quella sarebbe stata decisamente una stupenda giornata.
-Andiamo ad aprire i pacchi! Andiamo ad aprire i pacchi!- Ginny era davvero fuori di sé. Si allontanò dal mio letto e si scaraventò su quello di Lavanda -Sveglia, dormigliona! È Natale!- urlò.
Lavanda si alzò a sedere, sbadigliando sonoramente -Ma che ore sono, Ginny?- chiese, sistemandosi i lunghi capelli spettinati.
Per tutta risposta Ginny l’abbraccio con un -Buon Natale!-
-Sì, sì, buon Natale- Lavanda non era ancora del tutto sveglia. Si alzò lentamente dal letto e cercò di aprire del tutto gli occhi.
-Buon Natale, Lavanda!- le dissi.
Era troppo assonnata per esultare con me e Ginny, che ora saltellavamo quasi per il Dormitorio semivuoto -Buon Natale, Hermione-
-Andiamo ad aprire i pacchi!- ripeté Ginny -Voglio dare il buon Natale ad Harry e voglio vedere se gli piace il mio regalo!-
Annuii e aiutai Lavanda ad alzarsi dal letto, mentre la rossa correva giù dalle scale -Come fate ad essere così sveglie?- bofonchiò la ragazza di Ron.
Mi strinsi nelle spalle e scendemmo anche noi in Sala Comune. Neville, Ron ed Harry stavano uscendo in quell’istante, in pigiama come noi. Quello più in fibrillazione era Ron, mentre Neville era ancora in stato comatoso come Lavanda.
Ginny saltò addosso ad Harry -Buon Natale!-
Si baciarono appassionatamente, mentre Neville faceva una smorfia -Buon Natale- le sussurrò Harry.
Lavanda si era svegliata un po’ vedendo Ron ma lui abbracciò me -Buon Natale, Herm!- esclamò.
Gli feci a mia volta gli auguri e indicai con un cenno del capo Lavanda, che lo guardava con disappunto -Oh, si, certo!- mormorò lui, e si precipitò a baciare la sua ragazza.
Sotto al grande albero che era stato addobbato nella Sala Comune c’erano molti pacchetti di ogni forma e colore che avevamo messo lì la sera prima per poi trovarli appena svegliati. Ci mettemmo intorno e iniziammo a scartarli; all’inizio eravamo intenzionati ad aprirli uno alla volta ma ci prendemmo velocemente la mano e alla fine ognuno scartava i propri contemporaneamente agli altri.
Io ricevetti un bel fermacapelli dorato con delle foglie in rilievo da parte di Ron, una stupenda camicia da notte nera piena di pizzi e merletti da parte di Ginny, che mi aveva sussurrato all’orecchio -Anche a Draco piacerà-, un album di fotografie con delle foto di tutti noi da parte di Harry, un braccialettino molto simpatico da parte di Neville. E poi naturalmente tutti quanti avevamo ricevuto un caldo maglione con le nostre iniziali da parte della signora Weasley, che quest’anno ne aveva fatto anche uno per Neville e uno per Lavanda (era entusiasta da quando Ginny le aveva detto in una lettera che Ron aveva la ragazza).
Quella mattina la colazione fu più ricca del solito, e ci ingozzammo tutti. Harry esibiva sul suo maglione rosso fatto in casa una spilla a forma di boccino d’oro con la sua iniziale in caratteri gotici, regalo di Ginny. Eravamo tutti su di giri e ridevamo in compagnia mentre bevevamo cioccolata calda alla cannella.
Guardai verso il tavolo dei Serpeverde. Né Draco né Blaise erano ancora arrivati. Strano. Mi strinsi nelle spalle, prima o poi sarebbero arrivati.
Le poche Corvonero erano particolarmente loquaci e non sembravano intenzionate ad abbassare il volume delle risatine sguaiate. I Tassorosso erano altrettanto briosi.
-Buon Natale, Hermione!- esclamò una voce familiare.
-Buon Natale, Justin- dissi, ero troppo contenta per scacciarlo via. E poi ormai doveva aver capito come stavano le cose, no? Eppure… “ti farò cambiare idea su Malfoy”… quell’avvertimento mi suonava sincero. Avevo l’impressione che Justin non avrebbe lasciato perdere.
-Ho pensato… beh, ho pensato di farti un regalino- disse Justin, e dalla tasca estrasse un pacchetto rosso con un nastro dorato.
Guardai verso i Serpeverde. Ancora nessuna traccia di Draco -Non dovevi, Justin- non ero tanto sicura di volerlo accettare.
-Dovevo invece- mi prese la mano e imbarazzata da quel contatto arrossii, me la aprì e ci appoggiò il piccolo pacchetto -Prendilo e auguri!-
Ron gli riservò un’occhiata molto simile a quelle che lanciava spesso a Draco ma non disse niente. Anche Ginny lo guardò storto. Justin però, si avviò sorridente verso i suoi compagni di casa e andò a sedersi vicino ad Hannah Abbott.
Sospirai e scartai il pacchetto.
-Non ti lascia tregua, eh?- disse Ginny, che però si era sporta sul tavolo per vedere meglio il contenuto del regalo, curiosa come sempre.
Scossi la testa -Eh, no- sciolsi il nastro e aprii la carta. C’era una scatolina di cartone, di quelle che ti danno a volte nelle gioiellerie, la aprii.
-Uao!- esclamò Ginny, a bocca aperta -Ma quanto gli saranno costati?!-
Ron aveva spalancato la bocca e Lavanda guardava nella scatola come se da un momento all’altro volesse fregarmela e scapparsene via con lei.
Nella scatolina c’erano, insieme a un biglietto piegato in quattro, due magnifici orecchini. Erano a forma di stella ed erano fatti interamente di brillanti che cambiavano colore appena spostavi leggermente la testa.
-Sono bellissimi…- balbettò Lavanda, e guardò Ron in un modo che non poteva che voler dire “Perché tu non mi fai questo genere di regali?”.
-Ma io… io non posso accettarli- dissi, infilandomi in tasca il biglietto, che avrei letto più tardi -Devo tornarli a Justin!-
-Sì, assolutamente- disse Ron, risoluto, appena ebbe smesso di fissare i due gioielli.
-Ma come gli viene in mente di farti questi regali? Non è il tuo ragazzo!- esclamò Ginny.
Guardai verso i Tassorosso ma evidentemente Justin aveva mangiato velocemente e se n’era andato con Hannah Abbott. Quel regalo era troppo, come aveva fatto a comprarli? Dove aveva trovato i galeoni per procurarseli?
Mi alzai -Lo vado a cercare! Devo tornarglieli!- dissi.
-Sarà in Sala Comune, ora- mi fece notare Ginny.
Aveva ragione, perciò mi sedetti e infilai la scatolina nella tasca dei jeans. Draco non doveva saperlo. E… a proposito di Draco… in quell’istante sia lui che Blaise fecero il loro ingresso in Sala Grande; il moro andò a sedersi vicino a Tiger, mentre il biondo mi venne incontro, sorridente.
Mi alzai e lo abbracciai -Buon Natale!-
Cercò le mie labbra e le unì alle sue; sentivo gli occhi di Ron puntati addosso ma non ci badai. Sentii Draco che mi sfiorava la mano e un cerchio di metallo attorno al mio anulare.
Appena ci staccammo guardai la mia mano destra, il quarto dito esibiva un anello d’oro con una pietra incastonata nel mezzoo, leggero e sottile, molto elegante. Bellissimo.
-Buon Natale- disse Draco.
Tra quello e la catenina con il leone che tenevo sempre al collo, mi faceva sempre delle sorprese stupende; mi sentii in colpa per gli orecchini di Justin, senza sapere il perché, come se avessi colpa del fatto che me li aveva regalati.
-Sono senza parole!-
Lui sorrise, soddisfatto.
Mi allungai verso la panca e presi il mio regalo per lui che avevo portato giù quando eravamo scesi -Questo è per  te, non sarà un anello d’oro...-
Scartò il pacchetto. Sì, lo ammetto, era un regalo poco originale. Banale. Idea riciclata. Però quando l’avevo visto in un negozietto di Hogsmeade avevo pensato che a lui starebbe stato da favola, sembrava che fosse fatto apposta per lui.
Era un maglione verde, con uno scollo a V, dalla sua faccia o gli piaceva molto o faceva finta che gli piacesse molto.
-Allora?- chiesi –Non è…-
Mi tappò la bocca a tradimento con un bacio -È molto bello- disse. Si tolse quello nero che aveva addosso e si infilò quello che gli avevo regalato. Avevo visto giusto, gli stava benissimo. Era un po’ aderente e faceva risaltare la sua corporatura perfetta. E il verde poi era decisamente il suo colore. Lui era il principe delle serpi, quale altro colore gli avrebbe donato di più?
-Hermione, noi andiamo, vieni?-
Mi voltai verso Ron. Ginny diede una gomitata al fratello -Ma lasciala in pace, ha altro da fare adesso!-
-Solo un minuto!- dissi. Scoccai un bacio sulle labbra di Draco e lo salutai con la mano -Ci vediamo più tardi- dissi.

-Che c’è scritto?-
-Aspetta, non ho ancora letto!-
Ginny si sporgeva oltre la mia spalla per riuscire a vedere il biglietto di Justin, che in quel momento stavo dispiegando. Incrociai le dita e mi preparai al peggio, poi iniziai la lettura, con Ginny alle spalle.

Tanti auguri di buon Natale, Hermione.
Spero che gli orecchini ti piacciano, brillano come i tuoi occhi e la loro bellezza è come la tua, sfaccettata e luminosa.
Non volevo impressionarti o qualcosa del genere. Ti prego, indossali. Sono un regalo, non accetto che tu me li riporti.
Devo parlarti, da quando sono iniziate le vacanze natalizie non ci siamo visti molto, e anche se so che quando riprenderanno le lezioni ci vedremo più spesso ho bisogno di scambiare due parole con te adesso. Ti aspetto oggi davanti al portone principale di Hogwarts, alle 11.
Per favore, vieni.
Con affetto,
                                                                                   Justin

-A quanto pare devi sbrigarti, Herm!- disse Ginny, leggendo.
-Come? Ma che ore sono?- chiesi, stranita. Quella lettera non mi piaceva per niente. Non voleva che gli restituissi gli orecchini. Beh, l’avrei fatto comunque, non potevo davvero accettarli. E quei complimenti, quelle parole dolci, non aveva il diritto di scrivermi frasi del genere, mi sentivo imbarazzata e indignata allo stesso tempo. Io avevo Draco, perché non voleva capirlo? Il fatto che volesse parlarmi, poi, mi piaceva ancora di meno.
-Sono le dieci e tre quarti- mi informò Ginny -Che hai intenzione di dirgli?-
Mi infilai il cappotto e un cappello di lana -Non ne ho la più pallida idea, Ginny!- ammisi.
-Devi fargli capire come stanno le cose-
-Lo so- mi strinsi nella mia sciarpa da Grifondoro -Ma Justin è un osso duro, non so se rinuncerà così facilmente. Non si è ancora scoraggiato!-
-Allora vorrà dire che se non riesci a farlo ragionare tu a parole, lo farà ragionare Draco a suon di cazzotti… o di bacchetta-
-No, devo farlo ragionare io!- esclamai. Dovevo sbrigarmela da sola.
Uscimmo dal Dormitorio, dove ci eravamo rintanate poco prima per leggere la lettera, e salutai gli altri.
-Dove vai?- chiese Ron, incredulo.
-Devo sistemare le cose con Justin- dissi, e uscii dal buco del ritratto.
-Come? Cosa? Hermione! Ehi, aspetta, Hermione!-
Troppo tardi, ero già sulle scale, non mi avrebbe fermato nessuno, dovevo mettere bene in chiaro le cose con Justin.
Quando arrivai mi aspettava lì, con un cappotto scuro e i capelli pieni di neve. Mi salutò con un sorriso.
-Justin, senti, io…-
-Facciamo un giro, Hermione- non mi lasciò spiegare, mi trascinò per i prati innevati –Ti ricordi quello che ti avevo detto quel giorno subito dopo essere usciti dallo studio di Silente?- mi chiese.
Annuii –Draco è il mio ragazzo, e non sono intenzionata a lasciarlo, Justin. Non…-
-Te l’ho detto, ti farò cambiare idea. Vedrai che ti sbagli. Sia su di lui che su di me- mi sorrise.
Tirai fuori la scatolina degli orecchini.
-Tienili!- disse, prima che io potessi spiccar parola –Te lo dicevo anche nel biglietto, non li accetto indietro.
-Ma…-
-No, Hermione. Puoi non indossarli ma adesso sono tuoi-
Con un sospiro li rimisi in tasca.
-Non merita di stare con te-
Mi stavo infastidendo davvero. Non voleva capire. Era insopportabile per me, avrei voluto gridargli in faccia che non mi interessava un accidente di lui e che io amavo Draco ma non dissi niente. Mi limitai a fissare la neve che ci circondava.
-Ti sta ingannando-
Quello era troppo, mi voltai verso di lui -Se è tutto quello che hai da dire, non pensare che ti starò a sentire! Non mi sta ingannando, e lui merita di stare con me, non certo meno di te! Lo amo, riesci a capirlo?-
-Sei accecata dal tuo amore, devi renderti conto che lui non è capace di amare, lo hai conosciuto negli anni precedenti, dovresti sapere com’è!-
-Io l’ho conosciuto realmente solo quest’anno, sei tu a non conoscerlo! Le apparenze non sono tutto, Justin!-
-Lasciami dimostrati che sono meritevole quanto lui, se non di più del tuo amore-
Era ridicolo, non volevo starlo a sentire, feci per andarmene ma mi bloccò per un braccio.
-Lasciami!-
Fu un attimo, non mi accorsi neppure di ciò che stava succedendo, so solo che mi si avvicinò e, cogliendomi completamente alla sprovvista, mi baciò…

SPAZIO AUTRICE
Allora? Allora? Allora?
Ho come l'impressione che molte di voi mi uccideranno volentieri insieme a Justin XD
Per la reazione di Hermione dovrete aspettare il prossimo capitolo, e vi assicuro che ne succederanno di tutti i colori nei prossimi capitoli...
Intanto ringrazio chi ha lasciato una recensione nell'ultimo capitolo...

Shavanna
grazie, gentile come sempre!

mena eh sì hai ragione, Blaise si è innamorato della ragazza sbagliata, decisamente. A presto!

Katrin Kelly sono contenta che ti piaccia! I guai per Justin arriveranno prossimamente... dovrai aspettare ancora un po'! Ciao!

8marta8 grazie! Cercherò di provvedere presto allo schiantamento di Justin XD! Un bacio!

Andy_Candy oh, che bello, grazie 1000! Ma così mi monto la testa, però! ^^ Baci

titti6493 grazie anche a te! e bentornata! Sono strafelice che ti piaccia anche questa! Mi sei di supporto morale, tu!

monipotty già, Draco geloso, gli basta poco quando si parla di Herm ^^.  Et voilà un altro capitolo! Al prossimo! :-*

Un bacio e un abbraccio a tutte voi santissime persone che leggete la mia fic!

*Lizzie*

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Capitolo 11
*** Guilt trip ***


Mi baciò.

No, un momento. Justin mi stava baciando. No, no, no! Non andava per niente bene.
Appena sentii le sue labbra sulle mie rimasi come paralizzata; volevo spingerlo via, staccarlo da me, ma non riuscivo a muovere un muscolo. Non me l'aspettavo, non me lo sarei mai aspettata, anche se forse avrei dovuto. Per qualche secondo rimasi completamente immobile, con la spiacevole sensazione di stare facendo qualcosa di orribile; il volto di Draco mi comparve nella mente e finalmente riuscii a prender coraggio e a allontanare Justin dalla mia bocca, spingendolo per le spalle.
Lo guardai senza sapere cosa dirgli, furiosa contro di lui e contro me stessa per averglielo permesso; gli occhi d'argento del mio Serpeverde mi ballavano in testa e mi sentivo già in colpa. In colpa per non essere riuscita a fermarlo e per essere stata così stupida da presentarmi lì.
-Hermione, io...- iniziò Justin.
-Non dire niente!- esclamai, mi voltai e corsi via, più forte che potei. Ma nell'istante in cui gli voltavo le spalle intravidi qualcuno poco lontano, ma non riuscii a capire che guardava verso di noi e quel volto incorniciato da lisci capelli neri si aprì in un sorriso vittorioso.

Era ora di pranzo e noi pochi Grifondoro uscivamo dalla Sala Comune. Nessuno dei miei compagni sapeva niente, ero arrivata tra loro sfoggiando un bel sorriso; non si erano accorti di quanto fosse falso.
Mentre uscivo dal buco del ritratto il cuore mi fece un balzo. Il mio ragazzo mi aspettava lì davanti, come faceva spesso. Mi fermai e Lavanda mi andò a sbattere contro.
-Ma che fai?- mi chiese, scontrosa. Era da un po' che si rivolgeva a me in quel modo seccato.
-Scusa- borbottai, e lentamente mi avvicinai a Draco.
I miei amici andarono avanti, lasciando me e lui da soli; avrei voluto fermarli e dir loro di rimanere, di non farmi restare sola con lui, perché avevo paura che scoprisse qualcosa, per quanto fosse impossibile. Avevo paura di tradirmi da sola, di fare qualche passo falso che l'avrebbe spinto a scoprire ogni cosa. Ma d'altronde io non avevo colpa, no? E allora perché mi tremavano le gambe? Perchè mi scoppiava la testa al solo pensiero di Justin? Quello stupido mi aveva condannata a più sofferenze di quanto avesse potuto aspettarsi.
-Divertita stamattina?- chiese Draco, tirandomi a sé.
-Di... divertita?-
-Sì... se hai fatto qualcosa di divertente, non so... i compiti...- disse, sarcastico.
In un'altra occasione l'avrei spinto via, fingendo di offendermi, o gli avrei risposto a tono, per poi lasciare che mi baciasse tra una risata e l'altra. Ma ero troppo agitata.
-Ah...ah, no- piegai lievemente il capo, quel poco che mi bastava per non vedere le sue iridi. Mi sembrava che il suo sguardo gridasse che ero colpevole.
Alzò un sopraciglio -Ma che ti succede?- chiese, sorpreso.
Ecco, adesso l'avrebbe scoperto, mi avrebbe guardata e avrebbe capito tutto, perché io ero come un libro aperto. Continuavo a tenere il capo chino.
Mi prese il mento con una mano e mi alzò la testa. No, non doveva guardarmi negli occhi! Seppur nolente alzai lo sguardo, temendo il peggio.
-C'è qualcosa che non va?- domando, preoccupato.
-Nocertochenocosativieneinmentequestamattinasonostatatuttoilgiornoconimieiamicicosacredinonc'èassolutamentenientechenonva!- esclamai. Oddio, no, non l'avevo detto, vero? Stupida Hermione!
-Sì, c'è decisamente qualcosa che non va- disse lui, ancora più sorpreso -Mi dici che accidenti succede?-
Scossi la testa forse un po' troppo precipitosamente -Niente! Proprio niente!- forse invece avrei dovuto dirgli tutto, dire che era stato Justin. O forse no.
-Mmm... qualsiasi cosa sia, non c'è niente che io non possa far passare- sussurrò Draco a pochi centimetri dalle mie labbra.
Quando mi baciò successe l'esatto contrario. Mi agitai ancora di più, pensando che avevo permesso anche ad un altro di fare la stessa cosa. Draco notò che m'irrigidivo e mi squadrò, ancora più stupito.
-Hermione, che c'è?- chiese, serio.
-Stiamo... stiamo facendo tardi a pranzo,  non pensi che dovremmo...?- cercai di sviare il discorso, sentendomi la faccia andare in fiamme. Mi sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
-No, non penso che dovremmo- Draco mi tenne stretta nel suo abbraccio, dolcemente ma fermamente -Non voglio che tu stia male e qualsiasi cosa sia successa voglio saperla-
Sorrisi. Un'altro sorriso falso. Così falso che quasi mi faceva male tirare le labbra -Non è niente, sono solo molto stanca. Forse non sto tanto bene-
Draco mi appoggiò la mano sulla fronte, poi me la baciò -Non credo tu abbia la febbre- disse -Ma se vuoi saltiamo il pranzo, possiamo andare da qualche altra parte a riposare-
Mi prese il panico, non ce l'avrei fatta a stare troppo tempo con lui, non subito dopo che Justin... -No, no, io... ho fame, sarà meglio che andiamo!-
-Guarda che ho detto a riposare- Draco era sempre più preoccupato.
-Sì, magari più tardi. Adesso ho fame- e mi sciolsi lentamente dal suo abbraccio.
Non obbiettò, pur sembrando scettico. Così scendemmo mano nella mano. Mi sentivo il suo sguardo addosso e volevo nascondermi, fare qualcosa, ogni mio gesto mi appariva rivelatore. Ad ogni mia parola mi sembrava che lui comprendesse tutto. Quindi me ne stavo zitta, con i capelli che mi coprivano in parte il volto, gli occhi fissi sui miei piedi.
-Cos'è successo, Hermione?- mi chiese Draco per l'ennesima volta -Weasley ti ha fatto di nuovo arrabbiare?-
Feci segno di no con la testa -Te l'ho detto, sono solo stanca-
-Eppure non vuoi riposare-
-Ho fame- ripetei di nuovo.
-Va bene, faccio finta di crederti-
Un groppo in gola, un peso sul cuore. Ormai eravamo in Sala Grande -Draco, è che...-
-Ma dov'eravate finiti?- urlò Ron, dalla panca -Hermione, si raffredda tutto!-
Notai che era già al secondo e contorno, anzi forse al terzo -Arrivo-
-Dopo ne riparliamo- promise Draco, e dopo avermi baciata andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde.
Guardai in quella direzione. Blaise parlava con Draco, Tiger e Goyle s'ingozzavano peggio di Ron, Millicent osservava un punto indefinito della Sala con aria poco sveglia, Pansy... Pansy guardava me. E... Pansy guardava me e ghignava.
Qualsiasi cosa che rendeva felice la Parkinson non poteva che rendere me l'essere più infelice della terra, questo era chiaro. Cos'aveva da ghignare tanto? Poi ricordai.
La figura nella neve.
La persona poco lontano da me e Justin.
Ci aveva visti.
Ci aveva visti e adesso avrebbe detto tutto a Draco.
Feci un respiro profondo, non potevo impedirlo, non mi restava che dirglielo prima di lei; probabilmente avrebbe aspettato che finisse il pranzo e l'avrebbe avvicinato in Sala Comune. Aveva tempo. Ma forse... forse era più facile lasciare che glielo dicesse lei... però era anche vero che Draco si sarebbe arrabbiato di più a sentire una cosa del genere da qualcun'altro. Avrebbe pensato che volevo tenerglielo nascosto.
Cosa che in effetti era vera.
E se quando l'avesse saputo Draco si fosse arrabbiato? E se fra loro...
-Finirà, Hermione!!!- disse Ginny, dandole di gomito.
-Co... cosa? Finirà?- va bene che l'amica le leggeva nei pensieri, ma fino a questo punto...
-Il tacchino, Herm, il tacchino!- esclamò Ginny -Ti sei pure persa il discorso di Silente prima. tanti auguri a tutti e bla bla bla... gustati almeno il tacchino prima che quella pattumiera ambulante di mio fratello lo finisca tutto!-
-Ehi!- esclamò Ron, che si stava servendo un'altra porzione di carne.
Ginny gli fece una linguaccia.
Hermione cercò di assaggiare il tacchino ma si accorse di non avere affatto appetito; mandò giù a forza qualche boccone, cercando di concentrarsi sulle voci dei suoi amici.
-La prima partita sarà contro i Corvonero- diceva Harry.
-Oh, che palle! Ma parlate solo di Quidditch voi maschi?- chiese una scocciata Lavanda.
-Abbiamo tempo per allenarci, tanto sarà appena a febbraio!- disse Ron, ignorando completamente la fianzata.
-Sì, ma i Corvonero sono forti- disse Harry -Ci servirà una strategia!-
-Harry, tu sei il migliore, non ci serve una strategia se abbiamo te!- disse Ginny.
-Non ne sarei tanto sicuro- borbottò lui, ringraziandola però con un bacio.
-Secondo me vincerete voi, ragazzi!- disse Neville -Anzi, ne sono sicuro al cento per cento-
-Visto?- disse Ron -Siamo tutti d'accordo, non hanno speranze!-
-Non sperare di sfoltire gli allenamenti- lo avvertì Harry.
-Ma no, è solo che siamo effettivamente più forti noi!- disse Ron -La migliore che hanno è Cho e anche lei è una mezza calzetta-
Calò il silenzio. Aveva detto quella parola. Cho. Ormai Ron doveva aver imparato a non pronunciare il nome della ex di Harry di fronte a Ginny.
-Uhm... io... cioè... insomma, volevo dire che semplicemente non sono un granché, ecco- cercò di rimediare Ron.
Harry guardò la sua ragazza, preoccupato. Ma Ginny non sembrò turbarsi -Certo, Ron, abbiamo capito cosa volevi dire-
Cambiammo, anzi cambiarono visto che io ascoltavo soltanto, argomento all'istante -Sapete che Luna commenterà di nuovo la partita?- chiese Neville, capeno che non era aria per l'argomento Cho Chang.
Sia Harry che Ron sbuffarono. Di solito Luna Lovegood commentava le partite in maniera bizzarra, distraendo spesso i giocatori; l'ultima volta aveva detto che Harry aveva una pettinatura particolarmente affascinante e per poco un bolide non l'aveva centrato in piena. Un'altra volta si era messa a parlare di Nargilli o qualcosa di simile e Ron si era messo a guardare preoccupato il prato sotto di lui, che secondo Luna ne doveva essere pieno. Risultato: la pluffa era passata più volte tra gli anelli di Grifondoro.
-A me piace come fa la cronista- disse Neville -è particolare-
-La McGranitt con un paio di calze a rete, quello è particolare, ma Lunatica è semplicemente fuori di testa!- esclamò Ron.
Altro silenzio imbarazzante mentre tutti cercavano di non immaginare la McGranitt in calze a rete.
Poi -Hermione, sei silenziosa, che succede?- chiese Ginny, notando che non avevo quasi aperto bocca da quando mi ero seduta con loro.
-Non sto molto bene- decisi di usare la stessa scusa che avevo usato con Draco. Ma prima o poi a lei avrei dovuto dirlo, era difficile tenere segreto qualcosa a Ginevra Weasley.
Finito il pranzo, mi alzai, decisa a raggiungere il mio ragazzo per dirgli una volta per tutte cos'era realmente successo quella mattina ma mi feci prendere dal panico quando vidi che a tavola erano rimasti solo Tiger e Goyle, che leccavano i piatti disgustosamente.
-D...Draco- non mi accorsi di dirlo ad alta voce.
-Non è mica scomparso nel nulla, lo vedrai più tardi- sbottò Ron.
-Io... no, io devo parlargli subito!- esclamai.
Ginny mi si avvicinò -è successo qualcosa, Herm?-
-Devo parlargli- mormorai.
E ora?

Toc, toc.
Alzai lo sguardo, da ore perso nel vuoto. Avevo detto a Ginny e agli altri che volevo riposare e così mi ero rintanata nel Dormitorio, tutta sola. Ginny era sospettosa, aveva capito che c'era sotto qualcosa, ma non aveva fatto domande.
Toc, toc.
Il rumore proveniva dalla finestra, dove un gufo batteva col becco contro la lastra. Lo conoscevo bene quel gufo, era quello di Draco.
Angosciata, mi alzai dal letto e andai ad aprire la finestra; non appena lo feci con il gufo entrò anche un'ondata di aria gelida. Rabbrividii, un po' per il freddo, un po' per la paura di sapere cosa c'era sul messaggio legato alla zampa dell'animale.
Srotolai il piccolo pezzo di pergamena e lessi, con il cuore in gola.

Stanza delle Necessità. Ora.

Non era firmato ma lui sapeva che sapevo fosse lui. Non mi piacevano quelle telegrafiche quattro parole, erano fredde e dure, mi gelavano il sangue nelle vene. Feci uscire nuovamente il gufo dalla finestra e la chiusi. Poi, scesi le scale
-Ah, eccoti, ti sei riposata?-
Non risposi neppure a Ron, tirai dritto, spaventata da quello che sarebbe successo una volta alla Stanza. Lui sapeva, ne ero certa. Se mi scriveva non era mai così diretto e gelido. Sapeva ed era arrabbiato.
-Hermione!-
-Herm, dove vai?-
-Torno presto-



SPAZIO AUTRICE.
Come premessa vi dico che ho scritto questo capitolo all'una di notte perciò capitemi se non è chissà che roba o se c'è qualche errore grammaticale.
Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà incentrato su due conversazioni poco pacifiche: Herm-Draco e Draco-Justin.
Grazie a mena, stellina the best, Hermy94, Shavanna, Andy_Candy, monipotty e titti6493 per le recensioni.
Scusate ma ora ho troppo sonno per scrivere di più.
Un bacio a tutti.

***Lizzie***

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Capitolo 12
*** Do you trust me? ***


Avevo il cuore in gola.
Ero terrorizzata.
Ad ogni passo mi sembrava di andare verso un patibolo, le gambe si muovevano da sole ma io avrei voluto fermarmi. Forse era stupido avere tanta paura, alla fine forse Draco avrebbe capito che io non avevo nessuna colpa, ma non potevo farci niente. E mi sentivo in colpa. Tanto in colpa.
Quando la porta della Stanza delle Necessità mi apparve di fronte esitai a lungo prima di decidermi ad abbassare la maniglia; alla fine entrai, molto lentamente, tremando quasi.
Appena lo vidi ebbi l’istinto di voltarmi e scappare via ma feci l’esatto contrario e invece mi avvicinai, seppur con molta calma.
Se ne stava lì, seduto su una poltrona, gli occhi due tizzoni ardenti che mi fissavano. Immaginai che non sarei riuscita a spiccar parola, non con quello sguardo che mi trapassava da parte a parte.
-C…ciao- dissi, invece. Era la cosa più stupida che potessi dire.
Draco accennò alla seconda poltrona presente nella stanza e io mi sedetti, senza smettere di guardarlo; mi fissava ancora in quel modo, mi dava i brividi. Era chiaro che si stava trattenendo, cercava di essere freddo per non arrabbiarsi, e avrei preferito di gran lunga che mi gridasse contro. Ma quello che disse fu -Dimmi che non hai baciato Finch-Fletchley-
Il gelo della sua voce faceva più male di mille parole.
-Non...-  mi fermai, che potevo dirgli? Beh, la verità… ma come incominciare?
-Pansy vi ha visti- disse Draco, stringendo compulsivamente i braccioli della sedia -Stamattina, appena fuori Hogwarts-
-Ti prego, Hermione, dimmi che Pansy è una sporca bugiarda- questa volta il suo tono era quasi implorante.
-Mi ha preso alla sprovvista- dissi, trasudando sicurezza che in realtà non avevo.
-Cioè… Vi siete baciati?- Draco non voleva crederci, eppure sapeva che era così.
-Non ci siamo baciati; è lui che ha baciato me- protestai.
-Da quello che ha detto Pansy non sembrava…-
Cosa? Cosa gli aveva detto Pansy? Quell’arpia! -Non so cosa ti ha detto Pansy ma è stato lui a baciare me-
Fissò il vuoto, indeciso se credermi o no -Come faccio a sapere se dici la verità?-
Credeva che io avrei baciato Justin? Credeva veramente che ne sarei stata capace? -È andata così!- dissi -O vuoi credere alla Parkinson?-
Scosse la testa -Non lo so, questa volta anche tu avresti motivo per mentire- di nuovo quel tono freddo, che mi faceva gelare il sangue nelle vene.
-Quindi tu credi a quella… quella stupida e non credi a me?- chiesi, incredula. No, come poteva?
Alzò lo sguardo verso di me -Fa’ che io ti creda-
-Non posso- dissi -O mi credi perché ti fidi di me o non posso farci proprio niente!- ero delusa, non credeva in me, non mi dava fiducia.
Rimase in silenzio.
-Pensi che mi piaccia Justin?- chiesi, alzandomi di scatto in piedi –Pensi questo?-
-Non lo so-
-Beh, vuol dire che non mi conosci poi così tanto bene!- esclamai –Hai dimenticato che ti amo? Hai dimenticato che sei tu quello che mi piaci? Di Justin non m’importa un accidente! È uno stupido rompiscatole che non fa che assillarmi, come potrebbe piacermi? E tu pensi che sarei capace di tradirti con lui? Allora sei fuori di testa, Draco!-
Si alzò anche lui, non riuscendo più a mantenersi glaciale -Come pensi che mi senta io con quello che ti ronza attorno? Ti sta sempre tra i piedi e tu non fai assolutamente niente, non lo scacci né niente del genere, cosa dovrei pensare?-
Serrai i pugni, non poteva davvero crederlo! -Quindi secondo te è andata come ha detto la Parkinson!?-
-Te l’ho detto, non lo so! Non c’ero, non posso saperlo, ti pare? L’unica cosa che so è che tu stessa mi hai detto che quel deficiente ti ha dato un bacio! Non lo so se ti è piaciuto o no!-
-Se mi è piaciuto? Ma sai quanto mi sono sentita in colpa solo perché LUI mi ha baciata? Certo che non mi è piaciuto, lo sai che ci sei solo tu per me!-
-Non lo so più-
-Ah, è così? Quindi ti basta che quella troietta ti dica una cosa e tu le credi ciecamente? Dopo aver detto che la ammazzavi e tutto il resto? Io non ti capisco, Draco!-
-Che vuoi che faccia? Sembra quasi che le attenzioni di quel Tassorosso da strapazzo non ti dispiacciano!-
-A me sembra invece che tu non abbia abbastanza fiducia in me da credermi!- strillai –Pensavo mi conoscessi, invece mi vieni fuori con queste …queste cazzate senza senso!-
Mi stavo davvero arrabbiando. E mi dava fastidio che lui credesse alla Parkinson e non a me.
-Io ti conosco? Sì, lo pensavo anch’io, ma che ne so alla fine? Ci parliamo solo da pochi mesi alla fine! Potresti essere completamente diversa da come penso tu sia, potrebbe essere che tu stia con me solo per prendermi in giro, che ne so!-
-Per prenderti in giro? Tu sei pazzo!-
-Era un esempio, ma…-
-No, Draco, non posso stare con uno che dice d’amarmi ma poi sospetta di me su una cosa del genere!-
-E io non posso stare con una che si fa tranquillamente corteggiare da altri ragazzi come niente fosse!-
-Allora mettiti con Pansy!- urlai, mi voltai, pronta ad andarmene.
Mi prese per il braccio -Hermione, aspetta!-
-Aspetto cosa? Che tu mi dica che sono una bugiarda? No, grazie, se non credi sono affari tuoi, Malfoy!-
Mi lasciò il braccio come se gli avessi dato la scossa, sbarrando gli occhi; l’avevo chiamato “Malfoy”. In realtà non volevo farlo, ma ero accecata dalla rabbia, e avevo paura. Paura di perderlo. Ero frustrata da quello che aveva detto. Volevo ferirlo come lui aveva fatto con me non credendomi.
Prima che lui potesse reagire me ne andai, sbattendomi la porta alle spalle, e ripetendomi che ero stata una stupida, come sempre.
Chi era che diceva che Hermione Granger è intelligente? Che ha un cervello incredibile? Chi era che diceva che è un genio? Che è la più brillante strega della sua età? Che non c’è niente in cui non sia brava?
Beh, quel qualcuno avrebbe dovuto ricredersi.
Volevo tornare indietro ma continuai nella mia stupidità ed arrivai di fronte al ritratto della Signora Grassa, con le nocche bianche per la forza con cui stringevo i pugni, gli occhi che si trattenevano a stento dallo scoppiare a piangere.
Mi accorsi solo in quel momento che non volevo vedere i miei amici, non volevo che mi riempissero di domande, che mi chiedessero cos’era successo. Girai sui tacchi lasciando interdetta la grassa dama del quadro.
Mi infilai nella prima aula vuota che mi capitò, aprendo con un -Alohomora- la porta chiusa a chiave.
Mi sedetti per terra, la schiena appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Non volevo pensare a niente.
Nella mia testa ripetei a memoria qualsiasi cosa mi venisse in mente, lezioni scolastiche, testi di canzoni, poesie, qualsiasi cosa. Non volevo piangere un’altra volta.
-Che ci fai qui?-
Aprii gli occhi ed alzai lo sguardo. Un ragazzo mi fissava, interrogativo, le mani nelle tasche dei pantaloni.
Scossi la testa -Niente, Blaise, lasciami da sola-
Non mi ascoltò, ovviamente. Ma perché i Serpeverde non ti ascoltano mai?
-Qualcosa non va- disse lui.
-Sei un vero genio- commentai, acida -Ora potresti andartene? Non ho voglia di compagnia-
Prese un pacchetto di sigarette e se ne accese una, sotto il mio sguardo meravigliato.
-Ti fotterai i polmoni- tossii appena. Odiavo il fumo. Non solo tra i babbani, anche tra i maghi, adesso!
-A cosa è dovuto questo linguaggio che poco si addice ad una Grifoncina come te?- chiese, mentre rimetteva in tasca l’accendino.
-Non sono affari tuoi, non hai detto che non potresti mai essere amico di una come me?- più lo guardavo, più mi veniva in mente Draco -Togliti dalle palle!-
Ridacchiò -Se me lo dici in modo così gentile!- non si mosse.
-Cos’è che non capisci nella proposizione “non ho voglia di compagnia”?-
Ignorò la mia domanda sarcastica e si sedette di fianco a me; sventolai una mano davanti al viso per scacciare il fumo maleodorante.
-Non hai detto niente a nessuno di Pansy- disse lui -Ti devo un favore-
In un altro momento mi sarei meravigliata e ne sarei stata felice ma non in quel momento. -Ami Pansy. Sei un deficiente-
-Grazie- sorrise -Sei furiosa con qualcuno o sbaglio?-
-No, sto benissimo, non si vede? E ora, per favore, molto gentilmente esci da questa stanza!-
Continuò a ignorare le mie richieste -E il qualcuno si chiama Draco, per caso?-
Sospirai -Perché t’importa tanto?-
-Ma allora tu non ci senti, eh?- ridacchiò, ancora. Ma cos’aveva per essere così di buonumore?
-In che senso?-
-Ti ho detto l’altra volta che voglio bene a Draco, diventerò gay a forza di ripeterlo-
-Beh, se sei qui per sgridarmi per aver baciato Justin allora sbrigati ad andartene!-
La sigaretta gli cadde dalla bocca –Hai baciato Finch-Coso?- si affrettò a raccogliere la cicca e a spegnerla prima che i suoi pantaloni prendessero fuoco.
-No, ma è quello che crede Draco. Secondo lui gli sono saltata addosso, mentre invece è stato lui a baciare me!- saltata addosso? Forse esageravo un po’.
-Diglielo com’è andata, no?-
-Non mi crede!-
Incrociai le braccia, sbuffando -Pensavo lo sapessi-
Scosse la testa -Ho visto che parlava con Pansy ma…-
-Sì, la tua amatissima Pansy gli ha detto che io l’ho baciato! Non è dolce e premurosa?-
-E Draco non ti crede?-
-No, non mi crede!-
Tirò fuori nuovamente il pacchetto di sigarette.
-Non provare ad accendertene un’altra, sai!- lo avvertii.
Lo rimise frettolosamente in tasca.
-Ma… perché non ti crede? Insomma, tu non baceresti mai Finch-Fletch…Finch-Flecht… insomma quello stupido d’un Tassorosso, no?-
-Vaglielo a dire!-
-Fai paura da arrabbiata, lo sai?-
Non dissi nulla. Ma perché Blaise mi credeva e Draco no? Che diavolo succedeva? Ero finita in un altro mondo in cui Draco ama Pansy e Blaise ama me? Che rabbia, accidenti!
-Cosa posso fare?- chiesi all’improvviso.
-Parlagli-
-Già fatto-
-Parlagli di nuovo, quel ragazzo ti ama, capirà-
-Sai, Blaise?-
-Cosa?-
-Non sembri un Serpeverde a volte!-
Mi guardò come se gli avessi appena detto un terribile insulto e io scoppiai a ridere.

Quando tornai in Sala Comune stavo un po’ meglio e riuscii facilmente a nascondere la mia frustrazione ai miei amici. Infatti nessuno mi fece domande, a parte Ron che voleva a tutti i costi sapere dov’ero stata in tutto quel tempo.
Per cena mi preparai psicologicamente per rivederlo; forse poi avremmo parlato e si sarebbe sistemato tutto. Con questa speranza, e con l’aiuto di Blaise, che mi aveva promesso di parlargli, riuscii a scendere le scale tranquillamente.
-Sei rigida, Hermione, cos’hai?-
Okay, forse non proprio tranquillamente.
-Sono ancora un po’ sottosopra, non mi sono ripresa del tutto- risposi a Ginny, ma all’orecchio le sussurrai –Dopo ti dico tutto- sperando di poterle raccontare anche la riappacificazione tra me e Draco.
-Se stai male forse dovresti stare a letto- disse Ron, preoccupato.
-No, grazie, ho voglia di mettere sotto i denti qualcosa-
Appena fummo seduti mi guardai intorno. Draco era lì, seduto in modo da rivolgermi la schiena; sembrava sul punto di scoppiare. Vedevo che voleva alzarsi ma si tratteneva.
Mi misi ad osservarlo, per vedere se alla fine sarebbe venuto da me, ma lui rimase lì, Blaise lo guardava, preoccupato. Pansy sogghignava sotto i baffi.
Sentii appena Silente quando fece un altro piccolo discorso e non mi accorsi nemmeno del cibo che si materializzava davanti a noi.
Draco mangiò poco e io feci lo stesso. Non smettevo di guardare verso di lui e lui non si decideva ad alzarsi.
Gli studenti iniziarono ad andarsene e anche i professori; la cena era finita. Rimanemmo in pochi a chiacchierare, poi anche gli ultimi si alzarono. Guardai i Tassorosso. Hannah parlava con Justin, ma lui non sembrava essere interessato. Guardò verso di me.
Abbassai lo sguardo.
Anche i Serpeverde si stavano alzando. Lui rimase seduto fino all’ultimo; solo quando Blaise lo scosse per la spalla si tirò su.
I professori se n’erano andati, i Tassorosso stavano uscendo, noi Grifondoro ci stavamo alzando da tavola in quello stesso istante.
Quando Draco si alzò in piedi capii che aveva preso una decisione, infatti si allontanò dai suoi compagni di casa. Lo aspettai, aspettai che mi si avvicinasse, preparando le parole.
Ma lui non si avvicinò a me, si avventò sui Tassorosso.
-Ehi, Finch-Fletchley!- esclamò.
Justin si voltò, lasciando che gli altri lo precedessero -Che vuoi, Malfoy?-
Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che cadde a terra; il pugno che gli aveva dato Draco era stato spettacolare.
Justin si massaggiò la mascella dolorante -Che diavolo…-
-Non azzardarti mai più a toccare la mia ragazza, Tassorosso di merda!- esclamò Draco.
Tutti erano rimasti immobili esattamente dov’erano e nessuno si decideva a spiccar parola; Justin si rialzò in piedi.
-Se t’importasse realmente di lei non permetteresti che altri la baciassero, Furetto!-
-Meglio per te che non ero presente o finivi sotto tre metri di terra!-
-Le stai solo rovinando la vita a stare con lei, siete troppo diversi!-
-La rovino a te, la vita, brutto coglione!-
Justin e Draco estrassero la bacchetta simultaneamente.
-No!- urlai, accorrendo a fermarli –Smettetela!-
Si voltarono entrambi, la bacchetta puntata reciprocamente addosso all’altro.
-Ti credo- disse Draco -Mi sono comportato da deficiente, ma questo stronzo non la passerà liscia!-
-Non le credevi nemmeno?- chiese Justin.
-Chiudi il becco!- esclamammo sia io che Draco nello stesso istante.
Justin tacque.
-Mi perdoni?- chiese Draco.
Sapevo di avere gli occhi di tutti i presenti addosso ma non m’importava, gli saltai praticamente in braccio -Certo che sì!-
Draco sorrise.
-Andiamo via di qui, okay?- gli dissi.
Esitò ma alla fine rimise a posto la bacchetta -E va bene…-
-Ma non finisce qui, Finch-Fletchley!-
-Ci puoi giurare, Malfoy!-
Draco si voltò, e fece per seguirmi fuori dalla Sala. Ma all’ultimo mometo si voltò e con un gesto fulmineo colpì di nuovo Justin, che cadde nuovamente a terra, con un gemito.
-Draco!-
-Così impara a importunare le ragazze degli altri!-
E mi trascinò via, tenendomi per mano.



SPAZIO AUTRICE:
Altro capitolo... e non è ancora finita!
Dovrete sopportarne ancora qualcuno...
Di nuovo mi sono messa a scrivere nel bel mezzo della  notte, non sono sicura che sia una buona cosa.
Beh, spero che vi siate gustati il cap!

Grazie per aver recensito a:
8marta8 [...spero che che questo ending del capitolo sia abbastanza happy per te!]
Jud_91[oh, che bello, una nuova commentatrice! Sono contenta che ti piaccia la mia storia! Grazie per il "è scritta bene", cosa che non penso sia tanto vera; Justin non è morto, come avrai letto, ma spero ti accontenterai. Vedrò di far succedere qualcosa di brutto a Pansy, tranquilla... me cattiva zizi!]
titti6493 ["Justin-sono-così-stupido-che-uno-scimpanzè-mi-supera-Finch Flechtley (senza offesa per gli scimpanzè)"? Uao, questa devo segnarmela, potrebbe dirla Draco prima o poi! ...Non ti ho fatto brutti scherzi, giusto? Bene, allora al prossimo cap!^^]
stellina the best [ho aggionato abbastanza velocemente, no? Un bacio!]
mena [penserò a te mentre sei a Parigi, non ti preoccupare! A quando torni! Un bacione, buon viaggio e buona vacanza!]
Shavanna [sì, forse Herm è stata un po' stupida... comunque alla fine è andato tutto bene ^^...sarò sadica ma devo dire che ho scritto di gusto l'ultima parte di questo cap! ma povero Justin...insomma, mica tanto... Grazie di recensire sempre!]
Lalla* [Ehi, tranquilla, non ti ho dato della D/Hr shipper, calma! ...ma Justin è testardo, non sono io che lo faccio così! E poi non è che è cattivo, è solo... testardo!... Vedrò di fare una R/Hr come ti avevo promesso appena posso, okay? Ma intanto spero ti piaccia anche questo capitolo! Tvb un bacio!!! P.S. viva le P-Ladies, tu sai di cosa parlo ;-D]
monipotty [ancora grazie per le tue recensioni! al prossimo capitolo!]
Un salutone a tutti quanti quelli che leggono la mia ff! Kiss kiss

***Lizzie***

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Capitolo 13
*** I'm not myself... ***


Quella fu una giornata tragica. Iniziò male e finì anche peggio.
Ma quando quella mattina mi svegliai non potevo immaginare cosa avrei dovuto affrontare. Tutto sembrava, invece, perfetto. Non c’era niente che non andasse, anche il cielo era sereno.
Mi alzai di buonumore e mi misi in piedi; Ginny, nel letto di fianco al mio, dormiva con una mano penzoloni e le tende del letto a baldacchino aperte. Non appena il sole arrivò sulle sue palpebre strizzò gli occhi e poi li aprì.
-Buongiorno, Ginny!- esclamai.
-Sei di ottimo umore oggi, Herm- notò la rossa, mettendosi a sedere con uno sbadiglio.
Annuii con forza -Puoi dirlo forte!-
-Ah, capisco… ieri pomeriggio tu e Draco ve ne siete andati alla Stanza delle Necessità, ecco perché siete ricomparsi solo per cena!-
-Ma che dici?! È solo che è una bella giornata!-
Mi guardò, maliziosa -Ma eravate alla Stanza, si o no?-
-Beh, …in effetti… sì-
Ginny sorrise –Lo sapevo. Harry mi deve due galeoni!-
La guardai, sorpresa. Da quando in qua faceva scommesse? E per di più con il suo ragazzo? –Hai preso tutto da Fred e George!- scherzai.
-Sono una Weasley, no?- ridacchiò, per poi guardarsi intorno –Ma Lavanda dov’è?-
Mi strinsi nelle spalle, vedendo il letto vuoto –Si sarà svegliata presto-
-Strano- commentò Ginny.
Ci cambiammo velocemente, indossando dei vestiti babbani, e scendemmo in Sala Comune. Harry e Neville ci aspettavano sulle poltrone, nessuna traccia invece di Lavanda e Ron. Probabilmente ci eravamo svegliate tardi.
-Si saranno appartati da qualche parte- disse Ginny, vedendo il mio sguardo sorpreso -Non sei l’unica a poterlo fare-
-Oh, sì, certo…- eppure avevo una strana sensazione.
-Finalmente!- esclamò Harry -Pensavamo foste intenzionate a dormire fino a mezzogiorno!-
-Non è poi così tardi!- si lamentò la sua ragazza, sedendoglisi in braccio.
-Mettiamola così: abbiamo già fatto colazione- disse Harry.
-Come? Ma che ore sono?- chiesi, sorpresa. Quella notte avevo dormito così bene!
-Le undici, quasi- m’informò Neville.
-Ma io ho fame!- protestò Ginny.
-Se vuoi vado a vedere se qualche elfo domestico può portarti qualcosa?-
-Harry!- esclamai. Approfittatore di poveri elfi domestici innocenti! Non sopportavo proprio quando qualcuno pensava a quelle povere creature come servetti, proprio no!
-Okay, come non detto!- esclamò il moro –Vorrà dire che aspetterete, tanto è quasi ora di pranzo!-
-Spiritoso- sbuffò Ginny -Ma…Hermione, io ho fame!-
-Aspetteremo!- sentenziai. Non avremmo sfruttato nessun elfo domestico, questo era ben chiaro!
Ginny scosse la testa, contrariata.
-C.R.E.P.A. Ginny- dissi, ricordandole il mio club pro-elfi.
-Come?- chiese Ginny –Non te la prendere tanto, Herm, se dobbiamo aspettare aspetteremo!-
-No, non crepa, C – R –E –P –A!- esclamai, ma perché fraintendevano sempre? Adesso che di pensavo, non mi dedicavo più al C.R.E.P.A. da tempo, avrei dovuto rimediare presto!
-Aah- disse Ginny, capendo al volo, e mi fermò prima che ripetessi come al solito il significato della sigla –Sì, sì, Hermione, ho capito!-
-Ron e Lavanda?- chiesi ad Harry e Neville, ancora con quel brutto presentimento.
-Sono usciti poco fa- mi spiegò Neville.
-Lavanda sembrava un po’ scocciata- notò Harry.
-Scocciata?- domandai.
-Ultimamente è sempre scocciata!- esclamò Ginny –Sembra sempre che il cielo le stia per cadere sulla testa, non so cos’abbia-
Ora che ci pensavo Ginny aveva ragione, aveva pienamente ragione. Era già da un po’ che sembrava sempre crucciata e che mi rispondeva male e cose del genere. E Ron non se n’era minimamente accorto, o per lo meno non sembrava essersene accorto.
-Ma scusa, non parlate? Vi avrà detto cos’è che non va!- disse Harry.
-No, non ce l’ha detto- disse Ginny –E poi non è che parliamo molto-
-Pensavo che fra donne…-
-Fra donne cosa, Harry? Lavanda non è esattamente la nostra migliore amica, se non te ne sei accorto-
-Eddai, Ginny, non dire così- disse Neville.
-Ma è vero!- esclamò lei –Io sinceramente sono sua amica solo perché esce con mio fratello, non so Hermione…-
Si voltarono tutti verso di me, ma io ero persa nei miei pensieri. Perché Lavanda era scocciata? Cos’aveva per essere in collera? E dov’erano in quel momento lei e Ron?
Mi accorsi in ritardo che stavano aspettando la mia opinione.
-Oh, scusate… beh, io… insomma, Lavanda mi sta simpatica però…- già, Ginny aveva ragione, noi e lei non eravamo esattamente le sue migliori amiche. Alla fine non mi ispirava nemmeno tutta questa simpatia.
-Poveretta!- esclamò Harry –Belle amiche che si ritrova!-
-Senti…- Ginny si era accesa come un fiammifero, e ora si spostava nervosamente sulle gambe di Harry –Lavanda ha le sue amicizie, noi abbiamo le nostre! Non c’è niente di male in questo! Siamo conoscenti ma non so se possiamo considerarci proprio amiche!-
-Conoscenti? Ma è la ragazza di Ron, accidenti!- esclamò Harry.
-Non più-
Ci voltammo tutti e quattro. Ron era appena entrato, lo sguardo depresso, gli occhi tristi e ora si avvicinava lentamente, come se faticasse a stare in piedi.
-Come sarebbe a dire “non più”?- chiese Ginny.
Ron si sedette sulla poltrona che Neville gli lasciò libera. Ci sprofondò dentro, allungando le gambe e appoggiando le braccia sui braccioli.
-Mi ha lasciato- sospirò il rosso.
-Ti ha lasciato?- mi precipitai su di lui, mettendomi in ginocchio di fianco alla poltrona –Stai scherzando, vero?-
Scosse piano la testa.
-Ron, non sai quanto mi dispiace!- esclamai.
-Ma perché?- chiese Harry. Ginny si alzò e lui si avvicinò all’amico.
Ron si morse il labbro, imbarazzato –Ehm… lei… io…-
-Cos’hai fatto?- chiese Ginny, esasperata –Un’altra delle tue sciocchezze, vero?-
-Oh, grazie tante! Sei davvero di supporto!- esclamò lui.
-Allora… che è successo?- chiesi, accarezzandogli un braccio.
Mi sorrise, felice di quel gesto di conforto, poi tornò imbarazzato –Lei… ehm… lei dice che… uh… dice che sono troppo invaghito di te per stare con lei- mi guardò, probabilmente volendo non averlo detto -Cioè… questo è quello che ha detto lei-
-C…come?- non riuscivo a crederci, era colpa mia? E piacevo davvero ancora così tanto a Ron o era solo una paranoia di Lavanda? Nonostante tutto mi sentivo sollevata, non avrei dovuto mandarla giù per forza. Sì, avevo organizzato io tutto, ma ora sentivo come un sollievo… perché in fondo sapevo che Lavanda Brown non era la ragazza più adatta a Ron. Ma allora chi era la ragazza più adatta a Ron? Che ci fossi solo io per lui?
Il silenzio che aveva seguito le parole di Ron mi mise in profondo imbarazzo e non seppi che dire; Ginny, fortunatamente intervenne prontamente.
-E adesso lei dov’è?- chiese.
-Non lo so, ha detto che voleva starsene da sola- mormorò Ron, guardandomi mortificato.
Altro silenzio.
-Mi dispiace-
-Grazie Harry-
Altro silenzio.
-Senti, Ron…- provai a dire.
-Non cercare di dirmi che è colpa tua perché non è assolutamente vero. È mia, non tua, Hermione, va bene? Tu non centri- disse Ron.
Gli sorrisi –Non è nemmeno tua-
-È andata così- sospirò Ron –Che ci vuoi fare?-

A ora di pranzo Ron era ancora più depresso e io quasi più di lui; Lavanda non si era ancora fatta vedere e sinceramente io speravo che non venisse a pranzo. Ron non ce l’avrebbe fatta.
Salutai Draco ma non mi avvicinai a lui, non volevo rovinare ulteriormente la giornata al mio migliore amico. Lui ne sembrò piuttosto turbato, ma capì che non era il momento e non si avvicinò.
Mangiammo in silenzio e Lavanda non si presentò. Nessuno di noi sapeva cosa dire. Ron però sembrava più tranquillo, come se dopo la tempesta per lui fosse arrivato già il sereno e fu il primo a rompere il silenzio.
-Ehi, ma si può sapere co’è questo mortorio?- schiese, all’improvviso.
Lo guardammo stupiti.
-Che avete da guardare?- chiese lui alle nostre facce sbalordite –Sto bene, e allora? Pensate che debba tenere il muso per sempre solo perché la mia ragazza mi ha lasciato? Non è una tragedia!-
Non potevo credere alle mie orecchie –Co…come? Ma.. non sei sconvolto?-
-No- si strinse nelle spalle –perché dovrei esserelo? Insomma, ci stavo pensando proprio adesso… l’avrei comunque lasciata io, credo, perché era appiccicosa ed esagerata…e ogni tanto insopportabile. Non riusciva nemmeno ad accettare che io fossi tuo amico! Avanti, diciamolo, Lavanda non fa per me… ero solo contento perché finalmente avevo una ragazza, ma adesso ho aperto gli occhi! Lei non è niente di speciale-
-Bene!- una voce acuta urlò alle nostre spalle –Se è così allora auguri con la tua cara Hermione!- e dopo aver lanciato unh’occhiata incollerita a me e a Ron se ne andò a passo di marcia.
Non mi ero nemmeno accorta del suo ingresso nella Sala Grande, e nemmeno Ron a qualcun altro dei Grifondoro, a quanto pareva. Rimanemmo tutti in silenzio per la seconda volta.
-Ops- mormorò Ron.
-Ron, sei uno stupido!- sbottai, alla fine –Ma dovevi proprio dire quelle cose?-
-Ma… io non pensavo fosse presente!- cercò di giustificarsi.
-Non centra, non dovevi dirle comunque!- inforchettai la mia bistecca con impeto –Io non ti capisco, Ron, prima ignori Lavanda, poi quando lei ti lascia ti disperi, con gli occhi persi nel vuoto e tutto il resto… e ora sembra che non t’importi niente!-
-Ho sbagliato a mettermi con lei!- esclamò Ron –Tutti possono sbagliare, no? E comunque prima ci ero rimasto male, è normale!-
Scossi la testa, tanto sapevo che era inutile tentare di capirlo; finii il pranzo in assoluto silenzio mentre gli altri iniziavano a parlare del più e del meno; anche Ginny non sembrava tanto d’accordo con il comportamento del fratello ma lei non disse nulla al riguardo.
La prima ad alzarsi in Sala Grande fu Pansy; la vidi camminare vicino al nostro tavolo e mi preoccupai; Draco non guardava da quella parte: un motivo in più per preoccuparsi. Ma non mi disse niente né tirò fuori la bacchetta. Prese qualcosa dalla tasca e lanciò un biglietto sulla panca su cui ero seduta, di fianco a me.
Rimasi immobile a guardare quel pezzetto di pergamena piegato in quattro; mi aspettavo da un momento all’altro che succedesse qualcosa, che scoppiasse o cose del genere. Invece il bigliettino rimase lì, dove l’aveva lasciato la Serpeverde.
Allungai riluttante una mano a prenderlo e cercando di non farmi vedere da nessuno lo infilai nella tasca dei jeans; l’avrei aperto più tardi. Ma più me ne stavo lì più ero impaziente di scoprire cosa diavolo Pansy mi avesse scritto e perché e più di una volta presi in mano il pezzo di pergamena per poi rimetterlo dov’era, nella tasca di denim.
Alla fine non resistetti e con estrema calma aprii il foglio e lo appoggiai sulle gambe; lessi e rilessi più volte quelle poche righe e più le rileggevo, più mi sembravano assurde.

Credo che dobbiamo smetterla con i nostri stupidi rancori. Non portano a niente.
Credo che dobbiamo parlare, per gettarci tutto alle spalle, Draco è tuo me ne devo fare una ragione.
Ci vediamo davanti all’aula di pozioni appena hai finito di mangiare. Non ho intenzione di farti del male ma non dirlo a Draco, penserebbe male, lo sai.

C’erano due possibilità: o Pansy mentiva e VOLEVA farmi del male, oppure il mondo era impazzito. Io preferivo la seconda ma la prima era quella più probabile; cosa fare?
Ragionai, l’aula di pozioni si trovava nei sotterranei, brutto posto, poco frequentato fuori dall’orario scolastico, perfetto per lanciare una maledizione a qualcuno senza che nessuno se ne accorga.
Comunque io ero di certo una strega più esperta di lei e se me l’aspettavo potevo parare con facilità qualsiasi suo tentativo di uccidermi, pietrificarmi o qualsiasi altra cosa avesse in mente.
Era pericoloso.
Ma io intendevo chiarire la questione una volta per tutte. E quando io prendo una decisione è difficile farmi cambiare idea. Perciò mi alzai.
-Io vado in Sala Comune, ci vediamo tra un po’, ragazzi- dissi, rivolta ai miei compagni di casa-
-Non sei arrabbiata con me, vero?- mi chiese Ron.
Scossi la testa e corsi via.
Dal tavolo dei Serpeverde Draco si stava alzando per venirmi incontro.
-Adesso non ho tempo, ci vediamo dopo!- gli urlai.
Tornò a sedere, interdetto e crucciato.
Scusa Draco pensai, ma devo prima risolvere una questione.
Dopo sarei stata più serena, ne ero certa… o quasi. C’era sempre un buon novanta per cento di possibilità che diceva che Pansy non era benintenzionata.

Scesi le scale per i sotterranei tenendo stretta in mano la bacchetta e guardandomi intorno con il timore che da un momento all’altro un raggio verde mi avrebbe colpita. Ma non successe niente finché non arrivai proprio di fronte all’aula di pozioni.
Pansy mi aspettava, sorridente.
Pansy. Sorridente.
Okay, questo era un cattivo segno.
Pansy e sorridente non erano due parole compatibili.
Io non avevo mai visto Pansy sorridere.
Mai.
-Ciao, Granger- mi salutò, sforzandosi di essere gentile.
-Cos’è questa storia, Parkinson?- chiesi, sulla difensiva –Se pensi che io ci caschi…-
-Granger, tu pensi sempre che ci sia qualcosa sotto!- esclamò Pansy –Non posso essermi rassegnata? Sai, sono stufa di soffrire, tanto vale che mi faccio entrare in testa che io non potrò mai avere Draco-
Stava mentendo? E in quel caso perché? Teneva una mano dietro la schiena ma la bacchetta era nella tasca dei pantaloni. Cosa nascondeva?
-Io direi che potremmo provare ad essere amiche- esordì Pansy,
-A…Amiche?- amiche, noi due? Va bene, va bene, era assurdo che io stessi con Draco ma…. Amica della Parkinson? Questa era davvero… beh, era una cosa assolutamente fantascientifica!!!!
-Sì, amiche…- fece un respiro profondo –…Hermione. E direi che potremmo iniziare a chiamarci per nome…-
Mi tese una mano e io la guardai, riluttante. Che Pansy si fosse davvero arresa?
-E va bene… Pansy, proverò a crederti…- afferrai la mano. Ancora una volta mi aspettai che succedesse qualcosa, che con l’altra mano prendesse la bacchetta, forse. Invece niente.
Pansy sorrise. Di nuovo.
Brutta cosa.
-Brindiamo a questa nuova amicizia?- Pansy fece apparire da dietro la schiena una bottiglia di whisky incendiario.
Questa non era una frase da Pansy. Probabile che in quel whisky ci fosse qualcosa.
Materializzò davanti a noi due bicchieri e me ne porse uno.
-E quello dove l’hai preso?- chiesi, preoccupata, indicando la bottiglia da cui ora Pansy stava versando il whisky.
-È della Cooman, ne ha bottiglie e bottiglie- sogghignò. Tipico whisky serpeverdesco. Adesso la riconoscevo.
Presi il bicchiere pieno, sempre più preoccupata.
 -Alla nostra amicizia- disse Pansy alzando il bicchiere.
Quella situazione era davvero strana. Anzi, no, fuori di testa. Ero sicura che Pansy tramasse qualcosa.
Aspettai che bevesse lei prima di farlo a mia volta. Solo quando fui certa che ebbe mandato giù tutto il bicchiere sorseggiai il mio. Non ero una patita di whisky per dir la verità.
Mi guardò –Ma come bevi?- chiese.
Imbarazzata, buttai giù tutto in un solo sorso.
Cominciò a girarmi tutto. Non ero sicura che quello fosse un effetto da ubriacatura. Anche perché era troppo istantaneo. L’ultima cosa che vidi fu Pansy  con un aria soddisfatta, poi tutto buio.
Quando finalmente aprii gli occhi rimasi sbalordita. Di fianco a me c’era... c’ero io.
Ero proprio io… ma com’era possibile?
L’altra Hermione sia alzò in pieni e appena mi vide sorrise. No, quello non era il mio sorriso, quello era un sogghigno che non mi apparteneva.
L’altra Hermione mi guardò dall’alto in su: io ero ancora seduta a terra. Prese in mano una ciocca di capelli castani e la guardò, come se non le appartenesse.
-Mi preferivo prima- disse, seccata –Dovrò abituarmi-
Spalancai la bocca, incredula –Ma… cosa…?-
Quella… quella non era la mia voce.
-Vedi, Hermione, tu sei troppo ingenua- disse l’altra Hermione –E per questo sarai tu a perdere-
Non osavo aprir bocca, non volevo sentire quella voce, quella voce strana che mi usciva dalla gola. Cominciavo ad avere un presentimento.
-Ci vediamo, Hermione…. O forse dovrei dire… Pansy?- sghignazzò e corse via.
Pansy?
Mi toccai il viso e i capelli. No. No. No!
Mi alzai in piedi e mi guardai mani e gambe, non erano le mie. Cercai di afferrare uno dei miei boccolo castani ma in testa avevo solo un caschetto di capelli lisci.
Nemmeno i vestiti erano i miei. E neanche la bacchetta che avevo in tasca. Percorsi le scale correndo e andai fino al bagno delle ragazze; spalancai la porta e mi precipitai ai lavandini. Mi guardai allo specchio.
Quella riflessa non ero io.
Era una Pansy dalla faccia sconvolta.




Spazio autrice:
Innanzitutto scusate dello stra-ritardo ma ho avuto un casino e mezzo di cose da fare e non sono riuscita ad aggiornare.
Eccovi finalmente il nuovo capitolo! Spero vi piaccia.
...-4 capitoli alla fine...
Grazie a chi ha recensito l'ultimo:
Andy_Candy sì, se devo dire la verità odio scrivere quando litigano, mi deprime. Infatti scrivo sempre quelle parti quando sono giù di morale ^^ !
Jud_91 non ce la farei mai a farli mollare, anche se... i prossimi capitoli saranno abbastanza angoscianti...
8marta8 grazie per il "sei davvero brava"! non lo merito... comunque devo ammettere che mi sono divertita molto a far menare Justin... me sadica ...hihihi
titti6493
"avevo una tale agitazione addosso che mia sorella ha pensato che avessi problemi con il mio ragazzo... "?? cavoli, io ti faccio male alla salute! Spero che questo capitolo e i prossimi non ti angoscino troppo... ^^
monipotty allora... riguardo a Blaise... ti do un'anticipazione: parlerà con Pansy... ma non con la Pansy che crede lui...
Shavanna non ti preoccupare, Justin non darà più problemi, non nel prossimo capitolo, almeno...
Lalla* no, non sono offesa ;-D... spero non lo sia tu dopo che ho fatto menare un Hufflepuff (ups, mi sono divertita però)
Keira93 garzie mille! sono felice che ti piaccia... non è poi questa gran cosa però grazie comunque!
Katrin Kelly uhm... MERAVIGLIOSO?... non esageriamo
stellina the best Justin si meritava molto di più? Ma no, dai, poverino... non esageriamo...
slytherin girl grazie!!!!! non ho aggiornato proprio in fretta però... kisses
Ciao a tutti! un bacione,

Lizzie***

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Capitolo 14
*** It's me! ***


Quella riflessa non ero io.
Era una Pansy dalla faccia sconvolta…

Mi appoggiai al lavandino con le braccia e respirai a fondo un paio di volte, cercando di calmarmi. Chiusi gli occhi e anche se non mi aspettavo che tutto tornasse normale appena rividi il volto di Pansy al posto del mio nello specchio mi sentii ancora peggio.
Cosa aveva fatto? Non era una Pozione Polisucco, era troppo immediata e inoltre non avevamo preso una le sembianze dell’altra, ci eravamo proprio scambiate. Provai a ragionare, a passare in rassegna nella mia testa tutti i libri che avevo letto, tutte le lezioni di pozioni di Piton, qualunque cosa potesse aiutarmi a capire cos’era successo. Ma non capivo, non ricordavo  niente che facesse scambiare i corpi a due persone.
Dovevo fare qualcosa o tutti avrebbero pensato che io ero Pansy e viceversa! Per fortuna noi due non ci assomigliavamo per niente, dopo un po’ si sarebbero accorti che non ero io quella, giusto?
Sì, dovevo andare da Draco e spiegargli tutto, poi saremmo andati dal preside e Silente avrebbe sistemato tutto. Ma… mi venne in mente quello che Draco mi aveva detto poco prima di Natale…
…Se quella troia d'ora in poi osa anche solo avvinarsi a te giuro che la ammazzo…
Forse non era il caso che Draco fosse il primo a saperlo, però d’altronde si sarebbe accorto dello scambio molto facilmente. Pansy non era mai stata una brava attrice e non credevo che fosse brava a fare la parte di Hermione Granger… no, come anche io non ero in grado di fingermi lei.
Che fare? Potevo rivolgermi ad un insegnante ma non sapevo nemmeno io se era la cosa giusta da fare; una cosa però era certa: dovevo uscire da quel corpo e fare in modo che Pansy non combinasse mentre era in me.
Sentii un singhiozzo alle mie spalle e  mi voltai di scatto.
-Mirtilla… ciao…- dissi rivolta alla ragazza fantasma che volteggiava a poca distanza da me.
-Che c’è? Vuoi prendermi in giro di nuovo? Dirmi che sono una frignona e che sono una fifona anche da fantasma? È questo che vuoi?- chiese Mirtilla Malcontenta, incrociando le braccia con aria offesa -Beh, Nick mi ha prestato un libro sull’autostima e non credere di ferirmi più con i tuoi commentini!-
-Ma… veramente io non ti ho mai presa in…- ah, già… ero Pansy in quel momento -Non sono chi credi, Mirtilla-
-Ah, no? È un nuovo modo per prendermi in giro? Te l’ho detto, non attacca!-
Strano vedere Mirtilla così risoluta e con gli occhi così asciutti!
-No, non ti sto prendendo in giro!- esclamai -Ora me ne vado, comunque!-
-Ecco, brava, vai via…- il labbro di Mirtilla tremò e un secondo dopo era scoppiata in un pianto a dirotto.
Scossi la testa, indecisa su cosa fare. Alla fine decisi di comportarmi come avrebbe fatto Pansy e cioè me ne andai ignorando la fantasma che singhiozzava svolazzando in giro per il bagno.
Mi chiusi la porta alle spalle e mi guardai intorno nel corridoio; adesso cosa potevo fare? Ci pensai un attimo e alla fine decisi di andare dai miei amici; avrei spiegato tutto a Ron ed Harry… avevo solo paura che intanto Pansy-Hermione andasse da Draco.
Corsi in Sala Grande ma era completamente vuota così salii le scale e andai al Ritratto della Signora Grassa. La donna del ritratto appena mi vide mi squadrò da capo a piedi –Cosa ci fai qui, ragazza?-
-Vado alla Sala Comune!- spiegai e dissi la parola d’ordine.
-Non sei una Grifondoro- disse la Signora Grassa.
-Sì che sono una Grifon… cioè, no in effetti non proprio però… devo assolutamente entrare!!! So anche la parola d’ordine, la prego!-
-Non so se posso- disse lei –Aspetta solo un secondo- e scomparì per riapparire in un altro ritratto lì a fianco.
-Violet, dici che posso far entrare quella ragazza?- chiese.
Violet, che aveva ascoltato tutto il discorso tra me e la Signora Grassa con attenzione scosse il capo –Non lo so, prova a chiedere a Geena, al primo piano, lei sa sempre tutto!-
Rimasi davanti al ritratto per quelle che sembrarono ore, in cui, esasperata aspettavo la Signora Grassa, ma lei ogni volta tornava senza sapere cosa doveva fare. Alla fine mi sedetti, scoraggiata sul pavimento e sospirai.
-Se vuoi posso andare a chiederlo a Phineas, ma lui non è molto socievole! Però è nello studio del preside e potrei chiedere a lui…-
-No, grazie- sospirai.
-Ma si può sapere perché una Serpeverde vuole entrare nella Sala Comune dei Grifondoro?- chiese la Signora, curiosa. Vidi Violet che tendeva l’orecchio.
-Cerco i miei amici- dissi, giù di morale, e adesso cosa facevo?
-Serpeverde e Grifondoro amici?- chiese Violet e scoppiò a ridere –Questa è buona!-
Ignorai il chiacchiericcio delle due e mi misi a ragionare un’altra volta intanto che aspettavo. Una pozione che scambia i corpi. E che funziona anche se diluita nel Whisky Incendiario… Erano poche le pozioni che funzionavano anche non pure.
Pensa, Hermione, pensa!
Scambio di corpi, scambio di corpi… scambio di corpi…
In quel momento Harry e Ron uscirono da dietro il ritratto, chiacchierando allegramente. Il rosso sembrava assolutamente spensierato; mi chiesi dove fosse Lavanda e quanto stesse soffrendo per colpa mia.
Sì, perché era colpa mia se si era messa con Ron, che non ricambiava abbastanza. Era colpa mia se lui non le aveva dedicato abbastanza attenzioni e colpa mia se si erano lasciati.
Forse mi stavo colpevolizzando troppo…
Appena Harry e Ron si accorsero di me si fermarono, increduli. Io mia lzai in piedi.
-Sì, lo so che è incredibile ma…-
-Che diamine ci fai qui, Parkinson?- chiese Ron –Se vuoi fare del male ad Hermione dovrai vedertela con noi!-
-Non ho certo intenzione di far del male ad Hermione, anche perché Hermione sono…-
-Senti, perché non te ne vai una volta per tutte? Non puoi stare con quel deficiente quindi piantala di assillare Hermione!-
-Lo sapevo che non erano amici!- esultò Violet.
La ignorai -Innanzitutto Draco non è un deficiente!- sbottai –E poi io non sono Pansy!-
-Sì, certo, e chi sei allora? Merlino travestito? Ci hai presi per scemi?- disse Ron.
-Mi vuoi far parlare?- dovevano ascoltarmi! Dovevano! E poi… come facevano a scambiarmi per la vera Pansy? Era oltraggioso! –Ragazzi, io sono Hermione!-
Harry alzò le sopraciglia, sbalordito –Ehm… certo, come no? E io sono Albus Silente-
-Vattene via, Parkinson, tu e …e… e le tue stranezze!-
-Ma… Harry…. Ron… sono io!- balbettai. Perché non capivano che ero io? Perché? Ero la loro migliore amica, cavoli!
-Come ti viene in mente uno scherzo del genere?- chiese Ron –Certo che hai una bella faccia tosta!-
Pensai velocemente a qualcosa che solo io sapevo, che solo Hermione poteva sapere… -Ron, oggi Lavanda ti ha lasciato! Pansy questo non lo sa!-
-E invece sì!- sbraitò Ron, seccato da quell’uscita-
Lo guardai, confusa.
-Lo sa tutta la scuola! Lavanda è andata a dirlo a una Corvonero che l’ha detto ad Hannah Abbott, che l’ha detto ad un’altra ragazza e via dicendo… come se non lo sapessi!-
-Io… io ho fondato un’associazione per sostenere i diritti degli elfi domestici!- esclamai. Sorrisi, questo li avrebbe convinti.
-L’ha fondata Hermione- borbottò Harry.
-Infatti! Sono io Hermione!-
-E come si chiama?-
-C.R.E.P.A.!- esclamai.
-Ehi!-
-C-R-E-P-A, Ron! Lo sai!- dissi, esasperata.
-Non so come faccia tu a saperlo ma non ci incanti mica, sai. Se tu sei Hermione come avresti fatto a prendere le sembianze della Parkinson? Con la Pozione Polisucco?- chiese Harry. Non mi lasciò rispondere –Mi dispiace informarti che ho visto Hermione un secondo prima e che per fare la Polisucco ci vogliono mesi: ci avrebbe avvertito se ne stava preparando! E poi che senso avrebbe?-
-Non è la Polisucco! Ci siamo… scambiate! Io e Pansy, intendo.-
-E come?- chiese Ron, scettico.
Non ci potevo credere, non m riconoscevano!
-Beh, questo… questo ancora non lo so però… aspetta, Harry hai detto che hai visto Hermione un attimo fa?-
-Sì, ma…-
-E dov’è andata?- chiesi, dovevo trovare lei se loro non mi credevano!
-Beh, stava andando fuori con Draco ma non…-
Non lo lasciai, finire, mi precipitai giù dalle scale –Mi crederete!- urlai, mentre mi allontanavo. Era stato orribile. Non avevamo capito che ero io. Uscii dalla scuola senza nemmeno una giacca e infatti avvertii subito un brivido di freddo. Mi strinsi nel mio maglione, anzi nel maglione di Pansy e iniziai a camminare. Dove potevano essere andati?
Infine li vidi e vorrei non averlo mai fatto.
Si stavano baciando.
Draco stava baciando Pansy.
E non se ne rendeva conto.
Né lui né Harry né Ron avevano saputo distinguerci.
Non avevo idea di cosa fare adesso.
Se non mi riconoscevano loro chi poteva? Una lacrima mi rigò il viso e scappai via ancora una volta.

Ero sola.
Completamente sola.
Harry e Ron scambiavano me per Pansy.
Draco scambiava Pansy per me.
Ginny era chissà dove.
Ero davvero giù di corda.
L’unica cosa che potevo fare era aspettare un miracolo, e io ero troppo razionale per credere che potesse davvero accadere. Sbuffai. Sarei rimasta Pansy a vita.
-Pansy?- Blaise entrò nell’aula vuota e vedendomi, si avvicinò.
-Blaise- dissi, sorpresa.
-Ti stavo cercando- disse lui, e mi si sedette accanto.
Mi asciugai il viso e lui vide le lacrime -Cos’è successo? È per Draco?-
-In un certo senso- ammisi.
-Beh, volevo parlarti riguardo questo…-
-Blaise, io non sono…-
-Aspetta, lasciami parlare, era da tanto che volevo dirtelo e ora che finalmente ho trovato il coraggio non mi fermerai!-
Oh. No.
-Blaise…-
-Pansy, io… credo che tu deva smetterla di correre dietro a Draco. Lui non rinuncerà ad Hermione, e lo sai quanto me. Credo che tu debba andare oltre, dimenticartelo. E… e se ti va posso aiutarti. Posso essere al tuo fianco perché …perché io ti amo, Pansy-
Grandioso! Mi beccavo anche la dichiarazione d’amore adesso.
-Blaise, io non sono Pansy…-
-È un modo carino di dire che non ti interesso?- chiese Blaise, spiazzato.
-Pansy non sa nemmeno cosa vuol dire ‘modo carino’, Blaise!- esclamai –E adesso non prendermi per pazza perché è tutto il giorno che cerco di farmi credere dalla gente ma sembra che io sia proprio Pansy! Sono contenta che hai trovato il coraggio di dirglielo, e mi raccomando ripetiglielo quando tornerò in possesso del mio corpo perché così forse si staccherà dalla bocca di Draco!-
-Eh?- Blaise sbarrò gli occhi, sempre più confuso –Di cosa stai parlando?-
-Sto parlando del fatto che Pansy sta baciando Draco proprio in questo momento!! E sto parlando del fatto che odio essere una Serpeverde! Io non sono meschina e non voglio esserlo! E soprattutto non voglio essere Pansy Parkinson! Voglio solo stare con il mio ragazzo ed essere me stessa, mi spieghi perché diavolo è così difficile????- urlai, isterica.
Blaise mi guardò negli occhi per un attimo –Hermione?-
-Sì, sono Hermione… e per la cronaca… un momento, mi hai riconosciuta!!!!-
Blaise annuì.
Gli saltai con le braccia al collo.
-Okay, okay, calma Grifondoro!- mi scrollò di dosso –Cosa cazzo sta succedendo? Perché sembri Pansy?-
-È quello che sto cercando di capire anche io! E comunque è tutta opera sua! Mi ha dato da bere qualcosa, una pozione… e ora io sono come lei e lei è come me!-
-Oh, merda, mi sono dichiarato a una Grifondoro. Mezzosangue. Alla Granger!-
Ridacchiai, un po’ imbarazzata.
Blaise arrossì –Non lo dire a nessuno, chiaro?-
-Certo che no, e in ogni caso non so nemmeno se riuscirò più a parlare con qualcuno visto che mi credono tutti Pansy! E… a proposito, come hai fatto a capire che ero io?-
Blaise arrossì ancora di più –Ehm… beh, Pansy ha sempre gli occhi ardenti, accesi, come dire… ha una specie di luce… capisci? Tu invece hai lo sguardo meno… più dolce, insomma…-
-Sai, sei l’unico al mondo che riesce a vedere una ‘luce’ negli occhi Pansy!- esclamai ma poi sorrisi.
-Cos’hai da sorridere tanto? Se provi a ridere giuro che…-
-Non ho intenzione di ridere!- gli assicurai –Hai detto una cosa… bella. Ma adesso dobbiamo far tornare ognuna nel proprio corpo!-
-Ma… tu mi stai dicendo che Pansy si è scambiata con te per …stare con Draco?-
-Sì-
Inutile dire che ci stavamo entrambi male, chi per un motivo chi per l’altro. Mi sentivo male solo a pensare a quel bacio, a quella Hermione che non ero io che baciava Draco. Era stato orribile.Blaise abbassò gli occhi.
-Ma si rende conto di quello che ha fatto? Tanto ce la farai a farvi tornare come prima!-
-Non ne sono tanto sicura!-
Alzò gli occhi e mi guardò –Che vuoi dire?-
-Che non so come farci tornare come prima, te l’ho detto-
-Non l’hai detto-
-Beh, adesso lo sai-
Si lasciò cadere su un banco e vi ci sedette –Ma è cosciente di cos’ha fatto??-
Cosciente.. coscienza… un momento… -Coscienza! Ma certo!- esclamai - che stupida! Ma come ho fatto a no pensarci prima? Blaise senza di te non ci sarei mai arrivata!-
-Di che stai parlando?-
-Dello Scambio di Coscienza!-


SPAZIO AUTRICE:
Sì, lo so, sto rallentando... e vi chiedo scusa ma ultimamente sono davvero impegnata!
E mi scuso anche perché mi sembra che sto scrivendo sempre peggio!

Ringrazio tutti quelli che hanno messo la mia fanfic nei preferiti e in particolare le seguenti persone, che hanno refcensito l'ultimo capitolo: XXXBEAXXX, SlytherinGirl, Jud_91, 8marta8, Keira93, Shavanna, stellina the best, titti6493, _S_Barker e monipotty!
Scusate se non vi scrivo di più...
Un bacione

Lizzie***

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Capitolo 15
*** Recognize me ***


-Scambio di… cosa?- Blaise mi guardò, stranito.
-Scambio di Coscienza!- esclamai, al colmo della felicità -Quando al secondo anno io, Ron ed Harry abbiamo preso un libro dal Reparto Proibito non ho resistito e me lo sono letto tutto- spiegai –Dentro non c’erano pozioni proprio… piacevoli… ma una di quelle meno macabre era quella che comportava lo Scambio di Coscienza!-
Blaise mi guardò ancora più stranito -E cioè?-
Sbuffai -Lo Scambio di Coscienza, Blaise! Due persone si “scambiano”, per così dire… e una entra nel corpo dell’altra! Che stupida, che stupida! Ma come cavolo ho fatto a non pensarci prima?-
-Beh, se lo dici tu…- Blaise era dubbioso.
-È così! Che c’è, non ti fidi?- chiesi, stizzita.
-Sì, ma… mi sembra un po’ assurda questa cosa dello scambio di conoscenza…-
-Coscienza, non conoscenza!-
-Okay, okay, coscienza! Mi sembra un po’ assurdo, insomma…come avrebbe fatto Pansy a prendere un libro al Reparto Proibito? Ci vuole il permesso scritto di un insegnante e nemmeno Piton permetterebbe a Pansy di accedervi! E… e poi come mai voi tre avete preso quel libro al secondo anno?-
Arrossi ricordando le orecchie e la coda da gatto che mi erano spuntante in seguito a quell’avventura; non mi sarei mai dimenticata quell’umiliazione –Ci… ci serviva per scoprire chi era l’Erede di Serpeverde…-
-E in che modo? Avete fatto un Veritaserum e l’avete somministrato a tutti gli studenti di Hogwarts? Mi ricorderei il magico trio che offre succo di zucca a tutta la scuola!-
-No, beh… in realtà ci serviva la Pozione Polisucco…- ammisi. Chissà com’era stato per Harry e Ron fingersi Tiger e Goyle? Non ci avevo mai pensato.
Stupito sembrò cercare un senso a quello che avevo detto.
-Ci siamo trasformati in Tiger, Goyle e la Bullstrode…- spiegai. Non avevo certo intenzione di raccontargli l’episodio del gatto!
Blaise scoppiò a ridere -Questa sì che è buona!- esclamò -Ma perché tutto questo?-
-Pensavamo che Draco fosse l’Erede o che sapesse chi fosse e volevamo farcelo dire…. Ma ora basta chiacchierare! Devo tornare me stessa al più presto possibile!!-
-Se l’hai letto non c’è problema- disse lui, sedendosi su uno dei banchi dell’aula in cui ci trovavamo -Basta che fai l’antidoto, no? Con la memoria che ti ritrovi dubito che non te lo ricordi!-
Mi morsi il labbro cercando di fare mente locale… antidoto… su, forza, Hermione… -Si!- esultai.
-Si cosa?-
-Me lo ricordo! Però… ci vogliono ventiquattr’ore perché sia pronto… e poi dobbiamo berlo sia io che Pansy, sarà dura!- mi sedetti a mia volta sul banco, di fianco a lui, accavallando le gambe, pensierosa -Questo è un bel problema-
-Penseremo a qualcosa…- mormorò Blaise, girandosi dall’altra parte come se non volesse vedermi.
-Sì, intanto dobbiamo procurarci gli ingredienti, spero di ricordare tutto ma in realtà non era molto difficile… Blaise, ma che cos’hai?- mi interruppi, guardandolo.
Scosse la testa senza girarsi.
-Stai male?-
Scosse di nuovo la testa.
-Ma si può sapere che ti prende?- gli misi una mano sul braccio e quella volta si voltò. Aveva il viso a pochi centimetri dal mio e senza che io riuscissi a rendermene conto mi baciò.
Si staccò all’istante e si catapultò giù dal banco. Ero paralizzata dalla sorpresa.
-Scusascusascusascusa!- esclamò lui, camminando avanti e indietro davanti a me –Io non volevo… insomma, mi sembravi… cioè… cazzo, devi uscire da quel corpo, Hermione!-
Per un secondo rimasi ancora immobile, poi quando capii sorrisi –Al più presto possibile! …ma… provi un’attrazione del genere per Pansy? Basta che ti si sieda vicino?-
Sbuffò, imbarazzato -Per un attimo mi ero dimenticato che non eri lei, può capitare! Insomma, è una situazione assurda, no?-
-Non hai risposto alla mia domanda- gli feci notare.
-Dobbiamo trovare gli ingredienti!- esclamò, e uscì dall’aula.
Lo seguii, sorridendo tra me e me. Però non riuscivo a capacitarmi del fatto che a Blaise piacesse tanto una così, non era un ragazzo stupido alla fin fine! E Pansy… beh, era Pansy! Con i suoi pregiudizi, la sua stupidità e tutto il resto!
Però… però forse anch’io avevo dei pregiudizi, forse alla fine non era colpa sua se era così… alla fine anche Blaise era simpatico. Forse i Serpeverde non era così male… però Pansy si era dimostrata più volte crudele! Lasciai perdere quel pensiero e mi rivolsi a Blaise.
-Mi servono degli ingredienti che ci sono solo nella scorta personale di Piton- dissi, chiedendomi come avremmo fatto senza il Mantello di Harry. Ora che ci pensavo grazie a quel mantello quelli che in realtà avevano infranto più regole erano Ron ed Harry… ed io!
-Ti pareva!- disse lui –Non poteva andare tutto bene, no, era troppo facile, immagino?!-
Camminammo ancora per qualche tratto di corridoio e arrivammo all’accesso ai sotterranei –Dobbiamo prenderli ora!- dissi –Devo tornare Hermione dentro e fuori al più presto possibile!-
-E va bene, genio, come conti di rubare dalla scorta di Piton? Scommetto che è ben protetta e qualcuno potrebbe passare di qui!-
-Non è ben protetta, in realtà, ma se qualcuno ci vede siamo nei guai! Anzi, tu e Pansy siete nei guai…- uao, potevo fare tutto quello che volevo e la colpa andava a Pansy! Ma… un attimo… ero Hermione, io! Non ero così subdola!
-La cosa mi rassicura molto!- disse lui, sarcastico.
-Pensa che quando sarà tutto finito potrai passare una luuunga punizione con lei!-
Nonostante tutto avevo comunque il terrore che qualcuno ci scoprisse, Blaise si offrì di fare da palo mentre io mi intrufolavo nella scorta di Piton e prendevo l’occorrente. Mi sentivo strana con i capelli che non mi toccavano le spalle, e così magra e con i denti perfetti… Però io ero più alta!
Stavo prendendo le ultime cose quando Blaise si precipitò nella stanza a sua volta, chiudendosi la porta alle spalle rapidamente.
-Che succede?-
Mi fece cenno di tacere e accostai l’orecchio alla porta. Blaise fece lo stesso. Sentimmo dei passi veloci e decisi e io incrociai le dita. Un miagolio c’informò che si trattava di Gazza, accompagnato da Mrs. Purr; per fortuna non era Piton! Appena i passi si furono dileguati uscimmo senza far rumore e corremmo via dai sotterranei.
Era stato più semplice del previsto.

-E ora?- chiese Blaise.
Eravamo nella Stanza delle Necessità e avevamo messo su un fuoco che si era materializzato in mezzo alla stanza, un calderone in peltro che avevamo riempito con gli ingredienti. Ora che avevo finito di lavorare, con Blaise che mi fissava senza sapere bene cosa fare, lui mi aveva fatto quella domanda.
-E ora ce ne andiamo, domani sera alle sei torneremo e la toglieremo dal fuoco, e allora sarà pronta- gemetti. L’idea di dover comportarmi da Serpeverde e specialmente da Pansy per un giorno intero era più che deprimente.
-Come faremo a farla bere a Pansy?-
Scossi la testa -Non ne ho la più pallida idea!-
-E se non ci riuscissimo?-
-Dobbiamo!- esclamai –Prima di capodanno perché a gennaio ri-iniziano le lezioni e non voglio che rovini la mia media! E soprattutto prima che vada a letto con il mio ragazzo!!-
-E se…- non lo lasciai finire, avevo già capito cosa voleva chiedermi; lo trascinai fuori e uscimmo dalla stanza.
-Dobbiamo impedirgli di stare con Pansy!- esclamai.
Assentì –Dove potrebbero essere ora?-
-Non so…- fuori faceva freddo e poi dubitavo che fossero rimasti lì da prima, nella Stanza delle Necessità era escluso perché ci eravamo appena usciti noi due, e allora dove potevano essere?
-E voi che ci fate qui?-
Ci voltammo. Draco e la falsa Hermione.
-Ehm… noi…- balbettò Blaise.
-Non state andando alla Stanza delle Necessità, vero?- chiesi subito.
-Non sono affari tuoi Gr… Parkinson!- esclamò Pansy con la mia voce. Brutta ladra di identità! Cercai di ignorare il braccio di Draco intorno alla mia…cioè… alla sua vita.
-Già, Pansy, smamma!- esclamò Draco.
Perché non mi riconosci?
-Ma voi non potete andare alla Stanza delle Necessità!- esclamò Blaise, venendo in mio soccorso.
Sia Pansy che Draco lo guardarono sorpresi –E perché no?- chiese il biondo.
Riconoscimi, Draco, ti prego! Cercavo di mandargli un disperato messaggio mentale, come se potesse leggere la mia mente. Se io e Blaise dicevamo la verità Pansy avrebbe negato e non volevo sentire un’altra volta un persona che volevo bene dire che pensava io fossi Pansy. Era stato insopportabile con Harry e Ron e con lui sarebbe stato ancora peggio; ma forse con Blaise dalla mia… no, Draco avrebbe pensato che mi credeva solo perché gli piaceva Pansy…Draco, sono io! Sono io!
-Non potete perché…- Blaise mi guardò, in cerca di aiuto –Perché…-
-Perché ci stavamo andando noi!- esclamai, prendendolo per mano.
Lui mi guardò, incredulo.
-Ah… beh… in tal caso…- disse Draco, sconcertato -Ma non pensavo che voi…-
-E invece si, qualche problema?-
Pansy aveva capito tutto e mi guardava con odio, ma naturalmente non poteva dire che stavo mentendo perché? Avrebbe dovuto spiegargli tutto.
-Figurati- disse Draco, allegramente. Probabilmente era contento che non avrebbe più avuto me… cioè Pansy, tra i piedi.
Fece per andarsene e per l’ultima volta cercai di fargli capire che ero io; se Blaise c’era riuscito perché lui no? Lo guardai intensamente e per un attimo i suoi occhi si fermarono sui miei; lo vidi cambiare espressione. Ma Pansy lo strattonò per un braccio -Andiamo via!-
La seguì ma si voltò a fissarmi negli occhi ancora una volta; cercava di capire cosa c’era di strano, perché quello sguardo era negli occhi di Pansy.
Però non tornò indietro.
-L’aveva quasi capito!- esclamò Blaise –Perché non gli hai detto niente?-
-Non mi avrebbe creduto!-
-Ha visto i tuoi occhi!- disse lui.
-Ha visto gli occhi di Pansy!-
-No, Hermione, è così che io l’ho capito! Non gli occhi in quanto organi ma quello che c’è dietro!-
-Non c’è niente dietro agli occhi!-
Blaise scosse la testa –Mai sentito che gli occhi sono lo specchio dell’anima?-
-È un modo di dire!- non volevo capire perché avevo paura di farmi false speranze.
-Lasciamo perdere! Tanto è inutile discutere con te!-
-Però cercherò di parlargli io stasera!- aggiunse.
-Non lo fare!!!!-
-Perché?-
-Perché non ti crederà e dopo sarà sulla difensiva nei nostri confronti! Se pensa che stiamo insieme, invece, sarà più aperto al dialogo e forse riusciremo a tenerlo lontano da Pansy fino alle sei di domani sera!-
-Ma ha capito che non eri Pansy!-
-E allora perché non è tornato indietro?-
-Non lo so. Comunque io oggi lo tratterrò in Sala Comune e gli dirò tutto!-
-Trattienilo in Sala Comune ma non dirgli  niente!-
Riprese a camminare e non mi rispose; lo seguii, sperando che ascoltasse quello che gli avevo detto.




SPAZIO AUTRICE:
Ancora una volta mi pare di aver scritto da cani, ma se voi dite di no... Comunque vi ricordo che mancano ancora 2 capitoli alla fine della fic...
E pensare che quando l'ho iniziata volevo fare un Blaise stronzo... forse sto addolcendo un po' troppo questi Serpeverde, spero solo non si ribellino ^^
Grazie 1000 a chi ha recensito lo scorso capitolo e scusate se scrivo solo i vostri nomi ma adesso non riesco a rispondere a tutti; in ogni caso un bacione a queste benedette persone che mi hanno permesso di continuare la fanfic, siete grandi: SlytherinGirl, titti6493, 8marta8, stellina the best, Jud_91, Keira93, Andy_Candy, mena, monipotty, sfigatalcubo, Shavanna!!!
Un bacione a tutti i lettori!!!!
***Lizzie***

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Capitolo 16
*** Hermione's not Hermione ***


SPAZIO AUTRICE:
Una premessa: ho dovuto cambiare qualcosa del capitolo… che numero era? Ah, sì il 6… perché mi serviva per una cosa che succederà in questo capitolo. No, non occorre che andiate a vedere, è solamente una frase… semplicemente a Hogwarts non rimane soltanto Pansy delle Serpeverde ma anche qualcun altro.
Questo è il penultimo capitolo… spero di arrivare ad una degna conclusione dei fatti!
Un grazie di cuore a: stellina the best, sfigatalcubo, Slytherin Girl, Keira93, Shavanna, 8marta8, Jud_91, malfy, Lallix, mena, titti6493… per aver recensito!!!!
Scusate il ritardo ma ero molto impegnata in questo periodo…
Un bacione a tutti
***LIZZIE***


Era stranissimo stare seduta nella Sala Comune dei Serpeverde come se nulla fosse, come se io appartenessi a quel posto. Ed era ancora più strano vedere che tutti mi guardavano come io non dovessi essere in nessun altro posto tranne quello, come se io fossi esattamente dove dovevo stare… che cosa bizzarra. Quella stanza mi pareva così poco familiare, così poco accogliente, i ragazzi che mi salutavano tanto freddi, era una strana sensazione… essere nella vita di qualcun altro. Chissà se anche Pansy si sentiva in quel modo; sperai che fosse così perché mi sentivo totalmente a disagio e non vedevo l’ora di rientrare in possesso del mio corpo… anche perché dovevo farla pagare a certe mie conoscenze che non avevano saputo distinguere la loro migliore amica da Pansy Parkinson e anche un certo ragazzo che ora stava seduto sulla poltrona di fronte alla mia…
Non mi ero mai sentita tanto lontana da Draco come in quel momento, nonostante fosse a pochi metri di distanza; stava chiacchierando con Blaise, che per fortuna non gli aveva ancora parlato dello scambio e non sembrava intenzionato a farlo, almeno finché io ero lì davanti.
Mi sentivo così sola, come se le persone intorno a me non ci fossero,  non fossero davvero lì; l’unico mio sostegno morale era Blaise perché era l’unico a sapere. Chi avrebbe mai detto che un giorno avrei dovuto contare su di lui…
Non li ascoltavo nemmeno, non mi interessava neanche sapere di cosa parlavano; mi sentivo vuota, fuori posto… avrei voluto dire tutto a Draco ma avevo paura che non mi credesse e sapevo che se non l’avesse fatto io sarei morta di dolore… mi avrebbe fatto troppo male. Eppure una parte di me, che probabilmente era la più realista, mi diceva “Stupida, vai da lui e raccontagli tutto!” e avrei dovuto ascoltarla ma ero come bloccata dalle mie paure.
Io, la coraggiosa Grifondoro, che si fa sopraffare da dei timori del genere, che si fa rovinare la vita perché ha paura di soffrire. Mi vergognavo di me stessa… però continuavo a rimanere lì, immobile e zitta.
Pensai a Ron ed Harry, a come non avevano voluto ascoltarmi, faceva male e se fosse successa una cosa simile con Draco non avei potuto sopportarlo.
-Ehi, che hai, Pansy?-
Alzai gli occhi verso Draco e non riuscii a spiccar parola, non potevo diventare Pansy, soprattutto non con lui, non mi era possibile.
Notò il mio sguardo sperduto –Sì, ti parlo di nuovo, so che è strano… ma se non hai più niente contro Hermione credo che potremmo tentare di tornare amici…-
Come potevo dirgli che in realtà Pansy ce l’aveva con me più di prima? Come potevo dire che non ero quella che pensava? Come?
-Ehm… Draco- intervenne Blaise, e stava per salvare la situazione ma io lo interruppi.
-Non voglio essere tua amica, Draco- dissi, con il cuore in gola. Non seppi perché lo dissi, forse perché volevo essere qualcosa di più di nuovo, forse perché non volevo che lui si riappacificasse con Pansy… mi pentii subito di averlo detto e cercai di rimediare… Blaise e Draco erano rimasti spiazzati.
-Scusa io… cioè… pensavo ad altro… sono contenta se torniamo amici…- va bene tutto, ma non sembravo per niente Pansy.
Blaise non sapeva che dire, Draco sembrò sorpreso –Pansy, ma… stai bene? Cioè… sembri diversa…-
-Beh, in effetti…- non riuscii a continuare, Blaise scosse la testa, esasperato.
-Prima Hermione e adesso tu! Ma che vi prende a voi ragazze…?- disse Draco.
-In che senso?- chiesi, speranzosa. Se ne stava accorgendo!
-Beh, oggi Hermione era strana, si comportava diversamente dal solito, sarà che stanno per iniziare di nuovo le lezioni ed è agitata…- poi mi guardò, probabilmente aspettandosi che io dicessi qualcosa al proposito, tipo che Hermione era una secchiona assurda e cose così.
-Ah, già, le lezioni…- dissi tra me, come faceva a pensare ad una cosa del genere? Io quando stavano per iniziare le lezioni non ero affatto agitata e oltretutto di certo non mi comportavo come Pansy!!
-Ehi, hai sentito che l’idiota non sta più con quell’oca?- chiese poi Draco, rivolgendosi a Blaise, con un ghigno.
Lui mi guardò, preoccupato, probabilmente pensava non gradissi sentir chiamare Ron idiota oca ma in quel momento l’unica cosa che riuscivo a pensare di lui era quella.
-Già- disse, senza entusiasmo.
-Sì, quel completo deficiente!- esclamai io -Non capisce niente e si è messo con Lav… la Brown solo perché è l’unica ragazza che lo prende in considerazione!- si, avevo decisamente bisogno di sfogarmi –E sempre che gira con.. con Potter! Quei due non capiscono un cazzo della vita e non riconoscerebbero un Auror da un Dissennatore!-
Blaise mi guardò, incredulo.
-Infatti!- esclamò Draco –E a me tocca sopportarli senza dire niente perché sono amici di Hermione… alla fine mi va bene tutto purché Weasley non le ronzi troppo intorno!-
-Sei stanca, Pansy? Perché non vai a dormire?- mi chiese Blaise, preoccupato che Draco non si spingesse troppo oltre nello sparlare dei miei amici.
Scossi la testa, e appoggiai la schiena al divano –Non ho sonno, grazie, Blaise-
-Ma avete visto poi come si veste quell’invertebrato? Con quei adorabili maglioncini fatti a mano dalla sua cara mammina e se gli va bene i vestiti smessi di qualche suo fratello ormai pieni di tarme!- continuò Draco, che non aveva nemmeno badato alla domanda che Blaise mi aveva rivolto –Mi chiedo come mai non è un Magonò… ci si avvicina notevolmente!-
Sorrisi malignamente, in quel momento non mi dava affatto fastidio sentirlo parlare male di Ron.
-Paansy!- chiamò una voce lagnosa.
Mi voltai e vidi una delle ragazze a me sconosciute che erano rimaste ad Hogwarts, non sapevo nemmeno come si chiamasse anche se l’avevo vista un milione di volte in classe –Vieni in dormitorio? Io e le altre siamo tutte su…-
Guardai verso Blaise, non mi andava del tutto a genio l’idea di dover ritrovarmi tra le mie peggiori arci-nemiche… non era proprio il massimo.
-Vai, Pansy, no?- disse Blaise e mi fece segno di seguire la Serpeverde.
-Ok- dissi, poco convinta, e mi unii alla Serpeverde –Buonanotte-
-‘Notte Pansy-
-‘Notte-

Dopo l’allucinante serata passata assieme ad un branco di civettuole Serpeverde ero disposta veramente a tutto pur di non dover ripetere l’esperienza. Se Lavanda a volte mi pareva un’oca era perché non avevo mai parlato cordialmente con una di loro e se pensavo che Pansy fosse crudele era perché non avevo mai sentito cosa dicevano tra loro le care serpi. Dopo aver sparlato un po’ di Ron e di tutti i Grifondoro uno per uno (me compresa) cominciarono a discutere su come si vestivano male i Tassorosso e di quanto era cretina Cho Chang (-Come si fa ad innamorarsi addirittura di Potter? Va bene Diggory che era figo pur essendo Tassorosso ma… Potter? Dev’essere malata di mente!- aveva detto una di loro). Al che molte avevano preso a sospirare e altre a negare che Cedric fosse mai stato figo. Sinceramente la cosa mi infastidì davvero tanto; Cedric era morto, come facevano a parlare di una cosa simile? Solo a pensarci mi venivano le lacrime agli occhi.
Così la mattina dopo mi ero svegliata devastata visto che quelle galline mi avevano tenuta sveglia fino alle due per chiacchierare di cose futili.
La mattina seguente ero semplicemente a pezzi e mi trascinai in Sala Comune prima che quelle pazze furiose potessero alzarsi e con mia grande sorpresa trovai un disperato Blaise.
-Cazzo, Hermione, era ora che ti svegliassi!- esclamò, fuori di sé, venendomi incontro.
-Sono stata sveglia fino a tardi ad ascoltare apprezzamenti sul tuo sedere, Blaise, cosa pretendi? Che mi svegli all’alba?-
-A… apprezzamenti sul mio sedere?- ripeté, incredulo.
Annuii, esausta –Ma adesso dimmi qual è il problema, perché sei tanto agitato?-
-Draco- ansimò lui -È uscito-
-E allora?- sprofondai nel divano, gli occhi piccoli per il sonno.
-Uscito uguale con la finta Hermione!- esclamò Blaise –Dobbiamo tenerli d’occhio! Non vorrai che succeda qualcosa prima delle sei di sta sera???-
Mi svegliai all’improvviso e mi alzai di scatto, trascinandolo fuori dalla Sala Comune –Sbrigati, Blaise, dobbiamo raggiungerli!!!-
Per poco non lo feci ribaltare mentre uscivamo per dirigerci in Sala Grande. Purtroppo non erano lì e io comincia a dare in escandescenze.
Camminava avanti e indietro davanti all’ingresso della Sala Grande borbottando preoccupata –Ma dove sono? Dove sono dovesonodovesonodovesono?-
-Calma, Hermione, saranno  nei paraggi, no? Voi dove andate di solito di mattina?- chiese Blaise, che in realtà era agitato quasi quanto me.
Scossi la testa, con le mani tra i capelli, quegli odiosi capelli neri!
-Non lo so, di solito non ci vediamo la mattina presto!- esclamai.
Rimanemmo in silenzio per lunghi minuti carichi d’ansia e alla fine dei passi ci annunciarono che a noi si stava per unire qualcun altro. Da dietro di noi apparve Draco e con mio enorme sollievo (e con enorme sollievo di Blaise) era da solo. Da solo. Niente finta Hermione.
-Ciao Draco!!- esclamammo sia io che Blaise all’unisono, strafelici.
-Ciao- aggrottò le sopraciglia –Avete visto Hermione per caso?-
-No!- esclamai –Assolutamente no!-
Mi guardo storto poi si strinse nelle spalle –Va beh…-
-Draco! Ma ci parli ancora con lei?-
Ci voltammo; che fastidio, io non parlavo in quel modo, teneva la mia voce troppo alta!
-Non ho intenzione di ucciderti, Granger- dissi, ironica, che fastidio! Io non sculettavo!
Mi ignorò e si allungò a scoccare un bacio sulle labbra a Draco. Strinsi i pungi, Blaise la guardava male.
Non ce la facevo, non potevo sopportare tutto questo, non potevo. In quel momento scesero anche i miei traditori… cioè… i miei amici. Li guardai con rammarico, la rabbia mi era passata e ora volevo solo che mi riconoscessero e dicessero a Draco che stava sbagliando tutto.
Draco, Ron ed Harry si scambiarono un cenno di saluto poco convinto mentre Hermione li salutò in modo assai poco allegro, non sembrava proprio felice di vederli. Forse anche lei aveva passato una pessima serata tra i Grifondoro.
Andammo a sederci in Sala Comune; Lavanda scese più tardi e si sedette vicino a Ginny e il più lontano possibile da Ron, mentre le Serpeverde che erano arrivate da poco in sala si mettevano a ciarlare e ridacchiare.
-Io non ce la faccio fino a stasera, Blaise!- dissi a bassa voce, mentre ingurgitavo il latte.
-Se non vuoi dirgli niente cos’altro possiamo fare?- chiese lui, seccato –Parlagli, capirà che sei tu! Te l’ho già detto, se ce l’ho fatta io per lui sarà un gioco da ragazzi!-
-No- dissi, in modo definitivo.
Sbuffò, contrariato -Come vuoi-
Quando Draco si alzò non potei non seguirlo con lo sguardo e stava per precipitarsi dalla finta Hermione quando io capii che non potevo davvero farcela, che mi si sarebbe rotto il cuore a guardarli, spaccato in due pezzi. Allora presi una decisione, decisi di seguire l’istinto e mi alzai sotto lo sguardo sbalordito di Blaise e mi avvicinai a Draco.
Pansy si stava avvicinando a lui ma appena mi vide si fermò, perplessa. Io continuai imperterrita a camminare e Draco si voltò verso di me. Non gli diedi il tempo di parlare.
Non chiedetemi perché lo feci.
Non lo so nemmeno io.
Però andò così: avvicinai la bocca alla sua e lo baciai, senza curarmi di tutti gli altri. Lo baciai. Rimase immobile per un secondo, poi si staccò e mi guardò, sconvolto.
Ron, Harry e Ginny si erano alzati in piedi e fissavano la scena a bocca aperta; Ginny si avvicinò –Parkinson, che cazzo stai facendo?- chiese.
Draco non le badò, guardò verso Pansy che mi guardava incredula e poi verso di me –Come… come diavolo…?- disse, guardandomi negli occhi –Hermione!-
Non l’aveva detto a Pansy, era rivolto a me, proprio a me. Aveva capito.
Ginny mi guardò, disorientata –Come?-
-Io non sono Pansy- dissi semplicemente e sorrisi. Sorrisi di cuore.
Ron e Harry si avvicinarono a loro volta –Che diavolo succede?- chiese Harry.
Anche lui fu ignorato e Draco guardò di nuovo verso la falsa Hermione –Ma… allora… Pansy?-
Harry e Ron impallidirono –Ma allora… non stavi mentendo?-chiesero all’unisono, rivolti a me.
Annuii –Ho cercato di spiegarvelo!-
-Come hai fatto?- chiese Draco –Tu… tu sei incredibile, Pansy!-
Si mise le mani sulla faccia e i miei riccioli castani le ricedettero sugli occhi.
Pansy stava piangendo.
Ma non stava solo piangendo, stava singhiozzando e grosse lacrime le scorrevano tra le dita mentre il suo corpo sussultava.

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Capitolo 17
*** The end... ***


Ci guardavamo tutti, imbarazzati, mentre Pansy continuava a piangere; Ron, Ginny ed Harry erano semplicemente sbalorditi.
Vidi Draco avvicinarsi a Pansy e mi misi in mezzo –Lascia perdere- dissi, sotto lo sguardo stupito di tutti. Ormai ne ero sicura, Pansy aveva capito, lo dimostravano le grosse lacrime che le scendevano sul viso.
-Come puoi dirmi lascia stare?- sbraitò lui –Ti rendi conto di cos’ha fatto? Prima prova a farti fuori e poi questo!-
-Me ne rendo conto meglio di te, Draco!- esclamai –Sono io la diretta interessata, no?- odiavo Pansy, la odiavo per quello che aveva fatto ma non volevo provocarle altro dolore anche se non sapevo bene perché. Forse per Blaise.
-Ti tormenterà fino a renderti la vita un inferno!- esclamò Draco –Non puoi di nuovo lasciar correre!-
-Sono d’accordo con lui, per una volta!- esclamò Ron.
-Vedi?- disse Draco
-Devi dirlo a Silente!- esclamò Harry.
Roteai gli occhi, infastidita –So che è grave quello che Pansy ha fatto ma stasera alle sei sarà pronto l’antidoto e sarà tutto come se non fosse mai successo niente!- esclamai. Ma sapevo che non era del tutto vero, il bacio tra Draco e lei era una cosa che restava indelebile nella mia memoria e dubitavo che il ricordo di quel terribile momento se ne sarebbe andato tanto facilmente.
Pansy continuava a piangere e Blaise si era avvicinato senza sapere cosa fare, mi rivolse un sorriso appena accennato e si mise a fianco della finta Hermione senza sapere se prenderla a schiaffi di nuovo o consolarla.
-Non mi importa se adesso piange, sta solo facendo finta, non le dispiace neanche un po’ per quello che ha fatto! Dobbiamo fare qualcosa o la situazione degenerà!- esclamò Draco, cercando di scostarmi ma mi piazzai davanti a lui.
Sbuffò –Perché la difendi?- chiese.
-Devi dirlo a Silente!- ripeté Harry.
-Sta’ zitto!- esclamammo contemporaneamente io e Draco.
Harry non aggiunse altro, mortificato.
-Ha sbagliato ma questa volta sa di averlo fatto, sono convinta che non vuole più procurarmi alcun dolore!- dissi, cercando di convincere Draco. Volevo che Pansy riuscisse a dimenticarlo e volevo che Blaise potesse aiutarla a farlo, si meritava di avere la sua occasione, era stato per me come un vero amico e non l’avrei dimenticato.
-È crudele e stupida, lo sai! Continuerà fino a che non…-
-No!- esclamò Pansy tra i singhiozzi.
Ci voltammo tutti.
L’Hermione davanti a noi ci guardava con gli occhi lucidi.
-Non voglio più intromettermi! Non voglio ferirvi inutilmente!- singhiozzò –Non avrò mai ciò che voglio e non dovevo cercare di averlo in questo modo, non è reale… non sto concludendo niente e non… non faccio altro che fare un sbaglio dopo l’altro…-
-Già, hai proprio ragione!- disse Draco, scocciato.
-Sei una stupida, Parkinson!- questa volta fu Ginny a parlare –Anche se ora ti scusi non rimedi a niente!-
-Lo so- singhiozzò lei e si tolse i capelli castani dagli occhi tirando su con il naso –Me ne rendo conto… io non volevo che finisse così…-
Blaise fece un altro passo verso di lei e Pansy appoggiò la testa alla sua spalla, piangendo più forte e coprendosi il volto con le mani. Lui rimase immobile, imbarazzato. Sorrisi, divertita.
-E tu? Tu la consoli anche?- strepitò Draco.
-Lascialo stare!- esclamai –Lui ha fatto molto per noi, non rimproverarlo!-
Mi guardò, sorpreso –Ma… tu… sapevi?- chiese a Blaise.
-Che Hermione non era Hermione?- chiese Blaise –Sì, lo sapevo-
-E perché non me l’hai detto?-
-Perché Hermione non voleva e perché non mi avresti creduto- disse Blaise, prendendo coraggio e accarezzando la testa di Pansy.
-Perché l’hai detto a lui?- chiese Draco, rivolto a me questa volta.
Harry, Ron e Ginny non sapevano che dire e guardavano la scena, ancora sconvolti.
-Non gliel’ho detto!- esclamai –Lo ha capito da solo!- quella frase suonava come un rimprovero, e in effetti voleva esserlo. Lui mi aveva riconosciuta, al contrario di Draco.
Aprì la bocca ma la richiuse senza dire una parola. Colpito e affondato.
Mi voltai verso Pansy –Non farai più niente a mio danno? O a danno di Draco?- chiesi.
Lei scosse la testa, che era ancora appoggiata alla spalla di Blaise.
E dissi una frase che avevo imparato dal moro –Senza rancore?- le porsi una mano.
Alzò la testa e guardò la mia mano, come se non credesse ai suoi occhi; la reazione di tutti gli altri, tranne Blaise, era la stessa: incredulità al cubo. Pansy deglutì e fissò la mano quasi col timore che potesse farle del male, poi la prese con la sua e la strinse, timorosa –Senza rancore…- balbettò.
Sorrisi, radiosa. Sapevo che quella storia finiva lì, sapevo che lei avrebbe voltato pagina, che sarebbe andata avanti lasciando perdere me e Draco. Lo sapevo.
Sorrisi a Blaise e lui mi rivolse uno dei suoi rari sorrisi.
-Bene. Allora è tutto a posto!- dissi, allegra –Ma che facciamo fino alle sei?-
Blaise si strinse nelle spalle –Torneo di scacchi?- ridacchiò ed entrambi scoppiammo a ridere.
Non ne sapevo bene il motivo, forse eravamo entrambi risollevati, contenti che si fosse risolto tutto, forse era stata la sua frase a farci ridere. Gli altri ci guardavano sempre più increduli, non riuscendo a capire com’era possibile che la faccenda si fosse risolta in quel modo e come fosse possibile che io e Blaise Zabini stessimo ridendo come idioti come fossimo due amici di vecchia data.
E poi anche Ginny scoppiò a ridere, e poi Pansy ed Harry. Alla fine Draco e Ron si guardarono e anche loro si unirono a noi. E tutta la Sala Grande risuonò delle nostre risate.
 
Versai il liquido rossastro in due bicchieri di vetro e ne porsi uno a Pansy. Gli altri ci guardavano in silenzio. Eravamo tutti quanti nella Stanza delle Necessità, dove ci eravamo recati dopo una serie di incredibili partite a scacchi dei maghi. Sì, alla fine avevamo preso in parola Blaise. Assurdo, no?
Pansy guardò il liquido fumante –E se non dovesse funzionare?- chiese, dubbiosa.
-Come? Io non ho mai sbagliato una pozione!- esclamai, indignata –Figurati, perché mai non dovrebbe funzionare?-
-Mah… non so… non ha un bell’aspetto!- commentò lei –Non so se voglio bere ‘sta roba.-
Sbuffai, infastidita –Vuoi rimanere me tutta la vita? Guarda che mi rapo a zero i capelli!-
Mi fissò, inorridita –Non oseresti!- esclamò guardando i miei-suoi capelli neri e lucenti.
-Oh, certo che sì!- le assicurai.
-Volete sbrigarvi?- chiese Draco, spazientito.
Blaise scosse la testa, contrariato e i due Serpeverde si scambiarono uno sguardo comprensivo, come a dire “ragazze”.
-Va bene, va bene, ma sei sicura che sia potabile o commestibile o come diavolo si dice?- mi chiese Pansy.
La fulminai con uno sguardo che non ammetteva repliche e lei si arrese, avvicinando il bicchiere alla bocca e mandando già un lungo sorso di pozione. Feci lo stesso.
Fu come la prima volta: la testa cominciò a girare fino a che tutto diventò confuso e non vidi più niente tranne il buio.
Prima di perdere i sensi sentii un coro di –Hermione!- e un’isolato -Pansy!-
Quando riaprii gli occhi, su di me erano chini Draco, Ginny, Ron ed Harry, un po’ preoccupati –Come stai?-
Sentii Blaise fare la stessa domanda a Pansy.
Mi tastai la testa e il volto, ora avevo dei boccoli disordinati che mi ricoprivano la testa, ero di nuovo io! Sorrisi al settimo cielo alzandomi con l’aiuto di Draco; non ero mai stata così contenta di essere Hermione Granger!
Vidi Pansy rialzarsi sorretta dal moro Serpeverde e lui sorriderle.
-Tutto bene, Hermione?- mi chiese poi, Blaise.
Feci cenno di sì con la testa. Non avrei potuto stare meglio.
Draco mi si avvicinò rapido e mi cinse la vita colle braccia, stringendomi forte e baciandomi con foga; ricambiai felice.
-Mi dispiace- bofonchiò Draco –Sono stato uno stupido a non sospettare niente, eppure sapevo che non eri tu-
Lo guardai, dubbiosa –Ah, sì?-
-Ragazzi, hanno bisogno di stare un po’ da soli!- esclamò Ginny, spingendo fuori tutti di peso. In un secondo la Stanza si svuotò.
Draco stava per dire qualcosa ma lo fermai mettendogli una mano sulla bocca –So che cos’hai in mente! E la risposta è no! Voglio fare una passeggiata!-
-Fare una passeggiata?- chiese lui, deluso –E perché vorresti fare una passeggiata, scusa?-
-Perché mi va-
Lui scosse la testa, senza lasciare la presa del suo abbraccio –Te lo scordi. Mi sono comportato da stupido e ora mi devo far perdonare!-
-Fatti perdonare con una passeggiata romantica, allora!-
Ghignò, divertito –Non mi conosci abbastanza se credi di avere qualche possibilità di sfuggirmi…- mi sussurrò all’orecchio.
Ciao ciao forza di volontà!
Lasciai che mi baciasse.
-Prometto che dopo facciamo una passeggiata- disse –Dovunque tu voglia-
-Guarda che ti devi far perdonare tanto- lo avvertii, maliziosa.
-Non sarà un problema-
 
Le vacanze se n’erano andate in un battibaleno e le lezioni erano ricominciate velocemente. Eravamo sommersi da compiti.
Eppure io avevo qualche pomeriggio libero, due dei quali dovevo trascorrere con un certo ragazzo.
-Okay Finch-Fletchey, io resto nei paraggi e se provi anche solo a parlarle di qualcosa che non sia materia scolastica ti crucio!-
Justin sbuffò, entrando nell’aula di Trafigurazione.
-Dai, Draco, non spaventarlo in quel modo!- lo rimproverai.
-Quello stupido Tassorosso!-
Sospirai –Beh, ci vediamo dopo!-
Mi fermò e posò le sue labbra sulle mie. Non mi sarei mai stancata di quell’abitudine.
-Ti amo-
-Anch’io- sorrisi –Ora va, però!-
Mi ascoltò, anche se controvoglia e sparì oltre il corridoio, calciando pietre invisibili. Stavo per entrare a mia volta nell’aula, pronta a far recuperare il programma scolastico a Justin, quando dalla parte opposta a quella dove Draco era sparito apparve Blaise.
Lo salutai con la mano e lui sorrise, allegro.
-Ti tocca fare ripetizioni?- mi chiese.
Annuii –Ti vedo su di giri-
-Pansy- disse lui, semplicemente.
-Devo dedurre che va tutto bene con voi due-
-A meraviglia. Sono sicuro che presto ci metteremo insieme!-
Annuii, era un dato di fatto: Pansy aveva cominciato a provare un certo interesse per lui con grande gioia del Serpeverde.
-Grazie Blaise!- esclamai, all’improvviso. Erano state poche le occasioni in cui noi due eravamo riusciti a parlare dopo che io e Pansy eravamo tornate noi stesse.
-Di cosa?- domandò, dubbioso –Non stai per chiedermi un favore, vero?-
Risi forte.
-Ehm… scusa, è che continuo a confondervi… tu e Pansy, dico- borbottò.
-Grazie per tutto quello che hai fatto per me!- esclamai.
-Ah, quello. Figurati! Era per Pansy, più che altro, no?-
-Ti voglio bene, Blaise!- lo abbracciai forte. Ero troppo allegra negli ultimi tempi per trattenermi.
-Oddio, meno male che non hai più il corpo di Pansy…- balbettò –Scusa, Hermione… ma… devo riabituarmi al fatto che siete voi stesse…-
-Ora devo andare!- dissi, ridacchiando –Mi raccomando, con Pansy! E ricordati che è lei e non io!-
Annuì e sorrise –Basta che tu non mi abbracci e va tutto bene!- disse, allontanandosi.
Mentre lo guardavo allontanarsi non potei non trattenere un altro sorriso.
 
***THE END***







SPAZIO AUTRICE.
E così è finito. Spero vi sia piaciuto perché io sono come al solito dubbiosa su tutto ciò che faccio io...

Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa fanfiction e in particolare quelli che hanno recensito e quelli che l'hanno aggiunta ai preferiti! Ho già un'altra Draco/Hermione pronta da sfornare e sarà completamente diversa da questa... Ma leggerete voi stessi.
Ancora grazie mille a chi ha recensito l'ultimo capitolo: Shavanna, 8marta8, _S_Barker, sfigatalcubo, Keira93, titti6493, monipotty, Lallix, Jud_91! Siete mitiche, ragazze, non so come avrei fatto senza il vostro sostegno a terminare questa fanfic!

Un bacione a tutti quanti

*Lizzie*

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