Daph.

di Karrysmiles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mietitura. ***
Capitolo 2: *** Capitol City. ***
Capitolo 3: *** Ringrazia Logan. ***
Capitolo 4: *** La sfilata. ***
Capitolo 5: *** Il voto. ***
Capitolo 6: *** L'intervista. ***
Capitolo 7: *** L'arena. ***
Capitolo 8: *** Fidenero del nord. ***
Capitolo 9: *** La grotta. ***



Capitolo 1
*** La mietitura. ***


                                                                                            


 Un'incubo infranse il mio sonno, mi svegliai di soprassalto cominciando ad ansimare.
Sognai l'arena, sognai i miei genitori e i miei amici mentre morivano lentamente ed in dolore.
Portai le ginocchia al petto cercando di calmarmi, mi distesi nuovamente per poi osservare il soffitto fino ad addormentarmi.
-Daphne- disse mia madre scuotendomi. 
Aprii gli occhi e guardai il finto sorriso di mia madre, dai suoi occhi traspariva preoccupazione.
-Ti ho preparato la tinozza per il bagno, sono riuscita a bollire l'acqua ed è calda, fai in fretta prima che si raffreddi-
disse per poi andarsene.
Mi diressi in bagno per poi infilarmi nella tinozza e cominciare a strofinare lo sporco.
Il nostro distretto era uno dei migliori, ma le condizioni economiche dei miei genitori non erano altrettanto migliori, la mia casa non possedeva un
buon impianto idraulico, niente acqua calda.
Ma non mi lamento.
Il 4 è uno dei distretti più ricchi, l'intera economia è basata sulla pesca.
Mio padre è un pescatore e mia madre vende il pesce catturato. Purtroppo non frutta granchè quindi a cena si mangia il pesce avanzato di fine giornata.
Oltre al pesce di mio padre delle volte raccolgo dei funghi, stando attenta a quelli velenosi.
Un solo morso e sei morto.
Dopo essermi asciugata mia madre mi diede un vestito cucito interamente da lei, era di un semplice abito corto fino al ginocchio di un color acqua
marina sbiadito. Pettinò i miei capelli lasciandoli sciolti impreziosendoli con piccoli fermagli con su delle perle, erano di quando era giovane. 
-Grazie- dissi con un filo di voce.
Gli occhi di mia madre erano lucidi ma mantenne comunque il suo finto sorriso.
-E' presto, andando a palazzo di giustizia passa a salutare tuo padre, ci vediamo a pranzo- disse per poi abbracciarmi.
Chissà se ci rivedremo a pranzo.
Cercavamo entrambe di illuderci con false speranze ma solo il destino poteva decidere della mia sorte.
Mi diressi al mare, da mio padre.
-Ciao papà- dissi io.
-Piccola- disse per poi abbracciarmi.
-Andrà tutto bene- continuò lui.
Rimasi in silenzio, dopo essermi goduta quell'abbraccio dovetti lasciare mio padre per dirigermi al Palazzo di Giustizia.
Oggi è il giorno della mietitura, sceglieranno una ragazza ed un ragazzo da ognuno dei 12 distretti per mandarci al macello in un'arena da cui su 24 solo
1 ne uscirà vivo. Tutto questo per intrattenere Capitol City, la città che schiavizza i nostri distretti per tenere il potere e fare la bella vita.
Era il mio quinto anno nel sorteggio dei partecipanti. Anche se le mie condizioni economiche erano disastrose i miei genitori mi hanno categoricamente
vietato di aggiungere il mio nome più volte per avere degli extra in cibo. 
-Ahia- esclamai quando mi perforarono il dito per lasciare il sangue su di un grande registro. 
L'ansia mi stava mangiando viva, cercai di rassicurarmi guardando tutte le persone che c'erano e sperando che vengano estratte al posto mio. 
Spostai la mia attenzione sul palco davanti al palazzo, le bocce di vetro da cui venivano estratti i nostri nomi erano già posizionate e Millicent Fischer,
l'accompagnatrice del distretto 4, era accanto ad esse con un sorriso gioioso. 
Dopo il noioso filmato sugli Hunger Games che ci propinano ogni anno Millicent Fischer si schiarì la voce avvicinandosi al microfono.
-E adesso sceglieremo i due tributi per gli Hunger Games- disse con il suo stupido accento di Capitol City. 
-Prima le donne!- replicò.
Infilò la mano nella prima boccia indugiando un po' per poi afferrare una strisciolina di carta.
Si avvicinò al microfono.
Non io, non io, non io, ti prego non io, non io, non io, non io.
-Valery Bauer- disse Millicent.
Sospirai dal sollievo. Non ero io.
-Valery Bauer? fatti avanti, coraggio!- disse Millicent. 
Sentii le persone accanto a me mormorare che quella Valery fosse morta ieri notte. 
Il nostro sindaco si avvicinò a Millicent sussurrandole qualcosa nell'orecchio.
-Deve esserci stato un piccolo errore, Valery non può partecipare agli Hunger Games, riposa in pace Valery,  scusate il malinteso!- disse Millicent
ridacchiando.
Si avvicinò di nuovo alla boccia, questa volta estrasse la strisciolina senza indugi e tornò al microfono.
Ti prego, non io, ti prego, fa che non sia io, non io, non io. 
-Daphne Ludson- esclamò Millicent euforica.
Strabuzzai gli occhi. 
Silenzio.
Se fosse caduto uno spillo si sarebbe sentito l'eco. Mi guardai intorno, tutti quelli del mio distretto mi guardavano con un'espressione indecifrabile.
Millicent mi fece cenno di raggiungerla.
Salii sul palco lentamente, rimasi impietrita.
-E adesso, tocca agli uomini!- disse lei. 
Si avvicinò alla seconda boccia e di nuovo silenzio. 
-Logan Holse- esclamò Millicent mantenendo la sua euforia.
Silenzio. 
Mi girai verso il sindaco, era il figlio.
Vidi lo sguardo di un padre terrorizzato. Logan salii sul palco e si posizionò accanto a Millicent.
-Congratulazioni, siete stati scelti come tributi per i 72esimi Hunger Games, ora stringetevi la mano!- esclamò lei.
Lessi negli occhi color ghiaccio di Logan la paura mentre stringeva la mia mano.
Felici Hunger Games - disse.
-E possa la fortuna essere sempre a vostro favore- aggiunse Millicent come ogni anno.
Congratulazioni? fortuna? avevamo appena firmato un patto con la morte.



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Capitolo 2
*** Capitol City. ***



                                                                                  

 
Due pacificatori ci fecero entrare nel palazzo di giustizia per salutare i nostri cari, forse per l'ultima volta. Mi scortarono in una stanzetta da cui si vedeva il mare.
Mi appoggiai allo stipite della finestra per poi sospirare godendomi per l'ultima volta quel paesaggio.
Mare, libertà.
Vorrei potermi buttare in acqua e nuotare lontano.
-Daphne- disse mia madre entrando improvvisamente nella stanzetta.
-Mamma!- dissi per poi abbracciarla.
-Daphne, tuo padre non sa ancora niente di questo, abbiamo poco tempo- disse lei accarezzandomi i capelli.
-Mamma...- dissi io con un filo di voce.
-Daphne puoi vincere, puoi farcela. E' come quando peschi con tuo padre, come quando sventri un pesce- disse mia madre con il terrore negli occhi.
-Mamma non è la stessa cosa, siamo 24, solo uno tornerà e di certo non sarò io- affermai io sperando che il nostro abbraccio non finisca
mai.
-Daphne puoi farcela, credi in te, sii determinata, io e tuo padre crediamo in te, non andartene come tuo fratello, non lasciarmi- disse mia madre scoppiando
in un pianto.
Mio fratello partecipò due anni fa agli Hunger Games, morì tre giorni dopo l'entrata nell'arena.
-Tempo scaduto- disse un pacificatore irrompendo nella stanzetta.
-Io credo in te!- disse afferrandomi le mani.
-Addio mamma- mimai io con le labbra mentre il pacificatore trascinava via mia madre dalle mie mani e da questa stanza.  
Guardai un'ultima volta il mare per poi avviarmi nella macchina che ci trasporterà fino al treno.
Entrata in auto Millicent continuava a blaterare su quanto ci troveremo bene sul treno e negli appartamenti dei trubuti ma nè Logan, nè io eravamo in vena
di darle ascolto, così annuivamo fingendoci interessati. Arrivammo finalmente al treno. Era grande e lussuoso.
Un lusso che non avevo mai visto in vita mia, per quanto queste cose luccicanti siano belle la realtà della mia morte imminente continuava a rimbombarmi nella testa.
Io e Logan ci accomodammo su di un divanetto nell'attesa di incontrare il nostro mentore, Puorette.
Puorette è la vincitrice dei 54esimi Hunger Games del nostro distretto, vinse grazie alla sua furbizia e al suo istinto di sopravvivenza. Entrò guardandoci con
durezza per poi sedersi sulla poltroncina davanti alla nostra. Il suo abito era semplice, niente fronzoli alla Capitol City,
o alla Millicent.
Mantenne il suo sguardo duro.
-Congratulazioni, state andando incontro alla morte- disse lei.
Grazie per il conforto morale.
-Ma potete comunque sperare di sopravvivere- aggiunse con un sorriso.
Io e Logan rimanemmo in silenzio. La studiai un po', non mi fido di lei. 
-Domani mattina parleremo di tecniche di sopravvivenza, adesso andate a riposare- continuò ancora.
Io e Logan ci alzammo all'unisono per poi guardarci negli occhi. I suoi occhi erano intensi e magnetici capaci di catturarti in pochi secondi.
Sarà sicuramente apprezzato da tutte le donne di Capitol per il suo fascino. I suoi capelli neri come la pece, il fisico scolpito... accoppiata perfetta.
Durante l'ora di cena mi abbuffai, mai mangiato così tanto.
Logan abituato a queste prelibatezze essendo il figlio del sindaco si contenne.
Finito di cenare mi diressi nella mia stanza per poi addormentarmi profondamente. Incubi, mi svegliai gridando. Sognai ancora i miei cari nell'arena,
non capendone il motivo visto che il tributo quest'anno sono io. Mi riaddormentai, questa volta nessun incubo.
A colazione dopo vari consigli da parte di Puorette arrivammo a Capitol City, il nostro distretto era vicino alla città quindi bastò un giorno per arrivare. 
Le persone vedendoci dai finestrini gridavano dalla gioia, mi sentivo come un pezzo di carne in macelleria mentre tutti lo ammiravano dalla vetrina.
Ci mostrarono il nostro appartamento, era anch'esso grande e lussuoso. Vidi vicino alla mia camera una ragazza a testa bassa,
con le mani dietro la schiena, i suoi capelli erano corti fino alle orecchie, la sua pelle grigiastra, il suo trucco di un nero carbone...
-Buongiorno- le dissi io.
Alzò lo sguardo per poi riabbassarlo velocemente senza aprire bocca. 
-Senzavoce- disse Logan avvicinandosi.
-Cosa?- chiesi io confusa.
-E' una senzavoce, persone a cui hanno tagliato la lingua per poi essere messe a servizio- disse lui.
-Ma è una cosa... terribile- dissi io.
-Qui tutto è terribile- disse lui secco per poi entrare nella sua camera.
La guardai un'ultima volta ed entrai anche io nella mia camera ormai disgustata da quello che avevo appena visto.


 
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Capitolo 3
*** Ringrazia Logan. ***


                                                                     

Ennesimo incubo. Mi alzai per un bicchiere d'acqua. 
La senzavoce alzò lo sguardo facendomi prendere uno spavento. Mi guardò come per chiedermi per quale motivo fossi in piedi.
-Potresti indicarmi dove si trova l'acqua?- le chiesi con gentilezza.
Si avviò, non so dove, per poi tornare con un bicchiere d'acqua in mano e porgermelo.
-Grazie- dissi per poi afferrare il bicchiere e bere l'acqua al suo interno.
Abbassò di nuovo lo sguardo tornando nella sua quotidiana posizione.
Mi diressi nel salotto, trovai Logan a guardare gli Hunger Games precedenti grazie ad un'ologramma sul muro.
Mi sedetti sul divano accanto a lui ...guardando una ragazza del distretto 11 mentre il torace le veniva aperto con un coltello, gridava pietà, pietà che non
le venne data. 
-Come mai ancora sveglia?- chiese lui per poi spegnere.
-Potrei farti la stessa domanda- risposi io.
-Non si risponde con una domanda ad una domanda- disse lui.
-Un'incubo- dissi io.
-Ansia- continuò lui.
-Oh andiamo, sei muscoloso, forte, bello, di cosa dovresti essere ansioso? le donne di Capitol faranno a gara per inviarti i paracaduti con le cose che
necessiti e poi tu sei ricco, sarai andato sicuramente in qualche centro d'addestramento- dissi io con un pizzico di rabbia nel mio tono.
-Bello?- disse lui con un tono malizioso.
-Daphne, per quanto mi lusinghi nessuno ha la vittoria in tasca, nessuno- rispose lui.
Rimasi senza parole.
-Tu ucciderai?- mi chiese.
-Se sarà necessario- risposi io.
-Hai una luce negli occhi quando parli, fai in modo che nessuno spenga questa luce- disse per poi darmi una carezza sulla guancia. 
Brividi.
Si alzò e tornò nella sua stanza senza dire altro, io feci lo stesso e mi addormentai ripensando alle sue parole e al suo tocco.
Mi svegliai di soprassalto, tre persone entrarono nella mia camera dicendo di doverle seguire per prepararmi. 
Millicent ci seguì.
-Oggi avete la sfilata dei carri- disse lei mentre scortavano me e Logan.
La sfilata dei carri sarebbe un'occasione mondana, con tanto di spalti e spettatori di Capitol, in cui noi tributi dobbiamo salire su dei carri cercando di
piacere alla gente. 
Mi fecero stendere su di un lettino, dopo avermi lavata, pettinata e curata nei minimi dettagli mi portarono dal mio stilista, Darry
Entrata nella stanza mi tolsero l'asciugamano che mi avvolgeva. 
-So che deve essere imbarazzante per te, ma fidati di me, serve per studiare il tuo corpo- disse lui cominciando ad osservare ogni minimo dettaglio del
mio corpo. 
Non mi sentii a disagio, mi fidai di uno sconosciuto per la prima volta in vita mia.
-Tutti vedranno quanto sei speciale su quel carro questa sera- affermò lui porgendomi un'asciugamano.
Mi coprii.
-Speciale? loro vogliono solo vederci senza vestiti- dissi io.
-Io farò meglio di quello che pensi, sarai bellissima- disse lui deciso.
Mi fidai ancora, i suoi occhi color del cioccolato mi conquistarono e annuii.
I miei lunghi capelli erano stati lasciati sciolti, indossavo una fascia color pelle creando un'effetto ottico che farà pensare agli spettatori che io non abbia
nulla, a parte i miei capelli posizionati strategicamente sui miei seni. Indossavo una gonna lunghissima color acqua marina impreziosita da perle in
punti casuali. 
-Per te- disse Darry mettendomi una collana con una perla al collo.
-Ti ringrazio- dissi io ammirando quella piccola meraviglia.
Mi ricordava casa.
-Oh, non è da parte mia, ringrazia Logan- disse lui facendo le spallucce per poi uscire.
Lo guardai confusa chiedendomi il perchè di questo gesto.



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Capitolo 4
*** La sfilata. ***


                                                        

 
Sta cercando di incantarmi? sta cercando di comprarmi per farmi innamorare di lui così pensa che nell'arena sarò più buona? sfruttatore, hai sbagliato
persona da prendere in giro.
-Sei bellissima- disse lui risvegliandomi dai miei pensieri.
-Grazie, anche tu- dissi io fredda.
Indossava una specie di gonnellino strappato del colore della mia gonna, naturalmente lui a petto nudo per far svenire tutte le spettatrici.
Mi guardò crucciando le sopracciglia.
-Tutto bene?- disse posando una mano sulla mia spalla.
-Certo- dissi io togliendo la sua mano.
Salimmo sul carro, mi guardai intorno. Guardai quelli del 12 vestiti da minatori come ogni anno.
Il carro partì, la paura di cadere era infinita. Finalmente capii il motivo della lunghezza della mia gonna, svolazzava grazie al movimento del carro mentre
le perle luccicavano. Logan posò la sua mano sul mio fianco avvolgendomi.  Gli spettatori vedendoci arrivare iniziarono a gridare e ad applaudire come
pazzi. Mi stampai un sorriso felice sul viso, decisamente falso. Tirarono una rosa a Logan, lui la annusò per poi porgermela. Gli applausi e le grida si fecero
ancora più forti quando accettai  quella rosa.
 Arrivati alla fine del percorso il Presidente Snow ci diede il benvenuto, dopo un giro di riprese ai carri in diretta nazionale il carro rifece il percorso
tornando indietro, le porte si chiusero alle nostre spalle ritrovandoci Millicent, Puorette, Darry e lo stilista di Logan entusiasti.
-Vi amano! vi amano!- continuava ad esclamare Millicent. 
-Complimenti ragazzi- disse Puorette mantenendo il suo solito tono duro e severo.
-Fiero di te- disse semplicemente Darry sorridendomi.
Notai la mano di Logan ancora sul mio fianco, mi scostai.
Mi avviai in camera quando una ragazza del distretto 2 si avvicinò al mio orecchio.
-Sorridi, sorridi. Sarai la prima che ucciderò- sussurrò lei.
-Questo lo vedremo- risposi io con durezza senza neanche guardarla.
Riuscii a tornare nell'appartamento senza incontrare altre persone e mi addormentai cercando di non pensare a niente, domani sarebbe cominciato
l'addestramento.
Mi svegliò Darry con in mano una tutina aderente su cui ad entrambe le spalle c'era raffigurato il numero come il mio distretto.
Dopo aver indossato quella tutina il mio staff  raccolse i miei capelli con una semplice ed ordinata coda di cavallo.
Guardando la mia figura nello specchio notai la collana di Logan, anzi la mia.
Avevo completamente dimenticato di averla addosso. L'addestramento dura esattamente tre giorni, in questi tre giorni noi dovremmo passare a degli stand
in cui potremo esercitarci su cose che ci serviranno nell'arena, dopo questi tre giorni affronteremo un'esame in cui dimostreremo agli strateghi le nostre
potenzialità. Decisi di tenere corsi semplici per me alla fine, come quello dei nodi e delle trappole. Cose che faccio con mio padre per pescare. Mi diressi allo
stand del lancio dei coltelli, mi resi conto di essere veramente brava. A mezzogiorno dovevamo pranzare con gli altri tributi, io e Logan ci isolammo dai
favoriti, Puorette ci consigliò di stargli lontano. Finiti questi tre giorni arrivò il momento di dimostrare agli strateghi le nostre capacità.
Aspettavo il mio turno su di una panchina torturandomi le mani dall'ansia. 
-Daphne Ludson- disse un'assistente. 
Un brivido mi percorse la schiena, è il mio turno, mi alzai per dirigermi dagli strateghi.
-Buona fortuna- disse Logan appena tornato con un sorriso per poi dirigersi nel nostro appartamento.
-Grazie- risposi io con un tono insicuro.
Gli strateghi mi guardavano interessati. Cominciai con cose a me facili, qualche trappola, qualche nodo ma ormai erano annoiati. Presi una serie di coltellini,
li lanciai contro il manichino colpendo perfettamente il cuore ed una tempia. Dopo un'applauso compiaciuto mi congedarono, quando  finii anche io tornai con un sorriso. 
Durante l'ora di cena io e Logan ricominciammo a parlare di strategie con Puorette.
-Per adesso sembrate avvantaggiati, gli sponsor faranno a gara per inviarvi le cose necessarie, bel lavoro- disse Puorette rassicurandoci.
Entrambi lanciammo un sospiro di sollievo.
-Non adagiatevi sugli allori, avere degli sponsor non significa vita assicurata, certo, sono utilissimi. Ma contro gli altri tributi gli sponsor non vi potranno
salvare- disse lei facendo tornare il suo tono severo. 
Ci irrigidimmo ricordandoci dei 22 tributi che tenteranno di ucciderci.



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Capitolo 5
*** Il voto. ***


                                                                                      


Eravamo tutti riuniti in salotto per sapere il voto assegnatoci dagli strateghi per le nostre prove. Tutto quanto annunciato da Caesar Flickerman,
colui che ci intervisterà questa sera.
I suoi capelli erano rossi, ne cambiava il colore ogni anno insieme al trucco. Il suo smoking invece era sempre il medesimo, blu notte con tante
lucine sopra.
-Logan Holse... 9!- disse Caesar.
Cominciammo tutti a battere le mani e complimentarci con Logan.
-Daphne Ludson 9!- esclamò Caesar.
Mi accasciai sul divano dal sollievo mentre tutti festeggiavano.
-Daphne, portamento! portamento!- mi riprese Millicent mentre mi porgeva un bicchiere di champagne.
Ero sollevata, ma non troppo. 
Stavo per chiedere a Logan del motivo della collana ma Millicent mi trascinò a prepararmi per l'intervista.
-Quest'anno dobbiamo fargliela vedere a quella Effie Trinckett, pensa di essere la regina indiscussa della moda ma ho scelto un'abito insieme a Darry
che farà ricredere tutti! - blaterava Millicent. 
Effie Trinckett è l'accompagnatrice del distretto 12, a quanto pare tra di loro non doveva scorrere buon sangue...
-Ed è super invidiosa del mio distretto, voi siete tra i favoriti cara Daphne, lei ha solo un distretto remoto- disse Millicent.
-Millicent, favorito o non favorito è comunque un distretto, non siamo certo migliori dei ragazzi del 12, siamo tutti giocattoli di questo stupido
show per divertire voi di Capitol City- dissi io zittendola.
Un po' mi dispiacque, lei non poteva capire. Non come Puorette almeno, lei avendo vissuto tutto sulla sua pelle non si è fatta incantare dal mondo
scintillante di Capitol City.
Mentre Millicent mi portava da Darry intravidi Haymitch barcollare, il mentore del 12. Era ubriaco fradicio, non lo biasimo.
Veder morire ogni anno ragazzi in cui credevi o a cui ti eri affezionato deve essere difficile. Lasciai Millicent sulla porta, dopo averla salutata entrai
in una grande stanza lussuosa. Darry era seduto su di una poltrona con un sorriso smagliante ed un abito tra le mani. 
Il mio staff mi preparò con cura per l'occasione, il mio abito era bianco, a sirena. Il petto era a cuore, il tulle della gonna a sirena cominciava a metà
coscia. Avvolgeva il mio corpo alla perfezione. I miei capelli furono raccolti in una treccia a spina di pesce, un po' di perle tra i capelli ed ero pronta.
Il trucco era semplice, il mascara nero che usarono risaltò i miei occhi azzurri.
-Una dea!- esclamò Millicent entrando.
Sorrisi e abbassai lo sguardo mentre le mie guance diventavano paonazze.
-Non lasciarla sotto l'abito questa, è bellissima- disse Millicent tirando fuori la perla della collana che si era infilata nel vestito.
-Tutta Capitol rimarrà estasiata- disse Darry baciandomi il dorso della mano.
Sorrisi ancora, pregando che tutto vada per il verso giusto. 
Mi portarono dietro le quinte dello Show di Caesar, insieme agli altri tributi e a Logan.
-Bellissima- disse lui sorridendo.
-Grazie- dissi timidamente.
-Nervosa?- chiese lui.
-Per niente- dissi io mentendo. 
-Andrà bene!- disse lui per poi abbracciarmi. 
Gli altri tributi ci guardarono disgustati, ci odiavano da quando abbiamo fatto colpo sugli sponsor e per via dei nostri voti alti nella prova di abilità.
La ragazza del 2 continuava a fissarmi con uno sguardo maligno. Non vedeva l'ora di farmi fuori, grandioso. 
Durante l'intervista la ragazza del 2 si mostrò dolce e simpatica, come uno stupido zuccherino.
Capii immediatamente la sua strategia e il suo voto basso nella prova. Sta facendo tutto questo così che gli altri tributi non la prendano in considerazione
come tributo pericoloso . Furba, peccato che non sia riuscita a fregare me. Dopo altre tre interviste toccò a me.
Mi pietrificai.
-Vai, andrà bene!- disse Logan portando la sua mano sulla mia spalla rassicurandomi.
Feci come disse e salii sul palco.
-Ed ecco a voi la bellissima Daphne Ludson, distretto 4!!- esclamò Caesar Filckerman porgendomi la sua mano.



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Capitolo 6
*** L'intervista. ***


                                                                                  


Posai la mia mano su quella di Caesar, mi guidò lentamente portandomi a sedere su di una poltroncina accanto alla sua.
Guardai il pubblico immenso,e colorato.
Tutti erano entusiasti di vedermi.
-Incantevole, I n ca n t e v o l e!- esclamò Caesar riferendosi a me mentre guardava il pubblico.
-Ti ringrazio- dissi porgendogli un timido sorriso.
-Abbiamo visto il tuo splendido vestito l'altra sera su quel carro, oggi indossi un vestito altrettanto splendido, alzati un momento- continuò lui.
Annuii e mi alzai come chiese Caesar. Il pubblico era ancora entusiasta. Dopo aver guardato il pubblico sentii le mie gambe diventare molli dall'emozione ,
mi sedetti senza far trasparire la paura.
-Per quanto la tua bellissima e  lunga gonna che svolazzava luccicando l'altra sera la cosa che ci ha colpito di più è stata la rosa che ti ha dato il ragazzo
del tuo distretto, c'è del tenero tra voi?- chiese Caesar alzando un sopracciglio. 
Quasi scoppiai a ridere per il suo accento di Capitol, era ancora più marcato di quello di Millicent.
-Non direi proprio- dissi io arrossendo.
Sentii tra il pubblico molte persone che gridavano:
-Non ci credo!- 
-Mh, tranquilla Capitol City, secondo me, ci sarà del tenero!- disse Caesar.
Il pubblico applaudì dalla gioia dopo il commento di Caesar. 
-Ma adesso non vorrei parlare di un'altra cosa, una cosa che quando ho saputo ho avuto un colpo al cuore- disse Caesar facendosi serio con fare
teatrale.
Caesar distolse lo sguardo da me per guardare il pubblico.
-Due anni fa, il fratello di Daphne, Dan Ludson, morì come tributo nei 70esimi Hunger Games- disse per poi fare una pausa.
Il pubblico si zittì, silenzio assoluto.
I miei occhi diventarono lucidi ma non mi mostrai debole.
-Vorresti dire qualcosa, come se lui fosse qui?- mi chiese Caesar guardandomi negli occhi.
-Mia madre prima di partire mi disse di non voler perdere anche me, non mi perderà- dissi io con un filo di voce. 
-Ne sono sicuro, Daphne. Grazie mille, davvero, sono stato felice di averti qui con me questa sera- disse Caesar.
Sorrisi dolcemente, questa volta con sincerità.
-Dal distretto 4 l'incantevole Daphne Ludson signore e signori! la perla di quest'anno!- esclamò Caesar. 
Sorrisi un'ultima volta al pubblico e mi diressi dietro le quinte mentre Logan raggiungeva Caesar.
-Buona fortuna- dissi io poggiando la mia mano sulla sua spalla.
Sorrise per poi girarsi e andare sul palco. Durante l'intervista Caesar chiese di me, mi stranii sentendo la risposta di Logan:
-Sono stato fortunato ad averla incontrata-
Poggiai la mia mano sul piccolo schermo dove era riprodotta l'intervista. Quando mi resi conto del mio gesto tolsi subito la mano per poi ricompormi. L'intervista di Logan andò a buon fine, anche se avesse cominciato a sputare come un lama tutte le donne di Capitol lo avrebbero amato quindi non
ebbe problemi.
-Ce l'abbiamo fatta- disse lui tornato dall'intervista.
Mi abbracciò improvvisamente e affondai il mio viso nel suo collo sentendomi al sicuro dopo tanto tempo.
-Siete stati fantastici!- continuava ad esclamare Millicent.
-Dovete mangiare per tenervi in forze, ne avete bisogno- disse Puorette.
Io e Logan ci abbuffammo come non mai. 
-Domani non penso che ci vedremo, quindi... buona fortuna ragazzi, io credo in voi- disse Millicent per poi asciugarsi una lacrima con il tovagliolo. 
-Oggettivamente avete buone possibilità- disse Puorette rimanendo composta.
-Quest'anno sono fiduciosa- continuò Puorette. 
Mentre tornavo nella mia camera Logan mi bloccò.
-Buona fortuna Daph- disse lui.
Daph? nessuno mi aveva mai chiamata così.
-Anche a te Logan- dissi io perdendomi nei suoi occhi.
Con lui, tutto sembrava diverso.
Peccato che non ci sia spazio per queste cose, dovevo pensare a rimanere in vita, per mio fratello, per i miei genitori.
Scossi la testa e mi diressi in camera, guardai la senzavoce che come sempre era a testa bassa.
-Buonanotte- le dissi.
Alzò lo sguardo e lo riabbassò velocemente. 
-Buonanotte anche a te- udii sulla soglia della mia porta. 
Mi irrigidii.  Mi girai di scatto, mi stava guardando.
-Cosa hai detto?- chiesi io sconvolta.
Riabbassò lo sguardo facendo un piccolo sorriso a bocca chiusa.
Tornai in camera mia fingendo che non fosse successo niente, pensavo le avessero tagliato la lingua.
L'ansia prevaleva al sonno ma mi costrinsi a dormire. Ucciderò Logan? questa domanda era il mio tormento da giorni,
la risposta la sapevo: no, non l'avrei fatto
Il mio staff mi svegliò, dopo avermi lavata, depilata, rifatto le sopracciglia e tagliato le unghie mi portarono da Puorette. 
-Credo in te, Daphne- disse dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrisi e salii sull' hovercraft.
Ci dirigemmo verso l'arena e ci portarono sotto di essa. Precisamente nelle camere di lancio, dopo essere entrata nella mia arrivò Darry.
-Darry!- dissi per poi abbracciarlo.
-Daphne- disse lui.
Mi porse una tutina molto simile a quella dell'addestramento, degli stivali alti fino al ginocchio in pelle ed un giacchetto di pelle, tutto rigorosamente nero.
Mi raccolse i capelli in una semplice coda di cavallo e tirò fuori dalla sua giacca la mia collana.
-Puoi portare una cosa dal tuo distretto nell'arena, quando avrai paura stringila e ricordati che noi tifiamo per te- disse lui per poi mettermela al collo.
Lo abbracciai forte.
-E' ora di andare, ricorda di non scendere dalla pedana prima dei 60 secondi, o salterai in'aria- disse lui. 
Mi staccai di malavoglia dall'abbraccio, salii sulla pedana. Il vetro intorno a me si chiuse e la pedana cominciò a sollevarsi. Il mio sguardo terrorizzato incrociò per un'ultima volta quello di Darry ed infine sbucai nell'arena. 



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                                                                                                       -Karrysmiles

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Capitolo 7
*** L'arena. ***


                                                                                  


Le mie gambe erano molli, avrei voluto cominciare ad urlare ma non sarebbe andato sicuramente a mio favore.
 A pochi metri da noi tributi c'erano pareti rocciose con dei passaggi scavati, la cornucopia invece era sulla sinistra.
Improvvisamente il tributo a due tributi da me scese dalla pedana prima del tempo saltando in'aria. 
Mi girai di scatto per il tonfo, sulla mia guancia destra era finito qualche schizzo di sangue e il mio orecchio risentì di quel forte
rumore. Incontrai gli occhi di Logan, il suo sguardo era terribilmente calmo.
 I sessanta secondi passarono e dopo il segnale di partenza, cioè il gong,  cominciai a correre all'impazzata, non mi infilai nel bagno di sangue
ma riuscii comunque a prendere uno zaino. 
Corsi in uno dei passaggi con alle calcagna la ragazza del 5, fortunatamente era disarmata, intuii che volesse un combattimento corpo a
corpo per prendersi il mio zaino, non per un'alleanza, quindi non mi fermai. Il passaggio era stretto e buio, l'aria dentro di esso rarefatta,
vidi una luce che mi portò all' uscita di quel passaggio mi ritrovai all'aria aperta con davanti una fitta foresta. Presi una grande boccata d'aria,
l'ossigeno in quei passaggi era veramente poco. La ragazza del 5 doveva essere inciampata perchè i suoi passi non li udii più, potei così infilarmi nella
foresta  mantenendomi attenta a qualsiasi rumore o movimento. Mi fermai per un netto secondo, vidi il ragazzo dell'11 stava squartando la ragazza del 5
come fosse un'animale. Il sangue scorreva velocemente sul terreno arido e il capo della ragazza era rivolto verso di me e la smorfia addolorata
sul suo viso mi risvegliò dai miei pensieri facendomi ricominciare a correre senza sosta. 
- meno due- sussurrai.
Corsi fino alla fine della foresta quando incontrai un lago. Non mi fermai comunque, attorno al lago c'erano vaste coppie di cespugli, mi ci
infilai per poi continuare il mio percorso a gattoni. Qualche spina dei cespugni riusciva a graffiare il mio viso donandomi piccoli taglietti. Mi fermai per controllare
il contenuto del mio zaino. Trovai un sacco a pelo, della frutta secca, dei fiammiferi, un po' di formaggio, dei coltellini ed un piccolo contenitore per l'acqua.
Scossi quest'ultimo, vuoto. 
Arrivata ormai dall'altra parte del lago afferrai il contenitore e lo riempii per poi riposarlo nello zaino. Davanti a me trovai
un'altra parete rocciosa, anch'essa con dei passaggi. Stavo per entrare nel passaggio quando mi arrivò un coltellino nel polpaccio.
Feci un grido strozzato dal dolore e mi voltai. Il proprietario del coltello era il ragazzo dell'8. Aveva più o meno la mia età, non era molto
grosso o muscoloso. Cercai di correre via ma mi saltò addosso mettendosi a cavalcioni su di me.
-E così la perla di quest'anno sta già per finire nell'abisso- disse portando le sue mani al mio collo.
Digrignai i denti, provai a dimenarmi sotto il suo possente corpo senza risultati.  
Il terrore mi assaliva mentre il suo sguardo era già vittorioso, mi rimaneva poco
tempo.
 Colpo di genio
Chiusi gli occhi trattenendo il respiro fingendo di essere morta. Allentò poco a poco la presa dal mio collo per poi scuotermi quando dal mio polpaccio tirai fuori il
coltellino che mi aveva tirato poco prima e glie lo ficcai nell'incavo del collo. Il suo corpo ormai senza vita si accasciò sul mio, era pesante. 
Lo tolsi da me spingendolo via con tutte le mie forze, ripresi il mio coltellino e corsi via nel passaggio. 
Uscita dal passaggio trovai un'altra foresta e la tosse riprese. 
Il cuore batteva all'impazzata, la ferita ancora sanguinante, non smisi di correre finchè non caddi in una buca, urlai dal terrore per poi calmarmi, era profonda
ma non era impossibile uscirne, sulla destra lo scavo della buca continuava, lo percorsi, erano neanche due metri. Decisi che quello sarebbe stato il mio posto per la  notte. Tirai fuori il sacco a pelo, coltellini a portata di mano e mi accasciai sfinita. Dal mio polpaccio usciva ancora insistente il sangue. Sputai sulla mia mano e la  poggiai facendo pressione sulla ferita. Una smorfia di dolore percorse tutto il mio viso. Dopo un bel po' il sangue si fermò. La cosa che mi martellava nella testa però non era la ferita o la corsa di prima ma questo:
Avevo appena ucciso
Non avevo fame, l'abbuffata dei giorni prima a qualcosa era servita, quindi non sprecai il cibo. Bevvi solo un sorso d'acqua e riposai il contenitore
nello zaino. Arrivata la sera, mi diressi all'entrata, chiamiamola così, della buca. Mi sporsi di poco per vedere i tributi deceduti oggi nel cielo, il ragazzo
dell'1, il ragazzo e la  ragazza del 5, il ragazzo e la ragazza del 6, il ragazzo dell'8, il ragazzo del 9 e la ragazza dell'11. Sospirai dal sollievo, Logan sta bene.
-meno otto- sussurrai. 



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                                                                                                     -Karrysmiles

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Capitolo 8
*** Fidenero del nord. ***


                                                                                               

Mi svegliai con molta fame, mangiai un po' di frutta secca, poi decisi di andare alla ricerca di altro cibo. Portai tutto con me in caso decidessi di spostarmi,
coltellini tra le mani, zaino in spalla ed ero pronta. Passavo tra gli alberi con passo palmato, per non spaventare le prede e per non attirare tributi. Continuavo
a guardarmi intorno. Uno scoiattolo. Tirai un coltellino prendendolo sulla schiena. Esclamai vittoria,  lo raccolsi e lo infilai nella tasca esterna dello zaino,
fortunatamente era impermeabile. Mi si illuminarono gli occhi, funghi. Ai piedi di un'albero trovai tantissimi funghi. Li raccolsi.
Velenoso, velenoso, velenoso, velenoso. Sbuffai. 
Tra una quantità immensa di funghi velenosi ne trovai cinque commestibili. Ne mangiai la metà di uno per calmare lo stomaco ancora affamato e infilai
anch'essi nello zaino. Notai un grosso pappagallo dal piumaggio verde acceso, un verde che ricordava molto le foglie degli alberi dell'arena. Allungai il mio
braccio verso il pappagallo e lui ci salì come fosse un ramo. Lo scrutai con attenzione, lui fece lo stesso con me grazie ai suoi enormi occhi ambrati. Il
piumaggio prese il colore della mia giacca nera e quelle piume così accese diventarono di un color carbone. Improvvisamente volò via e il piumaggio riprese
il color foglia lasciandomi una piuma sulla spalla. Avevo già visto quel pappagallo, è un fidenero del nord, nel nostro distretto quando eravamo piccoli ci raccontavano storie sui pirati ed ogni rispettabile pirata ne possedeva uno sulla sua spalla. Naturalmente erano storie inventate ma le capacità del pappagallo narrate in esse erano più che vere.
Un fidenero del nord oltre a ripetere le parole altrui, essendo un pappagallo, può mimetizzarsi prendendo il colore dell'oggetto su cui è
poggiato. Esattamente come un geco. La cosa più interessante era il suo sangue, una goccia e ogni tua ferita si rimargina. Purtroppo era talmente raro che nessuno aveva il coraggio di fargli del male, in più il suo poco invitante becco affilato pronto ad entrarti in un occhio non favoriva.
Stavo tornando nella mia buca quando sentii delle urla continue e vicine. Mi nascosi dietro un'albero come una furia, cominciai a tremare mantenendo il
coltellino ben saldo nella mia mano. Vidi la ragazzina del 12 correre senza meta, il ragazzo dell'11 la stava rincorrendo con una spada in mano. D'istinto
tirai con tutta la mia destrezza un coltellino nella nuca del ragazzo. Non so perchè lo feci, forse perchè lei era solo una dodicenne.
La bambina mi vide, mi lanciò uno sguardo riconoscente con i suoi grandi occhi color fuliggine.
Mi avvicinai al corpo del ragazzo, lei indietreggiò, aveva paura di me.
-Corri via- le dissi con uno sguardo deciso. 
Annuì e così fece, vidi la sua figura scomparire poco dopo fra gli alberi. Ripresi il mio coltellino. Rimasi incantata da quella spada, sarebbe potuta tornarmi
utile? la presi in mano facendo in modo che la luce riflettesse su di essa, il sangue sulla punta affilata era ancora fresco. Per quanto sia affascinante non
sarebbe a mio vantaggio tenere altre armi nell'arena. Decisi di lasciarla tra le mani del ragazzo dell'11 e tornai nella mia buca.
Altro che perla, ero il bruco del distretto 4
Si fece sera, al calare del sole la temperatura non calò di molto così  decisi di non usare i fiammiferi per accendere un fuoco. Forse l'avrei usati per cuocere
quello scoiattolo prima o poi, altrimenti lo sarebbe marcito. Se accendessi un fuoco però mi troverebbero subito e per me sarebbe la fine dei giochi.
Qui un'errore vale la vita. 
Mi sporsi dalla buca per vedere i decessi. Anche la ragazza dell'1 è andata, il ragazzo del 2, la ragazza del 3 e il ragazzo dell'11 che ho ucciso oggi.
Che strano pensare: ho ucciso. Chissà dove si trovasse Logan, se fosse al sicuro, se fosse ferito. Nelle due sere dopo di morti poco e niente, solo la ragazza
del 7. Mi svegliai con la gola secca, presi il mio contenitore, vuoto.
Sbuffai.
Coltellino in mano, contenitore nell'altra e ripresi a camminare verso il lago. Riempii tutto il contenitore di acqua, ne bevvi anche un po', era fresca.
Sentii dei passi alle mie spalle, mi girai di scatto quando la ragazza del 2 mi si buttò addosso.
Rotolammo sulla riva del fiume mentre lei si dimenava con violenza, riuscii a colpirla ripetutamente sul viso con dei pugni, puntavo alle tempie ma si muoveva
troppo velocemente. La bloccai sotto di me, sfilò il coltellino dalle mie mani  e mi fece un profondo taglio sulla gamba. Gridai dal dolore. Dopo averle tolto il
coltellino tentai di infilzarla ma si spostò. Ormai entrambe in piedi mentre tentava di prendermi il coltellino, lo fece cadere in acqua. Strabuzzai gli occhi, si
buttò in nel lago per recuperarlo, la seguii a ruota. Arrivai al fondale, l'acqua salata del lago causava un bruciore agli occhi offuscandomi la vista, riconobbi lo scintillio della lama e afferrai il mio coltellino, mi accorsi di non aver preso abbastanza aria, infilai il coltellino fra i denti e nuotai facendomi forza con entrambe le braccia. Arrivata in superficie feci un lungo respiro, mi guardai intorno, la ragazza del due stava galleggiando con la faccia rivolta nell'acqua, morta. Dalla mia bocca uscii un lamento, l'acqua salata donava bruciore anche al taglio inflittomi poco prima dalla ragazza del 2. Uscii dall'acqua a tentoni e senza forze, recuperai il mio  zaino e corsi con la poca energia rimastami fino alla buca quando mi imbattei in qualcuno. Cademmo entrambi a terra, impugnai il mio coltellino mi misi a cavalcioni su di lui e quando stavo per trafiggergli il petto mi fermai di botto.
-Logan- dissi facendo cadere il coltellino dalla mano. 
-Daph- disse lui guardandomi negli occhi.
Lo abbracciai, i miei occhi erano sbarrati, ansimavo dalla corsa fatta poco prima e dal terrore.
Mi accarezzò i capelli cercando di calmarmi.
-Ehi bellezza- disse lui.
Sentimmo un rumore, entrambi scattammo. 
-Meglio non rimanere qui, seguimi- dissi io per poi riprendermi il mio coltellino che cadendo si era infilzato nel terreno. 
Lo portai nella buca. 



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                                                                                                      -Karrysmiles  
                                                                                                                                                            Spazio autrice piccola nota:
                                                                                                                                                                   Penso abbiate capito che il *
fidenero
                                                                                                                                                                    del nord
non esista! pura invenzione,
                                                                                                                                                                    ringrazio chi segue la storia, ciao! 



 

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Capitolo 9
*** La grotta. ***


                                                                                           

-Che ti è successo?- chiese lui spostando una ciocca dei miei capelli fradicia dal viso portandola dietro l'orecchio.
Mi accorsi anche del graffio che mi aveva lasciato la ragazza del 2 sul viso, partiva dal sopracciglio allo zigomo; ma il dolore più lacerante era la ferita
alla gamba. 
-La ragazza del 2, mi ha attaccata al lago- dissi io.
Notai la sua spalla ferita e la giacca tutta strappata.
-E tu?- chiesi.
-Il ragazzo del 3- rispose lui.
Improvvisamente sobbalzò, come se avesse appena ricordato qualcosa di vitale importanza.
-Aspetta- disse.
Frugò nel suo zaino per poi porgermi un piccolo contenitore rotondo.
Crucciai le sopracciglia.
-Cos'è?- chiesi io afferrandolo e rigirandomelo tra le mani.
-Una pomata, spalmala sulla ferita- disse lui aprendomi il contenitore. 
Spalmai quella disgustosa pomata, era grigiastra, gelida e aveva un'odore terribilmente forte. Feci una smorfia disgustata. Lui rise. Sospirai sollevata e
mi lasciai trasportare dall'inebriante freschezza di quella schifezza chiudendo gli occhi. 
-Funziona, dona sollievo- dissi io ancora estasiata.
-Me l'ha inviata Puorette, ho scampato una bella infezione- disse lui grattandosi il capo.
Notai la sua espressione divertita nel vedermi così e mi ricomposi.
-Hai fame?- chiesi io.
-Mh, un po'- rispose lui. 
Tirai fuori la frutta secca e glie la porsi. Ne mangiò giusto qualche morso e la rinfilai nello zaino. Il sole riuscii ad asciugare i miei abiti in tempo dal calo
della temperatura. Un po' umidi, forse.
Arrivata la sera, entrambi ci affacciammo per vedere i decessi. Solo la ragazza del 2. Stesi il sacco a pelo, lo aprii interamente per farci sdraiare entrambi.
La luce della luna entrava fioca, gli occhi di Logan erano chiusi e studiai il suo volto grazie ad essa. Il vento entrava gelido facendomi tremare lievemente.
Logan si voltò verso di me.
-Hai freddo?- chiese lui.
Sobbalzai pensando che mi avesse scoperto mentre lo fissavo.
-Poco- risposi io.
Si avvicinò e mi avvolse con le sue braccia, strabuzzai gli occhi mentre le mie guance diventavano paonazze. Poco dopo mi rilassai e chiusi gli occhi per
poi sorridere dolcemente mentre il mio corpo si faceva piccolo avvolto dal suo. Ci addormentammo così e per la prima volta nell'arena, mi sentii protetta.
Sentii un rumore, anzi, un canto. Ghiandaie imitatrici, mi feci cullare dal loro canto quando decisi che fosse l'ora di alzarsi. Scossi delicatamente Logan.
-Logan.. è giorno- dissi.
Un lamento uscii dalla sua bocca, i suoi occhi si aprirono in piccole fessure per poi richiudersi velocemente e riaddormentarsi. 
-Logan?- lo chiamai io.
Zero, nessun risultato, si era riaddormentato. Alzai gli occhi al cielo quando mi venne un'idea. Mi svincolai dalla sua tenera presa, mi accovacciai accanto
a lui e lanciai un piccolo grido. Lui si alzò con gli occhi sbarrati per poi posare le sue braccia sulle mie spalle.
-C-che succede?!- chiese in preda al panico.
-E' giorno- risposi io con nonchalance. 
Mi fissò per qualche secondo ancora confuso quando capì tutto. Mi guardò scocciato per poi abbracciarmi.
-Mi hai fatto prendere un colpo- disse lui.
Sorrisi.
Ci venne un languorino, mangiammo un po' del formaggio che mi era rimasto nello zaino e decidemmo di accendere il fuoco per cucinare lo scoiattolo a pochi
passi dalla buca.
-Cerca della di legna- ordinai a Logan.
-Subito, bellezza- rispose lui per poi avviarsi.
Alzai gli occhi al cielo.
Mi sedetti sul terreno e tirai fuori lo scoiattolo, dopo averlo pulito aspettai la legna di Logan. Passarono dieci minuti, sbattei il piede contro il terreno
dall'impazienza e mi alzai lasciando lo scoiattolo a terra. Ripresi il mio passo felpato per camminare indisturbata, i coltellini erano tra le mie mani pronti per
essere tirati a chiunque mi si avvicinasse. Un brutto presentimento.
Iniziai a correre senza meta precisa quando lo trovai. 
La ragazzina del 12 con una lancia fra le mani alle sue spalle di Logan mentre cercava cibo. Lei mi vide, stava per tirare la lancia in direzione della schiena di
Logan quando le saltai addosso. Mi rialzai e prendendola di peso la lasciai ai piedi di un'albero.
-No!- esclamai.
Corsi da Logan, lo strinsi forte a me come per sottolineare che fosse mio amico. Lei mi fisso per poi annuire ed andare via.
Logan mi accarezzò delicatamente la schiena, con della confusione negli occhi. Ormai la ragazzina era andata, il suo debito nei miei confronti era saldato.
Lasciai lo scoiattolo dov'era, non valeva la pena di metterci ancora in pericolo accendendo un fuoco. Ci ritrovammo nella buca, con me tra le sue braccia e la
consapevolezza che tutto questo potrebbe finire da un momento all'altro. Il mio sguardo cadde sulla mia collana; lucente come sempre.
-Perchè la collana?- chiesi io.
-Cosa?- disse Logan confuso.
-Perchè mi hai regalato la collana?- ripesi io facendo chiarezza nella frase.
-Così quando ti sentirai sola ti basterà toccarla e sarà come se fossi con te- rispose lui con un dolce sorriso. 
Passarono i giorni, morirono solo la ragazza del 7 ed il ragazzo del 10, mi sentii fortunata a non averci instaurato un rapporto. Aprire un'amicizia con loro per
poi vedere i loro volti lassù sarebbe stato troppo doloroso. Il cibo era finito, giusto la frutta secca che stavamo finendo di mangiare io e Logan, poi zero.
Mentre lui faceva un sonnellino decisi di raccogliere un po' di cibo. Uscii dalla buca, coltellini tra le mani come sempre per ogni evenienza. Un rumore dietro di
me, mi girai di scatto puntando alla gola di chiunque avessi davanti.
-Ehi bellezza, giù le armi- disse Logan.
Sbuffai.
-Ti rendi conto che stavo per farti fuori?- chiesi io come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ma non l'hai fatto- disse lui con il suo solito tono calmo e sicuro avvicinandosi a me per poi portare una ciocca dei miei capelli dietro all'orecchio.
-Ma stavo per farlo- risposi io arrossendo per il suo gesto. 
-Dai, stammi dietro- gli dissi per poi riconcentrarmi sul cibo.
Ai piedi di un'albero vidi delle bacche, le raccolsi per poi annusarle tra le mani.
More.
-Prendi!- dissi a Logan lanciandogli le more che afferrò prontamente con le mani.
Improvvisamente sentii un rumore metallico a intermittenza, quasi fastidioso. Crucciai le sopracciglia e scoprii la provenienza del rumore.
Un paracadute.
Alzai lo sguardo all'albero sopra di me. 
-Che rabbia- dissi io.
-Che succede?- chiese Logan.
-Lassù, Puorette ci ha inviato qualcosa- dissi io.
-Lassù?- disse lui per poi alzare lo sguardo. Sbuffò.
-Aspetta qui- dissi. 
Mi arrampicai sull'albero, quasi a metà dell'opera aggrappandomi ad un ramo esso si ruppe e rotolai sul terreno fino ai piedi di Logan.
-Tutto ok Daph?- chiese lui porgendomi la sua mano.
-Si- risposi secca mentendo.
Sentii un enorme dolore percorrere la mia colonna vertebrale, mi rialzai facendo fatica a respirare. 
Erano almeno 3 metri. 
Riprovai, sta volta riuscii aiutandomi con i coltellini, li infilzavo nella corteccia per poi issarmi. 
Arrivata in cima agitai il braccio alla ceca cercando di prendere il paracadute. 
Preso.
Tirai il paracadute a Logan e scesi riusando i coltellini.
Logan aprii il paracadute.
-Panini- dissi io prendendone uno tra le mani lasciandomi inebriare dall'odore del pane fresco.
Tornando buca cominciò a piovere, corsi come una furia a riprendere lo zaino prima che la buca si trasformasse in un laghetto di fango. Riuscii a recuperarlo
in tempo ma ormai eravamo senza rifugio. Guardai Logan, poi gli alberi e feci un piccolo no con il capo. Gli alberi attraggono fulmini, non dissi la nostra
strategia di stare lontano dai fulmini a Logan perchè gli strateghi avrebbero potuto usarla a loro vantaggio.
Camminammo, camminammo, camminammo.
Mi venne un'idea. Guardai la parete rocciosa, presi Logan per mano e ci dirigemmo dentro. Facemmo meno rumore possibile per i possibili tributi pronti ad
attaccarci. Dopo vari giri vidi una piccola luce, mi avvicinai. Era  fioca, usciva dalla fessura di una parete  formata da varie rocce enormi. 
-Aiutami- dissi a Logan mentre mi avvicinavo alle rocce.
Al tocco di quelle rocce sorrisi, era tufo. Il tufo è una roccia resistente ma leggera.
Riuscimmo a scostarne una che ci permise di passare, anche la grotta in cui entrammo era in tufo. 



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