Una cura chiamata amore.

di Kagome1495
(/viewuser.php?uid=149154)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Al di fuori delle gallerie il sole rifletteva i suoi raggi sul mare rendendolo come una distesa di stelle luminose.
-Non preoccuparti Kagome. In questa nuova casa ci troveremo bene. Nuovi oggetti, nuova vita...
Kagome con il mento appoggiato su una mano e le gambe incrociate sbuffò continuando a guardare fuori dal finestrino dell'auto.
La donna non ricevendo risposta dalla figlia continuò – e poi potremmo fare nuove conoscenze...nuovi amici, nuovi compagni...-
-Se i nuovi compagni sono come i tuoi vecchi non ho assolutissimamente intenzione di rimanere neanche un minuto.- la interruppe Kagome con uno sguardo di ghiaccio. Kaede tornò a guardare verso la strada con un'aria intristita.
Certo, non poteva mica darle torto. Negli ultimi 3 anni, dopo aver perso il marito, aveva avuto una lunga lista di relazioni che non erano andate a buon fine. Per non parlare dell'ultima. - Quante volte ancora dovrò dirti che mi dispiace?-
-Non so neanche se riuscirò mai a scusarti.- le rispose Kagome tornando a guardare fuori e immergendosi di nuovo nei suoi pensieri. Il vento che entrava le scompigliava un pò i lunghi capelli neri e questo, per quanto il viaggio fosse stressante, la rilassava un pò. Guardò il suo riflesso concentrandosi sui suoi occhi grigi. Quegli occhi così uguali a sua madre. Madre. Forse doveva definirla semplicemente “la donna al volante” visto il loro rapporto. Eppure tanti anni fa, quando ancora suo padre era in vita erano una famiglia felice. Poi dopo l'incidente, sua madre si era chiusa in se stessa, lasciandola sola e poi un giorno la sentì uscire di fretta dalla sua stanza. Affanciandosi alla finestra l'aveva vista salire in macchina tutta sistemata, vestita elengante e truccata. Da li erano cominciati tutti i problemi. Da allora sua madre tornava a casa ogni mese con un compagno diverso. Ma l'ultimo. L'ultimo era stato terribile.
Prima che Kagome continuasse l'orribile ricordo Kaede annunciò il loro arrivo.
Scese dalla macchina con una smorfia sul viso. Proteggendosi gli occhi dal sole con una mano, alzò lo sguardo sulla casa. Bella era bella. Ma sperava che almeno qui non dovesse patire ciò che aveva dovuto sopportare negli ultimi tempi.

-E' bella, non trovi?- le chiese Kaede – Credo che ci troveremo bene qui.-
Kagome la guardò con un sopracciglio alzato con un'espressione che diceva “ se tu lo permetti!” ma non disse nulla.
Entrarono in casa. Si trovò dentro un ingresso non molto grande ma neanche troppo piccolo. Un piccolo mobile stava sulla destra e sopra di esso, appeso al muro, uno specchio. Sulla sinistra vi era un appendi abiti. Le pareti erano di una tonalità calda pesca. Era carino, solo che puzzava di chiuso.
Procedendo per il corridoio c'erano tre porte sulla sinistra e due sulla destra e in fondo una scala che portava al secondo piano.
Kaede accese le luci mostrando una cucina un pò impolverata con delle lenzuola su dei mobili. Dopo aver posato alcuni scatoloni tornò in corridoio e mostrando le altre stanze disse – Questo è il soggiorno, questo il bagno e questo...è il mio laboratorio. Sopra invece c'è la tua stanza, la biblioteca e un altro bagno, più la camera degli ospiti.- Kagome guardò verso le scale con aria interrogativa poi si rivolse a sua madre.
-Mi stai dicendo che il secondo piano è mio?-
-Si. Visto che non sopporti avermi troppo in giro, almeno li avrai la tua tranquillità.- Kagome non rispose ma si diresse al piano superiore portando con se lo zaino e la valigia. Arrivata sopra si guardò un pò intorno. In fodo al corridoio c'era una finestra ma essendo chiusa non illuminava. Aprì la prima porta. Era una camera da letto spoglia e con una finestra. Proseguì dritto e aprì l'utlima porta a destra.
-Oh si! Se devo stare qui questa sarà la mia camera.- La stanza era molto spaziosa. Un grande letto faceva la sua bella mostra e accanto un pò più a destra di esso c'era una finestra, mentre di fronte una vetrata portava su un balcone, non molto grande ma di giusta misura. Posò le borse che aveva e si diresse in macchina a recuperare l'altra roba, ma prima diede un'occhiata alla stanza che sarebbe stata la sua biblioteca. Mentre scaricava altri scatoloni pensava che più che una biblioteca era la stanza degli hobby. Da suo padre aveva ereditato la stessa passione della lettura, ma lei amava anche disegnare e quando non ne poteva più del mondo reale si chiudeva nella sua biblioteca personale, rimanendoci anche per giornate intere.
Quando tutte le sue cose furono nella sua stanza decise che prima di disfare i bagagli avrebbe fatto un giro per la città.
Si fece una doccia rapida e indossò una gonnellina azzurra e un maglioncino bianco. Si spazzolò i capelli e si mise il giubetto. Quando mise un piedi fuori dalla porta d'ingresso urlò un IO ESCO alla madre, che affacciò la testa dalla cucina ma prima che potesse dire qualcosa la ragazza era già andata via.

Kagome passeggiava lungo il canale quando delle risate di bambini attirarono la sua attenzione. Decise di avvicinarsi e si ritrovò in un parco gioco. Era pieno di verde, una grande fontana in funzione era posta al centro e alcune coppiette erano sedute nel bordo. Kagome fece una smorfia prima di continuare a dare un'occhiata. Dei bambini stavano giocando sull'altalena e a quella scena un sorriso nostalgico le apparve sulle labbra. Papà! Papà! Più forte! Voglio volare!
Poco distante c'erano dei ciliegi e decise che sarebbe stato un ottimo posto per leggere. Mentre si sedeva tra le radici di un grosso albero, tirò fuori il libro che aveva in borsa. Non usciva mai senza scorta. Ancora prima di poter iniziare una voce attirò la sua attenzione.
-Ciao! - la salutò una bambina di circa 6 anni con un sorriso.
-Ciao a te.- ricambiò Kagome con un altro sorriso.
-Io sono Rin! Tu come ti chiami? E perchè sei seduta qui tutta da sola? E' pericoloso per noi ragazze andare in giro da sole non lo sapevi?- domandò la piccola emozionata.
-Io sono Kagome e sono seduta qui perchè volevo un pò leggere, ma a te chi a detto che le ragazze non devono andare in giro da sole?- chiese divertita Kagome.
- Il mio fratellone. Lui dice che non devo mai uscire da sola, perchè altrimenti i cattivi mi prendono.- rispose Rin facendo una smorfia.
-Il tuo fratellone ha ragione e devi dargli retta, con chi sei adesso?-
-Con la mia mamma- rispose indicando una donna con dei lunghi capelli neri che le guardava con un sorriso seduta poco distante da loro. -E' quella li. -
-E' molto bella.- disse Kagome tornando a guaradare la bambina. - Io mi sono appena trasferita e non conosco nessuno qui, per questo sono da sola.-
-E la tua mamma? Non c'è?- chiese ingenuamente Rin.
-E' a casa.- rispose Kagome con sguardo triste – Sta sistemando le nostre cose. Comunque quanti anni hai?- domandò tornando con un espressione più allegra.
- Io ho..sei anni! Tu? -
- Io ne ho 16. -sorrise Kagome
-Allora hai la stessa età del mio fratellone!- ma prima che potesse aggiungere altro la madre si avvicinò richiamandola.
-Ciao- salutò la donna cordialmente -Rin. E' tardi dobbiamo tornare a casa. - disse alla figlia sorridendole dolcemente. -Spero che non ti abbia disturbato.-
- Salve. Oh no. Non si preoccupi. Se tutta la gente che abita qui è come sua figlia credo che mi troverò bene – scherzò Kagome.
- Ti sei appena trasferita vero? Vedrai che non è male come posto.-
-Si. Abito nella casa azzurra dietro l'angolo. - sorrise la ragazza.
-Oh! Ma allora sei tu la nuova vicina!- rispose felice la donna. -mi piacerà avere una vicina di casa bella e giovane come te!-
-Cosa? Davvero? Voi abitate li vicino?- domandò sorpresa Kagome.
-Noi abitiamo nella casa accanto.- annunciò felice Rin saltellando. -Torni a casa con noi allora?- chiese speranzosa. Ma Kagome non si fece pregare e fece la strada di ritorno insime a loro.
- Ehi Kagome! Abbiamo lo stesso colore di capelli hai visto?- Disse contenta Rin alzando una ciocca di capelli neri.
-E' vero. E i tuoi sono molto belli.- sorrise Kagome.
-La mamma me li spazzola tutti i giorni.- disse soddisfatta Rin.
-E tu fai sempre i capricci!- rispose la donna facendo arrossire la figlia e procurando la risata di Kagome.
- Uffa non è vero. Kagome domani giocherai con me?- chiese la piccola con occhi da cerbiatta.
- Mi dispiace Rin domani devo andare a scuola.- rispose Kagome gardando lo sguardo triste della bambina. -Però ti prometto che non appena avrò del tempo libero giocherò con te.-
Il sorriso di Rin si riaccese.- Allora è una promessa! E non puoi rimanciartela!-
- Siamo arrivate.- annunciò la donna sorridendo. - Allora a presto Kagome.-
-Arrivederci signora! Buona serata.- salutò cordialmente
-Oh su! Non sono poi così vecchia! Chiamami Izayohi!-
-O-ok! Allora Ciao Izayohi. Ciao Rin!- disse mentre si incamminava verso casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2 L'indomani mattina Kagome si alzò presto. Doveva prepararsi per il primo giorno di scuola nel nuovo istituto e ancora doveva cercare la divisa negli scatoloni. La sera prima non aveva voglia di mettersi a disfarli e dopo aver cenato si era messa a leggere e poi si era addormentata. Dopo aver cercato i vestiti e dopo averli indossati si rimirò allo specchio pensando che dopotutto non gli stava tanto male. La gonnellina era a piegoline verde e le arrivava a metà coscia e la maglia alla marinaretta a maniche lunghe era bianca con i polsini verdi e una striscia bianca e un fazzoletto rosso legato sotto il taglio verde che finiva dietro le spalle. Entrando in cucina vide sua madre che chiudeva il sacchetto del bento e quando la vide le sorrise porgendoglielo. -Buon giorno. Ti sta bene la nuova divisa. Ecco tieni, ti ho preparato il pranzo.- Prima che Kagome afferrasse il pranzo la guardò per un lungo attimo, tanto che la madre pensasse che non voleva prenderlo e che poteva ficcarselo.... -Non c'era bisogno che mi preparassi da mangiare. Potevo benissimo prendere qualcosa in mensa.- disse afferrando il contenitore avvolto in un fazzoletto rosa. -Vado. Ciao.- -Buona giornata.- rispose Kaede abbassando lo sguardo divenuto triste. Quando Kagome uscì di casa erano le 07.45. Bene. Era in orario. Le lezioni non sarebbero cominciate prima di 45 minuti e lei aveva tutto il tempo a disposizione. Venti minuti per arrivare e venticinque per cercare la presidenza e la propria classe. Arrivata di fronte l'ingresso dell'istituto, si fermò un attimo a guardarlo. Sua madre le aveva detto che era una bella scuola e doveva ammettere che non veva tutti i torti. Adesso che ci pensava doveva presentarsi di fronte a delle persone completamente sconosciute! Non ci aveva fatto caso. - Uffa io odio essere al centro dell'attenzione!- pensò varcando il cancello d'entrata. Trovare la presidenza non fu affatto difficile. Dopo aver chiesto informazione a un bidello ovviamente,si ritrovò davanti una porta con su scritto PRESIDENZA e Professor Akaiko. Il preside l'accolse in modo allegro e gentile, aveva capelli brizzolati e occhi azzurri, un bell'uomo per la sua età. Le diede il suo orario e le disse che la sua classe sarebbe stata la 3D. Attese per qualche minuto il preside firmare dei documenti dopo di che lo seguì nella sua nuova classe. Dopo aver bussato il preside Akaiko le disse di attendere qualche minuto fuori e dopo averla annunciata agli alunni e all'insegnante la fece entrare. Il suo ingresso provocò dei fischi da parte di alcuni ragazzi. -Salve ragazzi!- salutò il preside.-Da oggi avrete una nuova compagna di classe.- aggiunse indicando Kagome. -Buon giorno. Sono Kagome Higurashi, ho sedici anni e spero diventeremo amici.- disse presentandosi con un sorriso timido e mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Bene. Il mio compito è finito qui.- disse il preside- quindi vado a riprendere il mio lavoro.- Salutò alunni e insegnanti e dopo un -spero ti troverai bene qui Higurashi- la porta si richiuse. Dopo che gli alunni si furono seduti dopo il saluto al preside, il professore comunicò a Kagome che poteva sedersi in penultima fila accanto alla finestra, vicino a una ragazza di nome Sango. Quando si avvicinò al suo nuovo banco notò un ragazzo, dai capelli argento con due orecchie da cagnolino e gli occhi ambrati che la guardava, ma fu distratta dalla nuova compagna di banco. -Ciao. Io sono Sango. Piacere di conoscerti Kagome. Spero diventeremo amiche.- Le sorrise la ragazza accanto. Portava una coda alta e aveva degli occhi castani che risaltavano il suo viso. Era molto carina. -Il piacere è mio. E spero anch'io di diventare tua amica.- le sembrava un tipo simpatico. Aveva un sorriso che ti contagiava. -Oh allora non ci saranno problemi!- rise – questi qui dietro sono Miroku- indicando il ragazzo dietro di lei – e Inuyasha.- indicando il ragazzo dietro Kagome che prima la fissava. -Ciao Kagome! Sei molto bella lo sai?!- salutò Miroku facendo arrossire Kagome.- Inuyasha non trovi anche tu?- -Smettila Miroku! Comunque piacere.- rispose Inuyasha. Inuyasha. Allora è questo il suo nome. Pensò Kagome guardandolo. -Miroku sei sempre tu!- lo rimproverò Sango. - Non farci caso! Lui è fatto così! É un pervertito nato, se ti fa qualcosa dimmelo pure ci penso io a rimetterlo a posto!- disse Sango schiacciandole l'occhio. Kagome era più rilassata. Si era preoccupata per niente. La sua nuova compagna era molto simpatica e lo stesso si poteva dire di Miroku, se si lasciava perdere il fatto che era realmente un pervertito che correva dietro a tutte le ragazze della scuola,aveva capelli neri e li portava legati in un piccolo codino basso,aveva gli occhi blu oceano ed era molto alto e muscoloso . Inuyasha si era rivelato un pò più burbero. Non stava mai attento alle lezioni, la prendeva in giro. Era passata una settimana da quando aveva cominciato la scuola. I suoi rapporti con sua madre non miglioravano, non riusciva proprio a perdornarla. Tutte le volte che la vedeva non poteva che pensare a ciò che era successo. La promessa che aveva fatto a Rin non era riuscita ancora a mantenerla. Era indietro con il programma scolastico e doveva mettersi sotto con lo studio. Aveva iniziato a conoscere un pò i professori e gli altri compagni di classe, scoprendo che c'era il gruppetto dei secchioni e quello dei bulli, per quanto strano poteva essere Inuyasha non rientrava in quest'ultima categoria, nonostante il suo fisico muscoloso. Aveva scoperto che era un mezzo-demone, per questo lui non sopportava quelle orecchie che aveva e che Kagome trovava dannatamente carine. -Aaaaaaaah! Non ce la faccio più!- urlò Kagome sdraiandosi sul banco. Era appena arrivata insieme a Sango e stavano parlando del recupero di Kagome. -Senti Kagome, se ti serve una mano posso sempre aiutarti io.- -Davvero? Oh grazie Sango! Non so proprio come ringrarziarti!- -Cosè tutto questo baccano di prima mattina?- disse Inuyasha entrando mentre sbadigliava. -Inuyasha? Sogno o son desta?- disse Kagome facendo ridere Sango. -Ah Ah. Molto divertente!- rispose sarcastico il mezzo-demone. Da quando aveva iniziato la scuola Kagome non aveva mai visto Inuyasha arrivare puntuale. -No davvero. Sto sognando? Tu puntuale? La fine del mondo è vicina.- -La fine del mondo no, ma forse la tua si se non la finisci.- rispose guardandola male. -Come siamo permalosi. Solo tu puoi prendere in giro gli altri?- rise Kagome. Inuyasha la guardò prima di risponderle. Aveve un bellissimo sorriso pensò guardandola. -Mia sorella stamattina si è catapultata sul mio letto. Gli è venuta la magnifica idea di svegliarmi.- disse con una sua solita smorfia. -Tu..tu hai una sorella?- chiese stupida Kagome. -Si. Perchè?- disse Inuaysha. -Povera piccola!- disse melodrammatica Kagome e scoppiando a ridere dopo contagiando anche Sango. -Se non la smettete tutte e due vi picchio!- disse un infuriato Inuyasha. -Picchi chi?- chiese Miroku appena entrato.- Buon giorno donzelle.-salutò facendo gli occhi dolci. -Giorno Miroku. Salutarono le ragazze, con la differenza che una della due arrossì leggermente. Cosa che a Kagome non sfuggì. -Queste qui!- disse indicandole Inuyasha- Se non la smettono di prendermi in giro. -Oh beh non preoccupatevi. Vi difendo io!- asserì Miroku battendosi un pugno sul petto e facendo un mezzo inchino. -Non preoccuparti per me Miroku- disse Kagome.- Io so difendermi bene da sola, ma potresti sempre proteggere Sango. Se non da Inuyasha da quelli che le fanno la corte!- -Ma Kago..me! Che dici? Smettila! - disse agitata Sango assumendo una tonalità rosso-fuoco e provocando le risate di Kagome e Inuyasha. Miroku invece le disse -Ma come Sango? Rifiuti un tipo come me per altri? Così mi spezzi il cuore!- -Smettila Miroku! Non ti ci mettere pure te!- disse voltandosi senza notare l'espressione seria che assunse il ragazzo. -Ragazzi riprendiamo la lezione di ieri.-Annunciò il professore mettendo fine alla discussione. -Comunque è vero che hai molti corteggiatori.- sussurrò Kagome a Sango. Dopoi che le lezioni furono finite Kagome si recò in biblioteca dove rimase per tutto il pomeriggio fino al tramonto. Poi troppo stanca per continuare ancora a studiare si diresse verso casa passando davanti al parco, dove tempo prima aveva conosciuto la piccola Rin, e non fu poi tanto sorpresa nel vederla li mentre giocava...no aspetta...non stava giocando. C'era qualcosa che non quadrava.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3 Ero in ritardo come tutte le mattine, ma ormai non ci facevo più caso. Quando arrivai a scuola appoggiaia la testa sul banco e per poco non riuscivo a riaddormentarmi, peccato che la visitina del preside me lo impedì. -Salve ragazzi!- salutò il preside.-Da oggi avrete una nuova compagna di classe.- disse indicando la nuova arrivata che stava ancora fuori dalla porta. Non me ne importava granchè quindi voltai la testa verso la finestra con aria annoiata, ma quella voce attirò la mia attenzione e mi feci subito attento. -Buon giorno. Sono Kagome Higurashi, ho sedici anni e spero diventeremo amici.- disse la nuova compagna presentandosi con un timido sorriso e mettendosi una ciocca corvina dietro l'orecchio. Aveva occhi grigi, lunghi capelli e un corpo bellissimo. La sua entrata aveva provocato i fischi dei ragazzi che si credevano superiori, i cosiddetti bulli, e questo dopo averla vista, lo ammetto, mi ha dato parecchio fastidio, anche se non so il perchè. Kagome è seduta proprio nel banco davanti al mio e abbiamo fatto, se così si può dire, amicizia. Io, al solito, mi comoporto in modo antipatico, ma a differenza degli altri lei non se la prende tanto male, anzi, mi risponde pure. A parte la mia famiglia, Miroku e Sango, gli altri non amano particolarmente la mia natura di mezzo demone, e forse, da come si comporta con me non le importa questa mia natura. Stamattina mia sorella mi è saltata addosso come un sacco, svegliandomi. Se non le avessi voluto bene sarebbe morta all'istante. Dopo essermi ormai svegliato e infreddolito, dato che la pesta mi ha tolto tutte le coperte, ho deciso che una volta tanto arrivare a scuola puntuale non era un male. Quando sono arrivato Kagome urlava di essere stanca dello studio e io come al solito non ho perso occasione di prenderla in giro, e lei, come sempre, non ha perso quella di controbattere. La cosa mi piace. Quando ha sorriso, mi sono reso conto che è bellissima. I suoi occhi si illuminano e le guance diventano rosate. Oltre che a prendermi in giro stamattina ha deciso di fare da cupido fra Miroku e Sango mi sa, visto che ha fatto quella allusione ai corteggiatori di lei e sul fatto che lui dovrebbe proteggerla. Tempo perso. Quei due si piacciono ma non capiscono i sentimenti dell'altro. Le lezioni finalmente sono finite. Oggi ho promesso alla pesta che l'avrei portata a giocare al parco. Quindi quando arrivo a casa poso la cartella e neanche il tempo di girarmi che me la ritrovo sulla schiena. -Fratelloneeee! Dai! Usciamo! Voglio andare a giocare!- urla ed io per poco non divento sordo! -Si si! Andiamo!- dico sbuffando toccandomi un orecchio e nascondendo un sorriso. -Mi compri pure il gelato vero?- chiede tutta contenta, correndo e saltando da un lato all'altro. -E se poi diventi grassa?- La prendo in giro -Mamma noi usciamo!-grido. -State attenti!- ci dice mia madre con un sorriso. -Ciao mamma!- saluta la pesta prima di rispondermi – Io non diventerò grassa.- dice gonfiando le guance. Ed io sorrido. Arrivati al parco la vedo correre verso un gruppo di bambini. E iniziano a rincorrersi. Io invece mi vado a sedere sotto il ciliegio. Mi rilassa questo posto. Ci venivo sempre quando c'era ancora mio padre. Dopo non so quanto tempo riemergo dai miei pensieri e mi accorgo che è già arrivato il tramonto. È tardi e quella peste voleva anche il gelato. Poi improvvisamente lo sento. Odore di lacrime. Mi volto e noto mia sorella che si asciuga gli occhi e una ragazza che le sta davanti che cerca di consolarla. Ma quella ragazza...è Kagome!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4 Vedo il gruppo di bambini allontanarsi e Rin che asciugarsi gli occhi. Corro da lei e non appena mi vede le lacrime ricominciano a scorrerle. -Rin. Cosa è successo. Perchè piangi?- Le chiedo accarezzandola. Lei tenta invano di fermare le lacrime facendo scappare qualche singhiozzo. -Rin!- sento urlare dietro di me. Mi volto e con sorpresa noto un Inuyasha preoccupato correre verso di noi. -Inuyasha!- dico mentre lui si inginocchia. -Tu conosci Rin?- -E' mia sorella.- mi risponde guardandomi e poi voltandosi preoccupato verso la bambina ancora in lacrime. -Rin, cosa è successo?- chiede premuroso. -Que..quei bambini, dicevano brutte...cose...che il papà..il papà non c'è più...per...per colpa mia...- rispose tra un singhiozzo e l'altro mentre si asciugava gli occhi. Vedo inuyasha stringere i pugni e digrignare i denti. Poi addolcendo lo sguardo le riponde con aria triste – Non è vero Rin. Il papà ha avuto un incidente. E adesso è in cielo.- -Ma a me...manca il mio papà...- dice Rin stringendosi al fratello. Questa scena. L'ho vissuta io stessa. Il nonno cercava di consolarmi. Kagome, so che ti manca il tuo papà. Ma devi pensare che lui è in un posto migliore. E se hai bisogno di lui, se ti manca, basta che chiudi gli occhi e pensi a lui. Perchè vorrai o non vorrai, lui sarà sempre nel tuo cuore. -Rin...- la chiamo e vedo Inuyasha sussultare leggermente e lei alzare la testa. -Sai, anche io non ho più il papà. E so quanto ti manca il tuo.- dico mentre mi inginocchio accanto a Inuyasha e prendo una mano della piccola. -Ma devi pensare che lui adesso è in un posto magnifico. Migliore. E se hai bisogno di lui o se ti manca, basta che chiudi gli occhi e pensi a lui. Perchè lui sarà sempre con te. Nel tuo cuore.- continuo indicandole il petto. -Anche tu non hai il papà?- annuisco -E ti manca?- mi domanda mentre le lacrime sembrano essersi calmate. -Si. Tutti i giorni. Ma io gli vorrò sempre bene. E so che lui veglierà sempre su di me.- le dico sorridendo leggermente. -Anche io gli voglio bene. E gliene vorrò sempre proprio come tu ne vuoi al tuo.- annuisce convinta. Poi improvvisamente mi abbraccia e io ricambio con affetto. Anche la piccola Rin, e di conseguenza Inuyasha, soffre come me. Almeno Izayohi è una donna gentile e attenta ai suoi figli a differenza della mia. -Kagome?- mi sento chiamare e la scosto un pò per vederla in viso. - Vuoi venire a prendere il gelato con noi?- mi domanda sorridendomi e asciugandosi i residui delle lacrime. -così la tristezza passa via?- -Veramente io...-tentenno gardando Inuyasha. -Ti prego! Fratellone può venire con noi?- chiede Rin al mezzo-demone tirandogli una manica. -Se vuole. Si.- risponde lui guardandomi negli occhi, ed io annuendo arrossisco abbassando lo sguardo e portandomi una mano al cuore che ha cominciato a battere più velocemente. Rin mi tiene per mano, e dopo aver camminato per qualche minuto arriviamo in un bar dove Inuyasha ordina i nostri due coni in attesa che la piccola scelga il suo gusto. -Per decidere passano sempre secoli.- sorride triste Inuyasha. -Non pensavo fossi un fratello così premuroso.- dico e lui mi guarda un pò contrariato.- Scherzo. È bello. Intendo il vostro rapporto.- lui annuisce. Sta per dire qualcosa ma Rin ci raggiunge annunciando il gusto vincitore. Mentre mangiamo il nostro gelato, io cioccolatto e lui nocciola, la piccola Rin si mette a rincorrere i gabbiani. Impressionante ma ha divorata il suo di cono in quattro e quattro otto. Rido al pensiero e Inuyasha mi domanda il perchè della mia risata. -Perchè tua sorella ha preso per ultima il suo cono ed ha già spazzolato tutto.- -Si. È una golosona. Io le dico sempre che diventerà grassa.- ride guardandola. -Impossibile.- affermo drizzandomi – con tutto il movimento che fa!- rido. -Detto così sembra una cosa hentai!- dice sghignazzando ed io dopo aver capito il doppio senso divento rossa. -Qui l'hentai sei tu!- gli rispondo tirandogli un leggero pungo al braccio. -Kagome?- mi chiama con un tono..dolce. -Mmh?- mi giro verso di lui leggermente rossa in volta e noto che ha le orecchie abbassate come lo sguardo. -Grazie.- dice poi alzando la testa e guardandomi. Poi vedendo la mia espressioni interrogativa aggiunge – per prima intendo. Con Rin.- Mi volto verso la bambina che si trova sulla spiaggia intenda a osservare il movimento di un granchio. -Tre anni fa mio padre ebbe un incidente. Da allora le cose sono andate sempre peggiorando, soprattutto con mia madre. I primi tempi mi mancava terribilmente, non che adesso non mi manchi, ma come dire, ho capito che non posso fare nulla e che la vita va avanti e che non posso tornare indietro e tenerlo chiuso in casa quel dannatissimo giorno. So come ci si sente. E per Rin che è ancora più piccola credo che il dolore sia forse più grande. Anch'io ci sono passata, intendo con le prese in giro e il resto. - dissi facendo una pausa. - quindi se posso fare qualcosa per alleviare il suo, il vostro-aggiunsi guardandolo in quei meravigliosi occhi dorati -dolore, beh stai certo che lo farò.- -Quindi questo mi porta in debito con te.- mi disse guardandomi. -No. Non necessariamente. È una cosa che mi sento di fare io, non un favore o un obbligo.- dissi convinta. -Bene. Vorrà dire che se potrò fare qualcosa per alleviare il tuo di dolore, la farò.- sorrisi sentendo le mie parole. -Va bene.- affermai, poi cambiando discorso - Dunque abiti nella casa accanto a me. Com'è possibile che in tutto questo tempo non me ne sono mai accorta?- -Semplice. Tu esci prima di me la mattina e arrivi puntuale, io no. E vuol dire che la sera abbiamo orari diversi.- Annuì poco convinta. -andiamo. Torniamo a casa, si è fatto tardi.- -Si e inizia a fare fresco.- lo vidi annuire e poi chiamare la piccola Rin. Durante il traggitto della strada eravamo silenziosi, ma non uno di quei silenzi imbarazzanti. Rin era sulle spalle di Inuyasha addormentata e sopra aveva la giacca del fratello. Io ogni tanto la coprivo meglio visto che le scivolava. Quando arrivammo Inuyasha attese che entrassi a casa prima di andare via. -Allora ciao. A domani.- lo salutai. -A domani.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5 La mattina dopo mi sentivo strana. Avevo la testa nel pallone e non avevo nessuna voglia di andare a scuola ma mi alzai comunque, anche se con un capogiro. Mi vestì in modo lento e con gesti goffi. Non feci nemmeno colazione. Avevo lo stomaco chiuso. Quando uscì dal cancello mi sorpresi di vedere Inuyasha uscire da casa sua nello stesso momento. Ero io in ritardo o lui in anticipo? Controllai l'orologio preoccupata e mi tranquillizzai quando vidi che erano ancora le 8.00. -Buon giorno. Siamo mattinieri oggi.- lo salutai. -Giorno. Si, anche oggi Rin ha fatto il suo lavoro. Voleva che la portassi anche oggi fuori.- annuì distrattamente mentre un mal di testa preannunciava il suo arrivo. -Ehi, ti senti bene?- chiese Inuyasha con tono preoccupato. - Non hai una bella cera. -Mmh. Si tranquillo. È solo un pò di mal di testa. Tutto qui. Credo di non aver dormito molto bene stanotte. Andiamo? O faremo tardi.- lui annuì non troppo convinto. -Allora, uscirai con tua sorella più tardi?- chiesi per spezzare il silenzio creatisi, quello del giorno prima poteva non essere imbarazzante, ma questo si. -No, purtroppo oggi ho da fare e tornerò tardi.- la conversazione non andò oltre e per tutta la strada non ci scambiammo altre parole. Accidenti perchè sono così nervoso oggi stando accanto a lei. Accidenti che imbarazzo. -Buon giorno.- salutammo prima di prendere posto. Appoggiai la testa improvvisamente pesante sullo zaino. No decisamente non stavo bene. Inuyasha dietro di lei la guardava con sguardo preoccupato. -Kagome che hai? Non hai un bell'aspetto.- domandò Sango – Non avresti fatto meglio a restare a casa oggi? -Grazie Sango del complimento sei un'amica.- sussurai – Comunque no, oggi ho da fare un mare di cose e non ho voglia di restare a casa.- continuai irritata pensando che l'alternativa era avere tra i piedi mia madre. Le lezioni passarono lente quel giorno. Le ore non passavano mai. Neanche durante la pausa pranzo Kagome riusci a mangiare qualcosa, facendo preoccupare ulteriormente i suoi amici. Quando finalmente la campana segnalò la fine delle lezioni Kagome tirò un sospiro di sollievo e sistemato le proprie cose andò in biblioteca. Per quanto fosse riuscita a rimettersi quasi in pari con il programma era ancora indietro e doveva recuperare. Studiò tutto il pomeriggio, facendo ogni tanto una pausa e sgranocchiando qualche crakers comprato nelle macchinette in corridoi, tanto per mettere qualcosa nello stomaco, ma questi era tutto fuorchè invitanti. Un fischio da lontano le fece rendere conto che come le altre volte era ora di tornare a casa, si era fatto tardi ed era il tramonto. Si alzò ma un'altro capogiro la fece desistere dal muoversi. Dannazione, sarà il 100esimo oggi! Pensò irritata. Doveva essere passato un pò di tempo quando decise che poteva muoversi. Rimise i libri presi in prestito al proprio posto e dopo aver preso la cartella si diresse verso l'uscita. Varcata la soglia della biblioteca sentì le risate dei ragazzi dei club. Dovevano aver finito gli allenamenti e stavano per tornare a casa. Un altro capogiro la costrinse a reggersi con lo stipide della porta. Improvvisamente c'era silenzio. Anzi no, qualcuno stava dicendo qualcosa. Un nome. Il suo nome. Qualcuno la stava chiamando. Alzò lo sguardo giusto il tempo di vedere chi la chiamava. Poi vide tutto buio e l'unica cosa che sentì furono due braccia forti che la reggevano. -Siamo imbattibili! Con Inuyasha in squadra nessuno può batterci. Neanche quel damerino di Hojo.- Miyoga come sempre si vantava della partita appena vinta. Si doveva ammetterlo. Il basket gli piaceva parecchio. Si divertiva e poteva scaricare molta energia. Dopo esserci lavati andammo a prendere qualcosa da bere alle macchinette. Miyoga continuava il suo monologo “QUANTO SIAMO BRAVI” e io scossi la testa divertito. All'improvviso sentì un odore familiare, di recente molto ricercato. L'odore di Kagome, percorsi il corridoi e fu allora che la vidi. Era appoggiata allo stipide della porta e respirava affannosamente. La chiamai più volte, ma lei sembrava non sentirmi. Stavo per avvicinarmi quando la vidi accasciarsi al suolo ma riuscì a prenderla prima che toccasse terra. -KAGOME!- urlai scostandole i capelli dal viso. Scottava. Aveva la febbre alta. Per questo era stata strana tutto il giorno. La presi in collo e la portai in infermeria. L'infermiera la visitò e convenne con me che si era presa un' influenza coi fiocchi e che doveva stare a letto per qualche giorno. Le diede una medicina e mi disse di aspettare che si svegliasse per poi portarla a casa. Si svegliò dopo un'ora circa e sembrava confusa. -Inu...Inuyasha...dove..- cercò di dire ma io la interruppi ripondendo direttamente alla domanda che stava per fare. -Shh tranquilla, siamo nell'infermeria della scuola, sei svenuta in biblioteca te lo ricordi?- lei annuì piano. - Hai preso l'influenza e oggi invece di venire a scuola avresti fatto meglio a restare a casa.- vidi formarsi sul suo bellissimo volto un'espressione contrariata.- adesso ti porto a casa va bene?- -Si. Grazie.- si alzò piano dal letto tenendosi una mano sulla testa ma non appena poggiò i piedi per terra stava per cadere di nuovo, così la sorressi. Non che mi dispiacesse essere abbracciato a lei. -D'accordo. Facciamo così.- la feci sedere di nuovo e andai a prendere la mia giacca. Gliela misi sulle spalle poi girandomi – sali. Ti porto io.- -Cosa? No Inuyasha...Non c'è bisogno- disse diventando più rossa di quanto già non fosse. - Su non fare storie.- la presi sulle spalle e sentire il suo calore e il suo corpo a contatto con il mio mi dava una sensazione piacevole, molto piacevole. Presi le due cartelle e mi incamminai verso casa. Kagome nel frattempo aveva appoggiato la testa sulla mia spalla e il suo respiro mi solleticava il collo. Quando arrivai davanti casa sua le luci erano tutte spente. -Kagome, ma non c'è nessuno in casa?- Lei alzò di poco e a fatica lo sguardo verso la casa sospirando. -E' strano. Inuyasha..mettimi giù..posso camminare.- obbedì anche se riluttante. Quando scese mi prese dalle mani la cartella e ne estrasse un mazzo di chiavi. Dopo che aprì la porta si voltò verso di me guardandomi. - Grazie. Adesso posso cavarlmela da sola.- sul suo volto comparve un sorriso tirato e questo bastò a convincermi che no, non l'avrei lasciata da sola. -Tranquilla. Ti aiuto e poi sparisco, non ti mangio.- le presi la cartella dalle mani e la aiutai a entrare. Era debole e si appoggiava al mio braccio per non cadere. -Non intendevo quello- tossì – Non voglio recarti altri disturbi.- ancora quello sguardo triste. -Nessun disturbo, siamo amici no?- le sorrisi accendendo la luce di quella che si rivelò la cucina. Sul tavolo c'era un biglietto e un piatto con la cena pronta. Kagome mi hanno chiamata per un servizio. Ti ho lasciata la cena sul tavolo. Starò via per tre giorni, quindi per favore rispondi alle mie chiamate e non ignorarle come oggi. -Tutto ok?- chiesi, ma prima di ricevere risposta vidi Kagome lanciare tutto ciò che c'era sul tavolo per terra e poi accasciarsi sulle ginocchia e riprendendo a respirare affannosamente. -Kagome!- mi inginocchiai accanto a lei. Lei mi guardò con uno sguardo indecifrabile. Tristezza, disprezzo, dolore, amore. Un mix di sentimenti. -Scusa..solo che...- non continuò, si morse il labbro scuotendo la testa e prendendosela tra le mani. -Ok. Va tutto bene.- le dissi abbracciandola.-Dov'è la tua stanza? - -Al piano di sopra.-sussurò. La presi in collo per la seconda volta nella giornata e la portai al piano superiore fermandomi appena salito l'ultimo gradino – l'ultima...a destra.- annuì e mi avviai. Devo dire che Kagome ha buon gusto. La stanza era celeste, c'era una finestra accanto al letto e una vetrata che portava su un balcone di fronte. Sopra il letto vi erano delle mensole dove erano riposti dei libri. La scrivania era per metà sotto la finestra e sopra di essa, nell'altra metà c'era una bacheca piena di foto. Kagome da piccola, Kagome e un anziano, Kagome e un uomo che le assomigliava in modo incredibile. Suo padre. Kagome e alcune amiche. Nessuna con sua madre notai. La sdraiai sul letto scostandole la frangia che le copriva i suoi meravigliosi occhi grigi, ora chiusi. -Kagome- la chiamai ma non mi rispose. Appoggiai la mia fronte sulla sua per controllare la temperatura. La febbre era salita ancora. -Kagome, torno subito.- scesi di corsa le scale, uscì fuori e mi diressi a casa. -Mamma- chiamai.- Mamma ci sei?- chiamai ancora. -Inuyasha. Ma che succede? È tardi e perchè hai il fiatone?- chiese preoccupata mia madre. -Devi venire con me- dissi riprendendo fiato. - Kagome ha la febbre molto alta e a casa sua non c'è nessuno e io non so che fare.- - Oh Kami! Arrivo subito tu torna da lei. Non lasciarla da sola.- disse prendendo l'occorrente. -Va bene. Lascio la porta aperta. La sua stanza è al secondo piano.-dissi tornando da Kagome. La trovai raggomitolata su se stessa. Mi avvicinai e la coprì meglio che potevo con le coperte. Poco dopo vidi mia madre entrare insieme a quella peste di mia sorella, che aveva un'aria preoccupata. Le misurò al febbre. 39.5. -Vai a chiamare il dottore Inuyasha. Qui ci penso io per adesso.- annuì anche se non volevo lasciare Kagome. -Ok torno subito.- dissi. Poi iniziai a correre più veloce che potevo. Avvisato il dottore e datogli l'indirizzo tornai di corsa da Kagome. Mia madre doveva averla cambiata perchè adesso indossava un pigiama rosa pallido. Circa venti minuti dopo sentimmo il campanello suonare e subito dopo vidi entrare nella stanza mia sorella Rin seguida dal medico. Mi fecero uscire e ne approfittai per pulire il disastro in cucina. Un quarto d'ora dopo il dottore stava parlando con mia madre. Le diede delle medicine e l'obbligo di farla restare a letto e riposare finchè fosse stato necessario. Io nel frattempo ero rientrato in camera e mi ero seduto accanto al letto. Kagome respirava in modo più regolare rispetto a prima e dormiva profondamente. La medicina doveva iniziare a fare effetto. -Inuyasha- mi chiamò mia madre – dai queste a Kagome domani mattina alle 8.00 se avete bisogno di me io sono a casa. Rimani tu non è vero?- mi chiese sorridendomi in modo dolce- -Si non preoccuparti.- risposi arrossendo un pochino. -Notte fratellone.- mi disse la pesta baciandomi una guancia e sbadigliando subito dopo. -Notte peste.- le guardai andare via e ascoltai i loro passi finchè non si richiusero la porta d'ingresso alle spalle. Guardai di nuovo Kagome e mi sedetti a per terra poggiando la testa sul letto e senza volerlo mi addormentai.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


CAPITOLO 6 Quando mi svegliai era già mattina. Mi sentivo a pezzi e la testa pesante ma rispetto al giorno prima stavo benissimo. Mi tirai un pò su accorgendomi di avere qualcosa sopra di me che mi impediva di muovermi come volevo. Abbassai lo sguardo e vidi Inuyasha dormire per terra con la testa appoggiata sul letto e un braccio sul mio stomaco. Doveva essere stanco. Del giorno precedente ricordavo solo di essere svenuta, di essermi svegliati in infermeria, le spalle di Inuyasha, il biglietto e poi era tutto buio. L'aveva fatto di nuovo. Un servizio. Si. Come no. Scosse la testa e poi fissò il mezzo demone dormiente accanto a lei. In quel momento Inuyasha aprì gli occhi rivelando le sue gemme dorate. -Kagome! Come ti senti? Che ore sono?- chiese alzandosi in fretta. -Tranquillo Inuyasha. Sto meglio, anche se non benissimo e sono le...7.30.- sorrisi controllando l'orologio. -Bene alle 8.00 devi prendere queste.- disse porgendomi un bicchiere e delle pillole che poggia sul comodino. -Inuyasha, se non ti sbrighi farai tardi a scuola. Di nuovo.- gli dissi guardandolo. Lui voltando la testa in imbarazzo disse – Non ti lascio sola oggi. Sei convalescente e ieri se non ci fossi stato io ci saresti rimasta secca. - arrossì a quelle parole. Si era preso cura di me. -Kagome?- mi chiamò improvvisamente in modo serio, io lo guardai per fargli capire che lo ascoltavo – ieri, perchè hai...distrutto il biglietto e tutto ciò che lo circondava?- Abbassai lo sguardo. Non volevo parlarne. Non adesso almeno. -Scusa, ma...non me la sento di parlarne. Non adesso almeno.-dissi sentendomi a disagio. -Va bene. Non devi dirmelo per forza. Ma sappi che se hai bisogo di qualcosa sai dove trovarmi.- lo disse con una dolcezza che per poco non mi vennero le lacrime agli occhi. -Grazie Inuyasha. Di tutto, cioè ti sei preso cura di me, non so come ringraziarti.- lui si grattò la testa visibilmente imbarazzato e la cosa mi fece sorridere oltre che arrossire e farmi battere più forte il cuore. Quel giorno Inuyasha stette tutto il tempo a casa con me, Izayohi e Rin mi vennero a fare visita. Parlammo e scherzammo nei momenti in cui non dormivo per la stanchezza. La sera riuscì a mandarlo a casa, convincendolo che stavo meglio e che se avessi avuto bisogno l'avrei chiamato subito. Quella notte dormì tutto il tempo sognando sempre Inuyasha. Ultimamente quel mezzo demone antipatico, scorbutico, dolce, gentile e bellissimo era sempre nei miei pensieri. Mi ero innamorata di lui senza accorgemene. Passai tre giorni di assoluto riposo. Inuyasha veniva a trovarmi in continuazione. Ed io ogni volta arrossivo al solo vederlo. La mattina del terzo giorno mi sentivo in forze. Decisi di tornare a scuola ma Inuyasha me lo impedì. Era diventato peggio di una mamma preoccupata. Già, una mamma. Kaede sarebbe tornata quel giorno. Chissà, magari le avrebbe presentato il nuovo candidato come padre. Accidenti no. Non lo sopportava più. Se avesse portato un nuovo compagno del genere “lui è diverso” si sarebbero fatte una litigata stratosferica e magari se ne sarebbe andata pure di casa. Non sapeva dove andare ma qualsiasi posto era sempre meglio di stare con sua madre e il suo nuovo compagno. Quella sera Inuyasha era venuta a trovarla come ormai faceva negli ultimi giorni e aveva notato la sua aria triste, ma non aveva chiesto nulla e prima di tornare a casa aveva osservato la sua finestra e aveva continuato a farlo anche dalla propria stanza, come a voler vegliare su di lei. Quando Kaede rientrò in casa le luci erano tutte spente. Kagome non l'aveva salutata alla partenza e non voleva salutarla neanche al suo ritorno, senza contare che aveva ignorato tutte le sue chiamate. Sospirò triste e dopo essersi lavata andò a dormire. Kagome aveva sentito la madre rientrare ma volle fare finta di dormire. Non voleva vederla, tanto meno parlarle. Si addormentò con mille pensieri che le frullavano per la testa ed ebbe un sonno parecchio tormentato. -Kagooooome. Vieni qui! Non ti faccio niente... Kagome era nascosta dentro l'armadio e cercava di soffocare i singhiozzi. Se l'avesse trovata le avrebbe fatto male. Tanto male. Rumore di passi. La porta che si apre. La luce accesa. L'anta dell'armadio aperta. Grandi mani. Lividi. Tagli. Kagome si svegliò trattenendo in gola un urlo. Aveva rifatto lo stesso sogno. Aveva ricordato di nuovo. Guardò l'orologio. Le 7.00. si alzò di pessimo umore. Si preparò e senza neanche passare dalla cucina, dove probabilmente stava sua madre, si diresse fuori. -Accidenti! La giornata si preannuncia molto brutta!- disse tra sè e sè ad alta voce. -Come mai questo buon umore di prima mattina?- chiese un Inuyasha assonnato -Incubi.- lui la guardò con aria confusa.- Lascia perdere- disse la ragazza scacciando il discorso con un gesto della mano e incamminandosi verso la scuola. -Kagome!- Sango le corse incontro abbracciandola. - Sei tornata! Come stai? La febbre è scesa?- -Sto bene- male-si è scesa e adesso la mia temperatura è sulla norma.-e anche se è scesa i ricordi tornano sempre a galla. -Meno male. Sono stato molto in pensiero per te.- le disse una sorridente Sango. - Ho delle novità da raccontarti...su Miroku- L'ultimo nome fu sussurrato all'orecchio e l'espressione di Kagome si riempì di speranza che fu accontentata con assenso del capo di Sango. -Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Questa si che è una notizia!- urlò eccitata Kagome. -Accidenti Kagome! Non urlare così! Io ci sento.- disse il mezzo demone massaggiandosi le orecchie e procurando le risate delle due ragazze. -Scusa Inuyasha. Mi dispia...- ma fu interrotta da qualcosa. O meglio qualcuno. -Inuyasha!- Una ragazza dai lunghi capelli neri e sguardo di ghiaccio si avvicinò ancheggiando al mezzo demone. -Kikyo. Che fai tu qui. Scesa dai piani alti?- disse un Inuyasha alquanto irritato. -Oh su Inuyasha, non fare il permaloso. So che sei ancora innamorato di me-disse lanciando un'occhiataccia in direzione di Kagome. Kikyo. Era stato il primo amore di Inuyasha. Per lei avrebbe fatto di tutto. Ma poi lei lo aveva tradito. -Innamorato di te. Si forse. Una volta. E non so se si possa definire amore. E comunque, tu mi ha tradito. - -Inuyasha..sei caduto così in basso da frequentare le ragazzine? Torna con me.- disse avvicinando una mano al volto del mezzo demone. -Ehy!- Disse Kagome prima che potesse toccarlo. -Ragazzina a chi?- -A te mocciosa.-rispose poi continuò -Dai Inuyasha, lasciala perdere, andiamocene.- sorrise maliziosa. -No. E chiedi scusa a Kagome e poi vattene.- Rispose schietto. -Cosa? Mai! Deciditi. Vieni o no?- domandò irritata -Ripeto. No. Ora vattene.- Kikyo lanciò un'occhiata di gelo prima a Inuyasha e poi a Kagome e prima di andarsene mormorò un “Non finisce qui”. Come sempre il professore interruppe qualsiasi conversazione iniziando la lezione e togliendo a Kagome la possibilità di ringraziare Inuyasha. Il mezzo demone guardava distratto fuori dalla finestra quando si ritrovò un pezzo di carta tra le mani: Grazie per avermi difeso oggi. Kagome.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


CAPITOLO 7 Come al solito Kagome dopo le lezioni si trovava in biblioteca a studiare, quando ad un certo punto fu distratta da qualcuno che la chiamava da fuori dalla finestra. -Higurashi!- lei alzò lo sguardo non riconoscendo la voce.-Ciao, sono Akitoki Hojo, ricordi?- -Aki...toki, sei nel club di basket vero?- disse riconoscendolo. -Esatto. Tu invece sei in classe con quel damerino di Inuyasha- disse facendo una smorfia. -Damerino?- chiese con sguardo contrariato – comunque si. Adesso devo studiare se non ti dispiace...- -Su dai. Stavo scherzando, non prendertela.- disse appoggiando i gomiti sul davanzale.- stai sempre qui a studiare, secondo me ti ci vuole una pausa. In effetti era vero. Non aveva mai studiato così tanto in tutta la sua vita come stava facendo ultimamente in questa scuola. -Sai che hai ragione?- rispose chiudendo i libri. -Io ho sempre ragione. Dai, ti offro qualcosa da bere alle macchinette!- disse schiacciandole l'occhio. -Va bene. Ma dopo devo andare.- non era tanto convinta di voler restare con lui da sola. -Così presto?- chiese con falsa tristezza- va bene. Meglio di niente no?- Hojo le offrì una cioccolata e mentre bevevano lui continuava a parlare di quanto fosse bravo a basket. Kagome annoiata da quei discorsi bevve più rapidamente che potè. Quando ebbe finito andò a buttare la il suo bicchiere e fu allora che li vide. Inuyasha era dall'altra parte del corridoio, insieme a Kikyo. Stavano parlando ma non sembrava stessero litigando. Poi accadde. Kikyo lo stringeva al collo e lo stava...baciando. Le lacrime le salirono subito agli occhi, ma non voleva piangere in presenza i Hojo. -Scusa...devo andare adesso. Ciao.- disse di fretta e iniziando a correre verso l'uscita lasciato un contrariato Hojo a guardarla. Si scontrò con alcuni ragazzi e sempre di fretta, senza fermarsi lanciò loro delle scuse. Correva e le lacrime avevano cominciato a scendere. Non poteva tornare a casa in quelle condizioni. Sua madre sicuramente l'aspettava davanti la porta per non perdere l'occasione di “parlare” dati i tre giorni appena passati e il suo ignorare le sue chiamate. No, decisamente prima doveva darsi una calmata. Chiamò la sua amica, Sango dandole appuntamento sulla spiaggia. La ragazza arrivò in men che si dica e non appena la vide l'abbracciò stretta facendole sfogare le lacrime che aveva. Non appena si fu calmata un pò le chiese premurosa cosa fosse successo. -Mi sono innamorata di Inuyasha.- disse arrivando dritta al punto. -Kagome, ma allora perchè piangi?- chiese confusa Sango. -Perchè nonostante la discussione che è avvenuta tra lui e Kikyo ho scoperto che è innamorato ancora di lei.- Disse asciugandosi le guance con la manica della divisa. -Cosa? Ma ne sei sicura?- -Si. Li ho visti mentre si parlavano - Sango la guardò con un'espressione come a dire e allora? -e si baciavano.- -Ah.- la ragazza era rimasta senza parole.- Kagome, mi dispiace! Sul serio. Dimmi cosa posso fare per te e io lo farò.-disse guardandola negli occhi. -Non puoi fare nulla. Anzi mi hai ascoltata, ne avevo di bisogno. Grazie.- sorrise tristemente. -Ma ora è meglio che torni a casa. Si è fatto tardi.- Sango annuì -Vuoi che ti accompagni?- chiese poggiando una mano sulle sue. -No grazie. Vado da sola. Non preoccuparti.- rispose Kagome alzandosi. -Guarda che non è un problema, posso....- ma fu interrotta dal suonare del suo cellulare e dopo aver guardato lo schermo arrossì. -Tranquilla. Miroku ti sta cercando ed io non ho bisogno della balia.- le sorrire. - Grazie davvero.- e dopo averle baciato una guancia si diresse verso casa. Percorse la strada di ritorno pensando ad Inuyasha. Era stato così carino con lei prendendosene cura quando aveva avuto la febbre. Ma quella era acqua passata. Lui era innamorato di un'altra. Doveva farsene una ragione. Era quasi arrivata davanti al cencelletto quando sentì la sua voce chiamarla. -Kagome!- la ragazza sussultò leggermente. Proprio adesso doveva incontrarlo, in queste condizioni? -Ciao Inuyasha. - rispose senza troppo entusiasmo, anche se il cuore aveva iniziato di nuovo la sua pazza corsa. -Hai gli occhi rossi. Non è che ti sta salendo di nuovo la febbre?- domandò il mezzo demone avvicinando una mano alla sua fronte. -No sto bene tranquillo.- disse scostandosi più lontano. -Senti, io vado. Ciao.- Il mezzo demone aveva ancora il braccio a mezz'aria quando Kagome si richiuse la porta dietro di se. Ma che le prende? Pensò confuso e deciso a chiedere spiegazioni il giorno dopo. Kagome fu fermata prima di poter salire al piano di sopra dalla madre. -Potresti almeno degnarti di farmi sapere quando torni o se stai male.- -Potrei, ma non voglio.- le rispose guardandola con uno sguardo di ghiaccio. -Kagome...- tentò di dire Kaeda venendo interrotta. -No mamma. Non verrò a dirti: Scusa non volevo. Te ne sei andata via chissà dove e con chi per tre giorni.- -Ti ho detto che sono stata via per lavoro! Accidenti Kagome perchè non dovresti credermi?- -Perchè non mi fido di te. Non più almeno. Quando avevo bisogno di te, tu te ne sei stata ferma con le mani in mano a guardarmi. A guardare quell'essere che...ma non importa. Finita la scuola cercerò un lavoro e me ne andrò non preoccuparti. Così sarai libera di fare quello che vuoi.- detto questo non diede il tempo di controbbattere e salì in camera sua sbattendo la porta. Il giorno seguente Kagome era arrivata a scuola con largo anticipo per non continuare la discussione con sua madre e per non rischiare di incontrare Inuyasha per la strada. Ma non poteva neache rimanere ferma in classe. Se Inuyasha avesse disgraziatamente deciso di arrivare prima quel giorno sarebbe stata in trappola. La palestra era esclusa. Uffa. Non posso scegliere un posto così a caso. E comunque se avesse intenzione di cercarmi col suo fiuto non ci metterebbe molto a trovarmi. Decise allora che avrebbe fatto due passi. Quando tornò in classe il professore non era ancora arrivato, era in ritardo e sfortunatamente i suoi timori erano fondati. Inuyasha si stava dirigendo verso di lei probabilmente per chiedere spiegazioni riguardo il comportamento di ieri. -Buon giorno a tutti.- disse Kagome dirigendosi verso il suo banco, cosa che fu impedita dal corpo del mezzodemone. - Mi spieghi che ti è preso ieri sera?- le chiese un pò arrabbiato. -volevo solo controllare che stessi bene! -Scusa. È che...ero nervosa e volevo starmene un pò per i fatti miei. Tutto qui.- le rispose lei sorridendogli in modo tirato e per poi superarlo. In quel momento arrivò l'insegnante con una aria scura in volto. Bene si preannuncia una pessima giornata! Pensò Kagome. Quando la campana che segnava la pausa pranzo suonò, Kagome si precipitò fuori senza dare il tempo ai suoi amici di chiederle dove stesse andando, e tornò solo quando ormai la pausa era finita. Durante le ultime ore di lezione lanciò un biglietto all'amica Sango: -Ho un favore enorme da chiederti! -Spara! -Posso dormire da te stanotte? Non voglio parlare con Inuyasha all'uscita di scuola nè quando torno a casa. -Nessuno problema, tanto ho anche casa a disposizione i miei non ci sono. -Perfetto. Però ci vediamo in spiaggia come la volta scorsa va bene? -Ok. E non preoccuparti di prendere la tua roba, posso prestarti sempre la mia, così non dovrai tornare a casa! - Sei un'amica! Finite le lezioni Kagome si precipitò fuori dall'istituto di tutta fretta fino ad arrivare in spiaggia. Aveva il fiatone per quanto aveva corso. Poco dopo arrivò Sango e aveva con se dei taiyaki. -Avrai fame. Oggi a pranzo sei scappata via.- sorrise. -Sto morendo.- disse prendendone uno.- Grazie. Dopo aver mangiato le ragazze si diressero a casa e passarono il pomeriggio a chiacchierare, scherzare e a cucinare. Scoprirono con felicità che erano delle ottime cuoche. In dolci non le superava nessuno. Dopo aver studiato Kagome mandò un messaggio alla madre dove le comunicava che avrebbe dormito fuori. E dopo aver volutamente ignorato una sua chiamata spense il cellulare.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8 Quella sera andarono a letto presto e la mattina seguente la prima a svegliarsi fu Sango che cominciò a ridere dalla posizione buffa che l'amica aveva preso nel sonno. Kagome era sdraiata scompostamente con le braccia aperte vicino la testa, i capelli tutti spettinati e le gambe divaricate. Ormai delle coperte restava poco e niente. Sango divertita le scatto un paio di foto prima di svegliarla con una cuscinata. -Sveglia Kagome! È ora di alzarsi! - Urlò fino a spaccargli i timpani. -Uffa! Ma è presto! Sono solo le 6.30!- mugugnò la ragazza corvina girandosi dall'altro lato e abbracciando il cuscino. -Si è vero. Ma dobbiamo sistemarci e dobbiamo prepararci il pranzo.- -Uffa! E va bene!- disse Kagome mettendosi seduta con il broncio a mò di bambina. Le ragazze dopo essersi sistemate e vestite si prepararono il pranzo. Sango ne preparò uno anche per Miroku e Kagome aveva colto l'occasione per prenderla in giro e farla arrossire. Uscirono di casa che erano le 8.15. -Se non ci sbrighiamo faremo tardi!- comunicò Sango a passo svelto. -Sisi! Tanto abbiamo educazione fisica la prima ora!- disse svogliatamente Kagome. -Comunque sappi che quando dormi sei un ciclone!- rise Sango mostrando le fotografie scattate. -Cosa? Fa vedere? Oddiooo- e iniziarono a ridere fino alle lacrime. Quando arrivarono la campanella era già suonata da un paio di minuti. Si diressero negli spogliatoi e si cambiarono. Alcune ragazze cercavano di ritardare la sfacchinata della corsa perdendo tempo e lamentandosi Non ho voglia di correre di prima mattina. Non appena entrò in palestra notò subito Inuyasha seduto sugli spalti che parlava con Miroku e altri due ragazzi. Lui si voltò subito verso di lei non appena la vide entrare. Kagome distolse lo sguardo incamminandosi verso Sango che nel frattempo l'aveva preceduta. -Bene ragazzi! Visto che per oggi la palestra è tutta per noi, i ragazzi faranno una partita di basket nel campo di destra e le ragazze una partita di pallavvolo a sinistra.- i ragazzi esultarono urlando di gioia e ringraziando la professoressa. Kagome non se la cavava male a giocare ma non ne usciva particolarmente pazza. Così dopo circa venti minuti di gioco si fece sostituire da una sua compagna. Uscì fuori a prendere una boccata d'aria senza accorgersi di essere seguita. -Higurashi!- si sentì chiamare dopo aver girato l'angolo. In giro non c'era nessuno si sentivano solo i rimbalzi dei palloni in palestra e lo stridio delle scarpe. -Hojo. Ciao.- salutò dispiaciuta di non poter essere lasciata in pace. -L'altro giorno te ne se andata di tutta fretta.- disse lui con aria seria. - Devi farti almeno perdonare non credi?- - Ti avevo detto che avevo da fare.- disse lei con tono di sfida. -Si è vero. Ma non mi è piaciuto lo stesso.- rispose il ragazzo avvicinandosi pericolosamente e appoggiando il braccio sinistro accanto alla testa di Kagome. -Senti Hojo, non so tu cosa abbia capito. Ma io non sono interessata a te. Sono...innamorata di qualcun'altro quindi se non ti spiace vorrei tornare in...- - So di chi sei innamorata. Lo guardi sempre non sono uno stupido- la interruppe lui alzando anche il braccio destro e bloccandole il passaggio.- ma io non sono un tipo geloso sai?- rise avvicinando le sue labbra al collo della ragazza. -No! Lasciami! Non voglio!- si lamentava Kagome cercando di liberarsi. - Stai ferma! Non ti faccio male.- Rise il biondino continuando a baciarle il collo – Hai un buon profumo sai.- Stai ferma...Non ti faccio male... dove sei...Kagome... -No! Inu....Inuyasha!- improvvisamente il peso che aveva su di lei fu strattonato via e lanciato a terra. Kagome scivolò lungo il muro fino a toccare per terra con gli occhi chiusi. Quando si ritrovò seduta aprì li riaprì e vide davanti a se una cascata di capelli argentati. -Sparisci se non vuoi che ti spacchi la faccia!- Urlò al ragazzo per terra che si massaggiava la testa. -Oh...è arrivato il cagnolino!- disse alzandosi e spolverandosi. - Tienitela pure. Una puritana come questa non la voglio!- aggiunse andandosene. Inuyasha guardò Hojo andare via digrignando i denti e stringendo i pugni. Quando la visuale del ragazzo fu scomparsa si rilassò e si voltò verso la ragazza che stava ancora seduta per terra. -Kagome...stai bene?- le chiese porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei la fissò e senza prenderla si alzò di scatto senza guardarlo negli occhi. - Si. Grazie.- -Dannazione Kagome. Si può sapere cosa ho fatto?- urlò arrabbiato. -Nulla.- rispose lei mordendosi il labbro. - E allora perchè sono due giorni che mi eviti!- -Non...non è vero. Io non ti sto evitando.- - Si invece. Non hai neanche il coraggio di gardarmi in faccia.- disse Inuyasha abbassando un pò la voce. Kagome sentendo quelle parole alzò lo sguardo sul suo volto, ma lo sposto subito dopo dietro le spalle di lui. Kikyo li guardava con un sorrisetto compaciuto sulle labbra. -Se non ti sbrighi ad andartene la tua ragazza ci ucciderà entrambi.- gli disse tornando a guardare per terra. -La mia cosa?- chiese Inuyasha confuso. -La tua ragazza. Kikyo è li che ci guarda e non vorrei che pensasse qualcosa di sbagliato.-disse indicandogliela. -Io e Kikyo non stiamo insieme!- urlò il mezzo demone facendo alzare di scatto la testa a Kagome.-Chi ti ha detto una cosa del genere?- -Nessuno. Vi...Vi ho visti...l'altro giorno... mentre vi baciavate.-

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9 Avevo deciso di saltare gli allenamenti e di vedere se Kagome era in biblioteca quando fui bloccato da Kikyo. Aveve cominciato a dirmi che le dispiaceva per come erano andate a finire le cose, che era gelosa di Kagome, che mi amava ancora e che voleva tornare con me. Ma io in tutto quell'insieme di parole ero rimasto a Kagome. Volevo andare da lei, non ascoltare Kikyo. -Kikyo mi dispiace, ma tu hai fatto la tua scelta tempo fa. Adesso se non ti dispiace..- fui interrotto dalle sue labbra sulle mie e dalle sue braccia intorno al collo. Ero sorpreso. Non me l'aspettavo. Dopo poco tempo la staccai arrabbiato e allontandomi da lei il più possibile. -Stai lontano da me Kikyo. Tra noi è finita tempo fa. E l'hai voluto tu. Non sono un giocattolo che puoi prendere e lasciare quando vuoi. Addio.- mi voltai sentendola chiamarmi, ma io continua la mia strada verso la biblioteca. Ora più che mai volevo vedere Kagome. Che diamine. Mi ero innamorato di quella ragazzina senza neanche accorgermene. Anzi, stavo mentendo. Ne ho avuto il sospetto quando l'ho trovata bellissima mentre sorrideva e ne avevo avuto conferma quando l'ho vista consolare Rin. Quando arrivai in biblioteca, questa era vuota. Strano, Kagome aveva detto che sarebbe andata a studiare li. Mi guardai intorno per vedere se c'era traccia di lei. Ma niente. Accidenti. Non avevo voglia di andare agli allenamenti così decisi di fare un giro per la città e starmene un pò per conto mio. Quando tornai a casa vidi Kagome che stava per entrare in casa e la chiamai. -Kagome!- urlai. -Ciao Inuyasha. - mi rispose con voce strana. -Hai gli occhi rossi. Non è che ti sta salendo di nuovo la febbre?- domandai preoccupato ricordando quanto era stata male e avvicinando una mano alla sua fronte. -No sto bene tranquillo.- disse scostandosi più lontano. -Senti, io vado. Ciao.- Avevo ancora il braccio alzato quando vidi la porta chiudersi. Ma che le prende? Pensai confuso e deciso a chiedere spiegazioni il giorno dopo. Il giorno dopo però Kagome era in ritardo e quando le chiesi spiegazioni mi disse che era solo un pò nervosa e che voleva stare per conto suo. Durante la pausa pranzo scappò velocemente fuori senza neanche darci il tempo di chiederle dove stesse andando e rientrò solo poco prima del suono, mancando per un soffio una ramanzina da parte del professore, che quel giorno era già arrabbiato per fatti suoi. Anche a fine lezione scappò via come un fulmine ed ero certo che non sarebbe andata in biblioteca quel giorno. Kagome mi stava volutamente ignorando. Ed io non sapevo il perchè. La scusa che era nervosa non reggeva molto. La rividi solo il giorno dopo mentre entrava in palestra insieme a Sango, erano in ritardo e quando i nostri sguardi si incrociarono lei voltò subito la testa. Mentre giocavo la mia partita di basket la vidi distrattamente allontanarsi e uscire fuori, così dopo poco mi feci sostituire deciso a chiarire cosa fosse successo. Perchè per quanto ci pensassi non ne ero venuto a capo. Quando però uscì fuori, la sentì lamentarsi e chiamarmi. Hojo stava cercando di approfittare di lei e io non vedendoci più dalla rabbia lo strattonai buttandolo a terra e parandomi davanti a lei. -Sparisci se non vuoi che ti spacchi la faccia!- Gli urlai contro. -Oh...è arrivato il cagnolino!- disse alzandosi e spolverandosi. - Tienitela pure. Una puritana come questa non la voglio!- aggiunse andandosene. Solo dopo che se ne fu andato rilassai i muscoli e allentai i pugni. Mi girai verso Kagome. Era seduta a terra e allungandole una mano le chiesi come stava, ma lei la guardò solamente e alzandosi di scatto mi rispose che stava bene e mi ringraziò. Mi infuriai molto. Se ce l'aveva con me volevo almeno saperne il motivo. -Dannazione Kagome. Si può sapere cosa ho fatto?- urlai arrabbiato. -Nulla.- mi rispose lei a disagio e mordendosi il labbro. - E allora perchè sono due giorni che mi eviti?- Le chiesi. Stavolta volevo la verità. -Non...non è vero. Io non ti sto evitando.- Pensava davvero che ci avrei creduto? - Si invece. Non hai neanche il coraggio di gardarmi in faccia.- dissi abbassando un pò la voce visto che stavo urlando. Kagome allora alzò lo sguardo per guardarmi in viso, ma lo spostò subito dopo dietro le mie spalle. -Se non ti sbrighi ad andartene la tua ragazza ci ucciderà entrambi.- Mi disse tornando a guardare per terra. -La mia cosa?- chiesi confuso. Non capivo. -La tua ragazza. Kikyo è li che ci guarda e non vorrei che pensasse qualcosa di sbagliato.-disse indicandomi qualcosa alle mie spalle. E Girandomi notai una Kikyo compiaciuta di se stessa. -Io e Kikyo non stiamo insieme!- gli urlai facendole alzare di scatto la testa. -Chi ti ha detto una cosa del genere?- chiesi tornando un pò più calmo. -Nessuno. Vi...Vi ho visti...l'altro giorno... mentre vi baciavate.- ci aveva visti. Però non aveva capito niente. Aveva frainteso. Aspetta ma... -Era per questo che mi stavi evitando?- le chiesi ad un tratto speranzoso. - Sii sincera.- Lei annuì solamente provocando una gioia immensa dentro di me. -Io e Kikyo non stiamo insieme.- le confessai. -L'altro giorno è venuta da me dicendo che era ancora innamorata di me- dissi e lei alzò lo sguardo incatenandolo con il mio. - ha detto che vorrebbe tornare con me e mi ha baciato.Io l'ho allontanata dicendole che io non voglio tornare con lei perchè sono innamorato di un'altra persona.- a quelle parole lei tornò a guardare con sguardo triste per terra. -Di te.- aggiunsi e la vidi sussultare e alzare lentamente la testa. -Dici...davvero?- chiese mentre gli occhi le diventavano lucidi. -Si, Kagome. Io ti amo.- dissi convinto e abbracciandola improvvisamente. Lei mi si strinse addosso. - Anch'io..anch'io sono innamorata di te! Per questo... non volevo soffrire e ti evitavo. Scusami.- mi confessò iniziando a piangere ed io a quelle parole ero il mezzo demone più felice del mondo. Continuai ad abbracciarla finchè non si calmò. Poi scostandola leggermente le asciugai gli occhi stando attendo a non ferirla con i miei artigli. - Sei una sciocca.- le sorrisi e lei diventò ancora più rossa, ma prima che potesse ribattere la baciai e poco dopo la sentì rispondere al mio bacio. Non potevo crederci! Inuyasha mi stava baciando. Ero felicissima. Ero al settimo cielo, il mio cuore batteva all'impazzata quasi in sincrono con il suo e se non mi fossi retta con le sue forti braccia sarei caduta visto che avevo le gambe molli. Quando dopo un tempo che sembrava un attimo ci separammo eravamo entrambi rossi in viso. Lui cancellò l'ultimo residuo di lacrime e prendendomi per mano rientrammo. Quando mettemmo piede in palestra partirono alcuni fischi da parte di alcuni ragazzi ma furono subito zittiti da un'occhiataccia di Inuyasha. -Inuyasha...devo andare a cambiarmi.- gli dissi visibilmente imbarazzata. -Va..va bene.- rispose lasciando la mia mano. - ci vediamo in classe allora.- io annuì e mi diressi verso lo spogliatoio dove ad attendermi c'era una Sango emozionata e piena di energie che mi saltò subito in collo. -Oh Kagome sono così felice per voi!- mi urlò abbracciandomi forte. -Sa..Sango non respiro.- dissi cercando di liberarmi da quella camicia di forza. -Scusa.- rise allentando la presa.- è che sono troppo felice per voi.- aggiunse con un sorriso che le andava da un orecchio all'altro. -Si anche io. Avevo frainteso tutto. Era stata Kikyo a baciarlo. Lui l'ha allontanata subito dopo. Solo che io non ho visto il resto della discussione.- dissi felice di aver chiarito e di esserci dichiarati. -Dai adesso è acqua passata. Che bello adesso potremmo uscire in quattro!- Disse saltando da una parte all'altra nello spogliatoio ormai vuoto, eravamo rimaste solo noi due. -Guarda che lo facevamo anche prima.- le dissi ridendo. -Si ma non come due coppie!- concluse schiacciandomi l'occhio. Quando rientrammo in classe il mio sguardo si intrecciò con quello di Inuyasha e prima di sedermi gli sorrisi. Quel giorno non riuscì a seguire nessuna lezione. Avevo in testa quello che era successo fuori dalla palestra con Inuyasha. La mia attenzione fu catturata da un biglietto arrivato dalle mie spalle. Ancora prima di aprirlo arrossì. -Vieni al parco con me e Rin oggi? Magari andiamo a prendere anche un gelato. -Non mancherei per nulla al mondo. Mi ci era voluta un gran coraggio per dargli la mia risposta. Ma ce l'avevo fatta. La pausa pranza la passai insieme a Sango, Miroku e Inuyasha che mi teneva per mano. Era così bello stare accanto a lui. Tenergli la mano. Ricevere i suoi sorrisi. A fine lezioni ci incamminammo verso casa per andare a prendere Rin. Lei ci attendeva impaziente sul gradino d'ingresso. -Siete in ritardo.- disse con il broncio. -Ehy peste, ciao anche a te.- la salutò Inuyasha scompigliandole i capelli. - Poso la cartella e arrivo- aggiunse dopo rivolgendosi a me. -Va bene. Io poso la mia.- gli sorrisi – Rin vieni con me?- La piccola si aprì in un sorriso e annuì contenta. Salimmo in camera mia, posai la cartella e andai in bagno a spazzolarmi i capelli. Quando rientrai in camera Rin osservava un fermacapelli a forma di fiocco. A quanto pare le piaceva. -Se vuoi puoi prenderlo.- Le dissi indicandoglielo. -Davvero posso?- chiese speranzosa -Davvero davvero?- -Si. Anzi sai che ti dico? Perchè non lo metti adesso? Ti aiuto se vuoi.- dopo che lei ebbe annuito glielo sistemai tra i capelli. Le stava bene. Si guardò allo specchio e mi sorrise. -Va bene. Andiamo o Inuyasha ci viene a prendere.- dissi aprendo la porta della mia camera. Lui ci aspettava appoggiato al muro fuori dal cancello. -Siete in ritardo.- disse imitando l'espressione di Rin di poco prima. -Non sei spiritoso fratellone.- gli rispose Rin facendogli una linguaccia e noi scoppiammo a ridere. La piccola si incamminò davanti a noi aprendo le braccia come se fossero ali e iniziando a canticchiare. Inuyasha mi porse la mano e io l'accettai molto felicemente e ci incamminammo dietro Rin. Quando arrivammo al parco ci sedemmo ai piedi del ciliegio che mi aveva colpito la prima volta. Avevo la schiena poggiata sul petto di Inuyasha e le sue braccia intorno. La piccola Rin giocava con alcune bambine poco più in la. -Ti piace molto leggere vero?- mi chiese Inuyasha girandosi tra le mani il libro che mi ero portato per l'occasione. Anche se non lo avrei letto quelo pomeriggio lo avevo portato come porta fortuna. -è una delle poche cose che ho ereditato da mio padre.- gli risposi prendedoglielo dalle mani.- questo me lo ha regalato lui. Sentì le sue braccia stringermi più forte e le sue labbra baciarmi la testa. -Scusa. Non volevo intristirti.- disse contro i miei capelli. -No sto bene.- dissi scuotendo la testa e voltandomi verso di lui. -Sicura?- annuì sorridendogli. -Ehi fratellone! Andiamo a prendere il gelato?- chiese Rin tutta contenta. -Dai fratellone andiamo a prendere il gelato.- dissi io facendo gli occhi da cerbiatta. -Va bene! Basta che non mi guardate con quegli occhi!- disse Inuyasha alzandosi e aiutando anche me a mettermi in piedi. -E quanto riguarda te..-disse rivolgendosi a me – non mi piace l'idea di essere tuo fratello.- disse arrossendo e facendo arrossire pure me. Mi alzai sulle punte e gli sfiorai rapidamente le labbra. -No. Decisamente non voglio essere tua sorella.- dissi incamminandomi dientro Rin che ci aveva preceduti. Pochi istanti dopo Inuyasha era al mio fianco e mi teneva per mano._______________________________________________ Bene...il capitolo 10 è in fase di scrittura solo che ho un blocco. fatemi sapere cosa ne pensate. E' la prima storia che scrivo in vita mia >.< Grazie a coloro che la leggeranno.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1578513