Sekai-Ichi Snapshots

di Temari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti! =D
Avendo alcune drabble scritte per la challenge 100 Drabble of Summer su questo fandom, mi pareva giusto tradurle e caricarle, perciò ecco qui! ^^

Note: nessuna degna di nota... forse un po' di componente crack. XD

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
Temari

Sekai-Ichi Snapshots




- 'Great' News -

        "Ho grandi notizie!" Gli disse Chiaki, sorridendo come un idiota come faceva a volte. "
—Mi ha chiamato Tori ieri, e ha detto che ha finalmente cambiato compagnia... Inizierà a lavorare per il dipartimento Emerald della Marukawa! Chissà, magari riuscirà a convincere i suoi superiori ad assegnarlo come mio editore!"
        Dovette esercitare una inimmaginabile quantità di auto-controllo per non sbuffare davanti a Yoshino - dopotutto, lui e quel bastardo di Hatori avevano raggiunto l'accordo di continuare a fingere di essere buoni amici per il bene di Chiaki, sebbene la cosa risultasse vomitevole ad entrambi -.
        "Oh, fantastico." Riuscì a rispondere, voce piatta, odiando già l'idea di lavorare con il suo rivale in amore.



When You Say 'Beach'... -

        Non andava in spiaggia da un bel po'. Potrebbe dire che erano effettivamente alcuni anni che non ci andava - con un lavoro come quello dell'editore non aveva molte vacanze -, ma ancora adesso se ripensava a quand'era più giovane, la prima cosa che gli veniva in mente alle parole 'spiaggia' e 'vacanza' era senza dubbio 'bagnino'.
        L'estate dopo essersi diplomato alle superiori era un periodo che Shouta ricordava piuttosto chiaramente... E, davvero, chiunque diceva che fare sesso sul bagnasciuga era romantico era un idiota (non che lui cercasse il romanticismo): avrebbe voluto vedere quei geni cercare di lavare via i granelli di sabbia da dentro al culo!



- Bikini-ed Hangover 'Princess' -

        Ritsu aprì gli occhi ancora intontito e si guardò intorno.
        La prima cosa che notò fu che quello non era il suo appartamento, la seconda fu che quel posto era un disastro: vestiti sparsi dappertutto disordinatamente, resti di un pasto sul tavolo, lattine di birra vuote ovunque si posassero i suoi occhi...
        Ed era Kisa-san quello? Era casa sua...? Effettivamente ricordava di aver varcato la soglia, di aver mangiato e chiacchierato con Kisa-san.. E bevuto, bevuto, bevuto
        Portò una mano al viso e fu allora che si accorse di cos'aveva addosso: un bikini da donna. "CHE CAZZO CI FACCIO VESTITO COSÌ?!" Urlò a pieni polmoni, svegliando Kisa-san.
        "... Oh, Onodera, farai meglio a togliertelo quello: Aikawa potrebbe volerlo indietro nel prossimo futuro..."

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Salve a tutti! =D
Oggi è il compleanno di Yukina-kun, quindi sarà un capitoletto tutto per lui!

Note: Miwako-chan fa di nuovo la sua comparsa, ergo riferimenti a '50 Steps to Know You Better'.

Ja ne,
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- Practice Makes Perfect -

        Non era facile stare al passo di un uomo con l'esperienza di Kisa-san e Kou ne era stato cosciente sin dalla prima volta in cui erano andati più oltre dei baci e di qualche carezza... Per quanto non potesse dire di essere un novellino in quel genere di situazioni, perché in fondo era uscito con qualche ragazza negli anni, ad essere onesti non sapeva molto su come dare piacere ad un altro uomo in quel modo
—usare le mani, sì, lo sapeva fare... Ma quando si trattava di usare la bocca per far godere Kisa-san, beh, non era molto sicuro di sé.
        Ma aveva decisamente abbastanza determinazione per migliorare, così aveva deciso di seguire il consiglio dell'editore di fare pratica con i ghiaccioli, "Io li usavo quand'ero... Più giovane." aveva detto e Kou si fidava del suo compagno.



- Like a Family -

        Avevano deciso di prendersi una piccola vacanza per andare una giornata in spiaggia.
        Era stata un'idea di Yukina: da quando aveva sentito dire a Miwako che non aveva mai avuto l'occasione di andarci perché l'orfanotrofio non aveva fondi a sufficienza, il pittore aveva organizzato tutto alla perfezione, curandosi di far coincidere la gita con uno dei rari week-end liberi nell'agenda di Shouta.
        Ad un certo punto durante la camminata verso la spiaggia, la bambina aveva preso per mano entrambi i suoi padri adottivi, canticchiando sottovoce contenta. Osservando Miwako, e Yukina dall'altra parte, Shouta pensò che sembravano proprio una vera famiglia e, per una volta, non gli importava cosa la gente avrebbe potuto pensare.



- Tanjoubi Omedetou, Kou -

        Sospirando leggermente mentre si fermava davanti alla porta di casa, tirando fuori le chiavi dalla tasca della giacca, Kou non poté che sentirsi in colpa per non essere potuto restare a casa proprio quel giorno nonostante la promessa che aveva fatto a Shouta-san e a Mi-chan—possibile che alla galleria non riuscissero a gestire una mostra senza di lui per una volta?
        La porta si aprì ancora prima che infilasse le chiavi e ad aspettarlo nel genkan non trovò altri che le due persone a cui aveva appena pensato. "Sono a casa." Disse con un sorriso vedendole.
        "Bentornato." Risposero Mi-chan e Shouta-san; la ragazzina, poi, gli saltò in braccio appendendoglisi al collo e baciandolo sulla guancia. "Buon compleanno, Kou-tan!!" Disse con un entusiasmo contagioso a cui Kou non poté resistere.
        "Aw, grazie Mi-chan!" Fece, con una risata colma di affetto, prima di fissare lo sguardo su Shouta-san, "Da te niente bacio di auguri?" chiese malizioso, ridendo nuovamente quando l'altro lo fulminò con lo sguardo pur avvicinandosi comunque.
        "Buon compleanno, Kou." Disse l'editore, posandogli un bacio a fior di labbra.



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Salve a tutti! =D
Era un bel pezzo che non scrivevo per Sekai... *sigh* Altri fandom mi hanno impegnata, ultimamente.
In ogni caso, a voi queste tre drabble (circa, come al solito pecco di logorroicità [?] il più delle volte)! ^^

Note: Cross-over con JR (e con la serie 'Takahashi Misaki no Baai'), un po' di angst.

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.

Ja ne,
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- In Dreaming, Doing -

        Aveva sognato di incontrare nuovamente Ritsu per tutti i dieci anni che li avevano separati - e di parlare con lui, di chiarire i fatti che li avevano portati ad un addio così brusco e, a parer suo, insensato -, anche se probabilmente non aveva idea di quante volte aveva davvero fatto quel sogno: troppe volte era crollato privo di sensi senza nemmeno accorgersene, e senza ricordare di aver sognato alcun che.
        Aveva sognato spesso di fare l'amore con Ritsu, ogni volta che affondava languidamente in uno dei suoi tanti partner, chiamandoli con quel nome che gli faceva stringere la gola con emozioni tanto ingarbugliate da non poterle distinguere.

        Solo nel sentire Ritsu sussurrare finalmente quel «Ti amo» a fior di labbra, Masamune si rese conto che tutti i suoi sogni avevano infine preso vita.



- Poker Face -

        «Sai, Taka-kun, per fare questo genere di lavoro non bisogna mai esprimere apertamente ciò che si pensa.» Gli disse un giorno Kisa-san, durante una pausa, spiegandogli come sopravvivere in un ambiente come quello dell'editing - di manga così come di libri -.
        «L'espressione non deve mai cambiare, l'importante è mantenere un atteggiamento calmo. Hatori è l'esempio perfetto e, onestamente, nemmeno io sono da meno.» Continuò il trentaquattrenne rivolto a Misaki, sogghignando verso la fine della frase, ergendosi un poco di più sulla persona. «Takano-san e Onodera, invece, per quanto siano bravi nel loro lavoro, si fanno prendere un po' troppo dalle loro emozioni, sul lavoro.»
        «Capisco, grazie Kisa-san.» Rispose Misaki con un piccolo inchino. "Se vedessi Usagi-san, non saresti più così sicuro di te, però..." Aggiunse fra sé e sé.



- Something Special -

        All'inizio della loro storia (per quanto ancora fosse restio a definirla davvero così), ogni volta che Takafumi passava di fronte all'altare dedicato alla defunta moglie di Kirishima, il suo sguardo si era sempre attardato su di esso - sull'incenso che bruciava discretamente, sulla tavoletta lucida con il nome scolpito in sottili linee bianche, sulle piccole offerte di riso o fiori -.
        Nelle notti in cui rimaneva a dormire lì, costretto dall'irritante editore, a volte, nel cuore della notte, si inginocchiava davanti al mobile che ospitava l'altare e porgeva i suoi rispetti.

        Solo una volta, molti tempo dopo, Zen gli chiese se preferisse che l'altare fosse rimosso... Ma Takafumi rispose che, no, era giusto che rimanesse lì, cosicché Kirishima-san potesse vegliare sulla salute e la felicità della sua famiglia.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutti! =D
Sono decenni che non aggiorno questa raccolta, haha!! Uuuuhh...
Beh, comunque questa è una flashfic scritta oggi un po' a random.

Note: 
prompt usato come ispirazione => Being Stuck Inside.

Ja ne,
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- Expectations Unmet -

        Uscendo dal bagno dopo la doccia appena fatta, l'attenzione di Shouta fu attirata da un rumore proveniente dall'entrata dell'appartamento. Alzando un sopracciglio per la curiosità, si avvicinò alla fonte, continuando a passare l'asciugamano sui capelli ancora bagnati, e una volta più vicino riuscì a distinguere che si trattava di Yukina che parlava al telefono.
        «... Cosa? Rimandata? —Sì, lo so che fuori piove, ma non è possibile... Haah, ok sarà per un'altra volta, ciao.» Il tono dello studente universitario era contrariata e sconsolata.
        «Che succede?» Domandò Shouta, facendosi avanti ora che la chiamata era terminata.
        Chinandosi per slacciare le scarpe nel genkan, il più giovane gli rispose abbattuto, «La lezione all'aperto è saltata per colpa del temporale.» disse, per poi voltarsi verso di lui e rimanere immobile a fissarlo... Le pupille che gli si allargavano sempre di più a man mano che passavano i secondi. Shouta si ritrovò a deglutire, dimenticandosi dell'asciugamano che aveva in testa e lasciando cadere le braccia lungo i fianchi; Yukina si fece avanti lentamente e ad ogni piccolo passo che faceva, il cuore dell'editore accelerava sempre di più, il fiato gli si fece più corto e le palpebre si abbassarono di pochi millimetri di loro volontà.
        «Kisa-san...» Gli sussurrò il ventunenne all'orecchio, il fiato tiepido che gli sfiorava la pelle come una vera e propria carezza.
        Shouta sentì le ginocchia farsi meno stabili e si maledisse per come solo quel piccolo gesto lo stesse facendo eccitare incredibilmente in fretta. «... Nnh?»
        «Dato che la lezione è stata cancellata...» Continuò Yukina, allungando una mano e posandola sulla parte bassa della schiena del più basso, avvicinandolo a sé, «Perché non mi fai tu da modello?»
        «Mmm...» Completamente inebriato dal profumo e dalla presenza di Yukina così vicina a lui, Shouta non comprese subito quel che l'altro aveva detto. «Cosa...?» Chiese con un filo di voce, carica di aspettativa e crescente eccitazione,
        «Fammi da modello, Kisa-san.»
        Battendo le palpebre qualche volta, infine il suo cervello parve registrare la richiesta, «Modello?» ci fu un lungo momento di pausa, in cui solo il rumore della pioggia riempì l'appartamento. «... Modello... Io?»
        «Saresti perfetto, Kisa-san.»
        Potando lentamente una mano al petto del più giovane, Shouta si allontanò bruscamente «Nonono! Scordatelo!!» sbottò, girando i tacchi e allontanandosi.
        «Ma—Kisa-san!»
        «NO. Puoi scordarti che mi faccia ritrarre, soprattutto sapendo che lo faresti vedere a chiunque!!» Esclamò Shouta, puntando un dito contro Yukina, un'espressione determinata, «... E pensare che credevo volessi fare—» continuò, interrompendosi bruscamente verso la fine mentre il viso gli diventò paonazzo dall'imbarazzo.
        «Fare cosa?»
        «Lascia perdere! Vado a farmi una doccia...!» Cambiando direzione all'improvviso, Shouta si diresse verso il bagno.
        «Ma... Ne hai appena fatta una.» Cercò di ragionare Yukina, confuso e un po' preoccupato.
        «Taci!» Sbottò, chiudendo la porta dietro di sé con più forza del necessario.

 

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