Frammenti

di nes_sie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Assassino ***
Capitolo 2: *** Inaspettato ***
Capitolo 3: *** Sorpresa ***
Capitolo 4: *** Hel ***
Capitolo 5: *** Oliver ***
Capitolo 6: *** Impiccione ***
Capitolo 7: *** Revenge ***
Capitolo 8: *** Tea ***
Capitolo 9: *** Scelte ***
Capitolo 10: *** Tommy ***
Capitolo 11: *** Normalità ***



Capitolo 1
*** Assassino ***


Fandom:Arrow
Titolo: Assassino
Personaggi: Oliver Queen
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Flashfic
 

 

Assassino.

 

 

 
 

«Aveva quello sguardo... come se non avesse alcun rimorso.»
Laurel Lance, ep. 1x04 An Innocent Man

 

 

Lo osservi dall'alto, accucciato su una trave. L'altro è ignaro della tua presenza; la gocciolina di sudore gli cola lungo il viso, il suo sguardo è vuoto, sta perdendo tutto e deve fare in fretta. Il terrore lo avvolge come in un bozzolo.
È il momento. Fai un salto, gli atterri davanti. Finalmente si accorge di te; la mano gli trema, afferra la pistola che tiene al petto e la punta contro di te.
È in gabbia e tu non sei l'eroe. La freccia è incoccata nell'arco, pronta a fare il suo dovere e in quel momento senti l'odore della terra bagnata, il puzzo della caverna; senti lo zampettare dell'uccello nella gabbia, tu che lo prendi tra le tue mani, i pugni attorno al suo collo. Mi dispiace.
Lasci andare la cocca.




Note:
Apro ufficialmente questa raccolta di storielle sul telefilm Arrow con questa flash - che doveva essere una drabblecertocomeno! 
A mio modestissimo parere, Laurel La Piattola si sbaglia e Oliver è solo molto bravo a nascondere i suoi sentimenti. Ma va? E' un lavoro sporco, ma qualcuno dovrà pur farlo, no?
Laurel, accontentati: questo sarà il tuo unico contributo alla raccolta.
Fine dei vaneggiamenti.
Grazie a chi passerà di qui!

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Capitolo 2
*** Inaspettato ***


Fandom: Arrow
Titolo: Inaspettato
Personaggi: Thea Queen, Tommy Merlyn, Moira Queen
Rating: Verde
Genere: Fluff, Malinconico
Avvertimenti: Flashfic

 

 

Inaspettato.

 

 


 

Sua madre e Walter sono a qualche metro di distanza, seduti l'una accanto all'altro, con in mano un calice ciascuno; parlano a bassa voce. Thea invece se ne sta in disparte, accucciata sul davanzale della grande finestra che si affaccia al parco, le braccia a circondarle le ginocchia. Osserva i fiocchi di neve cadere. Il Natale non le piace più, odia perfino quell'immenso albero di Natale posto all'ingresso, e trova stupido appendere le calze sul camino. Sono tre anni che quella di Oliver non viene riempita.
Vuole solo andarsene a letto, sprofondare sotto al piumone e dormire, dormire, dormire. Rimane ancora lì per non dare un dispiacere a sua madre, l'ennesimo: quanto tempo è trascorso dall'ultima volta che si è cacciata nei guai? Già, è vero, la settima scorsa è stata beccata mentre prendeva un paio di liquori dalla dispensa. Trattiene uno sbuffo e chiude gli occhi.
Dall'ingresso sente delle voci, il portone che viene chiuso, lo scambio di auguri tra Raisa e l'ospite inatteso e il rumore dei passi che si avvicinano al salone. Il sorriso che da qualche minuto le è apparso sul viso diventa sempre più largo e luminoso quando vede entrare Tommy, con un cappello da Babbo Natale e il naso rosso da renna.
«Buon Natale!» In una mano tiene un sacchetto pieno di pacchi e nell'altra una scatola di cartone da cui proviene del profumo di zenzero. Thea gli va incontro, non si accorge di sua madre e Walter che fanno altrettanto.

«Che ci fai qui? E poi non è ancora mezzanotte, Tommy.»
«E allora? Vuoi che ritorni tra un paio d'ore?»
«No no, adesso è perfetto.» È così perfetto che Thea per po' dimentica che il Natale le fa schifo da tre anni. Vorrebbe tanto baciare quelle labbra sorridenti e così vicine.
«Tommy, che bello averti qui. Rimani fino a mezzanotte, vero?»
«Certo, Signora Queen.» La risposta è per Moira, ma gli occhi sono ancora per Thea.  





Note:
Seconda flash per la gioia di IoNarrante che voleva la pubblicassi subito, nonostante l'ambientazione natalizia - va be', ho mai rispettato i termini, io? E... *rullo di tamburi* è la prima che pubblico nel nuovonuovissimo fandom appena aperto! *stappa champagne* 
Grazie a chi passerà da queste parti.


 

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Capitolo 3
*** Sorpresa ***


Fandom: Arrow
Titolo: Sorpresa
Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Rating: Verde
Genere: Generale
Avvertimenti: Flashfic

 

 

 

Sorpresa.

 

 

 


 

La palla di vetro oscilla per il movimento della sua mano e dentro essa corpuscoli banchi si muovono nel liquido trasparente come se cadesse la neve, sul piccolo Babbo Natale e abete decorato. Felicity osserva catturata.
«Aspetti che si autodisintegri?»
Felicity scatta allarmata, la palla di vetro le scivola dalla mano e in un secondo vede la scena patetica di lei che chiede scusa al proprietario e paga il danno combinato. Tutto ciò però rimane nella sua mente, perché una mano grande e decisa afferra la palla di vetro, salvandola (e salvando anche lei).
«Mr Queen? Ha deciso che debba morire?»
«No? Che ti salta in mente.»
«Io? No, nulla nulla. Ehm,» si sistema gli occhiali sul naso, «sto scegliendo il regalo per la mia vicina Wanda, pensavo che una cosa così potesse piacerle, ecco, ma no, non penserei mai che lei si diverta a spaventarmi a morte.» Accenna un sorriso tirato.
Oliver Queen invece ride di gusto. «Felicity, tu sei...»
«...un fenomeno?» completa lei.
«Avrei detto fuori dal comune.» La fissa per un po', Felicity non sa come decifrare il suo sguardo e dire che è il suo mestiere, decifrare. «E... non conosco la tua vicina Wanda, ma credo che questa possa andare bene.» Le porge la palla di vetro e Felicity la afferra un po' riluttante.
«Non sono un granché bravo con i consigli, però.»
«No no, ha ragione, credo che la prenderò e poi non ho tempo per cercare qualcos'altro e ho un sacco di lavoro in arretrato che mi aspetta e se non lo porto a termine sarò nella mer...» Si accorge di aver detto troppo e tossicchia, per poi riprendere e gesticolare come fa quando si trova in difficoltà. «Non sto dicendo che alla Queen Consolidated sono degli schiavisti che non sanno nemmeno cosa siano le vacanze natalizie e poi forse non dovrebbe riguardarmi, sono ebrea, no? Dice che per gli ebrei è diverso?, perché io non ho firmato nulla nel mio contratto di assunz-»
«Ti va della cioccolata calda? Qui all'angolo ne fanno una buonissima.»
Felicity impiega un po' a capire, inclina la testa di lato e lo guarda come se si aspettasse che le dicesse da un momento all'altro “So che tu sai e forse non sai che io so che tu sai”.
«Sì, certo! Adoro la cioccolata.» La sua bocca pronuncia quelle parole prima che il suo cervello possa ordinarle qualcosa di diverso. Perché, poi, avrebbe dovuto farlo? Felicity non ha proprio tempo di rimuginarci sopra.



Note:
Terza flash della raccolta che non viene aggiornata da quasi un mese (non me ne ero nemmeno accorta!). Non ho nulla da aggiungere, se non che l'ho scritta in venti minuti perché Felicity non vuole lasciarmi in pace, nonostante abbia altro da scrivere. Mi rendo conto sia una cavolata, ma ne avevo bisogno. xD Annah, te la dedico, sperando ti porti fortuna domani! ;)
Per chi non conoscesse Wanda, potete saperne qualcosina in più in questa One-Shot che ho pubblicato qualche giorno fa. 
Grazie a chi segue questa raccolta sconclusionata e a chi legge soltanto. A presto!

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Capitolo 4
*** Hel ***


Fandom: Arrow
Titolo: Hel
Personaggi: Helena Bertinelli, Oliver Queen
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Flashfic

 

 

 

Hel.

 

 

 


 

Sente il fruscio delle lenzuola di seta e Oliver che si stende accanto a lei. Helena è coricata di fianco, gli dà le spalle. Le mani giocherellano con il crocifisso, mentre gli occhi sono incollati al soldatino di pezza appeso sull'abete che lei e Oliver hanno addobbato qualche ora prima. Ce l'ha da due anni, l'ha sempre trovato orribile, perché assomiglia più ad un pagliaccio, con quella divisa pezzata e il sorriso inquietante, e lei odia i pagliacci, lui lo ha sempre saputo.

Ancora con questa storia? Hel, non hai più cinque anni e poi ci sono io, no? Lo farò rigare dritto.

Oliver le cinge con il braccio forte e muscoloso la vita e si avvicina al suo corpo caldo. Helena freme al suo tocco.
«Allora, hai deciso il tuo regalo di Natale?»
Gli occhi di Helena si spostano sull'orologio a cucù, anche lui orribile, in legno scuro e ricoperto di foglie stilizzate.

Hel, davvero, non capisco cosa abbia di così raccapricciante. Guarda quanto è carina la renna!

Si gira verso Oliver, lo guarda negli occhi, in cerca di un appiglio, della conferma che è lì con lei e non è sola. Poi lo bacia di slancio, con urgenza: per un po' il ricordo di Michael viene relegato nella parte più nascosta del suo cuore.  




Note:
Rieccomi con Oliver, Helena e il fantasma di Michael ancora in giro (perché per me è così, non c'è niente da fare). Quando l'ho riletta ho pensato "Mamma mia, che che tristezza!", ma mi ispirano solo questo al momento. Sarà che l'ho scritta mezz'ora fa, quando mia sorella ha pensato bene di informarmi che la torta appena sfornata non è per me ma per i suoi amyketti che vengono stasera, e il mio umore è colato a picco. Babbè, non aggiungo altro, spero abbiate trascorso un buon Natale. A presto!

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Capitolo 5
*** Oliver ***


Fandom: Arrow
Titolo: Oliver
Personaggi: Felicity Smoak
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Flashfic, Missing Moment

Oliver.

 

 

 

 

 

 

You've dropped some fairly ridiculous lies on me and... yet, I still feel like I can trust you.
Why is that?”

Felicity Smoak, Arrow 1x12

 

 

Il tempo, quel giorno, era stato clemente solo fino al tramonto. Felicity, una tazza di cioccolata calda tra le mani e le gambe rannicchiate in grembo sul divano di casa sua, osservava le gocce di pioggia che si infrangevano furiose sulla finestra di fronte a lei.

Oliver Queen è tornato da me.
Ha chiesto il mio aiuto. Di nuovo.
Oliver Queen, stupide storielle a parte, si fida di me.
Potrò fidarmi io di lui?

La sua mente, di solito iperattiva e dinamica, riusciva a pensare solo a questo. Erano trascorse settimane, il signor Steel era scomparso, forse morto, e lei non aveva fatto nulla, se non aspettare. Aspettare cosa, poi?, si era chiesta.
Si sentiva in colpa, ecco. Non c'entrava nulla, chiaro, non l'aveva rapito e torturato o chissà cos'altro – non voleva nemmeno pensarci –; aveva fatto il suo lavoro. Lei era sempre impeccabile, non sbagliava mai, riusciva a venire a capo di un enigma perché odiava non sapere ed essere cieca di fronte a quello che le accadeva intorno.
Ad esempio, sapeva che Wanda, appartamento di fronte al suo, veniva più spesso da lei per portarle una fetta enorme di una delle sue torte (e tutto il condominio conosceva le abilità culinarie di Wanda – sì, okay, la verità era che a Wanda piaceva far vedere quanto fosse brava in qualunque cosa, tranne che a farsi gli affari suoi) perché si era intestardita affinché Carlos, il suo Meraviglioso Sexy & Caliente Fidanzato Spagnolo (così le piaceva marcare il concetto), le presentasse un suo cugino di solo lei sapeva che grado, il quale non aveva nulla a che fare con Antonio Banderas o Javier Bardem, quanto piuttosto con il fratello brutto e spagnolo di Gerard Depardieu; va bene che non usciva con un ragazzo da quasi un anno, ma non si considerava così disperata!

Wanda era convinta non sospettasse assssolutamente nulla (questo Felicity sapeva, dopo averla sentita per caso discuterne con Carlos sul pianerottolo).
Un esempio stupido, ma non più del fatto che ora si ritrovava con il cellulare in mano, il pollice a scorrere la rubrica e il nome 'Oliver' premuto senza alcuna esitazione.

Oliver.

Quando aveva memorizzato il numero non ci aveva fatto caso, mentre ora le sembrava fosse la soluzione a tutti i suoi dubbi: Oliver, semplicemente.

Mi fido di lui.

Per una volta, Felicity avrebbe seguito l'istinto.

 

 

 

Notepiùlunghedellastoria:

Antonio Banderas, Javier Bardem e Gerard Depardieu sappiamo chi sono, no? Gerard non me ne voglia, e nemmeno il suo presunto fratello spagnolo...
Non c'è una regolarità con cui pubblico le flash; le scrivo di getto, quando capita. E infatti questa l'ho scritta dopo la 1x12 (Feliveeeeeeeeer!!!), perché non potevo non fanghèrlarci su. XD Dovrebbe essere una specie di Missing Moment della puntata, la “mia spiegazione" (neanche tanto) del perché Felicity si sia decisa a chiamarlo per incontrarsi e parlargli della Lista. Una cosetta senza pretese, senza senso!, ma ne avevo bisogno perché in questo periodo (forse c'entra lo studio matto e disperato, boh) non riesco a tirar fuori quasi nulla e mi sa che quello che avevo in mente per Oliver e Felicity dovrà aspettare ancora un po'. E pure Wanda dovrà aspettare (mi ucciderà, lo so).


Grazie infinite a chi segue la raccolta, a chi recensisce e a chi legge solamente.

A presto! 

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Capitolo 6
*** Impiccione ***


Fandom: Arrow
Titolo: Impiccione
Personaggi: Quentin Lance, Tommy Merlyn
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Flashfic, Missing Moment

 

 

 

Una telefonata inaspettata, cena a casa di Laurel con “ragazzo” – era il caso di chiamarlo così? – e infine lo strappo fino al Glades.

Quentin scosse la testa e riportò la concentrazione dritto davanti a sé, sulla colonna di auto che ingorgava la strada. Tuttavia, non poté fare a meno – deformazione professionale? – di tenere sotto tiro con la coda dell'occhio Tommy Merlyn, seduto nel sedile passeggero accanto al suo. E da una prima analisi poteva affermare con certezza che fosse a disagio tanto quanto lui, se non di più: sguardo indeciso, spalle dritte – anche troppo –, e il suo nervosismo era quanto mai evidente da come si torturava le mani e dal pomo di Adamo che andava su e giù in maniera visibile. Il fatto che non provasse a fare lo spavaldo e a mettersi in mostra come quasi tutti i figli di papà – facciamo “come il suo amico Queen” ed evitiamo di girarci attorno – deponeva a suo favore. Forse che suo padre gli avesse tagliato gli alimenti lo aveva reso più umile?
In fondo, non ce l'aveva con lui; Quentin aveva imparato a sue spese che intromettersi nella vita di sua figlia portava ad un'unica strada: quella in cui Laurel gli avrebbe espressamente chiesto di starle lontano, e lui non poteva permettere una cosa del genere. E prima avesse accettato il fatto che la sua bambina non lo era più da un bel pezzo, prima avrebbe capito che evitare quei discorsi imbarazzanti, quelli che si fanno con il tizio che esce con la propria figlia, era cosa buona e giusta.

«È stata una bella cena,» cominciò.

«Ah.» Altro segnale: Merlyn fu colto così alla sprovvista che quasi saltò fuori dall'abitacolo. «Sì. Il thailandese all'angolo è eccezionale. Beh, senza offesa per sua figlia...»

Quentin ridacchiò. «Tranquillo, Mr Merlyn, può dire liberamente che Laurel è una pessima cuoca. Ecco, magari eviti di dirlo davanti a lei. Diventa permalosa.»

«Lo farò, Detective.» Merlyn si era rilassato. «E mi chiami Tommy.»

Quentin sospirò. «D'accordo, Tommy.»

Decisamente, si era rilassato: le spalle lo erano, un sorriso gli disegnava le labbra e le mani avevano smesso di stringersi tra loro.
Così Quentin si avvicinò a lui, quanto bastava per vedergli negli occhi un lampo di preoccupazione. «Ma fai soffrire mia figlia e nessuno yacht, o jet del paparino o astronave per Marte ti farà credere di essere tanto lontano da me, chiaro?»
Merlyn ricambiò l'occhiata. «Non lo farò, signore. Laurel è molto importante per me.»

Tornò a regnare il silenzio, nell'auto, ma Quentin non poté non nascondere un sorriso divertito e, perché no, soddisfatto nell'aver visto con quanta convinzione avesse risposto Merlyn, ma che non gli avrebbe risparmiato la medaglia per Padre Impiccione Dell'Anno. Sperò che Tommy tenesse così tanto ad avere la sua approvazione e fosse abbastanza sveglio da non rivelare mai a Laurel la loro chiacchierata.


Note:
Salve, gente! E' trascorso più di un mese dall'ultimo aggiornamento e mi sembrava giusto rimediare. Ho scelto il Detective Lance come protagonista di questa flash perché ieri è stato il compleanno dell'attore che lo interpreta, e siccome la raccolta non fa discriminazione (ma nemmeno di Lorella, avete visto? *troppo buona*) mi sono detta "Massì, includiamo anche lui!". E poi ho scelto Tommy perché... è Tommy. Devo aggiungere altro? ;)
Spero vi sia piaciuta e di aver centrato la caratterizzazione di Lance. Ringrazio la Wife che me l'ha approvata e tantissimo chi segue la raccolta e chi mi lascia le loro bellissime parole: non sapete quanto mi fanno piacere!
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Revenge ***


 

Fandom: Arrow
Titolo: Revenge
Personaggi: Helena Bertinelli/The Huntress
Rating: Verde
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Flashfic, Missing Moment
 

Revenge.

 




Giustizia, Helena.

Helena si infilò prima uno stivale, poi l'altro. La voce di Oliver era tornata a martellarle le tempie, una litania che non le aveva lasciato tregua neppure la notte. Si concentrò sul rumore della zip che chiudeva il suo costume, lo stesso che le aveva regalato Oliver per convincere se stesso e lei di una verità fasulla.
“Siamo degli assassini, Ollie...”

Giustizia, Helena.

Helena indossò la maschera nera, che metteva in evidenza i suoi occhi verdi pieni di rabbia. La rabbia la confortava, la rabbia le ricordava per cosa stava combattendo.
Aveva una missione e l'avrebbe portata a termine; nemmeno Ollie l'avrebbe fermata questa volta. Per tutto questo tempo, lei aveva imparato... Parigi, Budapest, una vita che non era sua vissuta in mezzo a gente ignara e insignificante. Le frecce che le si erano scagliate addosso, lei aveva provato e riprovato: il sudore, la concentrazione, le ferite. Poi di nuovo la determinazione, ed Helena non si era mai fermata.
L'epilogo di quella storia storia sarebbe stato raccontato col sangue.
Prese la balestra appoggiata sul mobile alla sua destra e caricò la freccia: la sua prossima preda si trovava alla Queen Consolidated.

Giustizia...

La voce di Oliver era ora un sibilo lontano. Helena si guardò allo specchio: vi era un'altra persona di fronte a lei. La Cacciatrice le restituì lo sguardo. La Cacciatrice parlò:
«Vendetta, Helena.»




Note:
Uhm, salve! Sì, sono tornata per vostra disgrazia somma gioia. Di nuovo Helena, che forse è stato uno di quei personaggi che gli sceneggiatori hanno trattato coi piedi, ed è un peccato, perché è un bel personaggio - fuori di testa, con manie omicide, ve lo concedo -, ma se ne sono sbarazzati senza tanti complimenti. Non so se sono riuscita a farvi vedere Helena per come la vedo io... in 'sto periodo è tanto se riesco a scrivere il mio nome. -.-'' Non sono completamente soddisfatta, ma volevo aggiornare, perché chissà quando avverrà, la prossima volta.
Grazie a chi segue la raccolta e a chi legge solamente, ne sono felicissima!
A presto!, si spera. 

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Capitolo 8
*** Tea ***


Fandom: Arrow
Titolo: Tea
Personaggi: Roy Harper, Thea Queen
Rating: Verde
Genere: Generale
Avvertimenti: Flashfic, What if?




Tea.

 




«Per il tè?»
Roy smise di giocare con la ciocca dei capelli di Thea che teneva tra le dita; la mano rimase sospesa a mezz'aria. Si trovavano distesi sul divano sgangherato di casa sua, in mezzo a cartoni di pizza, due lattine di Coca e la radio in sottofondo che aveva acceso la sua... amica? Avrebbe trovato una collocazione, il loro rapporto? Non era certo gli interessasse, in quel momento, aveva ben altre preoccupazioni.
«S-sì. Perché, che c'è di strano? Mai preso il tè in vita tua? Ah, certo, un duro come te beve... tequila, alle cinque del pomeriggio.» Thea si scostò leggermente da lui e si mise a braccia conserte per tenerlo lontano. «Mi fa schifo, la tequila. È che...» Roy si umettò le labbra e lasciò cadere il braccio sulla stoffa ruvida del divano. «Non siamo in Inghilterra e poi... venire a prendere il tè a casa tua? Non arriverei nemmeno al cancello, perché uno scimmione della sicurezza mi caccerebbe senza tante cerimonie appena dopo aver visto la mia faccia.»
«Esagerato. Non avresti alcun problema.» Fece una pausa. Roy vide come si sforzasse a trovare le parole giuste per convincerlo (cosa che non era riuscita a fare nelle due ore precedenti), e gli piaceva vedere la piccola ruga che le si formava vicino all'attaccatura del naso e le labbra stringersi tra loro. La trovava... tenera.
Thea sospirò. «Mia madre ci tiene, a conoscerti. E comunque si tratterebbero di pochi minuti, non ti farà il terzo grado, promesso. Era tra le mie condizioni.» Cercò di distrarlo, giocando con i lacci della sua felpa rossa. Si era fatta più vicina, ne sentiva il profumo delicato, le labbra gli solleticavano una guancia. Ma lui non aveva alcuna intenzione di cedere.
Non era abituato a quelle attenzioni, non aveva mai conosciuto le madri delle ragazze che aveva frequentato prima, non lo riteneva necessario e non gliene era mai importato molto. Gli balenò nella mente il ricordo di quando si intrufolava nella stanza di Allison, con i genitori nella stanza accanto a guardare la tv, incuranti di quello che accadeva a pochi metri da loro.
Con Thea, però... non voglio vedere negli occhi di sua madre biasimo per non essere all'altezza della figlia.
«Di' di sì,» lo supplicò, Thea. «Sono sicura le piacerai così come piaci a me.» Gli sorrise.
Pensò alla ricca ragazzina viziata figlia di papà a cui aveva rubato la borsa, una volta, la stessa ragazza testarda e forte che da allora non lo aveva mollato nemmeno per un secondo e ad ogni momento insieme scalfiva, brandello dopo brandello, la corazza che lo aveva cresciuto e accompagnato per il resto del tempo.
La stessa sedeva accanto a lui, ora.
Con Thea è diverso.
«Spero non così tanto quanto piaccio a te,» ammiccò, e per più di qualche minuto Roy accantonò i suoi dilemmi.
Forse avrebbe trovato una finestra tanto vicina dalla quale poter fuggire.  



Note:
Non ho molto da dire, a parte che non sono molto convinta della caratterizzazione di Roy e che questo non è tanto un missing moment quanto una specie di What if?. Però volevo scriverla per quella santa donna, compagna di fanghèrling Sylla sola che shippa questi due (mi raccomando, tengo al tuo parere disinteressato u.u). Sinceramente, almeno fino ad ora, non riesco a shipparli (forse perché mi pare abbiano affrettato un po' le cose tra loro, ma è  appunto un mio parere xD) e aspetto con ansia più scene soprattutto perché Colton è sempre un gran bel vedere per potere cambiare idea.
Ringrazio come al solito tutti voi che leggete e seguite la raccolta, mi fate tanto felice! Ho voluto aggiornare perché altrimenti sarebbe trascorso troppo tempo e mi sarebbe dispiaciuto trascurarla a causa dell'ennesima Olicity che sto scrivendo
A presto!


 

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Capitolo 9
*** Scelte ***


Fandom: Arrow
Titolo: Scelte
Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Rating: Verde
Genere: Generale
Avvertimenti: Flashfic, Missing Moment
 

Scelte.

 


 


«Ehi.»
Diggle non la guardò neppure. Il suo volto era imperscrutabile, l'aveva sorpassata senza alcuna esitazione e aveva imboccato le scale.
Felicity rimase un attimo disorientata, poi si rivolse ad un Oliver girato di schiena.
«Dove sta andando?»
Lui non rispose, ma Felicity poté notare come le sue spalle fossero tese; sapeva fosse meglio lasciarlo sbollire e non pressarlo troppo, perché era proprio in quei momenti che il suo socio dava la migliore dimostrazione di sé in fatto di cocciutaggine, e diventava sordo e cieco a qualunque parere o prospettiva diversa dalla sua.
Gli passò accanto, mentre si sfilava il cappotto e raggiungeva la sua postazione: non aveva intenzione di trascurare il lavoro e comunque era inutile rimanere fermi ad aspettare che Diggle cambiasse idea. Non l'avrebbe fatto. Non senza una buona ragione...
«Anche oggi non hai nulla da dire, Felicity?»
Quella volta fu preparata (più o meno) all'agguato alle sue spalle da parte di Oliver, fece un respiro profondo e si voltò verso di lui, rimasto fermo con le braccia lungo i fianchi, inermi. Sembrava “indifeso”, e l'uscita di scena di Diggle lo aveva scosso molto più di quanto avrebbe mai ammesso.
«Oliver, cosa vuoi che ti dica? Che hai sbagliato? Che hai deluso un amico? Sì, lo hai fatto.»
Forse era stata troppo diretta, ma non se ne pentì.
«Ho creduto di fare la cosa giusta.»
«Giusta per chi?» Felicity cercò di ignorare lo sguardo omicida di Oliver e si raddrizzò gli occhiali. «Senti. Non ho intenzione di mettere becco sulla tua ex fidanzata, ma non si tratta nemmeno di questo. Hai fatto una promessa, ad un amico, e non l'hai mantenuta. E quel che è peggio è che sarebbe potuto morire, Deadshot l'avrebbe potuto uccidere e questo perché tu non c'eri. Se fosse successo – e non è successo, per fortuna, certo non per merito tuo, eh,» fece una pausa. «...saresti riuscito a sopportarne il peso?»
Oliver sfuggì all'occhiata attenta di Felicity. «Ho fatto una scelta, e anche Diggle l'ha fatta.»
Si allontanò, per poi fermarsi e porre la domanda che Felicity di certo non si aspettava.
«E tu?»
«Io, cosa?»
Oliver le lanciò uno sguardo eloquente.
«Ammesso che forse una volta avrei trovato interessanti le vostre lotte al testosterone, non sono la vostra babysitter e sono sicura che risolverete la cosa, in un modo o nell'altro. Ecco, magari senza ulteriori spargimenti di sangue,» disse, indicando pozze di sangue immaginarie. «E ora mi metto a lavoro. Walter non salterà fuori dal nulla come una margheritina.» Avvicinò la tastiera a sé e cominciò a digitare, non prima di aver visto l'ombra di un sorriso riconoscente sul volto di Oliver.




Note:
Questo missing moment è collocato alla fine dell'episodio 1x20 "Home Invasion", quando Diggle prende baracca e burattini e se ne va. Leggendo in giro, ho notato che in molti hanno ritenuto la reazione di Felicity esagerata (?) e che lei non c'entra nulla con la lite tra i due. Ecco, io la penso diversamente. xD Lei, Oliver e Diggle formano una squadra e pertanto Oliver avrebbe dovuto quanto meno avvisarli, invece di fare di testa sua e mettere a rischio la vita di Diggle, suo amico. 
Bene, detto questo, ringrazio come sempre coloro che recensiscono e leggono questa raccolta scema. xD 
A presto! 

 

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Capitolo 10
*** Tommy ***


Fandom: Arrow
Titolo: Tommy
Personaggi: Tommy Merlyn, Malcolm Merlyn, Oliver Queen
Rating: Verde
Genere: Malinconico
Avvertimenti: One Shot (669 parole), Missing Moment

 

Tommy.







Tommy era più che deciso a non darla vinta al suo migliore amico.
Tornato a casa, dopo una noiosissima giornata a scuola, non aveva fatto altro che pensare a come stracciare Oliver. Aprì il frigo e prese il cartone del succo di ananas, per poi portarselo alla bocca.

Tommy, quante volte ti ho detto di non farlo?

La voce di sua madre era dolce, ma sembrava lontana. Tommy chiuse il succo di frutta e lo appoggiò sopra il bancone della cucina.

È quello il suo posto?

Gli occhi erano incollati all'etichetta che indicava gli ingredienti, ma non la vedeva realmente. La voce di sua madre era come la ricordava, gentile e bassa – non urlava mai. Non passava giorno che non pensasse a lei e quella volta non faceva eccezione. Se fosse stata lì, l'avrebbe consigliato, lo avrebbe ascoltato...

 

Sapeva che suo padre, a quell'ora, se ne stava rintanato nel suo studio. Il lavoro era diventato la sua unica ragione di vita e Tommy spesso si chiedeva se qualche volta si accorgesse della sua presenza, se ricordasse che aveva ancora un figlio e di non essere rimasto solo. Tuttavia non faceva domande, non si lamentava e aspettava il giorno in cui avrebbe trovato suo padre tra gli spalti a fare il tifo per lui alla partita di hockey.
Ma non sopportava la solitudine e il silenzio della loro grande casa, così per colmare quel vuoto che avvertiva crescergli dentro ad ogni frase lasciata a metà, ad ogni abbraccio mancato, trascorreva tutto il tempo possibile dai Queen; Robert e Moira erano felici di poterlo avere con loro e Thea, nonostante fosse una piccola rompiscatole, era un po' come la sua sorellina.
Bussò piano alla porta dello studio e una parte di sé sperò che suo padre non l'avesse sentito, per poter correre in camera sua e chiudercisi dentro.

«Avanti.»

La risposta lo aveva lasciato spaesato, ma si ricompose ed entrò nella stanza. Malcolm se ne stava dietro la scrivania di mogano, le mani intrecciate sotto il mento, gli occhi così simili ai suoi lo scrutavano alla luce della lampada da tavolo, unica ad illuminare l'ambiente.
«Non dovresti essere a letto, a quest'ora, Tommy?»
Non lo disse con rimprovero, ma non c'erano nemmeno premure in quelle parole.
Tommy non seppe se aprire bocca o fare dietro front.
«Ero... ero andato a bere. Avevo sete. Allora... buonanotte.»
«Buonanotte, figliolo,» rispose Malcolm, impassibile.
Tommy raggiunse di nuovo la porta, quando suo padre gli chiese: «Sei sicuro di non avere altro da dirmi?»
Ne era sicuro? Quante probabilità c'erano che suo padre, una volta sentita la sua richiesta, lo avrebbe cacciato malamente dallo studio perché disturbato da una cosa così ridicola e insignificante? Un miliardo, se proprio voleva essere ottimista. Ma forse quel giorno era più sfrontato del solito perché la sua lingua si mise in moto prima che la paura di parlare gliela legasse a doppio nodo.
«Ho fatto una scommessa con Oliver e voglio vincerla. Ma non preoccuparti, non è niente. Ora vado a letto. 'Notte...»
«Tommy?» Sembrò trascorsa un'infinità quando Malcolm lo chiamò. Quindi si alzò e lo raggiunse. Tommy si sentì ancora più piccolo.
«Che ne dici di raccontarmi nel dettaglio questa scommessa?»
«Ma-»
«Siamo Merlyn. Non conosciamo il fallimento.»

 

 

«Cosa ci fai di preciso, qui?»
Fu così che ricordo di quella notte, nello studio di suo padre, lo sopraggiunse. Quella era stata una delle poche volte in cui era riuscito a stracciare il suo migliore amico; il rombo della moto di Zelda, la sua ventenne vicina di casa con tanto di piercing al labbro e al sopracciglio sinistro e tatuaggi un po' ovunque (lo aveva quasi convinto a farsene uno) era nitido nella sua mente, così come l'immagine di Oliver e la sua bocca spalancata, e per un attimo assaporò l'infantile e sciocca sensazione di potenza e rivalsa nei confronti dell'ex amico. Poi quelle immagini e quei suoni vennero scacciati prepotentemente dallo stesso Oliver che baciava l'unica donna che avrebbe mai amato...

«Lavoro a stretto contatto con mio padre.»




Note:
La parte in cui Tommy "sente" la voce di sua madre è liberamente ispirata ad una scena del film Billy Elliot. La flash-che-ha-sforato-di-cento-parole-e-passa sarebbe un missing moment della puntata 1x22, quando Oliver va nell'ufficio di Tommy (ho riportato il loro ultimo scambio di battute). 
Bene, mi ero promessa di scrivere qualcosa di fluff per Tommy e invece mi sono fatta trascinare dall'angst (???). Evidentemente non mi sono ripresa né mai lo farò dal finale di stagione assolutamente inaspettato. Spero comunque sia stato di vostro gradimento; diciamo che senza rendermene conto ho voluto ricostruire un po' il rapporto di Tommy e Malcolm che non è stato dei più semplici (però si sono voluti bene u.u) e il senso di inferiorità che Tommy ha sempre provato nei confronti di Oliver (del tutto senza senso, perché non ha nulla da invidiargli. Forse i tatuaggi. E la tartaruga...)
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e recensiscono, apprezzando i miei sfoghi xD Grazie grazie grazie!
Infine, faccio un po' di pubblicità a questa Challenge su Arrow che abbiamo creato io e la mia Wife. Ci farebbe piacere partecipaste in tanti, perché fanfiction su Arrow dovrebbero essercene di più. ;)
Credo di aver detto tutto, torno a scrivere l'ennesima Olicity in cantiere. xD
A presto!

 

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Capitolo 11
*** Normalità ***


Fandom: Arrow
Titolo: Normalità
Personaggi: Thea Queen, Roy Harper, Laurel Lance, Quentin Lance, Felicity Smoak, John Diggle
Genere: Generale
Rating: Verde
Avvertimenti: Drabble
Note: La tripletta è ambientata subito dopo il disastro al The Glades, una sbirciatina alle vite di alcuni dei personaggi principali. 




 

Roy le aveva portato le ciambelle con la glassa, le sue preferite. Ne aveva sbocconcellata appena una in silenzio, con Roy in attesa che lei si rendesse conto di non essere sola nella stanza.
Thea non lo ignorava, ma sapeva il perché fosse venuto a trovarla per la terza volta in quella settimana; così come sapeva che a lui non piacesse affatto trovarsi tra le mura ricche e agiate della villa Queen.
“Non andrò da lei.”
“Non ho detto nulla.”
“Sì, invece. Queste ciambelle parlano per te.”
Roy sospirò.
“Dovresti farlo.”
“No, non devo.”
“Sì, invece, perché lei ha bisogno di te come tu hai bisogno di lei.”

 

***

 

Laurel gli aprì la porta, mentre sorseggiava di fretta del caffè. Quentin oltrepassò l'ingresso.
“Brutto momento?”
“Cosa? No no. Solo che ho un mucchio di documenti da archiviare e il nuovo procuratore non vuole ritardi.”
“Capisco,” disse piano, mentre vedeva che una copia sbiadita di sua figlia. “Va tutto bene? Dico, al lavoro. Ti stai ambientando?”
Laurel si voltò verso di lui, seria. “Papà, sto bene.”
Quentin fece per controbattere, ma Laurel fu più veloce. “Sto bene. Però devo andare, chiudi tu la porta?” Gli lasciò un bacio sulla guancia e corse via.
Quentin rimase a fissare il tavolinetto vuoto su cui una volta c'era la foto di Tommy Merlyn.

 

***

 

John scorse una chioma dorata che riconobbe subito.
“Felicity!”
La raggiunse, mentre lei si voltava nella sua direzione con un sorriso.
“Ehi,” disse non appena John le fu accanto.
“Ehi, Felicity. Che ci fai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda.”
John fece finta di rifletterci, poi spostò lo sguardo verso ciò che rimaneva del nascondiglio del Vigilante.
“È ridotto male, eh?” sospirò.
“Nulla che non si possa aggiustare,” rispose Felicity enigmatica. E John annuì a quella ragazza così incredibile e determinata, con la certezza adesso di sapere il perché lui l'avesse scelta.
“Quindi cosa proponi?”

“Prima di tutto, lo riportiamo a casa.”







Blabla:
Salve, gente! Eh sì, sembra io sia tornata. L'estate prima e la sessione d'esami poi mi hanno dato poco tempo da dedicare alla scrittura inoltre la mia culopesaggine è leggendaria. Volevo aggiornare questa raccolta perché era trascorso un bel po' di tempo dall'ultima volta e mi dispiaceva; spero queste drabble (leggermente malinconiche *coff coff*) siano state di vostro gradimento e cercherò di farmi perdonare, pubblicando prossimamente altre storie (perché la seconda stagione è alle porte e abbiamo un sacco di materiale soprattutto Olicity!). 
Grazie come sempre alle persone che seguono la raccolta e che leggono le mie storie sul fandom, mi fate tanto tanto contenta. 
A presto! 





 

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